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DIO COSTRUISCE LA CITTA

Centro Gruppi di Preghiera di Padre Pio


1
Creazione specchio di Dio
(creazione)
"In principio Dio cre...".
Alla sua parola il creato si organizza con ordine e chiarezza: la luce, il cielo, le acque, le
luci del firmamento, la terra con "i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che
guizzano e brulicano nelle acque..., gli uccelli alati secondo la loro specie..., le bestie
selvatiche..., il bestiame..., ogni erba che produce seme..., ogni albero in cui il frutto.
"Dio vide che era cosa buona... cosa molto buona... e li benedisse".
Come l'acqua, sgorgando dalla sorgente, ne dimostra la purezza, la limpidezza, la
freschezza, l'abbondanza, cos il creato ha in s l'impronta del suo Creatore e ne riflette la
bellezza, la sapienza e la bont.
La creazione non una necessit di Dio ma opera della sua libera volont. E' un segno
visibile del suo amore. Dio crea "non per accrescere la propria gloria, ma per manifestarla
e per comunicarla.
All'uomo, dotato di anima immortale, affidato il compito di dominare il mondo, di
portarlo alla sua massima realizzazione e di renderne la gloria a Dio. E anche quando
l'uomo, a causa del peccato, perde l'amicizia del Creatore, questi non l'abbandona, n ritira
da lui la sua benedizione. Dio promette e poi attua il dono del Verbo incarnato. In Cristo,
l'umanit riconciliata con il Padre, con il cosmo, con se stessa. Intesa in questo modo e
contemplata nella fede, la creazione suscita lode, preghiera, ringraziamento.
Quando i tre giovinetti, le cui predizioni avevano irritato il re Nabucodonosor, entrano
nella fornace preparata per il loro supplizio, cantano la potenza di Dio: "Benedite, opere
tutte del Signore, il Signore: lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Nella stessa fede piena di
stupore, san Francesco d'Assisi compone il suo Cantico delle creature: "Laudato si', mi'
Signore, cum tucte le tue creature".
La contemplazione francescana del mondo ha le sue radici nelle verit teologali: vede gli
esseri creati in relazione con il Padre creatore e con Cristo Salvatore e manifestazione di
Dio.
Scrive il Celano: "Il nostro felice viandante trovava conforto nelle cose di questo mondo...
le utilizzava come fossero specchi per contemplare la bont di Dio. In ogni opera
ammirava l'artefice... esultava di gioia per tutte le opere uscite dalle mani di Dio, e da
questo spettacolo risaliva fino a colui che la causa, il principio e la vita dell'universo".
"Chiamava tutte le creature col nome di fratello e sorella, intendendone i segreti in modo
mirabile.
Le usava con parsimonia, ne rifiutava ogni forma di possesso, di sfruttamento, di abuso.
Desiderava che neppure un fiore fosse strappato dal suo stelo, ma lasciato al suo posto per
lodare il Signore e rallegrare con la sua presenza il creato. Invitava il frate incaricato
dell'orto ad adattare a giardino una parte di terreno "dove seminare e trapiantare... erbe
odorose... e piante che producono bei fiori, affinch nel tempo della fioritura invitino tutti
quelli che le guardano a lodare Dio, poich ogni creatura sussurra e dice: "Dio mi ha fatta
per te, o uomo.
Dialogava con ogni essere, dal pi nobile al pi umile. Ne collaudava bellezza, bont,
dignit e valore. E "tutte le creature, da parte loro, si sforzano di contraccambiare l'amore
del Santo e di ripagarlo con la loro gratitudine. Sorridono quando le accarezza, danno
segno di consenso quando le interroga, obbediscono quando comanda.
Padre Pio, perfetto discepolo di san Francesco, fin dall'adolescenza mostr stupore e
ammirazione per gli spettacoli della natura, in tutte le sue manifestazioni.
Figlio di contadini, era un attento osservatore e interprete dei fenomeni naturali. Ne
descrive alcuni con espressioni efficaci e piene di religioso significato nei componimenti
scolastici scritti a 15 anni.
Ecco l'inverno che "col suo orrido aspetto costringe l'occhio dell'uomo non a guardare in
alto, ma... a chinarsi alla terra ed a tremare". La stagione primaverile colta nel suo arco-
baleno di colori, ma vista anche con affettuosa attenzione per gli uomini, contadini e
pastori, che dalla terra traggono il loro sostentamento.
"La terra, del bianco spogliata, di verde rivestiva, ed il verde di varie verdure distinto: e
dove era fiorito, di vermiglio e di candido, di giallo e di altri colori era dipinto... Tutti i
contadini erano sparsi per le campagne ed anche i pastori uscivano con i loro greggi...
Insomma tutto il creato era lietissimo".
La pioggia considerata come dono impetrato e concesso da Dio che soccorre le sue
creature. L'uomo, illuminato dalla fede, accetta anche eventi dannosi, siccit, grandine,
carestie. Sa che nessun avvenimento sfugge alla vigilanza paterna di Dio.
Tutto pu diventare grazia, occasione di crescita nell'amore e di cammino verso Lui e
chiede, con umilt e fiducia, ci che gli venuto a mancare.
Scrive il giovane Francesco Forgione: "Sono trascorsi tre mesi da che sulle nostre contrade
pi non cade una goccia d'acqua. Le campagne sono tutte bruciate... La gente non fa altro
che invocare il nome del Signore affinch si degni di far cadere sulla terra un po' di
pioggia "Signore, aiutateci; Signore soccorreteci; Dio mio, abbiate piet di noi... " tutti
pregano e... fanno voti; e si pentono dei loro peccati... Iddio per non fu sordo a queste
suppliche... un gioved... il cielo si tutto coperto di nuvole, comincia... a tuonare ed a
lampeggiare e quindi viene gi una pioggia fitta fitta ed in tanta copia da far rinverdire... la
campagna che quasi non dava pi segno di raccolta".
Pi tardi, quando ormai innumerevoli anime si affidano alla sua guida spirituale, Padre Pio
coglie nella natura immagini e similitudini suggestive che ammaestrano ed esaltano verit
morali. Ad una figlia spirituale dice: "Hai mai visto un campo di grano in piena
maturazione? Potrai osservare che certe spighe sono alte e rigogliose, altre invece sono
piegate a terra. Prova a prendere le pi alte, le pi vanitose, vedrai che queste sono vuote,
se invece prendi le pi basse, le pi umili, vedrai che queste sono cariche di chicchi. Da
ci potrai dedurre che la vanit vuota".
Ad un'anima nella prova della tentazione, ricorda che ad un rigido inverno e ad una tiepida
primavera segue un buon raccolto: "Non temere la tempesta che rugge a te d'intorno,
poich a misura che l'inverno sar pi rigido, la primavera sar pi bella e pi ricca di fiori
e il raccolto pi abbondante".
Nella trasformazione di un'ape da piccola ad adulta esperta nel fabbricare miele, vede il
progresso dell'anima sulla via della perfezione evangelica.
"Contentati... di essere per ora una piccola ape che ben presto diventer una grande ape
abile nel fabbricare il miele".
Altrove sottolinea: "L'umilt e la carit sono le madri delle virt; quelle le seguono come
fanno i pulcini con le loro madri".
Padre Pio, perfetto adoratore di Dio, vuole che schiere interminabili di anime testimonino
le sue meraviglie: "Piaccia al cielo che... anime banditrici delle meraviglie del Signore si
abbiano a moltiplicare come arene dei mari e gli atomi che compongono i corpi tutti, sia
celesti che terrestri".
Uomo e creazione devono esistere in un equilibrio dinamico di reciproco rispetto e aiuto.
Ci possibile solo se l'uomo, sintesi dell'universo, diventa specchio di Dio, lasciandosi
plasmare dallo Spirito Santo, come hanno fatto i santi. Allora capace di leggere nel
mondo la presenza di Dio che "offre agli uomini, nelle cose create, una perenne
testimonianza di s.
in grado di usufruire di bellezze e ricchezze della natura con gratitudine, non
riducendole a pura materia, gestita dall'arbitrio e dall'istinto.
Gli uomini, oggi sono in grado di saccheggiare, devastare, manipolare la natura mettendo
in pericolo la sopravvivenza del pianeta e della specie.
Come tornare all'armonia tra creato e uomo? Padre Pio una volta disse: "Chi vuole amare
pu. Basta togliere quello che disordine. Entrando nell'ordine, si ama Dio!" Un frate
esclam: "S, s, spogliarsi di tutti gli affetti delle creature!" "No, rispose il Padre, amare
Dio e tutto il creato.

2
Il profumo del Battesimio
(rigenerazione)
Ges ha voluto iniziare la sua vita pubblica, presentandosi a Giovanni Battista nelle acque
del Giordano. Lo Spirito Santo, sotto forma di colomba e la voce del Padre lo hanno
presentato al popolo: "Questi il mio figlio prediletto.
La missione del pi grande dei profeti, il Battista, si avvia alla conclusione e ha inizio
quella del Messia. Dio fatto uomo, Agnello senza macchia, Ges, si immerge nel Giordano
fra gli uomini peccatori che aspettano la luce e la salvezza.
