trimestrale
1/2012 Politiche della natura
Direttore responsabile
Leonora Pigliucci
Direttore editoriale
Leonardo Caffo (Universit degli Studi di Torino)
Comitato scientifico
Ralph R. Acampora (Hofstra University)
Carol Adams (Southern Methodist University)
Matthew Calarco (California State University Fullerton)
Felice Cimatti (Universit della Calabria)
Roberto Giammanco (University of California, Berkeley)
Enrico Giannetto (Universit degli studi di Bergamo)
Oscar Horta (Universidade de Santiago de Compostela)
Andrew Linzey (University of Oxford)
Peter Singer (Princeton University)
Tzachi Zamir (The Hebrew University of Jerusalem)
Redazione
Domenica Bruni, Leonardo Caffo, Rita Ciatti, Alessandra Colla,
Serena Contardi, Maria Giovanna Devetag, Arianna Ferrari, En-
rico Giannetto, Nausicaa Guerini, Annamaria Manzoni, Marco
Maurizi, Leonora Pigliucci, Emilio Sanfilippo, Chiara Sgr.
ISSN 2281-2288
ISBN 978-88-97339-14-4
5 Editoriale
M. Maurizi
Articoli
Letture
59 Naturalmente comunisti - Ecologia e potere. Saggio su Murray Bookchin -
Al di l della natura. Gli animali, il capitale e la libert - Addio alla natura -
La persona nelle filosofie dellambiente - Il paradiso del diavolo
Forum
74 La natura nellepoca della sua riproducibilit tecnica Un dibattito
A. Ferrari A. Mannino
Editoriale
di Marco Maurizi
Il concetto di natura esprime uno dei punti ciechi della cultura contem-
poranea che compito della riflessione critica illuminare e sottrarre alle false
antitesi del dogmatismo e dello scetticismo. Da un lato, infatti, si insiste nel
cercare una nozione oggettiva, cosalistica di ci che natura, perpetuando un
atteggiamento che, al pi tardi a partire dal meccanicismo e dal materiali-
smo illuministico, concepisce sotto questo termine la realt in quanto depurata
dal soggetto, de-antropomorfizzata, liberata, si ritiene, da ci che lumano in
modo puramente accidentale proietta fuori di s. Dallaltro, una lunga tra-
dizione scettica che dai sofisti dellantichit arriva fino al post-modernismo
pi salottiero e irresponsabile, pensa che lunica alternativa a tale posizione sia
la dissoluzione del concetto stesso di natura che rientrerebbe tra i tanti inganni
ideologici di una metafisica millenaria che si tratterebbe di far saltare in un
gioco infinito di smontaggi concettuali. Queste due strade, entrambe legittime
e sostenute da autorevoli studiosi, non esauriscono tuttavia la scena di un pen-
siero della natura e, meno che mai, quella di una politica della natura (per usare
unespressione di B. Latour).
Non si tratta infatti di scegliere tra mere opzioni teoretiche, poich evi-
dente che attorno alla nozione di natura si gioca da tempo immemore una
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rifugiarsi nel paradiso perduto di una natura senza storia deve misurare con
attenzione i propri passi se non vuole scambiare per natura limpotente im-
magine proiettiva di un presente desolato. Non meno protette dal rischio della
mitologia, tuttavia, sono quelle politiche della natura che guardino al futuro,
piuttosto che al passato, e anche la fuga in avanti che aborre il culto dellori-
gine non pu fare a meno di maturare una consapevolezza dialettica dei com-
piti che si pongono oggi al pensiero e alla prassi. Chi disprezza lottusit e la
brutalit della natura e preferisce proiettarsi nellutopia tecnocratica del post-/
trans-human, del cyber ecc. non pu infatti strapparsi di dosso il peso di una
physis che si fatta carne, sedimentandosi nella storia della civilt, nei suoi tic e
nelle sue preferenze, nelle sue alternative secche, nelle sue scelte apparentemen-
te obbligate. I valori con cui pretendiamo giudicare la natura e condannarne
o colmarne le mancanze non sono neutrali, n innocenti e vanno anchessi
sottoposti ad una revisione critica per evitare di far dettare la luminosa agenda
di domani dagli interessi occulti di oggi.
Certo, anche svelare lintreccio tra le parole e le cose non esaurisce il fon-
do in cui si gioca loriginaria politicit della natura. Questo salutare scettici-
smo verso la natura intesa come esteriorit rispetto al soggetto, infatti, non
ha senzaltro lultima parola. Perch proprio laddove si tratta di dipanare la
rete simbolica con cui lumano ingabbia s e il proprio altro non possibile
dimenticare che, appunto, di un altro si tratta e che questo altro pu darsi
propriamente solo l ove il soggetto si ritrae. La tradizione che dal materiali-
smo antico fino alle scienze odierne lotta contro il soggettivismo mostra qui
il proprio salutare correttivo nei confronti del pensiero che, abbandonato a se
stesso, si espande fino a dissolvere ogni alterit che non gli si commisuri. Perch
il pensiero dellalterit, per quanto radicale, non ancora e non sar mai laltro
che mi si d in carne ed ossa. Se esiste unistanza etica nella scienza, dunque,
essa sta nel tentare di svelare al soggetto lurto di unalterit non programma-
bile, n possedibile a priori. Il criticismo epistemologico, da Kant a Popper,
esprime qui il proprio momento di verit: la natura ci che non si lascia
risolvere dialetticamente poich si mostra come un limite che non in potere
del soggetto oltrepassare. Posta a difesa di una pratica organizzata che proce-
de allesplorazione dellaltro-dal-soggetto la filosofia sposa qui la scienza come
invenzione della natura (nel duplice senso della scoperta e della costruzione).
Lideale di una conoscenza scientifica come svelamento dellinimmaginabile,
come elaborazione di un linguaggio in grado di portare ad espressione ci che
riposa nel grembo della physis, accompagna e sostiene limpresa scientifica con
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una speranza che dalla Nuova Atlantide di Bacone, attraverso il Nuovo Mondo
Industriale di Fourier arriva fino al Benjamin delle Tesi di filosofia della storia.
Va da s che nutrire tale speranza non significa automaticamente sancire il va-
lore positivo della tecnoscienza in tutti i suoi campi di applicazione, ch, anzi,
proprio questultima sembra smentire le premesse di umilt filosofica che pure
sono allorigine del progetto della modernit (la critica ai grandi sistemi della
tradizione, il rifiuto dellauctoritas e il richiamo alla libera indagine razionale
ecc.) e rovesciarsi in una hybris che non conosce limiti (e che, nello scientismo
pi bieco, si fa censura preventiva di ogni istanza critica della cosiddetta civilt
della tecnica).
Proprio la riflessione sullanimale sembra suggerire la necessit di praticare
il nostro rapporto con la natura come esercizio di un limite. Un limite che gli
esordi degli animal studies hanno sancito nellambito della filosofia morale (P.
Singer, T. Regan) ma che si riveste oggi di linguaggi e di interessi nuovi: feno-
menologici, ontologici, politici. Nellanimalit luomo pare forse fare esperien-
za del proprio limite nella forma dellincontro. Il limite che ogni ora incontria-
mo nella nostra azione trasformativa s oggettivo, nel senso di unalterit di
cui non possiamo disporre, eppure essenzialmente, eminentemente soggettivo:
perch il limite che la nostra soggettivit trova nel punto in cui tocca unaltra
soggettivit e in cui viene come attraversata e ridefinita da tale incontro. In
questo vertiginoso rapporto lumanit scopre questo limite come al tempo stes-
so alieno e proprio. Uno dei modi, probabilmente non lunico, in cui la filoso-
fia riesce ad esprimere questo senso del limite lempatia. Concetto ambiguo e
sfuggente, non privo di difficolt teoretiche, come ben mostr Husserl, e cui
tuttavia difficile rinunciare del tutto, a costo di perdere qualcosa di essenziale
dellesperienza dellalterit. Ralph Acampora, sulla scia del concetto merleau-
pontiano di carne-del-mondo suggerisce di dare a tale concetto una svolta
corporea parlando di sinfisia. Adorno e Horkheimer parlavano, pi generica-
mente di mimesi. Ci che tali costrutti suggeriscono lidea che nellincontro
intimo e vibrante con il non-umano sia la natura stessa a chiederci di fermarci.
Domanda che non pu formularsi, questo certo, se non c orecchio disposto
ad ascoltarla. Politiche della natura, allora, sono anche quelle che permettono,
riflettendo sulla cosiddetta questione animale di formulare domande e pro-
vocazioni nuove: da dove nasce questa predisposizione allascolto? cosa la rende
possibile? e verso dove muove quella sensibilit per lalterit non-umana che
oggi difficile ricacciare nella dimensione dellirrazionale e dellarbitrario da cui
faticosamente emersa?
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editoriale
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Luomo come lAnimale
di Slavoj iek
Anche se il titolo Lanimale che dunque sono di Derrida (2006) voleva essere
una frecciatina ironica a Cartesio, forse si potrebbe prenderlo in senso pi in-
genuamente letterale il cogito cartesiano non una sostanza a s, separata dal
corpo (come Cartesio stesso fraintese il cogito nel suo passaggio illegittimo dal
cogito alla res cogitans) a livello sostanziale, io non sono altro che lanimale
che dunque sono. Ci che mi rende umano proprio la forma, la dichiarazio-
ne formale di me come animale.
Il punto di partenza di Derrida che ogni chiara e generica differenziazione
fra lumano e lanimale che ci giunge dalla storia della filosofia (da Aristotele
a Heidegger, Lacan e Lvinas) andrebbe decostruita: cosa legittima davvero la
nostra affermazione che solo gli umani parlano mentre gli animali si limitano
ad emettere dei segnali; che solo gli umani rispondono mentre gli animali si
limitano a reagire; che solo gli umani hanno esperienza delle cose in s men-
tre gli animali sono solo prigionieri della loro vita o del loro ambiente; che
solo gli umani sanno fingere di fingere mentre gli animali fingono e basta; che
solo gli umani sono mortali e hanno esperienza della morte mentre gli animali
muoiono e basta; o che gli animali godono di unarmoniosa relazione sessuale
di accoppiamento istintivo, mentre per noi umani il ny a pas de rapport sexuel;
ecc. ecc.? Derrida mostra il meglio di quel che possiamo solo definire il buon
senso della decostruzione, ponendo domande ingenue che mettono in discus-
sione proposizioni date per scontate da secoli: cosa, ad esempio, permette a
Lacan di affermare come fosse lampante, senza fornire nessun dato o argomen-
tazione, che gli animali non possono fingere di fingere? Cosa consente a Hei-
degger di sostenere che sia evidente che gli animali non hanno esperienza della
propria morte? Come Derrida rimarca pi volte, lo scopo di queste domande
non cancellare il divario che separa luomo dagli (altri) animali e attribuire
anche agli (altri) animali propriet propriamente spirituali (secondo lidea
di alcuni eco-mistici che sostengono che non solo gli animali, ma persino gli
alberi e altre piante comunichino in un loro linguaggio estraneo a noi umani).
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che definisce lanimalit in s, una tensione che pu essere formulata solo a una
minima distanza, ora che ci sono gli umani. Vedi la nota elaborazione del gene-
rico equivalente dalla prima edizione del Capitale, volume 1, in cui Marx scrive
(1867/1983: 37:1): come se, al di l e al di fuori di leoni, tigri, conigli e tutti
gli altri veri animali, che raggruppati formano i vari tipi, specie, sottospecie,
famiglie ecc. del regno animale, esistesse lanimale, lincarnazione individuale
dellintero regno animale (Marx rimosse questa frase dalla seconda edizione,
nella quale rivide il primo capitolo.)
Questimmagine del denaro come lanimale, che se la spassa accanto a
tutte le eterogenee istanze dei vari tipi di animalit che esistono intorno ad
esso, non si presta forse a cogliere quel che Derrida descrive come il divario che
separa lAnimale dalla molteplicit della vera vita animale? Per dirla di nuovo in
hegeliano, ci che luomo incontra nellAnimale si trova gi nella determinazio-
ne oppositiva: visto come animale, luomo lAnimale spettrale che esiste al di
l dei tipi animali realmente esistenti. In questo modo, forse, potremmo dare
una svolta perversa alla determinazione del primo Marx delluomo come Gat-
tungwesen, un essere-di-specie: come se, al di l delle particolari sottospecie,
venga ad esistere la specie in s. Forse cos che gli animali vedono gli umani.
questa la ragione della loro perplessit.
Il punto chiave qui che non basta dire che, mentre una determinazione
degli animali come privi di parola ecc. sbagliata, quella degli umani come
razionali, parlanti ecc. giusta, cosicch dobbiamo solo trovare una definizione
pi adeguata di animalit: il campo intero ad essere falso. Questa falsit pu
essere pensata nei termini della coppia kierkegaardiana di divenire ed essere:
lopposizione standard animale/umano formulata dalla prospettiva delluma-
no in quanto essere, come gi costituito; da una prospettiva che non pu pen-
sare lumano nel suo divenire. Essa considera lanimale dal punto di vista dato
dellumano, non pu considerare lumano dal punto di vista animale. In altre
parole, quel che offuscato da questa differenza umano/animale non solo il
modo in cui gli animali sono davvero, indipendentemente dagli umani, ma
la differenza stessa che segna effettivamente la rottura dellumano allinterno
delluniverso animale. E qui entra in gioco la psicoanalisi: ci che Freud chiama
pulsione di morte la sua definizione della dimensione inquietante delluo-
mo-in-divenire. Questo intermezzo il represso della forma narrativa (nel
caso di Hegel, della grande narrazione della successione storica nel mondo
di forme spirituali): non la natura in s, ma la rottura stessa con la natura che
(poi) fornita dalluniverso virtuale delle narrazioni. La risposta alla posizione
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una sofferenza immensa agli animali che viene sistematicamente negata non
solo esperimenti di laboratorio, ma regimi speciali per produrre uova e latte
(accendendo e spegnendo luci artificiali per accorciare il giorno, utilizzando
ormoni...), maiali che sono mezzi ciechi e a malapena in grado di camminare,
ingrassati a forza per essere macellati, ecc. ecc. La maggioranza di coloro che
visitano una polleria non riesce pi a mangiare carne di pollo e tutti sappiamo
cosa succede l dentro, ma questa consapevolezza deve essere neutralizzata af-
finch possiamo fare come se non sapessimo. Uno dei modi per facilitare que-
sta ignoranza la nozione cartesiana di animal-machine: i cartesiani mettevano
in guardia contro la compassione per gli animali. Quando vediamo un animale
emettere suoni di dolore dovremmo sempre tenere a mente che questi suoni
non esprimono alcun vero sentimento interiore dato che gli animali non
hanno unanima, si tratta di suoni generati solamente da un complesso mec-
canismo di muscoli, ossa, fluidi, ecc., che si possono chiaramente vedere con
la dissezione... Il problema che la nozione di animal-machine deve finire per
forza con lHomme-Machine di La Mettrie: se si opta per un neuro-biologismo
convinto, esattamente la stessa affermazione pu essere fatta circa suoni e gesti
fatti dagli umani quando provano dolore; non c nessun dominio interno, a
s, dellanima in cui il dolore si sente davvero, questi suoni e gesti sono sem-
plicemente prodotti dai complessi meccanismi neuro-biologici dellorganismo
umano.
Per fornire il contesto ontologico pi ampio dellanimale che soffre, Derrida
risuscita il vecchio leitmotiv del romanticismo tedesco e di Schelling, ripreso da
Heidegger e Benjamin, del grande dolore della natura: in vista del riscat-
to, per la redenzione da tale sofferenza, che gli umani vivono e parlano nella
natura (Derrida 2006, 19; 2009, 57). Derrida rifiuta questo leitmotiv schellin-
giano-benjiaminiano-heideggeriano della tristezza della natura, lidea che lin-
sensibilit e il mutismo della natura siano segno di un dolore infinito, in quan-
to teleologicamente logo-centrica: il linguaggio diventa il telos della natura, la
natura aspira alla Parola per dare sfogo alla propria tristezza, per raggiungere la
redenzione. Ma questo topos mistico pone ciononostante la domanda giusta,
se, ancora una volta, si gira attorno alla prospettiva standard: non cos la na-
tura per il linguaggio? Possiamo cogliere la natura adeguatamente in e tramite
il linguaggio?, ma cos il linguaggio per la natura? Come influenza la natura
il suo emergere?. Lungi dallappartenere al logo-centrismo, un rovesciamento
del genere la pi forte sospensione del logo-centrismo e della teleologia, allo
stesso modo in cui la tesi di Marx sullanatomia delluomo come la chiave per
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animal studies 1/2012
isterico, ecc. Cos, per ritornare allo sguardo triste e sbigottito del gatto sotto-
posto ai crudeli esperimenti di laboratorio, quel che questo sguardo esprime
forse lorrore del gatto di fronte allincontro con lAnimale, vale a dire noi, gli
umani: ci che il gatto vede siamo noi in tutta la nostra mostruosit e ci che
noi vediamo nel suo sguardo torturato la nostra stessa mostruosit. In questo
senso, il grande Altro (lordine simbolico) gi qui per il povero gatto: come il
prigioniero nella colonia penale di Kafka, il gatto ha patito le conseguenze fisi-
che dellessere bloccato nellingorgo simbolico. Il gatto ha effettivamente patito
le conseguenze dellessere nominato e incluso nella rete simbolica.
Per risolvere questo problema, dovremmo distinguere fra due tristezze: quel-
la della vita naturale prima di e indipendentemente dal linguaggio e quella
dellessere nominato, sottoposto al linguaggio. C, dapprima, linfinta malin-
conia di ognivita, una tensione, un dolore che risolto quando viene detta una
Parola; poi, tuttavia, la pronuncia stessa di una Parola genera una sua tristezza
(cui si riferisce Derrida). Questidea dellintima connessione fra linguaggio e
dolore non ci avvicina forse alla definizione di Richard Rorty delluomo come
essere che soffre e sa narrare la propria sofferenza o, per dirla con Derrida,
delluomo come animale autobiografico? Ci che Rorty non mette in conto
il dolore addizionale (surplus di dolore) generato dal linguaggio stesso.
Forse Hegel ci pu essere daiuto qui, quando interpreta la gravit come in-
dicazione del fatto che la materia (la natura) ha il suo centro al di fuori di s ed
condannata a tendere eternamente verso di esso; lo spirito, al contrario, ha il
suo centro dentro di s, i.e., con il sorgere dello spirito la realt ritorna a s dalla
propria auto-esternalizzazione. Lo Spirito, tuttavia, attuale solo nel pensiero
umano il cui mezzo il linguaggio, e il linguaggio implica unesternalizzazione
ancor pi radicale la natura cos ritorna a s attraverso una ripetuta esterna-
lizzazione di s (o, come avrebbe detto Schelling, nel linguaggio il soggetto si
contrae al di fuori di s).
C una necessit di fondo qui: ogni parlante ogni nominante deve essere
nominato, deve essere incluso nella sua stessa catena di nominazione, o, per
usare la battuta spesso citata da Lacan: Ho tre fratelli, Paolo, Ernesto ed io.
Non stupisce che in molte religioni il nome di Dio sia segreto e non si debba
pronunciare. Il soggetto parlante persiste in questa terra di mezzo: prima della
nominazione non c il soggetto, una volta nominato, per, esso svanisce subi-
to nel proprio significante il soggetto non mai, ci sar sempre stato.
E se la caratteristica degli umani fosse proprio questapertura allabisso
dellAltro, questo sbigottimento del che vuole lAltro da me?? In altre parole:
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animal studies 1/2012
La verit pi semplice sulluomo che un essere molto strano, quasi nel senso
che estraneo alla terra. In tutta la sua sobriet, ha molto pi laspetto di uno
straniero che introduca abitudini di unaltra terra che di un mero prodotto di
questa. Ha un vantaggio sleale e uno svantaggio sleale. Non a suo agio nei
propri panni, non pu fidarsi dei propri istinti. al tempo stesso un creatore
con mani e dita miracolose e una specie di storpio. avvolto in bendaggi arti-
ficiali chiamati vestiti, sostenuto da stampelle artificiali chiamate arredamento.
La sua mente ha le stesse libert dubbiose e gli stessi limiti selvaggi. Solo fra
gli animali, scosso dalla splendida follia chiamata riso; quasi avesse colto un
qualche segreto nella forma delluniverso nascosto alluniverso stesso. Solo fra
gli animali avverte il bisogno di distogliere il pensiero dalla realt radicata del
suo stesso corpo, di nasconderli come in presenza di qualche possibilit pi alta
che crea il mistero della vergogna. Sia che lodiamo queste cose come naturali
nelluomo sia che le condanniamo come artificiali in natura, rimangono nello
stesso senso uniche (Chesterton, 1925).
come fossero gli ebrei prima della Cristianit, senza linfluenza retroattiva della
prospettiva cristiana, bisognerebbe rovesciare il punto di vista ed estraniare la
Cristianit stessa, trattarla come Cristianit-in-divenire e focalizzarsi su quanto
Cristo debba essere sembrato una strana bestia, una scandalosa mostruosit agli
occhi dellistituzione ideologica ebrea.
Il caso iperbolico fornito qui dalle rare societ che finora sono riuscite ad
evitare il contatto con la civilt. Nel maggio 2008, i media hanno riportato
la scoperta di una trib isolata nella fitta foresta pluviale lungo la frontiera
fra Brasile e Per: i suoi membri non hanno mai avuto contatti con il mondo
esterno della civilt globale; la loro vita rimasta probabilmente invariata per
pi di 10000 anni. Sono state pubblicate alcune foto che li ritraggono, scattate
da un aereo. Quando gli antropologi hanno sorvolato larea la prima volta han-
no visto donne e bambini e nessuno di essi era colorato. Solo quando laereo
tornato qualche ora dopo hanno visto individui coperti di rosso dalla testa ai
piedi: la testa dipinta di rosso fuoco, le teste parzialmente rasate, frecce tese
con gli archi puntati contro laereo. Il gesto inequivocabile: restate alla larga.
Hanno ragione: il contatto con gli esterni spesso disastroso per trib cos
remote. Anche se gli intrusi non li uccidono o non li cacciano dalle loro terre,
malattie contro cui questi uomini non hanno difese immunitarie solitamente
eliminano met della trib in un paio danni. La nostra civilt per loro let-
teralmente un melting-pot, un punto di fusione i membri delle trib vi si
sciolgono e scompaiono, come gli antichi affreschi sotterranei nella Roma di
Fellini, che sono protetti finch restano isolati nel sottosuolo e cominciano a
sparire appena ricercatori (molto cauti e rispettosi) penetrano il loro dominio...
Ci chiediamo spesso come reagiremmo se incontrassimo alieni molto pi svi-
luppati di noi: per queste persone gli alieni siamo noi. E qui risiede lorrore di
queste immagini: vediamo gli indigeni terrorizzati che osservano lAltro disu-
mano, e questo Altro disumano siamo noi.
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E che effetti abbiamo sulla natura noi umani? Quando gli incendi hanno
devastato il Peloponneso nellestate del 2007, una delle foto della zona distrut-
ta mostrava un campo di grossi cactus mezzi bruciati dallaspetto molto sin-
golare, per cui pi che mezzi bruciati sembravano mezzi sciolti, le loro forme
allungate nei modi pi svariati, quasi come il famoso quadro di Dal delloro-
logio sciolto, contorto nel centro come un morbido pancake. Ci che rende
immagini del genere cos affascinanti il modo in cui rappresentano non solo
la distruzione della realt interna alla realt, ma la distruzione del tessuto stesso
della realt, delle sue coordinate di base. Il primo effetto quello di una natura
denaturalizzata: la natura mezza distrutta perde il suo carattere organico, ap-
pare come un bricolage, un composto artificiale di elementi eterogenei buttati
insieme alla rinfusa. Il secondo effetto quello di un disturbo temporale:
come se non avessimo pi a che fare con la natura nel suo regolare ritmo di
generazione e corruzione, crescita e decadenza, ma con uno spazio contorto in
cui, oscenamente, come una protuberanza cancerogena, nuove forme prendo-
no vita dalla decadenza stessa. Il terzo effetto quello di una multipla distor-
sione spaziale anamorfica: quando le piante appaiono parzialmente sciolte,
prolungate in modo innaturale in varie direzioni, come se loggetto stesso,
nella sua realt materiale distorta, incorporasse prospettive multiple, punti di
vista fratturati delle percezioni che ne avremmo se lo guardassimo da posizioni
diverse. Sembra quindi che non si possa pi distinguere con chiarezza fra la realt
immediata delloggetto e le prospettive soggettive su di esso: la distorsione che
deriva da uno sguardo obliquo iscritta nella realt stessa delloggetto.
