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Corso di

STORIA DELLA FISICA (Storia della Scienza)


A.A. 2012-13

Introduzione
giulio.peruzzi@unipd.it

Copyright, 2012-2013 Giulio Peruzzi

Introduzione
Obiettivi del corso
Exempla
Il dibattito sul significato e i metodi della
storia della scienza
Cosa cambia nel rapporto tra teoria ed
esperimento con la rivoluzione
scientifica?
Obiettivi (fortemente correlati)

Un primo obiettivo quello genericamente


culturale.
Un secondo obiettivo quello di aiutare a
superare una certa frammentariet del sapere
accentuata dallattuale organizzazione della
formazione universitaria.
Un terzo obiettivo quello di favorire la
fertilizzazione incrociata della scienza.

La storia della scienza e della tecnica costituisce uno strumento


prezioso per capire il mondo in cui viviamo.

la storia della scienza che quando tutti gli accessi e, per


cos dire, gli ingressi di tutte le menti sono come assediati
e ostruiti dai pi oscuri idoli che nelle menti sono radicati
profondamente e come impressi a fuoco [] pu
permettere alla luce genuina e originaria delle cose di
trovare uno spazio schietto e pulito nel quale
rispecchiarsi. [] Il presente un essere bifronte, guarda
insieme al passato e allavvenire per farsene una precisa
idea quindi importante avere un quadro di tutti e due i
tempi, un quadro che abbracci non solo il corso e il
progresso della scienza ma anche la previsione del futuro.
da Francesco Bacone nel Temporis Partum Masculus
IX. [...] C un quadro di Klee che sintitola
Angelus Novus. Vi si trova un angelo che
sembra in procinto di allontanarsi da qualcosa
su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati,
la bocca aperta, e le ali distese. Langelo della
storia deve avere questo aspetto. Ha il viso
rivolto al passato. Dove ci appare una catena
di eventi, egli vede una sola catastrofe, che
accumula senza tregua rovine su rovine e le
rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben
trattenersi, destare i morti e ricomporre
linfranto. Ma una tempesta spira dal paradiso,
che si impigliata nelle sue ali, ed cos forte
che egli non pu pi chiuderle. Questa
tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro,
a cui volge le spalle, mentre il cumulo delle
rovine cresce davanti a lui al cielo. Ci che
chiamiamo il progresso, questa tempesta.
da Walter Benjamin, Tesi di Filosofia della Storia 1940

C per anche unaltra cruciale funzione della storia


della scienza e della tecnica
Qualunque cosa possa essere detta circa l'importanza
di mirare alla profondit piuttosto che alla vastit nei
nostri studi, e per quanto possa essere forte nell'epoca
presente la domanda di persone specializzate, ci sar
sempre lavoro non solo per coloro che costruiscono
scienze particolari e su di esse scrivono monografie, ma
anche per coloro che dischiudono le comunicazioni tra
gruppi diversi di costruttori in modo da facilitare una
salutare interazione tra questi.
E in ununiversit siamo particolarmente tenuti a
riconoscere non solo l'unit della scienza stessa, ma
anche la comunione di coloro che lavorano nella
scienza.
Siamo troppo inclini a supporre che siamo qui raccolti
soltanto per avere alla nostra portata certi strumenti di
studio, come musei e laboratori, biblioteche e
professori, cosicch ognuno di noi possa studiare ci
che preferisce.
Io suppongo che quando le api si affollano intorno ai
fiori fanno cos perch sono interessate al miele,
inconsapevoli del fatto che il polline che portano da
un fiore all'altro che permette di rendere possibile una
pi splendida fioritura e un pi affaccendato affollarsi di
api negli anni a venire. Non possiamo perci far niente
di meglio che rendere ancora migliore il tempo dello
splendore (shining hour) operando in favore della
fertilizzazione incrociata della scienza.
J. Clerk Maxwell, The Telephone, Cambridge 1878

Exempla
[matematica] Quando nasce il calcolo vettoriale?
! William Rowan Hamilton (1805-1865) introduce nel 1843 il
calcolo dei quaternioni;
! Peter Guthrie Tait (1831-1901);
! William Thomson (futuro Lord Kelvin; 1824-1907);
! James Clerk Maxwell (1831-1879) (che introduce i termini
attualmente in uso per designare gli operatori vettoriali ! e !x
con i nomi di gradiente e di rotore, rispettivamente, mentre
l'operatore !, oggi noto come divergenza, da lui chiamato
convergenza).
! Enfasi posta sul ruolo concettuale dei vettori come mezzo per
rappresentare le grandezze fisiche in modo geometrico, un modo
pi originario e naturale del metodo delle coordinate
cartesiane.
I grafi in chimica (e fisica) e lo sviluppo della teoria chimico
algebrica: dalle scienze empiriche alla matematica

Ai primordi (1858-1861) - C2H5OH


(alcol etilico)

Crum Brown (1864) e gli isomeri:


sostanze con stessa composizione
chimica ma propriet fisiche diverse
(in fig. alcol di Friedel, o isopropilico, e
alcol propilico, C3H7OH)

Sviluppi algebrici: Cayley,


Clifford, Sylvester, Plya.
Problemi combinatori
generali sui gruppi di
permutazione per il calcolo
del numero di isomeri.

Exempla
Qual limpatto delle considerazioni fisiche (gravitazione e
termodinamica) sullevoluzionismo e sulla geologia?

