Numero:
Titolo:
13
DATA:
30 Dicembre 2016
Articoli di riferimento:
Il calcio storico filese finalmente in rete - Aprile 2014
Vecchie storie di calcio a Filo (I) - Luglio 2014
Vecchie storie di calcio a Filo (II) - Dicembre 2016
Approfondimenti e monografie
dal blog:
Lo scudetto del 1927-28 fu revocato al Torino per illecito, ma mai assegnato al Bologna secondo classificato. Vinto di fatto dal Bologna, non fu mai
assegnato a tavolino e non figura nellAlbo doro rossobl, dove pure compaiono altri 7 scudetti.
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A proposito di Mart, Pippi ricorda: Mio padre diceva che tifava Inter come lui ed era di una competenza straordinaria, girava sempre con i
giornali sportivi, quando riusciva a comprarli.
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Libero Ricci Maccarini, allinterno del capitolo dedicato a Martn, ci racconta la bella avventura di tutta la compagnia filese allorch, il 22 giugno
1930, si rec allo stadio di Bologna ad assistere allamichevole Italia-Spagna. Un insieme di aneddoti da non perdere (L. RICCI MACCARINI , Dal
Palazzone, Argenta, Centro Stampa Offset, pp. 8-10). Io posso aggiungervi il tabellino della partita trovato in rete: ITALIA-SPAGNA 2-3 (22 giugno
1930); MARCATORI: Costantino 3, Regueiro L. 30, Costantino 40, Regueiro L. 73, Vantolra 89; ITALIA: Combi, Rosetta V. (Monzeglio 46),
Caligaris, Colombari, Ferraris A., Pitto (Martin D. 46), Costantino, Baloncieri, Meazza, Magnozzi, Orsi (All. Pozzo); SPAGNA: Zamora, Ciriaco,
Quincoces, Prats, Guzman, Pea, Vantolra, Regueiro L., Goiburu, Padron, Bosch (All.Larrucea); ARBITRO: Van Praag (Belgio). Dellevento si
conserva anche un filmato dellIstituto Luce: http://www.youtube.com/watch?v=kP0Tb7i3QB4
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Ricardo Zamora, classe 1901, considerato un dei pi grandi giocatori del XX secolo, fu chiamato Divino. La gente diceva di lui: Non esistono che
due portieri, San Pietro in cielo e Zamora sulla terra.
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Questo il tabellino dellamichevole di domenica 29 maggio 1927, ore 16.15, al Littoriale di Bologna. ITALIA-SPAGNA 2-0; MARCATORI:
Baloncieri 31, Prats autorete 50. ITALIA: Gianni, Bellini, Caligaris, Genovesi, Bernardini, Giordani, Munerati, Baloncieri, Libonatti, Della Valle,
Levratto - Allenatore Rangone Augusto; SPAGNA: Zamora, Olaso A., Zaldua, Prats, Gamborena, Pea, Sagarzazu, Regueiro L., Yermo, Echeveste,
Olaso L. Allenatore: Commissione tecnica della Federazione. ARBITRO: Rous (Inghilterra).
In quegli anni Trenta, grazie alle due vittorie azzurre nella coppa del mondo ed alle prime radiocronache di
Nicol Carosio, sulla scia di una passione allargatasi a macchia dolio, si giunse alla creazione di una vera e
propria societ sportiva paesana in grado di portare Filo nei campionati dilettanti della Romagna.
Ovviamente mio padre, uno che da tempo sapeva cosera loff-side, il corner, il metodo e che
sintendeva di half e centrhalf (i centrocampisti di allora) fu uno dei dirigenti fondatori della U.S. Filese, ed
a lui si associarono altri inseparabili compagni della storica foto alla Pradina.
Il miglior calciatore filese di quei tempi si dice fosse
Catna Siroli che poi fin per giocare nellArgentana. Alcuni
di noi lo ricordano, gi anziano, giochicchiare al campo nel
dopoguerra: entrava per un paio di tiri in porta nel pre-partita,
si piazzava con sicurezza nel semicerchio a bordo area e con
studiate finte, sferrava micidiali tiri di sinistro allungherese
che i malcapitati portieri raramente intercettavano. Pippi se lo
ricorda cos: Il mitico Catna lo vidi indossare la maglia
del Filo in una partita, ma era gi avanti con gli anni; giocava
ala sinistra ed era apprezzato per il suo mancino: fintava di
02 - US Filese. Campo dellOca-Pisana. Fine anni 30.I due mettere la palla in mezzo e, poi, di punta, mentre il portiere
dirigenti sono Giuan Cobianchi e Gho Vandini; i primi
pensava al cross al centro, lo infilava come un tordo. Dicono
due giocatori in piedi da sinistra sono Ludovico Barabani
ed Eugenio (lancio) Ghiselli. Il primo degli accosciati ( da avesse notevoli capacit, ma la guerra....
sinistra Sereno (Murgagna) Vandini, il terzo Max
Va da s che il calciatore paesano venisse identificato col
Barabani, poi Catna Siroli, Tullio d Rs e Ovidio Saiani.
solo
nomignolo, un soprannome dialettale che ho perci
Seduto e in divisa da portiere Lpro Ricci Lucchi.
sistematicamente riportato nelle mie didascalie.
