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LO PSICANALISTA BIGIA LA SCUOLA.

LINTUIZIONISMO IN PSICANALISI
di Antonello Sciacchitano

Ciascuno tanto quanto sa.


Baltasar Grcian, Oracolo manuale e arte della prudenza, 1647

La scuola dovrebbe insegnare la solitudine.


Louis-Victor-Pierre-Raymond, 7 duca de Broglie, premio Nobel per la fisica, 1929.

Ringrazio Alessandro Siciliano per avermi invitato allAlipsi a parlare sul


problema della scuola in psicanalisi. la seconda volta che interagisco con
Alessandro. La prima volta fu quattro anni fa a Urbino sul tema dellanalisi laica,
in occasione delledizione della nuova traduzione della freudiana Frage der
Laienanalyse, che ho realizzato con Davide Radice. Allora fu uninterazione
feconda. Spero che lo sia altrettanto, anzi di pi, lodierna.

Premessa logico-autobiografica

La prender larga, partendo addirittura da un principio di logica classica: il


cosiddetto terzo escluso. Tuttavia da questa estrema periferia discorsiva arriver
presto al centro della questione. La prender anche in modo autobiografico. Per
questo mi scuso, ma inevitabile. Seppure scienza, la psicanalisi meno
oggettiva di fisica o biologia. Chi la presenta non pu prescindere dal soggetto
che la presenta.
Perci dico che parlo da freudiano. E preciso subito che sono un freudiano sui
generis: n ortodosso n eterodosso, n eretico n osservante ma importante!
non anti-freudiano. Ecco il riferimento personale: da tempo milito tra coloro in
matematica si chiamano intuizionisti che non adottano sempre e comunque il
principio del terzo escluso: a volte lo usano, a volte lo sospendono, convinti
come sono che tra orto ed eterodossia ci sia una terza possibilit epistemica,
quella del dubbio, il primo atto costitutivo del soggetto della scienza. Esporr le
mie ragioni per cui in psicanalisi conviene sospendere il terzo escluso e dare
spazio ad altre possibilit ontiche tra essere e nulla.
La storia del terzo escluso millenaria. Risale ad Aristotele che lo formula nel
quarto libro della Metafisica (1011 b24) Vale la pena riflettere sulla citazione
estesa. Non ammissibile che fra due contraddittori ci sia qualcosa, ma
necessario o affermare o negare di qualunque cosa uno solo dei contraddittori.
Proprio qui, nella Metafisica, il terzo escluso funzionale allaltrettanto
millenaria ontologia. Nellontologia parmenidea lessere e il non essere non ;
esclusa ogni variabilit tra i due poli ontici positivo e negativo. Aristotele
rinforza la logica binaria spingendo largomentazione ontologica fin dentro
allessere dellente. Ci evidente dalla definizione di vero e falso. falso dire
che lente non e che il non ente ; invece vero dire che lente e il non ente
non , cos che chi dice lente o dice il vero o dice il falso (1011 b25). Nel regno
delle essenze ideali consegue che non pu esserci nulla tra essere e non essere
come tra uomo e cavallo. Nel sesto libro della Metafisica Aristotele ribadisce e
sintetizza che lente vero e il non ente falso (1026 a35). Da Aristotele a
Hegel, compreso il suo acerrimo nemico Schopenhauer, tutti i classici
concordano nel blindare la forma forte del binarismo logico-ontologico con tre
principi incontrovertibili: di identit, di non contraddizione e, appunto, del terzo
escluso.
Cosa stabiliscono? Il principio di identit statuisce che unaffermazione vera
non pu essere falsa n una falsa vera; il principio di non contraddizione che
laffermazione e la negazione dello stesso enunciato non possono essere
entrambe vere; il principio del terzo escluso che non possono essere entrambe
false. Identit e non contraddizione garantiscono la consistenza sintattica del
sistema logico; il terzo escluso la validit semantica, cio la completezza e la
decidibilit in rapporto al reale (allessere per lontologo).
