INTRODUZIONE

Le pi grandi opere d'arte sono

quelle che possiedono la pi alta
uerzt, ma nessuna traccia d i realt.
GOETHE

Ilurante i corsi e le conferenze che ho tenuto in questi ultimi

due anni sulla reincarnazione, tema e titolo del mio ultimo
libro, uno dei dati pi significativi emersi dalle domande del
~>~ibblico statala profonda angoscia nei confronti deila
iiiorte e la necessit di trovare risposte esaurienti sulla
soprawivenza, se non delle prove, deile verifiche personali e
iion solo verit dogmatiche da accettare ciecamente. Questo
ini ha spinta prima di tutto a ideare un seminario, che ho
intitolato Vivere, morire e poi rinascere, nel quale ho cercato
di affrontare tali tematiche e, per quanto era possibile, di far
sperimentare la dimensione che trascende il corpo, cambian-
do piano di coscienza grazie a una serie di tecniche ipnotiche
o, se vogliamo, immaginative. In questo modo stato
possibile per molti rivivere, insieme alle esistenze preceden-
ti, anche l'esperienza che l'anima fa neilo spazio di tempo
che intercorre tra una vita e l'altra. Questo seminario ne ha
generato successivamente un secondo sulle esperienze extra-
corporee, in cui ho lavorato fianco a fianco con la persona
che in questi anni mi stata vicina nel mio cammino di
ricerca e che. non volendo apparire, si fa chiamare con lo
pseudonimo di Johnny Helker. Questo lavoro mi ha spinta a
tiesaminare a fondo tutta la tematica legata aila soprawiven-
za e nel contempo mi ha fornito una documentazione molto
interessante per questo libro.
I1 leit motiv di Vivere. E poi? la morte, o meglio la vita
oltre la vita, la vita dell'anima, che non legata a quella del
corpo, n sulla terra n tantomeno nell'aldil. Per l'anima la
 distinzione tra qua e l non esiste: vi infatti un'unica
dimensione sperimentabile a vari livelli.
La prima parte del libro riguarda il tab della morte,
affrontata da un punto di vista psicologico: la morte per
tutti un'esperienza sconosciuta e temuta, che viene esorciz-
zata tentando di ignorarla, proibendosi di pronunciare il suo
nome. Questo libro doveva intitolarsi Vivere, morire e poi
rinascere: ma il mio editor me l'ha impedito perch la
parola morte in copertina fa paura, non vende. Nello stesso
modo nel settimanale in cui lavoro si evitano il pi possibile i
titoli e le foto che ricordano il dolore, come se questo non
facesse parte della nostra quotidianit. H o voluto affrontare
questo tema cos scabroso, cercando una chiave per vincere
la paura e imparare a superare la soglia che ci separa
dall'aldil fin da prima, quando ne siamo ancora lontani e
padroni delle nostre forze. E la possibilit di combattere il
terrore e di conoscere ci che ci aspetta dopo ci viene da
quella parte della parapsicologia che si occupa appunto dei
fenomeni legati alla soprawivenza dell'anima, tema della
seconda parte del libro. Per seguire un filo logico, ho
dunque cercato di esaminare il problema della morte nelle
sue varie dinamiche, che comprendono il prima, cio gli
attimi e i giorni che la precedono, il momento del trapasso e
soprattutto il dopo, che comprende in modo generico la
vita dell'aldil e la possibilit della rinascita. Una considera-
zione che mi stata possibile fare in questi anni di contatto
con la gente, durante le inchieste giornalistiche o le confe-
renze, la g a n d e differenza di atteggiamento nei confronti
della vita (e della morte) che esiste tra coloro che hanno
l avuto esperienze psichiche (nell'accezione inglese del termi-
ne, che comprende tutto ci che trascende la materia) e chi
invece rifiuta o ignora questo campo: infatti mentre i primi
sembrano aver acquisito una grande serenit di ironte alla
prospettiva della fine terrena, gli altri non solo la temono, ma
sono anche poco preparati ad accettarla, ad affrontarla, a
..iil~it.l:i. Eppure uno dei maggiori eventi della vita, che ci
I iI:ii:irda tutti e dal quale impossibile sfuggire.
I1cr documentarmi, sono andata a rileggermi anche i libri
al,.lli. altre culture che trattavano questo tema, a partire da
a,i,c.i.c5 fondamentali come Il libro dei morti degli antichi
,i!l.,i,~iri e il Bardo.Thodo1, che oltre aessere un importante
<Io,.iiiiientoper capire come certe civilt hanno affrontato il
I < . I I I ; I tlella morte nel passato, ci offrono soprattutto una
a I ii:ivc di lettura esoterica, indicandoci la possibilit comune
, I I I I I I i di educarci, giorno per giorno, a non avere paura di
,111(41~1che pu essere considerato un passaggio, una nascita
.I iit1':iltra dimensione. Cos, il mio augurio proprio quello
g l i siilierare, attraverso la lettura di questo test.^ e il racconto
a l i i;iiite esperienze significative, una paura che tutto somma-
i , i (. identica a quella che si ha entrando in una stanza buia o
~ l ~ i ; i i ci ~ dsioawentura nell'ignoto.
()gni volta che inizio un nuovo libro, parto dall'idea di
i1111~ostarlo in modo scientifico, quasi fossi preoccupata sia
a1i.I degli scienziati, sia di chi ha in mano il sapere
(.st,ii:rico:ma poi, ogni volta, mi accorgo che il mio compito
i i o i i L: queilo di provare n di convincere. La mia vuol essere
I:I icstimonianza di chi ha dedicato la sua vita a capire le
I lii1;iiniche dell'esistenza, sondando la dimensione del miste-
I.O. che in realt accessibile a tutti coloro che desiderano
v;il.carne la soglia.
I)cdico questo libro soprattutto agli amici che hanno gi
oli rcpassato la soglia: mio padre, il primo che mi ha posto di
I ronte alla separazione in modo brutale, a diciannove anni,
11crpoi ritornare a seguirmi e ad aiutarmi, il primo spirito
con il quale sono venuta in contatto, permettendomi cos di
sitperare la mia mancanza di fede. Chiara Bellocchi, una
giovane donna dotata di grande sensitivit, che se ne
;indata consapevolmente con grande dignit e che ora
continua il suo compito di aiutare le persone che soffrono.
I%runoRoncoroni, che aspettava la morte come un appunta-
mento inevitabile e che ha saputo affrontarla fino in fondo, CAPITOLO I
con coraggio. E poi Luciano Bertagnoli, un amico, che dalla LA PAURA DELLA MORTE
morte ha tratto un grande insegnamento. Era venuto a
parlare con me e mio marito, perch gli avevano scoperto un
tumore devastante in bocca: non voleva accettare le cure Verr la morte e avr i tuoi occhi -
questa morte che ci accompagna
deUa medicina alternativa perch, medico, ha preferito dal mattino alla sera, insonne,
ricorrere alla scienza ufficiale, che gli aveva quasi promesso sorda, come un vecchio rimorso
la guarigione. Un anno dopo, devastato dal male (aveva solo o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana paroh,
35 anni), era tornato a trovarci. Ero ateo ci ha detto e un grido taciuto, un silenzio.
credevo di poter fottere il destino con il mio sapere. Oggi mi Cos li vedi ogni mattina
rendo conto che Dio ha voluto comunicarmi qualcosa quando su te sola t i pieghi
attraverso la mia malattia. Per questo ho deciso di accettare nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
la morte fino in fondo. In quell'anno la sua anima aveva che sei la vita e sei il nulla.
fatto l'esperienza di una vita intiera. CESARE PAVESE

Noii ci si pu interrogare sul senso della vita e ignorare la

iiiorie: queste due esperienze fondamentali, comuni a tutti
):li iiomini, sono strettamente connesse, inscindibili tra loro.
Aiizi, per Heidegger l'interpretazione esistenziale della
iiiorte precede ogni biologia e ogni ontologia deila vita.
Tuttavia la maggior parte deile persone, anche chi crede
jiill'aldil, spesso rifiuta di affrontare questo tema, di
soffermarcisi, persino di parlarne: ed ecco che la morte - un
icrinine proibito, che crea imbarazzo, fastidio, allarme e
viene quindi bandito da ogni discorso - diventata uno dei
grandi tab della nostra epoca, un demone da esorcizzare
l con ogni mezzo, in modo infantile, con gesti scaramantici e
u n atteggiamento dissacratorio, a volte sfidando assurda-
inente la vita, correndo in macchina o praticando sport
rischiosi, o con un meccanismo proiettivo, attribuendo ad
altri i propri fantasmi, o ancor pi con il silenzio, ignoran-
dola del tutto, evitando di pensarci, di affrontarla, di
conoscerla, come se non esistesse. Avendo messo ogni valore
nell'Io, qui e ora, rinunciare a ci che abbiamo faticosamen-
te costruito, o anche a quanto non abbiamo ancora avuto e
che desideriamo, per un dopo di cui non si sa nulla e del
quale l'unico segno tangibile la distruzione del corpo,
una prospettiva drammatica e lacerante, che la mente
respinge.
Ma questo rifiuto della morte (quella personale e quella
alirui, che comunque richiama la nostra) legato anche a
fattori sociali e culturali: infatti siamo stati deviati da una
civilt che ci ha dato una tecnologia all'avanguardia chieden-
do in cambio di sacrificare l'individualit in nome di una
incessante produttivit, del profitto, del consumismo, che
non si limita all'acquisto di oggetti nuovi e sempre pi
perfezionati, ma nel volere tutto e subito anche nella
realizzazione personale, affettiva e sociale, nel rapporto con
il proprio corpo e il proprio essere che devono funzionare al
meglio, come una macchina programmata per rendere -
soldi, felicit e successo - il pi a lungo possibile. Questo
accade soprattutto nelle grandi citt, dove si perso il
contatto con la Natura e le sue leggi, i suoi ritmi, che non
sappiamo pi capire n rispettare.
Inoltre siamo ancora profondamente influenzati da una
cultura illuminista, che ha eretto dea la ragione (una ragione
che per sta perdendo terreno), o peggio dal materialismo.
Cos, in nome del progresso e dell'egoismo o della cecit
individuale, ricerchiamo la felicit immediata, in una conti-
nua esaltazione dell'ego, dimenticando che si viene sulla
terra per imparare, per fare esperienza, anche nel dolore.
Spinti da fantasie di onnipotenza e di immortalit, abbiamo
dimenticato che la morte per l'uomo, come per piante e
animali, un evento naturale, operando nei suoi confronti una
pericolosa rimozione. Pericolosa per il nostro equilibrio
psichico. Come ci ricorda Jung, per la salute mentale
sarebbe bene poter pensare che la morte non che un
passaggio, una parte di un grande, lungo e sconosciuto
processo vitale. Vi qualcosa di insano nella resistenza che
iioi Ic opponiamo e che toglie alla seconda met della vita il
511,) scopo.'
Infatti, se fino a quarant'anni si proiettati all'esterno di
si. c verso il futuro, finalizzati alla propria realizzazione
11 i i l ividuale, sociale ed economica, nella seconda met della
v i i : i si dovrebbe assistere all'inversione di questa parabola,
I I ( T vivere in una dimensione pi introiettiva, a contatto con
11 ~ ~ r o p r imondoo interiore, accettando di invecchiare e
qiiiiidi preparandosi alla fine del cammino terreno. L'uomo
i:ii~v;ine,annota ancora Jung, viene preparato per vent'anni e
~ ' i i;il pieno sviluppo della sua esistenza di individuo: perch
I i i l i i dovrebbe dedicare almeno i successivi vent'anni alla sua
liiic? Invece oggi tutto concorre a garantirci una vita sempre
1,ii prolungata, in cui la vecchiaia dovrebbe essere sconfitta.
Nc sono un esempio significativo i media, quando puntano a
iliiesto illusorio traguardo mostrandoci attrici che diventano
1ii:idri quando dovrebbero affrontare la menopausa, o
qiiando si sposano e risposano, esibendo una bellezza
liiticosamente conquistata a colpi di lifting e chirurgia
plastica e continue sedute da parrucchiere, visagista, massag-
giatore e dietologo. Non sarebbe pi logico accettare invece
i capelli bianchi, le rughe, i segni dell'invecchiamento, a cui
l'ar corrispondere un'acquistata saggezza? Purtroppo ai
-
giorni nostri vecchio non corrisponde pi a sagzio, bens a
vcnile, che ha un senso riduttivo, anzi dispreg=(non per
i z e si allontanano i vecchi dalla societ, rinchiudendoli in
lager, come se invecchiare e non fosse una colpa),
mentre presso i popoli primitivi i vecchi sono sempre
guardiani dei misteri e delle leggi: ed proprio nei misteri e
ilelle leggi che si esprime la civilt della stirpe?
Disconoscere la propria et, ribellandosi al corso natura-
le della vita, un segno di immaturit, una forma di nevrosi,
di follia. Una follia che ha contagiato il nostro tempo, in cui
1 Carl G. Jung, La dinarnica dell'inconrcio, Torino, Bnringhieri, 1976.
' C. G. Jiing, op. cit.
anche medicina e scienza sembrano coinI>;iitcrcpcr raggiun-
gere l'immortalit: ma anche se si sono sicuramente vinte
molte battaglie in questo senso - si allungata per esempio
I'et media della vita - la morte non stata e non pu essere
sconfitta, ma costantemente in agguato, richiamata anche
prima di quello che si considera un tempo naturale da
catastrofi, guerre, droga, incidenti, malattie terminali, inqui-
namento.
Eppure continuiamo a vivere paradossalmente, come se
non si dovesse mai morire, allontanando per quanto
possibile dalla coscienza il problema della sofferenza, della
vecchiaia, delia fme. Salvo poi trovarcisi di fronte all'improv-
viso, prima con la malattia e successivamente con la
scomparsa di una persona amati;: e allora, impreparati a
questo evento, si maledice il destino e si elevano altre
corazze di difesa contro le proprie emozioni e il proprio
dolore, tentando l'estraniamento, richiudendosi in s per
non far trapelare i propri sentimenti, con una sorta di
assurdo pudore.
Insomma, non siamo pi capaci di vivere il lutto, che
cancelliamo in modo emblematico anche dall'abbigliamen-
to, dagli addobbi e dai riti funerari, che diventano sempre
pi affrettati, in modo da rimuovere il problema del dolore:
non esiste pi come in passato l'arte del morire, un rituale
che dovrebbe coinvolgere tanto la persona in fin di vita che
la sua famiglia, per proseguire poi nei riti successivi, che
hanno lo scopo di rendere omaggio ai defunti e di rassicu-
rare i vivi. Le intenzioni oblative, gli atteggiamenti di
omaggio e di sollecitudine di cui il morto oggetto
nascondono dei comportamenti di fuga che indicano la
paura della morte e la preoccupazione di proteggersene
afferma Louis Vincent Thomas,? per il quale i riti funebri
hanno lo scopo recondito di circoscrivere la morte, intrap-
polandola in un luogo delimitato in margine alla vita.
' F. Campione-M. T. Palmieri. Disloghi rirlh morte, Bologna, Capprlli,
1982.
l /a,,ii//iinie la separazione
l I i i t ~ ~Iciproblemi di fronte al quale ci pone il lutto la
,.a.l~.ii-:izione dalle cose e dalle persone che amiamo: I1 lutto
a . I;I iiostra condizione di essere individuali scrive Ginette
I~.iiiiil~sult. I1 fatto della morte provoca la scomparsa
tli~ll':iltroe la rimpiazza con un'assenza. I1 tempo del lutto
i l i~.iiipo nel quale si vive questa assenza, la quale si trasforma
I v i iil:i.cssivamente in una presenza interna senza referente
i~~ii~i.iio.4 E noi temiamo la separazione, perch essa ci pone
, l i Ii.onte alla solitudine, una condizione paventata dai pi,
. i I I ; i quale non si pu sfuggire: si nasce e si muore soli (ma
;iii(.lic:si vive soli) anche quando siamo circondati da mille
; i I i i . ~ persone e ci lasciamo inebriare da Maya, l'illusione,
iiiiioi-osi di guardare in faccia la verit.
Non avendo il coraggio di affrontare l'aspetto doloroso
~li.lla realt, facciamo di tutto p e r evitarla ai nostri figli,
111-oicttandosu di loro la nostra incapacit di accettare il
clisiacco, privandoli cos di una esperienza fondamentale.
(:o11 la scusa di agire per il loro benessere e salvaguardarli
<I;illasofferenza, credendo di proteggerli dall'ansia, impedia-
ilio loro di awicinarsi al moribondo, anche se questi un
genitore, arrivando addirittura ad allontanarli da casa se
necessario. E quando dobbiamo annunciare la scomparsa
ili un congiunto, cerchiamo di procrastinare il momento,
usando poi degli eufemismi per paura delle parole, attri-
buendo al bambino idee meno evolute di quanto in realt
abbia. Ci dimentichiamo che egli ha in s la cognizione della
morte fin da piccolo, che egli teme la separazione e
l'abbandono, che per lui sono identici a quelli che subisce
quando i genitori divorziano. Inoltre la morte, fino all'et di
nove-dieci anni (quando compare una concezione pi
realistica della realt) non vissuta come definitiva, ma come
una separazione momentanea, provvisoria, un viaggio in una
F. Campione-M. T. Palmirri, op. d.
i
 -laalad ' s s o ~ - ~ a 1 qqiaqez!Ig
n~ opuo3as ;ei!~ e p u aiuas
- a d O A ! ~ E ~ ~Iap U auo!zErU!SSE a aUO!ZElOqEp'naU a ?qEai
o ~ a :ellsauy er[iip
p E J O ~ U Eopuenb 'ruue aiias o ras e ' e i ~ eun EI OSDA a1sqo18 oiuaur~!88aii~~nap auo!zeur~oj enau oIon1
opueiiua pa ?pp;118ap ~ z u e ~ ~ 8 a i e1 u oopuapnra
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e s o ~ p n brp eiearld 'e1euue8ur 'eiepneyap rriuas.. rur a ~ a ~ u i aile18 un oure!~ado'(opue;ie1i oureris aqs enanb ale103!iled
a e q o eur!ip'un
~ ope!melqqe 'opein~esoilaIoA .!n1 sp eieu u! a) asoloIop azua!~adsa a1 O U ! ~ & E ~p alleaios IaN
-emone !urlaae ~rz11sn!8u!,un
.. o~e~ap!suos a opualour e ~ e i s .ODAoun aq3ueau eur 'na~epe3erur
ouuou p aq3 'auro~os uou 'o~ades:eqiieur e1 eimi !sue!,] -prpurnb ouaurre 'uoruy a ?i!Ieniie eli 'auo!s!~a~aiu! oisp
e< !uue r3rpurnb . ip I ays oue~aar~
. O Z Z ~ ~ E'un aue3paure
.?la e!ur e1 lad eien8apeq ezuanadsa eun runermeds!~
EAaIOA .?s U O !~ ~ E U OanoA ~ uou 1~~~~
UA ep AIE~EUUI! aq3!1s!ieis ai ;oi!sodo~d oisanb v .E~!Aenap i s o ! ~a p u e ~ s
amauraae18 e1a aq3 'alped ons rp apzzades [e eieure!y.) I! '030~8un auro3 ossads einss!A '(aqs!isacuop emur a1 eli
auuaa eqiieur eun alpeur erur . :ruue a ~
. anburs !o s ~ 'oi!sodo~d 'or88ad o) AL U! aiuatu~u~rprionb . . aisrsse !n3 E e z u a ~ o !E[~ o
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o olppe) rq3 010s eur 'a1lessuad rp !3ede3 ouos ru!quii:c] jou a3ailuI .!uue'o~iienb 'ali e a q x e !s~o~s!p Ions !au a p n p q
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l 'ailorii i!] aqs 'allour enap ezza[emieu uo3 eped ou~qureq 11
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q d suneli un opueal3 '0101 a i ~ e d ep aqsue oZoli:!l~ au as !q3 uo3 anbqeis !p ailaculad 118 oisanb :aueur!l
p y a d u r o l ~ a i qaq3 ermpys eun opueals 'auo!snpsa E K ~ \ I : < I I I I rqs ns aie!18a~ !p ?iI6;s3 e1 alqour opuasrnbse 'EUJOI !od EW
a~a84rpur
. . a3aaur e~y!u8rs o801np aleinyn. 'rpeue~iiollv
r . oIar3 u! EA a ~ n d d o'ala81os!l ?nd aloncu !q3 !n3 ad '?i~eal
;a~emleur E a ala3sals E qlein!e qnd aq3 ezua!~ads.),iiii e1 uo3 osr8eur o u o d d e ~un E J O ~ U E?,3 ou~qureqIaN xaur
:el!a enap aued aiua3ej auro3 auour E[ alelaprsuo., I: UO3 O~SE'I[E aUa!A IUEtUOp !Od 'EiEUaIJME EIaW E1 O i E p Eq !I8
amaur[enpe~8a q x e eledald g oisano .szzais!li e1 a ?i!l!t~i'\ e8alis q ?qxad oilour (ais!sa uou q p a l u! aq3) ou!naielj
-uodsal E[ ss!a!puo~ aqiuas !p oilojuos a ezualajjos I : I I . N I
r o!cu 11" :amddo .ouo3snen8 o[ !od a appadso'ne ouour
110s alassa uou rp auoizesuas e1 0101 ?p iippe g2ap ~ . I O ~ 1I I ~ V oueuod ossapvn :axp jod a ollour ouns~enbas apoq3
Iau aqme a auorzeslaAuo3 enau glapnpu! 'a~euouraiuq>!1111 'oine'p aiuapr3ur un apaA opuenb 'ruue 01ii~nb'oq8y o ! ~
un eJy!Jaa !s opuenb E S E ~u! alaueur!l !p !u!qureq !i! . I I . ~ I . s.u ~ o. i n!s !od'o &IJ!J~ opour aq3pnb; q !n3 ep 'euei"oI ella1
senso del magico non scomparso e tutto possibile,
attribuii alla sua presenza le tende che si erano improwisa-
mente mosse, forse a causa di una corrente d'aria.
E qui fa il suo primo ingresso una annotazione metafisi-
ca: secondo la teosofia, i bambini fino all'et di sette anni
rimangono in comunicazione con l'invisibile, che percepi-
scono o vedono grazie ai loro sensi sottili (chakra). Quindi
il bambino oscuramente consapevole (nel senso che vive
tutto istintivamente, con un debole supporto razionale) che
esiste una continuit dopo quella che chiamiamo morte, una
dimensione che in fondo non molto diversa da quella che
deve affrontare ogni notte, quando si trova solo al buio. E
proprio per non privare i bambini di un legame affettivo che
permane al di l della morte, quando mi stato possibile ho
sempre invitato i genitori, anche se atei o agnostici, a parlare
dell'aldil ai propri figli, a raccontare che i nonni (ma anche
qualsiasi altra persona o animale a cui si stati legati
affettivamente) sono andati in cielo, ma sono ancora vicini a
loro anche se non sivedono e che la morte riguarda il corpo,
ma non l'intelligenza, l'anima, lo spirito, che rimane nell'a-
ria, come il vento e le nuvole. E di questo dovremmo
persuadercene anche noi.
Medici e ospedalz
La paura della morte si manifesta in modo del tutto widente
soprattutto nel rapporto con il malato terminale, sia da pane
di parenti e amici, sia da parte dei medici: i primi. quando il
malato ormai prossimo al trapasso, cercano di allontanarlo
da s, di ricoverarlo in ospedale con la scusa di offrirgli cure
adeguate, in realt per non condividere la sua esperienza di
dolore. Ci si dimentica per che in una struttura ospedaliera
non c' l'intimit necessaria per prepararsi al grande incon-
tro: si diventa numeri e tutto ci che conta per il personale
inedico e paramedico che la terapia applicata sia clinica-
1118 <,orretta.Non importa se poi, come dice una celebre
III~.
I #.!I perfettamente riuscita, ma il pazien-
I I I I . ~ . l'operazione
l lli<,i't.
5
I . i iiiagior parte dei medici non sono preparati ad
I I I I ~ ~ I I I questo
: I ~ C argomento e vivono la morte del malato
t t i i sconfitta personale, in cui il proprio prestigio e il
~ i ~ iiiia
1 , i D I t i io s:ipc-re vengono annullati. E per esorcizzare i propri
L
i.ii~i.i~iiii atruano il distacco e non concedono niente al
~.~-i~iiii~etito e al rapporto personale, rifugiandosi dietro il
l>i~q,iio camice che diventa una corazza, ricorrendo alla
i , . , iiic:i, a un numero di esami altamente specializzati da fare
i 1 t C . i cui i1 paziente e il suo problema viene efrazionaton dal
iiiiiiicrci di tecnici che vede). Questo fa s; tra l'altro, che il
iiiixlico quando si ammala sia poi il peggior tipo di paziente,
t l i ( . iion accetta n la cura n la malattia, n. tantomeno il
I.~iiiasmadella morte. I medici tra loro parlano poco della
I I ~ degli
, aspetti soggettivi della morte, del proprio
vi\siito o di quello che immaginano sia ilvissuto del paziente
< lic muore afferma Renzo Canestrari,hhe attribuisce la
i;igione di tale comportamento a una serie di resistenze,
tlovute soprattutto ii una formazione universitaria prevalen-
ic.iiicnte nzturalistica e meccanicistica. Nella facolt di
iiic:~iicin;?, non si parla quasi mai del tema della morte, o al
iii;issirno lo si presenta, chiamandolo exitus, come un
iiicccanis:~io biologico. Se tutti noi cominciassimo a
i.i~titeinplarela possibilit della nostra morte personale,
iillcrina Kubler-Rossy potremmo effettuare molte cose, la
1)ii importante delle quali il benessere dei nostri malati,
(Iclle nostre famiglie e infine forse delle nostre nazioni.
Invece, parenti e medici, cercano di nascondere in ogni
iiiodo al malato la verit (salvo, in qualche caso, buttargliela
i i i faccia brutalmeiite), per esorcizzare una situazione che
iion sanno affrontare. dimenticando che tutti abbiamo il
q, Campione-M. T. Palmieri, op. a?
" E Kohlzi--Russ, OP. al.
diritto di vivere la vita e ancor pi la nostra morte. Essa
uno dei grandi eventi dell'esistenza, un appuntamento a cui
nessuno, in nessun caso, pu sottrarsi: sarebbe dunque pi
salutare riuscire a considerarla una tappa, un punto cardina-
le del proprio cammino. Non la fine, ma un passaggio tra
due dimensioni, o se vogliamo, tra due stagioni: come le
piante, i fiori, tutta la Natura, simbolo universale vivente,
che da sempre ci indica la via, anche l'uomo ilasce, vive,
muore e rinasce. Questa capacit di vivere i propri ritmi in
sintonia con la Natura era propria del primitivo e anche del
contadino, che accettano la morte senza farne un dramma.
Ne un esempio significativo un personaggio creato da John
Steinbeck, Joseph Wayne, protagonista di Al dro sconosciu-
to: si tratta di un agricoltore dotato di un grande carisma,
che ha una visione panteistica della vita e della morte.
Quando il padre muore, convinto che tutto debba ritornare
alla Natura, alla terra che ci ha generati, lo invoca, sicuro di
essere ascoltato, finch sente che l'anima del padre entrata
nella grande quercia che sovrasta la sua casa, per essergli
vicino e aiutarlo. I n quel momento il grande albero si
ridest alla vita sotto il vento. Gli occhi gli si illuminarono di
riconoscenza e di conforto perch il forte e semplice spirito
del padre che aveva abitato in giovent in una nube di pace
era ormai entrato nell'albero~,&era fuso con la sua terra ed
era diventato il simbolo vivente di un tutto, la terra e i suoi
abitanti.
L'atteggiamento del malato
Questo rapporto con la morte dunque duplice, sia quando
riguarda la morte degli altri, sia la nostra (che comunque
quella altrui ci ricorda, anche se molti sono convinti di essere
immuni, se non immortali). E in entranibe le situazioni la
prima reazione il rifiuto. Come abbiamo visto, chi si trova
di fronte alla malattia grave di una persona cara ha un
1 10
,ii~c.~:giamento di fuga: egli non vuole (o non in grado)
$11 i iontare e tantomeno condividere una realt dolorosa e
iii,.liit~al>ile, che lo fa sentire impotente e anche colpevole
n 11 c,sscre sano. Questi sentimenti ambivalenti permangono
,Itq,o la morte del malato, che da un lato si rimpiange,
,i\,i.ii(lo creato un vuoto che non si sa colmare, ma che a
Ii\,c.llo inconscio si accusa di averci abbandonato, di averci
1.11iosoffrire, di non aver saputo aspettare. E nella persona-
l i ~ iievrotica
: ~ si aggiunge una componente pi grave: se per
i i i i C ~ I S O ,anche solo per un giorno o per un attimo di rabbia,
si i. tiesiderato veder scomparire questa persona (un genito-
i,c, un coniuge o un figlio), al momento della sua dipartita
sc.;itta un grande senso di colpa, come se quel pensiero
;ivcsse contribuito a sopprimerla. Questo accade anche ai
Iximbini che non distinguono il mondo reale da quello
i~iirnaginario.
L'atteggiamento del malato non meno controverso. Per
cluesto non condivido la posizione di Aris quando afferma
che non l'individuo a rifiutare la morte, ma la societ.
I,'uomo d'oggi accetterebbe la morte molto meglio di
quanto non si creda, se la societ non gli proibisse di "aver
l'aria" di accettarla. La societ gli rifiuta il suo aiuto e la sua
partecipazione, lasciandolo solo di fronte alla morte e
costringendolo a comportarsi come se la morte non esistes-
se.1 I problemi esistenziali sono sempre collegati, a mio
avviso, con l'evoluzione psichica e spirituale di ciascuno e
non legati alla societ. In realt nessuno, salvo rare eccezioni,
accetta senza ribellarsi di dover abbandonare il proprio
corpo e la propria realt terrena, in fondo l'unica conosciuta.
Le eccezioni vengono da coloro che riescono a vivere i valori
dello spirito e non quelli della terra, coloro che accettano
Tino in fondo il proprio karma. Perfino Ges preg il Padre
perch gli evitasse d'amaro calice e sulla croce Lo invoc
nuovamente, perch non lo abbandonasse, gridando Eli, Eli,
F. Canipione-M. T.Palmieri, op. cit.
cz
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oisan ,odurai -[ap 'aquail!p Iap luo~pedalassa ornuralloil
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e!8010s!sd e1 e!s apaila~doiuenb ? oisal Iap :os!lauas
asrpos Iau oirlasu! !pu!nb BIS a eqsseu enep uy oJFqeis eys
ailour enap oiuaurour p aqs oiezqiod! ouueq !so!pnJs FunsIV
x e p u e rs~ersse~
. . e 'al!ladap e e!su!urosu! 'ain~ese1 ad oieiio~
eilaile oiuaurour 1anb e ouy aqs ' o d ~ o sV a ewure~8old!p
auo!slailu!'un 'srp un awos ?'3 'auy eIIap !s~eqsso~dde~11e
'!se3 gsanh u1 .ouuos aiuelnp o '!runeli ezuas aua!Me aqs
'ossedeli Iap oiuaurour a~uaureil!iu!~s!! s ~ e ~ e d ae~a daiuaui
-1enpel8 e;!A enep rs~eme"ie oses aqs~enbu! cinte eiezueili!
?la'[ :apaj apucl8 eun ep oinualsos opuenb amdclo
ouerzue oi~our opuoqr~owp opuenb osrieurure~pou~iii
opo& ur einss!il a eieladns &assa qnd e;!weurp visan(-)
~ss0~0se;~ur auo!8!1en8 eun uos 'aiuaureqsod alailIos!.i
essod !s oiini aqs ezue~adse1 'oui!i~n'ne ouy '!ew a p ~ x l
FS uou e!.ieiini odurai oisanb aiuelna .auo!zeiiasse,I
auyur. rod
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aqs) auo!ssa~dap e1 eliuaqns eiiieIeui eIIap t i ! ~ e ~e18 a ~ e 8 x 1
n!d qnd uou aIeuyunai oie~eurI! opuenb 'rod .(<<alnenZ
!waiej olqures ui ' ~ u a qouoduros !W) o r a uos a !u!uron
118 uos 'ain~esei aqiue~e8qnd $3 !qs uos riied e aquail
rp 'ossauro~durosun uos 'eiuaJ oie~eurI! 'asej ezlai enaN
mafrp rp rursruessaur ~ l d o l d a !giinlls~p
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eq !qs ep 010s 'eier88aiuolj rzue 'eie~a110~ alassa qnd
e ~ a n o seisanb aiuaurIe~nieN,r.a;io~~aiu! aiuauremieurald
rsos olassoj e i ! ~elisou q a p ?i!il!iie a1 aiin3 as rou aqsue rierq
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ouueq 'osypaur ouajal Iau aloua un ?'s 'olail alassa qnd uou
'O! UOUD) oJnyn 11 uos aurndsa rs aqs 'esafrp e1 eiiess eurpd
- d e a .auo!zeiiasse 'auorssaldap 'a~e!88aiui?slaw'e~qqel'01
-uaure[os! 'oiny!~:aiueiSos ouaur o n!d ezuanbas eun u! enp
-!il!p" SsoX-laIqnX qiaqezr13 aijs '!uo!zeal rp . anas
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aqs o q e e j uou Fileal ur. 'brp!s!ns
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e1 esoilu! a e i ! ~enep osnlap !qs 'auorzn~is~pome !p atseiuq
eq !q3 aqsuy .es!ure aqsueau eur 'enalos a rs uou 010s
uou auorn e? ,oiuei !p ysedes ourers uou r o q~a l o s a u o n
e1 opuerne!qs 'e!o!8 apuel8 uos o;uaureiundde ouralisa'ne
oliuosq eilepue aliuaur 'ern~rp~ i u o ~ oe1i la~ardurosyp OUEA
-aiiaur~ad178aqs oie!~oi~e=d d ~ o ons s Iap a z u a ~ a ~ a1 o slad
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vira !p olaqle o!~do~d lap o 'a~es!~es e r?!d assap !s uou aqs
a w ~ a!sj aqs o!8o[o1oCy(apo~!iour 10s o!durasa ad :olii~a!ds
a ossnlq oiisHe opour q q e a l e1 ouela~!.~ aqs !u8os ossads
ouorsduros , , z u s l ~UOA as!noT-a!lsW a+ss 'sqs!n ailoui
eIIapa[o~adssuosanbunuros uou o 'ainlss !p oisis o!ldold
[ns !uo!sn~ ej 1s olia88os I! !ns u! '!sss !i~asUI ,auy slisori
q 'alsuos.md iizua!~adsa,un ii!sunuuea~d !s ou8os '[I sui
:olileun np auour sl ousp~en8!1 azue!uour!isai aisano
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onanb e apur!s ' e u 8 ~ d u r ~!ps o~ai!ur!s un u! o r ~ d o ~silodas
slels aqs a oAsplosr1 uou aqs 'aurou oisanb uos szzsifi!.~
sun suotu odop ru~o18g u a .aurou ~ olsanb uos ounslsiil~
ela's as auassouos !a!ur ! s ~s li s w ~ o j qouos !ui 'aiuapass.i(l
ezuanadsa'nap alouraw .s~s!q3 :aurou un sla's iildos
.asssqla anep eseilq a sislnsssli 'e!qssa~ squoi iiun o i s ! ~
oq aAop 'su8edurt.s rp olaaurrs un u! alsliua !p oieu8os ("1
:o!pos!da olqe un oinpssss !W odop oduiai aqs[eno
vquroi s p n b q o!~do~d oilodas oieis pa o.;!~
-~o~dur!,ns ouour 'alua!u maile uou aqs 'alpsd o!ui o < i o ( ~
ru10!8 !s!pu!no .oisqpq oq 98 aqs ' a ~ p s do!ur !p sqiiioi
q 1.12 aAop oisarqs sq a !loy !p ozzeur un ousw ur EA3AV"
.asauepur s!~si!s!lqqnd sun ' i i i ~ oisiuosss.~sq !tu E U ! ~ I I I I : ~ ~
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-suoja[ai odop BJO aqs~enb:ssss ollos o p ~ TE q ' e i ! ~e1 i" 1 . ~ 1
aqqaus a ~ p s dorru . rns . u! aiuaprsu!'l "!p!~,, osuas ouas un
q :oilauiai aqs q!s ossassns aqqans 0 ~ ~ ~0a n~baqs 8 oluaur!i
-uasa~dopuaurali I! !qqz .ounssau s ~ a ' 3uou BW :os!uojalai
opnbs oun ep iil.e!~8aAs !uuaA su!iisui {paunl 11 .a~apuald
e ol.~epue!p elazz!As q e p quoja[ai !s opuenb 'esruaurop
e ouy aqmas asaj rs uou alpsd o!ur '!liajja ur 'a : i i s l a ~ s
aqqalss !s ou8os 8!w I! aqs auo!zssuas sl "0s alsloAii1
s [spus sqilsui E? .ila!gqeles !oies!Me olaqqame u oisanb
!p aqs a nid .. E A E U J O ~uou a ssss !p sA!ssn aqs !su80S .!lo1
-!uoura~da !s!iiida[ai rposrda
. . rqssalsd
. oinAs sq aqs ousppq
!p slou81s sun '.s e i q smosssl !s ol!qns reiuaunopperl
!tu sur 'szzaui a !as ans ol!los 1s auros ssiis !p al!ssn
a ~ p s do!ui yuas 'alquraiias oisqss sla 'sur~isuieun
~sis.~sda.~d ~ ! 8ola 'aus~018'oi~ow opuassa
~ n d'ossassns a opusnb a :oield un E ozSaur ur ' s ~ s qsun
u! olsp o q , ~ .d si.raqo8 BIUOS~EJ!3 L a ~ ~ a.rped ! ~ ~ uo!ur
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eurod asaur u n . o s r ~ o ~ d uosssisrp
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!p 8 e ~ n s d!p osuai p o U I ~ N ~ S U o!giailsr~ [E aqs OIUVI
' o t r p ~ ~ s p ~ e n !qs ~oiuaur!ilaMs oisanb op&anbO A ~ S.our
-s!qs!iuaur!p 11 'a~sqrsap!p o alsplos!l rp ~ssdssur . 'rou
. sur
:!~!i!u8osald !88sssah !ur!ss!solaurnu E!A& . rs . aiuawpqeqo~d
aqs 'ou8os I! uos ezzaqsrisaw!p ssod ows!qqs a q s ~ a daqsuv
.olopu~.1ou8! 'osr~ruo. . o!88sssaw p alapnla !p ouis!qs~as
OIQOS !p as aqsus 'ru8os rau ossads &sunuusald !s - o s ~ a ~ r p
amaur~a88alouisru'essa~un uos ~ n as d 'pils q8ap snanb'a
snsou BI - auour il'oduiai ?u oyeds ezuas !uo!suaui!p al uos
onsiuos p onad ouie!qqe aqs '!leiuap!sso rou lad aqsuv
'UaPx'naP
ou!p.1e!8 ons I! a~a8un!88el lad 'aiuaurel~nbue~~ asuads 1s
o!q;sa~ p 'aiuaur~~!iiajja'odop ou10!8 aqyisnb 3 .BISO~S!.I il
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5.2 z a
::E "JE
pensare a una cosa antica. Poi sentii un profondo sospiro,
come se qualcuno stesse esalando l'anima. Una figura, che
stjmigliava a mia moglie, si rizz neila tomba e si libr verso
l'alto ... Mi destai, svegliai mia moglie, e controilai l'ora.
Erano le tre del mattino. I1 sogno era cos strano che pensai
subito che potesse annunziare una morte. Aile sette giunse la
notizia che una cugina di mia moglie era morta aile tre.
Da queste esperienze potremmo dedurre - ed una delle
ipotesi della precognizione - che tutto gi stato scritto nel
grande libro della vita (o del karma) e quindi non ci resta che
accettare il nostro destino, abbandonandoci al corso degli
eventi. In fondo il saggio. come ci racconta l'Oriente, colui
che desidera per se stesso (e quindi cerca di realizzare ci
che Dio ha scelto per lui). ... mentre il suo Io confluiva
nell'unit. In quell'ora Siddharta cess di lottare contro il
destino, in quell'ora cess di soffrire. Sul suo volto fioriva la
serenit del sapere, cui pi non contrasta alcuna volont, il
sapere che conosce la perfezione, che in accordo con il
fiume del divenire, con la corrente della vita, un sapere che
pieno di compassione e di simpatia, docile al flusso degli
eventi, aderente all'Unit.l5
L e due facce della paura
Come si pu analizzare, e magari vincere, questa paura che si
manifesta in vari modi, anche se non sempre in maniera
evidente, nei sogni e neila vita quotidiana, per esempio sotto
forma di fobia, come quella di addormentarsi, di svenire,
prendere un aereo, o anche, per qualcuno, di sottoporsi
all'anestesia totale?
Intanto essa riguarda prima di tutto noi stessi, il nostro
rapporto personale con il momento del trapasso, e poi gli
altri, cio il dolore che si prova nel perdere le persone amate.
'5 Hermam IIesse, Siddharla, Milano, Adelphi, 1979.
NiI primo caso essa pu riguardare sia il timore deila
:.ol'l~renza fisica, sia il terrore dell'ignoto, o ancor pi
It:iii:iImente il dispiacere di dover abbandonare la roba,
i I i i i o ci che abbiamo accumulato, le nostre ricchezze
iii;iivriali, ma anche il nostro corpo e i nostri cari.
(.)iiisto perch siamo abituati a pensare, nei confronti delle
i o s v c delle persone, in termini di mio e tuo, dimenticando
ilic iiiente di ci che abbiamo ci appartiene veramente, ma ci
1. s~:itoaffidato temporaneamente, come uno strumento che
.
c i permette di fare esperienza. Ed questa la chiave con la
(lii:ilc si deve intendere il distacco proposto dalla filosofia
orientale: esso non richiede necessariamente, come si crede
ci.roneamente, la rinuncia alla vita, l'isolamento in un'esi-
siciiza ascetica, ma indica l'atteggiamento da assumere verso
ci0 che ci circonda, la capacit di dare il giusto valore aile
iiostre esperienze, che devono essere affrontate senza coin-
volgimento emotivo (le emozioni non vanno represse, quan-
(lo gi sono in noi: il lavoro da fare a monte, imparando a
iion lasciarle neppure nascere). Quando andremo di l non
:ivremo pi con noi niente di ci che oggi sembra apparte-
iicrci: quindi pi pratico imparare fin da ora a dare il giusto
peso ad affetti, legami, imparare a non attaccarsi a niente,
eliminare la possessivit. In questa ottica, occorre dunque
riuscire a considerare il proprio partner, ma anche i genitori
o i figli, non come individui che ci appartengono, ma come
persone che hanno scelto di compiere un pezzo di cammino
insieme a noi, per proseguire nel proprio cammino evoluti-
vo. Ogni cosa, ogni situazione o persona che incontriamo
pu essere vissuta come una parte di noi, come un'occasione
che la vita ci offre per capire, risolvere, fare esperienza.
Sentimenti, affetti, emozioni sono solo distorsioni (qual-
cuno li ha paragonati a una malattia o - a una forma di
1)ossessione) che appartengono aila sfera della Terra, ci
iiiipediscono di vedere la realt per quella che veramente e
ci costringeranno a ritornare, a rinascere, per superarli neila
prossima esistenza.
 In fondo la paura della morte assomiglia a quella del
bambino di fronte al buio: noi la temiamo perch non la
conosciamo, non sappiamo che cosa ci succeder, ci spaven-
ta il dolore e soprattutto l'ignoto, che ci appare come un
salto nel nulla. Perch questa la visione che in definitiva la
cultura materialistica e positivistica della nostra epoca ci ha
portato ad avere della morte: un infinito buio e spaventoso,
in cui non ci sar pi coscienza, ma solo vuoto e silenzio. In
poche parole, si pu attribuire il nostro atteggiamento nei
confronti dell'ignoto a una mancanza di fede, cultura ed
esperienza, i tre strumenti fondamentali, che permettono la
Conoscenza: una fede sulla morte (o su una vita dopo la
vita), una cultura della morte, un'esperienza della morte.
Lo spirito e la scienza
Lo scopo di quest'opera, che non certo nuova o unica (del
resto i problemi trattati interessano da sempre filosofi e
religiosi e oggi anche gli scienziati): purtuttavia quello di
offrire una prospettiva diversa, un modo alternativo di
confrontarsi con il problema della sopravvivenza. Anche se
secondo Hans Kung il tempo della metafisica passato e
le ipotesi non scientifiche, metafisicamente restaurate,
rendono i'interlocutore non attendibile in un discorso
scientificamente serio,16forse per il singolo l'unico modo di
porsi di fronte a questi problemi quello di avere esperienze
personali, tra le quali non possono mancare quelle che ci
mettono a contatto con l'aldil, studiate oggi dalla cosiddetta
parapsicologia di frontiera. La maggior parte degli studiosi
insiste nel vedere nella ricerca scientifica l'unica strada
possibile per dare una risposta definitiva a ogni problema
umano: e questo accettabile se parlando di scienza non ci
riferiamo solamente alla cultura accademica, ufficiale (che in
H. Kung, op rri
30
tll:iii caso non possiede certezze, a dispetto del proprio
I iiolo), ma al suo vero significato di conoscenza, di sapere.
A l l ~ r ; i siamo d'accordo con Karl Popper quando afferma
i I i i . ;iccanto alla musica e all'arte, la scienza la pi grande,
ii~<.~.:ivigliosa e illuminante conquista dello spirito umano,
.iii(.lic se essa, come ogni altra impresa umana, soffre della
I 1iii;ii)a follia. Flammarion riteneva che la religione del
I I 1 1 iiro sarebbe stata fondata sulla Scienza, e in particolare su
;isii.onomia e psicologia: Non c' nessuna ragione valida
li(.l. non studiare tutto, sottomettere tutto al controllo
,l~~ll':inalisi positiva.l7 Tuttavia la scienza, come 'ricorda
I'ii1qxr, non si basa su certezze, ma su ipotesi, che vanno
ioiitinuamenteverificate.Le nostre teorie, le nostre ipotesi,
\ o 1 1 0 avventurosi tentativi ... e in effetti possono essere vere,
I I I : ~iiiiovi esperimenti possono falsificarle. Questo metodo di
;iiicl:ice, avventuroso teorizzare, poi sottoposto a severi
k.al)crimenti; il metodo della vita stessa nel suo evolversi
vci-so forme pi alte. Quello che miriamo a capire, a
i.oiioscere, il mondo, il cosmo. Ecco che la scienza, per
si licliare la metafisica, dovrebbe adattarsi a modificare alcuni
i;iiioni nella ricerca, accettando di immettere nei dati una
<<v:iriabile,la psiche umana, o ancor meglio, lo spirito,
coiiie del resto fa gi qualche sperimentatore illuminato.
Iiil';itti, se alcune esperienze psichiche (come uelle ESP) si
I)ossono ottenere in laboratorio, ve ne sono altre che
:ivvengono su piani di coscienza pi elevati difficilmente
i.il>etibili.Tra l'altro mi chiedo come un mistico, un santo, o
tiiiche un medium di alto livello spirituale possa accettare di
Lirsi studiare come cavia: sarebbe stato impensabile, per
cscmpio, chiedere a un uomo come Padre Pio di ripetere
i suoi esperimenti di bilocazione per il piacere della
scienza.
Tuttavia qualche cosa gi cambiato in questo senso,
Camille Flammarion, La murr ei san mystre, Paris, Ernest Flammarion,
I'J20.
anche se la gente, o meglio la cultura ufficiale (n i piccoli
scienziati, quelli che Einstein definisce burocrati) non se ne
ancora accorta. Ci che ancor oggi il grande pubblico
ignora, che lo spirito, senza neppure bussare alla pona, sta
per fare bruscamente la sua apparizione nel laboratorio della
scienza moderna afferma Jean E. Charon.18 Negli ultimi
secoli la scienza, e in panicolare la fisica, ha evitato di
occuparsi dello spirito, fatto che le ha permesso di conside-
rarsi una scienza esatta: tuttavia le sue recenti scoperte,
come la reiativit o lo studio dei buchi neri (che, inghiotten-
do la luce delle stelle morenti, creano uno spazio invisibile
non accessibile ai nostri strumenti, dove accadono fenomeni
che seguono leggi complementari a quelle del mondo fisico)
i'hanno - suo malgrado - awicinata allo spirito. Inoltre,
sempre secondo Charon, non si pu affermare nulla suile
leggi dell'universo senza tener conto che con queste interfe-
riscono sempre e comunque i meccanismi profondi dello
spirito. E, se lo Spirito partecipa inevitabilmente alle leggi
della Natura, se non esiste nessuna verit "assoluta" (cio
"oggettiva") riguardante queste leggi, com' possibile lascia-
re lo spirito "fuori dalla pona" del laboratorio?.l9
Al contrario del mistico, il fisico inizia la sua indagine
sull'essenza delle cose studiando il mondo materiale. Pene-
trando negli strati sempre pi profondi della materia, egli
diventato consapevole della fondamentale unita di tutte le
cose e di tutti gli eventi scrive il fisico americano Fritjof
Capra nel suo splendido libro Il Tuo dellafisica.20 Inoltre ha
anche imparato che egli stesso e la sua coscienza sono parte
integrante di questa unit. I1 mistico e il fisico giungono cos
alla stessa conclusione: il primo partendo dall'interiorit, il
secondo dal mondo esterno.
Proprio come nel campo della medianit o della mistica,
la Jcan Charon. Ho vissuto quiidici miliardi di anni, Milano, Armenia,
1984.
l9 Ibidem.
C' Fritjof Capra, Il Tao della fisica, Milano, Adelphi, 1986.
.iii<.licin fisica, dove le osservazioni awengono in campi
i i i:icccssibili ai sensi ordinari, la descrizione oggettiva della
N;iiiiia non pi valida, anzi l'osservatore costituisce un
i.li.iiicnto essenziale, che rappresenta l'anello finale nella
i;iicna dei processi di osservazione e le propriet di qualsiasi
~l,:gctto atomico possono essere capite solo nei termini
Iii'ii'interazione dell'oggetto con l'osservatore. Quindi
~lii:iiidoci si occupa della materia a livello atomico non si
1,iii)pi operare la separazione cartesiana tra l'io e il mondo,
I !.;i l'osservatore e l'osservato. Nella fisica atomica, non
ossiam amo mai parlare della Natura senza parlare di noi
siessi.
Ma, al di l di ogni spiegazione scientifica, ci che
concerne la vita nell'aldil appartiene alla vita intima di
ci;iscun individuo: lo studio o le rilevazioni deUa scienza
I;>rniscono solo una convalida, un ulteriore materiale di
iiicJitazione, ma ci che conta sul piano evolutivo che
i.i:iscuno possa imbarcarsi in questa awentura interiore, per
1;ii.c esperienza, toccare con mano, ampliare il proprio
tirizzonte. In genere coloro che hanno varcato la soglia
(Icll'invisibile ne hanno anche vinto il timore, consapevoli
clie il corifine tra il nostro mondo e quello di l dato solo
cl;dla materia: ma in entrambi la mente pu rimanere vigile e
iiialterata, cos come la coscienza dell'io.
Aieismo o fede
Ma, come abbiamo gi visto, il problema della morte
intrinsecamente legato al senso della vita, quindi al valore
che le diamo, al nostro modo di utilizzarla; inoltre non si pu
(limenticare l'altro grande problema, quello della fede, del
iiostro rapporto con il soprannaturale, con Dio. E qui si
pongono di necessit alcune domande fondamentali: credia-
1110 nello spirito (quello dell'uomo e quello divino) e nella
soprawivenza, ci riteniamo atei o credenti? E come si pu
giustificare la fede o l'ateismo? Che direzione abbiamo dato
o cerchiamo di dare alla nostra esistenza, che cosa facciamo,
operativamente, per capire il suo senso, per sondare l'ignoto
(quello che si nasconde nelle profondit dell'animo umano e
quello al di fuori di esso), per risolvere davanti a noi stessi le
problematiche esistenziali? Di fronte ai grandi temi esisten-
ziali (la morte, l'esistenza di Dio, la soprawivenza dell'ani-
ma), si possono individuare due posizioni distinte: una
quella dell'ateo, secondo cui dopo ci sar solo il Nulla (le
Grand Nant) e l'altra quella del credente, che ha la
certezza di un proseguimento, di una vita dopo la vita.
E spesso, indipendentemente dalla nostra posizione
fideistica di atei o religiosi, il nostro modo di vivere
incoerente con ii nostro credo. Se dopo la morte non ci sar
pi niente, allora a che vale l'impegno, la fatica, la sofferen-
za, che cosa ne resta come dice Ernst Bloch del mio
morire, della mia intensit, delle mie esperienze?)). Perch
seguire una morale, accettare le convenzioni e non vivere alla
giornata cogliendo ci che si desidera, perch non agire
senza tener conto di niente e di nessuno per realizzare il
proprio piacere personale? Una vita di cui non rimarr
niente non forse inutile, drammatica, insomma una grande
beffa? L'ateismo ha dato una risposta a questi interrogativi
con Feuerbach: per lui nell'et moderna si deve spostare
l'attenzione da Dio e la vita nell'aldil (che sarebbero solo
proiezioni mentali, come sostenne anche Freud) sull'uomo e
. , realizzando cosi l'umanizzazione di Dio.
la vita nell'aldiaua.
Non pi teologia, dunque, ma antropologia: questo uomo
razionale, protagonista di una religione che lo pone come
inizio, centro e fine della religione, secondo Feuerbach vive
molto bene questa condizione e ne pienamente soddisfat-
to. Per lui l'ateismo il vero umanesimo, una situazione in
cui l'uomo ritrova la propria identit, diventando un libero
autocosciente cittadino della terra)).Ed vero che un'etica
.ii,.;i i umanistica possibile. Anzi per fortuna la maggior
~'.iiic cici contemporanei convinta, in base a riflessioni pi
iiii.ii pragmatiche, che, senza un minimo accordo previo
, . i i I I i iiorme, sugli atteggiamenti'e sui valori di fondo, non
~:.siliileuna convivenza umana?' Ma limitare la realizza-
: i o i i c . cleU'iiomo nell'arcc di una vita non estremamente
i i , liiiiivo, anche per la sua intelligenza? E se invece c', come
i t t ci-cdo, una vita dopo la morte, perch non vivere di
t<iiiscguenza e non prepararsi in anticipo non solo al
iii<iiiiciito del passaggio ma al dopo, alla vita che ci
. i \ l ~ . ~ i ache
, il proseguimento di questa, se pur con un
t 1 u . 1 ~ 1non pi materiale? O meglio, perch non accettare
t l i i la vita si svolge in un continuum che comprende il prima
<. i l dopo, cio l'esperienza di una stessa entit che continua a
ixcre, se pure su diversi piani di esistenza? E allora si pone
i 1 1 1 itltro interrogativo: chi ci aiuta a prepararci al grande
s . i l ~ oe. soprattutto, come fare a sapere che cosa ci aspetta, in
,l~icll'altrospazio-tempo che l'invisibile?
Mi ha sempre colpito il fatto che una religione come
ciiic.lla cristiana, basata sulla vita dello spirito, non abbia
1 :iiionizzato una serie di regole per prepararsi al momento
t l i I trapasso: la Chiesa ci chiede di credere ai suoi dogmi, ci
>oiiiininistra i sacramenti al momento finale, ci perdona i
iiostri peccati (salvo poi doverli scontare nella prossima vita:
I';issoluzione non significa che vengono cancellati, ma ha il
si.irso di un atto di fede e di disponibilit al proprio
I iiiiiovamento, di un impegno a non ricadere negli stessi
ii.i.ori) e ci ... augura buon viaggio. Ma oltrepassare quella
soglia senza essere pronti, significa poi trovarsi di colpo
iiiiiiirrsi nella nebbia, sperduti in un continente immenso e
sconosciuto senza pi punti di riferimento, senza sapere cosa
I;ire, dove dirigersi, simili all'astronauta che si trova abban-
cloiiato riello spazio senza i suoi strumenti. Oppure addor-
iiiintarsi e rimanere per anni e anni nell'incoscienza, fino a
2' H. Kung, op. ni.
3.5
quando la voce del nostro spirito guida o una dinamica del CAPITOLO I1
nostro essere ci faranno emergere spingendoci a trovare la LA SAPIENZA INIZIATICA
strada deila luce. Se crediamo, dunque, perch non prepa-
rarsi in tempo, come ci hanno indicato con la loro esperienza
i grandi iniziati di ogni epoca? Sono pronto a partire, e a vele spiegate il mio
desiderio aspetta.il vento.
Ancora una volta respirer quest'aria calma e ancora
una volta volger indietro il mio sguardo d'amore.
E allora sar tra voi, navigante tra i naviganti.
KAHLILGIBRAN,
Il Profeta

