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CAPITOLO 7

Calcolo integrale
1 - Integrale di Riemann e sue propriet`
a
Sia a < b, e sia f una funzione definita e limitata nellintervallo [a, b].
Per esempio f potrebbe essere la velocit`
a di un punto materiale
in moto rettilineo, in funzione del tempo x [a, b]. Supponiamo
di voler calcolare lo spazio percorso s . Se fosse nota la velocit`
a
media vm si avrebbe: s = vm (b a). Poiche vm `e compreso tra
inf f e sup f, si pu`
o comunque affermare che:
(b a) inf f s (b a) sup f .
Sia n 1, e x0 = a , xn = b; suddividiamo [a, b] in n sottointervalli
I1 = [x0 , x1 ] , I2 = [x1 , x2 ] , . . . , In = [xn1 , xn ] ,
con

x0 < x1 < x2 < . . . < xn1 < xn .

Si dice che la (n + 1)-upla di numeri reali D = (x0 , x1 , x2 . . . xn1 , xn) `e


una suddivisione (o decomposizione) di [a, b]. I sottointervalli Ii hanno
lunghezze xi = xi xi1 .
Per ogni i = 1, 2, . . ., n consideriamo i numeri
`i = inf f(x)
Ii

Li = sup f(x)
Ii

cio`e lestremo inferiore e lestremo superiore della restrizione di f ad Ii .


Nellesempio della funzione velocit`
a , s risulta essere la somma
degli spazi si percorsi nei sottointervalli di tempo, e quindi:
n
n
X
X
`i xi s
Li xi
i=1

i=1

In opportune ipotesi di regolarit`


a e per n sufficientemente grande, le precedenti disuguaglianze possono consentire di ottenere
una approssimazione accettabile del valore di s.

138

CAPITOLO 7 - Calcolo integrale

Ora per`
o non parleremo di approssimazioni, ma daremo una definizione
rigorosa. Le somme
n
n
X
X
sf (D) =
`i xi , Sf (D) =
Li xi
i=1

i=1

sono dette, rispettivamente, somma inferiore e somma superiore di f


relative alla suddivisione D. Se D e D0 sono due qualsiasi suddivisioni, `e
possibile dimostrare che:
(b a) inf f sf (D) Sf (D0 ) (b a) sup f .
[a,b]

[a,b]

Al variare di tutte le suddivisioni di [a, b], si ottengono i due insiemi limitati


+

f delle somme inferiori, e f delle somme superiori.

Poniamo = sup f , = inf +


f.
DEFINIZIONE 1. Se = , allora diremo che f `e integrabile (secondo
Riemann) su [a, b] e tale numero reale = sar`
a chiamato integrale (o
anche integrale definito) di f su [a, b] e sar`
a indicato con
Z b
f(x) dx .
a

Gli estremi a, b dellintervallo sono detti estremi di integrazione:


a `e il primo estremo e b il secondo estremo di integrazione; la variabile
x `e detta variabile di integrazione: essa `e muta, nel senso che, se f `e
integrabile su [a, b], le scritture
Z

f(x) dx

f(t) dt ,

individuano lo stesso integrale definito.


Vediamo una interpretazione geometrica dellintegrale.

Figura 1
Sia f : [a, b] IR una funzione limitata e non negativa. Chiamiamo
trapezoide relativo ad f linsieme (compreso tra il grafico di f e lasse x):

1 - Integrale di Riemann e sue propriet`


a

139

Tf = {(x, y)/ a x b , 0 y f(x)} .


In fig. 1 sono rappresentati plurirettangoli relativi a suddivisioni di [a, b],
cio`e unioni di rettangoli aventi come basi i sottointervalli Ii , e per altezze,
nel primo caso gli `i , nel secondo caso gli Li . Le aree dei plurirettangoli rappresentano somme inferiori e superiori di f. Un plurirettangolo del
primo tipo `e contenuto nel trapezoide, ed uno del secondo tipo contiene il
trapezoide. Ammesso che abbia senso parlare di area del trapezoide, le aree
dei plurirettangoli si possono considerare approssimazioni per difetto e per
eccesso di tale area.
Di conseguenza, nel caso in cui f 0 sia integrabile, risulta naturale
definire come area di Tf il valore dellintegrale di f su [a, b].
ESEMPIO 1. Sia f : [a, b] IR la funzione costante definita da f(x) = k ,
k IR . Proviamo che f `e integrabile su [a, b] e che si ha
Z b
k dx = k (b a) .
a

Ed infatti qualunque sia la decomposizione D di [a, b] , risulta


n
X
sf (D) =
k (xi xi1 ) = k (b a) ,
i=1

Sf (D) =

n
X
i=1

k (xi xi1 ) = k (b a) .

