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(ll-Illln" .full-ll'

ILTESORO
DELLE ANTLCHLTA
SACRE-E PROFANE

-<_

TRATTO* DA" COMENTI


DEL REVERBNDO: P .ERRE

i D.AGOST[N.O CALMET'
.

ABBATEBENEDETT'ING

` .

s* o B R, A`

-.

`_ LA SACRA SCRITTURA
`

E DATO I-NL LUCE. '

~.

.-,DAz LAMBERTQ GAETA"N


`

PONSANPIERI

h _

SCEKDO<TE,,EPATKMIQ- LUCCPESIE.;

--iSE-.CONDAv 'EDIZIONE,
Ordinam- ,- e corretta , ed accretm. particolarmente' della. Biblioteca..

Sacm deL mgdeimo Amore

TOMO PR`1MOL

VEIPNA, 1: PER D'Lomsro RMANZINI LLBRAQ f* &To-mio _

VENEZIA J FRANCEscoPHIERLLIBRAjom MERZERIA 1.

.
"T

con nomu m' :uz-mmm Macau:.


~ - i

Privilegxh dell Ecelkntth'ma Snato peru/Emi- dieci.

.lo

vr MONSGNORE

GIANFRANCESCO MUSELLI
ARCIPRETE DELLA CATTEDRALE
;Dl VERONA..
10111310 RAMANZINL

atra volteimd
dellopra
* i Eprocura!"
jbl-a dapregio
miei Toro/2]'
fattomiail

Nome quale/ze picciola operetta , ai


altrg vnon giovanni -._, 'che a dar un leggi .aggio
-

2.

'di

1V

di anello s} alte obbligazioni, aloe indi/Penalvltnente


con Voi contratto io avea . Mi porge preen
zemente occaione aai opportuna di poter far co
nocere
uominiiotutti
a qual
grado nn
di Opera
dovero ,
a
ervitagliarrivato
ono,
con oerirvi

-C/l il olo nome dellAutore , non -clte ci in


a contiene , giadcar la fa degna di eervi preen

tata anche da clyi pi di me ( coa ana/agevole fa


rebbemi il rinvenirlo ) tennto , ed obbligato a Voi

foe . (Mel olo riettore , che da pi anni avete a


petto i miei vantaggi , e la nobile e gentil mlm
indole con .cui tutti ,, e con maggior *oo/ira diletto e
piacere i pi biogno non enza loro pro rimirar
olete ,' invero di me volge/Ze ., arror mi faceva di
elle ato s caro a farne pubblica dimoranza ,
che gnai in timor Poo m avea di non poter app
di tntti coloro ., che lion anno guanto vi deggio , e
gnanti onoi miei obblighi, cltivar [a nera .taccia d]
ingrato e di dimentico . .Non vlta -cbi nonafzpia ,

_quanto Voi tMONSIGN. ILLUSTRISSI.MO .coli


generoa vora mano, non che colaggio mjlro coniglo
apportando lit/ira ed ingrandimento alle lettere, ed alle
. cienze, per caiveppin gite/ia no/Zra Cittaillnire divie
ne , allarte nora giovato .avete , e di gionar .tuttavia
non ceate. L"Opera , cite vi oro, ella quel T1550*

RO DELLE ANTICHITASACRE E PRO


PANE

.FA N E ebe l celebre Padre Abate AGOSTINO`

CALMET nacojo avea nell erditime ue opere ,


ed indi tralo un dotto Eccleia/{wo e, che per comun
vantaggio alla nora Italiana favella dono/lo : del
qual TESORO non dubito , gi ne averete arricchi
ta la vaga e celta vtylra Libreria , ove, Peciacbe

la pobilta, che a larga mano il Ciel vi diede , e


condando le alte Idee del nobil voro pirito , ripoie

anni con piacere de Stadioi , cbe nzerc vora bont

ivi concorrono , lape-re pi inigni depi rinomati Scrit


tori di ogni et , e di ogni ecolo, non avr Permeo
lo tracnriate , apendo ben Voi di gna] profonda dot
trina , e di quale ampia erndizione ricco `e fornito egli

ia .> Non pertanto arrqomi dal porvelo avanti, per-

cb gi fatto volgare e comune embri aver cemata


in parte quella preziofit ad un dono di Voi degno e
convenevole; poiche ucendo dalle mie iampe dal dotto
Traduttore pria riveduta , corretto, ed ancbe di nnov

tradizioni accreciuto , fa vedere di maggior chiarore


adorno ; talmente che qna novellamente formato meri'
tar pu lo aggradinzento Vojiro. Ricevetelo adnngtte in
pegno del mio dovere, e di quell alta ed inalterabile i
ma, che per mille capi e titoli a Voi projo, e dei

gnatevi di eontinnarmi la grazia ed il patrocinio Voro


con gnel mede/imo amore, con cui a omma vojira lan

de all altrui Inegne tuttodi pronto occorrere, tenendo


,`

a 3

V1

io per certa , che otto lombra vai: vive-r empe f.

ce , ed acumndav , pregber empre il Data! d ogm'


batte a veppz ricolmarvi deuo chez/Zi dom' `, e con

piena ajeguiq_ amilmameme mi mrmo . '


Di Voi Mongnor Illurmo.

Dalle mi; ampe h' zo. Ottobre. ?mms

L'E D I

-._-.-._

-~`_ .

L" ED-ITC R E
A chi legge .

' Supuo, che iomprmaa difar qu I


elogio dovuto tanto alliulore, quanto

al Traduttore di queOPera , e-nda


s) 1 uno che laltro eogm'ti aLetterati :
Aegis' per la ua profonda erudiziom e
dottrina; que-;ii Fer la ua fedelt e de
licatezza in tradurre.
Il moti-vo che ne indue il Signor Canonico Lmer

to Gaetano Ponzmpieri a recare nella Tocana f'vtll i


prima luogo le Dirtaziom' tratte dal eekrnimo let
tera] eomento in Francee pra la Dim-ina Scrittura del

R. P. D. Agotino Calma-t Lorem Monaco Benedittino


della Congregazione de SS. Via'mo e Idola , alle quali die
de acronciatamente il titolo di TESORO DELLE ANTlCHl
FIA SACRE E PROFANE : ,, fu(comegli eo rime

',, ne nelprima tomo della ua edizione di Lucca ) i1 riette


,, re, che for non avrebbe fatta co: digrazie-vole al Pubbli
,, co, faticando per render comune un teoro , che contie

,, ne, oltre una profonda dottrina, la pi utile , diletto-vo-~


3. le e pellegrna erudz'zzone nella diamina , che nell Ope
3, ra a delle materie pi contraate di Cri-ca , e nella
,, 'dilucidazione delle pi arduo e rie-:muti que/lionipra del

,, agra te/lo, e dar loro campo di bene intendere a 0


s, do Pareto/yi punti di Teologia , diStora , 'di Grano/cita ,
a5

v)

'3, dt Geograa , e in amma della letteratura Ebraica ]


3, Greca, e Romana.

~"

re

~;~

E iccome le diertttzt'oni, Potendo and di giunta dal


:te/lo del tamento , forma-vano Japer loro unOera cartapi
:as cos furono le prime cha-pubblic in quattro temi in:

quarto; cm' aggiune di Fox' otto b ejj tito/o , i Ragione


nentt o ano i Troemj opra ciann libro del 'Ucchiaenua
vo ?Fe/lamento ,, gli Argomenti de Salmi , le tavole Cronolo

gicbe, ed* alt-re nge/am' notizie pettanti alla Scrittura a


delle qltali caf tutto ne form in ultimo n" Torni, che in

e :tacchi-Mono- t'l ACCO- e I mido delgran- tamento , o chef?)


no ati s favorevolmente accolti daglmmdzmddle nc-c

Lettere ..

La ragione fox. , che me ne. Ba


a fare di' :Mel/'opera
quela nno-ua impreione , fiato, che avendo r-tcbzo al'
Traduttore altre copie del/aian. edizione, le trovai in. bre
ve tempo gia tutte. maltite con dziacere anto del medemo,`
il quale rima/[random con la grata lettera la; pena, che
prova-va di non poter contenta i1 .deiderio di quetant 3,
che. del continua gliela ricerca-uan? , mtnvit corteemente

,.ad una nuova *ritampa di ea , eibendoi' di dat-mela :1:1:


pata econdo lariginal Frante e ,. accuratamente corretta,
_ad inieme aecreiuta , come in fatto lia egli Perfettamente'
adempiuta- : onde non Fotos' rien/are. s naiile oerta., e
;tanto pi; che ,. a-uenoa- trovata lopera di migor guto di*
_quella della prima edizione, mi gio-ua- altres credette , c5:

_ar di* maggior'ddisfazione degli Emdjt

Lordinet'ntanto tenuto nella dtrnzone delle mas


#rie in* quea mia. rtl/Zampa' , che in prima &toga-leg
gq/ zlRagionamento ovvero. Proemto
ra &Jaon/3 dezcr
libri ; pet/Zia. e dtertazion, o alt-ra coa che la guard-1.
015' indi le tavole Cronologieoe ad'eo ettanti .
@eta prima tomo adnnqne contiene il' Pentatem'o- ;

aieno i cinque libri, il Gene/t', Ejd, Le'vilo, Numeri


eDeuteronomin
. _1] 'fecondo eve); iLiri
. l
dt' Got , deGtu-r
dim* 7

_,_

o
Q

a"

1x

dici , di Rm , deRe , deParaliomem di Elra , di T0.


bia., di Giuditta, di Eer, e di Giob; dove ara-011M
to la Dirtazioae inedita opra la Tattica,0'v'ver0 .Arte
militare_ degli antichi Ebrei.

Gli .Argomenti deSalmi , -ciLini Sapienziali cioi

Proverj , iEccleae , la Sapienza , elEce/eia/Zicohr.

meranno il Terzm Nel ,Alarm arannoi `libri Profetali,


-e i Maccabei. Il ,Quinto comprender i quattro Vangeli,

a gli atti :degli ,floyd/?oli . Ed i] Se/lo lEptO/e tutte di S.


Paolo e degli altri Appooli., IJppocahe con M1 Calenda
a-io degli Ebrei, ed altre coe.
`

Aggiugnera :in ultimo in uno-o due :ami ,comepor

ter laamfa , la Biblioteca Sacra ultimamente dallael


o tradotta., enon ancora compara al ?abb/ico, opera

utiliima agliurlio delle Di'vine letterejter acquiare un'


accertata notizia degli Scrittori, e in particolare di quel

'li , cb: non 'olo -eruditamente, rm: vgiudiciojmtet'e an


-cora hanno dilmidato il agra Teo; ane di poterpro
ttare de"loro lumi Per .la di lm ana intelligenza, e

per apere altres le migliori *edizioni delle 'opere [org


.qui-ui ;eattamente .notate dallautore. Vivi felice,

vAIL-,0?-v

d
o

"o

ALOYSIUS PISAN! DEI GRATIA,


'
Dux Venctiarum Zac.
NIVERSIS ;

(9. ingoli; notum fat-im , ?iodio in ConloNot-o Rogatorum

captam uie 'Partem tenorit infraeripti videlicet. Sopra ~Ie~ianze,-che ci fu*


rono fatte da Diono Ramanzm Stampator di Verona, iamo dico-y permetter lil-t

[Zampa nella Stato 'Neli-o del Libro intitolato: Teoro delle Antichit S_acre,e r0
ane contenute nelle Dicrtazioni opra la Scrittura del P. -D. Agotno Calmet,
-con laggiunta del-la Biblioteca Sacra dello do-Autore,eda concedere-ajax olo,o
cl -az-era caua a'a luiad ecluione diogni altro il Trivilegioperannidieci daintender

principiati ,dalgiorno del preente della ampaw 'vendita del Libro medeimo tanto in
detta Cittadi Verona, quanto in qualunque altro /uogode/to Stato No/ira, a-condizio
ne, che a impreo in buona carta, perfetti caratteri, belmargine, :e diligenza corro
Zone, erbe ano preentate nellepubblicbeilibrarie di Venezia. e di Padova le olxte
[Zampe. Rca perci a Stampatori tutti, Librari , ed a qualjm altra 'perona con del*
la uddetta, -come di qualunque altra C itt del Dominio Noi ro , che caua, .o facolta

non avee da eo Dioniio Hamanzini, proibitoil *vende-per dem annidmz Zoeo


libro in poca, -o molta quantita, i1farne eguir le ampe in Eero .Stato anche conl
abuma Edizion di Venezia, -e l'introdurle nello Stato , otto pena della perdita degli

Eemplari, e di Ducati cinquecento, da eere applicati un terzo all .Accuatore , M


altro terzo al Magirato, o Reggimento, che facee 1 eecuzione, _ed il rimanente al
Privilegiato. Sotto le medeime pene ia pure *vietato .ad ognuno per lt _riferiti anni dieci
dicontrajare i! Libro uddetto in qualivoglia ua parte ottopreteo direiituzione, cor.
erezione, aggiunta , o mutazione di titolo . Ter il che commetteremo tanto al Deputato alla
Erazione tie-'Libri della Dogana di non licenziare dalla medeima, o da' altro Luogo,

o-v' ejieero , quelli' che non foero corripondenti agli eilzttt nelle Tubo/xche L-lbrarlc.,
.quanto al Segretario di non rilaciare ilMandato , dovendo intenderi tutt: pet-duet, e con

ficati , ed ineorh iltragrejore nellepene come pra- .A (lttarajnfelltgenza di Ognuno


ato/emo inoltre, che nel principio, o nel ne del Libro predetto ia m_ aggiunta del/eo.
lite licenze pota la preenteeome ia, e giace. Quare auorttate baja: Coat/manda
mutonmibut, utita exequi debeant.

IDat. in noro Duca/i Palatio Die PIIJanuari Inditlione Il!. MDCCXXXIX.

1739. 16. Gennaro. .M. V.


'

LIlluh-m , ed Eccellentm Signori Riformatori dello Studio ai

Padova hanno al opraddctto :Dioniio Ramanzin Stampato: di Voto!


na conceio il riferito Privilegio.

[ ZAN PIETRO PASQUALIGO Rif.


[ LORENZO TIEPOLO Kav. Proc. Kit.

[ DANIEL BRAGADIN Kav. .Proc. :Rif:

"Ago/lino Cadadini 'St-gm;


"IA

.
iri
MWWWQWW

TAVOLA
DELLE MATERIE.
~~ <3(-. e 1

- ;Agi-:namento o ia Premio apra_ il Pentateuco, ed in par


ticolare ul Gene/i.

Pa'g. I.,

Diertaziane oPra il prima linguaggio , e la confuione


guita a Babele.

:56`

Diertazione- oPra i Giganti.

37

Dirtazzone opra la Torre di Babeie;

58.

Diertazione intorno alla materia, e forma delz'br anti


obi ,.e circa le divere maniere di crivere.,

86

Diertazione intorno al Paee di Or.


Diertazione ulla origine e antichit della (Zirconi/ione.
Eame intorno all antichit delle monete coniate.Per er.
ire ditpplimento alla piegazione del *veretto 16.,
Capitolo xx..del Gene/i
_
Monete degli Ebrei ridotte al 'valore delle Romane..

102;
116

129
145,

Miure Ebraico'e deLiqnidi comparato alle Romane..

14.6

Mture lunghe degli Ebrei comParate alle Romane.


Orvazioni ulla Cronologia intorno agli Anni., Mei,
Giorni , ed- Ore degli Galilei , degli Egizzj , de
Greci, de Romani- e degli Ebrei!.
Cronologia degli Egizgj.. '
Cronologia deCaldei..
I.
L i
Crenologia de Greci..
Cronologia de Latini

147

1-437
1.52.,
3-57,
1164,
169

Cronologia degli Ebrei .i


172.;
_Ta-vola Cronologia: di ci :Le *vien riferito nel libro del
Genei econdo il calcolo di Uer-i0
180.
Ragionamento opra l Eodo.
1862
Diiertazione intorno averi, e fali miracoli, e al Potere

degli .Angioli e de Demon) o-vra de corpi .i

2.03,*

Diertazione ul tran/ito fatto dagli Ebrei del Mar Roo. 2.2.6


Dirtazione
ulla Poeia
deglidellEodo..
Antichi Ebrei..i
2.4.8.
Tavola Cronologica
del libro
7.64

Ragiongtnento opra- il .Lc-video

2.67
Dia-.Efo

X11
Diertzioe owerocaprimenti intorno alla natura ,alle
7-75
793
311

caue, ed gli eetti della Lebm.

PMI-azione opra Moloo Dio degli Ammoniti.


Ragionamento ap: {Namco-i.

Dxrmziow intorno alla Dzciplimz o alla' ;Armadi om.


minimre infm gli Ebrei Izz- Glizja .. e ingolar

316
mente opra il Sinedro.
Diermzjoue opra ;l R'fcgor, (.mo,.ed altri Dei M04
40
bin' .
Tavola Cronologia: di` ci 0/2: i' contiene nel libro, de
Numeri..
354

336
Ragionamento ap:` il Douteronomo ,.
384
Dtm-reazione y: il Divorzio`
@Funzione JPm i upplizzj memordti dalla &ritmi-a . 409

FINE. DELLA TAVOLA;

n
\

W,

o-4._

i-.

ll'lWl"

RGIONAMENTO
`O SIA PROEMIO SOPRA -IL -PENTATEUCO,
;ED IN -PA-RTlC-OLARE
'SUL *GENESL

i, Crie Mos il Pentateuco: `ed in.


' i -ucil coa'iarelbbe il -qu ora dion
deri a provare quella verit, do.
o tanti eccellenti trattati *uciti
m luce per oenerla. Bei, che
a Mos contendono quei libri,
debbono eere -~1*'rbuttati per em

pre, come turbatozi-di quel po


eo , -in -cui per pi di tremil
anni mantenuto: e-duopo a.
`rebbe che aveero dimorantime
prove per dare adivedere, ch egli non oene lautore ,- tri..
chiedendoi ragioni di tale chiariima evidenza per met

tere in equilibrio -l peo di s antico poeo , autentica


to dallautorit di ,GESU CRISTO, da quella degli Ap

pooli,-e oenuto dallu-'nanime conencimento della Si


nagoga , e dell-a -Chiea"Criiana .
Ma le ragioni addette daglincreduli denor'tempi
Irovnni ben lontane dalleered-s fatta natura.Ci ono ,

dicon co0r0,nel Pentaceuco alcune coe ,-delle quali-non


cerxo pobiie, che Mos iane .lautore-z noi pure ne an
diam daccordo ,- acceoch quei che ritoccarono il Penta
Ieuco,vi hanno a giunto,c vi han tolto;anz in qualche
luogo apparice elFepi voluta abbreviare la narrazione, ed
oer.va,ehe lOrdine delle materie,e del dicoro rimane
talvolta interrottoi eonfea*a~nc01*a,.ohe ci embra ee.
- - Dzert.Camet T. I.
x
A
rc

-J

2.
DISSERTAZIONE,
re ato fatto pi too a cao penato,che accidentalmente
avvenuto , o per colpa de Copiator . Pare, a tag-i e di
eempio, che la oria di Lamcc bigamo non a :Pl tale,

quale avevala critta Mos;dovendo eo naturalmente aver


da prima narrato ci, che da luogo a Lam'ec di dire alle ue
( 3) GM'- lV- 13- mogli : O *voi mogli di Lame:: acoltate le mie voci) , date
orecchie alle mie Parole : Ho uccia tm uomo con traggerla ,
e ad tm giovamento bo dato morte eo le pereo . .Dio Panini
fette volte/ l omicida di Caino, e ettantaette volte ilmieidtkl
di Lameo. Nel teo come noi tuttora labbiamo, non i s

a che riericani quee parole. Pare altres, che ~eno a


te aggiunte dopo Mos le eguenti parole al teo del Ge'ne
(b) amd; x, z_ 6.i Il Cana-teo era allora opra la terra

Ci _ono nell'

Oberland!!! mmm

Eodo alcuni pali , ne quali embra mancante il ceo Ebreo,

"W "'l -

per eempio , Exod. x1.8. , dove leggei , che Mos parla a


Faraonelenza accennari il principio del uo dicoro. IlSa
marie-ano aggiugne a quello luogo ci, che par che manchi

nellEbreo. Simiran nel medeimo teo Samaritano addizio-`


ni coniderabili al capitolo xx. 17.19. che non leggon nell
Ebreo ,oervandoi ancora nei libri, che eguono , 'le medei

me variet, alcune delle quali moranoeere di poco rilie


vo, ed altre di macgioreimportanza, maovvente ono s
ben connee nel te oSamaritano, che dicil col arebbe
che vi foero ate poteriormente appoe ;e parecchie an,

e ne del
trovan
_nel Deuteronomio.ll
paodedel
libro del
(c) NM" xxn '4' cora
le Guerre
Signore
(e) citato nel libro
Numeri,
ci
embra accreciuto a Mos,comc pure il comi-nciamento del
libro del Deuteronomio. Veggoni imilmente in queulti.

mo libro alcune propoizioni di rimbalzo,che ci embra.


no aggiunte , per eempio , ci che oervati in alcuni
pall, che i 'luoghimnde 1 parla, on ituati di 13 dal Gior.
d) 813%? P- '- dano (d), il che non pu convenire' e .non che ad un au

' ' ""3"

tore,il quale criveva di qu del medeimo ume. Quel

che vi i narra .del 'Letto di Og,ele li mo/Zravd in Ramam


, no al tempo dello Scrittore, e delle Citt di fair (e), le
(e)
Nm_H"""[*-7"'"
"ml-44' qua l'l non portano que o_nome, e non do `o Mos-tutte
,

mutui.. 14.

quelle coe ,embrano aggiunte da penna piu freca. . Ma


.imili cangiamenti -ono in p'iccxol numero , e dl _poca
conderazione-,e e vennero aggiunti al teo ~da quei _che
rividero gli critti
del nv
Legislatore,
con animo
dingannare
i Lettori,
ad intentonon
di fu
fargicredere,
che
foero di Mos omiglianti addizioni.
.

Venen

SOP'RA IL PENTATEUCO..
3
'Vanne accreciuta, per eempio , nel ine del Dente.
ronomio la narrativa della morte di Mos;ed coa chiara
non eervi ata critta da _lui_(`a.)`, ma eptaluno foe ato a) E Goeo , e
cos trio e.no per concepire il diegno~ d ingannare il Pub- me Meran

blico, divolgandole proprie ue opere ottoi nome diMo-che eo Mos ave


s,pu mai capiri, che foe ato s male avviato di non e again? Hr":

accorgeri, che operava direttamente contro la ua propria ZTL': :Zi aPliito


intenzione, crivendo coe poeriori al tempo del preato di Profeziz , m,

Legislatore? Un uomo che avee aputo inventare a dilet- quello entimento


to il Pentateueo,non arebbe ato capace di omigliante "0'? Vi?" reg
'

Fbi/0 [tb.

Ul- da

diavvedimento, ed ogni altro galantuomo che avee crit- Vi M i; ,im ,


to il Pentateuco , fuorcli Mos, non avrebbe poruto par mm, &Ipe-pl: lio.
lare, n crivere, com'egli ha critto ,. e parlato. ll Penta- lv. Antiq- eap- I
teuco reca eco le fue pruove contro ad ogni altro Scritta
re, che non ia Mos, non potendo eere ato critto n
da un auto impoiore, n da un uomo chietto e incero.

Se egli un ingannatore, troppo patente la frode; ed

contradittorio, che un uomo ingenuo udj per trappolare.


dunque non'rea a eguiri e non che il entimento,ehe
a Mos inpirato da Dio acrive queopera
Nacque Mos nellEgitto in tempo, che i Principi di
uel vao Dominio, non pi ricordevoli derilevantiimi

ervigj preati loro dal Patriarca Giueppe avevano con'ce'


puto contro agllraeliti opetti di ribellione , atteo il di
oro gran numero che di giorno in giorno andavai vieppi
ricrecendo: per la qual coa gli riduero ad un ben duro
ervaggio , e sinduriarono per opprimergli nella pi bar
bara forma, ino a dari ordine alle Levatrici di dar morte
a tutti i machi,che nati foero dalle donne Iraelite; On.
de per ottrar Mos da s crudeli violenze ,iuoi genitorii

viddero obbligati a tenerlo do o eer nato piu mei naco


io, e indi lepoero a quel c e alla Providenza oe piacz
cinto diporne , collocandolo entro un ceello di giunchi

ulla riva del Nilo. La glia dellEgizio Monarca avendolo


ritrovato,il fece nudrire , ed ammacrare in tutte le cien-v
ze, che in E itto allor coltivavani. Egli intanto pinto

dallo Spirito Si Dio impieg tutto e per_ occorrere i uoi


fratelli 'opprei dagli Egizziani ; ma glIraehti non aven

do compree le di lui buone intenzioni, n qual foe lo pi


rito che il faceva operare , venne atretto a ricoverari m
Arabia,ovc pree in moolie la glia di un Sacerdote,o ia.

/ dei Principe di Madian. Dio 1 pales lui ul monte Sma,


A

2.

e co

;i

DISSER'T'AZ-IO-NTE-W'

ecomandogli di andare ad erarrc il' uo Popolo dall'Egitco;


dove ormai gemeva per lo pazio di pi di &o; anni lotto
una duriima chiavirudine.
Ritomato Mos in Egitto,-ed aito dal braccio on.

niporente di Dio vi oper innitmiracoli, met-'c' dequali


guadagn la condenza degl Idraelici, e ane la pet-tina
eia , e lo induramento di Faraone. Mos venne nalmente'

a~ capo di cavardallEgitto iYuo Popolo , e lo guido a tra


vero del mat-Roo , che miracoloamente apr , e pel de.

ferro del-Sinti, ove da Dio ricev le Leggi, che di preen


te neuoi- libri leggiamo. Le mormorazioni deglldraeliti
fecero s , che non" entrarono nella terra Promea, ed ilor

gliuoli non vi furono intrOdOtti che nel quaranteimo an


no dopo la di loro ucita dEgitto. In turco s lungo trat
to di tempo ebbe M'os a orire da quel Popolo indocile
tutto lo immaginabile di mormorazioni ,. di lamentanzc ,
e dinulti. Non vidci per mai pi generoa. clemenza in
perdonar le ingiurie, ne maggior coanza' nelle. contraddi.

zioni, quanto quella che dim'oronne Mos. Vife aatto


pogliato di-vanit e di ambizione, e mor laciando con
fua tra ii uo popolo lenza matcmdiintivo di onore la~

ua propria famiglia ,.

Era Mos uomo di'pezza e intendentiiimo, icche e"

avee voluto, avrebbe certamente potutOKdare ad intende


re ci, che gli foe piaciuto, ad un Popolo rozzo ed, igmrante, almeno circa quelle* coe di cui` non aveanc oculatr
nocizia; a cagio-nc di eempio, intorno aoi,che oloao
to Dio avevagli detto .' Ma nota nel modo uo di opera
re, e ne uoi critti- un carattere di probit, e di candore,.
che non pu eer-'falo, pet-ehe dappertutto uguale, e eu

vero di aettazione ,e'di artiizio.Sei~ cadde in qualchede


bolezza , non la dimula;ri~erendo altreseon liealeal

t quelle di uo fratello, e della orella.-Parla eziandio_ di

coe le piirraordinarie con una moderanza , e tranquilli


t, che non* poion confar a chicchearchcx voglia-ingano,

nare, che inventa , che racconta fatti olora marwiglioh ,e


che ha in cuore di-peruadexgli contro alla ua~propria creo
denza,e~chc teme di eer convintodi falo. Nella ua nar

rativa appena manien e eo; o e pur il- a, empre


per dari a vedere tal quale egli.~, e mai-a guia-di chi h

naconde, ed adula ; parla` ugualmente di e, come di un.


altro ,1 r-aceontandone _candidamente il bene ed il male,
enza

SOPRAlL PENTATC"

`5

enza valet di quelle caltrlre cautele, the 1' amor proprio


u etice agl'iocriti, cd aglingannatori per occulcari, e
a hne d non divelare ci che 'ndonda in lor dionore .ll
u'o lev chiarimoe enza equivoco, ncorgoni in e
o uelle digxelioni,` e circonlocuzion, con cui un alci

zolo Scrittore pu dirarre chi legge,acci relit- di via


la verit , e per deramente' intrornettere " falo in un
conuo racconto, a oggetto di -palliav la bugia,che trop
po 1 darebbe a conolcere in una narra-zione emplicih

ma , e chiara . Tende empre Mos' direttamente al~1`uo*


ne; fallacia e contraddizione foe nehoi cititti,` non

arebbe coa piv agevole quanto il convincerlo


Vero , che talvolta ei tiene pocordine nel rapper-'

tare i ucce`, polli in* alcuni luoghi fuorL del tempo ad


e dicevole;m'a quello appunto per' avventura.- uno dei
maggiori contraegni della MCll[ dellautore, che cri
vendo coe preenti , c a tuttl- cogmte , non ha uato in

diporle Iiea attenzione ,e come avrebbe dovuto are


'uno Scrittore che a lui foe poteriormente venuto,c che

avceavme .in-ire men rette,

Lautore del P'entateuco criveva n un- tempo, clic


il nom di Dio non era quali pi conociuto e non dagli
Ebrei,` andogli altri popoli immeriin una univeral cor

ructela di coum. e nella prof-'onda ignoranza del vero Id#

dio, e della vera Religione.- Gli Ebrei medeimi-,pequa ~


li criveva*erano indocili e rzzi, e talmente dediti alla

idolatra,cl1e' non agevole dimmaginarelo. Nodriti da


lungo tempo in paee idolatta e CORRO; ancati da graVoe fatiche; inalvatichit da- s lungo ervaggio avevano
entiment'i'proporzionati alla bellezza di cos vllana educa

zione. La oppreura, otto cui gemevano, avea poco me


no che fatta dim'enticar lorola` Religione di:` loro Ame
nati;e addati all amor di quel culto chedominava in Egit
to, eran-[ ad eo aezionati,come pi conacevole a1- ge'
nio loro, e pi alla di loro inclinazione conforme-Con

viene a tuttoqueo por mente per bene intender la-idea di


Mos , cui u duopo addattarra'lla zocichezza di quel Popo
lo , ed avere qualche riguardo alle ue preVenzioni. Fu ne
ceario upplire'- a* quanto mancava alla di lui educazione;
rammentargl'i" le promee fatte a i uoi padri ; m-ettergl
dinanzi agli occlrt la nobilt deuoi-vi, e nalmente op~

parte( argini`~p0tentilimi alle malvagge fue_ inclinaon -

cco

D'ISSERTAZIONE
Ecco quanto dovette pregger Mos, ed a queto i

riferice tutto ci, che legge nel Pentateuco . Va egli pre_

arando nel Genei la meme ed il cuore del Popolo,acui


lia pet-dare le Leggi,ecndo queto libro., come il proemio
de'libri, che quelle contengono. In eo epone la loria del
la Creazione, che diruggc il entimento della eternit del_
Mondo,e d ai vedere quantofoe ridicola la Religion de

gli Egizzj, e deFenichhe adoravano gli ari, e gli ele;


menti,e coe ancora pi vii ,e del tutto immcritevolidi

ripetto. Nel Gene vien decritta la lloriavdePatriarchi,


e la elezione fatta da Dio della irpe di Abramo per or.
marne
Popolo.la La
mente
di Mos
queto i
libro ildidiinto
dare a uo
conocere
Unit
di un
Dio, in
Creatore'
del Cielo e della Terra, la di lui Grandezzaa Giulizia ,,
il Potere, e diporre gli Ebrei ad accettare quanto era in
_' procinto di dir loro in ordine alla maniera , onde un Dio

s grande voleva eere onorato e ervieo . Regira minu


E tamente le Genea-logie, maime quella di Set avanti il di
luvio, e quella di Sem, da che u ucceo il diluvio, pe~
rocch da quea ultima famiglia eran d-ilcei gli Ebrei,ed
' il Salvador: da-e apettato dovevane derivare. Seguita.

ia diperione degli uomini dopo la fabbrica` di Babele , e


fa a decriver ci, che accadde alla famiglia di Faleg.,e di

Eber , e principalmente a quella di Abramo padredegli.


Ebrei, a cui Iddio aveva fatto le pi magniche promee
intorno al futuro Lib-cratere , ch era l apettazion degli
Ebrei , il n della Legge , e il compimento d-i tutta la
Religione, che lAleiimo per mezzo di Mos voleva a
bilire. Non eravi coa pi att-a di quea per animare il.
lor coraggio , per ravvivarne le peranze , e 'vintere la

loro indocilit , n altro mocivo che queo poteva pi.


fortemente impegna-rgli ad eer fedeli a Dio,e a riceve:.
ne le ue ante Leggi'.

Il Legislntore epone puntualmente le cagion , onde


moo abili, e rinnov le Leggi. Per eempio, la Legge
del Sabbato , e quella della Circo-nciione: mora, la origi
ne degli ui praticati: dagli~Ebrei,,cone quel-lo di non man

giare il nervo della cocia (a): inculca. le promee acre

3;) amd" xxx. da Dio ad Abramo dimoltiplicare la ua proapia, e ren

derlo padrone del-la terra di Canon-2 fa oervar le occaio


ni, le circoanz-e, e tutte le particolarit deuoi acri
cj, e degli altri atti di Religione: paa otto ilenzio la
Idol.

SOPRA'I'LPENTA-Tnveo;

"7

Idolatria de uoi antenatinella Caldea: riferice parola per'


parola le antiche Proejzie~,cheranli conervate dalla tradi

zione del Popolo, per 'eempio quelle di Giacob ando per


morire,- cita antiche memorie, vecchj proverbi, e cantici
ancora, per rendere accertata la-poerit che quanto dice
_Va , era noto a tutti quei che del uo tempo vivevano.
'
D egli a vedere la radice della inimicizia delle Na
zioni luna contro dellaltra,la maladizione di No con

`:tro di Canaan,chera il primo titolo deglIraeliti per il


poedimento della terra di Canaan; divia la origine de
Moabiti , degli Ammoniti, e deFiliei , popoli empre

nemici del Popol di Dio ,* mora i diritti incontraverti


bili di Giacob alla dignit di primogenito, e le prome
e che a lui ur fatte s avanti , che dopo il uo naci- '
mento, in diavvantaggio de figliuoli di Eau.
,
Parlando Euebio(a) delibri di: Mos conferma ci , ET!). ffl''p':
che ora dicemmo. Lammirabile Teologo, eLegislator de- parimefteg. veda-

gli Ebrei,religioipmoe
diceli , amando
quel Popolo
V1]. e v1.
governo
*entroprecrivere
anto, nona volle
erviri un
di Iidj' Cap.
luc9medcm0
un eordio , e di' un roemio ordinario , e comune ,.ma bw
avendo conceputoil .it-gno di tutte quelle eccellenti!"

i-ime Leggi , che regolar dovevano la maniera di vivere


degli Ebrei, trae dalla Teologia deloro Antenati i prin
cipj di quanto doveva loro inegnare.Comin.ci-a adunque il
Genei,che come la prefazion delle Leggi,.chei precri
Ve per ordine del upremo Autore e Creatore di tutte le

coe viibili ed invilbili , decrivendolo comeil Legisla


tore ,o il Governatore, il Padrone, ed il Re dellUnivero ,

che con apere innito a guia di una gran citt regge, e


overna , e rappreentandolo come l Autore di tutte le

eggi, tanto di quelle che in procinto di ordin-ar loro.,


quanto di tutte le altre colpire nel fondo de i lloro cuori.
'
La
Teolo-:ia
d li Ebrei
l;
rinci
ia da lacoleruova
,
della
virt
omntipoteengtem
dalla(cal)1i
che tliitte'le
pro- (b) IM"JL
dulle 1 ella mora qual ia queta prima Cagione e Vir
lll r non con argomenti articiali e ottili, ma_ inuna

maniera autorevole e dogmatica. Il Legislatore mpxrato


_dallalto dice, che Iddio cre il Cielo e la Terra con la
uaPn-rola , e per un emplice eetto della -onnipotente
ua Volont; fa indi oervare, che queo medeimo tut
to poente Creatore non abbandona m'ai la ua creatura,

come uccede ad un padre, che morendo , lacia orani l.


um

.8

_DISS-ERT~AZ~I~ONE~

uoi gluoli, ma chei guidagli empre colla _ua Pim-riv-`


lenza ,per modo che non olamente il Creatore e lAr
teice,ma il Regolatore ancora e il Moderatore,i_l Prin

cipe
il Re
dell
Univero.
rah verit
olo
leggeied in
Mos
, che
deveerQuella
conidgerato
come non
il Mae
.tro , ed il primo Teologo .degiiEbrei , ma imilmente

appo quei che lo eguirono, inpirati comeo ,dal d'iv'ini


imo Spirito ,ed anche appreo .coloro che .il Ptecedetxero,
come Abramo, Melchiedec, e gli altri Patriarchi, dequa

li ci mani-ella nel Genei i nobili religioiimi entimenti,


chebbero intorno alla Divinit, ed alla Providenza..
Se -tiet-tai alla oria conenvataci in .queo'zlibro. ,
vedr , [che non eravi coa pi conacente al diegno di
Mos, quanto il porre otto gli occhi _del Popolo ,di cui
erane
il Legislatore,
.ed il Maero,
li eempj
di una vir
.td
cotanto
ublime , ,quant-o
,quella cghe
ne Patriarchi
ri
plende . Stabilice .poentemente la Proujdcnza del Creato

re nell"Ioria di Abr-amo, di Giacobbe , e di Giueppe;


prova la poanza-innita di Dio nella Storia della Creazio

ne,mora la ua giutizia vendicatrice in quella del Dilu


vio, enello -proondamento di Sodoma . Fa uivima brec
cia -nella immaginazione {del Popolo colle ue orti epreo
ni, rappreentandone ,in forma enibile Iddio , che parla ,

che opera ,che ricompena, e *che gaiga ,-d loro a vedere


Iddio iniogni 'luogo preente,e empre intento a punir la in.
giutizia , ed a premiar la. nit.. Prova eer giuiime le
Leggi degli Ebrei , con la ,o bedienza .che ad ele preaa'.

.n-o 1 loro Antenati ,i quali ,prima ancor della Legge ne pra.


ticaevano i punti pi rilevanti mora lautichit della lor
Religione, e indirettamente lit -toccar con mano la oltez.

za, ela novit .degli-altri culti.Scorge1 ,tal diegno s ben


continuato, e tantoben eeguito nel Genei, che non pu
dubitar ,che non ia ato quello di Mos , e quello inie
.12'

me del di-vinimo* Spirito che .lo animava ; ed inpiravalo


_( 9.707131. [ii. ton nello indirizzamento, e nella eecuzione della ua opera.
Origene (a) comparando Mos agli antichi Poeti: Legis
a {logica-pag- 15.

latori dePagani , come Lino , Mueo, Orfeo, Ferecide ,

ealta innitamente `quello Legislatore opra di loro. Con


frontare, dicegli , gli Scritti di que-li uomini, dequali
tanto voi ne imate ilapere , con que-i di Mos, i di' loro
racconti con le ue orie ,e le regole di morale da `elli date

co precetti del notro Legislatore, ed oervate quali iena


pi

SOPRA IL PENTATEUCO.

'pi atti a riformare i coumi,ed a mutare il cuore. Po

nete mente,che i menzionati Scrittori poco o nulla i ap


licarno ad iruire il popolo , avendo unicamente atte;
o a crivere per i dotti , che poon trovare la piega
'zione delle gure (di una in olare Filooa, c delle alle

goria, delle quali on pieni t loro volumi.


Ma il Legislator degli Ebrei ne cinque Libri che ha
critto,ha fatta da valente Oratore ,che avendo in animo

di comporre un bel dicoro, a di tal fatta addattart aglim


telligenti, ed aglignoranti 'in tutto ci ,che dice, che pro
duce si negli uni, che negli altri ,penieri adeguati alla lo

ro capacit,ed .al di loro intendimento. 'Ei non volle aggrax


vare ilPopolo con tanto numero di precetti , che da piu roz
zi non poceero eere apprei., acci otto pretelo di-non aper
li, non prendeero motivo ditragredirglinnc diede quan
ti ne a-b'biognavano per dar materia allt pi cienziati con
'che eercitari nello coprimento deeni nacoi , che in lor

racchiudono. Aqueo grandUomo pu applicariquel , che


altra ata diceva Tito Livi-o del vecchio Catone , chela ua

fama,ed il merito rendevanlo uperiore ad ogni moro din


vid'ia , a tutte quante 'le maltlicenze , e che tutte le lodi de

pi rinomtti ingegni, e delle penne pi eloquenti non po


tevano aggiungnere un minimo che al concetto, che avevat

di ua perona: Cui: glorie neque profait qaiguam [andam


do , neo viruPerand rstquam ae-uit , cum mramaue ummit
Pra-:liti feeerint ingenir. Indarno sngegnarono per icredi

tar'lo ~i Porrj, gli Appioni, ed i Giuliani . La malvagia


'lot- volont ha contribuito non poco a dare un maggior
luro alla"`ua virt , 'e e taluno 'udia'e di volerlo lo

dare, porrebbe lui diri: Perche volete lodar quello, che


niuno ha pocuto mai con verit diimare?
Fannole Leggi ,come gi i oerv,`la parte principa
le degli critti Moaici ,alle quali tutto il rimanente 'i ri

ferice . Pu in primo luogo notari il Decalogo,~che contie


ne in rihjetto tutto i1 diritto naturale,` e divino: indi ne

eguono i Precetti iudiciali, ecirimoniaii, e quei ultimi


proporzionati abigni, alle debolezze ,e alle dipoizioni
degli Ebrei. Siccome cali regolamenti potevano eere tempe
rari , e limitati,' e che un giorno dovevano eere abolitilper

dar luogo alla verit, di cui netano 'lombra ,* Dio conde ce.
e vero gli Ebrei ,tollerando molte coumanze non buone`

che ,arebbe fiato deiderabile di porcrle annullare;acagione)


- Dig-"m. cam. T. I.
dx
B

to

RAGI-ONAMENToa

dieempio, la Poligamia, e il Divorzio tollerati dalla Leg


ge. .Ordina Iddio moltime cirimonie ed oervanze apps..
rentemente vane ,per non ;Hercene nota la ragione,e che
per _avventura vnon ebbero altro fondamento c e la durez

za degli Ebrei , e il diegno di allontanarli dalla idola

tria , e dai conorzio ,con glidolatri ; di migliorare .ui


non buoni con ordinarne il contrario , o cangiandoli e
condo alcune circoanu, .o pure enza _murarli, anti
.carli , comandandoli er il ~culto del Signore , ,dovendoi
concedere qualche coi! alla debolezza del Popolo , che

non poteva ollevari a ~pratiche pi elevate e ublimi .


Era d uopo domare ,uomini _rozzi , imponendo loro un
gogo ,da portari con pena,a ne _di umiliare la lor pre

unzione , e ar s, che conocccro la propria acchezza ,


.e la neceit .che tenevano di _un Liberatorc.

'

Quai tutte le promee fatte da Dio nellaraLegge agli


Ebrei iriringono abeni caduchi; edimali che lor minac
cia , ono mali enibili ,e paeggieri.La maggior parte de

precetti riguardano il politico , il ,civile,o il culto eerio


,re della Religione;quando che il precetto dellamor di Dio ,
per eempio, non vi i trova, che una ol volta ben chia
1( a ) Dem-ut. 5.

;ro (a). Il micrio della Santiima Trinit non vi epre


amente notato, e olo *coneguentemente vi i rincontra; la

;eternit delle pene, e de premi , ,la immortalit dell Ani


ma non vi ono manieamente decritte; Iddio vi d ordi.
,nario _rappreentato ~come orte, terribile, zelante, e ven

dicat_ore_. Mos non ricerca quai nulla dagliEbrei ripetto


allinterno; regola puramente le operazxoni .del,,.corpo, c
dell eterno , perch tal era la dipoizione dell animo, .e del
_cuore del comun degli Ebrei, che gli ,rendeva incapaci di
maggior 'perfezione ,e di una pi elevata dottrina,*c il di

egno di Dio era , .che Mos accennae olamente _da lungi


i gran _principi della Religione , ed abbozzae la grande ope
ra, che GESURISTO doveva terminare; che dee una

., Legge imperfetta, ;e gurativa, la quale da GESU Reden


tore doveva _ricevere il uo compimento,e la ua perfezio
ne. Scorgei in tutta la Legge un particolarcvavvedimento
_del -Legislatore in predire la venuta del Liberatore,eend0
quea la principale attenzione de,Patriarchi,,c _del Popolo .

Quanto veniva da Mos abilto,era un mero provedimen


to , fino a tanto che comparie quel divino Maero, che

_doveva riformare le Leggi, ed i cuori.


La
-

- _

_.

SOPRA 1L PENT'ATEUCO.u
La divina Sapienza voleva ,che la Legge per eiere uti~
le a tutti,0e proporzionata ap acch1,ed api igno'
ranti . Potevano agevolmente i piu pirituali cavar le
coneguenze da ci, che Mos aveva motrato* ne uoi libri;

era agevole' il conchiudcre, cheendo Iddio quel', chegli


vero dell uomo", luomo non doveva aver altri ni che
quelli, che nel libro delle Leggi a lui vengon propoli ;che
unD'io-Creatorc, pirituale,giu0', buono ed eterno non
poteva contentari diun culto- puramente enibile , ma clic'

voleva adoratori in ipirito,e verit ;nalmente che doveva


eervi dopo quella- vita preente un altra vita, ed altri be
ni ,. avendo il Signore promeo aPatriarchi coe, che in'
ueo Mondo non aveva lor conCedute.
Eil Pentateucdunopera ola,- d mano di un'olo* Au
tore, ead un medeimo-ne diretta. Aericon gli Ebrei,
che tutta la Bibbia era altra. ata a guia di un ol` veretto.
La diviione 'attane in cinque Libri - m'eramcnte arbitraria -a 1 , Amore del
(a),
del di
Genei
al dodi-Lib,jzztnr7
0..
ceimopotendo
capitolo` continovare
dellEodo il
. libro
I titoli
queii'ino
libri
onoro il nome leilone
Greci; il Genei ignica la generazione , o ilracconto della ha CdffoahFMO;

nacita ,- edella vita dePatriatchi .- Eodo ioniCa la ucita , s earlblxadliilri


raccontandoi in quello la ucita dall Egitto . Il Leviti co ri- ,Pe Libri, come di

guarda le Leggideacricj , che'dovevano eere oerti da" - preente i vede.Mz


gliuoli di Levi, Il libro deNumeri trae il uo nome dalla "0" PF? que?
numerazione, che in'eoa prima giunta ilegge . Il Deu- fa"cnffmmg':
teronomxodenota in- Grcco la econda Legge,o la repet-Po 3 gckanPo

zion delle Leggi , le quali on~ replicare in quello libro .-empre orto il no
Danno gliEbrei a ciachedunordccinquc Libri di Mos ilmedMSP-ja 3"
nome della~ parola Ebrea Con che comincia, chiamando il]a Legge NH
Gene Bere/ito, perche principia con quea voce'. LEodcrim Pur- alnc ;an
.

oggi

a c

vxen chiamato Veelle Semotb perla ea ragione &c.N01 cre-gl Ebrei. E'molto
diamo,che Mos crivcelopera ua andantemente, e delleredfbllezchEY-T

ieo tenore' enza veruna di

uelle diviioni in libri e ca- ljjlge *LR:

pitoli, che' ono ate fatte dl p'oi

V gendomelozda

llbll di Mos' ono pi' antichi di qualunque altro ll-lione che leggeri"

bro deGreci, -che abbiamo( La pi gran parte' della Storia "Cl Principi? del

favoloa diquePopolifondata ulle vere Storie, chei leg- DJl'LLT? "ch

gono nelibri anti degli Ebrei ,- e i pi' de Padri antichiigrzmojsen_


giudicarono,che i Filoo,e i Le slator' antichi-aveero la' trovarono di
tratto da libri di Mos ,, quanto dillgerodi pi giuointorno via , 90"" 0710
alla Morale, eablrono di pi aggio nelle lor Leggi: Qyisllcgam"'
Poetarum ,z qu S'oni/Zarum , qui non de'Pronetarum fonte
z
\

pota

12.
RAGIONAMENTO
fiorai-ertPinde igitur PbilooP/.u it/'m ingente' in' riga-veri, ._
(a AFo/ogefmonna Sotto il nome di Profeti intende qui Tertulliano (a) [Luc]

GHlHMP-n-

gli Autori inpirati.


p
,
Non olo la Religion degliv Ebrei, ma quella ancora de
Criiani ia fondata ul-le Leggi Moaiche. ll Figliuolo dx
Dio dichiar nel Vangelo di non eer venuto e non ad 0ggetto di perezionarle,e di- adempirle,cit` che a marawglia
lr egli elequito , riletmando gli. abui,.ch eran iiztr-odotu

(LT Heroym- " nelle pratiche della Legge ; dando le giue piegazioni a
1"f LF'R'ZVF precetti, che erano ati -corrom con eni ravolti , econ
samanumlhmare-

.
.
.
.
.
.
.
.EZMHMMUMMM trai). alle intenZioni-.di
Dionn
cmma loituendo
un culto

[jtttririrn'pxitanx , pirituale e ublime al culto bao e car-nal degli Ebrei,e in..


rmi! MNP! , ! riducendo tutto agran princip) della Legge naturale, ed.
"FMA 11"P""in.muibile del-lamore di Dio, e del Proimo..
1. Cum: :i .Er-

1 S'

l'

ll

F l i*

drr.ij-riba-,C:L-dRialltln~l,C .e .a i_tan0r.e- a a {nTF agganc


;'illuare: Pr M-non men che gli Lbrei, ilibri ai Mose critti in lingua..
Pfafjervvlymfh Ebraica ,nia in antichi FUMO] Garnier-1,1 quali credonli el
""""""7`iere iniedeimi, che quelli. che valle lielo Mos( b ..
l: ul! Zercbael,
p
`
.
..
h
" .
.
.
1,7 5, m, Que - lFl-a'terleluHQI t- i,
e i_ ervwangi
rei _avanti
"f": quil'm 'mm u- la eiVitu dl Babilonia , ma dopo il ritorno della chiaVitu-~
"TW": nalddine adoperorono non olo le antiche lettere. Fenicic,comc..

/9" 'Fm-5 "4"" le vediamo nelle medaglie coniate da Simon Maccabeo, ma`
Samaritani-um ,l
.
.
1
` U]
.
`
~
_
Hdmommmm_ eziandio le lettere Calc-ee, di cux comunemente 01a i vru rie-rin:.
`glicnonelle loro crittum: ularono anche talvolta le lettere.

Yleela DTM-Greek:: , da che la lingua Greca addivenne il comun lin


lm) "F qua cunnoio di tutta la Sii-ia . Veggoni delle medaglie di Anti
le i eamina ,. eo

Db

. .

_Edm abbia muta, gono marcate coniettere Ebraiche o Fenicie,e con caratte-_

10 gli antichi Ca--riGreci; ma quelle otto il grant-Erode hanno olamente


Zum: , h

le lettere Greclie.,

Se?) Ui: agl-le:

Dopo- Or-igene , e S. Girolamo, che alle volte ne fecer

Samiano ~ fa menzione , erai perduta ogni memoria-del teo Samarita..

Mraz, corretto da
Do.
, Il P- M
:cirgoo
vom del ;eno 53_

no-:ma nel ecol paato,elendone nti portati da Orien

te- alcuni 'eemplari, il P. Morino fece lampare nel Ig l. il,


Pentateuco Sainaritano..ll confronto- fatto di. quello teo
collEbr-aico fe credere ad alcuni(o.),, che foe pi puro di'

laritano contro lquel degli Ebrei. Altri protelero ,, che foe itato corrotto

EAQOVEMO:
S

l'1; da un certo Doliteomenzionato da Origene


. Ma Giovan
" ni- le~Clerc (elba-raccolto con molta eatezzai IuOghi, do.

1; ,4, Mazrmm, ve ima, che il teo Samaritano ia. pi, _o meno corretto

2*- C*: jean-rom. i4- del teo Ebraico . A cagione di eempio', il teo Samarita..
(e) 70?;,CZMW no par pi corretto , Geue. lI.. 4.*vtt. 7.. xtx. i9.. xx., z,

PM" m xqu. 1.6..xxtv.414. xlix. 10. l., z. Exod. I. a. Iv. z.


Spie.

SOPRA IL PENTATE-UC'OZL
135
' Spiega iti-una foggia pi conforme alla Analogia ,

Gel-ref. xxxt.39.-vxxxv.2,6. xxxvxl. 17.2111- 34. 43. xlyLI-.


3-. Deut. XXXLI. 5.
.
Vi ono delle Gloe, e delle addizi0ni, Gene/Z XXXX(

15. xxx.36. x11. 16.Exod.vn. 18.wlt.2.3. Lx.5. xxx-ao


qu t'. 5.xxn I- 19.7xxxn.9.Le-v. L Io. xvn. 14.Deut.-V. 2.1
Pare cheia ato-comctco-per mano di qualche Critico , .

Gene]. n.2.. Iv;-Io.-1x.5. x. r9. n.21. xvxtr.- 3. xxx. Iz.


xx. 16. xxw. 38. 5.5 xxxw 7. xxxv x.. .~xlI~. 5.0.Exod. t. 5.
x111. 6.- xv. 3. Num.~ XXI I~. 32..~

Egli', piu copioo del teo Ebreo-,Gene IV. 8. xt.


31. xxx. 9. xxvno 3:4 xxxt-x. 4.. xlIn. 25. Exod. x11.
40. xl. 17. Num. lv-r r4. Deut- xx. 16.~
Vi alta, Gene]. xx. 16. xxv. 14.
V accordo coSettanta, Gene. 1-v.- 8. xrx Im xx.
16.-xx111~. 2. xxtv. 55. 62.. xxvr. 8. xxrx. 7.7. xxxv.29.

xxxtx. 8.- xllyl. 43-, x111]. 2.6. xlt-x--z Exod.VI-t 1-. 3._

c- in parecchi altri luoghi


Si lcoa daiSettanta,. Gene]. 1.7.v. 29; vnt. 37. xln.
7,7.. Num. XXII-.4 la qualcoa degna di oervazione-com

tra di Ufierio, il quale ha preteo, che il- teo Samaritano


foe fiato corretto da Doliteo- opra i1- teo deSettanta.
ll libro del Genei contien lloria di 2.369- anna e'
condo-*il calcolo del telto` Ebreo , e della Volgata ,- queo
pazio ende dalla creazione delMondo mo alla morte

del Patriarca Giueppe .- Crede, che- Mos crivceilGe


neli nedeertidi Arabia , allora quando , dopo_ la mormora

zione del Popolo a Cadesbarne, Dio- gli comand di viag


giare per 40 anni in quelle olimdini . Pu notari ,che nel
Geneli egli adopera la voce jEI-IOVAH, che certo- imparo,

quando lddio gli apparve ulSina: viparla ancora degliani


mali puri, ed- immondi del tempo di No, il che ci per
uade, che quando crie queo libro` gi gliEbrei aveero

le Leggi della dilinzione degli animali; e coneguentemen


te crielo dopo i libri delle Leggi, e dopo la tazione del
Sina . Fa menzione nel Capitolo X'IV- 7. della fontana del
Giud-icio, la quale non port veriimilmente tal nome , e

non dopo la ribellione'del Popolo- irr quel luogO alle acque


della contraddizione.Vedete il libro de Numeri ,- cap. xx.e

eguenti; lCCh Mos non avrebbe critto il Genei, che `


BC' due ultimi anni del viaggio del Deerto: e pure non gli
foe ato aggiunto tal nome dopo Mos.;

IPF

14.

RAGIONAMENTO

I primi capitoli del Genei ono- diciliimia piegar


econdo il eno litterale , e maime in ordine a ci che con.
cerne- il peccato di Adamo e di Eva, il lor- gaigo, e quel
del erpente@ Gli` Ebrei ne- proibiconola lettura , a Chiunq

que non abbia. letdizz. 0- 30. anni.

Con tuttochea procedere con rigore, non ia impoibi le,


che Mos abbia potuto apere dalla tradizione' orale quanto

ci dice della creazione del Mondo, del diluvio, e della et.~


dez P'atriarchi;mentre No, che aveva vedute-i gliuoli edi

nipotidi:Adamo,, vie mo- vero il nacer'di Abramo; Abramo aveva potuto vedere Sem gliuolo di No ,c da- Abra-

m0 no a- Mos- ci on di mezzo tre perone ,.eo Iac ,.


Giacobr, e Levi ; turtavia molto credibile ,,- che il Le-;.
gislatore tenee ricordi e- documenti, che conervavani nelle- famiglie degli Ebrei . E di vero le diintc particolarit
delle-Genealogie ,le date-dei fatti , le circoanze de uccei ,.
il. numero' degli* anni della vita de Patriarchit non poono
guai-i aperi in una manieta- cos, accertata ed eatta ,e nonr
per mezzo di crivere', e di memorie.

IllibrodeGiui citatoin-quellodiMos (a),` enel e-~


))*~

1..

R ego., l.. . l s . -condo- libro-de Re()

are , che ia una Storia 'degli an-

tichi- Patriarchi . Noi. e giamo neParalipomeni (c)*una.


battaglia eguitain tempo,che gli-Ebrei dimora-vano in EV
gitto, la quale non leggei ne libri di Mbs~,e le variet
che 1 oervano-ne Nomi ,e nelle Genealogie in diveri luo
ghi della Scrittura , non provengono che dalla multiplicit

degli eemplari ,.donde on tratte s lunghe* decrizionidi no


mr.. Egli- ver ,r che avanti Mos poco criVevai,- e appiamo che varj popoli ono-ati lunga pezza enza luo*
dello criverezanzi. vi ha chi pretende,che lieo Omero= '

non- abbia mai~ critto coa alcuna . Ma~ per quelloappunto


qual confuione, che ignoranza,ed ocurit non incontrai
nell Iorie antiche di. que Popoli? Quante favole non ci.:
ha ella pacciate- la Greciav intorno a tempi , in cui ea

non- per anche, criveva ?Che aurdi nella lor Religione,


e nelle Genealogie- delorolddj P Se adunque la oria E-~
brea me lio olenuta-, pi ordinata, pi eatta', e pi

certa, queia. obbligazione deei Veriimi mente avere alle


memorie regirate prima di' Mos . ,
Ma tUttO queo non arebbe valevole perproccurare a."

libri' di Mos l autorit , che noi lor diamo, e non ri..


conoceimo in lui una immediata inl'pirazione dello. Spi-
rito

.SOPRA .IL PENTATEUCO.


I;
rito
iDioychedi glidivel
.molte
va conraccerto
altronde apere
,e' c"oe.,"le,quaIi'nipot
che comunico a_ qiuelle ',
che gi apeva`,e delle .Quali aveva potuto avere perle `vie

ordinarie, una certezza mallibilee divina . Il Profeta Iaid


(ealtando la grandezza ,di Dio ii Isdrgele raidOPra de~ ;- ) Iai. xl. 7. s.
gli Dei delle Nazioni , ie/ale .della -TproYa-zdella tiaelazio-

i'

ne,che1ddio aveva fatto a-l uo Popolo delle cae antiche ,


e di cui-le altre Nazioni non avevanpn aver potevan

conocenza Veruna per mezzo deloro Idoli 'j Chi .' imile a
me, dice il Signore A, e richiami alla memoria le coe paa
ae, e pieghi ordinatamente dal ,Principio del Mondo ci, che
120 Perato Per lo abilimento del mio POPOlo ; antidiea le coe

future, e quel che ba da fuccedere.Non cui' bo' fatto .i0 _aper


( quee coe ) i da Principio'? Voi teimonj e /iete ; a-u-vi

fore unaltro Iddio alze mea `o un Creatore al itonoeiuto mi


iia? Oerva parimente :Origene (b), che arebbe ato im- :(1,3 migra- 54m,

poibilea 'Mos il narrarer quanto era avvenuto dal c0- xxvt-inNamu.


;minciamento del Mondo, oquel che doveva uccedere al

la ne deecoli@ .e non foe fiato inpirato , ed itruito


dallo Spirito _dei-Signore; n avrebbe .tampoco potuto par
larci del CRISTO , e non oe Prato-illutrato dal divi

.niimo Spirito -Unde enim Poterat Maffei, *vel qua- ab ori-~


gine Mundi gea ang-vel qua i ne Mundi getedaerant,

narrare, di Per inpirationem .Spiritm Dei?

--J

DIS;

. -or

16

MMMMWWWMWMNNWWWWWMW
MWWMMMMMM
, e
MWQMMMQWBBYYYYYWMM
XWWWWWW

WWMWMM

'ox ;zh

` 591332: 1,1: ?Ruo gump "


e Ia Confuione eguita a Babele.
".Aendo rieione i Pagani alia diver.

ilt delle lingue, che regnavano gi,


d allora nelMondo,e inveigandola
Origine di canto divario,idearonoin

- torno a ci varj emi.Crederono al


cum, che nel principio del Mondo,
o occoil felice regno di Saturno non

`, ' 'olo li uomini tucti,ma gli animali


gli 'ucce {i , ed i peci aveero lieio

linguaggio . (a) Ag iugneva la' favola , che gli uomini


(3")Pi'{lfoiPqllllit. non conocendo abbaanza ia loro_ felicit, pedirono Am
uiagj-'Lm- baciadori a Saturno Per-chiedergli la immortalitappref

entando non eere convenevole cheglino foero prwt


di nn avvancaggio da lui _con tanta liber-alic conceduro al

erpente, che ogni anno ringlovenice laciando la vecchia


coglia per riveirne una nuova.Sdegnato Saturno non lo
lo neg loro ci, che chiedevano,ma pun: ancora la loro

ingratitudine con privarli di quella uniformit di linguag


-gio , che inieme gli univa , e confondendone la favea
gli poe per queo mezzo nella dura neceiit di eparari
gli uni dagli altri.
Coloro , che attribuirono al 'cao , ovvero alla terra
umida,e ricaidacadaraggi delSole la creazione delluomo,

(i?) Dador- Siani. ragionarono in unaltra maniera (la) . Credettero, che la


gg!" * P43- s- m* terra avendo prodotto indierentemente uomini, ed anima

li in tutte le Provincie dellUnivero, gli uomini non ave.

ero avuto da principio lingue , n certi egni per ipiegar


ii, ma che in progreo di tempo aveero inventato uo
ni ignicativi,e chea poco a poco l_ foero formati gl'

idio.

SOPRA IL PRIMO LINGUAGGIO, ec.

'I7

idiomi diver in diverl luoghi , econdo che il cao, il


temperamento, l uo 7 e la neceit il' richieero (a). (a) Hofat.Saryr./.
Cum prorepferunt Primi: ammala; terms,
l. .ram-.3.1;. 99.10;.
Mimmo, (9* :urp: Pecus, glandem, atque cubilia ProPter
Unguibm, (3?' pugnsi....... pugnabant
Donec *verb-1, quibus voce: en/uque notare,
Nomina
ue invenee.......
. . .
Non
qella
una pazzia dice Lucrezio (A) il credere,(|)4:ilz-2,Zn;m:
che nel principio abbia -un qualcuno impoo il nome alle li- 2- :{- Arab-ch.

coe; -e che ali uomini prendeero di poi da ci le varie .~ * ""oflm-:mr


denominazioni, che han-no lor date. Imperocch e talu
ne pat farlo in un luogoperch altri non avranno po- vernrtezrzfemfa
tuto farlo in altre parti del Mondo?
iar'babtak, ac
.... Puma aliqum tum nomina alzri/mze
:fh'f "TW: p"

-Rem, C9 inde homiue: didiwi: *cambia/a'

ana, deliPere e..


ign,it hm
Fon-m 1a Natura i -uoni,della lingua, produe 'la xe-*dm wont/em
utilit -i nomi, che danno alle coe.
;i'm " PiWFWL
A: vario: lingua onia- natura uegit
h mm "MM
,

~ -

tai, voci-:buia {i m'

Mmere, (3 unlzta: expwt omma rerum.


M'-'a z a" ev
Ae-i varj iemi non umno `immaginari, e non #muzmmumcc.

*the per upplire alla ignoranza,~in cui eranoi Pagani in


orno alla vera ,origine delluomo. Non apevan cooro

che tutto il genere Umano .derivafe da .un uomo olo (c), (c) Gea-f. 1.1.5,
il quale eendo ano creato da "Dio, e da lui ottenuto il AilxVU-z.

dono della apienza, avee impoo il nome .a tutti gli

animali (d). La favella, onde ervi, pasne uoi liuo-(dLGm-Yu 19:


li, e v-eriimilmence mantenne appurata, .e ,enza ren
zione ne primi :uomini no al Diluvio; o per lo meno
nella dicendenzade Gialli, Set,Enos., Enoc, Lamec,i e
No. Quello ultimo Patriarca ripopul qualnuovo Adamo
il Mondo,e.vi .diue l iea lingua, .la 'quale .gi il primo Adamo da Dio aveva ricevuta.: di modoche circa cento

""

anni dopo .il Diluvio (e) , allora quando eendo creciuti (e) Annone] Mon
gli uominiin troppo gra-n numero per dimorare pi lun- do 1.757.
amente ineme , riolero di eparari, e manda! Colonie

m divere regioni .-In quel tempo per turca la` terra te


neva una medeima lingua, ed una ea maniera dL,parla.
e: Era: terra 'labii unim , (9 ermonunforumdem
.
Vero , che la epreiione delloriginale , la 'qual por

`G-n- Rx. l. z.

ta .- Or tutta la terra no aveva, che: labbro., ed un P4"

Zare, o-v'vera un labbro, e `una parola , viene diveramente


Dier. Calma: T. I.

pio-

:18

"DISSERTZXONE

piegata-,ed alcuni la prendono-comeepdirxvolee'(a),


"mm dei 'om/que; che tutti gli uomini'avano perfettamente razlorodtac
Jawa: Avid/and' cordo,enza trovari pur-uno,~che i opponee-al comune
Lem-.19.
;concepudeiegno-di fabbricareuna citt, e unattorre,che
dovee inoal .cieloinnalzari. ;Pare altres, che Filone'lo

(b) Fbi/ode Confu intenda inqueoteno (b);-ma.rivogle la coa in allegoria.


1'84-P"x-31-

LE'percerto, chezunamedemabocca., che equivale .ad un

.medeimi-zoom, -prendeirtalora per dinotare unaPEIfCtla


(c) .7[14'11-1*

-concordia. A cagione.di,eempio_(e).Tum i.Re {Ji-Ca,

.mum i :unirono di unazmedeima `bot-*vaiecondo l "Ebraico


~dello ,ci0,~~concordemente giuo iSettanta., mio animo ea

demque ntemiardi comune coneno comefa ..nella ;Vol


gina, 'Per far guerra a Giou...

'S. FilarioVecovodi Brecia (J)-ravvia-con*i ere


Pbilair. ;Brian

. Lcre 56.

!ia il credere, cheprimadella edicazion di Babele-ci-o


?e una lola-avella-nel'Mondo: Volendoaliconrnario,-che
;gliruomini-godeero allora lo efo privilegio adegli An
-gioli_;.vale a dire la cognizione di molte'lingue.;etna che
-pernon aver riconociuto l "Autore .di .-.donoi-cos ;prezio

- o,~ed ;eendoi medianre :la imprea :della -torreidi Babele


ollevati contradi lui, *Iddio-tole *lateral-conocenza, e

:facendo,-che't..hdimenticaero..quelc-gran `:numero :di :lin


guaggi ,-poeg'li nella necerd-impararne coniento un
picciol numero-:Oblivion: immaaaLDominovi'x dicera .pm
,vaient- nn `omne; ,~ nec -mulm ,ed Dix-:Paura: linguas .

`~Ma il comune de, Padri , e degl'interpreti tanto Ebrei,


.quanto Criiani crede, che Moscon quei termini-.Eroe
terra labii uni, ?'9 ermoni-4m eoruma'em, abbia voluto are
intendere ,- che tutti gli;uominimon;avevano.,-che*una .lin

--gua ola-Ed il eno pi emplice ,-e naturale edi_ -queo


paOSMos `volendo preparare il 'uo . Lettore . a ci, che
i in procintoid .dire-della-conuion dellelingue'ucceduta
,a Babele, \ mora ,-..che. tutti, prima . di . taleiavvenimento
parlavano lieoj' linguaggio, e come e voleeancor pre

`venire. lequivoco, di` quelliv termini labiimzius, i quali po


trebbono puramente. indicare la lamaconcordia, .aggiugnm

' i i

-Et ermonum-eommaem, vche glidcterminmagnicare una


faVella-~medelima.' Quantopoi
`:il .entimentoxdieS.perFilala.
iriozdirUggei'appieno
per la uaingolarit,
-oppoizione, che ,tiene- con tntti viPadri, i quali hanno
.inteo'- Mos .in umeno aatto .xdivero .
,La maniera ,-ronde egu .aBabe-le 'la -conuion delle
lingue,

SOPRA- IL PRIMO: LINGUAGGIO", ec.. 19'


lingue., non: molto agevole'acomprenderi, n gl inter-~
pretiz nelmodor dirpiegarlaono. uniformi-. Stimano- alcu-
ni ,, che- Iddio: per? mezzo diunoiantaneo miracolomuta
e in unattimo la* memoria', e la-immaginazionedellamag-

gior.- Parce.-di:queg.li uomini-con are',-che pinon ricon


daerOdella=naturaletlor'lingua, e ch'e- dix trattOne ine-
gnadoroiunaznuovaj. Vgliono altri-,che cangiamento s"

tatto-avvenie perminierio-deglia Angiolidnvitatis a tal-`


eetto-das Dio..

SL Gregorio** Nino (a)"non crede~,`che Iddio--inn g? ff DI***


deemel' linguaggio degli:. uomini un- ubitaneo, ed`eetti-W:.'pigj
vo: cangiamento-:z anzi pretende: che: la- Scritturain queo
luogo: altro-*- non* voglia-ignicare',. e nonache'gliuomini
uareno-una-ea: maniera-di? arlret- tanto,.che viero
inieme, mai Iddio* volendo'cer.epararo*per'popolare-`
tuttavia-terra, avvenne-per' natural' cone'ouenza` della: lor

diperione ,. che; mutaero idioma", .diinamerac: in lungo


andre" li' uniglialtr'-pimon s inteeroz-IddiO' intimo
queo airotnon-,ecez che-laoarroprare- la-. natura,.epri-r
mendagli~ uomini, come. pi convenientementegiudicatono, ed inaltrmorma,clie:'no~ad allramoniavevano at-~

taiquelle*c0\`e,.che' ad~ elli, aravanli" avanti: delle; Quali*


ebberOdi'mano. in mano-biogno.,
Giovanni:Clerico~(o),.ilquale.nomammecte- l unit (Wu-@1 <5

della lingua ,o- ma-z olamente' la conormit- de entimenti Lettreloimrimrnr


negli. uomini, che abbricarono-` l= torre' dir Babele ,.ricono--{," PF/'1' 73'010**

cexpuramente-inze-una:dii/iione dientimenti',.e~diem-vg" 'H 1 '*'


re',.ch`e* infra- lor: s-introdue,. e- di. campo- alla-` variazioni

del linguaggio, che' naturalinente: or-molli' allrch. gli


uomini gli uni-dagli altri ltrovaron'- di'anti.-Finalmenter
o
D: Simone (e) inegna che: Domonr zautore- della-divi'-(0)Hiorrcriziqm
ioneoccora- aBbele, e* non in: quanto-che: deiderando-(LlMWf PFM"
eparargli- uomini: gli uni: dagli-altri, acci-abitaero,, e
;ZZ-3.1?,
popolaero- diveri: luoghi della: terra~,. volle- altres:: che 11"4- up. 3,

parlaiero idiomi: diveri; quindi* permie -,. che econdo il?


coro*- ordinarim della-.- natura, ciacuno: l; piegae. a- uo-r
modo; Ohde a` ropriamente- parlare',.egli: non autore
della: confuione elle' lingue' avvenuta- a- Babele, e' non:

come' autore". della: potenzaz dicoriva , che: ha l?" uomo, e,

quella*: .li " l ragione` immediatazdelldivetitdelle lingue ,,


le quali' nel' mondo ve gono.

Qpei tre itemi , _che tornano preo a* poca a. 11m _o. 2,.

0,,

zo

DlSSERTAZXONE

lo,dirugg_ono aolutamente la idea de) miracolo propoo


ci dalla Scrittura nella mutazion delle lingue eguita a Ba
bele ,e econdo quete piegazioni forza dire, che Mos

ha raccontato in una maniera del` tutto gurato, e' mie


`riozt la coa def mondo Ia pi emplice; c che le eguenti
arole (a): Ora il Signore portar-: a veder la citt e la tor

(a) Gen-f- m y re, eln andavano fabbricamlo s gliuoli di Adamo, a' -.


6' 7 8

Tutti ito/Zoro non or-mano che MIPOPOO, ed hanno una al-t


favel/a , ed avendo intraPrea- que/fa 0Pra 0 i rimarranno dal

travagliawi natrantoeb 0 1 abbiano perfettamente compiuta.


Venite adu-ngue, cendiamo col , e eonondiamone talmente il lor
linguaggio ,' acei gli uni gli altri pi' onlsintendano . In. que
a guia gli eli/Pere il Signore Per tutta la terra, o laiarona
di fabbricare la citt, e la torre. Che tutto queo dicoro,
dico, voglia emplicemente i nificare, che avendo perme
o Iddio, che a dicordia s" inrromettee ora loro, {i epa
Iaero, e che la lontananza facee nacere 1.1 variet de lim

guaggi ,, che ono nel` mondo..

Or e ammettei indiinc-ameme s ttz maniera di:


piegar fa- Scrittura, e enz altra ragione , che di evitare i;
EPHCO',..mcna\ buona* il far delle iporci, ed inventane
em., che- cravolgano il? en-o- itat-ico, e- l'itterale de pai

pi chiari. della medeima-, non viv ara Pi. nienee di certo


nc acri libri, ed i' prodigi-i: pi diintr, e pi migm dl
verranno azioni: del turto~ ordinarie, e comuni : icch:: vo
lendo- purgare- la credenza deali miracoli, e riformare la;

vana~ credulit de"popol,. toglierai. alia. Religione la pi;


Eine, e pi* enibile-delle ue pruove..Q.1ivi-adunque ne
ceario eguire il eno litterale ,.che il prima* i preentt
aila mcntemon eendovi ragione alcuna- di: allontanarene,

e di non* confeare co- Padri , e Comentacori ,. che Iddio u:


lo cagione immediata della* conhionedelle lingue,che pro~

babilmenre* imile conondimentov cadde in ipczie ovra co


loro - che furono 'r primi autori- di* qnd. diegno,.ahe tanto-a
-(b) Los':- ppbm-

Dio ne- dipiacque.


Poco meno, che tutti gli ant-ichi (b) hanno* creduto,

EP-CHWHA- ce il numero- delle lingue', che i formarono nella conu


ZJZ'ZLZ* {ion diBabele,oeugual-e al numerodelle famigiie, che;

liilm- 154,74: impreero l edicio della gran torre; cio, che iccome Vl
ul. A[r:.1ii.T.-V. erano ettanta Capi-di miglia, cos creaero tematica.
(mm. i.
Linguaggi: Ma donde i u, che vi foero olamente ettan
n* Cage di' famiglie? Dal- librde-L Deuteronomio,nipon
dei,

SOPRA IL PRIMO LINGUAGGIO, cc.

zx

(ci, in cui a critto (a) , che quando Iddio divie i)DW-FH-B


popoli ,_ e epat i gliuoli di Adamo , determin i con- @JLFZHWZZ
ni de Popoli econdo il numero de gli-.roi d ldraele . aofmfam:
Ora. i gliuoli d' Idraele , che con Giacob andarono in 1; Azz-zi , ron/Ii.
Egitto, erano in numero di ettanta:0mnes anima- Domus :ai: rati-minar- popu
ame.
fam/1, un* :big-rea u: in EgyPtum ftt-ere [eptuaginta b). Iamr juxm
,
Prendtgno altri queo numero delle ettanta lingue opra

quello degliuoli di No. Conta Mos quattordici figli


uoli di laer, trenta. di Cum-,e ventiei di Sem, che fan

no ettanta L altri ne computano ettantadue , perche i.


Settanta aggiunero ad eo numero due perone , cio
Elia nella Genealogia di [aet,eCatiian in quell-a di Cam.
Euoro con alui ,Cit-ati da S.;Clemente Aleandrino Strom.

Lil]. 1. _concarono ettantacinque idiomi.Sun PaeianoVe


covo di Barcellona n. calcola centoventi.. Epi.. contra
Naz-lattanti:.

Ma debolilune ono tutte' quee ragion-il: imperoccb


quando anche ll. pao del Deuterouomio riguardae La di

perione accaduta a- Babele , la qual coa incertii-ma ,,


perche non conchiudcrne piuttoo,.che vi erano olamen
se dodici. famiglie, giacche lldraele non ebbe e' non dodi

ei Figli} Come queio- numero parato veriimilmente


troppo caro', per. credere che ardilero d im'prendere la
fabbrica della torre , Raw neceario rintracciare un al*
tro comamento. Sarebbei pocuto prendere con altrettanta
ragione
quello degl' ldraeliti,
al ortir dallEgitto,e
dire,
che (fueiabbrica-to-ri
ui-ono ecent-omilauomini r e queo

gran numero non embra-[e incredibile per quel tempo.Ma:


qual.- pruova i ha, che vi foero al tempo della diperione
ettanta Capi di famiglie nel mondo? Elia ,e Cainan,
quali trovant unicamente neSett.anta,non riguardano gli
autori.,` che adericono allEbrc-o ,e alla Vol-gara . Quei che
credono, che Araad, Sale, ed Eber non aveero parte

alla torre di Babele , n al. gaiigo della divi-lion delle line


er che ne uccee ,,lcemano altrettanto il numero_ delle
ettanta favalle. Getan- figliuolo di Eber, ed i uoi gliuo
li in numero di tredici non erano probabilmente anche na_
ti al tempo del dil'pergimento: Ecco pure un altra ottra
zione;da-.a.r aettanta Linguaggi . E poi ,. come trovare
nel mondo n'egiorni di Nembrot vero la ne della Vita
di No ettanta lingue tra gli uomini ? Se ora ,. che tutte

lc parti del Mondo ono` abitate, i penetebbe non poco a


racco

:m

DISLSERT'AZIONE

raccoglierne- altrettante, e, non. L uddivideero;,. e meltiplicaero- enza. neceit ..

Ma riLorniamoalla. prima! lingua-,. che parl'avano cutci,quegliuomini`,.che 1, accinero-a. fabbricare: la. torre di:
_ ,

Babele, e~ vediamo qualT'ellaz 1' foe.. .Racconta Erodeto

;Irrad- L'M-LM), che-SammecicoRe-di.Egrcco,._curioo diapurequali.


'

foero i. primo uomini ,i che: comparirono- nel~mondo-,. er.


vii` a queo- eeuo di.- un. mezzo-aai: ingolre.,Giudic ,.

che coprendo qualoe- la prima-di tutte~ lc- lingue-avreb-


be- altres. apucarper queaviaichia foero: aci- i-. primi- ("i
tutti. gli uomini :t Egl 1x adunque. pree due* bambiniv nati di_

freco ~,. izquali- conegn aduncerme Paore con.- ordine di.


allevarli: in diparre- enza.; maix parlarloro~,.e- aatto-egre
atizdar ogni umanoconorzio, ane-di vedere:quaL` avel-

a aveer: parlato Allorch.- fur: giunti.: ad. una: certa? et ,.


nocil Patore -,. che; ognii qual; volta- vedevali , gridavano
beccare-- ne* ort~ubito~l"avvio-al.Svrano;., c e-a.vendo- pa
riinente- oervacoloa eoz, s? inrm.in:qual~ Idioma becco:

iglpiica'e: una- quali coa-,.eugli riPom che: in: :al-:forma:


i; rigi-z chiamavano-il, pane:: onde.- conchue: ,, che- la: lin
gua; di. que? popoli eendolla- primaria.; ef natural lin ua de-

gli uomini-,ei pure-erano-i- Pill antichnabitatorivri 'mon(b )' CoamimMa--dq Coanrmo- Manaer (b

nomina** queto. Bei di* Egitto

19. 3,, Ohm-1),, Bocconde.- ma vece` df- Sammenco;mazverrimilmence unaf

'"-Ps 99-

alta di. memoria..C1~ che qu: dee: principalmente" notari*


,, che: quello. Principe: nella: ricerca ,i che > voleva are del**
primo~ popolm, che-aVee abitata-la terra-nonpreene il

vero-;zncecchl-laspruovastratradal lin uaggioxdedue


Bambini: eparatamente nudi-iti, al~ pi. el a` : equivoca ..
Spponeva-r SmmEtCO- una falo principio , , immaginandoi ,
che vi* he- una: lingua-naturale all"u0m0',,da' cui~ tutte le
altre foero dcriVate: come* dialetti` di un medeimo:idio~~
ma* ,.erche` la terra' avee: ucceivamente* prodotto: degli

uomini?- in: varj-.z luoghi* del mondo~antecch tale~ i eraz il'


iema
degli`
Egizzr,.comevedei daDioda.-` Diodoro
Siciliadi.
Tutti: gli*
uomini*
ono: ati? creatii`
nelle diperone
dmo- ,. e di: Ever; 'e'queeLcominciaron a. ragionare` ,

edi imporre i. nomi alle- coe~immediacamentek dopola di


lon- creazione .. ;Elleno1 uron- formare apienti ,. parlando , e

dcorrendo* come- im una- perenima et'.. Immaginari ,


che gli? uomini( abbiano` un` naturale* linguaggio, come di.

cdi, che~ciacuno~degli animali ha la propria voce,edil


pam

?SOPRA 'IL ?PRIMO LlNGUAGGIO , 'ec, :2.3


' articolare 'uo ca-nto,-e'g`li un manifetamente .ingannar

F. Non _gi vero `generalmente , -che ?tutti ;gli ani-mali


abbiano .la .naturale lor 'voce '.- .un ruccello :tolto ?dal =nido
tuttavia 'piccino ., e nudrito ?lungi da -chi ;generol-lo non

:avr pumo 'il canto -di quelli `della :ua pecie

imiteri

benSr quello ~degli altri -uccellihe entir -o il u0n04de~


-gli romemi, cche `a lui ?i :uoneranno;-e\endovene anco
.ra
quelli, nodrito
che 'vano
.imitando
.la vocecontraarr
-dell uomo. lavo
Cos
:un dibambino
lungi
dagiliuomini

~ce degli v.animali


i., --e xil uono .di quelle coe,
che
cuoteranno
Iuiiiro.
.
p `gli-,per
"Quei , - che 'Sammeico "fece 'allevare , ?avevano ` veri

milmente imitato il belar delle :pecore , vo 'piuttoo la


voce --delle-capre da ~e 'entita .- e~que`lla -dimoravauo
con .il lor Becco:,o 'emPlicementeBecc-cndodox "lap'gre

~ca terminazione aggiunta da Erodom -. "S-e :foero ati a


portamento -di `udire altra coa 'lavrebbero :proerita 'nel
medeimo .modo. A `cao Fore v*pronunziavano ancora :Be:
-come .di continuo ?enza penai-vi i :proericono parole ,,
-che non "hanno alcuna *gnicanza nella noh'a "favella ,ed

-alle quali noi mon 'amo :pecie 'verunas `ma *che talvol
:ta per -non _laciano :di -eliere gnicanve in altri 'lin
;guaggi *come an "Ebreo, 'in Arabo, in Gmto'ec.'Concl1iu

-de -per *avventura , ch'e'e 'parole eno *reliquie -dellana~ `\


-tutal prima lingua , perche noi le pronunziamo 'enza ia
*per ci, vche voion diri; Ornon avvicmaggior ragione

-di 'conchiudere,t e 'la lingua Frigia ia la prima, e'gliFri

;gi -i pi antichi popoli dellunivero ., 'perche due Bambi


mi 'avran proerito a fortuna Bea , che in Frigio uoni
;Pm-e.. Finalmente , quando .anchei .andae daccordo e
:ervi una lingua naturale alluomo, arebbe empre un
`cattivo raziocinio il dire . trovai nel Frigio Tingu'aggio
una Voce *della naturale avella , dunque -egli la 'prima
lingua -. Ci arebbe un *concludere ?il generale dal ~parti

colare.In oltre chi ci dir, che i Frigi al 'tempo


Sam
metco conervalero la primitiva lor lingua ; imperocch
--e gi d allora avean cangiaco 'linguaggio-,tutto il `razioci
nio del R di Egitto `va a terra.
_
7
7

Se vi {oc ata una lingua naturale, tutti :gli uomini


lavnebbepparlata; o avrebbono 'almeno una grandiima fa:

cilt, ed inelinazxone a parlarla, e ad apprendcrla. 'Urnoi


naturalmente 'non parliamo lingua vel-una9 che :imparata
non

24.
DISSERTAZIONE
non' iatcomprendiamo bens enza fatica la avella de'nb*
iti Genitori , quando -iamo con eo loro allevati, cap
prndiamo con dicolt tutte le altre . Di pi, i ha epe
rienze di alcunibambini nodriti lungi dal conorzio degli uo
mini, iquali ono rimai mutienzapronunziare parola ve

runa, Purca (a) racconta uno periment-o fatto da Mclabdi


(ax) PNP'IU [. t. no Echebaro Re dlndoan , ogran'Mogol, di un fanciullo,

;Pol-:12;
chai fece allevare _egregato dagli_ uomini, ilquale ,etteene
(b) Io-z. lil-"vita enza parlare . Riferice Giovanni RadVitz ( b), che nell-anno
Car-m. .41;. vedere It.-i trovarono in Polonia nebochi `della Lituania ta
Mann', art-fari* una turma diOrl due Garzoncelli circa la et di nove anni:

,toltone unocon non poca dicolt, venne quelli preenta


,toalRe , edalla Regina tenuto' al Sacro Fonte, gli u .dal
Vecovo di Ponania amminitrato il S.Battcimo. Era que
o Giovinetto ,talmente elvaggio, che non olonon parlava
avella veruna, ma non u mai poibile inegnar lui a par
lare v:Fa
, quantunque
da tra
impedimento
la lingua
,dun ue di avee'libera
meiero cercare
cogniti -idiomi
, qual

?liaiquelo ,dite :venie inuo ,al nolro Padre Ada-mo.. Mit


.trovani opra s'jatto ar omenronon pochi pareri. Stimano
pi, .chela'lingua 1primitiva. a'la Ebrea , .altri la Siriaca ,

:alcuni la Caldeal, *o la Etiopa , ovvero l Armena '- Non


avvi quai popolo particolare 'nell Oriente ., il quale non

(-c )'Vedcte Ig!. 3*;- VOgla dare il Primo poto alla ua nativa avella

_G0

ma Hioire -c-i-,ropo Becanoinegn con -tutto enno eerla Img-.ia Liam.

.qm- da V- 1. ,1,1, _mina-a. In ommaivi ono-molti Letterari, 'i quali .oiengo


L

Lap, .

'

-\

mo, che la prima lingua piu mon

uia, ed eere intie

;xamerite perduta: penano altri , che ne enorimae al


`-cune voci nella Ebraica avella , e nelle lingue *Orienta
,'li;ma che la .maggior parte delle radici ono totalmente
_non
,opociutea
Fa. d ,uopo i paar ora all eame di
ueipi'
diver
i entimcnti

d o, __ _
( ) t ' mm fl

*S.Gregorio`Nieno(z'1) ilpmo, cheno appiamo ,,

Lr:- pag.- 354,

,l quale abbiaine nato eer perdura_ la prima lingua: edi

.ce di aver appreociii perone veratime nella'Scrittura , che


_-]a lingua Ebrea gi pi .non avea la csaria di antichit,
-non menoche alcune altre, e che Dio tra le primemaravi
-glie che fece a pr deglIdraeliti nel-tempo della loro uci

cadegirtq, concee amedeimi con un favor prodigioo


,luo dell Ebraico linguaggio . che iantaneamentc or

,m, e _loro inue nell atto , che ortirono da quel Paee . Pro
uentimento-cosi raordinario con quete parole delSalmo:
Qiand

SOPRA IL PRIMO LINGUAGGIO, ec.

2.5

Quando egli orti dall Egitto intee una lingua, che prima
non aveva conociuta : Cum exiret de terra Egypti linguam
quam non om-rat, 'au-divi: (a) . Se que-o dicei di Mos, (,) Paxxx.).
uggiunge, mamieo, che non pu intenderi , e non

.della lingua Ebrea ,* apendoi , chegli-crie in .queto


idioma .
S. Gregorio avea probabilmente apuco dagli Ebrei ci,

che narra di queo preteo miracolo , eguito nello ucire


dallEgitto
: -or ben i a di qual peoia la loro atteta-

.
(b) T_hl

ziOne in materia di Storia . llpao del *Salmo vuol dire em- ZLLL
plicemente , che Giueppe , cio glIraeliti dopo la lor `quem, @Em-,uffa 3

ortita dall Egitto -udirono al monte Sinai la voce del Siono- ecirca il Salmo zo.
re, la qual era ata loro 'mo a quel punto raniera. i- W, 5- CE-20"

petto poi a quello, che aggiunge , di avergli detto alcuni Nmo'


Letterari , che la avella hbrea aveva un embiante di no

vit , il qua-le non ravviava punto negli altri idiomi ,


molto contrario alla teimonianza denocri Critici i pi
cruditi, e intelligenti dell Ebreo , i quali riconocono in
queta lingua tutti quei-caratteri di Antichit , che mai i
poono deiderare , vale a dire, la brevit, la emplicit,

la forza della epreione , e la fecondit, dondelelingue pi


antiche Orientali hanno tratto una innit di termini.
,I moderni
, che han eguita la opinion del Neno (c) Vida Crue-JG'

ondani
dl altri
principj
per oenere
gi liane ntX1-"il-'namd
la prima opra
lingua
perduta
. Vi ono
, dicono, che
, -nellieo
"51^"
"liz
Mos, -e netempi precedenti alla confuion di Babele mol-

Lidi?"

t-inomiproprj , .ildi cui ignicato .non .ti-ovali nella lingua prapo.4. (.13. CI:

Ebrea; e quelli le radicidequalilhanno nellEbreo, po- 1m Grmmn- antiq.


ono eervi ati adattati dallo eo Mos ., ,che tradue nel "il" "l48' 733'"?

uo linguaggio i nomi antichi, e eppe dar_ loro lEbraiche


Ctlmologe , conervandone quelle alluioni, che noitucto- LLI-[enria. Kippng.

ra purvi notiamo. Citano parimente diveri autori Ebrei., de Lingua primiti


Grec, -e Latini, ne quali sincontranosi fatte alluioni, e "a 4"' 5'
imili etimologie.. Accorderanno pur ei , e bramal , chela
lingua Ebrea ha conervate non poche veigie dellaprima

avella ; e che in ea pi che in ver-unaltra quee i cor


gono : ma poi non convengono, che la la piantica di tut
te, n quella di Adamo.

A tutto quello duecoe poon riponderi : Prima . Che


preentemente noi non abbiamo , che runa imperfettima co

gnizione della hngua Ebrea; cche molte delle ue radici i

poono eere marrita dopo tanti ecoli , ch ella uite. O


Di er. Calmet. T. I.

erva

26
DISSERTAZIONE
ervano i dotti tuttod nelibri Santi degli Ebrei certi ter

mini , le radici .dequali pi non -t trovano nelle lingue


Arabica, Caldca, oEgizzia. Non pu gigi diri, che per l
addietro quee radici non foero in uo appo gli Ebrei , peroc
ch gli antichi loro Scrittori e ne ono erviti, ma elleno
\ ono andate in obblivione., e divenute inuitate nel coro

de'Secoli..
Seconda . E molto credibile, che pi radici del Primiero

linguaggio
ienonelle
peritelingue
nella Greca,
conuione Latina
di Babele
e anche
idipoi;
iccome
, le, quali
al
conrontodiquello ono tanto recenti, vi ono molte radici
del tutto uor di uo, e certe voci, le radici dellequali ono

perdute , e di cui reanne olamente poche tracce negli antichi


Scrittori di quee lingue . E iccome non pu inerirene,
chela lingua Greca, e Latina eno perdute; cos non dee

dCdLll'll limileconeguenza ripetto alla Ebraica avella da


noi timata la prima.

(a) A-- ,~,l

e .

'Teodoreto(a) , Amira (), Miticeo'(c), eglialtriMa~

cane/1
_ ronitt del monte ,Libano volendo, che la lingua Siriaca, e.
(b) 019'- Amm Caldea ia la madre, e la prima di tutti gli altri linauagni ,

Ii"f"'"c~mmi' anno-conci palee il zelo che hanno er la lor i


tte-[tetalnyrmc.

i _

0 ave

li
a!

(c) My, p,,efh el amore vero dellaloro Patria; anzicch la eattezza della

Gramllalfl c1141- .lor Critica. Noi accordiamo, cheinomi-di Adamo, di A


libel , di Eva , ed altri molti hanno la loro radice nella lin

gua Caldea; ma ciprocede, per eer quea lingua un ra


~mo della Ebrea; -e da ci nace la gran conformit di quei
due parlari , la quale probabilmente era pur anche aai pi
enibile neprincipj . Quello che prova , che la lingua Ebrea
ia la prima , i , ch ella pi uccinm, e piu emplicedel
la Caldea.

Preteero alcunidi conciliare i due entimenti dicendo,


-chele lingue Ebraica , e Caldea erano un medelmo idioma,
- -.-.

.e che Teodoreto neldareil primato al Siriaco, o alCaldeo,

('d ) Fbi/a Ze z-mnon avevainteo otto cotei nomi altra coa, chelsantico
Moir 1. 1. Pag. 657- .parlar degli Ebrei , `il qual conondevacon quello del uo pae.

653-659e. Fondaitalentimentou'lautoritdiFiloned)
ilqual
(e) Vil/apand-_ramJ-ldce
che la tradu .
l S
f ~
z
appann- n M
,
Zion (e ettanta u Oimata ul Caldeo,

:ernp/ri,png.371.[ol,z_ e che la Legge eendo ata-critta primitivamente in Cal.


(f) Thom-li" zrn- deo, .ette per lungo tempo non conociuta dai Popoli ra.
ZZLPLHZ-nieri .* ove chiarametiteappariee, ch ei non diingue dalla,

nguesi, ,a z. ci Ebraicala lingua Caldea. Villalpando, (e) e ilPadt-e Tom


art.XI.p.139.
maino (f) vorrebberopure aundlpreo cospiegare Teo

doreto ,

SOPRA IL PRIMO LlNGUAGGIO, ec.. 27


doreto, e ridurlo al entimento , che ammette la lingua.
Ebrea per la prima del Mondo

Ma per ripondere a prima. giunta a. Filone, ilqua-.


leha confuo coll'Ebraica ha. lingua Caldea , pu dirli a
lui/con
Girolamo
c e e
due comandato
idiomifoero
ati
gli S.
e,
il Re- (a)x
Nabucco
nori1 uei
avrebbe
a

,-HM* m
~ Dd ,

uoi miniri di--are inegnare la lingua Caldea atregio

vani Ebrei, che voleva deputare- al uo ervioio : quan


do Rabace parlava in Ebreo agli Ambaciadori diEcchia
Re. di Giuda

Eliacimo non avrebbelo pregatodi par- (b) 4- Reg. XVlIl

lar Siriaeo, o Caldeo, ace-io il popolo che ava ovra le 5*


mura della citt non intendee ci, che diceva . Inoltre
noi proviamo tuttora , non- meno che S. Girolamo (cha) Ue-rom pu. in
che dopo avere appreo lEbreo, convien eziandio udiar Daniel

di nuovo per imparare il Caldeo


QuantoaTtodorcto, inutile di tentare la concilia-

zionedeluo entimento conquello che dla precedenza all


Ebraica favella; perciocch nel luogo e oche cicai , ov egli
parla dellaprima lingua _,_ fa il confronto-della Ebrca colla
Caldea , e preferice manileamentc la Caldea . Dunque non
puntovero, cliegli abbia confuo quci due linguaggi.

Per ilcendere ora alla etimologia degli antichi termini


del primierolinguaggio, che facilmente cavano dallalin.

gup. Caldea, poono- dari due ripoe. La prima, che.


tendo 1~idioma Caldeo un ramo, ouna pezie del dialetto

dell Ebreo, non da upirli , che li trovino tanto nll


uno quanto nellaltro le iee radici, e le medeime eti
mologie. Or noi abbiamo di opra. morato, chelEbreo

ha turti caratteridi preeminenza ovra ilCaldeo. La e


conda, che vi ono certtimolo ie , ed alluioni in quei
antichinomi, che non pollon ulere nelCaldeo, i quali
perl oengono perfettamente nell Ebreo. A cagione di
eempio

.~ .Ella i chiamer :ea ( cio umana, o tratta (d.) Gem. 1LX3

dalluomo; ) pero/; prea dall uomo ( l Ebreo : It/2 ) . Il


Caldeo- porta : ella ar cbiamata Donna, [ Caldeo Ittem j
perch Preadalua marito. ( Mibbaalab.)
_
L argomento propoo con maggior accertoda Amira
il eguente L Abramo, e i uoi Antenati erano Caldei di

origine ; dunque* parlarono Caldeo prima che parlaero


Ebreo : dunque il Caldeo piuanticodell' Ebreo. Ma lr
riponde, I. che lalingua Ebraica, avendoaltra volta avu

neon la Caldea molto di omiglianza, Abramo probabil


*~

.1

mente

2.8

DISSERTAZIONE

mente apeva quelli due linguaggi ; onde giunto nella terr'


di Canaan intee, e parl facilmente la Cananea, la qual

era la ca della Ebrea.

ll. Quando Abramo avee parlato il Caldeo prima di


arlar lEbreo, nonne eguirebbe gi, che il Caldeo foe
pi antico dell Ebreo. Per decidere quea controveria
neceario eaminare afondola coa, evedere le pruove, che

vengono addotte a favoredella Ebraica liqlgua contra della


Caldea. III. Banche la lingua Caldea fo everiimilmente

in quel tempo divera dalla Ebrea , certo che parlavai Ebreo


nella fazniglia di Abramo, prima che venie nella terra di
Canaan il uo nome, e quei di Sara ua moglie, del geni..
tore , deratelli , e de'uoi nipoti ono Ebrei. Quando

Giacob giune nella Meoporamia in caa di Labano uo


`zio intee, e parl la lingua di quella famiglia . I nomi
delle ue due mogli, e delle loro nutrici ono Ebrei, come

pur quei, clielle diedero a loro gliuoli . Le alluioni da ee


atte nella impoiLione di tali nomi ono tutte fondateneld
la lingua Ebrea. Non devei adunque di leggiero conchiu

dere, che Abramo abbia parlatoCaldeo, prima di parlare


Ebreo. SeiCaldei, e i Babilonei eranodilcei da Cam, e

da Chus, come molto probabile; perocch Nembro: gli


uolo diChus avea abilita in Babilonia la ede del uo 1m

Pero t embrer ancora meno flraordinario, che Abramo, e


la ua famiglia i quali erano della proapiadi Sem, parlai.
ero l Ebreo puro, divero dal Caldeo parlato daBabilone

i; e che Labano eoil parlae comunemente, iccome ap


parice da i nomi , ch egli e Giacob impocro al monu
(a) Gmrf. XXXL mento da loro levato ul monte Galaad (a) : Giacob gli die.
47.48.
7
de un. nome Ebreo , e Labano un Cal-Cleo, ovvero Siriaco.

Goropio Becano per dimorare lamicliir` del lim


guaggio_ de Cimbri, ovvero lingua Fiamminga , non porta
altre ragioni, che alcune etimologie tratte da quella lingua,

per mezzodelle quali eplica, come pu inomiEbrei dc pri


mi uomini . Per eempi-o : egli deriva .Adam da bat-dmn,

che in Fiammingo ignica argine dellodio, come e il pri


ma untn') foe un argirre oppoo alla invidia. Trae Eva da
Era-71a, che ignica il *vao del ecolo per contener Eva in c.
ftefailgermoglio, ed il principio diruttigliuomini. Deriva
Abel da Hat-belg- , 1 odio dellaguerm , pere h Abel avea orrore

della guerra ing-iua fattagli da Caino . Dice nalmente., che


Cai viene da Cult-ande , Vale_ a_ dire mal ne , o cattivo ne 2`
No,

SOPRA IL PRIMO LlNGUAGGIO, ec. 29


No, oecondolui, Nos-act!), chi pena alla neceit, chi la
prevede, ec. Ma non queto un prenderi giuoco deLet
tori con propor loro imili congetture ; e non arebbe un per.

der tempo in confutarle? Con lomigliami etimologie qual

ar
quell idioma i , che non li fara paare per la lingua
primicra?

Gli Arabi, gli Armeni, gli Egizzi, i Chinei, egli,


Etiopi non hanno per oenere le lor prerenlioni, che s
at-_a orta diciance. Molti nomi deprimi uomini, dicono
elfi, ono ignicativi nella nora avella; abitarono i pri

miPatriarchi lenohe regioni; la nora nazione una delle


piu antiche del Mondo; adunque il noiro linguaggio il
primoditutti , equello, che Dio comunico a Adamo. Ma

niuna di quee ragioni in particolare deciiva; e nazione


veruna non pu prevalerene enza eccezione di turtc. La
lingua Armena, e la Siriaca ono quanto alla oanza la
ea, che la Caldea, e la Caldeatratta dallaEbrea. La

lingua Araba probabilmente ancor ea un ramo della


Ebraica aveIa, con la quale ha molto di omiglianza . Han

nogli Arabi per padre Imaelgliuolo di Abramo : la loro


nazione non punropi antica di queo Patriarca, n po

trebbe il lorlinguaggioaver pretenlioneal primato, che in

rialire da AbramoadecendentidiNo, i quali fabbrica


rono la forre di Babele , e allora gllraeliti dicei dal
medeimo Abramo per mezzo dIac avrebbero lillco
vantaggio; con queo divario, che la lingua dePatriarchi
1 conervo pi purainra loro, che tra gli Arabi, ed aver eii

monumentipi antichi, e pi certi dl verun altro popolo


del mondo. Pax-lava enza dubbio Mos liea lingua di
Abramo, eAbramo-la medeima diTare ; equei vcrimil
mentelieitma, che parlavano Sem, e No. Gli Ebrei
mo al d doogi han conervatala lingua , di cui erviva]]
Mos : leooeh quea ne loro libri, la udiano, laintcn
dono, ella elie. Gli Arabi non poono morare liea co

a, nqualunque altra nazione dellunivero .


GliEgizzi, e gli Etiopi penerebbero certamente ora
non pocoaprovare, che i loroidiomi cnoati i primi in
uo nel mondo, per non aver cui monumento alcuno icuro

della primitiva loro avella; o e pure ne hanno, e' gi


in non l intendono. Abbiamo, a direilvero, alcuni fram
menti dell antica Storiadegii Egizzi nelle divine Scritture,

e appreo i GreciAucori ,- manon vi legge unmmulnpc

c1

30

DISSERTAZIONE

ch di favorevole alle lor pretenioni. Il fatto di SammCti


co rierito da Erodoto, il quale volle apere con la pruova
dedue Bambini, che i allevarono enza mai. parlar loro,
qual i oe- la prima lingua , fa palee ,A che gli antichi
Egizzianindallora non lulngavanli, che foe la loro. Noi.
appiamodalla Scrittura, che Cam popollEgitto, medi

ante Mirainouo figliuolo ;_ n; vi dubbio, che gli Etio


pinonlienouna. Colonia de'gliuoli di Cam, e di Mirai

no : Canaan gliuolo di Cam parlava Ebreo :. vidunque


tnttala probabilit, che Cam medelimo, Miraino egliuoi

gliuoli parlaero originalmente la ea lingua , o una.


lingua molto migliantiima .. Sicch i troverebbe, che

quando
aveero
moh'ato, che laloro
la
linguaglidi Egizzi
Abramo,,
proverebberocontra
ilv loroavella
intento
eer la lingua, Ebrea a o Fenicia la piu antica di tutte .

La omma della queione adunque , che noi eami

niamo,, conie : I.. In- apere* e la. lingua degliuolidi.


No era. la ea ,_ che quella di Adamo. II. Se quella di
Abramo era lameclcinm, che quella defigliuoli di No,

che impreero- la fabbrica della corre di Babele; mercec


ch noi abbiamo.- due punti i della unit delle lingue 1
Adamo, eNo; il. principio del Mondo , e` la edicazi0~

ne. della. torre. di- Babele .' Non ci accingiamo gi noi a.


motrare, che nelloapaziol di 1656.ann,, cori dalla crea. '

zione diAdamo- no al Diluvio , non ia avvenuta* varia*


zione alcuna nella prima lingua : non avendo pruova ver-us
na in pro, encontro calcangiamento : ma convicn cone

are eere malagevole ,, che una lingua iai conervata per


s`i lunga pezza enza alterazione tra la moltitudine delle
nazioni, che vivevano. allora, e- molte delle quali. etcero
(a) GFPL. Vla to.

lungo tratto enzavere-inieine conorzio ; dandoci Mos, la


Epoca demaritaggidefigliuoli. di Dio con- le figliuole degli
uomini (a), cio , della dicendenza di Sen con quella di

Caino; come di una coa fuor di uo in di quel tempo..

Comunque ia, noi, upponghiamo ,_ che No., e i di


,lui tregliuoli parlaerolalingua di Adamo ,, e che con erva
erointatta. la ua purit nella lor:` famiglia, inov alla con
(b) Noi poniamo la fuione, e dipergimento di Babele .. No ,` Sem ,, Araad ,
torre di Babele ver

Sale, ed Eber, vivevano ancora.. Noe non mori, che d

o lanno del mon

indi a dugen-to cinquant anni 0- circa; e Abramo nacque

do i757. No mor
nel 7.006. e Abramo

nno, odue anni eguita la morte di No (12)** Se la, confu

nacque nel 1008'.

ion delle lingue avvenuta. a. Babele; u un gaigodella te


merita .,

SOPRA IL PRIMO LINGUAGGIO, ec. 31


Merita, edella tracocanza degli uomini, ella probabilmente
non cadde n ,o ra No, n opra di Sem, che in ogni

tempo tennero edelimiaDiop, 'non entrando, che innoceneemente nel diegno di fabbricare la 'torre di Babele.

'

In quelmentre, che gliuomini i dilatavano gli uni in

una Provincia, egli altri 'in unaltra; No, Sem , eAr-;


aad fecero dimoranza nella Meopotamia, e nella 'Cal
dea. "Tare con tutta la ua 'famiglia -era abilito in Ur di
Caldea~ *(51), allorch Iddio chiam Abramo, e comandogli (z)Lannodelm o'...

-dipartirl dal uo paee, dalla ua famiglia, e dalla cala -deldo 2.08:.


genitore : Egredere de terra tu, O' de cagnatone tua, (Dde

{oma Patris tui (b). Eprelloni che danno a conocere, che (b) *oe-ne xu. .
gi da lunga pezza ei col oggiornava.
Dalla CittdiUr and Abramo -ad Aram nella Meo

potamia, e 'dil portoli nella terra di Canaan, indi cee


in Egitto; e nalmente ritornnella region Cananea, ove

fece laua principale dimora. 'In tutti cotei luoghi egli


fecei intendere da coloro coquali trattava, 'enza che ap
paricaavere .avutotmai biogno di turcimanni. o per

non ne conchiuderei,~ehe i parlae dappertucto 'la {lea


lingua, mentre's chela Caldea, o la Siriaca, e la Egizia

erano gi dallora divere dalla Ebrea; ma non poo per


'uadermi, che quee lingue foero talmente varie ., che
non pateero eere facilmente intee da quei, che ne a
peero-'una di loro . In omma mi guro, che tutta la
Meo otamia, la Caldea, ~la Babilonia, lArmenia, laSi

e'ria, Arabia, la Paleina, laFenicia, edanchelEgitto,


parlaero un linguaoio aai omigliante allEbreo, e che
gli eetti della confuion _delle lingue_ 1 facelero principalmente entire nelle Provmciele lpi_d1anti da quelle qu

'opra accennate : ma tra tum g idiomi, chebbero u


enza dopo taldiviione, quello in cui i ravvianomaggiori
caratteri dellalingua primiera, la Ebraicaavella. Ecco' le
Prove di quello entimento
.
E indizio di bene 'intendere ll dare alle coe, alle per
one. agli animali, nomi eprimenciJa lornarura, la ori.
gine , le perezioni , le propriet,-. nomi in. omma
ioni
.
a
cativi, eondauovra qualche qualita o mxglianza alla na
tura delle coe. Se ora infra noi abbiamo nomi tanto varj,

la cui origine, e gnicanza ono s ocure , ci deriva,


erch la neralingua non una lingua madre, e per eere

rammichiata di moltevoci raniere. Tutte le parole delle


quali

32

DISSERTAZIONE

uali non ci erviamo, ono ignicative in quel linguaggio,


ga cui procedono; rha tali non ono empre nel noro, _at
teocch molte a lui ono venute dl altronde. Ma ne prin
cipj iccome non eravi che una lingua ola , cos (Htci. no

mi, che alle coe i davano , erano neceariamente igni


cativi.
Per apere adunque con accerto qual i o'el idioma
primiero, baa oervare qual quello., che contienela ra
dice de primi nomi delle perone, e delle coe, e che ne d

il vero ignicato, e la vera etimologia. Or queto trovai


a maraviglia nella lingua Ebrea; ma non gi in verunaltro
linguaggio. I.nomi Ebrei degli uomini, degli animali., de
glialberi , deluoghi, edemetalli, .eprimonola loro natu.
ra, e propriet, idifetti, e la caua della loro denomina

zione : Adam ignica rojz, perch tratto da una terra vergi.


ne, eroeggiante chiamata inEbreo Mad-1,* He-va , .o Che.
*ua da Gaja/5, la vita; Ia/2a, Virago , da Ia/;Vit- l Uomo,
Cain, poedimento , da Cana!) poedere . Halzel, vanit;

Set/2,egli~ poo, ovvero oituito ,* perciocch infattiSet u


meoin luogo di Abel uccio ,gi dal uo fratello; Eden, .de
lizie; Henoc/z,.oCanoe/, rinnovanza o dedicamento, .e cos

deglialtri . Bocarto ha-.fatto un ommo udio per dimora.


re, che i nomi degli an-imalieprei nella Scrittura erano 1

gnifcativi, non meno , che i nomi deluoghi, e de'u.


mi, delle citt, e delle Provincie.

Biogna dunque confeare, che quea lingua quella,


,ondeiervirono Adamo, e No; 0dire, che Mosintutta

1a ua ioria liai dilettato arravolgere tutt nomi propri,


opprimendone i nomiveri, ed antichi, per oituirne loro

di nuovi , trattidalla lingua Ebrea; e che ia ato molto e


lice in tal cangiamento, -pertrovare nella ua avella altri
termini tanto ignicativi , `i quali conervaero le medei
me etimologie, e le iee alluioni, che nel primitivo lin
guaggio. Ci porrebbei per avventura oenere in una bre

ve Operetta , nella quale non foeda mutarvi e non poche


parole ,: ma in una.opera s ampla quantoil Pentateuco.,

Ci moralmenteimpoibi-le. Aggiugnete, che arebbe ato

neceario, .che .tntti Sacri Aucori , che hanno critto dopo


Mos aveer eauito lo eo metodo, e la maniera medei

ma; la qual coa non meno impoibile.


:In omma, quando Mos, e gli .altri inpiratiScrittori

Ebrei oero voluti obbligare a quco metodo avrebbercgli


no

.-

SOPRA IL PRIMO LINGUAGGIO, ec. 33


no potuto imporre la iea legge agli .Scrittcri proani, a'
popoli intieri , alle nazioni lc pi inimiche deli Ebraimo ,

le quali hanno ovvente adoperati .gli ei termini, di cui


erviii Mos, per dinotare i padri dellenazioni, e-ionda
tori depopoli , deumi , delle citt, e provincie? Don

demaiproccduta corale uniformit, -e omiglianza., e non


dalla prima lingua , della quale eiimao un qualche rimauglio

'in-quali tutti gli auticlai linguaggi, .eappo\1uaxipopoli tut


Li? Leggei Cam, Canzian., done, Meor, -o Mirain .,

Aram, Aur, Babele, Giordano, oGiardeno, Eden , Ni


nive, Eurue, Ararat., Libano , e una infinit di altri
nom-i negli Autori proani, iccome neacr ; e non tro
vani, letimologie, e la .gnicazionc di -talinomi, enon
ch nella Ebraica avella. Vj dunque ogni orta dipro
habilit ella eere _la _prima lingua-

'

Gi ripoe .alla fattaobiezione, -cl'ie vi ono inMos


alcuninomidi uomini, e di altre-coe, 'le di cui radici non

i ,rinvengono agevolmente nella lingua Ebrea; lo-chepur


noi enza dicolt confeame. Ma ci non oa, che la

Ebrea
non maggiori
a ;la prima
lingua,
o almeno
quellache
ha
:conervate
vet-igie.
E ore
da llupiiri,
che ne
dopo
nooo. anni, chella non pi comune., iena audaci in di

menticanza molti termini .a lei propri, e mantenutii nelle


lingue pi vicine, e collaterali? E none egli dovere, che

quella lingua s venera`bile peraua antichit, e perla no


'.bile ua emplicit, riacquii, c ricuperliquello, ~cheha per
duto, e .ciocch gli altri 'le `hat-1 tolto? In oltre purgiu

o cercare nella Ebraica faveIla letimologic di tuttinom


proprj che i .trovano :in Mos, e neSagrivolumi? Ve nc
ono ben molti, i quali non appartengono in conto alcuno

al primiero linguaggio,- eendo nomi ranieri di non o


qual'lidiomi in tutto , e per tutto conociuti . Noi 'per
.non facciam curt e non de tempi, -che hanno preceduto
il diluvio, e .la confuion ~delle: "lingue.

Unaltra ruova del prima-to della Ebraica avellai,


che per mezzo ila i piegano con molto di agevolezza i nomi
deliepi antiche Divmit, le ~quali non ono originalmente
che uomini,- .e tra -quei allcuni vieio avanti il diluvio.
Coreinomi, che ono paati dall Oriente nella 'Grecia ,

.e nelle altre parti del mondo, non ignicano diordinario


coa alcuna nelle altrelingue- ma laEbrea olamente danne
.la dichiarazione,
A ragion di Pi"
eem
Drt, Calma! T3cme
_- i manifea la origine.
E

34

DISSERTAZJONE

pio `Amm-9, lo eo che Cam, che Zem, o il Giove de'


Greci. Zeus in Greco ignica il medeimo , che Cam in
Ebreo, valeadire, ardente, inocato. Jupiter, or-vie* der-il
11a dall Ebreo java, jtbo'va, ]a, Dio. ]fetur jap/yetb .

Sym lo teo che Sem; Nettuno , procede dall Ebreo Nipbm,


eere eo . Poeidon, -il che .in Greco ignifica parimente
Nettuno, viene da P/mb diendere. Vulcano almi-cain.

.At-e; , Marte procede da Artiz ,orte , violento; Venere da Beno


tb, le fanciulle, -0 da Bai-m, aver figliuoli, fabbricare una
caa; ,cos deoli altri.
'(3) Gen,av.21.

I .muicali -rumenti erano in uo prima del diluvio ,


:come vediamoin Mos (a); inomide quali i ono coner

vatiappoiGreci , eLatini : ma non ne hanno mai aputa .la


vera etimologia; e quea non i da aconocerc, che nella

;lingua degli Ebrei; dandoci ,contezza le loro critture de*


primi inventori.

"I nomi dei popoli, delle provincie, dei umi, delle


;montagne ono anticliillimi , e per la maggior parte del tutto
barbari,c non conociutinellelingueGreca, eLatina. Ma.
`ono gnicativinellaEbrea ; e per mezzo .diquea avella

1 dicoprono avventuratamente _.i 'primi fondatori delle citt,


e dei popoli pi antichi : non egli ciuna -pruova, che que.

a lingua quella, di ,che -i on erviti i primi uomini?


Pu vederi la grande opera della geograa diBocarto intito.
lara l-'baleg, `e Obama.

La natura della Ebraica avella Uggei-ice altres una pruo


va del uo primato, edella ua ,antichit.*La nturacomin

cia empre dalpi emplice, dal pi breve, e pi agevole:


la compoizione, il .mecunlio, :le addizioni ono-venute po
vleriormente , eendo qual _eetto della rieione , e dello lu.

dio; `L _Ebreo il pi emplice di tutti glidiomi : intendo per


lEbreo , come ia nelibriSanti; perciocch nelli critti _dei

Rabbinie -pi compOo, ~e ;pi -rammichiato di lraniere


dizioni. L Ebraich'ez-radici mon'hanno comunemente , _e-non
tre lettere , ~o dueillabe .- inomi ono enzalcunainflelionc
neloro dierenti-cai; diinguei olamente dalingolare il
> .plurale, ;aggiungendo im anomipluralimacolini, e otb za'
femminini,-vrono pochiimi anomali nelle loro declinazioni_,

,e conjugazioni. ,In vece dimoltiplicare i verbi, -moltiplica


no le ,coniugazionh ci che rende _poco menocheinutili i
verbi _.auiliarj; e che ;molto abbrevia,`e rende pi agevole
vla lingua; ,dilinguoni ancora i generi ne verbi, ,di orta che

'

1 co

SOPRA IL PRlMO LlNGUAGGlO, cc. 35

conoce daverbi, e i pal'ldi. di una femmina , 0 di un


uomo.
,,

In vecedepronomipoev, mio,v tuo, uo, ervon

i li Ebreidi certiaii, iqualiconiionoin una lettera o


la, oralpiinduedimorandoaltresi,
la perona
iragiona,
machio, o femmina ;ie eilgenere
della di
coacui
malcolino, ofemminino. Pongono ei ben di rado le vocali

nella loro crittura; il che rendela molto pi breve. Final


mente non hanno n verbi, n nomi compoi r pochiime
propoizioni, ed. anche di quelle, che hanno, ne formano

ordinariamente una parola a parte ,che unita poi anome,


.non necomponecheunoconeolei : mancano aatto dicom.
parativi, di uperlativi , e di tutte le nore divere ma

niere di coniugare i verbi : non hanno che due tempi ,


il preterito, c ii utura con uno, o due parti-tipi; l'infi

nito, e [imperativo . In omma arebbe malagevole con


cepire un linguaggio pi corto, pi emplice, pi. facile,
ed epreivo.

_ 4- Qianto abbiam detto a avore della Ebraica avella


non evidente; anzi convien. confeare, che non pu ac
certatamente provari, n chela. lingua di Adamo tnttavia
ad- nofri uia; n_ che quea ia la Ebrea ;- n che la

Cadea ia divera dalla lingua di- No, e deuoi gliuo


li . Ma nori contraddittori non hanno altres prova ve
runa- enza" replica, per fondare le lor pretcnioni , e per

dirugger ci,~ che noi ci iamo ingegnati diabilire; o


no: le nolre ragioni pi plauibili; e i numero di chidi
fende la no-ra opinione certamente il maggiore, eilpiu

conderabile. I Rabni (a), la. maggior partedenorico- (a) [M, R06. a


mentatori, e depadriinegnano, che la lingua Ebrea Orff, AAMRZ
1a- linua di Adamo; e avendo tutti caratteri di unAlw/wm/ {arci

antichiima avella ,. puo coniderari , come la madre di

Wwf x ~ 1- _~

quai tutti glidiomi Orientali, del. Caldeo , del; Siriaco,.,~,,m,:-2' 2222"??


e dellaArabo 0
Il entimento de roani . i
,

Crt-n . Aara; i);


uali credettero ervih" Ema-im
ovvero_ preteero , che".Oflgem
m Nm Haml.
_ _

un linguaggio 'naturale all uomo ,z


gli uomini: prodotti a cao dalla terra* in diveri luoghi- del I_

301,5MZZXJ'

mondo,~ aveero- dopo molte` pruove formato uoni artico- 16.deCvt.c. i:. e}
lati, e nalmente idiomi diveri 'li uni da li. altri; imi- lib'- :8- t 39. alii

gliant em: non hanno pur nu la ,- non ico gift di ve- PM


ro ,- e di eente , 'nia- n tampoco: di abile e di verii~
mile
non:
' . La
i produzione
'i degli
" uomini
'
E pu
z ` eer :212th
e'

36

Dix-,SERTAZIONE

del cao, e luomo creato. dla Dio non mai ato enza

I uo della parola ..

Le precenionidegliiEgizz, degli Armeni, degliEuo


pi., e_ deglialtri, po oli, i ~quali vogliono , che la lor lim
gua'iane di tutte- a prima ,i non debbono. in verun modo
orprenderci dopo il; paradoo di Goropio Becano, il qua'
le otiene eerne La lingua Fiamminga,ovverOlandee .i Ama.
ciacuno. la ua. pan-ia; ed il nativo, linguaggio* ma ra

ro di trovar perone.,` che, amino- s attamente la [oro l


vella ,, come, il. bpraccennato Scrittore. Certa coa- ` ,

che, allontanari molto. da; quei' luoghi?, e paei abitati d"a

primi uomini,` non vi ha uari probabilit. di trovarvi il


pmi-noli!! uaggio. Inoltre Fiemme rimal'o qualche avan
zo lignei a. antichilima favel'l'a fra l'a- maggior-parte de"p0'
polldi_ Orienne; cos: non: baai ilfmofrare in alcuno di' ell

idiomi una qualche radice-,_ a parole apprelanti a: quelle',


che i preumono appartenere. alla. lingua- dclprimo uomo,

peraver-e ragion di. coach-indenne eer-cal linguaquclla di


Adamo.;~ neceario, inqueo-iemaloener tutto', oqua~

i turm-.. Come alloncontro, perch vione-altuninomi,


de quali non e ne trovala. radice nellaEraica. nella, non
ne egue chea noniia.. la-prima lingua ,, fetucco il.` rimanenz
tc vi- i. :incontra con facilit, o; enza violenza..
In ultimo la confuion' delle lingue avvenuta TEL-ibm
le, e nocata da Mos',,noni u

unrettomaturaledel

la clivione clic i', int-romee inn-a i popoli', e. della dia


perlione che- di lor- ne uccee :a u- bens. un miracolo-deli`
la Onniporenza- di. Dio, il quale da. e medeimo , o. per;

(2)! Vila' O'H'g;H'om- 336170 de" uoi Angioli (a)` confu-eectcivamenteil linguagz
xranfm.Ang-Z-ggo degli' uomin,. pen' modo.: clic.- l linoua~ antica ,, e Pllm
"d"a''mitiva re tuttavia' pi intiera: nellaD 'of ia di 5611;!
onntan

Parafilm

i Genei x1. 7:8::

, .

..

"

Che- m- quella dex um fratelli.;` i. mantenne m tutta la u:.

(HH-idioma Czna- purezza m quella. di. Flg ,., di. Eber_ ,, e' di Tara progenico..

"l'2EFSZTPHF-AbramoT come pure nellaamiglia diCanaan-(b),~ ben--`


ui-Eebrea econ'yche quelachiatca-foe per 'altro-molto corrotta , avendolo
han maya"oscu_ cos .ordinat0'<l- Lrovwdenza, anch arrivandoAb'z-amo in:
io, Vejvailtone; quel paee (llntth alla ua po'erit , vi' trovae' la lin

elr'-

gun deiioi'amcnati; acci-tanto.~e,, quanto_ liuonom


oermobb'ligaci a cangiar di' favell,

Per mezzo de Cznanei.,~ detti' in altro'modb Fenici~ i?


diue moltiimo la lingua Ebrea-nell'Africa-,l anella mag?

gr PHP? delle-nale. del! Mediterraneo; e' @igge bagnate'?


da

-- _ ,~-`..

SOPRA IL PRIMO LINGUAGGIO, ec. 37


da queo mare . Ecco quamo ci ; parato di pi probabile
intorno alla prima lingua . Tale argomento- ato ormai.
s' ben-trattato da-'piletterati-, onde noi. non abbiamo im.

preo di- qu- nuovamente trattarlo, e non per comodo di


quei, che maneanodi molti libri; e che avranno a grado di.

trovare inquee diertazionic, preo: a- poco quanto pu do


derari- ne-'Prolegomeni del-la Divina Scrittura

DISSERTAZIONE
SOPRA'

GIGANTI..

vi coa- pi. celebre nellAntici't ,

- ,
,

*`

quant-o i Giganti. .* i Poeti , gli: Storici, ,


ALP-1?
W
{A
2
gli Autori. agri. e proani., la tradizione
. di tutti popoli, i monumenti: pi anti
chi rendono teimonianza della eienza
. di uomini. tanto famoi ,. che furono ilter

rore de loro- ecoli si.per'la. erminacalo.


no corporatura, che per far-dire e. per lamiuranzadel
l'a loro- forza. Siccome amai. ardentemente. ci ,. che reca.
Dupore, e- l ha. diletto di empre aggiungere aqui-.lle co
fe, che hanno del ingolare , e del. grande; cos i. Poeti ,,

e. peo* ancora- gli Storici hannoamplicata talmente que


Ha materia, che non c0- pena. a. nimetterlaneconve

nienei- uoi limiti, a. {Egizi-.ame. il. vera dal.fallb,_ e a-ridutw

re- certi animi didenti.,` che. per. tema dingannorevoca-


no in dubbio, quanto- slontanai dal. veriimile. di quelle'
- coe, che amo- ol-iti di. mirarci allo.'ntorno

, Noi oi iam- pmpoidiprovarqul la. eienza (le-Gi'


ganci", econutare chi laconzraa.: Mapnima di entrare in:

campo, molto importa il-determinareloato: della queio~

ne. L Noi per. Giganti intendiamo non- gi. emplicemente


eolorO, che ono. di unalta.atura;, e che opravanzano di

ualcheonciaopure di un mezzo-piede, 0 anche di un piede gli uomini ordinari di quel paee, ove nevivono. Norm
ci-molto-raro, e tutti convengono eeri veduti, e ve

derene tuttavia diomigliante miura . Ma-ragionar. vogliamo

di Giganti ,. che eccedevano di alcuni Liedtlaawmdegli uo!


mina

;a

DISSERTAZIONE

mini de nori tempi, quali erano uno , odue , ovvero tre ,


oppurquattro volte pi. _grandi di_ noi; cio ,, chetano con
iderabilmente PLJ alttdtcinque PlCdL e mezzo, miura 0r
dinaria della piueminente corporatura. Il.. Non trattai- ora:
di apere, e alcuna. ata nella erie di moltiecoli,. abbia la
natura per uno. sorzo traordinario prodotto qualche uomo
di taglia giganteca, com ella produce talvolta denani , e tie

mori ,, nonpotendoida citnull'a concluderene- Ma e nell


antichit per eempio avantiv il diluvio, ed indi; agran. tem
po. i. ien. veduti generalmente uomini molto uperiori alla.
comunale grandezza di queidioggid; equeiincette regio
ni, e,aegnari
in alcunedeterniiinati
amiolie ,__anzi
che inegenerazionidi.Giganti
altre; dimodocchpoano
popoli,
(3( Anti?).

Quei che negano` la, eienza de' Giganti ,z onoemolto

Gi P..

cap. 4.

divii tra loro.. Dice Gioeo (a), che eendoi non: pochi
Angioli ammarginati colle igliuole degli uomini ne Ottennero~
inolentiima prole ,. la. quale: troppo alle-proprie orze a
data, diprcgiando ognigiuizia i abbandon a. are- azioni.
del tutto imili aquelle, ehe iPoeti. raccontano degli anti

chi Ticani Queo-Autore adunque non intendeva otto il no


medi Giganti, che; uomini di uno- sacciato ardimento, e~

non ordinario, orgoglio .. QuandQVOizuditedire a Mos,_cri ve


(b) P/n'lo irc-gam Filont.` (17),_ che allora *ui erano i. Giganti- of: la terra, 'Nimzunr pag 219..
magittate Per avventura 5/1 e voglia- diotar ci, ebciPoeti. m
no Paeeiata de Giganti .- m quel ebeg/i ar-ra. in`
nitamente lontano dalla ava/a, Punto- intende di. Pat-[arni
di favoloi Giganti- ."*ui- plui-eente:. bei) otto il. name di Gi-
ganti , uomim~~ che anta-vano e'. lora~ comodi ,. attaccati a Eroprj
intere ,:`>, c fobia-via dinani.- Piaceri ..
~

Ragionando- altrove della torre* di Babele (e), di cui

(e) IdemaeCmri/i
Luigia-r. gag. 320(

far menzion. lau Scrittura ,. e la= quale: da! Giganti. u onda-

ta ; dice- che iPaganiudendo si. fatto raccontoirientirono:


E che i- libri degliEbrei contenta-ono' anch? ei} dellefavole ,.
non meno che quelli: deGreci P- iantecch laimpreadi quea torre ~ aatto conimileaquellache i Poetinarrano' de

Gioanti , i quali ovrappoerm PelioneaHTOlimpio ,. ed all


Oia per batter. lEmpireo. Pretende- Filone ,i che quanto
di loro ha. critto Mos ,. ia- una morale allegoria ,. apre

entante- le- impree di uominiempj contrail Signore.- Egli


adunque: non credeva , che mai ci oero- ati: eettiva
mente Giganti n- prima. del; diluvio, n al tempo; della

torre d Babilonia.

_ s

Stim`

SOPRAIGIGA*NTL

3-9

Scimparimente Origene (a), che iGigantinon oero (a) Orig-apua'cm.


atiuominidimiurata grandezza,ma bensempj,atei,ribal- CLP* """ i

di, che punto non 1 curavan di Dio, m degliuomini, n 25:3?er fl';


della Giuizia , altri, com -Euebiodi Cearea ([1) ,preteero, -Grne .

il'

the i Giganti -menzionatida Mos foero Demonj , e che (b) Bael. L.v.Pm
quantociraccontanle favole della guerra deGiganti, e de' WWW-35
Titani contro agli Dei, altro non ia , che la guerra de
Diavoli ;contro 'l'Onnipotente. Vedremoappreo la origine

della opinion degli antichi , iquali credettero ;eer i Giganti


prole diabolica, e che le di loro anime foero altrettanti
ipiritimalvagg . Non dee confonderi queo entimento con
[uello, -che nega la eienza deGiganti . ~Il primo non li di.

>arte dallaopinionecomune , cheammetteiGiganti , _e non

n quantolegge nel .libro di Enoc , ;che i Giganti ebbero per


`enitori i Demoni, ;e per madri le gliuole degli ,uomini
.mami al diluvio , dove .alloppoo uei -che _ne negano
iInoc.
eenz-a , rigettano
ancora come avoloo
il libro di
i
'
San 'Giovanni Grioomo (a) crede, e`he otto nome di (0)[cezrrm.
iiganti, la Scrittura intenda .uomini digagliarda robuez- -Pd- H1;
.
a di corpo (ai); e tale lim, -che .folle il famoo Nem- &glj'ml' 3 '
roc, acuii Settanta danno il :nome di Gigante, per -ve-

'i .zz-;3.412.

t il .nome Ebreo Gibor, aradouo per ,Giga-nre, igni

1 propriamente uomo ero, ~e orzuto. A.


`
San. C_irillo Aleandrino) nella"ripoa .allImpe- @VRML Ah"
tor Giuliano par .che creda, ehe 1 Gigantifoero uom1-_juk'axum1izh 9_

i di una orribile deformit,-i quali p0tevano -in-vero re


re "pi grandi , --e pi *robui .del *conueto ,zma ~non gi
[anto i Giganti riferiti daPoeti, `1 .quali dando -di pi
io ad una .lola-intera.in :mezzo .al mare , ~lanciavanla
ntro il Cielo . 'I Giganti adunque, dic egli , Anello ile della
ritrura .ono uominiforti, e .feroci,`di motruoa-embi
za , di -gura .deforme -cagionata ,dalleetto dellodegno
Dio, :-e prodotta ;dallo regolamento della fantaia , *e del

vituperoa -pallione di .chi generolli. Emolto .probabile ,


e padri :da ;noieitati ~ricorrelero a .queesorzatelpie
zioni della *parola Giganti, per -~non eere .obbligati 'a

vviare-mella Scrittura uomini dicotanta-prodigioagram


zza , quanto quelli che _da Poeti _proani :ne venivande

ittt .

Gli Stoici (f)`-annoveravano i Giganti co'Cent~au1l_ lii)&wlel-E-Ss'

;li altri .enti nti , e compoi a diletto ;dalla immagi.


.
nazro

40

DISSERTAZIONE

nazione dell" uomo .~ Centauri, Giganter. W giudizi-:Zi aliud


'(4) Cm-o de Sem. ala cogitatione farmatum [Mim-e .aliquam .imaginem capi: ,

"3 '

.gear/wir mm [mb-eat ubantiam.. Ragionando Cicerone (a)


della guerra deGiganti contro agli Dei., la volge in al

legoria , e dice chella emplicemente ignica la guerra


delle paioni contra .della natura, e della .ragione. Repu
(b) Mama_ ;mm ta Macrobio (), cheiGiganti eno una empia antichili
:mA/1'154.- zo.
ma nazione nemica degli Dei, .alla quale venne impurato

di voler prender il cielo per forza , ,e cacciarne glIm

mortali, ataeoc-ch .di ei negavano la eenza. Glgante


quid aliud uie erede-dum ,el quam .haminym quamdam im*
piano gentem Deo: negantem, (9' idea ex-ijlimumm Dear Pelle

re mele iedc Muy-3.

Certi naturali non porcndoiigurare, che ci -ie-nomai


ati uomini tanto grandi _, quant-o dice la ,fama , piega..
cono ci , che della guerra deGiganti contra il cielo i

conta, diam ,eetto naturale deventi otterranei.. I .venti


racchiui nel en della terra facendo violenza di ucirne, fen
dono monti, eccitano -vampc , vomitano pietre, le quali

pare che cagliano contra .lEmpireo. Giove, ,valea dire,


il cielo., .o laria lanciando verodi lorogragnuole, e aet.
te, fa too ceare il fracafo , e calmati i venti ein
guonoiotterranei incendi, opi non anno eernamen
te entire. Quindij-i pree motivo di ragionare, che Giove

*r

atterrati i Giganti glimprigion otto i ,monti Etna , e


Veuvio, dondeltenta-ndo di tempo in-Lempo dirialzari a
are la lor ,vendetta , cagionano ,i .terremoti , .e le coe,
;Che -noi entiamo, e,i fuochi che tratto tratto vomitano

.quelle montagne. Ma tuuo quello, oggiungono e ico,


.e naturale.

La orma ,data da'Poet-i .aGiganr'i piegai ancora .a1.


Jegoricamente con dine, che dal mezzo, in gi lhanno a

zguia di ex-pi', e forniti ono di mille mani ,per combat

fxgwhb-S'F'tere, e per difenderi

.Mille manu; 111i: dedit, CV Pra ar-ibm angue:.


Le mille mani dinotan la raordinaria lor forza, i
~
;erpenti la incoanza , gli attoreimenti la malizia , o la
(di NW"_- la,poca r-ettitudine loro, ed_ equit
I. .J- 1- LD.
.
.
.
-Palanoanche pi oltre altri Filoo oienendo , che non

,olo mai vi furono Giganti; ma che n tampoco pu darene


almeno di s acca prodigioa eminenza , quanto i dice.

Dio Autore _della natura ha preo a qualivoglia coa una


cerca

SOPRA l GIGANTI.-

4x

'certa miura, che a lei non poiibile dioltrepaare. Tutto

{iene la ua proporzionezncllunivero; un grado di pi , o


di meno compiglierebbe lordine , e conondercbbene l' ar
monia . Vi una miura di movimenti negli Ari , nell*
aria., nelle acque, e nella terra medeima, la quale non puo

regolarmente giungere le non no ad un tal egno., enza di


che le piante degli alberi, e gli animali tutti perirebbono.

La grandezza delluomo proporzionata al grado del mo


vimento del 'freddo edel caldo , .ch opra la terra.: le pian
te di cui li nntre, laria che repira , gli animali di che i
erve, ono creati per lui, e ono per cos dire adattati alla

ua natura; s e' addivenie pi grande , o pi piccolo di quel.


chegli , non-ci arebbe pi tal proporzione, e lunivero

perderebbe tutta la ua bellezza : dunque non ci furono mai


Giganti, o e ce ne furono , il mondo era altro, che pre

entemente non ,<e l-a terra-occupava unaltro pollo nell


univero;~l`ai~ia, gli Ah-i, glielementi., e le piante eran
jivere da quel, che ora ono.
*La .natura-.qualella ad rnori non potrebbe are

,orzi tanto violenci per giungere a formare uominidigi


;anteca atura.. Or non avendo noi pruova vcruna, che
.i natura ia mai l-ata -diverada quella che tuttora ie;

;on pu tampoco cangiare ino a quel egno, che duopo


arebbe clxclla mutae , per .produr deGiganci : dunque

'mi ae produe.
'
:Tra gli antichi quai , che riconocono i primi uomini pi
rmdidinoi., non ammettonopoi, che -oero di mole s)
erminata , quanto-pretendei; credon bens, chela maggior
iura , e la taglia piu grande, a cui poa l uom pervenire ,

l quella di lette piedi dialtezza, (a) perch tale uqueldl Ercole

(a) Emma-ii

luce: plc-que denaut ul-'am Pu- cede- 120,., ,, z, yu, ,3

[angimdinemfedum fePtem, quod-intra menmam-zam Her- Zan-an. apud 0-1.'

/cx acri:. Che e di quando in quando comparvero lio-1'23- ' lf"'


ni di corporatura molto

eminentc come Orc/Ze, che ;;:mzold~::

eva ette palmi., o dieci piedi e mezzo; e Puo, :e Semn- Am,,n-npni, ,u .

i:: , i quali fecero Vedere-in Roma otto Auguo, la cui PM PN-

indezza era maggiore di dicci piedi; -ecceziom on ~quee (b) VM' sl'f

lare ola com


.
oduzioni moruoc e uor del o- s"l'" 9"' 3' 54"
g
une, epr
_

:636.
i
i, da cui non pu nulla GnChUdCllCnC.

Che e poi procedeper-uneetto-della natura invecchia


che gli uomini denori giorni lieno pi piccoli, e pi
oli di queidetempiandati, convien dire, che la natura
lii-r. Gaby. I.
F
u

42

D`ISSER`TAZIONE

ia rimala in uno ato di conienza da molti ecoli in qu,


mentre ono omai pi di 3000..anni,-che gli uomini pi non de
crecono , anzi mantengoni empre gli tei . Quindi non pu

ammetterilprincipiodi alcuni antichi, iqualicrcdettero,


che di giorno in giorno il mondo invecchiae, e gli uomini an
(a) Plin- I.7. :.i 6.

daero empre in decrecimento , e s inacchiero (a) . Cumo

(b) IMM'- VH-

er-vati. Gi lagnavai Omero (b), che deluo tempo foero

(c) '""* W"

;i corpi molro piu piccoli di quei degli antichi..


Nam Genius/m: fui-va jam decrecebat Homero

mortalium generi miorem in di menuram eripropemodum 0b

(d) P"'i' LT-5*

Plinio attribuicene (d) la cagione al calore , che domina


;ovra la terra , eendo come il precuror diquel uoco , che de.

ve un diconumarla, v egliguadagnando a poco a poco, -c


dihuggene l umido :radical-e, ch il principio., cell ?fonda
mento della vita degli uomini , edi qu , dicegli, eer s
raro di vedere i gliuoli pi grandi, e pi robui de lor genito~
ri. Raro/que ?nn-thus prov-errore: emzumeuteaberratem emina:
.au/lione , in cujus *vice: mmc 'vergit mmm .

(e) ;lim rap. ing:.


LAutore delquarto libro diEdra (e) ha pureimiglian
PUNK# WHMM ;ti principi ; dimandatealla Madre, dicegli, dondeprocede
fm ?"?Pf'' 2%" che iuoi particrecon s`i poco? Ella vi riponder : altri o
it b/-Dlf emm

_ -

- -

. .

'i al" aim-Petr- ;noglifuomininati ne .giorni della forza , altri .in quellrdella
,mmr ngnzmzi. vecchiaia, e del debilitamento della natura . 'Conderate

""7" Mr a_ qui am.: `adunque eer voi pi piccoli di quelli , che vi han preceduto,
quei , clic .verranno dopo di voiaranno ancora pi_ picco
(Tir/a f Al-if,

-ll che voi noniete.. Pens Luccmio

loofo Epicureo,

qui-'.7 juve-nm ma- che da principio lam-acum producee corpi uperiori a quelli ,
'"' "ft-w i S -che preentemente produce, per eere come conumata dela
1 mf"b WW .la vecchiezza.
. \
eemir decit-re
,
,
man-i (un: m; .
jamgue adeo fraHa-e :tra: -eietaque .7611145,
Can/Idem ergo ('5 tu ,
WWW? "I'm" 174

W eu PM A" a
4

'

qui nrrvar- m'

.Vix animalia Par-ua crea: , quae euna crea-vie


Ser-'la , dedirque emi-_um ingentia carpom Part -

Qucienttori embran contrar-;aquell.i, che negano


I

pg W, , ;MHZ 9 .la eitenza dCGlgntl,


ma in loanza 'la diruggono-con le

.
gnam w, (Fr.

.poche buoneragiom, clic adducono. Se la natura era tan

() LW-/- 3-

.tainacehitazecontmata mo alrempodi Mos, circa 2500.


anmdopo'la creazione .del mondo, o negiorni di Omero
milleanm inci-rca avanti Ges Crio, che e gi .dallora

.
. erarmporenztea pi produrreGiganti, qualdovr :ella eere
(g) Vidi
Taa!.
. ^
.
'-9 N on d o
mp
u Dm;
i! m
2.. ipieiente,
c l1eil- _mond o` vece iodi* ~574o.anni.
hm E,f_ A, vrebbe 'adunque pi vcderi nacere , e ,non Pig-mei.

leg-m li. i. r. 7. s,

Dicei ancor di vantaggio (g) , che e la taglia Giganteca

foe

.-. _ -

SOPRA 1 GIGANTI.

43

oela pi bella , la pi peretta , e all uomo la pi naturale,


tuttigli uomini arebbono nati Giganti, equei , che non oli
feto, dovrebbono paare per mori ;. ma- noi all incontro ve
diamo, cheilcomune degliv uomini dal cominciamento del

mondono aque' ora u preo a poco delliella miura ,. e


queicheitrovarono di giganteca atura vennero ravviati
qual pecie dimori : dunque forza conchiudere, che* ic
comeimori onoradi-e raordinari, cos iG-iganti non o

no ati mai conociuti; e, enel corodi molti ecoline com


parveronlcuni, altro nonpuinferirlene, enon che la na
eumi dileoi talvolta dalle proprieueleggj per maniearci;
gli eetti prodigioi e upendi del uo porere.
Ma chi erano adunque i Giganti, dequaliparlaci* la
Scrittura? erano, econdo-Fi*lone'(a), uomini di' queo vi-l (a) Mila de ci-aa.

fango amatori ,i e di enuali piaceri, gliuoli della terra, atei, "'5'" v


ed inimici di Dio ;, ovverouom'mi' rrroruoi per la loro-defor

mit, ebruttem, come vuole' S. Cirillo Aleandrino (11), (5) Cyril/.2 [ib, 9
ovvero, econdb-Diodoro,uominidiunalunghima vita` (a), con. julia. 1, z',

Franceco Giorgio (d) gli riconoce per uomini diatura G/Plif' ?MG-fuel.
molto uperiore alla ordinaria' e corrente; mapoi oiene n: .Di-iii' 'i" CW"

non eler nati- da un uomo ,, e da una donna , ma da un demo- LELLZZ gf:


nio, e da una emmina;.im'perciocch, oggiugne, non credibi- Com-'
le , che uomini di s`1 enorme corporatura lieno nati- inmodo na- (d) F- Glorg'- tam-r.
rurale, oltrepaando ci le forze comuni del-l'a* natura, e di
74 75* "P""
`
.
\
.
.
.
i! .em-nf. Bl
qui, conchiude, che Gesu Crio avendo vmroxl &mamma/m. MH. lib.5.
:tolto li il potere, onde'ma-Lr erviva, non i viddero pi 2:01.51.
Sigann nel mondo , antecch i demonj non pi come prima
i ono ammargnati con donne.

Stefano Gobar citato da Fozio (e) tratta problemmatica-

(e) ad. 4,,

nente tutta- cotea materia .. Eendo, crivegli,d1celt ovra Pim. mf. 232. pag.

a terra~ gli Angioli ribelli , e poate le donne,ne generarono i 393


iganti : quei poiavendomontate le beie produero uo
nini motruoi , e' demonidell uno e dell altro eo -.~0 pi
oo gli Angiolirubellinon- avendo n carne,` n oa, non
aembrarono da lor medeimi con. le glia-Ole degli uomini ,

aa iervirono di uomini empj ad' eetto dinardarle , o


almente eglino-non ebbero commerzio veruno con-ee loro ,
per e ei, n per commerzio degli uomini.
.
AmmetteSulpiziosevero (f) iGiganti come molin , e
rod'uzioni' contrarie alla natura .- Ex Angelorum- ('7 muliermn

&la/p. Se ver. l'- t.

-i-tu Gigante: editi'redicunmr'cum ali-vere inter e acum con. Ht.

Elio monragigneret . Or e iGigantilpon ono che morii,


)

2.

non

44
DISSERTAZIONE
non pu concludercnc , che eno mai aci comuni * eendo
empre rari i mori, come conti-ar} alle COSHECnggidclp

la natura .
IlPadre Bulduc Cappuccinonclla ua Opera intitolata:
bl FNM- J Et" De Eccleia ante lege-m (a) toiene, che i Aepbz'lim, i Rap/Ja
:l'';"8"91'"l':im, i Z'uzjm , gli Enacim ,gli Emim., e gli Zanzomimm, che cre

le. * * '

'3 doni generalmente ecrclariGiganti, uomini-crudeli, cdi,


rabocchevolc corporatura , ocro per lo contrario uomini di,

una rara virt, e di non ordinaria piera : Virna: ,aniratc , am'


mx magnitudine , con/Zonda , ac bonis oPeribus Gigante: eran:.

Il nome di Nep/Jilim ,. che ignica quci che cadono , o che t


prorano, u impoto a certi uomini Religioi, attea la
duit loro alla orazione : gli Eozacm , oporta collana , forma
vano unordine di Cavalieri- iituito da Abramo, allorch'
oggiornava preo- di Ebron , e conipoo di perone grandi ,
ricche, e- di una ingolare magnificenza.

Dice in oltre cerc il nome diGigante un titolo di. ono


rc dato agli antichi giui , che vivevano prima , e anche dopo
il diluvio; che taiSoggctti erano-in venerazione, e concet

to appo quei popoli , tra i quali i ricrovavano; nomati da?


MoabitiEmim, cio-Revcrendi; dagli Ammoniti Zonzommim ,

cio Saggi ; daCcnanei Rapbaim, vale a dire Reimrtori;


da Sirj .Zu-;im , o [//u ri. Aggiugne an :ora eere tato preo

fuor di ragione come epiteto dignominia ci, che dL Nem


biOt dice la Scrittura : Era uit-Gigante roba/?a avanti ilSignorc ;

dimorando per altro quee parole, chegliera di probata vir*


t-, e di ingolar-antit. ln omma il Padre Bulducci fa a
pere, che gli antichi Giganti tenevano-cuole di pirito,
ed avevano 1pccic di monicrj-neluoghi , ove facevano dimo
nnza . l ogni di queoScrittore ullargomento deGigan-
ti ono (lati conutati daunAnonimo,.di cui non mi riulc-ito

:vernelOperaimitolata : Dc Nep/JilinisGigamibu: -t-.ulgo di


Hi: , Excrcimtio contra jacobum Bouldm..

Obbicttaia quegli,che negano i Giganti,l`antica tradizio


ne de popoli, che credettero gli uomini-de paati tempipi
Prandi di quelli di oggi iorno, e li pone dinanzi agli occhi

0x0 i corpi, e le oia de Gigantigi dilcopertc,_ che: ancora


continuamente i trovano . Ma e li burlano della vana preven
zione de popoli , e delle oa pretee de' Giganti . Gli autori di
ampa s fatta- di uomini,dicon e,onoi P.oeti,la favola gli nu

lr,e la credulit de popoli gli mantenne . Ciocch prendcli *per

oa di Giganti ,on oa di Balme, ovver di Lil-;anti ,. oppure:


oi

SOPRALGIGANTJ.

45

olii follili prodotti nella terra da un uocodella natura, come


appunto pretendelo il Padre Kit-cher uno de piu Vigor-oi con
tradditori del partito de Giganti: ed ecco quanto-ho trovato

dal pi Validoa favore di quello lentimento.Vcngh1amo ora al le`


pruove della vera,ed eettivaelienza di uomini tanto famoi .
Mos , ed i agri Autori , che lo han leguato, parlano e

preamente di Giganti , della lor forza , delle guerre , edim


prele , della eminenza della loro corporatura , del numero di
eh , edel upplicio che orono nellInerno. Lglino uron

requenttmiavantiil diluvio, ed anche quando lidi prin

cipio alla torre di Babele; trovanlene ancora molte famiglie al


tempo di Mos, di Giou, come pure di David., Il tutto
provai con autentici incontravvertibilr antichihmi monu-
menti : n quei ono Poeti, n Autori modern-i , o favoloi ;

ma ~Mos il. pi antico crittore , dl cur abbia-eme certii


me le opere, eagri Autori, chelo raccontano; traero ben- ( )
;i 1 Poeti dall antica e coante tradiuone de popoli C10,
\

. .

'

'

'\

.he pori dilettarono dreaggerare, ed abbe lire con a


Poeia intorno aGigantz.

lo

a G"V 3
.

0!an Cflfll ba

r m, multipli-:arl

up ffl,C/lial

Eendoi moltiplicati gli uomini opra-a terra , dice Mo Pt"'f"{t .fit/7*


* 4), ed avendoigliuolidi Dio- vedure le gliuole d.egli-:ll/;D"f;;z;
.

~,

-t

o"

romini , ch erano belle., nepolarono quelle, che loro piu pnlrbm, Luppi,
nacquero. Or bene, die ll Signore, toglieroall- uomo la ; 'ai- e, m,

lla, perch divenuto omai tutto ca-rnale, ed i luor giorni bui-"quiet avra

.`
.
.
,
`l
non aranno
piu
che cento vent an,cm
tra centoe ventanni' D""lm',
.UM.
T" 1

. .

permane-mt

.rpm-r

nondero coldiluvio _tutta la terra,egli ;lillrugger quanti ono. mm, ,~,, ha 5,4,_
Jra l Giganti era-no m quel tempo lopra laterra , e anche dap- :frantumi-ii: ram ei-
01 che 1- hgltuoli di Dio li uralembrati colle bgltuole degli "WWW 15"" PT"

vomini , ed ottenuta nebbero prole . Quei appunto ono i "m "3" 4


`.

num-0131121! au

:iganti, queg-linomimlorti, ai antlclii, :tanto potenti.


Vi erano adunque de Nejilmz; de Giganti opra la terra,
vannche ifigliuoli di Dio, cio quelli della proapia d-l Set
'
~ ~ ~
'
, maritaero
con le figliuole
degli~ uomini
, vale a dire
c-on l e

,,m ( In! Hebr.


Nephilm ant [
P'ftam 1'* dui-f"
1/1. Pui/rm: emm
ingnm
r.

gliuole della irpe di Cain. E'antiehiima tradmone die- z li-u ;mm-MM


I

1 da Rabbint, e da molti autori Criiam , che Adamo ole ill-:que ge/mrnmr ,


:maggior deGiganti . Inegnan gliEbi-ei (b),che lddio volen- '/1'_lbf"-)Pa""1

o lormarexl primo uomo prec-tir too una maa di terra m- wirifab A 4


rme, che dicndevai dall una all' altra eremtta del mondo , (b) ,4,1, BMW,
tquale, e alzataiole, arebbe giunta atoccare il Firma- Biblioza.1{azm.:.i.
ten to . Data in tanto da Dio la forma a sr atta miuratima.BAS-BRUN-1232";
-

.ole , e avendolepiratml oo della Vita , Adamo i rizzo in f


iedxgma gli Angioli paventati diua crmtnata grandezza e- m_ ,4.
`

cla~

~. .i.

1; r.n

46

DISSERTAZ'IONE

elamarono, Signore Dio-delLunivero, ci ono-fore due u

preme potenze nel mondo? Alloraendcndo Iddio la ma


no ovrailcapo di Adamo ,_ lo-ridue,. al dire di alcuni, alla:
miuradi mille cubiti ,z econdo altri r a quella di novecento ;,

evvi chi. non gliene lacia ,, e non due o- trecento, o an


co oli cento; e biognava-invero, che oe eccedentemen

te ben grande per arrivare al rurto della cienza del bene.


o- del male ,, eendone: lalbero ,., a quel. ch-eli ognano, di.

una prodigioiima altezza

Sembra per verit , che S.Girolmo abbiav creduto da*


enno , che Adamo foe il maggiore di tutti Giganti ,
mentre cos traduce Giou cap: X-lV.. v. 15.. Eron-c/:iama-
*vai ev-vi
anticamente
.. Adamo
il maimo.
cimv
epolta ; Cari.
ma puAre
traduri
1. Ebreo
per il. delli
nome'Ena
antico di Ebron Carla: Arbe, queiuomo-( Arbe) il pi grande
degli. Eacimi ,, o deGtgarm. di uelv paee. Il medeimo
S. Girolamo nelle~ queioniEbraicclie opra ierenei , e ne

uoi luoghi. Ebrei allazvoce- .dre conferma la:iteaopinio


ne.. Finalmente nell epitafio- di Santa Paola dice, che Ca.
riat Are, 01a Cittv dequattro, trae il uo nome da que-

i quattro peronaggi Adamo ,.. Abramo, Iac, e Giacob,


e che ,t econdo il libro di Giou , e giua la tradizionedegli

.Ebrei ,, Adamo vi * epolto. Alcuni autori-criiani.citati`


da Bar-cepha,. e da Giovan Lucido- oengono- il medema entimento..
~
Gli uomini , che vivevano innanzi il diluvio, erano*
comunemente di una taglia molto maggiore della corrente..
Credono-i Rabbini, che il Re Og vintoda Mos vivee

avanti il diluvio, econdo quee parole del Deuteronomio


Cap. [I l. v. I r.. Salus quippe 0g Rex Bah re/literzat'de ir

pe Gigantium'. Ei i poe ulleeriore caglione- dell Ar.


ca, o econdo altri': opra il tetto, e No., a cui aveva
promeo di iate chiavo- tutta* la ua` vita , omminira~

, vagli quocidianamente* il. cibo- per' via di un pertugio. Era


Og di tanta ecceiva grandezza, che avendolo- un d Pre

o Abramocon forza ,. fecegli- cadere un dente , del quale


compoene ,_ econdo alcuni',~ deletti, o. al dire di altri ,, un.
edile ..

,Kifb E

Quando il Re Og (a) marcio col uo= eercito contro`

3_ J, 7,2,; ;314,7- gld`raeliti , avendo oervato, cheil loro campo occupava

uno paziodi- ei mila pai , o due leghe di latitudine, pole in


capo una montagna della medeima ampiezza ,- ane dl chiac
ciar L

SOPRA :1 GIGANTL

47

:iarli tti .in .un-botto; ma 'Iddio :mand :un vermicciuolo;


:he, .forata la montagna in quella-parte, che _giaceva ulla

ella del Gigante, venne a poaregli opra le palle aguia


li collana, -volendone pertanto `ottrarre il capo, iuoiden`
zi, ch'erano miuratamente'lungii, eendoi proondatine
a montagna , la ritennero intorno al uo collo : accoro a1
ora Mos con .unaadi -dieci cubiti ane di ucciderlo,

:oui l'piccubito un'Tlto allaltezza di -dieci -cubiti , e


CCh di dodici cubiti crime la di lui tatura , -Mos non
)O[ far altro , e non che colpirlo nel calcagno ,_ della
Lual ferita e ne mor. Quinto poi a ci che vdice 1a Scrit~

ura (a), che il` letto di Og era di -novecubiti per ,lo lun
;o, ~e quattro per lo largo ,, pretendei da cooro, che xa

Ia) Dtm. ur. u.

e-appunto--foe la miura della -culla di quel Printipe an


or bambino . 'Noni 'preume gi di garantire imiglianti
l'aggerazioni; ma in ee almeno .corgeilatradizion degli
Lbre
-

?Il .nome di Nepbilim , tradotto per 'Giga-mer, pu` ii


niicare econdo la "lettera, quei the cadono (b), -che a'a-(b) Nephli'm Aq.
ilcon-qualcuno, -e che iavventano opra di lui, `come 'al uc- EPePiPWZ'" s rm

ello opra la ua preda., -oppnre 'quei che *fanno :cadere "AZNZZHMH;


he abbattono, o nalmenteuomini violenti, crudeli., pa-"rzgmi-._ 135,
aldi- Glldraeliti ,, che'ritornarono al deerto di Cades Gigante:.
opo aver viitata la terra ~promea ,, "diero .3" loro fratel

: Il' popolo da noi ~vedutoin *quel paee onotutti 'imi- ;(c) Num. xx. 3,
, cio di'una tagliamaggiore della comune; vi abbiamo ?PW-1 9!- *peduto de Nelini gliuoli di Enac del e enere deNeli- Ji"'lp gm'
i, edaparagon'loro noi iamo-a guia -di ocue (c). Ecco W,ini WLZT

eGiganti aai .ben ditinti _., non :gi ~uno , n due, ma [l'arma Er da g'.
opolo guai intero : Popular, quemapeximu, dicelEbreo'm Gig-W") 9""
z'n' manarda-um unt . Turca la 'chiatta ~di Enacera di s
atui
ltta grandezza , che a -confronto 'loroeranogli altri uomi- VM.- 7-. E. am" '
i a Fifa dilocue

Izlcb- xxx.

opo Mos , -non*tr0'vo 'pi nella 'Scrittura il nome "'9' -. -3- 7-4- 7-7;
i- Nepln'lim (d) , ervendoi per-ordinario gli autori agri Rexji?? ;Pu
ella voce `n'-{212mm per vdinorare i Giganti ~, _e lo `eo parlando degli :ix

Ios pur talvolta-coumala : dicendo, 'che Codorlaomor, tich Eroi tadurl',


i uoialleati'baueronoiRaainitad Aaroccarnaim (e). 'Pro " "WWW" l pi
iie Iddio rdi dare ad Abramo ila terra deRaaini

"(:).'Gcmf x

he dimoravano di l dal .Giordano z *ed Og Re di Baa'n (r) c,f, 5,53,


uno (g); Sol:
, la cui
progonieera
al cem-l '(g)
_70 u, Dm"
x. 4.
)~:me
di Mos
quippc
remaneratgi-quai
de [hr-Peeinta
Giganmm,
iilillz.

Ebreo

'

48
DlSSERTAZIONE
Ebreo, tlc/ZirpcRi-rplmim. Era couis miu-raro, che di lla
molti anni mol-ravai tuttavia -i-n Rabbat capitale degli Am

moniti il uo letto di ferro nove cubitilungo, e largo quat


tro (a) ; i nove cubiti ono quindici piedi quattr' once, e

(a) Dm!. l u. u.

mezzo a prender il cubito Ebraico ul piede di venti o::


ce , e mezzo, di orta che Og dovcia eere quali tanto al

to, quanto t-re uomini ordinari.


Mos -parlaci ancora diunaltro popolo, che oggior
nava all'Orieme del mar morto , e cbiamavai Enum, il
cui paee u dato da Dio nelle man-i de Moabiti , e gli
Emzm furono lcrmin-ati , e .disfatti. Eran coloro numero
i, e porcnti, e di corporatura cotanto eminente , chela

rebbero prei per figliuoli di Enac, c per Raaini. Ecco

pur anche un popolo intero di -Gigantigia dirutii avanti


Mos .- .eravane per anche memoria, taniech Moab Pa

dre deMoabiti nacque 32.5. *anni avanti Mos , e prima.


che i Moabiti foero a portamento dintraprendcre la

guerra con-tro agli Emini, vi vollero almeno 150. ovve~


ro zoo. anni.

Gli Ammoniti fratelli de' Moabiri attaccarorio proba


bilmente vero il medeimo tempo unaltra razza di Gi
(b) Dm:. 11.10.21. gantiappellati Zanzommim (la); i-quali erano grandi, pode
roi, edi atura uguale a'gliuol-i di Enac , e la loro ter
ra era imata un paee di Giganti , o di Raaini . Terra
Gigantittm Parata e , (9 i zip/21.011.; habitat-'6mm Gigan
zrr, icch vi erano tre generazioni di Giganti di l dal

Giordano; i Raaim' a Settentrione , gli Emini allAu-ro,


e tra gli uni e gli altri i Zanzommim' . Trovali parimen
te -deRaa-ni di qua dal Giordano , e vi i mantennero

in alcuni luoghi ino al tempo di David ': -e e nc C0110*


eem-mo due chiane; gli uni figliuoli di Enac, e ichia.
mavano Enna-'m, facendo in Ebron , e nelle ue vicinan

e ze il principale loro oggiorno; nomavani gli altri empli.


cemente Rapbaim, o gliuoli di Raplm , ed abitavano nel
la Citt d Get, c del lor numero era Gol-ia . Vien oven
re parlato nella Scrittura della Valle deRapbaim (o), o del
(ci _7.m- xv. 8
la Valle rie' Giganti viciniima a Geroolima , por-tando tal
:h-i. 16. I. Reg
v.15.u..vxur. 13.

nome, -o perch in a-Itro tempo vi dimoravano i Giganti;


oppure perch ivi i erano pi ate .accampaeinellc guerre
de Fililei -contro aglldraeliti .

d} z. .RZ-*33. xxx. i6
1 ik. i. la'. xx. 4_

Nomina la Scrittura(d)cinque Giganti della irpe di Riz


fba trucidati da David, 0 da uoi oldati in varie battaglie ,

`\

cioe ,

,.o

SOPRA I GIGANTI.

49

cioJ. Sefbi-um-obmvvero Sesbiigliu-olo di Ob.Il_.S`pIi'


ovvero Spbaz. lII. Il fratello di Golia. 1V, un Gigante*

che aveva ei dita a ciacun piede,e altyzttante nelie mani


V. Finalmente Golia ramazzato da David (a) , a cui 13331_Rmx1 4
Scrittura d ei cubiti e un palmo di altezza , che fan` '

no dieci piedi e ette once , vale a dire laltezza di due


grandi uomini. Contro di imil fatti non evvi eccezione.
ecco dei Giganti, eccone mote famiglie, partecchi in una
ea citt, nel medeimo tempo,ed anche popoli interi.
N i contenta di dir olamente,eherano pi alti del 0
Jito; ma ce ne mora la di loro grandezza, .e .la forza,

in'linuandocl ancora , che per l addietro era molto maggiore


il lor numero,antecch cene accennano famiglie e nazio
ni intere dirutte.

I gliuoli diEnac dimoravano nella parte meridionale


della Paleina

Enac aveva avuto tre 'gliuoli chi-mn ,(-b lN'm XML 13

Sza-', e Tbolmai, tutti e tre Gigati,e padri di Giganti;" 34*


era la loro taglia cos raordinara, che gli Ebrei a con
fronto loro potevano quai locue; e quando Mos vuol

parlare di qualche gran Gigante, dice, chera tanto alto,() DMP- 'I' W
quantoigliuolidihnac (c).Eendt-> entrato Giou nella ter-Ubu l'3 "l tu_
ra di Canaan cone tutti gli Enacni di Ebron , di n. 7 m x '
Dabr, di Anab, e di Idraele , ove e ne trovavano, e(e)-dm x1* r,

1011 ne laci, che in Gaza,in Get, ed in Azoto(d), e) AMT-"5"


i*indi a gran tempo miravani col i epolcri di queGif' 5 5' 9'
-

-(g)Amaf(ap.l\-9-i

;ant1(e) ,anzi Gioeo_ ogg1ugne(f) , che de uor giorni EZ" am, gn"
ll 1 moravano tuttaVia le oa loro , le quali erano dimm' Amm-beam a

ma moruoa groezza, e poco men che incredibile . fari' www: UR"


Parlando Amos della conquia fatta dagii Ebrei della f" _C'd'om

erra di Canaan dice in

. .
nina:

e na d lS'on e(
Ioer- -MUWfN
.
~
.
P
e
*
r
.g
. map,
otto gli occhi loro l Amorreo , la eur emmenza ,tm.~z,.-fm.

:guagliava quella de cedri, e l.~ forza quella della quer- guri-;w deuper,
ia, ritolai le ue frutta, e ne,irpai le radici. E Ba- m' 'm 'JW-l. n
uc
Giganti, quegli. uonum s: famoi, che erano (h)Barutb- "z,
a Cprincipio, que Giganti dl s bnorme arura, e che m- 26. In fanti: ci*

en evan la guerra; eglino non furono gli eletti dal Si- gafne: nam-;7.21.711
nore per darne loro la cienza , laonde perirono . Giu-7 " "" fm
.

It-LI (1)*ne _ uo .can'thO

ll

fu ono Ui

ice, c e non

Ti- rum ,nzura Magna

.. rienmhllum; ,,M

ani, n 1 Giganti d] crmmata corporatura, che uccile- a ,1.3.2- Dmfnm,

o Oloferne: ma una femmina imbelle dopo averlo Vinto Qf" viam MHP/'
.erc le atratttve di ua bellezza.
PW'
~.
.
r
.
Non pu niente aggiugneri a quee prove, parla Ba-(i) Iudi:b.xvx. 3_
Dfert. Calmet T. I.

rue

50

DISSERTAZIONE

I'UC deGiganti avanti'il diluvio,Amos di queche poedevan

la terra promea prima,che vi entraero gli Ebrei ,decri


vendoci .amendue numeroi e pot-entiGigami di taglia mol
to maggiore dell ordinaria , i quali furono eerminan da Gio
3.
(a) he xv. r u , e da Caleb (a) ;non permettendo il Signore , che pi lungo
u. Indie. :1. .zo.

-tempo perdurae s -malvagia_generazione. :Siccome tutto il


"

;mondoaveva interee nella diruzione di moilri tanto :feroci


e erudeli,non .dee recar meraviglia e gi da molti eco
li non veggoni pi comunemente Giganti; i1 genere uma

__,__

no .congiur per disarene a -poco .a poco in quella guia ,


che 1 .cerca di elinguere gli animah velenoi e -nocivi ,
come in eetto 1 annullaiono,e dirueroin certi aei,

e a quali ;anno tutti Ja 'guerra in -queluoghi ;che di pre


ente e ne ritrovano.

A quelle {loric'he pruove, e di artove e -ne pu ag


iugnere di .unaltra pecie tratta da agri Autori, *che par
ano delle anime deRafaini ritenute negli abii per orirvi
b )II.Cp-xvr.5

la pena della loro ingiuizia e crudelt..`Dice *Giob (b),


che i Giganti-gemono otto le acque -in -con-lpalnia dico

loro , che ono nell inferno ; in imil _guia -ve

onci da

.Gentili .decritti -i Titani orto 'le fondamenta del Oceano

"Haanhdos. (e), .e nel vprofondo .de pi cupi ab.


-5 Hejad. Tluoga-_
nia.
.
(d) Vi's/ A'md-

(d)._5`ub gurgite ua/To .


. ~
Infeum elunur ceim", au: mar/mr 1g,
Dice Salomone,che le vie di una femmina dioluta

flev).g3:1:trb-.1L.I8.,gu;dano a-Raini(e"), echi le batte 1 rende dirittamente


{HIM-Im 1_ ,3, agguel luogo, ove ono 1 Gigant1_(). Ia1a(g_), edgEze
4 g) [fai. xiv. 9. .chiele(Hrappreemando i Raainim que"luoghi -tenebroi,
(h) Exe-5* xxxll-ed ocuri , dicono,.che .alzano vper ripetto., a ne d in;

"-9 p' (a 'q'

contrare i Monarchi delle nazioni , quali furono, men


tre che vierodl terrore degli uomini, 'e che vengonoa
cendere con eo 'loro .negli abiii.Attee tutte quelle au
torit tanto evidenti , precie', e tratte da acri-libri ,
non parmi, che ia pi lecito di rivocare in dubbio, che

non vi eno ati' per laddietro in 'numero ben grande i


Giganti.
\

Prima dirierire le .autorit dePadri,che ci hanno in


egnato, . ben diavvertire, chela maggior parte degli an

tichi ingannat dal falo libro di Enoc , credettero eere


nati iGiganti dalle gliuole degli uomini per un bruta

lc _commerzio con gli Angioli ribelli.Ecco come lAuto

re del libro di Enoc racconta lav coa. Lanno del mondo


_
1170.

S-Of-P'EA I GIGANiTI.
31

7170.(4)
i:
Vigilantisovver
gli
Angioli'poaronole
donne,
(
a
)
Cio
1071
dalc qualiucxronotre razze, otreampe di gliuoli:LI~Gii-~ avm' l 1le
anti *di:una.raordinariacorporacura:. ILLGigantiprodule- Sic?

calch:

ro i Nezlini.: tri-E i- Nelini'generarouo-gli Eliudi. Molti- ;u'ii Ju,


plicati -i- Giganti r diet-o: a mangiare la, carne umana,il .31: 21,41,,

che obblig- gli uom-iui', onde il numero= quotidianamente


cemavai-,. a~ gridare: vero il Signore: .- Moo- Iddio~ dalle
loro preghiere. invi- l"Angelo~ Gabriele con dirgli : Va,.
diruggi-i Giganti, quemoruoi gliuoli- degli Angioli

rubelli;. collrigneli a lartra loro* la guerra ,.e a: dari l~

uno laltro la. morte,aeci~ il nome lorovanica- opra la


terra . Le anime de- Giganti diverranno-demoni , e amn-
no ogni- orta*~ di- mali` nel- mondo, cagionsndovi' oelior
ni ,. tormentandovi gli uomini , facendovi- apparire larve,.
e fantami:: e ci-avverr no all. eermo di del Giudieio.

Ecco ilzfonte,.donde- lai-maggiorparte de primi* Padritra -


ero ci,che hanno~ detto de'Giganti; anzi Paolo Borgher

e
,ramow Giudeo convertitoe,.imava\,.lche i"GiSami(`l)`Pa/LBurg in'
olero- altrettanti demom; lotta* umana lembtanza.
z up, n.0014?
L. Autore (c),del Teamento de'dodici Patriarchipare (tc ) Teownum*
che abbia cavato dal medeimo-libro di Enoc ,-quantonar lit-bem- 5*

ra. della coneezion` def-Giganti.- Gli* Angeli ribelli,-,crive


coui',eendi~ abbandonati allamore~ abbominevole delle

donne, pree-ro lapetto~ de loro mariti , ed' elendoli- am


marginati* con le." medeime otto* forma raniera ,e- Gigan

teca corporaturaala immaginazione di~ quelle. femmine ef..


endo- riempiltta` di uomini cocatrto< fuor. di-ordine,. conce
pirono gliuoli alla. di lor imiglianza,,e~ miero-alla lucei
Giganti.~ Non pretendiamo-gia noi di dare: la menoma au_
torit a- s: atto- racconto, giudicandolo-avoloimoma
ne ineriamo),- che la eenza deGiganti' non veniva in*

nulla-guia- contraddetta da que'medehmi, che crivevano'


limilicoe, n da chi le- credeva,v e le: accettava.- z
`
Non rieriremo qu` molte~ teimonianzetde. PP, ben apendot, che quali tutti. hanno riconociuto eervi- ati in*
altri tempi i Giganti Labbiamo**bens-&cielo-morev rapportato

luci-,che non li- crederono~,o che ionorpiegati ambigua


nent'e! u: quel? *punto; ed abbiam ragione dl contare::

'avor norontomor a- ue'a': materia tutti quei,chenon~


:i ono- contrari.- Noizdifendiamo-il partito*della opinion
;enel-ale , e della voce' del. popolodi- tutti. i- ecoli : il grae@

o - per noi 5 al contraddittore l-apetta a produrre'tluw


2--

ttto L

*v

52.
DISSERTAZIONE
titoli , e le ue prove. Citeremo olamente quei Padri |
che unicono alla loro autorit e te_imonianza~a~lcune ra

gioni del lor entimento. Gioco, per eempio, clic va


citando pel entimento, che negav i- Giganti, d egli e

0 una pruova della loro eenza, quando parla. dcglio


di una Prodigoa groiezza. , ehe mira-yano in Ebron .
E 2)- ,nm-1,_ i, Rt- PruoyaTertulliano( a)la poibilit della riurrezione eoca
f,,,,g_m,,,,-,. adawn-1, 0 p1`u roo. con gli cheletri deGigantLhe tut

pz. 350.

tavia interimi L trovavano

Nec Giganti-rn anciquitv

ma cadavemdewmta conabir;-qmrum cmt ;rd/ano vivunt

Sembra dal {ho parlare ,. che e n erano- coperti anche


del uo nempo, cavand'oli certi ondamenri a\ Crt-agivne..
(1,) 473.1;z,_z-5~._14
Soiene &Agr-Alina (fb), ehe vi furono- in altra a~
Givihr-ggione ingolarmente avanti iL diluvio , uomini di una ta*
lia molto della comunale maggiore ,. e provalo in primo

ii @coi entimento comune degli uomini , che cos lo cre


(QLVSVEMHQS, devano ,_ citando Virgilio (6),, ii qualdice, chEnea vel-

e una roa PiC[l`3,ChC ei-Viva di ter-mme-ad. un campoz.


e alzataa peditamente di term la gito controv di Tui-no.
ed era tale il lao , che al' mierir di Virgilio, dodicia

uomini denori~ avrebber penato nom poco- a- portar-la .


Vix illum- lei bi a cet-mica sirenv,
Leali:: una /jominum Prada-:it corpo: tel-ue.