Lord Kelvin e la datazione dellet del Sole su


basi termodinamiche.
Alcuni attori: John Phillips, William Thomson
(Lord Kelvin), H.C. Fleeming Jenkins, James Croll
Come farsi unidea di un milione di anni?
83 ft 4in (=2500 cm) rappresentino 1 milone di anni, allora
100 anni sono appena 1/10in (circa 2,5 mm)
[Joe D. Burchfield, Darwin and the Dilemma of Geological Time, Isis,
65 (1974), pp. 300-321]
Exempla
Qual limpatto dell'evoluzionismo darwiniano sulle altre scienze?

La chimica e gli elementi primordiali (chimica evolutiva).


La scoperta dellelettrone e la nascita della fisica moderna.
Scriveva J.J. Thomson nel 1894:
Penso che gli esperimenti precedenti [sulle scariche di elettricit
attraverso i gas] siano sufficienti a mostrare le strette analogie
esistenti tra i fenomeni della combinazione chimica e quelli della
scarica elettrica, e fanno sperare che lo studio del passaggio
dell'elettricit attraverso i gas possa essere il mezzo per far luce
sul meccanismo della combinazione chimica. Il lavoro dei
chimici e dei fisici pu essere paragonato a quello di due gruppi
di ingegneri che scavano una galleria da due estremi opposti.
Non si sono ancora incontrati, ma sono arrivati cos vicini da
poter sentire il rumore degli avanzamenti gli uni degli altri.
Alcune fasi della storia della Storia della Scienza

La storia delle vicende di una disciplina


scientifica, con il fine di illustrare i progressi
compiuti, di legittimare il lavoro svolto in un
certo periodo richiamandosi a classici illustri, o
di evidenziare la portata innovativa di nuove
acquisizioni, ha da sempre accompagnato gli
sviluppi della scienza occidentale.
Senza pretese di esaustivit si possono
elencare le seguenti 4 fasi attraversate dalla
storia della scienza.

Fase 1 Periodo dossografico (cio costituito da


raccolte erudita di notizie storiche, detti e
opinioni di filosofi): dossografie erano di solito
incluse nelle introduzioni a opere di
astronomia, fisica, botanica e medicina.

In altri termini la dossografia era parte


costituente del lavoro scientifico.

Antesignano: La storia della matematica e


dellastronomia di Eudosso di Rodi (un allievo
di Aristotele), andata perduta.
Fase 2 A partire dalla rivoluzione scientifica del
XVII secolo e dalle successive interpretazioni
datene nellet dellilluminismo, la storia della
scienza (in ispecie, ma non solo, delle scienze
fisiche e matematiche) acquista un significato
paradigmatico per la riflessione sulla storia del
progresso del pensiero umano in generale (storia
filosofica della scienza).

il periodo in cui si pongono le basi per un


rinnovamento del sapere in generale e della
filosofia in particolare.

Ai risultati delle scienze fisico-matematiche, secondo


questa interpretazione, spettava il titolo di verit
universali e necessarie, contro larbitrariet delle
concezioni metafisiche e teologiche tradizionali.
Alla riflessione filosofica era allora assegnato il
compito di enunciare i principi generali di ordine
gnoseologico che erano alla base del processo di
accumulazione delle conoscenze; alla storia della
scienza quello di illustrare le tappe pi significative di
questo processo.
(esempi: Turgot, d'Alembert, Laplace, Smith, Priestley)
Fase 3 Nel corso dellOttocento, a opera
specialmente di scienziati impegnati a definire
il metodo e le implicazioni filosofiche della
scienza, si moltiplicano i contributi nella
direzione di una laicizzazione della filosofia e
della cultura.
Non pi o non solo la storia della scienza
come illustrazione del processo di crescita
della conoscenza, ma anche come
prontuario di elementi gnoseologici
significativi.

Grande influenza esercitata da A. Compte con il


suo Cours de philosophie positive (1830-1842)
nel dibattito filosofico sulla scienza e
nellorientamento delle ricerche degli scienziati-
storici.
Influssi su vari studiosi, tra i quali vale la pena
ricordare E. Mach (1883), H. Poincar (1906) i
cui contributi, a loro volta, influenzano un altro
grande scienziato-filosofo-storico: P. Duhem
(1906).
Laccento posto sull'aspetto cumulativo e
continuista della storia della scienza.
Fase 4 Nei primi decenni del Novecento lo scenario della
storia della scienza va incontro a ulteriori e profondi
riorientamenti.
(A) Lo sviluppo di correnti neo positiviste (empirismo logico)
determina un allontanamento della filosofia della scienza
dalla storia della scienza.
La prima tende a concentrarsi sulla definizione della
struttura della spiegazione scientifica e sullo statuto logico
formale delle leggi scientifiche, anche in funzione di una
unificazione di tutte le scienze.
(Tra i nomi di riferimento: Russell, Whitehead, Carnap, il
primo Wittgenstein, Neurath e Hempel)