In termini hegeliani, un paesaggio del genere incarna la coincidenza degli
estremi dellin-s e per-noi: la prima impressione che, quando osserviamo un
pezzo di terra tanto bizzarro, per un momento scorgiamo laspetto della natura
nel suo mostruoso in-s pre-umano; tuttavia, precisamente in quanto tale che
la natura iscrive, nella veste della propria distorsione, la mostruosit delluomo,
la sua presenza inopportuna sulla terra. Luomo questa distorsione anamorfica
della natura, uno sconvolgimento del ritmo naturale di generazione e corru-
zione. Quando sentiamo unaffermazione come quella celebre di Hlderlin:
poeticamente abita luomo su questa terra, non dovremmo immaginarci il
suo abitare come una capanna nei pressi di un ruscello nella foresta, ma preci-
samente come un paesaggio distorto e denaturalizzato.
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luomo come lanimale
Bibliografia
Adorno Th. W., Horkheimer M. (2010), Towards a New Manifesto?, New Left Review 65.
Chesterton G.K. (1925), The Everlasting Man, Hodder & Stoughton, London.
Derrida J. (2006), LAnimal que donc je suis, Galile, Paris. Tr. it. di M. Zannini (2009), Lanimale
che dunque sono, Jaca Book, Milano.
Marx, K. (1867/1983), Das Kapital, Erster Band. Otto Meissner, Hamburg. MEGA II/5. Dietz
Verlag, Berlin.
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La natura come persona
di Enrico Antonio Giannetto
La Natura
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animal studies 1/2012
e in primo luogo, gli di stessi, in quanto sottoposti al destino...
Ma se, come perlopi accade, sintende la non nel senso originario di
schiudentesi-permanente imporsi, bens in quello pi tardivo e odierno di Na-
tura, e se inoltre si considerano come manifestazioni fondamentali della Natura
i movimenti delle cose materiali, degli atomi, degli elettroni, e tutto ci che
la fisica moderna indaga sotto laspetto di Natura, allora la filosofia originaria
dei Greci diventa una filosofia della Natura, un modo di rappresentarsi le cose
per lappunto sotto laspetto di Natura materiale. Linizio della filosofia greca
produce allora limpressione, del tutto conforme allidea che il senso comune si
fa di un inizio, di quello che ancora qualifichiamo, secondo lespressione latina,
come primitivo.
28
la natura come persona
del solo uomo considerato come persona, ma la Natura tutta potr essere con-
siderata immagine di un Dio personale, in particolare, manifestazione di una
maternit personale divina o di una relazione personale divina. La relazione fra
essere umano e Natura, fra essere umano e altri viventi una relazione perso-
nale, che, se si supera lottica della riduzione a cose, a oggetto o a cibo, ovvero
della fagocitazione, ci coinvolge come persone, non secondo una prospettiva
meramente parziale, ma come parti di uno stesso tutto, in ununione dinamica
di rispetto, cura, sim-patia e com-passione, amore attivo.
La relazione fra i viventi e Dio allo stesso modo personale, non perch ci
sia in Dio alcunch di parziale, ma perch, come rimasta traccia del pensiero
del Cristianesimo primitivo nei dogmi niceani e post-niceani della trinit e
dellincarnazione, Dio non una sola persona, ma un tutto unione di per-
sone, lAmore che d vita a questo tutto che comprende nellincarnazione
anche la Natura come persona. Dio genera e crea in quanto unione, relazione
personale di un principio attivo maschile e di un principio attivo femminile
(lo Spirito Santo quale Ruch Qadosh della lingua aramaica del Cristianesimo
originario femminile, la madre divina) che appunto sono persone, padre e
madre. Padre e madre terrestri sono immagini di un padre e una madre divini
celesti, padre e madre naturali sono immagini di un padre e una madre spiritua-
li, della potenza generativa dei quali partecipano come persone nellAmore; e il
figlio delluomo terrestre, naturale, senza privilegio di genere e senza privilegio di
specie, immagine del figlio di Dio celeste, spirituale, del quale partecipa come
persona nellAmore. La Natura tutta come figlia di Dio accomuna tutte le sue
parti e tutti i viventi, fra i quali pure luomo e la donna, in una relazione perso-
nale di fratellanza e sorellanza. La teologia cristiana non potr essere pi, come
nel passato e ancoora nel presente delle varie confessioni, specchio ideologico
del dominio dellumanit sulla Natura e sugli altri viventi.
E le Scienze della Natura non potranno pi essere ideologia del dominio
delluomo sulla Natura e sugli altri viventi, come anche del dominio delluomo
sulluomo e delluomo sulla donna, ma saranno connesse ad un sapere che
solo dellamore personale.
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Animal Enhancement: Un futuro incubo per gli animali dallevamento?
di Arianna Ferrari
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animal studies 1/2012
Clonazione animale
3
Nel 2006 la Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti ha dichiarato
sicuro ed ha pertanto approvato il consumo di carne e di latticini provenienti da
animali clonati (mucche, maiali e capre). Allo stesso risultato giunto anche lente
europeo per la sicurezza alimentare EFSA (European Food Safety Authority) riguardo
ai prodotti provenienti da mucche e maiali clonati. LEFSA ha tuttavia riconosciuto
gli aspetti negativi della clonazione per la salute degli animali. Nel giugno del 2009 la
Commissione Europea ha approvato una direttiva sul novel food (http://ec.europa.eu/
food/food/biotechnology/novelfood/index_en.htm) secondo la quale i prodotti delle
generazioni successive dunque i prodotti ottenuti tramite luso di nuove tecnolo-
gie vengono approvati per la diffusione sul mercato. Un comunicato stampa del
marzo 2011 informa che il Parlamento Europeo non riuscito a mettersi daccordo
sulletichettatura della carne proveniente da animali clonati (http://www.europarl.eu-
ropa.eu/news/it/headlines/content/20110324STO16430/html/I-governi-rifiutano-
la-richiesta-del-Parlamento-di-etichettare-la-carne-clonata).
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animal enhancement: un futuro incubo per gli animali dallevamento?
Beltsville (Beltsville pigs) che hanno sofferto di danni alle articolazioni per
la loro obesit e che mostrarono una ridotta capacit riproduttiva (Pursel et al.
2004).
4
Esempio paradigmatico la Methuselah Foundation (Fondazione Matusalemme),
fondata dal ricercatore anti-aging Aubrey de Grey. La fondazione indice un premio
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sto modo ogni tipo di riferimento alla protezione animale o addirittura al tema
dei diritti animali appare nei loro argomenti come inattendibile. Al contrario,
ci pare urgente e necessario avviare un dibattito sui programmi di ricerca attua-
li. In ogni caso, unanalisi etica che sia slegata da ogni tipo di considerazione
degli scopi sociali, politici ed economici rimane acritica e astratta.
40
animal enhancement: un futuro incubo per gli animali dallevamento?
Bibliografia
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42
Natura, liberazione ed enhancement
di Adriano Mannino
Ci che valse per lascia a mano, vale anche per la biotecnologia moderna:
amplifica il nostro potere, cio il nostro potenziale di modificazione e cam-
biamento nel bene e nel male. Va da s che le tecnologie che si sviluppano
in un contesto di sfruttamento di persone umane o altri animali senzienti, e
applicate conformemente, sono molto problematiche e tendono ad aumentare
la sofferenza dei sofferenti.
Lo sfruttamento specista degli animali insostenibile. Dobbiamo agire in
modo che il benessere di tutti gli esseri senzienti sia ugualmente considerato,
trattato e promosso come un fine in se stesso. Da ci segue immediatamente che
ogni strumentalizzazione di esseri senzienti per fini triviali illegittimo. Questo
riguarda particolarmente il modo in cui ci procuriamo il cibo: la produzione di
alimenti di origine animale e con ci anche le tecnologie che rendono pi effi-
cace lo sfruttamento degli animali da reddito da abolire, poich possiamo
alimentarci in modo sano (perfino pi sano) senza prodotti animali.
1
Su questo stesso numero della rivista, cfr. supra, pp. 34-42.
43
animal studies 1/2012
Naturalmente sono daccordo con Arianna che gli animali umani e non-
umani hanno diritti e meritano di condurre una vita quanto migliore possibile.
Tuttavia, necessario ammettere che non solo i fattori socio-culturali ma anche
quelli biologici limitano dolorosamente e prima o poi distruggono la no-
stra vita a causa del processo dinvecchiamento. A memoria duomo tentiamo
perci di superare o almeno differire e rendere pi sopportabile il dolore fisico
e psichico (Pearce 2010), malattie, degenerazioni senili e, da ultimo, la morte.
Per quel che concerne il nostro stato e la nostra aspettativa di salute (che costi-
tuiscono un criterio di misura migliore, da un punto di vista etico, rispetto alla
semplice aspettativa di vita), abbiamo ottenuto grandi progressi, progressi che
allinizio dellera tecno-scientifica nessuno avrebbe creduto possibili.
Transcendere la natura?
Per molti animalisti la visione della liberazione animale consiste nel lasciare
in pace gli animali in natura e di coesistere con essi armonicamente. A mio
parere, questa concezione di liberazione si basa su unimmagine mitologica
della natura (iek 2008). Su questo pianeta esistono di gran lunga pi ani-
mali selvatici (Dawrst 2009) che esseri umani e animali sfruttati dalluomo. Le
strategie di riproduzione dominanti costituiscono uno spreco, seppure siano
efficaci dal punto di vista evolutivo, e hanno la terribile conseguenza di far s
che la maggioranza degli animali selvatici muoia gi ad unet infantile in un
modo che difficilmente si potrebbe immaginare pi penoso: fame, malattie,
disabilit, ferite, predatori. Sar questa la liberazione che auguriamo agli ani-
mali? Come noi stessi ce la augureremmo?
E non sarebbe addirittura specista questa liberazione? Non avremmo esi-
tazione ad aiutare una persona umana in situazioni paragonabili. Per se una
madre elefante con il suo cucciolo rimane impantanata nel fango e si avvia a
una morte crudele (Hartley-Parkinson 2011) un soccorritore deve assicurarsi
di non commettere un atto abusivo: gi, alla natura va lasciato il suo corso. She
has a plan.
Infatti cos. Il piano sostanzialmente consiste nel portare il tasso di ripro-
duzione al massimo e con esso lespansione dei geni. Il biologo evoluzionista
Richard Dawkins descrive le conseguenze nel modo seguente: mentre scrivo
45
animal studies 1/2012
questa frase, migliaia di animali vengono sbranati a corpo vivo; altri stanno
correndo in preda al panico per la loro vita; altri ancora sono vittime di paras-
siti e vengono divorati internamente; in questo momento, a migliaia muoiono
di fame, sete e malattia (Dawkins 1996; 132).
Il transumanista Nick Bostrom a questo proposito fa osservare al suo Gol-
den Retriever parlante (Bostrom 2004) che molti considerano la natura nella
sua prospettiva ecologica-estetica: in questo contesto si parla di biodiversit e
di salute e stabilit degli ecosistemi. Invece viene dimenticato che gli abitanti
degli ecosistemi, gli animali selvatici, sono degli esseri con proprie esigenze:
malattia, morte per fame, ostracismo e frustrazione sessuale sono endemici
ai cosiddetti sistemi sani. Il grande tab del movimento per i diritti animali
che gran parte della sofferenza dovuta a cause naturali. Qualsiasi proposito
di porre rimedio a questa situazione suoner inevitabilmente utopistica ma il
mio sogno che un giorno il sole sorger sulla Terra e tutte le creature senzienti
saluteranno il nuovo giorno con gioia.
