strutture esistenti
Dal ripristino strutturale alla protezione preventiva
per la durabilit dellopera
LAquila, 11 novembre 2010
Premessa al convegno inquadramento e finalit
Dal degrado fisiologico delle strutture agli eventi sismici distruttivi, il patrimonio edilizio necessita di adeguata analisi e progettazione per gli
interventi manutentivi, non solo di carattere demolitivo e ricostruttivo, ma anche e soprattutto per la salvaguardia dellesistente che ha
segnalato problematiche puntuali o limitate ancorch impegnative dal punto di vista materico e di durabilit futura.
Sia che si parli di strutture industriali in cemento armato sia che si tratti di edifici residenziali con telaio strutturale e tamponamenti in laterizio
intonacato, le problematiche sono spesso di stabilit delle parti pi esterne (copriferri e/o intonaci rispettivamente) e di conseguente degrado
innescato ed in accelerazione nel tempo, anche a causa delle infiltrazioni dacqua e di problemi di ristagno di vapor dacqua e batteri, muffe.
Spesso i copriferri del cemento armato non hanno pi, e frequentemente non avevano gi dallinizio, spessori e omogeneit corrette al fine
di svolgere la sua funzione di rendere collaborante larmatura proteggendola in ambiente alcalino.
Questo spiega anche il pi veloce degrado di strutture pi recenti rispetto a cementi armati dellimmediato dopoguerra che, almeno per
spessori ed omogeneit, erano senzaltro pi costanti. Ripristinare porzioni di cemento armato non significa solo rimettere in sagoma trave
o pilastro, ma implica anche garantirne la durabilit nel tempo e dovrebbe sempre ricomprendere anche un trattamento protettivo finale
quale separazione dallambiente esterno.
Nel caso poi di intonaci esterni su tamponamenti in laterizi o prefabbricati, le problematiche sono di diminuzione di aderenza per errori
costruttivi, condensazione di vapor dacqua, fessurazioni per assestamenti o distacchi, infiltrazioni dacqua.
Dopo aver ottemperato alla risarcitura delle porzioni danneggiate o decoese poi importante poter disporre di tecnologie che consentano la
protezione elastica ed impermeabile della facciata che, al contempo, non costituisca barriera al vapore onde non innescare fenomeni di
condensazione e degrado ex-novo.
La trattazione seguente presenta un approccio alle problematiche della manutenzione, seguito dalliter di ricerca e definizione di parametri e
filosofie di intervento che hanno guidato la ricerca scientifica di settore al fine di definire cicli di intervento portabili ed affidabili. Il tutto trova
logico compendio in esemplificazioni pratiche e richiami normativi, laddove pertinenti, specificatamente nel campo del ripristino e protezione
delle strutture in cemento armato, in cui si stanno affacciando anche le marcature CE e le nuove norme tecniche relative a identificazione
dellidoneit dei sistemi e a tutela dei progettisti, direttori lavori e collaudatori che ne faranno uso secondo gli obblighi richiamati dalle leggi
cogenti.
Recupero e Manutenzione di strutture
esistenti
GRAZIE ED AUGURI
al sito
al terreno di fondazione
Fontana
carotaggio
S1 delle 99 630 140 SDMT
continuo
cannelle
Piazza a distruzione
S2 717 300 SDMT
Duomo di nucleo
Madonna a carotaggio
S3 617 192 cross-hole
del Ponte continuo
Madonna a carotaggio
S4 617 90 cross-hole
del Ponte continuo
profondit forma descrizione note
(m) zioni
0,00 4,00 Depos Deposito colluviale e/o di frana:
iti limi e limi-argillosi di colore marrone scuro e limi-sabbiosi
colluvi con abbondanti frammenti calcarei biancastri. La parte
ali superiore
4,00 19,00 Sabbie e sabbie limose consistenti grigio-avana:
Sabbie in matrice limosa con scarsissimi ciottoli di colore
grigio-avana. Diverse superfici di discontinuit di colore
Limi e ocraceo e grigio-nerastro.
20,00 sabbi Sabbie e sabbie limose consistenti essenzialmente
60,00 e grigie:
lacust Sabbie come sopra ma con una frazione limo-argillosa
ri e maggiore. Il colore tende nettamente al grigio.
60,00 fluvial Limi e limi argillosi con sabbia:
192,00 i limi ed argille in scarsa matrice sabbiosa di colore grigio-
verdastro e grigio passante con incluse venature e plaghe
color ruggine, di consistenza elevata e con inclusi minuti
frammenti calcarei millimetrici.
192,00 Calcar Bedrock carbonatico: Calcari a Briozoi e litotamni
195,00 eniti Calcareniti grigie con intercalazioni di calcareniti pi fini
del biancastre.
195,00 Mioce FINE SONDAGGIO
ne
inf.?
132,00-135,00 Limo-sabbioso
Localit 99 Cannelle
Localit 99 Cannelle
Determinazione in sito delle curve di decadimento
del modulo G/G0( )
1
0.9
0.8
0.7
0.6
G/G0
0.5
0.4
Curve di
decadimento del
modulo G/G0( ) e
dello smorzamento
) per roccia non
D(
alterata
Struttura di fondazione o fondazione
Travi e
plinti
18
Condizioni delle fondazioni delle costruzioni
esistenti
Quando disponibili, le informazioni derivano da:
documenti di progetto (con particolare riferimento alla
relazione geologica e alla relazione geotecnica);
eventuali testimonianze;
Terreno tipologia C
attenzione
Le NTC 2008 definiscono il
terreno di tipologia E come:
Terreni dei sottosuoli di tipo C
o D per spessore non superiore
a 20 m, posti sul substrato di
riferimento (con Vs > 800 m/s).
SOTTOSUOLO
VIA SILA PERSICHELLI
CATEGORIA E
Miglioramento del terreno di fondazione
JET-GROUTING
Sistem a m onofluid o
1. 2. 3. 4. 5.
m isce la
Sistem a bifluid o
1. 2. 3. 4. 5.
a ria
PRESSIONE [MPa]
m isce la
a ria
SISTEMA A/C sistema miscela aria acqua
MONOFLUIDO 0,7 - 2,5 a ria
m isce la
monofluido 25-60
a ria
bifluido 25-60 0,5-0,6
BIFLUIDO 0,7 - 2,0
trifluido 1,5-4 0,5-0,6 30-60
TRIFLUIDO 0,7 - 1,5 Sistem a trifluido
1. 2. 3. 4. 5.
a ria
a cqu a
a ria
m isce la
a ria
a cq u a
a ria
m isce la
51
Considerazioni conclusive
Project:
EOC (Emergency Operation Center)
San Francisco, CA
To meet the first performance objective, the isolation system must be stable
and capable of sustaining forces and displacements associated with the
maximum considered earthquake MCE and the structure above the
isolation system must remain essentially elastic when subjected to the
design earthquake.
That decoupling is achieved when the isolation scheme makes the fundamental
period of the isolated structure several times greater than the period of the
structure above the isolation system.
0,001
0,0001
0,01 0,1 1
Sa (g)10
0,001
0,0001
0,01 0,1 1 10
Sa (g)
Constant Hazard Spectrum 10% in 50yrs
Sa (g')
2
1,8
1,6
1,4
1,2
1
0,8
0,6
0,4
0,2
0
0,01 0,1Ing. Mario Di Nicola 1 T, sec 10
Seismically Isolated Structures
De-aggregazione per ground motions of T = 1 sec e RP = 475 anni
1) Effective Stiffness
2) Effective Damping
DD = (g/4^2)*SD1*TD/BD
Questa equaz. illustra lo spostamento spettrale della struttura isolata considerata come un sistema ad un grado di
liberta con periodo TD e smorzamento D. per lo spettro di risposta elastico di progetto SD1
BD = damping factor
The design displacement, DD, and maximum displacement, DM, represent peak earthquake
displacements at the center of mass of the building without the additional displacement, that
can occur at other locations due to actual or accidental mass eccentricity.
Vb = kDmax*DD
kDmax is the maximum effective stiffness of the isolation system at the design displacement, DD.
Design earthquake response is reduced by a factor for design of the superstructure above the
isolation interface, as given by
Vs = Vb / RI
Ing. Mario Di Nicola
Seismically Isolated Structures
For designs using the ELF procedure, the lateral forces,
Fx, must be distributed to each story over the height of the structure
Fx = Vs wx hx / wi*hi I =1,n
Steel:
Columns fy = 50 ksi
Primary first-floor girders (at column lines) fy = 50 ksi
Other girders and floor beams fy = 36 ksi
Braces fy = 46 ksi
Steel deck: 3-in.-deep, 20-gauge deck
BD = 1.35 The 1.35 value of the damping coefficient, BD, is given assuming 15 percent effective damping
at 16.3 in. of isolation system displacement. Effective periods of 2 to 3 seconds and effective damping
values of 10 to 15 percent are typical of high-damping rubber (and other types of) bearings.
The total displacement of specific isolator units (considering the effects of torsion) is calculated based on the plan
dimensions of the building, the total torsion (due to actual, plus accidental eccentricity), and the distance from the
center of resistance of the building to the isolator unit of interest. the total design displacement, DTD, and the total
maximum displacement, DTM, of isolator units located on Column Lines 1 and 7 are calculated for the critical
(transverse) direction of earthquake load as follows:
DTM = 30 inch
The effective period at the design displacement in terms of building weight (dead load) and the minimum effective
stiffness of the isolation system, kDmin. Rearranging terms and solving for minimum effective stiffness:
This stiffness is about 6.9 kips/in. for each of 35 identical isolator units.
The effective stiffness can vary substantially from one isolator unit to another and from one cycle of
prototype test to another. Typically, an isolator units effective stiffness is defined by a range of
values for judging acceptability of prototype (and production) bearings. The minimum value of the
stiffness range, kDmin, is used to calculate isolation system design displacements; the maximum value
of the stiffness, kDmax, is used to define design forces.
The variation in effective stiffness depends on the specific type of isolator, elastomeric compound,
loading history, etc., but must, in all cases, be broad enough to define maximum and minimum
values of effective stiffness based on testing of isolator unit prototypes. Over the three required
cycles of test at DD, the maximum value of effective stiffness (for example, at the first cycle) should
not be more than about 30 percent greater than the minimum value of effective stiffness (for
example, at the third cycle).
The lateral force required for the design of the isolation system, foundation, and other structural
elements below the isolation system, is given by
The lateral force required for checking stability and ultimate capacity of elements of the
isolation system, may be calculated as follows:
The (unreduced) base shear of the design earthquake is about 35 percent of the weight of the EOC,
and the (unreduced) base shear of the MCE is just over 50 percent of the weight. In order to design
the structure above the isolation system, the design earthquake base shear is reduced by the RI factor
This force is about 17 percent of the dead load weight of the EOC, which is somewhat less than, but
comparable to, the force that would be required for the design of a conventional, fixed-base building
of the same size and height, seismic-force-resisting system, and site seismic conditions. Story shear
forces on the superstructure are distributed vertically over the height of the structure.
The displacements and forces calculated provide a basis to Develop a detailed design
of the isolator units
Developing a detailed design of an elastomeric bearing, requires a familiarity with rubber bearing technology, that
is usually beyond the expertise of most structural designers; and often varies based on the materials used by
different manufacturers. This example, like most recent isolation projects, will define design properties for
isolator units that are appropriate for incorporation into a performance specification (and can be bid by more
than one bearing manufacturer). Even though the specifications will place the responsibility for meeting
performance standards with the supplier, the designer must still be knowledgeable of available products and
potential suppliers, to ensure success of the design.
As rule of thumb, elastomeric isolators should have a diameter, excluding the protective layer of cover, of no
less than 1.25 times maximum earthquake displacement demand. In this case, the full displacement
determined by the ELF procedure would require an isolator diameter of:
A single size of isolator unit is selected with a nominal diameter of no less than 35.4 in.(0.90 m).
