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Universit degli studi di Firenze

Dipartimento di Ingegneria Civile

Corso di

Riabilitazione Strutturale
(Prof. Ing. Paolo Spinelli)

Consolidamento delle strutture di legno


(Ing. Marco Pio Lauriola)

Febbraio 2004
Corso di Riabilitazione strutturale

1 Introduzione ............................................................................................. 3
1.1 Principali cause di dissesto .................................................................................3
2 Generalit sulle tecniche di intervento.................................................... 4
2.1 Ricostruzioni, sostituzioni e integrazioni............................................................4
2.2 Gli incollaggi strutturali .........................................................................................5
2.3 Particolari costruttivi..............................................................................................5
3 Interventi sulle capriate ........................................................................... 6
3.1 Fasciatura passiva puntone-catena ................................................................6
3.1.1 Metodo di calcolo ....................................................................................7
3.2 Fasciatura attiva puntone-catena ....................................................................8
3.2.1 Metodo di calcolo ....................................................................................9
3.3 Affiancamento della catena con tiranti metallici ...............................................9
3.4 Ricostruzione di testata con protesi di legno connessa con barre incollate 10
3.4.1 Metodo di calcolo ..................................................................................12
3.4.2 Esempio di calcolo ................................................................................12
3.5 Ricostruzione di testata mediante protesi di legno connessa con spinotti 13
3.5.1 Metodo di calcolo ..................................................................................15
3.6 Ricostruzione di testata mediante protesi di legno connessa con
squadrette metalliche .........................................................................................15
3.6.1 Metodo di calcolo ..................................................................................17
3.7 Ricostruzione di testata mediante protesi di legno connessa con unione a
Dardo di Giove ..................................................................................................17
3.7.1 Metodo di calcolo ..................................................................................20
4 Consolidamento dei solai...................................................................... 20
4.1 Miglioramento strutturale dei solai....................................................................20
4.2 Miglioramento strutturale delle travi in genere ...............................................20
4.2.1 Un esempio............................................................................................21
4.3 Ricostruzione di testate ......................................................................................22
4.3.1 protesi di legno connessa con barre..................................................22
4.3.2 protesi di profilati metallici ...................................................................23
5 Strutture particolari ................................................................................ 23
5.1 Consolidamento di controsoffitto ......................................................................23
5.1.1 Metodo di calcolo ..................................................................................24
5.2 Consolidamento di ballatoio ..............................................................................24
6 Bibliografia ............................................................................................. 26

consolidamento delle strutture di legno 2


Corso di Riabilitazione strutturale

1 Introduzione
Queste brevi note vogliono introdurre alcuni concetti che sono alla base della
progettazione degli interventi di consolidamento ed adeguamento delle strutture di legno,
non sono sicuramente esaustive di tutti i problemi che possono presentarsi e delle possibili
soluzioni.
E' bene sottolineare che non necessariamente una struttura di legno ha bisogno di
consolidamento, bisogna evitare di ricorrere al consolidamento per sopperire alla scarsa
conoscenza dei materiali e dello stato di conservazione; tante strutture antiche sono giunte
a noi in ottimo stato di conservazione ed in perfetta efficienza, per esse la fase progettuale
inizia con lindagine diagnostica, passa attraverso la verifica numerica e si conclude con
un giudizio sulla sicurezza in relazione alle condizioni di uso.
Il consolidamento ed adeguamento delle strutture richiede uno sforzo in pi rispetto alla
progettazione ex novo in quanto necessita dell'interpretazione del funzionamento
strutturale attuale, l'attenta lettura del degrado e delle cause, lo studio delle possibili
soluzioni per eliminare le cause del degrado e ripristinare la funzionalit della struttura e la
ricerca di schemi di calcolo appropriati, il tutto limitando al minimo necessario gli interventi
per rispettare il valore storico e culturale dell'opera, minimizzare i costi ma senza
prescindere dalla durabilit dalla sicurezza e dalla affidabilit dellintervento.
Il Progettista non deve limitarsi ad utilizzare soluzioni preconfezionate e schematizzate,
non deve ridurre la progettazione al semplice soddisfacimento delle verifiche statiche
formali, ma deve affrontare la progettazione in maniera critica con l'obiettivo di realizzare
interventi sicuri, efficaci ed efficienti nel tempo; in questa ottica necessario,
parallelamente agli interventi di consolidamento, rimuovere le cause che hanno
determinato il degrado stesso e prevedere presidi che impediscano il degrado in futuro.

1.1 Principali cause di dissesto


Pu presentarsi lesigenza di intervenire sulle strutture di legno principalmente nei
seguenti casi:
degrado biologico degli appoggi a muro (principalmente carie): tale circostanza
spesso generata da percolazioni di acqua meteorica a causa della cattiva tenuta del
manto di copertura, oppure dalla umidit dellambiente interno che in corrispondenza
del muro esterno condensa bagnando la testata spesso non opportunamente areata
ma lasciata a stretto contatto con la muratura;
rottura in luce di uno o pi elementi per cattiva qualit del materiale e/o
sottodimensionamento;
degrado biologico in luce di uno o pi elementi (carie o attacco da insetti xilofagi) con
eccessiva perdita di sezione resistente;
nelle strutture composte (ad esempio le capriate) rottura o sconnessione di uno o pi
giunti interni a causa del sottodimensionamento degli stessi e/o di degrado biologico
locale e/o difetti localizzati;
In molti casi la rottura o eccessiva inflessione degli elementi lignei o la rottura dei giunti
causata dalleccessivo carico al quale le strutture risultano sottoposte a seguito di
interventi realizzati senza tener conto delle effettive capacit delle strutture esistenti, in
passato molte coperture sono state gravate con solette di calcestruzzo il cui peso ha
spesso raddoppiato il carico permanente originario causando altrettanti incrementi
tensionali nelle sezioni e nei giunti; nel caso dei solai abbastanza frequente la pratica di
realizzare nuovi pavimenti, con relativo riempimento, al fine di portare in piano il piano di

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calpestio imbarcato dallinflessione delle travi; in questi casi leventuale intervento di


consolidamento dovrebbe seguire alla riduzione dei carichi permanenti.
Nelle capriate spesso il dissesto accompagnato dalla diminuzione degli angoli fra
puntoni e catena a seguito dello scorrimento dei puntoni rispetto alla catena, evidenziata
dallabbassamento del colmo e dallallentamento delle saette; sempre opportuno
ripristinare la originaria geometria prima di eseguire gli interventi di consolidamento.

