Aprile 2015
Genova
Fischi di carta
POESIA DI CINQUE GIOVANI FISCHIANTI
IN QUESTO NUMERO
www.fischidicarta.it
Ho sempre trovato affascinante la meditazione, quella orientale e quella interiore. Grazie ad essa e i suoi silenzi riesco a
creare attimi di pura connessione tra me e
luniverso delle sensazioni che mi circondano. Il suo intrinseco significato e la sua
innegabile utilit nel processo di ricerca
intima e personale dellindividuo sono gli
elementi che bramo nel mio quotidiano,
quando stacco dal lavoro della giornata.
Inoltre, scrivendo poesia, mi sono posto
spesso di fronte alla necessit di meditare per andare a ricercare e codificare le
vibrazioni o il colore degli elementi che
mi circondano quotidianamente. Negli
attimi in cui mi ritiro, tasto il silenzio, mi
nutro di esso, come se avesse una
sua forma e sostanza. Nonostante la realt ci dica che apparentemente il silenzio
[ EDITORIALE
[
sia riconducibile allaccezione dellassenza, non mi mai parso, nella mia esperienza, cos assente o vuoto n negli
elementi esteriori n in quelli interiori.
Da tutto ci mi sorta spontanea una domanda: che cosa il silenzio? Cercando
di darmi una risposta sono partito dalla
sua definizione: per silenzio si intende relativa
o assoluta mancanza di suono o rumore. Questa
enunciazione per quanto precisa non mi
soddisfa, perch al tempo stesso troppo
chiara ma umanamente relativa. La definizione che cerco va oltre il concetto di
umanit come centro dellanalisi dei fenomeni universali. A questo punto allora
si profila unaltra domanda: se il silenzio
esiste in natura al di l delluomo, di quale fibra esso composto?
Pochi mesi fa ho incontrato un mio caro
amico musicista irlandese con cui ho avuto il piacere di discorrere piacevolmente
su questi temi; tra una chiacchiera e laltra mi ha suggerito vivamente di leggere
un libro che consiglio a tutti voi: Silence
di John Cage. Questautore considerato uno dei pi importanti compositori,
teorici musicali della musica contemporanea. Costui ha dedicato la vita ad indagare lintrinseca formazione del suono
Andrea Pesce
cerco. Il silenzio per me il mezzo espressivo con cui anche il poeta si trova a confrontarsi,
lattimo creativo che preannuncia la parola, una fucina che assembla i pensieri e filtra le
sensazioni. grazie al silenzio intimo che gli umani ritrovano le giuste connessioni empatiche tra gli individui. Per darvi la mia idea su quale sia la fibra del silenzio ho deciso di
non dilungarmi in tante parole, lascio piuttosto che sia un frammento della poesia Silence
di Edgar Lee Masters a parlare al posto mio:
CONCHIGLIE
Alessandro Mantovani
4
Silvio Magnolo
Fischi di carta
A MIRANDA.
IL COSTRUGGENTE1
Che importava
Emanuele Pon
Federico Ghillino
1 Il costruggente un neologismo nato in una serata di discussioni frivole e meno frivole, ed , propriamente, colui che ripara, ricostruisce,
ricrea, rif ci che stato distrutto e che, molto probabilmente, non andava affatto distrutto. Mancava il nome di questa figura, bella perch
immaginaria: eccolo.
Fischi di carta
SOGNA LA NOTTE
F
LA
POESIA
DEL
MESE
POESIA SENZA TITOLO
Kristina Mamayusupova
Milo Pratt
passa il vento
nei suoi alberi le foglie si agitano
un uccello trilla
esce il sole.
LE
POESIE
DEI
LETTORI
INTERLUDIO
Perch dopo le nostre e quelle dei lettori non una poesia di qualche autore conosciuto?
Poesia scelta da Alessandro:
Mario de Andrade (1893-1945) un poeta brasiliano conosciuto e ricordato nella sua nazione come padre
della poesia modernista. Con accenti che noi ricondurremmo al futurismo (o forse, ancor di pi ad alcuni
esponenti del Gruppo 63), de Andrade spicca, per, anche per una grande sensibilit sentimentale troppo
spesso messa in secondo piano dal merito della sua opera principale.
Mario de Andrade
(Primo maggio seguito da Il pozzo, Edizioni del Vascello, a cura di Andrea Ciacchi)
Fischi di carta
IL DOMATORE
Altezza del Corso. Bonde 3.
Asfalti. Vaste, alte fontane di polvere
sotto larlecchinesco cielo oro-rosa-verde...
Gli insudiciati complessi dellurbanizzazione.
