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Primavera 2016

7,90

DAI ROMANI
AL REGNO UNITO,
LEVOLUZIONE
DELLA FORMA
DI GOVERNO
PI ANTICA

MONARCHIE

Sped. in A. P. - D.L. 353/03 art. 1, comma 1 NE/VR

I SOVRANI CHE HANNO GOVERNATO IL MONDO


i 90 anni di et e i 64 sul trono della regina elisabetta
carlo magno e carlo V: nel nome di dio il re sole
Borbone, asburgo e savoia leducazione di un principe
i re degli eccessi sissi, la pi bella del reame lultimo
atto di vittorio emanuele III tutte le corone di oggi

er molti di noi i re sono personaggi da favola,


protagonisti buoni o malvagi di avventure lontane
nel tempo. Perch lItalia ha smesso di essere un
regno 70 anni fa, e oggi i Savoia sono perlopi
oggetto di studio a scuola o di gossip sui rotocalchi. Insieme
a loro, lultimo secolo ha spazzato via anche altre monarchie.
Eppure nel mondo vivono ancora decine di sovrani e la sola
Elisabetta II dInghilterra domina da 64 anni sul Regno Unito
e altri 16 Paesi. Oggi molti dei re che ancora siedono sul trono
discendono proprio da quelle dinastie dai Borbone agli
Asburgo ai Windsor... che nei secoli passati hanno fatto il
bello e il cattivo tempo in Europa e oltre ancora.
Questo numero di Focus Collection si muove in due direzioni.
Ci aiuta a comprendere valori e simboli della monarchia anche
nel mondo di oggi. E ci accompagna in un viaggio nelle regge
che hanno dominato lEuropa. Re e regine rivivono attraverso
le loro azioni e i giochi di potere, certo, ma anche gli errori,
le debolezze, i dolori. Perch la vita era durissima per tutti e
ai sovrani, unti o meno del Signore, non erano risparmiate
malattie, morti premature, unioni infelici. Oltre agli obblighi
della rigida vita di corte, male necessario della regalit.
Emanuela Cruciano, caporedattore
6

LE RAGIONI
DELLA MONARCHIA

SIMBOLI

Lincoronazione
di Carlo II Stuart
(1630-1685),
re dInghilterra,
Scozia e Irlanda.

SCALA

MONARCHIE

26

pag. 10

Le origini e i tanti volti di un


protagonista assoluto del potere
dallinizio della Storia a oggi: il monarca.

Re, prncipi, imperatori: quando i libri


di storia ci raccontano il passato, lo
fanno attraverso le gesta dei sovrani.
Ancora oggi la corona conserva un forte
valore morale e simbolico. Uno storico
esperto e appassionato ci spiega perch.

32

UNA LUNGA STORIA

La monarchia stata la forma di governo


pi usata nei Paesi occidentali. E resta la
grande protagonista del nostro passato.

18

34

TUTTI I REGNI DEL MONDO

40

TEMPI MODERNI

Anni duri per la corona spagnola, a


caccia di credibilit dopo qualche brutto
scandalo. Una sfida sulle spalle del
giovane re e della sua famiglia.

NATI CON LA CORONA

Privilegi, giochi, castighi, capricci,


intrighi. E metodi educativi che
oggi fanno rabbrividire. La vita dei
piccoli prncipi che salivano al trono
ancora fanciulli non era proprio una
passeggiata.

Chi regna fuori dallEuropa? La solita


Queen Elizabeth. Pi una ventina di
sovrani nei Paesi arabi e in Asia.

22

INSEGNE REGALI

La maest fatta anche di simboli. Ecco


i significati di quelli pi importanti,
dallo scettro al trono alla corona.

pag. 26

10

CERA UNA VOLTA UN RE

pag. 34

IL LATO OSCURO

Costantemente al centro dellattenzione,


e al di sopra della legge, ai sovrani
stato (quasi) sempre permesso tutto.
Anche gli eccessi pi estremi. Che vi
raccontiamo.

COPERTINA: LA REGINA ELISABETTA II, BETTMANN/GETTY IMAGES

MONARCHIE
GOD SAVE THE QUEEN

46

Ha 90 anni, di cui quasi 64 vissuti da


regina. Ha superato in longevit di
regno lava Vittoria e tutti i precedenti
sovrani inglesi. Insomma, un
monumento. Che il mondo omaggia.

98

pag. 54

vero che Margherita mangiava il pollo


con le dita? Aneddoti, fatti e curiosit
sulle regine (ufficiali e non) dal 1861 al
1946.

102

RINASCIMENTO INGLESE

54

Nella seconda met del 500 la regina


Elisabetta I fece dellInghilterra un
centro di potere e cultura.

108

Limpero della regina Vittoria era


immenso, ma di lei ricordiamo la
cuffietta, labito vedovile, la morale
puritana imposta a tutti i sudditi e un
certo gossip su un cameriere...

114

IL SOLE DI FRANCIA

120

128

Odiata perch regina di Francia ma


di origine austriaca, fu travolta dalla
rivoluzione del 1789. Ma chi fu davvero
Maria Antonietta?

I PRIMI SAVOIA

Sono stati re dItalia per quasi un secolo.


Ma che origini hanno i Savoia, una delle
casate pi antiche dEuropa?

134

Nel 1734, con Carlo III, nasce la


dinastia Borbone in Italia. E Napoli
divenne una delle pi belle capitali
dEuropa.

LIMPERATRICE DEI LUMI

Nel Settecento riform limpero


austriaco e fece di Milano una piccola
Parigi. E dire che Maria Teresa
nemmeno portava la corona.

pag. 128
pag. 140

140

BENVENUTI AL SUD

92

FEDERICO LUNICO

Gett le basi della Grande Germania.


Per alcuni, ispirando addirittura
il Terzo Reich. Ma chi era davvero
Federico II?

UNA FAVOLA
SENZA LIETO FINE

88

IL MONARCA DEUROPA

Nel Cinquecento si ritrov sul capo pi


di una corona. Cos Carlo V unific
mezza Europa in nome di Dio. E arriv
anche oltreoceano.

pag. 98

Luigi XIV volle riportare lassolutismo


nella monarchia. Anche a costo di
imporre a ministri e cortigiani rituali
imbarazzanti.

82

ULTIMO ATTO

Fu uno degli episodi pi controversi


del 1943: il frettoloso trasferimento di
Vittorio Emanuele III nellItalia del Sud.

Da re dei barbari Franchi a imperatore


romano e leader della cristianit.
Lincredibile ascesa di Carlo Magno.

74

IL NONNO DELLA
COSTITUZIONE

In bilico tra ancien rgime e idee liberali,


Carlo Alberto di Savoia tent di fare
lItalia. Lui fall, ma non il suo Statuto.

pag. 88

LINVENTORE
DEL MEDIOEVO

66

ALLE DUE CORTI

La vita privata, lo stile di governo e le


idee nelle casate che a met Ottocento
guidavano il Regno di Sardegna e il
Regno delle Due Sicilie.

pag. 66

REGINA DI CUORI

60

SOVRANE DITALIA

SPECCHIO SPECCHIO
DELLE MIE BRAME

Elisabetta dAustria era ossessionata


dalla bellezza. Diete, palestra e cure
maniacali non erano mai abbastanza.

146

LETTURE

2016 Twentieth Century Fox Home Entertainment LLC. All Rights Reserved.

Academy Award and Oscar are the registered trademarks


and service marks of the Academy of Motion Picture Arts and Sciences.

STEVEN SPIELBERG FIRMA UN NUOVO CLASSICO DEL CINEMA

1957: lFBI cattura una spia sovietica a Brooklyn. Un legale statunitense


dovr affrontare unincredibile impresa: negoziare in modo pacifico il
suo scambio a Berlino Est condue cittadini americani. Steven Spielberg
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interpreti: Tom Hanks e Mark Rylance, premio Oscar come miglior
attore non protagonista.

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INTERVISTA

LE RAGIONI

della monarchia
Re, principi, imperatori: quando i LIBRI di storia ci
raccontano il passato, lo fanno attraverso le gesta dei sovrani.
Oggi molti REGNI non ci sono pi, ma dove la corona
resiste conserva un forte valore morale e SIMBOLICO.
Uno STORICO esperto e appassionato ci spiega perch

ALDO ALESSANDRO MOLA


Storico e saggista italiano.
stato docente di Storia
contemporanea allUniversit
Statale di Milano e contitolare
della cattedra Thodore
Verhaegen dellUniversit
Libera di Bruxelles. esperto
di monarchia, di massoneria e
del Risorgimento in Italia.

SUL TRONO
DI FRANCIA

La consacrazione di
Carlo X come re di
Francia (regn dal 1824
al 1830) nella Cattedrale
di Reims, in un dipinto di
Franois Grard.

Due secoli fa, la maggior parte degli


Stati europei aveva a capo un re o una
regina. Oggi sono solo undici e meno
di una trentina in tutto il mondo. Secondo lei la Corona ha ancora ragione
di esistere nel nostro tempo?
Occorre distinguere fra la monarchia
di radice romana, fondata sulla volont del popolo e del Senato e poi arricchita con linvestitura sacrale dei re dei
Franchi (lunzione con lolio delle Sacre Ampolle, che ne rendeva inviolabile
il corpo), e quella orientale, puramente divina.
Le monarchie europee derivano tutte
dalla sacralit imperiale romano-cristiana. Le persone che fisicamente le incarnano sono sicuramente importanti; ma
molto di pi lo sono i simboli e i luo-

ghi che via via abitano. Limperatore (o


il re) pu anche essere dormiente. La
regalit invece viva. La Francia una
Repubblica monarchica e dalle visite al
suo Pantheon e agli altri edifici storici
(si pensi alla reggia di Versailles) trae benefici enormemente superiori a quelli
dellintero sistema museale italiano. L
appare la Maest: cio la magia del sovrano che secondo la tradizione detiene
poteri sovrannaturali (guarisce le piaghe, restituisce la vista e amministra la
giustizia, sintetizzata nello scettro con
le tre dita, simbolo trinitario).
Dopo la Rivoluzione francese, per
pi di un secolo, listituto monarchico dovette affrontare il passaggio da
una forma di legittimazione dinastica a
una di tipo nazionale-rappresentativo.

GETTY IMAGES

sattamente 70 anni fa, il


2 giugno 1946, gli italiani sceglievano la repubblica alla monarchia. Ma nonostante luscita di scena della famiglia reale, i Savoia restano fra i protagonisti della storia italiana, cos come
i Windsor lo sono del Regno Unito e i
Borbone in Spagna, dove siedono ancora sul trono. Perch la monarchia
stata lunica forma di governo utilizzata nel mondo, e negli Stati europei in
particolare, con continuit. Nel bene
o nel male, quando volgiamo lo sguardo al passato, a re e regine che ci rivolgiamo. Ne parliamo col professore Aldo Alessandro Mola, storico della
massoneria e del Risorgimento e grande esperto di monarchia.

Secondo lei la modernit fin per minarne i principi o la monarchia riusc


ad adattarsi al nuovo?
Anche dopo la Rivoluzione francese imperatori e re sono stati garanti dei
principi di tradizione, legittimit e di
equilibrio tra le potenze. A unirli non
era un groviglio di trattati ma la Santa Alleanza. La monarchia stata soprattutto il caposaldo dei principi non negoziabili: il rapporto tra cittadini e potere, tra persona e sovranit, che vengono molto prima del profitto. In tutti i
Paesi europei continentali la monarchia
ha inoltre conciliato lo Stato con le confessioni religiose, a cominciare dalla cattolica, anche quando il sovrano non era
personalmente osservante .
In origine i monarchi trovarono la legittimazione del loro potere nella sfera religiosa e spirituale. Quanto ha influito il cristianesimo sulla storia della
monarchia e che conseguenze concrete ha finito per provocare?
La monarchia imperiale romana si
fond sulla pace e sulla cittadinanza universale, curiosamente concessa da un
imperatore poco morigerato come Caracalla nel 212 d.C. Il cristianesimo coniug il Verbo Incarnato con il Diritto. La
Chiesa divenne depositaria della legittimit del potere. Lo si vide non solo con
Costantino il Grande (non per caso ha
il monumento a San Giovanni Laterano), ma con Teodosio e poi con il Sacro
romano impero che dur fino al 1806.
I papi hanno esercitato un ruolo fondamentale nella sacralizzazione del potere politico: da una parte investendone i titolari (pensiamo a Niccol II che investe il
normanno Roberto il Guiscardo nel 1060) dallaltra assumendone i segni esteriori, compresi il triregno e la sedia gestatoria, usata sino allincoronazione
di papa Paolo VI.
Qual il suo giudizio storico su Elisabetta II, regina del Regno Unito?
lincarnazione della regalit. E la
prova che la monarchia pu essere compatibile con il mondo moderno. Elisabetta mostra quotidianamente che la
monarchia non solo forma ma sostanza di un Paese orgoglioso della propria
storia. Una storia certamente fatta di

conflitti anche sanguinosi (la guerra delle Due Rose, la decapitazione di Maria
Stuarda, quella di Carlo I, la cacciata di
Giacomo II), ma soprattutto di conquiste di diritti fondamentali, inalienabili
e inviolabili, dalla Magna Carta allHabeas corpus (il diritto, per limputato, di
conoscere la causa dellarresto: lo sanc
per prima la Magna Carta, ndr), alla costruzione di un impero civilizzatore che
and dalla Nuova Inghilterra allIndia,
allAustralia.
Catherine Middleton, duchessa di
Cambridge, moglie del principe William. sar la prima commoner che
salir sul trono negli ultimi cinCOME UN DIO

La statua di Ottaviano Augusto


(63 a.C.-14 d.C.) nei panni di
Giove: fu lui a gettare le basi
di due millenni di sovranit in
Europa.

quecento anni di storia del Regno Unito. Non la sola tra i reali pi conosciuti a non avere sangue blu. Penso a
Charlene, la principessa di Monaco, a
Mary di Danimarca, a Daniel, consorte
della principessa ereditaria Vittoria di
Svezia, a Maxima in Olanda, a MetteMarit in Norvegia o Letizia in Spagna.
La condizione di nobilt di discendenza ha perso il suo valore dinastico?
No. Nei secoli il re stato investito dai
suoi pari, come il pontefice viene eletto
dai cardinali. Lascesa di borghesi a ruoli
di sovrano ladattamento odierno di un
rito antico. NellImpero romano,
dopo la sequenza delle dinastie

GETTY IMAGES (2)

La nobilt non sta nellorigine


della PERSONA ma nel
ruolo che ESERCITA.
Monarchi di origine borghese
ci sono sempre stati. E oggi
sono IN AUMENTO
ADDIO AL RE

A sinistra, IUnit annuncia la vittoria della


repubblica al referendum del 1946.

(i Giulio-Claudi, i Flavi, gli imperatori


di adozione) furono i generali, le legioni
o i pretoriani ad alzare sugli scudi il detentore della sovranit, che ne assumeva
le funzioni indossandone i paramenti e i
simboli (la corona, la spada, la fissit dello sguardo). La nobilt non sta nellorigine della persona ma nel ruolo che assume e che esercita. Pensiamo al generale Jean-Baptiste-Jules Bernadotte (17631844), un borghese diventato principe
ereditario della corona di Svezia e futuro Carlo XIV. Gli altri sovrani in Europa
avevano radici pi o meno remote, ma i
loro antenati, comunque, avevano conquistato il potere, che veniva prima delle
loro persone e delle loro dinastie.
Si discute tanto tra gli storici se il primo vero padre dellEuropa sia stato
un sovrano, limperatore Carlo Magno. Qual la sua idea?
Fondatore dellEuropa fu Caio Ottaviano Augusto, figlio adottivo di Giulio
Cesare, che gett le basi di due millenni
di sovranit in Europa. Guidato da papa Leone III, Carlo Magno ebbe lintelligenza di capire che se non si fosse fatto consacrare imperatore in Roma, come avvenne nel Natale dell800 d.C, sarebbe rimasto solo uno dei tanti re dei
Franchi, vincitore di molte battaglie ma
non il restauratore dellimpero, un vero
gigante della grande storia.
In Spagna, in cui sembrano sempre
pi rilevanti le spinte repubblicane e
indipendentiste, riuscir Filippo VI a
ridare lustro alla monarchia?
Unico perno della pax interna e del
ruolo intercontinentale della Spagna
(tuttora rilevante) fu ed la monarchia,

come del resto recita la sua Costituzione. La Spagna ebbe due repubbliche, di
breve durata. La seconda deragli nella
spaventosa guerra civile del 1936-1939.
Perci anche esponenti della sinistra, come il comunista Santiago Carrillo e il socialista Felipe Gonzlez, si riconobbero nella instaurazione della monarchia
incarnata da Juan Carlos. Senza Felipe
VI, il successore non solo dei suoi diretti
predecessori, i Borbone, ma degli Asburgo e via via risalendo, la Spagna precipiterebbe nel caos.
Qual il suo giudizio sulle monarchie extra-europee, la maggior parte
di tipo assoluto? Storiograficamente a
suo avviso possibile comunque considerare modelli cos diversi in ununica tradizione monarchica?
La monarchia romano-cristiana stata consultiva, amministrativa e costituzionale. Ha sempre presupposto la compartecipazione dei sudditi, cio di cittadini che volontariamente si sottopongono alla legge, ma non sono succubi:
sono attori della sovranit, come spieg bene Luigi Einaudi quando dichiar
perch avrebbe votato monarchia al referendum istituzionale del 2 giugno 1946
e poi fu primo presidente della Repubblica. Molte monarchie extra-europee si
basano su principi del tutto diversi, ispirati dalla identit tra confessione religiosa e sistema politico. Perci occorre evitare confusioni tra monarca quale supremo organo dello Stato e un santone.
In Medio Oriente, a causa di conflitti e terrorismo, i confini di alcuni Stati
si sono profondamente modificati. Ritiene, per i destini dellarea, rilevante il

fatto che i Paesi del Golfo o Marocco


e Giordania siano governati da un re?
Alcuni sovrani di Paesi popolati prevalentemente da islamici garantiscono
il fragile equilibrio tra lo Stato di modello romano-cristiano, fondato sulla
separazione dei poteri e sulluguaglianza dinnanzi alle leggi, e la concezione
della societ propriamente islamica, secondo la quale comunit dei credenti
e terra sono tuttuno. Va constatato
che monarchi come quelli del Marocco
e della Giordania sono eredi della tradizione europea. il miglior lascito della
colonizzazione.
Infine un suo giudizio su Casa Savoia
che per ottantacinque anni, dal 1861 al
1946, ha retto le sorti del nostro Paese.
Senza Casa Savoia non esisterebbe lo
Stato dItalia. A Carlo Alberto gli italiani debbono lo Statuto del 4 marzo
1848 che sanc luguaglianza dei cittadini dinnanzi alla legge e fond la libert
di confessione religiosa nel rispetto delle norme. Gli debbono il tricolore come
bandiera nazionale. Suo figlio, Vittorio
Emanuele II, stato riconosciuto Padre
della Patria anche da Giorgio Napolitano, che nel 2011, 150 del regno dItalia, gli rese omaggio al Pantheon. Umberto I, assassinato nel 1900 da un anarchico dal mandante ancora oscuro, leg
il nome a leggi sociali innovatrici. Credo
che, nel centenario della Grande guerra,
sia doveroso riportare in Italia le spoglie
di Vittorio Emanuele III e della Regina
Elena. Sarebbe un atto meritorio di una
Repubblica finalmente adulta e memo
re della lunga storia degli italiani.
Francesco De Leo
9

MONDADORI PORTFOLIO/LEEMAGE

EUROPA

UNA LUNGA
STORIA

La MONARCHIA stata la
forma di governo PI USATA
nei Paesi occidentali. E anche
OGGI che ha ceduto il passo
in molti Stati, resta la grande
protagonista del nostro PASSATO.

SACRO
PER GLI DEI

Il quadro Secolo di
Augusto: nascita di
Ges Cristo (JeanLon Grme, 1855).
Ottaviano non volle
farsi re, ma assunse
il nome di Augusto:
colui che sacro
per designazione
degli dei.

Europa ha vissuto quasi


tutta la sua storia sotto la
mano aspra o morbida di
uomini con la corona; deve loro alcune ore felici, e quando si risolse a sbarazzarsene lo fece senza odio, come quando si manda in soffitta un mobile antico. Non facile credere che la stessa
Francia odiasse quel bonaccione di Luigi
XVI. Cos scriveva il filosofo e saggista
spagnolo Jos Ortega y Gasset (18831955), a sottolineare lintenso legame
fra gli europei e i loro sovrani. La monarchia la forma di governo pi antica e il potere del re, dalla notte dei tempi, si sempre giocato al tavolo dellinvestitura divina.
Romani. Nel periodo monarchico di
Roma (tra il 753 e il 509 a.C.) il re non
solo era il supremo capo politico e militare, ma soprattutto il detentore degli auspicia, il designato dalla divinit. Quando la monarchia decadde per
lasciare il posto a una nuova forma di
governo, il rex rest come rex sacrorum,
capo religioso, spogliato del suo carattere politico, ma non della sua funzione
spirituale. Poi arriv la lunga parentesi
repubblicana: Roma divenne la capitale
di tutto il mondo conosciuto e la tradizione monarchica sembrava tramontata
per sempre. Sembrava, appunto. Quando Ottaviano (63 a.C.-14 d.C.), nipote
di Giulio Cesare, simpadron dello Stato divenendone di fatto sovrano assoluto, la monarchia, riadattata, riapparve.
Ottaviano, che come Cesare non volle
farsi re, si fece convincere comunque ad
assumere il nome di Augusto, colui che
sacro per designazione degli dei. Il ritorno al carattere divino dellimperatore
si accentu di successore in successore e,
con Diocleziano (244-311 d.C.), limperatore non solo era il massimo sacerdote, ma una delle divinit. Ma i tempi
del politeismo avevano i giorni contati: una nuova grande forza, morale prima, politica poi, stava per cambiare per
sempre le carte in tavola della Storia e
della monarchia.
Nel nome di Dio. Il cristianesimo
identificava nellimperatore il legittimo
rappresentante dellImpero romano,
ma non poteva riconoscerne il carattere
di semidio, partecipe dellautorit divina. Le persecuzioni furono lo scotto da
11

coc
pagare dai cristiani per questa concezione rivoluzionaria e destabilizzante per le
stanze del potere. Fino al 313, quando
Costantino accord loro libert di culto. Di pi: prese a partecipare direttamente agli affari della Chiesa e allontan la corona dal
paganesimo. Forte dellappoggio della grande e ramificata comunit religiosa cristiana rafforzava cos il prestigio del monarca.
Il Papa Re. Ma mentre
lImpero romano gradualmente si cristianizzava, la figura del papa assumeva via
via connotati monarchici.
Spiega il medievalista Franco Cardini:
Dal IV secolo in poi il papa inizi a ricevere progressivamente i segni della regalit. Si cominci con limperatore Graziano che, nel 380, in quanto cristiano,
si spogli del titolo di Pontifex Maximus. Gli subentr il Vescovo di Roma,
e non in qualit di capo di tutte le fedi religiose dellimpero ma quale figura
al vertice delle diocesi cristiane. E da qui
il papa cominci ad assumere qualifiche
e prerogative che erano proprie dellimperatore. A esprimere questa nuova
identit del vescovo di Roma ladozione
dei simboli esteriori del potere. Come
il manto rosso porpora che limperatore Graziano cedette al papa. Da allora il
pontefice lo ha sempre portato, anche se
nel tempo si progressivamente ridotto
sino a diventare la mozzetta, una mantellina corta chiusa sul petto da bottoni.
stato papa Francesco, lattuale pontefice,
il primo a rifiutare questultimo simbolo
monarchico, racconta Cardini.
Nella notte di Natale dellanno 800,
papa Leone III incoron il re franco Carlo Magno. Sotto legida dellinvestitura divina potevano cos rinascere lantico Impero romano dOccidente e prendere forma i primi confini dellEuropa moderna. Ma, si sa, i matrimoni di
convenienza spesso traballano e la luna
di miele fra monarchia e Chiesa non fece eccezione.
Potere temporale. La rottura del
Previlegium Octonianum, il contratto bilaterale tra Ottone I (912-973) e
papa Giovanni XII (937-964), e la nomina da parte dellimperatore di un

LImpero ROMANO
RINASCE nel Sacro
romano impero.
E CARLO MAGNO
viene incoronato
dal PAPA

LIMPERO VAL
BENE UNA MESSA

Carlo Magno (742814): con lui si


inaugur il sodalizio
fra imperatore e
Chiesa. Il primo
proteggeva il clero,
il papa legittimava il
potere del sovrano.

antipapa segn linizio di un lungo e


travagliato periodo di lotte tra la Chiesa e limpero, ognuno a rivendicare la
propria supremazia e autonomia luno
dallaltro. A un certo punto i vescovi di
Roma elaborarono una filosofia teologico-politica che li port a rivendicare
la superiorit della Chiesa su tutti gli altri regni del mondo. Questo significava,
per dirla con il linguaggio di Bonifacio
VIII (1230-1303), che i papi avevano
due spade: quella del potere spirituale,
che esercitavano direttamente sulle anime, e quella del potere temporale, che
delegavano perch il papa dava le corone, spiega Cardini. Naturalmente gli
imperatori erano di tuttaltro avviso e i
conflitti che ne seguirono sono nei libri

di storia: lotte per le investiture, guelfi


e ghibellini, la Riforma... Nei Paesi rimasti cattolici, il papa continu ad avere, almeno spiritualmente, la pretesa di
una supremazia che non mai del tutto
venuta meno. E i re hanno continuato
a venire incoronati con formule che sono quelle della Chiesa romana.
A contratto. LUmanesimo mand in crisi lidea di monarchia come diritto divino e fra XV e XVI secolo la sovranit, sempre pi intesa come delega
del popolo e in un certo senso contrattualizzata, assunse forme diverse: monarchia assoluta nello Stato milanese;
assolutismo temperato dal Parlamento
e dalle assemblee in Francia; monarchia
feudale nobiliare negli Stati tedeschi, in

Ungheria e in Polonia; monarchia costituzionale in Inghilterra.


Fino a quando, in Francia, la politica di Luigi XIV (1638-1715) port alla
personificazione dello Stato nella figura
del sovrano: LEtat cest moi, diceva il Re
Sole. Per Versailles, lo ius regaliae, lamministrare i vescovati e le loro rendite,
era parte integrante del potere monarchico. Anche dallaltra parte della Manica il trono vinceva sulla Chiesa. Non
solo i re inglesi dei Tudor prima e degli
Stuart restarono fedeli allo scisma voluto
da Enrico VIII (XVI secolo), il re che os
staccarsi dal papa e fondare una nuova
Chiesa; ma si tennero ben stretti il ruolo
di guida: ancora oggi il capo della Chiesa anglicana il re (o la regina) inglese.

RAPPORTI
DI FAMIGLIA

MONDADORI PORTFOLIO/LEEMAGE (2)

Re Luigi XIV riceve


il fratello, il Duca
di Anjou, cavaliere
dellOrdine dello
Spirito Santo,
nato allo scopo di
proteggere il re di
Francia.

Non tutta uguale

a monarchia la forma di
governo pi usata in tutta la
Storia. Il potere nelle mani di
unautorit sostanzialmente (ma non
esclusivamente) monopersonale e
dura per tutta la vita del sovrano o
fino alla sua rinunzia (labdicazione).
Le monarchie europee sono sempre
state dinastiche e dunque soggette a
rigide norme di successione. Ecco le
forme principali.

ASSOLUTA: il potere politico accentrato nelle mani del sovrano che esercita in
modo diretto o indiretto, attraverso organi
dipendenti, il potere legislativo, esecutivo
e giudiziario.
COSTITUZIONALE: ebbe origine in Inghilterra a conclusione della Glorious Revolution (1688-89) dopo il lungo e drammatico
confronto tra lassolutismo monarchico in
declino e i ceti emergenti decisi a ottenere
un peso essenziale negli equilibri di potere.

COSTITUZIONALE PURA: il monarca mantiene il potere esecutivo (governo), mentre


quello giudiziario e legislativo sono rimessi
ad altra autorit (assemblee elettive e
magistratura).
PARLAMENTARE: i poteri dello Stato sono
divisi tra monarca e Parlamento. Il sovrano
non detentore di poteri effettivi, in
quanto regna, ma non governa. Il potere
esecutivo deve godere della fiducia del
Parlamento.

Illuminati. Intorno al XVIII secolo, lIlluminismo entr inevitabilmente in conflitto con ogni forma
di tradizione politica, religiosa, sociale e morale. I grandi pensatori del
tempo si trovarono concordi contro il potere monarchico tradizionale e le nuove idee si abbatterono con
violenza sulla Francia. Ma
dalla Rivoluzione francese
usc comunque una repubblica debole, troppo fragile
per resistere alle ambizioni di Napoleone Bonaparte, generale della Francia
rivoluzionaria prima, Imperatore dei francesi poi. La caduta
di Bonaparte e il Congresso di Vienna portarono al ripristino dei sovrani
spodestati da Napoleone. Ma la lezione era passata e i governi, scossi
dagli accadimenti rivoluzionari, compresero quanto fosse per loro necessario trovare una nuova legittimazione. Dove? Nel principio divino, ovviamente, un viatico per il trono che
dopo una manciata di secoli si poteva ben rispolverare. Fu cos che il sodalizio fra trono e altare si ricostitu e
con la Santa Alleanza i sovrani di Austria, Russia e Prussia si impegnarono
a prestarsi aiuto e assistenza in nome
dei precetti del cristianesimo.
Da monarca a funzionario. Le
nuove alleanze per non tenevano
conto di un nuovo protagonista della
scena europea: le nascenti aspirazioni di libert politica e di indipendenza nazionale. E listituto monarchico
fondato su diritto storico, divino e dinastico venne definitivamente travolto a favore di una nuova legittimit di
tipo nazionale-rappresentativo. Come spiega la storica Giulia Guazzaloca, curatrice del libro Sovrani a met
(Rubbettino Editore): In questo difficile passaggio la corona perse alcuni
elementi fondanti della propria legittimit ma ne acquis dei nuovi. E il sovrano non sarebbe diventato altro, con
modalit e tappe diverse da Paese a Paese, che un funzionario dello Stato, titolare solo dei diritti e dei poteri con
cessigli dalla Costituzione.

La Rivoluzione
FRANCESE tagli la
testa al MONARCA
ma non alla
monarchia. Che riprese
pi VIVA che mai

BONAPARTE
PIGLIATUTTO

MONDADORI PORTFOLIO/LEEMAGE

Napoleone Bonaparte
(1769-1821) nelle
vesti di re dItalia in
un dipinto di Andrea
Appiani. stato
lultimo dei sovrani
italiani a essere cinto
con la Corona Ferrea.

Francesco De Leo

Nasser Mohammed
Al-Jaber Al-Sabah
ex primo ministro
del Kuwait

Principe Alberto
di Monaco

Granduca Enrico
di Lussemburgo

Imperatore Akihito
del Giappone

Mohammed
bin Zayed
Al Nahyan
di Abu Dhabi

Alessandro II
di Jugoslavia

Re del Lesotho
Letsie III

Michele I
di Romania
Costantino II
di Grecia

Simeone II
di Bulgaria
Regina Elisabetta II
del Regno Unito

CAMERA PRESS/CONTRASTO

FOTO DI GRUPPO CON REGINA

rincipi, principesse e regine stanno


ancora benissimo. Attorno a noi, nella
sola Europa, ci sono ben dodici Stati
retti da monarchi (incluso il Vaticano) che
governano oltre 160 milioni di cittadini. Oltre alla corona inglese e a quella spagnola,
di cui parliamo nelle prossime pagine, ecco
un breve excursus fra tutti gli altri troni.
Il Belgio uno Stato composto da tre
comunit principali molto eterogenee i
fiamminghi, i valloni e i tedeschi non sempre in ottimi rapporti. In questo contesto
la monarchia storicamente servita da
collante per mantenere un equilibrio tra le
varie realt, tanto che il titolo corretto del
sovrano Re dei Belgi (e non del Belgio).
Lattuale re Filippo di Sassonia-CoburgoGotha, salito al trono il 3 luglio 2013, dopo
labdicazione del padre Alberto II. La sua
famiglia di origini tedesche e regna dal
1831, ovvero dallindipendenza ottenuta
dai Paesi Bassi con la Rivoluzione belga.
Sul trono dellantico Regno di Danimarca,
che risale allVIII secolo, dal 1972 siede la
Regina Margherita I. Molto amata dal suo
popolo, appartiene alla Casata di SchleswigHolstein-Sonderburg-Glcksburg,
sovrani costituzionali dal 1863, anno in cui
subentrarono allultimo monarca assoluto
del Paese, il Re Federico VII (1808-1863)
di Oldenburg. Gli Oldenburg sono unimportante casata di origine tedesca di cui i
Glcksburg costituiscono un ramo collaterale. La Regina Margherita sovrana anche
della Groenlandia.
Il Principato del Liechtenstein, 160 km tra
Austria e Svizzera, prende il nome dalla Casata che vi regna. Stato indipendente dal
1806, in seguito alla dissoluzione del Sacro

Principe dellArabia
Principessa Saudita Mohammed bin
Nawaf bin
Lalla Meryem
Abdulaziz Al Saud
del Marocco

Alberto II del Re Harald V


Belgio
di Norvegia

Regina Margherita II
di Danimarca
Beatrice
dei Paesi Bassi

Tupou VI
Re di Tonga

Vajiralongkorn,
principe
ereditario
della Thailandia

Ex emiro del Qatar Hamad


bin Khalifa alThani
Re di Giordania
Abd Allah II
Re del Bahrein Hamad
bin Isa Al Khalifa
Sovrano della Malesia
Abdul Halim

Re di Svezia
Carlo XVI Gustavo
Bernadotte
Sultano del Brunei
Hassan Al Bolkiah

romano impero. Lattuale sovrano, Hans


Adam II, tra laltro presidente del gruppo
bancario LGT Bank, pur mantenendo il titolo
di Principe Sovrano del Liechtenstein, ha
ceduto i poteri al figlio Alois.
Il Granduca Enrico del Lussemburgo, di Borbone-Parma, discendente diretto di Luigi
XIV. Lattuale granduca un collaterale della
casata Nassau-Weilburg, che ha regnato dal
1890. Sua nonna, la Granduchessa Carlotta
di Lussemburgo (1896-1985), ultima esponente dei Nassau-Weilburg, spos Felice di
Borbone-Parma (1893-1970) .
La famiglia Grimaldi, di origine genovese,
regna sul ricco e mondano Principato
di Monaco dal 1612. Il principato una
citt-Stato indipendente che, in mancanza
di eredi diretti, passerebbe alla Francia.
Per scongiurare questo rischio sono state
introdotte delle modifiche alla Costituzione
secondo le quali anche le sorelle (Carolina e
Stefania) del principe regnante e i loro figli,
in caso di assenza di eredi maschi, possano
entrare nella successione dinastica. Pericolo
comunque scongiurato in quanto il Principe
Alberto II ha avuto un figlio maschio nel
2014. La principessa consorte Charlne
Lynette Wittstock, ex nuotatrice e modella. I
Grimaldi non sono nuovi a unioni non blasonate. La pi famosa resta la coppia formata
dal Principe Ranieri e lattrice americana
Grace Kelly (genitori di Alberto), sposatisi
con una cerimonia da fiaba nel 1956.
Harald V di Glcksburg il Re di Norvegia.
La sua famiglia ha dato il via a quello che
viene definito Secondo Regno di Norvegia, cominciato nel 1905 con il Re Haakon
VII (1872-1957), dopo 382 anni di domini
danesi e svedesi.

Principe Hans
Adam II
del Liechtenstein
Re dello Swaziland
Mswati III

Alcune teste coronate eccezionalmente riunite


nel castello di Windsor per festeggiare i 60 anni
di regno della regina Elisabetta II, nel 2012.
Il Re Willem-Alexander di Orange-Nassau,
dopo labdicazione della madre, la Regina
Beatrice, avvenuta nel 2013, diventato
il primo sovrano maschio dei Paesi Bassi
dopo 123 anni di regine. Gli Orange-Nassau
sono stati una delle famiglie pi importanti
in ambito europeo e regnano sui Paesi Bassi
dal Congresso di Vienna, pur avendo avuto
un ruolo importante in ambito nazionale sin
dal XVI secolo. Fu proprio il capostipite, Guglielmo I dOrange (1533-1584), a mettersi
a capo della rivolta olandese del 1568 che
port allindipendenza del Paese.
Ha origini francesi lattuale Casa Reale di
Svezia, infatti nel 1810 il Parlamento di Stoccolma scelse come erede al trono il generale
napoleonico e Maresciallo del Primo impero
di Francia Jean-Baptiste Jules Bernadotte, in
quanto Re Carlo XIII (1748-1818) non aveva
eredi. Bernadotte divenne re con il nome di
Carlo XIV Giovanni di Svezia e Carlo III Giovanni di Norvegia. Suo discendente diretto
lattuale Re Carlo XVI Gustavo.
Il Principato di Andorra, piccolo Stato collocato sui Pirenei, una diarchia dove i coprincipi sono il vescovo di Urgell e il presidente della Repubblica francese, che hanno
funzioni principalmente cerimoniali visto
che il potere esercitato da unassemblea
parlamentare eletta. Lo status di co-principe
di Andorra fa del presidente francese lunico
sovrano che contemporaneamente il capo
di Stato di una repubblica.
Quella della Citt del Vaticano infine una
monarchia elettiva, ed essendo priva di una
Costituzione lunica monarchia assoluta
del mondo occidentale.
Francesco De Leo
(Ha collaborato Davide Colombo)

15

DINASTIE DEUROPA
BORBONE

ASBURGO

CAPOSTIPITE IPOTETICO

CAPOSTIPITE IPOTETICO

Childeprando (VIII secolo), fratello di


Carlo Martello, prozio di Carlo Magno,
Francia.

Guntram il Ricco (X secolo), Alsazia.

RAMI PRINCIPALI
Borbone di Francia
Borbone di Spagna
Borbone delle Due Sicilie
Borbone di Parma
Borbone-Orlans

RAMI PRINCIPALI
Asburgo di Spagna
Asburgo dAustria
Asburgo Lorena

STORIA

STORIA

Di origine francese, i Borbone regnarono in diversi Stati dellEuropa


occidentale e meridionale Francia, Spagna, Napoli, Parma e Lucca
e furono, con gli Asburgo, la pi potente famiglia principesca
dEuropa. Alla casa dei Borbone appartengono alcuni dei sovrani
che pi hanno influenzato la storia dEuropa, come Luigi XIV di Francia, Filippo V di Spagna e Ferdinando II delle Due Sicilie.

una delle pi importanti e longeve dinastie europee della Storia.


Feudale prima, regale e imperiale poi, di origini probabilmente
alsaziane, si trasform in una potenza fin dal XIII secolo.
Il nome deriva dalla Habichtsburg (il Castello dellAstore), in
Svizzera, che fu sede della famiglia nel XII e XIII secolo.
Legati allAustria, gli Asburgo ampliarono i propri domini, costituendo un vasto impero. I suoi re e imperatori regnarono su
Austria, Ungheria, Boemia e Spagna dal 1273 al 1918. La casa reale
ebbe possedimenti italiani e la corona imperiale. Dapprima alla
guida del Sacro romano impero e poi, dopo let della Rivoluzione
francese e di Napoleone, dellImpero dAustria, gli Asburgo giocarono un ruolo decisivo nella politica europea dellEt moderna e
contemporanea.
La linea diretta degli Asburgo formalmente si estinse nel 1780
con la morte di Maria Teresa dAustria. La casata, per, continu
con i suoi discendenti, nati dal suo matrimonio con Francesco I di
Lorena: gli Asburgo-Lorena furono considerati un ramo cadetto
degli Asburgo e i membri della nuova casata continuarono a far
capo alla casa dAustria.

CRONOLOGIA DEI PRINCIPALI SOVRANI


Enrico IV di Borbone, primo re di Francia della dinastia (1553-1610)
Luigi XIII di Francia (1601-1643)
Luigi XIV di Francia, il Re Sole (1638-1715)
Carlo X di Francia (1757-1836)
Luigi Filippo di Francia, Borbone Orlans (1773-1850)
Filippo V di Spagna, primo re Borbone sul trono (1683-1746)
Carlo III di Spagna, gi re di Napoli e Sicilia (1716-1788)
Juan Carlos di Spagna (1938)
Ferdinando I delle Due Sicilie (1751-1825)
Francesco I delle Due Sicilie (1777-1830)
Ferdinando II delle Due Sicilie (1810-1859)
Francesco II delle Due Sicilie, lultimo sovrano prima dellUnit
dItalia (1836-1894)
CHE FINE HANNO FATTO
Regnano ancora sul Regno di Spagna (Re Filippo VI, ramo BorboneSpagna) e sul Granducato del Lussemburgo (Granduca Henri
Nassau, genealogicamente del ramo Borbone-Parma).
Il capo del ramo Due Sicilie, il principe Carlo di Borbone (1963),
Duca di Castro, vive tra Montecarlo e Parigi e si occupa di attivit
assistenziali, essendo Gran Maestro del Sacro militare ordine costantiniano di San Giorgio (Napoli). Il Regno di Spagna per riconosce questo titolo (ramo spagnolo) a Pedro (1968), Duca di Calabria,
come capo del ramo Due Sicilie.
In Francia il pretendente al trono che non c Enrico di BorboneOrlans (1933), conte di Parigi, in contrapposizione a Luigi Alfonso
di Borbone (1971), discendente da un ramo rinunciatario dei
Borbone Spagna.
Il principe Don Carlo Saverio di Borbone-Parma, duca di Parma e
Piacenza, il capo del ramo della sua casata, e vive in Olanda.
Un Borbone tra laltro anche il pretendente al trono del Brasile,
Luigi Gastone di Borbone-Orlans-Braganza (1938).

16

CRONOLOGIA DEI PRINCIPALI SOVRANI


Rodolfo I, imperatore del Sacro romano impero (1218-1291)
Massimiliano I, imperatore del Sacro romano impero (1459-1519)
Carlo V, imperatore del Sacro romano impero, re di Spagna (15001558)
Filippo II, re di Spagna (1527-1598)
Ferdinando II di Asburgo dAustria, imperatore del Sacro romano
impero (1578-1637)
Carlo II, re di Spagna (1661-1700)
Francesco Giuseppe I di Asburgo Lorena, imperatore dAustria
(1830-1916)
CHE FINE HANNO FATTO
Lattuale capo della casa larciduca Carlo dAsburgo Lorena,
pretendente al trono dAustria-Ungheria, figlio di Otto dAsburgo
Lorena (1912-2011).

Sono diverse le CASATE che hanno regnato in Europa.


Vediamo le tre pi IMPORTANTI, dalle origini a oggi.
Francesco De Leo (Ha collaborato Davide Colombo)

CAPOSTIPITE IPOTETICO
Umberto I Biancamano (ca. 980-1048),
conte di Savoia
RAMI PRINCIPALI
Il ramo originario, che vide prima i
conti, poi i duchi di Savoia e infine i re
di Sardegna, si estinse nel 1831.
Ramo Savoia-Carignano da cui ebbero
origine i Savoia-Villafranca,
i Savoia-Genova e i Savoia-Aosta.
STORIA
La dinastia, originatasi nel territorio del Regno di Borgogna tra il X
e lXI secolo, regn sullItalia dal 1861 al 1946, dopo aver guidato
il processo di unificazione nazionale. Trae nome dallomonima
regione dove inizialmente ebbe propri possedimenti, poi estesi
anche al di qua delle Alpi fino a formare uno Stato. Dopo che
lItalia divent un regno unificato nel 1861, quattro re (Vittorio
Emanuele II, Umberto I, Vittorio Emanuele III e Umberto II) si succedettero sul trono, negli 85 anni che trascorsero da allora al 1946,
quando con un referendum popolare la monarchia fu sostituita
dalla repubblica.

CRONOLOGIA DEI PRINCIPALI SOVRANI


Vittorio Amedeo II, primo re di Casa Savoia, fu re di Sicilia e
successivamente re di Sardegna (1666-1732)
Carlo Felice, re di Sardegna, con lui si estinse il ramo originario
(1765-1831)
Carlo Alberto di Savoia-Carignano, re di Sardegna, gett le basi
per il Risorgimento italiano (1798-1849)
Vittorio Emanuele II, primo re dItalia (1820-1878)
Umberto I (1844-1900), assassinato a Monza da un anarchico
Vittorio Emanuele III, re e imperatore (1869-1947)
Umberto II (1904-1983), regn solo un mese e affront il
referendum istituzionale del 1946
CHE FINE HANNO FATTO
I quattro figli dellultimo re, Umberto II, vivono fuori dallItalia.
Sono: Maria Pia, Vittorio Emanuele, Maria Gabriella, Maria Beatrice.
I diritti dinastici sono contesi fra Vittorio Emanuele di Savoia
(1937) e Amedeo di Savoia-Aosta (1943). Questultimo si considera
lattuale capo di Casa Savoia e pretendente al trono in quanto il
figlio di Umberto II, Vittorio Emanuele, ha contravvenuto alle leggi
dinastiche sposandosi senza il consenso del re e perdendo ogni
diritto al trono. La Consulta dei Senatori del Regno, che si propone
come la pi alta autorit monarchica esistente in Italia, favorevole
alla tesi di Amedeo di Savoia-Aosta e ritiene principe ereditario suo
figlio, Aimone di Savoia-Aosta (1967), duca delle Puglie.

MILLE ANNI
DI SAVOIA

Lalbero genealogico
dei Savoia, dalle
origini (Umberto I
Biancamano) agli anni
Cinquanta. A sinistra,
Amedeo VI detto il
Conte verde, a destra
Amedeo VII detto il
Conte rosso.

SCALA

SAVOIA

LE ALTRE CORONE

Chi regna FUORI dallEuropa? La solita Queen Elizabeth.


Pi una ventina di SOVRANI distribuiti nei Paesi arabi e in Asia.