I grandi iniziati di ogni epoca1 hanno sempre lavorato per

impadronirsi di ogni campo del sapere, tanto da passare in
qualche caso alla Storia per il loro bagaglio enciclopedi-
co (vedi Pico delia Mirandola o Leonardo da Vinci) e la
genialit del loro sapere.In realt essi cercavano di risolvere
ogni mistero, del visibile e deli'invisibile per raggiungere la
(:onoscenza e cio l'Ente Supremo, Dio: e per arrivare a un
simile traguardo occorre prima di tutto imparare a entrare
nelie profondit dei proprio essere, dei proprio mondo
interiore, sede dello spirito. L'anima possiede sensi assopiti
che l'iniziazione ridesta, e l'uomo, mediante studi profondi e
costante applicazione, pu-mettersi in rapporto cosciente
con le forze occulte dell'universo fino a raggiungere, con
prodigioso sforzo, la diretta percezione spirituale, aprirsi le
vie dell'aldil e sapervisi dirigere. Soltanto ailora pu dire di
aver vinto il destino e conquistato da qui in basso la sua
libert divina.9 Seppure in modo diverso, a seconda deila
cultura a cui apparteneva, prima di essere ammesso ai
misteri e iniziare ad addentrarsi nei cammino delia sapienza,
il novizio veniva sottoposto a varie prove, tra cui queila deila

