Anda di halaman 1dari 3

L'Indro - L'approfondimento quotidiano indipendente

Politica > News

Africa in prima linea per la difesa del Pianeta | 1

gioved 27 ottobre 2016, 18:30

Ambiente

Africa in prima linea per la difesa del Pianeta


Lo storico stop ai gas HFC e l'adozione della 'Carta di Lom' per la sicurezza marittima africana
di Fulvio Beltrami

Kampala - Nelle prime settimane di ottobre il continente africano stato protagonista di due storici accordi sulla
protezione ambientale per la salvaguardia del Pianeta e delle sue specie (umana compresa). A Kigali, Rwanda,
stato nalmente adottata leliminazione progressiva dei gas HFC, una tra le principali cause delleetto serra e dei
cambiamenti climatici, emendamento inserito allinterno del Protocollo di Montreal. A Lom, Togo, tutti i Paesi africani
hanno adottato una Carta vincolante per la protezione dei mari, la promozione delleconomia blu e la lotta
contro la pirateria internazionale. Due traguardi storici per lumanit. La diplomazia africana riuscita a convincere le
potenze pi recalcitranti come Stati Uniti, Cina e India, facendo comprendere che il Pianeta Terra unico nella nostra
galassia e la sua distruzione un folle suicido della razza umana. Dopo quattro giorni di intense negoziazioni stato raggiunto
laccordo riguardante la progressiva eliminazione dei gas HFC grazie agli emendamenti dellarticolo 5 e articolo 2 del
Protocollo di Montreal. Si tratta di una rivoluzione ambientale di portata storica che obbliga ad una radicale
rivoluzione della produzione mondiale di frigoriferi, sistemi di rareddamento industriale e apparecchiature di aria
condizionata. Tra il 2019 e il 2028 saranno vietate in tutto il mondo la produzione di questi specici
elettrodomestici che utilizzano i gas responsabili della drastica diminuzione dellossigeno e dellaumento
delleetto serra. Le industrie del settore saranno obbligate a trovare nuove tecnologie compatibili con lambiente.
Leliminazione di antiquate e dannose tecnologie produttive sar graduale. I paesi sviluppati dovranno rispettare la
scadenza del 2019 2020. Russia, India, Sud Africa, Pakistan, Cina, Iran, i Paesi latinoamericani ed est europei dovranno
rispettare la scadenza del 2026 mentre i Paesi in Via di Sviluppo avranno tempo no al 2028. Laccordo eviter
lemissione nella atmosfera di 70 miliardi di tonnellate di CO2 equivalenti alla chiusura di 750 impianti energetici a
carbone. Per i negoziatori africani, ruandesi in prima la, lostacolo pi duro da superare sono state le reticenze della Cina.
La ferma determinazione dei diplomatici africani ha superato ogni ostacolo riportando pazientemente alla ragione il Partito
Comunista Cinese. Il meeting di Kigali riuscito a raggiungere un accordo storico, disatteso nei precedenti meeting di Parigi
e Montreal. Questa la chiara dimostrazione che lAfrica il Continente pi allavanguardia nella lotta contro la
distruzione del Pianeta e nella salvaguardia di ogni specie vivente. Limpegno di tutte le Nazioni a rispettare la
Natura il migliore regalo che sia stato mai oerto allumanit. aerma orgoglioso Vincent Biruta, Ministro delle Risorse
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e uciale, reperibile su http://www.lindro.it/africa-in-prima-linea-per-la-difesa-del-pianeta/
L'Indro un quotidiano registrato al Tribunale di Torino, n 11 del 02.03.2012, edito da L'Indro S.r.l.
Copyright L'Indro S.r.l. Tutti i diritti riservati.

