Signore Ges, stasera ripercorriamo la strada della tua croce, sapendo che
anche la nostra strada. Per una certezza ci illumina: la strada non finisce sulla
croce ma va oltre, va nel Regno della Vita e nellesplosione della Gioia che
nessuno potr mai rapirci!
1
La croce, carica di tutto il male del mondo immenso, di un peso oltremodo
schiacciante. Ges dominatore degli universi, mossi i primi passi precipita al
suolo. Quella terra che Egli aveva amato lo ha tirato a s. La polvere della
strada si intrisa di sangue divino.
La stanchezza di Ges che stramazza a terra sotto la croce il conforto agli
uomini che si trascinano per le strade del mondo.
Quando tra la folla appare Maria, donna di Nazareth, Madre di Dio condannato,
due cuori si incontrano: il dolore raddoppia: Ges scarnificato dal dolore, Maria
affranta dallamore guarda il suo tesoro, e il suo dolore si centuplica nel cuore.
Nessuno la conosce: passa tra la folla e lindifferente vociare con, nel cuore, il
pi grande dolore del mondo.
2
Una donna con le bianche mani pietose si avvicina a Ges: ha un velo per
asciugare il volto cos bello e divino del Maestro, fatto irriconoscibile dal
sangue, dal sudore, dagli sputi.
Lo spasimo del dolore passa sulla bianca tela con un profondo sguardo di
bont. Il Re coronato di spine non ha altri tesori da regalare, in quel momento,
a chi lo ama.
3
Le forze di Ges sono allestremo: eccolo di nuovo a terra. Queste cadute,
questi momenti nei quali in Ges pare che tutto venga meno, preludono al pi
completo e desolante abbandono del Padre. Con le cadute il Padre gli vuole
annunziare lapice del dolore: labbandono.
Ges d tutto se stesso, anche quel minimo di forze per avanzare verso il
sacrificio. Cade a terra e, abbandonato da tutti, in quellannientamento getta le
basi del suo regno.
Una partita troppo volgare per essere usata a un Dio. Ma Egli lo vuole. Le sue
membra innocenti sono di un illibato candore, ma il cuore degli uomini che lo
circondano opaco a tal genere di luce: il cuore che odia ha gi dato in
precedenza lostracismo a qualsiasi forma di purezza.
Le povere vesti del Signore, ancora profumate di materne carezze, gli vengono
strappate. Nessuna gemma deve mancare alla corona.
10.Fa' che il tuo materno affetto, Santa Madre, deh! Voi fate
per tuo Figlio benedetto, che le piaghe del Signore
mi commuova e infiammi il cuor. siano impresse nel mio cuore
Mani che avevano solo benedetto, sanato e perdonato, e piedi instancabili sulle
strade aride e faticose perch giungesse ovunque la parola del Regno dei cieli,
scambiate per quelle di un malfattore, vengono inchiodate al patibolo. Gli
spasimi delle carni trafitte danno le convulsioni a quel brandello di uomo
insanguinato.
Ma Ges vuole amarci e non ancora tutto compiuto.
Tutto terminato: resta lagonia breve ma intensa. Prima di morire Ges prova
la dolorosa e misteriosa vertigine di essere abbandonato dal Padre. Poich si
caricato di tutti i peccati del mondo, ben giusto che il Padre lo respinga. Egli
tutto e nulla, felicit e dolore, gloria ed abiezione, potenza e miseria, luce e
tenebre.
Cos la terra ricongiunta al cielo.
12. Del Figliolo tuo trafitto, Santa Madre, deh! Voi fate
per scontare il mio delitto, che le piaghe del Signore
condivido ogni dolor. siano impresse nel mio cuore
Ben riposto nel sudario e cosparso di preziosi unguenti, il corpo del Signore
viene collocato in un sepolcro scavato nella roccia. Nella tomba il Cristo del
silenzio.
Dobbiamo amarlo negli uomini anche se non lo conosciamo. Egli cos trova nei
nostri cuori la sua tomba, in attesa della risurrezione.
5
Santa Madre, deh! Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore