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Per chi questo manuale

Per tutti quelli che pensano che la teoria musicale non serva a niente.
Mi presento
Salve, mi chiamo Andrea, ho 26 anni e suono il piano. Ho fatto questo manuale perch quando ero
bambino e minsegnavano la teoria musicale pensavo non servisse a niente e quando invece sono
cresciuto ho conosciuto persone che mi hanno fatto capire quanto sia importante per un musicista
conoscere alcune cose. In questo manuale (se cos si pu chiamare) cercher di spiegare un po di
cose sulla teoria musicale, partir dalle cose pi semplici fino ad arrivare (non che sia difficile) alla
costruzione degli accordi; credo che questa cosa sia molto utile e sper vi dar un po di entusiasmo
per leggere altre cose (che magari far io). Se volete contattarmi potete farlo allindirizzo
pisani@supereva.it grazie.
La scala, questa sconosciuta
In questa sezione cercher di farvi capire che differenza c fra il Fa# e il Solb.
Vediamo una cosa, se elenchiamo tutte le note che stanno nella scala di Do e analizziamo gli
intervalli (cio la distanza espressa in semitoni fra una nota e laltra) notiamo che ci sono delle
distanze particolari:
DO
RE
MI
FA
SOL
LA
SI
DO
1 tono
1 tono tono
1 tono
1 tono
1 tono
tono
Allora, se vogliamo che la scala di La suoni nel solito modo di quella di Do ma in un'altra tonalit
dovremo fare in modo che, anche nella scala di La, gli intervalli rimangano immutati. Basta una
piccola osservazione per avere gli strumenti per costruirsi DA SOLI la scala di La, losservazione
banale cio che in una scala non si pu ripetere la solita nota due volte, quindi scriviamo tutte le
note (la, si, do, re, mi, fa, sol, la) e facciamo in modo che vengano rispettati tutti gli intervalli che ha
la scala di Do. Che succede?
Allora, da La al Si c un tono? Si, allora il si rimane naturale.
Dal Si al Do c un tono? No, c n mezzo quindi il Do deve diventare Do#.
Dal Do# (trovato prima) al Re c mezzo tono? Si, allora il Re rimane naturale.
Dal Re al Mi c un tono? Si, allora il Mi rimane naturale.
Dal Mi al Fa c un tono? No, allora il Fa deve diventare Fa#.
Dal Fa# al Sol c un tono? No, allora il Sol deve diventare Sol#.
Dal Sol# al La c un mezzo tono? Si, allora il La rimane naturale (ovviamente).
La scala di La quindi risulta:
LA

SI
1 tono

DO# RE
1 tono tono

MI
1 tono

FA#
1 tono

SOL# LA
1 tono
tono

Bene, se sono stato chiaro e non sapevate queste cose potete ringraziarmi!
Dovrebbe essere chiaro quindi come si costruisce una scala:
1) Si scrivono tutte le note partendo dalla nota fondamentale della scala senza alterazioni..
2) Mettendo a posto gli intervalli si fa in modo che gli intervalli nella scala vengano come
sopra.
Vi consiglio di fare qualche esercizio su altre scale e di vedere cosa succede per esempio in quella
di FA (l verranno fuori i bemolli), per sapere se hai fatto bene innanzitutto devi controllare che
lultima nota sia uguale alla prima, puoi provare anche suonare sul tuo strumento la scala che hai
ottenuto.
Unaltra verifica che puoi fare questa che pi generale. Partendo da Do e andando avanti di una
quinta (cio Do Sol Re La Mi., nota che sono3 toni e ) i diesis che ti compaiono sono sempre
uno di pi mentre se dal Do sali di una quarta i bemolli che ti compaiono sono sempre uno di pi
(occhio che una quarta 2 toni e ).

