Corso di
Riabilitazione Strutturale
(Prof. Ing. Paolo Spinelli)
Febbraio 2004
Corso di Riabilitazione strutturale
1 Introduzione ............................................................................................. 3
1.1 Principali cause di dissesto .................................................................................3
2 Generalit sulle tecniche di intervento.................................................... 4
2.1 Ricostruzioni, sostituzioni e integrazioni............................................................4
2.2 Gli incollaggi strutturali .........................................................................................5
2.3 Particolari costruttivi..............................................................................................5
3 Interventi sulle capriate ........................................................................... 6
3.1 Fasciatura passiva puntone-catena ................................................................6
3.1.1 Metodo di calcolo ....................................................................................7
3.2 Fasciatura attiva puntone-catena ....................................................................8
3.2.1 Metodo di calcolo ....................................................................................9
3.3 Affiancamento della catena con tiranti metallici ...............................................9
3.4 Ricostruzione di testata con protesi di legno connessa con barre incollate 10
3.4.1 Metodo di calcolo ..................................................................................12
3.4.2 Esempio di calcolo ................................................................................12
3.5 Ricostruzione di testata mediante protesi di legno connessa con spinotti 13
3.5.1 Metodo di calcolo ..................................................................................15
3.6 Ricostruzione di testata mediante protesi di legno connessa con
squadrette metalliche .........................................................................................15
3.6.1 Metodo di calcolo ..................................................................................17
3.7 Ricostruzione di testata mediante protesi di legno connessa con unione a
Dardo di Giove ..................................................................................................17
3.7.1 Metodo di calcolo ..................................................................................20
4 Consolidamento dei solai...................................................................... 20
4.1 Miglioramento strutturale dei solai....................................................................20
4.2 Miglioramento strutturale delle travi in genere ...............................................20
4.2.1 Un esempio............................................................................................21
4.3 Ricostruzione di testate ......................................................................................22
4.3.1 protesi di legno connessa con barre..................................................22
4.3.2 protesi di profilati metallici ...................................................................23
5 Strutture particolari ................................................................................ 23
5.1 Consolidamento di controsoffitto ......................................................................23
5.1.1 Metodo di calcolo ..................................................................................24
5.2 Consolidamento di ballatoio ..............................................................................24
6 Bibliografia ............................................................................................. 26
1 Introduzione
Queste brevi note vogliono introdurre alcuni concetti che sono alla base della
progettazione degli interventi di consolidamento ed adeguamento delle strutture di legno,
non sono sicuramente esaustive di tutti i problemi che possono presentarsi e delle possibili
soluzioni.
E' bene sottolineare che non necessariamente una struttura di legno ha bisogno di
consolidamento, bisogna evitare di ricorrere al consolidamento per sopperire alla scarsa
conoscenza dei materiali e dello stato di conservazione; tante strutture antiche sono giunte
a noi in ottimo stato di conservazione ed in perfetta efficienza, per esse la fase progettuale
inizia con lindagine diagnostica, passa attraverso la verifica numerica e si conclude con
un giudizio sulla sicurezza in relazione alle condizioni di uso.
Il consolidamento ed adeguamento delle strutture richiede uno sforzo in pi rispetto alla
progettazione ex novo in quanto necessita dell'interpretazione del funzionamento
strutturale attuale, l'attenta lettura del degrado e delle cause, lo studio delle possibili
soluzioni per eliminare le cause del degrado e ripristinare la funzionalit della struttura e la
ricerca di schemi di calcolo appropriati, il tutto limitando al minimo necessario gli interventi
per rispettare il valore storico e culturale dell'opera, minimizzare i costi ma senza
prescindere dalla durabilit dalla sicurezza e dalla affidabilit dellintervento.
Il Progettista non deve limitarsi ad utilizzare soluzioni preconfezionate e schematizzate,
non deve ridurre la progettazione al semplice soddisfacimento delle verifiche statiche
formali, ma deve affrontare la progettazione in maniera critica con l'obiettivo di realizzare
interventi sicuri, efficaci ed efficienti nel tempo; in questa ottica necessario,
parallelamente agli interventi di consolidamento, rimuovere le cause che hanno
determinato il degrado stesso e prevedere presidi che impediscano il degrado in futuro.
