CENNI STORICI.
Gi con Ippocrate si trovano cenni storici sullepidemiologia. Si sviluppa come disciplina
nel Regno Unito.
John Graunt fu il primo a riconoscere il valore delle statistiche.
William Farr, due secoli pi tardi, elabor un sistema di raccolta di certificati di
morte imponendo la segnalazione e la causa accanto ai dati anagrafici.
John Snow fece indagini sul colera quando ancora non ne era noto lagente eziologico
(dedusse il possibile ruolo dellacqua nella diffusione della malattia).
Lepidemiologia non richiede la conoscenza dellagente eziologico ma fornisce indizi per
valutarlo..
Allinizio del XX le condizioni socio-sanitarie erano differenti, le patologie frequenti
erano le malattie infettive.
Una conquista importante fu la scoperta della penicillina di Alexander Fleming.
Si ebbe cos:
la diminuzione di morti per cause di malattie infettive.
La durata della vita si allunga.
Il declino delle malattie infettive e lallungamento della vita, dovuti anche al
miglioramento delle condizioni sociali, hanno fatto emergere patologie dellet
avanzata, classificate in due grandi categorie:
tumori .
malattie del sistema cardiocircolatorio.
Queste malattie sono denominate: malattie cronico-degenerative.
Una buona programmazione sanitaria deve creare strutture idonee:
Alla prevenzione della malattia.
Alla cura della malattia.
Alla riabilitazione del malato.
1.2.AMBITI DI APPLICAZIONE.
La distribuzione delle malattie ha due differenti modelli:
- uno dei paesi in via di sviluppo, le malattie infettive sono frequenti.
- laltro dei paesi sviluppati, le patologie cronico degenerative: tumori e malattie
del sistema cardiocircolatorio. Ma anche agenti virali, epatite B e AIDS.
2.1.1. IL CENSIMENTO:
La rilevazione ogni 10 anni, esiste il censimento de jure (popolazione residente)
e il censimento de facto (popolazione presente) che il pi utilizzato.
Si occupa dei dati anagrafici livello di istruzione attivit professionale svolta
notizie sullabitazione sulla propriet dei beni sulle abitudini di vita.
La quantit dei dati enorme, questo mostra che dallinizio del secolo ai nostri
giorni,la popolazione raddoppiata, ma con nascita 0(zero).
Prevalenza= numero dei casi di una malattia rilevati in un dato istante o periodo x K
Popolazione totale.
2.3.2.TASSI GREZZI:
eventi riferiti ad una popolazione totale sono tassi grezzi.
Nella demografia e nellepidemiologia si usano due tassi grezzi:
natalit (nati in un anno).
Mortalit (morti in un anno).
2.4.4. LETALITA.
Per capire il virus e se le misure preventive hanno funzionato.
La letalit delle malattie infettive in rapporto con la virulenza del microrganismo
responsabile,
letalit = numero di morti per una data malattia x K
numero di casi di quella malattia.
Microrganismi patogeni.
Essi provocano la malattia. La patogenicit si esprime con la malattia.
Il microrganismo patogeno pu essere virus, batteri, protozoi, miceti, micoplasmi
La patogenicit di alcune specie.
Essa dipende dallinvasivit e tossicit delle specie microbiche.
- I microbi patogeni hanno vario grado di invasivit. Alcuni invadono tutto
lorganismo altri, alcuni apparati o organi.
- I patogeni non invasivi, possono essere localizzati, hanno lesioni localizzate. La
loro patogenicit dovuta alla produzione di esotossine.
I batteri patogeni evasivi e non invasivi producono sostanze che creano lesioni locali o
generali.
Virulenza =diverso grado di patogenicit.
Infettivit = capacit del microrganismo di penetrare e moltiplicarsi nellospite.
Contagiosit = capacit del microrganismo di passare da un soggetto ad un altro.
Si distinguono le
- malattie infettive contagiose, causate da agenti patogeni(virus influenzali
rosolia morbillo) che vengono eliminati dallospite e che giungono a soggetti
recettivi.
- Malattie infettive non contagiose, gli agenti responsabili non vengono eliminati
nellambiente. La loro trasmissione richiede lintervento di vettori(malaria, tifo).
Patogeni opportunisti.
Appartengono a specie ambientali, commensali, sono responsabili di processi infettivi
quando vengono meno le normali barriere difensive.
Aggrediscono lospite in determinate circostanze, sono un grave problema in ospedale.
6.4.1. LEPIDEMIA.
Pi casi di malattia nella stessa popolazione in breve tempo con la stessa origine.
Esistono:
Episodi epidemici limitati (due o pi persone in ambito familiare).
Episodi di epidemie esplosive (migliaia di casi).
Caso indice = primo caso di malattia ch eintroduce il contagio nel gruppo.
Caso secondario = tutti quelli che dal caso indice prendono origine.
Intervallo seriale = periodo di tempo che intercorre tra inizio del caso indice e inizio
del caso secondario.