Although the maximum vertical loads vary enough to suggest smaller diameter of isolator
units at certain locations (such as at building corners), all of the isolator units must be large
enough to sustain MCE displacements; which are largest at building corners, due to torsion.
An isolator unit with a diameter of 35.4 in., has a corresponding bearing area of about
Area, Ab = 950 square in.
The maximum long-term face pressure is about 1,100 psi (i.e., 1,053 kips/950 in.2), which is less
than the limit for most elastomeric bearing compounds. Average long-term face pressure is
about 500 psi (i.e., 477 kips/950 in.2) indicating the reasonably good distribution of loads
among all isolator units. Ing. Mario Di Nicola
Seismically Isolated Structures
The minimum effective stiffness is 6.9 kips/in. per isolator unit at the design displacement (i.e.,
about 16 in.).
The height of the isolator unit is primarily a function of the height of the rubber, hr, required to
achieve this stiffness, given the bearing area, Ab, and the effective stiffness of the rubber
compound.
The EOC design accommodates rubber compounds with minimum effective shear modulus (at
150 percent shear strain) ranging from G150% = 65 psi to 110 psi.
Numerous elastomeric bearing manufacturers have rubber compounds with a shear modulus that
falls within this range. Since rubber compounds (and in particular, high-damping rubber
compounds) are nonlinear, the effective stiffness used for design must be associated with a
shear strain that is close to the strain level for the design earthquake (e.g., 150 percent shear
strain). For a minimum effective shear modulus of 65 psi, the total height of the rubber, hr,
would be:
Isolator Height, hr = G150%Ab / Keff = (65 lb/sqi * 950sqi) / 6900 lb/in = 9 inches
The overall height of the isolator unit, H, including steel shim and flange plates, would be about
15 in. For compounds with an effective minimum shear modulus of 110 psi, the rubber height
would be proportionally taller (about 15 in.), and the total height of the isolator unit would be
about 24 in.
Individuazione dei meccanismi locali di danno (fuori piombo, frecce eccessive, rotazione
di elementi murari fuori dal loro piano, dissesti di archi e volte.
2
VERIFICA DELLA SICUREZZA DELLEDIFICIO
(indice)
La verifica della sicurezza delledificio avviene attraverso sia lanalisi sismica dei meccanismi
locali di danno che attraverso lanalisi sismica globale della struttura. La sicurezza della
costruzione deve essere valutata nei confronti di entrambi i tipi di meccanismo.
Per prima cosa si studiano i meccanismi locali poich prima di passare allanalisi globale
devono essere eliminate le vulnerabilit intrinseche delle sottostrutture che compongono
la fabbrica muraria; queste vulnerabilit attengono allassenza, o scarsa efficacia, dei
collegamenti tra le pareti (incroci murari a martello o terminali) e tra pareti ed
orizzontamenti. Oltre a ci si devono verificare i cinematismi di collasso quali rotazioni
fuori dal piano di pannelli murari, o porzioni di muratura, martellamenti tra edifici contigui,
dissesti di volte, di archi ecc.
3
Interventi di risanamento locali
(indice)
4
Edifici in aggregato
(indice)
5
INTERVENTI DI RISANAMENTO E MIGLIORAMENTO
SISMICO
(indice)
Il capitolo 8 delle nuove norme NTC 2008 definisce i criteri generali per la valutazione della sicurezza e per
la progettazione, lesecuzione ed il collaudo degli interventi sulle costruzioni esistenti.
Cap. 8.2: La valutazione della sicurezza e la progettazione degli interventi su costruzioni esistenti devono
tenere conto dei seguenti aspetti:
- la costruzione riflette lo stato delle conoscenze al tempo della sua realizzazione;
- possono essere insiti e non palesi difetti di impostazione e di realizzazione;
- la costruzione pu essere stata soggetta ad azioni, anche eccezionali, i cui effetti non siano
completamente manifesti; (sequenza nel tempo di sismi lievi, medi e forti, sollecitazioni da vibrazione
dovute al traffico leggero o pesante nelle immediate vicinanze dell'edificio
- le strutture possono presentare degrado e/o modificazioni significative rispetto alla situazione originaria.
(mancanza di manutenzione, modificazioni nelle tramezzature, nei muri portanti, rifacimento di solai,
variazioni di destinazioni d'uso, apertura o chiusura di porte e finestre).
Nella definizione dei modelli strutturali, si dovr, inoltre, tenere conto che:
- la geometria e i dettagli costruttivi sono definiti e la loro conoscenza dipende solo dalla documentazione
disponibile e dal livello di approfondimento delle indagini conoscitive;
- la conoscenza delle propriet meccaniche dei materiali non risente delle incertezze legate alla
produzione e posa in opera ma solo della omogeneit dei materiali stessi allinterno della costruzione, del
livello di approfondimento delle indagini conoscitive e dellaffidabilit delle stesse;
- i carichi permanenti sono definiti e la loro conoscenza dipende dal livello di approfondimento delle
indagini conoscitive. Si dovr prevedere limpiego di metodi di analisi e di verifica dipendenti dalla
completezza e dallaffidabilit dellinformazione disponibile e luso, nelle verifiche di sicurezza, di
adeguati fattori di confidenza, che modificano i parametri di capacit in funzione del livello di
conoscenza relativo a geometria, dettagli costruttivi e materiali, (si pu aggiungere tipologia e
caratteristiche delle fondazioni).
7
Cap. 8.3: Valutazione della sicurezza.
La valutazione della sicurezza e la progettazione degli interventi sulle costruzioni esistenti
potranno essere eseguiti con riferimento ai soli SLU; nel caso in cui si effettui la verifica
anche nei confronti degli SLE i relativi livelli di prestazione possono essere stabiliti dal
Progettista di concerto con il Committente.
La valutazione della sicurezza dovr effettuarsi ogni qual volta si eseguano gli interventi strutturali per
miglioramento, adeguamento o riparazioni con interventi locali, e dovr determinare il livello di
sicurezza prima e dopo lintervento.
Il Progettista dovr esplicitare, in unapposita relazione, i livelli di sicurezza attuali o raggiunti con
lintervento e le eventuali conseguenti limitazioni da imporre nelluso della costruzione.(agibilit
sismica degli edifici con miglioramento sismico)
Tutti gli interventi di miglioramento o adeguamento sismico devono essere sottoposti a collaudo statico.
Cap. 8.5: Procedure per la valutazione della sicurezza e la redazione dei progetti.
Verifiche in-situ estese ed esaustive: (LC2/LC3) sono basate su rilievi di tipo visivo, effettuati
ricorrendo, generalmente, a saggi nella muratura che consentano di esaminarne le
caratteristiche sia in superficie che nello spessore murario, e di ammorsamento tra muri
ortogonali e dei solai nelle pareti.
Lesame opportuno sia esteso in modo sistematico allintero edificio.
Nota. Per questo tipo di verifiche occorre una impresa con scale, trabattelli o impalcature per le
ispezioni in quota, luci artificiali, martelli demolitori per rimozione intonaco, utensili per
spicconature e dispositivi di prevenzione individuali antinfortunistici.
Cap. C8A.1.4.2: Costruzioni in muratura: dettagli costruttivi
Con riferimento al livello di conoscenza acquisito, si possono definire i valori medi dei parametri
meccanici ed i fattori di confidenza secondo quanto segue:
il livello di conoscenza LC3 (esaustivo) si intende raggiunto quando siano stati effettuati il rilievo
geometrico, verifiche in situ estese ed esaustive sui dettagli costruttivi, indagini in situ esaustive
sulle propriet dei materiali; il corrispondente fattore di confidenza FC = 1;
il livello di conoscenza LC2 (esteso) si intende raggiunto quando siano stati effettuati il rilievo
geometrico, verifiche in situ estese ed esaustive sui dettagli costruttivi ed indagini in situ estese
sulle propriet dei materiali; il corrispondente fattore di confidenza FC = 1.2;
il livello di conoscenza LC1 (limitato) si intende raggiunto quando siano stati effettuati il rilievo
geometrico, verifiche in situ limitate sui dettagli costruttivi ed indagini in situ limitate sulle propriet
dei materiali; il corrispondente fattore di confidenza FC = 1.35.
12
TABELLA C8A.2.1
14
Tabella C8A.2.2 -Coefficienti correttivi dei parametri meccanici (indicati in Tabella
C8A.2.1) da applicarsi in presenza di: malta di caratteristiche buone o ottime; giunti sottili;
ricorsi o listature; sistematiche connessioni trasversali; nucleo interno particolarmente
scadente e/o ampio; consolidamento con iniezioni di malta; consolidamento con intonaco
armato
15
MECCANISMI LOCALI E D'INSIEME NELLE MURATURE
Nelle costruzioni esistenti in muratura soggette ad azioni sismiche, particolarmente negli edifici, si
possono manifestare meccanismi locali e meccanismi dinsieme.
I meccanismi locali interessano singoli pannelli murari o pi ampie porzioni della costruzione, e sono
favoriti dallassenza o scarsa efficacia dei collegamenti tra pareti e orizzontamenti e negli incroci
murari.
I meccanismi globali sono quelli che interessano lintera costruzione e impegnano i pannelli murari
prevalentemente nel loro piano.
La sicurezza della costruzione deve essere valutata nei confronti di entrambi i tipi di meccanismo.
Per lanalisi sismica dei meccanismi locali si pu far ricorso ai metodi dellanalisi limite dellequilibrio
delle strutture murarie, tenendo conto, anche se in forma approssimata, della resistenza a
compressione, della tessitura muraria, della qualit della connessione tra le pareti murarie, della
presenza di catene e tiranti. Con tali metodi possibile valutare la capacit sismica in termini di
resistenza (applicando un opportuno fattore di struttura) o di spostamento (determinando
landamento dellazione orizzontale che la struttura progressivamente in grado di sopportare
allevolversi del meccanismo).
16
C8A.4 ANALISI DEI MECCANISMI LOCALI DI COLLASSO IN EDIFICI
ESISTENTI IN MURATURA
Negli edifici esistenti in muratura spesso avvengono collassi parziali per cause
sismiche, in genere per perdita dell'equilibrio di porzioni murarie; la verifica nei
riguardi di questi meccanismi, secondo le modalit descritte nel seguito, assume
significato se garantita una certa monoliticit della parete muraria, tale da
impedire collassi puntuali per disgregazione della muratura. Meccanismi locali si
verificano nelle pareti murarie prevalentemente per azioni perpendicolari al loro
piano, mentre nel caso di sistemi ad arco anche per azioni nel piano. Le verifiche
con riferimento ai meccanismi locali di danno e collasso (nel piano e fuori piano)
possono essere svolti tramite lanalisi limite dellequilibrio, secondo lapproccio
cinematico, che si basa sulla scelta del meccanismo di collasso e la valutazione
dellazione orizzontale che attiva tale cinematismo.
17
Lapproccio cinematico permette inoltre di determinare landamento dellazione orizzontale che la
struttura progressivamente in grado di sopportare allevolversi del meccanismo. Tale curva
espressa attraverso un moltiplicatore , rapporto tra le forze orizzontali applicate ed i
corrispondenti pesi delle masse presenti, rappresentato in funzione dello spostamento d k di un
punto di riferimento del sistema; la curva deve essere determinata fino allannullamento di ogni
capacit di sopportare azioni orizzontali (=0). Tale curva pu essere trasformata nella curva di
capacit di un sistema equivalente ad un grado di libert, nella quale pu essere definita la
capacit di spostamento ultimo del meccanismo locale, da confrontare con la domanda di
spostamento richiesta dallazione sismica.
