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ATTI ACCADEMIA NAZIONALE DEI LINCEI ANNO CCCLXIV 1967 SERIE OTTAVA RENDICONTI Classe di Scienze morali, storiche e filologiche ESTRATTO dal vol. XXI, fase. 5-6 ~ (Maggio-Giugno 1967) ROMA ACCADEMIA NAZIONALE DEI LINCEI 1967 ACCADEMIA NAZIONALE DEI LINCEI Eetratto dai Rendiconti della Classe di Seiense morali, storicke o filolopiche Serie VIIE, vol. XXII, fase. 5-6 ~ Maggio-Gingno 1967 CLUVIAE E IL TERRITORIO CARECINO Nota di ADRIANO LA REGINA, presentata (*) dal Socio A, DEGRASSI La recente acquisizione di un nuovo documento epigrafico, una tabula patronatus redatta nell’anno 383 4.Cr. per conto dei Chuvinses Carricini, ha riproposto il problema dell'identificazione della citta sannitiea di Cluviae. A questa indagine si ® dedicata la Soprintendenza alle Antichit degli Abruzzi € del Molise con un’ampia operazione di rilevamento topografico nelle zone maggiormente indiziate per la possibile ubicazione della citta, individuan- dola if giorno 12 dicembre 1966 nella localita chiamata Piano Laroma, situata nel territorio dei Comuni di Casoli e Palombaro, in Provincia di Chieti, Ul Piano Laroma é attualmente noto con il nome antico di Pagus Urbanus, attribuitogli su precedenti proposte dal Mommsen, il quale giudicd anche che il luogo fosse stato assegnato alla giurisdizione territoriale del municipio di Juvaruem, che egli riteneva pertinente all’area occupata dalla popolazione frentana, Le conseguenze dellidentificazione sono di grande rilievo per la siste- we della topografia antiea in tutta una vasta area della regione [V augustea, e in particolare permettono di determinare il territorio carecino (*) Nella seduta del at giagno 1967. 88 Rendiconti moral 1967 ~ Serie VIII, vol. XXI1, fase. 5-6 ‘con i soi municipi, Mentre procede Vopera di rilevamento, necessariamente Junga, che consentira di documentare analiticamente la situazione archeo- logica, si da qui una notizia sommaria, con V'intento di esporre gli argomenti che giustificano I'identificazione di Cluviae, ¢ di delineare la nuova fisionomia che viene ad assumere la nostra conoseenza del versante adriatico della regioné IV nell'antichita. Il testo del nuovo documento non viene trascritto ora integralmente, perché il suo contenuto & nella massima parte itvilevante ai fini del problema che si vuole esaminare, mentre esso implica una lunga serie di osservazioni di natura diversa; verrd quindi iMlustrato esaurientemente a parte. Espongo invece i dati attinenti alla questione di Cluviae ¢ dei Carecini che ne sono risultati e che hanno dato Pavvio alla ricerca topografica. Liscrizione proviene dal territorio del Comune di S. Salvo, situato una diecina di chilometri, in tinea d'aria, a sud di Vasto, nell'area quindi del municipio di Histonium , La lastra di bronzo su cui é incisa, con crrori di ogni genere, & rotta in due grossi pezzi ed @ priva di due frammenti che hanno determinato lacune marginali. Vi & trascritta integralmente la for- mula del decreto con cui Passemblea degli [xJmiversi Cluvinses Carvicini nomina patrono della cittadinanza Aurelius Evagrius, indicato all'inizio con ill signum di Honorius, ... Auius hubus (avus) ef pater veteri tesitmonio (testimonio) patrono patriae sinuerunt idcérco renovarunt clarwm genus, ut 10 merito tabulam patroniciam in eternum hospitalem patroxtrosnati hucius offeramus... patriam civiumgue Cluviatium amare ac diligere non desit... In fondo & conservata la data del 4 maggio (d.a. iii nonas Maias), dell'anno 383, indicato dal secondo consolato di Flavius Merobaudes, mentre si & per- duto il nome deil'altro console, Flavius Saturninus ®. Cluviae & esplicitamente menzionata da Livio (IX, 31, 2-3), nella nar- razione di ayvenimenti dell'anno 311: Je Samnio Chviarwm pracsidivm Romanum, quia neguiverat v4 capi, obsessum fame, in deditionem acceperant Sammites verberibusque focdum in modum laccratos occiderant deditos. Hute infensus crudelitati lunius, nihil antiquius oppugnatione Chiviana ratus, quo die adgressus est moenia, vi cepit atgue omnes puberes interfecit. Tacito (hist, IV, 5) ricorda la cittd come il luogo di origine di Elvidio Prisco : regione Italiae Carecina, ¢ municipio Cluviis. Vi & quindi una testimonianza epigrafica ad Anxanum, Lanciano, ove compare un C. Attius C.