Tentativi di indebolire questi tre principi sono stati fatti a pi riprese da vari
autori. Ne cito alcuni, per la loro rilevanza sul piano ontologico.
Lindebolimento del principio di identit fu, per esempio, tentato in campo
freudiano da Lacan nel seminario IX sullIdentificazione (1959), dove afferma
che non sempre a a, perch il significante non rappresenta s stesso, cio non si
autoafferma. Il teorema lacaniano recita che il significante rappresenta il soggetto
per un altro significante, quindi non identico a s stesso. Non entro nel merito
di questa logica, dubitando che sia logica.
Lindebolimento del principio di contraddizione sta alla base della logica
dialettica del divenire, ampiamente sfruttata da Hegel per costruire il suo sistema
spirituale. Non entro nel merito neppure di questa logica. Il suo utilizzo storicista,
anche marxiano, mi sembra discutibile, se non deleterio. Non ne tratto qui
perch, essendo la non contraddizione un principio sintattico, il suo
indebolimento non compromette la semantica ontologica. Trascuro anche quei
tentativi di costruire una teoria dellinconscio contraddittorio, che giustificano
tutto e il contrario di tutto in nome dellambivalenza.
Mi soffermo invece sullindebolimento del principio del terzo escluso, pi
pertinente al discorso psicanalitico, perch indebolisce davvero lontologia,
intaccandone la semantica, cio il rapporto al reale. il mio tema.
Lindebolimento del principio del terzo escluso fu proposto da Brouwer ai
primi anni del secolo scorso. Ebbe alterne fortune, scarsissime nellItalia dei
Croce e Gentile, e non manc di suscitare un vespaio di polemiche per le ragioni
che dir e ho gi esposte in O contraddittorio o non dimostrato o Per
lepistemologia del falso (aut aut, 359, 2013, p. 45), saggio disponibile anche
su academia.edu.
Il terzo escluso vale sicuramente in ambito finito. Ho qui un sacchetto con 11
palline bianche e nere; gi prima di estrarle sono sicuro, dice Brouwer, che nel
sacchetto ci sono o almeno 6 palline bianche o almeno 6 palline nere.
Se le palline fossero infinite, si perderebbe la rassicurante simmetria e la
connessa certezza. Brouwer fa lesempio dellespansione decimale di , cio la
successione delle sue cifre decimali dopo la virgola. una successione infinita
senza regolarit, perch non radice di unequazione algebrica. Brouwer si
chiede: si trova o no nellespansione decimale di la sequenza delle dieci cifre
decimali 0123456789, esattamente in questordine? Il quesito semplice ma
imbarazzante. Non posso dire che la sequenza esiste, perch nessun teorema lo
garantisce. Non posso neppure dire che non esiste, perch finora nessuno lha
trovata passando in rassegna un numero finito di cifre. Dopo qualche miliardo,
restano ancora infinite cifre da scrutinare e la sequenza potrebbe trovarsi qualche
miliardo di cifre pi in l. Siamo di fronte a una propriet sfuggente, dice
Brouwer; sfugge al nostro sapere, cui il principio del terzo escluso non si applica.
falso sia affermare sia negare che la sequenza 0123456789 ricorra in . Per
lintuizionista la falsit di p e la falsit di non p non si contraddicono ma possono
sussistere insieme.
Laggancio con il discorso analitico sta nellindebolimento del determinismo
che la sospensione del terzo escluso comporta: che la sequenza 0123456789
ricorra o non ricorra nellespansione decimale di non un evento necessario,
come domani o ci sar una battaglia navale o non ci sar (v. Aristotele,
Interpretazione, 9, 19). un evento sospeso al desiderio dellaltro, direbbe
Lacan. Se mai si verificher sar un fatto contingente. E vengo subito, come
promesso, al centro della questione, che duplice: riguarda sia il sapere sia
lessere e la loro interazione soggettiva, per la precisione tocca la loro divisione
allinterno del soggetto.