2 Generalit sulle tecniche di intervento


2.1 Ricostruzioni, sostituzioni e integrazioni
Gli interventi sugli elementi inefficienti generalmente prevedono la sostituzione o
lintegrazione di interi elementi strutturali o di loro parti.
Tali interventi possono essere realizzati con legno o con materiali diversi dal legno
(acciaio, calcestruzzo, conglomerati epossidici, ecc.) giuntati al materiale preesistente
mediante unioni di tipo meccanico o incollaggio.
Lutilizzo del legno per la riparazione e il consolidamento delle strutture lignee costituisce
la soluzione pi largamente applicata nel passato; non raro ad esempio incontrare nelle
vecchie strutture elementi riparati o parzialmente ricostruiti mediante protesi di legno unite
per mezzo di giunzioni a dardo di Giove, tecnica questa che richiede sempre una accurata
esecuzione delle lavorazioni.
A volte la protesi o lelemento di rinforzo viene giuntato meccanicamente per mezzo di
elementi metallici quali chiodi, bulloni, viti, fasce e piastre metalliche, spinotti di ferro o di
legno, ecc.. In alternativa possibile utilizzare come protesi o rinforzo elementi metallici, di
conglomerato epossidico o calcestruzzo, anzich legno, sempre giuntati con unioni
meccaniche o incollaggio.
In generale le protesi di legno sono da preferirsi a quelle di altro materiale perch, pur
essendo praticamente impossibile trovare una protesi di legno con le stesse caratteristiche
fisiche del resto della trave esistente, a seguito di variazioni termoigrometriche ambientali
le deformazioni della protesi di legno sono sicuramente pi simili a quelle del resto della
trave rispetto ad una protesi di altro materiale che non si deforma. Le protesi di
conglomerato epossidico hanno lulteriore svantaggio di richiedere volumi di resina molto
grandi che hanno costi elevati e sviluppano grosse quantit di calore durante il processo di
reticolazione, tale calore pu provocare forti gradienti di umidit in prossimit dellestremit
della trave con conseguenti fessurazioni anomale. Le protesi di calcestruzzo possono
realizzare ponte termico con le murature esterne e causare condensa allinterfaccia con il
legno favorendo il deterioramento del legno stesso per attacco fungino.
Le unioni meccaniche danno garanzia di efficienza e durata nel tempo perch consentono
leggeri movimenti delle varie parti e normalmente non sono soggette a fenomeni di
degrado.
Le protesi di legno devono essere realizzate con materiale ad umidit prossima a quella di
equilibrio in opera per evitare che eccessive deformazioni dovute alla stagionatura ad
intervento eseguito ne pregiudichino la funzionalit, per elementi in edifici chiusi
sufficiente che lumidit media del legno sia inferiore al 18%; inoltre da tener presente
che gli incollaggi epossidici non sono possibili su legno troppo umido.

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Per i motivi sopra esposti le protesi devono essere realizzate o con legno massiccio nuovo
ma sufficientemente stagionato (di difficile reperibilit), o recuperato da altre strutture
antiche, oppure di legno lamellare incollato.
Qualora la protesi venga realizzata di legno lamellare incollato, per raggiungere la
larghezza richiesta possono essere accoppiati due elementi sempre con malta epossidica.
Gli interventi sui giunti possono essere realizzati mediante la messa in opera di ferramenta
leggera (chiodi, viti, spinotti, bulloni, ecc.) o apparecchi metallici opportunamente
realizzati.

2.2 Gli incollaggi strutturali


Da qualche decina di anni, in luogo dei materiali tradizionali si fa uso di materiali di origine
sintetica; tra questi le resine epossidiche, grazie ad alcune loro peculiari caratteristiche,
costituiscono i collanti pi ampiamente utilizzati.
Le resine epossidiche vengono usate pure o caricate con inerte minerale fine (filler) per
incollare parti di legno o acciaio, oppure vengono caricate con inerti di granulometria da
fine a grossa per la realizzazione di conglomerati adatti a riempimenti e ricostruzioni.
Quando la protesi viene realizzata di legno si utilizzano i prodotti epossidici per la sola
giunzione.
La giunzione fra protesi e resto del legno generalmente viene eseguita mediante
lincollaggio di barre di acciaio o vetroresina o altro materiale composito; le barre di acciaio
ad aderenza migliorata da c.a. e le barre filettate hanno una sufficiente adesione con le
malte epossidiche e non hanno alcuna controindicazione per questuso, pertanto non c
motivo di utilizzare barre di materiale composito sicuramente pi costose e non sempre
pi resistenti.
I prodotti a base di resina epossidica sono in generale molto sensibili al dosaggio, alle
condizioni di conservazione, alla temperatura esterna, alleccessiva umidit del legno, al
tempo che intercorre fra la miscelazione e la messa in opera, alla temperatura durante la
maturazione ed a vari altri fattori difficilmente controllabili in condizioni di cantiere; per
questo si consiglia sempre di far utilizzare questi prodotti a personale esperto sotto la
diretta supervisione di un Tecnico.
bene utilizzare resine caricate in maniera tale da raggiungere la consistenza tixotropica
(malte epossidiche) spatolabili in maniera tale che non colino; le resine liquide tendono a
colare svuotando le zone di incollaggio, inoltre penetrano nelle fessure del legno e ne
possono bloccare i naturali movimenti, tale circostanza genera pericolose autotensioni nel
legno.
Piccole ricostruzioni di parti degradate possono essere eseguite mediante lincollaggio di
tavolette di legno con malta epossidica (tecnica del lamellare in opera); tale tecnica pu
essere applicata su grossi volumi facendo attenzione a non contrastare i naturali
movimenti del legno.