Fortunatamente il tab nel frattempo stato allentato. Oltre a David
Pearce anche il filosofo animalista Oscar Horta (Horta 2011) si dedica inten-
samente alla questione della natura da un punto di vista antispecista radicale;
i suoi lavori su questo tema sono liberamente consultabili su internet (vedi
bibliografia). Infine, il filosofo morale Jeff McMahan riuscito addirittura a
far arrivare questo tipo di considerazioni sullOpinionator del New York Times.
Lesistenza di specie biologiche carnivore, ossia di animali da preda (Pearce
2009), presenta una particolare sfida teorica e pratica. In questo frangente si
deve prestare particolare attenzione a non introdurre assunzioni speciste nella
discussione. Per esempio lassunto secondo cui la conservazione delle specie sia
di per s buona, ossia che abbia un valore intrinseco, non pu essere ritenuto
compatibile col punto di vista antispecista. Secondo questo punto di vista, in-
fatti, non si tratta di proteggere la specie (come nozione astratta), bens gli in-
dividui concreti, senzienti e capaci di provare sofferenza. La preservazione delle
variet di specie pu assolutamente giocare un ruolo come argomento indiretto
(cio ecologico), tuttavia, dal punto di vista dellargomentazione diretta (cio
etica) irrilevante quante specie ci siano su questo mondo. Ci che rilevante
il tipo di vita vissuta dagli individui esistenti indipendentemente a quali o
quante specie appartengano.
Secondo il punto di vista antispecista e animalista, inoltre, sono importanti
le seguenti questioni: come reagiremmo e quali vie (tecnologiche) prenderem-
mo in considerazione se persone umane (ad es., bambini) fossero esposte alla
46
natura, liberazione ed enhancement
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animal studies 1/2012
Bibliografia
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Una Teoria Critica per la liberazione della natura
Intervista a John Sanbonmatsu
a cura di Marco Maurizi
Il volume da te curato Teoria critica e liberazione animale segna una novit in-
teressante nel panorama dei diritti animali. Puoi spiegarci quali sono i limiti del
pensiero di Singer e Regan che pensi debbano essere superati?
Per quanto ammiri i contributi di Singer e Regan, sia come filosofi e come
difensori degli animali, penso che ci siano dei limiti a ci che la filosofia anali-
tica morale possa fare se la assumiamo come il nostro principale punto di ap-
proccio al problema dello specismo come sistema mondiale. Il problema con il
paradigma analitico in genere che tende a ridurre lo specismo essenzialmente
ad un problema di pensiero morale sbagliato. In primo luogo, esso muove
da una concezione distorta della psicologia umana, in quanto si assume la ra-
zionalit come base della coscienza, piuttosto che il sentimento, il desiderio o
magari la volont di potenza (in senso nietzscheano). In secondo luogo, muove
anche da una visione distorta della societ nella misura in cui tratta le questioni
concernenti il potere, lautorit, lo stato, il capitalismo ecc. come marginali ri-
spetto al problema etico e che anzi cerca di isolare dalla confusione del mondo
al fine di chiarire meglio le proprie domande concettuali. Lidea che risulta da
questo punto di vista essenzialmente liberale che possiamo operare cambia-
menti nella societ educando il pubblico, facendo appello alla ragione. Ma
dove questa ragione cui dovremmo appellarci?
Non sto suggerendo che la ragione non sia importante o che la ragione non
dovrebbe essere un ideale normativo qualcosa cui si dovrebbe anelare come
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animal studies 1/2012
Pensi che tutto questo abbia influenzato negativamente gli animal studies e la
riflessione antispecista?
cartesiano che pone il filosofo dietro la cortina di ferro del suo intelletto, da cui
egli guarda il mondo vivente allesterno come dalla parte sbagliata di un tele-
scopio. Come paradigmi, modi di vedere, lutilitarismo e il kantismo possono
essere potenti strumenti per la messa a fuoco di questioni minute e concetti
relativi alla nostra vita morale. Tuttavia, come ha mostrato Thomas Kuhn, fa-
cendo ci, mettendo a fuoco il nostro sguardo, i paradigmi agiscono anche da
schermo, filtrano la maggior parte del regno fenomenico. Vediamo solo ci
che il paradigma ci permette di vedere. Nel caso di Singer, la potenza del suo
paradigma lo ha portato ad abbracciare una corrispondente visione parziale
della coscienza non umana, delle sue capacit di agire, della sua soggettivit.
Non voglio far apparire Singer una sorta di specista. Piuttosto, sto suggeren-
do che il suo attaccamento ad una particolare tradizione lo ha portato a un
resoconto semplificato e riduzionista degli altri animali, accecandolo rispetto
alle dimensioni esistenziali dellessere-nel-mondo non umano. Il problema ,
svalutando la vita degli animali, ha inavvertitamente aperto le porte ad ogni
istituzione abusiva, ad ogni pratica di cui gli esseri umani fanno oggetto i non
umani. C il detto (attribuito a Dostoevskij), che, se Dio morto, tutto
permesso: bene, una volta che si dice che gli animali appartengono ad una
tipologia di esseri cui non interessa la distinzione tra libert e non libert, tra
vivere e morire, allora tutto davvero permesso. certamente fin troppo facile,
da qui, giustificare a se stessi la ragionevolezza di ogni sorta di metodo di ster-
minio, ignorando se quel metodo comporti o meno unuccisione dolorosa per
lanimale problema che in ogni caso sar sempre di secondaria importanza
nella mente degli uccisori.
Gli attivisti per i diritti animali che credono si possa superare lo specismo
senza superare il patriarcato come struttura di potere e modalit di socializza-
zione, o senza in qualche modo superare il sistema capitalista, sono in errore.
Ci che guida la maggior parte delle attuali violenze verso gli altri esseri, tra cui
lestinzione forzata di migliaia di specie, il capitalismo. Allo stesso modo, la
distruzione della vita non umana legata a un sistema sociale patriarcale che
vede la compassione con disprezzo e che riduce gli esseri non umani e le donne
a oggetti. Quindi, liberazione umana e la liberazione animale sono chiaramen-
te collegate.
La liberazione umana porter automaticamente alla liberazione animale?
Beh, la risposta dipende da ci che si intende per liberazione umana. Se
vogliamo dire, gli esseri umani liberati dalla violenza umana e sociale e dalla
disuguaglianza, lasciati liberi di appropriarsi dei frutti della natura democra-
ticamente, allora no, assolutamente no. Le definizioni tradizionali di libera-
zione in ambito socialista e anarchico sono problematiche poich muovono
in modo acritico da un forte orientamento antropocentrico che cancella lespe-
rienza e la coscienza non umane. Nel XIX secolo, Marx formul la richiesta di
una umanizzazione della natura e di uno sviluppo economico che non minas-
se gli ecosistemi. Tuttavia, n Marx n i socialisti hanno alcuna considerazione
per gli interessi degli esseri non umani, a parte la loro utilit relativa per noi
come materia prima nel sistema di produzione. Purtroppo, oggi la sinistra non
probabilmente meno distante dai diritti degli animali di quanto non fosse un
secolo fa. Al contrario, se si guarda a quello che sta accadendo a sinistra in Eu-
ropa, nel Nord America e in America Latina, si troveranno politiche alimentari
56
una teoria critica per la liberazione della natura
58
Letture
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animal studies 1/2012
sono come astrusa la lettura dellultimo simili e di immaginarne di migliori; ed
Heidegger se non si letta prima tutta la interessante la discussione di principi
sua produzione giovanile. come quello dellinfinitezza discreta che
Tedoldi avrebbe potuto costruire un sembrano assumere un ruolo fondamen-
controargomento a Cimatti, ma si limi- tale anche nel dibattito filosofico in teoria
tato a paragonarlo a Hegel sostenendo la della natura.
sua oscurit concettuale confrontando Cimatti, al contrario di quanto ritie-
certi passaggi del suo testo a quelli della ne Tedoldi, non un nemico qui ed ora
Fenomenologia dello spirito che, per inci- della propriet privata, ma auspica un ri-
so, uno dei capisaldi di tutto il pensiero pensamento di concetti come possesso
filosofico occidentale. Il volume firmato o mio in modo da correggere il brutto
da Felice Cimatti presenta poche sbava- tiro di un sistema economico produttivo
ture e non ci costringe ad accettare la tesi che sembra consumarsi, come noto ai
secondo cui solo e soltanto il comunismo giorni nostri, nelle crisi economiche e
si costituisca come via di fuga da proble- ecologiche. Criticare, poi, le citazioni di
mi odierni. Piuttosto, la tesi interessante Marx (come avviene nella recensione su
quella che ci invita a un ripensamen- Libero) ha poco senso se si letto il volu-
to generale delle categorie politiche che me sindallintroduzione.
costituiscono il metro di paragone con- Infatti, Cimatti argomenta sostenendo
temporaneo per entit come giustizia e che la visione di Marx, rimasta unuto-
libert. pia irrealizzata o fraintesa dai totalitari-
Argomentando attraverso alcune sco- smi, a essere lobiettivo di unumanit
perte scientifiche che hanno segnato il che voglia risolvere i problemi di sfrut-
panorama filosofico, come il generativi- tamento, morte e sudore del capitalismo
smo di Chomsky, la modularit Fodoria- ben esposti nella fotografia del sociale
na e i neuroni specchio di Gallese, Riz- che il filosofo Max Horkheimer (Crepu-
zolatti e Sinigaglia molte delle tendenze scolo, 1933) riassume nella metafora del
innaturali a cui lumano costretto in so- grattacielo in cui, se dai piani alti dei ma-
ciet vengono evidenziate e ben discusse. gnati dei trust possibile una bella vista
Il mito di una natura umana stabile lascia sul cielo stellato, nei larghi territori dei
spazio al possibile come categoria propria Balcani immense camere di tortura di
dellesistenza del bipede implume e, inol- quello stesso cielo non vi neanche trac-
tre, la chimera di fissare il naturale una cia: e infatti in India, in Cina, in Africa
volta per tutte nella genetica, o in unisti- la miseria di massa supera ogni immagi-
tuzione sociale che ci leghi al giusto una nazione. Sotto gli ambiti in cui crepano a
volta per tutte, cade di fronte alla con- milioni i coolie della terra, andrebbe poi
sapevolezza, ben esposta da Cimatti, che rappresentata lindescrivibile, inimmagi-
esiste luomo linguistico, in grado sem- nabile sofferenza degli animali, linferno
pre, in virt della capacit di parola, di animale nella societ umana, il sudore,
rinegoziare i suoi rapporti con i propri il sangue, la disperazione degli animali.
