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CAPITOLO I. Diritto Regionale

Diversamente dallo Stato assoluto, dominato da un monarca che era la legge, lo Stato moderno
o costituzionale nato a partire dalla Rivoluzione francese, presenta una Costituzione che detta i
limiti allesercizio del potere sovrano. Vanno distinti:
- Modello francese che presenta un ordinamento UNITARIO CENTRALIZZATO che trova
espressione nel principio dellunit ed indivisibilit dello Stato (1971). In questo stato, le
articolazioni organizzative periferiche attraverso cui si esercitava il controllo del potere
pubblico sul territorio, erano diramazioni di un sistema unitario legate al centro da vincoli
di subordinazione gerarchica. -> modello francese ACCENTRATO (potere solo a livello
centrale) in cui lunificazione nazionale era precedente allo stato moderno
- Modello statunitense che presenta i caratteri di unentit complessa e pluralisticamente
articolata e nasce da unaggregazione di stati autonomi. Il modello statunitense un
modello di STATO COMPOSTO in cui lunificazione nazionale coincise con lavvento dello
Stato moderno. Tra la situazione di partenza (pluralit di Stati sovrani ) e listituzione dello
Stato federale vi fu la creazione di una CONFEDERAZIONE cio di ununione internazionale
rivolta a creare una lega di amicizia per la difesa e il benessere comuni. Il vero e proprio
Stato federale nacque nel 1787-89. I rapporti tra Stato centrale e Stati membri erano
regolati dalla Costituzione federale anche se allo Stato federale sono riconosciute alcune
prerogative che gli attribuiscono una posizione di supremazia rispetto ad altri soggetti:
una SUPREMAZIA NON SOVRANA poich sempre regolata e limitata dalla Costituzione.

In Italia, lunificazione nazionale si verific nella seconda met del XIX secolo (1861) attraverso una
serie di annessioni territoriali al Regno di Sardegna il modello di ordinamento che si afferm fu
quello napoleonico dello Stato unitario centralizzato.
Anche molti altri Stati furono invasi da un periodo di grande confusione perch non sapevano se
essere Stati federali o Stati centralizzati.
Anche lAssemblea Costituente del 1946-1947 riesum il tipo istituzionale di Stato regionale a
causa di:
- Ragioni politiche contingenti poich si diede una risposta istituzionale alle tensioni
autonomistiche sviluppatesi ad esempio in Sicilia, Sardegna o Valle dAosta
- Eterogeneit del paese dovuta alla sua conformazione geografica e alle diversit
socio-economiche
- Consolidamento della riconquistata democrazia che costituisce un antidoto nei confronti
delle involuzioni autoritarie
- Riforma dello Stato con la creazione di una rete di poteri regionali e locali che potrebbe
contribuire al superamento di alcuni mali dellorganizzazione pubblica.

La Costituzione italiana era inizialmente zoppa poich trovava attuazione solo nelle Regioni ad
autonomia speciale a causa di un atteggiamento ambiguo e contraddittorio dei partiti (taluni di
questi, dopo essersi battuti in Assemblea per la regionalizzazione dello Stato, hanno congelato la
loro stessa riforma o altri prima sfavorevoli lhanno poi appoggiata).
La costituzione effettiva delle Regioni ordinarie si ebbe negli anni 70 a partire dalla Spagna in
quanto per effetto della Costituzione del 1978, si avviato un processo di decentramento che si
espresso nella creazione di 17 Comunidades Autonomas.

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Tuttavia, gli Stati federali e quelli regionali presentano alcuni elementi comuni che li differenziano
dagli Stati unitari centralizzati:
- ESISTENZA DI ENTITA sub statali cio livelli territoriali di Governo in posizione intermedia
tra Stato centrale e gli enti territoriali (comuni e province)
- Le COMPETENZE di cui dispongono questi livelli intermedi che sono garantite dalla
Costituzione
- LEGISLAZIONE in base a cui viene accolto il POLICENTRISMO LEGISLATIVO con cui oltre al
Parlamento centrale, le leggi formali possono essere dettate anche dalle Assemblee
rappresentative delle entit periferiche.
- GIUSTIZIABILITA in cui trova appoggio la ripartizione delle competenze tra centro e
periferia (le lesioni delle competenze garantite sono denunciabili ad organi di giustizia
costituzionale)

Tra le differenze che intercorrono tra Stati federali e Stati regionali emergono:
- NATURA DELLE ATTRIBUZIONI poich= mentre gli Stati membri di una Federazione
conservano tutte le funzioni tipiche di uno Stato, le Regioni dispongono solo delle funzioni
loro attribuite dallo Stato al momento in cui si regionalizzano
- TECNICHE DEL RIPARTO DI COMPETENZE poich= nello Stato federale, le competenze
enumerate spettano alla Federazione e gli Stati membri sono titolari di una competenza
generale; nei sistemi regionali, la competenza generale spetta allo Stato e le competenze
enumerate spettano alle Regioni
- BICAMERALISMO = negli Stati federali esiste una seconda camera rappresentativa degli
Stati membri anche se in alcuni ordinamenti federali (Stati Uniti e Svizzera) la camera di
rappresentanza territoriale si configura come Organo di primo grado (eletto
direttamente dal popolo) in altri ordinamenti federali (Austria e Germania) questa camera
presenta caratteri di un Organo di secondo grado (costituito dai membri espressi dalle
istituzioni che sono chiamati a rappresentare); negli Stati regionali la seconda camera non
si differenzia dalla prima ( Italia) o in alcuni casi non esiste (Portogallo).
In Italia il Senato eletto a base regionale con garanzia di una rappresentanza delle regioni
in proporzione alla popolazione (art 57 Cost); il numero di senatori elettivi di 315, 6 dei
quali eletti dalla circoscrizione estero e nessuna regione pu avere un numero di senatori
inferiori a 7, il Molise 2 e la Valle dAosta 1. In Italia vige un bicameralismo perfetto in
quanto: Camera e Senato partecipano con eguali poteri allesercizio della funzione
legislativa (art 70) e accordano e revocano la fiducia al Governo tramite mozione (art 94);
presentano differenze organizzative (elettorato attivo e passivo; elezione di 5 senatori a
vita da parte del Presidente della Repubblica); il Senato percepito come Camera politica
- PROCEDIMENTO DI REVISIONE COSTITUZIONALE secondo cui=
negli Stati federali le entit sub statali partecipano a tale procedimento in base a tecniche
diverse:
Dato costante: partecipazione della seconda camera che concorre al procedimento di
revisione costituzionale o in termini generali o per quei processi di modifica che limitano le
competenze delle entit sub statali
Dato variabile: prevede il necessario assenso di un certo numero di Stati membri
Invece, negli Stati regionali le Regioni non partecipano al procedimento di revisione
costituzionale
- COMPETENZA COSTITUZIONALE= le entit federate hanno il potere di darsi una
Costituzione; mentre le Regioni possono solo darsi uno statuto autonomo che per deve
essere conforme alla Costituzione

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Sia lo Stato federale che quello Regionale sono caratterizzati da un principio unitario che vede lo
Stato dotato di una supremazia non sovrana nei confronti delle entit sub statali.
Tuttavia sono riconosciute tecniche giuridiche impiegate per realizzare il principio unitario tra cui:
- Riconoscimento a livello centrale di Governo di competenze esclusive in relazione ad
oggetti corrispondenti ad interessi unitari (difesa, politica estera, moneta ecc)
- Controllo di merito fondato su apprezzamenti politici e volto ad assicurare la preminenza
dellindirizzo politico nazionale su quello periferico (ad esempio Consent of the Congress
sugli accordi internazionali sottoscritti dagli Stati membri della Federazione statunitense)
- Limiti di contenuto fissati dalla Costituzione o rimessi alla determinazione del Legislatore
centrale
- Asimmetrie tra la posizione dellente centrale e delle entit sub statali
- Poteri di ingerenza del centro nei confronti delle periferie: poteri sostitutivi (Coercizione
federale che consente allo Stato centrale di costringere le entit sub statali ad adempiere a
doveri su esse incombenti o esecuzione federale) o controlli sugli organi

A tutela dell autonomia del sistema, le Costituzioni federali e regionali affermano alcune garanzie:
- GARANZIE DI ESISTENZA DI LIVELLI SUB STATALI DI GOVERNO (intermedi tra Stato centrale
ed enti territoriali) che possono riguardare:
. Identificazione geografica: nelle federazioni le entit sub statali preesistono allo Stato
federale mentre negli ordinamenti regionali queste entit non preesistono allo Stato
regionale. Tuttavia, mentre il regionalismo spagnolo prevede che le entit sub statali non
vengano direttamente individuate dalla Costituzione che prefigura un processo di
auto identificazione dal basso poich riconosce agli enti territoriali la possibilit di
aggregarsi in Regione ove vi siano i presupposti costituzionalmente richiesti; in Italia
presente un modello di identificazione autoritativa delle Regioni secondo cui la
Costituzione italiana non contiene una disciplina strumentale, ma detta direttamente le
Regioni (art 131 Cost)
. Variazioni territoriali
- COSTITUZIONALIZZAZIONE DEL RIPARTO DI COMPETENZE TRA LO STATO CENTRALE E
LIVELLI SUB STATALI che per essere realizzata la disciplina costituzionale deve indicare in
Costa consista lautonomia ed eventualmente come vada esercitata.
Negli ordinamenti federali la costituzionalizzazione diretta e cio la Corte costituzionale
individua direttamente oggetto e limiti delle competenze che spettano alla Federazione;
negli ordinamenti regionali la costituzionalizzazione indiretta poich la Costituzione non
individua direttamente le materie di pertinenza delle Comunit autonome , ma detta una
disciplina costituzionale che disciplina le materie che queste possono acquisire, riservando
poi agli statuti la concreta individuazione delle competenze ad esse spettanti.
- POTEST LEGISLATIVE affidate ai livelli intermedi che possono adottare leggi cio atti
designati mediante lo stesso nomen iuris impiegato per gli atti del potere legislativo statale
- TUTELA GIURISDIZIONALE DELLE COMPETENZE mediante la possibilit di rivolgersi ad un
giudice per ottenere la legalit violata

In Italia vi linfluenza di entrambi i modelli: federale per le Regioni ordinarie, dotate di identiche
competenze definite dalla Costituzione; e regionale per le Regioni speciali che sono titolari di
forme di autonomia dettate dai rispettivi statuti.

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STATO REGIONALE:
Modello spagnolo:
- Carattere eventuale della regionalizzazione
- Gli statuti enumerano le materie che possono essere attribuite alle regioni ferme restando
le materie che spettano allo Stato
- Regioni dotate di autonomia speciale
- Sul piano legislativo lo Stato pu intervenire in tutte le materie con norme suppletive; sul
piano amministrativo lo Stato esercita tutte le competenze che i singoli statuti di
autonomia non assegnano alle rispettive comunit autonome
Modello italiano:
- Carattere necessario della regionalizzazione
- Il riparto delle competenze disciplinato a livello costituzionale, contenuto nella
Costituzione per le regioni ordinare e contenuto nei rispettivi statuti per le regioni speciali
- Regioni dotate di autonomia ordinaria salvo le eccezioni (Regioni speciali)
- Sul piano legislativo lo stato incompetente a disciplinare nelle materie di competenza
regionale, salvo eccezioni disciplinate nellart 117.2 Cost

CAPITOLO II. Il regionalismo nella vicenda costituzionale italiana

Per listituzione delle Regioni:


- Di influenza spagnola era la tecnica utilizzata per il riparto delle competenze fra Stato e
Regioni configurate come enti a competenze enumerate; la categoria delle Regioni ad
autonomia speciale; la mancata previsione di una Camera delle Regioni
- Di influenza federale era la costituzionalizzazione della disciplina delle competenze (dettata
dalla Costituzione per le regioni ordinarie mentre dagli statuti speciali per le regioni
speciali)

La competenza legislativa concorrente prevedeva che le Regioni non fossero tenute al rispetto
delle sole competenze prescritte in apposite leggi-cornice, ma anche al rispetto di principi non
formulati ricavabili dalla legislazione nazionale. Per gli enti territoriali diversi dalle Regioni
invece, la Costituzione prevedeva che essi godessero di autonomia senza individuare
direttamente i contenuti di tali autonomie che erano invece individuati dalla legge ordinaria
dello Stato. Ci nonostante allo Stato e alle regioni veniva consentito di sottoporre al giudizio
della Corte costituzionale i loro atti che ritenessero lesivi del riparto costituzionale delle
competenze. La funzione di individuare loggetto delle attribuzioni delle Regioni affidata ad
elenchi di materie contenuti nella Costituzione mentre per le Regioni ad autonomia
differenziata, negli statuti speciali disciplinati da legge costituzionale.
Le competenze legislative delle Regioni ordinarie erano elencate nellart 117 mentre quelle
amministrative erano elencate nellart 118 ed erano espressione di una competenza esclusiva.
Art 118 -> C.1 le funzioni amministrative sono attribuite ai comuni, salvo che per assicurare
lesercizio unitario, siano conferite a Province, citt metropolitane, Regioni e Stato, sulla base
dei principi di sussidiariet, differenziazione ed adeguatezza
C.3 la regione avrebbe dovuto normalmente esercitare le proprie funzioni amministrative,
delegandole agli enti predetti o utilizzando i loro uffici. Si tratta del modello delle regioni come
enti ad amministrazione indiretta necessaria carattere esclusivo della competenza
amministrativa delle Regioni e non Province e Comuni, nei confronti dello Stato.

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La disciplina italiana disponeva che Stato e Regioni non avrebbero influito sul riparto delle
competenze da cui erano interessati: disciplinato da norme costituzionali che fissavano gli
organi a cui doveva essere convogliato il concorso tra le due legislazioni. Il modello accolto era
quello del riparto verticale delle competenze (art 117.1) secondo cui nelle materie regionali
elencate, lo Stato doveva limitarsi alla fissazione dei principi fondamentali in apposite
leggi-cornice, lasciando alle regioni la disciplina di dettaglio e tali principi venivano fissati con
riserva di legge statale. Per il riparto verticale delle competenze, nelle materie assegnate alle
Regioni, lo Stato oltre a stabilire i principi fondamentali, interveniva con frequenza con norme
a cui la Corte costituzionale talora riconosceva linderogabilit da parte della legge regionale.
Le prescrizioni che i legislatori regionali dovevano rispettare erano poste da atti legislativi,
regola,enti o anche atti amministrativi. Le competenze legislative delle Regioni invece sono
diventate concorrenti per leffetto del riconoscimento allo Stato di poteri sostitutivi e della
funzione di indirizzo e coordinamento. Alla crisi del modello costituzionale ha contribuito il
fatto che le Regioni erano calate in una realt istituzionale dominata dalla presenza di partiti
politici nazionali fortemente centralizzati. La crisi del sistema dei partiti e lelezione diretta
dellorgano monocratico di vertice degli enti territoriali hanno determinato lavvio del processo
che avrebbe portato alla Riforma del Titolo V della XIII legislatura. Durante questa legislatura
furono adottate 7 leggi costituzionali che hanno modificato lordinamento giuridico italiano.
Si parla:
- Della Legge costituzionale 1/1999 (revisione delle norme sullautonomia statutaria e sulla
forma di governo delle Regioni ordinarie) che conteneva disposizioni sullelezione diretta
del Presidente della Giunta regionale e lautonomia statutaria delle Regioni e la legge
costituzionale;
- Della Legge costituzionale 2/2001 che disponeva circa lelezione diretta del Presidente
delle regioni a statuto speciale e delle Province autonome di Trento e Bolzano;
- Della legge costituzionale 3/2001 che complet la riforma del regionalismo avviata dalle
altre due.

La riforma del Titolo V portava con se lesigenza di superare linadeguatezza della disciplina
costituzionale e lintento di sostituire il regionalismo designato nel 1947 dallAssemblea
costituente con un assetto di tipo federale. Inoltre si cerc di far uscire il regionalismo italiano
dalla profonda crisi in cui versava dovuta anche allinadeguatezza degli elenchi di materie costruiti
su un modello di societ preindustriale, al riparto verticale delle competenze non determinato, alla
mancanza di una chiara decisione circa il rapporto tra Regioni ed enti locali. La decisione di
riformulare loriginario regionalismo fu influenzata da due modelli: modello incentrato sulle macro
regioni (20 regioni ordinarie avrebbero dovuto essere sostituite da entit maggiori) e il modello
dello Stato iperleggero (tra le competenze statali emergevano difesa, giustizia, politica estera e
moneta). La Costituzione italiana del 1947 accolse un modello simile a quello spagnolo secondo cui
lo stato ha competenza generale e le regioni sono titolari di competenze enumerate anche se
lesperienza italiana si differenziava per lesistenza di Regioni ad autonomia speciale e riconosceva
forme particolari di autonomia anche a quelle ordinarie.
Si discostano dal testo originario della Cost:
- Principio di sussidiariet che nasce dallesigenza di creare un meccanismo di controllo a
cascata a livello sia verticale che orizzontale tra gli enti destinatari delle competenze:
sussidiariet verticale (criterio di allocazione delle funzioni amministrative art 118) e
sussidiariet orizzontale (che impone agli enti territoriali di svolgere funzioni di interesse
pubblico in caso le organizzazioni private non ne siano in grado)

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- Ruolo tutorio dello Stato cio:


viene eliminato il controllo statale di legittimit e di merito dello Stato sugli atti regionali
attraverso la L costituzionale 1/1999 che ha sostituito lapprovazione statale degli statuti
regionali con unapprovazione referendaria della popolazione della Regione; attraverso la
L costituzionale 3/2001 che ha cancellato il controllo governativo sulle leggi regionali che
possono essere fatti valere dallo Stato solo in via giurisdizionale; e attraverso leliminazione
del giudizio di merito sulle leggi e abrogazione delle norme riguardanti i controlli sugli atti
amministrativi delle Regioni
Viene inoltre superato il principio della concorrenza in virt del quale in nessuna materia la
Regione legittimata a legiferare da sola (art 117.3)

A seguito dellattuazione della L Cost 3/2001 furono proposte 4 leggi :


- L Cost 31/2003 = disposizioni per ladeguamento dellordinamento della Repubblica alla
legge costituzionale 3/2001
- L Cost 165/2004 = legge cornice sulle elezioni generali
- L Cost 22/2005 = norme generali sulla partecipazione dellItalia al processo normativo
dellUE e sulle procedure di esecuzione degli obblighi comunitari, sostitutiva della L
234/2012 che prevede norme generali sulla partecipazione dellItalia alla formazione ed
attuazione della normativa e delle politiche dellUE
- L Cost 42/2009 = delega al Governo in materia di federalismo fiscale in attuazione dellart
119 Cost

Anche l'art 114 Cost fu riformulato "la Repubblica costituita dai Comuni, province, citt
metropolitane, regioni e dallo Stato . Questi enti vennero posti sullo stesso piano dello Stato
anche se ad esso erano riconosciute forme di supremazia. Allo Stato la Cost attribuisce:
- Il potere di revisione della Cost (art 138)
- Potere sostitutivo nei confronti delle Regioni ed enti locali nel caso di mancato rispetto di
norme e trattati internazionali o della normativa comunitaria o di pericolo grave per
lincolumit e la sicurezza pubblica
- Potere di disporre anticipatamente lo scioglimento del consiglio regionale e rimozione del
Presidente della Giunta che abbiamo compiuto atti contrari alla Costituzione o a gravi
violazioni di legge
- La competenza ordinamentale sugli enti locali: potere di disciplinare le elezioni, gli organi di
governo e le funzioni di Comuni, Province e Citt metropolitane
- La competenza legislativa esclusiva su materie di valore strategico

Le Regioni, a differenza degli enti locali sono dotate di potest legislativa e possono rivolgersi alla
Corte costituzionale per denunciare lesioni delle proprie competenze.
Gli enti locali invece sono stati rafforzati attraverso:
- Riconoscimento costituzionale dellautonomia statutaria (art 114.2)
- Attribuzione della potest regolamentare
- Riconoscimento dellautonomia finanziaria di entrata e spesa
- Sottoposizione delle funzioni amministrative al principio di sussidiariet verticale secondo
cui le funzioni predette vanno allocate al livello istituzionale pi vicino agli interessati,
potendo essere spostate ad un livello superiore solo se quello inferiore non sia idoneo a
svolgerle (art 118.1)

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Fu inoltre prevista listituzione di un ente territoriale dotato di speciale autonomia statutaria,


amministrativa e finanziaria : Roma capitale.