A fine anni 30, quando la Lodigiana volle impiantare alla Pradina un esteso frutteto, il campo sportivo
fu allestito fuori paese, lungo lOca-Pisana, di fronte alla casa colonica Trioschi.
Manla (Aldo Tirapani, classe 1923) ricorda che il colore delle maglie anteguerra era nero-verde e che lui
giocava a centrocampo, nel quadrilatero di mediani e mezze ali che formava lossatura della squadra. Proprio
in quegli anni cominci a tirar calci un campioncino di classe pura, un talento naturale, una mezzala
completa classe 1920. Era Antonio Geminiani detto e Gg, fratello di Giuan dPisini, considerato, da chi
poi vide anche i nostri pi forti giocatori degli anni 50, il miglior talento filese di ogni tempo.
Pare che, per caratteristiche, egli ricordasse vagamente il grande
Mazzola (ovviamente il granata Valentino) che gioc nel suo ruolo. Con la
sua classe, si diceva ancora negli anni 60 e 70, a Filo non ci fu pi
nessuno. Mor tragicamente, e Gg, come si gi raccontato, nellaprile
del 46 allet di 26 anni, per lo scoppio di una mina
(http://filese.blogspot.it/2009/10/quei-morti-sulle-mine.html). A chi si chiedesse perch
mai non gioc altrove, va ricordato che in quegli anni di guerra non
cerano certo i sagaci scout di oggi; poteva succedere che un vero talento
03 Il tesserino del Gag
rimanesse confinato nel suo piccolo regno di campagna.
Cos fu per il nostro Gag, perito tragicamente a guerra finita. Lasci dietro di s un alone di leggenda di
cui, nella nostra osteria, si racconta ancora oggi. Riguardo allamato zio, Pippi conserva un tenero ricordo
dinfanzia: Ricordo mia nonna Clotilde che gli faceva certe chiarate con le uova alle caviglie (malandate
come i terreni su cui si giocava allora) Tonino, detto e Gag, riusciva subito a rimettersi in piedi. Una
volta mi caric in bicicletta col pallone fra le braccia. I copertoni della bici erano di gomma dura, sicch,
mentre ci recavamo al campo dellOca-Pisana, in una buca mi cadde a terra. Col giunti mi mise in porta e
cominci a calciare con poca forza, poi lasci partire un tiro pi forte che mi secc le manine. Lui di corsa
venne a confortarmi. A stento trattenni le lacrime; poi arrivarono i grandi e io mi misi a fare il raccattapalle.
Stavo dietro la porta e, quando il pallone finiva nei campi adiacenti, correvo felice per poter dare un calcio a
quella sfera di cuoio: una massa pesante come un macigno. Mi faceva un gran male ai piedi, ma mi sentivo
importante e i grandi mi incitavano ogni volta con calorosi incoraggiamenti.
Finita la guerra e ripresa lattivit sportiva, lUS Filese partecip di nuovo ai campionati dilettanti. Quando
nacque chi scrive, nel novembre del 1945, ebbe per padrini di battesimo, per volere paterno, tutta una
squadra di calcio in divisa di gioco che di l a poco doveva scendere in campo (e Gho era fra i dirigenti).
Lpro, il portiere scavezzacollo di quel giorno, me lo rammentava spesso: Arcldat cha t badz me,
veh [Ricordati che tho battezzato io, eh]. Probabilmente, dunque, un pizzico di follia lo debbo proprio a lui,
cos come una passione quasi naturale per il gioco del calcio che non mi ha mai abbandonato 6.
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Del resto, di fronte ad un tipo strano e bizzarro, da noi si usa chiedere allinteressato: Mo te, chi tl bat?[Ma chi ti ha battezzato mai?] Il
pirotecnico personaggio di Lpro lho immortalato ne Il cestello dei Ranocchi (Ravenna, Longo, pp.11-17) in uno dei miei racconti pi riusciti,
Arieti e dischi volanti. Alla passione per il calcio ero destinato, se si pensa che mio padre, prima ancora che imparassi a leggere mi riforniva di
figurine che custodivo in una cassettina di legno, sempre ricolma. Erano le figurine del dopoguerra, di cartoncino e a bordo giallo, che non
Spettatori identificati nella foto di sinistra: Cian Salvatori (il primo da sinistra), Giuan (o Topolino) Guidarini, alla
sinistra di Sereno, Zi-zi d Pr (sopra Giuan), Gard Coatti (fra Tullio ed Anter), Wander Belletti e (col cappello)
Pancia Bolognesi (fra Dino e Mincci), Tugn d Ciar,Mondo Belletti e Cncio Natali, con gli occhiali scuri.
Accosciato, oltre il Brigadiere e Bepp, bio Cesari. Lultimo a destra, in piedi e visibile in tutta la figura Menotti
Quattrini.
La societ ripart con notevoli ambizioni e con una formazione rinforzata da alcuni elementi di Lavezzola:
in primis Lino Farolfi, un mio cugino per linea materna che a Filo teneva morosa (Velia Tasselli) e poi Anter
(fidanzato della filese Tina Bolognesi), Adriano Bugi che spos Giuliana Geminiani, infine Renzo, Dino e
forse altri. Dal portuense pervennero altri elementi fra cui Muzzi e Vendemmiati. Il grosso delle forze fu per
sempre costituito da filesi, come si nota dalle didascalie delle storiche foto 7. Quelli - racconta Pippi - furono
gli anni del ratto delle donne filesi da parte dei lavezzolesi, ma anche di una grande esplosione di
entusiasmo. Ricordo bene come i ugadr fossero degli idoli per tutto il paese, specialmente per noi bambini.
