GRAPHIC
DESIGN
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IL PROGETTO
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INDICE
Abedini Reza 7
Agha Mehemed Fehmy 9
Aicher Otl 11
Albers Josef 13
Apollinaire Guillaume 15
Ballmer Theo 17
Bass Saul 19
Baur Ruedi 21
Bayer Herbert 23
Beardsley Aubrey 25
Beck Henry C. 27
Behrens Peter 29
Bernhard Lucian 31
Bill Max 33
Boggeri Antonio 35
Brodovitch Alexey 37
Brody Neville 39
Cappiello Leonetto 41
Carboni Erberto 43
Carlu Jean 45
Carr Carlo Dalmazzo 47
Carson David 49
Cassandre Adolphe Mouron 51
Cerri Pierluigi 53
Cheret Jules 55
Chwast Seymour 57
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Colin Paul 59
Confalonieri Giulio 61
Crouwel Wim 63
Depero Fortunato 65
Dudovich Marcello 67
Dumbar Gert 69
Eckmann Otto 71
Feininger Lyonel 73
Fella Edward 75
Fletcher Alan 77
Fronzoni AG 79
Frutiger Adrian 81
Fukuda Shigeo 83
Gill Eric 85
Glaser Milton 87
Greiman April 89
Grignani Franco 91
Gutemberg Johann 93
Heartfield John 95
Henrion Frederik Henri Kay 97
Hofmann Armin 99
Hohlwein Ludwig 101
Huber Max 103
Huszar Vilmos 105
Itten Johannes 107
Johnston Edward 109
Jones Terry 111
Kauffer McKnight Edward 113
Licko Zuzana 115
Lissitzky El 117
Loewy Raymond 119
Lubalin Herb 121
Lustig Alvin 123
Maeda John 125
Mallarm Stephane 127
Marinetti Filippo Tommaso 129
Matter Herbert 131
Moholy-Nagy Laszlo 133
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Morris William 135
Moscoso Victor 137
Moser Koloman 139
Mucha Alphonse 141
Muller-Brockmann Josef 143
Munari Bruno 145
Neurath Otto 147
Noorda Bob 149
Novarese Aldo 151
Pintori Giovanni 153
Rand Paul 155
Reid Jamie 157
Renner Paul 159
Rodcenko Alexander 161
Ruder Emil 163
Sagmeister Stefan 165
Savignac Raymond 167
Schawinsky Xanti 169
Scher Paula 171
Schmidt Joost 173
Schwitters Kurt 175
Steiner Albe 177
Tanaka Ikko 179
Testa Armando 181
Tomaszewski Henryk 183
Toulouse-Lautrec de Henri 185
Tschichold Jan 187
VanderLans Rudy 189
Van de Velde Henri 191
Van Doesburg Theo 193
Veronesi Luigi 195
Vignelli Massimo 197
Weingart Wolfgang 199
Wilson Wes 201
Wyman Lance 203
Zwart Piet 205
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REZA
ABEDINI
Teheran, 1967
Membro di spicco della Scuola iraniana formatosi alla scuola del graphic
La nascita designer Morteza Momayez, Abedini mette laccento sullidentit culturale
della tipografia iraniana (persiana), caratterizzando i suoi artefatti comunicativi. Laureato
nel 1985 alla School of Fine Art di Teheran, insegna comunicazione visiva
scaturisce dallo spirito presso la Teheran Art University, dove si diploma in pittura nel 1992. Nel
della calligrafia. 1993 fonda il Reza Abedini Studio e assume la direzione artistica della
rivista Manzar. Dal 1997 membro dellIranian Graphic Designers Society,
Reza Abedini per la quale anche supervisore del comitato culturale nel 1999, e dal 2001
dellAGI (Alliance Graphique Internationale). Membro della giuria di Biennali
in tutto il mondo, partecipa anche a diverse edizioni ottenendo numerosi
riconoscimenti: nel 2004 vince il I premio e medaglia doro allVIII edizione
della Biennale internazionale del manifesto in Messico, medaglia dargento
alla II edizione di quella coreana e il I premio alla Biennale internazionale
del manifesto islamico in Iran; nel 2005, la medaglia di bronzo alla Biennale
internazionale del manifesto in Cina; e nel 2006, la medaglia dargento alla
1. Abedini, R., The Art of Print, Iran Educational Ministry,
Biennale internazionale del manifesto di Varsavia.
Teheran 2000.
2. Abedini, R., Margin, Rozaneh, Teheran 2008.
3. Abedini, R., Wolbers, Hans, New Visual Culture of Modern Iran, Nel quadro del design non iraniano, quello di Abedini senzaltro uno dei casi
Mark Batty BIS, New York Amsterdam 2006. pi interessanti e ricchi di riferimenti autoctoni. Infatti, attrae perch presenta
4. Bos, B., Bos, E. (a cura di), Graphic Design dal 1950
a oggi, Electa, Milano 2008, p. 529. alcuni codici espressivi della Modernit occidentale con una sorprendente carica
5. Caban, G., World Graphic Design. Contemporary Graphics
from America, The Far East, Latin America
di esotismo. Cos, Abedini azzarda inedite e affascinanti soluzioni grafiche,
and The Middle East, Merrel, Londra New York 2004, abbandonando la scrittura lineare tradizionale per apportarvi innovazioni oc-
pp. 15, 133, 136, 138, 139.
6. Le Quernec, A. (prefazione di), Reza Abedini, Pyramyd,
cidentali. Nel manifesto Dance and Message del 2000, per esempio, realizza
Parigi 2004. una composizione fortemente espressiva, giostrando segni grafici, tipografia,
7. Rossi, F. M., Diario di un viaggio tipo -grafico. Rencontres
internationales de Lure 2005, Progetto grafico, 7, calligrafia e immagini con mirabolanti intrecci testuali, per accumulazioni,
gennaio 2006, pp. 136-59. raggruppamenti, sovrapposizioni. In tal modo capovolge labituale rapporto tra
8. Russo, D., Free Graphics. La grafica fuori delle regole nellera
digitale, Lupetti, Milano 2006, pp. 79-85, 157-59. immagine e testo: questultimo non si trova accanto allimmagine ma allinterno
9. Russo, D., Nuova galassia tipografico -digitale, Op. cit.,
130, settembre 2007, pp. 14-24.
di essa (caratteri scuri su immagini chiare, caratteri chiari su immagini scure).
10. Russo, D., Grafica multimodale, in Aa. Vv., Anche per questo, le sue opere sembrano costituire un fenomeno unificante:
Gli spazi e le arti, Enciclopedia del XXI Secolo, vol. IV,
Treccani Terzo Millennio, Torino 2010, pp. 579-87. colori nazionali e modi di rappresentazione internazionali, calligrafia iraniana
11. Serov, S., Reza Abedini, in Aa. Vv., Area, Phaidon, e tipografia occidentale, in una potente sintesi tipografico -figurativa, ottenuta
Londra 2005, pp. 12-15.
con facilit e naturalezza, che non potrebbe essere pi inestricabile in un
messaggio danzante.
INDICE 7 az-project.org
- Dance and Message, Poster, 2000
- Resaleh Delgasha, Cover, 1999
- Victim, Poster, 2005
INDICE 8 az-project.org
MEHEMED
FEHMY AGHA
Mykolav, 1896
Pennsylvania, 1978
INDICE 9 az-project.org
- Vanity Fair, Cover, Novembre 1932
- Vanity Fair, Cover, Giugno 1934
- Vanity Fair, Cover, Marzo 1935
- Vanity Fair, Cover, Dicembre 1934
- Vanity Fair, Cover, Settembre 1934
- Vanity Fair, Cover, Luglio 1933
- Vanity Fair, Cover, Gennaio 1935
INDICE 10 az-project.org
OTL
AICHER
Ulm, 1922
Rotis ber Leutkirch, 1991
INDICE 11 az-project.org
- Lufthansa, Logo, 1962
- Lufthansa, Applicazione logo su aeromobili
- ERCO Tempo libero e sport, Pittogrammi, 1972
- ERCO Uffici pubblici e scuole, Pittogrammi,1972
- Mascotte Waldi Giochi Olimpici di Monaco, 1972
- Giochi olimpici di Monaco, Poster, 1972
INDICE 12 az-project.org
JOSEF
ALBERS
Bottrop, 1888
New Haven, 1976
INDICE 13 az-project.org
- Homage to the Square, Dipinto, 1976
- Homage to the Square, con Rays, Dipinto, 1956
- Homage to the Square, Dipinto, 1949
- Homage to the Square, Dipinto, 1950
- Carattere componibile, Font, 1926
INDICE 14 az-project.org
GUILLAUME
APOLLINAIRE
Roma, 1880
Parigi, 1918
INDICE 15 az-project.org
- Il pleut, Calligrammi, 1918
- Le colombe poignarde et jet d'eau, Calligrammi, 1918
- La cravate, Calligrammi, 1918
- Paysage, Calligrammi, 1918
- Cheval, Calligrammi, 1918
- Reconnais-toi, Calligrammi, 1915
INDICE 16 az-project.org
THEO
BALLMER
Basilea, 1902 1965
INDICE 17 az-project.org
- Bro, Poster, 1928
- Was ist euer Stolz Eidgenossen?, Poster, 1933
- Neues Bauen, Poster, 1928
INDICE 18 az-project.org
SAUL
BASS
New York, 1920
Los Angeles, 1996
INDICE 19 az-project.org
- The Man with the Golden Arm, Poster, 1959
- Vertigo, Poster, 1958
- Anatomy of a murder, Poster, 1959
INDICE 20 az-project.org
RUEDI
BAUR
Parigi, 1956
INDICE 21 az-project.org
- Aereoporto Colonia-Bonn, Pittogrammi e logo, 2002
- Aeromobile Colonia-Bonn, Pittogrammi, 2002
- Area ritiro bagagli aeroporto Colonia-Bonn,
Pittogrammi, 2002
- Aeroporto Colonia-Bonn, Corporate identity, 2002
- Aereoporto Colonia-Bonn, Pittogrammi, 2002
- Ruedi Baur e Susanna Fritscher, berschattung,
Mostra, 2011
INDICE 22 az-project.org
HERBERT
BAYER
Haag am Hausruck, 1900
Santa Barbara, 1985
INDICE 23 az-project.org
- Universal, Font, 1924-5
- Bauhaus 50 anni, Poster, 1968
- Mostra Section Allemande, Poster, 1930
- Catalogo del Bauhaus, Cover, 1923
- American Line, Chiosco e tabelloni, Disegno, 1924
INDICE 24 az-project.org
AUBREY
BEARDSLEY
Brighton, 1872
Mentone, 1898
INDICE 25 az-project.org
- Salom: the Climax, Illustrazione, 1893
- Salom: the Dancers Reward, Illustrazione, 1893
- Salom: Dancing, Illustrazione, 1893
- Aristophanes Lysistrata, Illustrazione, 1896
- Autoritratto, 1892
- The Wagnwrites, Illustrazione, 1894
INDICE 26 az-project.org
HENRY
CHARLES
BECK
Londra, 1902 1984
Henry Charles Beck, detto Harry, passa alla storia per aver disegnato la map-
Se viaggi sotto terra, pa della metropolitana di Londra. Nel 1925 lavora nel London Underground
perch ti dovresti Signals Office. Nel 1931, mentre intento a disegnare un circuito elettrico,
elabora un diagramma, ovvero una nuova mappa per migliorare la fruizione
preoccupare della metropolitana. Mostrato il progetto al Publicity Department, questo lo
della geografia? rifiuta ridicolizzandolo. In seguito, Beck viene licenziato, ma non si arrende;
anzi, vende lidea alla London Underground come freelance, assicurandosene
Non cos importante. il totale controllo su future modifiche. Nel 1933 nuovamente assunto e il
Sono i collegamenti Publicity Department testa la mappa di Beck realizzandone 1.000 copie,
a essere fondamentali. subito vendute nelle stazioni principali. Cos il Publicity Department de-
cide di stamparne altre 750.000. Nel 1959, Harold F. Hutchinson, capo
Henry Beck del Dipartimento, progetta una mappa: non una ex novo ma una sorta di
aggiornamento di quella progettata da Beck, il quale viene dunque totalmente
estromesso dal progetto. La London Underground, infatti, non gli riconosce
pi alcun diritto, negandogli qualsiasi collegamento con il disegno originale.
1. Allard, J., Alle basi dellinfografica, in Linea grafica,
n. 365, settembre-ottobre 2006, p. 48. La mappa della metropolitana di Londra un artefatto straordinariamente
2. Allard, J., Design dellorientamento, in Linea grafica,
n. 367, gennaio 2007, pp. 46-51. comunicativo, che contribuisce con grande efficacia alla corporate identity
3. Aynsley, J., A Century of Graphic Design. Graphic Design dell'azienda inglese. Tuttora utilizzata, la mappa di Beck rientra nel novero dei
Pioneers of the 20th Century, Beazley, Londra 2001,
pp. 130, 131. capolavori del graphic design moderno ed uno dei simboli pi rappresenta-
4. Baroni, D., Vitta, M., Storia del design grafico, Longanesi,
Milano 2003, pp. 199, 246, 247.
tivi della capitale inglese. La sua genialit consiste nel sostituire le complicate
5. Garland, K., Mr. Becks Underground Map, rappresentazioni topografiche delle mappe precedenti con una resa diagram-
Capital Transport, Middlesex 1994.
6. Heller, S., Ilic , M., Icons of Graphic Design, Thames
matica molto pi semplice e incisiva. I percorsi, tortuosi nella realt, sono
& Hudson, Londra 2001, pp. 148, 149. semplificati in rette orizzontali, verticali e oblique secondo un angolo sempre
7. Hollis, R., Graphic Design. A Concise History, Thames
& Hudson, Londra 1994, pp. 18, 94. uguale di quarantacinque gradi. I colori e i simboli sono immediatamente
8. Jubert, R., Typography and Graphic Design. riconoscibili e servono a identificare, distinguendole, le otto linee allora
From Antiquity to the Present, Flammarion, Parigi 2006
(2005), pp. 211, 235. esistenti, con le relative stazioni. Lunica allusione geografica rappresen-
9. Meggs, P. B., A History of Graphic Design, Wiley,
New York 1998 (1992), pp. 292, 293.
tata dal percorso azzurro, anchesso schematizzato, che identifica il Tamigi
10. Pasca, V., Russo, D., Corporate Image. Un secolo (punto di riferimento generale). Fondamento indiscusso dellinformation
dimmagine coordinata dallAEG alla Nike, Lupetti,
Milano 2005, pp. 17-20, 71. design, nonostante liniziale rifiuto, quella di Beck diventa un modello per
11. Polano, S., Tassinari, P., Sussidiario. Grafica le mappe dei trasporti pubblici e ispira per decenni la progettazione di dia-
e caratteri moderni, Electa, Milano 2010, p. 51.