I Iniziato non , come si crede, sinonimo di illuminato, ma indica chi ha

1 intrapreso il cammino del risveglio, colui al quale Dio (come dice Ermete) ha
infuso la possibilit di arrivare aUa conoscenza per via intuitiva.
1 Edouard Schur, I grandi iiziziati, Bari, Laterza, 1986.
morte, da affrontare sia ({di qua, su un piano pratico,
materiale, che di lhn, a livello mentale e spirituale: nel
primo caso doveva superare una prova di abilit (uscire da
un labirinto), di forza fisica, di coraggio (combattere contro
un mostro, una bestia feroce, o con gli elementi: ecco che le
dodici fatiche di Ejcole corrispondono simbolicamente ad
altrettante prove iniziatiche), nel secondo comportava un
coraggio di altro tipo, che coinvolge il piano spirituale.
Soprattutto, l'iniziato non doveva avere paura, eccere
consapevole che niente pub accadere a chi sa superare le
apparenze per t m a r e l'essenza, le leggi dello spirito.
Neanche la morte pu arrestare un valorom. Anzi l'iniziato
non la teme affatto, per lui la morte, come afferma Socrate
. il pi grande dei beni che l'uomo possiede sapendo che
quando verr il momento fatidico ci che vi di mortale
neil'uomo si disgrega, mentre ci che vi di imrnortdc e di
incorm ttibile rimane intatto*- Da questa certezza, nascer in
seguito I'eme senza macchia e senza paura, conie il Cavaliere
della Tavola Rotorzda, o, in un'altra cultura, il Samurai,
disposto a difendere con la vita il suo signore, o meglio i suoi
ideali spi ti tuafi.
Le prove iniziatiche 'sono abbastanza simili nelle varie
culture: quelle pi note sono indubbiamente quelle egizie,
anche se ammantate dalla leggenda. Solo chi si accos'ta si
sacri riti avr Ea conoscenza da vivo e da morto. Anche per i
greci, solo chi ha contemplato i misteri avr la vita &e
nell'hde, (mentre agli aItri tutto va male laggi*,
Dopo anni di studi e di isolamento, che portano l'adepto
a superate i limiti della natura umana e ad awicinacsi alla
verit, egli deve affrontare la prova della morte e della
tesurrezione. Sdraiato in un sarcofago nella piramide di
Giza, egli rimane solo e al buio, finch freddo come un
i+;irlavere, cade in catalessi. a h v a n t i a lui si svolgono
sitc~-essivamentein quadri tutti i fatti della sua vita carne
tiiidcosa di irreale e la sua coscienza terrestre diviene sempre
~ t i i vaga
i e diffuss. Ma s misura che sente dissolversi il suo
t t~rpo, sente liberarsi la parte eterea e fluida del suo essere,
lii ich entra in estasin,Jha visioni celestiali, penetra nell'es-
umtizadell'univetso e incontra la sua anima, sotto sembianze
l r~iiminili.Questa esperienza del tutta simile aU'incontro
I :li to in meditazione o in sogno con la figura del Saggio, con
iin'imrnegin; luminosa, che corrisponde al S, inmnao che
Iiiiig ha durante un sogna. Mentre cammina per una nrada,
iii un paesaggio collinoso, iuurninato da' sole, giunge a una
Iiiccola cappella, ai margini della strada. Sul pavimento
illivanti all'altate, vede uno yogi seduto nella posizione del
IOLO, assorto in profanda concentrazione. Quando 1s guar-
ililvo pi da vicino, mi rendevo conto che aveva la mia stessa
I':iccia, ed ero virito dalla paura."
Un%esperienza per certi versi simile a quella egizia
iiiiela raccontata dal lama tibetan~Lobsang Rampa, entrato
hiimbino, come narra lui stesso, nella lamaseria Chakpori, a
I ,hasa, dove viene iniziato a otto anni. Un giorno, dopo tre
iiicsi di intensa preparazione, viene halmente portato in
iriia cella nei sotterranei del. Potala dove gli viene posta la
domanda fatidica, che ritmviamo anche nei rituali egizi:
*Stai per diventare un iniziato, stai per vedere il passato e
conoscere ii futuro. Lo sforzo sar grande. Molti ne muoio-
iio e molti falliscono, ma nessuno esce vivo di qui, a meno
che non superi la p m . Sei preparato ad affrontarla?.
Dopo il suo assenso, sdraiato su una lastra di pietra,
grazie a speciali esercizi di respirazione entra in catalesri, in
cui rimane per sei giorni: Provai la sensazione di morkir,
scrive,y poi *un violento e vibrante sussulto interiore, e
1 E.Schur. op. rir.
' C. G .Jung, Ricurdi, sognil r$'e~sioni, Milano, Rizzoli (BUR), 1976.
9 hbsang Rampa, 11terzo occhio, Milano, Mond~idon[Oscar), 1986.
39
l'impressione, ma senza. alcun suono, di strani fruscii e
crepitii, come di vecchio cuoio che venisse srotolato. Poi
vede intorno a lui una luce azzurrina e ha la sensazione di
dondolarsi, finch si rende conto di essere sospeso sopra il
proprio corpo che contempla dall'alto, al quale collegato
da una sottile corda d'argento. In questa condizione pu
muoversi, viaggiare nello spazio e nel tempo, assistendo a
eventi accadqti in un lontano passato, finch ogni visione
svanisce e la coscienza, astra!e e fisica, mi abbandon*.
Il libro dei morti
La pi importante tradizione esoterica del passato, ricca di
numerosi centri iniziatici, a cui si sono ispirate poi tutte le
successive scuole occidentali, senza dubbio quella dell'an-
tic0 Egitto, a cui Schur6 attribuisce anche l'iniziazione di
Orfeo, Mos e perfino quella del Cristo.
Nessuno, pi degli antichi egizi, si mai interessato al
problema della morte, tanto da organizzare tuna la vita
politica, religiosa e culturale in funzione di questa. Ne un
esempio I l libro dei morti (((Capitoli che narrano l'uscita
dell'Anima / Verso la piena Luce del Giorno / Ii suo
ingresso e i suoi Viaggi / Nelle Regioni dell'aldil))), un
insieme di formule magiche, o se vogliamo di tecniche
elaborate per aiutare il defunto a orientarsi appunto nell'al-
dil. Ma esso si pu leggere in una duplice chiave, come il
Bardo Thodol dei tibetani: pi che per i morti, scritto
soprattutto per i vivi; infatti ci che si suggerisce ai primi
pu essere messo in pratica anche da chi nel pieno delle sue
facolt psicofisiche e cio da chi appunto vuole varcare la
soglia dell'invisibile coscientemente, da vivo. Questo
possibile se si tiene presente che per la tradizione egizia
"Che per non del tutto attendibile: egli fu accusato da pi parti di essersi
preso troppe nlicenze poetiche*.
(come, in modo simile, per uella indiana o teosofica) il
<i,rpo l'involucro pi esterno di una serie di corpi sottili,
c<:igganciati a quello materiale, che comprende oltre a
cl~icllopuramente fisico anche il nome magico (Ren) e
I'oinbra (Khaibit, che potrebbe corrispondere al nostro
iiironscio, ricettacolo di ogni desiderio, di ogni pulsione):
e.ssi sono l'anima (ha), capace di ragionare e di prendere
ilrcisioni, uno spirito santificato (akh) e uno consacrato
(Sahu). Inoltre tra il corpo e l'anima vi un veicolo (ka), o
1)rincipio energetico, .considerato il doppio di quello
iii;iteriale, di cui ha la stessa forma: in vita esso ha la funzione
< l i mantenere l'energia vitale al corpo fisico e la coesione
ilclle membra, poi, dopo la morte, contiriua a vivere
iicll'ambiente tombale, legato al cadavere dal rito della
iii~immificazione.Un rito magico, permetteva al sacerdote di
iiifondere il ka di un morto anche in un'immagine o in una
si;itua che lo ritraeva, affinch questa vegliasse sugli uomini,
ilivenendo un tramite tra gli dei e gli uomini. con il ba
iiivece, rappresentato come uno sparviero dalla testa umana,
rlie il defunto emigra nell'aldil, nel regno delle ombre e
iicll'Amenti, i cieli, per iniziare la sua vita ultramondana.
(Juesto era possibile grazie a riti funebri che gli permetteva-
rio di passare dalla morte all'aldil. Ed con il ha che anche
l'iniziato varca la soglia dell'invisibile, si misura con le ombre
C incontra gli dei. Ma per essere all'altezza di questo viaggio
tlcve ~ossedereun'anima pura, conoscere le leggi degli dei e
Ic formule magiche per vincere le ombre: la sua arma la
Magia, non intesa in senso deteriore (come verr usata dai
iion-iniziati o nel periodo di decadenza), ma come Cono-
scenza delle leggi della Terra e del Cielo.
L'egiziano perfettamente consapevole che la vita solo
un momento di transjzione, di passaggio, prima di rinascere
iiell'aldil (mentre $nascita su questa Terra una morte al
regno dello spirito): perci il defunto viene considerato un
nuovo nato. La morte fisica non che una metamorfosi
clella coscienza, che pu essere controllata, diretta, con
-rsuud oqe ?!d Iap axef !p e!sepne<Iaqqa our?aiouow
ai0i~zz~ue810'~ .app!so'p alald a oue!z@a ole!z!u! '?sow
rp elado'l oslailelile 'talqa !l8 !lim ~ u r p d'oaue~~ai!p.?w
1ap nodod !~iinioiuple ouueq !ns szuaidts eiis e p s asrsur aloled ainur 'apaf eni enap EZUE!UOUI!iSal qos
e1 'ei!pala apuel8 eun ole!sseI e q oii!83,1' a ~ ~ a u r p ~ e ~ ! ~ n ~ ~ i i a 'o!qss;lo ouuelalsa~duou ~ ! paisod d apnb I E ' o ~ u o s s e ~
ossaqey un aqs elleur!~uou oale auo!8nal eni e n e a io11183
'011!83 O :!s~ailrons !au 'apue~8aqoil al1 p 'on!8aursu~
aiaunz ' q 110sas [qour 'ols!~a~d vilaaile oiuenb g ,anpen
opaloil aqqales !01111ss nf alenb Iau o~!qds01 aJeqej
'e+mIoiza epelis enau oil~ssa:i.>iis aqqalesn ,dqslyedlo~ oso!pnls 01 eurxage ama~edsel~
ourpe~8un aJqes ad 'a]!sseylanap e-ureqp e1 os~aArr.illi: a op!durn oinuaiuos ons p alapual laloil : ! m p s 01 uou
'aAuJoi!~p o p o~odod oisanb aqs apqeqo~d ' a i ~ i , i i i aiuaurpqeqo~da oielails oli113 Iap oiea uou ossa 'ossals 01
A
"1 O J ~ 0puaA-e lnd .!ieizaIa q d ![enqqds!nail!I e 'ruorzn.,.,., s
- q 8 z ~ a op ~ o q a~aloilalo~d o~ua8'a8uys enap olais!ur p
oilps '!s~eiza~a !p ass!padur! q8 (au~esenap a !q!s !ap &o<li:.: olends! ~ ( O O I Z[ E OulOiu!)E!lSEqa ~1A'nEpaiuaurpqeqo~d
p slsn%'epaiew enap pase~d!ap alapo8 e enupuos orniil.31) anlled e 'rqrlss
. . neil . e p a s a l d n ?!d e olqlss oisis piotu zsp
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p 'ey p, airure~j) ella1 ene ale!sunu!l !p eqsedesu! I ! I I ~ o ~ q q11.!uourap oliuos elio1 enau eilaqurossos as o aquroi
e1 : E U E N ! N Iap auo!zeyurnIr'I 'ours!~is!urp assouos i1011 anau riuailril . ailajjo al aiesueur olassoj as a~a8unr88e~dos
. rap
q8a !iieju~'ai!cu!I ons p aqsue eur 'ezzapuel8 ens e1 els;>iil) eizalod aqs 'auour epuosas e1 a~ei!i\a010s eilailoa
pa :aisala3 enanb a euanal e p n b 'alaneled !uo!suaiii!ll .!uour ! ~ q eq8ns 0!8!1sa~d
anp ns aiuaureaueloduramos alail!il !p ollanb 'ossauro~diiii~.~ opdo~dp aJeiuawns a i z z q e d annasos aqsue e~aiod'ouop
ouralisa un oiun!88e.1eq ole!qu!'~'auour e1 'ezuassorio:) ur. neuod
. S
~ Z I ouma q8 \q2 . . ;a!8ueur auros 'auqprionb
E
ens E ~ a!zel8 'opuasu!~ .alses apurxoj a1 aleiysal ailap n.1.11l !uo!zednsso ane alilo oilow p. rnb . :!-ail!il !E apq!ssasseur
-urossos uou l a d a 'ajsoddel~osossads 'applo a aqsrj!ii:.,<l auo!8a~eun e airure~ie p em8unfalenb e1 'equrolens q a u
ruorsr~
. . . EH 'o~a!=) Iap a euaL enap e1niea.n eur!qn'I siii.)s aiuaurelaq!I eizqosns 'osnrqs ma aqs o!s al!lde !p alalod ons
!S'!uourap!E !iueilep oiezz!xolxal ' o l e ! p n aluas 1s !od '.>i11
[e a!zel8 ' a eizez[e !s 'e~~![8ails !s 'osod!~!p orzes eqoil eun
qqns e!o!8 !p 'auo!ze11esa!p !iuaurour eilold 'eqqil!f>; ) . I I ~ I :
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~ e n a i enns eleirslasa enanb E a p q ~ u 0 8 ~ l ~ d
a1 uos alaiaduros !p ope18 q 'o!p un aluas !s :nuelseJ ii 1 1 I 1
ei~~yie'un sa
e ~ e ~ r [ d ouour I! aauellalios !uo!8al anaN
azua~~adsa eq ailop '!.ropaju!ipuom !au a ora13 u! e 2 s ~! I : I . ~
' s ~ n s!po aIiiunq!11lap a i n d e p ( ~ i ~ aq iaz p o~oqur~s 'I?UIIIII l
q p l e ' n a p !q8on1 rau ~luo~oil e1 uos
eun auros ela88al alassa aizap aqs 'sui!ue'nap e ~ i i i c : v . r ~ i ~s~ailonur l a d o 'odlos p uos e~osuea1aA. a !les !ons ala8
V I ) rseisos!sd o o!z!pn!8 p oilqns 1aiz-e odoa .o[odo<lI I I I . .
-8aiold ad ' e l l a ~ q n s elaprsap 01 eqoilpnb !uso aleuxol!1
pp ~so!8!1a1 . .
auorzipe~i ene aie8a1aiuaure!~oa asntrio., I I 111
!p (!uoe~ej!e ale[os!ued u! a ) olunfap le alailaunad
as aqsue 'euros 1ep a x a 1qs sp aieiuoJse1 allanb e p ~ [ ! U I I Y S I I ~ lad 'osrsy odros lau e y I! axeunaf !p odoss 01 eq auorzesy
oqour uou azu3~adsaeq ' q ! p eilodse~io[ aqs i:,i.11 -!ururnur essais e1 :auou enns E!JO.A enap on8aur o 'apour
-opueqqe a e!l8os e1 E S I E A ![8aaq2 e q o eurpd ~ E [ :.FPII!,II.MI enap auorzunf ur alailril e ouerzr8a olodod p onnl a8urds
oiunjap Iap o ! 8 8 ~p! ~anbunp eneu olqz7 oisano .i\:.I 1.11 t l ezza1oilad'esuos lisan6 .s!8sui 'eiap a oliuoIoilenap o~nje'~
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e, !',e
continuit poetica, Virgilio e Dante), quando fa scendere
nell'Ade il suo eroe, Ulisse. Prigioniero di Circe, egli
apprende che per tornare in patria dovr prima varcare le
porte dell'Ade per consultare il vate tebano Tiresia. Ed
ancora la maga che lo istruisce sui riti da fare per entrare
nell'oltretomba (non lasciare che le teste senza forza dei
moni / si accostino al sangue, prima d'interrogare Tiresia)
ed evocare i morti: in effetti, nonostante venga addirittura
descritta la rotta che dovr tenere la sua nave, quello di
Ulisse pi che un viaggio reale nell'aldil ricorda una
evocazione spiritica, in cui le entit defunte si manifestano al
rnedium, simili a ombre diafane prive di forza. Nell'Odissea
di Omero, ho scoperto il primo resoconto completo di una
seduta corrispondente all'esperienza psichica odierna, scri-
ve il medium americano Arthur Ford" capace di soddisfare
le quattro condizioni necessarie da me poste per poter
stabilire la soprawivenza personale dopo la morte. Il fatto
che tale racconto appaia in O m e r o ha una importanza
particolare, poich noto che questo poeta era molto fedele
nel descrivere i costumi, i riti, le credenze, le strutture, le
armi, i vestiari e le scene del suo tempo.
Dopo l'invocazione di Ulisse,~continua Ford gli
spiriti si affrettano a venire, anzi un gran numero di anime
si affollano attorno a lui, proprio come accade durante una
seduta spiritica, in cui il medium attrae le anime di coloro
che sono ancora vicine alla terra, perch appena morte
(come Elpenore, che d in questo modo a Ulisse la notizia
della sua dipartita) o perch ancora legate al piano astrale.
Per esempio egli vede il fantasma di Eracle, il suo simulacro,
dato che il vero Eracle nel cielo, tra gli immortali. Giacch
noi come dice Servio risultiamo di tre elementi: l'anima
che celeste e che tende a tornare l ond'essavenne, il corpo
che si disf sulla terra, e l'ombra ...Ma se l'ombra creata dal
corpo, senza dubbio perisce con esso, n allora rimane di noi
'"rthur Ford, Dopo la morte, Roma, Edizioni Mediterranee, 1985.
.il$ iiiia cosa che si rechi al mondo sotterraneo. Ma escogita-
I, ,iio esservi altres una specie di immagine fatta a effigie del
110sii.o corpo e che si reca laggi; ed essere un'immagine
C i i t lwrea, s, ma che non pu toccarsi, com' il vento.'5 Se
l ilissc rimane immobile al suo posto, aspettando che le
c~iiiI>re si awicinino a lui, Enea invece entra nell'Averno, con
I I I I : ~clescrizione non lontana a quella del Bardo Thodol o di
I 1 1 I vi:iggio nell'astrale, in cui si incontrano figure mostruose,
t I I C . iion sono altro che la proiezione dei nostri vizi o delle
iiost re paure. E infatti la Sibilla gli ricorda che non serve la
,.Il:~(l;~ per difendersi, ma occorre avere coraggio e animo
I~.iiii.Cos come Ulisse aveva incontrato Elpenore, Enea
i i c l v ; ~tra la folla degli insepolti Palinuro, che gli descrive la
\ I I : I fine. Poi Enea, traghettato da Caronte, varca il Tartaro
entrare nei campi Elisi, inondati di luce serena, di
Ijoschi, di fiori (un concetto che analizzeremo pi avanti),
,I~lveinsieme alle anime dei beati incontra il padre Anchise,
<.Iic gli spiega il grande mistero della creazione e la vita
I lill'anima che, contaminata dal corpo, deve reincarnarsi pi
vol~eper espiare le sue colpe. Sicuramente l'aldil virgiliano
I.i11 particolare la teoria della rinascita trova un riferimento
i i i Platone e prepara il terreno a Dante, la cui descrizione
tli,ll'aldil degna di un grande veggente e mistico (in effetti
apparteneva al gruppo iniziatico dei Fedeli d'amo-
I-c).
Egli stesso pi volte parla delle sue visioni e rivelazioni:
iiclla Vita Noua spiega ad esempio che, mentre si trovava in
ilno stato simile al sonno, ebbe una visione meravigliosa.
Me pareva vedere ne la mia camera una nebula di colore di
Itioco, dentro a la quale io discernea una figura d'uno
signore di pauroso aspetto a chi la guardasse; e pareami con
tanta letizia, quanto a s, che mirabile cosa era; e ne le sue
Ii;irole dicea molte cose, le quali io non intendea se non
I~oche; tra le quali intendea queste: "Ego dominus tuusn.
 Dante riconosce nella donna addormentata che ha in
braccio Beatrice, che presto diventer per lui simbolo della
sua Anima, sua guida spirituale, che egli potr raggiungere
solo attraversando Inferno e Purgatorio. Questa immagine
porta in s una profezia, la morte di Beatrice stessa, dato che
per l'uomo della visione la letizia si convertia in amarissimo
pianto; e cos piangendo, si ricoglie questa donna ne le sue
braccia e con essa mi parea che se gisse verso lo cielo.
Successivamente avr un'altra visione, in cui vede Beatri-
ce sul suo letto di morte circondata dai parenti in lacrime.
Dopo la morte di Beatrice ha un'altra visione ne la quale
vidi cose che mi fecero proporre di non due pi di questa
benedetta, infino a tanto che io potessi pi degnamente
trattare di lei. Ne parler invece solo alla fine del Purgato-
rio, quando ritrova Beatrice sul carro trionfale, circondata
da un divino corteo. Questa quintessenza psichica dell'ini-
ziazione dantesca ne rivela la singolare originalit, la sor-
prendente profondit, l'immensa portata. Vi si vede con
quale forza impulsiva Beatrice diventata l'evocatrice e
l'iniziatrice dell'anima del poeta, il centro della vita e la
chiave del suo capolavoro.l6 E si arriva cos alla Divina
Commedia, la quale ripropone, insieme a una visione
simbolica dell'aldil (se pur influenzata dalla cultura religio-
sa ~!cltempo), il cammino dell'iniziato, che per arrivare al
contatto col divino deve prima scendere negli Inferi, cono-
scere ogni esperienza fino al mistero del Male, che rappre-
senta la morte dell'anima per eccesso di orgoglio, l'impri-
gionamento e la pietrificazione dello spirito nel ghiaccio
dell'egoismo, donde risultano l'anarchia universale per la
divisione delle forze e la distruzione per i'odio.17
L'Inferno pu simboleggiare sia il mondo terreno, dove
l'uomo vive accecato e tormentato dall'ignoranza e dalle
passioni, sia il mondo astrale pi basso dove soggiornano le
1". Schur, I profeti del Rinascimento, Bari, Laterza, 1946.
'7 Ibidem.
:iiiiiiie poco evolute, ancora legate alla terra, obbligate a
ricordare (e quindi a rivivere con il ricordo) le proprie colpe
iiiciitre aspettano di reincarnarsi, per affrontare di nuovo
I'csperienza che non hanno saputo superare.
1,2 anime del Purgatorio - il secondo regno, / dove
I'iiiiiano spirito si purga / e di salire al ciel diventa degno
(1111regno che ancora la terra o l'astrale) -sono pi evolute,
11iii consapevoli e anche se commettono le stesse colpe dei
tl;iiinati, agiscono spinti dalllignoranza o per errore, mai per
iii:ilvagit. In questa dimensione si preparano, attraverso un
i.;iiiiinino di purifjcazione, a raggiungere il Paradiso, mondo
(livino dello Spirito puro, delllAmore supremo, la regione
tlcll'armonia, della compenetrazione e della fusione delle
;iiiiine. I Santi vedono Dio e la Verit nella luce spirituale.
Iii questa esperienza mistica, che non si pu tradurre in
~>:irle(vidi cose che ridire / n sa, n pu chi di l su
(liscende),) se non usando allegorie e immagini simboliche,
I );inte vede fiumi di luce, da cui escono ((favillevive e fiori
siiliili a pietre preziose, sente musiche celestiali, che la
iiiemoria non sa riprodurre, concludendo cos la sua inizia-
zione attraverso la conoscenza dei tre mondi.
Il Bardo Thodol
1-
Per quanto riguarda il rapporto con la morte, la tradizione
che pi richiama quella egizia per certi versi quella
tibetana. L'Oriente ha sempre fornito discipline che indica-
no a tutti (e non solo a pochi iniziati) come percorrere la
strada deli'evoluzione, gradino per gradino, come lo yoga'o
;inche il buddhismo, che pi che una religione pu essere
inteso e praticato come una disciplina spirituale. E dal Tibet,
che segue un buddhismo diverso da quello giapponese o
cinese e che considera .la morte l'ultima occasione per
realizzare la nostra vera natura che divina, ci viene
iin'opera straordinaria, Il libro tibetano dei morti o Bardo
Thodol, che potrebbe essere tradotto manuale per ottenere
la liberazione attraverso l'ascolto durante il bardon (la
liberazione quella dalla catena delle rinascite e bardo lo
stato intermedio dopo la morte). La funzione pi evidente
del libro quella di aiutare l'individuo, una volta defunto, a
orizzontarsi neii'aldil, dove sar sottoposto a una serie di
prove: se riuscir a superarle, potr uscire dalla ruota delle
rinascite e raggiungere l'illuminazione, altrimenti dovr
reincarnarsi di nuovo. Per capire ci che il lama officiante gli
legge, l'individuo deve mantenere la coscienza vigile, anche
dopo aver esalato l'ultimo respiro: questo possibile solo a
chi si prepara alla morte durante la vita, attraverso la pratica
di esercizi spirituali. Nell'aidil si presentano tre stati
intermedi da superare: se in vita ha risvegliato attraverso la
meditazione lo stato di buddhit, allora il morto riconoscer
la luce viva del primo stato, che la struttura deli'essere, la
luminosit della verit in s.
Altrimenti gli offerta un'altra occasione per riconoscere
nel secondo stato, dove ha terrificanti apparizioni, create
dalla natura dei suoi stessi pensieri. Se riconoscer queste
proiezioni mentali, esse svaniranno ed egli sar liberato,
altrimenti passer al terzo stato, in cui si accorge che ora non
ha pi un corpo fisico, di cui sente la necessit, ha freddo,
paura: e qui deve rendersi conto che ogni sofferenza stata
generata dal suo karma. Quindi gli appare un genio buono
che, servendosi di sassolini bianchi e neri, conta le sue azioni
buone e cattive, permettendogli di scegliere condizioni ed
esperienze della sua vita futura.
A una prima superficiale lettura, ilBardo sembra un libro
di preghiere, un rituale lungo, concettuale, di difficile
comprensione, rivolto a chi non pu pi ascoltare n
cambiare il proprio stato (questo ci che si crede: in realt,
una volta perso il corpo fisico, quello mentale mantiene
intatta la capacit di percepire ci che accade attorno a lui,
nella dimensione terrena e in quella dell'aldil).
Ma c' una chiave di lettura di quest'opera pi stimolan-
50
IL. c soprattutto pi vicina alla nostra mentalit, che si \
iri;illaccia alle disciphe psicologiche. La morte awiene
:iiiclie nella situazione deila vita dice Chogyam Trungpa,
I I :i<luttore e commentatore del Libro tzbetano dei rnorti.18
.<l.'csperienza del bardo fa parte deiia nostra struttura
~isicologicadi base. Compiamo costantemente ogni sorta di
i,sl)crienze di bardo, esperienze di paranoia e di incertezza
it(.lla vita di ogni giorno: come non essere ceni del nostro
ii.i.icno, non sapere bene che cosa abbiamo chiesto o in che
os;i ci stiamo mettendo. Perci questo libro non solo un
iii~:ssaggioper coloro che stanno per morire o che sono gi
iiiorti, ma anche un messaggio per coloro che sono gi nati.
Nascita e morte conclude Trungpa, con un'affermazione su
t t i i varrebbe la pena di meditare eawengono in ognuno
<osLantemente,proprio in questo istante.
11Bardo, allora, non un libro sulla morte, ma sulla vita.
1.1 (in invito a rivedere tutto in un'altra prospettiva: quindi
i i o i non dobbiamo vivere per prepararci a morire, ma vivere
l,~.i.capire il significato dell'esistenza imparare ad andare al
k
I l i I$ deiie apparenze, superare l'illus ne, imparare a morire
:I iioi stessi, per essere poi pronti al gr t de distacco, o meglio
1lc.r- raggiungere l'illuminazione (che corrisponde al concetto
I ~ccidentale di santit) per uscire daiia catena deiie rinascite.
I (CI ecco il sottinteso insegnamento del Bardo e del buddhi-
siiio: per raggiungere l'illuminazione necessario operare il
~listacco,diventare consapevoli che la realt in cui viviamo
vilo la creazione della nostra mente, delle nostre proiezioni.
I .'cgo, il nostro io, ci che ci tiene in vita neiia dimensione
iisica, ma anche ci che ci separa daii'unit, daiia Luce. Chi
vive per uscire dalla ruota deiie rinascite, per raggiungere la
I>iitldhit (3 la santit, ma questa parola ci fa pi paura)
vince la paura deiia morte, che diventa un'esperienza come
iiii'altra; un passaggio, la. nascita ad un'altra dimensione
 (come la nascita in questa vita la morte alla dimensione
spirituale), la liberazione dalle catene della materia. Ed ecco
un'altra riflessione, che nasce dalla lettura del Bardo: se ci
che ci spaventa nell'aldil sono solo le nostre proiezioni
mentali che sembrano prendere vita, allora ci che noi
chiamiamo inferno non un luogo in cui verranno segregati i
dannati, ma un luogo della mente, una proiezione dei
nostri stati mentali negativi.
Dapprima le energie e le emozioni si intensificano in un
crescendo tale che, a un certo punto, ci si trova confusi e
incerti se siano le energie a controllare noi o noi a controllare
loro... Poi il terrore comincia a volgersi verso di noi. Quando
si cerca di colpire all'esterno si colpisce dentro di noi.l9 il
meccanismo psichico della proiezione: quando proviamo
un'intensa emozione verso qualcuno, quando qualcuno ci
urta per il suo atteggiamento, non ci rendiamo conto che in
realt di quella persona non accettiamo una parte di noi
stessi. Si pensa che ci sia qualcosa fuori da attaccare,
combattere, vincere. Nella maggior parte dei casi l'odio
cos. Si adirati contro qualcosa e si cerca di distruggerlo,
ma al tempo stesso il processo diventa autodistruttivo e si
volge all'interno; allora si vorrebbe fuggire via, ma sembra
troppo tardi, siamo divenuti l'ira stessa e non si sa dove
fuggire. Perseguitiamo noi stessi costantemente e questo lo
svilupparsi dell'inferno.90 Ecco che le terribili divinit
tibetane, che si manifestano come demoni terrificanti (cos
come tutte le divinit di ogni religione politeistica, demoni e
dei), non sono altro che la personificazione dei nostri stati
l
d'animo, positivi e negativi. E questa la descrizione non
l
t
solo della nostra mente, del nostro inconscio, ma dell'astrale,
la dimensione in cui si muove la mente (o anche l'anima)
fuori dal corpo.
Morire ogni gzorno
/>17 rinascere nello spirito
( )ggi, forse, non ci sono pi scuole iniziatiche paragonabili a
cliielle dell'antichit?' che forgiavano l'individuo e, dopo
:iverlo messo alla prova, gli fornivano le chiavi della cono-
scenza quali strumenti di lavoro, potenziando le sue doti
iiitellettuali, psichiche e intuitive, in una ricerca dove
conoscere non ha una connotazione unicamente intellettua-
Ic,ma significa essere, mettendolo a contatto con la sua parte
divina, spirituale: anzi molti gruppi, come accusa Gunon,
con le loro iniziazioni per corrispondenza sono addirittura
una caricatura delle scuole veramente iniziatiche (anche se
tutti questi gruppi nati nell'ottica dell'Et delllAcquario,
liamo la funzione di cambiare la mente, di aprirla a nuove
prospettive). In ogni caso vi sono molte vie che ci permet-
tono, anche senza entrare a far parte di nessuna scuola o
setta, di togliere uno per volta i veli del mistero. una
ricerca che dura tutta la vita e forse anche pi di una: ma
dobbiamo tener conto che comunque quello di crescere,
evolversi, tramutare in oro il fango di cui siamo formati un
impegno che d senso all'esistenza. Ogni strada, dunque,
pu essere buona (e tutte quelle che hanno un cuore sono
buone, come dicono gli indiani pellerossa), appartenga essa
alla cultura occidentale o a quella orientale: entrambe
possono fornirci preziose indicazioni di percorso, sul piano
filosofico e spirituale, quando non siano seguite per
moda.
In questi campi non si pu mai essere abbastanza
prudenti, ammonisce Jung l'istinto di imitazione da un
lato e, dall'altro, una bramosia veramente morbosa di
appropriarsi di piumaggi altrui, inducono un numero troppo
I n realt vi sono ancora valide scuole esoteriche non inquinare dal potere
politico ed economico; inoltre si pu considerare iniziatico anche il cammino
percorso da alcuni religiosi, occidentali e orientali.
grande di persone a buttarsi su motivi "magici" di questo
genere per farne un uso esterno, come una pomata. Si fa di
tutto, anche le cose pi strane, pur di sfuggire d a propria
anima.9
Ognuno deve scegliere la scuola che sente pi adatta al
proprio background culturale o anche alia propria struttura
psichica: si pu iniziare la via del risveglio partendo
indifferentemente (o quasi) dalla psicoanalisi o d d o yoga
d o zen, il tao, si pu seguire la via dell'intelletto o quella
dell'intuizione, del misticismo. Ci che conta apritsi alla
Luce, alia legge divina, accettando di vivere giorno per
giorno le esperienze del proprio karma. Alcuni studiosi,
come ad esempio Servadio, ci ricordano che non si pu
conseguire una conoscenza iniziatica mettendosi di colpo a
far digiuno o ingerendo droghe, ma occorre programmarla
nell'ambito di un'organizzazione tradizionale: per avere la
certezza di essere nel vero e non nell'illusione, l'iniziazione
non pu essere lasciata al caso e alle circostanze, ma deve
essere il conferimento di un'influenza illuminante traman-
data ah antiquo secondo una trasmissione ininterrotta*?'
Certo, l'appartenenza a una scuola d notevoli garanzie:
ma la possibilit di sganciarsi dall'dusione, di conoscere, di
raggiungere quello che Jung, rifacendosi alla sapienza india-
na, chiama il S data a tutti coloro che sono disposti a
lavorare su se stessi, a rinunciare al proprio ego per
raggiungere lo spirito. Questa realizzazione si attua con lo
yoga come nel processo di individuazione perseguito dalia
psicologia analitica di Jung. Sperimentare e vivere questo
S la meta principale delio yoga indiano* scrive Jung;24
per questo faremmo bene a studiare la psicologia del S
ricorrendo ai tesori del sapere indiano. L'esperienza del S
non ha niente di intellettualistico. ma un accadimento
l' C. G Jung, P r i ~ u l o ~ i~ ialchimia,
a Torino, Boringhieri, 1981.
'' E. Servadio,Paiiisulla riia inizictica, Roma, Edizioni Mediterranee, 1979.
" C. G. Jung, Prat~cadella pricoterapia, Torino, Boringhieri, 1981.
vii;~lee radicalmente trasformatore. H o chiamato il processo
tlic conduce a questa esperienza "processo di individuazio-
iicn. Specificando poi, in un'altra che il S pu
i.sscre individuato nella totalit della psiche, conscia e
iiironscia: Naturalmente facile dire S: ma ci che
iiitcso con questa parola rimane celato in un'oscurit
iiietafisica, che potrebbe essere identificata molto semplici-
si icamente con lo spirito che vivifica l'anima e il corpo. E per
;ii.rivare al S, ci dice lo yoga, occorre invertire la direzione
[Iclla nostra visione mentale e dirigerla verso il centro: questa
itiversione nelia profondit della coscienza si chiama pravrit-
l i ed lo scopo principale della meditazione?6
Per raggiungere questo obiettivo, necessario imparare
;i inorire ogni giorno, levandosi via via le varie cortecce (o
iiivolucri) che costituiscono il piano materiale, emotivo,
iiiieliettuale, fino a raggiungere il centro, lo spirito. ci che
1:) l'iniziato chiamato, come scrive Servadio:i a ripercorre-
ic i processi onde fu organizzato il suo essere psicofisico, e
sottrae man mano il suo Io alia schiavit de1l'"essere
vissuto". Ecco perch nel simbolismo di tante tradizioni
I'iiomo deve passare attraverso la "morte", ossia uccidere -
~ i c rlo meno virtualmente - nel non-Io (ossia nel corpo,
iicll'inconscio, nei modi abituali d'esperienza) una "prima-
irict" che sussiste bens nell'uomo comune, ma che non
(lefinitiva, e dalla quale l'uomo stesso pu affrancarsi. In
questo modo egli, dopo aver ripercorso tutti gli stadi
;itlraverso i quali si trovato prigioniero, si decondiziona,
lino a ricongiungersi, a ritrovare in s quel principio
immateriale e radiante con cui s'identifica e che , al tempo
stesso, causa e strumento.
Ed la stessa strada indicata dal sufismo: <<Seguireil
sufismo significa morire gradualmente come S per divenire
'I C. G. Jung, Psicologia e alchimia, Torino, Boringhieri, 1981.
Lama Anaganka Chinda, MCditation natrice, Paris, Albin Michcl,
1'979.
" E. Servadio, op. cit.
ilvero S, cio rinascere diventando consapevoli di ci che si
sempre stati dall'eternit (azal), pur senza esserne consci,
finch la trasformazione necessaria sia awenuta.28
Ma una tale trasformazione continua Seyyed ~ o s s e &
Nasr comporta un profondo mutamento proprio della
sostanza dell'anima, per l'effetto miracoloso della divina
presenza, la quale si stabilisce nel cuore in seguito all'inizia-
zione del maestro spirituale e agisce tramite la grazia che
fluisce dall'origine della rivelazione. Anche questo autore
ribadisce la necessit di una disciplina per addestrare
l'anima e di una iniziazione formale che unisca il discepolo al
maestro e alla sua catena spirituale.
Questo S non pu essere realizzato ove difettino forza
spirituale, indifferenza, disciplina, unite a rinuncia, si legge
nelle Upanishad. I1 s di quel saggio che dedica il s al S
con i mezzi descritti, entra nel grande S. I Saggi che lo
hanno trovato, permangono in perenne contentezza nella
Coscienza Spirituale; costantemente concentrati nel S,
liberi da ogni attaccamento e sempre in pace, all'interno e
all'esterno. Essi trovano l'incondizionato e l'onnipervadente
e lo realizzano nell'intimo di loro stessi, divenendo uno col
Tutto.
I1 contatto con i corpi sottili
La morte ai legami terreni ci affranca in un ceno senso da
quella dell'aldil, che, come scrive Besant, non altro che un
ripetuto processo di spogliarsi, di togliersi gli involucri. Una
volta valicata per sempre la frontiera della dimensione
materiale, la pane immortale dell'uomo si liberer degli
involucri esterni, ad uno ad uno, cos come il serpente che
esce dalla sua pelle, la farfalla dalla sua crisalide, e l'uno
sorge dall'altro, passando cos a uno stato di coscienza
Seyyed Hossein Nasr, I1 rc?frrmo, Milano, Rusconi, 1989,
\iipcriore. Ma questo processo, come abbiamo visto, pu
( s e r e effettuato anche durante la vita terrena e in questo
iiiodo l'uomo pu rendersi familiare con lo stato in cui viene
;i trovarsi disincarnato.29
La sequenza pi owia, in questo processo, quella di
11;irtiredal primo gradino, che concerne il corpo fisico, che
occorre imparare a conoscere, controllare e quindi superare,
Ilcr passare poi alla parte psichica, mentale e spirituale. Per
sllcrimentare questo processo di distacco dai vari strati
ilcll'essere, la meditazione yoga ci suggerisce un esercizio
~iioltosuggestivo.
Mettetevi nella posizione del fior di loto; con le gambe
incrociate e la schiena diritta. Chiudete gli occhi e
rilassate tutto il corpo, partendo dalla testa, i muscoli
del collo e delie spalle, la schiena, la zona del plesso
solare, le gambe. Regolate il respiro, inspirando ed
espirando dolcemente. Ora concentrate la vostra atten-
zione sul terzo occhio, nel punto che si trova alla base
del naso, allontanando i pensieri, fino a quando la
mente calma, come la superficie di un lago. Ora, in
stato di ascolto interiore, ripetete mentalmente: Io
non sono il mio corpo)). E poi, facendo una pausa tra
un comando e l'altro, portando l'attenzione s d e parti
citate: Io non sono il mio corpo: non sono i miei piedi,
non sono le mie gambe, non sono il mio bacino, n il
tronco, n la testa. Io non sono i miei muscoli, n il
sistema nervoso, n quello circolatorio, non sono le mie
ossa, n il mio cervello. Io non sono il mio corpo.
Cercate di sentire il vostro essere privo dell'involucro
esterno: in genere si ha una gradevole sensazione di
espansione e di benessere; qualcuno si sente galleggia-
re, dondolare, oppure scopre di non avere limiti,
Annie Besant, Ln Morte... e poi?, Trieste, Societ Teosofica Italiana,
la)n%.
 confini, scoprendo di esistere indipendentemente dal
corpo. Ora ripetete nuovamente: Io non sono le mie
emozioni, n i miei sentimenti: non sono l'ansia, il
rancore, l'odio, l'invidia, la gelosia (...)n,ascoltando poi
le risonanze interiori ad ogni frase. E quindi: Io non
sono la mia personalit, e, dopo aver fatto un'analisi
delle proprie caratteristiche, nominarle ad una ad una:
Io non sono le mie doti, n i miei difetti)).E non sono
neppure la mia mente, i miei pensieri. E infine dopo
una pausa: Io sono l'Atman, 1'Essere in s, la Luce, lo
Spirito*, cercando di percepire la propria essenza. Poi,
dopo qualche minuto di silenzio, dopo esservi lasciati
invadere dal senso e dalla forza delle parole che avete
pronunciato, riprendete piano piano contatto con la
mente, i pensieri, le emozioni, il corpo fisico. Tirate un
lungo respiro e aprite gli occhi.
Salvo qualche raro caso di persone psichicamente disturba-
te, che vivono la liberazione dal corpo come una distruzione
del proprio Io, in genere questo esercizio molto confortan-
te. Mentre si sperimenta la sparizione, se pur a livello
immaginativo, del corpo e d i tutto ci a cui siamo sempre
stati attaccati, come le nostre idee e la nostra persona-
lit, ci si rende conto che ur.a parte del nostro essere
permane, una parte luminosa (o nouminosa), la cui sola
percezione ci rende pi forti, pi sicuri, pi certi di una
realt che trascende quella della materia.
CAPITOLOn1
VIAGGIO NELL'INVISIBILE
Chi so se il vivere non si0 morire
e il morire invece vivere?
PLATONE
Iii iin certo senso, la morte iniziatica pu essere paragonata a
iiii viaggio dell'anima in altre dimensioni, definito dalla
l);ii.apsicologiaOobe, (out of the body experiences: esperien-
/A.hiori dal corpo). Rovesciando il discorso, si pu d u e che
I:i possibilit di uscire dal proprio corpo, e quindi dalla
tliinensione dello spazio-tempo, potrebbe dimostrare l'esi-
\ii.iiza di una vita al di l di quella della materia e di
C oiiseguenza l'inesistenza della morte. In effetti, se una parte
i 1 i . I nostro essere pu staccarsi temporaneamente dal co&o e
. I \ , ~ Iuna. c sua esistenza autonoma mantenendo la c o s k n z a
<lisi., si pu ipotizzare che sar questo stesso quid a lasciare
r Ic~linitivamente il piano terreno dopo il distacco dell'involu-
, io fisico, che noi chiamiamo morte, per muoversi in quelle
iliiiicnsioni oggi solo intraviste in casi particolari (per
inpio pio durante il coma, la trance o l'estasi). Ci che esce
t1:11 corpo fisico, il tramite con cui si agisce nella dimensione
~lcll'invisibilesembra essere un corpo energetico (il doppio),
iiiil)alpabile, e - non sempre- invisibile. I n questa situazione
~lii;ilcunoha la sensazione di osservare ci che accade da un
I 1,iinto imprecisato dello spazio, senza una precisa collocazio-
iic spazio-temporale.
Alcuni sensitivi riescono a ottenere llOobe ogni volta che
\i pongono in uno stato particolare o comunque quando
iIi.cidono di farlo. Di solito per le prime esperienze sono
\I)or.tanee, avvengono in seguito a uno choc o nel dormive-
,:liil, in cui vengono scambiate per sogni.
l
Nel 1978 ho subito un pauroso incidente ci racconta
Marco Gonzina, pranoterapeuta di Desenzano. Ho dun-
gato un braccio nelia gabbia del leone e questo me l'ha
azzannato. Mentre mi sbranava, mi si sono centuplicate le
forze e sono riuscito a strappargli il braccio dalla bocca (i
medici me l'hanno poi riattaccato con 160 punti): da quel
momento sono entrato in uno stato molto particolare, non
avwo n paura n sentivo il dolore, avwo solo la consape-
volezza che stavo morendo, e tutto mi pareva ovattato. Sono
arrivato in ospedale con le mie gambe e ho preteso
l'anestesia locale, in modo da controllare l'operazione. Dopo
un'ora di intervento, sono stato proiettato al di fuori del mio
corpo: vedevo tutto dall'alto e non sentivo niente, non avevo
sensazioni, n emozioni, anzi incredibilmente ricordo questa
esperienza con grande piacere. Quando l'operazione finita,
sono "rientrato" di colpo nel corpo, sentendo tutto il male e
anche la disperazione, tanto che poi straparlavo.
i :,,.j:iiita, aiutandomi da questa dimensione. AU'inizio avevo
Oobe: le esperienze fuori dal corpo
Di pomeriggio vado a riposare nelia camera dei bambini
racconta Elena Criscuoli, di Firenze. Un giorno mi sono
svegliata per andare a bere, rilwando che ero sul fianco
1 I'( )obe ha avuto uno sviluppo: oggi nelie mie uscite veng
sinistro: mi sono alzata e ho infilato le pantofole, con grande
fatica. Sono andata in cucina e ho visto mio marito con i miei
figli e un estraneo, un uomo che non avwo mai visto. Mi
sono avvicinata, ma nessuno di loro mi ha dato retta. Un po'
1 Anche i suoi figli hanno sperimentato l'Oobe. La prima
I
offesa (pensavo che non mi guardassero perch ero in
vestaglia) sono tornata a letto. Come sono entrata in camera
ho visto me stessa, o me lio il mio corpo che dormiva
tranquillamente nel letto. 8 stato un colpo tale che sono
svenuta. Quando pi tardi mi sono svegliata, mi sono trovata
sdraiata nelia stessa posizione, sul fianco sinistro: in casa non
c'era nessuno e ho pensato di aver sognato. La sera mio
marito mi ha raccontato che era venuto un uomo a
consegnargli dei documenti. Il giorno dopo, quando questi
i hollcvare e risucchiare verso l'alto. H o aperto gli occhi e mi
i iiot.iiato: era lo stesso che avevo visto nel mio "sogno". In
..a ,:iiiio ho letto un libro sulie tecniche per sdoppiarsi e ho
t ,illiio che per me era facile. Una volta mi sono perfino
*,l1.iw5iitata perch non riuscivo pi a rientrare. Da aliora ho
,i\*iiioaltri Oobe, ma sempre spontanei. Una volta, che mi
ii~w;ivofuori dal corpo, non appena ho pensato al mio
iiiii<-iomi sono trovata l: anzi, mi sono anche seduta sulla
i i i i : i scrivania, sprofondandoci dentro. Un'altra volta, in
1 )ol,c, ho sentito parlare mio figlio, che era andato a trovare
i i i i ;iiiiico e la sera ho controllato quanto aveva detto.
I <<I ecco il racconto di Alessandrina Ruggeri, una signora
g l i 'l'orino: Ho incominciato a sperimentare 1'Oobe quindi-
I I : i i i i i i fa in modo spontaneo. Nonvedevo il mio corpo, ero
i I ii wi, semplicemente, e osservavo i miei figli giocare da una
~Iiiiic.nsioneimprecisata. In questo stato sentivo la voce
iii~.iitiIndibiledi mio padre, che per un certo periodo mi ha
~ ~ : i i i r ;soprattutto
i, perch non avendo mai sentito parlare di
< I I I ( M L ' esperienze, pensavo di essere impazzita; poi, leggen-
t 1 1 1 <!cilibri, ho scoperto che altri avevano avuto esperienze
i~iiicla mia e mi sono confrontata con queste. In segui
;iiiii:ita da un'entit, che mi fa anche scrivere. A volte, in
iIiivsta dimensione mi capita di vedere il doppio degli
i
:i11 ~.i.
voIi;i mi capitato tre anni fa racconta Cristina, 22 anni.
'qlliia notte, dopo essermi addormentata, mi sono trovata
<I:iv:inti a casa, mentre cercavo di aprire la porta, senza
iiiiscirci. In quel momento ho percepito la presenza di
Iiiiiiierose persone accanto a me e mi sono resa conto di
:ivcre una consistenza leggerissima, come se fossi fatta di
Iiiiiio. Spaventata, ho perso coscienza. L'anno successivo,
iiivntre sognavo di andare in altalena, mi sono sentita
hi~iiovista fosforescente, mentre galleggiavo sopra il corpo
- - 21.4~
.P-.-* -<*L1
che dormiva: ho capito di essere fuori e non sapevo
rientrare, non avevo la padronanza dei miei movimenti.
capitato altre volte di trovarmi fuori, ma ho sempre cerc
di tornare indietro, perch ho paura. Quando esco, 'a vo
vedo luci molto foai, colorate, sento voci che mi parlano,
cui non distinguo bene le parole, salvo una volta in cui
voce femminile mi ha detto: "Adesso le cose le sai
decidere", come fosse la fine di un discorso che pkr
ricordo.
Un'altra storia significativa, che assume
visto che il soggetto possiede grazie alla sua p
professionde gh strumenti per analizzare la p
rienza, queiia della dottoressa Clara Serina, una psi
lista che ha fondato a Milano il Centro ricerche evolutive
deil'esseren. La prima esperienza di Oobe l'ho avuta
nell'85, quando non sapevo neppure che l'uomo avesse
questa possibilit, visto che non mi ero mai occupata di
fenomeni paranormali. In quel periodo stavo studiando
intensamenteJung e in particolare il tema relat.ivo all'energia
psichica. Un .pomeriggio ero accanto alla stufa e stavo
leggendo con grande intensit: a un certo punto, sentendomi
affaticata, sono andata a sdraiarmi in camera da letto. La
stanchezza era accompagnata da uno strano rumore, molto
simile a quello dei fili dell'alta tensione, me
aveva una vibrazione particolare. Nel frattempo ho avuto
come una visione, un sogno molto curioso: vedevo un
paesaggio dell'antico Egitto, popolato di donne bellissime
vestite con una tuta d'argento e un copricapo aweniristico
dello stesso colore, che stavano lavorando per costruire
questa citt antica, con le piramidi. Io cercavo di parlare con
loro, senza riuscirci. Poi ho capito che in realt
un'altra dimensione temporale e ho percepito che si tratt
della coscienza delie cellule del cervello; qu
aveva un significato importante, mi segnalava cio il
compito. Dovevo imparare a comunicare com la cosci
deile cellule, un discorso che a noi occidentpl; appar
62
~is..iir<Io, ma che vient Lulisiderato owio da yu.isiasi yogi
iiitli:i~io.Subito dopo mi sono trovata vicino a un fiume
VI 1 1 I icoso e un po' fangoso: e anche questa era l'immagine,
l i 11 ir simbolica, del mio sistema sanguigno. Durante questa
t6ihit>iic ero perfettamente consapevole, sveglia: ho pensato
i11 ..sscre entrata, chiss come, nel mio corpo, e ho desiderata
I I ~ 11.1ie. Improwisamente mi sono trovata fuori e ho visto
L
&
I
iIiill'i:sterno in bianco e nero un'altra me stessa, per
I~i\,(.ichiata, senza energia: contemporaneamente ho perce-
1 ;iccanto a me un personaggio piccolo, fastidioso, che ho i:
i.:ito di allontanare, rientrando a contatto con il mio
I N ) . Quando tutto finito, anche il rumore deli'alta
sione si spento.
p,
n I
<<Poi,l'anno successivo, l'esperienza si ripetuta in 1
,lo pi intenso e su'un piano meno immaginativo. In
r l p n ilc mio padre, che abitava in Brasile, morto improwi-
u~~iiiciite e purtroppo non sono riuscita ad andare in tempo
, tlii I i i i per assisterlo, e neppure per partecipare ai funerali.
'I'ii~~~ivia sentivo la necessit di essere in qualche modo
sciite e ho cercato di restare in contatto mentale con mia
rlla, che si trovava 'dai miei. Mentre in Brasile era
iicriggio e stavano facendo i funerali, da noi era notte:
i~iilaiidoa letto, decisi di fare un esperimento, di tentare di
niiil;ii.e dai miei. Dopo essermi lasciata andare, subito mi
wo11<1vista l, sul terrazzino: era tutto scuro, ma c'era una
I i i i i i i inolto particolare, diversa da queiia che siamo abituati a
vrtlrre noi. Mentre stavo vedendo queste immagini, vivendo
qiirsto momento con grande intensit, squillato il telefono,
rlliortandomi bruscamente al normale liveilo di coscienza:
~ r r nmia sorella, eccitatissima, perch tutti l avevano awer-
tiio la mia presenza: erano s d terrazzino a osservare la luna
chc appariva circondata da strane fasce di luce colorata,
coiiie spesso Si vede nei paesi caldi, quando mi hanno vista in
mczzo a loro.
In questo caso lo sdoppiamento stata una esperienza
ettiva, confermata da altri. Qualche tempo dopo ne ho
63
,::a
,
, ,
;
~- - -- ,-:l! I &
 avuta un'altra, su un piano pi simbolico. Ero a letto
rilassata, quando ho incominciato ad awertire di nuovo quel
ronzio dei fili ad alta tensione e ho capito che stavo uscendo
di nuovo dal corpo. Mi sono detta che volevo uscire dallo
spazio terrestre per incontrare alcune figure di saggi.
Istantaneamente mi sono spostata verso un altro pianeta,
1 1 - ' scoprendo che l'azione in questa dimensione contempora-
nea-alla volont di compierla: quindi durante l'Oobe non si
deve usare la memoria legata allo spazio-tempo fisico, ma il
"pensiero del possibile", perch non vi sono le limitazioni
dovute alla materia, ma tutto possibile. L ho intravisto
alcune figure, ma ho anche capito che non ero pronta per
questo incontro e cos ho deciso di ritornare sulla Terra.
Voltandomi ho visto il nostro pianeta, poi mi sono trovata
davanti a un enorme occhio inserito in un triangolo lumino-
so, a mezzo metro da me, e ho capito che era la proiezione
del terzo occhio. In seguito ho analizzato la mia esperienza,
valutandola anche da un punto di vista psichico: al di l del
fatto che non ho dubbi su quanto mi accaduto (del resto
sono perfino stata vista da altri), devo rilevare che quando si
fa un lavoro di introspezione, si arriva a una conoscenza
sempre pi allargata di noi stessi e a un'amplificazione della
coscienza, che in grado di sperimentare sfere energetico-
spirituali sempre pi elevate. E proprio queste esperienze mi
hanno confermato l'elevatezza del nostro S, la parte
onnisciente che in ognuno di noi.
L e appartiioni dei vivi
I n qualche caso (come accaduto anche a Clara Serina) il
doppio dei soggetti che stanno vivendo uno stato di Oobe
viene visto da altri. La maggior parte delle volte questi sono
legati a loro da un rapporto affettivo, ma qualche volta
accade anche a degli estranei.
Un caso classico quello di Landau, che ne1 '63 pubblic
la sua esperienza suila rivista americana della SPR: Un
pomeriggio mia moglie Eileen and a letto, dicendo di voler
vedere il nostro amico che era in vacanza a Cornwall, e
quello che stava facendo. Quando si svegli pot darmi una
descrizione accurata di una pianta che il nostro amico stava
fotografando, i dettagli dell'ambiente e di una persona che
era con lui. Tutto questo fu confermato in seguito e, cosa pi
interessante, il nostro amico aveva avuto l'impressione che
una figura fosse passata in quel momento vicino a lui.
Per avere una ulteriore conferma sulla capacit della
moglie di sdoppiarsi volontariamente, Landau la invit a
deporre ai piedi del suo letto un certo oggetto, in stato di
Oobe. Verso il mattino si svegli improwisamente e la vide
in camicia da notte mentre stava ritornando nella propria
camera (dormivano in stanze separate): osservandola meglio
si accorse che era s Eileen, ma trasparente, impalpabile. La
segu e quando arrivarono neiia sua stanza vide sua moglie,
quella vera, in carne e ossa, dormire nel letto, mentre
quest'altra svaniva di colpo. Ritornato in camera sua, ai piedi
del letto Landau trov un oggetto che prima non c'era. I1
mattino seguente la moglie gli raccont che di notte si era
sdoppiata per andare nella sua stanza, ma non ricordava di
essere ritornata indietro.
Renato P,, di Torino, quando improwisamente si accor-
se di essere fuori dal corpo si chiese se stava sognando. Mi
trovai fuori in orizzontale, a met altezza tra il soffitto e il
letto. I1 mio corpo era bianco e trasparente. ~ ' e c i sdi
i cercare
una prova inequivocabile e pensai che se mi fossi diretto
ali'altro capo del letto, dove quella sera mia figlia dormiva
accanto a mia moglie e se avessi scosso la bambina, avrei
avuto la prova di non essere legato alla materia. Cos,
fluttuando, mi spostai, allungiii le braccia per afferrarle il
viso e scuoterlo, ma le mie mmi sprofondarono dentro di
lei. hla Roberto si convinse ugualmente, anche senza la
prova cercata, di essere in un'aha dimensione e subito cerc
di saggiare tutte le possibiliti di movimento. Fluttuai

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!p od103 un ep oqo3 auuaA e~e8aldanuaw aq3 ' e l o ~ ! ~
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'o31me orm un 'odd!it ' a l ~ aassoj
~ amo3 'aiuaweiqls!p
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ouno~ E IEUJOL 'EIEZJO~ E ~ E I Sma uou emleuas e1 a esn!q3
ela olne'7 pA!uaA aAop ep :oqu!88n~~e onaqo3 un a p a s
1"s !eAon odop ou!neur 11 .aqunop E repue a arqowolne'l
rsnrq3
. . 'auo!zewisap E OIEAIJJE :aua8aq e repue '89' lau ' E ~ O A
eun :!uorsuaurip anle uo> oneluo3 !p i n l e ' o ~ ! i p 8 o ~ a ~ d
odil. rp
. azuauadsa aqow aqwe olnm OH .!uo!suaw!p a q e
q aq3ue 'a~dmasalE3la3 E o w d s eq !ur olsano .p!lalew
FOIEA !"p aleuo!qpuoD !unej !p OiEila33E !EW oq uou 'onnl
olnAe opuaAe m d :oqow ouajjos oq eqa E!W enau a t p ~ a d
'aq~!ue!paur E J O ~ U E aale a 'azua~~adsaalsanb olnssra
oq as . ~ 0 3 ~ Oa Md J J O ~uou !pqnb a oual p u ela odim o y p
89
aq3 rwopuaxp o ~ e z q ~ n b u e!url lew 'emed OMAQ ~aiueuo!s
-saldw! eiels odlo3 1ep !lonj oilej oq aq3 ouea3o'nap eies
-laAelie7 . E U ! ~ U ~U~! JaleA0.u
Q E OPEPUE !p ospap oy 'auaq
E A E ~ Suou alped o!ur aq3 opuades ' E ~ O Aeun o!dwasa lad
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. . n u a olnss!~
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' o u ~ n w m oowaure!ddops
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3 3 ~ oluas aq3 '~p!n8 eun 'olisaew
un oiels aw ad aq3 'paweqom uo3 O J ~ U O ~'ozuewo.~ U!,~
orw lau OJJEU aq3 p ! ~oinss!a azuawleal oq aAop 'oueq!~
u; rod aleApe ad 'on!83 u! !saur anp opuaueql 'o.T!E~
p'lad nued :arna!lo,l ad 0!88e!~ p @ed !W alped o!m
~ I!ellod ay3 'v@/or6
11 auro3 'nq!~Fons ~ ~ d '~3aio!lq!q o ~ s eun u! opueso!lnD
'rplel q!d 'ln~!aa e :E~!A E!W enau aiueilodw! olonl un OlnAE
eq uelqr3 a q 3 q 'ozlo~uo3seq !ur ay3 ezuap!3qo3 eun
U enap elep e1 a U E J ~ !!p~ e!saod Eun
.9~61.11.8' E ~ ~ S EE!UI
e s r q e ~ e i ~ aq3
o d 'o~aqle'napolue!den Iap auo!semo al
- 0 8 y~e u~ e ~ p q q qep a l a p p q eilej apyde1 eun owqldo3s
o!18p un ns opuenb 'O~!WE o!w un uo3 'e!lay8un q ' u o ~ s ~ e g
08~1Ins OAEAOJJ !W OUJO!~ u n .alua!lo,l oslaa '!uo!se33o
aslaAip W olnAe OMAE aq3 !uie!qg.~ !!n% a E ~ I I
q ~ J ~ A ! An!d aio od uou !p p a p !uue anppuaa E ay3 aiuaw
-spuojo~d{so3 oiepso8ue ouueq !W azuapadsa alsano
.odlo3 lau aiuaure3snlq olsqwo!d!~ ouos a ezuels E!UI
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enap euod E ~ oiessnq eq oun~lenb'o~la!pqopueu~olo ~ e i s
alluam .o~!sy odlo3 oyw uo3 'aiuauqeal oie3al ouos
r
rw opuenb '!plei q!d o i e ~ o n !oq ~ arp 'alaua1 aunge ols!~
oq oprjfn o!m lap E ! U E ~ J ~ Senns a 'omaw!~qe~sq 'a~ped
orw ep olspue ouos .arq!s!Au! aluawleuy alassa !p e ~ o n e
olezzrleal oq :olelsods !s aq3 'a~a!qple!8 ole3301 oy
owp~er8
. . UI .asn!q~auod a1 a !mur !ay3ue aJeslaAelile aio od
rp ouome ouos rur a3aAq spade aasauy a auod ep alessed
laaop !p o~esuad:EzUElS Enau al~!88al~ !od ' a l ~ l 0 NYWS
rw ' y m o 118 osn!q~laAe o d o a .auo!zelaqg !p osuas apue~8
un O ~ E A O Joq~ 'oma~edso q l d un odop 'oippe ep 'omaw
-e!ddops !p ezuapadsa ewpd e!w e1 O ~ M E oq opueno
 cia destra ed ebbe l'impressione di sentire che la mano fosse
coperta da un mezzo guanto. Pens subito a Padre Pio, e il
giorno dopo gli chiese se era stato lui a colpirlo. "Cos si
manda via il sonno quando si prega" gli rispose il Padre*
- scrive Renzo AUegri.1 Un altro episodio di cui fu testimone
Maria Pompilio riguarda un uomo che, entrato in sacrestia,
si gett in ginocchio davanti a Padre Pio, piangendo e
ringraziandolo per avergli salvato la vita, raccontando poi la
sua storia: Ero capitano di fanteria e un giorno, sul campo
di battaglia, in un'ora terribile di fuoco, poco distante da me
vidi un frate, pallido e dagli occhi espressivi, non in divisa da
cappellano ma con il saio da semplice frate, mi chiam e
disse: "Signor capitano, s'allontani da quel posto, venga
vicino a me, presto". Andai verso di lui e, prima ancora di
arrivare, nel posto dove mi trovavo prima, scoppi una
granata che apr una voragine. Mi girai verso il fraticeiio ma
non c'era pii.2 Molti ufficiali americani, in stanza a Bari,
raccontarono di essere stati salvati da lui. Egli dunque non
solo appariva vivo, in carne e ossa, ma a volte interveniva
materialmente, toccando le persone o portando oggetti,
come una reliquia della Croce, chiusa in una teca, che egli
consegn una notte a Roma a una suora, con l'ordine di
portarla in casa della contessa Siij. Un caso straordinario,
che ho vissuto come testimone (in questo caso direttamente
interessata), accaduto a mio marito. Una sera chiese a una
medium sua amica, A.A., che in quel momento si trovava al
mare, di controllare con la sua veggenza come era andata
l'operazione agli occhi a cui si era sottoposto pochi giorni
prima. I1 mattino svegliandosi senza la benda protettiva, che
era sui cuscino, pens di averla tolta inconsapevolmente di
notte. Pi tardi gli telefon A. e, prima che lui potesse
parlare, gli disse: Sono venuta questa notte e ti ho visto. Stai
bene, non c' pericolo. Mi sono solo dimenticata di rimet-
terti la benda.
1 Renzo Aiiegri, Padre Pio. L'uomo della speranza, Milano, Mondadori,
1984.
2 lbidem
Il sensitivo che insegna
a volare con l'anima
Johnny Heker, un amico che mi ha introdotta al mondo
dello spirito molti anni fa, seguendomi nei miei vagabondag-
gi psichici,' in grado, come racconta lui stesso, di uscire dal
corpo con un comando mentale. Fin dali'et di quattro anni,
prima di addormentarsi, vedeva il proprio doppio ai piedi
del letto che lo osservava, oppure usciva daiia finestra: a quel
punto si addormentava. Una volta vidi un militare in
camera mia che, dopo avermi osservato, si mise suii'attenti e
se ne and: qualche anno dopo venni a sapere che era
un'entit che si presentava alle sedute deiia grande medium
Maria Antelmi, aiie quali partecipava anche mia madre. Era
lo spirito di Robert, che tra l'altro ci parlava spesso della vita
dopo la morte. Poi a otto anni, imparai a uscire volontaria-
mente dal corpo, andando in luoghi sconosciuti, che ho
visitato in seguito, solo da adulto. Da bambino non mi
rendevo conto che questi fenomeni fossero strani (oggi
diremmo paranormali): facevano parte della mia vita. In
seguito, per muovermi in questa dimensione, mi portavo con
il corpo astrale in piazza del Duomo e da l mi innalzavo
verso l'alto, spesso accompagnato da due figure bianche non
ben identificate, con il volto coperto da uno scafandro, che
ritorneranno spesso a "prelevarmi" nel corso della mia vita,
sempre silenziose e in coppia, per aiutarmi a compiere
missioni di cui non sempre sono del tutto consapevole. Un
fatto strano, che non so spiegarmi, che spesso mi trovo con
il mio doppio vicino a persone famose in pericolo di vita. Mi
successo con il generale Franco, il giorno della sua morte
(ma la notizia non era ancora stata divulgata: si saputo
soltanto il giorno dopo il mio sogno): dopo avermi chiesto
e
' il sensitivo di cui l'autrice ha parlato nel suo libro Rei~~carnazione,
(Rizzoli ed.), autore di Progeuo uomo e La norrra Ass~si,(Ed. del Maestro,
Milano).