Nelle foto mi pare manchi Cavalz, un pelato di una certa et che, cos dicevano, dava geometrie alla
squadra. Di quei tempi del dopoguerra, e ancora al campo dellOca-Pisana, ricordo bene Sereno, tuo zio,
che giocava allala destra: piccoletto (rispetto a mio padre e Max), ma un vero fulmine. Partiva palla al piede
ed era imprendibile fino a che effettuava il cross al centro, senonch con quel terreno e con quel pallone,
talvolta era unimpresa. Cera ancora un carro armato mezzo demolito dietro una porta; pensandoci adesso,
quella presenza pareva quasi un monito agli avversari... Una domenica in cui si giocava Filo-Lavezzola, io,
ancora bambino e dietro la recinzione, fui attratto dalla giocata eccezionale di un calciatore avversario.
Ricevette palla al volo da un compagno e sempre al volo, rimise in mezzo la rozza e schioccante sfera di
cuoio; ne fui ammaliato. L forse scocc la scintilla, lardente passione pr e ug de pal8.
LUS Filese era dotata di timbro e di uno stemma cucito sulle maglie. Pi oltre ne propongo una
ricostruzione. A fine anni 40 ci si spost dal campo dellOca Pisana al sito attuale, nei pressi del centro
abitato, a due passi dal cinema e dalla Chiesa Parrocchiale. Il nuovo campo fu dedicato a Giorgio Marconi,
un caduto diciottenne, la pi giovane vittima filese delleccidio nazi-fascista del 44. Al terreno di gioco si
accedeva scendendo dalla rampa del Cinema Tebaldi ed imboccando poi uno stradello che girava attorno al
fabbricato e portava al rozzo cauplt adibito a biglietteria (e deposito dei sacchi di calce) allangolo sudovest del campo sportivo. Negli spogliatoi, essenziali e spartani, campeggiava sul settore ospite una scritta in
latino ben ricordata da Falco (Bruno Folletti) e Pippi: Nobis hospes sacer sed sunt...
La frase, a caratteri cubitali, ideata dallallora presidente Max Barabani,
sincollavano ad alcun album, da mettere in palio nel gioco della marla o del zacgn, al Campicello o davanti alla chiesa. Gli amici di mio padre, me
ne portavano a decine. Al loro arrivo in casa correvo a prendere la cassettina, tenuta sta e tracant [sotto il mobile ad angolo della cucina] e mi
facevo dire i nomi che, in seguito, per il loro divertimento, enunciavo alla vista della sola figura. Fu cos che familiarizzai con nomi epici di calciatori
che tuttora mi risuonano in testa, come Toro, Tognon, Silvestri, Tortul, i Sentimenti da I a IV, fino ai campioni gloriosi del Grande Torino.
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I riconoscimenti sono stati effettuati in collaborazione con Carla Vandini e Giovanni Montanari.
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Da bambino Pippi fu anche protagonista di un episodio assai simile a quello del raccattapalle di Ascoli avvenuto negli anni 70 (si veda lintera
storia in http://www.storiedicalcio.altervista.org/savoldi_raccattapalle.html ): []Come tutti sanno a Filo il campo era recintato per modo di dire ed
io, spettatore in compagnia di altri ragazzi, mi appostai dietro la porta. Durante la partita gli avversari, per unuscita maldestra del nostro portiere, non
ebbero che a depositare la palla in rete a porta sguarnita. Io a quel punto, vicinissimo al palo della porta, respinsi la palla prima che varcasse la linea
bianca. Fu il finimondo: giocatori, arbitro, pubblico, annichilirono tutti. Io salvai un goal, vero, ma poi arrivarono risate da ogni parte ed io, conscio
del gesto, mi vergognai profondamente. Credo fosse una partita di campionato, non amichevole. Per qualche giorno la mia ragazzata fu al centro delle
chiacchiere paesane, poi si dimentic in fretta. Tutti tranne me
era ispirata alla definizione latina Hospes Hospiti Sacer ossia al diritto
sacro allospitalit. In sostanza metteva preventivamente sullavviso gli
avversari che: Per noi gli ospiti sono sacri ma.... I puntini di
sospensione erano un chiaro avvertimento: Siamo ospitali, ma attenti ai
comportamenti....
Gli spogliatoi, dalle mura in pietra nuda, erano privi di docce. Accanto
ad essi il buon Mto9, luomo che rigava e curava il campo, collocava a
fine gara alcune bacinelle fumanti di acqua calda. I giocatori si toglievano
quindi le fradice maglie allaperto e si lavavano alla meglio a torso nudo.
In quei primi anni del dopoguerra il pubblico pagante era separato dal
terreno di gioco da unarrugginita corda di ferro (un residuato bellico)
appesa a corti pali di fortuna. Bastava alzare la corda per entrare in campo.
06 - I Campi Sportivi di Filo
Infatti, la domenica, nel terreno di gioco gli spettatori entravano pi volte per giochicchiare al pallone: nel
pre-partita, poi fra il primo e il secondo tempo, infine al termine della gara. Non si ricordano per n
invasioni di campo, n violenze alcune da parte degli sportivi.