Questa osservazione che ho appena fatto fondamentale infatti salendo di una quinta i diesis che si
aggiungono sono in ordine Fa, Do, Sol, Re, La, Mi e Si e di bemolli sono Si, Mi, La, Re, Sol, Do,
Fa (che quando ero bambino mi facevano imparare a memoria senza che avessero per me un senso).
Unultima nota sulla scala minore. Prendiamo in considerazione la scala di La-, questa ha tutte note
naturali, questa propriet si pu dire anche in un altro modo cio dicendo che la scala di La- e la
relativa di Do maggiore. Vediamo quindi come fatta:
LA
SI
DO
RE
MI
FA
SOL
LA
1 tono
tono
1 tono
1 tono
tono
1 tono
1 tono
Gli intervalli sono cambiati e (ovviamente) il suono della scala cambiato, da una sensazione come
di tristezza. Notiamo che avendo una scala maggiore per capire qual la sua relativa minore
dobbiamo andare indietro di 1 tono e , questo vale per tutte le scale quindi per esempio la relativa
di Fa Re minore, di Si e Sol#- e cos via., per fare il contrario dobbiamo salire ovviamente di 1
tono e quindi se ho la tonalit di Sol- la sua relativa maggiore sar Sib, se ho Mi- la sua relativa
maggiore sar Sol e cos via.
A questo punto dovrebbe essere chiarissima la differenza che c fr Fa# e Solb infatti il Fa# fa
parte della scala di Sol (e di tutte le altre scale che si ottengono andando su di una quinta dal Sol)
mentre il Solb fa parte della scala di Reb (e di tutte le scale che si ottengono andando su di una
quinda dal Reb).
Cos la tonalit di un pezzo
Spesso si confonde la tonalit di un pezzo con il primo accordo che compare nel pezzo ma non
sempre questo vero. Se abbiamo a disposizione lo spartito pentagrammato del pezzo siamo
sempre in grado di capire in che tonalit scritto il pezzo (a meno della relativa). Vediamo perch.
Quando inizia il pentagramma subito dopo la chiave compaiono una serie di diesis e bemolli, questi
ci dicono quali sono le alterazioni che saranno presenti in tutto il brano. Ora queste alterazioni ci
danno moltissime informazioni sulla tonalit del pezzo. Facciamo un esempio: Ammettiamo di
trovare in testa al pentagramma 3 diesis (che per il discorso fatto prima saranno Fa, Do e Sol) noi
possiamo star certi che la tonalit del pezzo La oppure Fa#- (la sua relativa). Infatti le alterazioni
in chiave non vengono messe per far economia durante il pezzo ma hanno questo grande
significato. Sembrerebbe molto difficile capire quindi in che tonalit scritto il pezzo, perch uno
dovrebbe sapere tutte le scale a memoria (anche se consigliato), ma c un trucco che ci aiuta che
varia dalle scale coi diesis a quelle coi bemolli.
Notiamo una cosa, qual lultima alterazione che si incontra nelle scale che hanno i diesis?
Facciamo una lista:
Scala
Ultimo diesis
Sol
Fa
Re
Do
La
Sol
Mi
Re
E facile adesso capire come si fa per il resto Quindi se abbiamo sul pentagramma che lultimo
diesis il La siamo sicuri che quel pezzo in Si (La->Si). Semplice vero? Purtroppo non tutto qui
perch potrebbe essere in Sol#- e per capirlo bisogna analizzare il pezzo.
Troviamo una regola anche per le scale con i bemolli:
Scala
Ultimo Bemolle
Fa
Si
Sib
Mi
Mib
La
Qui un pochino pi difficile, infatti bisogna salire di una quinta, se lultimo bemolle un Re allora
il pezzo in Lab. Anche qui vale il discorso della relativa minore ovvero:non si pu sapere in che
tonalit un pezzo vedendo solo le alterazioni sul pentagramma.

Intervalli
Questa parte una specie di glossario di termini che si usano per la costruzione degli accordi. Infatti
di solito non si scrive (come prima facevo io) a distanza di 3 toni e ma si dice di una quinta,
infatti se si prende una nota (per esempio Re) e si sale di 3 toni e se ne trova unaltra (in questo
caso il La) che contando le note che le separano si scopre che la loro distanza una quinta (Re Mi
Fa# Sol La).
Per non fare sempre i conti con i toni e mezzi toni si d un nome ad ogni nota della scala.
Vediamo un esempio nella scala di Do che poi vale per tutti.
Nota
Nome grado
Distanza dalla tonica (in toni)
Nome Intervallo
Do
Tonica
0
Re
Sopra Tonica
1
Seconda
Mi
Mediana
2
Terza
Fa
Sotto Dominante
2e
Quarta
Sol
Dominante
3e
Quinta
La
Sopra Dominante
4e
Sesta
Si
Sensibile
5e
Settima
La seconda colonna da il nome a ogni grado della scala, la seconda indica la distanza che c fra la
nota e la tonica e lultima colonna indica il nome che si d a questo intervallo. Lultima colonna
importantissima per la costruzione degli accordi!!!!!!!!
Unutile esercizio quello di saper (il pi velocemente possibile) i vari intervalli che corrono fra
due note, facciamo un esempio:
Re
La
Quinta giusta
Re
Fa#
Terza Maggiore
Re
Fa
Terza Minore
Re
La#
Quinta aumentata
Re
Do
Settima Minore
Re
Do
Settima Maggiore
Occhio ai nomi, perch non ha senso dire una Quinta Maggiore o dire una Terza Giusta, questi
aggettivi si aggiungono analizzando la scala, vediamo come.
Nella scala di Re il La compare naturale e al quinto grado quindi una quinta giusta.
Nella scala di Re Maggiore il Fa# compare come terza quindi si dice terza maggiore.
Nella scala di Re Minore il Fa compare come terza quindi si dice terza minore.
E cos via, spero di essere stato chiaro.
Adesso si costruiscono gli accordi!
Finalmente abbiamo tutti gli strumenti che ci permetteranno di costruire tutti gli accordi in un batter
docchio. Basta una piccola regola e poi un po di esercizio ed il gioco fatto.
La regola che vi sto per dire non venuta fuori da nessuna considerazione ma semplicemente
sentendo il suono di alcuni accordi e vedendo quale particolarit avevano quelli che suonavano bene
(sotto ci sono secoli di storia).
Per costruire un accordo si parte dalla nota fondamentale, poi si prende la Terza Maggiore (e
laccordo sar maggiore) o minore (e laccordo sar minore) la Quinta e se si vogliono aggiungere
altre note si deve andare avanti a terze.
Prendiamo per esempio laccordo di La esso risulter costituito dalle note La Do# e Mi.
Quello di Sib dalle note Sib Re e Fa. Semplice vero?
Ora spesso si vedono gli accordi con le settime vediamo come si fanno.
Intanto chiariamo che la settima che si mette in genere negli accordi minore quindi per esempio
nellaccordo di Do la settima Sib, quando indicato il Do7+ vuol dire che si deve prendere la
settima maggiore quindi il Si naturale.
Costruiamo allora laccordo di Fa7.
Allora si prende il Fa, il La, il Do e poi la settima minore che Mib.

