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Le propriet meccaniche

Callister, cap. 6; Smith, cap. 6

Introduzione
Tensione e deformazione
Prova di trazione
Comportamento elastico
Il modulo elastico o modulo di Young
Il coefficiente di Poisson
Deformazione plastica
PROPRIETA MECCANICHE
Le propriet meccaniche riguardano il comportamento
di un materiale quando soggetto ad uno sforzo
esterno: descrivono il modo in cui un materiale si
comporta quando lo si tira o lo si comprime, lo si piega o
lo si torce, o quando gli si assesta un colpo netto. A
seconda del tipo di materiale, si hanno comportamenti di
vario genere:

Lacciaio speciale pu sopportare, prima di rompersi, uno sforzo


20 volte superiore a quello che pu sopportare lalluminio.
Una pallina di gomma o di acciaio rimbalza, magari modifica la
sua forma nel rimbalzo (gomma), ma la riprende nel rimbalzo. Una
pallina di piombo, invece, si schiaccia leggermente nel punto
dellimpatto e non rimbalza.
Una punta di rame scalfisce il legno, ma non lacciaio.
Una sbarra sottoposta ad un numero molto elevato di vibrazioni,
anche di piccola ampiezza ad un certo punto pu rompersi
Alcuni interrogativi sui materiali
1. Perch possiamo caricare il peso di un camion dei vigili del
fuoco su quattro tazzine di caff di ceramica
MA
una tazzina di ceramica si rompe assai facilmente quando
cade al suolo?
2. Quali fattori legati ai materiali resero possibile il disastro del
Titanic?

3. Perch alcuni materiali polimerici diventano fragili alle basse


temperature ?

4. Perch gli aeromobili hanno una vita di utilizzo finita?


PROPRIETA MECCANICHE - Obiettivi
Lo scopo principale di questo capitolo di introdurre
alcuni concetti base sulle propriet meccaniche
Impareremo termini fondamentali quali:
durezza, tensione, deformazione (elastica e
plastica), resilienza, resistenza alla frattura, fatica,
creep

Studieremo alcune procedure di misura utilizzate


dagli ingegneri per valutare tali propriet

Tali concetti saranno discussi utilizzando esempi


provenienti dalle applicazioni pratiche
Propriet meccaniche
La scelta di un materiale per la realizzazione di un
componente che in esercizio si trover sottoposto a
sollecitazioni di natura meccanica condizionata dalla
sua capacit di rispondere a tali sollecitazioni con
deformazioni, ovvero dalle propriet meccaniche che
possiede.
In seguito verranno descritte alcune prove
standardizzate ampiamente utilizzate per misurare tali
propriet; in genere esse possono essere divise in:
Indipendenti dal tempo (le sollecitazioni a cui
vengono sottoposti i componenti sono statiche)
Dipendenti dal tempo (le sollecitazioni a cui
vengono sottoposti i componenti sono dinamiche)
Dipendenti dalla temperatura
Tensione e deformazione
Lapplicazione di una forza ad una struttura crea uno stato di
sollecitazione che determina una deformazione.

Si definisce SFORZO o TENSIONE il rapporto tra la forza F


e la superficie A [Nm-2 o Pa]. = F/A

Esistono tre principali stati di sollecitazione: TRAZIONE,


COMPRESSIONE, TAGLIO e TORSIONE

b
Tipi di deformazione

Deformazione in seguito a sollecitazione di


trazione o compressione:

l l 0 l l0 = lunghezza iniziale
l = lunghezza del campione
l0 l0 in seguito a sollecitazione

Deformazione in seguito a sollecitazione di


taglio:

d = angolo di taglio
tg se piccolo: tg
b
Comportamento elastico
Una deformazione elastica definita come una deformazione
completamente recuperabile risultante da una tensione
applicata.
La deformazione elastica se:
- si sviluppa istantaneamente (cio la deformazione avviene non
appena la forza applicata);
- permane per tutta la durata di applicazione dello sforzo;
- termina non appena rimossa la forza.

Un materiale soggetto a
Ritorna alla forma
deformazione elastica non
originale dopo che la
mostra segni di
forza viene rimossa
deformazione permanente

Esempio: immaginate di tendere una molla con una piccola


deformazione e di rilasciare tale forza: se la molla torna alla
forma originale deformazione elastica
Comportamento elastico
Molti materiali allo stato solido presentano un campo di
deformazioni entro il quale hanno comportamento elastico
LINEARE descritto dalla legge di Hooke:
Trazione o
compressione: = E . E = modulo di Young

Taglio: =G. G = modulo di taglio

Pressione idrostatica: P = K.V/V0 K = modulo di


elasticit cubica

Coeffic. di Poisson: = - lat/ ass se V = 0 = 0.5


generalm. < 0.5
LA PROVA DI TRAZIONE

provini di dimensione unificata, vengono sottoposti a


una sollecitazione a trazione monoassiale
progressivamente crescente a velocit costante
registrandone la deformazione progressiva.