+
Pertanto
f e f contengono un solo elemento: k (b a). Quindi:

= sup
= inf +
f = k (b a) ,
f = k (b a) .
Nella interpretazione geometrica, per le funzioni costanti, con k > 0, il
trapezoide e tutti i plurirettangoli coincidono con il rettangolo di base b a
e altezza k.

ESEMPIO 2. La funzione f : IR IR definita da


(
0 , xQ
f(x) =
1 , x IR Q
non `e integrabile in alcun intervallo [a, b], con a < b.
Infatti, consideriamo una qualunque suddivisione D = (x0 , x1 , x2, . . . , xn1)
di [a, b]; poiche tra due numeri reali esistono sempre almeno un numero
razionale ed uno irrazionale, segue che esistono xi Q e xi IR Q,
appartenenti a [xi1 , xi ], e quindi
`i =

inf

x[xi1 ,xi ]

f(x) = f(xi ) = 0 ;

Li =

sup
x[xi1 ,xi ]

f(x) = f(x i ) = 1 .

140

CAPITOLO 7 - Calcolo integrale

Pertanto
sf (D) =

n
X
i=1

`i (xi xi1 ) = 0 ;

Sf (D) =

n
X
i=1

Li (xi xi1 ) = b a .

+
Ne segue che = sup
o f non
f = 0 e = inf f = b a 6= 0, e perci`
`e integrabile in [a, b] .

Data una funzione integrabile f, la funzione g ottenuta modificando i


valori di f solo in un numero finito di punti `e anche essa integrabile e
Z b
Z b
f(x)dx =
g(x)dx .
a

Ci`
o giustifica anche la possibilit`
a di parlare di integrale per una funzione
definita in un intervallo [a, b], privato di un numero finito di punti (basta
estendere la funzione, assegnando valori arbitrari in tali punti).
Si d`
a inoltre un senso al caso a > b, con la convenzione:
Z a
Z b
f(x)dx
f(x)dx =
b

Dalla definizione di integrale discendono importanti propriet`


a. Nella
seguente lista si suppone che f e g siano funzioni integrabili su [a, b].
1 - linearit`
a:
, IR ,

(f(x) + g(x)) dx =

f(x) dx +
a

g(x) dx ;

2 - additivit`
a rispetto allintervallo di integrazione:
Z b
Z c
Z
c [a, b] ,
f(x) dx =
f(x) dx +
a

f(x) dx ;

3 - monotonia:
x [a, b] , f(x) g(x)

infatti F (x) = g(x) f(x) 0


Z b
Z b
g(x) dx
f(x) dx 0 ;
a

f(x) dx

g(x) dx ;

F (x) dx 0 e per la linearit`


a:

2 - Teorema fondamentale del calcolo integrale

141

4 - dalla precedente propriet`


a segue anche:
Z
Z

b
b


|f(x)| dx .
f(x) dx

a

a

TEOREMA 1 (della media). Se f `e integrabile su [a, b] ed ` e L sono,


rispettivamente, lestremo inferiore e lestremo superiore di f, allora:
Z b
1
`
f(x) dx L .
ba a
Inoltre, se f `e continua, allora:
Z b
1
c [a, b] , f(c) =
f(x) dx .
ba a

CENNO DI DIMOSTRAZIONE. Per il primo asserto, basta considerare la


suddivisione (x0 = a, x1 = b), corrispondente allunico sottointervallo [a, b].
Lultimo asserto discende dal teorema dei valori intermedi.
Sia f integrabile su [a, b]; il numero (compreso tra ` e L)
Z b
1
=
f(x) dx
ba a