CAPITOLO III. Gli statuti ordinari e la legislazione elettorale


La L Cost 1/1999 oltre a disciplinare lautonomia statutaria ha anche modificato la disciplina
costituzionale originaria in materia di forma di governo della Regione sostituendo la regola
dellelezione della Giunta da parte del Consiglio con quella dirette del Presidente della Regione.
La nuova disciplina costituzionale prevede che gli Statuti:
- Formino oggetto di doppia deliberazione da parte del Consiglio regionale (maggioranza
assoluta con intervallo minimo di 2 mesi tra due deliberazioni) art 123.2
- Sono sottoposti al controllo della Corte costituzionale su ricorso del Governo entro 30
giorni dalla loro pubblicazione Art 123.3
- Possono essere sottoposti a referendum confermativo entro 3 mesi dalla pubblicazione, su
richiesta di 1/5 dei componenti il Consiglio regionale o di 1/50 degli elettori

In base al vecchio art 123 Cost, gli statuti erano deliberati dal Consiglio regionale ed approvati con
legge dal Parlamento.
Art. 123.1 Cost Ciascuna Regione ha uno statuto che in armonia con la Costituzione ne determina
la forma di Governo e i principi fondamentali di organizzazione e funzionamento.
PALETTI DESTINATI A VALERE IN OGNI CASO:
- Il Presidente della Giunta dirige la politica della Giunta e ne responsabile (art 126.4)
- Norma sulla sfiducia (art 126.2)
- Disciplina dello scioglimento anticipato del Consiglio e della rimozione del Pres della Giunta
per atti contrari alla Costituzione o gravi variazioni di legge e per ragioni di sicurezza
nazionale (art 126.1)
- Previsione che le dimissioni della maggioranza dei membri del Consiglio comportino la
dissoluzione di tale organo e le dimissioni della Giunta (art 126.3)
PREVISIONI DESTINATE AD OPERARE SOLO IN PRESENZA DI ELEZIONE DIRETTA DEL PRES. DELLS
GIUNTA:
- Norma che riconosce al Presidente il potere di nominare e revocare i membri della Giunta
(art 122.5)
- Principio del simul stabunt simul cadent secondo cui i rapporti tra Consiglio e Giunta, se
viene meno uno dei due organi, viene meno anche laltro

Ai sensi dell'art 123.2/.3 "Lo statuto approvato e modificato dal Consiglio regionale con legge
approvata a maggioranza assoluta dei suoi componenti, con due deliberazioni a non meno di 2
mesi. Il Governo della Repubblica pu promuovere la questione di legittimit costituzionale sugli
statuti regionali dinanzi alla Corte costituzionale entro 30 giorni dalla pubblicazione. Lo statuto
sottoposto a referendum popolare qualora entro 3 mesi dalla pubblicazione ne faccia richiesta
1/50 degli elettori della Regione o 1/5 dei componenti il Consiglio regionale e lo statuto per essere
approvato deve essere approvato a maggioranza dei voti validi.
La Corte costituzionale ha escluso la compatibilit con lart 123 Cost due distinte pubblicazioni
notiziali: il possibile ricorso alla Corte costituzionale o in funzione della promozione del
referendum. Tuttavia vi interferenza tra i due procedimenti poich non possibile che il ricorso
alla Corte costituzionale sospenda i termini per la promozione del referendum e ne si fissato un
termine per la decisione della Corte.

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Alcune regioni hanno affrontato questa interferenza provvedendo che:


- Il ricorso governativo abbia leffetto di sospendere fino alla decisione della Corte, il termine
per la proposizione del referendum
- Lannullamento parziale dello statuto non prevede la riapertura del procedimento,ma
consente ulteriore corso allo stesso

I paletti elencati precedentemente riducono lambito di scelta rimesso al legislatore statutario a


quello parlamentare o neo parlamentare e fanno scartare una serie di ipotesi tra cui il
presidenzialismo classico, il semi presidenzialismo o il sistema direttoriale svizzero.
Allo statuto per consentito il mantenimento della forma di governo prevista dalla nuova
disciplina costituzionale e anche il ritorno ad una forma di governo parlamentare o
neo parlamentare corretta e razionalizzata. La forma di governo parlamentare ammette la sfiducia
costruttiva e cio dellistituto (tedesco) secondo cui la Camera politica pu determinare la caduta
del Cancelliere federale mediante voto di sfiducia solo se elegge il suo successore. Ci nonostante
questa forma di governo parlamentare esclude la forma di governo assembleare incompatibile con
il fatto che il Presidente dirige la politica della Giunta e ne responsabile.
A seguito della riforma costituzionale del 1999, i Consigli regionali hanno perduto il potere di far
cadere i Governi regionali revocando la loro fiducia (potere della crisi). Il Presidente pu essere
sfiduciato e in tal caso scioglie anticipatamente anche il Consiglio e si dovranno rivotare i due
organi. Pertanto, improbabile che i consiglieri votino la sfiducia poich essa comporterebbe la
decadenza anticipata dalla carica che ricoprono. La riforma ha voluto rafforzare la stabilit del
Presidente e della Giunta e ha fatto perdere ai consiglieri regionali il suddetto potere della crisi.
Bisognava per trovare un compromesso che da un lato salvava lelezione diretta del Presidente
della Regione e dallaltro consentiva ai Consigli regionali di cambiare il Presidente senza decretare
anche il loro scioglimento ed il ricorso a nuove elezioni. Una soluzione di questo tipo era stata
attuata dallo statuto della Regione Calabria, prevedendo lelezione diretta da parte del corpo
elettorale del Presidente e del vice Presidente della Giunta regionale, contestualmente allelezione
del Consiglio regionale. Inoltre, in caso di dimissioni volontarie, incompatibilit sopravvenuta,
rimozione, impedimento permanente o morte del Presidente della Giunta, a questi sarebbe
subentrato il Vice Presidente. (Lo statuto calabrese quindi, da un lato prevedeva che il Presidente
fosse nominato dal Consiglio regionale sulla base dellinvestitura popolare espressa dagli elettori e
dallaltro che le dimissioni, limpedimento permanente o la morte del titolare dellorgano non
determinassero la chiusura della legislatura, poich le funzioni del Presidente sarebbero state
eseguite da quel momento dal Vice presidente). Pertanto, mantenendo lelezione diretta si era
immaginato di poter rendere diretta tanto lelezione del Presidente della Giunta che del Vice
presidente. Il Governo per ha impugnato lo statuto calabrese che stato dichiarato illegittimo
dalla Corte costituzionale. Secondo la Costituzione, con il sistema di elezione diretta, se il
Presidente si dimette, il Consiglio tenuto allo scioglimento (simult stabunt simul cadent), ma ci
nonostante, la Regione Calabria ha adottato il sistema ad elezione diretta rifiutando il fatto che le
dimissioni del Presidente comportassero lo scioglimento del Consiglio. Cos, la Corte ha
individuato una minaccia nellelezione del Vice presidente, alla stabilit del Governo poich
sarebbe facile per gli assessori appoggiare il Vice Presidente e far dimettere eventualmente solo il
Presidente della Giunta. Nel caso dello statuto abruzzese invece, la Corte ha annullato la
previsione che il Presidente, bench eletto dal popolo direttamente, fosse tenuto a sostituire gli
assessori colpiti da sfiducia individuale da parte del Consiglio regionale.

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Lart 123 Cost assegna allo statuto la competenza a porre principi fondamentali di organizzazione
e funzionamento per cui in tali ambiti lo statuto deve fermarsi sul piano dei principi senza
scendere nel dettaglio e la violazione di tali principi rilevabile dalla Corte costituzionale in sede di
giudizio sulle leggi regionali. Con riferimento allorganizzazione ci ha provocato una riduzione
delloriginaria competenza mentre per quanto riguarda il funzionamento la riforma ha presentato i
caratteri di un ampliamento soprattutto per le norme statutarie programmatiche e di principio che
indirizzano lesercizio delle funzioni costituzionali delle regioni.
Ai sensi dellart 123.1 Lo statuto regola lesercizio del diritto di iniziativa e del referendum su leggi
e provvedimenti amministrativi della Regione e la pubblicazione delle leggi e dei regolamenti
regionali: il nuovo titolo V della Costituzione ha riconosciuto alle regioni la competenza legislativa
residuale. Il vincolo di armonia con la Costituzione obbliga il legislatore statutario ad ispirarsi alla
normativa dedicata alla Costituzione e ne limite di legittimit. Lo statuto deve individuare
direttamente i soggetti titolari delliniziativa legislativa e di quella referendaria, indicandone la
durata del termine di vacatio ed individua la tipologia delle consultazioni referendarie da esso
ammesse, determinando oggetti, effetti e limiti.
La L costituzionale 3/2001 ha aggiunto allart 123 il comma 4: in ogni regione lo statuto disciplina
il consiglio delle autonomie locali , quale organo di consultazione fra regione ed enti locali :
si tratta di un nuovo organo necessario alla regione oltre al Consiglio, alla Giunta e al suo
Presidente. Il limite di legittimit o vincolo di armonia con la costituzione rivolto ad assicurare
il rispetto, da parte degli statuti, dello spirito della Costituzione.
Connessa alla nuova disciplina dellautonomia statutaria delle Regioni, lattribuzione ad esse
della competenza legislativa in materia elettorale degli organi regionali (Consiglio e/o Presidente
della Giunta): art 122.1 Il sistema di elezione e i casi di ineleggibilit ed incompatibilit del
Presidente e degli altri componenti della Giunta regionale nonch i consiglieri regionali sono
disciplinati con legge regionale nei limiti dei principi fondamentali stabiliti con legge della
Repubblica che stabilisce anche la durata degli organi elettivi. Questa competenza
concorrente perch fondata su un riparto verticale (allo Stato i principi fondamentali e alle
Regioni le norme di dettaglio) . Allattuazione dellart 122.1 sono chiamate 3 fonti diverse:
- Statuto regionale ( per la forma di governo e per la disciplina del procedimento di
approvazione delle leggi elettorali delle regioni)
- Legge statale ( per la fissazione dei principi fondamentali della materia che si aggiungono a
quelli dettati dalla Costituzione come il principio di parit di accesso tra donne e uomini
alle cariche elettive e per la durata degli organi elettivi della Regione)
- Legge regionale ( per la disciplina specificativa e di dettaglio)

Indipendentemente dalla forma di governo prescelta un principio insuperabile dato dalla


necessit di garantire in maniera coerente la governabilit e la rappresentanza con legge
regionale. La legge statale revocata dallart 122.1 stata adottata dopo 5 anni con l entrata in
vigore della novella Costituzionale L 165/2004. Questa legge stabilisce solo il principio secondo cui
la disciplina elettorale spetta alle Regioni senza definirne le modalit. La violazione di questo
principio determina la violazione della Carta costituzionale da parte della legge regionale e la
violazione di una norma interposta (legge quadro funge da norma interposta perch ha fissato un
principio violato dalla Legge regionale).

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La legge 165/2004, una legge quadro con cui lo Stato ha esercitato la riserva di legge, ha dettato:
- Prescrizioni combinabili con le diverse forme di governo astrattamente adattabili dagli
statuti (destinate ad applicarsi a tutte le Regioni). A queste prescrizioni appartiene il
principio secondo cui la regione pu dotarsi di un sistema elettorale che agevoli la
formazione di stabili maggioranze nel Consiglio regionale e assicuri la rappresentanza delle
minoranza (statuto delle opposizioni). Inoltre, a questa categoria appartengono anche le
enunciazioni in materia di ineleggibilit e incompatibilit per i consiglieri e Presidente della
Giunta. Di portata generale anche il principio che estende ai consiglieri regionali e al
Presidente della Giunta il divieto del mandato imperativo previsto dallart 67 Cost, con
riferimento ai parlamentari.
- Enunciati differenziati in funzione delle opzioni statutarie in ordine alla forma di governo.
A questo tipo sono riconducibili:
. Se lo statuto opta per lelezione diretta del Presidente della Giunta regionale, sono
previste sia la contestualit dellelezione del Presidente della Giunta e del Consiglio e sia la
non immediata rieleggibilit del Presidente della Giunta regionale allo scadere del secondo
mandato consecutivo;
. Se lo statuto non opta per lelezione diretta del Presidente della Giunta regionale, sono
prescritti sia lobbligo della legge regionale di prevedere un termine passativo di massimo
90 giorni per lelezione del Presidente e lelezione o nomina degli assessori. (In una forma
di governo parlamentare il Presidente della giunta non scelto dai cittadini, ma dal
Consiglio).
Nellambito in cui la legge statale pu spingersi fin nel dettaglio, definendo una disciplina
completa, si colloca la norma che fissa in 5 anni la durata degli organi regionali elettivi.

RAPPORTI TRA STATUTO, LEGGE STATALE E LEGISLAZIONE REGIONALE:


- Allo statuto spetta la forma di governo e la disciplina del procedimento di adozione della
legge
- Alla legge statale spetta ladozione dei principi fondamentali (L 165/2004) ed la legge
regionale ad adottare la disciplina elettorale

RAPPORTO STATUTO/LEGGE STATALE: nella sentenza 196/2003 la Corte doveva occuparsi della
prorogatio (possibilit per gli organi regionali di poter prolungare la durata del loro mandato) e
definire a chi spettasse questa disciplina. La Corte chiar che la disciplina della prorogatio degli
organi regionali rientra nella competenza statutaria perch ha a che vedere con la forma di
governo.
RAPPORTO STATUTO/LEGGE REGIONALE: nella sentenza 196/2003 la Corte ha riservato allo
statuto la disciplina della prorogatio, la previsione di un sottosegretario della Presidenza della
Giunta (sentenza 201/2008), la determinazione del numero dei membri del Consiglio regionale; la
materia elettorale in senso stretto (sentenza 2/2004) coperta da riserva di legge regionale.
RAPPORTO LEGGE STATALE/LEGGE REGIONALE: la sentenza 196/2003 ha riservato alla legge
statale la materia della durata in carica degli organi regionali; la sentenza 151/2012 ha configurato
il principio della previsione della riduzione del 10% dellimporto previsto a titolo di rimborso delle
spese elettorali; la sentenza 118/2013 ha escluso la competenza della Regione a prevedere la
sospensione cautelare di consiglieri regionali condannati in via non definitiva per associazione
mafiosa, facendo leva sulla potest esclusiva dello Stato in materia di ordine e sicurezza
pubblica.

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CAPITOLO IV. AUTONOMIA (POTESTA) LEGISLATIVA E REGOLAMENTARE


Autonomia statutaria -> art 123 (L Cost 1/1999)
Autonomia legislativa e regolamentare -> L Cost 3/2001 sottoposta anche a referendum
costituzionale a modifica degli articoli dal 117 e il corpo elettorale si espresse a favore di questa
riforma.
Fino alla Riforma del Titolo V Cost, la funzione legislativa in Italia era attribuita allo Stato ai sensi
dellart 70 Cost: la funzione legislativa esercitata collettivamente dalle due Camere
(Parlamento). Nonostante questo articolo non sia stato modificato dalla Riforma del Titolo V, ne
cambiata linterpretazione: mentre prima della riforma tutta la competenza legislativa era dello
Stato, salvo alcune materie assegnate alle Regioni (PRINCIPIO DI APPARTENENZA ALLO STATO
DELLA POTEST LEGISLATIVA); con la Riforma (art 117), fu stravolta anche linterpretazione
dellart 70 Cost perch oggi larticolo che definisce a chi spetta la potest legislativa in Italia
lart 117.1. Pertanto, oggi lart 70 serve solo per dire che a livello statale la funzione legislativa
attribuita al Parlamento.

ART 117.1 -> introduce il PRINCIPIO DELLA EQUIORDINAZIONE secondo cui sia Stato che Regioni
godono di piena e pari potest legislativa: la potest legislativa esercitata dallo Stato e dalle
Regioni nei limiti stabiliti dalla Costituzione, dagli obblighi internazionali e dai vincoli comunitari.
Per la prima volta in costituzione, come accaduto per lart 123, viene ribadito il rapporto di
gerarchia tra statuto e la Costituzione o tra leggi e Costituzione (rigidit della Costituzione rispetto
a tutte le altre fonti primarie subordinate ad essa).
ART 117.2 -> identifica le materie (enumerate) di competenza statale ESCLUSIVA cio materie in
cui non ci sono interessi regionali da salvaguardare,ma sono materie legate alla necessit della
omogeneit perch a tutela di interessi nazionali.
ART 117.3 -> prevede un elenco di materie (enumerate) in cui vi una potest legislativa
CONCORRENTE Stato-Regioni: lo Stato con leggi cornice disciplina i principi fondamentali della
materia mentre alla Regione spetta la disciplina di dettaglio.
ART 117.4 -> disciplina la competenza RESIDUALE delle Regioni specificando che tutte le materie
che per esclusione non sono presenti nei due elenchi precedenti (c.2 e c.3) sono attribuibili alla
competenza regionale. Con tale elemento si introduce un ribaltamento della tecnica enumerativa:
al principio generale esistente nelloriginale dettato costituzionale, secondo cui ci che non
presente negli elenchi dei commi 2-3 art 117, si sostituisce il principio opposto secondo cui ci che
non presente negli elenchi dei commi 2-3 art 117 diventa di competenza regionale.

Oltre a queste competenze allo Stato spettano anche competenze finalistiche ed altre che possono
essere acquisite in forza dellattrazione in sussidiariet che rendono la competenza residuale di
tipo tendenzialmente esclusivo. Tuttavia lelemento pi innovativo della riforma sta nel
riconoscimento della competenza residuale alle Regioni a discapito della competenza attribuita in
passato al legislatore statale.