Intermezzo filosofico

Un breve intermezzo filosofico necessario.


Prima dellavvento del discorso scientifico lessere a dominare il sapere;
lontologia governa lepistemologia. Essere essere agli ordini, tre la botte,
affermava Lacan nel seminario Encore del 9 gennaio 1973. Lessere, sia in
potenza che in atto, ha lautorevolezza del vero, il non essere la debolezza del
falso, come gi in Aristotele. La conoscenza cognitivista, cio conoscere
significa sapere ci che si adegua allessere in verit e certezza.
Dopo Galilei e Cartesio, con lavvento del discorso scientifico, il rapporto tra
ontologia ed epistemologia si inverte e diventa pure pi fragile. Il sapere, o come
dubbio o come certezza, precede lessere. Se dubito di tutto il verosimile, allora
sono, diceva Cartesio; in un certo senso anticipava lintuizionismo, poich il
dubbio non afferma n il vero n il falso; in sospeso, cio sfugge alla presa
della verit.
Ma che cos il dubbio epistemicamente parlando?
Propongo una definizione: il dubbio la negazione epistemica del principio
del terzo escluso in forma epistemica. Quando dubito non so se (negazione
epistemica) o so o non so (terzo escluso in forma epistemica). intuitivo, ma
facile da dimostrare, che il dubbio implica del sapere. Infatti, se dubito, pu
succedere di risolvere il dubbio in sapere (che so o che non so) o, se non si
risolve, arrivo a sapere che non so. In ogni caso dal dubbio emerge un soggetto
epistemico, con una sua precisa ma problematica ontologia. Se dipendo dal
sapere incompleto del dubbio, il mio essere sar a sua volta incompleto.
Giustamente Lacan parlava di mancanza a essere, manque--tre, per lessere del
soggetto dellinconscio. La psicanalisi prende le distanze dallamletico to be or
not to be. La mancanza a essere una forma ontologica terza tra essere e non
essere, tra essere in atto o in potenza.
Riesco a prospettarvi lorigine barocca dellintuizionismo e il parallelismo tra
discorso scientifico e psicanalitico? Provo ad andare pi a fondo.
Cartesio il grande rimosso della filosofia continentale. Non gli si perdona la
sua mossa intuizionista in potenza, fondamentalmente anti-idealista. A sua volta
lintuizionismo in atto di Brouwer suscit tante reazioni avverse quanto la
psicanalisi di Freud, che da una parte convoc linconscio, come produzione di
un sapere che non si sa di sapere, e dallaltra la sessualit infantile,
fondamentalmente afinalistica, non essendo finalizzata alla procreazione.
Chi a livello teorico vide chiaramente la doppia incompletezza epistemica e
ontologica implicita nella sospensione del terzo escluso fu Kurt Gdel, a mio
giudizio il pi grande logico di sempre.
Con il suo teorema di incompletezza dellaritmetica (assiomatizzata in modo
finito alla Peano) Gdel dimostr che, se coerente, laritmetica non gode del
terzo escluso. Infatti, Gdel individu lesistenza di almeno un enunciato per cui
