Anda di halaman 1dari 29

cop 10

26-10-2012

11:41

Pagina 1

ACCARDI incontra FONTANA

ACCARDI incontra FONTANA

GALLERIA TONELLI

Galleria Tonelli
Corso Magenta 85
20123 Milano
tel./fax 02 4812434
galleria.tonelli@tin.it
www.galleriatonelli.it

La materia pu essere
qualunque cosa
Rachele Ferrario

in mostra dal 23 ottobre


al 27 novembre 2012
Galleria Tonelli
Corso Magenta 85
20123 Milano
tel./fax 02 4812434
galleria.tonelli@tin.it
www.galleriatonelli.it
Tutte le opere presenti in catalogo
sono archiviate presso
lo Studio Accardi di Roma
e la Fondazione Lucio Fontana
di Milano.
Il catalogo in versione sfogliabile
on-line disponibile su richiesta.

RINGRAZIAMENTI

Studio Accardi, Roma


Fondazione Lucio Fontana, Milano
Mario Pieroni
TESTO DI

Rachele Ferrario
REDAZIONE

Elena Mastantuoni
DESIGN

Sara Salvi
ELABORAZIONE IMMAGINI

Graphic&Digital Project, Milano


CREDITI FOTOGRAFICI

Bruno Bani
Francesco Mion
Shunk-KenderRoy Lichtentein Foundation
Studio Accardi, Roma
2012 Galleria Tonelli, Milano
2012 Rachele Ferrario
per il testo

C. Lonzi, Autoritratto, De Donato


Editore, Bari, 1969, p. 322.
Sul confronto tra lopera di Lucio
Fontana e Carla Accardi vedi
anche Infinite Space: Carla
Accardi & Lucio Fontana, Sperone
Westwater, New York (testo di
L. Beatrice), 2006; M. Krger
(a cura di), Carla Accardi trifft
Lucio Fontana: eine Begegnung
zwischen zwei bedeutenden
Knstler der italienischen
Nachkriegsavantgarde,
Herford Museum Zentrum Forum,
Herford, 2007
2
Cfr. E. Crispolti, Sullavventura
creativa di Fontana, in E. Crispolti
(a cura di), Centenario di Lucio
Fontana, Fondazione Lucio
Fontana, Charta, Milano, 1999,
p. 42.
3
Cfr. Guido Ballo in conversazione
con Tommaso Trini, Un pagano
della modernit, in E. Crispolti
(a cura di), Centenario di
Lucio Fontana, op. cit., p. 256.
4
C. Lonzi, Autoritratto, op. cit.,
p. 168 e p. 139
5
C. Lonzi, Autoritratto, op. cit.,
p. 121.
1

Ci sono artisti che precorrono i tempi, artisti


per cui lintelligenza il mistero dellessere
umano e lespressione creativa pu
raggiungere livelli che vanno oltre il concetto
di materia. Cos per Lucio Fontana e per
Carla Accardi. Due artisti e due personalit
di generazioni diverse ma che condividono
unidea dellarte che non pi solo scultura
o pittura, ma pu essere trasformata in
qualunque cosa come dichiara Fontana
al critico Carla Lonzi nel libro Autoritratto.1
Negli anni Sessanta - il periodo in cui
Fontana e Accardi hanno avuto occasioni
pi frequenti di confronto - Fontana un
artista maturo, ricco di entusiasmo per le
nuove scoperte scientifiche, consapevole
di essere stato in anticipo scrivendo il suo
Manifesto Blanco, con cui d vita allo
Spazialismo: la tela, il bronzo, il marmo, la
creta, persino il neon che lui ha sperimentato
per primo, non sono pi nulla in confronto al
cosmo e al ripetersi dello spazio allinfinito.
Ma i punti di contatto tra le ricerche di
Fontana e quelle di Accardi - messe in
evidenza dalle opere selezionate per questa
mostra che mette a confronto pi di un
argomento in comune tra i due artisti, oltre
al segno astratto, lidea dello spazio
mentale, cosmico, fisico - hanno origini pi
antiche, risalgono alla fine della seconda
guerra mondiale, quando lavanguardia
internazionale vira verso unarte nuova.
Essenza e forma, cos comerano state intese
fino a quel momento, nel dopoguerra non
sono pi valide: pittura, scultura, poesia,
letteratura e musica devono adeguarsi alle
esigenze dei tempi. Ferito dalle bombe e
dagli orrori delle dittature, lOccidente cerca
una identit e unintelligenza dello spirito
diversi, ma anche un tempo e uno spazio
che siano espressione vivace del sentimento
positivo di rinascita che anima le giovani
generazioni: Colore, lelemento dello
spazio, suono, lelemento del tempo e il
movimento che si svolge nel tempo e nello
spazio, sono le forme fondamentali dellarte
nuova, che contiene le quattro dimensioni
dellesistenza. Tempo e spazio scrive
Fontana nel Manifesto.2
Per dar voce a tutto questo bisognava