6.4.2. ENDEMIA.
Quando lagente responsabile stabilmente presente e circola nella popolazione con
casi limitati.
Nellendemicit si crea un equilibrio tra capacit diffusiva del microrganismo e
recettivit della popolazione. (morbillo e rosolia presentano cicli poliennali).
6.4.3. SPORADICITA.
Quando una malattia assente da tempo e che non si trasmette ad altri individui,
rimanendo un caso isolato.
- Cause biologiche.
Sono due,
Cause genetiche malattie genetiche, cause cromosomiche e alterazioni di geni.
Cause biologico ambientali allergeni naturali, pollini, peli, piume di animali, ecc.
- Cause chimiche.
Composti chimici che causano alterazioni patologiche nellorganismo.
Sono responsabili di intossicazioni e malattie acute croniche.
- Cause fisiche.
Calore, traumi, rumori, sono agenti fisici responsabili di malattie e di eventi patogeni.
Es: le morti per incidenti domestici, stradali, elevate temperature provocano la morte
di anziani, la sordit da rumore dovuta alla permanenza di luoghi come officine o
discoteche.
- fattori causali.
I fattori comportamentali che caratterizzano lattuale stile di vita:
fumo di tabacco, consumo di alcolici, consumo eccessivo di alimenti.
- Fumo di sigaretta provoca l80/90% di morti per cancro ai polmoni.
- lalcol etilico provoca unazione tossica che causa delletilismo acuto, o cirrosi
epatica, cancro dellapparato digerente.
- il consumo eccessivo di alimenti provoca il diabete, cardiopatia ischemica.
Isolamento e contumacia.
Contumacia = permanere in un luogo.
Isolamento = separare il soggetto da altre persone.
Se si ha il sospetto della malattia si porta il malato in ospedale, reparto malattie
infettive.
Lorganizzazione dellospedale deve impedire il contagio.
La contumacia pu essere nello stesso domicilio malato con stanza riservata e
assistenza.
Lisolamento solo in caso di contagiosit. Alcuni contagi posono sussistere anch edopo
la fine della malattia.
Per alcune malattie infettive p necessario la sorveglianza di contatti dei conviventi del
malato.
prescritta la sorveglianza sanitaria = obbligo di sottoporsi al controllo dellautorit
sanitaria.
Disinfezione e sterilizzazione.
La disinfezione = distrugge i microbi agenti di malattie infettive (attuata mediante
mezzi fisici o chimici).
- Pratica la prevenzione delle malattie infettive
La sterilizzazione = distrugge ogni forma vivente di microrganismo (le spore, patogeni,
commensali e saprofiti.
- evita lintroduzione dei microrganismi nellintimit dei tessuti (aghi, siringhe, guanti,
ferri chirurgici).
Bisogna sapere le caratteristiche del microrganismo per poter scegliere un buon
disinfettante.
La disinfezione continua per tutto il tempo della malattia, dove sussistono secreti ed
escreti.
Al termine della malattia si attiva una disinfezione terminale con disinfettanti gassosi.
La disinfezione periodica avviene almeno una volta lanno (scuole, asili, ospedali).
Disinfestazione.
Intervento di prevenzione di malattie causate da artropodi (insetti o crostacei), ma
anche contro ectoparassiti e piccoli animali nocivi e pericolosi.
La disinfestazione integrale = uccide tutti gli organismi viventi, da insetti a mammiferi
(topi) e si usa nelle navi, anche usati in agricoltura.
Bonifica dellambiente.
Elimina i fattori che favoriscono la diffusione di malattie infettive. Ma si richiede
forte impegno e lunghi tempi per la loro realizzazione.
La bonifica dellambiente urbano = risanamento delle abitazioni malsane, (eliminazione
del sovraffollamento e della denutrizione
Resistenze aspecifiche.
La cute e le mucose sono delle barriere contro i microrganismi saprofiti e commensali.
da evitare luso di sostanze antisettiche per la pulizia della mucosa vaginale o della
mucosa faringea, esse provocano squilibri dei microrganismi residenti r facilitano
limpianto dei patogeni.
Immunoprofilassi.
Obiettivo = aumento delle difese immunitarie.
La profilassi = insieme di regole e mezzi da usare per prevenire la malattia.
Attiva mediante vaccini
Passiva mediante inoculazioni (dentro lorganismo) di sieri immuni e immunoglobuline.
- immunoprofilassi attiva.
Essa si identifica con il vaccino che stimola il sistema immunitario.
- Il vaccino efficiente dopo circe 3 settimane dalla somministrazione.
- La durata del vaccino pu andare da un anno (influenzale) fino ed oltre i 20 e i 30
anni (poliomieliti, morbillo, rosolia).
- con il passare del tempo si ha un declino del tasso di anticorpi e si pu ottenere il
richiamo dellimmunit con una dose detta 2richiamo.
Vaccinare da piccoli con opportuni richiami.