2.3 Particolari costruttivi


I particolari costruttivi ben progettati conferiscono durabilit allopera; bisogna tener
presente le seguenti regole di base:
il degrado biologico del legno da parte dei funghi della carie avviene quando lumidit
del legno supera il 20%; nelle strutture protette dalle intemperie e ben aerate
normalmente non si supera tale valore; bisogna quindi provvedere allaerazione

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naturale dei locali con struttura lignea, evitare le trappole di umidit ad esempio non
rincalzando con malta le testate delle travi inserite nei muri, evitare che gli elementi
metallici a contatto con il legno finiscano allesterno e quindi, fungendo da ponte
termico, siano oggetto di condense, evitare lesposizione diretta alla pioggia
specialmente sulle sezioni trasversali, provvedere alla manutenzione dei manti di
copertura;
esistono specie legnose pi durabili di altre; bene pertanto scegliere la specie
legnosa pi idonea alle condizioni di esercizio;
il legno, a causa della sua igroscopicit, scambia umidit con lambiente; per
conseguenza esso subisce dei movimenti che, se impediti, generano pericolose
autotensioni; pertanto necessario lasciare la possibilit agli elementi lignei di
muoversi piuttosto liberamente, evitare di trasformare le connessioni fra i diversi
elementi da cerniere ad incastri, utilizzare sistemi di giunzione non troppo rigidi;
i movimenti del legno dovuti alle variazioni di umidit sono molto maggiori in
direzione ortogonale alla fibratura rispetto a quelli in direzione parallela; bisogna
pertanto fare attenzione a non contrastarli.

Intercapedine Barre metalliche

Trave

Legno duro

Lintercapedine allappoggio a muro, eventualmente riempita con pannelli di sughero,


consente laerazione della testata, le barre metalliche scongiurano il pericolo di
sfilamento della trave dal muro in fase sismica pur non contrastando i naturali
movimenti del legno.

3 Interventi sulle capriate


Una trattazione completa dellargomento su [9].

3.1 Fasciatura passiva puntone-catena


Generalmente in corrispondenza del giunto fra catena e puntone viene posizionata una
fasciatura regolabile.

consolidamento delle strutture di legno 6


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356
fori 22
272

70
140
piastra 35x140x356

35
350
barra filettata M20 l=300

150
saldatura a cordone b=6

piastra 6x90x1.520

640
2 viti 8x100

90 240
foro 8,5
60

Essa pu essere dimensionata tenendo presente le seguenti considerazioni:


essendo posizionata ortogonalmente alla fibratura del legno; anche se viene serrata
allatto della messa in opera, destinata ad allentarsi in breve tempo a seguito delle
variazioni di umidit del legno indotte dalle variazioni termoigrometriche stagionali;
pu trasferire gli sforzi fra puntone e catena solo a seguito dello scorrimento del
puntone rispetto alla catena che tende a serrare la fascia stessa;
essendo posizionata ortogonalmente allo sforzo di compressione del puntone, non
pu da sola trasferire tale sforzo alla catena ma ha la funzione di comprimere
ulteriormente il puntone sulla catena per facilitare il trasferimento degli sforzi per
attrito.
Pertanto tale fasciatura pu costituire presidio contro il crollo della capriata a seguito di un
possibile cedimento del giunto puntone-catena ma non corretto affidare ad essa il
funzionamento del giunto in esercizio; per tale motivo questo tipo di fasciatura pu essere
appellata come passiva.
3.1.1 Metodo di calcolo
Si considera che, allatto del cedimento del dente di contrasto al puntone sulla catena, fra
puntone e catena possa svilupparsi una forza di attrito 1 con coefficiente di attrito f = 0,5
pari ad un angolo a = arctg0,5 = 26,6; lequilibrio si raggiunge quando la fasciatura
ortogonale al puntone sviluppa una forza Ff tale da deviare la risultante Np+Tp (sforzo
normale + taglio allestremit del puntone) allinterno dellangolo di 26,6 a partire dalla
linea normale alla superficie di contatto catena-puntone.

1
Nelle unioni legno-legno non bisognerebbe affidarsi alle forze di attrito in quanto i continui ritiri e
rigonfiamenti del legno non rendono affidabile il contatto, nel caso specifico per il contatto assicurato dai
carichi in gioco indipendentemente dai movimenti del legno; inoltre il funzionamento dellunione da
intendersi come eccezionale e quindi limitato nel tempo.

consolidamento delle strutture di legno 7


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90

Np
p
+T
Np

Tp

Ff
Ff
Tp+
Np+
90

26,6

Generalmente il carico di progetto Ff della fasciatura ha un valore paragonabile allo sforzo


normale nel puntone.
La piastra di contrasto superiore deve essere di sezione sufficiente a resistere alle azioni
di progetto senza inflettersi apprezzabilmente, altrimenti il serraggio dei dadi risulter
difficoltoso e le barre filettate saranno sottoposte a pericolosi sforzi di flessione.
La fascia pu essere realizzata con un piatto metallico piegato a U alle cui estremit
superiori sono saldati due spezzoni di barra filettata, tale piatto, comprese le barre filettate
e le relative saldature, devono resistere al carico F f /2.
chiaro che il lato inferiore della fascia, non avendo sufficiente resistenza a flessione, si
ammette che si possa piegare schiacciando localmente il legno della catena.