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Per effetto dellart 117.1 si imposto anche il limite statale al rispetto degli obblighi internazionali
e dei vincoli comunitari, facendo emergere 2 profili rilevanti circa:
- Le modalit di adattamento ai trattati poich gli atti su cui si fondano gli obblighi
internazionali sono immediatamente rilevanti per lordinamento giuridico italiano senza
che ne sia ordinata lesecuzione (adattamento automatico al diritto internazionale pattizio)
- Collocazione gerarchica delle norme di adattamento al diritto internazionale pattizio: con la
sentenza 348-349/2007, 93/2010, 80/2011, la Corte costituzionale afferm che in caso di
conflitto tra gli atti legislativi in contrasto con il diritto Internazionale pattizio, il giudice
deve interpretare le prime in conformit con le seconde, e qualora non sia possibile, a
sollevare la questione di legittimit costituzionale.

L 'art 117.3 che riguarda la competenza CONCORRENTE tra Stato e Regioni basata su un riparto
verticale ( per effetto del quale, sugli stessi oggetti intervengono sia il legislatore statale che quello
regionale) : il legislatore statale fissa i principi attraverso leggi cornice e il legislatore regionale li
attua mediante norme di dettaglio.

Tra gli elementi di continuit con il vecchio Titolo V vi sono:


- La mancata subordinazione del suo esercizio alla previa adozione delle leggi-cornice.
Secondo questo elemento, se lo Stato adotta leggi quadro (o cornici), la Regione dovr
rispettare i principi conformi a Costituzione che lo Stato ha stabilito; se invece lo Stato non
adotta queste leggi, la Regione dovr ricavare i principi dallinterpretazione dellintero
ordinamento giuridico. In entrambi i casi per, le Regioni possono esercitare la loro
autonomia legislativa in materie concorrenti
- Lammissione che i principi di indirizzo nei confronti del legislatore regionale possono
fissati anche tramite decreti legislativi. Anche prima della riforma, la prassi ammetteva che
i principi potevano essere contenuti sia in leggi quadro (o cornice) che in decreti legislativi
(atti avente forza di legge, approvati dal Governo in virt dellautorizzazione espressa dal
Parlamento attraverso una legge delega)

Tra gli elementi di discontinuit tra vecchio e nuovo testo del Titolo V vi sono:
- Mentre prima della riforma, se le regioni non avessero adottato la disciplina di dettaglio, lo
Stato poteva intervenire e provvedere alla fissazione dei principi di dettaglio; con la riforma
costituzionale del Titolo V, allo Stato non era pi riconosciuta questa facolt.
- Mentre prima della riforma, lart 117.6 ammetteva la possibilit che la determinazione dei
principi poteva essere affidata al regolamento; con la riforma questa possibilit non era pi
concessa.

Con riguardo ai commi 2 e 3 art 117 Cost, sono stati rilevati dei problemi:
- ERRATA COLLOCAZIONE = poste e telecomunicazioni, ricerca scientifica e tecnologica,
professioni,ordinamento sportivo e alimentazione, sono materie spostate dalla
competenza esclusiva dello Stato alla competenza concorrente. Ci avvenuto senza tener
conto che le suddette materie hanno pi una dimensione nazionale che regionale.
Lerrore sta nel fatto che queste materie avrebbero dovuto essere inserite nellelenco delle
materie di competenza statale che non in quello concorrente;
- INCONGRUENZE = le norme generali sullistruzione sono assegnate alla competenza statale
esclusiva, i principi sullistruzione sono assegnati allo Stato a titolo di competenza
concorrente

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- DIMENTICANZE = la circolazione stradale non proprio citata anche se meriterebbe di


essere posta come disciplina statale
- ERRORI MATERIALI = spostamento della competenza statale esclusiva alla competenza
concorrente delle materie dalla connotazione nazionale: produzione, trasporto e
distribuzione nazionale dellenergia, grandi reti di trasporto.

Alla Corte costituzionale si ricorre:


- In via principale (giudizi in cui Stato e Regioni si muovono alla difesa delle loro rispettive
competenze che ritengono siano state violate)
- In via incidentale (la normativa impugnata riguarda la risoluzione di controversie quando
durante un giudizio il giudice a quo cio quello ad hoc per la risoluzione di quelle
controversie, ricorre alla Corte per la risoluzione di dubbi che gli sono sorti sullapplicazione
di una norma nel corso del suo giudizio, che egli ritiene non conforme alla costituzione).
A partire dal 2001, anno di adozione della riforma, anche le regioni hanno avviato numerosi ricorsi
alla Corte.
Nel leggere lart 117.2-3 emerge che ci sono MATERIE CON OGGETTI AD IMPUTAZIONE MULTIPLA:
queste sono materie che chiamano in causa altre materie e magari sottoposte a diversi regimi di
competenza (Stato o Regioni). Ad esempio:
- Asili nido riconducibili alla tutela del lavoro o allistruzione
- Mobbing riconducibile allordinamento civile o alla tutela del lavoro
- Bonifica riconducibile allagricoltura o alla tutela dellambiente
- Agriturismo riconducibile allagricoltura, al turismo, alla pesca o alla tutela della salute
- Gestione dei rifiuti riconducibile al paesaggio, allambiente, alla sanit
Per capire a chi vanno assegnate queste materie, se a competenze statali o regionali, la Corte
costituzionale ha deciso di ricorrere a due principi (di risoluzione della sovrapposizione di materie):
- Principio della prevalenza secondo cui la competenza va attratta nellorbita della materia
che presenta carattere prevalente
- Principio di leale collaborazione nel caso in cui in alcune materie la Corte non ha ritenuto
prevalente nessuna materia, ma ha ritenuto che dovessero essere trattate dallo Stato
attraverso anche il coinvolgimento delle Regioni.

Ci sono per anche delle MATERIE A COMPETENZE FINALISTICHE comprese negli elenchi dei
commi 2-3 art 117: si tratta di materie-non materie dove non si individua loggetto, ma sono
individuati gli scopi che perseguono. Ad esempio: tutela della concorrenza; tutela dellambiente e
dellecosistema; determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni circa i diritti civili e sociali
garantito in tutto il Territorio nazionale (LEP). Queste sono materie di competenza dello Stato, ma
sono materie- non materie perch non c' un oggetto ma c un obiettivo (ad esempio garantire la
concorrenza un campo molto vasto poich la concorrenza pu essere presente in diversi settori
quali concorrenza in materia di trasporto, concorrenza in materia di vendite ecc..).
Tali competenze presentano due caratteristiche:
- Sono competenze senza oggetto perch definiscono il rispettivo ambito di incidenza
mediante il proprio esercizio, potendo incidere su oggetti disparati; in caso di conflitto tra
norme statali e norme regionali che perseguono lo stesso fine, la Corte costituzionale ha
stabilito che la funzione delle leggi statali adottate nellesercizio delle competenze
finalistiche quella di fissare standard minimi uniformi, derogabili in melius alle Regioni
cio le regioni possono derogare a quelle regole solo discipline migliorative;

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- Sono competenze duttili poich le norme che le contemplano non prefigurano rigidamente
i termini del rapporto tra legislazione statale e regionale,ma me affidano il governo alla
prima, la quale pu fermarsi alla fissazione dei principi fondamentali o spingersi nel
dettaglio. In tal senso, i confini tra norma statale e norma regionale sono molto labili, per
cui la disciplina di governo principale si affida alla legislazione statale.

Inoltre, emergono rilevanti punti di contatto con la competenza concorrente (detta) alla tedesca
che pone il legislatore centrale in condizione di articolare variamente il proprio rapporto con i
legislatori locali, permettendogli di indirizzarne ed espropriarne la competenza, occupando ambiti
altrimenti a questa riservati. Gli atti di esercizio sono suscettibili di un duplice sindacato da parte
della Corte costituzionale: sindacato teleologico (per la verifica della coerenza dellintervento
legislativo statale con il fine assegnato alla competenza - sent 14/2004) e sindacato funzionale
( accerta che lintervento statale sia limitato a quanto necessario al perseguimento del fine
stesso). Le competenze finalistiche introducono un elemento di mobilit nel senso che mettono lo
Stato in condizione di intervenire anche in ambiti spettanti in realt alle Regioni.
Unaltra novit della riforma costituzionale del Titolo V fu il principio di SUSSIDIARIET.
Questo principio fu introdotto inizialmente con la legge ordinaria 59/1997 Legge Bassanini e poi
con la riforma dellart 11: questo principio entra nella Carta costituzionale per disciplinare il modo
in cui deve essere esercitata lattivit amministrativa tra Comuni,Province, Citt metropolitane,
Regioni e Stato (sussidiariet verticale). Fu anche introdotta la sussidiariet orizzontale quando si
ammettono forme di collaborazione tra pubblico e privati. La caratteristica del principio di
sussidiariet lattitudine ascensionale cio di partire dal basso e risalire agli enti di governo
superiori (soprattutto in sede si esercizio della funzione amministrativa).
La sentenza 303/2003 avvicina il concetto di sussidiariet alla funzione legislativa. Lart 117 ha
invertito lordine di enumerazione delle competenze: salvo esplicitamente previsto nel comma 2
che attribuito alla competenza esclusiva dello Stato, e salvo le materie elencate nel comma 3 di
competenza concorrente; tutto il resto rientra nella competenza legislativa delle Regioni (mentre il
vecchio testo le faceva rientrare tra le competenze statali). Con la sentenza 303/2003, la Corte
costituzionale ha fatto si che il principio di sussidiariet fosse trasferito dalla funzione
amministrativa alla funzione legislativa, rendendo duttile e flessibile il principio di sussidiariet.
Con questa sentenza, la Corte doveva pronunciarsi sulla legittimit costituzionale di una legge con
cui lo Stato aveva dettato norme in materia di governo del territorio: Legge obiettivo con cui lo
Stato ha invaso lautonomia regionale, disciplinando una materia non chiaramente a lui attribuita.
La sentenza 303/2003 nasce allinterno di un giudizio sulla legge obiettivo: il legislatore approva
una legge tesa a stabilire come doveva essere disciplinato il governo del territorio (disciplina dei
lavori pubblici in Italia). Le Regioni per, ricorsero alla Corte costituzionale lamentando la lesione
della loro competenza legislativa in materia di governo del territorio (art 117 lett.S).
Lart 117.2 stabilisce che la tutela dellambiente competenza statale; Lart 117.3 stabilisce che il
governo del territorio competenza concorrente delle Regioni, mentre la materia del governo del
territorio non era chiaramente espresso a quale dei due commi appartenesse e quindi se allo Stato
o alle Regioni. La Corte conferm che il governo del territorio era materia regionale, ma nel
momento in cui le regole amministrative erano incentrate sul principio di sussidiariet, anche sul
piano legislativo ci si deve avvalere dello stesso principio.
Nel caso specifico, la materia lavori pubblici investiva larga parte del territorio nazionale e non
era possibile che in quella stessa materia ogni comune potesse darsi una disciplina (ad es. Lavori
pubblici sulle autostrade in cui intervengono diversi comuni, scatta la sussidiariet per ci si risale
di gradino in gradini fino ad individuare lente di governo pi adatto a dettare una disciplina che
coinvolga quanti pi comuni possibile e deve essere una disciplina uniforme).

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Pertanto, la nuova disciplina costituzionale pur riconoscendo si comuni la competenza generale,


consente che le funzioni amministrative vengono spostate ad un livello superiore, quando ci
richiesto dalla necessit di esercizio unitario delle funzioni cos riallocate e nel rispetto dei principi
di sussidiariet, differenziazione ed adeguatezza (art 118.1), ma non individua il titolare della
disciplina legislativa delle competenze amministrative riallocate. In caso di legge sul governo del
territorio, lente pi adatto ad esercitare le funzioni amministrative per esigenze di tipo unitario
era lo Stato. In virt del principio di legali, gli organi amministrativi possono esercitare le loro
funzioni solo se vi una previa legge approvata che ne stabilisce poteri e limiti e per tale motivo, la
legge precede latto amministrativo: allattivit amministrativa doveva corrispondere lattivit
legislativa. Infatti, con la Legge obiettivo lo Stato aveva stabilito norme legislative attribuendo
anche competenze amministrative: se in virt del principio di sussidiariet la funzione
amministrativa su lavori/opere pubbliche su un vasto territorio doveva essere condotta dallente
gerarchicamente superiore (Stato), anche la funzione legislativa doveva essere di competenza
statale. La Corte ha stabilito che il principio di si applica anche a livello legislativo in funzione del
principio di legalit che presuppone che prima la legge individua i poteri, gli organi e i limiti alle
funzioni e poi vi latto amministrativo. (Se latto amministrativo esercitato dallo Stato anche le
leggi sono statali).
Pertanto, il principio di legalit produce un effetto di trascinamento per cui la sussidiariet
amministrativa preceduta dalla sussidiariet legislativa.
La sentenza 303/2003 ha introdotto questo nuovo principio nella Costituzione: lo spostamento a
livello statale della competenza amministrativa produce un effetto di trascinamento fondato sul
principio di legalit attraendo al medesimo ente di governo anche la competenza legislativa (nel
caso specifico allo Stato). Secondo questo principio, la Corte ha dato una legittimit costituzionale
ad una legge statale (legge obiettivo) che non poteva essere adottata perch sfuggiva dalle sue
competenze, giustificando ci che era apparso alle Regioni come violazione della loro competenza
legislativa: vero che il governo del territorio apparentemente materia dello Stato, ma dato che
gli atti amministrativi sono attratti in sussidiariet anche la funzione legislativa avr la stessa sorte
(precede quella amministrativa).
Allart 117.6 presente il riparto di competenze di tipo regolamentare: allo Stato spetta la potest
regolamentare nelle materie assegnate alla sua competenza legislativa esclusiva e in tutte le altre
materie la potest regolamentare spetta alle Regioni e gli enti locali sono invece titolari di potest
regolamentare in ordine allorganizzazione e allo svolgimento delle funzioni loro attribuite.
Ci nonostante, lo Stato pu delegare alle Regioni dei suoi poteri regolamentari.
Vi una sorta di parallelismo tra competenze legislative e competenze regolamentari.
Lart 117.6 fa riferimento a due ipotesi di deroghe:
- La potest regolamentare pu essere delegata alle Regioni. Lo Stato, pur godendo di
potest regolamentare nelle materie in cui gode di potest legislativa esclusiva (art 117.2) ,
pu delegare alle Regioni quella potest regolamentare (senza poter delegare per la
funzione legislativa su quelle stesse materie). Latto con cui lo Stato trasferisce una sua
competenza regolamentare alle Regioni deve essere di natura legislativa ed detto
atto statale di delega. Mentre con la legge di delega il Parlamento trasferisce lesercizio
provvisorio della sua funzione legislativa al Governo (art 76 Cost), con latto statale di
delega lo Stato trasferisce alle Regioni la potest regolamentare sulle materie di sua
potest esclusiva, e trasferisce non solo il mero esercizio, ma anche la titolarit definitiva
della competenza regolamentare sulle materie che ne fanno oggetto.

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- Poich gli enti locali non godono di funzioni legislative, questi non dovrebbero essere
titolari della potest regolamentare, ma questa deroga attribuisce agli enti locali il potere
di disciplinare lorganizzazione e lo svolgimento delle funzioni. Lattivit regolamentare
degli enti locali opera al di fuori dei commi 2-3 art 117, ma opera solo in virt di
attribuzione gi assegnate dagli enti locali (organizzazione e svolgimento delle funzioni).

Il potere degli enti locali di disciplinare in via regolamentare lorganizzazione e lo svolgimento delle
funzioni loro attribuite da un lato limita il campo dazione dei poteri regolamentari dello Stato e
delle Regioni e dallaltro, limita le prerogative della legge ordinaria che non pu assumere un
contenuto cos dettagliati da ridurre lambito regolamentare degli enti locali.
Per i rapporti tra i regolamenti degli enti locali, quelli regionali e statali vi la LOGICA DELLA
COMPETENZA secondo cui i regolamenti degli enti locali agiscono in ambito di una materia
riservata alla competenza degli enti locali. Per i rapporti tra regolamenti degli enti locali e gli atti
legislativi, prevale la LOGICA DELLA GERARCHIA la quale opera laddove evidente che come gli
statuti degli enti locali sono statuti dotati di debolezza o forza inferiore rispetto alle fonti statali e
regionali, anche i regolamenti devono sottostare a questo stesso principio gerarchico.
Le leggi sono approvate da Stato e Regioni, mentre i Comuni adottano gli Statuti e i regolamenti.
Si parla di ATTIVIT AMMINISTRATIVA per gli atti caratterizzati da generalit e astrattezza ovvero
quei documenti che contengono norme generali ed astratte (si rivolgono ad una comunit
indeterminata di soggetti come ad esempio leggi, regolamenti).
Latto amministrativo invece un documento giuridico costituito da previsioni concrete e
specifiche (ad esempio latto pubblico adottato dal funzionario per liscrizione alluniversit un
atto amministrativo).

Lart 118 disciplina il PRINCIPIO DI SUSSIDIARIET che attiene ai rapporti tra i diversi livelli
territoriali di potere: da un lato vi lo svolgimento di funzioni pubbliche che deve essere svolto dal
livello territoriale pi vicino ai cittadini e dallaltro lato se lente pi vicino ai cittadini non in
grado di svolgere al meglio tali funzioni, queste vengono attratte nellorbita del livello
territorialmente superiore (SUSSIDIARIET VERTICALE) . Se si parla dei rapporti tra Stato e
formazioni sociali, lo Stato o i poteri pubblici possono intervenire per lo svolgimento di attivit di
interesse generale laddove i privati (singoli o associati) non sono in grado di svolgerle
adeguatamente ed autonomamente (SUSSIDIARIET ORIZZONTALE).

La novella del 1999 oltre ad avere come oggetto gli statuti regionali, riguardava anche la forma di
governo suppletiva della Regione cio derogabile in via statutaria e fissa una serie di paletti ch
delimitano lambito dellautonomia riconosciuta in materia allo statuto.
Allart 121 disciplinata la ripartizione delle funzioni degli organi regionali.
121.2 : Il consiglio regionale esercita le potest legislative attribuite alla Regione e le altre
funzioni conferitegli dalla Costituzione e dalle leggi. Fa proposte di legge alla Camera
121.3 : La Giunta lorgano esecutivo delle Regioni
121.4 : Il presidente della Giunta rappresenta la Regione; dirige la politica della Giunta e ne
responsabile; promulga le leggi ed emana i regolamenti regionali; dirige le funzioni amministrative
delegate dallo Stato alla Regione, conformandosi alle istruzioni del Governo della Repubblica
A differenza delloriginario testo dellart 121, al Consiglio non spetta pi lesercizio di potest
regolamentari, pur tuttavia, questa nuova disciplina costituzionale non ha preso decisioni a
riguardo,ma ha demandato ogni decisione agli statuti regionali consentendo alle Regioni una
diversa scelta organizzativa (Corte Cost. Sentenza 303/2003. La soluzione prevalente al riguardo fu
quella dellattribuzione della potest regolamentare alla Giunta.

