AIM Magazine
B O L L E T T I N O
Periodico Quadrimestrale Sped. in A.P. 45% Art. 2 Comma 20/B Legge 662/96 - Filiale di Pisa - Aut. Trib. di Pisa n. 13/96 del 04/09/1996 Stampe a tariffa ridotta - Tassa pagata - Aut. E.P.I. Dir. Filiale di Pisa - n. A.S.P./32424/GB del 30/12/1997 - Taxe Percue - Italia
A I M
Aprile 2009
www.aim.it
Gabriele Mei
Basell Poliolefine Italia SpA Piazzale Donegani 12 44100 Ferrara
Tel. 0532467540 Fax 0532467780
E-mail: gabriele.mei@basell.com
AIM Magazine
Direttore responsabile
Roberto Filippini Fantoni
Via Corridoni, 68 24124 Bergamo
Tel. e Fax 03519903693
E-mail: roberto.filippini@cyberg.it
Stefano Testi
Pirelli Labs SpA Viale Sarca 222 20126 Milano
E-mail: stefano.testi@pirelli.com
Direttore editoriale
Eleonora Polo
ISOF-CNR Sezione di Ferrara
c/o Dip. di Chimica Universit di Ferrara
Via Borsari 46, 44100 Ferrara
Tel. 0532455159 Fax 0532240709 E-mail: tr3@unife.it
Comitato editoriale
Mauro Aglietto
Dip. di Chimica e Chimica Industriale
Via Risorgimento 35 56126 Pisa
Tel. 0502219269 Fax 0502219260
E-mail: aglaim@dcci.unipi.it
Polymers abroad
Michele Potenza
Agion Technologies Inc
60 Audubon Road Wakefield, MA 01880 USA
Tel. +1 781224 7144 Fax +1 781246 3340
E-mail: mpotenza@agion-tech.com
Intellectual Property Monitor
Giuseppe Colucci
Basell Poliolefine Italia SpA Piazzale Donegani 12 44100 Ferrara
Tel. 0532467652 Fax 0532467675
E-mail: giuseppe.colucci@basell.com
Eugenio Amendola
IMCB-CNR P.le Tecchio 85 80125 Napoli
Tel. 0817682511 Fax 0817682404
E-mail: amendola@unina.it
I Giovani
Sabrina Carroccio
ICTP-CNR
Viale A. Doria 6 95125 Catania
Tel. 095339926 Fax 095442978
E-mail: scarroccio@unict.it
Roberto Rizzo
Dip. BBCM Universit di Trieste
Via L. Giorgeri 1 34127 Trieste
Tel. 0405583695 Fax 0405583691
E-mail: rizzor@units.it
Michele Suman
Barilla Alimentare SpA Via Mantova 166 43100 Parma
Tel. 0521262332 Fax 0521262647
E-mail: m.suman@barilla.it
Attualit & Divulgazione
Michele Suman
Silvia Vicini
Dip. di Chimica e Chimica Industriale
Via Dodecaneso 31 16146 Genova
Tel. 0103538713 Fax 0103538733
E-mail: sivicini@chimica.unige.it
Polimeri e Societ
Mariano Pracella
IMCB-CNR Via Diotisalvi 2 56126 Pisa
Tel. 050511229 Fax 050511266 E-mail: pracella@ccii.unipi.it
PMI
Mario Malinconico
ICTP-CNR Via Campi Flegrei 34 80078 Pozzuoli(NA)
Tel. 0818675212 Fax 0818675230
E-mail: mario.malinconico@ictp.cnr.it
lambiente
Il mondo di AIM
Mauro Aglietto
I Biopolimeri
Roberto Rizzo
Collaboratori
Anna Crestana
Gianluca Tell
Eugenio Amendola
In
copertina:
AIM su Internet!
Concetto Puglisi
ICTP-CNR, Via P. Gaifami 18, 95126 Catania
Tel. 0957338239 Fax 0957338206 E-mail: concetto.puglisi@cnr.it
Daniele Caretti
Dip. Chimica Industriale e dei Materiali, Viale Risorgimento 4, 40136 Bologna
Tel. 0512093686 Fax 0512093688 E-mail: daniele.caretti@unibo.it
Ugo Caruso
Dip. Chimica Paolo Corradini, Compl. Univ. Monte S. Angelo, Via Cintia, 80126 Napoli
Tel. 081674366 Fax 081674367 E-mail: ugo.caruso@unina.it
Mauro Aglietto
Dip. Chimica e Chimica Industriale, Via Risorgimento 35, 56126 Pisa
Te. 0502219269 Fax 0502219260 E-mail: aglaim@dcci.unipi.it
Silvia Destri
ISMAC-CNR, Via E. Bassini 15, 20133 Milano
Tel. 0223699738 Fax 0270636400 E-mail: s.destri@ismac.cnr.it
Paolo Lomellini
Polimeri Europa SpA, Via Taliercio 14, 46100 Mantova
Tel. 0376305399 Fax 0376305639 E-mail: paolo.lomellini@polimerieuropa.com
Riccardo Po
Eni S.p.A. - Centro Ricerche di Novara Istituto Donegani, Via G. Fauser 4, 28100 Novara
Tel. 0321447541 Fax 0321447241 E-mail: riccardo.po@eni.it
Beniamino Pirozzi
Dip. Chimica Paolo Corradini, Complesso Universitario Monte S. Angelo, Via Cintia, 80126 Napoli
Tel. 081674463 Fax 081674300 E-mail: beniamino.pirozzi@unina.it
Luigi Torre
Universit di Perugia, Loc. Pentima Bassa 21, 05100 Terni
Tel. 0744492918 Fax 0744492950 E-mail: torrel@unipg.it
Franco Fattorini
Itaca Nova, Piazza Duomo 15, 22100 Como
Tel. 031272610 Fax 0312757938 E-mail: franco.fattorini@itacanova.it
Jenny Alongi
Politecnico di Torino Sede di Alessandria, Viale Teresa Michel 5, 15100 Alessandria
Tel. 0131229337 Fax 0131229331 E-mail: jenny.alongi@polito.it
Tiziana Benelli
Dipartimento di Chimica Industriale e dei Materiali, Viale Risorgimento 4, 40136 Bologna
Tel. e Fax 051-2093688 E-mail: tiziana.benelli@unibo.it
Mario Malinconico
ICTP-CNR, Via Campi Flegrei 34, 80078 Pozzuoli (NA)
Tel. 0818675212 Fax 0818675230 E-mail: mario.malinconico@ictp.cnr.it
Maurizio Galimberti
Consulente Industriale, c/o Pirelli Pneumatici, Viale Sarca 222, 20126 Milano
Tel. 0264423160 Fax 0264425399 E-mail: maurizio.galimberti.ex@pirelli.com
Attilio Cesro
Dipartimento BBCM, Via L. Giorgieri, 1, 34127 Trieste
Tel. 0405583684 Fax 0405583691 E-mail: cesaro@units.it
Maurizio Toselli
Dipartimento Chimica Appl. e Scienza dei Mat., Viale del Risorgimento, 2, 40136 Bologna
Tel. 0512093207 Fax 0512093220 E-mail: maurizio.toselli@unibo.it
Roberta Bongiovanni
Dip. Sci. Mat. e Ing. Chim., C.so Duca degli Abruzzi 24, 10129 Torino
Tel. 0115644619 Fax 0115644699 E-mail: roberta.bongiovanni@polito.it
Giovanni Camino
C. Cult. Ing. Mat. Plast., Politecnico di Torino, Viale T. Michel 5, 15100 Alessandria
Tel. 0131229318 Fax 0131229331 E-mail: giovanni.camino@proplast.it
Giancarlo Galli
Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale, Via Risorgimento 35, 56126 Pisa
Tel. 0502219272 - Fax 0502219260 - E-mail: gallig@dcci.unipi.it
Roberto Filippini Fantoni
Via Corridoni 68, 24124 Bergamo
Tel. e Fax 035-19903693 E-mail: roberto.filippini@cyberg.it
Eleonora Polo
ISOF-CNR c/o Dip. di Chimica, Universit di Ferrara, Via Borsari 46, 44100 Ferrara
Tel. 0532455159 Fax 0532240709 E-mail: tr3@unife.it
I dati relativi agli abbonati sono trattati nel rispetto delle disposizioni contenute nel D.Lgs. del 30 giugno 2003 n. 196 a mezzo di elaboratori
elettronici ad opera di soggetti appositamente incaricati. I dati sono utilizzati dalleditore per la spedizione della presente pubblicazione. Ai sensi
dellarticolo 7 del D.Lgs. 196/2003, in qualsiasi momento possibile consultare, modificare o cancellare i dati o opporsi al loro utilizzo scrivendo
al Titolare del Trattamento: Pacini Editore S.p.A. -Via A. Gherardesca 1- 56121 Ospedaletto (Pisa).
Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento
alla SIAE del compenso previsto dallart. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le riproduzioni effettuate per finalit di carattere
professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica
autorizzazione rilasciata da AIDRO, Corso di Porta Romana n. 108, Milano 20122, e-mail segreteria@aidro.org e sito web www.aidro.org.
Sommario
LEditoriale
(E. Polo, S. Destri, W. Porzio).........................................................................................
pag.
Polymers abroad
Frattografia di polimeri strutturali (M.C. Rezende).........................................................
19
27
30
Macrotrivial
Armonie polimeriche. Polimeri e strumenti musicali (E. Polo).......................................
36
Biopolimeri
Il premio Nobel per la chimica 2008 (R. Rizzo).............................................................
43
Novit in rete
LArchivio Giulio Natta.................................................................................................
