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POEMA DEL CANTE JONDO (1921-1922)

BALADILLA DE LOS TRES ROS


Il fiume Guadalquivir
scorre tra aranci e olivi.
I due fiumi di Granada
scendono dalla neve al grano.

Ah, amore
che se ne and senza tornare!

Il fiume Guadalquivir
ha la barba granata.
I due fiumi di Granada,
uno pianto e l'altro sangue.

Ah, amore,
che se ne and nell'aria!

Per le barche a vela,


Siviglia ha una strada.
Sull'acqua di Granada
solo remano i sospiri.

Ah, amore,
che se ne and senza tornare!

Guadalquivir, alta torre


e vento negli aranceti.
Dauro e Genil, torrette
morte sopra gli stagni.

Ah, amore,
che se ne and nell'aria!

Chi dir che l'acqua porta


un fuoco fatuo di gridi?

Ah, amore,
che se ne and senza tornare!

Porta fiori darancio, porta olive,


Andalusia, ai tuoi mari.

Ah, amore,
che se ne and nell'aria!
POEMA DE LA SIGUIRIYA GITANA

PAISAJE
Il campo
di ulivi
si apre e si chiude
come un ventaglio.
Sopra l'uliveto
c' un cielo inabissato
e una pioggia scura
di stelle fredde.
Tremano giunco e penombra
sulla riva del fiume.
Si arriccia il vento grigio.
Gli ulivi
sono carichi
di grida.
Uno stormo
di uccelli prigionieri,
che muovono le loro lunghissime
code nell'ombra.

LA GUITARRA
Comincia il pianto della chitarra.
Si rompono le coppe dell'alba.
Comincia il pianto della chitarra.
inutile farla tacere.
impossibile farla tacere.
Piange monotona
come piange l'acqua,
come piange il vento
sulla neve.
impossibile farla tacere.
Piange per cose lontane.
Sabbia del caldo sud
che chiede camelie bianche.
Piange freccia senza bersaglio,
la sera senza mattina,
e il primo uccello morto
sul ramo.
Oh, chitarra!
cuore trafitto
da cinque spade.
EL GRITO
Lellissi di un grido,
va da monte
a monte
dagli ulivi,
sar un arcobaleno nero
sopra la notte blu.
Ay!
Come un arco di viola [strumento musicale]
il grido ha fatto vibrare
le lunghe corde del vento.
Ay!
(la gente delle caverne
mostra le sue lucerne.)
Ay!

EL SILENCIO
Ascolta, figlio mio, il silenzio.
un silenzio ondulato,
un silenzio,
dove scorrono/[scivolano] valli ed echi
e che abbassa/[piega] le fronti
verso il suolo.

EL PASO DE LA SIGUIRIYA
Fra le farfalle nere,
va una ragazza mora
insieme con un bianco serpente
di nebbia.

Terra di luce,
cielo di terra.

Va incatenata al tremito
di un ritmo che mai finisce/[non arriva mai];
ha il cuore dargento
e un pugnale nella mano destra.

Dove vai, siguiriya,


con un ritmo che non comincia [con un ritmo senza testa]?
Quale luna raccoglier
il tuo dolore di calce e di oleandro?

Terra di luce,
cielo di terra.
CANCIONES (1921-1924)
CANCIN DEL JINETE ------------------- cavaliere
Cordova.
Lontana e sola.

Cavallina nera, grande luna,


e olive nella mia bisaccia.
Pur conoscendo le strade
mai pi arriver a Cordova.

Nel piano, nel vento,


cavallina nera, luna rossa.
La morte mi sta guardando
dalle torri di Cordova.

Ahi, che strada lunga!


Ahi, la mia brava/[coraggiosa] cavalla!
Ahi, che la morte mi attende
prima di giungere a Cordova!

Cordova.
Lontana e sola.

ARBOL, ARBOL...
Arbol, arbol
secco e verde.

La ragazza dal bel viso


Sta raccogliendo le olive.
Il vento, amante/[rubacuori] di torri,
la prende per la cintura.
Passarono quattro cavalieri,
sopra cavalli andalusi
con vestiti azzurri e verdi,
con lunghi mantelli scuri.
"Vieni a Cordova, ragazza".
La ragazza non li ascolta.
Passarono tre toreri
sottili nella cintura [magri in vita]:
con vestiti color arancia
e spade d'argento antico.
"Vieni a Siviglia, ragazza".
La ragazza non li ascolta.
Quando la sera divenne
viola, con luce diffusa,
pass un giovane che aveva/[portava]
rose e mirti di luna.
"Vieni a Granada, ragazza".
La ragazza non lo ascolta.
La ragazza dal bel viso
continua a raccogliere olive,
col braccio grigio del vento
stretto intorno alla cintura.

