La patologia generale la scienza del come e del perch si instaura una malattia.
La causa della malattia studiata dalleziologia, i meccanismi di applicazione della
stessa invece sono studiati dalla patogenesi.
STATO DI SALUTE
Eziologia
Patogenesi
Lo stesso agente patogeno quindi gli stessi agenti eziologici possono provocare
meccanismi patologici differenti tra organismi diversi e, allo stesso tempo, diversi
agenti eziologici possono provocare meccanismi patologici analoghi in organismi
diversi.
STATO DI MALATTIA
PATOLOGIA GENETICA
la disciplina che studia le cause delle malattie derivanti da mutazioni del DNA.
Il DNA esposto giornalmente ad attacchi mutageni che tendono ad alterarlo ma che
possono essere corretti da enzimi particolari.
Lalterazione si manifesta in mutazione quando si trasmette alle cellule figlie
diventando quindi stabile e trasmissibile.
Le mutazioni del DNA possono riguardare le cellule somatiche(effetto nullo, morte
cellula o formazione neoplasia) con effetti solamente sullindividuo dove si sono
prodotte oppure riguardare i gameti con effetti sulla progenie e non sullindividuo
dove si sono prodotte con la possibilit di creare malattie genetiche.
MUTAZIONI GAMETI
Se molto estese possono provocare aborto del feto o malformazioni, se invece sono
meno estese possono causare la presenza di malattie genetiche.
La malattia genetica pu essere ereditaria(trasmissibile alla progenie) o famigliare
(ereditata dai genitori e trasmissibile ai figli).
Si possono studiare a livello del genoma, del gene, dellespressione proteica o dei
tessuti.
A livello del genoma studiata lanemia falciforme causata da una mutazione
puntiforme al codone 6 dellemoglobina che provoca la sostituzione dellacido
glutammico, idrosolubile, con la valina, idrofoba (mutazione missenso non
conservativa).
Questo aminoacido ha una posizione superficiale sullemoglobina e con la
sostituzione dellacido glutammico si ha una diminuzione della solubilit
dellemoglobina con la formazione di aggregati fibrillari che altereranno la
deformabilit dei globuli rossi(forma a falce). Questo fenomeno si verifica
principalmente a livello periferico capillare dove i globuli rossi si aggregano
provocando dei micro-infarti tissutali; inoltre sono pi fragili e meno resistenti quindi
si avr una diminuzione di globuli rossi(anemia).
La mutazione di un aminoacido provoca anche le malattie metaboliche: se manca il
trasportatore di una via metabolica si ha la morte cellulare(se prodotto finale
essenziale), se manca un enzima si provoca un accumulo di prodotto intermedio
(eventualmente tossico) senza produrre il prodotto finale, se il primo enzima non
soggetto alleffetto feedback dal prodotto finale causandone un accumulo; si crea
quindi un blocco metabolico.
Provocate da urti e impatti con un agente solido, liquido o gassoso; leffetto lesivo
dovuto alla brusca applicazione della forza. Leffetto della lesione direttamente
proporzionale allintensit della forza e inversamente proporzionale al periodo di
impatto e alla superficie durto(lurto si dissipa sui tessuti se limpatto prolungato).
Si possono produrre:
Avviene in 3 modi:
- Conduzione: trasferimento per contatto diretto tra i corpi.
- Convezione: trasferimento di energia tramite il fluido in cui i corpi sono immersi.
- Irraggiamento: emissione di energia termica del corpo caldo tramite radiazioni IR.
Assorbimento di calore
- Ustioni
1 grado: effetto lesivo minimo con arrossamento del tessuto dovuto
allaumento della componente ematica(iperemia).
2 grado: necrosi dellepidermide, iperemia del derma associabile alle bolle
sub-epidermiche(flittene) contenenti lessudato infiammatorio.
3 grado: necrosi che coinvolge epidermide e derma con la distruzione dei
capillari sanguigni(ipossia).
4 grado: carbonizzazione del tessuto.
Cessione di calore
- Effetti sulle cellule con la formazione di cristalli di ghiaccio nei fluidi intra ed
extra cellulari che induce una rottura delle membrane(necrosi colliquativa con
tessuto amorfo e fluido tipica dei congelamenti)
Folgorazione
Nel corso della nostra esistenza entriamo in contatto con fino a 60000 sostanze
diverse che possono essere di origine naturale o artificiale.