(Lueo un poetico ngimento- inventato- daOmerm


?di -_c`ne
ruova non
l"antica
o oli. A oiub
{ITU-"41.' ?Veli-WWE)
S- glcjk-ino`
aentirevanzionc
coa , che de
melig-dimoi
la

eiienza deGiganti~ ,. n* pi. vaiidamentt convincas gl in.


creduli, quanto<gli o di` una eccedente grandezza ,cheil
cao~,, 0- la forza dell acqua,.o~qualche altro accideme~cuo~~
prono- ditemapo in tempo aprendo-i epolcri,.e manifetan
do corpi , i~qualizdatmoltifecoli {l-won otterra-.Veddhdic

egli~,a Utican-fui olo a~vederlo,opta il lidO'delMaz


ne un: :lente~ umano: s gmoz, che ugualiavane cento dc

nori : moh-an di( cos' fatta orta` di. denti; in' pi luo
hie- per citi* i1- dente pi duro di=tutte le- o'a ,,per que
o e ne conervato' un. pi' gran numero-'.
(e)Tricl. .AM-4,. _ Agoino Tornielo~(e~)att~ea_di-averne veduto uno-z
T, 5,4,,..M,,,4~,9z7, Vercelli- nella: Chiea del.. uoni-dine` dedicata a S..Crioaf
Pas-_1*- 19.*

n'o, dicendoi chera un dente* di, eo Santo .Scrive Tor.

&n-;immed- i.. qucmadfherwyarxmente a, Loria-un altro-dente groo


"

quanto il' pngnachiuOjdi-un. grande'uomo, e-_m Aor a

una parte dl una mac'elladcl medeimo;8.Cr-1oano~, a


qual-samy, che in vederla ,giudica che :I Gigantea

un
_.0.-._._ .

_T,p-

SOPRAIGIGAN-TI.
53
cui 3ppancneva,doveva eere tanto alto,quanto una gran

La

dmz torre. Parla Girolamo Magi dell oo della cocia


di S. Crioano conervato a Venezia nella Chiea de PP.

della Crocetta,il quale arimente di una prodigioa gro


ezza. Gli antichi Legge
rj attribuicono al prcfato San
to dodici cubiti- o dieciotto piedi di altezza. .Racconta Anto
nio Sabellico (a) che pochi anni avanti chegli crivee ,

li

alcuni optrarj- travagliando a vellere un grandiimo albero (szmJuhlI. oz.

per la coruzion- di una nave,coprlrono a fortuna una te- "4"- _lib- _l- non lang!
la- di uomo groa quanto una borce,_ma avendola voluta "hm" '
maneggiare 1 difece in minuzzoli , d non- ocerono con
ervare e non che alcuni den-li , che d-iri uirono nelle

citta a divere perone; e e ne morano a Venezia, dice*


Sabellico, in una caa particolare .-Lodovico- Vives (la) nar
ra, che nella Cattedrale di Valenza ua patria vedde un (5) LM_ Wu ,
dente di: S.C'rioano groo quanto un, pugno ..Iacco Pon- Ar-g- {515. ,1- Givi!.
tano-(c) nella ua oria di Danimarca racconta , che un.(*):1!rwt- Ponza.

dente: di certo- Danee nomaco Starcoxero aveva dodici. Rd' "M-L"- P--s
once di CirconerenzaDon Simone( d )autore' del Dizionario dea Bibbia r- ('d ) M 31')an D1'.

ferice', che nel 1667. in un prato, dove cavavai la ter. diam de la Bible
ra per farvi una citerna , trov un antichiimo- epolJl" GM?
cro,.e bene uccato, in* cui av'ano oami di unaeccedente
grandezza ,'e tra gli- alt-ri' l' core un? oo lungo ette pie
di e tre once, e' di' due piedi di circonferenza, imando

fi che foe quello, che va dal gomito alla palla-,percioch


accanto a eo- uen era un altro_ molto largol, e' Platt0`;.

gli altri oami erano'talmente fraeidi,e putreatci, che non pOb


te avarene'veruno che oe incieroi, ma e neraiero-aicuni
denti, ognuno dequali peavadieci-libbre appuntino: Eravene

Poi uno di ei incarato nella~ parte inferiore della ana*


cia, e amendue inieme quei- oli peavane- diceette lib
bre: il" dente era ovale,lungo cinque once , e lar o tre.

Conervani le uddette oa,e denti nel caellodiMolard vicino


al borgo &Valerio diocoi di'ViennanelDelnato . Act-ella D.

Smone di aVer veduto quei denti quando era Curato


della parrocchia di S.Uzo preo Molard, e eorrobora la
ua narrazione con la tetimonianza deCatellani di S

720,e di Molard,e di un Sacerdote cappellano del prefa


3 callo, i quali gli mandaronoil lorO arteato-in- or

Ia autentica il 2.4. Gennaio 1'699.


_,
Non- ono i poeti teimonj- di troppo gran peo-.m
-

mat-ema.

54

DISSERTAZIONE

materia di fatti , ma ervono almeno a ar conocere le


prime tradizioni, ed a velare alcune gea delle antiche o

rie da ei adombrate, e traveite ane di renderle capa


(3)01yxx.v.310- ci degli ornaxrienci poetici Dice._0mero (a: ) , ch Ealte2
ed` Orione gliuoli dl Ehmedia giunti alla et dl nove inn!
avevano nove cuhiti di groezza, e crencaei di altezza:

(l')ody,fxx-v.575- egue a dire il medeimo. autore (b-) ,. che- Tizio dieo

11
I in terra ccp-riva il terreno _di ben nove jugeri . Ave

`_

ffs' " vano 10Greci (o) deGiganci- ne campi Flegrei , .e nella.,

citt dl Pellena talmente ammoi, e ada alla lor forza ,, che. cagliavano contro. il cielo falli grandiimi , e
gra alberi_ accei, eranodi Rerm-inaxiima mole, porta-

vano una` gran ,barba,e_ lunghi capelli-,tenendo nellere-~


mic. la. forma di ei-pi..
Tiane dimorava in` Sicilia, ed: era. gliuolo` della ter-

ra_ e del Tanaro, la_ cui eminenzaz eccedeva quella delle


pi_ elevate montagne ,7 toccando- il cielo col capo. e col

le braccia diee. giungeva, con. unav mano, alllOrieme , e all"?

.gu_

Occao conlalcra-,avevadalmezza inu la forma di uomo,.

&daLmezz-o in; gi, quella~ di; ei-pe .. Quelle. poetiche , ed


eagerate_- decriuoni. hanno il. lor fondamento nella opinio~
ne_ dell' antichit` .. Se non. vifoiero nti in verun tempo
Giganti, non. 1. arebbe mai. penato a. finger' guerre dico-
tal fatta di uomini contro del cielo~,,e adel'crivere i Ciclopi.
dSicilia ,, ela ribellion di.Tonecontro-agli Dei..
Laragone fondamentale di-tucco queo li , che la.

Scrittura. cinorma. dellaxracocanza deGiganciv avanti il


diluvio ,, i. qualiaxcaccarono il. cielo colle loro-celleratezze~,,ed orribiliime iniquic. Ci,~ che qu.deve.notar, :

che i poeti non ci parlano- di uno-o due -Giganri nati;


Caualmente, come anche. talvolta- en, veggonog ma di un_

popolo. di. una~ genia intera. di- uomini. di. mil'urata cor
poracura ,i quali non. poterono, eer. diructi ,e non dagl
lddj, e da prole.- divina..
_
Flegonre Libertadellimperatore-Adriano facendo men
(r1)Plr/zz,j,_R-,5;19nez dl.. molri. corpi- di Giganti , dice.-, che alcuni_ anni
MMA-1_- 25_ 12-.- prima,cl1e.crivee(`d) ,, una tempea, ed.una grandilma
Appalonia.
inondazmne_ avendo copertoa Mecna nel Ploponneo un
epolcro~di.piecra~,_che pezzato-cil trov latea di nomo

groa'.v a.tre. voltedellenore- tee ordinarie con* una Gre


ca icrizine, in. cui- leggevai- il- nome di- Idem", laondei

giudic che foe ilcapodelfamoaldeo il pi' magnanimo


tra

SOPRAIGGANTI.
55
i Giganti del fuo tempo,il quale fu uccio, al dire di
zero, da Apollo, che preune di sdare a duello. Fle
te (a) oggiugne che in Dalmazia nella pelonca cogno- (z Pb/nude "5_
[ata di Diana vedevan o: maraviglioi , ed alcune co- ,,,i-'aaaz,

a che avevano pi di trentadue braccia di lunghezza.


-ra parimente (b),che otto il governo di Tiberio eien- (b) 1,1"", "3,, ,7J

ata coa la Sicilia da* eriiimi tremuoti dirup una


na parte di monte,laciando allo coperto molti corpi
mi di eccela atura;gli abitatori di quel luogo orpre
allo pavento non ebbero ardire di endere vero di lo
le mani, ma .trattone oltanto da uno di quecadaveri
dente il portarono allImperadore, acci da tal aggio
ee giudicare della ermmatezza del corpo . Tiberio
egli non volle per riverenza,che i toccae il corpo
Eroe,cui appartenevali il dente,ma per non privar
guo di vedere la miura del Gigante,ece, ae veni
n per-ito Matematico da lui ipendiato, cii gli dic
e-m
co o ro orzionato
alla_ randezza
i ente
s at
TomaiiPFaell
iorico Sicilino(
c ) riferice
molti
alq
eempi di corpi Gigantechi coperti in diveri tempi-e. 5.1. 3.44. Dual.

luel paee, e dice che nel :516. i ritrov nel terri- **1'144
o di Mazzara un corpo lungo zo. cubiti , la cui te
era groa come 'un ajo, 'e un dente, che conervo ,
va cinque once.ll che .giuica quanto ci ragguaglia
gli antichi della Nazjon deCiclopi , che in Sicilia ori- (d.) Em Ody

ilmente abitavano (d).


H- y, 59.
Aveva l' Er--itto altra iata i uoi Giganti, come pur
iopia, lAra ia, e la Paleina , che *gli anno all in

) , -e gli connano . Dice Flegonte , (e) eervi un (e)PHegan.d-Re.


o nell Egitto nomato Lima-,ove i trovano COPPl mor. "ny-5,1, z_ ,5,
:rettanto grandi,quanto in Sicilia, e lezoal-loro non;

nacote otterra,` n compoe, ma veggonoallo.


Ino., potendoi chiaramente diinguere tutti gli olii di
,m corpo,eendone ordinato ,e dipoo ognuno al pro
uo luogo. I libri deParalipomeni (f) parlano di un

nte Egizio, che aveva cinque cubiti , cioelei piedie (i.)` "P": "-3'
ice e mezzo di altezza , il-quale fu uccio-da' Banana,

depi valoroi delleercito di David . Fa menzione.


oto (g ) di molteatue di una grandezza uori-del_con-z (3)1{nodat-1-2J
, che i vedevano in Egitto , rappreentanti antichtper 3* 43' 55' 7"
;gi delluno e dell altro eo ; per eempio ci de cri_

atue delle favorite del Re Micerino poe nella citst` dl


ai

56
DSSERTAZIONE
Sai: quelle degli antenati di Ecateo nella citt di Tebe ,
collocate tra numeroa chiera di Sacerdoci in iatue colo
ali ' miravani altres tatue uperiori allumana fattezza ne
veiboli detempli di Apis,di Minerva,e di Vulcanocat

1) He"'jlw' teandolo eo Scrittore(a), che vi oerv gure di ven


'6'
ti, e di ettanta piedi. Or ben [i s, che gli Egizj rap
preentavano la gura de loro deunti opra un avelloat
_ to alla miura del corpo, che racchiudeva.

(blpftllfa-Am"
WS- ~

Dice Paul'ania(b), che non ammir la grandezza de'


Galli noinatiCebarei, cheoggiornavanovicinimi alle re

gioni ettentrionali, a cagione del freddo inabitabili, per


non avervi veduto cadaveri maggiori a quelli,che i mo
(c)Pl.1"-*3' ravano in Egitto. Parla Plinio (c)deSirbotipopolidell'
1- 7- * 7"

Etiopia, cherano comunemente alti otto cubi-ti, o dodi

ci piedi, calcolando per ll cubito a ragione di dieciotto


once . Lioria a menzione di un Re Etiopo chiamato

Plim/7***

Ganger, o Gangeo alto dieci cubiti. Parlai(d)ancora di


un Gigante detto Gobara condotto da Arabia a Roma ,

regnando llmperador Claudio, il quale aveva nove pie


di e nove once di altezza.
Gi vedemmo ci,che Tertulliano,e S. Agoino rac
contano delloa deGiganti coperti in Arica. Dice Plu

()"""F""" tarco(e),che trovandoi Sertorio in certo luogo vicino al


"57z'

la citt di Tingi , ove tenendo quei paeani, che Anteo,


gli-nolo di Nettuno econdo alcuni ,o al dire di altri , figliuol
della terra,oe ivi epolto,lo conducefero too avedere
una tomba di ecceiva _grandezza,dicendogli eerquelladel

preteo Gigante .Molrando Sertorio dicolt in crederlo,


gliela coperchiarono,evi trov un uomo lungoda eanta

piedi.Allora il Generale Romano e too lacriicare vit


time ad onore di Anteo, e comand, che foe ricoperto

. il uo corpo, non volendo per ripetto che le di lui oa


foer- toccate. Narra ancora .(f), che i Cartaginei nel ca
(f) Em" PM vare una foa vi ritrovarono epolti due corpi luno de
, ~
. .
,
.

m'mil.
quali era lungo 24. cubi. e l allro ventitre.
P/Jlrgonrcmcap.zs

(3) Maja: mp. 4,


.Mia/14,.

Rierice Girolamo Magi (g), che uno de uoi amici


nomato Melchior Guillandino , eendo prigioniero in Ari

ca nel 1559. due Spagnuoli parimente chiavi cavando la ter.


ra vicino a feneza, anticamente detta julia Cearea, 1 ab

batterono nel corpo di un Gigante di upenda grandezza,


e trattorie ilcranio lo portarono con non poca fatica u due ma
novelle al Re Aam Adriadeno come una coa maraviglioi
ima

a:

.-_-__-.

SOPRA I GIGANTI.

5-7

ma e rara . Guillandino con una moltitudine innita di.

opolo furono teimonj oculari dell ampiezza di quelcra_


_10,che aveva undici predr_,o_vvero undici pitane (a)d1 (a) La 3),
lrconerenza .Il barbaro Prmcxpe che non aveva guo ve- di 12.11;. /
mo per lantichit,invece di concedere a quepoverichia

i la libert che apettavano,gli regal di oli cinque cu


i doro: ed atrearono a Guillandino,che tutto laltro
{lame delG-igante trovavai turtavia nelluogo medemo,

onde ne avevano tolto il capo.


Racconta Plinio (E) , che nell Iola di Creta een
oi palancate una montagna , manie un corpo di (blM-LW-
uarantaei cubiti, creduto da alcuni eere quello di Oria
a, e da altri quello di Oto : Orione quel famoo Gi
mte fratello di Ealte che alla et di nove anni aveva

ove cubiti di groezza, e 36. di eminenza.


Rapporta Solinofc) , che nella guerra de Romani con
o aiC-ete, eendo le acque raordinariamente trabocca

(C) "Jide"- 'a

* , portarono con eo loro molta terra , ed icoprirono

d le altre coe un Gigante di 33. cubiti,il quale vedutoda


letello,e LucioFlacco rearono pienamente chiaricidella
:rirdi un arto, che cla-prima avevano tenuto come incre

bile.E molto probabile eere quea ioria la ea te


ccontata da Plinio,ma le circoanze chei oervanoin So

no, le quali non leggono in Plinio , anno credere a


ilmaio,cl1e Solino, labbia prea altrove, che da Plinio,

quale ha in coume di compendiare . Epcr notabile,


le la oria narrata in quello Autore, manchi in alcuni
:uoi manocritti.
_

Furon parimenteVedute oaGiganteche nell'Iola d!


odi (d) , e nellItalia. Sotto lImperio dl ~Enrico II. : (d)Pbdgo-mr~
,iuolo di Corrado nel 1041. trovo'ii vicino a Roma il corpo dl H-I. p.16,
n uomo , che trasferito in citt , e rizzato a fronte del

. muraglia arriv no alla crea demerli (e); _i pretee, (e) I.Pbi1ipp.dc


ie foe ilcorpo diPallante glio diEvandro u_ccro da Tu_r- Bing-'fm IfPPL::
o,per avere una ferita larga pidi. quattro pled1.l30cacio folti'
3*
f) narra qualche coa anchepdi pil} incredibile dicendo, (f) JimpbarI*- .

ie del uo tempo preo di Drepano m Siciliacavando le: Cmp'g. Liber-{tf

ndamenta di' una caa,i copr una vaa caverna _Y "m"- "KW/"i"":
ntrati gli operari met-c il benecio d] un lume , vr r1- ;ij-"W ' '
?ovarono 'un uomo ao di tal grandezza quai da non

rederi,tenendd'n mano in vece di alla ,`o Pallonemna


rave comeun3antena di nave.La vita di lom1gliante pet

Di.ca1mex,T.L

tacolo

.38

`DISSERTAZIONE

ttolo gli riemp a prima giunta .di orrore, .obbligandoli :a


ritirari ,ma ;ritornati in loro vi entrarono di nuovo accom-.

pagnati con (gente armata, e coprirono eere il corpodi


`un Gigante, che 1 ciole in polvere , ,too .che .lzcbber

toccato. ll piombo ,che era intorno .alla ua lancia,obao-.


ne peava pidi ~1500. libbre.-Gl`i .oii erano interi,e ,ilcra

nio s ,amplo, .che avrebbe agevolmente tenuto pa ecchiea


ja di grano: laltro oame era grande, e maiccio apro
porzion .della lella, e nove libbre _peava ogni .dente. Fu
-giudicato ,eere il Gigante Polifemo _decritto da Omero
<3) i'lg-'Civit-/ da Virgilio.. Dice S. A oino(a) , che poco .tempo avan
15""5'[* 47'"'.ti la prea di Roma vda Gori , vi abitava .una .donna couoi

genitori di ,una taglia s`1 a dimiura maggiore dclla ordinaria,


_che dar .ogni parte ,accorreva 'il popolo per vederla.

Nel tempo della guerra di Troia vierano ancora tra Gre


__

ci uomini aai pi alti, ,che zdi preente -non ono.. Attri

~E41,o)l,;_'z_7TZ':-''buiceFilorato(b),:1glilroi,chei diineroin quella guerra


l_;_,.~,6h;v'h.dodici cub dl alt-31:22, e oggiugne (o) ,Jche Achilleeen

pra-m. ('2 {om- x.

do ,apparo ad Appnllomo TJanco non i fece al primo apetto

(C)Vi1.av.4pall. l. 4. vedere, -fe _non della atura di cinque cubiti, ma .che di


'jd

_,poi no a dieci , .o dodici cubiti . Parla pur ,anche (d) .del

-( ) "HH''f'corpo di Ajace coperto `dalle ondedel- mare , preo .cuiera


;ie collocato .il epolcro, e gli o .che ivi _i ritrovarono,
moravano ,di eere _di un ,uomo di .undici cubiti,odiede

`ci piedi e mezzo di altezza. Venuto lImP-adore Adriano


per coniderare le rovine di Troja,,appena vedde queglio
ami ,che fatta reaurare la tomba, .entro ve gli ripoe . Di
(e) Parfumdnia. ce _Pauania_ (e) ,di eere ato informato da .un uomo di

jan 6a.

,Miia .che ,il epolcro ,di -quell Eroe era _moltovrcino al


la piaggia del _mare ; .e che 'per ideari la eminenza di
Ajace .baava apere , che loo ,orbiculare del ginocchio
era tanto groo, quanto la clava , o mazza, .di che er
yivani _neloro cercizj gli Atleti,
(WWW l t 63
Il-"P-di Qre(f)ritro_vatoa Tegea daoLvacedemon

6 l'D'IU-;a'l-i *HF-,era alto ette cub, p _diecipiedi e mezzo. Si copr _Fari


m-ahhn_ 2.. _
mente ul Promontorio (il Sl ea in un antro li corpo di, un
( g MIX/017'. H- Gigante lungo pi di zo.._cubi,t1 ,. Scrive Filoraco (g ), che e,

olid-Ln.),

gumne lo coprimenm ..circa cinquantanni prima, ch egli


icrivee.- parla parimente del cadavere di nn Gigante rin
venuto nellIola di C00 da un uo parente quattro :anni
avanti, che componee lopera intitolatmalaoe Eroicbe .
Era_ quel corpo in una gratta di certe vigne, edaveva
dodici
A
a.) ._ cubici

SOPRAlGlG-AN-T'I.

59

cubit i. perlo> lungo, nel'cui cranio teneva'- iluonacondiglio

un rp'cnte.. Aggiugne, che eendoi portatolannoavanti


nell? Iola diLemnovi mirgli oidi un-Giganterivi'coper
t0 da un certo- nominato: Menecrate; ma con .tutto che le
o non foero pi Collegate inieme ,. tuctavia poteva giudic
car-' dalla loro grandezza, che` lGigante doveva; eere di

una eminenza moltoraord-inaria.Volle Fi-lorato miurare la


capacit del techio , ma non ba'arono a riempirlo due anfore

d'iC'r-e taI'o= non: s, e lv anfora-di Creta foe maggior-ep mina-

re dellaRomanaJa quale teneva quarantaottoeerzj-Romani.


L Opera di queor Autore: intitolata le coe Eroicbe'
piena diorieconimiliParla ancora di Proreilao-,che alla
et di ventianni-eraalito dodici'cubiti;e'di molti altriEroidel

laGrecia ,- la di-cui tagliaeraquamamente la eaePauania:


( a )Scrittore'molto pi accurato,e correttodi-Filoratodicor ( a )' P'uM'- [rx-'c'.
re- altres de Giganti otterrati~ nellazGrecia, e'in molti altri-I- 55 57

luoghi; per eempio diAerio epolto~ nell? Iola A'eria a


fuont'e di' Mil'eto, il quale-..aveva dieci? cuBiti, cio quin
dici piedi di- altezza .Fa pari-mente menzione di un-Gigan

:e coperto nellalta` Lidia vicino* ad una piccola citt detta


la porta: di Ternana, le cui~ oa erano s grandi, chenon a
rebbonimai pree' per oa umane', e la gura non neave

e' dato* a' conocere ,,- che non potevano eere di verun
atro animale.- Si giudic a- primo apetto ere il corpo
di Gerione; ma Pauania oiene ,- che Gerione _eendo
vivuto vero lo- {tretto-di` Gades, nonv avevai alcuna pruor
va, che foe morto' in Lidia: onde' i pi' verati' teneva
no* che foe il cadavere d Illa figliuolo di Ercole .

Nella Siria avendo .1 Imperadoreincrapreo di vol'tare in


atra'- parte il coro del ume Oronte, trovoi nellalveo*

aciuttodiqUel'iume un Gigante alto undici cubitijnomiw


nato da alcuni Oronte,e da non pochi Ariade'; malora

c'olo di Apollodichiar eere unIndiano . Dice Pauania ( b ,. i


che tal cadavere ava' chiuo- inun urna di terra alta undici 9:31:24"T"o'' 8JW
cubiti . ,Mora ancora in' Antarada un avello di venti piedi,` MOLLE; ;Hm-,
enelle vicinanzedi Damaco vi ono` due' monumenti ,uno-cm. Lelicechera

di zo.e laltro .di 50. piedi di Iunghezza.G`uojon: attribuice'e'Pnente 11- cn*


al- primo cento eanta palmi , ovvero ottanta cubiti . Dico- ""
no i' viandanti,che lav tomba pi grande' quella di_ Abele,

e l altra quelodi: GiouBeniai-nino da Tudelloaerice di


aver"vedutoinDamaoola coola- di un uomo di

rodigio

a atura e inf molti luoghi e ne morano di 1mili .


.
H. z
Volen

_60
(3..) Ys/"3"" " 7
M'Mbl'

DISSERTATION'E'
Volendo gli Atenieli (a) orticare unIola non diante*

dalla loro citta, probabilmente quella di Egina,eceroca~

vare molto profonde le fondamenta, e nellaondare iab


batterono in un cpolcrodi centocubiti,d0ve ava racchiu

o un corpo porporzionato a tal dimenione. Leggevai ul


la tomba unEpitao, che diceva chiamarli quell uomo Ma
croliri, e chera vivuto cinque mila anni. Ma e non vi

alta nel ceto di Flegonte , che racconta queo fatto ,


temo chei ia ato ingannato tanto circa la lunghezza

del epolcro , quanto ulla et di Macroliri.

'

Narra Glica(11), che li trovarono in Coancinopoli otto

(b) 0731 Annal

l Imperadore Anaaio molte oa di Gigante , che quel

Part- 4~PdZ-55

Principe collocare nel Palazzo perervire di memoriale


(WWW-;mwi alla paerit. Ercole avendo vintoiligante Gerione(c),

x. I. m 3-

poe i dilui o in Olimpia per conlervare la memoria del


uo combattimento, e della riportata vittoria.
-E li Storici danno ette piedi e mezzo di altezza a

(d) AHaI- 156.5. Poro Re delle Indie (d), che u vinto da Aleandro.Di
Diodar- li-- 17cei chegli era s grande (e),che alito opra un Elefan

(e)P/""'i4/" te embrava. cos proporzmnato alla mole* di ramo ani-.


'Mdm'
male , quanto un uomo' ordinario alla groezza di un ca

vallo da ella. Non rado nelle lndie vedere uomini-Idi


I
cinque cubiti e di-cinque cubici e' mezzoff); Le toria
L'fL'FAW delopoli ettentrionali parlano dGlgam1,.cl'-te abitarono
'
'
le loro regioni,e dequalr mnnnlene ancora i monumena
ti, e le oa in pi luoghi.
" ~* P
a) AdPlneg-*ITeopomPOSinapeo(g)nel uo trattato deterrcmotirac
M'raiia-ZOconta, che nello rettodel Ponto Euno eendo at'a com
moa una collina, ed mieme am-mocrata , fi Vidderdrecom
parire oa di Gigante,che' collegateinieme compoero un:

(hF/ormI-I-c-n. corpoaltoventiquattro cuba; Narra' lloro (17),che Teu


111.53" Megan/,m cono Re-_de Teutome de Cimln'i,chc lu condotto a- .Ro.
flit-(uipr- viPN- ma m trionfo, era di una taglia- s- emmente , che oltre
urimtireximiza- aava i Trofei, che vi' portavano-.l Altri dicono (i),

iZ-'mih "P4 chei mor per le ferite riportate nel combattere; e vie.
`(j) auf-1.5..e-.i- ne accertato , che il- uo cadavere i _trov nel Delnato,
dove etre epoo alla Via di tutti 1 curioli,che v1 ac~

corero per pi giorni ane di vederlo, e di ammirarne


la ua grandezza.
:
.r
Siccome la oria di queo ritrovamento famoa, e
che-die motivo a molti critti , cade in acconcio di pi diua.
mentequx saccontarla. Il Venerd 51:. Gennajo dell anno

1613.

SOPRAIGIGANT'I.

61

1613.1 copr la tombadel Re Teutoboco, nella tenuta di


un tale Signore Langon Gentiluomo Delnee vicina al
caello di 'Chaumonr tra Montrigaut di Serra, e S. An
tonio, da muratori di-xeo Signore, che travagliavano in un

luogo abbioe e gi profondo diciotto piedi; aveva il epol.


croci-anta piedi di longitudine, dodici di larghezza, e otto
di concavic, e allo intorno leggevai`,TEUTOBOCHUS
REX . Le oa del Gigante,che immediatamente toccavani,
avevanoda venticinque piedi, e mezzo di lunghezza , diecidi

latitudine nelle palle, ecinque di proondit tea era


di cinque piedi per lo lungo,e dieci nella rotondit;eil

concavo degliocchi di ette once di giro. Quelle particolari


t on tratte da un picciolo libro diribuito da Pietro Mau
yer Ceruico di Beaurepaire,che aveva gli attcatideMe
dici di Montpellier, e di Grancble, morava quegli oia
-tutti quelli, che avevano la curioit di renderi a viitarli.
Il libro era atocompoo da un P. Geuita di Journon,e
impreo. a Lione.Ecco il catalogodegli o ritrovatinelc
polcro. Due pezzi della oanacia inferiore ,due vertebre,la
parte di una coola, la gima della paletta della palla ni.

ra, la punta dell'omero, la tca del Femur, il Femur, o

cocia, la Tibia, la noce, il calcagno, loo della macel

la, e ogni- dente groo,quanto il piede di un picciol vitel


lo, la tea del Femur groa, quanto una delle pi groe
celle degli uomini,`dalla tea del Femur no alla gamba
loo aveva cinque piedi, e mezzo di lunghezza-,con tre
di larghezza, la Tibia, o il focile maggiore della gamba
aveva quattro piedi di lon itudine.
'

L anno medeimo 1613. iccola Abicot ( 4) anatomico , (a) NirolarHabicpt.


e celebre chirurgo di S.Colmo a Parigi pubblic laua Gi
anteoologia, nella quale ferma la verit dei Giganti , e quel
la degli oi del Re Teutoboco. Lanno medeimo Giovanni

Rolan (b)ilgliuolo, medico, e famoo anatomia della (b) I" RMN_


facolt di Parigi crie contro Abicoc, e pubblic la Gt'

ganteomacbia ; e nel 1614. La impaum coperta degli oi


attribuiti al Re Teutaboca, e nel 1618. fece la Giganteologia.
Ripoe Abicot a tutte le opere di Riolan, le quali non
contenevano, che poche coe_,c non troppo buone ragio.

ni al giudizio diAlliot il gliuolo (a), dottore in medi- (0M- AU,


cina della facolt di- Parigi , il quale compiacque darA
i
mene un diinto- minutimo ragguaglio col unto delle
opere degli uni,..erdegli_nltri.
'

Nel.

62
-DLSSERTAZIONE
., Nel txz.om:parve un ragionamentoapologeticodiCar
( a Minolta G il/p. IoGuillemanomedico( a) ordinario-delRe-contro @bicot , e
1.m
Riolantopera in vero poco giudizioa , e piena d 1nVC\[1V6\.
Preteero alcuni che oerta oa diBalena ,i o pure oi folli.
li,iccome talvolta ne va producendo la' terra ._Ma la gu

ra,la oanza,e il paragone di queh,dequali trattiamo,


morano., cherano oa veramentezumane. ll luogo , do

ve i trov lavdlo ,. chiamavai in, que-lt paee iL .campo


`_-_ `.

del Gigante, e vi* i trovarono ancora molteanedaglie di;


argento ,. avendo da una parte* limmagine di 'Mario , e"
dallaltra.
un- accertato,che
M, e unA, ne785i._
le ati inieme,
ed Boemia
intrecciati.
Viennecoprin
um!`

teta s groa ,, che due uomini non la- potevano porcare,e


certe gambe lunghe ventiei piedi.. Il famoo Medica-Feli
ce Platero nelle ue oervazioni dice che trova Lucerna

oa umane di unaecceiva grandezza , di maniera che preti-

dendone la di lor. proporzione,il corpo arebbe pomto giu-


gnere a dicenove.` iedi .. Si racconta, che il Gigante. Fe
raga uccio~ da: R ando- nipoce di Carlo Magno aveedo
dici cubiti, e` trenta piedi. di altezza ,i e che la, ua forza

uguagliae quella- di. 40.. Uomini.-.. Alla &Cappella-;di


Bourges viloo dellacocia- di un, Gigante., che iavvicinau
alla dimenione di- quello di-Teutoboco-,Vedei a~ noraSi.
gnora- di Parigi un epolcro lungo trenta piedi'r in- cui di,
eei eervi interrato un Gigante. Abicoeratconta'di averve-

dutoappreo- MLdi Nemours` un. uomo` alto-<- 15- piedi.- Ai.


mon- nella ua oria- di- Francia crive che i preent a
Gontrano un uomo, che oltrepaava, gli altri. tre: piedi .
( b) Cieli!Rallig-J. Carlo- Magno, al riferire di molti ,aveva nove piedi di
a 8:. 31.

altezza.. SOtto- il Regno- di Luigi XI.`-(_.)v i, trov rimpet.


toa Valenza nel Delnato entro il torrente.:,. che' bagna

il villaggio di S.. Perato un Gigante., chedoveva eeral-

to circa: diciotto piedi~ ,. [giua la proporzione" delle' ue


oa . Nel tempo- di S.. Luigi i' veddev a JEorcalQuier una
donna nomata Garenda di. Giganteca~ ia-tura~ .- Gi- par~
o. poco anzi del Gigante ,jdi cui. conecvanalcunden~
ti; nel. Caello* di* Molard..
. 4 .
i
Si molli-ano a- Turino olii di una upenda grandezza'.
GiulioScaligera~ ( al dice- ,,. che i. trov deuoi giorni a
(e )&ul-Je~ufjf_
Milano in certo Opedale- un giovane'si fattamenuzgrande,
Earth.3.
che* non* poteva* reggeriain. picnon avendo poturo` baarc
1a natura a: onumnitrargli inecearj alimenti, e lave gia.
(CHIC

sopnaa GI-GAN'TI.

53

:ente in .due letti poi per lungo. Aerma Torquemada (a) ( a anita-add 11e
che nel Ponticato-di.GiuliollLviera in Calabria un uomo WW" d "

di cos-enorme corporatura,che turticorrevano per veder


lo: il Papa fecelo venire a Roma;ma era tanto fatticcio,
che :non .porendo ceer _portato da niun caVallo, convennc
metterlo in una cat-retta ,. -e per eere tanto .xlungo teneva.
fuori di quella a pendolone le gambe: -giunto in Roma,
trov uperiore agli uomini pi eminenti della cittda
mezzo il petto no alla ommita della tea.
`Saone( b ) Gramatico pretende morare,-che la Dani

marca u da principio abitata daGiganti o- almeno che altra (b NUDO-mm"


_ata molti veneranoin quel paee, e provalo da monumen Pron. pag. 4.
ti, che V! . ve gono,1 :quali ono .pietre di una prodigio
fa groezza, pole alcune .opra caverne ,ed altre opra le
tombe degli .antichi Danet.. Ettore Boezio (-c ) iorico Scoz- ( 0) ml- 1- "- P33

zee dice, .che :nel 1520. i coprirono inquella regionegli" `


p, e i denti .di un Gigante oprammodo ben grande.
Nella "Galleria-del Re di Svezia

d) vien parlato dell ( d ) Par Lu?- r.

-oo dun :uomo di peo di 2.5. libbre, che u trovatonel-H-H

.164.3. a Burges in Fiandra,e a preentemente nelle ma


.ni di ;Ottone Sperlingo.Nel medeimo 'luogo famenzio
-ne .di un Redi Norvegia morto il 933. , che aveva 14.
piedi per lungo; e di un 'certo 'nomato Evindo ., che vi
veva Vero lanno 1338. Lil quale era alto 15. braccia di
Norvegia. 'Nel 1685. trov preo Bircherod un corpo
umano di gran 'lunga maggiore :alla~conueta miura
Du Mont neuoi 'viaggi pag. 149.dice , che viaggiando
per 'la Grecia ,trov in Tealonica gli oi di un Gigante,
che econdo il calcolo depi periti Chirurghi 'del paee,
.doveva -eer alto 'pi di. ao. piedi. Sere 'conduceva alla .guer
ra contro aGreci- un-Gi ante, chiamato Artocoro,~-alto

cinque cubiti reali, che nno ette iedi.,e mezzo. Nel


tempo di Teodoio eravi, `al rierir * i Niceforomella Sl
ria un G' ante grande 'cinque cubiti, e un palmo. Dice

Niceta , te Andronico Comneno 'aveva-17. iedi *di al


tezza . ll Padre Melchior Nu nes Geuital'cnve -,_ chez

Pechino capitale della China 1 Maruc-ierrdella citt _o


no di quindici piedic'Coropio medico Alem_ano,che cri
e contro la eienza dcGiganti,confe\a di aver veduta

in Anvera una donna alta dieci piedi.


Finalmente ' ono veduti nellAmerica (e) Gigants (e) 'fac-{a lib. 1.
grandi, che gli uomini ordinarj gli arrivavano olamente Hifi-mmm
al gi

64

DISSERTAZIONE .-

al ginocchio:mirani tuttavia delle loro oa, e delleope


re loro nel Per,e gli abitatori di quelle contrade dico
no , che Iddio gli eermin , per mezzo del fuoco man

dato dal cielo, a cagione delle loro celleraggini, e ma


me per le infamit che commettevano contro* alla natu
ra. Sl ha liea tradizione nel Braile , e nel Meico,

e vi i danno a vedere oa di erminata miiura . Si po


trebbero moltiplicare le pruove,e gli eempi della elen
za deGiganti; ma quei baano al noro intento.`
LAbbatte Tilladet nel [704. (a) propoe il uo entimen
l

(a) Hijare da'


.Atri-{unit {In me

to, e pretee motrare ,che non 1010 vi erano atiiGpanti;

dai/lu, (D :e: belle:

ma che i nori primi padri,e tutti gli antichi con uttori

Ltlra' to: l. peg.


1 25.

delle colonie erano tali; che i padri, e le madri de ~Gi


anti dovevano eer parimente Giganti ;che Adamo,Abe

le, Caino,Set,ed i primi lor dicendenti erano di gigan


teca atura ; che No non avrebbe potum fabbricare un
Arca capace per contenere tanti animali, e non in calcu
lando i cubiti menzionati dalla Scrittura per tubiti di Gi
ganti ; che i fondatori della torre di Babele non avreb.

bero ideata mai imile imprea,e non foero ati Gigan


ti; che uomini tanto famoi dovevano avere una vita, la
cui diuturnit foe proporzionata alla eminenza della loro

atura , e alla copia dcllumido radicale abbondantimoin


e;che la fecondit della terra ,ela bont degli alimenti,
di che ervivani,contribuivano enza dubbio non poco al
la lunga lor vita, la quale cominci a cemare tra gli uo

mini a miura, che la natura and divenendo poata , e


che manc lmigliante fecondit. Nembrot fondatore della
Monarchia degli Alirj, ei condottieri delle colonie degli
Ammorre,e degli Enacini erano tanti Giganti, e le loro

generazionidurarono buona pezza di qu,e dil dalGior


dano . I popolatori della 'Virginia , e delle terre Ma.
gellanniche dovevano eer parimente Giganti , perocch

1~ popoli di quelle regioni ono anche preentemente mol


tograndi , e robui . Ecco il compendio delle pruovc di

Tilladet intorno alla eienza dei Giganti.


,
Dal 'detto- nora pare che non 1 poa pi dientire,
che in quai tutte le parti del mondo , non ci ieno ati
per l addietro Giganti in gran humero;che non icno ati
popoli intieri; che la loro grandezza non abbia duplicata,
e triplicata la nora; che e tuttora" n'on e ne veggono

pi comunemente, Per luna parte la vendetta di Dio non


ha vo- `

SOPRA I GIGANTI.

55

ha voluto pi orire le loro ribalderie , e crudelt, e


per laltra gli uomini intereati a diruggere s`i-fatti ne

mici de genere umano , i collegarono contra di loro, e


gli levarono di vita .
Per ripondere ordinatamente alle ragioni, che op
pongono al noro entimento, pu diri.
I. Che ci, che ci -vien detto dalla Scrittura deGi

ganti , tanto lontano da quel che gracchiano i Poeti ,

quanto ndalla menzogna la verit , e dalla favola l iio


-ria ,* quindi allorche i padri diero,~che ~i Giganti, dic'
parla Mos , non era-no glie, che inteero etto-tal no
me i Pagani,non diero coa , che non foe certiima.-No
iamo alienida credete,che i Giganti ~ieno mai aticota'ntov

orti , e robui per oprapporre montagne , n per gittare


cogli , iole e grandi alberi accei contra del Cielo , n
che abbiano avuto cent-omani , e il rimanente delle cocia
abbao in forma di erpe; tutto queo poetico,ed iper

bolico, come pure la pittura fatta da Omero di Polifemo~,


dei Ciclopi, e-dei-Gigant-i .1La Scrittura non dice un vmi

nimocch vdi conimile , e noi non abbiamo interee ve

:runo in diendere le {ciocche -avole deP-oeti.

II. A quei poi, che credono eere i Giganti, come


pure -i Ciclopi ,enti compoti dalla immaginazione,la qua
:e unice inieme molte idee, il cui compoo non sincon

tra maiin naturale ubbietto;ovvero che piegano in or


ma ica, o morale ci, che dicei dei Giganti, e della

lor guerra contro agli Dei; noi ripondiamo , che enza


aver pretenione di oenere le nzioni poetiche,che per

verit hanno dato a centauri motruoe figure, le quai


non ~uiono nella natura , ci rirignamo a difendere ii
`entimento epreo nei libri anti, ed , che vi ono 'ia
ti ne tempi andati Giganti in molto gran numero , ma

che , alva la di loro grandezza , erano -uomini formati


come gli altri , e che non fecero altra guerra a Dio , e

-non quella che a lui anno i ma-lvaggi con le loro celle


raggini , ed empiet.

III. Quanto a ci che dicei non eer tampoeo poi


bile , c'he vi ieno ati iammai de Giganti, perocch
Iddio Autore della natura ia precritto a ciacuna coa una
certa miura , oltre la quale non pu ella dienderi ; ri
ondiamo d-ue coe ;, la- rima eere indubitato , che ono
tati uomini molto uperiori alla ,grandezzacomuneeden

Die. Calma, T. 'L

'

doene


DISSERTAZ'IONE
doene anthc di tempo in ;tempo nel Mondo, come pure
dei nani ed uomini aai pi :,piccioli del conueto.Dun.
que ve ne porerono eere , le e ,due ve ne `furono , per
ch non diece? E e ~diece, -pcrch non cinquanta? Non

i pretee per mai , .che tutti i primi ,uomini , ,n ;che


~tutti i popoli della Paleina , .e della ;Sicilia _eno ;ati

Giganti ; ma bens che `molti foero tali , ,e ve ,ne _foero


famiglie z, e popoli intieri 7, come anche preentemente -v
,ono ,nazioni di una ,taglia _comunemente pi Aeminente ,di
quella degli ,altri popoli.
'

;Si accorda , che la miura :del _movimento del freddo,


`delicaldo, ,dellumido , e del ecco, che , nella ,natura ,

mon permette , che tutti gli uomini, tutti gli _animali ,


;tuttele piante ,ingrolino`, .e ;i alzino. ,in ogni parte ,del
Mondo ad _una altezza, ,e miura ,molto ,al di opra `dell

.ordinaria , _n-.che diminuicano _, `e divengano ;molto ;pi


-piccole di quel., .che ono: ,ci pertanto .non oa , .che ;in
_alcuniluoghi `del Mondo non :veggani :uomini ,, ,animali
ze piante aai pigrandi , ,che ,inatri ; che -in una ,regio

`ne e ne .trovino i una-pecie , .che in `1m ,altra .non ,mi


,range che quelle medeime pecie non degenerino ,talvolta
dopo'un ,cert0,tempo, 'e non divengano molto minori,

.che ,dalprima ;non [erano, come vien ;confermato `dalla pe


;rienza di ,tutti i ecoli. ,Per .-qi-lal _ragione ,adyngue ,non _a

ranno iatiin altra Ragione ,i Gi anti in quei ;luoghi_, ove


tuttora non veggon; chezuomini ordinari? Le-prime pian.
te , e emenze portatedi Europa _nellAmerica vi ,crebbero

nel principio ,a s grande altezza, .che niente ~di imile .era

ii mai cortoin _Europa ; gli _eli _topi _, .ed altri animali


.vi divennero _haondinariamente _ben .gi-qll' .- _Con ,qual `on,
._damento 1 vuole . .che nei .PX'ID :ternPA ..quandola ter
_acra pi feconda , le piante -pi nutritive., pi pura la

maa del angue degli uomini,in alimenti pi _Ugoi, non


ian potuto vedere perone pi eccele, pi gagliarde_,pi
-ane , 3: di vita pi dinturna , _che noi ,al .d. doggi non
iamo?
'

LV. Dire .che 'la natura _non ,abbia :mai prodotto Gi

ganti, atteo ,che di preente _non fa pi`u sforzi baevoli


per produrne ,un ,num-ero .coniderabile , , _come , e di
cee , la natura non pu pi al di doggi formare uomini, che
vivano orto, o novecento anni: dunque non ne form mai

ditale ampa. In imil guia la natura con tutti i uoi


..

,sforzi

-.-_.-_-.

S.0PRAIGI\GANTL
67
sforzi non-:vale pi! ora. a: enerare lupi" nella Inghilterra ,
n Velenoerpenti; nella I oa di: Malrwm'lppoporamiin
Egitto, dunque non: ve' ne gener ella' gammai; e icco-~ .

me la natura non. pus oraz produrre un tal frutto ,. n un


nal- oreirtquebgiardinOP,adunque ella non l lia mai fatto,
Se la- natura none pu~ pi. creare tutto queo in.` queiluo
ghi, now edieno- di: potenza per parte ua , ma ci pro
cede ,. perch l'e- ono- ati tolti i mezzi: naturali di pro
durveglis con la: dirazione delle' pecie :- cos, appunto av-.r

venutodei- Giganti.: .. Faccian- tornare in: vita. gli antichi`

Gigaan della Paleinar, della Sicilia",- e' vedrar che pro

durranno deb loro-imili ,. come altre. ace' . Quegli: e


ehe determini-ann* la eminenzaa naturale dei' pi: randi' 110*
mini; as lette' piedi ulla frivoliima ragione, Pere Ercole'
aveva imile altezza ,. onor sforzati a- confe'are, eerit vev_

duri anchein-Komauomini:pi'altidiErcole;inoltre tutti gli


antichi nonconvengono;cheErcoleaveelette'piecli pollo
.
doro(rr) non gli'alegna, e'non'quattro cuBit'o-er piedi
(a l` p-1,3110"- Bi;
V.. La- opinione ,i 1a- qual vuole~ ,, che li'- uomini* va- bliot Le'. c. z. paga
d'ano' di giorno` in- giornor divenendo* pi-x piccoli, non pu 95-

oeneriv ,, ed. e molto pi: favorevoley c e' contraria all?


eienza dei-1 Giganti.-

\Z_-_l~.-Chi oiene eervi` ati' er lo'pa'ato i Giganti**


non dice- gi ,, chela giganteca ilatura- liane: all uomo la!
pi naturale; pretende olamente, non: contenerecoa' a- e
contraria ,n tampoco- nulla di: incompatibile' colla ua- bel*
lnzza',,e le' altre: ue' qualit: naturali-,ndari alcunoinconvenientev in: ammettere i:: 'Giganti',- eendOf pobile la'
di; l'oroei'enza; o;- in concluione' , che've'n'eranw altra .
ata- in: molto gran num'ero` ,i c' che allora-~ non? venivano'

xzavviati: come- m'oflri-.. Tutti quei' ragionamenti, che i


formano- contra un? entimento che' nonz ' il noro, non
Gl.- danno" punto di peniero , n- cimbarazzano.-

A . ~VIL- Lerror di uei~ che on: peruaieere i! Giganzgliuoldegli Angeli- ribelli ,z edelle' gliuole degli" uo
mini',~ Prova indubitatai'enteaver" e'credutoI la dia loro
eitenza- Noi: noir adottiamoil' loroT errore' , ma lo' citia

mo qual? teimoni- della' credenza comune dei- popoli. Una;


erednza tanto!! antica,` s? generale', ecos' a ilenon: larebbe tuttavia un argomento* enza replica u' queo' articos
l0;- e non foe uniforme' alla Srittura , e' confermato' dal

le' ausentCheStqrie di tutt-i tempi -~

L 2;

V111

'68

DISSERTAZIONE

VIII: in ultimo quantunque la natura poa talvolta


cherzando produrre nel en della terra coe . che abbiano

qualche miglianza agli o umani, alfranie,v al fonle


della gamba, ovvero del bracCio ; ella per non produrr
mai corpi intieri,n un compoodi molte oa proporzio

nate , le quali riunite formino uno cheletro uma-no : in


oltre s fatti- cherzi della natura i coprono empre m.

qualche modo per quel chei ono,ora `per la rotondlt,


or dalla forma, ovvero dalle proporuom ,'e ordinariamen

:e dalla olidit. Gli oi foili ono pallidi, o tendono al


color della terra, che gli produe ; ono _macch e nor]

forati come. gli o naturali . Pu dari rn vero , che I?


morino alcuni olii di Elefante , o di Balena pet-_oa dn

Giganti; ma egli - certi-(lima). che i conervano in. mol


ti luoghi vere oa di Giganti, e coneguentemente la eli.

:Benza dei Giganti un. fatto uor di ogni dubbio.

~ DIS-SERTAZIONE

_. :A fabbrica dellaTorre di Babe

uno

~ -' di quei- grandi avvenimenti,

e n la

lunghezzandela. tempi,
la dianzazdel
, i luoghi,
diveritndelle
lingue, n
_ ` il dipergimento dellenazioni non giune

ro mai apoerlo cancellare dalla memo.


.

-~

ria degli` uomini. Conervaene empre


i la rimemhranza dal principio noaquc

a ora tra tutti quei Popoli., che non ono per aatto ef_

'erati , ed* involti inv una totale ignoranza dell Antichit .


Gli Orientali come pi iruiti, e piu culti ne mantennero

una tradizione pi` accurata,e pi pura ..Dagli Oricntalila


*trai-eroi Greci,ma la corruppero colle loro nzioni,.e per
}a libert che i lor Poeti preero di tutto ardita-edi tucto

mP'endere,a ne dicontentare il, genio di Popoliappaio


nati per ci., che reca ammirazione , e upore. La ricevette
todaGi-eci i Latini con tuttiquei ingimenti, ondeii la.
traiveirono. La~verit trovati unicamente inMos, e a lui
come
k

_Lia .

SOPRA LA TORRE DI BABEEE.

69

come ad accertato principio dobbiam far capo , e non


vogliamo marrirci.
,
Impugnava Celo) la verit di Mos con un razioci-(aragni-.won
nio poco degno al certo di un uomo erudito. Pretendeva, tra CP-''m -

che il gran Legislator degli Ebrei tratta ne avee laScoria


della Torre di Babele da Poeti, che raccontano la guerra'
degli Aloidi, ovver de Titani contra di Giove. Origene

per a lui ne riponde,che eendo Mos pi antico non


olo di Omero,e di tutti gli altri Poeti della Grecia,ma
dei primi inventori ancora delle lettere , e dellacrittura

appo i medeimi Greci, era impoibile ,ch egli avee tol


to ci che narra dai loro critti,quando che quei non per
anchelevano. Che e la favola deTitani ha una qual

che omiglianza colla Storia della Torre di Babilonia,pro


cede ,perch i Greci Poeti vollero imitare Mos,e trop

po aggiugnere al vero , ed alla emplicit della di lui


narrauone .

3.

LImpemdor Giuliano () trattava di avolola tutta (Video"Mn"


a oria della Torre di Babele', e della conuion del- 1.4.rontrajuliam

le lingue ,* prendendo econd-o la lettera quel che dice

Mos: Faoiamm Ciuttem (7' Turrini, cnjur culme pertin


gat ad Ce/um; e giocoamente diceva, che quando anche
tutti gli uomini del Mondo i oero impiegati a coruire
nn tal edicio,quando aveero dato fondo a tutte le pie~
tre della terra, e ridorta in mattoni tutta largilla, ch
nell Univero , non arebbero mai giunti a ollevare ino
al Cielo una Torre , ancora che ne aveer arto ottili
uanto un lo l'e mura: oggiugneva altres Con aria di
petroa, e chernevole, che i Criiani, e gli Ebrei hanno* la emplicit di credere , che Iddio paventato dalla
tracotanza degli uomini, e dallardimenro della loro im-

,l
4-* .
*

, prea,erai ollecitato per impedirne il proeguimento col

la confuione del lor linguaggio.

Ma S. Cirillo ripondegli , eer ben noi lontani da


credere, che quel Dio , che tutto pu , avee conceputo
terrore degli sforzi di una vil ciurma di mortali,e che fo
e pcronalmente diceo dalC-ielo per vedere lincomincia
to edificio, e rartenerne i vigoroi progre.Parl Mosin

ggEa popolare dicend0,cl1eran-e'dicelo Iddio, e che que


gli uomini volevano innalzare lino al Cielo* una Torre z

migliante epreione negli altri pa della Scrittura dinOta


llllccmlc un ecccvo elevamcntozonde agli Aurori
`
della

7a

DISSE,RTAZI.ONE

della favola de Giganti; i apetta. a oenere ,ovvero ad ab'

bandonare le_ loraidee , percioch' a noun. nulla-guia ne F3,*

le. Che e poi, Iddio per frenare larroganza` degli uominr


gli dipere ,, ev conuene la avelIa-,_ non. ugi., perch te
mee; ma_ fecclo per un eetto dt ua. innita bopt ,.che*
volle impedirgli di contmovare un. laV0r01C0tan.tO'lnl-I[lle ,

e vano.*- imperciocch. immaginandoi L che; Iddioavrcbbe.


poruto mandare ovra la terra un nuovo. diluvio: ,. - gu

ravano ,_ che` in, elevand'o. una. torre dLenorme- grandezza,

avrebbon. pocuto metteri. in iato; di pi niente. temere:


ripetto a. quello;come~ e la` parola data loro. da Dio dt:

non pi inondar lTUniveramon. avee dovuto a ei. ba.

are per* acurarli contro- a S;att1.,te0l"..


'a )P/1r'o.teC0-
Filone Ebreo (a.) pen ripondere alla. obbiezion dePa
magyar..
gani ,. i quali trovare credevan. nellioria della Torre di:`
Babele- la conermadi quanto narravano i Poeti della guer
rm de Giganti
contra.uo-racconto
di.. Giove, ricorre
allegoria
("lio-14111Zizz-tendeiche_
Mos-nel
abbiaall
volutodarci, epre--`
tegofr'
di. morale Lanzi. che. un. Ioria. da.doveri prendere-eem] ._
,uzm, ,._ mmm, do-` la lettera..Ei` tuctavia. non. negane ll fatto, ma conten-

praueninu- (le' tar di moralmentev piegarlo ._ Or. enza entrare- nella-di-


Oriente,invertenmruonc della ua moralit , e; enza ar.` cao delle* 0bbie-~

;ZiltZ:ii:a:::ini` formate. contro alla verit dellav narrazion.: di: MP"


maxi:: e. Dixit/[He. s, dax nor uppota_ come. indubitata ,,_ cr aPPllChClCmO* u!,

a/m ad- PraxmmnqJCh Diertazione- a. diammare.- tutte. le. circoanze. di;


'""""V""~ 79"54- tan to famoo. edicio..
,

Dice M'os

,,che: nel" principi@tutti-gli# uomini;

&neri-atque liver-; parlavanoun. ol. linguaggio, e. ch'eendoi partiti dall 0P'a axir ,LU-bim- riente~,, trovarono Un' amcna, e vaa campagna.~ nella. terra

m"MW WWW-E di: Sennaar ove-fecero alto , e iadiedero al fabbricare una:


linceri-r

.- m"
"ampla-Citta,
\
fluidi/mr noir tivi-L
.

i
ed, unaltilima
Torre, a. ne di:i render ce-
-

,m, @- mm'm _lebrexil nome lorovprima di eparari,nellevarie- partrdel.


"f/'m- cul/mnpntin Mondo .. Sumar,che~ Cl~ avvenie vero- l anno del M2,

.tx-af dee/a "~-do.- 1770. ,. anni . I [4.dopo. il'diluvioze 22.34..avanti-1Eras


lam-nur umano-C

ru,manwwla,n di

V'

rana

bb-li 3 \ b

l a _nono ene; tutto que

oxtc

PPC per pro-

:jidamm- i union-s crar tantruommi ,qu-m rlchledevaniuna'lmprea'dl'*'

far ten-ar - _

mil. fatta ;~ ma, cent anni. eranoa tal? eettoz baantl ,- enza:

Lyme-213,: i.- 4. che ; necearim di far I'lCOO" al; miracol.il

j-jimima-iw

'

.`

L Arca , chezaveva alvato-No, e- la ua famiglia dalle

tfr rmeutc. Hebr. acque del diluvio ,, eendoiv fermata ul Monte-Ararat-nell

HDi- mmm Am- Armenia (e) dieci , o-dodecx- leghe mcircalungi'da Eri-
con -

vano vero lOriente , fualtresi nell Armenia , e ue. Vici


nanze',

.SOPRA LA TORRE DI BABELE.


7t
manzo., .che ;toto dopo ?il ,diluvio .abitarocno probabilmente

que li uomini 5 .di tanto .appunto .cjnforma 1a Iradizion


edeg i ;Armerii,~e della :maggior parte degliOrientali . Ale- (a) Ap; 5,1%_

andro Poliore (a) narra', che Siutro.,il quale daPaga- amc-cbrmi/i


mi vien .confuo .con No , eendo -uciro .dell Arca , udl 17- 3
.una voce .dalCielo_,-c11e diegli di ritornare in Babilonia,

?e di comunicare agli uomini luo .delle 'lettere,che avreb


be ritrovato nella citt di Saara , e dalla -voce :medeima

..ebbe contezza eer l Armenia il paee ., ~ov,era sbarcato .


?Beroo .citato .da A-bideno j( b) racconta preo a *poco (1) A, _ B
:lo eo; cio che :Siutro avendo vnacoo nella Citt d nf. apij'J-z:
Eliopoli .nella 'Saanena Je Leccere, e le critture che po- 'Cbmair-l. l.p.8. E'
edeva, sjmbarc, e .navigo ulle acque del -diIUVo ver- N1") PONLIG 1
o l Armenia. Credono ..anche :nuora gli Armeni di con- c2113 La??? T

;ervare mel$101' vpaee le ,religuie .dell Arca-,- e -tengon per iia ;ph-:mi421i::
_ teen-to, che No_,e la .ua famiglia `dimorai'ero 'nellArme- zionaxa -da Poli..
nia, allorch da .ea nc ucirono'opo 'il Diluvio..
or? _, -Beroo , ed

La .dicolt conie,in .qal maniera Mos abbia po benz'iJK/*


tuto chiamare Oriente lArmenia,`ayendo molto rbene rich sajzarom::

,ella .rea ..alSettentr'ione di Babilonia,dellArabia,e della [ghz -di 6, _


Ialeina,che ono le `ole ?provincia-che lLegislatore p0- Ge-mn:. iuedro*

,ceva avere in .menxe crivendo ;la '-Genei Ma riece age- :PLM' Tai"
*N01: il :provare ,che .gli Ebrei `davano talvolta 'il nome d gli? _''jm
;Oriente sllAria, alla Meoporamia., alla Siria, e Ipo-MZe dwg,
poli .di l dallEu'rate ., quali -non ;ono gi pi Orien- -e i Medi.
.tali .alla Paleina ;di -quel che ?lane l Armenia; el Signo
re minaccia a Idraele -di *ucitargli -da ogni parte nemi
ci; dallOriente i Sirj (e), -e dallOGcidente i Filiei. (e) [ai. xx. z.
Dice Iaia,che Abramo verme .dalla ~parte -d Oriente
.nella Paleina (d L, e li a ,ch' ei cee d Aram nella Meo- ( d) If; x, ,_ z,
potamia. *Soggiugne lieo Profeta, -che Ciro venne dall
-Oriente contro la Babilonia (e), -ed eravivenuto dallAr(e) zf,,,-_ x, n_ n_

mania, e .dalla Peria. 'Scrive Daniele

, che Antioco ()de.d. xi.

Epiane .i {urb per le ,nuove ricevute della ribellione del:


le provincie dOrienteor-cotee provincie ono quelle dl.
l dell Eurate,e poe certamente piutto'o a$eitentrione,

che a Oriente della Giudea , -e per lo pi dihntegancora


dalla Scrittura col nome di Settentrione.. Ella pur dimora
.la venuta del Redi Aria,c d Caldea otto il nome del

mare , che proviene dal Settentrionez Ab Aquilofzefumus ( g

Ab Aquiloni pmzdimr omne malum ( b) La verit pertanto (( i: 3

, che quelli paei, e ingolarmente lArmema onoal Setten

~ .
'1 v1- 31.

- 4

7:.
DISSERTAZONE
tcntrione ; nia che ripetto alla Palelina tendono vero
l Oriente .
,
I decendenti adunque di No vennero dallArmenia

(DM-Up_ 1.2.- nella terra di Semmai- , cio_ , in Babilonia *. Dice Danie


le (a), che Nabucco
poe
1 . vai
del tempio del Signore
.
.
.
. unAdoratorio
(Hirt/t Pvn. in_
de , uoi Dei m terra Semiaar . Par ande
7,1_
Gioue ([2) del furto di Acano dice, ch ei pree un ma
(c) Tolin Babilo- to di Sennaar, vale a dire,econdo Aquila (e), e il Cal

"im'

dco , un pallio arto a Babilonia . Dunque. Babilonia era.


nel paee di Senna , che endevai vero il Settentrione

molto al di opra diBabilonia,uppolo che il nome del..


la montagna Sagra: , osingar menzionata dagli Autori
(d)5tml*o Mac. pi'ofani (d) derivi, com probabililimo, da Sona-wp da

Sengar, econdo la pronunzia di quei che leggono lHain


come una G, iccome il vediamo in Segui-,in Gaza, e in
alcuni altri luoghi.
Non u gi veriimilmente acao penato , n ad un trat
to,che gli uomini campati dal diluvio abbandonaronole
montagne dellArmenia per icendere nella terra di Ba
bilonia* ma vi vennero a mano a mano, tenendo dietro

allEufi'ate , ed al Tigri, che glinvitavano a colleggiarli


s pel comodo dei pacoli, che per la vaghezza della re
gione . Aumentandoi intanto di giorno in giorno il lor
numero, e moltiplicandoi le loro gregge,compreero ben
tolo la neceit , in cui arcbboni di ora in ora trova

ti, di doveri eparare, e dilatari in diveri paei, een


do impoibile , che un popolo numeroiime , ricco di.
quantit di beliame, e che di altronde non poteva trar
re alcun occoro, poree lungamente uie-re in un me

deimo luogozaggiugnete la dicolt di mantenere la ub


ordinazione , e la pace in s gran numero .di famiglie
non moderate da leggi , n ritenute dalla orza, e auro

rit di un governo aoluto, e nionarchico , le quali ob

bediva-no, e pure aGenitori, e a piu vecchi inra loro.


.

Si pu rammentare a queo propoito ci , che vien

i (e) Cmq_MH_ 5_ raccontato dl Abramo , e di Lo: (e) , i [paori dei quali


6. :.

ebbero inieme litigio,e 'le cui gregge erano s`i copioe,che

i pacoli del paee non eendo loro baevoli , pi nOn


potevano unitamente abitare;per la qual coa ur colret
ti a digiugneri, non tanto per evitare le dicnioni , e
le liti che Forevan nacere tra la lor gente , quanto per
trovare alle loro mandre ucienti paure.
Giun

SOPRA LA TORRE DI BABELE

73

Giunti dunque quegli uomini nella terra di Senna-17'_


concepirono il diegno di fabbricarvi una Citt,che ervi~

e loro a guia di capitale , .e di metropoli , e oe in


avvenire coniderata qual centro della loro unione, e co
me la comune lor patria; ma per abbellirla,e forticarla
riolverono ,dicoruirvi una torre di prodigioa grandezza
dicendo: Quea immortaler la noha memoria, e ar un

monimento eterno ,della nora ;cognazionqe quando und


inotri gliuoli , e nipori ci domanderanno e Che mai
Vuol dire quea citt , e quea Torre .9 Noi ripondere
mo loro, che u abblicata danohi Padri,e .da noi, per`
ervire di teimonianza,che tutti iamoun medeimo po

polo diceo da NOZrC le mai ci troveremo in .dianti provincie, potremo dire a nori gliuoli , -che Babilonia

la nora Pat-ria comune ;e che iamo fratelli di .tutti quei_


popoli,che da ea ne derivaron-o. In quea guia appunto,
dindi a gran tempo gllraeliti , che voggiornavano dl. l
.dal Giordano, alzarono .un gran monte di terra, volendo
con elio ricordare alor dicendenti., che formavano un
popolo c0 loro fratelli., che abitavanodallaltra banda del

ume (a)

(2)10:an xe.

Ecco econdo tutte le apparenze il vero motivo,che_


indue quegli uomini alla coruzion della Torre,e citt
di Babilonia (b) .Ma certuni imputarono loro alt-ri en- (HW-lc *ra/Z41. i

timenti, e i pretee, che voleero ar guerra al medei- If

Ab''r'l a

mo Dio-Una gurata epreione del .acro Tela, il qua- 5:22


le porta ,- che volevano alzare no al cielo una Torre: ,505, *Q 41,- Na*

Turrim Ci/MJ" culmen peningat ad Crelum ; e il nome di Gi- m- -

game dato daSettanta a Nembrot (c), che -crede1 eere (C) GM'- X; 3- 9
ato il principale Autore di s vallo edicio, fecero dire
:f''
aPoeri, che i Giganti,ovrapoe montagne a montagne, 70_ 'Gigas ,A ,in
avevano impreo di aediare il cielo per isbalzarne Giove gin
dal Trono (( ):

Extruerc bi mimm- ad Side: umma Parabant,

Et magnum bello ollicitare _o-uem . ,

[.5.

"ai.

Ody

Racconta Gioeo (e) , che gli uomini campati dal (e )Amiq.l. x-ms
diluvio dimorarono per :qualche tempo nelle montagne ,
temendone empre la venura di un nuovo;ma che Sem,
lafet,e Cam avendo i primi ardito di abbandonare i mon

ti per abitar le pianure, furon eguiti dagli altri,e ven**


nero a abiliri nella campagna di Sennaar . Avendo in
quello ance comandato loro il Signore di tramettere delle
Diert. Calmet 'I. I.
K
`
colonie

74-

DlSSERTAZIONE

colonie in divere parti del 'Mond0,a ne di ripopolarloo


elii caparbi negarono di volergli obbedire,per .il .che-1 ti
rarono adoo gli eetti del giuto uo degno;e.dalSign0
re ,reiterati loro i uoi .ordini,non olamente .non glimen

dettcro l obbedienza dovuta, ,ma i poero ,in ,cuore , ch'


ei nel volerli eparare , ne rendee _lor qualche jndia .a

intento di pi comodamente ditruggerli.


Nembrot gliuolo ,di Chus, e nipote di Cam,uomo
intraprendente,e uperbo inpir loroentimenti cos lm

vaganti.Vantavai ,tratto tratto coui dl non .dovere la e

,licit, che godeva,e non ,alla propria ua forza, ;elum


gavai ,di ubordinate ag evolmenne gli nominial uo domi- _
jnio, e foegli riucito ,d incitarli a ribellione .contra tdel
xielo. Quindi per trargli dalla ua , `propoe *loro .di v'ab
bricare ,una Torre di tanta elevazione, che le .acque giu

gner pi non poteero alla di lei ommit, e die loro,


che con _tal mezzo pretendeva ,Vendicare la morte _deloro
Progenitori da'Dio gi nel ~diluvio ommeri.
` ,Il Popolo edocto dalle promee di Ne,mbrot,ila_ci

facilmente ,muovere a are, `quanto gli _venne uggerito,e


incominci _con indicibil calore _a _fabbricare la Torre , `ri
putando .eere codardia iloggettari al Signore.E1ccome

gli operai erano in gran numero, n perdonavano a fatica


per _avanzareil lor lavoro,cos`i miravai ogni d andare con*
jiderabilmente _crecendo la fabbrica, ed il uo elevamento

arebbe zato ancor molto pi _enihile,e la ua latitudi


,ne,e aldezza ,non ne aveero in .qualche modo nacoa,
_e fatta parire _alla via la di lei ,emine,nza. Yedendo _in
tanto Iddio _la di lor ,tracotanza,e .oinazione,_ne volen
do fargli tutti morire,in.tromee tra ,di ,lor la dicordia,
e ne cangila favella5dimodoccbe non-Forendo pi inten

derl,ur cortti ,ad abbandonarla grande opera, e ,dion


derl ,in varie parti ,delMondo- Ecco come racconta Gio
a a) Amigilii. _rm/ip, eo
15"" I 3.

(a)q_ueo ,avvenimento,citando nel medeimo luogo

.una Sibilla,la qual ,dice,che gli ~uomini avendo unieo


linguaggio, i diedero _a cotruire _una Torre ,oprammodo

ben grande`,a o getto di valerene poi come di cala per


acendere al _cieo;ma che lIddii irritati moero contra
di lei la uria delle ,tempe e p, e deventi , che di botto

la diroccarono,

Lautorit di Gioeo qualor i dicola dalla Scrittura

non vale uno jota, non meno che quella della prta Si
i a,

-_..-_.- ._- .

SOPRA LA TORRE Dl BABELE.

75

billa; ma la ua tetimonianza prova bien- chiaro, che n


dallora davai un peimo eno alla imprea- degli nomini , clic abbricarono la Torre di_Babil'onia ..Ci-ta Emcblo-Yg,'5.pupamx
(a)lilefa: Sibilla.,ma nel medeimo luogo riferice: unxau- 151,-_ 9, 4.14.15, .6,.

t-orit di` maggior peo, ed quella di' Abideno-,e di Eu


polenta, che facevano* menzione di ea Torre ,. attributo-

'

done' lai rurtura a certk Giganti ,, che contro a Iddio: vo


lavano: ollevar.- Ecco- come ne parla- Abideno, ,,. Evvi~
,,. chi- dice,che i: primi uomini nati dalla terra, orgoglio

,,, i pei: la- lor- forza,e per l altezza della di: loro- corpo~~
n- rawra,non contenti di riputari maggiori agllddii', die,,. ro di mano` a, fabbricare: una~Torre di' prodigioa gra

,,, dezza nel luogo, dove' ora mira Babilonia.- Ma tOO"


,,, clic' ledicio u viciniimo alla ublimit del cielo-,glit
,,. Dei per mezzo del vento- lo fecerocadere ulla'v teadi'
,, quemedeimi-,che lavevano fabbricato-,e delle# ue ro

,,, vine: ondoIene; pocia* la citt~ di; Babilonia ._


Diceva: Eupolemo',che la, citt di Babilonia, e' quellai Torre'tanto celebre-:pei tutto il Mondo erano ate co

{ruite' daGiganti: campati dalle' acque' del- diluvio ; e


clic~ la. Torre: eendo lata diruttadalla poanza' di Dio,.

i# Giganti- citato
i. erano
in otutte'
le parti: Poliiore'(b).
della terra .
Artapanoda-diperi,
Poliore,.
ilv medeimo*
(BY Api-Juci l.;
9. rap-181

aerma ,che leggei- in- certi libri, gli~ Autori' dequali non*

ono* cogniti ,, che' Abramo andb nella terra deGiganti;


che quegli uomini,- arroganti-,e uperbi fuwno-eerminati

dagli
cagione dellalro empiet
e' che
olamente
a BeloDei
u aperdonato,
ilv quale
fece la ,.ua
dimoranza
in
Babilonia=,,e t labill nella Torre' ivi da lui elevata , det-

ta' poi Belo-dal nome del uo Fondatore

Quinci, Abramo

pa in Fenicia., e'di &nell-Egitto.

, La maggior parte' dePdri- non hannoavuto migliore'


opinione detabbricatori di: Babele? , che gli Aurori te
citati'..Filone- nel' uo Libro intitolato della* confuion delle'
Lingue uppone dappertutto,che s fatto lavoro venie in-~
trapreo con empio accordo da una chitta iname,ene~~

mica di Dio.Pare' che S. Agoino~(c)abbia pree econdo( c) l "Pu" La?


la lettera quee parole: Faciamus nobis Turrini", umLWLZ-'Zfiziin G'
men'pertmgat'adCclm:Se penarono*,dic-Tegli', di arrivare
al cielo per'mezzo-della. lor Torre, u enza` dubbio- una
ciocchiiml preunzione: Nimium ulta' audacia C9* impie-~

tar eorum deprcbendimr.E per_ verit la vendetta che Dio


. 2.,
ne

76
DlSSERTAZIONE
ne trae-,fa ben giudicare,che pu enza aurdo attribuiri
;loro entimento Sl rano.. Aggiugnc altres, che non pu
ravviari il loro i'inOglio,e non qualceito- della lor ce.
cit (a),concioiacci per qualunque elevazione che ave

Livicnxiiii-lf ero potuto dai-'e alla

orre, quando anche laveero in.

a; . 11mm nalzata al di opra delle pi alte montagne, e-che la di


(avaria Pine/izmpto, lei ommit avee oltrepaare le nubi, che mai avrebbe
H-'j'W/"Eff1z (J vro potuto fare contra di Dio P- E chei avrebbero gua

dagnato con tutta la vanit'deul lor cuore,o con lingrani.


a),,~,;,~,,,,,, m, dimento di cos uperbo edificio?- Dice altrove (11-), eer
:xml/ere: , quando molto. probabile , che ilv Patriarca _Sem non evee parte

man-'ef "Mi-"11' veruna in quellOpera 5 mcrcecch il gaigo della conu

"""'" WW" ori delle lingue non cadde opra la- ua famiglia, in cui
da paini; tie/;ulai

JerirevaderePQud l mantenne

mPle_ a

l. cun Ebrea

Pf

_` d IS

PPC a 813

dem'zjne lateHlDa, Dot-tore la prima di tutte.


{anfratti-111M

val

non dubita, che non foe Nembrot

pri

-Wmmm ."1 "


Para/:1' :latta .e
(1,) La! d, (3;.
7J:. M. 16. up. ii.
(F) HH dcf'w'-

mo ancore di tal lavoro (c) , dandolo a baanza ad in.


.
.
.
.
,_
tendere .la Scrittura, quando-dice, che 'Babilonia fu lin
cominciamento del uo imperio (d):Przncipmm Regni ey'uy
Babylon ; ma a in fore , e vi era una ol-a- Torre , o

l'')gr:4 l
L ` i mi o'

ure e molte". perciocch-- adopra t-al ata-il ingolare',


invece del. plurale;iccome i dice il Soldato,la Locua,
il. Ranoccliio per dinocare tutta la pecie, o per ditin

guere un individuo particolare-del medeimo grado . Ma


la pi comune opinione i di una. ola Torre ,. alla cui.
ruttura i applic quella gente con tutto il uoudio .
l
Il agra-Amore del libro della Sapienza pare,che ali

luda alledicio dellaTorre di Babele, qualor dice: Qua


(e ) sap. x, 5. HW do le Nazioni i accordarono di abbracciare la malvzigit (e) -,,
Uinmnjknfnmqui.
la Sapienza.
conobbe
il la
Giuo,e
conervolloenza"i" a "f"?' WWW agli
occhi di
Dio . Ma
continuazion
del dicoro macchia_
motra,

cn-e decriVe- pi too Abramo, che. conervopuro , ed


mzimqmreza DM, eente dalla ldolatria ,mentre che gli altri Popoli i abban
sf* H"mil- 3-e " donarono
al culto
deglldoli.
S.. Giangrioomo
diap
()
prova altamente
loperato
depr-imi
uomini, che fabbricaro
?274' Pag' 4,3"'
no la Torre'di- Babele, e attribuicene la imprea alla _dilo~
`

i. i gag-- X1-4-

ro vanita, inolenza, ed alterezza.ll Teodella Scrittura


fembra,che accenni- per parte degli uomini il timore, in
cui- tavano , che Iddio gli eparae, c l modo che voleva.
no- prendere
per vivere
inieme:Venite~,facia-
mur
Ci'vtitatem di(3' cautelar
Turi-im, antequam
dividamur
(g); e in ol-

trc- Nembrot era un Gigante ,ovvero(/)Rouus venuto***

' x9'

C Ol'll

SOPRA LA TORRE DI BABELE.


77
Comm Domino. Chiama Tertulliano (a) la Torre di Babi
lonia uperbzhmam Turrim;e crede,che il Figliuolo di Dio (a) Tert- adyem

cendee per atterrarla, e a confondere la favella di colo meam [JP-WP


ro, che fabbricavanla.

5**

Eurichio Patriarca Aleandrino (5),' che raccole nei'


uoi annalimolte tradizioni dePopoli di Oriente, racconta , i

't, I:

'
`

_che gli uomini cominciando a moltiplicari ,i congregarono e) O Piu,o ,


m numero dl ettantadue(c), drcendoi luno allaltrone- che avevano per
nice, fabbrichiamo una citt, e ponghiamoci una Rocca,(;ondottier 7"'. _
nella quale alzeremo una Torre,che andra no al cielo,CPj .Pbncp
`

delle famiglie.

anche e un qualche giorno veme mai un nuovo diluvm,Vider,-hm nm,


poiamo con queto mezzo difenderccne. Conumaronoper/M lib- 1.11474:
tanto tre anni in ormare,e in cuoccrmartoni lunghi tre- 39.91:44 (Da

dici cubiti, larghi dieci,e alti cinque; e piantarono lalo


ro citt tra Tiro e Babele, la cui longitudine era digig.
canne,e di [51.1;1 latitudine:le mura alte di 55-33.canne,
e larghe 33; la Torre aveva Ioooo. canne di elevazio
ne : e continuarono per 40. anni a abbricarla enza poi
poterla nire ; imperocch Iddio mand unAngelo , che

gli dipere mediante la confuione del lor linguaggio.


_ . DiceGlica (d) preo a poco lie0,cio,che gliuo-(d) olymr AM4!.
mini continuarono a edicare la Torre lanno 536. dopo il Part-7*- pag. ng.

diluvi05che vi travagliarono in vano per lo pazio di4o.


anni con diegno dimetteri fuor di pericolo,eguendo un
nuovo diluvio ;che ettantadue capi principali comandava
no al po olo che vi lavorava,e 43.anni i peerointor
no alla abbrica della Torre,e citt di Babilonia;ma che
Iddio ree inutili le lor fatiche con la confulion delle lina
ue.*e Cedreno eggiugne (e),che Nembrot rimae rito- (e) 0,1,, p, n(
fato otto le rovine della Torre,paccata dalla violenza di Annal.
un turbine .Vogliono altri,che venie diroccat da un ter

remoto. Abideno,e la- Si-bil-la dicono,che fu roveciata da


venti. Beniamino Tudellee narra , cheendo caduto un
fuoco dal cielo in mezzo alla-Torre,cutta in cenere la ri

due.Evvi chi oliiene, che dur ancora gran tempo. Mo.


s non dice, che la Torre foe rovinata , n abbattuta .

Eccoci inenibilmenteimpegnati nella decrizione del


la Torre di- Babilonia-.Si prepari il Lettore a veder qu

di belle i-mmaginazioni, e magniche iperboli; percioch


volendo prendere econdo la lettera quee parole, Cujus
culmen pertingat ad Crt-114m, apret un vato campo per ea
gerare attribuire a queo edicio quella-ltezza,che an
dr.

78

DISSERTAZLQNF.

dr a grado ad ognuno.. Dice S.,Girolamo(a.)js, che la citta


(ai H;,,,,,,y,,,, ,-,, della cli Babiionia era quel'iaTori-ctanto celebrc,fabixicata
[ax-ep. 14;- 5.p. dopo il diluVio,la quale diceva avere 4ooo. pa di eleva*

49- EKU- V270gl".lx


(Mi-,l ? 73, ,
qu. .edicata. pa
"1/"_vim a ""- ff"

zione. Adone()gliene d 5174.d1cendo.,.,che andavaretf


tendoi nellalto,acciocch ilpi dellaTorre poteeioene
re_ il peo. di _tanta mole: e aggiugpe con. S._Girolarpo_,chc
ragion-avat dl templidt marmo ,,di. atue di oro,dip1azze
fornite dl oro,e di gemme,che 1 miravano a Babiloniaa

"74 TW" m' ' di moltealtre cole , che embrano aatto incredibili. Leg :et
1m. tum- :ume

pajfuum , Pau/m, Io eo. nella, Cromca d Iidoro. Porta 1L Teo-4ooo. pat,


de 4120i anguia! ed il margines 174.. Quello poiche_ i. preat Autortaggxun-
{WWF-*Ms WWW" gono. delle, ricchezze, 1che vede van nella Torre ,-mhnuatche_

'"."'f""'' " vouliono dinotare il_ tempio di Belo decritto da. E0d0[0~,,e
[dnanbl' [Hietl-

.O

. . .

.- Decribum ,-5,- ondorodi Sitilia , ovverolacrmdella. menzionata. dal-mc


T'empz'4 mar-nome, dGImO Diodoro., e da_ Q=Curzio , chera.. ituata nel cuore di.

""MfPU ?14* Babilonia: ma et amplicano ancor, di vantaggi0,,impe


" "PMWW rocche, ecco. ci, che: leg-wet in. Erodoto.. (o) ..
gm- uy-m*: !

"ha da", q, 1"*-

r . .

,Dopo aver data. la deicrizionc dl. Babilonia ,_egue ai

ne" vida-mm in:- dire ,. che dentro la, citt. e in una delle due` parti ,. che:

dih_
[a compmevanohper. eer divia,dall'Euatehw.eranodue.
LPZWQZT' tan muri ,_ Fun; dequali, cigpevm il: palazzo- Reale , e 1"

' '
(C

"ad.

p"
lo. o

" altro, il, tempio di Giove Belo ;` queto ultimo. edthcio erat
,
,
,
, del. uo- tempo ,_ ed aveane le. porte dr
_
P tuttavxa
m,
piedi;

18 t.. ts:.

bronzo., ll terreno ,ove avaz piantato , era, di due adjina


quadrata-,nei mezzo di. tale pazio elevavai. una Torre del-

la medeima gura., la cui b'e teneva` uno Radio ,, 0.125..


` (d ).Hcral_~ilem. paii tanto, in. longitudine.. qpanto` in larghezza (d.) , ee-
condo- molti. Scrittori` in. altezza , e in. latitudine . Sopra:
uea Torre eravene unaltra ,e queta econda; erviva di

loegrto. alla, terza ,, la terza alla quarta no al numero d


0tto,_, una_ opra dellaltra :. vi, i montava. per via di una. '

cala. dipea. nel,muro eerior della Torrec- di pzioin.


pazio vi.erano.p01ate_,,e~ edi- pencomodo.:- dichi. vi acen

deva , acci poteero ripoari, eicderez. Nella. ommit della


o.ctnva,e della ultimaTorre i ttovaVa un gran tempio,

cui non 1 mirava atua alcuna di Divinit ,mal olamente

un gran. letto. ben, guarnito,,e in contro a,eo- una.tavola


`di oro.. Niuno. dormiva nel tempio la.notte,,dicErod0to ,
eccetto. unax donna.- celta. dal Dio. Belo~tra.quelle:della cit
t.,. e_ come pretendevanv i.Caldei ,, che neranoLSacerdOt ,
attdando,,che il loro Dio cendeva la nottea. ripoare u

queliepium.. Lieo appunto praticavai a che di Egiz


[0,,

;SOPRA LA TORRE DI BABELE.

79

to, dove veniva ammea .una .femmina nellAdoratorio di.

Giove Tehano.; e a Patata :in Licia acevai pari-mente dor


mire la Sacerdmea :nel tempio ,. Vi .tuttora piu abba'

o, oggiugne il preato lorico , nel medeimo tempio di


Belo .una cappella ove mit-ai una gran gura diGioveaa
.in iti-,ono , tenendo .inanzi a e una tavola . La atua ,

il trono, la tavola col .uo piede erano di oro niimo;


-e daCaldei venivane il tutto valutato 800.talenti dioro.

Nelleerno .della cappella vi -era `pure unAltare -dellieo


;metallo,opra cui *non i acricavano,e non che anima
li .di latte; ma eravene .altres .unaltro pi grande, u cui
- _simmolavano vittime dieta pi matura . Qualche tempo
prima diErodoto -vi erain quel .tempiO-unaltr-a atua di oro

maiccio di dieci cubitidi altezza :confea per lo Scritto


xe di non averla veduta ; ma di aver bens vio il rimanen

.,te;-e.-riferice ulla relation deCaldei,che il Re Dario gliuolo


.dla'pe .avendo voluto portar via quella atua,non riuci
,gli;ma cheSere uo gliuolo pi animoo-di 'lui la carpi.

z.)

Ho rapportato .a beldiletto tutte quee particolartt,per


.ch critte da .un Autore contemporaneo ,e teimonio ocu
lato, v-ilquale -viveva, 'ono gi pi ,di aooo. anni,~eendo

.nato .l anno del :mondo 3520,e .avanti Gesu Crio 484.


Diodoro (a), che Semiramide edic -ilmenzio (8 Dial. Siri/l.
`nato 'Dice
.tempio
.di Belo, aggiugnendo di non poter -aerire'm'z'p s' 6*
`niente .di certo, perch gli Autori, che ne parlano,non1

.accordan fra'loro; -e *perch pi nonuie tal edicio , non


vuolmaggiormente .diondet ovra' queo articolo: vrico
-noce per, -che la Torre erane altiima, u cui alivanoi
Caldei per oervare il nacere,ed il tramontare vdegli Ari
Era tuua la macchina fabbricata di mattoni,e 'bitume con
molto di arte , e di travaglio . Semiramide aveacolIOCato nell

alto del tempio tre atue, la *prima di Giove, la econda


.di Giunone,la terza di Rea.Quella di Giove ava in pi,

e in atto di uom che cammina,di quaranta piedi di altezza,


e peante mille talenti Babilonei; la econda gura diRea
edeva, e peava imilmente mille talenti, avendo a uoi.

piedi due leoni,e due erpenti diargento,di peo di tren

ta talenti ;nalmente la atua di Giunone peava Ottocento


talenti, e teneva nella mano dera un erpepel capo, e
nella mira uno cettro tempeato di gioie. Vedevai a
fronte di quee tre Divinit una gran tavola di oro ,tirata

a martello , lunga quaranta piedi, dieciette larga , epeante


Clnq

80
DISSERTATIONE
cinquecento talenti ; ma tutto quello ben divero , da'
quanto ne crive Erodoto.
`
Narra Plinio (a), che pur de uoi giorni perdurava
tal tempm: Dura: adbuc 11]01 Belt temp/um . Ma D10
doro di Sicilia pi antico di Plinio cinorma,che del~uo
tempo era rovinato per la vecchiezza. Racconta Gioeo

(a)P/in-l.6-,e7.6.

b),cbe Aleandro Magno giunto in Babilonia i poe in

(blhw. mm' cuore di riedicarlo e comand t-olo a tutti uoi olda


APwnem 1117. I. p.

,4454104,

*.

tl di nettar la platea , ma che gli Ebrei Oli avendo ne


gato di ubbidire auoi ordini, non u mai poibile din
d-urceli , n con minacce , n per mezzo di verun altro
mal trattamento. Siccome lopera richiedeva molto tem
po,cos`i non pot quel Principe mandare ad eetto,quan~

to aveva nel uo e latuito, eendo (lato prevenuco dal


(C) S'fbl* 16-17' la mort-e (c) l anno medeimo , che aveva fatto dar di
ljlllielon- mano _al-lavoro
Quindi il tempio di Belo non ven
do 363,_ ava,-

ne mai rifatto, da che Sere,come racconta Strabone,ed

Ges Cn'o 323. Arriano (e),dopo la venturata ua pedizione contro al-


()~\`"/0/-16-Ar- la Grecia (f), daondamenti ebbelo demolito.
l'17} 'alam'
Ma Erodoto ad ei oppoo , dicendo di aver ve.
(Anfdgmom duto il tempio, o la torre di Belo. Or ben i a , che
do 357.6- avanti crie dopo Sere ; e allorch l armata di quel Principe

Ges_ Cri0_ 476- rimae rotta, e contta nel 3526. ei non aveva che o
(glVd" syl'"~"f"li ei anni. E Scre era gi morto venti anni prima che
joe .Anna-1.1.@ i'

mm /-1x. Pm_ l pre ato crittore egge e a ua Storia in un aemblea


para:. Lupa]. i:: di Greci nella citt dl Atene lanno del mondo 3559.c
.Aryden- apx/il m- avanti Ges Crio 445. E dunque forza dire,che tempio

1.9' PM" cos} famoo foe diroccato tragli anni 3559. e 368: , in
(h ) Aci/,tim 1-5- cui Aleandro 1 accmle per rmnovarlo.

445,4, MFN/f*
La dicolta conile m apere, e iai dl queta Tor
hm apmliswjb.
re , o di queo tempio,che abbia voluto arlare Mos, per

PMMM- 1.94.41. trovari intorno a ci diveri pareri *. e alcuni credette

ro_ eer quella , l ilea Torre fa-bbricata da Nembrot(g)co


()TtaCfG/dl ,x Giganticam-patidal diluvio ;altri a Belolattribuirono (/2),
illo Diodar.srra[m . chi a Semiramide(i) ,e chi a Nabucco (k). Cerca coa ,

Troy" ,ei Plum - che gli Orientali danno bene peo lonore della fondazio
(K). VP'ne
di una citt , odi una fbb'
Dame,lx_ ,7. la_
a _rica -l
a emp 1'ice re auratore,*
[4,5 Aut-wlan. che_l abbell),ladorn, e la in randl.Cosl nella Scrittura

dlce,che un Principe ha edicato Lina tal citt, quan


tunque accertatamentci appia,che uli-eva prima di lui;

ma olo perche vi aggiune forticazioni , e nc ripar le ro


_vrne51aonde Nabucco vantavai diavcre coruita Babilonia ,
~
la

SOPRA LA TORRE DI' BABELE.

8t`

la qualera 'in eere , e in oridiimo ato molti ecoli


avanti,chei venie al mondo (a):Namu: beer Et Bbflan (a) o. 4..
magna , quam ego edicam' in domain regni, in rubare funi

kudtinir mac, O .in gloria del-WII mei? E'dunque probabili


imo, che Nembrot,e gli altri dicendenti di No avee.
ro cominciato la citt,e la Torre di Babilonia,.terrninata

da Belo; ornata, arricchita., e dedicata .a Belo da Semi


ramide;e che Nabucco vi avee altres accreciuto _orna
menti, e donato .ricchezzemltre a quelle ai Semwamide.

Belo Allirio,che regnodoPo degli Arabi ,in Babilonia,


vivea vnegiorni di -Samgar Giudice d ldraele (b). Nino
uo 'figliuolo fond .il .regno di Airia nel 2.737. Semira
mide ua Conorre governo .dopo lui nel 2.789.81cche Mo
s non ha potuto parlai-e dell opera di Belo ,.n ,di Semi

(b )Anni delMon
do 268Lavanr Ge

s Culla 131i.

ramide : .e quei che credono _, che Belo ia lo eo che


Nembrot, non poono difendere tal cntimento enza ca.

dere in -anaci-onil'mi da non poteri otenere,ie non am


mettono un Belo aai pi antico del Padre di Nino . I
Proani anno Nino .fondatore di Ninive; bench ;quella

citt foe gi grande altempo di Nembro: _(0). Nino adun~

Gem-f. z. u

que non pu eerne_,che :il reauratore con averlaingran


`

dita, orticata,.e rea pi bella a* ma Nembrot o Aur


la fond ; e queo .fortica la notra conghiettura di .e

ere ftata Babilonia .da principio fabbricata dadicendenti


di No, e laciata imperfetta per la diviione, che sin~
tromee ra .loro. Belo, Semiramide, Nabucco vi fecero

-in diveri tempi opere s magniche,e labbellirono in tal


guia, che come Fondatori ,ne .vennero coniderati..

Dopo .Aleandro Magno non troviamo pi un mini.


moccli .di certo intorno.alla ,Tor-re di Babi oniap per

probabilitlimo, chella reae epolta otto .le ue rovine:


e che quando Plinio aerice , che ulleva turtavia del

ua-tempo , renee avanti gli occhi il telo di .Erodoto


che traduceva , iLqualeepreamente lo dice . Ma dal
~preato lorico ino agiorni di PliniO-erani .ben vedute
grandiime rivoluzioni in Babilonia.

Non accenna,Erodoto (d) la emiiienza della Torre,ma


*olamente la lai- hezza dellalua bale,o della prima delle (d) H"'Od'JJ-f-'ISI
-0tto Torri ,chain componevan0,la quale teneva .unoa

dio in quadrato.. Strabone (e) gliene aegna uno Ila-dio in(e.,) 37,45, 146.:
-altezza,e altrettanto in latitudine quadra, cio centoven it.p. 733.
ticinque pai, dicendo, chera una piramide quadrata, e
;Bayern Clamet. T. I.
L
al:-~

82.
DISSERTAZIONE
fatta di matwnLElla preentemente abbAtt-utaecredc
i , che Sere la demolie. Tent Aleandro di riarla,ma

iccome la imprea importava omma fatica , -e richiedeva


molto tempo, ame che ci volevano due mei a diecimi
la uomini per nettare la ola platea , e torne via i ma

teriali.- cosx Aleandro non pO :erminarla , eendo a

to , 'come i die , colto dalla morte nel principio dell'


opera , n veruno deuoi Succeori,al rierir di Sti-abo
ne , che chiama cotea Torre , o ia Piramide la tomba

di Belo, non pre-e pi la briga *di riabilirla.


I Rabbini nel libro Jalcut attribuicono alla Torre di
Babilonia non meno di ventiette mila pai di elevazione.
In unaltro ibro intitolato Pir linnalzano ino a .et
tanta mila pai per uguagliare il numero deettanta An

giol, .che -anno intorno al trono della gloria,e deet


tanta popoli, eherano allora nel mondo,e delle ettanta

lingue, che ucirono dalla confuion di Babele Beniami.


no Tudcllee dice -, che le ue ;fondamenta avevano due

mila pai di ongitudine, la Torre dugento quaranta cu


biti, o trecento eanta piedi di latitudine,e ecento pie
di per .lo lungo. Ei parla olamente delle ue rovine, e

di quanto apparivane, quando .la vedde, eendo gi lun~


go tempo, chera .diroccata.
Gli altri Viaggiatori ,che ono ati -n .quel .paee ,non
hanno mancato dinormari dicmanto famoo .edicio. ma

ono ra -e s`i ;poco daccordo , `che non pu quaimente


fari fondamento veruno ulla di lor narrazione. 1 popoli
circonVcini non hanno .orizia della vera ituazione dell'
antica Babilonia;e laignoranza .che .regna in.guepaei a si,

che dicono ;coe ,tanzozpoco -.veriimili , .che non meritano


alcuna :credenza . Racconta Gujon u'l rapporto -di due uo
mini di A'bbevilla gi -chiavi del Bls di Bagdat,che la
"Torre di 'Babele tonda, ed _alta .trecento piedi,e chei
~mattoni , ond_ ;fabbricata,,ono per la maggior parte lun

ghi di unalla,cio ,due braccia in circa delle>nore , ecom


meii con bitume, -ed .argilla. La alita,c`nene conduce al
la cima delledicio, mon ~ha caglioni, ma fatta a car
pa , e dipoa .nel groo della muraglia, elevandoi a pao

a pao; *ed , s -:paz.i0a,che di fronte vi potrebbe alire


venti uomini-;Il :murodella Torre ha` cento Pam di lati
tudine,~ed _ad ogni venti braccia vi ono larghe porte r0ton
de per entrare entro diea , e ad ogni dodici braccia nere
per

SOPRA LA TORRE DI BABELE.

83

per ricevere il lume. Mirant allinterno figure di rilie


vo, rappreentanti teedi uomini, e di donne, , di ani
mali quadrupedi, di- peci, e di uccelli. Ecco- quanto di

cene quello Autore , pretendendo altresr , che la Torre


di Babele duri tuttavia nella tra- integrit..

Un tale della Boulaye (a) citato dal Daviti narra , ( l' Wwf" "il
cheendo andato a. vedete. gli avanzi della Torre di BaP'36` 317
dele , dianti tre leghe da Babilonia in una raa campa
gna tra EEufrate, e il Tigri, trov una groa Torre ,

e-matccia al di dentro (b) , avendo piuttoo la forma

druna montagna, che dl una tor_re,l_a quale' poteva ave- dire' lzeagcoa,

re nel piede circa 300. pai di. ctrcuxto,bench preente parlando- della
mente abbiane quattro, o cinquecento, a caua de' mate- Torre di Babila*
riali che vi ono- caduti,e delle rovine che. la circondano. n'iy che er-vvla `

Ecco la forma. ond"~ fabbricata .Ci ono primieramenz FHHZLTT: "1


le ei ordini di mattoni, indi lette, e: cos uccevamente pyrgos Mms, ico.

no alla cima: tra il eo , e il ettimo ordine vedet un domitae 'rm-


uolo di. paglia alto tre dita , la quale tuttavia- s; freca, .u/44 edicata '
come quando vi u. poa- l'a prima volta.- ha ogni mattone
un piede reale in( quadro, e ei dita di grolezza. I]. colle
gamento demattoni pu eer da un dito,.ed fatto con

certa compolizicme di terra ,. e' di bitume*,,materia uata per


fabbricare anche prefentemente a Bagdat,per' eer' col vi
cino un lager- di bitume', che- in gran copia. producen-e A-v
erice l'0- Scrittore di aver' contato cinquanta ordini' di- er,

indi dis ette mattoni luno, di maniera ,. clie- laltezza puo


etendere a cento trenta piedi* reali .. Nella' ommit della

Torre ci. urt grande occhioedendoe nel. fondo unaca


verna: propriima. per uo- di' erraglio ,e vero il mezzomn"

apertura quadrata di un piede, che* paa da banda aban


da. Quello ben divero da quanto- abbiam: veduta m qui..
Io> non o, e~ quel; che vide- il prefato- autore ,, ia dieren
te' da ci, che altri decrivono.. Mit-ai ,. dicono ei, a tre'

leghe* da Bagdat tra LEufrate e il Tigri, nel mezzo di una


`vallia: pianura , il-v re'o- di una gran Torre, dinominata da"
ani la Torre di Nembroc ,, credendo che' ia la: famoa
Torre- di'Babilonia ..Ella ha circa trecento' pai. di circuito;

e ci* che i'n'- pi ne: ri'nmne , pu- avere: cento venti pall di:
altezza; compoh.- di? mattoni eccati: al ole-,,avend'c~ cia
cuno di loro dieci once reali in quadro ,i e tre' di: groet
za ;ei ordini di mattoni ono opra. un uolo di* cannera-n'

te ,e mecolate con paglia.E coa dicile il giudicare-Biella i


'

2.

84.

DISSERTAZIONE,

forma delledicio , per eerne caduti da ognntornoipez


zi; con tutto ci pare,che ia ata piuttoo guadra,che
tonda; ma tutti quei,che oggiornano nel-le Vicinanze di
Bagdat ,, non con-vengono eer gli avanzi della Torre- di
Nem.bx:ot-Gli Arabi div que contorni l appellano- Agarcouf,
tenendo che- be abbricata da. un Principe Arabo, a in

tento di accendervi un fanale per ragunare la ua gente.~


in- tempo di guerra.
Pietro della Valle famoo viandante ebbe come gli a[
tri l'a curioit di viitare i reidui delIaTorxe di Babilonia ,
ma non 1- accorda con veruno-deinoracitati. Dice, che*

un- quarto di lega lungi dall Bui-ate vero 1- Oriente i veg


gono- coniderabilillime` demolizioni di` una. fabbrica prei) a:
poco quadrata nel fondo, il? cui circuito ad.; millev cento

cinquanta pai, terminando quni da per tutto- la. cimaim


unte, a- guia di- piramidi. Il lavorOs di mattoni cotti ah

-l

Pole, e commei: inlieme mediante certa terra? mecolato com


can-ne ammaccate; accid componeero- uo- medeimo corpo:
'Neluoghi ove lediciodoveva eer piu-aldo, ci onomat
toni cocci- col fuoco, e- collegati con-del bit-ame.- I~l> men.
zionato- Viandantc e diegnare le-due pi bel-le propettive:
di quelle nov-inc, cio, la Settencriona e, e la- Meridiana
le; e ritornatoa Roma ne d'oni diegni ahPadte Kit-cher.,

ii quale ecegli- colpire-a Quei che la credono che ia l an~


nica Ton-c di Babele, ondan0~..l..Suila~ tradizione depo~
poli che- nomina quel luogo Babel"; Il'. Sopra lav materia.
dell`edicio~ per eere di mattoni ,. e di bitume come lat
Tor-re- di- Babilonia, di cui ragiona Mos

Ill. Sovaa- la:

ituazione della medeima.- Torre. nelia campagna-di. Seno

naar, e; opra, il: Tigri'.


Ma- a~ quelle provev pu' agevolmente' riPon-d r >3?
Ia
tra-dizione.di: qnel
n:
certa
; avendo_depopolinoi oer-va-:oaltrepaee:
torri non.
,iche- uniforme
abitanti, del

luogo le` paccia-no parimente-per la.T'orre di- BabeleyLa ma


teria dell"edlcxo--norx- ha un-minirno-che` di ingolare,men~w
tre fabbricai tuttora a Bagdat' , come per Laddietro aBa
.biloruauv ciocon mattoni, e bitume . Di pix, econdo-0
eoa Autore ,,non- c bitumeiuorche in- quella parte, ove

volevano- dare maggior odezza alla fabbrica.. In ultimo i


dice ona? alcuna prova quello-eere. il luooo delle* campa
gne dSenn-.mr'z dovera [lata- coiruita la lorre. Se taluno
ioe tanto perito per icoprirlo olamente g, due Leghg a:
quel

SOPRA LA TORRE DI BABELE.


85
quello intorno, la nora diputa arebbe too nita,ea
prebbet accertatamente ,e la''orre dtBabelc eia tutta.

via, o intera, o ne uot avanzi; oppure e del tutto pi


non ci ia.
Aerrnano alcuni, che il reo della Tori-e preo
Baldac ullEufrate (a) . l Cittadini di quella citt dico (a) Korn-nl. in
no , che l vicino mira un gran monte di pietre , e di Temp/O natura pag

rovine di unantichiiima abbrica, ove non poibile av-.zs9.


vicinari , attea la gran quantita di lei-pi , e di animali
velenoilimi,che vi dimorano. Ma e tali rovine onodi
pietre,quee non poono eere dellaTorre di Babilonia,
a quale enza dubbio era, fabbricata di mattoni con del

bitume, come patentemente dimoralo la Scrittura


Paolo Orotio (b) , e dopo lui S. Gregorio (e) pare,
che abbiano confua la cm,e la Torre di Babilonia,cot- (b) ?Mizar-717!.
e'. 6.
me e quee vocr dellaScrittura,Civiratem Q* Turrimmon (e
)Gfeg.Tvzr-aml. x

gnicaero una medeima coa,vale a dire,una citt fab-' r. 6. Hifi. Franc,


bricata con torrizdimorano almeno-aai ben chiaro,chc'
la famoa Babilonia u opera diNembrot.Ma Paolo Oro

o oerva,chella venne reaurata da Nino, o da Semi


ramide, i quali ci awevano fatto quei gran lavori, chez
noi ne deliri-ivan gli Storici. Del tempo di Teodoreto (d)

corgevani ancora

rei' di quell-a Torre ,- dicendo , che' thadoqu

chi gli avea vedutl,e picca e aveane alcuni' pezzi,a."' Gene


curava, ch era di mattoni commelli con bitume ,. in vc

ce di' ealeina ,- ma
non ce ne d maggior contezza .
Dal detto Fm qu pu conchiuderi, che quanto narra

Mos delledicio della Torre di Babele , una Verit in


connraabile; che' Celo , ne gli altri nemici della nora

Santa Religione non poterono mette-re a campo contra di


lei coa, la qual meriti, che le ia dato orecchio- Che la
favola daeGiganti ,i qual-i volevano sbalzare Giove dal tro
no, idea-fa ulla oria di Mos ,e che tanto Scrittore non

tra-ie un ben mini-mocch daPoeti,eendo egli molto pila`


antico di loro-.Che laltezza della Torre di Babele non vie

ne atte'ata- da veruno autentico monumento - ne tampoco


eer certo, che foe diructa da venti-,e dal uoce- ceo dal

cielo; anzi alloppoo- m'olto- probabile che i. mantenee


dopo- il dipergimento* de popoli , e che Belo, Semiramide,
e Nabucco travagliaero in- diveri tempi per accrecerla ,.
adornarla , ed arricchirla . Che non n- Sere ,che interamen

te Ala`L demoll
;ma eer cadutaper la; vecchi-:21a
,-0 veramlqte
.
i
ne


DISSERTAZlONE
nellintervallo che pao. da Ecodoto no adiAl'eandi-o Ma
gno, il quale vi die principio, ma non termin di fabbri
carla; e che nalmentequanto raccontano i. viandanti della

Torre di Babele,puo eer vero ripetto- agli- edici fiati 109


ro.- morati; ma eere dubbixmo,che tali edici eno re
liquie_ dell antica uperbiima Torre. Babilonee..

' DISSERTAZIONE
INTORNO AL LA" MATERIA, FOR'Mi/L"

dl-ibn'.- anticbi, e circa le- divere..


maniere.- di. crivere..

, *

; Ocopire l'ettere~,ovver: iguteovrae piev


tre,` ed in legno,` la.
ancicamanieu
,_ - ra ,, che a noiv ia nota-,; di crivere; Sur

( i)L-n~t1a.r.3._

7 queo andare erano appunto- s degli-Em


* gizzi, chede Caldei imoatumenti-piuvec
\
chi-,Simiglianteoggia- eli-crivere era put*
. `
anche-,al dir di, Gioeo. (a),.prima.de_l~

i"

_
-

diluvio.- in coume', percioceheiagliuoli

di. Set avendo; conociuto, che il mondo dovevm pet-ire. in.:


primo luogo- per l'acqua-,jndiz pel' fuocor, criermovradue:
,

(b)`1Po-plyr~ HL'- 2-5


d: Abiim
(C) Mhnnl- I.
init..

colonne-,luna di pietra peru contral'are con.: lacqua~,.dimat-


toni- laltra _per rc'ere- al fuoco- , le atronomiche. da: loro:
coperte "OPEN , anzi? il'prefato- Scrittore davai` adi'men-
dere- dr; avec* veduta una di quelle- colonne.. Porro (b) ci
da: contezz_a~ di al'ctme antiche. colonne-conervate: nell-Iola
di; retayme cui`~ 'avano critte; le cerimonie- dSacricjdef
CoribantlL-..Euemero- (c) ,i Sanconiatone (d), Erodoto,Dio-
doro- dn Sir-1113 , ed altri! amori in *formando- le.- loro lm-ie.,`

(d) Teodr. 3", -avevano- tratto_- da quelle antiche icrmioni non poco- vantag
1-411 Graz-ar.
gio.. Aerrna Lucano (e), clie- daFenicjfu inventatav la ma(e i Liam. l. 3*.

mera: drcrivere-in- caratteriordinarj, e-comuni;~ e che in

nanzi_ a tale ritrovamento: non-icrivevam glilEgizzi,,e non.

in ai', imprimendovi anitn-aleche- gure:


P/mnice:. Primi, fama? i' ci'eriirur, ani'

Man/ram rar/ibm( -vocemr ign-:re gur


Nondum umnear Memgbir contra-ere .BM/a:

e
No..

INTORNO ALLA MATERIA, "ee.

87~

WWW: axis tantum wolucreque, er-equa


Sculpmque rtvnbant magica: .animalia .linguas.

La foggia di crivere con gure di anima-li u ritrova


ta orto Tor, o Taore econdo Re di Menfi (a), dinami
nato daGreci il primo Mercurio , e ucceore di Menzes, (A) Hard-Whey!
che ne u `di quel Regno il *primo Sovrano,~da noi credu- """WMW

to Cam gliuolo di No. Un altro Tot ,o il econdo Mer.


curio tradue tutto quanto trov di ,jerogliclie Scritture ;

e _poe in 'lettere-comuni -ci,,che opra la medicina il pri


mo Tot avea in jerogliici cnitto a La Storia non dice, da
*chi il econdo Mercurio avee tolta la maniera di crivere

.in :lettere ordinarie; ma non troviamo ,xchi prima di lui le


-counaae in Egitto, e per .altro non .u Mos.,che Mar
:an .(b) lo a vivere nel -ecoloantecedente a quello `del -e- 7
icondo Mercurio; ed credibile e, `che i Fenici avefer tro- F i MMA "ei l'eco

vata da *ordinaria maniera di crivene alcuni ecoli :avantisi cz-,l42 LF? e


alluno, che allaltro; peroccli queta invenzione al tempo

`'

di Mos non embraieer ata novella.. Ci rimane {att-avis


:un numero ;ben :grande di memorie critte con jeroglici,
*eendone poco .meno che tutte egiate le atue, e -le -coz

donne anoi venute .di EBHO-'c queantica maniera d-i cri


=vere neigri ,pubblici monumenti i pratico empre an

che dopo la .invenziou .delle ;lettere 4. Lanticliit ervi


:ancora delle tavole di .trarne ., e adi piombo; ed - fama ,

-che le opere di Eiodo .foero da principio in 'lamine di


;piombo colpire,e conervate .qual .teoro mel *tempio del
-le Mue in ?Boezia (c). Le tavole di .-Tame Turono altres e) UM des
in grande uo per .conervare le memorie del-le .alleanze de Voyages deMB..u.
'trattati ., re delle leggi , come da .molti eempli~ i *vede ,--delouie d'Airvai,
anzi da Scrittura ce ne omminii-a alcuni *in :ordine -aR-o

mani, a" Lacedemoni, e agli Ebrei.


_
il Caldei inoiero gi u demartoni le loro aronomi
che
oervazioni; e. al rierire
di
Epigene (d) ,ne
'tenevano,(d)
1,1.a. l.Vl.
.
.
.
~.
,
di. .ettecento
venti anni~ : Eprgenerapud
Babilonia:
Mim

5.6.

geittorum wginti annomm obewatiouer derum utili-ibm Ya

term/is incriptas dare: , gra-vi: .Author 'in primis ~. 'Qiando

Solone compil le ue leggi, le ece inca-gliene in taVQledi


legno,come dimorano Plutarco (e) , Aulo Gellio,e Dio-(e.) Pill-rartbl- (a'
gene Laerzio; di qu- i-`

.Axones. Attea P

'-

lice Suida (),rlie i appellavano

~ . ie deuoi giorni vedevanenu) Viar Mnagii'

tuttavia alcuni 1-

" ~ _. '-

quelle leggi de",r

* A_ ~

""

`ne arice,che vi erano di uN-n SolomDia.


tra, c ul legno; le' c01.gm. Lam
Pile

ai

DtsseaTAZIN

pit: in ao .comprendevano leggi generali, e cotuzion

attenenti aSacricj, ma quelle in legno con-tenevano [latu


;i particolari. Le v,tavoie di 'pietra erano .triangolari, eno.
mvanliK-m; e quelle da legno, dette .Axe-J', o Amm,

erano di quadrata gura tanto le une ,quanto le altre a.


vano icritte in quel modo ,dinominato daGrcci_,,Baurop/.1e
don, cio, cheravi una linea ,, la quale porcava dalla i
`nira alla detra, e _la eguente pel .contrario andavadalla
dera alla ni-.tra , a guia deolchiche in lavorando or

mano ,i buoi . Le 14:53: delle dodici Tavole appo .i Roma.


(a) Tabula; br
"fat .

ai
parimenteovvero
teirace
ovraidi diavorio,
querciaandone
(a) ,ecreal
deierano
a Scialigero;
_u tavole

(b) Lib. _z_ :I: org.


.

_teo del Legia Pomponto (b), Tabula; ehm-car

jan-ir .

Luo delle tavolette, ovver delle .alii per icrivere,


(e) P]..Xl!|-t_l|.
( d >Arrtn.nVef

pit Pag 499.

vedet ancora in Omero; fuglarium um full/ etiam ante


Trajana -eemporaimyenimut a} mi Homerum
Arioane (d)
_chiama Sam'de: le alli,,.0vra cui li icrivevano i .procei.I

_-

,Lon oburdi venuti ;in Italia criero da principio .u delle ta


vole molto cue di legno., .e octilillime ,. Pancirola _aeri
ce di aver veduta-di Sl fatte allitelle piene di Longobardi ca
ratteri. Le tavolette .erano per ordinario bene incerate,o.
yra cui crivevalicon certi tili, feci-0,, di oo , o pure

di rame , ,tenendo .da un latola punta per :colpire de lec


{ere,e piatto era laltro per ilcancellarezveggonituttavia

vdi quei ili , -la cui parte uperiore a oggiaiiun pic


ciol cucchiajo rotondo'pe-r appianarela cera, qualora ifo.
e voluto caar la 1crittura: Stzlus ferire! alia Parte qua
forzamut, alia qua dela-1mm, aabr fait{mei
( e) Aug. L* n'a-;114m

`L ieo

appunto ,dimoraiue' Orazio A_(j);:_

.Rfig. L'- ao.

(f) Horat- L55- Sf '


Dany. to.

.
-E ,Prudenzo.~\(g~) ei-:fiumi
'

( g') Priula/12. Zly

AS42"16 j'ttlum vena: ,iter-14m guzz- dig; leg; lm,

'

vnazlx. dl .T. CW#


P.-

Jude alii imulas, ('9 acumina ferrea mila-ant,


Qua Parte criari: _cera jut-*is oribitur,

..Et qua [eli apicetabolentur, (9 equorisbzrti


Rmus Mae-[centinvenitur aerea .
-Cotee tavolette iniemc unite , ed attaccate forma;

vano un libro detto ,Codex,,o_Caudex, cio, un tronco, a


h ).Vm~ra- L. 3. dr caua della ua-imiglianza ,coluo dellalbero egatoin pi
'Dita _PW-.'11. Ra:

parti : Antiquiplurettabula: conjunat Cadice: dicebant , di

(i) Sen. [l'. :le ce -Varrone' ia). E Seneca( i): Plurium tuba/um context:
buy-'tate air-e A'. 2-!.
.1"
r 3)

o
h'

R'.

Caudex apud Antiqua: diccbntur . _Le lettere ,che i privati


uno

~`._

INTORNO ALLA MATERIA, ec.

89.

amo laltro mandavani, erano per Io


critte ovra
mili tavolette, che avvolte in tela , .indi 1 uggeilavano
con una pecie di creta , -o di -cera Aiatica (a) . Se ne (a) Plauto nella

:veddero ancora di buo, e di avorio,ma quee non ven- Comed-- incio


ta Bar-:lai:- . . . A tfr'
~nero mai generalmente .utate . Dopo la invenzione della cito
Pi. Quid'?
pergamena, .e della carta i continu,ma .ben ~pi di ra Chi-y. Sti/11" , Cr
do, a erviri di tavolette di-cotal fatta.

ram s Taba/ar, 5-1'

A quete uccedettero le oglie ,di pahna,e di poi la


:buccia pi minuta, e ottile degli alberi,In Palmammfo/iis
Primo [cripttatum , dice Plinio (b) `, deimle quarnmdam arbo

grmm .

-rum librir . Pon mente Virgilio agnello antico modo di (b) Pl. L- xul.
r. ht
crivere ovra le oglie degli alberi, allorch decrive co
.s la Sibilla,

Inane) Vatam Aocia, qme rupe ii/1 ma


Fata canit,~r1~ique nom: ('9 carmina mandat;
_grmczsmquein foliis decript nomina Virgo.,
.Digerir -in umerum .

Cita S. Iidoro alcuni veri di "Cinna', nequali Veg.


:goni parimente deveri critti u delle foglie
levi: i uria'ulo mal-v4* decripm bello
.Prumca 'Aexi mmm-a way-"mld

Ma iccome tal maniera di crivere era incomodiu


ma, cos non u mai troppo u'itata, adoperandoi pi vo
lentieri la corza interiore .di certi alberi, come del ciglio,
.del frallino, del-acero, del faggio, del pioppo,dellolmo,
room-le derivonne il nome di libro,liber, dato poi aqual
ivogla orta di critti, attea la denominazione latina .di
.ea. corteccia: .Liber dicitur interior 'corticir Par: , 4m: ligno
(e ) ;Tnt-'iure

cab-ere: (o) ; e ~c~come -tali cor-ze avvolgevani .per il di (d )'}`ltfa Lu V.:


.loropu agevol traporto,cos`1 tali ruotolichiamati uron Ehgumiamm ~
volumi(d) , nome che pur i diede a quei uquantunque
ulleguentemente :inventati di pergamena, e di carta.
Eil Papiro (e) una pecie di canna , "che crece alle (e) *salmadwzdg
ponde .del Nilo, il cui uo compoo di molte oglie p0- Vapijum. '
{le l'una ovra dellaltra , le q-ualidilcevrate , e digiunto
,con certa forma di ago dicndevano opra di unafie ben
.umida a quelreo, che al foglio della carta dar sintende
va, e con tratti di pennello i ricoprivano -di niima col

la, vovvero di acqua torba del Nilo a tal eetto dipoia ,


-e caldata; indi ovra delle gi incollate, nuova coperta di
.foglie di Papiro ponevali , e in quella guia al Sole i la
ciavan eccare . Delle oglie vpiu vicine al midollo_ della
.Di-(eri. Calmet. T. I.
.M
pianta

90
DISSERTAZXONE
ianta, per eere le pi ortili , ormavaene .la 'carta pi
Boa; che chiamavai -carta di Auguto, .Papa-ru: daga/la;

le oglie-che *immediatamente uccedevano alle prime , ervi


'vanoa "fare una carta 'men :na, cognominatacarta Giu

lia , Papfrus Julia .. "Claudio lmperadOre :-invcntonn'e pure


una-terzazpeeie meno -Ottiledlla carta -di Auguo, cmen
,groa -.di~quella di Giulia ,e venne detta Pam/ru: Claudia..
Avvolgevani inieme alquanti fogli di ea carta per
comporre cio, che in latino dicei tupro, o quel che noi
chiamiamo un quaderno .Erano i ruocolidi .venti fogli .al
tempo di Plinio, chepoi riduero a dieci. Allorchper
'grandi operesimpiegavano quei fogli ,i ammarginavan-o nell

~e1lremit con della colla,giua la di loro grandezza, eo


lo da-unapafte crivevani_-; ma v(-:-irca le altre critture, co

,
-.i

me conti, memorie, minuceec.,che non 1 volevano con


ervare, .:non avevai tale riguardo. Luo ,di qualitrimi
'liante di ,carta era cognito avanti-Aleandro'Magno ,come
;dimoralo
Gui landino
il entimento
Plinio-;ma
dopo Aleandro
ella ucontro
grandemente
uitata.diCuodivani
;nelle ,libreriepi volumi avvolti allo intorno di un cilindro
attaccato a una -dell eremitdel libro,e ornato nelle due
,tee .di un qualche legno-preziooodi avorio ;.e di .qu

viene *la "ormola ,ad umbelicum perduccre.Collocavani po


.ciazi libri .nellecanziein modo, che 'l uno ,dedue lati
Iporgee~inuora,ovra cui i poneva il titolo demede

(a) Maul-.Jcim' Si cotum in Europa (a) 'no al.decimo ecolo a


Dip/amat-

rcarta dl 'Egitto, ebbene molto `da rado.

TolomeoFiiadeloRediEgitto avendo raccolta'una-copio

maBibliotecawol-lero-iRe diPergamo eguire il uo eempio


ma i Re Egizi conceputane geloia , proibirono , che uora dc
lor dominionon pi e ne traportae la carta ; ciocche obbli
-go iRe di Pergomoad inventare la carta pecora , nominata
Pergamena, a cagione della citt di Pergamo;o Membrana,
-perch-atta dela pelle che vee le membra degli animali.

'Di due qualit erano i libri,rche di tal carta pecora


i acevnno;erano ~ li uni compoi,come abbiamfdecritto
quei del Papiro, di pi fogli luno allaltro per lo lungo
incollocati, il che formava un ruotolo,~pi,o~menodie
o , ;giuta la longhzzadella crittura ,.-clie racchiudeva , e
gli altri-eranzormati-di molti fogli quadri , 'legati inieme

allaiorma 'denori libri . I ruoroli, mlnmina , non icri

vevani-che da una banda , e perci erano pi lunghi de


libri quadri, e legati a guia denori ,iquali i crivevano
di
\

INTORNO ALLA MATERIA, ec


9a
d"ambe le arti ..Marziale parlandodi- TitoLiviocrit-
to in un. lirO,~ .quale. ora dicemmo, oerva, che' capiva.
in piccoliimo- volume,. laddove. ne- ruotolipccugava 90co- meno,, che: unaa intera` Bibliotecar..
Pellibuswxigui: aramr Livi: ingens ,
Qua* mea -uix tatum Bibliotheca capi!.

Pagina i appellavaqpel. lato-del; volume, che crivevai;, c. Tabelle, oTbulze- ci , che preentemente chia-

miamo agina di un libro critto da tutte e- due' le parti .


Rli Ectto alla car*ta~,cher in oggi) comunemente noi pra

tichimo ,. e che : compoa.- di, cenci lini.v macerati',. e- ri-


dotti: in- una pecie: di poltiglia ;ninna-,che io-appia.,nnn
lia- per' anche: potuto rintracciarne: la* origene: ma b'en: i a (.2 Wd Mabill a."

eere. in uo-da pi di cinqnecentoanni'in qu,\(a) come Dipm_

'

appanice da ungaosdi Pietro Vncrabile (b) , ilquale men` ( b )- pm. Van. l.


tova- una- certa' qualita di carta formata. ex rauris- peul-:um 1-. a. 8-. p_ 33- (MV

gannamm'., Avevan- glitantichi; una- maniera: di crivere u ?NW/"QEAL**


panni-Iini (c);e tuttavia vedei ancora' qpalche frammento
"m ' g
di anticaEgizzia critturadecnitta in tal., guia . Dice-*Plinio g c W. Lvium , Dr.

(d), che. ebbene. deuoi* giorni -foe- trovata uUEufrate cfl.. Liv. , @Va
la. pianta: del. Papiro , i Parti; amavanol meglio; continovare a-Pifl/n {nrellano'
crivere ovra de710m/panni~,.-che-ervir per' icrivererdel

)P/" ' u'

PRPFO ;narra ancor,che- anticamente avanti luodella; cara- ` "


_
ta i regimvanw le pubbliche'memorie'ul~ piombo=,_ e, nei"(e) MMA, u,
Panni-lini le private.. Tito Livio (e) fa parimente menzio- (5 x_
nc: di certi libri di: tela-,7. [inni-libri ,nequali- . crivevano

i* nomi- deMagirati ,. e la, Storia della' Romana; Hepub-


blica, e' nc primi. tempi di ea i conenvavarro nel tem-
Bimdella- Da Mimun , c n d allora- quei libri, erano,

molto comuni; e valevancne nelle a re' funzioni..


Ila maggior parte-de nori Critici. credono, che. ice-'.
matter-i, di cui: ervii. Mos, foero: gl iec, che queide'
Fencj ,. e: a. dir vero: ,.. non- avvi quai luogo da dubitare

n'a-,r dopo* quello* che; ne hanno critto- Scaligera ,.Bcarto ,


Yoio, edi altrL non pochi: ma non i conviene ulla ori

gine; deFnicj caratteri. Pretendono.: alcuni-,che invento


ri: ne.- eno: i Caldei,-o~ gli: Arj ,-' ma che _avendogli co
municati" ai Ii'ercjz,` ed. altri Popoli, i _attrxbuxrono- i_Fe-

nicj tra lc-raniere: nazioni, appo. lequah ne pareiroziuo ,,


lonore della invenzione~..Al't-ri oengono-,. che gli. Ar) ,,
c i Caldei ricevcero da Fenici i carAtteri.
.

Da quea variet di opinioni ne dcriv la dicolt,


M

2.

che

9,7.

DLSSERTAZiIO'N-B

che ora i va eaminando, ovra la origine delle lettere-,delle


uali ervii Mos . Evvichi aerice., che Abramo le tra

erile dalla Siria nella terra di Can-aan; ma vogliono altri,


che i Patriarchi abbiano apprea dai Cananei la forma loro
di crivere, e che nellEgitto-labbian conervata.,come pure
il loro linguaggio dicuida indiinnanzi empre maiipreval-
ero- Maenza internari
a fondo in: queta dicolt ,
che riguarda la. origine delle lettere, noi crediamo,che M0
s adoperaei caratceriEgizzi,e che le lettere Egizzie ,or

Fenici-foero anticamentele-ee-. Tuttoildioile conie

in ben.provare.queo ultimo articolo., perocch quanto al re


ante onninamente credibile., che Mos uae i caratteri

di un popolo,eol quale tenevan gli Ebrei das lungo temi .


commemio,.e da cui avevan tratto la maggior: parte degli ui,
e dei coumi5, e che lo eo Mos. a-veane imparato tut-

te le cienze, eendo {lato allevato qual gliuolo, adotti-


vo della. gliuola delEgZZO Monarca
ll-Padre kit-cher ha preteo molrare, che gli Egizzi ca-o
ratteri ono i medenmi, che i.~Cadmi,o FWiCjIalbOltatiu
( a VTA? pn-n Vai[
rm. Prwegamc. I...

in Boezia da-Cadmo; ma le. prove., che ne adduce, non`


hanno-peruao- tutti gli eruditi (a). Fondat egli ulla imi

1m, 18-.

glianza delle lettere Copte colle Greche.; quando pretendei ,

HP'OJ-

(c-) C/rm- Alex


Srrom.- li. 5..
(d )A.pudl-xr. ad

che i caratteri Copti eno moderni ,e imitatida,Greci~.Che


che ia, noi appia-mo, che gli Egizzi,oltre ajeroglici, avev
vanounaltrapecie di-criura,.che erviva a crivere del-

le-lettere , e cole comuni . Erodoto (b),,e S.-.Cl-ernente-.

Aleandrino-(c) ,,non han morato qual oe la qualita.


di quelli caratteri comuni;,ma pare-,ehe dal lor ilenzio-:

nem- metamorp/w,. p0la~inferir1,che imigliante, crittura foe quella, chera


.De aperti: adyn pro allora comuneappmi lor convrcini,.e-che probabilmente
rrr- guodam librai' foero i Fenici earatteri.Erod0to cinorma,che gli Egiz
Iitarir ig nordilm

p rie-notata; , parti!

igari': buta/remad
anima/Zum, tone-ep
ro-mani; compendio

fa verba jiaggnen
ter , parrimnadair ,
('9 i madri: Le
:oi-maa can-Pola
tir/14m' ronde-x P"
{ilmi- , t..

zi- crivevanodalla. del-tra alla inira: e Apuleio (d) di.


ce , che le lettere Egizzie erano piene. dinodi , e tutto
torte , preo a poco- a guiadi ruote.; il che mal nom

conviene ai caratteri Fenici.


, Prima delle lettere-Fenicie aerma Lucano (e),che gli
Egizzi non apevano-la maniera di-are la-carta,-naltre.
critture aveano e non dianimali,e di magiche gure col
pite in pietra .Credeva dunque queo Aurore, che gli Egiz

ziiaveero prei i caratteri inventati daFenicj.. Racconta Plu~`

(e) Plim-fa]. l.- in.


( i'l Pim-Lie! {le

talCOf), che al tempo-del ReAgeilao trovai achedi,

Lume/0 Sam-at .

Beezia nel;`ep<lcro di Alemenauna piara di bronzoxg


giura

INTORNO ALLA MATERlA, ec;

93,

giata con molti caratteri,dequali~pi- nullaintendevaene-,.

anche dopo` che furono lavati, e: ICL viibili ;_ corgevani.


olamente certe gure di barbaro lettere,ben molto con-

imili
a quelle degli Egizzi .i Si mand la prefata. lamina
in Egitto al pi. per-ito Antiquariodi queli- paee ,chiama-
~ to CanuP/is. Dopo non mediocre inqui zione da eo fatta nevecchi libri. di'Egitto ripoe ,che tali caratteri era.

no di quella Egizzia crittura , che coumavai otto il


Re Proteo . Dunque le vecchie lettere-Cadme erano le:.
iee ,. che le. lettere antiche di Egitto ,- e e le Cadrne
-vrr-*-

erano le medeime delle Fenicie ,come nori` vizha luogo


da dubitarne; ne egue, che l Egizzie, e le Fenicie o

ero parimente le iee . Voio ha. rierico- molte ragioni


aai plauibili per provare,.che prima della, venuta di Cad.
mo, Cecrope aveva gi comunicaeo alla-Grecia. luo della.
Scrittura. Ora Cecrope era Egizzio-:dunqzue originalmen
te le antiche lettere Grecheeizano le- iee delll`e Igi
zie. A ollodoro,-e molti antichi

a credono, c e
a ~
.v
mo niciileimo oe Egizzio , e oriitd
da Tebe di Egitto-,ijefmi

prima di portari a piantare Tebe- in Boezia.


Sti-ma Origene- (b)~,che. la lingua., e, i caratteri des
_
gli Ebrei ocro- diveri` da quelli degli- Egizzi, e dc Fe- (b);'.-TJ;3""*'
nicj, ma. non provalo .* d olamente a divedere , che la ac-1.1 i' 5

Egizzia favella era dilimile dalla Ebrea-. Pat- bens, che

creda aver glIdraeliti nell ucir di Egitto ricevuto mi


racoloamente da~ Dio lP'Ebraieo linguaggio , dimenticato
nel lungo- oggiorno da ei fatto in quel paee: in pruo
va di ci ,, cita un~ certa Profeta- Ebreo, che non nomi
na,e non 1. a chi eo i ia-:ma la ola autorit diOri~,

game in una materia- di quea- fatta, non dee contrappe


`re le ragioni da noi gi propoe.
Veniamo ora al modo-,e alla- foggia degli antichi li
bri degli Ebrei.. Mos arla- ovvente. di libri; ma non
decriveche le due tavoe ,i ovra* cui Iddio ne crie il

Decalogo, le quali erano die pietra licia,e oritcedadue


bande . E credibile , che Mos non abbia- accennato con
tanta frequenza quee due circoanze, e non per d'area
conocere ci,,che diinguele dagli.- altri libri critti. ov
mtavole non di pietra , ma di legno,e che. da una par*
tie. comunemente ,colpivani .

.
~

LTuopi antico, che per icrivere ia a nora noti


zia, quello: delletavole di pietra-,o dilegno-.Non ;ii/.vi
. .
in

94v

DI'S s E'R'TA'Z [ONE-7

in Mos una epreione, ovunque- egli:. parli' di libri che nom


poa. iegari. nel enadbquee tavole', n vi i oerva

una. foi; parola-,che ponga idea: de volumi delle: cortecce ,e

n_ tampoco.- della. carta, e--molto= meno: della. pergamena :.


dunque i ha ragione percredere.-,\cl-iei-. non. intendecpar-
late. otto. nome di libri. e- non di quei ,cheranOx compoti:

di; i all`cell'e:di` legno, Il nomedi Volume. trovai. peo


ncl 'a Volgata. del. Penta.t:euco-, ma. nellEbraico. teodetne..
delimi. lFbri. neppure una ol.ata. i legge ;ma olmentein

quei di Geremia ,diElechiele-,di Edra, nel Salmoxxxtv ,.


e. in. Zaccaria; .i Io non~ mi? fermo. a' cenurare-pad,R'abbini-9
e-Comentatorix, iquali, pretendonm ,,che Mos i ervie.

devolumi. di. pergamena ,,'01 della. carta. di- Egitto ,. mentre i:


lor. entimenti non_ troveranno- credenza appoqucichean
no , che.- delv tempo, di'- Mose; tanto~ la carta ,.quantozla per*
gamena- nomerano per-*anche: in-~ uo:. Ondequandm il\Le.,
gislatore. tratta. delibri -dell Alleanza,,della. Legge, del-DL.
vorzio ,, e- di? quello-,A in- cui: 1~ crivevanm le maledizioni-,,

che- radevani pocia:. opra lacqua,.p_et~ provarela. innocen


za: di;una donnaopetta. di: adulterio; e: qualc`ra.` comanda.
di collocareil: librodalui critto a. latovdellA'rca.; perrtut
to queo. noi. altro non. intendiamo ,_. e.-non. chleglicrie:
le, ue Leggi ovra; delle- tavolette, . e. che: tutt02illrimanen~
te colpi u-delle-a-.I Settanta-Inter reti-adoperano continovamente* iL termine .Anna-5, per.- eprimere- lB-breQS--
Liber: Or gli Axones erano di. tavole, o ra: cui. 1 criveva*
no- le. Leggi_ ,comegi dimotammo.L Autorefdel libro di:
Giob,d chiaramentea vedete l'a crittura. in. tavolette di

i )P*x'x "4

legno~ (a) ., Qui: zi/:i det ut. exarentur-rmane:: mei'. inlirr


y! ferreo,-ve1 Flumbi lamina ,-uel cche' culpmur, i'm/?live ..
Ecco- la; crittura, ul legno -, ul: piombo ,in ao , ed ,in pie-

trar.Salatrrrne` non. d_ con, minorrchiarezza a vedereiama


(b ) Prov-rb-n-l-z. nier-a di crivere ovra le;tavoiette~,,quando dice (b), che*

biogn crivere la: miericordia, e la veritaulle tavole del.


.
_
_1

roprio.
cuore-..Geremia c e- rime lo. ehin,
forma.;
Um " ' i
vivazdicendo,_che-igifcelirateuadi
quei di:una
Giuda
e
colpita ulle tavole del- loro:cuore , ylo ferrea-i ungue'ad
amantino.. Nelllib'rm quanto- deR'e (d),. gia la Volgata ,.
(d)Cap. xxx-13.

minaccia Iddio-ola, deruzionesdi Gerualemme, e di abolir-

ne la. memoria in quella- guia ,,che; c'ancellai. una: crittura


_ .

col rivoltarne lo (le-.Delen nam-,6'9- dueam-crebruty

~(71\""'P "'3' lum aper faciem ejm.0rdiha Iddio ad Eaiz (C) di crivere
e

'

le

~INTORNO :ALLA MATERIA , 'eC-

95

e ue minacce -contro .agliE'brei opra 'tavolette :dibu'o:


.'Scrie ei up buxum,, @Win libro -difigenter exam :illud -.
Eechiele (a) riceve vdalla ?mano -di Efraino ., e delleialtrc (z)

Tzu-Lie). up.

`:trib che ad '-eo avano `unite, ~e `dalla 'mano di Giuda, *x-xxvzu. :9.

-delle libro
~tavolette
,e di tutte
--cornpoene
chiaman
~dolo
:di legno,non
.altrimenti
che-un
-le libro
alii ,fche
-lofor
vmavano . Dice lddio ad 'Abacuc (12) 'di *crivere le ue vi- i( 1,)4330". z ,4

sioni .ulle *tavole: .Tr-'bre *01ij ., v("F-explain: afe "cabala,


ur/perenni, qui Iggerireum.,LLelettere che icrile Davide-a
Gioab pei' -ordinargli , -che :ad Uria :foe :tolta 'la :vita (.5) un) i_ R-'gX'i i.
.e quelle critte da Gezabella (d) un :nome ;dl Acab per at-,(11) 3. Rs- xx':. t.

morir Nabot ,vengonmchiamate nella Scrittura Sep/;enna


~me che i d alibri-compoi diztavoletteril che 'abengiu
~dicare ,che quelle lettere :foero veramente icritte "opra

-taVolette, *e uggellate preo a poco ,come .abbiam *vedu


:to di opra, le lettere deRomani.,ae_deGreci.

Scrivevan ancoraqpraile-tavolette gliEditt'i delPrin


*dpi , non meno 'che le -loroi lettere ,che improntate -con il
loro bollo Finviavano ne'lle'Provincie , come 'vedei in tutta la ,

oriadi Eer (e) .'Ipeque`EPlolxe,gu-r nomine Regis mitrea-~(') Fl"- Wu-16


, tm* annida iP/ur ~0bgnatc er-ant , m Per "ver-:dario: . Si e
*ponevano-.in-ogni `citt i .decreti dei Sovrani,e li agge

*vano nelle pubbliche piazze

`Edith! Regir 'Pependit in .u-7( T) ?Li-- r. 4.

a (50. 'Mirai poi qual foe s Fla materia ,, vche "la forma

,decontrattidi vendita nella compera fatta da Geremia del (glrM-xnuo.

cam
o di
Ananelo(g),crie
da e il'vi
Profeta
;lettepiil
contratto,
;pree i'te'imonj,
:appeeuildelletavouggello,

"_
BMW
v'

-pagil contante al peodella bilancia: 'Scripin libro (b),


(9 [igm-vi, @'.ad/Jibuiteer, (7 appandi argenmm v4' atem

Si ottocricro i telimonj al contratto.,-come appare dal


te o Ebreo , dallArabico , e da"Settanta ,in confpeblu teium,

qm' criperant, o eguendo .unaltra maniera di leggere, *e


-di puntare'l'Ebreo, i teimonj 'erano olamenteLcritti, e
:nominati nellatto,come `lintendono il Teo Caldeo, il Si
z-riaco , e la_ Volgata : ,Qui cripts' erat in libro mio-air; e
ci embra ll pi probabile, perch ai
d oggiin Orien-(i) Car-n Voya
te (x) non 1 ottocrivono gli atti, e i contratti,ma Vli ge de Pere] ,Lp
pone olamente-il proprio'igillo, e quello deteimoni.L9o. :Br Caverna.

originale, c 'aurentico `*contratto ava chiuo,e uggellaro ment des Pares p.

-in modo,che :non poteva-apriri enza frangerne i uggel- 2.:..


lo e per lo 'meno enza'romper la tela,ovverolo-paghet
to , o cordoncino, che ?le "critte tavolette :involgeva ;e ci
.
facevat
.r

98

D'ISS-'ERTAZIONE

accvai per' evitare -la falicazione .delle lettere ., e de


Lhirogra.

' . Ma iccome poteva venir -biogno in pi `occaionidi


ricorrere alle critture e ne teneva una copia,.la quale la
iciavai aatto nuda,e coperta enzauggellominvolto,
'e '1 collocava entro un vaodi terra, come chiaramentei

-veide 'notato-nel veretto 14.5'ume libro: iar,dice Geremia


o Baruc i, libmm v1mm emtianirgnamm , Cy Iibrum bem:: ,

'qu aperta: ej. Badate, ch ei diingue quelidue contratti


`;mediante il marco appoo-allorigmale, enon alla copia,

come il teo Siriaco -l ha benimo epreo. Accipe fyngra.


Pim i/Zas ; Syngrapbam `1mm; emtiom'r abgnatam , C9' jj/gra

p/mn {uma minime ~0bigmmim.lo o bene che i Comentatori


non i accordanolulnumerojdedue Scritti :-lArabico un o
lo -ne riconoce t Prendete queo libro di compra , cb - ato

letto , cabina/crew ec.-'LUgi _di Dio Rima trovar ->tre crit


ti nel ~veretto Il. il primo liber :mimi-cm -la lettera del
(a) Sepher hammi
queeh.

b) Hamitzerah.
{c'Hahaquim .

la -compra uggellata-(a) ; il econdo nominato precrptum


nellEbreo (b) ;eil terzo dott-o Station (ff-.ma *noi ci at
tenghiamo.al teo,~che mora due critti,n .vediamo e

er neceario ~di ammette-me un maggior numero.


Vogliono alcuni; che loriginale .della compra foe e
gnato nel ine con ia impronta diGeremia .Altri oengo.

`no,che~oe ermatocoluggello ,di pubblico Notajo.~an


zi Grozio pretende,chei-teimonjjapponeero il lor con

traegno alla crittura con quello di-Geremia; ma turco


queo enza ondamento.S immagi-narono per avventu
-aa, che i'miglianti con-tratti di compera foero quaimen
'te a guia di -quelli , che i -anno giornalmente avanti -i
Notaj, .a cui -i appende il pubblico Bollo ;ovvero come

~i diplomi, i rccritti, e gli antichi privilegj ,deRe, nell'


eremi-t dequali vi i mira una imprcmadel lor -buo,

?o del loro-lemma: egli ben certo,che quci onomut


ti ui recenti, ed agevole -il dimoirare ,che il-termine
Ebraico Cntamz egnare, .non indica -nellEbreo, che 1
, ,gillare ,` tener nacoo,~ed-~involto a guia delle lettere ,
7 che 1 Gliudrno,{e i uggcllano.
Le due tavole , che .lddiorliede .a Mos, ovraognuna

delle quali egli deline le parole , o le condizioni .dellal


'leanza ,che a-ceva col uo Popolo, ci provano lo eo co

'tume di.av~ere due contratti critti, s per ar ede in giu

-ditio , che fper conervar -la memoria delle convenzioni ,


Cuiodi

INTORNO ALLA MATERIA, oc.


97
Cuodivani le due tavolette in uno crigno, dinominato
da noi arca dell.alleanza;e collocate furono come in de.

poto nel Tabernacolo., a ne di farvi ricoro , e con


vincere l popolo ;linfedelt , in :cao che venie a man

(are alla gi .data parola.


.Quanto al libro di Mos, in cui conteneva la {loris
della nazione, e le ,particolarit -dellepleggi, -e delle cirimo
nie ordinate da-Dio,il Legislatore il ~fece .porre a lato dell
.Arca (a),acci r-vi :poteero avere acceo,e trarne delle co (-3) -D''f- TK* 21;.

pie,precrivendo ingolarmente al Principe di prendere una


copia di quei 'precetti, che a lui pecialmente apparteneva
.no (). Allorch Samuele ebbedato unRe a ~Idraele,`cri~ ('b han, ?urli-.1.3.

:eneun altro (c) -colle leggi del nuovo abilimento, e -il .(-c P-Rg- 1-1-6
:tutto poe alla ,preenza del ~Signore nel Tabernacolo.
Per quello poi ehe {ia detto ~i-nGeremia,.~clie-luno de
due contratti fu ripoo `in unvao di terra , vedeparimen

:te tal uo appoi Greci GliScoliai di Ariofane ulla vo


sce ,Ea/;inox (d) oervano, che queo *era ;un vao di rame.,
-o di ter-ra., in cui riponeva :gli rument , vi proceii , ?i (H Trah/Id -Vci
pin-p.53@
contratti, ed altre memorie .,a ne di farne teimonian

.za ne Tribunali .. 'Erano i vali fatti `in maniera , che ii

_privati non ,gli porcvano aprire _, .pe-r trarne --ci che vi


ava racchiuo; ed il romperli era delitto di pena capi-'
ale.. Demoene,,ed Ariotile parlano di quello medeimo
;Echinou Si apprende in oltre da Ariofane,che ~i pone
?vano delle conchi lie t, o - uame al di opra deuggelli,
acci non li caaevo :-o rangeero , o pure anche per

.che non :veniero-contraatti (e). Origene trov le Gre


che verioni dellaScrttura in un vao., o coppo c'literra.'(-e`) dmzp.,74z._
Luo cui
di uggellarele
editti,viioni,
e 'le tavolet
xte, ovra
crivevano `i 'letteremli
'Profetiole 'loro
ben
;noto nella Scrittura-Dice `Eaia agli Ebrei (f),chc le ue ()Ta_C,z-Lqux`

'Profezie aranno ripertp ad olii a guia di una lettera igil- u. u..


lara Ert *nubi: *vi/[0 omnium ,,cut *verba libri ig-nati , quem
,cum die-derive cienti itter, dice: : lege zum , ("7' repon
deb: Non Poumr Signum: 'ci enim.Coman'da altrove Id

,dio allo Hello Profeta di legare (cOn lo") o di avvolgere


,(in tela),e ,di marcare le tavolette,in cui avano leue
_predizioni
;- Liga teimonium , (9 gna lege: i dicipu( g) Il- capa-uz.

lis'mei:. Ordina 'parimente il Signore a Daniele di egna- KG-@17.


_xe le ue Profezie no a un certo tempo (b).- Tu autemDa- (WD-"5"- C4114
.gigi claude ermone: ,1 C9 ign:: libri-{m- uque ad mf-vu: . 'Le

DM?". Calma T. L

predi

,98
DISSERTAZIONE
..
'predizioni de.Proeti -erano in :forma :di ;lettere 'inviate
da Dio al uo popolo; _ci per Rnon -voleva , vche a .lui
(a)Dzmr]-C.-xu.9.

.dipiegaero ., :e non quando -l avee -ordinato .(11)

:Valle .Daniel ., .quia {lau/ Jimi , jignaeiqne fermenti* .. Tal


-era il :libro *marcato icon .:ette igilli , che nell Apocali-
'e a S. Giovanni .comparve- .Queto libro ., ovvero .crit
tura , -quantunque :foe --delineata eda due bande, `dentro,

-e fuori ., -non poreva .da chi che '-a'eer letta ,, 'per ee


re avvolta *in tela., e marcata con ette igilli., Oerva

'(b) PH- 1-33- *-- Plinio (b )., che i igilli erano anche :rari *al --tcmpo della
7
guerra -di Troia e -che .contentaarant ,di .chiuder .le lette
c) Vit!! Plant. '7' -re -COn :vari Odl

Barrlzizle-Ciruai

Appor Romani (e) *ognun 'a,-che crivevan'i ordina

Ffi 0"- J-riamente 'le lettere opra tavolette .'incerate,-e che in *ee-s"

2'_
'

V P" -imprimeva -il ?igillo-dopo .averle inzunaqualche coa :ravvol


zte; -ma rpeno , -che .-i-contratti , -i :teamenti ., -e "le pu'bbli
che critturei ~.regilraero per .lo pi `opra rdelle tavolette,
che sinvolgevano ,-e contraegnati-ani ,-acciocch -venendO-a
cadere .in -manodi qualche *falario , ~non~~ne foe-un -qual
che-cancellato ,m che -in .alc-un.altro ;modo veniero -con
-traanele lettere:. il .che cper Altro-*era :agevoliimo 'inimi

-glianti , ualit-.di <tavolette,'nelle -quali -non 'poteva 'coprir


li la '.alllCZiMe , e .non-iperla ;diverfn\de`lla-mano, -ri
~empiendoi'.le cancellature con paarvi opra zlo 'ile, e la

`-n-lael-ria .-de~a`larj xim'itava *troppo ben-e -la 'crittura degli


originali.. ;Pas -tantoltre -cotale .abuo -che del :tempo :di
Neronefuzdmopo pubblicarexun bando,il -quale portava,

che,non i ,apporrebbe .alle ?critture-il "uggello , e .non :do


*po,aver- pertugiat-e ile ;tavolette , -e paato} per 'tre Noir-te -da
(d) :Ulrotti N

-queiforami .iii-ree, -o paghetto., che le involtava (d) : Ad

"lol -

-wrmalaros tune `[ai-imam .:rece-Piuma tabulzemi Pertuc,

,ac ter :lino *per femmina *trut-Ho . obgnarenmr. Se' non t o


e trattatQ, che -diendere -dalla 'fraude il~marco ,-indamo a
-rebboni forate le-*tavoletteperrfarvipaire tre volte il .

lo r :e.inutile:aria -lata imile diligenza .. Ma fe -voleva'


guarantir lacritturadalalicamento,non avevai,-esnon
che legare il refe alle tavolette-talmente ., che-*non "i ;po
telcro viluppare ema:romperne ill"'uggello ;edeccoa-che

ervivano-i ori , per :cui acevai-paare il cordoncino. A


parice-da'Svetonio -che *coloro i quali idavanorafalix:

care, attaccavano:principalmente la crittura .Tito Impera


(al-1 inTofmtOe (e ) diceva talvolta icherzando , cbegliarebbe riucito
"un CC

INTORNO ALI-AA MATERIA ,_ ec..


99*
um eccellente alario- ,_ attea la- prodigio- facilit che
aveva: nellTImitare' qualivoglia orta. dil lettere Cum- ama
uan/ib uis. per: ludum> jocumque- certarer imitari- cbirogya-
31m: quem-zur -uidzt ,. Protgreturgur e* magnum: flanum

ga gotui .. Si* giudica bene:> che upgoo- queo uo- di;


tenere gli: originali,- involi: , e. bollati era: ncccarimo

averne; delle copie- per." varic- occonrenzch, ci` manifha~


1? dal- pao- dellApolgiav di; Apuljo-:Pter- nat-;mr ibi. _fiKam- mare: cetemrmm profe'm: ef} .. Tabula.- ejur Par-tim- buian'a] Publica-y pane-rima domo. aenvaMun.-Pnrnigs Milian@ ruba*
la: al, 115mm candret ,t igna: quz- imPKes unt: retaggio-

_p-xt. Si: praticava: lo- eo fra. L Greci ,o i.- Romaniwma.


ma- ripetto a." Tel'amventi` (a)..
(fi'Vr'liB-"rhl- 1L uo-dc-uocoli- delle- cortecce degli'alber per. itriVe- "' T$?"Pb"@ "
ee; antichiimo-,c olevaii nel~ Libro die Glob

mihi. tribuna un t..

:. Qu* La?) [ZZ-c-xxxl-.Js

.. [ibn-ume cribaz* ipe', qui* judicat,. O im `

'

ume.- meov Porremz ilhun', C9' cicmndemr illum: qua/: carena:


mihi i** Le. lettere; ,.. che Rabace: port. ad: Eechim 9; nome:

di. Scn-nacl'tcrib- ,,. erano: probabilmente: critte.- ux tali; rinV-olci-

Talib; E'zeclzias libra:: de manu- nuntintum 69 lai-(c 7** "XV"

gm e03.- ,. l acendit; adi domum Domini ,. 6'?" Bandit eo.;` co? '4,

4" l73 x:

mm- Domino.. Ei.- pree- cotee.- lettere,~ lecl-'c ,,al- al. tem
pio ,.e- lc* dipieod alla- preenza* dell Signore..

Vie-n. pur {Ztta eprcmtnte'mnzione- devolmi he"


Salmi: (d', in. Geremiae )~,, in; Eechielc: (f); c- in. Zacca'- (dllelixxxlX-"L
ria ( g, ) ..Dicc- il. S'almi a:.I~ gite libri oeeondo- lEbteO',. (el""-t-XXV

i. *volumine- libri ) oriptumze de- m5, come- e, volee~ dimo- g I Zg


rarc-,.chen: egno dell'a uazdediazoncerai'per.-icrjttoob- .171!

..

bligato , e* nella maniera l'a-pi olnneane: di eeguiti em- (h)jmm.:. xxxv 1.


pre LDlvini voleri ..Scando- prgom Geremia: (12),.n- Loren-
(lo-pi ragion-anna] popolo ,, don, thruc uoSegxetaria* un*
dicoro ,. acci~leggcelo- al popolo- nell? atrio: del tempio .
Avverrtone- in-queo- menu-e` xl: Sovranozfe'cer a; e. venire.

Baruc :-lci'croallua preenza` tra, o quattropagine~,ovvc-~


m-econdo; il" ceo; tre porte: di* qpco- o: volume ;, ma il.
Re: dopo-avetlcacoltate comandsh'c tuttotdeesallem~

Allora-'LISe retarjo avendol-dtucitecol uatempcrato-


jo, le-gtt ul. fuocokCmand: Iddio- a. Glu:mia` d dettare

un* nuovm volume ;ci che" collo.- cegu'..n: tatto queoracm

conta* adopera` l;S`ccittura:il`tenmneMeglatby un-Volumc :t


e quel' che. leggikncl' te'o-del' temperatojo-,a dellS'crlva-
R0 o dellSegx-ctario giuica ,g che. ndallprn crivevlcom`
-.
`
`
N' 2.
-

-aoo,
D-SS E RTA Z'I'ON1E
delle canne , e dellinchioro-.. Iri- tutto POriente crive
(a)
Voya- colgono
anche preentemcnte
tal guia
(a).Perico
Le migliori
cannet
Se deChazd.
Pe*dithh
ver-o Dorne inlungo
il- Golo
Nel mee
di

Pg 8

Marzo e-ne a la 'raccolta,e poe a acetri.. per ei me*


entro. ii- concimezxove- i-ndurilconO-,e aimono- quel va
o~ luro, e quella vernice di color- giallo-,e nero, diche

(b) PH"- L-"""~ono. coperte. Parla () Plinio- delie 'canne- d-zEgittow di,
ZGJ'FHN_ v' lBLCnida , e di- altre del LagounaitncllAlia-jcherano_le pi..

l
iimate-.Vedei` in- Geremia~(c),c~he Baruccniveva gi con
l'inchiotro :> Eacriabam in *volumine ati-amante.. Sant Cle

(1d) 01W. A! menteJ-_Xleandrim (dxdecrivendouna proceonedLSaoet-'m


mmm? 6.
'

dotilEgizumora, ch-erave-ne uno, il quale-portava delle_


piume tca, un libro in mano, con` un regolo, e-dell
incliioo per icrivere, e un giunco, di cui erVVani a;

delinear le*par0le-. Il Greci ,,e i-Turchi anche al ddogg


non vaglionmnello-ltrivere-dellapwna, ma couman.

le canne..Cos`i appunto-ne uarono-ancora i Romani)


Q-Pnim..

Inque-mnus alam-he nodoaque-ueuitammala-.

La Scrittura non eprime` in luogo alcuno lo rumento ,1


concui eri'veval ne'volurni; ma-parla frequentemente do
gli iliper lietavolette, di- che ne-trattmmo-qu- opra , in

Occaione dellamateria de-`libri .v Sivportavano coteiie ili, e


le tavolette in certe-{lucce-alla cintola, dette dadi-Ebrei

Keet,e daGreci-Gmpbirium. Noi abbiam dimoiirato nel


cemento opra Eecliiele tx. 24 tal'uo inra gli-.Ebrei;e*
' dato a vedere lieo coume- traGreci , e Latini-
Non erano per ordinario i volumi critti-e non e da;
una banda ,cometutti cinegnano iCritici-, il~che vienein

inuatonncor da Eechiele , il qual dice , ,di averne vedute uno


_
di foggia non comunale ,critto dentr0,. e- fuori '
..E-:c'ev
(EHLC'FU-D" _mama
ad ma, in gna-erat iii-volumi" liber, (3" Pan-lit
i'll'rm-coram-me, quierat cript. intus ,.,C foi-ir. Inegnaci*
Zaccaria-(g),qunle preo a poco i foela-formadisi fatti
(g_)ZAr.czp.v,1.z.-amchi volumi.-atceand0 chebbe la viion'di'un volume

lunoo venti cubiti,e lar o diec-i.Non pretendet gi,ehei.*

libri comuni oerodi {1migliante grandezza;ma biogna,~


che. ci foe almeno una qualche-proporzione tra quello volut
me , e- i 'conueti . Noi crediamo; che imiglianti volumi ol;
ero di corteccia ,o della-carta di EgittorSi-ax, che-alcuni

vollero ritrovar'luo delle pelli per icrivere-,inv queo pai


0 delsglmo

Extende: Crt-114m autrpdlem

Voi, di.

(h)Pjiz/1.c 'I 1- 3! Rendere i cieli. in quel modo,,cl1e. i dipiega'un librozo un:


An_

'

VP*

INTORNO ALLA MATERIA, ee.


for
volume di pergamena : ma il termine Ebreo jeriacb chia
ramente dimora una,c0verta, ovvero una pelle,conicu'

altre volte i formavano- i Padiglioni , Notai in Tobia


(e) ,enel- quarto Libro di Edra
il termine Cbarm,

che .prplianente ignica quella d" Egitto ; ma nel Grc- Eag)}fl:_:zv';:


co" 'd'i Tobia avvl olamente Biblio; donde' non pu nul-

P'

Ia concluderene, n ripetto alla materia,n per la for


ma. di eo libro.SOtto i Maccabci uavano i libri ne

motoli, come apparice da queto pao

'

E; exPanderunt ()M*"

libros Legir (a); dieero, piegarono i libri della Legge.

Erai pur quello luo dellEbraiche Sinagoghe al tempo

di noro Signore ; iccome de moderni Ebrei .tuttavia.


laver di gran volumi, in cui tannov critti* i< Profeti. ,.
e la Leo e . Dimoralo ben chiaramente S. Luca (d) ; (dlLMMsz,
Trudi: e/Z ei ( feu ) liber Iaia: Prophet-e ,, (9 remi-vir
Ia'rum,.69c. (T cum_ plcuit librum, reddidit mni'ro: Gli

venne preentato i-l libro di- Iaia , e- avendolo piegato~


avvolgendolo,. al Miniro l0 ree . T'ucte que"eprelio
ni convengono olamente ad un- volume involtato al pa
_
ri' di quello che legget nell-A calili (e): Celum-receh't (e) AVM-"- u'
cut liber involutur . Il Cielo iritir , a guia di un li
bro ,. che i accartoccia . Parla S. Giovanni dellinchio

'ro, e della carta, che adoper. per icrivere la econda


ua lettera (f),e- S. Paolov dichiara beniimo la dieren (PUERTO-"3

za che paa tra i libri critti ulla carta dEgitto,e quei


di pergamena .* ./r teeum O libro: ; maxima autem membrm
ar (g). QUelo l unico all'0', ove poitivamente 1 ac- (- 31;, f x

canna la cartapecora.. LuEy poi- delle tavolette iv vede g ' M' ' L'
da quelle , che dimand- Zaccaria padre del Battia per

icrivervi' il' nome del uo gliuolo Giovanni (),

(h)Lm- l a;
-

't

irt-7*,

DIS':

101

. WWNOBNWDMM
aaa WeMaGtM-MWm

A' .DESSERTAZIONE
;ON c_- quaii paee.- piu conociutov nek
Mondo-,noche 'divantaggio- abbiane- eere
~ ;i ; citatov gli: Eruditi-,quanto- quello-diOr..
. Non: e gi ,.che: laScritturaz uomfacciadi;
.- lui. ben. mi-vente.- menzione, e- perrdilin..

,,z. , uerlo- nonne. porga. baeVOlL indicj;.ma.~

-' ulla, conceputaidea. chedoveetal luogo


eire_ unaiolanoi un; paeemarittimm 3b-

bondantiimm doro~,, di; argento ,. e~ in. avorio?, dove foe_


luantiti dL Pavoni ,_ di Scimie ,, e- di. Pappaoalli- ,. e- vi. i`
trovae: tuttala orta.dilegnis prezioi?, disptoitmidi em
me-;Auni paee nalmente al, quale vi: i: andae per* imat
Roo,,e~ che: nel' di! lui: viaggio i.. conuma'ro.- tre.- anni ::

queta. idea.,dico ,, ha. atto- perder- di- via tal, paee.: cal
lorch, ia vollero- riunire- inieme tntte.. quete; condiZionis, e:
applicarle.- ad} una. qualche: regionemarittimaa, celebre. preentemento pel-L uo- commerzio~,,e per` la: copia: dii tutte le;
preate; coe,,L veddem. incampo un numero quaitinnitw
di. varie-opinioni,che- eamateria tranamente; coniero a

_La- maggior* parte: degli Antichi; han; cercatoOr. nelle


(a )~'Avm"- I, Bin-htndiec e_ Gioeo- (a) ha, ato- un-gran peo a: s: fatta.- api;

'

dione-, la. quale: venne: pociagrandemente eguita.,Il'. paee;


ni: Or- nelle Indie,dicegli,,chiamavaii del; mio- tem oil.

(b)R[*cu,Tori-I,',Paee' dellioro ..Ciedei- (1)), eere L- aurea Cheroneo,sii cui:

Afln'cm -. Mar-tw intenda, parlare; re ione-menzionata- ancora: daIlomeo-,a

"'8"' 2 G" V*'oggid`r conociutaa otto-il nome: di-Mhla a , peniolaadirimo~


(23* 1,, "0,5,, aday-- perto- alla: iola. di~ SLtmatra-..I'mca` dI-Il ein; (c),dopo.non.
lol-'m .

poche.- ricerche- giudita-,cheiaa duopo- determinari: alle In-~

die-in generale-,, 0- alla: citt: din Supar: nell regnoa dell me*
deimo- nome-,nll-.iola deCelebi :1 altri. pongono. Oir. ne'

re ni- del? Maiban ,, o del! Zeilan-;, Hippurium . un: porto


de 'Zeilan, che; ha: qualche: conven'ienzat coli nome di-Or:
la~ famoa. iola di: Tpobrana-,.della= qualez ne- hanno. s alo

tamente- parlato gli.Ant-ichi,ulprea per. il' paee di Oir,~


tro-

INTORNO

-PESDE DI OFIR .

103

*trovandova'i -qua'imameme-tutto -ci :che ad ceo pu a'ar':


ma inattanaoch .non .i ar .abilita la ituazione di mal
iola.,non r'ne :apremo ,mai .di-pi .:ripetto alla ?region ,c'ho
cerchianoe'Hanno :non ;pochi -collocato-Or ,ad -Ormusnel
la ocedel -Golfo .Perico. ~Eupolemo 1113 :poto nella-iola

di Urpb :nel :mar ?Roo (a) . Accetta :Maei eerne .il -Pe- (El'gm A?
;giu ~e :diceipvche -i ?Peguzmi ;pretendono -di :dicendere da 4, ;0.

"Piu'

quegli eeliauiude, che :mandavaSalamone per-travaglia


re alle :mine :di 3 uel :paee. {Lipeniozche eoe a .bello u
-dio run .trattato ?opta .il :paee :-diOinlo colloca di l.dal
*Gange-a vMalaga ,"Giava ;Sumatra ;Siam ,-Bengala , ?Pegu ,-ec.
:Evveneh,-che ~`ono :andati 'a 'rin'venkeO-irmellrreri
-ca
b.
,2.1
niolaS a uola."C:i
o ano Em),
.- `1, Lem-'5:13:52'`
- ri"
*Colonibo
`chean{tij iamto
-il _primo:nella
:adicopfirEc-:lla
.iola , .oleva

edite .di -aver ;trovato '.l0ir -xli "Salmone ., ~e <di :avervi 've-74:#
dute zprofondime {averne , ~che :per alunghezza andavano
~0ttera zpicdi 316.miglia, donde ,pretendevazche "Slamone
ne avee :tram :il uo oro . Ma Poello, Cd alcuni .altri

.aerma-no *eere :il :Per "la Teg'ione cdi 'OrGi--deuivano


poi i .prefati Autori "le rade Ltenute dalla Hana -di Sila

mone , --come `?e *ce '.l aveero accompagnata ,mon vi CCI


tamemecoa pi 'vaga del ?lor Sie-ma.,ma cniente :avvi al

tres di Pi mal .fondato ,n edi {pi agevole-a 'diirugserL


Credettero altri -nonpoc'hi.,che'per er--le Zl-ndie,-e I

;America 'trappo dianti .,e alAra'bia vicinatrqppoad Aian


_gaberz *di :dove ;partiva la flottaadixS'lmone., ?foe diuopo

portari .a "Cercare -Ur nellTA'rica.


*lonuarono al.
--cuni .(c) enel 'regno v{li ;Melindafo "Sofla ?ulla - coa Orion-1( c`) 10W; 'Mm

tale dell'Et-iopia -irt-Africa:'dicei,-ehe ;gli-abitatori &quella-Luper


iola :tengono *per 'tradizioni ,-ed ?ha-nno ancora delibFi-;n
cui 7i't-'a"<:'t:rrta,, che *ogni *tre anni m'andavaucolsala'mone
-la ua ona ;per ;trame loro, iviaai-abboniia'nte, *eco

-muneJleetlce Giovanni dos 'Santosqcc'he snel 'M-onornoxa~~`


'pa- Ci ' `UM 'certa montagna, dominata Fura., ove mro
.vano eccellentiime miniere Aixam-;e "opradi -ea veggoni
le rovine di un vecchio ;cae1104eenendoi *perrtradiiioneda

que Popoli , che ivi *gi metfole ata ?la edexdella 'Regina
Saba ,.ed eere tal paee.quellodiOn'UComelio_ a Lapide
lo ha collocato in Angola :ulla ~cda0ccidmtaledellAfrica
'Evvi ancora --clii enzala White-rieione -poelo a Carta

ine,ondata per .altro *pi .di .due ecoli `do o'Salarrrone`

A lPararze Gionatano pianta enza .altra-dichiarazmel?r


ne

?04

DISSERTAZIONEL

ncllAfrica; altri han voluto ituarlo in Spagna, non altri

(a )Gm.i: 3. Reg. menti che Taro. Stima Grozio (a) che le navi d-i.Sala~
"- 7'3-

mone non giugneero per avventura ino alle Indie, ma o


lamente al porto della citt , nomaca da Arriano .Ap/mr,
da Plinio Sap/M7, da Tolomeo SaPPms , da Stefano Sap/

rina, ituata ulle coe dAr-abia, e bagnata dall0ceano,c


che col portavano le merci loro glIndiani.
,
Monignor Uezio nella ua Diertazione delle mavi
gazioni di Salamone fa tenere nn cammino aatto nuovo

alla otta di quel Principe; credendo che al tempo di s


gran Monarca ci foe un canale , che al Mediterraneo
ne unie il mar Roo, pel Cui mezzo i faceero paare

dalluno .e allaltro mare le navi-Spiega con tal ipote


(b) arm-vu:. 13 i il pao deParalipomeni (b), ove ia critto, cheI-ram

Re di Tiro invi a Elac ul mar Roo i vacelli , e la


ua gente per ervizio diSalamone . Or per quale altra
via, e non per i-l menzionato canale , avrebbegli pocu
to far paarei uoi legni?

Non renderi lui malagevole al certo il provare, ch


cravi per lo paato un canale , che i due criari ne con
giungeva, dimorandolo molti Antichi in molto precinma.
niera;ma 1a dicolt conie in ben provare;che ne'g-ior
nidi Salamone perdurae tuttavia quel canale . Reca egli
la teimonianza di certi Autori Arabi , i qual-i atteano,
che n del tempo di Abramo eravi col mar Roo `una co
municazione del Nilo,- ma ore non i vorr dar fedea

'prefati Arabi Scrittori,

er eere troppo frechi intornoa

un arto tanto ditante

lla loro et,e maime venendo

contraddetti da altri Scrittori,che mettono molto pi tar

-di il principio delv preato--canale, aeverand-o--ohe nonu


(c) MENU-547_ co_mpiuto,e non orto Dario, o pure orto delTolomei.
( d )P1l- 1.. c.29- Riferice chiaramente Strabone (a), che Seori fece laper
(e) 4.'v-N'-0-tura vdi nel canale; ma 'Plinio (d) edAriotile(e) accer
"hsl'""'hmtano , c e avendo oervato eere il mar Roo pi alto

dell Egitto, abbandon ci fatta imprea, temendo, cbel


acque di queo mare ~ne bmmergeero tatto il paee, e

-corrompecro quelle del Nilo , ordinaria bevanda. degli


(f)Hrr0d. l. 1i.c.Egizziani . Erodoto (f), e Diodoro
oengono, -chc
1.53.
. Neco gliuolo di Sammetico Re dEgitto mie mano .a s
8 )D:'ador. 155.1 .

grandopra ;~ o giugnendo Erodoco , che re terminata


,orto Dario gliuolo dIape.

Quanto a Or erede il opraceitato Uezio, eere la


coa

INTORNO ALzPAEsLDI ,pt"ta.

105

eos Orientale dellArica,dinomi-n~ara dagli Arabi-Zauguea


e che ilnome
i dava
pi pecialmente
icciolo
torio
dSoaladi, Or
ituato
nel medeimo
lido., I al!
valicelli
di terri
Sala
mone ucendodel mar Roo, e -uperato il Promontorio di

Guadaruy,coeggiavano lAfrica: trovano in tai paci quel*


, le coe , che la otta di Salamone recava da uoi_ viaggi , e mol'

te qualit ancora, che ben -sonvengono al paee di Oir.


Goropio Becano,e Bivario preteero,c e la otta di
Salamone partie non gi dal mar Roo, ma del Medi

terraneo , per girne allOr. La otta che ervivai Sala


mone era di Tiropeome~chiaramente dimoralo la Scrit- .

tura nel terzo libro deRe cap. x. II. Stava Taro ul


Mediterraneo;e altrove re provato talentimento ,-Aion- _

'

gaber anch'egli era opra eo mare.Ma quco ultimo pun ,

`,

to embra

i dicile azoeneri: ecco per u che [la

fondato . A longabcr , econdo la Scrittura ,era nell Idumea

(a):or lIdumea,.diconei,non connava col mar Roo,()3-sz.u. [a,

ma col Mediterraneo, come vede da Tolomeo. Si trova ,


oggiungono , ul Mediterraneo Gaion Gaber, ovvero Ga
~byia in Scrabonc; e -Beto Gabri in Tolomeo,che embra.

no eere lo co, che Aiongaber. Il nome di mare del


Suf non s acramente proprio del mar Roo, che non
convenga ancora agli altri mari , il termine Sap/2 igni.

ca conhne di mare del Suf, vale .a dire , il mar decon


ni, adunque tanto al Mediterraneo, quanto al mar Ro

o convien queo nome. La navigazione a Taro la me


deima econdo la-Scrittura comparando il libro quarto
de Re cap. xx. col venteimo del 2.. de Paralipomeni .

Ora Taro era nel Mediterraneo , dunque eravi ancora


Or.0rnio (b) non diaprova quea opinione:ma areb~(b) L

J.

bc facile di confutarla, principalmente ripetto a ci che or;g,~,,,,;,3x-


riguarda la tuazione di Aiongaber, e l nome del ma- mm,
re del Suf; imperocch indubxtato,che la Scrittura col
loca Aiongaber ul mar Roo; n ella intende giammai
otto nome di mare del Suf altro mare , e non il mar

Roo.Poteva ben lIdumea nel tempo del GeograoEgiz.


zio dilatari no al Mediterraneo;ma la Scrittura nonle

d mai taleenione.
`
-"'
Recher certamente {upore , che noi collochiamo il
pat-.edi Or lungi ,dal Mediterraneo , e dall Oceano, e
che ci portiamo a cercarlo trail monte Maio, le monta

ne Sare, o i paei deTapiri vero lMedia, e lArme t Diirtlamet. T. If

ma ,

106

DISSERTA-ZIONE

nia , e l'Alliria** ma l'autorit di Mos ci ha obbligati-a tel

entimento, e periamo, che e taluno vorr prenderi la


briga di eaminare enza 'prevenzione le prove del noro
iema , troverallo per avventura altrettanto veriimile ,
quanto alcun altro ino ad ora ato propoo.

Egli incontraabile,che il paee di Or altronon


ia, che il popolato da Opbir Figliuoo di Gerano, o da
uoi decendenti . Ben i a, che-la Scrittura non divia
in altra orma i paei, e non penomi di coloro, chel

(Gut- "3 E' abitarono. Ora Or vien collocato da Mos (a) co uoi
0pr, , HUM_ Fratelli da Mea no a Sep/mr _rmmtzzgmx` daOentc.Edun
(3' _7,545 "num Rue neceario portari a invehgarlo cola, e nel tempo
Piiiijelan- .Etfa- eo vedere, e queo ia unpaee', ove la otta d! Sa

74 ' WWW '0- lamone iat pomta inoltrare a cercar quelle mercanzie ,
fi.: di cui la ua Ioria ne fa menzione: e vi abbiognino
;bar mazzi; "5. tre anni per far imil viaggio; e e vi i poa andare da
tale/11.

Alongaber per via del Golfo Arabicoz

__,, ~

Se le pruove da noi riferite al v. 19.del cap. x.del


Genei per morare , che la poerit di Gerano abit in
una parte della Meoporamia, dell Armenia,e delle regio.
ni di l dal Tigri, ono di qualche valore .- e i monti
Mea , e Sear ono gli ei, che il monte Maio , e le
montagne Safire, ovver deTapiri,ne egue, che il paee
di Or non era diante dalle orgenti deliEurate, e del

Tigri;e che dee cercari allo intorno dalle da noi di opra


accennato regioni. Noi per altro~i primi non kiamo, che
lungi dal mare abbiamo collocato OrzEuebio, e S.Gi

(b)ne1m}rrr rolamo ([2) lo mettono tra il ume Coeno,le lndie,.e i'


:22, En" H" Paei deSer: Euazio di Antiochia (o) il pone nellArme

"

nia, ed eccole pruove colle-quali pubeneri cotea opi


nione. L Imperador Giu-iniano divie in quattro parti l

Armenia,e luna di quee quattro parti nomavai Zap/m


m; Io non 0,e quea ia la medeima regione,nomina~

ta da Strabone Sopbena,Sop/}mm da- Trogo,e Sopganemt da.


Procopio.Il cangiamentodela lettera R in N `emoltoco
mune nenomi ranieri, e ovventc la R i perde nel n
della voce; in vece di Gadir dicei Gadr, in luogo di ./1
milmr, .Amile-as, inpcambio di Boca/:or , Bocchi , di Plir:
1 { plenux: di doro i orm donum, cosdi Sap-(mr , o

Sap/Der ,o So; eendo quea empre liea parola, po


t farene
Ben Sap/Dir,
i a, che
SettantaS ,ed
Greci
m
vece di Sap/:eum
Oplnir leero
e lai lettera
nel i Primi.
P10

INTORNO ~AL PAESE DI OFIR .

107

pio di una voce tiene frequentemente luogo di emplice


apirazione .
i
Oer-va Strabone(a) ul ume Fao i Sarapeni , la cui
Capitale a poa,ove comincia a non eer i navigabi-(a) &NM-w M' n

le.Parla il pretito Scrittore (b)in piluoghi diuna gran-pag.35.


'
diima parte dellArmenia anticamente nomata Sypunih( b) L-xt.p-363.
la quale diendeva no alla Calachena, o Adiabena aldi

la delle montagne di Armenia;tratta delle miniere dioro


di quel paeev,-e di ue ricchezze dicendo,che Aleandro
Magno mand Mennone con delleytruppe a dette miniereze che
il-terreno non meno atto a nodrire i cavalli,che nella.
Media le campagne Niee . Noi oerviamo tuttavia delle
veigia del nome di.0r pi addentro nelllmo vero il
Non-,'-o Settentrione, e vx troviamo il ume Ofaro, ci

PopoliOfariti (a) nell Aiatica Sarmazia,che connava coll(c) Pi l v: e 7.


Iberia , e con la Colchide . Si ha norizia degli Obareni ul) guaio-*aulin

ume Ciro riferiti da Quadrato (d), i quali per avventura Pam:. ..p.47 Stfp.
glieii ono, che glIben di Strabone (e), edi cui molto " tni ,
ealtane le-ricchezze; .APud eo: torrente: diauntur aut-um de-(e) ""55" M' xx.
fama quod Barbara Perforanir tabulr,vil/o/.r Pelliur accipi- P. 35 '
unt; nds amati *velleri: aba/a cona c/Z, (9 orta Ibe
rex -eadem nomine meant quo Occidentale: , ab aura quod

apud mraque reperitur. Pu dari ancora,che gli Obareni


di Quadrato eno gli lelli,~ che i Suarzi di Plinio (f) i

tuati tra i porti Cal`pi,.i monti' Gordi, e l Ponto Euno.(f:P1in.l.vt.c-u.