12. Rauch, A., Graphic Design. Segni, simboli e segnali, grammi e sistemi di reti in tutto il mondo.
Electa, Milano 2005, pp. 116, 117, 146, 149.
13. Rauch, A., Graphic Design. La storia, i protagonisti e i temi
dallOttocento ai giorni nostri, Electa, Milano 2006, p. 127.
INDICE 27 az-project.org
- Metropolitana londinese, Mappa, 1933
- Prima versione metropolitana londinese, Mappa, 1931
- Linee metropolitana londinese, Disegni, 1931
INDICE 28 az-project.org
PETER
BEHRENS
Amburgo, 1868
Berlino, 1940
INDICE 29 az-project.org
- AEG: lampada a filamento metallico, Poster, 1910
- AEG, Logo, 1907
- Eckmannschrift, Font, 1896
Behrensschrift, Font, 1901
Behrens-Antiqua, Font, 1908
- Mitteilungen Der Berliner Elektricitaets-Werke, Cover,
Giugno 1908
INDICE 30 az-project.org
LUCIAN
BERNHARD
Bad Cannstatt, 1883
New York, 1972
INDICE 31 az-project.org
- Sigarette Priester, Poster, 1905
- Bernhard-Brushscript, Font, 1933
- Macchine da scrivere Adler, Poster, 1909
- Donne!, Poster, 1919
INDICE 32 az-project.org
MAX
BILL
Winterthur, 1908
Berlino, 1994
INDICE 33 az-project.org
- USA Baut, Poster, 1945
- Mostra personale, Poster, 1968
- Mostra personale, Poster, 1967
- Mostra personale, Poster, 1979
- Mostra personale, Poster, 1968
INDICE 34 az-project.org
ANTONIO
BOGGERI
Pavia, 1900
Santa Margherita Ligure, 1989
Boggeri uno dei padri del graphic design italiano. Nel 1916 frequenta
Liberata dalla rigidit lIstituto Tecnico di Pavia e si diploma in violino al Conservatorio di Milano.
della tecnica, Nel 1924 ottiene la direzione della fonderia Alfieri & Lacroix da parte di
Giuseppe Crespi. Quindi, partecipa ai dibattiti sulla fotografia e scrive, nel
anche la fotografia 1929, lintroduzione di un annuario di fotografia artistica italiana dal titolo
a colori ci dar Luci e ombre. In seguito, sinteressa alle sperimentazioni di Lszl Moholy-
Nagy, Man Ray e alla Neue Sachlichkeit (Nuova Oggettivit) svizzera in campo
un giorno sensazioni fotografico. Nel 1933 fonda lo Studio Boggeri a Milano, il primo importante
nuove, genuine. studio di grafica e fotografia italiano. Con lui collaborano alcuni progettisti
La pubblicit sar di grande talento (sia italiani sia stranieri), come Walter Ballmer, Erberto
Carboni, Fortunato Depero, Paolo Garretto, Franco Grignani, Max Huber,
la prima a giovarsene. Giancarlo Iliprandi, Enzo Mari, Armando Milani, Bruno Monguzzi, Bruno
Antonio Boggeri Munari, Reno Muratore, Marcello Nizzoli, Bob Noorda, Xanty Schawinsky,
Saul Steinberg, Albe Steiner e Carlo Vivarelli. Tra i suoi clienti figurano
Dalmine, Pirelli, Motta, Roche, La Rinascente, Glaxo ed Einaudi. I suoi
1. Anceschi, G., Monogrammi e figure, La casa Usher, Firenze
articoli sono pubblicati dalle maggiori riviste di design, tra le quali Campo
1988 (1981), pp. 86, 124, 128, 147-51, 153, 157. Grafico, Domus, Stile Industria e Fotografia. Lo Studio Boggeri chiude
2. Anceschi, G., Il campo della grafica italiana:
storia e problemi, Rassegna, 6, aprile 1981, pp. 5-19. nel 1981.
3. Aynsley, J., A Century of Graphic Design.
Graphic Design Pioneers of the 20th Century, Beazley,
Londra 2001, pp. 84, 85, 194. Con Boggeri la fotografia acquista una valenza nuova nellambito della grafica
4. Baroni, D., Vitta, M., Storia del design grafico, Longanesi,
Milano 2003, pp. 137, 139, 149, 218.
pubblicitaria. Grazie alla fotografia, infatti, possibile sperimentare di con-
5. Boggeri, A., Luovo di Colombo, Campo Grafico, tinuo, perch permette la configurazione di nuove, infinite soluzioni grafiche.
12 dicembre 1934, pp. 271-74.
6. Boggeri, A., La fotografia nella pubblicit, La pubblicit,
Lo studio Boggeri, del resto, si occupa dellintero processo dideazione e
5-6, novembre-dicembre 1937, pp. 16-25. realizzazione di un progetto grafico. Si assiste cos alla nascita di una nuova
7. Boggeri, A., Erberto Carboni, Linea grafica, 11-12,
novembre-dicembre 1953, pp. 323-28. figura professionale in grado di mediare tra le richieste del committente e
8. Boggeri, A., Il Catalogo, strumento di informazione loutput del tipografo, con un lavoro che coniughi forma e funzione e in
e di vendita, Linea grafica, 9-10, settembre-ottobre
1958, pp. 222-27. grado di comunicare chiaramente un messaggio. In generale, Boggeri pre-
9. Boggeri, A., Appunti sul marchio, Linea grafica,
3 maggio-giugno 1969, pp. 204-05.
dilige composizioni tipografiche asimmetriche, ma equilibrate, per dare spazio
10. Boggeri, A., Una B rossa fra due punti. Colloquio a immagini pi complesse e multiformi. Uno dei progetti pi emblematici
con Antonio Boggeri, Rassegna, 6, aprile 1981, pp. 20-21.
11. Fioravanti, G., Passarelli, L., Sfigiotti, S., La grafica in Italia, senzaltro il famoso logotipo, lelegante B rossa fra due punti neri di Deberny
Leonardo Arte, Milano 1997, pp. 8, 10, 11, 56, 61, 71, e Peignot (1933). Ma limmagine pi rappresentativa e universalmente nota
76-79, 91, 92, 94, 102-04, 106, 108, 120, 126, 136, 144,
199-202, 204. dello Studio Luovo di Colombo del 1933, una fotografia di Boggeri, che si rif
12. Monguzzi, B. (a cura di), Lo Studio Boggeri, 1933-1981,
Electa, Milano 1981.
al famoso aneddoto per cui non esistono problemi impossibili ma una soluzione
13. Monguzzi, B., Studio Boggeri (2006), in Ben Boss, Elly semplice a tutto, mai banale, anzi geniale nella sua immediatezza comunicativa.
Bos (a cura di), Graphic Design dal 1950 a oggi, Electa,
Milano 2008, pp. 622-27.
14. Fossati, P., Sambonet, R. (a cura di), Lo Studio Boggeri
1933-1973. Comunicazione visuale e grafica applicata,
Pizzi, Milano 1974.
INDICE 35 az-project.org
- Deberny & Peignot, Studio Boggeri, Logo, 1933
- Valtur, Logo, 1969
- Luovo di Colombo, Cover, 1933
- Lo Studio Boggeri: Comunicazione visuale e grafica
applicata, Cover, 1974
INDICE 36 az-project.org
ALEXEY
BRODOVITCH
Ogolitchi, 1898
Le Thor, 1971
INDICE 37 az-project.org
- Harpers Bazaar (la modella fotografata da Man Ray),
Doppia Pagina, Marzo 1936
- Harpers Bazaar (la modella fotografata da George
Hoyningen-Huene), Doppia Pagina, Marzo 1938
- Harpers Bazaar, Cover, Ottobre 1947
- Harpers Bazaar, Cover, Giugno 1940
INDICE 38 az-project.org
NEVILLE
BRODY
Londra, 1957
INDICE 39 az-project.org
- The Face, Cover, Marzo 1985
- Blur, Font, 1992
- Fuse Exhibition, Poster, 1996
INDICE 40 az-project.org
LEONETTO
CAPPIELLO
Livorno, 1875
Cannes, 1942
INDICE 41 az-project.org
- Chocolat Klaus, Poster, 1904
- Bitter Campari, Poster, 1921
- Fumez le Globe, Poster
INDICE 42 az-project.org
ERBERTO
CARBONI
Parma, 1899
Milano, 1984
INDICE 43 az-project.org
- Barilla: La pasta del buon appetito, Poster, 1952
- Rai TV, Poster, 1955
- Barilla: vera pasta alluovo, Poster, 1954
INDICE 44 az-project.org
JEAN
CARLU
Bonnires-sur-Seine, 1900
Nogent-sur-Marne, 1997
INDICE 45 az-project.org
- Americas Answer: Production, Poster, 1941
- Dentifrici Gell Frres, Poster, 1927
- Vinili Odon, Poster, 1929
- Sciroppo Caz, Poster, 1950
- Soda Pschitt!, Poster, 1954
INDICE 46 az-project.org
CARLO
DALMAZZO
CARR
Quargnento, 1881
Milano, 1966
Noto soprattutto come uno dei sottoscrittori del Manifesto dei pittori futuristi
Disprezzare (1910), Carr un assiduo sperimentatore nellambito della pittura e aderisce
profondamente a diversi movimenti artistici degli anni Venti e Trenta, come il Realismo e
la Metafisica. La sua esperienza artistica inizia a dodici anni, quando esegue
ogni forma dimitazione. i primi lavori come stuccatore e decoratore murale. Nel 1895 si trasferisce a
Carlo Dalmazzo Carr Milano e cinque anni dopo a Parigi, dove gli viene commissionata la decorazione
di alcuni padiglioni dellExposition Universelle del 1900. Nel 1904, tornato a
Milano, frequenta per un anno la Scuola serale darte applicata e nel 1906
lAccademia di Brera. Nel 1910 aderisce al Futurismo. Nel 1913 disegna e
scrive articoli per la rivista Lacerba, fondata da due ex collaboratori de
La Voce, un gruppo fiorentino vicino ai valori del movimento futurista.
Nel 1921 critico darte per il quotidiano LAmbrosiano. Nel 1933 firma
il Manifesto della pittura murale redatto da Mario Sironi, ed esegue degli af-
freschi per la Triennale di Milano. Nel 1938 affresca il Palazzo di Giustizia
di Milano. Nel 1941 viene premiato per la sua opera e designato professore di
1. Aa. Vv., Art & Publicit, 1890-1990 (cat. della mostra),
pittura allAccademia di Brera.
Centre George Pompidou, Parigi 1990, pp. 182, 183, 185, 197.
2. Baroni, D., Vitta, M., Storia del design grafico, Longanesi,
Milano 2003, pp. 75, 77, 82, 112, 114. Parole in libert, espressione artistico-letteraria ideata da Filippo Tommaso
3. Blackwell, L., I caratteri del XX secolo. Levoluzione Marinetti, spinge Carr a sperimentare continuamente con i nuovi metodi
del lettering dallespressionismo a oggi, Leonardo Arte,
Milano 1998, p. 22, 24. tipografici. Parole e frasi, scritte a macchina o dipinte, si compongono per
4. Carr, C. D., et alii, Manifesto dei pittori futuristi (1910),
in Viviana Birolli, Manifesti del Futurismo, Abscondita,
costruire e riempire la pagina in maniera inusuale, allo scopo di lanciare un
Milano 2008, pp. 27-29. messaggio diretto e provocatorio. Nel dipinto intitolato Manifestazione inter-
5. Carr, C. D., et alii, La pittura futurista (1910),
in Viviana Birolli, Manifesti del Futurismo, Abscondita, ventista (1915), Carr mette insieme sia le caratteristiche proprie del Cubismo
Milano 2008, pp. 30-33. sia i ritmi tipici delle opere futuriste, proponendo una sorta di pittura tipo-
6. Carr, C. D., et alii, Contro Venezia passatista (1910),
in Viviana Birolli, Manifesti del Futurismo, Abscondita, grafica altamente figurativa: ritagli di giornale sono disposti circolarmente a
Milano 2008, pp. 34-37.
7. Carr, C. D., et alii, La pittura dei suoni, rumori e odori
formare una girandola di parole e colori che attrae chi guarda e lo avvolge verso
(1914), in Viviana Birolli, Manifesti linterno dellopera. Nello stesso anno, pubblica Guerrapittura, una raccolta di
del Futurismo, Abscondita, Milano 2008, pp. 100-04.
8. Carr, M., Coen, E., Lemaire, G.-G., Carlo Carr, Giunti,
testi apprezzabili sia dal punto di vista visivo sia da quello sonoro, parole in
Milano 1987. libert costruite con elementi attinti dalle casse del tipografo, che dimostrano
9. Fioravanti, G., Passarelli, L., Sfigiotti, S., La grafica in Italia,
Leonardo Arte, Milano 1997, pp. 40, 42, 56, 58, 200. praticamente ci da lui descritto nel manifesto su La pittura dei suoni, rumori,
10. Friedl, F., Ott, N., Stein, B., When Who How, Knemann, odori (1912), un insieme di nuove regole di sintassi futurista. Degno di nota
Kln 1998, p. 101.
11. Grazioli, E., Arte e pubblicit, Mondadori, Milano 2001, anche la Composizione Ta (1916), dove appare evidente linfluenza non solo
p. 36, tavola XL.
12. Heller, S., Ilic , M., Icons of Graphic Design, Thames
del Futurismo e quindi del paroliberismo ma anche del Cubismo nella
& Hudson, Londra 2001, pp. 38, 39. fusione di molteplici scritture in una composizione tutta metafisica.
13. Jubert, R., Typography and Graphic Design.
From Antiquity to the Present, Flammarion, Parigi 2006
(2005), pp. 158, 166.