Personaggio anchesso da me ricordato nel racconto Arieti e dischi volanti citato in precedenza.
07 - Campo Oca-Pisana. US Filese, fine anni 40. Da sinistra in piedi: Lino Farolfi, bio
Cesari, Tullio d Rs, Manla Tirapani, il sesto Macafr Geminiani, poi Minacci Ricci
Maccarini, Bepp Principale, Cncio Natali, Murgagna (Sereno)Vandini. Accosciato:
Adriano Bugi.
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La foto di questi due caratteristici personaggi (Macafr, con quella sua risata particolare, e il mitico lancio), scatena i ricordi di Pippi: Il
primo, finita la guerra guidava una jeep. Un giorno in cui io portavo da mangiare ai miei genitori a la machina da btar [alla trebbiatura], vidi che
Macafr con la jeep andava avanti e indietro e riforniva di covoni la trebbiatrice. Io lo guardavo estasiato su quel mezzo e sognavo ad occhi aperti di
guidarlo. Quasi mi avesse letto nel pensiero mi disse: Pippi, dai, salta su che ti faccio guidare! Per tutto quel pomeriggio di luglio toccai il cielo con
un dito, la sera faticai a prender sonno tanta era la mia felicit e la gioia dellesperienza. Alla fine vinse la stanchezza. lancio poi, molti anni dopo,
port tutti noi giovani calciatori al provino indetto dalla Spal a Ferrara. Seppi poi che avevano avuto qualche intenzione di prendermi, ma che Max,
allepoca ancora nel giro, aveva espresso parole poco lusinghiere nei miei confronti. Non penso per che soltanto a questo fosse dovuto il mio
mancato ingaggio, daltronde anche vero che a quel tempo bisognava prendermi con le molle. Tant.
13 - Ricostruzione dello
Stemma (A. Vandini, 2014)
Presidente di quel periodo fu sempre Max Barabani; accanto a lui consiglieri intraprendenti e con idee
coraggiose. Si fece strada lidea, per finanziare la societ di calcio, di organizzare spettacoli dattrazione al
Cinema Tebaldi. A cavallo del 1950, fu ingaggiato a Filo, per una festa da ballo, niente meno che il gruppo
musicale pi noto dItalia, la famosa Orchestra Angelini, coi suoi cantanti: Nilla Pizzi, Achille Togliani e
Luciano Benevene11. Il prezzo del biglietto a 500 lire (il valore di una decina di giornali) fu per giudicato
troppo salato per quei tempi e la sala rimase pressoch deserta. Mondo Belletti, allora un giovanotto,
interpellato in proposito da Pippi, ricorda che quella sera, fece molta fatica a racimolare la somma per
entrare.
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A questo evento collegato un mio ricordo dinfanzia ancora vivissimo. I miei genitori, come usava allepoca, mi portavano con loro sia al cinema
che alle feste da ballo, anche allet dellasilo. Quella sera, nel cinema trasformato in sala da ballo avevamo il tavolino vicino al palco in legno e con
mia sorpresa uno dei suonatori chiese a mia madre di farmi salire vicino a lui. Pur fra mille apprensioni, la mia mamma acconsent e io piombai fra
trombe e tromboni, senza capire cosa diavolo dovessi fare. Questo suonatore dalla faccia rubiconda e simpatica, che seppi poi trattarsi di un
affermatissimo trombonista italiano, pare avesse visto in me, piccolo e biondino, qualche somiglianza con un bimbo scomparso o qualcosa di simile.
Questo lo seppi dai racconti successivi di mia madre. Quel che ricordo nitidamente la gentilezza e lallegria di quel signore: non faceva che
mettermi in mano tamburelli e percussioni di vario genere, mentre io, che ad un certo punto cadevo dal sonno, lo guardavo e rimiravo a bocca aperta
le sue dita prodigiose: faticavo a capire se il trombone avesse una specie di bastoncino mobile, oppure se lui muovesse, avanti e indietro, una met
dello strumento. Quel simpatico e gioviale trombonista, che poi ho rivisto ed ammirato qualche anno dopo in TV, era il grande e indimenticato Mario
Pezzotta: http://it.wikipedia.org/wiki/Mario_Pezzotta
20 - Mario Pezzotta
19 - LOrchestra Angelini
22 - Achille Togliani
Appendice al Capitolo I
Altre preziose istantanee depoca
23 - Luciano Benevene
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Mi ricordo benissimo di Tullio - racconta oggi Pippi - lo chiamavano e' Zngan per avere avuto una love story con una zingara accampata al
campicello con la sua trib. Di Tullio ho in mente una rovesciata nella porta che guarda verso Mariz d Figi, fuori di un niente a fil di palo, gesto
notevole... Un pomeriggio, lui e Bepp, si misero a tirare in porta, con entrambi i piedi, dal limite dellarea. Il cuoio si infilava sempre radente il palo
overa indirizzato ed io mi deliziavo nel vedere tanto spettacolo
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(31)
1947 circa. Campo dellOca-Pisana. In piedi, da sinistra: Aldo
Geminiani (Macafr), (Gint), Rossi Lino (Pigrz), Tirapani
Medardo (Jorky), Cesari Eusebio (ebio detto anche E Dade),
Aurelio Brandolini, Dal Pozzo Senen (Sdaro). Accosciati da
sinistra: Dario, Mino Ricci Maccarini (Minacci), Giovanni
Pollini (Giuanaza), Belletti Iseo. Il bimbo col pallone fra le mani
Aderito Geminiani (Pippi). Collezione Giovanni Principale
(Pl). Riconoscimenti di Bruno Folletti (Falco).
