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1 ? l/v
GRAMATIGA ' **
DELLA
LINGUA ITALIANA
DEL CANONICO
TORINO 1837
Presso la tipografia Cantari
ED IL LIBRAJO GlUSEFPE IGNAZIO ReVIGLIO
E FIGLIO.
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465624
PREFAZIONE.
Can. Bellisomi.
PARTE PRIMA
CAPO I.
DELLE LETTERE.
Osservazioni generali.
CAPO III,
DELLE PAROLE.
CAPO IV.
DELLA PROPOSIZIONE.
ARTICOLO I.
DEL NOME.
Concreti Astratti.
Acqua Acutezza
Anima Agilit
Balena Bassezza
Barmetro Bianchezza
Cavallo Carit
Conocchia Crudelt
Dardo Dolcezza
Dente Durezza
Elefante Eternit
EUa Evidenza
Farsetto Facilit
Fuoco Ferocia
Gabbia Gentilezza
Gemma Golosit
Iride Iniquit
Istrice Ipocrisia
Lago Larghezza
Lepre Lentezza
Marmo Magrezza
Monte Mollezza
Nave Negrezza
Noce Nobilt
Oro Onest
Orzo Orridezza
Pane Perversit
Pietra Pieghevolezza
Quaglia Rancidezza
Quercia Rivalit
Rospo Sapienza
20
Concreti Astratti.
Ruscello Sensibilit
Sabbia Tenerezza
Scheggia Turgidezza
Torchio Umanit
Tronco Urbanit
Uscio Venust
Uva Verdezza
Vitello
Volpe
Zampa
Zuppa
DI PERSONA.
DI COSA
ARTICOLO II.
DEL VERBO.
SAGGIO DI VERBI
Transitivi. Intransitivi.
Accelerare Abbandonare
Aprire Altercare
Assolvere Accorrere
Battere Bastare
Bevere Bisbigliare
Biasimare Brillare
Commuovere Cadere
Condire Condolersi
Condurre Crescere
Dare Dipendere
Domare Dondolare
Dire Dormire
Eleggere Emergere
Eseguire Entrare
Estendere Equivalere
Fare Favellare
Fregiare Fiammeggiare
Friggere Fiorire
Gettare Gemere
Giudicare Giacere
Ghermire Gioire
Imbrattare Inciampare
Imparare Infuriare
Inserire Insuperbire
Lambire Litigare
31
Transitivi. Intransitivi.
Lavare Luccicare
Lisciare Lussureggiare
Macchiare Mancare
Mettere Marcire
Munire Mentire
Nascondere Nascere
Nominare Naufragare
Nutrire Nevicare
Odiare Ondeggiare
Offendere Olezzare
Opporre Ostinarsi
Produrre Parere
Profondere Pentirsi
Promettere Piacere
Quetare Querelarsi
Radere Rincrescere
Raggiungere Ritornare
Ritorcere Ruggire
Scialacquare Sherzare
Sostenere Slare
Sottrarre Stupire
Tenere Tonare
Toccare Tossire
Tradire Tremare
Ungere Ululare
Unire Urlare
Usurpare Uscire
Vagliare Vegliare
Vendere Venire
Volgere Vivere
Zappare Zoppicare
32
ARTICOLO IH.
DELL' ADDIETTIVO.
APPENDICE.
IRE
Acerbo Acerbit
Acido Acidit , o acidezza
Alto Altezza
Amaro Amarezza
Ameno Amenit
Antico Antichit
Arguto Argutezza
Arido Aridit o aridezza
Barbaro Barbarie
Benefico Beneficenza
Credulo Credulit
Curvo Curvit
Denso Densit
Debole Debolezza
Difficile Difficolt
Enorma Enormit
Fedele Fedelt
Fragile Fragilit
Mobile Mobilit .
Nobile Nobilt
Sterile Sterilit
Umile Umilt
Vile Vilt
Volubile Volubilit
Celebre Celebrit
Celere Celerit
Salubre Salubrit
Audace Audacia
Atroce Atrocit
Edace Edacit
Fallace Fallacia
Felice Felicit
Mordace Mordacit
Perspicace Perspicacia
Rapace Rapacit
Veloce Velocit
Vorace Voracit
Ardente Ardenza
Clemente Clemenza
Costante Costanza
Distante Distanza
Elegante Eleganza
Frequente Frequenza
Intemperante Intemperanza
48
Addiettivi concreti. Nomi astratti.
Petulante Petulanza
Prudente Prudenza
Repugnante Repugnanza
ARTICOLO IV.
DEL PRONOME.
ARTICOLO V.
DELL' AVVERBIO.
ARTICOLO VI.
DELLA PREPOSIZIONE.
CAPO VI.
DELLA PROPOSIZIONE.
REGOLA III.
REGOLA IV.
REGOLA VI.
PARTE SECONDA
CAPO I.
.. v. v DEL NOME. ..
ARTICOLO I.
DEL GENERE.
(l) Questi ultimi nomi son quelli, che i Greci han detto
Epiceni , cio nomi , che hanno qualche cosa di pi de'co
muni , perch convengono ai due sessi , come i comuni , e
comprendono oltracci i due sessi sotto un solo genere.
Nuovo Metodo T. I, pag. 69. Noi per distinguere l'animale
maschio dall' animale femmina , usiam dire: un coniglio
maschio, un coniglio femmina, una trotta femmina, una trot
ta maschio ec
/~"
70
nenza propria del maschio , in a per indicare la femmina,
come cavallo , cavalla ; orso , orsa ; lupo , lupa ec.
5. Che i nomi degli oggetti inanimati appartengono a
quel genere a cui l'uso , maestro sovrano in ogni lingua ,
gli ha applicati. Quest' uso poi ha consacrato al genere
maschile i nomi pero, castagno, melo, ciriegio , usati
per significare la pianta ; e volle che questi stessi nomi
fatti femminili colla desinenza in a, fossero riservati ad
indicare il frutto. Cosi un grosso noce significherebbe l'al
bero , e una grossa noce il frutto. I nomi pomo , fico ,
arancio e cedro hanno desinenza invariabile , ed indicano
cos la pianta come il frutto , sebbene il plurale di pomo,
frutto , possa essere le poma a le pome. Ed altres pre
scritto dall' uso che i nomi di citt terminati in a , ov
vero ine, come Roma , Firenze , si abbiano per femmi
nili , e che quei che finiscono per altra vocale , si ado-
prino indifferentemente nell'un genere e nell'altro, come:
il mio Milano e la mia Milano ; il bel Livorno , e la
bella Livorno ; il popoloso Parigi e la popolosa Pari'
gi ec. Col secondo modo si sottintende il nome citt. I
nomi poi indicanti g' imperi , i regni , le provincie , i
fiumi , si considerano di genere femminile quando fini
scono in a, e di genere maschile quando terminano con
altra vocale ; come : la Russia , la Spagna , la Lombar
dia , la Garonna ec. ; il Portogallo , il Friuli , il Po
lesine , il Ticino.
6. Che gli addiettivi concreti , di rapporto , e verbali
terminando tutti in o , ovvero in e , valgon per due ge
neri- con questa seconda desinenza, e mutan la prima,
che soltanto maschile , in a per adattarsi al genere fem
minile. Gli addiettivi personali poi , o servono ad indi
care le specie , i titoli , le professioni , ed hanno molta
variet, come fratello , sorella; marito, moglie; Re;
71
Regina; Principe, Principessa; Duca, Duchessa; Conte,
Contessa ; Barone , Baronessa ; poeta , poetessa ; profeta,
profetessa (Marchese vale per due generi , ma pel fem
minile si pu anche dire Marchesa) ; o sono gli addiet-
tivi derivati dai verbi colla terminazione in tore , e di-
veutan femminili mutando questa desinenza in trice , come
cacciatore, cacciatrice; vincitore, vincitrice ; venditore,
venditi ice ; autore, autrice; attore , attrice ec. Per al
maschile cantore , corrisponde il femminile contatrice.
Alcuni pochi posson prendere il genere femminile , mu
tando la vocale e in a , come da traditore, traditora e
traditrice ; da rivenditore , rivenditora e rivenditrice ;
da schermidore , schermidora , schermitrice.
Ma per si osservi che non tutti codesti addiettivi pos
sono ammettere la desinenza pel genere femminile , e che
quando quella del maschile non ha la consonante t , o
d (1) prima della terminazione ore , il che allontana tali
addiettivi dalla regola data a pag. 39 , il femminile si for
ma come se derivasse da una voce regolare del maschile ;
oppressore , opprimitrice ; possessore , posseditrice ; uc
cisore, ucciditrice ec.
7. Altri dice un b, un e, un i ec. ; ed altri una b, una
e , un' i ec. Quando si consideri che le lettere di per so
non portan marchio di genere , se non in quanto si riferi
scono ad alcun termine generale sottinteso , si vedra es
ser lecito a ciascuno il pronunciarle in quel modo che
pi gli piace, rapportandole al nome carattere, o ele
mento , se attribuisce loro il genere maschile , e a let
tera , se le considera come del genere femminile.
-
76
teologi e teologhi, dialogi e dialoghi, ma su di eie
vuol essere consultato l' uso.
' 6. I nomi e gli addiettm femminili che finiscono in
a , hanno il plurale in e ; se la desinenza ca o gei ,
han sempre il plurale in che o ghe , come sorella buonaar
sorelle buone ; monaca stanca , monache stanche ; casa
amica, case amiche; spranga elettrica, spranghe elet
triche ec. Se nel singolare finiscono in e , ovvero in o ,
hanno il plurale in i : madre affettuosa , madri affet
tuose ; mano forte, mani forti ec.
Ma se codesti nomi femminili hanno la desinenza in
ie , sono invariabili nel plurale , come : una chiara pro
genie, le ciliare progenie; una specie di mali, molte
specie di mali ; una bella effigie , due belle effigie. Peri
moglie ha il plurale mogli ; la moglie onesta , le mogli
oneste.
7. I nomi e gli addiettivi femminili, che finiscono in
eia e gi dittongo , hanno il plurale in ce e g, come)
faccia cortese , facce cortesi ; bragia infocata , brace
infocate ; biscia velenosa , bisce velenosa ec. Ma bugia,
magia ec. , mancando del dittongo , avranno bugie , ma
gie. Il nome fallacia , e gli addiettivi femminili egregia
e regia derivan dal latino , e perci hanno il plurale
fallacie , egregie , regie. Il nome prwincia si scrive da
alcuni nel plurale province ; ma se non falla la regola
delle voci derivate dal latino , si dovrebbe scrivere Pro
vincie. Per fuggire l' oscurit si scrive reggie , frangie ,
greggie, plurali di reggia , frangia , greggia, poich
regge e frange son verbi, e gregge nome maschile di
numero singolare.
8." I nomi prole , stirpe , mane ( mattina ) , e in ge
nerale i nomi astratti , come sapienza , onest ec. e quei
che significano le materie minerali, come oro, ferro
77
rame, stagno ec> , mancano del plurale per la partico
lare natura del loro significato. Per rapporto ai metalli ,
essi non si consideran gi come una specie, che sotto di
si pi individui contiene , ma come un tutto , che sola
mente ha pi parti ; e dicendo i ferri , i rami , gli sta
gni , indicham altra cosa diversa dai metalli. Le noize ,
i vanni ( penne degli ucceHi ) le spezie ( miscuglio di
aromi ) , i mani ( le anime dei morti ) , le esequie ; le
molle o molli ( strumento da rattizzare il fuoco ) , man
cano del singolare, perch significan sempre pi oggetti.
Si dovrebbe dire altrettanto del nome forbici , e cesoje ,
perch gli strumenti cos chiamati sono composti neces
sariamente di due pezzi; ma se dicendo al mercante, che
gli vai debitore di uu pajo di forbici o di cesoje , vedi
ch'ei pretende il pagamento di due strumenti, digli pure
che da lui avesti una forbice , una cesoja.
9. Possono finalmente avere una doppia uscita nel
plurale i seguenti nomi , notando per le differenze che
faremo per quelli che sono segnati di asterisco :
AVVERTENZE.
"
79
su cui si appoggia un' arte , una scienza ec. , si dir nel
plurale i fondamenti.
I frutti, le frutta. Primieramente si osservi che il no
me frutta pu essere singolare, e quindi si avr il plurale
lefrutte. Se poi si parla in genere dei prodotti della
terra, o di entrate, rendite ec. , si user la sola prima
maniera, {frutti.
I gesti , le gesta. Colla doppia uscita si possono si
gmficare le imprese , i fatti gloriosi ec. , sebben la se
conda sia di uso migliore. Ma gli atti , i movimenti del
capo , delle braccia ec. , non verranno significati che
colla prima , i gesti.
I legni , le legna e le legne. Legno vuol dire primie
ramente la materia solida degli alberi , e per traslato si
gnifica una nave. In questi due significati il plurale
sempre legni. Quando poi si parla del legname da ardere,
si pu dire nel singolare la legna , e nel plurale le legne
o le legna.