mme fare a uscire dal corpo per muoversi nell'aldil (un
problema che ha la maggior parte delle persone subito dopo
la "rnork" ), fece alcune considerazioni sulle sue azioni,
quasi un esame di coscienza, rendendosi improwisamente
conto di aver commesso molti errori. Nello stesso modo mi
trovai accanto a Tito il giorno della sua morte; e anche,
inspiegabilmente, vicino al cantante Fabrizio de Andr, nel
luogo dove era stato segregato in Sardegna. Spesso, in tempi
immediatamente successivi, ho la verifica che quanto vedo
sul piano mentale corrisponde alla realt: in questo modo
anch'io ho la conferma che non si tratta di un sogno, ma
proprio di un'esperienza paranormale,
uAnche se a molti lo sdoppiamento pub .sembra- un
fenomeno pioiettivo, ducltiatorio, per me usrjnedal corpo i:
facile, mi basta deciderlo per essere gi fuori, oppure, a volte
prima mi concentro sui miei chakra: inizio da quello basale e
risalendo fino al terzo occhio. Quando arrivo alla sommit
della testa sono gili iuori. Qui non vedo corpi sottili, n
cordoni d'argento. Sono fuori, semplicemente, e grazie a un
comando della volont posso recarmi dove voglio, p e r h o
nell'universo. Quando c' stato il primo dunaggio, nel '69,
ora prima che la TV ci offrisse le prime immagini
della Luna, ho provato ad andare hssh, per vedere che cosa
avrebbero ztovato gli astronauti, che ho visto arrivare,
scendere sul suolo lunare, invidiandoli perch potevano fare
questa esperienza con il corpo fisico. Pih tardi li ho rivisti
sullo schermo televisivo, verificando la mia visione, Durante
queste esperienze non ho paura, ho sempre la certezza di
poter tornare quando voglio. Quando sono fuori, spesso mi
muovo esattamente come si fa con il corpo fisico, cammi-
nando passo dopo passo, oppure mi trovo l dove voglio
=sere. In qualche caso mi sento espandere e mi trovo
nell'astrale, una dimensione diversa, soggetta ad altre leggi,
altri valori. Qur, si pu costruire con la mente ci che si
desidera: per avere una bella macchina o una casa, basta
visu&zarIa esattamente come la si vuole per vederla
..
comparire. E questo ha una finalit precisa: se una persona
lascia la dimensione terrena con rimpianto non pu elevarsi
a livello spirituale, trattenuta dai suoi desideri, che agiscono
corne una zavorra. Costruendo sul piano astrale l'oggetto del
desiderio, si pu superare il proprio legame, per proseguire
il cammino. h questa stessa dimensione possibile vedere i1
passato o il futuro, soprattutto se si aiutati da una guida
spixituate, In questo caso le immagini sono molto nitide,
chiare, perfette come in un film, altrimenti sono nebulo-
se, come se venissero osservate attraverso un vetro smeri-
gliato.
c<Quandocambio stato di coscienza, non mi rendo conto
deila d a e r e m a che c' tra una persona "viventen e l'entit di .+
un trapassato: pi volte mi capitato di vedere accanto a me m
una figura, chiedendomi se era un uomo o un fantasma, dato
che la percepivo con una consistenza quasi fisica.#
Molti anni fa ebbi unksperienza molto divertente con
queste sensitivo. Una seta mi telefon per invitarmi al
cinema: mentre mi stava leggendo i titoli dei h, mi
concentrai per cercare di vedere con l'immaginazione in
quale parte della casa si ttovasse; improvvisamente si
interruppe e un po\eccato mi disse: <<Checosa stai facendo
a casa mia?. Questo mi fece pensare che la veggenza fosse
in qualche modo coilegata ai viaggi astrali (in seguito scoprii
che alcuni studiosi avevano fatto la stessa ipotesi).
E con Heker ebbi Pa conferma che la capacit di
+vedere del sensitivo strettamente collegata alla sua
evoluzione: se egli percorre una strada diciamo ascetica (ose
l'ha fatto nelle esistenze precedenti) gli pi facile varcare le
frontiere dell'imrisibile in modo consapevole, percependo Ia
presenza di coloro che lo abitano e, a volte, entrando in
contatto anche con le entit spirituali pi alte.
Un corso per imparare
a viaggiare nello spazio
Nel settembre dell'88, dopo anni di insistenze, riuscii a
convincere Johnny Helker a uscire finalmente dall'ombra,
allo scopo di presentare al pubblico il suo primo libro,
Progetto uomo, delle Edizioni del Maestro (una casa editrice
nata con lo scopo di diffondere, appunto, la parola dei
Maestri), ma soprattutto per incominciare a portare agli altri
la sua esperienza di sensitivo: per questo partecipammo
insieme a una serie di conferenze, che tra l'altro ci fruttarono
l'appellativo di coppia alchemican da parte di un critico
letterario. Durante questi incontri ci venne richiesto di
organizzare dei seminari divulgativi e questo ci port, quasi
inevitabilmente, a lavorare in coppia. E cos nacque il primo
di una serie di work-shop a due, intitolato Volare con
l'anima, centrato sulle esperienze di Oobe, in cui ci si
proponeva di insegnare a uscire dal corpo grazie a una serie
di tecniche molto semplici nelle quali insieme al piano
mentale venivano coinvolti anche quelli pi sottili.
fi chiaro che un corso (o un obiettivo) d d genere
necessita di una premessa: anche se l'uscita dal corpo pu
essere provocata volontariamente, il livello del risultato
raggiunto non dipende solamente dall'allenamento, dagli
esercizi, ma dal grado individuale di evoluzione spirituale.
Spesso le persone che si affidano a un libro o a un
istruttore hanno aspettative miracolistiche, affrontando il
mondo del paranormale con la mentalit del consumatore:
Io seguo un corso, compro un libro, perdo tempo e denaro,
quindi devo ottenere il risultato che cerco, come se si
potesse sviluppare la sensitivit a comando. Questo invece
un lungo cammino, il percorso dell'uomo, della vita. Gli
esercizi non possono creare capacit che non esistono, ma
solo attivare quelle latenti. Senza contare che ogni Maestro
ha sempre sottoposto i propri discepoli a una serie di prove,
prima di iniziarli alla conoscenza. Cos quando Milarepa.
diventato un Grande Mago per distruggere coloro che
hanno portato via ingiustamente i beni della sua famiglia, si
reca dal grande lama tibetano Marpa per ottenere la via che
conduce aiia perfezione)), il Maestro (a cui il suo arrivo
stato preannunciato da un sogno) lo accetta in casa ma
continua a maltrattarlo, come l'ultimo dei pezzenti; inoltre
gli affida una serie di compiti sempre pi gravosi che poi
disprezza, promettendogli l'istruzione che per continua a
rimandare, mettendo duramente alla prova la sua obbedien-
za e la sua fede. Per tre chicchi di grandine che hai
mandato, ti dar io una dottrina che con grandi fatiche ho
' portato dall'India? gli dice, alludendo all'insegnamento del
suo maestro Naropa. Solo quando Milarepa avr pagato con
la mortificazione del corpo i suoi peccati, ricever la dottrina
che porta all'illuminazione. I1 lama, elargendomi i precetti
del Tantra, mi svel fino in fondo i mezzi per ricordare e
praticare le formule)) racconta Milarepa.4 Poi, posandomi
le mani sulla testa, mi disse: "Figlio mio, h dalla prima ora
sei stato un discepolo in grado di essere istruito. La notte che
precedette il tuo arrivo qui, un sogno mi apprese che eri
destinato a seguire la dottrina del Buddha. cos che tu mi
sei stato inviato dagli dei come discepolon. Poi Marpa gli
svela il significato di alcuni segni che gli confermarono il
sogno. E prosegue: Per purificarti dalle tenebre del pecca-
to, ti ho caricato del lavoro via via pi terribile delle torri.
Ogni volta che ti scacciavo crudelmente dal numero degli
ascoltatori e che ti colmavo di dolore, tu non avevi pensieri
cattivi verso di me. Per questo, innanzitutto, i tuoi discepoli
avranno zelo, saggezza e piet. Per questo, rallegrati. Nel
suo discorso appare evidente il significato e il ruolo deiia
sofferenza nella nostra vita: ogni fatica, ogni dolore ci
vengono inviati affinch possiamo superare il nostro
karma. Per comprendere l'insegnamento di Marpa, Milare-
pa si chiude in una grotta dove medita undici mesi, senza
' VJIUdiMilurepa, Milano, Adelphi, 1984.
sosta. Ebbene, al contrario di Milarepa, noi spesso vorrem-
mo raggiungere la verit senza rinunciare a niente, senza
fatica, come se ci fosse dovuta. Tutti i grandi medium, i
grandi sensitivi, gli shamani, prima di intraprendere un'azio-
ne imponante si preparano con il digiuno, la preghiera,
l'astinenza, la meditazione. Ecco, anche prima di un corso
per sviluppare le proprie capacit psichiche sarebbe bene
prepararsi, fare meditazione. indispensabile essere in
grado prima di tutto di rilassarsi, con qualunque tecnica, il
training autogeno, l'esercizio del savasana dello yoga (la
posizione del cadavere), lo yoga nidra o la sofrologia: in
questo modo si allontana ogni forma di stress, ogni preoc-
cupazione, ogni emozione, ogni pensiero, preparando il'
terreno. I1 passo successivo quello di armonizzare i chakra
(e cio gli organi psichici che incanalano l'energia nei corpi
sottili), portando l'attenzione su di essi e pulendoli con la
luce: per ottenere uno sdoppiamento completo mantenendo
la propria energia sarebbe meglio averli gi tutti aperti,
attivi.
Prima di procedere, potete anche rivolgere una preghie-
ra a una guida spirituale, affinch vi accompagni, vi guidi e vi
protegga durante il vostro viaggio.
Una delle tecniche pi semplici per uscire dal corpo
quella di vedersi mentre si distesi in stato ipnotico, mentre
ci si alza in piedi, si osserva il proprio corpo e l'ambiente in
cui ci si trova, per poi uscire in strada, recandosi in un luogo
prefissato, dove si pu controllare una serie di dati che si
verificheranno in seguito, come l'ora, le persone presenti e le
loro azioni, i loro discorsi.
Tuttavia per ottenere risultati migliori e non perdersi nei
meandri della mente (o dell'astrale), magari addormentan-
dosi, ci si pu anche far seguire da un partner, lavorando in
coppia, oppure registrare la propria voce su una cassetta:
questo suggerimento valido per chi non sa uscire da solo
l 5 Da un punto di vista simbolico, andare verso l'alto o il basso indica una
con un semplice comando mentale, ma ha ancora bisogno di
essere guidato.
l .
U n maggio in pallone
Ed ecco un esercizio molto suggestivo, che aiuta a staccarsi
dalla dimensione terrena e a entrare in qualche modo su
piani di realt differenti, che analizzeremo pi avanti.
Steso in posizione supina, dopo esserti messo in stato di
rilassamento profondo, immagina di trovani davanti a
una scala di quindici gradini? che ti pona su un
altipiano. Qui ti aspetta un pallone, con il quale farai il
giro del mondo.
Osserva la sua forma e i suoi colori, poi sali sulla
navicella e butta la zavorra che lo tiene ancorato a terra.
Ecco che il pallone incomincia a salire, sempre pi in
alto, dolcemente, senza movimenti bruschi. Sale sopra
la campagna e tu osservi il panorama sotto di te, le
vallate, i fiumi, le citt, le montagne, le nuvole che
sfiorano il pallone e il cielo, gli uccelli. Se vuoi visitare
un luogo particolare, una citt o un Paese che ti
interessano, puoi recani li, con il solo comando
mentale. Oppure lasciati trasportare intorno al mondo,
senza preclusioni, viaggiando verso est. Ora il pallone
arriva in una citt al confine dell'Europa, in Russia o in
Turchia: ogni volta che vuoi, puoi sorvolare le case per
osservare la citt, la gente, il luogo, o anche scendere a
terra per prendere parte, per qualche secondo, alla vita.
che vi si svolge. Per avere immagini pi nitide, pona la
tua attenzione su un particolare, un tempio, una
costruzione, un giardino. Ora il pallone riprende
quota, s'innalza nuovamente verso il cielo, per volare
ancora pi lontano, sopra vallate e montagne sempre
direzione ben definita della coscienza: scendendo (in questo caso una scala) ci si
dirige verso i luoghi inferiori della psiche, l'inconscio, mentre quando si sale si
raggiungono i piani superiori, quelli dell'intelletto o dello spirito, che portano,
appunto, fuori>>dal corpo.
pi alte, fino a giungere sopra il Tibet: osserva i
sentieri, i fiumi, i templi, le lamaserie. Puoi scendere in
una citt o cercare un saggio, un maestro, a cui
chiedere consiglio per un tuo problema, oppure sem-
plicemente di seguirti nel tuo cammino spirituale. Puoi
anche assistere a una funzione religiosa, mischiarti in
mezzo ai monaci, alla gente: se vuoi fare o vedere
qualcosa in particolare, basta pensarlo, per essere dove
vuoi.
Ora continua il tuo viaggio in pallone: pu anche
darsi che tu non sia pi solo, ma che prima o poi trovi
una guida, un compagno. I1 pallone si innalza sulle ,
montagne, si sposta ancora su in alto nel cielo, sempre
verso oriente, fino a raggiungere un altro Paese asiati-
co, l'India, la Cina o il Giappone. Ogni volta la
dinamica si ripete, il pallone si abbassa, per lasciarti la
possibilit di visitare una citt, di incontrare una
persona, di assistere a una funzione sacra, di prendere
parte a un episodio che pu far parte del passato, del
presente o del futuro. E il viaggio prosegue, il pallone
sorvola l'oceano per raggiungere le Americhe e poi
l'Africa e infine ritornare in Europa ...
Durante questo viaggio puoi anche lanciare nello
spazio celeste un pensiero, un desiderio, un problema,
chiedere alle guide spirituali di aiutarti a risolvere la tua
vita. Qui, in questa dimensione, tutto possibile, puoi
realizzare ci che vuoi con la volont. Da qui puoi
anche lanciare un raggio di luce, d'amore, a una
persona sofferente, per aiutarla a riprendersi.
Ora preparati a ritornare al punto di partenza: il
pallone di nuovo sopra l'altipiano, non lontano dalla
tua citt e sta incominciando a scendere, sempre pi
gi, sempre pi gi, fino a toccar terra: scendi dal
pallone e dirigiti verso la scala per rientrare piano piano
ai normali livelli di coscienza. Quando ti sveglierai sarai
pieno di energia, pi sicuro di te stesso e delle tue
possibilit. Ora porta l'attenzione sul respiro e fai
lentamente gli esercizi della ripresa.
Questo esercizio, che di solito viene vissuto come un lungo
viaggio intorno al mondo che permette di visitare luoghi
lontani (e che, owiamente, si pu compiere con qualsiasi
mezzo, un aereo supersonico, un razzo, un veliero volante, o
anche una nuvola su cui si viaggia comodamente adagiati,
come su un tappeto volante), importante perch permette
di sperimentare sul piano immaginativo ci che awiene nei
viaggi astrali. In effetti il diaframma che esiste tra immagi-
nazione e realt molto sottile: nel primo caso si vive
un'awentura interiore che non ha riscontri oggettivi, nel
secondo si pu vedere qualcosa che esiste realmente o che si
sta svolgendo in quel preciso istante (o anche nel passato o
nel futuro) cos come lo si sta vedendo.
Ancora, questo esercizio ci permette di avvicinarci a
un'esperienza di Oobe senza paura, vivendola appunto
come un sogno fantastico. Tuttavia pi volte ho potuto
constatare che il viaggio in pallone si svolge su differenti
piani di realt, a seconda del livello raggiunto dalla persona:
quasi sempre l'esperienza supera il piano immaginativo e
tocca quello della memoria passata. La maggior parte delle
persone infatti ritorna nei luoghi pi significativi (dal punto
di vista evolutivo) nei quali ha gi vissuto in una delle sue
precedenti esistenze e nei quali prova emozioni intense,
proprio come quando si ritrova qualcosa di caro, che l'anima
non ha mai dimenticato. Durante uno dei seminari, fatti con
un gruppo piuttosto avanzato, molti rivissero delle esperien-
ze mistiche fatte in altre vite, che risvegliarono la loro
~ spiritualit.
Come una bolla di sapone
Come ho gi detto, non esiste una vera e propria tecnica per
l
I uscire: per proiettarsi all'esterno del corpo, si deve usare la
volont (che agisce in questo caso come un programma
inserito nel computer, che indica la direzione da prendere) e
l'immaginazione, che diventa, quando la persona pronta,
veggenza. Tuttavia chi viaggia in astrale per distinguere il
sogno dalla realt non ha altri mezzi che una certezza
interiore, che si rafforza con l'esperienza.
Un'altra tecnica quella di visualiizare il chakra ajna,
noto come il terzo occhio: portate l'attenzione su questa
punto, alla base del naso tra le due sopracciglia, finch lo
sentirete pulsare. A questo punto dovrebbe comparire sullo
schermo interiore come un grande occhio che ci guarda
dall'esterno: immaginate di tuffarvi dentro e di oltrepassarlo
come fosse una porta suil'ignoto.
- grande ostacolo che incontra chi vuole vivere un'esperienza
.-
Ed ecco un altro modo di uscire molto-semplice (o
almeno, tale per chi acquista dimestichezza con questa
esperienza). Dopo aver allontanato ogni stimolo di disturbo
(fonti di luce e di suono, come il telefono), certi che nessuno
verr a chiamarvi, stendetevi in posizione supina, la migliore
per questi esercizi, ed entrate in stato di rilassamento
profondo con il training autogeno o le tecniche autosugge-
stive (come la dinamica mentale o la sofrulogia), quindi
datevi il comando di uscire: e automaticamente vi troverete
fuori, l dove desiderate essere. Se per un motivo qualunque
(per esempio per osservarvi dall'esterno, controllare che il
corpo sia rilassato o per vedervi con una visione di solito
differente da quella che vi restituisce lo specchio) rimarrete
di fianco al vostro corpo, l'attrazione magnetica che questo
esercita sul doppio - o, le prime volte, la paura - tanto
forte che potrebbe anche richiamarvi dentro. Per questo
tanto pi facile muoversi nello spazio quanto pi siamo
lontani dal nostro involucro materiale.
Dopo esservi rilassati, respirate lentamente, concentran-
do il pensiero su un punto nella stanza lontano qualche
metro da voi, pensando che ora sarete fuori e potrete
contemplare il corpo da questo punto con il vostro vero io.
All'inizio scrive Rampa6 dovrete fare considerevoli sfor-
zi. Avrete forse l'impressione di trovarvi all'interno di un
grande pallone di gomma dal quale cercate di fuggire.
Spingerete, spingerete, e non accadr nulla, finch, improv-
visamente, ne scaturirete fuori. Proverete allora un leggero
choc, una sensazione di schianto, come quando si fora un
pallone da ragazzi. Non allarmatevi, non abbiate paura,
perch se riuscite a liberarvi dal timore viaggerete fino alla
fine, andrete sempre pi lontano, mentre, se vi abbandonate
alla paura, tornerete precipitosamente nel vostro corpo
.fisico e dovrete ricominciare da capo. In effetti, il pi
psichica di questo genere proprio la paura: questa
emozione ci blocca, impedendoci di lasciarci andare e,
peggio, d corpo alle ombre, crea intorno a noi dei veri e
propri mostri, come accade nelBardo Thodol. Del resto ci
che accade a chi sta sviluppando la chiaroveggenza: le prime
immagini che ha quando si concentra sul terzo occhio sono
quelle di volti tremendi, terrificanti, che non appartengono
al piano umano.
L'altro limite quello che ci poniamo noi stessi, quando
non sappiamo orare (che non per niente, insieme a rapere,
volere e tacere, uno dei quattro verbi della magia, ovvero i
quattro strumenti del mago), ignorando che per la mente, o
meglio, per l'anima nulla impossibile.
Un'altra grande paura di chi si avventura nello spazio
quella di non poter rientrare nel proprio involucro fisico che
potrebbe essere occupato, secondo certi racconti dell'orro-
re, da altre entit: ma quando accade qualcosa al corpo, ci se
ne accorge subito e si rientra automaticamente nel piano
fisico. Questa un'esperienza abituale, che facciamo ogni
notte senza esserne consapevoli. Durante il sonno infatti la
mente abbandona il corpo (che durante l'Oobe o le espe-
rienze di premorte viene vissuto come una prigione) per
- 6 Lobsang Rampa, I segreti deli'aura, Roma, Astrolabio, 1975
6. Viurr. Epoi?
raggiungere altri lidi e rientrare poi al risveglio; spesso,
quando veniamo disturbati da qualcosa, un rumore, un
bambino che si agita vicino a noi, il rientro brusco: in
questo caso questa caduta viene tradotta sul piano
mentale nella sensazione di cadere nel vuoto, di mancare un
gradino, o si ha un soprassalto, come se si venisse scossi. A
volte ci si sveglia con un gran mal di testa, con la nausea e la
sensazione di non essere del tutto svegli, presenti: ebbene,
probabile che, risvegliati troppo bruscamente, il corpo
astrale non si sia integrato perfettamente con il fisico,
producendo quasi una dissociazione. In questo caso
sufficiente riposare o dormire ancora qualche minuto per
ritrovare l'armonia.
Un altro timore di chi si awentura nell'astrale quello di
essere assalito da mostri, demoni, nemici invisibili: ma,
ricordate, niente accade a chi non ha paura, a chi sa osare. I
mostri esistono ma sono, come ci spiega Trungpa, la
proiezione deiie nostre paure, debolezze, vizi: non per
niente ubriachi e drogati, la cui coscienza entra a contatto
con la parte pi bassa dell'astrale, hanno visioni orribili,
terrificanti, che a volte li perseguitano anche quando sono di
nuovo coscienti. Ma niente pu capitare a chi padrone di
se stesso e delle proprie facolt. Come neiie fiabe, che
simboleggiano sempre le awenture interiori dell'uomo, i
suoi viaggi in altre dimensioni, ci si pu armare della spada
invincibile, del mantello che rende invisibili, usare la parola
magica che incatena il nemico, lo imprigiona nel ghiaccio o
nel fuoco, per portare a termine la propria impresa e
giungere a destinazione sani e salvi.
Ecco dunque che, una volta sdoppiati, potete dirigemi
con la volont dove volete e incominciare a prendere
confidenza con il vostro doppio. Potrete vedere il piano
materiale come lo percepite da svegli o awenturami neiia
nebbia del piano astrale, dove si muovono le creature
dell'invisibile: sul piano pi basso mostri e demoni, pi in
alto le anime dei trapassati e pi in alto ancora entit di
luce.
Come suggerisce Rampa, appena fuori lasciatevi galleg-
giare nella stanza come foste una bolla di sapone, senza peso,
mentre il vostro corpo fisico riposa tranquillamente. Non
dovete far altro che respirare tranquillamente, mentre il
doppio si sposta nel locale in cui vi trovate per esplorarlo dal
pavimento al soffitto, imparando a muovemi in questa
dimensione regolata dalle leggi deiio spirito, in cui lo
spazio-tempo acquisisce un altro significato, finch sarete in
grado di awenturarvi fuori. Datevi il comando di spostami
dalla posizione orizzontale, di galleggiamento (o di volo) a
quella verticale, pi abituale. Ora potete uscire in strada,
facendo le scale o dandovi il comando di essere gi fuori.
Andate quindi a trovare un amico o un parente per
assicurarvi che stia bene: le primevolte si possono anche fare
deiie verifiche, per esempio controllare l'ora a un orologio
che si trova neii'ambiente, osservare che cosa il nostro ospite
sta facendo per poi chiedergli conferma in un momento
successivo. Chi ha buone doti Pk pu addirittura tentare di
spostare un oggetto o le lancette deii'orologio, o pi
semplicemente cercare di attuare l'attenzione della persona
pizzicandole una guancia o gridando il suo nome.
Spesso queste azioni fatte sul piano astrale vengono
recepite dalle persone pi ricettive, che hanno la sensazione
di una presenza nella stanza, che le osserva o tenta di
comunicare. Se fate questo viaggio in gmppo, potete cercare
di vedere, durante l'Oobe, chi accanto a voi, per poi
verificare se anche l'altro ha avuto la stessa impressione.
Potete proiettarvi dovunque lo desideriate, da una persona
amata, da qualcuno che soffre al quale potete inviare un
pensiero di luce o di amore, visitare terre lontane o
addirittura altri pianeti, altre galassie. chiaro che per
ottenere buoni risultati, come per ogni attivit, dovete
esercitami con costanza, provare e riprovare: come abbiamo
visto, non l'esercizio in s che sviluppa una capacit, ma
solo l'esperienza. Per imparare a fare yoga, non c' che fare
83
yoga dice un detto indiano. Per imparare a uscire dal corpo
non c' che provare a uscire.
Mentre state galleggiando sopra il vostro corpo, pren-
dendo contatto con l'energia del corpo astrale o del livello di
realt in cui vi trovate, cercate di sentire o vedere il legame
che unisce il corpo fisico a quelli sottili, che in genere viene
percepito come una corda luminosa d'argento, che parte
dall'ombelico. Essa costituita, secondo Rampa, da una
massa di molecole che vibrano a una velocit incredibile me tramite per la trasmissione della luce. Tra l'altro, oggi, la
ed paragonabile al cordone ombelicale che tiene unita la
madre al suo bambino e che serve per trasmettere, prima
della nascita, impulsi, nutrimento e impressioni. La corda
d'argento lega il super-io al corpo umano e le impressioni
passano dall'uno all'altro in ogni minuto dell'esistenza del
corpo di carne. Le impressioni, gli ordini, le lezioni e anche i
nutrimenti spirituali scendono dal super-io verso il corpo
umano.7 Solo quando l'individuo muore, la corda viene
tagliata in modo che il corpo viene abbandonato come un
abito usato e l'astrale e i corpi sottili riprendono il loro
cammino in altre dimensioni.
La dimensione dell'Akasha
Ma queste dimensioni possono essere percorse, come abbia-
mo visto, nella vita attuale con 1'Oobe: sempre Rampa
suggerisce ad esempio di andare a esplorare le biblioteche di
tutto il mondo, per appropriarsi della conoscenza deli'uma-
nit, o di raggiungere I'Akasha, il serbatoio di memoria
cosmica (che corrisponde, se vogliamo, all'inconscio collet-
tivo di Jung), che racchiude sotto forma di vibrazione la
somma delle conoscenze umane. Coloro che sanno come
fare possono inserirsi sulla lunghezza d'onda akashiana e
vedere cos gli awenimenti storici che si sono svolti e come i
7 L. Rampa, I segreti dell'aura, gi citato,
libri di storia siano falsificati.* Cos ha fatto per esempio
Favre dlOlivet, autore della Storia filosofica del genere
umano.9 L'Akasha pu essere paragonata a un'onda radio o,
meglio, a un'immagine proiettata da un'emittente televisiva,
che rimane permanentemente nello spazio, ma pu essere
captata da un apparecchio ben sintonizzato. Sir John
Woodroffe nel suo libro Mahamaya definisce l'Akasha l'ulti-
ma sostanza che ha un movimento vibratorio e funziona co-
conferma alle nozioni metafisiche ci viene dalla nuova fisica
(fisica quantistica), che non fa altro che indagare con un
metodo scientifico awalorando antiche credenze, insegnan-
doci prima' di tutto che la realt conosciuta non che un a-
spetto di una realt pi ampia e che esistono particelle ato-
miche eterne dotate di memoria e anche di una coscienza.
Ritornando all'hasha, coloro che hanno imparato a
captare le informazioni che essa racchiude, in veggenza o
con i viaggi astrali, possono vedere awenimenti del passato,
del presente e del futuro, che non costituiscono tre istanze
separate, ma un unico momento, un'entit totale, in cui
converge, come afferma Einstein, la coscienza deli'oggi: e
con le attuali conoscenze della fisica diventa pi comprensi-
bile capire come si possa entrare nel futuro. Del resto noi
non osserviamo nel cielo stelle in realt morte da secoli e
secoli? Il nostro presente sul pianeta Terra il loro passato,
ma rovesciando la situazione, il loro presente il nostro
futuro. Cos vi sono stati uomini che hanno saputo leggere
nell'infinito. Uno tra i pi noti sicuramente Nostradamus
(Miche1 de Notredame, 1503-1566),medico, astronomo e
poi astrologo e veggente, autore delle famose Centurie, che
aveva trovato il modo per entrare nel tempo, anche se, come
scrisse al figlio Cesare, la sua capacit di predizione occulta
8 Ibidem.
Favre D'Olivet, Storia filosofica del genere umano, Roma, Atanor,
1973.

sarebbe scesa nella tomba con lui, affinch non sia donato
ci che santo ai cani, n gettate le perle ai porci. Come ci
narra lui stesso in due sestine, durante le notti limpide, in
cui il firmamento degli astri sembrava un solo immenso libro
spalancato dinanzi all'uomo, mentre il silenzio awolgeva
ogni cosa e ogni creatura,1 egli si sedeva su uno scanno di
rame e, dopo aver compiuto passi magici e riti di purifica-
zione, entrava in contatto con la memoria del nostro sistema
solare: durante la sua concentrazione, gli arrivavano visioni
che riguardavano il futuro di tutta l'umanit. Queste
occulte vaticinazioni scrive ancora al figlio si ricevono dal
sottile spirito di fuoco: ma tutto ci deriva dalla potenza
divina di Dio Grande Eterno dalla cui bont tutto procede.
Consapevole che le sue profezie potessero entrare nel mirino
deli'Inquisizione, Nostradamus sottolinea pi volte che la
perfetta conoscenza dei fatti deli'awenire non si pu
acquisire senza la divina ispirazione, dato che qualsiasi
ispirazione profetica riceve e prende il proprio principale
effetto attivo da Dio Creatore; poi subordinata alla felice
disposizione dell'anima e alla natura degli influssi planetari
ricevuti.
Un'esperienza per molti versi simile a quella del grande
veggente francese fu quella di Edgar Cayce (1877-1945), uno
dei pi grandi sensitivi americani che, in stato di trance
ipnotica, leggeva lo stato di salute delle persone (sempre
confermato in seguito dai medici), dando incredibili cure,
con le quali spesso si salvava la vita di chi la stava perdendo.
In un primo tempo le sue facolt furono attribuite alla
semplice chiaroveggenza, ma in seguito divenne chiaro che
egli, quando era in trance, entrava in contatto con il
super-io, l'istanza superiore dell'essere che ci guida dalla
dimensione spirituale, di cui il cervello non che un
ricettore. Ecco il messaggio di una lettura speciale in
proposito: Nel presente stato la mente cosciente assog-
10 MireUa Corvaja, Le profezie di Nortrodomur, Milano, De Vecchi, 1981,
gettata al subconscio, o intelletto'detl'anima. L'informazione
ottenuta e fornita da questo corpo (cio da Cayce) si
consegue attraverso il potere dell'intelletto suil'intelletto, o
attraverso il potere dell'intelletto su un argomento relativo a
uno stato fisico, oppure grazie alla suggestione data alla
parte attiva della mente subcosciente. Esso ottiene la sua
informazione da ci che si raccoglie, sia da altre menti
subcoscienti sia da menti che sono passate nell'aldil, ma che
lasciano le loro impronte e vengono messe in contatto per
mezzo del potere della suggestione. Quando a conoscenza
di una mente subcosciente, o anima, lo di un'altra,
, consapevole o meno della realt."
Ma ben presto ci fu un altro risvolto: mentre faceva una
lettura per se stesso per scoprire come mai aveva perso la
voce, guidato dalla moglie Gertrude, fece un sogno molto
particolare, che oggi definiremmo lucido: vide uno dopo
l'altro tutti i cimiteri del mondo, il figlio morto e una fioraia
che gli disse che gli doveva due dollari e mezzo, mentre una
voce fuori campo* continuava a parlargli. E al suo risveglio
trov sulla scrivania una busta con due dollari e mezzo. Un
secondo sogno lucido, in cui si accorse di rimanere cosciente
e di avere sensazioni mentre era in trance (prima cadeva in
un sonno profondo e al risveglio non ricordava niente di
quanto aveva detto) segn un cambiamento nella sua vita e
nella sua sensitivit e lo port ad allargare la sua consapevo-
lezza, finch divenne del tutto cosciente in due distinti stati
suli'esistenza: Finalmente era un autentico abitatore di due
mondi, i'uno fisico e l'altro spirituale. Col tempo le barriere
che dividevano questi due mondi si assottigliarono a tal
punto che spesso Edgar rimaneva sconcertato di quale si
trattasse dei due.l2
Le ultime letture (quelle archiviate sono pi di 15.000:
oltre alle diagnos,i, vi si trovano anche predizioni degli
" Joseph Mflard, Edgar Caycr, Roma, Astrolabio, 1982.
" Ibidem.
avvenimenti futuri, una storia di Atlantide, studi sullo
sviluppo dei poteri mentali e l'interpretazione dei sogni)
vennero fatte in stato di consapevolezza. Non appena si
concentrava, Cayce vedeva un puntino luminoso che gli
serviva da guida, conducendolo dall'astrale pi basso fino ad
arrivare a sfere di luce. Egli veniva portato in un grande
edificio pieno di documenti, dove un anziano guardiano gli
consegnava i registri che gli occorrevano per le "letture"
sull'esistenza. A volte gli veniva consegnato un intero
registro da consultare; altre volte il custode chiudeva
determinate parti dicendo: "Questo non devi leggerlo.
L'informazione proibitan.1' Insomma, la sua sensitivit
sviluppandosi lo aveva portato dalla chiaroveggenza ai viaggi
astrali, neii'Akasha.
I sogni lucidz
Servendosi del super-io, Cayce analizz pi volte i sogni di
chi si rivolgeva a lui, con una interpretazione che spesso
trascendeva queiia psicanalitica: infatti, oltre a leggere nel
racconto onirico I'awertimento deii'inconscio, egli ne traeva
messaggi precognitivi, che si avveravano puntualmente.
((Esistono sogni, visioni ed esperienze. Quando si tratta di
semplici sogni (senza alcun messaggio spirituale) ii loro
significato generalmente di carattere fisico: riguardano
quasi sempre la salute. Vi sono poi le visioni, in cui, tramite
simboli o segni, si ha la manifestazione di un risveglio
spirituale: occorre esercitarsi fino a giungere a comprendere
ii linguaggio personale e soggettivo insito in esse; una volta
che questo linguaggio sar divenuto un insieme di simboli
ormai acquisiti dal soggetto, egli sapr che il risveglio (deiio
spirito) vicino.l4
1' J. Millard, op. rit.
'"ess Stearn, Edgor Cnyce, Milano, De Vecchi, 1978.
Lui stesso, mentre era in stato ipnotico, ebbe alcuni
sogni straordinari, in cui incontr persone morte e visit
Paesi e dimensioni sconosciute, visioni che segnarono l'evo-
luzione della sua sensitivit. Forse si trattato solo di un
sogno disse la prima volta. Ma ho visto boschi e acqua in
modo cos chiaro come se mi trovassi proprio sul posto. In
pratica egli speriment, dapprima istintivamente e poi in
modo consapevole, quello che viene chiamato sogno lucido,
in pratica una forma di Oobe.
Del resto, allorch dormiamo ii corpo astrale (e lo
spirito) si stacca sempre da quello fisico, per awenturarsi in
altre dimensioni, di cui per di solito non si conserva che un
ricordo vago, filtrato dal cervello che lo restittiisce deforma-
to, sotto forma di avventura onirica. Solo quando l'anima
pronta, pu awenturarsi in altre dimensioni mantenendo la
coscienza, a volte provocando ii sogno lucido esattamente
come accade per 1'Oobe con la volont.
Gli studiosi si sono posti alcuni interrogativi: come si fa,
in primo luogo, a riconoscere un sogno di questo genere? E
che differenza c' tra questo (considerato dalla maggior
parte dei soggetti un'esperienza di grado inferiore) e la
biiocazione (esperienza superiore)? Secondo la dottoressa
Celia Green, direttore dell'Istituto di Ricerche Psicofisiche
di Oxford, da un punto di vista filosofico queste due
esperienze sono indistinguibili. Infatti in entrambe ii
soggetto ha un campo di percezione completo e riconosce
sul momento di essere in uno stato diverso da quello della
vita normale.l>Quindi anche nel sogno lucido mantenuta
la consapevolezza e spesso anche ii giudizio e la capacit di
muoversi all'interno del sogno con la volont.
Nella maggioranza delle esperienze biiocative e sponta-
nee, ii soggetto sembra osservare ii suo corpo da un punto
esterno a esso, ma ci non pu costituire una differenza
qualitativa effettiva tra esperienze extracorporee e sogni
1' Celia Green. Sogni lucidi, Roma, Edizioni Mediterranee, 1985
lucidi*, dato che anche in questi pu accadere, sebbene
raramente, che qualcuno veda il proprio corpo dall'esterno.
Tuttavia lo stato bilocativo iniiia in genere quando il
soggetto sveglio, mentre un sogno lucido comincia quando
questi sta prendendo sonno o si gi addormentato. Inoltre
durante l'Oobe la percezione del mondo esterno uguale a
quella che si ha in stato di veglia e le visioni sono pi nitide,
mentre nel sogno la realt pu apparire deformata e spesso
compaiono elementi simbolici o fantastici.
Infine, sempre secondo la Green, nell'oobe il soggetto
pu percepire la mancanza del corpo fisico e vedersi come
un osservatore disincarnato, fatto pi raro nei sogni lucidi. ,
La prima fase di questa esperienza, considerata da Oliver
Fox il risveglio della facolt di critica, il sogno pre-
lucido, che si ha quando all'interno di un racconto onirico il
soggetto si chiede se sta sognando o no, ma non ne sicuro,
anzi a volte sogna di risvegliarsi nel proprio letto e di iniziare
normalmente la giornata. Sono io Chang Tzu che ha
sognato di essere una farfalla)) si domanda il saggio cinese o
una farfalla che ha sognato di essere Chang Tzu? La
lucidit si ottiene invece quando si acquisisce la piena
consapevolezza di star sognando, che pu venire attivata da
vari fattori, come una paura o un incubo, da una situazione
riconosciuta come irreale o dal sogno classico di volare. A
volte, all'interno di un sogno lucido, scatta un fenomeno
paranormale, di tipo telepatico o precognitivo. il caso, ad
esempio, del cantante Anselmo Genovese: A 17 anni mi
trovavo in un periodo di profonda crisi, ed ero disperato,
proprio perch non credevo in niente. Una notte sognai di
trovarmi in una citt sconosciuta, che tuttavia mi sembrava
di conoscere. Arrivato in uno scantinato insieme a un amico
di cui non vedevo il volto, vidi passare davanti a me alcune
immagini simboliche, che rappresentavano la mia vita, i miei
problemi, i miei interessi. Sempre con questo amico andai in
una casa, dove ero aspettato: l'amico mi prende in disparte e
mi fa vedere su uno schermo alcune immagini, tra cui una
ragazza, che sarebbe diventata poi mia moglie, e molti
awenimenti della mia vita futura, persone che avrei cono-
sciuto, il mio lavoro, la mia realizzazione spirituale. C'era
anche un ufficio con le pareti divisorie bianche, prefabbri-
cate: vidi che crollavano e le rimontavano in un altro modo.
Quello stesso ufficio lo vidi realmente sette anni dopo: e la
tlitta rischi di fallire, come il sogno mi aveva simbolicamen-
te annunciato. A un certo punto mi svegliai, terrorizzato,
non capivo pi che cosa mi stava succedendo, qual era il
sogno e quale la realt. Mi trovavo di fronte a qualcosa che
non capivo e non conoscevo. Poi improwisamente sentii dei
passi: nella mia stanza era entrato qualcuno: "il mio amico"
pensai e subito dopo: "ma quale amico, quello era solo un
sogno". Ma l'ombra si faceva sempre pi vicina: sentii che
mi metteva una mano sul cuore, come per calmarmi, mentre
una forza meravigliosa scendeva in me. Vidi il suo volto, i
suoi occhi dolci e profondi. Molti anni dopo, aprendo per
caso un libro, l'Autobiografia dr uno yogi, con grande
meraviglia rividi quello stesso volto sulia copertina: era
Yogananda, che allora non avevo mai visto. Questo sogno ha
cambiato la mia vita, mi ha dato una fede che prima non
avevo e che oggi mi guida in ogni mia azione.
Anche per Umberto di Grazia il sogno lucido ha
costituito l'esperienza che gli ha aperto la porta sul mondo
del paranormale. I primi fenomeni li ho avuti proprio
attraverso i sogni ci ha detto. A un certo punto mi sono
accorto che c'era una precisa corrispondenza tra ci che
sognavo e la realt: camminando rivedevo le strade, le citt,
le persone incontrate precedentemente nel sogno.
Le tecniche per modificare
il sogno con la volont
Ma come si pu trasformare un sogno lucido in un'esperien-
za bilocativa? I1 primo passo quello di agire all'interno del
racconto onirico in modo consapevole: nel momento in cui
scatta la coscienza dello stato in cui ci si trova, quando si di
fronte a una situazione minacciosa o si vola, si pu
intervenire e cambiare il corso degli eventi con la volont,
scacciando figure moleste (come nel caso degli incubi) o
dirigendosi dove si desidera. Don Juan, lo stregone yaqui
che si f a carico dell'iniziazione di Castaneda, gli insegna
anche a sviluppare il sognare, cio a controllare i sogni. Ti
insegner come sviluppare il sognare dice don Juan a
Castaneda.16 Devi incominciare con qualcosa di molto
semplice. Stanotte nei tuoi sogni devi incominciare a guar-
darti le mani. Naturalmente puoi guardare tutto quello che
diavolo ti pare: le dita dei piedi, o la pancia, o il naso. T i ho
detto di guardarti le mani perch stata per me la cosa pi
facile da guardare. Non pensare che sia uno scherzo. Sognare
serio quanto vedere o morire o qualsiasi altra cosa di questo
mondo imponente e misterioso. Ognivolta che guardi una
cosa nei tuoi sogni, questa cambia forma. I1 trucco dell'im-
parare a sognare consiste owiamente non solo nel guardare
le cose, ma nel continuare a guardare. Quindi non c'
differenza tra ci che fai quando dormi e quando non
dormi.
Un personaggio (o se vogliamo un sensitivo) che ha
sviluppato la capacit di controllare i sogni il milanese
Silvio Colombo. I1 primo sogno paranormale,)) racconta
quello che mi rivel le mie doti precognitive, lo feci molti
anni fa. In dormiveglia, vidi un mio amico che pedalava su
una bici nera. A un certo punto, da una strada, sbuc
improwisamente un furgone rosso che lo travolse. Vidi
perfettamente la scena dell'incidente, con la bicicletta rove-
sciata e una ruota rivolta verso l'alto, che continuava ad
andare. Dopo alcuni mesi seppi che quel mio amico, che
abitava in un'altra citt, era veramente morto. Impressiona-
to, andai a ricercare la cronaca sul quotidiano locale d i quel
Carlos Castaneda, Viaggio a Ixllan, Roma, Astrolabio, l973
giorno, per vedere se c'era la fotografia dell'incidente: e sul
giornale vidi la bici rovesciata e il furgone, come mi erano
apparsi in sogno. Da quel giorno ho imparato a riconoscere i
sogni paranormali e a guidarli. In uno stato di rilassamento
molto simile al dormiveglia, penso a qualcuno o a un luogo e
li visualizzo: poi le inimagini incominciano a muoversi da
sole, come in un sogno, e quasi sempre vedo qualcosa che
poi accadr.
I1 sogno pi sensazionale di Colombo fu uello che
riguarda i due incidenti aerei awenuti a Palermo, a Punta
Raisi, il primo nel%'78 e l'altro nel giugno deU'80. ((11 12
dicembre 1978, alle 12.30, mi svegliai di soprassalto e provai
l'impulso di interpretare subito il sogno che avevo appena
fatto continua Colombo. Mi ero visto, insieme a un amico
che avrei dovuto incontrare l'indomani, su una passeggiata a
mare, di notte, in una bellissima serata. Sopra d i noi vedo un
aereo tutto illuminato, che ci sorpassa variando le luci di
posizione. Mi accorgo che sta staliando, che tende cio a
spanciare, e mi chiedo perch il pilota non lo richiama. La
scena cambia: mi ritrovo in mezzo al mare e vedo l'aereo che
cade in acqua, spaccandosi in tre punti, uno dei quali
interrompe la scritta Alitalia alla prima lettera L. Poi si
inabissa. Mi vedo entrare neii'aereo, dove ci sono adulti e
bambini che urlano, e riesco a portare in salvo due hostess.
Poi la scena cambia di nuovo e io mi ritrovo su una strada, in
macchina, mentre mi dirigo verso l'aeroporto (che non ho
mai visto) dove trovo delle ambulanze e una ruspa con un
braccio alzato. A questo punto mi sono riaddormentato. La
mattina, appena sveglio, chiamo prima l'Ansa e poi il 113
spiegando il mio sogno e chiedendo se da qualche parte
caduto un aereo: ma nessuno sa niente. Legger la notizia
pi tardi, sul giornale del pomeriggio: un aereo caduto in
mare davanti a Punta Raisi. Non ci sono foto. La sera, al
telegiornale, mostrano l'aeroporto, identico a quello visto in
sogno: c'era anche la ruspa col braccio alzato.
Questa esperienza, non molto piacevole come si pu

