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DANIEL BAREMBOIM: LA MUSICA SVEGLIA IL TEMPO

Il direttore dorchestra israelo-argentino tenta di spiegare nel suo libro il significato della musica e del suo rapporto
con la vita delluomo.

Questo non un libro per musicisti o non musicisti, piuttosto un libro per le menti curiose di
scoprire le corrispondenze fra musica e vita. Cosi, esordisce nel suo incipit, la trattazione del
musicista Daniel Baremboim (Buenos Aires 1942). Gi a sette anni egli tiene il suo primo concerto
ufficiale nella sua citt natale mentre nel 1952 si trasferisce con la famiglia in Israele. Da qui in poi
si former la brillante carriera prima di pianista, poi anche di direttore dorchestra che
attualmente rappresenta la parte principale della sua attivit e che lo ha portato a dirigere le
maggiori orchestre del mondo.

La prima parte del libro costituita da spazi di riflessione sullesperienza musicale e su


collegamenti e paralleli che si possono tracciare con la vita di tutti i giorni. Dalle parole di
Baremboim si rivela come dalla musica bisogna trarre un modello ideale di conduzione di vita, di
quante similitudini ci siano tra la musica e la vita.

Dice Barenboim: Ai bambini si pu insegnare lordine e la disciplina attraverso il ritmo e la musica


. La musica fatta di sensibilit musicale una inclinazione istintiva o intuitiva al suono come
mezzo di espressione - e comprensione intellettuale .

Il musicista sente la sua partitura come emozione dentro di s che vuole esprimere fuori di s. Per
renderla trasmissibile occorre studio e pensiero, riflessione e ordine. Rispetto. I giovani che
conoscono la passione per la prima volta e perdono ogni senso di disciplina possono capire
attraverso la musica come passione e disciplina possano coesistere persino la frase musicale pi
focosa deve avere alla base un senso dellordine... " In definitiva, quella che forse la lezione pi
difficile per luomo - imparare a vivere con disciplina e nondimeno con passione, nella libert e
nondimeno nellordine - traspare con chiarezza da ogni singola frase musicale. Ecco un bellissimo
traguardo cui accostarsi: disciplina e passione, libert e ordine. E Barenboim ci dice che non sono
ossimori.

In questa parte del libro, mi ha in particolar modo colpito, sia per la profondit del discorso sia per
un diretto coinvolgimento personale e per mia conformit di pensiero con quanto affermato, la
questione riguardo il silenzio e il suono: Lultimo suono non il termine della musica. Se la prima
nota collegata al silenzio che la precede, allora lultima deve essere collegata al silenzio che la
segue. Per questo cosi sgradevole quando un pubblico entusiasta applaude prima che si sia spento
lultimo suono, perch c un ultimo momento di espressivit, che consiste precisamente nel rapporto
tra la fine del suono e linizio del silenzio che lo segue. Sotto questo aspetto, la musica lo specchio
della vita; entrambi cominciano dal nulla e finiscono nel nulla. Inoltre, quando si suoa, possibile
raggiungere uno stato di pace assoluto, dovuta in parte al fatto che si puo controllare, attraverso il
suono, il rapporto fra vita e morte attraverso tale esperienza si vive una sorta di trascendenza delle
emozioni che le note hanno prodotto nelle loro brevi vite; in un certo senso, suonando si a diretto
contatto con latemporalit.

Oltre a continui riferimenti ad autori quali Spinoza (cui lautore considera punto di riferimento
principale),Goethe e Marx, che denotano unottima conoscenza della filosofia, procedendo nella
lettura, si intensificano riflessioni sulla questione israelo-palestinese, tema molto toccante per
Baremboim, in seguito alle sue origini israeliane ma di passaporto palestinese: Abbiamo il
dovere di voltare pagina. E un dovere imperativo non solo per ragioni morali, ma per il futuro stesso
dell ebraismo. Se lo Stato di Israele non impara ad abbracciare la pace e ad aprire le frontiere,
rischia di diventare un ghetto. E vitale che la mia gente capisca che un simile passo non significa fare
un favore ai palestinesi, al contrario lunica chance che noi ebrei abbiamo di evolverci. Volont di
un progetto di pace dimostrato anche dalla fondazione della sua orchestra insieme allamico
palestinese Edward Said, orchestra formata da palestinesi,israeliani,siriani,egiziani da
ragazzi,musicisti che attraverso la musica superano i conflitti con i loro vicini di casa e si aprono
al mondo. Ottica da cui la cultura favorisce i contatti fra le persone e le avvicina promuovendone i
processi di inclusione e di reciproco, vero rispetto.

I temi che Baremboim affronta sono scottanti, ma la visione della musica, del mondo e della vita in
generale che affiora dalle sue parole qualcosa di universale, un valore che deve essere ritrovato
appieno; valore che secondo me potremmo aiutare a resuscitare con la prima piccola mossa di
includere nei programmi scolastici italiani, perlomeno nella maggioranza delle scuole,
linsegnamento obbligatorio della musica e linsegnamento allascolto della musica,del suono e del
silenziod altra parte in tutte le scuole, giustamente, diamo spazio allartistica e alla poesia, ma
come possiamo scordarci della musica, regina delle arti nel romanticismo??

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