I membri , le membra. In quella guisa , che il nome
corpo si adopera figuratamente , per significare unione o
classe di persone , per esempio : Il corpo de' giudici ,
de' negozianti ec. , cos per significare uno o pi indi
vidui di tal corpo , dicesi membro e membri. In questo
senso , e in ogni altro che sia metaforico , non si user
che la prima uscita , i membri del consiglio , della so
ciet ec. L'.ma e l'altra poi vale per indicare le parti
del corpo tanto dell'uomo che delle bestie, ma la seconda
sembra di miglior uso.
I muri , le mura. La prima maniera vale specialmente
pei fabbricati che servono alle abitazioni ; l' urm e l'altra
pei baluardi che cingono le rocche e le citt.
Gli ossi e le ossa. La seconda uscita di uso assai
migliore per significare la parte solida del corpo degli
80
animali , e parmi che la prima convenga solo per indi
care la parte lignea di alcuni frutti , come delle pesche,
ciriege ec. , che dicesi anche ncciolo.
I risi , le risa. L' atto del ridere potr ben esprimersi
nel plurale coll' uno e coll' altro modo , e assai meglio
col secondo. Ma- quando si parla del riso , specie di bia
da , si dir i risi , e non altrimenti.
ARTICOLO III.
DEI CASI.
SINGOLARE.
PLURALE.
86
OSSERVAZIOKI.
SINO.
se, . dise. ase, da
so,
noi;
ci,
voi,
vi.
ne; ci,
noi,
vi.
voi,
ane;
Noi,
Voi. di
noi;
voi.. da
noi
voi.;.
PNOMI
EDD-
BRCSLeIrNALZIe.rE PLURALE.
Acc.
mi;
della
ti.
abte,
me,
propos.
oiet o a.r.
mi
ti.
di
Dat.
rapporto
te,
amo;e,
sNoni.
della
Io,
Tu.
ubpropos.
oiet o Voc.
tu.. . di
qualif.
Gen.
rapporto
te.
moe;. da
allont.
di
Abl.
rapporto
te.
m;
oe.
SINGOLARE.
90
OSSERVAZIONI.
Ogni nome posto nel vocativo non che il richiamo
della persona o della cosa nominata , e perci simile
in tutto al nominativo. Inoltre si noti , che il vocativo
significando sempre la persona a cui si dirige il discorso,
n il nome personale indicante chi parla, n quello che
si riferisce alla persona , di cui si parla , possono avere
questo caso. Esso adunque conviene ai soli nomi perso
nali tu e voi, che appunto indicano ia persona o le per
sone , alle quali si parla, e che sempre trovansi uniti con
tutti i nomi posti al vocativo , o espressi o sottintesi.
Il nome s manca del nominativo , perch riferendosi
alla persona , di cui si parla , non pu mai servire per
subbietto della proposizione.
Gl' Italiani usano pi volte il nome voi parlando ad
una persona sola, e quindi anche il verbo nel numero
plurale , ma non gi il nome comune o l'addiettivo , con
cui si qualifica la persona : Voi , Alessandro , siete un
cattivo giovane , e il Solo autore di questo male. Ta
lora anche adoperano il prenome egli ed ella , che di
terza persona , e in questo caso anche il verbo si pone
nella persona terza , e col pronome ella , che femmi
nile , si far concordare l' addiettivo , sebben si parli ad
un maschio. Signor Carlo , ella mi sembra non con0u
de' suoi Jigli- Avr occasione di parlare ancora di questo
pronome.
Le voci mi, ci, ti, vi, si, possono equivalere al dativo
a me, a noi, a te , a voi , a se , ed all' accusativo me ,
noi, te, voi , s. Mi hai fatto un torto ; mi hai offeso
ec., cio : hai fatto un torto a me ; hai offeso me ; e
cos degli altri. Per distinguere un caso dall'altro, giac
ch con tali voci non si usa la preposizione a pel dativo,
converr osservare il valore del verbo.
91
Ma si noti che ci e vi hanno un altro significato. Il
ci significa propriamente in questo o a questo luogo; ed
il vi vale in quello od a quel luogo. Quindi l'espres
sione non ci , rigorosamente vuol dire non qui. Non
vi vuol dire non ivi ; non ci torno , non torno qui,
non vi torno , non torno l. Per si pongono spesso in
differentemente l' uno per l' altro.
La particella si non corrisponde al nome personale a
s o s , quando si trova naturalmente unita al verbo ,
come pentirsi. In questo caso, siccome variando il verbo
di persona, varia pure il si, poich si dice: io mi pento,
tu ti penti , quei si pente ; noi ci pentiamo , voi vi pen
tite , quei si pentono , cos nemmeno le altre particelle
mi, ci ec. , corrisponderanno ai nomi personali a me o
me ; a noi o noi ec.
Oltre ci , che vale noi o a noi , si trova ne. Il man
darlo fuori di casa nostra cos infermo , ne sarebbe gran
bias imo , Bocc. , cio sarebbe a noi ec. Sole in tanta
afflizione ne hanno lasciato , ld. , cio hanno lasciato
noi. Ma la particella ne pu anche avere il valore di un
pronome , cio pu significare di questa " quella perso
na o cosa , di queste o quelle persone o cose , da questo
o quel luogo. Cos se alla dimanda: Conosci i miei sco
lari ? si risponde: Ne conosco alcuni , vuol dire conosco
alcuni di questi o quegli scolari. Dio giusto, io
ne venero i decreti, cio io venero i decreti di lui.
Sei stato in campagna? Ne vengo ora, cio vengo ora
dalla campagna.
Io poco me ne curo. Io te lo dico, perch ti vo
glio bene. Come questo avvenuto mi sia , brevemente
vel far chiaro. Bastino questi tre esempj per avvertirci,
che quando le particelle mi, ci, ti, vi, si, sono seguite
dalla voce ne, oppure da lo, la, li, gli, le, equivalenti,
come vedremo , ad un pronome , si cambiano in me, ce,
te, ve, se, coll' e di pronuncia chiusa e muta. Il terzo
esempio mostra che, siccome davanti a consonante sem
plice si pu dire il invece di lo , cos se ne pu formare
una sola voce troncata mei , tei , vel ec.
Mi, ci, ti, vi, si, possono andar uniti al verbo, e
formare con esso lui una sola voce : Ei mi lascia solo ,
o ei lasciami solo. Anzi questa unione si dee fare quando
il verbo al modo indefinita, ed anche cogli addiettivi
verbali , come : Veggo che sei disposto a lasciarmi solo
ec. Sdegnatosi con me dell' averlo abbandonato.
Vergognandomi di pi stare con lui ec. Per , se l' in
definito fosse retto da uno di questi verbi volre, dovre,
potre , solere, avere , la particella si pu collocare pri
ma di tali verbi , e non unirla all' indefinito , quand' an
che questo fosse di un verbo che ha di sua natura il si:
mi voglio , mi debbo, mi posso , mi soglio pentire , mi
ho a pentire ec. Se l' indefinito , o l' addiettivo verbale
invariabile sono preceduti da una particella negativa ,
come non , ne, le voci mi, ci ec. , si collocano elegan
temente tra la particella negativa e l' indefinito , o tra la
stessa e l'addiettivo verbale invariabile : Gloriavasi di non
si pentir punto di quanto aveva fatto N si vergo
gnando di tanta vilt , gett V armi , e diedesi a fug
gire. L' indefinito , a cui si unisca una di queste parti
celle , perde la vocale e , ed anche la sillaba re , se pri
ma di tal sillaba evvi un'altra r: dare, darti; porre,
porti ec. Se la voce del verbo monosillaba , ovvero ha
l'accento sull'ultima vocale, nell'unione di essa con
queste particelle si raddoppia la consonante delle mede
sime , sopprimendosi l' accento , come : Statti qui.
Fammi la grazia. Dirovvi pure. Sdegnossi meco ec.
Invece di dire con me , con te ,. con s , si pu dire
\ 93
meco, teco, seco, ed in poesia nosco, vosco invece di
con noi, con voi.
Quelle medesime calamit die ajflissero voi, hanno
di poi afflitto me e i miei pi cari amici. Questo esem
pio dato per dimostrare , che quando un nome perso
nale compreso jn una proposizione con relazione di
parit , di opposizione , di distribuzione , o di confronto,
con altro nome qualunque , bisogna far uso delle formole
me, noi, te, voi, s, invece di mi, ci, ec.
La ragione di questa differenza sta nella natura stessa
delle cose , la quale vuole , che la forza delle parole sia
conforme a quella de' pensieri , e le forme me , noi ec. ,
hanno pi energia delle altre mi , ci ec.
Per una conseguenza di questo principio, il nome per
sonale , che si pu di regola generale tacere , quando
il subbietto della proposizione, essendo bastevolmente in
dicato dalla voce stessa del verbo, come vivo, viviamo,
vivi, vivete invece di io vivo , noi viviamo , tu vivi ,
voi vivete , si deve esprimere quando il discorso pre
senta una delle circostanze surriferite. Perci non si di
rebbe : parlo e tacete , ma io parlo , e voi tacete , per
significare la differenza di ci che si attribuisce ai due
subbietti delle diverse proposizioni.
Credendo esso che io fossi te , m' ha con un bastone
tutto rotto, Boc. Se voi foste , comenie, sciagurati ec.
Sembra in questi escmpj , che i nomi me e te siano usati
in modo da lasciar credere che valgano quanto io e tu
di caso nominativo. Ma si avverta che il verbo essere ,
quando posto tra due nomi , e significa trasmutazione
d'uno nell'altro, prende la natura dei transitivi, e quindi
ha un accusativo come obbietto che compie la proposi
zione. Vedi la Proposta di alcune correzioni ed aggiunte
ec. del cav. Monti V. 3, P. I", pag. 57 e seg. Per quanto
94
riguarda il nome me posto dopo come o siccome , il vo
cabolario della Crusca a questa voce dichiara , ch' essa si
adopera a guisa di preposizione col quarto caso , come
me , cioe al par di me ec. Del resto , dopo come trovasi
pi volte il nominativo tanto de' nomi personali io e tu,
quanto del pronome egli ed ella , che sono le sole voci
su cui pu farsi questione , avendo l' accusativo diverso
del nominativo.
CAPO II.
DEL VERBO.
Nel verbo si considerano quattro cose, cio il Tempo,
il Modo , la Persona ed il Numero. Parleremo di queste
propriet in quattro distinti articoli. i
ARTICOLO I.
DEL TEMPO.
Abbiam detto essere il Verbo una parola che manifestai
l'idea dell'esistenza. Ora questa idea dell'esistenza in- I
separabile da quella. del tempo in alcuna delle sue tre
epoche principali , presente , passato e futuro. Io sono,
io J'ui , io sar ; queste forme insieme all'idea principale,
che quella dell'esistenza semplice, esprimono una cir
costanza particolare , che quella del tempo , a cui la
97
mia esistenza si riferisce. Io sono , la mia esistenza
presente, io fui , la mia esistenza e passata; io sar, la
mia esistenza futura.
fton ci ha che una maniera per considerare il tempo
piesente, essendo esso compreso nell'atto stesso della
paiola ; il che non avviene del passato e del futuro. Per
ciocch una persona o una cosa pu essere stata in tempo
pi o meno rimoto dall' attuale istante della parola , e
pu dover essere in tempo all' istante medesimo pi o
meno lontano.
Il tempo passato pu riguardarsi sotto cinque aspetti:
w era; io sono stato; io j'ui ; io fui stato; io era stato.
lo era; questa formola appartiene al passato , perch
l'esistenza, ch'essa esprime, anteriore all'atto della
paiola , e non pu essere determinata che dalle circo
stanze: un'ora ch'io era, un mese, un anno che
Carlo era. Essa pu anche notare il passato con rela
zione al presente, cio significare che una cosa era pre-
iente in un tempo passato : Io era a tavola quando voi
minaste, lia mia situazione di essere a tavola passata,
Ha la dimostro come presente nel tempo del vostro ar-
wo, che pure passato. Noi daremo a questa voce la
'^nominazione consacrata dall' uso , che quella di pos
ato imperfetto.
Iv sono stato, esprime un'esistenza intieramente finita,
na compresa in un periodo di tempo , in cui l' attuai
lomento della parola pure compreso : io sono stato
iggi ; in quest' anno sono stato. Mentre parlo, il tempo
i circoscritto ancora nel periodo della giornata e dell'
nno. Si chiama passato prossimo.
lo fui, questa formola diversa dalla precedente in
panto accenna un' esistenza anteriore al momento della
parola , e fuori del tempo , in cui si parla : io fui jeri ;
5
98
io fui or son due anni. Il giorno di jeri passato in
tieramente, i due anni sono compiuti ; dunque' il momento
in cui parlo non compreso nel periodo di tempo da
me indicato. Si dice passato rimoto. Differisce di poco
dal precedente , e spesso l' uno adoperato invece dell'
altro.. I pi attenti per li sanno distinguere nell' uso ,
secondo le circostanze.
lo fui stato. Questa formola indica un'epoca anteriore
ad un' altra egualmente passata , dalla quale escluso il
momento della parola. Poich in forse fu stata un poco,
disse. Petr. Si chiama trapassato rimoto perch ante
riore ad un passato rimoto. Il trapassato rimoto sempre
preceduto da alcuna di queste espressioni: quando, al
lorch , poich , dopoch , tostoch , appenach , come
ec., ovvero si frappone il che tra l' addiettivo e l' ausi
liario , come : Giunto che fu sul campo, schier le truppe.