60
letture
Cimatti cerca di individuare, attraverso su quegli strumenti nel saggio Ecologia
lefficacia di unargomentazione tanto e potere, dove guida il lettore attraverso
scientifica che filosofica, le vie di fuga alla un dettagliato cammino filosofico a par-
miseria che descritta proprio da Hor- tire dagli scritti dellanarchico Murray
kheimer, e che gi Marx aveva descritto Bookchin, pensatore chiave, seppure poco
cercando di difendere gli alienati del no- noto, nel contesto della presa di consa-
stro tempo che, spesso, leggono dei libri pevolezza ecologista sorta in occidente a
in cui le vie di fuga sono tratteggiate e, partire dagli anni 60.
appena possibile, li richiudono con ter- Le prospettive di riconciliazione
rore ricominciando a salire le scale del delluomo con lambiente teorizzate da
grattacielo. Bookchin portano in eredit le conclu-
Come spesso accade in filosofia non sioni critiche sulla modernit dei pensa-
certo se Cimatti abbia ragione, ma ha tori della scuola di Francoforte e di Han-
ben difeso una sua tesi sforzandosi di non nah Arendt, che liquidano socialismo e
usare argomenti banali come quelli che capitalismo quali forme dello stesso pa-
gli contesta Tedoldi e cercando sempre di radigma di dominio sul vivente; e invece
fondare le assunzioni volte a costruire il riconoscono un primato e alla potenziali-
terreno su cui sviluppare la tesi del volu- t creatrice della natura tutta rispetto alla
me. Sar poi davvero il comunismo a sal- corrispondenza al mondo di categorie di
varci dal baratro? Marx aveva scoperto una filosofia solo umana; in analogia qui
davvero la natura umana? Questo non al pensiero della differenza di Derrida e
possiamo dirlo con certezza, ma possia- Nietzsche.
mo sicuramente accogliere Naturalmente Ma sopratutto per la volont di tenere
comunisti tra i contribuiti volti a eviden- un aggancio sempre vivo con la concretez-
ziare i difetti di un sistema economico za delle pratiche politiche, che Bookchin
produttivo che rischia, nel suo eterno du- elabora lidea di unecologia sociale che si
rare, di ingoiarci intrappolandoci tutti. discosta sia da quella profonda agita da
(Leonardo Caffo) movimenti come Earth First!, che alla di-
fesa della vita selvaggia contrappongono
disinteresse e negazione dei diritti uma-
Ecologia e potere. Saggio su Murray ni; che dal biocentrismo, che nel porre la
Bookchin centralit e il valore nella moltitudine dei
Ermanno Castan soggetti-di-vita in quanto tali, tralascia le
Mimesis, 2011 specificit, schiacciando anche gli esseri
umani su una poco significativa zoologiz-
Cosa contiene la cassetta degli attrez- zazione.
zi concettuali da cui muovono le scelte Nel biocentrismo, lecologia sociale vede
etiche e le iniziative politiche che preco- il marchio del secolare antropocentrismo
nizzano una liberazione totale, delluomo occidentale: solo in apparenza fuori dalle
e della natura? Ermanno Castan indaga maglie dellimpostura razionale, la visio-
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animal studies 1/2012
ne biocentrica non pu fare a meno di Bookchin: non si pu parlare di natura
un centro da cui, solo, origina il valore: senza parlare di cibernetica, il cyborg esi-
anche quando si tratta del bios nella sua ste da quando un animale antropomor-
indeterminatezza, la sua stessa afferma- fo ha guardato a una pietra come a uno
zione presuppone del resto una gerarchia strumento, ovvero a unespansione della
logocentrica che ha il suo punto focale propria dimensione fisica. In questo sen-
nel pensiero umano, del quale implicita- so lidea di una natura umana oppressa
mente si riafferma una centralit effetti- dalla tecnologia superficiale, e non de-
va, che per resta sospesa, poich non la scrive la realt, n hanno senso le pretese
si indaga. di ritorno allipotetica condizione primi-
Lecologia sociale parte al contrario genia dei primitivisti come John Zerzan,
dallinnegabile unicit umana, da ri- cui Bookchin muove dure critiche.
modulare in termini non gerarchici. La questione allora questa: la tecnica
Bookchin insiste dunque sulla seconda pu indossare la faccia speculare a quella
natura culturale cui gli umani danno del dominio, essere disassoggetante, mu-
realt, sulla naturalit di un atteggia- tare il controllo e il concentramento in
mento culturale che si definisce allo stes- differenziazione e dispersione, liberando
so tempo come uninfinita potenzialit di il vivente dalle briglie di ununificazione
modificare lambiente e con lassenza di semplificatrice?
un habitat proprio. Nellardire di questa domanda si atten-
Dove si gioca una partita decisiva al- ta ai fondamenti stessi del pensiero oc-
lora nel rapporto con lanimale, che per cidentale e alla lettura dicotomica della
Bookchin ha a che fare con la problema- realt divisa tra corpo e spirito, natura
tica chiave di tutta la filosofia occidentale: inerme e cultura umana, che accomuna
la questione dellAltro in quanto tale, la dogma religioso e pensiero scientifico,
cifra di tutti i rapporti tra esseri viventi, la fuori da ogni solo apparente opposizio-
possibilit stessa delletica, della politica ne. La stessa contrapposizione binaria
e dellontologia, che per Bookchin deve fondante infatti tanto del monoteismo
trovare nuova fondazione. ebraico cristiano dove un Dio, Natura
Ridiscutere e comprendere lanimalit naturans, principio creatore, trascende la
delluomo porta allora in auge la questio- natura naturata, che nuda vita gettata
ne della tecnica, che lautore, portatore in nel mondo e al di fuori dellEssere che
questo di uneredit heideggeriana, consi- del paradigma della scienza moderna, che
dera dimensione essenziale. da Galilei in poi descrive la natura come
Lagire tecnologico talmente implica- materia inerte, caduca e insensata, priva
to nel processo antropogenico da poter- di valore in s ma retta da leggi esterne,
si affermare che naturale per luomo quelle s, eterne ed immutabili.
essere un animale tecnologico. Un con- E se questa la strada della liberazio-
cetto, questo, comune a Merleau Ponty, ne della natura, lo anche delluomo. Il
cui Castan spesso accosta la filosofia di legame tra potere e vita indistricabile
62
letture
e scoperto. Bookchin richiama Foucault ra lesistenza di un lgos intrinseco []
quando indaga sul potere della ragione levoluzione dovrebbe essere considerata
sul corpo, che alimenta e mantiene la come un fenomeno partecipativo, non
vita, e ha lautorit di decidere quando e come darwinistica selezione naturale
come farla morire. Lumanit di un sog- di una singola specie sulla base della sua
getto teso tra una dimensione sensibile e idoneit alla sopravvivenza [] la na-
una pretesa ragione autonoma non resta tura non semplicemente un regno del-
che unastrazione, un progetto sempre da la necessit, come direbbe Marx, ma un
realizzare e mai presente. In questi termi- regno di libert nascente e potenzialit
ni la libert impossibile e letica non ha che potrebbe trovare la sua espressione
dimensione che le sia propria. in una societ ecologica creata da esseri
Quella che Bookchin propone perci umani pienamente realizzati (Murray
un ontologia etica, che abbandona Pla- Bookchin, Lecologia della libert. Emer-
tone, il meccanicismo che ha presentato genza e dissoluzione della gerarchia, Elu-
gli oggetti come privi di scopo (e di va- thera, Milano 1986). Lontologia espressa
lore) intrinseco e assieme al teleologismo dalla metafisica tradizionale ed esiliata
ha esiliato dal mondo anche il senso; per dalla morte di Dio nietzschiana, si agita
tornare allimmanenza dellidea di natura in una nuova forma, ancora indefinita e
espressa da Aristotele nella Fisica. indefinibile, sotto il ribollire della politi-
Tale richiamo non solo della filoso- ca e delle scienze contemporanee, e parla
fia, ma proprio anche della scienza con- di unorizzontalit di rapporti mai speri-
temporanea, da cui arriva il segnale per mentata prima.
un cambio di rotta decisivo rispetto alla In un rimando continuo, che appassio-
scienza moderna: le frontiere della biolo- na, tra la filosofia dei pensatori che han-
gia e della fisica quantistica stanno sve- no preceduto e influenzato Bookchin e
lando a poco a poco un principio gene- lesplorazione delle frontiere pi avanzate
ratore immanente alla natura, una sua dellindagine scientifica, Castan indica
evidenza inaggirabile, in cui Bookchin come le conclusioni del pensatore aprano
intuisce la sostanza di una nuova onto- interrogativi capaci di dare spaesamen-
logia: a mio avviso, la ragione esiste in to, da qualunque prospettiva li si guardi,
natura come facolt dauto-organizzarsi filosofica, scientifica o religiosa che sia.
della sostanza; la latente soggettivit dei Difficilmente potranno prescinderne i
livelli organici e inorganici della realt movimenti e le consapevolezze politiche
che rivela una tendenza immanente verso che di qui innanzi sorgeranno, mosse da
la consapevolezza. Nellumanit, questa uno spirito di fratellanza per laltro ani-
soggettivit si rivela come auto-coscienza. male che non ha precedenti nella storia
Io non pretendo che il mio approccio sia e condizionate dallo schiudersi di una
unico nel suo genere; la stessa comunit ancor pi nuova, e ancora timida, aper-
scientifica ha prodotto una vasta lettera- tura a un dialogo, dai toni avveniristici,
tura in merito, che sostiene nella natu- con quella natura misteriosa che appare
63
animal studies 1/2012
sempre meno come il fondo e lo sfondo, na, appunto) presume di essere superiore
muto, dellagire razionale umano, e in- alle altre e, di conseguenza, si conferisce
vece come soggettivit vibrante cui bru- lattribuzione di diritti.
talmente stato fino ad oggi imposto il Da Peter Singer e Tom Regan in avanti
silenzio. (Leonora Pigliucci) il discorso antispecista ha finito per as-
sumere maggiore spessore e consistenza
arricchendosi di apporti e riflessioni pro-
Al di l della natura. Gli animali, il venienti da svariati ambiti disciplinari
capitale e la libert come, ad esempio, la neurobiologia, la
Marco Maurizi filosofia, il diritto, la sociopsicologia.
Novalogos, 2011 Un contributo decisamente interessan-
te giunge, a questo proposito, da Marco
Siamo tanto storditi da retaggi poli- Maurizi che in Al di l della natura. Gli
tico-culturali accumulati e sedimentati animali, il capitale e la libert si prefigge
nel corso della storia da accettare come di ricondurre lantispecismo ad unottica
scontata la violenza e la sopraffazione da marxista, pur senza ignorare le aporie e
parte della specie umana nei confronti le incomprensioni di matrice dichiarata-
delle altre specie che popolano il pianeta. mente antropocentrica che caratterizzano
Per secoli questa condizione stata codi- la visione di Marx e di Engels.
ficata e assecondata da sistemi filosofici e Secondo Maurizi, se si considera at-
religiosi che hanno giustificato una pre- tentamente il percorso della storia, ci si
sunta quanto insussistente supremazia rende conto che in realt luomo non ha
delluomo rispetto agli altri esseri sen- sempre avuto la pretesa di assolutizzarsi
zienti. Luomo si arrogato la prerogativa e di ergersi come dominante sulle altre
di disporre a proprio uso e consumo degli specie. Latteggiamento prevaricatore si
altri viventi, umiliandone lesistenza, an- manifestato in tutta la sua negativit
nullandone lessenza, colpevolizzandone non appena si cominciato ad intendere
la differenza, rendendoli vittime di uno la natura in termini di sfruttamento, di
sterminio di cui solo da un quarantennio estraneit, e la societ si via via strut-
si sta assumendo consapevolezza. turata in classi reificando e schiavizzan-
A partire dagli anni settanta del Nove- do luomo stesso, rendendolo da un lato
cento stato messo a nudo il legame tra strumento di produzione e dallaltro ar-
antropocentrismo, nelle sue varie artico- tefice, per scopi produttivi, di barbarie.