Arbol, arbol
secco e verde.

ROMANCERO GITANO (1924-1927)


ROMANCE DE LA LUNA, LUNA (a Conchita Garca Lorca)
La luna venne alla fucina
col suo sellino di nardi [ una pianta].
Il bambino la guarda guarda.
Il bambino la sta guardando.
Nellaria commossa
la luna muove le sue braccia
e mostra, lubrica e pura,
i suoi seni di stagno duro.
Fuggi luna, luna, luna.
Se venissero i gitani
farebbero col tuo cuore
collane e anelli bianchi.
Bambino, lasciami ballare.
Quando verranno i gitani,
ti troveranno sopra lincudine
con gli occhi chiusi.
Fuggi, luna, luna, luna
che gi sento i loro cavalli.
Bambino lasciami, non calpestare
il mio biancore inamidato.

Il cavaliere savvicina
suonando il tamburo del piano.
nella fucina il bambino
ha gli occhi chiusi.
Per luliveto venivano,
bronzo e sogno, i gitani.
le teste alzate
e gli occhi socchiusi.
Come canta il gufo,
ah, come canta sullalbero!
Nel cielo va luna
con un bimbo per mano.

Nella fucina piangono,


gridano, i gitani.
Il vento la veglia, veglia.
Il vento la sta vegliando.
ROMANCE SONMBULO (A Gloria Giner y a Fernando de los Ros)
Verde que te quiero verde. [Verde che ti voglio verde]
Verde vento. Verdi rami.
La barca sul mare
e il cavallo sulla montagna.
Con lombra nella cintura [alla vita]
lei sogna sul/[al] suo balcone
verde carne, capelli verdi,
con occhi di freddo argento.
Verde que te quiero verde. [Verde che ti voglio verde]
Sotto la luna gitana,
le cose la stanno guardando
e lei non le pu guardare.

Verde que te quiero verde. [Verde che ti voglio verde]


Grandi stelle di brina,
vengono con il pesce dombra
che apre il cammino allalba.
Il fico strofina il vento
con la corteccia/[carta vetrata/smeriglio] dei sui rami,
e il monte, gatto ladro/[sornione],
rizza le sue acerbe/[acri] agavi.
Ma chi verr? E da dove?
Lei sempre sul/al suo balcone,
verde carne, capelli verdi
sognando il mare amaro.

Compare, voglio scambiare


il mio cavallo con la sua casa,
la mia sella col suo specchio,
il mio coltello con la sua coperta.
Compare, arrivo sanguinando
dai porti di Cabra.
Se potessi, ragazzo,
questo accordo si chiuderebbe.
Ma io non sono pi io.
N la mia casa pi la mia casa.
Compare, voglio morire
decentemente nel mio letto.
Di acciaio, se possibile,
con le lenzuola di lino.
Non vedi la ferita che ho
dal petto alla gola?
Trecento rose brune
sulla tua camicia bianca.
Il tuo sangue gocciola e odora
attorno alla tua cintura/[benda].
Ma io non sono pi io
N la mia casa pi la mia casa.
Almeno lasciami salire
fino agli alti balconi,
lasciami salire!, lasciami
fino ai verdi balconi.
Ballatoi della luna
da dove lacqua rimbomba.

Gi salgono i due compari


fino gli alti balconi.
Lasciando una scia di sangue.
Lasciando una scia di lacrime.
Tremavano sulle tegole
lanternine di latta.
Mille tamburelli di cristallo
ferivano lalba.

Verde que te quiero verde. [Verde che ti voglio verde]


Verde vento. Verdi rami.
I due compari salirono.
Il lungo vento, lasciava
in bocca uno strano sapore
di fiele/[bile], di menta e di basilico.
Dov la tua ragazza amara?
Compare! Dimmi, dov?
Quante volte ti aspett!
Quante volte ti ha aspettato,
volto fresco, capelli neri,
su questo verde balcone!

Sul rostro/[sulla faccia] della cisterna,


si cullava la gitana.
Verde carne, capelli verdi,
con occhi di freddo argento.
Un ghiacciolo di luna
la sostiene sopra lacqua.
La notte si fece intima
come una piccola piazza.
Guardie civili, ubriache
sulla porta bussavano.
Verde que te quiero verde. [Verde che ti voglio verde]
Verde vento. Verdi rami.
La barca sul mare
e il cavallo sulla montagna.