10 era stato. Questa formola accenna un' epoca ante
riore ad un'altra che passata, riguardo all'attuale istante
della parola. io era stato infrmo da tre mesi , quando
voi siete venuto a trovarmi. Si chiama trapassato pros
simo , perch anteriore ad un passato prossimo.
- La differenza pi importante da notarsi tra questo tem
po e il trapassato rimoto , si : che quanto si esprime
col trapassato rimoto Subordinato a ci che si mani
festa coll' altro verbo di tempo passato rimoto, in cui si
scorge l'idea principale, che ha di mira chi parla ; lad
dove questa idea trovasi nel verbo di tempo trapassato
prossimo a preferenza dell'altro verbo che vi ha relazione.
Perci il trapassato rimoto serve alle proposizioni dipen
denti , e il trapassato prossimo, alle principali.
1l tempo futuro si riguarda sotto due aspetti : io sar;
io sar stato.
lo sar , significa un'esistenza posteriore all'atto della
99
parola. Questa formola e dunque l'espressione del futuro:
lo sar felice dimani ; noi saremo felici fra un anno ec.
Si dice futuro.
I0 sar stato , significa un' esistenza che avr luogo
u un' epoca posteriore al momento della parola , ma che
sar passata rispetto ad un' altra che abbia a venir dopo:
Poich sar stato a Roma, andr a Napoli. Si chiama
passato futuro ; a questa forinola si prepongono di solito
Je espressioni accennate pel trapassato rimoto , quando ,
poich ec.
1l tempo adunque significato ne' suoi varj punti per
mezzo delle formole da noi osservate, ciascuna delle quali
ba un valore suo proprio. Ma nell'uso che se^ie fa, esse
van soggette ad alcune alterazioni , e mentre l'espressione
indicherebbe per s stessa un tal punto di tempo , serve
ad indicarne un altro in forza di alcune particolari cir
costanze.
Dimani sono da voi , non dubitatene. Sono , che
fatto per indicare il tempo presente , trovasi qui unito
coli' avverbio di tempo dimani, che proprio del futuro.
Questo modo di dire fa conoscere in chi parla tutta la
sicurezza i quel che promette;, perci ne discorre come
Ji cosa presente , sebbene in realt sia lontana.
Dove credi che si trovi Cesare ? credo che ora sar
in Francia. L'avverbio ora proprio del presente, e
\ar esprime il futuro. Ma il verbo credo , che regge la
susseguente proposizione , non esclude in chi parla il dub
bio , e la voce sar equivale a sia , la quale , come ve
dremo , del modo congiuntivo. Questo modo poi esprit
ine sempre un'esistenza dipendente da qualche circostanza,
e perci , come avverte saggiamente l' Autor del Nuovo
metodo , Tom. 2 , pag. 598 , in tutli i suoi tempi par-
tevipa del futuro. Col verbo sapere, , che esclude ogni
405624
100
dubbio , non si potrebbe dire : So che ora sar (^ma^bensi
so che ora in Francia. "
Alla stessa maniera s' intenda V espressione : Credo che
ormai m'avrete inteso, nella quale il passato futuro cor
risponde al passato del congiuntivo, cio: credo che or
mai m' abbiate inteso.
Finalmente colla congiunzione condizionale se, la quale
esclude ogni idea positiva di tempo , noi troviamo anche
maggiori variazioni: Se tra un anno sono felice ; se in
questo punto era in casa ec.
ARTICOLO II.
DEI MODI.
r
104
ARTICOLO III.
DELLA PERSONA DEL NUMERO.
f
110
go , e par che voglia significare ci che avviene di un
verbo , il quale nel conjugarlo , che si fa , si sommene
per cos dire al giogo che gli proprio.
I quattro tipi dei verbi saranno amare , temere , cr
dere , nutrire , che noi distenderemo col metodo gi in
dicato , sottoponendo a ciascuno non solo le osservazioni
di che potr abbisognare, ma ben anche i verbi, che in
qualche parte si allontanano dal modello , e che diconsi
perci irregolari o anomali.
Ind.
rim.pass.
amam o amarono
' Vili. amasti avaste
amai am
' imp.
Cong. amas imo amas ero
' VII. amassi avassi avas e amaste
imp.
Ind.
am.amo am.ano
avavate
VI. am.a am.i amava
I.
CONJUGAZIONE amereb ero
Condii.
pres. amerem o
ameresti amereb e amereste
amerei
V.
AMARE
Cong.
pres.
amiamo amiate
amino
in. ami ami ami
'
Imperai. amiamo
/ avate amino
II. ama ami
figlio
11ama Noi
amiamo fI
igli
avano
Ind.
pres. Voi
avate
' I. amo ami
Io Tu
,
112
OSSERVAZIONI.
I.
II.
III.
IV.
VI.
Vili.
sdessimo
tes i,mo dessero,
stes ero
dessi,
stessi dessi,
stessi desse,
stesse deste,
steste
ANMALI
IVERBI
O
R EGOLARI. imp.
Cong.
VII.
Stare
Dare-
andare.
dia,
stia,
vada vada
stia, dia,
vada
stia, vadano
Cong.
pres. dii
dia,
stii
o diamo
stiamo, diate,
stiate diano
stiano,
III.
vada
dia,
stia, va dano
stiano,
diano,
d,
sta,
va
Imperativo. diamo,
stiamo
date,
state
II.
Do,
vado
sto,
voo Danno,
stanno,
nno
va
Dai
stai,
vai, D,
stava,
>
Ina.pres. stiamo
Diamo,
Date
stati,:
I.
1
118
OSSERVAZIONI.
Imp
Con
g. temes imo temes ero
VII. temessi temessi temes e temeste
Ind.
Imp. temevamo temevate temevano
VI. temeva temevi temeva
jU
AZIONE
CONJUG Cond.
pres. temerem o temereb ero
temeresti temereb e temereste
temerei
V.
TEMERE.
temeremo temeran o
Ind.fut. temerai temerete
temer temer
IV.
Cong.pres
temiamo temiate
III. temano
tema tema tema
Imper. temiamo
II. temete tm.no
temi tema
L.uomo
teme temiamo
Noi t-
uomini
Gli mono
Voi
temete
Ind.
pres.
temo temi
Io Tu
I.
121
OSSERVAZIONI.
(\)
Giacere
Cadere
Dovere
Celere-
Dolere ^i)
Ci
cAe
tir.
diremo
giacere
piacere
averbo
potr<\
si
verbi
a.
tpaecleicraer.e
PRPotere
Sapere
eirmssaun-dere Cong.
imp.
VII. aves imo aves ero
avessi aves i moes e aveste
ANMALI
IVERBI
0
R EGOLARI. Solere
Tenere
Vedere
Volere.
Valere
Conimp.
d.presl nd. avevamo
avevate avevano
1
V.
VI. aveva avevi aveva
moremo avrebbero
avresti avrebbe avreste
AVERE. avrei
f
Ind.
ut.
avremo avrete avran o
IV. avr avrai avr
abbio
abbia
Cong.
pres.
III. abbiamo abbiate abbiano
abbia abbia
abbiamo
II. Imp. . abbiate abbiano
abbia
. abbi
Parer Ind.
pres. Abbmmo
Avere
I. Avete Hanno
Ho Hai Ha
123
OSSERVAZIONI.
PERSUADERE
POTERE
VEDERE.
Cong.
imp. credes imo credes ero
credessi credessi credesse credeste
VII.
imp.
Ind. credevamo credevate credevano
VI. credeva credevi credeva
CIII.
ONJUGAZIONE
Cond.
pres. crederemo credereb erp
crederesti credereb e credereste
CREDERE V. creder,
crederemo crederan o
fut.
Ind. crederete
creder crederai creder
IV.
Cong.
pres. crediamo
crediate crdano
nI. creda creda creda
crediamo
Imperai. ' credete crdano
Il. credi creda
crede
La
gente credono
genti
Le
Indicai,
pres. crediamo
Noi
credete
Voi
credi
Tu
I. credo
Io
Si raccolgano le osservazioni fatte sopra i verbi prece
denti, e si vedr che non rimane pi nulla a dire n su
questo tipo , ne sull' altro , che si dar per la quarta con
iugazione.
ADDURRE da ADDUCERE.
BERE e BEVERE.
CORRE e COGLIERE.
DIRE da DICERE.
Ind.
imp. eravamo;
eravate
VI. erano
era
Cond.pres. ar eb ero
ar emo
ES ERE. ar esti arrebbe ar este
V.
Ind.
fui. ar emo ar an o
arrai arrete
IV. arr arr
Cong.
pres. sia
sii
o,
III. siamo
siate siano
ma sia
ssu,
o ia
Imper.
II. siamo siate siano
sia
Ind.
pres.
II.
Le voci registrate sotto il modo imperativo sono le
stesse che si veggono nel congiuntivo presente , perch
il verbo essere non pu esprimere un vero comando da
eseguirsi immediatamente dopo l'atto della parola. Siano
coll' accento tonico sull' i , pu anche dirsi sino.
FARE da FACERE.
1. Fo , fai, fa ; facciamo, fate, fanno. 2. Fa tuffac
ela ; facciamo. 3. Faccia ;facciate ec. 4. Far. 8. Feci.
PORRE da PONERE.
SGERRE e SCEGLIERE.
TRARRE da TRAERE.
f
158
VERBI FINITI in ERE e in IRE.
"
139
AVVERTENZA.
NORME
per conoscere la prima voce dei verbi irregolari
in ere breve nel passato rimoto.
VERBI
imp.
Cong. nutris imo nutris ero
VII. nutrissi nutrissi nutrisse nutriste
imp.
Ind, nutrivamo nutrivate nutrivano
nutriva nutrivi nutriva
VI.
CIV.
ONJUGAZIONE Cond.
pres. nutrirem o nutrireb ero
nutriresti nutrireb e nutrireste
nutrirei
V.
NUTRIRE.
fut.
Ind. nutriremo nutriran o
nutrirai nutrirete
nutrir nutrir
IV.
Cong.
pres. nutra
o, nutrisca o, nutrisca nutriamo nutriate nuotra,no nutriscano
nutra
nutra,
o nutrisca
III.
nutra
o, nutrisca
nuo
tran,o nutriscano
Imperai. nutr
o, nutrisci
nutriamo
il. nutrite
Io
nutro
nu,
o cibo
Il
nutre,
o
Indie.
it.
pres. Tu
nutr,
onu nutrono, nutoriscono
cI
ibi
nutriamo
Noi
nutrite
Voi
nutrisce
I. trisco trisci
145
' OSSERVAZIONI.
\
144
e quindi per le voci del modo congiuntivo o ricorreremo
ad altro verbo , o esprimeremo il pensiero con pi pa
role. Nel secondo , siccome ogni oscurit del discorso va
fuggita , cos ove ne sia pericolo , useremo altro verbo ,
come osare per ardire , e quindi osiamo , osiate ; spa
ventare per atterrire , e perci spaventiamo , spaventiate,
colle quali voci ogni oscurila tolta.
I verbi della terza specie non presentano alcuna diffi
colt , poich si conjugano come nutrire in tutte le pri
me voci che ha il tipo. Ora , poich il numero dei verbi
o di doppia desinenza o di desinenza comune, di gran
lunga minore degli altri terminati in isco, abbiam divi
sato di registrare i primi , notando la doppia termina
zione per quelli che ne sono capaci. Per tal modo si verr
a conoscere che un veibo della quarta conjugazione non
compreso nella seguente lista , e non registrato fra gli a-
nmali , si dee terminare in isco , e conjugare come nu
trire, ove fu notato con questa uscita.
u . (abhorrisco { assorbisco
Abborrire i' Assorbire
< abborro 'assorbo (1)
Acconsentire acconsento avvertisco
Avvertire
Aprire apro avverto
Assentire assento Sbollisco
Bollire
bollo (2)
(i) Abbiam notato a pag. i38 che alcuni verbi hanno nelP'
indefinito la doppia uscita in ere e in ire ; il verbo assor
bire di questa specie , e perci la desinenza assorbo si pu
considerare come derivata da assrbere. Questa osservazione
si dee applicare ai verbi convertire, divertire, pervertire,
i quali pure furon notati al detto luogo.