falso sia affermare che dimostrabile sia affermare che dimostrabile la sua
negazione. Tipicamente uno di tali enunciati indecidibili proprio la coerenza
dellaritmetica. In parole povere, se laritmetica coerente, non si sa dire se
coerente: il moderno clivage tra sapere ed essere, come tra sapere e verit; il
clivage della divisione del soggetto della scienza, individuato da Lacan.
chiara la conseguente impossibilit logica, reale, direbbe Lacan:
impossibile enumerare tutti gli enunciati veri dellaritmetica, separandoli da tutti
i falsi. Paradossalmente, si potrebbero enumerare tutti gli enunciati veri, giusto
ammettendo in lista qualche enunciato falso. Che io sappia nessuno ha tentato
lesperimento.
Si tratta di unincompletezza epistemica che trasferisce alla logica
dellaritmetica lo statuto della freudiana rimozione primaria: in aritmetica
esistono enunciati sfuggenti, anche aggiungendo come assiomi gli enunciati
indecidibili via via incontrati. Se allaritmetica aggiungo la sua coerenza come
assioma aggiuntivo, la coerenza della nuova aritmetica pi ricca avr la
coerenza della coerenza come nuovo enunciato indecidibile, e cos via. Si dice,
allora, che laritmetica essenzialmente incompleta. come linconscio che
possiede rappresentazioni che non saliranno mai alla coscienza. Si vede la
pertinenza dellintuizionismo alla psicanalisi freudiana? Sono entrambi
antidealistici. Non esiste tutta la verit a priori. La verit si produce solo man
mano, pragmaticamente.
Ma c di pi. Dalla sospensione del terzo escluso segue anche
lincompletezza ontologica. Gdel la dimostr in un breve saggio sulla prova
ontologica dellesistenza di Dio o dellente supremo. Ci lavor per pi di
trentanni ma non lo pubblic mai, non sapremo mai perch. Riformul tale
prova nella forma datale sostanzialmente da Leibniz, evidenziando gli assiomi da
cui dipende. Tra questi c il principio del terzo escluso, necessario per definire
certi ultrafiltri massimali delle propriet insiemistiche. Senza il terzo escluso la
prova dellesistenza di Dio decade e lontologia perde il suo pezzo forte: lUno
da cui tutto lessere discende. Ne ho trattato nel saggio Lontologia alla prova
(aut aut, 363, 2014, p. 137), disponibile on line anche su academia.edu.
Allora si capisce perch, procurati ben due indebolimenti, uno epistemico e
laltro ontologico, la sospensione intuizionista del terzo escluso fu inizialmente
sgradita al sapere accademico. Tuttavia oggi la proposta intuizionista acquisita,
grazie anche al lavoro di tanti autori che hanno formalizzato lintuizionismo in
vari modi, testimoniando la validit generale dellapproccio. Si va da Heyting,
che lassiomatizz alla Frege, a Gentzen e al calcolo dei sequenti, a Beth e al
metodo dei tableaux, a Tarski e ai modelli topologici connessi, a Kripke e alla
semantica infinita pre-ordinale, fino a Grothendieck, che integr la matematica
intuizionista nellalgebra delle categorie.