- Vaccinazione post-esposizione = si effettua a persone che sono state punte da cose
infette, morse da animali per proteggerli dalla rabbia. Anche per proteggere
dallepatite B.
- immunoprofilassi passiva.
Obiettivo = protezione rapida.
Con somministrazione di immunoglobuline umane (Ig) e sieri immuni di animali (sieri
eterologhi). Si sono rapidamente assorbiti e raggiungono lefficacia entro 2-4 giorni.
Si usa per persone no vaccinate ma con grave rischio di infezione
- vantaggio rapidit di protezione passiva.
- svantaggio breve durata (4-6 settimane per le Ig perch omologhe e 2 settimane per
i sieri immuni eterologhi).
La profilassi immunitaria passiva lintervento di emergenza per persone che
hanno trascurato incautamente il vaccino.
Chemioprofilassi primaria.
Obiettivo = impedisce lo sviluppo del processo infettivo distruggendo i microrganismi
eventualmente penetrati.
Consiste nella somministrazione di antibiotici a persone esposte al contagio. (in atto un
processo infettivo)
Es.
- penicillina per bambini venuti a contatto con malati di scarlattina.
- Assunzione di clorochina prima e durante e dopo un soggiorno in zona malarica
La somministrazione di chemioterapici e antibiotici
protegge dallinfezione limitatamente al periodo durante il quale essa attuata.
Chemioprofilassi secondaria
Obiettivo = estinguere il processo infettivo con una somministrazione prolungata .
Es. trattamento con isoniazide (per gli affetti da tubercolosi)
Si attua quando c uninfezione ma non si mostrano segni clinici
Rientrano nella chemioprofilassi secondaria:
- la profilassi delle recidive del reumatismo articolare acuto. (effettuando
penicillina).
- Trattamento precoce delle persone sieropositive per HIV. (somministrazione di
farmaci anti-HIV).
Infezioni eradicate.
Unica malattia eradicata il vaiolo.
LOMS dichiar eradicato il vaiolo nel 1980.
Parecchi paesi non registravano i casi di malattia.
Si eseguirono 2 strategie:
1. vaccinazione della popolazione per immunizzare almeno 80% della popolazione
dei paesi endemici.
2. segnalazione di nuovi casi con una rete di sorveglianza per poterli mettere in
isolamento e per poter vaccinare tutti i contatti.
Il costo del programma era di circa 1i2 milioni di dollari. Ma il mondo risparmia un
miliardo di dollari lanno da quando non si effettua la vaccinazione antivaiolosa.
Lunico serbatoio del virus era luomo malato.
un grave flagello la malaria,
LOMS ha attuato un programma di eradicazione globale dal 1955. Il programma era
basato sul trattamento delle abitazioni con il DDT.
Il programma ha raggiunto leradicazione regionale.
Il nostro paese aveva eradicato la rabbia con leliminazione dei serbatoi selvatici e la
vaccinazione di animali domestici e la lotta al randagismo ma dal 1977 linfezione
stata reintrodotta a causa di animali selvatici provenienti dallAutralia.
Infezioni eradicabili.
Contro la difterite, la poliomielite, il morbillo, esistono vaccini che proteggono per
anni.
Questi microrganismi possono riprodursi solo nelluomo.
la crezione di uno stato di immunit di massa con vaccinazione e mantenimento
per alcuni anni porta allestinzione dei microrganismi, come avvenuto per il
vaiolo.
La difterite e la poliomielite sono state eliminate da diversi anni,
la poliomielite prossima alleradicazione.
Se si effettuasse una vaccinazione su larga scala del morbillo, controllando la malattia
Si arriverebbe ad ottenere leradicazione in pochi anni.
3.1. STERILIZZAZIONE.
Obiettivo = distruzione di microrganismi patogeni e non patogeni.
Mezzi:
- Calore.
- Raggi ultravioletti.
- Raggi gamma.
- Sostanze chimiche (ossido di etilene)
Non sempre si distruggono le spore.
ALCOLI alcol etilico (etanolo), alcol isopropilico e alcoli anidri (70%) hanno
effetto battericida grazie allazione denaturante,
- usati per termometri, cute, disinfettanti quando sono diluiti in acqua al 50-
60% scarsa al 70%
Stoviglie e posate
Con acqua superiore a 80C oppure si procede alla bollitura per 30 minuti. O
detergenti cationici.
Biancherie e coperte.
In lavatrice a 90C per 15 minuti con prodotti che liberano il cloro.
Per tessuti in nylon che non sopportano le alte temperature si ricorre ai disinfettanti
chimici.
Materassi e letti.
Con vapori di formaldeide oppure spruzzati con formalina, le stesse soluzioni per i
telai.
Feci e urina
Con disinfettanti adatti (cresolo) in volume doppio per le feci e in pari volume per le
urine. Si fa agire per 2 ore.