capire, si ripetuta due anni dopo. I1 27 febbraio 1980 mi
sono messo a letto con i'intenzione di rievocare, non so
neanch'io perch, la scena di queli'incidente. Rivedo la
ruspa e la prima parte del sogno si ripete identica a quella
precedente. Poi, d'improwiso, tutto cambia. Mi accorgo che
l'aereo non lo stesso. Sono seduto vicino a una donna e ci
sono tanti bambini che piangono. Di colpo vedo l'aereo
inondato di vapore, come se fossero entrate delie nuvole dai
finestrini. Ora c' un gran silenzio: la donna accanto a me
sembra appisolarsi, mentre il comandante si mette una mano
sugli occhi e piange. Poi sono ali'esterno e sotto a noi c'
un'isola: vedo la coda che si stacca e l'aereo cade nel blu;
anzi tutto sembra diventare blu. Consapevole di aver
assistito ancora una volta a un evento reale, Colombo scrive
una cartolina postale, in cui visibile il timbro, 27.2.80:
Spero di aver fatto solo un brutto sogno scrive alla fine.
Ma quattro mesi dopo il brutto sogno si awera.
CAPITOLO N
CAMBIARE DIMENSIONE
Voi non riete rinchiusi nel vostro corpo, n
confinati nelle case o nei campi.
Ci che voi riete ha la sua dimora tra le
montagne ed erra nel vento.
E non qualcosa che rhircio al sole per scaldarsi o
scava buche nel buio per trovare rgugio.
Ma un qualcosa di libero, ,uno spirito che avvolge la
terra e muove nell'etere.
KAHLIL GIBRAN, Il Profeta
I .a psicoanalisi (leggi anche: analisi junghiana) e lo yoga sono
Ic due discipline classiche, una occidentale e l'altra orientale,
clie ci di ottenere la conoscenza di s e del S,
iiidicandoci nel contempo la via deli'evoluzione.
Un'altra strada che ci porta a scoprire da vivi la
(liinensione deli'anima quella del risveglio delie facolt
I>sichichele ancor pi di quelle medianiche, viste come
SI i-umenti dello spirito e non, come accade il pi delle volte,
come poteri della mente: esse sono quindi un mezzo e non
1111fine, non sono che una fase - affatto indispensabile -
~lell'evoluzionespirituale. Nella pratica Zen, quando un
:illievo racconta di aver avuto visioni o fenomeni paranorma-
l i . viene picchiato con il bastone, perch tali esperienze non
1i;inno valore: la via maestra per tutti sapere, conoscere,
: i ~ i r e tacere, o meglio ancora l'unione del proprio essere
con il S, con la Coscienza Universale. Ma per raggiungere
t Le facolt definite con un termine improprio paranormali sono invece del
i ~ i ~ normali.
io e appariengono al mondo psichico. Secondo Jung la psiche
~~<iircbbe essere concepita, con riferimento alla fisica moderna, come una
,,iiiicnsit inestesa* e non come un corpo che si muova nel tempo, e il cervello
<.iitiicun commutatore in cui la tensione o intensit relativamente infinita della
sich che viene trasformata in frequenze o "estensioni" psichichen. Vi sarebbe
~ ~ i i i n danche
i, per Jung, una analogia tra la psiche e la dimensione astrale.
questo traguardo dobbiamo necessariamente passare attra-
verso tappe intermedie, una delle quali puO essere appunto
la medianit. Con questo termine si intende - per definizio-
ne - l'insieme delle facolt proprie del rnediurn, cio del
soggetto per mezzo del quale awengono i fenomeni spititici.
Questo un campo affascinante, anche se non privo di
pericoli, primo dei quali lo psichismo. In genere tutto ci
che si riferisce a questo- settore evoca nell'immaginario
collettivo ombre buie, discese agli Inferi ed evocazioni dei
morti, sedute intorno a tavolini semoventi e parlanti, forme
ossessive e possessive, o comunque fenomeni proiettivi e
dissociativi.
Ma oggi si dwrebbe cambiare questa visione oscura, per
integrarla con una pi solare, in cui la rnedianir viene
considerata la facolt - che tutti a livella Iatente possediamo -
che permette aUYanimadi comunicare con la dimensione
dell'invisibile,che propria della sua natura. Gi Gastone De
Boni scriveva che &ilterminemedianiti sottintende la capacit
di portare attraverso la nostra coscienza cerebrale, automa-
ticamente, stimoli e dati della nostra esperienza psichica
subcosciente~.Gli americani la chiamano cbannelling, la
capacit cio di nincanalaren, appunto, in s, attraverso il
proprio essere, un'energia cosmica, sia essa quella dell'anima,
deIl'inconscio collettivo o di entith extracorporee.
Lo scopo di questa via non owiamente quello di
evocare continuamente anime che forse non sono nemmeno
in grado di rispondere e che sarebbe meglio lasciare in pace,
ben quello di aprire una capacita interiore, far cadere altre
barriere tra i1 nostro essere e la realti che ci circonda. Per
sviluppare queste doti basterebbe imparare a meditare:
entrando a contatto con il nostro essere pi profondo si
risvegliano automaticamente i sensi sottili e le facolt Prt?
2 Questa sigla comprende tutta la fenomenologia atanormale: la prcezio-
i
ne extrasensoriale (Esp), i fenomeni psicocinetici (P ) e quelli cosiddetti di
drontierae (Theta}, rig~ardantila soprawivenza dell'anima, tra mi appunto la
medianit.
che in questo modo entrano a far paite del nostro bagaglio
psidiico, fino a raggiungere, tramite quella che gli orientali
chiamano illuminazione, la dimensione superiore dello spi-
rito, la scintilla divina sepolta in noi.
Una modalit pi diretta miamente quella di attivare
volontariamente tali facolt, senrendosi di tecniche speci6-
che: ma 2 chiaro che per ottenere qualche risultato alla base
deve esserci un buon terreno su cui seminare, Del resto, pur
essendo necessario saper valutare i pericoli che si incontrano
in questa ricerca, altrettanto pericoloso inibirla quando si
pronti, quando la rnedianit sbocciata e agisce nel profon-
\ do come una forza sotterranea. Ma su questo discorso
necessaria una distinzione, una puntualizzazione. Certamen-
te, nel cammino delIa conoscenza e dell'evoluzione, l'uomo
-
non deve arrestarsi di fronte a nessuna esperienza, ma
provare tutto, osare, avventurarsi nell'invisibile dentro e
fuori di s, nello spazio e negli abissi: ma questo gli
concesso solo quando pronto, quando sviluppa la cooca-
pwolezza dei propri mezzi, dei limiti posti dalla sua stessa
evoluzione. Per affrontare il cammino, necessario studiare,
impadronirsi dell'esperienza sul piano culturale ed esperien-
ziale, aprire la mente e l'anima. Altrimenti gli si pareranno
innanzi, soprattutto nella comunicazione rnedianica, non
pochi pericoli: in primo luogo l'iuusione, lo psichismo, e poi
la dissociazione psichica in cui emergono le cosiddette
personalit secondarie, e inoltre la perdita di contatto con la
realt, la dipendenza, I'crinvasionefi di entit involute. Se non
sono d'accordo con Gunon quando affama che la comu-
nicazione con aIkssere reale del morto impossibile (dato
che, dice, *affinch due esseri possano comunicare fra loro
con mezzi sensibili innanzi tutto necessario che entrambi
siano forniti di sensi; nan soIo, ma occorre che i sensi siano
gli stessi, almeno parzialmente: se uno di essi non pu-avere
sensazioni, o se non hanno sensazioni comuni, nessuna
comunicazione di quest'ordine possibiled), lo approvo
Rert Gunon, Errore debb rpitiiimo, Milano, Rusconi, 1938.
 controllo e di repressione. La condanna della Chiesa
incondizionatamente quando ci mette in guardia contro i
:)(ferma monsignor Ernesto Pisoni nasce dal fatto che il
pericoli dello spiritismo, pericoli di natura fisica ma soprat-
(liritto canonico condanna la superstizione e considera una
tutto psichica, quando la medianit genera squilibrio menta-
grave colpa l'idolatria e il feticismo. Lo spiritismo diventa
le, pura e semplice disgregazione dellJindividualit,osses-
iiiia grave colpa se viene seguito come una religione che si
sioni di vario genere, idee fisse, impulsi criminali, dissocia-
si~stituiscea quella cattolica e non quando interpretato
zioni e alterazioni della coscienza e della memoria. Ci sono
come un'esperienza da verificare. Lo spiritismo richiede un
cose cui non ci si accosta impunemente scrive4 quando
:iiteggiamento di cautela e distacco e viene sconsigliato
non si abbiano le direttive dottrinali necessarie per essere
~liiandosi rivolge a persone psichicamente deboli.
sicuri di non smarrirsi; questo non sar mai ripetuto
abbastanza, tanto pi che, nel campo in questione, uno
smarrimento di questo genere uno degli effetti pi comuni
lo telescrittura: la danza del piattino
e pi funesti delle forze su cui si sperimenta; la quantit.di
persone che vi perdono la ragione lo prova in modo fin
I .:I maggior parte deUe persone che si awicina alla comuni-
troppo evidente.
c:izione medianica spinta da due motivazioni opposte:
In realt Gunon non esclude affatto un contatto con
iiilatti se per alcuni la molla il dolore, l'incapacit di
altre dimensioni: il suo attacco rivolto a teosofi, occultisti e
1:issegnarsi di fronte alla perdita di una persona cara, per
spiritisti, le cui dottrine sono secondo lui insostenibili.
.iliri agisce la semplice curiosit. A volte si partecipa a una
Infatti egli, dopo aver scritto con toni vibranti un intero libro
\i.tluta solo per gioco, per passare una serata diversa in casa
per dimostrare che la comunicazione con i morti, cos come
(li amici, ricorrendo al cosiddetto gioco del piattino*, che
intesa dagli spiritisti, impossibile, afferma che ci si pu s
Iiii~iionaquasi sempre, nel senso che d messaggi di senso
mettere in rapporto con un essere che sia in un altro stato,
compiuto, anche in mancanza di un medium: pi volte ho
ma dopo aver sviluppato in s le possibilit di quello stato
i~~iccolto esperienze significative, anche se molto elementari,
che trascende l'individualit umana, come accade ad esem-
(li messaggi telepatici o precognitivi.
pio in alcuni stati mistici. E ritorniamo cos al punto di
Una volta durante il corso di una festa venni chiamata
partenza: la medianit non va intesa come una facolt
per partecipare appunto al piattino: accettai solo per non
finalizzata alla comunicazione con i morti, con gli spiriti,
ol'lndere il padrone di casa, ma presto con una scusa lasciai
n tantomeno come una religione o come una straordinaria il tavolo. La comunicazione proveniva da un (sedicente)
ricerca fenomenologica, ma come una strada per arrivare
soldato di Napoleone, morto a vent'anni in battaglia, che si
allo Spirito.
viintava di aver saccheggiato i paesi nemici e di aver
In questa ottica la condanna della Chiesa, che fino a
violentato le donne, ubriacandosi volentieri. La domanda da
qualche decennio fa colpiva con la scomunica chi si occupa-
porsi la seguente: visto che nell'aldil si mantiene la
va di spiritismo, assolutamente comprensibile: tuttavia
1)crsonalit che si aveva sulla terra, che senso ha ricevere in
spesso, come ogni strumento repressivo, invece di avere una i-tisa propria un ladro, uno stupratore, un individuo poco
funzione di salvaguardia veniva usata come una forma di
c.voluto che non ha niente da insegnarci? Se chiudiamo la
Ilorta di casa in faccia agli sconosciuti, perch dovremmo poi
q.
Gunon, op. ai
 'e!zeoi3 u! E A E A O J ~rs aq3 '!~!ure nisou ! p orl8y lap 0188essaur o nemaurala oqour !88essaur '(oua~so ossads) 0~88en8uq
I! O i M a J ! J O Z U E !E~ ~ !~ l i l ? ~
Y O~A EE J I ~ E ,f ~ . l ?' .I~S ~O U ~ E ! ~
Ip r auro3 ' ! J E I O ~ !unge
! L I E ep
~ a ~ a 8 ~ o ?nd
s ~ eau as 13 oiqos !p
euri oriej eq aq3 'oxpaur un ! p ?i!leuos~adE[ 01eure!q3 elleax U I .a~!ie8auo ( l u o ~ ~!i!qds n q !iiapp!soD I) !n"iauraIa
oure!qqe E ~ O Eun A :eriedalai ! p nuaurpadsa oiiej ourerqqe 'ainloAa ooyu uou ?i!iua uo3 oiie1uo3 q miua !q30!8
a J a ! q m q 103 a ~ d u r a s .a~a!ue~~s' an8uq alqe ur o psanb E edpaued !q3 'al~oaanap ?!d 11 'eieu!ur euoz eun
u! aieiyduro~aiels ouos e i ~ eun o ~ :al~aA!J3s E !ou hels oure!s UI opueJiua 'apqeno~iuo3qa oin!Dsouo3s oiini lap opuour
aq3 alesuad apqrssodur!
. . aq3 anaq amayei ',,eAenap, un ns ei~odeun a~de1s ?i!ue!paur e1 eiuo~jje!S opmnb
aqJ ~iaodIap apis ossals onau a~saod o!durasa ad oi '!iua~saiseur!J auoz opueA!ne '!lenp!gpq IIeJqaJa3 ~i103ej
-nila3!1oure!qqe :r[euo!zamaazuanadsa oiiej ourerqqe !uue,i a1 ouwzuaiod 1s d s 3 !iuaur!~adsaouuej 1s opmnb aliuaur
- U E J E ~u!~ aq3 a!18oiuou oisano .psuoDur anp oxasseuruos :aJeDoi8aiuaureinlosse qnd 1s uou a!8~auaaisanb uo3 aqJ
!s as amo3 '?i![euos~ad anp axisou anap e&uros enep E i E a J 3 a ~ a d e sopessa3au E ! A E ~.E!E!I~!LU ~ ~ J E OUOS au aA !pos!da
?1!1euosiad eun !ou uo3 eD!unuroD emiin3salal enaN ysanb !C[ '!q3ue!q T J E J O ~ !un3IE pe 0 1 ~ ~ 3ouron'nap 3 ~
.run!patu Iap opsuoDu!,nap auorz~zzr~~uos~ad eun ep!nz eye~8oloje1 o s p ! ~0 1 0 ~ ~un 1 ns a :aJeur u! aiuap!3u!
oi!qds 01 apnb e1 ad a e@o1o~!sde~ed enap orpnis onau un UI oi~ouraiuaureA!uajja exa oi!~eru ay3 qurJapo3
a (!~!q3rsdeiaur Fpnis .I! ~ v ) urs!v,ll~oi!leur oie~ueyjt:
i aq3 'euuop E ~ E POUTJOJ e O U O J E ~ F~SJoddn~8Iap anp 'a8u$
irq !uue ;ad aq3 '!iu!d!qs~gepv eis!luaw!,unur oiiap eAaaar? - o w u x a un !p Isopualuas .eye~;loiojens e1@0 1 ~ ~ S3E J3 0 ~3
aqgi!~!dsainpas arie 01~8alonanb osa~duros'ouroncllt? rap O I E A O J ~ oJaqqaJAe'ensese3 q : E A O J ~eun aqme 0x01
;?lel.Iod!JE p a[eunoue~edOUaWOUaj 1 ~ 8 0aur Jad>> apara .euad q epapaa !p onanb ma axa3e!dsrp ogun ons a
,!3!ue!paur!uaurouaj rap e3rq~rsd . . auorz auaq EAEIS EJO aq3 a ouajjos E ~ A uou E aq3 al-p ad 'a~8our
-eiaid.taiu!,[oslaA (!ueurnaIuaureD!un odura~un a orzeds enep alepue !p q8a~dq 'ouojalai !p olaurnu a ozqJ!pq
oun e o~a!suad[ap odure~p aJail!J3so3.rrJ e3yru8!s oisanh 'aurou8os 'aurou oi!u~ojJaAe odoa ,!q8onl !anb u! opdo~d
? q m d ' O A ! I E ~opour ~ q a ) aiuaure3~snonde eanbxqns exad e1 aiueJnp aiuap!Dy un y oi~oru'OU!JOJ,
. . . !ieiua!Jo
ouor !so!pnis !unqe '!zuv ,!iu?sa~d!ap onanb uo3 o ops !p E ~ S ! U O ! S S ~ ~ Oun J ~ oiels alassa !p Qiuo33e~qiuasa~d
.tro~li!ons p uo2 urnlpaur [ap 'aq2!q~!sdazuaJajJaiu! aJasss !s aq3 (ouaurouaj le aJep ond !s aq3 a u o ! z e i a ~ d ~ a l ~ ~ n ~ p
'
ouossod 13 'auo!z~3runuro3ru8o UI 'alduras :a~o]e~isr8a1 aiuauraiuapuad!pq '?i!pouro3 ad aurunai opanb oura~asn)
I! aqUeJ1 EA!JIe ori8essaur opuebb ouy~ad'e3!ue!paw
i yriua'7 .oialduro3 0!88essaur un opuei!duro3 'oqzzedur!
~zua!~adsa anbunlinb u! aluasa~dJauai ep ?iqenluana auros olrqns assour !s !isanb ' o u o ~ e ~ m a ~!su euadde o~
eisanb 3 'oGilaUo3 o a1enpFiupur . . ' O. I ~ S U Oeur ~ U'ouJarsa
!,~ uou :aiueped oiuaurnlis auro3 aJa!qDgq Iap Isopualuas
arua8~un ' o ~ ! ~ ! oun ds uou - ounie!d p auro3 - Fzzaui ,, . 'a~allalal u03 auollaqel axesn e !3!ure !unge uo3 Q A O J ~
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ysanb OSJaAEJilr! m!unuro>rq2 ~ I I O a~~oru A luejur :oursrq~rsd t 'eu8apies U! E Z U E ~ E Aq E J a aliuaur '(ezua!Jadsaens e1 odop
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!P "!ue!paur ! p ~ J E ~ J E?nd ' ~ rs uou ossa& aq3 01ie3 aq3ue alel o~seur!~ E~W
a ) oppaJ3q a o3!iia3s ' ~ S ~ UOie3oME
I! aiwd 110s ep O U O A O ~ U!S O ouope~aq3 riia880 'rsaur~
v . . u n . E ! ~ I U E 111d ?iIi?aJ eun E 1s~eiso33~ i a d auo!semo'un
- O J ! S ~! p !uaurouaj o 'alnpe~ 'boieura 'airiaj auro3 'ainpas ' e z u a ~ ! ~ e ~ denns
o s E A O J ~ eun anmoj !p amddo '<<?I
arie aiuaur-ssamns !lued!3ai~ed! ouo3s!dIo3 aq3 riuapr3ur iP
. . !p))p a enb rp E J ~aiuod un aleaJ3 !p onanb 'oqpuo~al
!10~3!d! <auo!zenqsenap eualas o3od e~ajsoune'~ 'aleninrds 1,
! odo~ oun ouueq o a~!ie3rfu8!sn!d aiuauraiua~eddeouos
o a[eniial[aiu!eisp ! p oiund [ep !iu~3yru8rsu! . . e ~ n .i i. r i ~ p e azua~~adsa al alloA jeinpas q nuasa~d!s a n b u n ! ~e ~
v e~n~de
i
come sottotenente degli alpini, e chiedeva di inviargli alcuni
oggetti. E i genitori, che proprio quella mattina avevano
preparato un pacco dono per lui, lo disfecero per rifarlo
. -
come aveva chiesto.
Il gioco del bicchiere diventa interessante come stru-
mento di conoscenza quando amplia il nostro orizzonte ci
dice Fiorello Verrico, di Roma. La prima volta che decisi,
con un mio cugino, di tentare un esperimento, il bicchiere
non si mosse neppure. Ma il secondo giorno correva
talmente veloce che, finch non riuscimmo ad adeguarci ai
suoi movimenti, non riuscimmo neppure a leggere i messag-
gi, AU'inizio questi erano siglati dal nome di parenti e amici,
tra cui un amico di mio cugino, che ci parl della vita
dell'aldi, con discorsi filosofici molto interessanti. Poi si
lament perchk nessuno andava a trovarlo e la sua tomba era
senza fiori, tanto che ci sentimmo obbligati a portarglieli.
Una volta venne un'entit, che ci diede solo l'iniziale
del suo nome, senza farci capire chi potesse essere. Ci parl
di tutto, della nostra vita, di problemi etii-i e spirituali,
dandoci anche consigli pratici. Un giorno che mia madre era
assente, disse di essere mio padre e che non l'aveva rivelato
perch lei ne avrebbe sofferto. In seguito si presentarono
entit che si indicavano con lettere dell'alfabeto. Spesso "Z",
mentre ci stava spiegando un problema, si interrompeva per
dirci che avremmo trovato quello stesso argomento a una
certa pagina di un libro di Kardec, cosa che effettivamente
corrispondeva. A volte criticava certi passi del libro, spie-
gando ci che non avevamo capito. Una volta mi disse di
prendere una penna e di scrivere. Non appena mi concentrai
caddi in trance profonda, mentre la matita vergava segni di
grande forza.
Ma l'esperienza che forse ricordo di pi riguarda la mia
vita personale: a quel tempo non avevo legami sentimentali,
mentre mio cugino aveva una ragazza e volle chiedere
qualcosa sulla sua relazione. "Non stare con lei," fu la
risposta "perch non ti ama. Tra poco arriver Cristina e
sar la persona giusta e farete tante cose uniti a noi." Invece
Maria Cristina arriv per me, sei anni dopo.
Un fatto davvero straordinario che anch'io avevo
incominciato a fare il piattino racconta Maria Cristina, che
oggi sua moglie. Un giorno, una mia amica chiese quando
avrei incontrato l'uomo della mia vita. "A settembre, alla
libreria Ufo" fu la risposta. In un'altra comunicazione,
aggiunse la data precisa, l'ora e l'indirizzo. A settembre,
anche se molto scettica, mi recai alla libreria, guardando la
gente con aria perplessa. L'unico a cui non pensavo era
Fiorello, l'oratore, che aveva preparato alcuni esperimenti di
telepatia: fui la sola a indovinare tutti i bersagli, una serie di
numeri che aveva chiuso in buste diverse. Incuriosito, chiese
il mio numero di telefono: e da l nato il nostro
inatrimonio.
La scrittura medianica:
una voce guida il braccio
Un'altra metodica che permette la comunicazione medianica
6 la scrittura automatica in cui il mezzo scrive, in stato
alterato di coscienza - generalmente in trance lucida, quindi
perfettamente consapevole di quanto accade - sotto dettatu-
ra delle entit: in questo caso la mano segna ci che una voce
interna sembra dettare. Altre volte invece si verifica un vero
e proprio automatismo, per cui il medium pur rimanendo
sveglio, non consapevole del contenuto del messaggio che
sta scrivendo. Questo fenomeno ben noto agli psichiatri:
un soggetto in ipnosi pu addirittura scrivere due messaggi
diversi, uno per ogni mano. In questo caso l'inconscio agisce
sul reticolato nervoso muscolare, trasformando l'idea in
manifestazione, in scrittura. Da un punto di vista tecnico, il
fenomeno psichico e quello medianico hanno una dinamica
del tutto identica. Quindi necessario non dimenticare mai,
quando si cerca di aprire la propria medianit o di comuni-
care con altre dimensioni, la possibilit di una interferenza
della psiche nei messaggi o, peggio ancora, l'intervento di
entit non evolute che si spacciano per tali e, ancora, la
necessit di evitare ogni forma di dipendenza, di ossessione,
di fanatismo. Ribadito questo concetto, la scrittura rimane
uno degli strumenti pi semplici ed efficaci per sviluppare in
s la comunicazione medianica ed entrare in contatto con la
dimensione deli'invisibile.
Per un certo periodo della mia vita, dal 1949 al 1955, ho
partecipato con il permesso della Curia aile sedute di un
gruppo medianicon racconta monsignor Ernesto Pisoni. I1
mio ruolo era di osservatore, di studioso. La medium,
un'insegnante che aveva intrapreso il cammino della media-
nit contro voglia, cadeva in trance profonda e in questo
stato le entit comunicavano con lei per mezzo della scrittura
automatica. I1 suo braccio era inerte e insensibile, senza
riflessi, sembrava che la mano pi che guidare la penna la
seguisse, o meglio, la sorreggesse e la calligrafia che ne
risultava non aveva niente a che fare con la sua, ma cambiava
di volta in volta, a seconda dei personaggi che si presenta-
vano. Per esempio, quando veniva il cardinale Barberini
scriveva lunghe pagine in un latino perfetto del '600, con
uno stile purissimo che neppure io avrei saputo ripetere.
Barberini diceva che con noi si trovava bene perch
rispettavamo i1 loro mondo: e una volta, proprio per
premiare questo rispetto, mi fece avere in seduta un apporto,
un'arnetista del '600 tagliata per un anello episcopale. Di
apporti ne sono arrivati altri: un magistrato, che faceva
scrivere la rnedium con caratteri altissimi e molto lentarnen-
te, ci ha portato una rosa e una camelia fresca. Le entit
appartenevano sempre a persone veramente esistite che
raccontavano le loro esperienze terrene, spesso storicamente
accenabili. Un'entit abituale era Cagliostro, che in una
seduta ci ha fatto dono di due opaline che, secondo un
esperto di pietre, erano di lavorazione viennese.~
Cagliostro, personaggio leggendario e controverso, sem-
bra frequentare numerosi circoli medianici: l'abbiamo ritro-
vato anche tra le entit di Lia Ghezzi, una medium milanese
che ha come fenomeno pi appariscente una scrittura fatta
di strani caratteri, simili a geroglifici egizi, che lei sa
interpretare unicamente mentre scrive, mentre sente parlare
dentro di s la su.a guida, un sacerdote egizio, che le d
indicazioni sul passato e il futuro delle persone.
Claudia Magnanensi usa invece la scrittura soprattutto
per scoprire nelle esistenze passate la,causa di un problema
attuaIe: in questi anni ha avuto oltre tremila comunicazioni,
molte delle quali hanno avuto un riscontro obiettivo. Credo
di aver ereditato questa facolt da mia madre racconta che
partecipava a sedute medianiche e aveva come spirito guida
Yogananda. Spesso, insieme a lui, intervenivano anche i suoi
maestri, Yukteswar e Babaji, portando insegnamenti ad
altissimo livello spirituale. Yogananda, attraverso un mes-
saggio medianico, mi predisse ancor prima che mi sposassi
che avrei avuto una figlia e un figlio, che sarebbe diventato
un "dominatore delle masse" (ed diventato direttore
d'orchestra). L'ha anche salvato quando, a tre anni, stava
morendo per uno choc anafilattico. Dopo la morte di mia
madre' ho incominciato anch'io a interessarmi a questi
argomenti. Nel '76 accaduto qualcosa che mi ha permesso
di aprire le mie facolt: sono stata molto male e un medico
ha fatto una diagnosi tanto grave che per lo choc mi sono
bloccata, non riuscivo pi a parlare, a reagire. Improwisa-
mente ho avuto l'impulso di prendere un foglio di carta, su
cui ho scritto: "Non hai niente. Mamma". E in effetti la
diagnosi era errata. Da allora ho incominciato a scrivere in
questo modo con una certa frequenza, anche se ero sempre
piena di dubbi. A volte la scrittura la mia, altre
inconfondibilmente quella di persone trapassate, che voglio-
no comunicare con i parenti. Ho avuto una serie di guide, la
prima delle quali stata mia madre e l'ultima Bompensieri,
lo spirito di un medico vissuto duecento anni fa che ha come
caratteristica la capacit di vedere le vite passate delle