Per i motivi sopra esposti le protesi devono essere realizzate o con legno massiccio nuovo
ma sufficientemente stagionato (di difficile reperibilit), o recuperato da altre strutture
antiche, oppure di legno lamellare incollato.
Qualora la protesi venga realizzata di legno lamellare incollato, per raggiungere la
larghezza richiesta possono essere accoppiati due elementi sempre con malta epossidica.
Gli interventi sui giunti possono essere realizzati mediante la messa in opera di ferramenta
leggera (chiodi, viti, spinotti, bulloni, ecc.) o apparecchi metallici opportunamente
realizzati.
naturale dei locali con struttura lignea, evitare le trappole di umidit ad esempio non
rincalzando con malta le testate delle travi inserite nei muri, evitare che gli elementi
metallici a contatto con il legno finiscano allesterno e quindi, fungendo da ponte
termico, siano oggetto di condense, evitare lesposizione diretta alla pioggia
specialmente sulle sezioni trasversali, provvedere alla manutenzione dei manti di
copertura;
esistono specie legnose pi durabili di altre; bene pertanto scegliere la specie
legnosa pi idonea alle condizioni di esercizio;
il legno, a causa della sua igroscopicit, scambia umidit con lambiente; per
conseguenza esso subisce dei movimenti che, se impediti, generano pericolose
autotensioni; pertanto necessario lasciare la possibilit agli elementi lignei di
muoversi piuttosto liberamente, evitare di trasformare le connessioni fra i diversi
elementi da cerniere ad incastri, utilizzare sistemi di giunzione non troppo rigidi;
i movimenti del legno dovuti alle variazioni di umidit sono molto maggiori in
direzione ortogonale alla fibratura rispetto a quelli in direzione parallela; bisogna
pertanto fare attenzione a non contrastarli.
Trave
Legno duro
356
fori 22
272
70
140
piastra 35x140x356
35
350
barra filettata M20 l=300
150
saldatura a cordone b=6
piastra 6x90x1.520
640
2 viti 8x100
90 240
foro 8,5
60
1
Nelle unioni legno-legno non bisognerebbe affidarsi alle forze di attrito in quanto i continui ritiri e
rigonfiamenti del legno non rendono affidabile il contatto, nel caso specifico per il contatto assicurato dai
carichi in gioco indipendentemente dai movimenti del legno; inoltre il funzionamento dellunione da
intendersi come eccezionale e quindi limitato nel tempo.
90
Np
p
+T
Np
Tp
Ff
Ff
Tp+
Np+
90
26,6
3.4 Ricostruzione di testata con protesi di legno connessa con barre incollate
Lintervento si rende necessario quando la testata di una capriata si presenta
eccessivamente degradata.
Generalmente il puntone risulta degradato nella zona inserita nella muratura, in tal caso
non necessario ricostruire anche la testa di questo in quanto pu essere ridisegnato il
giunto fra catena e puntone per saltare la zona degradata.
vista sezione
Fra il dente del puntone e quello della catena linserimento di una chiave di legno duro
(quercia) facilita le operazioni di montaggio della protesi e migliora laccoppiamento,
potendo la chiave essere conformata ed inserita come ultima operazione subito prima
dellincollaggio delle barre. La chiave pu anche estendersi lungo lintradosso del puntone
per contrastare in zona di legno sano.
Le malte epossidiche non possono essere applicate con temperature troppo basse
(normalemte 10C), pertanto nei periodi invernali spesso tale tecnica non utilizzabile.
Linserimento delle barre parallelamente alla fibratura, che la direzione secondo la quale
il legno ha ritiri e rigonfiamenti trascurabili, garantisce la compatibilit fra i materiali; una
eventuale barra inserita trasversalmente rispetto alla fibratura contrasterebbe il ritiro e
rigonfiamento del legno generando pericolose autotensioni di taglio alternate
sullincollaggio. Per questo motivo opportuno che le barre siano sempre inserite
parallelamente alla fibratura.
2
Lincertezza dovuta alle lavorazioni sulleffettivo contatto fra catena e puntone rende inaffidabile una
eventuale analisi pi accurata.
vista
pianta
Nel caso specifico gli interventi con uso di collanti epossidici sono stati esclusi a causa
della temperatura troppo bassa presente in cantiere.