Tutti i regni del

MONDO

Europa non la sola a poter vantare un


nutrito numero di monarchie. Nel mondo ci sono ancora decine di Stati che fanno capo a un sovrano e i monarchi sono
quasi una cinquantina. Di questi, meno di trenta
governano in monarchie, ducati, principati o, addirittura, in una repubblica (quella sudafricana). Molti non hanno pi un regno, qualcuno ne ha pi di
uno: la sola Elisabetta dInghilterra presiede su 16
Paesi del Commonwealth. La sovrana non solo
monarca di Regno Unito, Canada, Australia e Nuova Zelanda, ma anche formalmente regina dei Paesi Reami del Commonwealth delle nazioni e cio:
Antigua e Barbuda, Bahamas, Barbados, Belize, Giamaica, Grenada, Isole Salomone, Papua Nuova Guinea, Saint Kitts e Nevis, Saint Lucia, Saint Vincent e
Grenadine, Tuvalu. La regina nomina un governatore generale che la rappresenti come capo di Stato de
facto e con il compito di esercitare i poteri di un monarca costituzionale, con doveri di rappresentanza.
Senza democrazia.Tutto quello che resta
concentrato in Asia ma soprattutto nei Paesi del Golfo Persico, dove regnano attualmente le monarchie
pi influenti, potenti e quasi sempre assolute. La tradizione democratica europea non ha attecchito infatti in questi Stati, in fondo estranei anche al concetto
stesso di monarchia perch non appartiene alla tradizione politica islamica (per la quale lunico re Dio).
Quando si utilizza il termine democratico, spiega
lo storico Franco Cardini, ci si riferisce alla democrazia moderna, un prodotto di secoli di elaborazioni, soprattutto delle nostre borghesie. Qui siamo davanti a realt costruite dagli occidentali, non a realt arcaiche. E anche listituzione della monarchia
totalmente estranea allislam. Queste cose se le sono
inventate soprattutto gli inglesi, alla fine della Prima
guerra mondiale, quando hanno indotto, se non obbligato, le varie trib arabe che erano rimaste prive

18

del governo del sultano ottomano di Istanbul, che


dominava lArabia Saudita fino al 1918, a travestirsi
da re alloccidentale. Li avevano scelti loro e sapevano benissimo che si trattava di sovrani tra le trib pi
arretrate. Eppure sono proprio queste monarchie ad
avere oggi un ruolo strategico sia politico (vista linstabilit del Medio Oriente) che economico. Gli Stati bagnati dalle acque del Golfo Persico godono infatti di unimmensa ricchezza legata agli idrocarburi.
Nel Golfo Persico. Gli Emirati Arabi Uniti, il
Regno dellArabia Saudita, il Sultanato dellOman e
lemirato dello Stato del Qatar sono tutte monarchie
assolute e siedono nel Consiglio di cooperazione del
Golfo. Ne fanno parte anche Bahrein e Kuwait. Creata allepoca della guerra Iran-Iraq, lorganizzazione,
che aveva per scopo lapertura di un mercato comune
nel Golfo Persico, di fatto rappresent il baluardo del
polo sunnita per il contenimento dellespansione dello sciismo iraniano e del bathismo iracheno nellarea.
Gli Emirati Arabi Uniti sono una monarchia assoluta, formata da un gruppo di sceicchi della Penisola araba e composta da sette emirati: Abu Dhabi, Ajman, Dubai, Fujaira, Ras al-Khaima, Sharja e
Umm al-Qaywayn. Il capo assoluto lo sceicco Khalifa bin Zayed Al Nahayan.
Nel Regno dellArabia Saudita, Salman sovrano e
capo di Stato. Venticinquesimo figlio di Abdul Aziz
al-Saud, fondatore del moderno Stato saudita, salito al trono in ottemperanza alla legge araba mai scritta del seniorato, che prevede che alla successione sia
chiamato il pi anziano dellunica famiglia che governa il Paese: il clan Saud. Il re e la nobilt familiare esercitano il potere in maniera totalitaria, facendo
del Paese una delle nazioni pi conservatrici al mondo. In Arabia Saudita il sovrano ha anche il titolo di
Custode delle Due Sacre Moschee alla Mecca e a
Medina e la formazione di Salman stata affidata
ai pi qualificati ulema, i dotti religiosi musulmani.

La coppia imperiale Akihito e Michiko


GIAPPONE

Re Abdullah II, la regina Rania e i figli


GIORDANIA

Re Jigme Khesar Namgyel Wangchuck

Emiro Tamim bin Hamad al-Thani


QATAR

GETTY IMAGES (4)

BHUTAN

AFFARI E
TRADIZIONE

A sinistra, lo sceicco
del Kuwait col re
dellArabia Saudita.
Sotto, i sovrani della
Thailandia in una foto
di qualche anno fa.
Lei non si fa vedere in
pubblico dal 2012.
GETTY IMAGES (2)

Sabah al-Ahmad al-Jaber al-Sabah e re Salman


KUWAIT E ARABIA SAUDITA

Re Bhumibol Adulyadej con la regina Sirikit


THAILANDIA

Un continente con poche corone

n Africa ci sono soltanto tre regni.


Marocco (vedi articolo), Swaziland
e Lesotho. Il Regno dello Swaziland, monarchia assoluta, uno dei
Paesi pi poveri del mondo con forti
disuguaglianze sociali. Il re Mswati III. Pashu, la sua primogenita, star
del rap nel suo Paese, ha recentemente dichiarato: La regalit in

Africa molto diversa dalle monarchie europee, qui non abbiamo


molto tempo per divertirci.
Il Lesotho (monarchia parlamentare) unenclave del Sudafrica ed
esiste solo dal 1966, anno in cui
ottenne lindipendenza dal Regno
Unito. Il re Letsie III si formato alle
universit di Bristol e Cambridge.

LOman retto dal settantacinquenne sultano


Qbsha. Ascese al trono appena ventinovenne, rovesciando suo padre con un colpo di Stato. La sua arte diplomatica ha dato al sultanato una politica estera
prudente e pragmatica. Mantiene relazioni cordiali
con lIran e, pur avendo buoni rapporti con gli altri
Stati arabi, ha rifiutato di partecipare ad azioni militari comuni in Bahrein, Siria e Yemen.
Lemiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad
bin Khalifa al-Thani, invece fra i pi giovani regnanti al mondo (ha solo 36 anni). Il Qatar ha poco meno di due milioni di abitanti, che contano su
un reddito pro-capite di oltre 100mila dollari. Lemiro ha presieduto il consiglio direttivo della Qatar Investment Authority e con lui il fondo ha comprato
quote di Barclays, Sainsburys, Harrods, Volkswagen,
Walt Disney, The Shard, Heathrow Airport, Siemens
e Royal Dutch Shell e anche una quota del pi alto
edificio dEuropa, lo Shard London Bridge. Il fondo
sovrano proprietario anche della squadra di calcio
del Paris Saint-Germain ed sponsor del Barcellona.
Con la costituzione. Aderiscono al Consiglio
di cooperazione del Golfo anche due monarchie almeno formalmente costituzionali, Bahrein e Kuwait.
Il Bahrein retto dalla famiglia l Khalfa, ma i poteri del re sul governo sono cos influenti da rendere
sostanzialmente anche questo regno una monarchia
di tipo assoluto. In Kuwait lemiro Sabah al-Ahmad
al-Jaber al-Sabah un sovrano costituzionale. Tutta20

via, pur avendo poteri limitati dal parlamento (il pi


antico di tutto il Golfo Persico), il 19 marzo del 2008
lo ha disciolto richiedendo nuove elezioni nel Paese
ed entrando in contrasto con il governo.
Quelle che funzionano. Nel mondo arabo pesano anche due monarchie costituzionali, Giordania e Marocco. Entrambi i Paesi stanno reggendo
abbastanza bene agli scossoni provocati dalle primavere arabe del 2011 grazie anche alle riforme di
Abdullah II e Mohammed VI. Nel Regno di Giordania, nato alla fine della Seconda guerra mondiale dopo una complessa gestazione seguita alla caduta ottomana nella Grande guerra, il re ha tuttora molto
potere, mentre in Marocco, con la riforma del 2011,
ha rinunciato a una serie di poteri esecutivi a vantaggio del capo del governo. Le politiche di Giordania
e Marocco rappresentano due validi esempi di come
sia possibile controllare con risultati accettabili, seppure con grandi difficolt, due fenomeni come il terrorismo e limmigrazione, generati da conflitti che
stanno modificando i confini di alcuni Stati dellarea.
In Asia. Lottantanovenne Bhumibol Adulyadej,
noto come Rama IX, il re di Thailandia, monarchia costituzionale un tempo conosciuta come Siam.
Lattuale sovrano regna dal 1946 ed il capo di Stato
in carica da pi tempo nel mondo. Il ruolo del re
stato pi che importante nella storia recente del Paese e il suo potere preservato da leggi severissime che
colpiscono il reato di lesa maest. Riverito come un

8
5
3

12

10

15

1
11

20

18 16

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19
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17

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27
25
24

23
26

Monarchia assoluta
Monarchia mista o semiparlamentare
Monarchia costituzionale o parlamentare
Stati associati a una monarchia (Commonwealth)

21

ANCORA
SUL TRONO

Nella cartina, le
monarchie di oggi,
suddivise per tipo:
Citt del Vaticano
Liechtenstein
Andorra
Monaco
Belgio
Lussemburgo
Olanda
Danimarca
Norvegia
Svezia
Spagna
Regno Unito
Arabia Saudita
Emirati Arabi
Kuwait
Qatar
Oman
Bahrein
Giordania
Marocco
Lesotho
Swaziland
Brunei
Thailandia
Cambogia
Malesia
Bhutan
Giappone
Tonga

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5
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11
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28
29

29

22

Il re della THAILANDIA considerato inviolabile.


Offenderne la dignit pu costare 15 anni di carcere
semi-dio, al momento il pi importante simbolo
di unit nazionale. Il Paese infatti lacerato da conflitti politici e sociali che spesso sfociano in sanguinose rivolte di piazza e il potere di fatto nelle mani dei militari.
Molto meno influente Norodom Sihamonir, re
di Cambogia dal 14 ottobre 2004. Quella cambogiana una delle poche monarchie elettive del mondo. La linea di successione al trono determinata dal
Concilio reale del trono, che sceglie un re tra i membri della famiglia reale che abbiano almeno trentanni di et e siano discendenti del re Ang Duong, del
re Norodom o del re Sisowath.
Dal Borneo alla Malesia. Il Sultanato del Brunei situato sullisola del Borneo. una piccola monarchia assoluta che governa su mezzo milione di
abitanti. Indipendente dal 1984 dallImpero britannico, lattuale sultano, Hassanal Bolkiah, nel 2014
ha introdotto la sharia, bandendo nel Paese le tradizioni cristiane. Bolkiah uno degli uomini pi ricchi
del mondo; fra le altre cose possiede unimmensa collezione di automobili, si dice vicina ai 6.000 pezzi.
Di ben altra natura lo stile di governo del piccolo
Regno del Bhutan, sulle pendici dellHimalaya. Basti pensare che qui non si calcola il Pil (prodotto interno loro), ma la Felicit Interna Lorda. diventato una monarchia di tipo costituzionale nel 2007,
quando il trentaseienne re, Jigme Khesar Namgyel
Wangchuck, chiamato Druk Gyalpo (Re Drago), indisse le prime elezioni generali della storia del Paese.
La Malesia, costituitasi nel 1963, uno Stato federale retto da una monarchia costituzionale, il cui re
eletto con un mandato di 5 anni tra i sovrani ereditari di nove dei tredici Stati che compongono la fe-

derazione. La regola non scritta che si venga eletti


a turno re della Malesia, senza restare in carica pi di
un mandato. Insieme al governo e al parlamento, il
re della Malesia esercita il potere esecutivo e legislativo, con il compito di scegliere il primo ministro. Il
Sultano di Kedah (Stato della Malesia) attualmente Abdul Halim e ha 89 anni.
Giappone imperiale. Il Giappone lunica monarchia del mondo il cui monarca ha ancora diritto al titolo di imperatore. Lattuale sovrano Akihito
(nome imperiale Imperatore Heisei) discende, secondo la tradizione, dallimperatore Jimmu e dalla
dea del sole Amaterasu, che regnavano sin dal VI secolo avanti Cristo. La casa imperiale riconosce 125
monarchi legittimi a partire da allora e ci rende la
famiglia reale di Akihito la pi antica al mondo. Suo
padre, Hirohito, nel gennaio del 1946 pronunci la
celebre Dichiarazione della natura umana dellimperatore e quindi Akihito il primo a salire sul trono senza godere di prerogative divine. Secondo
lattuale costituzione, limperatore il simbolo dello
Stato e dellunit del popolo del Giappone.
Nessuno tocchi sua maest! In Polinesia, nel
Pacifico, c il Regno di Tonga, un arcipelago di 173
isole, 53 delle quali abitate. Il capitano inglese James Cook le visit nella seconda met del 700 assicurandole allImpero britannico. Tupou VI re dal
2015. Il giorno dellincoronazione, dopo averlo segnato con lolio santo, ornato con un anello e con lo
scettro, il reverendo della Chiesa metodista australiana DArcy Wood, nativo dellisola, non pot porgli la corona sul capo. Motivo? vietato, a qualsiasi

tongano nativo, toccare la testa del re.


Francesco De Leo
21

SPAGNA

TEMPI
MODERNI

Anni duri per la corona SPAGNOLA, a caccia di credibilit.


Una SFIDA sulle spalle del giovane re. E di una famiglia molto bella

na corona di argento dorato e velluto


rosso, senza perle n pietre preziose.
il simbolo della Corona de Espaa, la
monarchia spagnola. Custodita assieme a manoscritti, reliquari e monili nel Palazzo Reale di Madrid, due anni fa, il 19 giugno 2014, ha
lasciato la sua custodia per sfilare su un cuscino di
velluto. Loccasione lo richiedeva: la solenne investitura in Parlamento di Filippo di Borbone e Grecia, salito al trono di Spagna con il nome di Filippo
VI. Viva il Re! Viva la Spagna!, gridarono i deputati dopo il giuramento del re, relativamente giovane ( del 68) e decisamente altissimo ( un metro
e 97!), allindomani dellabdicazione di suo padre
Juan Carlos.
Filippo non stato incoronato, ma proclamato re
dai deputati, in una cerimonia low profile, senza rappresentanti n membri delle case reali europee, come prevede il protocollo dettato dalle nuove regole
in vigore per la successione. Ci vuole una monarchia rinnovata per un tempo nuovo. La Corona deve essere vicina ai cittadini e guadagnarsi il loro rispetto, ha detto Felipe VI, dopo aver ricevuto linvestitura solenne e aver giurato sulla Costituzione.

Quella Costituzione che, dal 1978, sancisce la (ri)


nascita dei Borbone in Spagna. La monarchia spagnola infatti stata istituita con la Costituzione del
1978, tre anni dopo la salita al trono di Juan Carlos
e la fine del regime franchista che per 36 anni (dal
1939 al 1975) congel i poteri della casa regnante. un sistema monarchico parlamentare, dove re
e regine sono capo di Stato e comandante delle forze armate ma hanno solo un potere simbolico (gli atti sono validi solo con la controfirma del primo ministro o del presidente del Congresso dei deputati).
Sotto attacco. Filippo sta facendo del suo meglio per offrire agli spagnoli il volto migliore della monarchia. Subito dopo linvestitura si ridotto lo stipendio del 20 per cento e si impegnato
in una fitta agenda di incontri pubblici tesi a dare unimmagine nuova e moderna della Casa Reale. In questo percorso irto di ostacoli verso una
nuova credibilit re Filippo pu contare su unalleata preziosa, la moglie Letizia Ortiz Rocasolano. La nuova regina di Spagna unex giornalista televisiva con un divorzio alle spalle e niente sangue blu nelle vene. Eppure, o forse proprio
per questo, persona comune come i suoi sud-

Non solo Borbone

ome per altri Paesi europei, la storia politica


e istituzionale della
Spagna in parte la storia
della sua monarchia e dei
suoi re. Fu lImpero romano
a battezzare Hispania la
Penisola iberica e quella terra
dette a Roma alcuni dei suoi
principali imperatori come

22

Traiano, Adriano, Marco Aurelio e Teodosio il Grande. Non


esiste una data ufficiale di
nascita del Regno di Spagna,
perch frutto di varie vicende
matrimoniali e territoriali
nel corso di pi secoli. Luso
del titolo di Re di Spagna si
utilizz a livello ufficiale solo
nel 1808 grazie a Giuseppe

Bonaparte (fratello di Napoleone sul trono spagnolo dal


1808 al 1813), mentre i precedenti sovrani continuavano a
utilizzare titoli corrispondenti
ai propri domini e, in primo
luogo, quelli di Re dAragona
e di Castiglia. Protagonista
della storia della corona
di Spagna dal Rinascimento

a oggi stata la casa dei


Borbone. Hanno guidato il
Paese in ben quattro reggenze, inclusa lattuale. Prima
di loro, alternandosi a fasi
repubblicane, sedettero sul
trono di Spagna le casate dei
Trastmara e degli Asburgo,
la famiglia Bonaparte e Casa
Savoia.

FAMIGLIA
DA COPERTINA

GETTY IMAGES

Nel giorno
dellincoronazione,
il 19 giugno 2014,
Felipe VI con la moglie
Letizia e le principesse
Leonor e Sofia.

GETTY IMAGES

Il RITORNO sul trono dei Borbone, nel 1975, non stato indolore:
diti, sta interpretando al meglio il suo ruolo di
sovrana moderna e pian piano va restituendo alla corona iberica uno smalto che sembrava
compromesso.
La coppia, che ha due figlie, Leonor, 10 anni, erede al trono, e Sofia, 9, deve rimediare ai danni dimmagine provocati da due brutti scandali. Il pi spinoso quello che coinvolge direttamente Cristina,
lInfanta di Spagna sorella di Filippo. Cristina
sospettata di evasione fiscale nellinchiesta che ha
coinvolto suo marito Inaki Urdangarin, accusato
di avere sottratto milioni di euro di fondi pubblici attraverso un ente di beneficenza. LInfanta il
primo membro della Casa Reale spagnola a sedersi
sul banco degli imputati e a rischiare una pena fino a 9 anni di carcere.
Colpo di Stato. Laltro scivolone riguarda direttamente lex re Juan Carlos, immortalato nel
2012 in immagini che lo ritraevano impegnato a
caccia di elefanti in Botswana. La sua foto col fucile in mano davanti alla carcassa di un pachiderma
appena colpito a morte stato il peggior servizio
che potesse offrire alla famiglia reale. Criticatissi24

mo dagli ambientalisti e dai media, che lo accusavano di condurre una vita da gaudente (tra laltro i
gossip sulle sue continue avventure extraconiugali
non si sono mai zittiti) mentre la Spagna correva il
rischio default, fu costretto alle scuse pubbliche. E
il 2 giugno 2014 alluscita di scena. Se Juan Carlos
ha abdicato sulla scia degli scandali, gli vanno per riconosciuti anche importanti meriti che risalgono al primo decennio del suo regno ( diventato re il 22 novembre 1975, vedi riquadro). Intanto
fu lui a guidare la transizione verso la democrazia
dopo la lunga dittatura franchista. Transizione che
raggiunse il suo apice nel 1977 con le prime elezioni democratiche dal 1936 e nellelaborazione da
parte del Parlamento del testo dellattuale Costituzione, approvata con un referendum il 6 dicembre
1978. Ma soprattutto gest con abilit il tentativo
di colpo di Stato del febbraio 1981. Mentre un folto gruppo di militari della Guardia Civil occupava la Camera dei deputati, al comando del tenente
colonnello Antonio Tejero, il re comparve in televisione, in uniforme da Capitano generale dellesercito, e richiam al loro giuramento di fedelt i mili-

PARENTI
NEI GUAI

Sopra a sinistra,
linfanta Cristina
col marito Inaki
Urdangarin, accusati
di frode fiscale. Sotto,
la foto che ha messo
nei guai Juan Carlos,
in posa davanti al suo
trofeo di caccia.

Nelle mani del dittatore

GETTY IMAGES

uan Carlos figlio di Juan di


Borbone-Spagna (19131993), conte di Barcellona
e terzo figlio maschio del re
Alfonso XIII di Spagna e di
Maria Mercedes di Borbone e
delle Due Sicilie. nato a Roma
(il 5 gennaio 1938) perch qui
viveva allora la famiglia reale
spagnola, in fuga dalla Spagna
in piena guerra civile e con i
repubblicani sul piede di guerra.
Il 14 maggio 1962 Juan Carlos si
spos ad Atene con la principessa Sofia di Grecia e dopo la luna
di miele la coppia and a vivere
nel Palazzo della Zarzuela, alla
periferia di Madrid. Lallora capo
di Stato era Francisco Franco, il
Caudillo de Espaa, che aveva
instaurato una dittatura fascista
e nel 1947 dichiarato la Spagna
una monarchia, pur senza
indicare subito quale sarebbe
stato il sovrano. Alfonso Botti,
docente di storia contemporanea allUniversit degli Studi di
Modena e Reggio Emilia, sottolinea in questo contesto labilit
politica del Caudillio. Franco,

che voleva conservare tutto il


potere per s, astutamente non
scelse in quel momento il nome
del sovrano e lasci in bilico la
situazione sino a quando non
si risolse nel 69 con la nomina di Juan Carlos. Il monarca
spagnolo non aveva detto nulla
per contrastare Franco o contro
la sua dittatura, perch sapeva
benissimo che la propria investitura dipendeva proprio dal capo
dello Stato.
Meglio il figlio. Inoltre Franco
non si fidava della cultura liberale e anglosassone di Don Juan
(il padre) che pi volte, estenuato dalla mancata restaurazione
della monarchia, si era espresso
contro la dittatura. Fu cos che
dopo la morte del Generalsimo, il 22 novembre 1975, Juan
Carlos fu proclamato re. Una
scelta che cre un forte conflitto
allinterno della famiglia. Don
Juan, legittimo erede al trono,
accetter solo due anni dopo il
fatto compiuto, cio il salto di
un anello nella catena ereditaria, conclude Botti.

Franco FAVOR Juan Carlos, ma la corona spettava al PADRE


STORIA DI
UNASCESA

ZUMA PRESS/MONDADORI PORTFOLIO

Sopra, Juan Carlos


con la regina Sofia il
giorno dellinvestitura
(22 novembre 1975).
Sotto, insieme al
generale Francisco
Franco (con gli
occhiali) nel 1968.

tari, sconfessando i generali golpisti e permettendo


cos che il golpe fosse sgominato quella stessa notte.
Identikit. I reali di Spagna sono Borbone, ramo cadetto dellantichissima dinastia dei Capetingi, che eredit il trono di Francia nel 1589. Fu Filippo V, nipote di Luigi XIV, il capostipite dei Borbone di Spagna. Nominato erede nel testamento di
Carlo II, fu proclamato Re di Spagna il 2 ottobre
1700. Fu comunque Carlo Sebastiano di Borbone, duca di Parma e Piacenza con il nome di Carlo I dal 1731 al 1735, re di Napoli
e Sicilia dal 1735 al 1759 e infine
Re di Spagna con il nome di Carlo III, a meritare, tra i Borbone, il
giudizio pi positivo da parte degli storici (vedi servizio nelle prossime pagine). Per Benedetto Croce, i
suoi venticinque anni di regno come Re delle Due Sicilie furono anni di progresso deciso mentre lo
storico Giuseppe Galasso definisce
il regno di Carlo di Borbone come linizio dellora pi bella della

storia di Napoli. Richiamato in Spagna alla morte


del fratellastro Ferdinando VI nel 1759, Carlo salp con la sua flotta dal porto di Napoli tra la commozione dei partenopei, per attraccare dieci giorni dopo in quello di Barcellona, accolto dallentusiasmo dei catalani. Carlo modernizz la Spagna e
fu promotore di una politica riformista.
Il declino. Meno brillanti le sue scelte in politica estera, dove raccolse diversi insuccessi a causa
dellalleanza con la Francia, sancita dal terzo patto
di famiglia borbonico, che lo port a contrapporsi alla grande potenza marittima della Gran Bretagna. Per il resto, la storia dei Borbone in Spagna fu
tuttaltro che eccelsa: detronizzati nel 1808 e nel
1868, costretti ad affrontare guerre civili e infine ad
abbandonare la Spagna nel 1931 (lanno in cui fu
deposto Re Alfonso XIII) per lasciare nascere la seconda repubblica. Tempo cinque anni, anche questa verr spazzata via dal colpo di Stato che inaugurer la guerra civile (1936-1939) con nazionalisti e repubblicani sui fronti opposti. Vinsero i pri
mi e vinse il dittatore Francisco Franco.
Francesco De Leo
25

ANALISI

BRIDGEMAN/MONDADORI PORTFOLIO

PRIMO UNTO

Pipino il Breve, re dei


Franchi, fu il primo
sovrano incoronato
con il rito dellunzione,
che ne sacralizzava il
titolo. Avvenne nel 751.

era una volta un re... Anzi, ce nerano tre: un re-sacerdote, un re-guerriero e un re-dio. Sono i modelli-base della monarchia, forse la pi antica forma di governo. Ma i volti di questo primattore della Storia sono stati in realt molti di pi.
Come si chiamasse la prima testa coronata non
si sa. Ma sappiamo che le citt nate tra il Nilo e la
Mesopotamia oltre 6mila anni fa erano governate
da sovrani. E che quel primo monarca (colui che
governa da solo, in greco) fu probabilmente uno
sciamano o un sacerdote. Lantenato dei faraoni egizi, il re Scorpione delle cronache semileggendarie della Valle del Nilo, conosceva i segreti
delle piene del fiume sacro, che sapeva prevedere
e quindi sfruttare. Il controllo sul rubinetto della
prosperit egizia gli assicur un posto in cima alla piramide sociale. Furono quelli come lui a dotarsi di una delle pi antiche e diffuse insegne del
potere: lo scettro, sotto forma di mazza o bastone di comando. Una bacchetta magica che univa terra e cielo.
Dinastie. Il re Scorpione fu anche il capostipite
di quella che alcuni egittologi chiamano dinastia
zero. E non c monarchia senza dinastia. Anche
le monarchie come le abbiamo conosciute per secoli in Occidente si basavano su rigide norme di
successione, di solito sul sistema della primogenitura, conferma Maria Antonietta Visceglia, docente di Storia moderna alla Sapienza di Roma e
autrice del libro Riti di corte e simboli della regalit (Salerno editrice). La morte del re segnava sempre un momento di incertezza. Il funerale regale
serviva proprio a designare pubblicamente il nuovo sovrano e proclamare la continuit del potere.
Lannuncio che in Francia segnava il passaggio da
un sovrano allaltro (Il re morto! Viva il re!) era
in fondo uno scongiuro contro quel vuoto di potere. Perch rimanere senza monarca era un po come rimanere senza dio.
Divini. Fu sempre tra Egitto e Mesopotamia che
il re-sacerdote fu promosso da mediatore tra uomini e divinit a dio lui stesso. Ben presto anche
tra i popoli guidati da condottieri, come gli Itti-

Le ORIGINI e i tanti volti di un PROTAGONISTA

CERA UNA

DIO IN TERRA

Thutmosi III (XV


secolo a.C.) fu un recondottiero, ma come
tutti i faraoni ebbe
anche un ruolo di
sacerdote e fu lui stesso
divinizzato.

ARALDO DE LUCA

ti e i Persiani, il re-guerriero delle origini fu divinizzato. E persino a Roma, dove dalla monarchia
dei primi tempi (forse di derivazione etrusca) si era
passati al governo repubblicano, si fin per premiare limperium (il diritto di comandare) ispirandosi
allesempio orientale. Il grande passo lo fece Ottaviano Augusto divinizzando Giulio Cesare nel 42
a.C. Ma il prototipo era precedente: Alessandro
Magno (356-323 a.C.). Un modello efficace perch permetteva, grazie al carisma imperiale e alle
cerimonie pubbliche, di mobilitare grandi masse.
Alessandro era in realt lerede dei tiranni greci del IV secolo a.C., che rappresentarono forse
lesperimento politico di maggiore successo dopo
la crisi delle democrazie (Atene) e delle oligarchie
(Sparta), spiega Mario Vegetti, tra i pi autorevoli storici italiani del mondo antico. Era salito al
trono come legittimo erede del re di Macedonia,
ma il suo prestigio e il suo potere derivavano dalle
conquiste militari e dallefficacia di governo. Per
rendersi accettabile ai sudditi orientali che aveva
sottomesso cerc linvestitura religiosa, presentandosi in Egitto come figlio del dio Ammone, in
Persia come re divinizzato.
Senza re? Non tutti gli Stati antichi furono per retti da sovrani. La Grecia, prima di Alessandro Magno, non conosceva regimi monarchici,
continua Vegetti. Bench la differenza fra re (legittimato dalla discendenza dinastica) e tiranno
(detentore di un potere illegale) fosse nota in et
classica, il linguaggio comune spesso non faceva
differenza fra basileus (sovrano) e tyrannos. Il monarca assoluto non vincolato dalla legge era considerato caratteristico del mondo orientale. Aristotele riteneva che tutti i sudditi del re di Persia
si trovassero in condizione di schiavit e lorrore
e il timore verso la tirannide erano cos forti che
lo stesso Pericle (V secolo a.C.) venne accusato di
comportamento dispotico da molti Ateniesi. Lo
storiografo Tucidide defin il suo regime come in
teoria una democrazia, di fatto il governo delluomo migliore. Ma Pericle dovette sempre rendere
conto dei suoi comportamenti allassemblea dei
cittadini, di cui temeva le reazioni.

assoluto del POTERE dallinizio della Storia a oggi: il MONARCA

VOLTA UN RE
27

Il potere di GUARIRE malattie stato attribuito ai re


inglesi fino al 1714. E a quelli FRANCESI fino
al 1824 (a parte la parentesi RIVOLUZIONARIA)

MESOPOTAMICO

LESSING/CONTRASTO (2)

Statuetta di Gudea, re di
Lagash (nellattuale Iraq)
dal 2144 a.C. Tra i pi
antichi monarchi divinizzati
noti, us il titolo di
re-cittadino.

E i re che si incontrano nellIliade e nellOdissea,


allora? Agamennone, Nestore o Ulisse erano eredit di unepoca in cui di democrazia, in Grecia
come altrove, non si parlava ancora. Erano lultima incarnazione del wanax, il re della civilt micenea (XVII-XII secolo a.C.): una replica, in scala minore, dei sovrani orientali, continua Vegetti. Il wanax regnava su una societ in cui la burocrazia regia controllava le attivit economiche,
amministrava la giustizia, dominava le campagne
circostanti. Ma i suoi poteri erano limitati da una
classe sacerdotale da cui probabilmente dipendevano la sua investitura e legittimazione.
Prescelti. Regalit ha dunque sempre fatto rima con legalit, almeno nel senso che a questa parola si dava in passato: conservazione della tradizione e continuit della dinastia. Non cera infatti
re senza il rito che lo legittimava sottolineandone
il carattere sacro. Il pi importante di questi riti,
con radici remote ma perfezionato nel Medioevo,
era quello della consacrazione.
Si articolava in diverse fasi: vestizione, giuramento, consegna delle insegne e incoronazione,
riprende Maria Antonietta Visceglia. Era un rito di passaggio che trasformava il protagonista (il
principe, di solito) in persona mixta: un uomo che
aveva qualcosa di divino e sacerdotale. Molti riti
di consacrazione prevedevano, prima della consegna delle insegne, lunzione: una specie di battesimo regale. Gi i re barbari visigoti venivano unti al momento di salire al trono, ma il rito si fa risalire alla consacrazione di Pipino il Breve, nel 751.
I sovrani di Francia e dInghilterra dopo lunzione si diceva acquistassero anche il potere di guarire, con il loro tocco, da alcune malattie. Daltra
parte non tutti furono unti: non lo furono i re di
Castiglia e, dopo lunione dei regni di Castiglia e
Aragona, nemmeno quelli di Spagna. In ogni caso, i sovrani occidentali non diventarono mai resacerdoti come i colleghi bizantini. Anche perch
in Europa un sovrano assoluto che univa potere
spirituale e temporale cera gi: il papa.
controPoteri. Divino o semidivino che fosse,
a guardar bene nessun re stato davvero un uomo solo al comando. Il potere regale ha dovuto
fare i conti con contropoteri forti in uno slalom
tra congiure e usurpatori (v. riquadro). Ai faraoni
si oppose il clero delle citt sante (Menfi, Abydos,
Karnak). Agli imperatori romani laristocrazia dei

BENEDETTO

Papa Giulio II incorona


Federico dAragona
re di Napoli, nel 1504.
Lincoronazione
era anche un rito di
legittimazione sacra.

Congiure e usurpatori: gli eterni nemici del monarca

na delle pi antiche
congiure di cui si abbia
notizia risale allEgitto di
circa 4.300 anni fa. Nel mirino
cera il faraone Pepi I, che svent il pericolo. Unaltra congiura
di palazzo, tre secoli dopo,
cost la vita al suo collega
Amenemhat I, mentre Ramses
III (XII secolo a.C.) fece squar-

tare in tempo i funzionari che


con la complicit della regina
volevano spodestarlo. Da allora, congiurati e usurpatori non
hanno mai smesso di tramare.
Tradimenti. Giulio Cesare
(sovrano di fatto) fin sotto i
pugnali dei filorepubblicani,
ma quasi tutti gli imperatori
romani dovettero guardarsi le

spalle. Il primo usurpatore fu


Lucio Arrunzio Scriboniano, governatore in Dalmazia, che nel
42 si ribell a Claudio autoincoronandosi. Lo imitarono, fino
alla fine dellimpero (476), un
centinaio di emuli.
Impostori. Fu poi la volta dei
re dellimpostura bizantini e
medioevali. Tra falsi Costantini

(Bisanzio), Enrico e Riccardo


(Inghilterra), Alfonso (Spagna),
Corradino e Federico (Germania) e Dimitri (Russia), la lista
lunga ma oscura (le cronache
di rado riportano i re mancati).
Quasi tutti riuscirono a reclutare piccoli eserciti e vescovi
pronti a legittimare con una
benedizione le loro corone.

29

Per RAFFORZARE
le dinastie si usavano i
MATRIMONI.
Le famiglie REALI
erano tutte
IMPARENTATE
RIPESCAGGI

Pietro I, sul trono di


Castiglia dal 1350 al 1369.
Detto il Crudele dai
suoi nemici, fu rivalutato
dai posteri come il
Giustiziere.

senatori. Quelli bizantini dovettero vedersela con


i vescovi. Daltra parte il papa (lunico monarca
assoluto ancora in sella in Occidente) appena dopo il Mille insidi con successo la sovranit degli
imperatori tedeschi. In Inghilterra, invece, furono i baroni a porre un freno al potere del re con
la Magna Charta (1215), embrione di monarchia
costituzionale.
Persino i sovrani di Francia, almeno fino alla rivoluzione assolutista di Luigi XIV, fecero
i conti con eminenze grigie, come i cardinali Richelieu e Mazarino.
Lassolutismo , secondo alcuni storici, un mito, spiega Visceglia. Il potere del sovrano era limitato da quello degli altri ordini sociali: i privilegi della nobilt, le corti di giustizia, le prerogative di professioni, esercito e corporazioni cittadine, le istanze dei parlamenti. Nemmeno lancien
rgime era monolitico: era una societ complessa, attraversata da conflitti. Da questi conflitti listituzione monarchica fu lentamente mutata: lo dimostrarono a met 600 la rivolta contro
lassolutismo della dinastia Stuart in Inghilter-

Un re senza corona e senza scorta...

LEEMAGE/MONDADORI PORTFOLIO

n Europa vi sono
alcuni sovrani (inclusi i Savoia, vedi
articolo Lultimo atto)
che non regnano pi
poich nel proprio
Paese cambiato
lassetto istituzionale
ma non smettono per
questo di essere re,
seppure nella condizione di non regnanti.
Il Re Michele I di
Romania (Casata di
Hohenzollern-Sigmaringen), nato nel
1921, sal sul trono
ancora bambino,
nel 1927. Dal 1930
al 1940 lasci lo
scettro al padre, poi
torn sul trono. Nel
1947 Michele venne
deposto dai comunisti e part per lesilio,
prima in Inghilterra
il re cugino della
Regina Elisabetta e
poi in Svizzera. Dopo
la caduta del regime
di Ceausescu riusc
comunque a tornare
in Romania, dove gli

30

vennero restituiti
molti dei beni sottratti. Nel 2011, gli sono
stati affidati incarichi
di rappresentanza.
Anche Re Simeone II
di Bulgaria (Casa di
Sassonia-CoburgoGotha), classe 1937,
divenne re dei Bulgari
giovanissimo, nel
1943. Regn fino al
1945; poi presero il
potere i comunisti,
che fucilarono i tre
reggenti. Nel settembre 1946 fu indetto
un referendum che
port alla proclamazione della Repubblica Popolare. Il re,
la regina madre e la
sorella partirono per
lesilio ad Alessandria
dEgitto. Successivamente, nel 1951, il re
si trasfer in Spagna.
Nel 2001 Simeone II si
present alle elezioni
bulgare e le vinse.
Govern fino al 2005.
Vive a Sofia, con la
moglie.

Il Re Costantino II
di Grecia (Casata
di SchleswigHolstein-Sonderburg-Glcksburg),
classe 1940, stato
incoronato nel 1964.
Durante linvasione
nazista fu costretto
allesilio, ma torn in
patria alla fine della
guerra. Nel 1967 ci fu
il colpo di Stato che
port la dittatura dei
Colonnelli. I rapporti
con la giunta militare
furono sempre tesi
e Costantino tent
un contro-colpo di
Stato. Il tentativo fall
e il re dovette partire
per lesilio anche se
rimase formalmente
capo dello Stato sino
al 1973, quando il generale Papadopoulos
cambi la Costituzione e instaur la
repubblica. Dal 2013
il Re tornato a vivere in Grecia.

Francesco De Leo
Davide Colombo

I sovrani degli altri, dallAmerica alla Cina

THE ART ARCHIVE/SCALA

a figura del re
pressoch
universale. Fanno
eccezione i popoli nomadi (che pure hanno
talvolta avuto grandi
re-condottieri, come
lunno Attila e il mongolo Gengis Khan).
Oltreoceano. Nellimpero andino degli Inca
(XIII-XVI secolo) il re,
Qhapaq Inca, era considerato di origine divina
e come tale adorato.
Pi o meno nello stesso
periodo in Messico
regnava un altro im-

Un re maya di Yaxchiln
(Messico), raffigurato
come dio giaguaro.

CULTO POSTUMO

La tomba di Enrico II
dInghilterra (padre di
Riccardo Cuor di Leone).
Morto nel 1189, fu
subito venerato come
grande re.

LESSING/CONTRASTO

ra (Carlo I aveva sciolto il parlamento), la Fronda francese e la rivoluzione del 1789. Contrasti che trasformarono, alla lunga, molti regni in
monarchie parlamentari e i sovrani in semplici
capi di Stato. Eppure il mito del grande re resiste negli attributi che ancora oggi diamo al persiano Ciro il Grande, ad Alessandro e a Carlo
Magno, a Federico e a Pietro il Grande.
Modelli. Grandi erano un tempo i sovrani che diventavano modelli condivisi per i posteri, spiega lesperta. Come i re-profeti del Vecchio Testamento, i giusti David e Salomone, o
il fondatore del primo impero che un Oriente e
Occidente, Alessandro Magno. Dalle loro figure
idealizzate derivarono i tratti principali della sovranit basata sul principio di maest e sulle virt
di giustizia ed equit, ma anche (per i sovrani cristiani) sulla santit.
Conquiste militari e diplomatiche ( il caso di
Carlo V) contavano, ma la fortuna di un monarca
la faceva soprattutto una buona stampa tra i posteri. La magnificenza nellarchitettura era gi
segno di grandezza, conferma Visceglia. Ma
vantare un re santo nella propria dinastia era un
modo per sacralizzare lintera discendenza. Cos, la fama di un sovrano si costruiva dopo la sua
morte attribuendogli, in cronache e dipinti, episodi miracolosi che sconfinavano nellagiografia.
E dallagiografia alla favola del cera una volta un

re forte e giusto il passo fu breve.


Aldo Carioli

peratore, quello degli


Aztechi. I Maya erano
invece organizzati in
citt-Stato che nel corso della loro millenaria
storia (XV secolo a.C.-X
secolo d.C.) furono
governate da sovrani
di dinastie ereditarie
(ajaw) coadiuvati da
re-sacerdoti.
Eredit. Anche in Asia
le monarchie ereditarie
sono state sempre in
primo piano: dallIndia
dellImpero Moghul
(XVI-XVIII secolo) alla
Cina, mosaico etnico-

politico omogeneizzato solo dalla centralit della semidivina


figura imperiale, fino
al regno Khmer in
Cambogia (IX-XV
secolo). Il re-guerriero
delle steppe orientali
fu invece il Gran Khan
dellImpero mongolo
(XIII-XIV secolo). Il suo
assolutismo basato
sulla forza militare fece
da modello agli zar
russi (che si definivano,
come i re bizantini, autocrati) e al loro impero
centralista.

ACCESSORI

La maest fatta anche di SIMBOLI. Ecco i

INSEGNE
GLOBO

CORONA

usata fin dai tempi dei


faraoni (qui quella di Luigi
XV di Francia, incoronato
nel 1722). In Occidente
si diffuse (sotto forma
di foglie dalbero in oro)
verso il IV secolo a.C. In
origine aveva lo scopo di
far sembrare pi alto (e
sovrumano) chi la portava.

SCETTRO

ULLSTEIN/ALINARI

BRI

DG

EM

AN

/M O

ND

AD

OR

I PO

R TF

OL

IO

LESSING/CONTRASTO

Nato dal bastone di


comando di re-sacerdoti
e sciamani, ha assunto il
significato di guida dei
sudditi. Questo scettro dei
re di Prussia aveva (come
altri) simboli aggiuntivi:
laquila (insegna imperiale
di derivazione romana) e
la spada.

Derivato dalla mela


regale usata dagli antichi
come segno di perfezione
cosmica, nel Medioevo si
trasform in globo (questo
quello degli imperatori
del Sacro romano impero).
E lantica dea della vittoria
fu sostituita dalla croce
cristiana.

32

SIGNIFICATI di quelli pi importanti

REGALI
Nel corso dei secoli la
monarchia ha messo
a punto un repertorio
di simboli per comunicare
ai sudditi il proprio
potere. Un codice dove
niente era casuale

TRONO

BRIDGEMAN/MONDADORI PORTFOLIO (2)

Gi gli scranni dei capi


antichi erano rialzati,
per simboleggiare la
superiorit di chi vi sedeva
(in questo caso Napoleone
I). Tipico anche delle
divinit, il trono
simboleggiava pure la
solidit del governo. La
sala del trono era il cuore
del potere monarchico.

LESSING/CONTRASTO

SPADA

Riassumeva due funzioni


regali: il comando militare
e lamministrazione della
giustizia. Antico simbolo
di forza e libert, grazie
allelsa a croce dal
Medioevo rappresent
anche la compresenza
di autorit spirituale e
temporale.

ERMELLINO
E PORPORA

Destinata nel Medioevo


anche agli alti magistrati,
la pelliccia di ermellino
(un piccolo mustelide) era
simbolo di autorit e
saggezza, segni di maest.
Le stoffe color porpora
entrarono invece nei
guardaroba reali come
eredit dei notabili
romani.

VITA A PALAZZO

Privilegi, GIOCHI, castighi,


CAPRICCI e intrighi dietro
ai piccoli PRNCIPI che
salivano al trono ancora
FANCIULLI

ADULATO

Lomaggio della
corte a Clodoveo II,
re dei Franchi nel
639, ad appena 5
anni, in un dipinto
dellOttocento. A
governare furono la
madre reggente e
il maggiordomo di
palazzo.

Nati con la

CORONA

35

BRIDGEMAN/MONDADORI PORTFOLIO

l suo primo vagito fu accolto con sollievo da


tutto il regno. Era nata l8 dicembre 1542, festivit dedicata alla Vergine Maria e quindi
una data di buon auspicio: sei giorni dopo, per, il re Giacomo V di Scozia fu assassinato, e Maria Stuarda era gi orfana e regina lattante. Non fu
la prima, n lultima volta che un infante entrava
nella Storia. Prima di lei, tra gli altri, Valentiniano
II, acclamato imperatore dOccidente a 4 anni nel
375; Ottone III, re di Germania a 3 anni nel 983;
Enrico VI di Lancaster, re dInghilterra a nove mesi
nel 1422; Ivan IV (il futuro Terribile), signore del
principato di Moscovia a 3 anni nel 1533.
Eredit pesanti. Il destino eccezionale che li ha
accomunati riassunto nel motto che nella Francia
medioevale salutava il passaggio della corona da un
sovrano deceduto al suo successore: morto il re,
viva il re. Eppure non era sempre stato cos.
La carica regia in origine era elettiva, spiega
Maria Teresa Guerra Medici, storica del diritto.
Dallascesa al potere di Ugo Capeto, nel 987, che
inaugur la dinastia capetingia che regner sulla
Francia (con interruzioni) per 800 anni, si afferm invece in Europa la successione ereditaria dal
padre al primogenito, in contrasto con il principio
delleguaglianza tra i figli. Il principale vantaggio
era preservare il feudo eliminando liti e discussioni sulla designazione dellerede.
Levenienza che lerede al feudo (o al trono) fosse
un lattante o ancora nellet dei balocchi fu risolta ricorrendo a un antico espediente: la reggenza,
fino alla maggiore et, affidata a un adulto nominato dal sovrano con una lettera o nel testamento
(madre, nonna, zia, sorella, cugino).
La reggenza della madre, ispirata al diritto romano e al codice dellimperatore bizantino Teodosio
II (V secolo), riconosceva alla madre o alla nonna
il ruolo di tutrice dei figli o nipoti minorenni, ed

MONDADORI PORTFOLIO/LEEMAGE

Luigi XV divenne re di FRANCIA a 5 anni, nel 1715. Lui fu spedito


stata la formula pi utilizzata dalle grandi dinastie,
spiega Guerra Medici. Nel IV secolo lia Pulcheria e Galla Placidia ressero rispettivamente lImpero dOriente e quello dOccidente al posto dei fratellini Teodosio e Valentiniano. Da allora, imperatrici, regine e principesse, contesse e duchesse reggenti non si contano.
Intrighi di stato. Non dobbiamo per immaginare infanti regali cresciuti iperprotetti tra fasti
e privilegi. Spesso dietro allincoronazione di un
re-bambino cera lassassinio dellerede designato, sottolinea Lucilla Rami Ceci, docente di Antropologia alla Sapienza di Roma. Far salire al trono bimbetti, poi, aveva vantaggi poco nobili: sottoposti a una rigida educazione, erano costretti
ad accettare senza discutere i pesanti doveri di un
monarca. Assicurando ai famigliari reggenti la libert di gestire a piacere il potere.
Sono stati molti i piccoli prncipi costretti a difendersi da chi avrebbe dovuto proteggerli e allevarli. Corradino di Svevia (1252-1268), re a due
anni, si vide il trono scippato dallo zio-reggente
Manfredi, che sparse la voce (falsa) della morte del
piccolo. Un po meglio andava con la reggenza materna, adottata per esempio in Francia: La regina
madre non oser attentare alla vita preziosa del Delfino (lerede al trono, ndr) perch non potrebbe re36

gnare ella stessa, spiegava il giurista francese Jean de


Savaron (1566-1622). La reggenza materna fu poi
esclusa dalla Costituzione francese del 1791, probabilmente in odio alla regina Maria Antonietta:
Il re minore fino allet di diciotto anni compiuti;
[...] La reggenza appartiene al parente del re pi prossimo in grado; [...] Le donne sono escluse.
A scuola di regalit. Ma come si tirava su un
futuro sovrano? Leducazione di corte ha avuto caratteristiche assai diverse nei differenti periodi storici e nelle varie societ, risponde Rami Ceci. Ma
dal Medioevo fino a tutto il XVIII secolo il bambino, non solo quello di sangue reale, era un piccolo
adulto. Lo testimoniano i ritratti di corte, quelli
inviati alle casate reali straniere in vista di matrimoni combinati, che ci hanno tramandato immagini
di piccoli prncipi vestiti come adulti: posa marziale, insegne, onorificenze, scettri, spadini e altri attributi del potere. Nel caso delle bambine, si trattava di perfette reginette in miniatura.
Intorno allerede dInghilterra, a partire dal XIII
secolo, si form una nursery reale che era una copia in scala della corte adulta, dove prncipi e rampolli della nobilt, paggi e damigelle imparavano
insieme larte del governo e delle buone maniere.
Nelle corti dellancien rgime francese il compito
di forgiare i futuri sovrani e i loro collaboratori pi

SORPRENDENTE

Enrico IV di Francia
sorpreso
dallambasciatore
di Spagna mentre
gioca con i suoi figli,
tra cui il futuro Luigi
XIII, sul trono nel
1610, a 9 anni.