L'umilt dell'Incarnazione continua nel rispetto delle consuetudini e delle leggi dell'Antica
Alleanza. Su questa si innesta la Parola di Verit, l'esempio di vita, la nuova Via che
condurranno il popolo di Dio alla salvezza. Il mistero dell'Incarnazione, Passione e Morte
di Ges rivelazione di tutto ci che Dio ha preparato per noi dall'eternit. Non si trova la
Verit fuori della Parola di Dio. Essa cercata, compresa e accolta ci colloca, fin da questa
terra, in un luogo di delizie e conosciamo da dove veniamo, dove siamo diretti e trovano
spiegazione tutti i "perch" dell'esistenza. In questo giardino possiamo gustare la pace del
cuore, l'esultanza dell'anima, il sapore della vita spesa a conoscere, amare e servire Dio.
Il dono della vita grande perch siamo fatti per l'eternit. Il dono del battesimo
straordinariamente grande perch ci inserisce nella famiglia dei salvati che possono
santificare se stessi e tutto quello che compiono.
Conosciamo Dio quando lo incontriamo come Padre: conosciamo che la vita dono suo,
la salvezza dal peccato originale opera di Ges Salvatore, lo Spirito Santo Consolatore,
amore del Padre e del Figlio vive in mezzo a noi.
Il Battesimo di Ges ha preparato il nostro Battesimo. Istituito da Ges ordinato a tutti
gli uomini col mandato dato agli Apostoli: "Andate e ammaestrate tutte le nazioni,
battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo".
Il giorno del Battesimo il pi importante della nostra vita perch riceviamo il dono della
fede e della grazia. La porta del cielo per noi si aperta e con le nostre opere possiamo
portare frutti soprannaturali, frutti di santit.
L'anima purificata dalla macchia del peccato originale e da qualsiasi altro peccato
commesso prima del battesimo, entra a far parte della famiglia di Dio e diventa tempio
dello Spirito Santo.
Non c' dignit pi grande per l'uomo; questa consapevolezza la vera sapienza da cui
nascono la gratitudine e l'umilt davanti a Dio, la gioia dell'esistenza, il profumo della
speranza e dell'amore.
Rimanere nell'Amore e servire Dio il programma di vita di ogni battezzato.
"Carissimi noi fin d'ora siamo Egli di Dio, ma ci che saremo non stato ancora rivela-
to"...'. "Se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo".
La Chiesa presente nel mondo come la vera e unica famiglia dei figli di Dio che lo
riconoscono, lo adorano e fedelmente lo servono.
Col Battesimo riceviamo le primizie della vita soprannaturale e il vincolo dell'unit. Dal
battesimo scaturisce l'appartenenza alla Chiesa.
E' il sigillo sacramentale che ci incorpora a Cristo stesso.
Nella sua famiglia Padre Pio ha respirato il profumo della vita cristiana. Battezzato il
giorno dopo la nascita stato educato alla fede, umile, devota, forte.
Ha resistito, ancora infante, ai tentativi del maligno che lo atterriva con visioni orribili.
Con la vita di grazia ha fatto tacere le lusinghe del mondo e della carne, ha vinto le
innumerevoli insidie del demonio. Si santificato con l'apostolato della sua missione
sacerdotale, sempre nella Chiesa con la Chiesa e per la Chiesa.
Ha raggiunto la perfezione a cui chiamato ogni battezzato con l'amore e la carit.
Il suo confessionale stato il secondo fonte battesimale, dove molte creature, rinate alla
vita di grazia, hanno sentito l'abbraccio paterno di Dio.
Quanta gioia dava l'abbraccio di Padre Pio e il sentirsi chiamare "figlio mio!". A poco a
poco si scopriva quanto ogni anima gli era costata: sofferenza e sangue, come a Ges. 1
frutti del dolore gli facevano amare il dolore e tutta la sua vita stata consumata
dall'amore e dal dolore. La sua missione continua, perch l'amore nei cuori grandi e
generosi non muore, ma opera sempre.
Come figli spirituali di Padre Pio annunziamo il desiderio della Chiesa: che i bambini
ricevano al pi presto i doni di Dio. Le famiglie cristiane diano questa testimonianza di
fede che arricchisce e santifica la vita naturale. Torni a risplendere nei battezzati una fede
autentica, che vince l'ideologia di una falsa libert.
Risuonano ancora oggi le parole di Padre Pio: Figli miei, diamoci da fare, rimbocchiamoci
le maniche, collaboriamo alla costruzione del Regno di Dio nel cuore degli uomini e al
trionfo della fede5.

3
A immagine e somigliana
(santificazione)
Con un solo atto della sua volont Dio decide di creare l'uomo. Nel libro della Genesi
leggiamo: "Dio cre l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo cre; maschio e
femmina li cre. Dio li benedisse e disse loro: "Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la
terra.
L'uomo stato creato "a immagine di Dio" ed stato costituito da Lui sopra tutte le
creature terrene quale signore di esse. Ogni uomo chiamato a somigliare a Dio
nell'operare, a piacere a Lui per santificarsi. Scrive san Paolo ai Tessalonicesi: '... Fratelli,
vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Ges: avete appreso da noi, come comportarvi in
modo da piacere a Dio e cos gi vi comportate; cercate di agire sempre cos per
distinguervi ancora di pi. Voi conoscete infatti quali norme vi abbiamo dato da parte del
Signore Ges. Perch questa la volont di Dio, la vostra santificazione".
Ogni comunit cristiana in cammino verso la santit e tutti coloro che credono in Cristo,
a qualsiasi popolo appartengano, sono chiamati ad essere santi' ad essere consacrati a Dio
mediante il battesimo.
Nella dottrina di Cristo non esiste una chiamata alla mediocrit, bens all'eroismo, all'amo-
re, al sacrificio lieto. L'amore alla portata del bambino, del malato da mesi in una camera
di ospedale, dell'imprenditore, del medico che ha appena qualche minuto libero, perch la
santit una questione d'amore, d'impegno per arrivare, con l'aiuto della grazia, fino al
Maestro. Si tratta di dare un significato nuovo alla vita, con le gioie, le fatiche e i
dispiaceri che essa porta con s. La santit richiede intransigenza con se stessi, lotta alla
tiepidezza ed esige eroismo non nelle circostanze straordinarie, ma nella fedelt
perseverante ai doveri di ogni giorno.
San Cipriano cos esortava i cristiani del terzo secolo: "Dobbiamo dunque ricordare e
sapere, fratelli carissimi, che, se diciamo Dio nostro Padre, dobbiamo comportarci come
figli di Dio perch si compiaccia di noi. Comportiamoci come tempio di Dio, perch si
veda che Dio abita in noi. Egli disse: "Siate santi perch anch'io sono santo`.
Per raggiungere la santit dobbiamo lottare contro tutte le forze che insidiano la nostra vita
cristiana a cominciare da quelle che sono dentro di noi: "la concupiscenza della carne e la
superbia della vita.
Il cristiano deve essere "un altro Cristo". Questa la grande testimonianza cristiana: nutri-
re gli stessi sentimenti di Ges: carit verso gli ammalati, i bisognosi, gli emarginati.
La misericordia "non si limita a dare un soccorso economico ai bisognosi, ma si impegna
anzitutto a rispettare e a comprendere ogni persona come tale, nella sua intrinseca dignit
di uomo e di figlio del creatore".
La santit promuove nella societ un tenore di vita pi umano. Non uno stato definivo,
una meta da raggiungere, infatti: "non consiste nel non essere mai caduto, ma nel
proposito di non pi cadere.
E' quanto la Chiesa ribadisce nel suo insegnamento: "Nessuno creda che la santit spetti a
pochi uomini scelti fra molti, mentre gli altri possono confinarsi in un grado inferiore di
virt; assolutamente tutti sono compresi in questa legge, nessuno eccettuato.
Ci che Padre Pio si prefiggeva quando accettava la direzione delle anime, era la loro
santificazione: principale meta del suo impegno sacerdotale. Lo testimoniano i suoi scritti:
"Ardentemente desidero vederti ascendere per tutti i gradi della perfezione cristiana senza
soste e senza deviazioni".
In una lettera scritta a Raffaelina Cerase (ricordando un'anima in cui rifulse la santit che
di lei (ne) fece l'immagine pi perfetta, pi amabile di Dio)` traccia le linee essenziali per
definire la santit: "Santit vuol dire essere superiore a noi stessi, vuol dire vittoria perfetta
di tutte le nostre passioni: vuol dire disprezzare veramente e costantemente noi stessi e le
cose del mondo fino a preferire la povert alle ricchezze, l'umiliazione alla gloria, il dolore
al piacere. La santit amare il prossimo come noi stessi e per amore di Dio. La santit, su
questo punto, amare fino a chi ci maledice, ci odia, ci perseguita, anzi persino a fargli del
bene. La santit vivere umili, disinteressati, prudenti, giusti, pazienti, caritatevoli, casti,
mansueti, laboriosi, osservatori dei propri doveri non per altro fine se non di piacere a Dio,
e per riceverne da lui solo la meritata ricompensa. Breve: la santit... ha in s la virt di
trasformare... l'uomo in Dio".