(32)
CSC Filo, anno 1950 circa. In piedi da sinistra: Menotti
Quattrini, Pl Principale, Mnio Signani, vdar Cesari, Gard
Coatti e il dirigente Walter Checcoli. Accosciati: Gar
Fuschini, Marcil Ricci. Seduti: Gg Bolognesi, bio Cesari,
Giuni Montanari, Rascel Ricci.
(33)
CSC Filo, anno 1950 circa. Rascel Ricci e Gar Fuschini.
Tutti noi giovani ci sentivamo parte del nuovo corso- ci dice Pippi - daltronde, a Filo, chi non ha mai messo le scarpe bullonate? Con tanto
entusiasmo frequentavamo il campo sportivo ogni giorno, era il nostro passatempo preferito, a discapito della scuola e dei compiti...
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(36)
CSC Filo, anno 1950 circa. In piedi da sinistra: Gg
Bolognesi, bio Cesari, Giuni Montanari, Mnio Signani,
Gar Fuschini, Marcil Ricci, Rascel Ricci. Accosciati:
vdar Cesari, Pl Principale, Menotti Quattrini, Gard
Coatti.
(34)
Anni 50. Giuan Guidarini e e Mas-c Romagnoli.
(37)
CSC Filo, anno 1950 circa.
Gar Fuschini, Ciclne Ferrucci, Gg Bolognesi.
(35)
Filo, anni 50. Campo Giorgio Marconi. Un gruppo di ragazze
infreddolite assistono alla partita: la penultima partendo da sinistra
Mariolina Bolognesi (Mariulina d Scanelli).
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(39)
CSC Filo, anno 1950 circa.
Gar Fuschini, Mnio Signani, Gard Coatti.
(40)
CSC Filo, anno 1950 circa. In piedi da sinistra: bio Cesari,
Gard Coatti, Mnio Signani, Minacci Ricci Maccarini,
Zabv Barbieri, Marcil Ricci, Cagnina Leoni; Accosciati:
Gar Fuschini, Ciclne Ferrucci, Bataja Natali, Rascel
Ricci, Gg Bolognesi.
(41)
CSC Filo, anno 1952 circa. In piedi da sinistra: Catna Siroli
(dirigente col cappello), larbitro, Pl Principale, Ciclne
Ferrucci, Mnio Signani, Gg Bolognesi, Gar Fuschini,
vdar Cesari in abiti civili, Rascel Ricci, un dirigente non
identificato. Accosciati: bio Cesari, Giuni Montanari,
Puntlna Andal, Marcil Ricci, Mincci Ricci Maccarini.
(42)
CSC Filo, anno 1951 circa. In piedi da sinistra: Menotti Quattrini,
Gar Fuschini, Gint Penazzi, Giuni Montanari, Gard Coatti,
Scatlbar Negrini. Accosciati: Rascel Ricci, il dirigente Walter
Checcoli, Cian Salvatori, Pl Principale, LAndra Squarzoni.
Disteso: Jorky Tirapani.
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1953 circa. In piedi da sinistra: La Fca, Gigino Galamini, Tni
Xella, Marcil Ricci, Cagnina, vdar Cesari, Garz Fuschini (che
appoggia il braccio su Pircia Leoni), poi Mnio Signani, Tachini,
Pl Principale, Ciclne Ferrucci, Giuni Montanari, Mazalca
Bellettini, Gard Coatti, e Marc Tarozzi, Ruman Forlani.
Accosciati: Cian Salvatori, Gg Bolognesi, bio Cesari, Picchi
Saiani, Tullio d Rs, Rascel Ricci, Menotti Quattrini, Pistaia
Romagnoli e Ght Leoni.
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Gg Bolognesi e Mazalca Bellettini in un torneo notturno
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CSC Filo, fine anni50. In piedi (da sinistra): Gg Bolognesi,
Rascel Ricci, Mnio Signani, Ciclne Ferrucci, Bepp
Principale, Pl Principale e bio Cesari (col cappotto
scuro). Accosciati (da sinistra): Picchi Saiani, Gar
Fuschini, Maza-lca Bellettini, Tni Xella, Marc Tarozzi e
La Legge Ricci.
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CSC Filo, anno 1953 circa. In piedi da sinistra: Zabv Barbieri
(accompagnatore), Gg Bolognesi, bio Cesari, Mnio Signani, Pl
Principale, Ciclne Ferrucci, Maza-lca Bellettini. Accosciati da
sinistra: Marcil Ricci, Gar Fuschini, Picchi Saiani, Tullio d
Rs, Rascel Ricci.