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CAPITOLO V. Lautonomia amministrativa

La disciplina delle funzioni amministrative contenuta nei primi 2 commi dellart 118:
118.1: Le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni salgo che per assicurare lesercizio
unitario,sono conferite a Province, Citt metropolitane, Regioni e Stato, sulla base dei principi di
sussidiariet, differenziazione ed adeguatezza.
118.2: I Comuni, le Province e le Citt metropolitane sono titolari di funzioni amministrative
proprie e di quelle conferite con legge statale i regionale, secondo le rispettive competenze

La nuova disciplina delle funzioni amministrative presenta caratteri di novit:


- Novit circa il rapporto di tali funzioni con le competenze legislative: il nuovo testo
abbandona il principio di parallelismo delle funzioni secondo cui le funzioni
amministrative spettano allo stesso ente che esercita le funzioni legislative sulle stesse
materie. Pertanto, mentre la legislazione spetta allo Stato e alle Regioni, le funzioni
amnistiati e sono attribuite ai Comuni, titolari di una competenza amministrativa residuale.
- Novit circa la tecnica giuridica usata: a differenza del vecchio articolo 118 lo Stato
disciplina in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale soltanto lordinamento e
lorganizzazione amministrativa propria e degli enti pubblici nazionali, gli organi di governo
e le funzioni fondamentali di Comuni, Province e Citt metropolitane mentre (lo Stato)
lascia ampi spazi alla autonoma regolamentazione degli enti territoriali.

La nuova disciplina presenta anche ulteriori incongruenze come:


- Mancato coordinamento tra le due leggi costituzionali a cui si deve la Riforma del Titolo V:
L Cost 1/1999 che prevedeva che il Presidente della Giunta dirigesse le funzioni
amministrative delegate dallo Stato alle Regioni, ma mente nell originario l'art 118 ci
era contemplato, dopo la riforma del Titolo V ci non era pi spiegabile. Infatti, la
nuova disciplina costituzionale consentiva allo Stato solo lesercizio delle funzioni
amministrative di cui si richiedeva lesercizio unitario a livello nazionale.
- Ia tra 118.1 e 118.2:
Mentre il primo comma prevede che le funzioni amministrative sono attribuite di
regola ai Comuni, il secondo stabilisce che tutti gli enti locali contemplati dalla
Costituzione sono titolari di funzioni amministrative proprie e di funzioni
amministrative conferite con legge. Lincongruenza sta nel fatto che, considerato che la
Costituzione affida al Comune la competenza amministrativa generale, le funzioni
amministrative di cui esso titolare dovrebbero tutte rientrare nelle competenze
proprie, mentre le funzioni amministrative degli altri enti locali dovrebbero presentare
tutte carattere derivato perch non trovano il loro fondamento nella Costituzione, ma
in leggi statali o regionali.

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La regola dellintermediazione legislativa corrisponde ad un principio generale che si rivolge alla


generalit delle funzioni amministrative e quindi anche a quelle rientranti nella competenza
residuale dei Comuni. Questo principio si ricava da due disposizioni:
- Dallart 97.2 Cost che richiedendo la predeterminazione normativa delle sfere di
competenza, esige che i confini tra gli ambiti competenziali trovino la loro specifica
definizione in previe regole giuridiche riservate alla disciplina del legislatore (riserva di
legge)
- VIII disposizione trans. e fin. Che al comma 2 subordina il passaggio alle Regioni delle
funzioni amministrative loro attribuite dalla Costituzione, a leggi di trasferimento che lo
regolino per ogni ramo della Pubblica amministrazione.
Il principio del previo trasferimento corrisponde allesigenza che le funzioni amministrative
siano dotate della necessaria copertura: queste funzioni possono essere esercitate solo se
lente a cui competono dotato sia delle risorse finanziarie che degli uffici e del personale
indispensabili allesercizio di queste stesse funzioni.

Nella sentenza 43/2004 la Corte costituzionale afferma che la concreta collocazione delle funzioni
amministrative viene definita da legge statale o regionale a seconda che la materia spetta alla
competenza legislativa dello Stato o della Regioni.

Lart 118 introduce il principio di sussidiariet in forza del quale le funzioni vanno attribuite al
livello istituzionale pi vicino agli interessati,e solo in caso di inadeguatezza di questi livelli, le
funzioni vanno assegnate a livelli superiori. Questo principio ha due declinazioni:
- Verticale (118.1) = attribuisce ai Comuni la competenza amministrativa generale o
residuale e poi sulla base del principio di sussidiariet ammette spostamenti verso lalto di
funzioni in essa comprese laddove si debba ovviare allinadeguatezza del livello pi vicino
ai cittadini. A questo principio affianca i principi di: adeguatezza (attribuisce la competenza
amministrativa ad un certo livello territoriale di governo che ritiene idoneo) e
differenziazione (consente di non trattare allo stesso modo enti della medesima categoria
giustificando il fatto che le competenze sono differenziate). Con la sentenza 303/2003 ha
subordinato lo spostamento verso lalto delle funzioni amministrative e delle
corrispondenti competenze legislative, al coinvolgimento delle Regioni nel procedimento.
- Orizzontale (118.4) = Impone lobbligo giudico a tutti gli enti territoriali di favorire
lautonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati per lo svolgimento di attivit di
interesse generale ed impone loro di poter intervenire solo se il privato non sia in grado di
dare ad essa adeguata copertura. In Italia vige una regola (tedesca) in virt della quale gli
enti territoriali possono assumere direttamente la gestione di attivit imprenditoriali, solo
se siano in grado di farlo a condizioni pi favorevoli di quelle offerte dal mercato.

Lart 118, ultimo comma, produce effetti anche allinterno delle relazioni tra gli enti territoriali e le
autonomie funzionali. La loro distinzione si deve alla prima Legge- Bassanini del 1997 in cui ci sono
tre considerazioni: esclusione, dal processo di riallocazione delle funzioni alle regioni e agli enti
locali, dei compiti esercitati localmente in regime di autonomia funzionale dalle camere di
commercio, industria, artigianato ed agricoltura e delle universit degli studi. Il principio di
sussidiariet comporta lattribuzione delle responsabilit e pubbliche alla autorit territorialmente
e funzionalmente pi vicina ai cittadini; il legislatore delegato deve favorire lassolvimento di
funzioni di rilevanza sociale da parte di famiglie,associazioni e comunit. Il loro rapporto con la
sussidiariet orizzontale si fonda sulla loro diversit strutturale rispetto agli enti territoriali.

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A differenza degli enti territoriali, gli enti ad autonomia funzionale, non sono legati al circuito della
rappresentanza politica poich sono entit in cui non trovano la propria proiezione istituzionale le
popolazioni, ma comunit parziali (comunit universitaria). Se negli ambiti sociali in cui operano le
autonomie funzionali, il privato non basti, lente pi vicino lente ad autonomia funzionale in cui
trovi la propria proiezione istituzionale lambito sociale al quale immediatamente si rivolga la
funzione pubblica presa in considerazione. Parte della dottrina, dallenunciazione della
sussidiariet orizzontale, desume anche un principio di tutela delle autonomie funzionali. Per tutte
le funzioni non esercitabili in regime privatistico, gli enti pubblici da preferire sono quelli
morfologicamente pi vicini agli ambiti sociali interessati, gli enti operanti in regime di autonomia
funzionale.

CAPITOLO VI. Lautonomia finanziaria

Lautonomia finanziaria pu essere definita come una condizione di rilevante libert in relazione
allacquisizione delle risorse necessarie allesercizio delle funzioni (autonomia di entrata) e in
relazione alle decisioni relative al loro impiego (autonomia di spesa).
Art. 119.1 : I Comuni, le Province, le Citt metropolitane e le Regioni hanno autonomia finanziaria
di entrata e di spesa . Ci e disciplinato in attuazione del principio di sussidiariet secondo cui
lindividuazione degli enti autonomi parte dal basso (Comune) fino a risalire alle Regioni passando
per Province e Citt metropolitane. A tutti questi enti infatti larticolo 119 riconosce autonomia di
entrata e di spesa.
Art. 119.2 I Comuni , le Province, le Citt metropolitane e le Regioni hanno risorse autonome.
Stabiliscono ed applicano tributi ed entrate propri, in armonia con la Costituzione e secondo i
principi di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario. Dispongono di
compartecipazioni al gettito di tributi erariali riferibile al loro territorio.
Secondo questo comma, stabilisce che questi enti hanno risorse autonome traverso il
principio della responsabilizzazione della gestione delle risorse degli enti territoriali, in
particolare modo delle Regioni. Vengono individuate diverse modalit con le quali gli enti
territoriali gestiscono la loro finanza attraverso tributi ed entrate proprie disposte in armonia con
la Costituzione cio con leggi regionali che si vanno a confrontare con la potest legislativa
esclusiva dello Stato e la potest legislativa bipartita e concorrente tra Stato e Regioni.
Quanto per capire a chi spetta la legislazione in materia regionale se allo Stato o alla Regione, si
richiamano due commi dellart 117:
- 117.2 lettera E che disciplina la potest esclusiva dello Stato nelle materie di sistema
tributario e contabile dello Stato e in materia di perequazione delle risorse finanziarie
- 117.3 che disciplina il potere legislativo concorrente in materia di armonizzazione dei
bilanci pubblici e di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario
Pertanto, per capire a chi attribuita la legislazione in materia finanziaria deve avvenire
uninterpretazione congiunta poich, ci che disciplinato dallart 119.2 e cio che gli enti
territoriali godono di autonomia finanziaria (possibilit di stabilire tributi ed entrate proprie) deve
essere ricondotto nellambito della potest legislativa concorrente dellart 117.3.
Inoltre, lart 119.2 disciplina il fatto che oltre alle entrate tributarie proprie, Regioni e enti locali
dispongono di compartecipazione al gettito di tributi erariali riferibile al loro territorio nel senso
che lautonomia finanziaria si traduce in un gettito che produce risorse autonome di cui godono
Regioni e enti locali. Ci nonostante, le Regioni a differenza di Comuni, Province e Citt
metropolitane sono gli unici enti abilitati ad adottare leggi nellesercizio di potest legislativa
concorrente.

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Art. 119.3: La legge dello Stato istituisce un fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per
i territori con minore capacit fiscale per abitante. Considerando il fatto che le zone pi ricche
daranno alle rispettive Regioni ed enti locali maggiori risorse ( sia in termini di tributi propri che in
termini di compartecipazione) rispetto a alle risorse che riceveranno le zone meno prospere, la
costituzione in questo comma disciplina lesistenza di un Fondo perequativo. Ci per risulta gi
nellart 117.2 lettera E quando, nellambito della potest legislativa esclusiva dello Stato, si dice
che questo gode di potest legislativa esclusiva per regolare il sistema tributario e contabile e per
la perequazione delle risorse finanziarie. Il fondo perequativo una risorsa elaborata dalla
Costituzione ed finalizzata a riequilibrare le disuguaglianze oggettive tra le diverse realt
territoriali. Si parla di disuguaglianze oggettive in quanto come parametro di oggettivit viene
utilizzata lespressione costituzionale di minore capacit fiscale per abitante: vi divario non
perch alcune regioni hanno utilizzato in maniera errata le risorse di cui dispongono, ma perch
hanno una minore capacit fiscale per abitante.
Pertanto, la Costituzione attribuisce allo Stato la facolt di valutare caso per caso lesistenza
condizioni oggettive tali da dover istituire questo fondo perequativo a favore di specifiche
Regioni.
Quindi, il fondo perequativo non ha portata generale in quanto ne possono beneficiare solo le
realt individuate in base allesigenza di dover necessariamente introdurre elementi di equit.
Questo stesso comma disciplina anche il fatto che, nel momento in cui le Regioni con minore
capacit fiscale per abitante, beneficiano del fondo perequativo, sono libere dallo Stato di poter
scegliere autonomamente come impiegare le risorse ottenute: senza vincoli di destinazione.

Art 119.4: Le risorse derivanti dalle fonti di cui ai commi precedenti consentono ai Comuni, alle
Province, alle Citt metropolitane e alle Regioni di finanziare integralmente le funzioni pinolo che
loro attribuite. Ai sensi del 4 comma le risorse devono essere investite sui territori degli enti che
ne dispongono.

Art 119.5: Per promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidariet sociale, per
rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire leffettivo esercizio dei diritti della persona,
o per provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro funzioni, lo Stato destina risorse
aggiuntive ed effettua interventi speciali in favore di determinati Comuni, Province, Citt
metropolitane e Regioni.
Ai sensi dellart 119.5, sono previsti fondi a finalit specifica che lo Stato pu destinare in favore di
determinati Comuni, Province, Citt metropolitane o Regioni per specifiche finalit o obiettivi.
(Risorse aggiuntive con vincoli di destinazione)

Art 119. 6: I Comuni, le Province, le citt metropolitane e le Regioni hanno un proprio


patrimonio, attribuito secondo i principi generali determinati dalla legge dello Stato. Possono
ricorrere allindebitamento solo per finanziare spese di investimento. esclusa ogni garanzia dello
Stato sui prestiti dagli stessi contratti.
Ci che principalmente emerge da questo comma il fatto che le Regioni non si possono
indebitare poich non costituzionalmente ammesso lindebitamento tranne in caso di spese di
investimento. Nel momento in cui le Regioni ricorrono allindebitamento per spese di
investimento, ad esse va attribuita completa responsabilit nel senso che se esse dovessero
sforare o indebitarsi in maniera sbagliata, la responsabilit ricade su di loro poich non possono
adagiarsi sullaiuto dello Stato.

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Tuttavia, la piena realizzazione della disciplina dellautonomia finanziaria di Regioni ed enti locali
richiede un processo di attuazione e dellemanazione di leggi statali e regionali di coordinamento
della finanza pubblica e del sistema tributario complessivo, di istituzione degli eventuali nuovi
tributi e delle regole per il fondo perequativo.
In grandi linee, la finanza regionale si fonda sulla partecipazione al gettito dellIRAP (imposta
regionale sulle attivit produttive che istituita e disciplinata dalla legge statale), sulla addizionale
IRPEF (Imposta sul reddito delle persone fisiche), sulla tassa automobilistica regionale e sulla
compartecipazione regionale allIVA (Imposta sul valore aggiunto).
Vi quindi lesigenza dellintermediazione di atti legislativi che fissano la base legale dei
regolamenti adottabili in materia degli enti locali, e nello specifico: di atti legislativi dello Stato
nelle materie di competenza esclusiva statale e di atti legislativi sia dello Stato che delle Regioni
nelle altre materie.
Art 23 Cost: nessuna prestazione personale o patrimoniale pu essere imposta se non in base alla
legge. Poich gli enti locali non hanno potest legislativa (riconosciuta solo allo Stato, alle Regioni
e alle province autonome di Trento e Bolzano), non era chiaro se questi enti potessero stabilire i
tributi propri di cui allart 119.2. A tal proposito la corte ha emesso due sentenze:
- sentenza 37/2004 ha ritenuto che lattuazione di questo disegno costituzionale richiede
lintervento del legislatore statale che, per coordinare linsieme della finanza pubblica,
dovr fissare i principi a cui i legislatori regionali dovranno attenersi e dovr anche
determinare le grandi linee dellintero sistema tributario. PAGINA 230
- Sentenza 431/2004 secondo la quale possono essere eliminate singole voci dentrata
fruibili dalle Regioni, perch la valutazione va fatta in termini di gettito complessivo, e
perch a seguito di manovre di finanza pubblica potrebbero determinarsi riduzioni nella
disponibilit finanziaria delle Regioni. Le suddette riduzioni, non devono comportare uno
squilibrio incompatibile con le complessive esigenze di spesa regionale.

Con riferimento al versante della spesa, il divieto di finanziamenti con vincolo di destinazione, con
riferimento al fondo perequativo (119.3), immediatamente operativo ed idoneo a limitare il
legislatore senza bisogno di una normativa di attuazione.
Il vincolo di destinazione non riguarda invece i contributi e gli interventi speciali e aggiuntivi
disciplinati allart 119.5 .
Inoltre, la Corte facendo leva sul collegamento tra art 119 e 117:
- Ammette vincoli di destinazione anche al di fuori delle ipotesi di cui allart 119.5
- Delimita la portata di tali vincoli nelle materie di competenza concorrente o residuale delle
Regioni

La Corte costituzionale ha concluso che le Regioni possono modificare la disciplina di tributi


previsti da leggi statali anteriori alla riforma, e che in attesa di una legislazione attuativa le norme
tributarie preesistenti possono essere modificate dal legislatore statale.

Lattuazione del nuovo art 119 Cost culminata con la legge Cost 42/2009 (Delega di Governo in
materia di federalismo fiscale, in attuazione dellart 119 Cost) nella XIV e XV legislatura.
Essa:
- Prevede forme differenziate di finanziamento per le diverse tipologie di spesa,
configurando sostanzialmente le entrate regionali come entrate di scopo;
- Prevede lesclusione di ogni tipo di imposizione;

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- Prevede che al trasferimento di risorse necessarie allesercizio delle funzioni spettanti alle
Regioni deve corrispondere da un lato la cancellazione dei relativi stanziamenti di spesa nel
bilancio dello Stato, e dallaltro la riduzione delle aliquote dei tributi erariali corrispondenti
al risparmio realizzato dallo Stato per effetto della dismissione delle funzioni trasferite;
- Assegna centralit allobiettivo della convergenza, il quale deve essere perseguito con
riferimento ai costi, ai fabbisogni standard e agli obiettivi di servizio;
- Prevede diverse sedi istituzionali nelle quali si pu sviluppare la cooperazione tra i diversi
livelli territoriali di governo

In quanto legge delega, ha trovato specificazione e sviluppo nei decreti legislativi adottati sulla sua
base tra cui:
- Decreto legislativo 68/2011 = disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a
statuto ordinario e delle province, nonch di determinazione dei costi e fabbisogni
standard nel settore sanitario
- Decreto legislativo 88/2011 = disposizioni in materia di risorse aggiuntive ed interventi
speciali per la rimozione di squilibri economici e sociali, a norma dellart 16 della legge
42/2009
- Decreto legislativo 118/2011 = disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi
contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a
norma degli articoli 1-2 della legge 42/2009
- Decreto legislativo 216/2011 = disposizioni in materia di determinazione dei costi e dei
fabbisogni standard di Comuni, Citt metropolitane e Province

Tuttavia, poich questi decreti legislativi hanno affidato aspetti essenziali della propria operativit
a provvedimenti governativi in larga misura ancora non adottati, le Regioni restano lontane
dallapprovazione del governo delle proprie entrate.
Rispetto alla finanza delle Regioni ordinarie, quella delle Regioni ad autonomia differenziata
speciale godeva per il passato di una situazione nettamente migliore sotto due profili:
- Gli statuti e le relative norme di attuazione devolvono a tali Regioni, per il corrispondente
territorio, quote molto consistenti dei maggiori tributi statali (la situazione delle Regioni
speciali corrisponde in questo senso al modello di autosufficienza che il nuovo art 119 ha
previsto che per le Regioni ordinarie).
- Gli statuti speciali assicurano alle relative Regioni anche una capacit di istituire e
disciplinare con proprie leggi tributi propri, sicuramente maggiore di quella che era data
alle Regioni ordinarie prima della riforma del Titolo V.