andare al di l della figurazione


tradizionale. proprio Lucio Fontana, ormai
quasi cinquantenne, a intuire la strada di
unarte che va oltre il dipinto da guardare
e a indicarla ai talenti pi giovani, che la
faranno propria. Con materiali diversi, neon,
tela, ceramica (di cui in mostra sono alcuni
esempi con cui Fontana sperimentava
supporti diversi tra cui alcune formelle
dedicate alla Crocefissione e ai Concetti
spaziali), il maestro sta per creare ambienti
non solo da vedere a distanza, ma in cui
entrare. Uno spazio dove essere coinvolti e
agire, uno spazio che significa superamento
dellarte di visione per unarte dazione. 3
Di l a poco Fontana avrebbe chiamato le
sue opere Concetti: Perch era il concetto
nuovo di vedere il fatto mentale, perch come ebbe a dire a un collega americano
che non capiva - lo spazio non la Pampa,
lo spazio un altro nella testa, capisce?.4
Il suo soffitto al neon nel 1951 per la
Triennale di Milano, e quello di dieci anni pi
tardi per Italia 61 a Torino nella Sala delle
Fonti di Energia, sono un passo fondamentale
per la sperimentazione degli artisti pi giovani
e per quella di Carla Accardi, che in quegli
stessi anni vive a Torino un momento di
grande confronto grazie allamicizia e al
sodalizio intellettuale con Luciano Pistoi e la
sua Galleria Notizie. E realizza lopera Luna,
qui esposta, dimostrando sintonia con lo
spirito del tempo. Per comprendere la visione
dinsieme, lo sguardo intelligente e ironico
che Fontana posa sul mondo e sullarte, vale
la pena citare di nuovo la registrazione
trascritta dalla Lonzi nel suo Autoritratto
(che uscir dopo la morte di Fontana),
testimonianza diretta di consapevolezza e
lucidit di analisi della propria epoca: quelli
che lhanno capito [lo spazio] siamo io e
Manzoni: Manzoni con la linea allinfinito,
e fino adesso nessuno lha raggiunto,
guarda, con tutte le sperimentazioni che stan
facendo, la scoperta pi grande che
ci sia, e io col buco [...].5
Nellimmediato dopoguerra, invece,
Carla Accardi una giovane poco pi che
ventenne; alla famiglia ha preferito
lavventura dellarte. Da Trapani, dov

H. U. Obrist, Carla Accardi.


Andare a fondo, in Flash Art,
XXXVII, 245, aprile-maggio
2004, p. 100.
7
H. U. Obrist, Carla Accardi.
Andare a fondo, op. cit., p. 99
8
V. Bramanti, Conversazione con
Carla Accardi, (Roma, 29
novembre 1982), in Carla
Accardi, Ravenna, Essegi, 1983,
p. 85; per la cronologia
dettagliata delle mostre di Carla
Accardi vedi Cronologia in
G. Celant, Carla Accardi. La vita
delle forme, Silvana Editoriale,
Zerynthia, Milano, Roma, 2011.
9
Cfr. L. M. Barbero (a cura di),
Lucio Fontana, Venezia/New
York, Fondazione Guggenheim,
Venezia, 2006; S. Cecchetto,
Ezio Gribaudo e Lucio Fontana.
Cronaca di un viaggio
americano, (prefazione di
E. Crispolti), Skira, Milano,
2011.
6