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In casa poi la squadra quasi insuperabile. Il campo di gioco ha un ottimo drenaggio naturale, ma, pur
regolare, fra i pi stretti e gibbosi; le ali larghe e saettanti di quel periodo non riescono a trovare spazi,
mentre viceversa Rascel e Pistaja, abituati da sempre a muoversi in pochi metri, fra rimbalzi spesso
inaffidabili, sono abilissimi nello scambio stretto e veloce. Pistaja, poi, e fil de Mas-c, devastante sulla
fascia sinistra, ubriacante nelluno contro uno. Quando singobbisce, fa secchi i terzini e di mancino, specie
se imbeccato col contagiri da Rascel, ha un tiro di tutto rispetto. Picchi dallaltra parte lala tornante dal
gioco ordinato e diligente, capace di mettere al centro palle e suggerimenti pi che invitanti.
Al centro dellattacco, ahim, dopo Tullio d Rs, non ne abbiamo pi avuti di gran livello, ma quanto ad
opportunismo il buon Bidla si d da fare, marca anche i rinvii del portiere, di goal ne sbaglia un sacco e una
sporta, si fa trovare spesso in off-side, eppure, quasi sempre la caccia dentro. Dove c da cogliere al volo un
rimbalzo, un rinvio maldestro, oppure intuire una mezza papera del portiere avversario, lui c.
Detto degli eroi e dei leoni di centrocampo come Marcil (Pippi lo descrive cos: polmoni a mantice
moto perpetuo, due fasi: difesa e attacco, notevole tecnica) e come Ravaja e compagni, va sottolineato il
valore fondamentale di difensori che forse oggi non vediamo neppure in categorie pi alte. Mi riferisco a
Gg Bolognesi, preciso, ordinato, tempista eccezionale, alleroico Mnio, un leone del centro difesa, ed al
potente quanto tecnico Carubln, difensore laterale s, ma da ex attaccante sa tirare certe bombe al volo che
fanno tremare le vene ai polsi anche di chi, ora, vi sta riportando questi emozionanti ricordi.
S, perch a fine allenamento Ugo Ricci, detto Carubln, suole piazzarsi sulla punta dellarea di rigore alla
sinistra della porta vicina agli spogliatoi, col cugino Gino Ricci detto Rascel (ma da ragazzino chiamato
Pistulna), appostato allincrocio fra la linea dellarea e quella di fondo campo, sulla destra della stessa porta.
Questi ha il preciso incarico di scodellare a ripetizione il pallone sulla mattonella in cui gravita laitante e
focoso terzino, sicch, figuriamoci: cadono tutti l quei palloni, con una precisione quasi millimetrica!
Carubl fa due passi in avanti e di collo destro tira grandi sassate, si fa per dire In realt sono veri e
propri missili terra-aria che vanno tutti ad incocciare, con gran fragore di legni e ferri di sostegno, sotto
lincrocio dei pali alla sinistra del portiere. Ma chi ce lha poi il coraggio di stare l, per un buon quarto dora,
a subire legnate a tutto spiano? Chi mai? Ehm... Io. Allepoca sono un ragazzino di 13 o 14 anni, che gioca
fra i Pionieri ed abita a due passi dal campo, a cui piace soprattutto stare l a vedere i grandi allenarsi, per
vivere le loro ansie e sogni, sperando ed agognando di indossarla, poi, un giorno, quella maglia azzurra.
Sicch succede che mi presto, su richiesta di Ugo dla Lna (mio vicino di casa), in pratica a fare da
raccattapalle, anche perch le porte durante la settimana non hanno alcuna rete di corda (viene montata solo
per la gara), i palloni in campo sono al massimo due ed occorre pur qualcuno che rimetta la palla a Rascel.
Ecco dunque perch ricordo cos bene quei momenti e quei palloni fischianti che neppure tento di deviare,
n mi sogno di frapporre il bench minimo ostacolo. A pararne uno non ci penso neppure Allinizio temo
di venir prima o poi centrato da qualche siluro fuori controllo, poi, poco a poco, mi accorgo che lo scarto fra
un tiro e laltro minimo, va da radente la traversa, a un metro pi sotto, sempre a fil di palo. Posso perci
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stare pi che tranquillo Devo dire, per onest, che in tante volte non ho mai preso una pallonata e che i due
cugini si sono sempre dimostrati molto soddisfatti della mia preziosa presenza
Quanto a Ravaja Dal Pozzo, un sanbiagese che teneva morosa a Filo, mediano macina-chilometri, ricordo il
cambio di colore della sua maglia a fine gara, da azzurro a blu scuro, tanto era inzuppata di sudore. Qualche
anno dopo, quando quelle divise finirono a noi ragazzi, la maglia numero 4 era sempre tanto scolorita e
ingiallita da poterla scambiare per una di unaltra muta. Quella maglia fra di noi era molto ambita, era una
specie di inno alla fatica, un monito, una vera bandiera in campo
In questa rassegna dei nostri vecchi campioni non voglio tralasciare i portieri che si alternarono in quegli
anni, dopo che Ciclone Ferrucci aveva dato il meglio di s come centrocampista. Avevano tutti dei
soprannomi che ricordavano pennuti da cortile, ossia: Maza-lca, LAndra e La Cca. Certo non il
massimo per il ruolo.
Che lAndra potesse sguazzare fra le papere, ad esempio, a noi spettatori pareva quasi una
predestinazione, ma in realt erano tutti e tre buoni, anzi ottimi portieri. Il migliore? Uber Bellettini, detto
Maza-lca, un po pazzoide e avventuroso nelle uscite, come si richiedeva allora in quel ruolo, ma per me
aveva una marcia in pi, e non solo rispetto agli altri portieri filesi.