Sono cooro indomite-Popolazionix che altra occupazione
non hanno, n altro traco, e non e cavar loro dalle

roprie miniere: Sum-i indomiw gente: auri ,tantum metal


a odiunt. ltermini di Ohm-em', di Suarni, d'Iberi, hanno

ran imiglianza con ahi-,principalmente e pronunziai


Fa B alla maniera deGreci,come un V cononante, che
molto i accoa al Pbi; cos potr .diri Opbareni, .SP/mr
m , Ipberi, che ono i medeimi, che Opbir , econdo la

divera maniera,con cui i poono pronunziar le lettere,


che ne compongon tal nome; laonde l die aurum obrium
per rum Opbznum, l oro eccellente di Or.
Ma`civ che ancora ci peruade non eereil paee di
Or lungi dal Pbax, n da quello deSearvaini, che cre
diamo c'ere'i Sarapani, i popoli della Sapavortena, ode'
monti Sapiri, i che nella Scrittura loro di Or lo
eo ,che l oro idi Fervain0.Nel -libro 3. de Re cap. 1x.
z., 2.7. 2.8. nnileal 2.. deParalipomeni
i
2- cap. vx11.18,a
crit

108

DISSERTAZIOTNE

. critto,che Salamne avea raccolto una quantit prodigim

iima di oro di Or per abbricare il tempio del Signore;


e nel f. libro deParallpomeni cap.xxlx. 4.' viene parimen
te narrat0,che Davide avea pur preparato per lo eodi \
egno una grandiima omma di oro di Or:e allorchla
Scrittura dichiara l'impiego,chc Salamone di tuttoque
oro, dice che adoper delloro, del buon oro, dellorod

Pber-vaim: loro di Fervaino adunque lo eo, che quel.-


lo di Or. Ora Pber-vaim, e Sep-baroni: ono i medeimi, .
non eendovi la lettera S, e non per nora dellapirazione
come in Sopbir, poa in voce di Opbirvrrfa d uopo adun

que collocare Or nel medeimo paee deSearvaini , iqua.


li abitavano tra la Colchide, e la Media,come dicemmo
ul Genei cap. z. v. ILRagiona altrove la Scrittura dell

oro di Pbaz, (a) di Uplsz di Opbaz (c)che per mia


ferri. X. 9.

opinione lo eo, che loro del Pba/:,chiamato Phi/:m:


Dan- x. 5.

Cam-h. v . 1:.

da Mos; le ricchezze della 'Colchida , e i oro del Fao

j'ai). xx. 2.4. ono celebri in tutta l Antichit.

-,.-

LAutore del libro diGiob(d),`il quale parlando al.,


cuna volta delloro di Or dice,che tal protrova netor
enti;

e gli antichi c' inegnano, che sincontra altres nel

pael'e,in cui da noi vien pollo l Or.L Aucore: medeima* `

nel cap. xxvu. 6. 16. :7. I9. paragonando la Sapienza a


quanto mai ci di pi prezioo nel mondo dice: ,,..eer

,, vi de luoghi ; ove le pietre ono-Zari, e polvere .di

,, oro le arene* -ma che-la Sapienza di 'un prezzo aai


1, ben pi ublime; n-loro di~Orda comparari con ea,
,, n tampoco la pietra prezioa di Sohem, neppureilZa
,, 'ro ;ella non compra a peo di oro ,n dicriallo,n

,, commuta -cova di oro del Phaz .Il Pitdar ( oTopa


,, zio del paee di Cuco *nulla i conta in paragonedel
,, la Sapienza,ec. 'E li aai credibile, che quello Auto
re perta -pae,le a bie de quali onoro,e le pietreZa
tti., intenda *quegli eli, che ne eguenti veretti nomina
.di 0pbir, di P/mz', e di Cueb , famoimi ancora per l'
oro e per ,le pietre , che hanno _di grandiimo pregio: or

non appiamo a chi meglio tutto queo convenga,quanto


al paee di"Or,poo,econd9 la nolra ipotei,nella Cl
chide, o nelle eonvicine
regioni.
Ivi ilSobem,
anticamenre
munimo'loro,
e trovavai
parimente
vdato era-:0.
da noi

a conocere per lo SmeraldoJl ,Zaro upnre altra pietra


ordinaria nela'jMedia, e nella p'icciola Armenia; maimi
'

"

'

gliori,

INTORNO AL PAESE DI. OFIR.


109
gliorifal dir di Plinio libro 37. cap. 9., ono quei della
MediaLIl nome di Zaro ha una viibile imiglianza con
Saar montagna, di cui ragiona -Mos,e la decrive come*
limite nella parte diOriente della, diviione tra i gliuoli
di Getano, nel numero dequali dra Opbir. . -

` ' Noi per tanto non iamo s franchi di preciamente


indicare'il luogo, ove abitae Opbir,n la contrada par.
ticolare ch'egli renee;crediamo bens di aver fatto aai
in una s remota antichit, dimorando a un d preo il
Inogo, ove poteva fare il uo oggiorno.
Ma taluno dir,eome mai paare con una flotta nell'

Armenian-,e per -limo-,che divide il mar Capio dal Pon


to Eunoilm'perocch e dalla Gindea ci i foe voluto
andai-per mare, non arebbe ato pi agevole,e pi bre.

ve portarvii dal Ponto EulinoPNon era egli pi acilea.

Salam'nee a Iram di alleire la lorotta- in quaicuno


de'loro porti del Mediterraneo, pertranseriri pocia dal
PontoEumo nella Colchide,e di l per il Fao nell Iino
di'fopr' accennato, che di condurvela -pel mar Roo,per
lOceano, e il Seno PericoMa via', voglio ancora:he`
trovaero in queo paee 'dell'oro,e demetalli prezioi ;>vi.
i
trovavan
oree Pavoni-,SC1mie,`petre`
dt ommo
pregio,
legni
odorieri,
dentiv di Leoante, iccome
avevani
in

epaei, ove laorta ,di Salamone ne andav' () P A.


uee .dicolt -t riponde ; I. Che allora la navigazione (QT-74?.- `3~Re_g.x. n.
dell Oceano Indico, e del Ponto Emno in era per an
che ben praticata, eendo quem-dri poco-menovche inco

gniti. II; Che la Hortadi Salalnone non giugneva ino al

paee di Or,ma emplicemente a quel luogo,dove ipopo.


li adunavano per il lor cornmerzio.I{L Che non olamen.
te a Or caricava la flotta tutte le coe menzionate dalla
Scrittura; ma ancora_ ulle -coe dell Africa, e dell Etio

pia,che s' incontravano nel uo cammino. IV. Finalmente


le rade antiche the ci decrivono Plinio,e Strabone per

il traco di Ori-ente , hanno grande attenenza a quelle ,


che da noi i anno tenere alla otta di Salamone: ed
ci, che cr biogna morare con pi di eattezza.

Centuriocchetra i Fenici antichiima oela naviga


zione, non embraper,`che prima' di 'Salamone abbiano
que popoli tenuta gran communicazidnedi l dal Mediterra
neo .- avendo ulle vae- coe di que mari , con che contentare
la loro aviditYetl lucro .~ L Oceano,e il Ponto Eumo

< non

110

DISS'ERTAZI.ONE

non oer-ivano_ ad e-l coa di pi valore!, di quanto allo

intorno di loro trovavano.Bocarto che cerc dappertutto

iFenicj, pone ulle coe Meridionali del Ponto Euiinoi


decendenti di Gomer,c di Achcnez, e dimora, eguen

do Euebio, un viaggio de Fenici nella Bitinia ;ma queo


{viaggio non ebbe leguito.R.ipetto poi alle ponde Setten
trionali di eo mare-,i Femcj non ci i danno a vedere.
(a) 32'450 L'. 1.

Dice Strabone (a), che qualche tempo dopo la guerra di


Troja oltrepaarono cooro le Colonne di Ercolc,e pian
tarono alcune citt ulle colle della Libia.QuantoalPon

(b)`1d. l. r. p.16. to Euino veniva,alloervar di Strabone (b),con1dcra


to preo a poco _come il grande Oceano.*e temevai di rc

{larvi impegnati in quel modo, che i pavemava il paag


gio delle Colonne di Ercole.Aggiugne ancora, che cco
me credoni empre quelle coe , che i ammiranog, mag
giori di quel, che in eetto non ono , i dette a queo
mare il nome di Ponti, il mare per eccellenza; e ore

di qu, egli ripiglia, pas tal nome all Oceano. Seguea


dire Strabonc nel medeimo luogo, ed anche al libro ter.
zo,.che olamente negiornidi Omero 1 cominci ad ave.

re qualche commerzio coCimmerjSettentrionali,che abita


vano nella Taurica Cheroneo.0mero viveva circa il tem

o di Salamone , e ben apeva il viaggio di Giaone , e


degli altri Eroi, che andarono a oggetto di prendere il
Vello di oro alcunianni prima della guerra di Troja;ma
leempio degli Argonauti non ebbe eguito , e quei , che~

preero nOtizia deCimmerjnon poterono impegnar gli altri


ad imprendere enzanprotto una navigazione s lunga,c

tanto penoa: non e _endo i popoli, che oggiornavanoul


le coe Settentrionali del Ponto Eutno in nulla guia atti
a mantenere il traco con genti, le quali altro _pi non*
cercavano e non che ricchezze.Gli Sciti facevano profe
ione di non curarle,e i popoli dell Aia minore trovaro

no maggiore il conto loro in condurre le mercanzie per ter


ra, che per via de loro umi nella Ionia, nella Cilicia,

o nella Siria , ove il traco era molto maggiore . Di


(c) Id. l. 1- p. 38.mo'ra Eratoene appreo Strabone (c) , che gli antichi,
61-7-17- 307

Greci chiamarono il Ponto Euno Axenos;perch non vi

i poceva tracare; ma che di poi gli u impoo il nome


di Ponto Eumo, ;Ewan-1:, per una oppoa ragione . Che
poi vera isi , oppur ala taletimologia , non qui di
ci la queione, baando a noi il ar..vedcre,che quello

mare

INTORNO AL PAESE DI OFlR.

ttt

mare fu per lungotempo conociuto ben poco ,e aaimen


frequentato: Mitridate Eupatorc , e i uoi Uciali (a) (a)s.r,zbal.x.p.u'
diero i primi la nocizia dal Ponto Eulino ino alle palu

di Meotidi.
Nel tempo di Aleandro Magno erano que paei tut
tavia conociuti; ei dicopr i popoli ituati al Settentrio
ne della Grecia ino al Danubio (b) . Sorto il regno di
Troiano non apevai ancora, e le paludi Meocidi oe- (bll'v'hp'
ro unite allOceano,come i vede da Plinio (c). La Col- (dp/3,14441_

chide (d),e il monte Caucao erano coniderati qualcon (d )APo//onrap.l


ne del mondo , e la navigazione del Fao come la piu CdM/7* i" 'lam'

grande imprea, che potee fari per mare. Al tempo di 71"'9'


Cicerone embrava molto 'a Roma di aver veduto lin
greo , o la Foce del Ponto Eumo . Non dee adunque
recar upore,e la flotta di Salamone e d lram non anda

va nel paee di Or dal Ponto Euino; mentre allora tal


mare non era per anche ben noto,n aperto eravi il com

merzio. Vediam ora m dove i portava la flotta, di cui


ragioniamo, e qual cammino tenee.

La otta,che mettevai in punto al porto di Aian


aber nel mar Roo,p0teva nel ortire da eo andar co
eggiando lArabia no allo Stretto della Mecca,o Babel

mandel, e di [l eguendo le coe meridionali dello eo


paee entrare nel Golfo Perico ,e rialire per l Eurate , o

veramente
pel Tigri.Ci
parla Strabone
(e) della
citt di ,7-2,
( ) if
, ""
api: ul Tigri,
luogo famoiimo
di negozio,
ove andava
i dal Seno Perico rimontando il Tigri ; fecero i Periani 139. a * w. l* i'
uanto porerono a n d'impedirne la navigazione ,ferman
do delle Bae ulla riviera, ma tutte le demol Aleandro,
e con tal mezzo' otevai tracare con_ tutti i opoli della
Siria , della Me o tamia , dell Armenia ; e deciconvici
ni paei, che cen evano dall Eufrate, e dal Tigri ino a

coteo luogo per dicribuirvi le lor mercanzie.- la octa p0


tea rialire per lEurate molto pi alto di quel , che non
pot farli dipoi, attee le grandi aperture , che vi fur {atte
(f) , per le quali molto minorato di acque rimae . `Aggiu- (f) Plin. 1_ W_ 16.
gne pur anche Strabone (g) , che 1 popoli vero la orgen- (g)s,,,,5,,1_.,,p_

te del, Tigri
calavano
per eonarran
ume lo
moeo
a Babilonia:
Ero-i 504
Hem-1. l. Lr,
dato
e Diodoro
di Sicilia
. Quei che
'94'D'i"1'1"7
ono avanzatia dire la raordinaria rapidit del Tigri im

edivane- la rialita,vengono da Pietro Duval contraddetti (Hifll- G"


(b)peravervi il medeimo navigato , il quale atta eere 3'P'A"' I' 3'
i Tigri

In,

DISSERTAZIONE

il Tigri men rapido dellEurate.


p ~
Quanto
allEu*ate
ii
conviene,
che
rimontavai
alla citt di Sima, o pure no a Tap/aca- Tiara mo
po~
{la in Tolomeo ull Eurate , prima che 1 divida in di
verli canali; ed la Capitale della regione' deSaareni ,
(a )Ee-. Prl). l. 9.
r- 41. Trovati nello

eo paee la citt
d Hippurium preo
Plimv ol.- r 1.6.

de"quali parla Abideno appreo Euebio (a). Taluno pi


franco dinoi tuer ore in queoluogo il paee-diOr,
perciocch aai omigliante n il nome : e e il paee
per e medeimo non produceva quantit di oro, eravene
portato ben molto dalle provincie , ove tal metallo tro
vava pi comune.
Noi apprendiamo (la Ariobolo `riferito da Strabonc

f b )Jtmh~x`~ x. p.
.410.

(b),che i cittadini di Gen-a appo ilGolo Perico trafi


cavano per mare,e giugnevano coloro legni no a Ba;
bilonia, e di l montavano fino a Tapaca, donde anda
vano per terra ,ovunque giudicavano opportuno nella-Me'
leOtamia, Armenia, ed Aria.

La otta di Salamone adunque poteva andare in e:


guendo la medeima rada inino a Babilonia , ovvero ad
Ophis, o Siara, o anche a Tapaca, e di col prender-l

oro di Or , che permutar poreva con altre cole di uo


carico` s dalla Giudea, che daconnanti paei prodotte.
(e) E. MP
XXV.- r7,

Valiiimi erano gli ati di Salamone, e pochi pae


nel mondo trovaVani alpari della Giudea coltivati;nove
migliori faceero i Vini, lOlio, e lFrumenro. Dice [5)
Elechicle, che la terra di Giuda , cdIdrallo portava a
Tiro perertiimo Grano,- Balamo, Olio, e Ragia.~la Fe
nicia omminih-ava i drappi tinti di porpora: l'Egitto,c
la Giudea le tele prezioe: l Arabia , i monti-Libano , c
diGalaad gli aromati, e le droghe , il che tutto poteva
caricari dalla otta del Re Sa-lamone per portarlo acom

mutare appreo i popoli della Meopotamiapo Aiiria in


oro e argento, e con qllanto eere vi porca di pi raro ne
.loro contorni . La otsa aVeva il comodo nellandarc , cd

al ritorno di vii-tare tuttii porti e luoghi di commemio,


che i trovavano in iracla opra luna,e laltraponda del
Golfo Perico, e del mar Roo. Produce IEtiopia delle Sci
mie pi, che veruna altra regione del mondo* ed pro
babile che ulle coe Occidentali del mar Roo la otta

di Salamone caricae imiglianti animali . Quanto aPavo


ni, gli Antichi chiamavangli uccelli della Media per eer

,WM una grandiima quantit, non meno che in Babilo


~
ma,

INTORNO AL PAESE DI OFIR.

ng

nia . I-l che tutt'o alla notra ipmei `perfettamente i aa, e

la menzionata otta poteva facilmente comprar quegli uc


celli , o a Tapaca ,, o .a Opis, o a Babilonia. Noi qu ora

non ci diondiamo ulle particolarit di qUel , che la otta


di -Salamone pottava ad A'iongalaer ; pu dari una -oc-ch-ia

ta a quanto abbiam detto ul I 1 t. libro deRe cap. x. v. zz.


Reaci preentemence a mo~rar con gli Antichi , che il
cammino , ,che acciam tenere alla orta , conforme aquel lo , che gi d allora {i coumava , e che -dipoi i -prauc

nelle nawgazioni, che sintrapreero per il mar Roo..


Quanto -i detto deGerri , <cl1e dal-la cremit del
Golo Perico andava-noce loro legni no a Tapaca , in -ri

alendo lEurate, egli amo de -pi validi eempli per di


mrare, :che tal navigazione non cera punto h'aordinaria.

D Plinio:(a) a -vedere ugual foe il cammino tenutodel uo


:tempo per andare :dall gitto al mar Roll-'o , e di 'l nelle
Indie . ~R~imontava il Nilo diAleandria a Giuliopoli , -o
pi too Eliopoli., di dove andava aCopta , luogo famo

tiimo di commerzio degli Egizzi, edegli -Etiopi ; *li cari


cava a Copra u deCammeli la mercanza , -e-cammin'ava

la.n0tte a cagion degran caldi per giorni dodici, noa tan


to, .che i arrivae a Beer-nice ul mar Roo .* ivi poi im*
barcavai nel cuor della Stanca-vanti la Canicola., o `pure
ubito dopo.. In menta giorni di ~navigazione, ~-giugneva
ad Ocelix, eo aCamm, ovvero a .ll/lux,
ti -dellArabia,;

ma per i-viaggi-dellelndie andava .pi acilmente ad -Oce


lir. Dirquandavai a Muziris, primo'luogo di commerzio
delle Indie , eda~OceIis a Mazzin': ci tem-ettevano quaranta
giorni : andavano altri a *Bacar- altro porto ne'lle Indie

-piu icuro, e pi-comodo. Partivai pe-l .ritorno -al-principio


di bei, Mee degli Egizzicorripondente al noro Dic-em
:bre : e ,talvolta ancor diGennajo, e -titotnava nellanno

eo della partenza;
vPotrebbecreeleri., che la Horta di Salamone andae
con minore velocit -di quella, che parla Plinio, per ee
~re la navigazione -pi imperfetta al tempo di quel Princi
pe : oltre diche le ue genti` erano tenme-aermar 'in pi

luoghi per fare le lor compro, epermute; -etutto-queo


ritardavane ~il viaggio, e le obbligav-a di mettervi pi dl
due anni, cio'intomo a ventiei mei; -imperocch, 'quan

tunque non andaero ino alle Indie, era `il viaggio 'loro
.molto-pi lungo, attee le giravoltechefacevanonelGol
Digit". Calma T. I.
P
'T0

Pi-i. vi. :.13.

174

DlSSERTAZIONE

o Perico; e perch -rimontavano una parte arzllEuFrate;


:e del Tigri, til che .accreceva la lunohezza della loro na

vigazione quai del doppio. Quindi ~ e le navi partite-da


Berenice per le Indie non pocevano .are -al loro Viaggio,
che nel coro di un anno, la otta -di Sa'lamone non pote

-va ritornar ad Atongaber, che nel terzo anno, Tale .a -di

re, venticinque, o trema --mei dalla ua partenza, dopo


.avere .impiegati , :per eempio, ~tre ate, e due inverni *in

eo viaggio. Il verno era tempo perduto per la navigazio


ne ; in una ola {late non pocevai andare daAiongaber a
Babilonia; Iaonde biognava neceariamente 'porre tre jn
-Vcrni, e due ateiin s`i gran viaggi.
Non .i -lacier di obbiettare contro il nollroSiema,

-che la Scrittura molra epreamente,.-che la otta diSa


lamone andava .ad .Or4 ciocche non pu diri :in rigore
econdo il noro parere, vperocch ella al pi -non andava,

e non al luogo dell'ordinario commerzio de popoli di


Opbir, e degli-altri popoli a quello intornofche non pu
propriamente chiamari Ofir enza ar _Violenza atermini
adoperati dalla Scrittura.
*Sicone che la otta di Salamone non andava ri
goroamenteal paee di Oir, 'giulo il entimentoda noi

propoo; ma baa , che poa -intenderi la Scrittura in un


eno comune, -e moralmente 'parlando del paee vdi Oir,

in quel modo, che dicei che i fa il viaggio di Olanda _,


qualor i vada .alle frontiere di quel paee , e che vi i ,com
.pri dagli .'Olandei, che ivi i trovano, `le ,di lor mercan
zie. 'Dicei .-quocidianamente, che una ,otta i porta a ca
ricare delle merci in Aleppo , contuttocch non giunga ,-c'he al
porto di quella citt, da eo tre giornate di viaggio lon

tana; Vedete lAr-.ibia di Gabriele Sionita cap. 5. .Omero


nel quarto della Odiea dice , che Menelao and nellEtio
) Str-h il!. 1. p.

a9!.

pia con la ua otta. Eamina --Strabone (a) -queo luogo,


e mora, che .non pochicrederono tal viaggioimpoibile,
-e che altri preero altres -per condurlain Etiopia vie. .tan
to timore-,che aatto embrano avoloe. In quanto a lui
trova uno cioglimento pi age-vole aquela dicolt dicen
do , -Che 'Menelao pot rialire -il 'Nilo "no alle frontie
rediEtiopia,-e 'no a Tebe, che non vmolto diante.

Ci non . gi pi .dicile che ril dire, eere 'tato Ulie


nel paee de Ciclopi , v_qu-.:munque non 'ia ato, c'hein una

caverna u i conni di que'lvpaee . .Diceianche .di pi ,


.che
.

INTORNO AL. PALESE DI OFIR ..

115

che i Trogloditi paando per Etiopi: pot diri, che Me


ne`lao~ and no- in Etiopia,v perch s innoltr- pel Nilo- dal.
lato oppolii dirimpetto- a quepopoli..
Poono- applicari tutte- quelle ragioni al' detto-darnoi
della. regione di Or. LEurate, eil Tigri' tenevano le~

loro- bi-gentiallontorno di quel paee :` i` due preatiiumir


ervivano ai' com'merzvo` di: tutti popoli ,. che abitavano l"

Aitia, la Meopotamia ,-. lArmema, e laColchide; quei;


di Or erano~ i iii: amoi- di- quecontor-ni` per l oro, e
argento che* poeevano-. Perchnonpotra diri, che 1 va
da ad O`r ,. ualor 1* vada< &Babilonia , a Opis, e a- Tap
aca: per~ tracare con: quelli di Oir? Ed allorch uno- s'

inno-tra- no alle- frontiere del lor paee. P In. quel modo ,`


che die Giueppe (a) a uoi fratelli` di averlo-venduto in (alam-[l xL'sz.
Egitto per averlo venduto- a Mercadanti ,,. che il: condu
ero in quel paee, e che col-li. lo venderono.
Ma oggiugner. taluno` :z perch* andar per* mare- nell"
Armenia, e nella. Meopotamia ,. e perch conumare tre
anni; im un: viaggio s`t agevole a: fari per' terra im ben. pi.
breve pazio di. tempo ,t e- con, tanto minoredilpendio ,.v me

diante i; Cammeli ,, vettura- si.,comoda,., e uitata cotanto im


quel paee ?- Quea obbiezione- enza: dubbio aai plaui
bile;_ ma dee- avvertiri, che; la otta di- Salamone non` a
_ceva olamente un. tal viaggio per recare loro'diOii"; ma
legni` prezioi ancora ,_ Scimie, ed altre' caes, che i:. trova-

vano uil'a coas dellA rabia Fe.lice,, e intorno a quella: dell"


Etiopia

anzi p'u-v giudicari ,. che queh maniera di: viag

giare paava. er- la; pi`u~ icura , e 1a- pi agevole pet: eere
praticata dagli* altri popoli- , a cagione- dieempio-da que
ii* Gerri , bench aveero liea acilit- degli! Ebrei. dia

andar. perterra , e eoudurre- ovra i. Cammeli. mo all Eu


frate le lor mencanziea

P 2.
:e

D15."

z 16

NWWWWWWNWWW

DI SSERTAZ IO NE
SULLA ORIGINE, E. A-NTICHITA"
DELL-4 CIRCQNCISLO-N.
Reteero altra ata. gliEgizzi-, che la Circoneiloneerab

P eeorigine dal lor. paee. Erodeto iruito daSacerdm


tidiqucl-anazione cos aGreciloperaae, e i nemici-della
Religione Criianae, perando- direnderlaodioa-e dipregie
vole ,_ mettendo il Giudaimo.- in ridicolo, non laciarono
di obbiettarci.,` che. la Circonciione non era- coa. ingolare
agli Ebrei ,, per eere nell Egitto- invenea-ta ,. e- che cal

cirimom'a non rendeva, gi i: dicendenti di Abramo- pi


' Santi deglialtri popoli, i< quali prima di. loro-Favevano
praticata. ; n chegli Ebrei dovevano coniderarx queto-e

gno, come il carattere del-la- celta- porzione, e-del popo


(a) Celf PNA 01-1'

lo diletto-di Dio . Tantoappunto-Cellb(a) obbiertava-. a Cri

gm. I` I. @15: con**


itiani ;e
17501117411.'...

ma Origene-non manc di ribatterlo- dicendo ,. che gli

Ebrei che pretendevanodi-eere-gli Autoridella Circoneilios

ne , non erano men` degniv di. Sede-- degliEgiazi i quali vana


menteunrale onore-t attribuivano, ed eiere molto divera
la Circonciion degli EbreLda. quella degli Egiziani, e-anche

degl lmaeliti; tantopelliione, quanto-perla legge- che la:


abil, e: perla intenzione ancora di- uei che praticaVan-
la , non riconocendo-gli Ebrei e non aCirconciione dell"

ottavo- giorno r tenendo-le altre; inrutrnoe- , e uperue;


che. perci era, fuor- di ragione, che Celo volee conon
dere pratiche , e> cirimonie,` le quali niente. avevano inra.

loro di- comune :z e- che nalmente- a-vendo- GesLC'rio-li

berato i uoi Appoolida coral, legge, er-ainutile a Criia


ni dintraprenderne la difea ,, mentre ehe. adt eii non- pih
(b) APuJ-cry,;11.1.x.ella i- apparteneva.. Mei-mavri- lImperador Giuliano (b),
una julmum--~

che Abramo eendoi andatodallaCa'ldeain Egitto, ivi im


parato aveane luo- della Circonciione ; che 'L Criiani i~
quali x dicevanoveri-gliuolidi tanto-Patriarca, erano ob.

bligat-i- com eo a riceverla Ma S.. Cirillo enza-prenderi


gran peniero di conutar Giuliano intorno: ax ci, che di
CGML

SULLA ORIGlNE', E ANTICHITA, ec. 7


ceva. in ordino ad. AbramO, i applicaar conocere ,. che
Ges Crio-da noi richiedeva la Circonciione del cuore,

e delle pirito; eendo quella della carne inutilitma per


lav Palme.
Siccome
trovani anche a- di nor cerciEruditi
(a), i (a) Mur-dm. Cavi
.
.
.
.

quali embrano. non eere peruai , che laCirconci-ione ab- [ENNJHLW 70,.
bin rrattoil lho-principione-llaperonadiAbramo;4 anzi pare 0155:. Gav-af'. '

che credano eere Prata in uo PEHTM lui, almeno tra i


Sacerd ati di Egitto ; noi- c inge neremo di- dar qui a~ vede

re, che tutti- popoli , che 1;eb ero , la ricevettero dagli


Ebrei-7 ovvero ad. imitazione loro* la praticarono, e che

quanto Enodoto , e gli alt-ri Autori proani dopo` di lui


hanno detto dellA-ntichit- della Circonciiione infra gli E

gizzi-ani?, i. Fenici, gli Etiopi, e i. Colchi ,, eere'in; quai


turte le ue parti aliimo.
Gi. iamo- oliti- di udir gli Egizzi mil'an'tare la [oro
antichit ,. e: magnifica leproprie- invenzioni, non' pocen
do orire, che altri popo-li' godeeroovra di* eli un qual

che vantaggio, e che i attribuicro- prerogativa vcruna,

mame in materia di Religione-e Nellan idea che avevano


di eer nato nel* lor paee i-l cul-to deglIddj, e la- manie*
ra di onorarli-, i-paecia-vano per autori-diquai tutte le Reli
gioe cirimonie, che altrove i- rimira-vao; per laqual c0
fa dimorarono-~ iri-~ ogni- tempo` contro agli` Ebrei tanto di:

odio, e di antipatia. La vera amichit di* quei , la mac


delle' loro un-zioni, la- oppoizionc delle* lomlegg'r,, c
delle pratiche loro, a- qtrelle degli Egizzis, unite alia puri
t della lor' Religione' erano- tanti- oggetti, che ne-eccira~
van la geloia., e iiimolavano- il mnlnato-lor genio;
Gli~ Storici- Greci- , che vollero parlare dellantichit
de popoli ,. e deila origine delle pratiche diReli ione, ere
dettero- non'- dover cercarne altrove le iiruziom , fuorch

nell Egitto-n La- fama, che i erano-acqui-at-a i'Savjdi-quel


paee ,, col ne addue quai tutti gli antichi Scrittori del
la Grecia; ed ivi u, ove traero` un qUalche di vero, nc-
colatvocon quell' s gran-numero di favole , che a noi n:
vendono.

Erodoro unodiquei'r Storici, la- cui antorit view

maggiormente impugnata. Manetoneautore Egizziotaccia


lordi- ave-ovvente- narrato ii falo' per mancanza' dr c0-

gnizione delle E izziane Antichit . Diodoro- (b) bench (bl' D 3"" I' i
Greco i foe, fecegl'v omigliantitimproveri , HT-"i non
ai: po

m_

DISSERT. AZ-L-ONE

`ci poiam dipenare di metter-- qur in mora i: uoi errori


intorno a quanto i avanza a-dire dellantichit della Circon
ciione inra gli Egizzi, gliEtiopi, i, Colchir, ed' iFenicj,
tanto pi; che coui: quegli appunto ,7 che ha raieinato

nelL errore gli altri Storici, che lo- eguirono..


('a) Hzradot- ! tr..
Gli ESlZZl, diceilpreatoScrittore (a), tengono nelle
3535*loro maniere loppoio; di quar tutte le altre nazioni, ri
cevendo la. CerOUCLDnC', ch un. cotume-noto: olamem
te a coloro , a cui eglino- l. hanno` comunicato .. Soggiugne

(b) [ama-a..

altrove (b),_ che i. Colchi, gli Egizzi: , egli Etiopiiono'r


oli di turte le genti ,. che: dapprincxpio abbiano, avuta. la

Circonciione;~ imperocch,. ripiglia , i Fenici', ed. izSirj,


che- ono. nella Paletina- -,, ancordano- di- aver' tratto dagli
Egizzi- un: tal coume ;_e- quanto agli; altriSirj, che abita
nouumi Termodoonte, e.- Partenio, coneano di- aver-

la poco- a ricevuta daColclii-.. Ma. ripetto cali Egiui ,e e


agli. Etiopi io non: poo dire, continova- Illtorico ,_ quale

dedue popoli. abbiala, il. prima. praticata,

quantunque: ia.

molto probabileaverl'a. gli Etiopi dagli Egizzi imitata per


via del' commerzio-` tenuco- tra loro, .. Ecco quanto: crive.
Erodoto, e ci che da noi deveioraeaminare ..

Patent-illima i*` la contraddizione in. ci, che-apri


rrra-giuntacglipropone, cio ,, che-gli Egizzimediante- la;
Circonciionedatutti gli altri popoli i diinguono ;` e- non:
eervi e non quei, che-imitarono szatta cirimonia degli;

Egizzi, appoi quali i trovi uitata-z edopo.aver7rierito,,


che i~ Colclii , gli Egizzi e- gli; Etiopi la piaticarono a:
da: principio, egli? parimente a e-t'eo- contrario ,. allor

ch dichiara. di- non. apere ,, quale dedue popoli Egizzio ,,,


0.Et-iopo, ia ato-il- primoa circoncideriz.. Erodoeo. che:
diingue: si. bene gli Etiopit dellAia. da quei. dellTArica ,. e
ahe- non. poceva: ignorar, che-quelli. non. foero venutidall*
India az oggiornare nel Meridiana- di Egitto, doveva pur
`riflettere , chequeiEtiopinon: potevanonecominciamen

' 1:0` aver-ricevutO-la Circonciione, perch: uciti- dagli Etio


pi.dell.-Aia,. tra-i quali non. u( mai praticata; quindi: non:
avrebbe eitato-a dire,` come a. beniimoaltrove , che gli.
Etiopi avevano. accettata- la.- Circoncilion, dagli` Egiui ,. do-
po~eer_ giunti nelle vicinanze* del?~ or paee'

Ciocch poi mette~in~campo~Erod0to, che-,ii Fenici,


-

.'

Siri, i quali abitavano~nella Paleina- ,. convenivano


di avereqmutati glie Egiur neL coume- di. Circoncideri',
altres

SULLA ORIGINE, E ANTICHITA, ec. 119


altres viibilmente Taliimo ; imperocc'h non conociamo
nella Siria ~e non iFenicj, e gli Ebrei, -che abbianoavum
pratica limiglianle ,* or .n gli uni , n `gli altri non confe

ano ci, -che vuole Erodoto. GliEbrei riconocono Abra


mo , o -piu .tolo 'lo eo Dio per autore della loro Circon
ciione; ed i Fenicj la rapportano .ad -uno degli antichi lor
Re, dinominato Ilo , come appreo vedremo.. S. Barnaba (a) .nella ua `Epillola 'dice , che .tutti Sirj , gli Arabi, (a) 3 i Z ,
i Sacerdoti Egizzi ricevono la Circonciione . S. Epianio
"a 'MSP
(b) _narra altres , che glIdraeliti detti in altro modo 'Sa- (1,) Bid-'PAM- mb
` racxni, iSamaritam , glIdum-ci, e gli Omeriti la prendo- m bre-, br- 3_

-no come gli Ebrei . S. Girolamo (c) vi aggiugne -i Moabi- lHiHM-in _yi-mn.
'ti, -e gli Ammoniti.. :Scrive S. Ambroio , (0) che non ,oA 5
lori Sacerdoti di Egitto , ma :parimente alquanti Etiopi
Arabi, e Fenicjricevono la Circoncione. Trova'i lo 'l-eo rum,:j`mxpyz,7z_75,
' .nel libro della Circonciione tra le opere di S. Cipriano.'"W--Ed'ir

"Sicch econdo quei `aurori , lantichit dequali, --e lau-

toritade pecchiatiima , il coume di circoncideri era

dilatatiimomellOriente. Io -non 'parlodcglimaeliti, de


-glIdumei, degli Arabi, deMoabiti, e degli Ammoniti ,
avendolautUtti poruta ricevere da Abramo . Ben i s, che
Giovanni `Ircano colrine gl Idumei , oggiogati che gli reb
_be, a fari 'circoncidere (e). Tanto veriimlmente neavven- (e) joepL,,-[gxzq_z,,

'ne e aMoabiti, e agli Ammoniti. "lo opetto, che otto} r-17

il nome di Fenicj voleero 'i preari Scrittori -diviare i


Samaritani; perciocch'S. Epifanio , che parla deSamari

tani , non dice un minimocch de Fenicj- -Or noi -non ab


biamo ad a'aticarci per dicoprire la origine della Circonei
ione appo i Samaritani, mercecch -oervavano :le *leggi

Moaic-he. Rimangono -adunque gli vEgizzi., e gliEtiopi.

Queieultimi .non gloriavani gi di eere autori -d coral


uo; ma bens :agli ?Ebrei , *o agli 'E izzi .ne rapportavan la
origine.. Onde :tutta la dicolt riduce .ad `eaminare
qual ia appreo gli Eg'zzi il principio dellaCirconciione.
,
?Ora da-tutti gli autori che ne hanno parlato appari
ce, chelobbligo di circoncideri non ebbe -mai :tra -loro
forza di legge , n .mai nel lor paee univeralmente i pra
tico. Dice Filone
, che quepopoli i `'anno ~circonci-,(n ?Wa-decina
dere ,per due ragioni La prima per evitare unapernicio- ,;i,,,,pag_3,

ima malattia nomata Carbonchio, a cui ono pi-ogget


ti quei, che non on circoncii. La econda ainedi man

tenere il corpo in una maggior mondezza, ~tagliando ci


ch

129
DISSERTAZIONE
'ch .capace di contenere qualche vlordnra . E a queog
getto i -radono tutto .il pelo del corpo, acci non riman
_ga opra di quello nnaqualche coa, che ,rei-.dagli impuri

La terza ~ aatto imbolica , e al cao noro non quadra.


La quarta nalmente pu aiutare .alla fecondit , preeenden*
do coloro, che i circoncii generino con maggiore agevo
lezza, di chi non .

(2,) Ambro. IPP-,7L

S. Ambroio (a) par che dica , che -gli Eg-izzi crede

C""'*'.5* vano, che i Sacerdoti iquali non aveero 'prea la Circon


ciione, avrebbero commeo una-qualche .pecie di empct .
-Credevano altres., che i rMaghi, z: gli Airologi nulla-po

tee-ro -per mezzo vdellarte loro *enza La Circonciione :


,

LequeMagiri cammini: apieim'am , ecGeome-m, -nec All


logia: judmnt -vim nm obrinere ne circuma'flonis ignatu

) "f'3'3.'y"g' 10. Vetinoo (b) celebre Medico-pretende ,eerviuna ragion


M-omr.~ o.

.D

naturale -in-ordinc agli Egizzi , e -agl-i Arabi di prendere

*la .Circonci-ione , .tanto ripetto agli -uomin-i , che per ri


guardo alle donne. (Quanto agli -uomini , perch il prepu
',zio crece .Zoro di s`i fatta-maniera, che ono .neceariamen

te, e non punto per Religione, corert-i a reciderlo; ben


{he `tra que popoli uperizioi poa per avventuro eervi
(ch'eiii '3mm la_ i introdotto! ci ;ave un titolo ,di RCllglO: `Circa alle
jamming' 114. donnei - per una ragionea un di preo conimile
H.

'

. ;cerro , che tra .quepopoh la~coa nor-t generale, n-tam


poco obbligaoria -; eendo bens :la _Circonciione -un rime

dio, di ci-:i vagliono, eloro aggrada. Eccettuo-perco

loro, che eouono la legge di Macometto ,, appo i quali


in ordine .agi uomini .di-obbligazione.
(IUC/e-n-AM-StraS. Clemente Aleandrino (d) racconta, -c'he Pitagora.
""- l-eendoandato in Egitto per itruiri appreo i Profeti di

quella-nazione , volleoggettariaricevere daeila (Zircon


ciione, a ne di eere ammeo aioro mierj, e appren

(e) OrgHXJ' ;Ja-za' dere il egreto della naeoa loro *loofia Origene~(e) fa

"im" '- 7" 3J' .7" un eatto .catalogo diqiei , che in Egitto praticavano tal ci
nr. Hat/1.5-

.
.
.
.
rrmoma,
econtane i.Geometri,
gliAronomi,
gli. Aro

logi *Giudicia-rj, gli oervatori degli Acendenti ,-0 quei


che facevano le Nativit, i Sacricatori , chi prediceva l

avvenire mediante la inpezione delle ~interiora delle vitti


me, quei che-i chiamavan Profeti, coloro che Ptudiavano
glijeroglici, gl Indovini,, quei chedivel-avano i mie.
() ;ALMA-,LM rj,<e-che ad ei bramaviano di eere a parte; tutti coloro

"A Apr-'M-

eran tenuti a rice verela. Circonciione . Nora Gioeo (f). che


{qu

SULLA ORIGINE, E ANI'ICHITA', ec. nl


tutt'i Sacerdoci Egizzi facevani circoncidere , e i ate
nevano dalla carne porcina - S. Epifanio (a) avverte lo

(a)1;pp'-5.H4Hf.

eo ul propoito della Circoncilione di queSacerdOti ;xxx


il che giuica , che gi dallora un tal coume ad e
meramente i ririgneva.
Ma convien tentare di rintraccar in qual tempo ri

ceveero gli Egizzl s fatta pratica . Artapano citato da Eu


ebio (b) attea eere ato Mos, chela comunico aSa-(bl E- ?rep-1.1:.

cei-doti di Egitto, e agli Etiopi. Origene (c) par chea-'cgo .

vorica tale opinione, allorch accenna il morivo, che die ,M

10:3.

inra i popoli htanieri si gran voga alla Circonciione, di- .Edil-Cantabrig.

cendo, che u certo timore, che i aveva di un Angiolo


inimico degli Ebrei, il quale non poceva nuocere achi i
foe circoncio; ma cliedava morte a chiunque non era.

Opinione fondata opra cio che leggei nellEodo(d) di unId) Eaa'. mp- r. v.

Angelo, ilqnale venuto allo ncontro di Mos, allorch tor- 7-4- -5


navaenein Egitto, volle toglier di vita il uo gliuolo Elie
zero. Seora madre del fanciullo non trov per liberal-lo
mezzo migliore, che di ubito circonciderlo. Altripretee
ro, che tal coume veniva immediatamente daglldraeli

zi, chentrarono nellEgitto in compagnia di Giacob. Ne


Pi'inciquueidue popoli,Ebreo,ed Egizzio, avevano om
ma avverione luno contra dellaltro .* non mangiavano,

n tampoco trattavano inieme, ando per no digiunti


di domicilio; ma in progreo di tempo i riunirono , e

allora quando Mos trae dall Egitto glIdraeliti, alcu


ni di loro avendo poate gi donneEgizziane, abitavano
nelle ce citt , ,e eguivano le lor columanze : molti
ancora abbandonato il meier di paori, chera quello
dc'loro antenati, sintrigarono nelle upertizioni delpae
e; ma coantemente aveano conervata la Circonciione,

ed avvi qualche probabilit , che non voleero frammi


chiari cogli Egizzi, e non a condizione, chefeguiero
pratica imigliante mantenuta empre con omma pontua
lit dagli Ebrei, non oante tune le altre loro prevari
cazioni e infedelt. '
Quee ragion-i, per quanto plauibiline ralembrino,

vengono combattute da ben altre pruove, che non pajo


no men veriimili. Se vero u, che gli Egizzi aveero ri

cevuto laCirconciioneaintento di tirare gl'Ildraeliti nelle


lorocitt, eguadagnarli con le alleanze; e e quegli avea
no abbandonato le terre, leercizio, e la Religione delor

Di er. Calmet T. I.
.

ma g~

uaDISBERTA'ZIONE
maggiori, -coa -mai dopo di ciimpedirpoteva il .total me
cughodidue-nazioni? e dhenel -corlo -di .205. anni, che et

tero inieme, mon i :ace'cdi due nazioni e non -un ol po


polo? Il che per non avvenne , -e pochi -urono :quegl 'Id rae.

liti, -che toleroper-mogli lEgizz-ie, -nnaii frammichia


Tono'i due Popoli; anzi pu acrir , che la `reciproca `loro
contrariet
di mOtivogliiraeliti
-al Re .dEgitto
di ,penare
zi, comeerminarne
. Credei,
che al amez
'egno
.della Circonciltone -la .gliuola dellEgiziano Monarca ri
conocee per gliuolo de liEhi-.ei,, e non Egizzio,ilbam
bino Mos epoto nella "lcella ul Nilo.
` Quando Mos precrive-nellalegge le condizioni, votto

equaligli ranieri potevano partecipare-alle cir-imonic, ed


eere a parte delle prerogative del popol di Dio, coman
da empre in primo luogo laCirconcilioneenza eccettua
re gli Egizzi da quea generalilima regola; ilche 'certa
mente non avrebbe 'fatto, e quei popoli oeroatidel
:uo tempo, al parideglllraeliti., circonci . La 'ola gra
zia che fece a quella gente in riconocenza. della dimora

fatta dagli Idraeliticome oreierinel lor paee., :u diper


mettere, che alla terza -generazionei loro gliuoli *veniero
(3) Dem. xx .7. ammei all aemblea delSignore (a), a condizione per, ~co
me leplicano glInterpetri , -che ~riceveero .la Circonci
ione, e i ottometteero alle altre oervanzedella legge.

Glidraeliti uciti .dal-l Egitto , e viandanti nedelert


dellArabia., non avendo pi comunicazione con altri ,popoli

(b) TIreodammzz/Z. (b), edcendotutti riuniti come in una ola citt, 'lacia-ro
3. i jei; Na .

no perqualchc tempo luo di .circoncideri , credendo di po

terne interromperla pratica pereer .ceato il motivo , che


e abiliretal cerimonia , --il_qua`l-era, a ndi-diinguetlida

glialtri popoli; matoo che giunti urono~nellaTerraPro~


mea , c in mezzo aCananei., comando il Signore, che tutti

i circoncideero quei, -che -nati :erano nel deerto, e dopo'la


cecuzion
tal ordine dicIddio
a Giou
z Hodie
abu/i
opprobriumdiEgyptiavobzir;
:Oggitho
tolto da(c)voi
'lob'brobrio

(e) ,yo/'m- v-g.

dell Eoitto : come e dicee :Ho allontanato da voi ci , che


vi rendeva imigliantiagli Egizzi , e chera per voi un ogget

(d) arm-Xdunvdd- to di conuioneedi corno. Quando li -gliuoli di Giacoh e

UZPO.Y"_ f? ceroapere a Sichem , che :non potevano imparentari colla


9 " """M'" " ' ua famiglia, Hnoattantocchti rimanevanoincirco-ncii , gli
ar-nre! ai/uz; bo
n'm' inri'rrlmfo

z diero (d) : 'Noi non poam dare ad ;uno incirconcio la no


ra Sorella, eendo ci appreo noi -vituperio, ed intama ;
vale

quadil/:rmm,)' m* .
fax-iu; t apud ,vor .

SULLA ORIGINE', E. AN-TICH-lTA', ec.. 12.3:


vale a. dire: Chiunque non porta il marco della Circon

eiione, vien. (a).- da-` noi riguardato con orrore , ed un (a) Henpa Lanu.

Oggetto abbominevole e* indegno .e Il. Canan-eo-adunque, e


1.hgizzio=,. perch nons circoncai ,, erano` ugualmente un ob
brobrxo agli Ebrei.

PretezleM-aram

dedurre da queo- primo* pao cita-(bMai-;Immnnz

ro: da Giou una- prova a favore del uo entimento, vo- BMW-5- h'

l'endo-che del tempo- di; Mos gli Egizzi foero crrconcii;


Hodie :tb/Zu approrium- Egypti a mois, cio', econdo lui',
io ho- tolto di fra voi ci, che' ugualmente . in orrore ap
pree-voi, egli Egizzi; come` e- gli. Egizziani- foero a
ti una volta-univeralmente, eenza eccezion. circoncii, e
navvilatiaveero con dipregio- coloro , che non erano; ovve

ro che per obbligo, opure perqualcle- altra legge foero iati a'retti'a ricevere opra. diloro-tal contraegno. Labbra-v

brio delL Egitto- adunque-nonpur naturalmente dinotare ius


quetoluogoe nonliinamia, dicuigliEgizzi: in-qualit d
incirconci-lieran-gravati ,. e l orrore che per` s fattaragione
ne avevano gl7I``draeliti-.- Dopo-tuttequeepruove, noi giu*
dichiamo di. poter concludere , che negiorniv di Giou ,a e di;
Mos-non avevanosancor gli Egzzi- appreo- di loro la` Cir

conciione introdotta.. Eaminiamo ora i? tempi` ueguenti..


Laopinion-piz comune i; ,. che regna-do Salamone,
piceveet-.o gli-Egizzi',~ e gli Etiopi l uo di. circoncideri .- Le;

pruove diqueo-entimento- i' deducono-v dal gran conorzio


di que popoli con-gliE-brei` di quel tempo- : maxe non- con
feliiamo,. che- gli' Egizz-i aveero erat-totalco'ume dagli-E.

brei-,. allorach.oggiornavano-con.-eoloro-in-E'gitto, faremo


dicoltvdi accordare ,. che la- reciproca comunicazione che

pas: tra* i prefati, due popoli ne giorni- die Salamone', po

tee produrre imiletto, principalmente' per- non. eervi;


altre ragioni, che ci~ fotengano Quanto pocia agli E*
t-iopi,. i: quali- i, preume', che abbiano ricevuta laercon
ciionc- per mezzodella. l'oro- Regina,v che impree a bellas

_ota ili viaggio: di Gerualemmeperf veder'Salamone; dee


oervar, chellanons era Reina della-Etiopia, della quale~

noi ragioniamoz, madel paee di: Saba` nell-Arabia ,. e- perci


la; Viita; che' fece- a SAM-one, e- l'aima; che pot-eva; aver~
conceputa di: s *gran: principe,- non- pot' contribuire afar'

s ,; che: gli: Etiopia accettaero- la-'Circonciione, nonavem


do- ei'- attenenza veruna con; la medeima .. `

Bocarto ,, e alcuni-altriLetteraci crederono non eere'


.

dei-io

324
DISSERTAZIONE
derivata in Egitto la Circonciione pel canal degliEbrei
ma bens per via degli Arabi convicini di quel paee. O ervai in vero un gran divario tra la Circonciion degli E

gizzi, e quella degli _Ebrei ; e-alloppoo molto di imif


glianza ra quella degliEgizzini, edegli Arabi. I. Riguar
dan gliEbrci corea ciriinonia come un indipenabil do

vere, e qual uggello e carattere, che glidichiarailpopol


di' Dio, e che loro aicura leetto di ue promee, e le
prerogative annee alla ua Religione: gli Egizzi non la
coniderarono mai, e non qual pratica molto indierente,
e che generalmente non alrignevane ilpopolo, ma obbli
gatoria ripetto a certi lor Sacerdoti . ll. Gli Ebrei nonu
dannolaCirconciione, enon a machi, eempre nelgior

no Ottavo .- dagli Egizzi circoncidon tanto ~`gli uomini,


(a) Str/1501.! n. quanto le donne (a), e ci anno, allo crivere diS.Am..
(b) Ambrold l . {e

broio, nel principio dellanno decimoquarto

_Abraham c- l l .

tinon convengono (c), che tuttele femmine Egizzie rice.


vano cotalorta di Circonciione. Ella olamente obbli.

gypti qurlozerima
am rirmmridn

I viandan

mare; : <3* emina-l gatoriain certi paei_ dellArabia, e di Peria; come vero
drm mio ir-{um

ilgolo Perico, ed ilmarRoo, dove con uniorme rego.

tidfrrunt .* quo/l ab

larit-Ii i due ei i circoncidono; ma conqueo divario pe.


r, che gli uomini poono circoncideri a cinque, ci, no.

ea *vide/ir mio in

cipiat jlagrarc pew


tiri/ir, TD' emina
rum menma
mm Milia.

fu

(c) Cliardn , Vo
yage de Pere r. 3.
p. 2-07.

ve, o tredici anni, e~ quanto alle donne non i circonci

dono, e non quando hanno paatala` giovinezza , non e


endoviantecedentemente ecrccenza pel taglio. lll. Final~

mente gliEbreiricevono la Circonciione perv eere a' par


te dellAlleanza di Dio con Abramo, e colla ua* poerit:

non hanno in ci gli Egizzi altro motivo, chela pulite:.


(d) Hrlct- Not i za, e fore ancora per evitarequalcheincomodo corporale
Origen-D- 5- Circa:
ciin eminamm :

proprio del lor paee, e maime ripetto alle femmine (fl) . Con.

jr'Zione ts nym

ragione adunque oi'zneva Origene , come abbiam dimora


to, chela Circonciion degliEgizzi era in tutto, e per tatto

phs , (Ima Clito


:ri-.lis ) l'" pari' i

da quella degli Ebrei dierente, e che s fatte pratiche nien

,Arlra/iam Pree-r

te aveano di comune ra loro. Ma non e ne pu aoluta


mente conchiudere, che non derivino dall iea orgente;
imperocch o 'ia che traggano la loro origine dagli Ebrei,

tim mrirrim im
arnei-it, afferra /r
marroni-4. IM tra

dtmr medidiniguer,
Pau/u; [Egimra [ib.

ovvero dagli Arabi, ci empre i riferice ad Abramo Pa.


dre d Iacco, e d Inaele, e dirugge la opinione dellang

v x. p.70- Aetim Te

tichita della Circonmioneinra gli Egizzi .

tral S. 4. t. rog
i quarti bi." im pergir:

Nel tempo de PICCEl Eechiele , e- Geremia gliEgiZz,

ono annoverati tra glincirconeii co Babilonei, e quei di


&szrzcrgy tir':
it/m F/ , r ame

quam rxueret (par-v

Tiro, Eechielc parlando al Re dAiria , dicegli da parte

di

SULLA RIGINE, E ANTICHITA', ec. 125


di Dio : Tu cenderai nel centro della terra, e nell Iner- illa rol'trir)nmp
no, e vi ripoerai con glincirconcii trucidati col ferro, """3_"_{Pre:r"
~ ~
~
~
ml/name! HZ-il
avendo per compagno Faraone, eiliuo
eercito
(a); ll) me- antechiiandie......
deimo Profeta (b) parlando a Faraone, e aluo popolo, lo' @<sz "gin-'r nete.
minaccia -di arli- cendere nelllnernm con altri popoli MH prmum inven

non circoncii, come Aur, Elam, Mooc, e Tubal . In "jlsed''m


omma Geremia (o) chiaramente diinoue
.

-liEnizzidanli Pimi-ii-if, WLM}


g

_o

, o

Ifflt-Ioll'u ai:.

Ebrei, merc della Circonciione , che ricevevano quei, e quiz/e vri/i [im-mm

non quelli.-Ecco il .pao letteral del Profeta , econdo l **i/ione op;;xz]}.


Ebreo: Viit-dba uPer amnem Cirmmaium cum meutio ; uper i"? l4! Mjm'
qypmm, (9' uper judam .- quia omner gente: babe; PMP
tim ,* omnis autem Domus Irael incircumci unt corde. Io 4'qu tim-,g "E

punir lincirconcio come quello, che ha la Circonciionc , 'SWZN fvw i" "1""
lEbreo in un collEgizzio ; perch tutti popoli ono in- S'_,'1 Mi;

circoncii nella carne; mala Caa d Idrael non hala Cir


concilione del cuore. Nondimeno io non vorrei oener, ;uz/zi,-lxriemmlbi

che allora non oe tra gliEgizzi un qualche circoncio : i berifrrtr:: Ballan-l.


concorda eere antica imilpratica ra Sacerdoti diquella inloii-mciiwliiini:
namone; ma egli ben chiaro , mediante i pai da _n01 famnr
allegati, che il popolo paava tuttavm per non circonCio. ap* copi,gn-,m
Per terminar didiruggere la pretenlion di quei, che iif/Etbiopi-z,c,jr.f _i

vogliono, che gli Egizziienoglinventori della Circonci- 1" '".P""f,

ione, e che in da principiolabbiano columata, poono v,{fiz_'


fari ancora due rieioni : La prima, che non a concepiri , damn-'edilegcidpn

come naturalmente , e enza una qualche traordinaria ragione rr , mmm/i; in


eleggee un popolo intero di circoncideri , per eere troppo [EU-9" _"">
oloroa, eommeiva una tal cerimonia, ein oltre troppo
ingolare per cadernellanimo di un uomo, ed a vpi orte 1 linday: pe'r vi.
argomento di turca una nazione . Comprendei per ucil- tar cain miu/11;

mente, che l primo che i circoncie, vi dovee eere in- RW 'd'dm''

docto da altri motivi, che non quelli che ci paccian gli


Egizzi, di una pretea mondezza , o di una uperizione na/;Wuz ,,1,,P,,,,,-,.

ancor pi ridicola, la quale i d imitare, il Cinocealo, du-rm; ultimata:


certo animale divinizznto, che dicei circoncio venire al i'".""'""

mondo : ogni on quei, che non meritano di trattener- lmiffz;2m


ci a conutarli. GliEgizzi pertanto non adducon0miglori ang/adi@ z ;My ,g

ragioni
delle uddette,
checoncluderi
abbiano potuto
portarli
, o* 0mm.
tica migliante
* dunque
dee , ch
enon apraono Pamo
""fdo'madii'

Dominus Dem .

gli autori di ea,

(b) E! mp. xxx.

La econda rieione i , che e talcoume foe a- 19-7-1- 1,7,. @fa-;


to empre tra loro, e in qualche coniderazione da ei te- (c) jerem_ rap- ir.

nutb, e riguardato come una coa necearia, ouna pratica 7-5


Re

126.
DISSE RTA"Z-lONE.
Religioi, vedrebbei tra ipopol, che ucirono-dall Egitto;
cinque luoghi ,. chcdagliEgizzi ne-traerola Religion loa
ro,_ed,ilculto: cioccheintanto,inniunaparte apparice.

liCananei, i Fenici, i Filiei.,_e idiverfi popoli dellAfrio

ca ono Egizzidi origine, e nlLandi cotei ha la..Circon


ciione ,, e_ pure non foero i Fenicj, ;bada-921111111043 ri-

ceveronohcome appreo diremo .. loaltrettanto ne dico,


dellEgizzie.-uperiaioni-,clie i parero-nella Siria,.nell.`
Africa,_ nella Iola. di Cipro,,nella Grecia,,ove non- tro

vai. veruna .Circonciione .. Noi ;eamineremo ~ trai poco . ci ,..


che riguardane- i. Colehi, pretendendoi eer gli: [ei-T. che i:
Caim , , dicea da. Miraini ,. o dagli Egzzi .. Dunque con~

vien confeare,z che gli Egizzi non ebbero dapprineipiolaa


Circonciione, n. tampoco -lainvetarono, . anzi - che. mol

to tardi- la. ricevettero-,. e ~ che. certamente Abramo nonpo..


t imitarlan; prenderla da eii-..Vdiamooraie prove

che adduconoi>Feniciperacriveri lonorediavcr: pra


ticata i primizqueta.. cerimonia ..
Sanconiatone
citato
daEufebio
dice
,..cheSarurno ~,.
K'Eu-Pup. 1.':
nominatodaFenieilraele-,xnonzavendo e non- un glio,.
detto jud', natosdalla Ninfa.v A'nobreta,.il acriclovrai
unaltare da.. lui~elevatoal<Cielouo Padre, e; cheavendw
preala Circonciione, corine tutticuoiSoldati..a arelo
eo. Di qu`i ven-ne trabF'enicj il coliume, ,chez avevano

i-- Principi di acricare: illoro-glicnellepi urgenti nece--


t-dello-~ Stato ,'. e. dal'- medeimo onte ~ aneoraderivonne;

probabilmente tra-quel popolo lauanza, della Circonciio-


ne..Ma.iccome. annoveriammSanconatone tra gli aurorii

favoloi,.coszcrediamo. di non dover'perdere il tempo.. in:


conutarlo, ,0\a.-ar'rieoni ul di lui racconto..

Se adunque: laCi`rconciione - fucin. uo-nellaFenicia ,.


ella ~ non- venne, e non da:Abramo, edagl Iraeliti-L. ma.

non apparice. eere Prata-.maitalipratica molto comunein,


quel paee; nzin-alcun tempo-imaronoi Fenicj debito di:
oervarla . Ei.: non- laveano-nelia eta- di~ Giou , . n.tam-i

poco timo otto- i Re. eli-Giuda ,.,e dildraele.. Minaccia.


il Re~ di-.Tirondi percuoterlo -come- gl incirconciq
_xxviiL i0- Marte
iti'fiamm ma. i (b) , cio,..di farlo-morire come gli altri popolimon-:cir
finir
concii enza peranzai veruna.di miglior: vita ..Tugli dice
(c) Virle EIr-Cap. anderaidrittodritto -all Inferno-con glincirconcii altri, Re ..
xxx. 19. zx. u.
(o) Conea- Erodoto~ (d) , che- i Fenicj abbandonarono.- lx
Uai].
( b)'1;zec. Cap. Eechiele.

(d) Hem-1'. I. ii.

Circonciione ,,_ iante il commerzio , ,ci-.ebbero co? Greci ,, ne,


IPPL*

SULLA ORIGINE, E .ANTlC-HTA', ee. .n.7


appari-oezaverrportato coceoccoume ?in :alcuna *delle "colo
lle duelli 25b -ile ac`oe edel lMedilterraneo. -Atte'ain
ne popoli
Gio e che
o (a),
-chede-lauoi
;giorni-o
o liiEbrei,
Tratnh,
~-ti
-abtavan
Siria,
prendeano
aCirconci.

,. , m.-

ione.; ~~onde e :i Fenici *ebbero 'un 'til coume, no'l -con


ei-verona, e non e `per ?ben _poco tempo, ae iter-tamente
di ilrronde `lo ricevettero.

-Noi ci iamo altrove diui () ulla origine deColchi,


*e procurammo di morare , -c'he guanto dicErodoro :intorno ;(L) cn-[2 1c. i .
.alla Egizz origin-e di quelli popoli, era incertiimo. Ci
;poiche propone :u della loro Circonciione, o volendoche

la teneiero dapprincipio, o pure pretendendo che lavee


:ro prea-in Egitto, non punto meg-liofondaco; :laonec
: d uopo cercare un altra orgente della Circonciione di que'
`popoli., 1: di quella deSirj -1opra i 'umi Termodoome, ve:
Partenio.Sc a permeo -di mettere intampogualchecon
jettura in na materia Ecos buia , -e tanto confua , 'potreb
:be diri,~'che i Colchi,-ed 'i Siri circoncii, "de'qua'li trat
;ta Erodoto, aveero rice vuta la Circoncilom: dagll draeliti

-col eliati; e pure snon voglia pitoo dir-, -c'hc ?me


*d'ml foero daglldraeliti 'traportati in *quelle-Provincie
{la Teglatfalaar,
ovvero
-tla Salmanaare
. Sic *venuti
come-eglino
:avevano
conervata la
Circoncilone,
e chi erano
`dal

:le vicinanze di 'Egitto nella Colchide , tenendo turtavia cert


-aria i, ed alcune maniere degli Egizzi ,-come'la'cera'bronzina ,

icapellicrepi, una rana avella, *e il culto di '-un bue, i


-mile a quello di pix , "u age vole di prenderli per popoli imme- :diatamcnte diceida lerrore
liEgizziani.
Gli antichi
Greci
di-pigliarcla
naziion`~autori
degliEbrei,
caddero bene peo ne?
zcome: un popolo originario dall Egitto , rendendone vcriimile

la opinione il lungo oggiorno da ell fatto :in quel paee .


Dopo aver ricercata lantichit della "Circonciione tra

'i popoli Gentili, non ci rimane , per dar 'ne a queta


Diertazione, 'e *non di eaminare ci, *che la Scrittura ci
vdice .di {quella degli Ebrei. La *origine non 'n punto o
-cura, -n incerto il poeo ve 'la pratica , trovandne noi
;lo .ab'rlimento epreo aai vbene in Mos, ene veggamo
l'uonon interrotto nedil'cen-denti -dAbramo dal uo tem

-po `no a quetoggi . Cinorma Mos? che Iddio dopo


aver provata in divere occaioni 1a-obbedienza, e la ede dl
Abramo , gli manifelca-di voler ar eco alleanza , _e_ co:

uoi poteri, e gli rinnuova le u: promee e benedmont


'

COD

"(2.8

DISSERTAZIONE

(a) G'm- x"H-m-co dirgli : () Ecco ilpatto chei manterr tra me e voi,
"- H g PM" eituoi dicendenti dopo di te: i circoncider -t-ra- Voi
o'gni 'machio ,-e ar quea Circonciione il marcd-cll
m , ! em: r- alleanzatra noi; I Padri, linterpetri, e la Scrittura me
*f IW?- CmW- delma ci ammaei'ano, c e principale intenzione di Dio

lT "5"' in quea iituzione fu di dare alla proapia di Abramo un


new/21512117111; : E:

Hu",H-d tm_ contraegno , che dagli altri popoli la diinguce . Ora


em/irrtpmiilwri, pu'maiconcepiri, che Iddio per eparare la poterit dei
'1_ fi'i'igml-'fu'll" uoServo da quella depopoli ranieri, Volee adoperare
""rmsWh un 'egno incerto e comune, ilquale foe gi dallora in

uo fra una nazione tantoviciiia, e con cui pocia doveano


vive-re per 5`i lungo tempo gli Ebrei? Queto non arebbe

egli tato un mezzo di confondere il anto col profano, il


popolo celto col non eletto , la-irpe di Abramo coud
diti di Faraone dando aprimi la- Circonciione, e gi co
mune oe iata in Egitto? Ci. iii-vero arebbe tato un
operare direttamente controalli proprjdiegni. Dee dunque
diri, che Mos nel racconto, che fa dellotabilimento della

Circonciione, d molto beneaconocere, che parla di una


coa aatto nuova; 'eno allora non conociUta , ;n da chic.
(b) Oris-"WWW" cheia praticata 2 quindiOrigene oiene () , che Abramo

fu il primo a c-irconcideri nel mondo, _come lo dice Mo


re q:zariizayi, 4' s; n dari coa pi naturale,~ quanto intenderein queo

fm pri/nm mor- eno la narrazione del Sacro Scrittore.


mf m'm
Cipoo, pu ore ancor dubitari, che Abramo non
WWW/"W"
ia il veroautoredella Ciaconciione? Tenghiamo a favor
uo un tir-olo autentico nelibri'di Mos, che ono i pi
antichi del mondo : iamoin un poeo incontraabile di

3600. anni ,- veggoni forti ragion-i -di queo abilimento,


e nel Signore che lo comanda, e in Abramo che lo rice
ve : il principio, e la continuazione di uo satto ono

infra gliEbrei certiimi., ed evidenti; non pu aegnari


'veru-noragonevol motivo -, che potee obbligare Abramo a

imitare in ci gli Egizzi, n i Fenici, anche quandopri


ma di lui aveero avuro imile coumanza. Fu egli em

pre mai lontaniimo dalle loro uperizioni, e dal lorcul


to, non ebbe mai con ei alleanza, n comunicazione, e

non quanto una indipenabile neceit vel corne . E


dunque mai credibile, che volese prendere da loro un cou
me qual la Circonciione , che al entimento `medeimo

di que popoli non -era punto necesaria, e non petevaer

vire , e non e a dare un alquanto pi di nettezza?

ESA

1 z9

WWWWWGBGDWGEOWGEGDGEWWNW

ESAME
INTORNO ALLE ANTICHITA" DELLE
MONETE _CONIATE,
.Per er-vi di upplimento alla piegazione dei *vaetto 16.
.capitolo xx. del Gene .

, A pi antica mam'er-a , che nota ia di


l -t-racare , - quella , che .aceva median~

-Dava -ne principi ciacuno ci che gli


era inutile i, -o uperuo, per riceverne
q-ucllo cheragli comodo , o neceario..
-.
;Ma iccome empre non avveniva, che
quanto manca-va alluno , li trovae ap
Prelodellaltro, o -che quei volee in cangiando disare
me; i veddero ben too gli uomini aretti a prendere una
materia prezioa, -il cui valore cognito, ed in variabile er

vie a preggere -il prezzo alle cole;'e per quea via ito
-glieero le dicolt della commutazione. Sue uentemen
tc l pens a contraegnar la materia con un pu blico mar
co, .il quale ne dimorae il valore, ne acurae il peo-e
la lega , .e atta la rende-(e per il commerzio . Con ia im

pronta altro non sintee alla bella .prima , e non di ri


parmiar la fatica di peare -ll metallo , e di eaminame la

bont, e la purezza . I Re, C_CQPL degli Stati, e-delle Re


pubbliche i riervarono convenientemente il diritto di ap
porvi la impronta., di determinare il .valore , e inieme di
dargli coro tra i popoli. Mali giudica, che imili cangia

menti non poterono fari tutti ad un tratto , -n tampocoin


una volta nelle divere regioni del mondo : -quindi , che
oerviamo la origine di coniar la moneta intempimolto gli

uni dicoi dagli altri , e ucceivamente appo i Periani,


i Greci, ed iRomani; anzi i veddero popoli intericoner
var luo antico di negoziare , anche lunga pezza dopo la

invenzione della moneta con ia permuta.

Al tempo della guerra diTroja non apevali ancora da


Geeci luo della moneta. Omero, ed Eiodo, che ne vie:
,Di er. Calma: Tele
R
di*

130

:S

.A

-dipoi, ,non-mentovano moneta ,di 0,70, -o dargento; epri


mono.bens`i il ;valor delle coe, con .dire :Chevalevano un
-certo numero di buoi, e divinontoni .: d-imorandoaltnes
le ,ricchezze _di ,un uomo _pel numero delle ue gregge, en

quelle di_ un paee_ per .labbondanza di uepaure, eper


(a) Hnmr.11;d.-5.I quantit :delum **ni-:tall: . 'Soggtugne @mero (a), tche
Emh' a. szu..Glauco cambi prodigamente le lue armi ~con quelle dl

co .Chronidis

Domede, cio, armi di oro con larme -diacc'iajm quelle

,ET-5 -cxeletdi -Glauco valevano -cento puoi, e quelle-di'Dornede non

Ds pres Tydedn'ne eoavano che_ nove. L_1leo Poeta (/7) .decriven'dola


Diomideateyche maniera , con (ur accvai ~1l commerzxo nel -cam-po dinan

amoibe

zi ;a Troja, dice, .che _1 compravano i vini di Lemno _,

Khrya .eheh-cio",dando gli uni .del rame, altri .del ferro, `e chidelle pelli ~
ecatymbox enne-

mio" _
Madama

,,

. . ,-

quei -de buoi , e .quegli .degli bra.


-Dacier

.I

' ,

__

.Gli Antichi, .e l Modermdiviiono 'intorno .-al pri

traduce-Unghie! mo autore dellamoneta raiGreci. Lucano,(c).attribuicene


1 ""'33.l'onore ,a ltono Re .di 'Ileaglia , gliuolo -di Deucalione.
C] 1,/
"
.
.
'Prnnus
Tbeallcce
.duHor tel/um. Itbonm*
Il Ceoglinpr
,In farmam calide Percut 'Pandev-t mua-.
.una grandezza `di
Fua'it (9* ,agenmm ammzr., aurumque .moneta
:''Te ?a gina;
Tragic, (9' immeni: coxit fornacibm cera.
*
1
, ,c e g 1 :
~
.
.
.
.
.
.
,
fare .coral Permu
Altri vogliono., che Enttomo ia _il primo, che 305
zz , che emb. Ateniei, .ed a"Licj abbianeluo comunicato. Dicei, C':
cotanto .propor- `-Erittonio foe gliuol di Vulcano, ,e allevato dalle'gliuole

:":m- KT" El': di CccropeRe di Atene .* daqueco puogudcari della ua


POVZ'CJ ,liorioiantchitk Agloene c1tato `da Polluce (1/) d agli .abitator
il {uo entimezo,.della Iola diNao la vgloria dellainvenzione dellamoneta;

(b) Idem /ad- H- mail pi comun _entimento l ', -cheFidone Re di Argo,


(c) WW- PW'L -il `qualera,contemporaneo di Lcm*go, ed"ItO, :mettee
[ib. v.l.

,`

(d) ?uz-1,91,, mm uo la -moneta ~nell Iola dl Egma (e) per porgere .a que
c-.

vpopoli la facilit di guadagnari la vita per via del .:commer

() ;Pim/m 1-v-1x zio ;non permettendo ,medeimi la *erlitdizquelllm


,(*l l-"l"-vl ' ;la di azverne ,altrimezzi . Trovani zpreememente .alcunevmo
"m 'm "U" '
-neteldi quel Principe (f) , -rappreentanti da una 'banda-quel
la pecie di cudo detto daLarini _Anci/e, `e 'dallaltra una
-zpicco'la -urna , -o un grappolo diuva con quelomoto .0140,
(g) P/uxazcb.in1y-'PHI'DU. Licurgo (g) con intenzione aattocontraria, *per
Nata.allontanarej Lacedemoni .dal -traco.~co~ranieri, fece una
moneta di -erro ,aai materiale, -che .inocata :temperavai

nellaceto-per renderla inutile ad ogni altro uo . 'Deidera


(h) jumlhzinvaegli, dice Trogo (la), che i negoziae nongi con lar
gento, ma benscol cambio delle mercanzie : Emi/fuga!.

non

INTORNO ALLANTICHITA, ec-

13!

am perunie, ed compenatione* mercim juit .~ e in Sparca


non tolleravaioro, n argento (a) e Al. tempo- del> Re- Po-(a)`* Anime! Lvr..
lidoro, circa centotrenta: anni-dopoLicurgo ,- i: aegna- '~ 4

lav vedova di? eo Principeunaqumtitadi buoi-per la* com*


pradiuacaa.. Cominciarono-iLacedemoni' ad` aver mone-~

te di; Atene',
oro, e dia
,, dopoche Liandro
accheg
giata
marento
uavanoolamente
per le ebbe
pubbiiche
ne*
cet, eendo vietato- aprivati il valerene' a; pena- di vi-~
ea.- (luci di; Calicmena non--avevanoaltra` moneta e' non
di ferro, non` altrimentichegliantichi. Bretoni'e I Bianti

ni` ebbero-parimente` certo danajo dipezzi dierro, eAr 4_ .


oane (12)' crive, che pei: tali moneta giurati-ano,
Eqbf-NW"
Quanto alla or-ma delle antiche monetede Greci , cre~

de"Plutarco

' ' a' 3'

,. che foero-fatte a` guia diverghe-di ferro ,. o (C) Pit/far/J-iilr

di rame .r. diqu, dicegli, che tnttavia oboli i* chiama "" "

no- le monete pi` piccole obolo in* Greco- ignifica una


verglictta ), e' che* id il. nome' di dramma (o pugno)
ad un pezzo di moneta, clic vale' eioboli,~ mentre-tante

appunto di' tali!. pi'cciole~ ver-glie' baavano pesempiernela;


mano Preteero alcuni antichi, che' liiOvdella` moneta, ia
ze trovata nela Libia ,. onellaPeria, prima che n-:Gev
cia .7 Attefa Erocloto` (ci), che i Lidi urono- i primi'a bat- (d) Henni- [Ja-.9
-:er moneta di: oro, ediargento, ed a va-lerene in. nego- .
,
.ziando.v Senoane citato- da- Polluce. (e) dice'ilmedeimoche () PAPA/ 1""

Erodoro :i ma non ci' accenna ,. quandocominciaero iLidj i i


.ar abbricar danaro-r im metallo, parendo, che' altempo- di
Creo- nonv improncaeroancor' 'la moneta .-~Le ricchezze ,.~ e'
i' teori di quel famoiunoPrincipernon- conievano, che
in oro, e inargento, in pani, ediminutigranelli, come'
pu dallieo Erodoco-ineriri
, il quale racconta' che ()- Hei-04416.4;

.avendo- Creo permeo advAlcmeone di prendere neluo te.aurotantor0', quanto ne poteeportare, coui: pree cer

.te uoi
vei abiti,
ben larghe,
ed eiitratoene'nella
poe inra
xi
enelle'carpedi
queigrani Tarpea
(g), 0- pol-'vere
di (ig) Pigmara .

oro, e icapelliieine caric. Gli antichi nominavano l


,oro in verghe, in pani aurumfaum; e l'oro- in grani,
o in zolle,
talqualetraevai
vumi,
aurum
fue-Sum'. ' dalle miniere ,, o dall arena de
.
Prima di=D`ario` gliuolo d'Iiape
non apparice, (h) H,,-,,,{,,,f_ z",

ete i Perianiabbi'ano'uato moneta ; regol-bens quel Prin- c- 89- (If-*1.


cipei tributi-delloro; edell argento , che a lui da udditi i
doveanpagare, e comando , che, chi: voleval'o sborare in ar
R

~`

~_--~`_"_`h~`

*AL-7

2.-

`^`

~ gento,

13:*E S A M E
Sento, Io pagaejal- peo deltalento di-Babilonia', equal?,

che il pagniero- m oro ,. lo deero al peo del talento di


Eubea . Dario faceva fondere diintamente quc oro , ad ai
gento-in certi vali di terra, e qualora erviri di` eo mc
talloveniva in grado, pezzatir ierociuoli, tanto quanto ne

(a) Herod-Lmo., abbxlognva, tagl-iava Mora ErOLiOtO-(), che volendo


il prelato Principe eternal-e la tua memoria, e battere al-

cune medaglie di ore purimo, ciocch mai-non eraato


da vel-uno altro Re praticato.; e tal. moneta, per quanto
dicel, Darica u nominata..
Gli altri Storici molto con Erodoto u'queo-punto fi;
(b) &MLN-Wal- accorda-no Policrito cirarodaStrabonc ([7) auea, cheiRe

"

Periani cuodivano ne lor palagj, enelle fortezze largen


to ritratto-dauibuci, e. tanto ne riducevano a moneta,

qnanto era duopo-pcril loro uo, e dipendio-r e di qu


, che aveanoquali turco llargento-in verghe, e poclnll

(c) Diodr Ni-4L' mo in contante.. Conferma Diodoro (c) ildetto di Policr'


""1"
to; notando altres ,. che Aleandro trov: in Sua pi di 40.
mlatalenti di oroinpani, iv- conervati da.- lunga .pezza
pe biogni. necearjtlelloSratozle non vi trov-,che nove:
mila talenti di oro inv Darichc. Quinto. Curziovenecal'
aula-50.-.mila talenti, argenzi non ,gnati forma , [ed rude'

pondere; I. Re di Peria anche-al ci-doggi nonanno basw


tere moneraverunadi oro , alvmche certe poche per gi::
tare- al..popolo- in- congiuntura del loro elevamento- alla co-
rana ,i nequee
onodi
prezzo-duerminatoz
uguale.Parri
Fi
() I'ih [iP-'Xhe-nalmente
Giuino
(d) ci
a~ apere, che gli eantichi
non, adopetavano migliamLmemUi, che per. adormmen
Lo-delle armi loro,
"

Dopo Dario, gliuol d"A Ipe, i veddro in Grecia


(e) piu-mb, 'AW- molte_: Daricher e daPlurarco ben cona. (e), che tal qll"
pbtagmLat-oru'tr.- lit dl-moneta era marcata-nel rovecimcon tm Saglttaol.

Ageiho Re di Sparta, eendo cotretto di abbandonar lAia,


per. venire al lbccoro-defuoi ati, dice chera-'incalzato
da trenta mila arcieri; perch Dimocrate avea- ditribuito
_trenta mila Dariche agli Oratori di-.Atene, e~diT~ebe, a.
ne di ar dichiarare-,la guerra- aLacedemoni. Mardonio u
laciato da Sere nella Grecia con moltoro, ed argento in

U) Hera-41% tx'- tum


monetar,
ed in-vergheon gmi. baberet.-

Cum.- muhum
aura' un igmi
,
'
l

-QPMZO' 1 - detto di opra delle` Dariche battute da

Dario glmolo dTlach , prima che vcrunaltto dc Re achi


e

INTORNO ALLANTlCHITA, ec.

zz;

i e imPreo di ario , vien contradetto da alcuni Autori, i


quali vogliono eere iate lantico Dario, e non quello d
Ilape, che abbia dato il corlo aimil moneta. Citai a a
VOre di tal entimento lo Scoliae di Ariofane , e Suida,
*il quil ci ragguagta, che le Dariche antiche ur monetate ,

non dal Dario padre di Sere , ma da un Dario pi antico.


Crede , che il Dario pi antico ia iln-ominato dalla Scrit
tura (a) Dario Medo, e conociuto orto il medeimo no- (3) nam-e; V, 3,.

~me appreo Echilo (). Sl. pretende, chele monete chla- (b) [Eclvyldn P

m-ite Darcmanim, e Anni-coni? nella Scrittura (a) , ieno le :.


Dtlxicl'le dell antico Dario, le quali erano in uo nel prin

6 Z9*
9

epio-del regno di Ciro. Avvi parimente chi aerma, che '


_
gli AZMCOIM giraero- al tempo di Davxd-e. Aitri (d) per ( d) Vidf SferIl-lg.

credono, che toe una monetaenzaimpronta, un emplice de mmm "o "-"


pezzo di oro, o di argento di un certo peo , e che Drac
monimderivi dal Greco Drop/ama, e non dal termine Dari
co. Comunque ia, non conoceiora verona antica moneta
n deLibj ,- n dePeriani . Le piu antiche medaglie, che

marcate iveggono-'nellc Gallerie, ono Greche; e tra le


Grech-e , le pi; vecchie quelle della et di Aminta Padre di

Filippo Macedone., eAvolodi Aleandro Magno. Ci parla


L Ioria de Demoei , ed Hecztomboei negiorni* di' Teeo :

ma non certo eere ati una orta d-i moneta coniata.


Stima* Sperlingo, che foero eerti- pezzi di~ argento enza

gura, diun tal' peo, edelvalore di uno, di dieci, ovve

ro- di cento buoi .


i. ~
Non biogna dunque immaginari , che quando prima di,
Aminta 1 parla; delle antiche monete de Greci, quee o
ero pezzi di oro, o diargento della forma preo a poco

enori, e marcati-con qualche naturale , o imbolica fi


gura. Le antiche monete non erano probabilmente impron
tate; o- pur e lerano, ci- acevar per certicarne la lega ,
determinarne il peo, e toglier via la briga di' bilanciarle.

Quantoame, ento a peruadermi, che i pezzi dell oro di

Fidene qu opra accennati , foero coniati del uo :tempo


in Grecia, e che la moneta di oro, e di argento impron

tata vi abbia avuto coro prima , che vi foe introdotta


`quella dePerani-. Reea maraviglia, quanto i metalli dell'
oro, e dell argento foero nell'et rival-'core radi in quel
paee. Racconta Ateneo (e), che Filippo-Re' di Macedonia
.
poneva oiornalmente nei coricari otto luo capezzale una (e) Ai-L ['5- V!
,

piciolatazza di oro che avea: tanto Egli hmavala, attea 4

134

ESAME`

la rarit di s fatto metallo.. Anaimeno di Lampaca ,dalla


ieoAutore citato,dice ,v che il monile d oro-di Erilo nom
addivenne s altamente celebre in* Grecia ,i e non per- la ra~

rit. dell oro; e che. in que tempi 1. mir. con- iupore. una'
coppa di argento, per eere ci unacoa. nuoviima . Gig-,e
Re di. Libia. u il prima, che preentae oro, ed angento
al tempio di Delo .- avant-a-lui nonvitmirava y. e non]
rame ,\ e queoancora non- gi-in* iatue , o-altri` ornamen

ti , main oli treppiedi, o-caldaje.. I Lacedemoni avendo


in cuore di dorate ilvolto della. atual di. Apollo, e non:
avendo trovato oro-inzGrecia ,_, conultarono l. Oracolo ,, per'
apere da chi- ne aveero. potuto-comprare : ei-giindirizz
a Creo Redi Libia ,. chead ei'omminirollo.. Jerone Ret
di Siracua. deiderandoxdi oetire-a Delo un egnale di vit
toria ,, che*noi~ diremmo voto', e- un treppiede di' oro, e'

cercare di queo metallopertucta la-Grecia ;, trovoene a


lat-ne in.Corinto appreo di un' certo- nominato Archite-~
[e, che aveane.adunataeunagrandiima quantit, compranr
dolo via via a minuto.. Architele oltre il peo a. lui'dimano

dato,` regal al Re un: pugno: di eroe, ed ilPrincipe' man~


donli in riconocenza unanave. carica. di iumento ,, e altre.~
~ eole .. E chi pu~ora> immaginari, che allora lav moneta di,

oro, e di- argentofoe comune in Grecia, o nelle Iole ? Li

(a) Plum Litta-g.: curgo (a), e Platone: (b) nonxanzmettonooro ,_ n: argento


x,,,,,pl,o,,_,z,, &Pu-h nelle- Repubbliche, credendo eer baevole. il ferro-,.ed--iL
. Laeed.
~
rame .. Plutarco-:ci decrive Uantica. moneta c'ompocaola-

;Zig/ani. V--l' mente di piccoleverglte di etto ,. e

rame,

popoli. deL

(c) Lan-m aim-1 Peru (e) non-ervwani _poco-a ,,. chedt alcunepicciele maz
Horn-.1.1.drorig. zettedterro, in- vece* (ll moneta .i Nor-abbiamo-gi dato a;

Glnt-Americ-t- 3- vedere, e appreioancora oerveremaaltri popoli ,. che ne?


' tempi andati non. ebbero altra' moneta ..
4
(~UDr4roCoryr-r
Alcuni; antichi ((1)' hanno critto,` che Giano u il pri
;'lm "il mo, il' quale facee' battere'monete di ore inltalia. L im

' ' 4

magine di quello` D10, che mira-vai) nelle pi vecchie me*


daglie dItalia, e di Sicilia, edanchein-quelle'di alcune*

Citt Greche, rappreentanti daunaparte- la, gura- di Gia


no , e* dallaltra una' nave' ,. diede peo mquea opinione,
che non per troppo ben-fondata ; imperocch le monete ,
in cui corgevai Giano, erano` di' gran lunga poeriori .al

tempo di quella ala Divinit , e coniate puramente .per.


. conervar la memoria. della ua' venuta in Italia..
A:

.INTORNO .ALLANTICl-I'ITA, ec. 135


' ;At bond'poeritaspuppm -gnavvit ai ?Ere ,
:Hof-pink . adventum -tcata Dei,..

'Quantunque ;i ;Romani .adoperaero .daprima i-metalli

nel traco, contattocile :principaliloro ricchezze con'i-

Il-:vano in teampifedin beiami (a). .Peavai bene lantia) --Pl'm. 1.Mx. e. 3.


.

vca loro moneta,v ;ma-nonli contava (b) , ~coniendo lPCZ-(b) 14,, Lux"
zi :-dizroz-zoxame, `e enza egno .* .Eswude. I'll 'Re Servo e'. 3.

~comincieaarui colpire delle pecorelle, e dbuoi, donde


-deriva-il.:nome ,di Premia ,dato alla moneta

: ?Ser-vi: (e) Idem,-'lb.v1\[

`cruium baumqueyrimpitsiegie ft: guapif. Aenma Varrone., "- 3

(d) chelpreato.Prmc1pe;dipimapio a_ are la-moneta dis)mmdpych.


._argento ;* _Nummum urge-1mmcoaatmnynmuma Ser-wo Tul- :ria-m [ib. l,

;lio dimm. Ma Plinio o'iene, che olamente *cinque -anni


:innanzi alla-prima guerra :de-Romaniccorrtro ai Cartaginci

egui, che in 'Roma'ius-la ?coniata moneta di argento;


'--n prima della *vittoria riportata contra ~il 'Re .Pirro eraene

;mai vedutmdi imil fatta -.~ IPopulus-;Romanursne argento qui


-dcm gnazo mite -Pyrrbum ?Regem dwium-ufus r. Quindi
da moneta .-'-'di argento .diServioznon-era probabilmenredm

;prontara.-lnoltrellinio -oggi-ugne , che -non 1 principi


e `non da indi a .z..anni ,-.ocirca a battere lamonetadell
:oro .

Al 'tempo della primaguerracontro aCartaginei i e


-cero due qualitdi *monete di rame,- la pi peante, e ma

"liccia ( E: graue) ufda runa~parte marca'ta'con \un capo

"M' _

:duplicato di.~Giano,-e al 'uo .rovecio diuna prora *di tia-,$21 LMUS


've,. Negli vazdi;due-once i rapreemavano i navigli;~~e,G,-da, *unzn'pecje'
`-nelle -monete .di ;argento ;mirava i un-cocchio a due ,~o `a di oglia'dioro, a
-q-lattro cavalli_ ; ;per il 'che u dato loro ilnomedi Bt'gatABU di oglia d
7
.
~
- :
~ *
O
dl. .szdga.
-leio,~da
cui . abbiamo ` tratroque noti

~zie , par che .`dica~,~che l oro foe emplice-mente'contre-_Wuz-bocca un,


-gnato ~con`Ia-{igura.~di un qualche 'BHIlUBlClOFllFO- _
Mup-fna ;di Egit
`Non bbiam-poi prova rveruna ,-che gli Egizu , e iFe-LW, * 'LUTTO nel
. . . .

- `-

- ~

Dialogo del Lutto

mc; improntaero moneta prima rdell-Imperio de_ Greci indice che'imettevz


Oriente, -non avendol monete , -ne medaglie 'antichediFe-;unv31,0me [z
nicia , e diEguco (e). Non 2PPZT!C,`Chel Galliabbiano lingua -demoni ,

avuto luo del danaro .avantilalor oggezione a Romani (Per Page il. lor
Loro che trOVom Toloanel Tempio, 'e ne Laghi agri,glf:u_b"
era un metallo mozzo, eenzaattura

: .Am-um atquear (4-) suba l. w_ p.

gentum inelaboratum; `cio , 'a guiadi ciambelle, o pialre di '_3" "Myloxs phr.

argento battuto .a `martello . -Aiando `Giulio Ceare entrlifs "811078 ~


nelle Iole .Brittanniche ,non navi-altra moneta, "e "WIP
cio e

!36
ESANIE
.
(a) Solin-raP-SS- cole lamine di metalloenza impronta. Attea Solino (4),'
(b) :Haba I. ul."

che quepoPoli non aveano luogo di mercato , n tampoco


moneta , conendo tutto il lor traco nella commutazione
delle mercanzie (b) : Nundzinas ac nummum refutant; dont
re: , (3 accipiunt .- Mutant ibn' necearia poki: quam Pretir

par-ant. Certi popoli antichi della Spagna avanti la venuta

deFenci nel lor paee, c ancora da l a molto temponon


tracavano , che i-n permmando ci che avevano con altra
coa; o pure tagliavano un pezzo di lama di oro, odi ar

(c) Idem I. Vl. p. gentO, giuo il valore di quel che compravano (o).
3Gli Sciti (d), ed i Sarmati non apevano ci, che i
(d) Mel 1 11.:.1. foe loro , e l argento; eercitando tutto il lor traco in
icambiare le coe : ./Iurargenti maximarm peliumjgna
'vice rerum
commerci-1 exercent
. I popoli
di Albania
, e ,i
(e) "45" l* x" P* ri,
allintorno
dellAraenon
tenevano,
dice Strabone
(e) mo
35"'

nete, n`c miure, e non contavano al diopra dicentot e

anche tuttora i popoli della Circaa, e-dell'Avocaiia non


hanno uo veruno di denajo.

('f) BPrnntom. 1.
Bcrnier (f) dice non eervi moneta nella Etiopia, e
(8)53,l-* che in Bengola [g] ervoni di piccole conchiglie del mar
gf":
lndou- deMa-ldivi , i-n vece di moneta oaa. Turco il com-marzia
(h) Chardin , Vo,d1Mingrelia (1.1)_ 1 a per Via dipermuta, dandoi mercan
yage de Pere mm. zia per mercanz-ia, non avendo l argento prezzo fermo tra
{- p.91..

que popoli , e la moneta che vi 1 vede, o-rciera. Nel

) m'

la Tartaria

la moneta ormata della corza interiore

del Gelo, che -eccata, vi s"imprima ovra il igillo, e lo

temma Reale : e i Foreierineglj atidel Gran Can non


poono uare di altra moneta. Ai-tone raoconta , che nel re
gno di Catai non i adopera per moneta del paee, e non

carta , o cartone arto a quadrucci , egnato con 'larma del


Re. Le monete deClrinei ono piccoli pezzi, o p-icciolc

verghette di oro , o di argento , ill cu-i valore dipende dal.


peo; onde per pearle portal una bilancia allacintola : ed

hanno olamente oldi di rame improntati `con le armi del


-pa-ee , ovvero certianelli,che inlati portano in un cordone .
Servono nel Mogol -per moneta della minor valuta imit
chi, e le nrmdorle lveri. Nel regno del Siam , e -nel
Giappone il denaro xnon marcato come ilnoro; *er-:el

Meico la moneta un piccolo rutt-o nominatoCaocao ,


che erve a are la Cioccolata. Non e pi di un ecolo,

che i Lapponi cohlmanoilmctallo coniato. Nell imperio


di Etiopia loro, eil ale ono il olo denajo, di che 1 va
gliono:

INTORNO ALLANTICHITA, cc.

137

gliono : loro - ,in lahe, e il ale in or-ma di tavolette


alla lunghezza di impiede, larghe egroe-datne dita. La
moneta del regno di Lar (a) conquitato da *150. .anni a (IN/'0762 [e, V054,
da Periani ,era un filo di argento tondo, egroo -come :una ges de Taverner,

penna dacrivere, -addoppiatoc lungoquanto un dito , Oa e Pl Vena-i*


unoncia. Vedelene --tiittavia in vquel paee.
*l* '1"7'"
Dal tutto-detto in qui in ordine alla-origine delle *mo
nete improntate, ed -egiate infrai Lidj, Periani ,-'Greci ,
Romani, e gli altri popoli, ar molto ben dicile il per.
uaderi, che gli Ebrei-aveero della moneta battura al co
nio, come la nora, in tempi -in cui eerrimo., -clie tal

.noerane agli altri popoli ignoto; e -segli- vero, che i


Fenici, e gli Egizzi, iquali erano pi vicini agli Ebrei,
e che v-i tenevano maggior commerzio, non abbiano avuto
.moneta prima che i Periani, e iGreci ne diondeero la

.uanza-nel mondo, ipu degli Ebrei fermamente -aerire


vlo eo. Eechiele (JJ) ,-che-cidecrive alla diea -ll tra-

_,

.
. .
.
(b) Ezr:-c.KX\llo
co , e le ricchezze di Tiro , non dice parola, -che poa ar 12.2.:.

giudicare eer-vieoumatol argento coniato 'm moneta :.par


hci olamente dell oro, dellargento-, dello agno , del piom

bo , vdel rame , del ferro, -cheponeva-no nelle loro fiere.

Ma nonbalta addur qu argomenti negativi, e delle


`conjetture, avendo noi la Scrittura, la-quale orvvente ra
Sgiona del traco, -e dellargento deglianrichi Ebrei. Trat
tai di apere, e-tale argento foe ridotto in moneta. C'
informa Mos, che Abramo era .non olo ricchiimo in be

iame, ein ichiavi; maeziandio in oro, ein argento-(0) (e) 90,4; nn,...
Compralo eo Abramo (d) [ma caverna per eppellirvi (d) Mia. xxx-.269
Sara per-laiomma di'quattrocento icli di argento della pub
blica moneta , che correva appreoi Mercanti : -Abimelec
[e] Redi Gerara re al mille denari diargento :Giueppe (e) [Mixx-16.
(f) u venduto da-1uoi fratelli per venti danari di argento: (f) Ibid.xxvn.tk.

Giacob (g) inviandoin'Egitto 'i iroi ,gliuoli per compera (-S)`G''f~ xlvu.
re delgrano, di loro del-l argento; e gli Egizzi medeimi "hm"
(b) portano @Giueppe tutto largento_~cheaveano per com~ (h) 11,54_ 31"14,

prarda vwe-re nel tempo della oare-ia. Tutti quei pai


provano con evidenza il traco medi-ante l argento in con

tante.. Ma di qual natura eraicomlamoneta? Marcatafor


e, e .di un peo uniforme,comelanora? oppure empli.
cemente di buona lega, e di un certo peo, ma enza par.
ticolar contraegno?

Se tal queione i .dovee decidere con la pluralit de'


r

Di .er.Calmef.T-L

voti,

133

ESAME

Noci; il entimento , che vuole , che nella et di Abramoat


,foe argento monetato e marcatqenza dubbio la viheereb

be. Main una quiione .di 'fatto come quela , .debbonpi


.

.too ponderar le ragioni, che .contare ~i uragi; conviene


`eaminare il tco in leeo, .e coniderare, -ove lepreio
.ni di Mos .naturalmente neguidino. Non leggoni nel uo
xeo, ;e non'inomi de metalli di -oro, e di.argento, .il lor
peo, la purezza, ,ed ilcoro appieo imercanti: ma tutto
ci nulla decide a avore ,del marco delloro, e dellargen

vto ; .non ,trovandovii .maiuna parola , .cheprovi la impron


ta, la gura, o la orma della .moneta. /I nomi di Siclo,
`di Talento, di Gera, diBeka, *ono .nomi di pei, ~e non
.di monete . Il coro dellargent-:o appo i me-rcadanti non .
;gi una prova, che largentofoemarcato, o battutto ;

perciocch conoconi popoli vinteri anche .al preente, che


_tracano con oro., .edargentoenza ,alcun vvegno . Fa dun
que di meieri concludere, .chei pali della Scrittura da noi
.allegatinon provano, .che gli Ebrei al .tempo :di Abramo,
e de Patriarchiaveero monete _di argento coniate . il .termi

ni di peareil metallo adoperati in qualche .luogo dalla Scrit


,tura molrano altres l uo :antico ,di .contare a peo l argen

((2) cm.-xx1u.6.~\ prima che il valore di ogni pezzo foe determinato :dal
egno, ~che dipoi vi rappole. Abramoa) pea quattrocen
to .icli .pel epolcro di Sara _: iratelli .di Giueppe gli ri
portano largento .da ei trovato nel -ritornarene via en
;tro iacchi, in quel peo ,che ve lavevan trovato, Argen
(b) Ce.-xlxu._zr. mm in ;vendere uo (). Il iclo , e il talentoerano pei-co

muni, di .cui ervivanl per peare qualivoglia orta `dico..


'(C) G"'-~"~`"~ '- e. Mos (o) dice, che le :maniglie donate .da ;Eliezero 3
Rebecca peavano dieci icli, e due gli .orecchini _>.- ordina
(d) EW[- 'X' "I-(d) ,di prendere il peo dicinquecento -cli .di mitra, .e du

24'

,gentocinquanta icli .di ;cinnamomo _al -peo .del -Santuario

(e) ;5x04 xxxnu- per comporre il profumo. Egli altrove-racconta (e) , .che i

9-

oerirono perle operedel`Tabernamloettantadue;milata

lenti di .rame
, e ,bennelibri
i a, .che
il :rameache
-noni capelli
-entrava
nel ~
(f) 2. Rf!,- x 25_ commerzio
. Leggei
deReUi),
di Aalonne peavano ,dugento icli, -qualorauna-volta lanno a
(g) Zl"C-P-V~7-.cevalegli tagliare . ,Zaccaria.(g)~in vece di dire ,una maa di
piombo, .dice un _talento :di `piombo, per eer generico il
termine :dixalento , -non ignicando neceariamente .una
qualit di -moneta, o una omma particolare.

Nelibri critti dopo Mos i notano le ;medieitn'ie e- ,


pre -

WTORNO" ALLANTICHIT'A, ec. "139


preioni, ripetta* alle* monete ,4 e apagamenti . Ci rappre
enta- Iaia (a) quegliempj, che peano largento nella bi- (a) If; a x1,.,~..5.
-lhnciavper farne un- ldolo Pea- Geremiain una: adera
diceette pezzi di argento' per la~ compra di un campo Per

7
je"hxixi'

.pear la-moneta noi-imiamo ,. che i portae ordinariamen


ec all-.L cintura- una bilancia ,, e-alcune pietre di un-certo pe
o, o pure veri pezzi di rame , o di piombo ,, nominati Pie-
ere nella. Scrittura .- Proibice Mos (o) di. tenere nella me (c)` Dmt.- xxv. 15
deima: bora; divere pietre :-~ Non balze/iis. in eat/em' acca/o
dUE Pandev-rt', (lEbreo'laPidem (YZpirlcm) za/us (2' mi
ur .. Vuole lieo Legislatore, che gl lldraeliti-ucendo del

campo per'le loro= necet- corporali ,. portino` empre unav `


:appetta- oltre la. loro bilancia (11).. Pu` conultarr opra (d) MM- 111-15
queo~ luogo il noro comento.- Si odonoin Amos. (e) gli (6) MW" 5'
avari ,.- che iquerelano ,. ei lamentano, perch troppo pe
e e frequentifono le ee, e che vicendevolmentei eor
tano a minuire le loro- miure, a ricreccre ilpeo- del i
clo, a erviri di fraudolenti bilance~ Immmuamm menaram, augeamus eum,,uPPonamur iate-ra: doloa:.
Per evitareinrigliantiiimerodi, conervanli nel' tem
piole miure ed i pei, e volendo la Scrittura dinotare un
peo giuo e icuro , ua~ quea eprei-one; al'pea dei Santua

rio Nelibri- deRe


i trova'- il Peo del Re' , o~ il Peb (f) mich-ammuzz
pubblico; perocch aSovrani appartenevai la cura delle
monete , delle miure, e de"pe\i ,. e' di tutto quantoconcero
nevailcommerzio, elapubblicaicurt .1 Crede sperlingo,

che il peo del Santuario, e quello del Re ieno mei per


~ contrappoo~al peo raniero de Fenici , degli-Egizzi, e de'
,p Cananei.v Il iclo` Ebreo era, per quanto dicei, pi grave"

del clo, o del' peo degli altri popoli, _con cui tenevano
corripondenza gli Ebrei. I pi de Comentatori aeveranO
' eervx tra' gli Ebrei: due-orte di peo, unoagro,v profano

laltro, ocomune; uno del Santuario, e laltro del come


merzio ordinario ;f e che il`primo coava' il doppio dell al

tro. Maquea opinione non embra bencerta, eleragiOr


ni che i adducono' per oenerla, non- ono- convincenti.

Giovanni` le Pelletier nella ua Diertazione del peo de


~ capelli di Alalonne-intende, eheil peo delRc ia il peo

di* Babilonia uato dagliEbrei nella chiavitudine, e dipor


neltraco. Chiraccole'i librideRe viveva neltempo deli
Babiloneeervaggio, o poco dopo.

_Gli' antichi
Ebrei
altro non coumavano
in tracan` i

S 2.do ,.

140
ESAME
do , e non oro , ed argento . Se trovani delle loro medaglie
di bronzo,o on ale, o furono olamente battute otto i!
(a) na-l'una 05t. I.

overno diSimon Maccabeo. [Turchi , gliArabi ,gli Egiz


zi, e gli Orientali per la pi parte non tengono (a) anche

1.!.103.

preentemente altre monete e non di oro, e dial-Sento.

Noicrediamo , che queti- metalli foero in larc, in


verghe, in mozzi, oin pani, inquel modo che poc anzi i
(b) Ge. xl. 35-.

decrie.- la moneta de Chinei. Oervai ne Salmi (b)v la e

Ligtar peru/:im- .0:

preione di minuzzami, o~ di rammenti di argento, frag

14m. v H. zo. Vul'


gat- Jaccu/umprru-

menm argenti, calpeatidaGrami .- quei pntevano eere


pezzi diargent, ominuzzoli taglia-ti dalle verghe . Si trova
ene peo ancora quea epreione neLa Scrittura , ligamm

ll o

(e) 4gg. [-6- San

argenti, (c) unaeio, oagotto-di argento-

r .
(d) .70,171.- v. ai.

dinotare bacchette , o piccole-mazzedi argentolegate inieme

:. il che pu

allincirca, comedecrive Plutarco gli oboli , un pngno dc


(e) Gem-f.: xxx: u..
19.

quali faceva ladramma. Cneo pero, che talvolta ((2)1334


re l'argento ,. ignica.- in volt-;Arlo entro una tela , o-riporlo iu
una bora . Ma ci non contrario alla nora eonghietfura .

Acano troua tralepoglie di Gerico un regolo d-i oro, gm


lam nare-1m ,' l'Ebreo ,,unahngua diam di. 50. licli ,. e oltre a
ueo il peo- di zoo. clidi argento. Davide non lacia- ai
luo-figliuolo, e non oro, argento, e name inverghe, o in.

anni. L oro ,. che fu-porcatoadAron-ne perare laureoui


nello, quelloche venneoertoa. Mos per comporre il Ta

bernacolo , equelloche il popoio-preent a: Gioia per Le re*


aurazioni del tempio, non cra monetato ..
Bench l eercizio della mercati-ira mediante l'argento

foe inra gli' antichi Ebrei comune ,, non i laci per di


continui/are il traco-per via della commueazione; LSettan
ta , la Volgatm,` il Caldeo , e il maggior numero de Comen

tator-i accertano, che Giacob-compr appreo i gluoli di

Emor padre di Sicheml-a-pante di- un- campo percento agnel


li, lEbreo-K'emb; termine invero moto incognito. Pu

vederi u queo pao ilnoro cemento . Ma e un-qualcuno


volee oenere, che in queiio- luogo Keimb ignica una
qualit dimoneta conla impronta di un agnello, e ulitata ne

giorni di Abramo, imiamo di nondoverci applicare di pro


() Gau- xxx- 33 poito a conutarlo; mentre ne creder empre ci , che vor
(g) JIXXl 1.18
(h)]ub.rl-4.Pe/1rm

pra palle, Z9' tune? ,


gti-e [uz/t bom, da
Ht Pra anima ua .

r . Giacob
non dimand aLa banoin ricompena de uoi
udori ,, e non e dei beiame.. E il pre-ato Patriarca [g] al.
tro non don al uo ratelloEa Lv aurore del libro-di Giob

[12] dimoraancorailnegoziareper mezzo delcambio, qua


lo:

INTORNO ALLNTICHITA, ec.

x4.:

lor dice, che l uomo d pelle per pelle, e.cl1ei lacier in


icambiamento tutto ci , che i vorr per alvarne la vita.
LAntnre dell Eccleiatico ininua lo eo coume , allorch
dice (a) non eervi coa tanto prezioa, che non poa per
(a) Erri-mp. xx.

mutarli con una perona dotta. Finalmente il Profeta Iaia

LS.

(b) da a divederein una maniera preciiima il traco del


la premura .~ Venite, dic egli, a comperare vino, e latte (b) [ai. c. lv. 1.2.

enzargento, e enza cambio .- perch ne peare il volro


argento, etravagliate per comprare del pane, che'a `atol~`

Venite, alte Hi/1.':


urge-ma, ! ali/im:
1/a

,larvi non bai-a? Giuda


oerice a Tamar un ,capretto
della ua greggia. Salamone [d] d puramentedelgrano, e

omma-razione

vimlm, ! [at.@\la'r
appendizir arj-;anmm

dellolio ad lram in ricompena delegni , e degli operai, M i PNU', la

che avevagli omminilrato. Oea [aj, compralauamoglie

Imrem vemm non


in [htm-ita?

con quindicidenaridi argento, e un coro e mezzo di orzo. (e) Gen. xx xv!

I Letterari i ono al preente bene avveduti del alo

l 7.

credito, cherai voluto dare a certi icli pretei antichi, e (d) 3 Reg. v. xo.
cheigiudicavano battuti nella Giudea atempi di Davide, (e) Otra-ap. lu. z.
odi Salamone. Contuttocch foe ci aai recente, compa..

rato alla et dePatriarchi, e di Mos; non laciava per

di dare alle monete Ebraiche maggiore antichit di quella ,


che poa aennarene alle monete deGreci , ede Periani;
e avendo coteiicli la loro leggenda in caratteri Samarita~
ni, concludevaene eere ati coniatiprima del Babilonee

ervaggio ; ante cheiandava perluai, che gli Ebraici an

tichi caratteri foero gi {lati dagli Ebrei dopo la cattivit


interamente annullati. Siccome quee medaglie portavano
da una parte le eguenti parole , Gerualemme la Santa ,~ e
dallaltra , .S'clo dIdraele; cos e ne ineriva, che tamo.

nete non potevano eere iate improntate dopo il regno di


Geroboamo opra le IO. Trib; perciocch gi-di allora non
era pi Gerualemme la Citt Santa, nella opinion dIdrae

le eparato da Giuda, eda Beniamino. Era dunque _d uopo


accordare, che tali monete foero battute avanti lo cima

di Geroboamo, e nel tempo che le tz. Trib riunite otto


limpero della caa di Davide portavano in comune il no
me d Idraele , e concordemente riconocevano Gerualemme

per la citt Santa.

Ma egli bene agevole diar conocere ladebolezza


del principio, u cui ia fondato tutto queo ragionamento,

e la alita delle coneguenze, che e ne deducono. Si up


one , che i caratteri Samaritaninon foero pi in uo tra

gli Ebrei dopoil ritorno della ervit; e che allora :Em i


.
r.

142.
E S-` A M E.
erviero: pi., e non decaratteriicaldei ,, i quali tuttora
veggiamo nell EbraicheBibbie , dicheei 1v vagliono - Ma.
un arto deciivocontra di tal entimento, che le monete
Ebree-fabbricatenel tempo di Simon. Maccabeoono mar-
cate concaratteri chiamati Samaritani , quando' dovrebbero

diri PletOO Fenicj, ovvero antichi-caratteri Ebraici : e


gliAntiquarj_ on di parere , che turtC le. monete ,. in-cui
ravvianocaratteriCaldei, o Ebraicimoderni, eno ale..

Dee per direne altrettanto delle- monete ,r che ci u precrip


tano, come e oero della et di Davide, e di Salamonei.
portando quelle medaglie-in e ee il contraegno della.

lor alit ,. perchmoderno eilmetallo, e perch bene pe~


o puerili onole impronte. Se neveggono-ancoradi bron-~
zo~,ve noi abbiam dimorato, che ` li antichi Ebrei" non l"
adoperavano nel, commerzi0. Attela Sperlingo , che-tutte

quee monete non ono compare, cheda' uno ,, o due ecoli.


in qu; ed aver-econociuto un~ uomo ,. che~teneva un- or
nello in Alazia, doveabbricavane. Dice Pacino, che in."
moltiMueidi medaglie da eo veduti, nonvi ha maitre.
vato-un:
iclo
antico, . che
e vero
More]
confea
i veggonodeveri i'cli'; ma oie

ne , che tutti ono del tempo di Simon MaccabeOL-Ecco il`


entimentodepieruditi da noi conultati-opra di tal ma
teria . Sicch annoveriamo~ tra leale medaglie, quelle di.

Abramo', nelle' quali' i- ravvia' egiato un vecchio da una.`


parte, e un vitello-dall altra .- quelle di Mos,-in cui da
un` lato- mirai egli con la tea cornuta ,. in quella guia che ,

.- - '

rappreenta Aleandro Magno, e'alcunideuoi-Succeo


ri, e a rovecioi leggono quee parole : Voi nana-urne'
Dei mneri al mio copetto..Riponghiamo'altresi nello e

o numero-lemedaglie di Giou. con- ladmpronta' da una


bandadiun Toro, e dallaltra diun Liocorno;v e- quelle di
Davide colla uav taca" da un vero, e dallaltro una torre;

e quelle di Mardocheo, da una banda delle quali li oerva*


i-l acco e la cenere, eper loppo'o una corona. Ributtia-

m0- altres quepretei icli, che imorano in alcuniteori


di Chiee antiche , eche r pretende eier di quelli dati
a; Guida* in prezzo del notro-Redentore ..Quee ultime m0-
nete` onovecclie medaglie di Rodi, rappreentanti' da una..
faccia. la. tea del famoo- Coloo- dedicatoal Sole, e a ro-`

vecioQuanto'averiicli
una roa .
bbricatialitemPO di'Simon Mac,

cabeo ,

zh -l

TNTO'RNO ALLANTICHITA, ec.

,143

cabeo, noi leggiamo-nel capzxv. del primo 'libro -deNIac


cabei, che AntiocoSidete Re della Siria ,permieal Som,

mo Pontece'Simone di batter *moneta col proprio uo


conio : -Perminimus tibi _facere PercummPrOPrii mimi ma

,tir in regione ma. Ma iccome-none; permeo agli Ebrei

'

di are impronteed immagini, contentoi Simone di fare


colpire nelle medaolie cheecebattere, alcuni emblemi,

o certi .-vai del teriipio; -per eempio., unurna,-0una


tazza , -ovveroda una parte lo rumentmmuical -della lira,
e dallaltra-una palma *col uorutto,-0pure unaoglia di _

vite, ounzmanipolo dipighe, -odelle pighe, ovvero -una


.qualche .:altra acci di imile,con leicrizioni da :un lato
jclo,-omezzo licia dldmele, econdo laqualit-del dana
jo; e :dallaltro l anno 1.2.3.4.05. dalla ,liberazione .di

Sion.. Non trovandi>s`i fatte monete,cheidi quattro.,


o cinqueanni, bench Simone z-pidi-ottone governae ,;
e otto il uo ucceore -GiovanniIrcanonon vedeene al
cuna, quantunqueil uo governooe di .2.0.anni. Sopetr

tai , che i 'Giudei rappreenta'ero vei'iixnilmenteaSimo.


ne , che le impronte atte da-lui colpire nelle ue monete
erano non meno contrarie alla .legge , .che le immagini di
uomini,e di animali,~e che perci oe.~.obbligato~a met-
ter da parte il privilegio di *batter monete.. Evvi chi i
d a -credere,>che non .u-:in vGiutl*ea,,:ma\in alcune citt

de Samaritani ,di ua padronanza`,-oveSimone f coniare le


,preate -medaglie, mentre ?i uppone, che izcaratteri Sa
maritani, "co quali ono .tutte -marcate, *non 'foeroinuo
tra gli Ebrei ;ae che in ~~oltre .non .i arebbeavuto ardi
mento di are nelleccitt loro alcuna figura in'ullainone
-ta . Ma iccome .i conider neer ~queo uno chivare 'la

legge, 'facendo :in una -cittSamaritana ci,-chenon i a


rebbe-oato ;di --praticare in una cittcdella Giudea ,* -cosi- i
rimae intieramente Simone da un diritto., ali cui "non `petea

ervirenc'enza-contravvcnire alle 'leggi del uo-paee.. Con


jetture tutte on >quee, ma -non `per oenza onda-mento.
Ben i 'a, quanto mai crafaceero i Giudei (a) 'per-'(z)V;,1,Jof,-p5._4,,,
obbligarePilato a metter ;uora diGei-*oolima leimmagini tio-/~xvul-r-4-dc

dell Imperadore daeointrodottevi .i Vitellio, andando per "il .7445" 1-"


are .agli Arabi la guerra., -e volendo paare .per .la Giu- c' '

dea, gli Anziani di ?nel popolo i portarono a pregarlo


di non ipegarvilein egneRomane, nelle quali-eravuap

preentato l1mperad0re.

Il

'\

'144
(a) jivpb Mtv:

E S A

M E'

Il grand'Erode avendo polo alcunitroei (a) per dar

Amig- r. 7.

nimemo ad un teatro da luicrettoinGeroolima, il o


polo ollev, credendo che quetroei foero tante a
tue armate, n u maipoibile diedarlo, inoattantoche
non gli u dato a vedere con toglierne le armi, eer quel
li puri tronchi onuli di poglie. QuandoilTetrarca Ero
de ebbe fabbricato a Tiberiade un alagioabbellito di va
(b) joeph. . da pila rie gure dianimali; Gioeo lorico (b) u deputatodz
jua

principali della citta per indurrequecittadiniademolirne

(c) Ant-'5x- l. v: il.

edicio. Crede il preato Scrittore, che Salamone pec

cae contro alla legge (o), allorchcollocottoq-uelgran


vao pollo nel tempio , che chiamavai Mare , le gure

(.2.

Ant-Lx 1.:.3.

deiTori. Nora altrove (d) ilromore, che cagion in Ge


rualemmeunaquila di oro collocata da Erode il grande
(o) Ttit- Hi/'orJ-v. ulla porta deltempio. Cinorma Tacito (e) ,_ che gli Ebrei
eranoinellibili ullarticolo dellelatue, non oerendone
alcuna nelle loro citt; di. orta che n la coniderazione
per i loro Re, nilripetto vero glImperadori, non ur
mai valevoli aar s, che ve leammetteero. Nullasimula
tra Urbilmr uis ea/um Templi': tmt ; non Regita: beta adulatza,
Origin-l. i vam
rm Ct/jrm .

non Cdalu bonor . Acrma Origene (f) , che non trova


vani ru di loro arteci, che apeero formare immagini;
non eendovi n Scultori, n Statuarj, n Pittori.
Conturttoch i Dottori Ebrei non s accordin tra loro
intorno al eno della legge, che ne proibice ilare gu

re ed immagini, tenendo alcuni, che ia lecitodi rappre-p


entare figure enigmatiche, e jerogliche, le qualieetti.
vamente non uono nella natura; per vero, chela
(g) Till",- Calda. :le

maggior parte di ei oengono (g) non eere mai loro per.

jr: mitra. 31m


.ria/m ,7. x l. c- 6.

meo di fare vcruna rappreentazione di qualunque natura.

(h) Leone da Mo

ella ia, n meno di A-ri , ancorch' ci non foe, che


per emplice adornamento; 'c Leone da Modena (/1) atteta ,

dena riti Ebraici chegli Ebrei di oggi giorno nonhanno gura veruna, n
portal-t.:

Mmagini, n atue, n tampoco le orono nelle .proprie


lor cae, e molto meno nelle inagogbe. Ma ci nonoz

loro di erviri della moneta, ed ancor delle immagini, e


delle gure fatte da altri , non olo per la neceit del
Matti-.xxx 1- x 7.

commerzio, ma ancora per ornamento. E in vero al tempo


di noro Signore
valevani nella Giudea della moneta

Romana con la impronta -de Ceari. Pu da .ci ineriri


il pei-ch non continuae Simone a far batter monetein
quel modo, che aveva cominciato . `l Re Amone, che

'
uc

INTORNO ALLANTICHITA, ec.

i4;

uccedettero a Giovanni I-rcano uo gliuolo, non avendo

:anti crupoli, fecero improntare nelle monete la loro e.


gie, e a .rovecio i egni della fertilit della Giudea. Per
dur tal uoinra gliEbreimo alla ultima totale rovina _di

lor nazione, e de loro ati otto di Vepaiano.


Si trovano nella Scrittura divere orte _di monete; per

eempio, il talento, il iclo, il mezzo iclo , chiamato in


Ebreo Beka, el obolo Ebraico *Gera/1. ~Ve e ne notano an
cora alcune altre piuincognite; verbigrazia, Kegtb,_Adar.

conim, ovvero DJP'CMOHI, la Mina, o Mms , il denaro ,


lo atero, che ono monete foreiere agli Ebrei, Avvi i

poca uniformit tra i diverientimenti degli Autori, che


hanno critto del valore, e del peo delle monete Ebree ,
ch' malagevoleildeterminari con certezza in quella ma
teria. I icli, che i conervano del tempo di Simon Mac
cabeo, non ono tutti di un peo aggiuato, ,ed uniforme,
per quanto mi vien detto .da Perone aai perite, e che

ben molti ne hanno peati. Ma iccome la pi parte de


'Lettori bramano di avere midollate e chiare le coe , non
curandoi (di entrare in ;un eame udioo e profondo .di ma

teriecos aride epocoimportanti : cos mi dacredere, che


far loro coa ben gratain por qu tanto le monete, quan

to le miure degli antichiEbrei, ragguaglialte alvalore, .e


.alla miura di Roma,

.Monete degli Ebrei ridotte al valore delle


Romane,

IL Siclo di argento, o Stater peava una mezza oncia,


ovvero quattrodrammeRomane, corripondente al va*

lore di quattro Giulj,


Il mezzo Siclo, o Baka peava due dramme , icch
valeva due Giuli.
Il terzodel Siclo la moneta, che pagarono per tea

gli Ebrei inervigio del tempio dopo la ervit di Babi


'onia , e importava bajocchi tredecx e un terzo,
Il Gera/1, ovvero OboloEbraico peava la venteima
parte del ielo di argento : onde valeva due bajocchi.
ll Keatb, econdo il parere di chi credelo una mo

neta di oro, era del valore di 36. Giulj . Gene]. 33. I9.
Job, 24. tt.
ll Sielodioro peava lamet del telo di argento, e
Dlir. Calmet. T, I,
.
T
per

146

E `S

per coneguenza del peo di due dramme Romane; di va.


luta cudi 4.
I Dracmam'm, o Adarconim ono le Dariche, ed erano

del peo, e valore del iclo di oro . Leggoni quei nomi


ne'Paralipomeni, e preo di Edra. I Settanta li hanno
traslatati per dramme, perch la dramma Aleandrina da
ei intea peava due dramme Romane.
La Mina , o Mim di argento era una omma di o.
icli, e del valore di 24. cudi.
La Mina di oro era una omma di 60. icli di oro, e
Valea 2.40. cudi Romani.

IlTalento di argento era un compoo di 50. mine dell


eo metallo, e di 3000. iclidi argento, e peante 1500. on
ce Romane, ovvero libbre 125. valutato cudi Izoo.
Il Talento di oro era il compoo di Ioo. mine delloe
o metallo , e di ooo. icli dioro , peando ciacuno due dra m.

me Romane , e perci 1500. once , o libbre 12.5. Roma.


ne; di valore 24000. Ducati.
Miure libraio/Je deliquidi comparata alle Romane
La miura detta Bath, o pra degli Ebrei uguale
allanora Romana, che contiene libbre Ottanta.
Il Coro, o Cbomer Ebraico teneva dieci baci, o an
fore Romane, onde libbre ottocento.
ll Letlzec era la met del corner, vale a dire della ca

pacit di libbre quattrocento.


Il Saro, o Satum era ilterzo del bato, cio di libbre
26., e due terzi.

I Tra-Sam Genexvt t I.6.ono la medeima coa che lea.


Il Gomor, ovvero Aaron era la decima parte dell Ea,
onde conteneva libbre Otto.

'

ll Cabo era la ea parte del ato, e la decima otta


va dellea, icch di libbre 4. once 5. denari Otto

'

Il quarto del Cabo di libbre I. once I. denari 8.


Quea miura parimente chiamata R012, oLog , o

eiere Rabbinico, Vedi 4. Reg. VI. 25*.


Il Nebel erauna gran miura atta a capire tre baci, e
per coneguenza libbre 240.

LHn, ovvero Taro-ab! era il mezzo modio Roma-`


no, o il mezzo ato degli Ebrei, e la ea parte del bato,
onde conteneva libbre tredici, once quattro.
La

lNTORNO ALLANTICHITA, ec.

147

La met dellHin libbre ei, e once otto.


Il terzo dellHin uguale alla miura del cabo, cio,
di libbre quattro, once cinque, denari otto.

Il quarto dellHn teneva libbre tre, once quattro.


La eta parte dell Hi era della capacit di z. libbre,
once due, denari edici. Vedi Ezecb. 1v.II.
Pandion, o Dipendion Rabbinico era una piccola miu

ra, di cui vien fatta menzione nella Mic/ma, e conteneva


due loghi, e perci uguzle al eliere dell Hi.

LaBetza, ovvero Uovo de Rabbini conteneva , adet

ta loro, la ella parte del log, libbre. once a., denari


Cinque.
Il Car, o Coppa Paquale era il vaodella benedizio
ne per rendere dopo il pao le grazie, conteneva libbre. . ..
once tre, denari eteb

Il Rebutb, oil quarto del logo era della medeima ca


Pacit, che la coppa Paquale .
"
Il Miue era unvao, che erviva alavare interamen
te un uomo, quando, per eempio, i bagnava al ritorno

del mercato. Marr.vrt.4. e conteneva quaranta ati cio


libbre 1066. e due terzi.
.
Ovunque neSetranta, e nella Volgata vien parlatodi
Metreta, Cado, Chus, o Choe, opur Congio in eno di
miure, dee intenderi il bato, o lea.

Jliure lung/;c degli Ebrei comParate alle Romane.


7

LAbagb la menoma miura degli Ebrei , cio la

iar hezza del dito groo , che noi diciamo oncia.


Il Tap/MM, o palmo minore di quattro once.
Il Zam, o palmo maggiore il mezzo cubito, va
le a dire, once dodici.

Il Cubito Ebraico di due palmi maggiori, oeimi


nori, cio once 2.4.
Il Cammino, che potea fari ilgiornodiabbato, era

di nooo-ciubitiEbraci, piedi 3000. Romani, e pa 600.


geometrici. - -i

Lo Stadio Ebreo era , al dir di Gioeo , di 400.

cubiti Ebraici, cio piedi 600. Romani, o centoventipa


li geometrici.
'
Tz

OS

148

CDTAJDMODCOMQMOEQDIQQGBMDOZDX}
@szooaaeatseeeesoaeeweeheeoaozw

OSSERVAZIONI_
SULLA

CRONOLOGIJ

Intorno agli Anni, Mei , Giomi , ed' Ore deCaLZei , degli"

Egizzi, deGrec, rie-Romani,- e degli Ebrei.


,.- tticoneano i vantaggi, ela neceit'

della Cronologia, apendo molto bene,


che enza di lei` non lloria , e non e

una congerie avviluppara di a-tti , e di race


, ,,

conti,l unoconlaltrodilordinaramente
michiati-, la di cuiaragine pi atta a

, dipar la-menre, a confondere' le norc


,
( '
idee, e ad imbrogliare la immaginazione,
che aormare un buon giudicio, a regolare' le azioni, e adi

inpirar
la prudenza,
le quali* frutto.
Coe debbano
eere benrtardi
dellille
rico
ud-io
ilv principalimo
Ma iccome
i attee a criver la oria, e i primi che lacrieronon
badarono guai-i a notai lepoche di ogni fatto ;i di qu nav

ce, che nello udio de tempi tante dicoltadi s incontra


no, e maime qualora vogliarc'onciliare lioria agra-comu
prea nelibri dell' antico Teamento, con quanto gli auto1
ri profani intorno allantichit de popoli Gentili neine;

a
.
A ne

. '

..

. . ,

pertanto (ll Porre il Lettore imato dlglUdld

Care, qual fondamento debba fari ulla Cronologia , cida

remo ad eaminar qu ci, che pu eervi di certo, o d'


inCerto in quella deC-aldei,- degli Egizzi', de Greci , e de'
Romani, coquali gli Ebrei ebbero maggioreonorzio.- In
di dicuteremo quella degli Ebrei, oervando qualoela

forma degli anni, e la maniera di dulribuire i tempi m


corei popoli dierenti. Servir tal eamina dicomentoad
un gran numero dipaiidella Scrittura, da nonv oteri e*

paratamente trattare enza molto diprolilltpeprolegui


mento dell opera.
"
y
,
Non mancarono celebri autori, che dopo ben lunghe

e coniderate ricerche intorno alla Cronologia, ono atis


noco

SULLA CRONOLOGIA, ec.

149

'Poco oddisfatti delor udiedelleloro fatiche, che hanno

enza-dicoltconeato eere impoibile di piantare una


-Cronologia eatta e corrente opra il olo racconto de li
avvenimenti nella acra oria decritti (a), ea pi orte ra- () M- 700794
gione nella proana', la _quale perlopi meno particola.
Elf"
rtzzata, e empre mai di una autorita innitamente aldi~ qm bah-am- aa"
otto di quella della Scrittura . Vedei da Gioeo in pi litterar cantine
luoghi della ua oria, che gliannideGiudici, edelle er- "W' 'WP-("Tam
viti del lor tempo avvenute, non ono continui ed imme
diati, perchintermtti dalle anarchie precedute alle chia- mufn, ,,,lwf

vitudinideglldraeliti. Cos pur anche opina Giulio Ari-pbyri


Cano nella ua CronolOgia. Iacco Voio (b) riette, che (b) 17011943433.
nella oria non i eprime la durazione delle cattivit, e
delle anarchie, coniderandole comepazimortieventura
ti : Capri-virus, @Andre/jim, veltztPatia mortua'infaua,

in cenum ten-:pari: Politics non *tienimi: . Dice inoltre , che

'

Gioeo tralacia le anni-chic, ma non iervaggi necompu


ti degli anni t joeph: non capri-'virata , ed alm- omini:

ara/.:ia:. D. Simone (o) hain ordine alla Cronologialie- (e) Hore C


_o entimento di Voo, credendo, che per eere i libri que V'T "5' '

Santi olamente meri compend} di memorie molto pi di- "h


ue, non poa fondari ulla Scrittura una Cronologia pun
tuale ed accertata, perch le genealogie non empre v1 on

ucceive. Veggoni eempli di generazioni troncate nel pri


modi Eldra Vll. 3., in cui ne mancano ei; e in S.Mat
teo ono omee ei perone nella genealogia di Ges Cri~
ia.
~
`
~
. ` S.Cronologia
Girolamo de
(d)Re
, attee
le diverit
che i dice,
oervano
HW 0' a J V'i
hella
diGiuda,
e' d'Idraele,
ch (d)
demi'
egli un perder tempo, dandoi allo udiodelle Genealo
gie. e tratteneria conciliarele dicolt, che sincontrano

nellaCronologia della Scrittura : Hujumoa'i berereqmeio


ibusz non mm /Zu/lo/ , quam otia bomb-ii: ee bidetur .

Applica al uo entimento il detto di S.Paolo (e): Neque (e) LTim. t. 4.


intende-rent fablir (3 Genealagiis interminatir, quis quia/lim:

{me/ant magi: quam ;edicazione-m Dei -. Conea il Padre Pe~


tavio (f), che non i poon conocere, e nonda conjettu~ () p, Raffa"

re, gli anni cori dal principio del mondo ino alla Era 'tmPo-p-ar- 1.1.1..
Criiana; mercecch la Scrittura, ch il uo litogo, don~

de trar i poa s`i fatta notizia, eattamente non decrive

-nei tempi;

Simili dicolt, e ragioni non ono minori riplst?


a

130

OSSERVAZIONI

allioria proana, che per la agra. Trovani appreo au


toriiranieri imperfetti catalonhi, e compendiate genealo
(z) .a/;3, Mp- ,4*

gie. Solino (a) nel regilro de Re Macedoni non pone che

otto, o nove Redi Aliria, e enza nominarne altri cend


(b) l`ezron Anzq, deinun tratto a Sardanapalo. Le croniche de Periani ()

des tems retabl. a. paano otto ilenzio tuttollcempo valicato dalla morte di
lp. 68.

Aleandro Magno ino al regnodiArace; avendo altres

abbreviato non poco i tempi degliAraci: e quando anno


menzione di Arace , ne parlano come di un Periano pa
rente di Dario, o di Artaere, emai come di un Parto

Potr oervarida ci, che noi particolarmente diremo dels


la CronolOgia deCaldei, degli Egizzi, e deGreci, e de

Romani, la malagevolezza che vi ha , per determinarne


quella delle loroorie. Gi i conviene nOn eervi niente'

di icuro inra i proani ino al tempo, chei cominci a


crivere con eattezza l iloria , e a are il tempo colle
Olimpiadi .

Laignoranza, ola infedelt degli oriciproani en


za dubbio la pi ordinaria orgente degli errori, o almeno

della incertezza, in cui iamo ripetto alla loro Cronologia:


anzi gli {lei pi accurati, e pi. fedeli tra loro non -han
no empre recata tutta la necearia attenzione in ben di
inguere itempi. Eendoi voluto artalvolta un conto ro

tondo, i not aolutamente quel, che allincircaapevai;

per eempio, invece di304. anni, o di 2,98. e ne r'egilra

--

rono 300. In luogo didire, che tal Principe regn 19.


ni e mezzo, e nc ognarono zo. Intanto i trov , che

_. .

nello pazio di 50. anni, lanno medeimo venne tre volte


contato, dando, verbigrazia, ad un Principe zo. anni dire

gno , bench regnato ne avee olamente 19. equattro mei;


e to.aleguentc, quantunque regnato non ne abbia, che 9
emezzo, ed ancheilmezzo i prende ul venteimo del uo

predeceore, che per reta in quea uia calculato due vol


te. Non i tralacia per tanto di giren ommandotutto,

che quetidue regni durarono 30. anni, bench nel vero non
ieno latiche 2.9. La Scrittura, cgliorici proani non e
primonoquai mai il mezzanno, n menoil numero rotto;

ilchefaben giudicare eer pur troppo reqttentemente acca


duto , o che 1 laciarono addietro degli anni enza contarli , o
che vene uron poidi pi, che non vi erano. Per la qual
coaquaiimpoibiledigugner mai in materia di Cronolo
'gia ad una intera, e toraleattezza.

Un

SULLA CRONOLOGlA,ec.

151

Unaltra origine di dicolt in quea cienza i la di


vera maniera dipartire ~i `tempi appreo popoli dierenti.
Certi apocri libri aermano , che dal principio del mondo i
no all anno Io. di Enoc non eont per anni, ma per etti
mane, e chelArcangelo Uriele rivel a Enoc coa 1 foe il
mee, le rivoluzioni delle agioni, o degli ari, el anno (a) . (a) Vida sa,',,,],j,

Alcuni popoli fecero l anno loro di un mee , altri di quattro , anni! Climaericir -

echi di ei. Altricompoero un anno della ate, ed un al


trodel verno : chieceiluo di dieci mci, e chidi dodici.
Vifuchidividevalanno in quattro agioni; altri non ne

ammettevan che tre; ed alcuni due olamente . Seguivano gli


uni il coro della Luna per i loro mei, ed anni .- altriave
vano li anni mera mente Solari. Il principio dell anno non era
dappertuttouniorme : chicominciolloin autunno, chialla
primavera , e chi nel cuore del verno . Vari ancora non po
cola maniera ea di principiare il giorno civile ; alcuni il

cominciavano la era , altri a mezza notte , la mattina taluni,


e a mezzo giorno certi altri ,`

Le varie parti del giorno , e della notte ono ate Pree

in ogge divere. La notte u divia ora in tre, orain quattro


vigilie._ Le partidelgiorno erano diinte repectivamcnte al
progreo del Sole opra delnoro Orizzonte. Allorch {i di

principioacontare per mezzodelle ore, non unne minore il

divario. .Gliorici o poco giudicio , o meno verati hanno


frequentemente confui tutti quei anni, e enza badare alle
dierenze degli anni de popoli , dequali parlavano , da quel
li cheranoin uo nel lor paee, aronoitempi con egni
equivoci; e cos miono la confuione nella Cronologia, e
nellaStoria. Da ci nacque, econdo la oervazione diPli
nio a l antichit ecceiva, che 1 ono attribuita gli Egizzi ,
prendendo due mei per un anno, come appreo diremo.

Dopo le Olimpiadi sbaglioi ancora conderabilmente


per alta di attenzione, decrivendo avvenimenti notim
col olo numerodelle Olimpiadi,enza avvertirein qualan
no precio della Olimpiade eoer ucce. Si determin al
tresil tempodi un azione perla coerenza, ch ella aveane a

qualche altro celebre fattoin quel tempo notiimo, il quale


per eere di preente incognito, lacia neceariamente nella
incertezza ilLettore . E ci manifeo in Eechiele , mentre
egli, per eempio, apporre la data alla ua Profezia ditre die

cine di anni, di cui non e ne fa lattenenza, nilpunto


o.
Cro

152

OSSERVAZONI
Cronologia degli Egizzj,

Opo quee enerali coniderazioni ullaCrnologia,~


fa duopo diintamente narrare quelle divarjpopo.
li. I Sacerdoci di Egitto urono da principio i oli, che
compoero gli annali di lor nazione, ed erano s ritenuti

nel comuniCarli, che richiedevai un ordine epreodel So


vrano per ar s, che a' Foreieri gli paleaero. Artaer

e Re di Peria i port eco gli annali. preati; ma lEu


nuco Bagoa gli rivend a quemedeimi Sacerdori peruna

(a) Diador- h. x; groa omma di argento (a).


Su queo rifleo i crederebbe, chela Storia, eCro
nologia degli Egizzi foero le pi icure, ele pi accurata.

mente conervate di qualunque altra, che i potee' trova


re, s perch a perone verate er-ane adata la cura dire

girarle , quanto perch cautiimi imoravanin cuodir.


le contro chiunque avee potuto corromperle. Maquando
i viene a diaminarle,sincontrain ee maggiore imbaraz~
zo, che in verunaltra. Portan cooro tanto in llanti.

chit loro, che turti nori Cronologii ono obbligati ad


(b) Pet-w. Deliri.
temp.1ib.ix- :.15. (s'
lii. i- r. x7.l

abbandonarli. Il PzPetavio (b) con altri tratta aolutamenq


te di favoloe, e al bel diletto inventate lelorDinaie;
altripoi, come Euebio, Africano, Sincello, e Scaligero,

le accettano con qualche moderazione , e con certi cangiamen


ti,- chi nalmente in parte le rigetta, e nel rimanentele
tiene,come Maram, il quale non ammette che I4o.annidel

numerodigszs., acuiManetone, elantica cronica ngz.


zia citata da Sincello, fa montare la dui-azione delle xxx.
Dinaie di Egitto.

Ciocch quivi di ingolarei oerva, ie, che laddo


ve la Cronologia deglialtri popolitrovai per lo pi trop
po cara , comparata a quella delibri di Mos ,* quella

degli Egizzi alloppooi trova troppo eccedente; aegno


che per aggiuarla con quella della Scrittura, iSettanta,

al parere di alcuni Antori, allungarono abella poa la vi


ta degli antichi Patriarchi, per una coniderazione che di

poi ommamente confue la Sagra Cronologia . Giueppe Sca


(c) Cn. Igag- I. ligero (c) dopoavere aderito ad Africano nell'ordine, e ne
u-p. mmie* liint. tempida lui aegnati alle Dinaie degliEgizzi, che a uo
P' n9

talento dipone, ecompendia; i trova colretto aconea

re, che per collocarvitre Dinaie Egizzie avrebbe biogno


di

.-

SULLA CRONOLOGIA, ec.

{53

`"di un econdo periodoGiuliano, mentre le tre Dinaie oltre

paano di I 336. anni'l ordinario Giuliano periodo. Euebio e


guito da Moderni, non u piueatto di Africano , che' copi ,
avendo tolto, ed aggiunto alle preate Dinaie ci , che pi
pediente gli parve . Lagnai altamente Sincello della inedelt
diEuebio; manon perqueo lacia d' immitarlo , e anche di
uperarlo , aggiugnendodi proprio capo (a) nom-i di Re, ed anni, (I) Mar-"51m -

e riecando ci che gli non aggrada , per modo che non avvi co
a piconua., n pi intrigata quanto l Egizzia Cronologia .
Per disbrigari ..ccrtunidiquela -troppo grande antichi
t preteero , che ;gli .annizdeg-li Egizzi oero molto pi

recataceve .

.corti denolri.. Paleato (b) dice che nel principio contava- (b) PalupZat-'fmg

:no per via di giorni .i -regni de lor Sovrani : a cagione di """ H WWW*
eempio., dopo la mortediVulcanoil uo figliuolo Helios .re Ah.
~gn 4477.giorni,, che annotz. anni, tre mei,e4.giorni, n
appoloroi cominci ad aver gli anni ,di ;12. mei , e non da
c eiloro Re ebbero popoli tributari. Altri pretendono, che

,originalmente glianni loro vfoero didue, o di quattro me,


oppure di un mee lunare. (a) Quidam Lume furia( annum ter- (c)Pli.1.v7n.t-4~
mina: ) ut [Egypri ; itaque apud ea: aliqui C9 ngula millia a

orum, vixieproduntur. Il Re Pione, dice Cenorino (d), (d?) valdr-VD'


Iuilprimo, che aegn quattro mei allanno, il quale per N"l
*innanzi non aveane , ..e non due, eappreo lo labila xt 1'.
-mei , ~e cinque- giorni.. In Egypw quidem antiqumum fe
runr mmm[- ime/Zrem-ui; Pai ,delude .a Pione ,Rege qua.

drimeirem -faium, nvz'ime aunum ad x11.. mene: (3 dies


quinque Produxie
Maio ento a peruadermi , -che gli Egizzi abbiano
.avuto mai -l anno loro tanto imperetto , quale ~ce lo de
crivono gli autoripreati.. -I.Mos-ul`cit0 di Egitto, 'e ben
,addottrinato di quanto apeva quella nazione , e che or
e viveva antecedentemente al Re .Pione , da Cenorin

rammentare , conta empre ;gli anni di dodici mei , ed


ogni mee di xxx. giorni, s avanti., s dopo il diluvio

tanto in Egitto, quanto altrove enza che apparicada uoi


critti eeri mai .altramente contato. Il. Gli Egizzi erano

peruaim , 'chel mondo folle ato creato quel giorno


-teo, ehe il Sole entra nel egno del Cane, nominato Sa

:brnel lor paee, ed eraneil primo mee dell anno, Egyptiis


principzzm anni , non Aquarius ut apud Romauor , ed Cau
cer; nam proPe Cana-um e Sat/air, quam Greci Cani: idus
dir-'um, Neomenia autem e ila/ius Sat/aida: artur, qua-genere

Dier. Crime: T. I.

V_

tio

;54.

OSSERVAZIONI

(LlPWP-' Nymi- :ioni: mundi duchi-ritira (.a) . Lanno Egizzio adunque erad
;I''lffffmf gi formato,_e ildilui _ timo mee chiamavai Sat/n': avan
.lim 1,411,435 (a ti che e :gltmponee l nome di That/J, odi Mercurio*

Macu--I- mr. ed era tal mee coniderato come quello della nacita dei
mondo.. Non u gi Mercurio, che introduequea tradi

zione, ieendo ella tanto antica, quanto la Egizzia nazio.


ne; e .coneguentemente gli anni lorour .empre una rivo
luzione di giorni, che corripondeva a quel tempo, in cui
corgeva- cala-re il Nilo alorgere dellaCanicola, .la qua
le di tutte le Stelle e la piu luminoa, e giua la e

I) NMWL'JIi' preion di Plutarco


, par che regni opra degli Ari.

Is apud e05 ia-us e, quod EgyPti-ace Sat/air, Grieco Aha


kua dicitur, quodiureliqua etiam/idem regnare-vidctur. Eine
vero e Tor, oMercurio Egizzio vie dopo Mos, come

vogliono alcuni Cronologii , -convien neceariamente ab


bandonare il entimento, che ila aurore dellannocompo

o di xt!. mei, e .di 365. iorni; eendo .tal uoneon


traabil-mente abilito in Egitto prima di Mos.
Non biogna dunque ar gran fondamento uldet-to de'
SacerdOti di Tebe, .i .quali st altamente vantavano-la cloro

antichit, molto ancor uperiore a quella deglialtri Egiz


zi, oenendo c`he il lor Mercurio, o Tot avea regolato I
anno civile ul coro del 'Sole, -con dargli la forma regola

re di 365. giorni; e che in riconocenza di tanto benecio


`
. _
j i chiam col uo nome il primo mee dellanno civile
,2 Bdffyfl'u' c). E .per molto probabile, che Mercuriodeeolamonte
' ' "" ' v " all anno Egizzio qualche norma -in ordine alla Religione,

.attribuendo a.~ciacuno de dodici mei, che l componevano,

..

dodici Divinit, che vi opraavano, ed abbia altres in.

(di H'ZI'My' ventata il grande anno di 3657.5. anni. Giamblico (d) cita
1' UP" 'DM' Manetone, ~ilqualegliattribuice uea ultima invenzione;

(e) Mun Vi ma_quanto alla diribuzione de: odici mei ad altrettanti


l, O Mambjlm_ DEL, oerva Strabone (e), che iSacerdon Tebani riferiva

mum &cip-Mix
U) Umidi- `

-noaTot tutto lonore del regolamento dellanno per le agre


funzioni..
`
Lavenerazione chebbei allauperizioa dipoizion di
Mercurio (f), fece s, `chein avvenirci Sacerdoti non vol
lero .ammettere 'la interpoizione di :un giorno, che i giu
dic bene ,di fare il ne dell anno uarto, dimodocch il lo

ro anno acroera dallanno civile ~divero, e empre le ee


.loro variavano . Oraanchlanno acro corripondee al me

demo-punto del civile , vi abbiogna-va lo pazio di x46r. anni


cava

._-L

SULLA CRONOLOGIA, ec.

:55

civili ,. i quali ne formavano 2640. di acri, entrando nel


numero di 1-461. anni; civili 365. giorni biei , e queo

chiamava- il rende anno Egizzo , che moltiplicato 'per


venticinque, econdo ii Ciclo LLI-nare, com-poneva quclio

di 36525. anni, di cui gi. i parlato.


Ripetto aci-nquegiorniaggiunxi ali"wlcmo mee deli
annoEgi-zzio, non agevoie indi-car i"autore ditale inven
zione. lSacerdmi di TebeaTOt ne auribuivaan la gloria z
Cenorno a} Re Pionc, ed Euebio-aciAec, che a detta
ua. vivea al tempo dIa-cco, o al- concar di Marfam, _in

quello di Giou. Non pu- per mia opinione, concilio:


queo vario e non con dire, che Pxime, e As! ono gl
iei; cche Mercurioregololamente lanno .uamoaci,

che apparteneva alla Religione, e ail ordine elle cirim-o-

nie. Mora Maram (a), che giuo il computodiCenox-i (a) Jimi-'xmpqzm '

no, il primo mee~ di Tot concore con Panno 3397.. del


periodo Giuliano , ii che econdo il calcolo di Uerio
corriponde al termine dei tempo deGiudicidIdraele; e
ian qu'ca guia il mume di bieare in ne deiqu-artoan
no, e ore ancora quello di aggiu nere cinque giorni nel

termine deliuitimo mee, non areibe ato per anche in

Uo ?ppo gli Egizzi nella et di Mos : ma non pu dn'


Bits-r1, che gi (lallora non oero i mei per iomeno di
trenta- giorni, e che non eguiie il coro del Sole nella

diribuzion-e dellanno.

Lanno Egizzio cominciava in autunno, come appari


o
ce da quei che Macrobio (b) fa dire adOro Egizzio, che (B) 45, 3...
x cinque giorni, che aggiugnevano alterminc dellanno, 'ml-{- :ana-tdi:.

frapponevan-o tra il ne di Ago'o, el principiodi Set- ;Id-?Vd- FN-or


rembre, Explicitis duadecim, ide/Z 360. dich, reliqvm quin- ' J l' "J"
que _dier in! .daga/Zum atque SePtembrezn anno uo ddl-nt.
E Cl facevano in equela di nella credenza, in cuierano
empre ati, che il mondo aveg'e avuto principio in quei-'la

Ragione (c) .- good temp: Sacerdote: mkm mandi judim- (c) Sal-'n.Pab h'
verint, ide]] tem'um denim-m Caimi-4143. eatxribuivano ad "35'
ogni egno del Zodiaco quel medemo Dio, che vi pree
deva, c che vi ritrov nel .cominciamento del mondo .
Il Sole aveva per caa il Lione (d), Mercurio laVergine, (ci) _Mamb- Somm

Venere la Bilancia, Marcelo Scorpione, GioveikSagitca- WM" 1-- 3*


rio, Saturno ii Capricorno , Sic fHum ei ut nguli eorm
Signa-um Domini ee dimm, in quibus cum mundm nace.
Mur, tu: credumm- . Pu vederi ancor Cicerone de a
V

2.

:una

:55

OSSERVAZIONI

mm_ Deorum libroz. e Laant. Divi. Init.lib<. Lcap. 4*, e


Gioeo, Amiga. lib` I. cap. 4. i quali* ragionando del dilup"
vip, inmuano quea opinione degli Egizziani. .
Gli Egizzi davano allanno` tre ole Ragioni, cio LIn

verno;` la Primavera, e la State; e a* caua-delle tre agio

ni Pallade tra lor [i` chiamava, Truogeneia. Vedete il_noltr.o


comento_ ul ca ..VI.IL.. del Genei v4.2
E antich' :mo in tutto l Oriente il counee dis contare`

per ettimane .. A!) omnibus- Orienti:. Populi: ab ltima- annqm.


tate utatum. e ,. ut Per eptimanar diet-um

fac-ere comp

M, dice Scaligera. E oggi vien. praticato perturco il mon


do.. Gli. Ebrei cominciano. la ettimana il. Sab-baco, iCri
ian la Domenica, i Gentili il Marted, e i- Maometta-

ai i1- Venerd . Pas queo uo. dagli Egizzi .xi-Greci, a"


(a) Dr'w anH-:i
Romani, e a.
RamJ. :tura- parla come di

tutti popoli della terra. Dione- Cho(a)~ne:


una pratica. univeralmente ricevuta, Id ini
m_tum.ah EgyPtiis. band ita dudnmad 0mm.: /JOMHF dimamn
*uit ,- e rifericene la origine a ette Dei ,. che nella Religione
degliEgizziliovraavano a ette giorni dellaett-imana , cioe:

Saturno, il Sole, M'arte,` Giove, Venere, Mercurio, ela,


Luna .. Ms tale uo trovai; aai pi: accertatumente appo
gli Ebrei nella oria- della crea-zionede-lluniverlo; eDio.
ne certamente singenna, qualor dice non- eer gran. tem
PO , che s fatto coume erai paro- pel mondo . Molti-ae

diuamente Seldeno lantichit di: tale ulanza- nel libro:

terzo da iure naturali (7' Gent. cap; 19-. e-i- eguenti..


Sono- divii i entimenti circa- iLmodo~,~ onde- contava
no gli anni loro gli Egizzi; credendo-alcuni ,t che gli con
(b) Pit-2.1.:LA77 taero dalla _met della notte all altra merr (o); Egypziif"
ijparclms a media 082 in medium . Soengono altri , che:
` egnivano la maniera deCldei ,. i quali commciavmo-i lo-
ro giornidalla- levata delSole ;- v chi- vuole, che labbia~

no principiati a.mezzo giorno, perch Tlomeo-amooAr


ronomoEgizzio glicomincia frequentemente i-natal foggia :4

(c) Ale-x. a; dinunon manca in umma (e) chi pretende, aver- ei contato ir
(-_ 1V a :mania/ loro giorni. l era, e in mil modo-niti. Saltnaio (d) li-

iiim Hawkmo di *poter* conciliare tunequee variet con dire.,tche


:anbi-p- 5-51..

gli Egizznnvendo- uguali' tutti gli anni-loro, qu',"d1 365;.


giorni e exi ore", non erane ma: abile il principio, n per'
coneguenza quello-deloro-giorni', i quali 1- cantavanoun`

tutto. lanno inquella maniera-, cherai- contato-il-Zprimo :.

&UFQ-Che Per exnpip, e qgco annooe cominci-.uo- a:


[DEI-9

SULLA CRONOLOGIA;

'157

mezza norte, ttti giorni dellanno principiavano nella me


deima forma ; e lanno vegnente principiando ei ore pi
tardi, i di lui giorni cominciavano il mattino , e cos de
eguenti, anticipando ogni anno ei ore.
Io amerei meglio dire, che lcocume degli Egizzi Va

r u queo punto; e s netempi antichi , che avanti il


dominio dcPeriani, edeCaldei in Egitto, i contarono i

giorni dalluna all altra era, in quelmodo che ueguente


mente gli contarono ancora i popoli vicini all Egitto, co.
me gli Arabi, i Libj, e gli Ebrei. AllorchiCaldei orto
Nabucco, e i Periani Otto Cambie-simpadronironodell

Egitto, vintroduero Ia pratica di contareigiornidalluno


allaltro mattino econdo luo di Babilonia . Finalmente

dopo Aleandro Magno, eilregno deToIomei contaro


no novellatnente i

iorni da una era all altra. Pu eere,

che al tempo di Plinio eglino aveer tolta daRom-ani la


uanza di principiare a mezza notte' i loro giorni : eTo
lomeo cominci ilgiorno al meriggio, fecelo, perch volle
degli Aronimi, e deMattematici econdare il eoume.

La pratica di- partire~ il giorno in- ore pi antica in


Egitto, che in verun altro luogo del mondo ; il nome Pre
fo di Hora deriva da Haru: , ch il nome dato dagli Egiz
zi al Sole. Vittorino (a) cita Cicerone, il qua-l dice ,_ etea) M4005. 1, 1.- a,

Mercurio Trimegilo avendo oervato , che il Cinocealo ZI--Paa-*h


orina dodici volte- il giorno , e empre in un egualeinter

vallo di' tempo , e' che a certe' ore regolate ridice, divie'

i giorni in dodici parti uguali, che ore appello. Quantun


que abbia queo racconto una grande ari-a di favola , e che
veriimilmente ia il Cinocealo un animale immaginario,
eontuttoci non' troviamo intorno a~ tal cocume niente di!

pi `antico appreo verun altropopolo; eTrimegio, acui


e ne attribuice l'a invenzione, vivea poco- dopo Mos , e'
vogliai prear ede a Euebio, ed'allinglee Cavalier Mar-y
um a
'
Cronolbgia deCde.

p, On. {Illai `oibilie trattare della Cronologia de'C'a


der, enza .- irv
entrareenza
quella
degli di
Airj'
, dePer'
ani, edeMedi
iin omma
parlare
tre gran
mo
narchi-e, della origin l'oro, e'durazione'. Monin drBuet
Vecovo- Meldee ha giudicioamente oervato la incertezza:

di. quanto e ne dice, ed ha motrato glierrori deglicorici


Gite-'

158

OSSERVAZIONI

Greci. Ecco come ne parla nel uo ragionamento opra la


(a) M- Bouet E- oria Univerale (a). Ciacch [mmm la maggior parte de'
WM 4C M33" Greci delle tre Prime monarchie , Par-ue dubbio/o ap Savi
2:. Ut" Par" l di quella nazione. Di a divedere in generale Platone
otto
(b) Pia ;a 77,. il nome di Sacerdoti di Egitto, che i Greci non apevano a fon
do le antichit ; ed Ari/Zotile anno-verb tra a nomllzer: coloro ,
che le Arie ne crern.

Qaeo. Procede , Perch iGreci imPrem a eri-ver' ben tar.


di ; e *volendo divertire colle loro antiche ilorie la Grecia empre
curioa, le 1.*ornp0erov rm-a confue marie, contenti lcanto di
grazioamente ordina-'le, enza troppo curari del vero.
E enza dubbia Patentemente favoloa la maniera con cui
generalmente di/ribmcano le Prime monarchie; improcc/'J
dopo a-uer fatto. Perire otto SardanaPala l imPerio 'degli Arj.,
anno comparire in teatro i Medi , indi i Pen/inni. ,. come e
app-anto i Liedi ucceduti foero a tutta la. Potenza deg li-Axrj ;
e che i Periani i foero abiliti ulle rovine de.Me i r Ma
Pel contrario - certo., che quando Arbace'llev~ contro. Sar-damn

'

(e) MAJZLcJGLPb i Medi, altro non ~fece e-none liberarli,.jnzg oggettar lo

Iz-

ro l imperio di Aria. Eradom (e) eguito u. que/Io. punto da'


pi eruditi Cronologin , fa comparire il lan prima Re Dejoce
cinquantanni dopo la di loro ribellione ,~ ed in oltre ben` cbia.
ra attea la uniforme- teimoniana di s: grandI/Zorico, e da*

(d) Mn I. r. Xma- Senofonte (d) ,_ Pen non far gu) degli altri menzione ,A che nella*

P-foal V-P* W*- Pazio de' tempi attribuiti all iMPerio di Mali *ui furono :ae/lA
ria potcnrimi R_e muti da tutto lOriente , de quali Ciro col*

. ,

la Prea di Babilonia ne diru limpario .


Se dunque i pi de Greci ,_ e i Latini che li hanno eguiti,
non Parlano di quei ReBabilonei, e non. mettono in gang-ran
reame colle Prime monarchie, di cuine raccontati-la erie S. final
mente e non leggiamo quai niente nelle agere loro diga-ei fama.
imi Re Teglatfalaare, Salmanaare, Sennaeher-ib, Nabucco,
edi tanti altri .i rinamati nella Scrittura , e nelle torie Orien
tali , forza* attribuirlo o alla ignoranza de Greci ,. cal/o mar

rimento di quanto era-ui nelle loro orie di meglio. udiato, e pi


Taatta.

-~
gli

Erodoto a-vea- Per *verita- Promet una* ioria particolar de.


,, la quale non abbiamo, a perch non ebbe tempo-difar

la ; e Pu creder/i- di uno orico cori giudicio, che` non avrebbe

dimenticatoi Re del econdo iMPerio degli Arj , giacch lole


fa Sennacberib, che Pur funne uno , tra-vai Parimente nominata

come Re degli
granda Scrittore,

, e degli Arabi nc _libri il abbiamo da' e}


' '_
515,:.

SULLA CRONOLOGIA, ec.

159

Strabone contemporaneo di .Auguo narra quel , cbe Mega


_lane autore antico , e *vicino al temPo di .Alemdro , laci
critto intorno alle famoe conquie di Nabucco Re deCaldei,
cui fa egli attrae-ar l Europa , Peuetrar nella SPagna , e

Portare ino alle Colonne di Ercole le ue armi. Eli-mo omi


a Tiglano Re di 4mm , vale a dire , en-{acrupolo il Te
glat, o il Telgat delli/lot'ia Santa ; e noi abbiamo ancora in To
lomeo un catalogo di Principi , cbe tennero i grandimperj , tra

ali -vi una lunga erie di Re

incogniti aGreci , ma

facili ad accordar colla agra lot-ia.


Se ora rierir *vole , quanto ci raccontano gli nuziali

deSirj, un Bcroo , un .Ab-'dem , u Nicolao di Damaco ,


teere-t' un troPPo lungo dicoro. joeb , ad Euebio di Cea
rea ci bau conervato i prezioi frammenti di tutto' cate/li .Au

tori , ed altri moltiimi cbe interi del lor kenya Pai-deva


o, la cui teimonianza conferma ci, che la Scrittura e di.
ce intorno alle Orientali auticbit , e i pam colare puto alle
orie degli Airj.
Quanto alla monarcbia de Medi, che la maggior Parte de.

gli orici pongono i codo luogo nel ruolo de grand imPerj ,


come eparata da quella da Peraui, certa coa , cbe la Scrit
tura tutti inieme gli unice ...... L ordine mero deatti mani
fela, cbe a lei fa duopo atteneri. I Medi avanti Ciro , tutto
cbe Patenti e coniderabili *veni-vano adombrati dalla grande-{za

de Re Babiloue ; ma Ciro avendo con le forze riunite de Per.


iam' , e de' Medi conquiato il ame loro , di cui Poi e addi
-uemte per legitima ucceioue Signore , come lo not Senofonte,
nzbra cbe il grande imperio da lui fondato , Prcnder dovee il
uo nome dalle due azioni eendo tanto quello de Medi, qua

to quello de Per/iam' lo leo , beucb la gloria di Ciro *vi fa


cee pre-valere il nome Periano.
.
Pu eziaudio Penar/i , cbc avanti la guerra di Babilonia,
avendo t' Re Medi dilatate le loro couquie veri; le Grecbe co-`
lonie dellAia Minore, addiveniro per coral mezzo celebri tra
i Greci , t' quali bauuo lore appropriato limperio della grande
Aia, non couocendone e non ei tutti Re dellOriente. In
'tanto Per i Rc di Ninive , c di Babilonia, e be pi Patenti,
ma Perch pi incogniti alla Grecia , om ati Poco meno, cbe
dimenticati nelle Grccbe orie cbe ci rimangono , e tutto il Mn

Po cbe *valico da Sardauaptzlo a Ciro , venue aoli Medi um'


`.tamente attribuito.

Siccb cu conviene Prender pi tanta briga per conciliare


u

160
OSSERVAZIONI
u que/io punto lzoria profano ; imperocch quanto ;z ci che
concerne il regno Primiero degli Arj, la Scrittura non dicene,
che di Pazggio mm parola , n punto ella nomina Nino uo
fondatore , n , eccettuato Phul , 'veruno de uoi ucceori Per

non avere la [oro oria ninna atte-enza con quella dcl PoPo/o di
Dio. Ripetto aecondi A, o i Greci glignorarono del tut

to, o per non averli ahhnjtanza conociuti gli hanno confui co


oprimi.
Quando ci vengono poni a-vanti queGreci Scrittori, che
diiihuicono a loro caPriccio le tre Prime monarchie, e fanno

uccedere i Medi allantico imPerio di Airia , enza Parlare


.del nua-vo , dato a conocere tanto Ponte dalla Scrittura , ol
tro non ha da riponderi loro , e non chc i non conohhero

quea Parte diZoria, e che non mo meno contrarj apiz lu


dioi , e a meglio iruiti autori di lor nazione , che alla divina
Scrittura.

Quello poi che riolve in una Parola tutta la dicolt , i ,


che i agri autori pi 'vicini Per ragione detempi , e de luoghi
a Re di Oriente, `[cri-vendo di pi la oria di un Pozzolo , icui
maneggi erano s frammichiati con que/li di quegrandi impeij,
quando non aveero che que/lo vantaggio , potrebbero far tacere
i Greci, ed i Latini, che gli eguirono.
Rimane a dif-vela ancora una delle cagtoui , che rende
ocure que/le antiche iorie, ed , Perch iccome i .Re dell
Oriente aumwano molti nomi , o e dir *vogliamo pi titoli ,
che Poi rene-vano luogo di nome ProPrio , i quali eendo tra
dotti , ,e pronunzati dierentemente da Popoli , econdo i diveri
irliomi di ciacheduna nazione , dovettero anche Per que/la *vi-z
e ere ocurate quelle Poche huone memorie, che di tante anti
che iorie reavauo. La confuione denomi e avr enza duo'

hio introdotta non Poca nel/e coe medeime, e nelle Perone; e


di qu nace la diicolt , che sincontra Per collocare nella
Greca oria quei Re, ch ehhero il nome di Auero , altrettan
to incognito a Greci , quanto conociuto dagli Orientali . Chi
mai, Per *vero dire crederehhe , che Ciaaro 'fo/e lieo no.

nie che Auero, compa/lo dalla voce Ki Signore , e dalla Pa


rola Axaro , che corriponde manicamente ad Axuerus , o
. uero?

Ma in qualunque foggia, che diribuica lordine di


quee tre monarchie, ara empre vero, chela Cronologia
non potr mai eer bene accertata; perciocchnalmente

non pu ella trari, che dalla Scrittura, o dagli Orientali,


o da

SULLA CRONOLOGIA, cc.- 161


IdaGreci, ovver daLatini. Oria Scrittura non dice quam
to baa periabilire una Cronologia un p eguita. Noi
monabbiamo, che aicunirammenti degli Orientali, la ma gior parte 'malamente icuri. [Greci, agiudicio di tutto i!

mondo, 'ono atitroppo oco iiruitidi quee materie; -e


in Oltre, avendo critto aliiii tardi, -etrovandoi diantim

F uni dagli altri ne loro compari -c racconti , non pu


~ ari ovra *la di ioro atreazione *fondamento veruno. la

omma avendo i Latini copiato puramenteiGreci, quc


non poono eere di una autorit maggiore di ioro.
,r
Che dicene ia Scritturadcllantico imperio degliAi
fi? Ella ci fa apere, che Nembrot u un uomo violento.,
ed un gran cacciatore, il quale ree celebre in tutto -I

Oriente; e fattoi potente con bggettar gliuomini di prima


liberi, abil la ede del uo regno in Babele, oBabilonia,

cd aveva otto ~il uo upremo dominio Arac, e Acad, -e'


Calannanelia terra diSennaar. La Scritturaog iugne, che

.appreo port le ue armi nellAria, evifa blCNil:


've, Rooooc, eChale., e Reen. ~ll comun deglinterpetrt

;attribuice ad Aur la-ondazionc delle -preare ~, uattro cit


~t; ma tutticonvengonOn-che Nembroc, -o inon fueceori

-e ne-impadronrono ben preo, e cheinbreve tempo fur


:quei due ati tutt'uno, dicendo thlia, -e Diodoro d-iSi

cilia, che -ne'l principio Nin-ve, -eBabilon-ia ubbidivanol


?loeo Sovrano. Daquinci innanzi la Scrittura *non ar

;la pi del re no-diAria (a) nol *tempodiEechia (b);()Va'"C`-'- F"?


ando Mero aco , -gliuolo di BaladanoRe diBabeie, invi xegpnisillorili:
.ad Eechia Ambaciadori per eere *informato del prodigionomz Am-:pirl
;avvenuto nella diluimalattia. Segue pocia la Scritturaa (b) 4. Rag. xx.
-rappreentarci per potentiRe di Aria Fui , Teglataiaar,'"llP-Wmd"
:Salma-naar, `Sennacherib , e Aaradonc, 'allorch rcgnavano
li ultimi Re d'Idrael-e. Gi~vedemmoaver Babilonia nek
` a et diEechia poentimiRe; -e indi Nabucco famo
iimo neagri libri :-ma-non vi i leggeun-minimocch
deRe Medi, quantu-nque oli-"e il pi florido tempo del loro
'imperio, e crediamo agli autori profani, i quali paano
~0tto ilenzio gli Arj, e i Babilone di quetempi, ec
cetto alcun'i , che caualmente ci -narrano qualche nomedi
queglialtimiRe, main guia ancorada non -inpirare trop~
BO gran concetto di lor poanza.
' .Or confronti quanto l ioria-proana ci a apere in
vcorno a principidellimperiodiAiz-ia, della ua vait , e

DMr-Calmct. T5!.

del-z

\. 7
16a

O _5 "S ERJL'Ajz I O N :1"

dalle-ue ,foi-Le, con quellowche neurierie laScrittua';j


on certo , che -i coneler ,i .o che i proani ci contano -dell
favole", oppure che ci parlanodiun altro imperio,.vo perjo
meno diun altro cominciamento, che _non quellonocato
nel Genei x. 10.1 1. , le per coneguenza eereimpobile di

conciliare quanto alla Cronologia , la oria agra-colla-proa~


na; come ancora diaccordare la ea'illoria proana -con e
(a) Cielia da 1300. medeima . Se ammettei la teimonianza di Cteia (a), con-r
anni di durazione

all imperio

vien cartare ErodOto () .- ee viene accettatalatte'azion

degli

.di Exodoto , fa d uopo rigettar quelle di tutti gli altri orici -,v
Aiirj.
(b) Erocloto non ne che danno all imperio degli Airj maggior durata di quella ,
gliaegna che 57.0. .che non aErodoro , ponendone olamente coui il principio
Diodoro , e Giui
no eguono Cteia.

dopo i regni deCaldei, edegli Arabi, dequaligli altri o


Tici -non
ne anno
menzione..
z
E dunque
certo,
clic lArioimperio dur~ pi
vlunga
mente , -e cominci molto prima , che nol dice Erodoto, cioe ,

circa cento anni dopo il diluvio , avendone noi l atteato dal~


la Scrittura , la quale -ne aegna i principi otto Nembrot . Ma.

conviene altres confeare , che tale imperio non ebbe comin


ciamenticotanto magnici, n u tampoco sivao, quanto

pretendon glilorici. Noi abbiamo ancora in ordine a ci


pruove chiariime nella Scrittura . Ella invero non parla e

preamente diqueoimperio; ma da quel che ci dicedegli


(c) Gel/ef. xrv.

(il) jud:.1. 3.
(e) Ibi-4411.12.13.
() Ilrid.1v. l. z. 3.

altri Re allo intorno di Babilonia , abbaanza dimolrach el


{oei-0 ommamente poati. Deltempo di Abramo (c) Am
~ral`ele Re di Babilonia i trovava nel numero di quei Re venuti
al occoro di CodorlaomorRe di Elam , il quale par che foe
molto pi potente di Amraele , avendo deRe tributari no
nella Paleina.Al tempo de Giudici CuanoRe della Meopo

tamia oggetto gl Idraeliti (rl) : Eglone Re dcMoabiti d ivi a


qualche tempo parimente gli oggiog (e),e indi Giabino Re (il.
Canaan (f).IMadianiti,iMoabiti ,- iFiliei ,ec. gli omme
ero gli uni dopo degli altri . Davide la guerra a Adarezero
Re di Soba , il cui regno endevai dalla parte di Oriente fino`
all Eurate , e dall Occidente ino a Damaco . In tucte'quee

loric-non i parla de Re Allirj; giammai eglino ne preero om


bra,- n pei-.tante guerre, che i fecero intorno alle loro i'ontie_
re, neppure in alcun tempo 1 mo-ro : dunque non erano tanto
poderoi , quanto cel voglion _farcrederegli {lo-iciGi-eci .
Da tutto quelo embra ben certo; chela Crono'ogia,
fondata inora lullattelazion degli {lojrici , non ia molto

icura , particolar-menta ripetto a ci cheriguarda l ioria


. degli
t

SULUACRNOLOGIAi, ec.

153

'degli Amy] , e de Medi a.Quanto al principio di Ciro , e dei


Sla monarchia dePeram, 1 ar- vedere nel proemio opra
'Daniele , chef i noiri orici ,. e. Cronologii volendo conci.
-Iiare le ciance diScnoonte conquanto narra Daniele , mio

~no
la conuioneinquea
ioria,
e i avanzarono
:1 dir Pro
co
e deltutto
incompatibili col
'racconto
del'menzioniato
feta : intorno a che non intendo preentemente. allungarmi .,

,i Ebbero empre i Caldei nome e grido-d intelligenti nell


*Aronomia , evennero coniderati da Greci come loro mac-

*Peri-nella notizia. detempi.v L antichit delle loro' arono


miche oervazioni era famoa n dallora , che _Aleandro
{ la conquia dellAia ; e la fama aveala rcnduta anche
-maggiore, come empre uccede in miglianti occaioni . Dio

doro(a`)aerma,ch
facevano
aconderelantichit
Dida"
le loro aronomicheiCaldei
oervazioni
a` 472..
mila anni. Dice delCi-r (a)
,_ 1,33.
D. .Tirri/.li
~cer0ne .(b) , che ne contavano47o.milat Epigene citatoa (b) Cicero da Divx**
Plinio
ne mette 72.0-mila; ma queo numero-di anni-Fc.- 'W- 1- f- .
ancora piu che ecceivo, e Cicerone condanna; intorno a
ueoi Caldci di follia , 'di ;vanit, e dimprudenza ..Ari- go, 7104 "fa
otile (al) .invogliato d informari del vero , e aperla giulia, la con tinnazon del
ordin a Caliiene di farli avere quanto u tal propoito i dCOO mom-Hd
trovae dicerto in Babilonia. Caliene gli mand oerva- :ofgjolggerean"
zioni cclei di [903. anni dal principio della lor monarchia i- (d)7 Apndlznzzf, l..

no alregno di Aleandro Magno. Ma comparando- il nume- unde- Calo.


.r0 di quei anni alla Cronologia della Scrittura, 1 trover ,

che in- rialendo ella giugne ino atempi della ondazione


della torre di Babele , o al principio delregno di Nembrot ,

capo dellAirioimperio .* donde pu deduri quea cone


guenza, che-iCaldeidiquel tempo avevano gi gli anni. lo
ro regolatidi dodici- mei , ~o di 365. giorni; e che proba
bilmente ebbe l anno talorm'i nel cominciamento del mon
do; tantecch i ondacori. dellimperio~ `diBabionia, odi

Ninive, non pot-evano aver -ricevuta pratica omigliante,


che da que primi uomini, i quali viero nel loro paee : on
de noi vediamo , ch ei non- variarono mai ull' anno loro , il.
che di alcun altro popolo non pu dir;
'
*
:l ~ICaldei, i Babilonei, i-Pcriani, ediSirj comincia

*vano i :loro giorni al orger del Sole, chera la principale


loro-Divinit, -e parimente nivangli. Non pu diri , e

qctipopoliaveero luodelleore per dividere il giorno,


e- l'a n0tte avanti'gliEgizzi .' Non ~trovaene invero la origi

e; ma non i ha dubbio circa"ia loro antichit nella Calea .


.'1

'

"
-

\"

154

OSSERVAZION!

La origine, che danno gliEgizzi a sfattainvenzione, pare


aai favoloa . Fu da Babilonei , e non dagli Egizzi , che i
(a) Hawd. [ib. u* Greci la riceve-tono. dei, dicErodoto (a), traero da'
0-109- `
Babilonei la nocizia dellago , della motra , e delle x1 x. par.

(b) D""l "'~ 5* ti del giorno. Trovai neLteo Caldeo di Dnniele

il ter

mine Scaeb, tradotto nella Volgata per bora : Cat-pn eogita *

,
(e) Tvb-.XLXQ-

quai una hora; (Fc. ll che conferma quanto i detto dell'


antichit, delle ore appo i Caldei. . La Volgata nota pur
chiaramente le orein Tobia (c), che viveva, e crie ono

1' imperio deCaldei .- .u/linux: quai dimdiam fcre homm


E al cap@ x11 zz.. Proratiperhora: tre.: .- ma nientcdii
mile i legge nel Greco`
Cronologia deGrch.

Uantunque i Greci enoun popolo de pi antichi-de!


Q mondo, e depi celebri per la _loro eruditone, ed
amore vero l ioria ,~ egli per vero ,che onodel nu
merodique, che meno limoode vere loro antichit . Noi ci

amoingegnati adirigamelz origine lul cap. x. del Gene.


E, e qu procureremo di elminareilorootici tempi, ela

Cronologia. L Greci medeimi lacian da.porte quanto l'uc


cee avanti il dilu-viodi Ogige; coniderando cotto ci che
ha- di orico prima dicotaltempo, come-lvoloe novel
le ed; incerte .* e quciche vollero criverela Greca-oria,
ben i nirineiso- oa-l tempo uegucnte alla guerra; di Tm*

ja , come Diodoro-di-Sicila, ovveroal ritorno degli Eraclidi


nel Peloponneoxorm: EoroCumano dicepolo di Socrate nel

l-a toria che crie de Re Lacedcmoni . Ellanicoda Lesbo di


oe la Cronologia della uaonia ullordine della ucceone
delle Sacerdotee di-Giunone, vi-vendonela prima circa un

ecoloavanti di Ceci-ops. Giulio Africano pianto-la Epoct


della Cronologia degli Ateniei al diluvio di Ogigc, avve
nutoottoil regno di Foroneo Redi Argo, 1020. anni. avan

ii la prima Olimpiade. FinalmenteVam-one non riconoce


tempi {lor-ici tra i Greci, e non dopo le Olimpiadi
Ma molto ne manca, che dopo leOlmpiadiabbano
i Greci recata tutta, lapplicazion. necearia per. eattamenoe
ditinguere i tempi. I pi amichi orici Greci, che ci ono
tri-molti ,, criero la loro oria enza, badar- molto- alla Crono
logia, raccontando per lo piiatt-i lenza fermarne il prin

cipiocon una Epoca-cerca p eco moli-rame la continuazione


ne

A._-

SULLA CRONOLOGIA,ec.