`e detto valor medio di f su [a, b] ; in particolare, se f `e continua, allora


esiste c [a, b], tale che = f(c) , e risulta:
Z b
f(x) dx = f(c) (b a) .
a

Ecco (senza dimostrazione) alcune condizioni sufficienti (ma non necessarie) per la integrabilit`
a di una funzione.
TEOREMA 2. Ogni funzione f : [a, b] IR continua in [a, b] `e integrabile. Inoltre ogni funzione f continua in [a, b], ad eccezione di un insieme
finito di punti, e limitata in [a, b], in tale intervallo `e integrabile.
TEOREMA 3. Se f : [a, b] IR `e una funzione monot`
ona e limitata
allora f `e integrabile su [a, b].

2 - Teorema fondamentale del calcolo integrale


Data f : [a, b] IR, si dice che una funzione F , derivabile in [a, b], `e
una primitiva di f se, per ogni x [a, b], risulta F 0 (x) = f(x).
Ad esempio, la funzione F (x) = sin x `e una primitiva di f(x) = cos x, e la
funzione G(x) = x4 `e una primitiva di g(x) = 4x3 (in tali casi, sullintero
insieme IR).

142

CAPITOLO 7 - Calcolo integrale

Ovviamente se F `e una primitiva di f, allora, per ogni c IR, anche


F + c `e una primitiva di f; inoltre `e facile constatare che linsieme di tutte
le primitive `e {F + c : c IR}.
Linsieme delle funzioni primitive di una funzione f si dice integrale
indefinito di f e si indica con il simbolo
Z
f(x) dx .
Quindi, se F `e una primitiva di f, risulta
Z
f(x) dx = F (x) + c .
La conoscenza di una primitiva di una funzione continua f risolve il
problema del calcolo dellintegrale definito di f nellintervallo [a, b]. Il teorema che segue consente infatti, immediatamente, il calcolo di tale integrale.
TEOREMA 1 (teorema fondamentale del calcolo integrale). Se f `e una
funzione continua in [a, b] e F ne `e una qualunque primitiva in [a, b] allora
Z b
f(x) dx = F (b) F (a) .
a

Per indicare F (b) F (a), si usa comunemente il simbolo:



b
F (x) a .
ESEMPIO 1.
Z

x2 dx =

h x3 i 3
3

1 3
19
(3 23 ) =
.
3
3

Nel seguente esempio `e utile ricordare la propriet`


a di additivit`
a rispetto
agli intervalli di integrazione.
Z 1
ESEMPIO 2. Calcolare
f(x) dx essendo f la funzione di IR in IR

definita da

f(x) =

( 1
ex

, x<0
.
, x0

La funzione f `e integrabile in [2, 1], essendo limitata ed avendo come


unico punto di discontinuit`
a il punto x0 = 0.
Calcoliamo lintegrale di f in [2, 0] e poi in [0, 1]. Si ha

3 - La ricerca delle primitive. Metodi di integrazione

0
2

f(x) dx =

f(x) dx =

Dunque `e
Z

f(x) dx =

0
2

143


0
dx = x 2 = 2 ,


1
ex dx = ex 0 = e 1 .

f(x) dx +

f(x) dx = e 3 .

3 - La ricerca delle primitive. Metodi di integrazione


Ci proponiamo ora di illustrare alcuni metodi di integrazione indefinita,
ossia metodi per la ricerca delle primitive di una assegnata funzione f,
integrabile su un intervallo [a, b].
Va precisato che, anche per funzioni elementari, pu`
o non esistere una
primitiva elementare, e tali metodi potrebbero non permettere di raggiungere lo scopo. I procedimenti che descriveremo hanno lobiettivo, ove possibile, di ricondurre lintegrale da calcolare agli integrali immediati riportati
nella seguente tabella 1, ottenuta banalmente dalla corrispondente tabella
delle derivate.
TABELLA 1
Z

x+1
x dx =
+ c , 6= 1
+1

dx
= tan x + c
cos2 x

ax dx = ax loga e + c , a IR+

dx
= cot x + c
sin2 x

cos x dx = sin x + c

dx
1 + x2

sin x dx = cos x + c

dx
= log |x| + c
x

= arctan x + c

dx
= arcsin x + c
1 x2

dx
= arccos x + c
1 x2

Ecco alcuni metodi di integrazione che possono consentire di ricondurre lintegrale da calcolare ai casi della tabella precedente.