3.2 Fasciatura attiva puntone-catena


Qualora, in fase di diagnosi, si riscontri la rottura del dente di contrasto al puntone sulla
catena, oppure il dente risulti fortemente degradato ma le estremit del puntone e della
catena risultino efficienti, necessario realizzare un collegamento di tipo attivo in grado di
trasferire lo sforzo di compressione del puntone alla catena senza apprezzabili
scorrimenti.
Per capriate di media luce lo sforzo da trasferire dal puntone alla catena dellordine della
decina di tonnellate, supponendo di volerlo trasferire attraverso collegamenti meccanici
lavoranti a taglio (chiodi, viti, spinotti, bulloni) questi dovrebbero essere in numero
talmente elevato da non poter essere alloggiati sullarea di unione rispettando le mutue
distanze e le distanze dai bordi, pertanto, nella maggior parte dei casi, questa strada non
risulta percorribile.
L intervento deve poter essere messo in carico e deve poter funzionare attivamente
anche nel seguito indipendentemente dai ritiri e rigonfiamenti del legno.
Nelle seguenti figure proposto un intervento realizzato con piastre angolari e barre
filettate, lapparecchio efficace e di facile esecuzione.

consolidamento delle strutture di legno 8


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Lancoraggio alla catena necessita di un


intaglio nella stessa nel quale ingrana un
angolare metallico.
3.2.1 Metodo di calcolo
Per il corretto funzionamento opportuno che linclinazione dei tiranti sia inferiore ai 20; a
differenza del caso precedente non opportuno considerare laiuto offerto dallattrito; il
carico allinterno dellapparecchio quello di trazione nella catena incrementato
dividendolo per il coseno dellangolo di inclinazione dei tiranti.
Per il calcolo degli angolari di ancoraggio e verifica delle tensioni di contatto sul legno, pu
farsi riferimento allo schema statico di cui al caso della fasciatura passiva.

3.3 Affiancamento della catena con tiranti metallici


Pu rendersi opportuno e conveniente esonerare la catena lignea dalla sua funzione
portante, piuttosto che sostituirla, nei seguenti casi:
se su ambedue le testate si riscontra il malfunzionamento del giunto catena-puntone;
se la catena ha rotture e/o eccessivo degrado in luce;
se la catena di qualit meccanica e/o sezione insufficiente.
Si possono piazzare una coppia di tiranti metallici ai lati della catena efficacemente
ancorati sulle teste dei puntoni e fissati in luce alla catena.
Nel primo tratto linclinazione dei tiranti opportuno contenerla entri i 20.
bene inserire al centro di ciascuna catena un tenditore a manicotto (canaula) al fine di
consentire una migliore regolazione.
Il calcolo dellintervento simile a quello dellesempio precedente.
Bisogna essere coscienti del fatto che le dilatazioni termiche dellacciaio sono
notevolmente superiori a quelle del legno, pertanto sono da evitare i sistemi misti nei quali
i tiranti metallici devono solo collaborare in parallelo alla catena lignea in quanto il
riscaldamento dellacciaio provocherebbe la considerevole migrazione del carico
dallacciaio al legno, a meno che non vengano posti in opera idonei sistemi elastici per
compensare le variazioni dimensionali dellacciaio.

consolidamento delle strutture di legno 9


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Vista dellintervento, agendo sui tenditori Particolare dellapparecchio di rimando e


centrali stata recuperata completamente la sostegno della catena in luce.
geometria della capriata il cui colmo si era
abbassato di circa 15cm a seguito del
cedimento di un giunto interno alla catena
con scorrimento relativo fra i due tronconi di
circa 5cm.

3.4 Ricostruzione di testata con protesi di legno connessa con barre incollate
Lintervento si rende necessario quando la testata di una capriata si presenta
eccessivamente degradata.
Generalmente il puntone risulta degradato nella zona inserita nella muratura, in tal caso
non necessario ricostruire anche la testa di questo in quanto pu essere ridisegnato il
giunto fra catena e puntone per saltare la zona degradata.

vista sezione

consolidamento delle strutture di legno 10


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Fra il dente del puntone e quello della catena linserimento di una chiave di legno duro
(quercia) facilita le operazioni di montaggio della protesi e migliora laccoppiamento,
potendo la chiave essere conformata ed inserita come ultima operazione subito prima
dellincollaggio delle barre. La chiave pu anche estendersi lungo lintradosso del puntone
per contrastare in zona di legno sano.
Le malte epossidiche non possono essere applicate con temperature troppo basse
(normalemte 10C), pertanto nei periodi invernali spesso tale tecnica non utilizzabile.
Linserimento delle barre parallelamente alla fibratura, che la direzione secondo la quale
il legno ha ritiri e rigonfiamenti trascurabili, garantisce la compatibilit fra i materiali; una
eventuale barra inserita trasversalmente rispetto alla fibratura contrasterebbe il ritiro e
rigonfiamento del legno generando pericolose autotensioni di taglio alternate
sullincollaggio. Per questo motivo opportuno che le barre siano sempre inserite
parallelamente alla fibratura.

Inserimento della barra di acciaio. Intervento eseguito, messa in opera della


fascia metallica passiva. Prima della
ricostruzione della muratura la testata viene
trattata con prodotto preservante insetticida
e fungicida, rivestita con foglio di sughero
da 3cm e protetta con una cuffia di rame.

In questo caso oltre allestremit della


catena stata ricostruita anche quella del
puntone con la medesima tecnica.