(B) In polemica con lempirismo logico, una crescente


attenzione agli aspetti di mutamento e di rivoluzione nello
sviluppo della scienza si comincia a palesare gi negli ultimi
decenni dellOttocento. Brunschwicg, Koyr, Meyerson e poi
Merton e Bachelard sottolineano, in modi e con sensibilit e
accenti diversi, la non tenibilit di una concezione della storia
della scienza come racconto del trionfale e continuo
progresso della scienza verso la verit.
Unattenzione per gli aspetti sociali, economici e culturali, una
pi sottile analisi del rapporto tra fatti e teorie, una variabilit
dei criteri di razionalit nel corso della storia umana, in breve
lattenzione a fattori considerati extra scientifici deve far parte
della comprensione dell'impresa scientifica.
[cf. P. Rossi, I ragni e le formiche, Il Mulino 1986, pp. 66 e ss., e da Arthur
Lovejoj, La grande catena dellessere, Fetrinelli 1981 (1936), p. 22]
La natura sarebbe una funzione della civilt.
Le civilt sarebbero lultima realt a noi raggiungibile. Lo
scetticismo della nostra ultima fase sarebbe storico.
Ma perch la leva al tempo d'Archimede e i cunei nel
paleolitico funzionavano esattamente come oggi?
Perch perfino una scimmia in grado di usare una leva
o una pietra come se fosse a conoscenza della statica e
della resistenza dei materiali, e una pantera di dedurre
dalle orme la presenza della preda come se fosse a
conoscenza della causalit?

Ove non si voglia supporre che una civilt comune leghi


anche scimmie, uomini dell'et della pietra, Archimede e
pantere, non resta proprio altro che supporre un
regolatore comune situato al di fuori dei soggetti,
un'esperienza obiettiva che sia quindi capace di ampliarsi
e affinarsi, la possibilit di una conoscenza, una
qualsivoglia concezione di verit, di progresso e di
ascesa, in breve proprio quel miscuglio di fattori teoretici
soggettivi ed oggettivi, la separazione dei quali
costituisce il gravoso lavoro di cernita della teoria della
conoscenza [...]
Esistono farfalle giallo limone ed esistono cinesi giallo
limone; in un certo senso si pu allora dire: la farfalla il
cinese nano alato mitteleuropeo.
Tanto le farfalle quanto i cinesi sono noti come simboli di
volutt.
Per la prima volta prende forma il pensiero di una
corrispondenza, mai considerata finora, tra l'antichit della
fauna lepidottera e quella della civilt cinese.
Che la farfalla abbia le ali e il cinese no un mero
fenomeno di superficie.

[Robert Musil, Spirito ed esperienza, osservazioni per i lettori scampati al tramonto dell'occidente -
1921 in polemica con Spengler SugarCo, Milano 1979]

in L. Hoddeson et al., The Rise of the Standard Model,


Cambridge University Press, Cambridge UK 1997, pp.42-3
Anche se oggi la distinzione tra storia interna e storia esterna
della scienza - al centro del dibattito tra cultori della disciplina
tra gli anni Venti e gli anni Settanta - di fatto obsoleta, vale
la pena lo stesso soffermarsi su di essa, non solo perch
molti testi ancora ampiamente diffusi sono stati scritti in quegli
anni e risentono di quel dibattito, ma anche perch parlando
di quella distinzione si possono introdurre delle riflessioni su
alcune questioni generali relative alla storia della scienza.
La storia interna tende a tracciare una netta linea di
demarcazione tra le argomentazioni razionali e le motivazioni
sociali, filosofiche, psicologiche e in generale culturali o, come
dicevano i neo positivisti, tra contesto della giustificazione e
contesto della scoperta.
La storia esterna centra le sue analisi sugli aspetti comunitari
dellimpresa scientifica, indagando in particolare le
connessioni tra scienza e societ.

Le fonti dello storico della scienza sono essenzialmente


quelle dello storico generale:

scritti (libri, articoli, diari e note di laboratorio, minute di


articoli, lettere, annotazioni su libri consultati),

illustrazioni, strumenti e macchine in generale,

collezioni naturalistiche,

Materiale darchivio (protocolli e registri di istituzioni


scientifiche, loro rendiconti e libri contabili),

edifici (case, universit, laboratori), ecc.


Oggetti interni al dominio propriamente scientifico (e
quindi considerati come principali, se non unici, oggetti
di interesse dello storico):

(1) le teorie, paradigmi o matrici disciplinari (Kuhn),


i programmi di ricerca (Lakatos);

(2) le osservazioni e gli esperimenti;

(3) gli strumenti e le tecniche sperimentali;

(4) le scoperte e le invenzioni.

[privilegio del contesto della giustificazione]

Oggetti esterni fuori dal dominio propriamente scientifico,


sul quale per esercitano influenza:

(1) psicologia, filosofia, religione, ideologie politiche;

(2) orientamento della comunit scientifica e la sua


organizzazione;

(3) strutture economiche;

(4) divulgazione scientifica;

(5) la civilt, la mentalit.

[si privilegia il contesto della scoperta]


Alcuni caratteri dellinternismo:
propensione alla storia verticale delle singole scienze;
la scienza costituita essenzialmente da osservazioni
e esperimenti, scoperte e invenzioni (convinzione
consolidatasi con il Positivismo). Come afferma Kuhn:
narrare la storia senza far riferimento ad alcuno dei
fattori tecnici dai quali dipende la risposta ad un
problema, significa dare unimmagine deformata del
modo in cui le leggi e le teorie scientifiche entrano e si
diffondono nel regno delle idee;
diffusione (e talvolta abuso) di una storiografia delle
anticipazioni e precorrimenti.