CAPITOLO VII. Le autonomie speciali

Il regionalismo italiano deriva dal modello regionale spagnolo con la differenza che: mentre quello
spagnolo nasceva da un atto di adesione e non calato dallalto; il regionalismo italiano detto
simmetrico poich la disciplina delle Regioni provenente dallassemblea costituente, una
disciplina costituzionale. In Spagna era previsto che in ogni Regione esistesse un complesso di
competenze calibrate sulle sue specifiche esigenze e disciplinate dai singoli statuti di autonomia.
La soluzione italiana, invece, prevedeva che accanto alle Regioni speciali, le cui competenze erano
contemplate dagli statuti, ci fossero le Regioni a statuto ordinario, titolari di identiche attribuzioni.
Le Regioni a statuto speciale sono dotate di condizioni particolari (geografiche, economiche e
linguistiche) e sono nate in una fase storica istituzionale precedente ai lavori dellAssemblea
costituente.

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- Gennaio 1944: istituzione dellAlto commissario della Sardegna, chiamato a coordinare e


dirigere tutte le amministrazioni statali e gli enti locali dellisola, poi coadiuvato da un
Giunta consultiva e poi da una Consulta rappresentativa delle organizzazioni politiche e
sociali dellisola
- Marzo 1944: istituzione dellAlto commissario per la Sicilia, coadiuvato fin dallinizio da una
Giunta consultiva, e poi da una Consulta regionale
- Settembre 1945: creazione della circoscrizione autonoma della Valle dAosta come ente
territoriale autonomo
- Maggio 1946: approvazione dello statuto della regione siciliana, vero e proprio atto di
nascita dellautonomia regionale nel nostro Paese, frutto della proposta formulata dalla
Consulta regionale siciliana sulla base di una competenza riconosciutale dal decreto
legislativo 416/1944
- Settembre 1946: conclusione a Parigi dellaccordo De Gasperi- Gruber, trattato
internazionale tra lItalia e lAustria che ha giuridicamente definito la situazione dellAlto
Adige.

Lautonomia speciale trae spunto dal fondamento costituzionale dellart 116.1 che riconosce una
forma di regionalismo differenziato alle 5 regioni a statuto speciale (Valle dAosta,Trentino Alto
Adige, Friuli-Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna). Questo articolo affida ad una legge costituzionale il
compito di approvare gli statuti speciali in cui devono essere contemplate forme ulteriori di
autonomia rispetto alle altre Regioni ordinarie. In Italia, la XVII disposizione transitoria e finale
della Costituzione ha previsto che lAssemblea Costituente sar convocata dal suo Presidente per
deliberare, entro il 31 gennaio 1948 sugli statuti regionali speciali: tra le Regioni a statuto speciale,
solo il Friuli-Venezia Giulia nel 1963 ha visto approvato il proprio statuto con legge costituzionale
(in conformit con gli articoli 116.1 e 138 Cost.); mentre, gli statuti delle altre quattro Regioni
speciali sono stati deliberati dal Consiglio regionale e approvati con atti dello Stato non in virt
dellart 138 Cost, ma in deroga allart 113 cio con una diversa procedura che la disposizione XVII
ha riconosciuto al Parlamento.
Lart 116 prevede anche cosa gli statuti devono riconoscere alle Regioni speciali forme e
condizioni speciali di autonomia:
ORGANIZZAZIONE = il massimo di specialit si registra nella disciplina dettata dallo
Stato per il Trentino Alto Adige che affianca alla Regione le due province autonome di
Trento e Bolzano a cui sono state riconosciute pari condizioni di autonomia previste per
le Regioni (funzioni legislative ed amministrative)
COMPETENZE= alle Regioni speciali e alle due Province di Trento e Bolzano, oltre alle
competenze riconosciute alle Regioni ordinarie (art 117 che attribuisce autonomia
legislativa alle Regioni ordinarie e la competenza integrativa-attuativa cio su delega
dello Stato ) veniva riconosciuta anche la possibilit di ulteriori autonomie in materie
stabilite dallo Stato, tra cui:
- Competenza legislativa piena, tenuta al rispetto dei principi generali dellordinamento e
delle norme fondamentali delle riforme economico-sociali dello Stato
- Competenza integrativa istituzionalizzata, esercitabile anche in assenza di delega da parte
del legislatore statale
La L Cost. 2/93 ha modificato gli statuti speciali dotandoli di unulteriore competenza ordina
mentale in materia di enti locali

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RAPPORTI CON LO STATO = le principali particolarit regolative introdotte dagli statuti


riguardavano e riguardano:
- Il regime di controlli : controllo preventivo sulle leggi regionali siciliane (art 28 statuto),
sopravvissuto al nuovo Titolo V e alla clausola di equiparazione di cui allart 10 L Cost.
3/2001
- Controlli di legittimit della Corte dei conti sugli atti amministrativi regionali che sono
venuti meno per effetto della clausola di equiparazione per tutte le Regioni

La L Cost. 2/2001 applica modifiche agli statuti speciali con legge costituzionale ed ha introdotto
nuovi procedimenti di adozione degli statuti stessi (nel rispetto dellart 116) e ci rappresenta un
elemento di discontinuit rispetto allorigine.
La L Cost 2/2001 ammette:
- Il coinvolgimento procedimentale nelladozione delle norme di attuazione dello statuto
mediante decreti legislativi che sono fonti speciali poich prive di riscontro nel sistema
delle fonti: le norme statutarie prevedono che al procedimento di adozione partecipi una
Commissione paritetica (rappresentativa sia dello Stato che della Regione speciale
interessata), a cui spetta lelaborazione della proposta di modifiche allo Stato da
sottoporre al Governo (Sardegna, Valle dAosta e Sicilia) o la formulazione di un parere
obbligatorio non vincolante (Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige)
- prevista la partecipazione del Presidente della Regione o della Provincia autonoma, alle
sedute del Consiglio dei Ministri quando allordine del giorno figurino questioni riguardanti
lente da lui presieduto.

Lart 10 L Cost. 3/2001 ha introdotto la CLAUSOLA DI EQUIPARAZIONE secondo la quale, in attesa


che gli statuti regionali vengono modificati e adeguati al nuovo quadro costituzionale, se il nuovo
Titolo V riconosce nuove forme di autonomia alle Regioni ordinarie, queste stesse nuove forme di
estenderanno per equiparazione anche alle Regioni speciali. Questa fu la soluzione utile a
soddisfare le esigenze di tutte le Regioni e principalmente per accrescere gli spazi di autonomia
delle Regioni speciali e delle Province autonome (su prerogative, competenze, oggetto
dellattribuzione, e titolo competenziale). In tal modo, la legge Cost 3/2001 apportando modifiche
circa un maggiore coinvolgimento degli enti regionali al procedimento di formazione degli statuti
(nel rispetto dellart 116), cerc di evitare che con la Riforma del Titolo V le regioni ordinarie
godessero di maggiori forme di autonomia di quelle riconosciute alle regioni speciali.

REGIME FINANZIARIO = uno dei tratti di maggiore specialit del regime dettato per le
Regioni ad autonomia speciale poich stato riconosciuto loro il potere di istituire con
leggi, i tributi propri. Per quanto riguarda invece la compartecipazione regionale al
versante dei tributi erariali: ogni Stato elenca le imposte erariali di cui una quota
percentuale attribuita alle Regioni. Lo statuto siciliano invece opta per il modello della
ripartizione qualitativa assegnando alle Regioni lintero versamento dei tributi statali
riscossi sul territorio. Lart 119 ha dato dignit costituzionale ai principi del federalismo
fiscale, fino ad allora contenuti solo in leggi ordinarie.

La L Cost. 2/2001 ha anche inciso sullorganizzazione e ci fa pensare a qual la materia assunta


dallo statuto nellambito delle fonti. Oggi, diversamente dalle Regioni ordinarie, gli statuti delle
regioni speciali, si occupano sua delle leggi elettorali che dellorganizzazione.

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Si parte di decostituzionalizzazione per indicare quelle materie di prerogativa costituzionale per


le Regioni ordinarie che vengono declassate a materie di competenza statutaria per le Regioni
speciali.
Mentre prima, gli statuti speciali erano ricondotti nellambito delle leggi costituzionali, oggi le
LEGGI STATUTARIE sono un nuovo tipo di fonti del diritto che operano in un ambito individuato
dalla legge costituzionale che le ha previste. Tuttavia, il procedimento che la L Cost 2/2001 ha
modificato, ha inciso sulla natura delle leggi statutarie: esse non sono omologabili agli statuti
regionali ordinari e valgono solo per le Regioni a statuto speciale.
Dal punto di vista procedimentale, le leggi statutarie:
- Necessitano di unapprovazione a maggioranza assoluta dei componenti lassemblea
legislativa
- Vanno sottoposte ad un preventivo referendum confermativo ove entro 3 mesi dalla loro
pubblicazione lo richieda 1/50 degli elettori della Regione o 1/5 dei membri dellAssemblea
legislativa (nuovo procedimento introdotto dalla L Cost 2/2001 e si rivolge solo alle Regioni
a statuto speciale)

Rispetto alle leggi ordinarie delle Regioni, le leggi statutarie sono sottoposte allo stesso controllo
preventivo di costituzionalit a cui sono sottoposti gli statuti regionali ordinari, attivabile dal
Governo mediante ricorso alla Corte (entro 30 giorni dalla pubblicazione).
Sul piano del contenuto invece, diversamente dalle Regioni a statuto ordinario, quelle speciali
devono fissare i principi di organizzazione e funzionamento che non rientrano nella competenza
delle leggi statutarie. Le leggi statutarie sono legittimate a regolare la solo iniziativa legislativa
popolare, gli statuti ordinari ogni tipo di iniziativa legislativa. Gli statuti ordinari inoltre, hanno il
potere di regolare il referendum su leggi e provvedimenti amministrativi della Regione (art
123.1), mentre la L Cost 2/2001 indica anche la tipologia delle consultazioni referendarie e
regolabili dalle leggi statutarie.
Per quanto riguarda invece, i limiti apposto alle leggi statutarie ci sono:
Limiti generali: le leggi statutarie devono ammortizzarsi con la Costituzione e con i
principi dellordinamento giuridico della Repubblica
Limiti particolari: che sono limiti o paletti posti dal Titolo V della Costituzione alla
disciplina statutaria regionale della forma di governo e alla legislazione elettorale delle
regioni ordinarie ed in particolare:
- presentazione e approvazione della mozione motivata di sfiducia nei confronti del
Presidente della Regione a prescindere dalla forma di governo prescelta
- Principio del simul stabunt simul cadent in caso di elezione diretta del Presidente della
Regione
- Previsione secondo cui le leggi elettorali devono garantire la rappresentanza dei sessi per
conseguire un equilibrio

In tema di riforma del Titolo V, le autonomie speciali ponevano 3 problemi:


- Problema di architettura costituzionale cio quello della compatibilit al mantenimento
delle Regioni speciali con il rovesciamento dellenumerazione delle competenze.
- Gli interessi delle Regioni speciali non favorevoli alla loro normalizzazione visti gli elevati
costi in termini elettorali che avrebbe comportato la fine della loro posizione differenziata
- Altre Regioni ad autonomia ordinaria che nellipotesi di mantenimento dellautonomia
speciale,queste ultime avrebbero preteso di essere ammesse al godimento dei benefici a
essa corrispondenti. Il problema era principalmente per le Regioni ordinarie a pi elevato

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gettito fiscale che, pur concorrendo a finanziare il pi favorevole trattamento economico


riservato alle Regioni speciali, ne sono tagliate fuori.

Tuttavia, gli autori della riforma hanno attuato una soluzione salomonica che cerco di
contemperare esigenze eterogenee e non facilmente conciliabili attraverso:
- Il mantenimento delle autonomie speciali (art 116.1-2 cost)
- La clausola di equiparazione (art 10 L Cost 3/2001)
- Laccesso delle Regioni ordinarie allautonomia speciale (art 116.3 Cost)

nonostante, questa soluzione salomonica port con s delle contraddizioni:


- Nella legislazione: la competenza legislativa generale del legislatore regionale nel nuovo
Titolo V si contrappone alla logica dellenumerazione delle competenze regionali negli
statuti speciali. Nel senso che , mettendo a confronto lart 117.4 con gli statuti regionali
nella parte che riguarda lautonomia legislativa, emerge che per le Regioni speciali valgono
ancora gli elenchi di materie, mentre per le Regioni ordinarie vale la competenza residuale.
- Nel rapporti tra legislazione e amministrazione e nellamministrazione in senso stretto.
Nel caso dellautonomia amministrativa, il principio del parallelismo stato superato da
quello di sussidiariet. In tal modo il primo destinatario dellautonomia amministrativa non
la Regione,ma sono i Comuni.

In attesa della riforma degli statuti speciali, il sistema delle competenze delle Regioni ad
autonomia differenziata risulta da un mix di norme eterogenee e diversamente ispirate, in quanto
tali enti si atteggiano in parte come Regioni ad autonomia speciale ed in parte come Regioni di
diritto comune. La loro persistenze specialit va rilevata:
- Nel principio del parallelismo delle funzioni superato dallart 118 Cost con il principio di
sussidiariet
- Nella mancata soggezione a poteri spettanti allo Stato con riferimento alle regioni ad
autonomia ordinaria, come i poteri sostitutivi o quelli che derivano da materie statali in
tutto o in parte sovrapponentisi con materie statutarie

Tuttavia, nelle materie in cui lente ad autonomia speciale sia titolare,in base allo statuto, di
competenza legislativa concorrente vige il limite statutariamente previsto dei principi
fondamentali della legislazione nazionale. Nelle materie in cui lente ad autonomia speciale sia
titolare di competenza legislativa piena sulla base dello statuto, vigono i limiti del rispetto degli
obblighi internazionali, dei principi generali dellordinamento e delle norme fondamentali delle
riforme economico-sociali dello Stato (ossia la resistenza a contraddistinguere la specialit
originaria rispetto a quella risultante dalla riforma del Titolo V, trova espressione nel parallelismo,
nella mancata soggezione a poteri sostitutivi, nella legislazione concorrente e nella legislazione
piena che deve ancora sottostare ai principi generali, alle grandi riforme e agli obblighi
internazionali).
Allart 116.3 Cost, viene data la possibilit alle Regioni ordinarie di accedere a forme e condizioni
particolari di autonomia . Tale disposizione individua:
- Gli enti a cui fa riferimento (cio alle Regioni ordinarie)
- Le linee del procedimento da seguire (di impronta spagnola)
- I possibili contenuti che la predetta autonomia speciale pu assumere

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- I limiti che la legge che la concede deve rispettare

Tale disposizione, presenta carattere controverso poich permette lo spostamento a livello


regionale di competenze che involgono profili di non contestabile rilevanza nazionale (ad esempio
istruzione e tutela dellambiente), e affinch tali spostamenti siano demandati alla legge dello
Stato, c il rischio che gli esiti siano troppo legati alle situazioni politiche contingenti che vengono
a determinarsi di volta in volta.
La L Cost 3/2001 ha inoltre aumentato i poteri delle Regioni ordinarie e quindi tutte le forme di
autonomia, e lart 116 Cost ammette la possibilit in determinate materie costituzionalmente
previste e citate (lettere L- N- S) nel rispetto dellart 119, di trasferire alle Regioni che me facciano
richiesta ulteriori forme di autonomia.
Lart 116.3 rende il nostro regionalismo simile a quello spagnolo pi di quanto possa essere simile
al nostro stesso regionalismo del 1948: le regioni ordinarie diventano in alcune materie speciali.
ART 116.3: Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie di cui al
comma 3 art 117 Cost e le materie indicate dal comma 2 art 11, alle lettere S) limitatamente
allorganizzazione della giustizia di pace; N) e S), possono essere attribuite ad altre Regioni, con
legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei
principi di cui allarticolo 119. La legge approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei
componenti, sulla base di intesa tra Stato e la Regione interessata.

CAPITOLO VIII. Lorganizzazione delle Regioni

Con riguardo allorganizzazione delle Regioni, la Costituzione riconosce 4 organi necessari che
dispongono di funzioni fondamentali:
1. CONSIGLIO REGIONALE (omologo regionale del Parlamento) un organo assembleare,
eletto direttamente dal corpo elettorale e riveste la funzione legislativa. Tuttavia, il
Consiglio regionale non del tutto equiparato al Parlamento per la sussistenza di alcune
ragioni:
- Differenza che sussiste tra la sovranit (attributo tipico dello Stato) e lautonomia (propria
delle Regioni)
- Lassoluta ed irripetibile unicit istituzionale del Parlamento
- Carattere derogatorio rispetto al diritto costituzionale comune, di alcune specificit del
trattamento riservato al Parlamento e ai suoi componenti, che non sono estensibili ad
organi diversi da quelli a cui sono riferite.
Lo status dei consiglieri regionali modellato sullo status dei membri del Parlamento:
- Divieto di mandato imperativo (art 67 Cost): ogni membro del Parlamento esercita le sue
funzioni senza vincolo di mandato cio ogni membro del Parlamento riceve un mandato
generale dai suoi elettori, in virt del quale egli non ha nessun impegno giuridicamente
vincolante nei loro confronti. Leletto non ha alcun vincolo di responsabilit politica o
giuridica nei confronti degli elettori. Questo divieto destinato ad applicarsi anche ai
consiglieri regionali ed enunciato anche da diversi statuto (art 29.1 statuto Abruzzo;
art 13.1 statuto Lombardia)
- Diritto allindennit (art 69 Cost) che si impone anche agli statuti regionali

Diversa invece la situazione per:


- Insindacabilit dei voti dati e delle opinioni espresse nellesercizio delle funzioni. Ci crea
unarea di irresponsabilit giuridica per i beneficiari e presenta carattere derogatorio
rispetto al diritto costituzionale comune. Pertanto, la Costituzione enuncia tale garanzia

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con due norme europee: per i parlamentari allart 68.1 Cost e per i consiglieri regionali
allart 122.4. Grazie a tale disposizione, le manifestazioni di opinioni insindacabili di
parlamentari e di consiglieri regionali, sono sottratte al regime di responsabilit penale,
civile e amministrativa.
- Altre immunit riconosciute ai parlamentari allart 68 Cost quali: subordinazione ed
autorizzazione della Camera di rispettiva appartenenza dei provvedimenti limitativi della
libert personale e di quelli che incidono sulla libert e sulla segretezza della
corrispondenza. La loro applicazione ai consiglieri regionali avrebbe richiesto unespressa
estensione costituzionale, mai avvenuta.

- La verifica dei poteri cio la competenza riconosciuta alle assemblee rappresentative a


verificare la sussistenza o meno di cause di ineleggibilit e di incompatibilit.
Per il Parlamento, tale competenza spetta in via esclusiva a ciascuno dei rami in cui si
articola, mentre per i consigli regionali lultima parola spetta allautorit giudiziaria. Mentre
le cause di ineleggibilit (rivolte ad evitare condizionamenti della formazione della volont
degli elettori) sono insuperabili tanto che potrebbero invalidare leventuale elezione; le
cause di incompatibilit (finalizzate ad evitare il cumulo tra cariche pubbliche) sono
rimovibili mediante opzione.