nata, ha risalito lItalia da Palermo a Firenze


per approdare a Roma, in quegli anni uno
dei centri di elaborazione del pensiero delle
avanguardie. Anche lei nel 1947 firma il
manifesto del gruppo Forma 1 contro la
tradizione figurativa e il realismo, unica
donna tra Pietro Consagra, Achille Perilli,
Ugo Attardi, Mino Guerrini, Giulio Turcato e
Antonio Sanfilippo. A tutti loro chiaro che
finita lepoca in cui larte con le figure
aveva raccontato storie. Ora invece bisogna
usare le forme e con esse esprimere concetti
e nuovi spazi per cambiare il mondo. Nel
1948 Carla gi alla Biennale di Venezia,
dove incrocia lopera di Fontana, che
espone una scultura spaziale e una specie
di uomo atomico fatti di ammassi di
materia nera. interessante come Accardi
condivida con Fontana gi in questi anni
una concezione della materia, del gesto e
dellurgenza artistica (che dimostra una sua
curiosit oltre i confini del suo gruppo e
dellastrazione). Non solo il bisogno di
togliere la tela dal cavalletto per fissare un
gesto sulla tela distesa sul pavimento,
lontano per dallo spasmo del gesto di
Pollock ritratto da Hans Namuth nel 1950
per le fotografie su Life; si tratta di portare
larte al centro dello spazio, della vita,
dellesperienza. Di riconoscere che la
scienza ha sempre avuto e ha a che fare
con la sperimentazione dellarte. Gli artisti
anticipano gesti scientifici, i gesti scientifici
provocano sempre gesti artistici scritto in
uno dei manifesti spaziali di Fontana.
Anche lei ha fiducia nella scienza, crede
e creder sempre alla liberazione
attraverso un mondo tecnologico. Fin dagli
anni Cinquanta - distanziandosi dai suoi
compagni di strada - inizia a dipingere con
segni larghi che sincrociano per trovare la
sua cifra, il segno che la contraddistingue e
che non la abbandoner pi. Percorrevo
due strade: una di tipo scientifico-biologica,
con amebe che crescevano e diminuivano,
e unaltra di tipo pi geometrico, anche se
comparivano delle curve, ma avevano una
freddezza maggiore [...]. Avevo sempre
laspirazione dellantipittura. Infatti non ho
mai fatto sfumature. Non ho mai dipinto su

cavalletto, bens in orizzontale, per terra


o sopra un tavolo, racconta.6
Come Lucio Fontana, anche Carla Accardi
non ama le definizioni. Non si riconosce
nellInformale - mi sembrava molto facile
e ripetitivo perch era diventato di moda,
purtroppo - ma una parte del suo pensiero
risente della tensione esistenziale degli artisti
e dei poeti del suo tempo.7 Nel 1953 Carla
Accardi entra in una crisi dellarte e dello
spirito da cui esce, per, rafforzata. Si
chiude in studio per un anno, lascia che alla
tela si sostituiscano i fogli di carta e traccia
non il nero su bianco - perch sarebbe
scrittura e dunque tecnica - ma il bianco sul
nero. I segni diventano come impronte
lasciate sulla sabbia, un gesto primario,
assoluto che tende allazzeramento di pittura
e materia, e alla ripetizione senza fine cos
come per Fontana il bucare e il tagliare la
tela alludono allimmateriale e allinfinito.
Sono proprio queste opere dellAccardi nate
dalla crisi a colpire Michel Tapi, che nel
1952 ha teorizzato il tachisme o
informale, pittura di segno, gesto, materia,
in un libro intitolato Un art autre. A Torino
Tapi sta per fondare lIcar, lInternational
Center of Aesthetic Research. A Roma, alla
Galleria LAsterisco, Tapi vede esposto
lArciere e vuole conoscerla. Inizia un
rapporto che cambier il suo destino.
Sempre a Roma il critico espone i suoi
bianchi e neri alla Galleria Spazio accanto
alle opere di Burri e Fontana.8 La nascita
di un linguaggio pi personale coincide
con linizio di una carriera internazionale
tra Europa, Giappone e Stati Uniti,
allesposizione internazionale del Carnegie
Institute di Pittsburgh e poi a New York nel
1961 in una personale alla Parma Gallery,
grazie a due collezionisti, Walter Goodhue
e Marc Moyens, che vogliono far conoscere
le sue opere al mercato americano.
Nellautunno dello stesso anno anche Lucio
Fontana a New York da Martha Jackson
presentato in catalogo da Lawrence
Alloway.9 Non escluso che lAccardi
abbia visitato la mostra di Fontana, e che
qualche anno prima i due si siano incrociati
alla Galleria Spazio e alla prestigiosa