Il terzo incluso: una forma di inconscio

Le conseguenze della sospensione del terzo escluso non sono, per, solo
negative come lincompletezza e lindecidibilit. Ci sono le positive, o i
rafforzamenti, di cui parler ora.
La prima obiezione che i detrattori formularono contro lintuizionismo fu
limpoverimento della logica classica. Infatti in logica intuizionista non valgono
certe tesi classiche, come il gi citato terzo escluso o la doppia negazione, per cui
la negazione della negazione afferma. Poco male, direbbe il filosofo. Secondo
Hegel la doppia negazione, proprio perch non unaffermazione categorica,
introduce nel discorso linfinito.
Ma lobiezione fu sostanzialmente confutata dal metateorema di Kolmogorov,
secondo cui ogni tesi classica diventa intuizionista proprio doppio-negandola,
cio negandone la negazione; per esempio, la negazione del terzo escluso falsa
anche nellintuizionismo, come abbiamo visto nel caso del numero finito di
palline, quindi la sua negazione vera. Ci significa non solo che il numero
delle tesi intuizioniste non inferiore al numero delle tesi classiche, ma
addirittura che la logica classica intuizionisticamente coerente. Infatti in logica
intuizionista impossibile negare una tesi classica. Cos si dimostra che la logica
classica coerente proprio allinterno dellintuizionismo. Un risultato non da
poco, per cui la logica classica debitrice allintuizionista.
Accenno di sfuggita al fatto che le tesi classiche sono valide in semantiche
atemporali con un solo stato epistemico. Gdel dimostrer che la semantica
della logica intuizionista deve essere infinita, cio deve avere uninfinit di stati
epistemici, come quella temporale riflessiva e transitiva dei mondi accessibili,
realizzata da Kripke. Lintuizionismo d spazio allinfinito. Purtroppo questo
un discorso che non posso affrontare, perch andrei fuori tema.
La seconda obiezione allintuizionismo fu che la richiesta di dimostrazioni
costruttive le tedesche Durchfhrungen o Durchleitungen escluderebbe
dallintuizionismo quelle per assurdo, che dimostrano lesistenza di un oggetto
mostrando lassurdit dellinesistenza. Questo un falso luogo comune.
Lintuizionismo non accetta la famosa consequentia mirabilis secondo cui
unaffermazione vera se la deduco dalla sua negazione. Il ragionamento binario
semplice. Unaffermazione deriva da s stessa per il principio di identit. Se
deriva dalla propria negazione, allora deriva sempre e comunque, non essendoci
altre possibilit oltre laffermazione e la negazione (terzo escluso). Heyting, il
pi brillante allievo di Brouwer, formalizz la logica intuizionista indebolendo la
consequentia mirabilis. Il suo nono assioma suppone che, se da p si deriva una
contraddizione, allora per assurdo vero non p.
In realt nellintuizionismo c molto di pi che nella logica classica. Lo si
vede considerando gli operatori logici proposizionali, che sono quattro: non per
la negazione, et per la congiunzione, vel per lalternativa debole, se allora per
limplicazione. Nella logica intuizionista sono effettivamente quattro; nella
classica si possono ridurre a due, purch uno sia la negazione, esprimendo gli
altri due in funzione di quelli. Perci la logica intuizionista sintatticamente pi
ricca di connessioni discorsive della classica.
Analogo discorso vale per i due quantificatori della logica dei predicati: il
quantificatore universale (per ogni) e lesistenziale (esiste almeno uno). Nella
logica intuizionista sono indipendenti, mentre nella classica si possono definire
luno attraverso laltro mediante la doppia negazione; cos il per ogni diventa non
esiste uno che non e lesiste almeno uno diventa non per tutti si verifica che non.
