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Care e cari tutti,

vi invio una riflessione ed un'appello a non tornare a dividerci sulle


nostre rispettive contingenze, ma al contrario a tentare di fare tutti
ed ognuno un salto di qualit per contribuire utilmente a questa fase.
Mi scuso anticipatamente per la lunghezza, (ho sintetizzato il pi
possibile per non annoiarvi) spero di essere compresa nel ragionamento.
Usciamo tutti da un lunghissimo periodo che ci ha visti impegnati nel
promuovere in un anno ben due referendum, contro le trivelle e contro
le riforme costituzionali, che hanno comportato mobilitazioni senza
precedenti nel fare deliberare le regioni, nel raccogliere le firme per
abrogare l'italicum e promuovere il No costituzionale, per promuovere i
referendum sociali e la petizione sull'acqua. Infine abbiamo affrontato
una lunga campagna per il NO dei territori, dei movimenti e delle reti
sociali con l'obiettivo di mantenere aperti quegli spazi di democrazia e
partecipazione ai processi locali che la modifica del titolo V e le
altre modifiche avrebbero chiuso definitivamente, e con esse la nostra
possibilit di avere alcuna rilevanza a fronte dell'accentramento dei
poteri previsto da Renzi. Contestualmente in ogni territorio e per ogni
vertenza sociale ed ambientale abbiamo continuato a batterci sul piano
delle singole rivendicazioni.
Con la vittoria del NO abbiamo contribuito a porre l'ennesimo argine,
certamente il pi importante, alla deriva autoritaria necessaria a
conseguire il risultato auspicato da J.P. Morgan e Co., la
mercificazione del Paese. Le "forze" esterne ai vari governi che in
questi anni si sono succeduti continueranno a premere per una
accelerazione neo-liberista verosimilmente incarnata dal tentativo di
Renzi di continuare a controllare governo e segreteria del pd per
assicurarsi una sopravvivenza legata a doppio filo con le politiche
liberiste, mentre avanza da un canto la destra xenofoba dell'altro un
m5s permeato da una serie di ambiguit sia sul piano programmatico che
su quello democratico e sullo sfondo i tentativi di aggregazione e
disgregazione delle cosiddette sinistre radicali.
Eppure quello che uscito dalle urne un prorompente desiderio di
partecipazione alla vita democratica del Paese, un rifiuto
dell'irrilevanza che si voleva cucire addosso ai cittadini privandoli
anche del diritto al voto, una netta ed inequivocabile scomunica delle
politiche che Renzi, meglio di Berlusconi, riuscito ad incassare a
colpi di fiducia ed in forza di una maggioranza parlamentare illegittima
come la legge elettorale che gliel'ha consegnata. Il Renzi bis senza
Renzi verosimilmente tenter di blindare le riforme gi approvate,
tenter di rimettete mano a quella gi bocciata dalla Consulta
(Madia), al contempo manovrando a tutto campo per presentarsi alle
prossime politiche con il partito della nazione col quale tentare
nuovamente di metterci a tacere.
Oltre alla stanchezza, tutti noi portiamo addosso anche una
responsabilit che quella di avere prefigurato in questi anni
attraverso le nostre pratiche partecipative e le nostre lotte un modello
alternativo di concepire l'agire politico fuori dall'agone politico,
radicale negli obiettivi diametralmente opposti a quelli della finanza
globale. Un modello che potrebbe sintetizzarsi nell'aspirazione alla
conversione ecologica dell'economia e della socialit, nella giustizia
sociale ed ambientale, nel mutualismo, che ha tenuto come faro la Pace,