10
L. Benedetti, Conversazione
con Carla Accardi, in
G. Bonasegale, S. Lux (a cura di),
Forma 1 e i suoi artisti 19471997, Nuova Argos Edizioni,
Roma, 1998, p. 96.
11
A. M. Boetti, Accardi. Lo
specchio ardente, in Data,
18 settembre-ottobre 1975,
p. 50
12
Lucio Fontana, intervista a cura
di L. Grassi, Caffeclub, Milano,
gennaio-febbraio 1968, p. 15
citata da E. Crispolti,
Sullavventura creativa di Fontana,
in E. Crispolti (a cura di),
Centenario di Lucio Fontana,
op. cit., p. 63.

mostra sullisola tiberina, curata da Lionello


Venturi, Herbert Read e Michel Tapi per
inaugurare la Rome-New York Art
Foundation, a sostegno del lavoro degli
artisti italiani e americani. In questoccasione
le opere di Carla Accardi figurano insieme
a quelle di Magnelli e Hartung,
di Cy Twombly, di Burri e di Fontana
con cui il rapporto vivace: il maestro
incuriosito da questa donna determinata
nel suo percorso di sperimentazione verso
il grado zero della pittura. Lei oggi ricorda
lartista e luomo sempre generoso con le
generazioni pi giovani. Un atteggiamento
che in lui non si riduce mai a un clich,
piuttosto a un modo altro di confrontarsi
con lo spazio e con il tempo.
Saranno Torino e Venezia a saldare i punti
di contatto tra Fontana e Accardi. Torino
allinizio dei Sessanta un centro
internazionale che attrae artisti, critici,
collezionisti e galleristi. Luciano Pistoi a
chiamare a s sia Fontana sia Accardi.
Ma Venezia con la sua Biennale a sancire
la stima che il maestro nutre per lei. Nel
1964 Fontana espone le sue opere ma
anche nella giuria che seleziona chi
premiare tra i giovani: In occasione di una
mostra alla Galleria Notizie di Torino,
nel giugno 1963, Luciano Pistoi insieme
a Tapi mi comunicarono che Lucio Fontana,
membro della giuria della Biennale di
Venezia, aveva lintenzione di dedicarmi una
sala personale, testimonia Carla Accardi.10
lanno della Pop Art americana di Jasper
Johns e Jim Dine, di Claes Oldenburg e
Robert Rauschenberg, che vince, tra le
polemiche, il Leone dOro. Lei conferma il
suo essere al passo con la storia senza
tradirsi. Risponde con il colore ai
cambiamenti della Pop Art ed espone
Ombra su Dallas, un omaggio al Presidente
Kennedy assassinato pochi mesi prima,
e una decina di tele con colori forti,
fluorescenti e a contrasto tra cui Striscia
votiva, realizzate in quellultimo anno. La
luminosit accesa di quei contrasti deve aver
colpito Fontana, unesplosione di contrasti
che piaciuta sia a Pistoi che a Tapi e
conquista la critica e il pubblico: la sala un