Ma ricorda Lacan nel gi citato seminario del 9 gennaio 1973: La negazione
dellesistenza non la stessa cosa della negazione della totalit. Simpatie
intuizioniste? Nel seminario del 10 aprile 1973 Lacan fece esplicito riferimento
allintuizionismo.
Va infine detto che la mossa intuizionista di Brouwer ebbe esiti culturali
rilevanti. La sospensione del terzo escluso diede la stura a una valanga di logiche
non classiche, impensabili ai tempi di Aristotele. Oggi abbiamo a che fare con
molte e diverse logiche modali del necessario e del possibile, con logiche
epistemiche del sapere e dellignoranza, deontiche della condotta morale,
temporali dei tempi verbali. La stessa logica intuizionista contiene una
sottologica epistemica non estranea alla logica dellinconscio.
In proposito accenno a un mio piccolo contributo. Da tempo, dal 1988,
smanetto con tesi classiche non intuizioniste, come il principio del terzo escluso
o la legge della doppia negazione. Li uso come operatori logici. Cosa voglio
dire? Dico che, se applico loperatore sapere allaffermazione X, tale
affermazione diventa X vel non X, unapplicazione del terzo escluso che veicola
una connotazione epistemica intorno a X, precisamente che X o vale o non vale;
se applico loperatore desiderio allaffermazione X, tale affermazione diventa
se non non X, allora X, unapplicazione della doppia negazione, che non nega del
tutto qualcosa del desiderio dellaltro intorno a X.
Con stupore ho riscontrato che le propriet di questi operatori sono molto
freudiane. Cito alcuni semplici teoremi come modelli di freudismo. Per
loperatore sapere vale che non puoi non sapere (anche se ora non sai produrrai
un sapere); se non sai, allora puoi venire a sapere (prima o poi). Per loperatore
desiderio valgono teoremi analoghi a quelli del sapere: non puoi non
desiderare (anche se preferiresti non avere desideri); se non desideri, allora
desideri (la negazione freudiana afferma). Ne ho parlato pi estesamente in Il
tempo di sapere. Saggio sullinconscio freudiano, pubblicato da Mimesis nel
2013.
Tanto mi basta per riconoscere nellinconscio freudiano una struttura
cartesiana, cio epistemica, poich posso produrne un modello epistemico, in
particolare intuizionista. Che il desiderio inconscio abbia una base epistemica
avvicina il soggetto dellinconscio al soggetto cartesiano della scienza, emergente
dal dubbio che tutto il verosimile sia falso. Devo pubblicamente riconoscere che
per questa congettura, che ha ispirato il mio ricorso allintuizionismo, sono in
modo essenziale debitore allinsegnamento di Lacan.
E Lacan rientrerebbe nellintuizionismo? Perch no? Spiego in breve come
potrebbe rientrare.
Sospendere il terzo escluso nellinsiemistica significa dire che il sottoinsieme
Y dellinsieme X e il suo complemento non restituiscono tutto linsieme X.
Limpossibilit di ricostituire il tutto dalle parti secondo Lacan il tratto
rilevante, anche se non specifico, della femminilit, che non si universalizza mai.
La logica classica, dove il tutto si ricompone in un intero a partire dalle sue parti,
sarebbe la logica del maschile. La logica intuizionista, dove tale ricomposizione
impossibile, sarebbe la logica del femminile; la prima sarebbe categorica, la
seconda no; la prima hegeliana (il vero il tutto intero, Prefazione alla
Fenomenologia dello Spirito, 1806), la seconda adorniana (il tutto intero il
falso, aforisma 29 di Minima moralia, 1951). Messe insieme, le due logiche di
genere sono contraddittorie e portano al teorema dellinesistenza del rapporto
sessuale che possa essere scritto, come tante volte Lacan ha ripetuto ma non
dimostrato.
Mi fermo qui con le considerazioni teoriche e passo alle pratiche.