Con questo fior di campioni il CSC Filo si conquista ben presto, nel campionato 1958-59, quellavventura
nel Campionato di Promozione destinata a rimanere per sempre nella storia del paese. Ricorda Pippi
Geminiani: Tornai a Filo nellanno 58-59. Disputammo il campionato di Prima Divisione e finimmo
secondi dietro il Codigoro. Facemmo lo spareggio a Cesena, contro chi non ricordo: al nostro seguito due
pullman. Fin 0-0 e bast per salire in Promozione, quinta categoria nazionale.
Affrontiamo la nuova prestigiosa categoria a viso aperto, con tutti giocatori filesi, anzi no, c una
eccezione: il numero 9. Per quel ruolo, dove fatichiamo sempre, viene ingaggiato un portuense, certo
Fagioli, un centravanti di movimento che esordisce alla grande a Filo, proprio contro laltra matricola, il
Codigoro. Quel giorno gli ospiti beccano nel nostro campo niente meno che 9 (dico nove) reti contro 1. Di
quei nove gol, sei sono di Fagioli, lo ricordo bene, perch, poi, praticamente non ne ha pi fatti
Linizio di questo primo campionato comunque portentoso. Ci racconta Pippi: La matricola Filo in
testa, a punteggio pieno, dopo tre giornate. Si va in trasferta a Molinella, lo stadio pieno, in tribuna e nel
prato; in campo si battaglia su ogni palla e l'arbitro concede una punizione agli avversari. Fra lo stupore
generale si leva una voce baritonale; Ibanez [e Bar] che grida cos, pi o meno: Ehi omarino vestito di
nero stai ben attento eh! Questo d forza e vigore a noi giocatori, mentre tutta la tifoseria filese, appostata
sotto il bandierone azzurro, si associa a quel grido contro l'arbitro, sia pure con intenzioni pacifiche.
A Voltana, uno dei nostri tifosi pi accaniti, Scatlbar, sommerge di improperi arbitro e squadra di casa,
finch, ricorda Cian d Ramo, un sostenitore di parte opposta piomba allimprovviso e molla un gran
cazzotto a Batja, che sta seguendo la partita a fianco di Scatlbar. Il pacifico Wander, detto Batja,
piuttosto ben piantato. Preso lo sganassone, fa due passi e abbranca lincursore rifugiatosi dietro un pioppo.
Il fusto per rimane fra i due in combutta. Partono un paio di robusti strattoni verso il pioppo, finch sode
un sinistro scricchiolio di costole: l Batja, detto anche Penna Nera, molla il malcapitato che, ahim, finisce
in ospedale.
Ma Pippi ricorda anche, in quellanno
favoloso 1959-60, la memorabile partita di
Argenta allorch sotto di due gol,
riuscimmo in una rimonta strepitosa, con
una mia rete di testa ed una di Marcil in
acrobazia: grandeee....
Quel campionato vede il Filo finire con
una buona posizione in classifica. Non
dispongo della graduatoria finale, ma Pippi
mi ha inviato il ritaglio di giornale di una
classifica parziale, oltre a quella finale
dellanno successivo. Le riporto a fianco.
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Nel secondo anno di Promozione viene persino a giocare a Filo il miglior attaccante di Longastrino. E
Caio Tarlazzi, valida ala destra, buon giocatore, ottimo elemento per la categoria 14.
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Il brindisi prosegue
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(53) e (54)
Anni 50 Premiazione
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Nel corso del campionato di promozione - ci racconta Pippi - partecipai a molti raduni. Una mattina arriv un telegramma: F.I.G.C. Sei
convocato a rappresentare la selezione Emilia Romagna, per il 1 Torneo delle Regioni che si svolge a Roma, ecc. ecc. Ne fui molto felice. La
spedizione purtroppo non ebbe fortuna: fummo eliminati dalla Toscana su rigore discutibile. Qui aggiunge Pippi: Quelli sono stati gli anni pi belli
della mia vita, passati a casa mia in mezzo ai miei paesani e le trasferte in corriera con Poli al volante e tanta, davvero tanta allegria. Poi Bologna, poi
quattro anni a Portomaggiore a caccia della serie D mai arrivata, e ben due finali perse malamente
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Brindano con Mnio Signani (da sinistra): Pio Brunelli, Cian
Salvatori, Garz Fuschini, Pippo Ghiselli e Pir Tagliati.
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Da sinistra: Gli Leoni, Cncio Natali, Ght Leoni, Ruman
Forlani, Luciano Natali, Settimio Coatti, La Gioia Signani,
Sereno Vandini, Marcile Ricci, Rich Quattrini e Bcia
Corelli.
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Il ricambio c; con nuove motivazioni, nuova voglia di dar filo da torcere alle squadre rivali nei tanti derby
che vengono a riproporsi. Il C.S.C. Filo riprende il suo posto e nel giro di pochi anni, anche grazie a qualche
prestigioso ritorno (Rascel, Gg, Picchi, Pistaja e Marcil) riesce di nuovo ad imporsi. Torna a vincere il
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Testimonia Pippi: Non ricordo se la prima raccolta delle bietole fu fatta per la Prima Divisione o per la Promozione. Mia madre faceva dei
mucchi molto grandi. Ricordo che un pomeriggio venne un camion con l'ordine di caricare le bietole a casa mia da donare alla societ di calcio, mio
padre mi disse: Adesso carica le bietole col forcone (due mucchi) che arrivano a darti una mano. Io non vidi nessuno, arrivarono quando avevo
finito, e pensai: Guarda cosa devi fare per correre dietro ad un pallone....