14. Meggs, P. B., A History of Graphic Design, Wiley,
New York 1998 (1992), pp. 234, 235, 237.
INDICE 47 az-project.org
- Manifestazione interventista, Dipinto, 1915
- Guerrapittura, Pagina, 1915
- Rapporto di un nottambulo milanese, Disegno, 1914
INDICE 48 az-project.org
DAVID
CARSON
Corpus Christi, 1954
Carson si afferma, negli anni Novanta, come uno dei graphic designer pi
Sono un prodotto dirompenti. Nel 1977 termina gli studi alla San Diego State University e
degli strumenti digitali: allOregon College of Commercial Art. Nel 1980 frequenta un corso di graphic
design alla University of Arizona e nel 1983 conclude un PhD in Arte e Socio-
assorbo i media; logia in Svizzera. Dal 1982 al 1987 insegna graphic design alla Torrey Pines
non ho altri riferimenti. High School di San Diego. Surfista esperto, alla fine degli anni Ottanta, decide
di dedicarsi alle riviste di questo sport, entrando in scena con la direzione
David Carson artistica di Beach Culture (1989-1991). Allinizio degli anni Novanta porta
al successo unaltra rivista, Surfer (1991-1992). Nel 1992 la volta di Ray
Gun, la sua rivista pi nota e innovativa, dal look pirotecnico, ricca di
soluzioni sorprendenti, con testata sempre diversa, testi rovesciati e specu-
lari, senza punteggiatura, dal corpo abnorme o piccolissimo ecc. Nel 1995
conferma il suo successo internazionale con The End of Print, ovvero la
fine della stampa, che raccoglie interamente la sua opera. Nello stesso anno,
apre a New York lo studio David Carson Design, che vanta clienti del calibro
1. Aynsley, J., A Century of Graphic Design. Graphic Design
di Pepsi, Ray Ban, Nike, Microsoft, American Airlines, Levis, AT&T, Kodak,
Pioneers of the 20th Century, Beazley, Londra 2001, Toyota, Warner Bros., CNN, MTV, Fox TV.
pp. 203, 232, 233.
2. Blackwell, L., I caratteri del XX secolo. Levoluzione
del lettering dallespressionismo a oggi, Leonardo Arte, Le pagine di The End of Print sono un campo di sperimentazione rivoluzionaria,
Milano 1998, pp. 144, 152.
3. Blackwell, L., The End of Print: The Graphic Design in cui figurano doppie colonne diversamente dimensionate e sfalsate, righe
of David Carson, Laurence King, Londra 2000 (1995).
4. Blackwell, L., David Carson: 2ndsight. Grafik Design
scoscese, crenature indicibili e interlinee sovrapposte. La lettura dei testi
after the End of Print, Univers Publishing, New York 1996. spesso tortuosa, ma come precisa lo stesso Carson il lettore delle sue
5. Carson, D., Trek. David Carson Recent Werk, Ginko,
Corte Madera CA 2003.
riviste abituato a immagini in movimento e si compiace di cogliere la pagina
6. Castellacci, C., Sanvitale, P., Il tipografo mestiere darte, con un colpo docchio, sgravato anzi dal peso della lettura convenzionale. Cos,
il Saggiatore, Milano 2004, pp. 50-59.
7. Heller, S., Ilic , M., Icons of Graphic Design, Thames per quanto il testo possa essere stravolto, Carson mette laccento sul concetto
& Hudson, Londra 2001, pp. 40, 41, 154, 155, 170, 173, di comunicazione, che non aderisce necessariamente a quello di leggibilit,
178, 179, 192, 193.
8. Jubert, R., Typography and Graphic Design. ma vi si discosta talvolta, traducendosi nella capacit di produrre sorpresa e
From Antiquity to the Present, Flammarion, Parigi 2006
(2005), pp. 387, 398-400.
scuotere il lettore. Tra le pagine del libro, conturbante un layout per cui il
9. McLuhan, M., Carson, D., The book of Probes, Ginko, lettore costretto a leggere le righe dal basso verso lalto, con corpi diversi,
Corte Madera CA 2002.
10. Meggs, P. B., A History of Graphic Design, Wiley, su un fondo variopinto che contribuisce a disturbare una lettura gi compro-
New York 1998 (1992), pp. 460-63. messa da un inspiegabile andamento contrario. Una parola, per esempio, del
11. Russo, D., Free Graphics. La grafica fuori delle regole nellera
digitale, Lupetti, Milano 2006, pp. 28, 47-61, 138-45. tutto illeggibile, annientata da una macchia scura del fondo; e non si tratta di un
12. Russo, D., Nuova galassia tipografico-digitale,
Op. cit., 130, settembre 2007, pp. 14-24.
errore di stampa ma di un espediente progettuale: lo stile esprime il concetto,
13. Russo, D., From Da-Da to Bit-Bit, in Igor Dukhan ovvero Carson sconvolge le norme del graphic design e dimostrandolo con le
(a cura di), Avant-Garde and Cultures: Art, Design,
Cultural Environment, UNESCO Office for Armenia, immagini, un layout spiazzante, e una macchia scura sul fondo del testo.
Azerbaijan, Belarus, the Republic of Moldova
and the Russian Federation, Minsk 2007, pp. 128-32.
14. Russo, D., Grafica multimodale, in Aa. Vv., Gli spazi
e le arti, Enciclopedia del XXI Secolo, vol. IV, Treccani
Terzo Millennio, Torino 2010, pp. 579-87.
INDICE 49 az-project.org
- The End of Print presentation, Cover, 1995
- Ray Gun, Cover, 1992-95
INDICE 50 az-project.org
ADOLPHE
MOURON
CASSANDRE
Kharkov, 1901
Parigi, 1968
INDICE 51 az-project.org
- Dubonnet, Progetto poster, 1932
- Normandie, Poster, 1935
- Bifur promotional brochure, Pagina, 1929
- LIntrasigeant, Poster, 1925
INDICE 52 az-project.org
PIERLUIGI
CERRI
Orta San Giulio, 1939
INDICE 53 az-project.org
- Futurismo e Futurismi, Poster, 1986
- Asiago: orientare al futuro, Poster, 1994
- Calder, Poster, 1983
INDICE 54 az-project.org
JULES
CHRET
Parigi, 1836
Nizza, 1932
INDICE 55 az-project.org
- Folies-Bergre, Poster, 1893
- Redoute des etudiants, Poster, 1894
- Bal au Moulin Rouge, Poster, 1889
INDICE 56 az-project.org
SEYMOUR
CHWAST
New York, 1931
INDICE 57 az-project.org
- End the Bad Breathe, Poster, 1967
- Push Pin Graphic: Eleven Nursery Rhymes, Cover, 1961
- War is Madness, Poster, 1986
INDICE 58 az-project.org
PAUL
COLIN
Nancy, 1892
Nogent-sur-Marne, 1985
INDICE 59 az-project.org
- Revue ngre, Poster, 1925
- Le journal d'un cur de campagne, Poster, 1950
- Libration, Litografia, 1944
INDICE 60 az-project.org
GIULIO
CONFALONIERI
Milano, 1926
INDICE 61 az-project.org
- Cassina interior design, Poster, 1961
- XV Triennale di Milano, Poster, 1973
- Pirelli, Poster, 1959
INDICE 62 az-project.org
WIM
CROUWEL
Groningen, 1928
INDICE 63 az-project.org
- Quadrat-Print: New Alphabet, Font, 1967
- Catalogo Stedelijk Museum Amsterdam, Cover, 1963-70
- Internationaal ciam, Poster, 1983
- Edgar Fernhout, Poster, 1963
- Leger, Poster, 1957
- Vormgevers, Poster, 1968
INDICE 64 az-project.org
FORTUNATO
DEPERO
Malosco, 1892
Rovereto, 1960
INDICE 65 az-project.org
- Campari: Squisito al selz, Poster, 1926
- Libro imbullonato per Dinamo-Azari, Cover, 1927
- Vanity Fair, Progetto cover, 1929-30
- Vanity Fair, Cover, Luglio 1930
INDICE 66 az-project.org
MARCELLO
DUDOVICH
Trieste, 1878
Milano, 1962
INDICE 67 az-project.org
- Borsalino: Marca Zenit, Poster, 1911
- Mele novit estive, Poster, 1908
- Agfa film, Poster, 1922
INDICE 68 az-project.org
GERT
DUMBAR
Giacarta, 1940
INDICE 69 az-project.org
- Sistema internazionale di pittogrammi sulle emergenze,
2005
- De Stijl, Poster, 1982
- Mondrian, Poster, 1971
- Piet Zwart, Poster, 1974
INDICE 70 az-project.org
OTTO
ECKMANN
Amburgo, 1865
Badenweiler, 1902
INDICE 71 az-project.org
- Eckmann-Schrift, Font, 1900
- Jugend di Luglio, Cover, 1898
- Jugend, Cover, 1896
INDICE 72 az-project.org
LYONEL
FEININGER
New York, 1871 1956
INDICE 73 az-project.org
- Cattedrale del socialismo, Illustrazione, 1919
- The Kin-der-Kids, Cover, 1906
- Donna in malva, Dipinto, 1922
INDICE 74 az-project.org
EDWARD
FELLA
Detroit, 1938
INDICE 75 az-project.org
- Letters on America, Cover, 2000
- Plazm, Cover, 1998
- Size Life, Poster, 1982
- CIType, Pagine, 1999
- The Detroit Invitational Tennis Tournament, Poster, 1968
INDICE 76 az-project.org
ALAN
FLETCHER
Nairobi, 1931
Londra, 2006
INDICE 77 az-project.org
- Designers Saturday, Poster, 1982
- Beware Wet Paint, Cover, 1996
- IBM, Poster, 1983
INDICE 78 az-project.org
AG
FRONZONI
Pistoia, 1923
Milano, 2002
INDICE 79 az-project.org
- Fontana Galleria la Polena Genova, Poster, 1966
- Ricerche estetiche concrete, Poster, 1980
- Angelo Giuseppe Bertolio, Poster, 1975
INDICE 80 az-project.org
ADRIAN
FRUTIGER
Unterseen, 1928
INDICE 81 az-project.org
- Sinottica Univers, Font, 1956
- Univers, Font, 1956
- Caratteri creati da Frutiger, Font, 2007
INDICE 82 az-project.org
SHIGEO
FUKUDA
Tokio, 1932 2009
INDICE 83 az-project.org
- Victory 1945, Poster, 1975
- Enviromental Pollution, Poster, 1973
- Mostra personale, Poster, 1975
INDICE 84 az-project.org
ERIC
GILL
Brighton, 1882
Uxbridge, 1940
INDICE 85 az-project.org
- Joanna, Font, 1930-31
- Gill Sans, Font, 1929
- Perpetua, Font, 1925
- Kayo, Font, 1936
- Kayo, Font, 1936
- Gill Sans, Font, 1929
INDICE 86 az-project.org
MILTON
GLASER
New York, 1929
INDICE 87 az-project.org
- I Love New York, Logo, 1976
- Bob Dylan, Poster, 1966
- Festival musicale universitario, Poster, 1968
- Olivetti: Valentine, Poster, 1969
INDICE 88 az-project.org
APRIL
GREIMAN
New York, 1948
INDICE 89 az-project.org
- Does it make sense?, Poster, 1986
- Los Angeles Olympic Games, Poster, 1984
- Art Direction, Cover, Luglio 1978
- Art in Los Angeles, Poster, 1981
- Vertigo, Biglietti da visita, 1979
INDICE 90 az-project.org
FRANCO
GRIGNANI
Pieve Porto Morone, 1908
Milano, 1999
INDICE 91 az-project.org
- Pura lana vergine, Logo, 1964
- Alfieri & Lacroix, Poster, 1960
- Alfieri & Lacroix, Poster, 1960
- Alfieri & Lacroix, Poster, 1960
- Alfieri & Lacroix, Poster, 1960
INDICE 92 az-project.org
JOHANN
GUTENBERG
Magonza, 1394-99 ca. 1468
Johann Gensfleisch zur Laden zum Gutenberg passa alla storia per aver
Gutenberg, linventore inventato nel Quattrocento la stampa a caratteri mobili. Un documento del
del sistema dei caratteri 1420 lo cita come maggiorenne, dunque possibile datare la sua nascita tra
il 1394 e il 1399. La sua famiglia abita in un edificio chiamato Hof zum
mobili, ha stampato Gutenberg, da cui prende il nome. Negli anni venti del quattrocento, gi
con questi mezzi un ottimo orefice. Infatti, nel 1430, a Strasburgo, stipula un contratto con
Andreas Dritzehen e Andreas Heilman per insegnare loro la tecnica della
alcuni libri che restano pulitura delle gemme e anche una tecnica per realizzare specchi. Nel 1438
capolavori darte Dritzehen muore e i fratelli lo citano in giudizio per ricevere un rimborso.
libraria. Durante la causa, alcuni testimoni rivelano il possesso da parte di Gutenberg
di una pressa, con cui probabilmente comincia le prime sperimentazioni che
El Lisitsky portano allinvenzione della stampa. Nel 1488, di ritorno a Magonza, chiede
un ingente prestito per lavorare ancora al perfezionamento della tecnica di
stampa. Nel 1450 collabora con un banchiere, Johann Fust e un incisore,
Peter Schffer, e nel 1452 stampa le indulgenze, commissionategli dal
1. Baudin, F., Leffect Gutenberg, Cercle de la Libraire,
cardinale tedesco Nikolaus Chrypffs. Il suo primo progetto e capolavoro la
Parigi 1994. Bibbia a 42 linee, terminata nel 1455.
2. Fioravanti, G., Grafica&Stampa, Zanichelli, Bologna 1988
(1984), pp. 20-22.
3. Fssel, S., Gutenberg. Il mondo cambiato, Edizioni Prima dellinvenzione dei caratteri mobili, i testi venivano riprodotti mediante
Sylvestre Bonnard, Milano 2001.
4. Castellacci, C., Sanvitale, P., Il tipografo mestiere darte, la xilografia, attraverso tavole di legno intagliate. Gutenberg, invece, compone
il Saggiatore, Milano 2004, pp. 118-57.