144

CAPITOLO 7 - Calcolo integrale

1) INTEGRAZIONE PER DECOMPOSIZIONE


La propriet`
a di linearit`
a , `e valida anche per lintegrale indefinito:
Z
Z
Z

f1 (x) + f2 (x) dx = f1 (x) dx + f2 (x) dx

In particolare
lintegrale di una somma `e la somma degli integrali,
lintegrale del prodotto tra una costante e una funzione `e il prodotto
tra la costante e lintegrale della funzione.
Z
dx
.
ESEMPIO 1. Calcolare
2
(sin x)(cos2 x)
Risulta

1
sin2 x + cos2 x
1
1
=
=
+
;
2
2
2x
2
2
cos
(sin x)(cos x)
(sin x)(cos x)
sin2 x
dx
=
(sin2 x)(cos2 x)

dx
+
cos2 x

dx
1
= tan x
+c .
tan x
sin2 x

2) INTEGRAZIONE PER PARTI


Come sappiamo, se f e g sono derivabili su un intervallo [a, b] allora:

D f(x) g(x) = f 0 (x) g(x) + f(x) g0 (x) .

Ora, se le funzioni a secondo membro ammettono primitive, integrando


membro a membro, risulta
Z
Z
f(x) g(x) = f 0 (x) g(x) dx + f(x) g0 (x) dx

da cui la regola di integrazione per parti:


Z
Z
0
f(x) g (x) dx = f(x) g(x) f 0 (x) g(x) dx.

Nellintegrale a primo membro, chiamiamo fattore finito il fattore


f(x) e fattore differenziale il fattore g0 (x)dx. In alcuni casi, una scelta
oculata di tali fattori permetter`
a di ottenere un integrale che sia calcolabile
mediante la tabella 1.
Z
ESEMPIO 2. Calcolare log x dx .
Scelto f(x) = log x come fattore finito e dx come fattore differenziale, si ha
Z
Z
x

log x dx = x log x
dx = x log x x + c .
x

3 - La ricerca delle primitive. Metodi di integrazione

ESEMPIO 3. Calcolare

145

x ex dx .

Scegliamo f(x) = x come fattore finito ed ex dx come fattore differenziale


(risulta d(ex ) = ex dx). Si ha allora
Z
Z
xex dx = xex ex dx = xex ex + c .
Una diversa scelta del fattore sarebbe stata inopportuna; ad esempio, scegliendo f(x) = ex come fattore finito si sarebbe ottenuto
Z
Z
x2 x 1
x
e
x2 ex dx
xe dx =
2
2
passando da un prodotto tra ex ed x, ad un prodotto tra ex ed x2 .
ESEMPIO 4. Calcolare

ex sin x dx .

Come fattore finito scegliamo f(x) = ex (andrebbe bene anche sin x). Si ha
Z
Z
x
x
e sin x dx = e sin x ex cos x dx .
Proviamo una seconda integrazione per parti, scegliendo, di nuovo, f(x) =
ex come fattore finito. Si ricava
Z
Z
ex cos dx = ex cos x + ex sin x dx
e quindi siamo di nuovo ricondotti al calcolo dellintegrale assegnato: parrebbe di avere ottenuto una situazione ciclica. In realt`
a, sostituendo il valore
ora trovato dellintegrale di ex cos x nella precedente uguaglianza, si ottiene
Z
Z
ex sin x dx = ex sin x ex cos x ex sin x dx
e tale uguaglianza pu`
o essere vista come unequazione di primo grado avente
per incognita lintegrale proposto. Pertanto `e
Z
ex sin x ex cos x
ex sin x dx =
+c.
2
Nella seconda integrazione, evitiamo di assumere come fattore differenziale
quello che si `e appena derivato, altrimenti si ottiene una identit`
a.

