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Quando la Vita chiama bisogna rispondere

don Marco Pedron


I Domenica di Avvento (Anno B) (30 novembre 2008)
Mc 13,33-37

Inizia il tempo di Avvento. Av-vento una parola che vuol dire letteralmente: Qualcosa che ti
viene incontro. C' il suo venire e il mio essere disponibile ad accogliere ci che viene.
L'avvento quindi implica sempre un essere sorpresi: ci che ci viene incontro non mai come noi
l'avevamo pensato, pianificato, creduto, aspettato. Ha sempre un margine che ci sfugge, che va
oltre. Perch la Vita pi grande dei nostri pensieri e pi ricca e creativa della nostra mente. Chi
si fida, chi si lascia condurre, avr delle sorprese. Il Messia doveva essere un re forte, potente,
vincente. Il Messia venne ma non fu come se l'aspettavano: Sorpresa!.
Il matrimonio, la casa, il primo figlio, il secondo, la stabilit economica: tutto sembra in discesa.
Ma poi il rapporto va in crisi oppure il partner si ammala; oppure tu sei insoddisfatto: Sorpresa.
Lasciarsi sorprendere vuol dire permettere che Dio agisca nella nostra vita, lasciargli un po' di
margine perch ci conduca Lui. Tutto quello che decidiamo noi non ci sorprende: lo conosciamo
gi! Per questo l'avvento sempre un'av-ventura: perch un andare incontro verso qualcosa che
ancora non conosciamo e questo, se da una parte ci elettrizza, ci attrae, dall'altra ci fa paura e ci
costringe a cambiare le nostre idee su di noi, sulla Vita, su Dio.
Spesso cercando A troviamo B. Un ragazzo non era mai contento del suo rapporto con le donne.
Cercando di comprendere il suo problema ha scoperto di essere chiamato a diventare prete:
Sorpresa!.
Questo il motivo per cui molte persone non vanno mai a fondo nella propria ricerca: rimangono
sempre ad un livello superficiale: E se poi scopro di dover cambiare? E se scopro dell'altro? E se
poi scopro di essermi ingannato? E se poi scopro di aver sbagliato?. Non vogliono sorprese,
vogliono certezze.

L'altro grande elemento dell'Avvento l'attesa.


Tutte le cose hanno un tempo di attesa, di germinazione, di ruminazione, di incubazione, di
fermentazione. Prima del loro tempo le cose non nascono.
Per fare un figlio ci vogliono nove mesi; perch arrivi la primavera prima c' il freddo e il niente
dell'inverno; perch arrivi la luce del giorno, prima ci vuole il buio della notte. L'attesa il
tempo nel quale tu lavori, tu ti dai da fare, tu operi, anche se niente sembra nascere o crescere.
Perch devo sempre lavorare su ?sto campo che non d mai niente!, dissi anni fa al mio padre
spirituale (il campo era la mia persona). Perch finch lavori il tuo campo diventi un
contadino!. Lo stare su di una questione non solo la risolve ma ci trasforma, c'insegna a vivere e
ad essere diversi.
La gente si stanca subito: vuole risultati, progressi, mete da raggiungere. Molte persone quando
iniziano un cammino di ricerca dicono: Troppo tempo.
Spesso, invece, bisogna lavorare molto tempo su una cosa e sembra non succedere niente. Poi
all'improvviso, quasi come un miracolo qualcosa s'innesca e tutto cambia. Ma non un miracolo:
il frutto del lungo, silenzioso e costante cammino precedente. L'attesa tenacia: rimanere