MAMMINA
CARA

THE ART ARCHIVE

MONDADORI PORTFOLIO/LEEMAGE

Maria de Medici,
reggente di Francia
dal 1600 ed
esautorata dal figlio
Luigi XIII (qui a 3
anni) nel 1617.

in CAMPAGNA, il duca dOrlans (reggente) nella capitale PARIGI


IN POSA

Il principe Baltasar
Carlo di Spagna
(6 anni) nel 1635
a cavallo di un
pony, ritratto da
Velzquez come
condottiero.

PAPA BENEDETTO IX

FERDINANDO
DASBURGO

fidati era invece affidato a sacerdoti, maestri e precettori dalle maniere spicce.
La scuola da re prevedeva lezioni di scherma,
caccia, danza, ma anche calligrafia, matematica,
storia e letteratura. Gi nel 1530 il filosofo olandese Erasmo da Rotterdam, nel suo trattato Leducazione del principe cristiano dedicato allimperatore del Sacro romano impero Carlo V (vedi articolo
nelle altre pagine), aveva fissato alcune regole rimaste valide fino al 700, che prescrivevano persino il
tipo di nutrice pi adatta ai prncipi: Neanche a
balie da poco bisogna affidare chi nato per regnare,

ma cercare balie oneste e preparate in precedenza al


proprio compito.
Bando ai giochi. Spazio per i giochi, per gli infanti reali, ne restava dunque poco. La maggiore et
arrivava in fretta. Per le bambine era stabilita in base alla capacit di procreare, intorno ai 12 anni, per
i maschi oscillava tra i 14 e i 21 anni, et adatta a indossare armi pesanti, spiega Guerra Medici. Spesso tra i fanciulli che diventavano re liberandosi finalmente dal controllo dei reggenti la tentazione di
bruciare le tappe era molto forte: Enrico VI (14211471) fu incoronato un mese prima del suo ottavo

Papi, cardinali e vescovi bambini

ra i piccoli potenti
del passato ci sono
stati anche cardinali
e persino papi. Il caso pi
controverso fu quello
di papa Benedetto IX, al
secolo Teofilatto dei Conti
di Tuscolo: secondo alcuni
storici (le fonti sulle date
non concordano) sarebbe
salito al soglio papale allet di 11-12 anni, nel 1033,

e sarebbe il pi giovane
papa della Storia.
Baby-porporati. Papa
Leone X, cio Giovanni de
Medici (1475-1521), inizi
invece la carriera ecclesiastica a 7 anni, come abate
di Montecassino e Morimondo, e a 13 era cardinale. Ferdinando dAsburgo
(1609-1641) fu invece
detto (a ragione) cardinale

infante: figlio di Filippo


III di Spagna e di Margherita dAustria, a 10 anni fu
nominato arcivescovo di
Toledo da papa Paolo V.
Minorenne fu anche Luigi
Antonio di Borbone
(1727-1785), ultimogenito
del re Filippo V di Spagna, cardinale a 8 anni e
arcivescovo di Toledo (con
tutore) a 9.

PAPA LEONE X

LUIGI ANTONIO
DI BORBONE

37

RMH/ALINARI

Se la REGGENZA era quasi sempre affidata alla madre, il


POTERE veniva solitamente esercitato dai CORTIGIANI
compleanno, mentre Carlo VI (1368-1422) e Carlo IX (1550-1574) diventarono sovrani di Francia
con pieni poteri rispettivamente a 12 e a 10 anni.
Sconvolti. Essere oggetto di cure tanto speciali, investiti di aspettative elevatissime e privati di
uninfanzia da veri bambini poteva scatenare emozioni contraddittorie. Da un lato i piccoli prncipi
si percepivano come esseri carismatici, eccezionali,
divini, sottolinea Furio Pesci, docente di Storia della pedagogia alla Sapienza di Roma. Dallaltro erano comunque bambini, subalterni alla volont degli
adulti e spesso meno liberi di tutti gli altri coetanei.
La prova lampante di questa ambivalenza si trova in un documento eccezionale: il Journal seicentesco di Jean Hroard, medico personale del Delfino di Francia (il futuro Luigi XIII). un diario che
racconta giorno per giorno la vita del regale pupillo. Una vita eccezionale fin dalla nascita, avvenuta senza privacy alla presenza del re e dei prncipi il
27 settembre 1601: Emetteva grida forti e potenti
che non sembravano vagiti di un bambino, da lui mai
emessi. Annotando scrupolosamente i men di 16
mila pasti, orari della nanna, ritmo del polso (pieno, leggero), aspetto del viso (allegro, cattivo),
proporzioni di naso, orecchie e corpo, quantit, co38

lore e odore delle principesche feci (fa la cacca nel


catino, gialla, molto chiara, molta), affezioni cutanee (scabbia, pitiriasi, macchie rosse) provocate da unigiene sommaria (il primo bagno annotato a sette anni, il 2 agosto 1608).
Il Delfino viveva separato dai genitori. In compenso, aveva al suo servizio 225 persone, che lo iniziarono prestissimo ai rituali di corte: a un anno impar
a porgere il braccio ai visitatori per ricevere il baciamano, a due a mantenersi immobile come una statua durante le parate in citt, a tre riceveva prncipi e
ambasciatori nel castello di Saint-Germain-en-Laye,
a 7 era un danzatore e giocatore di pallamaglio (antenato del croquet) provetto. Il diario di Hroard non
si ferma davanti a niente: il 3 settembre 1604 registra le prime esperienze erotiche (Si sveglia alle sette
e mezza, allegro e vispo, fa baciare a ciascuno il suo uccello) e a 5 anni riporta che Luigi ha soddisfatto le
sue curiosit sessuali con la nutrice.
Giochi a tema. I giocattoli, a Luigi XIII, non
mancavano, ma erano tematici: 300 soldatini
dargento e unintera corte di bambole da vestire alla moda, per raffinare il gusto. Come annota Hroard, Luigi potenzi i peggiori difetti infantili: era ostinato, collerico, capriccioso, geloso dei

VISITE DI STATO

Luigi XV di Francia
(in braccio) riceve la
visita dello zar Pietro
il Grande nel 1717:
aveva 7 anni.

AKG IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO

SVAGHI DI CORTE

Linfanta di Spagna
Margherita nel
1656 con le dame
di compagnia e (a
sinistra) lautore
del quadro: Diego
Velzquez.

fratelli e fratellastri (chiamati fefs) e soprattutto disubbidiente, tanto da rifiutarsi, a 6 anni, di svolgere il rituale pasquale del lavacro dei piedi dei poveri
(Non voglio, non voglio! Hanno i piedi puzzolenti).
Per spuntarla, la governante madame de Montglat,
incaricata dal re di formare il carattere del principino nei suoi primi 7 anni di vita, le prov tutte: dallo spauracchio vivente (Per fargli paura si fa entrare
il carbonaio) al ricatto di togliergli lo status di Delfino (Si infila il suo abito al collo del paggio) fino

alla frusta, usata a partire dai 3 anni. Voglio che lo


frustiate, scrisse il padre Enrico IV nel 1607 a madame Montglat. E vi comando di farlo tutte le volte
che si intestardir o far qualcosa di male, ben sapendo che nulla al mondo gli giover di pi.
Tre anni dopo, Enrico IV fu assassinato e il 17 ottobre 1610, a Reims, il Delfino divenne Luigi XIII.
Aveva 9 anni, ma fu sottoposto allautorit della
potente madre, Maria de Medici, per altri 7.
Claudia Giammatteo

er secoli prncipi e
principesse si sono
vestiti fino a una
certa et pressoch allo
stesso modo. Dopo le fasce da neonati, si passava
a tunichette a tinta unita
(nera, rossa, marrone)
con spacchi ai lati o una
sorta di imbragatura per
i primi passi. Poi venivano
gonne, pizzi e scollature
(anche per i bimbi). Solo a
7 anni i maschietti abbandonavano i vestitini da
bambola e passavano a

pantaloni e calze lunghe,


mantenendo per merletti, gioielli e orecchini,
mentre le femmine erano
strette in corsetti irrigiditi
da lamine di metallo e
stecche di balena, oltre
che (nel 600) da alte
gorgiere.
Divise. Sullonda di nuove
idee pedagogiche, dalla
met dell800 apparvero
tre abiti distintivi dellinfanzia reale, ma non solo:
il vestitino alla marinara
(blusa blu o bianca con

collo di piquet quadrato


ornato da ncore o galloni militari) ispirato allabbigliamento da crociera
dei prncipi di Galles, gli
eredi al trono inglese; il
vestito da piccolo lord
(pantaloni al ginocchio,
marsina, collare e polsini
di pizzo); la divisa dellesclusivo college inglese
di Eton (calzoni lunghi,
giacca alla vita e cappello
a cilindro) dove hanno
studiato generazioni di
rampolli della nobilt.

RMH/ALINARI

Moda unisex per piccoli prncipi

Sembra una bimba, ma Luigi XV


di Francia (con fucile giocattolo).

39

VIZI REGALI

Costantemente al CENTRO dellattenzione, e al di sopra della legge, ai

IL LATO
OSCURO

LUIGI XIV RE DEL GOSSIP

Luigi XIV, noto come Re Sole, su un


curioso trono a rotelle, nei giardini
di Versailles con la corte nel 1713. La
vita e le abitudini del Re Sole erano di
pubblico dominio.

sovrani stato sempre tutto PERMESSO. Anche gli ECCESSI pi estremi


INCESTO DI STATO

THE ART ARCHIVE/SCALA

Nefertiti e Akhenaton (1353-1336 a.C.) adorano Aton (la


divinit solare). Akhenaton era il padre di Tutankhamon,
mentre Nefertiti ne era sia matrigna che suocera.

ALINARI

ociopatici, assassini, stupratori seriali, uxoricidi, infanticidi, pedofili, adulteri, fornicatori, incestuosi: in due parole, loschi figuri.
Non si tratta di un elenco di soggetti da studiare al corso di criminologia, n dei delinquenti famosi presenti al Museo delle cere di Madame Tussaud. quello che si potrebbe definire il curriculum
medio di una testa coronata, il cursus dis-honorum
da trascrivere nella carta didentit di molti sovrani. Peccati veniali nel migliore dei casi, ma per lo
pi reati efferati o psicopatologie gravi da ricovero
coatto. E invece molti detentori di queste agghiaccianti abitudini hanno soggiornato per tutta la vita
in regge sterminate con trattamento 5 stelle luxury, decidendo della vita e della morte dei loro sudditi. Perch un re era al di l della legge degli uomini, legibus solutus.
Dante nel De Monarchia auspicava lavvento di un
sovrano unico, al di sopra di ogni passione. Peccato
che dei loro vizi questi uomini (e donne) di potere
fossero schiavi. Lo stesso poeta ne inseriva un congruo numero nellInferno. Fra questi, la leggendaria
Semiramide, moglie di un sovrano assiro-babilonese, ospite illustre nel girone dei lussuriosi, cos innamorata del figlio da costringerlo a un rapporto incestuoso. Lbito fe licito in sua legge, dice Virgilio
a Dante; in pratica, sdogan la libidine per decreto
reale. Un mito letterario?
41

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SCALA

FRA MINISTRI E FAVORITE

Nel privato il re Luigi XV (1710-1774)


si faceva comandare a bacchetta da Madame
Du Barry, la sua favorita, che lo prendeva in giro
chiamandolo La France.

Vari STORICI latini


come Svetonio,
Tacito, Dione Cassio
furono influenzati dalle
DICERIE del tempo

TOPLESS DANTAN

La donna ritratta da Jean


Fouquet nelle vesti della
Vergine nel Dittico di Melun
a met 400 era Agns Sorel,
favorita di Carlo VII, al quale
diede quattro figli. Fu tra
le prime a indossare abiti a
spalle nude.

42

Fidanzati in casa. A dir la verit, di incesto parla anche la Bibbia e fra i sovrani dellantico Egitto
era la norma: in quella societ lerede al trono dei
faraoni, prima di essere proclamato re, sposava solitamente sua sorella. Questo perch la successione avveniva per linea matrilineare, quindi si diventava faraoni in quanto figli della Grande sposa reale, la moglie pi importante del faraone; logico,
dunque, che non si volesse far entrare in famiglia
sangue estraneo che potesse accedere al trono. Il
sovrano, poi, poteva sposarsi quante volte voleva:
Ramses il Grande (1303-1212 a.C.) ebbe oltre cento figli da almeno 5 o 6 mogli ufficiali e altre ufficiose. Una di queste era Henutmire, che alcuni studiosi ritengono sua sorella, unaltra era Merytamen,
figlia dello stesso Ramses e della sua Sposa reale preferita, Nefertari.
Che intreccio! Anche a Nefertiti doveva essere capitato 3.400 anni fa di fare confusione tra figlimariti e figlie-nuore. La leggiadra moglie di Akhenaton, il faraone eretico, era la perla pi bella di una
famiglia dalle strane caratteristiche fisiche: un cranio
allungato simile al testone mostruoso del film Alien.
Daltra parte, le deformit non dovevano essere inusuali nelle stirpi reali, dove i matrimoni fra consanguinei erano la norma. Non era sfuggito alla regola

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tra famiglia disfunzionale imperiale. Berta, figlia di


Carlo Magno (742-814), pu essere annoverata tra
le rampolle di sangue blu sessualmente pi esuberanti. Uno dei suoi amanti era addirittura un santo: santAngilberto di Centula, che prima di finire
in monastero fu conte-poeta. Berta non aveva fatto
che seguire lesempio paterno: Carlo Magno aveva
collezionato, infatti, almeno 5 mogli (secondo alcuni storici 8), fra le quali la tredicenne Ildegarda e due
badesse, oltre a un certo numero di concubine. Tra
spose legittime e amanti, erano cos tante che persino il suo biografo Eginardo perse il conto.
Un vezzo comune. In epoca rinascimentale,
Carlo VII di Valois si era scelto come concubina la
bella Agns Sorel, che aveva piazzato come dama di
corte alla moglie. Ritratta in topless da Jean Fouquet, lamante gli aveva dato 4 figli prima di
morire a 28 anni, assassinata secondo alcune
ricerche recenti con un
medicamento al mercurio. Enrico IV (15531610), marito della reine Margot resa celebre
IL RE DEGLI
ECCENTRICI

Dopo avere avuto


svariati amanti di ambo
i sessi, Ludwig di Baviera
(1845-1886) si dedic in
privato ad abbuffate di
cibo uscendo dai suoi
castelli (ne fece costruire
tre) soltanto di notte.

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neanche Tuntankhamon, detto Tut, il ragazzo dalla maschera doro. Il faraone fanciullo che si suppone fosse figlio di Akhenaton era, infatti, frutto
dellincesto. Ce lo dice la genetica, che ha sbrogliato
lintreccio parentale tra le mummie conservate nelle
camere sepolcrali egizie: la regina Nefertiti, che gli
egittologi hanno considerato per anni sua madre, gli
era in realt matrigna e suocera, visto che al malaticcio Tut era andata in sposa Ankhesenamon, una
delle figlie di Akhenaton, in pratica la sorellastra.
Limpero dei sensi. A Roma gli imperatori si distinguevano per un uso disinvolto del diritto di famiglia. Augusto, per esempio, aveva approvato una
legge per punire le donne colpevoli di avere rapporti fuori dal matrimonio; proprio lui, che aveva ripudiato la prima moglie, Clodia, per sposare Scribonia.
Inutile aggiungere che il princeps agognava costumi
morigerati ma poi, una moglie tira laltra, aveva ripudiato anche la seconda per impalmare la gi maritata Livia Drusilla, voluta a tutti i costi bench incinta del suo secondogenito, Druso. Domanda: non sar che il beb era frutto dei lombi augustei, e non del
legittimo consorte? Lautore latino Svetonio avanza
proprio questa ipotesi. Ma anche vero che, come
altri storici romani, scriveva un secolo dopo i fatti, e
forse ci aveva ricamato sopra. I gossipari dellantichit avevano, come molti gossipari di oggi, un secondo fine: denigrare la politica imperiale e assolutista, che aveva cancellato il ruolo del Senato (di cui
molti di loro erano fan). Nacquero cos molte delle
nefandezze che attribuiamo a Nerone. Alcune (come la faccenda dellincendio di Roma) smontate dagli storici di oggi.
Una famiglia disfunzionale. Qualche secolo
dopo, al di l delle Alpi, i rumors circondarono unal-

AL FUOCO!

Le fiaccole di Nerone,
un dipinto di fine
800. Secondo Tacito
limperatore accus
i cristiani di aver
dato alle fiamme
Roma per mettere
a tacere le voci che
accusavano lui.
Oggi sappiamo che
la brutta fama di
Nerone in buona
parte un falso
storico.

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MEGLIO NON
PIACERGLI

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Enrico VIII si
intrattiene con Anna
Bolena sotto gli
occhi della regina
Caterina dAragona
(la stessa del ritratto
sulla parete). Il
dipinto di fine 800.
La storia nota: il
re riusc a sposare
Anna, salvo farla poi
decapitare.

Enrico VIII fu tra i sovrani pi ESUBERANTI e crudeli.


Quattro delle SEI MOGLI fecero una brutta fine
da Dumas, ne aveva collezionato pure lui una lista
infinita: la pi nota, Gabrielle dEstres, vantava anche lei il ritratto in topless e una fine tragica con sospetto di avvelenamento. Daltra parte, la seconda
moglie del re era la toscana Maria de Medici e alla
corte francese, quando non ci si spiegava una morte
prematura, si dava la colpa al veleno, magari italiano. Come tramanda anche la leggenda nera di unaltra regina di Francia, Caterina de Medici (madre di
Margot e suocera di Enrico IV) accusata di essere
lavvelenatrice di figli e nuore, oltre che lispiratrice del
massacro di san Bartolomeo
(1572), in cui furono sterminati migliaia di ugonotti.
La storiografia lha riabilitata solo di recente.
Nobili appetiti. Non
stupisca, per, che gli amanti
reali fossero esibiti senza pudore. I costumi di un re non
erano in discussione. Anzi,
erano di pubblico dominio
anche per rassicurare i sudditi sulla buona salute del
sovrano. Nella vita di Luigi
GUSTI PROIBITI

Federico il Grande (17121786) fece assumere la


ballerina parmigiana Barbara
Campanini, di cui apprezzava
le gambe da uomo. E
avrebbe detto di voler essere
posseduto carnalmente dal
filosofo Voltaire.

XIV tutto doveva essere pubblico. Al risveglio, che


avveniva nel Grande appartamento di Versailles, la
vestizione si svolgeva davanti ai membri della famiglia reale e al gran ciambellano, che lo aiutava a indossare la vestaglia, mentre i duchi gli porgevano la
camicia e il valletto di parrucca gli sistemava la cascata di riccioli finti. Le abluzioni si limitavano spesso a
una sciacquatina di mani nellaceto; daltra parte, era
questa la norma per un re che, come da prescrizioni
mediche e come si usava all'epoca, di bagni completi non ne fece praticamente mai. Si partiva poi con le
udienze nel cabinet: era un privilegio essere ammessi alla defecazione del re mentre lui, assiso sulla seggetta reale rivestita di velluto, scriveva a tavolino cercando di adempiere ai suoi bisogni corporali in un
catino di maiolica posto l sotto. Del resto per un re
non cerano regole di buona creanza perch le regole
le faceva lui stesso. Ma non esisteva nemmeno la legge di Dio, perch dalla divinit derivava il suo imperio e alla divinit si sostituiva. E se Dio si lamentava
di lui, il re si fabbricava una religione su misura. Come fece Enrico VIII, che distrusse chiese e monasteri
per appropriarsi dei beni ecclesiastici e invent la religione anglicana per poter cambiare moglie.
Lanagrafe Tudor. Il re dalle sei mogli era allora
appena alla prima, Caterina dAragona, che gli aveva dato solo unerede femmina, Maria I. La principessa sarebbe passata alla Storia come Bloody Mary,
per via di certe sue tendenze: anche a lei, come alla regina di Alice nel paese delle meraviglie, ogni tanto scappava un tagliatele la testa! allindirizzo della
sorellastra Elisabetta I, che le succedette sul trono.
Eppure le due Tudor non sarebbero mai divenute
regine se Bessie Blount avesse parlato. Lavvenente dama di corte pi che far compagnia alla regina

PASSIONI BALLERINE

la faceva al re, e fu lei a mettergli al mondo un maschio, Henry. Il bimbo fu riconosciuto, come testimonia il suo cognome Fitzroy (che in realt uno
status: deriva dal francese fils du roi e veniva attribuito ai figli naturali dei sovrani). Ma Bessie potrebbe avergli messo al mondo anche una seconda figlia
segreta, come sostiene la storica Elisabeth Norton.
Se la teoria fosse vera, sarebbe stata lei la prima in linea di successione, visto che alla morte del sovrano
Fitzroy era gi nella tomba.
Il focoso Enrico semin anche altro. Annullato il
matrimonio con Caterina, e prima di sposare Anna Bolena, si infil nel letto della di lei sorella Maria. Quando la Regina Vergine Elisabetta nemmeno era stata concepita, laltra Bolena aveva gi partorito due figli, secondo alcuni storici di schiatta
reale. Sappiamo com andata: Elisabetta sal al trono nonostante le intemperanze paterne. Quando
destino destino.
Cocottes reali. Non c dubbio, dunque, che
il potere sia lafrodisiaco supremo. Ma il tramonto
dei grandi imperi segn la crisi delle cocottes reali.
Mathilde Kschessinska sarebbe divenuta la pi grande ballerina dellImpero russo tra fine 800 e inizio
900, ma quando incontr lo zarevic Nicola, erede al
trono, stava ballando al saggio del diploma del Teatro
Marinskij di San Pietroburgo. A portare il giovane
principe al cospetto della diciassettenne era stato il
padre, limperatore Alessandro III, fedele a quellabitudine dei nobili russi di iniziare i figli allarte amatoria buttandoli fra le braccia delle danzatrici pi avvenenti. E il Teatro Marinskij, finanziato dagli zar, era
unaiuola dalla quale tutti potevano raccogliere i fiori

del piacere.

GETTY IMAGES (2)

IL PICCOLO ZAR

Zar per soli 6 mesi, Pietro III (1728-1762) amava


passare le sue giornate giocando con i soldatini di
legno. Anche se aveva 34 anni. Mor assassinato,
probabilmente su ordine della moglie Caterina.

AGK/MONDADORI PORTFOLIO

La ballerina russa
Mathilde Kschessinska
in un ritratto del 1909.
Sotto, lo zar Nicola II, di
cui la donna fu lamante.
Era abitudine degli zar
iniziare i figli allamore con
le ballerine.

Lidia Di Simone

45

OLYCOM (3)

ELISABETTA II

Ha 90 ANNI, di cui quasi 64 vissuti da regina. Ha superato in


longevit di regno lAVA Vittoria e tutti i precedenti sovrani inglesi.
Insomma, un MONUMENTO. Che il mondo omaggia

GOD SAVE
THE QUEEN

ieci dinastie, pi di cinquanta sovrani, 1.200 anni di vita... Il trono inglese pu vantare la storia reale pi longeva del mondo. A incarnare il senso
della corona c oggi una signora novantenne ( nata il 21 aprile 1926) che ha superato nel suo lavoro
da regina laltra mitica sovrana inglese: Vittoria. Lo
scorso 9 settembre Elisabetta superava infatti i 63
anni e 216 giorni di regno della popolarissima ava,
diventando il sovrano con la pi lunga anzianit di
servizio nella storia della Corona britannica.
Ma in perfetto stile Elisabetta, il 9 settembre scorso stato un business as usual, un giorno di lavoro come gli altri. In compagnia del marito, il principe Filippo, la regina salita a bordo di un treno a vapore,
riabilitato dopo quasi mezzo secolo, per inaugurare
la linea ferroviaria che attraversa i paesaggi scozzesi resi celebri dallo scrittore Walter Scott. La coppia
ha lasciato la stazione di Waverley a Edimburgo per
discendere verso il villaggio di Tweedbank seguendo un bucolico itinerario di 48 chilometri. Allarrivo Elisabetta ha ringraziato cos chi le aveva manda46

FOTO DI FAMIGLIA

Sotto da sinistra, nella


prima foto, del 1951,
nell'ordine: Carlo, la
Regina madre, la sorella
Margaret, il marito
Filippo, il padre Giorgio
VI, Elisabetta e, nella
carrozzina, la figlia
Anna. Qui sotto, nel
1928, a due anni, nella
stessa posa dei puttini
raffaelleschi ai piedi
della Madonna Sistina.
Sotto a destra, nel
1945, Elisabetta ripara
il motore di un mezzo
militare. In guerra era
nel Servizio ausiliare
territoriale, dove
fu addestrata come
autista.

to messaggi di auguri: un primato a cui non ho


mai aspirato... Inevitabilmente una vita lunga passa attraverso molte tappe fondamentali e la mia non
fa eccezione. A Londra, le campane dellAbbazia di
Westminster hanno suonato per la ricorrenza, ma la
festa vera sar questanno: tre giorni di celebrazioni
dal 10 al 12 giugno, quando lo storico traguardo sar abbinato ai festeggiamenti per il 90 compleanno della sovrana.
Nel culto di Vittoria. Il 6 febbraio del 1952,
115 anni dopo lincoronazione della regina Vittoria, una donna torn a salire sul trono di Gran Bretagna, con un nome, Elisabetta, portato per prima
dalla famosa figlia di Enrico VIII nel XVI secolo. Pur
avendo regnato in epoche storiche cos diverse, Vittoria ed Elisabetta II, secondo la storica inglese Jane Ridley, hanno molto in comune: Il carattere di
entrambe stato plasmato dallessere regina. Chi altro continua a lavorare fino a 90 anni, allapparenza senza lamentarsi e col sorriso sulla bocca, e senza
poter andare in pensione?, si chiesta la Ridley, autrice tra laltro del libro Victoria: Queen, Matriarch

IERI E OGGI

(Empress). Secondo calcoli del quotidiano inglese The Telegraph, Vittoria fu sovrana per 23.226 giorni, 16 ore e 23 minuti e sotto il suo regno lImpero britannico raggiunse il momento di massima
espansione: si estendeva su un quarto delle
terre emerse. In quei 64 anni il British Empire era incredibilmente accresciuto, la flotta militare e mercantile vantava il primo posto nella graduatoria mondiale e, in quellera di prosperit, sostenuta da unestrema intransigenza nella morale e nei costumi, la casa regnante era riuscita a stendere un velo
sui trascorsi poco edificanti dei precedenti sovrani.
A Elisabetta, invece, toccato traghettare il regno
negli anni della dissoluzione dellimpero. Ha firmato i decreti di indipendenza di 38 colonie per assistere alla nascita del Commonwealth britannico
(organizzazione intergovernativa degli oltre 50 Stati dellex impero). In un mondo, quello del secolo
scorso, di grandi e rapide trasformazioni, ha dovuto anche fronteggiare due sfide di non poco conto
per la monarchia: le fatiche della ricostruzione dopo
le miserie e le angosce della guerra; e le provocazioni del 68, con unintera generazione sul sentiero di
guerra contro simboli e modi del passato.
La fiaba comincia. Nel mese di ottobre del
1951, in occasione di un viaggio in Canada e negli Stati Uniti, lallora principessa Elisabetta incontr il presidente degli Stati Uniti dAmerica, Harry S. Truman, che comment dopo averla incontrata: Quando ero piccolo leggevo le storie di una
principessa fatata. Esiste davvero. Quattro mesi dopo Elisabetta diventava regina. Si trovava in
Kenya quando dovette rientrare in patria richiamata a casa dalla morte di suo padre Giorgio VI.

GETTY IMAGES

CAMERA PRESS /CONTRASTO

A sinistra, 1947: la
principessa sposa
Filippo, allora principe
di Grecia e Danimarca.
Labito in raso avorio,
con 10mila perle cucite
sopra. Qui a sinistra, la
regina durante
le celebrazioni del 9
settembre 2015.

OLYCOM

Guerre, incendi,
SCANDALI,
lutti e fallimenti
privati: Elisabetta
sopravvissuta a
tutto. Perch cos
fa una REGINA

probabile che i britannici capirono subito che


quella ragazza, giovane ma determinata, sarebbe
riuscita a traghettare il Paese attraverso una stagione di profonde trasformazioni sociali ed economiche, che non potevano risparmiare la stessa Corte.
Grazie pap. Suo padre Giorgio VI regn con
profondo senso del dovere e forza di carattere. Fu
determinato nel superare la balbuzie che lo affliggeva (la vicenda stata ricostruita nel film Il discorso del
re) e fu inflessibile nel formare e istruire Elisabetta
sui compiti di un monarca. Provato dallabdicazione del fratello Edoardo VIII (motivo per cui tocc a
lui salire sul trono) per sposare la divorziata e disinvolta Wallis Simpson, Giorgio VI reag inasprendo
il proprio conservatorismo. A partire dalla scelta del
nome (Giorgio si chiamava Alberto) come segno di
continuit con il regno di suo padre. In generale fu
sempre pi incline alla tradizione che allinnovazione e mostr una dedizione assidua e tenace ai suoi
doveri. Sua figlia dimostrer pi volte nei suoi anni
di regno di aver appreso la lezione paterna. Era ancora troppo piccola quando suo zio Edoardo abdic
e fu sua madre, la sorridente e bonaria regina Elisabetta, a spiegarle che la ragion di Stato ha sempre il

DAME DI FERRO

In alto a sinistra, la
regina come capo del
Commonwealth va
in visita nel Ghana
(1961). A destra,
Elisabetta con la
premier inglese
Margaret Thatcher nel
1979, alla conferenza
del Commonwealth.

sopravvento sui sentimenti privati di re e regine (anche se, a onor del vero, il suo fu un matrimonio damore dapprincipio contrastato: non era abbastanza
titolata per un principe). Fu sempre la Regina madre
a dare coraggio alla nazione durande la guerra, decidendo di non lasciare il Paese sotto le bombe tedesche. E questo nonostante la preoccupazione per le
due figlie ancora piccole. Le bambine non possono
partire senza di me, io non posso lasciare il re e il re
non se ne andr mai, fu una delle sue frasi pi celebri e probabilmente pi apprezzate dai britannici.
Sa tutto. Ma cosa fa la regina? Intanto va detto che non possiede alcun potere diretto o assoluto.
Ma... la persona meglio informata del Regno Unito. Di pi: tra le persone pi informate dellintero
pianeta. Requisito, questo, fondamentale per svolgere le tre funzioni principali del monarca britannico: consigliare, incoraggiare e avvertire. A ricordarlo leconomista Walter Bagehot nella sua opera
English Constitution, trattato su ruolo e compiti della Corona. Una responsabilit dunque enorme, come ricorda lintellettuale britannico Anthony Burgess: Il potere della regina deriva dal suo sapere e
dalla sua autorit morale. Tutti i marted, men-

Un palazzo da favola

uckingham Palace residenza reale e studio della


Regina Elisabetta II. Fu larchitetto William Winde (16451722 ) a ricostruire Buckingham
House per John Sheffield, primo
duca di Buckingham, poeta e
importante politico tory vissuto
nella tarda epoca degli Stuart. A
quel tempo era pi una villa di
campagna alla periferia di Londra che una residenza cittadina,
allocata tra il parco di St James
e Hyde Park. Era stata edificata su terreni della Corona,

48

dove Re Giacomo I aveva fatto


piantare un giardino di gelsi,
e questo permise a Re Giorgio
III di acquisirla nel 1731 come
residenza privata. Fu poi la
Regina Vittoria, 106 anni dopo,
a trasferirsi l, quando il palazzo
era ancora fresco di vernice. Ma
risult troppo piccolo, sia per
le funzioni di Stato che per la
vita di famiglia e venne dunque
ingrandito. Con il progetto
di Aston Webb (1849-1930),
Buckingham Palace divenne
la reggia che conosciamo e

oggi nel suo complesso conta


775 stanze, di cui 19 sale di
rappresentanza, 52 camere da
letto reali e per foresteria, 188
camere da letto per il personale,
92 uffici e 78 stanze da bagno.
Nella reggia lavorano pi di 800
persone e ogni anno ne vengono ricevute oltre 50.000. Ci
sono 1.514 porte e 760 finestre,
pulite ogni sei settimane, oltre
40.000 lampadine e pi di 350
orologi che ne fanno una delle
pi grandi collezioni esistenti al
mondo, affidata alle cure di due

orologiai a tempo pieno. Negli


splendidi giardini che ospitano
i famosi garden-parties, vivono
pi di 30 differenti specie di uccelli e crescono pi di 350 diversi fiori selvatici. A Palazzo c poi
una cappella, un ufficio postale,
una caffetteria, un ambulatorio medico, un cinema. Come
confid allo storico francese
Meyer-Stabley un vecchio cameriere: Fuori non ci sono che
ingorghi e cacofonia, mentre il
palazzo pare meravigliosamente tranquillo e silenzioso.

Parata della guardia reale


davanti a Buckingham Palace.

SUL TRONO

Febbraio 1952:
Elisabetta gi regina.
Lincoronazione
nellAbbazia
di Westminster
(sopra) avvenne per
il 2 giugno 1953.
E lei si allen per
giorni a portare il
peso della Corona di
santEdoardo.

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tre il parlamento in seduta, Elisabetta riceve il capo del governo a Buckingham Palace. Non pu sostenere una determinata politica, n opporre un veto, ma pu esprimere la sua opinione. Se dunque il
primo ministro ha lautorit, la regina ha lesperienza di chi per pi di 60 anni ha letto ogni documento
governativo (solo Elisabetta, insieme al figlio Carlo
e al primo ministro, pu accedere a tutte le circolari e i rapporti dei ministeri) e ha incontrato i leader
mondiali di tutto il mondo. Non troppo tempo fa,
il primo ministro David Cameron, dopo aver sollevato una determinata questione, si sent rispondere
da Elisabetta: Sua Maest ha risolto quel problema
sette primi ministri prima di lei.
La crisi. Se per la Regina Vittoria il momento pi
difficile del suo regno fu la morte del marito, il principe Alberto (vedi articolo nelle prossime pagine), per
Elisabetta gli anni da cancellare sono stati senzaltro
il 1992 e il 1997. Nel 92 tre dei suoi figli formalizzarono la rottura del loro matrimonio: Carlo, il primogenito, si separ da Diana Spencer (ex maestrina di sangue blu sposata nel 1981); cos pure fece il
terzogenito Andrea, sposato a Sarah Ferguson; mentre la secondogenita Anna divorzi da Mark Philips.

A 10 ANNI studiava gi da altezza


reale. Era metodica, CONCRETA,
intelligentissima. Con una grande
passione per CANI e cavalli

Bocconi amari per una madre, velenosi per una regina! A peggiorare la situazione ci si mise di mezzo
la stampa, che sugli affari di cuore della famiglia reale non si mai risparmiata. Del resto la royal family
ha offerto piatti ghiotti allingordigia dei tabloid: il
triangolo Carlo-Diana-Camilla (eterna amante del
principe di Galles, oggi sua moglie), le confessioni di
Lady D, le bizzarrie e i guai finanziari di Sarah Ferguson... Sempre nel 1992 (vero annus horribilis per
la corona) prese fuoco anche la residenza di Windsor. Nel pi grande castello abitato del mondo divamp un incendio che distrusse ben nove delle sale di Stato e danneggi oltre cento ambienti. Ma il
peggio doveva ancora venire. Cinque anni dopo, il
6 settembre 1997, lAbbazia di Westminster ospitava le esequie di Lady D. I fatti sono noti. Il 31 agosto Diana, insieme al suo ultimo compagno Dodi
al-Fayed, rimase vittima di un incidente automobilistico sotto il tunnel del Pont de lAlma a Parigi. La
loro Mercedes inseguita da un cronista e da alcuni
fotografi si schiant contro un pilastro della galleria.
La prova pi dura. La morte di Diana Spencer lasci costernato il popolo britannico e attonita
la famiglia reale. Oltre a coinvolgere emotivamente
e politicamente il governo inglese e il neoeletto primo ministro Tony Blair, la tragedia mise a dura prova il protocollo di Corte e sembr travolgere la popolarit stessa della Corona. Elisabetta, erede della
tradizione vittoriana, che mal aveva tollerato la separazione di Diana da Carlo e la successiva relazione della principessa con Dodi al-Fayed, dopo lincidente mortale gest la situazione con imbarazzo.
Mentre una processione interminabile di gente comune depositava mazzi di fiori per Diana davanti ai
cancelli di Buckingham Palace e attendeva in coda,
per ore e ore, pur di firmare a St. James Palace i libri di condoglianze, Elisabetta si ritirava nel lontano castello scozzese di Balmoral. Non solo era incapace di esprimere pubblicamente il proprio cordoglio, ma rifiutava anche di far esibire la bandiera a

Il peso della corona

er quasi 400 anni, lImpero britannico ha gettato


nel mondo le basi per la
diffusione del proprio sistema
economico, politico e della
propria lingua. Come scrive
lo storico Niall Ferguson, non
esagerato affermare che il
mondo di oggi in gran parte,
nel bene e nel male, il prodotto
dellepoca imperiale britannica. Durante il regno di Giorgio
V (1910-1936), il Regno Unito
raggiunse la sua massima

50

espansione, vantando circa


un quinto della popolazione
mondiale e un quarto della
superficie delle terre emerse.
Dalla Magna Carta. Nel
giugno di ottocento anni fa,
con la Magna Carta, un re
inglese pose le basi dello Stato
di diritto e della democrazia.
Fu quel documento, redatto
nella sua forma definitiva dopo
la morte del Re dInghilterra
Giovanni Senzaterra, che, nonostante le diverse modifiche

subite nel corso dei secoli da


leggi emanate dal Parlamento,
rappresenta tuttora la Carta
fondamentale della monarchia
britannica.
Un centinaio di Re e Regine,
appartenenti a varie dinastie
(Tudor, Stuart, Hannover,
Windsor), trovano spazio in
unepica storia durata quasi
1.200 anni. Uomini e donne,
molto diversi tra loro, furono
incoronati sul trono dInghilterra, mentre la dinastia reale

scozzese si un a quella inglese


solamente nel diciassettesimo
secolo. Alcuni sedettero sul
trono solo per qualche mese,
altri regnarono con cos lungo
e grande splendore che intere
epoche storiche sono state
chiamate con i loro nomi
(Elisabetta I, Vittoria).
Tra questi sovrani alcuni furono addirittura venerati come
santi: Alfredo il Grande (849899) ed Edgardo dInghilterra
(944-975).

In guerra. Durante la Seconda


guerra mondiale lImpero
britannico, assieme alle forze
alleate, diede il maggior contributo alla formazione di quel
prezioso patrimonio comune
a cui pensiamo, quando diciamo Europa. Dopo la capitolazione di Parigi sotto loffensiva tedesca, tutte le grandi
potenze democratiche erano
state sconfitte e il Regno Unito
rappresent lunico faro della
democrazia in Europa.

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mezzasta sul Palazzo Reale, appellandosi alla tradizione che vuole che questa non venga innalzata se la
regina non presente.
Freddezza di Stato. Per la prima volta nel suo
lungo regno Elisabetta sembr subire la forza della
tradizione e del suo ruolo, che finirono per congelarne comportamenti e sentimenti. Quei valori monarchici, cos essenziali per la sovrana, sembrarono
inadeguati agli occhi degli inglesi. La tragedia di Parigi rappresent il punto pi critico per il regno di
Elisabetta. La perdita della Principessa del popolo,
come laveva definita Blair, fu cavalcata dalla stampa
per sottolineare la lontananza della regina dai suoi
sudditi. Dov la regina?, si chiedeva con un titolone in prima pagina il Sun. La tua gente sta soffrendo. Parlaci, regina, esortava il Mirror. Il Mail, da
sempre baluardo della monarchia e dellimpero, la
invitava a mettere perlomeno la bandiera a mezzasta. Persino la Bbc si un al coro. Paul Reynolds, il
corrispondente storico della televisione pubblica da
Buckingham Palace, critic aspramente la validit dei vecchi comportamenti protocollari: Credo
che ci si debbano porre molti interrogativi sul futuro della monarchia e sul suo stile, disse durante il
telegiornale. E Jon Snow, uno dei volti pi noti del
giornalismo televisivo, rincarava su Channel Four:
I Windsor sembrano estranei al dolore e allaffetto
che Londra sente per la principessa.
Discorso ai sudditi. Poi, Elisabetta usc finalmente dallimpasse. Da Buckingham Palace si comunic che la regina sarebbe rientrata a Londra, avrebbe presenziato ai funerali che sarebbero stati pubblici, come
Blair aveva pi volte consigliato (ma
non di Stato), e che la bandiera reale, nonostante la tradizione, sarebbe sventolata a mezzasta sul
pennone pi alto di Buckingham Palace. Si chiar nelloccasione che il funerale di Sta-

RITRATTO
DI FAMIGLIA

A sinistra, in alto: il
matrimonio di Carlo
e Diana il 29 luglio
1981. Sotto, Elisabetta
e la Regina madre ai
funerali di Diana.
Qui sotto, la famiglia
di William, nipote
della regina: oltre
a Kate Middleton,
George e Charlotte.

to, massima onorificenza funebre prevista nel Regno


Unito, era appannaggio solo dei sovrani, degli eredi
al trono e degli eroi nazionali. Elisabetta II aveva
optato per quello che il protocollo chiama funerale reale cerimoniale, di norma riservato ai membri
della famiglia reale, da cui Diana era stata formalmente estromessa dopo il divorzio. Il 5 settembre
1997 la sovrana si risolse finalmente a parlare ai suoi
sudditi e, in diretta televisiva, alla vigilia dei funerali
ricord Diana. Il giorno successivo due miliardi di
persone seguirono in diretta le esequie di Lady D:
stato uno degli eventi televisivi pi visti della Storia.
Gli eredi. A quasi ventanni da quei momenti
cos difficili, lattenzione ora tutta sul futuro. Chi
erediter la corona? Fra i primi in ordine di successione ci sono Carlo, figlio della regina; William, primogenito di Carlo e Diana; i figli di William George (tre anni) e Charlotte (un anno a luglio). La prospettiva della corona a Carlo, ormai 66enne, non fa
brillare di entusiasmo Elisabetta (che del resto non
mai stata particolarmente tenera col figlio). Anzi,
sembra molto pi presa dalla famiglia di William e
dagli illustri nipotini. Ma questa unaltra storia.
Francesco De Leo

ETICHETTA

Pranzare e conversare con la REGINA non una passeggiata. Ecco


come ci si deve comportare secondo le regole del PROTOCOLLO

LOSPITE A DESTRA

Banchetto per
la visita di Stato
di Nicolas Sarkozy (alla
destra della regina):
Elisabetta fa gli onori di
casa. Marzo 2008.

Al cospetto di

SUA MAEST

e per i comuni mortali lunico modo di incontrare la regina


attraverso giornali e tv, chi ha
o ha avuto il privilegio di stare
a tu per tu con lei si dovuto preparare per il fatidico incontro. Sebbene per
Buckingham Palace ufficialmente non
esistano codici di comportamento obbligatori, basta una leggera flessione del
capo per gli uomini, un piccolo inchino
per le donne, nella realt il mondo del
galateo reale ricco di abitudini e leggi di comportamento non scritte, complesse e... puntualmente infrante. Come
accadde a Michelle Obama nel 2009,
52

quando salut Sua Maest con un caloroso abbraccio contravvenendo alla regola numero uno: mai toccare un monarca. Alla regola numero due, ascoltare linno nazionale in silenzio, pens invece il marito, che propose un brindisi
alzando il calice e iniziando un discorso proprio sulle prime note di God Save the Queen. Nel Regno Unito linno
si ascolta in silenzio, invece lignaro Barack continu a parlare. Elisabetta pos
il bicchiere alquanto imbarazzata, mentre il presidente continuava a tenere alto
il calice e a rivolgerlo verso la sovrana...
Il pranzo delle insidie. I guai co-

minciano fin da subito, quando si ha la


(s)fortuna di essere invitati: non si pu
rifiutare un invito ufficiale della regina e
chi ha il privilegio di riceverlo, dovr attenersi a regole da non trasgredire. Sar
seduto alla sua destra, se un ospite donore, e la padrona di casa rivolger a lui
la prima parola. La conversazione durer sino al termine della prima portata e
sar solo quando comincer a essere servito il secondo piatto che la regina rivolger lattenzione allospite alla sua sinistra. Sar il caso di evitare discorsi di natura politica e religiosa, ma soprattutto
nessun argomento trattato dovr essere

IL BANCHETTO

Una giornata particolare

Elisabetta inaugura
con un discorso
di benvenuto il
banchetto in onore del
presidente irlandese
Michael D. Higgins
(aprile 2014).