E' la Magna Charta del cristiano, che ogni figlio spirituale di Padre Pio deve meditare e
incarnare nella propria vita, confidando nella sua assidua preghiera e intercessione: "Io
non ho cessato mai n cesser di pregare il dolcissimo Dio per te, acciocch a lui piaccia
compiere in te la sua santa opera, cio il buon desiderio e disegno di arrivare alla
perfezione della vita cristiana: desiderio il quale tu devi amare e nutrire teneramente nel
tuo cuore, come un'opera dello Spirito Santo e una scintilla del suo fuoco divino".

4
Uomo custode del creato
(responsabile dell'ordine)
Dio ha chiamato l'uomo a costruire la sua vita nella libert, all'interno della creazione. Gli
ha assegnato potere sulle opere delle sue mani. Lo ha costituito depositario della
benedizione sul mondo a lui affidato. Interroga Adamo: "Dove sei? Chiede a Caino:
...Dov' tuo fratello?"
L'uomo sa di avere una grande responsabilit: custodire come giardino prezioso l'ambiente
in cui vive, essere in armonia con i suoi simili.
Nel corso dei secoli l'essere umano, grazie alla sua intelligenza, ha esplorato la natura e
utilizzato le sue risorse, ha conosciuto ogni angolo della terra, ha portato la scienza e la
tecnica a traguardi straordinari.
Ha solcato i cieli, ha penetrato con sofisticate sonde i segreti degli spazi siderali. Un
giorno forse potr emigrare su altri pianeti.
Tuttavia sono tanti i problemi che travagliano e mettono in pericolo la sua esistenza:
inquinamento, catastrofi provocate da imprevidenze ed errori, attentati alla vita, alla libert
umana, alla famiglia, ingiustizie sociali, difficolt di convivenza tra popoli e individui a
causa del fanatismo religioso ed etnico, della differenza culturale e ideologica.
Radice di ogni male il peccato, che prevarica le leggi di Dio. Chi ha ricevuto il battesimo
e il dono della fede non pu rimanere indifferente. Sa che la creazione avvenimento
sempre attuale, non separato dalla storia della salvezza. Illuminato dallo Spirito, sostenuto
dalla grazia dei sacramenti il credente affronta i problemi e le situazioni laceranti del
proprio tempo con responsabilit e fedelt alla parola di Dio e agli insegnamenti della
Chiesa. Cerca la via del dialogo, della preghiera, dell'impegno nel sociale, per il progresso
di tutti, anche non credenti. Impiega operosit e intelligenza al servizio di un amore volto a
ricapitolare in Cristo tutte le cose del cielo e della terra.
Lo anima la speranza. Sa che insuccessi e difficolt non sono paragonabili alla "gloria
futura che dovr essere rivelata in noi.
Il cristiano diventa cos partecipe del meraviglioso progetto d'amore a cui Dio chiama tutti
gli uomini, ma alcuni in modo eccezionale e straordinario, perch siano luce e guida per
l'umanit.
Cos stato per Padre Pio. Il Signore, nei suoi imperscrutabili disegni, lo ha colmato di
misteriosi doni. Padre Pio li ha riversati sulla "clientela mondiale", che da ogni parte lo
pressava.
Divorato dall'amore per il Signore, obbediente alla sua volont, al dovere sacerdotale,
stato immagine di Cristo, custode dei fratelli fino al martirio nell'anima e nel corpo.
Ha incarnato il Vangelo della carit. Ha amato ogni uomo, anche sconosciuto, secondo il
precetto di Ges: "come io ho amato voi.
Ha perdonato di cuore ingiustizie, persecuzioni, calunnie.
Un giorno si rec in convento insieme ad altri paesani un uomo che aveva fatto una
deposizione calunniosa contro di lui. Quando lo vide, Padre Pio gli and incontro e lo
abbracci, rammaricandosi di non vederlo da tempo.
"Io amo ardentemente tutti - diceva - non posso trovare riposo, stanco e immerso nella
estrema amarezza, nella desolazione la pi disperata, nell'angoscia la pi angosciosa.... di
non guadagnare tutti i fratelli a Dio.
Ha pregato, sofferto, si immolato per le anime. Era pronto a dare la vita, anche ad andare
all'inferno, se necessario. Ha detto: "Dico ogni giorno al Signore: se per darti un po' di
gloria in pi, su questa terra, necessario che io soffra nell'inferno, mandami pure!".
Inchiodato lunghe ore nel confessionale, ha ricostruito in tanti uomini l'immagine di Dio,
deturpata dal peccato. Il suo sguardo penetrante coglieva nell'intimo i mali che
minacciavano l'uomo, la societ, il mondo. Li faceva affiorare dalle pieghe profonde
dell'anima, li estirpava per deporre il seme del bene.
Quanto pi strappava le anime dal maligno, tanto pi questo infieriva su lui. Padre Pio lo
ha combattuto da `valoroso guerriero` non senza una grande sofferenza.
Una volta gli fu presentata un'ossessa di 18 anni, proveniente da un paese del Bergamasco.
Davanti a lui la ragazza cominci a urlare, a dimenarsi, a minacciarlo. Padre Pio la
benedisse, non sentendosi di praticare l'esorcismo. Per giorni ci provarono alcuni
sacerdoti, ma non ottennero nulla. Il venerato padre preg una notte intera per ottenere dal
Signore la liberazione di quell'anima. Il Maligno si vendic; lo colp con un forte pugno
sulla spina dorsale, facendolo cadere e battere violentemente il volto a terra.
Il giorno dopo il Padre non pot celebrare. L'indemoniata, presente nel piazzale della
chiesa tra i fedeli in preghiera, urlava: Avete sentito... il vecchio non scende a dire Messa.
L'ho picchiato questa notte! Tre giorni dopo Padre Pio, con il volto tumefatto, scese per
celebrare. Alla sua vista la giovane emise un grido e svenne. Egli la benedisse e quando si
riebbe era serena e assistette alla Santa Messa.
Lo stimmatizzato del Gargano aveva vinto con la preghiera, la sofferenza e il sangue
versato. Padre Pio con il suo apostolato ha rinnovato cuori e coscienze.
Ognuno di noi chiamato a dare il proprio contributo al piano salvifico di Dio con
impegno e perseveranza. Cos si risponde alla missione che Dio ci ha affidato: custodire il
creato.

5
Un aiuto simile a lui
(matrimonio)
La vocazione al matrimonio iscritta nella natura stessa dell'uomo e della donna, quali
sono usciti dalla mano del creatore.
Esiste, infatti, in tutte le culture un certo senso della grandezza dell'unione matrimoniale,
poich "il bene della persona e della societ umana e cristiana strettamente connessa con
una felice situazione della comunit coniugale e familiare. Dio ha creato l'uomo per amore
e lo ha chiamato all'amore, vocazione fondamentale e innata di ogni essere umano.
Avendolo Dio creato uomo e donna, il loro reciproco amore diventa immagine dell'amore
assoluto e indefettibile con cui Dio ama l'uomo, amore destinato ad essere fecondo: "Siate
fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra, soggiogatela.
La donna donata all'uomo come un aiuto. "Per questo l'uomo abbandoner suo padre e
sua madre e si unir a sua moglie.
Anche la relazione fra l'uomo e la donna pu essere minacciata dalla tentazione del male,
che minaccia la loro unione. Il mondo con la sua corruzione, il diavolo con le sue
insinuazioni, attentano in vario modo alla santit dell'unione sacramentale. La discordia, lo
spirito di dominio, la gelosia e ogni tipo di conflitto possono incrinare o spezzare il
vincolo matrimoniale.
Per guarire le ferite del peccato l'uomo e la donna hanno bisogno dell'aiuto, che Dio, nella
sua infinita misericordia, non fa mancare, anche in quanto grazia inerente al proprio stato
di ciascun cristiano.
Alla vigilia della sua vita pubblica Ges compie il primo miracolo, su richiesta di sua
madre, durante una festa nuziale.
La presenza di Ges alle nozze di Cana conferma la santit del matrimonio e la prova che
esso gode del segno efficace della presenza di Cristo.
Ges ristabilendo con la sua redenzione l'ordine iniziale della creazione sconvolto dal
peccato, ha donato agli sposi cristiani la forza e la grazia per vivere il matrimonio in una
nuova dimensione, quella del regno di Dio, dove possibile conoscere e realizzare la
perfezioneiell'amore.
L'apostolo Paolo nella lettera agli Efesini scrive: "Voi, mariti, amate le vostre mogli, come
Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa".
Tutta la vita cristiana porta il segno dell'amore sponsale di Cristo e della Chiesa e il
matrimonio fra battezzati un vero sacramento della nuova alleanza'. Nel matrimonio
cristiano il dono reciproco dell'uomo e della donna anche la consacrazione della coppia a
Cristo per mezzo del suo sacramento. La famiglia cos diventa quel antuario domestico in
cui si pu celebrare il grande culto filiale di lode, di adorazione e di intercessione.
La Chiesa si prende cura della famiglia.
"La cura pastorale della famiglia regolarmente costituita significa, in concreto, l'impegno
di tutte le componenti della comunit ecclesiale locale nell'aiutare la coppia a scoprire e a
vivere la sua nuova vocazione e missione. Perch la famiglia divenga sempre pi una vera
comunit d'amore necessario che tutti i suoi membri siano aiutati e formati alle loro
responsabilit di fronte ai nuovi problemi che si presentano, al servizio reciproco, alla
compartecipazione attiva alla vita di famiglia.