lazioni e diramazioni, e olocausto ani- In altri termini, impossibile non ac-
male, consentendo il delinearsi di quella corgersi che liberazione animale e libera-
corrente di pensiero, i cui prodromi pos- zione umana sono due aspetti della stessa
sono senzaltro ravvisarsi in Nietzsche, medaglia. Il punto di svolta sta, allora,
che ha preso il nome di antispecismo per in un radicale sovvertimento, in una de-
contrapporsi allo specismo, pregiudiziale strutturazione dellingranaggio mirabil-
ideologica secondo cui una specie (luma- mente descritto da Horkheimer nella me-
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letture
tafora di un grattacielo abitato nei piani sistema equivale a porre fine allestrania-
pi alti dai grandi magnati dei trust dei zione delluomo da se stesso, dagli altri
diversi gruppi di potere capitalistici, in esseri e dalla natura e, nello stesso tempo,
quelli pi bassi da poveri, vecchi, malati e a ripensare laltro animale in una modali-
negli strati meno visibili, inferiori a quelli t nuova, come membro effettivo di una
dei diseredati della Terra, dagli animali il societ allargata. (Francesco Pullia)
cui urlo, il cui sangue, la cui sofferenza
risultano indescrivibili, inimmaginabi-
li. Questo edificio, che ha come cantina Addio alla Natura
un mattatoio e per tetto una cattedrale, Gianfranco Marrone
esprime molto bene la stratificazione Einaudi, 2011
classista da smantellare nella prospettiva
di un concreto cambiamento. Occorre, Molte sono le cose tremende/ ma nessuna
dunque, rendersi conto che lantispeci- pi tremenda delluomo. Cos attacca,
smo non altro che lesito pi avanza- come noto, il primo stasimo dellAntigone
to e sicuramente pi maturo della lotta di Sofocle. A questa affermazione folgo-
di classe. Non si tratta, a questo punto, rante fa seguito un elenco di ci che ren-
tanto (e soltanto) di nutrire buoni senti- de luomo deinteros, la cosa pi tremen-
menti o rispetto per gli altri esseri viventi da fra le cose tremende, ma anche la pi
quanto, come i filosofi francofortesi han- meravigliosa e portentosa, secondo lam-
no insegnato, di decostruire la struttura bivalenza del termine dinon. Il linguag-
del dominio di cui sono parte organica gio e il pensiero, le mura delle citt e le
gli allevamenti intensivi (con le grandi leggi, la capacit di fare il bene come il
catene alimentari), i laboratori dove si male. Ma prima di tutto questo, il coro
praticano la sedicente sperimentazione e premette ben diciannove versi che descri-
la vivisezione (per il profitto delle mul- vono la domesticazione forzata della na-
tinazionali farmaceutiche), le pelliccerie. tura, in particolare degli animali non
Nel sistema attuale, come ha denuncia- umani. Sembra se ne sia del tutto dimen-
to Adorno, gli animali non umani han- ticato Gianfranco Marrone, docente di
no lo stesso ruolo ricoperto dagli ebrei semiotica (nonch responsabile di un
sotto il nazismo. Una societ non pu, Master su gusto e alimentazione), nel suo
quindi, dirsi veramente libera se in essa Addio alla Natura laddove parla del ko-
non si pone termine alle sofferenze in- smos greco come di un universo per s
flitte agli altri animali. La specie umana ordinato, armonico, in cui luomo sareb-
e le altre non sono separate tra loro ma, be fermamente collocato, tanto che della
al contrario, risultano accomunate dal- Natura, in cui il bello buono e vicever-
la sottomissione al giogo di un sistema sa (p. 25), la figura umana ben propor-
produttivo specializzato nellincessante zionata, farebbe da paradigma. Una dop-
creazione e manipolazione di bisogni e pia semplificazione, che dimentica lemi-
consumi. Lottare per cambiare questo nenza della tragedia in cui luomo rompe
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animal studies 1/2012
di continuo lordine di dike opponendovi errori effetto di semplificazioni e com-
lumanissima hybris, che solo unaltra vio- plotti di palazzo, ma semmai, usando le
lenza, nemesi, riscatta; la scomposta e parole di quel Heidegger che Marrone ar-
drammatica scultura di Skopas, del Fidia ruola fra i soloni della Verit maiuscola
del Partenone e del variamente attribuito (semplificazione polemica inaccettabile),
satiro danzante di Mazara del Vallo, inu- lErranza stessa dellessere, che accadendo
mano sullorlo della disintegrazione delle come evento si determina epocalmente,
proprie forme; nonch il chaos di Empe- rendendo appunto impossibili Verit in-
docle a cui ogni kosmos destinato a soc- variabili, invarianti naturali e sostanziali-
combere, e il polemos di quellEraclito stiche. Nellincomprensione polemica di
(Lopposto concorde, e dai discordi bellissi- tale discorso, come di quello di Derrida
ma armonia) del quale Marrone cita os- (collocato anchegli fra gli spacciatori di
sessivamente il motto la natura ama na- Verit rivelate), resta inaccessibile a Mar-
scondersi, per imbastire un discorso crip- rone ci che il primo delinea come in-
to-positivista contro una tradizione filo- giunzione di fondamento e il secondo
sofica fatta, a suo dire, di errori e inganni. come logocentrismo, fenomeni fondamen-
curioso come un libro che non fa che tali che vanno a costituire la storia
lanciare accuse di semplificazione (in ge- dellOccidente come metafisica onto-teo-
nere interessata) proceda esso stesso per logica. In tale modo resta incomprensibile
banalizzazioni, parodie di argomenti de- come il Coro dellAntigone premetta
cisamente complessi e imprecisioni. Nella (come condizione di possibilit) alla civi-
pretesa di avocare alle scienze umane il lizzazione umana ci che lumano defini-
compito di discriminare fra Fatti e Valori, sce, autoescludendosi dalla cerchia degli
ricomplicarli ed enunciare la verit del enti, come natura, scatenandovi contro
loro statuto ontologico, Marrone bersa- una lotta appropriativa per il dominio.
glia di imputazioni e condanne filosofi, Denegando il rapporto di reciproca vio-
scienziati ed ecologisti, tutti quanti rei di lenza che lumano istituisce con lente
non comprendere come la natura sia una non umano, ogni possibilit di compren-
costruzione e di manipolare tale finzione dere ci che viene nominato, con termini
sociale a proprio piacimento e interesse. e concetti insufficienti, distruzione del
Lasse del discorso, che raccoglie a piene pianeta, crisi ecologica ecc. resta del tutto
mani dal Latour di Politiche della natura e sbarrata. Ma a restare invisibile soprat-
da Descola, ruota attorno alla rivendica- tutto liperantropocentrismo occidentale
zione di un multinaturalismo sincronico che, a cominciare dal neolitico (e radican-
e della partecipazione plurale di tutti gli dosi nelle tappe fondamentali della polis,
attori sociali alla definizione di ci che del cristianesimo, del rinascimento e della
Natura e Fatto, ma dimentica completa- rivoluzione scientifica) apre una cesura
mente la pluralit diacronica della storia, monolitica e irricomponibile fra lumana
in cui le determinazioni della natura che e le altre specie animali, rendendo queste
si susseguono temporalmente non sono mere risorse a disposizione totale
66
letture
dellumano; inaugurando, contempora- la loro sulla dieta quotidiana che avrebbe-
neamente, leconomia e lordine simboli- ro voluto o dovuto tenere (p. 119). Dove
co capitalista non a caso capitalismo de- la bocca di qualcuno potr al limite essere
riva da caput, capo di bestiame: e questo quella di chi se li mangia o, parlando per
nonostante Marrone voglia ignorare loro, senza ascoltarli, ne decide e prede-
come letimologia non sia una bacchetta termina bisogni, desideri, appelli e rispo-
magica che evocherebbe presunti signifi- ste, alla fine di uno scivolamento dal tut-
cati originari e autentici, ma una rete di to costruzione sociale al tutto costruzio-
molte tessiture che permette ricostruzioni ne umana, compresi i versi di dolore degli
storico-genealogiche. Non un caso nep- animali (letteralmente) imprigionati ne-
pure che ogni qual volta lautore si lancia gli allevamenti intensivi, privati di figli e
in polemiche contro i Fatti di Natura e la madri e sgozzati nei mattatoi. Se nel cir-
supposta casta sacerdotale che li custodi- colo vizioso del tutto costruzione umana
rebbe gli Scienziati in una semplifica- (quindi anche la voce, i sentimenti e le
zione del lavoro scientifico che finisce per sensazioni dei non umani) si aggirano
screditare gli stessi buoni argomenti criti- troppo spesso a vuoto le scienze umane
ci che egli introduce, non faccia mai cen- (troppo umane, anche quando critiche, o
no alla sperimentazione animale e alle sue simmetriche), non sorprende come Mar-
controversie (la polemica si riduce invece rone non chiami mai in causa le scoperte
essa stessa a farsa inconsapevole, con la delletologia e della primatologia; eppure
proposta agli Scienziati hard di andare ci si chiede perch non citare almeno De-
a bussare alla porta del dipartimento di scola laddove questi propone la riscoperta
scienze sociali, dove si sa bene quanto delle civilt non occidentali come la spe-
loggetto del proprio studio non sia mai ranza, perch altri lhanno fatto prima di
empirico, dato, oggettivo, ma sempre co- noi in altre civilizzazioni [] di inventare
struito sulle basi di ipotesi [...] tutte da dei modi originali di abitare la terra per
verificare, p. 48). Neppure accidentale costruire unalternativa valida di vivere
che nel discutere del prione che causa insieme certo fra umani, ma anche fra
Creutzfeldt-Jakob e Bse come di un caso umani e non umani. Marrone propone
in cui attorno allesistenza o meno invece uninternaturalit che corrispon-
dellagente patogeno s acceso un lun- derebbe allinterculturalit che gi speri-
go, faticoso, fatidico dibattito che ha vi- menteremmo in quellAltro che non sa-
sto coinvolti personaggi molto diversi rebbe pi solo lomino [] intirizzito
come Premi Nobel, capi di governo, fab- alla pompa di benzina, il plurilaureato
bricatori di farine animali, veterinari, so- che viene a fare le pulizie [], la badante
fisticati gourmet, associazioni di consu- che consola gli zii anziani, lanonimo rac-
matori, nazionalisti, ecologisti, albergato- coglitore di pomodori [] arcisfruttato
ri, Marrone aggiunga (fra gli attori in [], il vu cumpr.. Si tratterebbe sem-
gioco) per bocca di qualcuno, anche mai dei compagni di scuola dei nostri fi-
mucche, pecore e vitelli, desiderosi di dire gli, del tecnico che viene a ripararci il
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animal studies 1/2012
computer, del collega [] in consiglio di La persona nelle filosofie dellambiente
facolt, dellimprenditore a cui affidiamo Alessandro Poli (a cura di)
la ristrutturazione di casa (p. 135). Tutta Limina Mentis, 2012
gente portatrice di nuove ontologie, di-
verse concezioni della natura ecc. La reto- Umano, soggetto, persona: sono termini,
rica dellAltro, come la designerebbe questi, il cui significato stato per lungo
Alessandro Dal Lago, fa qui da supporto tempo avviluppato in quella venerabile
a un ottimismo neoliberale tanto euforico tradizione filosofica che, a partire dal cogi-
quanto cieco e fantasioso, che ignorando to cartesiano, affida il s a una sostanza
le condizioni materiali reali della maggior disincarnata ed eterna, distinta dal corpo.
parte degli altri in carne ed ossa, fa il paio nellorizzonte teorico del femminismo
(strutturale) con lindifferenza per la con- che per la prima volta si levano voci con-
dizione animale. Il Capitalismo non sta tro una tale concezione dellidentit, iso-
affatto tramontando, come finge Marro- lata e autoreferenziale, declinata al ma-
ne. Lo confermano le sue 21 pagine dedi- schile in quanto prodotta da una un sog-
cate alla semiotica del packaging biologi- getto il cui corpo non ha in sorte di dona-
co, in cui si glorifica il marketing tradi- re la nascita e, sintomaticamente, disco-
zionale per smascherare lipocrisia delle nosce la dimensione relazionale del s, la
merci bio destinate ad ambientalisti e al- sua genesi ek-statika e materiale. Le filo-
termondisti, e che, transitivamente, sve- sofie dellambiente, la cui storia tanto
lerebbe lipocrisia di questi ultimi: pagine breve quanto feconda, paiono osare di
in cui il semplice concetto di feticismo pi. La costitutiva dipendenza del s dalle
delle merci non compare mai. Nel pastic- sue relazioni con gli altri , ancor prima,
cio fra letica degli Achuar e Il cacciatore dipendenza dalla sua origine ambientale.