3) INTEGRAZIONE PER SOSTITUZIONE


Sia f una funzione integrabile su [a, b] e sia F una sua primitiva. Sia
inoltre `e una funzione di classe C 1 su [, ], tale che ([, ]) = [a, b]; la
funzione G = F `e derivabile su [, ], e, dalla formula di derivazione di
una funzione composta, risulta:

146

CAPITOLO 7 - Calcolo integrale



G0 (x) = F 0 (x) 0 (x) = f (x) 0 (x)

e dunque G risulta una primitiva di (f ) 0 , ossia


Z

Z


f (x) 0 (x) dx = F (x) + c =
f(t) dt
Z


f (x) 0 (x) dx =

;
t=(x)

()

f(t) dt .

()

Nei casi in cui lintegrale sia in una forma immediatamente interpretabile come i primi membri delle precedenti formule, si tratta di una integrazione per semplice sostituzione.
Lintegrazione per semplice sostituzione pu`
o spesso essere facilitata,
utilizzando la seguente tabella 2, ricavata dalla tabella 1 e dalla regola di
derivazione di una funzione composta.
TABELLA 2
+1

[f(x)]
+1

[f(x)] f 0 (x) dx =

af(x) f 0 (x) dx = af(x) loga e + c , a IR+

f 0 (x)
dx = log |f(x)| + c
f(x)

Z
Z
Z
Z
Z
Z

+ c , 6= 1


cos f(x) f 0 (x) dx = sin f(x) + c


sin f(x) f 0 (x) dx = cos f(x) + c

f 0 (x)
dx = arctan f(x) + c
1 + [f(x)]2

f 0 (x)
p
dx = arcsin f(x) + c
1 [f(x)]2
f 0 (x)
dx = tan f(x) + c
cos2 f(x)

f 0 (x)
dx = cot f(x) + c
sin2 f(x)

3 - La ricerca delle primitive. Metodi di integrazione

ESEMPIO 5. Calcolare

x ex dx .

xex dx =

tan x dx .

147

Osserviamo che, a parte una costante moltiplicativa, ci troviamo di fronte


al prodotto tra una funzione composta e la derivata della componente pi`
u
interna (ossia la funzione t = x2 ). Con la sostituzione x2 = t, da cui, e
differenziando membro a membro, 2x dx = dt, ossia x dx = 21 dt, si ha
Z

 t

Z
2
1
e
xex dx =
et dt
=
+c
.
2
2
t=x2
t=x2
Pertanto risulta

ESEMPIO 6. Calcolare

ex
+ c.
2

Poiche tan x `e il rapporto tra sin x e cos x ed `e sin x = D(cos x), lintegrale,
a parte un fattore moltiplicativo (in questo caso -1), si presenta come il
prodotto di una funzione composta, la funzione sec x = cos1 x , per la derivata
della componente pi`
u interna (ossia per la derivata di cos x). Posto allora
cos x Z= t si ha
 Z

Z
sin x
dt
tan x dx =
dx =
= [ log |t| + c]t=cos x
cos x
t t=cos x
e quindi risulta
Z
tan x dx = log | cos x| + c .

ESEMPIO 7. Calcolare
Z

x2

x+1
dx .
+x+1

La funzione integranda si presenta come quoziente tra un binomio di primo


grado e un trinomio di secondo grado con discriminante negativo.
Il metodo che ora tratteremo `e di carattere generale e deve essere utilizzato ogni volta che si presenti una funzione integranda dello stesso tipo.
Iniziamo col far comparire, al numeratore, la derivata del denominatore:
moltiplicando e dividendo per due si ha
Z
Z
Z
Z
x+1
1
2x + 2
1
2x + 1
1
dx
dx
=
dx
=
dx
+
x2 +x+1
2
x2 +x+1
2
x2 +x+1
2
x2 +x+1
ottenendo cos`, come primo addendo, lintegrale del quoziente di due funzioni delle quali il numeratore `e la derivata del denominatore. Dunque `e

148

CAPITOLO 7 - Calcolo integrale

1
2

2x + 1
1
dx = log(x2 + x + 1) + c .
x2 + x + 1
2

Per quanto riguarda il secondo addendo, osservato che il denominatore,


avendo < 0 , pu`
o essere decomposto nella somma di due quadrati, si ha:
x2

1
= 
+x+1

1
4
1
=

2

2 .