Le vie di assorbimento delle sostanze xenobiotiche sono:
- Vie gastrointestinali
- Vie respiratorie(endotelio polmonare)
- Cute(contatto)
Successivamente passa nei liquidi corporei(sangue e linfa) accumulandosi poi nelle
ossa e nel grasso.
Le sostanze xenobiotiche verranno eliminate tramite diversi meccanismi:
- Secrezioni corporee(sudore e latte)
- Respirazione
- Tramite le urine
- Tramite le feci(bile)
Lidrosolubilit o meno della sostanza importante per eliminarla poich se
idrosolubile pu essere eliminata grazie ai liquidi corporei mentre le sostanze
liposolubili vengono trasportate dai liquidi corporei alle nostre cellule che non sono
in grado di eliminarle(sia esogene che endogene). Il loro accumulo per tossico
perci i tessuti nel corso dellevoluzione hanno sviluppato un sistema di
trasformazione che rende idrosolubili le sostanze che non lo sono.
Questo sistema formato da:
PATOLOGIE DA VELENI
Sono atomi o molecole con un elettrone spaiato su un orbitale esterno, sono molto
reattivi ed hanno unemivita molto breve; tendono a strappare un elettrone alla prima
molecola che incontrano generando un nuovo radicale libero(si indicano con un
puntino in alto a destra dopo il codice dellatomo o della molecola).
Ci sono 3 meccanismi possibili di formazione dei radicali liberi:
1) Rottura di un legame covalente: se viene rotto il legame che mette in condivisione
due elettroni si formano due radicali liberi, pu essere rotto dalle radiazioni
ionizzanti(AB A + B).
2) Reazioni di ossidoriduzione che vedono il passaggio di un elettrone per volta ad
esempio la reazione di Fenton(Fe2+ + H2O2 Fe3+ + OH- + OH).
3) Reazione con un radicale preesistente(A + BH AH + B).
Lossigeno ha un ruolo fondamentale per le reazioni dei radicali sia perch molto
concentrato nelle cellule per le reazioni aerobiche sia perch lossigeno basale
anchesso un doppio radicale libero ma stabile(due elettroni spaiati che ruotano
nello stesso verso secondo il principio di restrizione di Pauli).
La specie di radicale pi comune infatti lanione superossido che pu stabilizzarsi
quando acquisisce un elettrone e si trasforma in acqua ossigenata(stabile).
Lossigeno singoletto un doppio radicale libero instabile perch ha due elettroni
spaiati nellorbitale esterno che girano nel senso opposto, si forma con lesposizione
ai raggi UV dellossigeno.
La principale fonte di radicali liberi nelle cellule sono i mitocondri perch hanno alla
base della produzione di ATP la catena di trasporto degli elettroni che in alcuni casi
possono sfuggire, reagire con lossigeno e produrre anione superossido(consuma il
20% dellossigeno). Un'altra fonte intracellulare il sistema di biotrasformazione del
citocromo P450 che avviene nel reticolo endoplasmatico perch gli elettroni che
parteciperanno alle ossidoriduzioni possono sfuggire alla catena, reagire con
lossigeno e formare lanione superossido.
Unaltra condizione importante lattivazione del processo infiammatorio infatti le
cellule antinfiammatorie che hanno il compito di uccidere i batteri attivano anche
lenzima NADPH-ossidasi che produce anione superossido.
Siccome i radicali liberi possono causare danno ai tessuti, le cellule hanno sviluppato
una serie di fattori che intercettano o detossificano gli effetti dei radicali liberi e sono:
- Fattori enzimatici
Superossido dismutasi, localizzato nei mitocondri e nel citoplasma(piccola
quantit), che trasforma lanione superossido in acqua ossigenata;
Catalasi, situato nel fegato e nel tessuto adiposo, che trasforma lacqua
ossigenata in acqua;
MECCANISMI DI DIFESA
- Difese di superficie
Flora batterica saprofita: compete con i batteri per il nutrimento e i recettori,
produce fattori antibatterici(sostanze citotossiche, ad esempio lOro bacterium
mutans produce una sostanza contro gli streptococchi di tipo A), condizioni
sfavorevoli(il lactobacillus vaginalis che colonizza la vagina favorisce un PH
acido), contiene anticorpi con reazione crociata(pronti allazione).
Barriera meccanica(cute integra): la maggior parte dei microrganismi non ha la
capacit di attraversare la cute integra.
Secrezione delle mucose: interferiscono con il legame dei batteri con i recettori.