persone e i dati pi salienti del loro carattere: tra l'altro in
genere non conosco chi mi chiede una "scrittura", ma uso
come testimone una fotografia. E solo in seguito ho la
conferma di aver centrato il carattere della persona e il suo
problema.
Chi usa la scrittura medianica (e il medium in genere) di
- ~ ~ -~ ~ ~
solito ha un'immagine mentale del suo spirito guida o, pi
spesso, sente l'energia che guida la sua mano, che varia da
entit a entit, a volte leggera e delicata - si potrebbe dire
femminile - a volte forte, irruente; maschile. Inoltre, se
mentre si scrive scattano dei dubbi s d a veridicit del
fenomeno. se ci si chiede: ma la mia mente, il mio
inconscio o c' realmente qualcuno che mi sta parlando?,
insomma, se interviene la razionalit, tutto si blocca: si ha
allora la sensazione che questa energia si sia scaricata o
allontanata e la mente si ferma, come se non fosse pi in
grado di funzionare. Per evitare questo, durante qualsiasi
esperienza psichica, necessario sapersi abbandonare, viver-
la fino in fondo, per giudicarla poi, quando stata vissuta.
Probabilmente non possibile far funzionare contempora-
neamente l'emisfero sinistro, quello della logica, e il destro,
quello dell'intuizione, della creativit.
La medianit pone numerosi interrogativi, molti dei
quali rimangono forzatamente senza risposta, o meglio, ai
quali si possono solo fornire una serie di ipotesi. Per esempio
molto difficile valutare se chi parla il subconscio (o
un'istanza superiore della psiche) o un'entit e in questo
caso che tipo di entit: in teoria, se vero che si pu ricevere
messaggi telepatici, dalla nostra o dall'altra dimensione,
allora veramente possibile comunicare con gli spiriti
dell'universo intero, i quali sono, come afferma l'entit di
William Stead (un famoso giornalista e scrittore dell'800), a
contatto tra loro.
Inoltre quasi impossibile mantenere in questo campo la
duplice posizione di operatore e di studioso. Questi deve
saper mantenere un atteggiamento distaccato, per essere in
grado di dare un giudizio obiettivo s d a fenomenologia, di-
scernere per quanto possibile il livello delle entit che si
manifestano, in modo da escludere non solo la frode, ma an-
che ogni intervento suggestivo e psichico (con grande tri-
stezza a volte si entra in contatto con personaggi che dicono
di essere stati nella vita terrena grandi filosofi, letterati, saggi,
e poi si esprimono con grande povert di linguaggio e di
contenuto: in questo caso non si pu che pensare a una
creazione, anche onesta, non voluta, del medium).
I n tutt'altra posizione si situa colui che vive questa
dinamica da un punto di vista esperienziale, quindi sia il.
medium sia il fmitore del messaggio: entrambi devono tener
presente che fa medianit un dono dell'anima e quindi
riguarda unicamente la strada evolutiva. Ogni comunicazio-
ne ha senso se permette al singolo di ampliare il proprio
orizzonte spirituale, se lo mette di fronte al proprio karma,
indicandogli un percorso. Spesso le persone cercano il
medium per entrare in contatto con un caro scomparso ed
essere confortate o, peggio, per risolvere un problema
contingente (((troverl'amore o trover lavoro, trover
la felicit), confondendo la strada medianica con quella
divinatoria e senza tener conto deli'evoluzione dell'entit
che si presenta, della motivazione che la spinge a comunica-
re, se il suo compito veramente quello di aiutare o seguire
un'anima incarnata o se ritorna sulla terra perch non vuole
staccarsi da questa dimensione, in cui,vuole continuare a
vivere. In questo caso meglio evitare questa esperienza, che
non positiva per nessuno, nemmeno per l'entit che ferma
la propria evoluzione nell'aldil.
L'incorporazione: quando
lo spirito scende nella materia
Le sedute classiche, oltre a quelle che si servono della
tiptologia (in cui il linguaggio dato dai colpi del tavolino,
uno per ogni lettera dell'alfabeto), sono quelle a incorpora-
zione, in cui il medium impresta aii'entit il suo corpo e la
sua voce. Pu essere interessante stabilire se l'Io del medium
rimane nel corpo durante la trance o se si verifica una sorta
di Oobe: molti, uando si svegliano, raccontano infatti di
essersi visti in un grande prato o in uno spazio azzurro.
probabile che in alcuni casi il medium esca dal corpo per
raggiungere il piano di coscienza su cui si trova l'entit e
parlare con lei, riportando poi il messaggio come se l'avesse
registrato su un nastro. Altre volte il medium esce per
lasciare posto ali'entit che ha potuto scendere tin dentro il
corpo che le stato messo a disposizione, per usarlo come
un vero e proprio strumento. probabile che quando il
medium non si stacca totalmente dal proprio essere, interfe-
risca anche se inconsciamente modificando il messaggio.
Tuttavia anche qui pi che la dinamica della trance conta il
livello della comunicazione.
Nella mia vita ho assistito a ogni tipo di seduta: la prima
in assoluto fu, oltre vent'anni fa, a Ponteranica, a casa della
pranoterapeuta Carla Alberti, dove venne usato il classico
tavoliio. Questi incominci a girare vorticosamente per poi
fermarsi di colpo davanti a me, inclinato di oltre 45 gradi: in
quel momento awertii la presenza di mio padre, morto da
alcuni anni. Era una presenza sconvolgente, quasi fisica,
tanto che mi sembr che ini abbracciasse, che mi awolgesse
con tenerezza. A quel tempo non avevo nessuna esperienza
in proposito, se non una vaga attrazione per tutto quanto
richiamava il mistero, una dimensione che la mia anima
sembrava conoscere; inoltre mi consideravo atea, o meglio
agnostica, non credevo in niente. Quell'esperienza contribu
a cambiare la mia vita. Non so se quanto avevo evocato fosse
veramente mio padre o il mio desiderio di sentirlo: ma in
quel momento acquisii la certezza che qualcosa doveva
continuare dopo la morte. In seguito, con il pretesto delle
inchieste giornalistiche, partecipai ad altre sedute, tenute al
buio o alla luce, da un medium che rimaneva assolutamente
cosciente (come il famoso Bruno Lava) oppure entrava in
iina trance profonda, parlando con una voce normale, solo
pi bassa, meno squillante, o con toni alterati, ascoltando
messaggi di ogni genere da parte di entit pi o meno
f,amose.
H o visto fenomeni fisici di ogni tipo (di cui mi sento di
escludere la frode), materializzazioni, apporti, luci, levitazio-
ni, che francamente non mi hanno mai interessato, anzi
penso che in genere, salvo eccezioni, questi awengano con il
concorso di entit non inolto elevate, ancora legate alla
inateria. N mi colpisce pi di tanto un messaggio altamente
filosofico, intellettuale: in fondo vi sono tanti libri molto
istruttivi, senza scomodare spiriti di ogni genere. Che cosa
hanno da dire Platone, Kant, Kirkegaard che non abbiano
gi detto, gi scritto da vivi? Che cosa possono aggiungere
Shakespeare, Leopardi, Dante ai loro versi immortali? Non
questo.
L'incontro con un'entit pi o meno sconosciuta come
un incontro d'amore: ha senso se, al di l delle parole stesse,
deii'insegnamento, scatta qualcosa nell'animo dell'individuo
che lo cambia, lo eleva, gli permette di rendersi conto che la
vita un grande gioco che va giocato fino in fondo, ma
staccandosi dalle emozioni, dalle passioni, dali'iliusione. Ha
senso se questo contatto con l'entit, che scende con il
preciso compito deli'insegnamento, riesce a spingere l'uomo
ad assolvere il proprio karma, se lo spinge sul cammino della
consapevolezza, della coscienza della propria parte divina.
Bisognerebbe avere la fortuna di incontrare, in questa
ricerca, la voce di un Maestro che sappia arrivare non solo
aiia mente, ma soprattutto al cuore. E noi dobbiamo essere
in grado, usando l'intuizione, di riconoscere tra tante voci, la
vibrazione in grado di attivare il nostro mondo interiore,
spingendoci alla ricerca del S, dello spirito, unico scopo per
il quale siamo scesi sulla Terra. Non basta ascoltare un bel
discorso: le parole dette in seduta devono far vibrare una
corda nel profondo, stimolare i livelli pi sottili della
coscienza, aiutandoci a crescere, a rinnovare la fede, ad I
affrontare ogni esperienza in chiave evolutiva. Ecco, questo l'infinito, un po' come il calabrone dell'aforisma: Gli
scienziati hanno dimostrato che il calabrone, a causa del suo
l'unico modo valido in cui ci si pu accostare alla
peso eccessivo, della sua ridotta muscolatura e della sua
medianit, indipendentemente dalla modalit usata.
scarsa superficie alare, non in grado di volare. Ma il
Un'esperienza del genere stata molto probabilmente
calabrone non lo sa e vola lo stesso.
queiia del Cerchio Firenze 77, ma solo per chi ha saputo far
tesoro degli insegnamenti dei Maestri (il partecipare non in
s una causa di merito, se poi dentro non cambia qualcosa:
anzi, si corre il pericolo di sentirsi superiori, alimentando
Aprirsi all'infinito
solo il proprio ego). Al di l dei fenomeni, grandiosi, a cui
Il cammino della medianit dovrebbe portarci a varcare
ho potuto assistere al Cerchio, ci che pi contava erano le
consapevolmente, ognivolta che lo vogliamo, i confini della
lezioni delle entit, come queiie del maestro Kempis, che
materia, cambiando il piano di coscienza con un semplice
nella vita passata stato un fiiosofo peripatetico mi ha
atto di volont. Sviluppando i sensi sottili, come ad esempio
raccontato Nella Bonora. Egli il pi prestigioso oratore
la chiaroveggenza, si impara a entrare in contatto e a
che si possa immaginare. La sua voce come una sferza che
convivere con l'invisibile intorno a noi, quello che Castaneda
cade su di noi, accusandoci delle nostre incomprensioni,
chiama la realt separata*, che diventa parte integrante
egoismi, pretese. Per chi affronta questo genere di incontri,
deii nostra vita, senza pi preoccuparsi di trovare per ogni
certo la vita diventa pi impegnativa, perch si pi
esperienza una spiegazione logica, universalmente accet-
responsabilizzati: ma anche un'esperienza stupenda.
tata.
Io sono un intellettuale, vengo dalla filosofia e ho letto
tutti i grandi pensatori* ci ha detto Pietro Cimatti, poeta e Per la maggior parte deiie persone, e in particolar modo
per gli intellettuali, questa modalit della coscienza
critico d'arte. Ma nelle loro opere appare sempre la loro
un'esperienza completamente nuova scrive Capra, Quan-
personalit. Mentre nei messaggi dei Maestri ho trovato
do la mente razionale tace, la modalit intuitiva produce uno
finalmente una filosofia deii'essere, che ha saputo fondere
stato di straordinaria consapevolezza: l'ambiente viene per-
armonicamente la sapienza occidentale con queiia orienta-
cepito direttamente senza il filtro del pensiero concet-
le. Sicuramente la scienza non potr mai darci rassicurazio-
tuale.>$
N o spiegazioni esaurienti suiia medianit, n per sostenerla,
n per ridurla a un puro fenomeno psichico, ma solo ipotesi. Don Juan afferma che lo stregone non cerca mai
Perch essa non pu controllare il mondo sottile deiio spiegazioni, ma impara a usare l'energia e la volont, dando
una nuova direzione a se stesso, cambiando la visione del
spirito, che unicamente dominio della fede (intesa qui
come la capacit di conoscenza deii'anima), a meno che non mondo, che vediamo attraverso la lente deformante dei
accetti di cambiare alcuni parametri nella valutazione dei nostri schemi mentali ( lo stesso concetto indiano di Maya,
fenomeni. Lo scienziato stesso dovrebbe servirsi deila pro- l'illusione). Quando un uomo si incammina per il sentiero
pria intuizione, o medianit, come fa il genio. deiia stregoneria si rende gradualmente conto di aver
lasciato per sempre dietro a s la vita normale; la conoscenza
Ma l'uomo, al di l di ogni prova e di ogni spiegazione,
pu varcare ugualmente i confini della materia per esplorare
' F. Capra, op cit
infatti una cosa che mette paura; i mezzi del mondo
ordinario non saranno pi sufficienti per lui e se vorr
sopravvivere dovr adott:re un nuovo modo di vita.6 Un
maestro stregone prosegue (ma invece di stregone potrem-
mo leggere, nella chiave che stiamo perseguendo, anche
iniziato, medium, mistico) poteva dawero passare attraver-
so ai dieci7 strati dell'altro mondo. Il maestro (...) poteva
partire dallo strato pi basso e poi attraversare tiitti gli strati
successivi fino ad arrivare in cima. Gli stregoni malvagi e i
dilettanti aggiunge potevano nella migliore delle ipotesi
attraversare solo tre strati.9 Chi intraprende il cammino del
risveglio interiore si basa solo suli'esperienza diretta, che ci
fa vivere valori e situazioni al di fuori della norma.
anche la strada del misticismo (che Zolla definisce la
ripetizione, in una civilt non pi corale, dell'esperienza
iniziatican), che tende alla cancellazione deli'io terreno -
intesa non in senso patologico, ma come distacco, rinuncia
all'ego - per realizzare l'unione con Dio, Realt Ultima. I1
mistico, dice Zolla, si pone oltre la conoscenza meramente
discorsiva; senza contare che la realt ordinaria, quella
conosciuta e percepita dai cinque sensi o tramite le nostre
categorie di pensiero solo apparenza. La soprarazionalit
mistica e il suo sacrificio dell'intelletto invece un invito a
non pietrificarsi nelle determinazioni del discorso come se
queste esaurissero la realt, un porsi dalla parte del mistero
senza il quale l'intelletto non avrebbe vita, e che la fonte
deli'intelietto. I1 misticismo conoscenza completa rispetto
all'intelietto discorsivo, che organizzazione della conoscen-
za secondo un modello meramente ottico.'
Il vedere svolge il ruolo pi importante nell'epistemo-
logia buddhista, perch sta alla base del conoscere scrive
6 Carlos Castaneda, Una realt separata, Roma, Astrolabio, 1972.
Uno strato per ogni livello di realt, da quello della materia a quello
divino, buddhico: dieci strati come i dieci sephirot.
W. Castaneda, op. o/.
Elmire Zolla. I nris/iri dell'Ocridri/e. vol. I , Rizzoli (BUR), 1976
D.T. Suzuki.10 impossibile conoscere senza vedere; ogni
conoscenza ha origine nel vedere. Perci le attivit del
conoscere e del vedere si presentano di solito unite all'inse-
gnamento del Buddha. La filosofia buddhista tende quindi
in ultima analisi a vedere la realt cos come essa . Vedere
sperimentare l'illuminazione.
Noi vediamo solo ci che vogliamo e che sappiamo
vedere, ci che conosciamo e sappiamo riconoscere, ci che
possiamo catalogare nei nostri schemi mentali. Per fare un
esempio fin banale, non viene in mente a nessuno di
guardare l'energia, perch sappiamo che essa invisibi-
le: ma questo sapere riguarda una sola dimensione, quella
appunto della materia. Invece si pu zmparare a vedere
l'energia: basta osservare i fili dell'alta tensione per percepi-
re una massa d'aria pi densa, che sembra avere consistenza;
oppure, in una giornata di sole, se si osserva l'aria sopra il
mare la si vede luccicare e anche qui sembra pi densa: e
questo il prana, l'energia vitale, l'etere dei greci. Infine se si
prende una calamita e la si osserva al buio, si pu scorgere
un alone fosforescente, tendente al violetto. Cos, se si
guarda attentamente il contorno)) della testa di una perso-
na, si vedr un alone biancastro o violetto. Tutto ci
corrisponde al campo elettromagnetico di cose e persone,
definito anche piano eterico, che fa ancora pane di quello
materiale. Quello che consideriamo spazio vuoto abitato
da energie differenti, via via pi sottili (Dio dice di
nascondersi dietro veli di tenebre - ossia i corpi naturali - e
dietro veli di luce - ossia gli spiriti sottili - poich il mondo si
compone di sostanza grossa e di sostanza sottile~~), perce-
pibili per all'occhio del veggente, che potremmo porre
idealmente su una scala evolutiva che parte dagli elementali
per finire agli angeli, emanazioni divine. Ecco, la medianit
'W.T. Suzuki, Outlines of Mahaliana Buddhism, N.Y., Schoken Book,
l'Ih3
.-
" Muhyu-d-dn Ibn'Arabi, La .sapienza dei profeti, Roma, Edizioni Medi-
terranee, 1987
dovrebbe avere questa direzione, finire cio nella conoscen-
za mistica, il sentiero breve, oscuro all'uomo comune. la
strada percorsa per esempio da Swedenborg, che aveva il
dono di comunicare con i trapassati, ma anche di penetrare
nell'aldil: Molti obietteranno che nessuno pu parlare con
spiriti e angeli finch vive nel proprio corpo: ma questo non
mi preoccupa, perch io ho visto, udito e sentito. Nell'Ar-
cana Coelestia egli scrive: Posso subito testimoniare che per
la divina grazia del Signore mi stato concesso gi da alcuni
anni di essere costantemente e ininterrottamente in compa-
gnia di spiriti e angeli, sentendoli parlare e a mia volta
parlando con loro. Chi non ha vissuto la pace del Cielo non
pu comprendere la pace in cui si trovano gli angeli.
Fintanto che l'uomo vive nel corpo, non pu capire questa
pace, perch la conoscenza umana legata alle cose naturali.
Chi vuole capirla, deve poter elevare il suo pensiero e
allontanarlo dal corpo, finch giunge accanto agli ange-
li.12
Questo distacco o mortificazione del corpo un punto
chiave del misticismo, che nega la vita umana, perch essa
la negazione di queila divina. Tutti i miti insegnano che
l'uomo deve cercare il contrario di ci che vuole: morte,
poich vuole vita immortale.13E tutto ritorna al punto di
partenza, come un serpente che si morde la coda: il primo
gradino necessario per percorrere la strada iniziatica, per
raggiungere l'illuminazione il distacco, che ritroviamo
proposto non solo dall'India, ma anche da Socrate. Il
filosofo a differenza degli altri uomini dice14 cerca di
liberare quanto pi pu l'anima da ogni comunanza col
corpo perch solo cos pu rimanere pura e trovare la
verit: in questo tempo che siamo in vita, tanto pi saremo
prossimi al conoscere quanto meno avremo rapporti con il
l2Ernmanuel Swedenborg, Cielo e Inferno. L'aldil., Roma, Edizioni
Mediterranee, 1988.
E. Zolla, op. d.
'J
Platone, o p cit.
corpo, n altra comuhanza con esso se non per ci che ne
costringa assoluta necessit. Ed ecco l'invito, identico,
nell'induismo e nel sufismo: La felicit duratura dell'uomo
non nell'arrivare al possesso di alcuna cosa, ma nel cedere
tutto se stesso a ci che pi grande di lui, ad alcune idee
che sono pi grandi deila sua vita individuale: la patria,
l'umanit, Dio. Queste idee gli rendono pi facile il separarsi
tla tutto quello che possiede, non esclusa la sua stessa vita
;ifferma Tagore.15E cos un altro grande mistico, Ibn'Arabi:
Lavati le mani misticamente, spogliandoti di tutte le cose di
questo mondo. Lavati la faccia con vergogna per aver offeso
Dio, e le tue braccia fino al gomito dell'abbandono aiia
I'rowidenza, ungiti la testa con il sentimento della tua
povert, umilt, lavati le orecchie con l'audizione attenta
della voce interiore e il desiderio di seguire i pi perfetti
buggerimenti. Lavati i piedi per salire degnamente il monte
ileila contemplazione.
I,a strada della conoscenza non pu che coincidere con la
ricerca della trascendenza, dell'Assoluto, del Divino (L'uo-
ino diventa giusto se riesce ad arrivare in questa vita aiia
conoscenza di Dio, recitano le Upanishad altrimenti va
verso la sua completa rovina), che si attua attraverso
1"iuminazione: questa awiene quando soggetto e oggetto
della ricerca diventano tutt'uno. La nostra funzione non
acquistare ma essere. Essere che cosa? Essere. una sola cosa
con Brahma. Tutto quello a cui noi potremo aspirare
diventare sempre pi una sola cosa con Dio.)+ il cammino
del Buddha, nato per conseguire l'Illuminazione: Duran-
t
1 '3 Rabindranath Tagore, Lo oera essenza della vita, Milano, Guanda,
1988.
I,
'6 R. Tagore, op. cit.
C 115
te la seconda vigilia, egli, secondo a nessuno in vigore, il
migliore di coloro che vedono, ottenne la somma onniveg-
gema. Con tale pura onniveggenza vide allora tutto il
creato, come in uno specchio senza macchia. In quel
momento della quarta vigilia, quando venne l'alba e s'acque-
t tutto ci che animato o inanimato, il gran veggente
raggiunse lo stato che non conosce alterazioni; lui, la guida
sovrana, raggiunse l'onniscienza. Quando, in quanto
Illuminato, riconobbe questa verit, la terra barcoll come
una donna ebbra di vino, i punti cardinali rifulsero di schiere
di Siddha e possenti tamburi risuonarono nel cielo.l7
La vera conoscenza di Dio dunque l'unico scopo deiia
vita di ogni uomo (che egli ne sia consapevole o meno),
l'unica via (io sono la via, la verit, la vita dice il Cristo):
una conoscenza che non pu essere attuata per mezzo della
mente, che ci d una visione parziale della realt, ma per
mezzo della gioia, deil'amore, poich la gioia e la conoscenza
nella sua completezza il conoscere con l'intero nostro
essere dice ancora Tagore.18 Nel conoscere per mezzo
deil'intelletto, noi restiamo distinti dall'oggetto della nostra
conoscenza, mentre l'amore conosce il suo oggetto per
mezzo della fusione. Ena tale conoscenza immediata e non
ammette dubbio. Ed ecco che conoscere, come recitano le
Upanishad, diventa essere: Chi conosce Brahma, il Vero,
l'onnisciente, l'Infinito nascosto nelle profondit deii'ani-
ma, che il supremo cielo, gode di tutti gli oggetti del
desiderio, in unione con l'onnisciente Brahma. Colui che
conosce "Io sono Brahman" diventa questo tutto.
Questa unione con il Divino d luogo all'estasi (che nelle
diverse culture ha preso il nome di saton, moksha, baga),
considerata oggi uno stato alterato di coscienza, il pi
perfetto, raggiungibile in momenti particolari di beatitudine
'7 Avarosha, Le gerta dei Buddha, (XIV, 7.8.86.87), Milano, Adelphi,
1979.
'8 R. Tagore, op. nr.
dell'anima o, da parte di chi ha molto camminato sulla strada
dello spirito, nella piena consapevolezza. AU'improwiso,
appare la dimensione cosmica della realt. Sullo sfondo
vasto ed eterno, la personalit appare transitoria, tuttavia si
scopre la dimensione eterna dell'esistenza, tanto che viene
percepito un altro livello deil'essere personale.l9 proba-
bile che durante l'estasi si verifichi uno stato di Oobe (come
avviene del resto durante la trance, anche se il medium non
ne consapevole). I1 filosofo Jerome Cardan, di Pavia
(1501-1576), che poteva entrare in estasi a comando,
descrive il suo stato: Quando entrq in estasi, ho come il
sentimento che l'anima si stacchi dal corpo e questa
separazione si produce da tutto il corpo, ma in particolare
dalla testa e dal cervello. Dopo di ci, non ho pi nessuna
nozione del corpo. E in effetti, in questo stato, noa
avvertiva neppure il dolore provocato dalla gotta.
ancora Tagore a evocare questa esperienza illuminan-
te: Mentre guardavo I'alba, all'improwiso un velo sembr
sollevarsi dai miei occhi. Vidi il mondo avvolto in una gloria
inesprimibile con le sue ondate di gioia e bellezza che
zampillavano e si infrangevano da ogni lato. La pesante nube
di dolore che ricopriva con molti strati il mio cuore venne
trapassata dalla luce del mondo, che irradiava ovunque.
Anche Capra, dopo essersi avvicinato al misticismo
indiano e alle esperienze di conoscenza simili a quelle di
Castaneda, prov un'esperienza simile che lo port, come
racconta 1~1istesso, a scrivere in seguito il suo libro:20 .In un
pomeriggio di fine estate, seduto in riva all'oceano, osserva-
vo il moto delle onde e sentivo il ritmo del mio respiro,
quando aii'improwiso ebbi la consapevolezza che tutto
intorno ' a me prendeva parte a una gigantesca danza
cosmica... Sedendo su quella spiaggia, le mie esperienze
precedenti presero vita; "vidi" scendere dallo spazio esterno
l* Naomi Humphrey, Meditazione, Milano, Sperling & Kupfer, 1989
'O N. Humphrey, op. cit.
cascate di energia, nelle quali si creavano e si distruggevano
particelle con ritmi pulsanti; "vidi" gli atomi degli elementi e
quelii del mio corp'o partecipare a questa danza cosmica di
energia; percepii il suo ritmo e ne "sentii" la sua musica; e in
quei momenti seppi che questa era la danza di Siva, il Dio dei
danzatori adorato dagli ind. Nelle esperienze contempla-
tive Dio viene sempre percepito come Luce purissima e la
visione spesso accompagnata da musiche celestiali,
armonie cosmiche per le quali non possibile usare parole
umane. Da quando mi si affievolita la vista, posso
scorgere, frate Leone, le cose invisibili dice Francesco
&Assisi. Ho visto poi una intensa luce, e grandissime stelle
e il cielo con i suoi sette ripiani, popolati di santi, di angeli e
arcangeli, cherubini e serafini. A un tratto sono stato
accecato da una luce sfolgorante e mi sembrato di svenire:
certamente mi ero accostato a Dio pi di quanto mi fosse
stato concesso.21
" Nikos Kazantzakis, Il povere110 dI Dio, Milano, Mondadori (Oscar),
1987.
CAPITOLO V
OLTRE IL CONFINE
L? morte, luo servo, alla mia porta.
Ha attraversalo on mare sconosciuto
e mi ha portato il tuo richiamo.
La notte buia e il mio czwre pieno di paura,
eppure prender il lume, aprir la porta,
e inchinandomi le porger il benvenuto.
TAGORE, GitanIalI
I1 trapasso, il passaggio da questa all'altra dimensione, per
qualcuno una regione buia, terrificante, piena di ombre e di
fantasmi, per altri un luogo di pace e di luce, il momento
pi temuto dalla maggior parte delle persone, come fosse un
tuffo neli'abisso: eppure, quando questo appuntamento si
avvicina, quasi sempre l'individuo ne consapevole, come se
la sua anima lo avesse in qualche modo preawertito, usando
parole che la mente non conosce, preparandolo al suo
destino, a questa nascita a una nuova condizione.
Ed ecco che all'ultimo momento come se scattasse in
ciascuno il senso e l'accettazione della fine, anche quando
non vi sono disfacimenti del corpo n segni premonitori. E
se questa consapevolezza della fine esiste nel nostro tempo,
in cui abbiamo creato un'immagine rovesciata delia morte,
come afferma Aris, nell'antichit tutto aweniva pi natu-
ralmente e molti prevedevano perfino il giorno e l'ora del
proprio trapasso, tanto che per esempio nel Medioevo
organizzavano loro stessi le proprie esequie, senza drammi.
A quel tempo la morte, cos poetica perch riguarda la sfera
dell'immortale, cos misteriosa per via del' suo silenzio,
doveva avere mille modi per annunciarsi: tra i segni
vengono citati i rintocchi di una campana che suona da s o
alcuni colpi avvertiti nel pavimento, un po' come ritroviamo
in certe fiabe, dove la morte si presenta come una vecchia
vestita di nero che affianca il viandante: non a caso alcuni
veggenti avvertono di fianco alla vittima un'ombra nera
senza volto che emana intorno a s una corrente gelida. Per i
cavalieri del Medioevo - ma non diverso per gli eroi greci -
la morte non giunge mai inaspettata, ma regolata da un
rituale consuetudinario, descritto con compiacimento. La
morte comune, normale, non coglie a tradimento, nemmeno
quando accidentale. La sua caratteristica essenziale che
d il tempo di essere awertiti.l
Ma se a santi ed eroi la morte sempre stata preannun-
ciata in modo straordinario, per mezzo di presentimenti
prodigiosi e apparizioni celesti, anche l'uomo comune
consapevole della sua vicinanza: il malato, il morente sa
quando arrivato il momento di abbandonare il proprio
corpo, anche se chi gli accanto tenta di nascondergli la
verit o non trova il modo per parlarne. Qualcuno, ancor
prima di chiudere definitivamente gli occhi, soprattutto se
ha cercato il cammino della verit, del risveglio interiore,
pu a volte gettare uno sguardo oltre il ponte, oltre
l'invisibile.
Uno s~r4ardonellaldzl
Finch non sperimentiamo di persona un contatto con
I'aldil questi discorsi rimangono puramente speculativi e
noi continueremo a dividere idealmente il di qua e il di l
come due luoghi, due condizioni totalmente differenti che
non hanno nessun punto di incontro, se non appunto quello
del trapasso, considerato figurativamente un passaggio dalla
dimensione materiale a quella spirituale. In fondo, se pur
credenti, non siamo lontani dal pensiero di Epicuro, che
scrive: Cos la morte, il pi terrificante di tutti i mali, non
nulla per noi, perch quando esistiamo la morte non c', e
1 Philippe Aris. L'uomo e la morte dal Medioeuo a oggi, Bari, Biblioteca
Universale Laterza, 1985
quando viene la morte non ci siamo noi. Essa quindi non
concerne n i vivi n i morti, perch per entrambi la morte
non esiste. Eppure le persone che entrano a contatto con
l'aldil prima di.morire veramente sono pi di quante non
immaginiamo.
Unlesperienza di morte che mi rimasta impressa*
racconta Ada Burrone, che dirige l'associazione milanese
Attive come prima, che si occupa delle donne mastecto-
mizzate, quella di una mia cara amica, in fin di vita per un
tumore. Ogni tanto chiudeva gli occhi, e descriveva un'altra
dimensione, che sembrava vedere: "Che bello," diceva
"sono andata a passeggio in mezzo alla natura. Avevo tanta
paura e invece avrei dovuto fare festa, capire che cosa
succede nel momento del distacco. Ci sono tante cose belle,
boschi, fiori, fragole selvatiche, banchetti". Si spenta in
pace, pronta a entrare in un'altra dimensione. La sua
esperienza mi ha aiutata a non avere paura della morte e
quindi ad avere un miglior rapporto con i malati che
awicino per il mio lavoro, spesso terminali.))
Un'esperienza curiosa la vissi io stessa vent'anni fa,
quando mi ero da poco awicinata a questo mondo: quando
mor la madre di una mia amica, andai a trovarla e sentii
l'impulso di rimanere sola nella sua camera. Seduta con le
gambe incrociate, nella posizione yoga del fior di loto, mi
immersi in meditazione profonda, pregando per lei. Improv-
visamente vidi davanti a me la terra che si allontanava nello
spazio, con un'immagine nitidissima e a colori molto vividi,
come se mi fossi realmente trovata su una navicella spaziale:
o pi probabilmente ero io che mi allontanavo sempre pi
dalla dimensione materiale, quasi per accompagnare l'anima
di quella donna in cielo. Mi spaventai e riaprii gli occhi,
senza piu riuscire a riprendere quella magnifica visione.
Forse, se fossi stata pi preparata, avrei veramente potuto
aiutarla a uscire dal corpo e a prendere coscienza di quanto
stava vivendo, al di fuori del proprio involucro materiale.
Cos aveva fatto per esempioJoan Grant con una sua amica
malata di cancro e ormai allo stato terminale, alla quale faceva
visualizzare ogni giorno un grande fiume, al di l del quale
vedevaun pratopienodifiorieungrande bosco: eilgiorno che
questa riusc finalmente a trovare il guado e a oltrepassare il
corso d'acqua, si spense con un sorriso s d e labbra,
mormorando: Di qui veramente betissimo.2
In genere le persone che hanno queste esperienze,
mentre sono in stato di incoscienza (o presunta tale), si
vedono proiettate in luoghi fioriti, freschi, soleggiati (o pieni
di luce) e hanno visioni che alcuni scambiano per sogni o
allucinazioni. Molti medici infatti ritengono che tali visioni
siano provocate da un particolare stato fisico, in cui le
funzioni vitali sono sospese o alterate. Tuttavia liquidare
questa percezione (o archetipo) come una fantasia alquan-
to riduttivo e non tiene conto delle migliaia di esperienze
raccolte in questi anni dagli studiosi che riguardano la
trascendenza. Se andiamo a ricercare l'immagine che si
aveva in passato dell'aldil, ritroviamo tra le pi comuni
proprio queiia dei giardini fioriti. Virgilio parla di freschi
prati bagnati da ruscelli; Orlando chiede a Dio che dopo la
morte lo faccia giacere tra i santi fiori; Turpino che Dio
riceva tutte le nostre anime nei santi luoghi fioriti; del resto
nel Canone antico della messa romana, al m e m e n t o dei morti
si dice che essi andranno in un giardino fresco luminoso e
pacifico. Secondo Aris, il paradiso ha smesso di essere un
fresco giardino in fiore solo quando un cristianesimo
decantato ha combattuto queste rappresentazioni materiali
trovandole superstiziose.'
L'immagine che ha dell'aldil chi disperato o non ha
fede, invece quella di una terra desolata, abbandonata:
E come l'invisibile colpo squarci l'aggrovigliata rete
Che mi legava aiia terra,
Ecco dispiegarsi a me dinanzi la landa -
Deserta, impassibile, impietosa! .4
2 Denys Kelsey-Joant Grant. La catena delle esistenze, Roma, Astrolabio,
1969.
' Ph. Aris, op. cit.
4 R. Tagore, Ali del& morte, Milano, Guanda, 1987.
122
Altri intravedono un'alta montagna e una moltitudine di
persone che si incammina verso la vetta, mentre alcuni
devono aspettare il loro turno prima di salire. chiaro che
l'aldil non pu essere una copia della dimensione terrena,
n pu avere una consistenza materiale: da una parte questa
immagine pu essere dovuta al tentativo proprio degli
occidentali di r,taterzalizzare lo spirito, di riferire qualsiasi
realt a un modello conosciuto.
Ma si potrebbe fare un'altra ipotesi. Sappiamo che a
livello astrale, nel Kamaloka,' l dove esistono ancora
passioni, emozioni, sentimenti, e l'anima, o meglio il S,
conserva ancora il suo involucro pi pesante - un doppio
che pu mantenere per qualche tempo le sembianze terrene
- in questo luogo la parola abbinata aila volont ha facolt
creative, plasticizzanti. Cos il Verbo ha creato l'universo, in
ogni tradizione. Secondo quella induista, non appena Brah-
ma si metteva a meditare, appariva davanti a lui l'oggetto
della sua meditazione e mentre egli cos meditava, la
creazione si manifest. lo stesso principio per cui il
Pensiero, la Parola, diventa vivente: ed proprio grazie a
questa dinamica che il desiderio deii'anima diventa reale.
Per cui se al suo ingresso di l essa anela ardentemente
ritrovarsi in un ambiente noto, un luogo di pace, di luce, in
mezzo a prati e boschi, ecco che il desiderio si traduce
momentaneamente in realt (una realt che ancora Maya,
illusione e dovr quindi essere trascesa per arrivare l dove
non esiste pi forma n attaccamento al proprio ego). Un
Maestro orientale, di cui h o raccolto i messaggi, porta i suoi
insegnamenti di pace e di speranza attraverso il medium del
gruppo K, servendosi dei simboli deiia Natura. Egli parla
sempre del suo giardino fiorito, che ama coltivare: e ogni
' Kamaloka , secondo la definizione di Annie Besant, I1 "luogo" in cui
soggiornano tutte le entit umane che si sono spogliate del corpo fisico denso del
doppio eterico, ma non si sono ancora liberate dalla natura passionale ed
emotiva.
fiore, racconta, un'anima &e lui cerca di aiutare nel
cammino delIYevolmione. aA me piace la Natura: ma i nostri
fiori sono gli uommi. Se sapeste amare i fiori come noi
amiamo gli uomini, tutto crescerebbe hmodo diverso* dice.
aL'uomo non capisce che viene dall'universo e per vivere
passa attraverso la Natura. attraverso la Natura (acqua
terra cido e mare: lo stesso elemento &e gira) che awiene la
rinascita.* %LaNatura un linguaggio che l'universo fa a
tutti i popoli della Terra. E dice: badate, potete morire,
rompervi, inaridire, essere ibernati, bruciati ma risorgerete
sempre e comunque. L'energia che ?t dentro di voi far&
rifiorke il fiore dell'anima.~Nella nostra dimensione non vi
estate, autunno, inverno, primavera. In qualsiasi stagione
possiamo mettere semi che crescono, Colori e profumi sono
vibrazioni astrali che scendono s d a Terra: ecco perch
dovete coltivare tutti un giardino.#
]Di boschi, prati e fiori visti nell'aldil ne parla spesso
anche chi riemerge dal coma. ({Mentre ero in stato di
incoscienza, racconta Massimo Piccagli, di Verona aho
visto un solo albero in mezzo a un prato pieno di fiori
bianchi, forse margherite, poi mi venuta incontro mia
nonna, che mi ha preparato la cioccolata, come quando ero
piccolo.
Questa Costante dei prati verdi, fioriti,o dei luoghi pieni
di luce visti durante il coma viene confermata da molti
studiosi che si occupano di questo fenomeno. almeno il
cinquanta per cento di coloro che tornano dd'aldil hanno
visioni di questo genere afferma la psicologa e sensitiva
veronese Gemma Zampini, che da molti anni sta raccoglien-
da materiale su questo argomento con altri studiosi, in Italia
e in Sudamerica (soprattutto in Venemela e in Brasile),
selezionando i casi con un criterio severo.
Tra h uita e la mork
per suihppare ,?Q s ~ n s i h v i t ~
#Io stessa da piccola ho avuto un'esperienza simile raccon-
ta. <{Atre anni ho battuto la testa contro uno spigolo e dopo
aver ripreso coscienza ho incominciato ad avere fenome-
ni psichici: per esempio descrivevo persone per me reali,
ma che solo io vedevo, che corrispondevano a parenti
defunti.
<<Inet adulta ho avuto un grave incidente e sono entrata
in coma: mi sono vista precipitare in un grande vortice blu,
in fondoal quale vedevo una luce abbagliante, incandescen-
te, e al di Za un prato verde, Poi mi sono sentita risucchiare e
sono rientrata bruscamente nel corpo, con una sensazione
molto sgradevole. In un'altra occasione sono caduta in un
shde stato d'incoscienza: in ospedale, mentre i medici
cercavano di rianimarmi, sentivo perfettamente ci& che
accadeva intorno a me e i loro discorsi. Proprio per questo
negli ospedali non si dovrebbe mai parlare sconsideratamen-
te accanto ai pazienti, pensando che non sentano.* Una
conferma di questo ci viene anche da un ragazzo di Padova,
Federico BalEan, che nell'85, a tredici anni, rimasto in coma .
dopo un incidente di macchina per trentachque giorni: in
seguito ha raccontato che in questo periodo di ~<incoscienzar>
sentiva perfettamente i discorsi intorno a lui, a cui tentava di
rispondere, ma nessuno lo sentiva, tanto che si metteva a
piangere per la disperazione.
Spesso cerco di aiutare-con le mie facolt chi si trova in
coma, con risultati a volte incredibili# prosegue Gemma
Zampini, che spesso entra in incognita anche tra le corsie
ospedaliere, per cercare di aiutare &i soffre. <<Cos k-
accaduto con Maddalena, una ragazza che non avevo mai
visto e alla quale ho cercato di mandare energia, concentran-
domi sulla sua foto mentre, ascoltavo l'Adagio di Albinomi,
Quando dopo dcuni giorni 2 uscita dal Coma, ha chiesto
insistentemente di ascoltare musica classica, perch voleva
ritrovare quella musica che aveva percepito in un'altra
dimensione e cio proprio l'Adagio di Albinoni. Quando ci
siamo incontrate per la prima volta due anni dopo, mi ha
immediatamente riconosciuta e abbracciata, confermando-
mi di aver visto me e la mia casa mentre era in coma. Questa
dinamica, di persone che mi vedono neil'ambiente in cui
vivo, anche se non mi hanno mai incontrata, si ripetuta pi
volte.
Ed ecco l'esperienza, quasi identica, di una diciassetten-
ne di Caserta, Simona Gibiino: I1 26 ottobre '88, in seguito
a un incidente d'auto, sono entrata in coma ci ha raccon-
tato. <Mia zia ha telefonato a Gemma, che io non conoscevo
e non avevo mai visto, pregandola di intervenire a distanza,
sulla mia fotografia, per provare a tirarmi fuori da questo
stato. Mentre ero in coma, ero consapevole di ci che mi
accadeva e continuavo a vedere due occhi molto particolari,
intensi, che mi fissavano e che in seguito ho scoperto essere
quelli di Gemma, sentivo le sue incitazioni a ritornare alla
vita e anche una musica che cercava di trasmettermi. Solo
che a questa situazione se ne sovrapposta un'altra, pi
bella: sono passata attraverso una galleria buia, oltre la quale
intravedevo una luce immensa e al di l ho trovato un fiume
d'argento, in cui avrei voluto tuffarmi. Intanto sentivo una
voce stupenda che continuava a parlarmi, senza sosta,
infondendomi una grande pace che mi faceva rinascere:
ricordo solo poche parole. Mi diceva che sulla Terra c'era
troppo odio, che non sapevamo pi vivere in pace, neil'amo-
re e che io dovevo ritornare per insegnare che esiste un
amore diverso da quello che l'uomo insegue. Mentre mi
parlava vedevo una schiera di anime sofferenti, che guardava
con ansia verso il basso, verso la Terra, senza vedermi e poi
un gruppo di bambini stupendi, che mi tendevano le mani.
Poi di colpo mi sono ritrovata in ospedale, sopra il mio
corpo che mi sembrava inutile, ho visto i medici che si
affaticavano tentando di riportarmi invita. Improwisamente
sono passata in un calore immenso e ho sentito il mio corpo
che sudava e i medici che parlavano. "Se suda, allora viva"
hanno detto. Poi ho perso conoscenza. Ma quando sono
riemersa, non mi riconoscevo pi, ho dovuto far fatica ad
accettare la realt che mi circondava.
Ed ecco' la testimonianza di Giuseppina N,, di Milano:
Ne1 '61, in seguito a un incidente, ho avuto un arresto
cardio-circolatorio: improwisamente ho visto il mio corpo
dail'alto, dail'altezza del soffitto. In questo stato ho provato
un grande benessere e una sensazione di leggerezza. Osser-
vavo tutto con grande distacco, senza avere la coscienza
della mia identit, finch ho visto entrare nella stanza mio
marito e mia madre e allra mi sono ricordata chi ero. In
l quel momento ho sentito i medici che mi incitavano a
respirare: con grande fatica ho fatto un respiro e sono
rientrata subito. Io non so giudicare questa esperienza, che
ho sempre attribuito all'anestesia: per l'ho avuta.
1 Anche il dottor Piero Cassoli ha avuto un'esperienza
simile (pubblicata sui Quaderni di Parapsicologia del CSP),'
che ricorda quella letteraria del Faust, vissuta come fosse un
sogno, in seguito a un grave incidente che ebbe con la moglie
Brunilde nel '5 1, quando precipit con l'auto in un burrone
I nelle Alpi Austriache. In quell'istante la macchina, che era
gi per met sospesa nel vuoto, si ferm: la voce di Brunilde
tacque ... Fuori, quasi appoggiata al parabrezza, grande al
naturale, una faccia verde, ghignante, con due grandi occhi
rosso-verdastri mi guardava. "Vuoi vendere l'anima?" mi
chiese e ghign ancora. Istintivamente volsi gli occhi verso
Brunilde, come per aiuto ... "Se rifiuti precipiterete e forse
morrete, se accetti ti rimetter sulla strada e sar salva anche
1
'I lei." "No." "No? Ebbene, vai!" Vidi una mano enorme che
si appoggiava al parabrezza, intravidi una faccia piena d'ira
sarcastica... Riprovai la sensazione delle ruote che cadevano
nel vuoto, risentii l'urlo di mia moglie. Poi un colpo violento
al dorso...>>Dopo essere stato sbalzato dalla macchina,
Cassoli non riesce pi a respirare, ma poi piano piano tutto
ritorna alla norma. Si volta verso la moglie e fa per andare
verso di lei quando mi accorsi che il suo sguardo, gli occhi
sbarrati, continuava a fissare insistentemente un punto ai
miei piedi, come non mi vcrlesse. Guardai anch'io ... e mi vidi
coperto di fango e di sangue steso sul m a s o su cui ero finito
poco prima. Immobile. Ora Brunilde chiamava pi forte,
chiamava aiuto. Replicai "vengo, vengo", ina non mi sentiva.
Guardai ancora il corpo immoto ai miei piedi, poi di nuovo
Brunilde. Capii vagamente cosa stava succedendo. Forse ...
ero morto ... Questa era la morte.
Dopo il tunnel la luce
I1 primo a raccogliere e soprattutto a divulgare un'ampia
casistica di esperienze avute durante il coma stato Ray-
mond A. Moody, che dopo essersi laureato in filosofia,
decise di prendere una laurea in medicina, specializzandosi
in psichiatria. Dopo essere venuto casualmente a conoscenza
di alcune esperienze di premorte quasi del tutto identiche,
decise di approfondire questa ricerca, raccogliendo oltre
centocinquanta casi, che presentano interessanti analogie.'
Egli riassunse l'iter di questa esperienza in alcuni punti (che
a volte sono presenti nella loro globalit, altre volte in
maniera parziale) pubblicati nel suo primo libro+ il sogget-
to, che mantiene la coscienza di ci che accade intorno a lui,
apprende di solito di essere morto dalle parole di un medico;
poi awerte un rumore sgradevole e oltrepassa un tunnel, in
fondo al quale si rende conto di essere uscito dal corpo
fisico, che in alcuni casi vede sotto di lui, inerte. Mentre vede
ci che accade sul piano fisico, scorge altre persone, gli
spiriti di parenti e amici gi morti, che vengono ad aiutarlo,
insieme a un essere luminoso, che gli mostra coine in
play-back gli awenimenti pi significativi della sua esistenza.
Quindi si trova di fronte come a una barriera e si rende
Raymond A. Moody, Ln vita oltre la uita, Milano, Mondadori, 1977.
conto di non poterla oltrepassare, ma deve tornare indietro.
A questo punto in genere perde coscienza, per risvegliarsi
nel corpo fisico. In seguito alla ricerca di Moody, sono state
stampate nel mondo circa duecento voci bibliografiche
~ull'ar~omento, quasi sempre da parte di docenti universitari
di medicina. In Italia questa ricerca stata affrontata dal
professor Antonino Sodaro, primario chirurgico dell'ospe-
dale San Pietro di Roma, sia raccogliendo le testimonianze
spontanee dei pazienti, sia usando l'ipnosi per far riemergere
un ricordo che per qualche motivo stato rimosso. Insieme
al professor Fabio Ferri, egli ha elaborato un questionario da
dare in ospedale ai pazienti che hanno subto un arresto
cardiaco. Anche lui ha rilevato costanti simili nei racconti dei
soggetti. Nella sequenza, sempre identica, vi l'uscita dal
corpo fisico, la persistenza della coscienza, alcune esperienze
cinestesiche che riguardano l'uso dei sensi che rimangono
attivi: qualcuno vede una fonte di luce molto intensa dalla
quale si sente attratto, percependo una situazione di pace, di
serenit, di amore. Alcuni rivedono le tappe pi importanti
della loro vita. Poi vi il rientro, sempre drammatico, nel
corpo sofferente. E, fatto interessante, questa esperienza
viene ricordata non come un sogno o un'allucinazione, ma
come realmente vissuta e spesso cambia radicalmente il
rapporto con la vita e la morte, che non si teme pi.
Mentre era in montagna, mia figlia ha avuto una
emorragia cerebrale, che per fortuna stata subito indivi-
duata ci racconta una madre, che ha voluto mantenere
l'incognito, ed caduta in coma, in cui rimasta per dieci
giorni, durante i quali ha subto un intervento al cervello.
Quando mi hanno permesso di vederla, mi sono awicinata a
lei con il cuore straziato e ho incominciato a chiamarla,
sperando in un miracolo. H o visto che l'EEG cambiava
tracciato, anche se lei era immobile. Quando le ho chiesto
piangendo un segno, ha improwisamente allungato un
braccio e mi ha strappato una medaglietta della Madonna,
che mi aveva dato in quei giorni tremendi un parente e che
portavo al coiio nascosta sotto il camice, portandosela al
cuore. I1 giorno dopo era ritornata in vita. Durante i primi
giorni di convalescenza (dalla quale si poi ripresa benissi-
mo) continuava a chiederci perch l'avevamo riportata in
vita. "L era bellissimo. H o visto una luce intensa, straordi-
naria." Si era trovata davanti a una porta, ai lati della quale
c'era un cane al quale era stata molto affezionata e i suoi
nonni che le hanno detto che non poteva stare li, che per lei
non era ancora tempo e doveva tornare indietro.))
Due atei nell'aldil
Nel '78 incontrai a Milano Stefan von Jankovich, in tourne
per un giro di conferenze: un cinquantenne dall'aria giovia-
le, l'aspetto massiccio, rubicondo, epicureo che, come
dichiarava lui stesso, fino ad allora aveva sempre goduto
degli aspetti materiali della vita, senza porsi troppi problemi.
Era un architetto di origine ungherese, trapiantato a Zurigo.
Nel '64 aveva avuto un drammatico incidente, che gli aveva
cambiato la vita. Il 16 settembre 1964 io sono clinicamente
morto)) racconta. Ero in macchina con un mio amico,
quando un autotreno ci ha investiti e io sono finito in strada
privo di sensi, con diciotto fratture osee. Dopo un attimo
d'incoscienza, pur trovandomi in uno stato di morte clinica,
ho ripreso conoscenza e mi sono trovato fuori dal corpo
fisico. Non avevo paura, anzi trovavo questo stato molto
bello, naturale. Percepivo forme e colori che armonizzavano
con i suoni. AU'inizio non ebbi visioni, solo una sensazione
di pace profonda. Poi mi parve di librarmi verso l'alto, verso
la luce e vidi altri colori, di una bellezza inverosimile, che in
seguito ho tentato di riprodurre con i pennelli.
A questo punto, c' come un'altra fase: von Jankovich si
ritrova sopra il luogo dell'incidente, a tre metri d'altezza, e
contempla il suo corpo gravemente ferito con una visione a
360 gradi, vede la strada, le persone intorno a lui e ne
percepisce i discorsi e anche le vibrazioni, finch arriva un
medico, che estrae dalla borsa una siringa e gli fa una
iniezione nel braccio, per rianimarlo artificialmente, ma
senza successo. Quasi contemporaneamente "qualcuno"
mi fece assistere al film della mia vita prosegue von
Jankovich. In un tempo brevissimo rividi tutte le esperienze
passate, centinaia di immagini a ritroso, fino aii'infanzia.
Vivevo ogni scena da protagonista e contemporaneamente
da spettatore, mentre la mia coscienza soppesava ogni
azione, valutandola con un metro molto diverso da queiio
che mi sarei aspettato, permettendomi di fare un bilancio
della mia vita. Questo mi ha permesso in seguito di
migliorarmi, cambiando il mio modo di agire, senza per
questo rinunciare alla gioia e ai piaceri, ma vivendo ogni
valore in modo differente.))
Ho capito che nell'aldil i nostri concetti morali non
hanno alcun valore)) scriver poi nel suo libro.' Mentre mi
giudicavo sentivo che la vita una prova, una eterna sfida,
piena di problemi, di impedimenti e difficolt da risolvere.
Importante risolverli senza turbare l'armonia. E ogni volta
che nel giudicare mi rendevo conto di aver superato una
prova provavo gioia, mentre quando constatavo di aver
fallito provavo dolore.))
Mentre fuori dal corpo, egli ha la sensazione che tutto
si svolga in un tempo lunghissimo, mentre in realt passano
solamente pochi minuti. Inoltre von Jankovich presenta que-
ste esperienze come se fossero accadute in fasi distinte,
mentre in realt esse sono state vissute quasi contempora-
neamente, come awiene nei sogni, dove non esiste un tempo
logico. Mentre mi sentivo invadere daiia luce, in uno stato
di beatitudine in cui penso di aver fatto l'esperienza di Dio,
vidi un uomo correre verso il mio corpo, con in mano una
borsa: era un altro medico, che prima di ricoprire il mio
l
l 'L rarrunto In mia morte, Roma, Edizioni Mediter-
7 Stefan von Jankovich, i
ranee, 1984.
cadavere con un telo, volle praticarmi una iniezione di
adrenalina al cuore. Mio malgrado, mi sentii sprofondare nel
buio e rientrai bruscamente nel mio corpo ferito. Per un
attimo ripresi conoscenza, ma per il dolore svenni subito,
per risvegliarmi ridotto in uno stato pietoso in ospedale.
Qualche giorno dopo nella mia stanza entr un uomo e io lo
apostrofai subito: "Perch mi ha fatto quella dannata
iniezione?". Lo sconvolsi, perch non riusciva a capire come
lo avessi riconosciuto, dato che quando mi aveva soccorso io
ero clinicamente morto.
In seguito von Jankovich cambi radicalmente la sua
vita: per un certo periodo si dedic anima e corpo alle
conferenze, spinto dal desiderio di comunicare a tutti che la
morte non esiste, o meglio che la morte, come scrive, la
pi bella esperienza della nostra vita.
Un'esperienza che si contrappone a questa e alle prece-
denti quella recente del filosofo inglese sir Alfred Jules
Ayer, 77 anni, dichiarato clinicamente morto per quattro
minuti. In questo breve lasso di tempo, in cui perfettamen-
te vigile, si sente disturbato da una vivida luce rosso-arancio,
abbagliante e insopportabile e percepisce intorno a s una
realt in cui gli pare che lo spazio sia scomposto. Dopo
essersi interrogato, sir Ayer conclude che il suo ateismo non
stato minimamente intaccato da questa esperienza, la quale
non dimostra affatto l'esistenza di un Dio nell'altro mondo e
che attendersi luminose rivelazioni neli'aldii (in cui peraltro
lui non crede, anzi spera che non esista) una tenue
speranza fondata sul niente. Una simile posizione, molto
significativa, ci indica un modo preventivo di porsi di fronte
al trascendente: vi sono persone, anche dotate di una
intelligenza superiore alla media, che non accettano la realt
deii'anima, dello spirito, e che non verranno mai convinte,
neppure daii'evidenza dei fatti. Lo scientismo e la razionalit
in certi casi possono considerarsi vere e proprie malattie, in
cui, come ci ricorda Jung, la prevenzione paralizza e
danneggia la manifestazione della vita psichica: la ragione
critica ha apparentemente eliminato, insieme ad altre conce-
zioni mitiche, anche l'idea della vita dopo la morte*.
Del resto, quando si va nell'aldil, da vivi o da morti, s i
mantiene il proprio patrimonio psichico e intellettivo: non
basta morire per avere l'illuminazione, raggiungere la
Sapienza, la divinit. Ognuno rimane ci che e pu
maturare - anche di l - solo se ha la coscienza di doversi
evolvere, di continuare il cammino, prima di rinascere s~illa
Terra per finire il ciclo delle esistenze. Altrimenti si p06
anche dormire per lunghi anni, rimanere legati alle proprie
idee precedenti senza procedere di un passo. Persone
psichicamente e intellettualmente rigide mantengono anche
neii'aldil le loro posizioni e non riescono a cambiare livcllo.
un po' come il concetto dei gironi danteschi: ognuno
rimane nel proprio finch non diventa consapevole dei suoi
limiti e agisce di conseguenza. anche per questo che certi
messaggi delle sedute spiritiche differiscono in modo evi-
dente: cos il musulmano parler di un paradiso delle Vi, il
cristiano del purgatorio, e cos via.
Le visioni diJung
Una straordinaria esperienza di uscita dal corpo durante il
coma quella di Jung, il cui racconto assume un particolare
interesse per la sua capacit di elaborare i vissuti personali,
inserendoli in discorsi pi ampi e universali. Nel '44, in
seguito a un infarto miocardico, egli pass tre settimane in
stato d'incoscienza, in cui ebbe visioni molto vicine all'estasi,
con sensazioni che lui stesso defin di estrema beatitudine,
tipiche dell'oobe. Egli non parla esplicitamente di viaggi
fuori dal corpo o di esperienze paranormali, ma di fatti
strani, di deliri e visioni dovuti alla vicinanza con la morte.
Giunto al limite delle forze, non certo che si tratti di sogni
o di uno stato d'estasi.
Mi pareva di essere sospeso in alto nello spazio, e sotto
di me, lontano, vedevo il globo terrestre, avvolto in una per del tutto consapevole, raggiungendo stati di beatitudi-
splendida luce azzurrina, e distinguevo i continenti e ne simili ali'estasi. impossibile scrive9 farsi un'idei
I'azzurro scuro del mare scriver in seguito neila sua deila bellezza e dell'intensit dei sentimenti durante quelle
autobiografia.8 In pratica, egli descrive i luoghi sotto di lui visioni. Furono la cosa pi tremenda che abbia mai prova-
come un astronauta che si allontana velocemente dalia Terra to. in questi momehti che egli raggiunge la consapevo-
(pi tardi calcoler che per avere una simile visuale avrebbe lezza che la vita quotidiana sia solo un'illusione, un
dovuto trovarsi a 1500 chiloinetri di altezza): ecco Ceylon, frammento dell'esistenza. Da questa esperienza egli trasse
I'lndia, con le vette deillHimalaya coperte di neve, il bacino numerosi benefici: gli si acu l'intuizione, la creativit, la
del Mediterraneo, I'Arabia. Ed ecco apparire un blocco di capacit di attingere alla sua coscienza: inoltre accett con
granito, dentro il quale c' un tempio scavato neila roccia. pi adesione l'esistenza, l'accettazione delle condizioni
Mentre si avvicina per entrare, con la certezza di trovare l deli'esistenza cos come la vedo e la intendo; l'accettazione
dentro la risposta a tutti gli interrogativi della sua esistenza, della mia stessa essenza, proprio come essa . Fu solo dopo
insieme d a conoscenza del passato e del futuro, il perch la malattia che capii quanto sia importante dire di s al
deila mia venuta al mondo, e verso che cosa dovesse proprio destino*.
continuare a fluire la mia vita*, ha la sensazione improvvisa
che tutto il passato gli venga tolto. Era come se adesso
avessi con me tutto ci che avevo vissuto e fatto, tutto ci
che mi era accaduto intorno. Potrei anche dire: era tutto con
me e io ero tutto ci. Questa esperienza mi dava la
sensazione di una estrema miseria e, al tempo stesso, di
g a n d e appagamento.
Mentre sta meditando sulle problematiche che avrebbe
voluto risolvere, suile domande da fare ai saggi che avrebbe
incontrato nel tempio, vede salire nello spazio, verso di lui,
l'immagine del suo medico, delegato daila Terra a conse-
gnargli un messaggio, a dirmi che c'era una protesta contro
la mia decisione di andarmene. Non avevo il diritto di
lasciare la Terra e dovevo ritornare*. Vedendo l'anima del
medico, intuisce che la sua vita in pericolo, ma non sa come
awisarlo: e in effetti questi morir dopo poco tempo. Non
appena gli viene rivolto l'invito di tornare sulla Terra Jung
rientra in s. Tuttavia, mentre di giorno vive una realt
grigia, in cui si sente debole e avvilito, di notte entra in uno
stato di coscienza in cui cambia dimensione, rimanendo

C. G. Jung, Ricordi, sogni, rgc~sioni,gi citato.

 CAPITOLO VI

IL TRAPASSO

Laudato si: m2 Signore, per sora nostra Morte corporale

da la quale nullo homo vivente po' skappare;
guai a quelli ke morranno ne le peccata mortali;
beati quelli ke se trovar2 ne le Tue santissime voluntati,
ka la morte senrnda no'l farr male.