165

ne con anni determinati. Fra quei appunto, a] entir di


Marllim , debbono annoverarli Erodoco, Tucidide,Senoon
te, elendo cooro empliciorici, che viero prima, che

foe poa menteaabilire la Cronologia colla erie del


le Olimpiadi . Se talvolta e parlano delle Olimpiadi, il fan

noindeterminatamente, e _enza dinguere lanno precio


dellavvenimento, che ne raccontano.

.Siprincipio tardimo (a) a conervarei nomi devin- (a) Paua. Eli-m

citori ne giuochLOlmpici; e ci pur anche 1 rece a ne ,1554, 354

dianinar gli altri alla virt PCl'lal contraegno di diin


zione, e in nulla guia con oggetto di preggcre il tempo
deucce. ll primo che pens a conervare il nome de
vincitori, e di formarne ilcatalogo, u un certo Evanori
da (), il quale non poceva vivere avanti la cinquanteiina (b) Ida-m leioni-'5.

Olimpiade. IppiadiElea di molto tardi (c) il ruolo degli P', 533 "P"d Ma"
Olimpicifombattlmenti , e enzaalcuna buona pruova di
Puantoaenva. Platone (d) parla di un IpPza, che ila di- (d) plafajnippz",
correre con Socrate, e che avea in collume dl trovarli a

giuochi Olimpici. Ma Socrate eendo morto nella novanta

cinqueima Olimpiade dopoCorebo, lautoritdioueolppia non pu eere di gran peo nel regiro, che fa delle
Olimpiadi. Il primo, che negiuochiOlimpicivincee, u

Corebo nella venteimaettima Olimpiade .~ di dovel pre


e la Epoca delleOlimpiadi, circa 180. anni dopo lo abi

limcnto artone da Ito;, enza eeri pocuto mai apere chi


foero i vincitori prima di Corebo; ela memoria di coui
conervo avventuratamente per mezzo del uo epolcro.
Si ha parimente qualche fondamento da dubitare diquei,

che uccederono a Corebo ; perciocch Daicle , che Ii annove


ra il eo dopo di lui, dee contari dopo lto, che il ca
ron nella ettima Olimpiade.
Sicrede, cthimeo, ilquale viveva al tempo di To
Jon-leo Filadelfo, ia ilprimo che abbia fatto entrare nell'

~:oria lordine delle Olimpiadi. Trovali dopoluiEratoe.


no, ePolibio, ilpi intico iorico Greco di quanti ci ie.

no rimai, che adoperi le Olimpiadi nella ua oria, che


cominciala , ove Timeo lavea terminata.

Quindi non dee arere rano, e lantica ioria, e la

Cronologia deGreciiiitanto incerta; mentre iprimi tem


` i delleOlimpadi, che ono comelanmadella loroCrono

fogia , i conocon s poco. Poll'ono determinarltre Epoche

delle Olimpiadi; la prima quella del primiero loro abili


men

\
.

155
OSSERVAZIONI
mento. da Areo gliuolo diPelope a funerali di uo padre,
(a) Tel/aj; Pam.. in cui ,A econdo il calculodiVellejo (a);~ riportonne Ercole

m1- li/- 1-

il palio (b) 34,6.. anni avanti lo riilabilimento de medeimi

(b)Noniaeia
i Ercole gliuolo

'
e
'1'* fattodalto, Licurgo,
'
giuochtOlm.p1C1
eCleoene,. eda

Gimee d, AM_ quca econda iituuone no alla prima Olimpiade dcCro-


nena,ov\-ero Erco- nologi, nella quale Corebolu Vincitore, civ corrono 180.
le uno de Dm anni : icch 11ver0 principio delle Olimpiadi pi di. 400.
d 1 '
anni avantilc Olimpiadi volgari. S. Clemente Aleandrmo

pone avanti Corebo 427. anni ,. Euebio 430., e ecentO


Sincello.

La fondazione deregni diArgo,v edi Siciona nel Pe-

loponneo ono altresEpoche amoliilime della Greca ioria;


,

'-

ma fa vedere .Maram eervimolto di falo, e d incerto in.

(dufm "'V' '" quel tanto, che nnrraene. Attea Pauania. (a), clteil pri
Pi

"

mo Re di Argo u Foroneo gliuolo dInaco, e aggiugne,

(d) Plim/11455. che Inaco non era un principe, ma un ume. Anticlide (al)
nomina Foroneo il piu antico Re della Grecia ; Acuila
(e)Ah:/dc.'en.~.Al.x._ dice, che Foroneo Argivo u il primo degli uomini; e il Poe:

J ,,zL l_
ta loromde chiamaloxl padre de mortali* (e). Al tempo dl
U) P,',1;-isTim.c'9. Platone
non avevai in Grecia piu antica notizia, che di
Foroneo, e di Niobe. Conea Sincello, che lciorie Gre
che non omminirano coa ver-un; prima dInaco, edi F0roneo uo gliuolo, che regnarono in Argo..

Se ci' a cos, ne legue , che ia fallo ilcatalogo de"


Rc di Siciona, che. pretende aver regnato nella citt d
Delchinia ,, nomata di poi Siciona: impcrocch e nella Gre

cia non 1 conoce altro regno pi anticodiquello di Ar


go, ne viene in coneguenza, che quellodiSiciona, poo

(al) H,maj_ B. dugentoanniavanti,avoloitn Si trova appreo Omero (g)


v. 571.
Adrae primo Re deSiconj.`

"

Il nome di Adrae 1 legge nemarmidiArondell or.to


lanno
325,, che
Ecco
[in dove
puarrivare
t de
Re diAttico
Siciona
avano
tuttavia
otto illantich
dominio
(h) Viale Maul-am. de Re di Argo al tempo della guerra di Troja
Dioni
(i) Dinylilad.
iiodiAlicarnaio
abilice-il' numero delle generazioni,

che i Pelagi dimorarono nel Peloponneo,.ein Teaglia:


ma non eendo regolata la durazionediqnee generazioni,

impolibile ildeterminare accertatamente con elle, quanto.


tempo abitaero tali popoli quelle provincie. ~
Ma come mai lioria, e la Cronologia deGrec poi
tranno eer icure, trovando tanto dinegualit negli anni

loro? Molti nonfacevano gli anni e non che di quattro


me

__

SULLA_v `CRONOLOGI~A,ec.

167

mei :(a) : gli ,Arcadi gliecero di un mee olo , e pocia di (a) Ca fm-ir!. a': ls':
nam/i .

tre ,- `onde ciacuna .delle _quattro Ragioni era un anno tra lo


ro. Quei del Cairo, e dellAcarnania lhan compoo tal.

`volta di un mee, e talora diei; ma nel tempo diOmero


embra, che l anno-_,-dcGrecioe gi di dodici mei, epro
babilmente lunari. ;
~

Solone, al ;iierir di Plutarco [[1] , avendo oervato,


(b) .Llxlrrch-a Sh
lam* .

che i mei lunari noncranouguali, e che la congiunzione

della Luna col Sole non corripondeva empre al medeimo


punto ; ordin che la parte del giorno , -che precedcva la
congiunzione dclSole , e della Luna, foe attribuita al me
e antecedente, e laltra aleguente, in guia che il gior
noche uccedeva allacongiunzione, chiamavai Neomenia ,

o primo giorno del mee. Aveva ognimectrenta giornicom


piuti , e lanno trecento eanta giorni. Rendel cio manieo

da quanto Solonedicene a Crelo appo Erodoto (e), e dall' (c) Heron. [.1, 431,,
enigma dellanno atto da`Cleobulo uno de ette Savi .- Un
padre ha dodici gliuoli, e ciacuno di ei ne ha trenta. ,
di colore, e di forma diveri; gli uni bianchi, e gli altri

neri.; ;bench tuttiieno immortali, coututtoci muojono

.
ogmx glOlO.

_ L anno Ateniee adunque non era propriamente n ola

're , n lunare ; non olare , perch quello era di trecento e

antacinque giorni e ei ore; non lunare per. non aver que


{io 364.g10rni, laddove quello degli Ateniei aveane 360':
e quando Macrobio, e Solinodicono,'che lanno antico de~
Greci. era lunare; ci vuol ignicare , chei Greci ave
'van maggior riguardo alla Luna , che al Sole, nella diri
'buzione deme loro, e degli .anni . Nel tempo di Solo

ne sincerponeva un mee al ne di due anni, e lappella~


Cruor. rh' {lie
vano Trieterir (d); come e tale interpolizione li foe fatta (il)
ara/i r. lS-Hrroa. I.

nel terzo anno. Ma peno, che s etto interponimento non


avee pi uenza dopo la'correzione dell anno atta da
's gran legislatore; mercecch allora lanno di 360. giorni

1:. 37.. O 1.1 1.[.14

'non poteva omminillrare un mee da bilcareintra due an


ni, `ma olamente dieci giorni . La dipoizione dell'anno
Ateniee ulunga pezza in uo ; e bench Eudoio, e _Pla
tone aveero imparato dagli Egizzi la vera maniera (ll re

golar lannoecondo .il coro del Sole, comenOtaStrabone


(e) , ad ogni modo prevale_ lantico coume : ed anche '(e) Str/:[21 17-_le 1

al tempo di Demetrio Falereo lanno Ateniee non era che


di trecento eanta giorni, come 1 vede da Plinio (f),l il () P/i. xxx-was;
qua
`

x68

OSSERVAZIONI

qual dice , che i alzarono a queo_Filooo altrettante htu,

quanti onoigiorni nellanno : Trecenta: [exaginta (tatu-1:)


ame .- nondum anno [mm: numerum excedente. Ma circa que- i
(a) Clfnl'J. 19

o medeimo tempo Calippo die allanno 365. giorni, cun


quarto (a); ilche a giudicare, che allora li ammettee tra
Greci il metodo degli Egizzi. Aggiuneroqueia'365.gior
ni un giorno dopo il quartanno; per la qual coa li fu
dato il nome di Penteteris, come e ci oe avvenuto nell'

anno quinto. Si avvidero dipoi, che tal bit-lio non alva


va tutte le dicolt, rimanendo ancora qualche pazio di
tempo non compreo nellanno cos regolato .* il che fece
inventare i grand anni deGreci, per eempio, queldi Me
rone, che comprendeva 19. anni, di Filolao 59. , di Calip
po 76., e quello dlpparco 304.
Gli Achei cominciavano l'anno loro al orgere delle
(la Azz-*mr attea, Plejadi, cio nel principiodella ate; e gli Atenieli (b) all
pu'Zat,Baby/ami* equinozio di primavera, contandone i loro giorni dell'una

NM """"

., all altra era , e dividendone l anno in quattro agioni, pri

nx mea'mAuamrr,
media at I: per-

plant Umm.
(c) 1154"- K(d) Ill-ad D
'

mavera, ate,_ autunno, emverno.


Non parlavai ancora
_

delle ore del giorno al tempo di Omero (e); pal-tendo que.


o Poeta in tre parti la notte , iccome il giorno, col de
crivere nel giorno laurora, o -11 mattino, il mezzo di, e
la era d).
Analmene , e Abamandro riceverono da Babilonei la.

maniera di contare per via di ore . Anamandro trov il


primo la mora olare, e la colloc a Spartain unluogo
en epoo al Sole, a ne di oervarei uoi movimenti,
(c)l.nertuxP1-a- egliequinozj (e). Si trova in Omero il nome di 0, chia
WN*
mando le ore portinaje del cielo : ma conviene intenderlo
dalle agioni dellanno i, dinominate 110m appo gli anti-chi
Greci. Nella Reli ion de Latini i fece una Dea chiamata

Hora, che 1 di per ipoa a Quirino. Ovidio,


Horamque *vor-at, qu-e una Dea junfla Qyrino.

E la facevano ovra'are alle porte del cielo col Dio Giano.


Prc/?doo far-ibm' cadi cam mitibm bari:.

Non vi fu dapprima, che una Dea detta Hora o Her

'lia; tre dipoi e ne adorarono 'otto il nome di Eunoma, _


.

di Dice, e d Irene, le quali finero gliuole di Giove, e

(l) W?- wzv-di Temide (f).


m"

E: _Tapis (9" 'rbt-midol- Ham de emine nutre,


Eunoma, atque Dice, atque Irene dive:.

Quee tre ore indicavano le tre parti dellanno, pri.


mavera ,

SULLA CRONOLOGIA, ec.


169
mavera , ate e verno : ma eendoi poi divio il giorno
.in cinque parti , i fecero parimente cinque Dee col no.

;me diOre, e i part l'anno incinqueagioni . Finalmen


te u duopo riconocerne dodici, allorchi coi-um .di di~

rbuirc ilgiornoin dodicx ore uguali 7: equea Religione


molto pi antica appo iGreci , che appreo i Latini.
,Porro preo Euebio Preinb. lI-I.-c.xr.dice, eervi due
orte diore, ceei le une, e le alt-re terreno; le prime 0
no al ervigio-di Giove , ed aprono le porte del cielo; le

econde ono anceile diCerere, portandodue panieri, luno


Pieno di ori er dinotare -ia primavera, l'altrocolmo di
pighe per ignicare la *ate . Da che venne ricevuto l'
uo degli orologi, nonichiamarono comunemente le ore,
Home., ma igma, egni, ed erano ordinate, ediribuitecon
egual dianza in ullamora, ovra .cui avano incie.
:Cronologia de Latini .

"Antica 'ioria delle genti, chepopolarono lItalia,


tanto intrigata, -che tutta l accuratezza , e diligenza
degli antichi,-e demoderni crittori non --ata baevole

a vilupparla. La origine ~{it-a dellacitt di Roma., e la.


Cronologia de primi uoi Re talmente incerta , -che non

Jia chi eguire.. Se credei ad AgatocleCiziceno, Strabo


ne, e a Cluverio, Enea non approdo mai allItalia ;.n

;punto -vi ebbe da Numitore nip0ti , che aveero .nome Ro


molo, ve 'Remo : ma la-citt di *Roma uedicata dagli Ar
cadi condotti in italia 'da Evandro, iqualii-ermarono alle

ponde del Tevere. Il tempo-di ua fondazione altrettanto


jncOgnito, quantoilnome del uo fondatore. Ndee ci re
acarmaraviglia , perch non avvi verunoantico crittore appo
i Romani , che ne abbia critto l ioria , *n la avoia , come
oerva Dioniio-Aicarnaeo (a) , che tra tuttigliiorici ea- (1) Dioy-Z- '
-min con maggiore attenzione le Romane antichit. :La fon

dazione di Roma non venne meglio 'udiata, che otto Mat*


rco Porzio Catone, che u Conole lanno 559. dopo ladi lei

fondazione, ~ilqual la pone 432.. anni dopo la prea di Tro


ja. Ma iccome la prea-diTroja., paragonata altempo della
prima Olimpiade , un punto di Cronologia incertimo , co
s non pu concluderene e. non unainlcertezza anche mag

giore dellanno della fondazione di Roma, abilitada non

284.Calmet
anni T.dopo
di Y
Troja, 38. avanti
.- pochi
D'ir.
I. la dir-uzione
\
pri la

L1'

770
OSSERVAZION!
prima Olimpiade, o il quarto anno della prima Olimpiade,
ovveroil terzo, o pure ilquarto della econda Olimpiade, o
veramenteil terno anno della ea, ovvero il primo, o il e
condo della ettima , o anche pi preo, opi tardi, non c
endovi in tutto queo niente di certo.
(a) Crnon'n- de die
nata/i.

(b) Ovitl.1~*a.

Non era gi appreo gli antichi popoli d Italia uniforme


il coume intorno alla maniera di regolar gli anni loro (a).
Queidella citt Lavinia lo facevano di 13. mei, o di 374.

giorni; cquei dell Umbria di I4. meL. Lanno di Romolo


era compoo di lO. mel (b) T come pur quello degli Albani,
cio di 300. giorni : cominciava diMarzo , econtinuava
noaDicembre, cherane il decimo ed ultimo mee. Num:

Pompilio diede allannododicime, e10 ormdi 355. gior


ni. Giunio appo Ccnlbrino attribuice al Re Tarqunoque
a riforma , nella quale '..nnero aggiunti Gennaio, cFeb

brajo a mei, che per innanzi componevano un anno. Fu


ordinato, che accrecee o nidue anniun giorno aFeb
brajo per rendere lanno civile uniforme al naturale; ma.
ben tooiavveddero, che tale interponimento non era ab

baanza : onde aSacerdOti fudata la cnradaggiugnere,co


me aveerogiud'icato opportuno, alcunigiorni all anno per

renderlo compiuto . La negligenza , o la ignoranza de'Sacer


doti partor in lungo andare s gran confuione nell anno, che
Giulio Ceare u obbligatoa riformarlo , e dargli 365. giorni

e-nn quarto, di che e ne fece un giorno bieo in termine


diogni
anni, 'e 1 chiam anno. Giuliano
, formato~
ullannoquattro
Egizzio.
,
i,
Gli antichiRomani cominciavano l anno loro di Mar
(e) Alex. ab Alex.
Genial. di. c. u

zo; ma dipoi venne principato di Gennaio (c). Dice Ovi


dio, che, lannoricominciava col Sole , perch in Gennajo il
Sole a noiPrincipium
1 ravvicina.
._
capiunt Pb-ebu:
(9 annus idem. pl '
Quanto a Magirat , non cominciavano empre di Gen
najo. SottoiConoli P. Ebuzio, e QServilo, gliUciali
della Repubblica entravano in carica alle calende di Agoo:

ortoil governo deDecemviri, aglid di Maggio, e indi a


uei di Dicembre ,- il che dur ino alla econda guerra Puni
ca, nella qualedetermin il cominciamento dell anno pe

LTagiratiaglidi di Marzo. Vi .; anche ueguentemente


una qualche variet; e i vedde principiare il governo, ora.
alle calende di Luglio, ora a quelle _di Ottobre , -inoattanLOC
ch per ultimo 1 riaunero al tempo di Auguo le calende di
~ , ,
.

Gene

SULLA CRONOLOGIA,ec.

17x

Gennaio . Sotto il regno di Nerone , il Senato commie 19 leg


gerczza di ordinare , che 1 principiac lannoin Dicembre
per onorare la nacita di-quel Pl'mcipe ; ma dimor maggio;

coanza nelle cirimonie della Religione ,continuandoli il pri_


mo giorno di Marzo, chera il cominciamento dellanno di,
Romolo, a murarlcoglie dell alloro, eloiturne di nuove

aFaciConolari, alla porta del Re delacricj, deSacer-

doci diGiove, e delle Veali , mentre quelle in tal giorno o.

lennemente accendevano il agre fuoco, e perpetuo , che ave.


'vano la cura di mantenere.

Imei non variarono meno degli anni tra i popoli dIta.


lia. Davano gli Alba-ni 35. giorni al mee di Mano, 12.- a

Maggio, 28. ad Agoo, 16. a Settembre : ene davanoi


'Tolculania Luglio 36. , e 32.. a Ottobre ; e quei di Aricia ne

gli appropriavano 39.


ll mee di Marzo, ch erailprimo deil anno, lante la
riforma diNuma divenne il terzo, comera appreo gli Al
bani . ISabini, ci Peliguirpopoli dell'AbbruzzoCiteriore, gli
acgnaronoil quartoluzogo : i Laurenti , c i Falil'chi lo pole
roalqtnnto; liErnicx al leo, e_al demmogli Equtcull (a) . (a) Oudraix"

L adulazrone e ben lovvente canglare i nomi demei ,~ e die- Qngdifom zia-tt i i


derralQuinti/is, eSextils , i nomi di Giulio, edi Auguo:

Ptregriaa; inli;

Aprileport perqualche tempo il nome diNerone, e Mag- MF-f- . _


gio
quellodiClaudio
Ottobre
u nominato
Domitiano,
e
51',; an
f
Settembre
i chiam : Tacito
. Sotto
limperio
di Com-odo,m':.
certiadulatoriimpoeroildiluinome a quelio diAgoo; di Tmm Alm'r ,
'Ercole a Settembre, edinvincibileaOttobre; Novembre

91""7", f' "1""

venne appellatoEquerzftariur, eDicembre Amaoums, ma di ,eizzchulm


tutti corett cangiamenti olamente Luglio, ed Agoo t on Hem-M u,
mantenuti. [Romaniavevanocinque agioni dellanno, la mar.
.
primavera, l autunno , la iate, l Inverno, e il olizio Im Aha*

del verno , cio, il tempoquando i giorni ono pi. corti ,


Bruma*

Eglino non contavano per ettimane

"Pm
Infine: a Tele-go;

avevan bens tre

mmma f/a `m~

termini per diinguere i giorni d-i ciacun mee ,. cio 1601-731':sz


,
calende , glidi , e,le none:. Erano le'calende .empre 'll Abir quimrii
pnmodel mee. Ne mei dt Marzo, d-l Maggio, (l1 Lu 1.th
glio, e diOttobreieiprimigiorni appartenevano alle no-A :ri-[mr 1mm_ in"

ne; gli altri m-ei dellannononavevano, che quattro gior-

"mW/Mfa'

ni avanti le non-e . Dopo le none ino aglidi vi erano "Qnm'


empre otto giorni ; e il rimanente dopo glidi contavai

per le calende del mee _vaga-ente.


Y

2.

Gli

572

OSSERVAZIONI

GliAuoni, popoli antichi dItalia, e dopo eli i Ro


manicominciavanoi lorogiorni a mezza none, e parimen
tenivangli. I popolidellUmbria, e_diTocanagli prin

cipiavano, e te-rminavano a mezzo giorno . La diviione


del giorno per mezzo delle ore egu tardimo; e il nome
di ora non i trova nelle leggi delle dodici Tavole, econ
do la oervazione diCenorino : donde s inerice, che in

Romai 300. anni enza contare per v-ia di ore. Divi


devai per avanti ilgiornoin quattro parti, come pure la
notte' edopo ch ebbero partitoilgiorno intero in 2.4. ore,
' cche luo delle More , edelc Clelidre u addivenuto fre.
uente , non olante i continu nelleercito a numerare
econdo il olito le~ quattro vigilie della notte . Si vedde
parimente appo i- Romanila uanzadi contare La. oreine
guali nelcoro del giorno, cominciandodal mattino con

nire alla fera : ecosripettoallanotte,principiando la


ra, e terminando la mattina.

Le- 17.. ore del giorno erano pi lunghe di quelle del


la notte, o al contrario, econdo che il giorno era pi`
(a) Ale-r. a); A1::
Citil- Die. la 1V

(`. [O

lungo della ntte, ovvero la notte piulunga del. giorno :


e viene aet-ito (a) , che gliantichiavevanocert-i orologi, di
poti in modo, che quantunquerl giorno foe pi lungo,

o pi corto, indica-vano le ore con- sgiua proporzione,.


che l ora ea eraempre il mezzo giorno in. qualivoglia la
gione dellanno : etaleinvenzione vieneattnibuita adAna
limeno Mileio, come di opra oervoi..
Non agevole di motrare, quando principiaero-a
comparire in Roma orivoli-aSole ;.. per certo, che non
e ne veddero-di pubblici, prima di quello che M. Valerio

vi port di Sicilia, e che non riuc per l uo, che i petta


va; perciocch eendo fatto per ilclima diSicilia , itro.
v difettoo in quello di Roma. L.. Filippo ecene are un
altro. P. Cornelio Naica inventuna cleidra, oia orivolo
a acqua, per'indiear le ore della nette, e in- congiuntura

che il . Sole non dee


Ognora pi;
` a- vederi
. . 7* ma dipoiand
.
.
perfeuonandoi c051 bella utiliima. mvenzxone
Crane/'agita degli Ebrei.

Iccome il noro principal diegno di eaminare, l'a


Cronologiadegli Ebrei ; cos quantoi detto inora non

dee coniderari e non qual dipoizione a quella diamina`


La

SULLA CRONOLOGIA, ec.

173

La Cronologia de Caldei , degli Egizzi , de Greci, e de Ro.

mani non rileva qu , e non m quanto ella ha conneione,


e attenenza allo udio della Scrittura . A coniderar ola.
mente gli Ebrei qual popolo particolare, eccettuandone an.
che la Religione , tengono randiiimi vantaggi al diopra
degli altri popoli, ripetto a la certezza della loro origine ,

e antichit. I primi autori di quea nazione viero in un


paee , ove la tradizione de grandi avvenimenti ucceduti nel
principio del mondo i conerv aai me lio, che in verun
altroluogo dell univero. La Caldea u empre delle ue an

tichit udioilma . LAronomia che ivi empre i coltiv ,


-c la converazione de primi uomini , che col ne viero,
- contribu non poco alla certezza della loro oria , e Crono

log ia.
~ Abramo avendo dimorato 75. anni nella Caldea , pot
aver trattato co Patriarchi, che viero avanti il diluvio, e

che conociuti aveano gli uomini primi. Iacco uo gliuo


lo pos Rebecca reli ioima donna, nata nello eo pae
e ; e quei mand iacob nella Meopotamia , ove pot
concrmari nella notizia di quanto dal uo genitore aveva
imparato . Scee Giacob in Egitto con tutta la ua famiglia ,
la quale vi oggiorno eparata dagli Egizzi , vivendo em
pre nella peranza della viita, e della liberazione aleida

Giueppe promea (a) . Po mortem meam Deus vi/tabir vos, (a) Gnu. l. 2.3.
(3' acendere vo: fac-ie! de terra :ia ad terram quam juravit

Abraham, Iaac, Oama. Nellapettativa di tal occoro,


.la loro principale attenzione conieva nell iruire la gli.

uolanza della vita , della et, edella geneologia de loro an.


. tenati.

In queo mentre Iddio form un og etto idoneo per


. manieare agli uomini i uoi voleril, etralmettere alla po
erit la conocenza di quelle eenzialiime verit, che co

minciavano ad alterari , e correvan Pericolo di eer ben to


o anche inra li Ebrei dimenticate . Mos addottrinato di
tatto il a er degli Egizzi, e della intera tradizione del uo
opolo, Otenuto, e inpirato dallo Spirito di Dio , ci de

crive la lunghezza della vita dePatriarchi, tanto prima,


quanto dopo il diluvio , in una oria d infallibile verit,
. la qual contiene quanto mai avvenne di conxderabile , al
meno ripetto alla Reli ione, e alla Repubblica degli Ebrei ,

dal principio del mon o no alla ua morte.

Con tutto che dopo Mos non abbiai pi unioria s


.

con

174

,.
OSSERVAZIONI

continuata, e ne ha nondimeno- abbaanza perte-'ere tm


ordine, e una erie di uccei con le loro- cronologiche di

inzioni ino al tempo di Ciro, dove cea laSa-gra oria

per ricominciare a Dario, e indi a Maccabei . ll princi


pal vantaggio di queta ioria, e Cronologia conie nell"
eere di autorit divina , non eendo permeo di formare

il minimo dubbio ullEpoche- dalla Scrittura chiaramente


egnate. Tiene ella *poi un gran numerodipuntiermi, ed`

invariabili; dove all oppoo nella oria proana -evveneg ap


pena un olo, u cui non poano propori grandiime di
colt.

L imbarazzo maggiore, che i rincontra- nell ioria ,. a


agra CronolOgia, conlie 'in coneiliarla con la proana, e

in bene cegliere tra i vari monumenti, checidelcrivono


la Cronologia della Scrittura; imperocch lEbraico- teo,
laverione de Settanta ,. e il teo Samaritano trovandoi ra~
di loro-diimili, i tratta di determinari ad un` qualcuno

deprefati eemplari, preferendolo agli-altri.


~
Quanto alla prima dicolt, la qualea poairrcon
eiliare lioria proana con la agra, non dee parere digram
coneguenza; mentre ancorch ia vantaggioo laccordare im

tutto luna con l? altra, o nella maggior parte de uoi pun


ci; e non riucie per tanto diarlo, tutto linconvenien
te ne ricaderebbe opra l' ioria profana ,. la quale non aven
do per e eia,`che una umana autorit, non p0trebbe re
car- pregiudicio Veruno alla divina autorit dellaScrittura ;
e ein quee dUe iorie l trovaero-'contradd-izioni, che

non i poceero concordare , non dovrebblipunto- eitare in


acriverne la colpa- della incompatibilit deracconti-allio

nia proana in grazia della agra, a cui i deve un inviola


bilripetto:.
Mala pruova, fattane-da iii deneri Crono
i'logii ,x ha dato a .vedere non eere atto impoibile lacr
cordare lioria agra colla proana..

'

Convien per confeare, che in materia di ~Cronolo


gia , edi oria ,. non biogna dari ad intendere di non. tro

vare alcuna contradizione , eendobene peo le iorie

'proane le une alle altreintutto, e per tutto oppotime .


Siaccordino, e fia poibile, gliautori, che- crilerodegli'
antichi imperi, della guerradiTroja, del viaggio-degliAr

gonauti, de primi regnidella Grecia, della vita diCiro-, ec

Quante variet , quante diverit non i trovan tra el ?


Dio ha imilmente permeo, che a proporzioneiveggano
ne

SULL A C ?FO-N O-LOGIA ,-~,ec.


{75.
ne libri Santi imili dicolt., e vi i trovino apparenti con*
_ uaddizioni, che richieggono v.tutta la cienza, edacutezza,
d lInterpecr E:: ,accordarle Ma non dee -gi da queo
in eriri , che-l",i aria , efla Cronologia agra; e proana non'
,-poano-conciliar era lo e* .n perdo {indizi non i dee .a

moglie, perquamovaipobile! tai.: dicolt. EPoi un


ecceo di zelo, enna .Piet malmtea il credere, che'abbi

ogni aolutamente ecludere i profani, e che non debba


frammichiari maicol agre il profano . A'um eet ae Chro
.nologia acra , dice Scaligero , /i abque exotici: monumenti:
for-et ; quod cum apientzmicw'ptores Tatiana!, Clemem Ale

xandrinnr, Tenullianus, Africa-1m, Euebius,aliique anima!!


wenint, omnino ine exam-a bioria interwlla [bara dePre
{vendi poe deperamnt . Die-'atm- gitur :umidi: buccir, ela
upercilio atroce: injuriam SPtritui Sex-:180 eri bzoria a
.a ab exotica ub/dium pera: . Quai illa magna igaminia

t ,` bioria erotica [acne ancilletur,

Ripetto alla econda dicolt., chexconcerneia'celca,


..che dee fari di un teo per determinari 'nella Cronologia ,

.non vi ha pi ragion da titubare dopo la decilone del Con


-cilio .di Trenno, ilgqual dichiara autentica la Volgata, e
principalmente per trovarli conforme al ceo Ebraico . E'

.:noce altres il ripetto , ch ebbe lantichit er la verione

AeSectanca, Si Conviene altres, chella u eguita da qua


--tuccigli antichi Padri, ed Eccleaic-i orici; ma ciavven

312,' perch eglino aveano minorconocenza dellEbraico te


e , di quella che noi preentemcnce ne abbiamo; e erch
..ancora la Greca verione ad el teneva luogo di originale
Vediamoora qualoe la forma dell anno degli Ebrei;

ma per trattarne con chiarezza fa duoPo diinguere i tem. i. Prima della legge non avevan gliibe-ei altro anno, che
- Egizzio. Siccome il popolo erai fermato in Egitto; cos

.
\

.non poneva naturalmente eguire altra foggia dl anno, ,e


;non .quella coumata in quel paee. Mos nel computoche'
ci
d della.conteneva
durazion del
diluvio
(a),i ciquali
manifea
, che 1 anno
Ebraico
3.65.
giorni,
componevanotz. (a) ~0nui v"
mei di 30. `giorniluno, fuor che lultimo che aveane 35.

Non teneva gli Ebrei verun mee bieo; e pur non era .
in capo di l 2.0. anni, quando il principio dell anno 'i trovava regolato di 30. giorni interi

Ma nella Scrittura (W'V'J'sg-'

.
.
cin-*ml
non Vien ma;. parlato dl. un terzo decimo
mee., n dmlib- H'Lr.
mfozion bieile.d gPBz 4

Do

umP"mi!

176

vOSSERVAZIONI

Dopo la ucitadiEgitto, enza immutar cosalcuna in


torno allordine dellanno ripetto al civile , i eguito

Per il agra, e per le eej ed altre cirimonie della Re


li ione una nuova forma di anno, chera in parte olare,

e m parte lunare. Principiava tal anno nella primavera, e


la fea di Paqua cadeva il 14. iorno del primo mee, ch
era ilettimo dellanno civile. i' che dicemtno degli an
ni lunari degli Ebrei, ripetto a-l 'agro, ~non pu ben

rovare , e non dopo il tempo di Aleandro Magno. Si


(a) Ere]. xh. 6- vede dal librodell Eccleiaico (a), edaquellideMaccabei ,
PM Ili "'P_"' da Gioeo, e da'Filone, ch'ee uivanol'anno deGreci,
vale a dire, che lanno loro era olare, e lunari iloro me
rah...- :il-Mr f,- 1 (b) . Uni-veri Greci mmm` juxta olem , men vero C9' die:

"dum '{MM_ej1-- juxta [mmm agebant. Conferma Maimonide ci, che dicia
ll mmm' ljg mo : bleu/,er anni , mene; lun-e ; anni' autem quo: no: com
(c) Ap. X[- z_ 3.pun-:mah _unt anni al. S. Gio: nellApocali' (c) a _parl
xxl.6.l4.xux.5.

mente gli anni dl me lunari dl 30. giorni l uno : i tre

anni e mezzo anno econdo lui :260. giorni : 1i4z.me


fanno altres tre anni e mezzo, e giorni 12.60.
Fu olamente dopo il Talmud, cheuaronogli Ebrei
gli anni puramente lunari, aggiuati agli anni olari per
mezzo di un mee bieile di 3. in 3.anni; dinominando
queo mee [/e-ad, 0 il econdo Adar . Secondo queo
regolamento adunque, 1 deve intendere quanto iRabbinine

inegnano _dellanno loro, delquale anche preemmente tra


ei i ervono, .compoo di 12.. mei , e quei di 30. gior
ni, e poi di 2,9. alternativamente. Quello cheha 30. gior
ni, detto pieno; e quello che ne ha 7.9- chiamato vo
to. I mei lunari 11 cominciavano econdoi Rabbini, non
gi nelgiorni della congiunzione del Sole con la Luna, ma

:in que lo del uo comparire; Si tenevano , diconelli , u


certe montagneuomini iPendiati per .oervare ilmomento
dellapparizione; e temendo di mancare al precetto, che
obbligava .di celebrare una fea al principio delmee, i
facevano, a detta loro, due giorni di ea, il primo de'

quali i chiamava chs (utenti: Luna, il giorno ,della Luna


nacoa, el econdo il giorno della Luna manifeta, Die

(d ) TMW", H"- apparentis 1mm. Toinard (d) riette giudicioamente , che


TM' HMS' rm. P' ci ioervava per lo pi nelle provincie , e neluoghi dian
54-

.
.
,
. .
ti da Geroolima; perch m Gerualemme e ue Vicmanze
le neomenie, e le ee erano empre determinate dalla de

ciione della caa del Giudicio. I Rabbini per pruova di 1.


d

mi

SULLA CRONOLOGIA,ec.

177

mil pratica i ervono di un pao riferito nel lib. l. de R


"cap. xx. v.5. che i eaminer in altro lu o . Quanto al
coume di avere uomini prezzolati, e abiliti per oerva
re le [apparizioni degli Atri, provai col pao eguente de'

Paralipomeni . Trai hg-lruoli d Iaecar ve nerano zoo. , che


[ape-vano dicernere tutti tempi , a ne di Pre/orione adrae
le ci che dove-ua fare , e il' rimanente della loro Trib egmi
va il 'or coniglio [4]-

.(1) a. P. x. 31..

Lanno civile degli Ebrei icominciava a'llaurunno,`

in quella guia appunto che appreo gliEgizzi. 'Il ne della


iate, e -i'l tempo ueguente alla raccolta di tutti frutti,
chiamato da Mos il termine , o la rivoluzione dellan
no () . Eecbiele (a) *parla delcominciamento dellanno ci- (b) px-Axyfijx.
vile ., e -gli 'Ebrei 'lappellano tuttavia Roes-5 bae/;ana , @mmm-uz. .

e comincia nel -mee Tizf-i ., che corriponde al noro Set-'() EVLXL'


tembre.
'Dice
Gioeo(diile)
d , chenominato
:il diluvio~
rinci i il Die- (d) Mn*
. M'
. I'
c'ondo mee
dellanno
daPMacEdoni
or, -e dagli Ebrei Mre-vam, corri ondente al noro mee
di Ottobre. Da che Mos ebbe ilito nel -mee Nian il

principio deli' anno Santo, conrinu a pri-ncipiare, come


per lo paato, l anno -civile nell autunno . Si crede che la
ea della Epiazione , che celebravai il decimo giorno di

Tizri corripondente a Settembre , e a Ottobre , foe ili.


tuita in memoria del-la caduta di Adamo, il quale per con
eguenza era ato creato in autunno col mondo.
,
Avevano gli Ebrei t-re orte di ettimane. LSettima

ne di ette anni , dopo l'e quali uccedeva l anno Sabatico ,


nel qual tempo la terra Rava enza coltura. H. Lanno del

Giubbi-leo compoto di- ette volte ette anni, o di 49. an


ni. III. 'In ultimo ettimane di giorni . Lanno del Giub

bileo era quamente fra loro ci , che il grandanno appo


gli Egzzi, -eendo nel tempo teo agro, -e civile.
'cantavano i giorni dall una all altra era. Mos no
ta il giorno civile con queti due termini Vepe C9' Mane.
Il giorno
compoo
una era,
di una che
*mattina
; la
era,
o la era
notte
andava divincontro
al egiorno,
i chiama

mattino. Mos non accenna dierenza veruna tra i giorni


agri , -e civili . Ora i giorni feivi cominciavano la era,

e imilmente nivano : a *vepa-a in vepemm celebrabits


Sabbath una . 'Si principiavano le eteinter du: veperar (e) , (e) ric-1,1, n.

cio, al declinar del giorno. Ado era' Mos queti termini


non olo, quando i tratta di abilire il principio delle e.
Dier.Clmet T. I.
Z
te ,

178

OSSERVAZIONI

(le, ma le coe ordinarieancora, e comuni ; pereempio,

Dio promette di :mandar e quaglie inter .dum-vepa: ; e


poco dopo `vien det-to , :che le mand *zii-pera_1 la era .- dal
che i vede eere equivalenti quelle due maniere di parla
) M"-"""~ re . In S. Matteo [q] a 'critto, che il primogiornodellz

"

ettimana cominciava la era ,- Vepa-e ,autem 54116112111, gm


luoecit in Prima .Sabbath.

Pet-evero empre tal colume inra gliEbreii-'ipettoal


Sagro , e da ei pas alla Chiea Criiana, che *fa il uo
Ucio da .un vepero allaltro, Molti Pofoli antichi, a!

(21) "6711"1" " rieriredi AuloGellio _(12), eguirono -per unga pezza'luo
(c) AMA-,MMADWdi -comineiare i giorni loro _la era ,_ come gi A-teniei, _g
ma.
Galli, iGermani, i Numidi della Libia
Ecco-ci :che
(d) ?AW-d "Zldice Ceare .deGalli [d] :_ SPatiaomnisvtempori, ma numero

Gal/"'1" W'

.die-nm , [ed aium niunt _,' (7 dies natale: , ? menum -'


.annorum inizia ic ,obewant ., m noem dies ubequatur. C0

s pure parla Tacito degli-antichi Germani .~ Nam agenziei


bm'
falls]
.imtium .cre:
dunt ,,boe-I
.neo~nemPe
dierumoccaum
umerum
.utbar
nos aupicatzimum
4, ed nofhium campmant
'

crcmituunt, lia-conrm, axducere diem-vida. Que.

Ila pratica -corge ancora in alcuni ,antichi titoli Alemani,


-in cui i pongono tre vn0tti in vece di tre giorni 4 GlIn.

(e) &trautbBrlvdt-;gle .anche .in tal `modo di ,preente i e rimono (e) , chia
Cmd'
mando la ettimana Ssnmgtb., che lettera mente ignica ec
zte notti Nella Boemia, e ue vicinanze .dalla-partedella

Polonia i comincia *tuttavia il giorno :la era, 'contandoi


i") Nyos de 2t 2-4. ore da una era .allaltra. Gli-antichi 'Poeti mettono
nichirte de iniera. per lo pi la .notte .avanti il giorno , come Mos nel Ge.

x'g".d

tie-H. Eiodo ,nella ua Teo 'onia fa la, nottemadre del gior.

O -us teche nyla-

. .

menierebei Phi_.no (f). Gli Arabi attribuicono la .nottealgiornoeguen


lotir mgeia.. .-te; el - iomo -PlnClPla .alla none -g)_ .
,
(giPierro dellaValTaleteMjlcio
ripoe a quei, clic gli addimanda

izzzi

quad

Tazm_

'

-ciedelgiomm odella

(i)Nyaa Thzon ge- d giorno- Si legge -ne *veri di Orfeo


neyde le an- la madre degli uomini, -e de li Dei.

d: .

oea

to rodortOil-primo, ripoe , che la norte era ata avanti

, che la notte

Un Filoofo .Ginnooa diadAleandro Magno una

(L) T11) imeran eipe -

- .

mia Fromm_
ripola totalmente contraria_ abque-lla 'dl- Talete (k) ,- e co
(l) P/fttan'z-inA/e- me Aleandro mor *maraVigliadel uo detto , replic il
""40- TWLPOH_ Filoofo : .a Quiione ambigua, ri o'la ambigua
"MM "m

'Viene aermato, che, -eendoii Romaniimpadroniti

de
tasaJimi_
okrie is a
p,s

.
.
. L
della Giudea,
-v-i. erano tra gli. Ebrei. tre orte -dl. gliorni.
glor

_ _ _

_ SULLA CRONOLOGIA-.,cc.
179
l giorni eivi c'he cominciavano la era ,, e` in: imil modo

nivano, come abbiamo piegato- II. I giorni civili chet


contavano dalla mezza~nocte allaltra.. Finalmentet uno;

le, che vi foe ancora unaltra qualita di giorno , che i


contavadaunonllaltro mattino, dandoitzmre algiornoz
c altrettante alla notte; ma` quee 'ore eranoinra loroinE-

guali econdo-la diverit delle. agioni : il tutto a imita

zione deGreci, e deRomani ,. orto-'il dominio ~de quali


gli Ebrei erano at ucceivamente' oggetti.
Luo delle motre, e degli oriuoli , e la maniera di
vpartire il giorno colle ore non- apparice appreo gli anti;
chi Ebrei'. Parla. Mos olamente della- mattina , del mez
zo iorno, e della era - Indica ii tramontardel Sole con
queli due termini., Inter dna:: 'UEPefd- ; e la era* col' nome

div *vepa-rc. Non* vedet neuoi. libri , che della et ua vi


foe appo gli Ebrei verunu altra Oggia di dividerele parti
del giorno a Diribuivai la notte m tre parti ; la era ,
*pepere ; Ia mezza notte g e la guardia della 'mattina , cu- _
odia matuthra (a).
(a) Exa-J. nav.
Noi non troviamo niente' intornoalle ore fino altem .TM-' Vin '9- -

po di Eechia ,. in cui vien arto menzione di un orologio,` TDM. '9_ Vd


e de gradi, per lombra dequali dicei, che i moravano Pf" un 5'
cxvm. 148.

le ore. Pu dari una occhiata al' noro comentoul IV. ib.


de'Re cap. xx. Il.. Se trovai talvolta il nome di ora ne"
Settanta, olo per accennar la. Ragione dell-anno , nel
eno medeimo, che i legge in. Omero, e in Eiodo.
Oer-vai nel nuovo Teamento divia in quattro vi

gilie la notte (12)',- uo che venne reo in preito daRo- 5) Ma-*WH*


mani. I Greci lhanno anche tal. ata divia in quattro-,24? 3' 3
e ovvente in tre vigilie; e quea- ultima e la pi antica ' "35*
maniera di partire la notte, comedi opra vedemmo. Ri

pettoalle ore , i parla in S.Giovanni (o) di tz.ore- del gior (c) fa. m_ 9.
110;* Some pure in S. Matteo (d) .* perilchercrede, che gli (d) Manb-xx-z.4s.
:Ebrei eguiero- comunemente la maniera dicontar le ore
ineguali del giorno econdo l uode Romani, e deGreci.

Vedete il noro cemento opra S. Matteo, xv: 1.45.

TA

180

WW

'

'

'

"a' "

wweaoaoaoacmoaozmoa

TAVOLA CRONOLOGICA
Di ci che vien riferito nel libro del Genei
econdo il calco/o di Ueria.
Anni del'

.Mondo a
I

I L primo anno del mondo corriponde allanno 7m. del


periodo Giuliano, 4004. anni avanti l Era Critiana,
Creazione del cielo e della terra , e della luce; una Do

menica 23. Ottobre, primo giorno del mondo.


Creazione del rmamento, che divide le acque inferiori dal;

le uperiori; econdo giornodelmondo ,. Lunedi 2-4.. Or.


tobre.

Le acque del mare i ritirano, e laciano coperta lat-tetra.


Creazione delle piante, delgiardino di Eden : terzo gior
no del* mondo.
Creazione del ole, della lun-a, e delle elle r quattogior

no.
Quineogiorno r produzione degli uccelli, ed'e peci, ec.
Seo-giorno: produzione deglianimali terrri, e dellum
mo* Adamod
il nome
animali:. Dio gliormn
una.
donna
da una delle
ue-agli
colole-.
i
Settimo giorno, Sabbato 29. Ottobre. Dio-cea dallopera
della creazione , benedice i-l ettimo giorno , elo antica .
Peccato della primadonna, che induceAdamoapeccare.
Adamo le impone i-l nome di Eva .. Dio. cacciali dal
Paradio; ci veri-imilmente avvenne lieo- giorno ,

che vi erano entrati, che - il decimo dopo lacreazio


ne, che* cor-riponde al primo di Novembre .

130
130
7-35

Nacita di Caino, e di Abele. Gene. rv. Iz.


Morte di: Abele uccio da Caino. Geno. IV.. 8.

Nacita di Set. Gene. xv. 25.


Nacimento di Enos gliuolo di Set. G'cne rv. 2'5
Diinzione tra i dicendenti di Caino, dinominati i gliuo

3$
395

l-i degli uomini, eidi-cendenti di Set, chiamati i gliuol


di Dio. Gene. IV. 26. confrontato a vr. r. z. ,
Nacita di Cainan , gliuolo di Enos. Gene/I mg.
Di Malaleel gliuolo di Cainan. Gene]. v. tz.
Di

TAVOLE CRONOLOGICHE .

:181

Armi del
Mondo .

Di Mattualem gliuolo di Enoc. Gene- v.2.t.

460
622
687

Di Lamec Iiuolo di Mattualem. Gene. mas.


Morte di A amo in et di 930. anni. Gene. v.5.

93

Di Jared gluolo di 'Malaleel. Gene- v.15.


Di Enoc gliuolo di Jared. Gene]. v.18.

874

Enoc rapito da Dio dopo 365. annidi vita. Gemv. 2.4.


Morte di Set in et di 912.. anni.
Nacimento di No gliuolo di Lamec. Genc. v.2.9.
.Morte di Enos in et di 905. anni. Gene. v. 11.
Di Cainan in et di 910. anni. Gene. v. 14.
D Malaleel in et di 895. anni. Gene. v. 17.
Di Jared in et di 962.. anni. Genef. v.zo.
Iddio manda No ad avviar gli uomini della ua rioluzio

987
1042
1056

7 1140
1135
1290
1422
1536

ne di punirgli col diluvio no. anni prima , che venga.

1. Petri 111. Io. e 2.. Petri Il. 5. Gene. v1. 7. E]. lab
brica larea.

Nacita dilaet gliuolo di No. Gene- v. 32.. paragonato

1556

al Genef. x. 2L

Nacimento di Sem gliuolo di No. Gene. v. 32..


Morte di Lamec in et di 777. anni. Gene. v.3z.
Morte di. Mattualem in et di 969. anni. Gene]. v1.2.7.

:558

1651
1656

Quello anno 1656. quello del diluvio.


No entra nell'area co uoi gliuoli , e tutti gli animali,

il di 17. del econdo mee, che corriponde alla Domenica


7. Dicembre . Lepioggie cadono continuamente 40. gior
ni, e40. netti, ele acque etteroenza calare ovra tutta
la terra cento cinquanta giorni ,* cominciarono pocia a
decrecere, e l arca i ferm ulle montagne di Armenia il

Mercoled
Maggio.
No
iortireei ildicorvo
il Venerd 2.8. Agoo.
Indi a ette giorni No fece ucir la colomba, che ritor

n lo teo giorno; e dopoette altri giorni di bel nuo


. vo la manda, e pi non ritorna.
Io coperchia larca il \enerd ventitre ()ttobre ; ece
dallarca un Venerd 18. Dicembre; oerice a Dio acri

ci di ringraziamento. Genevnxp.
Nacimento di Araad liuolo diSem. Gene/11x40.
Di Sale {i liuolo di Arfaiad. Gene. art.12..
Di Eber Egliuolo di Sale. Gene.x.I4.
Di Faleg gliuolo di Ebcr. Gene. x1. 16.
Fabnm della torre di Babel/e . Gene]. xl.

'
ITM

1657

:658
1693

173
1757
1771

LAnnzk!

v:182.

TAVOLE CRONOLOGICHE .

mdda

1787

Nacita di Reu Ggliuolo Faleg.. Gencxr.\18.

1816
1819

Cominciamenta ale-Re, i Egitto daPa [Wiz-Mim gliuolo di Cam a

1849

Di Nacor gliuolo- di Sarug Geneixraz.

1878

Di 'are figliuolo di. Nacor. Gems-ix!. 25.

Nacita di Sarug. gliuolo di Reu . Gene.x1. zo..

1948

Di Aran ,igliuolo di Tare . Gene. n.26.

1995

Morte di Falcg in et. di. 2.39. anni. Genexl.19


Morte di Nacor-. Gee11.25..
Morte di No in et di. 950c anni, 350-. anni: dopo-ii dilu
vio. Genext. 2.9..
'
, '

I997

2.006
2008

Nacimentodi. Abram gliuolo- di: Tate . Geue. x1 . 2.6.

20:8

Nacita di Sarai gliuola di. Aran ranello di Abram .

zoz

Morte- di Reu . Gene. xt. zl-

2049

Morte di Sarug. Gene.x1..3.'


Cadorlaamor Re di Ela-- ottomette-i .Re di SMoma , e di Ga
morra , 60.6118 gli- fumnozggettPer 12.'. Anni' Geue. x1 v. 4.

1079

,2.08 2..

'

Vocazione di Abram della citt. di UcinMeopotamia.- Fu


'm, quea citt ,- che Taro, ed i uoi gliuoli i abbando

narono aLculto degl Idoli (j'aue xxtv. 2)

Abram itra

ferilceda-AraninMeopocana con Lo: uor niPote ,, Sarai

uaconorte, e-'Iare-uoxpadre : queimuoreinrain et


di. aos-_anni a Gene. xr. 3.1.33...
_5
Abram ece da Aran., e va, nella terra di Cnaan. con- Sarai,

2.084

ua Spoa, e Lot uo-niPOte.. Abram-era- in et` di erram


tacinque anni.. Genef..x1 1-4.. Di qudee prenderi il prin
cipio de4goc anni di. pellegrinazione notati. nell Eodo
x1rc4o;4r
Abram. 1 rende- in Egittoa cagione- della. fame .- Gem/I xx I..
10-. Fa paare Sarai. per ua orella ..
"
,.
Faraone (Apa )v che 1. aveva rapita ,i gliela rende ,, a-vendorie
conociuto chera. ua- moglie .,
`
Abram , e Lo: , eendo ritornati nella-terra diCanaan, e

parano . LOL v aSodoma-,, edAbram: nella valle di .Manu


aopt
2.097.

bre preo di EbranGene.x1 r-r. Gli anni non ono- certi .


Queo- anno i Re della Pentapoli 1 ribellano contra Codor
laomor. Geue. xrv. 4:. Codorlaomor ed iuoiAll'eatian.

no guerra a Re' della Pentapoli .. Loc vien fatta chiavo.


AbramineguiceCodarlaomor', ed iuoiCollegati.- , con
trecento diciotto uomini : gli disfa

libera Lot, egli al

tri chiavi . Ricevein paando da Salem la benedizione di


Melchiedec . Gene. xl v.
`
[No

TAVOLE CRONOLOGICHE.

:83

.Anni del
Mondo .

Dio promette ad Abram .una numeroa po'erit.. Genei xv,

e e enti.

Sarai sconeme .ad Abram la .ua erva Agar per .averne

:2.093

gliuii...iGee}i'xv1..-.
.
Nadta-zdlmaele. Gene. xvr. 13. Abram aveva .allora 86,

3094

-ann1.

Morte di Araad 403. anni dopo il nacimento -di Salem .


Gene. XI. 13.

.9

:2.096

Alleanza di Dio (con Abram; cui rinnova la promea di un


gliuolo Mutagli il uo ,nomedi .Abram *in-quello di
Abraamo, e -quellotcliSaraijnquellmdiSara La Circon
ciione -viene abilita. v1Genej.xv.l!. 3. :6. -e eguenti.
Abramo riceve `i~tre Angioli, -chevanno a Sodoma . Gene/Z,

2:07

xvx l 1.'Q16JCitt , e le quattro -vicine ono ;incenerite


dal "ucco del -cielo. "Gene. :XIX-"25.

Lat liberato, e ,in grazia ua .ia picciola -citt *di Segor


vien-conervata- .
.
Abramo :i :rifugia :a 'Berabea . 'Soggiorna qualche tempo a

Gera-ra. Abimelec 'Re di Geraraa ,rapir Sara, indi la


rende ad Abi-amo. Gene'xx.

Nacita dlacco . Gene. xxx. 2.3.


Moab, -ed Ammone gliuoli di Lot .nacquero queto :anno
medeimo . -Genej XIX.`36.
Abramo'caccia Imaelle , ~ chemaltrattava Iacco . Gene]. xxx.
13.1 'Sale .403. .anni dopo ila A.
Morte
macita di Eber. Geyej

2.108

2113
2126

xI-T . 'dipone a 'acricare


.il uoiigliuolo Iacco. .Ge
Abramosi
v7-133
ne xxtt..z.-eeguenti.

Morte diSara :in et dia-7.7 'E.l- ola, eronadel uo eo,


di cui la Scrittura nati lintera et Gene. xxI I I. 1. .I

2:45

Abramo :manda .Elezero *in Meopotamia a chiedere :una

2148'

- donna per lacco. *Gene/Z 'XV-Z. e eguenti.

'

Morte -di Sem gliuolodi No 500. anni dopo `la nacita


di Araad. ;Generxn II.

1158

Nacimento `di Giacob , .-e di Ea. Iacco `lor padre aveva


60. anni.. Genexvizz. 2.3.
g
Morte di Abramo -in -et -di `175. anni. Cene]. xxv. 7. 8.
Morte di' Eber 430. anni dopo la nacita -di Faleg . Gene/I

2168

x I.

17,

. , .

Iddio apparice aIacco ,e gli-a gran promee, Genc. xxxih


,4.

2183
218]
2200

.Anni ,za

184

TAVOLE' CRONOLOGlGHE .

onda .
2208

;2231

4. lacco ferma in Gerara nel tempo della ame. ivi v. 6.


Maritaggio di Ea con due donne Cananee . Genef. xxvx. 34..
Diluvio di Ogige i Grecia Iozo. vanti la prima Olimpiade.
Morte d lmaele in et di 137. anni. Gene-f. xxv. I7.

2242

Principio del regna di Evecoo [01m: i (l'a/dei 2.1.4. anni prima ,


che *ui regnaero gli Arabi . [ Giulio Africana
Stima
Uierio, che a lo eo che Belo , i! quale u Facia adora

2245

Iacco d la ua benedizione a Giacobe ad ecluione di E


a . Geue. xxvn. Giacobe i ritira ad Aran nella Meo

to daCaldei.

potamia , e i obbliga di ei-vir Labano per ette anni,


ane di coneguire Rachele . Gene/Z xxvz Il. In..
i

Ea poa Maelet gliuola d lmaele per addolcir lanimo


di uo padre. Gene. xxvtn. 9.

Giacobe poa Rachele un mee dopo la ua obbligazione


con Labano ; ma in uo luogo vien poa Lia orella di
Rachele; da ivi a ette giorni gli vien data parimente
Rachele . Gene. xxxx.
.
'
2146
47

Nacita di Ruben. Genef. XXIX-32..

2248

Di Levi. Mid. v. 34..

2249
59
azs

Di Giueppe gliuolo di Rachele. Gene. XXLZ4

Di Simeone. Gene.xx1x.33.
Di Giuda 35.
Giacobe parte di Meopotamia colle ue mogli , ed i uoi
gliuoli di nacoo a Labano. Quei gli tien dietro , e
loraggiugne ulle montagne di Galaad dopo ette giorni.
Labano, e Giacobe anno inieme una lega , e per con.

ervarne la memoria alzano un mucchio di pietre . Ge


q xxx1.

Eai viene ad incontrare Giacobe. Gene/Z xxxu.6.


Giacobe giunto nella terra di Canaan i ferma preo Salem
citt deSiccimiti. Geue. xxxul. 18.
Beniamino nacque nella terra diCanaan , e Rachele ua ma

dre mori di parto. Genei xxxv. 18. Lanno non certo;

2276

pu collocari il uo nacimento lanno primo dellarrivo


di Giacobe in queo paee 22.65.
Giueppe in et di 17-- anni incorre lodio de uoi fratelli ,
che da principio riolvono di farlo morire , ma.poi lo ven
dono a certi Mercadanti Imaeliti , e quei lo vendono
a Putifar in Egitto. Gene]. xxxv1 I.

.2187

`Giueppe , eendo tato vincio ingiuamente in prigione , pie


ga

TAVOLE CRDI-I OLOGICHE .

x 85

.Anni del
Main! .

ga i ogni a due Uial del 'Re , due anni avanti h.


ua liberazione. Gene. xxxrx. xl.
.Morte d Iacco in et .di 188. anni. Genexxxva.

2288
228p

Giueppepiega i ogni' di Faraone-'Gene xlI.


en creato Covernacore.del regno I)ebbon contariEc
:e anni di fertilit dopo la metitura di queo anno;

e indi la nacita dedue gliuoli di Giueppe y, Marla


e, ed Erano. Gene. x11. 50.
.Principio dette anni di eri/iu? .
2296
1297

Giacob: manda i uoi -gliuoli in Egitto per comperare


del grano. Gene. xh 1. I:. e eguenti.

Manda queh' la econdavolta con Beniamino. Genefxll I LI l.


2298

Giueppe 1 manielca a uoi fratelli; fa venir uo padre Gia.

-cobe in Egitto; *vien lo-ro aegnata .la terra di Geen.


Giacobe aveva aora 130. anni. Genc xlv. xlvr.

Giueppe raduna tutto il danaro del paee, elo ponene


erario reale. Gem. xlle. I4.

2.300

Wien condono a Giueppertucco il bch'ame del paee. Ge

:go:

m xlv. 16.
Gli Egizzi impegnano i Ioroben , ele loro perone a"Giu

2302

eppe, per avere di che cibari. Gene. xlvn. zo. 2.4.


Morte diGiacobe g;in et di 147. anni. Benedizioni che d
ad Eraino, -ed a Manae, e a uoi gliuoli . Traporto

2315

del uo corpo nella tem di Canaan. Genc. xhx.


Morte di Giueppe in et di 110. anni. GeneL-ZS.
Govern lEgitco ono ~i Re Tmoi, Ameno 'ed Oro.

2369

Fine della Storia del `Gene/x che contiene 2.369. anni .

Dier. Calma T. I.

JA i

RAL*:

x86

RAGIONAMEN'TO
a.__`__

Ien queo 'libronomnato Eodo da


luna voce Greca , che Jgnica Ucita,
z per ;contenere il ;racconto :della ;uci

eta -degl Idraelti dall Egitto . Gli


r Ebrei lhanno-cxiamacoVeelleSe-motb,

' , -perchcosi comincia :nella lor Jin


l gua . ;In `*all'0 &ontien ;la ora dicen
to quarantacinque anni, .dalla :n'oru
, xdi .Giueppe ;mo .alla `elevazione .del
etabernacolo alle 'falde .del .monte Sina,
,

(a) Cap-L'

(b) Cap 2.
' '

\ `Narraviarprimagiuma Mos (a) dloggetto, -ccli mo


tivi del la perecuzion ucita contro gl Iclraehtldall Egiz
-zio Monarca; ,gli orlini dati .da quello 'jPrmcpe .a int-Emo
-di eerminare :cucci machi., :chenaxi foero agli Ebrei; da
Piet dellevatrici , che non eppero riolvpri di obbedire
a s crudele comando. Vdciappreo ( Il maritaggo .di

Amram
con Jocabeda;
la nacita
di'Mos;
lla. maniera
de
u -epoo
dauoi genitori
ullariva
.del Nilo*
*come on
rin.
contratodalla *gliuola di Faraone; allattato ;cla ?Jacobeda
:[aa propria madre , ed allevato .come `'giuolo ,della Princi
pea che -il ritrov . Mos `rinunzia ..alla .corte , -c :a tutti

-queyantaggi .che .ne `poteva perare , edifendeiuox fratel


li; e izbnecj che rende loro, ;il mettono arepcntaglo di
'erder la vita, ,e lo corngono a ritirari in Arabia, Co.

- giunto .simpegna .di Ibn-,e con -Jecro,v .diui -ne poa .la.
-ghuola, In melitrccch a guardando 'lesgregge del ;uo uo
(c) 049.- rta'zv.-ccro .(c), Dio'luipalea , -e il manda, a -ne ,di .liberare ;ii

;uo popolo dalla oppreione, cuola vquale:: gemeva ;in E


~gino. Gli manifea il uo nome, -c gli `conferice -jl potere
di
farequalunque.mracolo.
Parce
Mos,*`cous-:lora
con.
orte
inicompagnia deuoi _due
'gluoli
*ma -trovaiua
.arcn
:to di *rimandarli a Ferro, .attea ?lapparizione .di ;un Ange.
lo, che -in -un .albergo -volle-darmorte ad Eliezero. 'Aron
,ne i porca ad .incontrarg Mos, :e gueclu _fratelli ric::
-

TORO
v)

SOPRA'LESODO.

:37

Vno di bel nuovo al monte Sina la miione di Dio. Giunti


in Egitto (a) epongono aglldraeliti gli ordini che tengo- (a) cap, v. v1.
no dalSignore, e i preentano a Faraone per dirgli da par.

;e di Dio; che laci andare gli Ebrei. ll Princxpe in vece


di conceder loro la libert cheaddomandavano, aggrava gl

ldraeliti con nuove e pi dure fatiche . Torna Mos perla


econda volta a trovare il Sovrano; e , per dargli prove
accertate, che nel" nome dellOnnpotente chiedevagli la li
u

bert degli; Ebrei , cangia u gli occhi luoi la propria bac


chetta- inerpente

ch:--__AUe.4-,

. Ma i MaghidiEgitto avendone at- (b) CAVA/u.

to lieo, indura Faraone il uo cuore, e ricua di dare


agli Ebrei la libert. La oinata reienza del Re non Pu.

eer vinta da dieci piaghe, colle quali il Signore agella l


Egitto . Si. veddero ucceivamente mutate in angue le acque
delNilo, e coperte tutte quelle campagne dirane (o); da una (c) Cap u.

infinita di zanzare, c pocia di moche infeat gliuomini,


e gli animali; gli animali colpiti di pee (d) , e chiazzati (d) Cap. 1x.
di ulceri cocentimi ; tutto l Egitto rovinato dalla gra
' gnuola, e sbigottito-dal fragore detuoni; la campagna de
vaata dalle locue, e tutta quella regione coperta di fol

tilime tenebre . Finalmente mantenendoi Faraone empre


inelibile, Iddio percole tutti primogenitdellEgitto(e); (e) capa.
e merce di uno tupendo miracolo niuna di quee piaghe e
entiri nella terra di Gelen, ove oggiornavan gli Ebrei.

Gi Mos aveva poc anzi intimato a tutto il popolo


di preparare un agnello per mangiarlo la notte della loro
partenza; precrivendone loro al cap.xt I. le cirimonie ,

colle quali acricar dovevano, e mangiar quea vittima.


nella erie di tutte le loro generazioni . LAngelo del Signo
re avendouccii tutti primogeniti dell Egitto, Dio comano
da agli Ebrei di conacrargli tutti primogeniti tanto degli

uomini, quanto degli animali (f) . Sortirorxo adunque di E_- (f) cap-xx.

gltto glldraeliti, eandaronoa Ramele; da Ramee a So


cot, ve da Socot a Etam; e quivi Iddio die loro per-con
durgli una colonna luminoa nella notte, e che di giorno
coprivagli con la ua ombra.
.
Pentitoi too Faraone dji aver laciato partir gli E
brei, i poe colla ua armata adineguirli (g) , egiunlegli,(s) CW!"
allorch [lavano accampat a Beleon ul; mar Roo . Lo
ecerminio degl Idraeliti appariva inevitabile; ma Mos aven
do alzata opra del mare la miracoloa bacchetta , i divie

ro le acque, e glldraeliti dall'una allaltra pondailpa


A a z
ato

188

RA'G'IONAMENTO

arono. Gli Egzzi avendo Voluto incalzargli- , ed eendo-r

(a) Cap. xv.

._ entrati nel letto delmare,v vi rimaero tutti-ommer , en


za che neppure un olo ne rimanee.
.
Liberata Mos da queo pericolo (a) reene'un olen
ne ringraziamento n Dio con un canti-:0, che compoe in.

queaoccaione. 'Marci ii popolo tre giorni'neldelerto di.


Sin, egiune a-Mara, ove Mos rendette miracoloamente
addolcito un fonte, le cui acque non erano potabili attea
(b) Cap. au.,

la di loro amarezza . Da Mara andarono ad accampar a


Elim, e da qui al deerto di Sin (b) ., Quivi u che Iddio

(c) Cap. xv: t-..l

tare il uo popolo. DaElimvenncroaR-adim (a). E ri:

epiover la manna, e doVe mand le. quglie per alimen

marcabile queo accampamento per' leacque che Mos e


gorgar da una rupe, e per linigne vittoria riportata da
Giou opra Amalec. Larrivo di Jetro al campo deglI

raeliti, ed i conigli che diede aMos pel governo- del po..


polo onrieriti nel cap.xvu1. Ma veriimilmente queo
racconro- poo fuordeluoluogo; non eendo giunto Je
(d) Cap. xxx.,

tro e non dopo la erezione del tabernacolo. Arrivnal


mente il- popolo- al Sina (d), dove Iddio propoe aglIdrae
liti di are alleanza con eo loro; e il terzo giornoeen
do comparo- ulla- montagna col: maeoo apparato di nai
grandezza, e Mos- eendovi- alito, Dio gli diede ihdeca

(e) Capa xx.


() Cap. xxxv..

logo (e), ch come lepilogo di tutte lelueleggi. Vi-agg


giune dipoi alcuni precetti contenuti necap.- xxr. XXII
xxun Sceo Mos dalmonte (f) refer- al-popolo ci, che
Dio avevagli detto, econerm-lalleania tra Iddio e il uo;

popolo col angue delle vittime acrieate. Rial pocia ul*


monte, e Dio gli~mor pecicatamente-la maniera', on.

de voleva che gli oe fatto un tabernacolo : ciocchr leg


gei necap. 25. 26 2.7. 28. 2-9. 30. gr. Ma Mos eendoi)
(g) Cap:rxxu,

trattenuroquaranta giorniulla montagna (g), il-popolo an;

nojato della, ualungadimora, cadde nellaidolacria, eado'


r il_ vitel di oro'.

*Dic-eo Mos dalmonte-, ed avendo-"vedute lIdolo, e


le dioluzioni del popolo, rane letavoledipietra che te-

neva in mano; ridue in polvere il'vitel di oro, e femol


rire ventitremila uomini del popoloper le man di qeLe.
viti, che non avevano acconentitoa s orribile prevarica-i

(h) Caxxxin.

zione: indi rialita di nuovo ul monte* ortenneda Dio il


perdono aluo popolo, e il preg di non abbandonarne la
ua condotta (b). Aivendo Iddio comandare aMos di-pr

parare

SOPRA LESOD-O.

189

parare nuove tavole di pietra, edi alire oloulla monta

gna, a lui i manifea [12], e gli dinovellicomandamen- (a )Cap. mx.


ti. Dopo quaranta giorni che pasul monte Sino, cee

Mos con nuove tavole; ed avendo tutta riplendente la


faccia, il popolo non aveva ardimentodiavvicinarialui,
atteo loplendore del uo volto,- eo gli anim, e die
---w--...-

loro, che ognuno oerie econdo la ua volont (b) ci, (b) Cap.xxxv.
che avee voluto per la fabbricazione del tabernacolo. Il
Signore riemp (lintelligenza Bee/el e Oliab , due valenti

arteci, che mandarono ad eetto quanto era fiato ordina.


toda Mos per il tabernacolo (e) . Finalmente elevoi il

(c) cap. xxx.

tabernacolo il primo giorno del primo mee del4econdo an- XXXV- xxxvut.
no della ucita di Egitto (r1). Ecco iluntodi ci che leg- xx"

giamo nell Eodo.


( l P'x
.La coa che merita piu di attenzione in queolibro,
lalleanza, che-Dio fece con Idraele, e lamaniera, on

de abil la repubblica degli Ebrei. Egli proponeloro una


legge tutta apienza; re ola la dilor religione ed ilgover
no; dichiarai il Dio, i Protettore, ilRe, il Legislatore,
ed il PadredegliEbrei. Dall iante che il riconoconoRe,
e che il trattato della ua alleanza vien olennementecon
fermato, per diintivo della ua Realdignit fa tolo pub

blicarle ue leggi con tutto lapparato degnodella ua for


midabile Maea , e comanda , che e gli conruica , alleem
pio de Redi Oriente , un uperbo tabernracoloin mezzo al
uo popolo. Era in eomagnicamente ervito, edal fon
do del uo Santuario dava`i uoi ordini a Mos uo ervi

dore per noticarli al uo popolo. Quivi rendeva glOra


coli intorno a futuri uccei, eopra le coeimpenetrabili
all umano intendimento; racchiudendo, per cosidire, en
tro quella maeoa ocurit, donde ricreceva il timore ed
il ripetta' nel popolo. Rietteva Balaam alla preenza di
quea formidabile Mael in mezzo al campo del uo popo
lo, allorch diceva (e) : Non *vi ono pi-indovina' in Gia- (c) Num.,ujh

col?, auguri i Idraele ; ma ode/ i mczizp al uo campo


il uon delle trombe del loro Re vittorioo.

Il governo che Iddioabilx tra il uo popolo, intera


mente divino, dipendendo iltutto da uoi ordini. Dio ,

che dichiara la guerra; egliche determina gli accampam-en


ti nel deerto; che d il egno per partire, e per fermar
i .- Tutti udditi di queta repubblica, chiamata giutamente

danno Scrittore (f) una Theocratia, ogovemodivino,deb-.() joe. 115. z


bono

tantra Appia.

190

RAGIONAMENTO

bono tre volte lanno preentari dinanzi al loro Re , e

lor Dio ; e per contraegno della volontaria lor oggezzio


ne oerirgli preenti, e non comparir maicon le mani vo.
te alla ua preenza. Richiede i primegenit degli uomini
e degli animali, le- primizie e le decime non olo de frutti.
e delle_ pighe de campi ,, nia- del' tempo ancoraper le Fe.

(a) x- Reg xv. 15,_ Re, che ad onor uo comanda loro di celebrare- lRe di
_Oriente eigevano da loro- udditi- omiglianri diritti (a) 5
omminirando i popoli il mantenimento- dellalor caa,
de loro domeici, e~ delle lor oldaterhe . m imil guia

vuole Iddio, che tutto quezo-~ al tempio i porti per eer


vi oerto opra. del uo- Altare, ed impiegato al* ioentas
mentOs de Sacerdoti ede- Leviii, cherano come_ uoi ervi
(b) gi'd; F""" dpri,_ e uoi oldati.. Oerva molto. bene` Filone [b] ,. che

umimm'

la legge paragona giu'amente i Sacerd'oci-a-'Re edaiPrin


cipi per gli onori v,chez vuole,, che ad. ei. i. rendano. Co;
manda, che; i- portino loro- i; tributi di tutta la. nazione,

cio. a; dire , le decimi:v ele: primizie ;di tutt? i rurti della


terra ,. e- di turti- gli animali: delle gregge .. Tutta la Na
zione oerice con gran fervore e.- diletto-i tributiaSa-cer
doti,~ accompagnando- le di IrOv.obb.lazioni-con.rendimenti
di; grazie, e con auguri, di felicit,~` come s eg-lino- ei ri.v
ceveero ci, che davano aMiniri del; loco-Dio.,

Le colpe contro la. legge rimangono-epiate neltabers


tracolo col angue: dellevittime l'colpevoli paigndone i1!
angue dinanzi al Signore, vengono a' riconocere ,_ che ten...

gono lg- vita. da' Dio, e che per* le di: loro-oeeben me


ritereb ero- di perderla, come la anno erderea uegliani'
mali, che-venano- (o) E non. poonpgnare- (ellacarm:
radar-2.1.4.- Mind quelle.- Vitt-ime perla peccato; ellahensr. conumata u.:
. , ,

Exa-l*-

l-'Altare,v ed una parte dilribuim per-il oenramentordei:

Sacerdote ,.-che l? oeri ;. come- l'a-quegli?-chelasbmminilr;


i riconocee indegno` di paitticip-ire-allataVOladeluoldo
dio: a cagione- del tuo peccatoa Ma neacnificj-pacifici, c

di. ringraziamento- Dio permette- lorodizmangiare- una par


te delloia ,. che oerivanOz allasua preenza, edispartir-

l'a, co uoi Sacerdoti, pendinotare a- u@ popoloin- qualche.


ormai la uariconciliazione edtami ,. econdo-l umanticm
delle nazioni, che mangiavanoinieme-dopodezlormailean.

ze in egno-dizunione. e di- pace* Ina quea- guia: comm-ia;


d)- Gene/xxnzzm rono- Iacco-eAbimelec (d) ,. Giacobe: eLabano (c), Gio
e

aid- xxx. 46- u e* i. Gabaoniti

f) jolfli'.l4l..

> ~

. Per: una contraria: ragione S. Paolo;


`

(zz), nom

SOPRA LESODO.
,x91
(a) non vuole, che .i Fedeli mangino delle carni aglldol (i) LW*- x- 1,0 Yi

cam

Dein il Signore il .ommo Sacerdote -capo ddla ua 5,2." XV , u.


-caa , ~non permettendo ,.vche a lui olo,~di entrare nel uoSan
tuario; :e -non _glielo :permette *che icon cirimonie , -e in'circoanze, -che debban .ricrecere -la uavenerazione, erite

-nerlo -in .un profondo *ripetta .Le veimenta colle quali il


Signore lo fece abbigliare, onoaltrettant'Lrnbolidella ua
dignit, -e della :antitade .del gran Padrone che erve . *Por
ta opra 'le palle, -ed .in -Pettoinotniidelle dodici Trib d'
draele; come per dinotare ch egline ha tutta la cura, ed
il governo, :e -che portane .glinterei ,, e la vmemoria .alla
preenza del .upremo Signore , alla .Mae del quale -il em
plice popolo non - .degno di avvicinari . :Porta in fronte
equeeparole, colpitelovradi una ;laminadi oro : La an
,titappanieneaISgnoi-e;perciocch, :dice Mos(b),~eglidev(b) 'E I xx `
-epiare vtutte. le colpe ,-che glldraeliti- oon commettere 36.33." ' ` v" '
-contro la antit del Santuario -nelle obb azioni e ne'acria

ei, {heanno al *Signora Dio vuole, che 'iai a'l ommo


Sacerdote nel _giudicio degliaari ardui e malagevoli (o); e () D""~""~-7*
-..gli ordina di portare nel Razionale :lUrm e .Tlmmmin , la've

:rit e la doctrina che nominate ono da Mos _(d) il giudicio (d) E- "XXV
zdegliuoli dijdraele;,' vale a dire, il -contrae no della ua" 3'

dignit di primo Giudice del Signore. -Dio unice al preato


.:Urim larivelaione de"uoi Oracoli, anch *il popolo `rico

`noca nelle entenze del ommo Sacerdote gliordini della me


.deimaDivinit. Non :vuole Sacerdoti , .chenon eno ben

'fatti (e) , ecludendo dal minierio vacro .tutti coloro , ChE-_(3) 1,1,. n.57,

Thanno qualche difetto 'di corpo , v-ehe potrebbe -rendergli iae-"8


..chi , "o dipre evoli . Noi vediamo nell ioria di Daniele ,U) DM'- "
che iRe Periani non .ammettevano al :lor ervigio , 'ee non
:perone eenti ~'da ogni difetto.
I ?Principi :della-tetra vogliono eere i padroniolu
-ti deloropopoli,~:n ibrirpoono, cnelieno oggetti ad
,altre Potenze . Dio geloo della libert del uo popolo non
.oi-e, -che ria. er empre ottomeo al erviio (g), or- (g) 'Fa'od- 'nt- U
~dinando c'hequei che onoatiaretti a .vendcr 1 aioro ra- 'Lev-nxxv.

-telli, ecano liberi -nellanno :Sabbatico ,- -o nellanno del

Giubbileo. Vietaloro di alienare i fondi,--non eendone i pro


-prietarj . 'Il Signore -regola ~il :tempo del lor :travaglio , .e
quello del ripoo; determina il principio degli anni loro, -e

@della raccolta; tutto fa vcon dipendenza. ISacerdci-ti ed


71

CQ

192
RAGIONAMENTO
iLeviti, come Uciali della caa del Signore, ono vei
ti della ua livrea, e alimentati al piarrodella ua tavola;
vale a dire, della carne delle vittime , delle quali ad eo
oerivai il angue ed il grao, e del pane che ava appre

(1) "LW" "'5 6-*oil uo Altare. Ci dice la oria , che i Re Periani (a)

1" l"

facevano portar in tavola tutto ci , che doveva eere impie


gato ad alimentare turca la loro caa. Iervi non guavano

di coa alcuna, che prima non foe ara preentata al lor


Padrone . Facevali parimence apparecchiare una tavola per il.

(b) Secondol-1 &O- Genio delRe (b), opra cui ponevanli le vivande, e le altre
" MFN coe necearie, come e il Re medeimo vi mangiae . In

E ~ - .que a gur'acoman d a Idd'10,.C h e l aravoa1 de panid e u apro

{011m 1

buoni . e catlivl .poizione lia empre imbandrta alla ua preenza di pane edi

Demoni f eibu vino, e che 1 abbruccino ognimattina ed ogniera gli olo.


m
chiamavano cau opra l'Altare, che a-va dinanzi alla porta del uo

Gen) *

tabernacolo.
Per dare agl Idraeliti unalta idea della. ua innita pu
rit, e del ripettocon cui vuole, cheiaccoino alle coe
ante, ordina il Signore, che debbano epiare coacricj ,
e con le preghiere le macchie anche involontarie che porean
`

contrarre. Einon permette, che tacchino le coe anrein


tutto queltempo, che a nelle legali impurit; e vi

pena di morte contro chiunque oe convinto di aver violata


la antit del rabernacolo con volontarieozzure. Era uo in

rendimento, che cutcoildi lui popolo vivee nel campo, in


mezzo al quale era il cabernacolo , con l iea modeia ,che

coe aro nelpalazzodel uo Principe, e orto gli occhi


del medeimoRe. Eglieo rende laragione di tale accura

tezza, e peniero, che richiede dal uo popolo, ed a ne,


che {i mantenga in una pei-ecca purezza. Siate-iam!, dice
(e) Levi:. xv.4344- loro (a) , come i0 /on Santo, e non vi contaminare m :oe-care,
(o u 3x.
o inmangiareca/imPure...In-gnaglmolt dIdraele, dice
Iddio a Mos, di guardari da ogm' orte dimpu't'per timo
>re di 0 ea* colpithdalla morte, fewntamimno la parit del
mio tabernacolo, che/Z in mezzoalaro. comanda altres, che

ogni anno nel giorno della olenne epiazione, ie/pino:


z: le macchie degliuolid Idraele, comme nel uon-beniam

(d) Lai:. xv:. 16- 10

Ecco la vera ragione di tante epoi tante oervanze,

che in e ee embrano dl poco rilievo, ma che ono di non

piccola coneguenza ripeoa quelle gran mire della apienza


del ovrano Legislatore, che rendevano a ritenere il uo

popolo nel timore enel ripetto conunauguo, terribi.


c ap
I

SOPRALESDO.

193

le apparato di cerimonie , e che inenibi'lmente Voleva


ollevari ad ,una punt del tutto interna, eigendone con
tanta eattezza la eeriore purezza.
.
Dee parimente notari, che nelle leggi date ,da-Dio al
uo popolo rappreenta in certo modo due peronaggi : Quel
lo di Dio, e quello di Re. Come D40, precrive aluo

opolo leggi_ morali le pi perette -e le pi giu-e; divela


1 gran princip) della legge naturale e della obbligazione
'delluomo invero Dio;-i rierba il punireidelittt egre
ti ; `minaccia di eerminare coloro , che potrebbero luingar
'TOr.

{i di andare impuniti dallaparte degliuomini. Ma come


Re., regola ~~uno Prato,- d leggi-pel governo di una repubbli
'ca; cende ino alle menome particolarit ; >i accomoda. alla
acchezza del popolo, ed alla ua capacitade-l adatta. Le
ue leggi non ono empre le pi perfette, n le pi giu
Ile, che avrebbe potuto dare; ma le datali, cheilpopolo
-le potee portare, epraticare. Permette, etolleta , `in qua
lit diPrincipe, edi Re degliEbrei , ci, che condanna, co~
.me Dio, e come Giudice.. Tollera ariguardo loro l uura

vero deoreieri, la -poligamia , -ildivorzio; quantunque


:nella legge novella turtoci ne condanni. In alcune con
oiunture pare ancora, che Iddiocomandi ilmale; ~comeal
lora quando ordina agli Ebrei di pogliare gliEgizzi, or

"to colore di prendere in preito da ealcunegioje, edal-

c
_p

tre maerizie. Ma in queo fatto pu diingueri, econ

doilpeniero di ,cruditoScrittore (a), ildirittodiDiodaldi, `


ritxo.dell uomo, cio, quello che Iddio, come Padronedi SSLJZ'VZ
tutto l Univero, v'a uaredagli uomini , -e-quello che gli uo- Pai KML-g'nmu
K'
u

mini debbono *praticare tra loro . Se gliEbrei aveero pre- armmre ,1m Dei ,
e le ricchezze degli Egizzi di `lor propria autorit , avreb- WWW! P" WM"
_
.
.
. . _
er rtl/quando rx:
bono enza dubbio
commea -unamgiuizia,
ma nullafan-.qm-m,
(aiuti-m;
ho che non ia giuimo, eercitando per ordine diDio un ;tu1,1,,
opra gli' Egizzi la giuizia-diDio medeimo. Inlquele oc-1-_l-r-1-def1e_ifwel
caoni nOn pu-n anche diri, che lddiocomandi il ur- I' V* P.'' "pmi
,

, r allCl!]ll- wafer

to; -percxocch eueto termine racchiude m eunaidca d pun-pm "0,, 1_


'ul

ingiulizia. Qu

azione non pi furto, too che Dio la tumiirtm(qug

comanda. Dee dari lieo giudicio dellordine dato da varvitiuminpulvn)


Dio aglraeliti di eerminare i Cananei. QJC :popoli "Z"Wif'ma

non avevan fatto torto veruno agli Ebrei : ma Iddio che miiifiiifzz:
opra di ei aveva aoluto dominio , avea rioluto il di
oro eerm-inio, ed al uo popolo avevane comandato la
eecuzione" g

Dio-.Calma TJ.
..
r

B b

Que.

194

RAGIONAMENTO

Queta medeima Mae abbaatalvolza .a aredeg


atuti, -checonideratiin particolareedi iuntamente, non
pare., che {ieno degni di aver luogo `ne le ue leggi r ma
tali latuti che otto quello .rieo ,ci embranoindegnidi

Dio, .compon ono .con .le altre ;leggi un corpo di precetti


il meglio ordinato, _ed il ,pi grande, .che ,agli uomini ,ia
giammai ato dato. Molte vi ono diquee leggi , ,la cui

apparentebaezza ci oende, .le quali non debbono ,eer ;pi-.e.


e _alla lettera, n .econdo la lignicazione .che a primo a
petto Iipreenta alla mente; avendo ee uneno egreto,
.ed eni matico ,, che ?la apienza delLegislatorene 'ha a bel
flo uio nacoo per non dichiarare con _troppa chiarezza

certe diolutezze _da lui vietate. Si poneingueo numero


la legge, `che proibice alluomo diabbigliaridadonna, e

alla donna ,di :prender le vei di :un uomo; -e quelle -che


-yietano .di eminare in ,un medeimo campodivere emen

-ti, e di _comporre .:un ,abito dilino, c di lana, .ec. Gli .an


,tichi Filoo ,hannoben direquenteimitato metodo ,omi

gliantenemoraliprecetti, {che ci :laciarono , _.avendOgli 1it


rel .in ,termini milerioi, ed ocuri.

Ci `che diingue 1_e leggi diDio , e cheleolle in


nitamente .opra ,quelle degli altri Legislatori _, i , .che

queglino vi l-imitarono ;oltanto a regolare lo atopolitico


de popoli, non facendo entrare ;la _Religione _nelleJot-leg
gi , e :non _quanto ,la .crederon ,dieevole a proccurare la pa
ce, o la felicit degli ati. -Sembra altres', che abbian tal

volta ~laciato a sbella pota i _popolinella ignoranza ,della


vera Religione , e che non abbiano .voluto _dimganaargli _in

torno alle ,ale ,prevenzioni, ,chea-vevano cncepute della

natura `di Dio, e ,della ;maniera .onde tvoleva eereryito;


come e lerrore, e iau erizioneoero iii acconce a ri.
tenere la ;moltitudineneuoi doveri, .che i! *veraconocen

za di'Dio, .e la `pratica .delleue verit. -Non .crede va .Pla

(a) ma ap, 3'_ tone _(a) . .che oecoa icura il diuelare ,al -volgo ienti:
epb. M. a.- .:amira menti, che `debboni ,avere della DiViit.. .Nelle "leggi di
App-M,

Dio alloppoo la 'Religione 1 . ~ilpuntozprincipale, non

coniderandoi tuttoilximanente, .checome acceorio; pe


rocch _in tee ,tutto ,a 'Dio ~1 riferice, *facendoi `-coniere

la felicit .de.-popoli , -il _bene dellamepubblica, _e il nervo


dello ato nel uo culto, ,e ervi io;

:Un atro coniderabilimo ,divario -paa ~traiLegisla~


;oripr-oani, E .lAmore ,delle leggi degli Ebrei ; pei-ciocche

i pri

SOPRA L'ESODO.

195

primidiero leggi imperfettiime', non avendo che medio

eremente penato per oddisfare `allobbligo di veri Legislato


ti: laddove in Mos', o pi~ totoinDio, che l ha inpirato,
trovai tutto ci', che ormailcaratteredi un pei-*etto Legi.

latore, e'nelleuel'eggiicerca tutto quel'. mai, che pu ri


chiederi in un corpo di eggi' interamente compiuto.
D`ue onole mani-ere d inegnare la dottrina decoumi ,

elaleeconda
regole in
di eercitar
operare.quei
Conile'
prima
in darnella
precetti,
, eteilaono
iruitir,
praticae
delleleggi',
appreero. Gliche
altri
Legisfatori,
dicedique
Joef# (a) _Fai-'PL 5- z.
fo- (a) ,. non che
i onoapplicati,`
alluna,
o all altra

He due coe , enza prenderi- peniero di unirle inieme . I La- W" PP"M .
Cedemonii, ed iCretetcontentavano d inegnar l'a

atica

della morale ,edella virt enza prenderi- molta cura d ilruir

eoprecettL Gli Ateniei al contrario, ed iGrecidavano


molte iruzioni, ma- poco curavanidi farle praticare. 'Mos
ha apLto unire (pree due coe; ha regolato i co'umi colle
leggi', e' co" precetti, e le ha fatte entrare nella pratica ,.
dando regole per turco cio ,. che concerne lordine del viverev

di ciacheduno , e non ha laciato quai nulla da' diporre, ed


elegaere a proprio-talento Ha recritte le qualit de cibi ,
che idovevano uare; ha'datoregole' per la fatica', ed ilri.
poo; nalmente ha talmenteparticolarizzatotutto, chela
ua legge pu eer'eoniderara come una madre', o come una

padrona, ch tutta intenta a' ordinareperino- e menome


circoanze delle azioni, ede movimenti de uoiv Hgliuoli, e

deuoi ervi .i Edacciocch' non poteero cuari col preteo


dinon aperla' ,~ ha' voluto, che in ogni'e ttimana vi oe al

meno un giorno, in cuit'eero* unicamente applicati a in


diarla, ed aentira nelleadunanze' di Religione- D qu ,
dice il citatoautore, che n"on mirai tra gli Ebrei quella pro
fonda ignoranza delle or-leggi ,- e delle loro obbligazioni ,che
alrroVei oetVa , eche tra ei non i' trovano quelle diveri

t di'entimentiv intornoall'a Divinit', che appreo* gli altri


popoli onoranto comuni. Da quiv nace ancora' quella co

ame fermezza, e' quel zelo inviolabilein mantenere i no


iri cotumi, cbeda alcuni ci vieneim'putato adelitto. Per
uai ele la legge ia Iddio perautore, non poiamo riolver.

cia farvi il minimo cangiamento. Ea dir vero, qual coa


maipotrebbei abilire', che miglior foe, e pi anta ,z elpiz

giulia? Il fondamento della nora- Religione, edelleno re

leggi i , che Iddio un Entdinni-tamente perfetto e eh


`

B b

2.

,ce,

196

RAGIONAMENTO

te, che tutto contiene, cheappagapienamente e eo, che


il principio, ilmezzo, ed ilme di_tutte _le coe, laorigi.
ne di ogni bene , e la caua ditutti _gli _eetti pi prodigio ;

il quale quantunque conociuto in una maniera aatchiara


nelle opere ue, non lacia per queo di eere innitamente
incognito, e impenetrabile nella ua natura, egrandezza;

che non pu eere rappreentato per mezzo di alcuna coa `

enibile, n tampoco da veruna delle nore idee; che aque

{lo Ente antilimo, e tutto pieno di bont noidobbiamo at


taccarci, eagli occhi di lui dobbiamo renderci grati colla

pratica della virt., non eendovi alcuna Religionetpi anta ,


.

ediquea pi, pura. Il culto elleriore , e i acri ci che la


legge comanda, cheioericanoaDio , ono lontanida tut
tiqueglieccei, edaquelle regolatezze, che miraninea

cricj de Pagani. I voti che a Dio i fanno, tendono non'.

tanto a domandargli del bene , eendo eglinaturamente in


clinatoa arcene; ma a chiedergli pari-mente la grazia di benr
ervircene . Le leggi di Mos pel maritaggio, per la educa
zion deigliuoli, per umano conorzio ,. ,per gli obblighi.
cambievolidepadri vero de loro gliuoli, de'mariti vero

e mogli, de padroni vero de' ervi, e de' particolari vero


-.e- -

del Principe, e tra di loro;utte quee leggi ono accompa


gnate da tanta apienzaepiet, che ben chiaro i vede , che
1ddio olo pu eerne lAutore.

Bench la legge Moaica abbia cos gran vantaggi oprx


leleggideLegisl'atori Profani, convien per confeare, ch*~
ella molto inferiore alla legge novella , pubblicata- da GESU"
CRISTO, eda uoi Appooli. Non gi, che quee due
leggi ienoin tuttodivere, e'che luna vieti, o comandi il
contrario di ci-, cheviene aolutamente comandato , _o proi-r
bito dall altra ,- ma GESU CRISTO ha intorno a molti

capi opravvanzato Mos nella perfezione ,. avendo compiuto-r


e perfezionato quel , che Mos'aveva emplicemente abbozzaz
,to . Ha eglirivocate certe permiioni date gi dall? EbreoLe
gislatore : lia riormato certi abui, che Mos non aveva.
portitoimpedire, o` che gli Ebrei Dottori avevano a propo.
ito introdotti-nella piegazione, o nella pratica della* legge:.
lia annullato pi-aticlieinUtili per oituirne lor di migliori:
Ii'a atto ceareilacerdozio, iacricj, e lc cerimonie le a

i, per' farluogo ad un _acerdozio piauguo, ad un acri-~


cio pi ecace , e a` cmmpnie pi ante .- ha arto parirl

ombre, e le gure, conavYL-inarela realit , e la veritade


L1

4.z

SOPRA LESODO.

197

La legge di Mos era a guia diuna mano (a), che guida (a) Galat- x it. 25.
va a GESU CRISTO. Il Salvador-e era il ne , e logget.
to (b), chella i proponeva. Turtoci chela leggeMoai (b) Ram. x. 5

ca ordina di buono, di giulio, e di perfetto , la legge E


vangelica comandalo con maggior perfezione, ed eenlione.

Qgel che vien proibitoin Mos, come un male morale, e


contrario alla

carit, ed alla ragione, parimente vietato

nellEvangelio, ma con maggiore everit, econ pi diob


bligazione. Quel ch permeio , o tollerato nellantica al
leanza, come un mal neceario, o un minor bene, non

pi cosnella nuova. GESU CRlSTO non permette pi


:il divorzio, nla poligamia, n il taglione , n la uura
vero deoreieri. Vuole che ibandica l odioa diinzio
nedi domeici, e di ranieri : non limita la ua _bont ,

le ricchezze della ua miericordia, e gli eettidella ua al


leanza ad una ola nazione, oad un regno olo; tuttipo
poli, tutte le nazioni, tutta la. terra chiamata alla ua
`alleanza. Vuol riunire tutti gli uomini nella ua Chiea ;
VUOlC, che noi tutti ci conideriamo come amici, e come

fratelli , perch tutti iamo creature del Celee Padre, fra


tellidi GESU CRISTO, ricattati tutti col uo angue, e
capaci delle ue grazie , e di quella eternaalute, che colla -

ua morte ci ha proccurata.
Mos avevaci gi dato come i emi di quete gran veri
t, ma avano tuttavia nacoe, ed involte otto la cortec
cia della lettera. `Era una luce coperta, e un doppiere in

luOgo ocuro. Un deno velo dieo opra i libri di queto


Legislatore ne toglieva la via agl Idraeliti carnali . La legge

ripetto ad ei era una lettera morta , una legge imperfetta ,

un giogoinoribile , precetti non buoni, e atuti inutili e


enza nei-yo, iqualivennero rigettati, perch non pocevano
dare la Vita a coloro , che malamente gli praticavano (e). (e) Her, vr i. to.
Eccoqualerailalegge di Mos, poa a ronte di quella di Nbi/ ad perfrzr/m
GESU" CRlSTO; ed ecco qual ea era ripetto agli Ebrei , adr/zie ex. _Efll
xx. 2.4- Der/i ei; pm
che non appartenevano alla novella alleanza perla indipoi pta
mm ban ,
zione del loro cuore , per la acchezza della lor fede, e jndcia i qu/;m non
della loro peranza.
`
vivent- Hezjr- v .

Convien qu ora diaminare una famoa quiione; cio 18. Reprabato t


Pracedeti; mandati
e le leggi degli Ebrei ono ate imitateda quelle degli Egizzi , Prapter
inrmitatem
o pure e all oppoo gli Egizzi le imitarono dagli Ebrei .
aj: (9 anti/iratem.
Ccrta coa , che queidue popoliebbero altra fiata un

gran numero di leggi , edi cirimonie_ molto tra lor famiglie


vo 1.

198

RAGIONAMENTO

voli` Diveri-antichi-harrconua` con la Egizzia-la Giudaicz


Religione, e vollero fa:: paare gli Ebrei. per Egizzi- di- ori
inc, attea la omiglianza- de lor coumi. Univano quai

_,

tempre- i. Pa ani-le erizioniGiudaielie con lEgizzie; ci


allorch furilolutodi- cacciare da Roma quei ,. che introduce

Eay"ommrh vanocirimonie raniere (a), vi uron comprei congli Egiz


i3 '
zi gliEbreL:CitrMmia:externas,/Ey}ztor , udaicaque ritm- (b) TaciradnaIL.2-*.Paflane~ imilmente- Tacito (b)
De acm'- Egyptiii' u
daicique urbe Pellena'ir.. QueLetrerati che hanno* maggior.
menteudiatelEgizzie- Antichit ,. han trovata tanta' con.

formit ne loro riti, neacricj, nelle cirimonie, e intuttas


Ia lor. Religionecon quella deglitEbrei,. che confeano', che

nulla pi'. pu- dari- di. omiglievol'e . Tanta-mv babe: ad n'tu: ,


_p
_ PW" [honia,
mummia.
era-que-dijiplinas
Egyptiorum
ani
(cll Klf"
tam, dice-il'
P:. Chircherio[c]i,. ur -oel' Egyptis
Ebraiau
liifbam.canan.. *vel` Hbmor [Egypnantee
./E'gypt-.anllqr.

dica:- . Maram [d], e

Spencero-(e) hanno avvalorato- di moltocieoentimento,

()~5`"f"'_{f'1'x; fore ancora con-ecceo, prerendendo c e perla maggior


Hd"ml'
par-te le* cirimonie della Religion: degli Ebrei-preeoero da:
quella degli* 'Egizzir pi

'

Nom pu- gi diri', clic la' gran` conformit tra la' Ren
ligine di quei due popoli' chepur non amavanl, e~ che'
all incontro' avevano non* poca* antipatia, edaverione lun:
c'ontro- l altro,` a un eetto-del' cao, e convien confea-f

re', che nella ricerca della? originediqueicoumi~ non- vi:

' coa ,. che* dia maggior pena* per' luna parte , che quell
dierenza dlinclinazione, e' per laltra'ta'ntaimiglianza d
cirimonie e* di" uanze. Dimora- Iddio` inpi luoghi, che

vuole- allontanare- il u@

polo- dal- modo di vivere' degli-`

Egizzi , e-dalle loro uperlzioni', proibendO loro'd'-in1itar-

() LW? xv" li`


,. di trattarli ,. edimparentari con e- (g) , e coman
Dem.. xi i_ 3: dane loro dizacricargli ci , che queipopoli" adoravano'b.
3,_
Avreb_be adunque operato contra le ue proprie intenuom ,. lef
(h) Exel.. vnr 2.6.. trafglr Ebrei: avee. ahilito pratiche aquelle degli-Egizzi
con ormi._
_
_
`_ ..
_

Dall altro canto, noi veggamo negli Egizzi una rana'


(5) con-Lxluz-,w averlion- per' gli Ebrei : che al', tempo* &Giueppe-(0mm

31..

gli' ammetrevanoa mangiare' con` e', e di poi lodio_ loro'


and vieppi ricrecendo, particolarmente'da-cheMos ebbe'
liberato ldraele- dalla chiavitudine dEgitto in- una foggia
(k) ;af-pr. 1.*5, r. che-cos* cara agli Egizzi. ToeoloricO
acre la
ro: r Affi-mt: .
omma antipatia edzaveronede preati due Popoli.- Aerma
'

Ero

SOPRAILESODO.

199

Erodoto (a) , che gliEg'izz'ihannozunattacco `inv iolabilea'l-le (a) Hawd-1.1.:. 78.


leggi -del .lor Paee, ;enza olere ammettere quelle di verun

altro popolo. -Chercmone appreo Porrio (la) ci dcontez. (b) Pombia-lo 45


;za,
.che ;non
liono .tenercommerzioalcuno
coore'ieri--'* *
per ;non
.eertv;e poiialla
`tentaziion il' :imitare 'leloropratiche
:reli_gioe. Qual veriimilitudineladunque, rche ;un . opolo s
.attaccato .alla ua Religione , geloo cotanto delle -ie inven

,zioni , ,e cos)v gono .dilima perle ue, pratiche, abbia :po.


-tuto conformari .a -quelle degli Ebrei, .nazione per .cui aveva
..tanta .diiima i., \e s grande-odio?
.

Ledipoizioni deglldraeliti vero gli altri -popoli .era


mo moltoben divere rlaguelle degli E izzi.. Avevan _gli
Ebrei molto davetione inieme :-e .di ripreg'io .-peorelie.
~ri , molto di ,zelo per .le jproprie-.lor_pratiche , -e neltempo
-eo una inclinazion -prodigioa alla idolatria , -e ad imita
-tre le uperizioni de.lor convicinL I libri Santi, eprinci

palmente .quei ide Profeti on pieni di rimproveri , e ,din


vettive `contno Ila 'idolatria degliEbtei, .e contra -la di loro
:aezione ,per gli Dii .degli xranieri; eper un contrappoo
:ben ingolare gli {lei Ebrei ,trattavano .con tutto'locher
-no maggiore .i ,popoli rincirconcii - Le *iorie -ci dipingon
;gliEbreicome un popolo poco ociabile, -rulico, olitario,

appartato, ;e contraddio ad ogni altra nazione. Tacito


(QT-ee': 7 v H.
;nel quinto libro della ,ua "loria parlando degliEbreidiceMof 4:; fini-,HI
.-cbe Mos Perpdare fotte il uo governo quel vvPopolo ~incoan~ lrumgcmemrm
tte, ui/ rirjmoie rifiuto nuove, ~e diametralmente Appoe a "i a_ "-01 'ill-PM'

..quelladegliltri .Popoli ,. Le roe ere :pi acre ?vengono "P"ZCZ-; L-'17;.t


fa .lora r;`1utateprofane, equel che ad ei e --w'en Permeb , 1.me i,"LL-1;
.anoi vietato. S fam' coumi, ~bene, .o male .abilixi .che _e- qua nobiracra-Rur

.m , vengono _joenuti dalla [PECO/b prete/ia di .una -rpettwole CW "" ?P'fl'il


-antichit A, -mentrezcbe gli i pi ,lim-m~ -appreo -Ie di! na- ' diiIi'afiturmif:
-zani embrano lora degni di -vilipendio . Quea -s rana va- a "la dum-la:.
riet di entimenti, e d inclinazioni degli Ebrei portavagli ad tiqmtatc dejkwdua

nnir bene peo inieme il~cult0 di -Baal :con quello .del :Dio-"W
d Idrele , e ad aezionarh alla"Religionede popoli che-odia
vano , -e Pequali non aveano che diiima . 'Sembra `adun
,que, che da quello debba concluderi, :che eizrovzide'lla

conformit tra -gli ui della Religion degli Egizii, `e degli


Ebrei, ,queli uron Lhc-imitaron gli Egizzi., e che Mos

per una necearia condecendenza antiic certe pratiche de*


gli Egzzi , delle quali non arebbe ato;po1bile abo'li'rne in
.ra gli Ebrei interamente l"uanza.
Ma
\.

zoo
RAGIONAMENTO
Ma e coniderai otto un altro rieoquea conor'
mit di ui, s degliEgizzi, che degli Ebrei , e la oppoi
zion de coumi, e della inclinazione, ch' tra quei due
popoli, icoinincier per avventura ad averne unaltra idea,

e comprenderali non eere impoibile ilconciliare du-eco


e, che tanto contrarie apparicono. Si ceveri il vero dal.

alo, il certo dallincerto , quel che la vanit degli Egiz


zi, e la creduli-t deGreci hanno paro nella oria proa
na in ordine agli Egizzi , ed agli Ebrei, da quel che Iddio
c inegna nella acra ioria ; che vedrai ben too mutat
faccia allaqueione. Eeiconea, che gli Ebrei imitaro
no qualche coa dagliEgizzi; i riconocer ancora , che gli
Egizzi i conormarono ben ovvente agli Ebrei; che gli

uni, e gli altri travagliarono talvolta per geloia aabilire


pratiche dierenti, e le une.alle altre contrarie; .e che
nalmente enza intenzion cli copiari , edi-eguiri, pur non
pertanto i_ ono talvolta incontrati in entimenti, ed inu

conimili . Per internari inquee coniderazioni, . d uo o


are il decernimento delle leggi di quei due popoli, ci e
on tra di loro o omiglievoli , o diimili , e diinguere
il tempo , ele circoianze , che recarono il cangiamento
nello tato, e nella repubblica degli Ebrei, edegli Egizzi .

Le leggi .di Mos ono o morali, o giudiciali, o ceri


moniali. Le prime on tutte fondate ulla ragione, e ulla.
:idea generale del bene, e dellordine, ulla cognizione che
ha di Dio, e di e eo. E iccome quee nozioni ono
comuni a tutti gli uomini, partecipando tiutti della luce
univerale, che richiare generalmente tutti quei, che ono

nel mondo; ore coa rana, cheipopoli lontanimi, e


aatto oppoi dinclinazioni, e dinterei s incontrino ne
medeimi entimenti ovra le generali loro .obbligazioni ver
o la Divinit, ,ed invero illpromo lore?
alle
leggigiudiciali,
ee hanno
fondamen,
to la Quanto
ragione,v
e per
ne il buon ordine
dellaperrepubblica
e la {felicit depopoli. Ben 1 comprende , che due diveri

Legislatoripoteron precrivere coe molto divere, ed .aai


conimili a popoli dierenti , glinterei dcquali , e le in
clinazioni ono contrarie, -e che i trovano in circollanze
oppoe, pur non di meno empre colla mira comune del

pubblico bene; enza che poa diri per queo , che inten
deero dincontrari nelle leggi , Che ono imili ., n che vo

leero dicolarx in quelle, che -trovan contrarim Quin


di

SOPRALESODO;
zot
di , che (o le leggi giudicia-li degli Egizzi, e degliEbre
raomiglino, ovvero oppoe eno tra loro ) non pu in.
ferirene , che Mos abbia voluto oppori , o conformari
agli Egizzi, quando non i mori, che le legidegj Egiz

zi contenevano qualche mgiutizia , o quale e diordine ,


che Mos volle e-vuare , ordinando arriziolameutetutto l
appoito.

Finalmente le leggi cirimoniali, che ri uardanola'Re


Hgione, polon eer coniderate come dipendentidallalibera
volont del Legislatore, che nel vero dee avere giuc ra
gioni in tutto Ci, che tabilice in ordine .al n generale,
che 'i propone (a); ma che in particolare pu comandare (a) Virle 1:. rl-m.:

quel , che giudica a propoito , enza che i poa ragionevol

.Aqua-i. no. art. a.

mente ricerea-r la cagione, che moelo a latu-i-re pi toto

ad 3- .chb. ,Maf

quea legge che unaltra, la quale avrebbe pocueo ugual-

Mal-Pdf). 3.

mente beniimo abiire.

Che Mos nel diegno di formare una Religione ab-


bia ordinato elle, e adunanze, determinato cirimonie, a.
cric, e deinato un luogo al pubblico culto del Signore;

che abbia ele-tti Sacerdoti, alzati altari .- che in ci fare i


adatti in generale con tutti gli altri Legislatori , i quali
nella medeima intenzione hanno comeo ordinate tutte c0
tee coe, enza le quali non poono adunar uomini in un
corpo di Religione ; quella onformit non dee reca-re mara.
viglia, e non puoteene-ragionevolmente conchiuderel, che

quei Legislatori_ negeneraltloro abilimenti abbiano avu


to peniero dimitari.

Ma deelin altro modo dicorrere, quando nella parti


colarit delle cirimonie , e delle pratiche fcorgei una con

formit , o una dierenza , ch troppo -omiglievole , o trop


po diance, perieer _fortuita , e caualmente prodotta. Se
gli Egizzi,'e gli Ebrei i _tavano omiglianti , o contrar)

nelle cirmonie particolari deacriicj, negliabitideSacer


doci , nelleo , nel pelame , nella. etade e quaiit delle vit
ti-me, nella forma, altezza, materia degli al-tarie in cen

to altre coe che ono puramente arbitrarie, e che-unica

mente dipendono dalla volont del Legislatore, dee giudi


, cari , che uati-ono artizio di raomigliari , o dallontanat
er-e. Imperciocch quelle leggi, e quelli 'regolamenti non
avendo altre ragioni, che la volont di quei , che in tal

guialedpoero ; non ha da cercar, che nella di lor vo


lont
, la cagioneT.diI. tali dipoizioni,i fatte
foggia
Dzeralmet
C c in quella
'
piut

:oz RAGIONAMEN I`O SOPRA L ESODO.


piuttoo, che'in un altra. In cos fatti rincontri pu ae;

riri , -che e due popoli hanno pratiche omigliantiime, o


molto divere .tra loro , ci non pu eere , e .non un ef

fetto della volont de Legislatori, o della elezione depo


poli. Allora tutta la dicolt conie in apere, qualede
due popoli -pratic il primo e cirimonie .di che trattiamo.

Or la Scrittura .ci fa apere, che ,gi Ebrei .adoraiiono gli


(a) julia XXW-lf- ldoli in Egitto (a); che continovarono ad .adorarli nel de.

f"-N' Pm s im' erto (b) , e che mai non furono 'ben puraati delle abbomi
m ei-mera: Pa- r
,
.
D
- ,m uri ,-n Meo- nazionidellEgitto. N01 appiamo, che la ala Religione
pizza-m', <9* 5,, /Egy- era abilita in quelpaee , prima che VI andaero glldrae
P'vliti ,(0) ; che empre di poi vi u dominante; che Dio vol
(b) Am , "7 "6' le allontanare il uo popolo dalle abbominazioni , che col.
-\
xxx.4,
neregnavano (d). QJCO piu che baante per peruader
(c) Viale ad Genl. ci , che -qua-ndo le pratiche e e cirimonie dedue popoli o.

.Ere-cb. xui. Etna'.

mu-5-

no divere , glIdraeliti vollerodiingueridagliEgizzi con

(d) RMN? prendere il contrappoo degliu loro.


Ripetto poi alle pratiche, che comuni ono agli Ebrei
(e) Tutti]. [ib. Je ed .agli Egizz, inegnano comunemente i Padri (e) , che il
P'l- "VFM Demonio, come cimia .della Divinit, ha fatto imitare a'
ferimento/mn: Pa an- l

Pmmmmwmm

o*
d ll
~ ~
l. a HFDIOX'ijc
e e cirimonie

-d

eg 1-i_

rei- .

a.

`zan-mm, 1]"P qua-le `intere e -mai pete-va avere il Demonio di muover gli

War/ne m divina* Egizziad imitare pratiche acroante, e .conacrate al culto

T"."""""" del verolddio?


*Equal ne potevan propori gli ~ Egizzi pra 1
m ulalorm mi', e~ .

mmmuiam. Vid- cicando ci, che vedevano are al popolo del Signor-e, e a.
(a' Ang. EPr- ,01, .di loro pi capitali nemici ? In oltre i . dato .a divedere,

mv- Edit que/?- 3- che la Religion degli Egizzi era ormata ,avanti quella de
"' 8' c" ~
:gli Ebrei Si a che gli 'Ebrei erani addati .alle uperizio
inidegli Egizzii, prima, chcucieridallEditto, e che di poi
ancora -le .conervarono. 'Sembra adunque che poa conchiu~
` der'i, che nelle eirimonie, che omiglianti ono *tra loro,

e -prendeero .bens) gli Ebrei :dagli Egizzi, e non gli Egiz


zi le imitaero .dagli Ebrei. E non pertanto neceario ec
c'ettuarnealcune, -cherano in ruo tra .gli Ebrei avanti, che
cendeero in 'Egitto ; a cagione di eempio , l uo della Cir

conciione, che gli Egizzi non poteronoimitare, e nondi


() Diertazione
~ come altrove i dimoram
.
,
opra
l, antichit gli- .Ebrei,
(f).
della
ne.

Circonciim

l
`

D18

-Pj""._AA

'

2.0;

eee' &WWWWWWDWWWWWW -

.~

DISSERTAZIONE
..- E al Potere degli' Angiola" e deDemonj" i'vm decorpy
Olto-in ver/o ragionai deimi'racoli , e del'

l'e operazionide buoni,,e de? cattivi piri


tiovra de corpi; ma,- ore non avvico
a , di cui e ne abbianopiconue- e pie

faleleidee, uantodella qualit del vero


miracolo, e m dove giunga ulla materia
il-'poter deglipiritic Certuni', che ipic

*
cano di bell ingegno e di: gran' cuore', ri
" Ad
gua rdano tuttoci, che rl narrae della poanza degli* Angio
lL cattivi, -deloro-apparintentiedelle illuioni, checagio

nano anori. eni, delle oeioni', ovvero' oppreioni* de"


Demon , de cangiamenti; da: ei prodotti nell} aria', e di tan

te altre coe attribuite-loro, tutto', dico-,i conderauocome


novelle atte. a' trattenere gli animi deboli' ,. rimirando com
paionevomente che ruao* ne' embra .- cadono altri; im

un ecceo* contrario, 'aciandoi dare ad; intendere quanto i;


dice ,._dellr` forza- de Demoni", deMaghi, e delle Streghe g
*~<-`*

credendo leggermente tutt imiracoliveri o- pretei ,,. che lor


i raccontano, eammettendo enzav diamina. tutte le' orie ,

che i compongono- di apparizioni di piriti e di poedi

mentide corpi permezzo de Demoni. Altri: nalmente per


una dipoizione di animo molto- pi`u~ pernicioa rendono
occaione di".negare tutt . miracoli , e quanto-dice I' deDc
monj, degli Angioli, ede li Spiriti', om)? pretefo, chet
paccia una` quantit di: al i miracoli ,,. e frequentemente i
prendono- per prodig' certi. eetti puramentenaturali, ma
traord* 'ri per? eerne conociute le caue, a chi ne u te
Rimmio-

' Quel che riferice-ia Scrittura demiracoli fatti da Ma


hi orllaranne,r e dellTapparizione' dell anima di Samuele l

Saulle ,i ci-prona a dicuter'qu piu a fondo* , e` pi diu


C e 7..
[amen

104

DISSERTAZIONE

amente s atta materia; e per_ procedervi con ordine, co


mincieremo dall eaminare in primoluogo la tintura , la po

ibilit, e le .qualieadi unrniracolo, e leOl la virtu degli


Angeli, degli Spiriti, e de Demon] nella produzione degli
eetti ovranatnrali.
. ,
_
La idea con"-.
e ~' ha di vero miracolov,_ella_,
ehe ta unazione , che oltrepa le regole ordinarie della

natura : come il cammina-re di un uomo ovra delle acque,


loare opeo in aria, parlare ad un tratto una_ lingua non
mai aputa , e che mazze di leg-no prendanqm un iante
la lorma di erpi : ecco ci che chiamai vero miracolo. Il >

{alo per lo contrario una operazione che apparice ,* ma


'che nel vero non uperiore alle leggi ordinarie della. na
tura . A cagione di eempio; lattaccari il fuoco aea.
pelli di un qualcuno, atteo un umore atto ad accender

, che vi li pu naturalmente trovare ,- m qella guia


,che di un certo fuo, e di alcuni altri cr raccontati. le io

{-rie; e allo incontro che il fuoco non abbroccrr capelli,` a


fquali venga poitivamente appi'ccato , non queo un mi*
7racolo, iccome non lo * il non conumari un pannolino, a;
: cuii appigli il' fuoco dell acqua-vite. Vi ono altres cenno

2 coe limili- nella natura, che embrano prod-igioe, ma che


non apparicono tal-i, e non per ragione della ignoranza ,
in cui iamo, della natura delle cole

Riette beniimo- S.. Agoino, che tutte le coe mirav


coloe , che vediamo uccedere, ono nel- tempo [lello nat
nali, e opra natura. Sono naturali in quanto- ono eeri::
della volonta d'rDio-,v che le produce; perciocch altro non

la natura e- non e la. volont deLCreatore : ono-ovrana


naturali., in quanto- uperano le. leggi' ordinarie ,. ecognite
della natura. Elleno adunque ono oprannaturalis av riguardo

noro; perch oppoe alle leggi della natura da noiconm


(a) Angri/Id? WMF friute ; ma ripetto-a Dio- non: ono* opra natura (uv) :-. Nec
ad [inn-ar I. 6- o.
emm illa cm unr contra- ata-cam unt, mi nobis, quibm
13
almr nature-- curux innatuit ; non autem' Dea, cui boe el mr

tura, quod fecerir. E nel libro-xx r. della citt di Dio cap. 3.

oggiugne : Come pu mai: farli che' ci ,. che avviene per


volont. di Dio , a contrario alla natura ,. eendo la volon

t di s gran Fattore la natura ea delle coe? I<prodigi


:dunque non ono contro alla natura, ma oppoi-a ci che
noi conociamo della natura

Quomodo e contra nam-am

quod Dei t valletta-te ,. cum of-:mas tanti migue Conditoris ,


(Oil

"p_

INTORNO A VERI, E I FALSI MIR., ec. 2.05


condita;- ctr/'uque rei natura ix? Partentum ergo fit non con!
naturam , ed contra quam eZ nota natura . Ben i compren
de., che queto principio di SantAgoino , La volont di
Dia la natura delle coe , i dee rilrignere alle coe natu
rali; imperocch quanto alle morali ci molto divero.
'Contuuocch egli ia onnipotente nel morale, come neli
co, tuttavlta la volont delluomo non ubbidice paiva

niente alla ua grazia * come la materia, la quale non ha n


animi. , n libert, obbedice al divino volere.

Bando Spinoa (a) vuol negare la poibilit demi


(a) TMA). Timo/a.
[p. 6. r.

-racoli, i sorza di dare


a. vedere
non eer poibile,
che il giro-politico
`
_
_
coro della natura ia mat mterrorto, ed ecco il uo gran tg.
-raziocinio. Le leggi della natura altro non ono, che ide
~3-vu- ._

creti di Dio : ora i decreti di Dio non poon mutari ,


perch immutabile Iddio : dunque le leggi della natura
non poon cangiare : dunque i miracoli ono impoibili ;
perocch un vero miracolo contrario alle leggi cognite,

e ordinarie della natura. Suppone coui, che Iddio operi


empre in una maniera necearia, aoluta., generale einva

riabile; e che le leggi della natura, e gli eettiche ne di


pendono, eno talmente legati, e :dipendenti gli uni dagli
altri, che non vi i poa concepire la minima variazione,
*n il menomo cangiamento enza diruggere la idea di un
Enteinnitamentelapientilimo, immutabile, empre ugua
-le e-coante nelle ue operazioni.
Ma quea idea, che a primo apetto pat-s glorioa a
Dio, e che embra allontanare da lui ogni ombra d imper
fezione, e di mutabilit, ella in uanza ad altro non tem
de, che a diruggere il giulo, e vero concetto , che dee
averli di un Ente innitamente libero , innitamente ag

io, e potente , la cui volont innitamente econda non


ipende dagli avvenimenti , n ia legata :gli eetti che
produce, ma pel contrario tiene quelli eetti in una inte

ra dipendenzade uoi decreti empre liberi, quantunque in

{e ei- empre immutabili. Tutt tempi, ogni ucceo, e


qualunque lo: circoanza con tutti movimenti liberi delle
volont create, aDio ono preenti. Eiperettamente cono
ce il gi ucceduto, tuttoci che avviene , e tutto quello
chear per ortire : Ei concorre attualmente , e in una
manieralecace a tnttiveri eetti, che ono prodoxti , la

ciando agliagenti liberi interilima la lor libert, e cagio

nando ne corpi tum quei movimenti , che vi i veggono.


'

Egli

zo

DISSERTAZIONE

Egli non forma gi- nuovi decretinel tempo, come ealui

ovraggiugnee una qualche nuova notrzra ,. oppurecoa non;


preveduca, che lo determinae aprendere novelle rioluzio
ni. Tutti gli avvenimenti, tutte le mutamonr checor 0n
i nella natura ,. ono coneguenze deuoi eterni diegni.;` e.
per qualunque. diverit , che 1 oervi, nelle dierenti. ue
opere , non avvivarietade alcuna nella volont dr lux che le
(a) Atzgu.0onf.!-l. P roducc (a) .* OPem muta: , can/;lia mm muta!. Dipone ben
(b) [dxonaralau.

s`i della ua creatura, e ene erve econdo il uo volere ()

1. z5..c. 5.

enza mutarne la natura; per eer. la di lui volonta a. na


tura di. tutte le coe.. La. concatenazione delle caue econ
de , la. loro ubordinazionealle. leggi generali del. movimen

to, e della dipoizione delle partidellunivero; tutto que


o s attamente- neceario- in- e eor, che: dipende da

un principio, e da una. intelligenza. perfettamente libera ,.


la. quale* guida, dirige , e. conerva. tanto-i corpi, quanto i.
movimenti, cche, nel tempo-teo-cherdparte dalle-leg
gi, e dalle regole che iamo- oliti* di ravviarvi, eeguice

decreti liberi , ed immutabili.- c In que'a, guia. entrano i.


miracoli, come tutto. ilrimanente, nella dipoizionedezd..r
egni di] Dio, e per. coneguenza nellordine della natura -.
'Concepice certamente 10- Spinoa un concetto- troppo`

limitato del divino-volere , epretende, chei aintama


niera immutabile ,. che- pi. non ia; libero ;x ovvero-cherza;

ull equivoco diquei. termini, Leggi della natura', come c


quee leggi- della naturaoero dierenti-*dallavolont- di:

Dio, oppure e un. miracolo diruggelesfatteeggi' della


natura Noi gi. dimorammo eenla volont: di Dio-la nas
tura delle coe; che il- miracolo uneetto- del? divino- vo

dere, ma di un: voler. libero, e' particolare; che va. produc

cendo- un- eettor dilimile a quegli, che product";econdoi`


eoro= ordinario, e: noto- della natura .. Ecco-laideache noi;
abbiamo: di- un- vero- miracolo.
Dal detto~ inora agevole. il`concli~iudere',. che la poi
anza- di. are' veri miracoli riervata. arDio-olo , e. perci*
nagli Angioli, n aDemonj, n' alle'Anime eparate da

corpi'-concorrereadnon- mai lor


di: ar miracoli;
bench
ano
unpoibile
azionemiracolioa
per. mezzo:
dellepo
la.
ro uppliche, o* in, qualit di, caua itrumentale'.- Ingaea
guia'` fece-Iddio nellantico Teamento' parecchi. miracoli
pel minierio- degli' Angeli ,. e de Profeti ,~ e- nel'nuovo- oli.:

Appooli, e moltiSanti dopo di loro, ecero veri miraco i,


cio,

- .INTORNO A VERI, E IFALSI MIR., ec. 2.07


cio' , 'li ottennero-.da Dio per mezzo della lor mediazio
ne , e delle loro uppliche; .ovvero gli fecero -coll autorit
:xd eli .da Dio -comumcata.

.Ma ripetto aDemon) non .-facile il .com

endere in

ual forma-abbiano -pocuto 'fare azioni .miracolo e; .nonno

*tenda ci eguire per propria 'lor forza, -e molto meno -per


*Via delle loro preghiere. Par dunque doveri dire, che Id
dio volle erviri di ei come irumenti .della .ua vendet
ta, qualora per ~rnezzo 'loro feceroperazioni oprannaturali;
`0 piuttoo che 'non dannoiverimiracoli fattidaDemonj , e
-che'li ad eoloro attribuiti, ono fali -miracoli, illuioni,
?nu-U.

e azioni maraviglioe, ma puramente naturali - -Quclo ap


'punto ci, che or qui conviene porre .alleame.
'
`'Nam-aci la Scrittura, che iMaghi di Faraonevcangia
ono le vel-ghe loro in erpenti (a), ehe vmutarono 'lacqua (a) 1-'an _v "l1

;rn angue , ~e -che fecero quai tutti gliei miracoli-0 era- (b) 15.: ,il*,13:
"id-<19
P

-ti
da Mos.. E Mos ei cautela
contraprovare.,
*i miracolichedepunto
fali .rii, mexm:
im,
Profeti(b):in.una-maniera,
~ch`~ei embra
"*ip-zpmnz,
non dubitava, -non -pocerne .are per mezzo loro -il Demo. 10.:"fcmnr'vidi?

...

mio. Se orge, dicegli, tra mi un Profeta, 0 un ~uomo, che aren't 2:11.10)


Prete-da avere a-vuto Profetic gni , .e **vi .Predica 1m Prodi. Partenza: , (ff-9L,
;gio , ..ed un miracolo , `e ucceda ci ,, che .-ui Predl , e xp-"m", quad Jan-mr

;Preb *vi dica-.- .Andiamo a guire Dei rameria non acolta-'jiq gxr'i "5"
.ve le parole di tal Profeta , ;Perch il Signore --vi pro-va , ec. D, digiti-"MZ'
GESU CRlSTO (c) eendoxacciato daFarieidi caccia- "gn-W '(9' ?irzia
1" i" nome di Bdlbdb = Demon] ; {in vvece di annullare s 'Wu-ir: of: {mx-"in

fetta accua .con -diruggere 'il principio -deFariei, ~iquali

5]? Prayer-?filier

fupponevano .nel Demonio la 'potenza -di far miracoli; '1 ,MLS-"ZL'ZLLLZZ


contenta olamente di ar vedere , ehe .il Demanio non [So (Fr

tendo .eer contrario :a e cel'o , n operare contra iuo E) Marr/;- 21x. 34.
propri interei , -era altres impolibile, -che volee ubbidire

a GESU CRISTO, *il quale altro non cercava, e non che


ridurre .al nulla il ,uo imperio. Egli pure in Altro luogo ci'

3:11.44.

'

rende avvertiti (d) .di non credere* a,prodi_gj, e amiracoli"(d) Man]]- UV.
-defali
S. Paolo (e)
predice i che
`egni,
Ciportenti,
. ~ u.
che dee Profeti.
are lAnt-icrio,
e amegna,
Satana'oi
tl-a_ 24.
(e) 3-Tval.?.

forma in Angelo di luce .7 In omma credettero moltiPadri ,


che la mutazione delle mazze de Maghi m erpenti foe ve- (f) Origenzgm 3

ra', .il che `parrebbe, che eoncedee al Demonio la pode in Num, E 1,,

&operaremiracoli; perocch non a guari capiri, come i. "zi-'iter kann-aria


van-mr virgmn up.
cangiamento
modo ,lGS-lle"m
f
f
Riconoce
patentemente
Ongene
che ll
Dn'
.
P otele il] natural
_
. poter dCl una,
wu t @Zur-r

D6*
d

208
DISSERTAZIONE"
Demonio -fece ripetto alle mazze deMaghi lo eo, che
oper la virt di Dio in ordine alla verga di Mos ; ma

che il _Demonio non pot rimettere nello ato primiero le


bacchette da lui cangiate in erpenti ; potendo bens colla,
ua forza enderi a are il male , ma non mai il bene, n
cagionar mutazxoni , che rendano aqucllo: Contrari-z virtus
mali quidem face aliqmd pote/Z , fed reimere in integrano
( a) Tudonmrm. non pote/l. Teodoreto (a) per confutar coloro, che olava

no dire, che Mos faceva i uoi prodigi medianteiegre

ti della magia, non eppe addurre ragion pi valida, che


la conciione degli eli Maghi, Dlgl Dei e bio : im
perciocch in ine conchiude, e Mos ingannavalolamen

te i eni coluoi prcig, baava, che i Maghi ne are


ero altrettanto, e con omiglianti preigj il convincee
(b) Aug. qut. zl
i Exad- Dm: *una
oft vera Creator

ro come impoore.
S. Agoino (b) eendoi propoa la queione, cio , e
le verghe de Maghi ur chiamate nel Sagroteo Dra (mi,

111,711" faut ipar ,

olo perch ne avevano la gura, enza eer tali in e etto ;

urina emina
ri but Mn-uit .

laonde il cangiamento eguitone arebbe ato puramente an


taico ed apparente ; iccome le maniere di parlare della.
Scrittura embrano eer le iee, cos riponde , che dee ri
conocerli nelle bacchette deMaghi una mutazione imile a

quella, che i oerva nella verga di Mos . Ma eendoi


ueguentemente obbiettato: Dunque biognerebbe , che i De

mon) aveero creati que erpenti ,- giacche non pare polli


bile, n naturale una tramutazione cos ubitaneaepronta.
egli dice, eervi nella natura un principio univenale diu
o in tutti gli elementi, i1 qual contiene il eme di tuttelc

_A_

coe corporali, che eeriormente apparilcono , quandoi lo

ro principi on poi in atto dagli agenti temporali, e con


Venevoli : quei agenti per non poteri , n doveri chia
mare Creatori, perch non traggono veruna coa dal nulla,
e perch determinano oltanto le caue naturali a produrre
erinecamente i loro eetti.
_ . In total guia, econdo quello Padre, poterono gli An
gto'li cattivi produrre in uno ante i erpenti con la mate
ria delle mazze deMaghi. applicando mediante una virt
ottile e upenda le caue, le quali embravano rimotiime

per cagionare un eetto raordinario eveloce. Ma quanto


alla qualit di Creatore, a Dio olo ei la conente, ilqua.
le di leere alle coe naturali, e al menzionato principio
diuo nella* natura . Solliene altres il preato S. Dottore
l ica

__"_-

INTORNO A VERI , E FALS! MIR., ec. zo9`


ileia ?opinione , -e colle medeime prove ne_uoi libri del
la Txlni (a). rovamilmen-t-e ne libri della citt di D10 (b), (a) L.3. da Trinita
che -i Demoni non Pomo agire cola -veruna, anche per Z- 3
quella potenza che loro , naturale., enza un occoro pe- _gigi-1:53 - " I
ziale di Dio , n a ~pnodur vagliono alcuna nuova creatura;

'

.ma cangiano olamente le pezieda Dio create, per modo


.che , in vece di poter mutare la natura dell anima , non po
ono tampoco trasformare il corpo-di-unuomo, .per ,eem
pio, in-quellodi unbruto. Finalmente nella ua lettera a
.Deo Grana: [c] difende, ;che leoPerazioni del Demanio, left) EPt'i- to:. mi:.
qualipar-che abbiano una.qualche omiglianzaa quelle de- .Editvqu. l'nm. 3:',

,gli -Angioli buoni., .non ne hanno la -verit , ma lapparen- @l'a'Wi :UZ-VP


za ; ,ezche non ono eetto del aper degli piriti malvag.
i., ma del loroingannamentoch che `vuol egli intende- milia,a mua;
re de fali miracoli del Paganei-m, .e non di quelli dr cuil pezie non 4
ci parlano le.Di.vine ScrittureJ come `cangiameuti.eettivi, WWW_ ~ 1M P14

ee veri prodigi.

h '

RagionalAngelico (d) cogli *Hai-principi di S. Ago-,(d) DTdemzmzrlf


'Rino , ene deduce le medeime coneguenze; oenendovche ,cz-.104. una..
il .Demonio non pu creare un minimocch nella natura.,

.e che tutte le mutazionic-he vi opera., ono puramentena


enrali, .dando certo movimento, o certa .forma aduna o-

`Pcanzadi gi creata ; e ..che -e .alcunavolta pare , che faccia

,porcenti uperiorialla natura, .ono meramente-fantatici , ed


apparenti. ,

;La :maggio-r :parte de~.Comentatorihanno abbracciato

queo entimento: onde -tutta la dicoltconie in ape


re., e le bacchette deMaghi foero diuna natura da po

..ter .eere cangiate s prontamenteinerpenti, mediante la


emplice naturale .applicazione deprincipj attivi alla-mate
.ria. Toato.(e), .a cui ci non -embra poibile, crede , (e) T,,,-,,-,,-Em;_
che iiDemonio con quellacaltrita malizia., .ch il uo for. vu~ 411.2::
te., ponee veri, -ed eettivi erpenti in luogo delle cbac

chette inge noamente da eo trafugaoe, enza che alcuno e


.n accorge e. Altri (f) .amano megliodire, che lautii- () Cjn,@ 3.,
mo Spirito avendo prevedutocx , che doveva eer prodot- Malizia@ janed

to da Mos (b ante la .dichiarazione da lui gi atta alla 5"


'preenza del popolo preparae n dallora lemazze de
Maghi, diponendole .a poco a poco ariceverela eettiva
mutazione .che v-i oper, in ridurle in erpenti.
Ma in qualunque maniera che ciavvenie, i Padri,
e i Comentatgri `non ~_vi riconocono qui miracoli propria:
Dier.Calmet TJ.
D d
mente

'
,
,

n.10

DISSERTAZIO'NE

'niente .detti. Eglino vi -ravy'ian ;bens-unametamorfoia


_ai _ingolare in Nero , e diclima; ;marche per_,nQn_;_
,oppoa , n .uperiore ,alle_,-leggi ,della matura , Ed_,m vero
la Scrittura, 'la ;qual predice , oracconm ,j- dig 1, che)

fali Criti, e i falli Profetihana-tto., o .c e aiebbono


nonmotra mai , che aa prodigi -ieno veri; n .che il Dc

monio gli faccia con un pote-re aoluto, eindipendente.


(21)1.. *rai-franz. .n. S; ,Paolo (a) nomina i Podlgj, ,che deonoavvemre ottol.
9- 1-0- C'lfl I Anticrio, oa-razioni di'LSatanajb, nyc-razioni,di,menzgna,

TWIN/f "z dingiuizja. Se la Scrittura _ci narra certi,miracoli,atti


pwatwnemSatana,
.
_
.
. .
i
amnizirttlxe-.- ,dal Demomo,
.ella
empre ne ininua
eeregutuollaper

3"; _, ,K3 prodigi-ir vmiione di viDio , il quale ;pu eri/li .degli ,Angioli ,mali
mnfntf_z
i. er punire in ,una maniera oprannaturaleimalvagj. Ci

Z'PZ:: pur anche apparicedallaoria di Egitto. ,Iddio concee a1


2m',

_Demonio di cangiare in .erpenti vle bacchette 7deMaghi_b,

, edi convertire' in angue lacqua delNilo : ma non die


(b)X-Eroi-Lvlu.
,13. `delimi
gi loro
.licenza ;diprodur
leZanzare
, ,n
iMaghi UC.

1-":POterono
difenderi dalle
ulcere,(b)che
,fenalc'ergMp
,s in tutti gli altri Egizziani e. :Cos _DioAne ;limita il po

,tere , e rattenendo gli eetti [della loro-malizia, _dadive


,dere , _chcgli olon il vero, .ed aoluto_Padrone_.
(e) Ala*:- W417- '
-Ammette S. -Agoino (o), che i' Demonjmutaronole
M HM'

,verghe de"Maghi in erpenti; -ma oiene, che nom-.:rea

zrono alcuna coa dinuovo. Non uerte: :amaro-mmm am


conum ec 111.231', ,nec .Angeli Mali, .quibus.mintriuiPe-m
,bantun Poterono `bens ,i ,Demonj proveder ;lamateria_, ;e
preparar ;lecaue alla

produzione di .un qualche eetto

raordinario: ma -lddio olo pu ormare, -e .creare enti


novelli; zlicc0meegli olo ha poo negli _agenti ,naturali
(d Ang. li- _3' d: la ,Virtu ,dt produrre alcuna cola ,nellerinlecm
_

TM.

i
~

Dice pur egli altrove (d), chetuttalgla potenzadegh


;Angiolizmalii rigne in punire imalvag] perdivina Per.
,mione , ,o ad eercitare-i buoni : 'imperocch non da ,cre

deri, ,che le creature ubbidicanoagli Angeli tragreori,

,ma unicamente a' Dio : Nec idro putandum e, {/Zis :tren-@re


ario: .Angelis ad numm er-ire Im: Air'bilium , rerum mate

(e) D- "NW- ~ .1- riam, [ed foii Deo. ;Contattocch S. Tommao (e) _ approvi

'ZZ/f 73' m' ",eier vere , e non _fantatiche le mutazioni atte_da;Magh_


.di Faraone; nondimeno aerma, che non onoveri mira.
coli, perchbprodotti da una cauanaturale.: ;Nec *vero ha.
.bene vationem miraouli , que untiviute liga-:rum ,naturali

um cauamm. S. Agoino, e;8.Tommaoadunqueconfea,


`

,n02

INTORNO' VERE, E I FAI-SI Milk-4 ec.- Z! i


no, che Iddio olo~ pu' fare veri miracoli; e che'qu'aiuz
que miracolo fatto dalle creature, nonvieneopentoyshe
pen' volonc, e coneno del Creatore.-
*-

. _j

Glir altri' Padr- ono ancora meno favorevoli,~ ;r quei,

die vaglionch che il; Demanio- lia~ bai-ante a are veri mi:
racoli; mentre inegnano, che i- Maghi-dir Fraonenontra

H_r

~irire-_:".'

v.:

forrr1:v:onc~` veramente 1c mazze 10m in- erpenti?, ma illu


fera gli occhi: degli SPettatori, jquli credercno-d'x veder'
ci, die in eetto' non era.. Filione (a) non ha dicolt, digg" pur., Judy,
:eria-',- che i Maghi- d Egitwnon adoperarono Larte lot-457454;

ro, e' norr- pelf inggnari di; abbaer-cre ooro- incanci fa


Braccis, che i veri, prodi'gjd'rMos fecero' nellanimode

-.
' A

gli acemi; ma' nels- volere deluderglalcri', rimaero o-

.. '_`

r0' ie ingannati , aVendo Iddioconua larceloro- collz


`-`. ,
forzaverga di-EAronne,
che divorquei
[e da del
e, miracolo
Cangi'ate della
iin- erpenci,
Bencli embri
che' dica- .
.
altrove (b), che producefero vere erpi; oggiugne, che' 121 Pb" J" 9"
verga di Mos r avendo divo'raroierpenci prodotti da? Ma- M"i"
`
ghi, edi-eendo ritornata*nella'uaprimier natura di- vere
ga ,~ volle Iddioccm s marviglioofpertacoloconvince: gli
animi' pi' prevenuti , e' per'veri; e' che quanto erar awe

nuto perla parte di Mos',- non era gi un eettov di uma


no arcizo, e dingannevol' criizia ,ma bens una operazio

nedela divina virt',- :r cui agevole il tutto; Per l`a~ qual


coa ininua,- che lebaccheuede Maghi ur cangiace' in er
pi' da` un'- pote-,re~ del tutto naturale ,, e per mero eexto- di
pura' Ma a.v
_

ou-.`

.
un

G'ioieo (c) a dire da Mos aFaraone', che il miracolo' (c)` fai-pz; 1.1.4,
eh"egli perfare'all u'a preenza con trasformare in-erpela tia: 6- s-
ua' yet-gx, non ar una operazione', che abbia i apparen
za_ di vero ,, n un preigio proprio ad* ingannare i empli
ci, e' glignma`nt' , ai guia. dei gi; fatto da uoiv' _Mahar
di ma Bens): uu: prodigio-della' virt; , e delle poanza di
Dio.- LAutorev dellegu'eion agli' Ortodo otto il* nome
di S.Giunq_`) otiene, chcqua-ntofe'ceroiMaghi, [ut-(d) @Lu-'l m, o
to 1 oper da; Uemonio; e cherano* puri preigj , perth-1. n.
mezzo
dequal'r
occhi degli aanci
,- rap'z
preentando
loro-ingannavmo
co'me erpi, gli
oconrwranc!quellv
che non
era

* v-rtl

ne le une , nle'alcre.- S..Giuino- e?

ar'a onz i miraco e" ,, ;min ,- i _

li de? Maghi di Egitto fali prodijjoientgi dai Demonioainjrpbmd] g


tra i_Pagani-, vate a: dire',- che; gli ravvia come' illuioni,

galsnziracoli. Tercul'liano (f) non-dubica, chela' verghe' '3"-i1-l'-'M


~"`"

Ddz

de

,57'

212.
DISSERTAZIONE
deMagl-ii non foero vane apparenze , che ngannavano
liocchi di Faraone , e degli Egizzj; ma giua laua bel
a epreione, la verit dl Mos divorola menzognade

Maghi .* Corpora videbantun Phantom (9 Egyiis Nlagica


rum -virgarum Draaane: ,- ed Moes'. verita-r, mendaciam dc
Aom-vir.

(a) Hieronym A314'

Par che S. Girolamo (a) tenee otto glocchile pa

'2,2252 ;ZZZL role di Terrulliano, allorchv die in parlando demiracol


BL-q, Hazafuw'dellAnticrio- : In quel modo ,-.cbc i Maghi re/erono a Ma
gw Maon , Magi .c colle lora- bugie , e al la( *verga di Mas ,di-uom) le *ver
m'r re_ nm l'-.1.113 gb? loro; cos la verit.. di. GESU CRISTO divora-r la bu

O Ts"ywdgia del/Antcrio S.. Gresorio- (b) Nieno-, S. Properm


tarda.

wrgar

.ca

rumzt-m le'ndacluf (c), lAuccrc delcomcmolopra. l EPLOle da S. Paolo` or.

Antirbrii , cyiibo il nome di S. Ambroio ((1),. l-'Abbare Ruperto (e), e


lv'dz

diveri altri credeccero altres , non eervi-aro niente di

(b) GWS' 1' 1" 7"" eettivo, e di vero nel cangiamenro facto da- Maghi delle:
Ma; .

(c) Prapfr l_ Pumloro mazzem lerpenri; e che perconeguenza :urto 1L mi.


depromijj-c.5.

racolo conieein avereingannatoi-enidegli pettatori,

Ed; 1" MTM-""- facendo apparire lorodbggecu" ,. che mrealt non eran Fre
`
enti.
'
(exurh'Ed.
) R P m x4

..
.
Poon- for-mari- conidcrabilinne
obbnezromconrro
al

detto nora :1 imperocch- Lolia che l Demonio canoac


veramente in crpi le~baccheste de Maghi ,, oche acee o
lamente mater-loro la forma con 1m movimento egreto , e

peruna caltra operazione ammaliando gli.occhidegli-alan


ti~ per dar loro-ad intendere ,. che ivi erano veri erpenti g

tutto queo a noi embra oprannaturale , e coneguentemen


te miracoloo per eer uperiore alle forze conokiucedellaz
natura di uno pirito .. II.. Se dicei eer concoro Iddio
colla ua- volont a cos ante operazioni-del Diavolo, e a
molte imili narrare nella Scrittura; ne eguir , che. Iddio

concorre al peccato, e~ ajuca il Demonio- nel male ,. che


:Ea agli uomini, 0-621* nel tentare ibuoni, ovvero in pu

nendo i- malvagi. In cerlo~ luogo , e per eere un vero


miracolo neceario r ch ei uperi le leggi cognite della na

tura,- cche oltrepa le forzenacuralidi chi -lo produce;~ po


tr conchiuderene, che per la maggior parte degli uomini,
che om-incapaci di ben-dicernere un vero da~ un falo mira.

colo , La prova de miracoli: che embra la pi proporzionaxz


alla capacit del popolo, gli diverr inutile , per- ,eer lui
:impoibile la dicuone delle leggi della- natura.

Per oddisfare alla prima dicolt duopo riettere,


'

"

che

INTORNO AVERI E I FALSI MIR., ec. 7.13


che la natura, e la orza degli Angeli, de Demoni, edel
le animeeprate dalla materia, non ci on troppo note; e
perci dicililimo il dlanlJle poitivamente n do
ve giunga il poter loro u i corpi , e diinguer ci che
vidinaturale, o di ovrannaturale nelle loro enibili ope
razioni. Penarono alcuni antichi, che gli Angioli, iDe

moni, e- le anime oerocorporee; non gi peralla ma


niera denori corpi, che ono deni, gravi, palpabili, e
materiali; ma che aveero corpi ottili, agili, e ciolti a
i
guia diun aere impercettibile [4]. Con imigliantiprincipj) Vde- ank". i.
tenevano, che i Demoni gradilcroilumodeacrici, () proElJ.[.t]apinC/'ip.
le melodie, il angue delle vittime , il commerzio delle (b),Im1-7gmrm

donne, e che eero per qualche tempo legatiacertiluo-CWWH- J"- 3


-

p. 4!- Vida Spwmer.

ght, e a certe abitauom. Ripetto agli Angiolt buoni ,mmm/mm.


tutta la dierenza che tra ei ponevano, eiDemonj, coni
eva nella malizia, e nella oinazione di quei nelma
le , enza perche la natura, ela eenza di tali piriti foe

divera fra loro,- non dierendo e non come locchio mala


to dallocchio ano, eluditoperetto dalguato (o). Final- (c) 0,.;3,,,,;m.1_3,

mente quantunque credeero eer le animeimmortali, ei jan.


capaci della omma felicit, non perqueoletenevano pu
ramente pirituali; anzi corporee le ima_vano, cche con

ervaero dopo la morte la gura di quello ielo corpo,


che gi-animarono. Certi antichi dinominavano il corpo
dellanima eparata dalcorpo materiale [rl], imile alle Stel- (il)~ Ayoteidaro

Je, o/mile alla plendore. Traevano un argomento dellaua di' o'-'' l' 3
mmortalit dal frequente apparire dellanimaintomo ae
polcri, e per conervar ea la ormadelcorpo che anim, (g- 'porpz, ,1,- ,,5.
e le inclinazioni che dimor, allorchinquello ne vie,irnanixa1_l.z.pag.

fondando s fatte .opinioni ulla oria delRicco malvagio,' SLM-LW


:u quella di Lazzaro, e principalmente ul detto di S. Tom- 61'

mao nellEvangelio(e) : Se io non viaggio i-gi decbiodi e (e) jam-xx.25,


iuoi piedi, e nelle fue mani, n01 creder ; imperocch, dice
Origene , i andava peruao , che il corpo dell anima di GE

SU CRISTO poree preentari agli occhi degli Appooli


~del tutto imile al corpo, chein morendo avevalaciato.

Noi abbiamo al preenteidee, eprincipi aatto diver


fi, e perci dobbiam ragionare in una totale altra maniera
circa le operazioni degli Angioli, edegli piritiovra de

corpi. Non era malagevole il concepire nella uppoizion


degli antichi, che l corpo ottile di un Angelo, o di un

Demanio Louie fare conider-abilicangiamentineglorgan


eg i

214-

DI S` Sl E` R. TT A2 Z'. I O N 'E

deglianimali, nellaria, enegli'` elementi.- La omma* co::


nocenza ch ei hanno dellaruttura de nori corpi, e deglh

altri egreti della natura,. pu` ervir-.loro'a muevergl or"


gani, e a- are' agire. le caue econdemunamamera unper"

cettibile , e occulta :. ma quantunque i'comprenda non ee


re impoibile ,, too* che. i' riconoce eere' gli Agenti-in
ememente corporei , eintelligenti ;p dir 1 pOtrebbe ,- ehe le:
loroazioni per quantoraordinarieap ariero, non peru'
erano miracolole , antet che nontvi. l notava coa- contra-

ria alle leggiv conociute dalla natura ..Uncorpo pu'dare


il movimento ad tin-altro corpo , eurrcorpo di ottigliezza",
di agilit, e- di~ raordinaria penetrazione : capace di nac
turalmente* produrre: in altri corpirnov-imenti, e mutazioni dierentiime da quelle che vengono prodorte da nolri;
corpi lenti, materiali, gravi,- e terreri ,l inaltri-corpi del
.la. iea natura ..

A Ma ne nori' principi ~convien dicorrere tuttOall'ops


poiro; Uno.: pirito intie-ramentepoglia'todimateria, in:
cui noi comprendiamounicamente l intelletto,~ e la volon

t, embra che non poa naturalmentecagionare: alcun mo


to,v n ar per: eceo, e immediatamente'impreione ve.

runa ulla materia ,. non` avendo alcuna ica pr0porziom:`


con, ela .- E cos, 0 dica:: che: ilDemonimi vale delle
dipoizioni* naturali, che trov - nel legnodelle bacchette
de Mahi per 'cangiarli- in- e rpi ,- o che am maliae` gli; occhi
deglia anti: per far` loro apparire un erpente, quando' alla;

Ioro preenza- non- eravi;~ oppure' chefacee: eternamente?


apparire urraaantama',~ che rappreentaeerpemi;tutti quer
{li eetti onmpatentemente incompatibili colla natura di una
onza puramente intelligente; Ecco* quamorcifdivel la"
ragione intorno a. quea materia". Ma- e {ia ricoro alla:

rivelazione, dicopre il modo* di piegare tutte s atte ope.


razioni: degli Angioli , deDemonj ,. e degli piriti: enza>
obbligo' di ricorrere al miracolo .-

Raccontaci' la, Scrittura un gran numero difatti, de"

qualinon- poiam* riconocere. per autore~ e non il- Demonio ,r ascagion dieempio, im'aliclie a Giob ec egli patire ,.

.la gran' moltitudinev degli oeli* nelzlEvangelio , GESU


CRISTO' medeimo- tentatov dalD-iavolo, indir' portato ul
pinnacolo- del tempio, e* di l ovra unTaltamontagna'.Si
dir' ore, che Iddio concedeeinquelaoccaone- al. Der

moniol autorit deMiracoli? Ovvero- chTelceei prodigi:


yen'

INTORNO A VERI, .E I FAI-SI MIR. ec. '2.15

iper contenrarelamla :volontidizco'uiZ :Ma mon .arebbe


queo un are Iddioautore , .-ovveroicomplice, -.o zpure coo
--pcratore -deperveri ..die ni , ue `~del :malvagio operar *del
-Demonio ?.Non arebbxgi un confeare , che Iddio .opera.
~veri ,miracoli infgrazia dello pirito ma'lignoper ingannare ,
..per-nuocere,;peraigger-gliuomini; la qual coa non pu
t certamente penarl, .:n diri enza empiet , .e enza beem

;.miaPLzdunque .forzail ,dire ,che -il :Demanio Ein :imili


,- cai_eercit,colla~permilione .di-Dio un .potere `:i 'lui :na
turalel; ~e tal permiion:: di Dio viene aai bene eprea nella
ioria delle calamit di Giob , -e in quella vdi .colui .liberato.

.-,da vGESUCRISTO.da,una legion .di .Demoni.


-*~Quanto.alle operazionimiracoloe , < chei attribuicono

;nella Scrittura `agli Angiolibuoni , :e ripetto alle apparizio


. nidelle anime eparate' da.,corpi ; mon ,deono -neppur .quc'e
;riguardari empre come qualchecoa dimiracololo.. 'Se veg
goni quegli a 'ire , ul-corpi , -~e ar.cangiamentiubiti, e ra.
i. ordinarj anel a .materia ,-mellaria , .negli elementi., e ovra
Tkn"

, de? nori eni; xucto.queo:pu :ai-li perparteiloro enza

miracolo. Sepoi .vi_.- del Prodigioo,.e del .oprannatura


-le , ci.emplicementezproviene inquanto, che rlddio ,ben

;di ,rado .permette "imili u-pendi .inoliti eetti 7'; .impe


rocch vin ordine .aglieetti comuni., ed ordinarj ,del pocere
.- degli Angioli , e del _'Denwniooprai-nori corpi , ~i .nor
eni , ele nore immaginazioni, e ovra cento .altre coe,

che ci annoallintorno, -delle qualiil norodiipamento


_. nonlacia , che vi applichiamo , niuno mai ricoro .al mi
,racolo per renderne ragione..-Seinori.Angeli'Duodi ci

conducono, e ci allontanano.dalpericolig.exi-riempiono
la immaginazione dioggetti buoni; *eAllT-oppoo il Demo
_nio cinl'pira ;entimentixattivi :perindurci a peccare; 'e
rappreentacicoe ;capaci ,d'infardare la nora :z an taia; :e

cagionag-in *noi movimenti contrari allaragrone., e alpudo


,re, noi non,crediamo gi,\.{chesaccia -in-brdinea ,quello
coa , che oltrepaijl *uo .cognito , ze naturale `potere; -e

- pure ;a .bene.-intenclerla , mon avvi in ci nientedi:_men.di-.


-cile ad unopirito, ~quanto in quello -che la`Scrittura c
;informa :ddl: tentazioni , che Iddio permie alDemoniodi
'5
T..?
;FF

-are va GESU "Redentore, _Tutto il divario conie , che il

,Demonio comparvealSaivatorein formaenibile, ltdo


~.ye eo ordinariamente ci-.tentain una pinacoa ;manie
.:raj ma non per. queto opera meno opra dCnOl'lenl,
ovra

216

DISSERTAZIONE

ovra denori umori, u denori corpi, e ulla nolra


immaginazione , quantunque viibilmente noi nol veggiamo .
Ma, e come mai una loanza puramente pirituale
pu ella operare in ica orma opra de nori corpi .9 Ecco
appunto ci, che dee piegari . N01 abilimmo gi per
principio eer la volont di Diola natura delle coe ,- ed
manieo da un gran numero dl atti riferiti dallaScrtttu

ra, che gli Angeli, e i Demonjoperano icamente ude

notri- corpi : dunque i pu concludere, che ia volont di


Dio, che gli piriti poano operare ovradecorpi. Main
qual guia pu uno pirito appropriari, ovvero uniri ad
un corpo? Qual proporzione avvitra due coe tanto diver
e? Qualattenenza tra la volont di un Eete intelligente,
e il movimento della materia? Ripondo eervcnealtret
tanta quanta tra lanima nora, ei-lnoiro corpo. Chi du

bita che lanima non imprimail moto al angue, agli pi


riti animali, e a tutte le notre membra? E chi non ve~
de,"che i movimentidelcorpo, del angue, degli umori,
e degli oggetti enibili anno breccia nellanima, cagio

nandole penieri, e entimenti di gioja, di paura, di do


lor, di diletto? Contuttoci qual coa piu incompatibile,

e pi proporzionata quanto uno pirito, e la materia ,


quanto la volont dellanima, e imovimenti del corpo?
E ore pi malagevole ad un Angelo, o aun Demanio
cagionare un qualche movimento nell aria , nelle nohe
pupille, nella nolre immaginazione?

Vero , che noiamo accertatidalla perienza, che ne


abbiamo, che Iddio ha voluto, che vi foe una natural
conneione , ed una vicendevole dipendenza traimovimen

ti, e lc paioni del notro corpo , e dellanima nora *


e non iamo cos accertati in ordine agli Angeli, e a

Demoni. Ma pure non iamo accertati della volont di


Dio ulla reciproca dipendenza dc nolri corpi, e delle
animenutre , che per mezzo del eguente raziocinio :
Le anime nolre, einori corpi non poono are natural

mente congiunti, come ono luna collaltro, e non per


un eetto particolare del divino volere -: dunque biogna
che icno uniti dalla volont dellOnnipotente. Eperch

non potr fari un imigliante raziocinio t-epettivamente


Ugl} Angeli, e aDemonj? E non poono uniri allama
terna per cagionarle moto, e non per un eetto della vo
lont (.ll Dio; dunque d uopo, che vi eno applicati da
que

!NTORNO A VERI, 'E l FALSI MlR. ec. 2.17


quea volont, uPpoo che agicano ovra di quella. Gi
dimorammo, che gli Angioli, e i Demonjoperano vera.
mente ovra de corpi; dunque convien confeare , che Id
dio volle, che attea la volont diun pirito, foe moo
un corpo, in quel modo che volee lo pirito, o pi to
o Iddio i obblig a dare alla materia certi movimenti,
attea la volont diuno pirito. Ed ecco ci che a la na

tura degli piriti, o piuttoo la volont di Dio, la qua


le fa s, che la operazione degli piriti opra de COPl ia
talvolta naturale, e non em re miracoloa.
Quanto alla econda di colt che pu formari contra
il noro entimento, cio, che elddioconcorre colla ua
volont col Demonioin quemali, che aorire a buoni ,
e nclle 'tentazioni che permette, che loro uccedono, ne

eguir eere Iddio autoredel male , o che perlomeno lo


favorica, e vi concorra e Siegi data una anticipata ri

poa a quea dicolt, ed ella non dee maggiormente 1n


trigarci ripettoalDemonio, diquel checimbaracci a r1
guardo noro; imperciocch certa coa , che Iddio concor
re in una maniera ica, e naturale a turti mali , che
noi com'mettiamo nelleerno, ealleree azioniclte 1 com
mettono necorpi , e co corpi. Si ammette , che Iddio
contribuice al male . econdo ci che il male ha di mate
riale, e di ico. Egli invero concorre almateriale di un

opera cattiva, e va imprimendo il moco alla materia , at


tea la volont di uncellerato, come attea lavolont di

un giuo, in coneguenza della abilita unionetrainori


corpi, e le anime nore, ma non ne egue mica peque

o chei ,concorra al male econdo il uo eer formal: , ed


al mal come male.

La terza dicolt ancora piconiderabile. E ve


riimo, che la maggior parte degliuomini non ono capa

ci Per dicernere tra un vero, e un falo miracolo; ma

da queo non pu deduri , che la prova demiracoli diven


89* inurile al popolo; e ne dee bens cavarequea cone

guenza, chel popolo deveer pi circopetto agiudicar


delle coe oprannaturali, e miracoloo diquello, che 0r

dinariamente eglinon. Dee ancora rietteri, ch facile

ll PdelV Sbaglio, e che tal ata i prende per un vero


prodigio ci, che ne ha la ola apparenza.

Vi ono certi atti s evidentementemiracoloi, che

inmobile dingannarcii; e il popolo quantunque gro~


Dt Calmet T. I.
E e
ola

2.18

DISSER'TAZIONE

oxano, eo ignorante che i upponga ,- puo francamente

ravviargi come prodigi . Allorche` Mos lepat con. un


colpo della ua verga le acque del.marRoo,e che dipol

col uo comando le n ritornare nelloatoloroprimiero;


quando _egli trae l acqua da una elce, e cheaprirfecea
terra per_`ingojarne i edizioi; `allorache GESUQRLSTO
riucit Lazzaro gi di quattro giorni deunto , e por-e med;

imo, non avvichinon comprendaeerveri miracoli, :per


giudicarne non vi abbiogna n Filooa, n altre cogni
zioni troppo ublimi, n tampocounlungo eame, n dll
cuioni profonde . E e Mos , e GESU CRISTO hanno at

to un olmiracoloincontraabile, eadatto alla capacita de


pi emplici, e taleche i piuonati non poano ragione..
volmente negarlo; e ne concluder con_ molta ragione ,
che tuttigli altri miracoli meno evidenti, fatti dalle iee

perone, e rieriti da medeimi autori, e operati per con


fermare la iea dotti-ma , e le medeime verit , ono

quanto i primi altrettanto incontravertibili, _e certi.


Quando un uomo enza lettere , e enza udio non

potee preciamente apere in dove giangailpoceredegli


Angioli , de Demoni , e deMaghi , e ciocch_ un `drq
ciarlatano _ capacedifare per ingannar gliocchidegliptgz.
ratori; non potr per lo meno non apere, che un agente
naturale di qualivoglia qualit, che iai, non pu in un
attimodi ua propria virt riucitar medeimo, fermare

il Sole, far ceare una tempea . Quando io non apei


per lappunto in dove giunga il poteredegli agenti tee
menzionati, arei ben certo, 'cheo tanto in l non arriva.`
Per are agire i corpi ulla materia , e per agionarvi onide.

rabilimutazioniirihiede preparazione; vi abbicgna tern


po, econvien eguire certe leggi del movimento : cibi-o la
prima caua, chelAgente, che tutto pu, vale aprodgrre
m un momento tali_ eetti miracoloi . Fa d uopo di ben diin
guere tra queedue propoizioni .- Lemplici, ed ancheipiu
veratinon conocono leleggidella natura, n tutta la virt
degliagenti naturali; e queta ,* Iernplici, e i dotti non

poonq~ ignorare, che una coa ia uperiore alle forze della


natura. lo o_ bene ci, che non poo a_ ma non o gi ci,

che poo , u no a qual egno giugner poano le naturali mie


forze. Berich appia, per eempio, che non poocorrere s
Velocementequanto una freccia coccata dallarco; non a

prei per dire mo a qual termine di celerit poa io correre .


'

Di

INTORNO AVERI,E IFALSI MIR. ,'ec. :l'9


v
Di pi, quando i parla della impreione, cheimira*
coli debbono are nellanimo', convien diinguere diveri

atl, eva'rjgradidi perone.- Un uomo, verbigrazia, che


Vive nella ignoranza della vera Religione, un Pagano dee

crederela doctrina, cheglivien ropoa, e provata comi


racoli; purch tal dottrina non i:: contraria a lumi naturali ,

o che imiracoli ch e vede are , non gli diano giuo motivo,


di opettatvi illuione .- Che e opraggiugne un econdo ope
ratordl miracoli, ilquale dirugga la dottrina del primo , e
che confermi il proprio uo entimento Con miracoli oppoi a

quei del primo ; il Pagano dee opendere il u'o giudicio, ed


eaminarne ben la doctr'ina . Ma e coui foe un Criiano di
'giiruito, che i trovaetradueacitori di miracoli, dee

preferiri I.- Quellochapprovato dalla'` Chiea: Il. Quel


lo' che a maggiori miracoli: Ill. quello che predica una dot
t-rina pi ana e piu pura , e dee aolutamente ributtarequello
che vien rigettato dalla Chiea,- che predica contra GESU _
CRISTO, che annunzia Una fala dottrina, una mora
le Corrttaa-

'

_ .

Ma dirammi talun : Non vi ore in queo dicorrere


nn circolo di raziocinio, e come parlan le cuole, una pe
`tizion di principio? Io vichieggoun contraegno per; di
inguer'e i veri, e' i fali miracoli; e voi mi dite, che i
veri miracoli on quelli, che erVonoa confermare la ana

dottrina. Se vi chieggo le prove' della dottrina di due Pre


dicatori; voimireplicate diattenermi a quello, che fa mi.
racoli Se amendue ne fanno * mi dite di rapportarmene alla
Chiea.~ Se io dubito qualia la vera_ Chiea; voi mi riman
date a miracoli , e alla.d0ttrina Una coa non pu. ervirdi
prova a e ea , e non dee pori per principio ci, _chet
dibatte in queionei

,Si riponde, che in queo luogoilprincipio u cuia


fondato t'uttoci , che diciamo , i , che Iddio eendo la ie
ima verit non pu indurre in errore , n autorizzare col

la ua apProvazione, econ una erie di verimiracoli la im


poura, e la menzogna; che avendo ptomia la inallibilit
alla'ua Chiea, non pu mancare allaua parola, e prome
a . Ecco il principio del noro raziOCinio ; principio mean_
travertibile , e contenuto nellaidea medeima che n01 tutti.

abbiamo della Divinit, come di un Ente innitamente per


fetto. Qualor dunque neldubbio della Veritdi un miraco
10, 0 nelconcoro didue operatori diprodigj, io ne rimet
E c 2to

azo

DISSERTAZIONE

toalleame della dottrina, oallautorit della Chiea; io


unicamente in coneguenza del principioinallibile, che non

li pu controvertere, il quale t, che Iddio non pu in


gannare, e che la decilione della ua Chiea ladecrione

deluoDivinimoSpirito. La Chieadunquc prende la ua.


forza dalla parola di GESU CRISTO. Imiracoli, e la dot
trina anno piantati ul medeimo fondamento Non/
punto vero eervi qu una petizion di principio : ben

s una concatenazione di pruove, e diprincipj che luno


allaltro riponde, e preant vicendevolmente luce, e vi
gore.
Che i Maghi, iali Proeti, elAnticrio poanoa
re alcune' azioni, che coniderate in e cfe, embrino tan
to miracoloa, quanto lealtre azioni di Mos, di GESU

CRISTO ,e degli Appooli , or cinon vogliam diputare 2


ma eheiMaghi , eglialtriminiri del Demonio abbianofatu
to un s`i gran numero dimiracoli, tanto bene particolarizza
ti, e sz continovi; che gli abbiano operati colla medeima

autoritt, econliea prontezza; chegliabbianopredetti,


e rattenutone il coro a lor piacimento; che iiabbiano
atti per olenere una celee dOttrina , per iabilire la
verit, per dirugger l errore, la idolatria , la uperi
zione, la menzogna, il reono del Demonio , e procura
re la gloria di Dio; queto Sl che aolutamente i nega
I

d) 471g- EP- 137- '"1 ll Salvatore ,diceS. Agoino (a) , dovette ar de miracoli t
l'r/tgllntr r. 4 n- r 3.
[ma, Edi!.

mili aqnellidegliantichi Patriarch-i, che lavevanoannun


ziato, come Dio, Signore, eMaero, accinon appatic

aurdo , e non avee operato ci, che altri aveVano fatto 4


Ma eee certi prodigi, che niun altro mai ece, n pot a
re, eci per darea divedere, chegli era uperiore a turti

gli operatori di nii-racolidiqualunque natura , e qualivoglia


qualit , chefoero; come nacere da' una Vergine, Riu
vitare ea Per ua Propria -w'n, Salire al cielo. Se quelle
azioni non batano per provare la Divinit , io al certo
non o ci che potralla provare.
(b) Orgen. mm:
CAT/.Lurm no!

l, z.pag.89. Uer]. Cf
1. 3 pag- 12.6 @127.

Obbiettava netempi andati Celo aCriiani imira


coli pratei delle Deit del Paganeimo, aeetto di opporli
allautoritdiquellidi GESU CRISTO. Ma Origene (b)
ne d chiaramente a conocere la dierenza , pel divario che
paa tra la morale, e la dottrina di GESU CRISTO, e

gli aurdi, e le abbotninazioni del culto dell- ale Ditvini-i


ta .

NTORNo AVERI,E 1 FALSI MIR., ec. m


t. Chi mai pu enere, diceva egli, che la riforma dc'

coumi ia opera dellinganno? Qualinteree poceva avere


il Demonio ad oentare miracoli per la anticazione del
genere umano? Sdava ArnobioiPagani amorargli, che
i loro Dei mediante il di loro olo comando aveero mai fatto
miracoli imiglianti a quelli di GESU CRISTO. E impoibi
le, che Iddio permetta, che luomo rei ingannato da una
lunga erie di fali miracoli; maime segli ia di buona fe
de, e ~che la corruttela del uo cuore, el diprezzo della

verit, e della giuizia non lo rendano degno di trovar


quelle tenebre, che ama, e lerror, che li aggrada.
I maghi di Faraone fecero enza dub ioqualche coa
che embrava miracoloa , cangiando le bacchette in erpenti;

ma Iddio non confuegli fore la bella prima volta con far


divorare della verga diMos i erpi fatti da lor comparire?

E quando alleempio di Mos preteer di produr le zanza


re; non ne rattennc il Signoreilpotere, efurcoretti a

coneare , che il dito di Dio operava per mezzo di Mo

s? Eglino ur agellati come gli altri Egizzicolla piaga


delle ulcere; n larte loro diabolica pocoperare un mi

nimocch contra deglldraeliti, che liberi da quelle pia


ghe, con cui batteva lOnnipotente l Egitto , godevano
una profondiima pace, in mentre che tutto ilrimanente
di quel paee trovavai nella deolazione, ora pel cangia

mento delle acque in angue, ora per le tempee di gran


dini, e di aettc, e nalmente per le tenebre , e per la
morte degli animali, e degli uomini.

Si pongano ora in confrontoi pretei miracoli de Ma


ghi diFar-aone, equellidiApollonioTianeo, e delle Dei
t del Paganeimo con quelli di Mos, di GESU CRI

STO, edegli Appooli; che proporzione non i corger


fra di loro? Videi mai, chel Demonio arreae il coro
de umi? che abbia divie le onde del mare? raddolcite le

acque di unamara orgente, o tratte quee da un ao?


che abbia predettocoedipendentidal concoro di pi cau
e libere, lungo, tratto avanti che uccedeero? Riucit
eglimai morti da pi`u giorni epolti? I Maghi camminare

no maiovra delle acque? Guarirono mai ciechi, roppia


ti, mutidalnacimento, col olo loro comando, enza toc
carli, enza eercii preparati? I miracoli che a noi. ven

gon citati deMaghi, e degli Dei del Paganeimo, da chi


mai

azz.

DISSERTAZIN

mai ci vengono rieriti? Son eglino antori fedeli , con:

temporanei teimonj di ci che criero ,- e' che abbian


oerto tormenti , ed anche la morte per oenere quel

che ne inegnano? _
.
Il Demonio poede 5 e tormenta decorpi ,- cagion
infermit, tenta i buoni ; ecco gli eetti di ua poanza
Senii apparve a GESU CRISTO,~ il epe indurlo,~,_er
glioe ato poibile, a tentar Dio, e" arendere alla Pi'
mdegna ditutte le creaturele adora'ztoni. Quanto egliope
ra, procede da una forza pernizioa, eno-:iva :` e manife

ai dappertutto padre della menzogna, della empiet, e'


della uperizioneu Se parla ad Eva, a intento di farla

cadere nella diobbedienza veroil uo Dio : e motra pro;

digidel uo potere contradiGiob, il fa per corignerlo al


la impazienza, e alla diperazione'.- Finalmente tuttioi
pretei miracoli ad altro non tendono', che' a fardemica

ri, demalvagi, degli empj. Ecco dovev va aterminare la


poanza del Demonio, e deuoi minitri;

Che per trasformii pare lAngelo delle tenebre in


Angiol di Loce ; cacciBelebubiDernonj; facciano i fal
~iPt-oeti prodigi a oggetto di' edurre, per quanto poo
no, anche gli eletti; ar etpre agevoeil dicernere la
verit' dalla menzogna- Le azioni, i entimenti,- la dot
*trina, le intenzionidegliuolidelldSpirit delle tenebre,

ce gli daranno ben too a conocere Per'quelli .che ono_


I pi' emplici deedelinonrimarranno mai ingannati da
falli miramli, e avranno altrettanto di ommiioneal gi
dicio, e agli ordinidella Chiea , quanta ne debbonoavere;

(.1) AB. vur.


7-[

mentre a lei ola i appartiene digiudicare della miione,


e' del merito deVeri, e -defali Ap'pooli . S'e la. Chiea
zo, condanna Simone (a); anCOrchl-Kee' cotui i ih upendi
prodigi, bench i elevae noalle mihi, fa d uopddrgli

Aatbema. Aiuta la dottrina i miracoli, e i miracoliloc


lengono la dottrina : n podnd eparari quelle coe, pet
eeredue connei principj, e l uno allaltrolegati. Non
-dee il popolo giudicare aolutamente n della dottrina, n'

demiracoli, comprendendo la ua' ede tanto quei, quan


to qUella ;_ e Ia oggezione de veri Fedeli abbraccia' la dot.

trina comproVata damiracoli, e imiracoli accompagnati


dalla ana dottrina. La prova de'miracoliriconociuta dal
la Chiea pei-evera empre in tutto il uo vigore, s ri
petto aemplici, comea riguardo dedotti : Noi veneria
mo

INTORNO A VERI , E l FALSI MlR. , ec.~ 223


mo nemiracoli il caratteredella Ormporenza di Dio, che
vi riplende, e lautorit della Chiea che gli approva.
Laonde un vero miracolo (a) deve eere , 1. uperiore (a) Voyez [e, Pen
alle fox-_ze naturali, e cognite di chi lo produce : ll. Dee fees de M. Pacal ,
condurre a Dio, ea GhSU CRISTO`.~ Il]. Biogna che lrt- des Mia-:lei

non contenga coa contraria alla vera dottrina , alla piet,


e alla Chiea. Par che gli Ebrei, e i Farici altempodi

GESU CRISTO aveero intornoacila medeima idea,


che noi. Ma da quea idea appunto male intea preero il
preteo diricuare il Salvatore , ;preumendo di non ravvi
1`are tutti quei egni nella dilui dottrina, e nelle ue _azio

pi, Vietava loro la legge divina di dare orecchio achi che


i foe operator di miracoli, il quale ne inegnae loro una
dottrina, ovvero che tenee .una maniera di operare con

traria a detta legge , con ordine di far ricoro _aSacerdoci


per dicernere i buonidacattiviProfeti, GESUCRISTO
econdo _i Fariei contravveniva alla legge , e i Sacerdoti
-diapprovavano le opere ue, e la dottrina . Sembra dun-`
que ,` che il popolo. nondovee aderire a GESUCRISTO .
1:. pure il Sa'lvatore oiene, _che li Ebrei reiimi ono in
non ricevere la ua dottrina,` e c' e (b) on aim-Mon per-(b) jam:. n.24. 5-;
mio, sei no a-ue fatto con-_verando con eo loro opere non "Pf" Mfttimhm

mai da -uerun altro pi fatte. Egli adunque voleva , che iZZ W "'
credee, _che i uoi miracoli erano prove accertate di ci,545,,,..:fm "M
che inegnava; e pretendeva, _che gli Ebrei oero tenuri
a crederlo, e _che baae fari da lui miracoli per giui

care il uo operato, e la ua dottrina. Ecco la concluione


che ne dedue Nicodemo, allorch diceva a GESU CRI
STO .* Noi appiamo , dae *poi iete u Mei'o inviato da
Dio ,* imPerrioce/.i _ni-uno Puo are le mara-piglie che (vai fate ,

non eendo Iddio con eo 1m [a] _.


,
Ed in vero quando i miracoli on certi, non i ricer-jzrZ'Zt::
ca altra pruova per ricevere , fcome inviato da Dio, quello , iJlfng-"'w ,
che gli opera, Portano queh neceariamente con eo loroMimpvt-' &grz-Ze"

il marco della verit, e`della Divinit. Qtiando anche laf" a "7 PW


'dottrina foe opetta ( come poteva eere a Nicodemop'""'"

quella del Redentore, perch Fai-eva , che diruggee le

tradizionideFariei); e per vi ono _dal canto uo miracolicerti, ed evidenti, biogner, chela evidenza del mi
racolo la vinca opra quanto vi porce eere di dicile
dalla parte della dottrina, Il che a fondato u qiieo ir

refragabil principio, clic-Iddio non pu indurre in errore.