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a Buckingham
Palace che la
regina svolge le
sue funzioni. Ecco la
sua giornata-tipo.
7:30 Una dama apre
le tende nella camera da letto. Elisabetta
si alza e fa colazione
con pane tostato,
marmellata e una
tazza di t. Intanto
ascolta le prime
notizie da una piccola radio su Radio
4 della Bbc e d uno
sguardo ai giornali,
con il Racing Post,
popolare giornale
dedicato alle corse
dei cavalli, in cima
alla mazzetta.
10:00 Passa nel suo
studio, fa telefonate
e inizia a leggere
alcune delle molte
lettere che riceve
quotidianamente.
Se non sono previste
cerimonie ufficiali, la
maggior parte della
mattinata trascorre
alla scrivania, per
prendere visione dei
documenti governativi. Sir Christopher
Edward Wollaston
MacKenzie Geidt, il
segretario privato,
il primo visitatore a

divulgato alla stampa. Attenzione poi,


durante il convivio, a sollevare il calice di vino dal gambo e ad appoggiare la
tazza sul piattino, dopo ogni sorso di t.
Per non sbagliare c un trucco: seguire i
comportamenti della sovrana. Per esempio sedersi dopo di lei, smettere di mangiare quando smette lei, bere solo dopo
che lo abbia fatto la regina. Impegnativo, ma inezie rispetto al passato.
Cani reali. Ai tempi della Regina
Vittoria erano guai per i commensali.
La sovrana mangiava cos velocemente,
che le bastavano meno di trenta minuti
per sette portate. Visto che quando la re-

gina terminava, tutti i piatti dei presenti


erano ritirati, cera sempre qualcuno che
restava a digiuno. Ma tornando ai Windsor, unaltra raccomandazione utile
se si incappa nei cani di Sua Maest, gli
amati corgi. I sovrani britannici considerano gli animali domestici parte della famiglia e potrebbe capitare di incontrarli mentre si a tavola. Ebbene, non
vanno accarezzati. Una volta Elisabetta II, durante un pranzo informale, disse a un ospite: Li lasci in pace per favore, sono i miei cani e non amano essere
accarezzati da altri. Chi serve in tavola
comunque ben preparato: ha bombo-

essere ammesso nello studio. Suoi compiti: organizzare le


visite reali, preparare
i discorsi, organizzare gli archivi reali,
la segreteria del
palazzo e il servizio
stampa, predisporre lagenda della
regina, informarla su
tutto e consigliarla.
Dopo di lui il turno
del Maestro della
Casa. Super amministratore, luomo
di riferimento per il
personale e lorganizzatore dei ricevimenti. Ha con s il
men-book, dove la
regina semplicemente cancella quello
che non desidera.
15:00 Pomeriggio
dedicato alle visite
ufficiali sempre pi
rare in compagnia
della sua dama
donore.
16:30 il momento
di un t pomeridiano, accompagnato
da dolcetti, torte e
focaccine.
18:30 quotidiano arrivo da Westminster
del rapporto sugli
atti parlamentari
della giornata.

lette di seltz, da usare alloccorrenza per


allontanare i cani dalle caviglie dei commensali, ed munito di carta assorbente per rimediare a spiacevoli incidenti.
Gi le mani! Ci sono norme precise
anche per incontri pi brevi con la regina. Non la si baci, non la si tocchi, ci si
inchini anche pi volte, se il caso. Toccher a lei la prima parola, il pi delle volte con il classico viene da lontano?, la frase pi usata da Elisabetta. Per
risponderle, la prima volta si utilizza la
forma Sua Altezza Reale, successiva
mente pu bastare un Signora.
Francesco De Leo
53

LULTIMA TUDOR

RINASCIMENTO

INGLESE
Nella seconda met del 500
la regina ELISABETTA I
fece dellInghilterra un centro
di potere e CULTURA

54

REGINA
DEI MARI

Elisabetta I nel Ritratto


dellArmada: dietro la
regina dipinta la flotta
spagnola sbaragliata
dagli inglesi nel 1588.

MONDADORI PORTFOLIO/LEEMAGE

il 9 agosto 1588 e a Tilbury, nel Sud-Est


della Gran Bretagna, le truppe inglesi sono radunate in attesa che dal mare sbarchi lInvencible armada, la temutissima
flotta spagnola. Giunta in sella a un cavallo bianco,
la regina Elisabetta I Tudor incoraggia i soldati: So
di possedere il corpo debole e fragile di una donna, ma
ho il cuore e lo stomaco di un re. Io stessa imbraccer le
armi contro questi nemici di Dio. Alla fine, i nemici di Dio non sbarcheranno e lInghilterra dominer i mari consegnando al mito limmagine di Elisabetta, attrice principale della golden age (let delloro) della storia inglese.
Single per scelta. Nata il 7 settembre 1533 da
Enrico VIII Tudor e Anna Bolena, Elisabetta I sal
sul trono inglese (cui afferiva anche quello dIrlanda) nel 1558. Ma arrivarci non fu una passeggiata.
Per farlo dovette scalzare il posto di Maria I Tudor,
la sorellastra nata dalla precedente unione di Enrico con Caterina dAragona che fu detta Bloody Mary (Maria la Sanguinaria) per la feroce persecuzione di numerosi protestanti. A dispetto della volont del padre, che aveva dato vita allanglicanesimo
lo scisma della Chiesa dInghilterra da Roma nei
suoi cinque anni di regno Maria ordin il ritorno
alla fede cattolica e persegu con forza ogni oppositore, racconta Giorgio Caravale, docente di Storia dellEuropa moderna allUniversit di Roma Tre.
Spos inoltre il cattolicissimo Filippo II e nel 1554
tenne a lungo prigioniera Elisabetta nelle celle della Torre di Londra.
Ma dopo la morte della Sanguinaria, il 17 novembre 1558 sal al potere proprio Elisabetta, che

Prima di lei regn la sorellastra


Maria, detta LA SANGUINARIA,
che perseguit i protestanti nonostante
lo SCISMA dalla Chiesa di Roma
PACIFISTA?

ALINARI

Ne La Famiglia di Enrico VIII, Allegoria della successione


Tudor (1572), Elisabetta (a destra) vicino alla Pace.

Rivolta
1594-1601

Rivolta
1593-1603

Rivolta
1569-70

LINGHILTERRA
DI ELISABETTA

Rotta Invencible
armada (1588)
Spedizione inglese
in Olanda (1585)

si fece subito apprezzare per il carattere forte e saggio, il brillante intelletto e la vasta cultura (parlava
francese, italiano, spagnolo, greco e latino). Rossa
di capelli ed elegantissima, tratt senza timore con
uomini di ogni risma e ne sedusse molti, pur non
volendosi mai sposare. Il suo unico scopo, sosteneva, era quello di dedicarsi al proprio amato Paese. Non c gioiello, per quanto prezioso, che io anteponga a questaltro gioiello, afferm in proposito
nel 1601 di fronte al parlamento. Il rifiuto delle
proposte che le vennero dalle corti dEuropa che,
secondo il costume dellepoca, non erano altro che
richieste di alleanza politica fu in fondo un modo
per ribadire lindipendenza britannica, spiega Caravale. Unindipendenza che non voleva ingerenze
e che era simboleggiata proprio dal celibato della
sovrana, che le valse presto lappellativo di Regina
vergine (v. riquadro pagine seguenti): termine con
cui si alludeva a una purezza politica e religiosa.
RestauRazione anglicana. Elisabetta si occup
come prima cosa proprio di affari religiosi, emanando nel 1559 un Atto di uniformit che affermava la
superiorit della Chiesa anglicana pur garantendo la
tolleranza degli altri credo. In tempi di guerre di religione non era poco. Fu inoltre introdotto il Book
of common prayer (Libro delle preghiere comuni, un
misto di cattolicesimo e protestantesimo che deluse per lala protestante, i cosiddetti puritani). Nello stesso anno fu reintrodotto lAtto di supremazia
gi voluto da Enrico VIII nel 1534 che sanciva
il primato della regina sulla Chiesa e la non ingerenza papale. Elisabetta fu poi abile a cercare un giusto
equilibrio tra lanima anglicana e quella puritana del
Paese, dice lesperto. Non per questo mancarono i
grattacapi, a iniziare dai contrasti con la cugina-rivale Maria Stuart, sovrana di Scozia. Maria non riconosceva Elisabetta quale legittima erede al trono
in quanto, prima dellunione tra Enrico VIII e Anna Bolena, non vi era stato lannullamento papale
delle precedenti nozze regali. Sulla base di ci, nel
1559 la Stuart si autoproclam a sua volta sovrana
dInghilterra. Poi, alle prese con una serie di rivolte
capeggiate dal teologo protestante John Knox, fugg dalla Scozia cercando riparo proprio presso Elisabetta, che in tutta risposta la mise sotto chiave nella
Torre di Londra. Infine, allorch salt fuori che in
combutta con Filippo II era invischiata in cospirazioni contro la stessa Elisabetta, nel 1587 la scomoda Stuart fin sul patibolo. Quanto alla corona di
Scozia, nel 1603 (anno della scomparsa di Elisabetta) venne fusa con quella inglese dando vita a ununione formalizzata poi nel 1707 (e che oggi i separatisti scozzesi contestano).
I rapporti con la Spagna di Filippo II, padrona dei
mari e intenta ad arricchirsi con i tesori dellAmerica, risentirono invece della condanna della cattoli-

NATIONAL GEOGRAPHIC STOCK

ca Stuart: da allora la rottura tra lAsburgo ed Elisabetta, colpevole peraltro di aver rifiutato una sua
proposta nuziale, divenne di fatto insanabile, spiega Caravale.
Espansionismo piratEsco. Intanto la regina si
concentr sul suo Paese, rilanciandone leconomia:
favor sia lo sviluppo agricolo (ma il crescente fenomeno delle enclosures recinzioni di terreni prima
comuni da parte di grandi proprietari penalizz i
contadini pi poveri), sia le attivit artigianali e manifatturiere. In poco tempo, grazie anche al supporto di rifugiati religiosi stranieri, sorsero imprese per
la lavorazione del vetro, della ceramica e, in particolare, dei tessuti. La regina mostr inoltre interesse
per i problemi sociali favorendo un certo miglioramento delle condizioni di lavoro. Si registr quindi un progressivo espansionismo marittimo, che ebbe quale immediata conseguenza un rapido sviluppo della cartografica, riprende Caravale. Le nuove
rotte oceaniche contribuirono poi a migliorare lattivit commerciale e mercantile (inclusa la tratta degli schiavi), anche perch lespansionismo riguard
sia lAmerica (dove il navigatore Walter Raleigh nel
1584 battezz la colonia inglese Virginia, in onore di
Elisabetta) sia lOriente, tanto che nel 1600 nacque
la Compagnia britannica delle Indie Orientali, societ con monopolio mercantile nellarea indiana.
Erano i primi passi del futuro grande Impero britannico. Primi passi assistiti, soprattutto nel Nuovo Mondo, dai corsari (tra cui lo stesso Raleigh).
Chi erano? Capitani di vascello ai quali la regina
aveva concesso patenti di corsa, lettere che li autorizzavano ad attaccare le navi straniere, spagnole
ma non solo.
Il corsaro pi celebre fu Francis Drake, insignito addirittura del titolo di cavaliere, dice Caravale.
Allinizio il suo compito era quello di riempire le
casse del regno con incursioni nelle colonie spagnole e assalti ai galeoni di ritorno in Europa, ma lui e
gli altri corsari tornarono presto utili per ostacolare lInvencible armada spagnola, grazie allutilizzo di
barche pi piccole e veloci e alla maggior conoscenza dei venti e delle correnti della Manica.
tra guErrE E complotti. Prima di scontrarsi in
mare con gli spagnoli, lInghilterra dovette per fare
i conti con altri fronti caldi, su tutti quello francese. Elisabetta appoggi infatti gli ugonotti (cos erano detti i calvinisti di Francia) perseguitati dai cattolici, e oltre a ci sostenne i calvinisti belgi in lotta
contro la Spagna. Entro i propri confini, la sovrana
sub invece nuove congiure filocattoliche una delle quali si concluse con la sua scomunica da parte di
papa Pio V, nel 1570 dalle quali usc per sempre
viva e regnante come si diceva allora. Anche per
questo spos la causa protestante e assunse posizioni anticattoliche che porteranno al massacro di

EROE NAZIONALE

Elisabetta ordina cavaliere


Francis Drake a bordo della
Golden Hind, il galeone con
cui il corsaro circumnavig il
globo (1577-80).

57

MONDADORI PORTFOLIO/LEEMAGE (2)

PER SUA
MAEST

La flotta inglese
attacca lInvencible
armada, nel 1588.
Sotto: Walter Raleigh,
corsaro di Sua Maest.

Elisabetta dovette affrontare diverse RIBELLIONI filocattoliche.


E CATTOLICO fu il suo peggior NEMICO: Filippo II di Spagna

MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMAN

migliaia di irlandesi cattolici e, giocoforza, antispagnole. Nel 1585 invi in segreto il conte di Leicester a sostenere i rivoltosi olandesi in guerra con
la stessa Spagna, spiega Caravale. Fu proprio allora che Filippo II inizi a meditare uninvasione
dellInghilterra con la sua Armada.
Detto fatto, tra fine luglio e inizio agosto
1588 lInvencible si rivers nella Manica,
ma gi dal giorno 8 il destin favor la flotta inglese, che riusc a ostacolare la manovra nemica con laiuto fortuito di una serie di tempeste, che costrinsero gli spagnoli a disperdersi nel Mare del Nord e
lungo le coste irlandesi, dove molte navi
naufragarono.
Verso la fine. Ottenuto il dominio dei
mari, linteresse della regina torn a volgere
lo sguardo alla Francia, dove sostenne lascesa
al trono del sovrano protestante Enrico IV di Borbone (che per poi si convertir al cattolicesimo). In
parallelo, seguit ad aiutare i ribelli olandesi, senza
smettere di sventare congiure di corte (nel 1599 ne
fall una dellex favorito Robert Devereaux).
Alla fine, lo stress condusse Elisabetta alla depressione. La malinconia laccompagn fino al 24 marzo
1603, quando chiuse gli occhi sussurrando: Chiamatemi un prete: ho intenzione di morire.... Ironia
della Storia, lo scettro pass a Giacomo I, figlio della decapitata Maria di Scozia. Fu dunque uno Stuart
a porre il sigillo sullepoca dei Tudor, ereditandone
i fasti artistici.
arti in fiore. Molti pittori avevano trovato ispirazione sotto Elisabetta recuperando, per omaggiare
58

la regina-mecenate, modelli antichi di divinit: rigorosamente vergini, intoccabili e bellissime. Idealizzazioni a parte, Londra era diventata con Elisabetta
il cuore di una rivoluzione culturale che coinvolse la
musica e larchitettura (influenzata dal Rinascimento italiano) e soprattutto il mondo dello spettacolo.
Basti un nome per tutti: William Shakespeare.
Il suo teatro fuse tradizioni e generi passando dalla commedia alla tragedia, e proprio per questo seppe coinvolgere il popolino al pari degli uomini di
corte, tutti pronti a osannare compagnie come quella dei Lord Chamberlains men. Fu quella la compagnia in cui lavor lo stesso Shakespeare, divenuta poi Kings men proprio sotto Giacomo I, spiega Caravale. In breve, se il dramma rinascimentale
italiano assunse forme elitarie (piaceva solo ai nobili), quello elisabettiano, grazie anche al basso costo
dei biglietti e al pathos delle sue trame, attir invece
ogni classe sociale fungendo da strumento di coesione e di consenso. Non a caso, fra i soggetti pi popolari cerano drammi storici che esaltavano il glorioso passato inglese.
Mitizzata. Let elisabettiana fu archiviata bruscamente nel 1649, quando la rivolta dei puritani port alla soppressione (provvisoria) della monarchia
in favore della repubblica e alla chiusura dei teatri.
Ma quella stagione irripetibile della storia inglese diventer a sua volta una gloria nazionale britannica. Anche perch per trovare sul trono una donna altrettanto amata dal popolo bisogner attendere
tre secoli e una seconda Elisabetta. Quella che oggi

sul trono da pi di 64 anni.


Matteo Liberti

Illibata o soltanto
politicamente pura?

onostante le
molte proposte
di matrimonio,
Elisabetta rimase
nubile e non ebbe
eredi diretti. Il motivo
di tale scelta (anomala
per i tempi e fonte di
vari pettegolezzi sui
suoi orientamenti
sessuali) da sempre
fonte di discussioni.
Illazioni. Secondo
alcuni la regina preferiva evitare rapporti
sessuali a causa di
lesioni vaginali causate dal vaiolo, mentre
altri affermano che
fosse sterile e che non
vedeva perci alcun
senso nel maritarsi.
Tale ritrosia le valse
lappellativo di Regina
vergine, di cui lei
stessa and sempre
fiera. Sono per pochi
quelli che credono che
fosse davvero illibata,
e lostentata verginit

La luna
crescente sulla
corona ricorda
Diana, la dea
vergine della
caccia.

sarebbe semmai da
interpretare come metafora della purezza
politica e religiosa del
suo regno (la stessa
Chiesa anglicana era
considerata vergine
poich rinnovata
rispetto al cattolicesimo). Tale purezza fu
rappresentata dagli
artisti di corte ispirandosi a divinit vergini
come Diana e Astrea
(dea della giustizia),
nonch alla Madonna,
simbolo di castit per
eccellenza.
Svantaggi. La maggior parte degli storici
suggerisce che le vere
ragioni del nubilato
di Elisabetta siano
da ricercare nel fatto
che temeva di veder
limitato il suo potere
e di non poter gestire
in piena autonomia il
grande regno ereditato dal padre Enrico.

Il serpente
col rubino in bocca
rappresenta la prudenza
e la saggezza.

Larcobaleno
trasparente nella
mano destra un
simbolo di pace.

TUTTI I SEGNI
DEL POTERE

Elisabetta nel
celebre Ritratto
dellarcobaleno,
che nel 1600 ne
celebr le virt.

Sul manto ci sono


occhi e orecchie
ma non bocche:
la regina vede,
sente ma tiene
i segreti.

REGNO UNITO

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L IMPERO
della regina
VITTORIA era
immenso, ma di
lei ricordiamo la
CUFFIETTA,
labito vedovile,
la morale puritana
imposta a tutti i
SUDDITI e un
certo GOSSIP su
un cameriere...

Regina di

CUORI

60

MONDADORI PORTFOLIO/ROYAL COLLECTION TRUST HER MAJESTY QUEEN ELIZABETH II

INNAMORATA

A sinistra, una
giovane Vittoria col
principe Alberto,
suo marito dal
1840 al 1861, anno
in cui lui mor
prematuramente.
A destra, lattendente
John Brown, il
cameriere scozzese
che, secondo
le malelingue
dellepoca, fu forse
amante della regina.

lle 6 del mattino del 20 giugno 1837


larcivescovo di Canterbury e il ciambellano di corte, lord Francis Conyngham, svegliarono la principessa Vittoria per annunciarle che lo zio, re Guglielmo IV, era
morto nella notte; e che quindi lei, in pantofole e
camicia da notte, era la nuova regina dInghilterra. Un anno dopo, il 28 giugno 1838, fu incoronata nellAbbazia di Westminster, indossando una lunga veste rossa bordata di ermellino, una corona costellata di diamanti, rubini e zaffiri, e stringendo in
mano lo scettro.
Regina a 18 anni. Alessandrina Vittoria, detta
Drina, venuta al mondo a Kensington il 24 maggio
1819 da Edoardo duca di Kent (1767-1819), quartogenito di re Giorgio III, e dalla bellissima duchessa
Vittoria di Sassonia-Coburgo (1786-1861), alla nascita era appena quarta in linea di successione al trono. Orfana di padre a otto mesi, morti gli zii, re Giorgio IV e suo fratello il duca di York senza lasciare figli
legittimi, a 11 anni, piena di boccoli e appassionata
di bambole e cagnolini, fu nominata erede presunta. E perci oppressa dalla madre (la seccatrice pi
implacabile e perseverante che ci sia secondo il deputato Thomas Creevey) che, come scrisse nel suo diario,
non la lasciava sola neanche di notte, la faceva seguire da un lacch in livrea, le vietava di scendere le scale senza qualcuno che la tenesse per mano.
Il prestigio della corona era stato messo a dura prova dalla condotta scandalosa degli ultimi tre monar-

chi, come ha spiegato bene laccademico francese Jacques Chastenet: Il primo, re Giorgio III, soggetto a crisi cicliche di follia, il secondo, re Giorgio IV, un fatuo
insopportabile, il terzo, Guglielmo IV, dai modi tanto rozzi che non vi fu mai un sovrano meno rispettato.
E che dire degli zii, duchi reali? La pi rara collezione di poveracci che si possa immaginare. Con queste
premesse, allascesa al trono della giovane principessa, bassina, colorita e rotondetta, sembr spirare un
venticello di aria fresca. Tanto pi che Vittoria, come annot lei stessa, entr nel nuovo ruolo con straordinaria facilit, persino in mezzo a lord e ministri
di Stato che avevano 3-4 volte la sua et, come se fosse sul trono da sei anni, anzich sei giorni, comment
il diarista Charles Greville.
Parte del merito spett al primo ministro lord Melbourne, aristocratico e beffardo leader dei whig, cio
dei liberali, che la addestr superbamente agli altissimi compiti di regnante dInghilterra e governatore
supremo della Chiesa anglicana cui era destinata, e
per i quali leducazione ricevuta dalla sua tata, la baronessa Lehzen, uninfarinatura di storia e geografia,
ballo, inglese e francese, era carente. Basti sapere che
fino a tre anni Vittoria parlava solo tedesco.
Colpo di fulmine. A sua volta, il nuovo mentore fu gradualmente sostituito da unaltra figura maschile, addirittura abbagliante: Alberto di SassoniaCoburgo-Gotha, cugino di primo grado della giovane Vittoria, che per lui cadde letteralmente in estasi ( bello... ha grandi occhi azzurri... naso delizioso...

ALAMY
BRIDGEMAN/MONDADORI PORTFOLIO

LUI era suo cugino, BELLO e AITANTE. Lei poco pi che una
linea mirabile, larga in spalle e sottile in vita, scriver
sul diario nellottobre 1839) tanto da chiedergli apertamente di sposarla. Cosa che fece quattro mesi dopo, il 10 febbraio 1840, nella cappella reale del palazzo di Saint James, cerimonia seguita dal banchetto di nozze a Buckingham Palace, con torta da 150
chili decorata da cupidi e cuoricini di raso. La coppia part subito dopo per un viaggio di nozze lampo
nel Castello di Windsor: Alberto al galoppo, pallido
e in uniforme tra due ali di folla esultante, e la regina al seguito in carrozza, raggiante nel suo vestito argentato trapunto di piume di raso.
Pochi giorni dopo il ritorno, la nausea premonitrice annunci la nascita della principessa reale Vittoria, Vicky, il 21 novembre successivo. Nuovamente incinta dopo soli tre mesi, la regina diede alla luce
nel 1841 lagognato erede maschio, Alberto Edoardo, Bertie, futuro re Edoardo VII, cui seguirono, al
ritmo iniziale di uno ogni 12-16 mesi: la timida Alice, detta Alix, lo schivo Alfredo, la flemmatica Ele62

na, e ancora Luisa, Arturo e gli ultimogeniti nati con il parto indolore (grazie a un fazzoletto imbevuto di cloroformio premuto sul naso, ribattezzato
lanestesia della Regina) Leopoldo, in seguito scopertosi malato di emofilia (Vittoria ne era portatrice
sana), e Beatrice, Baby, la figlia prediletta, nel 1857.
Austerit a corte. Il matrimonio fu, evidentemente, felice e fecondo, nonostante la coppia reale
avesse gusti diametralmente opposti: Alberto, spiega la scrittrice Carolly Erickson, era stato educato ai
principi del luteranesimo, non beveva e non fumava,
al fucile da caccia preferiva il pianoforte e alle dieci di
sera gi sonnecchiava sul divano. Vittoria, gaia, ma
dal piglio autoritario, petulante per natura, adorava
viaggiare e ballare tutta la notte. Comunque spos in
pieno la seriet del marito, trasformando la corte in
un modello di rispettabilit e decoro per far dimenticare gli scandali passati. Introdusse una rigida etichetta anche nella residenza secondaria di Windsor, pretendendo il profondo inchino da parte delle dame,

ALBUM DI
FAMIGLIA

Sopra, Vittoria
a 18 anni.
A sinistra,
Lord Melbourne,
il primo ministro
che la educ.
Sotto, la residenza di
Balmoral; il castello
scozzese era il buen
retiro dei sovrani.

BRIDGEMAN IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO

GETTY IMAGES

Arrivano i Windsor

N
RAGAZZINA, ma seduta su un trono
IN POSA

Sopra, la regina
Vittoria ritratta da
Winterhalter (pittore
tedesco che ha
immortalato diversi
regnanti) nel 1859,
a 40 anni.
In alto a destra,
Giorgio IV, lo zio re
che mor senza figli.

imponendo il colore delle piume nelle acconciature


femminili e persino quello degli abiti maschili.
Il principe consorte fu nominato tale solo nel 1857:
inizialmente accolto con diffidenza ( tedesco, fu il
lapidario giudizio di molti sudditi) non rimase con
le mani in mano ideando lEsposizione universale del
1851, che si tenne nel Crystal palace di Hyde Park,
una struttura lunga 650 metri e larga 225, con 76 mila metri quadrati di spazi espositivi, visitati in sei mesi
da 6 milioni di persone. Un grande evento che pose
la Gran Bretagna alla testa del progresso tecnologico
mondiale. Alberto rimise in ordine i conti della casa
reale, abolendo sprechi e inefficienze, e nonostante
le simpatie tory (conservatrici) divenne il pi fidato
consigliere della regina, influenzandola sia in politica
interna che sul fronte della politica estera.
Inconsolabile. La prova evidente della simbiosi in cui viveva la coppia reale fu la morte improvvisa del quarantaduenne Alberto, il 14 dicembre 1861,
causata da febbre tifoide, inizialmente scambiata per

on tutti sanno
che il nome
dellattuale
casa reale inglese in
origine era un altro:
Sassonia-CoburgoGotha. Il cambiamento si deve al
forte sentimento
anti-tedesco sorto
durante la Prima
guerra mondiale, che
raggiunse il suo apice nel 1917, quando
un aereo Gotha G.IV
bombard Londra.
Per far dimenticare
ai sudditi britannici
la parentela tra le
dinastie tedesca e
inglese, re Giorgio
V, figlio di Edoardo
VII e nipote della
regina Vittoria,
prese la decisione di
assumere il cognome inglese Windsor
in sostituzione di
Sassonia-CoburgoGotha, ramo minore
della millenaria
casata sassone dei
Wettin. Suscitando
con questo lironia
del cugino, il kaiser
Guglielmo, che propose di ribattezzare

una nota commedia


shakespeariana Le
allegre comari di
Sassonia-CoburgoGotha (anzich di
Windsor).
Montagne. In quel
frangente anche la
famiglia Battenberg,
dalla quale discende Filippo, duca di
Edimburgo e marito
dellattuale sovrana,
cambi nome in
Mountbatten (la
parola tedesca berg
e quella inglese
mount significano
entrambe monte).
Nel 1960 Elisabetta
II (cugina di terzo
grado del suo stesso
consorte, essendo
entrambi discendenti di Cristiano
IX di Danimarca e
pronipoti di Vittoria)
ha confermato per
s e per i propri figli
il cognome Windsor.
Ma in omaggio al
marito ha scelto il
cognome Mountbatten-Windsor per
gli altri discendenti
maschi, salvo le
altezze reali.

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influenza (Non c ragione di preoccuparsi, disse il


medico sir James Clark). Evento che fece precipitare la consorte nel buco nero della depressione: Non
muovevo un dito, non mettevo una cuffia o una gonna
senza la sua approvazione, scriver alla figlia.
Vittoria si ritir in un volontario esilio dalla vita
pubblica e scelse di indossare il lutto per il resto della
vita. Il culto funebre per il principe consorte, spiegava lo storico francese Roland Marx, docente alla
Sorbona e autore di un saggio sulla regina, sfior la
morbosit: per quasi quarantanni la vedova ordin
che gli appartamenti del principe, rimasti immutati, fossero riordinati, gli abiti spazzolati ogni giorno,
acqua fresca versata ogni mattina nel suo lavabo. La
residenza scozzese di Balmoral, acquistata dal principe Alberto nel 1852, venne disseminata di obelischi, piramidi, cenotafi, statue e sedili di granito dedicati al caro angelo, il pi amato degli esseri viventi.
In campagna la regina coltivava le sue passioni: il
piccolo ricamo, i cani, la botanica e lornitologia. Il
suo esilio volontario venne per accolto con sfavore crescente, resuscit ondate anti-monarchiche (dal
1840 al 1882 la regina Vittoria fu oggetto di sette attentati) e aliment nuove maldicenze sul rapporto
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MARY EVANS/SCALA

Dopo la MORTE di
Alberto si ritir dalla vita
PUBBLICA per dieci
anni e indoss il LUTTO
per il resto della VITA
della sovrana con il suo attendente, il cameriere scozzese John Brown, pi giovane di sette anni, onnipresente, attento e premuroso nel suo kilt con il tartan
degli Stuart. Lo aveva scelto lo stesso Alberto nei giorni felici di Balmoral, la regina lo nomin addirittura lord. Le rimase al fianco fino alla morte improvvisa, allet di 57 anni. Come conferma lo storico Roland Marx, si sparse la voce di un loro matrimonio segreto, si ipotizz addirittura che il vero motivo della
volontaria reclusione di Vittoria fosse una gravidanza. Allinizio del suo regno era stata chiamata ironicamente signora Melbourne per lascendente che il
primo ministro aveva esercitato su di lei, cos adesso
passava per signora Brown.
Dallironia al trionfo. Fu solo nei primi Anni 70 che Vittoria riapparve gradualmente sulla scena pubblica, guadagnando in popolarit. Il motivo
scatenante fu la vittoria elettorale del galante premier
conservatore Benjamin Disraeli (eletto nel 1868 e di
nuovo nel 1874) che, contrariamente al rivale politico William Gladstone, le suscitava immensa fiducia. La politica inglese in quegli anni cambi: dopo
il ruolo pacifista svolto dalla Corona nei decenni precedenti, salva la partecipazione alla guerra di Crimea

GENEALOGIA

Nella cartolina,
Vittoria con, in alto, il
figlio Edoardo VII e la
moglie Alessandra di
Danimarca; in basso
il nipote Giorgio V
con la consorte Mary
di Teck e il figlioletto
Edoardo VIII.
In alto a sinistra,
Vittoria e Alberto
nel 1854 in una
foto che rievoca il
loro matrimonio
(avvenuto nel 1840).

SCALA (3)

VERSIONE
NONNA

La regina Vittoria (a
sinistra) alle terme
di Aix-les-Bains, sud
della Francia, con la
figlia minore Beatrice,
generi e nipotini.
La foto del 1885.

(1853-56), dal 1870 la regina spos in pieno la politica imperialista, e il suo volto, trasfigurato da capelli bianchi, guance cascanti, occhi slavati, divent limmagine della grandiosit dellImpero britannico. Nel 1840 era finita sul primo francobollo della Storia, il famoso e raro Penny Black, ora fu ritratta
su piatti, tazze, monete e scatole di t. Nellimmaginario collettivo la regina, imparentata con quasi tutte
le famiglie regnanti europee, divenne la madre bianca e la nonna dEuropa. Furono avvolte nel trionfo e nelladorazione le sue nozze doro con il regno
(il giubileo del 21 giugno 1887) e quelle di diamante (giubileo del 22 giugno 1897), vissute su una sedia a rotelle per i postumi di una caduta, tra teste coronate, truppe coloniali e oceani di folla a cantare in
coro, spontaneamente, linno britannico Dio salvi la

regina (composto nel 1745 per re Giorgio II e per lei


cambiato dalla versione maschile God save the king).
Di fatto, la regina si occupava pi degli affari domestici delle sue dame con inchieste penetranti su cameriere e cuoche che di foreign affairs. Vivo Alberto
Vittoria fu in sostanza un semplice accessorio, scriveva Lytton Strachey, biografo della sovrana. Poi lasci
carta bianca ai suoi primi ministri. Durante il lutto
le redini del potere caddero inevitabilmente nel pugno
vigoroso di Mr. Gladstone, di lord Beaconsfield (Disraeli, ndr) e di lord Salisbury. [...] Alla fine del suo regno,
la Corona era meno potente di quanto fosse mai stata in
qualsiasi altro periodo della storia inglese.
Lepilogo. La sovrana usc di scena pochi anni dopo: mor il 22 gennaio 1901, nella tenuta di Osborne, sullIsola di Wight, dove passava sempre il Natale. Per aiutare i suoi sudditi a elaborare il lutto lasci
istruzioni precise sulle sue esequie: tra le altre, labito
bianco che avrebbe indossato, il velo da sposa, nella
mano destra un cappello del principe Alberto e, nella sinistra, un mazzolino di fiori a nascondere la foto
e una ciocca di capelli di John Brown. Diresse persino la regia del suo corteo funebre, con il feretro issato su un affusto di cannone, trasportato prima sullo yacht reale Albert, poi in treno fino alla stazione
Victoria, quindi per le strade di Londra in un lento
e sontuoso corteo aperto dal figlio Edoardo VII (un
gaudente che lei aveva sempre disprezzato, considerandolo frivolo e irresponsabile). Gran finale al Castello di Windsor, dentro il mausoleo reale di Frogmore, nella tomba di fianco al suo Albert. Anni prima vi aveva fatto incidere la frase: Addio mio amato,

qui, finalmente, riposer con te.


Claudia Giammatteo

come ha spiegato la
biografa americana
Carolly Erickson: Da
una parte si coprivano le gambe dei
tavoli e dei pianoforti,
perch ricordavano
quelle delle mogli, i
vestiti non lasciavano
scoperto nessun lembo di pelle (a destra,
corsetto e stivaletti di
seta, dal Victoria and
Albert Museum di
Londra), lEconomist
non parlava di pubblica igiene per evitare
termini sconvenienti
e lAccademia reale
di pittura vietava agli
allievi non sposati

i nudi femminili.
Dallaltra, il borghese che di giorno
passeggiava per la
City e frequentava i
club esclusivi, di notte
sfogava nellEast End
i pi bassi istinti. Donne nude si esibivano
sui palcoscenici dei
locali notturni, o battevano il marciapiede
nei parchi pubblici
a prezzi bassissimi.
Lo scenario ideale
per le scorribande
sanguinarie di Jack
lo Squartatore, che
nel 1888 fece cinque
vittime.

GETTY IMAGES

oto come epoca vittoriana, il


regno della regina Vittoria cambi
faccia allInghilterra
trasformando lagricola e aristocratica
Old merry England in
una potenza industriale, con un ceto
borghese e una popolazione in crescita (dal
1800 al 1851 pass
da 9 a 21 milioni di
abitanti). Questepoca
ebbe anche un altro
tratto distintivo: una
fenomenale ondata di
puritanesimo e rigore
morale che nascondeva molta ipocrisia,

SCALA (2)

Costumi vittoriani

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AKG/MONDADORI PORTFOLIO

UNTO DEL SIGNORE

QUEL CHE RESTA


DI KAROLUS

Reliquiario con le
fattezze di Carlo
Magno conservato ad
Aquisgrana. Risale alla
met del XIV secolo.
A sinistra, il signum
(la firma) del re: il
monogramma formato
dalle consonanti di
Karolus.

Da re dei barbari Franchi a IMPERATORE ROMANO e leader


della CRISTIANIT. Lincredibile ascesa di CARLO,
MAGNO per il suo biografo ma anche per la Storia

Linventore del

MEDIOEVO
IN MANO SUA

Qui sotto, la spada e il


fodero (doro e pietre
preziose) appartenuti,
si ritiene, a Carlo
Magno. Oggi sono al
Louvre di Parigi.

BRIDGEMAN/MONDADORI PORTFOLIO

on si sa di preciso quando e dove fosse nato, eppure su Carlo Magno si


ricamato moltissimo. Per molti secoli stato tramandato come una sorta di quarto re magio o di Babbo Natale dOltralpe (folta barba riccioluta, aria patriarcale) venuto a salvarci dal caos. Come in ogni mito, un po
di verit c. In fondo il Medioevo come ce lo immaginiamo oggi prese forma proprio nel segno di
Carlo Magno.
Sulle tracce di un mito. Quello che sappiamo della sua vita frutto di un mosaico plurisecolare. Pi di mille storie, parzialmente o interamente apocrife, enumera lo storico Derek Wilson,
andarono ad aggiungersi al corpus delle opere che
ne celebrarono i successi. Pellegrino, crociato, guerriero cristiano, cavaliere, esempio di perfetta monarchia, specchio di moralit, principe colto, antenato
rivendicato da sovrani, protettore della Chiesa, santo. C persino chi ha raffigurato il re dei Franchi
come un goffo buontempone (da cui, pare, lespressione fare le cose alla carlona).
Carlo Magno, per, non portava la
barba, tuttal pi sfoggiava un bel paio
di baffi, checch ne dicano i suoi
ritrattisti postumi. Ed era, s, qualche volta, buontempone, bench
solo con amici e familiari: con chi
gli faceva uno sgarbo o disubbidiva ai suoi ordini
sapeva essere spietato. E nessuno pu negare che
abbia di fatto rifondato lImpero romano dOccidente e plasmato lidentit dun continente, lEuropa che tuttora siede nei palazzi di Bruxelles e
Strasburgo.
Carlo fu infatti il primo costruttore dellEuropa
nordica e continentale. Quella latino-germanica,
di cui, ha scritto il medievista Alessandro Barbero,

la Francia e la Germania sono i partner principali, e in cui lItalia padana pi integrata del Mezzogiorno, la Catalogna pi del resto della Spagna, mentre la Gran Bretagna continua a esserle
in qualche misura estranea. Carlo ha inventato
anche la casa comune di rito latino, le famose radici cristiane cui si sono richiamati pi volte papa Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
Conquistatore. Dal padre Pipino, il futuro
Carlo Magno eredit, venticinquenne, una bella
fetta di Europa Centrale. Alla morte del fratellorivale Carlomanno (771), con un colpo di mano
si annesse il suo regno. Quando mor, a 72 anni,
nell814, lasci un impero pi che doppio rispetto al regno originario. Un dominio che andava dai
Pirenei al fiume Elba, dallItalia Centrosettentrionale (Istria compresa) allUngheria fino al corso del
Danubio. I Franchi si erano imposti da tempo sugli altri popoli germanici, insediandosi in Gallia.
Quei barbari cristianizzati giganteggiavano sui loro rivali. E non solo un modo di dire.
Granduomo. Carlo Magno era un
colosso di quasi due metri (un record
per quei tempi). Merito forse dei suoi
gusti alimentari. Era un accanito consumatore di
carne (ne mangiava ogni giorno, come del resto
quasi tutti i nobili) e negli ultimi anni si ritrov a
litigare con i medici, che tentarono inutilmente di
convertirlo a una dieta a base di bolliti.
Per abbozzare il suo aspetto fisico possiamo rifarci al ritratto che dei Franchi fecero gli antichi:
rossi di capelli e con gli occhi azzurri, baffi sottili,
chiome fluenti e nuca rasata, abili a cavalcare e maneggiare la francisca, lascia da lancio che prendeva nome da loro. Erano abituati a guerreggiare
praticamente ogni estate, deliberando in assemblee
generali di primavera le campagne militari.
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BRIDGEMAN/MONDADORI PORTFOLIO (3)

I FRANCHI si imposero su TUTTI anche perch si


consideravano il popolo ELETTO dal Signore
Non erano solo il temperamento bellicoso o brutali mire espansionistiche a spingerli alla conquista
continua. Cera anche il senso duna missione da
compiere: missione divina, naturalmente.
Nella sua vita, Carlo non fece che portare alle
estreme conseguenze il senso di superiorit radicato nella sua gente.
Paladino. La dinastia merovingia, fondatrice della potenza franca, si credeva discendente da un principe troiano (Francione) e, dunque, consanguinea
dei Romani. Non solo: il capostipite Clodoveo si
era convertito al cristianesimo nel 496, aderendo alla
confessione cattolica, mentre gli altri popoli barbari, Longobardi in testa, avevano abbracciato la dottrina ariana, giudicata eretica dalla Chiesa di Roma.
Moralmente i Franchi si sentivano persino superiori ai Romani: questi ultimi, infatti, non avevano forse perseguitato i cristiani? Ben presto il desti68

no di quel popolo che si considerava eletto incroci quello del papato, insofferente al controllo di
Bisanzio e nemico dei Longobardi (ariani). Pipino
III, salito al trono nel 751, venne consacrato re dal
papa e fu il primo unto del Signore. Linvestitura
divina, trasmessa dal vescovo di Roma, prese il posto del diritto di sangue e da allora fu il marchio di
autenticit dei re medioevali.
Un pio barbaro. Carlo interpret radicalmente la propria missione. Si credette, e fu ritenuto dai
contemporanei, un novello re Davide o, meglio
ancora, una reincarnazione di Giosu, il patriarca
che aveva condotto gli Ebrei alla Terra promessa.
Non si limit al ruolo di difensore della fede: si erse a guida morale e riformatore della Chiesa e della
societ, che sotto di lui divenne feudale a tutti gli
effetti. Si dimostr il vero capo del popolo di Dio,
dettando la linea persino al papa.

ET DELLORO

Sopra, un dipinto
ottocentesco con Carlo
Magno che attraversa
le Alpi, nel 773.
A destra, Il trionfo
della Virt sul Diavolo,
bassorilievo di un
artista della scuola
di palazzo di Carlo
Magno.

La famiglia allargata dei carolingi

olo nel talamo


coniugale Carlo Magno non
fu ligio alle regole
della Chiesa. Si mantenne fedele alla tradizione germanica,
che considerava il
matrimonio un contratto senza valore
sacrale e consentiva
ripudio e due tipi di
unioni: il matrimonio ufficiale, sancito
da un contratto pubblico, e la cosiddetta
Friedelehe, frutto di
un accordo privato
ed equivalente al
nostro concubinato.

Figliolanza. Carlo,
che pare fosse molto
sensuale e passionale, ebbe 5 mogli, 6
concubine e almeno
20 figli (10 maschi
e 10 femmine). Il
primogenito, Pipino
il Gobbo, nato
come lui fuori dal
matrimonio, venne
ripudiato assieme
alla madre in quanto
erede illegittimo.
Carlo ribattezz poi
Pipino il successore designato:
Carlomanno, il
secondo figlio avuto
dalla terza moglie

(Ildegarda). Gli
ultimi tre maschi
li concep dopo i
sessanta. La sua
predilezione
and comunque
sempre alle
figlie, cui viet di
sposarsi. Il che
aliment il malevolo sospetto di
rapporti incestuosi.

IL NIPOTE

Lotario, nipote di
Carlo Magno e re
dItalia dall822
all850.

Per quanto legato a usi barbarici poco ortodossi


per un credente, specie nella vita privata (v. riquadro
in alto), Carlo credeva davvero nel dovere di persuadere i cristiani a vivere come una comunit di fratelli. vero, amava i piaceri terreni (le donne, la caccia, i cavalli, la cacciagione allo spiedo), ma era anche un uomo pio, che recitava le preghiere al mattino prima ancora di vestirsi, e assisteva a due messe
al giorno. Un potente che rifuggiva lo sfarzo e che,
anche mentre banchettava, amava farsi leggere passi
del De civitate Dei di SantAgostino, il suo vangelo
personale. Il libro di Agostino gli indicava la meta.
Condottiero. Era necessario innalzare il pensiero dallUrbe, la Citt terrena, verso lordine incrollabile, la Citt di Dio sorretta dallamore, scrive lo storico Franco Cardini. Per farlo, Carlo rispolver il ruolo, antichissimo, di sovrano mediatore tra la Terra e il Cielo, re e sommo sacerdote
insieme. Convertire i pagani, anche con le armi,
divenne un imperativo. La lotta al paganesimo e ai
sacrilegi commessi dai pagani fu a un tempo molla e alibi della sua azione di conquista.
69

GLI UFFICI DI
RAPPRESENTANZA

G. ALBERTINI

Il complesso
comprendeva la sala
per le udienze e per i
ricevimenti.

LE RESIDENZE
ABITUALI

CENTRO DI POTERE

In privato Carlo viveva


ancora alla vecchia
maniera dei Franchi:
allinterno di semplici
capanne.

LESSING

BRIDGEMAN/MONDADORI PORTFOLIO

Ad Aquisgrana, in Germania,
Carlo Magno stabil la sua
residenza. Vi costru un
maestoso palazzo, di cui
oggi resta la raffinata
cappella
Esemplare il caso italiano. Carlo super le Alpi nel 773 per soccorrere papa Adriano I, aggredito dal re longobardo Desiderio. Questo nonostante i rapporti tra Franchi e Longobardi fossero stati sempre buoni. Carlo aveva persino sposato la figlia di Desiderio, quella che Manzoni, nellAdelchi,
chiamer (inventandosi il nome) Ermengarda. Con
un lungo assedio, Carlo espugn Pavia. Dopodich
in un solo colpo sped in convento il rivale, cre lo
Stato pontificio e si fece incoronare re dItalia, indossando la Corona Ferrea longobarda.
Nemici germanici. Dal 772 il gigante franco
aveva intrapreso unaltra guerra, la pi lunga e sanguinosa: quella contro i cugini Sassoni, stanzia70

ti fra Germania del Nord e Danimarca. Dur, con varie pause, oltre 20 anni. Appena si distraeva, i vicini, capeggiati
dal re Vitichindo, si sollevavano e contrattaccavano. Carlo ricorse al pugno di ferro, giungendo fino alla pulizia etnica e alle deportazioni. Promulg una legge che li obbligava a battezzarsi e che puniva con la morte chiunque violasse precetti e sacramenti cattolici.
Altrettanto implacabile fu, nel 787, quando invase la Baviera per reprimere le fregole espansionistiche di un certo Tassilone III, alleato dei Longobardi. Fu poi la volta degli Avari, stanziati tra Croazia
e Ungheria: ne risult il pi ricco bottino della sto-

ET DELLORO

Sopra, una moneta doro


con leffigie di Carlo.
In alto a sinistra, il trono
di Carlo Magno nella
Cappella Palatina della
Cattedrale di Aquisgrana
e un reliquiario (sempre
di Aquisgrana).

LE TERME

Erano molto amate


da Carlo (grande
nuotatore). Le antiche
popolazioni celtiche si
insediarono in questi
luoghi proprio per le
sorgenti dacqua calda.

CAPPELLA PALATINA

Fu consacrata nell804.
Considerata un
capolavoro carolingio, la
Cappella Palatina oggi
il nucleo pi antico della
Cattedrale di Aquisgrana.

AMMINISTRAZIONE

Le altre aree
comprendevano gli
uffici amministrativi, la
guardia e la foresteria.

ria carolingia (15 carri ricolmi di ori e di argenti).