La prova conclusasi con la rottura del provino, avvenuta


in tempi brevi, ci consente di ricavare un grafico che
mette in relazione il sforzo (o la tensione) applicato e la
deformazione del provino
La Sollecitazione di trazione

Il carico applicato in modo uniassiale


lungo lasse pi lungo del provino
La prova di trazione il dispositivo di misura

Sagomatura provino ad osso di cane:


1) Confinamento deformazione nel tratto
a sezione costante (tratto utile);
2) Riduzione probabilit di rottura alle
estremit
La prova di trazione il dispositivo di misura

Campione standard
ASTM (dogbone) per la
trazione a sezione
circolare
Risultato di una prova di trazione

Tensione

Deformazione %
Campo elastico
quando si applica al materiale una tensione di
modesta entit, la conseguente deformazione si
annulla istantaneamente non appena si rilascia il
carico e si ha una proporzionalit diretta fra
tensione e deformazione

E = / = [N/mm2] = [MPa]
Modulo di Young o Modulo Elastico E
(legge di Hooke)
COMPORTAMENTO ELASTICO
Valori del modulo elastico
E ceramici > E metalli >> E polimeri

Alti valori del modulo elastico significano che, nellambito


delle deformazioni elastiche, sono necessarie tensioni
elevate per produrre modeste deformazioni (materiali
molto rigidi, es. ceramici)

bassi valori del modulo elastico significano che sono


necessarie basse tensioni per produrre grandi
deformazioni, (es. polimeri).
Modulo elastico e legame (I)
Il modulo elastico si pu vedere come direttamente
proporzionale alla forza del legame del materiale
considerato e quindi anche alla sua temperatura di
fusione.

La massima sollecitazione di tipo elastico che il


materiale pu sopportare si chiama carico al limite
elastico o snervamento.
Modulo elastico e legame (II)
Legame covalente (fortemente
direzionale) o ionico:

E Tfus.
Legame metallico

Legami secondari (polimeri)


Modulo elastico e temperatura di
fusione
Materiale Temp Fusione [ C] E [GPa]
TiC (Carburo di Ti) 3160 310
Al2O3 Allumina 2045 370
W 3410 393
Fe 1536 207
Cu 1083 111
Al 660 70
Pb 327 14
Polietilene 130 1
Meccanismo atomico della deformazione elastica
Le deformazioni elastiche macroscopiche derivano dalla
variazione delle distanze interatomiche.
Applicando una forza F determino lallontanamento degli
atomi dalle loro posizioni di equilibrio ( l/l0 r/r0). Quando
viene rimossa la forza esterna gli atomi ritornano nella loro
posizione di equilibrio sotto lazione delle forze interatomiche

Curva Condon-Morse: forza F in funzione


della distanza interatomica r. Nei
materiali metallici e ceramici la
deformazione elastica supera raramente
lo 0,5%: in questo intervallo la curva
quasi LINEARE, la tensione in
prima approssimazione linearmente
proporzionale alla deformazione (legge
di Hooke)
Forze interatomiche Curva di Condon-Morse
CAMPO
ELASTICO!!!!

Il modulo di Young funzione di molti fattori fra cui:


energia dei legami (tanto pi elevato quanto pi forti sono i
legami chimici del materiale)
struttura amorfa o cristallina del materiale

Esempio: fra il diamante e il caucci E varia di 6 ordini di


grandezza
MODULO DI YOUNG
Misura del modulo elastico

1. Tramite prove di trazione o compressione

2. Tramite metodi non distruttivi (es.


GrindoSonic):
propagazione in un solido di unonda vibrazionale
(acustica) provocata da un impatto meccanico;
relazione di proporzionalit diretta fra il modulo di
Young, la frequenza dellonda acustica, le dimensioni
delloggetto e la sua densit.
Misura non distruttiva del modulo
elastico con metodi acustici

Limiti della prova di trazione


provini sagomati ad osso
prova distruttiva
non pu essere eseguita su materiali fragili

Misura non distruttiva del modulo elastico:


misura della frequenza di propagazione delle onde sonore
o ultrasonore allinterno di un materiale sollecitato da un
impulso meccanico.
Misura non distruttiva del modulo
elastico con metodi acustici
non provoca nessun tipo di danneggiamento permanente
del campione
applicabile a provini di varia geometria
applicabile ai materiali fragili
utile per controllo di qualit di pezzi finiti, pronti per essere
messi in opera
utilizzabile su campioni metallici, ceramici, vetrosi,
vetro-ceramici, compositi e polimerici, di peso variabile da
pochi grammi a pi di una tonnellata
ha il vantaggio di essere una misura di durata molto breve.
Misura non distruttiva del modulo
elastico
La frequenza del suono prodotto colpendo un
oggetto dipende dal materiale di cui esso
costituito, dalla sua forma e dalle sue
dimensioni.