Ora

zz4

DlSSERiTAZIONE

-Ora egli indurrebbe in errore, e glioperatori del miraco

lo annunziaero una fala dottrina, la quale non apparise


manifetamente ala alumidel comun eno, e e un mag

giore acitor di miracolinon avee di gi avviato di non


crederne loro. Quindi e nella Chiea ci oediviione, e

che gli Ariani, a cagione di eempio, i quali idicevano


fondati nella Scrittura come i Cattolici, aveer atto mi

racoli, e noniCattolici; aremmo fiati indotti in errore;


perocch aremmo lati neceariamente obbligati a conclu
dere a favor de miracoli, ovveroaeguire una falit . Or

queco appunto quello, che Iddio non pu fare; il che


per arebbe , e permettee, chein una queione ocura ,
e dubbioa vi foero miracoli dalla parte della alit , e
non dalla banda della verit. Ma e nel dubbio i vedee

rodaduelatimiracoli, allora s che arebbe d'uopo di ado


perare le regole da noi propoe; cio, leame della doc.

trina, la natura del miracolo, la vita di chigli opera, l'

autorit della Chiea, eprincipalmente laorazione r pu


ricare il proprio cuore dalla preunzione , e dagli regola
ti appetiti iquali chiuderci poono gli occhi , e indurci
nell errore .

(e) ?tri-13. rami-a


M"""

Nota Tertulliano (a) a queopropoito una coa,cl1c me.


rita non poca attenzione. Pare,

ic egli, che il Figliuolo

di Dio non poree pi adoperare lautorit demiracoli per`


provare la ua miione, dopo averne inacchita , o. pila
toto annullata la prova con predire, che glimpoloria
rebbono miracoli da pocer edurre anchcglieletti : Tema..
rariam :gnorum, atquevirtutum dem affonda), ut etiam apud
Peudo-Cio acillimarum . Da che nace atlunque , oggiu
gne, che GESU CRISTO vuoleer approvato, ricono
ciuto, e accettato ulla teimonianza de uoi miracoli ,

mentre che nega ilmedexmo privilegio aglialtri operatori

deprodigi? Ci enza dubbio procede, perch eendo ve


nuco il primo, e avendo dato il primo iprecetti intorno
alla natura, e qualit deveri miracoli, i concilio la cre
denza, e i rend padrone deglianimi. Siccome chientra

il primo nel bagno, neoccupa il poo, e chiude agli altri

la porta; cos GESU CRISTO ha ecluo tutti gli altri,


e per e olo i riervata [ta la ede : Ita dem occupavit,
Poh-ri: quibuquepmripuit. Eendo venutoil primo, dicre

dit coloro, che dopo di lui dovevano venire, per avergli


predetti, e rappreentati, quali dovcvano eere.`
Nel

?INTORNO AVERI, E I FALst MIR., ec. 2.2.5


Nella ripoa data da SantAgoino (a) aDonatii
che vantavan di avere appreo di loro operatori dimira

(a) Aug. in jan.

Tra- 13

coli, e pacciavano, che Ponzio avevane fattouno , :che

Iddio aveva rifpoo a Donato, allorch lo pregava; dice


queo Padre. l. che gli Eretici fonoingannatii primi, cre
dendo delle favole , o che c ingannano , contandoci ci,
ch' ei non credono . Il. Su ppoo ch' eglino abbiano fatto mi
racoli , oiene , che non aveano la carit , enza cui la fede
che fa traportare i monti , a nulla giova: or egli giudica non
aver ei la carit . III. Soggiugne in ultimo , c e il Figltuolo
di Dio ci ha cantclati contra s fatti operatori di miracoli.
Centra ior mirabiliario; mmm me ecit Dem meus, diccns:

In no-wz'mr diebu; exurgent Pjudo-Propbemfaciente: ign:: ('9


Poi-teme, ut inerrorem induca, i eri Pote, exiam ele-670:,
Un oldato deertore pu cagionare paura ad un uom di cam
pagna; ma chi non vuoleere orpreo , n paventato , ri
ette , fe tal oldato nel uo campo , e iegue l' eercito , e e

il contraegno che Porta , pu conferirgli una qualche autori


t , Se digiunto dal uo corpo , e e non ha il carattere, che

deediinguerlo; punto non teme le ue minacce, e a uoi


sforzi i oppone . Servei egli ancora in altro luogo () del me (b) Allg- ;a 1;!). sz.
deimo paragone; e diingue i miracoli deMaghi, da que Quaimmn , qmejf.

deSanti, dilne chequei ipropongono, e dal diritto, e

70. art-4. Ile: ,Fr-

dallaucorit con cui gli fanno. Cercano i Maghi la loro pro~ 90. cbrvr/. i::
Mttbdrll- zz. (9'
pia gloria, e iSantiquella di Dio .' opcranoiprimi con un alimPatnr i mad.
potere conceduto loro in un cert ordine , e in certi limiti , ma 1mm, _

l Santi operano con una pubblica autorit emanata da quello,


a cuifu dato tutto il potere s in cielo, che opra la terra.
Per concluione di uanto i detto inora intorno a ve.
ri, ed afali miracoli, ipu aerire . I, Che Iddio olo pu

fare veri miracoli , perch egli olo pu operare contra le re


gole ordinarie della natura, ovvero ofpenderne l' azione,

quando, ecome pi pedientelo giudica. Il. Che gli Uomi


m_, gli Angioli . e i Demoni poono fare alcuna volta_ azioni
nuracolofe per eprea volont di Dio, che i vale della ua
creatura permndare ad eetto i uoi ordini , e per ervir di
irumento alla ua miericordia, oppure alla ua giulizia . III.
Che gli piritipogliati di materia poono naturalmente, e

enza miracolo operare o rai carpi. 1V, Chei prete mira.

coli deMaghi di Faraoneur magiche operazioni, delle quali


lDemonio fulaUtore, elirumento. V. Che il vero miq

rarolo ripettivamente al popolo aume molto dellecriora


DUE-Calma TJ.
F
ua

27.6

DISSERTAZIONE

ua autorit dalla dOttrina, e_dalmerito dichi lo a, e dall'


approvazione di Santa Chiela.

WWMWWNWWMWWWQWWWWWW

WWWWWWWWWWWMkw-WMNW

DISSERTAZIONE
SUL TRANSTO FATTO DAGLI EBREI
DEL MAR ROSSO.

Ontien la Divina Scrittura un numerodi


`

prodigioimi avvenimenti , e di tanto ri`


lievo per la vera Religione, che poon

` ' recarci baevolicautele per ripararlj dal.


le male interpretazioni delibertini, per
_
,
iviluPparli dalle ale uppoizioni degl
.~ 43' ignoranti, eper oenerlicontro ai vani

ragionamenti deglincreduli. Il tranito del mar Roo ,

che fecero glIdraeliti, appunto uno di quei impor.


tantiimi fatti, ed_ eenziali. I Sagri Scrittori richiama.
no di continuo alla memoria degli Ebrei cotanto inigne

rodigio, come una rova enza replica della verit clel


a lor Religione, e Sella Onnipotenza di quel gran Dio,
che adorano., Lo. Spirito della menzogna fece in tutti tem.

pi i uoi sforzi per diminuirne la cerritudine , o inpirando


agli empj motivi per ipiegarlo in una maniera in tutto,

e per tutto naturale, aintentodiottrargli la qualit di mi.


racolo; o inducendo i uperizioia frammichiarvi circo.
anze inipide , e avoloe , che cemandone l autorit , ne in.

evoliero le prove pi vere. Gli uni, e gli altri anno


un torto uguale alla verit, che contenta del_ uo luro , e
di ua bellezza, ricua i falli ornamenti con cui udiai di
traveirla, e dilcgua le nubi, colle quali i tenta oucat

la. Noi proccureremo di mettere qu in chiaro s mat-avi


glioo ucceo, e di oddisfare alle obbiezioni cheianno

per menomarne la ua grandezza.


La memoria del paaggio del mar Roo non olo
conerv fra gli Ebrei , e nelibri anti , ma traproani
ancora, e nelle orie denemici del popo] di Dio. Rie-ri..
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SUL TRANSITO DEL MAR ROSSO. 227


ce (a) Diodoro, che glchtyopagi, che abitavano lungo le (a) mad. Sicul
ponde Occidentali delmar Roo vero la ua punta , tene- Bill-l. 3.c- 3.

vano per tradizione eeri nellera tracore aperto perun


violento riuo il mare, e che tutto iluo eno, eendo
i divio in due parti , ne compari verdeggiante , ed aiciut

to; ma che opraggiunto di poi un ul'oimpetuoo riunl


le vaue con rimetterlo nello cato lor naturale; ciocche .

non pu quaimente intenderi e non del miracolo avve


nUto, allorch gli Ebrei paarono quel mare. I Sacerdori
di Eliopoli in Egitto (b) ne parlanoin una maniera anche (L

Lupa. apud

piu poitiva , raccontandolo nel modo appunto , che vien E ~ PMP-L4447


narrato da Mos. Narra nalmente Trogo (o) , che Mos (c) j"' l* 3516
.

. ,

repetent arm

camminando alla tea degli Ebrei cacciatid Egitto, por- pri-'domani Im

t eco gllddi di qUel paee * e che gli Egizzi avendogli impeanbm , cm


ineguiti per riavere le loro bivinit, ur coretti aritor- Pllmt -

narene indietro paventati dalle tempee. Ma dalla agra


oria noi appiamo , che il Re dEgitto con tutto il uo
eercito rimae entro le acque del mar Roo annegato.

. Pu coniderari l Iorico Ebreo (d) come uno de pri- (d) AMIW- - '
mi , che abbia inacchitp la credenza di cos ecceo por- l"
tento; imperocch dopo aver detto, che le acque percole
da_Mos con quella Verga, che teneva in pugno, ubito i
ritirarono, e idivicro, perlaciare aglldraeliti libero il
Pao che il gran Condortiere del popol di Dio eendo en
trato il primo nel letto del mare , u eguito da tutta la
naZan; e_che gli Egizzi avendo voluto tenere lor dietro,
,3 Vi_ perirono enza camparne pure un olo la vita,- in
dl OggiUgne la rieione eguente .* Io bo riferito tutto que
o , econdo che lbo tro-vato ne libri anti , e niuno"dee ri'
guardre, come una roa impoibile, che uomini , i quali 'vi
*uevano nella innocenza , e nella emplicit di quePrimi tem
pi , abbiano incontrato nel mar Raa il tranito Per alvari,
0 ia Fbi?!- d e eo [i aprie , ori-vero che ci uccede
er (li-uma volere ; eendo imilmente d'indi a gm tempo
ato-venuto lo leb Macerloni , allor quando Parono otto
leando il mr di Panlia, come *vien riferito da tutti ,gli`
Cl, aloe lo di lui vita e criero . Io Per tanto lacio a
(ii-:fruito _il giudicano i quella guit , che gli andr pi a

grado. Come e foe coa indierenteilrrederlo miracolo ,


ovvero attribuirlo ad una caua naturale, oppure d ravvi
ai-lo 'comedubbioo, ed incerto. Non pu invero conde

laii imigliante oggia di crivere, e non qual vituperoa


2. ,
leg
`

2.7.8

DISSERTAZIONE

lt-ggeczza e indegna di uno lorico, che proel un conve


nevole amore per la verit, e vero la Reli ione.

Ripetto poi a quel chedice del tranito di Alean


dro pel mar di Panlia , ha bene altra faccia la coa. Ci
(a) Srrab- l/. x. da contezza Strabone (a) checndoi trovato quel Principe
ulle coe di Panlia in un cattiviimo tempo, n poten
do enza omma dicolt penetrare le vie angue, e co
cee delle montagne, arrithi di paare raente la on
da, prima che il mare tornae a ricrelcere, aegnoc eil

uo eercito marci tutto quanto il giorno ino alla cintu


(b) Ania-*1.1.3 Ex
[eulit. Alexand.

ra nell' acqua. Arriano (b) racconta alquanto diveramente


queo ucceo, dicendo, che ./Zlemdro partito/i (la Faeli
da , invi una Parte delle ue truppe per le montagne *vera la
citt (li Perge Per una 'via Pi corta r), ma molto pi diro.
[a, e incomodiima , guidandone il rimanente avea/Io la riva

del mare , donde non er.: Fobil Pare, piranao i *venti del
mezzo d; ma egli incontr la buona orte , che in una lm:

mutato/ *vento , non enza quale/;e favore degli Dei, gli riuc
agevoh'mo il tranito.

Avvi bene un grandiimo divario tra paat-ca giorno


chiaro, e con bellagio coa cola il lido del mare con par
te di unarmata , che tutta intera non eccedeva 35. mila
uomini, e al vantaggio del riuo delle onde , c di un
cangiamento felice, e non iperato de Venti , i qualiabbo
nacciata la violenza de utti , ritardavano il ritorno della

marea; e paare pel mezzo al mare in due parti miraco

loamente divio col tragitto diuna moltitudine maggiore


diun milion di perone, con glimbarazzi delle loro don
ne, degliuoli, dellemaenzie,edebeiami, cheaccom

(e) 'fre-_g Turan-Hifi.

&TU- lD.Tzam.
r. to, I l.
(al)
aid Cariati)- t. l.

pagnavano unaintera popolazione, in atto dicangiar pae


e; c artraverlarlo tra lo pavento cagionato loro dalla vi
la dellinimico, e per la norteche vieppi andava inol
trando.
i
Alcuni antichi appreo S. Gregorio Tutonee (o), S.
Tommao (d), Toato(e), Paolo Burgee (f), Genebrar

(e) Quiei. 19. in r.

do (g), Grozio (b), Vatablo (i) , Abenezra, ed altri


Xv. Eroi!.
Rabbini
citati da Paolo Fagi , polero in cam , che
() Bing-'nf- in rap.
gli Ebrei non traverarono il mar Roo dalluna allal
XH- Exod.
tra ponda, ma che rialirono olamente da quel luogo ,
dove trovavani, in un altro alquanto pi elevato, forman
(l) Grot. ad v. 19.
do come un emicitcolo nel letto del mare . Coneano
r xv. End
(UV/at in Exod.xrv. per i preati Aurori un verixmo miracolo in quel, che
(g) Grmr. i Cra
nir adam 39.

avven

SUL TRANSlTO DEL MAR ROSSO. .9


avvenne in quea occaione ; n 1 determinaronoa talen

timento, e non a ne dievitarele dicolt, che lor em

bravano inluperabili nella opinione , la qual vuole , ch e'


aveero dalluna banda all altra valicato il mare.
La prima dicolt conie, che gli Ebrei eendo uciti
dallalveo dei mar Roo , itrovarono nello teo deertodi
Etam , donde eranne ilgiorno avantipartiti, camminando

vi ancora altri tre giorni , noattantocch poi giunero a


Mara (a). Ora, il deerto di Etam eendo ituato lungo le (e) Nam-xxquK.
coe Occidentali del mar Roo, altro adunque nonecergli
Ebrei, e non rimontare raente le ponde enza paarne al di
;
" hav-:yr

la, ove non diendevai il deerto di Etam.

Ma per dileguare tutte quee dicolt , bata pianta

re la ituazione della citt di Etam . Erodoto (b), che le (b) Him!


d il nome di But/mr, lo leo che Butba , come la chia- "
mano nella lat~ tradULione i ettanta , chiaramente ci mo
ra eere la preata citt nellArabia in quel luogo, dove

sboccano le montagne, aprendoi la via in una gran pianu~


ra., che vero lhgitto 1 ende . Stava Etam nella ere

mit del mar Roo, ulle frontiere di E itto , e in Ara


bia , ulla irada che guidava da Rame: al monte Sina.

Mos che punto non prevedeva di porer eere ineguito da


Faraone, giunto che u a Burano, o Etam, con animo di
continovare il uo viaggio, ebbe ordine da Dio di ritorna*
re m dietro , e di andare a Pbiimbirot . *Quivi arrivato ,
pas col uo eercito il mar Roo, eitrov nellArabia,

fix-ca ette , o pure otto leghe diante dalla citt di Etam ,


m un deerto che da lei traevane il nome; coa che non

uora del olito in un paee, ove ono rariime le citt, e


dove i deerti, eendo ommamente ierilie nudi, non po

ono guari prendere i nomi loro, e non dalle citt che vi


on ituate. Sicch non iamo obbligati diar rimontare gl
Iraeliti nel letto del mar Roo dal lato medeimo, che vi
erano entrati, per trovari nel deerto diEtam, atteo che
tal deerto doveia enderi pi too ulle coe Orientali,

che ulle Occidentali di eo mare . E in oltre per andare


da Flair-ot, o da Beleon al Sina, era di ben venti leghe
i breve il paare a travero del mare, che are il giro,

11 qual i vuole eere tato fatto daglldraeliti allo ntorno


della punta dell Eritreo .

Dicei di pi per corroborare il entimento da noi im


P gnato , che gl ldraeliti , eendo uciti del mare , veddero
ulle

75

ib. a..

2.30

DISSERTAZIONE

ulle ponde i corpi degli Egizzi, ivi dautti sbalzati :

dunque erano ulle rive; che guai-dan lEgitto. Perch?


perch il mare ributta naturalmente i corpial lido pi pro
imo. E chi diea quei autori, che gli Egizziani rima
er ommeri , eendo pi vicini alla ponda Orientale , che
allOccidentale del mar Roo? Cadderoiflutti, dicei, u
gli Egizzi, ed il mare i chiue tra loro, e gli Ebrei . Le
acque adunque, econdo ilnaturale lor coro, dovevano al

lontanare i cadaveri dallo ldraelitico Eercito, egittargli


ulle coe contrarie, tippoo che gli Ebrei foero dalla
parte dArabia.

Malo teo Mos dirugge s fatta obbiezione, allor


(a) Exod- XIV.

ch dice (a) : Che avendo tea la ua mano aw-a del ma


rc , ritorn al primiera uo ato , e le acque incontrando gli

Egi-{i fuggitivi, e opprro tutto leercito. Dee adUnque


conchiuderi per una oppoa ragione, che le acque, eendo
cadute opra gli Egizzi , ed il mare eendoi riunito, co

minciando dalla parte di Egitto, come per richiudernelo


ro il ritorno, dovettero i loro cadaveri eer naturalmente

ripinti ulle rive Orientali del mar Roo, dove avano


allora gli Ebrei.

Laonde la opinione , la qualintende , clic gli Ebrei non


abbian paato il mare da una allaltra ripa, non ha onda-~
mento, poando ulla fala uppoizione , che la citt di
Etam foe ituata ulla colla Occidentale del mar Roo .'
(Eli antichi autori Ebrei, Gioeo, Filone, e glialtricre
dette-ro, come noi, che i loro antenati aVeero paato il
mare da Un lato allialtro ; e tale appuntolUniveral en
timento di tutt'i prichi Padri della Chiea .
Ma gli {lei Rabbini eguiti da alcuni Padri, come
(b) Orig. Ham. 5.
i Enza'.
(c') Eeb. i Pul.

cxxmv.
(d) Epiplv. Hier. 64
`

Origenc(o), Euebio(c), Epianio(d), edi altri moderni,


come Toato (e), Genebrardo- (f) inegnarono,che Iddio
fece dodici divere aperture nel mare , per dare eparata
mente il paaggio a ciacuna delle dodici Trib, conci-me

(e) Tr-i Eroe].

() Gem-l- in p4!. a ci, che lia critto nel almo cxxxv- 13. Qui di'wt Mare
cxxzw.

Rubrum in divi/ione: . Ma queo pao non pu egli or

(g) Htronyvi. in

e piegari del mare in due parti emplicemente divio?

of xl. 1L

S.Girolamo (g), Teodoreto (/1), Eatimio (i), equai tut

(h) Thom/ore! qua/Z.

i End. , 3 i Pyl ti imoderni nOn altramente linteero, ravviando la di


cxvxv.
(i) Eutbymu' Pal.
cx rr.

viione in dodici parti, come una para immaginazion dei


Rabbini. Noi leggiamo nelGenei (le), che Abramo aven.
do pezzte le ue vittime , poele opra gli altari, e che

(le) Ga:- . XV. lo.

un

SUL 'TRANSITO DEL MAR ROSSO. 23!


un fuoco pas tra quelle diviioni : Thin/iiiinterdvloue
illa:. Si dir fore, che vi erano pi partimenti , perch

la Scrittura i erve di un termine plurale? Pu anch-:ag


giugneri a quee ragioni il ilenzio di Mos , che non
avrebbe certamente ommea una circoanza di cos acra
natura .
.
Fantaic il Rabbino Samuele (a) , che le acquei O- (Was-mm; Ma~
ero aodate otto i pi degli Ebrei , e che quei foero rac,li. d: 'zW

camminati ul mare per paare dalluna allaltra ripa. Un M' I* '5


Poeta citato ono il nome di Tertulliano par che aermi

lo eo.

Calma-vir at? , boes demert i und:.


Ma tutto queo s oppoo a quanto la Scrittura 'in
cento luoghi cinegna del paaggio del mar Roo, che non
merita, che ci prendiamo la briga di eriamente ribatter

lo. Vero , che atteta Giuditta .(b), che le acque del ma- (b) IMM- "re conolidarono a guia di un muro di ghiaccio adue
`

anchi degllldraeliti .* Im utaquz binc inde quai mmm 0


lidarentur . Lo che conforme aSettanta , che in quea
guia traducono il veretto ottavo del cap.xv. dellEodo:
.Lacqua i epm _,~ le acque :indurarono come 1m 777W; i

utti aaaarono, o giua lantica traduzione; Saggbiac


ciarono in grembo al mare. ll Caldeo : .Alla parola della 'ua

/Zra bacci; le acque aggiamente / congregarono , 1 um rima


er fermi qual muro ; e gli abii i ge/arono in mezzo al ma
E- I termini dellOriginale poono xraduri benilimo in

quello eno (E) i Le acque i ammontarono ; le onde / tenne. (ci) NWT*: "151":
to ammucc/ate ;
aodarono 31. abzi , et congelarono m 20115:: 1451:
eno al mare . Diral , che tali epreiom on figurate, e the ev jam.

poetiche, e che i debbono intendere, come e diceero :


Le acque rearono al pari immobili adue lati degl Irae
iti ,"`come e foero ate due muraglie di ghiaccm . Ma.

niente repugna, che rigoroamente non le prendiamo. Cer


ta coa , che quee Ebraichc voci pigliano per del lat
te, che 1 coagula (d), e perdellacqua che i congela (e). (d) _705440.
E alcuni veriati lnterpetri
non ebbero dicolt di amgffjl_
mettere . che veramente il mareicongelae adue anchi ,uh-,m x Ex,

dagliEbrei . Ma ci ben lontano dalla opinione, la qual art. 4. Voyz l_`I:[:lt~


retende , che gli Ebrei camminaero ulle onde, enza aprir- mne Allun
F

,
1 le acque Per darne
a a medeimi- il
pao.
Dice Artapano (g), che i Sacerdoti di Men negavano aolutamente non eereintervenuta coamiracolola , n
raor

de D- Jean Mau-1

my': z
(g) AP! guci.
PMP-L4.:- i7

232

DISSERTAZIO-NE

raordinaria nel paaggio degli Ebrei per il mar Roo; 'o


lenendo,~ chela ola emplicit, e la ignoranza diquel po.
polo pot loro ar credere, che tal ucceo foe-opranna

turale. Mos , dievan e , eendo vivutolungo tempo ul


le rive del mar Rioo, e avendo minuramente oervata l
ora, e laltezza del uo uo e riuo, e le qualit del.

lia
av

le ue ponde, ervili agacemente diral notizia, per libe

rare il uo popolo col benecio del riuo, facendolo pa


are, allorch le acque i erano ritirate : ma gliEgizu e
endoi inconideratamente inoltrati nel uo letto in tempo

ho
l'31

del uo, rimaero turti epolti nelle ue acque , che im


_..Em.

provviamente loro vennero addoo.

Il entimento deSacerdoriEgizzi piacque grandemen.


Q

te a certuni, a cui l autorit de miracoli non va troppo a


E!_l-A

genio , eche amano dirender, com ei vantano, uperio


ri alla credulit popolare . Hanno bene peo cororo poe
di nuovo in campo imigliantiragioni, facendole per quan.

to poterono valere. Ed anche preentemente vi , chi em


bra di non eere ben chiarito del miracolo del tranito -del
mar Roo, ecrupoleggia intorno alla maniera, onde cos
grande avvenimento uccee, deiderando, cheieaminae
noaondo le dicolt per aper con certezza, e Veramen
te glldraeliri poterono trar vanta gio dal uo, e riu

0 del mare, per eettuare s famo oa e tanto raordina.


rio traghetto.

(3.) M' l' '37"- "

Clerico [a], che tal materia a bella poa udi, par che

ERYZLZ

abbia voluto conciliare quei , che credono aver gli Ebrei-pa

mi.

ato il mar Roo in congiuntura deluo riuo, con queiche

ne coniderano il tranito, come un prodigio della Divina On


nipotenza. Ei per riconoce un vero miracolo in quella oc
caione; ma fa coniere tutta la maraviglia in_ un ventoim

petuoo, e uor del olito, che Iddio e levare quello au


te, ilquale aumentil riuo con icoprire maggiorterreno
nel ondo del mare ; e oenendo, le acque pi lungo [l'atto ,
ritard il uoaavore deglldraeliti ' e che nalmente age
vollorodimolro il pasaggio, che ecero da una allaltra
piagia, conforme aquello che ne dice Mos., Ma vuole,

che g Idraeliti acesero puramente il traghetto di quel


piccolo braccio, ch alla punta del mar Roso, la cui la
titudine di pochiima coniderazione.
Ma balla eaminare ilteo di Mos, paragonato agli

altri luoghi della Scrittura , dove i parla del medeimo


avve

SUL TRANSITO DEL MAR ROSSO. 2.33


avvenimento , e coniderare con alquanto di attenzione il i

iema del paaggio deal"lrae'liti nelritorno della marea ,


er retar peruai, ch egli uno de'piii gran prodigj, che

ia giammaiucceduro : che gl'ldraeliti paarono il mare,


avendo le acque alluno, e altro anco opee; e che per
~ ultimo liporeidiaver ei-profittato del riuo del mare,
non pu aolmamente oeneri. Ecco-ci che dee proccu
rari di ben ermare.

Giunti gli Ebrei alle ponde .-del mar Roo,-ecorta


I armata di'F-araone rimpetto a-ioro accampata, credettero
irreparabilela.propria-rovina,~s*perch-tenevano il mare
davanti agliocchi, ,quant-0 per trOVari iretzi ,eracchiui tra

montagne , ed inacceibili rupi; laonde sbigottiti-comincia


ronoaquerelari, -e mormorare (a). Incoraggice-too Mos
Emi. mv. to.
il popolo intimorito, promettendo lorouna-pronta liberazio (a)
u-frq.
-ne, e aicurandoli eer ormai la ultima -volta, che veg
gion gli'Egizzi , perch il~Signore combatter a pro loro,
e non vavranno iii che temere.
Mos non ebbe ~appena alzata per ordine dellOnnipo
tente quella verga, Che teneva in mano, che~in~un attimo

il mari divide (b) -; *entranogli Idraeliti nel -mezzo dell-(b)'sxad.xiv. ia_

aciutto uo eno iando`lacqua- ual muro, tanto alla de


tra, quanto alla loro nira (c : En autem aqua-quai (dv. 1.2..
mmm: a dexter-a eorum, (Fl-eva. Torna Mos'nuovamcnte

.a ri'dirlo , qual coa di gran rimarco; come e prevedee, che


potrebbe un d 'dubitarene-: Filii autem Irael perrexerum
per medium licei mai-i: , ("9 aqme -eir eran: qua/ Pro muro a
dextrr, O' anirir
*E nel Cantico da lui compoo (d) "-19
dopo tanta memorabilima azione, diingue-'iii una manie

ra pieprea, epi -Viva ci cheallora uccee : Le neque


tennero unite inieme, i trattenueroi mi, le onde/ico

gelm-ona (e). 'O biogna ,aolutamente -negare il racconto (e) 5,41. n.3_
di Mos, o a duopo conear qu uno depi gran pro
digj deliantico Teamento.

.i
Gli altri agri crittori non parlano diveramente cii
quanto avvenne .in imigliante occaione. E -gi erieri
to ci, che 'Giuditta ne dice. Fanne pure il Salmita .in

pi luoghi menzione, e empre in una oggiapiena diam*


mirazione, e conforme alla narrazione di Mos (f). Di-() Paxxvrnu.
*vie il mare, gli fe Pare , e tenue le acque racchiue come

in un ori-0. `Dice altrove, che ?mare e e fuggi alla *vi/Ia del


Der.-Calmet T. I.
.
G g
,Lire
l

234

DISSERTAZIONE

(a) P0]. cn. 3. uo Dio a) ~: xl il ,Signore li fece una rada ,nel ma ,


'b) Pf l i" 1
che cammina `in mezza ,alle _acque (b) , e che mm conob
(c) [hf-"1,:
beta _dc-uoi pie @ep-'gu, Non eprime Iaia in .manie

V' q-

,ra meno magnica tu queto propoito (a) : 07), quegli ,


che ba tratto _M .dal mare faPajpri della ua greggia .9
al u gli ,occhi ,loro ha ,di-via ,i um' Per ,acgm/Zar/i un p

me eterno ,9 .che gli ba guida!) qer mezzo gli ubi; a guia


di un cavalla, vche menaj Per la' campagna P Ne parla Aba
(d) Habfle-.B-spc con loeo tupore [d] : ,E fore-? ijumi, Signore,`
che uate il evo/Ira furore ,P ,E egjz per ,mv-ventura ;nutro _al
ma, ;baare-te lamPeggare il vpro degno? ,.'. . Le gran
di acqueonofcore: l abio ha fatto uonare laua voce, _v. [o.

_Voi azuete fatto _una rad ,afuori cavalli Pe] mezzo al ma

re, _e alla jnc/ma delle _ac-'que, y. v15. ;Simglianti epreoni


.oericono per avventcha la idea ~eli un` _avvenimento pu
ramente ,naturale , o ,di un tranno acco con accortezza nel

ritorno-dellamarea} Sonoellenoepreoni poetiche, ed ea


gerate? ;Ma yia, voglio, ,ehe eno poetiche: ono foreper

,queto .men Nere? ,N certamente; ;perocch ,altro non _e


kimono, che quanto ,a _critto ,nella Pura ;narcazion ,di
RADS, ,il ` nale _non in veruneonxoampolloo, `nipex.
bolico ,ne ~uoj ,racconti o: ~anzi non ;nvvi .boa pi empli

ce, ,n .pi unica , e enza la menomz .ombra di pn


ne, _e di _ea eruzione, _quanto il uo ilet, ,ajlorch Par

la da puro (tonico. Ei non d qua. m.a1-.e;p1tcto, .nin


lode, n ,in rbamo, _n per accjecereyn per icemaxze
il concetto delle _perone , delle ,coe . .e `deuccc. _Per
,ultimo lAutore ,del libtjpjlella `Sapienza _difu ge ,a crea
mente 'il penier ,dj coloro , ,che fan ,ricoro A" lu, o , g
rino ..del ;mare ; qualor ,atteta , `che: Ja djvxiqne `delle

'acque, ,c ,il loroxuramemo egu 'tutto ,ad ,un tratto, .g


il; un' ;batter.di,oc.c,hio,. Ezben'noto, `che il uo, `e _rj
_uo ,del mare `non v ,a , che in uno .pazio conderabjl
(e) Sap- x. mis. `di tempo. Ei dice in _un ,luogo [e], .cb-:il Signor-"condui

e il _uo popolo PO_ _ammirbil`enera_, il guidperil mar


Rob, e fecelo Fua a tra-vero ,di acqueProfonde Bahra

ve oggigunge
,',che compari-ue
ecca laaj)
terra,
ove pet-mami
erano
le ,aciquqebe
i [un balena
nelluEz-io
liber-oi!

,(1) :apxlxq-S.
.
Pao
;xche _in ,Mezzo _agli
_aini
fa di ,verette
i
.vedde u ,mmPo ricopr

lo peno, \ch_e -tutte .cotee sunorm, ecoance prcom dcagri autori non piacciano troppo a coloro ,
che

SUL TRANSITO DELMAR ROSSO. 2.35


che miracolo ammettere non vogliono nel tranito del ma
re Idumeo Ma liEo Divinilim-o Spiritoe ne dichiara.

in troppo chiara maniera, facendoci ben conocere la gran


dezza di tal maraviglia; ed aa n eprime ammirazione,
che noi aver ne dobbiamo. Non certo poibile , che ia

Scrittura conpirinad ingannarci , rappreentandoci come co


a miratoloa ci , che non avrebbeniente di raordinario .

E e giungeiaconteareinquea occaioneil prodigio, per


ch voler-ne nrenomar la. grandezza con circoanze malamen

te fondate? E perch non render pi too a Dio- la gloria


a lui dovuta , cOn prendere econdo a- lettera il teto del
gran` Mos ?

Ma, -e a poibile, convien pianare'daondamenti


quanto i' pretende di tabilire opra ilufo*, e riuo del
mar Roo, contro alla verit del prodigio che or qu ea
i
mini-amo, Noi non negherema (a) , come fecero alcuni ,(4) and 05_
'the abbi: quel mareilinouo1 eriuo, ntampoco i*it'd mmm 1.1.39
erremo con' Diodato (b), chel mar Roo tenga di gior- (.b )' Diddy': _Sl
o in- giorno regolato- il: uo uoalla terza, e nona ora l'"''s'mm'
I

cio ,~ dalle 15. alle zt- nellEtLuino-zio . Se queto oe- ,


mon i potrebbe gi dire eerr ervito Mos del uo, _e
riuodi detto mare, mentre il pas enza fallo di not
te. Noi inceramente ammettiamo avere il mar Roo il

uo uo, e riuo regolato a guia degli altri mari, Che


hanno comunicazioncoll'Oceano- La qua coa vien pure
*riconociuta dagli anti'chiGeogra , dagllorici, e da"mo
der-ni vrandanti. Quindi fa duopo eaminare, e Mos po

*a
paarei mar
Roo al vantaggio
di tal movimento rc
golatodele
vaue.
i

Tutti anno, che nel uo a poco a poco il marei


onia,e vero le ponde s innalza, durandone per' ei ore'

il] MOV1mento._Dopo un qUarto di ora di quete', prend


Cil' peraltre e! ore un coro contrario, nel quale pazio
'a buare le acque i allontanano_ dalle rive imma enibil

maniera; e queo t chiama riuo. Sta eo per un quer:


to di ora in -ripoo,- a cui unnuovo fluo, e riuo ucce
de . Sicch iimare alza , ed abbaa due volte ild, ma non
'gi pre'ciamentenelieo punto, perch ritarda Ogni gior- (e) Berner , Lett

noil uouorrequartidiora, ed alcuni minuti. Ecco ci,e M- de Chat}

che'in generale riguarda il uo, e riuo-


'Ripetto poi al uo
,

'T2' HW d

eriuo del mar Roo


2

queiv Z
1

y ge

d "ho"
u

ong

che l hanno attentamente 'eaminato (c) , riconocono_,sinai.l.iv.mb. i4.

.G e 2-

.911

236

DISSERTAZIONE

che nel uo-.maggior riuo , lacia circa. 2150. , o 300,


pai della ripa coperti,~ e a ecco;` e che` nel fondo del
golfo vero Suez le navi dei porto reano nel tempo del,`
.
riuo in ulla. rena
enzacqua; . dimodocch
i Pu paare
(a) Thevenot V0. .
.
.
.

yxge du. Leva da quel luogoa piedi, come alcumvrandanti- (a) i gloriano
ch.,25. p. 31 l- Noi'di averlo fatto, in mentre cheanne il mar ritiratoa Ma e
ndmmo ll mar condo ia oervazione di- Giulio.Scaligero ,_ il uo. lettonon.

R in a manca maidi-acqua (b), perqua-nto r*ranch: liane ilriuo;


punta del detto

, .

m, , ove Paa, dond ei ne concluude-di non doveneere. al certo cacciato-,dr

mo dallaltra ban-credulit, edidebolezza di-piriro, e; necrede il-prodigio.;


da Ple eem ma eer'bensi temerario, e- enza ragione, chei nemici-del
(H'AFM Di le a re lettere eno tati cor-antoarditi di mantenere,. che*
m Exod- xx. 4.

. .

gl I draeliti- 1 prevaleerc deiilacongiuntura del uo per

v-alicar lErirreo-.z

. .

- p .

.,

I' difenori-dr sizsfacciatai opinione pretendbno, CRC

Mos non facee paar- gli Ebrei, e. non daquelpiceolo


braccio-di~:mare poo nell ehemitz, o- alla punta- del-mede

( ci ?'11
, mmvero
porto-diSueZ,
las-1
-" T s,"a b` Ighezza
che ildiuna-gran.
rivieranonavendoquivimaggior
(e)- Diadora_ (d) 'liai`eg.na
(d) Dial. Sym!.

[ib. 3; o. 3(e) Lettera 1-!"- \

17. ad), che anno- m- circa* zns.pa~. 'Pietro della Valle'


dice ,, che tale pazio im-ile aqueilo, che i trova tra. ~

il monte Poilipo, e. il Molo-del porto- d-i- Napoli.- Bellonio


(1F) Bell- obervaf.-( f ) non-gliiattribuice maggiorlatitudine di quella, che ha
''' 7 - 53il ume-*Senna tra Hareur ,. eH'oneun, citt nella Norman
diai. Vediamo ora, e-uppoodluor, eri-uo, pot tut

ro-l eercito d, Idraele. paare in una notte quel picciolo trat


to-di terreno laciato` coperto dalle acque.,.
Per non occulta: qu-_coa che favori poa i' notri:
avverari, oerveremo, che, gli Ebrei ,, eendo Partiti d"
EgittoverolEquino-zio diPrimavet-a, e avendo- paato il,
mare la- nocte dopo-il terzo giorno del- or viaggio, pocevano

le maree eer maggiori; del olito : oggiugneremo ancora,


che ort-iui d? Egitto il decimo qu-intogiorno del. primo mee ,
poterono marcxar la notte nellettodel mare al favor dellaLu

xna- , uPpoo che allorafi attendeealcoro di quella nel mo


do di contare i-mei . Ma-e ricevei la teimonianza di M0-
s, non tenevano elli bio no* dello plendor della Luna.,

avendo la colonna lumino ,. che gli eguiva,- e_epara,vau~~


li dal campo .Egizzim~. , ,
,
Noi concediamo aglkdraeliti trecento :pain tuttaja
larghezza della ,punta del mar Roo; ,otenendo alt-res: in

queta ipotei, che non pocerono paare cotelopazio-nel


tem

nm5.

SUL TRANSITO DEL MAR ROSSO. 2.37

tempo laciato loro dal uo; e riuo. Or qu non favello


della oppoizione, che ha queo iema col racconto diMo.
s , e degli aurdi che e ne poon cavare , come appreo ea.

mineremo. Ma fa dimeieri di ben riettere, cheitrecen

to pai , che 1 danno al terreno laciato libero dal mar Ro


o neluoriuo, non poterono durarein tale ato e non
e per un ol quarto di ora; mentre nelle prime ei ore il
mare a poco a pocodilcoavai dalla riva , e nelle altre ue
guentiei ore riavvicinavaiimilmente alla medeima pon
da. Si a, che non pu camminar ulla belletta, too che

l acqua i ritirata ,. principalmente quando abbia melmo


a, come pare, che dica Diodoro di quella del mar Roo

Vero la ua punta . Onde peno, che, upponendo dugento


pati di latitudinea dettoterreno per lo corodi ei ore , op
pur e 1 voglia , cinquecento pal per ottore conecutive,
a queo quel tutto, che ragionevolmente poa richieder
, per aver un conto rotondo, edeterminato, e anedi
evitare gli accrecimenti , ele diminuzioni troppo frequenti ,
the nel noro calculare uccederebbero.

Or iodiendo, che una moltitudine per lo meno di un


milione , eore ancora maggiore di due milioni di perone
enza contare limpaccio del befiame , decarri,degli arnei',
edi tucto quel mai che poteva accompagnare una intera po

polazione ,. che abbandonava un paee, ov era da s lungo


tempovivuta, per nonritomarvi maipi, e che eco por

tava non oloiproprjuoiaveri, ma eziandio, giua la e


preione della Scrittura , tutte le ricchezze dellEgitto; che
~ una s gran moltitudine, dico, non por giammai paare in

ei ore di tempo tra uno pazio largo dugento pai; n tan}

poco lavrebbe potuto , quando anche le cncedee dupli


cato tempo, e terreno,
.

Per formari una giua idea del numerodegl Idraeliti , \


baa olo por mente, che un anno dopo il tranito delmar
Rootrovarononel computo, che e ne fece (a), ecento(a) Nm. 1.45.
tre mila cinquecento cinquanta in es`a di portar le armi enza
eomprendervi venti due mila Leviti al di opra di un me_
e (b),- etntte le donne, ibambini, ivecchi decrepici, gli) Nm I"
follia-vi a e un numeroinnumerabile di lebe . ed-i E izziani
* ' 3)'
che ad eli era-no uniti

Or la eperienza dimolra, che (e) 5,04_ m. 33,

in un numero di mille uomini da venticinque' anni in u


(mentre aquea et prendevano per la guerra (d) ) vivar (z) 5x04, xxx. u

!B empre il doppio

dgine, di fanciulli, E ich' z_ e


`

'

per

238

DISSERTAZIONE

per coneguente in un numero di _ecento mila uomini in


[eri
(bc

et perfetta , eer vi dovea dodici volte cento mila don

ne, ragazzi, e vecchi .- ecrecerilnumero ancora, e ri


ettci, che inra gli Ebrei era comune la Poligamia, e

niun reava di maritari. Aggiungani a queo novero i

uo
le

Leviti , gli Schiavi, e iForeieri, eben i comprender,


che quando da noi 1 dice eervi* due mi-llonidiperone,
non dovr riputari unaeagerazione. Figuratevioltreaci

P
dei

il terreno, che oceu a unarmata d-izo, 50,. o too.mila

uomini : 1 multipliciii ora, e i accreca per venti volte


tal numero z vi i accumulino ibeiami, i* carri, il baga

lio, e opra tutto la fretta, il timore, iltumulto, e i'


imbarazzo, che una coritingenzas. poco apettata ,_ e co

tanto pericoloa dovette eagionare in un popolo timido', e


avvezzo al erva gio : i paragoni iltu-ttocon un=trat0 di
dugento pai in imaccioo terreno, per dove sigran-mol'

titudine dovea paare in ei, o pure inortore : edor


giudichi, e ia coa poibile, "e e poa oteneri s`i fatta
ipotei.
,
'
"
v
Quanto iv _detto contra dl coloro, i quali voglio
no, che glIdraellti paaero nella punta del mar Roo
dall una allaltra: ponda, dee ugualmente diri contro chi
oimmagin, chei nol valicaero- dall' uno- allaltrolido;

ma che puramente Io coeg iaero, riucendo in un luo


go alquanto pi alto- di que lo, di doverano- entrati nel

uo eno.. Era per. impoibile di: areimigliantetraghet.


to in. s poco tempo con una tal' moltitudine' di perone..

Sicch. indarno i ricorre al uo, e riuo- del mare per


ipiegare tanto avvenimento in tutto, e per tutto mira
colohimo.

'

gia!

Ma comparir: pur anche enzaondamentoqueo-i


d

ema ,, e pongai mente-,xcheil uo ,. e: riuo- del mar

Roo non poceva eer i`gn0to~ a lIdraeliti, n agli E iz.


zi; e che perci Mosnon. avr be.v mai peruao ame ci.
mi, chel paaggio del mar* Roo oe un prodigio ope.
rato in grazia- loro da Dio ,f n** gliEgizzi avrebbono avu
ta giammai la imprudenzadiandare ad annegaitutti nel.

le acque di'quel mare, vedendolo ricamare vero 'di 'loro

:ra
gior
hdd]
lo

Pre
Du

nel uo : imperocch in'quea iporeiei-dovea. eere a!.


lora sl vicino alla. onda, e earebbe-abb nato eer cie

co per non accorge! 1' del uo movimento. G i Ebrei een

do entrati la era nel letto del mare intempo delriiuo

ma
lol
W

( e*

SUL TRANSITO DEL MAR ROSSO. 2.39


econdo "la :idea :denor-iavvcrrj ), le ac uedovcanoc

I"

erc la mattina [quam nd: colma, a-llorc i uppone,


che .vi -prccipiraerog Egizziani. Chi potr peruader
, .che il Rc.dE itto, ,n alcuno de" uoi Generali ., e dc'

.uoi .oldati `non pecro , -.che :il mar-Roo, ilqualba na

.le cote hdel `lor -pace_, non .avee ;il :uo uo, .e ri-u Y
E-quando.anche,aveer ;potutonon aperlo, -.come vmai do
poxeri ;tememriaxncnce impegnati nel -.d lui eno, -e v:

dcndoiuna .parte .de-.lle :lor-Irap e di .nelle .onde .aonda


1e,~e\i colrimanente :non 7 oiier alvati?
f LDLpi , -Ja ,necet in .cui -i ;trovarono ;glelraelit
edi ;paarejl .:marc ;per ;ottrari ,allex-mata ;di Faraone , non
.uginna coa premcdicata , ndaI-.camro 101*- reveduta .
Mos.aveva.in acum-adi xondupgl :dalla .terra .di Geen al
;monceSina ;pel-cammino cocdnario Poo ulla 'punta .del
mare Jdumco, e .che .rien dietro val medeimo ino a :quel

luogo ;inch-ca, ~.ov "la montagna . Mos .aveva ?battuta


..quella _rada kritirandoi A Egitto., come -pure il uo'zraxello
.Aronne. , .allorch fpont.ad:~incomrao.llamontagna :del

.Signore.- Ellieranponmi -inltrati *.ino aEcam citt itua


~-ta ulla;frontieraidellAi-bia, :n revcdevano, che .il Re

dEgiao, cmuo-:il-uo; polo', ~c eaveano.dm_ratocan-


,to giubilo `in .vederiiancia-,vi ~e heper cagion loro 'era
noaci s;malamemc:trauati,, doveero pm pereguitai

.tre giocqidopola di loropartenza. Ma "Iddioche ben a


fpeva ildign'o di Faraone, comanda improvviamenteaMo
s.di,abbandonare_il cammino ordinario , .ediritornarever

:o .mezzo giorno accoolimar Roo dalla Parte diBele


;fond e ,di Fiam-io: 'enza dargli cennodel mouvodiztalcan

"giamnto. -Guncrmeichlefog :vale a 'dire , in un fluo


,go , .dov'.eendo racchiuiztra le montagne , ~~ed il mare , -non

;era piin poter loro,.n .il,rerrocedere_,n'linoltrari..


l xQuclzchczin..unsrangencdiqua fatta avevano'mag

io:mnte.a~temerc, loroappunto uccee. Comp-ari ull'


xmbrumirFaraone dirncontro al lor campo., .e ?u -gH-occhi
loro _ x attendo .o coll` eercito. .La cocrnazione , [che .la 'ua

:preenzacggion a l":ldraelici , *ci .viene - da `Mos bah-ince


mcntcdecritta (a . Luingavaiaraonedi diruggerhtut-(z) 15ml_ 37v,
ti, ..e delle poglie loroarnicchir ((2). 'Sidir orte, chej'h) Exe-;1. xv- :9.
miero eremo acoinxcuililtrovamno allora -gli Ebrei, W-3

q'c un eectodipropria.elezione; ~e .c'he 'enza veruna nc

ceit il lo; Condotti: gli 'avee guidati in un uogo,

on

240

DISSERTAZIONE

donde non poteer ortire, e non a travero del mare P Se

;ci

Faraone avee voluto prottare dello compiglio, nel quale allora tro'Vava-l i1 popolo; che avrebbe arto ,Mos con

lo:
{o

tutta la ua delrezza, e con tutte le miure, che l vuo-

lo:

le, chei prendee per ar paare il uo popolo al bene-

e]

cio del uo, e riuo del mare? E chi 'avrebbe pOtuto

;1*

ac-urarlo, che queto Principe non facee ci, che natu-

ralmente avrebbe dovuco are? Era ore icuro Mos, che

il uo arebbe cominciato per lappunto nel principio del-

d'.

la notte per avorire il uo campo, echel'Egizziano gli

L,

avrebbe cla-to .comodo di decampare allo curolenza eerne

vi

avvia-to dalle ue guardie, n che le ue truppe gli desero

d;

nella ritirata la caccia? Ee canto ose avvenuto, aqual


rani orribilimi _eremi non arebbero ati ridotti Mo

b}

s, ed il uo popolo? Se dicei, c'he ose una temeraria ri

oluzione, che la neceit prender u due piedi al Con-

dottiere , .e che gli riuc; come pareva egli prometteri dell

avvenimento? e con qual fronte prometteva al uo popo(A) Ex- XlV- l3-10 (a), che Iddio ,avrebbe .combattuto a favor uo contro

"

agli Egizzi; ch ei avrebbero vedutoiprodigj, che il Signo

re in grana "loro arebbe; e che mai pi non arebbono per

vedere gliEgiZzi, i quali in quella congiuntura cagionavanolorocotanta agitazione, e tanto diurbo? Quei che comPerigono iemi _di oria, e che vogliono impugnareirac-

c
e
b

conti de agri crittori, dovrebbono almeno ar operare e.

condo le leggi della prudenza. uomo, che di certo ave.


ya una gran mente, e non minore condotta.
Io qu non mi fermo a dimorare, che la opinione

I
;r5
(3

da me conutata, ' onninameme incompatibile colla narra

il

zione atta da Mos del tranito del mar Roso. Stimo ben.
S, .che .i dienori di .tal entimento non ~i vogliano rap
ortare a ci, che'ilgran'Legislatorene crise, n aquel

P3
. :f

di

fo che di tanto prodigio penarono tutti gli Antichi , per


1D
M

non dover credere, che ai uo comando, e al olievar che

ece della verga miracoloa opra delle acque, quee e


:3

parasero con laciare un vato., e pazioo campo atutto

quel popolo. Ma potranno ore cooro ngeri ra ionevol


mente, che un uomo onoratiimo, ealparireligioo, co
me Mos , abbia oato di regirare unatal falit, viva!.

do ancoraquegli ei, chearebbero ati teimonj oculati


.del contrario ; e che osegli riucito di peruader loro, -che

Iddio avese fatto in grazia demedeimiun miracolo S u


PCI]

._4. d

1,*

SUL TRANSlTO DEL MAR ROSSO. 241


pendo nel tranito del mar Roo , bench tutti apeero

non eervi eguito un minimocch diraordinario? Quan


do anche ne aveero ignorato il uo uo, e riuo, al
orch lo paarono, non avrebbon eiicoperrolinganno,
e la mala fede di Mos , nel tempo che camminarono ulle
rive dello eo mare , in cui vedevano avvenire regolar.

menteognidi ci, che per prodigioi foe voiuto loro pac.


ciare-.3 Come dare adintendere a un numero copioimo di

due millioni di perone, che l movimento lento ,' e progre


ivo delle acque nel uo, e nel riuo del mare foe un mo
.vimento ubito-ed iantaneo , prodotto dalle uppliche, e
dalcomandodiun-uomo? Io nonrcredo, che chi che ia di

buon enno voglia oenere le coneguenze, che naturalmen


te derivano daliema , `che or noi combattiamo .

Dopo aver -confutati ientimenti , che oppoticiem


brano alla verit delracconto di Mos, fa duopo eporre il
uo teio nella pi naturale maniera , eecondoalettera,

conducendo gli Ebrei dopo la loro par-tenza da Ramee ino


al paaggio dellEritreo.
Sta la terra di Geen, ov,'ei oggiornavane nel bao
'Egitto, tra Berabea , eTanio; pereiocch Giacob venendo
da Barabea citt della-Paleina, iferm nella terra di Ge

;en , di-dove fece intendere aGiueppe, che abitava proba


-bimentein Tanio citt capitale-del bao Egitto, di venirlo
atrovare. Apparteneva queo paee al dominio del Re d
Egitto, -ilquale donolloaGiacob , e alla ua famiglia pet*
arvi laloro dimora, in coniderazione-deervigipreati da
'Giueppe aluo regno, edicuigi erane il primo M-iniro..
'Il nome diGe-n che ignica pioggia , fa giudicare , che tal
*paee foe vicino al Mediterraneo, ove una volta, e unal

tra uol piovere; l dove non piove mai nelle pat-ci pi meri
dionalid Egitto. Pongono ordina-riamente i ettanta Gae
-nella regione, o pianura dellArabia..
Rame una citt fabbricata, o almeno accreciuta

dagldraeliti , mentre dimoravano in Egitto (a) ; e fu il (a) Enit.


luogo deiinato per il ritrovo di tutta larmatadegli Ebrei,
'prima di partirdall Egitto. Ella poteva eer la pi inoltra
ta veroil mezzo d tra tutte le citt della terra di Geen.
Noi non troviamo veigio alcuno nell antichit , che poa
aiutarci a determinar-con certezza la di lei ituazione; mala
calculiamonon dicoia dal- Nilo, per eere le citta princi

pali di quel paee fabbricare ovra eo ume, e la poniamo


, DmC-zlmet T. I.
H h
dal

242.

DISSERTAZONE

.dal ,mar Roo intorno a _due Ileghe diiante..

;Da Ramee ,1 .anda piantare il campo a Socot, 'bat


tendo la -rada ordinaria , che -condueevadalbao ,Egitto
al Sina . Scoot/2 in Ebreo ignica Tende; e la cittdi-que

o nome-potevaeereituata vero il luogo medeimo, vdove


;i Geogra collocano .una _citt col _nome _di &enel/tremite.

yum, Tende deVererani

(a) Eroi-*1WD

Da 'Socot 1 vennea Etam (a) .ch ,nella teremit dd

Bi"kh hmh'deerto, cio, ituata negli iu'ltixtniconni .deideerti tra i

1.

Arabia Petrea , e lEgitto.. Turti Geogra on .di parere


ieervi vai ma terra ,dierta ara _l Egitto, elArabia . Noi

punto .non dubitiamoeere Etbm liea citt , -che Bu


(l) "I'm- M" 7" ,thus .di Erodoto (b) , dicui .egli Meo :decrivecene il ito ,.
i' 75'
eendovi andato a bel ,diletto ,per .veder le :oa .deerpen
,ti alati preo quella citt cuoditi. Chiamanla Per .ordina

rio i ettanta But/Jan , ,e gi .qu _opra e ne parl. Dio


doro ..di Sicilia mentova un borgo nominato Anteo, poo

.dalla partedArabia; ,e queo _pu ,eer lo eo .che .Etam.


Cola _Mos tenne ,ordine ,da Dio .di :far retrocedercgll.
draeliti, e _di fargli accampare a Fiairot .* ,Reyer/ cai.
(c) Exel. xr v- z.

,meteixtureregione Pbibabiroth ,[e]. ,La cagione .digueo .nuo

vo comando u , perch Faraone, e 1a ua gente avendo at.


to ,riewne opraivantaggi, che traevanodagildraeliti,
ed eendoi pentiti .di avergiilaciati partire; ierano in
viati per .ineguirli. Ma Diononxivel per .allora a Mos
la mutazione avvenuta nel cuoriquelPrincipe, volendo
.eercitar
ecosaltri
la ua
.ede , `e la ubbidienza , non ,menoche
quella `degli
,Idraelitii
Ei adunque andarono `a Piairot, `ituatatraMaddao
eilmare, dirimpettoa Beleon .* Pbibabirotb, quae/Z in
ter Magdalum, (FmarecomraBeei-ePhon, Ma n_on,i.accam

parono a Fiairot, perch :Faraone .occupava tal poto, co


meidiee nel v. 9. ..del `cap. xiv. .deil Eodo ; Carr: P124.
1107154, O ,omnis exereturerant in ,ijbabirotb ~contra Beel

fepbon, ,Stavano gli Ebrei attendati .a Blcbn _alla via di


,

Hirotdirincontroa Marxdolum, o Magdalum; .comeappari.

Ds N"' "5" ce dal libro .deNumerh in cui i narra (d) , `che .gndc
7' '

Partiti da Bam, _ritornarono *vero ,Fi-tiro! ,, che a Po di.

rimpeno a Belefon ; e che eenzione-campetti a fronte di Mad.


dale, partironodall 'via dIrot , e Pazronojl majr Ro,
Per il che noi collochiamo il .campo di Faraone .a Irot ,
quello dldracle a Beleon; e mettiamo MaddaloalSet

ten

SUL TRANSITO DEL MA ROSSO.-

2.4;

tentrione d7lroe, edi Beleon-v : per: modocliequea-citt;


ava tra il mare ,. e lOriente , Iroc a Occidente, eMad
dillo a Settentrione . Trattai; ora di trovare la* ituazione

di uno di- dett luoghi pergiugnere allavnOtiziadi'quella-del'


fuoghi circon vicini ,A o* almeno' allincirca!
Pbibaljirot/, o emplicemente Hirot', com'evien* chia
mata nel libro de Numeri, en'ella guia clelxla ' cognita

appo Euebio, e' S. Girolamo, ha: dato* campo* amolte d'i


Vere' coniet'ture.- Noi abbiampropoo- neE cemento la: opi
nione,- che dice eere queta* citt: la medeima* ,- che' quel
la di Idi-roundr notilima: appreo gli amicliiGeogra,. e i
tuata nella erernit-, del golfo* Arabico- ;. ovvero- eer la'.

ea che Fagroriapolis collocata* da Strabone' (a). vero- ila) 57,45, , q [7


medeimoluogp ,i e* citt-capitale dellav regione Pbgroriapa
'
fit-1'.. TradbconoiS'ettanta: [5]', Vennerodirimpeno- al" cael

(137~ penant ris

lb ill Siriacot, allentrata- della foa altri ,. diingregb-elylqs` Leeto


depa [catti .- Si puconfermare queia traduzionedal det- i':.:m:T" "9.".
IO di Faraone : amio* riretti elle'angnie r rar-chiui' e1- p'rn-ei'gnixiguli
deerto*
Lralo traporta .*' alla* Porta' di Eneld/1'; cd t, e- econdo-ca
probabil'menter di Babilonia d? Egitto, (miei-gran*Cair0,` di- "f -~ _

cui favella .- Avvidirincontroaquea citt-unopazioi'moc () E".l i": 3'


- ,
` a _
.
,
.
_.
_
.
oarZa nnr m
entiero ,. che facapoalmarkoo; e alcum- vrandanti aet-mm. [om/ NP.
mancrnon- ee rvi-dalla punta, del mare no aqueo* luonotra- deferzzm.

da capace-per- farvi-comodamentepaareun armata : `aonde


Credci , che-di uiviappuntoface'quelnutrieroimopopo
lo d ldraele'il uopaaggiode mare .
Mizgdaum' non* era. il nome di~Fiaiirot , egl'ldraelitii

. accamparono' in faccia a. queoluo 0, come ce lo~ a a


pere Mos Significa- tal* nome in~ E'reo* una: Torre . La

Scrittura* fa bene peo menzione' di una* citta di Magda


um, o* Magdlum ,- celebre iangitto; :na-'quea cittadove

Va eere nel bao Egitto (d )~,. e' perci* lontaniima* da (d)`= Vu.- 3mm,
quella~ che no'r cerchiamo, l'a quale non' era: dicota; dal"l*** 1'- 14'- G' s.

nar' Roo ,- anzi 'ava* al mezzo giorno- dela-_ua- punta- ,'dx "
Ultinerariodi'Anto'nino-itua Mgdolunr_ dodici' miglia; di
antedaLPeluioo-Pelua: :1 'maquella', di cui- ur 1 tratta',

dovevaeere aette, o* otto leghe-da` Etam, ri aiendovero

il mezzod Ella fore :toner-a', che una emplice torre giu


a@
la- ignicazione
dell uo' nome'
Veruna
,. che foe~ citt.7 y ,- non- avendo
.
. - noi:i pruova*
- Tutta la notizia' di Eeelepbon' ha da Mos ; n a*

Scrittura, n gli' Autori'- Pofani' cidicono coa', che posa.


e

H h.

z-

dar

244

DISSERTAZIONE

dai-cia comprendere la ua ituazione. Grozio coRabbini


crede, che Beleon ia il nome di un idolo, al quale la
va data la guardia dcconni d Egitto. Soggiungon gli

Ebrei eervi in queo luogo un Talilmano, ota magica


zhKs-N-r

gura, ed era un cane di rame, che col uo abbajareco

pri la fuga deglldraeliti. Ma qual fondamento pu fari


opra- tutti quei ogni? ll nome di Bee/ep/Jon- pu ignifi
care in. Ebreo il Dio naca/la, o i1 Dio- [emmella , o il Dio
del Settentrioe, o nalmente iDio dellOnu/0, ilDio che

divela le coe nacoe. Si s, che Bee!, a Bua! ono no

mi generici , che i danno a tutti gli Dei , edanche alle


-rfa

Idee; e Zeplzan, o Zap/mn hanno tutte le ignicanze, che


abbiamo loro appropriate . Faraone, nel nome the impoe
a Giueppe ,7 vi ece entrare Zap/jan, e viaggiun-e Pn-anab,
(a) arm-- xlt. 4.5. come chi dicese , Queglifche-rivela le cole nacoe (a) .
Poteva adunque-eservi a Belelon uit-oracolo, che comu
nicase il uo nome a quel luogo.

.
Tenevano gli Egizzi pi orte di oracoli , alrierir di E
( b) Rima. [ib. z. rodoto
: ne avevano di Ercole, di Apollo , di~l\linerva ,
e. 83.
,
diMarte, di Giove , eprincipalmente di Latona . Il- nome:

di Bee/pbon ha non poca imiglianza con que lo di Pera


(C) HHod.iil-:.56. phones, oProerpina. Lieso Erodoro
cinorma-, che
'L. 691
Proerpina era adoratain Egitto otto il nome di Diana, e:
I

Ccrere con quello dIide. Diana appo loro era gliuola di;
Cerere. Non arebbe gi ata Diana, o Pereona , che ren

deva oracoli a Beleon? Quea una conjectura, chelacia


mo a diaminare . Il nome d'iBe-el, o BJa dato ad una-'Dea ,
non coa nuova : i s, che nella- religion de Pagani ilnoa
me di Dioi' attribuiva indierentemente agllddii, e alle*
Dee, principalmente alla Luna , ea-Diana ; e quantoal no

me di Perepbomznon certamente di origine Greco ; anzii


Hflj.

atteaErodoto (d), che-quai turti nomi degli` Dei della

- 5

Grecia , ono* col venuti d Egitto .


Ma tuttoqueto niente gio-va per determinare- la vera i
(e) Eue- ;Wlan-f.
Dil tu Klymatos
para tin thalaan .

tuazione di B'elefon . Euebio la colloca preso Clyma (e) .,


S. Girolamoha tralaciato ilnomedi-Clima nella ua tradu
zione di Euebio. Credette Bonfrerio, che tal termine ose.

uperuo inqueo luogo. Quelli che hanno dato la nuova.


edizione di' S.Girolamo~, non bene lo inteero.- Ma: iccome::`
arecchi antichi ci fan apere, come coantiiimatradizione,
che gliEbreiaveanovalicatoil mare a Clima ; cos. molto

importa_ di ben-eiabilirnela poitura .- Euebio la pone ent*

pli

SUL TRANSITO~DEL MAR ROSSO.

245

plicemente ovra il mar Roo, lenza piegari di pi : S'.

Atanaio (a) nellArabia ,- ma, econdo la oll'ervauone di D. (4).Atbana[H1r-


Bernardo di Montaucon, dee intenderi dellArabia lungo A""""d MW
.

tam. hPag- 385.

le piaggie occuientali del marlRolio, avendo dato oven


te

li antichi il nome di Arabia a quel contorno. Nota

Filoorgio

che ilmarRoo/i divide in due rami, termi

ndone mio a Climn, donde prende il uo nome, e la/tro

(b) Pliiloarg. H.
Eat-'.l. 3 a. 6.

a Ela. F a Clima, dicegli, che altra 'uo/m paarono gli


Ebrei a piede aciutto il mare . S. Gregorio Turonee col

loca Clilma nellieo luogo (o), cio, nella eremit del (C) GWS"- Tri-'qn
,

golfo ai Suez.

. I. l- ;.xo. I bit/m*

duuim bmr/ii)

Il MonacoComa (d) , le cui opere ono ate poco a jnc/MW ,-M,


date in luce, dice-,che Clxmail luogo, dovegli Ebrei trapa- ta'iitata e , (-3:
aronoil mare; che qui-ui /oorgon/i ano/;e tuttora le *veigiaa'c/ (d) Coma 1- 5; P
Ie ruote , e decarri, che sinoltrano ben entro al uo eno ; e che ;Kill/:de EPT]. n'

tal luogo nmto alla dera, per andare al monte Sim:. Ecco uno Scrittore aai chiaro, eprecil'o; ma non accenna , e

' -S- `
,

oc di qu, o di l dal mar Roo. Le tavole di Pentingero

collocano Clima ulla coa Occidentale del golo; ma Tolo


meo; l Itinerario di Antonino, ele migliori c'arte Geogra
che lo pongono ulla ponda Occidentale del eno Arabico

tra Suez, eCrondeZ/o. Credei eerqueoluogolo leo, che"


Col-;uma dioggidx , che da il uo nome al braccio Occidenta-

le delmar Roo, eendo pur egli al preente chiamato Biz


Imr el Colum (e) . Il Giovane Tevenot (f) mette Clilma (e) Vida Cai-'im i
nella punta del braccio Settentrionale del mar Roo; e noraW'- Alf"- Pag
che nequindeci giorni che coeggi le rivede] rnedelimo per (liiThevcnor ` Vo
andai'e al monte 'Sina, non Vi oerv piu di orto , ono- yasePsz, 11,33,

ve miglia di latitudine . Clima il luogo , dove il


monacro di S. Antonio, che turtavia ulie. Sicch gli

Ebrei fecero il paaggio del mar Roo fore una lega ,c


o mezza lega dianti dalla punta del golfo, e molto pi`u
.l di quel che credono quei, che il anno traghettar lo
ro-'da Crondello a Tor (g).
~

Vedevan, econdo Paolo Oroio, Gregorio Tronee, gzidfifnligfi


ci] opracitata Monaco Coma, vedevani, dico, aClima ,Ganz/;7,5444 25_

rladdietro i veigj, ed ancheiminuzzami delle ruote;


e de carri di Faraone. Attea Oroio (/7), che ci ancora (h) 0,0[.1, 1,, lo,
del UO tempo corgevai non olo ul lido, ma eziandio nel
fondo del mare , e tanto lontano quanto i poreva endet

L1 vi'a : e e taluno Per curioit, oper`altro avviava


dimuoverli, o levarli dalproprio ito ubitamcnte con _rn-a.
\

rav:.

246

Drssnnrazrona

raviglioo- lupore, i. utti ,. o ~;vent-igli. rimanevano nellal


la) Greg. Tur, ato-lorozpnimiero.. Gregorio-Turonele (a) dicelo-eb, e

loro :itato

aerma di averlo inteoda teimonj'degni'di ede . Simiglian


re racconto,~ perineredibilclic-embri , non perquelo-debb"
esere-temerariamente ribwttato ,r attea 17 atteazione &iran-

to- numerodizautori",` e dizte-imonj a Equel, che pu. contri


(b) LAbb Rou. buire a dargli qualche credenza-,. i , che i: viandanti,`
i."
eau,_ Moi-120mm. quali: ono-ati ine que:paei,. nconocono- eservr in. quel

;Age-115.:. ca 24.

cerrenouna prodigiolaacilit d"impietrir ci ,i che-opraseso


ne cade ,, andandovii mirandoalberi interi, barche ,\ erpen

ti', e corpi.: umani &Venaria-guia di pietra .. E" ore pi-imc

poibile ,. che i-frammentide carridiFaraone' l enoimpie


:riti ,r e. conervatizull'a riva ,,. e nellacqua-del mare , no al?

quinto ,. o al`eoecol`o ne? quali- vivevano* glizaucori- da' noi


citati? MaritorniamoaglIraeliti .

dei'- pertanxor- giunti a Belefon, luogOvicino amarr


Roso~ vero- la era',` veddero Faraone col* uo eercito ,. ac

campato a: Irot dirimpctto` a lrocon* rioluzione dicartacr


cargli-- il d vegnente.. Allora. furono-{orprei da quella - pan-z
na ,. che ciacuno puimmaginari ,, e. iabbandonaronw alle
qnerimonie-,. al lamenti", e a? rimproveri- conrro~Mbs .. Ma~
egli, pienodicondenza, et tuttoducatneluo Dio, pro-z

mette al popolo un' pront0occoro~,- ed unatotale libera


zione; e` nel: tempo- eso=ricorre al- Signore: con- una1 er
ventilima orazione, la quale u- ver-iimilmente turta del?

cuore ,, edecacilima .- Iddio'gli* comand~dialzate la mar


no ul mare, e' dividerlo ,,. anch ne' pasae il. popolo.
In quelloante- la: nuvola,- clie ino= allora eralata: alla- te
a: delleercito- ervendogli- di* corta, and- a: poari tra
il: campo deglir-Egizzi, erquellodegllldraeliti; permetten
doil-Signore , che dalla banda del-uo- popolo ella comparise

empre- luminoa: nel. coros dir tutta: quella- notte,` ma. dal;
lato` che riguardava gli~tEgizzi*,_. fose-di una impenetrabile
ocurit talch in tutta- la. notte' non: pot Faraone: accotari_
alcampo-d? ldraele _. Elevata* poi! disMos* la;` bacchetta- 0*
vra le acque del mare ,. quelle r veddero in un' momento di-

videri ,. e. laciare una- ampia apertura capaceadare il pa


o-na una volta- ad un gran' numero-diPet-'one E per facili.

tare.-veemente
lax lorogagliardiiimo
macchia in mezzaaquei:
uttii Iddi
levare`
um
vento, cherendl
aliveodelma
re amdimo e- aldo: per potervii camminare con icura .

Gi r ono riferite' lev epreioni dclibri; Sami, che dee


Cn VO"

.SUL .TRANSITO DEL MAR ROSSO. 247


{divano .le .acque ;E dnezanchiedeglddraeliti a imigianza
.di mura vdi ghiaccio. Lautore .del libro ,della Sapienza di.
ce , `che Ein tale zoccaione i --vedde u `rampa .coPerto di -ua
gbeerbem .nel pi ;Profonda degli bia-5 :e che glldraeliti
-vi paarono eeggandq, -come cavalli *Iaf-gra? ;Pa/ure, e

*ui efuhamno Pena-gio , (guia .di .agnelli , Blarcando


il S:`gnore,()..
`(a) Sap. r, xnr- 7-9.
?Potrebberoprenderi tune que.epreioni *in -un .eno

gurato (Li), ,e piegarle,, come `e voleseroclinotarlaaci-;(b) 1,, HM, 04,1_


lit , la prontezza , 'laiourt, ilgiubilo , xche accompagna. Lyr. Diony. Cart/1
rono aito `tant-o .maraviglioo. 'Ma -i 'Comentatori non "Tv/uru

-credonoeservi metafora nel dettodellaSapienza, -e :voglion


prenderlo econdo-la lettera. *Gliuni-'oengono, ..che .in ta
le occaione'Iddio ~facese nacerdellerbe-ne .fond0<del~.ma
re :altri oserva-nocongliaucori :proani (o) , che il *letto '(c) Leonard. Mar.
.del mar 'Roso , ingolarmente -vero la uailremit , : pieno a. 67.
.di erbaggi , edi giunchi; -e-perquearagioneeser chiamato
-daglLEbrei col .<nome.di maridelujb, omaredeGiunco.
;Dice alorcsDiodoro (d) , --checorgoninelondo.diesogol~;(d) ;Dip-1.1. 3., 3.
o .apparenze .di elve , di alberi verdi., -di~1auri.,diolivtcart
.chi di rutta , -eguei all'altezzaditnecubiri. `Voglion :non

pochi (e), che Iddioneasodasearena,-comunicandole~a,(e)pi,.FK [511 .c'


.favore degl-Idraeliti la durezza del aso.
Siam . Petegrinas ,uPuerunt mar-mara Plant:

2.5.

(r) c'PHa -d- vita

'Vi fuiancora (g), chi-giune la dire , -che il'Signore, .Mny.`lib. '3.


-.(g) JVJHH
vellendo
gliarbni , .ipianandogli
cogli,. 'e-riempie-ndo
cavit, nepareggiiaseil
di luiapro entiero
'Ma perch mu`le
-tiplicare enza;nece-itadei'miracoli` "Untant-o avvenimento

t_ per e tesoasai -prodigioo enza cercarvi :nuovi abbelli


anenti, de quali nulla 'dicene la Scrittura..
A miura -che .glldraeliti ainoltravano 'nella ore
'laciata -loro ,dal mar divio, e -che larmata .andava vai
cando dall altra 'piaggiadelagolo; *la nuvola *che -epara~
*vai dal ,campo .di 'Faraone, ellapuriavanzava `nel vegui

-targli, "e portava *Vero'laltra riva -dl mare. 'Gli 'Egiz


-zi, .esendot .accorti .di tal movimemocirca lora-della vi
.giia mattutina , :cio , vero lo 'puntardel ;giornoz irdiero
a eguir ?la .nube, `e a dar dietroaglJdraetimeleno del

mare enza punto rietterealgrave richio, ;a cuii'epone


vano. E nonerani gran tratto inoltrati., che 'orprei 'dal

terrore i. trovarono in un .ubito -diordinati, e conui,

facendo allora Iddio mugghiare paventoamentel aria, ,e


fol

M3

DISSENTAZIONE

olgorareilciclo; circoanza che non eprea in Mos,

(a) rflxxvr. ts. ma lcggei nel almolxxvl. (a), e appreo GioeoAntiz.


19- Lu/151M" vm'- [ib. 2. e.7. Miranda gli Egizzi limbarazzo, in cui l co

nocevano involti , gridavano per ogni parte : Fuggiamo


,,,-,,, ay-,M ,M Idrae/e, Perch il Signore combatte per eo contra di noi [b.
mu.- mr : vox om'- La
precipitazione,
e la furia
non ,-eccro,
c non
""iWA-_Lucheloro
accrecere
la confuione,
el altro
diordine
e volendo
ri

guadagnare la riva, donderan partiti, le acque., che


,a e, (Fra-vm- no allora erano ate opee al lor anco, i riunirono,
muitternl.
cominciando dalla parte della ponda , ove cercavano la
(b) Emi-:muy

ritirata, e turti entroqueutti rimaero irreparabilmente


epolti. Ecco la idea che la Scrittura ci porge di tanto
prodigioiimo eccidio, aai divera da quella che ce ne
vorrebbero dare alcuni Critici denori tempi.

NWMMMNWWWWWWWWWWWWW
WWWWWWWWWNWMWWWWWWW

DISSERTAZIONE
L n
k*rcnnuA_-r:4no

SULLA

POESIA DEGLI .ANTICHI


EB R E I.

NA prova ben certa della nora ignoranza


,

intorno alla poeia de libri Santi, la di


verit delle opinioni, che sincontrano u

quca materia , e gli errori di coloro che


impreero a criverne . Gli autori pi crudi
ti, e pi antichi, che ne trattano , ono Gioeo, Ori
ene, Euebio, e San Girolamo, il nome dequali, e la.

ima hannoimpegnato la maggior parte di quei, che crier


dipoi , ad abbracciarne i-lor entimenti , imando , che i Can
(c) 4".'71i/" * tici di Mos oero critti in veri . Gioeo (c) non ha
/r. lil:. 4. r. ul!. - 7

r iz.

dicolt di aerirein piluoghi, che ono in veri eroici_.

(d) auf-.5. Pra-h. I. Origene, ed Euebio (d) han tcnutal iea opinione; eS.

"-J
Girolamo (e) avv accrecmto ancor di vantaggiodicendo',
(i?) :DZLMCW che ilSa/terioeampoo (li-veri jamlzici, [tieniti, e [uici alla
nl"-

Y e

(f) Dm:. xxx.

formadiOrazo, e _di Piudaro ; e clje iCzmtici del Demerono

_mio

edaia, il libro di Cio, equeidalamoneono in


Mr

SULLA POESIA DEGLI ANT. EBREI. 249


*un* leametri, e pentamnri. E (a) conerma altrove , clieil
cantico del Deuteronomioin veri jambici di quattro pie.`
di, come pure il almo cx1v. eil cxvnI., dove alloppo

(a) Fitf/- [55 4-1


Pau/am Uri-ita; .

o i almi cx., e cxI. ono altres in veri jambici, ma


di tre iedi olamente. Oerva poi nelle lamentazioni di
Geremia una pecie di veri aci, e veri di tre miure.
Finalmente replica ci, che die del librodiGiob neluo
proemio ullieo libro, crivendo, che dopo quee pa
'ole, Percatdier i qua naturum, ono veri eametri, com

-poi di dattili , edi pondei, ne quali i anno entrare di quart.

do-in quandoaltri piedi della medeima miura, bench non


gi dello eo-numero-di illabe, a cagione della diverit

del linguaggio. Alcune iate enzaverriguardo alla quanti


`t delle illabe , dice che oervati una emplice rima, una genq
-til deinenza, la quale non verr comprea , e non da chi tie
ne una buona-nocizia delle regole della Poeia . In omma ei
.parla intvarj luoghi
del libro de almi, come di unopera (b)

compoa in veri lirici imiglianti a quelli di Pindaro, di Al;

ad Pas

]in. ? I. 9. Coment

in r. 30. Ezer/i. Fer

ateo, di Orazio, di Catullo, .e diScreno..


.
. rando opra i a]
~:Si ammiraxcon giuizia lalto apere diS.Girolamo; mi, Proemio c. tt.

ae noi abbiamo ,tutto il ripetto vero s gran Dottore di


Santa Chiea : ma ci troviamo-arettiaconeare., che un

gran numero di uomini intendentilimi dell Ebreo , non


:ravvian tuttora ne almi, exnelle altre opere critte in ver
- Ebraici, gliei piedi, e le miure medeime , che S.

Girolamo vi riconoce; anzi i pi zelantidienoridieo


Santo i contentano di dire , cheha voluto puramente
indicare, ,che nel alterio, ed in Giob i trovano dever
i non gi Veramente eametri, epentametri, n tampoco

p 9. 5. crede eervi
nealmi dedatti
li , e delli pondei ,
come in~Omero. E
lEpitao dclRab
bino [acco Aleli ,
che viveva nel :ti
ecolo,era, eggi-u
gue , in veri pon
dci. Vedete Zema
ll1 Davide p. 134.

-lirici, che aveero i medeimi piedi, e la ieamilura,

icome quelli di Orazio, di Pindaro, e di Sao, vma ola


mente qualche coa di imile, e una .qualche deinenza i

migliante a quee miure : Similimdincm quandam beroico


_rum *veruum intelligere deer, Cjc in eeteri: metrommge
.nerius
~

,Ragionando Filone (d) deg'i Eeni aerice., ch C ave


vano antichiimipoemi, compoi daPoeti che ad ei gli

Vit-{D 'PH."IKDM
in diazm Biblici-rb
J. Hrrmymi mm.

Edi!. m-t. 5.

laciarono; econ ci vuoleinerirei agri autori, che hanno (dx Milo dr 1-7:
dato le_ poeie. I loro veri, dicTegli, ono di pi forme, tantnrplaivd dii"
emiure : alcuniditremembri, eicantano, allorch va nu.

ialziempio ,per divozione : altri ono Inni, cheirecita


no innanzi allaltare, mentre i oericono i acricj, e
Dir. Calmet T. I.

I i

ani

230

DlSSERTAZlONE

anile libazioni a onore di Dio; evvene pur di compoli


per eer cantati, lando fermi, ed in quiete; e ce ne 0
no per i cori, e pe balli.
() Sta-'ig - i Glu-m
i- Eueb

Ma Scaligero (a) non ragura piede verunonever


degliantichi Ebrei; anzi oiene, che la lorlin ua, non
meno che quella deSirj , degli Arabi , e degli Abizni
non pu orire larettezzadimiure e di piedi .- Nam ut
in chraico, Syrian, Arabi, (9 Ablno idiomate ullaPe~
ci metri concpi Pqit, emo eicere Pratei ; quia id natura

ermoni; non patitur. Aggiugne non eervialcunveroea


metro in Giob, n vero VCl'LUO jambico, o alcaico nel
alterio : De Plterio magir miror, cum neque i eo, neque in
Tbrenir ullumCanticum t metrici: legibm arium, ed me
re _o/ta orario cbamfiere Poetica animata .
Agoino da Gubbio non menorte u talen-timen

to, oggiugnendo che

li Ebrei non hanno veri croici ,

n veri jambici , n di niun'altra .miura imile ,a quella

deGreci , e de Latini

ma olamente una qualche coa

che vii apprea, come ono i ca-ntideBarbari; vedendoi


nelle lor poeie certe deinenze divere dallo lil della proa,
eoervandovii non oquali epreioni, e certe gure, che
non adoperano nell ordinario dicoro -: Carmen Hebracum
non idem .e atque Greve-0mm (1 Latinormn ; Hebmicum nul

la temPora, ed nummrm dumtaxt, obert'at . Imque neque


heroicum carmen aPud Hebraor cata: , neque jambicum; ali
que genera : ed imi/e .quiddam, (9 quale Earl/ari diveri:

ritibus canunt. Poeia di tal atta pi emplice, pi na


turale, pi tanaetoa, e pi degna .della grandezza diDio,

che non una poeia metodica, e forzata, 'la quale pene


rebbe .non poco ad eprimere naturalmente -i entimenti
del Divino Spirito enza vulnera-re in un ualche modola

ublimit decni, e la profondit depenieri


Il parerdiScaligero ato oenuto-da mol-tieruditi
-imi Critic-i, comeil-citato Agoino, LodovicoCappello,
Martinio, Samuele Bolio, Vamut, Pfeier ,-.Ec. Aggiu

(b) GW- "WLW"


:finimjiuiiimm
zmzmm
non Emn~cmi,_edlcxejio~

gneteGrozio (b) agli autori, che tengono eere enza ri.


ma, e enza miura la poeia degli Ebrei. Dopo aver-_let
to
il ragionamemo dellAbbate Fleury, e la nora dier
tazione ulla poeia degli antichi Ebrei; mid acredere

llMmm che -poco i pener a cegliere il nolro partito , e ad


'2;ljniZZZJI avvalorarne ientimenti, dopo aver propoe, e conUta-te

?mm .

le opinioni degli aurori , che vollerodeterminare la orma


di que

SULLA POESIA DEGLI ANT. EBREI. 2.5!

di ueantica poeia, paragonandola a quella deGreci,


ede Latini, oppure a verl de vivilinguaggi. Lafciatiper.
tantoda parte gli crittori, che non hanno parlato dique
ia materia chelullaltrui relazione, i quali per confea
rono di nulla comprendervi, ovvero la credcrono aatto

ineplicabile : rieriremoolamente quei, che hannopropo


{lo u queo argomento un qualche nuovo iema.
Mercero nel cap. 3. di Giob dice diaver aputo, che
Franceco Vatablo poedeva il egretodelvero metodo de
-veri del libro diGiob, e del alterio, e che avea prepa
ratodelle regole per darne laintelligenza. Tutti riconoco

no _la profonda erudizion di Vatablo in quee materie .


Mercero luingavai, che un giorno i ariano pubblicate le
nuove cognizioni di s gran letterato; ma gi dora iamo
fuor diperanza di mai pi vederle alla luce, anzi vidub

bio, e Vatablo abbia mai critto u tal materia; o per


lo meno, e abbia mai dato a che che ia opra dicila
ultima mano.
Teodoro Erberto simmagin di trovare nella Bibbia
de veri imili a quelli di oggidt, cio con rime, e con
ceure, econdo certe regole, che i precrie , e dice di
averne oervate alcune nealmi vr. 2.. vtr!. 5 , cv. 2.0,

cv!. 5., cxvi.7.,cxvti t. 25 ,cxtx. 30,cxlv|.7.Giob xxt.


4 ,* Proverbi, xxv. 19. Ma che pu maida tutto queto con
cluderi? Ne iegue ore, che quea poeia articialeoe
comune inra gliEbrei, a tempi di Moa , di Giob, 0 di
Davide? Un piccol numero di veri, che i ricontrino in

unopera in proa, provano per avventura eere in veri


tutta la compoizione?

Alquantidoctori Ebrei oengono eere antichiima la


rimatalor poeia, e che oe in uo, allorchi loroantenati

dimoravano tuttavia nella Paleina ; e pretendono di pro


varlo con certi Ebraici veri in rima , che 1 leggono nel regno
di Valenza ulla tomba diun Uziale di Amasa Re diGiu
da (a) : ma tutto queo embra troppo favoloo per ar (a) Ra Mai- Ben
breccia nellanimo di chi amante del vero.

tlmri- Da"f'orln

Un autor moderno nomato Meibonio ([7) preume, che (b) l32 "55
dopo due mille anni niun altro uor di ui abbia aputo la ""5
Poeia degli Ebrei .* e unicamente uqueia idea onda le

correzioni da eo fatte al teo originale della Scrittura..


Propongo, dic egli nella ua lettera a tutti Re , e Print::
pi Crilliani dell Europa , Propongo una_nuo~za traduziolnle tie

a.

un

99'

azz
DISSERTAZIONE
libri Santi con una piegarne-to deluoglji pi dzci , della
gna/e 've ne Preenta un aggia . Se e farete que/la [lima che
merita , mimPegno a Pubblicare il rimanente del 'vece/o Te
amenta , e dij-vela In mzmz dever/ , coqmzli egli ia
critto.

Vantai parimente coiui neluo proemio diaver emen


dati nel Sagro teto pi di tre mila errori, che ne alterava
no i eni, e di avergli corci merc di un lume trasuo dal

cielo nellanima ua , e colle regole della poeia degli Ebrei


nacoe da tempi di Geremia, e di Davide in qua, einco

gnite ad Aggeo, e ad Edra.


Soggiugne , che e gli antichi Savj. della Giudea ritor
naeroalmondo, ammirerebbono- in lui queo prezioo do
no delcielo; che iSettanta coneerebbero la inutilit della
loro atica; che Origene lacierebbe in abbandono gli eapli;
e che S. Girolamo i congratulerebbe eco di avere oltrepa
ato tutti traduttori Latini delle divine Scritture , s per

lo coprimento della poeia della Ebraica favella , s per la


proonda conocenza della lingua Santa.

Que autore colla ua poeia iravolge, e mette oo


pra tutta la Scrittura, e pure. appena ce ne ha avorita , e
moh-ata una piccola particella; riervaene bens egli la chia
Ve geloo di cotanto bella invenzione.. Al vedere non ha il
pubblico acco gran conto degli eibiti uoi aggi , n dimo
trato troppo gradimentodi ua atica , mentre `Meibonio
non ha mai adempiuto inora la ua promea.
,e
Franceco-Gomaro nel uo libro intitolato , Davia'i:

Lyra, pretende di ar vedere, che i veri deagri libri on


migliantiaquelli de Greci , e de Latini; e v udiandoli
a dar regole diquea poeia, a determinare i piedi, ea di
morare le varie qualit di detti veri. Il uo libro ~divi~
oin due parti . Nella prima pone le regole della quantit.
delle illabe Ebraiche, e vi parla delle divere orte dc piedi
deEbraici Veri paragonati a quellide Greci , e de' Latini .

Nella econda parte vi a lapplicazione delle regole da lui


abilite a veri della Scrittura; ne a lanalii, oia lea

me, e ne adduce deglieempli, repcttivamente alle ue re.


gole, e auoi principj. Queia opera-diGomarogliguada.
gn too non poca lode da molti letterati , come da Bux
toro , da Luigi di Dio , da Cotantino detto ,lImperatore ,.

da Einlio , e da Ottingero : ma Lodovico Cappello l attacc


con vigore, el conut. Ei dice , che Gomaro nel uo li
bro

a
. .q.
.u-o
1-_

SULLA POESIA DEGLl ANT. EBREI. 253


(

bro uppone due principi, che pener ben molto aprovar.

li. Il primo i , che la punteggiatura della Bibbia, qual


noi labbiamo in Ebreo, non una nuovainvenzione, ma

che vieneimmediaramente dagli-amori de'libriSagri. Il e


condo, che i libri Santi non han oerta alterazion alcu

na, n per la sbadataggine decopii, n per la lunghezza


de tempi .
'
- .
Ecco uno deprincipj di Gomaro : Salza-va non *vocali:
el, ed illiur ub cononante mobili abfntice nota : L0 Sche
-va-non una vocale, ma oventedimora la lontananza

di una vocale orto una cononante mobile. Lodovico Cap


`pello ribatte queo principio coll autorit di molti Grama~
tici, i quali inegnano eer lo Saba-ua una Veriima breve

vocale. Il. Perch quea regola diGomaro riduce la lingua


Ebrea a non poter eere pronunziata, anche da'piu Barba~
ri in una quantit di voci; a cagione di eempio, in e.

barlzu. Inoltre biognerebbe fare didue illabe moltiime vo


ci, che ono veramente di tre.
IlI. Quea regola di Gomaro diirugge queo altro

principio della Gram-atica Ebreo ; L0 Scbeva i Pronunza

azm`*"f.
."a-*ff
,_ _._'-;`_

nto mm lettem armadi un Dages. Per eempio in Paktaedu ,


~ v

o converr togliere il Dages da quele lettere, ovvero in

*o

egnare il modo di porerle preferire enza far entire lo


Scbe'va.
'e
-...,r~

IV. Finalmente' lo fieo LodovicoCappelloavverte,


che laddove noi leggiamo uno Sele-ua, gliantichi, come i

.'1

Settanta , eS. Girolamo hannoletto ora una vocale, ed ora

unaltra; il che giuica non doveri mettere in tanta og


i

gezione ripetto a queto punto vocale, come lo vuole Go


maro, ed eervi molte occaioni, nelle quali convien pro
nunziarlo.

. i

Laltro principio polo- da Gomaro i .* Cl nellE


breo a jim olamente delle illabe lunghe, o bre-vi, e iune di
dubboe; erbe leillae bre-vivrai non diventano lung/ye Pierpa

izlone, come iwcedeallc llabe Gres/ze, e Latine. Se la lin


gua degli Ebrei foe a guia dellidioma Italiano, e Fran
cee, e come quello della maggior parte de popoli di Euro-

pa, ove componendo in veri punto non badai allalunghez


za, o brevit delle illabe; la regola di Gomaro potrebbe

averluogo : ma pretendendoqueo autore, che la lingua


degli Ebrei ia imile alinguaggi de Greci, e de Latini, e
che la poeia de primi egua liea regola preo apoco
`

che

.5,_rr
1"r,-

.-.I
J

2.5"4
DISSERTAZIONE
che quella deglialtri, non s comprenderi u che abbia po
tuto ondare il di luiabilito principio. Lapplicazione cb
eine a, non pi avventuroa; mentre e gli d a vede
re, che ricade inquella barbarie, e dicolt di pronunzia

re, che s peo luivien rinacciata. Soien il citato Lo


dovico Cappello, che non poono determinari, quali eno
dellEbraico linguaggio le illabe lunghe, o brevi, inoa
tanto che non ne venga prea la vera pronunzia; ed ee.

re impoibile di leggere veri Ebraici pronunziandoliecon


do le regole, che ne precrive Gomaro. Accorda coui di
non p0ter are la plicazion delle regole da lui date ad

una continuazione i veri della mede lma pecie, i quali


eno pi di due, oditre. Da tal confeione inerice Cap

pello: Dunque impoibile abilir regole della poeia degli


Ebrei, in quel modo che fatichercbbeli enza proindar re-
gole della poeia deGreci, e deLatini, e non litrovae

ro intieri componimenti di veri in quee lingue, che e


guiero lo eo metodo, ela medeimaregola. Enon ren

oerebbei taluno ridicolo, e opra un picciol num-ero di


veri irregolari, e sbandati, cheitrovano parinelle ope.
re di Sofocle, e di Pindaro , eimprendee di precriver
le regole di quea pecie di poeia irregolare, e enzor
dine .

Cos quando Gomaro riconoce, che tutti gliEbrai


ci veri ono varj , e michiati ra loro enza tener die

tro alle medeime regole *vari-1 promicua , ing-,- che ,


ono aolUti, che non avvi tra ei imiglianza veruna, e

che non trovaene una continuazione della ea natura;


rovina , enzavvederene', tuttoildiegno della ua opera ,

eendoimpollibile lo abilire principj ovra di una poeia


tanto incoante, e cos libera. Oerva inoltre Cappello
cbel uo avverario obbligato ad aegnare in un mede
imo caotico della Scrittura un s gran numero di veri re
golari, e irregolari, che arebbe impoibiledinontrovar

ne dappertutto di imili; e che non aria niente pi dif


cile motrare, che tutta la Bibbia critta in veri, di
1quello che foe in dimorarlodel oloaltero. Finalmente
oiene, che giuo il metodo di Gomaropotrdariave
dere, che tntte le orazioni di Cicerone, e di Demoene,

che la oria di Tito Livio, e di Tucidide ono veri poe


mi. ll ridicolo di quee coneguenze prova baantemente la

lazit de principj, Onde on tratte.


Pei

SULLA POESIA DEGLI ANT. EBREI. 2.55

Pfeier (a) nel- eguire le regole propote da Gomaro (z) Dir. a': Por
i a orte per ridurre in veri il Pater Nacr; e mora

Hahn-rom; .

non' eer punto in aria, e a tal disda, ponendo otto


varie forme -le parole di quea orazione enza neppur can
giarvi un minimocch.

i .

Lautore della Libreria Univerale ha propoto un


.nuovo iema intorno alla Poeia degliantizhi Ebrei; vo
lendo che foe in veri con rima . Ed eccone le princi
pali ue- prove.

Egli in primo luogo -rimarca, che la lingua Ebrea ,


non tneno'che la Francee, non comporta quelle trapoizio
ni di 'voci-, 'che 'i Greci , -ed i 'Latini uavano ne veri lo

ro,-e nella lor proa. Secondariamente i nomi in Ebreo


hanno la lea terminazione in tutt'i cai tanto nel nume

-ro delpi, quanto-in quello del meno. Nel plurale i ma


culini ni-cono in im, e i femminini in 01/2 .~ ci manife

la lagevolezza di fare in *quea avella deveri rimati,


-e ladihcolt di comporli con miura aguia deGreci, e
deLatini . Ill. Gli Ebrei hanno un grandiimo nume
ro di illabe lunghe, e pochiime di brevi, econeguen
.-temente arebbe diciliimo il divericareipiedi, quan
to richiederebbe il biogno per far debuoniveri a imi
tazione deGreci, e deLatini : eper laltra parte le ri
me onos facili in Ebreo, che nello crivere poco men che

impoibile di non ame anche enza volerlo. IV. Queo


autore non pretende gi, che la `Poeia degli antichi Ebrei
foe molto leggiadrae regolare; n crede tampoco eer mai
paatainarte. Le rime loro non ono empre felici , een
doviancora deluoghi ne lor poemi, ove punto non tro
vanlene. E probabiliimo, dicegli che non vi vattendele
:ro empre, e i contentae-ro meramente delle deinenze.
ll numero delle rime -non determinato, eendovene

talvolta molte di una orta, -e pochediunaltra. Lordine


delle rime non neppur regolato; e *lalunhezza devers

liancora meno uniforme . pare, oggingne, che gli Eblet


non ianene niente niente acurati. Vl. Oervai nelle loro .

rime il uon delle voci, e la deinenza a un di preo con


imile , anzi che la conformit delle'lettere, e delle illabe. VII.

Scorgoni nella Poeia degli Ebrei certe licenze imiglianti a


quelle de Greci , e de Latini; prendendo-in prei-ito le manie

re di parlare dell-e lingue vicine, -come dalla Caldea, e


dallArabica; e ci avviene inquei luoghi, ovei termini
pura

c156 ' DISSERTAZL.O.NE


puramente Ebrei non avrebbono arto rima veruna , quando

alloppolo le voci lraniere la ormano pei-ettilima. VIII.


In omma quel. che peruade'elere quea Poe-ia in Verizri-y
mari, i, che poono agevolmente riduri _in rima curti
cantici, e parimentc in veri le opere che iitrovanonella
Scrittura. ,

i, ;u i: 1-

. 4- :r

t." ..

'Il preato Autore ha epoo .il-cantico, di ,Mos in


veri rimati , e dice di aver-faticato con ucceo in ri
durre nella forma medeima i almi . Fa oervardelle
rime nel luogo del Penn/ur di Plauto, dove leggei un lun
go pao in lingua Punicaa Qiea ultima ,prova certa

mente la migliore , e la piuvpropria per decidere la lque


ion, che trattiamo. Secorgonichiaramente rime ricer_
cate, e ucceive negli Ebraioi poemi, -egli evidente, el

er ella una poeia rimataz. Ma per ridurre in rimai al;


mi, e i cantici dellaScrittura, lautore tronca, allunga,
abbrevia i veretti, come pi Rima a propoito enza ba

dare a regola, n :proporzione veruna; e in eguendo il


uo metodo, non vi ha orazion di Cicerone, che nop poy
a riduri in rima.
Non negali gi , che non ci ieno delle rime , e talvol '
ta ancora ludiate in alcuni luoghi de"almi , e deglicaltri

libri poetici della Scrittura; ma da ci non eguene mica,


che 'la Poeia degli antichi Ebrei foe rmata Pergiudicaf

re adunque, e i veri Ebrei ono in rima.,

dimelliere

cercar dever, dequali ne ia notoilne, acciion po


a diri , che i mozzinoiveri , ove i voglia , per trovarvi

la rima . ll almo-cxvz I I- acrolico; ecos accertatamen

te i s il principio, e ilrne de uoi veri . Quelio almo


lunghilimo, e nientevidi pi acile,quanto loervar
.la natura de uoi ver-i, coniont.andone gli; uni cogli altri.
Ora contu-ttoch, in queio almo ciinoti ymnumero gran

de di rime, non, pu nientemeno aeririt, che ieno ricer


cate, e tudiate, non eendo n eguite, n tampoco con
ormi. Trovani alcuna ia-ta quattro, ocinque rime cone
cutive', pocia due, otre, e inditre, `o quattro veri a che
punto tra loro non* rimane, opureun olo che non a ri.

ma converun altro. Su tal'ondamento ,pu ore_ accertar


i, che un poema ia in veri rimati? Le lamentazioni di
Geremia ono parimente in veri acroici; ma non vvi i
trova rima alcuna uniforme, e eguita, n che ,poa diii
eere arti-izioa,e -udiata {ma quando due veri terminano og
diga*

SULLA POESIA DEGLI ANT. EBREI.


257
dinatamente ne'll'itea maniera , pu aermari , che il cao
abbiagli in coral guia prodotti.
La verit di quant-o dico apparir pi chiaramente,

ando gli occhi ul capitolo 1 11. delle preate lamentazioni ,


ogni cui vero comincia per una lettera dell' alfabeto, giulio
l ordine che tengon tra loro : imperocch ncdu-e primi capi
toli, e nel quarto, il ine de veri non tanto certo per e

ervenc pi di due otto la medeima lettera , la qual non i


trova che alla tea del primo. Veggoni ancora nel caotico
decantici alcune rime, e dolci deidenze, e probabilmente ri`

cercate; ma non ono n eguite, n uniormi , n per c-ntro


lopera tutta. Senza cercare con troppo d-i udio le rime,
poco men che impoibile di non incontra-tic nell' Ebreo: ma

quando anche i proccurae di evitarle , s-ido chi che ia a


parlare direttamente ad un qualcuno in quea lingua, enza

neceariamente cadere in qualche deinenza di voci di imile


terminazione, a cagion degli af ,e di un numero ben gran
de di termini, che finicono nella iea maniera , come gi

di opra oei-vot. I almi ex. e ex:. che pur ono acro-ici ,


fnno prova novella di quanto abbiamo allegato: n in ei i

vede niuna rima accertata; ma vi copriamo bens una impor


tantima coa per largomento ,che abbiamo alle mani,cio,
ch erano tra gli Ebrei veri di lunghezza divera : imperce
ch i veri del almo cxvnt , e quei del z. cap. delle la
mentazioni
doppiodediveri
quelli
depreati
due
almi s ono
e ci-i; iglilunghi
Ebrei del
ave-ano
acroici
, la
prima parte_ de'quali ino alla eeura Cominciava da una let

reradel-l' alfabeto , e la econda del medeimo vero dopo


la ceura principiava dalla lettera, che eguiva econdo lor
dine alfabetico. Queo ultimo entimento parm il pi giu~
Ro; atteo-cche eendo il eno opeo'alla ceura ',non i
termina e non al ine della econda parte del veretto.-Ma
in qualivoglia luogo che abbia termine il vero, io on cer
- to., che non troverai rima veruna determinata e icura,donde

poa ragionevolmente ineriri , che i' antica poeia degli E


brei Foe in rima.
- Dopo l eame di queii entimenti s var-j , non ci ri
mane a morarc, e non ci che peniamo intorno alla ma

teria, che i va diaminando. Noi pertanto Facciamo coni


ere la eenza della poeia in _un genere di ragionamento

vivo, piritoo, tenero, ornato di gure franche e maravi


DEMO! et. T. I.
Kk
glio`

253*

DISSERTAZIONE

glioe. Siamo per altro ben peruai non eer la veriicazrone,


-

che forma il poeta, come pure non on le miure dcpiedi ,

che coituicono la POCla. Gli antichi diero , che Platone,


Floro , e certi altri avevano critto della poeia in proa s e
Orazio conea di e medcimo , che i uoi veri 1 accoano
pi alla proa. , che alla poeia , Sermom propio: : e Quinti
liano im , che Lucano meritae anzi di eere annoverato

fra gli oratori, che tra i poeti : Magi: oratoribu: quam Poeti:
annumeranam .

*h\-_r

Diinguoni due orte di poeia , naturale luna, artifi


zioa l altra. La poeia naturale tanto antica, quanto gli uo
mini. La ragione, e un temperamento cmmatico parlano in

una foggia emplice e conveniente 3 ma la paione i eprime


vivamente, e con Forza. La veemenza dell epreioni , le i

gure del dicoro, la ublimit de'cntimenti proporzionatial


la grandezza, e qualit del oggetto, cocituicono ci, chio

chiamo natural poeia, da cui trae il uo nacimento la poeia me-


todica, e artifiziale. Quca dipinge la paione, e i entimen

ti in una maniera Forte e patetca, il che a lei comune col-`


la natural poeia; ma rappreentagli in termini celti udiati,
e poi in ordine otto una certa miura, ed una accertata de
inenza. Ecco ci, che diinguela dalla natural poeia. Pu

per diri , che la metodica larte di dipingere le paioni ac


curatamente, e con iudio; e che la natura le eprime enz'
arte, e enza riettervi .
Ogni popolo, ciacun paee, qualivoglia temperamento,
e qualunque paione ha la ua rettorica , e natural poeia. Il
furore, la collera, la gioia, la triezza, lodio, el'amore i
ono empre mai epre in una forma energetica e viva 5 ma
l'arte, e la rieione poeriormente ucceero . La natura de
linea di continuo ci, che larte i sforza di perezionare.$ic
come la poeia, e la muica erano ineparabili appo `gli anti

chi , i quali non conocevan poeta , che nel tempo eo non


foe ancor mulico , chiamando ei il cantare , ar veri, e i

veri, canzoni; cos pu diri della muica ci , che i detto


della pocia . Vi ha una muica naturale , che ha preceduta l'
artiizioit, e che a lei di nacimenro; e tanto luna , quanto
l'altra tendono al medeimo ne,cio,di maniear con chia
rezza, e al vivo i entimenti dellanima con una voce, e con

termini corripondenti a ci chella ente in e ea , e a quel


lo che agli altri intende inpirare.
'

Pu

LAX-z

SULLA POESIA DEGLI ANT. EBREI.

:59

Pu ravax prima di Mos un qualche frammento di


quea antica natural poeia nel dicoro di Lamec alle due ue
mogli (a) : nelle benedizioni di No date a Sem, e a Jaet,

(a) Gmevr.zg.

e nella ua maledizione contro di Canaan (b) : nelle ultime

(b) [LM. maga-6

parole che Giacob,{}ando gi per morire, die a' uoi gliuo

7-7*

li (c) : e nel libro di Giob; uppoo per che ia aro [brit

(c) Ibi-l. xlix.

to avanti Mos. Tutto queo a compoo in poetico ile ,

ed una pruova dell'antichit della natural poeia , di cui ra


ioniamo. Ella conieva tutta nello ile, e non gi nella mi,
ura delle illabe : erano epreioni gurare, ublimi, entenzio
e, in cui d'ordinario uydiavai appoatamente una pecie di

ripetizione della medeima cola in termini diveri ne'due mem


bri di una iella entenza, e ne' quali ben ovente miravai
una orta di rima c di denenza, che non laciava di renderi

manifea , quantunque con non overchia obbligazione, n


con molto di attenzion ricercata.

Ecco qual erai la poeia degli antichi prima dell'artii


ziale, e metodica. I Greci, anche dopo Eiodo, ed Omero ,
non perdettero aatto l uo, e la idea della natural pocia .
Demoene (d) diingue aai bene i poeti, che andavan die
tro alle regole dellarte poetica, da quei che crivevano ci,
chegli appella aldomena, Canti- Diogene Laerzio (e) d que
o medeimo nome alle entenze da lui riferite de primi Sa
vj della Grecia; e Caaubono non dubita, ch ee non ie
no reidui dell'antica poeia , la quale avanti Omero era in
coumc. S. Clemente Aleandrino (f) paragona i almi de

(d) Amm! Cafjn


LaerrJib. I.

(e)` Diogene* Lan!,


in viti; eptcm Su
pic-m.

(F) Clcm. AZexP-F

gli Ebrei, in quanto alla miura, e allo ile , a certi can v;2.15031 [ib. 2..

tici- nominati Scolia ra i Greci , i quali in cibandoi cou~


mavano di cantare. Eran tai veri liberi e irregolari z ovve

ro, enza badare alla miura de'piedi, e alla quantit delle


illabe ,Evvene
cprimevai
e,on
brevit oervat
il nato quell'v
corr
cetto.
alcuni vivamente,
in Ateneo (g),
nequali
(g) Arbor). li'. [0J.

amica libert i ma dipoi vi u adoperata aai- pi di. arte ,


`e di metodo,

Talera, a mio credere , la poeia degli antichi Ebrei.


Senza udio ,y e lnz'arte imitavano la natura , eprimendo
ne i uoi entimenti , e gl' impnli : parlavano ,e crivevano in foggia. altrettanto pi epreiva e vivace, quanto che
i loro penieri non erano dalla rieione, e dallo udio trat
tenuti e ccmati. In ogni genere di ragionamento i loro-poe
mi, le narrazioni , le invertive , l'eortazioni , le itruzioni

Kk z

..

' ed

14. DPMhP

260

DISSERTAZIONE

ed i canti nulla aveano di aettazione, n alcunch di udia'.


to, la qual c'oa rendevali cotanto piritoi, cos teneri, tanto
naturali e s belli.

lfl

llll

Non apparie , che quea poeia degli Ebrei abbia mai


oerto mutazioni. Mil'li otto Davide, Iaia , Geremia , e
Daniele la ea , che otto di Mos ; e i cantici , che noi

mc

leggiamo nel nuovo teamento , ono del guo medeimo

li

di quei cantici antichi. Sarebbe egli mai ato poibile, che

una metodica, ed artiizial poeia i Foe empre mantenuta


talmente della iea natura , del medeimo ile , e eguite
avee di tal fatta le iee regole ,. e maniere di crivere ,,

che pel coro di pi di mille anni non avee ricevuto n dimi


nuzion, n aumento?

Quando criveva Mos, non eravi certamente , che ap~


piai, poeia ridotta ad arte in che che ia luogo del mondo .

I Caldei, e gli Egizzi , che ono i popoli Pi antichi, che


abbiano coltivate le lettere, morano di non aver mai cono

ci-ita quea pezie di veri,la qual conie in un certo nume


ro di piedi , e in una quantit determinata di illabe lunghe,
o brevi, ovvero in deinenze rimate, regola-ri ed unici-mi .

Quel che degli Orientali noi poedia-mo di pi antico


in genere di veri, ci vien dagli Arabi. A-lcuni de lor poe

ti u-r prima di Macometto, e quanto alla rima ei a quel~


li di oggid raomigliano, non acendovii diinzione di lun
ghe, e di brevi. Dicei , che Armonio gliuolo di- Bardea~
ne nel econdo ecolo della Chiea avee compoo- delle a~
rie di muica_` e veri in lingua Siriaca a imitazione de'Greci..

Ma coa mai tutto queo paragonato a Mos? I Greci non


hanno poemi pi antichi di quei di Omero, e d'Eiodo ,
quali viero piv di ecento anni dopo Mos.

Ci poo ,

chi i peruader 'mai , che i-l-Legislatore degli Ebrei , che

Giob, che Davide abbiano eguito le regole di una metoi~

ca, e a'rtizale poeia; e- che l' arte poetica' venie perzo~


nata tra gli Ebrei tanti ecoli prima , che o-e_ conociuta da

verunaltra nazione?

DL pi, e gli antichi Ebrei aveero avuto una orte dI


poeia lavorata con arte, arebbe ors' el-la incognita ora , che

ono 'udiate le lingue Orientali con tanto di- attenzione , e


con si Felice ucceo? Se vi foero' d'c' veri eroici in Mos ,
in Gi'ob, e nel falterio, non vegli corgeremmo noi al pre

ente, iccome gli altri autori credettero di ravviarveli 2 Se


que`

lll

SULLA POESIA DEGLI ANT. EBRBI.

a6!

quei veri teneero una qualche uniormit nellemiure,nel


le orme,c nelle lor deinenzc, arebbcgli tato potbile,che

niuno ino ad ora non e ne ie avvedutPGli autori dique


He agre poeie non avrebbero eglino uati mai i termini dell

arte loro? E qualcuno non a-Vrebbe poo in fronte di un al.


mo, ovver di un cantico da lui compoto, la miura de' ver

) di detto cantico 5 come bene peo vi i metteva il nome


del- muico, a cui porgevai per eer cantato , ovvero lo ru~
mento, ovra il quale cantavai?
La orma ancora, onde i facevano i cantici della Scrittu

ra, omminira una prova contra di quei , che vogliono ee


re ati compoi con arte, e giuta le regole di una metodica

pocia. Una gran parte de'cantici ono ati fatti all'improvvi


o, e prodotti da un entuiamo oprannaturale,e divino.0ra
un componimento di artizial poeia non pu gi ari in un
ubito, n enza meditazione; e la inpirazione, o lo entuiamo
non danno tempo da riettere alle regole dell'arte.

I Poeti ordinari tengo biogno per comporre di un cer


to uoco d'immagi-nazione, che chiamano Ero. Ma- tale ar
dore, e imiglianti traporti non omminirano comunemen
te, e non i penieri , e la capriccioa invenzione : l' arte

poi ordina le parole, e le dipone con agio . Ma ne Sagri


crittori non ci oerviamo n tempo , n udio , parlan
do ei all improvvio, c in mezzo alla moltitudine. Com

poe Mos immediatamente dopo il tranito del mar Roo


quel cantico , che ci ha dato motivo di ar queo eame.
Davide anchegli compoe una parte de uoi almi nel or

te de' uoi pi gravi pericoli, e de' maggiori imbarazzi, e in


circoanze, nelle quali arebbe ato aai malagevole di con

ervar quella preenza di pirito tanto neceario per badare al


le regole di un'artiizial poeia.
I cantici , di cui ragion-iamo , furono pee ate com~
poi da donne, ovver da uomini enza udio; e la lor lin

gua erv puramente di organo al Diviniiano Spirito. Dira

i ore, che qu'ee perone addiveniero in uno ante poe`


ti con darci in rima i loro poemi,o econdo le regole dell
arte poetica? Anna Madre di Samuele , Debora , Giuditta ,

Tobia , la SS. Vergine, Zaccaria, e Simeone compocro ex~


abrupto i loro cantici enza meditazione, n llle- La lor

poeia era dunque tutta. naturale in e ea; quantunque ri


petto allo Spirito Santo ch' erane l' Autore, ella. folle/d_ un
or i

:62
~DISSERTAZIONE
Ordine oprannaturale, e infinitamente al diopra dell'arte, e
di ogni umano inegnamento. Ci i moit'i ora la dierenza,
che paa. tra i cantici Co-mpoii da que peronaggi, che nom
avevano udiato, e quelli di Mos , di Davide , dlaia, lo

Pinto de quali era pi colto ,. e- che potevan ipere le regole*


della poeia , uppoo che allor ce ne ocro. Che e non
pu darcii. a vedere dierenza veruna tra quei vari poemi ,
quanto alla forma , e all' arte :: forza ar confeare, che
queio poeia meramente naturale - mcrceccli la inPirazio
ne del Divino Spirito non.. cangia gli abiti naturali , e a-cqui-

ati dall' ingegno di quei , ch egli in'pira. s anzi olleva ,. il


lumi-na, ed' anima.

Ma iccome quegli ,. ch era eloquente

prima di clre inpirato., conrva dopo la inpirazione la.


Inedcima qualit cos. colui. ,. lo pirito- del quale ato
mcn coltivato dallo udio- , non addiviene dopo- di quella
pi verato nelle cienze puramente umane, come i- - l' ar
tc poetica.
_
Ripetto poi allo ile, ea quelle vive ,, upende- r gu
rare e ublimi epreioni , che i dicernono ne' Cantici della.
SCElLCUl.,IO gia malagevole che perone enza udio, enz
arte, ma traportare da un' Divino entuiamo, i eprimano
in una maniera poetica. Or perch tal forma di comporre c~

condava non poco il guo degli Orientali ,. e che naturalmen


te vi erano inclinati , e diPoi- non coa iraordinaria ,.

ch' ei all'improvvio , e enza penarvi i ino in cotal gui


eprer , e che per s lungo tratto abbiane imiglimte ia
conhrvatoe
Una metrica poeia non pu a meno di non eere inconf
moda, e legata.: anzi nella neceit inevitabile, in* cui i c0noce di dover are delle trapoizioni per ritrovare la- miu
ra al uo vero,viene obbligata a caricare un poema di. epice
ti, di modi di dire, e di'voci inuitate nel comune linguag-

gio; eendo bene peo- d'uopo veire il proprio concetto


con termini ampolloi ,. e diclatti ,. maime allora` quando i"
criva. enza una rieione profonda ,. e enza un grandiimo

tudio ,, e comodo pi che ordinario. . Ora ne' veri` degli E-


lat-ci ,7 niu-ne di tali trapoizioni i oervano s anzi che a lor
lingua punto non le comporta :. n tampoco vedei quel nu

mero di epiteti per goname veri, n certo` impato di Fra


, che la neceit di trovar- la miura , coi-igne_ad impie

gare ne veri metrici. , iccome corgci ne'poemi Greci., e


La.`

SULLA POISTA DEGLI ANT. IZBREI.

:cz

Latini." Se poi vi s'incontrano alcuni termini poco uitati ,

ci avviene , perch lo h'le ipiritoo, ublime e patetico dc


almi, .e de' cantici ama le raordinarie , e grandioe epre~

ioni ; imprimendone ee la mae al dicoro, e alle emen


ze la gravit ;e fore piuttoo per agevolare la pronunzia ,edi-i

canto, e per rendere i veri pi uidi, che a oggetzo di con~


crvnrne la miura.
'
~
Se la poeia degli Ebrei oe at:. a imiglianza di quel
la de' Greci , non i arebbe laciato di oervarne l' artiizio,

ed aegnarne i preceiti ; non eendo naturale , che i oe


tracurata una invenzione di s fatta importanza , e che tal

uno curioo, o per interee, ovvero per genio, non i o


e applicato a eguire tal foggia di crivere , ed' a raccorne
le regole. Noi per non troviamo s nella toria, che nel`
la lingua degli Ebrei una ola parola , la quale veramente

c' inin-ui eervi azi inra di loro poeti di proeonc. Ma


non e` gi per queo, che non vi ieno frati critti de' can
tici, anch molto dappoi , c'he nella Grecia u inventata l'

arte Poetica : anzi quei cantiei degli ultimi tempi non em

brano punto diveri da quei di Mos, e tanto gli uni,quan


to gli altri ur compoii per dover eer cantati , non altri~
menti che tutta la poeia degli antichi Greci, e Latini, con

tal divario per, che tra quci l' aria devcri era determi~
nata dalla loro miura, e deinenza; laddove appreo gli E~
brei quai tutti i canrici i potevan cantare ovra quz-.livo
glia orta di aria .in quel modo appunto, che nel canto Ec
cleiaco da a varj almi quel tuono , che i giudica pi
-convenevole . La maniera poi onde cantano , e leggon gli
Ebrei nelle di lor inagoghe il Sagro teio , non nuova i
perciocch i contraegni medeimi , che morano nel teo,

quando in cantando debbai alzare, ovvero abbaare la vo


ce, ono anticliimi; e l'aczion degli Ebrei vero le ciri
monie, e le pratiche agevoli come queta, pur anch una
ragione , che pu ar credere , che 'l modo lor di cantare
tragga da' vecchi la origine. E iccome quea muica pu
addactari non olo a veri di un artiizial poeia , ma ezian

dio a' poemi enz arte , e enza regole', ed anche alla em


plice proa; co< ne iegue di, non poteri inerire coa ve
runa in avor della rima , o della miura degli Ebraici ver
i , perch i cantavano gi nelle elle, e nelle allegrezze dcl~
la religione .
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7

254

.
E' dunque molto credibile, che tutta la poeia degli an:
tichiEbrei non coniee, e non e nella grandezza , nobilt,
ed elevazion de penieri e dello ilenella franchezza delle e
peroni; nelle maniere vive e patetiche; nel dicoro tronco

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e concio; e in certa frae pi piritoa, orita , epreiva e


proprima a dipignerc, e metter otto gli occhi il oggetto ,

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al che il {livellare comune non giugne.

4. .
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..

Le lor poeie ono

parti di un ingegno felice, animato e moo dallo Spirito di


Dio , che nel uo entuiamo , enza legari a eguir le rego

.t.

le di una metodica poeia, olleva,cd eprime in poetico ile


i uoi entimenti, e i penieri. Gli Ebrei adunque non Furo
no in verun tempo amanti della novit , n tanto eeminat't

quanto i Greci, e Romani : ma contenti della lor poeia , e


muica antica ( che,artea la ua gravit e dolcezra . non im
piegavano guari , uorch in ci che riguardava la religione)
non cui-;trono mai lo udio di una poeia , e di una muica

pi ricercata, c leggiadra.

JLJLJRJRJRJAJLJLJLJLJQJK*JLJLJQJAJRJLJLJAJRJLJMJR
************************l-**kat
XX-XXK-k-kk-K-k-X-k****-!k****kkk\~K

TTWTTTTKTWWWTWTTTTTTTTTTT
i? 1x \ C) I; lx
.Anni del

(3 E( C) PJ () I, () (I I (I 11

Del libro dell Ebdo-

Mondo .

2569

Orte di Giuppe. Gene. L. 25.


Morte di Levi in et di 137. anni.

2385
2389

Gli Etiopi di opra il ume Indo vanno a oggiornare al mez


zo d dell'Egitto .
Dopo la morte di Giueppe i vidde regnare in Egitto Acen
creo gliuol di Oro, I:. anni, e un mee.

Ratoti fratello di Acencreo 9. anni .


;Acer-che gliuolo di Ratoti, I:. anni, e 6. mei.
./chencbero, 1:. anni , c tre me.

:4:7

.Az-mai , 4. anni, e un mee.


Rameje un anno, e 4. mei .
Ramee Miamum 66. anni,e due mei. Queo ultimo non co~,

2430

noceva Giueppe .
Nacita di Aronne 3. anni avanti quella di Mos.
Edit

TAVOLE CRONOLOGICHE

i''

Editto che ordina di annegare tutti i' gl'iuoli machi degli E


-brei..E1wd. 1. 15. 162
~~
`
`
Nacita di Mos.'-Exod. n.712. I uoi genitori lo tengono per

.Anni del
Mondo .
2431
7-43 3.

tre mei nacoo ,- e nalmente lo epongono ul Nilo Ei


vien trovato da Termuti gliuola di Faraone , che dallo ad
allevare a Jocabeda madre del Fanciulli): Exod. 11. 3. 9.

Gli .Arabi gnam-in Babilonia :10110 a'ver vinti i Calda' , 216.


anni avanti Belo .Ario. Mardocente lor Primo Re rgn45.

2466

anni.
W" ^
"
7
"
'
Mos in et di 40,. anni viita i uoi fratelli. Uccide un Egiz
zio , e i alva in Arabia. Spoa Seora igliilola di Jetro .

z473

Lxmt 11.2zt.

di Caleb
igliuolo
Geone
40. anni prima ,che o
Nacita
e mandato
a viitare
la di
terra
di Canaan.
7

2474

Morte di Ramee che regn 6 7. anni. Ebbe per rcccjfore ./Zme

2494

no, che il Belo Egizzio, Padre di Danao e dz' Egitta.` Re


gn 19. anni, e 16. mei.
Apparizione di Dio a Mos nel roveto ardente . Exod. III. a.
Ei ritorna in Egitto. Exod. IV. 18. 18. Epone inutilmente

la prima, e la econda volta gli ordini di .Dio a Faraone.


La terza volta Mos cangia il uo baone in erpente . Exod.
VlI. 10.1)Kn vennero lececiinaghe.
La prima piaga del -cangiamento dellacqua in angue , IIa-0d.
vr 1. 19. avvenne il d 18. del eo mee , (che u nell'

avvenne 12.deHanno Smno). La ixonda pmga, che


quella delle'rane, il giorno 25. del medeimo mee. La
terza delle zenzare , Scinipbex , il giorno 27.

La quarta

delle moche il .18. La quinta della mortalit , e della


pee degli animali avvenne il econdo giorno del etti
mo mee (che u nell' avvenire il primo mee dell anno
Santo). La ea piaga degli-ulceri negli uomini , e nel

v le beie avvenne il terzo giorno . La ettima iaga de'


tuoni , e della grandine occo're il quinto , e ceg il e
o.
La onava
phga Mos
avvenne
louavo
la
piaga delle
cavallette.
la e
celliare gknno
il nono,ed
giorno.
Ea'od. x. 4

'

Intituzione della Paqua. Si celero il decimo giorno del


primo mee agnelli, e capretti, per mangiarli india quat
tro giorni. Eavd. x11. 3

Nona piaga delle tenebre per tre giorni. Cominci il decimo


gonuadd pdmo meh dumnnoihb. EMM.x.aL
Diert. Calmet T. I.

Ll

Deci

513

;Anni del
Mondo .

256
TAVOLE CRONOLOGICHE.
Decima Piaga della morte de primogeniti la notte del I4. al
1;. che cadeva il Luned 4. Maggio; la notte del quale
ecei la prima Paqua. Exod. x11. u. n.. :9.
Ucita d' Egitto il 15. del primo mee , che corriponde al
Marted 5. Maggio. Eglino andarono lo eo giorno a.
' Rame/fe , donde partirono il 16. , e giUnero il medeimo
giorno a Socot.
eUon.

Di quivi il d I7. ad Eta.

Il 18. a Be

Il quarto giorno della lor marchia , che corriponde al 19.


del primo mee,paarono il mar Roo., entro cui Farao
ne, ed il uo eercito rimaero interamente ommer . Gl'

Idraeliti dimorarono un giorno ulla piaggia del mare :


e d' ivi dopo tre giorni di marchia giunero a Mara , il
kae 24.dd pmo meh.
L
Il eo accampamento u a Elzm : il ettimo opra il mar Ro
o: l ottavo nel deerto di Si , ove Dio mand loro le

quaglie , ela manna, il giorno decimoquinto (lCl econdo


inee deUanno Santo.
La nona Stazione u a Dafca : la decima ad vll : l' unde

chna a lhdnz, ove Ldos nne l'acqua dana rupe di()~


reb, e ove Furono attaccati dagli Amaleciti . 2?de xv.

2515

La dodiceima Stazione u al Sim. Vi giunero il terzo gior


no del terzo mee, ch'era il Lunedi zz. Giugno , e vi og
giornarono un anno intero . Mos alice ul Sina. Dio
propone la ua intenzione di fare alleanza con IdraelezMo

s dicende, ed epone al popolo il diegno di Dio .- Il po~


polo conente alla alleanza , e i va diponendo a que'azio
ne per due giorni. Mos torna a alire ulla montagna , e
Dio gli a ntire la ua voce, e promulga il Decalogo. D
ancora altre leggi a Mos; e quei eendo ceo edica un

altare a pi del monte , e dodici titoli per le dodici trib .


Si anno acrifici, i leggono le condizioni dell'alleanza, e
olennemente i ratica. Exod. xx.

Mos acende la terza volta ovra la montagna , e vi dimora


con Giou 40. giorni , e 40. notti.

Valicato- queo ter

mine , Dio d a Mos il Decalogo colpito ovra tavole


di pietra; e gli n apere, che il popolo aveva adorato il
vitel di oro. Scende Mos , e rompe le tavole alle falde
del monte. Exad. xxx: I. 1. 19. Riduce in polvere il vi`

tel di oro. Rialice ulla montagna 5 e Dio gli promet~


tc di mandare il uo Angiola per condurre il popolo Ei
fa

TAVOLE CRONOLOGI'C'HE.

:37

fa morire da :3000. Idracliti per mano de-Leviti. Exod.


xxxr 1. xxxnx. Trasferice uora del campo il Tabernaco
lo della Aemblea . Exod. xxxvx. Ottien'grazia per il popo
lo. Exod. xxx: 1. I:. 18. zi. Dio gli dice di preparare nuo
ve Tavole: e nel rimontare che faceva il d vegnente ul Si

.Anni del
Mondo.

na , Dio i manie lui in paando, mentre ch'e ava en


tro una grotta . Exod. xxxxv.

Mos dimora di bel nuovo 40. giorni, e 40. notti ulla mon
taana.

Ritona colla faccia tutta riplendente.


Lnumerazione del popolo il primo giorno del eo mee dopo

la ucita d Egitto.
`
Fabbrica dell' Arca , e di tutti gli ornamenti che l accompagnano.

Mos erge il Tabernacolo il primo giorno del

primo mee del econdo anno dopo la ucita d Egitto .


Celebrazione della prima Paqua dopo queta ucita. .Ea-od.

iSBSSSSBBSSBB'
xl. a

RAGIONAMENTO
'SOPRA

IL

LEVITICO.

Qteo libro denominato Levirico , perch

, contiene lc leggi ,che riguardano i acrici ,e


,l le obbligazioni de' Sacerdoti, e de Leviti ;per
la qual coa i Rabbini gli danno imilmente
' 3;.; . il nome di Legge de Sacerdoti. Porta in Ebreo

..-..

il nomadi laiicra, perch cos comincia nel


teo originale.

Dopo che Mos ebbe alzato il tabernacolo , e che la glo


ria del Signore cbbc di tal maniera riempiuto quel anto luogo,
*che lo eo Mos non oiwa di entrarvi , come vien norato

nell' ultimo capitolo dell' Eodo; Dio chiam Mos , e gli di


le leggi, che i conte-ugo ne ette primi capitoli del Levitico.
.Egli precrive alla bella prima ci, che riguarda la natura, e
Ll 2.

le

2514

:5-3

RASG-_zIONAMENTO

le
qualitdeglidaolocruiz
, e le cirimonie
eere
oei-vateitanto
chi `:preentava
l' animale che
per dovevano
eere acrica~
(a) Cap. x.

(b) Cap. u.

to, quanto dal Sacerdote che lo immolava (a) . Paa di


poi alle obblazioni de pani, della Farina , delle focacce ,

e delle verdi pighe (b), indi a'acriicj paciici, o di ringra


ziamento. Regola le ciriinonie di tai acrici, e determina le

(c) Cap. nl.

parti da doveri abbrucciar u l'altare ,i c). Nel quarto capito


lo parla del modo di oerire le oie per il peccato del Sommo
Sacerdote, per le colpe d' ignoranza di tutto il popolo,e nal~
mente per li peccati d'ignomnza di ciacheduno in particolare.

Continova liea materie.` negli due appreo eguenti capitoli,


ragionandovi di varie orte di peccati , che i epiavano co' a.
crici. Diinguc le parti delle vittime , che dovevano conu
mari opra l altare, e quelle che i appartenevano a Sacerdoti,
(d) Cap. iv. v. vr.

che le oerivano (d) .

Vll.

Dopo la elevazione del tabemaeolo, Mos concr A


ronne , e uoi gliuoli, come Iddio avealo ordinato nel capi

tolo xxxx. dell' Eodo. Egli oer i acrici ,ece le unzioni , e


le aperigni del angue comandare in ca cirimonia; indi pre
ent Aronne , e gli uoi gliuioli dinanzi allaltare, e poe
nelle lor mani le parti delle vittime, ch' erano tate oerte al
Signore per la loro conacrazione- Ordin loro di anziare ot
(e) Cap. vu!.

to giorni enza ucirne nel tabzrnacolo (e), Toco che a ciri


monia della conacrazione d' Sacerdoti u terminate, Aronne

oer- a Dio acrici per il uo peccato ,c per quello de' uoi


gliuoli. Iinmol parimente olocaui,ed oie _paciiche; ed un

fuoco miracoloo ucito del tabernacolo gli conum alla viz


(f) Cap. 1x .

di tutto il popolo (f).

Nabad , ed Abiu gliuoli di Aronne avendo meo ne'


Ioro turibuli un Fuoco non acro ,i e divero da quello che
ardcva opra l' altare, ed avendo voluto entrare nel Santo
per oerirvi l' inceno ,. rimaero oocati da una amma .,

che di col entro ucita tutti gl'invole. Allora MS vie


(g) Cap. x.

(h) C15. xt.


(i) Cap. x,
(k) Cap. xi.
l) Cap. xiv.

_t ad Aronne di far lutto per i due uoi gliuolf, e co


mand a Sacerdoti di non ber vino nel tabernacolo (g) ..
Veggon appreo le dierenze degli animali puri , ed ilnptr~
ri (b) 5 le cirimonie per la puricaz-ion delle donne fieche

di parto (i); la maniera di ditinguere la lebbra degli uomi~~


ni, delle cae , e degli abiti (k); i acrici, che oeriva

no, allorch taluno veniva ancito da tant-tv infermit (l)zed


nche forma; gli uomini incomodati dalla; gonnorrea , 'e, le*

don~

SOPRA IL'LEVITICO.

259

donne meruate, 1 puricano (ct)- Precrive ueguentemen (a) Cap. xv.

te Mos le cirimonie da oervari nella Fea delle olenne E


piazione; in che modo il Sommo Sacerdote entrava nel San~
tuario,ed in qual guia mandavai nel deerto il CaPro emizrio

(b). Proibice Iddio agl'Idraeliti di acricare altrove che alla (b) CAP- xv!
porta del tabernacolo : vieta luo del angue, e della carne
degli animali morti da loro (c). Precrive a' medeimi i gradi, (C) CP- XV"
ne quali ono permei, o Vietati i maritaggi 5 n vuole, che
contraggano 'parentado co oreier ,.e co'Canane (rl) .
(d) CaP- xv

Dopo tutti quei atuti, che hanno 'una correlazion pit`t


diretta alla antit del tabernacolo, a cui non era lecito l'av

vicinari, eendo taluno reo di qualche macchia 5 replica Dio


una parte de precetti antecedentemente gia dati; per eempio,
quei dell' oervanza del Sabbato, del ripetto dovuto agenito
ri; contro la idolatria, il urto , lo pal-giuro , la calunnia ,.

I odio del proimo , ec. Ordina- di non raccoglier Ie pighe


cadute nel' mietere, e di non egare tutto il campo , ma di la
ciar-ne un qualche Poco per i? poveri.- Non permette luo de'
frutti di un albero nuovamente piantato per' i primi cinque
anni che icoltiva. Condanna la' proituzione , e le varie
orte di predizioni. Non vuole, che s'imitino le maniere u~

periizioe
di tagliari
i Capelli,
Etri la barba
da' Gen
tilii
. Comando.
il ripetto
veroe deveechi
,. e ,la uate
umanit
ver
_o i reieri (e).

Fa lverime minacce a quei , che ave- (6)CP- :mr

ero oerto i [oro Hgliuoli a Moloc- Punice colla morte~


quei ,. che proericono malcdizioni- contro ai lor genitori , e
che commettono* l adulterio ,- o che s" intrigano in* matti"
moni inceuoi ,. o che commettono abbomi-nabili. impuri

t* (f) J nalmente coloro che i" addanno alle varie orte (fycxx,
di augurazioni , e della magia . Non permette* a emplici
Idraeliti , n tampoco a' Sacerdoti, che' non aranno puri

cati, di mangiar coe a- Dio conecrate.- Annovera parecchi


difetti, che rendono indegne le vittime di eerev preentate al
Signore

>

(g) Cap; :m r.

Nel capitolo xxtrr Mos indica lc Fellfc' principali' def


i" anno , e la maniera di celehrarle , e ono la Paqua , la"
Pentecote ,. le Fee' delle Trombe, quella della. Epiazionc ,

e de Tabarnacolii Precrive il modo di preparare~ le lampa


di del caudellier' di oro , e di porre'i pani ulla tatto-ia di;
oro , che i: .nel Santo; In queto' medeimo tempo venne' con
dotto a. Mos un uomo ,., che aveva; beemmiato- i-l. nome del

Si;

.A

a7
RAGIONAMENTO
Signore. Dio comand , che foe lapidato ,uora del campo,
e volle che i puniero con quea pena tutti coloro, che in

(A) CAP. mtv.

avvenire foero caduti in un fallo di queta orta . Indi abil


la pena del Taglione contra quei , che aveero oeo il pro
imo loro (a). Vuole, che i oervi lanno ettimo , o lanno
Sabbatico, e lanno quaranteimo nono, o l'anno del Giubbi
leo, nequali gli chiavi Ebrei ono mei in libert ,ed i cam
pi ritornano a' loro primi padroni. Condanna la uura, e vuo
le, che gl' Idraeliti poano ricattare dalla ervit loro ra

(b) Cap. xxv.

telli (b). Fa feroci minacce contra coloro, che mancano alla

(c) Cap. xx.

oervanza delle leggi, e promette gran ricompene a quei che


le oerveranno (c). Finalmente termina queto libro con varj
regolamenti in ordine alle coe obbligate per voto a Dio, e

6d) CdP., xxvm.

alle decime che debbono oeriri al tabernacolo (d) .


A conderar puramente l eeriore delle cirimonie , e
del culto , che nel uo tabernacolo riceve il Signore , d' uopo

confeare , che non e ne concepice una molto alta idea, e


che non poiamo e non dicilmente peruaderci , che Iddio
abbia potuto avere a grado un ervigio , che rirignevar' ad
'oerirgli il angue ed il grao di alcune vittime. S'immag-ini
pur taluno quanto vorr un altare empre fornito di oie; Saa

eerdoti del continuo preenti , ed occupati ad ognora al er~


vigio del loro Dio; un tabernacolo inacceibile a chiunque

avee contratta qualche impurit k liguri tutta quella un


tuoxt , e magnicenza proparzionam a quei tempi a tutte

quee gran coe non appaga'no al certo una mente , che i


formata una giua idea del culto dovuto a Dio.

Altro ,

a di. vero,ricltiede per epiare colpe volontarie,che il- art


gue di- una vittima , e puricazioni del tutto eeriori. La
Scrittura medeima ci- a intende-re in altri luoghi, che il ve~
le) Pfl. 1:. I _ ya. *ro acricio- (e) dev'eer quel-lo di u-n cuor contrito- , e di
criirium Deo iritm una volont retta, e purgara di ogni aetto vero* del: male
Uiltibli; .--cor
I acrici de malvagi , in vece di renderli grati al Signore ,
non fanno che richiamare , per cos dire , le loro irriq-uit

manina; (- immi
Iizmn Deus ua de
f/ici . Vidc ferma.
Jurxv. ts. O]Zex1v.r.~...

alla di lui preenza e memoria. Ma le obblazio-ni: de Giui

3.1061. u. -43,65

on empre accette al Signore. , perch orte nella giuizia e

nella piet. In omma il ver-Or culto dddio conie ne' pu


(F) Mila. lib- 3-t d: ri enti-menti di- unanima ,. che ama i-l- uo Creatore (f).
trim Mvi:.

0nd , che i Profeti i- quali debboni coniderare co


me gl Interpetri pi illuminati delle leggi deli" amico tea
mento z ci divclano, che Iddio rimirava con- molta Lndik
eren

.E

"LJ
_unuH

SOPRA IL LEVITICO.
271'
erenza lo eerno culto, che gli Ebrei attaccati alle coe della
terra, rendevangli nel uo tabernacolo, ed entro al uo tem
pio . Che ho io the fare del eapofo numero delle 'vore vittime?

dice il Signore per Iaia (a) : io ono fatollo. 10 non 'w' ho ad (a)]ai.1.ll.11.13.
domandata olocauz di caPretti , n il grao , e'l angue de' 'vort'
agnelli. .E allora quando iete tomParf alla mia Preenza, cha' da
vat' ha `que/Ze coe ricbieo E altrove , dice Iddio per Amos
(b) : Odiai, e rigettaz' le 'uore fee ,- non ricever l' odore che 'voi (b) Amo: v. :1. :2.
abbracciare nelle 'uore adunanze.

Se mi oerite t *uori olocau

i , e le 'yore obblazioni , non le accetter , e ribatter t' voti de


gli animali grai , the a me ne fate. E Geremia (c) .- Unite i
'votri olocaui alle 'uore 'vittime , e mangiatene le mrm , mentre

c) Ici-9m. v. ai.

i0 non richie 'vittime , ed olocaui da"vori antenati, quando


dall' Egitto gli tra . Come e dir volee , eh ei non ha ad

domandate quee vittime, come una coa che ne avee bio`


gno, e di cui i curae , n tampoco come e quete obbla
zioni gli oero Rate molto care. Egli non le ordin ,` dico
no i Padri, e non per accomodari alla debolezza del uopo
polo; e , a ine di riparare i mali ma giori, non ricuavalc .

Permette, che da e vengano oerti e acrici , dice il Gri


oomo (d), per ovviare che non ne ofericano a' Demoni , (d)
x ln:.Chryo.

in Pf.

attea la di loro inclinazione al male , ovvero emplicemente

per la durezza del loro cuore , come dimoralo S. Giuino


nel uo dialogo contra Trione. Gli aggrava con eieriori e
ercizi, dice S. Ireneo (e), per fermare l animo loro incoan

(e) [rt-mm Z. 4.0. LS.

te , e per punirli del delitto commeo , ritornando col deide


rio in Egitto, e adorando il vitel di oro. Origene dopo a
ver rierite le ragioni di opra accennato (f) aggiugne ,che
pu eervi una miica ragione, e pi egreta de' acrici da

Dio precritti agli Ebrei; ed , che oleva opporre acrici


utili e vantaggioi a acrici pericoloi e nocivi che i oeri
vano a Demoni , in quella guia che ci erviamo de' veleni.
per comporre gli antidoti. Ebbe il Grioomo (g) l ieo

(f) Orige. bomb. 7


o Num.

(e) Zadig-sf}
Ci o . eden'x
m

penierO, allorch die , che Iddio non ha permeo a gli E


brei s gran numero di acrifici, e non a ne di ar argine a

maggiori diordini, in quel modo che un Medico permette


rebbe ad un uomo tormentato di acuta febbre il bere dell ac
qua gelata , per timore che andae a precipitari , o ran~

golae. Vuole altres S. Cirillo (h), che i acrici che i

(h) Crt-i'll. [ib. 4M.

oerivano tra gli Ebrei, non foero neceari ; e-per provare

tra mm:.

il uo entimento i vale di un pao di Geremia poc anzida


n01

272
(a) TMarlon-tdi r
raadis Guc. uffa-ff.

RAGIONAMENTO

noi rierito . Teodoreto (a), S. Girolamo (b) , S. Tomao


(c) hanno u quco punto le medeime opinioni, che i Padri

(b) Meroni Eur/7.

xx.
(c) D.Thom. 1.1.!).

di opra citati

Ma non deei da quea dottrina concludere,che i acri

102.. . 3.

cj in generale icno mali, n dire, che Dio non abbiali tolle

rati e non come un male. Non olo permette-li, e li coni

glia, ma approvali ancora, e li comanda s e in pi occaioni


non lacia al popolo la libert di non acricare. Blige pei*
petui olocaui ogni era, ed in ogni mattina , precrivene di
particolari ne giorni del Sabbato , della Neomenia, e nelle

gran Fee di Paqua, della Pentecoe , della Epiazione, e


de'TabernaCOli. Ne ordina altri ne' cai di anlChC 'impurit ,

o di alcuni falli-d' ignoranza. Accetta quei , che gli vengono


oerti per ringraziarlo debencicj ricevuri, o per Ottenerne de'
nuovi. La maggior parte di quer* pratiche limo di obbliga

zione, e di una _indipenabile neceit per quei, a' quali dal


la legge vengono impoe. Iddio a evere minacce a Coloro ,

che ci aveer mancato; e promette guidertloni a quei, che le


,avran praticate.

'Veggoni dal principio del mondo in uo i acrici. I pi


giui ed i pi anti Peronaggi, tanto otto la legge di natu
ra, quanto *ono la legge Scritta , ono {lati PUtualiilml a
rendere al Signore queo contraegno della lor xiivozione , e

del loro omaggio. Oerviamo nella Scrittura i aCrich di A


bele , di Abramo , di Melchiedec , di Giob , di Giacob ,
e d Iac . Non pu gi diri , che que-.'11 acrici eno ati
una emplice tolleranza; percioccii talvolta Dioeo gli ha

.comandati , e dato loro egni manicili della ita approvazio


ne, come allora quando mandi") per conumarli il Fuoco dal
cielo.

Cos pure i Profeti , allor-th inveieono contro ai a

crici, non ne combattono che labuo. Biaiznano oltanto la


preunzion degli Ilbrei , che ponevano nelle cirimonie eerio
ri tutta la loro itlanza, mentre che tracuravmo le loro e

` enziali obbligazioni, ed i maggiori precetti della legge, cio


(fl) Pf: L. 18.

l amor di Dio e del proimo. Se a'vie 'voluto zcrrj, dice


Davide (d) , i0 ue gli' avrei' 0_ em' ; m.: 'uni non chiedete 010m
i. Il acricio pi grato clac- a 'voigpojz querr, quello di un'
anima addolomta , e rompmztrz, non ribatte/1:10 'voi un marc umi~

(e) P- xxxix. 9. io. [into, c contrito. Il altrove (e): Voi non addomzzszdre acrifici ,

n obblazion, ma mi avete dato orecchie per acoltarvi : l'01' ;zan


.richiedere olocauo, n obblazone; ma z'o bo detto .- eccomi-pronto,
allor~

SO-PKA'IL LEVII"OCO.`
273"
allorch mi avete chiamato.- E in altro luogo (a) piegai il (a) Pf. xllx. 9.
Signore in quei termini :Io non prender i-vitelli della wra em_
fa, n-i-capretti delle vore gregge. Tutte le beie elvagge, e
gli' animali tutti doom-Bici a me aPPartengono . Ecco ci che da
voi richieggo: Sacricaie all' .Alttmo un acricio di lande, e a
lui r- -vori *voti rendetene.

'Un anticoa-utore appreo S. Agoino (b) nota eervi (b) .April Augu.
quai. ex rr-:que re
nellantico teamento due orte-di acrici z gli uni coman ammto
, quan 05
dati e di obbligazione; e gli altri di devozione, -e laciati al

la-libert di ciacuno.- Parlandddio agl Idraeliti per boc


ca de' uoi Profeti ,- dice loro di non avere da ei richiee
le oie del econdo genere; potendo laciar di oerirgii ia*

c-ricidalla ua legge non comandati: Ina giacch preentavan


gli agli occhi uoi, dovevan riettere alla qualit di chi ri
cevevali , e non oerirgli,come` acevano , enza rieione,

e enza celta; perciocch preentandogli acrici di animali


vili e dipregevoli , andavano vieppi irritando contra di loro
il uo degno. Di queo appunto lagnai in Malachia (c) '2
Se oerite un animale, :bc a cieco , per e'ere acricato , non
quella una ingiuria che fate a Dio .P e e gli oer-ire un animal
cieco , e ncruato , non queo un oltraggio .P Oer-itelo al 'uo
ro PrincPe, e *voglia gradirlo, e e favorevolmente rw' accetta,
dice il Signore.
` `

(cl MJZAEJJ.

la ,era
ragionla principale
che faceva
degli Ma
Ebrei
mala dipoizione
del ributtare
lor cuorei .acrici
Tut
ti occupati in un culto ecriorc , e in cirmonie cnibili ,'
ondavani ulla propria 'loro giuizia , e tracuravano i mez
zi eenziali di piacere al Signore, che conie in un culto i
rituale ed interno , e in una vita pura ed innocente.
;li
Ebrei i Fermavano alla ola corteccia , e all' erineco della

religione; attaccavani alla ombra, e allaigura; n mai s'in


nalzavano a riconocere la verit.

Gli antichi acrici non

erano che gure , e come profezie del acricio del Meia


(il) Am:. ctraFau (d) : Celebrabzmt figura: future rei multi cientes , fed pluret [um
[il. Le' 18.11:

Ma quanti ve n eran , che penetraero il fondo

viimis pera-*um .

di quco enigma, e che chiaramente corgeero bene il en


o di quea Profezia? Quei acrici non erano , che per

ignorante: .

qua: offered-r Dea .


cut rc tanta digm

un tempo; e dovevano eere eguiti da un' altra otia, e da

un altro acricio. Eran per ei una iruzione , ed un pre


paramento a qualche coa di pi auguo; erano , dice beni
imo S. i'reneo (e) , una Maeria per il preente , ed una
Di. Calmet. T. I.
Mm
Pro~

.-,mt ,Pra/1h etiam :e


lembamumra "vi
daria, , 7mm: Chri
m 05m it . Mu; i
P- xrx l x.
(e) Irma: lib. 4. e'.
2.8.

274.

RAGIONAMENJO

Profezia per il futuro : Lex (9" diciplina era: illis ,K'ypropbc

tia futuromm . Siccome adunque arebbe uno regolamenro,


ed un errore di attaccari alla lettera, alla gura , alla Ombra,

enza prenderi peniero della verit e della realit a Cos ham


no con ragione parlato la Scrittura, e i Padri delle cirimonie

della legge Moaica, coniderate nella pratica degli_ Ebrei car


nali, come di coa aai inutile, ed anche nociva , che Dio

(a) Orirm.lib.7.t0n
tra Cel um.

(b) Eucb.xx.z;.
(c) Hebr. Vil. 16

(d) Rom. vu. [4.


Scimu: enim quia

Lexpiritualis c .
(e) z. Car. lll. 6.

Littem orridiriria

tm mere: *mm/ira:.

rollerava con pena,ed avevale accordare alla durezza ,del _cuor


degli Ebrei. Ma la legge , e acrici coniderati otto altro
rieo ono certamente in altro_ modo imabili. -La legge pu
avere due riguardi , come da Origene viene (a) con gli an
tichi oervato: l' uno econdo la lettera , e l'altro econdo
lo pirito . Sotto la prima idea ella chiamata ne'. Profeti
un mal diritto , e precetti non- buoni(b) : Precepm mm bar,
na. E da S. Paolo (c) una legge carnale : Lex` mandati car
nalis. Sotto la econda coniderazione dinominata `una buo

na legge, e buoni precetti,una legge di pirito (d):ed in que`


o medeimo eno die l Apoolo, che la lettera uccide, e

che lo pirito da la vita (e) .

'

Quindi , bench le cirimonie de acrici della legge an

tica prei in e tei , e econdo ci che hanno di enibile e


di eeriore , non poano piacere a Dio, n giuiicar quei ,

che gli praticano con dipoizioni bae e ervili, e che in que


o eno non poa Iddio avergli comandati, n eergli a gra
do , come coe proporzionate alla ua Santit , ed alla ua,

Grandezza s pur non pertanto certa coa c` , che nel diegno


di formare una Religione tra un popolo groolano e carnale ,
e 'di abilirvi un culto , che potee ervire di fondamento ,
o piutroo di preparativo ad una pi ublime e pi perfetta
Religione , non poteva mandare ad eetto coral diegno , e
non com' egli ha fatto , ordinando pratiche eeriori, che con

COrreero a ar conocere que' altra Religione, che di vero


era la prima ne uoi diegni, e nella ua intenzione. Siccome`
Iddio ebbe empre per oggetto il acricio del uo Figluolo ,
e la verit della nuova legge; eguene di neceit, Eh'cbbe
empre altres la mira di dar precetti, e d' itituire nella leg
ge antica aCricj, e cirimonic che erviero di mezzi per giu

gnere al principale e primario uo ne. Tutto [Q eteriore


della legge Moaica era neceariamente gurativo; e lerror
degli Ebrei u di non porre baante attenzione a queta dipo

izion della legge.

La di loro diavventura {bara di- tamat-`


'~

UC*

.SOPRA IL LEVITICO;
'2.75
taccati a ci, ch' era puramente acceorio , in vece di ricerca#
re quelch`era pi ano, e pi vero in quello eo, che il
-ine, e-la perezion della legge .* Umbram haben: Lex farm0mm
honorem, non :pfam imaginem rerum ..

nunquam pote/Z acceden

tes perfeos'facere (a) .

(a) Hrbr. x. l.

AMXWMJQK* LAMMLRMXX
*****************************
**razr-xacxx-xxrraxrxxter-K**ae-xx***

TTTTTTTTTTxTYTTTTTTTT "A

DI SSERTAZIONE
_,7

o v"

13 R o
I

INTORNO .AL LA NATURA , ;ALLE CJ USE , ED :AGLI


EFFETTI DELLA LEBBM.
i Vendo letto con non poc attenzione quanto
f' i hanno critto i Comentatori intorno alla Leb
bra , di Cui ragiona Mos , non abbiam tro

vato , a parer noro , nelle opere loro coa,

L _i che u tal materia interamente ne appaghi.


' I' pi eruditi di loro contentani di olamente
accennare quel, che i Filoo e i Medici in

egnano di cos moleima malattia,e di compararla con ci,


che dice Mos della Lebbra, per farne oervare la imglianza
o il divario. Altri poi attenendoi puramente alle parole di
IVlos, pretendono, che la Lebbra da lui menzionata ia total
mente diverit dalla Lebbra ordinaria. V ha pur anche qualche
Rabbino (b), che difnde eere almeno miracoloa la Lebbra
delle veimenta,e delle abitazioni,mandata da Dio agl'Idrae
liti a ine di gaigarli della loro inedelt e mormorazionezn
mancano Padri (c) e Interpetri , i quali par che adericano a
tal entimento.
Clerico che ha fatta una 'particolar dicrtazone opra la
Lebbra 2 motra di eere peruao , che queta orta di male
ia del numero di quem, 'che la Providenza manda agli uomi

Mm z

ni

(b) Mamond. Gt;


mnd.Remn.ui. Se.
plmradihpud .Man
i .

(c3) Theaderer- qua.


l

:.76
DlSSERTAZIONE
ni in certe occaioni, e che dura olamente a tempo.

Cono

coni oggi delle infermit , che i nori antichi nonlnc ave


van noriziaied ei ne conocevano altre,chea noi rimaWono
(a) Hi/70"41. lidr'

Ai-&70711614; .

ignote.Non pu renderi ragione di queo divario nella natura.


L' autorit d' Ipocrate (a) , il qual tiene non eere la
Lebbra una malattia , ma bens una emplice deormit, in~
duTe_un gran numero di autori Criiani a dire con eo lui ,
che la Lebbra mentovata nell' antico , e nuovo Teamento
era una pecie di Morfea, Vitiligo, e una chifezza da cui non
mai guarivano, ma netmvani olamentei Lebbroi. Ebbe Ar

(b) Amo. [ib. i.

nobio (b) tal entimento , inegnando che GESU` CRlSTO


nett col olo tatto i Lebbro z Ile Cbnu: nom albimntium

(c) Turne.. llib. 15..


6.1[

(d) Beau in 8.Mat.


rl].

(e) GloCWilk.

Vitiliginum admora manu detert. Intende 'parimente Turnebo


(c), che la Lebbra anata dal Salvatore nell' Evangelio foe
una deformit prodotta dalle chiazze della Lebbra eminate o`
vra la pelle. Teodoro Reza (d) oiene, che una tal Lebbrz
foe diverima da quella nomata da Greci , ElePbantias, la
qual'era una cabbia oinatilma , di cuii loro autori ne han
no~ grandemente parlato .
Altri allincontro (e) mantengono , che la Lebbra men
zionata dalla Scrittura foe una vera Elephantas , la pi ma

ligna , e la pi nociva di tutte le Lebbre . Penarono alcu


ni Moderni , che la Lebbra degli antichi foe l ie
mo malore , che l invecchiato male venereo; e tale i la

'opinione di Turnefort , il quale in viaggiando i abbatt a


vedere non pochi Lebbroi. Ve nc ono invero ,di cooro,
che i potrebbon guarire con gli ordinari rimedi , ma i pi
ono incurabili , attea la omma corruzione ne;-lor0 umori

H') 2.. Panxxvnr.

da tanto mal cagionata. Certa coa , che in tutti i tempi


i mmamentetemuta la Labbra. Noi abbiamo dalla Scrit
tura (f), che neppure i corpi morti deLebbi-oi eppellivan
i cogli altri cadaveri .
. '
Ma fore variet. tanta di opinioni facilmente deriva da

'non aver bene eaminato Mos , e per non eeri con ba~
ante attenzione confrontato quel ch egli dice , con quanto
ne inegnano i Greci autori. Imperocch per l' una parte
egli indubitato , che Mos parla di pi orte di Lebbra ,
e per l altra ei non accenna rimedio veruno per guarirla ,

ma d* olamente regole, a ne di diiinguere la Lebbra dan


noa,
e che
comunicari,
che dinomna
la quale
nonpu
punto
vnoiva da
. quella
Decrivezaltres
certipura,
altri
ma

SOPRA LA LE'BBRA.

277

malori imiglianti alla Lebbra enza averne di quella il ma


ligno. Dee rietteri, che ovvcnte nella Scrittura , maime

nella Volgata , viene adoperato il nome di Lebbra per di


notar quelle coe , che ono mere dipoizioni a tal mala:.
.tia , o contraegni p6r dar luogo al opetto di eerne at
taccato z e che Mos dicorre di una certa Lebbra delle ca

e, e delle vei , la quale non nota a chi che ia verurt


altro autore.

Si pu da tutto queo inerire, che il termi

ne Ebreo Zar-;ad molto pi ampio , che non il Greco ,


ed il Latino Lepra; e che perci mette conto di ar ben.
conocerci vari ignicati di quea Ebraica voce , prima
.di trattare circa la natura della Lebbra menzionata dalla
Scrittura .

.`

Nel cap. xxx!. del Levitico ci decrive Mos diveri nu


lori, che hanno una qualche omiglianza colla Lebbra , ac

cennando, dapprima alcuni egni in generale, che dar poono


a credere, che taluno ianc colpito.
Il primo indizio- un tumore eerno (a); il econdo (a) Scherzi.
una bolla (b), o pocma s il terzo una macola bianca (0),

(11) 5'0P1111ar"

Fc) Huber

e lurantc , o vermigia , alla quale peo i d i' epiteto


.di alba lucente (d).

Tutti cotci egni , `ovvero alcuni di (d) Legna-;Un'am

.loro potevano cagionare un giuo opetto -, che i avee la 4733


,I.ebbra. II mezzo ordinario , che adoperavai per chiarire
,ne, era di racchiuder per ette , o quattordici giorni colui , *
che i preentava al Sacerdote , per vedere e in queo men
tre il male 1 dichiarava , vale a dire , e i coprivano egni
alcuni certi , ed infallibili della Lebbra , i quali ono-a I.
Una macchia alquanto bianca, roetta , e lucente in u la
carne. II. ll pelo che da ea ne punta pallido inieme e ru
-lnicondqia~ III. La parte oea pi cavernoa del rimanente
della pelle. Una emplice macchia bianca non baava per ar
dichiarare un uomo Lebbtoo, ma era d uopo, ch ella cre
cce, e i-.:llargae- Erano talvolta imili chiazze olamente
di cab-bia, o di rogna. Scabies ejZ (e); e tal iata erano em- (6) Lwif-xmi

plici cinture di mero roo. Qualor poi tutto' il corpo i tro


vava bianco da capo a piedi, era , dice Mos, una Lebbra pu
(f) lgiem-u. n.13.
ra, Lepm mundzma (f) .
Ma quando la carne era coperta di bozze bianche (g), (g) 'chlo-19

con vederi otto imiglianti tumori viva la carne, e *l pelo in


quel luogo , ove que': l trovavano , aveva cangiato colore,
ed era addivenuto bianco s era una vera chbra , anz: una
Leb

27s

DISSERTAZIONE

Lebbra invecchiata , e pei-nizioa , Pm znuetcrata.


.had-HA

Se miravai in qualche cicatrice , ovvero in una parte ,`


ove oe ato dato il Fuoco, un alba enagione, o una mac
(a) Levt.xiu. 19.
2.0.2.4.

chia bianchiccia , lucida , o vermiglia (a) , la quale oe

pi onda che allo ntorno, e'l pelo divenuto pallido, o biom


do s era parimente il contraegno di una verima Lebbra.
Final-mente allor-ch ne capelli di un uomo , o di una
donna corgevai una piazzetta pi concava del rimanente, e
and
A

che il crivne ne avee mutato il colore (b) ; era pure un in

(b) v. 2.9. 30._

dicio infallibile della Lebbra .

Dubitandoi poi e o-e vera

mente Lebbra , radevai tutto il pelo , eccetto il luogo , ove


zv'-kn

credevai il male, e per ette giorni fi andava oervando. Se


in queo pazio di tempo creceva la macchia,non aveai dub
bio, che` non foe infallibilmente Lebbra, enza pi badare al

(c)

color de'Capelli ( c) .

Macole bianche, o pi roe, e pi luranti del rima

34- 3r- '3.6

(dl v. 4:.. 43,,


.

nente, ulla tea di un calvo, denotavano altres con icurezza


l'a Lebbra (d).
Ecco il unto di 'uanto dice Mos della Lebbra , donde
pu inerire non elervi che cinque qualit di Lebbra co

gnocibi-li da' contraegni eguenti: I. Una macchia bianca`


ulla carne`pi profonda del reo, e il pelo addivenuto bion
.KgAn

do, o rolo.

II. Tumori albi opra la carne col Fondo roo,

corgendovii la carne viva; era quea la Lebbra invezerat'a .


III. Una bozza bianca, luccicante, o ro-letta in una cicatrice

pi incavata che all' interno , e 'l- pelo imbiancato - IV. Ne'


capelli una piaga pi cavernoi che 'rl rimanente, c. I pelo ad
divenuto biondo. V` Sulla tea di un calvo una macchia
(e) Cel. L7@ 218.17
l

bianca , e roa .
Diingue Celo (e) tre forte di Lebbra 3 [Indigo. La
prima dinominata bianca , in Greco Alp/'10: , la quale una.

macchia bianca ul corpo- dell' uomo , che fpande a guia.


di gocce bianche , e rendene la* pelle ruvida , ed? ineguale.

Quee macchie non on contigue; ma ovveme dilatani ,


ed occupano uno pazio maggiore. Lav econda orta della
( f) Melas,
0

(a) Leyki. '

Lebbm detta nere: (f) non diyeicando dalla prima , -inv


quanto al colore. In omma la tem oprannomata'lu/Zm , o

alba (g)e pi radica-ta della prima, la: pi': malagevole' a gua


riri. Rende queta nella parte male aetta i-l pelo bianco', e
minuto a guia di lana', o di* lanttgine: n ana quali mai
perfettamente ;.- e la- pelle atani: una volta. offea- non ripren

de

SOPRA LA LEBBRA:

279

degiammai il uo color naturale. Si oono rierire alla pri


ma qualit della Lebbra notata da Cel o i fregi bianchicci dc

c-ritti. da Mos al v. 3. del cap. xr rr. del Levitico; e alla ter

za di Celo i tumori bianchi colla carne viva , come gli rap


preenta Mos, e a veretti ro., e 15. e parimente quella che
i forma nelle cicatrici a' veretti 19. zo. 24.
Quel che dice Mos di quea ultima orta di Lebbra, la.
qual conie in un tumor bianco col fondo roetto, ove i cor
ge ancora viva la carne, potrebbe bene indicare l Elephantia

i: , la pi pernizioa di tutte le Lebbre; rendendo la pelle


ruvida , ed ineguale come quella dell Elefante. Ea rode ,
e eagiona cocenti pruriti ,formandoi ulla cute croe, e qua
me a guia di quelle del pece, ed ulcere che i einguono, e
poi riioricono le une opra delle altre. Giugne ia Carne a
tal grado d'inenibilit ,che forare con un ago le giunture del~
le braccia , e de'picdi , ed anche il groo mucolo , che il

pi enibilgnon e ne prova dolore. I peli de'Lebbroi on


Corti, ritti , c criati , n poono vellcri enza qualche poco
di carne putrefatta, che gli ha nutriti,- e ono empre biondi,
1e- in capo, o al mento rinacano.
Ecco i contraegni ordinari , a' quali vogiiono i Medi#
ci , che iiCOHOC la Lebbra perfetta , ed invecchiata , la.
quale rende la voce a guia di quella di un cane , dopo a~
ver lungamente abbaiato , ucendo ea pi too dal nao ,

che dalla bocca. Il polo dell ammalato tenue , grave


lento, ed intrigato. Il angue pieno di piccoli corpucoll
lucidi, e bianchi imili a' granelli di miglio , non tenendo
e non unacabioa ieroit, e pogliata dell'umido uo na'
rurale', a egno che rinuovi del ale , nOn pu dicioglier
i. Egli ancora talmente ecco, che bulica l' aceto che in

lui s'infonde; ed s fortemente legato con certi impercet


tibili li,iche gettandovii entro del piombo calcinato ne a
facilmente a galla.

Cruda l'orina, vicoa , cenerognola ,

torba, e'l uo edimento a guia di farina mecolata con c


mola.- Raomiglia il uo vio ad un carbon mezzo pento,
comparendo luro , untuoo , gono , e eminato di duri'
mi ignoli, la bae de'quali verde , bianca la cima. For
ma la fronte ua divere grinze , che tengono dall una all'
altra tcmpia.

Roi , ed inammati on gli occhi , riplen

dendo come quelli di un gatto, e porgendo in fuora, non


poono muoveri n in qua, n in l. Goniate,e rubiconde
ono

280
DISSERTAZIONE
ono le orecchie , mangiare vero il fondo da ulceri , e at
torniate da picciole glandulette. S'incava il nao, purreacen
doi la cartilagine , e le nari ono aperte , e chiui i menti
con alcune ulcere nella remit. Secca la lingua, nera,en~
ata , ulcerata , ritirata , tagliata in olchi, e rempeata di

bianchi granelli. E` poi inegualc la pelle , ruvida , ed inen


ibile; o i ori, o i tagli, in vece di angue ella rende un
liquore anioo; e peo bagnai enza poterla mai umettare.
Si tiene, che i Lebbroi abbiano s trano calore nel coi'

po , che dopo aver tenuto per un ora un pomo freco in


mano , addiviene cos arido , e grinzo , come e ato foe
per orto giorni al Sole. Finalmente il nao, le dita delle ma
ni, e de'piedi, e anche le membra interamente digiungoni,
prevenendo colla loro morte quella del miero inermo. Il
mordicame-nto poi che produce la Lebbra s pietato , che
'l povero paziente non prova 'in grattandoi rioro ben mi
nimo, ma va piuttoo cangiandoi ulcere profonde , e dan**
noiime inammagioni .
-Viene accertato aver la Lebbra un interno principiomol
to prima del uo apparire nelleerno. Avicenna la nomina
morbo, o canchcro univerale. Pretendono alcuni, che la di
verit de colori , che i van ravviando nelle bollicole' de'
Lebbroi, proceda dal divario del loro temperamento , e de

gli umori, che dominano nel angue . Le une on roe a


caua del angue malinconico, e limaccioobianchette le al
tre pel compolo della pituita dena, alata, nirroa,ed aCre

mecolata col angue malinconioo : alcune ono altres pi


maligne per l'acrimonia , e l'adulion degli umori , che di
vengono velenoi, e peilenziali, comunicandoi agevolmente

a chi a ano. La Lebbra de genitori paa a' gliuoli . La


oppreione de'mei, o delle morici, dicei, che produca la

Lebbra, come pure un peimo nutrimento, che da taluno i

prenda.

Da tutto queto ben i comprende , che la Lebbra

qualora formata , non una emplice deformit , ma una

veriima malattia , e anche delle- pi molee , e delle pi

(a ) Lmm. l. 6.

pernizioe.
Fu comuniima nellOriente la Lebbra. Attea Lucre
zio (a), che quella che chiamai Elephantias , particolare
agli Egizi :
E Elephas morms , qui Pratt-r umina 'Nili
-

Oignitur .-Egjpm in media, neque pri-:terra uquam.


Ri

SOPRA LA LEBBRA.

zsi

Riconoce`( a) Plinio lo fieo; dicendo ancora , ch'een (a) Ill/1.!. 16. t. l.


ri peculiare hoc
doi dilatate in Roma tra perone di qualit certe contagioe 1557
m a u;
.
.

volatiche , non poterono mai eer anare , e non da' Medici

venuti di Egitto , ov' frequentima s -atta orta di mali .


Quanto alla Lebbra nominata Elephantias, non era conociuta
in Roma avanti Pompeo , e imigliante malore non vi u mol

to tempo comune. Queto cominciava ordinariamente dal vol


to, mirandoi nel nao come una pecie di lenticchia,che ben
too dilatavai per tutto il corpo , rendendo la cute picchetta
ta di vari colori, ineguale, roigioa, in alcuni luoghi tiran
te, e Hocia- in certi altri : nalmente addivenuta tutta nera la

ciava la carne attaccata agli olii , enando a malati le dita del

le mani, e de'piedi. I Re d' Egitto per guariri da imigliante


malore , allorch ne venivano aaliti, adoperavano bagni di

angue di piccoli anciullini.

Propero Alpino (b) riferice , che l' Eleth:tz`as inve

(b) Alpin. de Abd".

te principalmente i piedi, ed tuttavia molto comune in E cm. {im-pri l. 1.:. l g.


gitto . Ipocrate (c), e Galeno (d) hanno riconociuto una (c) Hippormt. 1. z. _
Porrlteticon .
orte di malattia propria de'Fenicj , la quale una pecie di (d)
Glo Caimi.

Lebbra; ravviandoi dalla decrizione dIpocrate eere la Leb


bra bianca . Alcuni (e) Medici moderni parlano ancora di una

(e) Guido Cardiac.

qualit di Lebbra, che chiamano di Tiro. Maundrello (f) di

ce di aver veduto nella Paleina alcuni Lebbroi , e che que


ta malattia rende i pi di coloro che ne ono aaliti , come

() Maundrcl , Vo
yage d Alep a Jcllh
alcm .

quei de' leoanti, o de cavalli rognoi , dimanierach i enian

le coce, e empre enza dolore; ma non poon erviri de'


loro piedi
per camminare.
Preteero
alcuni antichi (g) che gli Ebrei non uciliero
( e) Appio , apud

d Egitto , e non perch tutti erano at colpiti dalla Leb


bra . Tacito , e Giutino hanno inciampato in imili favole

[ef-*I7 [ib. Lcoztra Ap


pia.

inventate dalla invidia degli Egizzi vero gli Ebrei , e vigo~


roamente' conutate da Gioeo , il quale con gran giudicio
dimora, che Mos non avrebbe promulgate leggi , iccome
fece, contro ai Lebbroi, s' ei foe ato capo di un' armata

tutta compota di gente comprea di imigliante malore. Nel


tempo di GESU' CRISTO eravene un gran numero nella
Giudea. Avicenna (h) ininua, che s Fatta infermit era pa
rimente molto ordinaria nell Arabia. Erodoto (i) , e Cte
ia (k) crivono , che i Periani non orivano , che i Leb
broi della loro nazione teneero conorzio cogli altri Peria

ni, n che aveero ingreo nelle citt, pretendendo eer tal


Diert.Calmet T. I.
Nn
malut~

(h) Avicen- li. 7.


Ser.; 7. mari. z. r, 9.
(i) Herador. [lb. r,

(ki Imc-3- (ire/;aria


excerptir Pim~ a
pmi Hem. Step/7,1.

282
DISSERTAZIONE
malattia un gaiigo mandato a coloro , che avevan peccato
contro'del Sole; e cacciavano da' loro ati i foreieri alber

gati in caa di un Lebbroo.


Nell xt. e xr 1. ecolo, e ne' eguenti furon frequentil

mi in Europa i Lebbroi. Evvi chi crede,che il numero gran


de di Ebrei-paro allora in varie parti dell' Europa , vi ave~
ero eminata s terribile infermit. Soengono altri , ch ella
non addivenne famigliarima, e non dopo i viaggi della So
ria , o d' oltra mare in occaione delle Crociate. Si nomarono

glinetti di tal contagione Lebbroi, e i fondarono a benecio


loro molti lazzaretti, o pedali.

Matteo Paris dice, che in

Europa ce nerano da dieci mila. Si davano a'Lebbroi certi


egnali per diinguerli, e i obbligavano a vivere eparatamen
te, e talvolta a portare una pezie di nacchare, e di quille ,
ane di eere conociuti, e sfuggiti dal-popolo .

E' la tigna una qualit di Lebbra , che viene in capo


con icaglie, e croe di color ceneracciolo, ed alcune volte
alquanto giallo, di un'odorepuzzolentiimo , e cadaverico .
Di quea orta di Lebbra parl probabilmente Mos otto il

nome di Lebbra de capelli, e della barba, e di quella che na~


ce in tee calve.
_
Non ragiona Mos che di un picciolo numero di eetti
della Lebbra . Tuttoei ch'ei ne dice, riducei a' pi enibili
egni , che poono far diinguere s fatto malore a' Sacerdoti

incaricati a farne il dicernimento. La Lebbra in generale i


manifeta con un tumor bianchiccio , che i propaga , e i au
menta , ed pi cavernoo del rimanente della carne 5 e di

inguei dal color bianco, e pallido del pelo , che nace nelle
parti compree di tale infermit.
Le impetigini poono rieriri alla Lebbra, come precur
ori,
e dipoizioni a tanta malattia. Da principio non ap
parice, che una inegualit di pelle con un pizzicore aliai leg
giero , ma che dipoi va crecendo. Coprei la cute di una.
bianchezza imile alla farina , la quale Finalmente degenera in
Lebbra, quando in cambio di detta albedine , ovraggiungono
le caglie, o quame a guia di pece. Conobbero i Romani
una qualit di volatica pi nociva delle ordinarie , e la nomi
narono Mentagra. Dice Plinio,che non aveaene notizia avan

ti il regno di Tiberio . Ella era talmente 'contagioa , che


comttnicavai per via di un emplice bacio , o in toccando
olamente colui che n' era infetto. Aaliva di primo lancio
..

11

SOPRA LA LIEBBRA`
283'
il volto, indi il collo, il petto, e le mani , e rendeva dior
me con una pecie di forfora etida , e ozza , che ne copriva
la faccia . Non i pu quai dubitare', che coloro i quali
ordina Mos di racchiudere , per giudicare e l' albedine ve

dura opra i loro corpi i facee maggiore , non foero a~


aliti 'dalle erpigini , le quali comunemente degeneravano
in Lebbra .
-

Dopo avere diaminato gli eetti, ed i egni della Lebbra;`


convien ora dicutere , quali `eler poono le caue di'tanto
malore. Inegnano i Medici, che le Volatiche, la Tigna , la
Lebbra ono prodotte da un compoo di umori antipatici, e
da un angue maninconico , abbondante, vicoo, deno, ed
ac're, cheta tra carne, e pelle, il quale rodcndo la cute vi

cagiona pizzicori violenti, che neppur grattando pollon repri


meri. Sono eglino pur di parere , poteri comunicare il male
da'genitori aigliuoli, e che un,pelmo nutrimento, o la non

buona maniera di prenderlo, la dipoizione del corpo , o de


gli umori non poco vi contribuicano , iccome la cattiv'aria,
la ozzura dc' letti, e delle veli-i.

.
Ma coneo , che s atta piegazione di Caue produ
centi la Lebbra non del tutto mi appagas e ento a com
prendere , che un morbo , il quale i comunichi cos facil
mente , e con tanta celerit , facendo principalmente enti

.re nell' eerno, c ulla pelle i uoi primise pi enibili e


fetti, ia cagionato da una contagione aatto interna di umo
ri : n tampoco veggo qual proporzione , -e quale analogia

vi potelleeere tra la Lebbra degli uomini prea in queo


:eno , e quella delle veimenta, e delle abitazioni, per dar
ne a tutte loro la medeima denominazione , e per farle di
tinguere quaimente a medeimi contraegni. Onde io prez

entemente proporr un nuovo iema u quella materia ,


pel cui mezzo m ingegner di piegare in una maniera fii
ca , e meccanica tutto ci, che ci dice Mos della Labbra

degli uomini, degli abiti, e delle cae; c il far cogli- e


principi generali e comuni.

Stimo adunque che la Lebbra , e tutte quelle infermi


t , cheta lei in qualche modo raembrano, come la Tigna,

le Volatiche , la Morfea , e quelle che i Latini chiamano ,


Pom, Alamein, Pm-rigo, Elvpbanrias , Arzntagm Lic'hcn , &c.

e in generale tutti imalori che oendono la cute degli uo


mini, e degli altri animali , che Ia rodono, che i cemuni
Nn z

cano,

:84.

DlSSERTAZIONE

cano, che crecono e i multiplicano , che cagionano crudeli


pruriti, che anno cadere il pelo, e ne anno mutare il colo

re, e che finalmente terminano a produrre la inenibilit 5 io


credo , dico , che tutte s fatte malattie ieno alla bella prima

Cagionate da piccioliimi impercettibili vermini , che sintro

ducono tra carne, e pelle, rodcndo in primo luogo la etnico


la, indi l'eremit de'nervi,e le carni, producendovi alla
ne tutti quegli eetti, che i oervano nel principio , nel pro.
greo , e nel ne della Lebbra, e delle infermit che hanno

qualche attenenza con ea .