£, Arn, Crescens, il quale rivesti cariche municipali ad Anxanum © Cluviae: aed. Amani et Cluvis, aed., Heir i. d. (CHL AX 2999 = Dessau 6526; eft. CL 1X 3074). La citta viene infine elencata nella seconda redazione del Liber Coloniariem (260 L.}: Clibes, ager eius lege Iulia est assignatus. (1) Lroggetto, rinvenuto casualmente e recuperato pet Tintervento dell’Arma dei Cara- Dinieri, per decisione del Tribunale di Vasto & stato asseguato in custodia temporanea al ‘Museo Nazionale di Chieti, nel 1966. (2) Cir. A. Ducrasst, J fasti consolari dellimpero romano, Roma 1952, 84, () ©. Heloidius Cf Arn. Priseus, PLR2, IW, 2 (1938), p. 60, 2. 59. ApRiaNo LA Rranva, Cl Carecino 89 Sappiamo dunque che Cluviae era citta fortificata nel tv secolo av. Cr., che dopo la guerra sociale, ignoriamo quando, ricevette la costituzione di muni- cipiwm, e che visse sicuramente fino alla tarda antichita. Dopo 'anno 383 non si ha pid alcuna notizia della sua esistenza. L’appartenenza ai Carecini, © Carricini, indicata da Tacito, & ora pienamente confermata dalla nuova iscrizione, la quale ci mostra anche come la denominazione ufficiale del municipio dovesse essere Chuviae Carecinae, 0 Carecinorum, ¢ ci non in funzione distintiva, nei confronti di altri luoghi omonimi, ma con lo scopo di mantenere il ricordo dell’antica. pertinenza etnica, Il problema della sua ubicazione & quindi connesso con quello, altret- tanto complesso, della distribuzione della popolazione carccina nell'ambito del tertitorio sannitico. T Carecini sono ricordati con il nome di Kupzeqvel da Tolomeo (geagr., III, 1, 57), il quale li pone md cols Dgevravaie ed assegnata loro Aufidena; poco oltre (ITI, 1, 58), elencando le itt sannitiche, ne specifica la posizione tnd tos Maieyvobs wat cobs Kagaxqvots, 1 nome ‘compare ancora in Zonara (VIII, 7, 1), in relazione ad avvenimenti del 269 av. Cr, ént Kapzivous. In modo molto improbabile esso é stato infine avvici nato ai Kpsuoves dello pscudo-Scilace ®. Un altro riferimento ai Carecini & stato individuato nel testo di Plinio (w.#., II], 106), tra le comuniti della regione IV, ove sono elencati i Caretin’ Supernates et Infernates, che il Nissen , dubitativamente, e il De Sanetis , in modo piit persuasive, hanno corretto Carecini. In base alla valutazione di questi clementi, parzialmente confermati dalla tabula patronatus, Ja critica piit recente ha compiuto qualche progresso rispetto alla sistemazione generale del Mommsen % © del Kiepert ®, ove i Carecini, con il nome deteriore di Caraceni, sono ubicati tra gli alti corsi del Sangro e del Trigno, tra Aufidena ¢ Pietrabbondante, crroncamente identificata con Bovianum Vetus, Il Nissen osservd che da una parte Vassenza apparente di materiale epigrafico dircttamente pertinente alle due comunita carecine (Supernates ¢ Infernates), ¢ dell’altra la mancanza, nella lista di Plinio, di Cluviac, Trebula e forse fuvanum 0, costituivano indizi convergenti ai fini della ricerea. Il De Sanctis ha accolto questa proposta, (4) Ps. SevLAax, 15, p. 24 MOLLER, ofr, F, Wixix, Die Kionde der Hellenen vo dem Lande und den Vothern der A penninenhalbinsel bis 300 e. Chr, Ltd 1937, 163, (5) H. NISSEN, Halisehe Landeskunde, U1, Werlin 1902, 782, 790. (6) G. De Saxctis, Storia dei Romani, I, Firenze 1956, 102, nota 61 ; pud essere 4i-una certa importanza anche Vserivione C7. XIV 2139, i Lanuviun : Aguiliae Cari- M, Clavius Aquitius Feliz, ove gli elementi onomastici farebbexo pensare ad ine libertina, proprio da Cluviae. (7) TH, MowuseN, CZL 1X, pp. 257, 250. (®) H. Kimpenr, Formac ovdis antigu’, Berlin, tav. XX (1901), (9) Cir. A. LA REGINA, in ¢ Rhein, Mus.» 109, 1966, 260 ogg. (10) IL NISSEN (it. a nota 5), 782, aveva giudicato possibile che Fetnico Lanuonses, tramandato dai codici di Plinio, fosse da emenlare Zucanenses, invece di Iuoanenses, ma 1a roposta é rsultatainsullcientemente fondata; sul nome Zucantain Abruezo cl .CoLONNA, in # Ateh.Class.», VIL, 1955, 169, ie VIN, vol. XX, fase. 5-6 limitatamente a Cluviae, da identificare con una delle due comunita carecine di Plinio, ed ha correttamente escluso Aufidena da questa popolazione “, I Carecini avrebbero dovuto essere dunque compresi all'interno del territorio frentano; anche il Pareti ha giudicato che Cluviac dovesse essere generica- mente ubieata in qualche Iuogo tra Anxanum © Iuvanum 2); e cost pure il Prof. E, T. Salmon, il