E cos, con o senza avvertimenti, si arriva all'appuntamento

definitivo, l'incontro con la morte, traguardo (o punto di
partenza) a cui in fondo la nostra anima anelava fin dalla
nascita, che ci obbliga ad abbandonare le spoglie mortali e,
per dirla con Pitagora, rivestire la forma di un dio
immortale. In genere questa esperienza non viene mai
vissuta in maniera attiva, ma ci si abbandona a essa come a
un lungo sonno ristoratore: solo chi ha raggiunto l'illumina-
zione pu affrontarla diversamente. Molto significativa in
questo senso l'esperienza di Paramahansa Yogananda, il
quale annunci con molto anticipo la data della sua morte:
arrivato il giorno fatidico, tenne normalmente la sua confe-
renza, poi salut le centinaia di persone accorse per sentirlo
parlare, si mise in posizione yoga ed entr in meditazione
profonda, o meglio, nello stato di samadhi (estasi) con
un'espressione di beatitudine, per non tornare mai pi
indietro.
La morte rappresenta per tutti..il. .momento della verit,,
..T-.

della verifica, deli'incontro con se stessi e con i? proprio

Maestro, o se vogriamo, con la Luce. Tuttavia c6lui-che non
si preparato, c h e non h a risvegliato~Iapropria coscienza,
spesso non si accorge neppure di morire: anche lui - proprio
come chi entra in coma continuando a percepire la realt
esterna senza per riuscire a comunicare con nessuno - pu
rimanere per anni addormentato dentro il proprio involucro
fisico, in attesa di qualcuno che lo aiuti a entrare in questa
nuova dimensione. Per questo, tutte le religioni utilizzano
preghiere e segni specifici - apposti in determinati punti del
corpo - per aiutare il morto a uscire dal suo corpo. Ma una
volta usciti, non certo finita: chi non ha acquistato la
capacit di uscire dall'attrazione terrestre, chi ancora
imprigionato da emozioni, sentimenti e passioni, chi non si
staccato dalle sue problematiche terrene, continua a ritorna-
re nella sua casa, vicino ai suoi cari, cercando di vivere come
prima. Egli vede il proprio corpo astrale, il doppio, ancora
identico a quello fisico, vede l'ambiente intorno a lui
esattamente come prima del trapasso e non si accorge della
differenza, un po' come accade a Warren Beatty nel film Il
paradiso pu attendere. Egli si corica nel suo letto, si siede a
tavola, partecipa alla vita familiare, ma quando chiama
nessuno lo sente, quando si muove per casa nessuno reagisce
alla sua presenza: ed egli si dispera, perch non capisce che
cosa sia cambiato. E sperimenta l'angoscia di Ulisse nell'Ade
(anche se con una modalit inversa), quando l'eroe tende le
mani per abbracciare la madre: Tre volte tentai e mi spinse
ad abbracciarla il mio animo, / e tre volte mi vol dalle mani
simile a un'ombra / o a un sogno. E diveniva sempre pi
acuta la mia pena nel cuore.
Altri ancora, una volta abbandonato il corpo, si trovano
improwisamente immersi in un paesaggio indistinto, dove
tutto avvolto nella nebbia e non si riesce a mettere a fuoco
niente: questo l'ingresso nell'astrale (sperimentato anche
dai sensitivi quando escono dal corpo, nell'oobe), dove
qualcuno rimane per un tempo indeterminato, in preda allo
sgomento o comunque al disorientamento, finch non riesce
a salire, a uscire da questo stato di confusione. Poi, un
giorno, si incominciano a percepire le differenze; anche se
sul piano astrale permangono le immagini del mondo simili a
quelle terrene, ci si accorge che i corpi sono fatti di una
materia meno densa che sulla terra, le cui particelle sono
visibilmente in movimento. Inoltre l'individuo si accorge di
poter attraversare i muri e le porte, di poter viaggiare con la
volont e anche volare, senza dover ripetere i movimenti
come faceva quando aveva un corpo materiale.
La medium Libia Martinengo ha raccontato questa
esperienza, in chiave romanzata, nel suo libro Oltre il limite:
la prima parte racconta il risveglio nell'aldil del soldato
John, un militare americano caduto in un'imboscata in Viet
Nam, dopo aver portato a termine una crudele rappresaglia
contro un villaggio abitato solo da donne e bambini.
Quando riprende conoscenza, si trova nel villaggio vietnami-
ta tutto lindo e addobbato per una festa: improwisamente,
con grande orrore, egli vede se stesso e i suoi compagni
lanciare granate e sparare sulla gente indifesa, con una furia
sadica. Questa scena, simile a un incubo spaventoso, si ripete
pi volte, finch sviene, per riemergere una seconda volta
dallo stato di incosdenza. La prima sensazione fu quella di
una nebbia grigia e fredda che avvolgeva tutto e un silenzio
innaturale che pareva pieno di fremiti, ma la nebbia non
permetteva di veder nulla a due palmi di distanza; fisicamen-
te si sentiva indenne, non aveva l'impressione di essere
ferito; mosse qualche passo ma si ferm di colpo con un
fremito di paura, non vedeva nulla, persino i suoi piedi
sparivano.l Ma John ancora convinto di essere vivo, tanto
che d il suo numero di matricola a un sottufficiale che gli
viene incontro. I1 seguito ci mostra la sua presa di coscienza
c la sua evoluzione nell'aldil, offrendoci una visione globale
della dinamica della vita dopo la morte.
Una storia molto simile, che racchiude queste problema-
tiche, prima fra tutte la difficolt di prendere coscienza del
nuovo stato, quella di Robert, un militare austriaco morto
durante la guerra del '15-'18, che comunicava attraverso una
medium famosa, Maria Antelmi, morta nel '59.
' Libia Martinengo, Oltre il limite, Torino, L'Ariete, 1982.
139
La storia di Robert
Ed ecco il suo racconto, fedelmente ritrascritto dalle sedute
medianiche, che troverete per intero nell'Appendice: Io,
Robert Schmidt Humbert, sono passato nello spazio all'et
di ventisette anni in modo violento, durante la guerra
mondiale del 1915-'18. Con precisione, sono stato ucciso da
una cannonata nel 1917 sul San Michele a quota 149, sul
fronte Carsico. Mi trovavo su un camion con dei miei
uomini, quando una cannonata, colpendoci in pieno, ha
buttato per aria uomini e macchina. Io e i miei uomini ci
siamo trovati a fare un grande salto nel vuoto. Nel vuoto non
ho pi trovato la mia giubba, che ho continuato a cercare
senza trovarla. Mi sono guardato intorno per unirmi ai miei
uomini ma non li ho pi trovati intorno a me. Cercando, ne
ho trovati taluni pallidi come morti e altri seduti con ferite
sanguinanti: ho chiesto loro che cosa avessero, cercando di
aiutarli a rialzarsi, ma inutilmente, non riuscivano a muover-
si. Allora ho chiamato in aiuto altri compagni ma nessuno
venne al mio richiamo. Tutto il mondo che mi circondava
era profondamente buio, un buio denso, fatto di silenzio. In
preda a uno spiegabile orgasmo, mi sono chiesto: dove
sono? I compagni, pallidi in volto, mi hanno chiesto: "Dove
ci porta, tenente, cosa facciamo? Andiamo via di qui, perch
vengono altre cannonate". Infatti altre cannonate ci raggiun-
gevano e allora siamo corsi via come si pu correre per
sfuggire un pericolo. Siamo andati lontano, senza mai
incontrare nessuno. Ho detto ai miei compagni: "Fermate-
vi", ma mi hanno risposto: "Non possibile, i nostri corpi
sono diventati leggeri". Lungo il cammino ho incontrato uno
e gli ho detto: "Che fai qui? non vedi, c' la guerra". E lui:
"No, non c' la guerra, qui non siamo sulla Terra". "Dove
siamo allora?" chiesi. "Siamo morti?" "Sei morto, s." "Io
morto? No!" Allora mi disse: "Cerca la tua giubba se non sei
morto". Risposi: "Io l'ho cercata, ma non l'ho trovata".
"Mora guarda i tuoi uomini" mi disse. Infatti uno piangeva,
l'altro cercava il suo vestito gridando forte: "Dove sono?".
Andai a cercare la giubba e la trovai lacerata in mille pez-
zi. Mora mi sono detto con convinzione: s, sei proprio
morto. Un grande dolore si impossess di me, ma non mi
rendevo conto della realt della situazione, perch gli uomini
mi avevano sempre detto che morire era un gran dolore
mentre io non provavo niente di tutto questo. Solo un
grande silenzio e un grande buio mi avevano avvolto, un
buio denso come nebbia entro il quale non scorgevo
nessuno.
I1 fantasma che avevo incontrato e che mi faceva da
guida mi accompagn con i miei uomini e istantaneamente ci
trovammo vicini ad altre figure inconsistenti ma di un
volume pi nero dell'atmosfera che ci avvolgeva. Tutti
quanti all'unisono piangevano, parlavano, creando una vera
baraonda. Ognuno esprimeva il suo grande dolore, ognuno
gridava un nome, chiedeva qualcosa e tutti, me compreso,
avevamo una grande paura del posto in cui eravamo e non
sapevamo se andavamo o se si stava fermi, pur essendo in
movimento. Questa sensazione faceva gridare tutti, uomini e
donne, coi volti stravolti come pazzi tutti quanti. In tutti poi
vi era il dolore deii'anima di sapersi morti.
Mi vennero in mente tutti i miei cari: mia madre, mio
padre, la mia bambina, mia moglie ... Tutto questo stato
d'animo, unito al paesaggio, creava una cosa strana che
confondeva l'anima. Provavo le pi strane sensazioni, mi
pareva di essere uomo, poi a volte mi pareva di essere ancora
bambino; a volte mi sembrava di essere gi da tempo in quel
luogo e in quello stato, mentre altre volte mi sembrava fosse
questione di un attimo. Cos era per tutti.
L'esame
Quasi sempre, subito dopo il trapasso, si rivede in pochi
istanti (anche se il tempo non pu essere paragonabile a
quello che trascorre sulla terra, nella dimensione materiale,
che , come lo spazio, relativo, una acreazione della mente:
del resto la fisica ci insegna che esistono molte dimensioni
temporali, una per la terra, una per lo spazio, una per la
mente e cos via, che differiscono tra loro2) il film della
propria esistenza, assistendo da spettatori distaccati agli
episodi pi significativi, spesso commentati da una guida
spirituale: questo serve a comprendere il senso della propria
vita e di tutte le esperienze e le scelte fatte, positive e
negative. In questo modo l'individuo, finalmente libero dai
paraocchi deii'iliusione, a contatto con la propria parte
spirituale, diventa consapevole del suo livello wolutivo, del
karma che ha seminato e di quello che ha risolto. Nel
solenne momento della morte scrive la Besants ogni
uomo, anche quando la morte stata improwisa, vede
l'intera sua vita schierarsi dinanzi ai suoi occhi, nei pi
minuti dettagli. Questa esperienza, che permetter poi
all'anima di scegliere il destino della sua prossima vita, per
imparare ci che non ha ancora capito, corrisponde al
Giudizio degli antichi, in cui le anime, dopo aver confessato
le loro colpe, erano giudicate da un tribunale d'oltretomba.
Ecco cosa scrive Platone, nella Repubblica:4 Uscita dal suo
corpo, l'anima avwa camminato insieme con molte altre ed
erano arrivate a un luogo meraviglioso, dove si aprivano due
voragini in terra, contigue, e di fronte a queste, alte nel cielo,
altre due. In mezzo sedevano dei giudici che, dopo il
giudizio, invitavano i giusti a prendere la strada di destra che
saliva attraverso il cielo, dopo loro aver apposto dinanzi
segni della sentenza; e gli ingiusti invece a prendere la strada
La teoria delk relativit suggerisce che le coordinate spazio e tempo
sono soltanto elementi di un linguaggio che viene usato da un osservatore per
descrivere il suo ambiente. (M. Sachs. da: Space Time and Elementari
Inteructions in Relativi&.)
,.
A. Besant, op, ci?.
i Platone, X, 614 [da Opere m m p l e ~ eW) Bari, Biblioteca Uniuersale
Loterra, 1986.
di sinistra, in discesa. E anche questi avwano, ma sul dorso, i
segni di tutte le loro azioni passate.
Questi segni sembrano escere informazioni fissate a
livello energetico, nelle vibrazioni emesse dal corpo astrale
(e questo non solo nei trapassati, ma anche nei viventi, tanto
che un veggente pu capire il livello evolutivo di un essere
dal colore della sua aura): e quindi anche nell'aldil ognuno
ha il posto (potremmo dire il girone) che si merita a seconda
del suo peso specifico, dato dalla sua personalit, i suoi
pensieri e soprattutto le sue azioni.
Di l non si cambia
Per un pregiudizio fornitoci dalla nostra cultura, siamo
propensi a credere che le persone che professano una fede
certa siano poi quelle ad affrontare meglio il momento del
trapasso. Un'esperienza sconcertante e in questo senso
contraddittoria mi capitata con una mia parente, che
professava una fede salda anche se sospetta: da quando era
rimasta vedova e sola frequentava la Messa ogni mattina,
aderendo ai sacramenti ligia alle forme (nel Medioevo
avrebbe certamente comperato le indulgenze, per essere
cena di non dover scontare i peccati di una vita troppo
allegra). Mor a ottantasei anni, stanca di vivere sola, ma
anche perch non si riconosceva pi in quel corpo invecchia-
to che avwa perso la forza e lo smalto della giovinezza.
Avevo sempre sospettato che in fondo, anche se non ne era
consapwole, stesse ancora aspettando il principe azzurro,
un sogno chiaramente irrealizzabile. Andai a renderle l'estre-
mo saluto, come si dice, per una forma di rispetto verso la
morte, senza nessun rimpianto verso ci che non avevo
avuto da lei e senza la minima emozione. La prima cosa che
mi colp al suo funerale Fu la presenza di una forza terribile,
tangibile sotto forma di una forte emozione che prese i
numerosi presenti, anche queili che non l'avevano mai
conosciuta. Era come se l ci fosse veramente la Signora con
la Falce, una entit dotata di una grande energia, forse la
stessa che entra in gioco per distruggere il corpo. Ma un
altro fatto inaspettato mi colp ancor pi: in chiesa, quando
mi concentrai per vedere (come mi era accaduto altre volte
quando avevo visto il morto, o megiio il suo doppio
seduto sulla sua bara, partecipare ai suoi funerali, tentando
di comunicare con i presenti) se quella donna era ancora tra
noi, la vidi dentro la bara, mentre si dibatteva contro il suo
stesso corpo, impegnata in una estrema e inutile battaglia
per riportarlo in vita. In seguito la percepii pi volte accanto
a sua figlia e ai suoi nipoti, nel tentativo di continuare a
vivere attraverso di loro.
importante rendersi conto che dopo il trapasso si
conserva lo stesso carattere, la stessa personalit, la stessa
cultura e perfino le stesse passioni che si avevano sulla terra:
e questo stato, che smitizza la comune credenza che la morte
santifichi le persone, permane finch non ci si evolve
attraverso le esperienze di questa nuova dimensione. In
questa divisione, il Kamaloka, scrive ancora Besant5 sog-
giornano tutte le entit umane che si sono spogliate del
corpo fisico denso e dal doppio eterico, ma non si sono
ancora liberate dalla natura passionale ed emotiva.
La morte del corpo fisico non lo trasforma (l'uomo) in
un altro uomo, cos come egli non resta trasformato per il
solo fatto che si spoglia del soprabito afferma Arthur
Powell.6 ((Le condizioni in cui viene a trovarsi allora sono
quelle stesse da lui create con i suoi pensieri e i suoi desideri.
Non vi alcuna specie di ricompensa n di punizione che
provenga daii'esterno, ma solo il risultato di ci che ha fatto,
detto e pensato nella sua vita nel mondo fisico.
A torto molte persone sono portate a credere che per il
solo fatto di trovarsi nell'aldil si acquisisca la scienza infusa
A. Brsant, op. czl.
6 Arthur Powell, Il m r p o arlroie, Milano, Alaya, 1950.
e l'illuminazione; nel linguaggio popolare si usa dire per
esempio quel sant'uomo di mio marito (o zio, fratello, o
chicchessia), pace aii'anima sua, anche quando il "sant'uo-
mo'' era un disgraziato, a cui si sempre rinfacciato, finch
era vivo, ogni sorta di torti. Ma questi rimangono come un
seeno indelebile anche dooo la morte. finch non verranno
.
u
in aualche modo cancellati: attraverso il lavoro che si comoie
nell'aldil (dove le anime oi consaoevoli si assumono dei
comoitil o ancor oi nella orossima reincarnazione.
L ,
In concomitanza con una " erave eoidemia in Africa.
Chiara. una mia amica che aveva caoacit oraniche in vita. ci
comunic di essere intervenuta per salvare alcuni bambini,
facendoci partecipi del fatto che anche di l continua a dare
energia e ad aiutare chi soffre, con un riguardo particolare ai
bambini, vivi o appena trapassati. Personalmente, ho sco-
perto questo fatto attraverso un messaggio di mio padre
pochi anni dopo la sua morte, che mi rivel di essere geloso
di mia madre forse ancor pi di quando era in vita e di
seguirci con la stessa ansia di prima, raccontandomi alcuni
episodi della sua vita che ignoravo e che, a una verifica,
risultarono esatti.
Un'esperienza simile quella di una ragazza calabrese,
Maria Luisa F., di 25 anni: Mia madre morta quando ero
molto piccola e ricordo che subito dopo in casa c'erano
strani rumori, mobili che volavano, oggetti che si spostavano
da soli. Da molti anni sento che mia madre mi rimasta
vicina e mi protegge, tuttavia non sempre questo positivo:
infatti si comporta come se fosse ancora responsabile della
mia vita, tentando di mantenere il suo ruolo passato, con
tutti i pregiudizi che aveva daviva, tanto che allontana da me
qualsiasi uomo che tenta di allacciare un rapporto affettivo.
E ora che ho venticinque anni questo mi pesa, perch ho
diritto di fare la mia vita, anche se sbaglio. A volte dunque
le entit ci aiutano, altre creano vere e proprie interferenze,
che diventano fastidiose o pesanti quando esse vogliono a
tutti i costi continuare a rimanere sulla terra, o non vogliono
staccarsi daiie persone che amano.
Come aontanare e presenze negative
Quando queste anime, che hanno una evoluzione limitata o
non accettano di staccarsi dalia dimensione materiale,
combattono per rimanere attaccate ali'uomo, aiiora si pos-
sono avere fenomeni di possessione, che influiscono sulla
psiche umana, o di infestazione, come nel caso del polter-
geist. Occorre per rendersi conto che un'azione di disturbo
non pu essere mai unilaterale, non possibile cio influen-
zare in nessun modo una persona che non lo voglia, anche se
a liveiio inconscio. I1 meccanismo identico a queiio del
plagio, o del rapporto sadico: non esiste mai una divisione di
ruoli e di responsabilit cos netta tra plagiatore e plagiato,
tra carnefice e vittima: quest'ultima in qualche modo
desidera essere plagiata, accettando ii ruolo della pi
debole. Lo stesso accade nei rapporti con l'altra dimensione,
anche se pi difficile accorgersi deii'azione 'esercitata
daii'aldii. I n ogni caso, qualsiasi fenomeno di disturbo
provocato daii'invisibiie, da queiii pi semplici deii'influen-
za psichica a queili pi drammatici deiia possessione,
vengono sempre attivati da chi debole, passivo, da chi non
vive in coscienza ma si lascia <<agire,o a volte perfino da
chi non riesce a staccarsi dai suoi cari (che in questa
circostanza sono invece da considerarsi d a stregua di
baranti, anime basse) o partecipa in modo sconsiderato o, nei casi pi gravi, a uccidere. E questi omidici diventeran-
a sedute spiritiche. Per fare un esempio di questa dinamica,
l'anima di un alcolizzato pu spingere una persona che ha ii
suo stesso vizio a ingerire bevande alcoliche, per attingere
sul piano eterico le vibrazioni deii'alcol, illudendosi cos di
poter continuare a bere.
Questo meccanismo si ripete per tutte le altre debolezze
umane: una entit che non vuole rinunciare a ci che le dava
piacere quando possedeva ancora il corpo, cerca di vivere
accanto a chi ha i suoi stessi valori, a chi gioca, beve, fuma, si
droga, a chi vive la sessualit in modo distorto, a chi si lascia
prendere daiie passioni pi turpi. E non improbabile che
alcune forme di follia siano alimentate con la stessa dinamica
da parte delle entit che trovano un terreno adatto a farsi
dominare. Tuttavia possibile reagire a una tale situazione,
allontanando queste entit con la volont o la preghiera.
Oltre a queste anime, si possono attirare anche energie non
intelligenti, chiamate elementali, che sembrano trovare ii
loro divertimento nel disturbare l'uomo, soprattutto con
fenomeni di poltergeist: ma anche qui occorre imparare a
dare ordini mentali, per allontanarle o addirittura per creare
degli alleati, che ci possono aiutare in alcune situazioni.
Nelle fiabe, essi corrispondono ai geni (come quello deiia
lampada di Aladino), che da temibiii awersari si trasforma-
no in preziosi compagni.
Ed ecco la descrizione di questa situazione da parte di
Robert, l'entit che comunicava attraverso Maria Antelmi. I
piani barontici a volte sono cos vivi da far credere di essere
proprio dentro la terra. Veramente sono dentro la terra, ma
senza un corpo solido. In quel mondo voi umani avete tutto
da temere e bisogna essere molto bravi per discernere ii vero
dal falso di ci che dicono i mezzi (medium) perch molto
spesso quando parlano dicono bugie per far tribolare la
gente, che spesso spingono anche a cattive azioni o aiia
confusione. Per esempio, queste anime entrano negli uomini
o nelle donne immettendo in loro il desiderio del gioco. E
quando questi non hanno pi soldi, insegnano loro a rubare
no a loro volta baronti. Insomma, questo piano una
baraonda, pi forte di queiia del piano terreno perch senza
forma. Qualche volta per qui arriva un raggio di Luce e chi
. colpito pu anche uscire da queiio stato per cambiare
livello. Anche nell'aldii sembra dunque esistere ii libero
arbitrio, la possibilit di fare esperienza, cambiare livello o
piano di realt a seconda deiia propria evoluzione.
Gli aiutatori invisibili
Una volta uscite dallo stato di sonno, le anime meno grezze
che non debbono reincarnarsi immediatamente, al momento
della verifica della loro vita, si rendono conto di avere
davanti a s ancora un lungo cammino prima di poter
raggiungere la Luce e uscire dalla legge del grande ritorno,
ovvero dalla catena delle rinascite: aliora possono assumersi
una serie di compiti per cercare di evolversi, come seguire
chi ancora s d a terra, i propri parenti o anche sconosciuti
che hanno bisogno del loro aiuto. Quando per esempio
muore un genitore, lasciando sulia terra uno o pi figli
ancora giovani, egli deve portare comunque a termine il
compito che si assunto mettendoli al mondo, di guidarli,
proteggerli, educarli. E soprattutto se la sua morte stata
prematura, se ha lasciato la famiglia in gravi difficolt
economiche, o peggio, nel dolore o nella disarmonia, deve
cercare di fare tutto quanto gli possibile, dall'aldil, per
riportare la serenit in casa, proprio come se fosse ancora
presente e, nello stesso tempo, imparare a staccarsi, a capire
che di qua non esistono pi legami di consanguineit, non
esiste pi parentela, e neppure l'affetto o l'amore, se non
quello universale. Ecco che spesso il genitore trapassato (ma
anche il partner o il figlio), dopo aver preso coscienza del
proprio livello evolutivo, dopo aver viaggiato nello spazio,
dopo aver studiato, preso contatto con altre entit che lo
aiutano a capire questa dimensione, sceglie di diventare la
guida del proprio caro, soprattutto se questi gli era partico-
larmente legato, per affinit o per karma.
A volte invece queste entit intervengono negli incidenti,
nei grandi disastri o catastrofi, cercando per quanto
possibile di salvare delle vite umane. Spesso chi soprawive a
un grave incidente racconta poi di aver avuto l'impressione
di essere stato salvato per miracolo, come se una mano
invisibile l'avesse sottratto alla morte. A volte si vedono in
-autostrada o a un incrocio alcune automobili completamente
clisttutte, ma non ci sono morti n feriti. Una volta stavo
correndo sulla superstrada a duecento all'ora, con una
macchina sportiva)) ci racconta un industriale milanese.
Improvvisamente una utilitaria entrata a marcia indietro
da una strada secondaria: per evitarla ho sterzato, ma l'ho
sfiorata ugualmente. Questo ha deviato la mia traiettoria e io
sono uscito di strada: mi sono ritrovato iiieso e completa-
mente nudo sull'erba, mentre l'auto era distrutta. Di fronte a
iina simile esperienza, non posso che pensare di essere stato
in qualche modo aiutato dalilaldil.
Leadbeater ha raccolto numerose testimonianze sugli
interventi di quelii che lui chiama gli aiutatori invisibili. In
iin libro7 racconta il caso di due bambini che il padre, da
poco vedovo, port a giocare nelia casa di un amico. A un
tratto egli vide i figli corrergli incontro, per dirgli che
avevano incontrato la loro mamma, che li aveva fatti
ritornare indietro da un lungo corridoio. Si scoperse poi
che se i ragazzi avessero corso anche soltanto pochi passi pii
innanzi, sarebbero caduti in un profondo pozzo aperto nei
corridoio, cosicch l'apparizione della loro madre li aveva
salvati da morte quasi sicura.
Una esperienza simile la visse lo stesso Leadbeater, che
una sera particolarmente burrascosa si trovava in strada,
lottando per tener aperto l'ombrello. A un tratto sent una
voce interna, che riconobbe come quelia delilIstruttore
Ind, una delle sue guide, che gli grid di saltare indietro: e
lui ubbid meccanicamente. In queli'istante una grossa
cappa di fumaiolo, in metallo, si infranse sul lastrico, appena
un metro davanti a me. Dato il peso di quelia massa e la
tremenda forza della sua caduta, ho l'assoluta certezza che
senza quel grido di avvertimento sarei stato ucciso sul posto.
Eppure non vi era nessuno nelia strada, e la voce udita era
quella di una persona che io sapevo essere distante da me
Leadbeater, Gli &tutori inuisibili, Milano, Aiaya, 1951
 OSI
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aqs r s l e s ! ~!p~auoyzuy e-[ouueq aqs '(odlos !p oueuisaj ouueq aisanb rses rap ezue~o!88eur apue18 e-[(au?qs~ad>>
!S aqs y80101o '!iualedde asnes ezuas oueuiniueq !s aqs ypp~qnau!s~a~bnuia auorzrpuos menu enap a1omdesuos
!iia88o 'olnw Iau !d~osamos) !s!iaysos!sd O ( ~ ~ 8 L 0 s~ ~ ~ ! ~ ! ~ aJeiuah!p e o[lein!e ad &our euadde alauossos
'riuauirila~e'popaiq r s o ~ )p ~ i e d a ~ iuauiouaj
ai alesyrlail !p o[[anb a noieinre . r18ap
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ouiuiauop alqouI .auo!z!puos 0x01 EI o!18aui ouuelaiiasse ,opuosas !p a u o ~ z eeun ~ j ad O~EA@Souos
0101 a q x e 'rua~asrsopuapah 'opour oisanb UI .szuasa~d0101 IN .EPEJISOI~EJ opuesso~qa p l - p l ~ n p8 o ~ i u o opuauy s 'aw
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opuaiod uou lnd oiuaiuaiq 0101 p 'oi!duros 0x01 p eitpsej '!uue,p o!sd un ep ououi 'a~pedorui . rp. a s o e1~ iriuas
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auornpuos ehonu enap ezzauelis e1 as aqsuy 0 1 ' < < ~ ~ ~ ~ ~ -1ao un y 'JayIaH ~ u u q o ~ e i u o soysuo!uie2
se~ un r p ep!n8
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. . aleliasse pe !isodsyp ouos E-[(E ' E A E S I ~ Ualiuaui 'epslisoine u! OAEAOI~!ui elas eun
rui!ssrqsod 'oslsy [au auios aiuawes!sa~d' a ~ s ~ iopuouise IaN ,.os!sLJ odlos
.airnlis! a aieuojuos 'aie~ns!sse~ a aieuiIes alassa !p ou8os!q ons I! ep~rn"81oiuenb ad ouauip - e![8!ui epurailas uaq
coincidenze apparentemente casuali, ma sicuramente provo-
cate da una regia intelligente.
La mattina in cui mio padre mor, colpito da infarto, io
mi trovavo a scuola (frequentavo l'ultimo anno di liceo),
dove accadde una serie di eventi che oggi saprei riconoscere
come segnali, ma che allora mi provocarono solo un'inspie-
gabile angoscia. Fui chiamata dalla mia professoressa di
lettere in una classe in cui si parlava di Hemingway, uno
scrittore che conoscevo a fondo; quando venni invitata a
parlare di Per chi suona la campana, avrei dovuto recitare il
verso di John Donne Non chiedere mai per chi suona la
campana: essa suona per te. Ma inspiegabiimente, non solo
mi rifiutai di farlo, ma scoppiai a piangere e abbandonai
l'aula. L'ora successiva la professoressa di francese port in
classe un disco, per farci ascoltare il monologo della
protagonista di un racconto di Camus, in cui grida con
parole toccanti il suo dolore di vedova. Non so come mai ve
l'ho portato* ci disse. molto drammatico e avevo giurato
che non l'avrei mai pi tirato fuori dal cassetto. Mentre
ascoltavo in lacrime il pianto di quella donna, mio padre
moriva.
La niorte un evento tanto importante nella storia di
ciascuno che non pu non annunciarsi in qualche modo: ma
per captare i segni di avvertimento occorre forse vivere con
pi attenzione il rapporto con la realt soggettiva, con la
propria vita interiore. Ma quando tali segnali sono evidenti,
come nel caso dei fenomeni Pk, non si possono ignorare.
Ed ecco una testimonianza che abbiamo raccolto qual-
che anno fa, dalla coreografa Sara Bertone. Un fenomeno
straordinario accaduto in correlazione con la morte dello
zio della mia consuocera racconta. Ogni mattina lui
telefonava alla mia consuocera per dirle come aveva passato
la notte (aveva un tumore al fegato) e concludeva la
telefonata con: "vieni, ti aspetto". In casa lo zio era noto
perch ogni volta che arrivava lui portava la pioggia.
Nell'agosto del '77 la famiglia di mia nuora va a passare le
vacanze nella casa al lago. Una notte si scatena un furioso
temporale, per cui, come sempre, vengono chiuse tutte le
porte e le finestre. Alle cinque di notte la sorella di mia nuora
si alza e trova il bagno allagato, anche se la finestra era
perfettamente chiusa e la vasca asciutta. Pensa che siano stati
i bambini, asciuga e torna a dormire. I1 mattino, svegliando-
si, trova la sua stanza piena di pozzette circolari d'acqua
intorno al letto e anche la cassettiera ricoperta d'acqua.
Nella stanza di sua madre il letto letteralmente inzuppato:
allora pensa subito aiio zio. In quel momento arriva la
notizia che lui morto quella stessa notte, verso le quattro e
mezza. Intanto a Torino la mia consuocera (che ovviamente
non sapeva niente) alle sette aveva ricevuto la solita telefo-
nata dello zio, che le aveva detto: "Sei tu? Vieni, ti
aspetto" .
Per Alain Sotto e Virginia Oberto la Pk in relazione con
la morte esprime in un certo senso le rappresentazioni incon-
sce che si hanno dell'interruzione della vita. I1 meccanismo di
un orologio da polso tanto legato alle pulsazioni cardiache
(in un'associazione di idee primarie) che non si pu escludere
il principio di una connessione inconscia tra un decesso e
un'espressione fisica spettacolare come la Pk.ll
Ed ecco la testimonianza del conte Lorenzo Mancini
Spinucci, di Fermo, fondatore deli'Aispe (Ass. it. sperimen-
tatori e studiosi di psicofonia), un personaggio ben noto agli
studiosi di parapsicologia. Il primo fenomeno che mi
capitato risale al '33 ed legato alla morte di mio padre. Noi
abitavamo in una casa a tre piani e mio padre aveva il suo
studio notarile all'ultimo, con l'unico telefono di casa:
quando arrivava una telefonata per noi faceva una triplice
scampanellata per avvertirci. Il giorno della sua morte
sentimmo il campanello suonare tre volte nel suo studio, ma
quando andammo su a controllare non c'era nessuno. Poi,
non appena tornammo a pianterreno riprese a suonare e
" A. Sotto-V. Oberto, Oltre la soglia dell'aldil, Milano, Rusconi, 1979
subito dopo suonarono tutti i campanelli di casa, senza pi
fermarsi, tanto che dovemmo tagliare i fili per interrompere
quel frastuono. Poco dopo trovammo un arazzo staccato dal
muro e appoggiato per terra, come se qualcuno l'avesse
messo l con cura. Attraverso una nota amica medium, mio
padre ci disse che questi fenomeni li aveva provocati lui, per
darci un segno deila sua presenza.
Le prime apparizionz
Immediatamente dopo il decesso o nei giorni successivi, si
possono verificare altri fenomeni da parte dei trapassati, di
tipo visivo: essi possono manifestarsi attraverso i sogni o
apparendo a parenti e amici come quando erano vivi, per
confortarli (una delle frasi che ricorrono nei messaggi
medianici : Dite a mia moglie, marito, figlio, che di qui sto
bene, sono in pace, di non piangere per me) o per rivelare
l'esistenza di un testamento di cui nessuno era a conoscenza
o di carte o gioielli nascosti. Anche qui occorre fare una
distinzione, poich vi sono varie spiegazioni per le appari-
zioni che awengono subito dopo la morte: infatti si pu
entrare in contatto con il forte desiderio del defunto di
comunicare con uno dei suoi cari, che prende vita. Oppure
possibile vedere il suo doppio eterico, che permane come un
ricordo energetico intorno al suo corpo, neli'ambiente in cui
viveva, o ancora si pu entrare realmente in contatto con la
sua essenza, il suo doppio astrale, soprattutto quando
ancora legato alie passioni e alie abitudini del piano terreno.
Egli gravita ancora intorno alia sua casa e ai suoi parenti ed
ansioso quanto loro di comunicare. Pi avanti, quando avr
percorso un cammino di consapevolezza, staccandosi dalla
dimensione terrena, questa comunicazione non sar pi cos
immediata.
Di queste apparizioni esiste una casistica molto ricca:
Pochi giorni dopo la morte di mio marito l'ho visto entrare
dalia porta, come se fosse vivo racconta Nora G., che aveva
paura di raccontare la sua esperienza temendo di non essere
creduta. Un'altra volta ero a una riunione di lavoro molto
animata, quando ho sentito la porta aprirsi: sapevo che era
entrato lui, l'ho sentito al mio fianco, come se fosse venuto
ad aiutarmi ad affrontare la situazione.
A parte questi due fenomeni, una notte ho fatto un
sogno talmente intenso e particolare, che l'ho vissuto come
un'apparizione: su una strada lunghissima e luminosa ho
visto venirmi incontro una mia amica, morta da oltre
trent'anni, che mi sorrideva. Mi hanno colpito soprattutto i
suoi occhi, luminosi e pieni di magnetismo. Mi sono
svegliata con l'impressione di averla realniente incontrata e
pi tardi ho realizzato che era proprio la ricorrenza del suo
compleanno.
Un'altra esperienza di cui siamo stati in parte testimoni
quella di Johnny Helker, relativa alla morte del padre.
Vent'anni fa mi trovavo a Malta per lavoro racconta. Una
sera provai l'impulso di scrivere: "Non temere. Tutto ci che
accade e che accadr per la tua evoluzione". Sentivo che
era un messaggio importante, anche se non capivo a cosa si
riferisse. Il giorno dopo telefonai a casa per avere notizie dei
miei, venendo cos a sapere che mio padre era morto,
proprio mentre io stavo scrivendo quel messaggio. Uscii
dalia cabina telefonica completamente frastornato, come in
trance. I n quel momento vidi mio padre venirmi incontro, in
maniche di camicia: aveva una consistenza quasi fisica, tanto
che per u n attimo dimenticai la telefonata e gli chiesi come
mai fosse venuto a Malta. "Visto che non sei venuto tu da
me, sono arrivato io" mi rispose. Sembrava reale, in carne e
ossa. Continuai a vedermelo accanto anche pi tardi, in
aereo, mentre tornavo a casa.
Qui ho avuto altri fenomeni: di notte la porta della sua
stanza (dove, in attesa del funerale, c'era ancora il suo corpo)
continuava ad aprirsi. Sia io che mia madre sentivamo i suoi
passi nel corridoio che non ci lasciavano dormire, tanto che
lo pregai ad alta voce di lasciarci stare: e da quel momento
non ci furono pi rumori.
Un'altra testimonianza la raccolsi alcuni anni fa da
Sabina Rinaldi, una sensitiva che vive a Roma. Al di l dei
fenomeni telepatici o precognitivi che ho sempre avuto, fin
da piccola, l'awenimento che ha cambiato la mia vita
legato a mia sorella, che anni fa venne ricoverata in ospedale
per un linfogranuloma racconta. Una notte sentii suonare
aila porta: guardando dallo spioncino vidi proprio mia
sorella, in pigiama, che subito svani. Pensai che fosse morta e
telefonai in ospedale: ma lei stava dormendo. La mattina
dopo mi raccont che aveva sognato di venire a casa mia.
Poco tempo dopo, una mattina vidi sul balcone della mia
casa un uomo, con un mantello e un cappello nero, che mi
guardava: era una visione e pensai subito alla morte. In
effetti mia sorella mor poco dopo. Qualche tempo dopo,
prima di partire per l'Australia, presi la sua fotografia e
quella di mio padre (anche lui se n'era gi andato) e mi
concentrai su di loro, chiedendo di proteggermi in questo
viaggio. A un tratto sentii suonare alla porta: dallo spioncino
vidi mio padre e mia sorella che si tenevano per mano,
sorridenti. Mi spaventai moltissimo e tentai di spiegare che
cos'era successo a mia madre: e quando ripresi le loro
fotografie, il fenomeno si ripet identico.
Visioni
La fenomenologia medianica che comprende le manifesta-
zioni dei defunti pi evidente quando le persone hanno
capacit medianiche, pi o meno espresse. Spesso a sette
anni sia io sia mia sorella vedevamo mia nonna, o meglio il
suo spirito passeggiare per casa ci racconta la pittrice
milanese Bianca Magnani, sorella di Sara Bertone. La
vedevamo bene: era alta, bella, con un abito nero e una spiiia
d'oro. A volte, mentre mangiavamo tutti insieme, si sentiva
suonare il pianoforte nella stanza accanto oppure la macchi-
na per scrivere si metteva a battere i tasti da sola. Da
ragazzine avevamo scoperto entrambe di avere doti media-
nichen prosegue Sara Bertone. In casa nostra ci sono
sempre stati fenomeni straordinari, forse connessi anche con
la nostra sensibilit artistica, alla creativit. A volte, alzando
gli occhi dal lavoro mentre scrivo o leggo, vedo forme
bianche o nere che passano nella stanza, fantasma di vivi o di
trapassati, che per io vedo quasi sempre come fossero
persone reali. Un pomeriggio, mentre stavo cucendo, ho
visto sulla poltrona di fronte a me una signora, con un
beli'abito nero e una catena d'oro. Dieci anni dopo,
sfogliando l'album di foto di famiglia, ho scoperto che era la
zia di mio marito.
Alcune esperienze importanti mi sono accadute proprio
in relazione alla sua morte. Come sempre, nelle occasioni
drammatiche, avevo avuto molte premonizioni, che per
non avevo raccolto, la mia mente si era rifiutata di accettarle.
Una settimana prima che Mario morisse, un mattino mi ero
alzata presto per far meditazione; rientrando in camera col
caff, avevo visto sovrapposto al viso di mio marito quello di
mio padre, che era morto anni prima d'infarto. Otto giorni
dopo, Mario se ne andato, nello stesso modo di mio padre.
In seguito si manifestato pi volte, in vari modi: per
esempio una notte mi sono svegliata perch sentivo russare
nella stanza. Ho ascoltato bene per vedere se era dovuto alla
suggestione. Ma lui era proprio nel letto, accanto a me.
Un'altra volta, mentre stavo leggendo a letto, ho visto
distintamente una mano maschile che usciva da una manica
(di cui esisteva solo un lato, l'altro svaniva come in una
nebbiolina) e che sollevava le coperte, come per entrarvi.
Non ho avuto paura, ma un grande senso di gratitudine:
sapevo che era lui, che voleva darmi un segno della sua
presenza. Altre persone, oltre a me, l'hanno visto: una volta
ero molto triste e stavo pensando a lui, mentre ero da sola
sulla terrazza della mia casa al mare. passata una barca che
ha fatto un segnale e pi tardi mio figlio e alcuni miei amici
mi hanno chiesto se i miei ospiti erano gi andati via: infatti
sulla terrazza, in controluce, avevano visto dalla barca due
sagome scure. Tutti allora abbiamo pensato a Mario.
Visitors sconosciuti
Se esiste l'aldil, esso occupa probabilmente lo stesso spazio
dell'aldiqua, dal quale viene separato solo per convenzione
di termini: infatti tendiamo a situarlo lontano, in alto o in
basso rispetto a noi, perch non lo percepiamo. Tuttavia
veggenti e medium hanno la possibilit di entrare in contatto
con questa dimensione, che risulta decisamente popolata.
Per esempio le anime che non hanno accettato la propria
morte, che se ne sono andate ali'improwiso non preparate (i
suicidi e i morti di morte violenta), spesso rimangono nei
luoghi che pi hanno amato, come la loro casa, ospiti per lo
pi silenziosi e beneducati ma a volte, come possiamo
constatare dalle cronache delle case infestate, anche esagita-
ti. Spesso i bambini awertono queste presenze, anche se non
sempre in modo ben definito, e per questo chiedono di non
rimanere soli al buio, in cui si sentono minacciati, oppure si
comportano come se in casa ci fosse uno sconosciiito; e se il
bambino ha una grande sensibilit, cosa che ho constatato
pi volte di persona, pu anche vedere questi intrusi,
credendoli addirittura vivi.
Fin da piccolo ho avuto delle visioni, anche se allora
non davo loro nessuna importanza, anche perch non mi
rendevo conto che appartenessero a una realt diversa mi
ha raccontato Pier Lorenzo del Corto, un sensitivo di
Viareggio. Per esempio un giorno, mentre andavo a scuola
passando dalla spiaggia, incontrai un uomo anziano, che mi
rimprover perch ero in ritardo. Ma subito dopo avermi
superato, svan di colpo senza lasciare impronte sulla sabbia,
cosa che mi impression moltissimo. Un altro episodio che
ebbe un seguito nel tempo, mi accadde a ventiquattro anni:
una mattina, alle cinque, mi sveglio di colpo con la
sensazione che ci sia qualcuno nella stanza. Infatti, ai piedi
del letto, vedo una bella ragazza, con i capelli castani, lunghi,
e con un sorriso molto luminoso, vestita con una camicia di
cotonina. La cosa mi ha fatto piacere, anche se non sapevo
chi fosse e che cosa facesse l. Ma poi mi sono accorto che lo
specchio non rifletteva la sua immagine. Allora mi sono
spaventato e mi sono messo a urlare: e lei svanita. Molto
tempo dopo, per una serie di coincidenze, venni a sapere che
anni prima al posto della mia casa sorgeva una palazzina in
cui abitava una ragazza di vent'anni, Anna, attaccatissima
alla vita, morta in seguito a una grave malattia: e la sua
descrizione corrispondeva a quella dell'apparizione. Tra
l'altro duranti le nostre sedute si era presentata pi volte
un'entit di nome Anna che ci chiedeva aiuto e che non
avevamo mai saputo individuare. Da quando capii chi era,
non si manifest pi.
Messaggi dall'aldil
Esattamente come noi, anche i trapassati devono sviluppare
la capacit di comunicare con una dimensione che non pi
loro, imparando a manifestarsi in qualche modo, per lo pi
telepaticamente, o individuando un medium in sintonia con
le loro vibrazioni. I1 desiderio di mantenere un contatto in
genere molto forte soprattutto subito dopo il trapasso,
quando non ci si ancora distaccati dalla terra, o quando si
desidera consolare le persone che si sono amate. Un'espe-
rienza molto interessante in questo senso l'ha vissuta Monica
Canducci, una giovane medium entrata in contatto per
mezzo della scrittura con l'anima di un adolescente morto in
un incidente. I primi messaggi avevano accenti disperati: il
ragazzo non riusciva ad accettare la sua separazione brutale
dalle persone che amava, in particolare dai genitori e dalla
sua ragazza, e si colpevolizzava per la loro sofferenza. Inoltre
si lamentava di non riuscire a vedere il luoga in cui si
trovava, di essere solo, di non sapere cosa fare, come se la
sua vita si fosse trasformata in una interminabile attesa,
interrotta solo dall'esperienza medianica. Poi, a FICO a poco,
nelle comunicazioni successive la situazione cambia radical-
mente: egli si rende conto che la vita, di qua e di l, deve
proseguire, si accorge che anche nella dimensione i11 cui si
trova deve continuare a studiare, a crescere, per lo meno
spiritualmente. Nel tempo, i suoi messaggi diventano pi
sereni, pieni di gioia, rispecchiando il carattere forte e
allegro che aveva prima del trapasso.
L'esperienza ci insegna ad avvicinarci alle comunicazioni
medianiche con cautela, a non darvi eccessivo peso, a non
fare di un trapassato un dio, neppure quando ci si trova di
fronte a un'entit di Luce, a un Maestro (ma il Maestro
viene quando il discepolo pronto). Quando siamo di
fronte ai nostri cari, occorre imparare a non nutrire eccessive
aspettative, fatto salvo il conforto di sapere che esiste una
continuit, che la vita prosegue e che i legami affettivi non
vengono spezzati. Dobbiamo renderci conto e accettare che
l'entit con cui veniamo in contatto ha la stessa evoluzione
che aveva sulla terra e quindi anche le sue idee non possono
aver subito una trasformazione profonda e radicale. I
defunti raccontano la realt come essi la percepiscono, in
base alle proprie capacit intellettive e spirituali: chi si trova
nell'astrale non pu certo vedere e quindi sapere che cosa
accade nei livelli pi alti e non detto che abbia
cognizioni metafisiche solo perch si trova nell'aldil. Ogni
individuo vede solo ci che accade al proprio livello o
sotto di lui. Pur vivendo in mezzo aile pi alte influenze e
alle pi belle forme-pensiero, esso quasi completamente
incosciente della loro esistenza scrive Powell.12 Quindi,
siccome egli in grado di percepire solo la materia pi
l2 A. Pou~ell,op. CII
grossolana dei corpi astrali delle altre persone, ed essendo
egli completamente incosciente delle proprie limitazioni,
crede che gli altri posseggano soltanto le caratteristiche
inferiori che egli pu vedere. E in queste condizioni,
aggiunge, non c' da meravigliarsi che egli consideri il luogo
in cui si trova come un inferno. Ed ecco come mai esistono
tante realt quanti sono gli individui che le descrivono, o
una verit per ogni entit che si presenta. Ed ecco perch
le comunicazioni medianiche, quando descrivono l'aldil,
differiscono tra loro: chi muore credendo nei dogmi della
Chiesa, asserir che Inferno, Purgatorio e Paradiso sono
come ce li hanno descritti (ma inferno e purgatorio non sono
che stati di coscienza che ciascuno si crea con le proprie
azioni sulla terra), che la reincarnazione non esiste, mentre
un buddhista o un ind ribadir il concetto della rinascita.
Chi non crede in niente trover intorno a s il vuoto, finch
qualcuno non lo aiuter a svegliarsi, a cambiare livello di
coscienza. Insomma, fino a quando non si prende coscienza,
nell'aldil si continua a vivere come di qua. Anzi, vi sono
individui che ricreano con le forme-pensiero il loro ambiente
terreno, o danno vita a case, automobili, oggetti di lusso,
soddisfacendo cos desideri rimasti finora irrealizzati.
Ben diversa la comunicazione, molto pi rara, che si ha
con anime elevate, che si assumono il compito di aiutarci nel
nostro cammino spirituale, per risolvere il karma. Queste
entit difficilmente fanno previsioni o, peggio, producono
fenomeni fisici, n tantomeno si lasciano intenerire dai nostri
pianti, dalla fatica che facciamo nel superare le prove del
karma. Esse scendono se mai per indirizzarci, spronarci,
metterci sulla strada: e se noi non capiamo, se ci rifiutiamo di
camminare, allora ci buttano nella corrente, obbligandoci a
far fronte alle difficolt, ci fanno passare attraverso la
sofferenza per temprarci, risvegliare lo spirito addormenta-
to. Ogni volta che soffriamo dovremmo ringraziare la Luce
perch ci permette di evolverci, di maturare attraverso il
dolore, bruciando una parte di karma e preparando un
futuro migliore.
161
Dallstrale, verso la Luce
Un individuo fortemente condizionato da istinti e passioni
rimarr legato a lungo al livello astrale, dove perdurano
ancora emozioni e desideri. Pi interessante la vita di uno
studioso o di un artista: in questo piano egli pu portare
avanti le sue ricerche, con mezzi che sulla terra non si
sarebbe mai sognato, pu consultare biblioteche, archivi,
laboratori della terra e deli'ilkasha, arricchendo la propria
cultura e preparando il suo bagaglio per la prossima discesa
sdla terra. Molti scienziati studiano qui ci che dovranno
portare agli uomini nella successiva reincarnazione. Ne1 '40,
un'entit rivel attraverso Maria Antelmi che aveva studiato
la monorotaia (un'invenzione allora impensabile) e che per
realizzarla sarebbe nato poco dopo in Giappone. Prima o
poi l'entit che soggiorna nell'astrale, soprattutto se ha gi
sviluppato la dimensione intellettiva e spirituale, si accorge
che le preoccupazioni terrene non hanno pi valore, che
ora di superare desideri e passioni spostando i'attenzione al
mondo del pensiero: questo lo aiuta ad alleggerire il suo
peso specifico e a salire, dopo aver eliminato l'involucro del
corpo astrale, che si dissolve.
Secondo Powell, dopo la morte si passa attraverso tutti i
piani, fino al mondo celeste: la permanenza su ciascuno
legata ali'woluzione maturata in vita. Per queste diverse
ragioni, l'estensione della coscienza dell'uomo sul piano
astrale e il tempo che egli vi passa prima di raggiungere il
mondo celeste, possono variare entro limiti molto larghi.
Alcuni passano sul piano astrale solo poche ore o giorni; altri
vi restano per anni, e anche per secoli.l'
II passaggio dal piano astrale a quello mentale conside-
rato un altro trapasso, la seconda morte di cui si parla anche
nella Bibbia: l'individuo perde coscienza, per risvegliarsi
dopo un periodo pi o meno lungo (paragonato a quello
A. Powell, op. cit
162
gestatorio) su un piano dove tutto gioia e vitalitl armonia e
amore cosmico, una condizione che l'uomo ordinario pu
solo intuire, richiamando alla memoria momenti molto
particolari di grazia. Qui si realizza l'assioma - che aveva
fatto suo gi Euripide e poi Platone - che la vita postuma
la sola reale e che quella terrestre, compresa la stessa
personalit, soltanto immaginaria.
Infine si passa al piano causale, nel quale secondo Powell
tutti soggiornano prima di reincarnarsi, magari per un
giorno o due, ma di cui pochi sono consapevoli, essendo un
Iivello superiore, divino, il piano dei Maestri che lavorano
per l'evoluzione della razza umana, agendo direttamente
sulle anime o ego degli uomini. Di qui il genio riceve la sua
illuminazione, qui tutti gli sforzi verso l'alto trovano la loro
guida.l4 Alla fine di questo cammino l'anima, finalmente
consapevole della propria parte divina e del cammino che le
resta ancora da compiere per raggiungerla, decide di
scendere nuovamente sulla terra, per finire la propria
esperienza. Per raggiungere tale scopo sceglie la futura
condizione: la famiglia e il contesto sociale e culturale in cui
dovr crescere, le prove da superare, insomma, il proprio
karma. E al momento stabilito si prepara: non appena si
presentano le condizioni previste, nel momento stesso in cui
quella che diverr sua madre concepisce, si aggancia al suo
futuro corpo con un cordone di luce, iniziando la discesa
verso la terra. E la sua anima passa uno per uno i pianeti del
sistema solare, nel loro piano astrale, uno per ogni mese
della gravidanza, prendendo le caratteristiche esoteriche che
li contraddistinguono: ed ecco che arriva il momento deila
nascita sulla terra, che nella dimensione sottile viene consi-
derata una morte alla vita spirituale. E si ricomincia da capo,
in un ciclo di rinascite che si interromper solo quando
avremo raggiunto l'illuminazione, la Verit.
In questa visione, ci che conta non pi che cosa ci
1' A. Powell, TI corpo causale, Milano, Alaya, 1952.
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immenso questo tramestio di gente nell'ansiosa ricerca di
una persona cara. Anch'io trovai dei miei parenti. I1 mio
primo grido fu: Sono morto! La mia giubba rotta, come
faccio a ritornare sulla Terra senza giubba?)).
Mia nonna mi disse: Oh, Roby, sei con noi nella tua
vecchia casa, ora ti faccio vedere la tua bella bambina)). Mi
sono incamminato, ma intanto che andavo trovai un luogo in
cui vi era gente che gridava e bestemmiava. H o guardato un
momento e ho chiesto a qualcuno: Quella gente chi ? H a
bestemmiato Dio. Poi ho detto: Dov' Dio?. In Cielo mi dissi: Debbo pur mangiare. Mia nonna mi venne in aiuto
uno ha detto. E io dove sono? Fuori dal corpo mi
rispose l'altro. Che cosa vuol dire? chiesi. Vuol dire che
sei anche tu in Cielo ma vestito di una veste che non pi la
tua carne ma neppure il tuo spirito. E io allora cosa
sono? Unlanima vestita del suo fantasma.)) Cosl il
fantasma? domandai. il tuo vestito di ora, fatto di
camice; un vestito di libero arbitrio.
Com' fatto? replicai io. fatto di tutto il tuo
carattere e del carattere-energia del tuo pianeta, cio di forza
fluidico-magnetica che la prerogativa del tuo pianeta
dentro tre forme delle quali la prima quella della tua carne.
Questa l'hai lasciata sul piano della terra pesante, ove
l'elettricita forma un'energia compatta, intelligente. Adesso
tu hai un vestito di eterico che una cosa come nebbia che
prende tutte le forme delle cose che hanno vissuto dentro la
terra, sono state animate e fatte, azioni e opere che hanno
avuto vita. Quando tu avrai percorso questo labirinto, ti
troverai col vestito pi celeste e pi leggero perch fatto di
aria magnetica, di tutte le sostanze fluidiche che sono
intorno alle tue opere.
Intanto camminavamo e camminando arrivammo in un
posto in cui esalava un odore fetido che mi soffocava. Mi
guardai attorno e vidi che i miei parenti non soffocava-
no come me mentre tra i compagni alcuni soffocavano e
altri cadevano dentro a questo luogo puzzolente e l si fer-
mavano.
Ci affrettammo a scappare da quel luogo, ma alcuni vi
restarono. Erano essi coloro che avevano amato il piacere
della tavola, del denaro, che avevano cio troppo mangiato,
troppo bevuto, troppo legati all'interesse, troppo egoismo
umano. Tutto questo aveva creato loro una veste di eterico
troppo pesante per la qual cosa la Legge li aveva fermati nel
luogo a loro adatto. Ecco che io allora compresi come io mi
muovessi, pur avendo la sensazione di non muovermi.
Giunti a questo punto provai la sensazione di essere a notte e
dicendomi: Pensa, Roby, di mangiare quello che pi ti
piace e col pensiero tu ti troverai sazio. Ribattei: Ma
questo non basta, non va bene; facendo cos non mangio con
la mia bocca, e come posso allora trovarmi sazio?.
Fui subito preso da angoscioso dolore e il mio pensiero
corse alla mia situazione, alla mia bambina che tanto amavo
e domandai alla nonna: Nonna, dov' ora la mia bimba?.
Vieni, ti accompagno da lei mi rispose subito la nonna. l?
a casa, dobbiamo andare a vedere. Se dobbiamo ripassare
nel luogo che abbiamo or ora passato, nonna, no, non
vengo. Vado io mi disse allora la nonna. Ma io non
volevo trovarmi solo in mezzo a tutta quella gente. Guar-
dali disse la nonna e io riconobbi in mezzo a quella gente
molti amici sia civili sia militari. Questo fatto mi port a uno
strano stato d'animo, cio mi sentivo felice pur non essendo
tale. Alcuni miei parenti vennero a portarmi notizie dei miei
cari. Mi dissero che la mia bambina e mia moglie stavano
bene, cos pure mia madre e mio padre. Tutte queste
emozioni mi portarono a essere stanco e ad avere tanto
sonno. Non puoi dormire mi dissero e mi trovai a
continuare il mio cammino.
Mi trovai in un luogo in cui sembrava vi fosse un gran
temporale e in mezzo a questo molta gente doveva salire
l'erta di un monte con grande fatica. Taluni riuscivano nella
salita, ma molti no, cadevano e restavano gi. Subito mi so-
no detto: io non vado l, ma mia nonna mi dissuase subito
e mi convinse che dovevo assolutamente tentare la salita.
Come per incanto in un momento mi trovai sulla cima
del monte. Da lass vidi molta gente che andava da una
parte ail'altra, dove andassero non so spiegare. Una moltitu-
dine di gente si present ai miei occhi: un'angoscia grande
per la mia morte mi prese, nel vedere tutta quella gente
awolta in una grande nebbia e in essa scomparire come
fuscelli di paglia. Chiesi a mia nonna cosa fosse tutto questo
ed essa mi assicur che non era nuila e che anche noi
dovevamo passare di l. No, non ci vengo, dissi nvoglio Signore, dammi la tua conoscenza perch io possa capire
andare a vedere la mia bambina.
Cercavo intorno a me i miei uomini ma non trovavo pi
nessuno: tutti erano spariti, anche i miei parenti. Mi trovavo
completamente solo e quella solitudine mi fece enorme
spavento. Per la prima volta innalzai a Dio una grande
preghiera. Dissi: Signore, io non ti conosco, io non so cosa
sia; se sia vivo o morto, ma sono una creatura tua. T u sei qui
sul monte e io non sono niente mentre T u sei Tutto. Non mi
fare pi paura. H o sposato una donna in Terra, mi venuta
una bimba, ho dovuto fare la guerra.... Non ho finito di
dire tutto questo che il vento mi faceva andare e mi ha
trasportato in un attimo in un luogo di gran gelo, ma di gelo
terribile. Subito dopo in un luogo di terribile caldo, ma tale
da bruciare l'anima.
H o avuto la sensazione di cadere da un'altezza vertigino-
sa verso il basso senza farmi alcun male, dentro a una luce
lunare. Una quiete grande si impossess di me e mi fece stare
subito bene senza pensare pi a niente, senza vedere pi
nessuno. Mi sono trovato sempre solo pur sentendo intorno
a me la presenza di altre anime. Queste mi guardavano con
bont come fossero di famiglia. Una di esse per mi disse di
andare pi lontano ove la luna splendeva di pi. H o
obbedito, vi sono andato e ho veduto all'istante tutta la mia
vita passata davanti a me.
Da uomo ero tornato bambino. H o visto la cannonata,
mi sono ritrovato vestito da militare in partenza da Vienna,
170
ho vissuto il distacco dalla mia donna, il saluto ai miei
colleghi d'ufficio, la nascita della mia bambina, il mio
matrimonio. Mi sono rivisto giovanetto, giovanotto, ho
rivisto infine la mia anima: come anima avevo un viso
contento ma quello di Robert di terra non era contento, no.
I1 primo disse allora al secondo: Guarda ora tutto quello
che hai fatto durante il tempo che sei stato lontano da qui.
H o guardato e nel frattempo venuta una gran Luce. Sono
caduto allora in ginocchio e ho pregato nuovamente:
che cosa ho fatto. La Luce si fece ailora pi grande, pi viva
e mi permise di vedere tutto quello che di bene e di male
avevo fatto. Cos bianca e cos viva era quella Luce che non
era possibile nascondere la pi piccola cosa.
Dopo mi sono sentito subito felice e ho innalzato a Dio
una grande preghiera. H o detto: Signore, non ti ho mai
veduto, sento per che sei vicino a me. T u non sei il viso
lunare che vedo, io non sono pi il Roby della Terra, ma so
che Tu, anche se non ti vedo, sei il Grande Dio. Dammi la
Tua Pace. H o capito che non ti ho mai conosciuto, perch se
ti avessi conosciuto in Terra non sarei stato cos bestia da
guardare il Tuo tempio con indifferenza. E per Tuo tempio
intendo tutte le meraviglie della natura. Aiutami a conoscerti
perch io voglio fare solo quello che Tu vuoi. Il volto lunare
venne davanti a me: Robert, io e te siamo una cosa sola.
sono sempre stato te: sono la tua anima. Vieni con me.
Allora leggero, leggero come il vento, sono andato in un
posto dove tanta gente stava come in un grande campeggio.
Uno mi disse: Guarda laggi. Guardai e vidi molte anime
che stendevano le braccia e le gambe e gridavano forte forte
chiedendo aiuto. I1 mio volto lunare mi disse allora:
Guarda chi sono io e chi sei tu: quelle figure sono anime
deila Terra che hanno bisogno di aiuto, sono cio come te
prima che tu morissi nella tua forma. Vuoi tu far loro quello
che non vorresti fosse fatto a te? Cosa vuoi tu adesso?)).
Risposi: Voglio essere buono e portar loro aiuto. Ailora mi
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tavano quello che erano stati s d a Terra. Allora domandai:
Ma dove siamo ora?*. Un Sapiente, vestito di un vestito
tutto lungo, bianco, con in testa una corona di lauro, mi
disse: <Io una volta in Terra ho molto studiato: gli uomini mi
chiamarono con un nome che non conosco pi e non voglio
pi conoscere. Sono stato un grande sapiente dell'oriente e
dico una cosa sola a voi tutti quanti, cos come potrei
intrattenervi in una delle mie conferenze: noi non siamo pi
dentro al pianeta Terra, ma siamo le forze dell'Aura del
pianeta Terra. Per abbiamo ancora il libero arbitrio: ecco
perch possiamo andar gi quando vogliamo. Dicendo gi
intendo dire che, non avendo noi qui pi corpo solido,
siamo fuori dal centro di energie pesanti che formano il
gravitario che tiene il mondo della Terra compatto, in
comunione di forme. Allora io chiesi: Cosa diventiamo
dopo?. Attorno a lui, seduti su altri seggi, stavano altre
persone col volto pi scuro, come se fossero di pelle scura e
altra gente ancora stava attorno a questi saggi seduti.
Alla mia domanda, cos rispose: Adesso noi siamo
ancora un insieme di tre energie: anima (vita), forza e spirito,
quindi siamo ancora delle cose che dovranno diventare pi
piccole. Ora non occupiamo alcun posto, ma il nostro
pensiero occupa ancora un posto. Quando noi scendiamo
gi il nostro pensiero diventer forma solida sino a quando
noi non perderemo tutte le forme per aver rivestito tutte le
forme e vissuto dentro in tutte le energie e in tutte le
intelligenze che compongono il corpo pesante di materia. I1
nostro spirito si siede al centro che non so dove sia.
Noi siamo fuori e dentro al nostro pianeta e possiamo
anche andare in un altro pianeta. Di qui vediamo tutta la
Potenza dell'universo in armonia, cio vediamo che tutto
quello che stato gi creato in movimento per dare
sviluppo anche a un punto piccolo come uno spilio. Ogni
mondo, ogni Forza, tutto insomma d giusta misura perch
uno diventi tanti e tanti diventino poi uno. Ecco cosi
spiegato il mistero delia creazione)).
Io, a tale parlare, me ne sono stato immobile e senza
parola. ~ u t t questi
i personaggi che furono grandi uomini in
Terra, che litigarono in guerra per supremazia di beni e di
saperi, erano ora tutti molto riverenti dinanzi al Saggio che
parlava. H o domandato: Ma chi era questo che parlava?.
Un primo Maestro sconosciuto. Venne dapprima con
forma umana e intelligenza superiore a portare la Luce agli
uomini della Terra. Chiesi a lui: Dimmi il tuo nome. E
lui: Chiamami come vuoi. Chiamami Alfa Sacrificio Ome-
ga, cio Vita Sacrificio e Morte. Gli uomini della Terra, vedi,
dicono soltanto Alfa e Omega lasciando uidietro il sacrificio
perch sono troppo egoisti. Non siate egoisti)). Cos disse a
tutti e poi in un attimo, come per incanto, spar. Dove Lui
era il seggio rest vuoto, ma vi rest pure una gran Luce.
Io ritornai subito a rivedere la mia bambina. Non so se in
Terra fosse sera, ma vidi mia moglie con un altro uomo
vicino. Guardai bene e vidi che l'uomo accarezzava e parlava
alla mia donna come le parlavo e l'accarezzavo io quando
eravamo fidanzati. La mia bimba sola in un angolo della
camera, con i suoi grandi occhi, guardava il mio ritratto e sua
madre. Sono subito scappato via e quando mi sono trovato
nello spazio ho pianto molto, molto, tanto era grande il mio
dolore. Una grande rabbia mi subito venuta e mi sono
ribellato: no, ho detto, no, non voglio! Poi come un
fantasma comparso vicino a me qualcuno e ha detto:
Robert non c' pi. Allora mi sono messo in ginocchio e
col mio pensiero ho fatto una grande preghiera al grande
Signore Iddio. H o detto: Signore, guarda la mia bambina.
Fa' o Signore che il mio proposito cattivo diventi tanto
buono, che la mia donna abbia tanta felicit con l'altro uomo
anche se lui non sa ancora se io sia vivo o morto in Terra.
Perdona o Signore la mia rabbia e fa' che la mia bambina
non provi pi dolore; fa' anche che la mia donna non abbia a
soffrire. Poi mi dissi: addio Robert di Terra, sei morto due
volte: una come creatura e una come ricordo.
Subito una gran luce di pace scesa in me, mi sono
portato subito sul luogo dove la gente chiedeva aiuto. H o
detto a quei poveretti: Attaccatevi a me, tanto Robert non
c' pi.
Anche ilmio nome infatti non era pi pronunciato. Per
quanto questo stato di cose mi desse tanto dolori ho sempre
continuato a essere vicino ai miei e ad aiutarli. H o accom-
pagnato la mia donna nei suoi vari amori e sempre pi
comprendevo quanto grande sia l'egoismo umano. La mia
donna si form una nuova casa, la mia bambina era diventata
grande. Nel frattempo io mi ero abituato aila vita deilo
spazio. Intanto vidi che mia madre era arrivata al momento
cruciale, era pronta per venire con me. Sono andato da lei e
le ho detto: Mamma, non piangere pi, io sto tanto bene e
al momento giusto verr a prenderti)).
Infatti, non appena non ebbe pi a soffrire dei suoi
dolori, si addorment. Volevo farla venire con me, ma fece
un'altra strada. Trovammo subito la nonna. Io mi sentivo
felice come quando ero bambino e anche gli altri erano felici.
Ci siamo portati subito sul luogo deila montagna e subito,
come fossimo trasportati in volo, ci trovammo suila vetta del
monte entro a un raggio. Subito dopo ci trovammo dentro la
luce lunare e l mia madre subito si addorment. Mi portai
allora ancora daila nonna e la trovai ancora pi celeste e la
sua forma non pi umana ma come tanti e tanti altri che
prima avevo visto in forma umana e che ora erano deile
nuvolette in forma d'angelo. (La vostra religione raffigura
infatti alle volte gli angeli cos perch essa prende le
immagini non dalla fantasia ma daile visioni.)
A un tratto comparve vicino a me il mio fantasma guida e
mi disse: Ora ognuno al suo posto)). Io gli chiesi:
Anch'io ho un posto?)). S, tu pure hai un posto entro al
ritmo della Legge.)) Che cos' la Legge?)) domandai io.
Rispose: La Legge la Mente Superiore che guida ilnostro
essere d'intelligenza entro a tutti i mondi)). Che cos' il
mondo?)) chiesi. Per mondo va inteso un grande centro di
tutte le Forze dell'universo. Questo tuo mondo una
particella del grande Centro per esso, nella sua somiglianza
al centro, costituisce un mondo.))
Eccomi poi tornato tutto solo e ailora sono andato a
trovare mio padre. Lo trovai molto vecchio e solo: cos gli
sono stato molto vicino. La mia bambina intanto si era fatta
una signorina con tanto di fidanzato e allora mi adoprai
affinch la gioia albergasse nel suo cuore, affinch la
sicurezza che il suo fidanzato fosse quello adatto alla sua
felicit non l'avesse mai abbandonata. Mio padre intanto si
ammal e io compresi e ammirai la previdenza di lui che
aveva fatto in modo di crearsi una indipendenza finanziaria
anche durante la sua lunga degenza a letto. La mia bambina
ebbe cura di lui ma non cosi mia moglie: anche mia zia (sua
sorella) ebbe cura di lui. Io non l'ho mai abbandonato
mentre mia madre continuava a dormire. Mia nonna, ancor
pi celeste, si port invece subito vicino a lui curandolo
giorno per giorno. A lei si aggiunse anche mio nonno e cosi
ci trovammo tutti a porgere aiuto a mio padre.
Appena passato, mio padre mi chiese: La mamma
dov'?. Vieni, andiamo da lei gli dissi. Ma mio padre non
riusci a salire il monte. Di modo che mia madre dorme
tuttora e mio padre ancora ai piedi del monte e gira, gira
tra la gente che attende il momento propizio per poter
entrare nel raggio ed essere portato su. La nonna invece vola
e la sua forma diventa sempre pi piccola. I1 nonno di
contro, sempre con la sua testa d'angelo, gira, ragiona col
suo pensiero e io vedo di questo pensiero il quadro.
... Qui sto molto bene. Qui la gente gira e fa tutto un
mondo suo non pi di materia ma di spirito, il quale come
quello deila materia senza forma. Qui dove mi trovo vi sono
montagne, luogo di luce, di ombra, giardini, strade, tutto
queilo che in Terra; per qui non si vede spuntare l'erba
perch l'erba gi cresciuta. Cos ho sempre girato e con
altre anime ho portato aiuto a tutti quelli che incontro. Mai,
neppure una sola volta, mi sono fermato. Cos ho sempre
dato il mio aiuto e in questo modo ho imparato a entrare
nelle case della Terra, del Cielo; ovunque mi stato possibile
entrare sono entrato con i miei amici dello spazio. Vado a
vedere spesso mio padre che sempre l che gira, gira e mi
dice: Roby, aiutami, tirami su. Ma io non posso fare niente
per lui perch appare subito il mio fantasma e mi manda via.
Saluto allora mio padre e vado da mia madre, e in questa
maniera ho imparato a entrare e uscire da quel raggio che
attira e ributta.
Che sia questo raggio non lo so; fattelo spiegare dal
Maestro: esso conduce a monte dove c' la Luce. Esso fatto
come un imbuto e per sua virt ho girato per ogni dove. H o
potuto sentire tutta la gente che chiedeva aiuto e porgere
loro il desiderato aiuto sia che passasse per malattia sia per
morte violenta, questa provocata dagli uomini quanto da
strumenti di distruzione.
Una volta nel mio girovagare vidi una colonna di luce e
attorno a essa tanta gente, o meglio, tante anime. Tutti
parlavano e allora mi venne la tentazione di parlare anch'io.
Chiesi a uno se potevo parlare e questi mi disse: Parla
pure. Vidi allora un gruppo di gente della Terra seduta
attorno a uno che dormiva. Che cos'? ho chiesto. un
medium, un mezzo, una macchina che trasmette d a gente
della Terra le nostre parole* mi fu risposto. Cominciai a
ridere, ridere, ridere perch avevo sentito dire cose simili
anche durante la mia vita ma non ci avevo mai creduto.
Vieni a vedere, se non credi, prova mi dissero. Andai, ma
avevo paura di precipitare gi. Pensa, mi dissero pensa
col tuo pensiero la parola che vuoi'dire e sentirai il mezzo
ripetere la tua parola pensata e la gente ti parler. Cos feci
infatti e la gente mi chiese: Chi sei?. Uno stupido ho
risposto; ma questo fatto mi piaciuto e allora ho incomin-
ciato a parlare. In un primo tempo la conversazione fu come
Dio volle,'un po' bene e un po' male; un poco per la mia
inesperienza, un poco per l'emozione, ma ben presto mi
normalizzai e parlare con la gente della Terra fu per me cosa
molto gradita.
... Una volta, ho chiesto al Maestro il permesso di
lasciarmi parlare con la macchina grossa [cio la medium].
Lui mi ha dato il permesso, ma a condizione che facessi un
bel lavoro.
I1 primo compito che il Maestro mi diede nei confronti
della macchina " grande fu quello di difenderla da pensieri
brutti, cio di impedire che parole, pensieri formulati da
entit basse andassero a ingombrare il suo imbuto; ma io
non riuscivo ad assolvere questo compito, mi sentivo
impotente ad aver ragione sopra ai soprusi dei pi prepo-
tenti. Una volta per un piccolo Lumen venne in mio aiuto.
Sono queste entit superiori, simili al fantasma che mi
guidava, che quando parlano non prendono figura umana.
Lumen quindi mi venne in valido aiuto buttando lontano
dal mezzo le entit che mi impedivano di avvicinarlo. I1
mondo degli spiriti non un mondo solido, per io ci vivo
come se fossi sulla Terra, pur non sentendo i bisogni fisici.
Anche qui si provano dolori e gioie, ma in modo molto pi
sentito. Queste sensazioni giungono a me in mezzo aUe mie
occupazioni fatte dell'energia di cui composta la mia
anima, che vuole essere solo espressione di intelligenza entro
l'unit della Legge.
Con questa mia anima vado in tutti i luoghi che mi
vengono permessi dal mio stato di evoluzione. Qualche volta
sono andato pi in alto, accompagnato dallo spirito fanta-
sma. Dico pi in alto perch nel frattempo ero diventato pi
leggero. L era tutto Luce, era tutto tanto bello che io ho
sentito la mia anima disciogliersi. In quel piano ho veduto i
pi grandi Maestri, ho veduto quelli che in Terra chiamano
Santi. Questi sono uomini come noi ma in Luce sono Entit.
Certi insegnano a scrivere, altri a fare opere buone, altri
ancora a fare miracoli e altri a pregare.
Sopra tutti questi ho veduto venire raggi di Luce ancora
pi bella, pi luminosa, e in mezzo a essi dei piccolissimi
occhi, tanto profondi che mentre ti danno una grande gioia,
ti frugano nell'anima in modo da non dirsi. Di fronte a tanto
179
ixp . .aur rp ouZos!q !eq aq3 e q o 1~1180 !ureure!q3 .auaq
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o!qmaA [I)>,(<(01sanboiaap eq 11 . tale$ !onA eso3 aq3
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ns. !aessed oure!s O[OAu! auro3 a !n7 uo3 !aieju! ~ e p u y esoqenb !e~ejeuaL enns relapuass aq3 BIIOA ~ U I ! S S O I ~e ~ a u
.re.tpa~a aur u o !ua!i\>>
~ :ass!p 'eisods!~cima ad W opuenb '!pai\ :oiiap rur i oieuopueqqe ey !ur uou
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~ ezuas ou!p~e!8 un aqnliso3
i ep!n8 e!" e1 eur 'a~eddess!p ~ U ~ O I! ! ~
S oi~iuas oq o!l8epue3s
t
chi sei tu, che vieni come il vento e vai come il fulmine? Maria, i primi fiori che ho messo sono stati quelli dei
Sono uno spirito, ho un nome che non conosci; anch'io bambini, poi queiii delle donne, poi queiii degli uomini.
sono comandato da un Maestro, il Reggitore del Karma. Molti vengono a vedere il mio giardino, ma io non voglio
Sono gi passato attraverso lo sviluppo della materia e ho gi perch esso dedicato solamente alle anime che sono ancora
iniziato la mia vita spirituale o di spirito. A te stato detto di in Terra ...
fare un giardino, a me di andare a prendere le anime quando Invece di lasciarli al loro destino, prendo molta cura di
passano nello spazio. Ho capito, tu sei il mio Maestro. questi fiori sino a che non diventano Luce.
Lui si mise a ridere: Va1,mi disse sono uguale a te. Solo
che tu devi fare il giardino tra il mondo dello spirito e quello
della materia per mezzo di una grande macchina, per portare
un po' di conoscenza e di luce alle anime chiuse dentro la
materia.
Per la verit non ho capito bene tutto ci che mi ha
detto, ne ho per dedotto che invece di essere un Maestro
terreno un piccolo maestro dello spazio. Ogni anima ha un
Maestro, sia essa laggi o fuori, dove l'etere pi leggero e
pi bello. Non so con precisione, ma non credo che le anime
baronti, cio quelle che non si vogliono staccare dal loro
secondo vestito pesante eterico, abbiano un custode, ossia
,in angelo buono che porge loro aiuto quando ne hanno
bisogno.
<<Vedise anche il mio eiardino
" va bene domandai al
Maestro. E d o r a ho incominciato a mettere dentro le anime,
cio a piantarvi i fiori. Mancavano per le montagne, le
colline, le rocce, l'acqua. Non ha bisogno d'acqua,)) mi
disse il Maestro ma solamente delle tue e delle loro opere.
Tutti quei fiori che ti ascolteranno unicamente per il loro
interesse, per loro comodo non saranno di colore tanto bello
come queiii che verranno da te per apprendere l'Amore
spirituale. Non occorre acqua per irrorare quei fiori, ma
solamente la tua fatica e la loro comprensione.
I1 primo fiore che ho piantato stato una bella rosa
bianca, cio Maria (la macchina) e l'ho posta nel bel mezzo
del mio giardino. perch, ho pensato, per la mia opera ho
bisogno di questa macchina, se questa mi viene a mancare mi
scappano tutti i fiori. E cos ho iniziato il mio giardino. Dopo
182
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 Introduzione . . . . . . . . . . . .