di Cimino (pp. 128-129), sta, a mo di Lastrazione sottesa al concetto di persona
corollario, il business core della proposta si apre a flessioni impreviste. La stessa no-
di Marrone: Fra il nemico da abbattere, zione di umano si trova a dover fare i con-
la preda da catturare e la fidanzata da ti con la sua incompiutezza, e la cono-
conquistare c una differenza di grado, scenza scopre che il suo linguaggio, lap-
non di ruolo sociale e, dunque, di natura. parato categoriale attraverso cui nomina
Con buona pace dei pacifisti, delle fem- il mondo, a sua volta un frammento di
ministe, degli ecologisti (p.129). Davve- mondo, divenuto e impuro. La persona
ro non ci resta che lantispecismo, mai nelle filosofie dellambiente, volume curato
nominato dallautore, che ne occulta le per Limina Mentis (2012) da Alessandro
istanze nellecologismo (niente di pi Poli, raccoglie i contributi di diciannove
estraneo), confondendoli. Anche perch, autori che, ricostruendo il dibattito su
se il testo della natura scritto in carat- etica, ambiente, antropocentrismo, bio
teri semiotici (p. 138), in questo la trac- ed ecocentrismo (passando per lantispe-
cia precede il segno, e il non umano cismo), ci introducono ai nuovi e com-
lumano. (Antonio Volpe) plessi problemi che la destrutturazione
68
letture
novecentesca della soggettivit ci pone. che non frustri le attitudini umane alla
Ne risulta un coro polifonico e tuttaltro scoperta e allinnovazione, nonch allo
che unanime che fornisce al lettore un sviluppo delle attivit. Come suggerisce
saggio della variet delle posizioni scienti- Roberto Franzini Tibaldeo, si tratta in
fiche e filosofiche che si interrogano sul fondo di riappropriarsi di un paesaggio, e
rapporto tra lessere umano e il suo habi- ritessere un dialogo tra essere umano e
tat, anche alla luce di una crisi ecologica Natura che deve avvenire, innanzitutto, a
che per la prima volta nella storia mina le livello comunitario o pubblico. con il
nostre stesse possibilit di sopravvivenza saggio di Guido Dalla Casa sullEcologia
sul pianeta. Uno sguardo rinnovato e cri- profonda che cessiamo finalmente di ra-
tico sul concetto di persona non implica, gionare nei termini di alter ed ego: tutto
per, che se ne celebrino prematuramen- sistema. Se, come ha mostrato Gregory
te le esequie: pur mettendo in luce tutto il Bateson, il concetto di mente il sempli-
potenziale distruttivo di una concezione ce frutto di una certa complessit la quale
del soggetto che lo elegge idealmente a non richiede il supporto di un sistema
padrone della Natura, le riflessioni di Au- nervoso centrale, persino un ecosistema
relio Rizzacasa sembrano suggerire che il pu meritare lo statuto di persona. Per
grado di complessit raggiunto dallintel- dirla con Martin Buber, cui dedicato
ligenza umana ne legittimi, in una certa lintervento di Giuseppe Ferrari, oltre
misura, uneccedenza gerarchica sul resto lesiguo spettro della ragione strumentale
del vivente. Tale circostanza deve per ar- il mondo intero si irradia di Tu con cui
ticolarsi nei termini di una responsabilit entrare in relazione e contatto. Rifiutarsi
e di una presa in cura, lorizzonte teorico di vederlo la colpa e il castigo dellocci-
e morale che leco-etica, sposando il para- dentale moderno, barricato in un s mu-
digma olistico e riprendendo alcune sug- tilo e aggressivo e in lotta forsennata con
gestioni bibliche delluomo come custode altri s nei quali non riesce pi a ricono-
e giardiniere, comincia a disegnare per scersi. Limprescindibilit del mondo alla
lessere umano (diverso e opposto il giu- presenza umana e la coappartenenza di
dizio sulle Scritture di Alessandra Colla, la persona e mondo, punti focali dellonto-
quale, con penna spregiudicata, del Dio logia heideggeriana e morettiana (si veda
Pastore coglie pi che altro laspetto di- il saggio di Marco Casucci sullambienta-
spotico e padronale). Anche Piergiacomo lit della coscienza), dovrebbero dunque
Pagano, pur apprezzando la filosofia bio- configurarsi come le fondamenta su cui
centrica di Paul W. Taylor, appare persua- erigere un pensiero autenticamente oiko-
so le altre specie rimangano relegate ad logico. Ogni chiusura del soggetto in se
un livello minore di complessit e pro- stesso l immunitas come tratto fonda-
priet emergenti, e questo debba orienta- mentale dellantropologia di cui parla
re la nostra prassi del mondo: il supera- Giacomo Pezzano d luogo a disfunzio-
mento dellantropocentrismo pu e deve ni. Interessino esse il singolo (e Marcella
approdare ad una forma di ecocentrismo Danon ben mostra la correlazione che or-
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mai sempre pi psicologi hanno rilevato filosofica antispecista che tali doveri si tra-
tra laumento del malessere nella societ sformano in veri e propri imperativi diret-
urbanizzata contemporanea e la perdita ti e la res animale si riconverte, da pura
di un rapporto col paesaggio esteriore), o materia impiegabile per i nostri scopi, nel
interessino un intero assetto sociale ed teatro di esistenze singolari e irripetibili,
economico: la fotografia impietosa della meritevoli di giustizia. Attraverso lopera
parabola auto-distruttiva delloccidente di Capitini, Coetzee e Thoreau antispe-
capitalistico, carnefice e vittima di un cista ante litteram Francesco Pullia, Ade-
meccanismo cieco, leconomicismo, che le Tiengo e Leonardo Caffo ci restituisco-
ha rimosso ogni sostrato biofisico e per no i due volti di questo movimento di
sua stessa essenza non pu confrontarsi pensiero, partorito dal ventre della filoso-
con alcun limite ecologico, si materializza fia analitica e nutrito, negli anni, tanto
prepotente nelle parole di Eduardo Zarel- dagli argomenti eleganti delletica forma-
li, e non lascia ben sperare per il futuro. le quanto da esperienze radicate nella sfe-
Come ricorda Laura Castellucci a propo- ra del sentire e del toccare, mai intera-
sito dei processi di industrializzazione e mente traducibili nel linguaggio del con-
urbanizzazione, Jarred Diamond dimo- cetto. Non pero soltanto nelle stanze
str che fu proprio il cattivo uso delle ri- dellintellighenzia che si sviluppano idee e
sorse naturali (le foreste) a condurre pratiche tese a innescare un cambiamen-
allestinzione dellantica civilt di Pasqua: to: Marco Fratoni, ripercorrendo la storia
la storia potrebbe forse ripetersi, con lag- dei gruppi dacquisto solidali (GAS), in
gravante della consapevolezza. Di fronte a queste azioni di resistenza dal basso,
uno scenario tanto funereo, si impone la quantitativamente deboli ma niente affat-
domanda se le etiche occidentali, e i valo- to insignificanti, individua la possibilit
ri cui esse sono state improntate, rechino effettiva di un rivolgimento dei codici
in s il marchio dinfamia di unideologia culturali dominanti. Chiude questo den-
giustificazionista che abbia legittimato ad so volume collettaneo il contributo del
ogni livello lo sciovinismo umano e il curatore, Andrea Poli, dedicato alleco-lo-
suo strapotere sullesistente. Se Hans Jo- gica di Andr Gorz. Un epilogo che lascia
nas, e con lui Giuseppe Moscati, insisto- in eredit al lettore un ultimo, disarmante
no sulla necessit di una rifondazione quesito: se, come traspare dalle riflessioni
delletica su basi neometafisiche, Michele gorziane, la soggettivit umana, lungi dal
Paolini Paoletti e Matteo Andreozzi sem- configurarsi come signora e sovrana, in-
brano fornire a questo interrogativo ri- teramente rappresa negli ingranaggi della
sposte pi caute: persino nella morale megamacchina sociale, il vero soggetto che
kantiana, cos spesso bollata come supre- rotola sulle teste degli individui e li ripro-
mo baluardo antropocentrista, possibile duce a propria immagine e somiglianza,
rintracciare, seppure sotto forma di doveri ci che per tanta speculazione si trattava
indiretti, una salutare sollecitudine verso di liquidare diventa ora un phantasma
gli oggetti naturali. con la rivoluzione mai raggiunto, meta. (Serena Contardi)
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letture
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dalla volitiva dottoressa Rafferty riesce a namenti, non tardano a convincersi che
ingrossare le fila dei suoi sostenitori e cos questa rimane lunica strategia per evi-
una seconda e assai pi preparata spedi- tare che latollo si trasformi in una delle
zione forte della collaborazione di molti tante mte da Club Med e venga invaso
animalisti e ambientalisti, nonch del gio- da turisti, curiosi, televisioni di tutto il
vane Neil, un ragazzo in realt inizialmen- mondo. Ora, poich i personaggi ballar-
te pi incuriosito e attratto dal nucleare diani non esistono se non nellambiente
che non dal progetto ambientalista de- che li crea e plasma e a ogni mutamento
cisa a fermare gli esperimenti nucleari, sostanziale di esso corrisponde un eguale
tenta di trasformare quella che era lisola mutamento psicologico, sullisola della
della morte, in una riserva della e per la vita ritrovata nel frattempo i Francesi se
vita, una sorta di eden terreno su cui ripa- ne sono andati, gli albatri sono ritornati,
rare tutte le specie a rischio di estinzione; tutti cooperano per proteggere gli esem-
un esperimento in progress per dare non plari delle specie in via destinzione la
solo rifugio immediato, ma per essere al dottoressa inizia a meditare un progetto
contempo desempio al resto del pianeta, di ripopolamento dellisola allinsegna
un progetto da imitare per salvare non del femminile, un nuovo ordine in cui gli
pi soltanto gli albatri, ma il ventune- uomini potranno finalmente riposarsi in
simo secolo e il futuro che verr. Presto quanto troppo stanchi dei loro giochi di
per linteresse del mondo, e soprattutto potere e di guerra: ... gli uomini hanno
dei media, per la riserva costituenda met- una debolezza che si portano dietro dal
te a rischio il progetto stesso, quasi in una passato. I loro geni sono stati avvelenati
sorta di riproduzione di quegli stessi mec- da tutta laggressivit e la competizione,
canismi borghesi, politici, economici dai sono come soldati che hanno visto trop-
quali si cercava disperatamente di affran- pe battaglie. Dobbiamo lasciarli riposare.
carsi. Sar ancora la dottoressa a prendere [...] Gli uomini si sono esauriti costruen-
in mano la situazione: decide di tagliare do il mondo. Come bimbi stanchi lotta-
i ponti con il resto del mondo, bloccan- no sempre gli uni contro gli altri, e non
do cos gli accessi ai vari yacht, elicotteri vedono quanto male si fanno. Adesso
e piccoli aerei che avevano cominciato a arrivato il momento delle donne. [...] Ab-
scaricare sullisola non solo beni alimen- biamo dato troppo, troppo di tutto, ma
tari, ma ogni sorta di merce e orpelli, specialmente troppo amore. Adesso la
compresi televisori e costumi allultima fine dellamore (pp. 227-228).
moda, in una sorta di virus consumistico Cos la vita ormai tornata sullisola ri-
incapace di arrestarsi e pronto a sparge- produce s stessa in una sorta di superfe-
re il proprio venefico influsso anche in tazione (la dottoressa convince il giovane
quellangolo di paradiso finora inconta- Neil a fecondare tutte le donne presenti,
minato. I membri della spedizione, ini- nelleffettuazione di un disegno che ha
zialmente spaventati allidea di restare assai poco della seduzione giocosa e istin-
isolati e di non ricevere pi approvvigio- tuale che lui si immagina, ma molto in-
72
letture
vece dellasetticit di un laboratorio per la Tutto ci vero, ma solo e unicamente
riproduzione assistita), mentre tutti i ma- allinterno delle dinamiche ballardiane di
schi della riserva iniziano ad ammalarsi e cui sopra, le quali, ricordiamo, sono sem-
a morire, come se listinto di vita avesse pre tentativi allinsegna di quella be-
ormai preso il sopravvento e non potes- nevolent psycopathology di risanare una
se pi tollerare la debolezza degli uomini psiche che, mutando ed evolvendosi di
sedotti dallistinto di morte, stanchi e in- pari passo con lambiente che la plasma,
capaci di reagire perch troppo inclini a rivela e mette sintomaticamente a nudo i
rifugiarsi nei loro mondi privati, affetti da propri traumi. Quel che non deve sem-
uno stato depressivo che li porta ad assi- mai passare inosservato al lettore quindi
stere impotenti al lento spegnersi del loro non tanto la maniera psicopatologica di
fuoco vitale, domato da una Natura che reagire sopravvivere che hanno i per-
non risparmia i deboli. Cos, su quelliso- sonaggi ballardiani, e di questo specifico
la in cui un tempo si stava per mettere in romanzo in particolare, quanto piuttosto
atto un esperimento di morte, ora in il monito a prendere finalmente atto dei
atto un bizzarro esperimento di vita, ma meccanismi insani di una societ che si
i confini tra i due sono pi vicini di quel sta autodistruggendo a forza di sfruttare
che si crede, e non soltanto perch dare in maniera indiscriminata le risorse del-
la vita anche sempre, esistenzialmente, la Natura, in una smania di possesso,
destinare alla morte (evidente influsso conquista e dominio che innanzitutto
beckettiano), ma soprattutto nelluniver- prassi culturale, storica, politica (potrem-
so ballardiano finisce per rappresentare mo dire antropologica in senso esteso) e
una risposta abnorme, chiaramente pato- quindi solo mettendone in discussione
logica, a quellangoscia di morte che per- i presupposti che si pu pensare a una ri-
mea la psiche della dottoressa Rafferty sin fondazione del mondo, non certo attuan-
dallinizio. Credendosi forte ella reagisce, do gli stessi meccanismi psicopatologici
ma reagisce in maniera psicopatologica, (gli stessi dei personaggi ballardiani) che
usufruendo di quella porta segreta che d ne hanno anche decretato il fallimento.
il titolo allultimo capitolo. (Rita Ciatti)
Il lettore obietter che il mondo degli
ambientalisti e degli animalisti con tut-
te le istanze di liberazione, cambiamento
e lotta contro lattuale societ che ha nor-
malizzato la violenza e ridotto il vivente
a unit di misura del Consumo non
ne esce molto bene, specialmente nella
terza e ultima parte del romanzo, poich
alla fine si rivela e mostra i segni di una
patologia ben pi grave di quella della
societ distorta che vorrebbe cambiare.