Alcuni caratteri dellesternismo:


privilegiando il contesto della scoperta
particolarmente attento a ricostruire le fasi nascenti (e
incerte) delle teorie e la loro origine dal contesto,
manifesta quindi una propensione alla storia
orizzontale delle teorie.
mitizzazione della mentalit e del quotidiano del
pubblico, sostituito in tutto o in parte ai protagonisti (il
progetto di Le Goff e degli Annalisti trasferito alla
storia della scienza).
lapproccio marxista e gli epigoni sociologici attuali.
Oggetti intermedi:
accanto alle osservazioni e agli esperimenti strictu
sensu, gli apparati sperimentali e gli esperimenti
mentali;
accanto alla progressiva accumulazione dei dati su cui
cresce in una data fase il consenso, lattenzione a tutto
ci che genera difficolt e tensioni, produce contrasti e
controversie;
accanto alla scienza di successo la scienza decaduta;
accanto ai vincitori i vinti, ai grandi i minori;
levoluzione delle immagini della scienza e lattenzione
alla filigrana che costituisce limmaginazione scientifica.

Cosa cambia nel rapporto tra teoria ed


esperimento con la rivoluzione scientifica?
Uno dei caratteri peculiari della rivoluzione scientifica del
Seicento la saldatura tra scienza e tecnica che segner in
seguito lintero sviluppo della conoscenza scientifica
occidentale.

Sia Platone sia Aristotele avevano disprezzato larte


meccanica e il lavoro manuale, e lassimilazione
dellopposizione tra schiavi e liberi a quella tra tecnica e
scienza - tra conoscenza rivolta alla pratica e alluso e
conoscenza rivolta alla contemplazione della verit - era
andata consolidandosi nei secoli.

Le sette arti liberali (del trivio: grammatica, retorica e dialettica;


e del quadrivio: aritmetica, geometria, musica e astronomia)
erano appunto proprie degli uomini liberi, mentre quelle
meccaniche e manuali erano proprie dei non liberi o degli
schiavi.

Un primo significativo cambiamento si ha nellItalia del XV secolo


dallincontro tra artisti e scienziati.
Lartista riceveva allepoca una formazione polivalente che iniziava
nella bottega di un maestro dove apprendeva, prima di
specializzarsi, non solo la pittura e la scultura, ma anche
larchitettura e loreficeria.

In una sola persona, spesso,


si sovrapponevano allartista
propriamente detto,
larchitetto, lurbanista,
lesperto di fortificazioni e di
balistica.
Tra i nomi di questi versatili
artisti-tecnici: Brunelleschi,
Verrocchio, Mantegna,
Leonardo da Vinci, Drer.
Argano centrale del cantiere brunelleschiano per la cupola del Duomo di
Firenze (1420ca.), a tre velocit e inversione di rotazione per lavorare a ciclo
continuo (disegno di Leonardo, Codice Atlantico - Da St.Sc.Treccani, IV,
p.949)
Terracotte invetriate di Andrea Della Robbia i tondi furono collocati nel 1487
- per la decorazione del Loggiato dello Spedale degli Innocenti, costruito su
progetto di Brunelleschi

Questo favor progressivi


contatti tra artisti e
studiosi/scienziati, tra i quali
Paolo dal Pozzo Toscanelli,
Luca Pacioli, Cardano,
Tartaglia, Regiomontano, che
ne utilizzarono spesso lopera.
E non dimentichiamo che Leon
Battista Alberti nel De Pictura
dette per iscritto veste teorica
alla pratica prospettica del
Brunelleschi che influ Fra Luca Pacioli che dimostra il primo teorema di Euclide assieme
fortemente sullopera di al suo protettore Guidobaldo da Montefeltro duca di Urbino. Di
fronte a loro un rombicuboottaedro mezzo riempito dacqua.
Masaccio, n dimentichiamo Dipinto di Jacopo de Barbari (1495ca.)
che Piero della Francesca nel
suo De prospectiva pingendi
forn ampio materiale a Pacioli
per il suo De divina
proporzione.
Vittore Carpaccio, Visione di SantAgostino, Venezia, Scuola di San Giorgio degli Schiavoni, 1502

Da questi contatti nasce lentamente una nuova immagine


dello scienziato e una progressiva rivalutazione della
tecnica e dei manufatti come strumenti funzionali al
progresso della conoscenza.

Queste esperienze seminali del Quattrocento sono in parte


alla base della rivalutazione cinquecentesca delle arti
meccaniche e della difesa sempre pi decisa della loro
dignit nellambito della cultura.

Solo alla luce di questa faticosa riaffermazione delle arti


meccaniche, acquista particolare significato latteggiamento
di Galilei, che nel 1609 punta verso il cielo il suo
cannocchiale: la fiducia in uno strumento nato negli
ambienti meccanici, disprezzato dalla scienza, funzionale
non a deformare ma a potenziare la vista, fonte di nuova
conoscenza contro lassolutezza del guardare naturale
degli occhi umani.
SALV. Largo campo di filosofare a glintelletti specolativi parmi
che porga la frequente pratica del famoso arsenale di voi,
Signori Veneziani, ed in particolare in quella parte che
mecanica si domanda; atteso che quivi ogni sorte di
strumento e di machina vien continuamente posta in opera da
numero grande dartefici, tra i quali, e per losservazioni fatte
da i loro antecessori, e per quelle che di propria avvertenza
vanno continuamente per s stessi facendo, forza che ve ne
siano de i peritissimi e di finissimo discorso.
SAGR. V.S. non singanna punto: ed io, come per natura
curioso, frequento per mio diporto la visita di questo luogo e la
pratica di questi che noi, per certa preminenza che tengono
sopra l resto della maestranza, domandiamo proti; la
conferenza de i quali mi ha pi volte aiutato
nell'investigazione della ragione di effetti non solo
maravigliosi, ma reconditi ancora e quasi inopinabili.
[G. Galilei, Discorsi e Dimostrazioni Matematiche intorno due nuove scienze,
1638, Opere, vol. VIII, p. 49.]

