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ASSOCIAZIONE IGIENISTA ITALIANA

LA SALUTE CON LIGIENE NATURALE

a cura di G. Gazzeri
con la collaborazione
del dr. Sebastiano Magnano
Il digiuno fu in passato una tecnica iniziatica, tenuta segreta.
E` oggi un formidabile mezzo terapeutico, altrettanto poco conosciuto.
Il digiuno previene o guarisce ogni genere di malattia e ritarda la
vecchiaia. Disciplina la mente ed eleva lo spirito.
Si puo` dire che non vi sia eta` o condizione umana che non possa
trarne vantaggi fisici e spirituali.
Ma vi sono poi alcune categorie di persone a cui questa pratica sembra
indispensabile:
Obesi, che vogliono dimagrire
Fumatori, alcolisti, tossicomani che vogliono liberarsi del loro vizio
Futuri padri e madri
Attivisti dei movimenti non violenti
Cercatori di Dio

Il digiuno e` una scienza ed unarte, seppure molto semplice.


Per digiunare correttamente bisogna sapere come si fa.
E questo libro ve lo insegna.
Il Segreto di Igea, Guida Pratica al Digiuno Autogestito 2

Igea ed Esculapio
(da un bassorilievo del museo Pio-Clementino, Citt a` del Vaticano Roma)

IGEA
E` la personificazione della sanita` fisica e spirituale.
Fu elevata a divinit a` dagli antichi Greci. Dapprima il suo nome non fu che
` specie Athena e Demetra.
un attributo applicato ad altre divinita,
In Attica il culto di Athena Igea era antichissimo.
Piu` tardi Igea fu tenuta in onore come dea a se stante e associata al culto
di Asclepio, dio della Medicina.
Venne reputata figlia di Asclepio o di Ermete. Sua madre fu Lampetia,
figlia del Sole.
Il suo culto fu assai fiorente anche a Roma, ove fu chiamata, oltre che
Igea, dea Salus o Valetudo, e onorata come protettrice della citta.`
Ha come attributo il serpente.

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INTRODUZIONE

Chi vive la prima volta lesperienza di un digiuno igienista, ne esce di solito


entusiasta, ed anche stupito.
Come mai, egli si chiede, una pratica cos` benefica e rigenetrice, cos` semplice
e insieme cos` ricca, non e` pi`u largamente conosciuta e applicata, ma e` scoperta
da pochi, quasi per caso, attraverso un libro o un amico naturista?
In effetti in questi ultimi anni linteresse per il digiuno si va risvegliando, appa-
iono pubblicazioni, si aprono centri igienisti. Resta per`o pur sempre unesperienza
di elite, riservata a pochi iniziati.
Non e` nostra intenzione indagare, per il momento, per quale misteriosa ri-
mozione la conoscenza e la pratica del digiuno terapeutico siano oggi pressoch`e
assenti dalla nostra cultura ufficiale; vogliamo invece semplicemente insegna-
re a digiunare, in modo corretto, a tutte le persone di buona volont`a, desiderose
di farlo.
Perci`o abbiamo selezionato e riordinato le notizie pi`u utili e pi`u sicure, con-
tenute nei principali testi sul digiuno, citandone sempre la fonte, e soprattutto vi
trasmettiamo la nostra esperienza di praticanti igienisti. Lottica che ci guida e`
quella dellautogestione: vogliamo cio`e, con i nostri consigli, dare a ciascuno la
possibilit`a di cominciare a digiunare in proprio, autonomo da poteri medici, ma
sempre in condizioni di prudenza e sicurezza. Pertanto approfondiremo speci-
ficatamente il digiuno breve e medio (da uno a sette giorni circa), che non
comporta rischi e presenza di esperti.
Autogestione che non significa per`o isolamento ognuno per s`e ma anzi scam-
bio di esperienze e sostegno fra amici, in condizioni di fraterna parit`a.
Daltro canto questo testo pu`o servire anche ad informare ed orientare chi, a
causa di malattie serie, dovr`a digiunare pi`u a lungo e in condizioni di maggior
sicurezza in strutture cliniche specializzate. In conclusione sia chi e` gi`a esperto
di digiuni, sia chi si appoggia a centri specifici, potr`a trovarvi qualche consiglio

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Il Segreto di Igea, Guida Pratica al Digiuno Autogestito 4

utile, qualche notizia che non conosceva. In realt`a ogni digiuno, se pur sorveglia-
to da esperti, comporta una certa dose di autogestione, perch`e richiede la piena
cosciente adesione e collaborazione del digiunatore.
Gli altri tagli specifici del presente lavoro sono questi: presentare il digiuno
non solo come una terapia per malati (come appare spesso in testi medici) ma anzi
soprattutto come una pratica per sani, che voglion difendere la loro salute; e
inoltre considerarlo non solo una pratica limitata al corpo e alla salute fisica, ma
unesperienza totale, a cui partecipano corpo, psiche e spirito. E per questo
abbiamo attinta, per quanto ci e` stato possibile, anche dalla tradizione esoterica,
yogica e simili.
Abbiamo quindi cercato di dare una panoramica del digiuno e delle sue te-
matiche molto sintetica, ma completa. Chi non fosse interessato ad alcuni aspetti
(specie quello mistico od occulto), non deve far altro che saltare il capitolo.
Il lavoro si divide in due parti: una teorica generale (con aggiunto un excursus
storico), che aiuti il futuro digiunatore a prendere coscienza di ci`o che si accinge
a compiere; laltra con consigli pratici, che lo guidi, passo passo, nella sua
esperienza. In appendice alcune testimonianze significative e un breve studio
sullaspetto esoterico del digiuno.
Abbiamo tentato di essere razionali, oggettivi, spassionati. Non abbiamo in-
teressi personali, ideologici o economici, che ci spingano a persuadervi. Ma lar-
gomento per se stesso presenta nascoste difficolt`a di approccio. Non e` facile con-
durlo su basi totalmente scientifiche, forse e` impossibile. La casistica corretta e`
scarsa; i dati e le indicazioni a volte, contrastanti.
Gli stessi medici e ricercatori igienisti, che ne hanno scritto, isolati o osteggia-
ti, finiscono per essere partigiani o polemici. La pratica del digiuno terapeutico
urta contro il consumismo di massa, contro gli interessi dellindustria farma-
ceutica e della stessa classe medica, non e` stata perci`o ancora studiata su vasta
scala.
Ma c`e un altro pi`u sottile ostacolo allapproccio scientifico. Il digiuno e` une-
sperienza limite, ai confini col paranormale. La sua stessa origine e` quella di
tecnica iniziatica.
Come tutto quello che si riferisce a tali dimensioni ipnosi, pranoterapia,
ecc. tende a sfuggire ad unanalisi sperimentale oggettiva. Ogni digiuno e`
diverso dallaltro, diversi ne sono i risultati, il ricercatore pu`o essere emotivamente
implicato, ecc.
In realt`a il digiuno resta pur sempre unesperienza magica; miracolosi, ma
imprevedibili, ne sono gli effetti; mal conosciute le forze che si mettono in moto;

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misteriosi i piani dellessere in cui ci conduce.


E` questo il suo limite e il suo fascino.

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Parte I

PRINCIPI GENERALI

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AVVERTENZA
La maggior parte delle notizie mediche sul digiuno sono state tratte dagli stu-
di di autori igienisti, soprattutto Shelton. In particolare fra i testi in italiano da
Igienismo, sciopero della fame, digiuno di Flaviano Pizzi, che e ` a sua volta
unottima traduzione e compendio dellopera The Fasting di Shelton. Per co-

modit`a le citazioni portano solo il nome degli autori e la pagina, rimandando per
il titolo, editore, ecc. alla bibliografia sul digiuno, posta in fondo al presente vo-
lume. Solo nel caso di un autore, e cio`e Shelton, di cui si citino pi`u opere, viene
dato anche il titolo.
I riferimenti invece ad opere di altri argomenti, che non compaiono nella
bibliografia, vengono dati in nota o fra parentesi.

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Capitolo 1

Digiuno teoria

1.1 Concetto di digiuno


Il vocabolario definisce il digiuno: astensione dal cibo totale o parziale. Il di-
giuno igienista e` qualcosa di pi`u: astensione volontaria e totale da ogni alimento,
tranne lacqua, allo scopo di migliorare la propria salute fisica e mentale (e anche
spirituale) . Pu`o anche essere chiamato: digiuno fisiologicamente utile (SUREN
ARAKELYAN) o digiuno terapeutico.
E` necessario operare subito una chiara distinzione fra digiuno igienista e
inanizione.
Questa, sempre in unaccezione tecnica, e` invece la privazione del cibo (a
causa di povert`a, carestia, scioperi della fame ad oltranza, ecc.) dopo che le riserve
organiche sono state esaurite; porta alla distruzione dei tessuti vitali, e` uno stato
di grave estenuazione, perfino mortale.
Il digiuno igienista e` un riposo fisiologico, non e` una prova, n`e una penitenza;
e` una misura di pulizia che e` necessario conoscere e utilizzare.
Quando, nel corso di questo libro, parleremo di digiuno tout court, e` sottinte-
so che parleremo di digiuno igienista, fisiologicamente utile. Tale digiuno viene
condotto quindi con particolari accorgimenti igienici: riposo, serenit`a, buona
ossigenazione, calore confortevole, evitando contemporaneamente qualsiasi tos-
sico (medicinali, sigarette o altro), infine viene curata unappropriata e graduale
ripresa alimentare. La sua durata pu`o essere varia da tre a dieci e anche fino a
trenta, cinquanta, sessanta giorni, in case igieniste e col controllo di esperti.
In ogni caso il digiuno igienista deve essere interrotto al ritorno della vera

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fame, per non cadere nellinanizione. Alla sua conclusione fisiologica, infatti,
quando lorganismo ha attuato una completa disintossicazione ed esaurito le riser-
ve energetiche, la lingua ritorna pulita, lalito dolce e leggero, si avverte un senso
di benessere generale e il ritorno di un sano appetito.
Nella pratica per`o tale iter ideale viene riscontrato piuttosto raramente e ben
pochi digiuni, anche lunghi, vengono condotti fino a tale punto. Il pi`u delle volte e`
necessario interromperli prima o per mancanza di tempo o per disturbi o per paura
o perch`e le riserve energetiche sono esaurite.
I digiuno autogestiti non dovrebbero superare i sette, dieci giorni; per-
ch`e si entra poi in una fase in cui la direzione dellorganismo e` in mano a forze
biologiche involontarie ed e necessario un esperto, che controlli la situazione.

1.2 La fame: vera o falsa


Contrariamente a quanto si potrebbe supporre dopo un giorno o due di digiuno,
la sensazione di fame scompare; per ritornare a digiuno concluso. Solo in alcuni
casi pi`u rari, in persona con problemi psichici, rapporto disturbato col cibo,
ecc. il desiderio di cibo persiste.
Bisogna anche saper distinguere fra vera e falsa fame.
La vera fame e` sentita nella bocca e nella gola, acquolina in bocca al pensiero
e alla vista del cibo e persiste se non si mangia. Produce vitalit`a, agilit`a, attivit`a
per la ricerca del cibo. La falsa fame e` costituit`a da sensazioni morbide, crampi
allo stomaco, alleviati momentaneamente dal cibo, ma, se non si mangia, dopo un
po scompare.
Durante la fase di eliminazione del cibo, infatti, chi ha mangiato troppo si
sente ingombro, stanco, irritabile. Nel momento in cui assume un nuovo pasto
la fase eliminatoria difficile si interrompe e la persona si sente meglio. In questo
caso il cibo agisce su di lui come una droga e lo stimolo a mangiare e` dovuto pi`u
a disturbi digestivi che alleffettivo bisogna di cibo:

1.3 Perch`e il digiuno e` benefico


Che cosa avviene nellorganismo durante il digiuno?
Anche se non tutto e` chiaro e definibile, il processo fisiologico fondamenta-

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le appare il seguente. Teniamo presente innanzitutto che la struttura corporea si


regge su due attivit`a incessanti in equilibrio: anabolismo (costruzione) e cataboli-
smo (distruzione di materia organica). Insieme formano il metabolismo. Lattivit`a
catabolica produce continuamente scorie, che vengono eliminate attraverso gli
organi escretori (reni, intestino, pelle, vie respiratorie).
Ricordiamo anche che, in ogni organismo vivente, allassunzione di cibo se-
gue la digestione di esso, poi lassimilazione, infine leliminazione dei rifiuti. A
misura che ci si allontana dal pasto lassimilazione diminuisce e subentra e poi
prevale, la fase di eliminazione. Nel momento che si assume un nuovo pasto la
fase eliminatoria si arresta o rallenta perch`e lenergia viene captata dai processi
digestivi.
Ora lenergia assorbita dalle attivit`a di digestione e assimilazione e` molto
grande. E` stato calcolato che essa costituisce il maggior dispendio di energie in
un uomo sedentario. Lenergia a disposizione delle attivit`a depurative non riesce,
in genere, ad eliminare tutte le scorie prodotte dallattivit`a catabolica e digestiva;
ed esse si accumulano producendo tossiemia. E ci`o soprattutto oggigiorno, che
conduciamo una vita innaturale in ambienti inquinati.
Durante un digiuno, cessando la digestione e lassimilazione del cibo, tutta
lattivit`a dellorganismo e` devoluta allo smaltimento dei rifiuti, la fase eliminativa
cio`e pu`o continuare ininterrottamente.
Il tubo digerente, non pi`u impegnato nellassimilazione, si trasforma in strut-
tura adibita esclusivamente allo smaltimento. Tutta lenergia si trasferisce agli
organi escretori e viene impiegata anche per la riparazione di lesioni o danni dei
tessuti. Liberi da un certo tipo di lavoro gli organi e i processi vitali sono in grado
di farne un altro. Il digiuno dunque non e` una cura, ma una condizione che lascia
libere le forze rigeneratrici della natura di agire.

1.4 Lautolisi
Durante il digiuno lorganismo, che non assume pi`u cibo dallesterno, si nutre del-
le proprie riserve immagazzinate in vista di un periodo di astinenza forzata o ne-
cessaria. Queste riserve durano tanto piu` a lungo quanto piu` si e` in condizioni
favorevoli di riposo e tranquillit`a.
Esse sono: il glicogeno accumulato nel fegato, proteine e altre sostanze nu-
tritive nel sangue e nella linfa, parecchi chili di grasso in tutto il corpo, riserve
nutritive nel midollo osseo, riserve considerevoli di vitamine nelle ghiandole, ecc.

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Col digiuno avviene un processo di autolisi, cio`e digestione dei propri tessuti me-
diante enzimi (biocatalizzatori) che sembra siano prodotti dai tessuti viventi stessi.
Lautolisi e` un processo guidato da una meravigliosa intelligenza somatica.
I tessuti sono persi in ragione inversa della loro utilit`a: prima i grassi e le
escrescenze morbide, poi gli altri. I centri nervosi non vengono toccati. I tes-
suti anormali (tumori, cisti, ascessi, cellulite, edemi, trombi, ecc.), deficienti in
apporto nervoso e sanguigno, sono disintegrati per primi.

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Capitolo 2

Autolisi di difesa

del dottor Sebastiano Magnano

Ci soffermiamo un momento sul problema dellautolisi dei tessuti aberranti, du-


rante il digiuno, perch`e ci sembra rivesta un particolare interesse.
In un primo tempo, tali tessuti perdono peso, perch`e riconosciuti inutili anzi
dannosi, vengono riassorbiti e parzialmente utilizzati. Questa autolisi consiste in
un processo di digestione e utilizzazione di tessuti inutili o dannosi a vantaggio
dei pi`u utili e sani. E` probabile inoltre che il digiuno, rendendo il corpo pi`u
vitale e pi`u attivi i processi di difesa, scateni unaggressione selettiva contro le
cellule e i tessuti aberranti, che prima lorganismo non era stato in grado di mettere
in atto. Questa distruzione dei tessuti patologici avviene con le stesse modalit`a
dellautolisi generica e potremmo chiamarla: autolisi specifica di difesa.

2.1 Modificazioni chimiche e organiche


Diamo un quadro riassuntivo. La prima e pi`u vistosa modifica e` naturalmente la
perdita di peso; maggiore nei primi giorni (anche in relazione allo svuotamento
dellintestino), varia secondo gli individui (i grassi perdono peso pi`u rapidamente)
e secondo lattivit`a. Nei primi giorni si pu`o perdere un chilo e pi`u al giorno. Tal-
volta si pu`o invece avere un aumento per ritenzione di liquidi, che poi si smaltisce.
La perdita giornaliera media nei digiuno lunghi e` di circa 400 grammi. Le donne
perdono leggermente pi`u peso degli uomini, gli emotivi pi`u dei calmi. A parit`a di
condizioni si perde pi`u peso nel primo digiuno che nei successivi.

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Il sangue diminuisce di volume in proporzione alla diminuzione di peso cor-


poreo, ma la sua qualit`a non e` alterata, anzi spesso c`e un aumento dei globuli
rossi e diminuzione dei bianchi; le emazie irregolari danno luogo ad altre regolari.
Lalcalinit`a diminuisce leggermente, ma se cera nellorganismo una precedente
tendenza allacidosi il digiuno la elimina.
I reni subiscono perdite insignificanti, il cervello e il sistema nervoso nulle.
Il fegato perde molto in acqua, glicogeno e grassi; i muscoli anche, le fibre di-
minuiscono, ma restano sane. Il muscolo cardiaco non diminuisce sensibilmente.
Una pressione sanguigna alta tende ad abbassarsi. Il pancreas e` assai resistente
alle perdite, la milza perde soprattutto acqua. I sali minerali sono trattenuti dal
corpo, trasferiti da una parte allaltra, soprattutto i sali di potassio e di calcio,
mentre vengono eliminati gli elementi acidificanti. La frequenza del polso pu`o
variare in modo imprevedibile, ma tende col tempo a regolarizzarsi. Il metaboli-
smo basale si abbassa, pi`u rapidamente durante i primi giorni, finch`e raggiunge
il minimo fisiologico, che viene mantenuto a livello uniforme. (Dopo un digiuno
invece il metabolismo aumenta). Si tende ad avere freddo, per la diminuzione
della circolazione cutanea.

2.2 Secrezioni ed escrezioni


Le secrezioni sono sospese o ridotte. La saliva diminuisce molto, da alcalina di-
viene leggermente acida. Col ritorno della fame, torna alcalina. Pu`o essere viscosa
o gelatinosa. Il succo gastrico e` secreto in piccole quantit`a. Liperacidit`a tende,
nella maggior parte dei casi, a scomparire. La secrezione della bile prosegue, nei
primi giorni anzi pu`o essere secreta in gran quantit`a, specie nei malati. Le feci
possono risultare colorate dai pigmenti biliari. Secondo Shelton pi`u presto c`e
una sovrapproduzione e scarico di bile, prima i malati trovano la salute.
I succhi pancreatici ed intestinali sono ridotti. La secrezione lattea cessa.
Leliminazione delle tossine avviene attraverso gli organi emuntori ed escre-
tori. La lingua si carica di una spessa patina, lalito e` fetido. Il sudore anche e`
fetido, spesso abbondante.
La quantit`a di urina dipende dalla quantit`a di acqua assorbita, di colore scuro,
odore forte, densa, PH fortemente acido, gran quantit`a di urea, fosfati, pigmenti
biliari; tutte tossine immagazzinate nel corpo che vengono eliminate. A volte si
rigetta una quantit`a di muco viscoso, giallastro o verdastro. Dalla vagina possono
espellersi muco e secrezioni fetide, che indicano lavvenuta ripulitura dellappara-
to riproduttore. Lattivit`a intestinale, dopo lultimo pasto, in genere cessa, a volte

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invece sopravvengono diarree. Se si usano i lavaggi intestinali continuano ad


uscire materiali di rifiuto anche molto vecchi. I pi`u forti sono pi`u portati ad
avere evacuazioni spontanee durante il digiuno, i pi`u deboli meno.

2.3 Gli organi di senso


I sensi si affinano. Lodorato diviene straordinariamente sensibile, sia agli odori
gradevoli che a quelli sgradevoli. Gli occhi divengono invariabilmente chiari e
brillanti, la vista migliora, i colori appaiono pi`u vivi ed intensi. Il miglioramento
delludito pu`o essere ancora pi`u marcato (per la pulizia degli stati catarrali delle
trombe di Eustachio).

2.4 Lattivit`a mentale e il sonno


Le facolt`a mentali, allinizio di un digiuno, possono apparire intorpidite, perch`e il
sangue affluisce in altri organi che si stanno disintossicando. Ci si sente rilassati,
tranquilli. In seguito i poteri mentali, ragionamento, memoria, attenzione, si
potenziano. Si pu`o acquistare una straordinaria lucidit`a. Ma approfondiremo tale
argomento in un capitolo a parte.
Nella maggioranza delle persone la necessit`a di dormire diminuisce, si pu`o
essere freschi e riposati dopo solo tre o sei ore di sonno, su ventiquattro.
Al contrario chi soffre di insonnia dorme molto di pi`u. Il sonno cio`e si riequi-
libria.

2.5 La sessualit`a
Il desiderio e lattivit`a sessuale in genere rallentano e cessano.
Cott per`o cita casi di persone in cui al contrario la potenza sessuale e` aumen-
tata durante il digiuno.
I testicoli perdono peso pi`u rapidamente del resto del corpo, la produzione
di spermatozoi rallenta. Si hanno irregolarit`a mestruali. Spesso la mestruazione
anticipa.

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Dopo il digiuno la funzione sessuale riprende rigenerata. Impotenza e sterilit`a


possono guarire.

2.6 Acquisto e perdita di forze


Le reazioni variano molto da individuo a individuo. La debolezza si produce
soprattutto nei primi tre o quattro giorni. Alcuni digiunatori per`o continuano a
sentirsi sempre deboli.
Altri si sentono fortissimi e pieni di energia. In alcuni malati lenergia au-
menta notevolmente durante un digiuno. Bisogna anche distinguere tra debolezza
reale e sensazione di debolezza, dovuta questultima al ritiro dellenergia nervosa
dai muscoli, perch`e convogliata verso il lavoro di disintossicazione. Durante il
digiuno le energie vitali reali aumentano invariabilmente.

2.7 Malessere e crisi di eliminazione


I primi due giorni possono essere i pi`u duri: crampi allo stomaco, voglia di cibo.
Un disturbo frequente e` la tachicardia o palpitazioni, dovuto a gas intestinale,
nervosismo, sforzi. In genere non e` pericoloso.
Altri malesseri pi`u ricorrenti sono: cattivo gusto in bocca, mal di testa, verti-
gini, debolezza, punti davanti agli occhi. Leggeri mal di gola, dolori alla schiena,
fitte al fegato, allutero, ai reni. Sudorazione. Catarro, eruzioni cutanee. Feb-
bricola. Nausea e vomito (nel 10% dei casi), talvolta diarrea. Pi`u questi sintomi
sono marcati i primi giorni, pi`u presto il digiuno compir`a gli effetti desiderati.
Sono infatti crisi ortopatiche, cio`e fisiologiche e benefiche e sebbene sgradevoli
devono essere le benvenute. Lorganismo in queste crisi affronta le sue carenze
latenti, rivive le sue malattie passate non concluse, e ne guarisce. E` come se
portasse a termine tali malattie, in maniera rapidissima e a ritroso: prima le
piu` recenti, poi le piu` antiche.
Alle crisi segue una sensazione di benessere.
Alcune persone poi non hanno questi sintomi, ma la sensazione di un conti-
nuo benessere.

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2.8 La ripresa alimentare


Va fatta lentamente per riabituare a poco a poco lorganismo al cibo. Da una
scorretta rottura vengono risultati nefasti.
Il digiuno si rompe con alimentazione liquida: succo fresco di frutta pos-
sibilmente biologica (mezzo bicchiere ogni due ore) brodi vegetali succhi di
verdura yoghurt.
La dottoressa Vetrano, allieva di Shelton, preferiva dare subito frutta intera da
masticare.
Nei digiuno lunghi, non bisogna dare pasti importanti prima di una setti-
mana. Non ci si deve rialimentare mai durante una crisi, ma si deve aspettare
che passi.
Durante la rialimentazione deve continuare il riposo e lattenzione, essendo
questo il momento pi`u delicato e difficile di un digiuno La cura che deve essere
apportata alla rottura del digiuno e` , naturalmente, proporzionata alla sua durata e
alle condizioni generali del digiunatore.
Quando si rompe un digiuno lungo, prima del ritorno della vera fame, si e` os-
servato che lo stomaco riprende lentamente e a fatica la sua funzione. Col ritorno
della vera fame, la digestione si effettua in modo soddisfacente.
La ripresa di forze e` pi`u lenta nelle seguenti categorie di persone: anziani,
persone che soffrono di disturbi nervosi; di stati depressivi, di stanchezza cronica
e mancanza di energie, in validi che soffrono di disturbi digestivi, malati cardiaci.

2.9 Effetti benefici


Il digiuno porta la guarigione di ogni sorta di disturbi e malattie; la rigenerazione
dellorganismo, il ringiovanimento profondo dei tessuti e della persona. Pelle piu`
chiara e fresca, scomparsa di rughe e di adipe, spalle piu` diritte, (La posi-
zione pi`u eretta si avrebbe per la diminuzione di spasmi intestinali, che portano
lindividuo ad incurvarsi, per dar sollievo a tale organo).
E ancora: liberazione dalla dipendenza da medicinali, tabacco, alcool, droghe.
Lucidit`a mentale, serenit`a, progresso spirituale.

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Capitolo 3

Controindicazioni e pericoli

del dottor Sebastiano Magnano

Lunica condizione patologica, in cui il digiuno e` assolutamente controindicato e`


lo stato di carenza nutritiva reale (causata cio`e da alimentazione deficiente quan-
titativamente e/o qualitativamente e non da difettosa assimilazione del cibo per
disturbi dellapparato digerente). Questa condizione e` rara nella nostra societ`a.
Esistono per`o un certo numero di controindicazioni relative al digiuno, che
sono determinate non dalla malattia in s`e, ma da fattori contingenti, che possono
associarsi allo stato morboso.
Cos` e` sconsigliabile il digiuno alle persone estremamente magre e debilita-
te e nelle malattie giunte allo stato terminale (in questo ultimo caso pu`o accelerare
la morte).
Inoltre esso e` sconsigliabile a chi prende da lungo tempo farmaci (`e necessario
smettere la loro assunzione almeno un mese prima di iniziare un digiuno); a chi ha
subito interventi chirurgici, con asportazione di organi importanti nelleconomia
del corpo; a chi soffre di insufficienza renale, a chi presenta gravi turbe cardiache
o polmonari.
Assai problematico e` anche il digiuno affrontato da persone nevrotiche e la-
bili emotivamente (possono allora insorgere panico, aggressivit`a, atteggiamenti e
comportamenti incongrui o addirittura autolesionistici); o per chi lo fa senza un
minimo di preparazione e con poca convinzione. In questi casi si verifica sovente
uno stato di ansia e paura, che induce ad uninterruzione precoce e, cosa assai pi`u
grave, ad una irregolare ripresa. dellalimentazione.