Padre Pio con la sua guida spirituale ha coltivato la consapevolezza e il desiderio di
seguire i principi evangelici. E' stato una presenza ferma e costante accanto agli sposi, alle
famiglie, ai loro dolori e alle loro gioie, offrendo il balsamo del conforto e l'efficacia della
preghiera.
Educava a confidare in Dio nella buona e nella cattiva sorte, a credere nella Provvidenza di
un Padre premuroso, che mai abbandona. Presentava come modello da imitare la Sacra
Famiglia: "Ges regni sempre sovrano sul tuo cuore e su quello di tuo marito, ti assista
sempre con la sua vigile grazia e ti renda sempre pi degna sposa cristiana ed anche madre
se a Dio piacer, modellata sulla santa famiglia di Nazaret, di Ges, Giuseppe e Maria.
Raccomandava di recitare il rosario nelle famiglia per cementare l'unione con la pace dei
cuori e il rispetto verso l'altro; di meditare insieme la parola del Signore per rafforzare la
fede contro i dubbi.
Invitava ad accogliere tutti i figli che Dio avrebbe dato e a difendere il diritto alla vita: "Se
per un solo giorno - scrive - non avvenissero peccati contro la vita nascente, come
contropartita Dio darebbe al mondo la pace e la cessazione di ogni guerra (Archivio
personale).
In un tema dal titolo: Se fossi re, il giovane Francesco scrive: "Oh, se fossi re! Quante
belle cose vorrei adempire. Prima di ogni altra, vorrei essere sempre un re religioso, come
ora sono e spero di esserlo sempre. Combatterei prima di tutto il divorzio, da molti cattivi
desiderato, e farei s che il sacramento del matrimonio fosse maggiormente rispettato"9.
Alle soglie del terzo millennio il Papa punta sulla famiglia per il rinvigorimento della
Chiesa e la ricostruzione della societ.

6
Due in una carne sola
(Indissolubilit)
Dinanzi ai nostri occhi la realt cambia continuamente: l'alternarsi delle stagioni,
l'avvicendarsi di regimi politici, di idee, di mode. Questo procura un senso di precariet e
di angoscia per l'uomo "creato a immagine e somiglianza di Dio. Egli per ha infuso nel
cuore umano il bisogno di un amore eterno.
Il Signore ha educato il popolo eletto al suo amore in un rapporto sponsale: "Ti far mia
sposa per sempre, ti far mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e
nell'amore; ti fidanzer con me nella fedelt".
Gli accenti di passione e di tenerezza danno la cifra di quanto reale e personale sia l'amore
di Dio per il suo popolo.
Il Signore gli parla, si fa conoscere: "Tuo sposo il tuo Creatore... Tuo Redentore il
Santo di Israele; lo riprende con s dopo l'infedelt commessa, lo consola: "Viene forse
ripudiata la donna sposata in giovent? ... Ti ho nascosto per un poco il mio volto, ma con
affetto perenne ho avuto piet di te".
Dio instaura questo dialogo con ogni anima, raffigurata dalla Sacra Scrittura nella
sunnamita del Cantico dei Cantici, che attirata dal profumo dell'amato lo cerca e gli chiede
un pegno eterno: "Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio, perch
forte come la morte l'amore... Le grandi acque non possono spegnerlo n i fiumi
travolgerlo.
Cos la Chiesa riflette su questa chiamata universale all'amore, indicando due modi per
rispondere secondo il progetto divino: "... il matrimonio e la verginit... La verginit e il
celibato per il regno di Dio non solo non contraddicono alla dignit del matrimonio, ma la
presuppongono e la confermano.
Riguardo al matrimonio ricordiamo le parole che Ges pronunci, rispondendo ai Farisei,
che lo interrogavano sulla liceit di ripudiare la donna: "Non avete letto che il Creatore da
principio li cre maschio e femmina e disse: Per questo l'uomo lascer suo padre e sua
madre e si unir a sua moglie e i due saranno una carne sola? ... Quello dunque che Dio ha
congiunto, l'uomo non lo separi.
L'indissolubilit proclamata con autorit da Ges una parola di certezza e di speranza,
che rafforza la consapevolezza di rientrare nel progetto Dio, amati e pensati da sempre
come coppia.
Illuminanti sono le parole che il card. C. M. Martini rivolge ai coniugi: "C' un altro
Amore che vi ha preceduto e vi precede, che vi ha chiamato e che vi ha resi capaci di dirvi
e di vivere il vostro amore ... Voi vi siete sposati perch Dio Padre vi ha pensati, vi ha
amati e vi ha chiamati nel suo Figlio Ges ... Nell'eternit che gli appartiene, Egli da
sempre pensa e vuole, cio ama personalmente ogni uomo e ogni donna, voi in modo
particolare come coppia. E' l'amore di Ges... il costante alimento del vostro matrimonio...
Il vostro s germoglia dal s di amore che Ges in croce pronuncia per la Chiesa sua sposa.
Scoprire il disegno di Dio sulla propria vita difficile senza una guida spirituale. Padre Pio
univa al consiglio illuminato l'amore paterno sollecito e premuroso. Cos scrive ad una sua
figlia spirituale: "Sono contento apprendere che non trovi difficolt nel progettato
matrimonio con Paoluccio, qualora sia la volont del Signore. A me sembra che Ges
guardi di buon occhio questo matrimonio proposto da me. Voglio vedervi tutti e due felici
e perci cura del padre badare al benessere dei fgliuoli".
La fedelt nell'amore coniugale dono di Dio elargito nel matrimonio come vocazione e
comandamento al di l di ogni prova e difficolt: "L'indissolubilit del matrimonio trova la
sua verit ultima nel disegno che Dio ha manifestato nella sua rivelazione: egli vuole e
dona l'indissolubilit matrimoniale come frutto, segno ed esigenza dell'amore
assolutamente fedele che Dio ha per l'uomo e che il Signore Ges vive verso la sua
chiesa".
Fuori del contesto evangelico l'amore un termine spesso abusato, si confonde tra
l'egoismo e l'impegno a rivendicare "le proprie libert".
Il matrimonio uno dei luoghi privilegiati per la donazione di s nella pienezza della
gioia: "L'amore fa s che l'uomo si realizzi attraverso il dono sincero di s: amare significa
dare e ricevere quanto non si pu n comprare n vendere, ma solo liberamente e
reciprocamente elargire. Il dono della persona esige per sua natura di essere duraturo e
irrevocabile. L'indissolubilit del matrimonio scaturisce primariamente dall'essenza di tale
dono: dono della persona alla persona. In questo vicendevole darsi viene manifestato il
carattere sponsale dell'amore".
Padre Pio, consapevole di quanto sia importante nel matrimonio scegliere la persona
voluta da Dio per la reciproca santificazione, guida con fermezza e con autorit.
Carlo Z., innamoratosi di una ragazza, va da P. Pio per chiedergli consiglio. Venendo a
conoscenza che non frequentava i sacramenti, il Padre lo consiglia di lasciarla,
aggiungendo: "Trovatene una santa che ce ne sta ancora".
Dopo qualche anno conosce una ragazza praticante e chiede a Padre Pio di celebrare il
matrimonio. Il Padre rivolgendosi alla donna fa la domanda di rito e lei risponde "S".
Non contento le dice: "Devi rispondere: s, lo voglio". Di nuovo le ripete la domanda, ma
la risposta sempre la stessa, solo la terza volta la donna pronuncia interamente la frase.
Padre Pio voleva una piena adesione senza riserve e senza tentennamenti. La loro unione
fu allietata e benedetta da ben 14 figli, nonostante il parere contrario dei medici
preoccupati per la costituzione debole e fragile della sposa`. Direttore delle anime accorto
e ispirato Padre Pio, sapendo che il peccato si commette prima con il pensiero e poi con le
azioni, interveniva tempestivamente e drasticamente con domande precise e, a volte, con
assoluzioni non accordate se non vi era vero pentimento.
Soprattutto condannava il peccato contro la fedelt coniugale: tarlo della fiducia, del
rispetto reciproco, della stima; negazione dell'essenza stessa del matrimonio e dell'amore
vero.
"La ricchezza della comunione delle persone, nella loro fedelt, far comprendere meglio
che il divorzio e l'instabilit della donazione di s, sono in realt germi di morte, mentre il
legame indissolubile delle persone fonte di vita".
Come Ges agli ascoltatori faziosi del suo tempo, possiamo dire a coloro che seminano la
morte in modi legali e non: Il nostro Dio "non un Dio dei morti, ma dei viventi! Voi siete
in grande errore".

7
Amore che dona
(consacrazione)
"Il suo volto brill come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce... Signore
bello per noi restare qui... ".
Ges vita; amore. Raggiunge, illumina e vivifica tutti i "figli". E' una fiamma che
avvolge e brucia "una fiamma delicata ed assai dolce che strugge e non d pena alcuna"'.
Dice Padre Pio: "mi sentivo sempre pi attratto verso Ges senza nessun fuoco vicino, mi
sentivo tutto internamente bruciare... bruciare d'amore.