Per ogni possibile meccanismo locale ritenuto significativo per ledificio, il metodo si articola nei
seguenti passi:
- Trasformazione di una parte della costruzione in un sistema labile (catena cinematica), attraverso
lindividuazione di corpi rigidi, definiti da piani di frattura ipotizzabili per la scarsa resistenza a
trazione della muratura, in grado di ruotare o scorrere tra loro (meccanismo di danno e collasso);
- Valutazione del moltiplicatore orizzontale dei carichi o che comporta lattivazione del meccanismo
(stato limite di danno);
- Verifiche di sicurezza, attraverso il controllo della compatibilit degli spostamenti e/o delle
resistenze richieste alla struttura. 18
Per lapplicazione del metodo di analisi suddetto si ipotizza, in genere:
resistenza nulla a trazione della muratura;
assenza di scorrimento tra i blocchi;
resistenza a compressione infinita della muratura.
Per effettuare la verifica dei meccanismi locali di collasso si possono utilizzare due metodi:
19
MECCANISMI LOCALI DI COLLASSO
VALUTAZIONE DELLE AZIONI DI COLLASSO CINEMATICO PER LELIMINAZIONE DEI
MECCANISMI LOCALI DI COLLASSO E RICONDURRE LELEMENTO EDILIZIO AD UN
COMPORTAMENTO SCASTOLARE
METODI DI ANALISI GLOBALE
Le rigidezze degli elementi murari debbono essere calcolate considerando sia il contributo
flessionale sia quello tagliante. Lutilizzo di rigidezze fessurate da preferirsi; in assenza di
valutazioni pi accurate le rigidezze fessurate possono essere assunte pari alla met di quelle
non fessurate.
Nellipotesi di infinita rigidezza nel piano dei solai, il modello pu essere costituito dai soli elementi
murari continui dalle fondazioni alla sommit, collegati ai soli fini traslazionali alle quote dei solai.
In alternativa, gli elementi di accoppiamento fra pareti diverse, quali travi o cordoli in cemento
armato e travi in muratura (qualora efficacemente ammorsate alle pareti), possono essere
considerati nel modello, a condizione che le verifiche di sicurezza vengano effettuate anche su
tali elementi.
22
Possono essere considerate nel modello, travi di accoppiamento in muratura ordinaria, solo se
sorrette da un cordolo di piano o da un architrave resistente a flessione efficacemente
ammorsato alle estremit. Per elementi di accoppiamento in cemento armato, si considerano
efficaci per laccoppiamento elementi aventi altezza almeno pari allo spessore del solaio. In
presenza di elementi di accoppiamento lanalisi pu essere effettuata utilizzando modelli a
telaio, in cui le parti di intersezione tra elementi verticali e orizzontali possono essere considerate
infinitamente rigide.
7.8.1.5.3 Analisi dinamica modale
applicabile in tutti i casi, con le limitazioni di cui al 7.3.3.1. Quanto indicato per
modellazione e possibilit di ridistribuzione nel caso di analisi statica lineare vale anche in
questo caso.
Il modello pu essere a telaio equivalente o ad elementi finiti
Il modello geometrico della struttura pu essere conforme a quanto indicato nel caso di analisi
statica lineare ovvero essere ottenuto utilizzando modelli pi sofisticati purch idonei e
adeguatamente documentati.
23
I pannelli murari possono essere caratterizzati da un comportamento bilineare elastico
perfettamente plastico, con resistenza equivalente al limite elastico e spostamenti al limite
elastico e ultimo definiti per mezzo della risposta flessionale o a taglio di cui ai 7.8.2.2 e
7.8.3.2. Gli elementi lineari in c.a. (cordoli, travi di accoppiamento) possono essere caratterizzati
da un comportamento bilineare elastico perfettamente plastico, con resistenza equivalente al
limite elastico e spostamenti al limite elastico e ultimo definiti per mezzo della risposta flessionale
o a taglio.
Lanalisi sismica globale deve considerare, per quanto possibile, il sistema strutturale reale
della costruzione, con particolare attenzione alla rigidezza e resistenza dei solai, e allefficacia
dei collegamenti degli elementi strutturali. Nel caso di muratura irregolare, la resistenza a taglio
di calcolo per azioni nel piano di un pannello in muratura potr essere calcolata facendo ricorso
a formulazioni alternative rispetto a quelle adottate per opere nuove, purch di comprovata
validit.
24
MODELLI STRUTTURALI
MODELLO 3D CON ELEMENTI FINITI CHE SCHEMATIZZI LA STRUTTURA COME
ELEMENTI BIDIMENSIONALI (PIASTRA, MEMBRANA, SHELL) CON TALI
ELEMENTI NON SPECIALIZZATI.
25
MODELLO 3D AGLI ELEMENTI FINITI CHE SCHEMATIZZA LA STRUTTURA COME ELEMENTI
BIDIMENSIONALI (PIASTRE, MEMBRANE, SHELL9 SPECIALIZZATI: ELEMENTI VERTICALI
CIELO-TERRA COME MASCHI MURARI, FASCIE DI COLLEGAMENTO SOPRA/SOTTO
FINESTRA COME TRAVI CON RESISTENZA A TAGLIO
26
MODELLO A TELAIO EQUIVALENTE: MASCHI MURARI COLLEGATI DA FASCIE DI
PIANO EFFICACI A FLESSIONE E TAGLIO COLLEGATE AI MASCHI CON TRONCHI
RIGIDI.
Bibliografia:
Nuove norme tecniche per le costruzioni D.Min Infrastrutture 14 gennaio 2008.
Circolare 2 febbraio 2009, n. 617 C.S. LL.PP. Istruzioni per lapplicazione delle Nuove norme tecniche per
le costruzioni di cui al Decreto Ministeriale 14 gennaio 2008.
Linee guida Reluis per il rilievo, l'analisi ed il progetto di interventi di riparazione e consolidamento sismico
degli edifici in muratura in aggregato Terremoto dellAquila del 6/04/2009.
Immagini gentilmente concesse dal Prof. Ing. Graziano Leoni Universit degli Studi di Camerino, Facolt
di Architettura.
27
RECUPERO E MANUTENZIONE DI STRUTTURE ESISTENTI
Dal ripristino strutturale alla protezione preventiva per la durabilit
L'AQUILA 10 Novembre 2010
EDIFICI IN AGGREGATO
1
10 Novembre 2010
AGGREGATI EDILIZI
Un aggregato edilizio costituito da un insieme di parti che sono il risultato di una genesi
articolata e non unitaria, dovuta a molteplici fattori (sequenza costruttiva, cambio di materiali,
mutate esigenze, avvicendarsi dei proprietari, etc.). Nellanalisi di un edificio facente parte di un
aggregato edilizio occorre tenere conto perci delle possibili interazioni derivanti dalla contiguit
strutturale con gli edifici adiacenti, connessi o in aderenza ad esso. A tal fine dovr essere
individuata, in via preliminare, lunit strutturale (US) oggetto di studio, evidenziando le azioni
che su di essa possono derivare dalle unit strutturali contigue. La porzione di aggregato che
costituisce l'US dovr comprendere cellule tra loro legate in elevazione ed in pianta da un
comune processo costruttivo, oltre che considerare tutti gli elementi interessati dalla
trasmissione a terra dei carichi verticali delledificio in esame.
Ove necessario, tale analisi preliminare dovr considerare lintero aggregato, al fine di
individuare le relative connessioni spaziali fondamentali, con particolare attenzione al contesto
ed ai meccanismi di giustapposizione e di sovrapposizione. In particolare, il processo di
indagine sugli aggregati edilizi si dovrebbe sviluppare attraverso lindividuazione di diversi strati
dinformazione:
- i rapporti tra i processi di aggregazione ed organizzazione dei tessuti edilizi e levoluzione del
sistema viario; - i principali eventi che hanno influito sugli aspetti morfologici del costruito storico
(fonti storiche); - la morfologia delle strade (andamento, larghezza, flessi planimetrici e
disassamenti dei fronti edilizi); la disposizione e la gerarchia dei cortili (con accesso diretto o da
androne) ed il posizionamento delle scale esterne; tale studio favorisce la comprensione del
processo formativo e di trasformazione degli isolati, dei lotti, delle parti costruite e delle porzioni
libere in rapporto alle fasi del loro uso;
2
Lallineamento delle pareti; verifiche di ortogonalit rispetto ai percorsi viari; individuazione dei
prolungamenti, delle rotazioni, delle intersezioni e degli slittamenti degli assi delle pareti (ci
aiuta ad identificare le pareti in relazione alla loro contemporaneit di costruzione e quindi a
definire il loro grado di connessione); - I rapporti spaziali elementari delle singole cellule murarie,
nonch i rapporti di regolarit, ripetizione, modularit, ai diversi piani (ci consente di distinguere
le cellule originare da quelle dovute a processi di saturazione degli spazi aperti); - la forma e la
posizione delle bucature nei muri di prospetto: assialit, simmetria, ripetizione (ci consente di
determinare le zone di debolezza nel percorso di trasmissione degli sforzi, nonch di rivelare le
modificazioni avvenute nel tempo); - I disassamenti e le rastremazioni delle pareti, i muri
poggianti in falso sui solai sottostanti, lo sfalsamento di quota tra solai contigui (ci fornisce
indicazioni sia per ricercare possibili fonti di danno in rapporto ai carichi verticali e sismici, sia per
affinare linterpretazione dei meccanismi di aggregazione).
Lindividuazione dell'US va comunque eseguita caso per caso, in ragione della forma del
sistema edilizio di riferimento a cui appartiene l'US (composta da una o pi unit
immobiliari), della qualit e consistenza degli interventi previsti e con il criterio di
minimizzare la frammentazione in interventi singoli. Il progettista potr quindi definire la
dimensione operativa minima, che talora potr riguardare linsieme delle unit immobiliari
costituenti il sistema, ed in alcuni casi porzioni pi o meno estese del contesto urbano.
3
LUS dovr comunque avere continuit da cielo a terra per quanto riguarda il flusso dei carichi
verticali e, di norma, sar delimitata o da spazi aperti, o da giunti strutturali, o da edifici contigui
costruiti, ad esempio, con tipologie costruttive e strutturali diverse, o con materiali diversi, oppure
in epoche diverse.
Tra le interazioni strutturali con gli edifici adiacenti si dovranno considerare: carichi (sia verticali
che orizzontali, in presenza di sisma) provenienti da solai o da pareti di US adiacenti; spinte di
archi e volte appartenenti ad US contigue; spinte provenienti da archi di contrasto o da tiranti
ancorati su altri edifici. La rappresentazione dell'US attraverso piante, alzati e sezioni permetter
di valutare la diffusione delle sollecitazioni e linterazione fra le US contigue.
Oltre a quanto normalmente previsto per gli edifici non disposti in aggregato, dovranno essere
valutati gli effetti di: spinte non contrastate causate da orizzontamenti sfalsati di quota sulle pareti
in comune con le US adiacenti; effetti locali causati da prospetti non allineati, o da differenze di
altezza o di rigidezza tra US adiacenti, azioni di ribaltamento e di traslazione che interessano le
pareti nelle US di testata delle tipologie seriali (schiere).
Dovr essere considerato inoltre il possibile martellamento nei giunti tra US adiacenti.
L'analisi di una US secondo i metodi utilizzati per edifici isolati, senza una adeguata modellazione
oppure con una modellazione approssimata dell'interazione con i corpi di fabbrica adiacenti
assume un significato convenzionale. Di conseguenza, si ammette che lanalisi della capacit
sismica globale dell'US possa essere verificata attraverso metodologie semplificate, come
descritto di seguito.