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Assai rischioso e` il digiuno in caso di ulcere gastro-duodenali. Anche se


alcuni autori (Shelton compreso) considerano il digiuno indicato in tale patologia,
la mia esperienza mi induce a consigliare la massima cautela: il rischio e` quello
di gravi emorragie o addirittura drammatiche perforazioni.
Il digiuno non sembra indicato, o almeno i benefici sono assai incerti, in caso
di gravi forme neurologiche (sclerosi a placche, sclerosi laterale amiotrofica, ecc.)
In ogni caso di malattia seria, lopportunit`a del digiuno va valutata volta per
volta da persona, che abbia esperienza.
I segni, che indicano lopportunit`a di interrompere il digiuno prima che sia
giunto a termine, sono pochi e non molto frequenti. Fra questi ricordiamo:

1. il vomito ripetuto, che non permette lassimilazione dellacqua bevuta, so-


prattutto se unito a scariche diarroiche, perch`e c`e il rischio di disidratazio-
ne.
2. Gravi disturbi respiratori e del ritmo cardiaco.
3. Intense crisi di ansia o di depressione, paura di morire.
4. Discesa del peso sotto i limiti di sicurezza.

Secondo Mosseri la soglia del pericolo, sotto la quale non bisogna assoluta-
mente scendere, si aggira sul 60% del proprio peso fisiologico. Per sicurezza e`
bene mantenersi al di sopra di essa di una decina di chili. Quindi un uomo alto
m. 1,70 (60 kg. il peso normale, secondo le tabelle igieniste) non deve scendere
di molto sotto i 46 chili e non deve mai raggiungere i 36. (Vedi anche Tabella n.
1 alla fine del presente volume).
Aggiungiamo anche che non e` bene continuare un digiuno, se lambiente
familiare, dove si digiuna, diventa carico di tensioni e preoccupazioni.

3.1 Digiuno e malattie


Si pu`o dire che, salve restando le controindicazioni indicate nel capitolo prece-
dente, il digiuno migliora quasi sempre le condizioni del malato, ma non sempre
pu`o guarire casi estremi. Non ci stancheremo mai di ripetere, come praticanti
igienisti, una verit`a tanto ovvia, quanto poco applicata. E` molto meglio prevenire
le malattie con digiuno periodici, alimentazione e vita sana, piuttosto che tentare
di curarle, quando esse sono insorte.

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Le guarigioni avvenute in seguito ad un digiuno hanno del miracoloso, ma


anche la magia ha i suoi limiti. Solo digiuno lunghi possono risolvere
veramente una malattia grave.
Malattie in cui, secondo Shelton, il digiuno si e` rivelato particolarmente effi-
cace sono: asma, febbre da fieno, bronchiti, sinusiti, riniti, stitichezza, gastriti
acute e croniche, ulcere gastriche (ma su queste abbiamo gi`a avanzato le no-
stre riserve), appendiciti, diaree; calcoli, che vengono disintegrati ed espulsi;
anemia, perch`e restaura le capacit`a autonutritive del corpo.
Ferite e fratture guariscono molto prima. Il glaucoma e la cateratta guari-
scono se prese allinizio. In tutte le malattie acute poi, Shelton consiglia assoluto
digiuno.
Dopo un infarto cardiaco, anche negli ospedali, e` ormai invalso luso di
tenere li paziente a digiuno (per`o con la somministrazione di fleboclisi).
Malattie mentali, anche gravissime, come la schizofrenia, pare siano state
curate con successo mediante digiuno.
I tumori benigni, fibromi ecc. si riassorbono. Ci sono testimonianze di
guarigioni di cancri, come nel libro famoso di Monique Couderc, Ho vinto il
mio cancro . Shelton per`o asserisce che, quando un tumore si trasforma in cancro
vero e proprio, ogni intervento e` inutile. Secondo lui i successi ottenuti derivano
dal fatto che la diagnosi precoce del cancro comporta unaltissima percentuale di
errori e quindi non si trattava di veri tumori maligni. Rimandiamo al suo libro:
Tumori e cancri , chi fosse interessato ad approfondire tale argomento.

Anche qui noi ripetiamo: il cancro si previene. E i digiuni periodici sono


unottima prevenzione.
(Vedi anche la tab. n. 2 alla fine del presente volume, su statistiche di guari-
gioni ottenute col digiuno).

3.2 Atteggiamenti mentali Effetti psichici


Poich`e il digiuno e` unesperienza profonda, che coinvolge tutto lessere, si tende
a reagire emotivamente alla proposta di un digiuno. Il cibo infatti e` molto pi`u del
mero nutrimento, e` fonte di gratificazione e rassicurazione.
Le persone di fronte al digiuno assumono di solito due atteggiamenti opposti:
chi lo considera una follia pericolosa, un atto quasi sconveniente e gente strava-

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Il Segreto di Igea, Guida Pratica al Digiuno Autogestito 20

gante chi lo pratica; chi al contrario viene preso dallentusiasmo e ne resta


affascinato.
Talvolta tale entusiasmo viene esagerato fino al fanatismo. Flaviano Pizzi par-
la, in questi casi, di digiunomania. Cos` pu`o accadere che alcuni nevrotici si but-
tino sul digiuno per tentare di uscire dalle loro difficolt`a e dalle loro sofferenze,
come altri si buttano sugli psicofarmaci. La scelta del digiuno in certi nevrotici
sconfina addirittura nellanoressia mentale.
Al contrario la paura del digiuno pu`o essere anchessa ingiustificata, indotta
da mancanza di esperienza, dallansia dei parenti, ecc. Un certo senso di paura
pu`o forse anche avere origini istintive o ancestrali 1 . Bisognerebbe trovare un
atteggiamento equilibrato fra questi due estremi.
Dobbiamo infine aggiungere che anche negli spettatori impreparati (pa-
renti, amici, ecc.) il digiuno provoca forti reazioni emotive. Il digiunatore diviene
oggetto di una misteriosa aggressivit`a, rifiuto, ironia, pressioni continue.
Gli effetti psichici registrati durante il digiuno o subito dopo sono assai inte-
ressanti e molto vari. Si pu`o essere estremamente rilassati, la mente intorpidita. Si
galleggia al di sopra della propria vita, dei propri problemi, con una sensazione di
benessere, di riposo, di pace. I riflessi sono molto rallentati. La parte razionale di
noi, il contatto con la realt`a tende a sfumare. Prendono il sopravvento le facolt`a
intuitive, mistiche, sognatrici.
In altre fasi, col prolungarsi del digiuno o alla ripresa, pu`o prodursi invece
unattivit`a cerebrale di unintensit`a e chiarezza incredibile: le idee vengono da
sole, sono brillanti, acute, eccezionali.
In digiuno lunghi e in persone particolari possono aversi allucinazioni visive
o uditive (v. anche il capitolo: Il digiuno sotto il profilo religioso e occulto).
Lemotivit`a si potenzia o si esaspera. Si provano sentimenti di benevolen-
za, di simpatia per gli altri, ma anche di insofferenza per le persone, che non ci
capiscono o disturbano la nostra esperienza.
Il digiuno e` anche un grande esercizio di autodisciplina. Genera una forte fi-
ducia in se stessi. Dopo un digiuno ci si sente padroni di se; fieri dellimpresa
compiuta, a volte fino alla vanteria. Il digiuno ci introduce allautogestione del
nostro corpo e della nostra salute, che e` il primo passo per lautogestione e la
riappropriazione di tutta la nostra vita. E questo e` davvero essenziale in une-
poca, come la nostra, dove tutto ci spinge invece inesorabilmente alla pi`u ottusa
1
Secondo il russo Arakelyan, anche negli animali, durante lunghi digiuno insorge un senso di
panico.

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passivit`a.

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Capitolo 4

Digiuno e psicoterapia

del dottor Sebastiano Magnano

Questo argomento merita un accenno particolareggiato, perch`e e` di grande impor-


tanza ed e` stato quasi sempre ignorato o trattato con superficialit`a dagli autori che
hanno scritto sul digiuno.
I fenomeni psicologici durante il digiuno sono sovrapponibili a quelli fisici:
come questi ultimi sono caratterizzati dalle tendenze alla disintossicazione, cos` i
primi tendono alla catarsi , alla abreazione , cio`e alla liberazione di cariche
emotive che, essendo frenate e incapsulate, disturbano il regolare svolgersi delle
attivit`a psichiche (si tratta di scorie psicologiche dunque). Molti indirizzi della
psicoterapia attuale mirano ad aprire un varco verso la coscienza (e quindi verso
la scarica ) alle tensioni. Questo avviene in modo spontaneo durante il digiuno,
che e` caratterizzato, da un punto di vista psicologico, da una generale e transitoria
tendenza alla regressione e alla comparsa o al riacutizzarsi di aspetti nevro-
tici, che normalmente sono compensati o mascherati. In altre parole emergono i
tratti nevrotici latenti, che anche la persona pi`u equilibrata pu`o possedere. Cos` si
spiegano le crisi dansia, le paure, le depressioni che fanno la loro comparsa pi`u o
meno fugace. Quanto pi`u la persona e` disturbata psicologicamente, tanto pi`u que-
ste crisi sono intense. (Sono state descritte anche crisi di delirio e di dissociazione,
probabilmente a carico di personalit`a schizoidi).
Nei confronti di questi fenomeni di catarsi (purificazione psichica) si devono,
a mio parere, tenere comportamenti diversi, a seconda delle situazioni particolari.
Se insorgono in persone fortemente disturbate dal punto di vista psichico (ma
in questo caso bisognerebbe essere molto cauti nel consigliare il digiuno), possono

22
Il Segreto di Igea, Guida Pratica al Digiuno Autogestito 23

dare inizio ad una grave e profonda crisi. E` necessaria la presenza di un esperto,


che sappia valutare la situazione e consigliare una tempestiva interruzione del
digiuno.
Se invece insorgono in personalit`a normali , le crisi psicologiche sono in
genere sporadiche e fugaci, alternate a periodi di eccezionale serenit`a e dominio
mentale.
In questi casi ci si pu`o limitare a confortare il digiunante con un appoggio
amichevole, invitandolo anche a partecipare agli scambi di gruppo, evitando di
approfondire i problemi psicologici sottostanti.
Bisogna rendersi ben conto che le crisi sono di per se benefiche, soprattutto se
accompagnate da manifestazioni emotive come pianto, verbalizzazione intensa,
ecc! Si rivivono, pi`u o meno consapevolmente, situazioni conflittuali, che nor-
malmente sono fortemente rimosse e questo determina una benefica abreazione.
Freud, prima dellinizio del metodo psicanalitico vero e proprio, aveva messo a
punto una tecnica psicoterapeutica, che chiam`o terapia catartica , caratterizzata
dal far ricordare e rivivere episodi traumatici dimenticati. Not`o anche che c`e la
tendenza a rivivere spontaneamente questi episodi (di cui di solito non si ricorda
nulla) in situazioni e condizioni particolari. Ebbene, senzaltro il digiuno e` una
condizione che facilita laffiorare alla conoscenza di episodi o conflitti rimossi.
Possiamo quindi concludere dicendo che le crisi psicologiche sono benefiche
e costituiscono la controparte dei malesseri fisici. Vanno viste come un riaggiu-
stamento spontaneo della personalit`a ed in genere non richiedono alcun tratta-
mento, a parte un sostegno amichevole, volto ad aiutare la verbalizzazione e
la liberazione delle forze bloccate (`e sufficiente per questo un po di attenzione
partecipe).
Con persone disposte ad approfondire i propri problemi si pu`o impostare una
psicoterapia breve, finalizzata a rendere pi`u ampio laffiorare dei contenuti rimos-
si, pi`u stabile ed equilibrato il riaggiustamento della personalit`a.

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Capitolo 5

Costanza e varianti

Nei vari studi sul digiuno capita di trovare indicazioni contrastanti fra loro; nel
nostro testo abbondano i se, i ma, i talvolta, i distinguo. Concludiamo
perci`o tale prima parte con una riflessione che aiuti il lettore a capire il perch`e di
tante incertezze.
Alcuni effetti fondamentali del digiuno sono costanti: miglioramento della
salute, disintossicazione, ecc. ma i modi, i tempi, le reazioni secondarie variano
molto da individuo a individuo. Il ricercatore tende a credere che quello che ha
sperimentato personalmente, o in un gruppo ristretto di pazienti, sia valido per
tutti. Invece, come aveva osservato giustamente Shelton, ogni digiuno e` diverso
dallaltro. Anche la stessa persona sperimenta, in ogni nuovo digiuno, reazioni o
sensazioni diverse.
Il digiuno non e` , come la somministrazione di un farmaco, un intervento,
a cui tutti gli organismi reagiscono pi`u o meno in modo uguale; ma un non-
intervento, che lascia libere le forze insite in ciascun individuo di esprimersi.
Tali risposte dellenergia vitale di ciascuno non sono mai del tutto misurabili o
prevedibili. C`e sempre qualcosa di avventuroso in un digiuno e questo pu`o di-
sorientare oggi, che siamo abituati a vivere di certezze scientifiche (ma in realt`a
siamo precipitati nella pi`u totale incertezza esistenziale). Bisogna pur rassegnar-
si a pagare i tanti risultati miracolosi del digiuno, con una dose di rischio e di
incertezza.
Ma linafferrabilit`a del digiuno e` anche ricchezza. Il digiuno e` un atto vitale
primario, e come tale, come il ripetersi dellamplesso nella coppia, si presenta
sempre uguale nei suoi schemi, eppure ogni volta nuovo, non ripetibile.

24
Capitolo 6

EXCURSUS STORICO

6.1 Il digiuno nel mondo vegetale ed animale


In natura il digiuno serve a molti scopi e gli esseri viventi vi ricorrono in svariate
circostanze.
Lalbero che, durante linverno, sospende ogni metabolismo e perde le foglie,
per rinverdire poi pi`u rigoglioso a primavera, attua una specie di digiuno.
Nel regno animale esiste un letargo estivo (pesci della giungla sudamerica-
na, che si rintanano nel fango, lemuridi del Madagascar ecc.) ed un pi`u noto
letargo invernale (orsi, ricci, marmotte, pipistrelli ecc.). Durante tali letarghi gli
animali ibernanti cessano di nutrirsi e consumano le loro riserve di adipe; e questo
anche per periodi molto lunghi (tre mesi o pi`u).
Alcune specie animali digiunano durante tutto il periodo degli accoppiamenti
(per esempio il maschio della foca della Alaska, o il salmone).
Girini e bruchi, durante la metamorfosi, non assumono alcun alimento.
Tutti gli animali poi, malati o feriti, per istinto, rifiutano il cibo, bevono
solo poca acqua, cercano calore e quiete e vogliono esser lasciati soli a riposa-
re e digiunare, fino alla guarigione. Saggio comportamento, da cui dovremmo
prendere esempio.

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Il Segreto di Igea, Guida Pratica al Digiuno Autogestito 26

6.2 Il digiuno rituale e magico


Nelluomo la pratica del digiuno e` ben conosciuta fin dallantichit`a. Si digiuna
per fini terapeutici, magico-spirituali, politici. Presso quasi tutti i popoli primi-
tivi il digiuno e` usato come mezzo di purificazione, per ottenere estasi o sogni
premonitori, oppure successo nella caccia e nella pesca.
Per esempio tra gli indiani del Nootka-Sound, il re e lequipaggio della sua
canoa osservano il digiuno per tutta la settimana precedente la pesca.
Presso gli Huichol, durante la caccia al cervo, che per loro ha unimportanza
capitale, la cosa essenziale e` che i personaggi pi`u importanti della trib`u, rimasti
nel villaggio, non trasgrediscano la legge del digiuno.
Gli Indiani dAmerica, in generale, digiunavano fino a sei o sette giorni,
affinch`e i loro corpi e i loro spiriti divenissero liberi e leggeri, in modo da
predisporli ai sogni. E in Grecia la Pizia di Delfo digiunava tre giorni e poi
masticava foglie di alloro, prima di dare i responsi.
Anzi in Grecia il digiuno era pratica cos` diffusa che cera un termine speciale
per designarla: Nest`eias Ozem, cio`e esalare lodore specifico di uno stomaco a
digiuno.
In Egitto i candidati alla iniziazione ai misteri di Iside e Osiride dovevano
sottomettersi a digiuno di sette o dieci giorni; e cos` i candidati ai misteri di Eleusi
in Grecia.
Nelle iniziazioni tribali le interdizioni di mangiare e di bere sono abbastanza
frequenti.
Per esempio presso i Narrinieri (Australia sud-orientale) i giovani da iniziare
vengono condotti nella foresta e non mangiano e non dormono per tre giorni.
Il digiuno e` prescritto come preparazione alle pratiche magiche; anche quelle
pi`u sospette.
Gli stregoni Zul`u si preparano alla comunicazione con gli spiriti, digiunando
o comunque attenendosi ad una dieta molta stretta.
Nel grimorio di papa Onorio, un famoso libro di magia nera rinascimentale,
leggiamo: E` necessario che colui, che voglia evocare gli spiriti maligni, per
dominarli o scacciarli dal corpo mortale, digiuni per tre giorni consecutivi.
Cagliostro raccomandava ai suoi discepoli digiuno prolungati di quaranta
giorni, con aggiunta di polveri purgative e di un liquido fortificante, detto
Bagno della Grande Madre, la cui formula era tenuta segreta.

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E restando nel campo della magia, nel pi`u diffuso ricettario magico del secolo
scorso: Il libro infernale troviamo una interessante ricetta, che prescrive un
digiuno di 40 giorni, in una campagna seminata a grano, nel mese di maggio.
Durante tale digiuno si dovr`a bere solo acqua piovana, si manger`a appena qualche
crosta di pane e un p`o di erba tenera.
Arrivato al 40 ed ultimo giorno della cura, il vecchio sar`a miracolosamente

ringiovanito.

6.3 Il digiuno nelle religioni rivelate


NellEbraismo, tanto quello biblico quanto quello posteriore, e` diffuso luso del
digiuno (in ebraico Zom o Taanit) a scopo soprattutto catartico. Altri diffusi segni
di dolore, che spesso troviamo congiunti al digiuno, sono coprirsi il capo di cenere
e indossare il cilicio.
Il primo accenno al digiuno si ha nel Pentateuco.
Quando Mos`e si trattenne sul monte Sinai con Dio, per quaranta giorni e
quaranta notti, pane non mangi`o e acqua non bevve (Esodo 34, 28).
Gli esegeti fanno osservare per`o che non si tratta di un digiuno di penitenza.
La comunione con Dio sottrae Mos`e alla condizione umana usuale e quindi anche
al bisogno di cibo.
La vera istituzione di un digiuno rituale si ha nel Levitico (XVI, 29), in occa-
sione del solenne giorno di espiazione, il giorno del Kippur, che cade fra settembre
ed ottobre.
Dopo la distruzione del tempio di Gerusalemme (586 a.C.) furono prescritti
altri quattro solenni digiuni pubblici, di cui ci d`a notizia il profeta Zaccaria (Zac.
7 e seg.).
Questi digiuni iniziano allalba e terminano al tramonto, ci si astiene da ogni
cibo e bevanda, si recitano speciali preghiere. Un giorno di digiuno, il 10 di tevet,
e` stato anche proclamato alla fine della seconda guerra mondiale, in memoria dei
deportati israeliti trucidati.
Oltre a questi digiuni prescritti, nella Bibbia abbiamo numerosissimi esempi di
digiuno di singoli personaggi o in occasioni particolari, per espiazione, per lutto,
per impetrazione. David digiuna per la malattia del figlio (Il Samuele 12, 1623),
Ester in un momento di pericolo del suo popolo (Ester 4, 16).

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I Niniviti digiunano in seguito alla predicazione di Giona (Giona 3, 510) e cos`


via (12).
Nel Nuovo Testamento gli accenni al digiuno sono pochi, ma significativi.
Ges`u digiuna 40 giorni prima di iniziare la sua predicazione. Si consiglia di digiu-
nare con riservatezza (Mt. 6, 1617); si indica il digiuno associato alla preghiera
come mezzo per scacciare i demoni (Mt. 17, 21). I discepoli si preparano con
digiuno alla loro missione (Atti 13, 23) (13).
Il digiuno fu assai in onore presso i Padri della Chiesa. Il digiuno e` il cibo
dellanima, raffrena le intemperanze di linguaggio . . . vince la lussuria . . . caccia
i sogni notturni, guarisce i dolori di testa e fortifica gli occhi scrive San Giovanni
Crisostomo.
Grandi digiuni segnarono fortemente il calendario cristiano; essi variarono di
numero; data ecc. da regione a regione. Giorni specifici erano il mercoled` e il
venerd` (ci si differenziava cos` dagli Ebrei che digiunavano il luned` e il gioved`).
Si digiunava nei 40 giorni prima di Pasqua, e cio`e in primavera. Vi erano i digiuni
delle quattro Tempora (Vigilia di Natale, di Pasqua, dellAssunta e di Ognissanti)
cio`e nelle quattro stagioni.
Il digiuno eucaristico, fino a qualche anno fa, era prescritto come indispensa-
bile preparazione al Sacramento.
Le modalit`a erano varie. Molti digiuni ascetici sono digiuno a pane e acqua
(cio`e digiuno attenuati) e il pane era quello scuro tradizionale, che contiene i prin-
cipi nutritivi essenziali. La legge canonica poi prescrive come digiuno un unico
pasto al giorno (e se si vuole si pu`o aggiungere qualcosa di leggero al mattino e
alla sera). (Lex jejunii praescribit ut nonnisi unica per diem commestio fiat Can.
1251).
Assai duro era il digiuno delle campane, astinenza da ogni cibo dalla mat-
tina del gioved` santo, quando si legano le campane, fino alla mattina del sa-
bato santo quando esse vengono sciolte. Questa espressione venne anche usata
per indicare scherzosamente un digiuno pi`u lungo del conveniente e quindi mal
sopportabile.
I penitenziari medievali (una sorta di codice penale per i peccati) prescrivono
digiuno a pane e acqua in giorni, mesi e anni per ciascun peccato. Concubuisti
cum uxore tua, dic, die do minica? chiede per esempio il penitenziario di Ric-
cardo di Worms (XI sec.) e risponde Quattuor dies, in pane et aqua poenitere
debes (Cio`e: Hai fatto lamore con tua moglie di domenica? Devi far penitenza
quattro giorni a pane e acqua). La disciplina del digiuno era ancora pi`u esigente
allinterno del mondo monastico.

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La regola dei Camaldolesi (sec. XI), per esempio, prescrive rigidi digiuni a
pane e acqua. In quaresima ogni settimana si sogliono osservare le astinenze
triduane e biduane (cio`e di tre o di due giorni consecutivi con interruzione del
gioved` e della domenica). Dopo la settimana di Pentecoste fino alla festa di San
Giovanni (24 giugno) quattro giorni sono dedicati alla astinenza ecc.
Anche presso gli Ortodossi il digiuno era assai praticato ed onorato spesso
assimilato allastinenza dalle carni. Si digiunava oltre al venerd`, il mercoled`
(giorno in cui Giuda aveva tradito Cristo), per espiare i nostri continui tradimenti
al Signore. Si digiunava in quaresima, allAvvento, e poi per, gli Apostoli e per
lAssunzione.
I pittori di icone digiunavano per prepararsi al loro sacro lavoro.
Lutero praticava il digiuno, anche se non lo ha prescritto particolarmente ai
suoi seguaci. John Wesley, fondatore dei metodisti, fu gran digiunatore.
Inutile dire che, in tempi pi`u recenti, lentusiasmo dei Cristiani per il digiuno,
sembra si sia alquanto smorzato.
Il digiuno e` una delle cinque colonne dellIslam, (le altre sono: professione di
fede, preghiera, elemosina e pellegrinaggio). Particolarmente solenne il digiuno
del Ramadan, che cade il nono mese dellanno lunare. Dura un mese, e` permesso
mangiare solo la notte.
Nella 2 sura, o sura della Vacca, del Corano (versetti 179-183) leggiamo:
Quanto al mese di Ramad`an, in cui fu fatto scendere il Corano a direzione per
gli uomini. . . chi di voi ne avr`a scorta la luna digiuni per quel mese; per`o chi sar`a
malato o in viaggio dovr`a digiunare in seguito per altrettanti giorni. . . Mangiate
e bevete finch`e appaia a voi distinto il filo bianco dal filo nero per lalba; poi
compite il digiuno fino alla notte successiva.
Digiuno in sanscrito si dice Upavasa, che significa: tenere la mente attaccata al
Signore, stare presso il Signore (UPA = casa, vicinanza VASA. = Signore). Nella
tradizione braminica e yogica il digiuno e` sentito come necessit`a igienica, oltre
che religiosa. Si prescrive di digiunare nei giorni di Ekadashii, cio`e lundicesimo
giorno, dopo la luna nuova e dopo la luna piena. Ogni maestro yogi insegna a
digiunare ai suoi discepoli. La pratica e` ancora oggi diffusa anche nelle famiglie
bramine, sempre con molta libert`a per ciascuno di aderirvi o meno. Poich`e quel
giorno non si fa la spesa e non si cucina, si e` liberi di dedicarsi alla preghiera.
Si digiuna 24 ore, o in modo assoluto o prendendo un poco di pane non lievitato
allora di pranzo. La mattina del giorno dopo (12 giorno) allalba si fa un
bagno e poi si riprende a mangiare.

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Il Jainismo, sorto in India intorno al 500 a.C., che ha una forte componen-
te ascetica, prescrive vegetarianesimo assoluto e frequenti digiuni (La madre di
Gandhi, jainista, ne diede esempio al figlio).
Presso i Buddisti tibetani si digiuna per lunghi periodi per favorire la medita-
zione. Durante tali periodi si prende per sostenersi una essenza di fiori, chiamata
ciulen. Digiunare presso di loro si dice appunto: prendere lessenza.