quale ha cortesemente discusso con me su questo problema, mi espresse il parere che la citth dovesse cercarsi in questa zona € non altrove. Ogni altra proposta che sia stata avanzata & inconsistente; archeologicamente insufficiente Tidentificazione con il Monte Pallano, pro: posta dallo Hiilsen © accolta dal Mariani &, A questo punto il problema delldentificazione pud ricevere una solu zione adeguata solo sul piano archeologieo, Dobbiamo infatti individuare un centro antico che presenti almeno i seguenti requisit ~ luogo difendibile, idoneo ad ospitare un oppidum sannitico; ~ testimonianze archeologiche che permettano di riconoscere nello stesso sito, o nelle immediate vieinanze, un complesso che abbia la consi- stenza urbanistica di un municipinm; ubjeazione nell'ambito territoriale attribuito alla tribt Arnensis, 1 limiti estremi del territorio in cui va ricercata la citth coincidono quindi con quelli dellarea, abbastanza ben definita, abitata dalle popolazioni inchuse nelle liste dell’Arnensis ®. A questa vennero attribuiti in blocco i Marrucini, i Carecini (almeno quelli del municipio cluviense) ¢ i Frentani (con esclusione dei Larinates, i quali subirono un trattamento diferente pure nella ripar- tizione augustea, essendo stati esclusi dalla regione IV) 4), Il territorio mar- rucino pud essere escluso facilmente, perché il suo confine meridionale, tra VAppennino ¢ il mare, & riconoscibile con notevole approssimazione: Ortona ¢ Anxanum sono sicuramente frentane e, d'altra parte, & esplicitamente documentata la pertinenza ai Marrucini (Contai’ maroucai) dell’oppide for- tificato di Rapino “®, Il confine marrucino doveva quindi estendersi dalle foci del Foro lungo il corso del fiume o, meglio, di uno dei suoi affluenti di destra che scorrono a sud di Guardiagrele, fino a Bocca di Valle ed alla vetta della Maielletta. Se poi di qui si dilungasse lungo il fiume Orta 0 lungo lo sparti- acque del Morrone, & una questione che, comunque sia, riguarda solo il pro- (11) De Santis (cit, a nota 6), (12) L. PARET, Storia di Roma, 1, Torino 1952, 704. 43) CH. HOLsER, in RE, IV, 1 (1900) col. 119, s.v. Cluviae, L, MARIANI, in «Mon, Ant, Linesis, X, 1901, col. 4o4, nota #; sul Monte Pallano si veda ora COLONNA. (ci. a ota 10), 164 age. (14) J. W. Kernscan, Zmperium Romanum tribulim deseriptum, Wiew 1889, 50 5.5 LR, Talon, The voting districts of the Roman republic, Roma 1960, 111, 162, 271 (15) Che. CLE TX, p. 69; NISSEN (cit, a nota §) 780, 783; per il problema eenico dei Lavinati eft. R. THOMSEN, Ziv Zealic regions from Augustus t0 the Lombard invasion, Copenhagen 1947, 90-93, (16) E. VETTER, Handbuch der italischen Dialekte, 1, Heidelberg 1953, n. 218; V. CIANe YARAN!, in Studi in onore di A. Calderini e R. Paribeni, Ul, Milano 1956, 311 agg ecino or blema del confine marrucino-peligno (7). Le indagini si devono dunque restringere alla zona della regione IV ritenuta frentana, tra i fiumi Foro ¢ Biferno, Vi sono incertezze sulla sua estensione verso ovest, ossia verso Parca pentra assegnata alla trib Voltinia; si ha comunque un punto fisso con il municipio di Terventum, al quale apparteneva di sicuro Montefalcone, donde approssimativamente si pud tracciare una linca con andamento pa. rallelo al mare fino al Sangro. Le fortificazioni del Monte Pallano si trovavano forse in prossimiti del confine, ¢ non & da escludere la loro appartenenza ai Pentri piuttosto che ai Frentani. Oltre il Sangro, sul suo lato sinistro © a nord di Quadri, a cui & stato attribuito il nome di Trebula “®, fino al massiecio della Maiella si estende un vasto territorio che ha per fulcro luvanum, pure assegnata all’ Arnensi La maggior parte delle fonti sopra esaminate concordava dunque nel- Vindicare Vatea pitt probabile, per i sito di Claviae, tra Anxanum e il ter- ritorio aufidenate. In base alla testimonianza di Tolomeo (la cui erroneiti, intuita dal De Sanctis, & stata documentata a posteriori dal riconoscimento di Cluvinc), si doveva considerare che parte del territorio carecino potesse essere stato assegnato alla Voltinia, e che quindi questa popolazione fosse dislocata lungo il Sangro, come potevano far intendere anche i cognomina geografici di Supernates e¢ Infernates per le due comuniti di Plinio. La tabula patronatus aveva perd altra provenienza: S. Salvo, a sud di Vasto. Questi