consolidamento delle strutture di legno 11


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3.4.1 Metodo di calcolo


Il calcolo dellintervento si riduce al calcolo della resistenza allestrazione delle barre di
ancoraggio, oltre ovviamente alla verifica dellintaglio del giunto catena puntone come per
una normale capriata.
La sollecitazione prevalente quella di trazione che pu essere divisa per le barre
presenti ed incrementata forfetariamente del 50% in quanto non detto che lo sforzo si
ripartisca equamente fra le barre superiori e quelle inferiori 2. La sollecitazione di taglio
derivante dal peso proprio della catena viene ampiamente assorbita per contatto lungo la
superficie di separazione inclinata, tale funzionamento non necessita di particolari
verifiche. La sollecitazione di flessione dovuta al peso proprio della catena normalmente
ininfluente e quindi trascurabile.
Le formule per il calcolo della resistenza ad estrazione delle barre sono riportate in UNI
ENV 1995-2: Eurocodice 5 - Progettazione delle strutture di legno, parte 2: Ponti.
3.4.2 Esempio di calcolo
Metodo degli Stati Limite, UNI ENV 1995-2: Eurocodice 5 - Progettazione delle strutture di
legno, parte 2: Ponti.
Ciascuna testata degradata sar sostituita con una protesi di legno lamellare di abete di
classe GL24 secondo EN 1194, la connessione della protesi con il resto della trave sar
assicurata da quattro barre di acciaio ad aderenza migliorata da CA fissate in appositi
canali sigillati con malta epossidica e richiusi con listello di legno.
Vengono assunte le caratteristiche meccaniche del legno in opera in quanto inferiori a
quelle della protesi.
Materiali:
Legno esistente massiccio di abete di classe C16 secondo la EN338
ft,0,k = 10 N/mm2 resistenza caratteristica a trazione
k = 310 kg/m3 peso specifico caratteristico
m,l = 1,3 coefficiente parziale di sicurezza sul legno
kmod = 0,80 coefficiente di modificazione delle resistenze (carichi di media durata)
Acciaio tipo FeB 44k in barre ad aderenza migliorata 18mm
fy = 430 N/mm2 tensione di snervamento dellacciaio
m,s = 1,15 coefficiente parziale di sicurezza per lacciaio
Malta epossidica a consistenza tixotropica
Geometria:
n = numero barre = 2+2
dnom = diametro nominale della barra ad aderenza migliorata = 18 mm
d = diametro esterno della barra = 18x1,1 = 19,8 mm
dforo = diametro del foro = 24 mm
Ares = area resistente della barra = 254,5 mm2
la = lunghezza di ancoraggio della barra = 600 mm
bb = distanza fra il centro della barra ed il bordo laterale della sezione = 60 mm
hb = distanza fra il centro della barra ed il bordo inferiore/superiore della sezione =
60mm

2
Lincertezza dovuta alle lavorazioni sulleffettivo contatto fra catena e puntone rende inaffidabile una
eventuale analisi pi accurata.

consolidamento delle strutture di legno 12


Corso di Riabilitazione strutturale

Definizione delle azioni e delle sollecitazioni:


Non si considerano il momento flettente ed il taglio sulla catena dovuti al peso proprio in
quanto trascurabili; si considera come unico sforzo quello normale nella catena.
Nu = 219,5 kN (combinazione di carico allo SLU)
Assumendo un incremento forfetario del 50%, lo sforzo di trazione agente su
ciascuna barra :
N 219,5
Nd = 1,5 u = 1,5 = 82,3 kN
4 4
Calcolo della resistenza ad estrazione:
Il diametro equivalente :
d
dequ = min foro = 24 mm
1,25 d
La resistenza caratteristica a taglio del legno in corrispondenza dellincollaggio
1,2 1k,5 1,2 3101,5
f v,k = = = 3,47 N/mm2
1.000 dequ 1. 000 24
0, 2 0 ,2

La resistenza allestrazione di calcolo per rottura dellincollaggio


k mod dequ la f v,k 0,8 24 600 3,47
Fax ,Rd,1 = = = 96.570 N = 96,6 kN
m,l 1,3
Larea di influenza per ciascuna barra :
A ef = 6d 6d = 6 19,8 6 19,8 = 14.113 mm2
La resistenza ad estrazione di calcolo per rottura del legno per trazione :
k f A ef 0,8 10 14.103
Fax ,Rd,2 = mod t,0,k = = 86.852 N = 86,9 kN
m,l 1,3
La resistenza di calcolo della barra per rottura del ferro :
f y A res 430 254,5
Fax ,Rd,3 = = = 95.149 N = 95,1 kN
m,s 1,15
La resistenza ad estrazione di calcolo pertanto:
Fax ,Rd,1

Fax ,Rd = minFax ,Rd,2 = 86,9 kN
F
ax ,Rd,3
Verifica dell'ancoraggio:
Nd = 82,3 < F ax,Rd = 86,9 kN verificato

3.5 Ricostruzione di testata mediante protesi di legno connessa con spinotti


Come nel caso precedente, si tratta di una protesi di legno al posto di una testata
degradata.

consolidamento delle strutture di legno 13


Corso di Riabilitazione strutturale

vista

pianta

Nel caso specifico gli interventi con uso di collanti epossidici sono stati esclusi a causa
della temperatura troppo bassa presente in cantiere.
Il giunto fra legno vecchio e nuovo stato realizzato a mezzolegno con spinotti metallici
e barre filettate.
Gli spinotti metallici, lavoranti a taglio, trasferiscono gli sforzi, mentre le barre filettate
fornite di rondelle, oltre a trasferire anchesse gli sforzi per taglio, assicurano
laccoppiamento del giunto.
A differenza del giunto a mezzolegno Il giunto a tenone e mortasa richiede un minor
numero di spinotti in quanto ciascuno lavora a due sezioni resistenti, ma risulta molto pi
difficoltoso da eseguire.
Il lato dal quale eliminare materiale per realizzare il mezzolegno pu essere scelto quello
maggiormente fessurato, questo criterio opportuno che venga seguito sia per il legno
della catena che della protesi. Questa possibilit viene a mancare nel giunto a tenone e
mortasa

consolidamento delle strutture di legno 14


Corso di Riabilitazione strutturale

A taglio eseguito si rifinisce con la pialla.


Vista della protesi durante la fase di
lavorazione in cantiere.

Foratura per lalloggiamento degli spinotti e Vista dellintervento finito, prima della
colorazione, da notare lestensione della
delle barre filettate
chiave di quercia che consente di
raggiungere la zona di legno sano del
puntone.
3.5.1 Metodo di calcolo
Il calcolo dellintervento si riduce al calcolo degli elementi di connessione lavoranti a taglio,
oltre ovviamente alla verifica dellintaglio del giunto catena puntone come per una normale
capriata.
La sollecitazione prevalente quella di trazione che pu essere divisa per i connettori
presenti. Le sollecitazioni di flessione e di taglio dovute al peso proprio della catena sono
normalmente ininfluenti e quindi trascurabili.