6.4 Il digiuno presso gli iniziati e i mistici


Al di fuori e al di l`a dei digiuno rituali, filosofi, asceti e santi hanno sempre prati-
cato largamente il digiuno, secondo le loro personali esigenze. E cos` anche sette
o gruppi mistici o iniziatici, come i Pitagorici, gli Esseni, i Sufi, i Catari.
I Terapeuti (comunit`a mistica giudaica, che viveva presso Alessandria dEgit-
to, e di cui ci parla Filone lebreo, nato intorno al 30 a.C.) non prendevano cibo
durante il giorno, ma solo la sera mangiavano pane con sale. Assorbiti dallo
studio, dimenticavano di nutrirsi per tre e anche sei giorni. Filone paragona questi
asceti che, nutriti di sophia si privano di alimenti durante tutta una settimana,
alle cicale, che secondo unantica credenza (riportata anche da PlatoneFedra 259)
vivono daria.
Ricordiamo che in un frammento di una commedia greca, anche i Pitagorici
sono scherzosamente paragonati alle cicale, forse per lo stesso motivo.
Gli anacoreti, primo fra tutti Antonio lEgiziano, famoso per le sue tentazioni,
mortificavano nel deserto il loro corpo con durissime privazioni alimentari. Molti
di loro rimasero famosi per la loro longevit`a; vivendo pi`u di cento anni.
I Sufi, la grande scuola mistica islamica, praticavano lunghi digiuno. Ripor-
tiamo alla fine di questo volume 1a bella esortazione al digiuno, del sufi Giami.
Ancora in tempi pi`u recenti il grande mistico Ab El Kader (1808-1883) erede
del sufismo, digiunava in modo strettissimo almeno un giorno alla settimana)
Shelton parla di digiuno di Socrate e di Platone, ma non abbiamo potuto verificarli
nelle fonti.
Di Pitagora, Giamblico, suo biografo, narra questo. Il filosofo deciso ad an-
dare in Egitto, sal` nella nave che vi si recava, e l` sedette per due giorni e tre
notti, sempre nella stessa posizione, assorto, senza prendere n`e cibo n`e bevanda.
Il viaggio fu particolarmente favorevole, come per la presenza di un Dio. I mari-
nari ammirati sbarcarono Pitagora allarrivo, e gli posero davanti, quasi offerta ad
un dio, un mucchio di frutta, con cui rifocillarsi.

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Il settimo fioretto di San Francesco ci narra un digiuno quaresimale del Santo,


che rest`o per 40 giorni da solo su unisoletta del lago Trasimeno.
Durante tutto questo tempo, egli mangi`o mezzo panetto, per non emulare
troppo da vicino il digiuno di Cristo e cacciare da s`e il veleno della vanagloria.
Di San Francesco di Paola una leggenda narra che gi`a poppante si astenesse il
venerd` dal latte. Da adulto si chiudeva nella sua cella lintera quaresima, senza
toccar cibo.
Con vantaggio della salute fisica, oltre che spirituale, a quanto sembra. Mor`
infatti a 91 anni (nel 1507). Famosi anche i digiuni di santa Caterina da Genova
(1447-1519) che mentre cos` digiunava, rimaneva attiva e vigorosa come quando
si nutriva normalmente, racconta il suo ammirato biografo, barone Von Hugel.
Il curato dArs attribuiva in gran parte lo sviluppo dei suoi poteri di guarigione
agli austeri digiuni.
In tempi pi`u recenti fece scalpore il caso di Teresa Neuman, (nata nel 1898),
la mistica tedesca che, dallet`a di 25 anni, si nutr` solo di un ostia consacrata
ogni giorno.
Il che si narra anche di San Nicola di Flue, svizzero.
Anche yogi indiani asseriscono di arrivare a nutrirsi solo di prana, luce, energia
cosmica. E Yogananda attesta di aver conosciuto una yogina, Giri Bala, che non
mangiava n`e beveva da 56 anni.
Il digiuno e` stato anche usato per una specie di suicidio mistico.
Si danno varie versioni della morte di Pitagora. Il filosofo, perseguitato, fugg`
a Metaponto, e rifugiatosi nel Tempio delle Muse, vi mor`, al termine di 40 giorni
di digiuno. Secondo Porfirio questo accadde per limpossibilit`a di procurarsi il
cibo, secondo Diogene Laerzio fu una astensione volontaria. Presso i Catari, la
famosa setta eretica medievale, era in uso un terribile rito: lendoura. Dopo il
consolamentum (massimo sacramento, con cui si trasmetteva lo Spirito Santo)
alcuni devoti, specie se malati, per evitare di peccare mai pi`u, rifiutavano il cibo
fino alla morte.
Anche nella tradizione induista alcuni asceti giunti al massimo della perfezio-
ne terrena, cessano di nutrirsi e cos` abbandonano il corpo.
Pur conservando il massimo rispetto per tali estreme scelte, ricordiamo che
noi igienisti usiamo il digiuno, non per la morte, ma per la vita.

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6.5 Il digiuno nella storia della medicina


I digiuno religiosi avevano anche scopi ed effetti terapeutici. Nel corso dei secoli
poi il digiuno e` stato usato dai medici al solo fine di curare e prevenire malattie;
per`o secondo la nostra modesta opinione, sempre in modo piuttosto ridotto e spo-
radico. Una cura cos` semplice e adatta a tutti, o quasi, i disturbi, non sembra aver
mai riscosso larghi consensi presso la classe medica.
Ippocrate, il grande medico greco del V sec. a.C., accenna al digiuno pi`u come
ad un tipo di regime per malati, che come ad una vera terapia.
Nel suo trattato La medicina antica leggiamo: Coloro che scoprirono e
cercarono la medicina, diminuirono la quantit`a dei cibi . . . ma poich`e notaro-
no che questo trattamento non era sufficiente . . . pensarono fosse necessario un
cibo pi`u debole e scoprirono le pappe. E a quanti non potevano digerire nem-
meno le pappe, tolsero anche queste e si ridussero alle bevande . . . Che a taluni,
quando sono ammalati, le pappe non giovano . . . ed e` chiaro che ci`o che e` stato
somministrato alimenta e accresce la malattia e fa deperire e indebolire il corpo.
Aulo Gellio (2 sec. d.C.), nelle sue Notti attiche, riporta losservazione di
un medico sul digiuno Quando le cavit`a del ventre e dello stomaco si contrag-
gono e si chiudono per un prolungato digiuno il desiderio e la capacit`a di ricere il
cibo si estinguono.
Avicenna, il grande filosofo e medico arabo, (nato nel 980 d.C.) parla molto,
nella sua mastodontica e minuziosa opera, di emetici, purghe, clisteri, pozioni,
ben poco di digiuno. Lo indica come cura per il vomito.
La scuola salernitana (sec. XI) consiglia il digiuno, in caso di rheuma, cio`e
malattie da raffreddamento.
Il monaco e filosofo Ruggero Bacone (1214-1294) consiglia il digiuno nel suo
trattato: De retardandibus senectutis accidentibus (come ritardare la vecchia-
ia). Saltando molti secoli, ai primi del 1700, un certo Padre Bernardo di Malta
,us`o il digiuno come principale agente terapeutico e scrisse un libro Le virt`u
medicinali dellacqua, Parigi 1730.
Nel 1769 un professore dellUniversit`a di Mosca, Peter Veniaminov, scrive un
Rapporto sul digiuno come prevenzione delle malattie.

Altri accenni si trovano qua e l`a in medici e ricercatori isolati. Ma ripetiamo


si tratta sempre di casi sporadici, finch`e la Scuola igienista americana, ai primi
del 1800, riprende ed approfondisce lo studio del digiuno. Ma di questa scuola
parleremo a parte fra poco.

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Anche in Europa numerosi ricercatori e medici, che chiameremo naturisti, fra


la fine dellottocento e i primi del novecento studiano ed applicano il digiuno.
In Francia il dottor Guelpa e il suo amico dottor Frumusan, il dottor. Pau-
chet e il dottor Paul Carton e il medico persiano Hanish (a cui acceniamo nella
bibliografia); il dottor Weber a Londra.
In Germania se ne occupano il dottor Moller e il dottor Rieden, medico e
teosofo.
In Svizzera sperimenta digiuno, ai primi del novecento, il famoso naturista
Ehret; il dottor Von Segeser scrive nel 1914 un trattato: La cura del digiuno, e
vi opera lo stesso Bertholet, che ci d`a circostanziate notizie su tutti questi medici
europei, e al cui volume rimandiamo dunque, chi volesse saperne di pi`u. In Au-
stria, ancora ai nostri giorni, cura il cancro con succhi di verdura (digiuno
attenuato) un noto naturista Rudolf Breuss.
Una ultima curiosit`a: intorno al 1885 divenne famoso per i suoi digiuni, in
pubblico e sotto controllo medico, litaliano Succi, studioso anche di occultismo.

6.6 Digiuni politici Scioperi della fame


Sembra che in Giappone si usasse digiunare davanti alla casa di un nemico, per
umiliarlo.
I prigionieri in tutti i tempi hanno digiunato per ottenere miglioramenti alle
loro condizioni.
Nel nostro secolo le suffragette inglesi ricorsero al digiuno quando erano ar-
restate, costringendo cos` le autorit`a a rilasciarle. Fu Emmeline Pankhurst a dare
il via a questo sistema nel 1905.
Un lungo e tragico sciopero della fame fu quello di 12 patrioti irlandesi, ca-
peggiati dal sindaco di Cork, Mac Sweeny, nel 1920. Sweeny e altri due compagni
ci lasciarono la vita, dopo circa 75 giorni di digiuno.
Purtroppo furono imitati, sempre in Irlanda, da Bob Sands e i suoi compagni
nel 1981. Anche fra questi alcuni morirono, compreso Bob.
Esempi tremendi, forse da ammirare, o da compiangere, ma non certo, ritenia-
mo da imitare.
Fra i politici moderni il pi`u famoso digiunatore fu Gandhi (morto nel 1948),
che un` nei suoi digiuni vari elementi. Egli infatti digiunava per lottare contro

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Il Segreto di Igea, Guida Pratica al Digiuno Autogestito 34

il regime colonialista britannico, per motivi spirituali ed anche igienici. Ci ha


lasciato preziosi consigli e riflessioni sul digiuno nei suoi scritti.
La pratica del digiuno politico e` stata poi seguita con entusiasmo dei suoi
seguaci; per cui oggi e` diffusa fra i gandhiani e i movimenti nonviolenti.

6.7 Breve storia dellIgienismo


Le origini storiche del movimento di Igiene naturale possono farsi risalire alla pri-
ma met`a del secolo scorso, in U.S.A. Quali ne sono i principi essenziali? Ligiene
naturale e` pi`u un modo di vivere che un sistema terapeutico. Esso riporta in sa-
lute gli ammalati grazie agli stessi fattori che li mantengono sani; e cio`e fattori
naturali: sole, aria e acqua pura, calore, cibo sano, esercizio fisico e riposo ben
equilibrati fra loro, pulizia e gioia di vivere.
La malattia acuta viene considerata in tale ottica, non un nemico da combat-
tere, ma un mezzo estremo che la natura mette in atto per eliminare un eccesso di
veleni nellorganismo. La tossiemia e` la vera causa delle malattie; perci`o esse si
curano disintossicando il corpo e non somministrando farmaci, cio`e altri veleni.
Di qui luso del digiuno disintossicante come terapia.
Isaac Jennings (Ohio) merita di essere nominato per primo, fra questi igienisti
americani. Dopo venti anni di pratica medica tradizionale, nel 1822 si dedic`o
alla concezione della salute e della malattia, che egli chiam`o ortopatia e che
costituisce uno dei fondamenti teorici del sistema igienista.
Altro pionere fu Sylvester Graham, nato a Boston, nel 1794. Sostenne la ne-
cessit`a di cambiamenti radicali di vita per recuperare la salute. I principi vennero
formulati inizialmente come forma di prevenzione al colera, che colp` New York
nellestate del 1832; e si rivelarono efficaci.
Russel Thacker Trall (nato nel Connectitcut nel 1812), medico, diede grande
impulso al movimento igienista e fond`o a New York una universit`a di Igeoterapia,
ufficialmente riconosciuta nel 1857.
Altri importanti medici igienisti furono: Susanna Wavdoods, allieva di Trall;
G.H. Tailor; Robert Walter; E.H. Dewey autore di importanti studi sul digiu-
no. J.H. Tilden (nato nel 1851) fond`o lIstituto di sanit`a Tilden ed e` autore di
interessanti libri sulla tossiemia. Mor` a novanta anni.
Nella prima met`a del nostro secolo ligienismo attravers`o un periodo di crisi,
superata grazie alle enormi energie profuse a favore del movimento da Herbert

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M Shelton. Questi (nato nel 1895, Texas) e` considerato il maggior rappresentante


delligienismo nel nostro secolo. Autore di numerosissimi scritti, i suoi sette volu-
mi The Hygienic Sistem sono una pietra miliare della ricerca igienista. Fond`o
a SantAntonio, nel Texas, una clinica, La Scuola della Salute, dove sorvegli`o
circa trentamila digiuni e che e` ancora in funzione sotto i suoi successori. Shelton
e` morto nel 1985 allet`a di novanta anni.
In seguito allopera di Shelton ligienismo si diffuse con pi`u chiarezza in
America e in molti altri paesi.
J.C. Thomson lo introduce in Gran Bretagna. Verso il 1950 A. Mosseri, entra-
va in rapporto con Shelton e si dedicava poi con slancio a diffondere ligienismo
in Francia.
Sempre in Francia G. Nizet pubblica opere igieniste e i naturisti Meri`en e
Passebecq aprono centri igienisti.
Ligienismo in Italia. Nel 1965 Michele Manca e Dorina Grassi, dopo aver
constatato i grandi miglioramenti nella loro salute apportati dalla pratica igienista,
decisero di far conoscere ligiene naturale in Italia. Dorina si impegn`o a tradurre
testi dal francese e Michele se ne fece editore e diffusore con spirito missionario.
Nel 1972, raggruppatisi con loro alcuni pochi igienisti a Genova, fu fondata
lAssociazione Igienista Italiana (A.T.I.), a cui fu aggiunto pi`u tardi il nome di:
Movimento per lIgiene Naturale (M.I.N.), registrato legalmente.

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Parte II

LA PRATICA DEL DIGIUNO


AUTOGESTITO

36
Il Segreto di Igea, Guida Pratica al Digiuno Autogestito 37

Avvertenza!

Le indicazioni e i consigli che daremo in questa seconda parte, pur essendo validi,
grosso modo, per ogni digiuno, sono finalizzati a digiuni brevi e medi (da uno
a sette, dieci giorni circa); praticati da persone in discreto stato di salute, che
quindi possono autogestirli con sufficiente tranquillit`a.
Ripetiamo che digiuni lunghi e/o di malati gravi devono essere condotti sotto
sorveglianza medica.
Sappiamo bene che alcuni, anche fra gli stessi nostri amici, hanno fatto digiuni
lunghi da soli. Ma noi non possiamo, n`e vogliamo accompagnarvi in tale cammino
fortunoso. Chi vorr`a avventurarvisi, dovr`a rischiare in proprio.

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Capitolo 7

Come si digiuna: sette parole-chiave

Digiunare pu`o apparire molto semplice: si smette di mangiare ed e` fatto. Per di-
giunare bene per`o in maniera fisiologicamente utile, occorre seguire alcune regole
appropriate.
Digiunare, significa molto pi`u del semplice non mangiare; e` una scienza e
unarte1 .
Inoltre anche per condurre una pratica cos` semplice sono stati messi a punto
metodi diversi, a volte contrastanti. Digiuno per paliers, cio`e per gradi (ME-
RIEN), uso o meno di sali purgativi (BERTHOLET), di tisane, di essenze di fiori,
ecc.
I maggiori contrasti sorgono a proposito dellacqua: bere molto, o poco, o
niente? clistere s`, clistere no? Metodo di Shelton o del Vangelo esseno del-
la pace? Noi indicheremo via via qualche variante e le nostre esperienze in
proposito.
Ligiene del digiuno pu`o riassumersi in sette parole-chiave:

RIPOSO (fisico, mentale, emozionale).

ACQUA (bevanda, lavacro, clistere).

CALORE.

OSSIGENO (e prana).

PENSIERI POSITIVI.
1
SHELTON, Il digiuno pu`o salvarvi la vita, pag.16

38
Il Segreto di Igea, Guida Pratica al Digiuno Autogestito 39

ASSENZA di tossici.

RIPRESA alimentare graduata

Vediamole punto per punto.

7.1 Il riposo
Il digiuno e` gi`a di per se un riposo; il riposo fisiologico di tutto lapparato di-
gestivo. Lorganismo per`o non riceve pi`u energie dal cibo, user`a quindi quelle
di riserva. Se esse vengono disperse in attivit`a inutili, ne resteranno meno per il
lavoro di pulizia e rigenerazione (vedi anche il cap.: Le leggi dellenergia ).
Il riposo fisico (pi`u o meno totale certamente a secondo delle forze del di-
giunatore e della durata del digiuno) e` essenziale per ottenere rapidi benefici
Conserva la tua energia sia fisica che mentale, fin dallinizio ammonisce Gandhi
(pag. 162).
Riposo a letto, diceva Shelton, che faceva digiunare soprattutto malati. Riposo,
allungati su un prato, diciamo noi, allaria aperta il pi`u possibile (compatibilmente
con la stagione e la resistenza di ciascuno); col doppio vantaggio di respirare
pi`u ossigeno e tenere lontane depressione e noia. Riposo intervallato da brevi
passeggiate, secondo lumore e il desiderio, per esercitare i muscoli e aiutare la
circolazione del sangue ossigenato nei tessuti. Limportante e` non fare sforzi, non
stancarsi.
Esercizi fisici impegnativi sono adatti solo agli obesi, che vogliono perdere
peso pi`u rapidamente 2 .
Ancora raccomandiamo di passare con lentezza dalla posizione supina a quella
seduta e poi in piedi, per evitare capogiri, connessi allabbassamento di pressione.
Riposo mentale ed emozionale. Evitare di parlare troppo, evitare di ascoltare a
lungo radio, TV, ecc. I nervi sono sensibilissimi, ci si eccita, ci si stanca, si rischia
di non dormire. Le capacit`a mentali a volte si potenziano e un intellettuale pu`o
essere indotto a leggere e studiare eccessivamente, ma le energie convoglia-
te nel lavoro mentale vengono sottratte al lavoro di riparazione dellorganismo.
2
Quando leggiamo di digiunatori (Cott, Harold Smith, ecc.) che fanno parecchia attivit`a du-
rante il digiuno si tratta probabilmente di gente molto allenata o che ha molte riserve di adipe.
Fare grandi sforzi durante un digiuno e` nocivo; come speriment`o anche Gandhi che durante il suo
secondo lungo digiuno lavor`o . . . marci`o . . . La sua salute ne fu molto colpita . . . (Pizzi pag. 47).

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Meglio fantasticare, osservare gli spettacoli naturali, leggere brevemente testi che
elevino lo spirito, ma non comportino sforzo mentale.
Allontanare da s`e pensieri e sentimenti negativi: sfiducia, risentimenti, ira,
timore, preoccupazioni; evitare le discussioni e quindi le occasioni che potrebbero
innescarle. Si conosce linfluenza delle passioni (odio, collera) non solo sulla
salute morale, ma anche sulla salute fisica (veleni interni che vengono secreti,
adrenalina, ecc.) (RIALLAND pag. 25).
Durante un digiuno si e` molto pi`u sensibili, ricettivi, indifesi.
Per questo e` preferibile la solitudine o la compagnia di persone molto calme e
positive (vedi anche il cap.: Le compagnie). E` impossibile condurre un buon
digiuno, se in casa i familiari ci guardano preoccupati e passano la giornata a per-
suaderci di smettere o gli amici ci telefonano continuamente allo stesso scopo. In
tal caso e` meglio soprassedere e aspettare di trovare una situazione pi`u favorevole.
Evitare contatti, impegni, staccare il telefono, se c`e; tagliare insomma i ponti
con lesterno. E` un viaggio in unaltra dimensione, facciamolo senza corde o
cordicelle che ci trattengano nel mondo di sempre.
La vita moderna ci spinge ad uniperattivit`a frenetica, ad una continua fuga da
noi stessi. Per qualcuno interrompere tali abitudini, riposare, cos` come abbiamo
indicato, restare solo con se stesso, pu`o risultare alle prime abbastanza difficile.
Allora anche durante un digiuno si cercano incessanti occupazioni, oppure si pren-
de la macchina e si va in giro tutto il giorno, ecc.. Conviene, secondo noi, prender
coscienza di tale difficolt`a e poi tentare di resistere nella dimensione di rifles-
sione, che il digiuno richiede, quel tanto o poco che a ciascuno sar`a possibile.
Anche per meditare ci vuole allenamento.

7.2 Lacqua
Ha tre usi: bevanda, lavacro, clistere.

Bevanda Durante il digiuno idrico (di quello secco parleremo fra poco) lunica
bevanda consentita e` lacqua pura (al pi`u si pu`o aggiungere qualche goccia
di limone, per chi lo desidera).
Qui i vari esperti di digiuno danno consigli diversi: almeno due litri al
giorno, solo qualche bicchiere, ecc. ecc.
Noi, confortati dalla nostra esperienza e dal parere di Shelton, diamo le
seguenti indicazioni.

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Bere seguendo lo stimolo della sete. Se per`o tale stimolo mancasse, bere
ugualmente almeno tre o quattro bicchieri al giorno, per prudenza, onde
evitare pericoli di disidratazione.
Lacqua deve essere il pi`u possibile pura, naturale, leggera, non troppo cal-
carea, non clorata, non gassata, non ghiacciata, a temperatura ambiente,
oppure calda se e` gradita. Va bevuta a piccoli sorsi, passandola fra i
denti prima di ingoiarla.
Fare attenzione a non bere troppo, solo per calmare i crampi allo stomaco
(che passano egualmente bene, anzi meglio, senza bere) o la smania
nervosa: si tratterebbe di una falsa sete. Parrebbe che bevendo in eccesso
non si faciliti la disintossicazione, anzi la si rallenti e si possano riassorbire
con lacqua le tossine che si stanno espellendo.
Bere in calice prezioso pu`o essere una nota gratificante (COTT pag. 73).
Il lavacro Ha due scopi: ripulire la pelle e liberare i pori dalle tossine espulse;
ricaricare lorganismo col prana, che lacqua contiene (la pelle pulita
assorbe meglio anche il prana dellaria). Secondo la tradizione religiosa
esoterica poi labluzione purifica da ogni negativit`a.
Anche qui le modalit`a e i consigli sono diversi, non tutti di facile attuazione.
Bagno alla sorgente, prescrive Saury (pag. 113); bagno in fiume o lago,
secondo il Vangelo esseno della pace. Tali acque naturali sono ricche di
prana. Ma se non ci sono nelle vicinanze o sono troppo fredde? Il freddo
toglie energia e per qualcuno e` impossibile da affrontare. Dunque la cosa
pi`u semplice e` il bagno in una tinozza scaldata al sole, o nella vasca da
bagno a temperatura corporea (mai troppo caldo o troppo freddo, ambedue
gli estremi sono pericolosi). Spugnatura calda, consigliava Gandhi.
Assai gradevole e pratico, specie quando si e` pi`u deboli, il lavaggio con-
sigliato da Hanish. I piedi immersi in acqua (pi`u o meno calda secondo
la stagione), strofinare rapidamente e vigorosamente tutto il corpo con un
asciugamano ruvido, di spugna; immerso nellacqua e ben strizzato.
Tali lavacri dovrebbero essere quotidiani. Lavarsi anche la lingua impatinata
con uno spazzolino morbido 3
Il clistere Shelton lo proibisce. In unottica strettamente igienista infatti il clistere
non e` ammesso, non essendo un intervento naturale.
Noi pensiamo che, anche nel digiuno idrico, sia molto utile farne almeno
uno, qualche ora dopo lultimo pasto; specie se si soffre di stitichezza o non
3
Il modo migliore per pulirsi la lingua, secondo un metodo yoga, e` il seguente: passarvi lorlo
di un cucchiaino da the, di taglio come un rasoio.

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si e` preparato il digiuno con una dieta adatta (vedi il cap: La preparazione


fisica e mentale). Si affronta cos` il digiuno con lintestino libero.
Nel digiuno secco, di cui parleremo fra poco, si fa invece un clistere al
giorno, che serve a fornire acqua allorganismo.
Poich`e non tutti sanno farsi un clistere, riportiamo qui alcuni consigli ad
hoc.
Lapparecchio deve essere appeso allaltezza della nostra testa, quando sia-
mo in piedi; si iniettano circa due litri dacqua a 38 , si trattiene un poco
prima di evacuarla, massaggiando il ventre da destra verso sinistra. Alloc-
correnza si ripete subito dopo un altro clistere di due litri.
La posizione migliore e` in ginocchio, con la fronte appoggiata sulle mani
intrecciate che toccano terra, affinch`e lo stomaco sia pi`u in basso dellano. . .
In questo modo lacqua raggiunge anche la parete superiore del colon, pu-
lendo a fondo tutto lintestino. . . Lora migliore e` la sera . . . Usare acqua
minerale non gassata, irraggiata con lampada a raggi infrarossi a 50 cm. per
un quarto dora, o esposta al sole per unora. Lacqua del rubinetto infat-
ti e` inattiva, non emette onde . . . assorbir`a carica vitale da voi e dopo vi
sentirete gi`u di tono (ASTOLFI, pagg. 69, 70).
Aggiungiamo che, durante un digiuno, anche la mattina presto sembrerebbe
adatta per il clistere (vedi tab. n. 4 sulla circolazione delle energie), ma
dopo bisogna mettersi di nuovo a letto perch`e ci si sente deboli. In unottica
igienista poi e` da preferire il sole alla lampada!

7.2.1 Il digiuno secco di OMERO, ANTONIO e GLORIA.

Il gruppo romano, sotto la guida di Omero, ha sperimentato un tipo di digiuno


secco, attenendosi strettamente alle indicazioni contenute nel Vangelo esseno
della pace.
Tale digiuno ci e` sembrato pi`u efficace, pi`u rapido nei suoi effetti benefici e,
tutto sommato, pi`u piacevole del digiuno idrico. Ma poich`e forse presenta qualche
difficolt`a in pi`u (senso di sete, inesperienza nelluso del clistere, ecc.) pu`o non
essere adatto o gradito ai principianti.
Durante questo digiuno non si beve mai acqua, tuttalpi`u ci si limita a sciac-
quarsi la bocca e poi si sputa. Si fa invece un clistere al giorno, con acqua
scaldata al sole, che ripulisce lintestino e fornisce al corpo la quantit`a di acqua
necessaria, assorbita attraverso la mucosa intestinale. Dopo il clistere infatti ci si
sente la bocca inumidita.

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Si fa un bagno quotidiano, si passa lintera giornata in mezzo alla natura,


prati o boschi; il corpo nudo (per quanto e` possibile), esposto allaria e al
sole.
Che si possa andar avanti cos`, senza danno (almeno nel caso di persone me-
diamente sane) e` sicuro. Parecchi di noi lo hanno fatto per 5 o 7 giorni. Omero
per 15 e un altro, Piero, per 25 (sempre senza bere).
Aggiungiamo per`o che siamo tutti vegetariani da anni.
In conclusione: col metodo Shelton si beve acqua, ma non si fa il cliste-
re; col metodo esseno non si beve acqua, ma si fa un clistere al giorno e un
bagno. Il dr. Hanish, a sua volta, unisce le due cose; consiglia di fare un cliste-
re al giorno e di bere un po dacqua, solo se si ha sete, ma pochissima per
volta, passandola fra i denti e mescolandola con la saliva prima di ingoiarla
(HANISH, Respiro e salute).
Alcuni poi rompono il digiuno secco con gran quantit`a di acqua distillata e poi
frutta.