documenti venivano generalmente redatti in due copie, di cui una era conservata negli archivi cittadini, 'altra cra consegnata al titolare Normalmente si ® conservato il secondo esemplare, poiché gli archivi pub- blici hanno subito ovunque una espoliazione sistematica. C'ora quindi da pensare che presso S. Salvo esistesse una proprieta di Aurelio Evagrio. Liubicazione di Cluviae in quel luogo era perd improbabile, sia per Pecees- siva vieinanea ad Histonium, sia per Vassenza degli essenziali_elementi archeologici, Sappiamo che Histonium si doveva estendere, con il suo ter- ritorio, fino presso Larinum, e per breve tratto anche a destra del Biferno Vi @ perd notizia di una probabile ubicazione di Buca nella zona intermedia, da riconoscersi forse, non sicuramente, in Termoli @. stata quindi affron. tata una esplorazione sistematica nel retroterra della Frentania meridionale, ‘ove non si poteva escludere una eventuale posizione di Cluviae, giudicando come elementi indicativi la provenienza della tabula patronatus (documenti (17) Cir. M. ToRsLt, in Studi Miscellane», X, 1966, 68, (8) CHL AX, p. 262. (19) Cir, Mo MARCHETTI, in Die. Zpigr.. INL, 1044 seg. sv. Hospitium: A, Tovan, in «Emerita», XVI, 1948, 75, 84; A. D'ORS, Epigrafia juridica de ta Espatia romana, Ma ddeid 1053, 377 suy.i A. SOFFREDI, in ¢ Epigraphica » XVII, 1936, 157 sie L. HARMAND, Le patronot sur tes eallectvitspubliques des arigines au Bar Empire, Paris 1937: si vedano fanehe le due tabulae patronatus di Amitermum degli anni 323 ¢ 335: G. ANSIMALD, in #Not, Scavi, 1936, 94 sR. (20) Cir. CZL IX 2827 Dessaw 5082, (21) CIE TX, p. 263. si rinvengono in genere presso i relativi centri), Ia presenza di un'iseri- rione con un Elvidio Prisco presso Campomarino, Vesistenza di un vasto territorio in cui non & sicuramente identificato aleun’ mani La catalogazione degli insediamenti ivi individuati ta ricognizione diretta sul terreno davano perd esito negativo. Nonostante che nella zona esistano i resti di oppida sannitici, in nessun modo si poteva riconoscere in aleuno di essi un centro continuato in modo rilevante in piena et romana &. Lo stesso metoelo, applicato all'area gid precedentemente indiziata per la dislocazione dei Carecini, dava risultati diversi. II territorio alla destra del Sangro veniva escluso per mancanza di sufficienti clementi archeologici. Sulla sinistra del fume, nel retroterra di Anxanum e nei limiti dell'area del- VAsnensis, tra i centri individuati sono di maggior rilievo il Piano Laroma, Civitella Messer Raimondo, S. Maria di Palazzo (Juvanum), Montenerodomo © Quadri, Tra questi & identificato con sicurezza solo luvanum. Meno certa- mente si & attribuito a Quadri il nome di Trebula, ignorato dalle fonti per questa zona ¢ ricostruito in base ad un testo epigrafico incompleto © Cid che comungue risulta ancora meno probabile & che a Quadri sia esistito un municipio, Sotto i ruderi della Madonna dello Spineto vi & un tempio sannitico con podio a cimasa modanata, del 11 secolo o inizi del tay. Cra; nei pressi vi sono altri resti meno valutabili. La continuazione dell ct imperiale & testimoniata da poche iscrizioni. Le caratteristiche topogra- fiche generali non offrono elementi indicativi per riconoscervi un centro importante, ata sempticemente un modesto insediamento che deve essere sopravvissuto nella condizione di vicus. A Montenerodomo esisteva invece tun centro fortificato sannitico, documentato dalla presenza di mura poll gonali, senza rilevanti resti archeologici di eta romana, Notevoli costruzion di eta imperiale sono state individuate quindi a Civitella Messer Raimondo, insieme con materiale epigrafico; ma anche qui si deve pensare allesistenza di centri: minori &9. Ul Piano Laroma possiede invece tutte le caratteristiche fondamentali richieste per identificarvi Cluviae e, in pitt, una tale abbondanza di altri ele- menti indicativi, da confermare in pieno il riconoscimento, 1, = Topogratia generale (fig. 1): La localita & situata su una lingua di terra Tunga ¢ stretta, con orientamento nord-ovest sud-est, delimitata su tre lati da corsi d’acqua e in particolare a sud-est, per un breve tratto, dal fiume Aventino; a nord-est © a sud-ovest dai torrenti Laio ¢ Avello, (23) 1 risultati di questa indagine verranno comunicati a parte (23) CHL IX 2893, 24) Alle mura di Monteneradoma acceana B, CROCK, AMontenerodomo in appendice alla Storia det regno ai Napoli, Bari 1966 (19 ed, (925), 274; por Civitella Messer Raitaondo: A. De NiNo, in « Not, Scavio, 1801, 323 8; alti centri ove & documentata Pesistenca di insediamenti antichi, segnatati sempre dal Dr NiNo: Gessypaloma, in «Not, Scavis, 190%, 407; Palena: ibid; Lettopalena: in Not. Scavis, 190t, 408; Lama dei Peligni: in «Not. Scavis, 1891, 296; 1899, 360. 