3.6 Ricostruzione di testata mediante protesi di legno connessa con squadrette


metalliche
Come nel caso precedente, si tratta di una protesi di legno al posto di una testata
degradata.

consolidamento delle strutture di legno 15


Corso di Riabilitazione strutturale

Il giunto fra legno vecchio e nuovo stato realizzato a mezzolegno con squadrette
metalliche che ingranano nel legno; le due barre filettate hanno la funzione di trasferire le
deboli sollecitazioni di flessione e taglio dovute al peso proprio della catena e assicurano
laccoppiamento del giunto.
Il giunto pu essere visto come una unione a doppio Dardo di Giove visto in chiave
moderna; a differenza di questo molto pi semplice da realizzare.
Il lato dal quale eliminare materiale per realizzare il mezzolegno pu essere scelto quello
maggiormente fessurato, questo criterio opportuno che venga seguito sia per il legno
della catena che della protesi.

consolidamento delle strutture di legno 16


Corso di Riabilitazione strutturale

Vista della testata prima dellintervento Vista della catena gi conformata

Particolare della giunzione Vista dellintervento finito


3.6.1 Metodo di calcolo
Il calcolo dellintervento si riduce al calcolo delle squadrette metalliche e degli intagli, oltre
ovviamente alla verifica dellintaglio del giunto catena puntone come per una normale
capriata.
La sollecitazione prevalente quella di trazione che pu essere divisa per le due
squadrette metalliche. Le sollecitazioni di flessione e di taglio dovute al peso proprio della
catena sono normalmente ininfluenti e quindi trascurabili.

3.7 Ricostruzione di testata mediante protesi di legno connessa con unione a


Dardo di Giove
Come nel caso precedente, si tratta di una protesi di legno al posto di una testata
degradata.

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Corso di Riabilitazione strutturale

Su altre capriate erano presenti interventi di ricostruzione di testate con protesi unite con
giunto a doppio Dardo di Giove, per tale motivo stata riproposta la tecnica anche se la
geometria stata leggermente variata rispetto a quella presente sulle altre capriate per
migliorarne la resistenza.
Ciascuna delle due chiavi realizzata con due cunei contrapposti, serrandoli le chiavi si
ringrossano avvicinando la protesi alla catena; la particolare conformazione delle estremit
dei due legni da unire realizzata in modo da consentire lingranamento dei legni a
seguito del serraggio delle chiavi, in modo tale da far acquisire allunione anche rigidezza
e resistenza flessionale.
Il lato dal quale eliminare materiale per realizzare il mezzolegno pu essere scelto quello
maggiormente fessurato, questo criterio opportuno che venga seguito sia per il legno
della catena che della protesi.
Le fessure da ritiro eventualmente presenti sui denti indeboliscono lunione, nel caso in
esame dopo le operazioni di taglio e sagomatura della catena stato necessario incollare
il legno in corrispondenza delle fessure da ritiro.
Lincollaggio delle fessure da ritiro se per un elemento di legno contenente il midollo da
evitare in quanto blocca i normali movimenti del legno, nel caso in oggetto tollerabile.

consolidamento delle strutture di legno 18


Corso di Riabilitazione strutturale

La stuccatura della fessura da ritiro con materiale rigido di una sezione contenente il
midollo provoca la rottura dellelemento per effetto cuneo a seguito del rigonfiamento del
legno per aumento dellumidit (A e B); se la sezione non contiene il midollo o questo
superficiale, la sezione conserva la libert di deformarsi senza rompersi (Ce D).
In questo caso, essendo le capriate di quercia, stato scelto di utilizzare la quercia anche
per la protesi, vista la difficolt di reperire un elemento di quercia delle dimensioni
opportune sufficientemente stagionato, stato utilizzato un arcareccio prelevato dalla
navata laterale della Chiesa il quale stato sostituito con legno nuovo.

Stuccatura delle fessure da ritiro, da Vista dellintervento finito.


notare le teste dei chiodi di rinforzo gi
infissi

Particolare del giunto. Particolare della testata, si noti la


notevole estensione della chiave fra
puntone e catena per saltare la zona
degradata del puntone e la barra
metallica in testa contro lo sfilamento
della capriata dal muro in fase sismica

consolidamento delle strutture di legno 19


Corso di Riabilitazione strutturale

3.7.1 Metodo di calcolo


Il calcolo dellintervento si riduce al calcolo degli intagli, oltre ovviamente alla verifica
dellintaglio del giunto catena puntone come per una normale capriata.
La sollecitazione prevalente quella di trazione che pu essere divisa per le due
indentature. La sollecitazione di taglio normalmente ininfluente e quindi trascurabile.
Nel caso in esame, la capriata presentava uno schema statico che sollecita la catena per
condizioni di carico asimmetriche, pertanto stata considerata anche la sollecitazione di
flessione ovviamente su sezione ridotta della catena.

4 Consolidamento dei solai


4.1 Miglioramento strutturale dei solai
Al fine di aumentare la rigidezza nel piano dei solai, pu essere sufficiente costruire un
doppio tavolato incrociato sullestradosso delle travi; tale tavolato deve essere
efficacemente collegato alle murature dambito mediante staffe metalliche a muro. Questo
intervento normalmente non aumenta il carico utile del solaio.
Per aumentare il carico utile necessario mettere in opera elementi strutturali in grado di
collaborare meccanicamente con le travi. Un modo pu essere quello di costruire una
soletta di calcestruzzo continua sullestradosso efficacemente collegata alle travi in modo
da collaborare meccanicamente con esse; il collegamento pu essere fatto mediante viti o
connettori metallici di vario tipo; in questo modo si riesce ad aumentare di molto sia la
resistenza che la rigidezza. Si fa notare che una soletta non collegata alle sottostanti travi
costituisce solo un peso senza determinare aumento di carico utile.
Lalternativa alla soletta di calcestruzzo il compensato strutturale.
Altro modo per rinforzare i solai integrare le travi con altri elementi di legno e/o di
acciaio.
In casi particolari si rende necessario intervenire mediante strutture metalliche quali tiranti
metallici di vario tipo e funzionamento.