Ges "Amore" che dona amore: "Signore bello per noi stare qui" con te, vivere di te,
donarci totalmente a te perch " ... l'amore tuo dolce pi del vino.
L'anima inebriata dall'amore, non brama altro se non l'unione con l'Amato "... vuol vedere
il Verbo, il Figliuolo di Dio che lo splendore della gloria di Dio e la figura perfetta della
sostanza di Lui... e invoca: "... Traimi dietro a te! Corriamo! Introducimi, o re, nelle tue
stanze...
Non un semplice incontro, ma "un'unione nuziale con Dio, un cuore a cuore che fa dire a
Padre Pio: "... l'anima smaniosissima di vedersi del tutto posseduta finalmente da questo
gran Dio, dal cui amore ella si sente rubato e trapassato il cuore... Povera anima!': desidera
con tutte le sue forze un amore perfetto, totale, indiviso; anche Ges lo vuole, chiede
fiducia e la sua grazia opera il miracolo: non pi un semplice amore consapevole quale si
ha per le creature, ma un amore prevalente, consacrante. Ges ha moltiplicato il pane per
chi stanco e affamato lo seguiva, cos moltiplica o meglio dona il suo amore a chi amore
non ha pi e vuole sempre pi amarlo: "Ges quasi sempre mi chiede amore. Ed il mio
cuore pi che la bocca gli risponde: o Ges mio, vorrei... e non posso pi continuare. Ma
alla fine esclamo: s, Ges, ti amo; in questo momento sembrami di amarti di pi; ma
Ges, amore nel cuore non ce ne ho pi, tu sai che l'ho donato tutto a te; se vuoi pi amore
prendi questo mio cuore e riempilo del tuo amore e comandami pure di amarti che non mi
rifiuter; anzi te ne prego di farlo, io lo desidero...
Padre Pio ha rinunciato a tutto e si donato tutto a Ges. la definizione vivente
dell`amore che dona". Padre Pio non ha pi niente perch tutto ha donato a Dio e ai
fratelli.
Consapevole per che "il santo e divino amore... il tutto per noi, il nostro miele... nel
quale e col quale tutte le affezioni e tutte l'azioni e sofferenze devono essere addolcite non
cessa un istante, di giorno e di notte di chiedere amore.
La risposta di Dio travolgente! Scrive Padre Pio a Padre Benedetto: "confesso innanzi
tutto che per me una grande disgrazia il non sapere esprimere e mettere fuori tutto questo
vulcano sempre acceso che mi brucia e che Ges ha immesso in questo cuore cos
piccolo... Pregatemi, Padre mio, perch venga un torrente di acqua a refrigerarmi un po' da
queste fiamme divoratrici che in cuor mi bruciano senza alcuna tregua".
Sente il suo cuore un vulcano d'amore di Dio e del prossimo. Esorta i suoi figli ad amare
sempre: "Non devi dire mai basta... non devi n puoi fermarti nella via del divino amore e
della santa perfezione..." e "comunque", anche quando il dono che siamo noi imperfetto
perch Dio ci accetta come siamo, recidivi quali siamo; se continuiamo a dire s Lui
continua a dire s!
Padre Pio insegna che Dio guarda al cuore: "... Iddio pu tutto rigettare in una creatura
concepita in peccato e che ne porta l'impronta indelebile ereditata da Adamo, ma non pu
assolutamente rigettare il desiderio sincero di amarlo... "'.
Vuol trasfondere nel cuore dei suoi figli tutto l'amore che Dio ha riversato nel suo per
aprirli sempre pi alla grandezza dell'amore di Dio: "... piccolo il tuo cuore, ma
dilatabile e quando non potr pi contenere la grandezza del Diletto, e resistere alla sua
immensa pressione, non temere, che egli dentro e fuori: riversandosi nell'interno,
conterr le pareti. Come conchiglia aperta nell'oceano, tu ne berrai a saziet e sarai
nell'esuberanza circondata e portata sulla sua potenza...".
L'anima "amante" vive del suo Dio sicch tutto diventa amore: il gesto, la parola, l'azione,
ogni respiro, il prossimo che le siede accanto in quanto immagine di Dio.
L'anima diventa dono per amore. Padre Pio sente dal pi profondo il desiderio di vivere
della stessa vita del suo sposo e con Lui offrirsi per i fratelli.
Scrive a Padre Benedetto: "Da parecchio tempo sento in me un bisogno, cio di offrirmi al
Signore vittima per i poveri peccatori e per le anime purganti... scongiurandolo a voler
versare sopra di me i castighi che sono preparati sopra dei peccatori e sulle anime purganti,
anche centuplicandoli su di me, purch converta e salvi i peccatori ed ammetta presto in
paradiso le anime del purgatorio
Ges accetta l'offerta e lo fa per 50 anni sua immagine crocifissa, perseguitata e a volte
anche disprezzata. Ma comunque e sempre Padre Pio ama e si fa tutto per tutti, per
riportare tutti a Dio. E lo stesso insegna ai suoi figli: chi ama dona. "L'anima che ha scelto
il divino amore non pu rimanersene egoista nel Cuore di Ges, ma si sente ardere anche
della carit verso i fratelli... ".
Padre Pio maestro, d'amore. Chi assetato si avvicina al suo cuore trova la tenerezza del
padre che ama infinitamente i suoi figli. "Ti sono sempre vicino e sempre pi mi vado
immedesimando dei tuoi dolori e godo soffrire per te e con te..."; trova la delizia
dell'amore di Dio e impara a vivere nella pienezza del suo amore e ad usare verso il
prossimo le delicatezze dell'amore di Cristo.

8
La famiglia via della Chiesa
(Giovanni Paolo II, Lett. alle famiglie)
In una societ, che si compiace e si fonda sull'esteriorit, l'uomo 'pellegrino', l'uomo di
fede nel mondo deve recuperare la dimensione interiore, ossia la sua vera identit e la meta
del suo andare.
Padre Pio scrive: "La guida sicura per tutti solo Ges, il quale ha detto: Io sono la via, la
verit e la vita.
Il pensiero va alla persona di Ges.
"Se Cristo svela pienamente l'uomo all'uomo, lo fa a cominciare dalla famiglia, nella quale
ha scelto di nascere e crescere... In tal senso sia l'uomo che la famiglia costituiscono la via
della Chiesa.
Dio fatto uomo non ha rinunciato al calore di una famiglia, alle carezze materne, alla guida
di un padre. La sua crescita ha rispettato i ritmi e la gradualit della natura umana in un
ambiente familiare, che gli ha permesso di portare a termine la sua missione.
Questo l'augurio di Padre Pio ai suoi figli spirituali: "La Sacra Famiglia non ritiri mai il
suo sguardo amoroso da te e dalla tua famiglia; tu e lei modellatevi su di essa ed avrete
pace e beni temporali e spirituali".
Guardiamo alla famiglia di Nazareth: "... la missione di Ges come quella di Maria e di
Giuseppe ha attinto da essa come da radice; in essa i tre hanno imparato ad amare, a vivere
nella volont del Padre, in essa sono maturati per poter spendere la vita per gli altri.
In una vita vissuta nell'amore vicendevole, nel nascondimento, nella semplicit, nella lode
a Dio, le persone crescono davanti a Dio e davanti agli uomini per prepararsi a dare agli
altri tutto, anche la vita".
E' una descrizione che ben si adatta alla famiglia Forgione: zi' Grazio, semplice contadino,
laborioso, emigra in America per procurare ai suoi cari il sostentamento e permettere a
Francesco di entrare in convento. Di lui Padre Pio ha costante premura.
Al fratello Michele scrive: "Il nostro padre come sta? Lo raccomando vivamente alle tue
premure ed affezioni filiali. Circondalo di affetto e guardati dal contristarlo anche nelle
minime cose".
Mamma Giuseppa, custode del focolare domestico, con la sua fede e la sua forza d'animo,
educa i figli all'amore verso Dio e il prossimo. Per lei Padre Pio nutre un affetto profondo
e la sua dipartita gli lascia un vuoto incolmabile. E' lui stesso a dirlo: "E' vero che col
passare dei giorni ... sento sempre pi profondo il vuoto; tuttavia un vuoto che strazia s,
ma non squilibra".
In questo ambiente povero, ma permeato profondamente dallo spirito religioso, nasce e
cresce un uomo, che ha raggiunto la propria santificazione grazie anche alla sua famiglia.
Novello Francesco ha sostenuto la Chiesa in una situazione storica che Giovanni Paolo II
definisce "un insieme di luci ed ombre.
Ha educato i suoi figli spirituali alla coerenza con i principi evangelici, ha rinvigorito gli
animi per affrontare la lotta contro il male, ha ridato alla famiglia la sua dignit e la sua
responsabilit nei confronti della persona e della societ.
Il suo ministero sacerdotale ha inciso sulla realt ecclesiale, riaffermando e divulgando gli
insegnamenti della Chiesa e su quella sociale, offrendo un'alternativa allo smarrimento,
alla confusione, alla corruzione, al disprezzo della vita sotto varie forme.