Certa coa , che i danno poche perone ane , o iner
me , le quali eenti ieno da vermi , generandoi quei nel

corpo dell uomo, e in quello degli altri animali mediante un


certo eme, che vi entra coll'aere, e per mezzo degli alimen

ti. L'aria che repiriamo, e la .maggior parte de'rutti , e de'


cibi co? quali ci nutriamo, gremiti ono d inetti che a'nori
corpi volentieri i attaccano, atteo il calor che vi trovano, il
quale contribuice a mantenerli, ed aiutali a generarvene altri
lmili a loro. Le coe che anno attorno a noi,e di Cui ci er~

viamo, ono bene peo colme d'impercettibili inetti, nemici


della nora anit, non nutrendoi cooro che a pee de n0
ri corpi.
Le moderne oervazioni de Medici, e di quei che hanno
adoperato il microcopio per icoprire un picciolo mondo di
animaletti , che i nori eni non poono per e ei ditin
guere,c'inegnano non cervi quai corpo,che non abbia ver-
mi di una particolariima pecie. Ce ne ono nellaria, nell'
acqua, nella terra, ne' peci, nella frutta , negli alberi, nelle
pietre, nedrappi,negli malti, nel vetro medeimo, e ne' cor.

pi pi aldi. Il pi aediato per ne l'uomo; nr~~vi ha quai


parte del corpo uo, che non ia loro ggetta . E poi a tutti.
noto, nacerne negl'inteini, cd eerene veduti nel cervello,
nel fegato , nel cuore, nel angue, nella vecica, nell' u-nbilico,

negli ulceri , e nella cute.


po morte in vermi i riolve il
corpo dell uomo . Una quantita di fanciulli ,, e- di perone a-
vanzate in et en muoiono di vermi.

La giovent, e. pecialmentei ragazzi oggettimi ono a


(a) I Francei gli

certi picciolimi bacolini tondi, e bianchi (a), che i trovano

nomina no Cri-0m,
che noiditenm Pel
lirelli .

ove erpono tra- carne, e- pel-le , cagionandovi col rodere urp

in divere. parti otto la cute, ma ingolarmente nelle mani ,.

acutimo- pizzicore- I bambini ono- eziandio- ottopoi. ad un?


a

altra

SOPRA LA-LzEBBRA.

:85

altra -orta di animaletti chiamati. Comodo da Filici , e da'Fran


cei Crinons , i quali vengon loro nella chiena ', e talmente gli

corrodono , che nulla profittano, con tutto che alquanto ben


inodi~icano,e' dormano. Sembranopoi all'occhio tai ver-mic

ciuoli , qualor i traggono dalla pelle rofinata con mele in


luogo caldo , a foggia di corti, e groi crini, oppure come

etole di cignale.- Il microcopio gli d a vedere di color di


cenere con due lunghi cornetti, gli occhi tondi e grandi, la
coda lunga e peloa nell'eremit - Occupano per ordinario le
parti mueoloe del doro , delle palle , del polpa-edo della
gamba. Con uno non mai interrotto prurito rmo perdere il

onno aragazzi, cagionando loro paure , inquietudini , e ri


da . I deboli, ei pi delicati vi ono maggiormente oggetti.
Pu vederi negiornali,diLipia la forma di ambe le Pccie de"
pretiti menomilmi vermicciuo coniderati col microcopio

Stimano molti, che l maligno delle ebbri conia nella


verminoit, e in ci ch'e chiamano putreazione animata ;
pretendendo che* da quea. purreazione ,- e dal gran numero de'
piccioli verminetti ,i quali da quella ne naCOno, e purga

no il corpo, i producano i diveri intomi delle febbri mali


gne. Ocrv Berillo, mediante il microCopio, piccoli vermic
ciuoli nelle puole del vajolo; e Pietro da Caro vidde nella.
pee di Napoli de' gavoccioli, o de'buboni , che ne' abbonda

vano.

Pu parimente notato col microcopio , che la gangrena


Conie in un numero indicibile di vermicelli ,- che nacono

dalla came morta, i quali generandone inceantemente' .degli


altri corrompono le parti vicine. Lapee ,medeima vien ca
gionata, al parere di alcuni Medici ,da un` veleno, che i'pan

de per aria ,. comunicandot al angue ,- al ucco nervoo , e al

le parti ane, per mezzo di certi piccioli inetti , che ono nell" ,
nere, i quali traggoniJnel petto- per via del repiro. I 'iici
moderni piegano in cotal guia la comunicazione dc morbi epidemici, eredendo che facciali mediante cei-ti. picciolimi. a
ativ inetti, clt econo da buboni degli. appeati,o dalle perce

Chie di coloro che hanno la Febbre~ porpmina: e i pretende di


avere intorno a ci accuratilme oervazioni
cli Pro]] tr, Alpin.
` Propero .Alpino (a), il quale' ha ben eaminate le ma;
L14418 Medi!"
Lattie Egizzic ,- crede', che la chbra , onde? molti poveri em [111.1.
1517i"
pre` on travagliati ,. da altro non provenga; , e non dalle acf

que imputridite ,,.e' guae che bevono ,e perch 1 nurricono di"


carne'

:86
DISSERTAZIONL
'carne alata di cammello , e di bue , di peci alari-&mezz
marci , che pecano nelaghi , come pure di certa qualit di
formag_ i0 alato, poco meno che racido, che a buoniimo

prezzo in quel paee , e del quale la povera gente molto ne


mangia.
Tutto il detto inora pu formare una conghiettnra van
taggioiima al noro entimento : imperocch c tutte quee

Irte d infermit vengono cagionare da impercettibili vermi, non


egli veriimiliimo , che naca dallo eo principio la Leb
bra ?~ Ma per dare a quea ipotei tutto il uo lume , fa duo
po altres dimorare , che gli eetti ordinari della Lebbra i
eplicano facilmente, e in un modo naturalimo nella da noi

fatta uppoizione.
>
Convengono i Medici non giugnere in un tratto la Leb
bra a quel grado di malignit , che i oerva nella Lebbra an
tiquata, e- di cui gi notammo i terribi-liimi eetti nella de~
.crizione di tanta crudel malattia; ma bens eer ella dapprin

cipio una leggieriima oea della pelle , la quale cagiona un


mordicamento, che prona il malato ad arrettar col grattari il
proprio uo male; perciocch coll'nnghie g, per penetrare pi .
addenrro nella ua carne, i va formando delle croe, pecie

di caglie, che coprendo una carne anioa e cormtta,om~mi


nirano- una continova materia alle medeime , Le quali ae
candoi con dolore, vengono ubito ricoperte da altre, chelor

ne uccedono. Scorgonli ordinariamentc ulla carne de' Lebbro


li, prima che eno interamente diperati, ed incurabili , certe
bollicole di gura ineguale, pare qua e la ull-a cute, la pun
ta delle quali bianca e luccieante, albo` il fondo e* vermiglio;
,Tutto queto i piega acconciatamente nel, noro itema

I opra menzionati impercettibili: vermicciuol'i atm-ccan


'doi alla cutieola la roicchiano , e nel tempo. eo i pa
cono della pelle *, che ai ommo. enibile ,, ein cui prin
cipalmenre riiede il- en-o dei' tatto-- Tal corroione vi ge-
nera too un vivimo pizzicore Indi cavando pi adden
trO, i attaccano alle- glandule- papillari eminare per tutto il
eorpo- btro- la -cute, e- vi cagionanoi la- inammazione, on-
de nacono. certi- ign-oli bianchi nella. cima, e IO. nel fon

-do, nutriti dal? igo ltrato in: ee glandule ,, le quali ono:


pi, ov meno- bianche-z, econde- che l umore che. ptredomina
nel corpo dell?~ inermo, pi , o- meno anguinoa, bilio

ilo, o malinconico'. Quindi- procedono le divere ;pecie del

SOPRA LA LEBBRA. ~

'2837

la Lebbra indicate da Medici, e diinte da l'oro varj colori .


Cangia la Lebbra il color della carne,- fa diventar gialli , e
minuti i capelli; la upercie della parte oea dal male em
bra pi cavernoa , e profonda , che non il reo dellaltra pel

le, e i comunica a chiunque con indicibile facilit. E poi tut


to queo naturaliimo : i'mperciocch la carne corroa da tale

inviibile verminoit non ricevendo pi il angue , e gli umo


ri che la nutrivano , e che a lei davano la anit , e 'l colore ,

non pu crecere tanto preo, quanto che vien conumata; e

il pelo mal nodrito , Che tiene la ua radice nelle grandule


morecchiate, e corrotte, perde il proprio colore , addivenen
do pallido , e criato , qual pianta poa in abo, e ecco
terreno .

Il movimento, e lavidit di vermini cotanto ingordi, e


la raordinaria lor copia fa comprendere lagevolezza , onde

paano da un corpo all'altro, attaccandoi a' pi ani, e api


vigoroi, i quali entoni roecchiati da malattia s gravemente
dannoa, enza che la di lor anit da principio notabilmente
ne offra, e enza eeri precedentemente avveduti, s nel an
gue che ne loro umori, della menoma alterazione. Ma quan
do una volta la putrecenza , e la contagione i on radicate

nelle glandule , che ervono a ltrar gli umori , mirai too


tutta la cute gremita di caglie, e di chifoiime croe , che
coprono 'una materia puzzolente, ed infetta . La materia di i~

mili caglie, e di coral corruzione proviene dalle vene capil


lari, che per eer corroe le loro remit , non poono a

meno di non tramandare molte ieroit', che poi agnate ot


to le croe i corrompono, e imputridicono.

Peno altres a peruadermi , che un angue maninconico,


denb, acre, vicoo ,--ec. eer poa la cagione , e la origi

ne della Lebbra. Se ci foe , d' uopo arebbe upporre s


malnaca peima dipoizione del angue, e degli umori in tut
ti coloro, che principiano a patire di queta infermit 5 bio~
gnerebbe upporla in qualunque , cui i comunica , o per lo
meno un trapiantamento quai momentaneo delle maligne qua~
lit del angue del Lebbroo , in chi ei comunica la ua ma
lattia. Or queo appunto ci , che non i comprende , e
che embra contrario alla perienza ,ila qual dimora, che

una Lebbra. cominciata non cangia cos' .alcuna dapprincipio


nella maa del angue, il quale pu eere molto puro , e a
nitmo s mentre che la Lebbra i va formando , e s'nOIrra ._
E per
\

288

DISSERTAZIONE

E' per vero, 'che alcuni Medici aericono , che tal malore'
interiormente comincia , avendo gi da lungo tempo inviziato

l'interno, prima di manifear al di fuori: ma di queo ap


punto deidererei volentieri valide prove.
.
'Tanto lontano, che'l angue malinconico , acre, e vi

coo ia la cagion della Lebbra , quanto che all' oppoo ap


parice, .chci iane una equela, -e un eetto; imperciocch il
angue maninconico vien prodotto da un peimo chilo mal
cotto,e non ben digerito ;e la cattiva digeione nace da difetto

di calore nello omaco, e nel angue, cagionata da una dimi


nuzione degli piriti vitali, atteo il compoto di un terreo, c
lento umore,deno e grao. Or tutti quei difetti l piegano
perfettamente nella nora ipotei della Lebbra , per eere tal
,malattia a guia di un canchero univerale nel modo di gi di
motrato con Avicenna. E iccome il canchero generato nel
la ua _origine dalla corruzion di una glandula , la cui teltura
eendo concertata e compoa, il angue, e gli umori che
a dovrebbe ltrare , trattenendovii per troppo tempo, s' in
,crudicono, i fermentano, i corrompono , e Veoni di un
veleno corroivo, e mordace, il quale rode principalmente le
parti vicine al canchero: ed eendo tal _acido umore ricondot

to ne vai per la circolazione, vi cagiona da principio un'alte


razionc non molto enibile, ma che in andare di tal orta rie

crece, che tutta la maa del angue eendo guaa , non pu


guariri morbo tanto aidioo, e non con iirparele parti ,in
cui riiede la radice del male,ein correggendo le maligne qua~
lit degli umori, e del angue.

Nella Lebbra e il male viepp maggiore , la putre-


fazione ben pi dilatata , e univerale; -antecch in tutte
le parti del corpo oee dalla Lebbra s' incontrano .oltre i
menzionati verinicciuoli , l' iea malignit, e l' acrimonia
medeima negli umori, che nel canchero i oervano-La te

ituradelle glandule eminare per tutto il corpo opra la cu


te , eendo una volta diordinata; le arterie , `i nei-vi , le

vene, i'vailinfatici che compongono le glandule ,eendo


o guai', 0 compoi , gli umori s' inapricono , e i er*

meritano; e ritornando al cuore , e nella maa del angue


mediante la circolazione, vi producono~tin`alterazionc univer

ale, che pu altres eere accreciuta da un ehi-lo mal cot~


to , e non ben digerito per mancanza di calore , il quale
totalmente diipare in un corpo, in'cui ono aperte le rd~
mit ,

SOPRALA LEBBRA.
'289
mit,e pi non poono contenere il ugo nutritivo, che inan
tener deve, e ripararne il calore.

In oltre non potendo il angue caricari pi delle uper-'

ue ue ieroit , e di quel alo umore che in udando ece


da doo, riman carico di tutte le parti uliginoe , che natu
ralmente en volano collatrapirazione,e~_per la via del udore;
per la qual coa addiviene pi acre, pi deno, pi groo, e
pi freddo. Pu dari ancora , che 'il angue giunga a tal gra~
do di calore per oppoe cagioni, come per una ermentazim

ne troppo violenta , e per un troppo grande conumamento, e


una trapirazionc di overchio vigoroa, ed abbondante, che
produrr nel corpo di un Lebbroo una raordinaria alterazio

ne, e tale che la vedemmo, qualor i decriero gli eetti del


la Lebbra. .
7
Dal detto n qui, agevole inerire , che la primaria re
mota cagione della Lebbra pu ben eere una mala dipoizio
ne nel corpo, negli umori, e nel angue; ma le caue proi
me, e immediate ono una innit d'impercettibili vcrminetti,
che rodono da principio la cuticola , indi la pelle , dipoi le
glandule , e le carni.- donde poi ne procedono la corruzione

della mafia del angue, il di lui ecceivo calore , e tutti i in


tomi della Lebbra, e nalmente la oinazione di s atta terri

bile malattia, e la dicolt di guarirla , quando vecchia ,e ra


dicata gi ia..
E' la Lebbra molto pi comune ne' paei caldi ,e_in0rlen~
te, che nelle Settentrionali regioni. Glinetti , di -cui avellia

mo, vi ono pi frequenti, pi vigoroi, ed inei. Il udi


ciume degli abiti, de'letti , e delle cae contribuice non poco

a morbo s aidioo; e too che avvi un numero di Lebbroi


in un popolo, vi pure un fonte di imiglianti malori pertut~
ti gli altri. Di qu vengono quelle diligenze , e cautele s ag

ge di Mos, ane_ di allontanare i Lebbroi ,e per evitare coil'


uo frequente debagni il ucidume, che potrebbe avere conc~
guenze tanto doloroe, e molee.
La Lebbra degli abiti di cui parla Mos, molto pi
dicile a piegari , che non quella de' corpi umani; e intorno
a ci ono molto diveri i entimenti. Credettero alcuni Rab
bini (a) ,che la Lebbra delle vei folle per aatto miraCOloa,
e che riguardae olamente la terra di Canaan . Dio cos trat

tavane gli Ebrei ribelli in allontanari da co, verando opra


gli abiti loro quea pecie di maledizione. Altri (b)creder0no,
Di'er. Calmet T. I.

Oo

che

(a) Mafie: B. Nn
c/mum.
(la) Aaraml. i

'ago
DISSERTAZIONE
,
che la Lebbra de'corp i comunicae agli abiti 'per via della
trapirazione: di qu procedono le macchie roe, e verdi ,che

i vedcvano opra le vei deLebbroi. Cei-ta coa , che la


Lebbra degli abiti non pu chiamari Lebbra , e non a cagio
ne di qualche analogia , o di una certa miglianza, che pu

avere colla Lebbra del corpo: Per eempio,in quanto ella gua

a il colore dezli abiti, comunicandoi da un drappo,o da un


pezzo di tela ad un altro, c andando rodcndolo maggiormente
(a) Levi:. xur. 49.

v- ea-L

i pande. Ecco la idea che ce nc porge Mos (a). Va egli di


cendo , che e taluno oervava ovra un panno lana , opra
una tela, ovvero una pelle alcune macchie alquanto verdi, o
vermiglie , ci baava per ar dubitare , che tali abiti foero
infettati di Lebbra. Ane poi di acurari del v-:ro , vuole ,
che 1 porti a un Sacerdote la vee , o il drappo; e e dopo

ette giorni ch e'gli avr tenuti chiui, ravvier che le mac


chie crecano, e i dilatino, brucier tai veimenti , come in

etti di una verima Lebbra . S'cgli conocer non ceri aumen


tate le macchie, ar lavare il panno, o la tela, o la pelle, e
di nuovo per ette altri giorni gli terr rinchiu : ma accor
gendoi che la macola dcll'abito non abbia punto cangiato co
lore, e che non iai dilatata,dichiarer impuro labbigliamen
to, o il ara bruciare per eere una Lebbra, e una macola ra

dicata nella trama, o nell' ordito del drappo dal dritto, o nel
rovecio s e cos converr conumarla col fuoco . Ma ( la
macchia, oil luogo opetto di eere attaccato dalla Lebbra,
i trova del colore, o nello ato in cui arebbe , s' e' oe_
(bl Levit. N.26.

Hinneh Chehah.

tato abbruciato (b), vale a dire,pi fondo del rco; 1 tor


r via quel pezzo del drappo lano , o lino , o della pelle .
Finalmente e ci fatto,i notano alcune macchie di una Leb

bra, che i parga nel veimento, in quei luoghi ove prima


non ne apparivano, allora i conegner l'abbigliamento alle
amme. Che e poi non vi i corge coa veruna dopo ee
re ato gi una volta lavato , i torner a rilavarc , e ar

riputato eente da ordidezze . Ecco quanta notizia abbiamo


di quea Lebbra degli abiti, e parimente u che poam or
mare le nore conjetture. Io peno che tal Lebbra, iccomc

quella de' corpi, oe cagionata davermicciuoli, che i gene


ravano nelle tele, nedrappi, e nelle pelli.

Tutti ben anno eer la tignuola un verme , che ro


de i panni lungamente guardati. Le pelli mal conciate ono
ancora pi ottopoe a quei inetti , che non le altre vc

'-

i.
\

SOPRA LA LEBBRA;

191

]. Le tappezcrie di Avergna on oggettime avermini, a


caua delle lane non troppo bene' purgate. Si mettono delle
candele di cera tra i panni lani, che iripongono, per oare

che non vi sintroducanoi vermi; perch attaccando tali in


etti alla candela, paragnano il panno. Ne paei caldi, e ne'
tempi in cui non aveai ancora il egreto di acconciare le pel
li, e digraarl-e quanto abbiognata, era il guatamento de'

drappi lani pi da temcri. E iccome allora non i cangiava


troppo di tele ine , e gl Idraeliti , maime nel deerto ,
non tenevano. il comodo di erviri a ucienza de bagni; cos
le loro tele, e le alti-elor veimenta epoiime erano a in~

udiciari, e per coneguenza a ragunare non piccola quantit


di aidioiimi animaletti.

Le tele ne di lino vi ono meno oggette i ma le altre


qualit di tele, di Cui i arto altrove menzione, ch erano di

lo ritorto, era pi. doppi , vi potevano eere i ottopoe,


quaimente come i drappi. Pu eere ancora , c e in que'tem

pi vi foero molte orte di quegli abiti teuti di lana e lin0,it


cui uo da Mos u. dipoi proibito,i quali doveano eere per lo
meno altrettanto hggetti alle tifrnuole, quanto-i panni pura
mente di lana.

Non mai-agevole in queaipocei d'impercetti-bili bacolint


che rodono i drappi , c le veti, lo piegar ci, che dice Mo

s della Labbra de panni, deli-3 peili , e delle tele . La muta


zion del colore nel dra-ppo, l accrecimento delle macchie, e
la diminuzione nell'ecruo , e nel corpo del drappo , come S`
egli foe paato pel, Fuoco; tutto queto facilmente sintende ,
upponendo che inviibili inetti attaccandoi al panno lino, o

lano, o alle pellili rodano, e appigl-iandoi empre duove o


no pi fin-i , e pi grai, paino- da un luogo ad un aitro,lz~
ciando le macchie ove ono ati , com-e e vi Foe paata la
ammae riparmiando il pi groo,e il pi. aldo de li della
trama , e dell ordito , rodano olamente la upercie , e la

pi delicata peluria.
Comandava Mos di bruciare ta' vei-menti toto , che
uno- era fattocerto di eer comprei di Lebbra, cio, too

che non* vi era pi luogo da dubitare, che non foero gremb

ti di verminoitmpoibile per altro a dih~ug`gcri enza man


dare in rovina .il drappo mcdeimo .- e iccome portava perico
[o, ch'al-la i- comunicae agli altri panni ,.0 abbigliamenti ,co

s eta necearia la eauteha di con-fumaria col fuoco .


Oo 2.

Non;

29$

DISSERTAZIONE

Non conieva ci meramente nel timore , che tanti ver.


mini i comunicaero alle altre vei, quanto fore ancora ac

ciocch non i comunicalero al corpo dell uomo, che avrebbe

potuto valerene. Non dee gi giudicari di s fatto pericolo ,


ripetto al clima che noi abitiamo,e alla nora maniera di ve
ire. Ne paei caldi ono molto pi familiari gl' inetti , che

non nelle Settentrionali regionise al tempo di Mos non i ga*

devano quetanti comodi, che furon ueguentemente inventa


ti s per la palitezza , come per lagio del corpo , quanto atte`
fa la perfezione delle arti meccaniche ripettivamente a'drappi,
alle tele, e alle pelli.
Chi viaggi nella China,ci fa apere le diligenze,che

uano in quel paee per difendere davcrmi le pelli, e gli abi


ti di tal fatta , coquali ivi i vee la ate. Noi appiamo dal
la Scrittura, che le pelli ,e gli abbigliamenti di quelle formati
erano tra gli Ebrei comunimi . Vedeene l'uo nevelamenti
del tabernacolo, nelle tende deSoldati, negli abiti ordinaride
Profeti . Parlane Mos nel cap. xx.; z. e n.48. 59.e xv. 17.

del Levitico , come di coe famigliariime per le vei, e per


"i. letti` Ci vengono rappreentati gli antichi Eroi abbigliati col
le poglie di Ori ,di Leoni, di Tigri,o di altri .animali femci,
ane di morarci con ci, dice Feo, l amica maniera, con

che i primi uomini andavan coperti. Gli Arabi, i Turchi,gli


Sciti, gli Ungari, i Mocoviti anche al d doggi i ervono di
pelli pe loro veiti , pe letti , per le tavole , per le tende. Tut

to il ervizio delle pelli che non i lavano , e che non bene r


toglie loro il graume, ono enza dubbio hggettime a tali
animaluzzi, e a quel che chiama Mos, Lebbra degli abiti.

La Scrittura fa ovvente menzione delle tignuolc , che


rodono i panni; il che fa credere, che foero comunillme .
(a) job. xi. 2.8.
(b) Prov. xvr . ao,
(C) [ui. I. 8.

Giob (a) per eempio dice, cbei dev eere cmzumato come la
Putrediue , e a guia di un *ucimcnto r0> da vermi . Salamone
ne' Proverbi (b) : Siccome il verme logout le vti, e il egno;
con. la trzezza conuma il cuore delluomo. Ed Iaia (c) Liman
geranno i 'vermi come 7! abito, egli rodemnno- come la [and. Ve

dete ancora Oea v. n. Iaia I. 9. al. xxxvttr. Iz. l Eccle


aicoxlti. 13.
La: Lebbra delle cae accennare. nel Levitico cap. XIV-
e eguenti , doveva eer ben nota agl* Id'raeliti dimorando
in JfittO ~, e parimente eer dovea comttnii'ma nella terra

di Canaan , ov erano per entrare. Ci che ne fu lor daltro


ne

SOPRA LA LEBBRA-

'.

nel deerto, non era che ripettivamente alle Future loro abi
tazioni; imperocch quando Mos ragionava loro,eglino non

albergavan in cae. Rappreenta il Legislatore la Lebbra delle


abitazioni nella maniera eguente.Q1alor i corgeranno nello

pareti della caa buche,0 croature alquanto verdi, o roe,


e ne porter lavvio al Sacerdote , il quale facendo ubita"
tor via dalla caa quanto vi trover, chiuderalla , e in tale
ato reer per lo pazio di ette giorni. Se al termine di
quei,
la parte, ,e ove
erani oervati
i egniil della
chbra ,
oiie creciuta
penetrata
pi a dentro;
Sacerdotear;
cavar le pietre da eo luogo,e gitteralle uora della citt in'
un ito immondo, con ar parimente raiare tutte le mura

glie per toglierne la intonicatura, che pure ar buttata fuor


di citt ,arricciando di nuovo interamente la caa, dopo aver

rimee altre pietre nel luogo delle gi tolte. Che e ci at*


i avvianoeere
in quellalloggio
novelle ed
macchie
di Lebbra,
ito,giudicher
una Lebbra vecchia
oinatatonde
de-v
molito daondamenti lalbergo, i gitteranno tutti i materia
li, lo malto,i legnami con tutto il rimanente ior di citt in
luogo ozzo ed impuro. Ma e la Lebbra non ritorna- nella ca

a , dopo averne cavare dalle mura le pietre, ovclla compari


va; ar imata pura e monda , e per la ua purificazione 1
oeriranno due paeri . Ecco u che riman di parlare per dar
la ultima mano a chiarir la natura della Lebbra delle cae.
Si on divelati col benecio del Microcopio (a) certi
vermi , che rodono la pietra, oervandoi che ono neri, lun
.-_

ghi quanto una unghia in circa , e larghi tre quarti della


ua met, racchiui entro una gucia alquanto grigia.. Ten
gono tre piedi dadue lati , a imiglianza di quei del pidoc
chio , e viciniimi al capo, il quale molto groo l Scor
gont nell'apertura della lor bocca quattro pecie di ganace
in croce, che muovono inceantemente, aprendole , e chiu

dendole a guia di un compao a quattro gambe ; ed lmnno


gli occhi molto neri e rotondi. Lo malto parimente man
giato da una innit di vermi graf-come brice* di formag
gio, i quali ono nericci con quattro piedi aai lunghi da

ogni banda z ciocche non dee render maraviglia; perocch


mirani rami di corallo , e le pi belle conchiglie' trapanate

da' vermini ; eendoi parimente veduto un pezzo di vetro


intarlato, e tratti molti. vermicciuoli da uoi pertugir Sono_
probabilmente s fatti bacherozzoli ,,che cagionano tangc:c dif:
to

(a) Voyez le _Tour


nal des Scavans de
l' an.. x668.

.294

DISSERTAZIONE

acimento nelle pietre e nelle mura, che chiama Mos la Lel)~`


bra delle abitazioni. Si attaccano per ordinario cota'vermini a'

luoghi pi umidi degli edifici, e pi agevoli a penetrari . Di,


qu , che miglianti luoghi ono comunemente verdicci, o
roigni, mirandovii una pecie di mua , e di rcgi prodotti

dalla umidit . Le pietre i riducono in polvere , e vcdei cade


re il tritolo , too che i vermi ne han conunte lc parti pi
"delicate ,7 e minute., e quelle che ervivano come di glutine
-per tenere unite inieme le ue parti. Cade parimente lo mal
to,eriolvei in groa abbia, qualora i vermini han conuma
to il pi ottile ,. ed il pi no del uo compoto.
Sono adunque veriimil-menite i vermcciuoli delle pie
tre , e dello malto, che ha voluto diviarci Mos per la

Lebbra delle abitazioni : eendo tal-i le rovine ,. che produ


cono nclle mura ,A a cui annor attaccati , quali ci vcngorr

decritte da quanto egli dice di Lebbra s atta . Le caute


le da lui ordinate per aicurari e una caa oe infetta, {E
aanno perfettamente, alla nora ipotei. Oerva-vai princi
palmente, e il luogo, dove comparivano macchie,~ o cavit.
verdicce, o* pure alquanto roe., creceva nello- pazio di et~
te giorni ,*, cio , e i vcrmicelli che vi. erano. , aveero- tra~

vagliato , e continovato a cavare le pietre , o lo malto Se ci avveniva ,, i eraevano da quel luogo le pietre, ra
iava- tutta la caa , gettandoi i ai-,e le croature u0~

13a della citt', per ovviare che gl inetti impercettibili che


la occupavano ,4 non i pandelero nel rimanente del muro,
o in altre parti della; citt a In ultimo e tante le preate
cautele, e diligenze ,. e_ dopo aver rimee alti-e pietre nel
poo di. quelle , che s"erano tolte , ed avere- intonica-te di

nuovo le mura, vedevaiappoco appoco guadagnare la con*


tagioneiacedovii di rcco. ravviare i vermi; era coman

dato di abbattere tutto l'edificio,` c di porta-rue Fuor- di cit

t i materiali, non- tanto per la: impoibilit di. eparare


cotanta verminoit cla quelle cae , a cui {lava oi'inatameniL
re attaccata , quanto pel ;gran pericolo , che i correva. del
la ua moltiplicazione , potendo; giitgnere a impadroniri de*
vicini edici, e in ultimo , occupata una grau- parte. della
'citt, paare ad aalir gli uomini ancora, e gli animali. SL

pu conultare la. notra dilertazione opra: lc. inermit di


Giob , in cui abbiamo altres riferite divere oervazioni fr**

pra di quello, morbo , principalmente per motrare Ch Li


.
ma ii

SOPRA LA LEBBRA.

:95

'mali venerei ono antichiimi , e inieme una veriima Leb


bra .

lodoonoz'ooJWNooi'aoAWWWoJoo-'oboow
m WWWW mwmuw m
WiMQ'WWWWaWOUO'O'O'MWWWVOVONO0.PHOTO-0K

-DIS SERTAZIONE
S

DIO DEGLI AMMONITI.


,Rovando noi negli critti di Mos i nomi

di tre Fale Divinit, cio, Molorh, "Pbegor,

e CMMDS , ovra ognuna di f?uee porgere


mo eparatamente le nore-o ervazioni. Me
ritano cotee tre Deit tanto maggiore atten
zione,quanto che ono le pi antiche,di cui

abbiamo notizia , e che frequentemente ne' a


gri libri della Scrittura ne vien parlato, antecch la maggior
parte degl Idraeliti i portarono con ipeciale ardore per ado
rarle . Cominceremo da Moloc, come il primo che trovai nel.

agro teo: udiandoci a ricercare chi ci i oe,quale la ua


`.

'gura, le qualit, il culto, le adorazioni , e la imiglianza ,


che aver potea collc Divinit degl'idolatri altri popoli : e pro
'tteremo de' lumi , e delle coperte di alcuni Letterari (a) ,

che hanno gi travagliato a diletto u quca materia; inge


gnandoci di aggiugnervi qualchecoa di nuovo.
Mos nel chitico (b) vieta agl Idraeliti di conegra

re i loro igliuoli a Moloc con farli paare pel fuoco : e


replicando altrove (c) l' iea proibizione in fortiimi ter
mini, vuole che i punice. colla morte , chi avr commea
cotanta empiet, e che da tutto il popolo ne ia lapidato .
'Si quis deck-ri: dc jmine uo [dolo Moloc!) , mom* moriatur : P0~

pula; terra: lapidabit cum. Il Signore Iddio oggiugne di tener

locchio del uo degno opra quell'uomo, che avr oerto i


uoi gliuoli a Moloc, e di ecrminarlo con tutti coloro, che

ari-am

(a) Sal-1m. 5m;


mzdalisyrin'iw
ter , de lezim H-:
brurum rima!. l. 7..
[.10. Vajmd' oriaj

m , {ja progrzyft [iis


lnl. 1.2., r. s.
(1 Lev. xxv. 2.1.
D: emi: tuo ?nm
1145!: , ut conent
tm [dolo Moloc/7 .
(c) Lez-ir.xx.:.

296
(a) [bid. u. 3. _4. .

DISSERTAZIONE

avranno avuto parte alla ua proituzione (a) .

E' molto

6. Et ego ponum turi

em Je/n contra i[

probabile, che i pi degli Ebrei i foero addati al culto di

lum : fui-ridumquo

queo falo Iddio avanti la ecita dEgittozperciocch il Pro

eum de medio pom


li ui. quod di"lt*

feta Amos (la), e dopo lui S. Stefano (c) rinfacciano loro di

't de emiuejuo Mo

aver condotto nel deerto il tabernacolo del loro Iddio Moloc;

lorh ,- contamina
*verit Sunihouril me
nm,uc pollum't no

e la maniera onde i eprime il Signore in Mos, fa giudica

menunfum mom.
Quad i negligens po
pnlus terra , Z7- quai
par-ui Peri-dom oririum mmm ,dia/e
rithominem ,qui io
don't de femme uo
.Moloc/o , net 'votre
rit eum orridere: 10
nam far-"em MIKE/1!
per homiuemillum ,
-uper oognution
eius,]uooidximque
ipum , omnes, qui

tonnjerum ei, ur
omimretur ori' Mo`
[och , de medio popu
lili. Ammu qua
declina-ver ad ma_
go: ,_ <7- miolos ,
jormrutuuent rum
eis , ponam furia
;21mm contra eum ,
- interrium illa)

dc medio populim'.
(b) Amos v. 7.6. E!

portais Moena-:m
tum Moloc!) 'votro ,

re, ch' ei parlava de' preenti abui, e diordini, i quali era


no oramai comuni,e non gi di un male emplicemente futu
ro, e poibile.

'
Se il zelo, `e l' autorit di Mos , e 'l rigore delle mi
nacce del Signore non furon baanti a rattenere nel deer~
to la idolatria di Moloc, pu crederi , che tal male non i
cem ne ucceivi tempi, e maime neglintervalli,de'qua~

li parlane la Scrittura in quei termini : Allora (d) faceva


ognuno ci , che parevagli, per non eervi chi avee inl

draele il upremo comando. EbbeSalamone la agrilega com~


piacenza di alzare. un tempio a quea Divinit ulla mon
tagna dirimpetto a Gerualemme (e) 5 e Manae d' indi a

gran tempo imit la ua empiet. Ere coui , dice la Scrit


tura (f), altari a Baal, e conagr de bochi , e e paare

il uo gliuolo pel fuoco. Quea ultima cirimonia formava

la parte principale del culto di Moloc; e noi appreo dare


mo a divedere, che Baal, e Moloc ono frequentemente po
i luno per l' altro.
* ~
Morano ancora i Profeti in evidentima forma, quan
to i pi degl Idraeliti foero attaccati a cos faliimo 'cul

' imaginom idolo

to.

mm 'vej/orum , i
du: Dei *ve ri.

olima di aver fabbricato un tempio a Baal per ardere i lo.

Geremia (g) rimprovera a quei di Giuda, e di Gero

(c) Avu. 43.

ro gliuoli nelle amme , e oerirgliegli in olocauo . . . .

(d)ud1r. xx. 6.
In diebusillis non o
ra! Rex i lfmol ,

Imperci, dice il Signore , verr il tempo , che imil luogo


non ar pi chiamato Tofet, n la valle de' gliuoli di En

ei( unu/quiue quod


ibi n-c'fum oideu nom, ma la valle della carniicina . Erai a oet , e nella
mr boe farirbut .
valle de' Egliuoli di Ennom, ove d' ordinario commettevano
(e) :.Rig.x1.7.Tunc
le
abbominazioni a onor di Moloc . Conferma pur Sofonia
adiimvlt Salomon
rmum C/mmos Ido (lo) validamente ci, che diciamo. Minacci Iddio per boc
lo Mono in monto ,
C3
qui ef? contra em
.alam , (: Molo) idolo filiorum Amman . (f) 4. Reg. xxx. 3. 4. Erexit un Buah- eri! luros, (3

rrafiuxit lium .{um. (g) ei-em. xlx. 6. E! edifioawrum exceln Ruoli: ad conurzndos lios uo:
igm m holoruurim Bualim ...... Pro/:term con dies vcniunt , dic-it Dominus , G' non wmhtur
ampli! lor: it( Tophcrh, (3- 'uullis lii Elmo; , ed *vu-lis orti/1071i:. (h) Sophon_ i_ 4_ ; Er ex
tendum manum mmm uper udum,- fper omne: baimtores em/lele; , - di/,berdam de loro boe
reliquia: B.ml_z7~ omino adituorum cum Saeerdotius,~ eos qui adorano up a milirim (EH ,
* sdorunt, c- jurant m Don-mo, - juran: m Melo/Jom.
'

SOPRA MOLOC,ec.

597.

ca ua dienderla ua mano ovra di Giuda ,e u tutti gli abi


tatori di Geroolfna, e di eerminare le reliquie di Baal. .. .,
e coloro che adoravano bpra il tetto delle cae gli ari del

cielo, e che adorando il Signore, giuravano nel uo nome, ei

nel tempo el'o in quello di Melcom.

Pu notari nepai te citati, che Baal cvvi meo per


Moloc,apparendo anChe ci evidentemente in quelche a crit
tO di Gioia(a) :cantar/timo, dice la Scrittura ,quoque Top/yet!) a) 4- Reg. xxnt.
quod e in canwlle filii Enna-*z , ut nemo confermare! lium uum , to.
aut liam uam per iguem Moloch.

Or i viddc qu opra .da Geremia, che la valle era con

egrata a Baal; che ivi era il uo tempio, e che a lui oeri


vani in olocauto i igliuoli . Baal adunque, e Moloc ono la
eima Divinit.
.
Furono gl'Ammoniti pezialmente aezionati al culto di
Moloc, e non abbiamo notizia di verun altro de loro idoli'.
Davide avendo arto guerra con Anone Re loro , e avendolo

uperato, oerva la Scrittura, ch' e'prea la di lui corona, la


quale peava un talento di orp, ed era arricchita di prezioi
ime gemme, ccecne una per e, e e la poe in tea (b).

(b) i. Reg. 2.. ;3.

Paragonando queo pao col luogo conimilc de'Paralipome


ni, i vede , che la corona non iava ul capo del Re degli
Ammoniti , ma ovra quello di Moloc loro Dio: Tali; David

Tulit didtM R735*


comm di' capite fil,
fondo aurimlmt ,

haben: gemma: pre..

tiaijman- mpm
coronam Mele/10m de capite ejus (e) . Si a , che Mele/10m lo [num
rhuper mp:

co che Moloch , e che l' uno, e l' altro igniica Rezciocch


di luogo all' equivoco. La circoanza della corona di Moloc,
che Davide pree per e, ci apre ilcampo per giudicare,che

David .

(c) LP. xx. 2.

li Ammoniti rappreentavanoil lor Moloc otto umana em.


ianza, o con una corona reale in tea: ma biognava bene,
che la di lui atua oe di una. enormcgrandczza,c la corona

poava immediatamente ovra il uo capo; imperoceh qual


.dev' cerla tca , che porta una corona di 12.5. libbre Ro
mane? lo peno, che quando Davide volle ervirene, o ce~

m non poco di ua peezza, o ece emplicemente opende


re quea peante , e maiccia corona opra il uo trono: e
ore in tal guia Moloc ico portavala .

Parlano probabilmente i roeti econdo la idea degli


Ammoniti, allora quando ci rappreentano il Dio Moloc

(ci) Ion-m. xltx. t.

Cui-igm bare/lim
te Pal/edi: Mah/10:
Gad?

eme il Re, il Padrone, e il poeore de'loro ati, e del


la nazione . Geremia (d) , e Amos (e) prediccndo a quei

popoli la utura loro chiavitudinc , i ervono di quea c


DijfcrLCalm-:t TJ.
Pp
pre

(e) Amo: r. is. E;

?bit Melrhom i M_
pfivitatem , - ip/,
(3- Primipe: ejm i.
mu! , dici: Dominus.

298

DIssr-RT'AZION-Iz

preone:Che ragione ebbe Moloc d'impadroniri del paee' di'


Gad? Melcom ar condotto chiavo c0 uoi Sacerdoti, e uoi
Principi. Tal erai la miera necearia condizione di s ridicol_
le Divinit, .il dover eguire, e provare tutti gl'infortunj di"

que' popoli , ch'erano tanto pazzi di adorarle.


'
Ecco quanto la divina Scrittura ci fa apere di Moloc:
convien ora vedere, qual foe il culto, che a lui i rende-L
va. Da molti luoghi de libri Santi intendiamo , che i of
feriVano a Moloc i proprj gliuoli, facendoli paare pel fuo
co. Ma in qual modo vi i facevan paare? Queo appun
to ci , che non ci vien detto , e u cui ono fuor del

olito divii gli Scrittori. Vogliono alcuni, che iffaee-~


ero olamente altare opra un fuoco acceo dinanzi-all' i#
dolo; altri che i faceero velocemente paare tra -due fuo
chi poi a rincontro l'uno dell altro , e che, enza Parli

morire, i conegraero con imile cirimonia a Moloc': ev


vi finalmente chi oiene , che i facevan perir nelle am

me; ma pure intorno a ci vi ono varj pareri.~N0n i a',


e foe in un fuoco , che ardele innanzi a Moloc , o nel
eno della ua atua , ovvero in uno anzino formato nel

Concavo del bronzo , che componevala ,o


mani , o veramente infra le ue braccia;
po aver conegnati nelle mani della atua
deero quei in un bracciere acceo avanti

pure ovra le ue
o in ne e do
i bambini,ne ca
la gura per con~

umarvii. Sentimenti tanto diimili anno fondati ulle va


rie decrizioni date da'Rabbini della atua di Moloc , le
quali, per vero dire, non embrano interamente icure; ma
per non i ardirebbe di aolutamente ributtarle , attea-la

conformit che tengono con altre decrizioni di figure di Dei


lanieri, che abbiamo da autori ben degni di fede.
Aermano i Rabbini , che la atua di Moloc foe di

bronzo , ala in un trono dello co metallo, e abbiglia


ta con reali divie; avendo la tells. a imiglianZa di vitello,

e le braccia ee in atto di abbracciare un qualcuno. Allor


ch a lui acricar volcvai un qualche bambino , caldava~
i interiormente con un gran fuoco la atua; e qualor 1
trovava tutta rovente, ponevai tra le ua braccia la miera
vittima, la quale vi rimaneva bento-o conumata dalla vio
lenza del caldo . Facevai in queto mentre un grande tre
pito con tamburi, ed altri rumenti , per impedire che non
i udilero le rida , che alzavano abbruciando i Fancilli .
Pao`

SOPRA

MO-'LOC,ec.

Paolo Fagi ci riferice un'altra decrizione di Moloc tolta da


gli eii dottori,- ma dierentiima dalla gi letta- Era, dic'

egli, una gura Vota, nella quale lavano dipote ette e


cie di camerelle. In una di quelle oerivar la farina, nell ab
tra le tortore, nella terza un agnello, nella quarta un capret

to, nella quinta un vitello , nella ella un bue , e erviva la

ettima per racchiudervi un bambolino , che andava arro


endoi a miura , che sinocava interiormente la atua. La

faccia dell' idolo era- imlle a quella di un vitello, e diee


teneva le ue mani in atto di ricevere qualche preente.
Le ette anze dell idolo Moloc hanno una manieli
ima conformit con quanto* gli autori ci an apere'di Mi
tra.` Queta era-;la Divinit de' Periani, e l'adoravano con
acrici anguinolenti , ovvero colla morte degli uomini in
quel modo , che gli Ammoniti conagravanoi gliuoli a

Moloc . _Ci vien

ata contezza di ette porte di Mitra, le

`quali portavano il nome de ette Pianeti. Su queo model

lo- appunto ci hannodato gli Ebrei il IOro Moloc a ette


{lanzini (a)-_ Dice parimente Suida (b) , che niuno poteva (a) Vm'e Origt. to

eere iniziato a Mitra, e non dopo eer paato per un


certo. numero di penoi laborioiimi perimenti , e dopo a
ver dato prove di ua purezza, e della ua apatbia, ovvero
incnibilit ,
~

_ Mettono alcuni (c) dodici prove, e altri (d) ventiquat


tro. So-ir poi i Faceva a-coloro, che bramavano partecipa
,re a'mierj di tal Dio,- la fame, la ete, il fuoco , il red

do, le percae, ec.; e ovente acricavani gli uomini ih


_cotei ocuri crudelimi miteri, i quali i facci/ano entro

.le tenebre di una caverna.

Il Saturno de Cartaginei avea parimente molto di i


~miglianza con Moloc.- Diodoro (e) ce lo dipinge cos: Era'
,una gura di bronzo colle mani rivolte, e vero terra piega

tra Celum [ib. 5.


Selde de Dii: Siri:
Syntagm. x. pag. 167 .

[70.171.

(b) Ei yiDia tmon

Bathmonmarclthon
ton Knlalcon deixt
eaytou ohon Kye a

pathi.

(c) Nitetat m Gre

go Nazmnz. 0m!.
in Sant? Lumimy.
(d) Vida' Non. m
Gregor. Nital-7712,.

Elz.Cretm/. in :ju
dem 3. irrurf. con: m
julian. ,
Lc) Diador. Sin-l.

pud Elie-6. 1.41.16


Preparar

te, di modo che mettendoi un pargoletto opra le re brac


cia per conecrarglielo, too cadevane , e andava a 'morire'

in un _braciere mantenuto in una foa a piedi di vs barba*


ra Divinit. Queti probabilmente il Saturno , che i Car
,tagineirchiamavano Hamilca. C'inorma Atenagora (f) del
.nome di quello Iddio , il qual tiene una perfetta- imiglian
,za con quel di Mqoloc- Quantunque appena poa dubitari ,
che il Cartaginee Saturno non ia venuto dal Saturno *Fe*

niciozera per queto ultimo di una forma divcrima dal


PP Z

pri

() Athenagor. La.;
gut pra Chrijinnis .

;co
(a) Enfzzz.l. LP
p 211. r. ul:.

DISSERTAZIONE

primo. Avea il Fenicio (a) due OCClll nel volto , c due die

tro la tea; due aperti, e due chiui; quattro ali alle palle,
due piegate , e due ee 5 c in oltre due ali al Cipo- Sacri
cavani vittime umane tanto al Saturno Fenicio,quanm~ alCar

(li) Minuti: i O
"Lv.

(d Term. 4"le
Ii. a.

(.i `I.rrk;'r.d 45.3.

taginee . Minuzio Felice (b) accerta, che immolavani :t co

hii i bambini in pi luoghi dell'Africa; e Tertulli-ano (c) ci


a apere , chi ivi continuol ad oerire imili acrici a Sa
turno cognominato il Crudele, no- al regno di Tiberio- Ma
quanto al Saturno Fenicio , eredei eer- quel deo , che di
principio all atroce coume di agrificar- gli uomini, ch ebbe
pocia s gran coro in tutto il mondo col acricio chei Fece
di _end uo proprio gliuolo. Attea Porrio- (d) , che la ia
ria di Sanconiatone copioa di eempli di- tanta eecrabili
ma barbarie appo i Fenici..
Si trovarono eziandio veigi del culto di Saturno, o*

di M-oloc nelle Indie, e nel. Giappone. Ecco- la decrizione


(e) Wu': HJmJe O
rigin: Gmr. Ama-ir.
i 2,`,_l 5. Chevreau
lilluzre du Monde ,
'15m, 3, L 8.c.4. pag.
r,

che ci vien data dell' idolo, che ivi i adora (e'). Vedei' una
atua a Mecao nel Giappone, la quale di bronzo dorato ,,

vota, e maiccia, alta ventiquattro piedi , tuttoch tia coc


coloni. In certi ollenniimi giorni i pone un gran oco

Ratto della medeima z e allorch la amma orte dalla boc


ca, e da tutte le altre aperture , ed addivenuta rovente ,
a lei acrica tra le braccia che tiene diee,un fanciullo,

che muore tra quelli acerbitmi poi-mi ,, che ciacuno pu-~


, immaginari .

Dal detto n." ora pare che poa ineriri~ eer Moloe
(f). Vit-ie .Se-[Ken. dc
Du': SUS , Synrzrgzn.
1. c. 6. Gro. in Dem.
xvi 1 l. [O. ijrer.
P-.lf. Maria-nam . *
plexqflu apud Ta
far/tm .

lo eo , che il Saturno de Fenici, e de Cartaginei 5' e ta*~


le in vero u- il entimento di molti valent uomini (f), co
me Seldeno, Grozio , Bonrerio- , ed' a-ltri. Mh come mai,

accordare queta opinione con quanto- qu opra i-de , el:


ere Moloc lo eo ,, che Mitra de' Periani, e Baa-k de' Fe
nicj; ben apendoi , che quee due ultime' Divinit ono

le medeime, che quella del Sole? Si pu ripondere con af

(83 Servi-u- i l.
EW-'d,

quant , che i popoli di Oriente adoravano il' Sole~otto lo


eo nome , e otto la- medeima forma. Gli Arj , clicc
Servio (g), adoravanSaturno, che- dicevano* eere il- Sole z
adoravan' er parimente Giunone. Quee Divinit ur di
poi ricevute anche in Africa .-~ di qu , che nel Panico

idioma Baj] ignica Dio, e appreo-gli Arj davar il no


mc di Bel al' Sole , e a Saturno :~ .4th ./Zjvrios num Bel
`ititur quadxm acrorum rat/one CT Saturn-*45, e57' Sol. M0
.
la

SOPRA MOLOC, ec.


301
lira pure anche Macrobio (a) che il Saturno de Greci , c.

(a) Marr-95.14;.: 3.

de Latini era il Sole; mercecch iccome quello principe de


gli Airi regola l ordine degli Elementi, e la ucceione del
le'agioni, ora avvicinandoi, ed ora allontanandoi; cos il
Tempo , il cui nome venne impoo a Saturno , governa le

Ragioni, ne determina la durazione , e fa tutto quel mai che


al Sole iattribuice. Tutti ben anno, che inra i Greci, e i
Latini i oerivano a Saturno vittime umane (la). Dicei che (b) Vide LnrfarztlJ.
c. zi. de Fr/J: Relig.
Ercole, ritornato dal. uo viaggio di Spagna, abol in Italia s
empio cotume. I nomi di Micra , di Baal, di Amilca , di
Moloc, e Melcom hanno tutti lo eo igniicato , e voglion
dire Re, Padrone, Signore. Il nome greco Elios,che ignica

il Sole , *deriva patentemente dal Fenicio El , Dio. Dice Ser


vio eer queto il nome comune , che i d al Sole in Orien

te, ove tutti i popoli adorano il Re de' Pianeti :Omnes in illis


partibus Salem colunt, qui ipirum Lingua Hel dicitur , undc E'?

Helios. Euebio (c ) cinorma , che nella Teologia de' Fenici


portava Saturno anche il nome dIZus , il quale lo eo q,

(c) Eufcb. ex Sim


rboniat. l. [JH-apa
mr. c. ultimo .

chEl, che in Ebreo igniica Dio.


l
Credette S. Cirillo Aleandrino (d) , chei Moabiti (d) Cyril!. in Amos
(volle dire, gli Ammoniti), adoravano il pianeta di Vene

v. zz. ,Ca-ox ea Oem

re otto il nome di Moloc , e che tal idolo teneva ull' al

inA'a .

men. - Tbrophyla .

to della fronte una pietra prezioa , e diaana. Venne que


ia opinione eguita da certi Greci , e pu conermari con
alcune conjetturc, che appreo daremo per dimorare, che
Moloc poteva importare la Luna , che talvolta rea con
ua con Venere (e).
(e) Man-017.1. 3. Sa
Aria Montano vuole , che Moloc ia lo fieo , che turnal.r.8.
Mercurio , derivando il nome di Moloc/a dall' Ebreo Malac ,

cio , fare luicio di meaggiero , dinviatos unzione che


perfettamente a Mercurio conviene . Ma la forma con cui

,il nome di Moloc ia critto nella lingua originale, dih-ug


ge aolutamente corca opinione , e d a divedere che al~
tro non pu ignicare, e non Re. In oltre non appariCe
eeri comunemente oerte vittime umane a Mercurio , co

me oerivanene
a Moloc.
(f) non
meglio Mar
on
dato,
qualor mette
in campoKirclierio
eer Moloc
lo iellio,che
te , e venire tal iata conuo con Tione , e con Mitra .

L'unico fondamento di tale opinione i , che il nome di


Moloc poo in cambio della Stella di Marte in un co

mento Copto del cap. Vi i. v. 43. degli atti Apoliolici. Pre


~

tende

( l Kirrzer. 'Oedih
1355);'. Sin: azm. 4. c.
is

goa
( a I SPflefJe Logi~
bus H71. rima!. l. 7...
A1631243. I.

DISSER'TAZIONE.

tende _Spencero (a) che Moloc un nome comune a tutti gli


Dei, e che gli Ammoniti adoravano otto queo nome o il
Sole, o qualche famoiimo Eroe, di cui 'non poibile darf

ne preciamente l nome, n di rappreentarne la gura. Ap


poggia il uo entimento ulla. indiinta ignicazionedi Mo
locb poa indierentemente per Baal , altro nome comune , e

generico delle Divinit dell Oriente, e che a un Dio olo pa'


(b) (ui. xxxvu. n. rimente i attribuice,come in queo luogo d'Iaia (thur
13.
quid eruerunt eos Du' gentium , quos ubverterunr porre: mei , dr

_Cox-am , (a Haram (Fc. Ubi e Rex Emoto, d" Rex Arpbad; "
Rex Urbi: Sep/;arouim Q Qtegli , chenomina in queo pao
Re di Emat, e di Arfad, chiamalo Dio di Emat nel capit0~
(c) ldemxxvmg..

(d) roi: de origine


cy frogreu [dolo

lt . z.. o. 5.

lo precedente ( c).- Ubi e Deus Emero, (o' .,{rpbad s Ubi Dem'


Sep/mrzgaim i Avrebbegli potuto oggiugnere quanto di opm
oervammo s che il Dio Melcom veniva coniderato, come
Readegli_ Amoniti, e che i Profeti denunziavano una futurav
chiavitudine tanto a lui , che a'uoi Sacerdoci .
Gerardo Giovanni Voio (d) non ha una idea' cos del .

tutto indeterminata , *quanto Spencer-o 5 inegnando che -Mo


loc rappreentava Apollo o il Sole., il Cielo ovvero Giove ,.
Saturno oppur la Natura : ma- che principalmente il Sol-e ot
to un tal' *nome adoravai. Si deducono le. ue ragioni, LDal
ignificato di ,Moloc, che lo eo , che quello di Baal , il:

quale certamente ignica il Sole o-II. Dal numero de'etoe'r'i


cettacoli che davano gli Ebrei alla di Iui Statua , cinque dor
quaii appartenevano a cinque Pianeti, ;e due, uno era per la

Luna, e l altro pel Sole : ma il bambino acricavai a ono-


re` della Sole,

Dopo aver propoo tanti varj entimenti colle prove'


chei recano pervv dinderli , noi non avremmo oddisfatta

allapettazion del Lettore ,e non dichiaramo il' notro pen'-v


ierou quea Divinit ,, che fa l'argomento del noro ea

me.. Stimiamo adunque, che poa alcrir eer Mo-loc il So


le, o la Luna; ovvero pu dari ,, ch ei dinorae .l' uno, e l
altra. Sara riputata per avventura, un paradoo s fatta opi
nione;- ma daraene giudicio, quando i aranno lette, e ven
tilate le notre ragioni. Non i .promette di porgerrre dimo~
razioni ,. non patendoi proporre* che conietIure; anzi la ma
teria. non pu guari omminirare altre pruovc..
vIl Sole , e la Luna ono le pi antiche , e le pi co

guite di tutte le Divinit dei Paganeimo. L' Oriente tutto` ri~~


cono

*SOPRA MOLOC, ec.

303

conoceva quci due Luminari otto diveri -nomi, e ad ei


rierivane quai tutto il uo culto. Era conociuto l'uno ot
to nome di Re, e laltro, con quello di Regina dei cielo .~

Gli Egizzi non intendevano altra coa orto il nome d'Iide,


e di Oiri (a), n parimente otto quello di Ammone. Ar

(a) Vzde Bigiclib. 1.

.riano (b) ci ragguaglia , che Aleandro Magno , el'endoif


portato in Libia per conultare l' oracolo di quel Dio, gli o

Preparare 10.
(b) Arrirml, 3. Ex

pedir.Alcx.

ere acrici orto titolo di Re: , 0 di Sovrano. I Fenici dap


principio non avevano altro Iddio, che l Sole , e la Luna ,~
`gli Ari c gli Elementi- Era ra loro Baal il Sole, e Aar
te la Luna. Non aveva lArabia , e non due Dii, cio Bac

co, e Alitta,-o Venere celee (c). Bacco imilmente ilSo


le 5 21114;, o Alitta la Luna. Attea Platone (d) r, che que'

(c) HeradJ. 1.542!.


(d) Plata in Crati-lo.

primi popoli, che abitarono la Grecia , non ebbero altre Di


vinit , e non quelle che ono pur ora adoratc dalla maggior
parte deBarbari, cio il Sole, la Luna , la Terra , le Stelle ,

ed il'Cielo .
Quando i Greci fecero la conquia dell' imperio di O
riente otto Aleandro, tutte quelle vae regioni avanene
ancora nella antica lor religione, non conocendopunto i
Dei della Grecia; e il numero delle loro Divinit non era

i per anche accreciuto. Io neccettuo l Egitto , che diviniz~


z ino i uoi animali 5 ma quanto al reo , pu diri, che.

olamente il Sole e la Luna vi i adorallcro, bench otto va

rj nomi.

Ma quel che rec maggior confuione nella Teo~

logia degli Orientali, u la invidia , chebbero i Greci di tro


vare la lor religione in quella de' popoli di Oriente, e il da`

re agli Dei di cooro i nomi delle Divinit , che nella Gre


cia adoravan . Avendo notato , per ecmpi0,qualche conor

mit-tra quel che dicevai del Dio -Baal de'Fenicj , e del Dio~
Saturno , ovvero Cmzos de Greci; non eitarono a dire, che

il gran Dio de Fenicj era Saturno 5 e lo eo i ec'e ripetto


a Cartaginci . Avendo veduto , che nell' Oriente facevani
delle inamit , e delle proituzioni in onore di una certa Di

vinit, too nc- inerirono non poter'eer queta, e non Ve


nere: ma come gli Orientali oenevano, che la Iddea da e~
i in cotal guia adorata era la Luna , s invent una Venere
celee, la quale per non ebbe mai eienza.
/
Ci che a noi maggiormente peruade eer Moloc il
Sole, i , che gli. Arabi , nel numero de' quali entravano
gli Ammoniti, non adoravano che s gran Luminare , e la

Luna .

14..._.

L*

3504.
o) Heron. I. 3. , 8.

DlSSlRTAZIONE

Luna. Gli Arabi, dicLrodoto (a) , non riconocevano Per


Dei, e non Dionio , e la Dea Celee; chiamando Djo_

nio , Ourotalt , e la Dea Celee , .Alilar .


(b) Orpheus apud

Ben i a, che

fra Greci medeimi, Bacco, Libero ,` Dionio ono gl' ie


i, e igniFiCano il Sole. Pu vederi Macrobio (b),il qua

Macrobl. 1.:.18.

le provalo in una maniera , che non lacia pi luogo da

(c) Herou'ot. l. 2..

dubitarne. Ci dcontezza Erodoto (e), che tra gli Egizzi


Dionio lo eo, che Olii-i; or non vi ha dubbio , che
Oiri non ia il Sole . Il nome che gli Arabi danno aDio

44

nio, pur anche una prova di quanto noi proponiamo i


perciocch nella lor lingua Ourotalr pu dinotare il Dio del~
la luce 5 epiteto , che meramente al Sol ne conviene . Il
culto , che rendevai a Bacco, o a Dionio , era totalmen

.te crudele, acricandoi in molti luoghi vittime umane; e


nella iola di Scio ad onor uo facevani a brani gli uomini.
vivi. Gii averti nelcomento opra il capitolo xvuI. del
Iievitico, che gli abitatori di Duma nella Idumea vicini a
gli Ammoniti, immolavano ogni anno un bambino , epel

lendolo otto la pietra , che erviva loro in un tempo di


Simulacro , e di altare.

Si a , che molti idoli antichi 'e

rano empliciime pietre rozze , o al pi mere colonne.


Tale appunto erai l idolo di Bacco a Tebe , e quello del
Dio Elagabalo, ch era una immagine del Sole . I Dei de

gli Arabi tenevano liea gura; rappreentandoi appo lo


ro la Luna otto la forma di una quadrata piramide . Par

lo degli Arabi antichi 5 mentre dipoi i cero delle atue ,


come appreo i morer . Il' dunque molto probabile , che
Moloc degli Ammoniti foe il medeimo che Dionio, oppu
re Olrrotalt degli Arabi.

Non iimiamo di ripeter qu quanto di opra i det


to per dimorarc che Mitra Divinit de Periani, e Belo de
_. -_. A

gli Arj , ono gli et , che il Sole, e Moloc . Soggiu


(d) Idem libJ .m 31. gneremo olamente con Erodoto (d) , che i Periani rice

vettero il loro culto dagli Ari, e dagli Arabi; e che Mi


tra nella lor religione `era la elma , che la Dea celete,
ovvero Alilat, cio la Luna. Il che eamineremo qu otto,

quando i tratter di dare a vedere , che Moloc era per av


ventura la Luna.

Baal , e Aarte erano le due gran Deit de Fenici;


Baal dinotava il Sole, Aarte la Luna: onde fa d'opo
dar qualche pruova, quantunque iai molto di accordo u

` _

v-

-.. q

SOPRA MOLOC, ec;


305
queto Punto. Sanconiatone riferito da Euebio (a) dice, che
quei popoli riconocevano unicamente il Sole per Padrone del
cielo , e perci l'impoero il nome di Dual-Schema, che i

(a) Elt5.Prc,DarM;

. 1-

gnica Dio del cielo. La Scrittura (b) lo nomina Baal-Scms, (b) 4.Reg. xxx!. 6.
il Dio-Sole; e narraci che Gloa fegittare fuora del tempio mt
ti z' *mi fabbricati Per ervire 41 culto di Baal , 0 di .Ae-ra ( ove
ro Aarte) e della milizie: celee ; eerminando coloro che abbra
cia-vano; l inceno a BaalStbms, alla Luna , e alle Stelle : dal

che vedei che Baal, e Baal-Scbms ono i medeimi , come


pure Aarte, e ia Luna . Veniva coei rappreentata con de'
corni , giuo l oervare di Sanconiatonc (c). Se Baal era lo

eo che 'l Sole, Bacco, ed Oiri , doveva parimente compa

(c) Aarti ti _idia Kc


phalt epet hl ke Ba

ileias pariluonie

rire otto la medeima forma. Gi' idoli , che i adoravano nei plnim taym .
regno d'Idraele, e ch' erano Fatti a imitazione di Baai , e di

Aarte,d`lrde,e di Oiri, non vengono nominati dalla Scrit


tura Vitelli di oro , o giovenche di oro (d), e non perch (d) Dio damalcis
aveano per lo meno la tea di un toro , o il capo circondato chryas .
Vaie 3. Reg. x.
di raggi a foggia di corni. Ripetto ai culto di Baal uper xlx. 18.]crem.u.:.
uo di provare, che i Fenici gli agricacro vittime umane; vu.9.u. 13.1715

anzi credei , ch ei foero gi'inventori di uo s barbaro; n


ci u luogo nel mondo,ove imile Crudelt oc pi conociu
ta, quanto appreo cooro, e nella: loro colonie.

Non erano i Siri meno dediti al culto del Sole, di quel


che foero tutti i lor convicini. Noi iam di parere, che
l'appeiiaero .Ad/1d, vale a dire, uno , oppur olo. La mag

xix. s. - xxu. ;5.


Ofee 1 I . 8. Suphon.u.
4.10514 r .5 .
Ti Baal u dan-mici;
L Ebreo i: eiizle
chiama alcuna n.2::
iata Ginvenciic .
Vacca: Barbania( o
2c10t Valtur/mt ha
mar-c: Sum-tri .

gior parte de_lor0 Re, da noi conociuti per mezzo della Of x.s.
Scrittura , portavano ii medeimo nome. Attea pur anche

Maerobio (e), che gli Ari davano il nome di .Adani al pi


grande de loro Dei , a cui univano la Dea .Acli-gara, attri

(e) Macrobii. 1.531


tlmsaL s. 13.

buendo a quee due Divinit un uremo potere ovra tutte

le coe . La gura di Adad era rapreentata colla teta coro


nata di raggi rivolti in vero terra, e quella di Atargata con

raggi che alivano in alto.

Siamo peruai , che il prcfato

Scrittore ha poo gli Airi invece di Siri; errore per altro


non poco ordinario tra gli Antichi , i quali non diingueva
no troppo bene quei due popoli. Ci decrive (f) Erodiano

una tatua del Sole della citta di Edeia in Siria ,la quale di
verima da quella di Macrobio; ed era una groa pietra ro

tonda , che andando diminuendo a poco a poco terminava in


punta : ./lb imo rotunda, (y' enm fagiata . Tal Dio veni-
va chiamato Elagabalo. L Imperatore Antonino , a cui fu

Dier- Calmet T. I.

Qq

dato

(f) Het-odia. li. .

306

DISSERTAZIONE

dato i1 medcimo oprannome, etraportare a Roma quel fa


moimo ao , e volle che a lui i rendeero gl'ie onori,
che rendevanigli antecedentemente in Edea . Attea Siii

no , che il pre-ato Imperadore gli acricavai bambini s il


che ci determina a credere , che ;al Dio foe altres lo elo
,che Moloc.
'

Ci copre ancor la Scrittura certe altre Divinit , che pro


babilmente on le medeime , che il Dio degli Ammoniti,
.cio di `/narnelecb, e di .Adramelech , adorate de Searvaini ,

(a) 4. Reg. 711.31.

popoli mandati ad abitare nel regno di Samarin in luogo degli


antichi cittadini traportati altrove da' Re di Aria. Il onda
.damento della noh-a conghiettura i , che que' popoli bru
.ciavano i proprj parti in onore de loro Dei ( a) : ,Qui eran: de

,Sepbartuaim , comburebant lios uo: igni ./lramelecb , ** .zimme


,lech,, Dir': Sepbar'vaim . Si procurato di morar nel comento
(b) Vida Gma u.
ul Genei (,17), che i Scarvaini potevano abitare vero lanti.
u.
.co paee de' Medi. I nomi di Anamelec, e Adramelec, econ

do la _Ebraica etimologia , poon gnicare , il primo , un


,Re magnifico, e l econdo, un Re dolce, e benigno. -Stima Vo
(c Vo . de origine, io () , che Anamelec pollia pur dinotare un Dio, che rende
6') prog-reti Idol-;LL

2:. 5.

oracoli; Ana in Ebreo igniica ripondere. Se i vuol deriva


re dallArabo Ganz' , ricco, ovvero Giga-1, ricchezze; pu tra

duri, Re ricco , o veramente Re delle dovizie. Adramelec


importa Re, o Dio magnico.- Io crederci volentieri, che
_Animelec folle 1:1 Iddea Annea , o .Anai s celebre ne' paei vi
(d) Strabo l. x1.pag.
347,1. xl. 5.485.

lcinj all' Aria , come vedei da Strabonc (d) , la quale la


ea che Diana , o la Luna; e Adramelec il Sole , convenen

dogli pezialmente il nome di Dio magnico. i


Ci che potrebbe ar qui oacolo, arebbe il dar noi ad
,Antica , o alla Luna. il nome di Re , Anema-Ieri) , che non 1

a punto ad una Dea : ma dee rietteri , che gli antichi non


diinguevano bene peo il eo delle loro Divinit . La Scrit
tura medeima non Fa mai tal diiinzione-~ anzi non ha termi

ni er igniicare una Dea; e quando parla di Dagone, e di


(e) l. Reg; v.7.Du

;A arte , .che econdo tutte le apparenze erano luna la Dea.

ru ef} manu: ejm- _u_

Berceto , o ,Atergata , e l altra aii-me Iddea de'idonj, ella


parlane come di due Dei (e). Certiica Arnobxo (f), che i

per nas , :fa-uper D5


gon nomm. 2. Reg.

xi..-3 .Adam

Pagani ervivani di ordinario di quella Formola nelle loro

verun! A arte De

um Sidoniarum .

preghiere : .i-ve tu Deus es , ve tu Dea. Vcdeene pure un

( ) Ama. comm

eemplo in Macrobio (g) nel riferire la upplica , che'adope

gente:.
(g) Man-06. Satur

ravai per chiamar uora i Dei da una-aediata citt ._ Cotca

nal.l.3.c. 9.

maima

SOPRA MOLOC, ec.


Maima della antica religione Pagana

397

oiervava' principal

mente ripetto alla Luna , credendola di. due ei. , al' dir di
Plutarco (a). Eravi- Deus Lnu!,(* Dea Luna e L"ieo Apolti (a) P1urrh.de]i
Io, o il Sole era adorato otto i due ei , come pur Mitrar davo/1M

Si vidde di opra da Erodoto , che Miti-a appo* gli: A'rj era*


Io fieo,- che Alilar tra' gli Arabi- Era la Luna river-ita' qual
Dio nella Siria'- 7 nell'Armenia , e' nella Meopotamia ,- rappre'
entandola veita da uomo; e vcggoni tuttavia certev Greche
medaglie', nelle quali i corge impromata con~ abito , e nome
di un uomo, ed il capo Coperto all'Armena . Accerta Sparzia

no- (b), che quei di Clz'arres nella Meopotamia i davano ad'


intendere,- che chiunque tenee la Luna per una Dea,arebbe
empre mai oggetto alla ua m0flies e' allincontro coloro che'
I' aveero coniderata- qual Dio, fa rebbono* empre padroni del
le lor donne': e aggiugne, che quantunquei Greci ,- e gli Egiz

(b) Spntin.- in C.;


rar-zii.

zi deero talvolta il nome di femmina, o di Dear alla Luna,


e' n'e'loro miteri l'a nominavano Dio : Mytic-e tamen' D'eum di**

cant'. Bacco ,. che' come i motrato ,- era lo eo chel Sole,

veniva pur rappreentato* con de corni ,- e otto embianza 'di


donna, come da Porrio (e) raccogliei. 'Non dunque-ben (c) Apud' Etalab'.

cert'O, e Moloc igniichi il S'ole , 0" la Luna ,~ per dari tanto* Prepara!. l. 3. (.l I.

'

"

comunemente i nome' di Dioa quea Dea'. Siech non dec


recar' maraviglia, e noi prendiamo. Anamelec per una D'ea ,z
bench porti il nome di Re.- Convien purev dare a' divedere,~

'.4'
.

lv

l . l

'

che i: acrici non* erano men comuni in onor della Luna ,che
ad onore- del Sole. Racconta Strabone (d), che ne'rpaei vici~~ (dz-Szmo-l; u'. "

ro-
1
.

ni allArao(vero appunto quel ito ove noi: ponghiamo'iSew

*I..'l
"
.

farvainir) i adorava principalmente la Luna , avendo` 'un' fame#

ib-t'empio'- preo l' Iberia. Il sacerdote di quelladoratoricr oc


.cupava' iP primo poo dopo il' Re, e govemava' una' 'graciur

.4..
b

'
p.

maglia: di chiavi- alla D"e' coneCrati'. Erav poi olito' ,'- che 0-

gni an'no un qualcuno di quegli' chiavi pimd, a quel ehe eredevai`,~d`a oprannaturaleimpulo, fuggiv-aene
di
mora'ndiovi
vagabondo' inoattantoch
foe preotra'
dal.bochi,
Sacerdote,

'l
i,

'

il quale" avendolo nelle' mani lo poneva ir catena* ,- e' dopo a-*


-verlontuoizmente
nutrito
per tutto* lanno",
-lie
altre
vittime per' eere
agriicatoallat
Dea.condu'ceval'o'col-~
. Faceva'ni' iimi:`

..
..l
l

a
n
A

il

glia'nti obblazioni' alla' lddea di Siria , di Cui favella Lucia-nb",

*a* qu'alera' probabilmente' la Luna.- PortaVano-i genitori' i *10 ro- igliu'oli chiui? in certi" acchi nell' alto* del: Avaibolo del tempio, per di, cola precipitarli nel cortile c e' allorch quellevittic

qu:

.l'
K

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l-

'* i 1 i'

me

H,
f

'
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la...
i _

l4

1.

308

DISSERTAZIONE

me shrtunare 1lamentavano,ripondevan que' Barbari,c}1'e


` non erano loro gliuoli , ma bens de'tori. l acrici crudeli,
che i acevanoa Diana nella Taurica, ono 3 tutto il- mndo
(a) Str-115.0 I., l,-
1b. x6.

ben noti: e Strabone attea (a),che il uo culto , e le ci-rimo

nie sintroduero eziandio nella. Cappadocia , e in Arabia


mirano in poion
Roma due
opra di alla
un mede
mo Si
marmo,che
dareantiche
qualchegure
chiarimento
mate
ria , che trattai. Trovan quee al preente negli orti Farne

; e Seldeno crede oer quelle, di cui parla Zozimo, traeria


AGIIBOLO KAI te gi da Palmira a Roma dall'Imperatm-e Aureliano . Legge
MAL AK MRO: nella bae di quelle ame la eguente icrizione in Crema/{ci
PATRUIS
.Aglibolo. e- Malacbelo , Dei. della 'laria . Vuole il. preato Scrit
THLQJS..
tore, che` Aglibolo a lo eo, che Elagabalo,~Divint ado

rata da Palmiri- , e che Antonino , cognomina-to Eliogabalo ,,


Re traportare a Roma. Deriva egli `Aglibolor , dallEbreo ch`
gli tondo, e Baal Signore. Il Dio Elagabalor era un ao ro
tondo , come gi detto, e- dinotava i-l Sole; e Malacbelo,
'rl Dio Belo r ma io amo meglio dire, che -Malacbe foe la.
Luna. Vero , che l nome di Malacbelo- era il nome- di nm

Dio : ma noi abbiam dimorato ,che tal nome conveni-vapa


rimente alla Luna, e di pi, Malacbelo o-nlinariamenterapL
preentato colla Luna falcata ul doro ; ciocch non convien
ne, che alla medcrma Luna. Il* nome di. Malachlus , che let:
teralmente-ignica Dio-Re, rende palee la gran venerazione ,.

che aveai per s- fatta Divinit , e-giuica- vieppi-quanto


dicemmo ,. eer credibilimo che Moloc folle il Dio Luna.

Ecco nalmente un autore* che-ci dice un qual-:h di pi`


precio imorno al Dio-degti Ainmoniti.. Quei il famoo
viandante Beniamino, il quale racconta, ch' eendo arrivato
a Gebal ultima, citt degli Ammoniti., vi trov un antico tem

pio collidolo,.che~
per: ldiaddietro
: ma;
paaotto ilenzio , que'
e dipopoli
uomo,o~
donna iad'oravano
olie 5 dice-ov
Imente , ch" era una atua di pietra , coperta di 01-0, aa
in trono, tenendo a' uoi anchi due ame-di` femmine, p0'.

e parimente a edere ottodue troni', e- che* dinanzi a lora


era un altare, ucui oerivani acricj , e profumi. Non- a

vea probabilmente tale atua coa Pri-aordinaria, mentre L au


tore nulla ne dice: ci che appunto rende opetxiLme le de_
crizioni deRabbini da noi* riferite del Dio Moloc. Non- era:

tal Dio veriimilmente divero da quelli- de popoli convicini',


- clualii nella pi remota antichit eer potevano merime
pietre

SOPRA MOLOC, ec.

309

pietre rozze , o colonne; ma che dipoi vennero rappreen


tate otto umana embianza. Se vien permeo di riehiamar
qu ancora Helagdbal, i p'u naturalimamente trarre il uo
`nome da El, e da Cabal , il Dio di Gabal , il Sole adorato a
Gahal; o veramente il Dio deconini , delle frontiere'. Cabal

in Ebreo pu avere cotco ignicato. O nalmente Hel-Hag~


gabal pu dinotare il Dio Creatore, o il ol Creatore , come
chiamanlo i Pagani (a). Cabal in Siriaco , Gzbil in Arabo ,'
dir vogliono creare.
`

(a) Vinit .EHfr.Pr4~


per. L ;- c. 4.

Primauna
di dicolt,
dar terminechev
allai preente
prevenire
potrebbeDiertazione,convien
are ulla variet de'
nomi attribuiti, econdo noi, a una medeima Divinit in re

gioni aai vicine,il cui linguaggio non era molto divero, e


la religione quaimente la' ea .
`
Ma agevole di ripondere, che appo gli ,antichi ii ap
.propriaVano comunemente molti nomi a un Dio , anche in
_ un ol paee. Ora tra Pagani non eravi alcuna Divinit, a
cui i dee maggior numero 'di nomi , quanto al Sole, e alla
Luna; iccome non eravene altra , il cui culto foe pi dila
rato e univerale . Un Poeta Greco ( b) dice , eer Bacco lo (b) Belosepey hir

eo, che Belo de popoli di opra all'Eurate, che Ammone


de Libj, che Apis de Egizzi, ed il Giove degli Afrj. Auo
nio (c) ragionando del Sole gli fa dire; Io nell' Iola di Ogi

gia on chiamato Bacco , prendemi l' Egitto per Oiri , e gli


Arabi per Adone. Non la niremmo mai , e volemo qu

tao, libys Kek ime


nos aminon . APls
ephys Neilonos , A
raps Kronos, Ahr
riosZeys.
(c) Ogygia me Bat:
tum 'Hof-It

Oirim Egypt:

rapportare i vari nomi, che i davano al Sole, i quali gi u pun .


Arabic-4 gm: A
donmm .

rono da Macrobio raccolti (d).

Non era in ci meno privilegiata del Sole la Luna . Dia

(d) Marrob.l.i.c.18.

na in un Inno di Callimaco, prega Giove di conervarle la


prerogativa di parecchi nomi (e). Apulejo (f) fa tenere il

eguente dicoro alla Luna : Io on conociuta appreo i


Frigi otto il nome della madre degli Dei : mi chiamano gli
Ateniei Minerva : I Cipriotti mi danno il nome di Venere
di Pao; i Cretei quello di Diana; i Siciliani quel di Proer

(e) Polyonamion .
() Apu ' Metamor
Pho. I. u.

pina : a Eleui io on Cerere5altrove Giunone o Bellona, ov

vero Eatca o Ranmnia: ma gli Etiopi, gli Arii e gli Egiz


zi mi attribuicon quel nome, che a me veramente convie
ne, e Iide mi aPpellano.

Ci bene coniderato , non recher upore il diri da


noi ,che il Dio Moloc degli Ammoniti era il SOlC,O la Luna,
ed eer lo eo , che Baal~8chms , e Aarte de Fenlicj

c e

L-.

;ro

DISSERTAZ. SOPRA MOLOC, ec;

che Oiri e Iide degli Eyizzi; che Dionio e Alilat, o Ve


nere celee degli Arabi ; che Micra de Periani i Belo degli
Airjs Anamelec, e Adramelec de Sefarvaini ; Annea de'po

..XP

poli dell'Arao; che il Saturno di Fenicia s l'Amilca di Car


tagine; l'Adad ,. e Atergata deSirj; l'Elagabalo de' Palmiri ;
lIdd'ea di Siria di Jerapoli; l'Aglibolo, e il Malacbelo* di Pal

mira i nalmente il medcimo- che Apollo , Bacco, Adone,

Diana, Venere, la Luna e Luno :. volendo tutto ci ignicz


re la eima coa , cio il Sole, e la Luna .
\
. .zm

Non diamo 14- Tavola Cronologia( per i] L!


-mtiro, perch queo libro non* contiene non Iao
4 di ci. cbeurree egli otto giorni della Cor:
facrazione* di Aronne , e :le-uoi glia-oli, che av'
re

mnne il econdo mee aellarmo 2514 ; non avendo

i precetti , che ei i contengono , alcun contrae


gno cronologico, che po'a farci~ conocere' in qual

tempo precio: ei- fai-orzo dati .,

.--

(nL"och*IcP

i'

Ndao.-. .

gn

aaaaamaaaaa*aaaamaa&aax
maxmwmcwxwmmwwwwwrwr

RAGIONAMENTO
SOPRA I NUMERI.
' "Ajcdabbcr chiamano gli Ebrei queo libro,im
perciocch in imil guia comincia nel teo
Originale. Alcuni Ebrei gli danno parimen
* " te il nome di Bemzddebar, ch' la quinta vo
.ce del teco Ebra'icosveriimilmente per com
a prender la oria di quanto avvenne ne'tren
tanove anni o circa del viaggio degli Idrae~
liti nel deerto- I Greci, e con ei i Latini lo hanno intito*

lato i Numeri, atteocch netre primi capitoli 1 contiene la


numerazione del popolo, e de'Leviti.
Dopo lo innalzamento e la conacrazione del 'cabernaco
lo, avendo Iddio comandato a Mos di numerar tutto ,il po

polo dIdraele (a), i pree eparatamente ciacuna delle do


dici Trib, e-pocia quella di Levi, che contoi a parte.Sic~

(a) Num. t. l Il."

lll. lv.

come dovevano prontamente metteri in viaggio per entrare

nella terra di Canaan , Mos regol 1' ordine da oervari dali


le Trib ne' loro accampamenti , e nelle di loro marchie , ed
aegn tanto in ee, quanto negli aecampamenti, lucio,
ed il luogo a ciacheduna famiglia deLeviti.Trovani ne'capi

toli 5. 6. 7. 8. 9. molte leggi particolari , per eempio , opra


' quei che per qualche impurit erano mandati uora del cam
po, ulla prova delle acque della geloia ,o ulle ~leggi de'Naz
zarei.
Vi vien fecero
rieritaallatabernacoloi
decrizione de
donativi
chevTrib.Vi
dopo la
ua
elevazione
Principi
delle
-i ripetono parecchie coe pettanti .alle parti del tabernacolo ,
alla conacrazione de acerdoti, ed alla ea della Paqua. In
ultimo v,i viene ordinato il modo di dari il egno per decam
P are.Si part dal Sina (b) il venteimo giorno del econdo me~
(b) CP- x. il.

e del econd' anno dopo la ucita d'Egitto. In quea con


giuntura Mos preg jetro , giunto poco fa al PE dI~
rac
"i

'

312}

DISSERTAZONE

draele, di retare col popolo, .e accompagnarlo- nel uo via '


gio. Ma letro e ne ritorn via , e laci Obab uo gliuolo

in compagnia ?di Mos. Gl' Idraeliti s'inoltrarono vero Fa


ran , dove giunero dopo tre giorni di marchia; ma eendoi
dati a mormorare per eere aticati dal viaggio , e naueati
della manna. , Dio gli gaig con un incendio , che incener
(HCAP. x1.

una gran parte del campo (a); e dipoi avendo mandata loro

una quantit_ prodigioa di quaglie , Dio gli Hagell con una


nuova piaga nel tempo eo,che e le mangiavano, facendo

ne morire un gran numero. Per la qualcoa u chiamato que


o accampamentoi Sepoltri della concupicrnza. Avvenne in
quea occaione, che Iddio diede a Mos ettanta Anziani, a

(b) Cap. xt i.

quali comunic il uo pirito per ajutarlo nel governo del po


polo.
Aronne, e Maria (b) avendo conceputa qualche geloia
contro Seora moglie di Mos, ritornata poc anzi a ritrovare
il uo conorte ', ed avendo alquanto parlato contro l'ieo
Mos; Dio ne and in collera, e percoe Maria con una leb~

bra, che la obblig a ar ette giorni uora del cam 0.


i
Finalmente gl Idracliti , eendo partiti da'cpolcri della.
concupicenza,artivarono a Cadesbarne (c),donde Mos man
(c `) Cap. xx.
xl"

d Eploratori a oggetto di coniderare la terra di Canaan . Ma

ritornati che Furono quei eagerarono di tal fatta il pericolo


di farne la conquia, che tutto il popolo laci andare alla
impazienZa, e alla mormorazione. lnutilmente.Giou, e Ca

leb, due dc'opraddetti Deputati o Eploratori, i sorzarono


di rincuorargli, e diipare le malnate impreioni cagionzite in
e dal racconto degli altri Inviati. Sdcgnato lddio della loro
ingratitudine, era in procinto di eerminare i mormoratori ,
e Mos colle ue preghiere non avce rattenuti gli eetti del
la ua indegnazione. Gl'Idraeliti ravvedutii de' loro rienti
menti, vanno a ottometteri agli ordini del Signore, e a Pre
gare di eer condotti in faccia al nemico. Na la ntenza era

gi data, avendogli Iddio condannati a morire nel deerto, e


a menarci una vita errante per lo pazio di 40. anni. Vollero
alcuni tentar lingreo in quel paee per certe anguc rade;
ma i Cananei, che avano ul ridoo delle colline , gli cac
ciarono,e gli disccero. Il ,popoloadunquc dimor lunga pez
za a Cadcsbarne; e in queo tempo veriintilmente avvenne,
che un certo ~Idraelita , avendo raccolto legge in giorno di
(d) Cap. xv.

Sabbato , u lapidato da tutto il p0po`lo (d).


Viag
I
l

_
SOPRA [NUMERI.
313
`._ Viaggiarono gl Idraeliti per lungo tempo nelle monta-`
gne di Seirs e Mos ci ha conervato i nomi di molti de loro
aceampamenti (a). Partiti da Cadesbarne rizzarono uccei

(a) Num xxx:

vamente i padiglioni a Azerot, a Retma , a Rcmnon-Farez,


a Lebna, a Rea, a Ceelata , al monte Sefer , a Adar o A
rad, a Macelot, a Taat, a Tarc, a Metca, a Emona, a Mo
ierot, a Bcne-jacan, a Gadgad , a Jetabata ,a Ebrona, a Elat,

e ad Aiongaber: di quivi ritornarono per la econda volta a.


Cadesbarne, e dipoi a Moera, a Salmona, a Funon,a Obot,
a Jeabarim o torrente di Zarcd, a Matana, a Naaliel , a Ba
mot-Arnon ulle frontiere del paee de'Moabiti , e del regno

di Seon. Succee veriimilmente nell accampamento di Jetaba


ta la ollevazione di Core, di Datan , e di Abiron (b) , che

(b) Cap. xvr.

geloi di veder Mos, ed Aronne in poeo delle due prime


dignit della Repubblica, moero una edizione , che fu pu

nita con un terribil caigo de capi principali di tal ribellione:


perciocch appertai la terra ingoj Core e gli altri di ua

fazione; ed eendoi acceo il fuoco nel campo , conum


parimente quattordici mila e ettecento uomini. Finalmente
Iddio per render icuro il, Sacerdozio ad Aronne fece in

grazia ua un prodigioo miraCOlo (e); imperciocch, een


douato poo il uo baone in depoito nel tabernacolo con

(c) Cap. xv,

quei de' Principi delle Trib, il di vegnente trovoi verdeg


giante, e fiorito. Ne' trentanove anni della marchia nel de

erto fece Iddio altres alcuni regolamenti per la religione ,


.Pe' Sacerdoti, e per il governo: E queti leggoni ne'capito
li 18. e 19. de' Numeri.
Giunti glIdraeliti per la econda iata a Cades, vi mo

r Maria orella di Mos (d) . Accadde in. queo accampa

mento, che il popolo per mancanza di acqua diede in nuo


ve mormorazioni contra Mos.

Die Iddio al Legislatote

di battere una certa rupe, e che ne arebbono ucite le ac~


que. Mos, crucciato alquanto contro del popolo s di fre

quente infedele, dimor qualche dubbio , e qualche di


denza nel batter il duro ao s e quea u la cagione, eh

eo pure mor, come* gli altri, fuor della Terra Promea ,


nella quale Iddio non volle ch'entraero. Mor di l a -po~
co anche Aronne, preo il campo di Moera, e ul monte

Or frontiera dellIdumea.
,
. . .
i
Allora Mos mand al Re degl Idumei per addoman
dargli il pao nel uo paee , a ne di entrare nella terra
Die. Calma T. I.
Rr
di

(d) Cap. xx.

314

(a) Cap. xxt.

RAGlONAMENTO

di Canaan ; ma queto Principe glie lo neg , dimaniera che


glIdraeliti Furono aretti a Fare un lungo giro per cercarne
da-zun'altra parte l'ingreo. Vero queto medeimo tempo
vendo gl Idraeliti attaccato il Re di Arad Cananeo (ai), ven ,
nero a prima ronte repinti; ma dipoi riportarono una gran
vittoria u queto Principe, e manomeero tutto il uo paee
allo eerminio. Non iettero gran tempo gl' Idraeliti enza
cader di nuovo nella mormorazione. Dio per gaigarli man
d tra loro certi erpenti, il cui moro non pot eer anato,
che in rimirando un erpe di bronzo collocato da Mos, per

ordine di Dio, in cima ad una picca. Credei, che queo av


venie nell'accampamento di Salmona. Arrivati finalmente gl'

ldraeliti opra il torrente di Arnon , mandarono a chiedere


il pao a Seon Re degli Ammore. Seon non olo loneg io
to, ma i molle con un' armata per attaccargli. Queo Prin

cipe u vinto, e tutto ottomeo il uo "paee. Og Re di Ba


an i port dipoi per oppori a ldraele; ma non u pi av
venturato , n meglio trattato di Seon. Il Re di Moab pa
ventato da tanti ucce , e temendo che Mos gli facee guer
ra , (per aver anch'eo negato il pao agli Ebrei, ) fe ricor
o a Balaam lmoimo mago , che dimorava nella M-:opo
(b) Cap. xx.

tamia, e (b) fecelo a e venire: ma quei in vece di dare'

1x1. xxxv

delle maledizioni a Idraele, lo ricolm di benedizioni .


. Balaam indipettito di aver fatto invano un s gran lviag~
gio, e di vederi privo del guiderdone che ne apettava,die~

' de al Re di Moab un coniglio, che riuc uneiimo agl


Idraeliti, a'Madianiti, e a lui medeimo; e u di mandare

le fanciulle di Moab, e di Madian per impegnare glIdraeli~


ti nella impurit,e nella idolatria.Queo coniglio venne ee
guito,ed ebbe ben too leetto,che l'Indovino attendevane.
Per buona orte il male non dur lungo tempo; perocch
armatii di zelo i Leviti , tolero di vita un gran numero
de' colpevoli , contandoi in quel giorno circa ventiquattro
(c) Cap. xxv.

mila uomini uccii (c). Iddio allora comando, ChCl face

e la guerra a'Madianiti: ma que'ordine non u meo ad


eetto , e non dopo una nuova numerazione del popolo ,

che ecci dopo l' accennato ucceo. Fece altres Mos alcu
(d) Cap. xx.

ni atuti (d) per la ucceione delle gliuole di Salaad ,ed

alcuni altri regolamenti intorno alle fee , a'acriicj, a


l

-voci, ec.

La guerra contra de' Madianiti l' ultima di quelle


che

SOPRAI NUMERI.

;Is

che fecero otto Mos (a). Tutti quei che riuc loro di (a) Cap. mi.

prendere di quel popolo, uron fatti morire, eccetto le zit

telle. Il falo Profeta Balaam rimae involto in queta orri


bile rage. Diede ucceivamente Mos il paee da lui con
quiato alle Trib di Ruben , di Gad e alla mezza Trib

di Manae, con patto di accompagnare i loro fratelli nella con


quia del paee di Canaan (b). Finalmente apendo Mos , (b) CP~ lull
che non avrebbe paato il Giordano , diede diveri ordini
V1derap.xxxr11.
(e) per la partizione delle terre de' Cananei , ordinando di (c)
3!. xxxrv. xxxv.
fargli paar tutti a l di pada, e di partire a orte le loro XXXV].
terre. Vuole che i aegnino dellecitt aLeviti per la loro
dimora, e che tra quelle, alcune fieno deinate per ervire
di ailo a coloro , che aveero commeo un involontario

omicidio. Proibice in ultimo i maritaggi , che aveero po


tuto cagionare conuioni nello partimento delle terre delle
Trib. Ecco il unto del libro. deNumeri.
Credei che Mos erivee queto libro vero il fine
della ua vita , ulle memorie , che antecedentemente avea
preparate , nelle quali notava ogni avvenimento a miura ,

che uccedeva.

Rr

(I

D18

tieoaaoao
DIS SERTAZIONE
1NTORNO ALLA DSCIPLINA,
o alla Forma di amminirare infm gli Ebrei
la Giui-{zia , e ngo/armente opra
il Sinrdrio.
A Repubblica degli Ebrei non u propriamente
formata, le non da che Iddio ebbe dato loro

la-ua legge ul Sina, e che da Mos ne fu a


lunta l` amminirazione, e dipoone , giua
le leggi del Signore, l' ordine , ed il governo.
Cercani .indarno una Diciplina regolata , e
(a) Exod- m, r6- Giudici Idraeliti con piena autorit in Egitto. Gli Anziani
(b) Medmar-..15. che ivi veggiamo (a), e quei che oprantendevano a' lavori
de' lor fratelli (b) , non eercitavano al pi , che una giu
ridizione libera e volontaria , e non certamente un autori

(c) Eroe!. v. xvrn. t di comando (c) . Mos fu il primo, che giudicae da So~
""8 VM
vrano tutta la nazion d'ldraele, eercitando ovra di ela una

aoluta giuridizione : ed ei olo iport il grave peo di tut


ti gli aari in tanto, che Ietro uo uocero non giune al
campo del Sina.

Queo prudente vecchione avendo coni

derato , che Mos avaene tutto il di ao per giudicare


le caue del popolo, fecei animo di rimorargli,ch'ean
cavai fuor di miura , e che nalmente i troverebbe ob

bligato di oggiacere a cos grave fatica : perci dovea divi


(d) Haim,_z_ dere tanta penoilmauoccupazrone con qualche numero di.
2.6.E1rfisviri5 e!. perone di merito, e di perimentata prudenza , le quali gli.
unix
de mioPrimi:
l me
mimnm

deero .la man`o nel governodel popolo..

i coniglio

Sopra
'tal

r51}illi,iriu., (d) abiliMose PrinCipi di mille,Capi di cento,di cinquanta ,.


(3'. W-"We" Q e di dieci uomini per invigilare opra quei che fidati venivano
gumqmrgm :rm: , O'

*.

decna,r,.~zm ;zaini1- alla loro condotta , e a ine di terminare , econdo le leggi

b"P'omtmm- precritte, i litiwj , con obbligo di riferirgli oltanto, come a


pore,FL/*ilqrrril au-

,.

""

nm!,zmn-MW- Giudice LliPllaO da Dio, e depoitario della prmcrpale ua.

F".'-'~F- autorit, le caue-pi rilevanti ,, e pi ardue .


lu-r4 :mm-mmm
i'm-;antes`

Oil
'

INTORNO ALLA DISCIPLINA , ec.

317

,OerVoIi per-breviimo tempo queo diponimentozim


jamcch Jetro eendo-arrivato alcampo poco avanti la partenza
deglIdraeliti per Cadesbarne; vubito dopo, cio, nel campo
'de' epolcri della concupicenza , ove i giune in capo a tre
giorni- di marchia dal monte Sina , Iddio cre un corpo di
ettanta uomini, a' quali comunic il uo Spirito , per aiutar
(a) M47. xl. 16.
1V10$ nella condotta del popolo (a) . 'Di qui traggono i difen

ori del Sinedrio la origine di quella famoa Aemblea,di cui


parleremo largamente tra poco; Ecco per tanto un Senato di
ettanta Anziani , alla tea de' quali ava Mos , tutti pieni

dello Spirito di Profezia pe'r governare , e giudicare Idraele.


Qieo nuovo abilimento nulla pregiudic a quello gi ante~
cedentemente formato, econdo il coniglio di JCtlO- Ma pu

eere', che la giuridizione "del primo foe limitata allora a


condurre il popolo pel civile, per la diciplina,e per la guer
ra; e che tutti i giudici ordinari i doveero terminare al
tribunale de-ettanta Giudici, e `gli atti di pi grave rilievo
alla preenZa di Mos : e pure dir non i voglia co'Rabbini,
che i medeimi ettanta Anziani foero del numero di quelli ,

ch erano gi ati celti per coniglio di Jetro, nel -che io non


corgo inCOnveniente ~veruno .

Continov tal ordine in tutto i! viaggio del deerto ,`


vale a dire circa trentanove anni. `L' eercizio della giuri

dizione era non olo agevole , ma in certo modo neceario


ancora in quel tempo , che il popolo adunato in una ola

Comunit-non componeva propriamente , e\n0n una ola


citt andante. Ivi erano comode, e ordinarie le adunanze :

e non eendoi per anche moltiplicati quei lucri , che pro

cedono dal poedere ondi,e capitali, erano per coneguen


za meno frequenti le liti, e perci tal numero di Giudici era
per tutto quel popolo ucientiiimo .
Ma prevedendo il Legislatore Mos , che nella Terra
-Promea non i arebbe potuto tenere la medeima regola
de giudici,- ordin che i deinaero in ogni citta Giudici,

(b) Dm. tv. is.


e Magirati per terminare le dierenze del popolo (b) i e udire:
f* Aazim
che qualora opravveniero aari di maggiore importanza , m: cazz/Ein: m 0m
o di pi dicile dicuione, foero trasferiti a quel luogo, ibm porri: ai: .
che 'l --Signore avee eletto per col proporre a Saderdoti

della proapia di Arone, e al Giudice che avee allora u


citato il Signore, la dicolt i volendo che ad ei i pre

tae obbedienzzi, e otto pena di morte ai di lOro giudicio


i de

318

DISSERTAZIONE

(a) Dm!. xvr. 8. 9.

1 decrie (a). Comanda altrove (b) , ch' eendo comme

Srrile , aam
gia-vm apud re judi

o nel paee unomicidio enza aperne il malattore , fa

dum :e percheri:
. . . . - judz'r/n in
ter Forms ma: vi-ie
ri! 'vw-ba varia :

ccfero venire i Sacerdoti, a cui apparteneva la cognizione di,


quazmque caua, e di ogni ferita; i Huali unitamente con gli

{urge
tende :ad
0mm quem elegant

Anziani della citt pi vicina, epia ero I eguito misFatto,


per'allontanare dal popolo gli eetti dello degno di Dio .

Domina: Dem mm;

L autorit deSacerdoti ne_ giudici vien anche beniimo a~

venir; ia AdS Werde~


tesL. :itticigenoma

ad indie-cm qui fra-ri:

bilita in ci, che dice lo eo Legislatore (c): Se un al


o teimonio accua il uo fratello di prevaricazione, l pre

illo mp-e ;querel


qm- ebmnqubimim

enteranno amendue dinanzi al Signore, alla preenza deSa

bmzrti.- judici ven'

eerdoti, e de' Giudici che allora aranno; e dopo avere ben*

arem.. .2254i aut'

ipeivrit . n'almro. eaminato laare, le il teimonio vien convinto di Falo ,


berlin men-doti: im
Pcno, qm eo tempore

mirzrmfihminanm
tuo , nlrcrcto [udi

tit, ma v*jet-m*- homo iL


e.
(b.) Dmer-r. f. Et

ad wrbum eamm a_

mm ne; 01mm ,
qmdqu muniti 'vel
rmmzmdume, indi
comr. Hebr. Omm':

mua ,l-0mm': pla


4.

lo tratteranno in quella guia, chei trattar volle il uo ra


tello. Il Pararae Onkelos, le cui piegazioni debbono e
ere di un gran peo contro a-i Rabbini, dichiara. le guem
ti parole del Deuteronomio (ci) : La' dixermi: patti uo,*vel
mam ue c 'Neczo *uo: : l eplica , dico, di quei Sacerdoti ,

che nelleercizio della giuizia, non avendo riguardo veru


no alla carne, n al angue, hanno ola-mente per oggetto
il vero, ed il' giulio` E lo eo Mos con-Ferma imile
'piegazione al vel-etto (e) che egue , quando dice , che i
gliuoli di Levi conrvarono i.giudicj di Giacob, e le leg

e) Dem. xrx. 16;!).

1.8.19. Sitererit rah':


mami-tx :Etra bom"

gi d' Idraele-- Il Profeta Ecchiele parla conorm-e a que


a idea (f): Allorch naer,dice il Signore,qualche con

mm , ari-am cum

pravarimtioni: ,la

trovera , giudicheranno i Sacerdoti i miei- giudicj con ob

um ambo , quorum
aahhff,nte Domi
n/mz in :ani-eo? Su
lardamm.,'<51 [attimi

bligo di: oervare,e di fare oervare le mie leggi, e i miei


comandamenti: ei aranno Giudici naturali della mia giu~
[Pizia, Minitri d'erniei gindicj,e_Con-Z-rvatori demiei dirit
ti. I Samaritani. nella lor lettera a Scaligera teifcano,che
danno una hprema autorit al di loro Sommo Pontece ,
portandoi avanti il uo tribunale le caue di tutte le citt :
ch egli giudica il popolo, eercitando. ancora il uo giudi
cio ino opra i penieri ; e che tutto col- uo coniglio de~

quucn'm in dir:
dir': . umch di/
gendjme per-cruti

td) mmm-rin! fattu


rr".vcm din.:in contra
u em-_irmm me
drmm : Relais-nt c,
t; ,frutti/imbarc
cai! .nur .
(ai) Dem. xxx n 1.9.

(e) u. [0-. Hi mm
dir-run} eln zsum m`
un; .3- pathrm IMI

m ;lemm- . ira-liti

eide'L Felice colui che alla ua parola obbedice, e div.

venturati coloro che da lui i dipartono - Ecco la idea che


dee formari dciio tato dli Ebrei nel tempo della; pace ,
e della Fedelt alle leggi Divine.
7
Non intee GioZ-oin- altra guiav le intenzioni di Mo

um o [mob, &l'a-gr!

tifa! a Irael'.
(i) Eur/1. xltv.24;
C.1? fmrir controver

s, dicendo. (g) , che quel Legislatore ordin , che l piarrtal:

m, j-.mat in ,mt-'irjir mei: &indicaun; . Laz:: ma: ,ef-pracy: mm ia amnm lemnimtiu: mer':
cutodie. (g) [aj-ph l, x. amiq. c. 2m.

INTORNO ALLA DISCIPLINA, ec.


319
e in ogni citt un tribunale di ette Giudici cori l'interven
. to di due Leviti, per amminirare a' popoli la giutizia; che

abbattendoi in un qualche arduo affare, i portae nella citt


eletta dal Signore' per farlo decidere dal Sommo Pontece ,
dal Profeta, 0 dal Senato; che il medeimo Re non dove
~

e far .nulla , n coa alcuna intraprendere enza il coniglio


del Supremo Sacerdote , e del Senato . E nella opera ua*
contro Appione, parlando della diciplina degli Ebrei, dice
( a): Che non pu coituir governo pi eccellente, n pi giu/io ,

nu'.

... *"''ll-s
*-

'0
. .~
-

(al Iaph.lib.u.c,6.
contra Appio.

n pi anto di quello, che ha Per autore il Sovrano Monari-a deli'


Uni-vero. Si gran Dio conferice a Saerzcatori in comune l ammi~
mrazione delle coe Sante le pi importanti ; ma opra tutti dan
..

ne al Sommo Pontefice i' autorit. .A ei , oggiugne , appar


tiene la cura di far ojjer'uare la legge,e di mantenere la dicipli
na : egiino ono i Giudici delle liti, e ordinario il gazgo dc' rei.
ual forma `dunque di governo pu mai eere pi perfetta del
noro; Cos la Ebrea Repubblica, giua la idea del prefato

Scrittore (b ), non era formata n econdo le regole di Mo


narchia, n di popolare governo :ma bens retta coll'auto
rit del medeimo Dio, a egno che poteva chiamari una.

(b) Ido- eodm ii.


O o

Teocrazia, o governo divino. In fatto i Sacerdoti, e iGiu

dici aperiori giudicavano puramente come delegati del Signo


re, e avano in certo modo ai ovra il di lui tribunale,

alla preenza dell'Area ua, e nel luogo da eo eletto,eer


citando la ua autorit. Davai termine a tutte le dierenze
l

econdo le ue leggi; anzi che quei, i quali tenevano tal po

""-

det , erano bene peo inpirati dal Divino uo Spirito ,

avendo empre mai l' Urim, e 'l Tummim , merc de quali


il Sommo Pontece dicopriva con certezza la volont del

Signore negli aari pi rilevanti. Era poi principalmente del


Supremo Sacerdote l'incarico, dice Gioeo (e), di far oer
vare le leggi, di giudicare_ le caue , di far gaigare i col
pevoli; e chiunque non iava a lui oggetto , veniva puni
to con gli ercmi upplizj, come reo di una empiet contra
del medeimo Dio.
.
Fu ul modello del governo da noi ora decritto , che

l
l

'

"l

'e g.

(c) Idem iden .

,`|
.

t
g

,
l

._

'
./l

'

'I

ai"

L
\

biogn regolari in tutti i tempi della Repubblica Ebrea ,


i'

qualora i volle ridurla alla eatta oervanza delle leggi Mo

aiche . Se non icorgiamo tal diciplina puntualmente con


tinuata in tutta la erie della oria della nazione, ci pro

cede, perch non i vedde per lungo tempo una xcceione

'

7
'

3+

q.

1'
P

5 `,

i Giu

.z v
`i

.`

.
i

i
i

'zio

DISSERTAZINE`

'di Giudici, o di Principi religioi; n i popoli coantemente


aezionati alla lor religione; n una pace durevole ,` e lCUll
nello ato. Qual vero, per eempio,di oei-var l'ordine de

giudici precritti dal Legislatore, in mezzo alle perecuzioni ',


e a ervaggi , che otto i Giudici luno all' altro uccedoni ?
Dee ore attenderi una puntuale oervanza delle leggi, men
tre che tutto il popolo i abbandona alla empiet , e alla ido
latria? Sarebbe dunque -malagevole morare in ci una per
etta conformit: convien per tanto contentari di veder que
o articolo oervato pi, o men fedelmente , econdo che 'l

popolo Ebreo u pi, o meno a' uoi doveri applicato .


Morto Mos, il uo ucceore Giosu non pot cosi u
bito abilire nella terra di Canaan lordine dal Legislatnre co

ituito. Fu duolpo di primieramente penare a ar la con


quia di quel pae e, indi a dividerlo : e Giou non oprav
vie , e non pochi anni dopo tal diviione , e lottenuto pa
cico poeo della Terra Promea . Allora u , che i vidde
in Idraele una perfetta oervanza delle leggi, otto un capo
cos zelante,e s aggio. Per innanzi ei governava aolutamen
te la Repubblica col Sommo Pontece , e con gli Anziani d'

Idraele:tutto il popolo gli avea promea :la ea obbedien


(a) [iz-24: 1719.16.17.
Sim! obedrwmm m
runi: M07 x , ita 0
bediemux ti
qui
tantradixerit ori tuo,
* non abc-diari! tun
ehs ermoni-'mr mi: ,
quo': preeperi: ex ,

za da lor renduta a Mos , minacciando di morte tutti colo~


r0 che alla ua voce foer ritroi (a). I Principali del p0'

polo con Giou i unirono in confederazione co'Gabaonit


(b). Giou medeimo, e il Sommo Sacerdote Eleazaro al

erono allo coprimento arto da Deputati delle Trib della


terra de'Cananei (t). Finalmente Giou gi cadente radun

in Sichem tutto Idraele, gli Anziani,i Principi , i Capi , i

mariatur .

(b)]oue1x.1f. Fe
tirque _Iofue cum ei:

parem - inito fred:


rc pollicims et , quod
non oniderentur :
princpu quoque
multitudimr fumm
rmn tir .

Maeri, cio, tutti i Giudici, e i Magirati , che Mos a

veva ordinato di abilire nella. provincia per amminirarvi la


giuizia s ed ivi rinnov con eo loro lalleanza tra il Signore
e Idraele (d) . Stettero le coe nello ato , in cui l'avea po

e Giou, no a tanto che glIdraeliti non i poero in una


_funeima indipendenza , che gli condue alla dimenticanza

(c) _q/:MXlVJ'Z-
(d) [of. xxui. a.

xxtv.l.0mnem1
mel majoreque n.1
tu . a Principe: a:

Dim: , (5- Magi/Ira:.

delle leggi Divine , e che nalmente u la cagione delle va


rie chiavitudinimelle quali ucceivamente cadettero otto di
veri popoli ranieri ; paando alternativamente dal ervag
gio alla libert, econdo che le loro celleratezze , ola di
lor penitenza portavano Iddio a punirli, o a occorrerli. In

una s ravaganre vicitudine non c` da upiri; che ben


diintamente nOn veggai tra gli Ebrei la forma de'giudi
e) .

INTORNO ALLA DISCIPLINA, ee.


zar
ci . Quanto avvenne per cagion dell'oltraggio fatto alla moi"
glie del Levita , e per coneguenza della guerra dichiarata

alla Trib di Beniamino", ci d a conocere un popolaccio


libero, e indipendente, che guidavai di propria ua autorit.
La medeima Libert apparice nell' aare di Mica , e nella
tramigrazione deDaniti . La Scrittura ci e. parimente apere,

che allora eguiva ognuno il uo capriccio, per non eervi Re


in Idraele.

I Giudici, che Iddio di quando in quando-ucita per


liberare, e per governare il uo popolo, non ebbero una aus
torit univerale in ordine a'giudicj,n un poter che i een
dee ovra tutto ldraele. Giudicavano bens la porzione di

quel paee da ei aancato, e che riconocevali: ma in que


o mentre gli altri contorni avano o nella indipendenza, o
in ervit. E convien confeare , che a noi manca la di
inta notizia del modo con che governavano , e della forma

degiudicj che i eercitavano otto il di lor reggimento. Ma


otto il governo di Samuele corgei maggior ordine, e pi
di uniformit . Fu queo Profeta per ben venti anni capo del
la Ebrea nazione : viit ogni anno la provincia , trattenen
doi in Betel, in Galgala, e a Masat,per ivi giudicare il po

polo (a). Lordine de' giudici regolato da Mos oervavai


puntualmente in Idraele , vedendoi gli Anziani, e i Giudici
del popolo (b) venire a trovar Samuele ne maneggi di cone

(a) l. Raz. vanity.


16.

(b) 1. Reg. v1. r:

guenza; e in nome del Signore decideva ovranamente il Pro~

Reta- Farto-poi carico di anni, dein in Berabea per Giudi


ci i uo-i igliuoli: ma la peima foggia del loro operare di

motivo a Principali d' Idraele di renderi a rimorargli , che


tutto il popolo deiderava un Re (c). Gi noto, come pa

s queo aare .
Lo abilimento `di un nuovo Re ovra tutta la nazione
concerto tutto l'ordine , e la diciplina da Mos cos ben re~
golata. Egli avea preveduto ancora , che gli Ebrei avrebbono
preo un Res anzi avea ormate certe iruzioni per la di lui

direzione : ma o ia che giudicae eere inutililmo are de_


regolamenti intorno alla diciplina , eendo -mai empre pa
droni i Sovrani di apporvi ,e di mutarvi ci, che pi lor pia
ce; 0 ia che Dio i foe ricrbato di Far conocere u queo

punto i -uoi voleri, come in vero il fece per mezzo di Sa


muele nella elezion di Saule; o ia nalmente che Mos cre
dee , che la diciplina da lui abilita foe incompatibile
Di. Calmet. T. I.
S s
`
con

1._

(c) 1km .

2.2.'

DISSERTAZI'ONE

con l' autorit, e l governo monarchico deRe, non ordin

ripetto _a ci coa particolare : e embra che Saule `non s'in~>


trigae, e non negli aari della guerra., laciando aGiudici,
ea'Sacerdori l'iela giuridizione,che aveano no allora godu
ta. Samuele in .tutto il tempo che vie, conerv empre mol
to di autorit opra il popolo, e anche ul medeimo Re, .il
quale -coniderollo come il Profeta del Signore, e l' Interpetre`
de uoi voleri mo alla unzione di Davide.
. ,
Too che Davide i trov in pacico poeo de uo
Stati, giudic, e con ragione, che uno de uoi principali, e

pi importanti doveri oe di amminirare per e medei


mo a uoi popoli la giuizia, La_ Scrittura ci d contezza
(a) 7.. Reg. n.1.. 3. 4.
tht mano rim

(a) , che l uo gliuolo Aalom, apirando al reame , Rava

ogni mattina alla orta del palazzo, chiamando a e coloro,

rgm: Abzlomu
barjuxta .introimm
parte , * omnem w'
rum, qui babrat e
gotiummt venire! mi
Rem judirium, 'vo

c e aveano qualc e negozio alla corte 3 e inormandoi quali


foero le loro liti , e pendenze , motrava di approvarne le

ragioni: ma vora digrazia i , oggiugneva , che il Re


non abbia deputato alcun per entirvi. Sed non e , vqui te

taZatAbalom mie, audiat contutus a Rege. Eendo da Gioab,iruita di na


- direb : De qua
civica-te e: tu .7 5321' coto una donna di Tecue (b) per portari a dimandare a
port-{em ajeatJ-Ix

una Tribu Irael ego


umrvu: much 'pondcerque ci Ab a
lam : Vldemur mihi
ermone: mi boni , *
7' ri . Sed non et qui
te a ia! con/Zimtu:

a Rega. DireImrque
Abalam: quis me :B

iruat judicemnper
tcrmm, ut ad me *ue
m'am omne-.t , qui ha_
ben! negatium, * ju
icjudirem .P u'.

Davide la grazia a avor di Aalom, dopo aver, dato mor


te ad Amnone; Ene di chiedere al Re la grazia per. uno de'
uoi igliuoli , il quale , al dir di coei, aveva uccio il uo
fratello in un privato litigio. Amminirava Salomone la

giutizia a uoi udditi , come Davide uo padre , alla por~


ta del uo palagio. Noi leggiamo ne Sagri libri la decri
zione del uo trono (c), e la apientiima deciione della
famoa contea (ci) tra le due donne , che vicendevolmente

incolpavani di aver oocato luna dell' altra il bambino .

Leggei parimente , che queo Principe i port a Gabaon


co' Principi , co Centurioni , e con gli altri Capi della na
(t) 3. Reg.x.18. i9.
zione: e per coneguenza tutti cotei Uziali erano deina
(d) 2. Par. l. z..
(e) 3- Reg. xu. 6. ti, econdo l ordine -di Mos in ogni citt-. per giudicare ,
e governare il popolo. Teneva Salamone intorno a e buon
numero di Coniglieri , e di Anziani , i quali, morto che
(b)1.Reg.xiv.z.~

u , diero quel s avio ,coniglio al giovane Roboamo , di


cui per tanto malamente ne prott (e). Il governo , e l'
ordine della Repubblica d Idraele ori grandemente per la
membrnzione delle Trib , che abbandonarono la caa di
Davide, unendoi a 'Geroboamo . Cred queo Principe di

non poter trovare icurezza nella ua ribellione, che in mu

tar

INTORNO LLA "DrSCIPILINA ,, ec.

z*

tar religione, e con metter oopra , per quanto gli u poi

bile, lordine da Mos abilito . Sicch- noi dobbiamo cercar


olamente nel regno di Giuda la tradizione , e la ucceione

della vera. diciplina , e la forma dellantico,- governo degli


Ebrei.

'

All'orch Gioaat form il diegno della riorma deuol


Stati, non tenne altra regola, che la gi ordinata da Mos :

onde dein Giudici in tutte le citt di Giuda (a) , a quali


raccomando la vigilanza , lattenzione , e l'amore della giui
zia, comeminiri dell'autorit di Dio. Stabili parimente in
Gerualemme due tribunali : l'uno di Sacerdori, e di Leviti:
laltro di Principi delle famiglie della nazione. Prendeva il
primo cognizione delle caue appartenenti alla legge , a' coman

(a) 1..Par.xxx..*
eq. Canituitque u.
dice: terra. in mm?
ciuimnbmuda. . .
Et pra ripiem ~Indici
m , Videre, air,quid
ari/innata enim ha.
mini: excrrets indi

,1rd Domini....
damenti, e alle cirimonie della religione, le quali venivano tium
Infemalcm qmque

loro tramee da Giudici delle altre citt. Il Sommo Sacerdo


te Amaria (b) era il capo di queo collegio. .Preedeva al e

conitti oapba!
Lc-uitar , (j- Surcrdo.
te: c5- Principe: u

condo tribunale Zabadia Principe, o- caPo di Giuda,coitui'~ nzimm ex [mi-l ,

to opra ci che riguardava l' uicio del Rervale ae dire,opra


i giudici degli atti politici, e di quelli che i-mportavano gl
interei del pubblico, e deprivati .
~ '
Geremia (c) aai diiintamente ci motra, otto Gioa

Ut.

(b) Ibi-em v. u. .
Amari: autem Sa
[El/0! ,
Pontifex
weh-ri hit , qua ad
Dominum Perlinent ,

cmo- Re di Giuda , i medeimi tribunali da noi oervati puidcit :porro Za

otto di Gioaat.. Avendo il oprannomato- Proeta pubbli~


cate certe dicute predizioni contra del tempio , too tutto

bauiasilim lfmzhel,
qui adi: i Domo
juda ,uper M opera

eri! , 4M mi Regis of.


ii'- popolo in eo. i congreg ; e vi venne condannato da" riumpernnmr.

Sacerdoti, e da quei che paavano per Profeti. Portato per (c)1enm. xxvu. 9.
tanto di tutto ii eguito a'Principi di Giuda l avvio, ali .lo.
rono
quei dal palazzo
dei Re,
ove* i- tenevano
ro congregazioni,
ai tempio,, dove
Sacerdoti'lordinarie
, gli:. Stribilo,,
ed il popolo erano attualmente- adunati , e vollero prender
cognizione del motivo della; condanna di Geremia. Soen
nero i Sacerdoti e i Proeti in faccia di que Principi , ete
Geremia- era- degno di morte : ma Principi annullarono la;
lor entenza e* indi gli: Anziani del popolo rimorarono
allamblea- la ingiuizia del primo giudicio , dicendo ,che
moti altri Profeti avevano altre volte proetizzato,come-Ge-
remia , contro- la- citt , ed il tempio ,. enza che il Re, n

il popolo aveero per tal" cagione arto mai orir [Oro ve


~run mal trattamento Dal che i vede la ecnione , e la
grandezza dell"autorevol potere de* Senatori , e de Principi

dei Palazzo; e ci d baantemente a conocere* il poco on


Ss a

da

324
DISSERTAZIONE;
'clamento , di quanto ci i vuol dar a credere intorno alla

pretea, autorit del Sinedrio.

Era poi tale la pode de'

Principi di Giuda , che i medeimi Re , maime in tempo

(a) jet-em. xxiv. Sx

di acchezza, e dello [regolamento della diciplina,non p0


tevano , n ardivano di lor contraddire. Avendo predetto
Geremia (a), che la citt di Gerualemme arebbe ata pre
_fa dn'Calde ; i preentarono i Principi al Sovrano , facen
dogli inanza, che foe conegnato nellc loro mani il Pro
feta, che co uoi ragionamenti dianimava il popolo, acci

foe trattato qual nemico di Stato.. Sedecia ripoe lor-ozEgl


n in poter voro; imperocch non lecito al Re di nien`
te negarvi : Ecce in manila:: 'uerz's e i nec enim. fa: e Regem
nobis qmcquam negare

Si pu conderar di palggio , qual oe al tempo del


menzionato Profeta 1. autorit del Sommo Pontece- Semejz
(bl' rem. XXIX; 26.
Dammi rkdit te Sa
cerdolrm pra ,ai-:de
Sacerdote , utix dux
in Domo Domini /u
per omnem -uir ar
"miriam, ( ,Drop/
tamcm, ut mitra; 212'

in nerwmrxw i7; car


ter-em; Er mmc qua

ve non. imrtati e.
rrmiam Anzi/thi
te/,quz prof/Mt *w
.E

[-c) ,erena xx. z.


(di Ezcth. vur. u.
(9- 16. [7.

criveva di Babilonia al Sacerdote. Soonia. in quei termini


(b.) 2 Il Signore vi ha cotituito Sacerdote in luogo di Joz'ada,
anch iate Principe nella caa; di Dio, e poni-ate in carcere,

e in ceppi. ogni uomo, che ia poeduto-,i _e profetizzi: e pera


ch non avete voi corretto Geremia, che imprende di: proe
rizzairvi ?- E Faur Sacerdote, e- Principe della caa di .Dio e"

battere Geremia, e mettere in carcere (e) per aver Pt-oetiz.


:ato coe diavvamaggioe contra di Gel-oolimz..
E molto probabile ,. che i Settanta` .Anziani della Caa*
d" Ilaele , veduti- in ipirito da Lcch-icbe ,. i quali. agi Idoir
oerivan gl' inceni- (d) , e; quegli altri venticinque uomini. ,.
che pur vidde tra. il tem-pio, e laltare degli Olocaui , te
nendo il doro. rivolto. a1- te io, e- la faccia;v voi-.0. L'Oirien-
te ,. e che. rendevano al Sole nel. uo levari le- loro- adora
zioni z , dico ,, molto veriimile ,, che tutte core-te pero

ne cos diinte eno gl'ief. Giudici. del tempio, e del prilagio di opra accennati. Siccome erano i pi pettabili., e i;
pi potenti. del paee , nota altres la Scrittura ,. che a. Bai
(e) 4-. Rag. xxw. 15-_

ilonia uron condotti chiavi con Gioacimo (e): Traniulir

joac'zim in Babylonem.- .. .. .. e? _udz'res terra: duri:. in. capri-ur'


tatem ,f (Fc.
( f) Daniel! [.29.
3,4

La ori:: dell' accua , i e delv proceo di Sunnu Cf) '_

una prova , che tra gli Ebrei oervavai- anche nella. chiar
vitudinc una qualche formalit* nc' giudici, e- che* aveano
Giudici della. loro. nazione .- Ma chi potrebbe delriverci ,.
qual foe la diciplina., il. numero, l'autorit., e. l'ordine di

tali;

INTORNO ALLA DISCIPLINA, ee.

325

tali Giudici? Ritorn Edra nella Paleina (a) con libera fa'
colt data lui da Artaere di tabilire Giudici nello Stato, e

(a) Uip-.WLW. 2.6.

di corigncre i rei a ottometteri al loro giudicio, no ad u


are contra di ei la pena di morte, quando la neceit il ri'

chiedee. Parlando Gioeo (b) dello tato ueguente al ri~


torno della ervit, dice, che vi fu dirizzata una foggia di
governo Aritocratico, frammichiato di Oligarchia; e che i

(b) joeph. Antiqli.


n . t. 4.

Sacerdoti vi godettero la principale autorit ,ino al tempo de

gli Amonei, nel quale rientrarono gli Ebrei nello ato Mo


narchico. Tutto queo vien confermato da quanto c'informa
la oria del Sommo Pontece Jaddo, che in qualit di Prin

cipe degli Ebrei ricev in Geroolima Aleandro Magno (c);


e dalle lettere di Arco Re di Sparta critte ad Onia Sommo
Sacerdote,e Capo della Ebrea nazione (d) . Trovani di quan

(c) Ibidem .
(d) Marc. l. zoJa

do in quando privilegi conceduti agli Ebrei da'Re dEgitto,e eplz. Antiq. l. 17.. (.5.
della Siria, a' quali furono ucceivamente oggetti, e che lor

permiero di vivere econdo le loro leggi (e) con pagare ae

(e) joeph. Antiq. l.

11.:.z.l.iz.c.i3Ji.

i Principi que' tributi, che lor i dovevano in qualit di So 14.:. 13.


vrani . Ma in uno ato cos malito e vacillante, come quello

degli Ebrei d'allora , arebbe fuor di ragione l' addomandare


una diciplina tabile, e ben regolata
La perecuzione, che Antioco Epifane ucit contro di
loro , compigli tutto il bell' ordine del governo. Matatia

per tanto e i uoi gliuoli , eendoi poi alla teta del popol
fedele, dipoero gli aari della Repubblica, dando loro una
forma accertata. Giuda Macchabeo (f) in un generale con

greo tenuto a Masfa dein i Capi del popolo , i Tribuni,

(i l. Mat-r. 3. c
E.- rangregatiunr,
11277:7147 Mun-s coi

i Centurioni, i Capi di cinquanta , e anche di dieci uomini. tra erualem . . . *


Gionata fratello , ucceore di Giuda , avendo riuniti nella

ua perona il Sacerdozio , e la uprema autorit , govern il


popolo unitamente col Senato; e l popolo fieo era a parte

,delle deliberazioni ,come apparice dalle lettere inviate in


quel tempo dagli Ebrei a Romani , e a' Lacedemoni. Era il
loro Stato una vera Repubblica , compoka di un governo A

riocratico, e Democratico: e allora fu, ch' ebbe principio i!


famoo Sinedrio .
.
Ariobolo igliuolo di. Giovanni Ircano, avendo aunto
il Diadema, e l nome di Re,- non laci di conervare nella
Repubbiica qtuinente l'ordine ieo, che vi trov tabilito.

Il Senato mmtenne empre una grande autOrit 3 nia il POPO


lo venne ecluo dalle deliberazioni . Maneggiandoi i Princi
Pi

pat 4c conimit u
daanrupopulijln'
ban, &Cerami-ione:
- Pentaronmrc/m ,
Darurione: . `

3:6

DISSERTAZ.10NE

pi a intento di aodare la l'or- pode , oeero quella del Se~


nato Pom eo nalmente dirue. la forma, del governo degli

Ebrei coi. Oggettarli all imperio-Romano,e riducendo inpro


'vincia, la Giudea.. Venutovi Gabinio- alquanto tempo-dopo
(a). Vde joeph. lit . Pompeo (a), vi alz* cinque tribunali in cinque principali citt
Amir]. r. . .io. - della provincia: iL primo, in_ Gerualemme s. il econdo a Ga
le Bella Lt. .7..
dara . il terzo in Amat z iL quarto a- Gerico; e il' quinto- irrSe-
ora.a Avea ciacuna. citt il uo. aegnato direttos. e que"
luoghi che. datee. ripettivamente ne dipendevano ,, avevan L"
obbligo di rendervii' ad agitare le caue..
(b) [denz- ,ldmiqj li.
Giulio Ceare (Ab) avendo riabilito- IrCano- nella digni
14,217..
t di Sommo. Pontece. ,, gli concee altres. la uprema, pode~
tra di giudicare ovra tutto-ci , che; concerneva Ie- leggi del
la Ebraica. nazione Erode, che- nello ato emplice di pri
uato venne; coretto- a comparire alla. preenza. del Giudici di.
Gerolima., innalzato.che u al reame, us contra. di loro

a ua. vendetta!, facendo.- paare a il. di pada. tutti que' Giu


dici , rierbando, oltanto. il. amooSammea .. Confeano. i Rai

Le) Sl'tl. L'izd'sy;


mihi-t': c..ts..art..u..

bini ,_ 'che circa;qu:arant: anni? avanti. la` diruzione` dei' tempio


fu tolto lor0. il; giudicio. del. Criminale z: e la Gemarra di
ce altres ,, che cento: cinquant' anni prima. era ata levata lo*
ro la cognizione delle caue pecuniarie Le) Morto Erode ,,
Archelao. uo; gliuol'oi u pogliato deuoi Stati ,, e- relegato. a.:
Vienna
e i Romani
toleroche
agli*Albinoz
Ebrei Governa`
il diritto
della.
vitadi,i Francia
e della s.morte..
Oirvai,

tore, della Giudea; fece; digran: minacce al Sommo- Sacerdote.


Anano. per- aver adunato iL Senato enza_ la di lui_ permi'one ::
egliLbi-ei mandarono egretamente ad Agr-ippaz, a ne di.
pregarlo.
di arapere
ad. Anano,
mile-imprea
(if)
.i dL'non metteri mai_ pi a. -
(di I/ph._Ami-]; L'.
ax.. r.. 8 -.

Ne? libridcl. Nuovo teamcnto veggono- mpre iSorn


mi: P'onteici. alla tea del-,Coniglio ,, o dei. Senato- Preede

va; Caia, allorch, i. deliber ulla: morte: di. GE S U` CR L~

SXF O,, e prommzi ,1. ch'era. Pedientc , che: morie un; uomo
(e) Joan; XYUJ' 13-..
:4.

(f) A57. n.6482.

pel. popolo .-~ ,Qui-z: expedia, mimm- bomjn'cm mori pra.- papale: (5)..Fu:

il~ Sacerdote ,,che impoe ilenzio. agli Apooli citati al u0ztr1~


bunale ,,e a. que? deL coniglio (f) ., Da; lui. pree.- Saulo.` le- let
tere credenziali. dirette- a Capi delle.: inagoghe., a. intento di

(Du-M. tx. 1.1.{iu-451.20. 7..

pereguitare i Criiani (g l .. Saulo medeimo.- ,, (12) divenuto


di perecutore vao. di elezione ,, u preentato innanzi al-Som
ma- Sacerdote: Anania ,, il quale. comand ,, che gli oe- dato
,

uno

INTORNO ALLA*DISCIPLINA, ec.

3:7

uno chiao. Ci rappreenta Gioeo .-l ommo Sacerdore A

nano, che prende la direzion della 'guerra nellultimo aedio


`di Geroolima ( a)~ :Ecco i Patti,da -quali _pu giudicare del
la diciplina degli Ebrei nelle varie rivoluzioni avvenute nella
lato 'Repubblica, da Mos no alla etrema totale deolazione
-di Gero'olima.

(a)
Io cphJe Bello
luci-Lr:.

Dirutto il tempio , e la citt di Gerualemme, non vi

dei pi propriamente forma -di Repubblica infra gli Ebrei : e


non a comprenderi la sacciataggine -deRabbini , che .hanno
~ardimento di oenere, che il lor Sinedrio perdur nella Giu

dea mo al quarto ecolo dopo GESU CRISTO: imperocch


quando anchei potcc morar qualche coa di imile nel tem
po coro da Vcpaiano no all' Imperatore Adriano; almeno
dopo queo Principe , dovrebbero pur confeare , che non
olo non vi u pi aemblea giuridica -di lor nazione nella
Giudea, ma n tampoco u pi loro permeo di entrarvi , n

di trovarvii. Seldeno (b), 'per altro 'gran 'partigiano del Sine~


drio , prova l' ultimo fatto in forma evidente, non olo con

la teimonianza di autori ranieri , 'ma con quella ancora de'


medeimi Ebrei. Ecco la idea che la Scrittura , e 'Gioeo ci

porgono della diciplina , e dellEbraico governo da Mos rin


lino alla intera lor diperione. Si pener enza dubbio 'in
accordare il da noi n qui detto ,con 'quel che leggei ne
Rabbini; evariets fatta non pu e non Formare una di~
avvantaggio'ima prevenzione contra il di .lor entimento ;
mercecch in ne non hanno eglino altro 'icuro -canale,idon
de abbiano potuto trarre ci ,che ne pacciano , uor che
`quello delle critture , le quali come i POtutO vedere da
quanto dicemmo, non ono in verun 'modo a lor fvorevo~
li. Nel comparare vgli uni agli altri , i var] tempi della Rc~
pubblica Ebrea, agevole il riconocere, e non eere ata

empre la ua diciplina uniforme, e che l governo .veduro


otto Mos era dierentilmo -da quello uccee otto i Giudi
ci , e otto i Re. Govemava Mos con aoluta , e `quai mo
narehica pore , temperata dall' aemblea de ettanta Giudici,

la cui fondazione leggei nel libro deNumeri. Sotto iGiudici


varimo ne u il governozora enza Giudici , e enza Re in

una totale indipendenza 's ora oggetto a' Giudici , ed -ora ot`
topoo nl dominio dc'loro nemici. Gli antichi Re di Giuda
amminiravano peronalmente a' loro udditi la giuizia; co~
me 1 dimora dall'eempio di Davide , di Salamone , e di
Gio

'(b) 'Seldem-d! Sync-l.


li. a. (.7. art. 6.
-in addendis pag .749.
oliazuio.

318
(a) 4.. Reg. N.15.

DlSSL-RTAZIONE

Gionatan gliuol di Azaria (a). Ma nel declinamento del re


gno di Giuda , i Principi del' popolo erani arrogata una gran
diima autorit ovra qualivoglia orta di aari. Dopo la

chiavitudine lino agli Amonei , u otto i Sommi Ponteci un


Ariocrazia,ammichiata collo {lato popolare. I Re Aino
nei rintroducro lo tato Monarchico , che in ultimo u da

Romani dirutto.
Qualora ci ommariamente coniderai ,pare, che la pri
ma intenzion di Mos foe di abilire inra glIdraeliti una
forma di governo, di cui ne aveero i Sacerdoti unitamente

col Principe,o il Giudice ucitato da Dio lamminitrazione;


in guia per, che i Sacerdoti, come pi iruiti, e pi dioc
cupati, che non il Giudice,o il Principe, arebbero ati i

Giudici ordinari delle dicolt inorte intorno alla legge,e in


(b) Ierem. Vlll. 18.

materia di religione : 'Nonpcribit Lex a Sacerdote, dicevan li


Ebrei orto Geremia (b). Che il Sommo Pontece arebe

qua'. Capo di tutti i Giudici, e Preidente di tuttii tribunali


dello Stato; che a lui i recherebbero tutti gli aari pinoi, e
della pi ardua dicuione; che il Principe arebbe principal
mente occupato alla eeriore difea del popolo , e nella guer
ra, a mantenere la diciplina, e la buona regola nello Stato,
a are oervar le leggi, a ritener col timor de' gaighi i vio
latori degli ordini del Signore: di maniera che tal foggia di
governo era in certo modo un regno Sacerdorale ,o pure un re
gno, in cui i Re, e i Sacerdoti dividevani tutta l'autorit.

Gli Ebrei, uciti poco fa d Egitto , erano accolumati di ve.


'der col in unaltiima ima i Sacerdoti, che davano le leggi
a medeimi Re, che abilivan ul trono,contro de' quali or

mavano anche talvolta il proceo.Lo ato Sacerdotale era uc


ceivo, ed elettivo quello de'Re. Il Capo della giuizia in
Egitto i traeva dal numero de' Sacerdoti , e l'ielo R'e veni~`
va bene peo celto tra loroze e ei non era Sacerdote, con
egnavai too dopo la ua elezione nelle lor mani,a ne di

eere iniziato amierj. Stabili Mos a un di preo l'iea


coa in Idraele: ma pur troppo ` vero, che le ue intenzioni
.ur malamente eguite, come {i e` potuto oervare , da quan
to inora u detto.
Se ognuno i oe contentato di arene a quanto ne
inegnano leScritture intorno allantica diciplina degli Ebrei;
noi daremmo qu ne alla preente diertazione . Ma giacch

piacque aRabbini di preentarci una chimerica decrizione del


loro

INTORNO ALLA DISCIPLINA, ec.

329

loro antico governo, e molti Interpetri di prima sera i ono


laciati orprendere dalle lor ciances ragion vuole , che i di
{ngannino qu coloro, aquali il nome loro,e lautOrit avc
ero potuto cagionare un qualche abbaglio. Si prega olamen~
te il Lettore di eaminare con incerit le prove che i addu
cono, enza por mente alle perone; perciocch in imili cai

il nome, e il peronaggio non vi entran per nulla . I Rabbi

.--a

ni, e con eo loro non pochi moderni Scrittori ,pretendono ,


che i ettanta Anziani d'Idraele abiliti da Dio per dare aiu~
to a Mos ne] governo del popolo,oero i primi membri del
Sinedrio: e , e lor credei , perdur empre coteo collegio
nella nazione, ino allintero uo dipergimento otto Vepaia~

no z e ucceivamente otto di Adriano, e imilmente lunga


pezza dipoi . Attribuicono in oltre cooro al Sincdrio un p0~
tere aoluto , e upremo u tutta la nazione, ulle Trib, o

pra i Re, u i ali Proeti, e ovra il Sommo Pontece;e i


nalmente il giudicio di tutti gli aari pi rilevanti della reli

gione, e dello Stato. Doveva corale aemblea eer compoa


di ettant' uno Giudici, compreovi Mos , il quale erane il
Preidente. Credettero alcuni autori Criiani, chella oe di

ettantadue , prendendo ei Giudici da ciacuna Trib : ma i


Dottori Ebrei ve ne pongono olamente ettanta , o, compren
dendovi il Capo, ettant uno (a). ll nome di Sincdrio , un

(a) &Hear-ie 5772M,

nome corrotto dal Greco Szedrion, che ignica un collegio l. 2.. 4. art. 6. to.
,di perone a edere. Davano i Macedoni a lor Senatori il no (b) Tit.Liv. 1.4;. e'.
me dl Synedri, come da Tito Livio chiaramente i vede (b). 47.. Pron/inriatum

La prima dignit del Sinedrio era quella del Nai, ov


vero Principe; la econda, quella del Padre, che edeva al
la dera del Preidente, o del Principe. Gli altri Senatori,

quad ada tum Mg_


redama pertinebxr ,
Senatore: , quo: Syne

dro: -uaczmt, lege

dosee, quorum con

al dire di Maimonide, avano a edere in ,emicircolo alla

/io Rejpnblim ad

mira del Principe , o piuttoo erano di oi a' due an`


chi del Principe,gli uni alla ua dera, gialtri alla .mira

mini/mrcmr .

in mezzo circolo.

Il luogo ordinario della congregazione

.era una ala del tempio, chiamata , La Sala , o il Pavimen

to di pierre : ma quando cadeva il ragunari in giorno diSa~

bato, o in quei di ea, i teneva in una ala dell anticorte


del tempio , ituata nell ingreo della montagna , ovra cui
il tempio tava Fondato. Non accvai in tali giorni, neppu
re le vigilie delle ee, e del Sabbato, n tampoco la not`
te, verun atto giuridico; almeno non cominciavaene la not~

ca ma in quella poteva terminari un. negoziato , che iu

DijfcrICalmer 2".!,

_Tt

quel

.u4,..

.330
DISSERTAZIONE
quel giorno non i foe potuto nire . Sotto il primo tem
io, cio avanti il Babilonee ervaggio , congregavni ogni
d ,il Sinedrio , uor che le fee, i giorni di Sabato , e le
vigilie delle olennit: ma dopo Edra u atuito l'adunari
olamente i giorni di Lunedi, e del Gioved, e avai nell

aemblea dallora del agricio perpetuo del mattino ino


a quello della era, vale a dire , dal crepucolo della mat

tina inmo vero il tramontare del Sole. Le altre adunanze


deGiudici, come le congregazioni de'tre, e de ventitre, i
cioglievano comunemente a mezzo giomo.

Le membra del Sinedrio venivano d' ordinario celte dal


(a) Denhxxtu. 18.

numero deGiudici della econda camera, compoa di ven

titre Giudici, dequali altrove parlo (a). Quei s' invei


vano nelle lor cariche mediante la impoizion delle mani, a

cui i attribuiva il dono del Diviniimo Spirito, e vien cer


ticato, che dopo Mos, u il Sinedrio continovamente a

-vorito di quea oprannaturale inpitazione, e di una peciale


'atenza dello Spirito Santo . Quanto alle qualit peronali de'
Giudici di cos eccelo collegio, i richiedeva, chei foero di

chiaro angue, e enza macchia , i qua-li per lo pi tratti ve


nivano dal lignaggio de' Sacerdoti, e deLeviti i ma non era ne~

ceario , che ocro della Trib di Levi, potendo ogn'Idrae


lita eervi amineo,ed anche quei ch' erano olamente Idrae
iiti da canto di madre s perciocch , econdo la maima del
-loi- diritto ,il gliuolo eguiva empre la condizion della madre.

Giudici di quea ampa dovevano eer accenti, e i


ruiti di tutta la giuriprudenza della legge critta , e non
icritta, con obbligo di udiare altres la Magia, e la Divi
nazione , e le varie pecie de ortilegj , per poter dare un
ano giudicio in omiglianti materie. Erano pai-imentc ver~
ati nella Medicina, Arologia, Aritmetica, e nelle lingue:
ed tradizione fra gli Ebrei, che apeero da ettanta lin

guaggi, cio, che dovevan aperli tutti 5 non riconocendo

ne ei che ettantadue. Reavano eclui dal Sinedrio colo


ro, che aveano qualche corporale diormit; gli Eunuchi
perch troppo crudeli; i decrepiti, i bicajuoli , gli uuraj ,

canto chi dava, quanto chi riceveva ad uura 5 quei ancora


che adderavano a volare i colombi , e che Facevano tra

co opra i rutti dell' anno ettimo : finalmente il Re non


v' intervenVa , per non poter eere con piena libert c0n~

traddetto.

Propoero alcuni, ma enza gran fondamentoo


che

INTORNO ALLA DISCH-INA , ec.

33!

che il Sommo Pontece parimente venivane ecluo. Noi leg.


(a) In!. xnv.

giamo nellautore dellEccleiaico (a), che gli arcieri, come

38.

i manifattori in legno, in emo, in terra ,non erano amme

i nelle cariche della giudicatura : Super Sellam judctr non e.


debunt. Riccrcnvai, che i Giudici foero ricchi , bene orga~

nizzati di corpo, di bello apetto, e di et matura.


_
` E inutile di ar coniderar al Lettore la rmaganza de'
Rabbini nella maggior parte delle coe,che tei rierimmo r

-* "-_*
a

per eempio, circa lo udio della Magia , e de ortilegi, ed

altre anizioni, che richiedevani ne'loro Giudici: verbigra


-zia , ci che dicono del numero de ettanta linguaggi , che o

.gnun di loro dovea apere ,~ mentre oltre la impoibilit dim

ararne un s gran numero , ci aicura Gioco, che gli E


grei non facevano tima veruna dello udio delle' lingue (b);

(l) ntiq. I. xxo


u r.

c Icggei ne' loro libri (c) una maledizione contro di colo

(c) Vlde Scldm. 1.7..

ro, che aveero inegnato :t'lor gliuoli le cienze de Gre


ci . Anzi che nel tempo della guerra deRomani contro a

d: Synth-rgart.:

Giudei otto Vepniano, &cero un decreto, che proibiva a


lor gliuoli di apprendere mai-il'Greco idioma. Ci danno
co'ntezza gli Evangelii, che GESU' CRISTO u preo, ac

cuato, e condannato da Sacerdori di Geroolima , di notte'

tempo , in giorno di Feta, e la vigilia del Sabato: ciocch


i direttamcte oppoto alle leggi della menzionata giuri

prudenza de'Rbbini.

Per morarc Ia ucceione de' Giudici del Sinedi-io, da

Mos fino a' GESU CRISTO, e anche dopoi , y travagliato


no alquanti valenti uomini :t raccogliere con omma` atterr
zione nella Scrittura ci, che PBrl'VC lor proprio per coner

mare tal entimento-r Grozio non tralacia congiuntura alcu


na neuoi comenti per rr coniderare i-l Sinedrio, e' lo p
ne ancora nel uo primo libro del Dritto- della' guerra ,~ e'
Grof. libJ'. de ju
della pace (ci). Seldeno non i preie altro~ ine neuoi tre' (ci)
rc bel, (rpg-cz: MF

libri De Synedris, i quali per iron ebbe tempo di termina- ;rm-hm.

re, eendo aro prevenuto dalla morte, prima di date' al ter:o libro lltima mano. Dopo la prete- itituzione de Sine
drio, non i pena a momrne la'- u'cceone Jai econdo` anno
dalla ucita` dEgitto ino aGiou. Morto Giou,crede Bonrerior (e) 7 che' que'o collegio upplie acapi',che all'ora' man~~
cavano al popolo. Agli antichi u-cceori di Giou uccedet-~
Hero iGud'ici.- La ucccon de Profeti ,Capi del Sincdrio,co

minda. dai. Sommo Pontece Eli ,e continova' per Samuele,- e


Ti: z

per

(e)' IncP. l. ue

'332.
DISSE-RTAZIONE
per Davide ino alla ervit di Babilonia. Alcuni fanno pree;
dere Saullea cotea adunanza; e pongono Gionata uo figliuolo
per Padre, che erane la dignit econdaria . Altri per aicu

rari di una pi abile ucceione, uppongono, che i Re di


Giuda foero empre Preidenti del Sinedrio. Trovano i Rab~
bini quea congregazione nc'Ceretbi e 'Pbelcti di Davide, e in

quedugento uomini, cherani innocentemcnte uniti ad Aa


lom, non apendo le ue malvagie intenzioni contra del Re
(a) I - Author
tran'it. Hebr. in P.:
ralip. Petr. Damian.
Lyra. Grot. (5m.

(h) lec Par-api.


Cald. CSKAVHJ.

uo Padre (a). Il Parafrae Caldeo Vuole altres dimorarci

il Sinedrio nel cantico decantici di Salamone (b). Si preten

de, che dopo la eparazione delle dieci Trib oe riempiuto


il Sinedrio di Senatori, tolti olamente dalle Trib di Giuda,

e di Beniamino, il che continuoi in dopo il Babilonee er


vaggio. Ravvia Grozio il Sinedrio nel Senato di Geroolima
(r) tadi!. xv. 8.

otto Giuditta (c), ne' Giudici abiliti da Gioaat (d), ne'

(d) z.. Par-.:Kn:. 8.

Principi trucdati da Joram ( e), negli Octimati di Giuda,che

(e) .alici-.xxx. 4.
() Lorem.w. lo.
(a) Earth. VL. a.

dichiararono Geremia (f) aoluto, neettanta Anziani vedut


in ipirito da Eechiele (g). Le eantanove perone, che

li) 3. Reg. xxv. i9.


zo.

Nabuardano guid chiave in Babilonia (b), erano parimente


del Sinedrio, econdo gli autori, che pretendono la ucceio
ne di quei Giudici nel tempo della cattivit. Ei non man

(i) Dania-Litri].

cherebbono di trovarli enza dubbio anche in coloro, che con


dannarono Suanna (i), e nc riceveiero la di lei oria in

grado di canonica
autorit.
Voglionoi di.noravano
Talmudii darci
ad
intendere,iche
gli Scribi
che anticamente
in Jabes
(k) LPM'. u. 54.

di Galaad, de'quali vien parlato neParalipomeni (k), erano

membra del Sinedrio.

Io pao otto ilenzio la impertinente

pretenion di ccrtuni , che ardicono dire, che i ettanta Bet


(1) l-Reg.Vi.i9.

amiti perco da Dio per aver mirata lArca alla copertaU),


foero anch' ei del Sinedrio. Non egli tutto queo degno

di compaione P e ar poibile poare un entimento, che


non ha niente di meglio per ocneri?
Lo ato , a cui fu ridotta la chubbica Ebrea nella
ervit di Babilonia, non fu capace d' interrompere, al dir

degli Ebrei , ia ucceione del Sinedrio. Era Barnc nel nu


mero di quei, che coninoncvano quea congregazione avan
ti il ervaggio ; ed eendo tato condotto a Babilonia ebbe

Ldra per ucceore. Queti poi al uo ritorno nella terra


di Canaan, vi rabili lantiCa diciplina, e l'ordine de'gitt
(in) I. Ezr. VlT. 9.

dici, t-:diante la permiione del Ke Artaerc (m). Avvi


chi vuole, che otto di Edra foe accreciuto il numero de'
Giu

INTORNO ALLA DISCIPLINA , ec.


533
Giudici, mo a cento venti; e trovai queo numero in mol-`
ti Dottori Ebrei (a). Intende Grozio, che i nomi di Princi

(a) Seldende Sym-ir.

pi , e di Senato ne libri de'Maceabei (b) ci morino ditin

1.2.16 art.6.

tamente il Sinedrio. Continu tal collegio ino al tempo di Si

1.6.

mone il Giuo , che vi preedeva , e ch era contemporaneo

(b) LMacc. 1. 17.@


'v

di Aleandro Magno. Ebbe Simone per ucceore nella prei


denZa Antigono Soceo, che vien poo come il principio di

un'altra erie di ucceione. Entr nel luogo di Antigono Gio

eo gliuolo di Gioamro; a Gioeo uccedette Giou igliuol


di Perachia. Hanno i Rabbini l'arroganza di dire , che' eoui
u maetro di GESU' CRISTO,e che lo accompagno in Egit

to , ,con tutto che ei vivee cento cinquant' anni prima della


`venuta del Salvatore. Giuda igliuolo di Tabai uccee a Gio
u, e Sammaja a Giuda z Illello u ucceoredi Sammaja, o

Semeai e Rabban Giocanano igliuolo` di Zacai uccedette ad


Illello, o econdo altri, Simone gliuolo d' Illello uccedal
uo genitore; Gamalielo igliuolo diSimone venne dopoi(Que

li e` il Gamaliele, che, al dir de'Rabbini , 'u il maero di


S. Paolo ) : a Gamaliele uccee il uo gliuolo , che re
morto nella deruzione di Gerualemme. A queo Simone
.uccedette unaltro Gamaliele gliuolodi Simone; ed a coui
un altro Simone gliuol di Simone Secondo. Ebbe ,queo ul
timo per ucceore Giuda ilSanto gliuolo diSimcone,e dipol

Camaliele igliuolo di Giuda. A Gamaliele uccedette Giuda


gliuol di Gamaliele ;poi Illello econdo gliuolo di Giu~

da; indi Giuda gliuolo d Illello s ueguenremente Illello


Stima Seldeno ,
(c) gliuolo di Giuda 5 e in ultimo Gamaliele nomato nel (c)
che di coteui liane

codice di Teodoio (d).

Ecco i'gradi pe' quali pervenne il Siuedrio da Mos i


no al principio del quinto Secolo di GESU' CRISTO, per

arto. menzione nella


lettera 2.7 . dell? Im
ratorc Giuiiino .
d) Cod Tlieod. ti!.

via di una non mai interrotta , e coantiima ucceione. B. [ib. Laz. za.
Ma i uoi difenori non tutti la intendono a un modo.Ev (e) Graf. mi l. Par.
. vi (e) chi ne mette la ne in Gerualemme alla morte de' xx l' 4.
PnjteLde uris (0
Giudici, atti trucidare da Erode nel uo innalzamento al
(om. [ib. 4.
reamc (f) s consando eervi ato un qualche interromi
Galanti. de .Ar

pimento in queia lun-;a durazione , per aver dovuto il Si*

ncdrio neceariamente eguire le traverie , e le ortUnc di


quello Stato , di cui erane il principale ornamento.

Ma

niente di queio ammettervogliouoi Rabbini , tenendo ben


s fermo, ClC malgrado i cangiamenti, e le rivoluzioni del
la loro Repubblica , ei i mantenne empre enza interruzio
ne,

6-472.le 4.
() ir/7. Anliql.
i4. r. 8.
`

3}4
DISSERTAZIONE
nc mo al tempo da noi dopo GESU' CRISTO accenna
to; non per nello teo luogo, n tampoco nella medeima
orma .
.
Al tempo di Mos congregavai, gracchian cooro , a!

la porta del tabernacolo del Teimonio. Da che gl'Idraeli


ti urono entrati nella terra di Canaan , egui il Sinedrio ai
tabernacolo del Signore; e i vidde uccevamente a Silo, in
Masa, in Galgala, a Nobe, in Gabaon, e nella caa di Obe-r
dedom : e finalmente venne frmato in Geroolima, ove te

neva ordinariamente le ue aemblee nella Sala, o ia ?avi-

mento eliciaro. Inegnano i Talmudii, che uor di ea ala


non poteva dari entenza di morte, e che il dritto di giudica
re a. morte era unicamente rierbato a cos eccelo collegio 5

non avendo i tribunali inferiori tant autorit . Di qu , che


gli Ebrei non amminirarono pi la giu'izia nel criminale ,
r.HJQ-H

da che il Sinedrio ebbe una volta mutato il luogo di ue adu


nanze; il che avvenne, a detta loro, circa lanno trenteimo

di GESU` CRISTO; e quinci noi vediamo , che al tempo


(a) Iran. :Vin-31.

della paione del Salvatore , dichiararono a Pilato di non p0


ter condannare alcuno alla morte (a). I Rabbini per i avan

Ac~irmn1ret inter
fccrr .zuemquam .
ib) Toi-ph. ad Ge
mar. Baby!. bit. Sanhedrin.c.4.

bella poa per condannarlo (b) :Tanto ono incerti, ev inta


bili in quel, che aericono. Dalla ala del tempio ei t tra

Zano a dire, che il Sinedrio in s atta occaione vi ritorn a.


1--4

ferito ad. minor, cherano certe abitazioni ituate ulla monta

gna del tempio : di l cee nella citt di Gerualemme : indi;


and a Tamnia, e ul'eguentemente a Gerico, ad Ua, a- Se~
farvaim, a Betanim, a Scori ,. e in ne a Tiberiade. La rar-

gione, che obblig il Sinedrio a mutare s i-equentemente di


tanza-,e abbandonare il tempio avanti la ua dCl'UZOC , non:

u gia , paccian gli Ebrei Dottori, una forza maggiore, o

una opraante autorit ; non riconocendo un tribunale di


quea scra altri opra di ezma urono bens le cellcraggini,
e i diordini divenuti ormai inra gli Ebrei troppo requ~'tnti ',,
che ,a partir* lo corineros quai che i Giudic: ,. e i Medici

abbandonacro qualche citt, per eervi troppo biogno deli


loro aiuto.
_,
'
La vanit de' Rabbini, eil ao ridicolo degli Ebrei -,.
non i rende in verun luogo con nu:ggior' evidenza palee ,,
quanto neil'autorit che attribuicon ai loro Sinedrio.- Tut
ta la nazione , i Re , i Sommi Po iteici , ed i Profeti ia

vano oggetti a. tribunale. cos u initlabile ,, che per falli.


/

mol-

n'th
>f-~'-vuaxv-7ahm
n

INTOCNO .ALLA DISCIPLINA, ec.

molto leggieri oggettavai medeimi Re alla pena della fru


a : ma per buona orte non era tal gaigo tanto ignominio~

o tra que' popoli, al dire de protettori del Sinedrio , com e


gli oggi tra noi . Se il Re avee peccato contro la legge, il
Coni 1lio acevalo pogliare alla ua preenza , ed era serza~

to : g poi avee poate pi di diciotto donnese tenuti ave


e pi cavalli, che non gli abbiognavano per attaccare i uoi
cocchi ,* e adunato oro, ed argento pi di quello, ch'eragll
neceario pe' uoi miniri, doveva eer battuto. Erano cote

i Principi Ottopoi a s Fatta pena in forma di penitenza, e`


ceglievano da lor medeimi chi gli dovee serzare; e imme
diatamente dopo aver oerta imile punigione , riaumevano
la 'lor dignit .
La maniera, 0nd' era collocato cotanto venerabile tribu
nale, degna di oervazione. Adunavai queo in una came

ra edicata in guia ,che una parte porgeva uora del tempio,

e l altra dava nell atrio. E iccome non era lecito di edere


nell atrio del tempio; cos quel luogo della ala , che ivi cor
ripondeva, era a'litiganti aegnato,i quali avano empre in
piedi :e l'altra parte,ove i aldevano iGiudici ,reava fuori
del recintoedere.
del tempio; icch niente oava,eh'eglino non vi.
poteiiero
Ma la giuriprudenza di s ridottabile tribunale pure una

coa da coniderari.. Poon notarene varj pai nel noro co


mento opra le leggi di Mos : ed eccone appunto una meri
tevole di attenzione ulla legge , che ordina di gaigare un
gliuolo ribelle, e diubbidiente a'noi genitori (a). La coa

di gran peo, eimportantiima Per il buon ordine della Re

pubblica. Intanto noi vedremo , in che foggia abbian cooro


guao, e sormato imigliante atuto,come pur tutti gli altri'
che ono odioi, avendovi recati tanti temperamenti , e limi
tazioni , tant' eccezioni, e utterugi, che quai impoibile di

cader mai nel cao dalla legge diinto. Ecco adunque la giu
riprudenza deRabbini intorno alla pena accennata. Fa di me
iero, dicono quci Dottori, che 'l figliuolo che pretendei
oggettare al gaigode Giudici , attea la diubbidienza , e la

ribellione contro del padre, e della madre , ia maggiore di


.tredici anni:e egli minore a talet, non vi ottopoto, n

rimane oggetto alla legge che per pochi mei , cio, noat~
vtantoch e ia pervenuto a perfetta pubert.. Io pao otto i
lenzio le, ocene indecenze che divian , per diinguer S

anni

(a) Dem. xxx-18..

36,

DI'SSERTAZIONE

anni della pubert : conviene non aver fronte , n onore `per


proporle, come anno cooro . Una gliuola , a quel ch' el
dicono ~, non era punto a imil legge oggetta; perch Mos
dice olamente :Se un gliuolo. Era duopo che il gliuolo a

vee rubato a ,uo padre , ma non gi ad altri 5 e che ane


di vivere ghiottamente, bece,~e mangiae con iraordinaria

(a) llLogocontenc
va una lilihra , un
onCia , corto denari.

ingordigia, vale a dire , che inghiottie in un tratto il peo


di cinque denari di carne, e tracannae la met di un Logo
di vino (a). .Se poi avee ad altri che al uo genitore ruba
t0,non era ottopoo alle pene portate dalla legge. Se la car

ne che mangiava era di uccellami ,` e la bevanda di altro che


di vino, ci non veniva dalla legge coniderato . Se poi il ri

troo gliuolo foe fuggito prima, che foe data la ua en


tenza , e che nel tempo della ua fuga foero vcompari i con
traegni di ua pubert; reava libero dalle mani della giui
zia. Se uno de'genitori a lui ne perdonava , non poteva pi
l'altro pereguitarlo dinanzi a'Giudici , ando critto, che uo
Padre, eua Madre lo Prenderanno . Eglino non doveano eer
monchi, perch non averebbonlo potuto prendere; non muti,

perch lo dovevano accuare; non ciechi, dovendo dire: Ec


co qu il noro igliuolo 5 non ordi, perch accuavanlo di
non acoltar la loro voce. Non parlo di una ucinata d'inezie
di imil Fatta. Pu diri coa pi aurda , e pi indegna della
Mae di Dio? E che pu penari di un .tribunale,le cui re

gole erano tali, quali ora dicemmo?O pi too pu mai uno


immaginari,che uomini ,non dico gi imbevuti de' entimenti,

e della dottrina delle leggi Moaiche , ma olamente uomini

ragionevoli, abbiano potuto guidari con imigliante giuripru


denza? E qual fondamento pu fari opra autori di un imil
corrompimento delle leggi Divine?

Da tutto queo ben coniderato pu dari il uo giudi


cio intorno a ci, che debba crcderi del Sinedrio. Noi non

abbiamo occultata prova-veruna di che ei ervoni per com~


provarlo. Cotea adunanza, prea giua la idea formata da'
Rabbini, non ebbe mai uenza nella loro Repubblica, ed

un tribunale di mera loro invenzione . La Scrittura non ce


l'ha in verun luogo con diinzione accennato. N Gioeo ,
n Filone, n Origene, n Euebio, 'n S. Girolamo , ch' 'e

rano s bene iruiti dello ato, e dell' antico governo degli


Ebrei, non ce -ne hanno mai in imil foggia parlato. Non o

lamente non trovai lo uo abilimento, e la ua giuridizio


t

ne
.
IL

INTORNO ALLA DISCIPLINA, ec.


3 37
ne nella Scrittura , e nella oria degli Ebrei 5 anzi tutto l'op
poito vi i conidera. N Saule, n Davide, n Salamone , n

veruno altro Re di Giuda, non furono in tempo alcuno da


coteo tribuna] giudicati :n tampoco pu morari un ol at

to , n citari veruno autentico eempio de uoi giudici . I


Re di Giuda deponevano i Sommi Ponteci enza la ben mi~
nima oppoizione : facevano la guerra enza prender coniglio

da chicch ia i deinavano i Giudici 5 e gli rimuovevano a


lor talento: in omma facevano tutto quanto far i vede dagli

altri
, enza chelail ua
Sinedrio
vi prendee
la ,menoma
parte,Principi
e che interponelie
autorit
per rattencre
il coro.
a diordini, o per reprimere la troppa gran poanza de Re,
0 per riformare lo ato. Finalmente i Coniglieri , e i Capi
del Sinedrio ettero addormentati, ed ozioi ino a tanto, che

fu a grado de'Rabbini di metterli in poo,ed imprear loro


una pode non mai da e eercitata,e di cui non ebbero in
veruna agione n titolo , n poco .
Ma ci che, prova ancora con maggiore evidenza la no
vit del Sinedrio, la variet delle opinioni tra quei medei
mi che. lo riconocono , e coloro che non vogliono aoluta
mente rigettarlo. Il Padre Petavio (a), ed alcuni altri lo fan
cominciare al tempo di Gabinio Governatore della Giudea ,

otto cui i abilirono i tribunali nelle cinque citt di quella


provincia, come opra i die. Grozio (b), cd altri pongo
no il uo ne nel principio del regno di Erode. Sigonio (e)
per conciliare. i Rabbini Colla Scrittura ato obbligato a for

(a) Pera-v. de Dot.


Temp. l. z. c. 7.6.

(c) Gror. ad LP,


xxl.4.
(c) Siro. de Repub.
Her. .6. c. 7.

mari una idea del Sinedrio ben divera da quella,che nepre


Toi. num. xt .
entan gli Ebrei. Toato (d) non i accorda n co'Giudei , ('d)
qu. 31.3:.

n co Criiani , che criero ulla Repubblica degli Ebrei ,o


enendo che i ettanta Giudici non erano in verun .conto u
bordinati a Mos; che non davai appello dal lor giudicato ,
che l'autorit uprema riedeva ne Sacerdoti s che il Sommo
Sacerdote preedeva empre al Senato, e che gli altri Giudici
non aveano poter verun per condannare , n per aolvere ,
ma puramente per corignere i rei a ottometteri alla enten

za del Sommo Pontece : opinione che vien molto eguita da


non pochi comentatori, i quali hanno letto non tanto i Rab
bin, quanto molti moderni inteati de lor entimenti.

Banagio (e) , che ci di poco fa una Ioria degli Ebrei,


ha titubato ulla origine del Sinedrio. A prima giunta egli a
vea creduto col Padre Petavio , che biognava fermare il uo
Dzr. Calma: T. I.
r

V u.

CO

(e) Banage Hiore


des Jmfs l. 1.:. 4.

338

DISSERTAZIONE

(a) Liu 5. e. l. art.

cominciamento otto Gabinios ma dipoi cangiando parere (a)

1?..

l ha collocato otto il governo di Giuda , o di Gionatano ,


Maccabei, dicendo, eere pi probabile che ia eguito otto
queto ultimo . In fatti noi vediamo ottoi Maccabei un Se..

nato, che crie aLacedemoni di concerto col Sommo Ponte


(b) t. Mchub. x.
6
(t) Vdebmar. tir.
Saabedrin. up. l l.

ce della nazione (b). L' autore delle Pararai Caldee (c) , il

quale antico, parlando giuto l'uo del uo tempo, .dice ,


che Booz i preent alla porta del Sinedrio. I Rabbini ci dan.

no contezza, che Aleandro Gianneo, uno de'Re Amonei ,


compari dinanzi al Senato, e che volle edervi , non oante
il divieto attogli da Simone gliuolo di Schcra , uno de'se

natori dellaemblea. Si a, che Erode eendo tuttavia Go


vernatore della Galilea , u citato, e comparve alla prenza
(d)Li.l.de Bella:.

di queo tribunale. Dice in un luogo Gioeo (d) , che il

16'

Re non poteva are un minimocch enZa il coniglio deSena


tori. Trovai altres il nome di Synedriun,che tanto vale quan.

to Sinedrio, in pi di un luogo dellEvangelio. GESUCRI


(e) Martini!. 2..

STO, per eempio, dice in S. Matteo (e): Chi dir al uo

(f) Mammu- 9.
xiv.z.xv.l.
.

fratello Rara, ar reo del Concilio i cio ,. ar giudicato dal


Szedrion . Fa menzione S. .Marco (f) di quco Congreo; e
S. Luca lo diingue col nome di Senato del popolo (g). Parlane
parimente negli Atti (b), otto il nome di .Szedrions come

(g) Lu:. vu. 3* ('9


11.52.66.

(ll) AJ.1v.15.-v.
1.
(i loarmci. 47.
(k) [lm-.in BALL!.
n. z

pure S. Giovanni nel uo Evangelio (i). Finalmente riconoce


S. Ilario (k) una congregazione di ettantAnZiani ,che tradu

ero la Scrittura dall Ebreo in Greco, a quali attribuice la


qualit di depoitori deentimenti dello pirito, e della dot~
trim di Mos. Ecco le prove, che ci determinano a ravvia
re un Sinedrio negli ultimi tempi della repubblica Ebrea. Il
ilenzio detempi antecedenti la pi orte ragione,che ci rat
tiene per ammettcrne alcuno delliea natura nello pazio pre
cedente al Babilonee ervaggio.

'Dal de'
detto
n qu
pu conchiuderi
, che5 l'antichit
del
Sinedrio
Rabbini
aolutamente
avoloa
che le prero
gative a lui attribuite , e la maggior parte delle regole, che
gli anno tenere nell'eercizio della giuizia , ono aai mal

fondate ed incertime; che in generale la diciplina della na


zione Ebrea cangi grandemente , e prov le varie rivoluzio
ni di un popolo il pi agitato, e il pi oggetto alle viceiu
dini; che il vero Sinedrio , o Senato della nazione , avendo

principiato otto i Maccabei, and crecendo otto i RcA~


monei,e di acco,e vacillantc ch' egli era nel uo principio ,
giune

INTORNO ALLA DISCIPLINA', ec.

;39

giune a un grado di pode e di poanza , che divenne or


midabile a' medeimi Re. Il uo potere u la cagione della ua
propria rovina , non avendo laciato iPrincipi un minimoech

per deprimerlo. I Romani geloi della ua autorit , lo divie


ro; e in vece di un tribunale, cinque ne fecero. Siccome ad
onta degli sorzi di quei Dominatori del mondo , il Senato di
Gerualemme erai o rialzato, o mantenuto; venne privato de
uoi pi bei privilegi, e gli u tolto il dritto della vita, e del~
la morte, molto prima ancora della ultima ua deruzione, a

egno che liniacehita ua podei rirignevai a conocere le


caue, che concernevano la legge, e nell'imporre a' rei quelle
pene , che non giugnevano a morte. In omma labbattimento

della citt di Geroolima , e del Tempio, e la diperione , 0


la ehiavitudinedi tutti gli Ebrei della Paleina portarono ne
ceariamente con eo loro la deruzione del Sinedrio. Dopo
tanto terribiliimo avvenimento non videi mai pi in verun
luogo del mondo alcun tribunale , n adunanza di Giudici ri~

conociuti da tutti gli Ebrei con eercizio di una piena aoluta


pode ovra la nazione: e indarno cercani i rimaugl del'Si

nedrio in qualche 'mierabil congrega di Ebrei, eheereitae


ovra il reo della loro nazione una ombra di mendieata auto~
rit. Ecco quanto paruto a noi di pi accertato intorno al
Giudaico famoiimo Sinedritn
~

Vu- :

DIS

.S'OVRA DI BELFEGOR, CAMO,


ed altri Dei Moati .

OI ponghiamo qu Beel-pbegor, e Cbzzmos, perch


dagli a conocere Mos, come adorati da Moa
biti. La Serittura parla ancora in alcuni luoghi
di N4120, di Buzzi-Mean, e di Bzal-Dibon, a' qua

li rendevai probabilmente da que popoli un cul


to idolatro - Diamineremo ora unitamente tutte quee Di
vinit, per non eere obbligati a ripetere tanto peo le me~
deime coe ,~ eendo per altro credibiliimo, che otto cotei
nomi diveri non s'intendee che l'iea Deit , vale a dire,

il Sole, Adone, oppure Oiri . Dopo aver rierito ci, che la


Scrittura ci a apere di quee ale Divinit, e quel che ordi~

nariamente di ee avellai , noi proporremo u queo argo


mento le particolari notre confetture.
.
Il nome di Cbamos deriva da una radice , che in Arabo
ignifica, arettar, andar Preo. Adoravano i Moabiti si fatta.
Divinit , coniderandola come loro Re , e Sovrano. Chiama
talvolta la Scrittura i Moabiti (a) , udditi,o popolodi Cbamos
(a) Nram.xxl.:9.
Ierem. xlvr r . 46.

Periii , papale Cha

I Profeti (b) i rivolgono a Camo ,e al uo popolo per predir


ne loro la utura digrazia, e I comune ervaggio. Finalmente

mo: .

nel libro deGiudici (c) tengono glIdmeliti il eguente dicor

(bl Icrom. xlvu.7.

o a'Moabiti,i quali ripetevano le terre , conquiate gi dagli

Ibi: Cha-mas in capri


-uimrem , Sacerdote:

e}ks,Pri0tpes eius
mu .
(c) lla-lie, xt. 7.4

Ebrei opra gli Ammorrei al tempo di Mos, eche appa rteneva


no all'antico dominio de Moabiti. Norme ea, qua: Paghi Cbcz`

m0: Deus tuut,tbi jure debenrur e ,Que autem Dominus Deus n0


cr 'w'for obtinuit ,in noram ccdent jwronem . Si a , che Sala

mone alz un tempio al Dio de' Moabiti ovra la montagna po


(d) g. Reg. xt. 7.6
4- R25. xx, 13.

a dirimpctto a Gemolima (d) , e che frequentemente i addaro


no glIdraeliti all'adorazione di Camo; ma non ci viene indi
'

Cato

SOVRA DI BLFEGOR, CAMO, ec.

341

cato in maniea maniera , in che coniee tal eultO, ne


.Pure quale i foe la gura dell'idolo, n tampoco quali i Il::

criicj che a lui i oerivano . Ecco quanto poiamo cavare dal*

la Scrittura per ravviare cotea Divinit .

La omiglianza de' nomi di Amman, e di Clmmos, ecre

dere a non pochi eere quei Dei gliei, luno in Egitto,


Marra.$amr
e 1 altro nella terra de Moabiti. Vuole Macrobio (a), che (a)
41.1. 1.[.11.

Ammone dinotae il Sole; -e i corni che lui appropriavani ,


guraero i di lui raggi. Il culto di Ammone eralparo non

olo in Egitto, ma nella Libia ancora, in Etiopia, nell'In


(b Lift-Z, [ib. 9.

dia , e nell' Arabia, ove abitavano i Moabiti (b).


Quamvis Aitbz'apum 'Populis, .Arabumque beati: y
Gentibus, atque Indi; mms t uppiter .Amman .

Pharjal.

Il nome Camo, che ignifica velocit, e prontezza ,con


viene perettamente al Sole, eprimendoi con ci il uo rapi
do mOto intorno alla terra.

Ci parlano gli autori proani del Dio Homanur, e di A


pollo Cxiomem' i Divinit, che rappreentavano ii Sole. Dice
Ammian Marcellino (c),che t tratta la atua di Apollo Co

meo dal uo tempio, per collocarla in quello di Apollo Pal-a


tino in'Roma . Favella Strabone (d) del Dio Omano, al cui

onore mantenevai in Oriente un Fuoco perpetuo, e maime


nella Cappadocia ,x e nella Grecia. E' ben noto eere in onor

(c) Ammian [ibn. .


Avril/'um rdibmji
mucmm char/m'
Apollinis , perlazum
Romam, in ;Ee A

pollini: PalatiniDea
rum /mtiiter colla
mwmnr.

del Sole , che i aceVano imili Fuochi; n dubitiamo, che' (d) Strabo [ib. 17.

non i aceero in querecint, o templi coperti, di cui Cira


giona Mos orto il nome di Cbamam'm (e), e Strabone otto

(e) Levi!. xxvl. go.

quello di Pyreja, o di Pyratbeja. Io imo ancora, che e cit (7- 2.. Par-.unix
t de'Comani nel Ponto, nella Piidia, e nella Cappadocia ,
derivino il loro nome da Cbamor, o da Cmmanim . Miravani
nelle preatc citt templi Famoi dedicati a Bellaria , ch' io cre (7 Strao l. iz.

do la ea che ReelAna, ovcro afdi!, la Luna,o Diana (f).


Convien riduri a memoria ci,- che dicemmo nella Dierta

Ta Comma Kai to
tis ennoys ieron.
(Tim-0 de lege Mani.
li Hirtim, de bello
Alexandrino e'. 66.

zione ovra Moloc, del culto della Luna', e del Sole, s`i te-`
quentemente conui , e de'nom di quei due Luminari cos CaarmnirCamana,

peo Cangiau' , e in tante guie variati in Oriente.


_

l Tempi di Camo erano' ordinariamente ituati iiI rido

o di qualche eminenza ; e gi lo vedemmo da quello, che.


a lui ne coru Salamone. L Adoratorio ch'ei teneva il

wurjmz - am
{Hjmmm in Carua
da 1 Rullo; term-112',
qual .mmm religione
colimr , u! Seem-ia:
ci: Dea , majrare ,
imperio . ! potmriz
em-mm a Re e, con

monte Nano , ecelo probabilmente' chiamare col nome di


Neba. Mos raccontando ci, che oper Balaam per com _aszgrnrixil i: [7a
Zar-ur- Vide Cella-t.
piacere al Re di Moab, dice, che queo- Principe guidollo Geong.
3'. c. 8. Faz.
opra
198.
~

-r-Qv

4:
(a) Nm. xx. 4h

DSSER'TAZIONE

opra le altezze di Baal (a): il che non pu intenderi, e


non delle colline conegrate 'a Cammelcndo generico il no

mc di Baal, e non avendo parlato Mos che olamente del


.Dio Camo.

Soggiugner ancora una piegazione, la quale per non


preento che qual emplice conghiettura . Io opetto, che
(b) Amm-~ v. ;6.

Chi/4m ,, di cui acra menzione in Amos (b), e che que

Et Port ch taverna
mlumMaloxh vero,

o Profeta rimprovera gli Ebrei di averne portato il' uo


cofano nel deerto, a lo eo che Camo,e tanto pi che

nl

Em-AQe

in Amos vien. congiunto a Moloc Dio degli Amminiti.Non

dice gi Mos di aver gli Ebrei ad'orato Moloc , ma rin


ccia loro di avere avuto pa-rte- amierj di Peg-Jr, Dio de
Moabiti. Il nome di Cbzum ha- molto di omiglianza a quel
lo di Cbamos.
(c) A. vu. 434

I Settanra ,. e- S. Luca negli Atri degli Apo

oli (c)leggono Raz/alma, ovvero Rcmpam in vece di ijum.