4.2 Miglioramento strutturale delle travi in genere


Gli interventi devono essere mirati a migliorare il comportamento senza avere la pretesa di
ripristinare la geometria persa durante il corso del tempo.
In molti casi sufficiente affiancare alla trave altri elementi lignei o metallici.

In altri casi, quando possibile per ragioni di spazio e di utilizzabilit degli ambienti, un
intervento semplice consiste nella messa in opera di tiranti metallici come nello schema
seguente:

consolidamento delle strutture di legno 20


Corso di Riabilitazione strutturale

E' possibile rinforzare una trave "armandola" con barre di acciaio da c.a., queste possono
essere poste all'intradosso in apposite fresature sigillate con malta epossidica e richiuse
con listelli di legno, oppure l'inserimento di una lamina metallica verticale:

4.2.1 Un esempio
Per meglio comprendere i concetti sopra esposti si riporta il seguente esempio:
Solaio per civile abitazione a semplice orditura con tavolato di 2,5cm, riempimento di 3cm,
pavimento di cotto:
legno di abete di II categoria (Giordano) (amm = 9N/mm2, E = 11.500N/mm2)
luce l=4,00m
interasse travi i=50cm
sezione travi 10x14cm
Analisi dello stato attuale
Analisi dei carichi kN/m 2
pavimento 0,40
riempimento 0,03x18 0,54
tavolato 0,025x6 0,15
travi 0,10x0,14x6/0,50 0,17
totale permanenti 1,26
carico accidentale 2,00
1a ipotesi: soletta non collaborante
Si prevede la messa in opera di una soletta di calcestruzzo Rck30 di 4cm sopra il tavolato
esistente non connessa alle sottostanti travi di legno.
Analisi dei carichi kN/m2
pavimento 0,40
sottofondo 0,03x18 0,54
calcestruzzo 0,04x25 1,00
tavolato 0,025x6 0,15
travi 0,10x0,14x6/0,50 0,17
totale permanenti 2,26
carico accidentale 2,00
2a ipotesi: soletta collaborante
Si prevede la messa in opera di una soletta di calcestruzzo Rck30 di 4cm sopra il tavolato
esistente connessa alle sottostanti travi di legno mediante connettori a piolo e ramponi tipo
Tecnaria Base a spaziatura 25cm in grado di scambiare sforzi di taglio ed assicurare la
collaborazione meccanica. Lanalisi dei carichi la stessa della 1a ipotesi.
3a ipotesi: trave "armata"

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Corso di Riabilitazione strutturale

Si prevede la messa in opera di due ferri 20 all'intradosso e per tutta la luce in fresature
sigillate con malta epossidica e richiuse con listello di legno, il baricentro delle armature
dista 30mm dall'intradosso della trave. L'analisi dei carichi quella dello stato attuale.
4a ipotesi: trave "animata"
Si prevede la messa in opera di una lamina metallica 10x120mm in anima per tutta la luce
in scasso sigillato con malta epossidica. L'analisi dei carichi quella dello stato attuale.
I risultati sono:
tensione nel legno
l [N/mm2] freccia/famm = carico totale
(amm = 9 N/mm2) l/300 (kN/m2)
situazione attuale 9,98 l/150 3,26
soletta non collaborante 11,00 l/133 4,26
soletta collaborante 5,68 l/360 4,26
trave "armata" 8,60 l/225 3,26
trave "animata" 4,21 l/355 3,26
Si conclude che la soletta di calcestruzzo non collaborante con le sottostanti travi di legno
non un vantaggio in termini di aumento del carico utile e diminuzione della freccia, anzi
pu essere un aggravio per il legno.
Da notare che la soletta collaborante oltre a migliorare il comportamento delle singole travi
fa anche da ripartitore dei carichi ed offre aiuto alle orditure secondarie, inoltre aumenta la
rigidezza nel piano del solaio ed offre collegamento alle murature perimetrali se
efficacemente ancorata.

4.3 Ricostruzione di testate


I problemi di degrado del legno a causa dei funghi della carie sono frequenti quando le
testate risultano rincalzate dalla muratura, normalmente interessano la zona nella
muratura e le immediate vicinanze, possibile ricostruire la zona degradata mediante
tecniche diverse.
4.3.1 protesi di legno connessa con barre
La tecnica consiste nel praticare un taglio a 45 per eliminare completamente la parte
degradata, mettere in opera una protesi di legno e connetterla con barre di acciaio
opportunamente alloggiate in fresature laterali fissate con malta epossidica.
Per i metodi di calcolo si veda [5].

consolidamento delle strutture di legno 22


Corso di Riabilitazione strutturale

4.3.2 protesi di profilati metallici


possibile ripristinare lappoggio compromesso mediante la messa in opera di profilati
metallici allestradosso (come in figura) o allintradosso, opportunamente fissati alla trave.

G F a

f T

e c d

Gli sforzi possono essere calcolati, fissando la geometria, impostando le equazioni di


equilibrio dei profilati.
Lo sforzo F deve essere trasferito alla trave mediante una fascia metallica abbastanza
larga da indurre tensioni sul legno ortogonali alla fibratura adeguate; necessario che la
fascia sia collocata in zona di legno sicuramente sana.
Da notare che nel tratto e la sollecitazione di taglio nel legno pari ad F che
sicuramente molto maggiore di T.
La lunghezza f del tratto ove si trasmette la forza G pu essere considerata pari ad e/2.