Discontinuit tra scienza medioevale e moderna

Se pure c chi ha sostenuto una forte


continuit tra Medioevo e Rivoluzione
scientifica, ci sono buone ragioni per
avvalorare lopposta tesi di una forte
discontinuit tra la tradizione
scientifica medievale e la scienza
moderna.
1. La natura dei moderni diversa da quella dei
medievali: in essa non si d distinzione di essenza
tra corpi naturali e corpi artificiali.

Sulle cose naturali - scrive Gassendi, ma analoghe


osservazioni si trovano in Bacone e Cartesio - indaghiamo
allo stesso modo con cui indaghiamo sulle cose delle quali
siamo noi stessi gli autori. Nelle cose della natura in cui ci
possibile, facciamo uso dellanatomia, della chimica e di
aiuti di ogni genere in modo da capire, risolvendo per
quanto possibile i corpi e come scomponendoli, di quali
elementi e secondo quali criteri essi sono composti.

Da qui il criterio del conoscere come fare o dellidentit tra


conoscere e costruire.

2. La natura dei moderni viene interrogata in


condizioni artificiali: infatti lesperienza degli
aristotelici tratta dal mondo della quotidianit,
quella dei moderni invece deriva dagli
esperimenti artificialmente costruiti.

3. Metafora del sapere dei moderni


lesplorazione di nuovi continenti, mentre il
sapere dei medievali lapprofondimento dei
problemi sulla base di regole codificate in
libris.
E qual cosa pi vergognosa che il sentir nelle
pubbliche dispute, mentre si tratta di conclusioni
dimostrabili, uscir un di traverso con un testo, e bene
scritto in ogni altro proposito, e con esso serrar la
bocca allavversario? Ma quando pure voi vogliate
continuare in questo modo di studiare, deponete il
nome di filosofi, e chiamatevi istorici o dottori di
memoria; ch non conviene che quelli che non
filosofano mai, si usurpino lonorato titolo di filosofi
Signor Simplicio, venite pure con le ragioni e con le
dimostrazioni, vostre o di Aristotile, e non con testi e
nude autorit, perch i discorsi nostri hanno a essere
intorno al mondo sensibile, e non sopra un mondo di
carta.
[Galileo Galilei, Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, 1632]

La filosofia naturale, pur essendo in un primo tempo la sola


esercitata dai medici [], cominci in seguito a decadere
miseramente quando i medici, abbandonando ad altri la
chirurgia, perdettero la conoscenza dellanatomia.

[] Costoro [i medici] in verit, come fanno le cornacchie,


affidano la sezione del corpo cui mai si sono accostati, ma
che solamente imparano a memoria dai libri degli altri o
pongono sotto agli occhi copiate, gracchiando dallalto della
cattedra con rara presunzione: gli altri [i barbieri], essendo
inesperti a tal punto nel parlare, non possono spiegare le
dissezioni agli spettatori e rovinano ci che da mostrare
seguendo lordine del medico teorico, il quale avendo la
mano per niente abituata alla dissezione del corpo, recita la
parte del gran marinaio, contento del suo libro, non senza
aggrottar di ciglia.
[A. Vesalio, De humani corporis fabrica, 1543]
Nuovi strumenti e il congiungimento delle sensate
esperienze con le certe dimostrazioni sono
allorigine dellesplorazione di nuovi continenti.

Il cannocchiale (ca. 1608)

Il microscopio (ca. 1610)

Il barometro (Torricelli 1644, Gasparo Berti


1639<?<1644)

Galileo, Sidereus
Nuncius, stampato
a Venezia nel
marzo del 1610 e
dedicato a Cosimo
II de Medici,
esercit sulla
cultura scientifica
del Seicento una
profonda influenza.
La scienza e le illustrazioni

Andrea Vesalio, De humani


corporis fabrica, 1543

Andrea Vesalio, De humani corporis fabrica, 1543 (scuola del Tiziano)


Veduta Orto Botanico, da Jacobi Philippi Tomasini, 1654

Tavola, Aquilegia, Amor Nascosto, 1776


Galileo, Sidereus
Nuncius, stampato
a Venezia nel Esso conteneva tre
marzo del 1610 e fondamentali insiemi
dedicato a Cosimo di scoperte.
II de Medici,
esercit sulla Il primo riguardava
cultura scientifica la superficie della
del Seicento una Luna.
profonda
influenza.

Il secondo fatto del Sidereus:


costellazioni note non erano
rappresentate dalle consuete
figure, ma popolate da miriadi di
stelle. E analoghe conclusioni
riguardavano la Via Lattea.

Orione Le Pleiadi
Ma il pi importante fatto del libro
era costituito da ci che Galileo
aveva osservato, giorno dopo
giorno, attorno a Giove (a partire dal
7 gennaio 1610).
Stabilii dunque e conclusi fuor di
ogni dubbio che in cielo verano
stelle vaganti attorno a Giove, come
Venere e Mercurio attorno al Sole.