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CSC Filo, anno 1965 circa. In piedi da sinistra: Romano Soprani
(detto Cunsrzi), Nurit (Felletti), Pircia Leoni, Pistaia
Romagnoli, Irmo Costa, Rascel Ricci, Gg Bolognesi, Cncio
Natali. Accosciati: Pcia Leoni, Panize Panizza, Talja
Minguzzi, Marcile Ricci, Rumagna Roi e il massaggiatore Cian
Salvatori.
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Racconta Pippi : In quel torneo di Argenta feci una sola partita essendoci giocatori di serie A. Mi facevano sempre male le gambe. Ricordo
Zabv (Emanuele Barbieri) pseudo allenatore che, all'uscita degli spogliatoi mi vide con le gambe unte per i massaggi di mio cugino La Fca
(Luciano) e mi disse: Sei proprio un cavallo di razza.
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La societ vive nuovi giorni difficili; il C.S.C Filo, una quindicina danni dopo lU.S. Filese, chiude i
battenti, abbandona il campo e stavolta apparentemente senza eredi, senza nessuno che ne prenda il
testimone. Alcuni giocatori sono al servizio militare, altri, spariti i dirigenti storici, prendono il coraggio a
due mani e, dopo un anno di abbandono, ricominciano da zero con una specie di autogestione degli atleti.
Fondamentale diventa, in quegli ultimi anni 60, il ruolo di Osvaldo Valenti detto Bibi, presidente di nome,
ma, di fatto, factotum a tutto campo. E grazie alla sua volont e tenacia se il calcio a Filo sopravvive con
dignit, puntando ancora su giovani locali, sia pur di valore tecnico pi modesto, ma nel solco di una
tradizione, di un modo di concepire lo sport e i suoi valori, che tanti ancora oggi ci invidiano.
Alle porte ormai c un cambiamento ancor pi grande nelle abitudini paesane, si andr negli anni 70
verso una Polisportiva con cui tentare la gestione di tutto lo sport filese; ma questa ormai gi unaltra
epoca, con altri e diversi protagonisti. In definitiva, unaltra storia.
Giunto alla fine della nostra piccola, grande rassegna calcistica del tempo che fu, voglio ringraziare di
cuore gli eroi di cui rester sempre il bellissimo ricordo, gli amici, i compagni di allora e tutti coloro che con
foto, racconti e testimonianze hanno reso possibile la laboriosa stesura.
***
Appendice al Capitolo II
Antiche emozioni in 8 mm nel filmato che gir lamico Lucio Leta
Pl e Pippi
Chi ha frequentato il campo sportivo Giorgio Marconi fin dai primi anni
50, ricorder certo fra gli spettatori domenicali il fedele Lucio Leta, un caro
amico che ci ha lasciato pochi anni fa, milanese emigrato a Filo e rapidamente
innamoratosi di questo paese. Si presentava al campo, sempre elegantissimo, e
maneggiava talvolta una cinepresa di metallo scuro della quale azionava, a
tratti, una manovella laterale.
E grazie a lui, a quei filmati amatoriali in 8 mm girati verso la fine degli anni
50, che oggi possiamo ancora rivedere sgambettare gli eroi di quelle lontane
domeniche pomeriggio, ripensando a come eravamo: giocatori, spettatori,
strutture sportive, gioie, sentimenti e tutto quanto girava intorno alla squadra di
allora, che era lorgoglio e la passione di un intero paese.
Sono brevi riprese girate in pi occasioni, da cui, col fermo immagine, ho
tratto qualche curioso frammento che riporto a fianco. La formazione base che
si intuisce dalle riprese pi o meno questa: LAndra in porta; terzini La
Legge e Gg; in mediana Carubl, Mnio e Pippi; in attacco Picchi,
Marcil, Pl, Bepp e Pistaia. Mancano elementi del calibro di Mazalca e
Rascel, poich in quel periodo giocavano gi in categoria superiore ad
Alfonsine. La circostanza, unita allassenza del fungo dellacquedotto, ci
permette una datazione dei filmati intorno al 56 - 57.
Pochissimi videro a quel tempo le immagini di Lucio, forse lui le mise in
qualche cassetto e l sono rimaste per anni fino a che non le ha digitalizzate
Robert Brunelli. Ad inizio 2014 ho avuto da lui copia del video che aveva
presentato in pubblico a Villa Vittoria durante la festa della Filese
Calcio.
Ho pensato che la messa in rete di queste sequenze fosse doverosa, in
particolare verso coloro che, lontani dal loro vecchio paese, non avrebbero
avuto altra possibilit di gustare queste immagini e di emozionarsi come tutti
noi, sicch con lassistenza di mio figlio Peter ho messo su YOUTUBE le
immagini depoca e le ho rese accessibili al grande popolo del web.
Chi vuole gustarsi il vecchio filmato di Lucio Leta (durata, circa 17 minuti),
musiche di accompagnamento scelte da Robert Brunelli, si sieda comodo e
clicchi qui:
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http://youtu.be/_z_R3Go90-E
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