94 __Lincei ~ Rendiconti morali ~ 1967 ~ Serie VIM, vol. XXIT, fase. 5-6 afiluenti dell’Aventino con andamento convergente, Nella parte pid: prossima alla confluenza dei tre fiumi la lingua di terra si riduce, alla sommita, ad una piattaforma strettissima, con i tre lati limitati da parcti naturali quasi verticali, digradanti poi, pitt in basso, con scoscendimenti meno ripidi verso il fondo delle vallate; a nord-ovest prima si restringe fortemente, poi si amplia gra- dualmente senza presentare alcuna barriera naturale ben definita per una notevole estensione. II luogo é quindi ben difendibile, senza richiedere eccessive opere di fortificazione. La sua posizione & a circa 15 chilometri, in linea daria, a sud-ovest di Anxanum e, a uguale distanza, a nord di Tuvanum, 2, — Urbanistica (av. I): Resti di costruzioni romane sono stati visti ma non compresi nell'insieme del loro tessuto urbanistico ¢ monumentale, dal De Petra 9 ¢ dal De Nino %, B stato ora possibile individuare il trac- 10 quasi completo delle mura di recinzione dell’abitato, conservate per Junghi tratti © in qualche luogo per notevole altezza; sul versante orientale della citta, ai limiti dell'abitato, & stato rieonosciuto un teatro, in parte coperto da costruzioni recenti, ma completamente leggibile nella sua planimetria; allinterno dell'area recinta esistono numerosi allineamenti di muri, talvolta ben conservati, ¢ dietro la cavea del teatro un edificio termale. Quasi tutte queste strutture hanno paramenti in opera reticolata, e talvolta in opera incerta; cid consente di attribuire ad un periodo compreso tra la meta del 1 secolo av. Cr. e la meta del secolo suecessivo lo sviluppo urbanistico del centro. Allla citth si doveva accedere mediante almeno cinque porte, di cui due sono ancora in parte conservate, con torri quadrate, sul lato prospiciente 'Avelo. Fuori del perimetro urbano, cirea 140 metri a nord del teatro, vi sono i ruderi di un edificio costruito in opera mista con pavimenti a mosaico. Le carat= teristiche generali trovano stringenti confronti, nelle zone pit prossime detla regione, negli impianti urbanistici di Sulmo &P, Corfinium ©, Interamnia Practuttiorum ©, Aesernia ®, per la posizione su luogo elevato, delimitato da corsi d’acqua confluenti, Ad Aesernia si possono avvicinare particolar- mente anche per la forma stretta e allungata dell'abitato, con strozzatura verso il contro, La posizione del teatro & del tutto analoga a quella dello stesso edificio di Teate (3, ai mangini della citta e con Ia cavea esposta verso Pesterno; lia stessa situazione, con qualche differenza si ha a Peltuinum °. A nord vest il limite della citta, meno evidente che altrove, @ stato individuato, (23) G. De Petra, in «Not. Scavis, 1895, 95 5. (26) De Nimo, in «Not, Scavi», 1900, 242 sei; ricognizione topografica con segna- lasione di nuovi miateriali, tra cui unviseriione funeraria: N, FioRsNTINO, in « Archeolo- ia, TV, 1966, 304 se. (27) La Rucnsa, in ¢Quaderni It, Topogr. Aut», 11, 1966, 107 sag: GH) V. CIASPARANT, in wAbrusz08, T, 1963, 56 seg. (29) Cir, Bncicl. Arte Ant, VUL, 1966, 712 56, .¥- Teramo, (30) A. PASQUALINI, in # Quaderni Ist. Topogr. Ant. IE, 1966, 79 see. (31) CIANPARAR, in Ati VLU Congr. Int. Archeol. Class, UL, Roma 1961, 307. Ga) LA REGINA, in «Quaderni Ist, Topoge. Ant», 1, 196s, 71 58: 2, pay 30 -@ py es eg op of OF or ay ~ pote 10. ee or oe or eG MIXX "PA, y 938 “sou “25 IP 1D RP “PUM ADRIANO LA REGINA, Cluviae ¢ al territorio Careci nella posizione segnata sulla mappa, per la presenza di un lieve dislivello, di blocchi sporadici di opera poligonale, ¢ di un sepolereto situato poco oltre, Abbiamo quindi un abitato di dimensioni non eccessivamente modeste, esteso in lunghezza per circa m. 680 ¢ con perimetro di m. 1560 (ad Aesernia rispettivamente m, 870 e€ m. 2000; a Sulmo, di forma’ quadrangolarc, 1m, 400 X 450 © m. 1500). L’insieme di questi elementi rende necessario il riconoseimento, nel Piano Laroma, di un municipium © non di un semplice pagus 0 vieus. 