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anche se non si vedono i frutti, anche se non sembra succedere niente, anche se non ci sono
apparenti vie d'uscita, anche se mi sembra di essere sempre al solito punto.
Perch non succede niente? Perch sono sempre il solito?. Perch non sei pronto tu!.
Continua a stare su ci su cui devi stare, ad arare, a girare la terra, a concimare, a togliere i sassi:
un giorno fiorir qualcosa. L'attesa il tempo in cui la vita prepara noi ad accogliere ci che
dobbiamo accogliere. A molte persone non succede mai niente perch non si lasciano preparare,
forgiare: non attendono. L'attesa il tempo in cui le cose, le capacit, le forze, si formano.
Nel film Sacrificio di Tarkovskij un vecchio monaco dice ad un novizio di innaffiare un albero
apparentemente morto sulla collina. Il novizio obbedisce, per quanto l'incombenza gli prenda
quasi l'intera giornata, e ogni giorno porta un secchio d'acqua in cima alla collina sulla quale
piantato l'albero. Dopo tre anni, l'albero comincia a mettere le foglie?

Il vangelo presenta una piccola parabola. Un padrone se ne va e lascia ad ognuno il suo compito.
Il portinaio, inoltre, deve vegliare per vedere quando il padrone torner (momento che non si
conosce).
L'invito chiaro per tutti: ognuno deve rimanere vigile, sveglio, non prendere sonno. Questo il
grande pericolo della vita: prendere sonno, vegetare, sopravvivere. Non morire: rimani vivo. Non
dormire: sii sveglio.
Quando canti, canta con tutto il cuore e con tutta l'anima. Sii presente adesso, non dormire, non
essere altrove. Non ti chiedere se stoni, se gli altri hanno da dire sulla tua voce. Canta.
Quando abbracci, abbraccia e senti l'altro, senti il suo corpo, senti il suo amore, gusta l'incontro.
Sii presente, sii in casa e non essere altrove: Se qualcuno mi vede cosa si dir? E se mi vede suo
marito cosa penser? E sono indiscreto?.
Quando preghi, prega. Sii sveglio, desto e apri il tuo cuore. Quando preghi sii consapevole della
tua preghiera, e innalza i tuoi lamenti, i tuoi inni, la tua rabbia e il tuo stupore a Dio. E fallo dalla
pienezza dell'anima e con tutta la forza del tuo cuore.
Quando mangi una pizza e bevi una birra, gustale. Non dormire. Se ti piace, senti il sapore della
pizza e il gusto della birra. Assaporale con calma e gioia. E non rovinarti il cibo dicendoti: E poi
se ingrasso?. Sii presente.
Quando guardi, guarda, entra in ci che vedi, emozionati, lasciati toccare da ci che vedi. E quando
ascolti, ascolta e quando piangi, piangi. Sii in ogni istante l dove sei.
Adesso sei qui. Rimani qui. Non scappare. Vivi, assapora, senti questo momento. Molti di noi
mentre sono qui con il corpo, con la mente o con i pensieri sono altrove (Cosa diranno gli altri;
cosa devo fare dopo; e se sbaglio?). La mente li porta sempre in altri posti, in altri pensieri, in
altri luoghi, in altri problemi. Spesso mi devo chiedere: Mentre il mio corpo qui, io dove
sono?. Non sono mai dove sono. Sono sempre altrove. Ma se sono sempre altrove, in che mondo
vivo?
Ci sei o ci fai?. Sei presente o fai finta di esserci mentre in realt sei altrove?
E soprattutto per favore, rimani vivo. Che non ti succeda di dormire nella vita, di tirare avanti,
di vegetare. Che non ti succeda che il tuo cuore pulsi solo perch un muscolo o che la tua
bocca si apra solo perch bisogna mangiare.
In ogni momento sii presente, sii sveglio, sii desto, sii consapevole. Una vita da morti non
degna di essere chiamata vita. Sii in ogni istante l dove sei.

L'invito del vangelo forte: Vegliate.

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La parola vegliare vuol dire stare in guardia. E' l'osservare della sentinella o del guardiano
che si accorge se qualche pericolo si avvicina.
Ci sono i custodi delle fabbriche; c' la Civis che veglia i negozi e le case; nei grandi alberghi c'
il portiere, il custode dell'entrata; nelle banche c' la guardia, nelle case l'allarme o il satellite;
c' il nostro essere attenti se c' qualche rumore strano in casa. Stiamo in guardia per tutto e
dormiamo per le cose dell'anima!