Il giunto fra legno vecchio e nuovo stato realizzato a mezzolegno con spinotti metallici
e barre filettate.
Gli spinotti metallici, lavoranti a taglio, trasferiscono gli sforzi, mentre le barre filettate
fornite di rondelle, oltre a trasferire anchesse gli sforzi per taglio, assicurano
laccoppiamento del giunto.
A differenza del giunto a mezzolegno Il giunto a tenone e mortasa richiede un minor
numero di spinotti in quanto ciascuno lavora a due sezioni resistenti, ma risulta molto pi
difficoltoso da eseguire.
Il lato dal quale eliminare materiale per realizzare il mezzolegno pu essere scelto quello
maggiormente fessurato, questo criterio opportuno che venga seguito sia per il legno
della catena che della protesi. Questa possibilit viene a mancare nel giunto a tenone e
mortasa
Foratura per lalloggiamento degli spinotti e Vista dellintervento finito, prima della
colorazione, da notare lestensione della
delle barre filettate
chiave di quercia che consente di
raggiungere la zona di legno sano del
puntone.
3.5.1 Metodo di calcolo
Il calcolo dellintervento si riduce al calcolo degli elementi di connessione lavoranti a taglio,
oltre ovviamente alla verifica dellintaglio del giunto catena puntone come per una normale
capriata.
La sollecitazione prevalente quella di trazione che pu essere divisa per i connettori
presenti. Le sollecitazioni di flessione e di taglio dovute al peso proprio della catena sono
normalmente ininfluenti e quindi trascurabili.
Il giunto fra legno vecchio e nuovo stato realizzato a mezzolegno con squadrette
metalliche che ingranano nel legno; le due barre filettate hanno la funzione di trasferire le
deboli sollecitazioni di flessione e taglio dovute al peso proprio della catena e assicurano
laccoppiamento del giunto.
Il giunto pu essere visto come una unione a doppio Dardo di Giove visto in chiave
moderna; a differenza di questo molto pi semplice da realizzare.
Il lato dal quale eliminare materiale per realizzare il mezzolegno pu essere scelto quello
maggiormente fessurato, questo criterio opportuno che venga seguito sia per il legno
della catena che della protesi.
Su altre capriate erano presenti interventi di ricostruzione di testate con protesi unite con
giunto a doppio Dardo di Giove, per tale motivo stata riproposta la tecnica anche se la
geometria stata leggermente variata rispetto a quella presente sulle altre capriate per
migliorarne la resistenza.
Ciascuna delle due chiavi realizzata con due cunei contrapposti, serrandoli le chiavi si
ringrossano avvicinando la protesi alla catena; la particolare conformazione delle estremit
dei due legni da unire realizzata in modo da consentire lingranamento dei legni a
seguito del serraggio delle chiavi, in modo tale da far acquisire allunione anche rigidezza
e resistenza flessionale.
Il lato dal quale eliminare materiale per realizzare il mezzolegno pu essere scelto quello
maggiormente fessurato, questo criterio opportuno che venga seguito sia per il legno
della catena che della protesi.
Le fessure da ritiro eventualmente presenti sui denti indeboliscono lunione, nel caso in
esame dopo le operazioni di taglio e sagomatura della catena stato necessario incollare
il legno in corrispondenza delle fessure da ritiro.
Lincollaggio delle fessure da ritiro se per un elemento di legno contenente il midollo da
evitare in quanto blocca i normali movimenti del legno, nel caso in oggetto tollerabile.
La stuccatura della fessura da ritiro con materiale rigido di una sezione contenente il
midollo provoca la rottura dellelemento per effetto cuneo a seguito del rigonfiamento del
legno per aumento dellumidit (A e B); se la sezione non contiene il midollo o questo
superficiale, la sezione conserva la libert di deformarsi senza rompersi (Ce D).
In questo caso, essendo le capriate di quercia, stato scelto di utilizzare la quercia anche
per la protesi, vista la difficolt di reperire un elemento di quercia delle dimensioni
opportune sufficientemente stagionato, stato utilizzato un arcareccio prelevato dalla
navata laterale della Chiesa il quale stato sostituito con legno nuovo.