Un caso di estensione espressa la previsione secondo cui i Consigli regionali devono eleggere un
Presidente ed un ufficio di presidenza che sono organi sovrapponibili agli omologhi organi
parlamentare (art 122.3). Inoltre, gli statuti disciplinano in termini differenziati le maggioranze
richieste per lelezione dei titolari di tali organi, la durata dei loro mandati d la loro eventuale
revocabilit in caso di mandato.
Tutti gli altri punti di contatto tra larticolazione organizzativa delle assemblee legislative nazionali
e quelle del Consiglio regionale sono determinati dalla normativa statutaria che:
- Prevede che i Consigli regionali si articolino in Commissioni permanenti composte in
modo proporzionale alla consistenza dei gruppi consiliari e riconosce ad esse, nel
procedimento legislativo, oltre al comune ruolo referente, anche funzioni analoghe a
quelle che la Costituzione riconosce alle Commissioni parlamentari.
Si parla di funzioni redigenti se le Commissioni vengono chiamate a redigere il testo
legislativo che sar poi sottoposto al Consiglio per votazione finale; oppure di
funzioni deliberanti se esse procedono alle tre letture del testo legislativo, senza ulteriori
interventi del Consiglio. Tuttavia, alle Commissioni permanenti spetta il controllo
sulloperato della Giunta e la formazione di poteri circa i regolamenti che essa adotta.
- Distingue dalle Commissioni permanenti le Commissioni speciali costituite
occasionalmente per particolari esigenze e il tipo pi rilevante tra queste sono le
Commissioni dinchiesta. Queste ultime sono composte in modo proporzionale alla
consistenza dei gruppi ausiliari, ma diversamente dalle Commissioni parlamentari, sono
prive dei poteri dellautorit giudiziaria.
- Prevede lappartenenza obbligatoria dei consiglieri regionali ai gruppi consiliari che sono
organi a struttura associativa normalmente corrispondenti ai partiti nelle cui liste i
consiglieri sono stati eletti (ma la corrispondenza non piena e resta privo di riscontro
partitico il gruppo misto, il cui ruolo nei consigli regionali ridimensionato dalla possibilit
di costituzione dei gruppi composti da un membro: monocellulari)

Il parallelismo tra il regime stabilito per il Parlamento e quello applicabile ai Consigli regionali
meno pronunciato per quanto riguarda le modalit di esercizio dellautonomia organizzativa:

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- Per le Camere tale autonomia trova espressione nei REGOLAMENTI INTERNI che sono
riconosciuti dallart 64.1 Cost: ciascuna Camera adotta il proprio regolamento a
maggioranza assoluta dei suoi componenti e dai primi 3 commi dellart 72 Cost che
demandano ai regolamenti parlamentari la disciplina di alcuni passaggi del procedimento
legislativo;
- Per i Consigli regionali manca un riconoscimento costituzionale per cui sono previsti ampi
margini di manovra per gli statuti regionali che possono contemplare i regolamenti interni
e riservare loro certi oggetti, come possono consentire che essi concorrano con le leggi.

Qualora lo statuto ometta riferimenti al regolamento interno del Consiglio regionale, la disciplina
dellorganizzazione andrebbe dettata dalla legge della Regione. Tuttavia, dopo la riforma
costituzionale, gli statuti ordinari hanno contemplato i regolamenti interni dei Consigli ed hanno
demandato loro il compito di disciplinare lorganizzazione e le modalit di funzionamento
dellorgano.
Per quanto riguarda il funzionamento e le funzioni assegnate ai Consigli regionali rilevabile un
notevole parallelismo con il regime previsto per le assemblee parlamentari.

Per il funzionamento va ricordata:


La disciplina del quorum: come la Costituzione, anche gli statuti fissano sia il quorum
strutturale (che individua il numero di membri necessario alla valida costituzione del
collegio: numero legale) sia il quorum funzionale ( che individua la maggioranza
necessaria ad adottare una certa delibera). Gli statuti identificano il quorum strutturale
nella maggioranza dei membri dellorganizzazione e prevedono che il quorum
funzionale sia costituito dalla met +1 dei presenti. Dal quorum funzionale normale
(maggioranza semplice) si distinguono i quorum funzionali speciali costituiti da:
- maggioranza dei componenti del collegio: maggioranza assoluta
- maggioranze pi elevate: maggioranze qualificate computate sempre sui componenti e non
sui presenti (la necessit di maggioranze superiori a quella assoluta eleva il quorum
strutturale)
La maggioranza relativa invece valutata alla stregua dei risultati riportati dagli altri candidati e
nei casi in cui prevista, si aggiudica il risultato il candidato che ottiene pi consensi degli altri.
La disciplina delle modalit di votazione: che dettata dai regolamenti dei consigli nel
rispetto dei limiti statutari: il consiglio si esprime con voto palese tranne che per le
votazioni su persone e salve le altre deroghe espressamente disposte dallo statuto o
dal regolamento interno
Le regole sul computo delle maggioranze (inclusione o meno degli astenuti tra i
presenti): a livello statale la soluzione accolta dal regolamento interno del Senato della
Repubblica quella secondo cui lastensione vale come voto contrario e il regolamento
della Camera dei deputati prevede che gli astenuti non siano inclusi; a livello regionale
invece, questa disciplina si trova nei regolamenti (regionali)

Per quanto concerne le funzioni:


Quelle ricordate da norme costituzionali come:
- Funzione legislativa: art 121.2 Cost
- Funzione statutaria: art 123.2 Cost
- Approvazione delle mozioni di sfiducia: art 126.2 Cost
- Iniziativa referendaria statale, esercitata da almeno 5 Consigli: art 75 e 138 Cost

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- Iniziativa legislativa statale


- Funzione consultiva su variazioni territoriali da cui sia interessata la rispettiva Regione:
art 123
Quelle funzioni individuate dagli statuti o da atti legislativi regionali:
- Funzioni di indirizzo e controllo politico dellesecutivo
Le funzioni di indirizzo trovano espressione in atti suscettibili di essere adottati anche nellesercizio
di funzioni diverse, per effetto della polifunzionalit che contrassegna i procedimenti delle
assemblee legislative: per tali funzioni si fa riferimento alle mozioni, agli ordini del giorno e alle
risoluzioni
Funzioni attinenti alla potest regolamentare
Funzioni riconducibili allarea dellamministrazione (non attiva) e cio:
- Funzioni di alta amministrazione (ad es. nomina di titolari di organi regionali)
- Funzioni consultive, esercitate mediante la formulazione di pareri

2-3. PRESIDENTE E LA GIUNTA = potere esecutivo


Ai sensi dellart 121.3 La Giunta lorgano esecutivo delle Regioni ed lomologo del Governo
cio dellorgano che s livello nazionale titolare della funzione esecutiva.
La Giunta infatti, incorpora il potere esecutivo ed intrattiene un rapporto di responsabilit politica
con lAssemblea rappresentativa che con un voto di sfiducia, pu decretarne la caduta.
Ci nonostante, la Giunta regionale incommensurabile rispetto al Governo dello Stato. Se a livello
statale la forma di governo la sceglie la Costituzione, a livello regionale, la forma di governo la
sceglie lo statuto in armonia con la costituzione.
Le ragioni dellincommensurabilit possono essere dovute (il fatto che il modello regionale e
quello statale non sono equiparabili dovuto a):
Al riconoscimento al Presidente della Giunta di una posizione di supremazia rispetto
agli altri membri della Giunta. Il Presidente della Giunta non gode della posizione di
primus Inter pares come il Presidente del Consiglio, ma un organo che si pone in
posizione di supremazia rispetto alla Giunta ed una posizione che gli riconosciuta
dalla Costituzione in ogni caso in forza di due principi:
- PRINCIPIO DI COLLEGIALIT (art 121.3 ) secondo cui non c lo stesso modello ministeriale
tra quello statale o regionale. Per quanto riguarda il modello statale, il Governo formato
dal Presidente del Consiglio dei Ministri e dai singoli ministeri, divisi e ripartiti per
competenze, e di cui ogni singolo ministro ne responsabile (responsabilit ministeriale);
per il modello regionale invece ai sensi dellart 121.3 non viene riconosciuta, ai singoli
assessori una disciplina ministeriale o dicasteriale. La costituzione configura gli assessori
come membri del Collegio di cui fanno parte nonostante gli statuti prevedano che il
Presidente della Giunta ripartisce le funzioni tra gli assessori per settori (assessorati).
- PRINCIPIO DELLA DIREZIONE MONOCRATICA DELLA POLITICA DELLA GIUNTA:
.Articolo 121.4 Cost che affida al Presidente della Giunta la rappresentanza della Regione,
gli affida la dirigenza della politica della Giunta e ne responsabile. Egli risponde in prima
battuta della responsabilit di un organo collegiale
.Articolo 126.2 Cost che stabilisce che la mozione di sfiducia non ha ad oggetto la Giunta
nella sua collegialit, ma ha ad oggetto il suo Presidente.
Entrambi questi articoli sottolineano che il vertice dellesecutivo il vertice della Giunta
che gode di supremazia rispetto allorgano che dirige e di cui responsabile.

Il modello statale prevede che:


- Il Presidente del Consiglio dei Ministri dirige la politica generale del Governo (art 95.1 Cost)

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- I Ministri devono rispondere individualmente per lattivit dei rispettivi dicasteri (art 95.2)
- Al Presidente del Consiglio spettano solo funzioni di promozione e coordinamento rispetto
allattivit dei ministri (art 95.1)
Il Presidente della Giunta pu anche revocare (ha un ruolo di forza nei confronti degli assessori).
A livello regionale non esiste listituto della sfiducia individuale allassessore,ma gli statuti possono
prevedere mozioni individuali di censura o di non gradimento che non determinano lobbligo delle
dimissioni,ma sollecitano allassessore e al Presidente una valutazione sullopportunit di
rassegnare le dimissioni o revocare lassessore censurato.
Un caso rilevante fu il Caso Mancuso. Larticolo 115 del regolamento della Camera prevede la
possibilit di presentare una mozione di sfiducia nei confronti di un singolo ministro.
Questa possibilit fu poi anche consentita in Senato. Il ministro sfiduciato giuridicamente
obbligato a dimettersi e la sua cessazione dalla carica risulta necessaria per la conservazione del
rapporto fiduciario tra Parlamento e Governo cos che questultimo rimane in carica in una
composizione diversa a cui viene implicitamente confermata la fiducia. Un caso di approvazione
della mozione di sfiducia individuale in Italia si verific al Senato nel 1995 nei confronti del
ministro di Grazia e Giustizia, Mancuso. Egli si rifiut di dare le dimissioni e il Presidente della
Repubblica affid con decreto lincarico ministeriale al Presidente del Consiglio. Per rimuovere il
ministro non sarebbe stato possibile ricorrere alla revoca ne del Presidente del Consiglio che solo
un potere di proposta, n del Capo dello Stato che il potere di nomina. Infatti, considerato che il
Presidente del Consiglio dei Ministri non gode del potere di revoca, il Governo dovette sollecitare
la sua maggioranza presentando una mozione di sfiducia individuale (rivolta ad un solo ministro).
Solitamente, quando si presenta una mozione di sfiducia individuale, tutto il Governo deve
dimettersi (solidariet governativa), ma in quel caso non si dimise perch era stato il Governo
stesso a chiedere alla maggioranza di presentare la mozione perch non vi erano altre soluzioni.
Mancuso per, sapendo che non esisteva un potere di revoca, sollev un conflitto di attribuzione
dinanzi alla Corte costituzionale, che con sentenza 7/1996 respinse il ricorso affermando la
legittimit della mozione di sfiducia individuale come strumento a tutela dellunitariet
dellindirizzo politico.
A livello regionale tutto ci non sarebbe successo perch il Presidente della Giunta pu in ogni
momento nominare e revocare e ci implica la creazione di un meccanismo di fedelt politica pi
forte.

Se come nel caso degli statuti ordinari si opta per lelezione diretta del Presidente, la costituzione
prevede unaccentuazione della sua supremazia sulla base dellart 122.5: Il Presidente eletto,
nomina e revoca i componenti della Giunta . Il potere di nomina va esercitato entro i limiti fissati
dagli istituti che sono: qualificativi (ad esempio quando la figura del vicepresidente necessaria)
oppure quantitativi (numero totale di assessori).
Alla forza delle disposizioni di stabilizzazione dellEsecutivo cio di quelle previsioni
costituzionali contenute nel Titolo V attraverso le quali la Costituzione ha voluto
garantire la stabilit:
- a livello regionale, indipendentemente dalla forma di governo prescelta, ci sono
meccanismi che evitano facili crisi di governo. Ci nonostante, ci sono dispositivi che la
Costituzione riconosce in ogni caso a prescindere da,la forma di governo prescelta
(assembleare o ad elezione diretta- art 94 Cost): la mozione di fiducia deve essere
sottoscritta da almeno 1/5 dei membri del Consiglio regionale; deve essere messa in
discussione non prima di 3 giorni dalla sua presentazione; deve essere motivata e votata
per appello nominale (scrutinio palese). Tuttavia, mentre a livello nazionale per approvare

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una mozione di sfiducia nei confronti del Governo, il Parlamento deve raggiungere la
maggioranza relativa (dei presenti poich sia stato soddisfatto il numero legale del 50%+1
dei presenti); a livello regionale il quorum pi alto perch richiesta la maggioranza
assoluta cio oltre ad essere presente almeno il 50%+1 degli aventi diritto, devono votare
(in tal caso contro il Presidente della Giunta) anche il 50% +1 degli aventi diritto.
Pertanto, la stabilit del governo nazionale pi precaria rispetto a quella regionale di
stabilit della Giunta a causa della maggioranza necessaria per votare la mozione di
sfiducia: la maggioranza relativa a livello nazionale ed assoluta a livello regionale. Si
tratta di un elemento di stabilizzazione dellesecutivo: dal 1993 in Italia sono state
introdotte delle riforme (con legge ordinaria e legge costituzionale) tese ad irrobustire il
potere esecutivo. Ad esempio lelezione diretta dei membri del Consiglio regionale che ha
determinato il rafforzamento del potere del sindaco. Infatti oggi soprattutto nel Comuni
inferiori a 15.000 abitanti, il potere del sindaco fortissimo: indipendentemente dal
numero delle liste che si presentano allelezione, la lista che prende anche un solo voto in
pi rispetto ad unaltra, si conquista i 2/3 dei seggi. Prima del 1993, la forma di governo
anche a livello comunale era assembleare e cio si vota solo per i consiglieri comunali e
non per il sindaco. Pertanto, allinterno di una consiliatura (5anni) a seconda di come si
organizzavano le forze di governo di volta in volta, cos di volta in volta si potevano
esprimere poi maggioranze governative. Mentre prima bastava una nuova ipotesi di
sindaco che senza elezioni, si eleggeva un nuovo sindaco ed una nuova Giunta, oggi con
lelezione diretta del Sindaco non pi cos facile sostituirlo.
Comuni: legge ordinaria 81/1993 opt per lelezione diretta del vertice dellesecutivo
(Sindaco e presidente di provincia)
Regioni: legge costituzionale 1/1999 continu sulla scia della legge ordinaria 81/1993
irrobustendo ulteriormente i poteri dellesecutivo.
PERTANTO, LA MOZIONE DI SFIDUCIA RAPPRESENTA UN DISPOSITIVO DI STABILIZZAZIONE
VALIDO INDIPENDENTEMENTE DALLA FORMA DI GOVERNO

- Se gli statuti optano per un modello di elezione diretta del Presidente della Regione va
considerato lart 126.3. La regola del simul stabunt simul cadent consiste nella sfiducia
distruttiva e cio il venir meno del potere esecutivo comporta anche il venir meno del
potere legislativo e viceversa (solo in caso di elezione diretta dellesecutivo).
Poich nessun consigliere regionale disposto a provocare la propria anticipata cessazione,
con la caduta dellEsecutivo dopo la riforma sono stati molto frequenti i rimpasti.
Il rimpasto indica il momento in cui il Presidente della Giunta sostituisce o integra i
componenti della Giunta senza provocare una crisi dellesecutivo e quindi del Governo.
LA REGOLA DEL SIMUL-SIMUL INDICA UN DISPOSITIVO DI STABILIZZAZIONE
DELLESECUTIVO SECONDO CUI GIUNTA E CONSIGLIO DAVANTI AD UNIPOTESI DI CRISI
DECADONO ENTRAMBI.

Per quanto riguarda le regole di funzionamento della Giunta, queste sono materia dettata sia dagli
statuti che dai regolamenti interni della Giunta. Il funzionamento consiste appunto nello stabilire
regole che riguardano lattivit quotidiana come ad esempio i principi che guidano la fissazione
dellordine del giorno; la presidenza delle sedute; il numero legale; la verbalizzazione ecc..
(Tutte queste regole che definiscono come funziona un organo non sono state affidate alla
Costituzione ma a fonti gerarchicamente inferiori). Lunica particolarit a livello regionale che
quando le votazioni in Giunta si concludono con un pareggio, la maggior parte degli statuti

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prevede che il voto del Presidente della Giunta fa la differenza e quindi la prevalenza va a favore
dellopzione alla quale il Presidente ha votato.
IL FUNZIONAMENTO INDICA LE MODALIT ATTRAVERSO CUI GLI ORGANI SVOLGONO LE LORO
FUNZIONI E SONO STABILITE DA STATUTI E REGOLAMENTI INTERNI

Le funzioni invece indicano le competenze che fanno capo agli organi.


Le funzioni del Presidente della Giunta riconosciute dalla Costituzione si rilevano:
- Art 121.4: indipendentemente dalla forma di governo scelta dallo statuto, la Costituzione
prevede dei paletti secondo cui il Presidente della Giunta rappresenta la Regione; dirige
la politica della Giunta e ne responsabile; promulga le leggi ed emana i regolamenti;
dirige le funzioni amministrative delegate dallo Stato alla Regione, conformandosi alle
istruzioni del Governo della Repubblica.
- Art 122.5: Il Presidente eletto nomina e revoca i componenti della Giunta.