Vollero ,` a_ parer mio , porre cote Interpctri un- nome

generico. d" Idol'o in luogo di Chamos. Replmnv, procede dall


iea radice di Temp/71m 5- togliendo la TP, che fore nom

$73.39
.Or-FP3
t?unN.
c~<

uneidolo,
non un emplice
articolo.,
reta Hepburn ,. che dimore-r.
l
.

Tengono alcuni. comentatori , che diamo: ia il" medei


mo- che Como: , il' quale in- Greco ignica- i-l Dio- della (fi-l
olutezza ,. e- della i-ntemperanza ;- in quella guiv che ?began

importa. il Diio` de' ozzi. piaceri'. Como: indica- il* Dio Bacco,
o Dionifb , Pbego il Dio Pripo : l'uno , e l' alt-ro dir vo

gliono il Solb, che intendevai otto il- nome di quee due


(d) be 'ol-igm?, Divinit. Di tanto- c` iruiie Gerardo Giovanni Voio Cd)
Progreu Hola. la ne" uoi libri. dell@ origine , e de' progrer della id'olatria ,
a b'.
Ma agevole di- conocere il debole di- ra-i congliemrre ,,
- fondate oltanto-- u* qualche con-frn-it-vv ,, ehe* s" incontra [T31

un nome Greco ,_ edi unni Ebraim voce s pruova~ in vero- im


pi ievol'e- che poa- averi' ina imigliante materie..
(e) Hitman. E I-u'.
vah M7129 archi-r_
ma: [Miami-?nfurm
l um, quad a! omi

:ze cappella Bee!.


phegor.

S. Girolamo (e), el. numero: mag-.:i04- degl' Interpe..

tri' giudicano eer- Camo, e Fegor la; cnn Divinit' s


entimento che :1- noi embra, il pi certo . C' inorim- Pei~
cla, clie l? idolo. di Camo era- fatto di pietra nera in crn
bianzaz di. donna .. Nicem- vuole ,, che he- Venere: Tutto
incerto.
Chi pretende eir Camo u-n antico Principe degli Arn-i
mon-iti, a cui artribuivant que popoli. gli onori Divini ,i non

mnncher. di_ dargli umana: gura con.. reali. divie Ma quai


.
Bro

U'r'::
:.

SOVRA DI BELFEGOR, CAMO,ec-

343'

Prove i adducono per difendere tal entimento ? Gli Am-`


moniti , e i Moabiti non erano gi antichi : 'la nacita di

Ammone , e di Moab figliuolo di Lot corriponde a quella

d' Iaac gliuolo di Abramo. I lor decendenti non potero


no formare un popolo , e non che nel tempo medeimo
degl'Idraeliti, vale a dire, fore cento anni avanti la mor

te di Mos . Ed mai da crederi , che nella et di quel


Legislatore aveero gi impoo al loro Principe il nome di
Dio? Ecco all'incirca ci, che comunemente dicei intorno

a Camo. Vediamo, e ci riece di trovate qualche coa pi


accertata ovra di Belegor.
_
Beel-pbegor , o il Dio T/icgor manifeamente il me
deimo , che Thegor. Origene , e S. Girolamo diedero un

gran coro a queta opinione , e u abbracciata dalla mag


gior parte de moderni Interpetri. Dice Origene (a) che Bel (a) l Num. e. uv.
fegor un Idolo di [aida-zu , e che Mos non volle dichia~

rare in pi chiara maniera di qual orta i foe tale mo

Romi!. ao. Beelrhe_


far-,quad ci ida In;
apitzus-lim:. E pi

: Beelplngor
ruoiima turpitudine, temendo di contaminare le orecchie abbao
Ido/i nome eiguo!
di quei, a' quali parlava : oggiugne bens, che le donne i pmi Madizmmr

Yy-.u-

moravano le pi appaionate pel culto di s concia Di


vinit; e S. Girolamo crive lo eo dopo di lui (b) : C0

precipne a mulini
bu: talebatur .

lentbus maxime fermi-is Beclpbegor 0b obmni magnitudinem ,

a. lv.

(b) Hieron. i 0t:

quem nor 'PriaPum Pofumm appellzre ;imando , che gliUo


mini eeminati , e le donne proituite a onore degl' idoli

s frequentemente memorati dalla Sc'rittura (c), foero gen


5-r.

te conegrata a Belegor , ovvero a Priapo. Il Re .Ad di


ole ua madre Nara/m da cotanto abbominevoli cirimo
nie , alle quali ea preedeva . Egli in fine ne trae la eti
mologia della voce Berlpbegor (d), dicendo, che ignica un
idolo di occna gura. Narrano ancora di vantaggio i Rab

bini circa le sfacciatezze del culto di Belfegor . Maimonide

vuole (e), che i adorae, dicoprendo al uo copetto ci,


che la verecondia ne inegna nacondere: e Giarchi attea,

che a lui oerivani gli eerementi s coa per altro oppoa


a qualunque probabilit. Ma quel che molto favorice la o~
pinione , la qual vuole , che Fegor foe Priapo , ono le
impurit regirate ne' libri Santi, le quali commettevani nel
culto del primo . [pi autem intrtwerunt , dice Oea-(f) ad
Beelpbcgor, abalenari unt in confuione , (F fati unt aba

minabile: , cux ea, qua: dilexerum. E noto, -con qual impu`

denza le gliuole di Moab induccero gl ldraeliti alla im:


pudi

(e) Vul: 3. Reg. xv;


t;.-L.P.tx. 16.

(d) Hier-(m. in Ofe:


tx. Dem'qu: inter-pe
tmmr Rerlpbcgor, l
dalum tentiginrr, ha

ben: m ore , ide-l i


ummitare , pelle-m ,
~ur non/{dimm mE
bn 'virilix offendere .
(e) Virle MJimom'd.
More Neboch parte
3. rap. 46. - far-:bi
um-x. 3.
(f) of [x. to.

(a) Theodore!. in

PjaLSvidax Mal: i
al. Ottirzer.Hit.
mimmo.;

344.
DISSERTAZIQNE
pudicizias n da veruno signora , chi oie Priapo, e qual'e
er potee il culto di tanta ozzima Divinit . '
Preteero alcuni Interpctri (a)eer Icgor il Dio Saturno,
adorandoi coui nellArabia , ove Pravanoi Moabiti. Il no
me di Bee!, che diedei a legor, i attribuice pur anche a Sa
turno , i di cui Sacerdoti avano alla ua preenza enza vei
in una maniera in tutto e per tutto indecentiima . Ecco quan

to pu diri a avore di queta opinione , la quale non cer


tamente ben corredata di prove .
Vollero altri dicoprire la natura di Fegor mediante la
etimologia del uo nome, ignicando, dicon ei, queo ter
mine in linguaggio Caldeo , -vorare il ventre ; donde conclu
ero, che Fegor importarpotee il Dio Trullo , di cui Mi
(b) Minuti: in 0
&avia . Nec Sempi nuzio Felice (b) ,. Origene (o) , e S. Girolamo (d) hanno
dem magi: Egypt , parlato come di una Divinit adorata in Eitto , come pure
quam [IMP-1!: per N
A imil gena di porchi Dei rendevano que
paue-mia Lupari; :za:-~ il Dio Rutto.
pre/0: , romremi popoli ciechi , non meno che a' porri, e alle cipolle , che

[zum. _
( c) Orzgm. tantra
Celum , pag. a.

(d) HimmJn [fi-11.1.


Xill. Ut tacmm de
fermia'alaz, -/ar
riili (epc , - (re
pit matrix inari,

a' coccodrilli , e a' lupi , che alla febbre , alla tempea , al


olgore, e alla mala fortuna, gli onori Divini. Ma inuti
le il conutare s deboli conjetture, conocendoene abbaan
za la lor ievolczza.

Soenncro poi altri Letterati (e) eere il nome di Bele

qua Pula/mm Reli gor un termine di deriione dato al Dio de' Moabiti, che tra
zioei.
loro il chiamavano Baalrcem, il Dio del Tono; ma gliEbrei
(e) 5:41.15. Bucci.
i Pal.

per icherno lo denominarono il Dio Trullo'. Per l'ieo mo


tivo appunto eglino mutarono il nome del Dio di Accaron ,

chiamandolo Beezebub, il Dio delle Moche s e impoero a


Bet/ae! , ov' erano i vitelli di oro di Geroboamo , il nome di
(f) Gerard. oa.
Vrj de Orio. pro

*zu/u M0101!. z.. 2:7.

Beth-172m , Albergo diniquit . Finalmente Voio- (f) vuole , che


Belegor a il Sole, e Priapo, eendo bene peo poo queo
ultimo per il Sole nella religion de' Pagani. Ei dedueela etimo
logia di Priapo dall'EbreoAb,Padre, e 'Peor, onegor, come

chi dicee, il Dio Peor, o il Padre-Teor nel eno medeimo,

che i Pagani dicevano il Padre Giove, il Padre Netrunno, ec.


Parlando il Salmia di ci che avvenne nelle pianure di
Moab, quando glIdracliti i abbandonarono al culto di Belc

gor, dice una coa , che ha poo glInterpctri in nuovi intri~


(g) P4!. cv. 2.8.

ghi (g) :Initiati fun!, attea egli, Help-began@ comedcrum ani

cia mortaorum. Chi ono quei morti., de'quali mangiar-ono i


acrici?
Intendono alcuni , che eno i agricj del medeimo
Bel

SOVRA DI BELFEGOR, CAMO,ec.


34s
,Belfegor, chiamato un Dio-morto, per opporlo al vero Dio
d'Idraele diinto col nome di Dio vivente 5 di modo che

il Salmia non avrebbe voluto dir altro, che quel che rac
conta Mos nel libro de Numeri (a) : Le gliuolc di Moab

(a) Num. .uv. 1.7..


Fornita! tj' Pop

invitarono gl'Idraeliti a' lor acrificj , ei ne mangiarono , [m mm ici-1:; Mc_

e adorarono i loro Dei , e Idraele fu iniziato, o conagra~


to a'mierj di Beiegor. Sant' Agoino (b) , ed alcuni al
tri ono molto conformi a queto entimento, qualora epli

, q! vocaverlrr::

en: ad acriria u .
A! illa' tomadcrum,
c- adoravcrrmrpeas
rum . miriam/que
( Irael Ralph-war.

cano i acrici de' morti, e le vittime che oei-ivano ad uo


mini morti . Sagriicarono in quea occaione _gl Idraeliti (b) Anzi 1 .1..rv.
Cue-px. Ra
:1d uomini trapaati , come a Dio : ed in vero la maggior [tem
mig. alii.
parte delle Pagane Divinit erano tutte uomini annoverati
tra gli Dei, da che fur morti.

Credettero altri , che gli Ebrei in imigliante ricontro


i foero contaminati ne funerali de Moabiti, nelle cirimo

nie funebri, e ne conviti , che facevani in imili congiun


ture, e che aveero avuto parte a quelle funzioni . che ivi
`i praticavano . Si a, che i Pagani facevano delle obblazio
.ni
defunti,
teimonio
di Ovidio
,in mez
zo a'alla
rada,laciando,al
opra un tegolo
coronato
di ori,(c)grano,
a
le, pane inmppato nel vino , e parte violette. Ma chi ar

(e) O-vd. Fa . ir.

Teguln Form-?ir [a.


m : *velata :art-
m'r ,

nger, nar
direbbe accertare , che ci tra i Moabiti i coumae .3 e Itmrfa
-vaqm mica ,

qual attenenza pu avere queo con ci, che qui agli Ebrei
i rinfaccia?
Seldeno nel uo trattato degli Dei della Siria (d) vuole,
che Belfegor lo eo ia che Plutone , ovvero il Dio de

Inqul mero mal/im


Ceres, aialaqnco.
[un :
Hat bah-tr mei;

ia relita 'vi-z.
(d) De Di Syr. 5;- o.

Morti, che pu eer chiamato da Davide, il Morto, o la


Mei-te: e che i Sacricj de' Morti ,- menzionati dal Profeta ,

.foero obblazioni fatte alle anime ,r o alle ombre de' trapa~


ari a in di placarle. Fonda tal entimento ulla parafrai di
Apollinare (e), la quale porta , 'che gli Ebrei fi contami
narono ne'acrici di Belfegor, mangiando dellEcatombe a
griicate a morti. Si *vede appreo Sanconiatone (f) , che Sa
`turno annover tra gli Dei il uo igliuolo Matt': , ch' ebbe

ragni. 1.:.5.

(e) O ide Belrhe


gorojo Mainomc
nostelete'.

NGltClllS epaando
karaphthimenon

da [ibm , e che Mot _fu adorato da'-Fenicj , ora otto nome

ekntombi .
(f) Sancho-atana

della morte, ed ora con quel di Plutone : parla queo Scrit

Enjt. .PrzparJ. i.

_tore anche di a 0t, come uno de primi principi delle coe' ,

giua la Fenicia Teologia . Aerma Plutarco (K), che gli


(g) Plltarcb. de [i.

Egizzi chiamavano talora Iide col nome di .Math , che i~ de ' Oiridr .
gniea Madre :. dice altres , ull' atteazione di Archcmaco
Ldi Eubea, edi Eraclide di Pontorche Serapidc il mede~

Dic-r. Calmzt T. I .

Xx

imo

346
DISSERTAZIONE
imo che Plutone, e _Iide la ea che Proerpina.- Pu tutto
queto ririgncri , con dire, che econdoi Teologi del Pa
ganemo, Giove, Plutone, e Bacco ono l' icima Dei
(a) Eis_2e1\s,cisAi
dig, eis llios , ejs
Dionyos , us Theos
pandieh . . . .

x che il Sole (a),


_E _molto dicile il dedurre un accertata concluione da
tanta gran variet di opinioni , _e di fare una buona celta tra

tutte quete conetture per la maggior parte cos mal .fondate.

Noi ammetteremo di buona voglia , `che Camo , Fegor, eMo


loc _ono in uanza la medeima 'Teodia,e tutte contraegna
no il Sole : ma d'uopo accordare , che il culto di Fegor ,

e di Camo embra molto divero da quello di Moloc. Im


molavani a coui vittime umane; ma noi non veggiamo
niente di imile nel culto di Fegor, e di Camo. Dice il Pro
feta , che i acrici di _Fegor ono Sacrici:: Momiornms iaonde

noi conghietturiamo, che Phegor foe per avventura lo co


che Adonc , o pure .Oiri , le ee de quali i celebravano a

foggia di funerali de'morri , colle lamentazioni, co' pianti, ed


altre cirimonie lugubri : il che a di meiero ,eaminare con
eatczza , non eendo _ato inora propoto da perona , che
a noi ia nota, tal entimento.
Fegor era una Divinit cognita nell'Arabia, e nella Pa

letina, alla quale i conecrarono gli Ebrei , e al cui ono


re i contaminarono colle igliuolc di Moab partecipando a'
acrici _de' morti, allorch i fecero iniziare amierj di s
turpe Divinit s e .conervatane l aezione al uo culto vi

conecrarono ucceivamente uomini, e donne. Ecco quan


to la Scrittura ci a apere di Fegor, e della ua adorazione.
Or tutto queo conviene al culto , e alle cirimonie di

Adonei _dunque probabile , che Fegor foe lo eo che


Adone.
'
E' noto, .che il culto di si fatta Divinit rovien dall
Egitto, iccome la maggior parte delle Pagane fllperizioni.`
Iide, ovvero Venere avendo perduto il uo poo Oiri, o

Adone , che da un cignale u percoo nell inguine , pore


,occaione alla ea, in cui i deplorava colla Dea la morte
fatale del uo Diletta, e terminati i gemiti, e la gramaglia,
i commettevano mille diolutezze, per teimoniarc alla Id
dea la parte che prendevai al giubilo, chella ebbe di aver
lo poi ritrovato. Non era olo in Egitto, che i celebrava
no ee eonimili , olennizzavani parimente quce nella Giu
(b) Exa-h. vu:. t4.

dea. Dice Eechiele (b) , che Dio gli f vedere ,nel tCnPio
dele

SOVRA-DI BELFEGOR, CAMO, ec.

34.7

delle donne, che piangevano Adone.- Ci decrive Luciano


(a) quelle, che i celebravano a Biblo- citt della Fenici:: . La

(a) Lada; ale DM

mezzra-va ogmmo ,i dic' egli ,thottwa, e tutti in' quei contorni e*


rano a bruno abbigliari ; indi fatevan/ i funerali di Azione: il di

SV.

pegnente, dicevano, cb egli 'vive-ua , alma-ano in aria la ua

gura ,i mgliavan :mito gli uomini , quanto le donne' i caPelli ,


come fanno ~gli Egizzi nella morte di Apis,.e quelle , che ricua
'van di at-lo ,. erano tenute' a' proflituir a 'onor della Iddea, che
ordinati-z cirimonie s france, oerendo alla medeima il Prezzo

della infame' Pralin-Lione .- Cade-vano mili foe' nella Prima-l'1(


ra, allorch il ume .Adone gonfio pel disfacimento delle neui del

Libano, e roeggiantc per le ten-e- dili-aghi donde paa'ua , Cor


tfr-u.: impetuoamente a caricari felmare'e _. i
171 molto probabile, che Baruc (5) voglia pure indicare (lO Barni-.vi. gag!.

appreo i Babilopei le iee' da. noi' ora' decritte uperi


`z`roni ,, quando dice, che i Sacerdoti di.- Babilonia nelle loro
olennit: tavano. ai neloro, tempi-a' capo nudo' e rao ,

enza- barba, e'olle veti quarciate ,lamentandoi, come' nel`

Et i domius comm
Sacerdote: ede: ,
humm- tunica:
[ria: -tapita,

barba) mm, quo


rum capita nuda

luttuoorconyito di'` un,monto,-.~Favell.a Macrobio',(c)- del cul- unt. Rugiunt autem'

to di Adoneappo gli; ;A-r-j ,- _.e delle' lamentazioni- di Pro

:lam-m: contra

erpina , e par: che dica eere e memorate ee venute' dall


Airia ., e di cola-. paate--aFenicje nora- ancora , che face-

tra? marmi .

Deo: fuos , [itut i


(c) Man-ob. Satur
aL l. l. t. 1.1.

_vani _le opraddette cirimonie due volte. l' anno, cio nel me

e in cuicoriano i~ gior-ni, e' iti-Quello che crecono z ovve_


to vOldmanEquinoz' dell Autunnogrke *della Primavera` ,- e per
quantdice,-zne,l dcimoettimo- di dellauLuua- . Parla Piu-r
(d) PlutarchJ A!.

farCO (d) delle' ee di Adone ,h chev ceiebravani in' Atene tibiade . _

nelv .primo tempo ,- e- dice ,,_ch in imili olennit congegnavanti dalle donne entro de" cataletti _cert-i ntocciz rappren
tanti perone morte', e quei poneuano ulle vie per. dove
.h Pompa, o- la! proceonerdi, Adonepaar dove: ,. imitani

'

Adonion gar e13?

tas imeras ekeinas


Katheikoton ci'do-r
la llachoy nekris
eg -omlzomenms o.
moia prbyleinto
tais gyna'ix1,\klta
do ee co loro lament,,-quanto.cev daddovero nelle' phas emimuntho
maggiori gramziglie. D'e'criye Theocritcr (e') il luttov , che kotthomenai'.- '

di; fidone* celebravai in' Aleandria ne ditod'eci'mo mee, va

(e) Them-ri!. Idyl.

o- mee dellart-no Santo, ilqu-a-le Principina* it Paqua,che'


Ewhiele (f) vcdide nel- tempia le. donne ;che piagn'evano A'~-.

orai.

Aponiazus Adonm'
le a. dire, nellultimo mee' dellianno Egizio, che' cominciar apraenau
acheromos
mine _dyodekato ina-
va all-Equinozio dell' Autunno- Avwenne nalmente nel c laka ipodcs igagon-

(f) Wie Burian,

rione.- -Conirien' ora- oervare ,-_equeo tempo corriponde l


a quello,` in' cui~ i' fecero iniziare a' Belfegor' gl' Idrael'iti.

Fu in equela del peimo: malvagio coniglio dano dal


'

Xx 2.-

Pro

34s

DISSERTAZIONE

Profeta Balaam al Re Moab , che le donne Moabite indu


ero gi' Idraeliti a portari alle lor fee ,di eere a parte
delor acrifici, ed indi delle dilolutezze, che tenevano die~
tro a cirimonie cotanto upcrizioe. Mos non ci accenna

preciamente i-l tempo, che ci uccee; ma pare , che po


tee avvenire cinque mei in circa avanti la im morte , la.

qual egu nel principio del duodecimo mee dell anno San
to , corripondente a quel di Febbraio . Aronne fratello di
Mos mori il quinto mee deli anno Santo , e dei mondo

2552. Dalla ua morte a quella di Mos vi valico* da ei ,.


o ette mei, icch Aronne ar- morto alla ne' di Luglio,

o al principio di Agoo . Dopo queto tempo fr accee la;


guerra contro il Re di Arad, ma u di poca durata , es'in

oltrarono gl' Idraeliti dal monte Hor a linea retta vero il


torrente di Amon. Mos non diingue che otto azioni ,
dalla montagna ove mor Aronne , no al prefato torrente,
il qua-le era ulle frontiere degli ati di Seon r i fece la.
guerra a queo Principe, indi ad Og, e ambedue rimaero
cogli eerciti loro contti : n molto durarono quee due
guerre , reando terminate con due battaglie,che poero gli

librei in poeo di tutto quel paee. Fu in quea occaio


ne , che Balac Re de' M-oabitiped- a cercare Balaam, che
diede a Moabiti il menzionato ampio con-glio, che imman'

renente fu mandato ad eetto . l-l narrato fin qu pot' facil


mente eguire dal fme di Lugiio ino a- dicette , 0- diciot
to di Settembre ` nel qual tempo fr ceiebravano le ee di
done, come opra abbiam dimorato. `
Eendoi dunque incontrate allora le fc'e- di Fegor, 0*
'di Adone , le donne, eh erano i principali miniri- di-cul
to- s abbominevole , v invitaronoIdraeiiti , che in quel.
mentre ia-vano acampari'a Settim nelle pianure di Moab ,
e che corideravano i Moabiti qua-l! popolo amico , tanto
pi per avere ricevuto ordine da Dio di non attacca-rh.. La

Idraclitica giovent ,che 'gi cominciava a gnare- i frut


t-i di ue fatiche , e vittorie, cadde facilmente nelia- rete te

a. loro da quelle femmine: quindi i portarono alle lor fe


e, parteciparono a-'Facrilicjz, e a' conviti , che i: Sec-vano

dopo il pianto di.~A.done 5 laciandoi oltre a ci` 'racinare


in quelle diolutezzc ,. ordinarie quele di cirimone tanto
titupero

Noi punto non dubitiamo ,, che le proibizioni fatte da;


Mo~

SOPRA DI BELPEGOR, CAMO, ec.


349
Mos (a) agli Ebrei di non raderi, di non ari graature,

(a) Let/it. lx. 27.


:8. quuo m rain.

o inciioni,di non iracciare le vei,netagliaii tutta la bar

ba per un morto, o per il morto, non Foe-ro direttamente op

dum Mramabti: ca
ma: , ec ruderi:

came) Hah-1.

poe al culto di Adonc, o di Fegor;, oppure di Oiri,een~


do queta la iea Divinit otto tre nomi diveri` comprea.
Ecco le prove di tale opinione. Certa coa , che nelle ee
di Adone facevai tutto ci, che d'ordinario i pratiCava nel
vero corrotto per la morte de' genitori , e delle perone pi
care,- i pianti, i opiri, le lamentazioni , il percuoteri il
petto, lo quarciare deveimenti, tutto ,queto miravai nel
-lc cirimonie accennare. Gli uomini i tagliavano i Capelli ,ma

le_ donne laciavangli pari, e talvolta rappavane li. Bione


( b ) nell' epitao di Adone decrive gli Amori, ce piango
no la morte di tal Dio con la tea` raa , e in atto di calpe~
rarc gli archi loro, e le frecce. La Spoa di s fatta Divini

(b) Bim. .Brit-:ph:


Adonid.
(c) Kciramenoi ch'ai

t correva tutta piagnoloa tra le foree (e) a pi nudi, e

ciolto il perine. Le donne di Aleandria ap reo Teocrito


( d) vanno altres colle chiome parpagliate, coperto il eno,
e quarciate le vei. Apparice da Arioane (e) , che le

femmine montavano frequentemente opra i tetti , per farvi


:in imili occaioni il preatto piagnieo. Or tutto queo i
praticava in imil modo nel lutto ordinario , non olo tra i
Pagani, ma .inra gli Ebrei ancora.

tascp Adonidi. _
Dyamena lokami
daSana rymoys
P alaitlai . j l'1:
t a ea mp l chio; anndrios .
(d) Lyraai delo
, man kai epith
ra_ Koipon anci
_am .
_

Ne egue adunque, che Stithei phamome

-quando Mos vieta ic cirimonie pel morto , condanna le u~


perizioni di Fegor, o di Adone; eendo per altro indubi

nos iigyras arko

Pu riportari allo eo culto di Adone , o di Fego:


-la uperizione degl'Idraeliti, ripetto agli Orti : rimprove`

..... l gyniePl
toy tegoys Kop

nierha ao!das .

(e) Ari/lopban.chl
tato, che nc oliti funerali de' congiunti glIdraeliti non cre mo _r.
A omamos oypos
dertero mai , che foe vietato loro nulla di tutto ci , ch oy PI ton tcgon.
E pi a bao .
_
a lor convicini era permeo .
theai Adonm

ii .
'
rando loro bene pco i Profeti (f) i giardini, `ove faceva (f) [ai.
t. 29. (9

no gli eercizi della la lor religione. A tutti noto quel l xv.


9.
10,' che i Proani ci narrano degli Orti d'Adone.
Allorch Iddio proibice a' Sacerdoti del uo popolo di
ar gramaglia de' lor parenti, alvo per quelli di un certo
grado, dice: (g) Non i rada-ranno il capo , la barba , n
` [i faranno inaom , 0 graature , aranno Santi, e conagra
ti al Signore loro Dio , e il di lui nome non contammerauno .

Ei dunque implicitamente permetteva , o pi too uppo


neva la medeima coa lecita agl' Idraeliti , non Sacerdoti .
E altrove parlando Mos ad Aronne, e a'uoi gliuoli dopo
la

3.

Amo-uv.

(g) Let-it. xrx. :7.


7.8.

(a) Levit- x. 6. '

350
DISSERTAZIONE
.
Ia morte di Nadab, e di Abiu die loro :., (a) Non copri
rete la 'uom reta (col taglio de' capelli, , e non racccrete gli
abiti vori, in egno di. triezza per la morte di Nadab , e
di Abiu .. Ma che i 'uolri fratelli ,i i emplici Leviti , e tutto I
draele facciano lutto Per la ciagura , che avvenuta. Egli adun
que vuole, che i cmpli Idraeliti ,, e i Leviti ancora, poa

(b) Jeremtxvx. 6.7.

no are ci, che a'Saccrdoti ne proibice. ln ultimo Geremia.


( b)tiene~ ordine dal Signore di annunziare al popolo- d"Idrae
le ,_ cheglt ha ritirato da loro la ua Miericordia : Che mori
r-znna i. piccoli, e i grandi enza dari lara epil'tura ,. che non i
far lutto. Per ei, che non i faranno inc'mni, n i taglieranno i

capelli. A che are imili minacce agl' Illraeliti ,. e tutte ,queL


e coe erano appo loro condannate dalla legge ,. ed inolite ?
Minacciai mai per impedire-,L che i faccia. una. coa non ui
(1,) Excel). xxvi.16;

r7.

tata .e Dice altres Iddio ad, Eechiele (c) :- Ti tolgo ci, che
maggiormente tu ami, non farai lutto ,, n piagncrai ,, n' degli oc
rbi tuoi cadi-anno [e lagrzne.. 'Piagmrai enza parlare' ,. non: farei
il lutto alito as-1. Pemorri.. Rimanga ovra. il tuo capo- la tue ra
rana, [farai cal-Lato, non. ti coPrirai il 'volto n mangemi- ilv ci
b di quei , che ono. in gramaglia.. Or- .enza. dubbio* il Profe

ta avrebbe praticato- tutto queo , e. Dio. nom glielo; avee:


proibito_ .
.
.
Convien per nello_ iaiegare lev leggi antiche` aver non
poca coniderazione alla pratica di coloro., a-qaiali. fur date
Dee preumeri, che alicno i- pi. Religioi non i allon~
tanaero inrieramente- dallo, Piritcr,, daS entimenti, e dalla`
oervanza delle leggi.; ma. come gli. Ebrei. pi zelanti* ,. e pi:

pii oervatori della. legge non ebbero in` alcun tempo di


colta di are: il conuete lutto- de"morti.. della loro` Famiglia:
con 'rader i capelli. e la barba ,, quarciari le veimenta , ec,
dee- conehinder ,i che Mos" non .ebbe- giammai- intenzione*
di proibir loro imiliv cerimonie , e perci d" uopor cerca~
're un altro` eno. alle leggi ,, lc quali. embrano, che" loro le:
vieti.

E in- vero- quando- attentamente* conderani le circo


tanze dellalegge- nel Levitico~, pare, che' Dio proibica agli.
'Ebrei, le cirimonie del pianto ver- di. un morto ,, ma: acdmente comprend'ei, eh. ei dilirugger volea. certe- Pagane: u
(d) Levinxlx. 16..

perizioni' ,, che: regnavan: fra; ei` ,. 0- preo i. lor* convicini;


(ci): 'Non ui-rete* angurj' ,. dice' il Signore ,i non oer-verrete i
[ogni, non` 'ui' tagli-?rete in tondo i capelli ,,_ non 'ui radente la.
` '

'

Barba.

SOVRA DI BELFEGOR , CAMO, ec.

351

barba , non farete inciioni nella wra carne per un morto,

imPrjmeme opra la evo/lr:: carne imate , o gure , ec. Toare


in foggia tonda i propri -capelli era una cirimonia degli A
rabi
onoreegnali
di Bacco
: farci ,idelle
inciioni , e`a raderi
la
`barbaaderano
di corrotto
` che prcndevani
onore di

-,

,`

Adone, e probabilmente in oequio di Fegor; fari contra


egni opra la carne in memoria delle fale Divinit era al ri
enr .di _Luciano (a) una comune upertizione in tutto l' O

r'iente-

Luci-M- a? DM

"

11 -medeimo Legislatore poco anzi di morire, ripetendo

le leggi per innanzi gi pubblicate, i eprime in una forma,


che in tutto e per .tutto favorice il noro entimento(b):

(b) Dm!. xiv-.x.

Siate, dic'egli , gliuolidel Signore 'uoro lddio : non 'w' incide


rete, n azz' raderete .interamente il capo per il morto , eendo -uai
n 17017010 conagmto al Signore voro Dio.. Convien por mente,

che dice queto dopo il culto di Fegor, -e dopo il delitto da


gl'Idi-aeliti commeo. Si ebbe campo di potere qui` opra o
ervare , che toari i capelli, ari delle inciioni, erano ciri

monie del lutto di Adone. Evvi altres u queto propoito un


alt-ro pao in Mos che merita attenzione (c). Venendo gl' (c) Dem. xxvr. :4.

v draeliti a preentare le lor primizie al Signore anno la pro


feione eguente : Non ne ho mangiate nel mio lutto , non ne ho
adoPrate per una coa impara , e non ne bo conumate ; o econ

do l Ebreo: Io non ne ho fatta Parte *veruno al morto. Che vuol

dire s fatta dichiara-zione , e non che quegli il quale oeri


va al Signore le primizie de'rutti della ua terra , .non ne a

vce rierbato un minimocch per oerirlo ad Iide conidera


ta dagli Egizzi come la inventrice dell'agricoltura ,e di cuice
lebravai il lutto per la perdita di Oiri nel principio della
mietitura , e della Primavera . Proteavan gli Ebrei di non a
ver dato coa alcuna deloro raccolti per la cirimonia della
gramaglia di quel morto, di quel falilmo Dio, di cui e ne
piangeva la morte; e di non aver fatto agriicj, oerte econ
viri in onore del trapaato.
Da tutto ci che a detto in ora , pu conchiuderi ,
che 'l culto di Belegor era ore lo eo che quello di Ado~
ne , e che veriimilmente chiamavano i Moabiti col nome

di Fegor lo eo Iddio , al quale davano gli Egizi quello


di Oiri , i Fenici di Adone, i Frigi di Atine , i Siri di
Ati, e' gli Ebrei -di Tammo : imperocch nel pao di Ee
chiele (d) , ove legge la Volgata , Plangentes .Adonidem , (d) Eur/2. 1.1;

porta

355.
DISSLRTAZIONE
porta l' Ebreo: 'Piangendo Tbammnz. Facevano i Frigi ad-ono
(a) Mate-ob. Sarm
naiJ. 1.(.11.
(b) Vida Lun/m. il.
da Dm Sym, s- A

li.

rc di Atine (a) , e i Sii-j in oequio di Ati (b) le medeime

cirimonic da noi vedute tra gli Egizzi per onorare Oiri, e


appo i Fenici in memoria di Adone. Sicch tutti queli nomi
contraegnavano una iea Divinit, cio, il Sole,a giudicio

degli antichi teologi del Paganeimo.


Noi crediamo di oorger traccia del nome di 'Pbegor, o

Pe-or, nel Dio Or: antico Re dEgitto , gliuolo della Dea


c) Mae-rob. lo u'- -

mm .

Iide, cognominato Apollo, o il Sole (c). Dice Diodoro (d),

(d) Dimor. 32ml. l.


3. c. z. BM.

che Oro era gliuolo della Dea Iide, il quale eendo ato
uccio da'Titani, lo ritrov nell' acqua, -e gli reitu non o
lo la vita, ma eziandio la immortalit. Dicei altres eere

Oro l ultimo degl' Iddii, che regnarono in Egitto. La Dea


ua I'ladre gl'inegn l'arte di predir l'avvenire,e quella di a
_nare le inermit,pcr la qual coa acquio un'altiima ima
nel mondo 5 e Iide Prea gloriavai di averlo dato alla ucc ,
come i legge nella icrizione riferita dal opracitato Scrittore:
Io ono la 5170121 di Ori : i0 la prima che bo inventato z' frutti; e
Madre mo del Rc Oro.
~ ~
[cho chi crai Pe-oro Dio de' Moabitiiil Pe, ovvero Pi
l'articoloEgizzio i Ora il nomedel Dio , di cui piagncvai la mor
te,e ucceivamente feavaene la reurrezione. Noi abbiamo

nel religioo Abbate 'Pioro, e appreo Origene un reto del


nome di queo Vecchio Dio. Solevan gli Egizzi prendere il
(e) Plata in Pbdro.
Plurrth. in [tb. de
Defeu 0mm!.

nome delle loro Divinit. Noi ravviiamo nella Storia alcuni


Egizziani col nome (e)di Tbammus,chera lo teo che Adone.
E da notari, che Erodoto non parli di T/mmmus , ma olu

mente di t/{mmms aonde giudiehiamo , che i T , o il-C,


in Obammm, e in Tbammus non iano punto della radice del
nome .

Adani, in Ebreo, ignica mio Signore, nome , che dava


no a' loro conorti le mogli; come i vede da Sara , che in tal
(f) Gcnef. xvnmz. guia chiamavaue Abramo (f) . Sicch Thamnms , o .An-mm po
Poh-73mm conumi
rt Dommm meu: tr eere il nome proprio dello Spoo d' Iide , e Adone il
( Hei). Adoui ) *actu

uo nome generico : imilmenre in BM] phegor , o BaalPeor , co~

lm ej' .

me a critto nell' Ebraico teto; Baal adunque ignica Dio,


'Pclarticolo ,Oril proprio nome che davano gli Ebrei al Dio
de Moabiti, che per derione lo chiamavano il Morto , come
opra i vedde.
" Per terminare queta diertazione a di mciero dire an
che una parola di alcune altre Divinit della terra `di Moab 5
accroc

SOVRA DI BELFEGOR, CAMO, cc.

35'3'

acciocch quivi compilato i trovi, quanto riguardava la reli

gione di que popoli. Parla Mos ( a ,l di .Raul-Meo citt dell l Nm-nx": 33


antico paee di Moab, che probabilmente trae il uo nome da
una qualche Divinit, che ivi adorava 5 e iccome noi non XXV 9~
conociamo,~che Camo, e Fegor, o Peoro in quel paee,

molto veriimile che l' una, o l'altra delle preate Divinit


foe adorata nella citt di Baal-Meon z potendo tal nome litte
talmente ignicare il Soggiorno di Bim].
Un altra Divinit attribuita a' Moabiti 'Nobu , di cui
parla Iaia nc termini che eguono (b): Bel [lato rtolato, t (b) ia-i. xlvi. r.

'Nabo ridotto in pezzi , le loro ame ono iate abbandonate alle


beie . Leero i Settanta Dogo c) in vece di Nabo. Crede (r) Symrrbi D1
S. Girolamo (d z, che nella citt di Nabo ci oe lidolo di $121,an ,m-_L
Cbamos, detto altramente Beclpbegor: donde pare, che potreb- l-ls-Pat-HS-MV

be concluderi, che quea Divinit foe per avventura nomi E u


nata anche Nabo.Ma con ingenuit Confeare dobbiamo, non
eervi prove molto valide per oenere tal entimento,e che
il opracitato Proeta, ragionando di quel che dovea uccede
re agli ati de' Babilonei , debba naturalmente piegari di
qualche Divinit di que'popoli. Il nome di Nebo, ovvero
Nabo , oppure Nabu, i vede in Nabuceodonoot , in Nabuy
zardano, in Semgar-Nabu , e in Nabu~zesbano (e) Principi (e) ei-mantra;

Babilonei. Nabo , over Nebo giua la Ebraica etimologia i~


gnica un Proeta , o chi predice lavvenire. Sicch pu in

tenderi di un Dio, che rendeva gli oracoli ; e quei ore


anche lo eo che Nabcbaz., (f) idolo degli Evei popoli di (f) 4.Rog. xvu.gi.
l dallEurate fatti venire da Sennacherib a oggiornare in Sa
maria. Intende Voio g), che Belo nel pao d' Iaia venga (e) V104! origine
diinto da Nebo, e che l primo importi il Sole, e laltro la l "' z'

Luna , ma ben i pu prendere al pari Nebo, e Belo per una

medeima Divinit, il cui nome comune ar Bcel, dato atut


ti gli Dei, e il particolare Nebo, che oracolo propriamente

ignica.

Die-rt. Calmet TJ.

Yy

TAVO

3 54

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TAVOLA

CRONOLOGICA

Di ti cha- contiene nt] liro deNumeo-i.


.Anni del
Mondo ..

1514
'Nel 1 I. Mee.

SEconda numerazione degl'Idraeliti . Num. r. u. 11 I.


Fecei ette mei dopo il numeramento notato . Exod. xxx.
a. 12,. e xxxvxn. 25'. 2.6.

Arrivo di Jetro e di Sefora al campo d" Idraele. Exod.


xvut. Num. x.

Ild)21.del

11.Ad,

Partenza dal deerto del Sina. per andare a Cadesbarne.


'Num- x. XI.

Si arriva a'epolcri della Concupicenza, dove fi dimora


zz. giorni. Ivi Iddio manda una quantit prodigi-oa di qua
glie , e comunica il uo pirito a ettanta vccchioni 'per aiuta
re Mos nel uo miniero. Num. x. x1.

Mormorazione di Maria e di Aronne contra di _Seora .


Num. XXI Iv. Mee .
v1. Mei'.

"

Arrivo a Cadesbarne. Deputazione di dodici Inviati per


viitare la terra di Canaan;
Ritorno deglInviati 40. giorni dopo la loro partenza.
Mormorazioni degl'Idi-aeliti. Dio gli condanna a mori
re nel deerto. Dimorano lungo tempo a Cadesbarne. Deut

1. 46. ma non i a, quanto vi ecro.


DoPo la morte ddmeno annrgato nel mar Roo, i due uo-*l
gliuol `Arma, e Sctofi , denominati in altro moda Druido , ed E

gitto, governarono l'Egitto. Sem (che Uffa-to crede eer lo cjo


(a) Herodot. .cbr Srbri di Eroztoto (a), e Ramee di Tacito (b), ) eerldo a
dato a far guerra in quai tutte le Provincie d' Oriente , laci in
lib. I .
(b) Tacit..\in~ ua aenza il governo dellEgitto al ito fratello .Armat' . Coui i
abm della autorit, che il uo fratello amy-131i conferita ; e Se
na!. lib. a.
ori eendo di ritorno dalle ue [Poizioni , ./lrmai rztgi nel
2 522.
Peloponneo , dove s'imPadrom del regno di .Argo . Egli ave-ua dd

2530.

to 50.]gluole che 47/8714,d altrettanti gliuolz di uo fratello,ma


le gliuolc uccie-ro in una jbl.: notre tutti z loro mariti ; eccettuato
il olo Linceo-, che fuggi , e regn in Argo dopo Danao- Seto, o

Egitto , diede il uo nome allEgixo .

i
In

TAVOLE CRONOLOGICHE.

35;

medcmo
tempo
LHiide gliuolo di Ram-9172 Miamum
eercitIn laqueo
tirannia
.nel bao
iLgzttoW
Tot gliuolo di Ermete Trimegzo camp-m Wi qltco tempo.

.Anni
del
Mondo.
2549

Fenice, e Cadmo "Danno da Tebe dEgitto nella Fenici:: , ere

gnano in Tiro, e i .fidone.

Dopo 49,, anni di viaggio-nel deerto gl Idraeliti tornano per la econda volta a Cadesbarne.
Morte di Maria orella di M0s quattro mei avanti A
ronne ,, e undeci prima di Mos. Ella poteva avere cento
trent'anni.
i
Mos trae l'acqua-Balla rupe. Acque della contraddizione.
Ei manda a chiedere il pao aRe dIdumea,e di Moab.

Morte di Aronne in 'et di 17-3- anni.


`
Vittoria :contra il Re di Arad. Num. xx1. xxx: 11.
Mos eleva 'ilSerpente di bronzo
Tranito del 'torrente di Arnon

Guerra contra Seon 'Egli vinto, ed il uo paee otto~


"meo aglIdraeliti.

-Guerra contra 'Og Re di Ban Jairo gliuolo di Manae 'fa-'1a conquia di 60.eitt d'el
,la regione di Argob; ievchiama Ha'UOtair, le citt di Iairo.
Balac Re di Moabfa .venire ;lindovino Balaam per ma
ledire,gl1drae1iti .
`
Prcvaricazione degli 'Ebrei nel culto di Pegor,
Leggi n vore delle .gliuole di Salaad. Numxxvr 3.1:

.
"Oli-ema GOnrrazi (Madianiti. ?Porzione data alle Tribu di
Ruben, di Cad, ?ed-alla mezza Trib diManae.
L

2.5 5:,

1. giomo del

v. mee.
VI. ite
1553
?- 5 53

555
I

SZ

i3

RAGION-AMENTO
SOPR A IL DEUTERO NOMIO.

' *r burim , atteo che con quele voci ha il uo


principio nel telo Ebreo. I Rabbini lo de.

' , ,F nominano talvolta Mim, Come chi diceeiB


. p ' doppio ,_ o la irc-petizion della legge. Altri gli.
- z_ danno il nome di libro (a) delle Riprenoni,

&1); Scolari* :bomber

imperciocch Mos vi rimprovera gl'ldrae

liti. I Greci, ed i Latini l appellano Dealer-anemia, vale a d

re, la econda Legge, perche contiene il' compendio delle leggi:


antecedentemente promulgate.;Vengono quee leggi riferite
nel preente volume con ipiegamcnti , e addizioni- a pro di.

quei.,che non erano per anche nati.,o~. negli anni della dicri~
zione

nando la prima volta fur pubblicate. Mos vi rende

conto- ella condotta 'di Dio, c, della ua- vcro gl'Idi-aelit ..


Queto- libro contien. la oria. di quanto avvenne nel" deerto ,
dal. principio dell'undecimo mee-dellanno qua-rantemo del

la ucita d Egitto ino al {Ettimo giorno del dodiceimo- meh


((7)' Vfdr_hr.1u..
far. (ad Comment.
i cup. 3. 12.8.
(c) Dem. xxnv.;

dellieo anno ,, cio, la toria: di cinque o ei ettimane.


DubitarOno alcuni (b.) ,. che queto libro. oe- di Mos ','4

per leggeri in eo (a) la. morte del gran Legislatore; e- per-


che nare ,. che i1- di lui Scrittore lanziae all occidente del?

Giordano, parlando di ci, ch'era eguito nel cam-po degl If;


draeliti, come avvenimenti ucceduti dall'altra ponda di- eo
ed) Videjom x.- -v. i.,

ume ( d) Tram jordanem.. Si volle attribuire queta. opera ai


Giou, O-a Edra.

k) Dm:: xxx!. za.

'

Ma ella porta eco contraegni. cos evidenti~ che ia di:


lVlos , che non pu ragionevolmente rivocari indubbio ..
Queto Legislatore dichiara ,. che crie. il' cantico (e L che ne:
fa parte, e che ne compii altres tuttu le leggi, che vi avea

(5)_ [Zi-l. 11. 9. 2.4.

propoe (), le quali ono di tal fatta Connee con tutto il.
imanente, del libro z, che non poono naturalmente da lui c'
.
Barak*

SOPRA 1L DEUTERONOMIO.

357

parari. Ripetto al Tram* jordanem , di l dal Giordano, i


migliori -Interpetri vanno d' accordo, che il termine Ebreo

('a) ignica di qu e l, e che olo l'ordine del dicoro deb


bene determinare il ignicato. Quanto al racconto della mor.

(a) Heer.

te di Mos noi pur convenghiamo non eere ato critto dal


preato Legislatore, e ne addurremo altrove le prove.

Eccovi il unto di tutto queto libro. Mos in un lun


go dicoro che ece in un'adunanza generale del popolo, il

primo giorno dell'undecimo mee dell anno quarantcimo del


lor viaggio nel deerto, torn a replicare tutto ci, chera
ucceo dalla ucita d' Egitto mo ~al di loro accampamento
nelle pianure di Moab dopo le vittorie riportate opra i Re
di Buan, degli Ammorrei, e de'Madianiti (b). Tale ragio
namento egue ino al capitolo 1V. 'v. 41. Queto veretto ,
ed i eguenti ino al ne del capitolo ono Iorici; ne' quali
Mos accenna la partizione, che eee allora de' paei conqui
ati , e le tre citt che abil per il refugio. Sembra, che ia
un upplimento tratto dal libro de Numeri per nire il rac
' conto, che Mos non aveva terminato nel uo dicoro. Po

(b) Dem.xxx1v. 1.

t aggiugnervi egli eo queo upplimento 5 o vi ato

aggiunto da chi ritoec i uoi critti. Quete poche parole


non. par che eno di mano di un autore , che crive coe
note,ed accadute da pochi mei, e che l avee gi da prima.
ee minutamente nella iela opera. E d' uopo , per mia

opinione , ar lieo giudicio di quanto leggci al capitolo


x. veretti 4. 5. 6. 7. 8. 9. che viibilmente apparice eer
vi ati annei.
Al capitolo v. in un' altra aemblea di tutto il popo
lo , ripiglia Mos pi in particolare ci , ch' era aernuto
nellaccampamento del Sina; epone le leggi, che allor rice

vette ,- alle quali aggiugne diveri atuti. Continua queo

dicoro ino al capitolo xxvn. Mil-ani allora gli anziani


del popolo uniti a Mos cortare il popolo alla oerianza di
tutto quanto il Signore aveva lor comandato per il u'o ervo,

ed in particolare di ergere un altare nella terra di Canaan di


l dal Giordano , per acricarvi le vittime nella cirimonia
del rinnovamento dell'alleanza di Dio con ldraele c), epet (C) CP- uv.

icrivere u quell altare i termini, e le condizioni di tale al


leanza (d) . Ordinano di pronunziare ad alta voce maledizio
ni, e bcnedizioni di opra le montagne di Ebal, ediGarl
2m dove tutto il popolo doveva. congregari, ei `Trib
~
ovr

((1)11. H..z.

58

RAGIONAMENTO
rDXF
D-um
hl

ovra luna , ed altre fei ovra dellaltra delle due prefate mon

'tagnc, e di ripondere alle benedizioni, ed alle male-dizioni


proferite da' Sacerdoti .
Dati quei ordini continova Mos ad eortare il popolo
'(a) Cap. xxvx r l .

la ar _fedele a Dio (a),promettendo [Oro in ricompena della

lor fedelt ogni Torta di buon ucceo, e mina-:dandogli di


'graviimi mali, venendo 'a mancare a' loro doveri. Leggci

tutto 'queto 'nel capitolo xxvr 1 r., che critto di uno. ile
traordinariamente tenero e orte.
'(b) Cap. mx.

Dopo 'queto dicoro raduna Mos tutto il popolo (b) ,


-'e veriimilmente fu una continuazione della prima adunanza .

Rinnuova con Idraele nel nome del Signore .1 alleanza fatta


quattro anni avanti a'Oreb t continova le ue eortazioni nel
capitolo xxx. in cui michiando le minacce colle promee ram~

memora a] 'popolo tutti 'benefici di Dio. Appreo palea lo


(t) Cap. x rx!.

ro (c), che per trovari nella et di 12.0. anni, e non poten

*do pi adempiere le obbligazioni di Capo , e di Condoniere

di tanto popolo; e per laltra parte non 'giudicando a propo


ito il 'Signore, 'chentra'e nella terra 'promea , deinava dal
(d) Cup. xrxr. 8.
(e) v. 9. . . . 14.

ni

queo critto 'comandando loro di farne la 'lettura ogni ette


-anni` vPochi
nella generale
adunanza
fea Mos
de tabernacoli.
'giorni ?avanti
'che'alla
morie
, Iddio comando

en;

un cantico, 'che reaie nella memoria deglIdraeliti, e che


foe un 'ricordo delle'loro obbligazioni vero Iddio, ed un

(ll) Cap* xxxlll.


(i) C41'. xxxiv.

per

"li

la parted' Iddio Giou in uo luogo. 'Congedata que'aem


blea (d), crie Mos (e) ci, vche aveva detto al popolo, e
conegn 'nelle mani de'Leviti, e degli Anziani della nazione

(,) CBR xxxl- x4. 'gli di trasferiri al tabernacolo con Giou (f), per dare al
(.
medeimo i uoi ordini ; allorch vi furono -, l Signore re
'die loro 'le infedelt del popolo, comand, che criveero

`( S) Caf- ixx 1'!.

gi
gi(

ne:
mei

ui

tln`
re
re
Par
Ver(

motivo 'checcitaelalor ede-t con la coniderazione de'bene


cj, con `cui 'aveagli 'ritolmati , e delle ciagure colle quali gli
minacciava.Recitadunque Mos queto eantico (g) alla pre*
enza di` tutt0`il popolo, e .il giorno medeimo Dio gli die
di' alire ul monte Nebo per ivi morire. 'Prima di alire di

te ]

"come 'buon 'Padre delle benedizioni 'a ciacheduna Trib d' I


Jdraele
( b ) , e eparatamente -predilie loro ci , che ad ee a

me (

rebbe avvenuto. Indi eendo aceo ulla cima di Nebo vi ren~


~d l anima a Dio Ki). 'Ecco 'l'epitome di quanto leggei nel
Deuteronomio.

molto 'veriimile, che le addizioni che vi *oei-vialrpo,


*e c e

dele

i _96]
HO a_

mai
"01h`

gli
{elle

SOPRA IL DEUTERONOMIO.
;59
e che lo rendono cos dicile in alcuni luoghi, derivino per
eere {lato pi ovente copiato, che non tutti gli altri libri di
Mos. 'Non olamente i Principi a' quali Iddio aveva ordinato
di tracriverlo (a), ma i privati ancora vollero averne le co
pie. Gli crittori oituirono talvolta nomi cogniti a quei ,
che pi non vi erano nel lor tempo , e upplirono alcuni
periodi, ove giudicarono, che foero necearj per la intelli*
genza del teo. Una parte di quee addizioni , e di quel
upplimentl paiono del tempo di Davide, o in tempi vicini al

(a) Dm!. xvi l. 18`

uo regno; imperciocch veriimilmente allora lo udio della

legge, e della Scrittura i rinnov tra gli Ebrei, com' olito


otto regni oridi , pacici e pii.
~
Cominei Mos a ripetere la legge al popolo il primo
giorno dellundecimo mee dell anno quarantemo del viag

gio del deerto , e mor il primo giorno del dodiceimo me


e dell ies' anno in et di 120. anni l anno del mondo

2553~
Avr certamente a grado il lettore di trovar qu un com
pendio di tutte le leggi di Mos raccolte e dipoe nel natu

rale ordine loro . I frequenti interompimenti, e le repetizio


ni delle medeime leggi ne' libri nequali i data la piegazio
ne, confondono non poco il leggitore , per potere agevol
mente ridurele a mente, e ordinarle tutte nella ua memoria

enza l aiuto di qualche riretto breve,e metodico.


Dio Creatore del cielo, e della terra (b) ceglie la ir (bl Gemf. t. l'

pe di Abramo (c) per uo popolo particolare. Fa con eo

(c) Levir. xrx. H.

[2.. - rz. Dcuter.


lui una- olenne alleanza al Sina s gli da la ua legge, e di xxvr.
[6. 17.

chiara ch egli il uo Iddio (d), e ch eo olo vuol' ee


re adorato , amato (e) e ervito (f) . Chiede tutto l'amo~

re,
tutta lattenzione,
e tutto il geloo_della
cuore di quei,
a luie al:par-tengono.
Egli altrettanto
uache
gloria,
vero in punire , quanto miericordioo vero de' uoi, e e
dele nelle ue promee . Minaccia di gaigare i gliuoli per
i genitori ino alla terza, e quarta generazione z ma promet
tc altres di uare miericordia vero quelli,cl1e lo temono,i
no a mille generazioni (g). Vuole, che i giuri in uo no

(il) Exad. xx. 7..


(e) Dem. V1. s. ,
(f) Dm!. x. u. c7
ao.

(g) Exod. x. s. 6.
7. DH. v.

me (b) , quando iamo obbligati a giurare, e vieta di giurar

6. lo.

- vr, xs.

' e

mai per gli Del ranieri (i), ed anche di proerirne il loro (h) Dmr vr. 13.@
x. 1.0.
nome (k) 5 molto meno di adorargli (l), e di rappreentar (i) Ea-od. 111.13.
`l:. lbidem.
gli otto alcuna gura di animali , di uccelli, di peci, o di l)
Errod. xx. 3. 4

telle (m).
.

La beemmia contro a Dio punita colla mor


`

(m) Exod. xx. 4.

360
(a) Levi!. xiv. u.

RAG.IONAMEI\1TO.

te (a), ed i giuramenti vani, 1a bugia , e la calunnia ven


gono condannati come inulti fatti alla verit , e al [agro

(b) Exad. xx. 7.

anto nome di Dio (b).

permeo di non far voti a Si

Dmt. v. ll.

gnore; ma too fatti non biogna dierirne l adempimen~


(c) Dmt. muli.`
Levi!, xxvu. a*
Num. xxx.

to (c) : e diericai, Dio ne ar. la vendetta , e impure

Lg) Lc-uit. x. 2.6.

taglino in gura tonda i capelli a onore de fali Dei , co

ra a peccato tale ritardamento. Condanna coloro , che il


(d) Dtm. v1. 16.
tentano, e che dubitano del uo upremo Potere (d), e
que} che conultano i Maghi, glIndovini , i fali Profeti ,
in omma detea ogni ,orta di divinazione, di maleizj, di
(e) Lea-.it. xux. 13. uperizionc, di magia, di augurj, di ortilegj (e). Vuole
xx. 6. 2.7. xxx. 18.
un culto puro e incero enza miura alcuna di culto ra
Dtm. XXVlll. zo.
(f) Dm:. xvumg. niero (f): che non i dia retta a' ogni (g): che non
me fanno glidolatri: che non i facciano inciioni, n mar
(h) lbid. vv. 27.13. chi opra le loro carni (b) : che i punicano con la mor
29.
te i Maghi , e coloro che hanno lo pirito Fitone o indo

192m. xxul. n.67


_lc-Z.

vino, e iali Profeti che indur vogliono il popolo alla ido


latria (i). In generale la idolatria , coloro che vi olleci
tano gli altri, le citt cadute in queo fallo ono deinate

(k.) Exa-i xux. zo.

allo iierminio, ed alletremo upplizio (i) . Proibizioni d'

(i) Levi!. xx. 7.7.

xxnl. :4. LLXXU'.


i6. Levi:. xxx. 4..
Dem. iv. i6. xuv,
o. [O. (9* 11.3.
il) Dm!. xu'. 1.7.,

imitar glidolatri nelle loro gramaglic (l); di erviri dell'


olio della unzione, o del profumo , di cui i vagliono nel
tempio, otto pena di m0rte (m). Ordine di manteneri em

(m) Exod. xxx. 33.


(n) Exod. xx. 31.

pre puri, e anti , come conviene a' igliuoli a' ervidori ,


ed al popolo di un Dio anto (n): di udiare "iorno , e
notte la ua anta legge , di meditarla , di poi-taa opra i

(o) Dtut. v1. 7. 8.

poli, e in fronte, e di criverla ulle oglie, ele impoie


delluco (o).
.

9. xx. lo.

Nel deerto _ordina il Signore che a lui s innalzi un


padiglione, come al Monarca dIdraele, che marcia in mez

zo al uo popolo. Che ognuno contribuica a que-ia opera


(p) EZOJ. xxiu. 3.
e3- xxv, ."
(q) Num. XVlll. 4.
(r) Dm!. x. 14.,

(p); che i oli Sacerdoti ervano in quello, e ci i appre.


ino (q); che non gli i Oericano acricj, e non Uli i al

zino altari che in queo olo luogo (r). Che tutti boli ani

mali che i ammazzeranno dentro o fuori del campo, icno


preentati alla porta del tabernacolo otto pena di eer trat
() Levi!. xv.3.4.

(i) Ia-0d. xx11.\4.

tato come omicida chi contraviene a que' ordine (f) - E


quando Idraele ar giunto nella terra a lui promea , che

i trasferica tre volte l anno al tempio per rendervi omar'


gio al uo Signore nel luogo che ar ato celto , ed
egnato dal medeimo Dio (t) con proibizione di compa

xun'. 10. Deutxr.

ri rvi
\

SOPRA IL DEUTERONOMIO.
36:
:ii-vi con le mani vote (a). Che i badi bene di non imitare W MAW-"4"

i Cananei nel culto che a lui i rende, di ergergli atue, o


altari , n tampoco piantar bochi, e alberi coneerati intorno
(b) Dem. xvmi. 2.:;

ali' altare del uo tempio (b). Vuole , che il uo popolo vi

porti le primizie,ele decime da lui deinate per cibo e mante


nimento de' uoi ervidori, e de' uoi Sacerdoti (c); e che in (c) Dozx. ,9_

egno della lor dipendenza ,e ervitude facciano quea dichia- ;ADN-MU!- 1- z


ra zione, preentandole a'Miniri del Signore (d): Confeoog- (d)1>m-XXVl-l'3
gi alla preenza del Signore 'vo/ira Dio , the ono entrato nella ter 4 5'

ra, cb' egli ha promea con giuramento anori antenati. Ed al

lorch il Sacerdote aveva preo il paniere , in cui avano le


primizie, l'ldraelita continuava : Il `$`iri0 Perrguitava mio Pa
dre , che fu aretto a tendere in Egitto . I-ui giune con poca gen
te , ma eendo/ moltiplicati, gli Egizzi gli pereguitarono , cari

candogli d'infoPPortabili Pef : per la qual coa noi gridatnma al Si~


gnore , al Dio denori progenitori, che ci eaudz , e ci trae con
inniti Prodigj da tanta fcbiavitudine, e c'introdue nel paee dove

fcorrono rivi di latte, e di mele. 'Per queo appunto gli oer-ite


in que/i0 giorno le primize di quella terra , the mi ba donato.

Oltre le decime , e le primizie che gli i preentavano ,


voleva , che ogni anno i andae a are nel uo tempio con
-viti di religione (e), ne' quali rallegrandoi alla ua preen- (e) IM-- 14
za, vi erano invitati il Levita , il povero, la vedova , e l'

orFanello. In quee fcc facevai la eguente preghiera, e di


chiarazione avanti il Signore (f) : Ho ap-:rato in caa mia ci, (f) I "V" '3'
ob' era anticato , e ne ho fatto parte al Le-uita , al foreiere , 4"
q'
'alla 'vedova , e all' orfano, come 'voi me i avete ordinato ; i0 non
e ho mangiato in tempo di gramaglia ; non i bo leParato allor.
cb' ero imPuro, non ne bo impiegata ben minima parte ne fune
rali, ho ubbidito alla voce del Signore mio Dio. Rimirate adunque
dall'alto del cielo , e dal *uoro antuario opra il wro popolo , e

benedite la terra che ci avete data , que/ia terra dove corrono ri

> rw'- di latte, e di mele . Ogni terzo anno in vece di renderi


a are i conviti nel tempio , poteva ciacuno farli ne' luoghi
della ua reidenza .

,..

I Sacerdoti del Signore avevano molte prerogative , e


varj onorevolimi uci. Servivano oli allaltare', oeriva~

.nq .il grao ed i! angue, e le altre parti de' acriicj , che


conumavani opra il fuoco dell'altare ,* et oli entravano
nel Santo ,- per farvi ardere il profumo , per accendervi le

--zlmpldez e- per mettervii pani della pr'opoizione ogni gior


Dijertxalmet T. I.
Za
n.0

352

RAGIONAMENTO

no di Sabato. Avevano la lor parte di tutt' i acrici paciici ,


e di tutte le vittime per il peccato; e quanto alle obblazioni
del pane, e de'liquori , toto Cheraene gittato u dell altare
(a)Le-uit..3.
(b) Lea/ir. vu. 31.

una aai piccola quantit, il rimanente apparteneva al Sacer


dote, che erviva (a). Nelle Oie paciche il Sacerdote ave;
va la palla dritta , ed il petto (b). Ardevani ul fuoco i

32.. 33.

grai della vittima con ipargeri il uo angue a pi dellalta


re: ed il reto della carne toccava a quello, che dava la-vit
(e) w. 30. 3,1.

tima (c). Ne'acriicj per il peccato oerivani al Signore i re


ni, la coda del montone, il grao che copre gl inteini, la

rete
del e(gi).
to,Erano
ed il gli
angue;
tutto interamente
il rimanenteconumati
apettavaidal
a'
Sacerdoti
olocaui
(d.) Leu-ir. v. 1.2.

3.

fuoco, ed il Sacerdote non traevane altro protto che la pelle


della vittima. La carne delle oie paciiche i mangiava nelle

.cae particolari, o nel tempio, non potendo valcrene che il


giorno del acricio , o il d appreo vegnente : e retavane
(e) Levt. vu. 18, qualche porzione pel terzo giorno , i abbruciava ( e). I Sa

cerdoti .non potevano alimentari con la carne delle oie per


il peccato che nel tempio,non eendo lecito di portarne uora
( ) Levi!. vr. 7.6.
v. 6.Nnm.xv1u.
9.

di quello (f); ma della lor parte delle vittime paciiche pote


vano mangiarne nelle lor cae colle loro mogli, e gliuoli ,
come pure delle primizie, delle decime -, del ricatto de'pri
mogeniti, delle coe oerte in voto , e delle obblazioni , che

(g) Levir. x. i4.


Num. XV. lu. 13.

* eq

i facevano al Signore (g); non eendovi che le oie per il


peccato, 'che foero rierbate a oli Sacerdoti, che erviva

no attualmente nel tempio, ed eenti foero da impurit . Se


un Sacerdote avee mangiato coa alcuna , che oe anti-
.cata, in tempo di ua ozzura , era punito con leremo
(h) Levi!. xxu. z.

uppli1i0(h); n il mercenario travagliando in caa del Sa

3. - faq.

cerdote, n oreiere alcuno, potevano avervi parte; ma lo


chiavo dei Sacerdote ne poteva mangiare .~ La gliuola del
Sacerdote , da che veniva maritata ad un uomo , che non
foe della irpe Sacerdotale , non uava pi vivande anti

cate; ma ne poteva mangiare, too che rimaneva vedova ,

o foe ata repudiata- Sotto il nome di coe antiicate al


tro non intendei , e non le parti delle oie paciche , o
delle altre obblazioni fatte immediatamente al tempio, e e
parate da 'quelle coe, ch' erano ate oerte ull'altare : im
perocch le decime e le primizie, cherano propriamente il.
capitale de' Sacerdoti, potevano eere conideratc indieren
temente , come ogni altro cibo ordinario e comune : altri
.men

SOPRA H. DEUTIRONOMIO-.

563

menti di chi arebbonii cibati i Leviti , e Sacerdoti nelle loro


impurit naturali, o` accidentali?

Tutti i primogeniti (a) tanto degli uomini , quanto de


gli animali domeici appartenevano al Signore. I primogeni
ti degli uomini i redimevano con la omma di cinque icli(b),*

(a) Exod. xt. 1.2.


xxxtv. 19.20.21.
(b) Num. xvr 1 6.

rieattandoi parimentei primi nati degli animali di lor natu

ra immondi, come il cammello, ed il miceio. Il primogeni


to del omiere i Permutava con una pecora, potendoi pul
ricattare col valore di. cinque icli (o): ma e non ricattava

(c) W. 17. 18.

, era duopo ammazzarlo. Gli animali puri , come il bue,


la pecora, la capra, non i ricattavano : ma i uccidevano ,
oerendoi il grao ul fuoco, e pandendoii il angue a pi'
dell altare , e tutto il rimanente reava a Sacerdoti (d). I (d) Le-uit. mi. 23.
frutti degli alberi piantati di freco erano riputati-impuri per 2.4. as.
i primi tre anni; poi lanno quarto tutto il frutto appartene
va al Signore; e nel quinto il Proprietario cominciava a gu
arne (e) .

.
(e) Levi:. xxx. :4.

Il Signore in virt del diritto,per cui i rierva i primo

geniti di tutto Idraele, pree la Trib di Levi al uo ervi


zio, la quale gli u data come in ieambio , ed in compeno
deprimogeniti di tutte le altre Trib (f); e tra' Leviti cele
la famiglia di Aronne per eercitare il uo Sacerdozio. Gli al'

1-5. 2.6.

(f) Lovi!.v1.to.13.
14.

tri rami della Trib di Levi erano ubardinati a Sacerdoti, ed


'impiegati econdo i biogni , ch el ne aveano nell' eercizio

_delor-Minierj. Quindi i Sacerdoti ervivano immediatamen


te all'altare, e nel Santo, e nel antuario, dovendo mantene

re il fuoco perpetuo ullaltare degli olocaui i e l uzio de'

Leviti era di cuodire le porte del tempio di onar gli ru


menti, di pogliare le vittime, di preparare , e portare le le

gne all' altare.


*
Il Sommo Sacerdote aveva' per ingolar privilegio di poter
entrare nel antuario; qual prerogativa non era a verun altro
concea- Vi entrava olamente un giorno nell anno, ed era

quello della olenne epiazione (g). Egli era per la ua carica

il Capo della giuZa (b), e l' arbitro di tutte le coe, che


~ concernevano il culto di Dio,e la religione. Doveva eer na

(g) LET/il. xv
(h) Deut. xvi]. 9.
u. 1;.

to da una dOnna della ua Trib,-e della ua irpe , la quale


foe ata poata vergine dal uo genitore (i); doveva pari

mente eere eente da que'corporali difetti, ch' ecludevano


dalla dignit di Sommo Sacerdote (k). Dio erai compiaciu
to unire alla ua perona l' oracolo della ua verit: e quanldo
Zz z,

(f) Livi:. xx!. tz.

(k) Deir: xxx. i7.


18.

564.
RAGIONAMENTO
il Sommo Sacerdote era abbigliato cogli ornamenti della ua di
gnit , ripondeva nel nome del Signore per mezzo dell'Urime
(a) l. Reg.xx.ui.9.
XXX. 7.

(b) Limit. xxx.


ll.

io,

[Z.

Im/mm, ch erano nel uo Razionale (a) .Eragli vietata la gra


maglia peri morti (b), anchenper l'ieo uo padre. Non
entrava mai in un luogo,0ve fo un morto per non contrar

(c) Le-vr- x. 6.
xxi. z. ;4.

re qualche ozmra. I Sacerdoti inferiori (E) po-tevano aie


re a funerali delor fratelli, e degliuoli, ma non gi di al
tre perone,ancor che foe il Principe del popolo loro. Quan

to a' Leviti non on diinti dagli altri Idraeliti in ordine a'


(d) Levi!. x.
(e) Viale di ai

funerali. I Sacerdoti vivevano continenti tutto il tempo , che


avano occupati al ervigio del tempio , aenendoi allora
dal vino (d), e da ogni lordura. Stavano a pi- nudi nek
tempio (e), in quello dormivano, mangiavano, e non por

.Exod. xl. 2.9, 30.

tavano mai uora di eo le loro vei di cirimonie. L'abito


dc'emplici Sacerdoti, e de Leviti era una tonaca di lino ,
i) Exa-i. xxvul.

che cendeva loro ino a' piedi (f), ed una berretta parimen

40. 47..

te di lino che coprivane il capo; non portavano capelli,n


barba ul labbro di opra; la lor cintura , e le bracheera
no di lino, come tutto il rimanente.

(e) Exa-i. xxw u.

Labito del Sommo Sacedote era aai pi magnifico (g).


?Ei teneva opra i reni mutande di niimo lino, e opra la
carne una tonica imilmente di lino, e di ingolar teitura .
Portava opra la tonaca una lunga vee di colore ceruleo ,
ch era veriimilmente enza maniche , e tutta licia Mira

vani intorno alla ua eremit campanelli d oro , e mela


granate di colori diveri, dipoi gli uni appreo le altre ,

.un campanello indi una melagranata, e cos ucceivamente.


Quea vee era legata con un cingolo di varj colori ben r'r
camato-7 La Scrittura chiama queo cintolo, prod. L Efd
conieva in due nari di materia di gran pregio,e di u

diato lavoro, che cendendo di opra le palle per dietro, e


per davanti, riuni-vani- innanzi allo omacor ervendo a ci*

gner la vee prefata. Era lLod ornato ulle palle di due


pietre prezioe, ovra ognuna delle quali leggevani colpi

ti- ei nomi delle Trib dIdraele : e dinanzi al petto nel


luogo dove si-ncrocciavano i due nari , miravafi il. Razze

nale, chera un pezzo di drappo riquadrato , largo un pal


mo, a cui avano attaccate dodici pietre prezioe, opra o

gnuna delle quali era critto il nome d'uno de' dodici. gli
uoli dIdraele econdo lordine della lor nacita.

Non potevano iSacerdoti poare una donna di mal"


aa~

SOPRA IL DEUTERONOMIO-

365

ane, n ripudiata da un altro marito (a). Se la gliuola di () DW- "1-7-3


un Sacerdote i laciava cogliere il ore della verginit, era
bruciata viva (b) , perch violava il nome del uo genitore . (b) " 9
Non era lecito a' Sacerdoti di oerir l'inceno con un fuoco

raniero, cio, non aCros ben apendoi quanto Co a Na


bad ed Abiu, perch lo fecero ( c). In tutti i acrici iSacer- (c) Levit- x. i. 2
doti adopravano il ale (d), ma non vi oerivano mai n o- (d) L,y_ n. ,3_

lio, n lievito (e). Ad e apettavai il omminirar la ma- - NM- x"


teria de pani della propoizione,ponendogli tutti i Sabati opra (e) Im" ' "'
la tavola di oro nel Santo (f). Eglino li facevano ,e cuoceva- (f) m-h n 5.
no, e mangiavano i vecchi, quando vi mettevano i nuovi (g). -eq ,

Si oeriva parimente a pee loro l'oloeauo perpetuo della e (E) Im" "l" 4'
ra, e della mattina (h), e le libazioni che lo accompagnava- (h) End, nu_ ;3.
no. Si numerano molti corporali difetti , checludevano dal N_um. xmu. 3. 4.

Sacerdozio, (i) e parecchi difetti delle vittime , che per i ie


criicj le rendevano impure (k).

1m" "" 7'


(k) Ibi-im.

Dio non aveva aegnato a parte 0ndi,e terre particola


ri a Sacerdoti, ed a Leviti (I), ma bens aveva provvedu

(l) Lair-nu. 18.


19. zo.

to al di loro mantenimento colle decime , le primizie , le 0b


blazioni , e le parti delle vittime , delle quali i parlato, e
che loro erano date. Tutte le prefate coe tenevano luogo di
capitale per e',e rendevangli molto ben eomodi.Provedde an
c0ra alla loro abitazione, aegnando a medeimi quarantotto
citt per loro anZa. Non poedevano allo intorno di quelle
Citt; che la lunghezza di mille braccia di l delle mura (m). (m) Num. mm";

Le cae delle prefate citt , che appartenevano a'Leviti , egui


vano la natura de'eampi deglIdraeliti,potendole ricattarein

perpetuo; e nell' anno del giubbileo ritornavano a' loro primi


padroni, e antecedentemente non foero atc ricomprate (n), (n)Lwiz,xxx,-, 3,..

Delle-48. citt deLeviti , ei ve n' erano deinate per ervir di a~

filo a coloro , che aveer commeo uno involontario Omici


dio (o). I Sacerdoti n'ebbero olamente tredici di lor parte : (,3,Lf7;;*7;"- 6

tutte le altre erano per i Leviti p). Ordina parimente il Si- (9). afue' x21. 19.
SHOW, che in tutte le citta i dia a'Leviti qualche parte della C9' 4
paa per farne pane. I Savi avevano determinata s fatta porzi
ne opra la quaranteima,eotto la eanteima parte della ma
a, c e i cuoceva . Inoltre veniva donata loro , quando ucci
devai qualche animale, la palla ,ed il ventricolo(q)3avendo (4)13, xv, 3,
altres una parte della lana delle pecore,che i toavano (r)ie (r) ma, 1,, 4_

nelle pedizioni militari davai empre loro buona parte delbot


rino, ancorch non i foero trovati al combattimento (f). Si (i) NM- Imc-3
tro

366

RAGIONAMENTO

trovavano ordinariamente de'Sacerdoti nelle armate degli Ebrei,


(a) Num. x. 8. 9.

,e lucio loro era di uonare le trombe (Ue di proerire alla

(b) Dar-lr. xx. 3. 4.

tea delleercito quee parole (b) : .Acolta Iiracle,tu vai 4


far giornata , non temere , eendo il Signore in mezzo di te per
combattere contro ai tuoi nemici , e per liberart dal pericolo . Al

lorch portavai nel campo l'arco. della alleanza toccava :1'81


(c) Reg. xv 4.
1. 18.
Reg.

:4. 2

(d) Drum-.mt. 18.

'19. (5- pzm.


Le) Lenin xxvu!.
30. 31. 3:..

(f) v. 31.

ccrdoti, che la cuodivano (o); ovente il Sommo Sacerdote

ticari de' Leviri nelle lom allegrezze: Ricordatevi , dice loro,


del Lie-vita, che ui-ue nel recinto delle wre citt, e riettere , che
non poedc terreni (d). Ricevevano le decime nonhlo de'gra~
ni, e de' frutti della terra , ma parimente degli animali (e).

Prendevai la decima parte del beiame che veniva , qual' ella


1 oe,e enza celta . Se taluno voleva ricomprare l'a u:: de
cima, aggiugneva al di lei valore il quinto di pi- (f).

( g) Num- xvnm.

I Sacerdoti , edi Leviti ervivano a muta nel tem-pio, en

(lp) Num. vr. 2.4.

trando nel acro. Minerio alla et di 25 . o zo. anni , e ne


ucivano al cinquanteimo (b). Al tempo di Davide u can
giato que ordine, e vennero ricevuti nel tempio ali et di

(i) !_.Pr. xxur.

zo. anni (i). Se un Levita giudicava bene di abbandonare il

2.4. c?- 1. PJLXXXL

luogo del uo oggiorno ,-ane di dari per empre al ervi


giodella caa del Signore, eravi ricevuto , e mantenuto con
l'entrate, ed oerte giornaliere e comuni (k ).
Una delle principali funzioni de Sacerdoti , e de' Leviti
dopo i acrici , ed il rvigio del tempio era la iruzio-ne

:137* o- !. Edr.
(k) Dm:. xxx!. to.
u.

del popolo; eendo tenuti di leggere olennemente Ia legge


(l)Deut.xxxz.1o.
u.
(m) Dmt.xv. 18.
(n) Deut. xv. 8.
9. xo.
(o) Dem. xv. r:.

1 3.
(P) Levi:. xm. *

nell adunanza di tutta La nazione nel giorno


piazione (1).11 Re aunto recentemente ai
dalle lor mani(m)il volume della Iegge,che
faceva tracrivere. Si ricorreva aSaccrdoti

della olenne ef:


reame riceveva.
per uh proprio
per la decione

degli aari ardui, e dicili (n),- eendo ordinato in quee

occaioni di ubbidire al Sommo Sacerdote fotto pena della v


ta (o). La diinzione delle varie orte di Iebbra (P), la- e

Alv.

(q) Num. xxr. s.

ma"

.vi i trovava co'uoi acri ornamenti per conultare il Signore


opra ci, che i preentava da r.

Quando taluno faceva qualche convito nel tem-pio, o nel


le citt particolari, vi erano d' ordinario invitati i Leviti-Rac
comanda il Signore in molti luoghi agli Ebrei di non dimen

Dopo che i Leviti aveano ricevute tutte le primi-zie, e


le decime , ne eparavano la decima parte pe Sacerdoti (g):

0- Num. lv, 3.

al

piazione di un omicidio (q) ,Che non apeva-. chi lavee com

(f) Num. v. 84.. 15.

( ) Num. v1. 2.0.2.1 . mco (r) , le caue del divorzio, lacque della gelosa (f), e'
tutto

-HMWhvhlNOM-lh

SOPRA IL DEUTERONOMIO.

357

tutto ci che concerneva i voti de' Nazzarei , appartenevano


alla loro giuridizione. Benedicevano olennemente il popolo,
e opra di eo invocavano il nome del Signore (a). i
,Avevano gli Ebrei parecchie orte di acrici. L' olo~
cauo era il pi peretto,abbruciandoi in quello tutta la car
ne dell'animale dipogliato, e ventrato. Il acricio pacico

(a) Num. n.23. 2.4:

2.7.

era per ottener grazie,u in ringraziamento di quelle c eran

i ricevute, o emplicemente per riconocere la grandezza, o

il upremo dominio di Dio. Si oerivano a Dio il grao ,


ed il angue della oia pacica; al Sacerdote i dava la palla
ed il petto, e rendevai alla perona che preentavala il rima
nente_della vittima.
.
Nel acricio per lo peccato non reava coa alcuna per

colui, che mminirava l oia. Si abbruciava opra l altare


il graumc, che cuoprc glinteini, la rete del fegato , ed i
reni; il angue veniva paro a pi dell' Altare, ed il reo ap
parteneva al Sacerdote. Non oerivani e non Tori,.Vacche,
0 Vitelli; Agnello, Pecore, o Montoni; Caproni, Capre,o

Capretti. Eranvi altres certi acrici di epiazione , nequali


acricavani degli uccelli- In quee occaioni ordinariamente
l'uno i uccideva , e allaltro davai il volo. Quea orta di

acrici non avevan luogo, che nella epiazione di un lebbro


o anato (b), ed in quella di un uomo, che avendo temera

(b) Zenit. xrv. 4.

riamente giurato di fare alcuna coa , i oc dimenticato di


eettuarla (o). Sarebbe quai impoibile di qu decrivere tut

(c) Lea-ir- v. 6. 7.

te le particolarit cirimoniali de' acriicj. Vedete intorno a


quee i primi capitoli del Levitim .
.
a
Le tre principali ee degl' Idraeliti,ed alle quali tut`
ti i machi dovevano intervenire dopo la et di dodeci an
ni, erano quelle della Paqua , delle Pentecoe , de Taber
nacoli o dePadiglioni. La prima (d) era itituita in memo

ria del tranito dell Angelo eerminatore , che uccie i pri


mogeniti degli Egizi enza oender quei degli Ebrei la not
te della ucita dEgitto. Il nome di :Paqua ignifica tranito.
Ci che diingueva quea ea , era il mazzo delle prime

(d) Frodxti. r4.


-xxtu. i. Num.
xxvrrt. 16.52* Dm.

xvr.

pighe di orzo, che preentavai con cirimonia nel tempio,


come le primizie della mietitura dell' orzo, che doveva co

minciare ubito dopo la ea (e). Non i uava altro pane

(e) Lea-it. xx! l mo.

che azimo ne'ettc giorni della olennit (f),e la era quan

(i) Exod. :n.19


2.0.

do principiava la ea , mangiavai in ogni adunanza di


dieci , o quindcci perone un agnello , ovvero un capretto
.
di

568

RAGIONAMENTO

(al w. 8. 9. -eq. di un anno (a) con erbe amare. Era queo acricio di una

forma particolare,non preentandoi che il angue a pi dell'


altare. Nonipoteva mangiare che arroito, n tampoco era'
permeo romperne le oa per trarne il midollo . Era nel
medeimo tempo aCricio di ringraziamento,richiamando al
la memoria degli Ebrei la liberazion dall Egitto. Vi ernnn al

ti
tr

f:
HM

tres molti acrici propri a queta teta, i quali ci dipenia


(b) N_um. uv
IO- O .eq.

mo di particolarmente qu regirare b) . La Paqua con tutte

(C) Nm. x. 1;.


Exod. x. 19.

dal uo popolo (e). Se taluno non i trovava in iato di ce


lebrar la Paqua nel decimo quarto giorno del primo mee ,
attea qualche ozzura, che glielo impedie, o perch era a~
ente, o in viaggio, eragli permeo di farla nel decimo quar
to giorno del econdo mee (d),il che per non' dipenavalo
del praticar l ainenza del pan ermentato nel tempo della pri
ma Paqua in qualunque luogo, e in qualivoglia ato che i

le ue formalit era comandata otto pena di eer eerminato

(d) Num. ix. 6.

, trovae .
(e) Exod.xxvtu.16.
KXlV. 12..

(f) Levi:. xxx.

Celebravai la Pentecoe cinquanta giorni dopo la ea di


Paqua (e). Si preentavano in queta olennit due pani del
nuovo ormento (f),come le primizie della mietitura che co

minciavai dopo quea cirimonia. Ella era iituita per con

'7

ervar la memoria della olenne alleanza atta dal Signore con

Idraele al Sina , allorch die loro la ua legge. I acriicjh'a


(g) Viale Nxm.

ordinari che in ea i oerivano (g), erano imili a quei,che

xxvut. 7.6. 7.7. to!.


lam: cum xxvtu.

{ preentavan nella ea di Paqua.


La terza eta olenne degli Ebrei era quella de padiglio

I 2.0

(l?) Num. xxtx. n.

ni o detabernacoli (b), che celebravai nel ne dellanno ci

vile, in rendimento di grazie di tutti i beneci ottenuti da Dio


(i) Exad. xxx. 16.
(k ) Levi!. nur-40.

,...43.

nel coro dellanno , e principalmente delle biade,e delle ven


demmie (i). Tutto il popolo allora albergava otto tende at
te di rami di alberi in memoria del lor viaggio nel deerto (k),
dove i loro antenati avevan paato quarant anni enza avere
altra abitazione che i lor padiglioni .Vi erano de'acricj par

pi

co ,
abb;
Orf

(i)Levit. xxu!.37.
xxxx. lg.

14~ _leq
(m) Num. xxlx. 7.

ticolari per quea eta (I), che durava ette giorni.


Il decimo giorno del ettimo mee dell'anno Santo , il

primo dellanno Civile, era un giorno olenne, che i pa

ole;

ava nel digiuno,nella penitenza, e nella mortiicazione (m ).

ge c
Pen
nl Il

Era ordinato otto pena di morte di aiggere in quel gior


no lanima ua col digiuno. Epiavai in eo tutto il popo
(n) Levi!. xvi. 6-7.

.Ebr

lo con acrici particolari; tra gli altri, di due caproni (n) ,

,Erp-7

all'uno de'quali era data la libert, e chiamavai Emule ,

Wine

e l'

tire 7

SOPRA IL DEUTERONOMIO:
_
369
e laltro ven-iva acricato per i peccati del popolo, e brucia
to uora del campo. In quel giorno il Sommo Sacerdote en
trava nel antuario per puricarlo col angue di un giovenco,
che aveva acricato , e di poi con quello di un caprone of
ferto per il peccato del popolo (a). Credei che oe lieo (a) Num. ama. 16

giorno, che i Faceva il acricio della vacca roa per cavar


nc la cenere, che erviva a puricar queche erani macchiati
con aitere a' funerali.

Tutti i Primi giorni del mee erano giorni di fea , ma


non ci era. obbligo di oervare il ripoo.. In ei oerivani al
cuni particolari ,acrificj (b) cominciandoli col uon delle trom

(b) Num. xxxv! l i .`

1 i.

be. ~Il primo giorno de'l primo mee dellanno Civile, ch'era
il ettimo dell' anno Santo, ezialmente, nominato la ea
Num.
delle Trombe ( o)3 perch i pu blicava il principio dell'anno (e)
o* er

a uon di trombe, e con ipeciale olennit` -

xxxx. r`

Il giorno del Sabato . la pi antica di tutte le fce , che


appiai dalla Scrittura. Dio antiic queo giorno dopo l' o~
pera della creazione. `(d). Mos ne pubblic la oervanza (d) Gen. u. :.
poco dopo la ucita dEgitto (e), e avanti che foero giun (e) Exod. xvi.: 3.19,

ti al Sina. Dio comanda in quel di il ripoo otto pena


della vita (f), enza permetter neppure di accender fuoco ,

() Exod- xxx!. 1,':


Num. xv. 3.1.

e preparar da mangiare (5.),_eendendo il comando dcl ri (g) Exod. xxxv. 3.


poo anche allo chiavo , e agli animali. Ei vuole , che

tal giorno ia impiegato in ervirlo , a lodarlo , e a udia


re la ua anta legge (b). Vi erano acriiej particolari per

il Sabato a come per le altre fete (i). Oltre tutte le oprad

(h) Exod. xx. S.


(i) NM.XXVH!'9.

detteee , che i facevano nel coro dellanno , e che ai

pi duravano iette giorni , altre ve n'eranoi, che durava


no molto pi , -e celebravani olamente in capo a certo nu
mero di anni. La prima di quee ee era l' anno Sabati
co, nel quale era vietato il coltivare la terra, e ordinato di

abbandonare i frutti de' campi al oreiere, al po'vero , all'


orfano (k), e agli animali `ilvelri s di rendere agli chiavi
_.Ebrei la libert (l); di rimettere i debiti (m);7 di leggere
olennemente in quellanno la legge (n). Pareva quea leg~
ge contro la buona politica : ma Dio aveva mire pi alte ,

penando a mantenere la ugualit de' beni, e delle condizio~


ni tra gli Ebrei, a impedir la oppreone de' deboli, a con~
ervar la memoria della creazione del mondo , _che gi co

minciava a cancellari dalla mente degli uomini , e ar en


tire al uo popolo la ua omma dipendenzayero il uo Dio.

Dlfrf.Cd1Mf T. 1. `

Aaa

'

C011

(k) Exod. xxnmo.


.2 Levit. xxv. i.
7..
eq
(l) Dem. xv. a.
(m)Exod. xxx. 2.
(n) Dm:. xxx]. lO.

u.

370

RAGIONAMENIO

Con omiglievol diegno comand un cinquanteimo , 0 piut


too un quaranteimo nono anno,che chiamai anno delGiu
(a) Levi!. V. 8. *

bileo (a), i cui privilegi ono anche mag iori a que'del' an


no Sabatico. Nell' anno del Giubbileo non olo davai il ripoo
alla terra col non coltivarla, i ponevano in libert gli chia
vi, i rimettevano i debiti; ma tutte le terre ancora , rutt'i

retaggi ritornavano alla Trib', alla famiglia,e alla proprie


t di quecherano ati aretti di alienarli. Queo anno i
cominciava vero il mee di Settembre, e imilmente finiva

i; annunziandoi a uono di trombe in olcnnima foggia.


Dava Iddio con queo mezzo a conocere , ch egli era il
Padroneaoluto della terra e del paee,delle perone,edella
libert del uo popolo: e per non cimentar di overchio la'
debole loro danza col divieto di non coltivare per un an
no intero la terra, e Ordinando che tuuo quanto .ella ave
(b) Ibi-i. aa. H

e prodotto, foe a tutti comune anche agli animali (b) ,


s'impegna di dare all'anno eo , e al quaranteimo ottavo

un s ampla e copioa benedizione ,che foe baevole per il


oentamento di tre anni.
Le regole che Mos precrive al Re, che gl Idraeliti
(c) Du. XV". 14.
2.9.
(d) l. Reg. Vil!. ||.

potranno eleggeri (c), ono divere da quelle chiamate da


Samuele , il diritto del Re (d . ll Re, econdo Mos , do

veva eer eletto dal popolo , econdo che il Signore lo a.


vee diviato; dovendolo cegliere inra di loro , e non tra

gli ranieri. Proibizione all ieo Principe di accrecere il


numero de' uoi cavalli , e di obligare il popolo a ritorna
re in Egitto. per ivi comperarne; di tenere overchio nu

mero di donne che gli educano il cuore, e padrone i ren


dano dell' animo uo; di adunare in quantita eccedente oro
ed argento, e di elevari orgoglioamente al di opra de' uoi
fratelli, Finalmente Dio gli comanda di tracrivere una co

pia della legge , di leggerla tuttii giorni della ua vita, e


di non dipartircne n a dera , n inira. Parlando Sa
muele del diritto del Re, dice aglIdraeliti = Il Re cheleg
gerete, prender i vori figliuoli per guidare i uoi cocchii

alcuni ne dichiarer uoi Cavalieri , altri lacch de'uoi coc

chi, altri deputer Tribuni, e Centurioni; ne deinera non


pochi lavoratori de' uoi terreni, mietitori de' uoi campi ,
e artieri per fabbricar le armi, ed i cocchi. Prender le vo
re gliuole per comporre i profumi , per Par la cucina ,
per manipolare , e cuocere il pane. Vi torr i campi , le
i

vigne,

E330:
edo
u'
2-.-..

SOPRA Il. DEUTERONOMIO.

371

'vigne, ed i migliori oliveti per dargli a uoi ervi; lever la


decima delle vore ricolte, e delle vendemmie, e uee la
cer a'uoi eunuchi, ed a' uoi chiavi . Vi corra i ervi' e le

erve, i vori garzoni ed i omieri,impiegandoli al uo ervi


gio. Prendera la decima delle vore gregge-36 voi arete iioi
ervidorh

La guerra era fa principale obbligazione del Re didrae


lezeravi bene un gran divario- tra le guerre Cornarrvdate' contra

i Cananei ,- e le guerre intrapree per ar' conquie , o per'


altre ragioni di Stato contro agli paei tranieri . Si oeriva a
prima giunta la pace a quelli, che i volevano -atGacCai-e (a), (2) la/"LH'- u.
proponendoi loro condizioni giue e convenevoli econdo la
natura degli air'r e delle circotanze-r e ricuavano e propo
e condizioni, facevar [oro- Ia- giterra'. S era una citt che i

aldiae; quando era~ lun o aedio, e che abbignaie cir'


condarla con foi, e pren erl'a per mezzo delle torri', e' degli.
zrgini, che i alzavano contra~ le iie muraglie, come allor co~
`ku'mavai , era proibito il tagliare' alberi'- ftuttifri; (b)`,~ il de-- (bi' 1M'- W 19- 10,vzar la campagna,- per fare e' prete maccrine , e trincee..
Se la; citt veniva pre a di aalto ,- facevano' paare a' il di
_pada tutti gl's uomini, rirbadoi le donne, i fanciulli , gli
animali', ele tppellettili, che tutto apparteneva a'vincitoriy

e fartivai a: tutto leercito Ma. sera' una citt de'Cananei_ , '


'JM/ak morte generalmente? agli. uominii ,, alle donne, ed a7
(c) 114m.- xt.- 16.- 17

fanciulli
(C),
, in~ ordinanza ci battaglia',priima'
.
,
Se avveniva
batter
del
combattimento un Sacerdote' alla' teta delliercico- incoraggi~v
va coloro ,. che'doveVan cmuba'ttere', promettendo loro' lia
Renza' di Dic' (d). Indi i Capi, e gi- Uziali- andava gri (d) D'mt. xx. z
dando- alla tea di- ogni quadra , che: chi avee abrieata'
una nuova' caa, 0' piantata' di- freco* unx vigna', o~ poeo fa (afdi a:. 7.

poi.- una donzelle. (e),- e rre ritornae a* caa~ , acci .ve-

Dutxxlv. 5.

nendo* ar morire' alla* guerra' ,- un qualche' atro* non' 'go-ee'


le ue fatiche', o* non prendee la'- donna' pot an'zi- poata' .
Dopo tali dichiarazioni fatte ad` ogni- quadra', dicevaifa tut-'

to l"eerei'tO (J),~ che' e taluno non avee cuor-'e', e' che' "temee il. pericolo, poteva ritornarene vi'a' ,- ac'ci non infon

dee il terrore',che: pa-ventavalo, nellanimo- deuoi fratelli'.


.

Il borrino* _reo al- nemico divideVai" 'dal' Generale'? u-~

ualmente'quanto
a- curr'aglialtrit
ii oldatiche'
, tantoa quei che'inaveVano
zattuto,
non eranoati
faziOne',c'omL
ma"
A aa z;

r'r

(f) D'eut. n. 8. 9,

(a) lfue Num. xxxr.


27. <32 l. Rez.xxx.14.

372
RAGIONAMEN'TO
rimai alla guardia del campo, e del bottino (a ). Volle an

.Annm

-che Mos, che le poglie pree a' Madianiti i partiero tra.


i oldati, che aveano combattuto , e tutto il popolo che in
quello ante oggiornava nelle pianure di Moab -imperoc
ch allora tutto Idraele veniva coniderato come una llm

armata.

Si puricava il bottino prima di traportarlo al

campo.,e i faceva cos . I metalli, e tutto ci, che poteva.

reiere al ioco, era paato per le amme; gli abiti, e


le altre coe, che non- potevano epori alla fiamma , veni
vano
puriicate
dellaa'ipopoli,
epiazione.
e nelle
guerre con
che il' acqua
facevano
che Le
nondonne
erano pre
Ca
nanei, addivenivano chiave del` vincitore. Se un ldato vo
(iu) hut. x140. u.

0-163

leva prender per moglie una di quee {chiave (I7) , la me


nava in caa propria, ed ella i tagliava i capelli , e Ie un
ghie, deponeva le vei colle quali era ata prea, e dimo
rava un mee intero nel lutto, deplorando la perdita deiiol
genitori; ci fatto, poteva 1.' ldraelita- impalmarla. Ma e in
lungo andare gli veniva in faidio, era tenuto a licenziarl'a
libera, enza venderla, n tenerla per forza. oggetta inqua
lit di- chiava.
_
_

Il Dio d' Ildraele , e-i uoi Sacerdoti avexno parimen

te la parte loro delle poglie guadagnate all inimico-. Nel


la guerra contro ai Madianiti comando Iddio di metteri a
parte di ogni cinquecento uomini un uomo, e imilmente
di ogni cinquecento capi di bcie un animale , tratti dalla

Porzione tangente a- que , che avevano combattuto , e che


donae a Sacerdoti s e che oltre a ci cegliee nel-la

parte delle poglie date a tutto i! popolo , la- cinquanteima


di tutti gli animali per i Leviti. Il Generale aveva altres
la ua parte diinta , come vedei-dalleempio di Davide (c),
(rl r. Reg. nr.
(dludn'. v, X4:. e di Gedeone- (d). Nella menziona-ta guerra de Madianiti ,

i Generali d'Idraele fecero donativo al Signore di una par


te delle maniglie, e degli anelli di oro pigliati a nemici ,
veriimilmente per riconocerlo come Capo ,_ e' Condottiere
(e) Num. xxx. 49a.
59.

di tanta imprea- (e)


Ollervavai nell Idraelitico campo'molto di ordine , e

di diciplina. Si vede nel deerto la maniera , onde le Tri


(f) Num. u'.

QUIMGB

b erano- dipoe intorno-v al tabernacolo, e la regola che i


teneva nelle marchie (f) . Facevar principalmente ommo
conto della cuodia della purit, e a queo eetto le d'on
ne erano bandire nelle pedizioni ; e que medeimi aihcjual
e

:TE

QWE.L-1Ht ~*m. d"5

SOPRA IL DEUTERONOMIO.

37;

foe accaduto qualche coa in dormendo , erano obbligati u

cir del campo,e nonarientrarvi e non la era dopo eeri


puricati lavando e ei,e le lor veimnta (a). Ogni ol

(a) Dem. xxx i 1.'10.

dato portava alla cintola un palicciuolo per icavar la terra ,

quando uciva del campo per le ue naturali necet (b).


Dopo la battaglia non rientravano i oldati nel 'campo,e non
in capo a ette giorni, attea la impurit da ei contratta nel

(b) lbid. 'v, 13.

toccare i morti (c); e prima di rientrarvi i puricavano, e (e) Num. xxv. 19.

lavavano i loro corpi e le vci. Queoi pratic *nella guerra

zo. 2.4.

contro i Madianiti , e veriimilmente in tutte le altre conimi

li occaioni. Ma quando tutta larmata era ata in battaglia ,


non potevai oervare queto precetto , ante che tutti erano

riputati im uri , enon potevai diinguere il puro dallimpuro.


La diliplina o il governo degli antichi Ebrei non ci
erettamente noto . Abbiam parlato in una particolare di~
icrtazione della maniera, onde amminiravano la giuizia ,
e quali erano i principali lor Tribunali. Il Re ed il Sommo
Sacerdote erano idue primi Giudici della nazione (d ). Date
ti un Re che ci giudichi,dicevano a Samuele gl Idraeliti. Il

Sommo Sacerdote u deputato da Mos come il Giudice di


tutti i pi ardui , ed importanti aari, la cui entenza non
ammetteva pi appello. Oltre a queo vi erano Giudici in
tutte le porte (e), econdo la epreione della Scrittura(f ),
Perch alle porte della citt amminiravai la giuizia.Vuol

(d)1.Reg-vru..

(e) Dm:. xv. 10.


ii. n.. 13.
(i) Dem. xv. 18.

Mos, che i abbia un ommo ripetto a Giudici a e a'Magi


(g) P. lxxx. l. De
trati : Voi non parlerete male degiIddii, dice la Scrittura (g), usetit in Synagoga
e non oltraggerete il 'Principe del 'voro popolo. Si chiamavano Deorum, in medio

iPrincipi, i Giudici, ed i Magitrati Elobim, che' un no

autem Deoo Dea


rum ) dijudimt .

me, che talvolta davai a Dio. Si conideiavano i Giudicico


me Luogotenenti del Signore , ed il Signore come aio in
mezzo a loro. Precrive Iddio a'Giudici , che ieno incorrut

tibili , e non ricevan preenti, atti a corrompere i pi` giui,


e a pervenire le perone dabbene (la); che non vadano die
tro alla moltitudine per fare il male (i), e non iiano a det
ta de'pi per ar la ingiuizia : che la compaone del pove

(h) Exad. xx. 8.


(i) Exod. xx. 2..

3. 7. 9.

-ro non gli ritenga di adempiere a'loro doveri : che non tc~

ciano torto all' innocente , n al oreiere : che giudichino


enza eccezion di perona (k):che n il timore del ricco,n

la compaione del povero gli muovano, quando i tratti di


dare una retta entenza : che non i punica il padre per il
gliuolo, n il gliuolo per i-l padre (i) : nelle pene che s'
im

(k) Lefot. xxx. if)


vide a Deut. xvr.
i8. 19. 2.0.
(l) Dm:. xx. 16.

(a) Dm:. xxx. 2.2.,


3;.

(b) DM. xxv. z,- 3,

374
RAGIONAMENTO
impongono, i ugga il ommo rigore .- che lacinoi corpi
degiuiziati ovra il patibolo ino al tramontar del ole ( a) :
che i condannati ad eer battuti colle vergine, o a'colp'z di ba
one ,, non ricevano pi di quaranta percoe : (b) che i pu
nicano con everit i ali tetimoni, ed i calunniatori , fa

lg Vlds iam Le_


1!, aux. [6.

ccndoi o-ir loro la pena del delitto da ei a' loro ratelliim


putato (c) , e che i trattino enza miericordia; anima per a*
ni-ma; dente per dente; occhio per occhio: che niuno venga.
condannato ulla teimonianza di un olo; abbiognandov
empre due , o tre teimonj per poter entenziarc contro di.

(d) Dmt` un [6..


.L7.

un accuato (d).

(r) Dem. xxx. 18*.

I padri e le madri, ino al tempo _della legge, erano ta


ti i. oli giudici de' loro igliuoli . Limita Mos quet'autorit ,
(e) Emir. xx. 9.
(t) Lia-ad. xu. 11.
(g): Dm!. xxx. 18.,
9.

(ltd- Ile-air. xvr i m. r.,


(nxx. I. {al-em}-`
l-Vlih ro.

(1)(- Exodt x` n..

e a Giudici la trasrice , comandando loro di ar morire i


Egliuoli,che oltraggiano con parole i lor genitori (e) , e quei
che gli percuotono (f); ed a quei ch erano ribelli , diubbi
dienti, e srenati (g) opra. i emplici richiami de genitori

veniva loro tolta la vita.,Non ha_ la legge decretata coa alcu


na_ contra i. parricidi , come e ella avee creduto impoblle
s gran. misfatto. Proibizioni apadri di far paare pel fuoco E
foro- giuoli. a onore del falo Dio Moloc (b) . Ordine a'f
gliuoi- di avere una perfetta oggezione a quei , che avevano
data loro la vita (i). Il padre pu vendere i uoi gliuo in
cao di. unaerema neceit .Qualor eo vendeva la ua gli
noia, era mpre con la preunzione , che arebbe addivcnutz

(k) Vila fixed` ur..


7. 8. 9.,

moglie di quello , che la comprava , o dei di iui Egiiuoio (k).~


Se_ ci non.: accadeva ,_ il padrone non potea tenerla emplice

mente come ehiava, e ponevala in libert , e non gli anda


va- a genio; In generale vendevano ordinari-amente i padri le
loro. giiuoie a, quegli e ,che le poavano, Comperare una
(i) Exod:.xu~. 13;

o ia. i;

d'onna ,_ e- maritar, era il medeimo.


. '
L' omicidio.- volontari-.o.- veniva punito con I'eremo ip
picio(_l) , ma per l0 accidentale. , ed involonrario erano
detinate dalla legge le citta di alo, , dove que ci-'cran- ca

.H

LIO-<
<

Q'?

duti in: omigliante ventura , potevano ritirari'. Tre di que


te citta di ailo- erano di. l ,, e tre di qu. dali Giordano Il rifugiato in- una di ee , dava* ubito contezza' di- ci,
che. gli erat avvenuto , a Giudici della citt ,. ov erai rico-
(m)- Num. xxcv. 23;.

veniva. mandato: enza corta.. nel luogo, doveraticceo il.

ai
d(
e

,tto s, e s egli era_ trovato- colpevole , e che l' omicidio o

ci

verato (m): indi e i congiuntidei morto il domandavano ,..

az. Den-tax. l. z.

Qx e-.

dt
CC

e:
...

V(

SOPRA IL DEUTERONOMlO.
375
e dichiarato volontario, conegnavai a' congiunti del mor~
to per eer punito; e n, era rimandato alla citt del re
ugio , dove dimorava enza ucirne , ino alla morte del

Sommo Sacerdore. Se foe ato trovato uor di citt da uno


de'propinqui del deunto , poteva quei impunemente am
mazzarlo. Quee leggi ono in grazia dellIdraelita , e del
oreiere (a). L' omicidio volontario era irrimiibilmente (a) Ird. v. r7.

punito con_la morte; ed il parente del morto potevalo uc


cidere impunemente, e lo troVava (b). Non i ricever ar

(b) lid. v. 19.

gento per donargli la vita (o), e e il reo i foe rifugia


to (d) anche preo l'altare, i .torta via di l.
Se riando due uomini l'uno oende il uo compagno a
egno, che ia obbligato di guardare il letto, e che uieguen

(e) Mid. 'v, 31.

(d) Exod. xxx. i4.

temente vada ancor .col .baone, chi l'avr percoo , ne ar

quieto e libero agando i Medici per il tempo da lui perdu


to( c),e riacen o i danni alloeaChi uccider il uo chia
vo, ar punito qual micidiale : ma e meramente il ferice,

(e) :Ea-od. xxx. iz.


LO.

e che lo chiavo opraviva uno o due giorni dopo eere ato


ferito , il padrone non ne porter pena alcuna ,perch lo chia

vo ad eo appartiene-,e e il perde, perdene il uo prezzo. Se


in una ria di due-uomini,una donna incinta andando a par

tirgli, reane oea per modo che abortica , enza che ne


muoia s quegli che avra dato caua a queo accidente , ar.`
condannato ad una emenda a giudicio del marito , e degli ar
bitri a tal'eetto dinominati. Ma e la madre ne muore, l'o

micida dar Vita per vita, occhio per occhio, -dente per den
te. Se un padrone data caua al uo chiavo, od alla ua er
va di perdere un occhio, ovvero un dente, ar obbligato a
dar loro la libert. Se una donna in una qualche briga , che
uo marito avr con un altro uomo , ende la mano ull'av

verario del uo conorte in un luogo, che la modeia obbli~


(i) 15on. x,
ga di nacondere, avr la mano tagliata (f). \
19- - faq.
Se un bue ammzza un uomo, o una donna con le ue

corna, ar oppreo dalle pietre , e non i manger punto


della ua carne (g)., Se il bue tirava antecedentemente di (g) Dm:. xxxv.

corna , e che il uo padrone iene ato avvertito, e non


abbialo rinerrato s epqueo bue uccide un uomo , o una
donna, il padrone ed il bue aranno ambedue fatti morire:
e il padrone vuol ricattar la ua vita, potr, dando tutto
ci, che gli ar addomandato . Se il bue uccide uno chia
vo dell' uno, o dell' altro eo, il padron di tal beia dar

trenta

"a

376
RAGIONAMENTO
trenta ici al padron deio chiavo, ed il bue'ar lapidata
Se un bue ammazzano un altro , i vender il bue vivo , e

dividera ugualmente il prezzo tra i padroni degli due buoi,


partendoi altres la carne del bue , che ar ato ammaz

Zato. Ma e il padrone del bue aggreore apeva , che ti~


rava di corna, e che non labbia rinchiuo; render bue per
bue, e l animale uccio a lui i-apetter. Se un uomo ca
va un pozzo, o una cierna, e che non la copra;e cadevi
un bue , o un omiere , il padrone della cierna pagher il

bue annegato, ma ad eo ne rimarr la carne.


L adulterio era punito colla morte dell' uomo, e della
(a) Fxod. xx. i4.
Lem!. xx. io.Dmt.
v. 13. - xxu. ai.
zz. 1.3. 1+

donna (a). Se una fanciulla promea in matrimonio foe vio


lata alla campagna da un uomo,coui olamente moririma
e ci avveuie in citt , luno ,-e l' altra aranno con la.

morte puniti; n cua alcuna della fanciulla ar ammea ,

(b) Exod. xx. 19.


Levi!. xv. ao.

ai. 2.:..
(c) Le-ur. xl x. 29.
.Dem. xxx. 18.

potendo gridare, e chiedere ajuto Contra del violatore.


Era parimente linceo punito colla morte,come pure la
odomia (b), e i delitti abbominevoli contro a natura ( c). La

.Antdnnm.

proituzione dell' uno, e dellaltro eo era everamente con


dannata in Idracle (d); ed era egnatamente proibito di oe
rire il prezzo di indegni commerzi al tempio del Signore (e ).

(d) Brad. xx. 16.


(e) Dem. xx. l.
18.

Quegli che avr dionorata una zittella, ar tenuto a prender

la per. moglie; o e il di lei padre non voglia darla, gli sbor


er quanto ,la gliuola pu perare di dote. Se laare vien

portato dinanzi a'Giudici, e che vi foe ata qualche violen


za dal canto di colui, che _la corruppe; il giovane pagher

PQT'Wni,--..M

cinquanta icli di ammenda al padre della zittela,la prender


(f) lie-uit. xx. 18.
tum Le'uir. xv. a4.

li) Exod. xx. 17.


Dm:. v. zo.

in moglie, e non potr mai per tempo alcuno ripudiarla (f),


Proibizione al marito di aembrari colla moglie nella mcrua

le ua purga,fotto pena della vita,fe la coa vien portata di


nanzi-a'Giudici (g) .

Quantunque_-i contenti d ordinario la legge di regolare l

eerno, e di ritenere le mani , non lacia per queo di non


vietare i deiderj malvagi, non permettendo il deiderare il be

(h) Deut. xxxv. i.

(i)Dcut. xxx. 9.10.

.- Le-uir. xxx. 19.


ao.

ne altrui, la ua moglie, i uoi animali 5 tollera ea il divor


zio, e concede-alle parti eparate di maritari , ma non gi di
ripigliari,da che la donna ar ata maritata con un altro (b),
Le abbominevoli impudicizie , econtrarie alla natura ono ve
riimilmente indicate in foggia enigmatica otto quee paro
le (i ) : V0i non 'w' ervire-te di-rm drapjo teuto di arcia , e di la

_na : mm generate nel motro campo 'varie orte di emmai- :n laZ/W


rere

fo
[Oi

zi
CO

SOPRA IL DEUTERONOMIO.

377

rem: col bue, e col omicre ,* e quella che vieta alluomo di ab

bigliari a donna,ealla donna di prender le vei da uomo (a). (a) Dm!. xx. s.

Proibiva generalmente la legge ogni orta di furto (b), ma


la maniera onde i oddisfaceva nelle varie pecie de'furti,

(b) .Ex-7d. xx. [7.

molto diimile. Il furto che i faceva di un uomo libero per

farlo chiavo, o per venderlo in queta qualit , era oggetto


alleremo upplizio(c). Per il furto di un bue rendevai cin~

(c) Ema'. xxr. 16.


- Dmter. xxn'. 8,

que volte il doppio, e per quello di una pecora quattro vol.


te(d); ma trovandoi i preFati animali anche vivi appreo il

(d) Exod. xx. 1.


z. 3. 4.

ladro, gli rendeva emplicemente col doppio. Potevai impu


nemente ammazzare un ladro notturno colto a disare una mu

raglia; ma e veniva uccio a giorno chiaro , era trattato il


micidiale giuo il rigor della legge contra degli omicidi. Seil
ladro non aveva con che fare la reituzione , potevai vendere

a tal' eetto(e). Chi avr fatto danno in un campo , o nella


vigna di un altro, render del uo campo , o della ua vigna

(e) Exel. xx. 4.5'.


(f) Extra!. xx. 1.

il danno, che avr fatto (f) . Soddisfar nelliea forma , e , feq.

accada per colpa ua , che il fuoco i appicchi alle mei della


campagna ,o a covoni nell'aja . Se quello che u dipoitato ap

preo di un altro, viene a perderi, i far la reituzione di


due volte tanto. Se colui al quale fu adata la coa , non l)
chi glielabbia prea, ar creduto opra il uo giuramento al
la preenza de' Giudici; altrimenti render duplicata la coa.
Quegli parimente a cui venne dato del beiame per culodir`
lo, dee renderne conto.- e qualche capo di eo i perde per
ua colpa, o negligenza, lo reituir :e muore nelle ue ma~
ni, o e preo ia da nemici, ar tenuto di aermare con giu

ramento non eervi intervenuta ua colpa , e ar diobbliga


to dalla reituzione : e fu rubato , renderanne il valore g e

ghermito da beie elvagge, portando il 'cutode qualche parte del


corpo al padrone dell'animale,ar diobbligato di reituirlo.
Se l' animale emplicemente preato, o locato, e che muo
ja nelle mani del proprietario, chi*lo ricev non ad alcuna

coa tenuto 2 e il proprietario aente, chi lo pree in pre


ito , lo retituir .

La uura deglIdraeliti vero i loro fratelli evera


mente condannata dalla legge, ma tollerata loro vero de'
_I.vod, xx. z.
foreieri (g). Se il creditore voleva il pegno dal uo debi (g)
Lem:. xxv. 37. Dm:.
tore, non poteva entrare in caa ua , ma apettarlo dinan xxx. 19. zo.

zi alla porta, che il debitore teo gli portae una qualche


coa (12). Non poteva nello ileo tempo prendere le due
Dzer. Calma: T- IBbb
mf*

(h) Dm:. xxw. [0.

`-i.-.

73
(a) Det-ut. xxvi. 6.

ZRA'GIONAMENTO(

macine(a),delle quali ervivai n 'macinare il grano; n l' abi


to della vedova: e avee preo una vee, una coltre, dove

va renderla la era ,acci il uo fratello avee con che coprir


i la notte (b ). Quei che prendono operai a giornata, gli pa
(c) Drmj. xxiv. i4. gheranno prima della nette (c). Che i ricchi non ricumo di
15. Lewt- xix. 13.
pretare a'poveri otto preteo di non Cavare utile alcuno dal
la loro preanza (d). Che gli Ebrei tra di lor-o cambievol
(d) Dm!. xv. 8.
mente i aiutino in modo, che non vi `cno poveri in Idrae
(e) [bid. xv. 4.
le (e). Che niuno tocchi i conni del campo del uo vicino
(b) Exod. xx. 1.6.

(f) Dem. xxx.14. (f). Che nel mietere, e nel vendemmiare non icno tanto ac

curati a ragunare le pilghe, e cogliere i grappoli , che non


rimangane qualche rima uglio a' poveri , che tengono dietro a
gli mietitori , e agli vendemmiatori. Che non i torni a cer.

vcare un covonc o manipolo di pighe dimentCato nel campo.


Che ne'conviti di religione non i cordino del povero ,del o
(g) Levit.x1x. 9.10,
.Deumunv. 19. ao,

reiero, della vedova, dellorano, e del Levita ..'g). Il o


reiere principalmente molto raccomandato agli EbreizAb-
biate cura del Foreiere, dice Mos , imperocch voi e

icte ati oreieri in Egitto, e ben apete quali ieno i en


(h) .Exod. xx. 'a'.

timenti deoreieri uora del loro paee ih). Vuole Iddio ,

xxi. 9.Le-uit.xix.

che amino, e occorrano non olo-i lor fratelli,` ed amici ,

33. ;4. Dem. x. 18.

ma i loro nemici ancora; che uggano la vendetta, e a Dio


(i) Les-ui!. xxx. 18.

' la riervino (i). Se veggono l'animale del loro nemico cadu

to otto la oma , che l' aiutino a rizzarlo; e trovano del di


lui beiame marrito , che lo ricoverino in caa loro (k) .
. Lem!. xxx. [7.
Dm:. xxx. l-eq. Contra deCananei olamente dovevano uar l' odio loro, e la.

- Deut. xxx. 13.


(k) Faad. xxllt.4.

(l) Exod. n.31,


33- XXXlV. IZ

vendetta : con el non davai luogo allamicizia, e alla unio


ne, e allalleanza, ma tenevano ordine epreo di eermi
'-narli , di ucciderl enza dar loro quartiere . In quea par
te gli Ebrei erano i vendicatori della gloria di Dio , e gli
eecutori della ua vendetta( l ), a' quali era permeo in pa
ando di entrare in una vigna, e di mangiar-vi dell'uva , di

Nnm. xxx. 51. a.


Deut- vu. z. l6.

(m) Dm!. xxx.

24. 2.5.

coglier le pighe in un campo, e di mangiar-ne, ma non di


portarne via m).
Vi erano tra gl' Idraeliti due orte di chiavi : Schia
vi Ebrei, e chiavi delle nazioni raniere.

(n) Vid. Exodxxr 1.


:1. 6. Let-vi:. xxv. 3.

'40- a

Quei erano

chiavi per empresma agli chiavi Ebrei veniva data la li


bert nell anno Sabatino (n). S' eglino non giudicavano
a propoito di prottarc del privilegio della legge, preen

tavani a' Magirati facendovi la loro dichiarazione , ed il


lor padrone riconducevagli a cala ua, c orava loro lhorec
c io

SOPRA IL DEUTERONOMIO.

379

chio con una leina alla porta della propria abitazione. Se lo


chiavo ar entrato nel ervaggio con la ua moglie, ed i

gliuoli , ne ucir con e; e il padrone gli avee dato moglie


nel tempo della ua ervit, la moglie , ed i igliuoli da lei

nati rimarranno al padrone, ma lo chiavo volendo potr or


tirne . Se un Ebreo vien sforzato dalla povert a venderi ad
un foreiere , che non ia Idraelita; chei uoi parenti, e
ono in iato di farlo, lo ricattino; e n , che tutto Idrae

le lo poa redimere, o che da e medeimo i ricatti, rei


tuendo al uo padrone ci che gli coa, defalcando il ervi
gio che gli pre, avendoi altres riguardo al tempo, che ri
mane mo al Giubileo, imperocch tanto i foreieri , quanto

gli Ebrei dovevano rilaare gli chiavi loro, e reituire i re


taggi a' legitimi poeori nell' anno del Giubbileo. Se uno
chiavo angariato dal padrone i rifugia nel paee degli Ebrei ;
che non i renda al uo padrone, e i laci are in quella cit
t, che a lui piacer di abitare (a).
Per rivegliare vero degli uomini eni di umanit, or
dinava la legge , che e ne avee ancor per le beie . Co
manda per tanto , che i giorni di Sabato non i facciano
lavorare (b), e che nell anno Sabatico poano liberamente'
pacolar da per tutto (t)- Pare altres , che la indulgenza
eendai ino alli animali elvaggi. Ella proibice di cuocere
ilcapretto nel latte della madre (d); di prender la madre
nel nido co' uoi gliuoli, o con le ua vova (e); di carar

(a) Deanna. [
16.

(b) Exodxxnti 12..


(c) Levi!. xx!. 7.

(d) .Exod. xxtuao.


xxiv. 7.6. - Dem.
XXV. Ll

gli animali (f); di chiuder la bocca ad un bue che trebbia

(e) Deanxxu. 6.

il grano ig), o accoppiare inieme animali di pecie diver


e (b). Deei riportare al medeimo ne il divieto di par
lar male di un ordo (i) , e di porre che che ia dinanzi ad

(g) Dm!. xxv. 4.


(h) Levi!. xxx. :

un cieco per farlo cadere (k).

(i)Lwir.xix.14.,
(k)Le-vit.x1. LG

Non mangiavano glIHraeliti indierentemente di. ogni


orta di animali, di uccelli, e dipeci, avendone moltiimi,

che appreo di loro erano riputati impuri , de' quali giammai


non ne uavano. Degli animali quadrupedi, tutti quei che
nOn hanno le unghie. fee , e che non ruminano , ono im

puri. Tra i peci , non mangiano e non quei , che hanno


pinne, e qamme. Vi erano parimente molte orte di uccel
li , e di rettili,tche ad ei eran vietati . Qvei animali e
endo vivi, "non macchiavano quei, che gli toccavano; ma

.- loro cadaveri imprimevano una ozmra , che durava ino


alla era , la quale i nettava col lavamento del corpo e delle.

Bbb :i

vei.

(f) Dear. xx. 2.4.

Dennxxu. io

-q. - xx. as.


Deut. x l v. 4.

"3%
RAGIONAMEMTO.
vei. Il nerbo della cocia anche degli animali puri non i
mangiava per cagionc del nervo della cocia di Giacob tocca
(a) Graz-,C xxxu.3a. togli dall Angelo (a), non meno che ogni animale morto da
(b) Emi. xx. 3t. e, o sbranato da qualche bcia vorace (la); il angue, ed il
Levi!. xv. I7.

grao degli animali erano imilmente vietati (c).

(e) (iene/Z xv. rr.

i:. 0-5.
(di Lav/'. xv. lo
Gene. tx. 4.. Dtm.
x az. 2.4. Lie-uit.

v:. 2;.

La circonciione de'machi nell' ottavo giorno u coman

data ad Abramo (ci i; ed era di obbligazione a tutti gl'Idrae


liti, otto pena di eere erminati dal loro popolo. Eranvi
parecchie impurit legali, alcune delle quali eparavano dall
uo delle coe Sante , e le altre dal conorzio degli uomini.
Aver toccato un morto; eeri trovato nella caa,ov'cglicra;
avere aiito aunerali rendeva impuro per ette giorni ,ein~

(e) .VL-m. v. z.

duceva la obbligazione di puricari coll' acqua della epiazione


htto pena della vita (e. La lebbra (f), la gonorrca (g), la

XlX. il.. i:. LO.


(i) Law:. xi. 4;. incomodit ordinaria delle donne (b) imprimevano una oz~

46.

(2) Lepir. xv. a.


(h) [bid. xv io.

zura a coloro, che nerano incomodati per tutto quel tempo


che duravane il male, e dopo eer guariti oerivano una o~

ia div epiazione per oddisfare a Dio delle colpe involonta~

rie, che aveer commee durante la loro impurit . Queiehe

r appreavano alle perone in cotal guia macchiate , o che


toccavano ci, ch' ee avevano maneggiato,ovvero opra che

erano ate a edere, contraevano altres una ozzura, ma que~


(i) Bid. W; 4. zo. a durava un giorno olo (i). Una donna Freca di parto era.

parimente timata impura quaranta giorni dopo la nacita di


un machio-,e eanta ei dopo il nacimento di una femmina
(it) Levi:. nr.. 4.5,

- a

(U- in tutto queo tempo non poteva toccare le coe Sante,

n preentari all' atrio del tabernacolo . Valicato tal tempo


andava ad oerire per la ua purgazione un agnelio , un::
tortora, o un piccione; e s' era povera, oeriva due'tortm
nelle, o due piccioni.
.
.
Tutti popoli ~che non avevano la circonciione, era
no riputati imjiuri dagl' Idraeliti, che ervivanr della pa~
rola d incirconcz , per dire una coa ozza . I Carranei, e

(l) Exod. xv. 14.


Daunxxv. I7.

im) Dm!. xxux. r,

a.

(n)Deur. xxx. r.
(o) lhd. *0. 6.

gii Amaleciti erano deinati all' eerminio (1)- Gli eunu


chi, i< baardi e quei eh erano nati da una donna proi
tuita , non entravano nella Chiea del Signore ino alla de
cima generazione (m), vale a dire , non erano ammei' alla

comunicazione de' privilegi degli Idraeliti. Gli Ammoniti ,


e gli Moabiti non vi~ entravano neppure alla decima gene
razione (n), eendo proibito di ar pace , e vivere in ami

era

. con ei. (o). Gl Idumei , e gli Egizzi p0tevano eere


: ,
ricevuti

ibn

glia

SOPRA IL DEUTORONOMIOJ
381
ricevuti in Idraele dopo la terza generazione; i primi in con
iderazione di Ea fratello di Giacob , ed i econdi , perch

gl'Idraeliti eran vivuti appreo di loro come foreicri.


Proibice Mos qualivoglia orta di fraude , e d ingan-~
no nel traco , volendo che i aveero miure uguali per
vendere e

er comperare , per ricevere e per rilaciare (a) . (a) Levit. xxx. 3;.

Ordina, c e i onorino i vecchi, e di are in piedi alla


loro preenza (b). Che tutti gl'Idraeliti portino delle nap
pe aquattro canti de' lor mantelli, e della frangia nella e
remit delle lor vei , anch quee coe riducano loro
alla memoria la legge del Signore (o) . Le femmine non
ereditavano, che in mancanza de machi (d). Le donzelle

Dm!. xxv. 13. 14.

(b) Levi!. xxx. g:.

(c) Num. xv. 33.


Deur. xx. n.

(d) Num. xxvu.


6.~xxxv1. 3. 4.

erediTrib
poavano
mariti della
i retaggi
di .eq.
una
non paaliero
nellloro
altraTrib
Trib, acci
(e). Se
un uomo
muore enza figliuoli,i uoi fratellierediteranno le di lui fa
olt: e non ha fratelli, la ucceione andr auoi zii
paternis e non avendo zii paterni,cader a' pi retti con

(e) Num. xxvu. 8.


9. io. H.

giunti.

Quando un uomo moriva enza gliuoli, il di lui fra~


tello era tenuto a poare la ua vedova , e di far rivivere
la memoria del fratello,di cui ricevevane la ucceione (f).
Se ricuava di ci fare , citavalo la donna alla porta della

(f) Dem. uv. ;.6.


7.

citt, etrattagli di piede una carpa, gli putava in faccia,


e dicevagli : In quee ,guia ar trattato colui , che ricua. di

edimre la caa del uo fratello in Aili-dele. Se un uomo ave


va conceputo qualche opetto di ua conorte, poteva farle
bere le acque della gelosa (g), e Iddio avea avuta quea

(g) Num. v1. i4.

condeccndenza per la durezza degli Ebrei, di accordar loro


tal prova, ane di ovviare mali maggiori.

Tollerava al

tres, che il marito accuae la propria moglie(b),rquan

(h) *Dm: xxx i. i4.


l 5'.

do in lei non avee trovato i contraegni della virginit :


ma e laccua trovavai fala , era condannato il marito ad

eet battuto a colpi di verghe , o di baone , a cento icli


di ammenda a pr del padre , e della donna , n mai pi

potevala ripudiare. Un marito che avea due mogli, non po


teva trasferire i diritti della primogenitura al gliuolo di quel
la delle due mogli, che maggiormente amava; n poteva po

gliare di tal privilegio il figliuolo di quella , che da lui meno


(i) Dem. xx:. iz':
16.

era amata (i).

Il paee di Canaan doveva eere ugualmente divio a


orte tra .tutte le Trib , per quanto foe ato poiibixlle, e

co i

'382
RAGIONAMENTO
'coniderato il numero di quei, che componevano la Trib
(a) Num. hunt!`
13. xxxlv., 13.

(a). Quando gl' Idraeliti abbrieavano una caa, dovevano

porre all' intorno del tetto una pecie di balauro , o para.`


petto, per ovviare che quei, ehe andavano in ul tetto ,
ch' era a guia di terrazzo coperto, non cadeerol n i am
(b) Dem. xx. 8.

mazzaero (b).

(c) Levit.v xxvu` 2.`

Di varie orte erano i voti , che potevano are gli Ebrei.


Potevano ar voto di loro e ovvero obbligare per voto al.
Signore un' altra perona (c). Le perone cos votate i ricat
tavano mediante una certa omma. Un uomo della et di zo.
anni ino a60.dava per lo uo ricatto 50.icli,e trenta la don
na. Un fanciullo da cinque anni ino a zo. dava zo. icli ,

,WI

ed una. ragazza dell? iea et, dieci. Un uomo opra l 60.


anni dava 15. icli, e IO- una donna. I poveri i davano, e

condo le lor facolt , la taa impoane dal Sacerdote. Un a


nimale atto al acricio, che ar tato obbligato per Voto ,
non ar ricattato, ma bens lcz-icato. Un animale impuro
verr imato dal Sacerdote s e e il proprietario vuol ricat

tarlo , vi aggiugner una quinta parte opra del uo valore .


Se ar una caa, e ne ar la ima , e ar venduta@ utile

de Sacerdoti; e il proprietario la vuol ri cattare,ne dar un


quinto opra lata: del Sacerdote. Un campo obbligato per
voro ar parimente prezzato dal Sacerdote , econdo il valo
re della ua rendita , e atteo il tempo che reane ino al Giub
bileo . Il proprietario potr ricattarlo , aggiugnendovi un
quinto; ma e il proprietario non ricompera il uo campo, e
che da un altro rei venduto, colui che il vot,non potr
pi rientrarvi, neppure nell anno del Giubbileo., perch ri

THOR)
"LaA..

mane antiicato, e addiviene come un fondo a'cquiato a pr

de' Sacerdoti , c che ad ei ritorna nell'anno del Giubbleo. I

primogeniti appartencndo al Signoremon ono materia di voto;


Le coe , e gli animali dedicati allo erminio , non ri.
cattavani , ma s erano animali, r uccidevano 3 o ~{Lenno
(d) mira! mt.

cae , o retaggi , rimanevano a Sacerdoti (ci).

della terra, e degli animali i potevan redimere ,

Le decime

giugnen;

OH

dovi una quinta parte opra del loro valore. Ognuno tenu
(e) Nxm. xxx. 3.

to adempire eattamente, e con prontezza i uoi voti (e). Se


una glia, che tuttavia. in caa del genitore, fa un voto, e

che uo padre avendolo aputo, non ne ha arto parola, ella


adempir il uo voto. Se allo neontro il genitor non conente
alla ua promea ,,. ar nulla, e - enz effetto. S'Jella. "donn

ma~

d"

5:2."
Cf"

Coi
clic
1C

SOPRA IL DEUTERONOMIOI

383,

maritata, il marito ne raticher le promeiioni col_ uo con

eno , o le annuller colla ua diap rovaziones e gli viene


aegnato un d olo per contradire, c e e apetta il econdo

giorno a piegari , la moglie ar tenuta a compiere il uo


voto. Una donna ripudiata , ed una vedova , aranno obbli

gate a adempiere tutte le promeoni, che avranno fatte. I


Nazzarei erano una orta di gente, che i conacravano al Si

gnore, e i aenevano dal vino, e da tutto ci che pu iu


ebbriare; non i tagliavano rn'aii capelli, n aevano ad
alcun funeralein tutto il tempo del loro Nazzareato (a). Com- (C-rD/Zm- VL 1- =~

piuto tal tempo il Sacerdote preenteragli alla porta del taber


nacolo, ed oerir un agnello in olocauo , una pecora per
il peccato, ed un capretto per oia pacica. Sacriicate quee

vittime , i taglieranno i capelli al Nazzareo , gittandogli ul


fuoco dellaltare 5 indi il Sacerdote conegner nelle mani del
Nazzareo una palla del capretto , e parte delle obblazioni del

pane e della focaccia, e il Nazzareo avendo reituite tutte .le


antidette coe al Sacerdote., quei le ollever alla preenza

del Signore, e allora il Nazzareo potr bere del vino. Se nel


tempo della ua conacrazione morie caualmente dinanzi a.
lui una qualche perona , ar tenuto a ricominciar da capo

tutte le eirimonie del uo Nazzareato , ed oerire due piccio


ni per la epiazione della ua ozzura .
,
Tutto il paee di Canaan ando immero nella idola
tria, allorche vi entrarono gli Ebrei., Dio comanda loro di
abbattere tutti i egni della fala religione , che vi aveero
incontrati s cio , bochi conacrati,.altari, pietre, colonne,
Leviaxvr. r.
atue innalzare ad onore de fali Dei (b) . Fece di ubito '(b)
Dmt. xur. z. 3.

ergere a onor uo un altare di zolle di terra erboa , a pi

-del Sina (c) , di poi feci-.ne fare .pel tabernacolo uno di .le. (e) ,Ex-nl:tx. 24. z:.
gno , ricoperto di lamihe di rame , e voro al di dentro.
Facevai il fuoco opra una gratella delliea materia conge

gnata nel mezzo al vano di eo altare (d). Viet di ali


re a queo altare per via di gradini (e) , 'acci i Sacerdo
ti in alendo , non dicopriero una qualche coa non de
cente , -e contraria alla one. Ordin parimente , che u~
bito entrati nella terra promea i trasferiero ulle monta
gne di Ebal, e di Garizim- Una parte delle Trib doveva
collocari opra Garizim , per colmare di benedizioni quei ,

che aveero praticate le leggi del Signore, ed un altra par.


te ulla montagna di Ebal per fulminare _maledizioni cpntra
CO O~

(d) Exel. xxv1 l. 8.


(e) Lead. xx. 2.6.

384.

RAGIONAMENTO

(a) DH. xl 2,9.

coloro, che le aveero tracurare (a). Ivi doveva alzar un

1xvu. 2.3.

vao e grande altare, cialbato di calcina , opra cui i po


teero crivere le parole della legge del Signore; il che ven

(b) Jeus vu I. 30.


ne eequito da Giou (b).
33

?orvwwwxwwwxwmwwwwwwwwwwww
MAL-xxxwchc*xxchtwcwcxcx

DIS SERTAZIONE
SOPRA IL DIVRZIO.
- Uei popoli , che riguardarono con occhio
puramente politico il maritaggio , e qual
emplice contratto, che congiugne l'uomo ,
e la donna per vivere inieme in unione di
corpo, e di beni di fortuna , credettero,che
ccome tal compagnia veniva formata dal

mutuo coneno delle due parti , che la com


pongono; cos il Divorzio, che rompevane il vincolo , con

iee nella mera rivocazione del gi dato coneno , o nella.


cambievole 'rinunzia delle parti, o di una di loro, alle ra

gioni della concordata ociet , e alle obbligazioni delle fatta


promea :quindi coniderarono il Divorzio come una coa enza
limitazione' permea, e come parte del diritto naturale, po~
nendo il marito, e la moglie intorno a ci nella medeima li

bert,con peu-metter loro di reciprocamente laciar-1 per qual~


ivoglia motivo da ei giudicato opportuno , e indi a lor pia
cimento contrarre nuovi maritamenti . Portal-ono ancora tant'

oltre s fatta licenza, ino a menar buono all' una delle parti
di eparari, enza cercarne lapprovazione dall'altra 5 la qual
coa dovrebbe riguardari come una vera ingiuizia , e Facol

t imigliante non foe ata in pari grado per ambedue, e


(c) Matrimonum : inieme inieme una tacita clauula del loro contratto.
muri: - fpmina ton
juno individua;

Ma il matrimonio coniderato econdo i riei della

E0

'vita conuetudine;

religione, e giua la intenzione del Creatore , eendo una


ociet delluomo, e della donna legati con indiolubile no
do per vivere di compagnia nella comunicazione del mede

P74

routine: , Divini *
immuni iuris com
munimtio . Leg. i.
{le Rit. nuptiar. (9*
Can. 1. C5111: :7.

g. z..

-a~n-p_~z--

le(
no

imo diritto umano e Divino (c); edreendo il matrimo


mo,

am

tri
i); 4

IL DIVORZIO.
385pu
inio, econdoSOPRA
quea idea,legittimamente
contrattare, non
ee-r mai pi diciolto; e la libert del Divorzio in quella gui

a, che praticavai tra Pagani, non pu paare, che per una.


regolatezza, e un inrangimento della legge inviolabile del
Creatore.

` Avendo impertanto il LegislatOr degli Ebrei tollerato in


fra que' popoli il Divorzio , attea la durezza .de' loro cuori i
e GESU' CRISTO avendolo in qualche cao , e in un cer

to eno nel Vangelo permeo,giudicammoa propoito di rap


portar qu ordinatamente, c compilare otto gli occhi del Let
tore quanto abbiamo da dire u di quea materia , a ne di
non dividere -troppo i fatti , e le -pruove , onde noi ci varre
mo, per mettere in chiaro la preente quiione.
Nel tempo precedente alla legge Moaica , non ci om
minira la oria , -che pochiimi eempli del Divorzio. Rc
pudi Abramo per la di lei arroganza Agar ua erva , o ua.
moglie di econda sera , ritenne bench erile Sara (a).

Onkelos , e il Pararae Geroolimitano eguito da una .u- (a) G"m xxx 74


cinata di Rabbini opinano , che la caua della mormorazio
ne di Aronne, e di Maria contra Mos (b) ec fondata ul
ripudio da lui arto della ua Spoa , volendo alcuni , ch ella

folle Tarbia gliuola del Re di Etiopia, del cui maritaggio


con Mos daccene contezza Gioeo (o); pretendendo pur al

(b) Vida Num. x.

(c) joeph. Antq. I.

tri che folle Seora. Ma pu aeriri non eere n luna, n 2.. c. s,


J' altra , e che Mos non fe'mai Divorzio con niuna. Vero ,
che rimand Seora a *caa di Jetro (d) , olamente per a tem

(d) Exod. 1V- 2.6`

po, e la ripree too, che -il uo Suocero gliela riconduc al

campo del Sina (e). Non i pu imperci dubitare, che avan

(e) End. xvnr. 6.

ti la legge no~ oe in uo il Divorzio , e che gli Ebrei non

foero accoumati ad una tanta licenza ., perciocch -il Figliuolo di Dio ci accerta, che Mos non la toller tra el, e
non a cagione della durezza del loro cuore (f), -e per evitare

(f) Mattia. xu. 8.

maggiori concerri .
Il Legislator degli Ebrei non pubblic che ben tardi la
legge del Divorzio , la quale trovai olamente nel Deutero
nomio (g), e nel eguente ragionamento , che fece loro po (g) Dear. xx. r.
co avanti di morire , Se un uomo , dic egli , poa una don G- eq
na , e che dopo averla avuta non tro-ui grazia agli octbz uoi ,

attee una quale/ze coa 'uitupero-uole (propter aliquam fadtatcm)


criver a lei il Zibello del ripudo , erdandoglielo nelle mani ,

in qea guia la licenzjer di caa ua. Cbe dopo eere uci _


Dzert. Calmo; T. I.

Ccc

386

DISSERTAZIONE

ta d'apPrejo il uo prima marito, ella un altro e PO,c che fe

.quci pur la [truzzi con dar lei il Zibello del Divorzio , (ru-ver th'
,e' muoja , il prima marito non Potr pi Prenderla Per moglie , ef
ndo marchiata , e abbomncwle dinanzi a Dio.
Gli antichi , e i moderni Interpetri hanno formato non

piccole dicolt ovra il eno di quee parole : 'Propter ali

(a) Herz/;th dub

Achcmon prngnu -

guam fadtarrm . LEbreo econdo la lettera (a) : Ter-ma to


a , o una Parola di nudit, o d infamia.

(b) "da Levitxxut.

7-

- eq

(csrem. ll. z
(d) Nlmm. 5.

Il termine di nudit denota ordinariamente tutto ci ,`


che oppoo alla pudicizia : Tu non dzoprzrai la nudit, o
la dijbnomtezxa di tua madre, 0 di tua brella , dice Mos (b).
Guarda i tuoi piedi dalla nudit , dice Geremia (c). E un al
tro Profeta oggiugne td) : Morer a' popoli la tua nudit . -I

Settanta in queo luogo l' intendono di un azione vitupero~


(e) Comm Marcia.
Ii. 4.

-l

a. Leggeva Termlliano (e) : Imp-udicum -ncgotium ; e i mi~

gliori Comentatori leplicano in queto eno : icch a paret


loro non era permeo agli Ebrei il Divorzio , che nel olo
cao dell'adulterio, o di qualche altra convenevole azione 5
ed anche era d'uopo che vera oe , e che conae : impe
rocch Peri emplici opetti Dio aveva ordinato il rimedio

(f) Num'. v. x6- 17 delle acque della geloia. Vedete il Comento (f).

.~\

La pratica degli antichi Idraeliti era in tutto eper tut`


to conforme a quci entimenti. Noi non leggiamo verun

chiaro , e diinto eemplo di -ripudio otto la legge .


(g) Rab. Schema.
Ben. Abba in Gamer
Baby!. ad tir. San
hcdr. L'. 2..

(h) 3. Reg. l. 33._

Gli

ei Ebrei inegnano (g~ , che non u permco a Davide

ripudiare alcuna delle ue mogli per ipoare Abiag (la) , e


"venne aretto a prenderla a titolo di moglie di econda riga ,
non porendo in altro modo tenerla; poich avendo gi egli,

a detta loro, diciotto mogli , non cragli pi lecito prender


ne di vantaggio. Ma enza et-marci alle opinioni dc Rab~
bini, noi appiamo, che Davide non ripudi quelle mogli ,
( i) 2.. Reg- xx. 33
(k) Pra-uerb. v. 18.

19.
L' l) Proverb. xv l l l.
7. .
(En) Malac. ll. 14.
Non rc/itiam ultra
ad Sat-ri till . . .
- dixin'x : gm;
ob cauam? m'

m 'lterarus et
inter te,{~ xorem
;au/:errati: mx, un)
tu dezexiir ha.:
partir-{pi ma, -u
xor finden: mi .

Fbo--

che il uo gliuolo Aalon avea pubblicamente dionorate s


e contento di tenerle chiue in palazzo no a che viero
(i' . Coniglia' Salamone'di ar con la moglie prea da gio
vin-e (k), e dichiara , che, C121' tiene la maglie adulte-m, un
Pi

innfato c un ampio (l) : come e 'indiCar volee, eere que

to il olo cao, per cui imane lecito il Divorzio. Mala


chia loda Abramo per non avere ripudiato Sara, bench e

Pc
tr
.Toi

rile, e rinaccia agli Ebrei la facilita loro in eparari dalle

proprie conorti (m). Voi vi lamentare , dic egli in nome


del Signore, ch'io non riceva i vori acricj, e me ne ad

di

.7m

SOPRA IL DIVOR-ZIO.

337

dimandate l'imperch. Ci avviene, perch il Signore fu tc


imonio tra te , e la moglie della tua giovinezza , che tu

hai diprezzata , quantunque compagna, e conorte della tua


_
alleanza. E 'l profeta Michea (a): Voi cacciae le mogli (IBELL-'gz-Ax:
del mio popolo dalle cae delle loro delizie , e le mie lodi i da domo deu

togliee dalla bocca de' lor gliuoli . Finalmente dichiara a "szs: ;u


baanza Mos la idea, che ha del Divorzio, allorch vieta llix laudem mean)

a. colui , che ripudi la conmte , di pi riprendcrla dopo i P"P"""*

.la-morte del marito che- la pos da ch' ebbela ripudiata:


?Perch , dic' egli , marchiata, ed abbomine'vole innanzi a Dio.

Annovera le mogli ripueliate tra le donne pubbliche , infa~ b

mi, ed immonde 5 proibendo a Sacerdoti di poarne (b) . I


Profeti, che tanto ovente ci parlano della riprovazion de

4'

gli Ebrei orto la gura di un Divorzio (o) , ne contrae- (c) Vui- li- L;

gnano empre il motivo, ed la infedelt , la Idolatria , e mvf. gf :


le eelleraggini degl'Idraeliti . Rappreentaci Salamone in or
.ribil embianza una moglie, che abbia abbandonato il pro

, rio marito (d) : Guardatevi, dice, da donna raniera, che (d) Pro-verb. 11._16.

ha dolci parole ,e che ha laciato la guida della ua giovi- :xilirellliezlms


nezza, e chet dimenticata del patto del `uo Dio. La ca'. ao extranea qua
a di coei pende vero la morte , e le ue vie tendono all'
Inferno, o al SePolcro , e tutti coloro , che vi vanno , non pubeftatir_ ua , g5

mai pi ne ritornano.
ZM
I Rabbini per quanto rilaati ieno ul punto del Di~ mm' i mm d.
.vorzio oervano, che i pi aggi, e i pi religioi di lor na ;M5 "Amat'fuf
zione, , non i ervirono mai della indulgenza della legge u JZLAHZL; ;,fgndzl
queo articolo , o pure di averlo fatto con gran riervo , e nm' ad com, 07*

con molte circopezioni, maime colla prima loro conorte , "mmm"


che chiamano con la Scrittura , spona Pubertatir, poa del

la lor giovinezza. Chi ripudia la primiera ua moglie, t


parger lagrime anche all altare, dice il Rabbino Eliezero .
Citani parimente tra gli aomi del Rabbino Ben-Sira que
a entenza : Rode-te l' oji , che *vi toccato cio , ate con
la donna , che da prima avete pota . Diceva a queo pro
poito un Antico: Biogna che un marito corregga , o op
porti i difetti di ua conorte 5 e la corregge , rendela pi
trattabile z e e la ore , divien egli pi uomo dabbene: U
xoris 'citizen zolla: opur e , aut fiera:. ,Qui colli: -vitz'um , xo
rem commodiujulam la' -pmat ,* qui fort , e meliorem fact': .
Varrone.
In ultimo ci che ancora pi, fortemente ci peruade ,

Ccc a

che

4....

388

DISSRIAZNE

che non erano inra gli Ebrei s facili , e tanto palei i D


vorzi, i , che vediamo in Mos delle leggi , le quali upv

pongono tutto i-l contrario . Dice , per eempio , che e un


(a) Pm!. xx. L3.
i4. c3- faq.

uomo cerca qualche occaione, o ia preteo contro la em


mina da lui poata (a ) , e che ad ea rimproveri coe con
venevoli allonor uo , come di non eer vergine qualora la
tole, i parenti della donna prenderanno la ua diea avanti
i Giudici; e s' ella verr trovata innocente , il marito accua
tore ar condannato ad eer battuto , e ad un' ammenda di

cento icli a protto del di lei padre , n mai pi potr ripu


diar la perona da lui tanto ingiuamente cacciata. Se il Di

vorzio foe fiato tanto agevole , perch non dis-Fari della


propria moglie enza tutte cotee cirimonie? Dicone altrets

tanto di colui , che avea eri opetti contro la Fedelt dellm


ua poa ,a cui non dava la legge altra azione contro alla mea
fb) Nm. v 14,.

deima, e non la prova delle acque amare (b) : lmbra duna


que, che non la potee ripudiare per emplici conietture.Co
manda in ne il medeimo Legislatore, che e un uomo avert

do due mogli, e una pi dellaltra ne amac; cao che il pri~


mogenito oe gliuolo della meno amata conorte , non pov

tr il padre privarlo de' uoi diritti , n tampoco itituire uo


(e) Dem. xxx. 15.

us. 17.

erede, il gliuolo della pi diletta (e). Torno a dire , e il

Divorzio folle ato tanto facile, perch dimorare con quella

Rd) Dem.- x-xu. 2.9.

moglie, ehe non amava? e perch* non licenziarla col proprior


uo parto? Era per empre intel-detto il Divorzio a ehi ol
e` ato~ condannato per entenza de Giudici a- poare una
fanciulla- da eo tradita nell' onore (d); come e dopo un tor*
to-di quea orta fatto alla ripu-tazione di ua conorte ', non:
vi oe- pi coa, che ad- abbandonarl-a pote'e obbligati-lt`
gr;

(0 Virle Seldxor;
Hrr. I., 3, e., 18.@
zo.

Viene accertato che negli ultimi tempi - della Repubblica


Ebrea, cio, poco avanti la venuta del SaIVatore (e), een
doi moltiplicate le iniqnit , e addivemiro pi- comune , e pil

ta v
la 1

the

alla moda il Divorzio , nacque tra pi- amoi dorto-ri- Ebrei.


una-grandiima diputa, intorno al eno delle parole di Mo
e a
s da- noi riferite , ed all-e caue- del Divorzio contenute in

quelli termini .~ PraPter aliquam fsditatem. Le cuole d Mello>


( f) qep. ,Antiq I;

darc

cap. l. (9-. i.

e di Sammja amoi- dottori , che orirono poco prima , che


oomparic GESU CRISTO nel* mondo, e cognitim

(g) Hierorz. in [ai.

per mezzo degli critti di Gioeo(f), e di &Gi-rolamo (g);

14.72. 1.7_- eju; l. ls.

mp. vr

"i da

Sammi,

* Hills!. non 77ml


topi-im quam Da
mint mae-reti a

orti lm: m 1144,

vai

quelle due cuole adunque i diviero ulla preente- queio~


ue., Sammjaecondo Capo del: gran Sinedrio oeneva- , che
* -

-,

a`

Poco

1 me
P5P l

SOPRA IL DIVORZIO.

389

ane di potere legittimamente prevaleri della libert di far


Divorzio, richiedevai una ragione fondata u qualche azion
non onea, ovvero opra qualche qualit oppoa alla mode

*ia nella perona che-ripudiavai.


Ma lllello alti-0 accreditatimo Rabbino maero di Sam

maja , e Capo di una grande , e numeroima cuola ine


gnava all incontro , ghe le menome ragioni baavano , per
poter ripudiare la moglie , come arebbe , vcrbi grazia , l
aver atto cuocer troppo le vivande preparate al marito , o
perch quei trovavane un altra` pi avvenente di lei , e
che a lui meglio aacevai. Prendeva coui il teo di Mo
s, come e vi oc ata una particola digiuntiva : 'Perch
trov in lei qualche coa , o una coa 'uituPere-vole . Tale opi
nione, per quanto malamente oe fondata , e benche con

tenee una maniea depravazionc del entimento del Legi


latore , non laci di trovare moltimi difenori . Akiba,
l cui parere vien rifrito nella Mina , erai dichiarato a a

vor uo; anzi queo Rabbino u ancora pi indulgente d'


Illello , credendo ,- che per autorizzare il Divorzio baae

blamente , che la moglie non piacee al proprio marito ,


prendendo nel eno che iegue il teo Moaico : Se un ua
mo avendo prea una donna , ed avendola avuta, quea non
trova grazia agli occhi uoi, o che tro'ui in lei qualche coa ui
tuperewlc, Pu darle il Zibello del ripmiio . 0nd' ei riconoceva

due ragioni legittime per il ripudio 5 la prima : Non tro-var


grazia negli occhi uoi; la econda : Tra-vare in ea qualche co
a 'UithLUZ/ole.

Spiegazione s fatta , oenuta col nome di queti due

grandi uomini, e favorita dalla concupicenza , a 'cui ne allen~


tava la briglia, i ortic di tal orta , che alla ne u-la o

la-*ammea, e dagli Ebrei praticata, ed tuttavia la opinione,


che domina tra i Rabbini.

Nel tempo del nolro Redentore pare , che la coa e


e ancora in bilancia, e che l partito di Sammaja non tro
vae del tutto abbandonato; perciocch i Fatiei addoman
darono a GESU CRISTO (a) , e foe lecito di ripudiare (a ) Matth. xxx. 3.

la propria conorte per qualivoglia cagione : Si licet homi


m' dimitt'ere uxorem faam , quacunque ex caua P Ma di l a
poco , vale a dire, nella et di Gioeo , e di Filone non

i metteva pi in dubbio di non `poteri are il Divorzio


per leggerixme caue . Filone non ha dicolt di *piegare
in

3.90
(a) Philo de Speca
[ib. Legio. - Pump!.

D-ISSERTAZIONE

'in queo eno le leggi di Mos (a). Se una moglie, dic' egli,
vien rz'pudzam per quala ?noti-uo , eo. Gioeo imilmente ne
parla. (b) : Cin' brama eparar dalla Propria conorte per gm:-`

6. 7.

lnnque cazione , come ne avviene ordinariamente tra gli uomini ,

dale carta di. curezm di non 'volerlo mai pi glia-a. E nel

la oria della ua vita i protea , che cos ei pratic in ri.


pudiare ua moglie , perch il di lei umore. non gli piace-4
(c) joeph. de

*vita

(d) Leo Mutnm


CdCO). _ud-zi,

'va (c).

Gli Ebrei moderni tengono gli eiimi entimenti.


Quando una moglie, dice Leone da Modena (d), non dee
al uo marito caua ver-una di lamentari , potrebbela ripudiare

per qualunque picciolilma occaion di moleia . Ma quanto

alla pratica, hanno i Rabbini appoe alla legge del Divorzio


tante clauule , ed' intrigate condizioni, ch' quai impobi

le, che in si lunga dilazione,le parti non i riconcilino, oche


il parentado non trovi modo di riunirle..
.
Tengono per tradizione gli Ebrei ,, che tutti ldati,che
andavano. all armata davano nel~ partire alle loro mogli la
carta del Divorzio ,, acciocch in capo a tre anni poteero, ma

ritari , dato che in guerra foero rimai vinti Intendono i


Rabbini in quea guia le eguenti parole del t. libro. de' Re
cap. xv: 1. 18. econdo lEbreo: Va a trovare. i tuoi fratelli , e
le) Ddg.Frzzrrcstn` portamene le teicazoni, cio i libeli. del Divorzio (e).Aggiun
o: vzimzvix, 1 ree
, rfm .7m. gon~,chc Uria avea laciato imigliante foglio del Divorzio alla
.:Tam , _(7"L ordina unt ,

ua` conorte, ane che potee rimaritari , in cao che foe


rimao prigioniero di guerra. L' autore delle Ebraiche tradi
zioni opra i libri de Re , e da Paralipomeni parla di. queo
antico coumel il quale i , per non dir' altro ,_ certamente

dubioii'mo..
*
.
y Si pot coniderare, che i termini della legge ,` che tole'
ravano il Divorzio , erano tutti a pro degli uomini, n vieta

un minimocch, che avorie, il eo femminile. . Zippo gli O


~rientali, iccome le donne contan pochiimo , e che non ven~

gono coniderate, e non come necearj aiuti_,e qual parte-.del


dominio dell uomo s cos mechinimo - iL riguardozche lza.
vero le medeime nel maritaggio, e le leggi dordinario non

ono troppo lor favorevoli .. Ma l' uo de'Greci , e deRoma


ni ,_ appreo i quali godevano le donne lo eo privilegio dee-.
gli, uomini in ordine al Divorzio-,e nacere nelle donnchree
la voglia. di erviri di conimile libert , e in ultimo le porn

a ripudiare i proprj mariti. La legge in vero non dava lro


o.
m

HVQ

. -.u

SOPRA IL DIVORZIO-

391

tal pei-miione., ma neppure ad ee negavala ; e quanto alluo


non era malagevole d'introdurlo , batava olamente, che una

perona di autorit ne dee l'eempio.


Erai veduta qualche femmina abbandonare il proprio con
orte; ma ci non veniva riputato un vero Divorzio. La don

na poata gi da,Sanone i marit con un altro,enzapetta~


re il Libello del ripudio (a). Ma iccome coei era Filiea ,

(a) ud-c. XIV; 26.

dal uo operato non :pu nulla concluderi circa il coume de


gli Ebrei. Per altro la vendetta , che Sanone, o i Filiei me
dcimi ne fecero , chiaramente dimora , che la di lei azione
u per lo meno coniderata come contraria alle leggi della pa

tria. La moglie del Levita, di cui i fa menzione nel libro de'


Indi:.
Giudici (b), e che `di .caua ad una anguinoilima guerra (b)
2..
contra la Trib di Beniamino, avea parimente laciato il pro

prio marito {er ritornarene a caa del uo genitore .

up. xrx.

Pare ,

Ambra]] Ep. 6.
che SantAm roio(C)abbia creduto, chella acee veramen~ (c)
nov. edit.
Divorzio con
il vLevita
claves; ma
la pi per
comune,
ere veriimile
opinione
i ,, Remir
che i eparalie
oltanto
alcun

tempo di domicilio, atteo certo litigio domeico,ovvero per


qualche diguo ricevuto da uo marito, come nel matrimo,
nio requentemente uccede . In ne certa coa , ch'ella non

contrae nuova obbligazione, e toto che il Levita i preent,


il Suocero gli reitu la ua conorte, ed il Levita mantenne

em re ovra di lei il diritto, che per innanzi godeva. Micol


Spo a di Davide u data in moglie da Saulle uo padre a Fal
tiele (d) enza l acconentimento di Davide : ecco ur qu
una pecie di Divorzio. Saulle ,non avrebbe potutole ercitare

tal pode ovra la ua igliuola impalmata a Davide, e non


in equela della legge che permetteva il ripudio e il motivo

di queo u, perch Saulle riguardava Davide come un pro


critto, un bandito, un perdo, ed un ribelle. Ma .queo Di
vorzio dovr egli ore eere imputato a Micol? Ecco appun
to ci che la SCrittura non dice. Certo i , che Davide non

aveala ripudiata , perch ridomandolla; e a lui dopo la morte


di Saulle venne renduta . Queo eempio adunque di un Di
vorzio fatto da un uomo non enza dicolt , e pare , che

foe la ola autorit del Principe, che sorzae Micol a po


are Faltiele .
i. Salome orella del grandEtode u la prima a ormontare
gli oacoli, e che i prendee la libert di ripudiarne lo po
o , facendo Divorzio con Coobero Governatore dell' Idumea,
e di

(d) r. Reg. xxv. 44.

.-..

ua'.-ou-.x

397.
(a) joeph. Amir].
z. 1;. r. u.

DISSERTAZINE

e di Gaza; nel che oper , dice Gioeo (a), contra il cou-


me,e le leggi degli Ebrei ,le quali non permettevano alle mo
gli di abbandonare i loro mariti, e proibivano a quelle , che

l'aveer laciati, di pohrne un altro, non avendo antecedente


mente ricevuto dal primo la Carta del Divorzio. Erodiade,d
(b) Matti). xrv. 3.
- Marr. vi 17.

Cui ci parla il Vangelo (b), avea imilmente ripudiato il uo


conorte Filippo, come s'inerice dalla narrazione del pretito

(c) joeph. Amir].


Lib. 18. e'. 7.

Iorico (c) . Finalmente queo crittore nel libro della ua vi


ta ci da contezza, che la donna da lui poata, da che u po
o in libert,abbandonollo poco dopo le nozze in Aleandria.
Le tre orelle del giovane Agrippa che u in primo luogo Re
di Calcide, e dipoi della Traconitide, c della Batanea, i pre

valero tutte del diritto di ripudiare i loro mariti. Berenice la

primogenita che avea poato nelle prime nozze Erode Re di


Calcide uo Zio, pos ueguentemcnte Polemone Re di Pon
(cl) joeph. Ant-L].

to, e di l a qualche tempo lo repudi (d). Mariamne ua

l. zo. r- 5. r. 693.
(e) Idem ibdem.

orella laci Archelao uo primo conorte , per maritari con


Demetrio Alabarco , o Capo degli Ebrei di Aleandria( e).

Finalmente Druilla dopo eere ata moglie di Azia Re di E


mea, che per ipoarla i e circoncidere, d indi ad alcuni
( f) Idem iirem.

anni lo abbandon per congiungeri in matrimonio con Felice


Governatore della Giudea (f).

Si ocrvano nelibri del nuovo teamento alcune tracce


della licenza, che gi andavan prendendo di quel tempo lc

donne, in are a lor talento Divorzio. Inegna GESU' CRI


(g) Marca. 7.:.. Si
xor dimierit mmm
[1mm (7- lleri nu
pcrit , matt/mm".
(h) Ios. [V. 18.

(i) Groninjoannem.

TO (g) ,che e una donna abbandona il marito,e poano un

altro, commette un adultcrio; upponendo che potce ci tal


volta uccedere. Grozio crede, che la Samaritana (h) riprea

dal SaIVatore di aver avuto cinque mariti, e di non cer vero


uo poo quello eo, che allora teneva , Crede ', dico (i) ,

che quea Femmina avee ripudiati gli altri cinque, e che u


iendo empre il matrimonio col primo , non oante il Di

vorzio che a lei dalla legge non era permco , ella per certo
non poteva riguardar colui,col quale allora i ava ,come uo
(k) i. Cor. vu. io.
1:. Et i :mmnlxrr
ide/is 1m .:t 'mmm

vero conorte. Coniglia S. Paolo (k) alle donne Criiane di


non abbandonare i loro mariti anche inedeli , e conentano

inidelem, (gn hu: ;9n

di abitare con eo loro, il che uppone , che altrimenti era

entit habimre rum

lOro permeo: e noi leggiamo, che S. Tecla dicepola di s

illa , non dimm/4t

grande Apoolo edivorzio col uo poo , da chella ebbe


abbracciato il Criianeimo (l), che in quel tempo non veni
va riputato, e non qual riforma ,della religion degli Ebrei`

'wrum -

( l ) Epiphn. ban-
78.

V01

o *e-.

i.;
a

SOPRA IL DIVORZIO.

393

I Maomettani, i quali come noto , hanno tratte molte

Pratiche dal Giudaimo, permettono tanto agli uomini ,quan


to alle donne il Divorzio (a): ma con maggiore dicolt
alle femmine , eendo per altro vero degli uomini u que

o articolo ommamente indulgenti . Laciare la propria mo


glie inra loro quai lo eo, che cangiar erva tra noi .

(a) Wde Alt-ora.


Azar 2.. - . (-t.
Aaronmfr. .z.de
Turris, - Bull-m.
oer. [ib. 3 , '
alia:.

i.-*
..

Poono no a due volte ripigliare la moglie da cui 1 divi~


ero: ma non poono poi riprenderla per la terza nta, s'
ella dopo il uo Divorzio non venne maritata con un altro
~
-

uomo. Le donne non poono contrarre un nuovo maritag

gio, c non dopo tre mei della loro eparazione. ll Giudi


ce prende conocenza delle caue del ripudio , le quali per
ordinario ono, oi cattivi coumi, ovvero la erilit del
la moglie-

I Greci, i Romani , e i popoli barbari vivevano ancora


in una pi gran libert, avendo circa il matrimonio, el Di

<0.-v
_- ` uk*

vorzio abui maggiori , di quanti ne abbiamo ino a qu rac~


contati. Siccome erano enza veruna legge Divina u queo

punto, credevano lecito il eparari reciprocamente , e con e


guale facilit rimaritari ubito con chiunque voleero, en

za oervare intorno a ci molte formalit, e enza ar cao di

-`_.

cercare buone ragioni della loro eparazione. I Libelli del ri


pudio erano comuni 5 ma coumavano ancora altre maniere

di eparari:valendoi, per eempio, di parole contrarie aquelle


che avevano adoperato nelle cirimonie del Mogliazzo, ovvero

delle eguenti (b).- Condztz'one tua non utar , ovvero (c ) , Rex

(b) Lib. LP. deDi.

tua: tibi babe : prendi ci che a te i apetta , o vattene pe'


fatti tuoi. Toglieva talvolta il marito le chiavi alla moglie ,
ovvero quea rimandavale al uo conorte, e di proprio ca

vor:.
(cl Li. 1. S. P. de
Dwor!.

po faceva Divorzio (d); nalmente laceravai alcuna ata lo (d). An er oy gy


nai pratte ta fa .
Scritto del matrimonio.
Quanto alle caue , e a' motivi del Divorzio , facevai

queto ben ovente di comun coneno,etalvolta per olo vo


lere delluna delle due parti, e enz altra ragione , che del mi

piace cos. E' nota la ripoa data da Paolo Emilio (e) aquei,
che i maravigliavano , che avee ripudiata Papiria : mor

(e) Plutarch. in:


.Emil.

eo agli amici una delle ue car e , e dimand loro c foe

bella , e ben fatta , i quagli gli ripoero che s 5 ma niuno di


Voi, oggiune, ente il male, ch' ella mi a.

Bench il Divorzio foe per le leggi delle dodici Ta~


vole permeo a' Romani ,' non trovaene pertanto eempio

Dzm, Calma: T. I.

Ddd

*fu-_

al
f

3.94.
(a) Divortium pri

DISSERTAZIONE

alcuno avanti l'anno 511. (a) o 520. (b) della ondazionedi

mm Rom-acolta?

rim Caruilius Ruga,


ma quingmtczmo
minimo po :ir/;rm
rondimm -Aul-Gell.
l. 16.:.ulr.
(b) VAI. MaxiJib.
2.!!- |. Repudium i
ter uxorem (9- *vir-um

a condita Urbe uque

Roma. Spurio Carvilio Ruga u il primo a ripudiarc la ua


Spoa, perch erile; ma ucceivamente non i attee qua

i pi regola alcuna pel Divorzio , e i conider in certo


modo come un frutto del maritaggio, giua la viva epre~
ione di Tei-tulliano : RFPudium jam '00mm fuit, e?" qua ma~
trimom'i frum (e). Pas tant oltre l' abuo , che l'Impera~

ad -vigei'mrlm ,

dore Auguo (d) u coretto a mettervi qualche frenosor

quingentrinmm rm
num ultima inter_
tai:.
(c) Ter!. Adverf_
Gente: c. 6.
(d) Sotto. in Aug.
Divartiis modum
impauit .
(e) Coramseptrm te
ibm Roman-i5 pube
rio: ac (iviu: .
Paul. l. ML-4m Di
-uartium 9. de Divor
tia.
(f) Vida-.Max- La.
(.4 L. Antonin; Se
am mowmnt-,qucd
quam ,Virgimm in
matrimoni/im dum-

dinando, clic il Divorzio non avee vigore alcuno, e non

mt

YPlll/izft ,

nio umiromm in

conilium Kid/libico.
(g) Seme. .de bmc.
l. 3. c. 16.

(h) Vida JBUBVIL


Satyr. 6.

venie fatto alla preenza di ette teimonj cittadini Roma


ni (e), e in iato di pubert . Ma quantunque le perone
onorate biaimalero la troppo grande facilit di ciorre il
matrimonio, e che i Cenori aveero altres ecluo una vol
ta dal Senato un Senatore, che avea ripudiata la conorte da
lui poata enz'avere antecedentemente conultato veruno de

uoi amici (f); non per queo i laci di continuare s at


ta licenZa. .Az-'ui fore al di di oggi una donna , che arroca
.di a-ver fatto divorzio f dice Seneca (g) da che le Marrone d
illo/ZH' natali contano gli anni loro, non gi dal numero de Con
oli , ma dal numero de Marin', cb ebbero t cileno fan Divorzio
per maritar,e maritan per far DivorzjoJlXEUNT MATRI
MONII CAUSA , NUBUNT DIVORTH. Pu vederi lo.

maniera piccante , onde i Satirici (la) mettono in ridicolo le


troppo frequenti eparazioni.
Ecco lo [lato .in cui i trovavano le coe circa queo

articolo tra gli Ebrei, i Greci, e i Romani, allorch GF


SU' CRISTO venuto _al mondo ollev il Matrimonio alla
eccela dignit di Sagramento, e che ne di a conocere la

Santit , e le obbligazioni, rieonducendolo al uo principio ,


e alla primiera ua iituzione 2 dichiarando in oltre , che
econdo la intenzione del Creatore era indiolubile il Ma
trimonio; che l Divorzio era oltanto lecito nel cao dell
adulterio , ma che. per tal Divorzio non -rangevai punto 'il
vincolo marita'le; che luomo,e la .donna hanno una. egual

ragione per eparari nel cao accennato . Fu detto agli An


tichi , oggiugne il Salvatore, e alcun ripudia la propria

moglie, 'le dia il libello del Divorzio: Ma io vi dico, che


chiunque lacia la propria conorte., eccetto la caua della
ornicazione, la epone al delitto dell'adulterio , e chi po

a una femmina repudiata , eo pure un adulterio commet


te.

SOPRA IL DIVORZIO.

395

Matth. v. ;1.32.
te (a). E avendogli addomandato altra ata i Fariei , e (a)
Dzrtm cj autem .

foe lecito ad un uomo di ripudiare la ua compagna per

Qymmqm dimi'ril_

qualivoglia cagione, ripoe, che il_ Creatore avendo creato


luomo, e la donna die : L' uomo abbandoner il Padre,

uxoremjua-m , det ex

e la Madre, e ar unito colla propria conorte , e amen


due non aranno che una ola carne : quindi non ono pi
due, ma una ola carne. LUOMO ADUNQUE NON SE
PARI CIO' , CHE DIO NE CONGIUNSE ( h) . Indi re`~

bellum ref-min'. E
go autem dito *vahir:
@ma omnis', qui di

miferituxorem [ai,
exrcpm famimtiomx
eau/ajax 2.:: m;
thari : ('7 qui dimi am duxerir,
adul
vtem!
.

plica loro quanto antecedentemente avea detto intorno al Di


kb) Matth. mx. 4.

vorzio, non pei-mettendolo, che per le caue , e colle mo - n]. Non legiis,

derazioni di opra indicate;


Ma cos come il Salvatore in queta occaione parlava
olamente agli Ebrei , non epree un altro cao , che ren
de lccito il Divorzio, ed quando una delle parti i con
verte al Criianeimo, mentre che l altra i mantiene nella

Idolatria ,e nellerroreaL' Apoolo S. Paolo ci ha dato opra


di ci le regole da teneri. Ripetto a quei,che gi on ma

quia qui feci! hami


em ab inizio, ma.
rulum , vmminzm
feti! e05? .Z- dixit .
Prnpter ho: dimittet
homo parrem* ma
trem , * adharebit
uxoriua , G- emnt
duo in came 1mm[

rxqm iam non mt

ed una caro .
ritati, dic egli (c), non ono io, ma il Signore che co duo,
QU O D E R GO

manda di non eparari la donna dal uo marito: e eparan


dOl di non rimaritari, 0 che i riconcilj col uo conorte.
Fin qu l'Apoolo non Fa, che piegare la mente di GESU'
Crio opra il Divorzio :cio , che non i faccia Divorzio
e non per caua dell'dulterio, e dato che egua il Divor

DEUS CONJUN
X[T,HOMO NON
SEPARET.
(c) 1. Cor. vu. 10._
H. Ii: autem , qui

marrimona jumfi

unt ,

racpio non

e Dominus ,
zio, i rimangano dal rimaritar. In ordine agli altri, va ego,
uxorem a *una non
le a dire,a' Pagani ,'o a quelli che i convertono,non il dicederc, : Quad i
Signore, ma io che dico loro (d): Se uno poo fedele ha dicefezit , marie
immpmm, aut-vira
una poa infedele, e conenta di abitare con eo lui , non uo recontiliari. EF

1 epari da lei; e parimente e una donna fedele ha un ma

vir uxorrm non di

rito infedele, e conenta di eco abitare ,3 da lui non i e

mittat.
,
(d) "UU. n.. 13. 0-!.

pari . . . . . . Che e l'infedele i ritira, ella pure i parta,


perche il fratello, e la orella- fedele non ono in queo ca
o oggetti alla ervit.
Ancorch quei tei fieno s chiari , e che non abbi
-ognino di piegazione , nacquero tuttavia non piccole di

Nam :eteris ego dita,

colt intorno alla maniera , onde dovevano intenderi , ed

abbiam veduto u queo punto i nori pi celebri dottori,


con entimenti oltre modo contrari ; o ia che il coume
degli Ebrei, e dePagani, che i convertivan'o al Criiane
imo, cagionae troppo grandi oacoli alla pratica di que

non Dominus. Si qu::

frate-r uxarem habet


infidclem,- ha: ton

emit hahitare mm
;Human dimittatil

lam . lit/i qua mu


Iier deli: habet *ui
mm indrlem ,
hit* coneni habi
tare Minimum di
mittat -w'rum . . . .

Quodiindelis di
ad, difredat: non

mi; ervimti ubje

e regole , o ia che credeero , che la ripoa di GESU E'm et ram-,amp


CRISTO riguardae olamente gli Ebrei, a' quali parlava, e ror i ujumodi
Ddd a
non

96
DISSERTAZIONE
'non la Chiea Criiana , la quale i giudic , che dovee
godere una maggior libert; o ia finalmente che il termine di
Fornioazone dee luogo all'equivocmcerta coa , che per lun
go tratto di tempo ci' u nella Chiea molta variet nella
dempimento del comando del Salvatore.
Siccome nello ile della Scrittura i nomi di ornicazio
ne, e di adulterio i eplicano in due eni diveri; ora , e
condo la lettera , per un peccato impuro , e contrario alla
pudicizia , ed ora in un eno gurato per la Idolatria , la.
cclleratezza , la inedelt della creatura vero il uo D'io ;
(a) Mania. v. zzt
Pareos logu POL
neas`

preero alcuni quee parole di GESU CRISTO (a) : Omnia


gm' dimzerit urarem uam , excepm farnicatioms caua , in tut

ta 1 ampiezza di quei due eni , tanto pe delitti oppoi

alla cait , che per gli altri diordini comprei dalla Scrit
tura otto il nome di Adulterio . Altri l interpetrarono -
condo la lettera , e giua la rigoroa loro ignicante; i

che produe pratiche proporzionato a' vari modi di prendere


coteo termine.
(11).Homi. 7. in
Miztthde Grot.
m bn: Lou-.m.

Origene (b) par che creda , che Mos tollerando il Di~


vorzo , intendee Tropic? aliqtmm fwdz'tatem , tutti gli erro
ri, e tutti falli, ne' quali puote una donna cadere : ma poi.

hn
N.4. .

oggiunge, il Salvatore ci ha precritte leggi molto pi ret


te, in non permettendo il Divorzio , e non per ola caua.
LD

della ornicazione i e egue ad eaminare , e otto tal nome


poano altres comprenderi altri pi 'gravi delitti : per eem

pio, e la moglie oe veneica, e avee dato morte a uoi


gliuoli, e foe omicida , e rubae al uo marito .- parreb~
be invero uor di ragione il orire tutti quei eccei in
una femmina , mentrecch i ripudiae per l adulterio. lo
giudico adunque, dice Origene, che quando ilFigliuolo di
Dio die, che non biognava ar Divorzio , e non atteo
il motivo della ornicazio-ne , non volee riringerne la li

bert a queo unico cao z ma propoe olamente tal'cem


pio, come uno di quelli , che dar. poono acoltad un uo
all:

mo di eparari. dalla ua compagna, enza poter' eere impu


tati .a lui que mancamenti, ne quali potrebbe ella cadere do
po il- ripudio .

Ripetto a maritaggi contra-tti da perone , che fecero


Divorzio, dice l Autore preato, che certi Vecovi perme
ero a~ imi orta di gent-e celebrare un nuovo matrimonio ,
nel che operaronocontrai termini. della Scrittura ,. che lo
'
pror

Pf(
E t
c
Cor:

mn

:.34.
;RAL
L.."
"'M
.-dF..nL****F-_r

SOPRA'IL DIVORZIO~397
'proibice 5 ma Con tutto ci non oa di condannarli , mentre
potevano aver ragioni particolari di cos are , temendo ore
dj un maggior male, come quello della incontinenza . Le leg
gi degl' Imperadori Chriiani eprimono diveri Cai , oltre'
quello dell adulterio, ne' quali era lecito il Divorzio, e ilVe
nerabile Beda (a) confea , che molti abbandonarono le loro

mogli non olo per cagione delladulterio , ma per timore di

(a) Beda in Marr. v.


tirarmi [ori: colle
[iis in Cona!. Aqui_

Dio , ancora, vale a dire, per non perdere la loro ede, e la

ghz. Una _ola/mo

do uma/is maa,

religione. S. Agoino (b) nelle ue retrattazioni manifeta ,


che del uo tempo eravi diviione opra il eno delle parole

owie-Mio 5 una [pf


rituali: , timor Del ,
ur uxor dimittamr

di GESU CRISTO, e che taluni prendevano il nome di or

nicazionc in tutta quellampiezza , che vedemmo eergli tata

in multi Religioni:
:ana frri lagun

data da Origene.