Nel caso di solai sufficientemente rigidi, la verifica convenzionale allo Stato limite di salvaguardia
della vita e allo Stato limite di esercizio di un edificio (US unit strutturale) in aggregato pu
essere svolta, anche per edifici con pi di due piani, mediante l'analisi statica non lineare
analizzando e verificando separatamente ciascun interpiano dell'edificio, e trascurando la
variazione della forza assiale nei maschi murari dovuta all'effetto 4 dell'azione sismica. Con
l'esclusione di unit strutturali d'angolo o di testata, cos come di parti di edificio non vincolate o
non aderenti su alcun lato ad altre unit strutturali (es. piani superiori di un edificio di maggiore
altezza rispetto a tutte le US adiacenti), l'analisi potr anche essere svolta trascurando gli effetti
torsionali, ipotizzando che i solai possano unicamente traslare nella direzione considerata
dell'azione sismica.
Qualora i solai dell'edificio siano flessibili si proceder all'analisi delle singole pareti o dei sistemi
di pareti complanari che costituiscono l'edificio, ciascuna analizzata come struttura indipendente,
soggetta ai carichi verticali di competenza ed all'azione del sisma nella direzione parallela alla
parete. In questo caso l'analisi e le verifiche di ogni singola parete seguiranno i criteri esposti al
7.8.2.2 delle NTC per gli edifici in muratura ordinaria di nuova costruzione, con le integrazioni
riportate al 7.8.1.5.
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L'analisi globale di una singola unit strutturale assume spesso un significato convenzionale e
perci pu utilizzare metodologie semplificate. La verifica di una US dotata di solai
sufficientemente rigidi pu essere svolta, anche per edifici con pi di due piani, mediante l'analisi
statica non lineare, analizzando e verificando separatamente ciascun interpiano dell'edificio, e
trascurando la variazione della forza assiale nei maschi murari dovuta all'effetto dell'azione
sismica. Con l'esclusione di unit strutturali d'angolo o di testata, cos come di parti di edificio
non vincolate o non aderenti su alcun lato ad altre unit strutturali, l'analisi potr anche essere
svolta trascurando gli effetti torsionali, nellipotesi che i solai possano unicamente traslare nella
direzione considerata dell'azione sismica. Nel caso invece di US dangolo o di testata
comunque ammesso il ricorso ad analisi semplificate, purch si tenga conto di possibili effetti
torsionali e dellazione aggiuntiva trasferita dalle US adiacenti applicando opportuni coefficienti
maggiorativi delle azioni orizzontali. Qualora i solai dell'edificio siano flessibili si potr procedere
all'analisi delle singole pareti o dei sistemi di pareti complanari, ciascuna parete essendo
soggetta ai carichi verticali di competenza ed alle corrispondenti azioni del sisma nella direzione
parallela alla parete.
La scelta del tipo di analisi sismica e del criterio di modellazione della struttura (Capitolo 4)
strettamente connessa da un lato alla tipologia strutturale, dallaltro al tipo di intervento
progettuale. Ladozione di modelli di calcolo di dettaglio per la valutazione della risposta globale
(ad esempio approccio di modellazione ad elementi finiti o quello a telaio equivalente come
proposto recentemente nelle Norme Tecniche per le Costruzioni D.M. 14/01/2008) risulta in
generale applicabile esclusivamente ad aggregati di limitata estensione, per i quali risulti
accettabile lonere conseguente associato alla fase conoscitiva, oppure al caso di singole unit,
quando sia possibile stimare ragionevolmente leffetto equivalente associato allinterazione con
le unit adiacenti.
6
Di norma, in alternativa, nel caso in cui non sia possibile acquisire i dati necessari per sostanziare
modelli pi accurati (il cui uso quindi risulterebbe inficiato dal grado di incertezza associato ai
parametri impiegati od alle ipotesi assunte), risulta preferibile ladozione di modelli semplificati
(cfr. 8.7.1 delle Norme Tecniche per le Costruzioni, D.M. 14.01.2008 e corrispondente C8A.3
della Circolare 2 febbraio 2009 n. 617). Viceversa anche lapplicazione di modelli per lanalisi di
meccanismi locali (secondo lapproccio cinematico per macroelementi) subordinata ad una
valutazione qualitativa circa il sistema di ripartizione dei carichi in base a fattori, quali ad esempio
lorditura e deformabilit dei solai, la rigidezza delle pareti verticali, la qualit delle connessioni.
La possibilit di elaborare modelli complessivi comunque limitata dalla dimensione complessit
dellaggregato, mentre lelaborazione di modelli parziali o le analisi di singoli elementi (secondo
lapproccio cinematico per macroelementi) sono subordinati ad una valutazione qualitativa circa il
sistema di ripartizione dei carichi in base a fattori, quali ad esempio lorditura e deformabilit dei
solai, la rigidezza delle pareti verticali, la qualit delle connessioni.
Nelle suddette linee guida, vengono per introdotti nuovi concetti non presenti nelle NTC 2008 ossia:
UMI unit minima di intervento e UA unit minima di analisi in alternativa o in affiancamento delle
US delle NTC 2008. Ci non rende certo pi semplice l'approccio al problema ma al momento si sta
valutando l'efficacia dei nuovo sottoinsiemi degli aggregati proposti da Reluis.
UMI: L'unit minima di intervento si configura come una porzione di aggregato, costituita da una
o pi Unit strutturali omogenee (edifici) che sar oggetto di intervento unitario.
UA: L'unit minima di analisi definita quella porzione di aggregato, generalmente pi ampia
della UMI, da includere nella fase conoscitiva e di diagnosi del danno sismico e della
vulnerabilit, in modo da poter valutare eventuali effetti di interazione da parte di Unit
strutturali adiacenti alla UMI.
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Cap. 4.4) Per quanto riguarda le verifiche di sicurezza sismica, opportuno distinguere tra i
criteri di verifica per i meccanismi locali e quelli globali di resistenza.
Le verifiche dei meccanismi locali di danno e collasso, possono essere svolte applicando i
principi di analisi limite dellequilibrio, secondo lapproccio cinematico.
Lapplicazione del metodo di verifica presuppone la verifica di ciascuno dei meccanismi locali
ritenuti significativi per l'UA (unit di analisi) nella fase di interpretazione dei dati acquisiti nel
processo conoscitivo.
Per quanto riguarda i metodi di analisi adottati per le verifiche di sicurezza il metodo standard
consigliato dellanalisi cinematica lineare.
Per quel che riguarda le verifiche di sicurezza da effettuarsi in relazione allanalisi di
meccanismi globali di resistenza, in generale lanalisi della capacit sismica globale dell'US
(unit strutturale omogenea edificio) pu essere verificata attraverso metodologie semplificate
come indicato nel cap. 8.7.1 delle NTC2008 e cap. C8A.3.1 della circolare 617/2009.
E importante osservare che quando, a seguito delle analisi conoscitive e della verifica diagnosi
interpretativa si ritiene che la costruzione non manifesta un chiaro comportamento dinsieme
(ad esempio nel caso di aggregati estesi e di geometria complessa non dotati di solai rigidi e
resistenti nel piano n di efficaci e diffusi sistemi di tiranti) ma piuttosto tende a reagire al sisma
come un insieme di sottoinsiemi (meccanismi locali), la verifica su un modello globale pu NON
avere rispondenza rispetto al suo effettivo comportamento sismico. In tali casi, la verifica
complessiva della risposta sismica del manufatto non richiede necessariamente il ricorso ad un
modello globale della costruzione e pu essere effettuata attraverso un insieme esaustivo di
verifiche locali effettuate in modo generalizzato e sistematico su diversi elementi della
costruzione, purch la totalit delle azioni sismiche sia coerentemente ripartita dei meccanismi
locali considerati in ragione delle diverse rigidezze ve dei collegamenti e si tenga correttamente
conto, anche in modo approssimato, delle forze scambiate tra i sottoinsiemi strutturali
considerati (macroelementi).
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Nota: con rif. alle Ordinanze 3820/09 e 3832/10, se laggregato ha una dimensione
maggiore di 1000 mq come impronta a terra, pu essere diviso in porzioni (UMI) con
impronta a terra superiore o uguale a 300 mq
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12
Bibliografia:
Nuove norme tecniche per le costruzioni D.Min Infrastrutture 14 gennaio 2008.
Circolare 2 febbraio 2009, n. 617 C.S. LL.PP. Istruzioni per lapplicazione delle Nuove norme tecniche per le
costruzioni di cui al decreto ministeriale 14 gennaio 2008.
Linee guida Reluis per il rilievo, l'analisi ed il progetto di interventi di riparazione e consolidamento sismico degli edifici
in muratura in aggregato Terremoto dellAquila del 6/04/2009.
Immagini gentilmente concesse dal Prof. Ing. Graziano Leoni Universit degli Studi di Camerino, Facolt di
Architettura.
RECUPERO E MANUTENZIONE DI STRUTTURE ESISTENTI
Dal ripristino strutturale alla protezione preventiva per la durabilit
L'AQUILA 10 Novembre 2010
Nel presente allegato si forniscono criteri generali di guida agli interventi di consolidamento
degli edifici in muratura, con riferimento ad alcune tecniche di utilizzo corrente. Ovviamente
non sono da considerarsi a priori escluse eventuali tecniche di intervento non citate,
metodologie innovative o soluzioni particolari che il professionista individui come adeguate
per il caso specifico. Gli interventi di consolidamento vanno applicati, per quanto possibile, in
modo regolare ed uniforme alle strutture. Lesecuzione di interventi su porzioni limitate
delledificio va opportunamente valutata e giustificata calcolando leffetto in termini di
variazione nella distribuzione delle rigidezze.
Nel caso si decida di intervenire su singole parti della struttura, va valutato leffetto in termini
di variazione nella distribuzione delle rigidezze. Particolare attenzione deve essere posta
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anche alla fase esecutiva degli interventi, onde assicurare lefficacia degli stessi, in quanto
leventuale cattiva esecuzione pu comportare il peggioramento delle caratteristiche della
muratura o del comportamento globale delledificio.
Le indicazioni
JJJJJ KKK che seguono non devono essere intese come un elenco di interventi da
eseguire comunque e dovunque, ma solo come possibili soluzioni da adottare nei casi in cui
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siano dimostrate la carenza dello stato attuale del fabbricato ed il beneficio prodotto
dallintervento. Per quanto applicabile, i criteri e le tecniche esposte possono essere estesi ad
altre tipologie costruttive in muratura.
2
C8A.5.1 INTERVENTI VOLTI A RIDURRE LE CARENZE DEI COLLEGAMENTI
Tali interventi sono mirati ad assicurare alla costruzione un buon comportamento dassieme,
mediante la realizzazione di un buon ammorsamento tra le pareti e di efficaci collegamenti dei
solai alle pareti; inoltre, deve essere verificato che le eventuali spinte prodotte da strutture voltate
siano efficacemente contrastate e deve essere corretto il malfunzionamento di tetti spingenti. La
realizzazione di questi interventi un prerequisito essenziale per lapplicazione dei metodi di
analisi sismica globale delledificio, che si basano sul comportamento delle pareti murarie nel
proprio piano, presupponendone la stabilit nei riguardi di azioni sismiche fuori dal piano.
Tali interventi sono mirati ad assicurare alla costruzione un buon comportamento dassieme,
mediante la realizzazione di un buon ammorsamento tra le pareti e di efficaci collegamenti dei
solai alle pareti; inoltre, deve essere verificato che le eventuali spinte prodotte da strutture voltate
siano efficacemente contrastate e deve essere corretto il malfunzionamento di tetti spingenti. La
realizzazione di questi interventi un prerequisito essenziale per lapplicazione dei metodi di
analisi sismica globale delledificio, che si basano sul comportamento delle pareti murarie nel
proprio piano, presupponendone la stabilit nei riguardi di azioni sismiche fuori dal piano.
Linserimento di tiranti (catene), metallici o di altri materiali, disposti nelle due direzioni principali
del fabbricato, a livello dei solai ed in corrispondenza delle pareti portanti, ancorati alle murature
mediante capochiave (a paletto o a piastra), pu favorire il comportamento dassieme del
fabbricato, in quanto conferisce un elevato grado di connessione tra le murature ortogonali e
fornisce un efficace vincolo contro il ribaltamento fuori piano dei pannelli murari.
