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minimo di introversione3.
La possibilit di cura dell'anima attraverso la
riflessione, l'ascolto di s attento e aperto all'attesa,
sempre pi remota. Eppure, di trovare profondit
e senso dell'esistere ci sar sempre pi bisogno e,
forse, domanda.
La fotografia, un certo modo di fotografare a cui ci
si riferisce, da ispirazione per orientare la ricerca
verso una risposta praticabile nei modi del nostro
tempo. Che potremmo anticipare cos: sulla
superficie delle cose incontriamo, di nuovo, le
immagini del profondo.
Le pagine che seguono mirano a sviluppare questo
enunciato: in primis attraverso la narrazione di
un'esperienza personale in cui si illustra come
questa tecnica possa facilitare l'oggettivazione di
stati psichici a forte coloritura emotiva che sorgono
nell'interfaccia con la realt sensibile. Poi,
mediante rilettura critica della stessa per
individuare punti di contatto tra immagine
fotografica e lavoro analitico.
L'immagine fotografica: un percorso individuale
Immaginate di compiere un itinerario abituale, un
tragitto qualunque. State attraversando lo
spazio/tempo del vostro quotidiano, in un giorno
come tanti. Di fronte a voi un mondo di superfici e
oggetti che conoscete, che avete imparato a riconoscere e lasciare sullo sfondo.
Siete, in apparenza, indifferenti; quasi certi
dell'evidenza di un ordine stabile delle cose
circostanti, tanto da non sentirvi chiamati a
sospettare variazioni o differenze.
Vi muovete su una scena che non muta, non cela
segreti, pur riflettendo immobile le vicissitudini
delle figure umane che, come voi, incessantemente
la percorrono. Ad un tratto, qualcosa. Qualcosa si
sottrae alla visione solida del consueto, alla
costruzione organizzata e sequenziale del reale, e
produce un'incrinatura. Qualcosa penetra la
superficie impermeabile della vigilanza, si insinua
nella coscienza, tocca una parte sensibile e la
scuote. Ora, siamo l!
Una
luminosit
insolita,
una
geometria
sorprendente che traspare dalla tessitura delle
linee, un contrasto inatteso, una visuale limitata da
un ostacolo. Colore, ombra, volti, espressioni,
segni della stagione che cambia.
Ognuna di queste esperienze, cos vicine al nostro
incedere abituale eppure cos folgoranti, una
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Nicol Doveri
Nicol Doveri:
psicologo
psicoterapeuta
con
formazione
filosofica, socio-analista del Centro di Psicologia
Analitica (CIPA) e membro IAAP.
Vive e lavora a Milano.
Bibliografia e Note
1. Ravasi Bellocchio L., Gli occhi d'oro, Moretti &
Vitali, Bergamo, 2004; p. 24
2. Hillman J., Il codice dell'anima, Adelphi,
Milano, 1997; p. 56
3. Galimberti U., Psiche e techne. L'uomo nell'et
della tecnica, Feltrinelli, Milano, 1999; p. 663
4. Vaccari F., Fotografia e inconscio tecnologico,
Agor, Torino, 1992; pp. 28-31
5. Baudrillard J., E' l'oggetto che vi pensa, Pagine
d'Arte, Verona, 2003; p.9
6. Stern D.N., Il momento presente in psicoterapia
e nella vita quotidiana, Cortina, Milano, 2005;
p.63
7. Ghirri L., Niente di antico sotto il sole, SEI,
Milano, 1997; p.19
8. Ghirri L., Topografia-iconografia, 1982 cit.
Mussini M., Luigi Ghirri, Motta, Milano, 2001.
9. Hillman J., Politica della bellezza, Moretti
&Vitali, Bergamo, 1999; p.93
10. Jung C.G., Opere, Vol.11, Psicologia e
religione, Boringhieri, Torino; p.17
11. Jung C.G., Opere, Vol.6, Tipi psicologici,
Boringhieri, Torino; p.486
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