7.3 Calore
Bisogna seguire un principio molto semplice. Durante il digiuno si ha piu` fred-
do del normale, specie alle estremit`a, mentre il corpo deve essere sempre man-
tenuto gradevolmente caldo. Mani e piedi, anche quando si e` allaperto, devono
restare caldi.
Il freddo toglie energie e pu`o essere dannosissimo durante un digiuno.
Quindi coprirsi con indumenti e plaid di lana, scaldarsi al sole (la testa allom-
bra). Usare, alloccorrenza, bottiglie di acqua calda ai piedi.
Uscire fuori allaperto, anche dinverno (ben coperti) aiuta lorganismo a vin-
cere pi`u facilmente il freddo.

7.4 Ossigenazione Prana Bagni daria e di sole


Laria pura, durante un digiuno, e` un altro fattore essenziale alla sua riuscita. La
raccomandiamo in modo particolare, perch`e non sempre, nei testi e nella pratica,
le si d`a tutto il risalto necessario.

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Il sangue, povero di sostanze alimentari, si carica cos` di ossigeno, che vie-


ne avidamente assorbito dalle cellule ed e` indispensabile ai processi catabolici.
Durante il digiuno letteralmente si campa daria.
E ci si carica di prana, questa misteriosa energia, che pervade tutto luniverso.
Approfittate dei periodi di digiuno per imparare a captare il prana: e` pi`u facile
perch`e il corpo e` affamato. I principali ricettori si trovano sulle palme delle
mani, le piante dei piedi, le narici, gli orifizi genitali.
Gli ioni negativi, cio`e carichi di prana, sono numerosi nei luoghi ricchi di piante,
al mare, in montagna, in pianure ventose. (ASTOLFI, pag. 160) 4
Ci`o ci fa capire una volta di pi`u limportanza di condurre un digiuno in seno
alla natura, fuori citt`a.
Come si assorbe lossigeno e il prava?
Innanzitutto respirando. Quindi respirare profondamente. Proprio durante un
digiuno si pu`o sentire un senso di costrizione alle costole e bisogna reagire allar-
gando le braccia e inalando a fondo. Fare qualche esercizio respiratorio mol-
to semplice, se si conosce. (Secondo Hanish sarebbe meglio intraprendere un
digiuno dopo averli imparati).
Stare il pi`u possibile allaperto (appena si esce in campagna, su un prato, si
sente una ricarica di energia e di benessere). Dormire con la finestra aperta
(basta essere ben caldi dentro il letto).
Lossigeno e il prana si assorbono anche attraverso la pelle, quindi bagni da-
ria, compatibilmente con la temperatura. Sono consigliati, diremo indispensabili,
anche i bagni di sole, brevi nelle ore sane, cio`e nelle prime ore del mattino e
verso il tramonto, quando i raggi non bruciano.
Per questi bagni la cosa migliore sarebbe essere completamente nudi; non
tanto per esporre anche quei pochi centimetri di pelle coperti dagli slip, quanto per
la buona circolazione delle energie (pensiamo ai meridiani della medicina cinese).
Utile anche, nelle ore pi`u calde, esporre al sole i genitali per dieci minuti,
aiutandosi con le mani a scoprirli. Questo d`a una forte ricarica di energia (SAURY
pag. 79).
Tutto questo sempre che si possa usufruire della necessaria privacy. Altrimenti
si fa quel che si pu`o.
4
Ricordiamo che lo ione e` un atomo o frammento di molecola caricato elettricamente. I piccoli
ioni negativi conferiscono vitalit`a allorganismo . . . In campagna vi sono 2 o 3 piccoli ioni negativi
per uno grosso lento; in citt`a la proporzione e` di uno negativo rispetto a 275 o addirittura 600
grossi. (A. Van LYSEBETT, Pranayama, ed. Astrolabio, pagg. 19 e 20).

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7.5 Pensieri positivi


Forse mai come durante il digiuno la psiche ha potere sul corpo. Un atteggiamen-
to sereno, pensieri elevati influenzano beneficamente tutto lorganismo. Quali
pensieri? Allegra curiosit`a verso lesperienza che stiamo affrontando; fiducia nei
suoi effetti benefici. Ammirazione per la perfezione del creato. Benevolenza e
compassione verso tutti gli esseri senzienti.
Pensa al tuo Creatore e al tuo rapporto con Lui e con il resto della creazione
(GANDHI pag. 163).
Rialland consiglia il digiuno verbale, cio`e il silenzio goduto come ricchez-
za interiore (vedi le belle pagine: 83 e segg). Saury parla di digiuno creativo e
spiritualizzato (pag. 106 e seg.).
Ognuno si regoler`a secondo la propria creativit`a ed indirizzo spirituale. (V.
anche i capitoli: Come passare il tempo e Digiuno e preghiera ).

7.6 Assenza di tossici


Poich`e, durante il digiuno, lorganismo e` particolarmente ricettivo e vuoto, bi-
sogna evitare il contatto con qualsiasi sostanza tossica, sia ingerita, sia respirata,
sia a contatto di pelle. Ogni tossico sarebbe assorbito al cento per cento, e avrebbe
effetti potenziati. Evitare perci`o di prendere medicinali, che possono creare situa-
zioni imprevedibili. Lassunzione di droghe durante li digiuno potrebbe essere
pericolosissima.
Evitare le sigarette e la vicinanza dei fumatori. Che non si prenda n`e the n`e
caff`e e` dato per scontato. Evitare esalazioni di vernici, gas di scappamento di
auto, ecc. Evitare anche saponi e dentrifici industriali, cosmetici, borotalco,
ecc.
Usare argilla per lavare i denti 5 , se mai dentifrici e saponi naturali, di
erboristeria, o meglio ancora acqua e basta.
Evitare i tessuti sintetici.
5
Largilla deve essere di tipo grasso, priva di sabbia o altre impurit`a, che possano danneggiare
lo smalto.

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7.7 Ripresa alimentare


Also a mad can fast, bul only a wise man can break the fast Anche un pazzo sa
digiunare, ma solo un saggio sa rompere il digiuno. (Massima igienista inglese).
La rottura e` la fase pi`u delicata e difficile di un digiuno.
Una rottura fatta a casaccio pu`o essere disastrosa. Lorganismo deve riabituarsi
gradatamente allassunzione di cibo e allattivit`a.
Per stabilire la durata e la gradualit`a della rialimentazione, basta fare un sem-
plice calcolo: tanti giorni di digiuno, tanti di rialimentazione (e ancora altrettanti
di dieta controllata).
Il digiuno e` comparabile ad una montagna. La discesa di questa montagna,
una volta toccata la cima, esiger`a allincirca lo stesso spazio di tempo della salita
(RIALLAND pag. 26). Per esempio, se abbiamo digiunato tre giorni, calcolia-
mo ancora tre giorni in cui reintrodurremo a poco a poco i vari cibi finch`e, alla
fine del terzo giorno, faremo un pasto pi`u o meno normale. Ma dovremo ancora
per tre giorni fare unalimentazione particolarmente leggera e sana. In tutto il pe-
riodo di rialimentazione la dieta deve essere strettamente vegetariana e seguire le
combinazioni alimentari giuste (vedi tav. n. 3).
E` bene preparare la rottura vera e propria bevendo un bicchiere di acqua
molta calda a piccoli sorsi (attenti a non ustionare la lingua per`o!). Questa lava
ed apre stomaco e fegato (AIVANOV pag. 82). Oppure un bicchiere di acqua e
limone (si pu`o aggiungere anche un pochino di sale per aumentare le qualit`a basi-
che del limone). Questo neutralizza lacidit`a nellorganismo (ANANDAMURTI
pag. 40).
Il digiuno secondo Shelton (e questa e` la regola pi`u generale) si rompe con
succhi di frutta fresca, di una sola qualit`a, preparata l` per l`. La frutta dovrebbe
essere biologica, di stagione. Possiamo consigliare per esempio: arance (inverno);
mele (primavera); pomodori maturi e altra frutta (estate); uva (autunno). A coloro
che soffrono di disturbi intestinali si consiglia per`o di non interrompere mai il
digiuno con frutta acida.
In casi particolari di rifiuto di frutta, pi`u o meno giustificato (macrobiotici, o
dinverno, quando fa freddo) il digiuno si pu`o interrompere con brodi vegetali o
acqua di riso. I digiuni pi`u brevi si interrompono con frutta (o succhi) e yogurth.
Nei digiuni pi`u impegnativi si comincia con mezzo bicchiere di succo di
frutta (un po allungato con acqua) ogni due o tre ore. I vari cibi dovrebbero
reintrodursi in questo ordine: succhi di frutta frutta intera e succhi di verdura,

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verdura intera cruda e cotta (evitando allinizio quella amidacea: patate, carote e
cavolo). Proteine non concentrate (formaggi freschi) Infine cereali.
Usare frutta e verdura di coltivazioni biologiche; anche se non sono facili da
trovare, bisogna fare il possibile, perch`e e` importante non reintrodurre subito ve-
leni nellorganismo. Si fanno pasti piccoli e frequenti, si mastica a lungo ogni
boccone. Quando descriveremo il digiuno di uno, tre, sette giorni, daremo altre
indicazioni pi`u particolareggiate.
Se si vogliono protrarre gli effetti del digiuno si pu`o continuare invece con una
dieta di sola frutta, sempre di una sola qualit`a (dieta di mele, cura delluva, ecc.)
ancora per alcuni giorni. (Vedi anche il cap.: il digiuno attenuato).
Allinizio della rialimentazione possono presentarsi due problemi: uno fisico,
uno psichico.
Pu`o accadere che, contrariamente a quanto si presumeva, non abbiamo alcuna
voglia di mangiare, dobbiamo nutrirci quasi a forza. Ci`o pu`o preoccupare o spa-
ventare. Si pu`o passeggiare, fare una doccia fresca, annusare lodore del cibo, per
stimolare lappetito.
La rottura del digiuno dopo pochi giorni, prima del ritorno della vera fame, non
e` fisiologica; lorganismo vorrebbe continuare il suo lavoro di disintossicazione.
Dobbiamo guidarlo, un po forzandolo, a rientrare nella normalit`a. Se c`e una
crisi di eliminazione in atto (coliche, febbricola o altro) bisogna aspettare che
passi, prima di rialimentarsi, altrimenti si rischia di vomitare.
La seconda difficolt`a e` questa: si pu`o attraversare a questo punto un breve
momento di depressione. Ci sembra di aver sbagliato tutto, ci si pente di aver di-
giunato, si avvertono sensi di angoscia inspiegabili. Uscire dallatmosfera limpida
e rarefatta del digiuno, per affrontare la realt`a terrestre, porta un certo squilibrio.
E` un passaggio di dimensione. Conoscendo in anticipo la possibilit`a di questa
piccola crisi, possiamo meglio padroneggiarla e superarla. A questo punto la pre-
senza di persone premurose, affettuose, calme, che ci preparino il cibo ecc., e`
di grande conforto.
Pi`u tardi, quando lo stomaco si e` un po riaperto, pu`o venire invece la smania
di mangiare pi`u di quanto in realt`a si riesca a digerire, con senso di gonfiore e di
peso.
` necessario in questa fase molto autocontrollo, sia riguardo al cibo, sia
E
nelle occupazioni.
Bisogna aver pazienza, non affrettarsi. Riprendere le proprie attivit`a gradata-
mente.

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Se si ha un numero di giorni limitati a disposizione, e` meglio fare un digiuno


pi`u breve, ma avere pi`u tempo per luscita dal digiuno. Molte riprese vengono
affrettate troppo, per impazienza o impegni, e si compromettono cos` i benefici
ottenuti.
Nella terza fase bisogna ancora evitare gli eccessi, mangiare cibi molto sani, in
gran parte crudi, ben combinati. Il recupero dellenergia essendo, come abbiamo
visto, assai diverso da persona a persona, bisogna seguire le indicazioni del nostro
stesso organismo senza forzare.

7.8 Difficolt`a Avvertimenti


Per le controindicazioni e i malesseri durante un digiuno rimandiamo ai capitoli
specifici nella prima parte (Malesseri e crisi di eliminazione e Controndica-
zioni e pericoli). Riprendiamo qui solo alcuni punti. Ricordiamo che le crisi
di eliminazione devono essere le benvenute, se pure spiacevoli, perch`e indicano
che ci stiamo avviando verso la guarigione e/o il miglioramento del nostro stato
di salute.
Uno dei, disturbi pi`u frequenti e forse il pi`u inquietante (ma non pericoloso) e`
la palpitazione o tachicardia. Avvertiamo cio`e il cuore che batte forte. Se linte-
stino e` libero (di qui limportanza di liberarlo prima del digiuno), se si e` calmi e
riposati, ben ossigenati, non dovrebbe presentarsi. Nel caso fare un automassaggio
(di tipo do-in), respirare aria pura e aspettare che passi.
Se tende a riaffacciarsi, si e` intimoriti, si e` soli, interrompere il digiuno.
Lunico rischio sostanziale, forse, di un digiuno breve autogestito e` che esso
pu`o essere effettuato da individui nevrotici, che sono incapaci di autoregolazione,
anzi sviluppano cariche auto distruttive. Tali persone devono essere seguite molto
da vicino, non possono essere lasciate a se stesse.
I problemi insorgono di solito quando non si sono seguite le controindicazioni,
o si contravvengono tutte le regole che abbiamo appena spiegato.
Il digiuno e` una cosa seria; va condotto a regola darte. Non si pu`o pretendere
di ricavarne benefici, se si fa tutto il contrario di quello che si dovrebbe: si prende
freddo, ci si affatica, ci si rialimenta a casaccio.

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7.9 Le leggi dellenergia


Le ricapitoliamo e chiariamo in un capitolo specifico, perch`e e` fondamentale
capirne il funzionamento.
Anche per lenergia corporea vale la legge generale della fisica: lenergia non

si crea, non si distrugge, ma si trasforma. Se cessAarno di nutrirci e quindi non
assumiamo pi`u energia esterna dal cibo, i processi vitali si svolgono consumando
le energie di riserva nellorganismo (grassi, glicogeno, ecc.). Nello stesso tempo
per`o lorganismo risparmia il lavoro occorrente a digerire e assimilare il cibo.
Insomma e` come smettere di lavorare per un certo tempo e vivere con i denari
messi da parte, quando si lavorava. Si sta benissimo, solo che il capitale un bel
giorno finisce.
Durante il digiuno non si ha in realt`a diminuzione di apporto energetico, ma
si vive con lenergia messa da parte.
La sensazione di debolezza deriva soprattutto dal fatto che lenergia de-
fluisce dai muscoli, per affluire agli organi emuntori (fegato, reni, ecc.). Il
corpo, con questa debolezza, ci suggerisce il riposo, per svolgere meglio il suo
lavoro rigeneratore. Alcune persone durante il digiuno avvertono invece un po-
tenziamento delle loro forze, come se entrassero in contatto con energie interne
prima bloccate, o pi`u spesso un flusso e riflusso di energie.
Forse la debolezza precedente dipendeva da intossicazione. In realt`a questi
fenomeni, la diversit`a di reazioni e sensazioni da individuo a individuo ecc. non
sono facilmente spiegabili 6
In ogni caso e` bene non sperperare energie durante un digiuno. Se si conserva
una certa attivit`a, e` vero che ci si pu`o sentire pi`u forti, ma questo significa solo che
stiamo canalizzando lenergia verso unattivit`a esterna, non verso la disintossica-
zione. Abbiamo osservato infatti che, in molti casi, se si continua unattivit`a
fisica, passeggiate, sport, ecc. la disintossicazione piu` intensa non comincia e
le prime crisi di eliminazione avvengono quando, per debolezza, tali attivit`a
vengono sospese.
Unattivit`a fisica moderata allaperto, invece, pur consumando un minimo
di energie, e` necessaria per accelerare la circolazione del sangue ossigenato nei
tessuti.
E` bene evitare anche qualsiasi stimolo violento, tipo docce fredde, che danno
6
Perfino le posizioni astrologiche alla nascita sembrano influenzare il flusso delle energie in un
individuo (GARRISON, Astrologia e salute, cdigiuno Longaneri, pag. 165). Pensiamo anche ai
bioritmi).

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solo una momentanea sensazione di benessere, perch`e interrompono il processo


di disintossicazione. Ma in realt`a sono solo una sferzata, non apportano alcuna
energia dal di fuori 7 .
Durante il digiuno lorganismo diviene pi`u capace di captare ed assorbire ener-
gie sottili, il prana, le vibrazioni, e di queste si deve nutrire, questo e` un reale
apporto energetico.
Bisogna badare al fatto che anche il prana e gli ioni negativi possono, per`o,
essere assorbiti in sovraccarico. Se lindividuo e` impreparato, un eccesso di espo-
sizione allaria aperta, vento, ecc. pu`o farlo divenire nervoso, insonne, in tensione.
Noi raccomandiamo laria aperta, ma sempre secondo la propria capacit`a dassor-
bimento. Tale esposizione va fatta in maniera proporzionata alla propria resistenza
e progressiva.
Il prana segue il pensiero. Secondo alcuni maestri yoghi lenergia guaritrice
pu`o essere guidata verso gli organi malati o carenti, concentrandosi su di essi. Ma
se non si conoscono bene tali tecniche, e` meglio rilassarsi e lasciarla fluire spon-
taneamente. Il pensiero ansioso o preoccupato, concentrato sullorgano malato,
potrebbe al contrario bloccare tale flusso.
Ancora unultima osservazione. E` stato notato (SHELTON, Digiunare per
guarire, pag. 192) che alla rottura di un digiuno, gi`a al primo sorso di succo, o al
primo boccone, prima che il cibo sia digerito, ci si sente rinfrancati e meno deboli.
Riflessi condizionati? Autosuggestione? Oppure questo avviene perch`e il corpo
pranico assorbe energia gi`a dalla masticazione? (ASTOLFI pag. 36).
Questi fenomeni sono abbastanza misteriosi.

7.10 Il post-digiuno
Non tutti i benefici si manifestano subito dopo un primo digiuno breve o medio.
In alcune persone la salute sembra quasi peggiorare, a causa di una crisi di
eliminazione intensa, non ancora portata a termine. Ma, anche in questi ca-
si, una salute migliore si stabilisce dopo alcuni giorni o settimane dalla ripresa
alimentare.
7
Accade lo stesso quando nella vita di tutti i giorni si prende un caffe, un the o altro stimolante.
Ci si sente solo pi`u forti, in realt`a subito dopo si diviene pi`u deboli. E` ben diverso insomma, se
ad un cavallo si d`a una frustata o una manciata di biada.

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Riprendendo la vita normale, se alcuni dei risultati pi`u appariscenti ottenuti


durante il digiuno si attenuano, permane il miglioramento generale.
Ma occorre perseverare nelle abitudini di vita pi`u sana, se si vogliono stabiliz-
zare tali miglioramenti.
Cos` di digiuno in digiuno si pu`o arrivare ad un cambiamento di alimentazione,
di abitudini e anche di mentalit`a. Se si vuole!

7.11 Conclusione delligiene del digiuno


Non vorremmo che, dopo la lettura di queste pagine, laspirante digiunatore re-
stasse con limpressione che il digiuno sia una cosa complicata e difficile.
Noi abbiamo voluto dare le pi`u minuziose indicazioni e discutere alcune va-
rianti, perch`e non ci siano imprevisti e ciascuno possa scegliere i suggerimenti a
lui pi`u adatti.
Nei digiuni brevi, fino a tre giorni, di tutti i consigli, che abbiamo dato, o che
daremo, vanno seguiti almeno gli essenziali, senza ansia se alcuni secondari sono
irrealizzabili. La portata degli errori o trasgressioni, che sarebbero gravi in un
digiuno lungo, e` assai diminuita in uno breve.
Allatto pratico il digiuno e` una cosa semplice. Stare a riposo, al caldo, sereni,
in un ambiente naturale, bere acqua pura (o fare un clistere). Rialimentarsi poi
gradatamente cominciando dalla frutta. Tutto qui.

7.12 La programmazione
Dopo aver cos` rassicurato il lettore, dobbiamo aggiungere per`o che la semplicit`a
e` sempre un punto darrivo, altrimenti si cade nel semplicismo.
Se c`e una cosa che va programmata con cura e` un digiuno, perch`e e` fastidioso
e controproducente dover affrontare problemi e imprevisti nello stato di debolezza
fisica e rilassatezza mentale, che il digiuno porta. E questo anche per digiuno
brevi.
Bisogna liberarsi da tutti gli impegni, ispezionare prima il luogo dove si star`a,
avere presso di s`e tutte le cose che possono occorrere, compresa un po di
frutta, yogurth e miele per la rialimentazione, se si e` soli. La frutta non sar`a
freschissima, ma almeno e` a portata di mano.

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7.13 La preparazione fisica e mentale


E` consigliabile smettere qualche giorno prima luso di eccitanti, caff`e, sigarette, di
medicinali e anche della carne. Lultimo pasto dovrebbe essere leggero (yogurth,
frutta), seguito da un clistere.
In digiuno pi`u impegnativi, alcuni giorni a verdura e frutta ripuliscono natural-
mente lintestino e possono rendere superfluo il clistere (non da tutti ammesso o
gradito). Ci si prepara anche documentandosi, leggendo libri sul digiuno ecc. Lo
scopo del digiuno deve essere ben chiaro, meglio se messo per iscritto Il digiuno
deve essere motivato, non lo si pu`o fare per niente (A. DRAGO pag. 371).
Secondo Saury (pag. 79), se la durata del digiuno viene decisa in anticipo,
lorganismo si adegua a tali tempi. (v. Nota)

7.14 Quanto digiunare?


A questa domanda e` molto difficile rispondere per la grande diversit`a di resistenza
da individuo a individuo8.
Fra i medici ed esperti di digiuno, ci sono i partigiani dei digiuni lunghi e
quelli dei digiuni brevi e ritmati. Nellautogestione bisogna attenersi piuttosto a
questultima modalit`a.
I primi digiuni quando si e` inesperti non devono superare i tre giorni. Si pos-
sono fare due digiuni brevi o medi (3, 5, 7 giorni) due volte lanno, ai cambi
di stagione. Per mantenimento c`e chi digiuna un giorno alla settimana, chi un
giorno al mese. C`e chi digiuna molto di pi`u e chi di meno.
Soprattutto e` essenziale mantenere lo stesso ritmo, una volta trovato quello
giusto.
Si pu`o poi fare un digiuno lungo ogni qualche anno. Non si deve ripetere un
digiuno lungo prima di sei mesi.
Inoltre bisogna tenere presente che i vantaggi fisici o le esperienze spiritua-
li in un digiuno non sono sempre proporzionati alla sua lunghezza, ma molto
allaccuratezza con cui viene condotto, allo stato danimo, ecc.
8
Se si e` debilitati e privi di energia, sarebbe bene, prima di affrontare un digiuno impegnativo,
ricaricarsi con qualche giorno di riposo al mare o in montagna.

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7.15 Quando e dove?


Quando? La stagione dei grandi digiuni e` sempre stata la primavera, periodo della
massima eliminazione e disintossicazione. Anche allinizio dellautunno conviene
digiunare, passando dallalimentazione estiva (molto yin) a quella invernale. Nella
settimana il giorno pi`u adatto e` in genere il venerd` (che corrisponde nel ciclo
settimanale alla primavera).
Per la scelta del giorno pi`u adatto nel mese vedi il cap. Digiuno e luna.
Vi sono poi le vigilie delle festivit`a ed altre occasioni contingenti.
Per le donne che hanno il ciclo, potendo scegliere, sarebbe bene iniziare un
digiuno subito dopo la fine della mestruazione.
A voler essere raffinati, si possono armonizzare i tempi del digiuno col proprio
bioritmo.
Dove? Luogo ideale e` una casa di campagna, una seconda casa propria o
di amici, con prati e boschi nelle vicinanze. Piante e alberi di specie diversa,
secondo Saury (pag. 105) dovrebbero trovarsi nel luogo del digiuno Ogni specie
d`a un messaggio differente. Lolivo conferisce calma, dolcezza, forza. E non
lontano dovrebbe esserci anche un lago o una sorgente. (Sarebbe infatti meglio
bere acqua sorgiva). Ma tutto questo non sempre e` reperibile.
Almeno una casa tranquilla, silenziosa, con una terrazza. Se non si trova altro,
a casa propria in citt`a, usando certi accorgimenti: tener lontano parenti o amici
ansiosi, andare giornalmente in parchi poco frequentati ecc.
C`e anche chi si propone di digiunare in tenda, e dovrebbe essere bellissimo,
occorre per`o essere gi`a esperti di campeggi e di digiuno, essere sicuri di non avere
freddo, ecc..
In pratica anche se non e` possibile avere le condizioni ottimali di luogo e di
tempi, si possono trarre egualmente benefici dal digiuno, adattandosi alle circo-
stanze e seguendone almeno le regole fondamentali.

7.16 Istintoterapia
La variabilit`a dei tempi del digiuno, la necessit`a di adattarlo alle circostanze, ci
induce ad accennare al concetto di istintoterapia. I nostri consigli non possono che
essere generici. Ciascuno, seguendo le esigenze del proprio stesso corpo, dovr`a

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adattarne a s`e i tempi e i modi. Nessun testo scientifico, nessun medico potr`a
lontanamente avvicinarsi alla precisione delle indicazioni dellistinto.
E` molto importante fare attenzione a tali richieste ed avvertimenti e saperli
riconoscere; non scambiarli con proiezioni mentali o con le voglie; che nascono
` importante saper adattare alle proprie necessit`a i vari
da abitudini errate. E
consigli degli esperti, senza seguirli passivamente.
Il digiuno stesso fra laltro e` una buona occasione per rientrare in contatto
profondo col nostro corpo e le sue voci istintuali, cos` appropriate, circostanziate,
salvifiche.
(Vedi anche BURGER, Listintoterapia Ass. Igienista, Italiana). Imparate,
dunque, ad ascoltare il vostro corpo!

7.17 Abbigliamento
Seguire con pi`u cura le norme igieniste. Abiti e biancheria comodi, sciolti, di
fibre naturali (cotone, lana, lino), di colori chiari. Fibre sintetiche e coloranti
possono essere tossici. Il bianco difende dalle radiazioni nocive. Le calze soprat-
tutto bianche, perch`e i piedi assorbono veleni piu` di altri organi. In pratica
labbigliamento migliore e` una tuta di cotone, di colore chiaro.
Togliere anelli, catenine, altri metalli, che impediscono la buona circolazione
delle energie.
E` utile anche sospendere luso degli occhiali, per favorire un miglioramento
della vista.
(Chi porta dentiere deve tenerle e masticare ogni tanto a vuoto, altrimenti la
gengive potrebbero ridursi e la dentiera non andare pi`u bene).

7.18 Il sonno
E` bene dormire nelle ore buie, dal tramonto allalba, con la finestra aperta. Un
letto rigido, la testa al Nord (in direzione del campo magnetico terrestre). La
sera limitare al massimo letture, conversazioni, radio, TV; altrimenti, eccitati, non
si dorme. Durante un digiuno il sonno e` pi`u leggero, ma riparatore. Non preoccu-
parsi se si dorme meno, significa che lorganismo non ne ha bisogno. Coloro che

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desiderano dormire di pi`u devono svolgere unattivit`a fisica durante il giorno (ma
in questo caso, specie nei malati; i benefici saranno pi`u lenti).