ROMANCE DE LA PENA NEGRA


Le piccozze dei galli
scavano cercando laurora,
quando per il monte oscuro
scende Soledad Montoya.
Rame giallo, la sua carne
odora di cavallo e dombra.
Incudini annerite dal fumo [sono] i suoi seni,
gemono rotonde canzoni.
Soledad, di chi vai in cerca
senza una compagna a questora?
Cerco quello che sto cercando,
dimmi: a te che timporta?
Vengo a cercare quel che cerco,
la mia allegria e la mia persona.
Soledad dei miei dolori,
cavalo che perde il morso [coso in bocca al cavallo?],
alla fine trova il mare
e se lingoiano le onde.
Non mi ricordare il mare
perch la pena nera sgorga/esce
nelle terre delloliva
sotto il rumore delle foglie.
Soledad, che pena provi!
Che pena cos dolorosa!
Piangi succo di limone
acre di attesa e bocca.
Che pena immensa! Corro
per casa come una pazza,
le mie trecce per terra
dalla cucina allalcova.
Che pena! Sto diventando
dambra nera, nella carne e nel vestito.
Ahi, le mie camicie di lino!
Ahi, le mie cosce di papavero!
Soledad: lavati il corpo
con lacqua delle allodole,
e lascia il tuo cuore
in pace, Soledad Montoya.
Gi in basso canta il fiume:
orlo di cielo e di foglie.
Con fiori di zucca
la nuova luce si incorona.
Oh pena dei gitani!
Pena pura e sempre sola.
Pena di alveo misterioso
e dalba remota!

POETA EN NUEVA YORK (1929-1930)


GRITO HACIA ROMA (DESDE LA TORRE DEL CHRYSLER BUILDING)
Mele leggermente ferite
da sottili spade d'argento,
nubi graffiate da una mano di corallo
che porta sul dorso una mandorla di fuoco,
Pesci di arsenico come squali,
squali come gocce di pianto per accecare una moltitudine,
rose che feriscono
E aghi installati nelle valli del sangue,
mondi nemici e amori coperti di vermi
cadranno su di te. Cadranno sulla grande cupola
che ungono di olio le lingue militari
dove un uomo orina in una splendente colomba
e sputa carbone sfinito
circondato da migliaia di campanelle .
Perch non c' pi chi riparte il pane n il vino,
n chi coltiva erbe nella bocca del morto,
n chi apre i lini del riposo,
n chi piange le ferite degli elefanti.
Non c' che un milione di fabbri
che forgiano catene per i bambini che verranno.
Non c' che un milione di falegnami
che fanno bare senza croce.
Non c' che una folla di lamenti
che si apre i vestiti in attesa della pallottola.
L'uomo che disprezza la colomba doveva parlare,
doveva gridare nudo tra le colonne
e farsi un'iniezione per prendere la lebbra
e piangere un pianto cos terribile
da dissolvere i suoi anelli e i suoi telefoni di diamante.
Ma l'uomo vestito di bianco
ignora il mistero della spiga,
ignora il gemito della partoriente,
ignora che Cristo possa ancora dare acqua,
ignora che la moneta brucia il bacio del prodigio
e da il sangue dell'agnello al becco idiota del fagiano.

I maestri mostrano ai bambini


una luce meravigliosa che viene dal monte;
ma quello che arriva una riunione di cloache
in cui gridano le oscure ninfe della collera.
I maestri segnalano con devozione le enormi cupole incensate;
ma sotto le statue non c' amore,
non c' amore sotto gli occhi di cristallo definitivo.
L'amore nelle carni straziate dalla sete,
nella capanna minuscola che lotta contro l'inondazione;
l'amore nei fossi in cui lottano i serpenti della fame,
nel triste mare che culla i cadaveri dei gabbiani
e nell'oscurissimo bacio pungente sotto i cuscini,
Ma il vecchio dalle mani lucide
dir: amore, amore, amore,
acclamato da milioni di moribondi;
dir: amore, amore, amore,
tra il broccato/tessuto, scosso di tenerezza;
dir: pace, pace, pace,
tra il tremito dei coltelli e meloni di dinamite;
dir: amore, amore, amore,
finch gli diventano d'argento le labbra.

Nel frattempo, nel frattempo, ahi!, nel frattempo,


i negri che puliscono/[portano via] le sputacchiere,
i ragazzi che tremano sotto il terrore pallido dei
direttori,
le donne affogate negli oli minerali,
la moltitudine di martelli, di violino o di nube,
deve gridare anche se gli sbattono i cervelli nel muro,
deve gridare davanti/[contro] alle cupole,
deve gridare folle/pazzo di fuoco,
deve gridare folle di neve,
deve gridare con la testa piena di escrementi,
deve gridare come tutte le notti insieme,
deve gridare con voce cos lacerata
fino a quando le citt tremeranno come bambine
e romperanno le prigioni dell'olio e della musica.
perch vogliamo il nostro pane quotidiano,
fiore di alisso e perenne tenerezza sgranata,
perch vogliamo che si compia la volont sulla Terra
che da i suoi frutti per tutti.