Padre Pio si fatto portavoce di tutti i suoi figli spirituali, dei gruppi di preghiera, dei
benefattori delle opere caritative e sociali e di tutti coloro che gli erano vicini, per
sostenere con la preghiera e la parola chiara il papa Paolo VI per la verit proposta e difesa
nell'enciclica Humanae vitae: "Nel compito di trasmettere la vita (gli sposi) noti sono
liberi di procedere a proprio arbitrio... ma, al contrario, devono conformare il loro agire
all'intenzione creatrice di Dio, espressa nella stessa natura del matrimonio e dei suoi atti e
manifestata dall'insegnamento costante della Chiesa.
Quale migliore prova dei suoi insegnamenti che la coerenza di vita dei suoi figli!
Una testimonianza di questi anni, in cui si parlava di pillola e regolazione delle nascite,
di Maria Ravagnani Malaguti.
Cos racconta: "Sposata, mi ritenevo ben preparata sui doveri del matrimonio cristiano.
Nel '51 ebbi la prima bambina, con parto difficile, ma superato bene. Nel '53 la seconda
con blocco renale e complicazioni per cui il medico prescrive: Niente figli, perch un terzo
pu costare la vita.
Si viene col marito a San Giovanni Rotondo da Padre Pio, che mentre mi passa accanto mi
pone la mano sulla testa.
Padre - gli dico - ho due bambine, i medici mi dicono che se ne avr un terzo morir. Io
non voglio peccare, ma non voglio morire.
Padre Pio risponde: Prendete tutti quelli che il Signore vi manda".
L'appello del papa nella Familiaris consortio risuona imperativo e pieno di speranza:
Famiglia, diventa ci che sei!.
La sua identit e la sua missione nel progetto di Dio che la chiama ad essere "intima
comunit di vita e amore".
Esemplare in questo caso la testimonianza dei coniugi Manelli, che hanno costruito la
loro numerosa famiglia con l'aiuto e la guida di Padre Pio.
"Supererete i venti figli", profetizz Padre Pio e in effetti di ventuno, tredici sono viventi,
un figlio sacerdote francescano, sette laureati, undici sposati, circa quaranta nipoti`.
Settimio Manelli arriv a San Giovanni Rotondo in un momento difficile della sua vita e
divenne uno dei suoi primi figli spirituali. Alla moglie, novella sposa Padre Pio confid al
suo primo incontro: "Questa la mia famiglia", assicurando un aiuto che non venne mai
meno.
Ricordiamo uno dei tanti episodi. Settimio Manelli sofferente da pi anni di disturbi allo
stomaco, nonostante le cure mediche chiese infine al Padre di guarirlo. Questi sorridendo
gli rispose: "Vuoi essere guarito per i tuoi bamboletti? - allora era padre di cinque figli e in
attesa del sesto - Rispose semplicemente: Anche per quelli!
Padre Pio alla risposta accentu il sorriso e alzando la mano destra - scrive - mi batt un
forte colpo sulla spalla, esclamando: Salute e pane quotidiano.
Da quel giorno - conclude - non ho avuto pi il minimo disturbo di stomaco e a tutta la
mia famiglia non mancato mai il pane quotidiano".
Padre Pio ha operato un cambiamento epocale. Con la sua schiera di figli spirituali educati
ai principi evangelici, ha di nuovo orientato la societ a Dio.
Fede, provvidenza, preghiera, assiduit ai sacramenti si contrappongono ad un mondo che
da tempo si allontanato dal trascendente per rivolgersi a ci che immanente e caduco.
Dio non permette che le ombre diventino tenebre. Raggio della sua luce sono i santi, che
dall'alto della croce, come Ges, indicano la Via.

9
Scuola di vita
(famiglia)
La famiglia da considerarsi un "luogo primario dell'umanizzazione della persona e della
societ`. La famiglia cristiana in particolare, perch fondata sul sacramento del
matrimonio, possiede grandi e perenni valori, come il Magistero della Chiesa insegna.
Nella "Gaudium et Spes" si afferma: " Dio stesso l'autore del matrimonio, dotato di
molteplici valori e fini, tutti quanti di somma importanza per la continuit del genere
umano, il progresso e il destino eterno di ciascuno dei membri della famiglia.
Dio ha voluto la famiglia specchio dell'Amore Trinitario e punto di luce nel mondo. Per
questo ha assunto l'amore coniugale nell'amore divino e lo ha orientato alla procreazione e
all'educazione della prole. Il progetto di Dio chiama i coniugi ad essere riflesso del suo
amore per divenire nella famiglia e nel mondo, ministri e veicoli dell'amore che Egli ha
donato ad essi.
La famiglia "comunit d'amore e di vita" pertanto chiamata ad essere anche "comunit
credente ed evangelizzante`. " soprattutto attraverso l'educazione dei figli che la famiglia
assolve la sua missione di annunciare il Vangelo della vita'.
Nella quotidianit dei rapporti e delle scelte, mediante gesti e segni concreti, dettati
dall'amore, i genitori, che il Concilio Vaticano II ha definito "primi e principali educatori",
hanno l'obbligo sacrosanto di iniziare i loro figli al vero senso della vita che si realizza nel
dono di s, nel reciproco rispetto, nell'accoglienza cordiale, nel dialogo sincero ed aperto,
nel servizio generoso e solidale e in ogni altro valore che conferisce all'uomo la dignit e
la libert che gli spettano.
La famiglia diventa cos, nell'amore di Dio trasmesso all'uomo, "scuola di vita" per i suoi
componenti ma anche per gli altri, perch l'educazione ivi impartita, si riverbera
all'esterno, investendo con i suoi benefici effetti, ogni ambito sociale.
Ecco perch il Papa ha affermato: "L'avvenire dell'umanit passa attraverso la famiglia`,
eleggendo questa a centro irradiatore della nuova evangelizzazione divenuta pi che mai
urgente e necessaria.
" la presente - scrive - una societ malata per i suoi atteggiamenti contrari alle norme
evangeliche... Essa non sa comprendere in maniera adeguata che cosa veramente siano il
dono delle persone nel matrimonio, l'amore responsabile al servizio della paternit e della
maternit, l'autentica grandezza della generazione e dell'educazione".
Infatti l'attuazione della sublime missione educativa della famiglia incontra molteplici e
gravose difficolt, oggi pi di ieri, a causa di una cultura secolarizzata, diffusa in modo
incisivo e costante attraverso i mass-media. Questi, pi che essere strumenti per una
formazione proiettata al bene comune e a quello trascendente, propongono una serie di
miti per una vita sempre pi tesa al raggiungimento del benessere materiale e immanente,
alla soddisfazione di piaceri sensoriali e immediati, secondo i dettami del consumismo pi
sfrenato e deleterio.
Nella sua visione profetica dei tempi, Padre Pio aveva annunziato tale triste condizione.
Ne era addolorato e prorompeva spesso nel lamento "Poveri figli, poveri nipoti` o
pronunciava la terribile frase: "I figli non avranno pi lacrime per piangere i peccati dei
loro genitori.
Sapeva che i cuori dei giovani sarebbero stati allontanati dalla fede, dal vero senso della
vita, in una sorta di narcotizzazione delle coscienze nei confronti dei valori morali e degli
insegnamenti religiosi.
Per questo raccomandava ai coniugi di "vigilare continuamente sui propri figli, perch i
figli sono depositari sacri che il Signore d ai genitori, i quali sono responsabili della loro
vita, dell'anima e del corpo`. "Sorvegliate i giovani - diceva ancora - non lasciateli in
pericolo, sono la pupilla dei vostri occhi, come quella dovete custodirli.
Indicava nella salvezza dell'anima, lo scopo primo ed ultimo della formazione cristiana,
pur volendo che questa fosse continuamente calata nella realt quotidiana.
A chi gli esponeva i problemi familiari, in specie riguardanti i rapporti con i propri figli, il
loro avvenire, le scelte da consigliare, Padre Pio rispondeva esortando a regolarsi, in vista
non solo della loro vita terrena, ma soprattutto del loro destino trascendente.
A Maria Zicri scrive, il 12-2-1915, circa i suoi tre figlioli: "Siate sempre sollecita per la
loro educazione non tanto scientifica, quanto morale... All'educazione della mente,
mediante i buoni studi, procurate che vada sempre accoppiata l'educazione del cuore e
della nostra santa religione; quella senza questa, mia buona signora, d una ferita mortale
al cuore umano".
Grande responsabilit dunque quella di chi deve custodire la famiglia, indirizzandone la
vita verso la realizzazione del progetto che Dio ha concepito su ognuno dei suoi
componenti.
Ecco perch Padre Pio invitava a pregare, raccomandando a mogli e mariti, a genitori e
figli di recitare insieme il Santo Rosario: il Signore che dona l'aiuto e l'ispirazione
necessari a guidare coloro che Egli ci affida, nel rispetto della sua santa volont per
assecondare "la vocazione propria di ognuno e quella sacra in modo speciale"'. Il Papa
stesso chiede che la preghiera divenga "abitudine radicata nella vita quotidiana di ogni
famiglia".
Nella famiglia che prega, regnano la pace, l'armonia dei cuori, la forza di superare ogni
prova, la saggezza di seguire, non la logica del mondo, ma quella del Vangelo.