7.19 Come passare il tempo


Durante un digiuno si ha una gran quantit`a di tempo, tutto quello che normalmen-
te viene impiegato a comprare, preparare, mangiare il cibo, ripulire stoviglie, ecc..
Inoltre quello che deriva dalla sospensione del lavoro e degli impegni. Non sem-
pre si hanno per`o le forze. In ogni caso non conviene, come abbiamo gi`a detto,
consumare energie in attivit`a faticose.
Suggeriamo qualche attivit`a leggera, il resto e` lasciato alla creativit`a di ciascu-
no.
Riordinare e pulire con cura la propria stanza, sistemarla gradevolmente con
poster, fiori, ecc. fin dallinizio del digiuno.
Questo ci mette in sintonia con le cose intorno a noi. Mentre noi ci purifichia-
mo, anche il nostro ambiente deve divenire puro. Leggere libri sul digiuno o altre
tecniche naturali. Ci sembreranno molto pi`u interessanti, mentre stiamo vivendo
lesperienza.
Scrivere un diario: sar`a utile in un prossimo digiuno.
Disegnare, dipingere con pennarelli o acquarelli: i colori ci appaiono pi`u vivi.
Osservare, con i sensi resi pi`u acuti dal digiuno, erbe, fiori; ascoltare uccelli.
Musica classica, conversazioni e letture sempre brevi. Meditare. Pregare. Saury
(pag. 106) parla di digiuno spiritualizzato con vocalizzi e canto, audizione di canti
gregoriani, lettura di testi sacri e poemi.
Ogni attivit`a deve essere interrotta appena richiede sforzo. Non bisogna nep-
pure aver paura del non-fare; un po di noia forse e` inevitabile. Ma e` un tipo di
noia, che, accettata serenamente, pu`o risultare positiva. Dalla forzata inazione
possono nascere nuovi progetti nuovi filoni di ricerca interiore.

7.20 Le compagnie
Mai come durante un digiuno si apprezza la saggezza del vecchio adagio: Meglio
soli che male accompagnati. Il digiuno ci rende particolarmente ricettivi alle
vibrazioni, che ci trasmettono gli altri (ASTOLFI pag. 63). Tanto positive che

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negative. E` gradita la presenza di persone dolci, pure, premurose, spirituali. Se si


e` ben affiatati, si pu`o digiunare col proprio partner o con amici igienisti. Se non si
e` sicuri di questa perfetta intesa, meglio isolarsi. (v. Nota)
Gli asceti, i mistici hanno sempre digiunato nel deserto. Le pi`u importanti
esperienze spirituali si hanno nella solitudine.

7.21 Tecniche utili complementari


Al digiuno si possono abbinare, con moderazione, tecniche naturiste o yogiche
dolci. Ne suggeriamo alcune, che ci sembrano pi`u idonee, indicando qualche
manuale, da cui apprenderle. Alcune vanno imparate prima del digiuno:

1. Esercizi respiratori (RAMACHARAKA, Respirazione e salute, ed. La bus-


sola HANISH, Salute e respiro o altri testi).

2. Automassaggio. Doin. Molto utile, quasi indispensabile per rinfrancarsi e


rinvigorirsi. Vedi Tav. n. 4. (RODIFAL Doin, ed. Mediterranee o altri
testi).

3. Ginnastica oculare. Abbinata al digiuno pu`o far recuperare qualche grado


di vista (BENJAMIN, Miglior vista senza occhiali, ed. Astrolabio o altri
testi).

4. Affermazioni scientifiche di guarigione (YOGANANDA, ed. Astrolabio).

5. Inoltre si pu`o fare qualche asana yoga (le posizioni si tengono con pi`u faci-
lit`a per la maggior elasticit`a delle giunture) (vedi; anche per le pratiche yo-
giche di purificazione associate al digiuno, R. VAN LYSEBETH, Perfeziono
lo yoga, ed. Mursia).

6. Training autogeno.

Si pu`o passeggiare a piedi nudi, per stimolare la pianta del piede. Si possono
tagliare o rasare i capelli per rinforzarli. Si possono fare applicazioni di argilla
(disapprovate per`o da Shelton). Aspirare profumi naturali. Pranoterapia, ecc..
Nota. A volte anche scambiare solo qualche parola con persone che non
condividono lesperienza, basta a richiamarci indietro e rompe la particolare
atmosfera in cui il digiuno ci immerge e che e` bene invece conservare.

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Capitolo 8

Metodo spontaneo di autoguarigione

del dottor Sebastiano MAGNANO

Per assecondare lazione equilibrante del digiuno e mitigare le eventuali crisi,


possono essere utili delle pratiche volte a migliorare il libero flusso dellenergia
vitale.
Il principio generale alla base di questo metodo e` quello di lasciar affiorare
azioni ed atteggiamenti il pi`u possibile spontanei e quindi liberi dai blocchi e
dalle coercizioni dellio superficiale.
Le attivit`a diventeranno allora espressione degli impulsi profondi, delle neces-
sit`a biologiche, della Forza Vitale stessa, libera di esprimersi, e saranno pertanto
riequilibranti e benefiche.
Ho distinto le pratiche di autoguarigione in: movimento libero, espressione
libera, vissuto libero e sto preparando uno scritto in cui saranno trattate ampia-
mente.
Qui mi limiter`o ad esporre una modalit`a di movimento libero che mi sem-
bra facilmente comprensibile: il camminare libero.
In un posto tranquillo, ampio, appartato, preferibilmente allaperto (prato,
spiaggia. ecc.) si inizi a camminare (meglio a piedi nudi). Si porti lattenzione sui
movimenti delle gambe, delle braccia e di tutto il corpo.
Ad un certo punto si potr`a avvertire come una forza che nasce dallinterno del
corpo e spinge verso movimenti non abituali. Questa tendenza sar`a contrastata dai
condizionamenti acquisiti, dallo stile dincedere appreso.

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In qualche misura si pu`o diminuire la forza dei condizionamenti, rendere pi`u


libere di esprimersi le forze interne: si avvertir`a allora che lincedere assumer`a
un ritmo nuovo, una modalit`a strana ed imprevista.
Tutto questo non sar`a deciso, semplicemente avverr`a, basta non impe-
dirlo.
In questo modo si alleggeriranno profonde tensioni. Sono sufficienti pochi
minuti saltuariamente, ogni volta che le circostanze e lambiente renderanno pra-
ticabile questo metodo.

8.1 Digiuno e guida di auto


La guida e` sempre sconsigliabile per la tensione nervosa e i gas tossici, che si
inalano.
Pu`o anche essere pericolosa, perch`e durante un digiuno i riflessi sono rallenta-
ti, o possono insorgere improvvisi capogiri, mentre si e` al volante. Guidare quindi
solo in caso di necessit`a, andare molto piano e per brevi percorsi.

8.2 Digiuno e luna


La tradizione iniziatica ha sempre collegato la luna al digiuno. Ma noi abbiamo
pochi dati sperimentali accertati.
Durante la luna crescente i processi assimilativi e costruttivi dellorganismo
sono accelerati (crescita pi`u rapida di peli, unghie, e di tessuti in genere), rallen-
tati durante la luna calante. Sarebbe preferibile condurre un digiuno, durante il
quale si desideri perdere rapidamente peso e accumuli tossici, in luna calante?
Siamo ancora a livello di ipotesi. E` bene che ciascuno segua il proprio istinto o
lesperienza personale.
Riguardo ai digiuno mensili, di un giorno o due, la pratica yogica ci d`a indi-
cazioni precise. Come le maree sono influenzate dalle fasi lunari, cos` nel nostro
corpo, formato per il 75% di acqua, lattrazione lunare ha i suoi effetti . . .
Nei giorni di luna piena e luna nuova e nei giorni, che li precedono immedia-
tamente, la parte liquida del nostro corpo e` attratta verso lalto. Molti di questi
liquidi, specialmente i succhi gastrici, in questo periodo hanno un effetto negativo
sul corpo e sulla mente. Quindi si raccomanda, per controllare ci`o, un digiuno

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completo senza acqua, l11 giorno, dopo la luna nuova e dopo la luna piena . . .
Questo undicesimo giorno e` detto in sanscrito Ekadashii . . .
E` stato osservato che, specialmente in periodo di luna piena, vi e` un anor-
male aumento della criminalit`a e dei disturbi mentali . . . Un altro degli aspetti
del digiuno di Ekadashii e` che concorre a preservare una maggior quantit`a del flui-
do corporeo necessario al nutrimento del cervello . . . Nel 12 giorno dopo la luna
piena e la luna nuova avviene nel corpo umano un cambio chimico, per cui questo
fluido sottile e` convertito in cibo per il cervello molto benefico per la meditazione
...
La determinazione del giorno di Ekadashii e` calcolata in base al calendario
lunare . . . Per una giusta determinazione e` preferibile informarsi presso un centro
Ananda Marga . . .
Per coloro che non sono sposati (per controllare quindi pensieri sessuali e
liquido seminale) un beneficio extra pu`o essere ottenuto da un digiuno addizionale
in giorni di luna piena (Purnima) e luna nuova (Amavasya) . . . (ANANDAMURTI
pagg. 38-40). Molto interessante e` anche una tradizione tibetana, secondo cui
digiunando il giorno di luna nuova e il giorno di luna piena (da unora prima
dellalba a unora dopo lalba del giorno successivo, cio`e 26 ore) non si riacquista
il peso perduto. 1 .

8.3 Digiuno e radioattivit`a


E` dubbio se convenga o meno condurre un digiuno in presenza di un forte inqui-
namento radioattivo.
Daltra parte in un momento di emergenza, in cui i cibi fossero inquinati, un
digiuno pu`o evitarci di assumerne.
Se abbiamo assorbito radioattivit`a eccessiva (fall-out o altro) siamo convinti
che un digiuno successivo pu`o aiutarci validamente ad eliminarla e riparare i danni
subiti, perch`e potenzia tutte le difese organiche.
1
Il dottore N. Kropacek di Bologna sta sperimentando tale digiuno in casi di obesit`a, pare con
successo.

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8.4 A chi serve il digiuno autogestito


A tutti certamente e in tutte le et`a. (I bambini quando sono malati digiunano
distinto).
Imparare a digiunare correttamente dovrebbe far parte del normale bagaglio
culturale di una persona: come si impara a leggere o a nuotare o ad andare in
bicicletta.
Con la pratica del digiuno si tengono lontane le malattie, si ritarda la vecchiaia,
si disciplina la mente ed eleva lo spirito.
Ma vi sono categorie di persone a cui il digiuno, nella sua forma autogestita,
sembra pi`u utile, anzi indispensabile.

Obesi che vogliono dimagrire.

Fumatori, alcolisti, tossicodipendenti, che vogliono liberarsi da tali schia-


vit`u.

Donne ed uomini di mezza et`a, che aspirino ad una rinnovata giovinezza.

Malati con modesti disturbi acuti o cronici.

Futuri padri e madri.

Attivisti non violenti o scioperanti della fame (detenuti o no).

Cercatori di Dio.

Vediamo di dare qualche indicazione specifica a ciascuna categoria.

8.5 Digiuno e grasso superfluo


Nella nostra civilt`a dei consumi si mangia troppo e male e si accumula grasso
superfluo. Contemporaneamente si persegue un ideale estetico di elegante ma-
grezza. Lobesit`a diviene un handicap nella vita di relazione. Il che rende spesso
complessati e infelici gli obesi.
Il grasso superfluo e` dannoso sia allestetica che alla salute. Diabete, pressione
alta, malattie cardiache, cancro (e perfino suicidi) sono pi`u frequenti nei grassi che
nei magri (SHELTON, Digiunare per guarire pag. 230).

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Anche la mente e lo spirito sembrano appesantiti, quando il corpo e` appesan-


tito.
Il digiuno e` la pi`u semplice, innocua e piacevole cura dimagrante. Non si deve
lottare contro la fame (perch`e scompare), si dimagrisce rapidamente (un chilo e
anche pi`u al giorno nei primi giorni). I grassi digiunano con piu` facilit`a dei
magri e possono mantenere una moderata attivit`a (passeggiate ecc.) che aiuta a
smaltire ladipe e tonifica i tessuti. Certamente lobeso che vuol perdere 15 o 20
chili, tutti insieme, deve far un digiuno lungo presso istituti specializzati.
Ma con piccoli digiuno periodici autogestiti ci si pu`o avvicinare per gradi al
peso ideale. Per 1a scelta dei giorni pi`u adatti vedi il cap. Digiuno e luna.
Inoltre il digiuno pu`o migliorare il funzionamento delle ghiandole endo-
crine.
E` fondamentale fare molta attenzione, durante la ripresa alimentare, a non
mangiare troppo e continuare poi con una dieta adatta, per non riprendere il peso
perduto.
Si raccomanda di seguire strettamente, in tale dieta, le combinazioni alimentari
(vedi tav. n. 3).
Se lobesit`a e` causata da problemi psichici, carenze affettive, ecc. che hanno
portato la persona a sovralimentarsi, e` evidente che tali cause vanno esaminate e,
per quanto possibile, rimosse. A volte la gratificazione che fino allora veniva cer-
cata nel cibo, pu`o essere sostituita dalla soddisfazione di ottenere a vista docchio
e con modesto sforzo un fisico nuovo, pi`u attraente e pieno di benessere.

8.6 Digiuno, giovinezza, bellezza


Il veterinario russo Suren Arakeljan (vedi bibliografia) sostiene che per luomo
lobbiettivo di vivere fino a centoventi anni e` pienamente raggiungibile. Per-
ch`e? Egli stesso appassionato digiunatore, ha condotto una serie di esperimenti di
digiuno su animali, con effetti di eccezionale ringiovanimento 2 .
Nel 1964, presso listituto di ricerca della regione di Saratov, egli si fece conse-
gnare mille galline giapponesi, che avevano smesso di deporre uova a causa della
vecchiaia ed erano destinate perci`o al macello. Con una serie di digiuni f.u. (cio`e
fisiologicamente utili, aggiungendo allacqua un preparato antistress a base di er-
2
Riportiamo tali dati perch`e, pur trattandosi di esperimenti su animali, non li riteniamo
esperimenti di vivisezione.

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be) le riport`o a nuova giovinezza. Le galline mutarono le penne e ricominciarono


a deporre uova.
Gandhi, esaminato dai medici durante un digiuno, pur avendo 64 anni, fu
trovato fisiologicamente sano come un uomo di 40 (PIZZI pag. 33).
Perfino unantica ricetta magica (vedi excursus storico) prescrive 40 giorni di
digiuno a pan secco: per ottenere la perpetua giovent`u. Il digiuno liberando
le cellule dalle scorie tossiche produce un rinnovamento profondo in tutto lorga-
nismo ed anche nel suo aspetto esteriore. E` emozionante per una donna non pi`u
giovanissima (e forse anche per un uomo) vedere bellezza e giovinezza riaffiorare
sul suo volto e sul suo corpo, in un digiuno anche breve. Le rughe si distendono,
i lineamenti si rassodano, le cosce si snelliscono, la cellulite si riassorbe.
Alcuni effetti pi`u vistosi, in parte si offuscano, se si torna alla vita quotidiana
di stress; ma permane una nuova vigoria, linvecchiamento e` ritardato 3 .

8.7 Digiuno, sessualit`a e fertilit`a


Poich`e un digiuno modifica il ritmo delle ovulazioni e delle mestruazioni, le donne
devono stare attente a ricalcolare i loro giorni fertili.
Si possono avere rapporti sessuali durante un digiuno? Di solito ne manca il
desiderio. E non sembra il caso di trattenere nel basso ventre energie, che stan-
no risalendo. In linea generale quindi sarebbe meglio astenersene. Ognuno poi
decider`a da se caso per caso.
Interessantissimo ci sembra il suggerimento di Cott (pag. 88): un digiuno co-
mune preparatorio per la coppia, che decida di avere un figlio, e fornir`a cos` ovulo,
spermatozoo, corpo materno pi`u puri e sani. (Il rischio di aborti, malformazioni
prenatali, ecc. diminuirebbe).
Inoltre, secondo una tradizione esoterica, le anime piu` evolute possono in-
carnarsi solo in genitori che offrano un sangue molto puro.
Si citano casi di digiuno che hanno risolto sterilit`a, aborti continuati, impoten-
za. Digiunare durante una dismenorrea porta sollievo. Durante la gravidanza il
digiuno sar`a breve, motivato, sotto controllo medico.
Citiamo il caso di una nostra amica igienista che ha risolto due minacce di
3
Dopo un digiuno usare solo prodotti cosmetici purissimi per non intossicare di nuovo la pelle.

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aborto in due diverse gravidanze con un digiuno di 24 ore e uno di 48 ore, pi`u
riposo assoluto a letto.
Durante lallattamento il digiuno e` da evitare, perch`e arresta la secrezione
lattea. (Potrebbe se mai essere usato proprio a questo scopo, ove ci`o si rendesse
necessario).

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Capitolo 9

Malattie di lieve entit`a

del dr Sebastiano MAGNANO

Ritengo sia utile dire brevemente quali sono le malattie pi`u comuni, durante le
quali si pu`o ricorrere al digiuno autogestito di breve durata, traendone grandi
benefici, senza che si abbiano a temere complicazioni. Naturalmente si dovr`a
rinunciare alluso di qualsiasi farmaco, uso che accresce in realt`a la tossiemia
dellorganismo.
Dallelenco sono escluse tutte le forme morbose gravi per le quali, come si e`
gi`a detto, lopportunit`a e la durata del digiuno devono essere decise dallesperto.
Malattie da raffreddamento. Le cosiddette malattie da raffreddamento,
come raffreddori, influenze, laringite, sinusite, ecc. per lIgiene Naturale non sono
imputabili al freddo o ai virus e batteri, considerati solo fattori scatenanti. Tali
malattie non sono che le reazioni del corpo ad una condizione di intossicazione
generale del sangue e dei tessuti (tossiemia) dovuta a cattive abitudini di vita. I
vari sintomi (febbre, secrezione di muco, ecc.) non vanno soppressi con farmaci,
perch`e tendono a disintossicare lorganismo. Il riposo al caldo, associato a pochi
giorni di digiuno, mette il corpo nelle condizioni migliori per disintossicarsi da
s`e. La malattia allora non abortir`a per i farmaci presi, ma completer`a la sua
funzione disintossicante e, quando i sintomi regrediranno spontaneamente, si avr`a
una condizione di salute superiore a quella che si possedeva prima dellinsorgere
dei disturbi.
Disturbi dellapparato digerente: acidit`a di stomaco, digestione difficile,
diarrea; indigestione, colite ecc..
In alcuni di questi casi pu`o essere sufficiente rispettare le corrette combinazioni

64
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alimentari (vedi appendice). Tuttavia il completo riposo accordato allappara-


to digerente da un breve digiuno sar`a la condizione ottimale per ripristinare la
normalit`a della funzione.
Processi infiammatori di lieve entit`a: della pelle (foruncoli, ascessi, ecc.);
dellapparato locomotore (artrite, tendinite, borsite, ecc.); e di altre strutture.
Linfiammazione, se si evolve opportunamente e non viene bloccata, ha una fun-
zione disintossicante e ristrutturante.
Il digiuno ed il riposo fisiologico fanno s` che essa si sviluppi in modo completo
ed efficace; lesito allora sar`a la guarigione e non la cronicizzazione.
Naturalmente bisogner`a poi mantenere un pi`u sano stile di vita, perch`e i risultati
permangano.

Altre considerazioni utili in caso di piccole malattie

Si tenga presente che e` molto pi`u facile digiunare durante una malattia se si ha
familiarit`a col digiuno, sia nella teoria che nella pratica. Brevi digiuni periodici,
quando si e` in discreta salute (accompagnati ad abitudini di vita sana) diminui-
scono la probabilit`a di insorgenza delle malattie, o riducono la loro portata. Il
digiuno durante le malattie, favorendo la disintossicazione e la produzione spon-
tanea di anticorpi (cose che i medicinali invece impediscono) render`a lorganismo
pi`u resistente in futuro. Perci`o bisogna avere pazienza, se sembra che la malattia e
relativa convalescenza durino un pochino di pi`u, che se si prendessero antibiotici
o altri farmaci. Non solo e` tutta salute guadagnata, ma anche tempo risparmiato,
perch`e si evitano ricadute.
Inoltre raccomandiamo di curare col digiuno disturbi o piccole malattie subito,
fin dallinizio, prima che si aggravino o cronicizzino.
Altri consigli. Nel mal di gola succhiare fettine di limone e fare gargarismi col
limone. Nella febbre influenzale, dopo 24 o 48 ore di digiuno con sola acqua, se
lorganismo lo richiede, si pu`o continuare con il digiuno mitigato cio`e con qualche
succo di frutta, o qualche mela sbucciata.
Nelle indigestioni e` utile bere ogni tanto un bicchiere dacqua ben calda a
piccoli sorsi. (AIVANHOV pag. 82).
Nelle eruzioni cutanee ci si pu`o aiutare con impacchi di argilla.
Un buon clistere caldo allinizio di un malessere facilita spesso la guarigione.
Nei disturbi cronici la guarigione completa pu`o essere ottenuta con la ripeti-
zione di digiuni brevi.

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Ricordiamo infine la bella massima del dottor Tilden (TILDEN, La tossiemia,


ed. Igiene Naturale pag. 50): Riposo e caldo, aria fresca e silenzio conducono
alla guarigione.
La stanza del malato deve essere ben pulita, rassettata, areata, la biancheria,
sia del letto che personale, cambiata molto spesso; il malato deve essere accudito,
consolato, lavato, non stancato per`o con troppe parole e rumori.
E` interessante lipotesi del famoso etologo inglese Desmond Morris, secondo
il quale spesso queste piccole malattie sono semplici richieste di attenzione da
parte del malato verso il suo gruppo sociale.
Esempi diffusi delle malattie da invito alla pulizia (cio`e socializzanti, come
presso le scimmie primati luso di pulirsi lun laltro il pelo) sono la tosse, i raf-
freddori, linfluenza, il mal di capo, ecc.. Lindividuo da accudire suscita cure e
simpatia amichevole e di solito ci`o basta a guarire la malattia (D. MORRIS, La
scimmia nuda, ed. Bompiani 1970, pagg. 226-227).
Alla causa fisica, la tossiemia, potrebbe perci`o congiungersi una causa psico-
logica, il bisogno di attenzione.
Lingestione affannosa di medicinali, cos` di moda oggi, potrebbe essere un
surrogato alienante alla mancanza di cure affettuose.
Ricordiamo che cura, dal latino, ha anche il senso di sollecitudine. Fer-
ma restando la necessit`a di digiunare, sostituiamo le medicine con cure di puli-
zia ed attenzione, durante questi piccoli disturbi.

9.1 Tabacco, alcool, droghe


Poich`e il digiuno mette in moto un processo formidabile di autodisintossica-
zione, e` evidente che e` da considerarsi un ottimo mezzo per liberarsi dalla
dipendenza da qualsiasi genere di droga.
Bastano tre giorni di digiuno per distaccarsi dal bisogno di fumare tabac-
co, o almeno avviarsi ai suo rifiuto, nei casi pi`u ostinati. E cos` per la dipendenza
dallalcool, dai sonniferi, ecc.. Anche nelle tossicodipendenze pi`u gravi (eroina,
cocaina) il digiuno e` un grande aiuto, un pilastro sulla via del recupero.
Il punto di partenza deve essere sempre la decisa volont`a di smettere e occorre
anche tutta una situazione di appoggio psicologico e sociale.
Se mancano queste condizioni la persona tossicodipendente non comincer`a

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neppure il digiuno. Ma se tali condizioni sono presenti, il digiuno d`a loccasione,


rafforza la volont`a, favorisce la rottura dalle vecchie abitudini, prepara le nuove. Il
corpo stesso, durante e dopo un digiuno, entrato in fase di autodisintossicazione,
oppone una specie di rifiuto organico alla droga.
Bisogna tener presente che, se si digiuna in fase di intossicazione acuta, po-
trebbero scatenarsi crisi violente; occorre in tal caso una struttura o personale
preparato, per fronteggiarle.
Nella forma autogestita e` preferibile digiunare dopo una disintossicazione
clinica, o in fase non troppo acuta ecc., in un periodo cio`e in cui non si e` a
rota1 .
La prima volta non si supereranno i tre giorni. Una dieta vegetariana prima
e dopo il digiuno e` di grande aiuto. (Vedi anche la testimonianza di un ex-
tossicodipendente in appendice).
Constatiamo con rammarico che il digiuno, come mezzo di recupero dei dro-
gati, viene preso assai poco in considerazione. Ci auguriamo invece, che tale
mezzo possa essere sperimentato ed usato pi`u largamente nelle comunit`a terapeu-
tiche e possa essere pi`u conosciuto e diffuso dalle associazioni che lottano contro
tali piaghe sociali.

9.2 Scioperi della fame e digiuni non-violenti

di Gloria

In tali digiuni, condotti sotto la spinta di passioni politiche e/o in situazioni forte-
mente conflittuali, si rischia di trasgredire tutte le regole del digiuno terapeutico,
con danni per lorganismo.
Noi esortiamo vivamente tutti coloro che digiunano nelle carceri, nelle piazze,
nelle chiese e simili, a documentarsi sui testi igienisti prima di affrontare tale
1
Queste indicazioni hanno carattere prudenziale. Devo per`o aggiungere che ho seguito perso-
nalmente, minuto per minuto, se cos` si pu`o dire, la disintossicazione a secco di un tossicomane
abituale (usava circa mezzo grammo di eroina al giorno), attraverso tre giorni di digiuno totale,
senza aggiunta di alcun farmaco. Crisi preoccupanti non ce ne sono state.
Il ragazzo ha avuto sudorazione, vomito, diarrea, ma nei limiti di malesseri sopportabili. Lunica
difficolt`a vera e` stata linsonnia e inoltre problemi strettamente psicologici.
GLORIA.

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esperienza e di seguire poi, per quanto e` possibile, ligiene del digiuno, almeno
nelle linee essenziali2.
Ledere o distruggere il proprio corpo non e` il modo migliore di lottare contro
lingiustizia.
Per le motivazioni, atteggiamenti mentali, ecc. rimandiamo ai grandi mae-
stri della non-violenza (Ghandi, Luther King, Lanza del Vasto, Capitini, Jean
Goss); fra i testi da noi citati, a quello di Flaviano Pizzi e Antonino Drago; e
alle testimonianze sullo sciopero della fame in carcere, in appendice.
Vorremmo aggiungere ancora unosservazione. I digiuni di lotta, pur acco-
munati dallo stesso rifiuto del cibo, differiscono molto fra loro per il senso po-
litico o etico, o per la matrice culturale; e non tutti possono considerarsi non-
violenti. (Anzi alcuni rischiano di assumere carattere ricattatorio o autolesionista
o esibizionista).
Cos` vi sono scioperi della fame, dettati dalla disperazione, senza limiti di
tempo.
Ci sono digiuni di testimonianza o di protesta, programmati per un numero
preciso e limitato di giorni.
Ci sono digiuni che si propongono soltanto di piegare lavversario, che si
svolgono esclusivamente su un piano politico.
Altri che non interrompono il legame di fratellanza con loppositore e cercano
la sua conversione. Digiuni che fanno appello alla Potenza divina in favore di una
giusta causa.
Quando tutte le risorse umane sono esaurite dice Gandhi digiunare e` posare
il capo sul grembo di Dio.