successo e Carla vince il premio Carena


destinato ai giovani esordienti a Venezia.
Dopo il successo della Biennale del 1964,
Accardi va controcorrente, torna alla luce,
al colore piatto ma brillante di Matisse: vuole
un effetto accecante (urti e battiti sulla
retina). Un effetto di vuoto.11 Dipinge
quadri fluorescenti, si spinge sempre pi oltre
nella sperimentazione fino a raggiungere
lessenza di luminosit e colore nel sicofoil,
fogli in plastica dura e trasparente. Nasce
cos la Tenda del 1965 - lambiente in cui
entrare per starci, per abitarlo e farne
esperienza fisica come aveva anticipato
Fontana - archetipo dellabitazione,
unestensione della pittura, un pensiero:
linizio di un nuovo capitolo per lei e per
larte in generale che ora si esprime con
installazioni. Fontana tra il 1964 e il 1966
espone invece i suoi Teatrini, le ellissi e le
nuove sculture a missile, ma il suo sguardo
volto allins, come si conf a un signore
della sua generazione. Carla Accardi
guarda allo spazio dellesistenza quotidiana,
crea Ambiente arancio, la stanza di una
casa in una giornata di sole, uno spazio
ideale, leggero, gioioso. Fontana, invece,
legato alla suggestione della prima
passeggiata delluomo nello spazio,
affascinato dallassenza di forza di gravit.
Tanto che in unintervista del 1968, lanno
della sua morte, Fontana ancora diceva:
[...] Figurazioni delluomo nello spazio,
questangoscia che cerca delle forme e non
le ha ancora trovate, la paura di perdersi,
questa traccia di buchi indicherebbe il
cammino delluomo nello spazio, queste
sarebbero delle forme di abitanti di altri
mondi... io mi metto in una posizione non
dellartista, ma quasi di uno studioso, di un
ricercatore che si chiude nel mondo.12

CARLA ACCARDI

Carla Accardi Luna, 1961, olio e caseina su tela, 100 x 70 cm

Carla Accardi Settori, 1962, tempera alla caseina su tela, 51 x 112 cm

10

11

Carla Accardi Disegno bianco, 2007, vinilico su tela grezza, 50 x 70 cm

12

13

Carla Accardi Diagonale arancioviola, 2008, vinilico su tela grezza, 80 x 100 cm

14

15

Carla Accardi Blu, 2008, vinilico su tela grezza, 70 x 50 cm

16

17

Carla Accardi Spazio diviso, 2010, vinilico su tela grezza, 60 x 50 cm

18

19

Carla Accardi Dove si perde, 2010, vinilico su tela grezza, 60 x 80 cm

20

21

Carla Accardi Riga di luce, 2011, vinilico su tela grezza, 70 x 90 cm

22

23

Carla Accardi Profilo donda, 2012, vinilico su tela, 50 x 60 cm

24

25

Carla Accardi Da parte a parte, 2012, vinilico su tela, 50 x 70 cm

26

27

Carla Accardi Orbita cinese, 2012, vinilico su tela grezza, 80 x 100 cm

28

29

LUCIO FONTANA

Lucio Fontana Profilo femminile, 1940, ceramica policroma, 43 cm

32

33

Lucio Fontana Corrida, 1950, piombo e colore su tela applicata su tavola, 38 x 118 cm

34

35

Lucio Fontana Piatto, 1952, terracotta colorata, 25 cm

36

37

Lucio Fontana Crocefissione, 1955-60, ceramica colorata e riflessata, 43 x 32 cm

38

39

Lucio Fontana Concetto spaziale, 1955-60, terracotta colorata, 39 x 27 x 3.5 cm

40

41

Lucio Fontana Senza titolo, 1955 ceramica colorata e riflessata, 15 x 9.5 x 6 cm

42

Lucio Fontana Senza titolo, 1957, ceramica colorata e riflessata, 18 x 13 x 7 cm

43

Lucio Fontana Concetto spaziale, 1957, china su carta, 35 x 25 cm

44

45

Lucio Fontana Concetto spaziale, 1957, biro nera su carta, 34 x 24 cm


Lucio Fontana Concetto spaziale, 1957, biro nera su carta, 34 x 24 cm

46

47

Lucio Fontana Senza titolo, 1958, anilina e inchiostri su tela, formato irregolare:13 x 32.5 cm ca.

48

49

Lucio Fontana Concetto spaziale, 1959, rame con buchi e incisioni, 22.5 x 22.9 cm

50

51

Lucio Fontana Concetto spaziale, 1960-65, buchi, strappi e graffiti su carta assorbente bianca, 45 x 58 cm

52

53

Lucio Fontana Formella. Concetto spaziale, 1962-64, ceramica colorata con taglio, 43 x 27.5 x 3.5 cm

54

55

cop 10

26-10-2012

11:41

Pagina 1

ACCARDI incontra FONTANA

ACCARDI incontra FONTANA

GALLERIA TONELLI

Galleria Tonelli
Corso Magenta 85
20123 Milano
tel./fax 02 4812434
galleria.tonelli@tin.it
www.galleriatonelli.it

Anda mungkin juga menyukai