3
3
1
2
1
x+
+
1+
x+
2
4
2
3

e, a meno di una costante moltiplicativa, abbiamo ottenuto una funzione


che si presenta come il prodotto tra una funzione composta e la derivata
della componente pi`
u interna: la sostituzione


2
1

x+
=t,
2
3
da cui

3
dx =
dt ,
2

porta a concludere che


Z
Z
1
dx
1
dt
1
1
2x + 1

=
= arctan t+c = arctan +c .
2
x2 + x + 1
1 + t2
3
3
3
3
Pertanto, per lintegrale proposto, si ha:
Z
dx
1
1
2x + 1
+c .
= log(x2 + x + 1) + arctan
2
x +x+1
2
3
3

Il seguente `e ancora un esempio di integrazione per sostituzione, ma


non per semplice sostituzione.
ESEMPIO 8. Calcolare

dx .

Anche qui abbiamo una funzione composta ma, questa volta, non compare la
derivata della componente pi`
u interna, e quindi non si tratta di un
integrale
immediato. La sostituzione pi`
u naturale che possiamo tentare `e x = t, da
cui x = t2 e dx = 2t dt (x e t non negativi). Si ha allora
Z
Z
x
e dx = 2tet dt
e quindi, ricordato il risultato del precedente esempio 3, si ottiene

4 - Integrazione di alcune classi di funzioni

dx =

Z

2 t e dt

t= x

149




= 2 t et 2 et + c t=x = 2 e x ( x 1) + c .

4 - Integrazione di alcune classi di funzioni


Le primitive di alcune funzioni razionali fratte, e di alcuni tipi di funzioni irrazionali e trascendenti, si possono determinare con metodi pi`
u o
meno standard.
a) Funzioni razionali fratte
Sia f una funzione razionale fratta, cio`e individuata dal quoziente di
due polinomi P e Q: `e possibile ricondursi al caso in cui il grado del denominatore sia maggiore di quello del numeratore. Infatti, in caso contrario,
si esegue la divisione di P per Q, ottenendo il quoziente q e il resto r:
P (x) = Q(x)q(x) + r(x), con deg r(x) < deg Q(x) ;
P (x)
r(x)
= q(x) +
.
Q(x)
Q(x)
Per esempio:

x3 + x
x+1
=x1+ 2
.
2
x +x+1
x +x+1

Supponiamo quindi deg P < deg Q.


a
, e vi
Se deg P = 0, deg Q = 1, allora si hanno quozienti del tipo x+b
sono ovvie primitive.
Se deg P 1, deg Q = 2, posto che sia il discriminante di Q =
x2 + bx + c e che , ne siano le eventuali radici reali, usiamo schema:

hx + k
x2 + bx + c

&

hx+k
(x)(x)

hx+k
(x)2

A(2x+b)
x2 +bx+c

A
x

A
x

B
x

B
(x)2

B
(x+ 2b )2
4

( > 0)
( = 0)
( < 0)

Dopo aver eseguito le somme di frazioni indicate, si trovano valori reali


di A e B, mediante il principio di identit`
a dei polinomi (cio`e uguagliando
i coefficienti dei monomi di ugual grado), applicato ai numeratori.
Nellultimo caso il denominatore risulta essere somma di quadrati (come
1
nellintegrale immediato di 1+x
e positivo. Con opportune
2 ): infatti `
sostituzioni, si potr`
a ottenere la primitiva richiesta. Vedere anche esempio
7 della sez. precedente.
x+1
:
ESEMPIO 1. Caso > 0. Calcoliamo una primitiva di
2
2x + 2x 12

150

CAPITOLO 7 - Calcolo integrale

x+1
1
x+1
=
2x2 + 2x 12
2 (x + 3)(x 2)


A
B
1 (A + B)x + 3A 2B
1
+
=
=
2 x+3
x2
2
(x + 3)(x 2)
Dal principio di identit`
a dei polinomi, otteniamo il seguente sistema:
n
5
2
A+B = 1
; A= , B= .
3A 2B = 1
3
3