47
Congressi futuri
EPF 4th Summer School (XXX Convegno-Scuola AIM) Bioplastic and Related Materials
EPF-EUPOC 2009 Click Methods in Polymer and Materials Sciences.....................
XIX Convegno Italiano di Scienza e Tecnologia delle Macromolecole............................
European Polymer Congress 2009...............................................................................
48
48
48
49
Il mondo di AIM
Le origini dellAssociazione Italiana di Scienza e Tecnologia delle Macromolecole
(intervista a S. Russo, lettera di A. De Chirico) (R. Filippini Fantoni)............................
51
54
56
per
Join AIM!
Adesione allAIM
il 2009 e per il 2010
Novit AIM
in libreria!
I soci in regola con la quota sociale 2009-2010 possono acquistare a prezzo ridotto ( 40) la nuova
pubblicazione AIM Dizionario Tecnologico dei materiali Polimerici. Il volume gi disponibile.
Informazioni sul volume si trovano a pagina 54 di questo numero di AIM Magazine.
Maggiori dettagli sul nostro sito www.aim.it
LEditoriale
compiutamente, ma rivelarne aspetti poco conosciuti, dal momento che dalla fondazione dovuta
a trib liguri (VIII-VI sec a.C.) sono passati in questa terra in mezzo alle acque dei fiumi Olona e
Lambro con i vari affluenti e canali (di qui il nome
celtico Mit-lan) pi di venti etnie differenti, da cui
lappellativo meritato di etnodromo. Poich gli
sviluppi della tecnica e dellindustria, che hanno
caratterizzato Milano nei secoli XIX e XX, sono
noti a tutti, vale piuttosto la pena di scoprire
Milano citt di arte celata, come fece Stendhal,
sottotenente di Napoleone e scrittore, che, incuriosito dal fatto che le facciate dei palazzi di ogni
et risultavano pi modeste degli interni (cortili),
rimase incantato dalla motivazione del poeta
Carlo Porta, il quale spieg in milanese come la
mentalit consolidata volesse che linterno fosse
dei padroni mentre lesterno dei villani.
Non verranno considerati i monumenti pi famosi
che si possono trovare sulle guide turistiche pi
diffuse, bens scorci particolari che si colgono
attraverso mete non consuete passeggiando con
sguardo attento e curioso.
William Porzio, Silvia Destri
La
Una Milano
Convegno AIM
nascosta
di William Porzio
Giureconsulti dove dal XVI al XVIII sec. si amministrava la giustizia, con limponente torre al centro
(Fig. 10).
Questa carrellata di luoghi meno conosciuti ha trascurato, per brevit, altri percorsi legati alle acque,
ai vari canali che coperti o scoperti entrano e circolano in Milano per poi allontanarsi fino a Pavia o
verso il Ticino (Navigli).
Diventa inoltre impossibile menzionare a causa
del numero, chiese, musei e altri luoghi di grande
importanza storica.
In particolare le tre pinacoteche meneghine, Brera,
Ambrosiana, Poldi-Pezzoli, ricche di tesori pittorici
unici, e il Museo della Scienza e della Tecnica,
dedicato a Leonardo da Vinci e situato nel monastero olivetano del XVI sec. di via San Vittore
(10000 oggetti esposti), costituiscono un contenitore culturale e scientifico unico in Italia, in grado
di attrarre visitatori con interessi diversi.
Come curiosit finale si segnala il ristorante pi
antico del mondo, dopo quello famosissimo di
Salisburgo, una taverna di origine romana, trasformata ufficialmente in locanda nel 1284 con il
nome di antica Hostaria del Bagutto (letteralmente
ghiottone). Il locale un po fuori mano e quindi
consigliabile rimanere in centro citt, dove gustare
tipiche prelibatezze lombarde, ad es. risotto coi
funghi ed ossobuco.
Si ricorda infine che nelle pause Milano pu offrire
qualche scorcio di notevole bellezza, con laugurio
a tutti i numerosi (si spera) partecipanti di incontrarsi in un convegno molto stimolante e vivace.
Polymers
Forse
and
Life
Premessa
Cominciamo ora una serie di puntate sullimportanza dei metalli nel nostro organismo. Del resto la serie
pi che cominciare continua perch in precedenti numeri avevamo parlato del sodio e del potassio e
dellimportanza del loro bilancio quantitativo per il buon funzionamento della nostra perfetta macchina
per la sopravvivenza. Cominceremo a parlare di metalli forse meno noti, ma altrettanto importanti, e
dei loro effetti positivi o negativi sul nostro organismo in caso di carenza o abbondanza.
Dopo una premessa che ci fa capire quali sono i metalli di cui il nostro corpo ha assolutamente bisogno, pena il malfunzionamento o la comparsa di patologie alle volte anche molto gravi, vi parleremo
dellimportanza dello zinco per il buon funzionamento di quella macchina perfettamente coordinata
che il nostro organismo.
Introduzione
Sono parecchi i metalli che si trovano nel nostro
corpo, partendo dallabbondanza del pi ovvio e
conosciuto quale il calcio per arrivare ad uranio e
oro, anchessi presenti anche se in quantit infinitesimali. Molti di essi non risultano essere indispensabili, altri invece sono assolutamente essenziali,
pena il malfunzionamento di alcuni organi fino
allinstaurarsi di patologie anche gravi sino ad
arrivare addirittura al decesso nei casi di carenze o
abbondanze oltre limiti che non dovrebbero essere
mai superati. Per le carenze si pu provvedere con
specifici integratori, mentre in molti casi per leccesso pi difficile trovare una cura adeguata.
In Tabella I abbiamo riportato una lista di questi 14
indispensabili metalli ed i loro valori medi assoluti
in peso in un corpo umano.
Il chilogrammo di calcio sembrerebbe di primo
acchito una quantit eccessiva ma i 9 kg medi del
Metallo
Quantit
Calcio
Potassio
Sodio
Magnesio
Ferro
Zinco
Rame
1000 g
140 g
100 g
25 g
4200 mg
2300 mg
72 mg
Metallo
Stagno
Vanadio
Cromo
Manganese
Molibdeno
Cobalto
Nichel
Quantit
20 mg
20 mg
14 mg
12 mg
5 mg
3 mg
1 mg
Avviso
Per aiutare a tenere alto il livello di interesse di
questa rubrica invitiamo i lettori che disponessero
di notizie strane o aneddoti su materiali macromolecolari di inviarli, via posta elettronica, al curatore
di questa rubrica (roberto.filippini@cyberg.it).
Polymers
abroad
Frattografia
di polimeri strutturali
Mirabel C. Rezende*
Larticolo che segue frutto dellaccordo tra lAIM e lABPol (Associazione Brasiliana dei Polimeri),
accordo stilato allinizio del 2006. Esso prevede, oltre a divulgazione di notizie relative al settore macromolecolare dei rispettivi due paesi, uno scambio di articoli una volta allanno. Questo il quarto anno
che si effettua questa operazione.
Questa volta la loro scelta andata a un articolo su polimeri strutturali, un argomento, non ci vergogniamo a dirlo, il nostro Magazine, non ha trattato molto nel corso dei suoi tanti anni di vita.
Tra gli articoli che la ABPol ci ha sottoposto per la traduzione questo che abbiamo scelto ci sembrato
quello meglio strutturato e pi compatibile con la nostra linea editoriale.
Oltre a darci interessanti informazioni tecniche parlando anche di tecnologie di controllo decisamente
allavanguardia ci d una certa garanzia sugli aeromobili che dovremo o potremo prendere e ci fa
pensare che la probabilit di un crash siano decisamente minime.
Il Comitato di Redazione
La sicurezza deve essere presa sul serio in tutte le aree, ma per alcune di queste, come il caso dellaviazione, questo
requisito deve raggiungere livelli prossimi alla perfezione. Insieme alla sicurezza, altre preoccupazioni devono esistere,
quali quelle economiche e ambientali e per questo, quando si pensa a materiali che devono comporre un sistema di
sostentamento di carichi applicati ad aerei, vengono fatti sforzi continui perch la leggerezza e lalta resistenza continua garantiscano unadeguata crescita sostenuta, con basso consumo energetico e alto livello di affidabilit.
La materia elaborata dalla prof.ssa dott. Mirabel C. Rezende del CTA, Sao Jos dos Campos, delucida con grande
precisione come sia possibile monitorare e prevedere possibili falle nei compositi polimerici strutturali utilizzati nelle
aeronavi e perch siano necessarie analisi sofisticate come la frattografia, anche avendo come limiti le capacit degli
analisti e dei laboratori (prof. Silvio Manrich)
10
Figura 2: Vista esplosa dellaeronave EMB-170, che mostra i componenti fabbricati in compositi strutturali avanzati
(per concessione della Embraer).
Fusoliera superiore
Carico statico e dinamico
Sforzo principale:
pressurizzazione e carichi
aerodinamici
Stabilizzatore verticale
Carico statico e dinamico
Raffiche laterali
Ala extra-dorsale
Carico statico e dinamico
Sforzo principale:
compressione
Impatto con
volatili
Pressione
aerodinamica
Parte frontale
Impatto con
volatili
Pressione
aerodinamica
Carrello
Carico statico
e dinamico di
atterraggio
Timone di coda
Carico statico e
dinamico
Sforzo principale:
pressione
aerodinamica
Stabilizzatore orizzontale
Carico statico e dinamico
Fusoliera inferiore
Carico statico e dinamico
Sforzo principale:
pressurizzazione e carichi
aerodinamici
Ala intra-dorsale
Carico statico e
dinamico
Sforzo principale:
trazione
Figura 3: Principali carichi coinvolti nelloperazione di una aeronave (per concessione della Embraer).