Tuttavia, tra le discipline che gli statuti riconoscono comunemente al Presidente ci sono:
- Funzioni che gli competono in qualit di Presidente della Regione (indire referendum,
indire le elezioni regionali, rappresentanza della Regione in giudizio ecc..)
- Funzioni che gli competono come organo di vertice dellamministrazione regionale quando
riceve la delega dalla Stato
- Funzioni che gli competono come Presidente della Giunta (convoca e presiede delle
sedute; ripartisce i compiti tra gli assessori, convocarli e revocarli organo di vertice
dellesecutivo)

La GIUNTA regionale lorgano esecutivo delle Regioni (art 121.3). Mentre il Presidente della
Giunta organo di vertice dellesecutivo, la Giunta regionale un organo collegiale. Inoltre, il
Presidente della Giunta gode di supremazia rispetto ai membri del collegio che non vengono scelti
contestualmente, ma sono legati al rapporto di fiducia con il Presidente (il presidente della Giunta
elegge e fa decadere su sua decisione gli assessori).
Anche gli statuti attribuiscono altre funzioni alla Giunta:
- Attuazione del programma di governo;
- Predisposizione dei bilanci e dei documenti di programmazione economica e finanziaria;
- Gestione del bilancio e amministrazione dei beni della Regione;
- Delibera dei regolamenti regionali diversi da quelli di pertinenza del Consiglio;
- Delibere in ordine alle liti attive e passive di cui sia parte la Regione (la Giunta decide se si
va in lite o meno);
- Ratifica dei provvedimenti durgenza adottati dal Presidente;
- Nomina o designazione di rappresentanti della Regione in organi o enti;
- Delibera in ordine a contratti di cui parte la Regione;
- Vigilanza sugli enti dipendenti dalla Regione

4. I CONSIGLI DELLE AUTONOMIE LOCALI (CAL)


Mentre lart 123 Cost stato modificato dalla legge Cost 1/1999 (ha introdotto lautonomia
statutaria) , per la parte riguardante i CAL questo articolo stato di nuovo modificato con la

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L Costituzionale 3/2001 con cui i CAL sono entrati nellordinamento costituzionale. Infatti con la
riforma del Titolo V Cost e con la modifica dell art 123 Cost con la legge costituzionale 3/2001
stato aggiunto il comma 4: In ogni Regioni, lo statuto disciplina il Consiglio delle Autonomie locali,
quale organo di consultazione tra la Regione e gli enti locali. I CAL solo organi rappresentativi
degli enti locali e sono organi necessari della Regione che esercitano funzioni consultive in veste di
organo di consultazione, cerca di attuare il principio di leale collaborazione cio fare in modo che
le scelte non vengono pi calate dallalto, ma sono anche il risultato di accordi raggiunti a seguito
di confronti tra le parti.
Se da un lato la Costituzione ha reso necessario lorgano dei CAL e ne ha stabilito la funzione
(consultiva) dallaltro lato la Cost ha stabilito che disciplina del dettaglio dei CAL rimessa allo
statuto che sono pertanto oggetto di una riserva di statuto. Tuttavia, lo statuto si limitato a
delineare le caratteristiche essenziali, demandando poi a fonti ulteriormente inferiori (legge
ordinaria della Regione) la disciplina specifica di dettaglio.
Gli statuti per hanno valorizzato la funzione consultiva dei CAL, prevedendo anche funzioni non
consultive tra cui:
- Iniziativa legislativa regionale;
- Formulazione di proposte ed osservazioni agli organi della Regione;
- Potere di sollecitare la Giunta a denunciare alla Corte costituzionale eventuali lesioni delle
competenze degli enti locali;
- Potere di fissare i rappresentanti del sistema delle autonomie locali.

I CAL per svolgono funzioni consultive non vincolanti nonostante rappresentino organi necessari.

A differenza dei CAL che sono contemplati dalla Costituzione, gli ORGANI DI GARANZIA
STATUTARIA trovano fondamento negli statuti regionali che li contemplano denominandola
consulte statutarie (in armonia con la Costituzione). Questi organi sono organi collegiali di tipo
amministrativo composti da 5 o 7 membri eletti dal Consiglio regionale, chiamati a svolgere:
- Funzione di esprimersi in ordine alla legittimit statutaria di atti normativi e atti
amministrativi della Regione (ad esempio regolamenti regionali o atti amministrativi
regionali sono esaminati per vedere se questi siano o meno conformi allo Stato).
Tuttavia, i pareri espressi dalle Consulte statutarie non hanno nessuna funzione
giurisdizionale (tale da poterne dichiarare lillegittimit)
Il potere giudiziario esiste solo a livello nazionale poich a livello regionale non esiste un
potere giudiziario autonomo e distinto da un potere giudiziario nazionale e la Corte
costituzionale lunico organo di garanzia riconosciuto a livello statale.
- Funzioni ulteriori gravitanti intorno allinterpretazione dello Stato (attivit consultiva di
parere). La compatibilit degli organi di garanzia statutaria con la Costituzione
subordinata al carattere consultivo dellattivit che questi organi svolgono. La loro attivit
non pu comportare invasioni delle competenze riservate ad organi diversi come Consiglio
e Giunta regionale o la giurisdizione.
La funzione di garanzia delle Consulte statutarie si riflette:
- Sulle loro composizione, richiedendo si suoi componenti il possesso adeguate competenze
tecnico-giuridiche
- Sulle guarentigie (garanzie) che assicurano ai suoi componenti di operare in condizioni di
indipendenza rispetto agli altri organi politici della Regione.

Lavvio dellattivit di questi organi determinato dagli statuti ed riservato a specifiche categorie
di soggetti quali: minoranze qualificate del Consiglio Regionale; Giunta regionale o suo Presidente;

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Presidente del Consiglio regionale; Cal; Presidenti dei gruppi consiliari in un certo numero;
qualsiasi organo amministrativo regionale o locale.

Gli statuti inoltre, contemplano altri organi che esprimono ulteriormente lautonomia che fa capo
ad i singoli statuti (riconosciuta dalla Costituzione). Tra gli organismi eterogenei emergono:
- Organi di appannaggio esclusivo di questa o quella Regione: osservatorio dei diritti (statuto
abruzzese); Conferenza permanente per la programmazione economica, territoriale e
sociale (statuto pugliese); Consulta regionale per i problemi della disabilit e dellhandicap
(statuto lazio)
- Organi contemplati da un elevato numero di statuti: CREL (consiglio regionale
delleconomia e del lavoro); commissione o consulta per le pari opportunit ecc..

Se si esamina la normativa che gli statuti dedicano a questi organi ci si accorge che allo loro
previsione non sempre hanno contribuito scelte di politica istituzionale:
- Il caso-limite costituito da disposizioni statutarie che si limitano ad indicare il nome
dellorgano, demandando alla legge regionale la disciplina della sua organizzazione e delle
sue funzioni (art 63.2 statuto Lombardia e art 53.2 statuto Marche)
- Frequenti indicazioni gerarchiche di carattere tautologico (art 71 statuto Emilia Romagna:
il garante regionale per linfanzia e ladolescenza e istituito per garantire la piena
attuazione dei diritti e degli interessi individuali e collettivi dei minori)

In assenza di indicazioni pi precise fornite dalla legislazione attuativa da ritenere che la


vocazione funzionale di tali organi sia di tipo lato un sensu consultivo (essi sono dotati di funzioni
di consulenza e di proposta). Non mancano per decisioni statutarie pi impegnative:
- Norme che riconoscono ai CREL liniziativa legislativa
- Norme in materia di difensore civico regionale che danno allorgano la funzione di
assicurare la tutela amministrativa dei cittadini; assicurare la legalit, limparzialit e il
buon andamento dellamministrazione regionale.

CAPITOLO X. Poteri dingerenza e raccordi cooperativi

Per misurare lo spessore dellautonomia di cui le Regioni godono bisogna tener conto di due
categorie che connotano lo status delle Regioni nelleconomia dellordinamento:
I POTERI DI INGERENZA DELLO STATO (lo Stato interviene rispetto ai poteri di autonomia
riconosciuti alle Regioni)
La ratio che accomuna i poteri statali dingerenza costituita dal principio unitario: essi sono
poteri con cui lo Stato assicura il soddisfacimento di interessi che trascendono la sfera della
Regione per coinvolgere lintera comunit nazionale. Le loro espressioni sono costituite da:
Controlli sugli atti o sugli organi: uno degli effetti della riforma costituzionale del 2001
rappresentato dallo smantellamento della rete di controlli sugli atti previsti in origine
dalla Costituzione: controlli preventivi di legittimit e di merito sugli statuti ordinari,

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sulle leggi e sugli atti amministrativi regionali. Per quanto riguarda i controlli sugli
organi,
la L cost. 1/1999 ha mantenuto questo controllo previsto dalloriginaria costituzione,ma ad
esso ha affiancato un nuovo controllo, la rimozione del Presidente della Giunta.

Questi istituti sanzionano comportamenti gravemente illegittimi degli organi predetti.


I presupposti che giustificano ladozione o lo scioglimento del Consiglio regionale o la
rimozione del Presidente della Giunta sono:
. Il compimento da parte di tali organi, di atti contrari alla Costituzione o di gravi violazioni
di legge;
. Lesistenza di ragioni di sicurezza nazionale

Per quanto riguarda il procedimento degli atti di scioglimento anticipato del Consiglio regionale o
la rimozione del Presidente della Giunta, previsto un decreto motivato del Presidente della
Repubblica che va adottato dopo aver acquisito il parere obbligatorio di una Commissione
bicamerale (Commissione parlamentare per le questioni regionali, formata da 20 deputati e da 20
senatori).
Gli effetti di questo decreto sono:
- Per il Consiglio regionale, la conclusione anticipata della legislatura con indizione di nuove
elezioni;
- Per il Presidente della Giunta, limmediata decadenza del titolare dellorgano, in vista della
sua sostituzione.

Mentre la vecchia disciplina costituzionale prevedeva che, in caso di scioglimento anticipato del
Consiglio regionale, venisse nominata una Commissione straordinaria (che indiva le elezioni e
provvedeva allordinaria amministrazione); lattuale art. 126 Cost. non si esprime a riguardo.
Pertanto, lesercizio dellordinaria amministrazione e ladozione di atti improrogabili dovrebbe
essere dettata dallo statuto regionale, competente a determinare la forma di governo della
regione. Pur tuttavia, la Corte costituzionale riconobbe che lo statuto regionale possa disciplinare
la fase predetta, in presenza di provvedimenti a carattere non sanzionatorio; e allo stesso tempo la
Corte neg che lo statuto abbia titolo ad occuparsi della materia e presenti quindi carattere
sanzionatorio (in tal caso la competenza andrebbe riconosciuta al legislatore statale).
In mancanza di norme dattuazione del nuovo art. 126 Cost, qualora il problema si manifesti, la
strada da percorrere dovrebbe essere quella dellintroduzione di tale disciplina mediante
decreto-legge.

I pareri sostitutivi: la L Cost. 3/2001 ha dotato lo Stato del potere di sostituirsi alle
Regioni, consentendogli di adottare atti rientranti nella competenza di queste e che
vengono applicati finch le autorit regionali non li sostituiscono con atti propri.
La relativa disciplina posta dallart 115.5 e dallart 120.2
Tra questi due articoli sussistono due differenze:
- Il campo di applicazione:
. In ambito soggettivo: lart 117 ammette lesercizio del potere sostitutivo in caso di
sostituzione dello Stato alle Regioni (profilo soggettivo); lart 120.2 prevede che i poteri

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sostitutivi (esercitati dal Governo) possono riguardare sia le Regioni che gli enti locali
(Comuni, Province e citt metropolitane). In ambito soggettivo, il campo di applicazione
pi ampio per il 120 che per il 117 che disciplina la potest legislativa del Parlamento
statale e del Consiglio regionale.

. In ambito oggettivo (presupposti affinch scatti il potere sostitutivo): lart 117.5 istituisce
una riserva di legge nel senso che, circoscrivendo il potere sostitutivo alla materia
comunitaria e internazionale e affidando lesercizio del potere sostitutivo allo Stato nei
confronti esclusivamente delle Regioni, affida alla legge statale le modalit attraverso cui le
Regioni si rapportano allUnione europea ed eseguono gli accordi internazionali. I rapporti
tra Regioni ed Unione Europea li intrattiene lo Stato ed esso anche responsabile
dellattuazione regionale del diritto comunitario e degli accordi internazionali; lart 120.2
contempla il mancato rispetto di norme e trattati internazionali o della normativa
comunitaria, il pericolo grave per lincolumit e la sicurezza pubblica, la tutela dellunit
giuridica o economica.

- Gli strumenti utilizzabili (come si esercita il potere sostitutivo): art 117.5 ammette
limpiego dello strumento legislativo; lart 120.2 esclude limpiego dello strumento
legislativo (e quindi di atti di competenza del Parlamento) poich affida esplicitamente
lesercizio del potere sostitutivo al Governo.

La genericit dellart 120.2, rende ragionevole la conclusione che ai poteri che esso contempla si
pu far ricorso sia nel caso di inerzia dellente competente e sia in caso di adozione da parte di
questo, di atti configgenti con gli obiettivi in vista dei quali lintervento sostituivo previsto.
Questo articolo, oltre ad attribuire i poteri sostitutivi al Governo, impone alla legislazione attuativa
di assicurare il rispetto del principio di legale collaborazione e quello di sussidiariet.
A tale disciplina, oltre che alla giurisprudenza costituzionale, sono affidare le regole
procedimentale adottate dal legislatore ordinario nellart 8 legge 131-2003.
Infatti, la giurisprudenza costituzionale ci ha consentito di conoscere i presupposti procedimentale
e ad essa si successivamente affidata la normativa di attuazione della Costituzione in punto di
poteri sostitutivi, contenuta nella Legge la Loggia o Legge 131/2003. Questa legge d una
veste legislativa alla giurisprudenza costituzionale che si andava consolidando nel tempo.
Il presupposto generale da cui inizia il potere sostitutivo, legato a 3 ipotesi decise dalla Corte:
- Quando non c discrezionalit nellan da parte di chi adotta latto e cio dire che la
Regione deve attuare il diritto comunitario nelle materie di sua competenza, significa che la
Regione non gode della discrezionalit dellatto (alla Regione non riconosciuto il potere di
decidere se adottare o meno latto, perch essa obbligata).
- I poteri sostitutivi vanno esercitati da unautorit di governo (art 92 Cost)
- I poteri sostitutivi devono essere accompagnati da garanzie sostanziali e procedurali

Alla disciplina dei poteri sostitutivi, oltre che alla giurisprudenza costituzionale, sono affidate
anche alle regole procedimentali adottate dal legislatore ordinario nellart 8 L 131/2003 che
prevedono:
- La fissazione allente inadempiente da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri, anche
su iniziativa delle Regioni o degli enti locali, in un congruo termine per provvedere al
compito assegnategli;

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- In caso di inutile decorso del termine dopo che la Regione stata sollecitata a provvedere,
lo Stato non interviene subito, ma insiste sul tentativo di ravvedere la Regione e quindi
chiama in audizione lorgano interessato;
- Lorgano della regione continua ad essere inadempiente e viene convocato lorgano
chiamato a sostituirsi e cio il Consiglio dei Ministri dopo aver chiesto anche la
partecipazione del Presidente della Giunta regionale;
- Lintervento sostitutivo del Consiglio dei Ministri si concentra nelladozione dei
provvedimenti (anche normativi) necessari e nella nomina di un commissario ad acta.

I RACCORDI COOPERATIVI (strumenti con cui Stato e Regioni si coordinano tra loro) che si
suddividono in:

RACCORDI PROCEDIMENTALI cio raccordi che permettono di dire che vi un


approccio cooperativo Stato-Regioni che prima della Riforma non cera. Tra questi
raccordi sono compresi:
. Atti diniziativa legislativa: alle Regioni sono riconosciuti poteri di iniziativa legislativa secondo
cui esse possono partecipare a iniziative legislative di atti diversi da quelli regionali. Questo un
potere di esercizio individuale perch riconosciuto ad ogni singolo Consiglio regionale. Lart 121.1
Cost disciplina che il Consiglio regionale pu fare proposte di legge alle Camere. Nel momento
in cui le Regioni godono del potere di iniziativa: esse godono di un potere di iniziativa circoscritto
agli interessi regionali o liniziativa ha una portata generale? La conclusione favorita quella
secondo cui, non essendoci nessuna disposizione costituzionale specifica a riguardo, si giunge
allidea che il potere di iniziativa un potere generale. A quanti hanno tentato di obiettare perch
le Regioni speciali hanno poteri di iniziativa limitatamente allinteresse regionale si rispose che con
la Riforma del Titolo V queste regioni vennero equiparate a quelle ordinarie.
Lart 121.2 invece, interviene nel procedimento stabilisce come viene svolto il potere di iniziativa
legislativa. Il Presidente del Consiglio regionale dopo la deliberazione da parte del Consiglio
regionale, presenta la proposta al Presidente della Camera che intende investire della prima
lettura della legge. Finch vi bicameralismo perfetto e paritario, indipendentemente da chi ha
proposto liniziativa legislativa, (Regioni,Governo o corpo elettorale), liniziativa non disciplinata
a livello costituzionale nel senso che la Costituzione non stabilisce a quale delle due camere va per
prima presentata la proposta di legge, ma tale decisione rimessa alla discrezione del soggetto
che la presenta.

. Iniziativa referendaria delle Regioni disciplinata agli articoli 75 (referendum abrogativo) e 138
Cost (referendum costituzionale). Le iniziative referendarie sono espressione di poteri ad esercizio
collettivo, potendo produrre i loro effetti solo se sostenute dalle delibere coincidenti di almeno
Cinque Consigli Regionali. I relativi atti di esercizio possono riguardare qualsiasi materia. Le
modalit di esercizio delle iniziative referendarie sono dettate dalla L. 352/1970 : le proposte
devono essere deliberate dal Consiglio regionale a maggioranza assoluta; il Consiglio che delibera
per primo deve comunicare la proposta agli altri Consigli invitandoli, se ladottino, a dargliene
comunicazione; ogni Consiglio deve procedere alla designazione, tra i suoi membri, di due
delegati, chiamati unitamente ai delegati degli altri Consigli regionali che abbiano adottato la
medesima iniziativa, a depositarla presso la segreteria della Corte di cassazione, tenuta ad
accertare la conformit delle proposte di referendum costituzionale allart 138 Cost., e quella delle
proposte di referendum abrogativo alle norme di legge ordinaria da cui listituto regolato.

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. Pareri che sono altre forme di raccordi cooperativi procedimentali, riconosciuti sia dalla
Costituzione allart 132.1-2 e sia dagli statuti speciali. I pareri regionali contemplati dalla normativa
costituzionale sono: i pareri dei Consigli regionali in ordine alle variazioni territoriali delle Regioni
(art 132.1-2) e il parere dei Consigli delle Regioni ad autonomia speciale, in sede di procedimento
di revisione dello statuto regionale speciale.
Questi pareri sono obbligatori e non vincolanti poich ogni parere va rigorosamente assunto
(altrimenti viziato), ma essendo non vincolante, lorgano statale a cui riferito pu anche
decidere autonomamente di discostarsi da esso motivando per le ragioni per cui egli si discosta
dalla disciplina dei pareri.

. Le intese hanno fatto la loro apparizione nel testo costituzionale dopo la Riforma del Titolo V.
In base alla procedura delle intese, vanno distinte:
- Intese forti (vincolanti) il cui procedimento ( per lacceso delle Regioni ordinarie
allautonomia speciale) si conclude con la legge che si conforma al contenuto dellintesa
stessa: lart 116.3 d la possibilit alle Regioni ordinarie di accedere ad una sorta di
autonomia ulteriore su materie costituzionalmente disciplinate, rispetto al quella che gi
viene loro attribuita dalla Costituzione stessa. Pertanto, per aumentare lautonomia delle
Regioni ordinarie, lintesa diventa un passaggio fondamentale in quanto strumento di
raccordo cooperativo sul piano procedimentale. Il raccordo cooperativo indicato
nellart 116.3 che finalizzato a consentire un ampliamento dei poteri delle Regioni
ordinarie ulteriore a quanto gi assegnato loro dalla Costituzione,
deve avere un presupposti cio deve essere raggiunta lintesa tra Stato e Regione
interessata che ne fa richiesta (non a tutte le Regioni ordinarie). Ci sinonimo di grande
rivoluzione costituzionale, poich prima della Riforma del Titolo V le decisioni erano calate
dallalto nel senso che lo Stato agiva senza raccordarsi con lente destinatario. In tale caso,
lintesa forte perch la legge statale che agir nellambito dellart 116.3 a favore delle
Regioni che richiedono un maggiore ambito di autonomia, sar adottata solo in seguito
allintesa (la legge statale formalizza il raccordo di cooperazione Stato-Regione).