73
Forum
La natura nellepoca della sua riproducibilit tecnica Un dibattito
Vorrei infine occuparmi di due ulteriori aspetti della questione di cui stiamo
dibattendo: mi soffermer pi a lungo sulla natura animalista del transuma-
nismo e toccher, pi brevemente, il problema degli interventi in natura col-
legati alla strategia suggerita da Pearce di ingegnerizzare gli istinti degli animali
predatori.
Sulla natura animalista del movimento transumanista: posto che io non
sono n ufficialmente aderente al movimento, n iscritta alle diverse mailing
list, quindi non posso farmi un quadro fattuale circa la presenza di vegani o
vegetariani in questo movimento, vorrei per sottolineare che le mie critiche
sono state mosse agli scritti pubblicati e alle posizioni pubblicamente assunte
dai promotori nonch fondatori di questo movimento. Pearce a parte, autori
come Nick Bostrom, Julian Savulescu o anche John Harris (che non si defi-
nisce transumanista ma che difende posizioni molto simili) non sono di certo
noti per le loro battaglie animaliste. E non un caso. La loro critica alla logica
antropocentrica, ossia a quelle posizioni che fanno dei soli membri della spe-
cie Homo Sapiens Sapiens soggetti ai quali viene riconosciuta rilevanza morale,
rimane ahim del tutto strumentale al loro progetto di difesa del progetto tran-
sumanista, che quello di trascendere i confini della specie umana attraverso
mezzi tecnologici.
Anche negli scritti (ben pochi) che sono esplicitamente dedicati al tema de-
gli animali la loro critica della logica antropocentrica rimane strumentale per
vari motivi: primo, perch figure ispiratrici di questo movimento appoggiano
1
Questa prima parte dellintervento di Arianna Ferrari stata pubblicata su http://
www.tier-im-fokus.ch/nutztierhaltung/kommentar_ferrari/ (T.d.A.)
78
forum la natura nellepoca della sua riproducibilit tecnica
gli animali, quanto piuttosto a dimostrare che gli esseri umani, ossia gli Homo
sapiens sapiens, sono gi degli ibridi, in quanto hanno da sempre scambiato,
intenzionalmente o meno, materiale genetico con gli animali (cfr. Huyn et al.
2007). The ethical question is whether the sanctity of so-called species barriers
or other objections to inter-species constructs affords good or even plausible
reasons to abandon such research and forgo or postpone whatever benefits it
might yield. The deeper theoretical and perhaps political question is whether
interspecies creatures or enhanced human creatures created not by mixing mat-
ter from different species but by engineering further evolution or admixing or
interfacing nonorganic technical elements with human biology might not only
create better sorts of creatures but also whether such combinations have any
necessary or for that matter contingent connection with the rights and respon-
sibilities such creatures might have (Harris 2011, p. 11).
Ovviamente, nemmeno in questo articolo presente un solo accenno al
fatto che le odierne biotecnologie si basano sulla sperimentazione animale e
sul sacrificio di miliardi di esseri senzienti, anzi con tono di assoluta normalit
si fa accenno agli animali transgenici e alle cellule staminali prelevate da que-
sti. La preoccupazione tutta rivolta al futuro e non quella di liberare esseri
senzienti gi esistenti dal loro sfruttamento (gli animali), bens quello di non
chiudere la porta alle nuove tecnologie che potrebbero mutare la nostra natura.
The most urgent and worrying ethical problems surrounding the use of new
technology, including synthetic biology, are not the dangers of pursuing such
research and the innovation that may result. Such dangers attend all research
and innovation of whatever nature and must always be resolved (if they are re-
solvable) by the best estimation of risk as against benefit. The dangers that have
been consistently underestimated are the dangers of not pursuing such research
because a host of feeble and often incoherent objections and objectors have
placed themselves in the path of progress toward a better future for humanity
and have been given unjustified respect (Harris 2011, p. 20).
vero, si potrebbe dire che autori come Harris o Savulescu non sono aboli-
zionisti perch, argomentano a favore di gerarchie morali fra esseri senzienti sul-
la base delle loro capacit socio-cognitive (attraverso la distinzione fra persone e
non-persone), e dunque non ritengono illegittime alcune pratiche di utilizzo di
quegli esseri che non sono persone (cfr. Harris 1999). Tuttavia Harris (2011)
proprio in questo articolo difende forme di vita future ottenute sfondando i
confini dellumano e fa riferimento a capacit che le rendono degne di essere
vissute, non allo status di persona. La domanda sorge spontanea: Questa difesa
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non varrebbe quindi anche per (praticamente) tutti animali non-umani? ov-
vio che qui la preoccupazione ben diversa da quella di un animalista.
A parte la questione della legittimit di un antispecismo gerarchico che, co-
minciata con Singer (cfr. 2011), gi stata ampiamente criticata da Francione
(2010)2, il punto che la critica alla nozione di specie e allunicit della specie
umana viene finalizzata qui alla difesa di interventi tecnologici sullumano che
possano cambiare le sue caratteristiche biologiche e non viene sviluppata guar-
dando allaltra parte degli esseri senzienti gi esistenti, ai loro interessi e bisogni.
Anche la difesa delle applicazioni tecnologiche che potrebbero essere fatte
sugli animali a loro apparente vantaggio (animal enhancement) non appare
convincente, proprio perch prescinde dalla logica specista che soggiace al loro
stesso sviluppo attraverso la sperimentazione (cfr. Chan 2009, Chan & Harris
2011). vero che qui si cerca di fondare il diritto allenhancement anche per
gli animali, in particolare quelli che sono persone (Chan & Harris 2011), ma
come ignorare lo sfruttamento ripeto gi esistente anche per queste specie,
elette dai transumanisti come specie che godono di una particolare dignit
(come per esempio i primati)? Si accenna nellarticolo al problema del loro
utilizzo negli esperimenti, ma si rimane a livello estremamente generale e non
2
Harris scrive The particular sorts of beings who have this species of important right
are defined, or rather identified, in terms not of species membership or evolutionary
stage, but in terms of a particularly interesting set of powers and capacities, certainly
possessed by most humans at certain stages of their lives (species typically possessed,
as it is sometimes said) but also possessed or at least possessable by other creatures.
These characteristics I have defined and elaborated elsewhere. [] They can be seen
as emblematic of the scientific endeavor, as characterized by relentless curiosity and
the desire to find answers to questions that puzzle us; I prefer to see them in terms of
a rather more abstract capacity to value existence. These capacities may well be unique
in the universe and are, for all we know, unique to this planet (Harris 2011, p. 18).
Qui ci si potrebbe chiedere se anche gli animali non-umani non siano in grado di
dare valore alla propria esistenza. Ovviamente la preoccupazione di Harris unaltra,
ossia quella di difendere possibili cambiamenti biologici della specie umana. Infatti
larticolo continua: If creatures who can value themselves and can value others and
can, in turn, claim respect are to continue, it may be vital both in the short and me-
dium term for those creatures to further evolve. This may prove an essential precondi-
tion to an ability to better solve the problems that face us and will face our, hopefully
improved, successors. And, in the long term, we may hope that those successors are
the sort of creatures capable of finding other habitats elsewhere in the universe if self-
conscious intelligent life of any sort is to continue (Harris 2011, p. 18).
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Mi sembra inoltre che non sia stato centrato lobiettivo di ridurre il transu-
manesimo ad espressione di una societ della prestazione neocapitalista. La
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trattati in modo consequenzialista, dunque anche i mezzi che in una certa mi-
sura generano essi stessi sofferenza non vengono esclusi categoricamente, sep-
pure certamente siamo obbligati a fare ci che in nostro potere per evitarli e
possiamo ricorrevi solo rispettando procedure rigorose. Le degenerazioni senili
uccidono (spesso dopo un lungo calvario) giorno dopo giorno 100000 perso-
ne, lasciando dietro di s tanto dolore e tragici vuoti, annientano una quantit
enorme di esperienza di vita pregevole e, non da ultimo, risorse economiche,
che a loro volta rappresentano un enorme dispendio in un calcolo etico costi-
opportunit. Il fatto che si tratti di un disastro permanente cui siamo abituati e
che finora abbiamo sempre considerato inevitabile non lo rende meno grave di
quanto effettivamente sia se lo osserviamo in modo realistico e sincero.
Sulla base della ricerca di de Grey sintravede perch la distinzione tra te-
rapia ed enhancement cui spesso si ricorre nella polemica contro i transu-
manisti non costituisca unopposizione, in quanto i due concetti possono in
fin dei conti sorreggersi lun laltro. Laspirazione principale di de Grey non la
vita eterna, bens semplicemente che noi si possa vivere una vita sana e rima-
nere sani. paradossale che questa impresa sia sostenuta da molti e al tempo
stesso venga rifiutata: sembra che la lotta contro le cause delle patologie dege-
nerative che insorgono in et senile come cancro, disturbi cardiovascolari, atro-
fia muscolare e ossea, immunodeficienza oppure il decadimento cerebrale, sia
soltanto assecondata in quanto non realmente efficace! Poich sar veramente
efficace solo quando queste malattie saranno eliminate, ossia solo quando non
aumenteranno con la progressiva durata della vita, vale a dire: quando smette-
remo dinvecchiare. Conseguentemente, il risultato del miglioramento graduale
della nostra terapia preventiva (per il superamento delle malattie e della soffe-
renza) non nientaltro che un enhancement transumanista. ll prolungamento
progressivo della vita in fin dei conti radicale, ed dunque un fenomeno che
sorge dalla ricerca medico-terapeutica tradizionale e dai tentativi messi in cam-
po da questultima e universalmente accettati di rimanere sani e impedire
cos le malattie e la sofferenza.
Nick Bostrom e Toby Ord (2006) hanno sviluppato un reversal test che ren-
de possibile unequa valutazione delle conseguenze dellenhancement: quando
ci domandiamo se laumento di un certo parametro auspicabile, dobbiamo
prima considerare come valuteremmo una diminuzione del parametro corri-
spondente. Il parametro per esempio potrebbe essere: durata della vita o del-
la salute, capacit cognitiva, capacit di empatia o il set-point di benessere
psicologico (cfr. la voce Hedonic treadmill su Wikipedia), che presenta una
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3
http://www.nickbostrom.com/
4
http://www.hedweb.com/index.html
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Bibliografia
Bostrom, N., Ord, T. (2006), The Reversal Test: Eliminating Status Quo. Bias in Applied Ethics,
Ethics 116, July 2006, pp. 656679.
Pearce D. (1995), The Hedonistic Imperative, http://www.hedweb.com/hedethic/hedon4.
htm#radical.
Pearce D. (2011), in Live Animal Rights Zone Guest Chat, http://arzone.ning.com/profiles/blogs/
transcript-of-david-pearces?.
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