11
Efficienza
Resistenza meccanica,
tolleranza al danno,
fatica, densit
Rivestimento superiore
dellala
Caratteristiche impegnate
OGGI
ieri
DOMANI
Figura 5: Stabilizzatore orizzontale danneggiato. Le regioni evidenziate con tratti si riferiscono allarea da riparare.
12
13
14
15
16
17
18
Dal Mondo
della
Scienza
Proteine
Introduzione
Il nostro olfatto, come quello degli altri animali, compresi gli insetti, fa uso di proteine che riconoscono
le molecole odorose legandole in maniera specifica
e reversibile. Queste appartengono essenzialmente
a due classi, i recettori di membrana 1, 2 e le proteine
solubili leganti gli odori (OBP: odorant-binding protein) 3, 4. Perch non utilizzare le stesse proteine per
un sistema artificiale di misura degli odori?
Lidea certamente non nuova, n originale, ma
finora non stata mai presa in seria considerazione. Il motivo probabilmente duplice.
Da una parte, le OBP sono state finora considerate
proteine poco importanti, svolgenti una funzione
accessoria nellolfatto. Linteresse rimasto focalizzato sui recettori di membrana, ritenuti le uniche
proteine in grado di riconoscere i vari odori. Alle
OBP stato attribuito un ruolo secondario, non
specifico, di trasporto delle molecole odorose
verso i recettori di membrana. Lidea, quindi, che
siano i recettori di membrana gli elementi responsabili del riconoscimento delle diverse strutture
chimiche degli odori indicava, come immediata
e logica conseguenza, appunto queste proteine come i migliori sensori che potessero essere
impiegati in un naso artificiale. Purtroppo, non
sempre possibile copiare la natura, o almeno
le soluzioni che adotta un sistema biologico non
sono sempre facilmente trasferibili ad un apparecchio elettronico. I recettori di membrana, in
particolare, sono proteine dalla struttura molto
delicata, che ha bisogno del doppio strato lipidico
della membrana cellulare per restare inalterata ed
attiva. Basti pensare che la cristallizzazione di una
proteina di membrana rappresenta un obiettivo
estremamente impegnativo e solo recentemente
sono stati ottenuti i primi successi.
Unaltra difficolt nella utilizzazione delle protei*
19
2) la struttura compatta delle OBP rende queste proteine estremamente stabili al calore,
ai solventi ed alla degradazione proteolitica,
facendo di queste proteine molecole ideali per
funzionare in condizioni ambientali estreme.
Le OBP sono piccole proteine che si trovano
nello spazio perirecettoriale, cio in prossimit
dei recettori olfattivi, i quali sono localizzati sulla
membrana dendritica dei neuroni olfattivi. Le OBP
sono state descritte sia nei vertebrati che negli
insetti, tuttavia si tratta di due classi di proteine
strutturalmente molto diverse.
Le OBP dei vertebrati, la prima delle quali fu identificata nella mucosa nasale bovina 3, sono singole
catene polipeptidiche di 150-160 amminoacidi,
ripiegate nella tipica struttura del -barrel 5-7. Questo
motivo strutturale composto da otto foglietti beta
antiparalleli ed un corto segmento di -elica in
prossimit della estremit carbossilica 8, e si trova
in tutte le proteine della grande superfamiglia delle
lipocaline 9. Il nome di lipocaline indica proteine
a forma di calice con propriet leganti verso molecole lipofile. Infatti la maggior parte delle lipocaline legano composti idrofobici, facilitandone la
traslocazione nei fluidi biologici acquosi. Fra le
lipocaline pi studiate troviamo la retinol-binding
protein, che trasporta il retinolo nel sangue e la
-lattoglobulina del latte, la cui funzione specifica
non ancora stata chiarita.
interessante notare come sia proprio la struttura
tridimensionale ad accomunare i membri di questa superfamiglia, i quali a volte hanno in comune
meno del 10% dei residui amminoacidici. chiaro
che questa struttura, per la sua semplicit, compattezza e stabilit, si rivelata una scelta vincente nellevoluzione ed stata quindi utilizzata per
uno svariato numero di funzioni diverse.
Le OBP sono appunto una sottoclasse delle lipocaline e con queste condividono la semplicit strutturale e leccezionale stabilit. Questultimo requisito di fondamentale importanza per un uso delle
proteine come biosensori, che si trovino esposti
ad ambienti diversi in termini di temperatura, pH,
presenza di solventi, ecc. Daltra parte, si potrebbe
dire che proprio per questa loro caratteristica le
OBP sono state poste dalla natura allinterfaccia
fra un ambiente esterno, potenzialmente nocivo, e
le delicate strutture dei neuroni olfattivi.
A questo proposito, un altro elemento importante
nella protezione dei neuroni olfattivi costituito dal
muco nasale, quello strato acquoso e denso che
ricopre il tessuto olfattivo. Le lunghe catene delle
glicoproteine presenti nel muco, con le loro numerose ramificazioni di oligosaccaridi, provvedono
a trattenere una grande quantit di acqua ed a
20
Figura 1: Rappresentazione schematica del sistema olfattivo nei vertebrati (a sinistra) e negli insetti (a destra). I
dendriti dei neuroni olfattivi (dei quali riportata una immagine al microscopio elettronico a scansione, ottenuta nel
bovino) sono immersi in uno spesso strato di muco nei vertebrati e nella linfa sensillare negli insetti. Muco e linfa
sensillare offrono protezione meccanica alle terminazioni nervose ed allo stesso tempo provvedono a mantenere un
ambiente acquoso in prossimit dei recettori olfattivi. Sia nel muco nasale dei vertebrati che nella linfa sensillare degli
insetti sono presenti alte concentrazioni di proteine solubili leganti odori e feromoni (OBP).
Figura 2: Esempi tipici di strutture tridimensionali di OBP di vertebrati e di insetti. A sinistra la struttura della OBP di
maiale, che, come tutte le OBP dei vertebrati, presenta una architettura a -barrel, costituita da nove segmenti di
foglietti beta ed una corta alfa-elica. Allinterno visibile una molecola di timolo. A destra la pheromone-binding protein della farfalla del baco da seta, Bombyx mori, con allinterno una molecola del feromone specifico, il bombicolo.
Le OBP degli insetti, a differenza di quelle dei vertebrati, sono costituiti prevalentemente da domini di alfa-elica.
21
22
23
come sopra riportato, ma anche perch possibile modificarle a piacere nel sito di legame, pur
mantenendo lo stesso scheletro strutturale, per
adattarle alle esigenze di specificit richieste.
Oggi molto facile ed economico costruire proteine nelle quali uno o pi degli amminoacidi
presenti nella proteina nativa sono stati sostituiti
con altri.
Allo scopo di preparare OBP modificate e capaci
di legare aldeidi alifatiche, stato scelto di prendere come base la OBP di maiale, la cui struttura
tridimensionale nota ed in particolare sono noti
gli amminoacidi che rivestono la tasca idrofobica
di legame e come ciascuno di essi possa interagire
con particolari strutture molecolari.
noto che le aldeidi si legano molto bene ai gruppi
amminici primari, formando basi di Schiff. Nella
rodopsina, per esempio, la molecola del retinale
legata alla proteina attraverso questo tipo di legame
con il gruppo amminico libero di una lisina. ancora
una lisina che determina lalta affinit di una OBP
umana per alcune aldeidi. Infatti, stato dimostrato
che sostituendo tale amminoacido nella molecola
della OBP con altri che non recano gruppi amminici,
laffinit di questa proteina per le aldeidi si perde.
Nella struttura della OBP di maiale non sono presenti residui di lisina nella tasca idrofobica di legame. Di conseguenza, stato deciso di preparare
mutanti, che presentino una lisina allinterno della
cavit legante e possano quindi interagire efficacemente ed in maniera specifica con le aldeidi
prodotte durante lirrancidimento dei grassi.
A titolo di esempio, nella Figura 4 riportata la
struttura della OBP di maiale complessata con una
molecola di 1-undecanolo 18. Ipotizzando che una
aldeide lineare di dimensioni simili si disponga in
maniera analoga nella cavit legante, si provato
a sostituire nella struttura della proteina il residuo
di asparagina in posizione 102 con una lisina. Si
pu notare che il gruppo amminico di questa lisina
(in blu) si trova molto vicino al gruppo alcoolico
primario dell1-undecanolo e potrebbe quindi interagire efficacemente con il gruppo carbonilico di
unaldeide lineare. Nella stessa figura riportato
anche un ingrandimento della zona interessata. In
ambedue le immagini, il ligando (1-undecanolo) si
trova in basso, la lisina 102 in alto.
Solo lindagine sperimentale potr dirci se la scelta di inserire una lisina in posizione 102 produrr
il risultato aspettato, altrimenti occorrer fare altri
tentativi in posizioni diverse. Naturalmente anche
gli altri residui amminoacidici presenti nella cavit
di legame sono importanti al fine di stabilire interazioni di tipo idrofobico con la catena idrocarburica
delle aldeidi. In una fase successiva, quindi, si
potr agire su altri amminoacidi al fine di rendere
24
Figura 4: Allo scopo di preparare biosensori per aldeidi alifatiche, prodotti di degradazione dei trigliceridi, in un lavoro
attualmente in corso, la OBP di maiale stata modificata sostituendo un residuo di asparagina, presente nella cavit di
legame, con uno di lisina. Il gruppo amminico della lisina dovrebbe formare una base di Schiff con il gruppo carbonilico delle aldeidi, dando luogo ad un legame abbastanza forte. La figura mostra la struttura della proteina (a sinistra) ed
un particolare della tasca idrofobica di legame (a destra) dove sono messi in evidenza la catena laterale della lisina 102
(che sostituisce lasparagina 102 presente nella proteina nativa) ed una molecola di 1-undecanolo. La posizione di questo ligando allinterno della proteina stata messa in evidenza mediante analisi ai raggi X di cristalli del complesso.