In mezzo, una congiura sventata, ordita contro di
lui dal figlio Pipino, e un fiasco in Spagna, dovera intervenuto, sollecitato dal califfato di Baghdad,
per spodestare lemiro di Cordoba. La spedizione
fall e larmata carolingia fu decimata dai Baschi (e
non dai Mori, come tramanda la tradizione) al passo di Roncisvalle. Una disfatta che se non altro valse allOccidente un caposaldo della poesia epica, la
Chanson de Roland.
Carlo sfugg allimboscata dei Baschi. Del resto,
nella sua lunga carriera di condottiero partecip a
pochi scontri in campo aperto: si distinse pi per gli
assedi. Per vincere, i Franchi del IX secolo puntava-

no sullimponenza dellesercito: schierando due o


tre armate alla volta e logorando lavversario. E contando sulla cavalleria, resa invincibile anche dalluso
della staffa (impiegata dai popoli orientali ma poco
diffusa in Europa Orientale).
La reggia. A quel punto, il re dei Franchi controllava tutto lex Impero romano dOccidente. Gli
mancavano una reggia e lincoronazione per dirsi
imperatore a pieno titolo. Cominci a edificare la
sua Costantinopoli nel 794, ad Aquisgrana (oggi
Aachen, in Germania). Una residenza maestosa,
che sfidava i palazzi dei re goti e dei basileis bizantini, e in cui sala del trono e chiesa si fondevano, significativamente, in un unico ambiente.
71

ROGER VIOLLET/ALINARI

AGK/MONDADORI PORTFOLIO

LINCORONAZIONE dell800 non


fu un atto di sottomissione al papa:
era la conferma che Carlo Magno guidava
la nuova POTENZA cristiana
Relax e cultura. Carlo, che amava nuotare e
fare il bagno in folta compagnia, aveva scelto quel
luogo anche per la ricchezza di acque termali: aveva dotato la reggia di piscine dacqua calda e se ne
stava volentieri a mollo, scherzando con le figlie o
discettando di religione e giustizia con lamico Alcuino e altri sapienti.
Seminalfabeta (era stato istruito dopo i trentanni), Carlo parlava il francone e leggeva il latino.
Apponeva giusto le sue iniziali su lettere e documenti, e tuttavia era animato da una profonda sete di conoscenza e aveva doti oratorie. Trasform
il suo palazzo in un centro di studi, la Scuola Palatina. Non solo. Riscrisse le regole del sistema ecclesiastico, emend la Bibbia, uniform gli usi liturgici, promosse listruzione. Infine si propose
come supremo custode dellortodossia cattolica:
unautorit pi forte del papa sul terreno specifico del papa.
Santificato. vero, c la scena-clou dellintera
storia medioevale: la corona di imperatore dei Romani postagli in capo da Leone III, la mattina di
Natale dell800, in San Pietro. Il biografo ufficia72

le di Carlo, Eginardo (v. riquadro a destra), scrisse


che il re era contrariato, quasi che linvestitura lavesse colto in contropiede.
In realt fu tutto concordato. Il papa laveva chiamato perch lo difendesse da una congiura di palazzo. Limposizione della corona poteva esser interpretata come unaffermazione di supremazia
pontificia. In realt era Carlo, ormai padrone dEuropa, a comandare. Lui stesso aveva messo sotto
processo il papa e aveva fatto annullare le decisioni
del concilio di Nicea, con il quale limperatrice bizantina Irene aveva restaurato il culto delle immagini sacre. Carlo era infatti favorevole alliconoclastia (la guerra alle immagini sacre) e Roma dovette adattarsi. Lex barbaro regnava di fatto sullUrbe
e sullOrbe. Dopo la sua morte, Carlo entr direttamente nel mito. Quando, nellAnno Mille, i suoi
(presunti) resti furono riesumati, chi cera rifer che
il re aveva ancora la corona in testa e stava seduto
in trono. Le sue unghie avevano continuato a crescere e il corpo, intatto, spandeva un soave profu
mo. Come quello dei santi.
Dario Biagi

MAI PERDERE
LE STAFFE

Sopra, Carlo contro i


Saraceni in Spagna nel
778. Secondo alcuni
storici limpiego delle
staffe avvantaggi i
Franchi sul campo di
battaglia. A sinistra,
il reliquiario con
il braccio di Carlo
Magno, amputato
(pare) nel XII
secolo da Federico
Barbarossa. Il corpo
del re fu dissotterrato
e smembrato per
ricavarne reliquie.

SCALA

IL MOMENTO CLOU

Papa Leone III incorona


Carlo Magno nella
cattedrale di San Pietro a
Roma in una miniatura del
Quattrocento.

COS CARLO CONTROLLAVA TUTTO

Lorganizzazione del regno carolingio forn le basi della societ feudale medioevale.
REGNI

MARCHE

CONTEE

DIOCESI

DUCATI

Entit territoriali come


lItalia o lAquitania.

Raggruppamenti di varie
contee in zone di confine.

Circoscrizioni
amministrative.

Unit territoriali
appartenenti alla Chiesa.

Territori divisi su base


etnica, con capi locali.

RE

MARCHESI

CONTI

VESCOVI

DUCHI

I figli di Carlo
(Carlo, Pipino e Ludovico
il Pio).

Non erano nominati


dallimperatore,
ma prestavano
giuramento di fedelt.

MISSI DOMINICI
Nominati dallimperatore, erano gli ispettori imperiali inviati nel regno (di solito un conte e un vescovo).

Il nanerottolo che raccont il gigante

utto quello che sappiamo oggi di Carlo Magno


lo dobbiamo a un homullus (omuncolo, come era detto
per via della statura, modestissima se confrontata a quella
del suo idolo). Per il piccolo
Eginardo, Carlo era Magno in
tutti i sensi, come raccont nella sua Vita et gesta Karoli Magni,
scritta qualche anno dopo la
morte del sovrano e ispirata

alla Vita divi Augusti di Svetonio:


identici la venerazione che
traspare per limperatore e l
interesse per gli aneddoti pi
che per i grandi fatti storici.
In carriera. Dopo aver studiato
nel monastero benedettino di
Fulda, nellattuale Germania,
nel 790 Eginardo fu chiamato
alla corte di Carlo, diventando
presto uno dei suoi consiglieri
pi fidati. Esperto di gram-

matica latina e abile architetto (progett il palazzo di


Aquisgrana), nel 796 subentr
ad Alcuino alla guida della
scuola palatina. Morto
Carlo, rimase
a corte come
confidente di
Ludovico il Pio
e consigliere di
Lotario I.

Il testamento di Carlo Magno, tratto


dalla Vita Karoli Magni di Eginardo.

POTERE TOTALE

Luigi XIV volle riportare lASSOLUTISMO


nella monarchia. Anche a costo di IMPORRE a
ministri e cortigiani RITUALI imbarazzanti

Il S LE
di Francia

arigi, 23 febbraio 1653. Nella residenza reale del Louvre in programma il Ballet de
la nuit, una specie di rave party di corte: dal
tramonto allalba saranno inscenate coreografie ispirate al mondo dellantica Grecia. Piatto
forte dellesibizione la performance del dio Apollo (protettore delle arti e cocchiere dellastro solare), interpretato per loccasione da un ragazzino abile nella danza e con un nome che pesa: Luigi XIV
di Borbone, erede designato al trono di Francia. Il
giovane indossa un appariscente costume a forma di
Sole, e per farlo ha due valide motivazioni: la prima che tale veste ben si addice al personaggio di
Apollo; la seconda, come scriver egli stesso, che
il Sole, per lo splendore che lo circonda, per la luce che
comunica agli altri astri [] per il bene che produce
ovunque [] certamente la pi viva e pi bella immagine per un grande monarca.
Re bambino. Grande, Luigi XIV lo fu veramente, conferma lo storico Roberto Moro, gi docente di Storia delle dottrine politiche allUniversit di
Milano. Soprattutto se si pensa alla capacit che ebbe di teatralizzare il proprio potere, tanto da farne
un geniale strumento di comunicazione politica.
Il genio coronato in questione era nato il 5 settembre 1638 a Saint-Germain-en-Laye, un piccolo
borgo alle porte di Parigi. Figlio di Anna dAustria
(unAsburgo) e del re francese Luigi XIII (un Borbone), alla morte di questi (il 14 maggio 1643) eredit il trono.
74

Avendo il re appena 5 anni, le leve del comando


andarono alla madre, affiancata nel compito dal primo ministro, il cardinale Mazarino. Era questultimo a esercitare il grosso del potere, spiega Moro.
Ma la gestione del governo da parte di ministri forti non era certo una novit nella monarchia francese. Lo stesso Luigi XIII aveva avuto al fianco il potentissimo cardinale Richelieu, che fin per esercitare quasi pi potere del sovrano.
La politica di Mazarino, improntata al motto pi
tasse per tutti, port nel 1648 alla rivolta di alcuni
esponenti del Parlamento parigino. Questultimo,
nato nel XIII secolo, era al tempo una corte di giustizia, con alcuni poteri amministrativi, che poteva
opporsi agli editti regi. Ai parlamentari si unirono
larghe frange del popolo, che manifestarono la loro rabbia a colpi di fronda (la fionda, da cui il nome del movimento) costringendo la corte alla fuga da Parigi.
Per il piccolo Luigi fu un vero trauma, racconta
Benedetta Craveri, storica della letteratura francese
e studiosa dellancien rgime. Lesperienza della fuga si impresse a fuoco nella sua memoria e soprattutto lo convinse della necessit di governare il Paese con il pugno di ferro. Rientrata la corte a Parigi,
scoppi una seconda rivolta della Fronda. In rotta
di collisione con Mazarino e il piccolo sovrano furono stavolta i nobili, dei quali Luigi aveva una pessima opinione: Il difetto della nobilt di essere piena
di usurpatori [] con titoli ottenuti per denaro e non

A CAVALLO

Ritratto equestre
di Re Luigi XIV
(1638-1715) di
Ren-Antoine
Houasse.

GETTY IMAGES

Il lungo regno di re Luigi

LEEMAGE/MONDADORI PORTFOLIO

uigi XIV considerato un grande


re anche perch
regn a lungo (61 anni,
pi la reggenza) e fu
protagonista di eventi
decisivi per la Francia.
Ecco i fatti salienti della
sua vita e del regno.
1638 Il 5 settembre a
Saint- Germain-en-Laye
nasce Luigi di Borbone,
primogenito del re di
Francia Luigi XIII e di
Anna dAustria.
1643 Luigi XIII muore e
il potere passa formalmente nelle mani del
figlio: la reggenza

di fatto assunta dalla


madre e il governo
affidato al cardinale
Mazarino.
1654 Il 7 giugno, nella
Basilica di Saint-Denis, il
giovane Luigi incoronato re.
1660 Sposa Maria Teresa
di Spagna.
1661 Morto Mazarino,
Luigi prende le redini
del regno cominciando
subito ad accentrare
su di s il potere.
1667 Comincia la guerra
contro la Spagna per il
controllo delle Fiandre
(Guerra di devoluzione).

Ad avere la meglio , un
anno pi tardi, lesercito
francese. Luigi vede cos
ampliati i propri domini
sul continente.
1682 Luigi XIV ordina
allintera corte e ai
personaggi politici pi
importanti di trasferirsi
dal palazzo del Louvre
nella nuova reggia di
Versailles, una ventina
di chilometri a sud di
Parigi.
1683 Muore Maria Teresa di Spagna, moglie
di Luigi. Il sovrano si
consoler molto presto
con numerose amanti.

per merito, annoter nelle sue Memorie. Questa seconda ondata di proteste fu pi violenta della prima
e port la corte a un nuovo esilio.
Pochi mesi prima del Ballet de la nuit del 1653
era tornata la calma, ma il re fanciullo aveva ormai
in mente una sola cosa: prendere in mano le redini
del regno e raddrizzarne le sorti. Ma tra il dire e il fare cera sempre di mezzo lingombrante cardinale.
Al potere! Il 7 giugno 1654, poco prima del suo
sedicesimo compleanno, a Luigi XIV fu finalmente posta la corona in testa. Ma dovettero trascorrere ancora 7 anni affinch il nuovo re potesse davvero entrare in scena da protagonista, avverte Moro.
Facciamo due conti: 1654 pi 7 uguale 1661, ovvero
lanno di morte di Mazarino, che si spense il 9 marzo. Fu solo in quel momento che il Re Sole divenne tale, impossessandosi del regno.
Il suo assolutismo si espresse nei settori chiave.
Per risanare leconomia di una Francia sullorlo della bancarotta Luigi ingaggi leconomista Jean-Baptiste Colbert, nominato nel 1665 Controllore generale delle finanze. Questi aument le tariffe doganali per sfavorire le importazioni e incentivare lesportazione di merci francesi, usando poi il ricavato per
finanziare lindustria nazionale, posta sotto il diretto controllo della corona.
Poi il sovrano si dedic allesercito, affidandone la
riorganizzazione a Michel Le Tellier e al figlio, marchese di Louvois. Questi tolsero a nobili e signorotti
locali ogni residua competenza sulla direzione delle armate trasferendola direttamente al sovrano, il
76

LESSING/CONTRASTO

Per CONGEDARSI dal re bisognava arretrare pian piano


INCHINATI fino alluscita dalla sala delle UDIENZE

quale fece infuriare ulteriormente la nobilt francese autorizzando la promozione di tutti quei soldati che si fossero distinti in battaglia anche se privi di
titoli nobiliari. Nel suo genere, fu una rivoluzione.
La grande differenza con la politica del passato,
spiega Moro, stava nel fatto che in questo processo di accentramento del potere Luigi (cui non a caso si attribuisce la frase lo Stato sono io) era davvero il cuore di tutto: sia Colbert che i Le Tellier erano
considerati semplici dipendenti, che mai avrebbero
avuto lo stesso margine di azione concesso in passato a Richelieu e Mazarino.
Peraltro, da consumato attore qual era, il re si
divertiva a favorire ora uno ora laltro dei suoi

NOZZE
COMBINATE

Il matrimonio di Luigi
con Maria Teresa degli
Asburgo di Spagna,
avvenuto il 9 giugno
1660. In alto a sinistra,
Luigi XIV in fasce
ritratto in braccio
alla nutrice, Marie de
Longuet. A destra,
Luigi XIV in abito da
cerimonia.

1700 Il sovrano spagnolo Carlo II muore senza


lasciare eredi. Scoppia
la Guerra di successione
spagnola: i Paesi di
mezza Europa tentano
con le armi di imporre il
proprio candidato.
1713 Luigi esce vittorioso dallo scontro e

il Trattato di Utrecht
assegna il Regno
di Spagna a
Filippo dAngi, suo
nipote.
1715 Il 1 settembre
Luigi XIV muore nella
sua camera da letto a
Versailles, situata nellesatto centro del palazzo. Viene sepolto nella
Basilica di Saint-Denis.

LEEMAGE/MONDADORI PORTFOLIO

1685 A Fontainebleau
viene siglato un editto
che, annullando le
garanzie di libert
religiosa concesse dal
precedente Editto di
Nantes, costringe quasi
300mila protestanti
ugonotti alla fuga.

LEEMAGE/MONDADORI PORTFOLIO (2)

Il CERIMONIERE Vatel nel 1671 si tolse la VITA perch


il pesce non arriv in TEMPO per la cena del sovrano

collaboratori, mantenendosi cos saldamente al


centro del governo. Ma il suo capolavoro assolutista doveva ancora venire.
Trasloco di lusso. Come sfondo scelse una piccola tenuta nella campagna parigina, in localit Versailles, utilizzata in genere come base per le battute di caccia. Qui fece costruire una reggia grande
quanto una citt nella quale il sovrano port ai massimi livelli la messa in scena del suo potere, racconta la Craveri.
Lidea era ribaltare lo schema secondo il quale il re
doveva viaggiare attraverso il Paese per tenere sotto controllo la nobilt locale e mostrarsi ai sudditi.
Daltronde, pens Luigi, se il Sole si trovava al centro delluniverso (cos si credeva allora) lui avrebbe dovuto stare al centro del regno, con tutti gli altri pianeti (nobili in primis) a orbitargli attorno.
Allorigine di Versailles cera un semplice ragionamento: se aristocratici ed esponenti di governo avessero trascorso le proprie giornate sotto lo sguardo vigile del re non avrebbero pi avuto occasione di tramare contro di lui. Oltre a ci, spostarsi fuori da Parigi avrebbe significato per il re lasciarsi alle spalle il
pericolo delle rivolte popolari. Due piccioni con una
fava, insomma. E cos, dal 1682, tutta la nobilt e
lentourage reale furono costretti a traslocare nellimmensa reggia, tra boschi e giardini allitaliana, ma a
stretto contatto con il sovrano.
In citt rimase il Parlamento, al quale nel 1673
fu tolto il diritto di rimostranza, ovvero la facolt di opporsi agli editti del re, svuotandolo di ogni
significato. Per quanto riguarda invece i cortigiani,
78

ad attenderli cera uno stile di vita privilegiato e lussuoso, cadenzato da feste e innumerevoli occasioni mondane.
Molti di loro cominciarono a fare a gara per vedersi assegnati gli alloggi pi esclusivi, ossia il pi
possibile vicini a quelli del sovrano, riprende Moro. Pian piano a Versailles si ricre una socialit urbana, con tanto di botteghe artigiane, strade affollate e curiosi di ogni tipo. Inoltre, per dare ulteriore lustro alla sua immagine, Luigi si circond di schiere di
artisti, tutti pronti a omaggiarlo con dipinti nei quali veniva spesso raffigurato con le sembianze duna
divinit, come gli imperatori ellenistici e romani.
Cerimoniosi. La rappresentazione del potere diede per il suo meglio nei cerimoniali che regolavano
la vita di corte, la famigerata etichetta. Una delle
peculiarit della monarchia francese fu quella di abbattere ogni distinzione tra privato e pubblico, trasformando ogni attivit, anche la pi intima, in un
evento, spiega la Craveri. Per farsene unidea sarebbe bastato assistere al rituale quotidiano del lever du
roi, il risveglio del re.
La cosa funzionava cos: a dare la sveglia era un
valletto che dormiva ai piedi del letto, mentre i migliori cuochi del regno si davano da fare per preparare la colazione e, poich lo spettacolo era pubblico, alcuni paggi facevano entrare nella stanza i membri della corte autorizzati. Tra di loro vi erano il gran
ciambellano e il primo cameriere, che portava scarpe
e vestiti al sovrano, che a quel punto si alzava in piedi per essere avvicinato dal maestro guardarobiere, il
quale, con laiuto di un valletto, aveva il compito di

OLTRAGGIO
AL SOLE

Gli attori della


Commedia dellArte
cacciati da Parigi
per avere ironizzato
sullamante del re.
A sinistra, Luigi fece
ritrarre anche i suoi
cani preferiti: Pompe
e Florissant.

E lOlimpo si trasfer nella reggia di Versailles

er rendere pi efficace
la propria rivoluzione
assolutista, Luigi XIV si
affid anche alla propaganda.
Come in seguito (e per la verit
anche prima) altri sovrani,
si fece ritrarre con la famiglia
nei panni delle divinit dellOlimpo greco-romano.

Travestimenti. Nel dipinto del


pittore di corte Jean Nocret,
del 1670, i reali di Francia
interpretano i seguenti ruoli:
Anfitrite, ninfa marina (1); Cibele, dea-madre (2); Diana, dea
della caccia (3); le tre Grazie (4);
Flora, dea della primavera (5);
Stella mattutina, assimilata a

Margherita, Elisabetta
4 e Maddalena

Gastone
dOrlans
(1608-1660)
Maria
de Medici
(1575-1642)

Enrico IV
(1553-1610)

Luigi XIII
(1601-1643)

Filippo
13 (1668-1671)
Maria Teresa
12 (1667-1672)

Luigi XIV
(1638-1715)

Anna Elisabetta
(1662-1662)
11 Maria Anna
(1664-1664)
Luigi il
10 Gran Delfino
(1661-1711)

Filippo
dOrlans
(1640-1701)

Enrichetta
5 Stuart
(1644-1670)

Enrichetta
1 Maria di Francia
(1609-1669)

BRIDGEMAN/MONDADORI PORTFOLIO

Luigi XIV e la famiglia


reale nei panni degli
di, in un celebre
dipinto conservato
a Versailles. Nello
schema, la corona
indica i sovrani, gli
anelli i matrimoni.

8 Maria Teresa
di Spagna
(1638-1683)

Anna Maria Luisa


3 dOrlans
(1627-1693)

Anna dAustria
(1601-1666)

FAMIGLIA DIVINA

Venere e assegnata al fratello


del re, considerato effeminato
(6); Apollo, dio del Sole (7); Giunone, dea del matrimonio (8);
Zefiro, messaggero degli di
(9); Cupido (10) per il primogenito; quattro amorini per le
figlie morte in fasce (11) e per
gli altri due figli (12 e 13).

Maria Luisa
9 dOrlans
(1662-1689)

3
4
7

10

13

12
11

Il Re Sole MOR di cancrena per la


GOTTA di cui soffriva. E pare che alla
sua morte il POPOLO abbia esultato

sfilargli la camicia da notte e di vestirlo. Tutte queste mansioni erano assegnate a nobili, trasformati in
questo modo in semplici maggiordomi, spiega Moro. Il risveglio era solo uno dei tanti momenti della
giornata dominati dalletichetta: ogni gesto del sovrano era infatti accompagnato da un qualche rituale, e prendervi parte era considerato un privilegio.
Tra questi privilegi cera persino quello di assistere alle funzioni fisiologiche di Luigi, aggiunge la
Craveri. Segno di quanto il sovrano stesso fosse in
fondo prigioniero di questetichetta implacabile.
Lunica consolazione sembrava essere, per il re, la frequentazione delle sue numerose amanti, in particolar modo dopo il 1683, anno di morte della moglie
Maria Teresa di Spagna.
Grandeur. A Versailles, Luigi XIV espresse la
sua idea di potere al meglio, costringendo laristocrazia in una prigione dorata e demolendo la concezione del sovrano primus inter pares. Quello che
si andava formando era invece il principio del a deo
rex, a rege lex (da Dio viene il re, dal re la legge).
80

Ma se il potere del sovrano era emanazione diretta della volont divina, allora avrebbe dovuto affermarsi anche sulla Chiesa. Detto fatto. Il re stabil che
ogni disposizione papale fosse dichiarata nulla se priva del suo consenso. Sotto la bandiera del cattolicesimo afferm la supremazia dello Stato scagliandosi
dapprima contro il giansenismo (una corrente dissidente che predicava il ritorno a un comportamento pi conforme al messaggio originario dei Vangeli) e quindi contro gli ugonotti (i protestanti dOltralpe), ai quali revoc la libert di culto concessa nel
1598 con lEditto di Nantes.
Conquistatore. Sgombrato il Paese da ogni opposizione, lunica cosa che gli rimaneva da fare era
riuscire a portare la propria luce oltre i confini francesi, riprende Moro. Luigi XIV intendeva infatti
porre la Francia al centro della politica europea, cos come egli stesso era al centro della Francia. Questi sogni di grandeur portarono il Paese a una serie
di conflitti che devastarono il morale della popolazione nonch le casse del regno. Quella di Luigi fu

ACCADEMICI

Il ministro Colbert
(vestito di nero)
presenta a Luigi XIV
i membri
dellAccademia reale
delle scienze, da
lui fondata nel 1666.

Il tocco magico del re taumaturgo

LESSING/CONTRASTO

a fede nel
miracolo fu
creata dallidea che doveva esservi
un miracolo. cos che
lo storico Marc Bloch ha
spiegato il fenomeno
dei re taumaturghi
(dal greco thama ed rgon, miracolo e opera). Erano taumaturghi
i re che (dal Medioevo
fino al XIX secolo) furono considerati in grado
di far guarire i sudditi
con limposizione delle
mani.
Guaritori. La storiografia assegna ai
Capetingi, antica casata
francese, il primato
taumaturgico.
Fu Roberto II il Pio (9721031), figlio di Ugo
Capeto (fondatore della

Matteo Liberti

Luigi IX il Santo
guarisce uno
scrofoloso,
in un dipinto
del Seicento.

BRIDGEMAN/MONDADORI PORTFOLIO

unepoca di guerre e sacrifici per i francesi. Fu per un periodo di grande gloria.


A conti fatti, pur se sul piano internazionale le conquiste furono limitate, Luigi seppe consolidare legemonia della Francia sul continente, dice Moro. Il francese divenne allora la lingua ufficiale di tutta llite europea, artisti e letterati transalpini venivano acclamati e imitati
ovunque.
Alcuni di questi intellettuali furono servi tra
i servi, ma altri entrarono nelle sue grazie. Per
esempio i drammaturghi Molire e Racine. Ma
fu con il compositore di origini italiane Jean-Baptiste Lully che Luigi XIV ebbe i legami pi profondi e proficui ai fini della creazione di unaura
assolutista. Era stato proprio lui, quel 23 febbraio del 1653, a insistere perch il giovane re si presentasse sul palco con le sembianze del Sole. Un
contributo decisivo a unimmagine regale che sa
rebbe passata alla Storia.

dinastia), il primo a far


guarire miracolosamente i francesi. Una dote
che sar poi attribuita
ai suoi discendenti,
incluso Luigi XIV. E incluso anche Guglielmo
il Conquistatore (10281087) che esport la
taumaturgia oltre
la Manica.
Scrofolosi. La specialit dei re taumaturghi
era la scrofola, ovvero
ladenite tubercolare:
uninfezione delle
ghiandole linfatiche
che si manifesta con
lesioni cutanee a intermittenza. E i miracoli?
Come ha scritto lo
storico Jacques Le Goff
i casi in cui il male
resisteva al tocco, li si
dimenticava presto.

RIVOLUZIONE

Una

FAsenza
VOLA
LIETO
FINE

Odiata perch REGINA di Francia


ma di origine AUSTRIACA, fu
travolta dalla RIVOLUZIONE
del 1789, che ne infang
limmagine. Ma chi fu davvero
MARIA ANTONIETTA?

A MORTE
LA STRANIERA!

ROGER-VIOLLET/ALINARI

La regina di Francia
Maria Antonietta
accompagnata
al patibolo (16 ottobre
1793). Sopra, la regina
con abiti contadini:
amava indossarli con
le amiche nel borgo
di Versailles.

on ho bisogno di nulla, tutto finito per me. Da sola, singhiozzando,


pass la sua ultima notte in cella.
Non le concessero labito nero da
vedova, perci sotto lo sguardo morboso delle guardie indoss il semplice vestito bianco di tutti i giorni, le calze nere di seta e quel che restava delle pantofoline color prugna con cui era stata portata nella
prigione della Conciergerie, la cosiddetta anticamera della ghigliottina. Con enormi cesoie il boia le
tagli i radi capelli, ormai completamente bianchi,
e con le mani legate dietro la schiena la caric sul
carro che la condusse a Place du Carrousel.
Durante la tetra processione i parigini la irridevano: meno di ventanni
prima lavevano acclamata delfina
di Francia. Ora era laltezzosa Austriaca gonfia del sangue del popolo:
una regina spogliata del suo ruolo, nuda nella sua vulnerabilit.
Pallida e smunta, imperturbabile,
scese dal carro e sal i gradini del
patibolo, con quel suo passo scivolato che nei saloni di Versailles,
una vita fa, i cortigiani guardavano
estasiati: La regina ha tanta grazia che
quando cammina non tocca terra, dicevano. Invece quel giorno pest un piede al
boia: Non lho fatto apposta, si scus. E alle dodici e quindici del 16 ottobre 1793, la ghigliottina
fece il suo pietoso lavoro: il pubblico in delirio applaud la testa sanguinante della nemica di Francia.
Colpevolmente austriaCa. Si era meritata davvero questa fine? Maria Antonietta non fu n la santa della monarchia, n la strega della rivoluzione: ebbe pregi e difetti, ma quel che i francesi non le perdonarono fu che fosse austriaca. Nemica da sempre,
lAustria aveva stretto con la Francia una innaturale
alleanza in funzione antiprussiana (1756). Il trattato
era solo un atto formale: gli austriaci continuarono
a considerare i francesi frivoli e incapaci di fermezza,
mentre i francesi continuarono a temere che gli austriaci volessero approfittarsi di loro.
Allepoca Maria Antonietta era ancora in fasce. La
dolce met di una coppia pestilenziale, come la definirono i rivoluzionari, era la quindicesima piccola, ma perfettamente sana arciduchessa dAustria e di
Lorena, nata il 2 novembre 1755 in quello che oggi il salone ufficiale del presidente della Repubblica austriaca. I suoi genitori, Maria Teresa dAsburgo
e Francesco I imperatore del Sacro romano impero,
la chiamarono Maria Antonia Josepha Joanna, ma
in famiglia fu sempre Antoine.
Nel 1767, quando il vaiolo mand allaria i piani dellimperatrice, portandosi via una figlia e deturpando il viso di unaltra, Maria Teresa non aveva
83

RMN/ALINARI (2)

RUE DES ARCHIVES/MILESTONE

LESBICA

INFEDELE

SPREGIUDICATA

Le origini AUSTRIACHE contribuirono ad alimentare sospetti


e MALDICENZE sul conto della regina da parte dei FRANCESI
ancora progetti matrimoniali per la pigra e viziata dodicenne. Nel consueto gioco delle coppie cui erano
destinate le donne delle case regnanti, il nome di Antoine fin cos, inaspettatamente, accanto a quello del
delfino di Francia Luigi Augusto. La bambina non
era stata preparata ad affrontare una corte straniera: bisognava rimediare nel minor tempo possibile.
Sua madre, di gusti pi difficili di quelli del giovane Wolfgang Amadeus Mozart, che pare fosse rimasto folgorato dalla bella e bionda coetanea,
non era affatto soddisfatta di quel che vedeva: fece raddrizzare i denti della figlia con un sistema di
fili di metallo, il pellicano, e si rivolse a un noto parrucchiere parigino per nasconderle lattaccatura irregolare dei capelli. La costrinse a indossare
corsetti imbottiti per mascherare la spalla pi alta
dellaltra, ma solo il tempo avrebbe posto rimedio
alla magrezza di Antoine e al suo scarso seno, notato con rammarico dal futuro suocero, il donnaiolo
re Luigi XV. Non era consolante sapere che, a cultura, la ragazzina era messa anche peggio. Quando fu promessa in sposa, scriveva con estrema lentezza, leggeva a stento ed era incapace di concentrarsi. E bench il nuovo precettore fosse riuscito
a darle linfarinatura necessaria a non sfigurare, lei
non divent mai unintellettuale.
La deLfina. Pronta o meno che fosse, la piccola austriaca lasci la sua casa il 21 aprile 1770. Il distacco tra madre e figlia fu innaffiato di lacrime. Se
si considera soltanto la grandezza della tua posizione, sei
la pi felice delle tue sorelle e di tutte le principesse, laveva consolata Maria Teresa, spedendola nelle mani
di quel goffo, insicuro, apatico ragazzone che era il
delfino di Francia. Il 16 maggio, tremante e svogliato, Luigi Augusto infil la fede al dito della grazio84

sa austriaca dal sorriso radioso. Ma la cerimonia pi


importante fu la messa a letto della giovane coppia, scrive Antonia Fraser, storica inglese, autrice di
un saggio su Maria Antonietta.
I consuoceri erano sicuri che, sotto le lenzuola, marito e moglie avrebbero portato a termine il loro compito: mettere al mondo un erede. Le speranze, per,
erano mal riposte. Lo sposo aveva degnato la delfina
di un unico abbraccio, quando si erano incontrati la
prima volta: per i successivi sette anni non le avrebbe concesso molto di pi. Fedele al ruolo di moglie devota, Antoinette, come la chiamavano a Versailles, faceva buon viso a cattiva sorte: non cercava

LA MACCHINA
DEL FANGO

Stampe dellepoca, di
simpatie giacobine,
ironizzavano sui
presunti vizi della
regina. A destra, Maria
Antonietta in un
ritratto della scuola
pittorica austriaca.

Mangino brioche: chi lha detto?

on hanno il
pane? Che
mangino
le brioches. Cos, nel
1775, mentre imperversava la guerra
della farina, Maria
Antonietta avrebbe
liquidato il problema
dei parigini. Ma poteva, una frase tanto
infelice, appartenere
alla sensibile Maria
Antonietta, unica fra
tutti i componenti
della famiglia reale
francese a rifiutarsi
di passare con la
carrozza sopra i campi

di grano per non


rovinare i preziosi
raccolti? Pare di no.
Trascorsi. Laneddoto era noto da un
secolo. Lo conosceva
il filosofo Rousseau
ben prima che Maria
Antonietta nascesse,
e nel 1751 la frase
era stata affibbiata a
una zia di Luigi XVI,
Madame Sophie, che
lavrebbe pronunciata quando suo fratello
(delfino di Francia che
mor prima di salire
al trono) fu assalito
a Parigi al grido di

Pane, pane. Secondo


la contessa di Boigne,
dama di Maria Antonietta, apparteneva
invece a unaltra zia,
Victoire. Ma solo
nelle memorie del cognato di Antoinette,
il conte di Provenza,
che il mistero si chiarisce. Il pt en crote
gli faceva tornare alla
mente una frase della
sua antenata, Maria
Teresa di Spagna,
moglie di Luigi XIV:
Se non c pane, che la
gente mangi il pt en
crote.

2 novembre 1755
Maria Antonietta nasce alla
Hofburg di Vienna, in Austria.

4 maggio 1789
Inaugurazione
degli Stati generali, ostili alla
monarchia.

13 giugno 1769
dichiarato
ufficialmente il
fidanzamento di
Maria Antonia.

21 giugno 1791
La famiglia reale
tenta la fuga, ma
riconosciuta e
arrestata.

16 maggio 1770
Sono celebrate le
nozze: diventa
delfina di Francia.

21 gennaio 1793
A Place de la
Concorde il re
giustiziato sulla
ghigliottina.

22 ottobre 1781
Nasce lerede
maschio Luigi
Giuseppe, che
muore giovane.

14 ottobre 1793
Inizia il processo alla regina,
accusata di alto
tradimento.
16 ottobre 1793
La regina viene
giustiziata sulla
ghigliottina.

LEEMAGE

La tragica vita di una regina

Ostile a ogni COMPROMESSO con le idee liberali,


prov a SALVARE la monarchia assoluta con continui
contatti con gli ARISTOCRATICI emigrati
na di Francia: a quel punto la nascita di
un delfino si fece necessaria. La vita sessuale della regina era sempre
stata largomento preferito della
corte ma, contro ogni pronostico, i crudeli libretti porno sui
suoi presunti amori lesbici con
le dame di compagnia si inasprirono quando la coppia reale
usc dallimpasse. Solo un amante avrebbe potuto darle dei figli,
sostenevano le malelingue. Invece,
il 30 agosto 1777, poco pi di due anni dopo lincoronazione, Luigi XVI era diventato un marito a pieno titolo: lo aveva soccorso
il fratello maggiore della regina, limperatore Giuseppe II, dispensando consigli pratici ai due perfetti pasticcioni. E infatti il 19 dicembre dellanno dopo Maria Antonietta era diventata lamorevole madre di Maria Teresa Carlotta, seguita dal cagionevole Luigi Giuseppe, da Luigi Carlo e da Sophie
Hlne Batrice.
CaprO espiatOriO. Ironia della sorte, tra i presunti
giocattoli sessuali di Antoinette, sui libretti non comparve lunico probabile vero amante: il conte svedese
Hans Axel von Fersen. I suoi profondi occhi azzurri, il fisico slanciato, laria malinconica da poeta non
erano paragonabili allaspetto del re, definito dal giovane visitatore inglese William Wilberforce un essere strano (somiglia a un maiale). E anche se non esistono prove, non si possono negare gli apprezzamenti espressi dal conte nelle lettere alla famiglia o quel
Non posso stare con lunica persona che desidero, lunica persona che mi ama veramente, perci non voglio stare con nessuno, confessato alla sorella. O la preoccupazione per il destino della regina: si era accorto della freddezza del popolo nei confronti dellaustriaca.

LAMANTE
SVEDESE

A sinistra, il conte
Hans Axel von Fersen:
fu il presunto amante
della regina Maria
Antonietta.

MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMAN

altrove ci che il marito non le dava,


ma mentre lui si dedicava esclusivamente alla caccia, lei riempiva
il vuoto con lo shopping, i divertimenti e le amicizie. Arricch la sua stilista, Rose Bertin, a corte ribattezzata ministro della Moda; affid le
sue imponenti acconciature al famosissimo coiffeur parigino Lonard; dilapid fortune giocando dazzardo e non perse
mai un ballo o uno spettacolo. Insomma: si adatt in fretta alle consuetudini della corte francese.
Oltre le frivOlezze. Per quanto apparisse frivola e senza pensieri, al punto da attirare le critiche
del principe di Lignes, convinto che le grandi regine
della storia non dovessero ridere, la delfina di Francia non era felice. E neppure superficiale. A differenza del resto della nobilt, si rendeva conto benissimo
delle difficili condizioni del popolo francese.
Il cosiddetto terzo stato dopo i nobili e il clero composto da borghesi, contadini e operai, era il
pi povero e il pi affamato, ma anche lunico a pagare le tasse. Antonietta era generosa con i sudditi,
ma chi non aveva neppure il pane per i propri figli
poteva tollerare lo scialo sfrenato della corte, in particolare della giovane straniera? Ai crucci politici, la
delfina aggiungeva i crucci personali: le critiche della
madre, sempre insoddisfatta di lei, dellambasciatore
austriaco a Versailles, che la considerava una sciocca
senza inclinazione per la politica, e persino dei nobili francesi, che giudicavano non consoni i suoi continui atti di piet nei confronti del popolo.
E la situazione peggior quando Luigi XV mor di
vaiolo. A meno di 19 anni, Antoinette divent regi-

I falsi delfini di Francia

ome il fratello maggiore, anche il secondo


figlio di Maria Antonietta, Luigi Carlo, ebbe
vita breve: probabilmente a
minare la sua salute furono le
brutali condizioni di vita nel
carcere del Tempio, soprattutto dopo la decapitazione della
madre. L8 giugno 1795 spir,

86

ad appena dieci anni, ma la


sua morte fu a lungo messa
in dubbio e solo una recente
indagine sul Dna dei presunti
resti ha accertato la verit. Nel
frattempo, per tutto il XIX secolo spuntarono almeno una
quarantina di falsi delfini .
Strane storie. Alcuni di loro
avevano inventato storie piut-

tosto particolari: il francese


Pierre Louis Poiret dichiar di
essere stato allevato da un ciabattino dopo essere fuggito
dal carcere. Tanto per rendere
credibile la balla, aveva dato
ai suoi numerosi discendenti
nomi molto evocativi: fra
gli altri, quelli di Luigi Carlo e
Maria Antonietta.

Un altro falso venne registrato nel continente americano,


dove un uomo, conosciuto
come William lIndiano, cerc
di farsi passare per Luigi XVII.
Figlio di tale Eunice Williams e
di un nativo, contava sul fatto
che non esistessero documenti relativi alla sua nascita. Ma
fu scoperto.

Eppure molte delle presunte colpe di Antoinette non erano davvero tali: pretendeva di occuparsi personalmente delleducazione dei propri figli, togliendo quel potere ai cortigiani; aveva semplificato
letichetta e la moda di Versailles; concedeva privilegi per amicizia e non per calcolo. Anche laccusa di
tramare ai danni della Francia per far contenta lAustria era infondata. Maria Antonietta veniva usata come capro espiatorio su cui scaricare i problemi
politici del re, dovuti invece allinsostenibile situazione finanziaria della corona. Le voci di feste grandiose erano lemblema dei risentimenti contro il potere
VERSO
dominante in generale, ma il loro bersaglio fu la reLA FINE
gina, afferma Fraser.
Luigi XVI e Maria
Antonietta con i loro Grano, farina e GhiGliottina. A Parigi laria cobambini, in ostaggio minci a farsi pesante. Mentre cominciavano i primi
nella reggia di
tumulti, il 4 giugno 1789 mor il delfino, il piccolo
Versailles, nel 1789.
Luigi Giuseppe. Mio figlio morto e pare che non importi a nessuno!, scrisse disperata la regina. Ed era vero: al popolo importava solo dei propri figli affamati. La presa della Bastiglia, il 14 luglio 1789, segna
lapice dei tumulti parigini e della Rivoluzione francese: la grande fortezza-prigione fu presa dassalto da
una folla scalmanata, convinta di trovare armi e pol-

vere da sparo, scrive Fraser. Ma alla fine tutto ci che


usc dalla Bastiglia furono sette prigionieri. Abbattuto il simbolo delloppressione, i parigini appuntarono sui cappelli coccarde tricolore della repubblica.
Per i reali fu linizio di una lenta agonia.
A chi le consigliava di fuggire, la regina rispondeva che non avrebbe mai lasciato il suo re: cos persero loccasione di salvarsi. Il 5 ottobre la
marcia delle popolane su Versailles per chiedere grano e farina al sovrano si trasform in aggressione alla regina. La famiglia reale venne trasferita a Parigi, alle Tuileries, un sontuoso palazzo ormai in rovina, sulla riva destra della Senna.
Solo nellagosto del 1792 lAssemblea nazionale dichiar la fine del governo monarchico e il 21 gennaio 1793 il re fu decapitato. Abbandonata dalla
nazione di nascita, lAustria, e da quella dadozione, la Francia, Maria Antonietta venne processata
circa nove mesi dopo. Fu una farsa: la sua sorte era
stata decisa mesi prima. Prostrata forse da un tumore allutero, il 16 ottobre 1793 affront la morte a testa alta. E senza sorridere: come ogni grande

regina della Storia.


Maria Leonarda Leone

DINASTIE

Sono stati RE DITALIA per quasi un SECOLO. Ma che origini

n principio fu un Umberto, come alla fine.


Nella storia dei Savoia c un fattore U che
sembra destinato a segnarne i momenti chiave. Umberto II fu lultimo sovrano sabaudo,
il re di maggio finito in esilio nel 1946. Ma anche il capostipite del casato si chiamava cos: era
un conte di 10 secoli fa, che usava firmarsi Umbertus Comes e che ai posteri noto col soprannome di Biancamano. Come sia finita la storia dei
Savoia, compresi gli ingloriosi infortuni giudiziari di pochi anni fa, noto. Ma come cominci?
Si dice che... DellUmberto capostipite si favoleggia molto ma si sa poco. Certo che nacque alla fine del primo millennio; che mor poco prima
del 1050; che fu vassallo dei re di Borgogna; che
ebbe quattro figli maschi, due dei quali diventarono vescovi a Lione e a Sion; che controll diversi territori a nord-ovest delle Alpi, fra cui la Maurianne (una valle oggi francese che dal Moncenisio
scende a Chambry) e lo Chablais (una regione ora
svizzera che si stende fra il Gran San Bernardo e il
Lago di Ginevra). Il resto tutto affidato ai si dice, compreso il motivo del nomignolo Biancamano, che sarebbe nato per colpa di un distratto scrivano del 300: mentre copiava un testo che parla-

I PRIMI

88

hanno i Savoia, una delle casate pi ANTICHE dEuropa?

AVANTI, SAVOIA!

Sotto, il reggimento
Savoia Cavalleria,
nelle divise storiche,
festeggia il suo
bicentenario (1892).
A sinistra, Umberto
I Biancamano di
Savoia (970-1048).
in unincisione del
Settecento.

va di Umbertus blancis moenibus (cio dai bianchi


castelli) avrebbe trascritto blancis manibus. Molti
si dice circondano anche lorigine dei primi feudi
sabaudi: il pi fantasioso accenna a un premio che
il presunto padre di Umberto, tale Beroldo, si sarebbe guadagnato vendicando una storia di corna,
in cui era parte lesa limperatore Ottone II. Gustosissimo il racconto che un agiografo del 400, Jean dOrville, detto Cabaret, fece dellimpresa di
Beroldo. Il quale, entrato nella camera dellimperatrice per cercare un anello perduto nel letto dal sovrano (suo zio), tast sotto un cuscino, ma invece
del gioiello trov una barba. Il resto segu a ruota:
uccisione del titolare della barba, stessa sorte per la
sua nobile amante e premio al giustiziere.
Dalla Borgogna. Che cosa c di vero in tutto ci? Niente, taglia corto Alessandro Barbero,
docente di Storia medievale allUniversit del Piemonte Orientale. In realt, spiega, dai pochi documenti esistenti possiamo dedurre che i primi Savoia erano funzionari del regno di Borgogna, uno
degli Stati in cui si era frantumato limpero di Carlo Magno. Pian piano, questi funzionari acquistarono autonomia sfruttando la crisi del potere centrale. La leggenda di Beroldo fu inventata a poste-

riori, come altre, per dare lustro alla dinastia vantando lontane ascendenze imperiali.
Comunque siano nate le loro fortune, certo che
i signori della Maurianne avevano poco in comune coi futuri re dItalia. Non capivano litaliano: Umberto Biancamano scriveva in latino e parlava in francese, lingua ufficiale fino a met 500.
Nessuno di loro, poi, usava come stemma lo scudo
crociato sabaudo, adottato solo nel 200: il primo
simbolo araldico della dinastia era unaquila nera
su fondo oro, simile alla bandiera usata secoli dopo dallImpero austro-ungarico. Nessuno dei primi
Savoia poteva immaginare che i suoi eredi avrebbero regnato sulla Penisola. Lunico che allora aspirava a tanto era il marchese Arduino di Ivrea, che nel
1002 si incoron re dItalia, ma si attir le ire sia del
papato sia dellimpero, finendo sconfitto.
Concreti. Biancamano e parenti avevano ambizioni pi terra-terra: stavano arroccati nelle loro
valli di montagna, che davano poco lustro ma rendevano molti quattrini, perch chi passava dai valichi del Nord-Ovest doveva pagare congrui pedaggi.
Presto per gli interessi di famiglia si allargarono
a sud. Artefice della svolta fu una donna, Adelaide
di Susa (1015 ca.-1091), che nella storia sabauda

ALINARI

SAVOIA

89

In MILLE ANNI hanno avuto 12 AMEDEO, 6 Filiberto, 5 Umberto,


5 Carlo Emanuele, 4 Vittorio Emanuele e un solo EDOARDO

BRIDGEMANART/MONDADORI PORTFOLIO

AMATO
E ODIATO

Ritratto equestre di
Eugenio di Savoia
(1663-1736): era un
militare coraggioso ed
pi famoso allestero
che in Italia.