5. Bechtel, G., Gutenberg et linvention de limprimerie:
i caratteri mobili nella matrice tipografica di un testo, che pu essere pi volte
une enqute, Fayard, Parigi 1992. riutilizzata per ulteriori stampe. Inizialmente, realizza ogni carattere con un
6. Jubert, R., Typography and Graphic Design.
From Antiquity to the Present, Flammarion, Parigi 2006
piccolo blocco di legno intagliato secondo la forma della lettera in stile gotico.
(2005), pp. 14, 36-40, 38, 48, 398. In seguito, riesce a ottenere un risultato simile incidendo il metallo. Il primo
7. Lehmann-Haupt, H., Gutenberg and the Master
of the Playing Cards, Yale, New Haven 1966. libro stampato la famosa Bibbia a 42 linee o Bibbia Mazarina, basata sulla
8. McLuhan, M., La galassia Gutenberg (1962), Armando, traduzione ufficiale latina, detta Vulgata. Il nome si riferisce alle 42 righe che
Roma 1976.
9. Meggs, P. B., A History of Graphic Design, Wiley, New York compongono ogni pagina, disposte in due colonne; mentre 4,2 millimetri
1998 (1992), pp. 61-70.
10. Steinberg, S. H., Cinque secoli di stampa, Einaudi,
laltezza dellocchio medio (o parte mediana). Il primo carattere tipografico in
Torino 1962. assoluto, quello del primo libro stampato, dunque il Textura, un gotico con-
11. Scholderer, V., Johann Gutenberg. The Inventor of Printing,
The Trustees of the British Museum, Londra 1963. traddistinto da tratti verticali equidistanti e molto serrati, che prende infatti
12. Kapr, A., Johann Gutenberg: the Man and his Invention, il nome dal tessuto (textum) tanto fitta la trama testuale che compone. La
Scolar, Aldershot 1996.
13. Man, J., Gutenberg: How one Man Remade the World Bibbia di Gutenberg tuttora considerata un capolavoro di arte tipografica,
with Words, Wiley, New York 2002.
14. Fssel, S., Gutenberg and the impact of printing, Ashgate,
unopera insuperabile e perfetta fin dalla sua prima copia.
Aldershot 2005.
15. Rees, F., Johannes Gutenberg. Inventor of the Printing
Press, Compass Point Books, Minneapolis 2005.
16. Childress, D., Johannes Gutemberg and the Printing
Press, Twenty-First Century Books, Breckenridge 2008.
17. Man, J., The Gutenberg Revolution, Transworld, Londra 2010.
INDICE 93 az-project.org
- Bibbia a 42 linee, Pagina, 1455
- Miniatura raffigurante il torchio da stampa
- Bibbia a 42 linee, Pagina, 1455
INDICE 94 az-project.org
JOHN
HEARTFIELD
Berlino, 1861 1968
Helmut Herzfeld, alias John Heartfield, anglicizza il suo nome come forma di
Con questa tecnica disprezzo nei confronti del militarismo tedesco. Nel 1907 lavora nello studio
Heartfield riesce del pittore Hermann Bouffier, e siscrive alla Knigliche Kunstgewerbeschule
di Monaco, dove si specializza nella progettazione di manifesti. Nel 1912 la-
a condensare vora come graphic designer a Mannheim, disegnando copertine di libri. Un
in unimmagine concetti anno dopo si trasferisce a Berlino per studiare alla Kunstgewerbeschule. Nel
1917 entra in contatto con Georg Gro (anglicizzato George Grosz), impegnato
per i quali sarebbero politicamente, che denuncia, con le sue opere, il Nazionalsocialismo e la guerra.
necessarie migliaia Segnato da questo incontro, Heartfield distrugge tutte le opere realizzate fino a
di parole. quel momento e simpegna anche lui politicamente. Cos, nello stesso anno,
cura la pubblicazione della rivista darte pacifista Die Neue Jugend. Nel
Beba Marsano 1918 aderisce al Kommunistische Partei Deutschlands (KPD), occupandosi di
tutto il materiale di propaganda del partito e fonda il Berlin Dada, con George
Grosz, Richard Huelsenbeck, Raoul Hausmann e Hannah Hch. Nel 1929 la-
vora per la rivista AIZ. Nel 1933 costretto a fuggire a Praga, e nel 1938
1. Aynsley, J., A Century of Graphic Design. Graphic Design
i Nazisti chiedono la sua estradizione, si rifugia a Londra, dove rimane per
Pioneers of the 20th Century, Beazley, Londra 2001, pp. ventanni. Negli anni cinquanta ritorna nella Germania dellEst, e agli inizi
11, 72, 74-77, 238.
2. Barnicoat, J., Posters. A concise History, Thames degli anni Sessanta, diverse citt dellest europeo organizzano mostre sulle sue
& Hudson, Londra 1998 (1972), pp. 159, 167, 172. opere.
3. Drew, J., John Heartfield 1891-1968. Photomontages,
Arts Council of Great Britain, Londra 1969.
4. Evans, D., John Heartfield AIZ/VI 1930-38, Kent Fine Art,
New York 1992.
Il Dada nasce nei primi anni del Novecento come movimento di rifiuto
5. Grazioli, E., Arte e pubblicit, Mondadori, Milano 2001, nei confronti della tradizione artistica e delle sue convenzioni estetiche
pp. 62, 82, 105.
6. Heartfield, J., Der Schnitt entlang der Zeit, VEB Verlag
e ideologiche. contro la guerra e contro larte stessa, irrazionale e in
der Kunst, Dresden 2002. cerca di nuovi stimoli creativi. Cos i dadaisti sperimentano continuamente,
7. Heartfield, J., Herzfelde, W., Photomontages
of the Nazi Period, Universe, New York 1977. propongono tecniche nuove e ne reinventano di esistenti, come il collage, gi
8. Heller, S., Ilic , M., Icons of Graphic Design, Thames utilizzato dagli artisti cubisti. Infatti, in ambito Dada, piuttosto che giustap-
& Hudson, Londra 2001, pp. 64, 65, 74, 75, 96-99, 146, 147,
162, 163, 178, 179. porre frammenti di carta o altro materiale, i frammenti sono lasciati cadere
9. Herzfelde, W., John Heartfield: Lehre und Werk, VEB,
Dresden 1984.
sul supporto in maniera casuale. Tutto ci si ripercuote sul graphic design.
10. Hollis, R., Graphic Design. A Concise History, Thames E Heartfield propone lallora innovativa tecnica del fotomontaggio, facendo
& Hudson, Londra 1994, pp. 51, 52, 60-62, 78, 171, 176.
11. Marsano, B., Manifesti, Electa, Milano 2003, pp. 187, 189, apparentemente leva sulla casualit, ma in realt in modo molto articolato e
191, 193. attentamente studiato. Grazie a differenti stimoli visivi, infatti, riesce a trasmet-
12. Meggs, P. B., A History of Graphic Design, Wiley, New York
1998 (1992), pp. 240-43. tere un messaggio incisivo, spiazzante e potentemente politico. Un esempio il
13. Rademacher, H., Arte del manifesto in Germania
1896-1933, La Pietra, Milano 1965, pp. 31, 100.
fotomontaggio Hitler Super-Uomo ingoia oro e vomita sciocchezze, del 1932
14. Spencer, H., Pioneers of Modern Typography, dove, come in una radiografia toracica, possibile scorgere nellesofago di
Lund Humphries, Londra 1982 (1969), pp. 9, 44, 50.
15. Wilett, J., Heartfield contre Hitler, Hazan, Parigi 1997. Hitler una pila di monete che sinnalza dalle budella, e una svastica al posto
del cuore, quali simboli di Nazismo e di Capitalismo.
INDICE 95 az-project.org
- AIZ, Hitler Super-Uomo ingoia oro e vomita sciocchezze,
Fotomontaggio, 1932
- La voce della palude, Fotomontaggio, 1936
- Milioni dietro di me, Fotomontaggio, 1932
INDICE 96 az-project.org
FREDERIK
HENRI KAY
HENRION
Norimberga, 1914
Londra, 1990
INDICE 97 az-project.org
- KLM Royal Dutch Airlines, Logo, 1961
- D Day, Poster, 1943
- Campaign for Nuclear Disarmament, Poster, 1963
- Philips: Philishave, Poster, 1914
INDICE 98 az-project.org
ARMIN
HOFMANN
Winterthur, 1920
INDICE 99 az-project.org
- Giselle, Poster, 1959
- Stadttheater di Basilea, Poster, 1963
- The Dot, Poster, 1965
Pittore e graphic designer, Huszar uno dei principali membri fondatori del
Vilmos Huszar, De Stijl. Dal 1901 studia presso la Kunstgewerbeschule di Budapest. Prima
che progett di trasferirsi in Olanda nel 1905, vive per brevi periodi a Monaco, Parigi
e Londra. Entra in contatto con Piet Mondrian e Theo Van Doesburg. Con
la rivista De Stijl, questi, nel 1917, fonda la rivista De Stijl, mentre si occupa di graphic design
spieg che voleva e pubblica numerosi articoli. Nel 1918, lavora come interior design con Piet
Klaarhamer, progettando gli interni della casa dellindustriale Bruynzeel. Nel
che n il primo piano 1920 si occupa di arredamento con Piet Zwart. Nel 1923 abbandona il gruppo
n lo sfondo dominassero. De Stijl, ma continua a collaborare con Gerrit Rietveld alla Greater Berlin Art
Jeremy Aynsley Exhibition. Dal 1925 si dedica al graphic design come pubblicitario, mentre
prosegue la sua attivit di pittore. Nel 1926 progetta la corporate identity
delle sigarette Virginia Miss Blanche (packaging, pubblicit, punti vendita).
Molte sue opere sono andate perdute, ma restano immortalate nelle fotografie
scattate dallartista o nelle pagine di De Stijl, come la Bambola meccanica
danzante del 1917, simile a una marionetta (ricostruita in alluminio, legno,
1. Aynsley, J., A Century of Graphic Design.
acciaio e nylon da Andy Kowalski e Robert Pachowski nel 1985). Nel 1985 il
Graphic Design Pioneers of the 20th Century, Beazley, Gemeentemuseum de LAia organizza una retrospettiva sulla sua opera.
Londra 2001, pp. 54, 55.
2. Baroni, D., Vitta, M., Storia del design grafico, Longanesi,
Milano 2003, pp. 91, 106, 109-11. Nel 1917 i pittori Theo van Doesburg, Piet Mondrian e Vilmos Huszar,
3. Broos, K., Helfting, P., Dutch Graphic Design, Phaidon,
Londra 1993, pp. 58-61, 63, 65, 67, 69, 74-75, 85, 96, 101, larchitetto Jacobus Johannes Pieter Oud e il poeta Anthony Kok fondano il
107, 119, 133.
4. Finizio, L. P., Dal Neoplasticismo allArte Concreta.
gruppo De Stijl. Questi concepiscono lopera come un insieme ponderato di
1917-37, Laterza, Roma-Bari 1993, pp. 4, 6-9, 21, 23, 26- forme geometriche elementari, a partire dal quadrato e dal rettangolo disposti
31, 38, 39, 47, 50, 66, 71, 76-94, 96, 116, 123, 127, 132, 158.
5. Heller, S., Ilic , M., Icons of Graphic Design, Thames
orizzontalmente e verticalmente, e utilizzano soltanto colori primari (rosso,
& Hudson, Londra 2001, pp. 42, 43. giallo e blu) e i non-colori (bianco, nero, grigio). Diversamente da Mondrian,
6. Heller, S., Ilic , M., The Anathomy of Design. Uncovering
the Influences and Inspirations in Modern Graphic Huszar si serve di una griglia invisibile di linee verticali e orizzontali. Cos
Design, Rockport, Gloucester MA 2007, pp. 6, 34. ottiene una disposizione di piani rettangolari privi di traccia e perfettamente
7. Hollis, R., Graphic Design. A Concise History, Thames
& Hudson, Londra 1994, pp. 68, 72. distanziati luno dallaltro. Questo stile perfettamente riscontrabile nelle
8. Huszar, V., De Reclame als Beeldende Kunst,
De Reclame, 8, aprile 1929, p. 167.
copertine della rivista De Stijl, che disegna dal 1917 al 1921. La prima,
9. Jubert, R., Typography and Graphic Design. dellottobre 1917, rappresenta uno degli iniziali esperimenti di graphic design,
From Antiquity to the Present, Flammarion, Parigi 2006
(2005), pp. 10, 189, 190, 200. in particolare di tipografia, del movimento. Si tratta di una xilografia priva di
10. Meggs, P. B., A History of Graphic Design, Wiley, sfondo, il cui motivo astratto fa presupporre una composizione di tipo architet-
New York 1998 (1992), pp. 270, 272.
11. Overy, P., De Stijl. Art, Architecture, Design, Thames tonico. Il titolo e limmagine sono costruiti con piccoli elementi neri di forma
& Hudson, Londra 2000 (1991).
12. Spencer, H., Pioneers of Modern Typography,
rettangolare su uno sfondo bianco, mentre il testo sottostante giustificato e
Lund Humphries, Londra 1982 (1969), pp. 21, 40, 41. privo di grazie.
13. White, M., De Stijl and Dutch Modernism, Manchester
University Press, Manchester 2003, pp. 37, 38, 96-102.
Autorevole teorico del colore, una delle figure dominanti del Bauhaus di
Chi vuole essere maestro Weimar. Dal 1904 al 1908 studia alla Meisterhaftschule di Hofwil. In seguito,
del colore deve vedere, si dedica a discipline matematiche e scientifiche, mentre nel 1913 siscrive
allAkademie der Bildenden Knste di Stoccarda. Nel 1916 va a Vienna, dove
sentire e vivere fonda una scuola artistica privata e comincia a studiare filosofia orientale. Dal
ogni singolo colore 1919 al 1923 anima il Bauhaus di Weimar, dove alcuni suoi allievi decidono
di seguirlo. Qui, insegna nel corso propedeutico, come pure nei laboratori
e le sue infinite del metallo, di decorazione parietale e pittura su vetro, divenendo di fatto il
combinazioni con tutti maestro della forma di quasi tutti i laboratori. Influenzato dal metodo di
gli altri colori. Franz Cizek, che alla fine dellOttocento aveva aperto la prima scuola darte per
linfanzia, e seguace del Mazdeismo, punta a liberare la creativit degli allievi.