25
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
Figura 5: Allo scopo di utilizzare la fluorescenza intrinseca di una OBP per monitorare la presenza di ligandi
allinterno della proteina, la OBP di maiale stata modificata, sostituendo la fenilalanina 88, presente allinterno
della tasca idrofobica di legame con un triptofano. La
proteina, cos modificata ha mostrato una maggiore
affinit verso composti poliaromatici, comuni inquinanti
ambientali, ed ha permesso di valutare la concentrazione di queste molecole in soluzione, mediante una misura della diminuzione della fluorescenza intrinseca del
triptofano, prodotta da queste stesse molecole. Il grafico
mostra i risultati ottenuti con alcuni composti poliaromatici. Quanto maggiore la perdita di fluorescenza allaumentare della concentrazione del ligando, tanto pi alta
laffinit di tale sostanza per la proteina.
11.
12.
13.
14.
15.
16.
17.
18.
Bibliografia
1.
2.
3.
19.
26
Nanogeneratori
piezoelettrici
di Anna Crestana
In quale contesto immaginereste di poter trovare dei generatori delettricit dalle nanoscopiche dimensioni, capaci di alimentare dispositivi
anchessi minuscoli? Se state pensando a Star
Trek e al dottor Spock, siete andati un po troppo
lontani. Questi oggettini sono, infatti, materia
di studio nei laboratori del prof. Wang presso il
Georgia Institute of Technology, negli Stati Uniti.
probabile che, tra qualche anno, essi saranno una
realt ancora pi vicina a noi: potremo addirittura
indossarli, invisibili esemplari di high-tech tra le
fibre delle nostre comunissime T-shirt (da non
lavare per in lavatrice ).
La tecnologia si mossa a grandi falcate verso
il sempre pi piccolo, il portatile, il compatto, il
multi-funzione. Ma come si arrivati a realizzare
questi piccoli prodigi della tecnica? Vi sar capitato di vedere, in vecchi film, computer cos ingombranti da riempire intere stanze (Fig. 1): probabilmente avrete sorriso a quelle immagini, guardando
il vostro telefono cellulare o lI-Pod dei vostri figli.
Tuttavia, quando pensiamo alla realizzazione delle
moderne tecnologie, credo che in pochi poniamo
attenzione ai successi ottenuti nella miniaturizzazione delle fonti di energia che permettono il loro
funzionamento. Infatti, il computer grande come
una stanza ed il blackberry di ultima generazione
hanno almeno una cosa in comune: per poter funzionare ed esserci utili, devono ricavare energia da
una qualche fonte.
noto che molte risorse sono oggi rivolte alla
miniaturizzazione dei dispositivi, sia quelli di uso
comune sia quelli utilizzati in ambiti specialistici:
Il principio di funzionamento
Costituente principale del nanogeneratore di Wang
lossido di zinco: fondamentali allo scopo sono
le sue propriet semiconduttrici e piezoelettriche.
Leffetto piezoelettrico consiste nella capacit del
cristallo di ZnO di convertire in corrente uno stress
meccanico, di allungamento o contrazione.
Per costruire il loro nanogeneratore, il gruppo di
lavoro di Wang ha dapprima predisposto un array
di singoli cristalli di ZnO a formare nanofili, fatti
crescere su un substrato solido conduttore (Fig. 2)
e liberi allestremit opposta.
In seguito, a dimostrazione pratica del funzionamento del sistema, la punta di silicio coatizzata
con platino di un AFM stata fatta scorrere sulle
estremit libere di questi nanofili. Il segnale registrato in uscita stato attribuito alleffetto del
Figura 1: A sinistra, un ingombrante computer degli anni 60. Al centro: un I-Pod nano. A destra: un modello di
blackberry.
27
Figura 3: La figura schematizza il principio di attivazione del fenomeno piezoelettrico al passaggio della punta
di un AFM sul cristallo di ZnO. Questultimo si flette
nella direzione di scorrimento della punta di silicio (a)
coatizzata con platino. Si registra un passaggio di corrente quando la punta lascia il nanofilo, dallestremit
in compressione (b) (da Piezoelectric Nanogenerators
for Self-Powered Nanodevices. Pervasive Computing
vol. 7, p. 51).
28
corpo, oscillazioni provocate da una leggera brezza, onde sonore causate dal traffico cittadino: se
il nano-device fosse innestato tra le fibre di una
T-shirt, il movimento del nostro corpo sarebbe sufficiente per farne funzionare la nano-batteria.
Lo stesso gruppo di lavoro ha prodotto un secondo
tipo di nanogeneratore piezoelettrico. In questo
caso, il movimento meccanico sui cristalli di ZnO
imposto dallo swelling di due diversi polimeri
sensibili allumidit dellambiente circostante. Si
tratta di una struttura multi-strato ove si alternano layers di ZnO, poliN-isopropil acrilammide
(PNIPAM) e poli(diallildimetil ammonio cloruro)
(PDADMAC).
Lo strato di PDADMAC depositato per primo
su quello di ZnO, che quindi reso carico positivamente. Dopodich, entrambi sono immersi in
una soluzione di PNIPAM. Il processo viene quindi
ripetuto secondo necessit.
Esponendo questo sistema multistrato ad un
ambiente umido, si induce leffetto piezoelettrico
sui layers di ZnO: essi infatti subiscono una tensione (contrazione ed espansione asimmetriche)
causata dallo swelling per idratazione degli strati
polimerici. Ci che si ottiene quindi un nanosensore sensibile ai cambiamenti di umidit.
La natura e la destinazione duso dei nano-dispositivi supportati dai nanogeneratori di Wang potrebbero essere tra i pi vari: bio-sensori impiantabili
per il controllo di parameri fisiologici come il livello
di glucosio nel sangue, nano-robot a uso militare
in zone dove non siano disponibili fonti energetiche convenzionali, nano-sensori per individuare
tossine o per registrare dati ambientali, e cos via.
Certo, c ancora strada da fare prima di veder
realizzata questa tecnologia nella vita di tutti i
giorni; ora, per, il mondo di Star Trek sembra un
po pi vicino
Bibliografia
29
Dal Mondo
della
Tecnologia
Il
talco,
non solo per il benessere del corpo
di Piergiovanni Ercoli Malacari*
Introduzione
Nellimmaginario comune, quando si parla di
talco, viene in mente un prodotto da usare per
ligiene personale o per la cosmesi. Tale impiego
noto ai pi, ma in realt il talco viene usato in
un numero elevato di applicazioni industriali, ben
superiori, in termini di volumi, rispetto a quello cosmetico. Molti sono i settori in cui questo
minerale impiegato e uno molto importante la
modifica delle caratteristiche fisico meccaniche di
svariate matrici polimeriche, piuttosto che nellindustria cartaria o come additivo per le vernici.
Di anno in anno, la crescente richiesta di maggiori
prestazioni dei manufatti plastici ha spinto lindustria produttrice di materie prime a sviluppare
prodotti sempre pi sofisticati e performanti. Il
talco, ad esempio, ha subito uno sviluppo tale da
conferirgli un ruolo chiave in molte applicazioni.
Gli sviluppi sono principalmente rivolti al processo di micronizzazione, mediante il quale stato
possibile raggiungere dimensioni submicroniche
delle particelle, con un notevole incremento delle
prestazioni ottenibili, quando disperso in materiale
polimerico o in altra matrice.
In passato, il talco era usato principalmente come
riempitivo per il polipropilene, mentre ora i prodotti submicronici rivestono la caratteristica di ingrediente fondamentale in svariati settori quali quello
automobilistico o elettrico/elettronico. Nel settore
auto, ad esempio, i talchi submicronici consentono lottenimento di elevate prestazioni meccaniche
con una importante riduzione del tenore di carica,
con la conseguenza di un significativo abbattimento delle masse impiegate a beneficio di un globale
risparmio energetico.
In questo lavoro, verranno illustrate le prestazioni
*
30
Figura 1: Sulla sinistra una immagine di una roccia di talco puro. Il suo carattere lamellare chiaramente evidente.
Sulla destra evidenziata la struttura cristallina del minerale, dove possibile riconoscere il piano elementare del
talco (lo spessore pari a quasi 10 ). Un insieme di questi piani elementari forma una lamella di talco.
Micronizzazione e dispersione
Il processo di micronizzazione, a differenza di quello di macinazione (svolto mediante mulini a rulli o
a martelli), prevede limpiego di aria compressa
per fornire energia alle particelle di talco che,
scontrandosi le une con le altre, si sfaldano. In
questo modo, alla riduzione progressiva di dimensione delle particelle, si esalta la naturale lamellarit del minerale, ottenendo lamelle molto piccole
ad elevato sviluppo superficiale. Basti pensare che
mentre un talco grossolano presenta una superficie specifica di 34 m2/g, un prodotto ultrafine
pu arrivare ad avere una superficie specifica
superiore ai 1314 m2/g! La maggiore superficie
specifica consente al talco ultrafine di interagire
in maniera superiore con la matrice polimerica.