CAPITOLO I
La paura della morte . . . . . , . . . , . 11
I bambini e la separazione 15 - Medici e ospedali 18 - L'atteggia-
mento del malato 20 -Avvenimenti e sognipremonitori 24 - Le due
facce della paura 28 - Lo spirito e la scienza 30 - Ateismo o fede
' 33

CAPITOLO I1
, La sapienza iniziatica . . . . . . . . . . . 37
La morte inizktica 38 - Il libro dei morti 40 - La Grecia dei misteri
43 - La discesa neli'oltretomba in Omero, Virgilio e Dante 45 - I!
.. Bardo Thodol49 -Morire ognigiorno per rinascere nello spirito 53 -
I1 contatto con i corpi sottili 56

( CAPITOLO 111
1 Viaggio neli'invisibile . . . . , , . . , . . 59
l
Oobe: le esperienze fuori dal corpo 60 - Le apparirioni dei vitii 64 -
Le esperienze d i Gian Piero Bona 67 - Le bilocuzioni di Padre Pio 69
- Il sensitivo che insegna a uolare con i'anima 71 - U n corso per
imparare a viaggiare nello spazio 74 - U n viaggio in pallone 77 -
Come una bolla d i sapone 7 9 - La dimensione dell'Akasha 84 - I
sogni lucidi 88 - Le tecniche per modificare i l sogno con ia volon-
1 ti91
CAPITOLO N
Cambiare dimensione
La telescrittura: la danza del piattino 99 - scrittura medianica:
una voce guida il braccio 103 - L'incorporazione: quando lo spirito
scende nella materia 107 - Aprirsi all'infirrito 111 - L'estasi 115

CAPITOLO V
Oltre il confine . . . . . . . . . . . . . 119
Uno sguardo nell'aldil 120 - Tra la vita e la morte per sviluppare la
rensitivit 125 - Dopo il tunnel la luce 128 -Due atei nell'aldi 130 Finito di stanipare nel niese di aprili 1989
- Le visioni di Jung 133 dalla RCS Rirzoli Libri S.p.A. - Via A. Scarsellini, l i - 2Ul(>l Milano
Printed in Italv

CAPITOLO VI
11 trapasso.
La storia di Robert 140 - L'esame 141 - Di l non si cambia 143 -
Come allontanare L presenze negafive 146 - Gli aiutatori invisibili
148 - Le prime manifestazioni 151 - Le prime apparizioni e visioni
156 - Visitors sconosciuti 158 -Messaggi dall'aldil 159 - Dall'astra-
le, verso la Luce 162

Appendice. . . . . . . . . . . . . . 165
Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . 185
Si vive. Si muore. E poi? Ecco una domanda, un'ango-
sciosa domanda, che sin dalla notte dei tempi ha tormen-
tato il genere umano. Religioni, miti, leggende, la scienza,
la filosofia, la letteratura hanno cercato di dare una ri-
sposta a questo terribile interrogativo, di esorcizzare I'im-
magine del nulla assoluto che sembrava spalancarsi da-
vanti all'uomo, al termine della sua esistenza terrena,
quando la morte veniva considerata un territorio ine-
splorato dal cui confine non torna indietro nessun viag-
giatore V . Ma oggi questo oscuro e remoto continente co-
mincia ad acquistare, sia pur tr mille incertezze e mille
dubbi, contorni meno incerti, lineamenti un poco pi de-
finiti. Episodi di reincarnazione, sdoppiamenti, bilocazio-
ni, messaggi medianici, ricordi di persone che - sia pure
per un tempo brevissimo - hanno abbandonato quello
che chiamiamo mondo dei vivi e mondo della materia non
sono pi liquidati come ciarlataneria, ma sono analizzati
e fatti oggetto di studio e di riflessione. In questo libro
Manuela Pompas, basandosi su fatti concreti, documenti
antichi e moderni, testimonianze, ci d una nuova chiave
per interpretare che cosa si debba intendere per aldiln,
ci spiega come dimensioni invisibili coabitino accanto alla
nostra e come sia possibile stabilire un contatto con esse.
Un libro denso, sconvolgente e sorprendente che offre pe-
ro, nello stesso tempo, un messaggio di speranza.

MANUELAPOMPAS, giornalista e scrittrice, redattrjq'da oltre ven-

t'anni di un settimanale femminile, si occupata di spettacolo
e di problematiche sociali legate alla donna e alla coppia. Ha
approfondito settori come la psicologia, la medicina alternativa
e le filosofie orientali e soprattutto la parapsicologia di cui
considerata una delle maggiori divulgatrici. Dal 1978 conduce
gruppi di training autogeno, dinamica mentale, meditazione
yoga, tecniche mentali per lo sviluppo delle facolt psichiche.
Inoltre sta svolgendo una ricerca sui ricordi delle vite passate
ottenuti con la regressione ipnotica. Da queste esperienze 9ono
nati i suoi libri: Siamo tutti sensitiui (19801, Le dimensioni
dell'impossibile (Rizzoli 1981), Aurb un bambino (1982), I so-
gni (1 83) I poteri della mente (Rizzoli 1983, quattro edizio-
# :
ni), L chtaroueggenza (Rizzoli 1985), Reincarnazione (Rizzoli
1987).