5 Strutture particolari
5.1 Consolidamento di controsoffitto
Il controsoffitto formato da lacunari realizzati in legno e rivestiti allintradosso con stuoie
di canne intrecciate ed intonacate, sono presenti stucchi e decorazioni che conferiscono
notevole pregio allopera.
La struttura portante formata da travi principali di legno composte che coprono una luce
di 10,20m e da un sistema secondario di travi di legno a formare un reticolo; tutto il
sistema strutturale indipendente dalla copertura.
Il controsoffitto si presentava fortemente avvallato e di conseguenza gli stucchi lesionati e
parzialmente distaccati.
Lindagine diagnostica ha denunciato un accentuato degrado del legno delle strutture
portanti ad opera di insetti xilofagi, tale da rendere inefficienti molti elementi.
Nel passato sono stati eseguiti interventi di soccorso, non risolutivi, atti a collegare in
alcuni punti il controsoffitto alle strutture di copertura.
Il consolidamento o la sostituzione degli elementi strutturali degradati risultava
impraticabile in quanto questi si presentavano rivestiti e strettamente collegati alle stuoie
intonacate.
necessario che il funzionamento strutturale del controsoffito sia disaccoppiato da quello
della copertura in quanto le deformazioni e le vibrazioni indotte dai carichi (neve e vento)

consolidamento delle strutture di legno 23


Corso di Riabilitazione strutturale

sulla copertura si trasmetterebbero al controsoffitto con pregiudizio per lintegrit dei decori
di intonaco e gesso.
Sono state realizzate nuove capriate in grado di sostenere il controsoffitto dallalto e
portare una passerella di ispezione, il nuovo sistema strutturale stato realizzato in
presenza della copertura e senza interferire strutturalmente con essa.
Le capriate sono state realizzate in segheria, successivamente smontate e trasportate in
cantiere.
Il montaggio delle nuove capriate stato eseguito in opera in presenza della copertura e
senza lausilio di mezzi di sollevamento; la progettazione stata mirata a minimizzare il
peso di ciascun elemento.
Importanza notevole riveste il sistema di aggancio del controsoffitto e la messa in carico
dellintervento, per questo sono stati studiati appositi pendini regolabili forniti ciascuno di
una molla elicoidale per il controllo del carico; labbassamento della molla direttamente
proporzionale alla forza di sollevamento applicata al controsoffitto.

Particolare della scarpa metallica a muro per Vista dellintervento; da notare sulla sinistra
il sostegno delle nuove capriate. la passerella di ispezione realizzata sulle
nuove capriate.
Le nuove strutture devono essere messe in opera in posizioni dove sussiste la possibilit
di agganciare le strutture del controsoffitto in maniera efficace.
5.1.1 Metodo di calcolo
Vista la delicatezza e la fragilit dei decori, necessario tarare bene lintervento al fine di
fornire al controsoffitto un sostegno pari o inferiore al suo peso, a tal fine riveste
importanza fondamentale la stima del peso proprio del controsoffitto.
Il progettista dovr predisporre una tabella contenente i valori degli abbassamenti finali di
ciascuna molla in relazione al carico di competenza ed alla percentuale di peso che si
intende trasferire alle nuove strutture.
Tale percentuale di peso dovr essere definita in fase di registrazione delle molle in
funzione alle deformazioni osservate, essa generalmente va dal 50% al 100%.
Nel caso in esame le molle sono state caricate fino a raggiungere il 100% del peso del
controsoffitto che ha provocato il leggero distacco dei puntelli posti allintradosso.

5.2 Consolidamento di ballatoio


Questo intervento stato effettuato sul ballatoio ligneo di una biblioteca aperta al pubblico.

consolidamento delle strutture di legno 24


Corso di Riabilitazione strutturale

Lindagine diagnostica e le successive verifiche statiche, hanno evidenziato due


sostanziali carenze:
il piano di calpestio non risultato idoneo a portare in sicurezza il sovraccarico
verticale accidentale, pari a 4,00kN/m2, di normativa;
il parapetto invece non risultato idoneo a portare in sicurezza il sovraccarico
orizzontale accidentale, pari a 1,50kN/m, di normativa.
Il primo problema poteva essere risolto mettendo in opera strutture aggiuntive piuttosto
invasive, pertanto stato deciso di non intervenie sulla struttura ma di limitare il carico
accidentale vietando laccesso in caso di affollamento.
Per la soluzione del secondo problema bastato rinforzare i giunti fra le travi del piano di
calpestio ed i montanti del parapetto.

Vista di un lato del ballatoio. Particolare della squadretta Vista del giunto consolidato.
metallica di rinforzo prima
della messa in opera.

consolidamento delle strutture di legno 25


Corso di Riabilitazione strutturale

6 Bibliografia
[1] G. Giordano, A. Ceccotti, L. Uzielli, Tecnica delle costruzioni in legno, quinta
edizione, Hoepli, Milano.
[2] UNI ENV 1995-1-1 Eurocodice 5 Progettazione delle strutture di legno Parte 1-
1: Regole generali e regole per gli edifici, Milano, 1994.
[3] Ceccotti, Normativa italiana ed europea per il calcolo delle strutture, LEdilizia
n2/2001, De Lettera Editore, Milano.
[4] M. Follesa, M. Lauriola, Norme per la progettazione ed il consolidamento, Recupero
e Conservazione n37/2001, De lettera Editore, Milano.
[5] AA VV Il Restauro delle strutture lignee, Mapei, Milano.
[6] Manuali per lEdilizia Strutture di legno per unedilizia sostenibile, AA VV, Il Sole 24
ore SAIE 2002.
[7] M. Lauriola, M. Follesa La resistenza al fuoco delle strutture di legno, Recupero e
Conservazione n 39/2001, De Lettera Editore, Milano.
[8] A. Ceccotti Strutture di legno in Manuale di ingegneria Civile Vol.3 - ESAC
Roma.
[9] AA VV Il Manuale del Legno Strutturale, a cura di L. Uzielli, Mancosu Editore Roma.
[10] AAVV Il legno massiccio in edilizia, Federlegno Arredo, Mlano 2003.

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