(b) Ang. Ren-67.

1
,

mr.

Ma il entimento pi univerale, e meglio fondato en

l. 1. r. 19.

za dubbio quello, che prende le parole di GESU' CRISTO

nel eno lor letterale, tretto, e rigoroo. La maggior parte


de Padri, e quai tutt'i Comenratori le hanno piegate in que
ta forma , e' non ebbero dicolt di, dire, che e le leggi de

Principi, ed anche la legge Moaica hanno permeo , e tol

lerato il Divorzio per altre caue , che per ladulterio, non


per queto elleno lo rendettero mai legittimo , e lecito in co
cienza; Nulla: eau/am decirendi a tonj'ugio Wwfrribuntuam
(c) Hilr. in Matt.

qua* 'virum Proimm uxoris ocieta Pollue-ct , dice S. Ilario (c).

t. [V. n. 2:.. Virle (5*

Avvi ancora una dicolt ,che conite in apere , c


nel cao del Divorzio per caua di adulterio poano le par
ti contrarre un nuovo matrimonio. La Legge di Mos , co

Chrvfch tom.g.Ser7_rf.
[9. :ir [HDi-.lla ranno! .
`Theodoret. in ep. ad
Cor. Clem. Alex. l. z..

me gi i not , nol vietava 5 le coituzioni degl' Imperato

Strona. adntm .

ri Critiani lo permettevano; e non pu negari ,' che ne

primi ecoli molti Fedeli non l'abbiano praticato , come an


che preentemente cotumai nella Chiea Greca ,"e in tutte
le Chiee di Oriente (d). Inegnano le preatte Chiee la

d) Renaudot, Per

dela Foy.c.
indiolubilit del matrimonio Critiano , come il carattere petuite
5.1.6_.c. 7. png. 447.
che ditingue dal maritaggio Giudaico, e che ben lo riduce 3t urv.

alla primiera ua inituziones ma credono , che nel Cao


dell adulterio , permetta GESU CRISTO il repudiare la
propria moglie, e di prenderne un' altra. I Copri, i Sirj ,

e, tutti gli Orientali tengono intorno a queto articolo gl'

ieimi entimenti de Greci.

Tra i Latini Lattanzio an

cora (e), e Tertulliano (f) giudicano , che il matrimonio (e) Laam. lia_ 6.'
mediante il Divorzio reti diciolto : Tam enim repdio m4 c.(F):3.Tertullu Mq..
;rmonim dz'ritcrzz'mr, quam morte. E altrove : il Creatore me mgomia,

deimo
._.,.

398
(a) Tortull.l.4.con.
rm Mucio. Vide r
l_ a.. :rd yxarcm c. l.

DISSERTAZIONE

deimo (a) non frange il nodo del maritaggio,10r che nel


'hLl

cao dell adulterio , 'Ireter ex caua adulterii , nec Creator

dujngit , quod ipe fcilicet conjunxit. Con tutto queto per


non permetteva Tertulliano alle perone coniugare di mari
(b) V:: umidi* Mo tari (b) : ma Lattanzio non faceva dicolt di concederlo
Gg-177).F. S. - 9.
loro.
'
(c) Concili Elio.
Origene, come i vidde , avverte , che del uo tempo
mp. 8. <5. Fazmina
que 7mila precedente
caua light-m:: 'ai'
"5" uo: , c* eteri:
_e corni/mn , mc i
ne nrcpiznr rom
mninem. Et ale
i? ie/nm:: , que a
unlterum- mani/1m
reliqzerit jiilrlcmazy
rrltrrum .i'm-ir, pro
hzmtur e due: .
Si. autem dita-it ,

alcuni Vecovi permea-ro a quei , che avevan arto Divor


zio di` rimaritari con altri. Il Concilio di Elvira (c) up

pone queo uo, ma lo diapprova, e il condanna come un


delitto, e un abuo.

Le donne, che enza legittima caujz ab

la comunione neppure alla morte. E e una femmina Criianz


lacia il ua conorte fedele, ma adultero , e che un altro uo
glia pozrne , le ia lmPEtlltO , e Prendendolo non i concede: :z

non [_rtu ncchm! r5_

let' la comunione , e non doPo la morte del Primo marito , o in

munmnem, quam i:
quem reliquit ,de a
mio exierir ;ri/:ne
cq im: in rmitntix
dare compulerir .

cao d' infermit.

Il primo Concilio Arelaten (d) : Vuo

le ,ai che i eortino, Per quanto ar pobile ,. gli poi gio-vani ,

ma moglie con-vinta di adulte-rio .

rr. mp. lo; conilinm


del" , yimntm
xorim tu': -, licet
adult-ris, alia: ut

Conjugati, ed eortandoli a non ar Divorzio, e a non pre

S. Ambrogio parlando a'

valeri della Libert, che davano allora le leggi civili, dice


loro (e) : Separar dalla conorte fuor del cn notato nell E

cifizmt.

(e) Amhoj in [ut. U-zngelio , non, olo 'violare il Precetto Divino , ma diruggere
l. 81.7.. . . . Cale ancora la opera di Dio-..4 'Potrete aver cuore di vedere i 'uori
jl'c Praroptum 5 ed'

glioli, eendo wi anche uiw,alle mani del 'Patrigno, o oner

Pom- i ;mom .- ne
ar at/5 iltiuniuum
:rm-m et.
( f) Vde Concili .le~
'Eli-ma. c. rr. Can
al. Verna. {2-7. 6.
(art.17. 0- 7.0.Con
ci!. Compend. c. 16.
Sym-m, Ibba-nuca S.
Rnrritii un ;i-4.t.t.

(8)13; 4,8.

PE
di
te
i
CC
Cl

tergli , 'vivendo tuttavia ahi, generogli , ., in balla di una matri

gna s Ma Foo che la doma; da 'voi rePudiata non mariti ,Po


trete *voi-aver contragenio. uer di una pema ,- cbe 'vi mantie

me torre degere it
mverc? Pope i rc
pudi-t non ms:.
.Er lo vito tibi pot
mit diblirere , cui a
dulteroidem/rz't?

il

e fedeli di non contrarre un nua-vo matrimonio , vivendo la Pri

( d) ConciLArlnt.

guai-Idem eri-am 0P:


Dei ole-unt . Pate
zzne, oro, liber-orme:.
vivente te e/e _ub
mtmo? aut imola;

rTP-Lb
Ln?
L'I_-

bandonnronoi loro mariti, ed altri ne poarono , non rice-vano

ne la fede, per quanto indegno 'UE ne rendi-:te con un reo ma

ritaggio E .ella un- altro ne poi il delittov del uo adulteria,


non ricade egli ,Lia-um di 110i per averla nigiuamente obbligate
crd: oPerare in tal guia? Si citano non pochi Concilf( f) ,.ma

Che
ed
C01
ci
ad

lime della Chiea di Francia, che uppongono, ed anche pa


da

re che autorizzino l uo di maritari-` nuovamente ad; altri , e~


guito il Divorzio..

'
'

ClllQ
ne i

Ma imigianti pratiche, e entimenti" non ur mai- un~


veralmente accettati; e i hanno prove , che in tutti i e
coli, e nella maggior parte delle Chiee , ano ati. diap-
provati non poco da dottiuni- Prclati. I Canoni attribuiti

agli Apooli (g) proihicono epreamente a chi ripudi Ia


pro

giu(
m0!
C01)

Crc

P1in

SOPRA IL DIVORZIO.

399

propria moglie , di unaltra poarne,vivendo ancora la pri


ma.

I Papi Siricio (a) , Innocenzo (b) , Leone (e) , Stefa (a) Siriciur ep. ad

no (d), e Zaccaria (e) nelle loro lettere Decretali condan


nano rigoroamente matrimonj di queta fatta , trattandoli di
adulterio. La Chiea Romana ha empre coantcmente man
tenute le regole propoie da'Sommi Ponteci , n mai appro

v i maritaggi contratti dopo il Divorzio, vivendo ancora le


due parti, e dall' ottavo ecolo in qu la Chiea di Francia i
empre piegata in tal forma u queo articolo (f). Gre
gorio econdo crivendo a Bonizio Vecovo di Utrech di

Hmztrimm Tan-a.
C 071-.

(b) 1mm:. ep. ad


Exuper. leolar .
(c) Leo Pnp.: mi
Probsm .
(d) _Step/am: II.
Art. $

(e) Zar/mr. ep. 7.


431 Pipimlm enzo.

(t) Comi/.Campmd.'
a. 744. can. [S.

Suexon. mp. 9. Far


ceva (g) , che un uomo, cui ua moglie non pu rendere il iut.
421.791. mn. io.
debito coniugale , attee le corporali ue infermit , poteva Cepirular. Ludoviti

maritari ad un altra,enza per negare il uo aiuto alla iner

Pu MP. 3. de lu':
qzu Pro lege lis/mx

ma conorte, ma nota Graziano (b) eer il Sommo Ponte

d mr .

ce in ordine a queto contrario a acri Canoni , ed anche

(g) Greg: II. EF. 13.


ad Bom:.4r~:.tom.
l
6. Canti!.

alla dottrina dell'Evangelio, e degli Apotoli. Finalmente il

entimento della Chiea Latina , che il nodo maritale u (h) Gran- 32.. qu. 7.
c. 18.
ita, non oante il pi legittimo Divorzio. Nel Concilio fuijh'
.

@and propo

Fiorentino avendo i Vecovi Latini addimandato a' Greci ,

.perch permetteero a chi avea fatto Divorzio , il maritar


di nuovo, non poterono iGreci ripondere convenientemen

te a queta dicolt : non per queto i ruppe la unione ,


i ece bens loro avvertito di correggere cotanto abuo. E'l
Concilio di Trento avea teo un Canone u quet' articolo,
col quale comunicava enza limitazione tutti coloro , che
credevano ranto il nodo matrimoniale col Divorzio, e che

potee contrari un nuovo maritaggio.


Ver , che leggei nell'Ioria del preatto Concilio(i),

che gli Ambaciadori di Venezia rappreentarono , che po


edendo la loro Repubblica le Iole di Cipro, di Candia , di
Corf , del Zante , e di Cefalonia tutte abitate da molti Gre

ci, ove da pi ecoli era in coume il repudiare le donne


adultere, e di maritari con altre,non pareva lor bene di con
dannare que popoli aenti per non eere ati chiamati alCon
cilio z che perci i degnaeroi Padri di ormarne il Cano
ne in modo, che quei Greci non ne riportaero verun pre

giudicio. Fu giudicato a propoito di aver riguardo alle ri


moranze de'Vcneziani , maime per non e ere adunato il
Concilio , ane di condannare gli errori , e ic pratiche de'

Greci s ma olamente a oggetto di condannare le ravolte


opinioni de' Proteanti : e per laltra parte-avendo alcuni

Teolo

(i) Fra Paolo Iar.

del Concilio di Trm


l0.

400
DISS'ERTAZIONE'
Teologi dato a divedere eervi {lati dc' Padri, che credei
rono poteri ritor moglie , 0 marito dopo il Divorzio : i
(a) Ar? Comi!.
Trid._(~8. C.1. 7.
Siqix dixerit , Ee

pree lo pedicnte di dire (a) .Anatomia a chiunque foe ar

etiam knew:

luto la Chiea Romana favorire , n approvare intorno a


queo punto la opinione , e la pratica degli Orientali, e
deGreci.
'
Bench i convenga eere. il delitto dell adulterio ugua

dito di aerire , che la Chiea erra , inegnando non dicior il


eleizm crmre mm nodo matrimoniale per l adulta-io dell una, o dell altra parte,
doom: , (3- dont ,
propter nd/tlerimn e che ambi i Conjugati , anto quegli , o quella , che innocen
altari: eoniugum, te , a obbligato a manteneri eelibe , ne/; ne *viva l' altro
matrimonii @mm
[um non oi- d1/al_ di ei,- e che quegli, o quella che i marito dopo il Divorzio ,
ui , * mmm-j. curl commette 1m adulterio .
Il che giuica non aver mai vo
t: ,

qui caua- llt


rio non dill , non

poe altera tuning;


'vi-vente aliud mirt
moium contra/lore ,_

mxdmriqc may/.<1
climi/a adulte-r.; a,
[iam dita-eri! , (9

01m, qua rmmoa


dultcro , alii n.1.- e
n'r, nat/;ema 1t.

le tanto nell' uomo, quanto nella donna , e che 'l privile

gio conceduto dal Figliuolo di Dio alle perone maritate


di eparari da quello , o da quella che cader in imigliante
misfatto , ia comune: La pratica per non ata ripet
to a ci in tutte le Chiee uniorme. In alcuni luoghi non
laciavai la libert di ripudiarei mariti, quantunque adul

(b) Ep. Canoni.


Bail. ad Ampbllo
tb. e. 9.

teri: e S. Bailio nella ua lettera canonica ad Anilochio


(b) dice , che oervavai rigoroamente la legge del Divor
zio contro alle donne convinte di adulterio , ma eere in

coume , che le mogli riteneero i loro conorti , bench'


rei di imili regolamenti : aggiugne ancora, che e un uo
mo, eendo in tal guia abbandonato dalla ua compagna ,
contraeva un altro matrimonio , dubitavai e la donna , ch'

e' prendeva, foe rea di adulterio, perch la colpa di tal ma


ritaggio dovea ricadere pi too opra di quella , che ripu
di il- uo conorte , che ovra quella che poollo dopo il
Divorzio. E e in imigliante occaione dovea trattari con
indulgenza il marito , era conveniente a pi orte ragione

di aver riguardo alla femmina , che egli pos.

Ma e poi

era l'uomo, che avee arto Divorzio , e indi nuovamen


te maritato i foe , non poteva accuari di adulterio , non

meno che la donna, la'quale dopo eere ata abbandonata


dal proprio marito, un altro prendevane. I Greci, che han
o

no piegato i Canoni Apoolici (o J- , pretendono eere a~


to un uo del continuo oervato tra Critiani , che una don

(d) Virle Gr, ad

adulterio (d).

(cl) In Can. 48.11

na non potee eparari dal uo marito per la ola caua dell`


Marh. e. 5.

Ma agevolimo dimorare il contrario nella prati~

Ca

SOPRA IL DIVORZIO.

401

Ea" della Chiea Latina. ll martire S. Giuino (a) parlando (a) WW-1 S
at-mn Romana; . .

al Senato Romano narra, che una donna Criiana eendo vi

vuta_ Prima di convertiri nella diolutezza col uo conorte ,


too che i u convertita, i applic a peruadergli la emenda
zione de uoi licenzioi coumi, e di laciare l errore , in cui

egli i avas non facendo pertanto il marito conto de uoi


avvertimenti, ella i riole di ripudiarlo, ma eendone impe
dita dalle uppliche, e rimoranze del Parentado , i trov
aretta ad abitare con eo lui, bench poca peranza vi fo
e, ch edovee ravvederi de uoi eccei. In ne avendo co

ui impreo il viaggio per Aleandria, e ua moglie eendo


informata , che in vece di vivere in una oggia pi regolata ,
vie pi s'immergeva nevizj, la termin con mandargli il Li
bello del ripudio. Videi anche qu opra l' eempio di S. Te
cla. Riferice diuamente S. Girolamo (b) quello di Fabio

(i'n) Hier. mi Ore


a. Ep. 30.

la, che abbandon uo marito a caua delle ue impudicizie,


e poonne un altro, vivendo anche il primo. Non rea dif

"'.-Q

cile a S. Girolamo di giuicare il Divorzio di Fabiola, ma.

in riguardo del nuovo uo matrimonio obbligato a confe


are, chella viol circa queo punto le leggi della Chiea ,
delle quali non erane abbaanza informata 5 e la penitenza ,
che fecene alla porta Lateranene , ediic altrettanto i Fede

li , quanto poteano avergli candalizzati le econde ue nozze.


Da ci i vede , che le donne prendevano la libert di repu
diare gli adulteri loro conorti in quella guia, che i mariti
praticavano ripetto alle lor mogli , e che probabilmente il
cotume , di cui. ci parlano i Greci, non fu praticato che nel~
l' Oriente.
Quanto al coniglio , che da S. Paolo alla donna ede-~

le di abitare con linfedele uo poo , e reciprocamente al


conorte infedele di non abbandonare la fedele ua moglie ,
e inieme i accordano , e e la loro coabitazione non por
ta pregiudicio alla religione , e alla fede della parte fedele i
dee rifletteri in primo luogo, che il coniglio dell Apoo`
lo non riguarda e non quei e quelle , che i oonvertivano
al Criianeimo dopo il lor maritaggio i imperocch in quan`
to agli altri fu_ empre mai proibito nella Chiea a Fede
li di poare Infedeli , e nulli empre ono ati dichiarati
imili matrimoni.

'x4

a3

Secondariamente vuole l' Apoolo , che

per rendere il Divorzio, o la eparazione legittima , vi ia


un pericolo ragionevole , che la _parte fedele i perverta , e
DUernCalmet T. I.

_
Eee
,
per

'
'-'WQP

*i
-L--S~o~
'

402

DISSERTAZONE

perda la ua Fede : Occurrzt alzquando necetatir articoli, ubi


(a E-'frtf- '57' ,aut uxor dimittatur, aut Lbrus, dice S. Agotino (a). In ter
W' h n' 3"
zo luogo il Divorzio dell'uomo, e della donna edee con i

infedele nel cao epoo da noi, non tanto eparavala di abi


tazione,'e di corpo, ma tangeva lo eo nodo del matrimo
nio, ponendo le parti in una perertiima libert di maritari a
chi oro pi o e piaciuto s mentre il maritaggio da ei con
trattato nella inedelt , non eendo un _Sagramento, ma un
mero., e emplice contratto , non dovea coniderari come in~
diolubile, n di altra natura .che i maritamenti degl' infede
ib; Ad-f- i;
i (b). Ma la ereia di una delle parti non una ragione le
iz'ipzfzz'W, gittima per diciorre il matrimonio, bench bati Per autoriz
ex Deinom-

a lfm

zare 1a eparazione e l Divorzio Le).

Quanto alla licenza di rimaritari , che concedevano cer

ti antichi alle ,part digiunte mediante il Divorzio,intorno' a.


ci trovai molta variet. Davano alcuni alle donne a ea
libert che agli ,uomini : altri gliela negavano; L' Ambroia
(d) Ambroi. i e (d) _Rima 9 che l uomo , il quale ha laciato ia ua con
LCor. vu. 10.1!. orte adultera, ne poa poare un altra; ma non .giudica ,
_ _ _ .chela
donna,
ha fatto
Divorzio
col marito
}:LCWLHMW
ro, poa
farnelaloquale
elio,
il Concilio
Eliberitano
(.e) adulte
non l
oppone a queo entimento , volendo che s' impedica una
donna, che abbandon il uo marito 'adultero, di poarne un

altro; e avendolo poato comanda , che a 'ici i nieghi la c0


munione ino alla morte del primo conorte. Poon vederi

,il Card. Gaetano opra S. Matteo .cap. xtx. 11. e Caterino o


pra la L' Epiola a _Corinti cap. v1 1. 1 1. , che favoricono
-quea opinione.

Ma parecchi Antichi fanno ?buono alla donna la mede


( f) Epiplmn. bare. ima libert , che all'uomo. -S. Epianio (f) dice chiara
59
mente , che una femmina , che abbia ripudiato l adultero
:uo conorte , puote :un altro poarne . Crani a favore di
(g) Con/lit.Apo.l. queo entimento le Coituzione Apooliche (g) , Orige
iiio'r'izen. i Mat. -ne (h); Pollenzio citato appreo S. Agoino .f i), un Anti
th. xlx. s.
-co Penitenzmle Romano , Fozm (k), e l Concilio Vermeq

S)u "1"2'"j
. . l. 8 Il *

unicona-g. c. 5:
83)
un. i8.

riene (I).
.

'

~
- , che nel cao dell I Adulterio

'
Opmarono alcuniu antichi
`non potee il marito ar colla moglie , n la moglie con
il marito , e che la ,parte fedele .ed innocente dovee epa
rar-da quella, che aveane -Ia ede coniugale violata . Stava
;i fatta opinione fondata principalmente ul detto :del 5a-

ario

''\

SOPRA IL DIVORZIO-

403'

vio (a). Qui rene: adulteram , ulms ci, (a' impu:. Il Con- (a) PW- mm:.

cilio di Neocearea (b) comanda a un' Prete di ripudiare la (l3 CM- 3


ua compagna,
ordinazione
uo marito
adulterio,
e paree dopo
che S.la Agotino
(o)diabbia
credutocadr
, cheinl (al' '* Rm45 ' t'
ao de Proverbi da noi riferito, contenee un precetto , che

obbligae a far Divorzio da una donna convinta di adulrerio.


S. Girolamo opra S.Matteo embra, che abbia avuto liteo
entimento. Ma l'Apoolo ci da bene a divedere, qual foe
la intenzione di GESU CRISTO permettendo il Divorzio ,
quando dice (d) ,. che e la donna abbandona il uo marito (ci) r. Cor- vu. io.

fedele, tia enza maritar, oppure con eolui i riconcilj. L;Z;,;;fdif;,z


E la maggior parte dePadri non hanno epreo con minor quod ziieerir,

chiarezza eere il Divorzio una mera condecendenzz , e non* Riei-071;?


un precetto; avendolo' empre' mai diuao, e coniderato qual uim'.

rimedio ad un ommo male , e un etremo odioimo a cui

non dovea veniri e non corr gran repugnanza , per la qual


coa conigliavano la reconciliazione ;e tale fu la pratica , e la;
dottrina comune della Chiea
'
Dopo avere uccintamente epote le leggi di Mos, di
GESU' CK ISTO , degli Apotoli, e de Padri- intorno al
Divorzio ;7 viene in acconcio di ar' qui menzione delle] Im
periali- coituzioni ull' itela materiar Convierr confeare,`

che ninna coa ha maggiormente alterata la vera dicipline


della Chiea circa il Divorzio, quanto i Decreti degllmpera
tori, che per la _pi- parte ono talmente oppoti alla regola
precritta da GESU CRISTO nell' Evangelio, che mol
,to i pena a capire,- come 't Vecovi, enza ii cui coniglio non
pubblicavai imigliante orta di regolamenti y vi abbiano* poru
to acconntire '

Biogna, o che l' abui)~ u queta materia foi'.- radicato


.s forte, che non i credeepoibile' di sbarbarlo, ciocche'
avrebbe forzato i Vecovi di conentire a_lor-: mal grado a fta
tuti cos conveneVoli s' ovvero che imili regolamenti eendo
fatti a favor de'Pagani, i- quali i trovavano tuttavia in gran
dilmo numero nell' Imperia pe'Critiani che andavano vie
pi ogni giorno crecendo , foero obbligati a recarvi qual
che temperamento ripetto al Civile', di manierac'h" conve
niero agli uni, ve agli altri ; laciando perv a" Vecovi il' di~
..ritto, l autorit, e l incarico di condurre nel governo Eccle

,atico 'r popoli* fedeli, conforme' alle leggi della Chiea', e


agli ui lauxlabi-li tabiliti tra i Critiani s contentando .i Prin~

Be e z
b

cipi

'

404

DISSERTAZIONE

'tipi di precriver oltanto leggi, che 1 doveero eguin


Laici tribunali . E per vero dire non laciai di oervare
la Chiea Greca- anche dopo tali tatuti degl' Imperadori ,
tiche, e entimenti onninamente uniformi allo Spirito del
(a) Vida Ci?v a . in
Matt!).
(b) Thea'JcIOr
mm. utero: .

vatore, c alle leggi dell' Evangelio (a), ma a d uopo ci


re preenremente le leggi Imperali.
-

ll Gran Coantino (b) nel 331. ordin , che non*


e permeo alle donne di ripudiare i- loro mariti otto 1
dicati preteti, accuimdoli, per eempio , di eer dedi

Vino, al. giuoco , o alla diolutezza , proibendo pal-im


a"
ripudiare
loromoglie
poe non
per qualivoglia
cagi
chemariti
loro dipiaceie
(o).le La
potr dimandar
(c) Placid: Gonan
tim A14:. ad A51,
14; Ifraf. Puror.
zi!. 16. le' lv/MCM.
Iland. Mulini mm

eparazione dal* proprio conorte,e non in cao,cli' e]


omicida, maliardo, o violatore de epolcri; e l marito

Imre propter ua:

potr ripudiare la ua poa, e non convinta di adulte!

pra-v3:: rupidimtex,
memo rep/{diam
7mm , exquirm

o di veleno, o d'inviziare la giovent :- Si mwcba , vel


dicammttzria , 'vel conciliatrix non t . Indi circa a- ei z

caua , ue/x ebrio/v,

dopo dichiar lo teo Imperatore, che una donna d


quattro anni di aenza. del uo conorte impiegato alla g

autpaleamri , aut
mumrmlario ; -neo
'vero metri/i5 per
qzltzmquc orto-[io
m; , [Morta-.um .di.
PANNI'

ra, da cui non potr aver nuove ,_ abbia, facolt di pren

ne un altro. La, prima coituzione di 'Coamino u~<


fermata da Onorio, da Tcodoio- il. Giovine , e Cotanzo

42.1. Ma nel 4:9. gl'. Imperatori. Tcodoio il' Giovane


Valentiniano Terzo abolirono, la legge di Cotantino, e

tabilirono l- antica libert del,` Divorzio.


creto.

Eccone il

Imper. Tbeoxit a Vaint; .Augg. Fiorentino T: F. 'P. 4


nu nm matrimom'a Poe contrabi , contra-fia non mi z
reudio diol-w' pmcipimus. .

Solutionem :Wim matrimoni z

:li-;rem dbere ee _fa-vor IPf'PxIt liberal-um . S"ed inrepudio


Pague dimmi perquirenda , durum ci legum mtmm mod
mo arredare.

Meo confirmation-"bus abrogati: , 911m uno m

mm , mmc tollerato ,4 matrimonio aluto pwcipiunt Peni 4


'Uzmzx mei-ceri , bar @oa/Ziturionc regmdia , 6141p, clearum

cori-citiones. ad wtores lege.- ,8_/P0dqw_PudBum revoca a


[6mm.

Non* i tard moltoa vcderi gl inconvenienti di q


{l'a troppo gran libertdel Divorzio. Dopo* alcuni anni c
nel 449. i medeimi Imperatori- vi- apportarono ultimi tc
pei-amenti,
che poon vederi (d') nell'a- Legge Conmfu,C
mm m: 55. Cod. da
L Imperadore. Anataio nel- quattrocento -novanr'ac

(d) L_ Cozz.zfu 8'.


rep-44'.

con

SOPRA IL DIVORZIO.

4,,

confermo la prima coituzione del Giovane Teodoio riper.


to alla libert del Divorzio, e rivoc la limitazione fatta da `
queo medeimo Imperadore nel uo econdo Decreto i ordi
nando che ne'Divorzj eguiti di cambicvol coneno delle due

Parri, la donna non ole tenuta di apettare cinque anni


per rimaritari , ma che potrebbe eeguirlo entro un anno i

Ecco qual fu la pratica del Divorzio dal Gran Coantino


no a Giuiniano.

Aggiune queo Imperadore alle menzionate ragioni del


Divorzio quella della impotenza dopo due anni di matrimo

nio , ed altre circoanze (a); abilendo per principio, che

(a) A. ;2.8. i!. dc


repair'. I. io. zio-ue.

nelle coe umane non vi ha niente d indiolubile , e perci z:.mp.3.-18.

poteri diciogliere i maritaggi , alcuni, col coneno delle due


parti, altri , per qualche giuo ripetto : 'Per occaonem ra
tiombilem, que cum bom: graa vocatur ,- altri enza motivo
veruno z .Alia 'vero tim: omnem car-am ; ed altri nalmente

per una caua ragionevole, cum caua rationabilz' . Ririne


poi la libert del Divorzio a certe cagioni (b), e annull (b) Now. 117. *

tutte le leggi che permettevanlo , o enza motivo legittimo,


o olamente per reciproco conentimento , ma quea ulti

134. `

ma ragione non valeva, e non in uppoizione che l' una

delle parti volee abbracciare la vita Religioa , o far voto


di cait.
L Imperadore Giuino nipote di Giuiniano (c) ria

(c) A. 6,N0vell.

bili i Divorzj , che i facevano a beneplacito delle parti , i4o.


Ex bona grata: . Le leggi del Divorzio ettero in queo tato
circa 340. anni ino al regno dell'Imperador Leone il Filo`
ofo, vero lanno 900. di GESU' CRISTO. Fece queo

Imperadore la compilazion delle leggi, che nomin Baili


che, tra le quali non venne regitrata la legge di Giuti-no ,
che pennetteva il Divorzio fatto di reciproco conentimento.
La pratica della Chiea Greca -d' oggid perfettamente
conforme a quea dipoizione delle leggi Civili.. Ma non
i pu dir giuo , quando ella cominciae ad abbracciare di
ciplina s poco uniforme al Vangelo , e alla dottrina degli
antichi Padri della Chiea d Oriente c imperocch in omma,
per qualunque sfor20 che 'facee Arcudio (d) a ne di giu

(d) Ari-ml. de Cm
card. Ertlr. Orien

ftiicarc la condotta della ua Chiea, e tira dalla ua gli

tal. Onirica-MJ.

antichi Padri , ben i vede, che e i Divor 1 erano comuni

e. 7. 8.

de' loro tempi, venivano coniderati come contrari alla leg


ge, e onninamente diapprovati , bench trovaero aret~
.
ti a

f
I

406
DiISSERTAZIONE
ti a tollerarli ,i attea l-"autorita delle leggi Imperiali.
`alcuno- dopo- aver* fatto Divorzio - maritava' ,. riguarda
come reo il ito operato r ma. a poco a- poco i' andare
rilaando L Fedeli ,, e im ne ripetto* a ci non; ebbciv 1
ritegno ..

(a) Walt Guagmm i


lutri. SammaE.

wr

lle-medeime pratiche orvan parimente appo la m


gior parte de' popoli della Greca: comunione.. I Ruiani 1
Motoviti dieiolgono di: frequente il- matrimonio- per leg
rime-cau (a), e'l Vecovo- ne- da loro i- Libello del Z

vorzio. Non; gran tempo, che` aveano in` co'ume~ di


darene il" marito e -la moglie ,. che volevano* fa:: Divorzi
da quei- luoghi, d'onde non* potevano comodamente rend
a- trovare il; Prelato ,. in,- una; rada che i Parti in du
e tirando. quello` da una parte',- e-que'a* dall'altra- utr az
Petto, il' di'vidievano , e* in- quea guia)- ne: credevano dic'i
to il maritamentm Trovai` nondimeno traCatroni di; un` t
`to Giovanni. loro~ Metropolitane ,. da* ei: nominato* il! P
eta, che non: i' ricevano' alla* comunione quelli: e quelli

che i aranno- maritati; dopo- aver~ atto- Divorzio. Gli Ei


pi , aln'reno` i- Laici,. facevano; liberamente Divorzio; pri

che. le- mibni- a loro-mandate neaveero*: fatto- abbandon


(b) Voyez, its-Re

s`r. licenzioo>`co`umex ( B) .-

ationes de- Miio

Le leggi Civili-degli OCcidentali nom ono unirmi


punto del Divorzio: alcune furono` ripetto* a queo- di
ecceivo rigore,. ed altre.diaverchimcondemlenza* , e
che on- quelle ,. che non abbiano* variato~~econdo* i temp
le congiunture, no a tanto- che- il sagro> Concilio di Ti
to: deliber- per- tutti: quei ,.. che` abbracciato-no- l-:diip
della Chiea Romana, inmentre ch'e- coloro, i- quali da
iv diviro, i} albricarono` fior capriccio l`e~ leggi.

niro: de Etl'izopie:.

Gli. antichi` Franchi:` ripudiavano le loro me' , o pi

IPO i`e`paravanodi comun-coneno da ee, e-tal rta- di


vorzi:paavano-per~ legittimi ;e a' pi` forteragione quei cl
facevano-coni-v caue ragionevoli.. Trovan appreo MarCi
(5c) ,. che vivevar vero l'a- met` del ettimo ecoloz. ommi*
Libelli: d'el Divorzio- ttedi cambievole conntimento ,

C) Inib- 2..

'

gendor in quelle, che coloro- i- quali: s erano*eparati , potev


pocia rimaritari. a' chi-lor0<oe piaciutoz-Tldeuit utriuQue
[aiutati:- ut eomnjrtiosepararedeberent', qmdira- tia* feeru

t mufquzque' ex ipii-ve ad-ervitium* Dei in Mim'rio,aut

Pulce Matrimonii [oeiarexe veline ,,lieentiam-babeant, (fa


Be
\

.SOPRA IL D'IVORZIO.

407

Bench :otto .i ;Regni *di -Carlo Magno, e di Lodovico


Pio foero vricevute (a) le leggi Romane , non _per queo (a) C itul.Clnli ,

a-endettero .i Divorzj pi agevoli , atteoceh i eguirono cir


.ca queo articolo .le leggi Eccleiaiche de'Concilj d Africa i,

-Lu eviti 1.1.5.43.


01.5. (.63. -L 7.:.
$5

`e le Decretali .de' Papi , che .vietano il Divorzio, eccetto il ca~

o dell'adulterio 5 onde -i ririne in Francia la libert degli


.antichi Franchi, .e non .venne .ammea quella dc Romani di
opra accennata .
lI Mogliazzi degli chiavi Criianiaanto in Francia, che
altrovei potevano annullare da`10ro Padroni, maime 'e i
~foero maritati enza il di lor heneplacito. Uno chiavo pu.
:o .in libert .abbandonava la donna .tolta :nel ervaggio ,. e

:prendevane un' altra , e quegli , o quella che avee poato


chiavi., ;che .liberi credeva, parevagli dimettere , e manitari
a perone libere (.11 )s .e quantunque le :regole della ;legge Ec
cleiaica (e) proibiero dappoi ,il parare gli chiavi, fu pe
r .tal coume frequentiimo. anche paato il ecolo nono..

(b) Conti!. Vera.


t. '6. - zo.
(c) Cau. 7.9. q. z.

;Stima Seldeno (d), .che nella .Gran Bretagna .:quei chetano (d) Se lden. rar

oggetti A'Romani, ele loro leggi eguivano, manteneeroin


*uo .quella del Divorzio a anche da `chebbero abbracciato il
Criianeimorprovalo con antiche leggi del :Re Haru-veI-dha ,
lequali _permettevano ad .un uomo di ripudiare ,la ua moglie
;ra per qualche atto troppo libero .con un altro uomo, e piglia

Hahn l. 3.

xe, fatto .il Divorzio, unaltra donna. Ma dalle *lettere del

'Pontece S. Gregorio Magno (e) .critte a S. Agoino, chia

(ed-Gr or. R '

'

[Aug-;31.

mato .'l' Apoolo dell' Inghilterra, e dalle leggi de' Re Angio Bedm,
Saoni embra, ache gi dallora ;erano ammee la diciplina, - 3

due].

e le ileggi Romane appo gl' Inglei , i quali 'le hanno dipoi


empre oervate..
'
'In Italia .ilRe Teodorco .concim .una :antica legge de
() c . 6.l
Saoni (f), imilima a quella da noi riferita .di opra dell Lg)
Lexi: Pigotyl. 3.
{Imperator Coantino. I Viigoti in Spagna (g) aveano eve m. 6. :.1.

rime leggi intorno al Divorzio. Quelle del ?Re Enrico ao


' lutamente lo vietano, eccetto il cao dell' adulterio. I Borgo
gnoni ( b) non facevano .mai .buono ilDivorzio alle donne per (h) Leg Burgund.
.qualivoglia cagione: e agli uomini non veniva .loro permeo, MP- 34

,che ne'cai ,notati nella Coituzione di Coantino


Potevano li Alleman repudiare una femmina da ei im`
palmata .IrIZajolennit, dichiarando alla ,preenza di cinque
Laz Allan;
perone deputate, e ette Avvocati _( i) ,Quinque 'Nominato, ()
t. 53.

W .ePtem .Adoocatis , ~che ci non facevano per verun uo


man

**reg

v
.5..

-:rl-.1.

408

DISSERTAZ. SOPRA IL DIVORZIO

mancamento, n tampoco per averla trovata vizioa, ma ch

laciavanla , perch di vantaggio ne amavano un'altra. Son

quce leggi del eo ecolo , e per conequente prima cl"


que' popoli aveero poata la ede .
i
Il Secondo Sinodo d' Irlanda, canone 7.6. da permiion
a coloro , che i allontanarono dalla conorte per caua del
adulterio , di torne un' altra , come e la prima lor mogliet
foe gi morta : Si ducant alter-tm, '061m Poli mortem priorisza

'ue-tant
La licenza de' popoli di quella regione ripettivamente i
Divorzio nota dalle lettere del Pontece Gregorio VII.

Lanfranco Arcivecovo di Cantuaras e da quelle del mede


m0 Lanfranco a Grotico, e a Terdevralt Re d Irlanda; e c

quelle di Anelmo Arcivecovo Cantuariene a Mu-riardac

Re del medeimo paee: rimproverando tutti a qucila gente


che ra loro eravi una eguale facilit in are un maritaggit

e disarlo. Sono gl' Irlandei,econdo la oervazion diCaml


(a) Cumbria-n. Bri- deno (a) , anche al d d oggi preo a poco gli tei che n
*PZ765'`79" tempi tracori.

_ _

DIS

SOPRA

SUPPLlZ

Memoria-ti dalla Scrittura.


-A ingolarit della materia , ehe or noi im~
prendiamo a trattare, non la ola coache

debbane intereare il Lettore; ma la religio


r ne che difendiamo contro ai mali piegarne
, ti degli Ebrei , ele diiucidazioni da noi re

cate al genere del upplizio di GESU' CRI


.

STO , e dc' Santi Martiri dell' antico te-{a

mento, ono altres i motivi, che la di lui attenzione ne deb


bono conciliare .

Molte qualit di uppliz} erano tra gli antichi Ebrei in


coume, e generalmente appreo i Pagani, i quali ono odel
tutto aboliti, o di rado da noi praticati. Galligavan colle-ro
i rei vcon la .prigione , c0' ceppi, mediante la croce, la lapi

dazione, la pada , con i agelli, colla ega, per mezzo del


fuoco, con lecule , colle Caldaie bollenti , le ruote , ed al

tre divere orte di tormenti imili a quelli te diviat. Fa


cevano chiacciar talvolta i colpevoli 'co pi delle beiei ora
opprimevangli otto le pine,'ed ora gli ritolavano con cer
_ te macchine di legno ,di che valevani a battere il granosem
za poi ar menzione dell eilio, dell'eterminio , e della co
munica , che agli Ebrei erano ingolari.

Se i dottori di queta nazione foero gente di pi ana,


dottrina, e di una autorit pi pecchiata,noi ci contenterem
mo di rapportar qu i lor entimentiintorno alle oggie de'up~

plizj ch'crano in uo appo i loro Antenntimendoi , per vero


dire, prea cooro la briga di darci 0 ra di ci diue iru~
zioni, di annoverare con icrupuloa elttezza intorno a qua
lunque upplicio i reati, che, attei i termini della legge; Vil

eran oggetti, di decrivere a parte, a parte la maniera, onde


Dzjr. Calma; I. I.
F ff
cou

..._i.~
~

410

DISSERTAZIONE

coumavano contra i colpevoli cos vai-j tormenti. Ma il n.


me di tadottori talmente in dicredito, e i lor entimer
ono s lontani dal veriimile, che d maraviglia, come alcu
(a) Vm'e Cazuon .
Exercitjnxronium.
Selden. l. a. de Szned.

c. l 3. ichikard. j:
Reg.<y-r.

letterati di ima (a) i ieno lacati preoccupare dalle loro 01`


nioni, e imbevuti apparicano delle idee di autori s poco v
ridici.
Quantunque embri, che gli errori ovra una materia
quale i quea, non fieno di troppo rilievo gl inimici p
r della nora religione non tralacierebbero di prevalerenc

e non ci addemo a conutarli: n gli Ebrei-i rimarrebbe


di contraarci tutte le Profezie da noi intee della Crociiiio
del noro Signore GESU CRISTO, con oenere che i lo
Progcnitori non ebbero parte alcuna al di lui upplizio, p
eer queo a medeimi incognito , e da ei non coumato
n trovari tampoco nella lor lingua termine proprio per ig]

icare una croce, e crociggere un uomo vivo : e che e r


vero i appendevano tal iata i malfattori , ci empre egui
dopo eer morti, e non allorch vivevano.Chi potr peruad.
i aver predetto i Profeti, che il Meia orir la morte ci
un upplizo ignoto agli Lbrei, e di averlo annunziata cor

dovendo eere da quelli eeguito, contuttoch tal tormen


non foe appo la di loro Nazione in coume? Chi creder ,c
il Figliuolo di Dio abbia voluto cegliere un upplizio fuor
uo, traniero,e divero da quello ,che acevai comunemer

orire a' delinquenti , nel numero de'quali a lui piacque


(b) Luaxu. 37.

duri nella ua Santiima Paone (b) : Et mm iniquis depui


tu: ci.

Confeo, che quee ragioni non ono di gran valor


Atala inconveniente vi , che i Profeti abbiano predetto c
il Mea orircbbe un upplizio traniero, e orirebbelo 1
gli et Giudci ? Per giuticare quete predizioni bata cc
cedere, che la croce era inuitata agliEbrei ,e dire,che iR

mani furono i carneici di GESU' CRISTO 5 ma che furo


i Giudei, che lo crociero con le mani de' oldati, eecutc

della entenza da eI eorta da Pilato.- e in quea guia tu


la dicolt i concilia .
Ma noi per non crediamo di dover fare tal confe

ne, per quanto indierente ella ne embrisanzi ocnghian


che il genere della morte di GESU CRISTO fu chiairamer
predetto dalla Scrittura , e che la pratica di crociggere

uomini vivi era olita ,' e conueta appo gli antichi Ebrei, n
meno

'SOPRA ISUPPLIZ].

meno vche tra le altre-nazioni. Quando per provare queo

entimento non aveimo che il famoo pao del Salmo xxx.


v. 17. Foderunt manu: mear, ej peder meos, dimememwruntom

nia oa mea, non richiederebbei di vantaggio per peruaderne

chi che ia di ano e diappaionato giudizio . Riguarda il Sal


m0 manifetamente il Meia, n gli Ebrei poon negarlo, a~
vendo tutta lantiehit letto e citato coteo pao , qual noi
or lo leggiamo nelle nore Bibbie Greche , e Latine: e olo
da qualche ecolo in qua avendo i moderni Rabbini guai e
corrotti alcuni de' loro eemplari, vi hanno oituita una let
terainvece di un altra; ci che ha prodotto una lezion enza
) Kari , in *ven di
eno, leggendo ei (a) .~ Come un Leone i miei piedi , e le mie (aKaru
.
mm', ed hanno contate tutte le mie oa. Trovani tuttora anti

_che Ebraiche Bibbie, che conervano la primitiva maniera di


leggete; il che eendo unito al coneno degli antichi Ebrei,
forma uno a loro diavvantagioiimo pregiudicio, e la no.

ra opinione perfettamente conferma.


`

il Profeta Zaccaria non men chiaro,qualor dice, che


nel gran d del Giudicio vedranno conipavento gli Ebrei quel
lo eo , che traier cochiodi (b) :..Apicient ad me, quem
conxerunt. Allude Davide allo teo upplizio , allorchv pre

(b) Zarthur. xr 1.10.

Vidi.- joan. xxx. 37.


Apocal. l. 7

ga Iddio dinchiodar le ue carni:C0nge timore tuo carne: me


as .~ a udiciis enim tuis tmui (c) . Finalmente GESU CRlSTO

(c) P4]. cxvi i t . zo.

nel Vangelo,eS. Paolo nelle ue Piole ovente'ci rappreentano


la perfezione della vita Criiana otto la idea di una croci

ione;il- che uppone,che il crociiggere foe una coa ben nota


e conueta tra quei, ai quali parlavano. Sarebbei per avven
tura piegato il Salvatore in una maniera intelligibile, quando

diceva non eer degno di lui , chi non prende la ua croce


per eguirlo (d ) , ,Qui non accipit crucem uam , e? fequitur me, (d) Mmh. x. 38.
non e/Z me dignus: E altrove, Si quis 'qu: poli me venire,abne
,get emetipum , tollat crucem fuam , * equamr me (e) , e gli (e) Matti:. xvi. az.

Ebrei non aveero avuto notizia delluo di tal upplizio? Vo


leva egli fore non fari intendere da uoi Apooli , e parlar
loro in enigma , allor che annunziava a medeimi (f), che il
Figliuolo dellUomo rendevai a Geroolima per eervi agel
lato , e crocio? S. Paolo arebb' egli ato capito dagli Ebrei,
quando criveva (g) , che quei , che appartengono a GESU

the Mare. V] t i. 3.4.


Lue.lx.23.- xrv.z7.
(f) Matthxvt. ai.
xx. i9.xxvi.z..
(g) Gala!. v. 2.4. m'
unrjeu Chriifr_

mf/mm erurxxe

tum -vitiir ,
CRISTO, hanno crocia la carne loro- con tutt'i uoi mal rum
eanmpteemiir fui: .

vagi appetiti: Che i mali Criiani (la) crociiggono in certo


modo una econda volta GESU' CRISTO co loro peccati :Ch'
,
F ff a
egli

(h) Hd. vu. 6.

Rurfum eruri enter


iimctips Fimm
.Det .

4.12.'
(a) Gala!. V!. l'4'.
Miki mundm em
fz-:m ij?, e31 ego manz
ao.

DISSERTAZIONE

'egli eo (a) crocio al mondo, come il mondo cro

fio ripetto a luitTutte quee maniere di parlar gurato n`


hanno elleno una patente correlazione ad una coa cognita ,
uitata appreo gli Ebrei, come tra le altre nazioni?
Pratica di Croriggere appo gli Ebrei.
Ma neceario morare ancora il' coume di croci
gere gli uomini vivi con eempi reali e incontraabil, tr:

ti dall Ioria degli Ebrei.

Gli adoratori di Fegor ui-01

(iv) Mim. xxv} 4.

poi vivi in croce (6), come- purc il Rc di Hu' (c),.i (

(e) [aus vr. 29.

cendenti di Saulle conegnati. a Gabaoniti-(d), e i anciu

(Li) a. Rug. xx-l. 9.


(e) ~ereni. Limml'.

v. 1;.

menzionati da Geremia, che daCaldei vennero appei al p


cibo-lo (e). Racconta Gioeo, che Aleandro Ke de' Gi
dei, avendo arto crociiggere ottocento dc' Principali ribe
uoi udditi, ordin, che 3- dee morte a'pi delle lor cri
ci, e otti gli occhi loro , come tuttavia anche vivi, alle m

) [riora. Antqu.
13. e. az.
(g) Genef. xl.13.t9.

gli, ed a'gliuoli di quc'digraziati (f) ..

Nel comento opra la Genei (g) i die giua la e(

mune opinione, e il teo de Settanta, e della Volgata, cl


al Panattiere di-v Faraone dopo eergli atO' troneato il' Cap
venne appeo al patibolo per ervire di pao- agli uccelli
Juforct lerao capa.: tum ,e ae iptndrr re in orme , (y' i

ceral-zmc 'volucres carne: tuo: . Ma. eaminando pi' accurat

mente il teo originale, e comparandoiu ad altri pai di


la iea natura, vi- s'incontra qualche dicolta ,- e- vi m
(h l oa. Pia Grot.
ir} Gem-f. xl. 13. :9.
car-Glo_
(i) Iiia Ctll roche
(in Vahacicl al
Kauneba .

Interpetri veratiimi (lr) ,. i quali oengono, clie- ii Pani

tiere u appiccato vivo, e laciato ul' patibolo per eervi (


vorano dagli ucCelli rapaci. Ecco il teo econdo la* lettera (
Die Giueppe ai Coppiere di Faraone : D:: oggi a trego
[ever-i Faraone la tim tell-o ,4 e ti. rimetter nel tuo grado': e p0

dopo parlando al Pan-attiere che avealo parimente conulta


(k) v. ao.- fiapa

hpra il uo ogno , gli die- ( k.) :. Faraone [ea/eroi da te la r

teoh etlt roclioclia

:eiti ,. e ti appender al legno, orue gli crolli ti divoreraimoli

Mealetlia. .

dic'egli alluno,e~ all'altro di quei Uziali ,che il Rele'L-t


lo lor-tell.: z ma predice alCoppiere un pronto riabilimem
e'al Fornaio una morte icura . Quea epreione- aclunqne ,
'um [a rea di un qirtzlrlzeilmzo, non ignifica decapitare , up(
doi molto bene che il Conpiere non otai upplizio.
non pu gi obbiettari- eerVi dierenza tra, egli levi-r il
mpo~,e,lo [corrado. te: imperocch e quella ultima mani:
d

SOPRA I PUPPLIZ].

413

di `parlare importa , decapitare, la prima ugualmente innilcas

lo :eendo cotei termini da te in quea frae, prea COndo


il eno, che or vedemmo, un puro pleonamo; in quel mo
do che nella nora lingua , ti ar tagliata la tea ,e , da te a

r recia la tea , voglion dire lo eo. E dunque neceario


cercare a queo pao un'altra piegazione.

.--ai

Prendei di frequente nellEbreo levar la tea , tollera ta


Put, ovvero tollere ummam, per are una numerazione: per
eempio: Quando voi leverete la tea , o farete il regitro del
.
`

popolo, oerir ciacuno qualche coa al Signore pel uo ri~


Brad. xxx. iz,
carto (a). Vediamo ora, e nel luogo che noi eplichiam0,i (a)
Vul:
Num. i. a.

poa dire, che Faraone ar il conto de' uoi prigionieri,ode'


uinciali,echc allora liberer ilCoppiere, facendo open`

.girando tulerisum

dere il Fornajo.Non vi ha coa pi naturale di queo piega

juxm inner-um, du

mcnto, alvandoi con eo tutta l' apparente ,dicrepanza delle'

bunt/mguli pretium
pra ammala: uis

.i. ;e- 1V- 2.. u..


num liarum [mel

_h

due predizioni. L' Ucio di cuode delle prigioni era un im

Domino .

piego' coniderabilimo in Egitto, e appreo gli Ebrei (b) ,


non meno che appo i Romani . Putiar Padron di Giueppe

(b) 3 Reg. nm.


'0. z.. Pm'. xvi l i. 1.6.

(c) Gencf. xxxix.u.

poedeva tal carica otto di Faraone (c), e Gionatano Scriba, (- lx. 4.


0 Sopber otto Sedecia Re di Giuda (d) . Appreo i Romani' (di cremil cuode delle Carceri chiamavai Commentariens, ed era ob i4.

.
xxxv.

bligato a render conto de prigioni alla ua cura comme, di


tenerne un eatto catalogo,di preentare ogni mee il numero,
la condizione, gli anni de' medeimi, e l delitto per cui ia

vano carcerati (e). Coumavai probabilmente preo a poco'


lo eo inra gli Egizzi. Faraone facendoi recare nel natali

zio uo giorno il nome, la qualit , il misfatto,il tempo del


la carcerazione de uoi prigionieri , lev 14 lor tea , Fecene
la rivia , grazi il Coppiere , comandando che opeo ne
foe il Fornajo.

_ Si trova ne libri de' Re l eempio


ma epreione, che d un gran lume al
ghiamo . Gioacimo Re di Giuda eendo
vo in Babilonia da Nabucco, u poo

(e) La!. de hi: ,


de txt/?051. or/trp.
Niiimm age/mm
dit-m [Eri-'per Comme_
tarimu [ZZNHU
num-rum
variemtemPer/uma
delitifo ,
mm , ims/{num 0r

di una imiglianti
pao , che ora pie
tato condotto chia
in carcere e in cep-'

dinem , ian-mune
uincl'arum, o Him

-uiginfi ami [mr


tra) _mlm

jub:.

mm* injcm: .

pi: ma, morto Nabucco , Evilmerodaco uo ucceore che


gli portava tenero aetto , lo trae dalla prigione , gli di
un poo coniderabile e diinto tra iMagnati della ua Cor

te .

Porta il teo econdo la lettera (f ) : Evilmerodaco [e (f) 4. Reg. xxv.z7.

'u la a di Gioacimo , e lo mv di {Jr-'gione- Tralelo dal nu

N.; a FY i l merodach

eth mi: li ]0:icqn

mero degli altri prigioni , che avano notati al ruolo del


,Cuode delle carceri, c poelo in libert. Lo co appun
0

mclecli Jclludah nie


beth.

414
D'ISSERTAZIONE
to fece Faraone ripetto al uo Coppiere. Ma quanto al For
naio, dopo averlo eparato dal numero degli altri , laciollo in

prigione, comandando che a lui foe data morte: egli lev d.:
lui la u:: ia s vale a dire , lo trae dal numero per farlo

morire. La epreione dell' Originale pu dinotare ch ei lo

(a) Ehev. vr 1. 9.10.

(b) r. Edr. vr. u.


(r) Phil ;nl-'luci.
(fi) Diod.Situl.l.18`.
(9- Qta-"nr. Curt.
(e) Viti: Lipmm de
Crim- hum. u.

cav , di maniera ch' e non comparie -, n pi foe tra il


numero de' viventi: laonde annoverar poJiamo quco infeli
ce tra coloro,che ono ati crociii,oappei vivi al patibolo.
Poono parimente oervari diveri altri eempli tanto
nella Scrittura, quanto appreo gli autori Profani: verbigra
zia (4)Amano e i uoi gliuoli furono attaccatia quelle e
e croci da lor mie in punto s per Mardocchco, che per
gli Ebrei. Comand Artaere, che tutti i uoi Uziali,ch
erano nella terra di Canaam , i quali aveero riluttato d
contribuire alla fabbrica del tempio di Geroolima, foerc
conitti in un legno da prenderi nelle loro medeime cae (b)
Parla Filone (c) di molti Ebrei poi in croce in Alean

dria. Aleandro Magno fe crociiggere due mila Tiri ull`


piaggia del mare (d). Il medeimo upplizio era ordinari
imo appo i Periani (e) s edi Romani, gli Egizzi, gli A
fricani comunemente lo praticavano, anzi quei ultimi ave

van tolto da Fenici, da quali traevano la origine loro, u


s fatto; e oervai ch' egli era pi frequente tra ei , ch
in vcrun'altro luogo : apendoi altres, ch' e' crociiggevan
talvta i Leoni per frenar la ferocia di s pietati anima
col upplizio de' loro imili. Tutti quei popoli nelle v:
rie maniere di crociiggere infra lr coumate , conveniv;
no u queo punto di porre in crOce gli uomini vivi.
chi potr mai peruaderi, che gli Ebrei oli tra tutti i p
poli i ieno aenuti di crociiggere uomini vivi, ei. la c
crudelt,e la anguinaria erima inclinazione ono a tut
il mondo s note?

Non dee negari, che talora dopo aver tolta ad un u


mo la vita ,, non oe quei appeo ad un patibolo, o :
una croce ,. apendoi , che i Rc Cananei vinti da
(f) olite-3|. 6- Per
lfhie fai

inter-fari: eo; , atque


Jil/,leot uper quin
que liptes, fuor-unt
qmf/wniujq: ad
*paper-mn.
(g) a. Reg. Iv. 1:..

Giosr

furon fatti morire prima di eere attaccati alla croce (f I


ovvero al legno Avendo Davide fatto tagliare le mani e

piedi aSicarj d'Isboet , cecgli appendere opra la. pici


di Ebron (g). Appiccarono i Macabei ad un patibolo Ill

petto a Gerualemme la tea e la mano di Nicanore, qu


la empia mano alzata da colui contra il tempio del Sigr
re

SOPRA ISUPPLIZ].

4x5

rc (a). I oldati di Antioco Epifane opeero al collo e al (a) I.M.v.47.

le mammelle delle madri i bambini da ele circoncii, e indi

le precipitarono gi dalle mura (b). Giulio Ceare eendo (l?) {-- MW- 1- 64
ato preo (c) da certi corari, minacciavagli di frequente, 8,226,233 inf/41.:.

cherzando ,__che e mai veniva in libert, avrebbegli peregui_ 74


tati, e fatti appiccare.Mantenne invero la ua parola, men

tre appena che u ricattato , alleita una Nave , di loro la


caccia, ed ebbegli nelle mani; ma per ricompenargli in qual
che forma di quella civilt, con cui lo avevano trattato nel
lor naviglio,volle enza mancare alla ua parola perdonarlo

r0 la ignominia, e lo paimo di morire opra una croce, e


comand , che ad ei foe data morte prima di crociggergli;
nel che non egu certamente de'Romani il coume, che vi
_vi gli uomini crociggevano. Lantico Tarquinio (d) per un (d) Nin- LSM-ls
oppoo principio faceva porre in croce i cadaveri di quei ,
che da loro ei s'erano data la morte , e laciavagli epoi

per ervire di pao alle beie e agli uccelli, a ne di rattcnere


con quea infamia chiunque avee voluto imitare eempio

, u

tanto crudele. Cleomene (e) venne da Tolomeo Re di EgitIMM/"c


to in imigliante guia trattato.
_
C' inormauoi Rabbini (f) , che dopo eeri lapidato (f) Hula:. i 5.1
un reo, veniva legato per le mani, e tirato con funi in ci- hm" " '5'
ma ad un patiboloa bella poa drizzato, u cui ava epooii
no alla era 5 allora da quello calato , eragli data epoltura. '

avanti il tramontare del Sole , per obbedire a quea legge i


di Mos (g) : _Quando un uomo avr commeo un delitto degno (g) Deut. xxr. zz.

di Morte, e ar ato appiccato ad un paribolo , non 'w' laciare"2552


te il uo cada-vere, ma l'interrerete lo eo giornawendo male- morteple'fmlum e
detto da Dio chi 'venne appeo al patibolo. Si vede l'a pratica di

queo atuto ne corpi del Re di Ai (b), e de cinque Re paribulo,n0nptrma


Cananei (i) , e in ultimo di GES'U CRISTO , e de
due Ladroni , depoi tutti di croce, prima che venie la di': epalietur. Quiz
_ .
mali-di:
u Dco
notte ( k)
pensrt in ligne
. qui

Alcune Hate per particolari ragioni, e per infondere un (h) jof: v1. ;9.
pi grande orror del misfatto, i laciavano i corpi dc' giui-

ziati molti giorni , ed anche pi mei ovra il patibolo.Cos


venne praticato invero que' decendenti di Saulle croci

:1264?

' '

` 3 '

da'Gabaoniti (l), e pare che il Savio alluda a tal coume, (1);,Rez_zu_s,9,

allorch dice : Oculum, qui fubfammt patrem , " qui dis-pl~


ci: partum matrix fme , eodant eum cor'w' dc torrent-ibm *

comedanr cum lix' aquila: im). *Si a, che quando 1 augura (1") W-L 7
va
~ .

'-J-*~
'

(a) Homr. I. 1. PP*


mi Curt.

416
DISSERTAZONE
Va ad un qualcuno , che oe appiccato, o crocio, gli i
diceva emplicemente : .Ad tor-vos. E Orazio (a):
'Non bominem eccidi. Non pate: in cruoe cor-vos.
Si ebbe campo di oervare lo eo nella predizion di

Giueppe al Panattiere di Faraone : &ap-ender te in' cruce , (a'


lacerabunt volucres carne: tua:. Ponevani talora le guardie al
patibolo a m d' impedire , che i parenti del deunto non ve
(b) Herodot. 1. z. c.
nt.
(c) Vlus Pur-?n.54
tyric.

niero a torne via il cadavero (b) : ed nota la Storia della


Matrona di Eeo (c) . Teodoro da Cirene diceva al Re Lii
maco, che minacciavalo della croce : Potr fore, o Site ,

queto upplizio paventare i vori Cortigiani s ma quanto a


me poco ne importa d'infracidare otterra , ovvero ollevato
(d) ValenMxim. l.

in aria (d).

6- r. z. extem. 3.

ll nome di croce non punto equivoco nella nora lin


gua , n quello di Crux in Latino. Tra il gran numero di
croci divere, che a noi on note,~ i conviene, che il diin
tivo della croce da tutte le altre gure i , ch' ella ia taglia~
ta, o nell'alto, o nel mezzo, 0 in qualche dianza dalla ua
punta, mediante unaltra travera. Ma il nome Greco Stou

ros non prendei empre in quello eno , e ovente igni


(e) Et s Iignum , vel
arbor .

ca un emplice tronco, o palo; e il termine (e) di cui gli .E`


brci i vagliono per ignicare la croce o il patibolo, anche
pi generale, dinotanclo emplicemente un legno, ovvero un

albero : laonde non pu provari in forma dimorativa , che


la croce tal quale noi la comprendiamo , venie dagli antichi
Ebrei adoperata. Non dubitiamo per, che la figura ,lCCOn
ancora il upplicio della croce,non foe loro perfettamente a

ntizia. I pi antichi monumenti , come i marmi , e le me


daglie,ci mettono avanti agli occhi la croce in quella Foggia
(f) Lucianjnjdi
cio *uocu .
.
To gar tutu Somatl

che noi abbiamo coume di rappreentarla. Luciano fa (f) i


proceo alla lettera T , la quale attea la ua gura pore :

phai tttfi` tyranura~

Tiranni occaione d'invcntare la croce per tormento degli uc

coluthciantas , ke
inimcame nus au
tu to palina CPita.
chemati tuto xrla
teinandesv anthro
pus :ma colopiztn cp
onda.

mini. Gli antichi Padri raomigliano di comun coneno l


Croce di GESU` CRISTO alla lettera T: icch non vi h
luogo di foi-mar dubbj u queo articolo.
'
Soengono i Rabbini , che tra di loro non i appicc

(g) Viale HUM-Su


Ivrdr. c. is.

va mai un uomo ad un albero freco, e che avee tuttav


le ue radici ed i rami : perocch , a detta loro , dovea
otterrar empre l'albero, o"il patibolo inieme (g) col co
po del reo; non per nello eo luogo , ma nella prigi01

ove era tato cuodito prima ,di eere giuiziato.


,a ,

Ma qua
to

SOPRA ISUPPLIZ].
41-7
'to dicon cooro,viene mentito dall eempio di GESU CRI
STO, e dedue Ladroni, le cui croci fur otterrate nel luogo
medeimo del lor upplizio: e s'eravi qualche motivo di non

opendere, o non crociiggere ad alberi vegeti e verdi, pro


cedeva
per non
che da pi
ee too
potevano
eercontaminar
prodotti. quelle piante , e i frutti
S'appendevano talvolta i rei alle croci con emplici cor'

de, e alcuna ata con chiodi. Il notro Redentore, e i due


Ladrnni coneo lui crociii , furono conitti con chiodi 5 ma

dicei, che S. Andrea vi fu legato con funi,anch per pi (a) .AHiar I. 3. le


lungo tratto ur ea languie (a). Si diputa circa il numero Ht.qu/P. POIOZ
merda: aian
de'chiodi adoperati per crociiggere il Salvatore. La opinione, nfr
:fari: nm;
che embra la meglio fondata, quattro ne ammette. Alzavai mb:, r
- Pedjm, non
per l'ordinario la croce prima di attaccarvi il paziente: i ter :Lavis axurujwn
,quo dll-ina
mini, che uano gli autori Greci, e i Latini per ignicare s dere-ur
cruz-ian deirere: .
pietato upplizio ,tal entimento ne inpirano ( b), dicendoi, al~ (b) Vide Lipium l.: .
zare un uomo in croce , Correre alla croce , appendere ad de Cmre :nq-.7.
una croce, alire opra la croce. Galba fece rizzare una cro
ce bella bianca , e molto pi alta delle altre per impendervi
un uomo, che andava gridando di eere cittadino Romano@ (c) Svet. i Gal.
l. vin-l:
Bao (d) avendo preo un Giudeo chiamato Eleazaro nell' (d)
5 el lolD'Pb
e. z.
aedio di Macheronta, fece elevare una croce , come e ave
e voluto ubito ub-ito crociggerlo. Nonno (e), e S. Grego~ (e) Non: dec/ni.
rio Nazianzeno (f) credono , che GESU CRISTO venie pa~ E'o .is dory_ tetraple.

rimente innalzato, e conitto nella croce gi ollevata ;e queo VrOl, ePloron


othe gaerr.
i il entimento, che embra il pi naturale , e il pi ve
Orthion exctany
riimile. Se trovai qualche eempio di uomini attaccati alla
an .

croce, o al patibolo, prima che tali rumenti foero driz

I
'\~J_..~

(f) Gre anN-zian.


de Cm' a paziente.

zati, come raccontai de' Santi Pione, e Metrodoro a Smit Atich omilos ura

ne (g), ci procede , perch attaccavani emplicemente a'


pali per abbruciarli, e che talegni erano molto corti in pa

ragon delle croci, le quali arebbe ato quai impoibile di


levare in alto co corpi de' pazienti, enza eporgli a diac
cari, e a cadere, mediante i crolli e gli sbattimenti inepa

rabili da s fatte operazioni.

nodromo xylo .
Ancgon , egon eis
acron telos.

Orthos d eis ortlmn


aiter etrizero.
Eslona d encarion

eutheos.

Eteivan , extcian i
loan cheras.

Podas dc catheloan
en pieta xylo ,

Supplizjo della 'Corda .

( ) Affi; S. Pimii.

Il upplizio della corda non era conociuto agli anti

( )Vide ,ilubet ,
SeMemde Sync-im': ,
[ib. z.. r. iz.

chi Ebrei; mai Rabbini (b) pieganlo in una foggia mol


to divera da quella -,~ da noi con quei termini intea. Ewi

_ D1]ert.C`almetT-I.

Ggg

chi
*.4
. .1.

4.18
DlSSIRTAZIONE
chi vuole, che quando la legge non eprime il genere della
morte del reo, intendai di ,queto upplizio 5 inegnando the
il malattore era poo nello abbio no alle ginocchia,e che

dipoi gli avvolgeva 'intorno al


va .tirata da due perone, mo a
ciocche a noi rende opetta tal
troviamo nella Sagra Scrittura ,

collo una facia , che veni


tanto ch' e' ne pirae. Ma
decrizione 1 , che non la
n appreo di Gioeo: leg

giamo bens , che Benadad Re Siro eendo tato vinto da A


(a) 3.Reg.xx.3o.31.
Etre audi-mmm
quod Ret; Jam; I.

[mi dem ente: im :


ponamm lfqltct'

tori lumbit ;zorir,

.cab Re d'Idraele (a), i uoi Cortegiani gli diero : Efama,


che i Re ,d'drale ono elementi : fuqiamo' adunque di acco , e
con la fune al ;0110 andiamo a trovare il Re d Idraele s fore ci

.doner la vita. Credei, che quee corde, ch e poero opra

fum'culos in mi

la loro tca, o intorno al collo , foero dimorazioni per

:ibm noris, (9 egre

mezzo delle quali coneavano di eer degni di morte , o

diamur ad ngrm 1

che venivano ad ;arrenderi chiavi, e udditi del vincitore.


I traditori Achitoele (b), ed il uo imitatore Giuda Ica
(c) Matt71.xxv;i.3. riore (c) appiccandoi da lor medeimi , furono i carneci
rael : ai-ita alva

bit anima: ;ia/Ir. .


(b) 7.. Ret. xv 7-3.
A. l. 18.

id) Lamar'. v. B.

della propria loro perdia. Noi appiamo da Geremia (d)


che i Principi dldraele fur opei per le mani : Principe
manu izpen unt .- o perch gli aveano gi decapitati', ov
vero per fargli orire con s apro upplizio un pi lung(
tormento; come talora praticava co Martiri del Criiane
imo, molti de quali vennero ,appei per le mani con gra
vimi pei a' piedi, che allingi gli tiravano . Ecco quar

to abbiamo da dire intorno alle varie maniere di crociggt


re, o dappiccare i delinquenti.
Qualor trattavai di condannare un uomo alla morte

i procedeva', al graccl-iiar deRabbini, con grandiima ci


copezione. Dopo eeri acoltati i teimonj , e dicuo
articolo , dierivai al di vegnente la denitiva Sentenza,

i Giudici ritirati nelle lor cae cibavani con parimonia


n beevano vino: trovavani pocia privatamente inier
due a due per eaminare nuovamente, e con pi agio
circoanze del proceo. La mattina eguente potevai ezia

dio riformare il giudicio , ma con queo per , che chi


*vigilia avea condannato, poteva aolvere; ma chi avea <
to il uo uraggio per l'aoluzione, non poteva pi mu

entimento . Eendo per tanto data e confermata la ent<


7a , veniva il reo condotto al luogo del upplizio vero

cadere del Sole.,Un Araldo marciando avanti a cavallo g


dava z Un tale condannato per un tal delitto s e alii

`-<
.4-_

SOPRA I SUPPLIZ].

4.19

ha
da produrre
una qualche
coa in
ua egno,che
difea , parliin . die
Se
preentavai
un qualcuno,
lraldo
faceva
tro i riconducee il colpevole. Andavano adi lui anchi
due Giudici, ane di entir le ragioni, ch' egli eo avet

e aputo allegare in ua difea, giudicando del loro peo e


valore, e per ben cinque volte potevai ricondurre in' tal
guia il miero condannato.
7
'
Non vi ha niente di pi vago di quea decrizione a;
noi rapprentata nella Mchna :non le manca che un poco pi
di verit e di certezza, mbrando il tutto': capriccio inven-

~ - - -~ -

tato , e a bel diletto; n vedei alcun veigio di tali. formalit


nella Scrittura, n appreo gli antichi Ebrei: anzi all appoo
oervani nel Talmud fatti, `e maimedirettamente comrarie.

Un prigioniero condotto al upplizio prote con giuranento


di eere innocente, e i teimonj i ritrattarono; con tuttoci
i Giudici non ebber- per lui ripetto alcuno : Parie-mo , dice
van' eglino, i fali' teimpnj ;non Put? mai a Giudice (a) rin-at' (a). Voyes Bahage
tare la entenza, che profer. Cotei Giudici , che i vogliono* hih des Juifst 3. 1.

far paare per s gui, e inimici tanto del angue ,- amano 5"' "m-7
pocia con tal calore le liti, che tra lor i propone, e ia le'
cito di accordar le parti , che ono in dicordia. Il Rabbino
"\.a_-`.`
.E
-`

Lliezero decide, che chi a pace, pecca , e quei , che benedi

cono il pacicatore, beemmiano; dovendo il giudicio penetrar le montagne. .Ecco` i bei entimenti di: Giudici; cotanto
benigni,
l

las Carcere.

_
II Carcere Fra' gli Ebrei ,- come" pure' tra' gli altri poPol,
erviva talvolta per emplice' Cuodia di coloro , che venivano

accuati, o indiziati. di' qualche delitto. Volendo Giue p'e a


icurari di ci' che dicevano 't uoi Fratelli circa'ub-PadreGia-r

cob , e'l uo FratelloB'enia'mino, trattenne in carcere@ Simeo~ (b) Gma :1111.19:

nc, laciando andare gli altri. uoi Fratelli .

Il" beemmiatore-

che venne condotto a Mos (c ),- e' colui che u colto a rac~v

_
;I'm "

cor legna in giorno di Sabbato(d),ur' mei' in prigioneino a (d) Num'. xv.~ 34.
tanto', che il Signore avee dichiarata' la' ua volont intorno~
o
al gen-ere del. lor upplizio .u Geremia ( e)`xeS. Giovam' Battia (e) 1mm; xxxn. z.

(f)diviparlare
vennerocol'popolo
parimente. racchiui
, per im'pedir
loro lapredet-~
liber- ?"0
a
Ilv PioetaMichea
(g) avendo*
( 1 lMa)
ch 'uxw
27' 3
to ai Re Acab, che* la- ua imprea* contra: Rabbat non* ar-:be rimvul x.
Ggg v
begli

'4.2.0
DISSERTAZIONE
begli riucita, u per ordine di queto Principe rinerrato no
al uo ritorno.
Era per la prigione anche ovente un gago , e un ga
(a) Gene/Z minimo.,
- P ClV. 18. Hu
milia-uenmt in con:
Pmimpedcxxjm f.

mmpertraniit um
mm Liu:.

(b) Gene/ xl. ao.


(cijudir. xvr. al.
(d) 4- Reg. xvx. 4.
(e) 4.Reg.xxul.3;.
(i) a.. Par. xxxut.
n. iz.
(g) 4. Reg. xw. 27.
29.
erena. xxxtx.
6.7. ii.1|.iid.3l.

igo ignominioo e evero pepatimenti, onde veniva accom


pagnato. Giueppe ingiuamente accuato dalla ua Padrone
u imprigionato, e poo in ceppi (a). 1.0 eo trattamento
ricevcrono i due Miniri del RediEgitto (b) :maSanone ri
mae trattato in una pi apra maniera ,- perciocch eendogl'i
cavati gli occhi,e chiuo in una egreta , lo sorzarono a gira
re una macina (e). I Re prigionieri erano per olito poi in

catene, e gittati entro una foa : Oea Re d' Idraele u cos

trattato da Salmanaare (d); IOacas Re di Giuda da Necao Re


Egizzio (e); Manae Re di Giuda dal Re di Babilonia (f) , e:
Sedecia da Nabucco (g);ma Sedecia u accecato , e ete in cep~
pi no alla morte, laddove Gioacimo ne u tratto da Evilme
v]
L )a. Reg. m. 33. rodaco, e meo in libert .- Davide ealtando il valore di Ab
34_ News-;quam , ut
mn' [27km igmrv , ner trucidato a tradimento da Gioab , die nella funebre ua:

mai-:uu: ci' Abner . cirimonia : .Abner non morta da codardo :le ue mani non imo
Manu! fl. liga
non unt , * Fed

ate mai legate, net' uor piedi carichi di catene (/1). Finalmen

mi mm u: rompe_
Arbus oggi-avuti.
(i) 1. .Eti- vu.z.6`

te Artaere nelleditto per la retaurazione del tempio di Ge~

:7.
(k) Beck. 2.;-
xxli zz..

roolima- comand , che i punie di morte , o colla carcere

chiunque avee contravenuto ai uoi ordini (i).


Stavano d ordinario i delinquenti, e gli chiavi erra

E vineula @cate
na: pone: ea: in

ti in carcere co' ceppi a piedi (lt), con manette a poli , e


gogna al collo (I) avendo per cibo, caro pane ed acqua .
Si nutrica col pane della tribulazione , diceva Acab parlan~

:alla tuo. Er xi, 4.

do di Michea (m), e a lui i dia no al mio n'torno i ac

( l) Levit.zxvl. 13.
"c-rem. xxvr [.z.. FM

Salvi :e badia de M
tmis, qua. unt i

manim mir. A.

qua dell' anguia. Poono numerari divere orte di pri


gioni : alcune erano certi luoghi ove cuodivan gli chia

x. 7. Cm'demm

cate; tic manibm vi; altre ocuri fond-i ove tenevani i rei (n). Geremia ci
ci .

(m) g.Reg.xxn.z7.
MH: mmm [how

i): carterem,~ c
mtate 2.2; ana
Iriutioir,
a
9M anguia., along:

rappreenta i tre luoghi diveri, ove ucceivamente u poo


in prigione -. venne da prima rinchiuo entro il corti] della
carcere, in .Amd carceri: ;queto era un luogo pubblico e a
perto , dove veniva viitato da uoi amici (o) , godendovi

la medeima libert di quei , che appreo i Romani &ava


(n)-1[m`~. xxxv. az.. no in, libera cuodia , Ivi u , che alla preenza di i per
one ipul il contratto della compera , che ace lcam
O* xl. 2.
(o) ei-em. mu. a. po, da Anameelo uo Zio; ma dipoi u ritretto nella egre
"M/tam

(p) I. xxxvut. 4.
1.4. ao.

ta, in cuodia carceri: (p), donde Sedecia il e' levare_ per met
terlo nuovamente nell' atrio della prigione: ma iccome ei
_non ceava di predire la rovina di Gerualemme , i Princi

pi

SOPRA I SUPPLIZ).

42.1

pi lo fecero calar con funi nella cierna ituata nella corte a ton

te della carcere, e col entro dimor qualche tempo tra una


puzzolente fanghiglia, trovandoi allora la cierna (a) enz' (a) _er-em. xxxvul.
6. Vida etiam Zach.
acqua .

* lx.
ir. Schillachthl
)
amjk milbbor.

Vincoli de' Prigionieri .


Erano di pi orte i legami , i ceppi , o le catene ,` con

cui 1 erravano le mani, e i piedi a' prigionieri, a malattori,


e agli chiavi . Ponevai loro talvolta al collo certa pecie di

gioghi , che conievano in due tavole di legno aai lunghe,


c molto larghe, entro le quali facevai una taglia per paarvi
Noniu:. Numella
il collo del reo, ci che i Romani chiamavano Nume-lla (b) (b)
e machina lignea

Geremia ebbe ordine da Dio (o) di fari de legami e de gio


ghi , e di metteregli ul collo , e d' inviarne a'Re di Edom ,

genus ad noxio: dif


cme-'andar, olim P4

di Moab, di Ammon , di Tiro, e di Sidone per mano de' lo


ro Inviati venuti a Gerualemme; volendo Iddio con ci de

callum, (9- Pede: ip o


rum immittebam im
tiqm' .
(c) Hem. xxvn. a.
Mo ovorh umo
thoth .

nunziare a que Principi la futura loro chiavitudine otto il


Re Nabucco . Anania falo Profeta avendo pezzato il giogo

rarifolitum, quo

di legno che circondava il collo di Geremia , too queo S.

Profeta intimogli da parte di Dio, che in vece di un giogo di


legno, ei ne avrebbe poo uno di ferro ovra il collo di tut~
te le nazioni, ch' era per oggettare a Nabucco (d) .

(d) _Temm xxvn,

Pu eere ancora, che foe di queta medeima pezie di Vedi anche Lev

vincoli ,o di go ne ,che 1 mettevano al collo de' rei ,quella di

xxw. 13. Ezerh.


xxxry.'z7. P . n.3.

che parla lo e o Profeta (e): Dio -w' ha depmato per porre i Preo l qua iipar
di quei ioghi,
carcere, e in ceppi un omo arrettizio , e che profeti-1,24 . Il ter_ la
e legami., c e po

mine dell' originale ha qualche imiglianZa con quello, che


viene adoperato per indicare l azione di Achitofele,che da e

nevan mtorno_al
collo degli chavr,
(e)]enm. xxxx. cl

eo i rangol. (f) Certuni lo intendono (g) di un altro hammahmheth

upplizio uitato gi nell Oriente , che conieva nel errare

veci hatztzm ok. I


cr-vu) , di mr

un uomo, alvo il capo, tra il vano di due legni fatti a guia ?em .
)7.. R .xvlm. 3 .
di battello, Scapba, e ralmente l' uno allaltro commei, che Vajiechorelgak.

i piedi e le mani del reo ucivano fuora da due pertugi for'


mari per anco, e nel fondo; indi corignevai il paziente in
cotal modo racchiuo ad ingojare quantit di latte e di mele,
imbiutandone altres con eli tutta la faccia , che al Sole tene~

va rivolta, anch dalle moche inveita , quee gli cagio


naero apro martirio, non potendoene in ninna guia difen
dere; e in oltre eendo gi pieno di latte e di mele venendo
a caricare il ventre, i formae intorno alla ua carne una

quan

(g) Plurartb.iAr
tax. Zan. tom.

1.Annal._Galon. de
Crueiot. Marty. i.

4:2

DISSE'RTAZIONE

quantit di vermini,cl1e a pocoa poco gli rodeicro inino al~

le vicere il corpo tutto. Ma io on di parere, che Geremia;


o il Profeta , di cui egli riericene le parole, abbia inteo pi
too una. qualche orta di bove, con che legavani nella cat
cere i rei.

Oltre i gioghi, che i mettevano al collo de' prigionieri,


troviamo ancora i ceppi ,che i ponevano a' loro piedi (a).Io
(a) job` xtrr., 27.
XXXlII.il.P)'01/.VII.

2:.Sad 8t) heches..


(b) Eu-. l. 6. :.3:.

Hifi. QA l. 8".:. lr. tz.


14.
Ninpher. l. 7;
e. 9.
(c) Pmdemhymnnk

timo ,. che foero di quelle macchine , delle quali ci viene


Pee Hate parlato nelle torie de'nori Martiri (b); per cui
tenevani. le ga-mbe- ditee, e paate in certi fori a una dianv
za pi o meno grande, a miura che i volevano tor-mentare
con maggiore ,. o minore violenza ( c ) .
Lignoque
plana::
inferi:
Diem-immcruribiur..
La Scrittura* ua vente quea epreione, mittere in ner

(di 2-141. xvr. to.

'wim (d) , porre in prigione, o irr ceppi, e il Profeta parla

Iaizxxa:. xxnt. 7.7.


Hammahpcchth .
(e) P cxl'tx. 8. Ad'
allegando: pale: eo
rmn in tomptdim ,

de vincoli di ferro, co quali Iddio rigner i Re , ci Prin

('9- nabile; comm in

manici} ferri-i5 Be
chall barzel.
, (f) z- Par. xxxxn.
u. Bachochm ..
(g) Jerez; xl. l. 4.

Namkkim.

cipi delle nazioni (e) . Probabilmente erano- certi cerchi, o

anelli de piedi , memorati nell' Ioria- di Manae Redi Giu


da, condotto a Babilonia in catene ( f). Finalmente noi vedia
mo manette, e legature colle quali i erra-vano- le mani. Fu

Geremia
da ferri
, che gli tenevanc
rette le- ciolto
mani (gda). Nabuardano
Promette- Iddio
dii conegnare
a Ciro .
popoli- d Egitto , e di Etiopia, e di farli andar dietro lui col

(h) Nicherhthim .

Wde 2.. Reg. u. 34.. le mani. rette in catena.. La materia comune devincoli ,e de

.Pu-dir. vr. 2.1. 4.. Reg.

cerchi,con*che i legavano i piedi,e` lc mani- de prigionieri, er

xxv. 7. e3- 2.. Pan

il rame : di- qu , che nella Scrittura iidice eer' carico di amc (1.;`

!XXI l I., X1.

come in Tocano eere in ceppi, vale a dire ,, aver le mani


i piedi 'unpaojati,` e- peanti. di ferro
Del Timpana;

(i) Hcr. xt. 35'

Tra i, upplizj coquai i Santi Martiri dellr antico te


mento fur tormentati, l autore della epiola agli Ebrei (i
pone in primo- luogo il' Tymprznum , o Timpanimo. Quei
termini hanno uggerito gran* materia- di* controveria. agl'I
terpetri . L' autore della* Volgara, che ha, tradotto il Grec
Etj'mpaizihean , per dzenti u: ,. ha dato luogo- ad' alcu

( I( J D. Tbomaic!
Hammond. in Ep. ad
Hrbr. Hieron. Mag.
Mello dali-Juni, c.

Eruditi (k) di~ piegarlo dcll' Eculeo, altro upplizio- per'


addietro uitatimo tra i Latini, ma non poco incognito
preente x. e- che molto ha- divio- i Letterari. I ,Greci ,

to. .
l

T111

SOPRA I SUPPLIZ].

4:3'

quali pare che dobbiamo far capo, anzi che aLatini, nel~

la piegazione di un termine della or lingua, l hanno preo


in unnltro eno. Lintecro .alcuni del taglio dellatea :altri
del vivo corticamento : chi del battere a colpi di baone :
chi nalmente(a) dichiaralo in un ignicato generico diogni
orta di morte violenta; e in vero embra, che alcune volte

il termine Greco in queto eno i prenda. Ma ore credi


bile, che l'Apoolo abbia voluto emplicemente dinotare un
upplizio in generale in queo luogo , ove udiai a riferire

(a) Camerariu :,Ca


[glia, G rar-GMA,
c.

in ipecie i diveri generi de' tormenti, onde i Santi fur mar

torati?

S, Giangrioomo (b) eguito da Teoilato, da Ecume

(b) Chryf. i mm
10mm .

nio , e da certi altri moderni Comentatori , intee , che San

Paolo avee principalmente per oggetto nel pao citato la mor


te di S. Giovam Battia,e quella dellApoolo S. GiaCOmo ,
luno e laltro decapitati . Pu aggiugneri a quea autorit
quella di Euebio (r) , il qual pare, che abbia preo il verbo

(c) Eub,Hi/.Ertl.

tmpani-zebe, per tagliare 1a tea; e tale il eno , che gli 1. 54.1.

appropria nella_ .Storia de Martiri di Lione. L Imperadore :1


vendo ordinato, che oe data la 'libert a coloro , che ave

ero rinuuziato alla Fede, e i puniero -col upplizio, di cui


ora parliamo , tutti quei , che pereveraero nella coneion
della Fede di GESU' CRlSTO , il Giudice fe' decapitare que'
Concori , ch' erano cittadini Romani, eponendo alle ere
.

gli altri, che non godevano `mgliante prerogativa. Ma em

bra , che quello eempioproverebbe ,pi too , che il termi


mine di cui ora. cerchiamo il ignicato, importae in genera

leleremo upplizio, anzi che verun tormento in particola


re, mentre gli uni furono decapitat , e gli altri epoi alle be
tie, e ci in eecuzione dell' Imperiale decreto.

Noi troviamo un qualch di pi chiaro nelle annotazioni


di Caaubono opra Ateneo (d ). Eorione da Calcide raccon
ta, che .appo i Romani i proponevano talvolta cinque mine
di ricompena a chi avee voluto orire la pena del Tim

(d) Albe. L4. Dip.


noophx. ex E horia

o Chlidfhi.

Pammo , con patto per che dopo la ua morte arebbene

conegnato il premio auoi eredi. Trovavani bene peo ,


dice il preato Scrittore, pi perone, che contraavano per
godere di tal vantaggio , ed erano pronte ad oerire il lor
capo per`ricerverne il guiderdone promeo. La pena del Tim-
panimo adunque in queo pao la tea , che il taglio
della tea , come pure oervalo Euazio (e), dopo aller ri

er1~

(e) Vida - Favorim'


Lexiton, ' mmc-7_
toredi un. german

i Lie l. Magii de E,
guto .

42.4
DISSERTAZIONE
ferito il medeimo pao di Ateneo. Ma lacio giudicare a'Letl
tori
, e in
apritnpitmbenai
non venga
qu poo per
morte
violenta
generale, eliendone
poi determinata
dall' una
ordinedel
dicoro la maniera ,che d a conocere, che i trattava dita
gliare la tea.

Bench il Grioomo , ed altri Interpetri applichino al


Battia , e all' Apotolo S. Giacomo il upplicio , di che avel

la la epiola agli Ebrei, noi amiamo aai meglio con Teodo


reto, e la maggior parte deComentarori farne l' applicazione

a' Santi Martiri Maccabei , peruai che in tutto queo pao


l' Apoolo non avee in mente, e non i Santi dell antico te
amento, dequali commenda i patimenti e la Fede. Tutta la
conneione del uo parlare a tal entimento ne guida .
Eichio, Suida, ed Ecumenio pretendono, che il verbo,
onde i diputa , ignichi corticar vivo e ma non icorgia~

mo in verun luogo, che a lui a data tale igniicanza, e

per avventura non oe, allorch viene adoperato per diviare


in generale l etremo upplizio. Vero ,che leggei nel pao
de'MaCCabei., (il quale, crivendo,aveva in mente lApoo~

lo) che alcuni di que'giovanetti fatti morire da Antioco,u~


(a)Mnrr.vu- 4-6- rono cotennati (a); e queo fore u il motivo, che e di
7'
re a'memorati Scrittori, che il menzionato tormento igni
cava corticar vivozma pu adduri coa di minor forza che
una tal pruova?
La opinione che a noi embra pi certa,i ,che lApo

olo abbia voluto dinotare il agello , o il upplizio delle


(b) ScholiaJnPlut. verghe. ll Tympiznum , donde deriva il verbo Timpanizein ,
An'opb.

un irumento coperto di una pelle diea e tirantc , che

i? :BMW' V" 9' battei con baoncelli. Lo Scoliae di Arioane (b) parlan
Eleaazros aftaretos do del upplizio del ijpanum dice, che con queto nome {i
epr to typanon
~
a
.
proegen.
chiamavano
l~ 1oaom,de
quali. ervrvani
per battere i_ rei_ con _
v. 7.8. Toata de i- dannati da Giudici .

on e l to
m4
~ . di. cui_
. par che l . Apotolo
Banonchegd_
_ Il Santo Martire
Lleazaio
che.
abbia prmcrpalmente coniderato ll upplicm , venne nito a.
v. taesplegaes
30. Mellonmld_
d

colpi di baone. Ecco come parla il teo Greco della. ua,


,zan , aPOcnaxas Storia (e): .Eleauro adunque andava al upplizio (econdo la
1

, to kyrio to

); ng, gioin
echondipheneron
ei
nos- otidynnmcaytheme
m thanatu,dcclem vpophero ca
ra ema algedonas

mithumenos .

Imc al Tumum ), ed eendo m atto di pirare otto z col


Pi de' baoni o delle *uergbe , die gemendo; Il Signore , Chl
m
'
t eonoee , eg[i ben fa , che potendo :o' curare
la morte
oro aPri tormenti nel mio corpo , opPre/jo dalle Percoe del
ie 'vers/:e , o de' batoni' . Baa oltanto paragonare a que
.

SOPRAISUPPLIZI.
42.5
Ro il teo di S. Paolo per giudicare, che l'Apoolo paten
temente vi allude (a ): .Alt-uni, dic' egli , hanno berto il toi
mento del Tinzpano enza voler liberare da tal upplizio , peran
do una migliore reurrezione. Gioeo (b) che adorn l Ioria
deMacchabei,riconoce altres, che Eleazaro u crudelmente

(a) Hebr. x1. 3;.

(b) Ioj'epb.de Marr,


c. 6

dalle battiture quarciato. Vero , ch'egli aggiugne , che u


Fatto morire, venendogli applicati erri infocari , e inonden

do nelle ue nari liquori ozzi e cocenti: ma noi non leggiamo

coa imile ne libri Canonici deMaccabei ,- e in oltre l'autore


della epiola agli Ebrei non pot aver rieo al racconto di

Gioeo compoo da indi a grandiimo tempo.


Non u olo il vecchio Eleazaro tormentato con le per
coe di agelli, e di verghe, ma lo eo trattamento prova
rono i ette fratelli Macchabei , anzi dalle battiture cominci
il lor martirio (c ): Flagris e' taureis amiata:. Sicch non re

(c) z. Marc. Wi. 4.

ta qu luogo da dubitare, che il upplizio del Tnpanum dall'


Apotolo menzionato , non foero lc baonate, o le verghe:
e tale i il entimento di un numero ben grande di verati
imi Interpetri, come Eramo, Druo , Giacomo Cappello,
Gio: Pecatore, Beza , Eio, ed altri ancora.

S fatto upplicio tuttavia uitato da Turchi (d), che


fanno giacere colla pancia vero la terra colui, ovra del qua
le vogliono mandare ad eetto tal punigione. Tiene ilpazien

(d) Voyez Jean de


Montanban , Rene
Turi-ic, &le Iki-Lug.
Roger l.2.c.|7.pag. _

7:6. de la terre Sain


te alzati i piedi , e legati ad un palo, da ei chiamato Falk-da, te
.

che da Soldati vien oenuto. Vanno poi cooro battendolo


con una verga ulle piante de piedi, ora bpra i lombi , e ul
doro , dandogli talvolta ino a 500. colpi; il blito per
di :oo-equelli ai quali ne ono dati mille, radamente opra
vivono a cos Crudo upplizio . Sta il Giudice preente alla
-.-__

eecuzione , e conta ulla ua corona alla Turcheca il nu.

mero delle percoe date al miero condannato. Eequita la


entenza, ei i a pagare deuoi parimenti , ed eige per o~
gni colpo di baone una piara. Facevano parimente iRo
mani tendere d ordinario in terra coloro, che condannava
no alla rua, o al agello : Exploramrem 'via ratum bum'

pene ad necem *barbera-uit , dice Svetonio parlando di Tibe


rio (e). E molto probabile, che il Tribuno Romano, che

( e ) Santoni Ticr.

arre San Paolo in Geroolima (f) , volee fargli orire


queo atroce upplizio.

(f) A63. 111.25.

BUM-Calma: T. I.

I-l h h

Ga

r. 60.

4:6

DISSERTAZIONE
Gil/figo della Frua.

Ha queta pena molto di imiglianza col upplizio te


divato. Comanda Mos,chc quando un uomo i trover reo
di qualche colpa degna di serza, ia diteo atei-ra, e' battuto

in preenza deGiudici a proporzione del allo , ma che il nu


mero non ecceda 40. colpi , acci non ia troppo malamente
(a) Dm!. xvv. z.
Sin autem eum ,qm

retta-uit, :ignum *vi


dennt plgix; pro/Z

entzj'roram e fa_
tim! verbermi . Pro
menum prcmti eri!
&Nazar/rm modus:
ita dimxar ut qua
dragmuri numrr'
non rc-dan! ; nr ir_
xe [arm-atm ante o
rulo: tuo: abc-at fm
ter tim: .
(b) Vida Selzlen. 1.1..
r. 1;. rie- Syncdrii:.
SrlJ-ardde [Nach.
I. z.Thcarem.7. Grot,

ml Dm!. xxv.

trattato (a). Contuttoch poa intenderi quco teo delle

verghe,o de baoni,onde i percuotevano i delinquenti ; pie


gai nondimeno comunemente della ruas e atteano iDotto
ri Ebrei eer queo il gaigo pi conueto , e meno ignomi
nioo uato gi nel lor paee. Contan cooro ino a cento e
ant otto mancamenti a tal pena oggetti (b), credendo che
_tutte le tragreioni degne di punizione,alle quali la legge non
aggiugne pena di morte, i doveero galigare colle serzatese
paano a ottoporvi 39. delitti vietati da Dio otto pena dello
membramento,o della comunica. Fu a grado de' prcati Dot

tori il dire,che non avendo epreo la legge il genere del up


plizio , con cui ta' delitti dovevano eer puniti , era d'uopo
condannare emplicemente i rcialla rua, etondo queo prin
cipio,che nelle coe odioe dee prenderi empre il pi Favo
revole, e rihigner ci, ch troppo evero.

Venendo un qualcuno condannato alla fruta, era pre


o dagli eecutori della Giuizia,che lacerate le ue veimen

ta lo nudavano dal collo mo alla cintola ; pratica imil


mente comune appo i Romani nell' eercizio dello eo up~
(c) Ac?, xvr- zz.

plizio (o). Battevano i minitri ovra il uo doro con uno

(d) Wie Maimonid.

ale di oatto compoto di quattro trice aai larghe a


ne di tutto ben cignerlo ((1)- Evvi pure chi vuole , che i
deero alternativamente ei colpi ulle palle, indi tre opra

Halo. Sanhedr.

il petto. Veniva il paziente fortemente legato per i poli ad

(e) Deutxxvru ;8.


cuodicr: (Bae
reri: omnis verba lo_
i: bui: , queti-ip!

u: in ho: 'volumi
ne . . . . . augebir
Dominus aga: tu

m?,

una umil colonna, acci tee curvo, e l battitorc lavagli


dietro elevato ovra il ridoo di un ao. Aievano tre
Giudici alla eecuzione , e uno di ei gridava (e): Se non
ofermrai le parole di quea legge, il Signore pere-noter te , e i

tuoi gliuoli con gran agelli. Concava il econdo le serzate,


e il terzo eortava il Giuiziato a are il uo dovere. Cre

devai aver tal gaigo la virt di allontanare gli eetti dcl~

P azur emi

rm, CW'

la collera di Dio,purch il reo coneae la ua colpa, e nc

concepie dolore. Glincorrigibili poi, e chi dopo aver o


erra

:5^
nlnu

SOPRAISUPPLIZ].

417

etta tre volte la pena della frua per mancamenti conidera


bili, o quattro volte per falli minori, ricadeva ne' uoi primi
peccati, era chiuo in una prigione alta quanto un uomo, e

tanto angua che non era poibile di endervii col corpo :


col facevai oervar loro un rigoroo digiuno in panee acqua,
equando ivedevano ridotti al pi non poo,altro non davai
a mangiar loro,e non che orzo ino alla morte ..
Wide Abeneznz,
Non manca chi oiene ( a), che non i davano mal n (a)
Druj Selde. loro rif.

pi, n meno di trentanove colpi ,e che per obbedire alla legge


battevai con maggiore , 0 minor forza econdo la qualit del
delitto, e della entenza de' Giudici. Ma Schicardo (b) preten~
de morare, che nelle emplici colpe i davano di frequente

meno s, e non mai pi di 39.percoe, giuo il vigore del reo,


e la natura del uo delittosma ne falli moltiplicati, e qualora
egli avea meritato pi di una volta tal gaigo , ricadendo

(b) Sebikurd.de Iure


Reg. c- z.Thearem. 7.

ex Maimomde .

pi Hate nel medeimo mancamento,allor s ,che potevai ec


cedere il numero di trentanove battiture , ovvero reiterarle

pi di una volta.
.
Ci da contezza S. Paolo di aver ricevuto dagli Ebrei in
cinque varie occaioni 39. colpi (e), diinguendo beniimo

(c) Cor.xr.24.;~2{zin
quies quadragena;

l' ieo Apoolo il upplizio delle vel-ghe da quello della

una mmm accept .

sferza per aver oerto il primo tre volte : Ter vir-gi: exfus

um s e due il econdo . Erano le verghe certe bacchette pi

bttili de baoni (d) . Le Sinagoghe pare nell Imperio Ro


mano avevano adottato imigliante gaigo per altro ordinario

(d) Vida Gala. de


Crueatib. Mart.
e. 4.

a' Romani; ma quelle della Giudea ordinavano le battiture e


(C) Banagc Hiales

condo lantico coume (e).

Juis , liv. . ch. 17.

Poion coniderari nella Serittura pi orte di verghe .


Parla il Profeta della verga di ferro (f ) :Reges eo: in 'virga fer

(f) Pf; u. 9.

rea . Roboamo gliuolo di Salamone diceva al uo popolo,


che dimandavagli qualche diminuzion delle impoe , colle
quali'aveagli il uo Genitore aggravati (g) : Mio Padre 'vi

(g) 3*. Regni. .1!.

bart co' agelii , io lo far con gli eorpioni .

Il termine E

breo .Akrabim igniica veramente corpioni , e con eo i


vollero dinotarei agelli forniti di punte , e di pine, che
pungono a guia dello corpione. La maggior parte de'Rab
ini (b) pretendono, che in queo luogo igniichi propria
mente due rami di roa ilvere, o di qualche altro frutti
ce circondato di pine, e di nodi. Traduce il Parafrae

Caldco la voce Ebriea Arabi; per Mamgnin, che credei e


ere lo eo che Momigno in Greco, dinotando uno ale
~
H hh 2.
com

Parc-r meu: eccidi:


uorgelli: , ego au

tem adam vos or


piombi.
(h) ar-ehi, Kimi-ki ,
Levi Ben-Gerjo.Ca

puoi, er.

11.2'8

DISSERTAZIONE

(a) ;Winery-1,. - compoo di rice di catto (a). Noi abbiamo notizia di mol
c. 19.

'

tormentat
con tal
orta
corpioni
, decritti
da.
i ' '.
S, Martiri
Iidoro in
quea forma
(b):
Si di
nodoa
, vel ancient-z
vip-ga

bltmhy '117-, 6- t, corpio. rezm nomine vocatur , qui armato 'melma-e in cor
' '
12m inigimr.
Percuotevani ordinariamente {Irl- don-{b i mattori con
(c) Pr _x. iz. dannati ad eer battuti , dicendo Sal'ainonc (c) , che lx verga
HU-;j-LZZZZZ della correzione far entire ulle palle dell'inenfata. E ilPro
corde ,.ngezzgn e_ em predicendo l'a pietatim agellazion dda/Lenin dice,che

ZZ?

;i i peccatori hanno &bbricatmolavomto-opm il uo doro: Supra

folnpmdezum. derfum mmm fabrca-uemnt peccmres (dz). Raccomando Gio


(~L)~P CXXVXLL ;e &o (e) iL uppl-izio del' S. vecchio. Eleazaro,nota., ch' eendo

:ofepbzde MM:. ato pogliato , E di principio n.- batterlo- d:: due bande con
" '

delle verghe, dicendo- :r ui nel tempo- e- :- Ubbidici a co


mandi del Re.. Fu la came ua interamente raceiaraz e co*

pene-Fr viddero le le interioraPicehiavai` {Pelle nte u- an


ch, che L'autore dell'EccleiaJico- &emmpglmo lat:- angui

mei`

(OL-nl; mhz-, nare (f). Davai- talvolta; ancora- ulla; Faccia.z 1- 'virgu percu
(g).Mi:/v. x4, tic-nt maxilam-judic-is Ifrae, dice Michea (gr) .. Vuoi Geremia`

ci

per avventura dimora-re lo eo- in queo pacr della-Volga:: ,


(hymm- L 19: ove leggiamo Cb)-:.~ Miti-:mm lgmm in: parte; aj! : pu tra~
T
durr l Ebreo per: Mitcamns ligrmm in maxillm-ejus ;- diamogli

;e
i

0:

delle mazzate nelle guance-~. Quete Profezie furono-adempime

nell'a Paione di GESUF CRISTO, la cui ae'a n percoa.. da?


oldati con quel.- pemo- di canna~,. ehe gli. cano-data: im ma
(LM/La. xi, :9,

no r Tercwiebanz-capur ejw mulino(if

La pena- dl gello- non era per- altro ignomno ap-


preo gli Ebrei, e 3- labbini- i creda* , n- poteva- nzcciari
qual* raccia- di: vi-tuperio a chi- lavee oertz. Tutti' glIih-ae:
liti vi erano indiineamente: oggetti qualora-oler cadur'L ne?
mancamenti,. che luo, ola Legge puniv-ano con ta!gago.~..
L ieo Sommo Pontefice ,. ed.~ iL Re non ne andavano, eenti ,,

eendo-ancor- eiottopoi a2] gra Sinedrio la; cui autorit.


non riconoceva verun Superiore. Tanto: ne inegnano: gli;v~

brei Dottori eguiti- da- alcuni dotti Comenmzorb, i'qual o-


ervano., che la. penna del agello- nom era. condente tra 13*.

maggior parte` de popoli: di.- Oriente, come coa obbrobrioC-z .


Ii coume d~ Eil-v orire quco~gaigo non olo- agli Chja-VL.

(U P0,

. mn- eziandio alle. perone libere, perever appreo-ci Maomet~

J} an.. apud
.
.
.
4mm!,
3,134% tam_ no ;1- que.. oggi.
Viene
aento
(k),, che :du-e volte o-

a/5;
W <9 *"0* Re. di. Beniai &cevm zombare Lex:- leggriune caue i. Mint.
bei-ms. n.. ex,
.
Nina,

{in

pec

SOPRA I SUPPLZL ' ,425'


tri da ei invitati a pranzo , e queti ne rendevano loro vi~
viime grazie , come di -un contraegno della rimembranza
reale, e di qual ingolare avore. Ci vengon citati alcuni illu;
Pcri Peronaggi tra'Greci , ch'e dopo aver tollerato imigliante
gaigo,comparirono con onore nelle cariche pi rilevanti del

la lor Patria. Lica gliuolo di Arceilao oenne il tormento


dello ale dalle mani di un Littore per aver fatto certo can
giamento nell antica maniera di combattere, bench i foe

portato nell'azione con molto valore e coraggio :edipoi uin


viato Imbaciadore agli Argivi (a) .Aggiugnehche e ilRe of (a) hut-did. 1L. 5.
riva tal pena, acevalo per ipirito di penitenza ,eleggendo da
e ehi opra di lui eequire dovee s arto gaigo i in quel`
la guia che videi Enrico econdo Re d' Inghilterra oggettar
i a ricevere la diciplina , per epiare l'omicidio commeo
nella perona di S. Tomao di Cantharia.
Ma n i' autorit de Rabbini ,- n tutti quei eempli

ci peruaderanno giammai, che la pena della frua non o


e inra gli Ebrei ignominioa 5 e molto meno che il Re ,
e l Sommo Sacerdote vi foero per entenza del Sinedrio

oggetti . Noi appiamo , che i Re di Giuda , e dIdraele


non i riputaVano inferiori, n obbligati a render conto del

le loro azioni, che a Dio olo : Tibi oli Petra-ui (b): H0


peccato contra di voi olo Signore , diceva David, dopo l'
uccidimento di Uria , e l uo fallo con Berabea . Motri

no ei e poono un qualche eempio , che i Giudici del


popolo abbiano eercitata' la loro Giuridizione ulla Pero~
na del Re , o del Sommo Pontece 5 che noi ne produrre~
mo una ventina per provare la uprema autorit di tai Prin

cipi, e la impunit de loro pi gravi delitti. Che i Re Per


iani abbiano atto altra volta ruare i primari loro U
ziali , che mai pu conchiudere a favore del diritto del Si
nedrio di ar provare queto gaigo al Re d' Idraele ,
o al Sommo Sacerdote del Signore? I Re di Peria conide
ravano , e trattavano i loro udditi indiintamente come

chiavi. I Re Ebrei non aveano guari minore autorit o


vra il loro popolo , iccome ne apparice da tutta la Storia
di lor nazione : e poi i vuole , che i Giudici iero udditi
i ieno prei la libert di farli alare , come la pi viie
gentaglia? Biognerebbe ben eer credulo , e incaponito del:
Rabbinimo per ipoare tal entimento . Ma tutto que
dee-intenderi della pena della sferza, che davai nella Sin/ 808W

(b) P. L. 6.

430`

DISSERTAZIONE

goga, per epiare qualche colpa leggera, e non gi di quel


la che per altri mancamenti veniva ordinata pubblicamente
da Giudici .

Allorch GESU' CRISTO predice i uoi parimenti, e


que de uoi Dicepoli , ci porge unaltra idea della pena del
agello ,, rappreentandocela qual upplizio ignominioo e do
lente ,' e in parlando di ua laone , pone empre in primo
(a) MAMA xx, ,9` luogo la ua agellazione (it). San Paolo (b) non tralacia

X; 34- Lem queo gaigo nel numero. div quelli , che o} per amre di
(o) {30,1 ,m ,4,

GESU CRISTO- Filone ci mora ben chiaro (e) il concet

< f) PMO! Flami- to , che tenevane tra gli Ebrei, allorche raccontando la ma
waiufh niera indcgna, con. cui tratt Flacco gli Ebrei di Aleandria ,
dice, che ece patir loro la pena. della rua , che non me
no intollerabile ad un uomo libero , della medeima morte .
.Antonio avendo fatto vergeggiare legato ad un palo Antigo
no Re degli Ebrei, indi attagli troncar la tea, venne co
tale azione da tutto il mondo coniderata , come un eetto
(d) Diol'49Viz'e'v della violenza di Antonio , e una coa` non mai ,pi prati

;UMA d} 31441; cata da. Romani vero alcun Re (d).


daimlanmgt
Gi i oerv ,, che i Dottori Ebrei. ottoponevano a
la pena. della rulza` i misfatti condannati daila legge otto
la. pena dello., membramento` t. opra di che d uopo are
qualche rifleione.. Tre pezie di eparazioned'al rimanente- del
popolo. poon ditingueri.. La prima , econdo- i Rabbini, la
pena del agello. decretata da' Giudici contro ai delitti, che

appreo diremo La econda un egreto gaigOs mandato


da Dio contra. di, coloro. non condannati da' Giudici alla
{ruaz per le. colpe oggette alla. egregazione.. La. terza in. E
ne la comunica
x

Pena dello Smemramenro, o ia Eerminio..

mc
na

Le colpev oggette a` quefa pena* erano 36. sv quindici


delle quali. vengono. riferite nel_ capitolo xvx u.. del Leviti
(ewm SeldenJ. a. co (e), in cui ono vietati gl",incei . Gli altri ventuno

-fsmlm ono , I.. Conultare* i Maghi.- (f) r- II.. SagriCare uora dei
(f) im'r. xx. 6._ 'campo , o del' tabernacolo (g): III. Non- preentare le ue
iz lift"?- "- 4-' vittime alla porca _del tabemacolo f b):IV.. Far l olio Sam
-wt, xv n. 9.

(i) Exod. xxx. 3;. tO- (i) a V'- Ovvero il agra Profumo. (k) per uo proprioD

ci
c?!

le
11x(
eg,
ha

IH(

k) Ex 3.3- o di altrui :v VI. Spandere l` olio della Unzione : 'VIL La'


tut

(n Exmmhu, varare il giorno di Sabato (I) : VIII. Mangiare coe 'Sar-re

ne

SOPRA ISUPPLIZJ.
431
nel tempo della ua impurit (a): IX. Entrare contaminato

(a) Levi!. vu. ao.


(b) Num, xxx. 13.

nel tempio (b): X. Mangiare del grao (c): XI. Del angue
(d): XII. Mangiare le reliquie del acricio tre giorni dopo
eere ato oerto (e): XIII. Mangiar carni fuori del luogo

(c) Let/ir. v. 2;.


(d) Ilzidcm 2.7. ('

precritto (f) : XIV. Mangiar del lievito nella ea di Paqua

(f) Lcwit. v. 18.

(g):XV. Erangere il digiuno nella olenne Epiazione (h):


XVI. Far qualche .opera ervile il giorno della Epiazione (i ):

(a) .Ea-0d. x. ls.


(1) lle-uit. xx. 1.9.

XXVll. lO.

(e) Lei/ir. xxx. 6.

(i) Leuitmxutqo.
(k) Num. xix. 13.

XVII. Non oervare la fea di Paqua (k): XVIII. Tracu


'rar di ricevere la Circonciione (1): XIX. La Betemmia (m). (l) Gene- art.14.
(m) Num.xv.3o.4i .
XX. La Idolatria (n): XXI L'oerire i uoi gliuoli a Mo (n) lidem .

loc (o). Ecco i delitti ottopoi alla pena della cerminazione.


Eaminammo altrove (p) i entimenti degllnterpetri intor

no alla maniera, di cui Iddio ervivaiapunire con occulto giu

(o) :Le-uit. xvr i i. z 1.

(p) Vida Brad. 1:1 i.


ts.

diciole perone,che la legge condannava ad eere egregate dal


rimanente del popolo, ovvero ad eere eerniinate in Idrae

le . Noi qu cerchiamo, qual foe il gaigo , onde punivano


i Giudici coloro gi convinti delle prefatc tragreoni . Sen

za trattenercia' entimenti de Rabbini , pare s .per la natura,


come per la qualit delle colpe , delle quali Ii tratta ,_e pel
naturale, e letterale ignicato .de'termini del teto, che .i da
ta morte, e i mandavano in rovina i rei di imiglianti-con
travvenzioni .
La violazione del Sabato , la idola-tria , la beemmia ,

l'offerirc i propri igliuoli a Moloc, ec. erano infallantemen


te misfatti , che i punivano coll'eremo upplizio, 'iccome
notalo in termini formali la legge 1 or gl'ie delitti on
condannati dalia medeima legge alla membrazione , o ad
eer' eerminati s dunque 'i pu conchiudere , che la pena
dello erminio, e quella della morte eran le ilee. E mai
poibile di peruaderi , che la Scrittura condannae alla
morte un adultero, un uomo che aembravai con una don
na impura, o che conultavai Maghi, e'l gliuolo che di

obediva a' .uoi genitori 5 e ch'ella poi condannae empli


cemente alla sferza colui, che per rigoglio e diprezzo del.
ie leggi di Dio peccava contro al Signoresperch tal manca
mento era olamente condannato alla eparazione (q)?

13'

egli fore dicevole, che una epreione s forte , e una mi


naccia tanto terribile i riringa a far condannare un uo
'mo alla frua, cio al pi leggiero , e mcn vergognoo di
tutti i upplizj P Quando la Scrittura ci parla dell'intero di
ruggimento de Cananei (r), o dell eccidio della famiglia

'

di

(q) Num. RLA!.


Anima 'vero quiz p
uperbi ma liquid {0

mierit ,ive tivi: :


ille ,ive Peregrinm ,
( quoniam adverur
Domini? Lellis u)
penbit de populouo .~
*uerum enim Domini
ronrem n, - Pra

ptumi lim-er irri


m; : idrirco :it-[ehi
tur ,
porrair ini.
quitmem uam .
(r) Dm:. :11.19.

432'
(a) ;.Reg.xtv. to.
(l)P.xxx1u.i7~
nat/1.9. :.8. (ihr.
(i) Each. xxv. 7.
Icrom. xl. Vi. a.
(d) lai. L. l. jrr.
iu. 8.;

DISSERTAZIONE

di Geroboamo , che fcpeccare Idraele (a), o del gaigo de'

pi ribaldi ,la cui memoria ar cancellata ovra la terra (b),


ovvero della rovina delle ree nazioni , di cui Iddio ne giura
la eirpazione (o), o pure del Divorzio che a Dio coll in
grato, indocile ed infedele uo popolo (d): la Scrittura , di.
co, in tutte -quee occaioni non adopera altri termini , e

non quelli che ua per dinotare la egregazione di un uo


mo dal rimanente del popolo . Dunque queo divorzio,
quea diruzione, queto erminio , queo eccidio totale ,

quea morte,egualmente i diviano dalla Scrittura con quei


termini : 'Ieribit, delebitur , interi/zi!, diPerdam de Populo uo .
Della Scomumca , e delle Cenura .
Non vorremmo per noi aermare, che tutte le colpe

(e) Edr. x- 8.

( Bellini. Sync-r.
(g) Hl. des ius,
liv.5.c. 18. ama.

diopra annoverare foero empre ottopoe alla pena della


morte'. Per quanto dire ne poano i Rabbini, punto non du
bitiamo, che la Scomunica non foe anticamente in uo ap
preo gli Ebrei. Edra (e) egreg dalla congregazione dI
draele coloro , che non vollero licenziare le donne raniere
da e poate. Un Caraita citato da Seldeno_ (f) attea, che
la Seomunica principi ad eere coumata , quando la nazio

ne ebbe perduto il dritto di gaigare i rei otto il regno degl"


Inedeli. Stima Banagio (g), che al Sinedrio, eendo'ato

abilito da MaCabei,i attribuie la cognizione delle. caue


Eccleiaiche , e il punire i delinquenti s e ci avvenie ,
uando il mecuglio degli Ebrei con le nazioni Inedeli re
e l'eercizio di tal pode pi frequente, a ine d'impedire
il conorzio co' Pagani, e l abbiura del Giudaimo : dun
que prim'a de' Maccabei eravi gi qualche eempio della Sco
munica. E perch gli Antichi Ebrei non avranno eglino e
ercitata la medeima autorit, e comandate le iee pene

rie

C0!

come ece Edra s giacch quee medeime leggi uieva

(h) Mattia. x. 17.


IM. lx. n- xv].
inv Luc. V]. 2.2..
(i) joeph. 1,2..Brllo
Iud. C. [7

no, e vi erano di tempo in tempo i tragreori ? Preumei

del

pur empre in vigore una legge no a tanto , che non i han


no pruove in contrario.
Vedei la Scomunica interamente abilita nel tempo di
GESU CRISTO; mercecch egli avvia i uoi Apooli ,
che aranno cacciati dalle Sinagoghe (/7) , e condannati al
agello . Parlando Gioeo degli Eeni (i) dice: Tollo che

co

alcuno di loro 'treni-ua colto in qualche fallo conderabile , fe

nia

para

Pr

ill
ce`
ca
t

SOPRAI SUPPLIZJ.

41,33`

para-mm dal loro corpo , e chi era in coral guia cacciato , mori-ua
fave-tc di una infelicxima morte 5 imperoccb eendo obbligato per
'00:0 di non prender cibo da i fora/Zini , e non Potendo pi aver
conorzio con quei, da cui 'veniva egregato , tro'va'va aretto a
nudrir di erbe a guia di un animale , no a canto cbe corrotto ,.
e impmridieo il uo corPO , ne cadejero a brano a brano le membra.

Succede-ua cal-volta, che gli Ej]`eni,mirandolo 'vicino a per-ir di mi


eria , moi a compaione lo ritira'uano , e il riprende-vano nella
lor ociet , credendo eer per lui baantima penitenza l' ele
re fiato ridotto a canto eremo per la ejoiazione de' uoi nunca`
menti .

Ma i Rabbini ci dipingono la Scomunica diveritma da

quella, che praticavan gli Eeni. La Scomunica, a dctto lo


ro, conieva nella privazione di qualche dritto da taluno da
prima goduto nella comunione , o nella ociet , di cui era
membro (a). Riguardava quea pena o le coe ante, o le

(a) de Selils. l. l.

comuni, ovvero le une e le altre iniemcsed era impoa per e. 7. de Sync/ir.


coituzione umana a cagione di qualche delitto reale, o appa

rente,con iperanza di rientrare nell' uo priino di quelle co~


e, di cui per tal entenza erane un qualcheduno privato.
Avevan gli Ebrei due orte di Scomunica; maggiore l
una, e laltra minore. Allontanava la prima lo Scomunicato

dalla ociet di tutti gli uomini, che nc componevan la Chie~


a : eparavalo la econda da~una ola parte di quella; cio da
tutti que della Sinagoga s di modo che niuno poteva regolar

mente pori a edere a canto a lui ,e non in dianza di quat


tro cubiti , alvo la moglie, e i gliuoli: n tampoco poteva
eere celto per comporre il numero di dieci perone necea
rie per fare certi negozi, non venendo coui in niuna gu'ia
contato; neppure poteva bere e mangiare con altri.
Ventiquattro erano le caue della Scomunica. I. Parlar
con diiima di un Savio , o di un Maero , dopo la lui
lui morte. II. Ingiuriar con parole un Miniro pubblico

della Giuizia .
condizione .

III. Chiamare chiavo un uomo di libera

IV. Fallare in Giuizia.

V. Dipregiare un

precetto della dottrina de' Scribi , e della legge . VI. Non


iare al Giudicato. VII. Tenere appreo di e una coa no
cevole,comc arebbe un cane cattivo. VHI. Vendere il uo

campo a un Gentile enza indennizzare coloro, a' quali po


teva eere` pregiudiziale tal vendita . IX. Render teimo
nianza contro uno Idraelita avanti a Gentili , a intento di

Dier. Calmet T. I.

Iii

co

434
DISSERTAZIONE
corignerlo al pagamento di una coa fuor degli ui d'I
draele. X. Un Sacerdote che acricava enza aver poo
da parte ci, che agli altri Sacerdoti era dovuto. XI. Pro~
anare, eendo chiavi, un giorno di ea di econda cla~
e, quando anche ci venie autorizzato dall'uo.

XII. La

, vorare la vigilia della fea di Paqua da mezzo giorno in


l.

XII!. Pronunziare il nome di Dio in modo altiero, o

iperbolico, o ia in giurando, ovvero alla impenata. XIV.


Porgere
occaione
al popolo
il nome
Dio. XV.
Eiier `caua
che ildipoproanare
olo mangiae
coeanto
antedi,
e non in luogo anto. XVI. O ervare , e calculare i me
i, e gli anni uora di terra Santa , diveramente da quello

che ivi gi era in coume . XVII. Porre una pietra d in


ciampo er ar cadere un cieco. XVIII. Impedire il popo~
lo di o ervare qualche precetto . XIX. Sagricare dopo a
ver permeo , che i oe oerto un animale preo , o la~
cerato da una era . XX. Immolare enza aver provato il
proprio coltello alla preenza di perona perita. XXI. Non
recare ogni applicazione per imparare le coe necearie. XXlL

Ammarginari con la moglie gi rcpudiata,edare con ci mo


tivo a riabilire, mediante la entenza deGiudici, il diciol

to -conjugio. XXIII. Un Barbaoro che abbia perduto il uo


buon nome . XXV. E in ne comunicare ingiuamente
qualcuno
(a) Banagellides
JuiB .liv. 5 . c. is.

Era la Scomunica preceduta dalla Cenura (a), che


faceva primieramente in egreto; ma e il delinquente non
emendavai , la Cai: del Giudicio , vale a dire , l .Aemblea

de' Giudici intimavagli con minacce , che i correggee :


pubblicavai pocia la Cenura in quattro Sabati, proclamata.
doi il nome, e la natura delle colpe de'rei , a ne di ver

gognarli, e e duravano ad eere incorrigibili, erano comu


nicati. Pretendei che GESU' CRSTO alluda a queiti-pra`
(b) Marth. xvni.
16. [7. Si autem pec
cavent in te frate)
mu: ; vade, - rom
pe eum inter te,

tica (b), qualor comanda di avertire occultamente e a olo a:

olo il noro fratello ; poi di prendere qualche teimonio


con eo noi: nalmente di darne parte alla Chiea : e e ci

ipum al; . . . Ss

atto,ei non i ravvede,di coniderarlo come un Pubblicano ,

autem n- non udie


rit; adhibe rerum ad
hm: mmm ,-vel duo:
.
. Qui-l i non
audierit eo: ;dic Er

ed un Gentile.
La entenza della Scomunica era conceputa in quei

termini z Sia un tale fendi-ato , o omunicaro. Davai la en


tenZa della Scomunic , ando deo , o nel onno. I Giu
tleam non audierir;
fit tibi icut ethni dici, ovver l'Aemblea , o anche i Privati aveano acolt
cleia . Si autem Ec

rm. - Publicanm.

di
ii

fc
I:

e\
SOPRA ISUPPLZ]. "

di comunicare , purch vi ol'e una qualchcduna delle ven


tiquattro ragioni di opra annoverare ; e principalmente e i
foe arto avvertito chi i communicava,che dovee emendar

ii . Ma regolarmente era la Caa del Giudicio, o la Cortedeli


la Giuizia ,che pronunziava la entenza della olenne Sco-'
municazione.
7
Poteva un Privato {comunicare un'altro , e imilmente
comunicare e eo : come, Per empio ,que che no men`
A. m. 17..
2io`nati negli Atti Apoolici (a), e in Edra (b), che i ob- (a)
(b) z. Edrx. 7-9.

bligarono otto pena di S'comunica, gli uni a oervare la leg


.ge di Dio ,,' egli altri di prendere Paolo vivo , o morto. Si
comunicavano anche talora le beie :e i Rabbini cinfrmai

.no , chea produceva il uo ectto ino contra decan.


La Scomunicache awenva ne'l-nno~,era, quandoa'urt
.uomo in ogno embrava di eere omunieato dai Giudici

con giuridica entenza , oppure ancora: da un Privato- :- al


-lora teneva colui -per veramente a tanta penav oggetto; p0
tendo dare , a quel ch ei dicono, che Iddio, o ,i per
uo ordine., qualcuno de' uoi Miniri' , aveelo comu
nicato. - Gli eetti di tale Scomuni'ca. eran-o- gl"~'ieimi ,.

che: quei della; Scomunica- regolare che facevav ando de


o , e vegliato .

Se lo: comunicato di Scomunica' minore

non `otteuevane, dopo averla incora , dentro un mee l'aolu


zione, rinnovavai ancora per un altro mee :.e- e pirato tal
termine,non cereava di fari aol'vere, lo oggettavanoalla Sco- .
munica maggiore, e allo-ra eragli vietata con gli. altri quali~

voglia conorzio ., Ei non pote-va tudiare ,. ningnare, n


allogiare, n 'dare a nolo> ec.. riducendolo- prei?) a poco nel

lo ato di quelli -, aqualiz interdievano- gli antichi Rmnani'l


acqua e 'l Fuoco- :~ non poteva ricevere ii uo- alimento che
da ben 'poche perone-z e'quei 'che tenevano qualche conor~
zio con eo lui. nel tempo del ~'to S'comunicanvento, erano,
fecond'` la entenza de'Giudici, ottopoi alle medeime pe
ne, 0\ alla ea Scomunica.

Alcune iate ancora veni-vano

con'cati ,z e impiegati a ui- agri gli averi dello comunicato


per una orta di Scomunica, detta: Cherem~,della~ quale apprei
o` i parler..

Setaluno` moriva; {comunica-to ,, non facevi-.i

Cortona per-lui i: e- sT`in~dicava per ordine della Giuiazia _il


luogo-di* ua epoltura ,. o~ con: una; groa. pietta,'o~ coni un

mmzrlamento- die ai..


3
'
Avvi , chi d'i'ingue tre orte di Stormmitazone- per:v

m :a

436

DISSERTAZIONE

(a) Virle Bartoloni


Bil. R456. tom. z.

Quai-i tre termini (e) Nidui, Chez-em, e Sclmmmm. Denota

PZ- 414

il primo la Scomunica minore; la maggiore il econdo; igni


ca il terzo una Scomunica maggiore della maggiore, a cui

pretendei, che andae unita la pena di morte, ela quale non


poteva aolveri da chi che ia. La Scomunica Nidui durava

zo. giorni . La Cberem era una pezie di uperimpoizion della


prima , sbalzando via dalla Sinagoga il oggetto , e privandolo

di ogni civile conorzio. Finalmente la Sto-:mmm: r pubblica


va al uono di quattrocento trombe; e toglieva ogni peranza
di mai pi ar ritorno alla Sinagoga .
Ma Seldeno difende che queti tre termini forio bene
peo inonimi; che non vi furon mai, a propriamente pa-r
lare , appo gli Ebrei, e non. che due orte di Scomu-niche ;e
che e ne libri Santi itrovano i termini di Rap-.trazione , di

Scomunica , di Anarbema, non debbono prenderi nel enb

ten

da noi accennato per una forma- partieolar di- giudicj, che

foe in uo avanti, o dopo la legge ,in vinti delle Moaiche

(b Vida mile. V
2-).

coituzioni.

Traggono-i Rabbini il dritto, e a- forma delle loro Sco*


muniche dalla maniera ,. onde Debom , e Bai-ac malediero
Meroz (la), che credono eere tato un uomo, che non di
ajuto agi' Idraeliti .- Maledieite terme Meraz, , dixit .Angelus Da

tan
[l'0`

por
tilt(

Plic
[e

mini :.maledicire habitatoribm ejus,quizt non WAE'IM ad umili-mt


(c1 Comm. Babi!.

ad tirul.. Mocd. Ka
ton c. 3,

.Domini in adjutarium fortizmomm ejnt.. Penano (e) Cl di tro

vare in queo pao la forma della* Scomunica . I. Le maiale'


zioml che r prefericono contro- agli {comuniczrti ., H. Si- mai
ledicono coloro. , che: i. aedono preo di ei- pi vicini di
quattro cubit- . IH.. Si- dichiara in- pubblico- ii delitto: dello

ad
alti

{o .

{comunicato-5 come dicei in queto pao, che Meroz non verc

nic
Pri

nc alla. guerra del Signore- IV. Si pubblica la Scomunica- a


ion di tromba; come eomunie Barac. , per quanto dicei ,
Meroz al uono di quattrocento trombe.
Biogna per confeare, che laScomu-nica,qual viene-da.

(lp:

noi decritta , aai poeriore a Barac,e che non pu deter

minarcne i-l principio, e l'uo prima della~ loro cltiavitudi

da

POC

ehe

mn

ne. Non vedeene traccia otto il pri-mo tempio, e avanti i.


Samaritani, i quali non vennero in Giudea , che dopo il tra
porto delle dieci Trib.. Le prime vetigia della Scamunica ,
(d Pu vederi l.

che corgonl nella Scrittura ,. ono degiomi di. Edra , e di

Edr.x.8.c3-3.E_dr.
(11.5} -ojph. 4m

nq. . xl. e. e. (9-2.


xfx-.ag-xums.

Neemia.- (ci) .

Quanto alla. aoluzione della Scorri-unica , chi aveva co-.


mu

Pra

le
nie
pio

_0nd

SOPRA I SUPPLIZI.

43-7

municato un qualcuno , poteva parimente aolverlo , puri

ch i dolee con dar egni di un pentimento incero . Da


vai talvolta l' aoluzione nell' atto eo , che pronunziava
l la comunica. Non i poteva aolvere, e non era preen
te chi foe tato comunicato . Lo comunicato da un em
plice privato, alvo il cao dell'inulto fatto al dicepolo d?

un Bacalare , poteva venire aoluto da tre uomini da lui


celti a tal ne, ovvero da un olo pubblico Giudice. Chi
da e medeimo crai comunicato, non poteva aolveri da

e eo, e non era dicepolo di un Savio, o pure che in


icienza non foe eminente; fuor di quco cao non pote
va, ricevere la ua aoluzione , che da dieci perone elette
tra il popolo. L0 comunicato poi in ogno, come abbiam
detto di opra , dovea praticare cirimonic maggiori per 0t~

tenere laoluzione. Richiedevani dieci perone verate nel~


la legge , e nella cienza del Talmud ; e non trovandoene

tante ov ei dimorava, doveva cercarle nello pazio di quat


tromila pai: ma e pur ivi non trovavanenc a ucienza,
potea prendere dieci uomini , che apeero leggere nel Pen~

tateuco: ma e in quei pure non i abbatteva, pigliava em


plicemente dieci uomini , e non avendone dieci , poteva di
tre oli valeri.

Chi era comunicato per aver fatto un qualche inulto


ad un altro , purch loltraggiato non foe morto , ei non
poteva ricevere l' aoluzione n dall offeo , n da verun'
altra Adunanza, e l' ingiuriato non e ne morava conten

to: ma dato che foe morto , chi aveva incora la comu~


nica , poteva fari aolvere da trc uomini deputati, o dal

Principe del Sinedrio. In ultimo chi era ato comunicato


da uno conociuto, poteva ricevere l aoluzione dal Prin~
cipe del Sinedrio .
"Ci ono intorno alla materia della aoluzione altre non
poche bttigliezze, inutiliime per qu riferiri : anzi imo,
che tutte quee particolarit della legge della Scomunica a
ranno trattate di chimere , e che certamente non ur mai
praticate.

Gli comunicati non erano eclui dalla celebrazion del


le fee, ne dallingreo del tempio , n dalle altre cerimo

nie della religione. I Conviti, che i facevano entro il tem


pio nelle olennit, non computavani nel numero di que ,

onde gli comunicati venivano eclui .

Dice olamente 'il

Tal~
\

4.38,

DtSSERTAZIONE:

Talmud ,. chegli comunieati entravano nel tempio dalla par

torri

te. inira ,, e uCivano. dalla dera; dove all" oppoo entrava~

role

no gli altri dal lato dero, e hrtivano dal i'niro.

Noi facciamo lieo giudizio di tutta- qttea Giuripru

tura

o a

denza; de"Rabbini , che di tutto- il rimanente {in ora- da noi


riferito. Niente di certo, niente di ben onda-to- tro-vai imor'

loc
del
cad
gitt

no- all' antichit. ,, e- circa la pratica de' p-richi Ebrei z ma

bEnsi molte formalit, , e frivole oervazioni, fr'ammichiate

fore con qualche di vero, e con alcuni ui' novelli


dopo. il Sinedrio..
'

Na

ic

.upplizio d'ela .p-adi::

chi
alle

Qaeo- upplizio non: uggerice materia; alle nore olr-

un i

vazioni., nonv avendo: coa uora-del conueto- T'agliavai' mp

mat

plicemente la. tea alreo- com una pada. , ovvero con uni ac
cetta -- Appo 'L Romani era imata; la- cure meno vit-uperevole
C a: y _ Vidi Galloni de
cmcmr.- Marty. e..

palla
ta

della pada (a): ma tra' gli Ebrei-z non- i~ faceva, che appiai
tal dinzione .. Noi` abbiamo un eempio famoo di s fatta- e-

pie-.1`

Ram
riac

alt.

ecuzione- neettanta fratelli. di- Gedeone , ftt' d'ecapitare- d


(bl India. 1x. rr..

Abimelec ,loro- fratello- fvra di una- medeima pietrae (,b) ;e

neettanta_ igliuoli di, Acab , aquali fu troncato il capoid


(e) @_Reg. x. 7a

a,

Eer

e di

Samariaz,,`e mandate a- 1611: le. tete entro.l certi: corbeili (c) ,, ~


Ia

.upplizio del" Fuoco..

>

`rire i
Teri-t

teti

Era- queo- gaigm in: uo tra- gli Ebrei' avantiv la


Eendo.- informarci Giuda: della gravidanza .di- Tan-tar
(d):
u

unu. la_ nuora ,, v.oll`e: farla. bruciar* viva, come adultera (d); ma:

boni
'che

non; i. a',` qual cirimonia: i] oervae inv limit upplizio.. I".


torni

Rabbiniz tenaci` delle.. tradizioni: ci: danno Gomez-za, che ot


,terravaiz il': rEOz-noz alle: ginocchia'. entro. il. letame F indi av~

rie n
OCC

voltaimorno: al? di lu colla una lunga- facia; diz'tea,z veni


.va. tirata-z. da'due- lembi ,. tanto che il~ paziente: aprie la. boo
ca-,7 e; allora, per ea: inndevrai liquefattonpiombcr ,- 'clie
endeva; ad',- abbruciangli- le: vicere... Mia leggei'} negli critti.
medeimi: de" prefti- dottori; un fatto:. ad' ei. totalhente.- conIrariov.. Il? Kabbino- EleaZarQ- racconta, che: la. ghna-d: una.

(e) Lavinxxr.. 9,;

da i

chiu

tam]

.Ma
P9P

Sagricatoi-.ex,,ehdo- caduta: nella: ornixeazione, Hr

al

al' fuoco, e che i accbmod'arono', conforme diPone lalegz

anch

ge income a: le'n per- imenerirlaz le- legne- (e) .. Ma_ e'nza- ri

YEri

cor.

SOPRAISUPPLIZ].

439

correre alla teimdnianza de'Rabbni,, noi troviamo nelle pa


role del teo di Mos,e negli eempli menzionati dalla Scrit

tura, pruove accertate, che il upplizio del fuoco era 10 He


o appreo gli Ebrei, che appo le altre nazioni`
Gli Ebrei Idolatri, -che oerivano i loro igliuoli a M04
loc, accvangli- arroire , per quanto dicei , tra ;le braccia
dell' Idolo; -ovvero _gli ponevano ovra le ua braccia, donde
cadevano in un fuoco avyampante a uoi piedi. Nabucco e" '
gittare Daniele, e i uoi compagni in unardenre fornace (a) . '(2) DM- - 6
Narrar, che Abramo oe miracoloamente liberato da 'queo
ieo uppizio ('17). Comanda Mos di abbruciar VVO (c) ;b/?JQ'P'

chi poa 'la Madre oltre la gluola, edi ar orirral upplizio (c)Le1./it.'xx.. 14.
alle 'medeime donne; ci che porge naturalmente ia .idea di
1m ;Fuoco cernecamente applicato , -e di amme che conu
mavanoi 'malattorh Ai ette Fratelli Maccabei -, dopo eer
paati otto 1a rua , venne tagliata la linguaz e rappa~
ta a forza la cotica , indi recie leremit delle manic de"

piedi; nalmente morirono in caldaie, c padelle bollenti (d) '(d)v7..Mac'b.vu.


Racconta Gioeo

e) con maggior minutezza il upplizio di ie) PFM-d M"


AL'_a

ciacheduno di loro , dicendo , che il primo di quei ,dopo '9'


eere ato rua'to, venne da'carneci eo u di una 'ruota,

* e dimembrato Il eo u parimenre poo opra di una 'ruo


Ia; e dopoavcrgi acerate tutte le membra , gli fecero oe
rire il tormento del fuoco , applicando al uo doo lamine -di
.ferro roventi , c`he,fatta rada , tutte gl'incendevano le in
Ieine, e morto in s pietato martirio u poo entro una

"1.
-~..-n-l

bollente caldaia . Il ettimo r `lanci da e eo nella padella,

che nrdeva , -ove aci glorioameme la Vita.


Ecco di quanto ci ragguagliano 1a Scrittura ,e'Gio-zo in~
torno a" uppliz di Martiri *cotanto illuri 5 'notandovii .va
rie maniere di adoperare il Fuoco ne'zormenti . Siccome An,
tioco Epifane dirigeva tutta -quea tragedia , -e veniva eeguita
da uoi-*oldati '5 -cosi non pu nel vero rigoroamente con:

chiuderi, che ra'uppliz oero comuni `agli Ebrei , n che


tampoco gli pratica'ero nella `foggia da noi ora decritta" .
Ma qual probabiliche gli Ebrei i dingu'eero dagli altri
popoli in coe per aatto indierenti'? e che ono i medei
mi rermini di punire per mezzo del fuoco, e di condannare

al fuoco, intendeero tutto il conrrariode li altri popoli, ed


anche l oppoo que'tcrminicdi che i ervivano? Avea'no
.Veriimilmence i_'Caidei_1a;conuetudine di ar bruciare *in _un'
l
arden

-\.1**

4.4.0

DISSERTAZIONE

(a) Jerem-xxlx-zz- ardente padella certi malfattori , informandoci Geremia (4),'

ve

che Nabucco fece mettere in una padella Sedecia , ed Acab :

ch

pclgnin viitors Tana: te Dominus jim SLdCCJm (r ca: Achab, quo: frixitRex
bdmosmym Babylon-"s in ignc : Pro eo quod fece-ri; ultitiam i Irael , e?" mie

ti
ne

chan' unt in tarare: amicorum fuorum , (Fc.

Non olamente i abbrucciavano gli uomini vivi; ma git


tavani anche talvolta i cadaveri loro nel fuoco dopo eer

morti. Si not di opra , che il eo dcfratelli Maccabei,


dopo eere pirato, fu poo nella caldaia. Evvi, chi credc, che Acano venie conumato dal fuoco , dacch fu la-

b)jafuevu-15-

pidato (b).

Bruci Gioia le oa de'fali Profeti 'ovra gli

(c) 4.ch.xxin. : altari degl' Idoli (c).

in
L

al

L' autore dell' Lccleiaico (d) dice ,

_{

ihlxiuiz che la carne dell'empio punita co' vermi, c col fuoco; il


;aliata rami- im- che pu piegari de corpi morti de' giuiziati , che i butta-

de
m,

WHEN ' "mm" vano alcune iate u letamaj , ove reavano da vermi, o dal

tre

fuoco conunti 5 mentre dicei , che i manteneva empre il

(1.72

fuoco nella valle di Hlmzon vicino a Gerualemme , dove s'


incenerivano i loro cadaveri, per impedire che la puzza non
ne infettae la citt . CES U' CRISTO fecc alluione
al pao dell' Eccleiaico, allor-ch parlando dell' Inferno ot-

210
Vea
Phi
I)

to il nome di Gebenna die , che il vcrme de'dannati non

(e) [uan. 13.43,5. muore, e che il loro fuoco mai i pegner (e).
non exringmmr

Rimane.

ra

gli:

re in cotal _guia privato`di epoltura , era uno de'_ pi gran-

no

di, e de piu ignominioii gaighi , che aveler gli Ebrei .

Siccome non cravi coa tanto raccomandata , quanto la c-

Ad

poltura , e i funerali de' morti , cos niente era tanto odioo


e pi orribile, quanto l'eere~ abbandonato pci* ervir di pa-

ve

colo agli uccelli, e alle ere.

Dio tra le alti-c coe minac

cia il uo popolo di _s obbrobrioe diavventure,con~ cui pu*


gi) W-""- '* nir'volea le loro ribaldcria (f).

Attea Gioco (g), che

dj r

, 1

(g) [efph. l. 3. de la epoltura ricuavai olamente a coloro , che i erano data

fact]

BANr-

la morte , ottcrrandogli la notte dopo avergli laciati tutto

Man

(h) j,,uxh ,9, il giorno ovra di un letauujo. Prcdice Geremia (15") al Re


Gioacimo gliuolo di Gioia , ch co'li avr la epoltura de'

Ove
le

giumenti : Sep-*15mm ai/tt' epzlletur , putrc'zm projet?

Pida

extra portar _exuzlems cio a dire , che il uo corpo a'

n01

r laciato alla campagna per crvir di pacolo alle belve di-

tre

voratrici . E' per da rietteri , che Mos non ordina s fat

to gaigo contra veruna orta di delitti : anzi vuole, che


diai epoltura a que medeimi , che pe' loro misfatti foero
ati attaccati alla croce, enza poteri laciare i loro cada`

ci
.die
tra c

veri

SOPRA I SUPPLIZI.
441
veri pi di un giorno ovra il patibolo; purch per una qual
che particolare ragione non i giudicae bene di are altrimen
ti : queto ultimo cao non epreo nella legge; ma i be
ne una piegazion di coloro venuti dopo Mos.
Della Lapidaaione .

I dottori Ebrei vaneggiano altres ull articolo della La


jaidazione , come u gli altri da noi menzionati upplizj (a).
Lapidare non era appreo gli Ebrei lo eo, che tra tutte le
altre nazioni. Il condannato a queo upplicio era condotto
ovra il ridoo di una eminenza alta quanto due uomini, don
de da due tetimoni veniva precipitato in luogo aoo; e non
morendo per la caduta, tutto il popolo l'opprimeva con pie~

(a) Vedi Seldeno'de


Symdr.eci che noi
dicemmo, Levit.xx1 .
pag. 1.61'.

tre. Contan cooro diciotto capitali delitti oggetti alla Lapi


dazione i e ono quelli puniti dalla legge con leremo up
zio enza eprimere il genere della morte , con cui il re'o do
vea eere gaigato. (luco era uno de' pi ignominio up

plizj che praticaer gli Ebrei. Vuol Mos , che 1 lapidi un


bue, che abbia ammazzato colle ue corna un uomo (b).Nar (b) End. xx1.19.3z.
ra la pena del beemmiarore~(c), e di colui che andava co (c) Levinxxiv. 4.
gliendo legne il giorno di Sabato (d);i quali rimaero per ma (d) Num. xv. 32. 37.

no di tutto il popolo epolti otto le pietre. Il giuo Nabot


ori lo eo upplizio per ordine di Gczabella (e) ,come pure

(e) ;Ji-eg. 11.14.

Aduramo deinato da Salamone per leazion de'tributi (f).

(f) 2..Pr.x,18.

Ma in tutti cotei eempli indarno cercherebboni le pro

ve di ci, che de'Rabbini abbiam riferito ; anzi vi i corge


tutto loppoito. Ebbe Mos ordine da Dio di dire al popolo
di non accoari alla montagna del Sina 3 che e alcuno ave
e lardimento di apprearvii , foe lapidato, o traitto con
aette da tutto ii popolo, ma che dipoi niuno pi lo toccae:
Manu; non tanga eum; n s'inoltrae per trarlo dal luogo ,

(g) Exa-I. xrx. 12.


Cavete ne a-endnti:
in montem , net tam
garisine: illim; 02n

m': qui terigerir mr,

ove i traver (g). N Gioeo, n Filone nulla diconci del


le formalit, che paccani da Rabbini. Si volle ovente la

pidar GESU CRISTO anche nel tempio (b). Fu S. Stefa


no conquaaro uor di Gerualemme da una tempea di pie
tre (i). Poco manc, che S. Paolo non Foe ammazzato a

uon di aate nella citt di Liri (k). Avendo preentarci


Giudei al noro Redentore una donna colta in adultcrio ,

morte marie-tm*: ms

nm non ranger mm ,
[ed lapidibm appn'
'memr , a! talzfadie
ti jrulis (5-1:.
(h) oan. vlu. 59.

(i) A.v.57. '


(k) z. Cor.x1.a.0
Ak. xl v. 18.
(l)]oan.vir1. 7.

,die loro: Chi tra voi_ enza peccato, cagli il primo la pie Qui ine Peccato e
tra contro di lei (I): ma in tutto queo non vi una parola,

Dzerr. Calmo: T. I.

K k lc

che

*ve/?mm , Prinz: in
illam lupi-(em mir;
Mt z

442

DISSERTAZIONE

che ci rappreenti i malattori precipitati gi da una balza ,co


me pretendon gli Ebrei.

Gli eempli del beemmiatore,dCl violatore del Sabato,

di Acano , e di S.Steano,ci an giudicare, che menavani or


(a) Dm!. vaxii . 6

dinariamente i rei fuori della Citt a ne di lapidarli. Ordina,


Mos (a), che i faccia lo eo vero colui ,che induce ipo
poli alla Idolatria : il che u poi probabilmente eo a tutti

gli altri colpevoli , che i punivano fuor di citt z come noi


veggiamoz _che il noro Salvatore volle orire `uor delle

porte di Geroolima: ma ci non Crediamo eer ato genera


le, maime nella Lapidazione, che 1 faceva mediante il giu

dicio chiamato dagli Ebrei _del Zelo enza apettari la entenza.


deGiudici.
'Precipitamento da una Rupe.

Abbiamo notizia per mezzo della Scrittura di alcune per


one dirupate dallalto di una balza ,o di una torre, ma non

apparice, che queto ia mai ato tra gli Ebrei un upplizio


ordinario, comandato per entenza deGiudici . Amalia Redi
(b) a. P41. uv. u.

Giuda fe'gittare gi da un altezza cocea dieci mila Idumei


da lui vinti in guerra (b). Avvi pure chi crede , che foe
precipitato dalla rupe di Oreb il Re del medeimo nome , pre

(e) udic. vu. :7.

o da Gedeone nella contta de Madianiti (c) . Gezabella u

(d) 4.Reg.lix. 31.,


(e) Luc. iv. 1-9.

buttata dall'alto della muraglia di Gezraele per ordine di Jeu


(d), I Nazareni vollero precipitar GESU CRISTO dalla Ci~
ma della loro montagna (e). S. Giacomo il Giuo u git

( f) Martha-1.6.

tato dal luogo-pi elevato del tempio nella valle , che vi


corripondeva. Zaccaria gliuolo di Baruc venne uccio da'
Zelanti nel tempio , e indi precipitato nella profondit che
tava a' piedi delle di lui mura (f). Ma non vediamo, n
Ordinato da Mos, n poo in uo da verun regolato tribu
nale imigliante upplizio. Vien fatta menzione in S) Matteo

(g) Jvrh. de Bello


l.

c 2.

(g) di un upplizio, di cui io non trovo eempio alcuno nell'


antico teamento , ed di sbalzare un uomo con groo ao
al collo nel profondo del mare. Grozio, e Clerico crivendo
ul pao citato di S. Matteo imano ,che queo upplicio non
ia ato mai in uo appreo gli Ebrei , .ma olamente appo i

Siri; e e venne coumato tra gli Ebrei, u dopo il regno de'


Re di Siria opra della Giudea.
SUP

SOPRA ISUPPLIZJ.

443'

Supplizio della Sega .


`

*
Il Profeta Iaia 'ci propone nella ua perona uno de pi
,raordinarj upplizj, ed quello della Sega. Parlando l'Apo
Pcolo de' Santi dellantico teamento,che vinero colle lor pe
ne e Con la lor morte i tormenti, dice , eervene di quelli ,

che ono ati egati (a) : Sedi unt s ci che tutta la tradi
zion degli Ebrei, e dc'Criiani intende d' Iaia , il quale,per
quanto dicei, u punito con s terribil upplizio da Manae
Re di Giuda, perch gloriavai di aver veduto il Signore ai
*

(a) .Hahn xx. 37.

[ai. 6, 1. Vidi
o ovra il uo trono (b). .Si avvis Toato di revocare in (bs
Dominum [Menti-m

dubbio tale opinione della morte d'laia ul ondamento,ehe`


queo Profeta nel principio della ua Profezia non Fa punto
menzion di Manae, quantunque vi nomini tutti Re , otto
i quali proctizz. Ma egli bene agevole di dare a vedere
la debolezza di s Fatta ragioneiperciocch Iaia pu eere a

_uper qlium excel


]um, 0-:.

to uccio nel cominciamento del regno del preato Principe

`enz' avere proerita Profezia veruna del uo tempo


Non olo gli Ebrei, e gli antichi Padri inignarono;
ch' ei mor per mezo della Sega , ma che u altres recio
con una Sega di legno. Il martire S. Giuino (c) , S. Giro
lamo (d), l'Auror del Poema (e) contro Marcione , e mol<

ti altri l'hanno in tal maniera aerito ; e queto entimento


tuttora in s- fatta guia autorizzato nella Chiea , che arebbe
tcmerario il negarlo.` .Se r pretendee olamente, ch'ei folle
{lato tagliato con una Sega di frro in due parti pel mezzo ,
come alcuni denori Martiri (f) in tal Foggia fatti egar da
Tiranni, eparandone per lo lungo in due bande il corpo ,
la coa non embrerebbe tanto incredibile ; ma che con una
Sega di legno iai dimezzato il corpo di un_ vecchio dal ca
po ino alle coce , ovvero da quee ino alla tea (g) ,
embra i alla ragion repugnante : imperocch in qual mo

(c) Ita/Ein. Dialogo


mm Tryflzm. p 308.
Edit.Pun].un.16;8.
(d) [eraminlai. l.

[g. adnem .
(e) Lib. 34 contra
Martioncm

* uem P0P m Se:: u

&Liga-1 ine labs r:


Fei-mm ,

Immerimm dame:
crudeli morte pe
rcmih

(F) Vizi Baron. m


nati: ad Martyralo
Romana alti,
Galon. da armi.
Mart. cult.
(g) Vide Zenonem

do le ela che ono di una durezza , che col ferro {i dura


talvolta Efatica
uperarle
, porcrono
Facilmente
legno?
chi apens
mai di
are una. sSega
di legnocedere
?i Ed ala Veronm [cr. 18.:
l'aia.

qual' uo poteva ervire un tale irumento P a egar fore


pietre , marmi , ed oa? E dunque neceario ar aggio di
alvare la certezza della Tradizione , la qual vuole , che I

aia fia ato divio con una Sega di legno, enza cadere nel
le incongruenze; le quali pare , che eguano corea opinione.

Kkk a

I Set

444.

DISSERTAZIONE

I Settanta, e S. Girolamo chiamano talora col nome di

eghe certe macchine, di che ervivani anticamente per bat


tere il grano, e farlo ucir delle pighe. Erano quce groi

?Bn-EO?

tronchi di legno armati con punte di {rro , e di pietre , che

1 facevan paare opra i manipoli del frumento , o purc cer


ta pecie di carrette enza more , demate pure di crro, che
(a) ?Tv-g Georgie'. 1.
Servi: in hm la.
tum : Tribula,genm
Vclculinmi ex par
te~ Amman, mie
terrmmrfmmmm ,

qua, ma-:me ina-Uri


camcmumr. Tra

ca ,_ Milici-la im
roi-z.

(b) [ki. xl]. K5.


Pata' te quai ,DL-m_
ii-14m tnmmm no
'qum, haben: rora
jrrramia.

70. Otronus trio

ervivano all uo medeimo , epreo da Virgilio con quei


veri, (a) .
Tardaque Eleujme Matrix 'vol:Jenna Plan/Tm,
Tribal-:que ,. abc-.equa .

Cos decrive Iaia ordigni s fatti (b) .- Non temere If:


dracle; io ti ho renduto- come 1m nuovo irumento da batte
re il grano , e armato di punte in. forma di Sega. E altrove

(a): non i batter il Cit colle eghe : Non enim in er-ri: trim
rabitur girl). Il gitb era una orta di grano troppo debole per

oenere il peo delle macchine opradette. I` libri deRe ci


preentano la. ica eprelone in un pao, che molto pi. {E
aa al noro diegno . Davide avendo riportata una gran vit

hexlis_
Lc) .yz/zi. un. 7.

(d) .L &3le 31.

toria` ovra gli Ammoniti ,_ e impadronitoi della citt di Ra.


bat Capitale de loro ati , dice la Scrittura., che ece (Ia-gare

quel popolo , con ar paare ovra di loro can-rette e ruote


armate di ferro (d): Populum add/ace: eri-471:} , (a circumegit
(e) Kae-ronlaonxon
up
e05 ferrata carpenm. Leggono i Settanta preo a pocone
eirau exig.1ge,'](ae
CTR-{CC Cl} O*lXlOl\l ,

Ka:: cn ris tribolois

tris idotois , Kae de


kctyrnols diros.

( ) Vecrh haam a
her bah horzi vaiia
[em bammegerah ub

ligcharilzelmbbaizel
yimagzerotli hab

oarzel .
(5). LP. n.3;

medeimo modo (e) L Fece condurre il popolo ({ quella citt., e

gli epoe alla Sega, e alle macchine dinotare da battere il grano ,e


alle ate di ferro . I termini dell'originale. (f) ignicano en--`
2a. contrao i menzionati rumenti- E 8-.. Girolamo nel pao
conimile deParalipomeni (g) traduce lEbreo per Trz'lmlor,
" Trabeas e? ferrata carpenra

E dunque molto probabilev eere di tali Seghe ,. che vol


Ie parlare l Apotolo, allorch die, che alcuni` Santi dellanz
tico tetamento furon egatis ed - credibililino che gliEbre'L,
ci Padri con eo loro non abbiano avuto altra. ide

quale:.`

diero, che Iia era tato recio con una Sega di leho z in
rendendo certamente con im-iglianteepreione darci a. com:
prendete una Sega divera dalla.. ordinaria ,
Diral per avventura ,. che. il termine. Greco EP/J
fa ,, importante econdo la lettera ,i Eglirzo ono ati egati
con una Sega comune, non poteri applicare al pao di. San
*Paolo- peroch l'altra memoraea foggia di egare non ha

queta ignicanza , che in un eno gurato, e' rimoto. Mai


puo

)
HMH -iu- u

SOPRAISUPPLIZJ.
445`
Pu riponderi, che lApoolo pot erviri di queto verbo
Greco nel eno medeimo_ che i Settanta 5 e iccome appreo
queInterperri eo ignica , eere ritolato otto macchine
atte a battere il grano; perch S. Paolo non avr egli potuto
adoperare lo eo termine in un eno eguale , per dinotare
un conimilimo upplizio? Eer fegato non igniica altra co
a in S. Paolo, che il medeimo termine nella Volgata, e ne'
Settanta. Sar , e cos piaccia , s negli uni , che negli altri

cotea epreione allegorica e gurata; ma che pu per que


o conchiuderene contra il noro entimento? La Sega con
ueta di erro taglia, divide, e mangia il legno , e la pietra.
La Sega di cui parliamo, chiaccia, ritola , e lacera i corpi.
Si dato a divedere, che tal upplizio non era raniero agli

Ebrei: dunque niente alla nora piegazione i oppone s anzi


mi fo lecito il dire, che non pu intenderi guari altrimenti,
e non abbandonai la tradizione, la quale intende , che foe

una Sega di legno.


~
Se i trattae di una Sega di ferro , e ne parlerebbe
.in un' altra maniera c e ben i a, che il upplicio della Se
ga in queo eno non fu conociuto agli Antichi. Atteca
Max. l. 9.
Valerio Maimo (a), che i Traci egavano talvolta pel c.(a)z. Val.
exemp. 4.. extern.
mezzc uomini vivi : Neque *vivo: hommes medio: ecure , ne
, que Parente: liberorum 'veti corporzbu: , uefa: fuit . Conia`

dalle leggi delle dodici Tavole, che tal upplizio era impo
to a certi delitti; ma la eecuzionenera s rada, cheAulo
Gellio (b) attei-a, non eervi memoria di aver entito dire,
o di aver mai letto, che ia tato arto orire ad alcuno. Si

(b) Au]. Cell_ l. 17..


m&.Attie.c.

ha per da Svetonio notizia(e), che lImperadore Caio Ca (c) Svetonin Caio.

ligola condann ovente perone di condizione a eer chiue


,in gabbie di ferro, a guia di animali quadrupedi, 0- ad e
~:._~rv

. ere recie pel mezzo: .due medio: erra dzeemt. Sembrami ,

che al da Daniele (d) a queto upplizio, allorch parlando


a uno di que ciagurari Vecchioni accuatori diSuanna,glidi

(d) Damxx. ;5.

e: .Angelus Dei , aut-pra er/tenti:: ab eo, ei/zdet tc medium (e).


In S. Matteo il ervo malvagio tagliato pel mezzo , e an

(c) MaltaJle. ;i

noverato tra glipocriti. Dic' Lrodoto (f) ,che Sabaco Re d' () Hcrudat. 1.6.
. Egitto ebbe ordine in ogno di recidere in due parti i Sacer
doti Egizziani . .A preo Ariofane (g) una donna dice , ch' ( g ) Ariophan.
_ ella vicina ad e ere eparata per il mezzo. In parecchi luo
ghi della Scrittura pare ,che ilteo Ebreo alluda a coteo up
plizio , quando s peo adopera dividere , per ar morire ( b). (li) Vide l. Reg. xv.
31.33.Exod.xtx.z.4.
kk 3
Stbiaef
2..Reg.vi.8.

4.46

DISSERTAZIONE

Kn
:
A...

Schiaccia otto le pine, e otto i piedi


degli animali

Il upplizio fatto patire da Gedeone a que' di Socoe


(a)]udi, v- ,5, (a) , ha molto di imiglianza con quello eercitato da Da

vide vero gli Ammoniti, e da Manae contro Iaia. C'in


forma la Scrittura, che Gedeone ritornando di aver dato la.
caccia a Madianiti , sfragell otto le pine , e i rovi del

deerto i Principali della citt. Poe egli veriimilmente pe


anti legni, o groi ai ovra le pine, che coprivano que'
digraziati , ane di grattugiargli , e farli morire. In tal
guia ne coumavano preo a poco i Romani vero colo
ro, che facevan morire otto la graticola, Sub tra necare,

endcndo il paziente otto di quella, ben caricata al di o


(b) itu. 4.11,! pra di groe pietre. Era _tal upplizio non _olo comune tra.
m,;,,~,,,,7, l Romani (b) e l Cartaginei (e), ma imilmente appo gli

guvrube M'i antichi Germani, i quali immergevano nel pantano,~ o in

"ertmmruh' un marazzo uei che avevan ommca


lche vilt nel
0.
q
z
C
qua
(c) Plant: i P4- la guerra , o tollerata un azione vituperevole nel loro cor
ua , cemAm m ,
.
.
.
:.
` po 5 mettendo ovra di. ei una graticola
per impedire
che
Ag. @giri agrmur non uciero della malmoa laguna : Igna-vos, * inizi-1165,

Mfngtfn; tz corpore infames, cano ac palude , injeta inuper crate mergunr.


45m afe [uPPoPi, Si dee rapportare a un qualcuno de' prefati generi di morte
;nhld ci, che Davide dopo aver vinti i Moabiti, fece loro orire:
nere:.

Et Percujt Moab, dice la Scrittura,(' mena: e e05 miculo ,


co-equans term; mena: e autem dim" funiculos, num ad occi

(d) 7" Reg' vm. 7" demium, e?" unum ad vivzcandum (d) .
>
Ma in qual maniera eceli eo morire? Non pu or

QUA<H-15WS S

mari opro di ci che conjetture , non dicendone un mini

moch la Scrittura . Pertanto com' ella dice, che ecegli en


dere opra la terra , pu crederi, che trattae colop ovra

cui cadde la orte,con quello eo rigore che us vero gli.


Ammoniti : o che gli facee calpetare dagli animali; im
perocch queta pezie di upplicio notai parimente appre
o gli Antichi. Tolomeo Ficone Re d' Egitto volle are
chiacciar gli Ebrei di Aleandria da piedL de' uoi elefan
(e) m, WALL ti (e) . Amilcare Generale de Cartaginei pratic lo eo

PntvaAPrion-inl- vero certi oldati uoi compatriotti , e contro alcuni ore


uno

d ieri , che aveano deertato , e abbandonato il partito della

(abez-IZLY_ e Repubblica (f). Il Profeta Michea allude a queto gegere


~
l

n A)

SOPRA

I SUPPLIZT.

44,7

dj morte quando dice (a) : Il Signore ha adunate le nazioni, (a) Mic-h. lv. [3.

come i manipoli nell'aja. Alzarevi Figliuoli di Sion , battere


il grano. Obeda Re d' Arabia ritol otto i piedi de' uoi

cammelli l' eercito di Aleandro Re de'Giudei dopo aver


lo Fatto cadere in un trabocchetto in certi luoghi impratica
bili e cocei (b).

Congrega'vit eo: qua.


fa-num . Surge ,
mrum Fili Sion :
quia comu tum pa
7mm er-rem, (7- 1m
gula: mamma: 4
mi - :KE/1127222:
Papu o: mu to: u"

(b) Joeph. Amq. l.


15.1. al.

Tmpitare nella Cenere,


I

Leggei ne libri de Maccabei un' altra orta di upplizio;


_che conieva in precipitar vgli uomini nella cenere. Vi erano

certe alcime torri, entro le quali 1 conervava una grandi


ima quantit di -cenere, o di polvere, ove 'i .precipitavano i
rei, che ivi morivano oocati. Queo genere di morte non
era propriamente in uo ne paei degli Ebrei , ma bens prati
cato da altri popoli connanti . Antoco EpatOre (o) e' git
tare il traditor Menelao in una torre alta cinquanta cubiti, e

(c) z.M-ul. x! n .5.


JErat i dem lo
turn': quinquaginm

-picna di cenere. Viene accertato , che Dario cognominato 0:0 rubitomm, aggeum

u il primo a porre 'in uo s rano upplizio_- Crederono al


.cuni eervi alta in queo luogo, :e che dovee leggere ,
Dario gliuolo d'Iape*: in vero di queto Dario d' Ia
pe, ch'io pretei parlare, e appunto chiamai] Oca. In Eer
(d) viene Per
appellato
Auero,Maimo
-o .Achas*ueros
che lo
.che-Oca.
altro vValerio
(e) lo .,nomina
e eo
rea~
-mente Oca. Salito queo Principe uluono per 'via
una
copirazione , di cui erane complice, Ii obblig co pi reli
gioi , e inviolabili giuramenti a coloro, che aveano 'trucida

toi ette Magi, a quali vedevai ucceduto , di 'non peregui


tarli mai a morte, n con veleno , n col ferro , vn con ve`

runa altra orta di violenza, ntampoco per mezzo della a


.me. Ma iccome egli temeva le coneguenze di cos maleem~
pio ve o la ua propria perona, icim epediente per 'non
_manc re alla ua promea, dinventare una. nuova foggia di

upplizio, coniente in colmare di cenere un luogo vchiuo


riretto , ma .ben roondo, e di collo-care quei, che i vole~
vano ar ~perire, .(bvra di una trave *che attraveravene lopa~
zio: ponevani adunque in ulla trave , dopo che aveano ben
mangiato, e meglio bevuto-,anch oppre dal onno 'gi ne
cadeIero, e dalla cenere rimaneero offocati.
Toa-

undique haben: :im

ri: : ha: propeum


habe m pracrpr 5
inde in cimrem'dejire

juit acrilegum.
(d) Eh. l. i.
(e) Valer. Max. l. 9.
r.: de crudeli!, ex
rm-A6,

;4a

DISSERTAZIONE
Tofarc a' Reii Capelli.

Portavano ordinariamente gli Ebrei una lunga capellat


ra, tagliandoela Olamente in occaione di qualche infortu
nio, o di una ubblica , ovvero privata gramaglia. Credei
anCOra, che o e lor proibito di tonderi ne funerali , o per

un morto , attea una legge male intea, la quale vietava di


raderi in onore di un morto, cio di Adone, o di Oiri ,che
(a) Dem; xn. z..

(bia. Edr.x1u-.zs':..

per deriione veniva chiamato il Morto : 'Nec facietis cal-uitium


uper marmo (a). Ma indubitato, che gli 'Ebrei tagliavani i
capelli in tempo. di corrotto; e altres tondevangli a certi rei

per ar orir loro una pena ignominioa , e di cherno . Nee


mia ci da contezza , ch" e' tagli i capelli a certi Ebrei, che
aveano poate donne Filiee nella citt di Azoto (b): Objurgzz
vi- eas., (F' malcdzxi, U* mcidi ex ei: virus, (F decal-ua-vi cor."

Scorgei la idea, che aveano per queto egno di obbrobrio,

dalla vendetta prea da Davide opra gli Ammoniti, per aver


oato i ;oi Ambaciator,e tagliata loro la met della bar

ba` Queo Principe dichiar la guerra a-l Re degli Ammo


niti, e il tratt. col pi evero rigore. Minaccia Iddio di
ta) Wiruh 16a.

tagliare i. capelli alla Pigliuola- di Sion (e) , per punirla_ de'


11101 ricci, e della. cura eccei-va che avea di bene accom

ciari.

Gli Ebrei in quel libro s empio da e compoo col

titolo di Generazione, a [im di Ges', i' avanzano a dire, che


i loro Antenaki fecero tagliare i capelli al norOcSalvatore con

fargli ropicciare il* capo con un certo liquore , che trattene


vali di pi' rinacere, anch rimanee per tutta la ua vita
toato . Simigliante calunnia compagna- di una innit di alL
tre, di cui ricolma opera cotanto maligna . Finalmente era.
s Fatta pena comune tra gli altri popoli ; e venne; praticata.
(d) CyPiilz; Ep:
[Name/mm. Serpi

vero i. Martiri. della nora Santa religione, qual' talora


non' radavano che per met. Parlando S; Cipriano d) ad.
alCuni Martiri in imigliante- guia trattati , dice loro r Cbe

ta a capa! $05 "8


&u;
barre-_ci ,- d

quantumzue il' loro capa a- tutto iruto , arte-t l:: dgzguaglian


tum it -uin' capi-it

Chnu: , qualemm

za' dclor capelli afari` f'ol- per met, debbono ricordari, che ef;
endo' GESUl CRISTO il< Capo :lt-ll' Uomo Crriano, non pu" [zz-tc

que :Und (071m: de

ceat nce-ea c . quod


ab Domini' ammin

a'loro" mm eere' corona:- di mnul~ , quater; parte il mamo

Fave-.

del nome diGESU' GIUSTO. I Martiri, ripondendo opra que


o articolo al Santo, gli dicono,ch egli ha aputo addrizzare
_la inegualit della. lor chioma , mediante la. lettera ad* e-
in

.4NH n

SOPRA IS'UPPLIZI;
i inviata per conolarli .
qua/h'.

449

Semicon capiti: capillaruram add::

Gli Ebrei avemmo elli Carneci?

Per dar termine a quea diertazione biogna dire una'

parola intorno agli eecutori della Giuizia infra gli Ebrei .


La Scrittura non ci favella in verun luogo dell' antico tea
mento , che io appia, di Carneci tra glIdraeliti, come di
una profeione particolare, odioa,e dipregievole. I Sotcrim
(a) che i davano ordinariamente per giunta aCiudici ,erano, (a) Vedete il Co-
econdo molti Interpetri i miniri , e gli eecutori delle loro mento ovra il Dem.
entenze. Miravani cooro preo i tribunal,armat.i di bao l. li
ni, e di verghe preo a poco come i Mazzieri , che accom~
pagnavano i magirati Romani, empre pronti a gaigare i

ofatto chi i trovava colpevole.


Ma in vece di eer vile, infame , e odievole tra. gli E

brei leercizio del Soterim, era all'appoo onorato, e ditin


to . Sceglievani ovente dalla famiglia di Levi: pubblicavano
gli editti de Principi , e de Magitrati , e dal Popolo gli face

vano eeguire: comandavano per ora in nome e coll' autorit


de'Sovrani, obbligando con la forza i particolari ad obbedire,
e e diubbidienti apparivano, gli gaigavano(
In certe occaioni i tetimoni erano appo gli Ebrei i
Primi eecutori della entenza de'Giudici . Ordina la legge
(b) Dm:. xv. 36.

(b), che e 1 dee in Idraele un>uomoz o una donna ,

che volee indurre il popolo alla Idolatria, i guidae il reo


\

alla porta della citt, ed ivi foe da tutto i! popolo lapida

.to , dopo eere ata gittata contro di lui da'teimonj la pri


ma pietra : Manu: Teium prima interciet eum, (F manu: re
liqui Populi extreme mittetur. Cos appunto. venne praticato
vero S. Stefano (c) i cui accuatori miero i loro abiti tra

(c) Ac?, vu. 57.

le mani di Saulo, che dipoi u il grande Apotolo, per e


.ere {portamento di pi comodamente lapidarlo enZa lim
barazzo delle lor veimenta. Die GESU' CRISTO agli ac
cuatori della donna, che colta in adulterio gli fu preenta
ta (d),che chi di loro 1 trovava enza peccato,cagliae con

(L1) 1M. v. 7.

tra di lei la prima pietra . Scorgei pratica imigliante nella

.punizione del beemmiatore (e) c del violatore del Saba (e) Levi'. uv-14
Nrcm.xv.3.;6.
to (f), i quali fur lapidati nel deerto; e in Acano (g) , (f)
(g) Iaue Vil-15.

_ein Nabot (h) lapidati da tutto il. popolo. Mos d nelle


_

(h) 4.Reg.xxi. 13.

mani

-Ama-...-

450-`

DISSERTAZ'IONE

mani a piu proimi parenti del morto l omicida volontario del

uo promo per farlo morire (a): ordina parimente queto


Legislatore, che gli Anziani della citt battano , e gaighino
il marito, che accua ingiutamente la ua poa di non aver

(a) Nm. xxv. 19.


Dem. xlx. n..

la trovata vergine (b). In tutte cotee pecie di ecuzion


non sincorreva taccia veruna , n infamia, non avendo per

(b) Dem. xx. 18

ee idea , che a mcdcim orrore ne cagionae.


.
Nel upplizio del fuoco erano pure , econdo i Rabbi
ni,li teimoni che tiravano,ciacuno dalla ua parte, la ll:
cia, con cui rigncvai al colpevole il collo per obbligarlo z
alancare' la bocca , ane d infondere in ea liquidiiino
' piombo.. E per irangolare un reo , tiravano pure i tei
moni la corda involtata alla ua gola , a in di rozzau'lo.
(c) [of/tc x. 2.6..

Credei che otto Giou (c) foero i oldati , che legam


no al palo, e che tagliarono la tea a" cinque Re Cananc,
Uccie Samuele di propria mano , e tagli a. pezzi Agag Re

(d) l. Reg:tv. 33.. degli Arnaleciti, riparmiato da Saule (d).- Avendo coman

dato` Saule- alle ue -genti d invetire i Sacerdoti del Signore


per trucidarli, e vedendo ,. che atteo il ripetto che aveano
(e) x. Reg,` xquB.

vero del Sacerdozio, non- ardivano di eequire ordine cos


empio ,, Doego Numeo peditamente eequillo (e
Davide
fece ammazzare, e prendere dalle ue guardie due aaini ,
che gli recarono la tea d' Isboet (f), e quello ancOrz

(f) z. Reg. wa ir,


(g) a. Reg., 1-. 15.. che ad eo port la nuova` della morte di Saule' (g).- Cro

ciero i Gabaonitii alla preenza del Signore que'della kir


pe di Saule, che vennero lor conegnati", iti-'compeno della crudelt contra: di* 10t} da quel Principe` eercitata (b)
(h) z. Reg. xxx 9; Invi Salamone Banaja- gliu'olo- di Io'rltd'a a trai' Goab dall'

(i) 3. Reg.. [r. 2.8.

(k) LIM-uh. ii'. :4.


17.

(I) Man'- vr. 2.7..


(m)M.1tl/7. xxv.

7.
n
eph- r. 4. d
Bclla c Liam. i l.
Gu:.

ailo- dell'altare,~ ov'erai rifugiato , con- ordine di Eri-lo m0rire (i). Sotto i Re di Giuda , e d'Idraele Facevano dor
dinario i oldati imili qualit di eecuzioni.. Il generoo Mat
tatia Padre deMaccabe pree, ed uccie di propria mano un:
Giudeo in atto di agri'care- aglIdoli (k), S.Giovam Bati'ar
fu decapitato in prigione da uno- della guardia'- dcl' R

Ero .

dc (l); e nalmente GESU' CRISTO fu poo in Croce* da'


oldati Romani (m). Racconta Gioco (71),. chef Zelanti,
nell'ultimo aedio di Geroolima avendo imprigionato Anti

Pa ,. e Sofna ambedue del angue reale , gli condannarono a'


morte , mandando un certo del loro corpo detto Giovanni
con dieci altri per torre loro la vita ..

I Giuizieri appo i Romani non paavano per infam ,`


quam

SOPRAISUPPLIZJ45:
quantunque anticamente il loro ucio foe non olo di lega

(a) Vide Gel]. l. 12.:.


3. l , Lie?- , calligr

re , e battere i malfattori , ma eziandio di tagliar loro la te manur, Pur obnu


biro, Lori infelici
a, ed appiccarlis onde deriva quell' antica formula (a): Va upmdito
.
Giuiziere, legagli le mani', vela lui il capo , e appiccalo ad xb) Voyez le P. Ro

un intuo tronco. Non hanno i Maomettani nepwure al di

ger. Terre Sante I. 2..


e. {7 pag. 3275._

doggi Carneci (b); ma ono i oldati, o i ervi el Giudiq (c) Sveramm mc.
:.26. Piazzolla
ce che gaigano, o che danno morte a colpevoli. Stanno co ligula
Uil *vc/7c den-ar? ,
oro alla porta .della Sala , ove i amminira la Giuizia , e ah-iri! milimm

punicono detto fatto i condannati alla preenza de Giudici .

pediu; , qua rma

ueremtmi; r'n/le

Avvi una infinit di ecmpli di quea medeima pratica uata


daoidati nellloria Romana (e) , `bench di ordinario i a*

doperaero i Carncci per giuiziare i maattori . LImpera~


dor Claudio (d) ritrovandor a Tivoli, ebbe voglia di vedere

la eecuzione della Giuizia :vero di un reo, che dovea eer


punito con .un inolito upplizio, e coumato appreo gli An

rm! . Me: [.32. Mi.


le: dee/;llrtmli arti
fex , quibu-"mmqe e
ruariza rapita am.
pur-alzi.
(d) 57.1570. in CLm
dio e. 34. Cam c_
Rare anti-1m mari:

ro
tichi; e come non trovavai manigoldo .in quel luogOBP fuppliriumTimi
.m [et (5- delia-tti:

no a era, tanto che ne giugnee uno da Roma.

a palum noxiixCr
nifex decetmrritum
4; Urbe *ve/Pera:
uque .oPPerir'i Pere
'anolita.

FINE DEL TOMO PRIMO.

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