Inoltre, linserimento di tiranti migliora il comportamento nel piano di pareti forate, in quanto
consente la formazione del meccanismo tirante-puntone nelle fasce murarie sopra porta e sotto
finestra. Per i capochiave sono consigliati paletti semplici, in quanto vanno ad interessare una
porzione di muratura maggiore rispetto alle piastre; queste sono preferibili nel caso di murature
particolarmente scadenti, realizzate con elementi di piccole dimensioni ( in genere necessario un
consolidamento locale della muratura, nella zona di ancoraggio). sconsigliabile incassare il
3
capochiave nello spessore della parete, specie nel caso di muratura a pi paramenti scollegati.
Cerchiature esterne, in alcuni casi, si possono realizzare con elementi metallici o materiali
compositi, allo scopo di chiudere la scatola muraria e di offrire un efficace collegamento tra
murature ortogonali. Tale intervento pu risultare efficace nel caso di edifici di dimensioni ridotte,
dove i tratti rettilinei della cerchiatura non sono troppo estesi, o quando vengono realizzati ancoraggi
in corrispondenza dei martelli murari. necessario evitare linsorgere di concentrazioni di tensioni in
corrispondenza degli spigoli delle murature, ad esempio con opportune piastre di ripartizione o in
alternativa, nel caso si usino fasce in materiale composito, procedendo allo smusso degli spigoli.
Unidonea ammorsatura, tra parti adiacenti o tra murature che si intersecano, si pu realizzare,
qualora i collegamenti tra elementi murari siano deteriorati (per la presenza di lesioni per danni
sismici o di altra natura) o particolarmente scadenti; si precisa infatti che questi interventi di
collegamento locale sono efficaci per il comportamento dassieme della costruzione in presenza di
murature di buone caratteristiche, mentre per le murature scadenti preferibile linserimento di
tiranti, che garantiscono un miglior collegamento complessivo. Lintervento si realizza o attraverso
elementi puntuali di cucitura (tecnica scuci e cuci con elementi lapidei o in laterizio) o collegamenti
locali con elementi metallici (chiodature) o in altro materiale.
Luso di perforazioni armate deve essere limitato ai casi in cui non siano percorribili le altre
soluzioni proposte, per la notevole invasivit di tali elementi e la dubbia efficacia, specie in presenza
di muratura a pi paramenti scollegati; in ogni caso dovr essere garantita la durabilit degli
elementi inseriti (acciaio inox, materiali compositi o altro) e la compatibilit delle malte iniettate.
Anche in questo caso, leventuale realizzazione di un buon collegamento locale non garantisce un
significativo miglioramento del comportamento dassieme della costruzione.
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Cordoli in sommit alla muratura possono costituire una soluzione efficace per collegare le pareti, in
una zona dove la muratura meno coesa a causa del limitato livello di compressione, e per migliorare
linterazione con la copertura; va invece evitata lesecuzione di cordolature ai livelli intermedi, eseguite
nello spessore della parete (specie se di muratura in pietrame), dati gli effetti negativi che le aperture in
breccia producono nella distribuzione delle sollecitazioni sui paramenti. Questi possono essere realizzati
nei seguenti modi:
in muratura armata, consentendo di realizzare il collegamento attraverso una tecnica volta alla
massima conservazione delle caratteristiche murarie esistenti. Essi, infatti, devono essere realizzati con
una muratura a tutto spessore e di buone caratteristiche; in genere la soluzione pi naturale luso di
una muratura in mattoni pieni. Allinterno deve essere alloggiata unarmatura metallica o in altro
materiale resistente a trazione, resa aderente alla muratura del cordolo tramite conglomerato, ad
esempio malta cementizia. La realizzazione di collegamenti tra cordolo e muratura, eseguita tramite
perfori armati disposti con andamento inclinato, se necessaria risulta efficace solo in presenza di
muratura di buona qualit. Negli altri casi opportuno eseguire un consolidamento della muratura nella
parte sommitale della parete.
in acciaio, rappresentando una valida alternativa per la loro leggerezza e la limitata invasivit. Essi
possono essere eseguiti attraverso una leggera struttura reticolare, in elementi angolari e piatti metallici,
o tramite piatti o profili sui due paramenti, collegati tra loro tramite barre passanti; in entrambi i casi
possibile realizzare un accettabile collegamento alla muratura senza la necessit di ricorrere a perfori
armati. In presenza di muratura di scarsa qualit, lintervento deve essere accompagnato da unopera di
bonifica della fascia di muratura interessata. I cordoli metallici si prestano particolarmente bene al
collegamento degli elementi lignei della copertura e contribuiscono alleliminazione delle eventuali
spinte.
in c.a., solo se di altezza limitata, per evitare eccessivi appesantimenti ed irrigidimenti, che si sono
dimostrati dannosi in quanto producono elevate sollecitazioni tangenziali tra cordolo e muratura, con
conseguenti scorrimenti e disgregazione di questultima. In particolare, tali effetti si sono manifestati nei
casi in cui anche la struttura di copertura era stata irrigidita ed appesantita. 5
Lefficace connessione dei solai di piano e delle coperture alle murature necessaria per evitare
lo sfilamento delle travi, con conseguente crollo del solaio, e pu permettere ai solai di svolgere
unazione di distribuzione delle forze orizzontali e di contenimento delle pareti. I collegamenti
possono essere effettuati in posizioni puntuali, eseguiti ad esempio in carotaggi allinterno delle
pareti, e allo stesso tempo non devono produrre un disturbo eccessivo ed il danneggiamento della
muratura. Nel caso di solai intermedi, le teste di travi lignee possono essere ancorate alla muratura
tramite elementi, metallici o in altro materiale resistente a trazione, ancorati sul paramento opposto.
Gli interventi sulle strutture ad arco o a volta possono essere realizzati con il ricorso alla
tradizionale tecnica delle catene, che compensino le spinte indotte sulle murature di appoggio e
ne impediscano l'allontanamento reciproco. Le catene andranno poste di norma alle reni di
archi e volte. Qualora non sia possibile questa disposizione, si potranno collocare le catene a
livelli diversi purch ne sia dimostrata l'efficacia nel contenimento della spinta. Tali elementi
devono essere dotati di adeguata rigidezza (sono da preferirsi barre di grosso diametro e
lunghezza, per quanto possibile, limitata); le catene devono essere poste in opera con
unadeguata presollecitazione, in modo da assorbire parte dellazione spingente valutata
tramite il calcolo (valori eccessivi del tiro potrebbero indurre danneggiamenti localizzati). In
caso di presenza di lesioni e/o deformazioni, la riparazione deve ricostituire i contatti tra le parti
separate, onde garantire che il trasferimento delle sollecitazioni interessi una adeguata
superficie e consentire una idonea configurazione resistente.
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Per assorbire le spinte di volte ed archi non deve essere esclusa a priori la possibilit di realizzare
contrafforti o ringrossi murari. Questi presentano un certo impatto visivo sulla costruzione ma
risultano, peraltro, reversibili e coerenti con i criteri di conservazione. La loro efficacia subordinata
alla creazione di un buon ammorsamento con la parete esistente, da eseguirsi tramite connessioni
discrete con elementi lapidei o in laterizio, ed alla possibilit di realizzare una fondazione adeguata.
Il ruolo dei solai nel comportamento sismico delle costruzioni in muratura quello di trasferire le
azioni orizzontali di loro competenza alle pareti disposte nella direzione parallela al sisma; inoltre
essi devono costituire un vincolo per le pareti sollecitate da azioni ortogonali al proprio piano. La
necessit di un irrigidimento per ripartire diversamente lazione sismica tra gli elementi verticali
invece non cos frequente. Per le suddette ragioni risulta talvolta necessario un irrigidimento dei
solai, anche limitato, di cui vanno valutati gli effetti; a questo si associa inevitabilmente un aumento
della resistenza degli elementi, che migliora la robustezza della struttura.
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Lirrigidimento dei solai, anche limitato, per ripartire diversamente lazione sismica tra gli elementi
verticali comporta in genere un aumento della resistenza, che migliora la robustezza della struttura.
Nel caso dei solai lignei pu essere conseguito operando allestradosso sul tavolato. Una possibilit
fissare un secondo tavolato su quello esistente, disposto con andamento ortogonale o inclinato,
ponendo particolare attenzione ai collegamenti con i muri laterali; in alternativa, o in aggiunta, si
possono usare rinforzi con bandelle metalliche, o di materiali compositi, fissate al tavolato con
andamento incrociato. Un analogo beneficio pu essere conseguito attraverso controventature
realizzate con tiranti metallici. Il consolidamento delle travi lignee potr avvenire aumentando la
sezione portante in zona compressa, mediante l'aggiunta di elementi opportunamente connessi.
Nei casi in cui risulti necessario un consolidamento statico del solaio per le azioni flessionali,
possibile, con le tecniche legno-legno, conseguire contemporaneamente lirrigidimento nel piano e
fuori dal piano, posando sul tavolato esistente, longitudinalmente rispetto alle travi dellorditura, dei
nuovi tavoloni continui, resi collaboranti alle travi mediante perni anche di legno, irrigiditi nel piano del
solaio con lapplicazione di un secondo tavolato di finitura. La tecnica di rinforzo con soletta
collaborante, in calcestruzzo eventualmente leggero, realizza anche un forte irrigidimento nel piano
del solaio; gli effetti di tale intervento vanno valutati sia in relazione alla ripartizione delle azioni tra gli
elementi verticali sia allaumento delle masse. Nel caso in cui gli elementi lignei non siano
adeguatamente collegati alle murature, necessario collegare la soletta alle pareti, tramite elementi
puntuali analoghi a quelli gi indicati, o ai cordoli, se presenti e realizzati come successivamente
descritto.
Nel caso di solai a travi in legno e pianelle di cotto, che presentano limitata resistenza nel piano,
possono essere adottati interventi di irrigidimento all'estradosso con caldane armate in calcestruzzo
alleggerito, opportunamente collegate alle murature perimetrali ed alle travi in legno.
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Nel caso di solai a putrelle e voltine o tavelloni opportuno provvedere all'irrigidimento mediante
solettina armata (meglio se con calcestruzzo alleggerito ad elevate prestazione) resa solidale ai profilati
e collegata alle murature perimetrali.
Nel caso di solai a struttura metallica, con interposti elementi in laterizio, necessario collegare tra loro i
profili saldando bandelle metalliche trasversali, poste allintradosso o allestradosso. Inoltre, in presenza
di luci significative, gli elementi di bordo devono essere collegati in mezzeria alla muratura (lo stesso
problema si pone anche per i solai lignei a semplice orditura).
Gli interventi di rinforzo delle murature sono mirati al risanamento e riparazione di murature
deteriorate e danneggiate ed al miglioramento delle propriet meccaniche della muratura. Se
eseguiti da soli non sono sufficienti, in generale, a ripristinare o a migliorare lintegrit strutturale
complessiva della costruzione. Il tipo di intervento da applicare andr valutato anche in base alla
tipologia e alla qualit della muratura.
Gli interventi dovranno utilizzare materiali con caratteristiche fisico-chimiche e meccaniche
analoghe e, comunque, il pi possibile compatibili con quelle dei materiali in opera. L'intervento
deve mirare a far recuperare alla parete una resistenza sostanzialmente uniforme e una continuit
nella rigidezza, anche realizzando gli opportuni ammorsamenti, qualora mancanti.
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L'inserimento di materiali diversi dalla muratura, ed in particolare di elementi in conglomerato
cementizio, va operato con cautela e solo ove il rapporto tra efficacia ottenuta e impatto provocato sia
minore di altri interventi, come nel caso di architravi danneggiati e particolarmente sollecitati.