Il vegliare di cui parla Ges ha vari aspetti.


1. Innanzitutto vuol dire: Accorgiti di quando Lui passa.
Un uomo ha vissuto tutta la sua vita lavoro e casa. Ma nel tempo si inaridito. Ha avuto un
tumore al cervello, guarito, e questo fatto l'ha svegliato. Si reso conto della preziosit della
vita, si reso conto di non aver mai vissuto, si reso conto di non sapere neppure chi . Cos sta
cambiando e sta recuperando la sua anima. Inizia a gustare le cose, gli incontri, le persone; si apre
si pi, ha bisogno di discorsi veri, profondi; ha bisogno di spiritualit. Sua moglie non lo
comprende pi e lo accusa: Non sei pi quello di prima tutto casa e famiglia. E' vero, non pi
quello di prima e non lo sar mai pi. Anche lei adesso deve crescere, imparare. Il suo devoto
uomo adesso ha bisogno di un rapporto nuovo e pi profondo. Non pi il cagnolino di casa.
Quando la vita chiama bisogna rispondere. Quando la vita chiama bisogna andare.
Una donna sente che il proprio lavoro le diventato soffocante, opprimente. Spesso si ammala
pur di non andarci. Ha sviluppato una sensibilit e una competenza per i massaggi Shiatsu.
Vorrebbe fare il grande salto: lasciare il lavoro per iniziare quel nuovo lavoro l pi a contatto con
l'uomo e l'umano. Che si fa? Quando la vita chiama bisogna rispondere.
Due sposi, sposati da dieci anni, con due figli, sentono che il rapporto di coppia non gira pi.
Sentono che dovrebbero farsi aiutare. Ma sono consapevoli che questo potrebbe voler dire magari
sofferenza, rottura, rimettersi in gioco, o chiss cos'altro. Che si fa? Quando la vita chiama bisogna
rispondere.
Vegliare non vuol dire far finta di niente, tirare avanti che qualcosa succeder perch se non fai
niente non succeder niente; vegliare vuol dire cogliere oggi, nel presente la voce dell'anima che
mi chiama.
Vegliare vuol dire non dormire, non sonnecchiare. Quando Dio, la Vita passa, bisogna seguirla.
Quando la Vita chiama bisogna rispondere, bisogna andare, costi quel che costi, anche se si ha
paura, anche se non si capisce, anche se sembra strano, anche se non ce lo saremo mai aspettati.
Tutti si aspettavano un re forte e invece Dio venne come un bimbo: Sorpresa!. Dio pass su
questa terra come un bambino e tanti dissero: Dio non qui! Tutto questo non c'entra con Lui.
E cos lo rifiutarono.

2. Vegliare, per questo vangelo, ha poi un secondo significato: vegliare nei confronti del male.
Ges ci paragona al guardiano il cui compito pi importante quello di vigilare.
Cosa entra nel nostro cuore? Cosa entra nella nostra anima?
La gente va a fare la spesa ed attenta al costo del prodotto, all'origine, da chi fatto, dove
confezionato, agli ingredienti, alla scadenza, ai conservanti, se un prodotto di qualche
multinazionale?; fa tutto questo per ci che entra nel corpo e non fa niente per ci che entra
nell'anima!?
Allora come un buon guardiano della casa devo osservare i pensieri che vogliono entrare nel mio
animo. I buoni pensieri ci rendono buoni e i cattivi pensieri ci rendono malvagi: come si , cos si