90

conta pi del capostipite: energica e intelligente, due volte vedova, capace di apprezzare la buona musica e di tirar di spada, spos in terze nozze Oddone, figlio di Biancamano, portando in dote met Piemonte. E poich il marito mor in fretta, govern lo Stato di persona, reggente di nome
e regnante di fatto. Tu senza laiuto di un re sostieni il peso del regno, scrisse di lei il contemporaneo
Pier Damiani, futuro santo e dottore della Chiesa.
In realt il regno non era ancora tale, ma Adelaide fece di tutto perch il feudo sabaudo uscisse dal suo aureo provincialismo per affacciarsi sui
grandi scenari dEuropa: diede in sposa sua figlia
Berta allimperatore Enrico IV; poi, quando questi fu scomunicato, medi col papa perch fosse ricevuto a Canossa (1077). Fu per quellabile virago che i Savoia cominciarono a diventare italiani: il primo ad abbinare al titolo di conte di Savoia
quello di marchese di Torino fu Pietro I (1048 ca.1078), figlio di Adelaide. Ma perch la citt piemontese sostituisse la capitale originaria Chambry, dovevano passare cinque secoli: la staffetta ebbe
luogo nel 1562, per volont di Emanuele Filiberto,
celebre condottiero che combattendo per limperatore Carlo V si guadagn gloria, crediti e lepiteto di Testa di Ferro, riferito allinseparabile elmo.
Condottieri. Biancamano, Adelaide ed Emanuele Filiberto sono personaggi-simbolo dei tre
principali strumenti (rendite di posizione, matrimoni politici e servizi militari per conto terzi)
su cui i Savoia costruirono la loro carriera, che fu
lenta ma brillante: conti in origine e marchesi dal
1060, gli eredi del Biancamano diventarono duchi
nel 1416 e re nel 1458. A renderli re non fu la Sardegna ma Cipro, effimera dote di un matrimonio;
il primo re di Sardegna venne dopo: si chiamava
Vittorio Amedeo II (1666-1732) e mor agli arresti, rinchiuso dai parenti nel castello di Moncalieri.
Fra i tre strumenti, il pi usato fu larte militare.
Gli annali sabaudi traboccano di condottieri, che
spesso si guadagnarono sul campo, oltre a territori
e favori di potenti, anche nomignoli bizzarri. Qualche esempio: Amedeo I (morto attorno al 1051),
detto Coda per la folta scorta che portava sempre
con s; Amedeo VI (1334-1383) alias Conte Verde, che combatt per i bizantini; Filippo II detto
il Senza Terra (1443-1497), prima alleato e poi
nemico dei francesi; Filiberto II il Bello (14801504), che serv prima la Francia e poi lAustria;
Carlo III il Buono (1486-1553), che aiut i re
francesi a conquistare il Milanese. Il soprannome

REDUX/CONTRASTO

deli non siano corrotte dalla vicinanza dei giudei.


Ancor pi integralista fu il primo re di Sardegna,
Vittorio Amedeo II, che fece massacrare i valdesi (1686-1689).
Oltre al potere in terra, la fede procur alla dinastia anche gli onori degli altari, perch la Chiesa proclam beati due Savoia: Umberto III
(1136-1189) e Amedeo IX (14351472). Nessuna causa di beatificazione fu invece avviata per Carlo Emanuele IV (1751-1819), re
piissimo che dopo la Rivoluzione francese rinunci alla corona e
si fece gesuita. Quando, nel 1815,
il Congresso di Vienna riport
al potere i re dEuropa, sul trono and suo fratello Vittorio Emanuele I: iniziava
unaltra storia, quella
del Risorgimento.
Nino Gorio

LEEMAGE/MONDADORI PORTFOLIO

pi strano lo merit Renato (1470 ca.-1525) detto il Gran Bastardo perch era un figlio naturale del Senza Terra.
Ma nei libri di storia i posti pi importanti vanno ad altri: a Emanuele Filiberto (1528-1580), che
riconquist le terre sabaude dopo un periodo di
occupazione francese, e a Eugenio (1663-1736),
che combatt per gli Asburgo, salvando lAustria
dallinvasione turca e conquistando loro la Lombardia, che per ironia della sorte 150 anni dopo fu
la causa di due guerre tra lAustria e i Savoia. Geniale stratega e militare coraggioso, Eugenio era
anche omosessuale dichiarato, tanto che a Vienna
si present vestito da donna. Perci pass alla storia con vari soprannomi. Principe Sole per i suoi
protettori austriaci, Madame Sodomie per gli
invidiosi francesi, che ne avevano rifiutato i servigi, Eugenio fu pi popolare allestero che in Italia:
Gran Bretagna e Germania gli hanno dedicato navi da guerra, lUngheria una magnifica statua equestre davanti al palazzo reale di Budapest, e Vienna
ne ospita la tomba nel luogo pi sacro della citt,
la cattedrale di Santo Stefano.
Politica nuziale. Anche le donne ebbero un
ruolo chiave nel creare le fortune di famiglia, perch per secoli casa Savoia fu un autentico moglificio per i potenti dEuropa: la dinastia forn spose, fra gli altri, a due duchi di Milano, a un duca
di Sassonia, a un re di Spagna, a un re del Portogallo, a un re di Germania, a quattro re di Francia
e a due imperatori. Dove non arrivarono spade e
nozze suppl talvolta la fede, intesa come carriera
ecclesiastica, altro mezzo di potere. Oltre a diversi
vescovi, il curriculum del casato conta un cardinale (Maurizio, 1593-1657) e un antipapa: Amedeo
VIII il Pacifico (1383-1451), che divent Felice V e in nome della cristianit dello Stato chiuse
i sudditi ebrei nei ghetti affinch le menti dei fe-

UN ABILE
CONDOTTIERO

Emanuele Filiberto
duca di Savoia (15281580): riconquist
le terre sabaude
dopo loccupazione
francese e port la
capitale a Torino.

UNA CASA
PER EUGENIO

Sopra, la residenza
costruita nel 1723 a
Vienna per il principe
Eugenio di Savoia,
eroe della guerra
contro i Turchi.

ITALIA BORBONICA

Nel 1734, con CARLO III, nasce la dinastia Borbone in


Italia. E NAPOLI, grazie a un governo COLTO e lungimirante,
divenne una delle pi belle CAPITALI dEuropa

ALINARI

Benvenuti
al SUD

A sinistra, Carlo III di


Borbone (1716-1788),
che regn a Napoli.
Sotto, la duchessa di
Parma Maria Amalia
dAustria (1746-1804)
moglie di Ferdinando
I di Borbone-Parma
(1751-1802).

SCALA

A NAPOLI
E A PARMA

lo un antipasto. Loccasione favorevole arriv nel


1733, con la guerra di successione polacca dopo la
morte di Augusto II: anche la Francia riconobbe a
Carlo il ducato di Parma e gli eventuali diritti sulla Toscana. Con Carlo Emanuele di Savoia, poi,
la Francia aveva stabilito unulteriore ripartizione di pretese dinastiche, che prevedeva lassegnazione del trono di Napoli alla Spagna. Tra Madrid
e Vienna fu guerra e Carlo divenne comandante dellArmata spagnola in Italia. Aveva da poco
compiuto diciotto anni e quello fu levento decisivo per soddisfare le ambizioni di Elisabetta nei
confronti del figlio. Il giovane marci alla conquista dellItalia Meridionale controllata da ventisette anni dagli austriaci, dopo i due secoli di vicereame spagnolo. Scrisse la regina di Spagna al figlio:
Una volta elevate al grado di libero regno, Napoli
e la Sicilia saranno tue. Va, dunque, e vinci. La pi
bella corona dItalia ti attende. Il resto avvenne in
pochi mesi: la sconfitta degli austriaci, la vittoria
definitiva di Carlo a Bitonto il 25 maggio a suggellare la conquista dellintero regno, lacclamato ingresso a Napoli e poi a Palermo con lincoronazione nella cattedrale della capitale siciliana.
Ingresso trionfale. Il primo sovrano del regno autonomo di Napoli e Sicilia, fondatore della dinastia Borbone nellItalia Meridionale, entr
a Napoli il 10 maggio 1734. Nasceva il regno borbonico nel Sud, che sarebbe durato 127 anni. Lingresso nella capitale fu un trionfo: cominci da
porta Capuana, con il re a precedere i suoi generali. Prosegu per le vie cittadine tra le acclamazioni

MONDADORI PORTFOLIO

acque bene, Carlo III di Borbone, e


anche fortunato. Il padre era Filippo
V re di Spagna e la mamma Elisabetta Farnese, che del sovrano spagnolo era la seconda moglie e aveva ereditato per complessi intrecci familiari le pretese dinastiche sul ducato di Parma e Piacenza. Il figlio primogenito della coppia nacque a Madrid il 20 gennaio del 1716:
piccolo, magro, spalle curve, carnagione scura, Carlos fu educato da una severa governante spagnola e
da professori religiosi. Impar il francese e il tedesco, am lo studio della storia, le scienze, la tattica militare. Elisabetta Farnese desiderava per il suo
primo figlio un trono importante. Dopo un ventennio di turbolenti accordi e guerre lottenne.
Le danze hanno inizio. Limperatore dAustria
Carlo VI dAsburgo accett nel 1731 che il quindicenne principe spagnolo prendesse possesso di Parma e Piacenza, presidiando la Toscana.
Alla partenza del futuro re da Siviglia per lItalia, il padre Filippo V
gli fece il segno della croce sulla fronte regalandogli la spada ingioiellata appartenuta a Luigi XIV di Francia,
nonno del re di Spagna.
Avi illustri e un futuro in
ascesa per linfante Carlo, che mantenne i diritti ereditari sul trono
di Madrid. Il ducato di
Parma e Piacenza era so-

93

SCALA

94

Il giovane re CARLO fu subito preso in


SIMPATIA dai napoletani. Anche San
Gennaro fece subito il suo MIRACOLO

DE AGOSTINI/GETTY IMAGES

della folla in festa, che faceva a gara ad afferrare le


monete doro e argento lanciate dal tesoriere di corte. Fu un tripudio, con il giovane re preso subito in
simpatia dalla gente: da cattolico osservante, si ferm nel monastero di San Francesco di Paola, vicino
porta Capuana, per pregare. Poi entr nel Duomo,
dove fu benedetto dal cardinale Pignatelli cui regal una croce pregiata per il tesoro di San Gennaro.
A via Toledo i balconi erano addobbati da lenzuola e copriletto ricamati. Quattro giorni dopo, San
Gennaro fece subito il suo miracolo: la liquefazione del sangue avvenne in pochi istanti. Fu considerato un buon auspicio.
Arriva la regina. Lintera Italia Meridionale
divenne Stato autonomo e indipendente. Carlo era
sovrano di Napoli e Sicilia, ma manteneva anche i
suoi diritti nella successione sul trono del padre Filippo V. Con decisione sollecitata dal padre per un
accordo con lAustria, stabil che dal suo successore in poi non si potevano possedere diritti dinastici su entrambi i troni. Dopo la pace di Vienna, arriv il matrimonio con Maria Amalia di Sassonia
che, quando nel 1737 divenne regina, aveva solo
13 anni. Proprio durante i festeggiamenti per il loro primo incontro a Fondi, il re cre il pi importante ordine cavalleresco della dinastia Borbone di
Napoli: il reale ordine di San Gennaro, quello sim-

SCALA

PERIODO DORO

Qui sopra, Ferdinando


I di Borbone (17511825), figlio di Carlo
III e re delle Due Sicilie
dal 1759. A sinistra,
labdicazione di Carlo
a favore del figlio e,
in basso, il Teatro San
Carlo, costruito nel
1737 in pochi mesi.

boleggiato dal famoso cordone che diventer tra i


pi ambiti tra aristocratici e notabili meridionali.
I 25 anni di regno di Carlo furono illuminati,
in poco tempo vennero realizzate numerose opere pubbliche che cambiarono il volto di Napoli.
Come il teatro San Carlo, tempio del melodramma realizzato dallimpresario Angelo Carasale con
larchitetto Giovanni Antonio Medrano in soli otto
mesi. I lavori iniziarono nel marzo 1737, finirono
a ottobre e linaugurazione avvenne il 4 novembre,

giorno dellonomastico del re. In quelloccasione


furono rappresentate tre opere del Metastasio, che
era allapice della fama.
Lanno dellapertura del San Carlo fu anche quello del matrimonio del re con Maria Amalia, celebrato per procura a Dresda. La regina era alta,
bionda, con occhi azzurri. Parlava litaliano e il
francese e conosceva il latino. Il suo aspetto fu per rovinato dal vaiolo. Rimase una coppia molto
unita, anche se laspetto fisico dei coniugi non era
gradevole, tanto che il poeta Thomas Gray scrisse
che i sovrani di Napoli erano una bruttissima coppia di sposi. Ma re e regina si fecero amare dal popolo e abbellirono molto la capitale: fu realizzato
anche il famoso Real Albergo dei Poveri, progettato nel 1749 dallarchitetto Ferdinando Fuga e destinato a ospitare i tanti senzatetto e indigenti della citt. Nelle sue decisioni, il re Carlo fu guidato
molto da un primo ministro colto, intelligente e
abile come Bernardo Tanucci. Il regno ebbe allinizio un orientamento laico e i beni ecclesiastici furono tassati. Venne riformato il catasto, introducendo come misura imponibile loncia che equivaleva a 28,35 grammi. Fu tentata, nel 1738, la limitazione dei poteri feudali abolendo il diritto dei
feudatari a esercitare poteri giudiziari sui loro possedimenti. Sei anni dopo, per, i baroni, che condizionavano la vita dello Stato centrale, fecero revocare la riforma.
Napoli rifiorisce. Nel primo periodo del regno borbonico lavorarono a Napoli architetti di
fama e capacit, come Ferdinando Fuga, Luigi Vanvitelli, Antonio Canevari, Giovanni Antonio Medrano. La regina promosse la scuola delle
porcellane di Capodimonte e fu avviata la costruzione della reggia di Caserta destinata a diventare la Versailles dei Borbone di Napoli. Iniziarono anche i lavori della reggia di Capodimonte.
In 25 anni, Napoli fu trasformata diventando una

Parma e Piacenza: il ducato conteso

u nel 1737 che Filippo V e


il figlio Carlo III lasciarono Parma e Piacenza
allimperatore dAustria Carlo
VI dAsburgo. Al nuovo re di
Napoli e Sicilia fu permesso
di portare con s i beni e
le propriet della famiglia
Farnese cui apparteneva la
madre, che si trovavano a
Parma. Carlo fece trasportare
a Napoli la collezione di opere
darte, la biblioteca ducale,
gli archivi, i cannoni dei forti

e anche la scalinata di marmo


del palazzo. Sulla decisione, al
centro di recenti polemiche,
ha scritto lo storico Harold
Acton: In definitiva fu un
atto vantaggioso per lItalia,
perch altrimenti quei tesori
sarebbero stati mandati in
Austria. Con il trattato tra
Austria e Spagna, Vienna riconobbe formalmente il diritto
dei Borbone a regnare su Napoli e la Sicilia, ma in cambio
pretese che mai quel trono

avrebbe potuto coincidere


con quello spagnolo. Il ducato
di Parma e Piacenza rest agli
Asburgo per 11 anni fino alla
pace di Aquisgrana (1748),
quando torn ai Borbone.
Verso lannessione. Ne divenne duca prima Filippo I, fratello di Carlo III, fino al 1765, e
subito dopo Ferdinando I fino
al 1802. Dopo la successiva
annessione del ducato alla
Francia, ci fu laffidamento nel
1814 a Maria Luigia dAustria

(seconda moglie di Napoleone). Infine, il ducato torn ai


Borbone nel 1847. Nel 1854
Carlo III di Borbone-Parma
venne ucciso in un attentato.
La moglie, Luisa Maria Teresa
del ramo Borbone francese,
guid il ducato da reggente
per il figlio Roberto che aveva
sei anni. Nel 1859, dopo la Seconda guerra dindipendenza,
Parma e Piacenza furono
annesse al regno sardo-piemontese.

95

I sovrani avviarono la costruzione della reggia di CASERTA,


che sarebbe diventata la VERSAILLES dei Borbone di Napoli
della Repubblica partenopea influenzarono le scelte politiche del re costretto due volte a rifugiarsi a
Palermo con la Sicilia rimasta sotto il controllo della dinastia borbonica. Nel 1816, un anno dopo il
congresso di Vienna, Ferdinando unific i regni di
Sicilia e Napoli che divennero anche formalmente
lunico regno delle Due Sicilie. La frattura politica
e il giudizio negativo sulla dinastia furono influenzati dalle condanne a morte dei principali artefici
della Repubblica del 1799. Giudizio condizionato da Benedetto Croce, che vide in quellevento la
premessa del futuro riscatto risorgimentale. Dopo
il breve regno di Francesco I dal 1825 al 1830, sal sul trono Ferdinando II che vi rimase dal 1830 al
1859 favorendo per un ventennio prosperit economica ma, investito dalla bufera dei moti liberali del 1848, avvi politiche repressive. Ferdinando
II mor nel 1859, giusto in tempo per non assistere alla fine del suo regno, caduto nel 1861 sotto la
pressione della spedizione dei Mille di Garibaldi.
Sul trono sedeva lultimo re del Regno delle Due

Sicilie, Francesco II di Borbone.

LADDIO
A NAPOLI

La partenza di Carlo
III di Borbone per la
Spagna da Napoli, il
7 ottobre 1759, in un
quadro di Antonio Joli
(1700 -1777).
Sul trono italiano sal
il figlio di otto anni,
Ferdinando IV.

Gigi Di Fiore

ALINARI

delle pi belle capitali dEuropa, scrisse lo storico


Harold Acton. AllUniversit avevano importanti
cattedre Celestino Galiani e Antonio Genovesi, allievo di Gianbattista Vico, primo docente universitario di economia politica in Europa. Nel 1742,
lo Stato di Napoli spendeva tre volte quello di Torino in opere pubbliche, ma le rendite erano raddoppiate e le tasse diminuite.
Arriva Garibaldi. Il 10 agosto 1759 mor Ferdinando VI re di Spagna. Finiva cos per Carlo lavventura italiana. Lasci il regno di Napoli al figlio
terzogenito. Il nuovo re, Ferdinando IV, che aveva
solo otto anni, fu affiancato da un consiglio di reggenza dove allinizio rimase influente ancora Tanucci. Ferdinando regn per 66 anni e nei primi anni
govern sulla scia del padre. Poi arriv lo tsunami
della Rivoluzione francese, nel 1789, e scatt lallarme in tutte le corti dEuropa. Le riforme avviate
e le decisioni illuminate furono bloccate dal terrore dei sanguinosi avvenimenti francesi. Linfluenza
della regina austriaca Maria Teresa, sorella della ghigliottinata Maria Antonietta di Francia, si fece sentire. Il periodo napoleonico e i sei mesi di parentesi

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RETROSCENA

VERO che Margherita mangiava il POLLO con le dita? Aneddoti,

SOVRANE
L

GETTY IMAGES

Italia nacque senza regina. La predestinata, Maria Adelaide dAsburgo-Lorena,


mor infatti nel 1855, sfinita dallennesimo parto. Al cugino Vittorio Emanuele, sposato nel 1842, aveva dato otto figli. Umberto,
primo dei maschi, sarebbe diventato il secondo re
dItalia. Esile, pallida, incline alla malinconia, Maria Adelaide era lopposto delle donne che piacevano al marito: attrici e popolane, pi che dame. Ma
lei non interfer mai con le scelte del focoso consorte e pass ai posteri come modello di virt e fede.
La Rosina. Vedovo non inconsolabile, Vittorio Emanuele rifiut altre proposte di matrimonio.
Non riusciva infatti a staccarsi da colei che, a detta del conte di Cavour, lo manteneva nella crapula e nel disordine e dalla quale, insisteva lo statista,
per noi un dovere di coscienza di staccarlo. Ma
nemmeno Cavour pot nulla contro Rosa Vercellana.
Il re laveva conosciuta nel
1847 durante una battuta di
caccia, quando la ragazza aveva solo 14 anni, e lei divenne
il porto sicuro nella sua tormentata vita amorosa. Lunghi capelli scuri, forme generose, la bela Rosin (cos ribattezzata negli invidiosi ambienti aristocratici) era il
prototipo della rigogliosa popolana. Originaria di Moncalvo
dAsti, non sapeva leggere n scrivere, si
esprimeva in dialetto (come il re, del resto) e ignorava le regole dellalta societ. Ma la Rosina era sempre allegra, comRISERVATA

Elena del Montenegro, regina dal 1900


al 1946. Amava i boa di struzzo, ma non
apparire in pubblico.

98

fatti e CURIOSIT sulle regine (ufficiali e non) dal 1861 al 1946

prensiva, mai gelosa, capace di restare al proprio posto e tuttaltro che sprovveduta. Anche per questo
Vittorio Emanuele la ospit a un tiro di schioppo
dalla sua residenza ufficiale, nei castelli di Stupinigi
e del parco della Mandria, poco lontano da Torino.
E a La Petraia e a Villa Mirafiori, rispettivamente a
Firenze e a Roma, quando la capitale fu trasferita.
La Rosina condivise con lamante la buona tavola, le partite a biliardo e la passione per la caccia. E
anche una famiglia (Vittoria nacque nel 1848 ed
Emanuele nel 1851) che, per quanto atipica, rappresent sempre un punto fermo affettivo per il re. Non accamp pretese al trono, ma ottenne favori per s e per la sua parentela (nel 1858 divenne contessa di Mirafiori e di Fontanafredda). Nel 1869 il re,
gravemente malato, volle sposarla in chiesa con il rito morganatico, che la escludeva dai diritti dinastici ma garantiva linviolabilit del vincolo. E nel 1877, tre mesi prima della morte del re, arriv lunione civile.
Lamata Margherita. Se Rosina dovette combattere per tutta la vita con i detrattori, ben altra sorte tocc alla prima regina ufficiale: Margherita di Savoia. Onde venisti? Quali
a noi secoli / s mite e bella ti tramandarono? [...] / Fulgida e bionda ne ladamantina / luce del serto tu
passi, e il popolo / superbo di te si compiace, scriveva Giosu Carducci, repubblicano poi convertitosi alla monarchia, nella pi famosa tra le tante poesie a
lei dedicate (Ode alla regina, del 1878).
Almeno 250 furono i letterati che la
AMATA

Margherita di Savoia, sovrana dal


1878 al 1900. Il suo fascino rese
familiare agli italiani Casa Savoia.

FARABOLAFOTO

DITALIA

FARABOLAFOTO

Vittorio Emanuele III ed ELENA


condivisero il LETTO matrimoniale:
un fatto INUSUALE per casa Savoia
omaggiarono. Scelta dal futuro
suocero, Margherita aveva sposato nel 1868 non ancora 17enne il cugino Umberto. E gli aveva
dato un erede, Vittorio Emanuele,
accettando una convivenza allinsegna
dellindifferenza reciproca. Umberto aveva
due passioni: i cavalli e le donne. E anche a Margherita, come a Maria Adelaide, tocc fare i conti
con unamante fissa, la duchessa Eugenia Litta Visconti in Bolognini, detta la bella Bolognina. Si
dice che nellestate del 1870, entrando nelle stanze
del consorte, lo avesse sorpreso tra le braccia di lei.
Fu allora che rinunci definitivamente al marito per
sedurre lItalia unita.
Mondana. Trasferitasi con Umberto a Roma nel
1871 (sarebbero diventati sovrani nel 1878) trasform il Quirinale in un centro di mondanit, coinvolgendo la nobilt romana, inizialmente ostile al-

Fra diplomazia e misericordia

o credo a un
solo bacillo. Il
bacillo della
paura. Questa la
replica della regina
Elena al medico che
la metteva in guardia
dal pericolo dei
germi, dopo che, durante la Prima guerra
mondiale, il Quirinale
fu trasformato in

100

Ospedale territoriale
n 1, per sua volont.
La suocera non fu
da meno: palazzo
Margherita divenne
lOspedale n 2.
Pietose. Margherita,
in precedenza, era
stata nel 1882 nel
Veneto inondato
dallAdige e nel 1884
a Napoli colpita

dal colera. Elena,


soprannominata la
pietosa, accorse nel
1908 tra le macerie di
Messina distrutta dal
terremoto. E, smussate da Margherita le
resistenze della curia
romana, nel 1937 fu
insignita da Pio XI
della Rosa doro della
cristianit.

la monarchia sabauda. Si fece paladina della cultura, terreno vergine per i maschi di casa Savoia, aprendo il suo salotto agli artisti. Nelle tante visite ufficiali
in giro per lItalia, la folla accorreva per vedere e applaudire la bionda regina (di ascendenze sassoni per
parte di madre) e descritta come bellissima. Questa
bella regina, sentenzi la scrittrice Matilde Serao,
che saluta con tanta amabilit amici e nemici, monarchici e repubblicani, anche una donna che sente,
che pensa, che sa, che ascolta.
Nel 1898 lod i soldati che avevano sparato sulla
folla che manifestava contro il carovita, eppure rimase popolare. Il suo fu il nome pi diffuso tra le bambine nate a fine secolo; le furono intitolati scuole e
ospedali, ma anche una torta (a base di fecola di patate e uova), una cima nel massiccio del Monte Bianco e un rifugio sul Monte Rosa (era unappassionata alpinista ed escursionista). Margherita fu il nome
della prima rivista italiana di alta moda e di un piatto nazionale, lomonima pizza (v. riquadro nelle pagine successive).
Donna di razza. Ci vuole una bella donna,
bruna e forte per rinvigorire la razza, e la Montenegrina lo . Fu Francesco Crispi, presidente del Consiglio molto ascoltato dalla regina Margherita, a perorare la causa di Elena del Montenegro per interrompere la tradizione sabauda dei matrimoni tra consanguinei. Nata a Cetinje nel 1873, la sesta figlia del re
del Montenegro Nicola I era una giovane sana, robusta, alta; non solo rispondeva a una combinazione
di interessi (i Balcani rappresentavano una possibile
area di espansione per lItalia), ma fece anche innamorare lerede al trono dei Savoia, Vittorio Emanuele III. Le nozze con i fichi secchi (come scrisse Edo-

DEA/ALINARI

ALINARI

PERLE INDISCRETE

Margherita di Savoia (qui a destra) amava molto


le collane. Si diceva che a ogni scappatella
Umberto I le regalasse un giro di perle. Sotto,
Maria Adelaide, regina mancata: mor nel 1855.

ALINARI

LEEMAGE/MONDADORI PORTFOLIO

FULGIDA

PADRE E FIGLIO

ISTITUTO LUCE/SCALA

A sinistra, Margherita
di Savoia (1851-1926)
con il figlio Vittorio
Emanuele, futuro re,
avuto da Umberto I
nel 1869. A destra,
Vittorio Emanuele II
con lamante Rosa
Vercellana, la bela
Rosin (1833-1885),
e i figli avuti da lei:
Emanuele e Vittoria.

A sinistra, Curtatone e Montanara, nomignoli del basso Vittorio


Emanuele III e della statuaria Elena. Il figlio Umberto II (qui di sopra
con Maria Jos crocerossina) era invece prestante.

Nel piatto delle Loro Maest

Gianpaolo Fissore

regina Margherita,
capace di annullare
la distanza tra corte
e sudditi. Durante
un pranzo di gala al
Quirinale, il consuocero Nicola I aveva
difficolt a disossare
il pollo con coltello e
forchetta. Margherita, per toglierlo
dallimbarazzo,
afferr il pollo con le
mani, imitata dagli
altri. Da qui il detto
la regina Margherita mangia il pollo
con le dita. Sempre
in onore della regina

fu creata nel 1889,


dal cuoco napoletano Raffaele Esposito, la pizza tricolore
(rosso pomodoro,
bianco mozzarella
e verde basilico): la
margherita.
Cibo pesante.
Elena, invece, rest
sempre fedele alle
specialit montenegrine: montone allo
spiedo, prosciutto
al forno, maiale con
riso, cipolle e melanzane. Men che
il real consorte pare
non gradisse.

In una pizzeria di fine 800 vengono


servite le prime margherite.

FOTOTECA STORICA NAZIONALE ANDO GILARDI

ardo Scarfoglio sul Mattino di Napoli alludendo alla scarsa dote della sposa) furono linizio di ununione coronata dalla nascita di 5 figli.
Elena era tuttaltro che una parvenue: aveva studiato a Pietroburgo, conosceva il serbo, il russo e il greco, a tavola amava conversare in francese e discuteva di politica e poesia. Regina dal 1900, dopo lassassinio di Umberto I, fu meno presenzialista della suocera. Fece uneccezione il 18 dicembre 1935,
quando sal i gradini dellAltare della patria per donare la fede nuziale, legittimando la giornata della
fede voluta da Mussolini per fronteggiare le sanzioni internazionali contro lItalia. Dopo l8 settembre
1943 segu il marito in fuga da Roma verso Alessandria dEgitto. Fu linizio di un lungo esilio, nel quale fu presto raggiunta da Maria Jos del Belgio. Ma
se Elena regn per quasi mezzo secolo, Maria Jos,
moglie di Umberto II dal 1930, dovette aspettare il 9
maggio 1946 per essere incoronata. E dovette accontentarsi di passare alla Storia come regina di maggio. Il 12 giugno dello stesso anno lasci la corona:

lItalia era ormai una repubblica.

a bela Rosin si
teneva stretto
il re dItalia
anche sfruttando il
suo eterno appetito.
Sulla loro tavola
abbondavano
cacciagione, pollo
con cipolle, lumache
e piatti della tradizione piemontese,
dai tajarin (pasta
alluovo) con tartufi
alla bagna cauda (a
base di acciughe).
Con le dita. Legato
al cibo fu anche uno
degli episodi che
resero familiare la

101

CONFRONTI

La vita PRIVATA, lo stile di governo e le idee


nelle casate che a met Ottocento guidavano il Regno
di SARDEGNA e il Regno delle DUE SICILIE

ALLE DUE

CORTI

102

SAVOIA

TOP FOTO/ALINARI

LA REGGIA
DI VITTORIO
EMANUELE...
La palazzina di
caccia a Stupinigi
(Torino). Il re amava
anche il castello
di Moncalieri.

...E QUELLA
DEL RE
FERDINANDO
La Reggia di
Caserta fu eretta
per volere di Carlo
III di Borbone,
utilizzata dal 1780
ma terminata
solo nel 1845.

BORBONE

Costituzione che concesse nel gennaio 1848, giocando danticipo sugli altri sovrani italiani, non scatur da un intimo convincimento, ma fu il frutto di
un calcolo opportunistico, volto a prevenire rivolte.
E infatti nel giro di pochi mesi quella Carta divenne
carta straccia e ogni apertura liberale fu annullata.
Ferdinando si guadagn il nomignolo di Re Bomba
dopo il cannoneggiamento ordinato per piegare la
resistenza di Messina (3-7 settembre 1848) e iniziare
la riconquista della ribelle Sicilia. Cacciati da corte i
letterati (detti con disprezzo pennaruli) e guardati
con diffidenza gli uomini di scienza (scoscienziati
se di idee liberali), il re fin per circondarsi di ministri perlopi mediocri. I processi degli anni successivi al 1850 videro alla sbarra molti intellettuali, da
Carlo Poerio a Luigi Settembrini, e si conclusero con
pene spropositate per reati dopinione (condanne a
morte commutate in alcuni casi con il carcere a vita).

ALAMY/ZPA

i racconta che il giovane Ferdinando II, re


delle Due Sicilie, nel 1832 avesse preferito recarsi a Genova sotto falso nome per
sposare Maria Cristina di Savoia. Temeva
che i carbonari potessero approfittare della sua assenza da Napoli per tentare un moto rivoluzionario.
Lepisodio riassume gli intrecci fra Borbone e Savoia: due case regnanti i cui destini finirono per incrociarsi negli anni dellunificazione italiana, e non solo davanti allaltare.
Re bomba. Ferdinando II era salito al trono ventenne nel 1830 e nel primo periodo del suo regno
prosegu la modernizzazione avviata nel precedente
decennio di dominazione francese. Mantenne a corte civili e militari formatisi sotto Gioacchino Murat
e favor una classe dirigente di grande competenza.
Nello stesso tempo, per, fu durissimo nei confronti di chiunque minacciasse il regime assolutista. La

SAVOIA
Entrambe le dinastie avevano ORIGINI STRANIERE: francesi i
RITRATTO
DI FAMIGLIA

Vittorio Emanuele II
(anche qui sopra) in
famiglia. Dietro di lui,
il re del Portogallo,
marito di Maria Pia
di Savoia.

LA MOGLIE
FERTILE...

In realt non esistono testimonianze sulla natura


di quel colloquio e la diceria fu messa in giro da
Massimo DAzeglio, politico al quale il giovane re
affid, non senza riluttanza, il compito di guidare
lo Stato sabaudo nel periodo seguito alla sconfitta contro lAustria.
Vittorio Emanuele II mal tollerava la libert di
stampa e le limitazioni imposte al potere del re dalla Camera elettiva. N mancavano a Torino circoli aristocratici e clericali ansiosi di spingerlo a un
colpo di Stato che ripristinasse lordine costituito. Ancora meno entusiasti della riforma dello Stato sabaudo erano gli ufficiali di cui il re amava circondarsi. Come interlocutori in grado di arginare i
democratici pi radicali, Vittorio Emanuele II non
scelse per i compagni di caccia conservatori, bens

BORBONE

ALINARI (6)

Sotto, Maria Teresa


dAsburgo (18161867), seconda
moglie di Ferdinando
II di Borbone (in
basso), con 3 dei
suoi 12 figli.

Presunto galantuomo. La svolta autoritaria


scav un fossato tra la corte e la classe media meridionale, che pure aveva beneficiato delliniziale illuminismo. Quasi un migliaio tra i membri di
quella fetta progressista del Sud emigr in Inghilterra, in Francia e soprattutto in Piemonte. Alcuni sarebbero diventati ministri nel futuro Regno
dItalia. Forse credettero al soprannome di Vittorio Emanuele II, Re galantuomo, che per era solo un mito. Lidea che il sovrano fosse fedele prima
di tutto alla Costituzione del Regno di Sardegna
si fonda sul fatto che Vittorio Emanuele, da poche
ore salito al trono, era stato capace, nellincontro
di Vignale del 24 marzo 1849, di tener testa al generale austriaco Radetzky, rifiutandosi di abrogare lo Statuto concesso da suo padre Carlo Alberto.

104

Savoia, spagnole i Borbone. Ed entrambe repressero i moti del 1848

SCALA/MIBAC

i liberali moderati. Intendiamoci: non mostr mai


simpatia per DAzeglio o Cavour, suoi primi ministri nel periodo preunitario. Si limit ad affidarsi
alla loro intelligenza politica, allo scopo di consolidare il ruolo egemone della monarchia sabauda nel
processo di unificazione italiana.
Una prole nUmerosa. Fin qui la politica. Poi
cerano la vita privata e quella a palazzo. Perno del
mnage familiare e della vita di corte dei Borbone,
che ruotava attorno alla Reggia di Caserta, dal 1837
era Maria Teresa dAustria, seconda moglie di Ferdinando. La regina non mostr una propensione
particolare per ricevimenti e banchetti (amati invece dal marito, che era goloso di caponata, mozzarella di bufala, pizze, maccheroni e soprattutto cipolla cruda). Ma fece la brava regina mettendo al

mondo una prole numerosa: dodici figli, di cui lultimo nato quando lei aveva superato i quarantanni.
La prima moglie di Ferdinando, Maria Cristina
di Savoia, devota al limite del bigottismo, era invece morta nel 1836, pochi giorni dopo il parto, lasciando un solo erede (Franceschiello). Fu subito avvolta da unaura di santit. Le furono attribuiti vari
miracoli e, nel 1853, la Chiesa le riconobbe lo status di venerabile. Il re, del resto, era prodigo di favori e donazioni verso le istituzioni ecclesiastiche. E
il papa era di casa alla corte borbonica. Pio IX, che
aveva trovato ospitalit nel Regno delle Due Sicilie
tra 1848 e il 1850 (durante la Repubblica romana),
aveva affermato di riconoscere la mano di nostro
Signore nei successi di Ferdinando sopra i radicali di Napoli e sui ribelli di Sicilia.

LAMATA
MARGHERITA

La prima regina del


Regno dItalia fu
Margherita (sopra),
moglie di Umberto I.
A destra, Vittorio
Emanuele II a caccia.

...E LA MOGLIE
BEATIFICATA

Sotto, Maria Cristina


di Savoia (1812-1836),
prima moglie di
Ferdinando II e madre
di Franceschiello.
A destra, una battuta
di caccia dei Borbone.

SAVOIA

Una giornata con Vittorio Emanuele II

DE A/ALINARI

e giornate-tipo di
Vittorio Emanuele
II si svolgevano
spesso nel castello reale
di Moncalieri. Pi che una
corte, la residenza sembrava una caserma.
Senza orari. Va detto per che Vittorio
Emanuele non teneva
in alcun conto orari e
protocollo. Andava e veniva a suo piacimento e
senza preavviso si recava
a Torino dai suoi ministri,
o, pi spesso, si assenta-

va per uscite a cavallo,


lunghe battute di caccia
o avventure amorose.
Oltre alle belle donne,
presenze fisse nelle giornate del sovrano erano
laiutante di campo di
Vittorio Emanuele, il
conte Della Rocca, e
alcuni ufficiali scelti tra
i commilitoni del re,
poco inclini alle buone
maniere. A imitazione del
sovrano che non rispettava neppure le stanze
della regina, quando era

in vita avevano preso


labitudine di fumare
il sigaro dappertutto.
La sera si tenevano
ricevimenti ufficiali ma il
re, riportano le cronache,
ballava come un orso e
durante i pranzi di gala
quasi non toccava il cibo,
preparato seguendo
ricette francesi. Prediligeva selvaggina alla brace,
il pollo allaglio e bagna
cuda, piatto piemontese a base di aglio, olio e
acciughe.

La VITA delle due corti si somigliava: RICEVIMENTI e banchetti,


CENTRO
DI POTERE

Sopra, Cavour e
Vittorio Emanuele II
nel 1853
a Palazzo Madama
di Torino, allora
sede del parlamento
subalpino.

NAPOLI
ADDIO

Sotto, Francesco II
di Borbone, figlio
di Ferdinando II
e ultimo re delle
Due Sicilie, nel 1861
costretto allesilio.

Di segno opposto i giudizi papali sui Savoia. Dopo la soppressione in Piemonte di vari ordini religiosi e la confisca dei beni ecclesiatici (nel 1855),
il pontefice scomunic tutti coloro i quali, nel Regno Subalpino, non esitarono a proporre, approvare, sancire i predetti decreti. La relazione con la Bela Rosin, amante e (dopo la morte della consorte nel
1855) moglie morganatica di Vittorio Emanuele,
ovvero la pratica immorale che da diversi anni tiene
la Maest Sua con donna triviale e disonorata e con
pubblico scandalo era un grave ostacolo alla riconciliazione ecclesiastica. Risultato: nellorganigramma di Casa Savoia diminuirono le caselle occupate
dal clero, anche se agli ecclesiastici rimase il compito di tenere in vita le sempre pi accidentate ma irrinunciabili relazioni con la Santa Sede.

Le corti delle due Italie, dunque, per motivi diversi avevano una statura politica provinciale. un tipo singolarissimo che fa trasalire per il suo aspetto e il
suo modo di fare , scrisse di Vittorio Emanuele la regina Vittoria, dopo averlo conosciuto nel 1855. Cavour non riusc, in quella come in altre circostanze,
a tenere a bada i modi grossolani del suo sovrano.
Per cementare lalleanza con i regni stranieri dovette
mettere in campo due figure femminili: alla contessa di Castiglione fu assegnata la missione di sedurre Napoleone III; la timida Maria Clotilde, primogenita di Vittorio Emanuele, fu sacrificata in moglie, sedicenne, a Gerolamo Bonaparte, pi vecchio di ventanni.
Diplomazia superficiale. Nel 1859, a Napoli,
lerede al trono Francesco spos invece Maria Sofia

Una giornata con Ferdinando II

106

REAL EASY STAR

BORBONE

veglia in tarda mattinata e poi udienze


nel salone al pianoterra. Questo era, grosso
modo, il programma
giornaliero di Ferdinando
II quando si trovava alla
Reggia di Caserta, sua
residenza preferita.
Spesso la giornata comprendeva parate militari:
il re amava mostrarsi al
popolo e aveva una
passione per le uniformi.
Ma lattentato di cui
fu bersaglio nel 1856, pro-

prio mentre passava in


rassegna le truppe, lo rese
negli anni pi guardingo.
Gabinetto. Ministri,
diplomatici, vescovi,
intendenti delle province
conferivano ogni giorno
direttamente con lui.
Questi, sentita la segreteria particolare, sceglieva a
chi dar udienza e a
chi no. Fervente cattolico,
ogni giorno re Ferdinando assisteva poi alla
Santa Messa. Finiti gli incontri ufficiali, il re amava

passeggiare con i figli


lungo i maestosi corridoi
della reggia casertana,
tappezzati da file di mutande e camiciole stese
ad asciugare.
Le sue regole. Ferdinando controllava che le sue
regole fossero rispettate
un po ovunque: a corte,
per esempio, era permesso il gioco delle carte, ma
erano vietate le puntate
in denaro. E a tavola faceva sempre lui le porzioni
per i familiari.

ALINARI

RIUNIONI diplomatiche o di governo e battute di CACCIA

DE A/SCALA

di Baviera, sorella minore di Sissi, imperatrice dAustria. Una scelta, visto quello che sarebbe accaduto
di l a poco nel Nord Italia, poco lungimirante. La
superficialit con cui Fedinando II affrontava la diplomazia dimostrata da come accolse nel 1851 le
Two letters dellinglese William Gladstone: Non voglio vederle, non conosco linglese, non mi interessano. Errore: quel duro atto daccusa, che definiva il
regno borbonico la negazione di Dio, fece il giro
del mondo accreditando una fama che andava al di
l delle colpe di Ferdinando.
Un altro duro attacco venne dal Congresso di Parigi del 1856 (seguito alla Guerra di Crimea) dove
Cavour denunci il malgoverno borbonico. Ferdinando replic nellunico modo che conosceva, dichiarandosi unico garante della tranquillit e pro-

sperit del regno. Il successivo ritiro da Napoli degli ambasciatori di Francia e Inghilterra accentu
lisolamento del Regno delle Due Sicilie che per, secondo il re, non aveva nulla da temere, protetto comera per tre quarti dallacqua salata e per un
quarto dallacqua santa.
Sul letto di morte Ferdinando fece giurare allerede, il futuro Francesco II, che avrebbe continuato a
non tener conto dellEuropa (non lo riguardava).
In quei giorni, nel maggio del 1859, le vittorie franco-piemontesi contro lAustria inauguravano la fase
del Risorgimento che avrebbe messo la corona dItalia sul capo di Vittorio Emanuele II. Il quale ancora nel 1860 giurava amicizia a Franceschiello, il
cugino napoletano.

Gianpaolo Fissore

AVANTI,
SAVOIA!

Un gruppo di ufficiali
del Savoia Cavalleria
festeggiano, nel 1892,
il bicentenario
del reggimento.

ARMATE
IN PARATA

Soldati borbonici
schierati in Piazza
Reale (oggi Piazza
del Plebiscito)
in un dipinto di
Achille Vespa.

SAVOIA

Il nonno della
COSTITUZIONE

In bilico tra ANCIEN RGIME e idee liberali,


CARLO ALBERTO di Savoia tent di fare LITALIA.
Fall, ma il suo STATUTO durato CENTANNI

FOTOTECA GILARDI

il 23 agosto 1823: un corpo di spedizione francese assedia con le truppe realiste


spagnole il castello fortificato del Trocadero (presso Cadice, in Spagna) dove i
liberali iberici tengono prigioniero re Ferdinando
VII per costringerlo a ripristinare la Costituzione.
La battaglia infuria e un granatiere in prima linea
cade a terra ucciso. Un altro avanza dalle retrovie
per occupare la posizione pi esposta, ma il militare a fianco del caduto lo arresta: Camerata, dice in un tono che non ammette repliche,questo
posto tocca a me.
A battaglia vinta, su quel militare pioveranno
elogi e onorificenze da mezza Europa: non era infatti un soldato qualsiasi. Si chiamava Carlo Alberto di Savoia, litalo Amleto per il poeta Carducci, re Tentenna per molti patrioti del Risorgimento, indeciso cronico in generazioni di manuali scolastici. Eppure quel sovrano controverso
comp passi fondamentali per la modernizzazione
di quel Regno di Sardegna che in pochi anni si sarebbe trasformato in Regno dItalia. A cominciare
dal modello della monarchia costituzionale che vi
import, lasciandolo poi in eredit.
Ambiguit. Chi era dunque quel sovrano anomalo? Secondo lo storico del Risorgimento
Marziano Brignoli, autore del monumentale Carlo Alberto ultimo Re
di Sardegna, 1798-1849 (Franco Angeli): Era un uomo complesso, vissuto a cavallo di due
secoli e di due mondi. Un uomo che quando stato il momento di decidere non ha saputo scegliere n per luno n
per laltro.
Il suo destino, fin dallinizio,
sembra essere stato quello delluomo
dei contrasti. Carlo Alberto era s un Savoia, ma faceva parte del ramo cadetto e illuminato dei Savoia-Carignano: informali, mondani, aperti alle nuove idee democratiche. I suoi genitori, Carlo Emanuele e Maria Cristina Albertina
di Sassonia-Curlandia, ospitavano nel loro palazzo pensatori e intellettuali, in un ambiente lontano
sia dallatmosfera pesante e parruccona della corte di Torino, sia dalla mentalit del ramo principale della dinastia capeggiata da re Carlo Emanue-

Carlo Alberto (allora


ancora principe di
Carignano) assalta il
Trocadero di Cadice
nel 1823, per
soccorrere il re di
Spagna. Per i liberali
piemontesi fu un
tradimento. A destra,
lo stemma di Carlo
Alberto.

BRIDGEMAN/MONDADORI PORTFOLIO

SALVATORE DI RE

le IV (senza eredi, ma affiancato dai fratelli Vittorio Emanuele e Carlo Felice). Nessuno allepoca
avrebbe scommesso un centesimo sui cugini Carignano come possibili continuatori della dinastia.
La madre di Carlo Alberto, che dopo la stagione
rivoluzionaria inaugurata dal 1789 francese si faceva chiamare cittadina Albertina, alla morte del
marito si rispos e si trasfer a Parigi, dove il piccolo crebbe tra insicurezze e solitudini, educato tra
i precetti di rigidi istitutori alle idee libertarie della capitale francese. La madre, ben introdotta alla corte di Napoleone, gli procur anche una rendita, il titolo di conte dellImpero napoleonico e il
comando (puramente onorario, vista la giovanissima et) di un reggimento di dragoni. Insieme al
titolo, Napoleone assegn al neo-conte un nuovo
stemma: un blasone da parvenu che Carlo Alberto non prese mai in considerazione, continuando
a utilizzare le tradizionali insegne sabaude.
Raddrizzato. La svolta avvenne con la caduta di Napoleone, nel 1815. A Carlo Emanuele era
succeduto Vittorio Emanuele I, che aveva quattro
figlie, mentre Carlo Felice era senza eredi. Piuttosto che abrogare lantica legge salica che impediva
alle donne Savoia di regnare, la dinastia prefer richiamare a Torino quel giovane sensibile e schivo per dargli unistruzione da re.
Nonostante il trattamento di
normalizzazione, la corte sabauda continu a diffidare, dati i suoi trascorsi libertari. Carlo
Alberto ricambi con la stessa
moneta, squadrando i dignitari
dallalto in basso. Per mitigare i
suoi sentimenti antiaustriaci, nel
1817 gli fu fatta sposare a Firenze
una principessa degli Asburgo-Lorena. Tre anni dopo nacque il primogenito Vittorio Emanuele, destinato alla
corona del futuro Regno dItalia.
Con i moti del 1821 sbocci lamore, corrisposto
solo in parte, tra gli insorti a caccia di un redentore
dItalia e quel principe in odore di modernit. Nominato reggente fra labdicazione di Vittorio Emanuele I (che non voleva concedere la Costituzione
richiesta a gran voce) e linsediamento del re designato (Carlo Felice), il principe dovette decidere
tra vecchio e nuovo, tra le suggestioni della piazza
109

perch non elaborata


dai rappresentanti del
popolo, ma elargita
dal sovrano e flessibile
a differenza di quella
odierna perch modificabile con una legge
ordinaria. La persona
del re vi manteneva
la sua natura sacra e
inviolabile, oltre che
alcune prerogative:
nominava ministri e
giudici e poteva rifiutare le leggi.