Quindi la frazione data `e uguale alla seguente somma, della quale `e facile
trovare una primitiva:




1
5
1
2
+
6 x+3
6 x2

ESEMPIO 2. Caso = 0. Per calcolare una primitiva di

3x + 1
,
(x + 2)2

poniamo tale frazione uguale a:


B
Ax + 2A + B
A
+
=
x+2
(x + 2)2
(x + 2)2
e troviamo valori di A, B, mediante il principio di identit`
a dei polinomi...
Nei casi in cui il denominatore della frazione sia di grado > 2, esso `e ,
teoricamente, scomponibile in fattori di gradi 1 e 2: in tal caso esistono generalizzazioni del metodo descritto. In pratica, per`
o , la scomposizione pu`
o
essere proibitiva: si ricorre allora alluso di opportuni software che, con
metodi di calcolo numerico, possono consentire di ottenere approssimazioni
degli integrali (definiti!) cercati.

b) Integrazione di funzioni irrazionali


Consideriamo integrali del tipo
Z  p

f x, ax2 + bx + c dx

dove f `e una funzione razionale in x e y, con y = ax2 + bx + c .


Effettuiamo, a seconda dei casi, una delle seguenti sostituzioni:
p

a > 0 : ax2 + bx + c = a x + t ;
a = 0 : bx + c = t ;
a<0 :

p
ax2 + bx + c = t(x ) , ove sia una radice del radicando.

Si noti che, nellultimo caso, il discriminante del radicando deve essere positivo (ci`
o assicura lesistenza di una radice reale ).

4 - Integrazione di alcune classi di funzioni

151

dx

.
x + x x2
Il radicandosi annulla per x = 0 e x = 1 , pertanto la sostituzione da
effettuare `e x x2 = tx. Elevando al quadrato e ricavando x, si ottiene:
p
t
1
2t
x=
x x2 = tx =
,
, dx =
dt .
2
2
1+t
1+t
(1 + t2 )2
Cos` `e
Z
Z
dx
2t

dt .
=
2
(t
+
1)(1
+ t2 )
x+ xx
ESEMPIO 3. Calcolare

Scomponendo in fratti semplici la funzione integranda, si ha


A
B + Ct
1
1+t
2t
=

(1 + t)(1 + t2 )
1+t
1 + t2
1 + t 1 + t2

e quindi risulta
Z
2t
1
dt = log |1 + t| log(1 + t2 ) arctan t + c .
(1 + t)(1 + t2 )
2
Ricordando infine che `e

x x2
1x
t=
=
x
x

e semplificando, si conclude che


r
Z

dx
1x

= log | x 1 x| arctan
+c.
x
x + x x2

c) Integrazione di funzioni razionali in seno e coseno.


Si tratta di integrali del tipo
Z
f(sin x, cos x) dx

dove f sia una funzione razionale, nei due argomenti sin x e cos x.
Esprimendo (nelle opportune ipotesi) il seno ed il coseno in funzione
x
della tangente dellangolo met`
a, t = tan , x = 2 arctan t , si ha
2
2t
1 t2
2
sin x =
, cos x =
,
dx =
dt ;
1 + t2
1 + t2
1 + t2
si ottiene una funzione integranda razionale in t.

ESEMPIO 4. Calcolare

dx
.
sin x

152

CAPITOLO 7 - Calcolo integrale

Risulta
Z

dx
=
sin x

2
1 + t2
dt =
2t 1 + t2

dt
= log |t| + c
t

e quindi
Z


x
dx

= log tan + c .
sin x
2

` bene sapere che, in certi casi, piuttosto che la sostituzione sopra conE
sigliata, altre sostituzioni possono semplificare lintegrazione. Ad esempio:
- se la funzione integranda f fosse periodica di periodo , ossia risultasse
f(x + ) = f(x), potrebbe essere pi`
u utile effettuare la sostituzione
t = tan x,
- se la funzione integranda f fosse dispari, ossia fosse f(x) = f(x), si
faciliterebbero i conti ponendo t = cos x,
- se, detta f la funzione integranda, risultasse f( x) = f(x), si
potrebbe pi`
u utilmente porre sin x = t.