10
Palestra di virt
(famiglia)
Per fronteggiare gli effetti devastanti e deleteri, causati dall'affermarsi di una cultura
secolarizzata, "che mette in discussione lo stesso statuto umano della famiglia" con il
considerarla "istituzione superata che non serve pi all'uomo, Giovanni Paolo II nel "Novo
Millennio Ineunte" esorta le famiglie cristiane ad offrire "un esempio della possibilit di
un matrimonio vissuto in modo pienamente conforme al disegno di Dio e alle vere
esigenze della persona umana". Nel suo, ormai ventennale magistero, il Papa insiste
perch ci si adoperi tutti per un'educazione evangelica sempre pi completa, che abbia
come centro diffusore, in primo luogo, la famiglia.
La nuova evangelizzazione deve rendere ogni battezzato consapevole di essere chiamato
ad una meta trascendente, per raggiungere la quale occorre fortificarsi nelle virt.
La santit consiste, essenzialmente, nel vivere e testimoniare il Vangelo, esercitando le
virt teologali della Fede, Speranza e Carit, strettamente connesse alle altre virt, come a
quelle cardinali della Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza. Il cristiano, che
riconosce la sua condizione di creatura amata da Dio, pone al vertice del suo modo di
essere e di operare la pi elevata delle virt: la carit.
La famiglia il luogo privilegiato dove vivere l'amore naturale e soprannaturale, durante
tutto l'arco della propria esistenza. Ed vero anche che la vocazione alla santit si esprime
e si attua non al di fuori della vita familiare, bens all'interno delle molteplici realt e dei
vari doveri che la famiglia comporta.
Nella "Lettera alle Famiglie" scritto: "Una delle vie pi sicure che portano alla santit
la famiglia: essa alla base della civilt dell'amore".
Proprio in questo ambito familiare, dove si vive a contatto gli uni con gli altri, nella
diversit dei caratteri, delle et, delle convinzioni, ma anche nella mutua accettazione, nel
rispetto reciproco, nel servizio vicendevolmente offerto, nella condivisione di tutto, si ha
l'occasione di imparare ad amare e di verificare il nostro essere cristiani, alla luce delle
"Beatitudini". La famiglia il banco di prova, la palestra in cui esercitarsi quo-
tidianamente per portare le nostre virt ad un grado pi perfetto.
Nella vita familiare ciascuno concorre, secondo la sua posizione e le proprie risorse, a
promuovere la realizzazione dell'altro nella propria identit e vocazione, e ognuno riceve
lo stimolo a migliorare se stesso.
La "Gaudium et Spes" afferma che "gli sposi cristiani compiendo in forza del Sacramento
del Matrimonio il loro dovere coniugale e familiare, nello spirito di Cristo, per mezzo del
quale tutta la loro vita pervasa di fede, speranza e carit, tendono a raggiungere sempre
pi la propria perfezione e la mutua santificazione, ed assieme rendono gloria a Dio.
Prevenuti dall'esempio e dalla preghiera comune dei genitori, i figli, ed anzi tutti quelli che
convivono nell'ambito familiare, troveranno pi facilmente la strada di una formazione
veramente umana, della propria salvezza e di una vera santit.
Quante famiglie sante ha formato Padre Pio! Quanto gli stava a cuore la famiglia, fin dal
suo nascere! A chi gli chiedeva consigli rispondeva, facendosi strumento della volont di
Dio per la stessa scelta del coniuge.
Di solito domandava: "E' un buon cristiano? Ha buona salute? Ha voglia di lavorare?
Perch senza questi requisiti non avresti garanzia di una buona riuscita`.
Voleva che quel passo cos importante nella vita fosse ponderato bene prima di compierlo,
data l'indissolubilit del vincolo matrimoniale.
Preparava gli sposi alla comunione di vita raccomandando la pazienza per la pace ed esor-
tandoli a vivere nel santo timor di Dio.
Queste le sue parole: "Il Signore vi benedica e vi renda meno pesante il giogo della
famiglia. Siate sempre buoni. Ricordate che il matrimonio porta dei doveri difficili, che
solo la divina grazia pu rendere facili.
Celebrava molto volentieri le nozze dei suoi figli spirituali e seguiva, con la preghiera, il
consiglio, l'ammonimento, le varie vicende, tristi e liete, delle famiglie che si affidavano
alla sua guida spirituale.
Attingendo ai dolci ricordi della sua vita in famiglia, trascorsa nella piccola casa di
Pietrelcina, povera di cose, ma ricca di santi affetti e di preghiera, Padre Pio metteva la sua
esperienza, illuminata dalla sapienza divina, a disposizione di chi gli confidava i suoi
problemi familiari, le sue ambasce o le sue speranze. Anche tramite lettere e biglietti
augurali, raggiungeva tutti con parole piene di premuroso affetto, di dolce consolazione, di
forte incoraggiamento, perch sempre continuassero a indirizzare la loro vita e quella dei
propri cari nella luce della fede e nella certezza dell'aiuto della Provvidenza.
Tramite il sacramento della confessione custodiva la fedelt e la castit dell'amore coniu-
gale, insistendo sulla sua fecondit e condannando severamente le colpe contro la
maternit.
Assisteva i genitori nel grave compito dell'educazione dei propri figli. Consigliava la
dolcezza unita alla fermezza: "mazze e panelle fann i figli belle". Ripeteva, sorridendo, il
proverbio popolare, perch fosse rispettata l'obbedienza. La radicalit evangelica doveva
essere per lui alla base della formazione cristiana del singolo e della famiglia. Vanno
difese l'innocenza dei piccoli e la purezza dei giovani: per questo raccomandava la
pudicizia alle fanciulle e lottava contro la moda indecente, gli spettacoli osceni, la
televisione indiscriminata ed ogni sorta di permissivismo che mina alla radice il senso del
peccato.
Confortava le spose e le mamme nel loro faticoso ed umile lavoro, elogiando cos il loro
sacrificio: "L'abnegazione principale quella che si esercita al focolare domestico.
Esortava i figli al rispetto dei genitori, che non vanno abbandonati, una volta divenuti
anziani. A sua nipote scriveva cos: "E tu pi che mai compenetrati della grande missione
che la Provvidenza oggi ti affida: l'assistenza amorosa, rispettosa e filiale al babbo tuo.
A ognuno indicava la Famiglia di Nazareth come modello di perfezione e compimento di
tutte le virt: "La Sacra Famiglia non ritiri mai il suo sguardo amoroso da te e dalla tua
famiglia; e tu e lei modellatevi su di essa ed avrete pace e beni temporali e spirituali".
Questo augurio e gli insegnamenti di Padre Pio aiutino anche le nostre famiglie a meritare
la benedizione di Dio.

11
Comunit nel nome di Dio
(ecclesialit)
La comunit costituita nel nome di Dio rispecchia la sua santit.
Ges Cristo, pietra d'angolo e tempio santo, pone come fondamenta" del suo edificio gli
apostoli, che nello stesso tempo diventano fondatori" della prima comunit cristiana,
cinquanta giorni dopo la Pasqua.
Nella Pentecoste lo Spirito Santo viene effuso e la comunit prende coscienza di essere
profetica e missionaria per portare la salvezza di Ges a tutti gli uomini, realizzando il
disegno di Dio.
Il Signore Risorto assicura: "Avrete forza dallo Spirito Santo che scender su di voi e mi
sarete testimoni a Gerusalemme... fino agli estremi confini della terra": si apre ai nostri
occhi l'intero panorama di diffusione del Vangelo e lo Spirito comincia a riunire tutti i
popoli, poich immediatamente gli Apostoli vanno in mezzo ad essi come testimoni.
Nasce la comunit, che la Chiesa e Cristo, con la sua Parola e l'azione dello Spirito, le d
vita e la fa crescere. Ogni movimento, gruppo o aggregazione che nasce e vive all'interno
della Chiesa, mosso dal comandamento dell'amore a Dio e al prossimo fa parte di essa.
Due sono le componenti della comunit: Ges centro della salvezza e il prossimo come
espansione della carit.
La prima direzione verso l'alto: una comunit cristiana deve amare ed adorare Dio nella
preghiera, donarsi totalmente a Lui, mettersi nelle sue mani con piena adesione alla sua
volont.
Nella prima comunit cristiana gli Apostoli con Maria "erano assidui e concordi nella pre-
ghiera` e nelle prime generazioni cristiane i luoghi privilegiati della preghiera erano quelli
comunitari: la mensa eucaristica e la vita familiare.
La preghiera infatti espressione della fede di una comunit e riunisce le persone attorno a
Cristo.
L'altra componente della forza di una comunit il prossimo: il Vangelo che fa considerare
in ogni persona l'immagine di Dio.
Tutte le comunit, anche quelle religiose e claustrali, non sono chiuse in se stesse ma con
la loro preghiera silenziosa e adorante si aprono al mondo intero.
L'irradiazione del dono dello Spirito crea nella comunit quel rapporto dinamico con il
mondo esterno per cui i benefici della grazia si estendono a tutti gli uomini.
Gli uomini del nostro tempo hanno beneficiato della testimonianza di Padre Pio. E' stato
l'uomo della preghiera, assorto per lunghissime ore in adorazione dinnanzi al Santissimo
Sacramento, e l'uomo della carit, attento a tutte le miserie e debolezze degli uomini,
desideroso di condividerne sempre le ansie e le speranze.
La sua esistenza stata come una croce: aperta alla duplice dimensione.