9.3 Digiuno e preghiera

di Gloria, con un insegnamento di Padre Haering


Questa razza di demoni non si scaccia, se non con orazione e digiuno
(Matteo 17, 21).
Quegli che digiuna e` molto pi`u libero: la sua preghiera e` pi`u attenta e fervo-
2
Ghandi stesso dopo aver conosciuto lopera di Shelton ne divenne un adepto; lo invit`o a
trascorrere due anni in India; il progetto fall` a causa del suo assassinio. (PIZZI pag. 57).

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rosa, estirpa dal suo cuore i cattivi pensieri, si rende bene accetto a Dio e reprime
lorgoglio della sua anima. Quegli che sa congiungere la preghiera al digiuno ha,
per cos` dire, due ali pi`u rapide dei venti, non si lascia vincere, mentre prega, n`e
dalla noia n`e dal torpore, difetto tanto comune; ma un tal uomo e` pi`u ardente del
fuoco, pi`u elevato della terra ed e` , in particolar modo, pi`u temibile al demonio (S.
Giovanni Crisostomo, hom. LVII super Matth.).
Il cercatore di Dio, che, incoraggiato da tali esortazioni, comincia a digiunare,
pensando di ottenere di primo acchito chiss`a quali comunicazioni mistiche, pu`o
restare molto deluso.
Nei primi digiuni e` tanta la scarica di tossine che non gli restano in genere
energie per alte meditazioni. Occorre un certo allenamento. A volte la chiarezza
di spirito si produce solo verso la fine di un digiuno.
Pi`u che effetti immediati straordinari (e lo straordinario nella via mistica non
deve mai essere cercato di proposito) dobbiamo attenderci effetti generali nel
tempo: di forza interiore, di purezza, di distacco dal proprio io inferiore.
Il digiuno pu`o essere di 24 ore: a vespera ad vesperam; di 40 ore (ricordia-
mo le 40 ore di San Filippo Neri) o pi`u lungo, quando si e` allenati. I pi`u deboli
possono fare un digiuno attenuato con succhi di frutta.
Pu`o essere fatto alla vigilia di una festivit`a, in occasione di esercizi spirituali,
per vincere una difficolt`a, prepararsi ad una missione, occasionale o periodico.
Digiuno di penitenza, di purificazione, di lode, di impetrazione, di ringrazia-
mento, di preparazione.
E` bene aver chiaro lo scopo del digiuno, e nello stesso tempo essere disponibili
con grande libert`a ad accettare ci`o che lo Spirito vorr`a operare in noi. Silenzio e
solitudine sono indispensabili.
Una buona pratica, a cui esortavano i Padri della Chiesa, e` anche devol-
vere a scopo benefico il denaro risparmiato sul cibo3 .
Ancora raccomandiamo in quel giorno o in quei giorni di non uccidere o
danneggiare alcun essere vivente (neppure insetti o piante). Cosa a cui un
vero devoto dovrebbe tendere, per quanto gli e` possibile, ogni giorno della sua
vita e non soltanto nel giorno di digiuno4.
3
Beatus est qui etiam ieiunat pro eo ut alat pauperem (cio`e, e` beato chi digiuna anche per
nutrire un povero) scrive Origene (Homilia in Leviticum 10 n. 2).
Si tu ieiunes sine elemosyna, non computatur tibi in ieiunium. (Se digiuni senza far elemosina,

questo non e` un digiuno), ammonisce San Giovanni Crisostomo (Homelia in Matheum 77).
4
Dispiace leggere in Harold Smith, che pure dedica i suoi digiuno alla ricerca religiosa, la

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Quando digiunate, non assumete aria melanconica come gli ipocriti. . . (Mat-

teo: 6, 16-18).
Il maggior pericolo spirituale del digiuno e` di insuperbirsene. Questo av-
viene quasi a nostra insaputa. Su questo punto dobbiamo lavorare molto, fare
continui esercizi di umilt`a, e tener nascosto il nostro digiuno, come ci insegna il
Signore.
Se diciamo che abbiamo fatto una giornata di meditazione, non e` neces-
sario specificare che abbiamo anche digiunato, a meno che questo non serva
ad incoraggiare altri a questa pratica.
Nel settimo fioretto si narra che San Francesco digiun`o per 40 giorni, ma man-
gi`o nel frattempo mezzo panetto e questo per cacciar via da s`e il veleno della va-
nagloria e non rivaleggiare col digiuno di 40 giorni di Cristo. Evitiamo qualsiasi
emulazione o confronto sulla lunghezza dei nostri digiuno!

***

Dopo queste modeste indicazioni, ascoltiamo il prezioso insegnamento che il


padre B. Haering, teologo dellAlfonsianum (v. anche la sua testimonianza in
Appendice), ha voluto personalmente comunicarci con tanta affettuosa cortesia.
Il corpo non si purifica, se lanima e` sempre inquinata; daltra parte lanima

non si purifica, se il corpo e` inquinato, posseduto dai desideri. Il mio pensiero


va al di l`a della medicina psicosomatica, insisto sullesperienza spirituale, questa
mette in cammino luomo psicosomatico.
Il digiuno dal cibo va abbinato a un digiuno pi`u ampio, liberarsi da tutto quello
che ci impedisce il cammino verso Dio. Non possiamo affidarci a Dio, se abbiamo
bisogno di tante cose inutili. Ho aiutato cos` molte persone. Si sono avuti risultati
ottimi. Oggi questa pratica e` molto trascurata.
Ma il digiuno e` importante in vista della non violenza creatrice, contro la
grande patologia del mondo di oggi: violenza, falsit`a, avarizia.
E` importante lastinenza dal cibo come simbolo reale di tutto ci`o che si de-
ve lasciare per essere liberi allamore non-violento. E` purificazione dei motivi
di vita, delle nostre intenzioni inquinate dallegoismo. E` preghiera di lode, di
ringraziamento: troviamo tanti motivi per ringraziare Dio.
candida confessione che durante i suoi digiuni andava anche a pescare (!?) pag. 18.

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Io digiuno per approfondire il senso del dono. Avendo ricevuto tanto da Dio,
non abbiamo bisogno di tanta opulenza. La rinuncia e un senso di gratitudine
aprono il cuore a un dono pi`u abbondante.
Durante il digiuno la mia preghiera, oltre il Magnificat che amo molto, e`
questa:
Seguendo il ritmo del respiro, profondo e regolare, ripeto: Abba, Abba,
e questo anche per ore; e medito:
Tutto viene da Te, o padre, tutto ritorna a Te.
O Abba, nelle tue mani mi affido.
Lo spirito stesso prega in noi: Abba. (S. Paolo)5 .

9.4 Il digiuno come grande preparazione


Il digiuno e` una grande preparazione. Quando allinizio del suo ministero Ges`u
digiun`o per 40 giorni, Egli segu` una prassi che era comune nel mondo antico. . .
Si pensava che il digiuno potesse favorire il passaggio da un vecchio modo di
vivere ad uno nuovo. . . Come mezzo di preparazione fisiologica, sia per un cam-
biamento radicale di dieta, sia per un cambiamento di tutto un sistema di vita,
niente pu`o superare un digiuno. Possiamo affermare correttamente che il digiuno
e` una grande preparazione al rinnovamento per una vita pi`u valida e pi`u piena di
significato (SHELTON, Digiunare per guarire, pag. 150 e seg.).
A queste splendide parole di Shelton abbiamo ben poco da aggiungere. Dopo
un digiuno si e` diversi, affrancati dagli errori passati. Abbiamo salito un gradino,
varcato una soglia; siamo pronti a percorrere una nuova tappa del nostro cammino.

9.5 Come cominciare


Il digiuno di un giorno Il piccolo digiuno
In tutte le cose il pi`u difficile e` linizio. Il primo digiuno e` il piu` difficile. I
vegetariani digiunano pi`u facilmente dei carnivori.
5
Il mantra abbinato al respiro e` una potente tecnica yoga. Spesso i mantra vengono tenuti se-
greti. Ringraziamo il padre Haering di averci comunicato con tanta semplicit`a il suo metodo.
Abb a ci sembra un meraviglioso mantra cristiano.
In aramaico questa parola viene usata per rivolgersi in modo confidenziale al proprio padre,
corrisponde al nostro babbo, babbino. E Ges`u chiama Abba, il suo e nostro Padre celeste.

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Si pu`o cominciare con un digiuno molto breve (24 ore, 36 ore) cercando di ap-
plicare le regole, studiando le proprie reazioni, cos` come si comincia ad esplorare
un territorio sconosciuto. Poi ci si allena progressivamente a digiuni pi`u lunghi,
aumentando di un giorno o due per volta.
Il digiuno di un giorno serve come primo esercizio, come mantenimento pe-
riodico (mensile, settimanale, ecc.), abbinato ad una giornata di meditazione, per
un passeggero malessere e cos` via.
La maggior parte delle persone non ha bisogno di interrompere le normali
attivit`a, ma e` bene almeno ridurle. Nel giorno di ripresa si mangia frutta e/o
yogurt al mattino e si fanno poi pasti leggeri (o si continua con sola frutta).
C`e poi il piccolo digiuno quotidiano, raccomandato dal medico igienista
Dewey (RIALLAND pag. 13 e seg.), come apportatore di grandi, continui benefici
alla salute.
Consiste nel sopprimere abitualmente la colazione del mattino, o limitarla a del-
la frutta nella tarda mattinata. Lorganismo, nel lungo intervallo fra un pasto
e laltro (13, 14 ore), che si viene cos` a creare, ha piu` tempo per la fase di
eliminazione delle scorie. .

9.6 Il digiuno di tre giorni


E` il digiuno classico6 dellautogestione, non presenta problemi, n`e pericoli, pu`o
essere affrontato pi`u o meno da tutti, non si ha bisogno di assistenza e non ci si
annoia troppo. Gli inesperti non devono mai superare i tre giorni.
E` bene seguire abbastanza da vicino le regole igieniche per ottenere i vantaggi
desiderati, e quindi stare in moderato riposo ed interrompere il lavoro abituale.
Tre giorni di digiuno agli inesperti pu`o sembrare un periodo lunghissimo, per
gli appassionati cultori del digiuno e` una durata assai breve. Noi riteniamo pos-
sa considerarsi gi`a unesperienza impegnativa, che pu`o dare notevoli benefici e
grandi soddisfazioni, specie s`e condotto con cura.
Usato periodicamente mantiene lorganismo pulito ed evita disturbi e ma-
lattie.
6
Premettiamo che le cifre tre, sette per indicare la durata di un digiuno sono pi`u simboliche
che reali: vogliono indicare un digiuno breve e un digiuno medio. Una persona pi`u debole o meno
allenata trover`a in un digiuno di tre giorni le stesse difficolt`a che unaltra trover`a in un digiuno di
cinque e cos` via.

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Diamo un esempio di rialimentazione dopo un digiuno di tre giorni, a titolo


indicativo.

Primo giorno: frutta o succhi di frutta: un frutto ogni tre ore circa.

Secondo giorno: frutta e yogurt a colazione e merenda, a pranzo verdura cruda


succosa (finocchio, sedano, ecc.) con un p`o di ricotta o formaggio fresco; a
cena verdure lesse miste anche amidacee (patate, zucchine e carote), con un
pochino dolio.

Terzo giorno: frutta a colazione e merenda, a pranzo verdura cruda e riso bollito,
a cena formaggio fresco e verdura.

9.7 Il digiuno di sette giorni


Quando si e` sperimentato il digiuno di tre giorni, si desidera passare ad uno pi`u
lungo. Vi si dovrebbe arrivare gradatamente, sempre studiando le proprie reazioni.
E` quasi indispensabile, le prime volte, avere un p`o di aiuto da altri praticanti
igienisti, che hanno gi`a fatto lesperienza, con la possibilit`a di contattare almeno
telefonicamente un medico o un esperto che ci rassicuri. E` necessaria la presenza
di una persona gentile, che ci renda qualche servizio, se ci sentiamo deboli. Vi
sono per`o persone che digiunano sette giorni con gran disinvoltura.
I principi igienici del digiuno vanno seguiti con cura, va osservato il riposo e
curata la ripresa alimentare, per non danneggiare lorganismo invece di avvantag-
giarlo. Bisogna tener presenti le controindicazioni.
Diamo un esempio di rialimentazione.

Primo giorno: mezzo bicchiere di succo di frutta, un po allungato con acqua,


ogni due ore.
(E` capitato che alcuni gradiscano allinizio solo limone. Infatti il limone,
pur essendo un frutto acido, una volta assimilato diviene basico e combatte
lacidosi dellorganismo).

Secondo giorno: un frutto di stagione maturo ogni tre ore.

Terzo giorno: un frutto alle 8, alle 10, alle 16; una piccola quantit`a di verdure
crude (o centrifugato di verdure) a mezzogiorno e sera.

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Quarto giorno: un bicchiere di yogurt al mattino, frutta alle 10 e alle 16, verdure
a mezzogiorno e sera.

Quinto giorno: frutta o yogurth a colazione e a merenda, verdura cruda e for-


maggio fresco a pranzo, verdure lesse anche amidacee a cena7 .

Sesto e settimo giorno: ancora pasti frequenti e leggeri rispettando le combina-


zioni alimentari.

Nei primi due o tre giorni se si ha difficolt`a a rialimentarsi e si manca di centrifuga


si pu`o masticare bene la frutta e verdura cruda, assorbirne il succo e poi sputare
le fibre. Non sar`a una cosa elegante, ma non e` necessario farlo in pubblico. Anzi,
secondo il dottor Drofenik (pag. 71) questo metodo e` da preferire alluso del
frullatore, poich`e la masticazione produce una secrezione salivare preziosissima.

9.8 Il digiuno attenuato


Non rientra nel piano di questo lavoro trattare per esteso le tecniche del digiuno
attenuato. Ci basti darne un cenno. Si chiama digiuno attenuato quel tipo di
digiuno, in cui si assumono solo una piccolissima quantit`a di cibo giornaliero,
in genere di una sola qualit`a. Nel digiuno cristiano di solito pane secco: digiuno
a pane e acqua. Nel digiuno terapeutico succhi di frutta o di verdure (a volte latte).
Shelton fa osservare che quando in testi religiosi si parla di lunghi digiuno
di asceti o santi, si deve intendere digiuno attenuati. Yogananda consiglia tre
giorni di digiuno con succo darancia, per abituarsi a digiunare. I succhi
vanno bevuti in dosi modeste, a piccoli sorsi, insalivando bene ogni sorso.
Gli effetti sono pi`u lenti e meno decisi, rispetto al digiuno totale. Si evitano
per`o crisi di eliminazione acute.
Il digiuno attenuato pu`o essere indicato per persone troppo deboli, per affron-
tare un digiuno totale, o che vogliono mantenere una certa attivit`a. Vi sono natu-
risti (per esempio Breuss) che privilegiano il digiuno attenuato, quando si tratti di
lunghi digiuni.
Anche nel caso che, sia il digiunatore che i suoi familiari possano restare
impressionati da un digiuno totale, e` preferibile attenersi a quello attenuato.
7
Si consigliano le patate lesse, perch`e sono lunico cibo amidaceo alcalinizzante e non aci-
dificante e quindi adatto a combattere la leggera acidosi che si forma nellorganismo in seguito al
digiuno.

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Il Segreto di Igea, Guida Pratica al Digiuno Autogestito 75

A volte si pu`o cominciare con un periodo di digiuno totale e poi proseguire


con un digiuno attenuato.
Le modalit`a sono varie e tante. Ognuno dovr`a studiarsele per adattarle a s`e
caso per caso.

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Capitolo 10

CONCLUSIONE E CONGEDO

Nel passato le tecniche iniziatiche e il digiuno e` una tecnica iniziatica venivano


tenute segrete.
Ma la nostra non sembra pi`u epoca di segreti. Tutte le cognizioni pi`u perico-
lose sono in possesso di una umanit`a inesperta.
E poi e` scritto: Non c`e niente di nascosto, che non debba essere rivelato (Lc
XII, 2).
Se quindi vi abbiamo trasmesso queste tecniche, almeno tutto quello che anche
noi ne sapevamo, vi esortiamo per`o, a farne impiego corretto. Non c`e cosa tanto
buona di cui non si possa fare cattivo uso.
Sappiamo bene che del digiuno si pu`o abusare: digiuni eccessivamente lunghi
e imprudenti, ambiziosi o nevrotici, scioperi della fame ad oltranza, occultismo di
bassa lega.
Gli abusi si ritorcerebbero contro coloro stessi, che li mettono in atto. Rac-
comandiamo prudenza, accortezza e purezza di intenzioni. Se bene usata, enormi
benefici si possono trarre da questa pratica, in particolare in questa nostra epoca
sconvolta e sconvolgente.
La medicina ufficiale sembra in crisi, le strutture ospedaliere spesso inaffida-
bili; gli alimenti, laria, lacqua sono avvelenati.
Poter auto-gestire la propria salute, avere un mezzo per autodisintossicazioni
periodiche diviene essenziale.
E non solo questo e` il digiuno, ma molto di pi`u. E` una potente arma contro il
male, sotto qualsiasi dei suoi aspetti (fisico o metafisico) esso si presenti.

76
Il Segreto di Igea, Guida Pratica al Digiuno Autogestito 77

Sappiatela usare.
Noi abbiamo cercato di fornirvi gli elementi base perch`e ciascuno possa co-
minciare a fare questa esperienza in proprio. Fatela!
Lapproccio al digiuno non e` teorico, ma pratico. Solo chi prover`a, potr`a co-
noscerne veramente i meravigliosi segreti. Come congedo vi trascriviamo qui
lesortazione al digiuno di un antico poeta persiano1 .

ESORTAZIONE AL DIGIUNO di Giami

O tu, che per accompagnare quel tamburo che e` il tuo ventre sei diventato tutto
gola, da cima a fondo, come un flauto! Non hai altra occupazione, non hai altro
pensiero, che di riempirti il ventre.
Insecchisci il tuo ventre come la borsa ombelicale duna gazzella muschiata,
affinch`e il tuo fiato esali lolezzo del muschio. Lalito del digiuno dal labbro del
digiunatore e` pi`u profumato del muschio dei Tartari!
Tu hai attrezzato il tuo ventre per il pane e per lacqua: come potrai ricevere il
nutrimento dello spirito?
Il tuo interno e` pieno di vizio e di passione: come puoi essere accessibile alla
bellezza della frase: Mi fu causa di delizie il digiun`o?
Quando le fiamme dellinferno si appunteranno contro di te come spade e le
sue scintille come frecce traditrici, il digiuno accorrerr`a in tuo soccorso sul tuo
quaderno e ti riparer`a il petto come uno scudo di luce.
Lavidit`a e la ghiottoneria sono un inferno pieno di fuoco: e` bene apporre i
sigilli alla porta dellInferno.
Per la tua molta malvagit`a hai preso, come lasino dello spazzaturaio, labitu-
dine di trasportare cose immonde.
Perch`e ti offendi a questa mia uscita? Tu porti il vino entro il ventre, e lasino
lo porta sul dorso.
Vedi la luna novella del digiuno allorizzonte. Sembra la pupilla duna huri,
dietro unazzurra cortina.
1
GIAMI (1414-1492) nacque nel Khorasan. Studi`o dapprima lettere e scienze, fu poi iniziato
alla mistica nella tradizione sufica. Grande trattatista e grande poeta, fu maestro tanto nellarabo
che nel persiano, compose non meno di 46 opere. Godette il favore dei potenti del suo tempo.
Il testo e` tratto, con delle riduzioni, dal volume: Moreno: Antologia della mistica arabo-persiana.
Ed. Laterza 1951.

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Essa ti fa segno: Sigillati per me la bocca, o amico.


Se tu chiudi la bocca al cibo e alla bevanda, ti sar`a aperta la porta del mio
gineceo.
Curiosa chiave, che in questo angusto mondo chiude labisso e apre il paradiso.
Il digiuno degli eletti non e` soltanto questo; esso consiste nel fuggire da ogni
frivolezza.
Tutto ci`o che non ti e` lecito cercare, non cercarlo; tutto ci`o che ti e` sconve-
niente dire, non dirlo.
Non guardare ci`o che non merita di essere visto, chiudi lorecchio a ci`o che
non va sentito.
Purifica il tuo sapere e le tue azioni dallipocrisia; anzi purifica il cuore da
tutto ci`o che non e` Dio.

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Appendice A

TESTIMONIANZE DI
DIGIUNATORI

raccolte da Gloria

Nellambito della mia attivit`a nellAssociazione Igienista e nei movimenti non violenti, ho
avuto occasione di conoscere persone, che hanno fatto in teressanti esperienze di digiuno.
Poiche stavo raccogliendo materiale per questo libro, le ho sollecitate a raccontarmi
le loro storie.
Tutte le testimonianze sono state da me raccolte nel corso dellanno 1986 e riprese
dalla viva voce di tali persone. Conservano perci o` il tono di conversazione diretta ed
estemporanea.
Alcuni digiunatori li ho intervistati, durante una mia breve collaborazione alla Scuola
della Salute del dr. Magnano.
Franceschini e Gidoni li ho contattati durante un corso su Igienismo e non violen-
za, da me tenuto allarea omogenea del carcere di Rebibbia.
Altri digiunatori sono soci o simpatizzanti dellAssociazione Igienista. Padre Haering
lho conosciuto attraverso il MIR (Movimento Internazionale per la Riconciliazione); il
lama Cianciub presso il centro buddista di Roma, che pure frequento.

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A.1 Testimonianze raccolte presso la


Scuola della Salute del dr. Magnano

in digiuni di media durata


M.C. (donna), anni 34, altezza 1,64, peso iniziale Kg. 60, durata del digiuno:
giorni 5. Ha perso 3 Kg. di peso.
Motivazione: disintossicarmi soprattutto dai farmaci che ero costretta a pren-
dere per labilit`a del sistema nervoso. Sono stata benissimo, la mente lucida. Prima
ero preoccupata per la sospensione del farmaco abituale, poi mi sono rassicurata.
Lunica cosa negativa e` che ho dormito poco, per`o ho retto bene, se avessi passato
queste notti insonni in altri periodi sarei crollata. La compagnia degli altri mi ha
rassicurato e incoraggiato a continuare. Ho provato molta soddisfazione perche ci
sono riuscita.

L. (donna), anni 29 , altezza 1,57, peso iniziale Kg. 60, durata del digiuno:
7 giorni. Ha perso 4 Kg. di peso.
Motivazione principale: perdere peso. La pi`u grossa soddisfazione e` stata
la scomparsa di una ghiandola mastosica al seno, che avevo da 10 anni, grossa
come una noce, e che avevo curato con ormoni inutilmente. Non me lo sarei mai
aspettato!

M., anni 25, altezza 1,53, peso iniziale Kg. 55, durata del digiuno: 7 gior-
ni. Ha perso 5 Kg. di peso.
Motivazione: pulizia fisica, disintossicarmi da unalimentazione sregolata,
dimagrire, prendere contatto con le mie energie. A livello fisico ero piena di ener-
gia, facevo molte cose, passeggiate. . . C e` stato un inizio di comunicazione fra
due parti di me in conflitto: una autoritaria e laltra ribelle. Sento che comin-
ciano ad armonizzarsi. Mi sento pi`u decisa a non cadere nelle vecchie abitudini
trasgressive: caff e` , sigarette, ecc.

M., anni 25, durata del digiuno: 9 giorni.


Motivazione: rimettermi in forma fisica e mentale. Mi ha colpito il fatto
che il digiuno mi ha ridato energie non solo mentali, ma anche fisiche. Sentivo
una ricarica mentre passavano i giorni ed ero rilassata nello stesso tempo. Come
scrollarsi un peso di dosso.

E ancora:
R.: Solo durante un digiuno mi sento veramente in pace con me stessa.

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Z.: Dopo il digiuno ho avvertito una crescita morale in me. Ho cercato meno
avventure e divertimenti e pi`u le cose serie, autentiche della vita.

A.2 Esperienze di digiuni lunghi autogestiti:


OMERO e MARIO

A.2.1 Omero: digiuno di 15 giorni

Mi sono avvicinato al digiuno per intuizione personale. Avevo avuto esperien-


ze mistiche e nella meditazione domandavo a me stesso se i cibi che mangiavamo
erano legali. Cos` avevo cambiato alimentazione ed ero diventato vegetariano. Vi-
vevo nella pace e nella conoscenza, quando un amico mi fece conoscere il Vangelo
Esseno della Pace, che somigliava alle mie teorie.
Lho letto ed immediatamente messo in pratica. Feci alcuni digiuno di 5, 7, 10
giorni, sempre interrotti per le difficolt`a che mi facevano i miei familiari. Cos` un
giorno, era la fine di luglio del 1971, me ne sono andato da solo, senza dir niente
a nessuno, in un mio locale (un negozio in disuso). Ci dormivo, ma andavo tutti i
giorni in campagna a prendere il sole. Il bagno lo facevo nella vasca. Ne cibo, ne
acqua, un battesimo (clistere) al giorno dopo il bagno.
I primi giorni provai una sofferenza che non si pu`o descrivere, sconosciuta al
corpo fisico, da me giudicata morte della morte; per`o affrontata con fede pro-
fonda. A costo di morire volevo andare in fondo, conoscere il premio promesso.
Poi un senso di pace, la forza svaniva gradualmente, il peso perso era circa di un
chilo al giorno. Sono sempre riuscito per`o a guidare la macchina fino a Fiumicino,
dove andavo a prendere il sole. Andavo a letto al tramonto, mi alzavo allalba e
facevo respirazioni profonde. Qualche sera mi veniva a trovare un ragazzo che mi
leggeva Testi sacri.
Continuava il senso di grande pace, finche al quindicesimo giorno le acque
del clistere uscirono pulite. Nella stessa notte avvenne il lavaggio della coscienza.
Con immagini vive come su un teleschermo, si presentarono davanti ai miei occhi
i peccati sepolti nellinconscio; gli uccellini uccisi con la fionda da ragazzo, il tifo
per le partite di pugilato, la masturbazione, ecc.. La reazione della coscienza fu
questa: un pianto dirotto. Con lacrime di pentimento chiedevo perdono.
La mattina dopo mi e` tornato il desiderio del cibo. A mezzogiorno cominciai
a rialimentarmi con miele e succo di limone, i giorni seguenti frutta (non meno di
4 etti, non pi`u di 8 ogni pasto).