In altri casi, quando possibile per ragioni di spazio e di utilizzabilit degli ambienti, un
intervento semplice consiste nella messa in opera di tiranti metallici come nello schema
seguente:
E' possibile rinforzare una trave "armandola" con barre di acciaio da c.a., queste possono
essere poste all'intradosso in apposite fresature sigillate con malta epossidica e richiuse
con listelli di legno, oppure l'inserimento di una lamina metallica verticale:
4.2.1 Un esempio
Per meglio comprendere i concetti sopra esposti si riporta il seguente esempio:
Solaio per civile abitazione a semplice orditura con tavolato di 2,5cm, riempimento di 3cm,
pavimento di cotto:
legno di abete di II categoria (Giordano) (amm = 9N/mm2, E = 11.500N/mm2)
luce l=4,00m
interasse travi i=50cm
sezione travi 10x14cm
Analisi dello stato attuale
Analisi dei carichi kN/m 2
pavimento 0,40
riempimento 0,03x18 0,54
tavolato 0,025x6 0,15
travi 0,10x0,14x6/0,50 0,17
totale permanenti 1,26
carico accidentale 2,00
1a ipotesi: soletta non collaborante
Si prevede la messa in opera di una soletta di calcestruzzo Rck30 di 4cm sopra il tavolato
esistente non connessa alle sottostanti travi di legno.
Analisi dei carichi kN/m2
pavimento 0,40
sottofondo 0,03x18 0,54
calcestruzzo 0,04x25 1,00
tavolato 0,025x6 0,15
travi 0,10x0,14x6/0,50 0,17
totale permanenti 2,26
carico accidentale 2,00
2a ipotesi: soletta collaborante
Si prevede la messa in opera di una soletta di calcestruzzo Rck30 di 4cm sopra il tavolato
esistente connessa alle sottostanti travi di legno mediante connettori a piolo e ramponi tipo
Tecnaria Base a spaziatura 25cm in grado di scambiare sforzi di taglio ed assicurare la
collaborazione meccanica. Lanalisi dei carichi la stessa della 1a ipotesi.
3a ipotesi: trave "armata"
Si prevede la messa in opera di due ferri 20 all'intradosso e per tutta la luce in fresature
sigillate con malta epossidica e richiuse con listello di legno, il baricentro delle armature
dista 30mm dall'intradosso della trave. L'analisi dei carichi quella dello stato attuale.
4a ipotesi: trave "animata"
Si prevede la messa in opera di una lamina metallica 10x120mm in anima per tutta la luce
in scasso sigillato con malta epossidica. L'analisi dei carichi quella dello stato attuale.
I risultati sono:
tensione nel legno
l [N/mm2] freccia/famm = carico totale
(amm = 9 N/mm2) l/300 (kN/m2)
situazione attuale 9,98 l/150 3,26
soletta non collaborante 11,00 l/133 4,26
soletta collaborante 5,68 l/360 4,26
trave "armata" 8,60 l/225 3,26
trave "animata" 4,21 l/355 3,26
Si conclude che la soletta di calcestruzzo non collaborante con le sottostanti travi di legno
non un vantaggio in termini di aumento del carico utile e diminuzione della freccia, anzi
pu essere un aggravio per il legno.
Da notare che la soletta collaborante oltre a migliorare il comportamento delle singole travi
fa anche da ripartitore dei carichi ed offre aiuto alle orditure secondarie, inoltre aumenta la
rigidezza nel piano del solaio ed offre collegamento alle murature perimetrali se
efficacemente ancorata.
G F a
f T
e c d
5 Strutture particolari
5.1 Consolidamento di controsoffitto
Il controsoffitto formato da lacunari realizzati in legno e rivestiti allintradosso con stuoie
di canne intrecciate ed intonacate, sono presenti stucchi e decorazioni che conferiscono
notevole pregio allopera.
La struttura portante formata da travi principali di legno composte che coprono una luce
di 10,20m e da un sistema secondario di travi di legno a formare un reticolo; tutto il
sistema strutturale indipendente dalla copertura.
Il controsoffitto si presentava fortemente avvallato e di conseguenza gli stucchi lesionati e
parzialmente distaccati.
Lindagine diagnostica ha denunciato un accentuato degrado del legno delle strutture
portanti ad opera di insetti xilofagi, tale da rendere inefficienti molti elementi.