La sorprendente precisione delle misure di Galileo ben esemplificata dalla seguente tabella:
Satellite Galileo (1612) Encyclopaedia Brit. (1910)
I 1 giorno e 18,5 ore 1 giorno e 18,48 ore
II 3 giorni e 13,3 ore 3 giorni e 13,5 ore
III 7 giorni e 4 ore 7 giorni e 4 ore
IV 16 giorni e circa 18 ore 16 giorni e circa 18 ore

Venere non una


stella (luce riflessa).
Le sue fasi, e le sue
dimensioni nelle
varie fasi, sono una
prova a favore del
copernicanesimo.
Nuovi strumenti e il congiungimento delle sensate
esperienze con le certe dimostrazioni sono
allorigine dellesplorazione di nuovi continenti.

Il cannocchiale (ca. 1608)

Il microscopio (ca. 1610)

Il barometro (Torricelli 1644, Gasparo Berti


1639<?<1644)

Gli abitanti della Nuova


Atlantide di Bacone
(composta tra il 1614 e il
1617, pubblicata postuma
nel 1626) possiedono
aiuti per la vista migliori
delle lenti e degli occhiali
per vedere distintamente
e perfettamente i corpi pi
minuti ... altrimenti
invisibili.
Luso del microscopio
(Galileo 1610?) apriva
allocchio umano un altro
nuovo mondo, sfuggito
fino ad allora
allosservazione dei sensi
e pieno di meravigliose
strutture e forme di vita.
In questo strumento loculare, costituito da
una lente biconvessa, incastonato in una
montatura di legno fissata vicino
allestremit superiore del microscopio.
L'autore di questo microscopio, Eustachio
Divini (1610-1685), fu uno dei pi grandi
costruttori di strumenti ottici nellEuropa del
Seicento. Lavor a Roma a partire dal
1646. Divini nel campo della microscopia fu
indubbiamente tra i primi costruttori a
portare al microscopio sostanziali migliorie:
le sue innovazioni sono ampiamente citate
da famosi autori del Seicento e alcune
continuarono a essere usate fino al XIX
secolo.
I microscopi costruiti da Divini sono oggi
rarisssimi, e sembra addirittura che questo Microscopio composto, firmato
esemplare sia lunico microscopio attribuito Eustachio Divini in Roma 1672
con certezza a Divini. (Museo di Storia della Fisica)

Nel Seicento luso del


microscopio come
strumento scientifico si
afferma grazie
principalmente ai lavori di:

1) Marcello Malpighi (1628-


1694) - De pulmonibus
(1661).

2) Robert Hooke (1635-


1703) - Micrographia (1665).

3) Jan Swammerdam (1637-


1680)

4) Antoni van Leeuwenhoek


(1632-1673).
Il problema delle aberrazioni (sferica e cromatica)
Nel corso del Settecento in tutta Europa gli scienziati
continuano a usare microscopi sia composti sia semplici,
ma le aberrazioni sferiche e cromatiche sembravano porre
limiti invalicabili agli ingrandimenti ottenibili.
Gli oggetti apparivano sfuocati e circondati da frange
colorate: una delle ragioni che spinge Newton a costruire i
telescopi a riflessione.

Aberrazione sferica Aberrazione cromatica

Laberrazione sferica poteva essere ridotta utilizzando un


diaframma (che per aveva leffetto di rendere meno luminosa
limmagine), mentre quella cromatica sembrava irriducibile. Le
aberrazioni erano ovviamente pi evidenti nei microscopi
composti che in quelli semplici.
La soluzione allaberrazione
cromatica arriva negli anni
1750 dal lavoro di John
Dollond, un costruttore di
strumenti ottici, che
accoppia vetro crown e flint
nella costruzione di lenti
acromatiche. Il lavoro di
Dollond sar ripreso e
sviluppato da Joseph
Fraunhofer, artigiano
bavarese, nei primi due
decenni dellOttocento.
Nuovi strumenti e il congiungimento delle sensate
esperienze con le certe dimostrazioni sono
allorigine dellesplorazione di nuovi continenti.

Il cannocchiale (ca. 1608)

Il microscopio (ca. 1610)

Il barometro (Torricelli 1644, Gasparo Berti


1639<?<1644)

Le accennai gi, che si stava facendo non so che esperienza


filosofica intorno al vacuo, non per far semplicemente il vacuo,
ma per far uno strumento, che mostrasse le mutazioni
dellaria, ora pi grave e grossa, ed or pi leggera e sottile.
Molti hanno detto, che il vacuo non si dia, altri che si dia, ma
con repugnanza della Natura, e con fatica; non so gi, che
alcuno abbia detto, che si dia senza fatica, e senza resistenza
della Natura.
Io discorreva cos: se trovassi una causa manifestissima dalla
quale derivi quella resistenza, che si sente nel voler fare il
vacuo, indarno mi pare si cercherebbe di attribuire al vacuo
quella operazione, che deriva apertamente da altra cagione,
anzi che facendo certi calculi facilissimi, io trovo, che la causa
da me addotta (cio il peso dellaria), doverebbe per s sola
far maggior contrasto, che ella non fa nel tentarsi il vacuo.
Dico ci perch qualche Filosofo vedendo di non
poter fuggire questa confessione, che la gravit
dellaria cagioni la repugnanza, che si sente nel
fare il vacuo, non dicesse di concedere
loperazione del peso aereo ma persistesse
nellasseverare, che anche la Natura concorre a
repugnare al vacuo.
Noi viviamo sommersi nel fondo dun pelago
daria elementare, la quale per esperienze
indubitate si sa che pesa [].
Lettera di Torricelli a Michelagelo Ricci, 1644