(2) Alcune terminazioni di questo verbo si potrebbero con
fondere con quelle del verbo bollare. A toglierne l' inoppor
tuna somiglianza si pensato di mutare in alcune voci del verbo
145
! rapisco Dormire1 dormo
Capire
capo (!) t forbisco
carpisco. i!?. Forbire
Carpire
l furbo
carpo (2j . Fuggire fuggo
Compartire Scompartisco Inghiottire inghiottisco .
comparto (3) r. . i ' l I illglliot tO ,i
conseguiseo investisco
Conseguire Investire
conseguo investo (4)
Consentire consento ) lambisco
Lambire
couvertisco flambo (5)
Convertire
converto (languisco
Languire
Coprire copro D (langno (C)
cucfsco t mentisco
Cucire cucio- ; : 'i :?. Mentire
(mento . f
Dipartire diparto ... i muggisco
Muggire
Discoprire discopro ' muggo (7)
Idivcrlisco t nutrisco
Divertire Nutrire
diverto . (nutro
- . ar ..(.ar'. '- '. t Iar ! ' '
bollire la due II in g, dicendo bngliamo per bolliamo.
(l) Ho accennato questa sola voce , clic usar si pu invece
i capisco, la quale per altro pi della poesia , che della
irosa. :- . ; :i . < .. . ,. ii , .'f ,
(i) La seconda desinenza propria della poesia ,. seguen
ti dal prosatore pi elegantemente la prima.
(3) A questa uscita applicar si dee l'osservazione fatta or
i al numero a. .-.o . :'
(4) Sebbene il verbo semplice vestire .abbia la sola desi-
enza vesto , i suoi composti investire e travestire , son atti
prendere l' una e l'altra. iu . ,;:e :.. ,\,: i f,
(5) Lamia pi proprio del verso , che della prosa. ,,.
(6) Anche languo da . lasciarsi quasi esclusivamente ai
oeti. ..: ... '.
(7) Non si hanno esempi autorevoli di muggo , mugg ,
nigga , bens di mugge e muggono , perci si indicata la
oce della terza persona. Lo stesso intendasi del verbo mg-
ire. :,'..:
no
Offerire - offerisco Jrugg.sco.;
offro Ruggire
Offrile, puggo
Spartisco Scoprire scoPr!,-,iqi.:
Partire partor) il Seguire'l' \arseguo
Pentirsi Isieguo (2)
pervertisco Sfuggire' .sfuggo
Pervertire
(perverto Servire servo
Presentire ipresento Sofferire sofferisco
Iproseguisco . Soffrire soffro -va
Proseguire ^.proseguo
Rifuggire rifuggo v - Sortire ,' , ] J sortisco
sorto (5)
! rinverdisco Isowertisco
Rinverclire rinverdo. Sovvertire
\ sovverto
ripartisco Svestire . svesto
Ripartir riparto travestisco
risento - l ' Travestire
Risentire Tri . : travesto >-.
Vestire^ i-j vesto
Cong.
imp vgisse,isse iste
giste,
,..
..
VII. gissimo -gissero, isser
gissi rgissi
ivano.avf
,v,a Ind.
imp. giva,
iva ivi;
gip, iva
-gira,
givamo,ivamo
"
givate,ivate givano
\
VI.
iresti
girest,
Condpres. Lei
girci, ire-
gireste,
iremmo
4 gircbbero, ireb ero
girebbc, irebbe gircinmo
IRE
E.
GIRE V.
ste .
girj,
irai girete,
irete
fut.
Ind. ir
gir, ir
gira,
giremo, iremo girannp, iranno
IV.
Cong.
pres.
In.av:
giamo giate
;
ite
l. Imp. giaiiK
gite,
Ind.
pres. Gite,
ite
'
1. Giamo
149
":.>. .xluli'-.ul \;fy V MORIREr. ...-i. . .w.-i ..i .
l'y^ffioro "omuojo ', muori , muore; moriamo, morite^
muorono o mupjono. 2.- e 3. Muora o muoja; moriate,
muorano o muojano. 4. Morr b morir'.
Il dittongo o si considera in tutte le voci bisillabe
senza accento sull' ultima vocale , e nelle sdrucciole.
. av . ., SALIRE' : . .v. . . -wr ,\l
' ' ' . 'i .'"". '. . -r ' (/:. .: ;'! i'tiv/ o' ni'
CONCLUSIONE.
-. - I \ , ... ;'
Forse non inopportuno di osservaremo che i tempi .seni.
plici di un verbo regolare sono otto, ijcio quattro del
modo mdicativo, due del congiuntivo, uno di condizio
nale, ed uno- dell' imperativo ; che qusti tempi hanno
47 voci, molte delle quali essendo ripetute, il vero nuj
mero delle inflessioni, d cui e capace un verbo regolare
della prima conjugazione , di 35 voci, e di 36 un ver-
bo regolare delle altre tre, e. che per ultimo, avendo
ferbi delle quattro conjugazioni alcune voci comuni, ne
segue che le inflessioni in totale si riducono ad un nu
mero assai minore che a primo aspetto non parrebbe.
Dalla tavola che qui sottopongo appare ch'esse sono in
tutto 81 , non computandosi dodici desinenze esclusive
dei tre verbi dare , stare e fare. A lato di ciascuna de
sinenza collocato il numero indicante la conjugazione
o le conjugazioni , a cui essa appartiene. Sebbene nella
tavola si dichiari, che le terminazioni ivi registrate sian
quelle dei verbi regolari, non per ohe in gran parta
lon convengano anche agli irregolari , come potr tosto
federe chi ne voglia fare una prova.
Ma qual lp scop di questa tavola ? Quello di aju-
tare i fanciulli a trovar con facilit l' indefinito di un
?erbo, onde conoscerne il tipo, e quello anche di som
ministrare ai maestri un mezzo facile per esercitare gli
scolari a conoscere dalla desinenza di una voce, quale ne
iia la conjugazione, il tempo, il modo, il numero, la
Persona ec.
f
152
V - - * - M - ' -
G ?
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N.
4- 4- < 4- 4, 4- 4- 4- 4- 4- 4- 4- 4- 4- 4- 4- 4- 4- 4- 4-
3.
2.. 3.
2.. 3.
.2. 3.
.2.. 2.. 3.
3. 2.
1.. 3.
2.. 3.
1. 2.. 3.
"1.2.. 3.
1. 2..
1. 3.
1.2..
3.
a.. 3.
.a.. 3..
-a..
3.
2.
I.. I.. 3.
3.
2. 2. I.. 3.
I.. 3.
2. 2.I.. 3.
2.
I..
"ereb ero remmo
evmo vano evate cra-n o crebbe dmo ereste eresti erete
cstc Osti. erai erei
"
cte va evi era
' ero
N.
29.
\
"
.
avmo vano avate > "t -
aste asti ate .a .i
M.
17.
* M
151
N. 36.
Voci proprie dei verbi in ire 28.
comuni coi verbi in ere .. ; 2.
comuni coi. verbi in are? v va ire ' 6.
N. 36.
OSSERVAZIONI.
' ."
Tutte le inflessioni "nelle quali vdesi la"lettera r, ec
cetto arono , erono ," irono , possono trovarsi negli autori
senza la vocale precedente a quella consonante; il che
indicherebbe essere il verbo soggetto a contrazione.
I verbi in are hanno comuni coi verbi in ere le do
dici voci" che costituiscono 1' indicativo futuro e ti con
dizionale presente. Ci avviene perch mutano in e 1
caratteristica a. Perci i tre verbi dare , stare , e fare ,
che la conservano , sono esclusi da questa consonanza.
Le sei voci che i verbi in are hanno comuni cogli altri
55
vrbi, sono; l. la voce finita fn a, che poi verbi della
prima serve- alla terza persona singolare dell'indicativo
presente, ed alla seconda singolare dell'imperativo, mentre
per gli altri verbi serve per la terza persona singolare
dell'imperativo, e per le tre singolari del congiuntivo
presente; 2.0 la voce finita in ano di pronuncia breve;
che propria pei verbi in are della- terza persona plurale
dell'indicativo presente e pei verbi in ere e in ire, forma
la terza plurale dell'imperativo e del congiuntivo preseate;
3. la voce finita in i , che pei verbi in are serve alla
persona seconda singolare dell'indicativo presente , alla
terza singolare dell' indicativo , e alle tre singolari del
congiuntivo presente, mentre per gli altri vale sol
tanto per la seconda persona singolare dell' indicativo
presente e dell' imperativo ; 5. e 6. le voci in o , iamo
e late , comuni a tutti i verbi , colla prima delle quali
significano la persona prima singolare dell'indicativo pre*
sente , colla seconda la prima plurale dell' indicativo e
congiuntivo presente , e dell' imperativo , colla terza la
seconda plurale del congiuntivo presente.
I verbi in ere hanno comuni coi verbi in are tutte le
voci sopra indicate , sei delle quali sono comuni anche
coi verbi in ire. Inoltre hanno comuni con questi le due
voci finite in e e in orto , colle quali sono indicate le terze
persone del singolare e plurale dell'indicativo presente.
Tempo
iandvairetabilveo
Essere
v;
.-. siete,
siamo,
sono
del 'ausiliario semplice Emendo
; Preferite PPassatosnetnete sci,
rPersepross. Sono,
c;
ESSERE
TABELLA
IModo
ndefinito IModo
ndicativo
ainvar.
d iet .
verbo
del composto
Passato
DARE dato dato hai,
abbiamo
Ho,dato
ha;
Tempo
(1)
iandvarieatbilveo
del .ausiliario
Ausiliario
AVERE Hanno
avete,
semplice Avendo Presente
Avere
Trapassato
rimoto di
v(i)
tsi
far
aNon
icheavlacirsoeincotasbucirevloe onde
anche
rs
unisce
V
dnoluto adi
aW
forma
passiva
ed
dcai
risulta
del
Uvalore
ni'eneustprsoie,vsoione,
Trapass, andata andati
pross.andato andate andata andate
andato andati Passato
Juturo andata
andato andate
andati andata andate
andato andati andata
andato andate
andati
Trapassato andata
andato andati
andate
Passatoi";.'..
Passato
eravate,
eerano
ravamo, siamo,
siate,
siano,
sieno
o
arrete,
arraenmo, abmoreste,
rarreste,
avremo,
earremo,
b bero
fumo,
furono
foste, fossimo,
foste,
fossero
eri,
era;, Passato
rimoto arr,
arr;
arrai, avrei,
avrebbe;
avresti,
arrei,
arrebbe;
arresti,,
Imperfet o fosti,
fui,
fu; sii
sia,
sia;
odato fossi,
fosse,
l'ossi,
Passato
Presente Imperfetto
Futuro
Presente
Passalo
CModo
ongvo.unti
CONDIZIONAXE
Trapass,
rimoto
Passato
Trapass,
Impross.
perfet o futuro
Passato
Futuro
'Imperfetto
Trapas ato
dato dato 'dato
avevate,
avevanmo, avrete,
maovraenmo , o abbiate,
abbia,
abbi
abbia; abbiamo,
abbiano aveste,
aves mero , altro
in
par'eremo
luogo.
ebbero
moeste,
avemo,
avevi,
aveva,
,. avessi,
moessi,
ave,.s e;
ebbi,
ebbe;
avesti, avrai;,
avr,
avr
Presente
pentir
pcntirommi
ini;
o ci
pentiremo,
irenici
'.peni vi
pentirete
pentirelevi
o
pentirau-
psi
entiran o,-
Ifutura
ndicativo si-
pentir
pentirassi
e l'ansi
penti
nosi
o
pentirai
tiy>1
...-va pentiremoci
o.,
CSI.
di
hanno
ch.
v"bi
pei
ponaj"utgiaczei.olna.
la
IV.
.*u"
(
pentanii
penta
mio
ti
pentati
penta
.o si
pentasi
penta
o vi
pentiate!
penr
Conpres.
giuntivo si
peritano
pen
o
pentiamo-
ci i
si
pentasi
penta
o pentiamoci
poen- pentansi
sio
pen-
Imperativo.
tiamci
II. pentiti
\ pentitevi tano
^^F*
Inpresente
dicativo ppento
mientomi
o si
pentesi
pente
o ..e."r. . vi
pentite
...
si
pentono
pen-
o
pentiamo
ci ",.
I,
"' tonsi
ti
penti
Indicai,
rimoto
pass, vi
pentiste
pentistevi
o pentirono
si
pcntironsi
o
pentisti
ti
peutistiti
o ci
pentimo
pentim-
o
noci
si
pentissi
penti
o
di
Cche
verbi
hanno
pei
ola
pSI.
najrut.izcieolnca VIlI.
pentii
mi
SEGUITO
BEL
MODELLO imperj'.
Congiuntivo pentism
miopentissimo ti
pentissi t si
opcn- Ismli pentisse
pentis-
o penti-
vi
pentiste
o si open- tis ersi.
pentissero
sesi itevi.
pentissimo
ci
VII.
Indpresente
icativo pentiva
po
mienti ci
pentivamo
open
ti
pentivi
penti-
o si
pentiva
penti-
o pentivate
vipoenti valevi si
pentivano
open-
ti
mi
va tivamo! tivatisi
viti vasi
VI.
Condipres.
zionale pentiremoci vi pentireb ersi
pentirebbe
si open- lireb esi pentiremo
cio pentireste open- si
tireslevi pentoireb ero
pentirei
rat pentiresti
ti
V.
