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Petrarca La figura intellettuale

la vita del giovane petrarca non era occupata dai rapporti mondani, dall'amore e dagli studi severi,
ma esigeva anche il forte bisogno degli agi e della tranquillit.
A questo si contrapponeva per un'inquetudine e una voglia di conoscere che lo port a viaggiare e
a cambiare ambienti e climi.
Infatti ogni viaggio era per lui un occasione per conoscere e ampliare la sua cultura, infatti in ogni
viaggio visitava biblioteche dalle quali faceva emergere testi di autori latini dimenticati.
Questa sua inquietudine tuttavia si contrapponeva al bisogno di chiudersi in se stesso per
approfondire la conoscenza di se. Questa si verific a Valchiusa, vicino ad Avignone. Questa
cittadina era per il Petrarca l'angolo in cui dedicarsi ai classici, alla scrittura e alla meditazione.
Da questo otium nasce gran parte della sua attivit letteraria. Valchiusa inoltre rappresentava il
simbolo di un'attivit spirituale, libera dai legami della vita sociale e dai rapporti con il potere
politico.

Tuttavia in petrarca vi era anche un forte desiderio di gloria e di onori, che si concretizz nel 1341
con l'incoronazione poetica, a Roma, in Campidoglio, l'8aprile. Il ritiro in monastero da parte del
fratello Gherardo apr in lui una crisi religiosa che si port avanti tutta la vita, traducendosi in un
forte bisogno di purificazione, alimentato dai sottili esami di coscenza che misero a nudo le sue
debolezze umane.
L'esercizio letterario era anche uno strumento di impegno politico e civile per l'affermazione
personale. Egli user questo suo prestigio di intellettuale per denunciare i grandi problemi politici e
sociali del suo tempo. Spinge la chiesa a riunirsi, rivolge appelli all'imperatore Carlo IV di Boemia
a ristabilire in Italia il suo potere e deplora le lotte intestine fra le varie comunit italiane.
Rimane entusiasta per l'intento repubblicano di Cola di Rienzo e ne rimane fortemente segnato
quando egli rimarr ucciso. Abbandona Avignone, quando la curia risulta insanabile dalla
corruzione e si rifugia dai Visconti a Milano e poi ad Arqu per sfuggire alla peste nel 61, dove
rimarr fino alla morte avvenuta nel 1374.

Petrarca rappresenta una figura nuova di intellettuale rispetto all'intellettuale del duecento e rispetto
a Dante.
Dante infatti era una figura che sperava di tornare a Firenze, nonostante l'esilio forzato. Petrarca era
una figura senza radici che viaggiava e che quindi era in lui una dimensione non pi comunale, ma
nazionale.
Petrarca una figura cosmopolita e che non partecipa pi alla vita politica del suo comune in
maniera attiva, come far ancora Boccaccio, una figura che accetta di buon grado la nuova
istituzione che si era formata in Italia in quegli anni, e che partecipava con essa, ovvero la Signoria,
restandone comunque non condizionato, dato il suo bisogno di indipendenza intellettuale data dagli
ordini minori che gli consentivano di non essere soggetto ai favori del signore.

I privilegi che Petrarca pu godere si spiegano grazie al prestigio che la letteratura ottenne presso le
elites italiane. Essa viene considerata l'attivit massima dello spirito umano, l'attivit in cui si
compendia l'essenza stessa dell'umanit , L'humanitas, il letterato colui che fa rivivere il passato e
che assicura l'immortalit della fama presso i posteri. Questa concezione sar alla base della cultura
umanistica successiva e Petrarca ne il promotore.

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