Senza scuole, senza eresie

Che sono addirittura politiche. E torno al punto di partenza.


Avanzando dubbi sulla verit, ammettendo di non poter dire tutta la verit e
nientaltro che la verit, lintuizionismo si inserisce a pieno titolo nel movimento
scientifico post-galileiano. La differenza sostanziale tra scienza antica e moderna
, infatti, una sola: la prima, essendo scienza delle essenze ideali, certa; la
seconda, essendo pragmatista, ragionevolmente incerta. Gli antichi giocavano a
dadi ma non avevano il calcolo delle probabilit per giocare razionalmente; i
moderni, anche quando non giocano a dadi, sanno calcolare le probabilit nel
mondo della vita e prendere decisioni, per esempio politiche, in regime di
incertezza.
Oggi non si pu separare evangelicamente il grano dal loglio, il vero dal falso.
Oggi non si pu fondare unistituzione, tipicamente una scuola, che tenga dentro
di s tutto il vero considerato ortodosso e lasci fuori tutto il falso
considerato eretico. Oggi, leresia non solo eretica; ogni eresia contiene del
vero. Perci non conviene bruciare gli eretici, perch si perderebbe la loro verit.
Conviene ascoltarli, gli eretici, come state facendo voi ora con me. Ascoltando le
mie eresie potrete guadagnare un po di verit.
In pratica, come ho detto, sono freudiano e sono non freudiano, ma ripeto non
anti-freudiano. Analogo discorso dovrei fare a proposito della mia posizione nel
lacanismo: sono in parte lacaniano e in parte non lacaniano ma mai anti-
lacaniano. In un certo senso, presumo di scegliere il meglio di quel che sta in
Freud e in Lacan, non trascurando quel che sta fuori.
In cosa sono non freudiano? Nella mia teoria non do spazio alla
metapsicologia pulsionale, declinata in tutte le sue varianti mitologiche
dalledipo alla castrazione. La nozione di pulsione, come causa efficiente, se
sessuale, o come causa finale, se mortifera, una nozione idealistica e in
quanto tale prescientifica. La sottende il principio di ragion sufficiente, secondo
cui ogni fenomeno ha una causa, che pura superstizione secondo Wittgenstein
(v. Tractatus 6.5). La scienza moderna non lantico scire per causas; la scienza
moderna costruisce modelli di particelle elementari che interagiscono localmente
tra loro e producono una configurazione globale puramente congetturale, la quale
va sottoposta a controllo sperimentale. La congettura pu essere confermata
provvisoriamente o confutata definitivamente. Non diventa mai dogma.
Capite, allora, perch applico a me stesso la raccomandazione di Ges:
Nessuno di voi si faccia chiamare maestro. Il maestro di dottrina condanna gli
allievi allignoranza. Imponendo le proprie verit, condanna gli allievi a
misconoscere quella parte di verit che in ogni errore. Senza maestri che
distribuiscano certezze non ci sono scuole. Cosa resta? Lo scetticismo
pirroniano? No. Restano dei collettivi di pensiero, formati da persone che
formulano congetture e le mettono alla prova, confidando nella perizia collettiva.
Tu confuti la mia congettura, io corroboro la tua. Cos procede la vita scientifica,
che molto meno monotona della vita scolastica, dove si trasmette sempre il
solito catechismo e si sorbisce sempre la stessa zuppa.
Senza contare la miseria scolastica! Non essendo possibile ununica scuola che
domini tutta la verit, esistono tante scuole con tante piccole verit che non
comunicano tra loro. Che rapporto c tra loggetto transizionale di Winnicott e
limmagine del corpo della Dolto, tra gli archetipi di Jung e i significanti di
Lacan? Non lo sappiamo e non lo sapremo mai, perch le singole scuole di
psicanalisi, fissate come sono alla dottrina del rispettivo maestro, non si
confrontano tra loro; sono rotelle che girano autonomamente senza ingranare
luna con laltra, ognuna credendo di essere la vera e unica rotella giusta. La
storia del movimento psicanalitico propriamente la storia di una monadologia,
egemonizzata da maestri che ne hanno sostanzialmente inibito lo sviluppo. Il
movimento psicanalitico non mai diventato laico, in greco popolare.
rimasto clericale.
La scienza non procede cos. Lincertezza congetturale predispone
allaccettazione di altre congetture e al loro confronto. Tutto va bene per fare
scienza, diceva Feyerabend. Tutto va bene, tranne il dogma, purch le congetture
siano affidabili in base a un minimo di criteri comunemente accettati
(sostanzialmente probabilistici). Laffidabilit esclude la certezza assoluta ma
promuove certezze parziali e, soprattutto, condivise e affidabili. La scienza
moderna promuove un legame sociale pi soft della scienza antica, ma anche pi
democratico e pi tollerante. Non esistono condanne per eresia nella scienza,
perch non esistono scuole scientifiche.
Forse con una sola eccezione: la scuola di Copenhagen di meccanica