Filetto di manuelino1. Calvizie della
[ Pennsylvania.
Gritos de goticismo.
Na frente o tram da irrigao,
onde um Sol bruxo se dispersa
num triunfo persa de esmeraldas, topzios e
[ rubis...
Lnguidos boticellis a ler Henry Bordeaux
nas clausuras sem drages dos torrees...
Mario de Andrade
(Primo maggio seguito da Il pozzo, Edizioni del Vascello, a cura di Andrea Ciacchi)
Fischi di carta
ZONA FRANCA
Da settembre 2013 a luglio 2014 avete letto in queste pagine conclusive quello che fra di noi usiamo
chiamare larticolo. Ebbene: abbiamo deciso di trasformare questo spazio, ed il titolo che vedete poco
pi in alto vi avr gi fatto capire. Vogliamo liberare questarea e renderla una zona franca, dove fare
apparire larticolo o una poesia pi lunga del solito, un racconto o una qualche sperimentazione ancora da progettarsi. In ogni caso speriamo che lidea, ma soprattutto quello che qui leggerete, vi piaccia!
uello che ho pi apprezzato fin da subito di Michele, come persona oltre che come artista, stata la
sua voglia di aprirsi senza paura, di mettersi a nudo, come recita il titolo stesso della sua raccolta di poesie.
E come dare torto a coincidenze semantiche e umane cos perspicue?
Tutto ha inizio circa un mese fa, quando vado allultima giornata dellArte Fiera di Genova ormai tappa
gioiosamente obbligata e mi metto come mio solito a osservare quadri e autori dei quadri, con lo sguardo
molesto e scavatore di chi, prima o poi, attacca discorso alla prima occasione buona. l che conosco Michele,
e i suoi quadri. Recito nel tempo record di mezzo minuto la parola magica: Poesia. Poesia? Ah, anche io! E
inizia tutto. Mi d il suo libro, lo leggo, gli chiedo. Vedo i suoi quadri, vedo Genova, i vicoli, vedo San Matteo
tutta colorata, e mi piace immediatamente questa freschezza di mosaici, questo colore che non sta fermo.
Questo colore che ricrea le cose come gli pare.
Quel giorno si vuole che il Mondo torni a colori, stufi di viverlo nei toni del grigio, scrive Michele nella
introduzione di A nudo. stato proprio cos per me quel giorno allArte Fiera. Perch continuare a guardare
e riguardare, dire ah, bello e poi, nel silenzio, tornarsene a casa con quella comoda sensazione di bellezza
spenta? No. Bisogna parlare alla gente. Dire ci che si pensa ai diretti interessati. Chiunque essi siano. Questa
Umanit, questa Arte: un offrirsi al prossimo, un mettersi a nudo, come fa Michele in questa intervista
che ho voluto fargli dal vivo e che qui trascrivo2:
Caro Michele, raccontami della tua storia con la poesia.
A scuola per me la poesia era una cosa inarrivabile, anche abbastanza incomprensibile. Quando ho iniziato a scrivere poesia pi
o meno avevo diciannove anni. Io ho un fratello, pi grande di me, siamo nati a Recco tutti e due... Ho vissuto per trentanni in
Piemonte, ma venivo sempre gi nel periodo estivo... A diciannove anni rimanevo a casa da solo, non avevo pi quellinterfaccia,
anche conflittuale, che si ha coi fratelli. Ero sempre in ritardo, i miei problemi erano sempre pi futili dei suoi, pi infantili. E
quindi ho trovato sfogo non avendo pi uno sparring partner nella poesia, sempre per sentimenti piuttosto pesanti. Per me la
poesia molto intimistica.
Quanto il sentimento influisce su ci che scrivi e dipingi?
Direi che sono una persona molto semplice, lineare, malgrado sia complicatamente semplice. Non ho peli sulla lingua. Nella prima
1 Michele Camusso nasce a Recco nel 1969 ma da subito viene portato ad Asti dove frequenta le scuole dellobbligo ed il Liceo Scientifico F.
Vercelli. Si laurea a Torino presso il Politecnico in Ingegneria Meccanica nel 2000.
2 Ho scelto consapevolmente di trascrivere in diretta le parole di Michele. Non ho praticamente apportato modifica alcuna al suo parlato, nella
convinzione che questa ablazione di filtri possa dare pi risalto al vero e al vivo della persona, pi calore allumanismo dellincontro, e
rendere maggiormente fede allartista.
mostra che ho fatto, da una parrucchiera [ride], nel 2007, mia moglie mi dice hai avuto coraggio a esporti. Io in realt non
mi vergogno di nulla di quello che sono, quindi non ci avevo neanche pensato. Per me il sentimento tutto: sentimento ed emozione
sono quello che ci distingue. Tanti dicono lintelligenza. Lintelligenza ci permette di esprimere il sentimento, secondo me. Non
detto che basti lintelligenza da sola per essere un uomo... Intendo dire umano.