Johannes Itten Il suo spiritualismo e il suo rifiuto della tecnica entrano in rotta di collisione
con la svolta allinsegna della razionalit e del disegno industriale che comincia
a profilarsi nel 1922. Perci, nel 1923, dopo la rottura con Walter Gropius, si
dimette dal Bauhaus. Nel 1926 insegna discipline artistiche in una scuola fon-
1. Arndt, A., Sui rituali di saluto al Bauhaus e sulle lezioni
data a Berlino, che pi tardi si chiamer Ittenschule. Dal 1932 al 1938 dirige
di Itten, in Jeannine Fiedler, Peter Feierabend (a cura di), la Textilfachschule di Krefeld; e pi tardi la Kunstgewerbeschule di Zurigo,
Bauhaus, Knemann, Kln 2000 (1999), pp. 173-74.
2. De Michelis, M., Kohlmeyer, A., (a cura di), Bauhaus fino al 1953. Nel 1961 esce il suo saggio sullArte del colore, considerato tuttora
1919-1933. Da Klee a Kandinsky. Da Gropius a Mies un riferimento fondamentale.
van der Rohe, Mazzotta, Milano 1996, pp. 17, 18, 46-49,
63-80.
3. Droste, M., Bauhaus, Taschen, Kln 2006, pp. 24-33, 46.
4. Fiedler, J., Feierabend, P. (a cura di), Bauhaus, Knemann,
Le lezioni di Itten nel corso propedeutico del Bauhaus sono di fondamentale
Kln 2000 (1999), pp. 22, 23, 25, 30, 39, 90, 91, 94, 98, importanza per definire il sistema pedagogico scolastico. I suoi insegnamenti
120-25, 141, 143, 163, 167, 170-75, 197, 231-44, 249, 273,
280, 309, 321, 351, 360-70, 392-94, 399, 402, 403, 414,
coinvolgono sia lambito teorico sia quello pratico, con lo studio della teoria
419, 425, 426, 429, 435, 451, 453, 470, 554. del colore, lanalisi dei materiali e la riproduzione di antiche opere darte.
5. Itten, J., Analisi di maestri del passato (1921),
in H. M. Wingler, Il Bauhaus (1962), Feltrinelli, Milano 1987, La sua teoria del colore riguarda anche la teoria della forma, sia per lovvio
pp. 96-97. motivo che un colore senza estensione non pu darsi, sia perch la forma e la
6. Itten, J., Arte del colore. Esperienza soggettiva
e conoscenza oggettiva come vie per larte, il Saggiatore, dimensione di una superficie, dotata a sua volta di uno specifico valore espres-
Milano 2007 (1965).
7. Itten, J., Design and Form: The Basic Course (2005),
sivo, influenza il carattere di un determinato colore. Cos, i valori espressivi
pp. 197, 199-201, 205, 249, 280. dei tre colori fondamentali (rosso, giallo e blu), sono uguali a quelli delle tre le
8. Schmitz, N. M., Il corso propedeutico di Johannes Itten:
la formazione dellindividuo, in J. Fiedler, P. Feierabend forme fondamentali (quadrato, triangolo e cerchio). Al quadrato corrisponde
(a cura di), Bauhaus, Knemann, Kln 2000 (1999), il colore rosso, entrambi simbolo di materialit. Il triangolo, con i suoi angoli
pp. 360-67.
9. Schmitz, N. M., Johannes Itten, in J. Fiedler, P. Feierabend acuti cos aggressivi, il simbolo del pensiero e il colore che corrisponde al
(a cura di), Bauhaus, Knemann, Kln 2000 (1999),
pp. 232-41.
suo carattere imponderabile il giallo chiaro. Mentre il cerchio, generato
10. Schmitz, N. M., La dottrina di Mazdaznan al Bauhaus: da un punto che ruota a distanza costante dal centro, il simbolo del moto
lartista come portatore di salvezza, in J. Fiedler,
P. Feierabend (a cura di), Bauhaus, Knemann, Kln 2000 eterno dello spirito e il colore che gli corrisponde il blu. Poich quando il
(1999), pp. 120-25. valore espressivo di forme e colori coincidente il loro effetto potenziato, in
unopera darte i caratteri espressivi della forma e del colore dovrebbero essere
come sincronizzati.
Emigrata negli USA nel 1968, Licko studia inizialmente architettura, foto-
Il problema non essere grafia e programmazione, ma si laurea nel 1984 in Graphic Communication
una donna in un mondo allUniversity of Berkeley. Nello stesso anno, con il marito Rudy VanderLans,
fonda la mitica rivista Emigre, punto di riferimento indiscusso del nuovo
di uomini, ma essere design computerizzato. Il primo numero, tuttavia, ancora un prodotto pre-
una designer di caratteri digitale dove, per mancanza di risorse economiche, le immagini sono ritagli-
ate a mano e ricomposte a mo di collage, mentre i testi sono dattiloscritti e
in un mondo poi modificati con la fotocopiatrice. Ma gi col secondo numero, avvalen-
che d pochissima dosi del neonato Mac (lanciato nel 1984), Licko e VanderLans cominciano
importanza a questa unaudace e fruttuosa sperimentazione tipografico-digitale. In particolare,
Licko progetta alcuni importanti caratteri digitali per i titoli degli articoli
forma darte. (ancora a bassa risoluzione), come Emperor, Emigre, Oakland. Qualche anno
Zuzana Licko pi tardi, i caratteri di Licko hanno gi assunto una certa evidenza sulla scena
internazionale, tanto che la coppia decide di avviare una fonderia digitale:
Emigre Fonts (1987). Questa concepita sinergicamente alla rivista, secondo
1. Aynsley, J., A Century of Graphic Design. Graphic Design
una strategia che si rivela vincente: nelle pagine della rivista sono presentati
Pioneers of the 20th Century, Beazley, Londra 2001, i formidabili esperimenti grafici concepiti, in ambito digitale, con i caratteri
pp. 203, 216, 217.
2. Baroni, D., Vitta, M., Storia del design grafico, Longanesi, di Emigre Fonts.
Milano 2003, pp. 304, 311, 312.
3. Blackwell, L., I caratteri del XX secolo. Levoluzione
del lettering dallespressionismo a oggi, Leonardo Arte, Nel corso degli anni Ottanta e Novanta, il catalogo della Emigre Fonts esibisce
Milano 1998, pp. 135, 136, 144, 147, 159, 160, 183.
4. Castellacci, C., Sanvitale, P., Il tipografo mestiere darte,
caratteri davvero singolari: prima basati sulla griglia dei pixel, poi sempre pi
il Saggiatore, Milano 2004, pp. 41-49. gergali. Totally Gothic (1991), per esempio, uninterpretazione contempo-
5. Heller, S., Cult of the Ugly, Eye, 9, settembre 1993, p. 52.
6. Heller, S., Merz to Emigre and Beyond: Avant-Garde
ranea del carattere gotico, chiamato blackletter per via della bassa leggibilit.
Magazine Design of the Twentieth Century, Phaidon, Secondo Licko, tuttavia, ci dipende dal fatto che caratteri serif e sans-serif, a
Londra 2003, p. 213.
7. Heller, S., Ilic , M., Icons of Graphic Design, Thames differenza di quelli gotici, sono stati prodotti per secoli e pi largamente diffusi.
& Hudson, Londra 2001, pp. 130, 131. Infatti, i caratteri non sono intrinsecamente leggibili argomenta Licko ma
8. Jubert, R., Typography and Graphic Design.
From Antiquity to the Present, Flammarion, Parigi 2006 la familiarit del lettore con gli stessi a determinarne la leggibilit. In altre
(2005), pp. 374, 381, 398-400, 403.
9. Meggs, P. B., A History of Graphic Design, Wiley, New York
parole, si legge meglio ci che si legge pi spesso, dal momento che la leggibilit
1998 (1992), pp. 264-69, 274. un processo dinamico che tiene conto delle abitudini del lettore. Del resto,
10. Poynor, R., No More Rules. Graphic Design
and Postmodernism, Laurence King, Londra 2003, pp. 96, proprio il carattere gotico, che oggi consideriamo pressoch illeggibile, dallXI
97, 108, 148, 145. al XV secolo era preferito a molti caratteri umanistici. Chi ci dice allora che
11. Rubenstein, R., Zuzana Licko, in Eye, n. 43, Spring 2002.
12. Russo, D., Free Graphics. La grafica fuori delle regole domani non torner a essere il carattere pi richiesto? Con argomentazioni
nellera digitale, Lupetti, Milano 2006, pp. 24-29, 119-21.
13. Russo, D., Nuova galassia tipografico-digitale, Op. cit.,
del genere, Licko presenta il suo Totally Gothic, collegando il primo carattere
130, settembre 2007, pp. 14-24. tipografico in assoluto (quello usato da Gutenberg) al punto massimo di speri-
14. VanderLAns, R., Licko, Z., Gray, M. E., Emigre (The Book).
Graphic Design into Digital Realm, Wiley, New York 1993. mentazione tipografico-digitale.
15. VanderLans, R., Licko, Z., The New Primitives, I.D., 2,
marzo-aprile 1988, pp. 58-61.
Maestro del fotomontaggio, Matter studia pittura presso lcole des Beaux-
Con la tecnica Arts di Ginevra dal 1925 al 1927. Dal 1928 al 1932 si trasferisce a Parigi,
del fotomontaggio dove per un anno, continua gli studi allAcadmie de lArt Moderne, sotto la
guida di Fernand Lger e Amde Ozenfant, e nel 1929 viene assunto come
e della sovrapposizione graphic designer e fotografo dalla fonderia tipografica Deberny et Peignot.
di pi negativi, Collabora con AM Cassandre alla realizzazione di diversi manifesti, e lavora
anche per la rivista Arts et Mtiers Graphiques. Ritornato in Svizzera, pro-
con il fuori scala, getta la leggendaria campagna per il turismo svizzero. Nel 1936, si trasferisce
egli concretizza negli Stati Uniti, dove collabora con varie riviste, da Arts & Architecture, a
sorprendenti Vogue, e Harpers Bazaar. Il governo americano gli commissiona manifesti
di propaganda bellica. Consulente della Knoll (1946-1966), del Solomon R.
soluzioni visive. Guggenheim Museum (1958-1968), del Museum of Fine Arts di Houston
Daniele Baroni, (1961-1967), ha lavorato anche per la New Haven Railroad, la Boston &
Maine Society e la Cummins Engine Corporation. Dal 1952 al 1976 insegna
Maurizio Vitta a Yale, prima Fotografia e poi Graphic Design. Un documentario su di lui,
1. Aynsley, J., A Century of Graphic Design. Graphic Design
dal titolo The Visual Language of Herbert Matter, stato prodotto nel 2010
Pioneers of the 20th Century, Beazley, Londra 2001, dalla PiXiU Films e diretto da Reto Caduff.
pp. 41, 96, 102, 103.
2. Barnicoat, J., Posters. A concise History, Thames
& Hudson, Londra 1998 (1972), pp. 91, 168-72. Nei suoi manifesti, unici nel loro genere, Matter influenzato dalle moderne
3. Baroni, D., Vitta, M., Storia del design grafico, Longanesi,
Milano 2003, pp. 140, 142, 143. tecniche di fotomontaggio e dagli artisti che, come Lszl Moholy-Nagy, li
4. Binder, W., Bttig, A., Herbert Matter Foto-Grafiker.
Sehformen der Zeit, Lars Mller, Baden 1999.
hanno resi nel tempo una forma darte pubblicitaria. Nel 1932 comincia
5. Blackwell, L., I caratteri del XX secolo. Levoluzione a disegnare manifesti per il Bro des Schweizer Tourismus. Qui, opera
del lettering dallespressionismo a oggi, Leonardo Arte,
Milano 1998, pp. 60, 73, 78.
unefficace integrazione tra collage e fotomontaggio, tra tipografia e illustrazione,
6. Head, J., Herbert Matter: Modernist Photography con dinamici e spiazzanti cambiamenti di scala, nonch collegamenti inaspettati
and Graphic Design (cat. della mostra), Stanford University
Libraries, Palo Alto CA 2005. tra immagini ricavate da diversi ambienti naturalistici. Nel manifesto turistico
7. Heller, S., Ilic , M., Icons of Graphic Design, Thames che riporta lo slogan Tutte le strade portano in Svizzera (1935), per esempio,
& Hudson, Londra 2001, pp. 78, 79, 116, 117, 164, 165.
8. Heller, S., Ilic , M., The Anathomy of Design. Uncovering combina in ununica immagine tre differenti livelli di prospettiva. Il risultato
the Influences and Inspirations in Modern Graphic
Design, Rockport, Gloucester MA 2007, pp. 16, 26.
unimmensa profondit di campo: in primo piano troviamo una strada
9. Hollis, R., Graphic Design. A Concise History, Thames rigorosamente lastricata, il cui unico punto di fuga coincide con una cresta
& Hudson, Londra 1994, pp. 22, 78, 79, 81, 100, 101, 108,
118, 120, 188. costituita da una famosa e tortuosa strada svizzera; sullo sfondo, il picco di
10. Hollis, R., Swiss Graphic Design. The Origins and Growth una montagna innevata si staglia prorompente verso il cielo. Un altro mani-
o fan International Style. 1920-1965, Laurence King,
Londra 2006, pp. 58, 67, 87, 74, 75, 78, 86-89, 90, 91, 96, festo, per Pontresina (1935), si caratterizza per le inquadrature formidabili e un
97, 99, 119, 136, 224, 252.
11. Jubert, R., Typography and Graphic Design.
cambiamento di scala inaudito che spazia dallenorme testa, che occupa gran
From Antiquity to the Present, Flammarion, Parigi 2006 parte del manifesto, al piccolo sciatore sulla sinistra, alle montagne innevate
(2005), pp. 9, 246, 265, 272, 274, 275, 277, 278, 280,
281, 298, 301, 314, 315, 323. sullo sfondo.
12. Marsano, B., Manifesti, Electa, Milano 2003, pp. 338, 341.
13. Meggs, P. B., A History of Graphic Design, Wiley, New York
1998 (1992), pp. 298, 299, 307, 309, 312, 313, 323, 367, 368.
Tra i protagonisti della storia del design, spicca Munari, anche come artista,
Semplificare un lavoro teorico, filosofo, poeta, psicopedagogo e altro ancora. Alla fine degli anni
difficile ed esige molta Venti, aderisce al Futurismo (1927), partecipando a diverse mostre collettive.