L'Indro - L'approfondimento quotidiano indipendente

Politica > News

Africa in prima linea per la difesa del Pianeta | 2

Naturali del Rwanda e residente del Ventottesimo Meeting dei rmatari del Protocollo di Monteral (MOP28). Laccordo
raggiunto a Kigali di portata storica. Questo stato il giorno dove tutti i potenti del Pianeta si sono resi nalmente
responsabili dinnanzi alle future generazioni. stato veramente eccitante ed entusiasta lavorare al anco della diplomazia
africana osservando la sua determinazione a raggiungere laccordo. Un successo del tutto inaspettato, aerma
lAmministratrice della Agenzia Americana di Protezione Ambientale Gina McCarthy. LUnione Africana, grazie al sostegno
del governo ruandese, riuscita a far accettare alle potenze mondiali limpegno nanziario vincolante di aiuti verso le
Nazioni povere che dovranno eliminare la produzione e il commercio dei prodotti dannosi. Al momento gli impegni rmati
ammontano a 80 milioni di dollari. I diplomatici africani sono sicuri che questa somma sia solo una modesta parte degli
impegni nanziari che i Potenti dovranno assumere in solidariet verso le Nazioni pi sfortunate. Il successo del MOP28 di
Kigali risiede nella applicazione pratica del concetto di 'pericolo comune' tipico della cultura di tutte le societ
africane. Un concetto che obbliga ogni membro della comunit a dimenticare le divergenze e conittualit interne per far
fronte unico ad un pericolo esterno comune, in questo caso rappresentato da un distorto concetto di sviluppo industriale
originato dalla distruttrice ideologia capitalistica del liberalismo assoluto. Critici internazionali aermano che i risultati
del MOP28 rimangono di entit modesta in quanto al meeting di Kigali non stata toccata la causa prima del
cambiamento climatico: lutilizzo dei combustibili fossili. LOrganizzazione Meteorologica Mondiale ha lanciato un
allarme sullaumento dei gas CO2 nellatmosfera. Nel 2015 si registrato un considerevole aumento dellanidride carbonica,
principale responsabile del riscaldamento climatico. I livelli di concentrazione nellatmosfera hanno oltrepassato la soglia
tollerabile: 400 ppm (particelle per milione). Leliminazione progressiva del CO2 negli elettrodomestici e apparecchiature di
rareddamento giudicata troppo dilatata. Occorrono politiche rivoluzionarie ed immediate. Critiche ed osservazioni non
ignorate dagli organizzatori africani del MOP28 che, rispondono con un vecchio proverbio caro al Continente: Il Palazzo del
Re si costruisce non dal tetto ma dalle fondamenta. Il governo del Rwanda, uno tra i Paesi allavanguardia per la protezione
ambientale e lutilizzo di energie alternative ha promesso di continuare ad impegnarsi per la protezione del Pianeta Terra e
dellumanit. Una promessa fatta da una Nazione testarda e orgogliosa, forgiata dal sacricio di un milione di suoi cittadini.
A Lom, Togo, 43 Paesi africani si sono riuniti per prendere in mano i destini del patrimonio marittimo del
Continente, minacciato dalla pirateria internazionale e dalla distruttiva pesca intensiva attuata illegalmente
da Europa, Cina, India, Stati Uniti. LUnione Africana, sotto la guida del presidente ciadiano Idris Debi Itno, ha ottenuto
la rma di tutte le 43 Nazioni per una carta vincolante della protezione e sicurezza dei mari africani. Una carta tesa
ad eradicare la pirateria dalle coste del Continente, bloccare il genocidio della fauna marittima attuato da industrie
occidentali ed asiatiche e proteggere i delicati equilibri ambientali marini. Gli Stati rmatari si sono impegnati a mettere a
disposizione le risorse nanziarie e militari necessarie per contrastare le bande piratesche che infestano le acque somale e
del Golfo della Guinea cos come larresto senza condizioni di tutti i pescherecci sorpresi in attivit di pesca intensiva illegale
nelle acque territoriali africane. Una guerra dura che conoscer martiri e vittime ma resa possibile dalla storica perseveranza