quantistica che ne proponeva linterpretazione ortodossa; ma qui si apre un altro
discorso che riservo alla discussione, come anche laltro problema
dellinsegnamento e della trasmissione del sapere scientifico. A proposito del
quale ammetto che le scuole sono necessarie inizialmente alla costituzione di un
discorso scientifico, direi nella sua fase infantile. Linsegnamento materno
necessario alla crescita del bambino come il latte al seno. Poi crescendo il
soggetto deve passare a cibi pi robusti. Forse gli infantilismi della
metapsicologia freudiana sono stati necessari allavvento della psicanalisi; oggi
ne ostacolano lo sviluppo.
Per concludere devo dire in che cosa sono freudiano. Lho gi detto in verit.
Ammetto lesistenza dellinconscio, inteso come produzione di sapere che non si
sa di sapere; ammetto che questo sapere sia sempre incompleto ed
essenzialmente incompletabile, nel senso della rimozione originaria; ammetto
che si possa venire parzialmente a sapere dellinconscio con il lavoro analitico.
Sono tre assiomi che secondo me sono sufficienti a istituire un collettivo
psicanalitico abbastanza ampio, perch sono assiomi deboli. Ho inventato un
nome per questo collettivo. Lo chiamerei collettivo di metaanalisi, dove si
analizzano collettivamente i risultati delle analisi individuali.
Ma finora non sono andato al di l del nome. Non sono ancora riuscito a creare
un collettivo laico di metaanalisi, nonostante ci abbia provato. Non sono
riuscito a creare un collettivo intuizionista n freudiano n non freudiano, ma
sicuramente non antifreudiano. Perch? Sinceramente non so dire tutto il perch.
Forse che le premesse intuizioniste, pur necessarie in teoria, non sono sufficienti
in pratica? Gioca in parte il fatto che sono sprovvisto di carisma magistrale, come
avete visto stasera, carenza aggravata dal discorso meccanicistico che sostengo. Il
meccanicismo non si presta a idealizzazioni e non promuove assembramenti, non
offrendo alla presa collettiva verit globali o molari, ma solo molecolari,
direbbero Deleuze e Guattari nellAntiedipo, riprendendo una proposta avanzata
nel 1896 da Boltzmann.
Ma certamente giocano altri fattori che tuttora in gran parte mi sfuggono.
Posso solo formulare congetture sul perch una mossa per far rientrare la
psicanalisi nel filone della scientificit debba restare senza effetti collettivi.
La scienza si fa in collettivi di pensiero scientifico. La cultura resiste forse alla
scienza, inibendo la formazione di collettivi scientifici? Forse al fondo s, sin dai
tempi del processo a Galilei. La ragione sarebbe che la scienza propone risultati
incerti, essenzialmente congetturali, mentre la cultura, a servizio del potere
dominante, preferirebbe risultati categorici e certi, funzionali alla conservazione
del potere, grazie al consenso politico che gli ideali sicuri procurano. Siamo
nellera della post-verit, si dice. Siamo in epoca idealista, direi. I fatti non
contano pi; contano solo le idee, meglio se vengono dalla pancia del popolino;
le chiamano emozioni, ma sono rozzi idealismi, neppure ideologie ben costruite.
Ovviamente su questa base allargata di volont di ignoranza si inserisce poi la
cattiva volont dei singoli psicanalisti, che lidealismo rinfocola.
Dovrei a questo punto iniziare una seconda conferenza sullidealismo in
psicanalisi. Non potendo farlo, mi limito ad accennare allidea di fondo, che
spiega almeno in parte il fallimento dei miei tentativi metaanalitici. Come ho
detto, lidealismo lapriorismo delle idee rispetto alle cose. Nellidealismo le
essenze delle cose precedono e governano le cose. Certo, poi bisogna distinguere
idealismo da idealismo; c lidealismo buono e lidealismo cattivo, uno fecondo
di nuove idee e laltro sterile, a prescindere dallaccordo con i fatti.
Lidealismo del principio dinerzia e della conservazione della quantit di
moto in fisica o della selezione naturale in biologia ha promosso innovazioni su
innovazioni in quelle scienze, pur non essendo sempre in accordo con i fatti. Ma
lidealismo freudiano delle pulsioni come forze costanti, oltre a non essere in
accordo con i fatti biologici, non ha promosso progressi in psicanalisi. Non
esistono forze costanti in biologia ma solo variabili. La vera forza costante
quella della metapsicologia freudiana, che a sua volta non si lascia modificare.
Ma senza possibilit di modificare lassetto teorico-pratico della psicanalisi non
si d metaanalisi. Contro la forza dellidealismo non cresce pianta nellorto
Lidealismo una forma mortifera di pensiero e contra vim mortis non est
medicamen in orto, dicevano i medici della scuola salernitana.
Magari dopo di oggi chiss che in psicanalisi le cose non cambino, almeno
localmente?
Grazie per lattenzione.

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