A seconda dei casi si proceder:
- a riparazioni localizzate di parti lesionate o degradate;
- a ricostituire la compagine muraria in corrispondenza di manomissioni quali cavit, vani di varia
natura (scarichi e canne fumarie, ecc.);
- a migliorare le caratteristiche di murature particolarmente scadenti per tipo di apparecchiatura e/o
di composto legante.
Lintervento di scuci e cuci finalizzato al ripristino della continuit muraria lungo le linee di
fessurazione ed al risanamento di porzioni di muratura gravemente deteriorate. Si consiglia di utilizzare
materiali simili a quelli originari per forma, dimensioni, rigidezza e resistenza, collegando i nuovi
elementi alla muratura esistente con adeguate ammorsature nel piano del paramento murario e se
possibile anche trasversalmente al paramento stesso, in modo da conseguire la massima omogeneit e
monoliticit della parete riparata. Tale intervento pu essere utilizzato anche per la chiusura di nicchie,
canne fumarie e per la riduzione dei vuoti, in particolare nel caso in cui la nicchia/apertura/cavit sia
posizionata a ridosso di angolate o martelli murari.
L'adozione di iniezioni di miscele leganti mira al miglioramento delle caratteristiche meccaniche della
muratura da consolidare. A tale tecnica, pertanto, non pu essere affidato il compito di realizzare
efficaci ammorsature tra i muri e quindi di migliorare, se applicata da sola, il comportamento dassieme
della costruzione. Tale intervento risulta inefficace se impiegato su tipologie murarie che per loro
natura siano scarsamente iniettabili (scarsa presenza di vuoti e/o vuoti non collegati tra loro).
Particolare attenzione va posta nella scelta della pressione di immissione della miscela, per evitare
linsorgere di dilatazioni trasversali prodotte dalla miscela in pressione.
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Nel caso si reputi opportuno intervenire con iniezioni su murature incoerenti e caotiche, necessario
prendere provvedimenti atti a ridurre il rischio di sconnessione della compagine muraria e di
dispersione della miscela. Particolare cura dovr essere rivolta alla scelta della miscela da iniettare,
curandone la compatibilit chimico-fisicomeccanica con la tipologia muraria oggetto dellintervento.
(indispensabili le prove di laboratorio sulle malte esistenti allinterno della muratura da iniettare).
Linserimento di diatoni artificiali, realizzati in conglomerato armato (in materiale metallico o in altri
materiali resistenti a trazione) dentro fori di carotaggio, pu realizzare un efficace collegamento tra i
paramenti murari, evitando il distacco di uno di essi o linnesco di fenomeni di instabilit per
compressione; inoltre, tale intervento conferisce alla parete un comportamento monolitico per azioni
ortogonali al proprio piano. particolarmente opportuno in presenza di murature con paramenti non
collegati fra loro; nel caso di paramenti degradati opportuno bonificare questi tramite le tecniche
descritte al riguardo (iniezioni di malta, ristilatura dei giunti).
Nel caso in cui la porzione muraria che necessita di intervento sia limitata, una valida alternativa
rappresentata dai tirantini antiespulsivi, costituiti da sottili barre trasversali imbullonate con rondelle
sui paramenti; la leggera presollecitazione che pu essere attribuita rende questintervento idoneo
nei casi in cui siano gi evidenti rigonfiamenti per distacco dei paramenti. Tale tecnica pu essere
applicata nel caso di murature a tessitura regolare o in pietra squadrata, in mattoni o blocchi.
12
Ladozione di sistemi di tirantature diffuse nelle tre direzioni ortogonali, in particolare anche nella
direzione trasversale, migliorano la monoliticit ed il comportamento meccanico del corpo murario,
incrementandone la resistenza a taglio e a flessione nel piano e fuori del piano.
Il placcaggio delle murature con intonaco armato pu essere utile nel caso di murature gravemente
danneggiate e incoerenti, sulle quali non sia possibile intervenire efficacemente con altre tecniche, o in
porzioni limitate di muratura, pesantemente gravate da carichi verticali, curando in questultimo caso
che la discontinuit di rigidezza e resistenza tra parti adiacenti, con e senza rinforzo, non sia dannosa
ai fini del comportamento della parete stessa. Luso sistematico su intere pareti delledificio
sconsigliato, per il forte incremento di rigidezza e delle masse, oltre che per ragioni di natura
conservativa e funzionale. Tale tecnica efficace solo nel caso in cui lintonaco armato venga
realizzato su entrambi i paramenti e siano posti in opera i necessari collegamenti trasversali (barre
iniettate) bene ancorati alle reti di armatura. inoltre fondamentale curare ladeguata sovrapposizione
dei pannelli di rete elettrosaldata, in modo da garantire la continuit dellarmatura in verticale ed in
orizzontale, ed adottare tutti i necessari provvedimenti atti a garantire la durabilit delle armature, se
possibile utilizzando reti e collegamenti in acciaio inossidabile (o almeno zincate). Per evitare fastidiosi
fenomeni di elevata umidit stagnante allinterno della muratura placcata con intonaco armato, e muffe
allinterno dei locali, consigliabile adottare malte premiscelate pozzolaniche traspiranti al elevata pres
Tazione (350/400 kg/cmq) al posto dellintonaco cementizio tradizionale.
Il placcaggio con tessuti o lamine in altro materiale resistente a trazione pu essere di norma
utilizzato nel caso di murature regolari, in mattoni o blocchi. Tale intervento, pi efficace se realizzato
su entrambi i paramenti, da solo non garantisce un collegamento trasversale e quindi la sua efficacia
deve essere accuratamente valutata per il singolo caso in oggetto.
Linserimento di tiranti verticali post-tesi un intervento applicabile solo in casi particolari e se la
muratura si dimostra in grado di sopportare lincremento di sollecitazione verticale, sia a livello
globale sia localmente, in corrispondenza degli ancoraggi; in ogni caso deve essere tenuta in
considerazione la perdita di tensione iniziale a causa delle deformazioni differite della muratura.
13
posizionamento di
Edificio in muratura fibre lungo i maschi
Con chiodature
Cintura di fibre in Posizionamento
testa con chiodature di fibre lungo le
fasce di piano
con chiodature
Le fibre consigliate per le murature sono quelle tessute a mesh bidirezionale incollate
al sottostrato di mattoni con betoncini speciali traspiranti pozzolanici senza resine ad
alte prestazioni.
14
C8A.5.7 INTERVENTI SU PILASTRI E COLONNE
Tenendo presente che pilastri e colonne sono essenzialmente destinati a sopportare carichi
verticali con modeste eccentricit, gli interventi vanno configurati in modo da:
ricostituire la resistenza iniziale a sforzo normale, ove perduta, mediante provvedimenti
quali cerchiature e tassellature;
eliminare o comunque contenere le spinte orizzontali mediante provvedimenti, quali
opposizione di catene ad archi, volte e coperture e, ove opportuno, realizzazione o
rafforzamento di contrafforti;
ricostituire i collegamenti atti a trasferire le azioni orizzontali a elementi murari di maggiore
rigidezza.
Sono da evitare, se non in mancanza di alternative da dimostrare con dettagliata specifica
tecnica, gli inserimenti generalizzati di anime metalliche, perforazioni armate,
precompressioni longitudinali ed in generale, salvo i casi di accertata necessit, gli interventi
non reversibili volti a conferire a colonne e pilastri resistenza a flessione e taglio, che
modificano il comportamento di insieme della struttura.
15
C8A.5.10 INTERVENTI VOLTI AD ASSICURARE I COLLEGAMENTI DEGLI ELEMENTI NON STRUTTURALI
Occorre verificare i collegamenti dei pi importanti elementi non strutturali (cornicioni, parapetti,
camini), tenendo conto della possibile amplificazione delle accelerazioni lungo laltezza delledificio.
La realizzazione di giunti pu essere opportuna nei casi di strutture adiacenti con marcate differenze
di altezza che possano martellare e quindi dar luogo a concentrazioni di danno in corrispondenza del
punto di contatto con la sommit della struttura pi bassa. Tale situazione molto frequente nei
centri storici, dove gli edifici in muratura sono spesso costruiti in aderenza luno allaltro e
frequentemente sono connessi strutturalmente, magari in modo parziale. In tali casi tuttavia la
realizzazione di giunti sismici pu risultare di fatto impraticabile e volte addirittura non
raccomandabile, in quanto potrebbe introdurre perturbazioni notevoli e di difficile valutazione
allequilibrio di un sistema molto complesso.
b) il complesso risultante ha caratteristiche di simmetria e regolarit non peggiori di quelle delle due
parti originarie.
16
Bibliografia:
Norrme tecniche per le costruzioni D.Min Infrastrutture 14 gennaio 2008.
Circolare 2 febbraio 2009, n. 617 C.S. LL.PP. Istruzioni per lapplicazione delle Nuove norme tecniche per
le costruzioni di cui al decreto ministeriale 14 gennaio 2008.
Linee guida Reluis per il rilievo, l'analisi ed il progetto di interventi di riparazione e consolidamento sismico
degli edifici in muratura in aggregato Terremoto dellAquila del 6/04/2009.
Immagini gentilmente concesse dal Prof. Ing. Graziano Leoni Universit degli Studi di Camerino, Facolt
di Architettura.
La Volteco unazienda italiana nata a Treviso nel 1976 in ambito di
impermeabilizzazioni interrate ed ha sviluppato, grazie ai suoi
fondatori, spiccate doti ed interessi nellinnovazione delle soluzioni
per limpermeabilizzazione e protezione delle strutture in ogni loro
aspetto. Conoscenze ed intuito hanno portato anche a proporre
approcci innovativi, soprattutto per gli anni 80, al ripristino di strutture
in cemento armato e muratura, partendo dallumilt di chi, avendo
esperienza di cantiere del fare, conosce da sempre la differenza
tra teoria e pratica e sa come sia difficile dare soluzioni definitive,
ovvero sicure per il cliente.
Il fulcro di tale tipologia di approccio la sostanziale passione per il
proprio lavoro e per il raggiungimento dei risultati attesi dalla propria
committenza, senza poter lasciare nulla al caso.
Marcatura CE ed innovazione tecnologica
Ing. Fabrizio Brambilla
Una proposta di lettura della norma UNI EN 1504 e del capitolo 11 del DM
14/01/2008 anche in riferimento alle responsabilit accresciute del direttore
lavori per lapplicazione e limpiego di prodotti a marcatura CE.
Lo scenario a cui stiamo assistendo in questi ultimi mesi in Italia il
sostanziale passaggio da un modus operandi demandato alla
sostanziale esperienza del costruttore senza norme stringenti, se
non in riferimento alla sua responsabilit rispetto al committente, ad
un ambito operativo in cui sempre pi norme tecniche definiscono
riferimenti e limiti operativi sia per gli operatori che per i materiali da
impiegarsi.
Lungi da voler riassumere lo scibile normativo in poche pagine, in
questa breve sintesi si vuole tratteggiare il passaggio dal mastro
costruttore sopra citato alle responsabilit in solido che oggi
accomuna tecnici ed imprese costruttrici, con lo scopo dichiarato di
proporre punti di riferimento per meglio comprendere i cambiamenti
in atto e consentire le debite attivit di approfondimento e formazione
continua che ogni tecnico, giustamente, deve mettere in atto per
rimanere al passo con i tempi, sia in merito alle specifiche tecniche
che alle tecnologie ed ai nuovi materiali disponibili, e sempre in
evoluzione.
Una chiave di lettura dellevoluzione normativa potrebbe essere
anche questo passaggio da una visione di centralit del costruttore a
quella pi moderna di tecnico progettista e direttore lavori, quale
regista delle diverse specialit che necessitano oggi in un cantiere
edile, a tutela di durabilit e risultati per la committenza.