Flussi direzionali: clearance cigliare (trasportano allesterno microrganismi e
muco), flusso urinario e peristalsi intestinale(feci).
Fattori umorali(sostanze con effetto citotossico): lisozima(lacrime e saliva), IgA
secretoria(anticorpo della saliva).
Condizioni di PH locale.
- Difesa di profondit: attivazione risposte infiammatorie e immunitarie.
Gli effetti di virus e batteri possono essere diretti(dovuti direttamente al passaggio del
patogeno) o indiretti(dovuti allattivazione del sistema immunitario).
Come effetti indiretti sia virus che batteri possono indurre delle reazioni
autoimmuni(o il sistema immunitario non riconosce lantigene o, se lo riconosce,
produce anticorpi contro le cellule dellorganismo ospite).
EFFETTI DEI VIRUS
I batteri superano le difese immunitarie per entrare nella cellula grazie a mimetismo
molecolare(reazione autoimmune), sopravvivenza intracellulare(il micobatterio
tubercolare quando fagocitato dai macrofagi sopravvive al loro interno), produzione
di leucocidine(tossine con effetto citotossico sulle cellule ematiche).
Si in condizioni di malattia infettiva quando il batterio supera le barriere e si hanno
dei segni nellorganismo. Il danno diretto pu avvenire con azione locale o sistemica:
- Esotossine che facilitano la diffusione(ialuronidasi, streptochinasi, e collagenasi);
- Esotossine che inibiscono la sintesi proteica(difterite su nervi, cuore e reni);
- Esotossine che interferiscono con la trasduzione del segnale(la tossina della
pertosse inibisce le proteine G mentre quella colerica le attiva in modo perenne);
- Esotossine che bloccano la neurotrasmissione(tetano e botulino).
- Endotossine(attivano linfiammazione ma il loro rilascio massivo pericoloso in
quanto pu causare shock settico con crollo della pressione sanguigna).
Uno stress lesivo pu essere di 2 tipi, in caso di stress acuto non intenso il danno sar
lieve(ripristino delle condizioni normali alla rimozione dello stress), in caso di
stimolo lesivo intenso il danno sar grave con alterazioni morfo-funzionali della
cellula che porteranno alla morte cellulare.
Lo stress cronico invece lesposizione prolungata a condizioni lesive di bassa
intensit che provocano una lesione dei tessuti come lipossia o lischemia.
STRESS CRONICO
Ipertrofia/iperplasia
I tessuti che vanno incontro a ipertrofia sono quelli costituiti da cellule perenni come
il miocardio(tessuto muscolare cardiaco) e il tessuto muscolare striato mentre i tessuti
che vanno incontro a iperplasia sono quelli costituiti da cellule con capacit
replicative come tutti gli epiteli di rivestimento, alcuni epiteli ghiandolari(fegato), il
tessuto emopoietico e il tessuto linfatico.
Lipertrofia spuria laumento di volume di un organo dovuto a fenomeni esterni alle
cellule stesse(presenza di sangue, cellule tumorali o infiammatorie, adipociti).
I tessuti possono andare incontro ad aumento di volume per fattori congeniti come
liperplasia delle Isole di Langerhans(madre diabetica durante la gravidanza) o
tiroidea (madre con insufficienza tiroidea), per aumentata richiesta funzionale come
lipertrofia dei muscoli scheletrici(attivit fisica) e lisci(stenosi stomaco e vescica) o
lipertrofia/iperplasia degli organi pari(in seguito ad asportazione o silenzio di uno di
essi) e degli organi singoli(asportazione di una parte dellorgano dovuta a tumori) o
liperplasia di eritrociti/eritroblasti(soggetti che vivono ad alte quote), per aumentata
liberazione di ormoni come lipertrofia/iperplasia surrenale(aumento ACTH), tiroidea
(aumento TSH), prostatica(aumento testosterone) o il gigantismo(aumento GH).
Lipertrofia/iperplasia patologica per eccellenza quella cardiaca dovuta a fattori
patologici o a richieste particolari dellorganismo.
Lipertrofia/iperplasia si associa ad un aumento dellattivit funzionale dellorgano
ma in alcuni casi, a lungo andare, pu diventare pericolosa ad esempio nel cuore non
si ha un parallelo sviluppo del letto vascolare con rischio di ischemia nei casi di
ipertrofia mentre nei casi di iperplasia c il rischio che diventino evidenti delle
mutazioni che non si sarebbero potute manifestare(neoplasie).