Parlami un po di te, cosa fai ora e che progetti hai.
la domanda pi impegnativa che tu mi possa fare, perch in realt ogni giorno cerco di capire chi sono. Io ho studiato allo Scientifico, ad Asti, poi al Politecnico di Torino, Ingegneria Meccanica, indirizzoVeicoli Terrestri. Dicevo: la mia creativit verr
sicuramente soffocata. Capisco i miei, loro volevano crearmi un futuro pi sicuro, ingegnere, sicuramente lavori guadagni ecc. Mi
definiscono tuttologo. So un po di tutto, ma non so mai niente al cento per cento. Penso che sia una pigrizia che ho, ma anche la
volont di non farmi condizionare. A volte ci vuole qualcuno che provi, anche nellignoranza o nella fantasia, a dire proviamo
a fare diversamente. Io mi considero un pittore naif, primitivo. Condizionato anche un po dal mito del fanciullino di Pascoli... Se
riesci a mantenere quella parte di te, pura, di ingenuit, ti si apre un mondo di fantasia che infinito. Non mi fermerei mai. Per me
sempre un inseguimento verso quello che sta arrivando.
[Lo molesto con una domanda fuori programma] Tu nel libro scrivi cerco di muovermi verso la luce, cosa
intendi esattamente?
Dove c luce c oscurit, loscurit la parte che mi opprime, mi toglie il fiato, mi toglie i colori. Io vivo di colori. Mi sono licenziato nel 2006 perch mia moglie mi ha detto stai diventando un uomo grigio [fa una pausa]. Penso... Una settimana
dopo mi sono licenziato [ride] non ho resistito tanto. Non riuscivo pi a dormire. Pensavo solo al lavoro, allo stress. Era forse un
mio modo sbagliato di approcciare il lavoro: sono regole che mi impongo da solo... La poesia la parte pi oscura di me, la pittura
invece la parte pi chiara.
Mi sono piaciute le tue poesie A nudo, le ho trovate limpide e sincere. Hai intenzione di continuare a fare
poesia?
S. La poesia una terapia per me, come per qualcun altro pu essere lo yoga, la preghiera. Direi proprio unesplosione dellanima,
una cosa che non riesco a tenere dentro [fa una pausa]... un tempo mi vergognavo, avevo il mio solito diario da adolescente, dove
scrivevo le mie poesie, le stesse che hai visto nella mia pubblicazione A nudo... per era la parte pi intima, svelarla era un po
come togliere unarmatura a un cavaliere, renderlo vulnerabile... la societ non ti permette di essere vulnerabile, perch ti ferisce
subito. Gi dallasilo... C una natura morbosa nelluomo. Adesso io sono questa persona. Posso anche risultare con due facce, per
sempre la stessa persona. Abbiamo il chiaro e lo scuro dentro di noi; la poesia essendo lo scuro di solito un malessere che viene
fuori: se tu lo tenessi dentro finirebbe per essere un tumore, un cancro dellanima, magari anche del corpo.
Semplice ma brillante la poesia di Michele, ben calibrata e mai lasciata del tutto in balia del mero vibrare dei
sentimenti. Una poesia che riflette il suo essere. Commovente e dal sapore ungarettiano il primo componimento, Incontri, che riporter qui a epitome significativa della raccolta A nudo.
INCONTRI di
Nuovi visi
sconosciuti
attorno si muovono.
Dalla nebbia venuti
ad essa diretti
privi di lascito.
Tu, fratello,
il sentimento
ti smaschera
mio gemello.
Le stesse rughe,
Michele Camusso
i nostri occhi
riverbero di dentro.
Addio, fratello.
Non parole
inutili
ma molto
il vederti.
Non siamo soli
noi incurabili.
Continuiamo a seguire la luce
fuori da questa polvere lattea.
Fischi di carta
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CONTATTI
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scrivendoci a fischidicarta@gmail.com riceveremo le vostre mail e vi risponderemo! Per
lodi, insulti, consigli, proposte, domande, poesie e quantaltro potete contattarci via e-mail.
Per contattare i Fischi di Carta scrivete allindirizzo che vedete in alto (se qualcuno volesse
rivolgersi ad uno soltanto di noi deve semplicemente specificarlo);
se invece vi interessasse contattare i ragazzi di Prossa Nova potete scrivere allindirizzo che
trovate sullinserto di prosa. Grazie!
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