.' -Ihn teiupt ol- voce* compost*-, la prirlccfra si non ista
Coli' addiettivo pentito , ma coll' ausiliario essere , e di
fesi : mi sona a sonmi ed anche {sommi peritito ; ti sei
fi pentito ; ci siamo o siamci , vi siete i> sietevi ,
Sono o sonsi pentiti. Mi sia p siami ; ti sin o siati
si sia o siasi pentito ; ci siamo o 'smci ,. vi siate o sia
(evi , si siano o siansi pentiti. \Mi era o erami , ti ei
o eriti , si era o erasi pentito ; ci eravamo' o eravamci
vi eravate o eravatevi , si erano b ransi pentiti.
fossi ofossimi , ti fossi a /ossiti, sijsse o /ossesi pentit
ci fossimo , vi /oste o fostevi , si /ossero o/osserjsi pentiti
Mi sar o sarommi, ti sarai, si sar o sarass pentito
ci saremo o saremoci , vi sarete saretevi , si saranno
tarmmosi o saransi pentiti. Mi sarei , ti saresti o sa
testiti, si sarebbe o sarebbesi perkito ; ci saremmo o sa
reminoci , vi sareste o sarestevi , si sarebbero o sarebbero
'pentiti. Mi fui , ti fosti o fosfiti , si fu ; ci.fummo
Jummoci , vi foste a Jbstevi , sifurono ofurohsi pentiti.
Ma intorno alla variet che scorgasi in questo modello
ove alcune voci si sono registrate colla particella afiiss
i verbo , io dichiaro non essere mio avviso d' insegnar
che alcune di queste non possono cos adoperarsi come 1
altre. Nello stendere il presente tipo non ho consultati
fche l'orecchio, onde conoscere quali voci non riuscissen
troppo aspre, scrivendole riunite alla particella, e coni
fesso anzi che alcune da me distese a questo modo , ma
glio si userebbero distaccate , poich parmi ancora che 1"
loro pronuncia proceda stentatella anzi che no.
.-'
161
nell'accusativo; e ricordo pure che nella lingua italiana il
nome si presenta sotto T eguale aspetto tanto nell'accusa
tivo che nel nominativo. Il Principefa le leggi j e lefor
mano i costumi. Il nome lggi che non varia punto in
quanto all'apparenza, nel primo posto al caso accusa
tivo, nel secondo, al nominativo.
Ora il poter: dare ad un verbo la significazione pas
siva dipende dal poter collocare al nominativo il nome
che all' accusativo , e quindi da obbietto che era della
proposizione , farlo diventar subbietto della medesima. E
siccome l'unione dei due casi in una proposizione non
pu succedere che coi verbi transitivi , cosi i soli verbi
transitivi saranno capaci della significazione passiva in tutta
la forza del termine. ... . .
Se nella proposizione il Principe fa le leggi, io scelgo
il nome leggi, che . accusativo, e lo colloco nel nomi
nativo, certo che anche il verbo deve subire un cam
biamento , almeno nel numero, perch il nome leggi e
plurale. Innoltre da questa diversa posizione di nomi non
deve mai risultare uno scmbio nel pensiero; dunque non
andrebbe bene ch' io dicessi:' le -leggi Janna- il Principe,
che sarebbe l'opposto di quanto si asserisce nella proposi
zione il Principefa le leggi- Ma sidirb:.ie lggi sonjtti
o vengon fatte , o si Janna dal Principe , s' intender li
stessa cdsa, sebbene detta in diverso modo. I1 che ap
punto ci che costituisce la passiva significazione del verbo.
Si vede adunque che questa significazione si pu avere
in tre modi, cio per mezzo del verbo essere e dell' ad-
dicttivo verbale di' forma passiva le leggi sano Jalte ; o
collo stesso addiettivo e il verbo venire : le leggi ven
gon J'atte ; o finalmente colla particella si unita alla voce
naturale del verbo: le leggi si fanno. Tutte e tre qucsle
maniere voglion essere osservate ; ma .intanto si noti ci*
165
da quanto s detto intorno ai verbi -intransitivi , si co-
cosce che un verbo di significazione passiva sempre in
transitivo. Perciocch in questa significazione il verbo ha,
pu avere 4'anslliario essere , e tutti i verhi cosi l'or
mati abbianv detto che sono intransitivi; di pi il verbo
di significazione passiva non pu assolutamente avere, oltre
il nominativo . nn altro nome di caso accusativo , ed an
che per questa ragiona si dir intransitivo. Che s vo
gliasi riguardare questa denominazione nella forza del Suo
significato , essere cio intransitivo quel verbo , che ma-ar
uifesta un' idea esclusivamente propria del siibbietto , e
che non ha alcuna relazione diretta con altro nome, io
Ben so se altro verbo pi che il passivo meriti d' esser
detto intransitivo','.'' "e '' ' ''"
^ ;.. , i '. .1 (: MI . ,.\ ,.ar.. :'. , i .' ' ..:..' . '
j v. - :'; . OSSERVAZIONI
:va ,-... .e , ... . , .ar..
Sui varj modi di dare ad un verbo la significazione
passiva. i
Si-
; i . ih r
Se
166
da darne le voci composte dei verbo , anzich la passiva
significazione del medesimo. . wliav ri :.'-> i. i
La prima regola da darsi ai fanciulli perch imparino
a distinguere con sicurezza la forata passiva che hanno
naturalmente la pi parte de' verbi intransitivi dalla pas
siva significazione in cui i verbi transitivi si possono ado
perare, sta ucll' insegnar loro la maniera di conoscer.'
quando il verbo sia transitivo, quando no. Colla regola
data a pag. 28 si chiegga , per esempio, che verbi siau
nascere .e offendere cos adoperati : Tu sei uato da pa
renti onesti. Tu sei offeso dal fratello ec. Ma un verbo
conosciuto per transitivo forma le voci composte colTau-
siliario avere , e nh" esempio : tu sei -offeso', ewi l' es
sere. Dunque il verbo offendere adoperato nella signi
ficazione passiva , e il verbo nascere non ne ha che la
forma. '. 'iv .' .;'; .)
Una seconda regola pu essere quella di sostituire il
passato rimoto , che formato , con una sola voce al pas
sato prossimo , che composto di due , e quindi osser
vare se l'idea si mantiene essenzialmente la stessa, op
pure se viene mutata. Eccone l'esempio: Noi siamo ve
nuti , noi siamo battuti. Se io dico invece della prima :
noi venimmo , conosco che l' idea ancor quella , e he
non ho fatto che sostituire il passato rimoto al passato
prossimo: ma se dico noi battemmo, chiunque s'accorge
dirsi l' opposto di quanto "si esprime nella proposizioni
noi siamo battuti. Dunque il verbo essere forma un tem
po passato di voce composta coll' addietlivo venuti , e
unito all' addietlivo battuti, d la passiva significazione
al verbo battere.
Due cose si debbono per ultimo osservare. Il verbo
essere come ausiliario agli altri verbi per formarne le
voci composte , non somministra loro che le voci sue
f67
semplici , e non mai l' addiettivo stato , giacch non si
trover mai sono stato venuto , siamo stati andati ec. ,
ma soltanto sono venuto, siamo andati ec. , e come au
siliario alla significazione passiva , somministra anche le
voci sue composte. Perci dicesi sono stato amato; siamo
stati battuti ec. La seconda cosa , che il verbo i si
gnificazione passiva prende il tempo da quello in cui si
trova il verbo essere ; laddove , se passiva la sola forma,
il verbo sempre di tempo passato, giusta la regola che
te ne data a pag. 158. Tu eri lodato, voi eravate
amati , essendo espressioni passive, saranno di tempo im-ar
perfetto, come sono le voci eri, eravate: tu eri corso,
voi eravate partiti , poich sono verbi passivi di sola
forma , sono di tempo trapassato prossimo. 1 *
Sn- i
\ ..;.,..vei. ...'. . ,. .. , ,'.-.. .-.- .... .
Del verbo Venire unito all' addiettivo verbale
di jbrma passiva.
s-
168
Or il 'verbo diventare di sua natura intransitivo, e
quindi consentendo la lingua che si unisca il verbo ve
nire equivalente a diventare coll' addiettivo . derivato da
un verbo transitivo , questa unione d sicuramente uu
Verbo di passiva significazione. ..jr. '.
Ma- il Verbo venire , a differenza del verbo essere, non
pu adoperarsi che nelle sue voci semplici, cio possiam
dire : io vengo , venni , verrei ec. amato , ma non io
son venuto , io sarei venuto amato. 1l tempo del verbo
passivo quello del verbo venire. ;...,-.
. Ma ci che pi importa sapere sull' uso del verbo ve
nire, accompagnato dall' addiettivo . verbale di forma pas
siva , che da questa unione possiamo avere un'espres
sione piena di eleganza, come ne' seguenti esempi ; Ella
credeva leggiermente poterle venir fatto d'aver Beltramo
per marito. Bore. Le venne sentita una novella. Id. Gli
venne nella finestra veduta questa guastada d'acqua. Id.
si
ami
sia
Dio
amatoovenga
amati,
sianoovengano
amati
veniamo
siamoo
Modo
Indefinito amato
tusuovenga amati
veniate
siateo
(1).
Imperativo amino
si
II.
Egli
si
viene
amato
oama Eglino
amatisonoovengono
siamo
Noi
amatio
veniamo
Indpresente
icativo siete
Voi
amati
venite
o
Ioamato
sonoovengo
Tu
sei
vieni
amato
o
sioamano
I.
veneiorva amo
amati
veniva
amatooera, venroiavate amati
amati venierano
ova,no
Iinmdpiceartfievto o.
amato
eravoeniva venivi si
amo.ano
eri
amatoo
VI. siamava
v"bi
dei
di
passivi.
conjagazioni
amati
vosear em o si
aiiiuli,
meroeb ero
SEGUE
MODELLO
IL verrebbe
sarebbe
amato,
o amati
vseoar este vsear oea-bbero
Conpresente.
dizionale vsaresti
eamato
roesti
amatoovsear ei
si
ameoreb e
.V.
.*-in-?- _
si
Sar
verr
amato,
o amati
Saranno
voer an o
amati
Saremovoer emo
Indicativo
futuro amati
Sarete
veor ete
amatoo verrai
verr
Sar Sarai
amatoo
si
amoeran o
IV.
amer
Indipass.
pross.
cativo
si
stato
amatoo, amali,
stati
sono:
o
amato
stato
sono siamo
amati
stati
siete
amati
stati amati
sono
sei
amato
stato
IX.
amato
di
v"bi
d.i
conjugazion.
passivi.
Irimoto
npassato
dicativo fummo
amati
venimmoo
SEGUE
MODELLO
IL amati
furonovoen,ero
amatoo fu
venisti
fosti amato
oven,e foste
amati
veniste
o
venni
fui
amatoo si
aomarono
Vili.
si
am
Fossimo
vamati
enios imo Fossero
venios ero
amati,
Cimperfetto
ongiuntivo Fosse
venisse
amatoo,
amatoo Fossi
Fossi
venissi venissi
amato
o Foste
amatio
veniste
VII. siamasero
siamase
Cpassato
ongiuntivo sia
sii
amato,
stato
o si
amali
statio
siano
amati
stati
siamo
siate
amati
stati
amato
statosia sii
amato
slato amati
siano
XIII.
amalo
di
v"bi
dei
conjugazion.
passivi. sar
amato,
stato
o amati
statisaremo saran o si
amati,
stati amatisoaran o
futuro
Ind.
pass. amato sarai
sar
stato amato
stalo amati
stati
sarete
sar
si
amato
MODELLO
IL
SEGUE
XII.
amatoerao,
stato amati
statieravamo amati
eravate stati
slati amati,
o
erano
Indie.
trapass.
pr.
si
amatierano
stato
amatoera eri
amato
stato si
amatoera
IX..
Fummo
amali
stati amati
furono
sio
Indie.
rimoto
pass. amato Fu
*Fosti
stato amatoo,
stato Furono
amati,
stati
amali
stati
Foste
Fui
amato
stato
fu
si
amato
X.
-,
venendo
amandosi
Essendo
amatoo, eEssendo
sstato
am,to
amato
eondo,si
Averbali
d iet ivi
di
verbi
dei
cpassivi.
onju.azione
i
SEGUE
IL
MODEL O -
si
arrebbe
am,to
o stati
amati
arremo r eb ero si
aslati
amati, aamati
r eob ero
Condipass.
zionale amato arrebbe
arresti
stato amato,
stato
stati
amati
ar este
arrei
stato
amato
XV.
Cotrapass.
ngiuntivo amati
stati
Fossimo amati
stati amati
Fossero fossero
sio
fosse
si
amato
o
amalo Fosssi
Fossi
stato amato Fosse
stato amato
stalo amati
stati
Foste
XIV.
178
CAPtF li.
DELL' ADDIETTIVO.
/
.180
Le forme per significare le relazioni di pi o di meno
sono questi stessi avverbj pi e meno , che si aggiungono
all' addiettivo , ed hanno forza di accrescerne o di dimi
nuirne il valore. Anche questa maniera di confronto pu
praticarsi per la stessa qualit in pi soggetti , o per qua
lit diverse nel soggetto medesimo.