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agisce. Quindi, occhio ai tuoi pensieri!
Spesso ci assalgono pensieri di tristezza: quante persone ruotano attorno ai propri problemi, senza
farsi aiutare. Per me tutto difficile; nessuno si occupa di me; non interesso a nessuno; sono un
fallito; non ce la faccio pi; a me va tutto storto; non ce la far mai; ce l'hanno tutti con me. Se
lascio spazio a questi pensieri allora la mia vita diventa una tristezza. La tristezza come un
veleno: se le lasci spazio avvelena tutto. Come un buon guardiano devo dire a questi pensieri:
Fuori! Voi non potete e non dovete entrare nella mia casa. Non vero che io devo soffrire
sempre; non vero che non ce la faccio o che non valgo niente.
Pensate alla preoccupazione. Se vostro marito o vostro figlio in ritardo voi vi preoccupate. Se vi
dite: Ma s, avr avuto un imprevisto!, allora riuscite a fare le vostre cose. Ma se vi dite:
Oddio, cosa gli sar successo, allora la fine. Allora iniziate a pensare a tutti gli incidenti, i
pericoli o le situazioni pi tremende che possono capitare. Ma non la realt. La realt solo che
vostro marito/figlio in ritardo e voi non sapete il perch. Preoccupandoci noi diamo potere alla
preoccupazione, la alimentiamo.
Pensate a voi stessi: se iniziate a dire: Non serve a niente impegnarsi; si sempre quelli di
prima; non si cambia mai; le cose sono sempre le stesse; a che serve faticare tanto poi nessuno ti
capisce; tu educhi e fai tante cose ma tanto poi nessuno ti ascolta, allora voi smettete di aver
fiducia in voi, smettete di credere di poter far qualcosa di positivo della vostra vita e tirate la
conclusione: Tanto vale la pena di non far niente.
C' una donna che ha una figlia di due anni. E pensa: Mamma mia che fatica educarla! E chiss
quando ne avr quattro, quando mi dir di no; e poi la scuola elementare: chi riuscir a farle fare i
compiti?; per non parlare poi di quando sar adolescente: chi la terr a casa?; e se poi si ammala?; e
sar felice. Pensare cos rovinarsi la vita presente. Vivi oggi, piedi a terra, realt! Se dai spazio a
ci che potrebbe succedere (ma che non ancora successo) allora tutto possibile.
Allora io devo vagliare i miei pensieri e dire ai miei pensieri negativi: Fuori di qui.
Questo vale anche con le persone. In casa mia entra solo chi amo. Chi non desiderato lo lascio
fuori. A volte permettiamo che entrino in casa nostra persone non gradite: Fuori; qui no!.
Alcune persone sono sempre negative, criticano tutti e tutto, parlano sempre e sono logorroiche.
Allora scegli: Le vuoi nella tua casa o non le vuoi?. Se le accetti sai che sono cos e sai che
questo influenza anche il tuo animo. E non ti lamentare se poi ti rovinano la giornata. Se non le
vuoi allenti (chiudi o cambi) il rapporto.
C' una famiglia che tutte le domeniche invita la madre di lui che impossibile e rovina la
giornata libera, l'unica, a tutti, partner e figli. Ma non invitarla tutte le domeniche! Sono io il
padrone, il custode della mia casa e devo scegliere io chi fare entrare, chi lasciare fuori o chi
buttare fuori. E' un mio compito; una mia responsabilit.

3. Vegliare vuol dire essere a contatto con la realt. Vegliare vuol dire non credere alle illusioni. Il
mistico il desto, il risvegliato, lo sveglio, colui cio che non dorme, che non s'inganna,
colui che vede le cose per quello che sono, e che a contatto con la realt.
C' chi si illude dicendosi: Trover il partner giusto e sar felice. Ma il principe azzurro non
esiste.
Col tempo le cose cambieranno. Ma in genere il tempo passa ma non cambiano le cose! Il
tempo da solo non cambia niente, scorre solo.
Quando avr pi soldi allora mi godr la vita: non ti servono soldi per godere la vita ma la capacit
di assaporarla, di vivere nel presente.