Ovvia conseguenza considerare anche quali siano le reali garanzie
messe in campo per tutelare gli investimenti fatti.
Dallapprovazione del Codice Civile lArticolo 1669 sempre stato
ben conosciuto a costruttori e committenti con lovvia
parametrizzazione del periodo decennale di garanzie anche per le
coperture assicurative sui suoi dieci anni.
Un tale periodo prolungato nato a garanzia del committente per
proteggerlo dai cosiddetti vizi occulti che impiegano molti anni a
sviluppare la propria azione ed evidenza.
Fondazioni e strutture inadeguate o mal studiate o realizzate,
presentano infatti il conto a distanza di tempo, a causa della
plasticizzazione di strutture e terreni che hanno comportamenti
viscosi o comunque rallentati in presenza di situazioni border line.
Lasciando agli esperti geotecnici e strutturisti il merito della
questione, giova sottolineare come, in assenza di fenomeni
spiccatamente disastrosi, gli effetti sulle strutture si rivelano a
distanza di anni o in concomitanza di eventi particolari (sismi).
Nel nuovo approccio alle costruzioni si parla infatti di vita utile e
manutenzione ordinaria per il cosiddetto organismo edilizio,
affinch questi possa esprimere le sue vere potenzialit attese in
termini di tempo/prestazioni.
Per questo la legge impone che sia il progettista stesso, inventore
della struttura, a dichiararne la sua durabilit di progetto, purch
soggetta a manutenzione, cos come avviene per qualsiasi
macchinario come ad esempio la nostra auto o i nostri
elettrodomestici.
Gi nella formulazione del testo unico del 2005 si sono recuperate
molte norme tecniche gi esistenti e che erano conosciute da pochi
esperti a causa della loro specificit e, soprattutto della loro
mancanza di controlli dapplicazione nelle realizzazioni di strutture in
opera.
Quanto pi una struttura esposta ad intemperie ed aggressivi e
quanto pi esprime un forte deterioramento arrivando a degradi
notevoli per periodi di esercizio relativamente brevi, anche di pochi
anni.
Logica vuole che meno si espongono i materiali a sbalzi fisici
(temperature, umidit ) e ad attacchi chimici e quanto meno si
innescano in essi forme di degenerazione chimica o
fessurazioni/cedimenti della massa.
Quando si progetta una struttura per un pilastro interno ad un
condominio gli aspetti di degrado sono sostanzialmente ininfluenti,
mentre quando si progetta una pila di un pontile marino si devono
considerare: moto ondoso, aerosol marino, alternanza acqua/aria
(ossigeno e anidride carbonica sono elementi molto reattivi rispetto al
cemento), salinit...
A questo si aggiungano le azioni combinate di tutti gli elementi citati e
le intrinseche prestazioni del conglomerato cementizio in termini di
auto protezione ovvero di bassa permeabilit superficiale e di bassa
porosit efficace, in riferimento anche alla qualit dei componenti di
base del calcestruzzo stesso.
La capacit di auto protezione del conglomerato si raggiunge con
un perfetto bilanciamento delle qualit di ogni suo componente, a
partire dai leganti e dagli inerti e dalla loro reciprocit fisica
(dimensioni e distribuzione) e chimica (reattivit e congruenza).
Un elemento basilare in questo gioco delle parti fornito dallacqua di
impasto e maturazione che deve approssimarsi il pi possibile a
quella stechiometrica per evitare che gli eccessi liberati dopo la presa
ed indurimento del calcestruzzo lascino libere porosit tali da
veicolare gli aggressivi e lacqua stessa allinterno della struttura con
molteplici problematiche di degrado possibile come bibliografia
insegna
La diminuzione di esposizione pu avvenire grazie ad un
riposizionamento delle strutture laddove possibile rispetto
allinvolucro edilizio (pareti ventilate ) oppure grazie allisolamento
dallambiente esterno grazie a protettivi tecnologicamente studiati a
tale scopo.
Ovvia conclusione che per poter definire una vita nominale
dellopera si debba progettarne anche la durabilit ovvero tutti
quagli aspetti materici e stratigrafici atti a prolungarne le possibilit di
impiego.
Evitare il degrado e mettersi nelle condizioni di poter eseguire
ordinaria manutenzione (es.: verificare isolamenti e protettivi e poterli
rinnovare e ripristinare) alla base di una seria progettazione per
ottenere la durabilit attesa e da dichiarare.
Ogni committente di un edificio ha lovvia attesa che il proprio
investimento nel mattone non sia destinato a durare al massimo
dieci anni, mentre lorizzonte temporale delle medie imprese in Italia
era in questordine di grandezza, in funzione delle proprie
responsabilit perseguibili a norma di legge.
A questa sorta di equivoco generato dal lasso di tempo previsto per
levidenziarsi dei difetti costruttivi di cui allArt.1669 del C.C., si
posto rimedio con lenunciazione dei principi ordinari e straordinari di
durabilit per strutture civili ed industriali.
Durate fino a dieci anni sono da considerarsi per opere accessorie o
provvisorie mentre per qualsiasi opera ordinaria il limite temporale
di 50 anni, periodo che si misurato dal dopo guerra ad oggi come
orizzonte raggiungibile da un buon calcestruzzo armato ben
realizzato e ben protetto.
Orizzonti anche maggiori sono da prevedersi per quelle opere il cui
impatto in termini di mancata funzionalit avrebbero ricadute anche
sociali importanti quali ospedali, viadotti, ferrovie
Come poter pensare quindi a durate anche maggiori rispetto a quelle
verificate in mezzo secolo di esperienze ?
Il segreto principale proprio quello di progettare anche
lapplicazione di elementi protettivi verificabili e mantenibili che isolino
completamente la struttura dallambiente esterno e dai relativi
aggressivi ivi presenti in riferimento sia al conglomerato che
allarmatura in esso contenuta.
Quando ci si riferisce alla tutela della sicurezza ovvero dellincolumit
delle persone naturale il livello altissimo di attenzione e reazione
che si pone in atto, specie in concomitanza di eventi drammatici
come un terremoto.
Il sisma dellAquila dellaprile 2009 ha provocato la verifica statica di
molti edifici e le considerazioni inevitabili circa la scarsa qualit di
opere anche di recente costruzione, con lovvia spinta politica ad
attivare subito uno strumento nato a recepimento degli euro codici e
che doveva attivarsi definitivamente nel 2010.
Questa spinta spiega anche perch i legislatori hanno imposto la sua
applicazione in forma immediata, dal 1 luglio 2009, anche per
cantieri in essere con riguardo alla realizzazione delle strutture.
Oltre alle indicazioni progettuali ed alle condizioni al contorno da
prevedersi in funzione della localizzazione ed uso delledificio, molte
innovazioni sono anche riferibili ad elementi finora quasi sottaciuti ma
che sono letteralmente basilari per la buona riuscita delle strutture:
materiali impiegati e loro messa in opera e verifica.
Molte erano le norme tecniche presenti che indicavano come
misurare i parametri necessari ma mancava linquadramento e gli
obblighi di legge per farli applicare in forma diffusa e continuata al
patrimonio edilizio.
Non si parla inoltre solamente delle nuove costruzioni ma anche delle
azioni di ripristino e protezione di edifici esistenti, ancor pi
complesse non conoscendone nemmeno teoricamente lo status.
Come gi esplicitato non era tanto lassenza di norme tecniche che
non aveva consentito finora la regimentazione degli interventi
secondo canoni dichiaratamente idonei, quanto la mancanza di un
controllore e di relative sanzioni a costrizione dei vari attori della
commessa edilizia nellapplicazione delle leggi stesse.
Il binomio investitore-costruttore ha visto listituzione di un arbitro con
funzioni di verifica e collaudo di tutto il processo : il direttore lavori.
Di fatto non una vera novit normativa, ma la responsabilizzazione
di questa figura gi presente sul teatro della commessa in termini
assoluti come si ritrova nel testo unico una vera novit.
La responsabilit in solido con limpresa del tecnico, implica una
presa in carico anche di eventuali errori dellimpresa stessa,
specialmente qualora questa sparisca dalla scena per fallimenti o
cessazione dopera.
Per questo gli obblighi del DL in termini di identificazione dei materiali
impiegati, verifica della loro qualificazione secondo norme con
relativa accettazione, non si traducono solo in applicazioni
burocratiche ma si compendiano in un aspetto di direzione
continuativa del cantiere che era finora disattesa.
La giurisprudenza ci ha insegnato che se non era contrattualizzata
lindennit di guardiania, la DL non poteva chiamarsi responsabile
degli errori fatti dallimpresa in sua assenza, implicitamente
accettando questultima come prassi per molte attivit di cantiere.
Ora le cose non possono pi essere gestite cos.
Il testo unico entra nel merito di questi aspetti nel capitolo 11
chiarendo quali siano gli aspetti imprescindibili del DL rispetto alla
scelta ed impiego dei materiali strutturali:
materiali e prodotti per uso strutturale il loro impiego nelle opere
possibile soltanto se in possesso della Marcatura CE.
Nessuna mezza misura quindi dallentrata in vigore delle norme
convalidanti lidoneit tecnica dei materiali per impiego strutturale.
E invalso il diritto del tecnico di validare i materiali stessi in assenza
di specifica normativa attraverso la qualificazione con le modalit e
le procedure indicate nelle presenti norme, quindi senza possibilit di
deroghe rispetto ai risultati attesi.
Materiali e prodotti per uso strutturale innovativi che non siano
ricompresi tra quelli normati dovranno inoltre essere in possesso di
un Certificato di Idoneit Tecnica allImpiego rilasciato dal Servizio
Tecnico Centrale sulla base di Linee Guida approvate dal Consiglio
Superiore dei Lavori Pubblici.
Non vi sono scappatoie secondo legge e questo dovrebbe far pulizia
sul mercato rispetto a molti prodotti e materiali a basso costo e
basse e disomogenee prestazioni a tutela della vita dei fruitori del
mercato delle costruzioni.
Il marchio CE quindi una vera rivoluzione che dovrebbe portare nel
tempo ad un cambiamento drastico e definitivo anche nelle proposte
commerciali sul mercato interno, con riferimenti certi e comparabili,
non pi demandate alla capacit dialettica dei product manager.
Nello specifico dei ripristini e protezioni dei cementi armati, la norma
di riferimento per la marcatura CE dei materiali la UNI EN 1504.
Tale norma tecnica composta di dieci parti che trattano in dettaglio
argomenti specifici e non tutti sono di interesse specifico per i
produttori come la parte 1 (definizioni ) e la 8 (conformit di
processo del produttore, ovvero sistema di gestione per la qualit
ancorch non certificato).
Il secondo capitolo della norma tratta dei protettivi ovvero dei
materiali deputati ad isolare la struttura dallambiente esterno cos
come il Cutis Protector della Volteco.
Il fatto di aver posto quale primo capitolo tecnico operativo quello sui
protettivi depone a favore delle scelte progettuali anche per la
protezione del nuovo, senza aspettare di aver compromesso la
struttura per poterla proteggere e rendere durevole e mantenibile.
Solitamente in Italia invalso il concetto di struttura nuova non
protetta, salvo poi analizzare i protettivi dopo aver toccato con mano
gli effetti del degrado cui si posto rimedio con i ripristini resisi
necessari.
I ripristini strutturali sono sviluppati nei capitoli 3 e 7 per quanto
attiene a malte e protettivi di armatura, mentre altri interventi
specialistici sono gestiti nei rimanenti punti di norma 4, 5 e 6.
Volteco presenta un pacchetto di malte da ripristino perfettamente
allineate ai requisiti di norma a compendio di un approccio esaustivo
ed integrato di problemi cos complessi come quelli in esame.