Scipione era pi prudente di Annibale. V Italia
meno vasta della Francia. Qui il confronto della stessa
qualit in due diversi soggetti , e pu esprimersi in varj
modi : Scipione era pi prudente di Annibale ; ovvero
Scipione era prudente pi che Annibale ; ed anche Sci
pione era pi prudente di quello che fosse Annibale. Ma
la prima maniera la pi usitata , e si noti che la pre
posizione di qualifica il nome sottinteso comparazione ,
cio : Scipione era pi prudente ( a comparazione ) di
Annibale.
Se poi il paragone riguarda diverse qualit nel mede
simo soggetto , bisogna collocare la congiunzione che do
po le voci pi , meno , n si pu far diversamente : Tu
sei pi ricco che dotto ; voi siete pi onesti che fortu
nati. Ma invece di dire : L'Italia meno vasta che bella,
direi meglio : L'Italia pi bella che vasta. Mutando il
posto alle parole, sene conserva il pensiero, quantunque
ci sia l'avverbio pi invece dell' avverbio meno, che pur
hanno contrario significato. Questo che sempre neces
sario anche quando il confronto cade sopra due verbi o
due avverbj : Tu hai pi letto che scritto. I nostri
soldati hanno combattuto pi valorosamente che felice
mente ; ovvero con maggior valore che fortuna.
Abbiam detto, che dagli addiettivi concreti formansi i
nomi astratti. Da ci nasce che i nomi astratti possono
accompagnarsi colle voci pi, meno, le quali per deb-
bonsi considerare addiettivi , e non avverbj , e valgono
181
quanto maggiore e minore. Dunque gli addotti esempj
potrebbono ridursi a questa forma: Scipione aveva pi,
ovvero maggior prudenza di Annibale. V Italia ha
meno , ossia minor vastit della Francia. Tu hai pi,
od anche maggior ricchezza che dottrina. Voi avete
pi , oppure maggior onest che fortuna ec.
Il superlativo si divide in relativo ed in assoluto.
.Questo innalza la qualit alla somma sua perfezione , o
all' infima sua bassezza , la deprime senza aver riguardo
agli esseri simili ; quello indica una differenza in pi o in
meno, ma in sommo grado, tra gli oggetti paragonati.
Il superlativo assoluto si forma col dare all' addicttivo
la terminazfbne in issimo come alto altissimo ; nobile
nobilissimo ec. Onorate V altissimo poeta, Dante : oppure
in errimo , la qual desinenza propria degli addiettivi ,
che finiscono in bre , come celebre celeberrimo; salubre
saluberrimo; si aggiungan acerrimo da acre, e integer
rimo da integro. Gli addiettivi che hanno la vocale i
prima della finale , la conservano nel superlativo , se quel
i ha l'accento : pio piissimo. Se l' i non ha l' accento ,
libero il tralasciarlo : savio savissima o saviissimo. Io
porto opinione che si debba scrivere il superlativo con
un solo i, quando l'addiettivo, che nel singolare termina
in io , forma il plurale in i , come malvagio , malvagi ,
malvagissimo ; e con due quando il plurale si deve for
mare col j , o con due i, vario, varj o varii , varas
simo. Ma dichiaro che questa regola pu ammettere qual
che eccezione , che si conoscer dall' uso. Dagli esempj
celeberrimo , saluberrimo , appare che l' addiettivo termi
nato in e nel positivo, termina in o nel superlativo. Quindi
se colla prima desinenza valeva pel maschile e femminile,
colla seconda non vale che pel maschile , e finir in a
per l'altro genere, seguendo in ci la regola generale.
183
Questo superlativo si pu anche formare o col ripetere
una seconda volta l'addiettivo , come lento lento ; piccin
piccino, per lentissimo e picciolissimo. Ella sen va no
tando lenta lenta , Dante , ovvero coll' aggiungere all'ad-
diettivo un avverbio, come frutti molto dolci, o som
mamente dolci , invece di dolcissimi ; quadro estrema
mente bello, o bello sopra modo; madre oltre modo
dolente; torre alta oltre misura ec. arcibello, straricco, ec.
Troviamo anche presso i migliori nostri autori: in pri
gione molto oscurissima. Tanto gli parea dolcissimo.
. Troppo ottima cosa. Vino ottimissimo ec.
I1 superlativo relativo non altro che un comparativo
tra uno o pi soggetti, e tutti i rimanenti della medesi
ma specie , e si forma coll'aggiunger l'articolo alle espres
sioni proprie del comparativo semplice , come : Cicerone
era il pi eloquente degli , o tra gli oratori Romani.
Cicerone e Demostene sono i pi eloquenti oratori di
tutta l'antichit. Il pi implicato , il pi pericoloso
partito di tutti gli altri. ' Guicc. Quando l' articolo s'
premette al nome, non dee replicarsi innanzi agli awerbj
pi, meno. Non si dir dunque: Questa la cosa la pi
rara , ma bens : questa la cosa pi rara.
Ma la formola propria del superlativo relativo pu ta
lora equivalere al semplice comparativo, e ci sar 1."
quando il paragone non sia che tra due soggetti, come:
Il pi giovane di voi due : j7 pi ricco dei due fra
telli ec. 2. quando il confronto si faccia tra alcuni in
dividui di una classe o di una societ , e i rimanenti della
classe o societ stessa , come : / pi giovani dei senatori;
i pi onesti tra i mercanti ec.
- Mi rimane di far osservare che ci ha degli addiettivi,
i quali contengono nel loro significato gli awerbj pi,
meno, e che quindi essendo veri comparativi, rifiutano
di andar uniti aHe dette voci : Guerre pi lunghe , mag
giori , e pi pericolose che le passate. Guicc. Nel qual
esempio vedesi la voce pi unita agli addiettivi lunghe,
pericolose , ma non all' addiettivo maggiori. Altri poi
indicano di lor natura la qualit in grado sommo, e per
ci sono per s stessi veri superlativi. Tali addiettivi sono
di latina origine, e passarono a noi con poco travisamento.
uno primo
due secondo
tre terzo
quattro quarto
cinque quinto
sei sesto
sette settimo
otto ottavo
nove nono
dieci decimo
undici undecimo
dodici duodecimo o dodicesimo
tredici decimo terzo o tredicesimo
quattordici decimo quarto o quattordicesimo
quindici decimo quinto o quindicesimo
sedici decimo sesto o sedicesimo
diciassette decimo settimo o diciassettesimo
diciotto decimo ottavo o diciottesimo
diciannove decimo nono o diciannovesimo
193
Numero primitivo. Numero ordinale
venti ventesimo O vigesimo
veni' uno ec. ventesimo pr. o vigesimo primo
trenta trentesimo o trigesimo
quaranta quarantesimo o quadragesimo
cinquanta cinquantesimo
sessanta sessantesimo
settanta settantesimo
ottanta ottantesimo
novanta novantesimo
cento centesimo
duecento ducentesimo
trecento trecentesimo
quattrocento quattrocentesimo
cinquecento cinquecentesimo
seicento o secento secentesimo
settecento settecentesimo
ottocento ottocentesimo
novecento novecentesimo
mille millesimo
due mila ec.
i. 2. 3. 4- 5. 6 7. 8. 9. io.
io. 9. 8. n. 6. 5 4. 3. 2. 1.
Il che prova chiaramente che siffatti addiettivi sono
di mero e semplice rapporto
133 '
OSSERVAZIONI
X
205
nome singolare di terza persona , come : La fortuna col
suo riso, con la sua ruota, co' suoi tesori, con le sue
promesse inganna gli uomini. Ma quando la relazione
riguarda pi soggetti, vuol l'uso pi comune che si ado
peri la voce loro : Le fiere stesse amano i loro parti.
/ Romani riguardavan Cicerone come il loro libera
tore. Ho detto che questo l' Oso pi comune , perch
non mancano esempj in contrario. Avendo i capitani im
periali acquistato una vittoria s memorabile con po
chissimo sangue de' suoi. Guicc. l. 16, e. 1. Se bene
tutte le cose, che accadono in questo mondo inferiore,
procedono dalla provvidenza del sommo Iddio , e da
quella hanno giornalmente il moto Suo , pure questa
talvolta in qualcuna si scorge pi chiaramente. Id. e. 2.
Invece di suo bisogna dire di lui e di lei tutte le
Tolte che non riferendosi quell' addiettivo al subbietto
della proposizione , nascerebbe oscurit : Cesare ama sua
sorella e i figli di lei. Se si dicesse i suoi figli , non si
saprebbe se questi appartengono a Cesare , o alla sorella
del medesimo. Ma si potrebbe dire : Tu ami tua sorella
e i suoi figli, perch l' addiettivo suoi non potendo aver
relazione che con un nome di terza persona , non ci ha
difficolt a sapere di chi sieno codesti figli , se tuoi o di
tua sorella. Il re avendo udito l'oratore veneziano , che
gli giustificava le cose fatte dalla sua repubblica, disse
poi ai circostanti , le scuse sue non essere vere , ma
the voleva accettarle e riputarle per vere. Guic. l. 16,
C. 2i Le scuso si eran fatte dall' oratore veneziano , e il
subbietto del verbo disse il re. Ma. qui il contesto rende
chiaro il pensiero , e perci si e potuto dir scuse sue
invece di scuse di lui. Aggiungevasi che Cesare , non
ostante che avesse giurato al re d' Inghilterra di non
pigliar mai per donna altra, che la figliuola sua , aveva
205
maggiore inclinazione a congiungersi colla sorella del
re di Portogallo. Id. Anche qui ogni ambiguit toh
dal contesto, perocch Cesare subbietto della proposizione
non poteva prendere in moglie la figliuola sua propria.
210
Chi equivale ad un nome qualunque di persona dell'uno
e dell' altro numero , e ad un addiettivo congiuntivo. Chi
ride troppo uno sciocco ; cio la persona , che trojtpo
ride sciocca, ovvero le persone che troppo ridono, seno
sciocche. Serve anche ad enumerare ci che si vuol as
serire partitamente di molti , come : chi dorme , e ehi
mangia , e significherebbe quanto si disse dell' addiettivo
uno al plurale , cio gli uni dormono, gli altri mangiano,
ovvero : alcuni dormono , altri mangiano ee.
Chi dicea che fu Cimabue , chi Stefano , chi Bernardo,
chi Buffalmacco, e chi uno e chi un altro. Frane. Sacch.
Questo addiettivo non si pu usare quando debba ser
vire a due rapporti diversi , da- indicarsi con diversa pre
posizione. Si potr dire per esempio : Lodo ehi mi dict
la verit. Parlo di chi tu ben conosci. Ti racco
mando a chi pubfarti del bene. Sta lontano da chi li
d cattivi consigli ; ma non : parlo di chi tu facesti in
giuria , perch il rapporto della proposizione : facesti in
giuria , e li attribuzione , e va segnato coll' a.
Quale e chi servono alle interrogazioni al pari diete.
Chi significa la persona; che , la cosa; quale , la qualit
dell' una e dell' altra. Chi parla ? Che si dice ? Quali pa
role son queste ? Chi costui che il vostro monte cerchiai
Dante. Ed Anselmuccio mio. Disse : tu guardi s , pa
dre , che hai? Id.
Qual mio destin , qual forza o qual inganno
Mi riconduce disarmato al campo ? Pelr.
CAPO IV.
DEL PRONOME.
s
420
di cui siasi gi parlato; il che si fa per ischivare una ri
petizione , che l'orecchio non aggradirebbe.
Talora il pronome precede il nome , ma perch il let
tore non rimanga nella perplessit , fa d' uopo che il no
me ; a cui si riferisce , non tardi troppo a comparire , anzi
gli tenga dietro quasi come ombra a corpo.
Ha sempre dimostrato la esperienza , e lo dimostra
la ragione , che mai succedono bene le cose , che di-
pendono da molti. Guic. lib. 16, e. 2. La parola lo
unita al verbo dimostra un pronome , che si riferisce
a quanto si esprime nella proposizione dipendente , che
vien dopo , cio che mai succedono bene le cose ec. Un
altro esempio me lo somministra il Monti nella lettera , che
sta in fronte al Saggio de' molti e gravi errori trascorsi
in tutte le edizioni del Convito di Dante (1) , indiritta aT
Marchese Trivulcio : Se alcuna letteraria fatica per lun-
ghe e dure difficolt pot mai meritare d' essere rettorl-
camente comparata a quella di Ercole , purgatore delle
stalle di Augia , io penso , onorando signor Marchese ,
che tale debba dirsi la vostra nell'aver voi preso a mon-
dare dall' infinito e fetido stabbio , che lo imbrattava , il
Convito di Dante ec. Il pronome lo , unito al verbo
imbrattare si riferisce al nome Convito , che gli tien die
tro , ma cosi da vicino , che la relazione tosto cono
sciuta.