Nel 1930 fonda lo studio di graphic design R+M con Riccardo Ricas
creativit. Complicare Castagnedi. Nel 1933 entra in contatto con Andr Breton e Louis Aragon.
molto pi facile, Dal 1935 al 1992, come freelance, elabora artefatti grafici e arredi per diverse
e importanti aziende, a cominciare da Danese. Durante la Seconda guerra
basta aggiungere mondiale, lavora come graphic designer per Mondadori e come art director
tutto quello che ci viene per rivista Tempo, mentre disegna formidabili libri per bambini. Nel 1955
in mente. progetta il Museo immaginario delle isole Eolie. Nel 1958 disegna le Forchette
parlanti, uno straordinario linguaggio di segni costruito semplicemente defor-
Bruno Munari mando i rebbi delle forchette. Negli anni Sessanta, viaggia frequentemente,
soprattutto in Giappone, di cui apprezza molto la cultura e la filosofia. Nel 1962
organizza una mostra sullarte programmata negli spazi espositivi del negozio
Olivetti a Milano. Nel 1967 insegna comunicazione visiva a Harvard. Nel 1977
1. Aynsley, J., A Century of Graphic Design. Graphic Design
realizza un laboratorio-ludoteca presso la Pinacoteca di Brera.
Pioneers of the 20th Century, Mitchell Beazley, Londra
2001, pp. 85, 126, 127, 196.
2. Baroni, D., Il manuale del design grafico, Longanesi, Secondo Munari, artista e designer possono convivere allinterno della stessa
Milano 1999, pp. 75, 94, 108, 173, 177, 428. figura professionale, segnando il superamento del preconcetto, sia teorico
3. Baroni, D., Vitta, M., Storia del design grafico, Longanesi,
Milano 2003, pp. 132, 139, 176, 193-96, 216, sia metodologico, per cui arte e design sono inconciliabili. In generale, la
218-20, 222, 234, 236.
4. Fioravanti, G., Passarelli, L., Sfigiotti, S., La grafica in Italia,
caratteristica principale dei suoi progetti la semplicit spiazzante. Pi volte,
Leonardo Arte, Milano 1997, pp. 9, 10, 43-45, 54, 55, 75, sembra reinventare le regole della comunicazione visiva. Un esempio il famoso
78, 80, 92, 98, 99, 104, 110, 112, 116, 117, 121-23, 139,
148, 201, 202, 205.
manifesto per Campari realizzato nel 1964, in occasione dellinaugurazione
5. Finessi, B. (a cura di), Su Munari. 104 testimonianze. della metropolitana di Milano: qui non disegna un logotipo ex novo ma, in
152 inediti di Bruno Munari, Abitare Segesta Cataloghi,
Editrice Abitare Segesta, Milano 1999. modo sapientemente equilibrato, raccoglie in una sola immagine alcuni logotipi
6. Hollis, R., Graphic Design. A Concise History, Thames Campari progettati in fasi diverse. Particolarmente interessato alleducazione
& Hudson, Londra 1994, pp. 41, 43, 145, 146, 206.
7. Maffei, G., Munari. I libri, Sylvestre Bonnard, Milano 2007 infantile, inoltre, Munari progetta la collezione dei Prelibri (1980), una serie di
(2002).
8. Munari, B., Le macchine di Munari, Einaudi, Torino 1942.
libri-gioco per bambini per educare e stimolare i loro sensi e la loro curiosit. Si
9. Munari, B., Design e comunicazione visiva. Contributo tratta di dodici piccoli libri disposti allinterno di un espositore, tutti realizzati
a una metodologia didattica, Laterza, Roma-Bari 1991 (1968).
10. Munari, B., Arte come mestiere, Laterza, Roma-Bari 1968. a mano con materiali diversi carta, cartone, legno, panno, spugna, fliselina,
11. Munari, B., Codice ovvio, Einaudi, Torino 1971. plastica e rilegati differentemente anche con spago e anelli metallici. Questi
12. Munari, B., Artista e designer, Laterza,
Roma-Bari 2005 (1971). libri sono privi di testo e contengono soltanto delle illustrazioni e forme
13. Munari, B., Fantasia, Laterza, Roma-Bari 2000 (1977).
14. Munari, B., Da cosa nasce cosa. Appunti per una metodologia
colorate, e cos possono essere sfogliati in entrambi i versi.
progettuale, Laterza, Roma-Bari 2010 (1981).
15. Munari, B., Libro illeggibile MN1, Corraini, Mantova, 1984.
16. Munari, B., I laboratori tattili, Corraini, Mantova 2009 (1985).
17. Munari, B., Verbale scritto, Il melangolo, Genova 1992.
18. Meneguzzo, M., Bruno Munari, Laterza, Roma-Bari 1993.
Neurath rientra nella nostra storia per aver progettato lIsotype, un rivoluzionario
I segni devono essere sistema di comunicazione visiva dellinformazione. Il suo percorso di formazione
chiari per se stessi, inizia con gli studi in Scienze economiche e sociali a Vienna e Heidelberg. Nel
1906 si laurea in Sociologia a Berlino. Nel 1924 tra i fondatori del Wiener Kreis.
senza laiuto Nel 1925 fonda e dirige il Gesellschafts und Wirtschaftsmuseum, unistituzione
di parole: devono essere, progettata per diffondere tra i cittadini informazioni utili alla comprensione del-
la realt del loro paese. Sostenitore dellemancipazione culturale della classe
appunto, segni parlanti. lavoratrice, e convinto che lapprendimento tramite immagini sia pi facile,
Otto Neurath immediato e universale di quello tramite parole, per realizzare lobiettivo del
museo, elabora il Wiener Methode der Bildstatistik, poi rinominato Isotype
(International System of Typographic Picture Education), un sistema
di visualizzazione e di semplificazione delle informazioni. Determinante
per la sua realizzazione stata la collaborazione dellartista e grafico tedesco
Gerd Arntz che, sotto la sua guida, realizza circa 4000 pittogrammi: le unit
componibili e riproducibili serialmente di Isotype. Messo a punto il sistema di
1. Allard, J., Alle basi dellinfografica, in Linea grafica, 365,
comunicazione internazionale, le mostre organizzate dal museo hanno un tale
settembre-ottobre 2006, p. 48. successo che nel 1931 le autorit sovietiche invitano Neurath ad aprire a Mosca
2. Anceschi, G., Neurath, Isotype e la terza competenza,
Progetto grafico, 3, dicembre 2003, pp. 20-29. una sede distaccata del Museo viennese. Nasce cos lAll-Union Institute of
3. Baroni, D., Vitta, M., Storia del design grafico, Longanesi, Pictorial Statistics of Soviet Construction and Economy, comunemente
Milano 2003, p. 154.
4. Hollis, R., Graphic Design. A Concise History, Thames chiamato Izostat Institute. Ma intanto in Austria cambia la situazione politica
& Hudson, Londra 1994, pp. 18, 51, 127, 174.
5. Kindel Eric, W., Sue, Isotype Revisited,
e nel 1933 si trasferisce allAia, per emigrare in Inghilterra, quando nel 1940 i
Progetto grafico, 18, settembre 2010, pp. 48-57. tedeschi invadono i Paesi Bassi.
6. Lisitskij-Kppers, S., El Lisitskij. Pittore, architetto, tipografo,
fotografo, Editori Riuniti, Roma 1992 (1967), pp. 81, 90.
7. Lupton, H., Reading Isotype, in Victor Margolin Per illustrare le regole di composizione del linguaggio di Neurath, possiamo
(a cura di), Design Discourse, The University of Chicago,
Chicago 1989, pp. 145-47. considerare la tavola Crches (Nidi), pubblicata in The Second Five-Year Plan
8. Meggs, P. B., A History of Graphic Design, Wiley, New York in Construction (1934), che mostra la crescita del numero di posti negli asili
1998 (1992), pp. 292, 293.
9. Neurath, M., Kinross, R., The Transformer: Principles nido di tipo rurale e urbano tra il 1932 e il 1937. Qui, si ritrovano due elementi
of Making Isotype Charts, Hyphen, Londra 2009.
10. Neurath, O., From Hieroglyphics to Isotype.
fondamentali del metodo viennese: il pittogramma, vero e proprio standard
A Visual Autobiography, Hyphen, Londra 2010. grafico, e la figura guida. Il pittogramma, che nel caso specifico rappresenta
11. Neurath, O., Neurath, M. R., International Picture
Language, Paul, Londra 1936. un bambino, chiaro, sintetico ed essenziale. reiterato per rappresentare
12. Pasca, V., Russo, D., Corporate Image. Un secolo le quantit: se un bambino corrisponde a 50.000 posti, due bambini corrispon-
dimmagine coordinata dallAEG alla Nike, Lupetti, Milano
2005, pp. 27-29, 80. dono a 100.000, tre a 150.000, e cos via. La figura guida, limmagine collocata
13. Polano, S., Vetta, P., Abecedario. La grafica del Novecento,
Electa, Milano 2003 (2002), pp. 40, 41.
sulla parte alta della tavola, indica largomento, in questo caso un asilo nido, con
14. Sfligiotti, S., The Transformer. Principles of making Isotype lo stesso stile incisivo dei pittogrammi. Infine, i colori verde e rosso indicano il
Charts, Progetto grafico, 18, Settembre 2010, pp. 58-61.
15. Turchi, D., Parole e figure, sempre scrittura, tipo di asilo, rispettivamente rurale e urbano.
Progetto grafico, 3, dicembre 2003, pp. 30-35.
16. Zaruba, A., Il mondo dimenticato della moderna
comunicazione visuale, Progetto grafico, 3,
dicembre 2003, pp. 1-17.
Noto per aver ricoperto per pi di trentanni il ruolo di art director della famosa
I suoi risultati migliori azienda italiana Olivetti, Pintori uno dei pi formidabili graphic designer
di pittore, di grafico, italiani. Dal 1930 al 1936 studia allISIA (Istituto Superiore per le Industrie
Artistiche) di Monza. Nel 1934 allestisce, con Giuseppe Pagano, la Mostra
di designer sono effetto dellAeronautica. Nel 1936 comincia la lunga collaborazione con Olivetti.
di sintesi. Nei primi anni lavora nellUfficio Sviluppo Pubblicit, di cui diventa art di-
rector nel 1950, anno in cui vince la Palma dOro della Federazione italiana
Libero Bigiaretti della pubblicit. Suo maestro il poeta Leonardo Sinisgalli, con cui elabora le
campagne pubblicitarie per lazienda. Insieme, nel 1940, vincono un premio
per lallestimento della Mostra dArte Grafica alla VII Triennale. Negli anni
cinquanta il lavoro di Pintori esposto in alcuni dei musei pi importanti del
mondo (nel 1952 al MoMA di New York con la mostra Design in Industry, dedi-
cata alla Olivetti, e nel 1955 al Louvre) e pubblicato su prestigiose riviste, come
Fortune, Graphic Design, Horizon. Nel 1967 Pintori lascia lOlivetti per
lavorare come graphic designer freelance. Tra i suoi clienti, figurano Pirelli,
1. Anceschi, G., Monogrammi e figure, La casa Usher,
Ambrosetti e Gabbianelli. Negli ultimi anni, si dedica prevalentemente alla
Firenze 1988 (1981), pp. 87, 96, 128, 150, 151. pittura. Una retrospettiva in suo onore si tiene a Nuoro nel 2003.
2. Ballo, G., Giovanni Pintori, Linea grafica, 9-10,
settembre-ottobre 1955, pp. 242-47.
3. Baroni, D., Vitta, M., Storia del design grafico, Longanesi, Col suo lavoro, brillante ed elegante, Pintori lavora soprattutto nellambito
Milano 2003, pp. 134, 201, 213-15, 237.
4. Branzaglia, C., Pintori, Progetto grafico, 3, della comunicazione e della promozione dellOlivetti, per cui contribuisce a
dicembre 2003, p. 186.
5. Branzaglia, C. (a cura di), Pintori, Museo Arte Nuoro,
realizzare unefficace sistema di corporate identity. Fantasia, poesia e metodo
Nuoro 2003. sono gli elementi fondamentali del suo lavoro. Ci gli permette di realizzare
6. Fioravanti, G., Passarelli, L., Sfigiotti, S., La grafica in Italia,
Leonardo Arte, Milano 1997, pp. 10, 11, 63, 65, 93-95,
efficaci artefatti comunicativi per la promozione aziendale. Il suo stile, ri-
97, 202. conoscibile a colpo docchio, risulta di fatto inimitabile. Tra le altre cose,
7. Fontanella, R., Di Somma, M., Cesar, M., Come cambiano
i marchi. Metamorfosi di 60 marchi italiani, Ikon, Milano ridisegna il logotipo Olivetti, progetta lallestimento di molti showroom,
2003, pp. 164-67. caratteri tipografici per le macchine da scrivere, calendari e soprattutto
8. Jubert, R., Typography and Graphic Design.
From Antiquity to the Present, Flammarion, Parigi 2006 una gran quantit di manifesti pubblicitari, eccellenti sia dal punto di vista
(2005), pp. 257, 260, 335-38.
9. Meggs, P. B., A History of Graphic Design, Wiley, New York
iconografico che compositivo. Qui, elabora con cura i soggetti, gli accordi
1998 (1992), pp. 363, 364. cromatici e integra perfettamente testo e immagine, ispirandosi ai movimenti
10. Pansera, A., La storia di un percorso, in Aa. Vv., Visual
design. Cinquantanni di produzione in Italia, Idealibri, davanguardia. Un esempio il famoso manifesto Olivetti del 1949 un avan-
Milano 1984, p. 15-24. guardissimo manifesto di segno neo-espressionista dove implicito il settore
11. Pasca, V., Russo, D., Corporate Image. Un secolo
dimmagine coordinata dallAEG alla Nike, Lupetti, Milano aziendale e il logotipo si fa spazio in una fitta trama numerata. La struttura,
2005, pp. 21-25, 74, 78.
12. Pintori, G., Olivetti. A Designer View by, Print, 3-4,
apparentemente casuale, in realt perfettamente bilanciata, sia per quanto
marzo-aprile 1961, p. 35-43. riguarda la disposizione dei numeri sia quella dei colori, in unalternanza di
13. Polano, S., Vetta, P., Abecedario. La grafica del Novecento,
Electa, Milano 2003 (2002), pp. 168-77. temperature calde, fredde e neutre.