Per le padelle, pappagalli una volta svuotati c unimmersione prolungata in soluzioni di
ipocloriti,
Queste soluzioni anche per pulire i bagni, docce, gabinetti ecc
Ambienti e superfici.
Per la disinfezione di pavimenti si usano soluzioni di ipocloriti o soluzioni saponose di
formaldeide. Lambiente con vapori di formalina.
Pi pratico luso di iodoformi.
Mucose.
Si puliscono con garza umida, evitare gli antisettici.
Ferite.
Vanno deterse con soluzioni fisiologiche.
Vanno rimossi tessuti necrotici o devitalizzati, non si usano gli antisettici
(controproducenti)
- si usano soluzioni di clorexidina
3.3. DISINFESTAZIONE
Alcuni gas tossici hanno azione letale su insetti e roditori.
Pericolosi per luomo sono usati in casi particolari, come sulle navi.
- Per gli insetti vettori, nocivi e fastidiosi si usano sostanze insetticide.
- Per i ratti si usano preparati rodenticidi.
3.3.1. INSETTICIDI.
Si usano mediante pompe erogatrici, si usano bombolette spray.
pietrine naturali. Eliminano gli insetti presenti. Non sono tossici per luomo e per
gli animali domestici.
- si usano negli ambienti domestici.
Tecniche alternative contro insetti. gli insetticidi sono efficaci ma uccidono gli
insetti utili.
- Unalternativa allevare insetti e renderli sterili per avere una riduzione di
popolazione.
la lotta biologica si basa sullazione di insetti predatori di alcuni insetti nocivi.
3.3.2. RODENTICIDI.
I topi sono serbatoi di microbi patogeni per luomo provocano danno e consumano gli
alimenti.
Esistono tre specie di topi:
- Grigio, nelle fogne
- Nero, nei solai e delle navi
- Domestico, nelle abitazioni
Alcuni rodenticidi alla prima dose sono letali,
Sono pericolosi anche per luomo. Altri sono specifici per il topo.
- scilla. Agisce su topi che non hanno il riflesso del vomito (azione emetica),
efficace solo per il topo grigio.
- ANTU. Innocua per luomo, agisce sul topo grigio e per i sopravvissuti sviluppa
tolleranza e repulsione
- Norbormide, innocua per luomo e agisce sul topo grigio.
Esistono rodenticidi ad azione cumulativa.
- warfarin.
- Cumarolo.
- Cumaforil.
- Microrganismi uccisi.
Detti anche vaccini inattivati.
Sono costituiti da virus e batteri uccisi con mezzi fisici o chimici che rispettano
lintegrit antigenica.
- usati: viraliantirabbico, antinfluenzale, antipolio di Salk,
quelli batterici contro pertosse, anticolerico, antitifico-paratifico (ma meglio i
vaccini vivi)
- Fazioni di microrganismi.
I vaccini SPLIT: sono costituiti da virus frammentati ma senza purificazioni degli
antigeni protettivi, sono meno reattogeni e sufficientemente immunogeni.
- Anatossine (tossoidi).
Le esotossine di alcuni microrganismi (tetano, difterite) perdono la loro tossicit
mantenendo il potere antigene.
Sono inoculati allo stato liquido.
- Vaccini antiidiotipo.
I determinanti idiotipici stimolano le produzioni di anticorpi.
- Gli anticorpi antiidiotipo minano lantigene originale, sostituendolo nei processi di
immunizzazione.
- non suscitano reazioni collaterali tossiche o allergiche
5.1.2. STRATEGIE.
Le strategie della prevenzione primaria sono: (in parte diversi dalle infezioni).
- rimuovere le cause.
- Eliminare i fattori rischio.
- Proteggere dagli effetti i soggetti esposti.
Le strategie si articolano in una serie di interventi.
Alcuni di competenza dei medici, altri di competenza delle pubbliche autorit, altri
sono di competenza individuali.
5.1.3. METODOLOGIE.
Eliminazione, riduzione delle cause e dei fattori di rischio e protezione dai loro
effetti possono essere ottenuti con delle metodologie.
eugenetica.
Lindividuazione delle coppie a rischio di trasmissione delle malattie ereditarie pu
essere fatta attraverso un consultorio genetico, la sua attivit rientra nella
prevenzione primaria quando una coppia a rischio rinuncia liberamente alla
procreazione.
(linterruzione della gravidanza per malattia genetica non considerata una
prevenzione, la soppressione del feto non rientra nel concetti di medicina preventiva).
1.2.4. EPIDEMIOLOGIA.
La malattia endemica, si manifesta con casi sporadici ma sono frequenti i casi
epidemici di origine idrica.
La distribuzione sul territorio non omogenea, i casi denunciati sono in Puglia e in
Campania, che rappresentano oltre il 50% dei casi nazionali.
SORGENTI DI INFEZIONE.
Unica fonte di infezione = luomo malato o portatore.
Il malato elimina la S. Typhi con le feci o con lurina.