In Figura 2 sono riportate le curve di distribuzione
granulometrica di diversi talchi, aventi differenti
granulometrie. In alto evidenziata la caratteristica di un talco ultrafine, normalmente disponibile
sul mercato.
Nella Figura 3 riportata una immagine, ottenuta
al microscopio elettronico a scansione (SEM),
relativa a lamelle di talco micronizzato disperse in
matrice polimerica. La elevata lamellarit di queste particelle chiaramente visibile. Le lamelle di
talco si presentano come piccoli foglietti ad elevata superficie e basso spessore.
Affinch le lamelle di talco possano avere la gusta
interazione con la matrice polimerica necessario che queste siano perfettamente distribuite e
31
Figura 2: Curve di distribuzione granulometrica cumulative di talchi a differenti granulometrie. Sono evidenziate nel
grafico le classi di prodotti a cui si fa riferimento nel testo. HTPultra5 uno dei talchi micronizzati pi fini attualmente
disponibili sul mercato e presenta un diametro mediano (D50) pari a circa 0,5 mm.
la quantit (in peso) dei componenti da riutilizzare/riciclare presenti nellauto devono essere pari ad
almeno l80% del totale, per arrivare all85% entro
pochi anni. In termini di emissioni, le regolamentazioni sono sempre pi restrittive, richiedendo una
sempre minore quantit di CO2 emessa per km percorso. Per far fronte a queste sempre pi restrittive
regolamentazioni, si rende necessario uniformare,
per quanto possibile, le tipologie di materiali plastici impiegati nellauto (per incrementare il riciclaggio) e sostituire parti metalliche con componenti
plastici (riduzione del peso -> migliorate emissioni).
Ovviamente, un grosso sforzo deve essere compiuto sul fronte della progettazione di nuovi motori,
carburanti e altri componenti critici, ma anche le
materie plastiche possono giocare un ruolo determinante per il raggiungimento dei requisiti richiesti
dalle attuali legislazioni.
Mentre il talco normalmente usato in molteplici
applicazioni tradizionali, il talco ultrafine trova
la sua naturale collocazione nelle applicazioni pi
estreme, dove sono ricercate caratteristiche uniche e fondamentali per la riuscita di un progetto
pi ampio.
32
Figura 4: Andamento della resistenza allurto IZOD a bassa temperatura di alcuni TPO modificati con diversi tenori di
elastomero e contenenti il 12% di talco diversamente micronizzato. Quale indicazione della distribuzione granulometrica del talco stato evidenziato il diametro mediano (D50).
Figura 5: Andamento del modulo a flessione per alcuni TPO modificati con diversi tenori di elastomero e contenenti
il 12% di talco diversamente micronizzato. Allaumentare del grado di micronizzazione (diametro mediano sempre pi
piccolo) si evidenzia un incremento di rigidit.
33
Figura 6: Andamento del valore di dilatazione termica lineare. I tre talchi usati sono a differente micronizzazione.
Lintervallo di misura -40C70C.
Polimeri espansi
I talchi micronizzati trovano un interessante impiego quali agenti nucleanti per i polimeri espansi
mediante agenti fisici (iniezione di gas compressi).
Ad esempio, nel polistirolo o nel polietilentereftalato, quando espansi, mediante luso di talco micronizzato si pu ottenere un controllo dimensionale
delle celle molto accurato, con un conseguente
incremento delle propriet termiche e meccaniche
del prodotto espanso (Fig. 8).
Conclusioni
Le possibilit di modifica dei polimeri da parte dei
talchi ultramicronizzati sono molteplici e in questo
documento ne stata evidenziata solo una parte.
Altre importanti applicazioni dei talchi submicronici sono legate al settore elettrico/elettronico (produzione di scocche e telai per computer portatili
e schermi piatti di ultima generazione), piuttosto
che per la nucleazione delle poliolefine (controllo
della crescita della struttura cristallina). Un impie-
34
35
Macrotrivial
Armonie
Polimeri
polimeriche
e strumenti musicali
di Eleonora Polo
36
Classificazione
Tutti gli strumenti musicali possono essere classificati secondo il sistema Hornbostel-Sachs 1,
basato sulla modalit fisica con cui viene generata
la vibrazione che produce il suono.
Membranofoni: il suono prodotto dalla vibrazione di una membrana tesa su una cassa armonica
cava (es. timpani, tamburi, batteria, grancassa).
Idiofoni: producono il suono mediante la vibrazione
del materiale stesso di cui sono composti, senza
lausilio di parti in tensione. Quasi tutti gli strumenti a percussione che non siano tamburi sono
idiofoni. Sono suddivisi in due classi: strumenti a
suono determinato (vibrafono, marimba, xilofono,
campane tubolari), in cui possibile controllare la
nota prodotta, e strumenti a suono indeterminato
(triangolo, piatti, gong), utilizzati per la scansione
dei ritmi o con funzione di abbellimento.
Aerofoni: producono il suono attraverso la vibrazione dellaria indotta da una sollecitazione esterna (pressione del fiato del suonatore o dellaria
emessa da un mantice) senza impiegare corde o
membrane vibranti e senza che sia lo strumento
stesso a vibrare. Sono divisi in due classi: aerofoni
risonanti, in cui laria che vibra contenuta in una
cavit dello strumento (quasi tutti gli strumenti
a fiato occidentali) e aerofoni liberi (armonica a
bocca, fisarmonica, bandoneon, alcuni registri
dellorgano), in cui la vibrazione provocata da
una lamella elastica fissata ad una estremit sopra
ad un foro nel quale viene spinta laria.
Cordofoni: il suono prodotto dalla vibrazione
di una corda tesa tra punti fissi. Gli strumenti
moderni sono costituiti da una cassa armonica
che amplifica il suono, una tastiera che consente
di determinare laltezza della nota da eseguire,
un ponte, che ncora le corde sullo strumento e
trasferisce la vibrazione alla cassa armonica, ed
un mezzo (piroli, bischeri o chiavette) per regolare
la tensione delle corde. Si dividono in tre gruppi
in funzione del modo con cui vengono originate
le vibrazioni: ad arco (violino, viola, violoncello,
contrabbasso), a pizzico (arpa, chitarra, liuti, clavicembalo), a martello (cembalo, pianoforte e suoi
antenati).
Elettrofoni: il suono viene generato per mezzo di
circuiti elettrici o per induzione elettromagnetica.
Materiali
I materiali naturali pi usati nella costruzione degli
strumenti musicali sono legno e metallo (corpo
principale, accessori, chiavi), avorio (tasti), pelli
di animali (membrane), budello di pecora (corde),
crini di cavallo (archetti), sughero 2 (giunti, guarnizioni e cuscinetti), grassi (lubrificazione) e resine
(finiture esterne).
37
Lignina
Famiglia di polimeri, costituita da unit fenilpropaniche, che si trovano soprattutto nella parete
delle cellule vegetali dove creano strutture tridimensionali rigide mediante legami covalenti
con cellulosa, emicellulosa e pectina. Le cellule
dei tessuti preposti al sostegno e alla vascolarizzazione delle piante hanno le pareti impregnate
di lignina che conferisce resistenza meccanica
ed impermeabilizza le pareti cellulari. Nella lista
dei biopolimeri le lignine sono seconde solo alla
cellulosa per quantit ed insieme rappresentano
circa il 70% della biomassa totale.
Struttura della lignina
38
Fibra di vetro
Le fibre di vetro, se filate a diametri<0,1mm,
diventano materiali di elevata resistenza meccanica e resilienza, completamente differenti dal vetro
monolitico che molto fragile a causa
dei difetti di cristallizzazione. Queste
propriet le rendono particolarmente
adatte a produrre materiali compositi
strutturali in associazione a resine
sintetiche. I compositi risultanti sono
economici, tecnologicamente semplici da produrre e presentano ottime
caratteristiche meccaniche a basse
temperature desercizio. Le fibre ottiche, invece,
sono raramente impiegate nella realizzazione di
compositi con matrici metalliche o ceramiche per
le quali si preferiscono materiali dalle prestazioni
migliori, come le fibre di carbonio.
Lorchestra
Chi sa fare la musica la fa, chi la sa fare meno la
insegna, chi la sa fare ancora meno la organizza, chi
la sa fare cos cos la critica (Luciano Pavarotti)
Una tipica orchestra sinfonica 4 composta da
strumenti a corda, cio archi (16-38 violini, 8-12
viole, 8-12 violoncelli, 5-8 contrabbassi) ed arpa
(cordofono a pizzico), legni (ottavino, 2 flauti traversi, 2 oboi, corno inglese, 2 clarinetti, clarinetto
basso, 2 fagotti, controfagotto), ottoni (2-8 corni,
2-5 trombe, 2-3 tromboni, trombone basso, tuba)
e percussioni (timpani, rullante o cassa chiara,
grancassa, piatti, triangolo).
In alcune esecuzioni necessario aggiungere
anche altri strumenti, come cordofoni a corde percosse (pianoforte), percussioni (celesta, xilofono,
Glockenspiel), legni (flauto dolce, oboe damore,
clarinetto piccolo, sassofono), ottoni (tromba piccola, tromba bassa, trombone contrabbasso).
Qual il peso ideale di un direttore dorchestra?
Tre chili, inclusa lurna.
Densit
Resistenza
meccanica
Fibra di
carbonio
3,50
1,75
2,00
Acciaio
1,30
7,90
0,17
39
Archi
La loro struttura un vero capolavoro 5,
tanto che gli scienziati stanno ancora
studiando gli strumenti fabbricati da
Stradivari, Amati e Guarneri del Ges
per cercare di carpirne i segreti.