HUIDA DE NUEVA YORK


Due valzer [per arrivare] alla civilt
PEQUEO VALS VIENS
A Vienna ci sono dieci ragazze,
una spalla dove singhiozza la morte
e un bosco di colombi seccati.
C un frammento del mattino
nel museo della brina.
C una salone con mille finestre.
Ahi, ahi, ahi, ahi!
Prendi questo valzer con la bocca chiusa.

Questo valzer, questo valzer, questo valzer,


di s, di morte e di cognac
che bagna la coda del mare.

Tamo, tamo, tamo


con la poltrona e col libro morto,
nel malinconico corridoio
nelloscura soffitta del giglio,
nel nostro letto della luna
e nella danza che sogna la tartaruga.
Ahi, ahi, ahi, ahi!
Prendi questo valzer dalla cintura spezzata.

A Vienna ci sono quattro specchi


dove giocano la tua bocca e gli echi.
C una morte per piano
che tinge dazzurro i ragazzi.
Ci sono mendicanti sui tetti.
Ci sono fresche ghirlande di pianto.
Ahi,ahi,ahi,ahi!
Prendi questo valzer che muore nelle mie braccia.

Perch tamo, tamo, amor mio,


nella soffitta dove giocano i bambini,
sognando vecchie luci dUngheria
nei rumori della tiepida sera,
vedendo pecore e gigli di neve
nel silenzio oscuro della tua fronte.
Ahi,ahi, ahi,ahi!
Prendi questo valzer del Tamo sempre.

A Vienna baller con te


con un costume
con la testa di fiume.
Guarda che rive di giacinti!
Lascer la mia bocca tra le tue gambe,
lanima in fotografie e gigli
e nelle onde oscure del tuo passo/[andare]
voglio, amor mio, amor mio, lasciare
violino e sepolcro, i nastri del valzer.
DIVN DEL TAMARIT (1932-1934)
IV
CASIDA DE LA MUJER TENDIDA
Vederti nuda ricordare la terra.
La terra liscia, sgombra di cavalli.
La terra senza un giunco, forma pura
chiusa al futuro: confine dargento.

Vederti nuda capire lansia/[il desiderio]


della pioggia che cerca debole fianco,
o la febbre del mare dal viso immenso
senza incontrare la luce della sua guancia.

Il sangue risuoner nelle alcove


e verr con spada fiammeggiante,
ma tu non saprai dove si nascondono
il cuore di rospo o la viola.

Il tuo ventre una lotta di radici,


le tue labbra sono unalba senza contorno,
sotto le rose tiepide del letto
gemono i morti nellattesa del turno.

I
GACELA DEL AMOR IMPREVISTO
Nessuno comprendeva il profumo
delloscura magnolia del tuo ventre.
Nessuno sapeva che martirizzavi
un colibr damore tra i denti.

Mille cavallini persiani dormivano


nella piazza con la luna della tua fronte,
mentre io stringevo per quattro notti
la tua vita, nemica della neve.

Tra gesso e gelsomini, il tuo sguardo


era un ramo pallido di sementi.
Cercai, per dartele, nel mio petto,
le lettere davorio che dicono sempre,

sempre, sempre: giardino della mia agonia,


il tuo corpo per sempre fuggitivo,
il sangue delle tue vene nella mia bocca,
la tua bocca senza luce ormai per la mia morte.

SONETOS DEL AMOR OSCURO (1936)


NOCHE DEL AMOR INSOMNE
Notte alta, noi due e la luna piena;
io iniziavo a piangere, mentre tu ridevi.
Il tuo disprezzo era un Dio; i miei lamenti
attimi e colombe incatenate.

Notte bassa, noi due. Cristallo e [di] pena,


piangevi tu in profonde lontananze.
Il mio dolore era un gruppo di agonie
sopra il tuo cuore debole di sabbia.

L'alba ci [ri]congiunse sopra il letto,


le bocche su quel gelido fluire
di un sangue che dilaga senza fine.

Penetr il sole la veranda chiusa


e il corallo della vita apr i suoi rami
sopra il mio cuore avvolto [nel sudario].

AY VOZ SECRETA DEL AMOR OSCURO!


Ahi voce segreta dellamore oscuro
ahi belato senza lana! ahi ferita!
ago di fiele/bile, camelia inaridita/[affondata]!
corrente senza mare, citt senza muro!

Ahi notte immensa di profilo sicuro,


monte celestiale di angoscia salita/[eretta]!
ahi cane nel cuore, voce inseguita!
silenzio senza fine, giglio maturo!

Via/[fuggi] da me, voce ardente/[calda] di gelo,


non farmi perdere nella foresta/[sterpaglia]
dove senza frutto gemono carne e cielo.

Libera/[lascia] il duro avorio della mia testa,


piet di me, infrangi il mio dolore!
perch sono amore, perch sono natura!

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