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Quando sar cos (pi bello, pi magro, pi studiato, pi?) allora andr bene: se non ti ami cos
come sei oggi come puoi pensarlo di farlo domani?
Le persone pensano di essere tristi perch gli altri non le accettano e non le amano. Ma invece
sono tristi perch hanno bisogno degli altri e della loro approvazione, perch non possono
viverne senza, perch sono attaccati all'opinione e al giudizio altrui. Se tu potessi vivere
disinteressandoti di ci che gli altri dicono o accettando di essere rifiutato non saresti poi cos tanto
triste e saresti libero!
La gente si illude che il partner cambier o che lei riuscir o a farlo cambiare o a salvare. La
maggior parte annegata con lui. Quante donne hanno fatto la crocerossina, la salvatrice, la
Giovanna d'Arco credendo che il loro amore avrebbe redento il marito. Molte ci sono morte
assieme!
La gente si illude che l'amore basti, che con l'amore si vada dappertutto. Tutti quelli che si
sposano si amano, e non sbagliano. Ma non basta, se non c' anche la profondit, la capacit di
cambiare e di mettersi in discussione, di evolvere, di ammettere la verit, tutta la verit, ogni verit a
se stessi all'altro.
La gente si illude che certe cose a loro non capiteranno e che loro non avranno problemi. Ma
proprio a chi crede questo accadono certe cose perch non se ne cura, non sta attento.
Un professore era sempre scandalizzato dal vestire sciattone dei suoi alunni e derideva sempre
vestiti, ornamenti, abbinamenti cromatici e quant'altro. Lui era perfetto nel vestire. Ebbene
proprio a lui un giorno capit di insegnare un'ora in piedi con la cerniera totalmente abbassata!
Un ricco imprenditore si vantava dei suoi irreprensibili figli. Uno di essi tuttora in una comunit
di recupero dalle tossicodipendenze; l'altro ne appena uscito.
La gente si illude di non essere poi cos tanto cattiva come tutti gli altri, di essere in fin dei conti
dei buoni; di non avere grossi problemi dentro, di essere quasi a posto, solo qualche ritocchino!
Ges Cristo con questi quasi perfetti ebbe i problemi maggiori. Fu ucciso proprio dalle persone
che pensavano di essere buone, brave, senza problemi e religiose. Non sei migliore di nessuno. Ti
fa male questa frase? Colpisce la tua vanit? Ti piacerebbe essere superiore, di pi degli altri, eh!
La gente si illude e crede che succeder qualcosa e come per miracolo la loro vita cambier. Magari
che con una preghierina, con un po' di fortuna, con il tempo?
C' un barzelletta che mi fa ridere e pensare. Un frate di un convento vede che alle otto meno un
quarto di sera arriva sempre una signora e si mette con grande fervore a pregare. La cappella
chiude alle otto e quando sono le otto di sera la signora sempre ancora l. I frati devono chiudere
e la signora non se ne va se non venti minuti dopo le otto. Una sera, due sere, tre sere? Allora il
frate priore dice al fraticello: Fa' in modo che la signora alle otto se ne vada che noi dobbiamo
chiudere. Il fraticello una sera si avvicina alla signora e con grande discrezione le chiede: La
vedo qui tutte le sere signora? Cosa fa?. Sono qui a pregare per avere anch'io un figlio. Vede
una mia amica, con il mio stesso problema, venuta qui tutte le sere e diceva molte Ave Maria.
Sa che rimasta incinta!. No, no, signora non mica stata l'Ave Maria, stato un padre
nostro. Lo abbiamo gi allontanato!!!.
La gente si illude che per non avere problemi basti non pensarci: chiodo schiaccia chiodo. E,
invece, chiodo pi chiodo, fanno due buchi e non scacciano un bel niente!
La gente crede di aver fatto tanta strada solo perch si agita molto o perch sempre in
movimento. Anche chi si annega in mare si agita tanto e si sbraccia ma non nuota, non fa strada,
non si sposta neanche di un metro.
La gente si illude che il progresso porter benessere dell'anima, felicit. La gente si illude che la

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tecnologia risolver i problemi del mondo. Abbiamo pi cibo, pi auto, pi computer, pi
conoscenze e pi affamati (ultimo rapporto della F.a.o)!
Una volta la gente credeva che il socialismo ci avrebbe fatto felici. Poi venne il comunismo.
Adesso c' il capitalismo e il liberismo. Ma non il sistema che non va, sono le persone. Persone
con un cuore grande avrebbero fatto funzionare a meraviglia il capitalismo, il comunismo e il
socialismo. Padre Arrupe: Un sistema pi o meno buono, pi o meno cattivo, quanto la gente
che lo usa.