La lettera di Torricelli (1608-1647;


1644) a Michelangelo Ricci offre un
chiaro esempio di come si istituisce
di fatto la saldatura fra costruzione di
macchine e strumenti e lemergere di
fondamentali questioni teoriche.
Lesperienza (1644) mostrava che
largento vivo (il mercurio) risaliva il
tubo non perch attratto dal vuoto,
ma perch spinto dalla pressione
esterna dellaria.
Laccettazione dellidea della
pressione dellaria sar
relativamente veloce, non altrettanto
quella dellesistenza del vuoto (il
dibattito tra vacuisti e plenisti si
protrarr per vari decenni).
4. I moderni criticano il sapere scolastico in quanto non
in grado di interrogare la natura, ma solo s stesso
fornendo sempre risposte soddisfacenti: in esso c
posto solo per il maestro e il discepolo, ma non per
linventore.

5. I moderni operano con disinvoltura e opportunismo


metodologico sconosciuti alla tradizione medievale.
Ci che conta non la pretesa allassoluta esattezza,
ma linvenzione di sistemi di misurazione sempre pi
accurati che spostano lattenzione dalla precisione
ideale a quella necessaria in relazione agli scopi e
agli strumenti disponibili.

Le invenzioni, grazie al nuovo sapere tecnico e


scientifico, permettono lo sviluppo dellumanit: la
volont umana di dominio sulla natura pu
trasformare lambiente in cui luomo vive.

Francesco Bacone, riflettendo sullimportanza cruciale


che le nuove invenzioni giocano ne evidenziava
acutamente alcuni caratteri:

la casualit,

il loro fondarsi sulla scoperta di nuove propriet


delle cose o sulla semplice combinazione di
propriet delle cose gi note.
Il caso infatti scriveva Bacone in concomitanza con
circostanze naturali favorevoli, ha dato origine a molte
scoperte. Nella scoperta del fuoco, per esempio, il
Prometeo della Nuova India differisce dal Prometeo
europeo perch non ha abbondanza di selce.
Ed elencando le invenzioni che avevano cambiato
lumanit, distingueva tra quelle che, come la polvere
da sparo, il filo di seta, la bussola, lo zucchero, il vetro
e simili, sono fondate su propriet delle cose, e quelle
che, come larte della stampa, non implicano nulla
che non sia chiaro e quasi ovvio e che non derivi dalla
combinazione di cose gi note.

E concludeva dicendo:
Nel processo dellinvenzione, invero, la mente
umana appare superficiale e inetta: prima dispera
di s e poi si disprezza; prima ritiene incredibile che
una certa invenzione possa essere realizzata ma,
dopo averla realizzata, ritiene incredibile che non
sia stata realizzata molto tempo prima.
Ma proprio questo fatto fa sperare che resti ancora
un gran numero di invenzioni che possano essere
ricavate non solo da operazioni sconosciute, ma
anche dal trasferimento e dallapplicazione di
operazioni gi note.
[Cogitata et Visa, 1607-1609]
Gli strumenti scientifici presenti nel mondo antico e
medievale (bilancia, compasso, astrolabio, orologi
meccanici, ecc.) erano il risultato di un lento processo
di perfezionamento.
Con gli inizi del Seicento si assiste a unimprovvisa
fase di invenzione che nel giro di un secolo cambia
profondamente limmagine della scienza e il suo
rapporto con la societ.
Si afferma limportanza sociale della scienza e degli
scienziati: i fini della scienza sono informati al
progresso e al rinnovamento delle condizioni di vita
dellumanit.

necessaria una collaborazione tra ricercatori, non


casuale, ma pianificata, organizzata, istituzionalizzata
(esperimenti in concerto).
Si rifiuta di pensare al mondo come immagine vivente
di Dio: non ci sono corrispondenze segrete tra uomo e
natura, luniverso non luogo di simboli corrispondenti
ad archetipi divini, limpresa scientifica non si configura
come unesperienza mistica non comunicabile.
Non il sapiente-sacerdote, n il genio del singolo sono
paradigmatici della figura dello scienziato: ma la
comunicazione e il lavoro di un gruppo nel quale conta
la divisione del lavoro, il coordinamento e
linterrelazione.
da Sam Lilley, Storia della tecnica, Einaudi 1951, p. 313

da Sam Lilley, Storia della tecnica, Einaudi 1951, p. 319


Soffermiamoci sui fondamentali passi che portano dalla
rivoluzione scientifica alla rivoluzione elettronica (cronologia degli
sviluppi paralleli di elettricit e pneumatica):
" 1600, De magnete di Gilbert
" 1644, la scoperta di Torricelli
" 1654, Otto von Guericke inventa la prima pompa
pneumatica, sviluppata in seguito (1659) da Boyle e Hooke, e
da Hauksbee (1703)
" Inizio dello studio dei bagliori nel vuoto (1676, Jean
Picard; 1700, Johann Bernoulli, dal 1703, Hauksbee)
" Prime propriet dellelettricit (Stephen Gray, 1729) e
scoperta di due tipi di carica elettrica (Charles Dufay, 1733)
"La bottiglia di Leida, 1745 (von Kleist e Peter van
Musschenbroek)

" Prime leggi dellelettrostatica e della magnetostatica (Cavendish e


Coulomb, dal 1771 al 1789)

Etvs (1889; 1922)

Coulomb (1777; 1784-85)

Bilancia di torsione per verificare


lesistenza di dimensioni aggiuntive
alle 3 spaziali ordinarie [Hoyle et al,
Phys. Rev. Lett., 86 (2001) 1418-21]
" La pila di Volta (1800) e le esperienze di rsted (1820) e Ampre
(1820): dalle ricerche nellelettrostatica allelettrodinamica.