ESEMPIO 5. Calcolare
Z

Risulta
f(x) =

dx
.
cos x cos 3x

cos x
1
cos x
=
cos2 x cos x(4 cos3 x 3 cos x)
4 cos2 x sin x

e, detta f la funzione integranda, `e f( x) = f(x). Quindi la sostituzione


sin x = t, da cui cos x dx = dt, facilita i calcoli. Si ha infatti
Z
Z
1
dt
dx
=
.
cos x cos 3x
4
t2 (1 t2 )
Ora, avendosi
1
1
1
1
= 2+

,
t2 (1 t2 )
4t
8(t + 1) 8(t 1
si conclude che
Z

dx
1
1
1 + sin x
=
+ log
+ c.
cos x cos 3x
4 sin x 8
1 sin x

5 - Cenni ad integrali impropri

153

d) Integrazione di funzioni razionali in ex .


Si tratta di integrali del tipo
Z

f(ex ) dx

dove f sia una funzione razionale in ex . La naturale sostituzione t = ex ,


dt
rende razionale la funzione integranda e risulta: x = log t , dx = .
t
ESEMPIO 6. Calcoliamo
Z

1 + ex
dx .
1 + e2x

Ponendo t = ex si ottiene la funzione integranda


1+t
1
t1
=
;
2
t(1 + t )
t
1 + t2
ne segue che
Z

1+t
1
dt = log |t| log(1 + t2 ) + arctan t + c ;
2
t(1 + t )
2
Z
1 + ex
1
dx = x log(1 + e2x) + arctan ex + c .
1 + e2x
2

5 - Cenni ad integrali impropri


DEFINIZIONE 1. Sia f : (a, b] IR una funzione non limitata in un
intorno di a ed integrabile in ogni intervallo [c, b] (a, b]. Se esiste finito il
Z b
f(x) dx
lim
ca+

si dice che f `e integrabile in senso improprio o anche in senso generalizzato in (a, b] e si pone
Z b
Z b
f(x) dx = lim+
f(x) dx .
ca

` evidente come questa definizione si debba modificare nel caso in cui


E
f : [a, b) IR sia non limitata in un intorno di b. Se poi f non `e limitata
in un intorno di x0 (a, b), si dir`
a che f `e integrabile in senso improprio in
[a, b] se lo `e negli intervalli [a, x0) e (x0 , b]. In tal caso si pone
Z b
Z x0
Z b
f(x) dx =
f(x) dx +
f(x) dx.
a

x0

154

CAPITOLO 7 - Calcolo integrale

ESEMPIO 1. Proviamo che la potenza con esponente negativo, o meglio


la funzione f : (0, 1] IR definita da f(x) = x con IR+ , `e integrabile
in senso improprio in (0, 1] se e solo se risulta 0 < < 1 .
Infatti, essendo

Z 1
Z 1
1c
, 6= 1
1

1
dx =
x dx =

c
c x

log c
, =1

si ricava che `e

lim

c0+

1
1
1
dx
=

x
+

, 0<<1
, 1

che `e quanto dovevamo provare.

DEFINIZIONE 2. Se f : [a, +) IR `e integrabile (eventualmente in


senso improprio) su ogni intervallo [a, c] ed esiste finito il
Z c
lim
f(x) dx
c+

si dice che f `e integrabile in senso improprio o anche in senso generalizzato sullintervallo illimitato [a, +) e si scrive
Z +
Z c
f(x) dx = lim
f(x) dx .
c+

Quanto detto pu`


o essere esteso a funzioni definite su intervalli (, b]
oppure (, +): se i limiti considerati esistano finiti, porremo:
Z b
Z b
Z +
Z c
f(x) dx = lim
f(x) dx ,
f(x) dx = lim
f(x) dx .

c+

ESEMPIO 2. Sia IR+ , ed


f : [a, +) IR, con f(x) = x ; risulta:
c1 a1
Z c
, 6= 1
dx
1
=
,

a x

log c log a
, =1

se 1
+
Z c
dx
lim
=
.
a1
c+ a x

se > 1
1

Quindi la funzione f(x) = x `e integrabile in senso improprio su [a, +)


se > 1, non lo `e se 1.

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