Divertitevi adesso a costruire tutti gli accordi che volete.


Notiamo una cosa che gli intervalli che vengono fuori andando avanti a terze sono:
1 3 5 7 9 11 13 e basta.
Ora si capisce perch in alcuni accordi si trova Do9 e non Do2, il secondo accordo non ha senso
vista la regola che vi ho detto sopra. Notiamo che quando si dice Do9 laccordo formato da 5 note
ovvero: Do Mi Sol Sib Re, cio lultima nota che si aggiunge arricchisce laccordo di tutte le note
che la precedono seguendo la regola delle terze. Spero di non offendervi dicendovi che laccordo
di Do9+ formato dalle note Do Mi Sol Sib e Re# (il pi come il diesis). Occhio che se voglio la
settima maggiore devo scrivere Do7+9 (si legge Do settima pi nona)!
Credo che ormai siate in grado di capire da quali note formato un qualsiasi accordo.
Cerchiamo di capire perch ogni tanto si trova Do6, che per la regola che vi ho detto io non
dovrebbe esistere.
Facciamo un esempio concreto: gruppo di ragazzetti che suonano Rock (batteria, basso e due
chitarre per esempio), vedono uno spartito con scritto un accordo La. Che cosa suona ciascuno di
questi? Allora il batterista non gli interessa niente, il bassista fa il La e i due chitarristi suonano
laccordo di La formato dalle note La, Do# e Mi. Tutto Ok fino a qui! Ora se quello che ha scritto il
pezzo ha un buon orecchio in genere non si accontenta di scrivere sempre La ma ogni tanto scriver
La/Do#; questo vuol dire La con il Basso in Do#. Mi sembra evidente adesso cosa suoneranno i tre.
Il bassista far il Do# mentre i due chitarristi faranno laccordo di La.
Vediamo cosa succede se laccordo che devono suonare La-7/Do (La minore settima con il basso
in Do). Allora il bassista fa il Do, i chitarristi fanno laccordo formato dalle note La, Do, Mi, Sol.
Ora se sullo spartito ci fosse scritto Do6 che cosa succederebbe?
Le note che formano laccordo di Do6 saranno quelle di Do con in pi la sesta cio il La, quindi Do,
Mi, Sol, La e il bassista che suona? Do. Quindi leffetto lo stesso di scrivere La-7/Do ma nel
primo caso lo spreco di inchiostro maggiore e c bisogno di pi concentrazione per leggere
laccordo. Per questo ogni tanto si trovano accordi che in realt non dovrebbero esistere ma lo si fa
per rendere lo spartito pi leggibile. Vi consiglio di imparare ad ascoltare qual leffetto di un
cambio di basso in un accordo, a volte da un grande slancio al pezzo!
Conclusione
Spero che questo manuale vi sia servito e che abbiate imparato qualcosa! Se questo vero sar
graditissima una e-mail (pisani@supereva.it( nonch una visita al mio sito
http://pisani.supereva.it/index.html .
Di solito si trovano molte righe di copyright ma io non ho voglia di scrivere ancora. Lunica cosa
che vi posso dire Amate e fate ci che volete. Ciao e grazie dellattenzione.

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