Perch utilizzare una malta premiscelata quando si pu usare il buon
vecchio sabbia-cemento per ripristinare un cemento armato
deteriorato ? Perch complicarsi la vita in cantiere ?
Leggendo tra le righe delle prescrizioni di norma la risposta ovvia:
per evitare che il ripristino si stacchi non per degrado ma ancor prima
per semplice ritiro volumetrico o mancanza di adesione, per instabilit
dettata da comportamenti fisico-meccanici differenti rispetto al
supporto (sigma di distacco per schock termico) ed inadeguatezza di
adesione, per suzione capillare e/o permeabilit allacqua con
veicolazione di agenti aggressivi (prima tra tutti proprio lacqua)
allinterfaccia con il supporto
Le malte premiscelate hanno rapporti acqua/cemento calibrati con
fluidificanti che rendono applicabile la malta senza neecessit di
acqua in eccesso, dispongono di espansivi che agiscono in parallelo
ai fenomeni di ritiro annullandoli, dispongono di additivi antischiuma
che evitano linglobamento di aria e quindi la formazione di porosit,
dispongono di apporti polimerici a migliorarne deformabilit ed
aggrappo in una parola identificano la soluzione ottimale.
La UNI EN 1504 presenta anche due capitoli finali specificatamente
studiati per la definizione delle caratteristiche in sede progettuale
(parte 9) e in sede cantieristica e di collaudo (parte 10), con una
sinteticit e praticit che portano ad affermare siano una sorta di
check list ideale per ogni buon tecnico approcci queste tipologie di
intervento; quel che si dice una sorta di codice di buona pratica.
Tra i principi basilari enunciati nel capitolo 9 della norma si legge
limportanza dellimpermeabilit allacqua per interventi durevoli.
Lacqua senzaltro il miglior solvente in natura e veicola gli
aggressivi allinterno della struttura ma genera anche azioni chimiche
dirette sugli stessi componenti il conglomerato attivando molecole
leganti non ancora idratate o interagendo con eventuali inerti reattivi,
azioni fisiche (gelivit ) o meccaniche (asportazione).
La norma pervasa di attenzioni inerenti la presenza di acqua sia in
forma di permeazione che di evapotraspirazione, arrivando cos ad
individuare il suo allontanamento dalla struttura come elemento
distintivo dellintervento di protezione.
La protezione e riparazione di marciapiedi e gronde una risposta a
questa evidente necessit di diminuire la commistione acqua-
struttura.
Insieme allacqua laltro elemento importante ai fini protettivi
lanidride carbonica che creando carbonatazione nel calcestruzzo
cambia il PH ambientale in cui le armature in acciaio trovano il loro
ambito protettivo ideale, innescandone processi degenerativi
accelerati.
Ovviamente cloruri e solfati sono altrettanto deteriori con la loro
azione disgregante sulla pasta cmentizia per formazione di Sali di
ettringite e thaumasite, fortemente espansivi, che si configurano per il
cmeneto cos come lossidazione dei ferri, la ruggine, opera nei
confronti delle armature metalliche.
Sempre la norma fa chiarezza sui rivestimenti protettivi indicandone limiti
dimensionali accettabili e categorizzandoli per tipologia ed efficacia.
Unimpregnazione idrofobica tratta la superficie esterna del supporto
generandone unazione sulla molecola dacqua che non ne facilita la
rottura e quindi assecondandone lo scorrimento in assenza di pressione.
Di fatto porosit e disomogeneit restano aperte verso lambiente
esterno ed il grado di esposizione non varia sostanzialmente.
Limpregnazione vera e propria riesce a trattare i primi micron di
profondit del supporto arrivando anche a rivestire le porosit maggiori
ed a occludere i pori pi piccoli.
Non genera per spessore e non riesce a lavorare in modo autonomo
ma praticamente varia la superficie del supporto pre-esistente.
Il rivestimento o coating invece lelemento isolante per antonomasia,
secondo normativa, arrivando ad isolare integralmente la struttura
dallesterno e diminuendo quindi lesposizione secondo anche le
riflessioni gi fatte in termini di durabilit e vita utile.
Il rivestimento deve ovviamente avere spessori congrui, di alcuni
millimetri, risultare continuo, impermeabile ad acqua ed aggressivi,
traspirante rispetto alla permeabilit al vapor dacqua del calcestruzzo.
Pur configurandosi anche lintonaco quale elemento protettivo esterno, il
vero rivestimento protettivo deve avere peculiarit che il normale
intonaco in uso non riesce a raggiungere in termini di deformabilit ed
impermeabilit, cos come di congruenza con i movimenti del supporto.
Il rivestimento o coating lunico elemento protettivo che assolve
egregiamente ad ogni aspetto protettivo richiesto dalla norma.
Considerando tutti gli elementi di attenzione, i principi, per i fenomeni
di degrado, la norma evidenzia come il rivestimento sia lunico in
grado di assolvere in modo completo alle esigenze protettive.
Il completo isolamento dallambiente esterno mantenendo fuori
lacqua esterna, consentendo la traspirazione del residuo vapor
dacqua del calcestruzzo, resistendo agli aggressivi quali cloruri e
solfati, si deve compendiare anche con una adeguata barriera
allanidride carbonica.
Secondo norma la protezione secondo cui un rivestimento si pu
definire barriera alla CO2 uno spessore daria equivalente (SD)
pari o superiore a 50 m.
Sostanzialmente il rivestimento deve generare una resistenza al
passaggio della CO2 pari a quella generata da uno spessore di 50 m
di aria.
Nello specifico il Cutis Protector 2 di Volteco ha ottenuto
certificazione da enti terzi di un SD pari a 335 m, ben oltre sei volte il
limite di norma.
Va anche precisato che la certificazione CE ha introdotto non solo
metodi di verifica ma anche parametri numerici da superare
decisamente impegnativi al fine di ottenere lidoneit tecnica.
Resta peraltro la capacit di sviluppo tecnologico di produttori leader
di settore, in grado di ottenere prestazioni assolutamente vincenti, ed
al momento irraggiungibili sul mercato, grazie ad esperienza
pluridecennale nel settore con esperienze e competenze pratiche.
Oltre ad isolare la struttura dallambiente esterno, si detto che la
norma specifica limportanza di controllare lumidit consentendone lo
smaltimento quando questa si accumuli o si trasferisca allinterno
della massa del conglomerato.
Una traspirabilit adeguata consente infatti di evitare accumuli a
tergo del rivestimento protettivo con rischi di distacco per gelivit o
solubilit di parti del supporto (inerti o leganti) non completamente
combinate.
Un capitolo importantissimo poi laspetto delle fessurazioni che
ingenerano vie preferenziali di accesso profondo per aggressivi ed
acqua by-passando leventuale trattamento esterno qualora questo
presenti cedimenti.
La difficolt di intervento determinata dal fatto che non si sta
parlando di giunti preordinati e visibili/identificabili, ma del supporto
nel suo insieme che pu cavillare in modo disomogeneo e pressoch
casuale, determinato da fattori come composizione e maturazione, o
sollecitazioni termiche indotte dal contatto con lambiente.
Situazioni del genere inducono lapertura di fessure posteriormente
alla posa del protettivo ed in modo assolutamente imprevedibile, con
necessit di poter disporre di coating deformabili ed estensibili, in
grado di compensare il fenomeno puntualmente ed in modo diffuso.
Lapertura di una fessura crea sollecitazioni fortissime nel
rivestimento che deve reagire assottigliandosi per crea la maggior
lunghezza necessaria: Crack Bridging Ability
La direttiva europea sancisce la tipologia di marcatura e la legge
italiana che la richiama ratifica sia le tipologie di materiali sottoposti a
marcatura CE che, attraverso le specifiche norme tecniche, i metodi
per verificarne idoneit ed applicabilit.
Rammentando come il tutto si obbligatorio ormai dal 1 luglio 2009 per
ogni struttura edificando o in fase di manutenzione e ripristino, risulta
evidente come sia importante anche conoscere i vari tipi di marcatura
CE e i metodi per riconoscerli e verificarli.
In primis etichettature e specifiche di scheda tecnica non possono
essere inventati o adattati dal produttore che deve attenersi ad uno
specifico format ben espresso anche in forma grafica nella norma.
Vi sono poi caratteristiche obbligatorie altrimenti non
commercializzabile il prodotto mentre altri sono di carattere volontario
o meglio identificano la specializzazione del prodotto.
Usare ad esempio un protettivo rigido su una struttura in elevazione
soggetta a movimenti termici vanifica lintervento a causa delle
fessurazioni che possono creare by-pass al rivestimento da parte
degli aggressivi: spetta al progettista verificare tali elementi.
La permeabilit al vapore deve essere commisurata a quella
espressa dal supporto, mentre limpermeabilit ad acqua ed
aggressivi deve essere comprovata per poter parlare di isolamento
protettivo vero e proprio.
Ragionamenti analoghi vanno fatti anche in riferimento alle malte da
ripristino ed ai relativi campi di impiego secondo norme.
Per quanto riguarda poi le marcature CE va precisato che quanto
analizzato in questa sede riguarda quelle di tipo strutturale ovvero
quelle soggette a sistema di verifica 2+, che significa gestione e
controllo del processo, verifica prestazioni in controllo di qualit e test
iniziali di certificazione prestazionale con verifica di ente terzo sia sui
test iniziali che periodicamente sul processo.
Questa tipologia di marcatura la pi articolata e riguarda sia i
materiali strutturali che quelli impermeabilizzanti quali teli
impermeabili (Volgrip ), questi ultimi a far data dal settembre 2005.
Mancando un controllore e delle sanzioni dedicate, il settore
dellimpermeabilizzazione soffre ancora non verificandosi
lapplicazione delle norme come per le strutture.
Unaltra categoria di marcatura CE quella degli intonaci che
sostanzialmente si configura come autocertificazione (sistema 4) con
possibilit di verifiche a campione da parte di ente di certificazione.
In sostanza sono state introdotte norme che sono finalizzate a
inquadrare e riordinare il mercato aspettandosi che il mercato stesso
finisca per selezionare i fornitori idonei a sostenerlo, grazie alle scelte
di progettisti, direttori lavori, imprese e committenze avvedute e che
pretendono qualit reali a fronte del loro investimento finanziario cos
come di competenze o lavoro.
Ledilizia italiana non pi unisola ed il confronto con il resto dei
paesi europei, anche a casa nostra, sar la sfida dei prossimi anni,
con obiettivo di riqualificare il settore.
Marcatura CE ed innovazione tecnologica
Ing. Fabrizio Brambilla
Si ringraziano tutti i relatori per il prezioso apporto al sapere comune in unottica di interventi pratici ed applicabili a supporto dei tecnici che
sul territorio devono quotidianamente affrontare tali tematiche, e che ha riunito ancora una volta vari esponenti di rilievo della cultura
scientifica italiana con tecnici di unazienda presente sul territorio nazionale a partire dai suoi cantieri edili.
La presente trattazione stata impostata a fini di impiego pratico e di riferimento per eventuali approfondimenti tecnico-scientifici, con la
convinzione che la prima soluzione di un problema sia quella di riconoscerlo e sapere che esistono domande da porsi per poterlo risolvere.
Ad ogni tecnico larduo compito di adattare lapproccio generale al proprio caso specifico, ritenendo che esempi pratici e elenchi di
applicazioni specifiche possano, quantomeno, dare spunti per una progettazione attenta ad aspetti materici e comprensiva di quegli elementi
fisico-chimici che, talvolta, rimangono teoria e cultura.
Nella speranza che lunione di esponenti di rilievo in ambito scientifico universitario ed esperienze di unazienda leader di mercato abbia
potuto fornire un utile strumento di analisi del settore, si ringraziano tutti i relatori per la paziente collaborazione e disponibilit demandando
eventuali approfondimenti alle pubblicazioni universitarie relative o al sito aziendale: www.volteco.it