Gli archi sono strumenti particolarmente complessi, basti pensare che un violino costituito
da almeno 70 pezzi diversi in legni a tessitura e
sonorit differenti e nulla lasciato al caso. Le
propriet acustiche sono dovute alla qualit e
stagionatura dei materiali usati (abete rosso per
la tavola armonica e acero montano o acero dei
Balcani per le fasce ed il fondo), al disegno dello
strumento e a componenti meno noti come colle
e vernici. I liutai sono sempre alla ricerca delle
ricette segrete dei grandi artigiani del passato.
Le colle impiegate sono ancora a base di proteine colloidali ottenute per idrolisi del collagene di
pelli, ossa e tendini di cavallo. Queste proteine
formano per riscaldamento veri e propri legami
molecolari con il legno, ma permettono di distaccare con facilit le parti senza danneggiarlo nel
caso sia necessario aprire lo strumento. Anche
la vernice, a base di olio, alcool e resine vegetali,
esercita una grandissima influenza sul suono dello
strumento e sulla sua conservazione nel tempo.
Le corde in budello di pecora6 sono usate ormai
solo nelle esecuzioni filologiche, perch perdono
facilmente laccordatura e si usurano velocemente. Sono state soppiantate, tranne quella del Mi,
costituita da un unico sottile filamento di acciaio,
da unanima in fibra sintetica (nylon, rayon, fibra
di carbonio) o in budello, rivestita da un avvolgimento di seta e ricoperta da metallo (acciaio,
alluminio, argento e persino oro). Il suono delle
corde con anima in budello pi caldo e morbido,
le corde durano circa sei mesi, ma sono piuttosto
costose. Le corde con unanima sintetica sono
le pi usate, perch costano meno, mantengono
pi a lungo laccordatura e producono un suono
intenso e brillante. Tuttavia si degradano molto pi
rapidamente delle precedenti e vanno sostituite
circa ogni due mesi.
Quanti violinisti occorrono per cambiare una lampadina? Cinque: uno cambia la lampadina e quattro stanno intorno a dire che loro sarebbero stati
pi veloci.
40
Legni
Sono una famiglia piuttosto variegata
e, in effetti, anche il nome tradizionale di legni non rispecchia sempre il
materiale di cui sono composti, perch
i flauti traversi ed alcuni clarinetti, in
legno fino allOttocento, ora sono quasi
sempre in metallo. I legni sono anche
gli strumenti su cui si sta ancora lavorando tanto sia dal punto di vista dei
materiali che da quello della meccanica. Ad eccezione del flauto traverso,
sono tutti ad ancia semplice o doppia; quindi soffrono per i problemi legati allapprovvigionamento
della canna comune. Durante lesecuzione la cavit interna dello strumento si bagna completamente, per cui, nonostante una manutenzione delicata
e laboriosa, i legni non hanno mai vita lunga come
gli archi. Un altro grosso problema costituito dal
costo e dalla difficolt di reperimento di ebano,
palissandro ed altri legni pregiati. Il problema
stato risolto brillantemente con le resine fenoliche
e lABS in sostituzione del legno per gli strumenti
da studio, mentre si stanno diffondendo fra solisti
e strumentisti delle grandi orchestre sinfoniche
clarinetti ed oboi della serie Green-Line (Buffet
Crampon). Si tratta di strumenti fabbricati con un
materiale composito costituito dal 95% di polvere
di ebano (recuperato da tutti gli scarti di lavorazione accumulati nel tempo) impastata con fibra
di carbonio e resina epossidica. Gli strumenti suonano molto bene, sono un po pi confortevoli da
suonare, meno sensibili alle variazioni di umidit e
temperatura e non si fessurano mai.
41
Manutenzione ed accessori
Gli strumenti musicali sono veramente oggetti
complicati in cui ogni pezzo, anche il pi piccolo
o nascosto, gioca un ruolo importante. I polimeri
di sintesi hanno assunto un ruolo fondamentale
nella fabbricazione di tante piccole parti ed accessori (rivestimenti, guarnizioni, cuscinetti, legature,
perni, feltri, ecc.) soppiantando con ottimi risultati
i materiali naturali. Inoltre giocano un ruolo importantissimo nelle operazioni di pulizia e manutenzione degli strumenti che vanno veramente accuditi come i beb, dato che basta veramente poco
per danneggiarne le prestazioni in modo grave o
irreparabile. La ricerca in questo campo non si
ferma mai e certamente aiuta il fatto che nei paesi
culturalmente sviluppati la richiesta di musica di
qualit non sia affatto diminuita.
Percussioni
Sono un vero mare magnum,
dato che, come ci insegna Tullio
DEpiscopo, qualsiasi oggetto pu
diventare uno strumento musicale
a percussione 8. Per quanto riguarda gli strumenti a membrana,
nelle orchestre di musica classica
si continuano a preferire ancora
pelli di vitello o di capra trattate, che producono
un suono pi caldo di quelle in polietilentereftalato
o mylar, decisamente pi resistenti, stabili ed economiche, ma dal suono un po freddino, pi adatto
alla musica leggera. Ad un livello superiore, come
prestazioni e costo, si collocano le membrane
high-tech in Kevlar o quelle in fibra di vetro affogata nel poliestere e ricoperta da unulteriore tela
di rinforzo, per prestazioni in condizioni estreme
(heavy-metal).
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
42
Biopolimeri
premi
Nobel
per la chimica
2008
di Roberto Rizzo
Anche questanno abbiamo cercato di non mancare lappuntamento con lassegnazione del Premio
Nobel per la Chimica che lo scorso anno stato assegnato a tre ricercatori americani, di cui uno nato
a Kyoto, in Giappone. Sebbene nella chimica sia in atto un nuovo modo di vedere e studiare sistemi
complessi di interesse fondamentale o applicativo, che ha anche importanti ricadute in campo applicativo, va sottolineato che ancora una volta la giuria del Premio Nobel ha voluto premiare ricercatori
che lavorano su sistemi biologici, le cui ricerche hanno immediate ricadute in campo medico. A nostro
parere, questa tendenza rafforza la natura sempre pi interdisciplinare delle ricerche pi significative
per cui la tradizionale distinzione tra biologia, chimica e fisica va sempre pi sfumando per confluire
nella pi generale Scienze della Natura.
Il Comitato Editoriale
Lannuncio stampa della Reale Accademia delle Scienze Svedese stato rilasciato l8 ottobre 2008 con
il seguente testo:
The Royal Swedish Academy of Sciences has decided to award the Nobel Prize in Chemistry for 2008
jointly to:
Osamu Shimomura
Marine Biological Laboratory (MBL), Woods Hole, MA, USA and Boston University Medical School,
MA, USA
Martin Chalfie
Columbia University, New York, NY, USA
Roger Y. Tsien
Howard Hughes Medical Institute, University of California, San Diego, La Jolla, CA, USA
for the discovery and development of the green fluorescent protein, GFP
o scarno annuncio stampa non lascia trasparire limportanza del lavoro svolto dai tre
ricercatori. Infatti, proteine che entrano a
far parte di sistemi che emettono luce in sistemi
viventi sono ben note e fanno parte dellesperienza di molti dei lettori fra cui primeggia quella
dellosservazione delle lucciole, ma non solo. In
realt, i sistemi di bioluminescenza richiedono in
genere, per il loro funzionamento, la partecipazione di numerose molecole proteiche e la presenza
43
44
Infine, nella struttura cristallina, la molecola presente come dimero che stato osservato anche
in soluzione a bassa forza ionica. Il dimero ha una
funzione biologica in quanto condiziona lo spettro
di eccitazione ed il meccanismo di trasferimento di
energia della GFP. Unulteriore caratteristica interessante della GFP la sua alta stabilit chimica
anche in condizioni di temperatura e pH estremi
ed in presenza di denaturanti; per di pi, una volta
denaturata in grado di rinaturare spontaneamente semplicemente ripristinando le condizioni
chimico-fisiche native.
Le caratteristiche ottiche della proteina dipendono ovviamente dalla struttura del sito attivo che
costituisce il cromoforo. Questo formato da tre
residui di amminoacidi in sequenza Ser-Tyr-Gly
che sono soggetti ad una modifica post-traslazionale. Le modifiche post-traslazionali sono le
modifiche alla struttura chimica di una proteina
che avvengono dopo la sintesi della catena peptidica ad opera dei meccanismi biochimici presenti
nel ribosoma. Tipiche modifiche post-traslazionali
sono la glicosilazione di proteine, che aggiunge
alla struttura terziaria un numero variabile di catene saccaridiche pi o meno lunghe, come pure la
eliminazione di alcune sequenze della catena proteica per arrivare alla struttura dellenzima attivo,
come avviene nel caso dellinsulina.
Nel caso della GFP i gruppi C=O ed N-H dei due
legami peptidici che precedono e seguono il residuo della tirosina reagiscono per formare un ulteriore anello che poi viene deidratato e quindi forma
un sistema aromatico di tipo imidazolidone che
coniuga con lanello aromatico della tirosina formando cos il fluoroforo efficiente (Fig. 3). Lultimo
stadio della reazione, che ne costituisce anche lo
stadio lento essendo necessarie alcune ore, richiede la presenza di ossigeno, ma, come gi accennato, non servono altri co-fattori per far avvenire la
modifica post-traslazionale ed il tutto dipende dalla
sola struttura tridimensionale della proteina.
La presenza del residuo di glicina indispensabile
per la formazione del cromoforo, probabilmente
per la sua caratteristica di avere una maggior
libert conformazionale attorno agli angoli che
45
66 con un residuo di istidina porta ad uno spostamento della lunghezza donda demissione nel blu.