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Fatto questo, come un uccellino che esce dal nido e comincia a volare, ho
lasciato ogni vincolo sociale e familiare e me ne sono andato in giro per il mondo.
Ero libero.
Omero e` ora un uomo di circa sessantanni, sano e vigoroso. Lasciato ai
figli il negozio di tipografo, fa il maestro di musica, vive in campagna, predica le
sue teorie, aiuta persone in difficolt`a a digiunare.

A.2.2 Mario Dumini: digiuno di 40 giorni,


perdita di peso: Kg. 15.

Ero gi`a preparato da digiuni precedenti: una diecina di 3 o 4 giorni, tre di sette
giorni e uno di quattordici.
I motivi di questo digiuno sono stati pi`u sociali che igienisti: ottenere un col-
loquio col dott. Amato, direttore degli istituti carcerari italiani, per presentargli
una mia proposta sul volontariato nelle carceri; ottenere il trasferimento di un de-
tenuto, gravemente malato, in un centro clinico. Al trentesimo giorno di digiuno
ho ottenuto i due scopi.
Per unire lutile al dilettevole, ho allungato fino a 40 giorni. Ho voluto os-
servare come reagiva il mio corpo. Le difficolt`a? Dormire negli ultimi 8 o 10
giorni era difficile per i dolori. Le ossa, costole, cranio, cartilagini delle orecchie
mi facevano male, quando ero a letto; la cassa toracica premeva su gli organi in-
terni. Gli ultimi 5 giorni avevo un sapore disgustoso, troppo dolce in bocca. Non
ho avuto nessun controllo medico, nessun disturbo grave. Mi ha aiutato solo mia
moglie.
Attivit`a? Studiavo e copiavo un po di arabo, leggevo. Alcuni giorni ero pi`u
lucido, altri non avevo voglia di pensare. Fino al 30 giorno avevo forze per uscire.
Ottenuto il colloquio, cessata la carica nervosa, ho provato un po di noia.
Gli ultimi giorni lacqua del rubinetto era troppo pesante per me, ho bevuto ac-
qua minerale. Ho fatto la rialimentazione con succhi di mela, arancio, pompelmo
per una settimana. Poi sono passato alle verdure, zucchine, carote, ecc.
Sono molto soddisfatto dellesperienza. Sono sicurissimo che non ho fatto
sbagli. Ho perso un po di energia nervosa, prendo le cose con pi`u calma. Ho
una specie di forza per`o, di fiducia di poter fare qualcosa di pi`u grande di quanto
potevo fare prima. Abbandonato in Dio.
Mario Dumini dedica la sua vita ai problemi del carcere e dellemarginazione.

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Ha condotto lotte per migliorare il sistema carcerario anche in Australia, dove


era immigrato.

A.2.3 Testimonianza di un ex-tossicodipendente

Per cinque anni, dai 21 ai 26 anni, ho usato droghe pesanti, con 7 o 8 tentativi
di disintossicazione. Andavo in ospedale, mi disintossicavo, ricominciavo. Avevo
lasciato lavoro e studi; passavo la vita a cercare la droga e i soldi per comprarla.
Conobbi per caso Omero, che mi parl`o con grande convinzione del digiuno.
Capii che quella era lunica strada. Ero in un periodo in cui facevo uso saltuario di
eroina, non ero a rota, cio`e. Ho fatto il primo digiuno in compagnia di Omero
e di un altro amico. Dopo tre giorni ho smesso, non ce la facevo pi`u a continuare,
e nello stesso tempo mi sentivo molto bene, mi sembrava di aver risolto tutto.
Da allora non ho piu` usato eroina, cocaina o altre droghe. Iniziai una dieta
crudista e poi continuai con unalimentazione vegetariana soltanto. Fumavo
tabacco, bevevo vino o birra a pasto. Omero mi incoraggiava e sosteneva. Dopo
due anni ho portato a termine un digiuno di 7 giorni insieme a mia moglie, sempre
seguendo strettamente i precetti del Vangelo Esseno della Pace.
Dopo di allora smisi di fumare e di bere, divenni crudista. Facevo un giorno
di digiuno alla settimana. Passato ancora un anno ho voluto tentare un digiuno pi`u
lungo. Ho digiunato 11 giorni, mi sentivo distaccato da tutti i desideri fisici.
Per`o poi ho perso il mio ritmo settimanale e, anche in seguito ad una crisi
esistenziale, ho ripreso luso del tabacco e del vino.
I consigli che posso dare a chi vuole uscire dalla droga sono questi.
Credo che il digiuno sia lunico mezzo per disintossicarsi veramente. Da solo
per`o uno non ce la fa. Occorre il sostegno di un amico pi`u esperto.
Il benessere crescente e` di incoraggiamento a continuare. Farlo appena pos-
sibile, ma non quando si e` a rota. Crisi violente non ce ne sono. Seguire alla
lettera le istruzioni del Vangelo Esseno della Pace. Bisogna prepararsi mental-
mente, acquisire una estrema decisione e farlo ben persuasi: i risultati si toccano
con mano, subito. Dopo il digiuno attenersi ad unalimentazione crudista o
almeno strettamente vegetariana. Anche questo e` molto importante.

Anche un amico di Antonio, R.I., tossicodipendente, in fase di recupero, ha


digiunato tre giorni. Al terzo ha voluto smettere, ma ha tratto benefici permanenti
anche dai soli tre giorni.

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Dal suo diario: 1 giorno. . . Ho cominciato un po spaurito, ma la serata sta


passando piacevolmente. Con sincerit`a, il digiuno che mi aspettavo era unaltra
cosa. . . sicuramente meno bella. Vediamo cosa mi aspetta domani. . .
2 giorno. . . Molto bello! Sinceramente erano anni che non provavo sensazioni
del genere.

A.2.4 Le mie esperienze col digiuno


dal padre Bernhard Haering

Io digiuno, nella mia vita, per approfondire il senso del dono. Avendo ricevuto
tanto da Dio, non abbiamo bisogno di tante cose e di tanta opulenza. Ma ho
digiunato anche per una grave malattia.
Mio fratello torn`o dalla prigionia della seconda guerra mondiale con un lupus
(una specie di cancro). Abbiamo speso molto denaro con i medici senza spe-
ranza. Infine un professore di Tubinga prescrisse: astinenza dal fumo, alcool e
carne e un digiuno di 15 giorni lanno. Mio fratello ha seguito questa regola ed e`
arrivato ora a 88 anni. La prima volta digiun`o in un istituto, poi a casa sua. E`
credente, il suo digiuno era gioioso.
Quanto a me, tornai dalla guerra con una grave malattia cronica al fegato,
dovevo osservare una stretta dieta. Durante i miei viaggi portavo sempre con
me della camomilla. Se il mal di fegato si aggravava, stavo tre giorni a digiuno,
bevendo solo camomilla senza zucchero e mi riprendevo.
Ma nel 1977 (allet`a di 65 anni) mi venne un cancro alla laringe. Io non
fumo, ma sono costretto a parlare, per lezioni e conferenze, in ambienti dove si
fuma.
Nel 1979, in una recrudescenza del cancro, i medici non osarono operarmi,
per le mie precarie condizioni.
Feci allora un digiuno di 46 giorni, bevendo tisane e succhi di carote e
altre radici. Rimasi nella mia abitazione, ma ero controllato dal medico. Durante
il digiuno ho pregato molto, si trattava per me di guarire o prepararmi alla morte.
I primi 14 giorni ho anche lavorato ad un mio libro, poi soltanto passeggiavo,
meditavo, ascoltavo musica sacra.
Dopo questo digiuno ho subito unoperazione durata sei ore, il cancro si era
diffuso a tutta la gola. Il fegato per`o era completamente guarito. Ho avuto una
convalescenza che ha fatto stupire i medici. Quando ho fatto la cobaltoterapia (35
applicazioni) non ho perduto peso e lho superata con eleganza rispetto agli altri

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malati. Poi il cancro e` completamente guarito. Ho seguito uno stile di vita sem-
plice, faccio passeggiate ogni giorno. Ho continuato i digiuni come purificazione
spirituale. Ora ho 74 anni.

Padre Bernhardt Haering e` nato il 10.11 1912. Tedesco di nascita, ma si


dichiara cittadino del mondo. Professore emerito di teologia morale allIstituto
Alfonsianum di Roma.
E` autore, fra laltro, di numerosi studi sulletica medica: Etica medica, ed.
Paoline; Manipolazione e medicina, ed. Paoline; Proclamare la salvezza e guarire
ed. Ospedale Miulli. Tradotti in molte lingue.

A.2.5 Breve intervista con un lama tibetano: Geshe Cianclub


Domanda: Nella religione buddista tibetana si fanno digiuni? e con quale scopo?

CIANCIUB: S`, si fanno molti digiuni, nella religione buddista, ma non si fanno
per salute. Per noi le vite future sono pi`u importanti. I digiuni si fanno per
avere piu` tempo per meditare.
Del resto la salute del corpo dipende dalla salute mentale. E per avere salute
mentale non bisogna avere attaccamento per se stessi, ma essere di benefi-
cio alle creature.
Quello che facciamo di solito e` questo: al mio io, vicino a me abbiamo
attaccamento, il nemico suscita odio. Dobbiamo eliminare questi atteggia-
menti. La cosa pi`u importante e` avere buoni pensieri verso tutti gli esseri
senzienti in tutto luniverso.

Domanda: Quanto tempo durano i vostri digiuni?

CIANCIUB: Per giorni, mesi, anni. Ci si ciba di pillole di essenza, chiamata:


ciu len. Digiunare cos` si dice anche: prendere lessenza.

Domanda: Di che cosa e` formata questa essenza?

CIANCIUB: Di estratti di fiori e polvere di pietre.

Domanda: Su che cosa si medita?

CIANCIUB: Meditiamo sulla vacuit`a, la bodicitta (mente di illuminazione), per


accumulare meriti.

Domanda: Vi sono giorni speciali per digiunare? Quali?

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CIANCIUB: S`, abbiamo giorni speciali e interi libri per indicarli, perci`o non
possono specificarli ora.

Domanda: Quali cose sono importanti in un digiuno? Che consigli pu`o darci?

CIANCIUB: E` importante lo stato mentale, perche il digiuno sia benefico: la


mente serena, pensieri benevoli, nessuna rabbia. Non bisogna ascoltare pa-
role spiacevoli.
La motivazione e` anche molto importante: purificare le proprie negativit`a,
aiutare tutti gli esseri senzienti, uscire dal samsara (la ruota delle rinascite).
Se manca tale motivazione digiunare e` uguale ad avere fame, niente altro.

Il Geshe Larampa Sonam CIANCIUB e` maestro residente presso lIstituto


di studi buddisti di Roma. Il suo titolo indica la massima qualificazione
negli studi buddisti, equivale a professore di teologia da noi. Poiche il Lama
parla solo tibetano lintervista e` stata condotta per mezzo dellinterprete, la
gentile signorina Heda Klein.

A.2.6 Lo sciopero della fame in carcere.


Intervista con Alberto Franceschini e Massimo Gidoni

Alberto Dicembre 1983 a Nuoro. Carcere speciale. Cerano continue rivolte,


lotte violente. I risultati erano negativi. Si stava sempre peggio.
Allora un gruppo di noi comincia a discutere per capire come si era arrivati
a quel punto e cosa fare per cambiare. Decidiamo che lunica forma di protesta
possibile e forse in grado di sbloccare la situazione, era quella non violenta. In
sei, su ottanta detenuti, iniziamo uno sciopero della fame ad oltranza contro larti-
colo 901 e per migliorare le condizioni di vita del carcere (Eravamo isolati in celle
singole, avevamo solo unora e mezzo di aria al giorno ecc.) Era la prima espe-
rienza di digiuno e non sapevamo che effetti potesse avere. Dalle letture eravamo
preoccupati, pensavamo di morire, oppure di perdere i capelli, o i denti, o la vista
nel giro di una settimana.
1
DallOrdinamento Penitenziario, Legge n. 354, 26 luglio 1975: Art. 90. Quando ricorrono
gravi ed eccezionali motivi di ordine e di sicurezza, il Ministero per la Grazia e la Giustizia ha
facolt`a di sospendere in tutto o in parte, lapplicazione in uno o pi`u stabilimenti penitenziari,
per un periodo determinato, strettamente necessario, delle regole di trattamento e degli istituti
previsti dalla presente legge che possano porsi in concreto contrasto con le esigenze di ordine e di
sicurezza.

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Ma ci sentivamo in una situazione disperata ed eravamo disposti al peggio. I


primi giorni prendiamo ogni mattina un quarto di latte zuccherato e acqua per il
resto della giornata.
Dopo due settimane ci siamo resi conto che eravamo molto dimagriti (una
diecina di chili), ma sani. Il latte comincia a darci fastidio, decidiamo di rifiutare
anche quello e di bere solo acqua. I nostri stessi compagni ce ne dicevano di tutti
i colori, parlavano di cibo davanti a noi, ci facevano passare cibi cotti e odorosi
sotto le finestre. Con un sadismo unico!
Dopo una ventina di giorni invece, latteggiamento psicologico fu quello di
ignorarci. Non so se ci avrebbero lasciato morire!
Per fortuna arriv`o il vescovo di Nuoro, chiamato dal cappellano del carcere,
che ci era molto vicino. Gli parlammo, fu colpito, chiam`o i giornalisti e spieg`o lo-
ro la situazione. Arriv`o anche Pannella, lopinione pubblica si commosse. Fino ad
allora ci aveva visitato il medico del carcere, ma il 27, dopo 24 giorni di digiuno,
mi visita un cardiologo, mi trova unaritmia cardiaca e mi fa ricoverare durgenza
allospedale. Io rifiuto lalimentazione forzata. Secondo i medici potevo resistere
ancora tre o quattro giorni, poi sarebbero dovuti intervenire con delle flebo per
evitare il coma. Io continuo a rifiutare tutto. Intanto anche gli altri scioperanti
arrivano in ospedale, due giorni dopo di me.
Eravamo nel periodo di Natale; questo ci aiutava, lo avevamo calcolato. Il 31
dicembre arriva un ispettore dal Ministero. Dal primo dellanno sarebbero entrate
in vigore nuove disposizioni. Ammorbidimento dellart. 90 ed altri miglioramenti
in tutti i carceri dItalia. Le nostre proposte erano state accettate, anche pi`u di
quanto avevamo chiesto!
Il primo dellanno sospendiamo lo sciopero.
La rottura del digiuno e` avvenuta sotto controllo medico. Ci hanno da-
to la dieta dei neonati: latte, omogeneizzati ecc. per i primi quattro giorni.
Poi abbiamo cominciato a mangiare regolarmente. E` stata difficoltosa la ripresa
dellattivit`a intestinale, per il resto non ho avuto problemi. Durante il digiuno
avvertivo una serenit`a estrema, una grande sicurezza, cercavo di conoscere la
mia dimensione interiore, analizzavo i miei sogni. Avevo grande lucidit`a menta-
le, grande capacit`a di sintesi, mi sembrava di cogliere ragionamenti complessi
in pochi concetti.
Continuavo a muovermi, ad andare allaria. Dovevo combattere contro il
desiderio di cibo. Specie negli ultimi giorni, appena mi appisolavo, sognavo
meravigliose torte, tipo crostate di mele ecc.
E` stata la forma di lotta pi`u efficace fra tutte quelle fatte in carcere. Tanto e`

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Il Segreto di Igea, Guida Pratica al Digiuno Autogestito 88

vero che ora in carcere e` la forma pi`u diffusa di lotta.


Per`o non mi sentirei di definirla non violenta, perche la violenza e` psicologica,
come ricatto verso gli altri, ed anche una violenza su di s`e.
Quali consigli? Questo tipo di sciopero va preso sul serio, usato con estrema
prudenza. E` preferibile cominciare subito con acqua e basta, evitare succhi e latte.
Occorre la determinazione di arrivare fino in fondo altrimenti non serve, avere ben
chiare le motivazioni.
Massimo Ero con Alberto a Nuoro. Volevo fare unesperienza, anche spin-
gendomi alle estreme conseguenze. La scelta era drammatica, ma giusta. Non
cercavo la morte, ma la vita, nellunica possibilit`a che mi era data. La considero
una esperienza datata. Ha avuto senso in quellepoca e in quella situazione.
Quali le sensazioni pi`u significative? Nel passeggio in comune noi sei si ri-
deva molto, era un momento liberatorio, ci divertiva la perplessit`a delle guardie,
abituate a scontri violenti.
Nei primi dieci giorni in cella mi facevo autoritratti, ascoltavo musica clas-
sica, leggevo parecchio. Un paio di volte al giorno facevo rilassamento, durante
il training avvertivo una sensazione generale di benessere, scomparsa del corpo,
senso di levitazione. Avevo associazioni libere di idee e di immagini pi`u vive, pi`u
nette; facilit`a a ricordare sensazioni, immagini, odori della mia infanzia. Grossa
tranquillit`a sugli sviluppi che potevano esserci. Non avevo paura.
Dopo 10 - 15 giorni cominciarono problemi fisici: debolezza, freddo. Facevo
pediluvi caldi per scaldarmi. Non potevo guardare la T.V. per via dei caroselli
alimentari (eravamo sotto Natale).
Col passare dei giorni si e` sempre pi`u accentuata la dimensione di introfles-
sione: i contatti con lesterno non mi interessavano.
Alla fine del digiuno avevo perso 14 chili, ma non ho avuto danni fisici veri e
propri.
Un consiglio? Senza entrare nelle motivazioni, il mio consiglio sarebbe di
affrontare uno sciopero lungo solo quando veramente lo senti.
Valutare prima le altre possibilit`a. E` unesperienza molto significativa, dura,
rischiosa, soprattutto psichicamente. Se sei convinto e` unesperienza bella, se non
lo sei pu`o di ventare drammatica. Bisogna anche avere, gi`a in precedenza, un
buon rapporto con il proprio corpo, altrimenti pu`o essere distruttiva.

Alberto Franceschini e` nato a Reggio Emilia il 26-10-1947, ex capo storico

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delle B.R.. Dissociato dalla lotta armata dal 1982, e` in carcere dal 1974. Mas-
simo Gidoni e` nato a Sinigallia il 1-2-1944, psichiatra appartenente alle B.R..
Dissociato dalla lotta armata dal 1983, e` in carcere dal 1982.

A.3 IL DIGIUNO SOTTO IL PROFILO


RELIGIOSO ED OCCULTO

di GLORIA
Tutta esta gente che piangendo canta,
Per seguitar la gola oltre misura
In fame e sete qui si rif`a santa.
(Dante Purg. XXIII; 64-67 girone dei golosi)

In un argomento cos ` impegnativo non abbiamo certo la pretesa, in queste


poche pagine di essere esaurienti; e neppure originali, e tanto meno di fornire
certezze. Ci contentiamo di riportare le osservazioni pi`u interessanti, che abbiamo
letto o ascoltato qua e l`a; di proporre spunti di ricerca e di riflessione, a chi sia
interessato a tale problematica.
Nella pratica religiosa e magica, fin dai tempi pi`u antichi, il digiuno e` stato
usato per ottenere stati paranomali di chiaroveggenza o di potere, per entrare in
contatto con il mondo degli spiriti o con la Divinit`a. Perch`e?
Gli effetti pi`u rilevanti del digiuno a livello occulto sembrerebbero questi:
purificazione del veicolo fisico e potenziamento delleterico, sviluppo di energie
sottili, ingresso in dimensioni superiori; fenomeni tutti in stretta dipendenza fra
loro.

Il corpo sottile.

Accenniamo alla teoria occulta del corpo sottile per tentare di chiarire un poco
tali fenomeni. Secondo questa il corpo fisico non e` che la manifestazione pi`u
grossolana, il veicolo, di altri corpi pi`u sottili. (soma pneumatik`on o corpo spiri-
tuale, astroides o corpo sidereo, augoides o` chema o corpo radioso di gloria, nella
tradizione occidentale neoplatonica e gnostica; corpo pranico o eterico, astrale,
mentale, causale, buddico, atmico nella tradizione orientale).
La denominazione e il numero di tali corpi varia assai da scuola a scuola, resta

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il concetto che lessere umano sia un sistema dinamico di energie, la cui ultima
manifestazione, quella pi`u pesante, e` il corpo fisico.
Luomo e` sceso dalle ragioni celesti con un processo di involuzione, man

mano che si allontanava dal fuoco primordiale. . . si e` rivestito di corpi sempre pi`u
densi. . . esattamente come di inverno siamo costretti a coprirci di abiti vari per
affrontare il freddo (Aivanov, Lo Yoga della Nutrizione, pag. 87).
Ora fra questi corpi c`e interazione e sembrerebbe che debba esserci buona
armonia, perche restino efficienti e sani.
Il corpo fisico ed eterico sono due soci (Aivanov pagina 83).
Sembrerebbe anche, secondo queste teorie, che ogni peccato, ogni azione mal-
vagia incida questa aura (o corpi sottili) danneggiandola. Il digiuno, unito alla
contrizione del cuore, la riparerebbe.
Purificare il veicolo fisico col digiuno permette alle energie superiori di espri-
mersi meglio e favorisce il loro sviluppo.
Man mano che si raggiungono livelli superiori di virt`u e di conoscenza, an-
che il corpo fisico ha bisogno di adeguarsi con alimentazione pi`u pura e con
digiuno, per non creare pericolosi squilibri, che compromettano la sua stessa
sopravvivenza.
Per liniziato, per il santo dunque il digiuno e` una necessit`a, mentre procede
verso stadi superiori di coscienza.
Ma il digiuno, se pure meritorio per il sacrificio e la disciplina che comporta,
non pu`o farci progredire spiritualmente oltre un certo punto. Altri livelli pi`u alti
devono essere purificati: ci si deve liberare dalle passioni, dai desideri inferiori,
dallorgoglio. Dunque bisogna procedere in modo equilibrato nel purificare corpo,
cuore, mente, azioni. Ed ecco che chi dimentica ci`o, lasceta che si getta nel
digiuno, come unico mezzo di avanzamento, pu`o incontrare dolorosi fallimenti;
ma anche chi procede nella via spirituale, senza prepararvi il proprio corpo fisico,
pu`o andare incontro a gravi malattie o arresti forzati nel suo stesso cammino.

I profumi.

Un nostro amico, dedito a digiuni spirituali, ha osservato che durante un digiuno


ci si nutre di profumi. Sembra cio`e di ricevere energia e forza dai buoni odori
(mentre i cattivi danno immensamente fastidio). Quando private il corpo fisico
di cibo, sono gli altri corpi che cominciano a mettersi al lavoro. . . (Aivanov pag.
85). E secondo una teoria yoga lodore nei frutti, cibi ecc. indica presenza di

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prana. Dunque veramente durante un digiuno il nostro corpo pranico e` pi`u attivo
e pronto ad assorbire energie sottili.
Ricordiamo che incensi profumati sono stati sempre usati nei riti religiosi,
quasi nutrimento dellanima e degli dei. Ovidio ci parla della mitica fenice (forse
un simbolo del corpo sottile o dellanima?), che si pasce solo di profumi, e muore
fra i profumi per rinascere rinovellata. Ella non pasce il suo digiun di seme o
derba ma di ogni odor pi`u prezioso e santo (Metamorfosi XV v.390 e seg.).

La Kundalini.

E` uno dei fenomeni occulti pi`u misteriosi e difficili da spiegare. Riportiamo


la spiegazione di uno yoghi moderno come la pi`u appropriata e sintetica, che
abbiamo trovato:
Tra il polo positivo, che sta nel cranio, e il negativo, che si trova nellultima
vertebra, si muove una corrente di altissima tensione in continua circolazione. Pu`o
accadere che il polo negativo, liberatosi dal carcere dellultima vertebra raggiunga
il positivo e si unisca ad esso. E questo e` nella coscienza umana lo stato pi`u alto di
pienezza e di felicit`a (S. Yesudian Sport e yoga ed. Astrolabio pag. 89). Lo
sviluppo della kundalini porta anche poteri straordinari, chiaroveggenza, profezia
ecc.
Ora durante un digiuno sembrerebbe che le energie sottili, non pi`u trattenute
in basso dal lavorio della digestione e dalle pulsioni sessuali (che di solito scom-
paiono) tendano a risalire verso i cakra o centri energetici superiori. (I piedi, ri-
cordiamo, si freddano). Bisogna per`o che i cakra superiori siano aperti e preparati
ad accogliere tali energie, e questo avviene solo attraverso la purezza del pensie-
ro e della vita. Secondo Aivanov alcuni maestri digiunano per produrre energie
spirituali per il bene dei loro discepoli (La Nuova Terra ed. Prosveta pag. 8).
Del resto di tali energie psichiche si pu`o fare buono o cattivo uso, come
dimostrano le ricette di magia nera, che prescrivono il digiuno
In un corpo molto malato o intossicato tutte le energie sembrerebbero convo-
gliate piuttosto alla riparazione del corpo fisico.

Visioni o allucinazioni?

Un altro nostro amico anchegli esperto digiunatore ha formulato una volta questo
semplice paragone: Se il vetro di una finestra e` sporco, io non posso vedere il

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paesaggio o la luce al di l`a; volendo significare che il corpo fisico intossicato e


greve forma uno schermo intorno a noi, ma in seguito al digiuno il corpo si fa pi`u
trasparente.
Il cervello soprattutto sembra riacquistare poteri perduti, come una radiolina
le cui valvole siano state spolverate e disincrostate e sia stata finalmente accesa.
Sembra anche che durante un digiuno le vibrazioni della persona siano pi`u
pure e innocenti.
Ma che pensare delle allucinazioni visive o uditive, che pure possono presen-
tarsi durante lunghi digiuni?
Potremmo avanzare lipotesi che in questi casi vi sia un eccesso di energia
sottile concentrata su cakra non preparati e questo produrrebbe pazzia e allucina-
zione, invece di chiaroveggenza.
Lallucinazione non sarebbe che una visione deformata, come se una radio,
accesa s`, ma non ben sintonizzata, captasse onde cosmiche a casaccio e le ritra-
smettesse distorte, insieme ai suoi stessi fischi e gracchiamenti.
Secondo gli occultisti, esplorando il piano astrale c`e il rischio di non riuscire
a riportare la propria identit`a astrale nel corpo fisico, con conseguente incapacit`a
di concentrarsi, di persistere in una certa azione ecc. (Cavendish La Magia Nera
ed. Mediterranee vol. 2 pag. 122).
Rischi del genere potrebbero presentarsi anche in chi voglia usare il digiuno
per scopi mistici o iniziatici, se eccedesse nella misura. E per questo non si racco-
mander`a mai abbastanza la prudenza e la modesta valutazione dei propri mezzi.
Sono sempre la presunzione e la sete di poteri od esperienze straordinarie, che ci
espongono a questi rischi.