14. Rauch, A., Graphic Design. Segni, simboli e segnali,
Electa, Milano 2005, pp. 151, 152.
15. Vinti, C., Gli anni dello stile industriale 1948-1965,
Marsilio, Venezia 2007, pp. 39-45.
Considerato uno degli esponenti pi anarchici dello stile Punk britannico, Reid
Rivisitando le tecniche un designer imprevedibile e inventivo. Nel 1962 siscrive alla Wimbledon Art
di cut-out e di collage, School. Tra il 1964 e il 1968 studia alla Croydon School of Art in Inghilterra
col promotore del Punk Malcolm McLaren e, ancora studente, fonda la Sub-
il design Punk richiede urban Press e lomonimo giornale (1970-1975). Cos comincia ad affermarsi
risorse modeste grazie a lavori realizzati per case discografiche indipendenti e disegnando fan-
zine, volantini per concerti, nonch etichette gommate: This Store Welcomes
per generare un prodotto Shoplifters, Never Trust a Hippie, A Brick will do the Trick e Save Petrol, Burn
creativo chiassoso Cars. In seguito, simpone nel mondo del graphic design progettando il mate-
e inquietante. riale promozionale per il famoso gruppo musicale dei Sex Pistols (dal 1976)
e per la band Dead Kennedys (dal 1978). Nel 1980 cura lallestimento del
Roxane Jubert Vivienne Westwood Fashion Store di Londra. Nel 1983 lo scrittore John Savage
definisce il suo stile the art of plunder (letteralmente larte del saccheggio),
caratterizzata dal riuso e dallassemblaggio dei materiali grafici. Nel 1987 viene
pubblicato Up They Rise: the Incomplete Works of Jamie Reid. E nel 1991, a
1. Aynsley, J., A Century of Graphic Design. Graphic Design
Liverpool, si tiene una mostra dei suoi lavori intitolata Jamie Reid: The Rise
Pioneers of the 20th Century, Beazley, Londra 2001, of the Phoenix Celtic Surveyor IV.
pp. 198, 199.
2. Blackwell, L., I caratteri del XX secolo. Levoluzione
del lettering dallespressionismo a oggi, Leonardo Arte, Il Punk design carico di dissenso politico. Esplode subito prima del design
Milano 1998, pp. 126, 127.
3. Friedl, F., Ott, N., Stein, B., When Who How, Knemann, digitale. In Inghilterra, nella seconda met degli anni Settanta (un periodo
Kln 1998, pp. 443, 444.
4. Heller, S., Ilic , M., Icons of Graphic Design, Thames
negativo caratterizzato da pesanti problemi di natura politica e da unelevata
& Hudson, Londra 2001, pp. 162, 163. disoccupazione), scuote gli stereotipi della progettazione grafica, segnando un
5. Jubert, R., Typography and Graphic Design.
From Antiquity to the Present, Flammarion, Parigi 2006
passaggio rivoluzionario. Quando Malcom McLaren, manager del gruppo mu-
(2005), pp. 374, 375, 386. sicale Punk Rock dei Sex Pistols, che promuove questo genere, invita Reid a
6. Livingston, A., Livingston, I., Graphic Design
and Designers, Thames & Hudson, Lonrdra 1992, p. 166. progettare le t-shirt per la band e tutto il materiale musicale promozionale del
7. Poynor, R., No More Rules. Graphic Design gruppo, come copertine dei dischi e manifesti, Reid accetta entusiasticamente
and Postmodernism, Laurence King, Londra 2003,
pp. 38-40, 159. e mette in campo retini, lettere ritagliate dai giornali, evidenziatori, inchiostro
8. Raimes, J., Bhaskaran, L., Retro Graphics Cookbook.
Recreate 100 Years of Graphic Design, Ilex, Lewes 2007,
fluorescente, testi dattiloscritti o scritti a mano. La prima copertina del singolo
pp. 164, 165. Anarchy in the UK (1976) provoca grande shock visivo, con una Union Jack
9. Reid, J., Savage, J., Up They Rise: The Incomplete Works
of Jamie Reid, Faber and Faber, Londra 1987. squarciata e bucata al centro, tenuta insieme da spille da balia; ritagli di giornale
10. Russo, D., Free Graphics. La grafica fuori delle regole pinzati riportano il titolo e il nome della band, costituiti da caratteri tipografici
nellera digitale, Lupetti, Milano 2006, pp. 8, 9.
differenti per ogni lettera. Il simbolo per eccellenza della cultura britannica
risulta cos mutilato, in un intervento rude e impietoso che si potrebbe definire
sacrilego.
Noto per le sue trovate sorprendenti, Sagmeister uno dei graphic designer
Il design che mi interessa pi brillanti degli ultimi tempi. Dal 1981 al 1985 studia allUniversitt fr
di pi quello Angewandte Kunst di Vienna. In seguito, ottiene un importante lavoro
nellagenzia Leo Burnett a Hong Kong, dove mette in pratica il suo talento
che arriva al cuore e la sua originalit. Nel 1993, al rientro dallesperienza asiatica, dopo aver
dello spettatore. lavorato anche presso la celebre M&Co. di Tibor Kalman, fonda un proprio
studio a New York: Sagmeister Inc. Qui, la musica gli fornisce non poche
Stefan Sagmeister opportunit. E grazie a una serie di lavori mirabolanti per artisti poco fa-
mosi, arriva a progettare le copertine dei Rolling Stones, Lou Reed, Talking
Heads, con cui vince alcuni premi internazionali di graphic design. Quindi
viene definito un disco-grafico o un grafico del disco in sintonia con MTv,
soprattutto per la sua maniera di mixare i materiali grafici, come un dj fa con
i brani musicali. Nel 2001 il suo lavoro raccolto in un volume di Peter Hall,
Sagmeister. Made You Look, una sorta di vocabolario di trucchi visivi e spiaz-
zante semplicit, che gli conferisce grande visibilit. Nel 2004 insegna a Berlino,
1. Fiell, C., Fiell, P., Graphic Design for the 21st Century.
come pure a New York, alla School of Visual Art e alla Cooper Union School of
100 of the Worlds Best Graphic Designers, Taschen, Kln Art.
2003, pp. 488-93.
2. Hall, P., Sagmeister. Made You Look, Booth-Clibborn,
Londra 2004 (2001). Nel 2008 Sagmeister pubblica le Things I Have Learned in my Life so Far, una
3. Hansen, B., Sagmeister, S., Visible Music. Cd Jacket
Graphics, Gingko, Corte Madera 2000. collezione di aforismi e di arditi esperimenti grafici, che dimostrano come il
4. Heller, S., Ilic, M., Icons of Graphic Design, Thames
& Hudson, Londra 2001, pp. 172, 173, 198-203.
suo non-stile si risolva in una sorprendente soluzione in grado di coinvolgere
5. Heller, S., Ilic, M., The Anathomy of Design. Uncovering losservatore. In questo senso, Sagmeister opera con un approccio molto vicino
the Influences and Inspirations in Modern Graphic Design,
Rockport, Gloucester MA 2007, pp. 17, 24, 26, 27, 33, 38, 47.
alla sperimentazione artistica, animato dallinterrogativo Is it possible to touch
6. Rivers, C., Innovazione e design di manifesti, Logos, somebodys heart with graphic design?, un tentativo di riprodurre nel graphic
Modena 2007, pp. 120, 121.
7. Russo, D., Free Graphics. La grafica fuori delle regole design le qualit proprie dellarte, che scuotono ed emozionano. Per esempio,
nellera digitale, Lupetti, Milano 2006, pp. 62-67, 146-51. nel 1999, progetta un manifesto, per una mostra dedicata al suo lavoro (AIGA
8. Russo, D., Grafica multimodale, in Aa. Vv., Gli spazi
e le arti, Enciclopedia del XXI Secolo, vol. IV, di Detroit), in cui si fa incidere sul busto il testo, ovvero una composizione tipo-
Treccani Terzo Millennio, Torino 2010, pp. 579-587.
9. Russo, D., Neo-avanguardie visive?, in Op. cit., n. 131,
grafica senza precedenti, che esprime con forza le caratteristiche pi rilevanti
gennaio 2008, pp. 36-46. della sua opera: spirito sovversivo, ricerca dello shock estetico e distacco
10. Russo, D., Nuova galassia tipografico-digitale, Op. cit.,
130, settembre 2007, pp. 14-24. ironico; tutto compendiato nella formula Style = Fart, unennesima pro-
11. Sagmeister, S., F-Stop Catalog #1, FSI FontShop vocazione per sottolineare i rischi della (fin troppo diffusa) celebrazione
International, Berlino 2002.
12. Sagmeister, S., Prodhom, C., Woodtli, M., Sagmeister: dellaspetto formale a scapito del contenuto progettuale. Al contrario,
Another Book about Promotion & Sales Material, Mudac,
Losanna, 2011.
Sagmeister si compiace di reinventare ogni volta il look del progetto, con
13. Sagmeister, S., Shaughnessy, A., How To Be a Graphic unidea accattivante e insieme dirompente.
Designer Without Losing Your Soul, Princeton
Architectural Press, Princeton 2005.
14. Sagmeister, S., What Does Typography Mean to me,
IDEA, 275, giugno 1999, pp. 92-96.
Artista e graphic designer poliedrico, Schawinsky molto noto (in Italia) per i
Le sue esperienze lavori condotti nello Studio Boggeri, in particolare per lOlivetti. Dal 1921 al
condotte alla Bauhaus 1923 apprendista architetto allo studio Merrill. Dal 1923 al 1924 studia alla
Kunstgewerbeschule di Berlino e, dal 1924 al 1929, al Bauhaus (a Weimar
lo ponevano e a Dessau), dove acquisisce importanti nozioni di scenografia, fotografia
in condizione e tipografia. Nel 1933 va a Milano, e comincia a collaborare con lo Studio
Boggeri, trasferendo in Italia la lezione del Bauhaus. Quindi, lavora per il
di dominare Cappellificio Cervo di Biella e per Cinzano nel 1933, per Olivetti, Tudor e
intellettualmente Illy Caff nel 1934. Nel 1936 si trasferisce a New York, dove continua la sua
i compiti della grafica attivit di graphic designer, mentre insegna, dal 1943 al 1945, presso il City
College of New York alla New York University. Dal 1948 al 1960, oltre alla
con intensit visiva progettazione grafica, si dedica alla scultura e alla pittura, mentre nel 1962, a
e coloristica. Basilea, ha occasione di lavorare alle scenografie di The Stone Flower, balletto
di Sergei Prokofiev. Nel 1963 torna in Italia e apre uno studio a Oggebbio. I
Antonio Boggeri suoi lavori sono esposti pi volte al MoMA e in altri importanti musei in tutto
1. Aa. Vv., Xanti Shawinsky, Bauhaus Archiv, Berlino 1986.
il mondo.
2. Aynsley, J., A Century of Graphic Design. Graphic Design
Pioneers of the 20th Century, Beazley, Londra 2001,
pp. 84, 85. Lapproccio progettuale di Schawinsky essenziale e molto inventivo. Uno
3. Baroni, D., Vitta, M., Storia del design grafico, Longanesi, dei suoi progetti pi formidabili il secondo logotipo Olivetti, del 1934, le cui
Milano 2003, pp. 134, 136, 137.
4. Boggeri, A., Una B rossa fra due punti. Colloquio lettere sono come quelle prodotte dalla macchina da scrivere, per richiamare
con Antonio Boggeri, Rassegna, 6, aprile 1981, pp. 20, 21.
5. Fagone, V., Xanti Schawinsky. La fotografia: dal Bauhaus
immediatamente il prodotto principale dellazienda; inoltre, sono tutte mi-
al Black Mountain, Flaviana, Locarno 1981. nuscole, in linea con gli insegnamenti del Bauhaus, e in particolare di Herbert
6. Fioravanti, G., Passarelli, L., Sfigiotti, S., La grafica
in Italia, Leonardo Arte, Milano 1997, pp. 10, 56, 71, 77, 92, Bayer e di Lszl Moholy-Nagy, implacabili sostenitori del mono-alfabeto.
94, 104, 108, 202. Altro progetto esemplare il manifesto per la MP1, la prima macchina porta-
7. Fontanella, R., Di Somma, M., Cesar, M., Come cambiano
i marchi. Metamorfosi di 60 marchi italiani, Ikon, Milano tile Olivetti: semplice, leggera, elegante, ma soprattutto di colore rosso fuoco
2003, pp. 140, 141, 164-67.
8. Hollis, R., Graphic Design. A Concise History, Thames
perch, rifulgente in ufficio (tra i grigi oggetti tecnici), possa integrarsi
& Hudson, Londra 1994, pp. 66, 67, 101, 104, 129, 138, anche nellambiente domestico con i suoi caratteri di piacevolezza. Cos, nel
139, 173, 215.
9. Jubert, R., Typography and Graphic Design.
manifesto di Schawinsky, il prodotto accostato a una fanciulla con un grande
From Antiquity to the Present, Flammarion, Parigi 2006 cappello ad ala e labbra infuocate; da notare lanalogia tra la raggiera della mac-
(2005), pp. 255, 257, 258, 260, 265, 270.
10. Neumann, E., Schmid, R. (a cura di), Xanti Schawinsky. china e le labbra della fanciulla. Ancora, si osservi come il primo testimonial
Foto, Berna 1989. Olivetti, il vate Dante del manifesto di Teodoro Wolf Ferrari per la M1 (la prima
11. Pasca, V., Russo, D., Corporate Image. Un secolo
dimmagine coordinata dallAEG alla Nike, Lupetti, macchina da scrivere Olivetti, del 1912), sostituito da un personaggio per cos
Milano 2005, pp. 21-25, 74-77.
12. Schawinsky, X., Sugli spettacoli teatrali, sui giovani geni e
dire hollywodiano, nel momento in cui la cultura figurativa comincia a confron-
su altre festivit, in Jeannine Fiedler, Peter Feierabend, (a tarsi con la moda, il cinema e le espressioni massmediatiche in generale.
cura di), Bauhaus, Knemann, Kln 2000 (1999), p. 176.