Ancora, la sostituzione del glutammico in posizione 222 con un residuo di glicina porta alla perdita
della capacit di eccitazione del cromoforo alla
lunghezza donda di circa 400 nm. Infine, la rimozione di una sequenza di 7 residui di amminoacidi
dalla coda della catena proteica porta alla perdita
totale della fluorescenza.
Dopo aver descritto, seppure sommariamente, le
principali propriet delle FPs vediamo le applicazioni che ne hanno fatto uno degli strumenti pi
interessanti per lo studio di processi biologici o per
applicazioni biotecnologiche.
I genetisti hanno espresso proteine fluorescenti in
batteri 3, lievito 4, funghi ameboidi 5, piante 6, 7, drosofila 8, pesce zebra 9 e cellule di mammiferi 10, 11.
Il successo della tecnica dipende dal fatto che
possibile fondere la sequenza delle FPs mediante i
terminali carbossilici o amminici di molte proteine,
spesso senza distorcere in modo significativo la
loro struttura terziaria. Naturalmente, questo risultato ottenuto attraverso opportune manipolazioni
genetiche12. La grande compatibilit delle FPs con
cellule viventi permette di utilizzarle come molecole-segnale per lo studio di molti processi biologici
fra cui: la tracciabilit di linee cellulari, la definizione di espressione di specifici geni, lo studio delle
interazioni proteina-proteina. Gi questo breve
elenco fa capire lenorme potenzialit applicative
di queste molecole.
Vale la pena di citare, infine, un paio di applicazioni che hanno suscitato notevole interesse.
Lutilizzo di proteine fluorescenti, capaci di emettere diversi colori, in topi geneticamente modificati tali da esprimere queste proteine nelle cellule
nervose ha permesso visualizzare una mappa del
cervello dove era possibile seguire il percorso di
singole fibre nervose allinterno dellintricatissimo
sistema neuronale attraverso la mappa creata dai
diversi colori delle proteine utilizzate.
La seconda applicazione riguarda il campo delle
biotecnologie. In questo caso, i ricercatori hanno
espresso proteine fluorescenti in batteri resistenti
ad agenti chimici pericolosi (in genere metalli
pesanti) che divenivano capaci di dare fluorescenza in presenza di queste sostanze. Sono stati
cos costruiti biosensori sensibili e di facile utilizzo,
soprattutto per il controllo delle acque.
Nel percorso di questo articolo siamo partiti da
una curiosit biologica, come la luminescenza di
una medusa del Pacifico, per arrivare a sofisti-
Bibliografia
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
46
Novit
in rete
e:
Roberto Pasquon, Massimo Barbieri, Raffaella Gobba,
Gabriella Di Marzio, Maria Teresa Farina, Mauro Garcia,
Cass Ingerson, Samuele Bordogna, Barbara Martinelli,
Frances Lonergan Villa
le societ:
Edison SpA, Italarchivi Srl, Ecodeco SpA, Tecnimont
SpA, Basell Poliolefine SpA, Design.it di Stefano Meriggi
- lAssociazione Italiana di Ingegneria Chimica
(AIDIC)
- le biblioteche: Nazionale di Firenze, Sormani di
Milano, ENI, Comunale di Milano
- la Fondazione Nobel di Sanremo
- la Camera di Commercio di Milano
- gli uffici brevetti: Barzan Zanardo, Jacobacci &
Partners, De Nora.
47
I Congressi
futuri
EPF 4
Summer School
and Related Materials
th
Bioplastics
48
Plenary Lectures
Gero Decher Louis Pasteur University Strasbourg
(France); Jeffrey Alan Hubbell ETH Lausanne
(Switzerland); Ludwik Leibler ESPCI -CNRS Paris
(France); Krzysztof Matyjaszewski Carnegie Mellon
Univ. Pittsburgh (USA); Klaus Mllen Max Planck
Institute Mainz (Germany); Christopher Ober
49
Contact
EPF09 secretary: Liane Hartinger
Phone: +43 316 873 8261
Fax: +43 316 873 108261
Email: office@epf09.org
EPF09 is jointly organised by Graz University of
Technology and Karl-Franzens University of Graz.
Please check the EPF09 homepage for regular
updates and further information:
www.epf09.org
50
Il Mondo
Le
di
AIM
Per noi che abbiamo vissuto in prima persona la nascita dellAIM si tratta di storia vissuta e, ahim,
passata. Per quelli che allepoca dei fatti erano poco pi che bambini o addirittura non facevano ancora
parte di quel caotico melt-pot che lumanit, potrebbe essere interessante conoscere come si svolsero
i fatti e come si raggiunse un accordo definitivo.
Abbiamo pensato di presentare due contributi che possono chiarirci motivazioni, spinte, interessi e
quantaltro serv a trasformare quello che era un desiderio di pochi in unAssociazione di grande respiro, che ha dato al mondo della Scienza e della Tecnologia delle macromolecole grandi contributi in
termini bibliografici, didattici e di divulgazione.
Un primo contributo ce lo ha dato il prof. Saverio Russo che, insieme ad altri favorevoli alliniziativa,
fece parte del comitato promotore delliniziativa e organizz il 1 Convegno che fu anche quello in cui
si decise, tramite unAssemblea Costitutiva, la nascita dellAssociazione. Labbiamo intervistato sullargomento e qui troverete le risposte dalle quali si pu capire che nellaria cerano ormai inequivocabili
segnali favorevoli alla nascita di unassociazione di tal fatta.
E che lo fossero lo dimostra la lettera che ci aveva inviato il dott. De Chirico in occasione del XXV di
AIM, e che mai fu pubblicata, dalla quale sembra addirittura che limpulso maggiore venne dalla parte
industriale. Ci sembrato utile ripescarla e pubblicarla.
I due contributi non sono comunque in contrapposizione ma sono semplicemente la chiara dimostrazione che i tempi erano maturi da entrambe le parti, tant che alla fine laccordo si trov.
Chi scrive fu uno dei tanti giovani che, con molta paura e altrettanta titubanza, inviarono un lavoro
che fu presentato come Comunicazione Orale.
Ricordo, tra le altre cose, che ci furono parecchie discussioni per decidere il nome della nascitura
Associazione cercando di non scontentare le diverse anime che avrebbero dovuto comporla.
Laccordo definitivo si trov su Associazione Italiana di Scienza e Tecnologia delle Macromolecole
che parve accontentare i pi anche se restarono comunque alcuni scettici. Alla fine quello che cont
e continua ad essere usato il pi semplice acronimo AIM, utilizzato anche per battezzare il nostro
Magazine.
Roberto Filippini Fantoni
51
mavera del 70 con la nascita del GFP e con lelezione del suo primo presidente, il prof. Georges
Champetier. Tornato in Italia, decisi di seguire la
stessa strada e preparai un questionario, ampiamente ispirato a quello di Kovacs, inviandolo, con
il supporto economico garantito dai fondi del mio
Istituto, ai colleghi a me noti delluniversit, del
CNR e dellindustria italiana. A meno di due risposte negative, tutti accolsero molto favorevolmente
lipotesi associativa che avevo adombrato.
Caro Direttore,
ti invio la presente lettera che gradirei venisse
pubblicata su AIM Magazine, Bollettino AIM, quale
contributo alla conoscenza delle origini pi lontane, e in parte inedite, della nostra Associazione.
Il 18-20 dicembre 2000 cade il XXV anniversario
di fondazione dellAIM avvenuta nel corso del 1mo
Convegno Italiano di Scienza delle Macromolecole
tenuto nel Palazzo Uffici del Gruppo ENI in San
Donato Milanese nel 1975.
Vorrei con questo scritto far conoscere le origini di
52
questa iniziativa culturale che ebbe luogo nella primavera del 1975 ad opera mia e di alcuni colleghi
della Direzione Polimeri della Snam Progetti di San
Donato Milanese, che sentivano la necessit di una
Associazione italiana di ricercatori e tecnologia
delle macromolecole, come quelle che gi esistevano in altri Paesi europei. La possibilit di una sua
formazione fu discussa tra noi, e molte perplessit
furono sollevate.
Una iniziativa in tal senso, ci si chiese, come
sarebbe stata accolta? Sarebbe stata accettata dal
mondo scientifico universitario e da quello industriale o sarebbe stata snobbata particolarmente
dal mondo accademico? Avrebbe avuto successo?
Quale spazio culturale poteva ritagliarsi la nuova
Associazione?
Cos due di noi, S. Cesca ed A. De Chirico, che ti
scrive, furono incaricati dai colleghi, con il benestare della nostra Direzione, a prendere contatto,
in modo informale, con alcuni colleghi del mondo
accademico e della ricerca industriale, con cui
cerano, gi da alcuni anni, rapporti di reciproca
stima, per saggiare la possibilit di dare vita ad
una tale Associazione.
Dopo vari tentativi e suadenti convincimenti sorse
un Comitato Promotore di coraggiosi per prepa-
rare un convegno italiano di scienze delle macromolecole, il cui esito positivo non era certamente
scontato.
Questo Comitato, costituito da G. Allegra
Universit di Milano, S. Cesca Snam Progetti, F.
Ciardelli Universit di Pisa, A. De Chirico SNAM
Progetti, G. Gianotti Montedison Novara, G. Pezzin
Universit di Bologna e S. Russo Universit di
Genova, sebbene incerto sullesito di tale iniziativa,
organizz il 1mo Convegno che si svolse nel dicembre
dello stesso anno in San Donato Milanese in una
sede elegante e moderna messa a disposizione dalla
Direzione del Gruppo ENI.