Altre dimensioni.
La tradizione esoterica dice che il primo uomo si nutriva di fuoco e di luce.
Ma quando e` sceso nella materia, man mano che avveniva la sua involuzione,
aveva bisogno di alimenti sempre pi`u densi. . . Per questo gli iniziati. . . cercano
di ritornare verso il primo stadio dellumanit`a imparando ad assorbire elementi
sempre pi`u sottili. (Aivanov pag. 86).
E` molto forte durante un digiuno la sensazione di essere separati dal mondo di
sempre e dalle persone che vi vivono, siamo meno raziocinanti, pi`u sognatori.
Sembra quasi che la rinuncia agli alimenti terrestri tagli il cordone ombelicale

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che ci lega al nostro pianeta, e ripristini una condizione primordiale, mistica, di


non differenziazione dal cosmo.
Il fatto che lalimento ci leghi alla dimensione da cui lo prendiamo e` simboleg-
giato chiaramente nel mito di Persefone. La figlia di Demetra, rapita da Plutone
dio dellAde, rifiuta di alimentarsi per non essere trattenuta per sempre laggi`u; ma
poi vinta dalla fame mangia sei chicchi di melograno e per questo deve restare sei
mesi ogni anno negli Inferi.
Interessante anche una breve riflessione di Rofidal (Do-In, ed. Mediterranee
pag. 94): Nella seconda met`a della vita. . . luomo deve cominciare a prepa-
rarsi alla vita dopo la morte alimentandosi sempre piu` di energia (Ki) assunta
direttamente. Prima della morte, per entrare nel cosmo (vedi la vita dei grandi
Santi) dovrebbe poter vivere senza cibi materiali di sorta.

Ancora unosservazione.

Ogni digiunatore si ritrova un poco nella bella descrizione che Aldous Huxley fa
delle sue esperienze con la mescalina (Huxley Le porte della percezione, ed.
Stampa Alternativa); cio`e sensazioni di colori pi`u brillanti, di forme essenziali, di
sortita dallo spazio tempo. Il digiuno e` unantidroga, in modo naturale, pi`u sicuro
anche se pi`u lento, sembra condurci in quelle dimensioni, che vengono cercate
con droghe e allucinogeni in modo del tutto stravolto e distruttivo. Anche del
digiuno per`o, non bisogna abusare per evadere dalla realt`a.
Il digiuno dunque ci difende dalle forze negative, ci libera dal karma, prepara
e favorisce la nostra evoluzione spirituale. E sembra particolarmente indicato in
questa nostra epoca di terribile crisi. Senza entrare nel merito di una valutazione
di tale fenomeno, e` interessante ricordare che a Medjugorje la Apparizione chiede
insistentemente ai devoti di digiunare.
Let`a astrologica dei Pesci si conclude tra tremendi pericoli e sofferenze,
let`a dellAcquario si apre per i figli della luce. Le facolt`a mistiche e paranor-
mali tendono a risvegliarsi. E` necessario espiare le orribili negativit`a del pianeta,
purificarsi, prepararsi, anche con digiuni, a cieli e terra nuovi.

Il digiuno nella vita spirituale.

Mettendo da parte categorie e linguaggi esoterici, non a tutti familiari o graditi,


spendiamo ancora qualche parola sul valore del digiuno nella ricerca religiosa e
mistica.

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Senza pi`u indagare sulle cause occulte e misteriose, lesperienza stessa ci dice
che il digiuno ha effetti sul nostro spirito ai livelli pi`u alti.
Molte persone mi hanno detto di aver avvertito dopo un digiuno, una vera
rinascita spirituale. E questo ci persuade, una volta di pi`u della necessit`a impre-
scindibile di unire al digiuno la preghiera (intesa questa nel senso pi`u vasto del
termine), per ottenerne benefici a tutti i livelli, anche quello fisico.
Fra gli esercizi che luomo interiore pu`o scegliere per lavorare su stesso, il

digiuno e` uno dei pi`u semplici, perche non richiede niente come strumenti, non
costringe il corpo in posizioni particolari. . . (Antonino Drago, pag. 396).
E inoltre non ha bisogno di lunghi esercizi preparatori, ne di prestigiosi istrut-
tori.
E` anche lunica tecnica ascetica, che stando ai Vangeli, Ges`u avrebbe usato. E
questa sarebbe una ragione di pi`u per praticarla, da parte di coloro che riconoscono
in Cristo il loro maestro.
E` dunque una tecnica alla portata di tutti, a buon mercato, libera e liberante,
ma e` pur sempre solo una tecnica.
E i mezzi tecnici non bastano da soli a scalare il cielo.
Col digiuno diamo corpo, incarniamo per cos` dire, quei sentimenti di contri-
zione, quella conversione intima, che altrimenti potrebbe restare sul piano men-
tale, ma il digiuno, privo di questa conversione profonda (e conversione anche di
vita e di azioni) e` a sua volta vuoto ed inutile.
Chi non ne fosse convinto pu`o rileggersi per intero il bel passo di Isaia sul
digiuno (cap. 58) Nel giorno del vostro digiuno. . . angariate i vostri operai. . .
digiunate fra litigi ed alterchi. . . Non e` piuttosto questo il digiuno che io voglio. . .
liberare gli oppressi. . . dividere il pane con gli affamati. . . senza distogliere gli
occhi dalla gente?
Oppure San Tommaso (Quodlibeto V art XVIII): In spirituali vita delec-
tio Dei est sicut finis: jejunia autem et vigiliae et alia esercitia corporalia non
quaeruntur tamquam finis.
E lo stesso Gandhi: (Antiche come le montagne, ed. Comunit`a, pag. 156):
Ad alcuni il digiuno non serve a nulla, perche. . . privano il corpo di cibo; ma
intrattengono la mente su ogni sorta di ghiottonerie. . . .
Nei primi secoli gli asceti si ritiravano nel deserto a pregare e digiunare aspra-
mente. Questo tipo di digiuno, per pochi eletti, non e` pi`u proponibile. Oggi ci
viene proposto un digiuno di stile gandhiano, che produca la salute e dellanima e

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del corpo; e sia anche un impegno nelle lotte per la giustizia sulla terra. Digiune-
remo dunque per servire Dio con un corpo pi`u sano, pi`u attivo, pi`u puro, per essere
pi`u ricettivi ai suoi messaggi. Useremo il digiuno per incidere sulla realt`a, come
di un mezzo straordinario, solo perci`o quando avremo pazientemente esauriti tutti
i mezzi ordinari, umani, di intervento.
Ma seppure con la massima prudenza e con tutti i limiti, di cui abbiamo ap-
pena parlato, ci sembra importante per i cercatori di Dio usare o riscoprire questa
pratica trascurata.
Il digiuno e` solo una nota nella vita spirituale, non tutta la musica; e` per`o
crediamo, una nota necessaria alla sua armonia.

Il digiuno di Cristo nei Vangeli

(Mt IV, 1-7; Mr. I, 12; Lc. IV, 1-12).


Terminiamo con una breve riflessione sul digiuno di Cristo, cos` come ce lo
presentano i sinottici, in particolare Matteo.
Tale descrizione e` sembrata a volte agli studiosi o simbolica o mitica. Il prati-
cante igienista vi coglie invece, anche nei minimi particolari, tutta lautenticit`a di
unesperienza vissuta.
Cristo digiuna prima dellinizio della sua vita pubblica e sappiamo, sia per la
tradizione iniziatica, sia per esperienza diretta, che il digiuno rappresenta una pre-
parazione ad uno stadio superiore di coscienza. Ges`u digiuna in perfetta solitudine
per prepararsi alla sua missione, secondo una tecnica appresa dalla tradizione o
dettatagli dallo Spirito.
Il tempo di quaranta giorni, che pot`e sembrare soprannaturale, e` invece per-
fettamente realistico, diremo un tempo medio per un uomo sano, prima di passare
allinanizione. Fermo restando che il numero quaranta per gli Ebrei e` un numero
simbolico, si pu`o intendere un numero di giorni intorno ai quaranta.
E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti ebbe fame questa
frase pu`o esser stata scritta solo da chi del digiuno aveva esperienza diretta. Indica
infatti quel ritorno della vera fame, di cui parla Shelton e altri studiosi della
fisiologia del digiuno, fame che si presenta alla fine di un digiuno ed avverte che
e` necessario rialimentarsi, perche le riserve energetiche sono esaurite.
Anche due particolari che appaiono soprannaturali, hanno per`o una corrispon-
denza nellesperienza umana. Nel momento in cui Ges`u ha bisogno di cibo si
presenta Satana con le sue tentazioni. Ed e` proprio a questo punto che, come

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sappiamo, spesso il digiunatore traversa un momento di angoscia o turbamento


psichico.
E gli angeli lo servivano Non sappiamo chi o che cosa levangelista abbia

voluto indicare veramente. Ma e` certo che, mentre durante il digiuno non si ha


bisogno di niente o quasi, quando si comincia a rialimentarsi e` assai gradita anzi
necessaria la presenza di persone gentili e pure, che ci rendano qualche servizio.
E` quasi un bisogno psicologico, oltre che materiale.
Anche qui come in tanti altri casi il Vangelo svela la sua verit`a a chi, pur con
tutti i suoi limiti personali, e` disposto a farne lesperienza.

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Appendice B

TAVOLE

B.1 Il Peso

ALTEZZA Peso minimo di pericolo Peso di sicurezza Peso normale


metri kg kg kg
1,50 24 34 40
1,55 27 37 45
1,60 30 40 50
1,65 33 43 55
1,70 36 46 60
1,75 39 49 65
1,80 42 52 70

1) Il peso minimo di pericolo rappresenta il 60% del peso normale.


2) Il peso normale rappresenta 10 Kg. meno dei centimetri di altezza.
3) Aggiungere +/- 1 Kg. secondo la corporatura.

Dal volume di A. Mosseri: Jeuner


pour revivre.

97
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ALTEZZA STRUTTURA OSSEA


metri Piccola Media Grossa
1.54 50-54 53-58 57-64
1.57 51-55 54-60 58-65
1.59 53-57 55-62 59-68
1.62 54-59 57-64 60-68
1.64 55-59 59-64 62-71
1.67 57-61 60-66 64-73
1.69 59-64 62-68 67-75
1.72 61-66 64-70 68-76
1.74 62-68 66-72 70-78
1.77 64-69 67-74 71-82
1.80 66-71 69-76 73-84
1.82 68-73 71-79 76-86
1.85 70-76 73-82 77-88
1.88 73-78 75-84 79-91
1.90 74-80 76-86 82-93

Tabella B.1: TABELLA DEL PESO IDEALE UOMINI

Tabella B.2: TABELLA DEL PESO IDEALE DONNE


ALTEZZA STRUTTURA OSSEA
metri Piccola Media Grossa
1.44 41-45 44-50 49-56
1.47 43-47 45-51 49-57
1.49 45-48 47-52 50-57
1.52 46-49 48-53 52-59
1.55 47-50 49-54 53-60
1,57 48-52 51-57 54-65
1.60 50-54 53-58 56-65
1.62 51-55 54-61 59-66
1.65 53-57 56-64 59-67
1.67 54-59 57-64 61-69
1.70 57-61 59-66 64-71
1.72 58-63 61-68 65-73
1.75 60-64 63-71 67-75
1.77 62-68 65-73 69-73
1.80 64-73 67-76 71-77
1.82 66-75 68-78 73-79

Dal volume: Digiuno di Harold Smith, ed. Gribaudi.

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B.2 TABELLA DELLE COMBINAZIONI (1)


ALIMENTI COMUNI SI COMBINANO BENE CON SI COMBINANO MALE CON
Frutta dolce (acidula e Latte acido Frutta acida; Amidi (cereali,
non acida) pane, patate); Proteine; Latte
Frutta acida Laltra frutta acida; Si combina Zuccheri (tutte le spec.); Amidi
discretamente con le noci e col (cereali, pane, patate); Proteine
latte. (eccetto le noci)
Verdura Tutte le proteine; Tutti gli
amidi; Latte
Amidi Verdura; Grassi e oli Tutte le proteine; Tutta la frutta;
Acidi; Zuccheri
Carni (Tutte le qualit`a) Verdura Latte, Amidi, Zuccheri; Le altre
proteine; Frutta acida e verdura;
Burro, Panna, Oli
Noci (La maggior parte Verdura; Frutta acida Latte, Amidi, Zuccheri; Le al-
delle variet`a) tre proteine; Burro, Panna, Oli,
Lardo
Uova Verdura Latte, Amidi, Zuccheri; Le altre
proteine; Alimenti acidi; Burro,
Panna, Oli, Lardo
Formaggio Verdura Amidi, Zuccheri; Le altre pro-
teine; Alimenti acidi; Burro,
Panna, Oli, Lardo
Latte E` meglio prenderlo da solo; si Tutte le proteine; La verdura;
combina discretamente con la Gli amidi
frutta acida
Grassi e olii (Burro, Pan- Tutti gli amidi; La verdura Tutte le proteine
na, Oli, Lardo)
Meloni e angurie (Tutte Meglio mangiarli da soli Tutti gli alimenti
le variet a` )
Cereali (grani) Verdura Frutta acida; Tutte le proteine;
Tutti gli zuccheri, Latte
Legumi (fagioli, piselli Verdura Tutte le proteine; Tutti gli zuc-
ecc. tranne quando sono cheri, Latte; Frutta (tutte le
teneri e freschi) variet`a); Burro, Panna, Oli,
Lardo

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Il Segreto di Igea, Guida Pratica al Digiuno Autogestito 100

B.3 TABELLA DELLE COMBINAZIONI (2)


B = Combinazione buona: accettata anche da chi ha una digestione molto debole.
D = Combinazione discreta: non impiegare in caso di disturbi digestivi.
M = Combinazione mediocre: non dovrebbe essere mai impiegata se non si ha una digestione
molto robusta.
C = Combinazione cattiva: non deve mai essere impiegata nemmeno da chi ha una digestione
molto robusta.

Meloni e angurie
Frutta dolce (3)
Frutta acidula
Frutta acida
Latte fresco

Verdura (2)
Latte acido
Proteina
Amido
Grasso

Proteina c c c c c b m (1) c c c
Amido c b b c c b c d m c
Grasso c b b d d b b b b c
Latte fresco c c b m d d c c
Latte acido c c b m d d d c
Verdura (2) b b b m m b m d m c
Frutta acidula c c b d d m b b m d
Frutta dolce (3) m m b m d m m b b d
Meloni e angurie c c c c c c c d d b

1) La frutta acida si combina discretamente con le noci


2) Cruda o cotta
3) secca

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Pendola cinese
Ore della massima energia negli organi

Spirale del DO-IN

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B.4 PERCORSO DEL DO-IN


Riscaldate, rivitalizzate e rese permeabili allenergia che le cir-
conda le mani e le braccia, gli strumenti del Do-in integrale sono
pronti.
Il Do-in verr`a praticato secondo lordine seguente:
- cranio
- faccia
- orecchie
- nuca
- collo
- spalle
- zona ingrata fra le scapole
- petto
- respirazioni, assunzioni di prana - cintola
- piedi
- gambe
- bacino
- reni dorso
- addome
- massaggio al suolo
- concentrazione nellhara
- stiramento
- rilassamento
- canti
- esercizi complementari (correttivi).

Tratta dal volume: Jean Rofidal, Do-In


ed. Mediterranee.

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B.5 PRO MEMORIA DEL DIGIUNATORE


Non prender freddo.
Non prendere medicine o droghe di alcun tipo.
Non fumare.
Non bisticciare.
Passare lentamente dalla posizione supina a quella seduta e infine verticale.
Non affaticarsi.
Stare di buon umore.
Bere almeno tre o quattro bicchieri dacqua al giorno (a piccoli sorsi e non troppo
fredda), anche se non si ha sete; oppure fare un clistere giornaliero.
Evitare assolutamente di interrompere il digiuno, mangiando qualcosa a casaccio;
interromperlo solo con frutta o succhi di frutta fresca (o alimenti liquidi).

B.6 ATTREZZATURA:
Una tuta e biancheria di puro cotone e colore bianco o chiaro.
Un plaid per stendersi allaperto.
Una borsa per lacqua calda.
Lapparecchio per leventuale clistere.
Un po di argilla per lavarsi i denti.
In digiuni lunghi pu`o far comodo una centrifuga.

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Tabella B.3: Statistiche sul digiuno terapeutico

Malattia Numero dei casi Guarigioni Miglioramenti Casi stazionari


Dispepsia 21 18 3 0
Piorrea 20 8 12 0
Asma 19 16 0 3
Eczema 18 11 4 3
Tumori benigni 18 14 3 1
Insonnia 17 13 2 2
Ulcera 14 8 4 2
Diabete 14 12 2 0
Calcoli renali 12 10 2 0
Sinusite 12 9 3 0
Calcoli biliari 11 6 5 0
Anemia 11 7 4 0
Gonorrea 8 8 0 0
Poliomelite 8 6 2 0
Appendicite 6 6 0 0
Epilessia 5 3 2 0
Acne Vulgaris 5 3 2 0
Sclerosi multipla 4 0 2 2
Tubercolosi 2 2 0 0

Questi 225 casi furono attentamente controllati dal dottor William Esser, N. D., D.C.,
dal 1945 al 1947, a Lake Worth (Florida).

Malattia Numero dei casi Guarigioni Miglioramenti Casi stazionari


Pressione alta 54 38 16 0
Artrite 42 28 10 4
Catarro 39 36 2 2
Costipazione 36 31 3 2
Epatite 36 34 2 0
Gotta 33 18 12 3
Psoriasi 32 18 10 4
Malattie cardiache 31 18 13 0
Problemi mentali 29 19 10 0
Bronchite 24 22 1 1
Colite 23 11 12 0
Emorroidi 23 18 5 0
Vene varicose 23 20 2 1
Febbre da fieno 22 7 15 0

Questi 447 casi furono attentamente controllati dal dottor Robert Gross, D.C., Ph.D.,
dal 1957 al 1963 ad Hyde Park (New York).
Tratta dal volume di Shelton, Il digiuno per la salute, c. ed. Igiene Naturale.
Indice

COPERTINA 1

INTRODUZIONE 3

I PARTE: PRINCIPI GENERALI 6


1 Digiuno teoria 8
1.1 Concetto di digiuno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
1.2 La fame: vera o falsa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
1.3 Perch`e il digiuno e` benefico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
1.4 Lautolisi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10

2 Autolisi di difesa 12
2.1 Modificazioni chimiche e organiche . . . . . . . . . . . . . . . . 12
2.2 Secrezioni ed escrezioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
2.3 Gli organi di senso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
2.4 Lattivit`a mentale e il sonno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
2.5 La sessualit`a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
2.6 Acquisto e perdita di forze . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
2.7 Malessere e crisi di eliminazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
2.8 La ripresa alimentare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
2.9 Effetti benefici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16

3 Controindicazioni e pericoli 17
3.1 Digiuno e malattie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18
3.2 Atteggiamenti mentali Effetti psichici . . . . . . . . . . . . . . 19

4 Digiuno e psicoterapia 22

5 Costanza e varianti 24

105
6 EXCURSUS STORICO 25
6.1 Il digiuno nel mondo vegetale ed animale . . . . . . . . . . . . . 25
6.2 Il digiuno rituale e magico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26
6.3 Il digiuno nelle religioni rivelate . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27
6.4 Il digiuno presso gli iniziati e i mistici . . . . . . . . . . . . . . . 30
6.5 Il digiuno nella storia della medicina . . . . . . . . . . . . . . . . 32
6.6 Digiuni politici Scioperi della fame . . . . . . . . . . . . . . . . 33
6.7 Breve storia dellIgienismo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34

II PARTE: LA PRATICA DEL DIGIUNO. . . 36


7 Come si digiuna: sette parole-chiave 38
7.1 Il riposo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39
7.2 Lacqua . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40
7.2.1 Il digiuno secco di OMERO, ANTONIO e GLORIA. . . . 42
7.3 Calore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43
7.4 Ossigenazione Prana Bagni daria e di sole . . . . . . . . . . . 43
7.5 Pensieri positivi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 45
7.6 Assenza di tossici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 45
7.7 Ripresa alimentare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 46
7.8 Difficolt`a Avvertimenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48
7.9 Le leggi dellenergia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 49
7.10 Il post-digiuno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50
7.11 Conclusione delligiene del digiuno . . . . . . . . . . . . . . . . 51
7.12 La programmazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 51
7.13 La preparazione fisica e mentale . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52
7.14 Quanto digiunare? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52
7.15 Quando e dove? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53
7.16 Istintoterapia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53
7.17 Abbigliamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54
7.18 Il sonno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54
7.19 Come passare il tempo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 55
7.20 Le compagnie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 55
7.21 Tecniche utili complementari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56

8 Metodo spontaneo di autoguarigione 57


8.1 Digiuno e guida di auto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 58
8.2 Digiuno e luna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 58
8.3 Digiuno e radioattivit`a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59
8.4 A chi serve il digiuno autogestito . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60
8.5 Digiuno e grasso superfluo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60
8.6 Digiuno, giovinezza, bellezza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 61
8.7 Digiuno, sessualit`a e fertilit`a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62

9 Malattie di lieve entit`a 64


9.1 Tabacco, alcool, droghe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 66
9.2 Scioperi della fame e digiuni non-violenti . . . . . . . . . . . . . 67
9.3 Digiuno e preghiera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68
9.4 Il digiuno come grande preparazione . . . . . . . . . . . . . . . . 71
9.5 Come cominciare
Il digiuno di un giorno Il piccolo digiuno . . . . . . . . . . . . . 71
9.6 Il digiuno di tre giorni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 72
9.7 Il digiuno di sette giorni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 73
9.8 Il digiuno attenuato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 74

10 CONCLUSIONE E CONGEDO 76

A TESTIMONIANZE DI DIGIUNATORI 79
A.1 Testimonianze raccolte presso la
Scuola della Salute del dr. Magnano

in digiuni di media durata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 80


A.2 Esperienze di digiuni lunghi autogestiti:
OMERO e MARIO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 81
A.2.1 Omero: digiuno di 15 giorni . . . . . . . . . . . . . . . . 81
A.2.2 Mario Dumini: digiuno di 40 giorni,
perdita di peso: Kg. 15. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 82
A.2.3 Testimonianza di un ex-tossicodipendente . . . . . . . . . 83
A.2.4 Le mie esperienze col digiuno
dal padre Bernhard Haering . . . . . . . . . . . . . . . . 84
A.2.5 Breve intervista con un lama tibetano: Geshe Cianclub . . 85
A.2.6 Lo sciopero della fame in carcere.
Intervista con Alberto Franceschini e Massimo Gidoni . . 86
A.3 IL DIGIUNO SOTTO IL PROFILO
RELIGIOSO ED OCCULTO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 89

B TAVOLE 97
B.1 Il Peso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 97
B.2 TABELLA DELLE COMBINAZIONI (1) . . . . . . . . . . . . . 99
B.3 TABELLA DELLE COMBINAZIONI (2) . . . . . . . . . . . . . 100
B.4 PERCORSO DEL DO-IN . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 102
B.5 PRO MEMORIA DEL DIGIUNATORE . . . . . . . . . . . . . . 103
B.6 ATTREZZATURA: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 103

C . . . altri libri in PDF 109


Appendice C

. . . altri libri in PDF

Sono stati anche digitalizzati, tra gli altri, i libri che seguono e scaricabili con
eMule durante i week-end. Tutti eccellenti. Cercali ...
Diversi libri sono dedicati al DIGIUNO, un rimedio che non costa nulla ...
approfondisci! Chiss`a, potr`a esserti utile.

Gli altri titoli:

Digiuno terapeutico dellAssociazione Igiene Naturale Italiana

Digiuno razionale, per il ringiovanimento fisico mentale e spirituale del Prof.


Arnold Ehret

Il Sistema di Guarigione della Dieta Senza Muco del Prof. Arnold Ehret (Pre-
gevole per tante intuizioni valide e per quanto e` scritto sul digiuno ma AT-
TENZIONE: la dieta di Ehret non vale per chiunque, con qualunque costitu-
zione fisica ... e lui inoltre non distingue a seconda della costituzione fisica,
non parla di canali energetici nel corpo, non sa nulla di prana/etere, non par-
la delle qualit`a energetiche dei diversi alimenti ... e questa dieta presuppone
comunque che si accompagni al digiuno e lunghi bagni di sole ... meglio
leggere anche qualche libro sulla dieta macrobiotica, prima di cacciarsi nei
guai).

Ipertensione e malattia circolatoria Come prevenirle e disfarsene naturalmente


senza ricorrere a medicine ma adottando un sistema di vita corretto, del dr.
Herbert SHELTON

Il digiuno pu`o salvarti la vita del dr. Herbert SHELTON (uno dei migliori li-
bri sullargomento). Tante malattie gravi, incurabili per la medicina uffi-
ciale, possono essere guarite semplicemente digiunando e in breve tempo.
Occorre forza di volont`a.

109
Assistenza igienica ai bambini del dr. Herbert SHELTON
Sieri e Vaccini del dr. Herbert SHELTON
La Facile Combinazione degli Alimenti del dr. Herbert SHELTON [molto im-
portante combinare correttamente i cibi]
Tumori e Cancri del dr. Herbert SHELTON, c`e anche una critica feroce ma
onesta sulla cosidetta ricerca scientifica in campo oncologico (era il 1950)
tuttoggi attualissima. Si parla anche di errate diagnosi. Non ci fanno una
bella figura i medici. Shelton era un Igienista Naturale, non un Medico.
Lantico segreto per ringiovanire
Lo Yoga della Nutrizione di M. Aivanhov
Il Vangelo Esseno della Pace scoperto da Edmond B. Szekely, un classico, poe-
tico.
La scoperta del Vangelo Esseno della Pace descrive come Szekely ha scoperto
il Vangelo Esseno della Pace.
Di cancro si pu`o guarire . . . con laloe arborescens preparata secondo la ricetta
di Padre Romano Zago.
Vegetarismo e Occultismo di Leadbeater
Alcool e Nicotina di Rudolf Steiner
Alimentazione per vivere sani di Rudolf Steiner
FLUORO, pericolo per i denti, veleno per lorganismo di L. Acerra
SUGAR BLUES, il mal di zucchero, una dipendenza dal sapore dolcissimo di
William Dufty [un classico che mette in guardia dai gravi pericoli per la
salute derivano dal consumo di zucchero raffinato]
Consigli pratici per una vita macrobiotica di Ferro Ledvinka
La dieta macrobiotica di Georges Ohsawa [libro davvero importante]
Latte e Formaggio, rischi e allergie per adulti e bambini di Claudio Corvino [con-
tro la disinformazioni della lobby dei produttori di latte & derivati]
Intestino Libero, curarsi e purificarsi con ligiene intestinale del dott. Bernard
Jensen, corredato da foto alquanto crude ed esplicite ... es. foto di corde di
muco nero e colloso ...
Essiac il famoso rimedio contro il cancro di Rene Caisse. Con Informazioni
anche su alghe Klamath, probiotici, enzimi digestivi

Noni, la pianta magica dei guaritori polinesiani di Lubecke e Hannes

Cucinare per il corpo e per lo spirito di Roggero Guglielmo [valido libro di cu-
cina macrobiotica con facili ricette]

Il presente file e` stato ottenuto con software open-source: in ambiente Linux


(OpenSuse), formattato con LATEX, interfacciato da Kile. . . Pechino, agosto 2008.

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