3. ~ Tribit Arnensis: La pertinenza del luogo all’area della tribii Arnensis| cra gid da tempo ricostruibile in via ipotetica, essendo situato in una zona globalmente assegnatale. L’iserizione C/L 1X 2992, inclusa dal Mommsen sotto la voce Pagus Urbanus, & pitt probabilmente attribuibile ai Marrucini, istretto di Guardiagrele, donde proviene. Vi & comunque un’altra testimonianza epigrafica diretta, proprio al Piano Laroma, ove @ menzionato un M, Stallius Q.f. Ar. Nepos 9. 4. — Helvidié Prisci: Vesistenza di questa famiglia cluviense, attestata nei luoghi pitt vicini a Teate e Histonium, non compare in modo esplicito al Piano Laroma, ma molto probabilmente pud esservi riconosciuta tramite il liberto C. Heluidius C. L. Telamon 3. 5. ~ Magistrature: L'attribuzione di questi restiarcheologici ad_un ‘complesso urbano di tipo municipale, ¢ non ad un pagus, pone il problema dell'eventuale evidenza epigrafica delle relative magistrature. A. parte il documento di Anxanum, vi & un’altra iscrizione con un Z/ZJvir, rinvenuta in un luogo pitt vieino al Piano Laroma, a Civitella Messer Raimondo 9 altri materiali epigrafici a Fara S. Marting 5° Queste localita, situate a destra del fume Aventino, come Laroma, vanno quindi molto probabilmente escluse dal distretto di Juvanum; le iscrizioni rinvenute nel loro ambito dovrebbero essere tutte separate da quelle elencate nel C/L sotto la voce Tuvanum ?. Liidentificazione del Piano Laroma con il Pagus Urbanus ¢ una della meno felicemente accolte nel CLL 1X; @ hasata sullinterpretazione di un frammento epigrafico tramandato dal Caraba (CHL IX 2984): [---Jéanor [-=-]/ pagus | [---Janus | [---] 9%, Anche non volendo escludere la (33) In «Not. Seavie, 1895, 95 Ga) In «Not. Seavi, 1895, 96. (38) CLL IX 2960: M. Receius N. f. Reutus, I1oir id; ora a Chieti, Museo Nazion: (36) Iserizioni ineaite, sehedate preseo In Soprintendensa di Chieti: “due si riferiscono alla gens Tadia, attestata sia a lavanum (CLL IX 2973; ¢Not, Seavie, 1883, 176) che all Piano Laroma (Not. Seavis, 1900, 244), (37) CIL IX, p. 274 G8) Linttribusione del name Pagus Urbames pee Laroma compare gia in L, Giusti NiAst, Dizionario geagrafico ragionato del regno di Napolt, Napoli 1797-1805, UIT, 265. 1667 ~ Serie VIII, vol. XXIT, fase. 5-6 integrazione [Uré]anus, nome abbastanza improbabile per una localita sanni- tica, questo potrebbe riferirsi a qualsiasi pago pertinente alla giurisdizione municipale del centro maggiore. E ora possibile esaminare, sulla base di pitt clementi di giudizio, il testo di Plinio. Non mi soffermo sullesattezza dell'emendamento Careciné per Caretini, gia accolto da tempo, né su quello dell’etnico Juvanenses, per Lanuenses, ché la proposta del Nissen di leggervi Lucanenses & quanto mai infondata. Trascrivo i passo pliniano 4, tenendo conto di queste correzioni cormai sicure; dopo la lista dei comuni costieri della Frentania, elencati da sud a nord, vi compare: intus Anxani copnomine Frentari, Carecini Supernates et Infernates, Tusanenses. La prima perplessita deriva dal fatto che Plinio, in modo inconsueto, interromperebbe Velenco dei Frentani per menzionare i Carecini, per poi tornare « ricordare un’altra citta frentana, Ma a ben guardare né Plinio, né altri, dice che Tuvanum sia frentana, Situata Cluviae nel Iuogo del Piano Laroma, si vede come la descrizione pliniana sia estre- mamente accurata; tra le comunita interne, dopo quelle costiere, sono citati prima Anxanum, detta frentana, poi i Carecini Supernates, che devono essere i Cluvienses, quindi gli Infernates. Tra Laroma e Tuvanum non vi & In pos: sibiliti di ubicare un altro municipio, percid gli Infernates devono essere proprio i luvanenses. Leggendo Plinio nel modo seguente: ... fnttes Anan cognomine Frentani, Carecini Supernates (Cluvienses) et Iufernates Inva~ nenses; ... si ha un’ottima aderenza del testo ad una situazione geografica- mente ed archeologicamente intelligibile, Subentra, a questo punto, il problema della Aufidena KapxxeqvOv che, esclusa dai Carecini, i quali avevano solo due comuni, deve essere attribuita ai Pentri, come le altre citth sannitiche assegnate alla Voltinia. L’errore di Tolomeo, il quale offre spesso una visione notevolmente alterata delle zone