africana di giungere alla vittoria totale e denitiva sul nemico. Laccordo e gli impegni presi sono considerati di vitale
importanza per lo sviluppo del Continente che diede origine alla specie umana. Il 90% delle importazioni,
esportazioni avvengono per via marittima. La difesa dei corridoi marittimi africani nellinteresse anche delle potenze
occidentali e asiatiche. LOrganizzazione Marittima Internazionale ha registrato 27 attacchi di pirati avvenuti nel Golfo della
Guinea nel primo semestre 2016. In 14 casi sono stati coinvolti navi petroliere e commerciali asiatiche, europee e
americane. La guerra contro i pirati verr condotta con la collaborazione delle marine militari europee e cinese.
In prima la si riscontra limpegno oerto da Parigi. Un impegno non disinteressato considerando che per la Francia di
vitale importanza proteggere le rotte marittime per il commercio dalle colonie alla Madrepatria. LUnione Africana ha chiesto
la collaborazione di Bruxelles, Washington, Mosca, New Delhi e Pechino nella lotta contro la pesca intensiva illegale, spesso
attuata da battelli su cui sventolano le bandiere di queste potenze mondiali. Ai partner stranieri stato richiesto maggiore
severit nellimpedire tale distruttrice pratica e pi severe misure penali contro le ditte coinvolte. LUnione Africana ha
richiesto alle Nazioni Unite di inserire la pesca illegale nei crimini contro la fauna marittima e nei crimini
commerciali. A tale proposito vari Paesi africani hanno chiarito la loro intenzione di condurre la lotta contro i battelli illegali
con le stesse determinazione e ferocia che saranno utilizzate nella lotta contro la pirateria, avvertendo che potrebbero
vericarsi casi di aondamento dei battelli e arresto degli equipaggi in caso di resistenza alle forze marittime africane.
Risolto il problema della pesca illegale lUnione Africana, tramite il trattato di Lom, intende promuovere
leconomia blu. Mari, oceani, laghi e umi sono un bene prezioso per lumanit ma anche una fortuna economica che, se
ben sfruttata, crea posti di lavoro e ricchezza. Lo sfruttamento delle risorse idriche deve essere ecologicamente
compatibile per non provocare danni ambientali irreparabili. questo limpegno rmato dai 43 Paesi africani
desiderosi di sviluppare una economia blu che non danneggi la Natura. Gli afro-scettici sulla questione della lotta alla
pirateria e pesca illegale, evidenziano la mancanza di mezzi nanziari per realizzare questi buoni propositi. Gli
Stati costieri africani dispongono di marine militari assai limitate, ad eccezione del Egitto e del Sud Africa. Le attuali navi da
guerra africane sono vetuste e le unit di sorveglianza costiera insucienti per garantire una seria lotta contro i pirati e i
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e uciale, reperibile su http://www.lindro.it/africa-in-prima-linea-per-la-difesa-del-pianeta/
L'Indro un quotidiano registrato al Tribunale di Torino, n 11 del 02.03.2012, edito da L'Indro S.r.l.
Copyright L'Indro S.r.l. Tutti i diritti riservati.

L'Indro - L'approfondimento quotidiano indipendente

Politica > News

Africa in prima linea per la difesa del Pianeta | 3

battelli di pesca illegale. Le ragioni apposte non sono prive di fondamenta. Riettono lattuale realt militare delle
forze di difesa marittima africane. Quello che gli afro-scettici non tengono in considerazione la determinazione tutta
africana di porre il Continente alla leadership mondiale. Una determinazione che spinge i vari Governi ad azioni ardite e
inaudite. A tutti gli scettici la risposta pi adeguata rimane: Wait and see.
di Fulvio Beltrami

Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e uciale, reperibile su http://www.lindro.it/africa-in-prima-linea-per-la-difesa-del-pianeta/
L'Indro un quotidiano registrato al Tribunale di Torino, n 11 del 02.03.2012, edito da L'Indro S.r.l.
Copyright L'Indro S.r.l. Tutti i diritti riservati.

Anda mungkin juga menyukai