13. Scim, G. (a cura di), Bauhaus e razionalismo
nelle fotografie di Lux Feininger, Franco Grignani, Xanti
Schawinsky, Luigi Veronesi (cat. della mostra), Mazzotta,
Milano 1993.
3.
2.
Per tutto larco della sua carriera, Veronesi dedito a un assiduo sperimentalismo
Pittore legato con media espressivi diversi: dalla pittura al graphic design, dalla fotografia al
allastrattismo,Veronesi cinema, fino alla scenografia per il teatro. Inizialmente, compie studi tecnici,
mentre frequenta un corso di textile design. Poi sceglie di fare il pittore allet
tratt spesso la pubblicit di ventanni. Nel 1925 realizza gi i suoi primi fotogrammi. Nel 1932 espone
come superficie alla Galleria del Milione di Milano. Subito dopo visita Parigi, dove conosce
Fernand Lger, Georges Vantorgerloo e Robert Delaunay. Nel 1934 entra a
di un quadro far parte del gruppo Abstraction-Cration e inizia la collaborazione con Campo
mantenendovi Grafico. Nello stesso anno espone nuovamente al Milione, presentando delle
una dimensione pittorica incisioni realizzate con Josef Albers. Nel 1935 conosce Lszl Moholy-Nagy, in
Svizzera, e partecipa alla prima mostra darte astratta italiana a Torino. Negli
sofisticata e astratta. anni Quaranta, appassionato di teatro, aderisce al gruppo Il Palcoscenico. Tra
Antonella Huber il 1939 e il 1941 produce diversi film a colori astratti e sperimentali. Inoltre,
collabora con diverse riviste del calibro di Domus e Casabella. Negli anni
Settanta insegna allAccademia di Belle Arti di Brera, mentre negli anni Ottanta
1. Baroni, D., Vitta, M., Storia del design grafico, Longanesi,
cura le scenografie per gli spettacoli del Teatro alla Scala.
Milano 2003, pp. 135, 139, 193.
2. Berlanda, O., Cerritelli, C. (a cura di), Bruno Munari, Luigi
Veronesi: tra fantasia e metodo, Mazzotta, Milano 2003. Nel 1947 nasce la rivista Ferrania dellomonima azienda di pellicole e mac-
3. Caramel, L., Mutti, R., Luigi Veronesi: lo spazio sensibile chine fotografiche, animata da un gruppo di artisti tra cui compare anche il
(cat. della mostra), Electa, Milano 2007.
4. Caramel, L., Madesani, A., Luigi Veronesi e Cioni Carpi nome di Luigi Veronesi. Per lazienda, Veronesi progetta diversi manifesti con
alla Cineteca italiana, Il castoro, Milano 2002.
5. Colonnetti, A. (a cura di), Grafica e design a Milano
stili differenti a seconda se si tratti di pubblicizzare le pellicole o le macchine
1933-2000, Abitare Segesta, Milano 2001, pp. 72-73. fotografiche. I manifesti per la pellicola a colori Ferraniacolor, prodotti dal
6. Finizio, L. P., Dal Neoplasticismo allArte Concreta.
1917-37, Laterza, Roma-Bari 1993, pp. 162, 165, 166.
1956 al 1959, sono costituiti da composizioni geometriche contrassegnate
7. Fioravanti, G., Passarelli, L., Sfigiotti, S., La grafica in Italia, da colori primari e, al massimo, due colori complementari (verde e viola);
Leonardo Arte, Milano 1997, pp. 56, 74, 75, 78, 92, 100,
101, 104, 203. in altri si apprezza un timbro artistico ancor pi accentuato, come in quello
8. Galimberti, M., Instantaneo Luigi Veronesi (cat. della mostra), intitolato 1961 lanno del colore, dove campeggia una composizione di tipo
Constantini Arte Contemporanea, Milano 2002.
9. Huber, A., Il colore diffuso, Linea grafica, 5, settembre astratto con una serie di pennellate in rosso, giallo e blu. Emblematico, inol-
1989, pp. 44-51.
10. Jubert, R., Typography and Graphic Design.
tre, il manifesto del 1947 che pubblicizza la macchina fotografica Condor
From Antiquity to the Present, Flammarion, Parigi 2006 I. Su uno sfondo a righe gialle e bianche, si staglia la silhouette nera di un uomo
(2005), pp. 259, 336.
11. Marchiori, G., Luigi Veronesi, Galleria Schettini, Milano 1954. ripreso nellatto di fotografare, che presenta una campitura a righe bianche
12. Rauch, A., Graphic Design. La storia, i protagonisti e i temi sottili, eccetto sulle mani, completamente bianche. Queste tengono, a livello
dallOttocento ai giorni nostri, Electa, Milano 2006,
pp. 81-83, 99, 102. degli occhi, lapparecchio fotografico riprodotto nei minimi dettagli. Nastri
13. Scim, G. (a cura di), Bauhaus e razionalismo
nelle fotografie di Lux Feininger, Franco Grignani, Xanti
di pellicola volteggiano nello spazio, mentre due delle tre scritte si sovrap-
Schawinsky, Luigi Veronesi, Mazzotta, Milano 1993. pongono alla figura.
14. Veronesi, L., I colori (1945), Corraini, Mantova 2007 (1997).
15. Veronesi, L., I numeri (1945), Corraini, Mantova 2007 (1997).
16. Veronesi, L., I fiori (1945), Corraini, Mantova 2003.
17. Veronesi, L., Pallavera, Battista, Del fotomontaggio,
Campo Grafico, 12, dicembre 1934, p. 278.
Esponente del design italiano a New York, Vignelli coniuga il rigore grafico
Non c design europeo con labilit tecnica del design americano. Dal 1950 al 1953 studia
senza disciplina. allAccademia di Brera di Milano e alla Facolt di Architettura di Venezia,
dove si laurea nel 1957. Lanno successivo insegna design allIllinois Insti-
Non c disciplina tute of Technology di Chicago, dal 1960 al 1964 allUmanitaria di Milano e
senza intelligenza. dal 1962 al 1964 allIstituto per il Disegno Industriale di Venezia. Durante
gli anni Sessanta, assume rilevanza sullo scenario internazionale del design:
Massimo Vignelli disegna i manifesti per la XXXI e la XXXII Biennale di Venezia, le copertine
per la Biblioteca Sansoni (1963) e rinnova limmagine del Piccolo Teatro di
Milano (1964). Nel 1965 partecipa alla fondazione dellADI (Associazione per
il Disegno Industriale) ed membro, dal 1961 al 1965, del Gruppo di Studio
dellInternational Council of Societies of Industrial Design. Negli stessi anni,
co-fonda lUnimark International Corporation e assume lincarico di respon-
sabile della sede di New York. Nel 1972 fonda, con la moglie Lella, la Vignelli
Associates a New York. I suoi lavori sono conosciuti a livello mondiale ed esposti
1. Aa. Vv., Design Vignelli New York (cat. della mostra),
nelle collezioni permanenti dimportanti musei come il MoMA e il Metropolitan
Die Neue Sammlung, Monaco 1992. di New York.
2. Ambasz, E., Design: Vignelli, Rizzoli, New York 1981.
3. Aynsley, J., A Century of Graphic Design. Graphic Design
Pioneers of the 20th Century, Beazley, Londra 2001, pp. 7, Vignelli lavora per diverse, importanti aziende e istituzioni europee e americane.
130, 136, 137, 240.
4. Baroni, D., Il manuale del design grafico, Longanesi, Principalmente, si occupa di corporate identity, curandone gli allestimenti, gli
Milano 1999, pp. 132, 270, 278, 297, 314-16.
5. Baroni, D., Vitta, M., Storia del design grafico, Longanesi,
interni, i prodotti editoriali e il packaging. Tra i suoi progetti pi noti, oltre
Milano 2003, pp. 218, 233, 234, 236, 245, 247, al marchio dellAmerican Airlines (1967), alla segnaletica e alla mappa della
269-72, 319.
6. Celant, G., et alii, Design Vignelli, Rizzoli, New York 1990.
metropolitana di New York (1966) e alla metropolitana di Washington (1968),
7. Farrauto, L., La citt e la mappa. Storie di trasporti segnaliamo la corporate identity della Knoll, alla quale si dedica dal 1966. Cos,
e tradizione, Progetto grafico, 18, settembre 2010,
pp. 62-71. elabora gli artefatti comunicativi fodamentali dellazienda, tra i quali biglietti
8. Giovannoli, R., Pezzini, I., La rete profonda, Rassegna, 6, da visita, brochure, flyer, adesivi e annunci pubblicitari (pubblicati su riviste
aprile 1981, pp. 76-83.
9. Heller, S., Ilic , M., Icons of Graphic Design, Thames del calibro di Vogue e Fortune). Qui, il suo lavoro, oltre che per lutilizzo
& Hudson, Londra 2001, pp. 108, 109, 148, 49.
10. Hollis, R., Graphic Design. A Concise History, Thames
di caratteri tipografici autorevoli (in particolare, lormai mitico Helvetica), si
& Hudson, Londra 1994, pp. 212, 215. caratterizza per la semplificazione visiva e il rigore geometrico. In tal modo,
11. Jubert, R., Typography and Graphic Design.
From Antiquity to the Present, Flammarion, Parigi 2006 Vignelli elabora progetti memorabili ed efficaci, come il famoso manifesto
(2005), pp. 336, 340, 364, 374, 401, 402, 410. disegnato per Knoll nel 1967, nel quale lettere cubitali si sovrappongono in
12. Meggs, P. B., A History of Graphic Design, Wiley,
New York 1998 (1992), pp. 377-79. trasparenza, colorate di blu, magenta e giallo per rendere visibile il nome
13. Polano, S., Tassinari, P., Sussidiario. Grafica
e caratteri moderni, Electa, Milano 2010, pp. 24, 25, 29.
dellazienda; sul retro, inoltre, possibile apprezzare lintera collezione della
14. Rauch, A., Graphic Design. La storia, i protagonisti Knoll.
e i temi dallOttocento ai giorni nostri, Electa, Milano
2006, pp. 89, 110, 146, 174-77.
15. Vignelli, M., The Vignelli Canon, Lars Mller, Baden 2010.
16. Vignelli, M., Vignelli, L., Vignelli from A to Z, The Images
Publishing Group, Victoria 2007.
Wyman noto soprattutto per la sua attivit di graphic design nellambito della
Il progetto fu tanto corporate identity. Nel 1956 si iscrive al Pratt Institute di New York, dove si
efficace che il New laurea in Industrial Design nel 1960. Cos, assunto dalla General Motors,
nel Michigan. Durante gli anni Sessanta cura il progetto (grafico) di diversi
York Times dichiar padiglioni, come quello americano per unesposizione commerciale a Zaga-
Si pu essere analfabeti bria (1962) e il padiglione Chrysler alla New York Worlds Fair (1963). Nel
1966 collabora con Peter Murdoch. Nello stesso anno vince il concorso per
in tutte le lingue la progettazione della corporate identity delle Olimpiadi di Citt del Messico
e ancora orientarsi del 1968. Dal 1968 al 1971 resta in Messico, per progettare la corporate
molto bene, identity della metropolitana di Citt del Messico (1969) e della Coppa del
Mondo del 1970. Nel 1971 ritorna a New York, dove fonda, con Bill Cannan, la
ma non daltonici. Wyman & Cannan e, nel 1979, lo studio Lance Wyman Ltd. Dal 1973 insegna
Philip B. Meggs alla Parsons School of Design di New York, ed autore di vari progetti mol-
to innovativi, come quelli per la metropolitana newyorkese, per il National
Zoo di Washington (1975) e per il Jeddah International Airport (1978).
1. Baroni, D., Il manuale del design grafico, Longanesi,
Ancora, nel 1992 disegna la segnaletica per il Museo Americano di Storia
Milano 1999, pp. 65, 106. Naturale di New York.
2. Baroni, D., Vitta, M., Storia del design grafico, Longanesi,
Milano 2003, pp. 223, 246, 298.
3. Blackwell, L., I caratteri del XX secolo. Levoluzione del Il logotipo Mexico 68, che costituisce lelemento generativo della corporate
lettering dallespressionismo a oggi, Leonardo Arte,
Milano 1998, pp. 108, 109. identity delle Olimpiadi di Citt del Messico, si sviluppa in una sequenza
4. Bistagnino, E., Vallino, S., Limiti di leggibilit,
Linea grafica, 331, gennaio-febbraio 2001, pp. 50-55.
dinamica. Il carattere di base un lineare geometrico, ma le curve che lo com-
5. Farrauto, L., La citt e la mappa. Storie di trasporti pongono ne fanno una composizione altamente espressiva, una vera e propria
e tradizione, Progetto grafico, 18, settembre 2010,
pp. 66-68. texture dal sapore Optical. Nella sua versione estrema, infatti, il logotipo si
6. Livingston, A., Livingston, I., Graphic Design espande fino a riempire lintera superficie sulla quale applicato, generando
and Designers, Thames & Hudson, Londra 1992, p. 207.
7. Marsano, B., Manifesti, Electa, Milano 2003, pp. 291. una trama rigata che richiama i pattern tipici dellarte azteco-messicana.
8. Meggs, P. B., A History of Graphic Design, Wiley, New York
1998 (1992), pp. 381-85.
Insieme al logotipo, altra nota saliente del programma di corporate identity
9. Musatti, C., Grafica alle olimpiadi, Linea grafica, costituita dalla serie dei pittogrammi, universalmente comprensibili. I biglietti,
3 maggio-giugno 1969, pp. 183-86.
10. Pasca, V., Russo, D., Corporate Image. Un secolo
inoltre, sono molto semplici e si dividono in tre parti: quella superiore
dimmagine coordinata dallAEG alla Nike, Lupetti, Milano contiene il titolo e identifica lo sport con un pittogramma; quella mediana
2005, pp. 48-50, 100-01.
11. Rajlich, J., Le comunicazioni visive di grandi avvenimenti indica numero della porta, della rampa, della fila e della sedia; e quella
sportivi, Linea grafica, 2, marzo-aprile 1979, pp. 65-68. inferiore precisa lorario della gara. Ancora un ingrediente apparentemente
accessorio ma il realt decisivo luso del colore, con le tinte vivaci, tipiche
del luogo, e sempre funzionale a una comunicazione lampante e pressoch
universale.
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