interne dell'Italia centrale, trova una faci- lissima giustificazione nella contiguita territoriale di Tuvanum con Aufidena, dovendosi cscludere l'esistenza di qualsiasi altro municipio nell’area inter- media. il tipo di errore che deriva da una fonte cartogratica imperfetta, di cui Tolomeo dovette usufruire. Si pud comprendere ariche Vorigine del nome erroneo Kapaenvol concordemente indicato dalle altre fonti Carecini, Carricini: evidentemente esso fu assimilato all'etnico, ben noto, delle due cittd diCharax, Characeni, esistenti in Crimea e in Mesopotamia, Chevienses “), (39) Clr, il testo di D. Derie#sen, in ¢Quellen und Forschungen zur alten Geschichte lund Geographie 6, IX, 1904, 32. (40) Prot, geagr, IMT, 6a: Xégads PLaw., m. hy IV, B5: Characeni; cf, M. ROSTOWs 2eM, in « Kilo, II, 1902, 9. (4) Cir, C. MOLLER, Gage, Gr. Min, 1, Porigl. mar. Erytr, 35 € nota ap. 285: Isp. CHARAC., T, e nota a p. 245} tav. XI anche PLIN,, IV, 136, 138, 136. (42) Per it toponime Cluviae sono ora attestate le forme cletiche ed etniche (oppugnas tions) Claianx (LaV., 1X, 31,3), Cluvinses (per Clevienses) ¢(eivium) Cluviativ nella nuova tabula patronntus, Cluvian, Clevienses © Cliviates sono tutti etnici regolani per toponimi in-in (ise), come ad eserapio Formiani, Ostienses, Aveiates : eft. E. SEVERIED, Die Ethnika des alten Haliens, Ziwich 19$%, 22 98. 103 se 128 sg8. ADRIANO LA REGINA, Cluviae ¢ it territorio Carecina 7 che manca nei codici di Plinio, sembra sicuramente determinabile, essendo indispensabile Videntificazione degli Infernates con i Tuvanenses. Vediamo ora il valore dei termini Supernates e Jufernates. In Plinio compaiono solo un'altra volta, in forma assai simile, per i Cilbiané, due comu- nit& della Lidia “?, identificate con popolazioni dislocate lungo il corso del fiume Caystrus 49. Con Io stesso valore erano stati interpretati i cognomina dei Carecini, comunemente ubicati Iungo il corso del Sangro, a partire da Aufidena: Supernates quelli pitt allinterno, Infernates gli altri, forse i Clue vienses. I] riferimento & invece basato qui sull’orientamento geografico sulla sistemazione cartografica della posizione delle due comunita. 1 Clue vienses si trovano a nord dei Tuvanenses, oltre il fume Aventino. I due ter- ritori sono dunque difficilmente determinabili sulla base del corso di questo fiume, che oltre tutto & solo un affiuente del Sangro. Orientando una carta geografica con la parte superiore corrispondente al nord-est, secondo la consueta rappresentazione dell’Italia nelle corografe antiche, in modo che VAdriatico, il mare Superum, si venga a trovare esattamente alla sommita, vediamo che Chiviac, anche se spostata a sinistra, occupa una posizione su periore rispetto a Tuvanum. L'accezione & quindi geografica © pith speci ficamente cartografica. Sappiamo che Plinio utilizzd sicuramente, per la descrizione della regione TV, la carta dell’Italia esposta nella porticus Vip- sania, © forse proprio da essa desunse l'indicazione che trasformd in rife- rimento geografico 4°. E infatti improbabile che Supernates ¢ Infernates comparissero nel nome ufficiale delle due comunita, perché di regola i municipi erano indicati con il toponimo, o Vetnico, seguito dal cognomen della popo- lazione. La carta avr quindi recato solo Cheoienses Carccini, Iuvanenses Carecini. In quale modo il testo si sia alterato nella forma in cui ei & giunto, © se cid sia attribuil Plinio stesso (¢ quindi Cluvéenses debba rimanere sottinteso), 0 alla tradizione testuale, difficilmente potremo mai sapere. E comungue da considerare che fonti di tradizione manoscritta, relative clementi controllabili sul terreno, devono essere valutate mediante lapporto diretto delle cognizioni archeologiche. II ricereare sul terreno la conferma Gi una astratta ricostruzione testuale si riduce spesso ad tentative quanto mai sterile ¢ deleterio. Altre osservazioni marginali possono essere aggiunte sulla questione carecina. Sul piano toponomastico abbiamo forse Ia sopravvivenza diretta del nome della popolazione nella Serra Carracino, sulla Maiella, al confine carecino-peligno, elemento git notato dal Nissen ‘0; da aggiungere, nei (43) PLaN., IIL, 120: Cilbiant Inferiores of Superiores (44) Chr. D. MaGIR, Roman rule in Asia Minar to the end of the 3rd century after Christ, Princeton 1950, 36 9. 