I portatori sono convalescenti e cronici, raramente i sani.
Il contagio = diretto interumano, attraverso mani o con acqua e alimenti.
Lacqua il veicolo pi temibile perch la sua contaminazione provoca episodi
epidemici. Nellacqua il S. Typhi sopravvive fino a 40 giorni.
E negli alimenti come frutti di mare, ortaggi e frutta.
1.2.5. PREVENZIONE
le misure preventive:
- impedire il contagio diretto dal malato al sano e la dispersione dei batteri del
tifo nellambiente,
- altri interventi riguardano la bonifica dellambiente per evitare che lacqua o
altri alimenti svolgano l ruolo di veicoli.
- Interventi sulla popolazione come il vaccino e uneducazione sanitari.
BONIFICA DELLAMBIENTE.
La bonifica dellambiente va vista come una protezione del suolo e delle acque
dallinquinamento fecale.
Interventi:
- Raccolta e allontanamento dei liquami.
- Protezione delle fonti idriche.
- Aumento della dotazione idrica.
- Erogazione dellacqua potabile.
- Controlli periodici dellacqua erogata.
- Controllo degli alimenti (mitilli, ortaggi).
DIARREA DA ROTAVIRUS.
I rotarovirus sono particelle virali. Essi sono gli agenti pi comuni di interiti acute nei
bambini nel primo anno di vita, sia nei paesi sviluppati che nei paesi in via di sviluppo.
EPIDEMIOLOGIA.
I rotarovirus sono diffusi in tutto il mondo, sono responsabili di casi isolati ma anche
di manifestazioni epidemiche.
- Le manifestazioni cliniche sono frequenti nei bambini tra i 6 mesi e i 2 anni.
- I maschi sono pi colpiti rispetto alla femmine (non chiaro il motivo).
Linfezione pu avere luogo anche in bambini pi grandi e in adulti.
Lincidenza stagionale diversa nel mondo maggiore nei mesi invernali, e nei paesi a
clima temperato.
la trasmissione avviene per via fecale orale, secondo modalit e per mezzo di
veicoli simili a quelli noti per altre infezioni diarroiche.
Forse la trasmissione avviene per via aerea.
DIAGNOSI DI LABORATORIO.
Nei primi 3-5 giorni di malattia la presenza di particelle virali si pu vedere tramite il
microscopio elettronico, o con limmunomicroscopia elettronica o con
immunocromatografia e immunofluorescenza.
SALMONELLOSI.
Per salmonellosi si intendono le infezioni causate da batteri appartenenti l genere
salmonella.
Il genere salmonella comprende 2 specie:
- S. enterica, che divisa in 6 sottospecie.
- S. bongori.
Patologia nelluomo.
Le salmonelle vengono introdotte attraverso la bocca.
Linfezione pu restare clinicamente in apparente o manifestarsi, dopo un periodo di
incubazione di 12 o 48 ore con i sintomi della gastroenterite acuta.
La diarrea, il vomito e la febbre, i dolori addominali, il malessere generale possono
essere di intensit molto varia.
La gravit delle manifestazioni e del decorso dipende in parte dalla virulenza del
microrganismo e della carica infettante.
Epidemiologia.
Il veicolo pi comune delel salmonelle di origine animale costituito dagli alimenti, da
carni contaminate.
Manifestazioni epidemiche e casi isolati possono aversi anche per trasmissione
indiretta mediante altri veicoli o per contagio diretto da uomoad uomo o da animale ad
uomo.
Nei bambini piccole cariche batteriche possono dare origine a gravi manifestazioni
cliniche diarroiche.
A differenza delle diarreee da shigelle (pi frequenti dopo il sesto mese di vita), le
diarree da salmonelle sono pi frequenti nei primi se mesi.
Episodi epidemici in:
- reparti pediatrici.
- In reparti di maternit tra i neonati.
La diffusione intraospedaliera delle salmonelle pu avvenire attraverso le mani del
personale di assistenza o con vari oggetti.
Leliminazione di salmonelle con le feci in genere di pochi giorni nel caso di portatori
sani e di alcune settimane o di qualche mese nei portatori convalescenti.
Gli animali sono portatori sani.
Le condizioni favorevoli alla diffusione delle salmonelle di origine animale sono
maturate con ritardo. Tali condizioni sono:
1. importazioni di carni e di bestiame.
2. il diffondersi degli allevamenti intensivi.
3. impiego di mangimi a base di farina animale.
4. la preparazione e la distribuzione di alimenti come prodotti di massa.
5. il maggior consumo di carni e di altri prodotti alimentari di origine animali.
6. abitudine al consumo dei pasti fuori dallambito familiare, in mense collettive e
ristoranti.
SHIGELLOSI.
Il genere shigelle.
Il genere shigelle suddiviso in 4 specie:
- S. dysenteriae.
- S . flexneri.
- S. boydii.
- S. sonnei.
Le shigelle sono batteri patogeni soltanto per luomo e per le scimmie.