- Intese deboli (non vincolanti) disciplinate allart 118.3 Cost, nel caso in cui la legge statale
deve disciplinare norme di intesa e coordinamento nella materia della tutela dei beni
culturali. In tal caso, la norma non impone allo Stato di optare per il tipo dellintesa forte
ma gli consente di provvedere alle intese deboli il cui mancato raggiungimento, non
preclude allo Stato la possibilit di intervenire unilateralmente

- Intese interregionali disciplinate allart 117.8 Cost, che sono raggiunte da pi Regioni per il
migliore esercizio delle proprie funzioni, anche con individuazione di organi comuni e
vanno ratificate con legge regionale.

RACCORDI ORGANIZZATIVI cio raccordi che fanno riferimento a degli organi che sono
diventati sede di collaborazione tra gli enti statali e gli enti regionali e si dividono in:

- Raccordi che prevedono la partecipazione in collegio di tutte le Regioni tra cui vi :

. il collegio di pi antica istituzione che quello chiamato ad eleggere il Presidente della


Repubblica che risale gi al vecchio testo costituzionale, contemplato dallart 83 Cost. Nel caso in
cui il Parlamento in seduta comune si riunisce per questa elezione, vi il consenso delle Camere e

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dei tre delegati regionali per ciascuna regione (tranne per la Valle dAosta che ne ha uno) che sono
eletti dal Consiglio regionale (sulla base di un elezione a voto limitato che fa si che 2 dei 3 delegati
rappresentino la maggioranza e 1 dei 3 la minoranza) e compongono il Parlamento in seduta
comune.

. La bicameralina che la Commissione parlamentare per le questioni regionali prevista dallart


126 Cost., integrata con rappresentanti delle Regioni, delle Province autonome e degli enti locali ai
sensi dellart 11.1 legge Cost. 3/2001, il quale: non ha istituito direttamente lorgano, lasciando la
facolt di istituirlo ai regolamenti parlamentari; lo ha dotato di competenze di tipo consultivo, in
ordine alle l'euro cornice e alle leggi in materia di finanza regionale e locale; ha previsto che i
pareri da esso resi, pur non essendo vincolanti, determinino un aggravio procedimentale, potendo
essere disattesi dalle Camere solo nel plenum (riserva dassemblea) e a maggioranza assoluta.
Ad oggi la bicameralina un organo previsto, ma ancora non attivato a causa di difficolt
manifestatasi in sede attuativa.

- Raccordi che prevedono la rappresentanza di una sola Regione costituiti dalla


partecipazione dei Presidenti delle Regioni ad autonomia differenziata e di quelli delle
Province autonome di Trento e Bolzano alle sedute del Consiglio dei Ministri quando al
Governo si discute su questioni riguardanti linteresse della Regione o della Provincia: ci
disciplinato dagli statuti speciali.
A partire dalla fine degli anni 80, la Corte costituzionale, superando il suo precedente
orientamento, ha ammesso la legittimit di tale partecipazione anche con riferimento alla
deliberazione di atti con forza di legge e allesercizio delliniziativa legislativa del Governo,
abbandonando cos il criterio formale (legato alla natura degli atti allordine del giorno
della seduta). In parallelo, la Corte ha affinato i criteri sostanziali, in forza dei quali a
giustificare lintervento del Presidente regionale o provinciale alla seduta del Consiglio dei
Ministri deve essere: un interesse differenziato (cio proprio della singola Regione speciale
e non un interesse comune alla generalit delle Regioni speciali o ordinarie che siano); un
interesse particolarmente rilevante. Tale interesse ci sarebbe ad esempio in presenza di
atti destinati a produrre i propri effetti con esclusivo riguardo alla Regione (come la nomina
del Presidente dellente acquedotti siciliani).
La mancata convocazione della Regione, quando dovuta, secondo lopinione preferibile,
comporterebbe lillegittimit degli atti per i quali essa sia stata registrata.

Nonostante il tentativo di costituzionalizzazione sia fallito, dopo la Riforma del Titolo V le


Conferenze si sono accreditate come i luoghi principali della cooperazione tra Stato e Regioni
(ed enti locali) : esse comportano unemarginazione delle assemblee legislative, poich dal punto
di vista politico laccordo raggiunto dagli esecutivi in Conferenza blindato, imponendosi al
rispetto del Parlamento nazionale e dei Consigli regionali. La prima conferenza Stato-Regioni del
1983 in Italia, non fu istituita con un atto di legge, ma con un decreto del Presidente del Consiglio
dei Ministri. Successivamente fu poi disciplinata con la L 400/1988 e poi sub una revisione
organica con la legge 281/1997 che affianc alla Conferenza Stato-Regioni altre due Conferenze:
- la Conferenza Stato-Citt ed autonomie locali
- la Conferenza unificata che la sintesi delle altre due conferenze

Le tre Conferenze presentano il comune carattere di organi mieti, dei quali fanno parte sia
esponenti regionali e/o locali, e sia esponenti statali.
Presidenza: compete al Presidente del Consiglio dei Ministri, che pu delegarla ad un Ministro

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Rappresentanza dello Stato (chi impegna la volont dello Stato dal punto di vista giuridico):
assicurata, oltre che dal Presidente, anche dai Ministri interessati
Rappresentanza delle Regioni: assicurata dai Presidenti delle Regioni e delle Province autonome

Rappresentanza delle autonomie locali: la cui volont assicurata dalle associazioni


rappresentative delle autonomie locali (non costituzionalmente previste) e cio dai Presidenti
dellANCI (Associazione nazionale dei comuni italiani) della UPI e della UNICEM, oltre che da un
certo numero di Sindaci e Presidenti della Provincia designati da ANCI e UPI.

Le Conferenze sono organi di raccordo con lo Stato strettamente legati allorgano esecutivo
(Governo) con funzione consultiva, diversamente dagli altri raccordi (elezione del Presidente della
Repubblica, bicameralina ecc.) che invece sono organi Parlamentari. In caso di raccordi
organizzativi generali, la Regione si confronta con il Parlamento, mentre nel caso delle conferenze,
linterlocutore tra Stato e Regioni il Governo.
La rigidit formale prevista per pareri ed intese non accompagna invece la funzionalit delle
Conferenze poich lattivit delle Conferenze caratterizzata dallinformalit nel senso che non ci
sono procedure canonizzate. Ci sottolinea il carattere collaborativo delle Conferenze che sono
organi che svolgono funzioni di studio o di informazione (organi consultivi).
I compiti della Conferenza Stato-Citt sono compiti di studio e di informazione, preordinati al
coordinamento tra Stato ed autonomie locali; mentre i compiti della Conferenza Stato-Regioni e di
quella unificata oltre ai compiti di studio e informazione si affiancano competenze pi incisive
(formulazione di pareri facoltativi o obbligatori; raggiungimento di intese o di accordi)

CAPITOLO X. Le Regioni e lUnione Europea

Agli inizi dellesperienza comunitaria, il processo di integrazione europea ha avuto un impatto


drammatico sulle autonomie riconosciute alle entit sub-statali presenti negli Stati membri che ne
erano provvisti, ossia al Lander tedeschi e alle Regioni italiane che avevano subito una notevole
perdita di prerogative su tre versanti:
- quello delle funzioni costituzionali riconosciute loro dalle rispettive Costituzioni nazionali,
che per non erano esercitabili a livello europeo;
- quello della tutela giurisdizionale, poich lordinamento comunitario non prevedeva forme
attraverso le quali le Regioni potessero adire lautorit giurisdizionale europea (Corte di
giustizia o il Tribunale di primo grado);
- quello dellespropriazione di poteri cio le funzioni costituzionali assegnate alle Regioni,
sono state svolte dallo Stato a livello europeo in quanto inizialmente alle Regioni non era
stato riconosciuto un ruolo incisivo a livello comunitario.

Alle Regioni italiane, si aggiungeva unulteriore perdita poich sia il legislatore nazionale che la
Corte costituzionale riconoscevano allo Stato il potere di attuare le direttive comunitarie e quello
di eseguire i regolamenti comunitari anche nelle materie di competenza regionale, e ci perch la
Costituzione non dotava lo Stato di poteri sostitutivi che gli avrebbero permesso di intervenire in
caso di mancata esecuzione ed attuazione del diritto comunitario derivato da parte delle Regioni.
Oggi invece lo Stato deve sollecitare la Regione nellesercizio delle proprie competenze (maggiore
responsabilizzazione delle Regioni) e poi eventualmente esercitare il potere sostitutivo a livello
comunitario.

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Pertanto, nella prima fase di esperienza dellordinamento comunitario vi stata la


provincializzazione o emarginazione degli enti sub statali legata alla scarsa presenza di enti sub
statali negli Stati che originariamente hanno dato vita allunione europea.
I processi di regionalizzazione hanno avuto poi inizio negli anni 70 quando nellordinamento
comunitario venuto a crescere il numero degli Stati membri di tipo federale e regionale che
conoscono quindi al loro interno lesistenza di entit sub statali.
Ci si riferisce: allintegrale regionalizzazione dellItalia nel 1970; alla regionalizzazione del Belgio
negli anni 70; allingresso nelle comunit europee del Portogallo e della Spagna, Stati dotati si nel
frattempo di autonomie regionali; alla successiva transizione del Belgio al federalismo nel 1993;
allingresso nella Comunit dellAustria nel 1995, altro Stato federale di solida tradizione; e alla
creazione di autonomie regionali con poteri legislativi anche nel Regno Unito cio Galles, Scozia e
Irlanda del Nord nel 1998.
Gli strumenti di compensazione delle perdite subite dalle Regioni per effetto della sovranazionalit
vengono distinti tra (forme di dialogo tra gli enti comunitari e quelli sub statali):
Sul versante europeo gli atti attraverso i quali stata riconosciuta una dignit
istituzionale a livello europeo delle Regioni sono: la Dichiarazione comune del 1984; il
Consiglio consultivo degli enti regionali e locali del 1988 (composto da 42 membri
titolari di un mandato elettivo a livello regionale o locale e articolato in due sezioni
chiamate a dar voce agli interessi rispettivamente regionali e dei poteri locali); la Carta
comunitaria della regionalizzazione del 1988 che ha promosso listituzionalizzazione o
conservazione di entit regionali da parte degli Stati membri e ne ha fissato le
coordinate essenziali individuandole nella loro personalit giuridica, nella loro titolarit
di competenze legislative e nella sussistenza di assemblee rappresentative
direttamente elette e di Governi democraticamente legittimati. Questi atti hanno posto
sul piano istituzionale a livello europeo il problema delle Regioni.
A livello pattizio,i Trattati che a livello comunitario hanno dato entit alle regioni e agli enti sub
statali sono:
- Trattato di Maastricht (1992) che ha introdotto tre novit:
. Ha aperto il Consiglio dei Ministri a rappresentanti delle entit sub statali (art 16.2 TUE)
. Ha creato il Comitato delle Regioni, composto da rappresentanti delle collettivit regionali e
locali e chiamato a immettere il punto di vista delle autorit regionali e locali nei processi
decisionali comunitari mediante lesercizio di funzioni consultive (pareri facoltativi e
obbligatori) su atti o temi allordine del giorno degli altri organi della Comunit
.Ha enunciato il principio di sussidiariet che d entit istituzionale agli enti sub statali
sottolineando che il primo soggetto che deve essere consultato a livello comunitario in
relazione a determinate materie sono gli enti sub statali rispetto allo Stato.

- Trattato di Amsterdam (1997) che ha compiuto una procedimentalizzazione del principio di


sussidiariet ed ha rafforzato la posizione del Comitato delle Regioni riconoscendogli il
potere di adottare autonomamente il proprio regolamento interno e prevedendo che il
Comitato pu essere consultato dal Parlamento europeo
- Trattato di Nizza (2001) che ha portato innovazioni sulla struttura del Comitato delle
Regioni sia sul piano del titolo di legittimazione dei membri e sia sul procedimento di
nomina dei membri stessi.

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- Trattato di Lisbona (2009) che ha introdotto una nuova disciplina del principio di
sussidiariet soprattutto per i presidi procedimentali di cui esso dotato, attraverso il
protocollo sui principi di sussidiariet e di proporzionalit annesso al Trattato. Inoltre,
questo trattato ha rafforzato il Comitato delle Regioni anche mediante il riconoscimento
del suo potere di ricorrere alla Corte di giustizia per denunciare la violazione del principio
di sussidiariet, qualora tale violazione sia dovuta ad atti normativi dellUE su cui sia
richiesta la sua consultazione.

Sul versante nazionale (disciplina che cuscino Stato si dato per regolare i rapporti tra
Stato- Regioni ed Unione Europea) e quindi all interno dellesperienza italiana si
distinguono due fasi:
Fase ascendente cio la fase di elaborazione delle decisioni comunitarie che si articola in
due segmenti:
. Un segmento propriamente europeo che si sviluppa allinterno dellorganizzazione dellUE e
trova il suo sbocco nelladozione dellatto finale
. Un segmento nazionale che si svolge allinterno degli Stati membri finalizzato a definire la
posizione negoziale che questi dovranno assumere in sede europea.
Pertanto, ogni volta gli stati partecipano alle decisioni europee e quindi entrano in gioco anche gli
interessi delle regioni, a livello statale, lo Stato deve codecidere con le Regioni ci che di andr a
dire in Europa,a livello europeo tutti gli Stati devono attenersi alla normativa europea.
Questa fase consente allo stato e alle regioni, nelle forme e nei modi previsti dalla Costituzione e
dalle leggi, la partecipazione al procedimento di formazione della volont a livello comunitario.
Nella fase ascendente, il grado di tutela delle entit sub statali tende ad assestarsi su standard
omogenei in relazione ai due canali partecipativi proposti dal Trattato di Maastricht cio la
partecipazione al Consiglio dei Ministri ed il Comitato delle Regioni.
In caso di segmento nazionale, la normativa italiana si occupata della fase ascendente allart
117.5 Cost: Le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, nelle materie di loro
competenza, partecipano alle decisioni dirette alla formazione degli atti normativi comunitari.
Questo comma costituzionalizza il diritto delle Regioni di partecipare direttamente alla formazione
della decisione comunitaria a livello europea. Le modalit attraverso le quali le Regioni
partecipano alla fase ascendente e quindi alle sedute del Consiglio dei Ministri dellUE la legge
La Loggia L. 131/2001
La legislazione italiana per affida la partecipazione regionale alla fase ascendente anche ad altri
canali: canali operanti nellordinamento europeo (partecipazione regionale alle delegazioni
italiane in organismi europei dotati di funzioni istruttorie); canali operanti nellordinamento
italiano, consistenti in raccordi di tipo organizzativo.
In caso di segmento europeo, si fa riferimento al Comitato delle Regioni che un organo
portavoce delle esigenze e degli interessi degli enti sub statali a livello europeo. Il Comitato delle
Regioni aperto ad esponenti di estrazione regionale e a rappresentanti delle autonomie locali,
con differenze riscontrabili nel modo in cui gli Stati membri hanno regolato la partecipazione dei
propri enti territoriali al Consesso, tra cui:
- La tecnica rappresentativa usata che pu essere individuale (membri espressi da un singolo
ente come nel caso di Germania, Austria,Belgio, Spagna,Portogallo e Regno Unito) o
collettiva (membri espressi da una categoria di enti). LItalia lunico Stato con Regioni
dotate di poteri legislativi in cui non assicurata la rappresentanza individuale delle
Regioni;

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- Il dosaggio delle componenti cio la distribuzione dei seggi tra i componenti di estrazione
regionale e di estrazione locale: Belgio rappresenta il caso-limite con esponenti locali solo a
livello di membri supplenti; Germania,Austria e Spagna che hanno pochi esponenti locali
tra i membri titolari; Portogallo e Regno Unito che hanno una minore penalizzazione a
livello locale; Italia ha una delegazione che comprende tra i titolari solo 14 esponenti di
estrazione regionale, mentre i restanti 10 sono riservati a livello locale.

Fase discendente che si occupa delle modalit attraverso le quali la decisione comunitaria
ormai raggiunta, si attua a livello interno dei singoli stati. In questa fase si collocano:
- Attivit di attuazione degli atti UE (attivit normativa che trova applicazione con
riferimento alle direttive e si regolamenti non autoapplicativi)
- Attivit di esecuzione degli atti UE (attivit amministrativa che ha ad oggetto i regolamenti
e le direttive dettagliate)
Entrambe queste attivit sono supportate dalla disciplina costituzionale per effetto della riforma
del Titolo V che : allart 117.5 riconosce alle Regioni il potere di eseguire ed attuare gli atti
comunitari incidenti nelle materie di loro competenza e prevede la possibilit che lo Stato si
sostituisca alle Regioni inattive in caso queste inattivit determinino un illecito comunitario (art
120.2). Queste disposizioni costituzionali hanno trovato attuazione nella Legge 234/2012 che ha
procedimentalizzato la fase discendente tenendo conto dei riferimenti costituzionali dellart 117.5
e 120.2. Questa legge ha previsto che la legge di delegazione europea deve contenere disposizioni
che individuano i principi fondamentali nel rispetto dei quali Regioni e province autonome
esercitano la propria competenza normativa per recepire o assicurare lapplicazione di atti
dellUE ; ha riconosciuto al Governo il potere di indirizzare alle Regioni guidelines in forma non
legislativa, con riferimento alle direttive europee incidenti su materie di competenza legislativa
esclusiva statale; ha previsto interventi sostitutivi di tipo preventivo e disciplinato da quelli di tipo
successivo.

Un altro aspetto che ha evidenziato le perdite subite dalle Regioni per il processo di integrazione
sovranazionale la mancanza di strumenti di tutela giurisdizionale avverso atti comunitari che, in
contrasto con il diritto europeo ledano le competenze assegnate loro dalle rispettive Costitutzioni
nazionali. A tal proposito,gli strumenti giuridici adottati nei singoli ordinamenti nazionali sono due:
- Leggi nazionali a cui ricorsero la Germania e lItalia
- Accordi interistituzionali a cui ricorsero lAustria, il Belgio e la Spagna.

Tali atti riconoscono alle Regioni dei poteri di sollecitazione (attivabile direttamente o attraverso
organi che unitariamente le rappresentano) rivolti allo Stato centrale perch faccia uso del proprio
potere di ricorso avverso atti comunitari, allorquando questi ledano le competenze delle Regioni
stesse. In genere tale sollecitazione non vincolante al 100% infatti ad esempio, la legge tedesca
del 1993 riconosce alla Federazione la possibilit di non dare seguito alla richiesta dei Lander.
Diversa la disciplina dettata dal legislatore italiano del 2003, che prevede un vincolo assoluto
per lo Stato, quando il ricorso alla Corte di Giustizia sia richiesto dalla maggioranza assoluta delle
Regioni e delle Province autonome, ma non essendo una previsione costituzionalmente imposta,
pu essere modificata dal legislatore ordinario.

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