Ipotrofia/atrofia
Si ha una diminuzione della divisione cellulare con una conseguente diminuzione del
numero di cellule; possono essere ipotrofie di tipo fisiologico(vene ombelicali nel
neonato, timo nelladolescenza o senescenza con linvecchiamento) o dovute ad una
diminuzione dellapporto nutritivo al tessuto stesso.
Non tutti i tessuti vanno subito in atrofia: i primi ad andare in atrofia per digiuno sono
i tessuti di rivestimento(interni ed esterni), le mucose e il tessuto adiposo poi il
tessuto muscolare con la riduzione delle cellule contrattili e poi le cellule ghiandolari
mentre rimangono intatti il tessuto nervoso e il cuore.
Esistono poi atrofie delle ghiandole endocrine a causa della mancanza dellormone
stimolante, delle ghiandole esocrine a causa dellostruzione dei dotti escretori, di
mammelle, utero e ovaie a causa della menopausa, dei muscoli a causa del mancato
utilizzo dovuto a ferite, stiramenti, strappi o fratture.
Metaplasie
- Leucoplachia: si forma nel cavo orale dove il tessuto mucoso passa da non
cheratinizzato a cheratinizzato(aumenta la resistenza) in seguito a uno stimolo
traumatico cronico.
Morte clinica
Il termina apoptosi deriva dal greco e significa caduta delle foglie, muoiono per
apoptosi cellule isolate nel tessuto che vengono eliminate senza lattivazione del
processo infiammatorio.
una morte fisiologica che serve ai nostri tessuti(avviene quotidianamente); si
verifica gi durante lembriogenesi e il rimodellamento quando vengono prodotte
molte cellule in eccesso che vengono poi eliminate, questo permette la flessibilit
(presenza nellembrione di strutture per levoluzione dellapparato genitale maschile
con il dotto di Wolff o femminile con il dotto di Muller, se uno si sviluppa laltro va
incontro ad apoptosi) e il controllo della qualit(viene sempre garantita la perfetta
funzionalit con cellule di ricambio).
Lapoptosi avviene anche nellevoluzione ormone-dipendente nelladulto quando
alcune cellule come i follicoli dopo le mestruazioni diventano inutili e muoiono.
I linfociti B e T muoiono per apoptosi quando sono autoreattivi(antigeni self).
I linfociti citotossici prodotti inducono lapoptosi per eliminare lantigene legato.
Gli stessi agenti chimici, fisici e biologici a basse dosi possono indurre apoptosi(le
cellule potenzialmente dannose si eliminano).
Le differenze tra apoptosi e necrosi sono:
- Membrana plasmatica: nella necrosi si rompe mentre nellapoptosi rimane integra
fino alla fine evitando cos di disperdere sostanze dannose allesterno;
- Tessuto: nellapoptosi non viene alterato mentre nella necrosi vengono colpiti
gruppi di cellule con alterazione dei tessuti;
Disregolazione dellapoptosi
Ossido nitrico
Presenti nel sangue in forma inattiva, passando nei tessuti si attivano e amplificano
linfiammazione; si dividono in 3 gruppi:
- Cascata coagulativa(emostasi): cascata che attiva la pro-trombina in trombina che
si occuper di attivare il fibrinogeno in fibrina(gli scarti sono i fibrino-peptidi).
- Fattore di Hagemann(XII): attiva la cascata coagulativa e il sistema delle chinine
con prodotto finale la bradichinina, con effetto vaso-permeabilizzante e vaso-
dilatante, che induce la percezione del dolore.
- Sistema del complemento: il complemento pu essere attivato per via classica
(immunocomplessi antigene-anticorpo) o per via alternativa, entrambe scindono il
complemento con produzione di:
C3A e C5A(anafilotossine) da parte di piastrine, mastociti e granulociti basofili
che inducono il rilascio di istamina;
C3B con effetto opsonizzante;
C5b9 che si inserisce nelle membrane plasmatiche delle cellule bersaglio
inducendone la lisi.
Questi 3 sistemi plasmatici dellinfiammazione sono in parte connessi tra loro in un
processo che si auto-amplifica: il fattore XII pu produrre e attivare la calicreina che
pu a sua volta attivare il fattore XII e il plasminogeno con la successiva formazione
del coagulo(plasmina), la plasmina inoltre pu collegarsi al sistema del complemento
perch in grado di scindere il fattore C3; la cascata coagulativa attivata dal fattore
XII converte la protrombina in trombina con lattivazione di fibrinogeno in fibrina, i
prodotti di scarto saranno i fibrino-peptidi che avranno un effetto vaso-
permeabilizzante e di reclutamento dei fagociti.