costruito l'accoglienza, combattuto la militarizzazione dei nostri


territori.
I nostri NO (tav, triv, inc, muos, ponte, ttip, guerra, privatizzazioni
di servizi pubblici, scuola, sanit, cassa depositi e prestiti,
svendita del territorio, dei beni pubblici e delle risorse,
precarizzazione sistemica del lavoro, etc.) si accompagnano ad una
"visione" complessiva, sociale ed economica, sostanziata da una
capacit analitica, programmatica, propositiva e concreta come le
nostre lotte, di cui le forze politiche raccolgono a fasi alterne e
spesso per mero opportunismo la portata, che poi difficilmente si
traduce in azione politica.
A fronte dell'impegno profuso fino ad oggi, e della fase confusa e
pericolosa che si sta aprendo, credo che non ci si possa sottrarre dal
fare un ragionamento comune tra noi e dal prendere parola e ruolo, senza
per questo tradire ma al contrario rafforzando la nostra natura
movimentista. Noi, nella meravigliosa, a volte contraddittoria e
multiforme complessit, nelle nostre articolazioni tematiche e
territoriali, siamo le donne e gli uomini che hanno negli ultimi anni
posto le questioni politiche pi rilevanti al Paese, praticando una
vera e propria Resistenza civile al liberismo e al malaffare, costruendo
e ricostruendo argini di democrazia partecipativa laddove venivano erosi
o demoliti. Alle nostre reti, da movimenti inclusivi, hanno preso parte
forze politiche, sindacali, associative, amministatori e sindaci,
intellettuali, professori e costituzionalisti, che hanno condiviso con
noi percorsi ed obiettivi. Questa trasversalit, aldil delle singole
appartenenze, ha favorito la capacit di costruire relazioni di
reciprocit e crescita collettiva delle nostre comunit. Rientrare
oggi nei nostri ambiti, nelle singole lotte, sarebbe ancora una volta
lasciare alla politica politicante quello spazio spesso costruito da noi
pi che da altri che verrebbe come sempre frazionato dalle pulsioni
identitarie e incapaci a mio vedere di rispondere allemergenza
sociale ed ambientale di cui siamo ostaggio con lacuirsi dei
conflitti artatamente posti in essere per farci rinunciare alle libert
in cambio della sicurezza e smarrendo definitivamente ogni barlume di
umanit. In questi giorni molte sono le realt che si attivano e si
convocano mosse dallurgenza di trovare risposte politiche alternative
al quadro esistente. Sicuramente positiva la spinta a non sciogliere i
comitati per il No per lavorare allattuazione della Costituzione, ma
i veri temi che andrebbero affrontati per avviare un cambiamento reale
sono quelli legati alla formulazione di un programma politico chiaro e
non compromesso con i sistemi di potere ed un cambio radicale della
modalit di concepire lagire politico.
Una sfida che mette alla prova per primi noi stessi nell'essere ed
appartenere solo a quello per cui lottiamo, con la capacit di
comprendere una buona volta che il potere, o i poteri che combattiamo
non possono essere sostituiti da altri poteri pi "buoni" o meno
disumani. Affrontando quindi in linea teorica e pragmatica una vera e
sincera destrutturazione del concetto stesso di potere che deve
dissolversi, per mutare in servizio al bene ed ai beni comuni, alle
comunit ed al nostro pianeta. Una destrutturazione che passa, per
essere tale, dalla discontinuit con ogni potere costituito; che
riconosca nel conflitto dinteresse che ogni governo ha finora
incarnato il vulnus allinteresse collettivo, che sappia finalmente

riconoscere ed espungere ogni contiguit con gli affari leciti ed


illeciti e con la corruzione di una classe politica che ha celato e
continua a celare, senza riuscirvi, i suoi rapporti di interdipendenza
con i poteri economici e le criminalit organizzate, ammantando la
nostra storia di segreti di uno Stato che non il nostro.
Mi piacerebbe che fossimo in grado collettivamente di imprimere un
cambiamento concreto al dibattito politico assumendoci la
responsabilit di sollecitare tutti, a partire da noi stessi, a non
dividerci per discutere in mille contesti diversi dei possibili,
nascenti o nascituri nuovi soggetti politici che dovrebbero
rappresentarci e rappresentare le nostre istanze per opporsi alla
prevedibile bordata liberista che ci attende, n a snobbare la
discussione lasciandola ai professionisti della politica per poi
osservare come sempre come di "soggetto" in "soggetto" nulla cambia. Al
contrario Noi, l'organismo collettivo, reticolare e multiforme che sa
sognare ed immaginare un futuro a misura delle persone e non della
finanza, questo futuro dovremmo pretendete di cominciare a scriverlo
nero su bianco da subito. Per concepire, sollecitare e promuovere un
grande cantiere programmatico, aperto ed inclusivo, senza padrini n
padroni al quale tutti possano contribuire, in cui tutte le nostre
elaborazioni, ideali ed aspirazioni trovino spazio, nel quale tutte le
innumerevoli e straordinarie competenze rivolte al bene comune al nostro
interno ed esterne a noi si facciano progetto concreto e non soggetto.
Per lavorare tutti su un piede di parit ad un programma politico per
la rivoluzione etica, culturale, sociale, ambientale ed economica
indispensabile alla nostra stessa sopravvivenza ed a quella delle
generazioni future, guardando ad una prospettiva di salubrit e
benessere del Paese nel contesto europeo e globale, anzich al suo
inesorabile progressivo degrado. Per sperimentare in via processuale una
innovata modalit per dare riconoscimento e sostanza alla democrazia
partecipativa che dovrebbe affiancare per esserne espressione quella
rappresentativa prevista dalla nostra Costituzione.
Non abbiamo difeso la Carta perch convinti che essa sia immutabile, ma
per poterne domani rafforzare ed attuare quei principi di uguaglianza,
libert e salvaguardia dei diritti universali che si volevano
cancellare. Il momento per porre con forza tutti i nostri punti
programmatici ora. Nelle nostre citt, nelle nostre regioni, nel
Paese. Vogliamo provarci? Sarei felice se a questo invito rispondeste
numerosi e ne volessimo ragionare tutti insieme.
In attesa di vostre abbracci circolari
antonella leto del forum siciliano dei movimenti per l'Acqua ed i Beni
Comuni

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