Colonizzano lintestino e si isolano soltanto dal muco intestinale e dalle feci dei malati
o dei soggetti con infezione in apparenti.
Lemocoltura negativa.
Il calore e i comuni disinfettanti uccidono rapidamente le shigelle che in genere non
sopravvivono a lungo nellambiente esterno.
In altre condizioni ambientali possono sopravvivere per diversi giorni fino a 2-3
settimane.
Fra le diverse shigelle, S. sonnei la pi resistente dellambiente.
Patologia.
Le shigelle possono gradire la mucosa intestinale grazie al loro potere invasivo.
Il processo infiammatorio limitato al grosso intestino e pu essere di intensit
diversa.
Il periodo di incubazione di circa 3 giorni. I sintomi sono in rapporto alla gravit del
processo infiammatorio che si svolge nella mucosa del colon fino al retto.
Nei casi gravi si ha il classico quadro clinico della dissenteria bacillare:
- con febbre.
- Con vomito.
- Con dolori addominali.
- Con diarrea acquosa.
Le scariche sono frequenti e sono accompagnate da crampi addominali e da tenesmo.
Il quadro generale si aggrava nei primi 2 giorni, quando il malato va incontro alla
disidratazione, superata questa fase la sintomatologia si attenua gradualmente nel
volgere di una settimana.
Le infezioni da S. sonnei hanno un decorso pi mite, in molti casi linfezione resta
asintomatica o la sintomatologia consiste in vaghi disturbi addominali, o con diarrea
con scariche pi o meno numerose nelle prime 24 ore.
Epidemiologia.
Le shigellosi sono uninfezione a trasmissione fecale orale.
I batteri vengono eliminati con le feci e giungono allintestino attraverso la bocca.
Le infezioni da S. boydii sono rare.
Nellattuale stato di endemicit delle interiti da S. sonnei, il contagio avviene
direttamente con le mani sporche dal malato o dal portatore al sano, oppure
indirettamente tramite asciugamani, rubinetti, sedile del vaso, ecc..
Le interiti da shigelle si presentano dopo il secondo anno di vita.
E.coli enteropatogeni.
Sono indicati con la sigla: EPEC (enteropathogenic E. Coli).
Sono circa 20 i gruppi sierologici in cui si trovano sierotipi EPEC.
Essi sono in grado di colonizzare il duodeno, il digiuno ed il tratto superiore dellileo.
Le epidemie di barriera infantile sono scomparsi.
Le epidemie intraospedaliera sono molto rare.
E. coli enteroinvasiva.
Sono altri tipi di sieropatogeni che non producono tossine ma derivano la loro
patogenicit dalla capacit di invadere le cellule epiteliali.
Hanno comportamenti simili alle shigelle.
Indicati con: EICO
ENTERITI DA CAMPYLOBACTER.
Il campylobacter jejuni uno dei pi frequenti agenti batterici di enteriti acute nei
paesi sviluppati.
Nel genere campylobacter sono classificati batteri Gram-negativi (morfologia simile a
quella dei vibrioni).
Si conoscono diverse specie innocui saprofiti negli animali (C.bubulus), della cavit
orale delluomo (sputorum), C. fetus.
Lenterite acuta da C.jejuni conseguente allinvasione e alla flogosi(infiammazione)
della mucosa dellintestino tenue e del grosso intestino.
I batteri oltre allinvasivit avrebbero la capacit di produrre una enterotossina.
Periodo di incubazione 3-5 giorni.
La manifestazione dopo lincubazione, si manifesta improvvisamente con diarrea
acquosa che dura 2-3 giorni, accompagnata a volte da incontinenza delle feci, che
presentano muco e sangue.
- il batterio si trova presente nelle feci durante la malattia sino ad una settimana
dopo la guarigione
GIARDIASI.
Agente eziologico = Guardia lamblia.
un protozoo flagellato. Vivono negli animali domestici (cane).
La colonizzazione dellintestino da parte di G.lamblia decorre in modo asintomatico,
dopo un periodo di incubazione di 1-2 settimane.
Si manifesta con diarree dolori addominali di modesta entit.
La gravit in rapporto allo stato di nutrizione dellospite.
1.5.2. PATOGENESI.
Gli enterovirus hanno tropismi dorgano.
I virus poliomielitici hanno specifici bersagli costituiti dai motoneuroni delle corna
anteriori del midollo, la cui distruzione alla base delle paralisi.
Coxsackie provocano specifici tropismi per la muscolatura striata.
Il progredire dellinfezione pu arrestarsi ai diversi livelli, mucoso, linfatico ed
ematico, che precedono larrivo di agenti virali agli organi bersaglio.
Linfezione, di tipo sierologico di enterovirus, accompagnata ad una risposta
immunitaria, che produce anticorpi neutralizzanti, che dura tutta la vita.
