Bonaventura, sia quello descritto da Dante o da Agostino, appare a noi carico di simboli da
decifrare. Ma il mistero dellincarnazione la luce unica e rifratta in mille raggi che allorigine del
disegno divino e che ne sar lultimo compimento: nellopera creativa c un abbassamento del Dio
che si dona e si lascia dire in molti modi, nella parola rivelata ascoltiamo poi, in lingue povere,
risuonare la verit indicibile, nelluomo stesso ogni componente (memoria, intelletto, volont)
rimanda al mistero trinitario e invoca il Salvatore. Non si rifiuta mai nulla del reale esistente - in
quanto potrebbe venir accusato di essere troppo terreno, umile, povero - ma, al contrario, si
contempla ogni cosa con sguardo riconciliatore, poich Ges Cristo ha assunto tutta la natura e tutto
per noi pu essere segno del suo mistero. E, come nellItinerarium, siamo invitati anche noi a
percorrere un cammino reale, un invito alla conversione e a quelloperazione che Bonaventura
chiama anche rettificazione, raddrizzare il nostro volere, rivolgere lanima verso Dio con
speranza e gratitudine, decidersi per il cambiamento della vita. In effetti, spesso, non si considera
che le grandi opere filosofico-teologiche del medioevo non sono state scritte semplicemente come
manuali scolastici ma hanno un intento che noi chiameremmo pastorale, vogliono essere
unesortazione ardente a rivedere la propria esistenza alla luce del Vangelo. Il cammino va dunque
raddrizzato, indirizzato al suo vero fine, ma la forza che fa muovere, che permette di andare avanti,
la forza del desiderio. Anche se, con Bonaventura, ripercorriamo lintero mondo creato e
contempliamo i principali misteri della fede, il suo intento non per quello di descrivere la realt o
di farne una Summa per possedere con la mente il tutto, ma al contrario quello di guidare
lintelligenza al suo vero Bene, sua unica gioia e realizzazione: laccoglienza piena del Signore
Ges, Verbo della vita. Il metodo usato molto interessante e per certi aspetti attualissimo;
infatti non si tratta di superare una tappa lasciandosela alle spalle per procedere oltre, in quanto in
ogni passo fatto anche ci che sta prima salvato e vive. C qualcosa di organico, di simile allo
stile dei viventi, in questa capacit di recuperare ogni aspetto, da quello fisico dei sensi a quello
della ragione e dellimmaginazione, alla logica e alla metafisica. Il desiderio, orientato a Dio,
diventa affectus, affetto o amore, perch chiaro, per Bonaventura, che solo con lamore si pu
rispondere allamore di Dio rivelato in Ges. Ecco perch ogni scienza ricondotta alla teologia,
come egli vuole mostrare nella sua opera sintetica De reductione artium ad theologiam (1257). Il
vero sapiente, quindi, un fedele che decide di indirizzare bene la forza dei desideri orientandosi
con una volont ferma e con la sincera invocazione a Dio, che lo chiama. La dimensione
comunitaria, ecclesiale, anche quando non richiamata esplicitamente, rimane sullo sfondo a
ricordare che ancora come nellItinerarium si tratta di un esodo, cio di un cammino di
liberazione fatto con altri. Limportanza data al desiderio richiama subito la spiritualit di Francesco
dAssisi, che nella Regola bollata, al capitolo 10, nel contesto della ammonizione e correzione dei
frati invita a fare attenzione che ci che sopra ogni cosa devono desiderare di avere lo Spirito del
Signore e la sua santa operazione. Per Francesco il cammino di conversione evangelica nasce dal
desiderio. Nella spiritualit francescana resta forte lorientamento a seguire il proprio desiderio
buono, la voce della volont va dunque ascoltata ed assecondata. Piuttosto che la paura spesso si
ha paura della forza dei desideri nella vita spirituale prevale la fiducia, perch chiaro che il Bene
maggiore attrae di pi, con maggior forza ed in grado di correggere e di guidare, di ispirare e di
accompagnare nel cammino. Questo uno degli aspetti in cui possiamo meglio vedere la parentela
spirituale del francescanesimo con il pensiero di SantAgostino; per il grande dottore della Chiesa
lamore forza che muove, il cuore che ama non sa star fermo.
Anche quando Bonaventura vuole presentare in breve limportanza centrale della sacra
Scrittura, nel Breviloquium (1257), indica il punto chiave, il frutto della sua ricerca, proprio come
desiderio. I desideri dei santi tendono allamore della Trinit, a gustare infine il compimento di
ogni realt vera e buona. E come una premessa, essenziale per il cammino seguente: si comincia
con il desiderare e intendere il fine della S. Scrittura, cio lunione gioiosa a Dio nella vita che non
ha fine, e poi viene lesplorazione delle diverse dimensioni della Scrittura, nella sua ampiezza,
lunghezza, altezza e profondit. Tutta la teologia di Bonaventura stata letta come maturazione e
sviluppo del desiderio e dellamore verso Dio, e la teologia sar tanto migliore quanto pi vicina
alla sacra Scrittura. Quando, nella sua opera Gloria. Una estetica teologica, Hans Urs von Balthasar
si sofferma sul pensiero di Bonaventura, osserva che egli, considerando il cammino dellanima
verso Dio in testi come le Collationes in Hexameron (1273), non si rivolge tanto a quanti iniziano
il cammino della fede e neanche a quanti sono ormai nei gradi pi alti dellesperienza mistica, ma
parla a chi vive in una zona intermedia nella quale oltre la fede sono gi attivi i sensi
spirituali, e chiama questa condizione contemplazione sapienziale.
Loggetto della contemplazione sapienziale il Logos, il Cristo mediatore che si manifesta
come Verbo increato, incarnato e ispirato. Il cristocentrismo bonaventuriano si declina in vari modi
nelle diverse discipline rivelandosi come sintesi ermeneutica definitiva e insuperabile. Le
applicazioni del principio cristologico si servono anche di procedimenti filosofici e di sillogismi
secondo la metodologia scolastica, come pure di citazioni bibliche di supporto che a noi possono a
volte suonare forzate o non conformi allesegesi moderna. Volendo per superare questi ostacoli ed
entrare nei testi si scoprono moltissime immagini, sia originali sia in continuit con le opere dei
Padri antichi, le quali esprimono una sovrabbondanza non intimidita dalla struttura. Queste
espressioni non appartengono al passato di una scrittura di scuola o doccasione, anzi possono
essere considerate come testi spirituali nei quali il linguaggio della ragione e quello della fede sono
in armonia completa. In questo senso non stanno alle nostre spalle ma ci stanno di fronte, come un
modello ed un invito per il futuro. Oggi, per certi versi, si assiste alla rinascita della tensione verso
unesperienza personale dellamore di Dio, offerta a tutti in Ges per azione dello Spirito
santificatore. Anche per questo motivo la dottrina di Bonaventura in realt molto vicina e pu
diventare una risposta e una via praticabile per la vita cristiana, trasfigurata ed arricchita di bellezza
e grazia. Una immagine ricorre tra le moltissime scelte dal Dottore serafico per esemplificare il suo
pensiero, quella di un giardino in cui ogni sentiero conduce allalbero della croce gloriosa, ogni
elemento: fiore, albero, fonte, pietra simbolo che rimanda a Dio, e noi ci sentiamo nuovamente
invitati ad entrare nel giardino e a percorrere con meraviglia e gioia questi sentieri di pace.