ANGIOFLOGOSI(INFIAMMAZIONE ACUTA)
Nelle prime fasi si verificano delle alterazioni emodinamiche del microcircolo che
sono rumor(rossore), tumor(rigonfiamento), calor(calore) e dolor(dolore).
Si osservano vasocostrizione(dura 1-2 minuti dopo lo stimolo lesivo, incostante per
effetto di stimoli lesivi sui recettori locali), vasodilatazione arteriolare(iperemia attiva
cio aumento della quantit di sangue), laumento della pressione intravascolare e
laumento della permeabilit determinano la formazione dellessudato infiammatorio
(facilita la rimarginazione cellulare) con aumento della viscosit sanguigna (iperemia
passiva cio il sangue ristagna nella zone infiammata).
ESSUDATO
Efflusso netto dal letto vascolare ai tessuti(il trasudato invece dovuto solo ad un
aumento della pressione). Lessudato ha una densit pi alta del trasudato, ha un PH
acido per lattivazione del metabolismo anaerobio che non avviene nel trasudato.
In corso di infiammazione lessudato pu essere:
- Sieroso: si forma dopo stimoli infiammatori lievi e nelle prime fasi delle reazioni
infiammatorie, contiene proteine plasmatiche a basso peso molecolare come
lalbumina.
- Fibrinoso: si forma dopo stimoli lesivi e nelle fasi avanzate delle reazioni
infiammatorie, contiene fibrinogeno(alto peso molecolare).
- Purulento(pus): dovuto alla presenza di granulociti neutrofili in grandi quantit(in
necrosi), sono detti organismi piogeni quelli che inducono la formazione di pus
come gli streptococchi, gli stafilococchi e le neisserie; lascesso laccumulo
dellessudato purulento in una cavit neoformata in seguito a necrosi tissutale,
lempiema invece laccumulo di pus in una cavit preesistente(pleura,
pericardio).
- Emorragico: a seguito di danni importanti nel microcircolo con passaggio di
globuli rossi.
Se lo stimolo lesivo permane nel tessuto perch si protrae nel tempo, perch non pu
essere eliminato o perch ci sono pi stimoli lesivi agenti sullo stesso punto,
langioflogosi non si interrompe trasformandosi in istoflogosi.
In caso di infiammazione cronica si hanno una serie di reazioni che danneggiano
ulteriormente i tessuti inoltre le cellule coinvolte non saranno pi i granulociti
neutrofili ma i monociti che diventeranno macrofagi nei tessuti(a legare con i
monociti sono VCAM-1 esposto dallendotelio, MCP-1 da endotelio e neutrofili e
interferon- dai linfociti); i monociti sopravvivono almeno un mese.
Il granuloma una deformazione tondeggiante costituita da accumuli di macrofagi
modificati(cellule epitelioidi secretorie e non fagocitarie) circondate da un infiltrato
di linfociti, rilasciano gli enzimi degradativi producendo ulteriore danno.
Lagente lesivo induce il danno che attiva il processo infiammatorio, le cellule morte
vanno riparate secondo due modalit: rigenerazione dei tessuti originali o sostituzione
con tessuto connettivo.
La capacit rigenerativa dipende dallo stato di differenziazione delle cellule
danneggiate e dal numero di cellule superstiti in grado di proliferare.
Se il tessuto era costituito da cellule labili ha delle ottime probabilit di rigenerarsi
infatti vede gi una buona percentuale di cellule(>5%) impegnata in divisioni
cellulari(tessuto di rivestimento dellepitelio esterno come lepidermide e interno
come le mucose, tessuto emopoietico, tessuto linfo-poietico).
Se il tessuto era costituito da cellule stabili ha una percentuale superiore al 5% di
cellule in stato quiescente(G0, non proliferano), possono per rigenerarsi se
sottoposte a fattori di proliferazione(fegato, reni, pancreas, cellule dellepitelio
vascolare come le cellule endoteliali, cellule dellendotelio muscolare).
Se il tessuto era costituito da cellule perenni non pu essere ripristinato e viene
sostituito dal tessuto connettivo(neuroni, cellule muscolari striate scheletriche e
cardiache e cellule della retina).