Un amico mi dice sempre: Sta' in campana!, cio: Svegliati, non dormire, sta' attento!.
Illusione attaccarsi a qualcosa che non c', che non esiste, che non pu tenere.
Illusione non voler veder ci che bisogna vedere ma che rovina la nostra bella costruzione (il-
ludere, illusione: il bel gioco finito, concluso!).
C' una storia che mi fa sempre ridere e tremendamente pensare. Si incontrano due tipi. Henry,
come sei cambiato! Eri tanto alto, e adesso sei cos basso! Eri cos robusto, e ora sei magrissimo!
Eri tanto biondo, e ora sei castano. Cosa ti successo, Henry?. Allora Henry risponde: Non
sono Henry, sono John!. Oddio, hai cambiato anche nome!.

Pensiero della settimana

Un saggio indiano aveva un caro amico che abitava a Milano. Si erano conosciuti in India, dove
l'italiano era andato con la famiglia per fare un viaggio turistico. L'indiano aveva fatto da guida
agli italiani, portandoli ad esplorare gli angoli pi caratteristici della sua patria. Riconoscente,
l'amico milanese aveva invitato l'indiano a casa sua. Voleva ricambiare il favore e fargli
conoscere la sua citt. L'indiano era molto restio a partire, ma poi cedette all'insistenza dell'amico
italiano e un bel giorno sbarc in aereo alla Malpensa. Il giorno dopo, il milanese e l'indiano
passeggiavano per il centro della citt. L'indiano con il suo viso color cioccolato, la barba nera e il
turbante giallo attirava gli sguardi dei passanti e il milanese camminava tutto fiero di avere un
amico cos esotico. Ad un tratto in Piazza S. Babila, l'indiano si ferm e disse: Senti quel che
sento io?. Il milanese un po' sconcertato, tese le orecchie pi che poteva, ma ammise di non
sentire altro che il gran rumore del traffico cittadino. Qui vicino c' un grillo che canta continu,
sicuro di s, l'indiano. Ti sbagli replic il milanese. Io sento solo il chiasso della citt. E poi
figurati se ci sono grilli da queste parti. Non mi sbaglio. Senti il canto di un grillo, ribatt
l'indiano e decisamente si mise a cercare tra le foglie di alcuni alberelli striminziti. Dopo un po'
indic all'amico che lo guardava scettico un piccolo insetto, uno splendido grillo canterino che si
rintanava brontolando contro i disturbatori del suo concerto. Hai visto che c'era un grillo?,
disse l'indiano. E' vero, ammise il milanese. Voi indiani avete l'udito molto pi acuto di noi
bianchi. Questa volta ti sbagli tu, sorrise il saggio indiano. Stai attento?. L'indiano tir fuori
dalla tasca una moneta e facendo finta di niente la lasci cadere nel marciapiede. Immediatamente
quattro o cinque persone si voltarono per guardare. Hai visto?, spieg l'indiano. Questa
monetina ha fatto un tintinnio pi esile e fievole del trillare del grillo. Eppure hai notato quanti
bianchi l'hanno udita!.

Il venticinque di dicembre sar Natale per tutti.


Ma avremo accolto la Sua silenziosa venuta o saremo solo stati presi dalle nostre corse, dai nostri
regali, dai nostri pranzi, dai nostri auguri?

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Lui viene, ma ci trover? Lui canta, lui gi ci abita: ma lo ascolteremo?

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