Nel passato sono stati eseguiti interventi di soccorso, non risolutivi, atti a collegare in
alcuni punti il controsoffitto alle strutture di copertura.
Il consolidamento o la sostituzione degli elementi strutturali degradati risultava
impraticabile in quanto questi si presentavano rivestiti e strettamente collegati alle stuoie
intonacate.
necessario che il funzionamento strutturale del controsoffito sia disaccoppiato da quello
della copertura in quanto le deformazioni e le vibrazioni indotte dai carichi (neve e vento)
sulla copertura si trasmetterebbero al controsoffitto con pregiudizio per lintegrit dei decori
di intonaco e gesso.
Sono state realizzate nuove capriate in grado di sostenere il controsoffitto dallalto e
portare una passerella di ispezione, il nuovo sistema strutturale stato realizzato in
presenza della copertura e senza interferire strutturalmente con essa.
Le capriate sono state realizzate in segheria, successivamente smontate e trasportate in
cantiere.
Il montaggio delle nuove capriate stato eseguito in opera in presenza della copertura e
senza lausilio di mezzi di sollevamento; la progettazione stata mirata a minimizzare il
peso di ciascun elemento.
Importanza notevole riveste il sistema di aggancio del controsoffitto e la messa in carico
dellintervento, per questo sono stati studiati appositi pendini regolabili forniti ciascuno di
una molla elicoidale per il controllo del carico; labbassamento della molla direttamente
proporzionale alla forza di sollevamento applicata al controsoffitto.
Particolare della scarpa metallica a muro per Vista dellintervento; da notare sulla sinistra
il sostegno delle nuove capriate. la passerella di ispezione realizzata sulle
nuove capriate.
Le nuove strutture devono essere messe in opera in posizioni dove sussiste la possibilit
di agganciare le strutture del controsoffitto in maniera efficace.
5.1.1 Metodo di calcolo
Vista la delicatezza e la fragilit dei decori, necessario tarare bene lintervento al fine di
fornire al controsoffitto un sostegno pari o inferiore al suo peso, a tal fine riveste
importanza fondamentale la stima del peso proprio del controsoffitto.
Il progettista dovr predisporre una tabella contenente i valori degli abbassamenti finali di
ciascuna molla in relazione al carico di competenza ed alla percentuale di peso che si
intende trasferire alle nuove strutture.
Tale percentuale di peso dovr essere definita in fase di registrazione delle molle in
funzione alle deformazioni osservate, essa generalmente va dal 50% al 100%.
Nel caso in esame le molle sono state caricate fino a raggiungere il 100% del peso del
controsoffitto che ha provocato il leggero distacco dei puntelli posti allintradosso.
Vista di un lato del ballatoio. Particolare della squadretta Vista del giunto consolidato.
metallica di rinforzo prima
della messa in opera.
6 Bibliografia
[1] G. Giordano, A. Ceccotti, L. Uzielli, Tecnica delle costruzioni in legno, quinta
edizione, Hoepli, Milano.
[2] UNI ENV 1995-1-1 Eurocodice 5 Progettazione delle strutture di legno Parte 1-
1: Regole generali e regole per gli edifici, Milano, 1994.
[3] Ceccotti, Normativa italiana ed europea per il calcolo delle strutture, LEdilizia
n2/2001, De Lettera Editore, Milano.
[4] M. Follesa, M. Lauriola, Norme per la progettazione ed il consolidamento, Recupero
e Conservazione n37/2001, De lettera Editore, Milano.
[5] AA VV Il Restauro delle strutture lignee, Mapei, Milano.
[6] Manuali per lEdilizia Strutture di legno per unedilizia sostenibile, AA VV, Il Sole 24
ore SAIE 2002.
[7] M. Lauriola, M. Follesa La resistenza al fuoco delle strutture di legno, Recupero e
Conservazione n 39/2001, De Lettera Editore, Milano.
[8] A. Ceccotti Strutture di legno in Manuale di ingegneria Civile Vol.3 - ESAC
Roma.
[9] AA VV Il Manuale del Legno Strutturale, a cura di L. Uzielli, Mancosu Editore Roma.
[10] AAVV Il legno massiccio in edilizia, Federlegno Arredo, Mlano 2003.