I segnali importanti per la rigenerazione sono i mediatori solubili(chimici) o le
interazioni cellula-matrice e cellula-cellula.
I mediatori solubili possono sia favorire la crescita sia inibirla mantenendo costante la
dimensione del tessuto, i fattori inibenti vengono prodotti dalle stesse cellule del
tessuto danneggiato mentre i fattori che favoriscono la crescita possono essere
prodotti sia dalle cellule del tessuto danneggiato sia dalle cellule infiammatorie.
Nella guarigione delle ferite di prima intenzione si avranno modeste perdite di tessuto
con la successiva restitutio ad integrum del tessuto(guarigione veloce) mentre in
quelle di seconda intenzione si avranno margini irregolari con guarigione lenta,
rischio di infezioni e riparazione non soddisfacente(epidermide pi sottile). Quando
si produce il danno alla cute si attiva la coagulazione con formazione del coagulo
essiccato(crosta) che restituisce continuit al tessuto, si liberano sostanze
chemiotattiche che attraggono le cellule infiammatorie mentre piastrine e macrofagi
rilasciano i fattori di crescita, le cellule epidermiche stimolate iniziano a proliferare
spingendo il coagulo verso lalto nel tentativo di riavvicinarsi(in circa 7 giorni si ha il
tessuto di granulazione), dopo si avr il collagene III poi sostituito dal collagene I e
infine, dopo circa 3-4 settimane, si avr la restituzione del tessuto originale.
NEOPLASIE
CRESCITA NEOPLASTICA
Nei tumori si possono avere dei fenomeni di metaplasia ma rispetto a quella dovuta a
stimoli esterni questa irreversibile.
Esiste poi il blocco differenziativo che si osserva quando si ha una trasformazione
diversa della cellula, con la nascita di tumori molto diversi, a partire dalla stessa
cellula. Un altro fenomeno la displasia cio la presenza di cellule con alterazioni
citologiche ma senza capacit infiltrante.
Lanaplasia invece un alterazione del tessuto di origine e la completa
sdifferenziazione delle cellule, il tessuto con tumore avanzato non ha pi le
caratteristiche morfologiche e funzionali del tessuto originale.
Oncogeni
I primi ad essere scoperti sono stati quelli derivanti dai virus(sarcoma di Rous),
quando sono stati esaminati i geni causa del tumore si scoperto che non potevano
essere di origine virale perch la loro struttura ha introni ed esoni(genoma virale solo
esoni), si pensato quindi che i virus oncogeni avessero infettato una cellula
eucariote introducendo i geni che potevano comportarne la trasformazione; questi
oncogeni sono stati chiamati protooncogeni o oncogeni cellulari.
Si definiscono oncogeni tutti quei geni isolati da cellule tumorali che se inseriti in
fibroblasti normali ne inducono la trasformazione.
La caratteristica degli oncogeni la sequenza genica altamente conservata che
permette funzioni importanti della cellula perch codifica per proteine essenziali.
Il gene di una cellula si trasforma in oncogeno a causa di tutti quegli eventi che lo
sottraggono alla regolazione(processi di differenziazione, proliferazione e
duplicazione del DNA). Gli eventi sono mutazioni, fenomeni di traslocazione e/o
fenomeni di amplificazione genica. Gi molti oncogeni possono determinare la
trasformazione tumorale ma allo stesso tempo molti devono ancora essere scoperti.
Oncosoppressori
Leterogeneit fenotipica non solo tra tumori diversi ma anche tra tumori di stessa
derivazione e tra le cellule tumorali di uno stesso tumore(cellule eterogenee).
Lorigine monoclonale dimostra che, affinch si formi una massa evidente, devono
avvenire delle trasformazioni nel tumore che creino cloni differenti. Se da una singola
cellula si producono molte cellule diverse significa che queste cellule hanno una
capacit maggiore di subire mutazioni.
La causa stata scoperta con lo studio del carcinoma colon-rettale notando che il
tumore dovuto alla mutazione del gene II(ripara mutazioni da alterato appaiamento)
che fa aumentare di 100 volte la mutabilit del genoma.
CANCEROGENESI
- Disseminazione per via linfatica: tipica dei carcinomi, le cellule tumorali arrivano
al linfonodo pi vicino(sentinella) e possono o sostituire gli elementi linfatici
continuando a proliferare per allargarsi ai linfonodi vicini, o morire in loco o
sopravvivere nel linfonodo ma in stato di latenza(non prolifera).