1501 nota 24 (45) DETLEFSEN, in» Quellen und Forschungen ur alten Geschichte und Geagraphie s, XVII, 1909, 435 eff. A. Kiovz, in « Kliox, XXIV, 1931, 41 sae. (40) NISSEN (cit, a nota 5), 790; eft. la carta topografica IGA 147 del Guado di Coccia, 98 __Lincei ~ Rendiconti morali 1967 ~: Serie VIII, vol. XXII, f racina 7. EB perd neces: c d'Italia Del nome di Cluviae non & rimasta traceia, ¢ questo ? molto indicativo per pressi immediati del Piano Laroma, la Fonte sario controllare se il nome compaia 0 meno anche in altre 20 la storia della citta. In un momento posteriore al IV secolo, non sappiamo quando ma probabilmente per tempo, essa dovette cessare di esistere. Non solo non si form mai una diocesi, ma non fu fondata sul luogo neanche una chiesa che conservasse nel suo nome traccia dell’antico toponimio, Cluviae scompare del tutto, facendo perdere ogni memoria della sua ubieazione, (47) IGM 147 11 NO, a ovest di Palombare ADRIANO LA REGINA, Cluniae ¢ if territorio Carecino 9 Nel Medio Evo il sito deve essere rimasto deserto; pitt tardi vi dovette sorgere un piccolo insediamento agricolo, che assunse il nuovo nome di Castrum Laroma 4), Non so che origine questo possa avere avuto, ma & certo che Vinterpretazione la Roma per Laroma é falsa, come Montenero d’omo (Mons niger hominis) per Montenero in domo 4, Non mi soffermo sull'inconsistenza delle ipotesi secondo le quali in Laroma sarebbe da vedere la continuazione del toponimo Romulea (Liv. X, 17, 6) ‘A conclusione di questa ricostruzione, possiamo vedere come il quadro generale della distribuzione dei municipi carecini ¢ pentri sia ora completo (Bg. 2), € come perplessita e dubbi possano sussistere solo sull’esatta deter- minazione dei confini tra i vari distretti, senza incidere sulla sostanza delle cose, Nei Carecini abbiamo i due centri di Chuviae e Juwanum. Larea del municipio cluviense doveva essere delimitata ad ovest dallo spartiacque della Maiclla, a nord da un confine tracciato approssimativamente tra Bocca di Valle, Guardiagrele © S. Eusanio; di qui doveva scendere lungo il torrente Gogna oppure, pitt probabilmente, hungo uno dei torrenti che da Castel- frentano si gettano nel Sangro; a sud il confine doveva coincidere con il corso dell’Aventino. A /uvanum deve essere riconoseiuto tutto il territorio compreso tra il Sangro e I'Aventino, delimitato a sud o dal torrente Lupa- rello (anche Parello}, escludendo Quadri, oppure poco oltre dal Monte Secine. Cid significa che, nella regione IV, ai Frentani rimangono i capoluoghi di Ortona, Anxanum, Histonium ¢ Buca, ¢ ai Pentri Aufidena, Terventum, Fagi- Sullac, Bovianum, Sacpinum, pit: Aesernia, ex colonia latina dal 263 5°. (48) Cle. P. SeLLA, Aprutinm-Molisinm, + Rationes decimarum Ital Vaticano 1936, nn. 3524, 3609, 3040-3946, 4280 (tra gli anni 1308-1326), (49) Che. Crock (cit. a nota 24), 275. (50) Per quanto riguarda Tortinamento post-diaclerianea di tutto questo terrtorio dei Pentti, Frentani e Carecini, sappiamo con sicurezza soltamto che esso fu assignato alla regione del Sannio, dopa la sua istituzione (per Mepoca eft. G. CLEMENTE, in « Athenaeum », 443, 1965, 335 sug): in precedenza i Pentel appartenevano alla Campania et Samim, i Fremani o alla Maninia at Picemon oppure alla Apulia et Calabria (elt. 1. CANTARELLT, La diocesi italiciana da Diocleciano alia fine dellinmpero occidentale, Roma 1903; THOMSEN cit, a nota 15); 1 Carecini rimasero probabilmente aggregati ai Frentani. wes, Citta del Sonowanioas, — mm Carecinorum oppidam Cluviae, quod constat post bellum Italicum rem publicam habuisse, sicut decretum factum anno 383 post Chr. n,, in tabula aeniea hnuperrime repertum confirmat, wbi fuerit determinatur; id est inter Anxanum et p, earlem foco qui mune Laroma voeatur prope Casoli, cui nomen Pagus Urbanus attributum erat. Ibidem mocaium, portarum, theatri, aliorumque aedifeiorum rudera exstant. Oppidi posito convenit cum Plinil regionis Ialiae IV descriptione, quae ostendlt Carecinos interiores fines, ultra Anxanum, tenuiss; ita effcitur ut Plinii Carecini supernates sint ipsi Cluvienses, infernates Iuvanenses; quare contra Ptolemaeum Aufidenates ad Pen- {05 pertinuisse.videntur [Licensiato dalt'autore por ta stampa it 6 agosto 1967) ROMA, 1987 — Da. G. ipografe dell Accademia Nasional dei Lined

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