Lalto numero di relatori e di partecipanti conferm
subito il successo della nostra iniziativa. I successivi sviluppi, superiori ad ogni passata previsione,
dellAssociazione Italiana di Scienza e Tecnologia
delle Macromolecole negli anni seguenti sono sotto
i nostri occhi.
Evidentemente i tempi erano gi maturi, ma non
ce ne eravamo accorti prima, si trattava solo di
partire.
Ringrazio per lospitalit e porgo cordiali saluti.
Aurelio De Chirico
18 novembre 2000
53
Dizionario Tecnologico
dei Materiali Polimerici
Il 23 febbraio scorso a Genova nella sede dellIstituto delle Macromolecole del CNR , dove per tanti anni aveva
lavorato Gianna Costa, le prime copie del Dizionario Tecnologico dei Materiali Polimerici che abbiamo deciso di
dedicare alla sua memoria, sono state consegnate ai suoi familiari, al marito Enrico Bruschi ed ai figli Mattia e
Emanuele. Riportiamo anche la copertina dellopera e la scheda di acquisto.
Abbiamo inserito anche la prefazione al Dizionario, lettura utile e speriamo stimolante allacquisto per i nostri
lettori.
Infine per una completa informazione riportiamo anche il retro del frontespizio con il copyright, il numero ISBN ed
i loghi dei nostri sponsor, Assocomaplast, Proplast e RadiciGroup che ringraziamo a nome dellAIM.
Il Comitato Editoriale
mente diverse tra loro (estrusione, iniezione, soffiaggio,
espansi, vernici, caratteristiche meccaniche, elettriche, al
fuoco, fibre, adesivi, elastomeri, ecc.), trattate da diversi
ricercatori e tecnici, non si ritenuto possibile affidare a
pochi esperti la redazione completa e si deciso di dividere i lemmi esistenti per tipo di settore e farli rivedere,
o eventualmente riscrivere, dai relativi specialisti (una
quarantina come risulta dal successivo elenco).
Come base iniziale si partiti dal vecchio Dizionario per
lindustria delle materie plastiche dellIstituto Italiano dei
Plastici (IIP), messo a disposizione dallallora Presidente,
Guido Venosta, che era anche stato Presidente dellAIM
(1981-1983) consultando in seguito diversi dizionari
editi allestero. In genere questi glossari riportano solo
le traduzioni del termine specifico nelle diverse lingue
e non la definizione del lemma stesso. Da notare che
possibile trovare degli errori macroscopici nella traduzione italiana in dizionari editi allestero, bench siano
editi da case editrici di alto livello.
Si sono consultate anche le norme specifiche, edite nei
diversi paesi e nelle relative lingue, ma anche in questo
caso si sono trovate diversit (vedi ad esempio poliammide, che in alcune norme compare, in italiano, con
la doppia m ed in altre con una sola) probabilmente
perch le diverse norme specifiche sono state trattate
da differenti gruppi di lavoro.
Gli esperti erano stati anche invitati ad aggiungere altri
lemmi, da loro ritenuti importanti e mancanti nel primo
elenco. Per i termini tecnologici ci si pure basati sulle
documentazioni tecniche dei diversi produttori di macchinari e materiali, normalmente editi nelle diverse lingue e
54
Scheda
co) ed inoltre molti Copyright 2008 by Associazione Italiana Macromolecole e Pacini Editore
termini ancora utiliz- ISBN 978-88-6315-075-9
editoriale
zati nei vari dialetti, Realizzazione
Pacini Editore SpA
Gherardesca 1
come detto allinizio, Via
56121 Ospedaletto (PI)
info@pacinieditore.it
sono stati mantenu- E-mail:
www.pacinieditore.it
ti, ma con lausilio Volume a cura del Settore Editoriale AIM
Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale
di preziosi rimandi il c/o
dellUniversit di Pisa
Risorgimento, 35 - 56126 Pisa
lettore viene reinviato Via
Tel. 050-2219269, Fax 050-2219260
aglaim@dcci.unipi.it
alla denominazione E-mail:
http://www.aim.it
ritenuta pi corretta
Con il contributo di Assocomaplast, Proplast e RadiciGroup
nel terzo millennio.
Per i termini italiani
abbiamo inserito le
diverse interpretazioni, ponendo come
primo termine quello
che si ritiene il pi
corretto e che come
tale
suggeriamo
debba essere utilizzato, almeno nellambito AIM. Anche
nel caso dei termini stranieri abbiamo usato lo stesso
principio. Per quanto detto precedentemente, per i termini stranieri le incertezze sono notevolmente maggiori,
in particolare per quanto riguarda il tedesco e, in misura
minore, il francese.
A causa delle problematiche sopra esposte, nel gruppo
coinvolto nellorganizzazione di questa iniziativa (Gianna
Costa, Antonio Casale e Mauro Aglietto) si molto
dibattuto se annullare la pubblicazione del dizionario
o se proseguire con la stampa di una prima edizione
confidando nellaiuto e nel supporto, nonch nella comprensione, dei lettori per poter migliorare il lavoro fatto,
eliminando errori ed aggiungendo altri lemmi importanti
che non sono stati inclusi nellattuale edizione.
Ed infine ci sembra importante e doveroso sottolineare
due concetti fondamentali:
1) riteniamo che le spiegazioni dei diversi lemmi siano
sostanzialmente esatte, ma vorremmo ribadire che il
dizionario non vuole essere un trattato sui materiali
polimerici. Chi interessato a questo aspetto pu
ricorrere alle numerose pubblicazioni AIM. Le definizioni servono solo per inquadrare i lemmi. Alcuni
degli esperti che hanno collaborato hanno preferito
dare maggiori dettagli;
2) i lemmi fanno riferimento specifico allutilizzo nel settore dei materiali polimerici. Diversi lemmi vengono
utilizzati anche in altri settori, magari con un diverso
significato.
AIM
Dizionario tecnologico dei materiali polimerici, volume di oltre 720 pp, isbn 60,00 + 4,00
Spedire n......... copie del volume al seguente indirizzo:
Sig............................................................................................ Ente........................................................................................
Indirizzo.............................................................................................. Citt................................ CAP..................... Prov........
Fatturare a:................................................................................................................................................................................
Indirizzo............................................................. Citt........................................... CAP................................ Prov..................
Codice fiscale........................................................................... Partita IVA...............................................................................
Pagamento:
versamento sul c/c postale 10370567 intestato a Pacini Editore Spa, Via Gherardesca, 56121 Ospedaletto - Pisa (allegare
allordine la ricevuta di versamento)
assegno bancario intestato a Pacini Editore Spa (da allegare allordine)
a ricevimento fattura solo per Enti Pubblici, Istituti universitari o ospedalieri allegare alla presente il BUONO DORDINE in
cui indicato la Ragione sociale, lindirizzo, il codice fiscale e Partita IVA (non saranno accettate richieste prive del relativo
buono dordine)
Prezzo ridotto per tutti i soci in regola con la quota sociale AIM 2009-2010 (vedi su www.aim.it)
55
Libri
Atti AIM
5
6
7
8
9
Vi preghiamo di inviarci n. copie dei volumi (siglare i volumi prescelti): 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16
Spedire al seguente indirizzo:
Sig......................................................................................... Ente......................................................................................
Indirizzo.......................................................................................... Citt.............................. CAP.................... Prov........
Fatturare a:
............................................................................................................................................................................................
Indirizzo.......................................................................................... Citt.............................. CAP.................... Prov........
Codice fiscale........................................................................ Partita IVA............................................................................
Pagamento (maggiorato di 4,00 per le spese di spedizione):
versamento sul c/c postale 10370567 intestato a Pacini Editore Spa, Via Gherardesca, 56121 Ospedaletto - Pisa (allegare
allordine la ricevuta di versamento)
assegno bancario intestato a Pacini Editore Spa (da allegare allordine)
a ricevimento fattura solo per Enti Pubblici, Istituti universitari o ospedalieri allegare alla presente il BUONO DORDINE in
cui indicato la Ragione sociale, lindirizzo, il codice fiscale e Partita IVA (non saranno accettate richieste prive del relativo
buono dordine)
Su richiesta, al prezzo di 25,00 cadauno, spese di spedizione incluse, sono disponibili i CD delle seguenti giornate tecnologiche
AIM:
1. Materiali Polimerici per lImballaggio Alimentare, Fiera del Levante, MacPlast Sud, Bari, 15.02.2002
2. Polimerizzazione in emulsione, Auditorium Mapei, Milano, 06.03.2002
3. Poliammidi: produzione, propriet e applicazioni, Centro Cultura Ingegneria Materie Plastiche, Alessandria, 10.04.2002
4. Il colore in materiali polimerici termo- e foto-indurenti, Fiera di Milano MacPlas03, Milano, 06.05.2003
5. La miscelazione nellindustria dei polimeri, Universit Milano-Bicocca, Milano, 11.06.2004
6. Polimeri da fonti rinnovabili nellimballaggio, Universit di Bologna, Bologna, 14.01.2005
7. Plasticoltura, innovazione e sostenibilit, Fiera del Levante, Bari, 12.02.2005
8. Reologia e stampaggio a iniezione di polimeri, Centro di cultura per lingegneria delle materie plastiche, Alessandria,
14.03.2005
9. Nanomateriali per il Packaging (IPACK-IMA 2006), Fiera di Milano, 15.02.2006
10. Polimeri e fonti energetiche, Milano, 30.05.2006
Inviare la richiesta tramite fax (081-674367) o tramite e-mail (segr.amm@aim.it) alla segreteria amministrativa AIM
56