Di due cose debbo far avvertiti i leggitori. Primrera-
mente da sapere che il pronome , oltre l' ufficio suo pro
prio di rappresentare il nome , ha quello ancora di sup
plire ad un' intera sentenza gi enunciata , o che tosto si
'
iti
fumaria , /' aveva assediata. Macch. Non pareva loro
avere alcun obbligo , che gli avessero , di un male , di
che prima fossero stati cagione , liberati, l. Bel
tramo , il quale la conoscea , e veduta l' avea. Bocc.
La gentil donna dando fede alle sue parole, siccome
quella die in parte udite le aveva d' altrui , cominci
di lei aver compassione. Id. In tutto lo spazio della,
sua vita non ebbe pi che una figliuola , e pi felice
sarebbe stato , se quella avuta non avesse. Id.
SING.
PLUR. le
loro, loro.
da
Elleno. loro,
di loro
a.
F.m inil.
le
lei
a,
lei,
la di
lei,. lei
da.
DDEL
PRONOME
ECLINAZIONE Ella.
li,
gi
loro,
PLUR.
SENG.
loro
di. loro.
da
EGLI,
ELLA Eglino
. loro
a.
Maschil.
lui,
lo.
il, lui,
gli
a.
lui,.
di lui,
da.
Egli
.
t Gn.
QHALIF.
DI
KOAPP.. Dat.
ADI
O
TRAPP.R1B. Abl.
AO
DI
RLAPP.O.NT.
Noni.
SUB IE.T O
O
CC.
OO
B IE.T.O
224
OSSERVAZIONI.
Desinenze. Esempj.
Prosaiche Poetiche Prosaici Poetici Conjugazioni
'
236
La voce dei verbi della prima conjugazione , che fini
sce in i, come ami, voli ec. pu in poesia terminarsi
in e, specialmente se codesta voce deve essere nel modo
congiuntivo ame, vale cc.
238
debbiamo, deggiono deono o denno.
3. deggia ec. deggiate, deggiano.
Essere 4. fio. per sera e sar; Jano ojeno
per saranno. 3. fora per sarei e
sarebbe; forano per sarebbero. 7.
fusii per fossi ec. 8. fusti e faste
per fosti e foste; fue per fu; furo
o fumo per furono.
Fare 1. faccio , face. 6. /a , fano. 7.
fessi, fessi, fesse; ... jeste , fesseno
o fessono. 8. fei, festi, fe' o feo ;
femmo, feste, ferono, fero, jenna
o J'crno,
Ferire 3. fera ec. ferano.
Gire , Ire 6." giano e gieno. 8. giro o girno ,
iro. '
Lambire 1. lambo ec. lambono. 3. lamba ec.
lamlano.
Languire 1. languo ec. languono. 3. langua
ec. languano.
Morire 3. mora o moja. 6. moriano o /ko-
n'eno.
Kascokdere Addiett. nascose.
Parere 8. parsi ec. add. parso.
Perdere 8. />er ec. add. perso.
Perire 1. pero ec. perono. 3. pera ec. pe-
rano.
Pingere Addiett. pitto.
Piovere 8. piobbi piobbe; piobbero o piofc-
owo.
Porre 3. pogna, pogni o pogna, pogna (1).
11
y
CAPO V.
DELL' AVVERBIO.
314
, AVVERBJ DI LUOGO
AVVERBI DI AFFERMAZIONE
E DI NEGAZIONE.
AVVERBJ DI TEMPO.
AWERBJ DI QUANTIT'.
/
2C1
VERBI
che ti sogliono unire coll' indefinito per mezzo
della proposizione DI.
DELLA PREPOSIZIONE A.
Accingersi Correre
Acconciarsi Costringere
Accorrere Delegare
Accostumare Deputare
Addestrare Destinare
Addurre Eccitare
Adescare Educare
Affannarsi Equivalere
Affaticarsi Giovare
Aggiungere Giungere
Allettare Incitare
Alludere Indurre
Andare Insegnare
Animare Insorgere
Anteporre Invigilare
Apparecchiarsi Invitare
Applaudire Mandare
Arrischiarsi Obbligare
Arrivare Passare
Assuefarsi Progredire
m Astringere
Attendere
Proseguire
Ritornare
Bastare Riuscire
Cominciare Sollecitare
Condannare Spedire
Condurre Tirare
Confortare Tornare
Continuare Venire
270
DELLA PREPOSIZIONE DA.
.-
Avendo tra gli altri a fare con Borgognoni , uomini
pieni d' inganni. Bocc.
Se medesimo mira quasi dubbio tra il s e il no d'
acquistarla. Cr.
Un d ad andare fra l' isola si mise. Bocc.
Ed avendo una sera fra l' altre tutti lietamente cc-
nato , cominciarono di diverse cose a ragionare. l.
Costoro cominciaron fra loro ad aver consiglio, ed
a dire Id.
Fra s deliberando di doverla pigliare Id.
Scrivemi mio fratello chc senza alcun fallo io gli
abbia fra qui a otto d mandati mille fiorini d' oro.
Idem.
e Pianger sentii fra il sonno i miei figliuoli. Dante.
Ov' ella ebbe in costume
Gir fra le piagge e il fiume. Petr.
Mentre fra noi di vita alberga l' aura. Id.
In riso e in pianto fra paura e speme. Petr.
...... Temendo non fra via
. Mi stancbi , o indietro o da man manca giri. Id.
Io dicea fra il mio cor ; perch paventi ? Id.
Infra le altre opere , che piacciono a Dio , questa
le passa tutte. . Cr.
Potresti arditamente
Uscir del bosco e gire infra la gente. Petr.
Anzi quasi tutti infra il terzo giorno morivano. >
Bocc.
E seco pensando quali infra piccol termine dovean
divenire , sent di lei alcuna compassione. Id.
Tu sai bene come infra l' aspre spine sta nascosta
la bella rosa. Cr.
Molle altre voci , che soglion annoverarsi alla classe
delle preposizioni , o son formate di una delle gi descritte
e di un nome , o son pretti addiettivi , che s! riferiscono
ad un nome sottinteso. Dar qualche esempio per cia
scuna di tali voci , perch si conosca come debbonsi col
locare avanti alle altre parole, dovendosi talora frapporre
una vera preposizione.
Accanto al mare Contra all' altare
Accanto le verdi ripe Contro agli Aretini
Allato alla camera Contro di lui
Allato del letto Dappoi a pochi d
Anzi la mia morte Davanti ai colpi della morte
Anzi al cospetto de' lor fuggo
genitori Davanti la casa
Appetto a costui Davanti di lu
Appi del monte Dentro alle mura
Appo a s Dentro della porta
Appo il quale Dentro una nuvola di fiori
Appo di loro Dietro a lui
Appresso alla patria Dietro da costui
Appresso alla reina sedea Dietro mangiare
Appresso della bella fonte Dinanzi alla casa
Attorno al duro terreno Dinanzi la chiesa
Avanti l' ora del mangiare Dinanzi dei tre
Avanti di lui Dinanzi da noi
Allo incontro della torre Dopo la colonna
A fronte della mia camera Eccetto alquanti italiani
A fronte del muro circa di tre braccia
Andando presso agli amici Fino a sera
Aveva vassalli sotto di s Fino dagli anni pi teneri
Camminate avanti a noi Fuori dall' Italia
Circa a lui Fuori del castello
Circa a noi Fuor di tempo
Ciascun facendosi onore Giusta mia possa
giusta al potere In mezzo al fuoco
278
In mezzo il fuoco Oltre ogni misura
In mezzo di loro Presso alla strada
Infino a sera Presso del mattino
Innanzi al levar del sole Parti prima di me
Innanzi l'alba Questi parea che contra me
Intorno all' isola venisse
Intorno della terra Rasente terra
Intorno la fine del mese Salvo i vecchi e le donne
Inverso le mura Sono povero d' ogni bene ,
Inverso della citt salvo di quello che mi
L'ali spando verso di voi viene dalle mie fatiche
Lo far senza di te Sono senza riposo
Lontano dalle strade Sopra ad un albero
Lontano di qui Sopra il mare
Lungi dalla radice Sopra di lui
Lungo al fiume Sotto ad un solo re
Lungo la via Sotto le rovine
Lunghesso la riva Sediamo su questo prato
Mal grado di coloro Venendo all' incontro di noi
Mal suo grado Verso Roma ne and
Non mi lasciar dopo di te Vicino alla torricella
Non molto dopo a questo Vicino di qui
Non molto lungi al percuo Vide un fuoco su nell'aria
tere dell' onde Volagli intorno, e gli sta
Oltre ai monti sempre accosto
CAPO VII.
DELLA CONGIUNZIONE.
r
284
Tulte le voci che veramente si posson chiamare con
giunzioni non fanno nel discorso altro ufficio che quello
per noi accennato. Ma questo legame non sempre sen
sibile, potendosi per la ellissi sopprimere una delle due
proposizioni insicm riunite. Eccone alcuni csempj : Come
entraste qua entro? perch usciste di casa? Le due voci
come e perch sono congiunzioni , e servono ad unire le
proposizioni espresse: Entraste qua entro usciste di
casa , colle sottintese : Domando ima cosa , che la ma
niera onde voi entraste qua entro Domando una cosa,
che la ragione, per la quale voi usciste di casa.
Qui pure un' analisi ragionata delle cose vorrebbe con
durmi all' investigazione dei sensi reconditi delle congiun
zioni , onde mostrare come sempre sostengan tutte nel
discorso l'ufficio di collegare due proposizioni. Ma quella
stessa considerazione che mi mosse a toccar di volo la
materia delle preposizioni , mi trattiene ora dall' entrare
in discussioni filosofiche , e a sostener le quali non sono
per anco atti quei che appena vanno iniziandosi alla co
gnizione della lingua. Dir solo in generale, che tra le
congiunzioni dee osservarsi soprattutto quella che si ha
dalla voce che , la sola che propriamente congiunzione,
e che compresa in tutte le altre , come il verbo essere
e il solo verbo necessario, e sempre in qualsivoglia altro
verbo rinchiuso.
Alcune congiunzioni sono espresse con voci semplici ,
come : e, n, o, ma, per, anzi, anche, se, dunque, che,
onde , come , cos , pure , prima , poscia ec. ; altre con
voci composte , come : eppure , nemmeno , ovvero , pe
rocch, anzich, ancorach, sebbene, adunque, siccome
ec. , od anche con due voci distaccate , come : non che ,
anzi che no , non solo , per il che , il perch ec.
285
DELLE CONGIUNZIONI E , O, MA, N.
S
288
a succedere , fosse gi avvenuto all' istante stesso della
parola.
Finalmente se il verbo della proposizione principale
al condizionale presente , l'altro si pone all' imperfetto del
congiuntivo ; e se trovasi nel condizionale passato , si a-
dopera nel trapassato , egualmente del congiuntivo : Vor
rei se. potessi ; sarei venuto se avessi potuto. L' imper
fetto e il trapassato , colla congiunzione se , pu tramu
tarsi nell' addiettivo invariabile , Vorrei , o sarei venuto
potendo.
Se non , se non che sono espressioni ebe valgono quanto
se non jbsse , o fosse stato che , oppure fuorch , eccet-
toch.
Che ne dobbiam fare altro , se non torgli que' panni
e quel ronzino , e impiccarlo ? Bocc.
E avrei gridato , se non che egli , che ancor dentro
non era , mi chiese merc per Dio , e per voi. Id.
Se non se ha lo stesso valore, ma il secondo se. pare
che corrisponda a forse.
Perch noi non ci possiamo ragunare e parlare se
non se disarmati. Dav.
PURCH, QUANDO.
i . ,. . i,
S
206
LISTA
di verbi di doppio significato , Transitivo
e Intransitivo (1).
ABBRUCIARE
Trans. E questo modo credo che lor basti
Per tutto il tempo , che il fuoco gli abbrucia.
Dante.
Intrans. S'egli avvenisse, che l'Uliveta abbruciasse infino
sulla terra. Cr
abbrunare'
Trans. L' ardente sole abbruni a molti la faccia e le
mani. Cr. .
Intrans. La mia pelle e abbrunita sopra di me, e le mie
ossa pel caldo son disseccate. Cr.
ACCORCIARE
Trans. Per accorciar del mio viver la tela. Petr.
Intrans. Io vidi entrar le braccia per le ascelle ,
E i duo pi della fiera , ch' eran corti
Tanto allungar, quanto accorcia van quelle.
Dante. . .-../..
ADOMBRARE
Trans. Le tue lusinghe non mi adombreranno gli occhi
dello intelletto. Bocc.
Intrans. Per ventura v' ebbe un mulo , il quale adombro,
siccome sovente gli veggiam fare. Bocc.
AFFIEVOLIRE
Trans. Per fortificare lo stato degli uni , e affievolire il
potere degli altri. Cr. .
Intrans. Per la qual cagione la forza del Reame d' Inghil
terra molto affievol. Gio. Vili.
affidare' "". " >".
Trans. Poi s' ascose nel foco che gli affina. Dante. '"i"i
Intrans. Ivi com' oro , che nel fco affina
Mi rappresento . carco ;dj dolore. Pptr.