Novit. Carlo Alberto stabil la prassi di


sostituire i governi a
cui fosse mancata la
fiducia del parlamento. I senatori erano
nominati a vita dal
sovrano, mentre i
deputati erano eletti dai
cittadini (solo i maschi,
e neanche tutti). Tra i
princpi passati dallo
Statuto alla Costituzione repubblicana ci sono
la libert di riunione e

di stampa, linviolabilit
del domicilio, il diritto di
propriet e soprattutto
il principio di eguaglianza, sancito dallarticolo
24 dello Statuto: tutti
i regnicoli, qualunque
sia il loro titolo o grado,
sono eguali dinanzi alla
legge. Per metterlo in
pratica il re riconobbe
a valdesi ed ebrei diritti
civili e politici, definendo per il cattolicesimo
religione di Stato.

SCALA

FOTOTECA STORICA NAZIONALE ANDO GILARDI

tto di morte
dellassolutismo in Italia, lo
Statuto Albertino ha
rappresentato per un
secolo (fino al 1948,
quando entr in vigore
la Costituzione repubblicana), la Carta fondamentale italiana.
Era una costituzione ottriata,
cio concessa
(dal francese
octroye)

DE A GOSTINI/ALINARI

Uneredit longeva

ROGER VIOLET/ALINARI
ALINARI/RMN

Istitu la POLIZIA, il diritto dautore, il Consiglio


di Stato. E ridusse lANALFABETISMO
VIVA IL PRINCIPE!

Sopra, 1821: i patrioti,


dopo labdicazione
di Vittorio Emanuele I,
festeggiano la
reggenza di Carlo
Alberto in piazza
Castello a Torino.
A destra, ritratto di
Carlo Alberto, detto
anche il Magnanimo
per aver concesso nel
1848 uno statuto al
Regno di Sardegna.

LA CITT BRUCIA

Le Cinque giornate
di Milano del 18-22
marzo 1848 in un
dipinto del 1855. A
lato, il proclama di
adesione di Carlo
Alberto alla rivolta
antiasburgica.

e quelle della dinastia. Segu una linea spezzata:


concesse una prima Carta costituzionale, ma subordinandola allapprovazione di Carlo Felice, che
per lo sconfess intimandogli di ritirarsi in buon
ordine se nelle vene aveva, chiosava il messaggio
reale, ancora una goccia di sangue reale sabaudo.
Una strada in salita. Carlo Alberto, 23enne, si trov a un bivio: obbedire o mettersi alla testa della rivoluzione. Semplicemente non decise. E
questo nonostante i congiurati del 21, non giacobini ma aristocratici fedeli alla corona, come Santorre di Santarosa, nutrissero in lui grandi speranze. Riusc cos a scontentare tutti: per i costituzionali si rivel una delusione, per i monarchici un sovversivo.
La strada per la riabilitazione fu tutta in salita. Ci spiega perch Carlo Alberto, due anni dopo, fosse in prima linea al Trocadero per liberare
il reazionario Ferdinando VII: sacrificare gli ideali di giovent era il prezzo da pagare per riaccreditarsi come erede al trono. Fu spedito in Spagna
per raffreddarsi la testa, come si disse. Ma fu anche una sorta di test: doveva fare un atto pubblico
di ravvedimento.
Reazione. Nel 24 torn in Piemonte e si stabil nella residenza di famiglia a Racconigi. L, contrariamente agli altri principi di Casa Savoia, tutti guerrieri poco avvezzi alle lettere, studi molto:
storia, diritto, economia. Scrisse anche alcuni trattati, rivelando unintima natura di intellettuale.
Quanto al ricondizionamento, funzion talmente che alla morte di Carlo Felice (1831) i primi anni del regno albertino furono allinsegna del
pi conservatore ancien rgime. Come si spiega il

voltafaccia? Secondo Brignoli, potrebbe essere stata una risposta allatteggiamento dei liberali: Forse, paradossalmente, si sentito abbandonato dai
liberali. Sembr aver sviluppato una sorta di rancore verso di loro.
Dal 1840, per, ci fu un ulteriore rovesciamento di posizioni. Senza preavviso, Carlo Alberto avvi una politica riformista che lamb ogni aspetto
della societ e dello Stato: dal nuovo Codice civile
al primo programma ferroviario, dagli ammodernamenti di scuole, carceri e ospedali alla fondazione di musei. Sembrava pervaso da una nuova energia: fu proprio allora che si interess seriamente alla causa unitaria. Nellautunno del 1845 ricevette
persino, in colloquio segreto, il patriota Massimo
DAzeglio, di ritorno da un viaggio in Romagna
per fomentare linsurrezione. Il sovrano lo invit
alla calma, ma con un impegno: Presentandosi loccasione, la mia vita, la vita de miei figli, le mie armi, i miei tesori, il mio esercito, tutto sar speso per la
causa italiana. Cauto il commento di DAzeglio:
Queste le parole: il cuore lo vede Iddio.
Venti di rivoluzione. A scompaginare tutto
venne infine il 1848. Gli ideali di libert e uguaglianza infiammavano Parigi, Berlino, Vienna,
ma per lItalia era anche lindipendenza. Ancora una volta Carlo Alberto era diviso. Tra lambizione di grandi cose, tipica del Romanticismo, e il mondo (il suo, in fondo) della monarchia assoluta, per diritto divino. Era lennesimo rovello. Ne usc prendendo la decisione
di concedere lo Statuto Albertino (v. riquadro
nelle altre pagine). Una scelta dettata da un insieme di motivazioni: gli interessi dinastici, ma forse
111

THE ART ARCHIVE/SCALA

IN PRIMA LINEA

Carlo Alberto
alla battaglia di
Pastrengo, vinta il 30
aprile 1848 contro gli
austroungarici.
Sotto, moneta del
1847 con il volto di
Carlo Alberto.

anche unintima adesione verso i nuovi ideali della


libert italiana. La scena di questo re che con una
firma si gettava alle spalle otto secoli di governo assoluto era epocale. Soprattutto perch, mentre statuti ne concessero, sullonda del 48, anche il re di
Napoli, il granduca di Toscana e persino il papa,
lui fu lunico a mantenerlo anche dopo.
Alla guerra. Il dopo furono le campagne
antiaustriache del 1848-49, ovvero la Prima guerra dindipendenza combattuta sotto le insegne del
tricolore. Una guerra impari di soldati e volontari,
apertasi con vittorie storiche come Pastrengo, Goito e Curtatone e conclusasi tra disorganizzazione
militare e defezioni borboniche e pontificie con
la disfatta di Novara.
In battaglia Carlo Alberto, cinquantenne e gi
malmesso in salute, era quello di sempre: coraggiosissimo, ma di un coraggio freddo, non da trascinatore. Non era neppure un grande comandante, pur rimanendo sempre in prima linea a sfidare
le pallottole. Questo forse perch, da figlio del Romanticismo, cercava la bella morte. Un destino
che gli sfugg. E per assicurare al figlio patti migliori con il vincitore austriaco, Carlo Alberto abdic e usc di scena.
112

Addio. Spar nella notte in una carrozza che lo portava verso una terra, il Portogallo, che un secolo dopo anche il
suo discendente Umberto II, ultimo
re dItalia, avrebbe scelto per lesilio. Pochi mesi dopo mor a Oporto di infarto. Aveva solo 51 anni.
Se la sua storia lavesse immaginata un grande scrittore o un pittore
romantico, non sarebbe riuscita cos
bene come se la costru lui.
Ironia del destino, a salutarlo sullattenti al confine piemontese cera il conte Teodoro di Santarosa, figlio di Santorre, martire nei moti
del 1821: un omaggio che sembrava avere il sapore di una simbolica assoluzione. Come se i fantasmi dei vecchi patrioti facessero pace con la grande delusione di un tempo. Quel gigante malinconico, che si alzava alle quattro del mattino, mangiava come un passero e aveva accettato la corona
solo per senso del dovere, non fece forse tutto quel
che avrebbe potuto fare, ma se non ci fosse stato
lui, chiss Di certo, senza il suo Statuto oggi la

nostra Costituzione sarebbe un po diversa.


Adriano Monti Buzzetti Colella

AISA/MONDADORI PORTFOLIO

Per l ELEZIONE della Camera dei deputati aveva diritto


di VOTO il 4% della POPOLAZIONE maschile

VITTORIO
EMANUELE II

Ritratto di Vittorio
Emanuele II
(1820-1878), figlio
di Carlo Alberto
e primo re dItalia.

ultimo re di Sardegna, il primo dItalia,


lunico ribattezzato
Padre della Patria: il
primogenito di Carlo
Alberto di record ne collezion parecchi. Educato
militarmente, a 11 anni era
gi capitano dei fucilieri.
Cavalli, sciabole, cacce le
passioni del giovane principe, ben pi incline alle
fatiche della guerra che a
quelle dei libri. Nella Prima
guerra dindipendenza
si distinse sul campo di
battaglia di Goito.
Galantuomo. Salito al
trono dopo labdicazione del padre, stipul col
maresciallo Radetzky
una resa onorevole, ma
rifiut di abolire lo Statuto
Albertino: per questa posizione, unica tra i monarchi
italiani, fu chiamato il re
galantuomo. Oper per
risanare conti, esercito e
istruzione pubblica. Non
ebbe per scrupoli con i
moti di Genova, repressi
a cannonate, n verso un
parlamento riottoso a
ratificare il trattato di pace
con lAustria: il re lo sciolse
due volte, invitando col
celebre proclama di Moncalieri gli elettori a votare
deputati pi moderati.
Sorgeva intanto lastro
di Cavour, chiamato nel
1852 al governo. I due non
si piacquero mai molto,
ma Vittorio Emanuele ne
sostenne la politica estera
a partire dalla Guerra di
Crimea, combattuta a
fianco degli anglo-francesi
contro i russi, che promosse tra le potenze europee
la causa italiana.
Nel 1858, gli accordi segreti di Plombires sancirono
lalleanza tra la Francia
e il Piemonte, che con la
Seconda guerra dindipendenza ottenne Lombardia, Toscana e lattuale
Emilia-Romagna. I timori

di Napoleone III frenarono


per la portata delloffensiva: questo provoc le
(effimere) dimissioni di Cavour, che avrebbe voluto
anche il Veneto, e una sua
memorabile lite con il re.
Tutto da solo. Da allora
fu Vittorio Emanuele
a prendere liniziativa,
appoggiando allinsaputa
del suo primo ministro
la spedizione in Sicilia di
Garibaldi. Nel 1861 moriva Cavour e nasceva un
primo, incompleto Regno
dItalia: il suo sovrano decise comunque di restare
per tutti Vittorio Emanuele
secondo, a sottolineare
la continuit tra i vecchi
domini sabaudi e lItalia
unita. Nel 1866, con la Terza guerra dindipendenza,
il re continu a dribblare i
suoi ministri per accordarsi direttamente con Mazzini e Garibaldi, e torn
anche al fronte. AllItalia fu
annesso il Veneto e infine
nel 1870 con la caduta di
Napoleone III, difensore
del papa anche lo Stato
della Chiesa. Amaro il commento di Vittorio Emanuele: ora non mi resta che
spararmi, per il resto della
vita non avr nientaltro da
prendere.
Caccia fatale. Nel 1876 il
monarca, che non aveva
mai amato i liberali, apriva
al nuovo corso avallando,
con Agostino Depretis, il
primo governo di sinistra
in Italia. Se ne and a soli
58 anni, seguendo le sue
passioni di cacciatore
incallito, per una febbre
contratta dopo una notte
alladdiaccio nelle campagne laziali. Il figlio Umberto su richiesta del Comune
di Roma lo fece seppellire
al Pantheon, dove la sua
tomba divenne meta di
innumerevoli pellegrinaggi dei nuovi italiani che
aveva contribuito a creare.

LEEMAGE/MONDADORI PORTFOLIO

Ma fu il figlio a diventare
il primo re dItalia

LA GUERRA DEL RE

TENUTA
MILITARE

ALINARI

Vittorio Emanuele III


in una foto del
1935-40. Ricevette
uneducazione
militare, sul modello
prussiano.

LULTIMO

ATTO

Fu uno degli episodi


pi CONTROVERSI
del 1943: il frettoloso
TRASFERIMENTO
di Vittorio Emanuele III
nellItalia del SUD

el tardo pomeriggio dell8 settembre


1943 i vertici del Paese si riunirono al
Quirinale (allora sede del re). La tensione era altissima. La mattina avevano assicurato ai tedeschi la fedelt italiana. E ora il
generale americano Eisenhower aveva svelato per
radio la firma della resa. Che fare? Sconfessare larmistizio, come proponevano il generale Giacomo
Carboni e lammiraglio Raffaele De Courten? Il
maggiore Enzo Marchesi scuoteva la testa: ormai
era troppo tardi. Il re, nel frattempo, taceva.
Forse ripensava a quando, il 25 luglio, aveva proclamato, con la retorica a cui ormai era avvezzo:
Nellora solenne che incombe sui destini della patria ognuno riprenda il suo posto di dovere, di fede e di
combattimento. In questo caso il dovere ricadeva su
di lui. Gli toccava prendere in mano la situazione e
agire in modo risoluto. Il fatto che Vittorio Emanuele III per unazione risoluta non aveva la tempra.

IN PUGNO
AGLI ALLEATI

SM STUDIO/ANSA (2)

Il re in una vignetta
della rivista satirica
francese Le rire.
In alto, il sovrano
sulla corvetta
Baionetta alla volta
di Brindisi,
il 10 settembre
1943.

115

ALINARI

SM STUDIO/ANSA

Per alcuni fu un RE SOCIALISTA: difese i diritti delle donne,


PROMOSSE listruzione, introdusse il suffragio universale
SUA BASSEZZA REALE. Vittorio Emanuele il re
neanche voleva farlo. Non aveva il phisique du rle,
alto comera appena un metro e 53, forse per le conseguenze dellendogamia (i genitori, Umberto I e
Margherita, erano cugini di primo grado). Un fatto
che gli era costato una serie di nomignoli irriverenti,
come Re tappo, o Sciaboletta (si diceva che gli
fosse stata forgiata una spada particolarmente corta,
per evitare che strisciasse sul terreno) o ancora Curtatone e Montanara quando si accostava alla statuaria moglie, Elena del Montenegro.
Forse per questo e forse anche per leducazione
militare rigida lontano dagli affetti familiari, aveva col tempo maturato un carattere schivo, riservato,
ombroso. Sembra meditasse di rinunciare al trono,
ma poi questo gli era capitato tra capo e collo il 29
luglio del 1900, quando lanarchico Gaetano Bresci
aveva assassinato, nei pressi della Villa reale di Monza, suo padre Umberto. Vittorio Emanuele aveva 31
anni, era in crociera con lamatissima Elena e lultima cosa che avrebbe voluto, senza neanche il tem-

AGLI ANTIPODI

Sotto, lo schivo
Vittorio Emanuele III e
listrionico Mussolini
(qui durante
una cerimonia
ufficiale) non si
piacevano. Alla
destra del re c la
regina, Elena del
Montenegro.
A sinistra, unaltra
vignetta che
ridicolizza il re
italiano, ostaggio
degli yankee.

SCALA

A PATTI COL
VATICANO

Il re, alla destra della


regina Elena, in
Vaticano nel 1929
(lanno dei Patti
lateranensi).

po di elaborare il lutto, era prendere in mano le sorti dItalia. Ma gli tocc farlo.
Grane a ripetizione. Bench la documentazione sia stata epurata, limpressione che lui non fosse felice di salire al trono, conferma Paolo Colombo, docente di Storia delle istituzioni politiche allUniversit Cattolica di Milano. Tra laltro quello di
Vittorio Emanuele III non fu affatto un regno facile: si trov ad affrontare due guerre mondiali, il colonialismo, Hitler.... Di fronte a tali gatte da pelare, il re scelse di adottare la strategia di Pilato: non
ag mai di testa sua ma lasci sempre che fosse il governo a prendere le decisioni difficili. Faceva la sua
parte pi per dovere che per passione, osserva lo
storico. Pur essendo molto colto conosceva quattro lingue non era n un istrione n un gran parlatore: preferiva lasciare i riflettori ad altri.
Di sicuro non amava Hitler, n aveva simpatia per
Mussolini (che considerava un parvenu), ma segui-

va il vento: lasci quindi tutto il potere al duce, firm le leggi fascistissime del 1925-26 e, nel 1938,
le famigerate leggi razziali.
Ci che lo interessava davvero era ritirarsi nel castello di Racconigi, in Piemonte, e immergersi nella
lettura di Shakespeare o arricchire la sua collezione
di monete antiche. Nel 43, in quei giorni fatidici,
aveva gi 74 anni e aveva da tempo appeso la sciabola al chiodo. Come poteva trasformarsi di punto in
bianco nelluomo forte della situazione?
Inaffidabili. Gli eventi a cavallo dell8 settembre, se si dimenticano per un attimo le conseguenze tragiche, hanno il sapore della commedia allitaliana. Nella notte del 7, quando il generale alleato
Maxwell Taylor giunse a Roma per prendere gli ultimi accordi e verificare la disponibilit degli aeroporti (uno dei punti cardine dellarmistizio firmato
in segreto a Cassibile, in Sicilia, il 3 settembre, era la
garanzia immediata del libero uso da parte degli Alleati di tutti gli aeroporti e porti navali in territorio italiano che dovevano essere protetti dalle forze armate
italiane) rest basito: lunico preparativo messo in
atto per larrivo degli americani era un lauto pranzo.
Il generale Ambrosio, il principale interlocutore, se
ne era andato a Torino (ufficialmente per eliminare
carte compromettenti) mentre Marchesi e Carboni
(che allinizio aveva cercato di non farsi trovare) tentarono goffamente di convincerlo a rimandare lora
X perch le truppe italiane erano a corto di carburante. Taylor, che non credeva alle proprie orecchie,
chiese allora di essere condotto da Badoglio, anziano
capo del governo: questi lo accolse in pigiama, sorpreso per la visita inattesa, rinnegando tutti gli impegni presi e cercando di prendere tempo. Taylor fu

afalda, secondogenita di
Vittorio Emanuele III, l8 settembre
si trovava in Bulgaria
e fu tenuta alloscuro
di quello che stava
accadendo in Italia
(forse si temeva che
potesse parlare con il
marito, il tedesco Filippo dAssia, agli ordini
del Fhrer). Fatto sta
che in quel momento
delicato si trov a
rientrare a Roma.
Deportata. Durante il
viaggio la regina Elena
di Romania la avvis
dellarmistizio, ma Ma-

falda volle proseguire:


era pur sempre moglie
di un ufficiale tedesco.
Non bast. Giunta a
Roma il 22 settembre, fu arrestata e
deportata nel campo
di concentramento di
Buchenwald, dove fu
rinchiusa nella baracca 15 con il falso nome
di frau von Weber.
Agonia. Ma il peggio
doveva ancora venire.
Nellagosto del 1944
gli angloamericani
bombardarono il
lager. Contusa e
ustionata, la principessa fu portata

nellinfermeria dove
le venne amputato un
braccio: un intervento
lunghissimo (secondo alcuni intenzionalmente) al quale
Mafalda non sopravvisse. La sua vicenda
dimostra che in effetti
anche il re avrebbe
rischiato grosso se
fosse finito nelle mani
dei nazisti. Ma anche
che lo spostamento
a Brindisi, senza
neppure avvisare i
familiari, somigli pi
a una fuga frettolosa
che a un trasferimento
strategico.

SCALA

Il tragico destino di Mafalda di Savoia

Mafalda con due dei quattro


figli avuti da Filippo dAssia.

117

Il Regno del Sud costituito dal re a Brindisi si CONTRAPPOSE


La scelta cadde su Pescara, perch la via Tiburtina sembrava relativamente libera. Fu cos che alle
5 del mattino del 9 settembre un furtivo corteo di
auto (Vittorio Emanuele III con Elena nella prima
vettura, Badoglio nella seconda e il principe Umberto in una terza) part dal ministero della Guerra alla volta dellAdriatico, sguarnito di forze germaniche. Ai reparti motocorazzati fu data disposizione di spostarsi su Tivoli, forse per proteggere il
re, di fatto lasciando scoperta Roma. Una decisione
che diede adito a ipotesi cospiratorie, come quella
di un accordo segreto con il comandante tedesco
Albert Kesselring che avrebbe previsto la consegna
di Roma in cambio della fuga indisturbata del re.
Il Regno del Sud. Nel pomeriggio le auto raggiunsero laeroporto di Pescara, ma laccoglienza fu
tiepida. Forse anche per il timore di ribellioni lo sparuto gruppo opt per un tragitto via mare. Il giorno
dopo partirono da Ortona con la corvetta Baionetta

UMILIATI

Sotto, due vignette


sulla capitolazione
italiana. Sopra, una
inglese, in cui si
salva dal naufragio
Badoglio. In basso,
la bandiera dellUrss
(alleata degli
americani) su una
nave italiana in una
satira filotedesca.

UCCISO
DUE VOLTE

A sinistra, il busto di
Umberto I colpito
da un proiettile
l8 settembre: un
tedesco laveva preso
per quello di Vittorio
Emanuele III.

SM STUDIO/ANSA (4)

cos costretto ad annullare Giant 2, il piano alleato


per occupare Roma il 9 settembre.
Eisenhower, spazientito da quegli alleati inaffidabili, decise di bruciare i tempi e alle 18:30 dell8
settembre, infischiandosene delle esitazioni italiane, diede notizia della resa. Costringendo di fatto
lItalia a fare altrettanto. Solo alle 19:45 il Consiglio della Corona prese finalmente la sua decisione e Badoglio entr nella sede dellEiar (lantenata
della Rai) per annunciare la firma dellarmistizio.
Ambiguit. Lannuncio fu volutamente ambiguo. I reparti italiani dovevano cessare le ostilit
contro le forze angloamericane ma in nessun caso
prendere liniziativa delle ostilit contro le truppe germaniche. E il comportamento del re lo fu ancora
di pi. Dopo aver camminato nervosamente per i
corridoi del Quirinale si ritir nelle sue stanze a riflettere. E alla fine opt per quella che sarebbe passata alla Storia come una fuga.

allo Stato fantoccio di MUSSOLINI, la Repubblica di Sal

COPPIA
AFFIATATA

Giorgio VI (secondo
da sinistra) e la regina
madre (Elisabetta),
genitori dellattuale
sovrana, ispezionano
le zone bombardate
dai tedeschi a Londra.

alla volta di Brindisi. Fu in questa citt che il re costitu il Regno del Sud e si rese disponibile per i rapporti con gli Alleati. Ma la farsa continu: il generale Mason MacFarlane, giunto in Puglia, trov uno
staff politico impreparato sullarmistizio. Il testo definitivo fu firmato solo il 29 settembre e la guerra alla Germania sar dichiarata solo il 13 ottobre: oltre
un mese dopo larrivo a Brindisi.
Fu vera fuga? Alcuni storici ritengono che quello del sovrano sabaudo non fu, come giudicano i
pi, un atto di vigliaccheria. E che ad alimentare
quellidea fu la propaganda della Repubblica di Sal, che per legittimarsi aveva tutto linteresse a gettare discredito sul re. I filomonarchici sostengono
che si sia trattato di un trasferimento necessario per
salvare la continuit dello Stato.
Avrebbe potuto abdicare e fermarsi a Roma, lasciando che a trasferirsi fosse il figlio Umberto,
osserva Colombo. Ma soprattutto avrebbe dovu-

to pensare alle truppe, visto che aveva formalmente il


comando delle forze armate.
Invece la fuga, insieme alla congiura del silenzio dei
giorni successivi, ebbe effetti disastrosi: diede il tempo
ai tedeschi di organizzarsi, prendere il controllo dellItalia Centro-Settentrionale e liberare Mussolini. Esponendo il Paese a ulteriori 20 durissimi mesi di guerra.
La vera passione. Tutto questo fu fatale per il
destino della monarchia in Italia. A poco valse laver abdicato in favore del figlio Umberto II il 9
maggio 1946, tre settimane prima del referendum
istituzionale che avrebbe abolito la monarchia, n
laver inviato un dono, sempre il 9 maggio, ad Alcide De Gasperi: Signor presidente, scrisse il re,
lascio al popolo italiano la collezione di monete che
stata la pi grande passione della mia vita. Subito dopo part per Alessandria dEgitto da dove non

torn mai pi. Neanche la sua salma.


Marta Erba

SCALA

IL REGNO
CONTINUA

Il re a Brindisi, in
visita ai reparti
italiani, nel
settembre del
1943.

Italia e Inghilterra: monarchie a confronto

ittorio Emanuele III e Giorgio


VI dInghilterra
si somigliavano.
Uomini schivi, poco
portati per le luci della
ribalta, re loro malgrado e allimprovviso:
litaliano (nel 1900)
per lassassinio del
padre; linglese (nel
1936) per labdicazione del fratello
Edoardo, infatuatosi
dellamericana Wallis
Simpson. Ed entrambi
con un handicap che
non passava inosservato in un ruolo cos
istituzionale: il fisico

minuto del primo,


imbarazzante nelle
cerimonie ufficiali, e
la grave balbuzie del
secondo, difficile da
gestire nei frequenti
discorsi via radio al
popolo inglese.
Ma le analogie
finiscono qui.
Stili diversi. Allo
scoppio della guerra,
nel 1939, bench il
governo gli avesse
suggerito di fuggire
in Canada, Giorgio
VI non si mosse da
Londra e fu sempre in
prima linea per mantenere alto il morale

della popolazione.
Tenne con s anche
la famiglia, con le
bambine Elisabetta
e Margaret ancora in
tenera et. Al termine
del conflitto gli inglesi
erano entusiasti di lui.
E un film del 2010 (Il
discorso del re, vincitore di quattro premi
Oscar) ne celebra con
affetto lo sforzo oratorio. Al contrario, il
Savoia non si distinse
mai per azioni o prese
di posizione coraggiose. Un po di carattere,
forse, avrebbe potuto
cambiare la Storia.

119

LASBURGO DI TUTTI

IL MONARCA
DEUROPA

LESSING/CONTRASTO (2)

Nel CINQUECENTO
si ritrov sul capo pi
di una corona. Cos
CARLO V unific
mezza Europa in nome
di DIO. E arriv anche
OLTREOCEANO

DA GIOVANE

Una scena di
battaglia su uno
scudo appartenuto
a Carlo V (a sinistra,
rappresentato in
giovane et in un
busto ligneo).

ome primo e saldo fondamento del vostro governo, dovrete sempre riconoscere che ogni vostro bene e la vostra stessa esistenza vengono dallinfinita benevolenza di Dio. E alla sua volont dovrete sottomettere i vostri desideri e i vostri atti. Non siamo di
fronte allomelia di un assistente dellAzione cattolica, diretta a un gruppo di deputati Dc degli Anni 50: la frase tratta da una lettera di un padre
al proprio figlio. E il voi non sottintende destinatari plurimi: solo una formula di cortesia, un
tempo in uso anche fra parenti stretti.
Nel caso specifico, un tempo vuol dire il 18
gennaio 1548. E il pio pap di cui parliamo era
Carlo V (1500-1558), sovrano del Sacro romano impero e detentore di altri titoli minori, come re di Spagna, re dItalia, duca di Borgogna e

arciduca dAustria. Insomma, parliamo delluomo pi potente dEuropa. Anzi del mondo, perch i suoi possedimenti spaziavano dallAsia allAfrica fino allAmerica (v. riquadro) tanto che poteva dire a buon diritto, come faceva spesso: Sul
mio impero non tramonta mai il Sole.
Potere dallalto. Ma torniamo alla lettera gi
citata, per aggiungere che fu spedita da Augusta
(Baviera) e che importante per due motivi. Il primo: il testo rivela che Carlo V, regista del pi importante tentativo di unificare lEuropa nei 12 secoli intercorsi fra Carlo Magno (vedi articolo nelle pagine precedenti) e la Ue, riteneva di agire non a
nome di se stesso, ma di Dio. Secondo motivo: sapendo di esser meno intramontabile del Sole sulle
sue terre, limperatore si preoccupava di catechizzare ben bene Filippo II, suo figlio ed erede, perch
continuasse lalleanza con lOnnipotente.
In altre occasioni Carlo era stato ancor pi
esplicito. Nel 1543, in procinto di muover guerra alla Francia, resta a integrarsi nellEuropa imperiale, aveva scritto: La mia partenza da questi
regni sta ormai avvicinandosi e ogni giorno di pi
vedo quanto sia necessaria. Infatti solo cos posso
sperare di adempiere ai compiti assegnatimi da
Dio. Nel 1548 la Francia era ormai battuta ma Carlo era ancora lontano (appunto
in Baviera) dopo aver ricevuto da Dio
un nuovo incarico: tenere docchio i
cristiani tedeschi, tentati da Lutero.
Mix genetico. Questo imperatore-messia, che si sentiva investito di tanti compiti divini, spesso definito spagnolo perch aveva la reggia a Madrid; ma in realt
era nato e cresciuto a Gand (nelle
Fiandre, oggi Belgio). E nel Dna
aveva cromosomi di mezza Europa. Spagnoli erano solo sua madre (Giovanna la Pazza) e i nonni
materni, i reyes catlicos Ferdinando dAragona e Isabella di Castiglia, sponsor di Colombo. Ma suo
padre (Filippo il Bello dAsburgo)
era nato lui pure in Belgio, da un
austriaco (Massimiliano I) e da una
borgognona (Maria la Ricca).
Non tutto, perch nelle vene di Carlo scorreva anche sangue (blu) di altra
origine, ereditato da ascendenti pi lontani: polacco (dai Plast), italiano (dai Visconti), francese (dai Valois), inglese (dai Lancaster),
tedesco (dagli Hohenstaufen). Insomma, un
potpourri genetico, che per molti versi sembrava
unEuropa unita fatta persona. Un potpourri di
cui linteressato si vantava ogni due per tre, con
121

Durante la seconda delle GUERRE tra limperatore Carlo V


e re Francesco I, 35mila MERCENARI imperiali misero
a ferro e fuoco Roma, in quanto ALLEATA dei francesi
Un combattimento tra mercenari.

122

Si annuncia la cattura di Francesco I.

Un francese tenta un guado.

SUL CAMPO

A sinistra, alcuni
particolari della
battaglia di Pavia
(1525) nel ciclo di
arazzi al Museo
di Capodimonte
(Napoli).

NEL NOME
DELLA FEDE

Unarmatura
cinquecentesca
appartenuta a Carlo
V, che sostenne di
combattere per
volere divino.

un tormentone rimasto poi celebre:Parlo spagnolo con Dio, italiano con le donne, francese con gli
uomini e tedesco con il mio cavallo.
In realt, per, il sovrano di quellimpero senza
tramonti era pi potente che poliglotta: si esprimeva bene in francese, ma nelle altre lingue era
una mezza frana. Dello spagnolo pare che avesse
una versione tutta sua, simile a quella di certi turisti nostrani, che da Ibiza allAvana pretendono
di farsi capire aggiungendo una s alle parole del
dialetto veneto. Del resto, se Carlo era cos, una
ragione laveva: re di Spagna lo era diventato solo
da maggiorenne; tutti i suoi anni pi verdi si erano dipanati tra Gand e Digione (Francia).
Ma si sa: per far carriera spesso gli avi che si vantano contano pi delle lingue che si parlano. E, come si visto, Carlo vantava un pedigree ricco di
ascendenti illustri, quindi anche di potenziali blasoni ereditari. Leredit degli Asburgo,
che era gi la dinastia pi potente dEuropa, gli spettava per linea diretta; invece il resto dellimpero gli capit per caso, perch i
casati di Castiglia, Aragona e Borgogna
si estinsero, consegnando i loro domini nelle mani del fortunato nipotino dal cognome mitteleuropeo, loro erede
indiretto.
Tutto suo. Fu cos che
Carlo divenne il pi grande
degli Asburgo. E inizi la
carriera prestissimo, a soli
sei anni. Infatti suo padre
Filippo mor anzitempo
nel 1506 e lui divent il
primo erede al trono (austriaco) di suo nonno Massimi-

liano e a quello (borgognone) che era stato di sua


nonna, scomparsa da tempo. Ovvio che un regno
non si d a un bimbo, quindi tutto rest in frigorifero fino alla maggiore et dellinteressato, che comunque fu dichiarata con largo anticipo su quella
dei comuni mortali, cio a circa 14 anni, il giorno
dellEpifania 1515.
Sul capo di Carlo adolescente cal subito la prima coroncina, quella da duca di Borgogna. A quel
diadema, lenfant prodige dellaristocrazia europea aggiunse poi tutti gli altri, con un ritmo impressionante: nel 1516 eredit dal nonno materno i regni di Aragona e di Napoli; nel 1517 ottenne quello di Castiglia al posto della madre, colpita
da turbe psichiche; nel 1519, alla morte del nonno
paterno, eredit il trono austriaco; e infine, qualche mese pi tardi, ottenne anche la carica di imperatore, che a quei tempi era ancora (almeno formalmente) elettiva.
Cos, in pochi anni, mezza Europa si era unificata. E Carlo nel resto della vita coltiv il progetto
di unificare anche laltra met, cercando di ridurre
allobbedienza chi gli resisteva, cio lImpero turco
a est e la Francia a ovest.
Se il piano fosse riuscito, la storia europea avrebbe preso una piega molto diversa da quella che poi
fu: lo storico medievalista Franco Cardini arriva a
sostenere che nell800 non ci sarebbe stata la grande stagione degli Stati nazionali e nel 900 si sarebbero evitate le due guerre mondiali.
Prima Europa? Carlo V fu dunque un precursore dellUnione europea? S e no, ma pi no che
s, perch la sua Europa non era di certo ununione
fra Stati liberi e sovrani. Lunit politica alla quale riferirsi non poteva che essere quella dellImpero romano, filtrata e trasformata da Carlo Magno nellesperienza del Sacro romano impero, che

Lotte reali, in cucina

LESSING/CONTRASTO (5)

e guerre antifrancesi
di Carlo V nel Nord
Italia hanno lasciato
una traccia anche nella
storia della cucina. Infatti
tradizione vuole che un
tipico e semplicissimo
piatto delle campagne
lombarde, la zuppa alla
pavese (a base di uova,
pane rosolato, formaggio
grana e brodo di carne),
sia stato inventato
durante la battaglia di
Pavia (24 febbraio 1525)

combattuta tra lesercito


imperiale e Francesco
I, che al culmine dello
scontro venne catturato.
A dieta. Poco prima o
poco dopo la cattura
(ci sono due versioni) il
sovrano transalpino sarebbe entrato (variante:
sarebbe stato portato) in
un casolare fuori porta,
dove due contadini
lavrebbero rifocillato
coi pochi ingredienti che
avevano sottomano, ab-

binati in modo casuale.


Si narra che il re fu cos
entusiasta della ricetta
che, una volta tornato
in patria, la fece inserire
nei men di corte. Subito
dopo la zuppa, per,
Francesco fu rinchiuso
nella fortezza di Pizzighettone (Cr) dove rest
tre mesi a pane e acqua
prima di essere trasferito
in Spagna su ordine di
Carlo V e poi liberato
dietro riscatto.

123

MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMAN

Una corona sporca di sangue

L
IN TESTA

Un elmo cinquecentesco
di Carlo V che ne riproduce
parzialmente i connotati.

124

a ferocia usata in
America dai conquistadores di Carlo V nei confronti degli
indigeni, mascherata
con intenti di evangelizzazione, suscit la
reazione di un vescovo
domenicano, Bartolom de las Casas, che
nel 1542 scrisse una
Breve relazione sulla
distruzione delle Indie,
duro jaccuse contro i
coloni. Il testo colp e

Carlo V var le Leyes


nuevas che vietavano
la schiavizzazione degli indios e limitavano
lencomienda, cio la
loro riduzione a servi
della gleba.
Teoria. Spesso per
quei provvedimenti
restarono sulla carta:
in Per un vicer che
voleva applicarli,
Blasco Nuez Vela, fu
ucciso; e in Spagna
una teoria affermava

che i nativi dAmerica


non avevano lanima.
A sostenerla era Juan
Gins de Seplveda,
autore del libello La
scoperta dei selvaggi. Fin che nel 1550
Carlo V promosse un
confronto tra de las
Casas e Seplveda per
dirimere la querelle. Il
primo ne usc vincitore, ma intanto la legge
contro lencomienda
era stata abolita.

Di MEDIOCRE statura, magro al possibile:


cos le CRONACHE descrivevano Carlo V. Ma il MARCHIO
di fabbrica pare fosse la BOCCA sempre aperta

GENERAZIONI

Carlo V e il fratello
e successore
Ferdinando portati
in trionfo in un
arazzo del 600.

GRAN PARATA

CONTRASTO (2)

Tenuta da torneo
dellimperatore. La
indoss a Valladolid
per la sua prima
visita in Spagna.

aveva accolto i valori morali e spirituali del cristianesimo, precisa Cardini. Tutto ci era stato
espresso da Dante nel De Monarchia e aveva trovato conferma negli scritti di Erasmo da Rotterdam.
La tesi di Dante era che lautorit del monarca
imperiale versata su di lui senza mediatori dalla fonte dellautorit universale, perifrasi che sta per Dio.
Carlo V si poneva sulla stessa linea: il suo impero era voluto dallOnnipotente e doveva includere
non solo lEuropa, ma tutto il mondo cristiano,
bypassando lo stesso papa. Come quella di Dante,
la Monarchia di Carlo aveva la M maiuscola, perch fotocopia terrena del Regno dei cieli.
Su tutti i fronti. Partendo da queste premesse, limpero dellAsburgo divent la pi grande teocrazia mai vista in Occidente, con tutte le conseguenze (bifronti) del caso: con Carlo V e suo figlio
Filippo II la fede cattolica fu il motore di tutto, dalle
esplorazioni (vedi missioni dei Gesuiti in Sud America) alle pi bieche repressioni del dissenso (tramite lInquisizione), dalla creazione di capolavori darchitettura (come il monastero dellEscorial di Madrid) ai genocidi dei
conquistadores (Hernn Corts in Messico nel 1519-21 e Francisco Pizarro in Per nel 1532-33).
Va detto che lInquisizione spagnola non fu uninvenzione di Carlo V, ma dei suoi nonni materni,
Ferdinando e Isabella. Lui si limit a usarla ed esportarla: in Sicilia, per esempio, fu lui a imporre come grande inquisitore don
Bartolomeo Sebastin,
il Torquemada dellisola. Analogamente,
i macelli connessi alla
conquista dellAmerica erano iniziati gi ai
tempi di Colombo;
ma fu limperatore
senza tramonti a
nominare Pizarro governatore del
Per e a premiare Corts
col titolo di vicer della Nuova Spagna, cio
signore del Messico.
Originale di Carlo V
fu invece lidea del Con-

cilio di Trento (1545-1563), la lunga assise di vescovi che avvi la Controriforma cattolica, risposta allo scisma protestante (1520). Bench duro con Lutero (che process e tent di far abiurare) Carlo V
capiva che il monaco ribelle non aveva tutti i torti
nellattaccare la Santa Sede; perci premeva perch
la Chiesa si facesse un esame di coscienza. Ma papa
Clemente VII faceva melina e non si pieg neanche
quando (1527) una torma di lanzichenecchi imperiali saccheggi Roma e lo costrinse a fuggire a Orvieto, travestito con gli abiti del suo maggiordomo.
Ma dice un adagio che le vie del Signore sono
infinite: in questo caso transitarono da un piatto
di Amanita phalloides, fungo velenosissimo, che nel
1534 fece passare Clemente VII a miglior vita. Pochi anni dopo il meno rigido successore Paolo III
apr il concilio. Che port a termine i suoi lavori a
singhiozzo, rispettando landamento degli impegni
bellici dellimperatore, il quale invocava un legittimo impedimento depoca: non poteva seguire
contemporaneamente le guerre e il suo concilio.
Nemici giurati. E di guerre Carlo V ne fece
molte. Eppure Cardini osserva: Dai suoi scritti emerge che secondo lui la finalit della monarchia era la pace per tutta la cristianit, considerata
fine ultimo dellattivit del sovrano e sua massima
aspirazione. Come spiegare la contraddizione? Il
diretto interessato nel 1548 rispondeva, candido:
So bene, per esperienza, che evitare la guerra non
sempre nelle possibilit di chi lo desidera, specie per
chi ha tanti e tanto grandi Stati, alcuni lontani, come Dio nella sua bont mi ha dato.
Fra i nemici che limperatore era costretto a
combattere, il pi ovvio per un messia benedetto
da Dio era lImpero ottomano. Che nel Mediterraneo era incarnato da un ammiraglio berbero, Khair
El-Din detto Barbarossa, contro cui Carlo V battagli dal 1530 al 1541, con risultati alterni nellimmediato ma con un effetto politico-militare duraturo: il radicamento a Malta dei Cavalieri di San
Giovanni, destinati a governare lisola per secoli e a
diventare i gendarmi contro gli infedeli.
Avversari storici. Aspra fu anche linimicizia
che oppose Carlo V alla Francia e al suo re Francesco I, che pure non era affatto infedele. La rivalit fra i due, causa di ben quattro guerre (tra il
1521 e il 1544), nasceva in parte da rancori personali (Francesco era un ex candidato alla corona imperiale, che Carlo aveva battuto), ma la ruggine tra
Francia e impero era pi antica: gi Massimiliano

MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMAN
AISA/ALINARI

Carlo V si defin DIFENSORE della Chiesa,


ma insieme al fratello Ferdinando concesse la LIBERT
di CULTO ai luterani: la PACE DI AUGUSTA
I, in un testo maccheronico del 1513, aveva definito i francesi anchiens et naturelz ennemis de notre maison, cio antichi e naturali nemici del nostro casato.
La verit che dietro le guerre franco-imperiali, formalmente scoppiate per legemonia sul Nord
Italia, cera uno scontro fra due culture politiche
inconciliabili: da un lato ci si batteva per la prima
globalizzazione della storia moderna; dallaltro per
la difesa delle autonomie nazionali. And a finire
che la Francia perse tutte le guerre. E che in un caso
il suo re fu addirittura catturato sul campo di battaglia (v. riquadro pagine precedenti). Ma alla lunga Carlo V fu il vero perdente, perch il suo progetto di globalizzazione cattolica si ferm a met.
In ritiro. Ma chi o cosa fu capace di fermare
limperatore che aveva dalla sua parte Dio? Non
Francesco I, non Lutero e tanto meno papa Clemente VII, scomparsi rispettivamente nel 1547,
1546 e 1534. Ad avviare al declino il sovrano-mes126

sia furono un eccesso di sicurezza e unalleanza improbabile. Leccesso fu dello stesso Carlo, che nel
1552 part alla riconquista della Lorena, occupata dai luterani. Lalleanza improbabile fu quella
che il nuovo re francese Enrico II strinse con tutti gli altri protagonisti dellepoca: il papa, i turchi
e i protestanti.
Arriv cos lanno nero di Carlo V, il 1552: la spedizione in Lorena fin davanti alle mura di Metz,
assediata inutilmente per mesi, e lalleanza francoturca port alla perdita della flotta imperiale, distrutta a Ponza. Era un doppio fallimento. Il pi
grande degli Asburgo ne prese atto e nel 1556 abdic cedendo tutte le corone al fratello Ferdinando e al figlio Filippo. Poi si ritir in un convento
di Yuste nellEstremadura (Spagna) dove rest fino alla morte. Narrano che le sue ultime parole si
ano state: Sto arrivando, Signore!.
Nino Gorio

USCITA
DI SCENA

Sopra, una scena


dellabdicazione di
Carlo V in un arazzo
del Seicento e un
elmo con visiera
con cui limperatore
combatt.

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SOVRANI ILLUMINATI

Gett le basi della GRANDE GERMANIA. Per alcuni, ispirando


addirittura il Terzo Reich. Ma CHI ERA davvero Federico II?

MONDADORI PORTFOLIO/AKG

FEDERICO
LUNICO

ngelo e demone. Poeta e soldato. Riformista e ribelle. Amante dei lussi, delleleganza e della moda, ma anche del rigore
militare, della disciplina e dellausterit.
Con un occhio rivolto al futuro anticip limminente nascita degli Stati nazionali e uno al passato. In primis alle tradizioni di famiglia che lo volevano generale, prima che esteta e libero pensatore. Per
tutta la vita Federico II di Prussia (1712-1786) cerc una sintesi tra le sue due anime. Dal caos creativo di questa personalit contraddittoria nascer la
grande Prussia, madre della grande Germania, con
un codice moderno, illuminista, e una sfrenata ambizione imperialista. Leredit di Federico non infatti priva di ombre: la pi oscura ha il volto di Hitler, che lo ritenne un padre spirituale. Si dice addirittura che nel 1945, con lArmata Rossa alle porte
di Berlino, prima di suicidarsi il dittatore abbia gettato un ultimo sguardo proprio al suo ritratto. Ma si
128

pu ridurre una personalit cos complessa a quella


di un uomo animato solo dalla volont di potenza?
Enfant terrible. Enigmatico, esteta, dal colorito vivo, le gote infantili e i grandi e lucenti occhi azzurri, come scrisse Thomas Mann oltre un secolo dopo,
Federico II visse negli anni dei filosofi illuministi Voltaire e Kant e del musicista Bach. Mor tre anni prima
della presa della Bastiglia: troppo presto per assistere alla Rivoluzione francese, troppo tardi per godersi
lapogeo dellancien rgime. Anche perch come figlio
del re soldato Federico Guglielmo I di Prussia militarista rozzo, maniaco della disciplina e delle bevute
in compagnia impar presto che dedicarsi alleleganza era affare da damerini. Essere gay poi, come
lui era, unaggravante da lavare col sangue.
Cos, quando a 18 anni os un rocambolesco tentativo di fuga con il suo amico speciale, il tenente
von Katte, la punizione fu esemplare. Il padre ordin la morte dellamante e a Federico fu imposto di

GUERRIERO
E FILOSOFO

Sopra, la vittoria di
Federico il Grande
contro i russi a
Zorndorf (1758).
A destra, Federico II .
Il sovrano, amante
delle arti e della
filosofia, port avanti
lopera compiuta dal
padre e trasform la
Prussia in una grande
potenza militare.

MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMAN

OLANDA
IMPERO RUSSO

OCEANO
PACIFICO

LESSING/CONTRASTO

Filippine

Sri Lanka

N. JERAN

Indonesia

SUD AMERICA

OCEANO INDIANO
Madagascar

I CO

SVEZIA

MARE
DEL NORD
GRAN BRETAGNA

A LT

Federico II e la coalizione
dei suoi nemici nella
Germania Orientale, in
Slesia, alle frontiere della
Boemia e della Polonia
(cartina a fianco). Non
a caso, a conflitto finito
si fecero due trattati
distinti, quello di Parigi e
quello di Hubertsburg. La
Francia fu la nazione che
pi risent della sconfitta,
perch vide consolidarsi
a est una nuova grande
potenza continentale, la
Prussia appunto, e perse
il dominio dei mari e il
suo impero a vantaggio
dellInghilterra.

GIAPPONE

OCEANO ATLANTICO

Deflagrazione mondiale

inston Churchill
la defin la
prima guerra
mondiale. E non aveva
torto. La Guerra dei
sette anni (1756-1763)
coinvolse infatti tutte
le principali potenze:
Gran Bretagna, Prussia,
Francia, Austria e Russia.
A differenza dei precedenti conflitti legati a
successioni dinastiche, si
combatt per il controllo
di territori.
Primato. Alla fine si affermarono la supremazia
militare della Prussia in
Europa e quella dellInghilterra sui mari. La Russia debutt nella politica
internazionale, mentre
lAustria, di fronte alla
superiorit della Prussia
inizi il suo declino. La
Francia arretr davanti
allInghilterra, che subentr nel dominio di vasti
territori extraeuropei
(Nord America e India,
conquistata definitivamente nel 1818).
Conflitti. La guerra si
svolse su due fronti
paralleli. Tra la Francia
e la Gran Bretagna sui
mari, nelle colonie e nella
Germania Occidentale
(v. cartina in alto). E tra

INGHILTERRA
FRANCIA
PORTOGALLO SPAGNA

NORD
AMERICA

RB

ALLEANZA: Austria,
Francia, Russia, Svezia,
Sassonia, Spagna
ALLEANZA:
Gran Bretagna,
Prussia, Portogallo
Aree di conflitto

IMPERO
RUSSO

MA

Impero spagnolo
Impero portoghese
Impero britannico
Impero russo
Impero francese
Impero olandese
Aree di conflitto

PRUSSIA

PRUSSIA

OCEANO ATLANTICO
FRANCIA

AUSTRIA

UNGHERIA
MAR NERO

PORTOGALLO
SPAGNA

MAR MEDITERRANEO

GRANGER/ALINARI

Ogni giorno, anche da anziano, ISPEZIONAVA di persona


le truppe, come COMANDANTE in capo dellesercito
MUSICA,
MAESTRO!

A sinistra, il primo
bombardamento
di Dresda del 1760
in un quadro di
Bernardo Bellotto:
la distruzione della
citt fu ordinata da
Federico II.
Sopra, il sovrano
nelle vesti di flautista
nel salone del suo
castello di Sans-Souci,
a Potsdam, presso
Berlino. Nel 1747
Johann Sebastian
Bach compose uno
dei suoi capolavori,
lOfferta musicale, su
un tema improvvisato
dallimperatore.

assistere allesecuzione. Il futuro re obbed e, dieci anni dopo, sposatosi controvoglia, eredit il comando
del Paese, gettando le basi per quella che sarebbe diventata la superpotenza tedesca: correva lanno 1740.
Obbedire con amore. La corona un cappello
che lascia passare lacqua, scrisse nelle sue memorie
il sovrano con piglio autoironico. Aggiungendo per che il principe il primo servitore e il primo magistrato dello Stato. In queste due espressioni c la sintesi del suo governo, spiega Ronald Car, docente di
Storia delle istituzioni politiche allUniversit di Macerata. Il re da un lato smetteva di essere un individuo che viveva tra i lussi della corte e portava avanti
solo gli interessi personali o di famiglia. Dallaltra diventava un uomo di Stato pronto a sacrificarsi per il
bene comune. Le conseguenze furono enormi, perch il sovrano si trasformava in un modello da seguire. A lui si doveva obbedire con amore. Si insinuava
insomma nella cultura politica tedesca il principio
dellidealizzazione del capo. Principio che Bismarck
e Hitler strumentalizzeranno a loro vantaggio.
Come tutti i despoti illuminati del 700, anche Federico II si circond di intellettuali, musicisti e pensatori. Ma, essendo figlio di suo padre, punt tutto
il suo potere sullesercito, portando avanti con successo lopera di modernizzazione e nazionalizzazione gi avviata. Con qualche novit. Rese importante il ceto nobiliare dellaristocrazia terriera stanziata
nella Prussia Orientale (gli Junker), inserendola nella
macchina dello Stato, aggiunge lo storico. Trasform i possidenti in ufficiali di carriera, dando loro un

prestigio che aumentava con il successo militare dello Stato: pi la Prussia vinceva, pi loro diventavano
importanti. Non si capirebbero le origini del mito tedesco della nazione militare, senza questa premessa.
E che la Prussia fosse diventata un regno di soldati, lo dicono i numeri: allavvento di Federico il Paese aveva 2.250.000 sudditi e manteneva sotto le armi 81.000 soldati, cio il 7% della popolazione maschile, mentre la nazione allora pi potente dEuropa, la Francia, con 20 milioni di abitanti (nove volte
quelli della Prussia) aveva un esercito grande appena
il doppio. Occasioni di mostrare i muscoli, agli ufficiali, non mancarono: una delle prime fu combattere
per unire le vulnerabili terre prussiane allora ancora
sparpagliate qua e l: il regno era infatti un potpourri
di possedimenti che dal 1600 in poi si legarono alla
dinastia degli Hohenzollern.
Protestanti contro cattolici. La prima a pagarne le spese fu Maria Teresa dAustria (vedi articolo pagine seguenti), da pochissimo a capo del cattolicissimo impero asburgico. Nel dicembre del 1740,
senza nemmeno una dichiarazione di guerra, Federico II fece il suo primo capolavoro di realpolitik invadendole, in barba ai trattati, un suo territorio: la
ricca regione della Slesia (per met abitata da protestanti). Poi guard a est, secondo un antico mantra:
Nel Medioevo per i tedeschi lest era un po come il
vecchio west per gli americani: una frontiera, un Paese immenso da colonizzare. quello che in tedesco si chiama Drang nach Osten, la spinta verso est
che fino allepoca nazista ha continuato a segnare il
131

Uno dei segreti del successo


militare prussiano fu la
tattica: la fanteria avanzava
in formazione compatta con
MOSCHETTO e BAIONETTA;
la cavalleria invece attaccava
con la sciabola, spesso sui lati.

187.000

Erano gli effettivi quando


Federico mor. Per met
erano prussiani, gli altri
stranieri (tedeschi e no),
volontari o coscritti.

rapporto dei tedeschi con le pianure dellEuropa


Orientale, scrive infatti Alessandro Barbero nel suo
Federico il grande (Sellerio). Entr infine a gamba tesa nello scacchiere internazionale dando vita alla cosiddetta Guerra dei sette anni (v. riquadro nelle pagine precedenti) tra lo sgomento delle corti internazionali. Divenne epica, per la costruzione del suo mito,
la battaglia del dicembre del 1757 a Leuthen, dove
sconfisse lesercito imperiale austriaco. Lo scontro
si concluse con la pianura innevata cosparsa di neve e sangue e i superstiti prussiani in ginocchio che
cantavano un corale per ringraziare Dio della vittoria. Grazie anche a queste imprese Federico si guadagn lepiteto di Unico, poi divenuto il Grande. Con
buona pace di Maria Teresa dAustria, che continuava a chiamarlo le mchant homme, luomo cattivo.
Senza pensieri? Eppure dietro la corazza del demone capace di una politica spregiudicata e aggressiva, cera uno spirito illuminato, aperto alla tolleranza
religiosa e alla poesia. Non solo: Federico II fu anche
un riformatore. Semplific il sistema giudiziario, introdusse nel codice civile nozioni del moderno Stato
di diritto, snell i processi e abol la tortura. Quando
non era sui campi di battaglia il monarca-condottiero si trasformava in un re-filosofo, passando il tempo
132

10.000

Era il numero degli uomini


inquadrati nei sette nuovi
reggimenti creati dalla
riforma dellesercito voluta
dal sovrano prussiano.

UFFICIALI
DI CARRIERA

Federico trasform i
latifondisti nobili (Junker) in
ufficiali di carriera, vincolando
il loro successo alla gloria
militare del Paese.

nella sua Versailles, che sorgeva a Potsdam, dal nome


evocativo: Sans-Souci (senza pensieri).
Qui componeva poemi o suonava il flauto, lasciando riaffiorare unemotivit cinica e disperata che, a
dispetto del nome del palazzo, rivelava una natura
tuttaltro che spensierata. Gli uomini non sono fatti per la verit, per me sono come un branco di cervi nel
parco di un grande nobile, che non serve a nientaltro se
non a riprodursi e a popolare il parco. Sui tempi nuovi invece non aveva le idee chiarissime: Questa elettricit, tutti ne parlano, ma chiaro che soltanto un
giochino!, scrisse al filosofo DAlembert. Gli intellettuali, daltronde, al suo tavolo non mancavano mai.
Il preferito era Voltaire, con cui ebbe sempre un rapporto esclusivo. Io vorrei possedervi, gli disse Federico; lui, pi anziano di 20 anni, si sottrasse alle avances, ma non rinunci mai alla lusinga di avere un giovane re ai suoi piedi. Anche Johann Sebastian Bach
per un certo periodo fece capolino: compose per lui
la celebre Offerta musicale, basata su un suo tema, il
thema regium appunto.
Eredit avvelenata. Complice landirivieni di
vip, negli ultimi anni nonno Fritz cos lo chiamavano i soldati era ormai una leggenda. Mor nel
1786 a 74 anni e fu sepolto nella chiesa della guarni-

CONDOTTIERO

Sopra, Federico II con


le sue truppe in un
quadro del XVIII sec.
Il monarca era
spregiudicato in
guerra, illuminato e
sensibile nella vita
privata.

MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMAN

Lesercito prussiano in pillole

In alto, Federico II e
il filosofo francese
Voltaire nei corridoi
del castello di SansSouci, a Potsdam.
A destra, un dipinto
del re negli ultimi
anni di vita, quando
veniva chiamato
nonno Fritz.

PER LA GRANDE
GERMANIA

Sotto, una stampa


riproduce in scala
Federico II, Otto von
Bismarck e Hitler:
tutti e tre fecero
dellimperialismo e
del militarismo di
Stato un caposaldo
del loro governo, pur
con diverse modalit.

gione, a Potsdam. L Napoleone lo omagger, forte della vittoria sui prussiani a Jena: Signori, toglietevi il cappello perch se
lui fosse ancora vivo noi oggi non saremmo
qui. E che lui avesse fatto la differenza,
trasformando la Prussia in superpotenza, lo sapeva bene il cancelliere Bismarck,
che un secolo dopo cre il Secondo
Reich. Preludio al ben pi tragico
Terzo Reich nazista. Tanto bast per parlare di eredit avvelenata: assolutismo, militarismo e culto fanatico del dovere.
E se invece Federico fosse stato solo
la leggenda attorno a cui si costru lidentit germanica? La questione non
ha mai smesso di tormentare i tedeschi, nemmeno dopo lunificazione: una copertina dello Spiegel nel
1991 polemizzava con lallora cancelliere Kohl, che aveva riportato a
Potsdam le spoglie imperiali trasferite altrove durante la Seconda guerra mondiale. Titolando Il ritorno di Federico, in un sondaggio chiedeva: Federico fu responsabile di Hitler e Auschwitz?

A voi la sentenza.
Giuliana Rotondi

MONDADORI PORTFOLIO/AGK

ROGER VIOLLET/ALINARI

NONNO FRITZ

La GERMANIA nacque
dalla dinastia prussiana degli
HOHENZOLLERN, che
riun territori popolati da
diverse etnie. E dal DECLINO
dellImpero austriaco

SOVRANI ILLUMINATI

Limperatrice
dei LUMI
Q

uando prov per la prima volta una corona, fece ridere tutti: quellambto simbolo di potere, creato per teste maschili, era
troppo largo per una donna. E le scivolava sulle sopracciglia. Perci lei, durante il banchetto dellincoronazione, contro ogni protocollo si lev lingombrante diadema e lo depose sulla tavola,
tra bicchieri di tokaj e ciotole di gulash. La scena si
svolgeva il 25 giugno 1741 a Budapest: la corona era
quella di Santo Stefano, che dal 200 in poi era stata di tutti i re dUngheria.
Dopo quel primo copricapo regale, Maria Teresa dAsburgo (1717-1780) ne indoss altri: fu regina
di Boemia, di Croazia e di Slavonia; fu arciduchessa
dAustria e di Toscana nonch duchessa di Milano
e di Parma-Piacenza; ma soprattutto fu imperatrice,
cio la monarca pi potente dEuropa, cui tutti gli altri sovrani dovevano rispetto. E a sorpresa trasform
il suo impero, gi roccaforte tradizionalista, in uno
dei regimi pi avanzati della storia del continente.
Tutto ci fece dellimperatrice un mito senza se e senza ma, fin da subito. Paolo Frisi, scienziato illuminista lombardo, gi nel

134

1783 scrisse un Elogio di Maria Teresa imperatrice, in


cui si leggeva: Dagli studi che aveva potuto fare non
avea ricavato solo leleganza di parlare e di scrivere, lerudizione, lintelligenza dei diritti sovrani; ne avea ricavato una vera stima per le scienze, per le lettere, per le
belle arti e per quelli che le coltivavano, ne avea sentito
limportanza e lutilit per lo Stato, ne avea presa una
stabile, uniforme e benefica protezione.
Progressista. DallElogio di Frisi sono passati
molti anni e nel frattempo il verbo avea ha preso una
v in pi. Ma leffetto di quella regina illuminata si
sente tuttora: senza Maria Teresa, Milano non avrebbe la Scala, lItalia non conoscerebbe la parola catasto e il mondo non saprebbe nulla di pile elettriche
e di fecondazione artificiale. Fu infatti limperatrice
austriaca a commissionare a Giuseppe Piermarini il
teatro milanese. Fu lei a sostenere Lazzaro Spallanzani, che per primo fecond in vitro delle uova (di rospo), e Alessandro Volta, padre della pila.
E fu ancora lei a volere che tutte le propriet della
Lombardia (allora austriaca) fossero censite e stimate
in un apposito archivio statale, il catasto. Va detto
che il lavoro era iniziato con suo padre, ma si era

SIGNORA
DI MILANO

Maria Teresa dAustria


(a destra, la sua firma)
e, in basso, Milano
in una stampa del
700. Limperatrice la
rimodern.

SELVA/LEEMAGE/MONDADORI PORTFOLIO

Nel SETTECENTO
riform limpero
austriaco e fece di
MILANO una piccola
Parigi. E dire che
MARIA TERESA
nemmeno portava
la CORONA

Maria Teresa fece erigere la VILLA REALE di


Monza per darla al FIGLIO Ferdinando
Quanto alla maxi zuffa, che gli storici chiamano
Guerra di successione austriaca, si scaten alla fine
del 1740, quando Carlo VI mor e il suo decreto,
da pezzo di carta teorico, divent un documento di
bruciante attualit, che consegnava limpero asburgico a Maria Teresa. Met Europa si ribell allidea
di una corona con pari opportunit. E da ogni angolo spuntarono lontani parenti dellimperatore defunto, che vantavano diritti ereditari, veri o presunti. In
pole position era piazzato il duca di Baviera, Carlo Alberto von Wittelsbach.

SCALA

interrotto per lostilit dei latifondisti. Maria Teresa


riprese il progetto (1749), lo port avanti con limplacabilit di un bulldozer e lo concluse (1760). Era
una rivoluzione, che consentiva di applicare tasse
eque, ancorate alla ricchezza reale dei contribuenti invece che alle stime degli esattori, limate dalle mazzette.
Velina mancata. Eppure quel paradigma
di buon governo, bench figlia di un imperatore (Carlo VI dAsburgo) e bench nata e cresciuta in un palazzo simbolo del potere (lHofburg di
Vienna) non aveva studiato per regnare. Da ragazza aveva espresso piuttosto doti da attrice.Allora Maria Teresa era splendida. Un anonimo
testo dellepoca ce la descrive cos: Elegante e
maestosa la statura, nobile il portamento, occhi cenerognoli (grigi, ndr) pieni di espressione e soavit, ondeggianti i capegli. Poi, men che ventenne, la futura
imperatrice aveva sposato un duca francese, Francesco III di Lorena (alias Francesco I del Sacro romano impero), si era messa a far figli a raffica (ben 16
in ventanni) e aveva dimenticato le velleit teatrali: un po perch il palco non si addice a una nobildonna, un po perch troppe gravidanze le avevano
sfiancato il fisico.
Lotta per il trono. Non studi da imperatrice, si diceva. E se poi and al potere, non fu grazie a
intrighi seduttivi o a quote rosa, ma per via di un virus, di un decreto legge e di una maxi zuffa durata otto anni. Il virus fu quello che uccise da bambino suo fratello Leopoldo Giovanni, erede al trono. Il
decreto (allepoca chiamato Prammatica sanzione)
fu emanato da suo padre, che non riuscendo ad avere altri figli maschi cambi in corsa le regole del gioco e introdusse lereditariet femminile della corona.

Il castello di Schnbrunn: con Maria


Teresa visse il suo massimo splendore.

136

furono concepiti per rivaleggiare con Versailles, residenza


reale francese e luogo simbolo
delle monarchie tradizionali.
Manie di grandezza. Per questo i progettisti non badarono
a spese: la reggia di Caserta
comprende 1.200 stanze e
copre 47.310 metri quadrati;
Schnbrunn ancora pi grande (1.441 stanze); entrambi
gli edifici sono dotati di parchi
sontuosi (120 ettari ciascuno).
Regina mobile. Interessante

BRIDGEMAN IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO

Regge illuminate da Vienna a Caserta

l dispotismo illuminato
dedic molte risorse alle
residenze reali: lo dimostrano due esempi, in Austria e in
Italia. Il primo il castello di
Schnbrunn, alla periferia di
Vienna, fondato nel 600 ma
ridisegnato nel suo aspetto
attuale fra il 1743 e il 1749
per volont di Maria Teresa. Il
secondo la reggia di Caserta,
fondata nel 1752 da Carlo III
di Borbone su disegno di Luigi
Vanvitelli. Entrambi i complessi

VITA DI CORTE

Sopra, il pranzo di
nozze tra Maria Teresa
e Francesco Stefano
di Lorena (a sinistra,
in un ritratto ufficiale)
secondo Martin van
Meytens, pittore della
corte viennese.

notare che quando Maria


Teresa andava in viaggio
era accompagnata da cortei
altrettanto sontuosi, autentiche regge mobili: un convoglio

che la port a Praga nel 1743


(in tempo di guerra, quindi di
austerit) comprendeva 21
carrozze, 11 carri, 20 cavalli
da sella e 212 da traino.

BRIDGEMAN IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO

La querelle fin in una guerra che cost carrettate di


morti. A morire per Carlo furono bavaresi, prussiani, svedesi, francesi, spagnoli e napoletani. Sullaltro
fronte morirono austriaci, inglesi, ungheresi, boemi,
russi, olandesi e i tedeschi di Hannover, Assia e Sassonia. Caso a s fecero sardi e piemontesi, che caddero su entrambi i fronti grazie a un voltafaccia in corso dopera dei Savoia. Risultato di quella rissa: in una
prima fase Carlo prevalse e divent imperatore, ma
presto mor e alla fine Maria Teresa ebbe la meglio.
Compromesso storico. Stavolta la corona imperiale non cal sugli occhi della sovrana, come aveva
fatto sette anni prima quella di Santo Stefano, ma solo perch unincoronazione vera non ci fu mai. Infatti la guerra si concluse nel 1748 con un compromesso: lAustria ottenne che tutta lEuropa riconoscesse la Prammatica sanzione, ma formalmente il titolo
di imperatore fu assegnato a un uomo: cio al marito di Maria Teresa, Francesco III di Lorena. Lei, la
donna per cui tanti erano morti, si accontent di fare limperatrice consorte.
Va detto che il compromesso era tale pi di nome che di fatto, perch poi a comandare fu proprio
la consorte: infatti Francesco preferiva usare il suo
tempo per andare a caccia, un po di cervi e caprioli,
un po di nobildonne e contadine. E quella sua passione per le corna, vere e metaforiche, port fortuna

ALINARI

PRIMI PASSI

A destra, Maria Teresa


giovanissima in un
quadro dellepoca.
Allora ambiva a una
carriera artistica.

allEuropa, perch con un imperatore cos latitante


Maria Teresa ebbe le mani libere per attuare il suo
progetto politico, che il figlio Giuseppe sintetizz poi
in uno slogan efficacissimo: Tutto per il popolo ma
nulla con il popolo.
Illuminata. Gli storici chiamano quella linea politica dispotismo illuminato. Che poi un ossimoro, una figura retorica che accosta concetti opposti,
tipo convergenze parallele o ghiaccio bollente.
Infatti come si pu conciliare il dispotismo, versione
estrema della monarchia, coi lumi suggeriti da filosofi come Montesquieu e Voltaire? Eppure a met
700 in Austria, e non solo, si tent di usare il potere
regale (in quanto tale non discutibile) per riformare
137

nia francese, divent inglese. Esito locale: nessuno,


perch la Prussia si tenne la Slesia.
Pi successi che sul campo di battaglia, Maria Teresa li ottenne in campo culturale. Sotto di lei Vienna
divenne approdo per artisti (Martin van Meytens),
letterati (Vittorio Alfieri) e musicisti (Joseph Haydn
e Wolfgang Amadeus Mozart, oltre al preesistente
Metastasio). LEuropa non aveva mai visto nulla del genere dai tempi della Firenze di Lorenzo il Magnifico. Il prestigio che deriv
a Vienna da quella corte fece s che lesempio austriaco fosse imitato, anche
sul piano politico, da vari re coetanei
della Prima madre.

MUSICA E ARTE

Sopra, la Scala di
Milano, voluta da
Maria Teresa nel 1776.
Sotto, Gustavo III.

SCALA

la societ in senso illuminista, limitando il ruolo del


clero e della nobilt latifondista.
Il dispotismo illuminato era un tentativo intelligente di adeguare ai tempi gli Stati dinastici, allontanando il rischio di rivoluzioni. Con le riforme, infatti, il re diventava una sorta di padre, autoritario ma
impegnato a garantire il bene dei sudditi-figli e il futuro della famiglia: un capo che il popolo non aveva
alcun interesse a eliminare.
Con questa filosofia alle spalle, in quarantanni di
regno Maria Teresa (che non a caso si faceva chiamare Prima madre) di riforme ne fece molte. Oltre al
catasto, di cui si gi detto, vanno ricordate la progressiva abolizione dei tribunali del SantUffizio, la
promulgazione di leggi di tutela del lavoro minorile,
la divisione dei poteri statali, la concessione di diritti ai soldati, la chiusura delle scuole dei gesuiti e infine lavocazione allo Stato del potere di censura, prima affidato al clero. Insomma: un vero terremoto.
Non tutto: una della riforme che pi influirono
sulla vita delle classi subalterne fu lintroduzione nel
1774 della scuola elementare obbligatoria e gratuita (secondo caso in Europa). Questa era una riforma
davvero costosa, quindi fonte potenziale di resistenze. Ma la Prima madre trov una fonte di finanziamento inattesa: confisc e vendette tutti i beni dei
gesuiti messi al bando. E lo Stato ne usc rafforzato.
Guai in vista. Nei decenni del regno teresiano,
lunico grosso neo fu la Guerra dei sette anni (17561763), un conflitto combattuto per stabilire chi, tra
Parigi e Londra, dovesse avere il predominio nelle
terre dOltremare. Vienna non centrava nulla, ma
prese le armi come comprimaria, solo per cacciare la
Prussia (alleata degli inglesi) dalla Slesia, una regione oggi polacca, che fino al 1740 era stata austriaca.
Esito del confronto nel mondo: il Canada, gi colo-

ROGER VIOLLET/ALINARI

Durante il REGNO di Maria Teresa, nel 1774, la SCUOLA


elementare divenne GRATUITA e OBBLIGATORIA

Il re che fece la rivoluzione dallalto

i pu abolire un
parlamento in
nome della libert?
Si pu fare una rivoluzione stando sul trono?
Pare che le risposte siano
due s. Cos la pensava
Gustavo III, re di Svezia
dal 1771, che super a
sinistra la stessa Maria
Teresa, azzerando il
potere dellaristocrazia
e imponendo dallalto,
e con le armi, un regime

138

ispirato alle idee di Voltaire e Montesquieu.


Pi che un re illuminato,
Gustavo III fu un re illuminista: viet la tortura,
dispose labolizione
quasi totale della pena di
morte, favor il commercio, sanc la libert di
stampa e di culto. Ma per
attuare la sua svolta liberale, Gustavo us metodi
autoritari, sfociati nel
1772 in una cruenta

guerra civile. Il re vinse,


sciolse il parlamento
(che remava contro le
riforme) e assunse poteri
assoluti. Poi pag le sue
scelte con la vita, ucciso
da un sicario durante
una festa a corte.
Col popolo. Per capire
questo re contraddittorio occorre aver presente
unanomalia tutta svedese: Stoccolma si era
data un parlamento gi

nel 1718, prima


che altrove in
Europa. Ma la
sua Camera (detta
non a caso Consiglio
degli aristocratici) era
unaccozzaglia di lobby,
espressione di poche
famiglie patrizie. Gustavo, in un suo discorso
del 1772, descrisse la
situazione cos: La
libert, uno dei diritti
fondamentali delluomo,

si trasformata in un
indescrivibile dispotismo
aristocratico. Di qui la
paradossale lotta contro
il parlamento svedese in
nome della democrazia.
La nobilt odi il re, ma

LESSING/CONTRASTO

REGINA TRISTE

Sopra, Maria Teresa,


vestita a lutto per
la morte del marito,
circondata da sei dei
suoi figli.

il popolo gli dedic un


inno appassionato, in
voga tuttora: Gustafs
skl (Alla salute di Gustavo). Lui tir diritto,
creando la monarchia
pi colta e aperta dEuropa, con due punti di
riferimento: la Francia
per le idee politiche
(anche se poi tent di
fermare i giacobini) e
lItalia per larte (tanto
da decorare la sua

Sulla stessa linea di Maria Teresa si collocarono, per


esempio, Caterina II di Russia (1729-1796), Federico II di Prussia (1712-1786) e Carlo III di Borbone, re di Napoli e di Spagna (1716-1788). La prima,
che si definiva un filosofo sul trono, riform il sistema giudiziario ispirandosi a Montesquieu e a Cesare
Beccaria. Il secondo, amico di Voltaire, abol la tortura e fond la prima scuola dellobbligo dEuropa.
Il terzo viet allInquisizione di operare nel Sud Italia e cre una catena di alberghi dei poveri, embrione di ci che oggi si chiama welfare.
Eredit. Il fenomeno del dispotismo illuminato continu anche nella generazione successiva. A
raccogliere leredit di Maria Teresa furono almeno

residenza di Drottningholm con colonne in


finto marmo di Carrara,
in realt tronchi di
abete dipinti).
Vendetta. La rivoluzione dallalto di
Gustavo III fin tragicamente nel 1792: in una
sera di marzo, durante
un ballo in costume, il
re fu avvicinato da un
capitano delle guardie,
Jacob Johan Anckar-

strm, che lo apostrof


in francese (Bonjour
beau masque) e gli
spar un colpo mortale. Ad armare il militare
erano state le famiglie
che il sovrano aveva
escluso dalla stanza
dei bottoni. Lattentato
ispir poi il libretto del
melodramma Un ballo
in maschera, messo
in musica nel 1859 da
Giuseppe Verdi.

due dei suoi figli: Giuseppe II (1741-1790) che dal


1765 condivise il trono imperiale con la madre e poi
le subentr; e Leopoldo II (1747-1792) che fu prima granduca di Toscana e poi imperatore a sua volta. Giuseppe ridusse drasticamente il potere del clero, tanto da far chiudere 700 conventi. E sotto Leopoldo la Toscana fu il primo Stato europeo ad abolire la pena di morte. Correva lanno 1786.
Fine di unera. Ma non tutte le corone dEuropa e non tutti i discendenti dellimperatrice seguirono questa strada. In particolare non la segu Parigi, che rest unostinata roccaforte dellancien rgime, finch il 14 luglio 1789 una folla inferocita assal
la Bastiglia, dando il via a una rivoluzione destinata a dilagare in tutto il continente. Poi, il 16 ottobre
1793, Maria Antonietta, moglie di Luigi XVI, regina
di Francia e figlia di Maria Teresa, che aveva tradito le idee riformiste della madre e dei fratelli diventando un simbolo del dispotismo, fin sul patibolo.
Quel giorno sulla ghigliottina moriva anche lidea che si potesse davvero fare tutto per il popolo ma
nulla con il popolo: lEuropa, per rinascere moderna e per abolire le zavorre che la frenavano da secoli, aveva imboccato tutta unaltra strada, pi drastica e cruenta. Il sogno che la metamorfosi del continente potesse avvenire senza traumi, con uniniziativa dallalto, aveva generato ottime cose per mezzo
secolo, ma era sopravvissuto a Maria Teresa soltan
to 12 anni, 10 mesi e 17 giorni.
Nino Gorio
139

ALINARI

AUSTRIA

Specchio
specchio
delle mie
brame

Elisabetta dAustria era OSSESSIONATA


dalla BELLEZZA. Diete, palestra,
magrezza estrema e CURE MANIACALI
per lei non erano mai abbastanza
n gabbiano di Nessundove io sono,
nessun lido considero mia patria, nessun luogo, nessun posto a s mi lega;
di onda in onda invece che io volo.
Cos scriveva nel suo Diario poetico limperatrice
Elisabetta dAustria, pi nota al mondo come Sissi. Bellissima e inquieta, amata e tormentata, Elisabetta era costantemente in fuga dalla rigida corte
di Vienna, che opprimeva il suo desiderio di vivere
lontana da qualsiasi costrizione o imposizione. Sissi, infatti, non si rassegn mai al ruolo impostole
di imperatrice, moglie e madre, ma continu a ricercare una dimensione che esprimesse la sua individualit pi profonda senza riuscirvi. Il suo grande dramma consistette principalmente nellimpossibilit di potersi realizzare secondo la sua natura,
portandola a convivere con una profonda solitudine interiore.
Come un pesce fuor dacqua. I viaggi, la palestra allinterno della Hofburg di Vienna, la rigidissima dieta per avere un vitino di vespa, il suo
amore per i classici greci e tante altre piccole manie venivano derise dalla corte viennese. Cos Sissi, sentendosi sempre pi disprezzata, tese a isolarsi sempre di pi. La nuora Stefania, nel suo libro
Come non fui imperatrice, descrisse la suocera
con queste parole: Limperatrice Elisabetta
aborriva letichetta e fuggiva volentieri nella
solitudine, lontano dalle usanze della corte imperiale. [] Odiava il martirio di
quella schiavit, come essa usava definire i doveri della sua posizione. []
Ella riteneva che ognuno avesse diritto alla propria libert.
Non riusc a trovare il conforto che desiderava neppure allinterno della vita matrimoniale:
suo marito limperatore Francesco Giuseppe era molto preso dagli impegni di Stato e aveva una mentalit troppo diversa
per comprendere le problematiche della moglie. Elisabetta si ritrov cos in disparte in una corte fredda e ostile, lontana dagli affetti familiari della sua infanzia. La
privacy a cui tanto aspirava venne meno e il suo compito, oltre

FASCINO
REGALE

Elisabetta dAustria
(1837-1898) ritratta
(a sinistra) con vesti
sfarzose e il mantello
rosso foderato di
pelliccia di ermellino.
La sua bellezza era
leggendaria, come
la lunghezza dei suoi
capelli (a destra).

SCALA

141

SCALA (3)

Si nutriva di misture di CHIARE


DUOVO e sale. E lallacciatura
del BUSTO durava anche unora

a dare al mondo lerede maschio, fu quello di entrare il prima possibile nel suo ruolo di imperatrice.
Soltanto con il passare degli anni Sissi prese consapevolezza della sua avvenenza e delleffetto che suscitava nel marito e negli ammiratori: questo la rese pi sicura di s, e perci per tutta la vita cerc di
mantenere la sua bellezza il pi a lungo possibile. Il
grande ritrattista di teste coronate Franz Xaver Winterhalter immortal la sua grazia sulla tela, rendendola celebre: il candore della pelle, lo sguardo dolce
che sembra posarsi sullo spettatore, il capo adorno
di stelle di diamanti e il vaporoso abito bianco che
lavvolge, simile a una nuvola leggera, raffigurano
limperatrice aerea e soave come una fata delle fiabe.
Ma dietro questimmagine cerano immani sacrifici. La natura nervosa di Sissi, unita alla paura di
invecchiare e di perdere la sua figura snella, portarono limperatrice a seguire diete sempre pi rigide fino ad arrivare a bere, come riporta sua nipote Maria
Luisa Larisch-Wallersee, unorribile mistura di cinque o sei chiare duovo con sale. Durante i suoi spostamenti questo regime alimentare rimaneva invariato fin nei minimi particolari. Dal momento che
Sissi non voleva rinunciare al latte fresco neanche
142

nel corso di lunghi spostamenti sui vascelli, la sua


capra e le sue mucche preferite venivano imbarcate
anchesse. Il caso poi voleva che queste povere bestie soffrissero ogni tanto il mal di mare, e che perci non fossero in grado di esaudire costantemente
i capricci dellimperatrice.
Il peso della chioma. Consapevole delleffetto suscitato dal suo aspetto sottile e slanciato, Elisabetta cerc di sottolineare ancora di pi la sua figura e, temendo che i vestiti non fossero abbastanza aderenti e tendessero a formare pieghe sgradite,
pretese che le fossero cuciti direttamente addosso.
Dal momento che era costretta a cambiarsi dabito di frequente, questo procedimento poteva ripetersi pi volte nel corso della stessa giornata, e la
semplice allacciatura del busto poteva durare anche unora. Pi avanti negli anni, per mantenere i
fianchi snelli, dormiva stretta in panni bagnati. E
faceva immersioni nellolio doliva per conservare
la pelle morbida.
Oltre al corpo magro, Sissi aveva una vera e propria ossessione per i suoi capelli. Dotata, in effetti, di
una lunghissima chioma fluente e resistente, una rarit per lepoca, trascorreva molte ore in compagnia

CAVALLI ,
CHE PASSIONE!

Elisabetta in una
fotografia del 1855
(a 18 anni);
a destra, nel 1863 a
cavallo. Sissi era una
perfetta amazzone
e amava moltissimo
cavalcare, anche per
mantenere la linea.

GRUPPO
IMPERIALE

MONDADORI PORTFOLIO

Ritratto familiare
degli Asburgo:
a sinistra si nota
Francesco Giuseppe,
al centro la madre
Sofia e accanto a
lei Sissi con la figlia
Gisella e il figlio
Rodolfo in grembo.

Le tappe della sua vita


1837 Elisabetta
Eugenia Amalia di
Wittelsbach, duchessa
di Baviera, nasce a
Monaco il 24 dicembre,
quarta figlia del duca
Massimiliano Giuseppe
e di Ludovica di Wittelsbach.
1854 Il 24 aprile va
sposa allimperatore
dAustria Francesco
Giuseppe, 24 anni e 52
milioni di sudditi.
1855 Nasce la figlia
Sofia, che morir
piccolissima durante un
viaggio ufficiale della
coppia imperiale in
Ungheria.
1856 Nasce Gisella.
1858 Nasce Rodolfo,
lerede al trono.
1859 Scoppia la Seconda guerra dindipendenza e iniziano anni
difficili per lImpero
austriaco, che perde la
Lombardia ma conserva il Veneto. La salute
di Sissi peggiora e la
tubercolosi la spinge
a Madera e Corf per
curare i polmoni e la
depressione.
1866 La Prussia minaccia lAustria e riesce

a estrometterla dalla
Confederazione tedesca, facendole perdere
i territori del Nord e
alcuni ducati tedeschi.
Sissi, che aveva cercato
lalleanza con il cugino
Ludwig di Baviera, costretta a lasciare Vienna
e a rifugiarsi a Budapest
con i figli.
1867 incoronata
regina di Ungheria.
1868 A Budapest nasce
lultima figlia, Maria
Valeria.
1889 Il figlio Rodolfo si
suicida con lamante, la
baronessa Maria
Vetsera.
1898 Mentre passeggia
lungo il lago di Ginevra
in attesa di prendere
un battello, Sissi
aggredita a stilettate da
un anarchico italiano,
Luigi Lucheni. Le sue
vesti sono cos strette
che il sangue non esce e
limperatrice riprende a
camminare; ma muore
20 minuti dopo per
unemorragia interna.
sepolta a Vienna, nella
cripta della chiesa dei
Cappuccini, accanto al
marito e al figlio.

A VITA STRETTA

L imperatrice a 19
anni, vestita da sera, in
una litografia colorata
realizzata nel 1856 in
cui risalta il suo celebre
vitino di vespa.

Faceva PASSEGGIATE di sette, otto


ore al giorno. LE DAME di compagnia
la seguivano in CARRETTO
A BUDAPEST

BRIDGEMAN/MONDADORI PORTFOLIO

Ritratto di Elisabetta
della pittrice ungherese
Gyula Benczur. Sissi era
anche imperatrice degli
ungheresi, che Vienna
giudicava ribelli,
ma che lei amava
(ricambiata).

della sua parrucchiera, Fanny Angerer, per curarla


e acconciarla in modo magistrale. Il lavaggio veniva effettuato ogni tre settimane e durava una giornata intera, mentre la cura quotidiana esigeva tre
ore. Nella sua biografia sullimperatrice, la storica
tedesca Brigitte Hamann scrive: Quella massa di
capelli era cos pesante da far venire talvolta il mal
di testa ad Elisabetta. In questi casi restava seduta
al mattino per ore nel suo appartamento, con i capelli trattenuti in alto da nastri. Cos risultava diminuito il peso dei capelli e la testa dolente riceveva un po daria.
Per mantenersi sempre in forma, limperatrice aveva fatto installare alcune piccole palestre nei palazzi in cui alloggiava. Ce nera una persino nel complesso dellHofburg, il palazzo imperiale viennese.
Vi erano attrezzi di tutti i tipi, tra i quali una coppia di anelli. Il lettore di greco dellimperatrice, Costantin Christomanos, trascrisse questa deliziosa scena: Sono arrivato proprio mentre si sollevava reggendosi agli anelli. Indossava un abito di seta nera con un
lungo strascico orlato di magnifiche piume di struzzo.
Non lavevo mai vista in un abbigliamento cos sfarzoso. Appesa agli anelli, faceva unimpressione fantastica: come una creatura per met serpente e per met
uccello. E poi annotava ammirato: Finito lesercizio Sissi esclam: Se le arciduchesse sapessero [] che
ho fatto ginnastica con questo vestito, rimarrebbero di
stucco, ma lho fatto solo en passant. Di solito sbrigo
questa faccenda la mattina presto o la sera. Conosco gli
obblighi del mio rango.
A piedi e a cavallo. Il suo sport preferito era
sicuramente lequitazione. Amava cavalcare ed era
unamazzone provetta. Ebbe diversi istruttori famosi per lepoca e alcuni appartenenti ai circhi pi

Sissi al ballo in maschera

el febbraio del 1874, la


sera del marted grasso,
si tenne un gran ballo in
maschera nella sede del Musikverein di Vienna. Friedrich
Pacher von Theinburg, un
funzionario del governo di 26
anni, decise di parteciparvi. E
convers per tutta la sera con
una dama misteriosa, che era
limperatrice Elisabetta dAustria, vestita di un domino di

broccato giallo che non faceva


intravedere n viso n capelli.
Per lettera. La donna disse
solo di chiamarsi Gabriella.
Friedrich cap subito di trovarsi
al cospetto di una gran dama,
ma ebbe unilluminazione solo
quando Gabriella gli chiese
quali fossero i suoi sentimenti
verso limperatrice dAustria.
Al momento di congedarsi il
ragazzo tent di alzare almeno

un poco la maschera della donna, ma senza successo. Qualche


tempo dopo ricevette una lettera da Monaco che ricordava
il loro incontro al ballo, e due
missive da Londra.
Dal Brasile. Undici anni dopo,
ormai sposato e con prole, Pacher ebbe unaltra lettera dalla
sconosciuta, che gli chiedeva di
inviare una fotografia. Luomo
rispose descrivendo la sua fa-

miglia ma non alleg nulla. E a


ulteriori insistenze si spazient.
Gabriella/Elisabetta spar per
altri due anni finch non arriv
unultima lettera anonima, dal
Brasile, che iniziava cos: La
canzone del domino giallo /
tanto, tanto tempo fa / ricordi
ancora la notte nella sala luminosa? / passato tanto, tanto
tempo, / quando due anime si
sono incontrate.

MONDADORI PORTFOLIO (3)

IL DRAMMA
FINALE

In alto, la scena
dellassassinio di
Elisabetta sul lago
Lemano, per mano
dellanarchico italiano
Luigi Lucheni nel 1898.
A destra, larresto del
colpevole e il corpo
di Sissi portato alla
stazione di Ginevra.

noti. Sissi era profondamente affascinata dallattivit circense e dalle varie acrobazie. In diverse occasioni prese parte alla caccia alla volpe in Inghilterra,
divertendosi e rimanendo costantemente al centro
dellattenzione. E quando let la costrinse a scendere da cavallo, inizi a percorrere lunghe distanze
a piedi per mantenersi in linea. In realt queste passeggiate divennero vere e proprie prove di forza che
potevano durare anche sette, otto ore consecutive.
Le dame che accompagnavano Sissi non resistevano cos a lungo e spesso, assai doloranti, erano costrette a seguirla sedute su un carretto. Quando let impediva loro di sostenere un tale ritmo, venivano sostituite con dame pi giovani e pi resistenti.
Questa passione si acu cos tanto che Elisabetta elimin gran parte delle sedie e poltrone presenti nei
suoi appartamenti, preferendo rimanere in piedi
e camminare anche allinterno delle stesse stanze.
Diario in versi. Unaltra grande passione di Elisabetta fu la poesia. Ispirandosi al suo poeta preferito Heinrich Heine che definiva maestro, scrisse un Diario poetico in cui raccolse i suoi pensieri.
Come poetessa si sent finalmente libera di poter
esprimere se stessa e in quelle pagine confid i suoi
sentimenti pi intimi. Alcuni versi della poesia Alle

anime del futuro, scritta a Bad Ischl nel 1887, tracciano il ritratto emotivo dellimperatrice intorno
ai cinquantanni det che, ormai disillusa, abbandona ogni speranza di essere compresa. Leggendoli ci si riesce a fare unidea precisa della sua solitudine e della sua vita familiare: Solitaria vago in questo mondo, alla gioia, alla vita da tempo ho voltato
le spalle; con nessuno condivido la mia vita, mai vi
fu alcuno che mi abbia capito. [] Sono circondata
dai parenti, ma soltanto al corpo e al sangue sono vicini; dieci volte sprangata la mia interiorit e ben
chiuso ogni accesso.
Ventaglio e vesti nere. Gli ultimi anni furono molto tristi: dopo il suicidio del figlio Rodolfo,
una morte avvenuta in circostanze ancora mai del
tutto chiarite, Elisabetta perse ogni interesse per la
vita. Vestita sempre di nero, prese a viaggiare su e
gi per lEuropa senza trovare mai requie.
La bellezza ormai svanita fu celata da un ventaglio nero pronto ad aprirsi allimprovviso, per coprire quel volto ormai stanco e sofferente. La morte inaspettata, per mano di un anarchico, la liber
da un male di vivere precursore di tante storie si
mili della nostra epoca.
Ilaria Faraci
145

LETTURE

A cura di Matteo Liberti

Elisabetta II
regina

Francesco De Leo
(Rubbettino)
La lunghissima vita
politica di una delle
maggiori protagoniste della storia britannica: la
regina Elisabetta II, sovrana che
detiene il record di permanenza sul trono. Il saggio, corredato da fotografie e documenti,
riporta anche una conversazione sulla regina con Giorgio
Napolitano.

Sovrani a met.
Monarchia e
legittimazione in Europa
tra Otto e Novecento

a cura di Giulia Guazzaloca


(Rubbettino)
Raccolta di saggi che ricostruiscono le vicende delle pi importanti monarchie europee
tra XIX e XX secolo, dalla Gran
Bretagna alla Francia, dalla Germania alla Russia, dallItalia alla Spagna. Si analizzano le molteplici trasformazioni
vissute dallistituto monarchico e il nuovo ruolo assunto dai
sovrani.

I Savoia. Novecento
anni di una dinastia

Gianni Oliva (Mondadori)


In rassegna una ricca sequela di
eventi pubblici e trame private,
dalla quale si ricostruisce la lunga storia dei Savoia.
La dinastia tra le pi antiche
dEuropa e si sviluppa dal Medioevo alla met del XX secolo, legandosi strettamente alle
sorti della penisola italiana.

Un regno che stato


grande.
La storia negata dei
Borboni di Napoli e Sicilia

Gianni Oliva (Mondadori)


Dalla costruzione a Caserta di
una reggia da far invidia a quella di Versailles allinaugurazione
della prima linea ferroviaria italiana, la Napoli-Portici, il libro
ripercorre i fervori economici e
culturali che animarono il Sud

146

Italia al tempo dei Borboni, sovrani troppo spesso maltrattati dalla storiografia.

Lo Stato assoluto.
Origini e sviluppo delle
monarchie assolute
europee

Perry Anderson (Il Saggiatore)


Saggio sulle origini dello Stato
moderno formatosi in Europa
tra XV e XVIII secolo. La prima
parte analizza le grandi monarchie dal Rinascimento in avanti; la seconda mette a confronto gli Stati assoluti dellEuropa
Orientale con quelli occidentali.

Carlo V

Karl Brandi (Einaudi)


Basandosi su uneccezionale
quantit di fonti, il volume ricostruisce la vita dellimperatore Carlo V dAsburgo, svelando
gli aspetti intimi e pubblici di
una figura complessa, al centro
di un mondo in trasformazione, tra sanguinose battaglie e
aspre discussioni teologiche.

Maria Teresa
dAustria.
Vita di
unimperatrice

Edward Crankshaw
(Mursia)
Particolareggiata biografia e
nel contempo affresco di unepoca di Maria Teresa dAustria, sovrana dalla personalit
multiforme che, seppur cattolica e conservatrice, limit i privilegi ecclesiastici e introdusse importanti riforme, facendo
inoltre di Vienna la capitale culturale dEuropa.

Carlo Magno. Primo


europeo o ultimo romano
Georges Minois (Salerno)
Districandosi tra le innumerevoli ricostruzioni storiche
che nel corso dei secoli sono state fatte circa la vita di
Carlo Magno, il saggio ricostruisce la biografia dellimperatore, depurandola da ogni
mitizzazione.

MONARCHIE
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