Pila a truogoli di Volta

Pila a colonna di Volta

" Linduzione elettromagnetica, Faraday, 1831


" Generatori a induzione (dal 1832, Antoine Pixii) e bobine a
induzione (dagli anni 1830, perfezionati da Ruhmkorff negli anni
1850)

Rocchetto di Rumkhorff - firmato Rumkhorff Paris


"Tubi di Geissler, 1857

Tubo Geissler
Tubi di Crookes con ruota a palette

Tubi di Plcker Tubo a raggi X

Tubo di Goldstein raggi canale

" Le leggi del campo elettromagnetico, Clerk Maxwell, 1864

Interferometro di Michelson
(1881; Michelson-Morley 1887)

LIGO (Laser Interferometer


Gravitational-Wave Observatory) e
VIRGO, LISA
" La scoperta dei raggi X (1895), della
radioattivit (1896) e dellelettrone (1897)

Sono queste ultime scoperte che danno il via agli


sviluppi della fisica del XX secolo (Relativit e
Meccanica Quantistica) e alla rivoluzione
elettronica.

Dalle osservazioni di Jean Picard sono passati


circa due secoli e mezzo.

Capisaldi della scienza nuova


Libert e assenza di auctoritas - educazione al
senso critico
Or qui, prima chio passi pi oltre, vi dico che, nelle cose
naturali, lautorit duomini non val nulla; ma voi, come
legista, mostrate farne gran capitale: ma la natura,
Signor mio, si burla delle costituzioni e decreti de i
principi, deglimperatori e de i monarchi, a richiesta de i
quali ella non muterebbe un iota delle leggi e statuti suoi.
Aristotele fu un uomo, vedde con gli occhi, ascolt con
gli orecchi, discorse col cervello. Io son uomo, veggo con
gli occhi, e assai pi che non vedde lui: quanto al
discorrere, credo che discorresse intorno a pi cose di
me; ma se pi o meglio di me, intorno a quelle che
abbiamo discorso ambedue, lo mostreranno le nostre
ragioni, e non le nostre autorit.
[Galileo Galilei, Lettera a Francesco Ingoli in risposta
alla Disputatio de situ et quiete Terrae, (1624) in Le Opere, Vol. VI, p. 538.

Capisaldi della scienza nuova


Libert e assenza di auctoritas - educazione al senso
critico (lettera a Ingoli e polemica con i filosofi in
libris)
Comunicazione e libera circolazione delle idee
Intersoggettivit come forma di oggettivit
Rapporto con lesperienza: non c spazio - almeno
sul lungo periodo - per Imposture intellettuali (Sokal
e Bricmont in Social Text vs. Jacques Lacan, Julia
Kristeva, Luce Irigaray, Bruno Latour, Jean
Baudrillard, Gilles Deleuze, Flix Guattari)
Non c distinzione tra naturale e artificiale
La natura matrigna, indifferente
La conoscenza scientifica programmaticamente
incompleta

Estrema temerit mi parsa sempre quella di


coloro che vogliono far la capacit umana
misura di quanto possa e sappia operar la
natura, dove che, allincontro, e non effetto
alcuno in natura, per minimo che e sia,
allintera cognizion del quale possano arrivare i
pi specolativi ingegni.
[Galileo Galilei, Dialogo, Einaudi, Torino 1970, p. 125.]

Ma allora:

come agire affinch la coppia natura


matrigna - scienza programmaticamente
incompleta non generi il consenso
popolare su descrizioni sostanzialmente
inquietanti del rapporto che intercorre tra
gli esseri umani, le indifferenti cose del
mondo esterno e gli sviluppi tecnologici
pi imprevedibili?
Dando spazio agli insegnamenti che da Galilei in poi
rivendicano a gran voce il primato della ragione,

la pazienza e la tenacia della ricerca da bancone,

limportanza di tenere vivo lo spirito critico,

il dialogo aperto e tollerante,

il senso di responsabilit delluomo che solo pu basarsi


sulla conoscenza e sulla cultura,

la solidariet leopardiana del genere umano tutto.

Tutti appelli che trovano orecchie pronte ovunque fuorch


nello stupidissimo e stolidissimo volgo e nella folla
accademica dei filosofi in libris.

BIBLIOGRAFIA
Paolo Rossi, I filosofi e le macchine, Feltrinelli, Milano 2002.

Paolo Rossi, La rivoluzione scientifica da Copernico a


Newton, Loescher, Torino 1999.

Galileo Galilei, Dialogo di Cecco Ronchitti da Bruzene,


Opere Edizione Nazionale, vol II, pp. 310-34 (cf. Le Scienze,
n. 434 ottobre 2004, pp. 68-79); Contro il portar la toga,
Opere Edizione Nazionale, vol IX, pp. 213-23.

G. Peruzzi, S. Talas, Bagliori nel vuoto. DallUovo elettrico


ai raggi X: un percorso tra elettricit e pneumatica dal
Seicento a oggi, Catalogo del Museo di Storia della Fisica di
Padova, Vol. 1, Canova, Treviso 2004.

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