1.7.3. EPIDEMIOLOGIA.
Lepatite A diffusa in tutto il mondo. A carattere sporadico, pu dare origine ad
epidemie esplosive ogni 5-20 anni.
La distribuzione non di facile valutazione.
In Italia le epatiti di tipo A costituiscono il 40% di tutte le forme di epatite acuta.
Negli ultimi anni lincidenza della malattia diminuita.
Le zone interessate sono: regioni meridionali (Puglia e Campania).
1.7.4. PREVENZIONE.
Lisolamento dura 7 giorni a partire dalla diagnosi o dalla scomparsa dellittero.
opportuno procedere alla disinfezione delle feci e degli effetti provenienti dal
malato (stoviglie, indumenti).
Sono raccomandate le precauzioni usuali al personale di assistenza.
Gli interventi di bonifica dellambiente sono essenziali come per la febbre tifoide:
- corretto smaltimento dei rifiuti liquidi,
- controllo e potabilit dellacqua,
- importante leducazione sanitaria dei bambini di fascia scolare che sono esposti
al rischio.
PROFILASSI IMMUNITARIA.
Esiste un vaccino costituito da virus inattivato con formalina e adsorbito su allume.
altamente immunogeno.
La schedala vaccinale prevede la somministrazione per via parentale di 3 dosi, ai
tempi 0, 1, 6 mesi..
Nel corso di epidemie sono disponibili le gammaglobuline umane normali (anche se no
sempre impediscono linfezione).
2.3.4. PREVENZIONE.
La sorveglianza epidemiologica finalizzata allapprontamento tempestivo di vaccini
efficaci, preparati con lo stipite circolante o con quello di cui si prevede la diffusione
pandemia.
Lunica possibilit di prevenzione offerta dalla vaccinoprofilassi..
Di limitata efficacia la disinfezione degli oggetti in uso.
La presenza di virus influenzali accertata con prove di emoagglutinazione.
possibile accertare uninfezione da virus influenzale anche con metodi sierologici, su
due campioni di sangue.
2.6. PERTOSSE.
Malattia a decorso acuto e altamente contagiosa.
Determinata dal piccolo bacillo appartenente al genere Bordetella.
Diffusa nei primi anni di vita.
vivo linteresse nei confronti della vaccinoprofilassi.
2.6.1. EZIOLOGIA.
Lagente eziologico la Bordetella pertussis.
Le bordetelle si presentano come piccoli bacilli ovoidali, non sporigeni.
Crescono in terreni arricchiti di sangue.
B.pertussis ha una struttura complessa.
Si distinguono in :
- Tossina pertossica (PT) che una esotossina tremolabile.
- Emoagglutinina filamentosa (FHA).
- Pertactina, che un agglutinogeno.
- Agglutinogeni veri.
- Proteine della membrana esterna.
Il bacillo molto labile nellambiente esterno.
2.6.4. EPIDEMIOLOGIA.
La pertosse una malattia diffusa e molto contagiosa.
In Italia lincidenza della malattia si mantenuta a livelli elevati.
- luomo lunica fonte di contagio: oltre il malato, sono importanti il portatore
precoce e il malato no diagnosticato.
La contagiosit massima durante il periodo di incubazione e quello catarrale, poi
diminuisce progressivamente.
La pertosse una malattia ad elevata contagiosit, paragonabile a quella del morbillo e
della varicella.
La malattia pi frequente nelle femmine e pu manifestarsi durante linverno e la
primavera.
2.6.5. PREVENZIONE.
Lisolamento del malato inutile per limitare il contagio.
Evitare il contatto dei lattanti con il malato.
Alla fine della malattia consigliabile unaccurata pulizia e una prolungata aerazione
dellambiente.
VACCINAZIONI.
In passato i vaccini erano quelli a cellule batteriche intere.
A partire dagli anni 80 sono stati prodott:
- i vaccini antipertosse acellulari., contengono proteine immunogeno selezionate e
purificate.
Il ruolo e lefficacia del vaccino antipertosse sono ampliamente attestati dalla
bassissima incidenza della malattia tra i bambini vaccinati rispetto a quelli no.
CHEMIOPROFILASSI.
Per i contatti che non abbiano superato la malattia e che non siano stati vaccinati.
consigliabile la chemioprofilassi con eritromicina per 14 giorni (neonati e bambini
sotto i 4 anni).
2.8. MORBILLO.
una malattia esantematica, acuta, altamente contagiosa, evoluzione rapida e prognosi
favorevole, decorso severo.
provocato da un virus di cui si conosce un unico tipo antigene.
2.8.1. EZIOLOGIA.
Il virus del morbillo da parte del gruppo dei Paramyxovirus.
Ha forma grossolanamente sferica. un virus labile (debole) di fronte ai comuni
disinfettanti fisici e chimici.
Oltre alluomo infetta anche diversi primari.
2.8.3.EPIDEMIOLOGIA.
le sorgenti di infezione sono rappresentate dal malato che elimina il virus nella fase di
invasione e nelle prime 24-48 ore del periodo esantematico.