Si confessava: "divorato dall'amore di Dio e dall'amore del prossimo`.
Ogni comunit cristiana pu apprendere alla scuola di Padre Pio l'amore ardente e
tenerissimo a Ges, a Maria, alla Chiesa.
Egli insegna che la carit si perfeziona con la partecipazione quotidiana alla Messa, con la
lettura e meditazione della Parola di Dio, con visite frequenti al SS. Sacramento, con la
preghiera del Rosario, con la devozione al Sacro Cuore di Ges e al Cuore Immacolato di
Maria, con l'adesione piena agli insegnamenti del Papa.
Padre Pio si prodiga nel servizio dei fratelli, per i quali si sente vertiginosamente
trasportato a vivere.
"Ho lavorato, voglio lavorare; - egli scrive - ho pregato, voglio pregare; ho vegliato, voglio
vegliare; ho pianto e voglio piangere sempre per i miei fratelli d'esilio.
Una sera che un confratello domandava a Padre Pio perch non riuscisse a prendere
sonno e se avesse qualche particolare pensiero: "Ma che pensieri e pensieri! - rispose - i
guai dell'umanit, questi soni i pensieri per tutti". "Partecipava dunque, con sofferenza
anche visibile, alle tragedie
dell'umanit; e anche per questo egli pregava senza stancarsi e chiamava altri a pregare".
Padre Agostino relaziona nel suo diario le giornate di Padre Pio e il 17 aprile 1947 scrive:
"Il Padre continua la solita vita di unione con Dio e di bene alle anime con l'esplicazione
del suo sacro Ministero. Continua l'affluenza di gente che viene a lui per confessarsi ed
ascoltare la sua Messa. Anzi in questi giorni l'affluenza cresciuta, il Padre sempre
presente a se stesso, riceve tutti, consola tutti.
Padre Pio non si risparmia e spesso sottolinea ai suoi figli: "Se si sapesse quanto costa
un'anima. Le anime non vengono date in dono: si comprano. Voi ignorate quello che
costarono a Ges. Ora sempre con la stessa moneta che bisogna pagarle". Egli consiglia
ed esorta a `fare sforzi grandissimi per divenire santi, e prestare servigi grandi a Dio e al
prossimo.
"Padre Pio ha dunque scritto, nella storia della Chiesa, pagine luminose della Civilt
dell'Amore. E ai suoi figli spirituali, e a quanti visitano la sua tomba, ripete, col suo
esempio, il messaggio, l'invito, l'esortazione a essere nel mondo testimoni e portatori di
questa Civilt dell'Amore, che ha per fondamento il precetto evangelico della carit, per
sorgente il Cuore di Cristo, per campo d'azione il mondo intero, per compimento il trionfo
dell'Amore nei secoli eterni in Paradiso".
12
In te una cosa sola
(unit)
All'amore di Dio si oppone il peccato dell'uomo, che rompe l'armonia del bene e genera
divisioni, discordie, litigi e guerre laceranti nell'umanit.
Dio, unica fonte dell'unit, ha un disegno ben preciso: riunire tutti i popoli in una famiglia
illuminata dal Vangelo e santificata dalla carit.
Dio abbatte i muri della divisione per mezzo di Ges: "Egli infatti la nostra pace, colui
che ha fatto dei due un popolo solo, ... per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo,
per mezzo della croce, distruggendo in se stesso l'inimicizia.
"Come per la disobbedienza di uno solo (Adamo) tutti sono stati costituiti peccatori cos
anche per l'obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti`. Ges Cristo venuto per
compiere la volont del Padre suo e cos ha ristabilito l'ordine essenziale nel rapporto tra
Dio e l'uomo, che, quanto pi si conforma al volere divino, tanto pi si unisce a lui in
comunione perfetta.
Alla vigilia della sua Passione Ges stesso chiede al Padre per i suoi discepoli, e per tutti i
credenti in lui, che "siano una cosa sola, una comunione vivente.
"Questa unit, che il Signore ha donato alla sua Chiesa e nella quale egli vuole abbracciare
tutti", genera la carit.
"Infatti la chiesa non una realt ripiegata su se stessa, bens permanentemente aperta alla
dinamica missionaria ed ecumenica, perch inviata al mondo ad annunciare e testimoniare,
puntualizzare ed espandere il mistero di comunione che la costituisce: raccogliere tutti e
tutto in Cristo; ed essere per tutti "sacramento inseparabile di unit.
E' Dio che costruisce la citt, la sua Chiesa, il suo popolo non sulla sabbia ma sulla roccia
della sua legge e della sua Parola; la Chiesa santificata e redenta dalla passione e morte di
Cristo, sostenuta e fecondata dalla forza dello Spirito Santo. L'unit data dallo Spirito
Santo non un semplice confluire di persone che si sommano l'una all'altra, ma un'unit
costituita dai vincoli della professione di fede nell'esercizio dei sacramenti e dalla
esperienza della carit. I fedeli sono uno perch in comunione col Padre e col Figlio suo
Ges Cristo. Le parole di Ges "che tutti siano una cosa sola", sono dunque la preghiera
rivolta al Padre perch il suo disegno si compia pienamente, cos che risplenda agli occhi
di tutti qual l'adempimento del mistero nascosto da secoli nella mente di Dio.
Dio vuole che i suoi figli, quali fratelli di un unico Padre, abbiano "un cuore solo e
un'anima sola, che sentano una cosa sola in un medesimo Spirito, vivano concordi nella
stessa casa e, partecipando all'unico pane, il Corpo di Cristo, formino un unico corpo.
Nella celebrazione dell'eucaristia la comunit vive l'unione con Cristo, nella sua passione,
l'unit da lui data agli uomini nell'attesa della sua venuta.
Padre Pio ha vissuto questa unit con la Chiesa, unit d'obbedienza e unit di carit, e l'ha
insegnata a tutti i suoi figli.
Ogni figlio spirituale di Padre Pio ha ereditato questa verit come testamento di lui. Padre
Pio ha sofferto, lavorato, pregato e amato nel silenzio e nell'umilt.
"N chi pianta, n chi irriga qualche cosa, ma Dio che fa crescere: Cristo che procura la
crescita.
In questa perfetta consapevolezza Padre Pio si piegato docilmente al comando di chi
rappresentava Dio.
Soleva spesso ripetere: "Sono figlio dell'obbedienza. Obbedendo non si sbaglia mai. Senza
l'obbedienza impossibile piacere a Dio e santificarsi.
In occasione di un suo imminente trasferimento, il Padre nell'agosto 1923 scrisse: "Io
quale figlio divoto della santa ubbidienza... ubbidir senza aprir bocca".
"Dinanzi al decreto del 13 maggio 1931 che gli chiudeva il confessionale, Padre Pio disse:
"Sia fatta la volont di Dio!". Poi si copr gli occhi con le mani, chin il capo e pi non
fiat". Enrico Medi afferma: In un mondo di superbia, in un mondo di vanit... in un
mondo in cui si cerca di rompere ogni disciplina, in nome di una presunta e falsa libert,
noi guardiamo a Padre Pio: l'uomo della docilit assoluta. Quando la Chiesa a lui ha
chiesto il sacrificio di non celebrare la Messa, non l'ha celebrata; quando gli ha chiesto il
sacrificio di stare chiuso in silenzio, stato chiuso in silenzio; quando gli ha detto di
parlare, ha parlato, di pregare ha pregato, di celebrare ha celebrato; quando gli ha detto di
scomparire scomparso... In un momento in cui il mondo sembra pervaso dalla febbre
della follia, noi, nell'umilt e nella certezza della fede, scandendo il ritmo della nostra
speranza, bruciando il sentimento del nostro amore, diciamo al Signore: "siamo figli
obbedienti, figli docili, figli della Chiesa".
Padre Pio continuamente esorta ad essere uniti nell'obbedienza e nella carit, nella convin-
zione che ogni vocazione personale e ogni funzione diversa devono inserirsi nella crescita
di tutta la comunit. Egli scrive in una sua lettera ad alcuni giovani novizi: "S, figliuoli,
imitate Ges nell'ubbidienza pronta e senza discussioni... Imitate Ges nella carit, perch
egli riconosce per suoi soltanto quelli che serbano gelosamente questa preziosa margherita
e rammentatevi sempre che tutto il giudizio di Dio, allorch ci presenteremo dinanzi al suo
divin cospetto, si aggirer sopra della carit. Fate vostro il detto del gran vescovo
d'Ippona: Pondus meum, amor meus (Il mio peso, il mio amore). S, pesate tutte le vostre
azioni con la bilancia dell'amore e vi andrete tessendo una corona di meriti per il cielo".
Padre Pio ha costruito tutto sull'unit, nella carit.
Un giorno, il Padre disse: - Se mi fosse possibile, vorrei ottenere dal Signore una cosa
soltanto: vorrei, se mi dicesse "Va in paradiso ", vorrei ottenere questa grazia: "Signore,
non lasciatemi andare in Paradiso finch l'ultimo dei miei figli, l'ultima delle persone
affidate alla mia cura sacerdotale non sia entrata prima di me".
"Da questo riconosceranno che siete miei, se vi amerete gli uni gli altri come io ho amato
voi" perch solo cos si pu essere in Cristo "una cosa sola".

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