AFFOGARE j, ,., d .,,...,-;
Trans.' Ella' piagneva1 di tanta piet-, che ^"'lagrime le
affogavano il respiro. Cr.' .-''"' ' ''' * v v' '*
Intrans. A quella guisa che far vggiamo a coloro, che
sono per affogare , i quali prendono alcuna co
sa ec. Cr.
*13
898
AFFONDARE
ALLUNGARE , ACCORCIARE ,
AMMALARE
PENETRARE
PERICOLARE , PERIGLIARE
Trans. Studia di pericolare la nostra fede. Cr.
Questo quello che ha sempre pi pericolato il
mondo. Sacch.
Intrans. Poich la madre lor temea che il cieco
Incauto nume perigliando gisse
Misero e solo per oblique vie. Parini.
505
PIEGARE
14
314
quella di porre l' addiettivo al genere e al numero del
nome , qual che sia l' ausiliario sottinteso.
Troviamo qualche esempio , in cui questo addiettivo
anche adoperato senza appoggio di nome , ma questo
stesso dimostra che gli si sottintende l' ausiliario.
Veduto che dopo la vittoria continuavano le medesi
me difficolt dei pagamenti die prima. Guicc. Cio
avendo veduto. Cos si potrebbe dire : Udito che il ne
mico s' avanzava et. , invece di avendo udito ec.
Per ultimo diremo che coll' addiettivo di forma passiva
possiamo usare lui , lei invece di egli ed ella , come:
Incontanente , lui morto , partirono gli Aretini. Gio. Vill.
N prima nella camera entr , che il battimento del
polso ritorn al giovine , e , lei partita cess. Bocc.
/
328
Non si vuol tacere per ultimo , che P indefinito si a-
dopera bens nel discorso a guisa del nome , ma che non
indifferente l' usar l' uno piuttosto che l' altro , quasi
siano di egual pregio. Il nome non fa che enunciar V idea
della cosa ; l' indefinito ce la mostra come operante e ia
azione. :
Tu proverai siccome sa di sale
1 Lo pane altrui, e come duro calle
Lo scendere e 'l salir per l' altrui scale.
Dante. Par. 17 , 58.
Quanto non sarebbe languido il pensiero se agli indefi
niti scendere e salire si sostituissero .i nomi scesa e salita!
Pudica in faccia, e nell'andare onesta. Dante.
Il poeta parla d' una schiera di anime elette, e coli' in
definito andare , ce le dipinge che pur muovono lor per
sona con decenza e maest. '
Ma mentre sto per chiudere le mie osservazioni sul
modo indefinito , parmi che altri mi dimandi , ove ne la
scio i futuri. Rispondo, ch'io li lascio ai Gramatici, che
se gli hanno inventati; e insieme ai futuri dell'indefinito,
lascio loro pur quelli del congiuntivo , chimere gli uni e
gli altri. Ho detto a pag. 61 , che volendosi usare I* in
definito invece di una proposizione dipendente , il cui
verbo significhi un tempo avvenire , si pu ricorrere ai
verbi dovere, avere od essere, i quali accompagnati coli*
indefinito d'altro verbo, e insieme riuniti, o con una
preposizione come avere ed essere, o senza, come dovere,
costituiscono un senso di tempo futuro. Ma questi gruppi
di parole non appartengono esclusivamente ad alcun Modo
del verbo, non formano parte integrante della sua con-
jugazione e non sempre presentano l' idea del futuro. Per
conoscere il vero valore di un'idea unica, che risulta
dall' unioue di pi parole , fa d' uopo analizzarne gli eie
529
menti , e non crearne un mostro , come gi fecero dei
Centauri quei buoni antichi , che non seppero distinguere
il cavallo dall' uomo , che vi sedeva sul dorso.
INDICATIVO.
CONGIUNTIVO.
CONDIZIONALE.
IMPERATIVO.
SAGGIO DI ANALISI.
ANALISI.
'
338
Avesse fatto; transitivo ha per subb. il nome citt ,
e per obb. il nome resistenza. Si potrebbe dire avesse
fatta , facendo concordare l' addiett. coll' obb. della pro
posizione.
Difesa, add. di forma e di significazione passiva dal
verbo trans, difendere.
Da altri che dal proprio popolo. La preposizione Da
indica un rapporto di allontanamento. Altri che , cio
eccetto che.
Ove , avv. di luogo , usato qui invece dell' add. con-
giunt. , cio nella quale citt.
. Spesso , add. cbe si riferisce al nome sottinteso tempo.
Usato senza il nome prende le forme di avverbio , ed e-
quivale a spesse volte.
Fanno , transit. L' obb. di questo verbo sottinteso ,
e pu essere il nome generico cosa. Il suo subb. il
nome uomini.
Nelle cose , che sono loro moleste. Nelle, cio ut le,
rapporto di esistenza in luogo , e qui per analogia ado
perato per il modo dell' esistenza. Che sono loro moleste ,
proposizione incidente. Loro per a loro.
& ingegnava ingannando s stesso. Si particella affissa
al verbo ; ingannando ha in questo luogo valore di no
me, coll' ingannare s stesso, o coli' inganno di se stesso.
Di credere ; ci ha ellissi del nome qualificato dall' in
defmito credere. Si direbbe esprimendo questo nome : s'
ingegnava nell' atto , o nello sforzo di credere.
Che il non avere ec. segue una proposizione dipendente
che forma l' obb. del verbo transit. credere. Il subbietto
della proposiz. dipendente sta nelle parole: il non avere
i Fiorentini fatte le debite provvisioni ec. , l' attributo
il verbo fosse stato. Si osservi che essendo compreso
339
H subbietto in un verbo transit. cio fare , questo stesso
verbo ha per subbietto il nome Fiorentini , e per obb.
H nome provvisioni.
Come affermavano i suoi. Vedi fanno. I suoi, cio i
capitani, i generali ec. del Re.
Fosse stato causa ; il verbo al modo congiuntivo ,
perch la proposizione alla quale si lega , compresa nel
verbo credere , che non esprime un giudizio positivo. L'
addiettivo stato colla desinenza del maschile sebbene
segua il femminile causa, perch la parte principale del
subbietto sta nella proposizione il non avere ec. , e uri
gruppo di parole si considera del genere maschile.
Che e' non avessero ec. L' addiettivo che dopo causa
retto dalla preposizione sottintesa per , cio causa per
la quale. E' contratto di eglino, subb. del verbo tran
sit. avessero ottenuta , che ha per obb. il nome vittoria.
E che ; anche questo secondo che , sta in luogo di per
che , ossia per la quale.
Fosse mancata da mancare intrans. ; ha per subbietto
il nome cosa.
All' esercito , rapporto di attribuzione , contenuto nel
verbo mancare , e indicato dalla preposizione A.
Ogni altra cosa che la virt ; cio ogni altra cosa ,
eccetto che la virt.
In questo saggio mi sono astenuto da molte osserva
zioni minute , che un accorto precettore potr fare agli
scolari , quando ne vegga il bisogno.
AVVERTENZA.
Il greco vocabolo Sintassi, che significa coordinazione,
ossia ordinata disposiziona e connessione di pi cose ,
340
fu adottato dai damatici per indicare tutte le regole spet
tanti alla maniera di accordare , unire , ordinare fra loro
le Parti del Discorso , e quindi le dissero Regole di Sin
tassi. Esse si dividono in regole di Concordanza, di Reg
gimento e di Costruzione, e i Gramatici ne soglion parlare
dopo aver esaurito ogni insegnamento su tutte le parti del
discorso. Noi abbiam creduto che della Concordanza , e
del Reggimento , ossia della dipendenza di una parte dall'
altra, si dovesse parlare ai fanciulli tosto che fossero suf
ficientemente spiegate le parti da accordarsi o da colle
garsi insieme. Il che essendo fatto, non ne rimane che
a trattare della costruzione.
311
PARTE TERZA
CAPO UNICO.
DELLA COSTRUZIONE.
ARTICOLO I.
DELLA ELLISSI.
v
550
L' altro difette , ben pi- riprovevole quello di far uso
nelle esclamazioni di cotali parolacce da trivio, che of
fendono gravemente ta dignit dell'uomo, non che le
leggi della civilt e della deceoza.
L'ellissi domina adunque specialmente nelle interjezioni,
e perci noi ci siamo alquanto estesi in parlar delle me
desime. Per tutto, ove in altro modo pu trovarsi questa
figura, noi non mancammo di farlo osservare di mano
in mano che se ne present l' occasione nel corse dell'
opera, sicch poco ormai ci resta a dire.
Si uniscon talora due- proposizioni, l'attributo delle quali
lo stesso per subbietti che sono diversi nella persona
o nel numero , od anche nell' una e nell' altro. Per es. :
Io offesi gli uomini , tu gli uomini e Dio. Qui giac-
cion sepolte le figlie , e qui la madre. / tuoi parenti
vivono negli agj e nelle delizie , tu tra gli stenti e tra
le infermit.
La cautela , che si vuol avere usando queste maniere ,
sta nel collocare il verbo nella prima proposizione meglio
che nella seconda. Onde non si direbbe egualmente bene:
Io gli uomini , tu offendesti gli uomini e Dio ec.
Avviene ancora che ad un medesimo subbietto si at-
tribuiscon pi cose, ma con verbi che significano rap
porti diversi. In questo caso ciascun verbo si user colla
costruzione sua propria, che non pu esser tolta, co-
roech i due attributi appartengano allo stesso subbietto.
Non si direbbe dunque: Questi parla sovente e ti loda.
ma Questi parla sovente di te, e ti loda.
Qui mi sto solo , e come Amor m' invita ,
Or rime , or versi , or colgo erbette e fiori.
Petrarca.
Il verbo cogliere non bene si adatta alle rime eri ai
versi. Il poeta volle dunque dire: Scrivo a faccia or rime
S51
or versi , or colgo erbette e fiori. Questa ellissi vuol es
sere adoperata eoa molto giudizio , giacch si tratta niente
meno che di pretendere dal lettore ch' egli supplisca da
Se alla mancanza di un verbo , di cui non si ha traccia
nella intera frase. Il Caro traducendo un passo di Vir
gilio , che un solo verbo avea adoperato per cose diver
se , si stacc dall' originale piuttosto che far uso di una
ellissi troppo ardita. Virgilio avea detto: Sacra manu,
victosque deos , parvumque nepotem Ipse trahit. Ora
questo trahit poteva ben convenire al nome nepotem , ma
non ai nomi sacra e Deos , significanti cose portate a ma
no. Perci il traduttore , togliendo la parola manu ha po
tuto comprender tutto sotto un sol verbo :
I sacri arredi e i santi simulacri
Degli Dei vinti , e 'l suo picciol nipote-
Si traea seco
ARTICOLO II.
DEL PLEONASMO.
r
854
ARTICOLO III.
DELLA SILLESSI.
ARTICOLO IV.,
DELL' IPERBATO.
APPENDICE II.
DEGLI IDIOTISMI.
SINONIMI APPARENTI.
ARTICOLO I.
DELLE LETTERE MAIUSCOLE.
Si scrive colla lettera di forma majuscola:
1 . Ogni parola , da cui comincia il discorso. i
2. Ogni parola dopo il punto. ;
3. La prima parola di un detto o di una sentenza di
qualche autore , che s' intrometta nel discorso.
4. La prima parola d' ogni verso.
5. Ogni nome proprio , soprannome o cognome.
6. Ogni nome comune significante dignit , o titolo
distinto (1) ; cos pure ogni nome di nazione preso
da s , come gl' Italiani , i Tedeschi , i Francesi
ec. , e finalmente ogni nome , che per . qualche
ARTICOLO II.
DE' PUNTI E DELLE VIRGOLE.
.i ' Esempi.
ARTICOLO Iti.
DELLA DIVISIONE DELLE PAROLE
ARTICOLO IV.
DELL'ACCENTO.
ARTICOLO V.
DEL TRONCAMENTO DELLE PAROLE.
Si-
Del Troncamento delle Parole coll' Apostrofo.
S HI-
Dell' accrescimento delle parole.
ARTICOLO VI.
DEL RADDOPPIAMENTO DELLE CONSONANTI.
Nella tabella dimostrativa dell'unione degli articoli colle
preposizioni posta a pag. 87 , si scorge come avvenga il
raddoppiamento della consonante L , che sta negli articoli
lo, la, le. Ora, per poter in qualche modo dirigere gli
studiosi della lingua nella cognizione di questa parte d' or
tografia , che per avventura la pi difficile ad impararsi,
separeremo le parole composte dalle semplici, e trattando
delle prime , cominceremo da quelle , in cui si ravvisano '
o vere preposizioni , o particelle , che riguardar si posso
no come avanzi di preposizioni.
387
Si-
Del raddoppiamento delle consonanti
nelle parole composte.
sn-
Del raddoppiamento delle consonanti
nelle parole semplici.
FISE.
Con PERMISSIONE.
592
INDICE.
RDFAZIONK Pag-
PARTE PRIMA.
PARTE SECONDA.
PARTE TERZA.
Della Costruzione.
OrTOGRFI.
-//,
^
mo