La contagiosit molto elevata.
Si manifesta nel gruppi di et 3-10 anni.
Le complicaiozni variano in rapporto allet e alle condizioni socio-economiche..
La letalit modesta (0,1%)
2.8.4. PREVENZIONE.
Lisolamento non consigliabile ma necessario in casi complicati.
Si usa lisolamento domiciliare per 5 giorni dalla comparsa dellesantema.
Non necessaria la disinfezione finale per la notevole labilit del virus.
Vaccinazione.
La prevenzione al morbillo limmunizzazione attiva.
Il vaccino di massa si mostrato un validissimo mezzo di controllo della malattia che
prospetta lobiettivo delleradicazione.
Il morbillo causato da un unico tipo di virus, non ha serbatoi umani.
Furono preparati vaccini viventi attenuati il cui prototipo il ceppo Edmonston di
Enders.
Somministrando il vaccino pi precocemente si ha la possibilit che una residua
immunit di origine materna impedisca lattecchimento.
Le controindicazioni sono quelle per tutti i vaccini somministrati vivi, cio infezioni
acute, dala gravidanza, da deficit di immunit cellulare.
La messa a punto dei vaccini trivalenti contro morbilli parotite e rosolia (MPR) ha
permesso di definire le strategie di prevenzione delle tre malattie ad un tempo.
In Italia la vaccinazione MPR consigliata, inserita nel calendario delle vaccinazioni.
Profilassi immunitaria passiva.
Ai bambini no vaccinati e che sono stati a contatto con bambini ammalati, utile
somministrare immunoglobuline normali o antimorbillo entro i 5 giorno dal contatto.
2.9. ROSOLIA.
La rosolia una malattia esantematica, contagiosa a breve decorso e di modesta
gravit quando colpisce un organismo maturo, invece una malattia grave quando
colpisce nelle fasi iniziali della gravidanza per i danni embrionali che pu determinare.
2.9.1. EZIOLOGIA.
La rosolia sostenuta da un virus, il virus Rubeolico, la struttura grossolanamente
sferica.
Il virus di cui si conosce solo un tipo di antigene dotato di un RNA monocatenario.
Ha la capacit di emoagglutinare globuli rossi di uccelli e i globuli rossi umani di gruppo
0.
La sua resistenza ambientale di un certo livello , solo a basse temperature.
2.9.3. EPIDEMIOLOGIA.
Le sorgenti di infezioni sono umane. Il virus viene eliminato in casi clinicamente
evidenti da una 10 di giorni e prima dellinizio della sintomatologia fino a 1 / 2
settimane dopo.
Il periodo di massima contagiosit va da 2-3 giorni pria a 2-3 giorni dopo linizio
dellesantema.
La trasmissione avviene per via aerea e perci che si riferisce alla malattia post-
natale, per via transplacentare e la rosolia connatale.
Rosolia post-natale.
Nei soggetti colpiti da una prima infezione la risposta immunitaria testimoniata dalla
comparsa di anticorpi che durano tutta la vita..
La reale diffusione pu essere valutata con metodiche siero-epidemiologiche.
La rosolia diffusa in tutto il mondo.
C una diffusione endemica ed epidemica. Le et colpite son o fasce di et tra i 5-9
anni quanto alla stagione lincidenza nei mesi primaverili.
Rosolia connatale.
Il rischio del danno fetale valutato in rapporto sia al metodo di rilevamento sia alla
diversa virulenza degli stipiti virali..
La rosolia contratta nei primi 3-4 mesi di gravidanza determina un incremento degli
aborti e parti prematuri con feto morto, fra i bambini nati vivi, la frequenza di
malformazioni al 50% quando la rosolia contratta al primo mese di gravidanza. Al
25% al secondo mese e al 6-15% al terzo mese..
Il bambino che nasce con affetto da rosolia una temibile sorgente di infezione.
Leliminazione di virus non cessa in genere prima del 6 mese.
2.9.4. PREVENZIONE.
Lisolamento ha un modesto valore profilattico.
La disinfezione ha poco valore. Laccertamento diagnostico ha valore in relazione alla
prevenzione della rosolia connatale.
Vaccinazioni.
Sono disponibili diversi stipiti di virus vivente e attenuato di vaccino contro la rosolia.
I diversi vaccini si trovano in commercio liofilizzati.
Linoculazione va fatta sottocutanea in una sola dose. Esistono diversi orientamenti
come il vaccino trivalente MPR, antimorbillo, parotite rosolia. Somministrato a bambini
di 15 mesi.
La vaccinazione antirosolia :
- Bambine in et 10-12 anni.
- Donne siero negative in et feconda, esposte a contagio (infermieri
puericultrici).
- Da qualche anno tutti i bambini al 12 e 15 mese vaccinati con MPR.
- controindicato vaccinare donne in gravidanza, per non costituisce pericolo di
aborto.