Esempi: xilofono, la differenza di suono


prodotto dallurto di un martello su oggetti di
vari materiali di pari forma e dimensioni.
Misura non distruttiva del modulo
elastico
E= 0.9465 * (2L4/t2)

= frequenza dellonda sonora;


L= lunghezza del campione;
=densit del materiale;
t= indica lo spessore del campione.
Note le dimensioni del campione, la sua
densit (o noto peso e volume), il fattore di
forma che gli compete e misurata la
frequenza di propagazione dellonda, si pu
calcolare il modulo elastico del materiale.
Misura non distruttiva del modulo
elastico
Applicazioni:
per scopi scientifici calcolo del modulo elastico
del materiale in esame
per il controllo di qualit di pezzi prodotti in serie
confronto rispetto ad un prototipo dei valori di
frequenza
La presenza di porosit, difetti morfologici, grosse
inclusioni allinterno dei pezzi sar messa in
evidenza da una variazione della frequenza
misurata.
Il metodo stato applicato con successo anche
ad oggetti complessi come le pale di turbine o i
cuscinetti per freni di autoveicoli.
Modulo elastico in funzione della
temperatura
Il modulo elastico dei materiali diminuisce
allaumentare della temperatura
E [GPa]

T [C]
Modulo elastico in funzione della
temperatura
Comportamento Elastico e Anelastico

ELASTICO ELASTICO NON ANELASTICO


LINEARE LINEARE
Le propriet meccaniche
Callister, cap. 6; Smith, cap. 6

Introduzione
Tensione e deformazione
Prova di trazione
Comportamento elastico
Il modulo elastico o modulo di Young
Il coefficiente di Poisson
Deformazione plastica
Coefficiente di Poisson

Coefficiente di Poisson (): quando


un materiale posto a trazione
subir un allungamento lungo lasse
delle z e una strizione sul piano x-y.
Il coefficiente di Poisson dato dai
rapporto:
=-x/z=-y/z
Il segno introdotto per ottenere
positivo, poich x, y e z sono di
segno opposto.
Coefficiente di Poisson
Valore limite superiore: 0,5; una variazione nulla del
volume (es: caucci che si deforma in modo elastico
senza variazioni di volume)
In tutti gli altri materiali, invece, si osserva un
aumento di volume durante la trazione; si nota che
pi il legame interatomico forte (diamante), pi tale
aumento elevato.
Metalli: vicino a 0,33,
Ceramici: compreso tra 0,17 e 0,27
Polimeri: compreso tra 0,33-0,5.
Modulo di resilienza
Il modulo di resilienza rappresenta la capacit di un materiale di assorbire
energia quando viene deformato elasticamente
Esso rappresenta larea sottesa alla porzione elastica della curva sforzo-
deformazione

Se la def. elastica lineare, integrando


otteniamo:

La capacit di una molla o di una pallina da golf di funzionare in modo


soddisfacente dipende dal loro valore di modulo di resilienza
Essa infatti corrisponde alla capacit di assorbire energia senza deformarsi
plasticamente
Le propriet meccaniche
Callister, cap. 6; Smith, cap. 6

Introduzione
Tensione e deformazione
Prova di trazione
Comportamento elastico
Il modulo elastico o modulo di Young
Il coefficiente di Poisson
Deformazione plastica
Deformazione plastica
Quando la sollecitazione a trazione supera il carico al limite
elastico comincia a verificarsi nel materiale una
deformazione permanente.
Se si allontana il carico, il provino recupera solo la
deformazione elastica, ma alla fine rimane un allungamento
residuo.
L'inizio della deformazione plastica corrisponde alla
tensione detta carico unitario di snervamento, Rs, (yield
strength),
COMPORTAMENTO PLASTICO
I materiali sollecitati oltre il limite elastico o arrivano a frattura
senza ulteriore apprezzabile deformazione (es. ceramici, vetri) o
prima di fratturarsi subiscono una deformazione irreversibile detta
DEFORMAZIONE PLASTICA

La deformazione plastica corrisponde a livello microscopico a:


- rottura di legami e formazione di nuovi legami;
- moto degli atomi allinterno del materiale.
COMPORTAMENTO PLASTICO
Il carico unitario di snervamento (Rs, s, y) una delle
principali caratteristiche di cui bisogna tener conto nella
scelta dei componenti di un qualsiasi oggetto che deve
resistere a delle sollecitazioni.
Permette di calcolare quale sia la lo sforzo massimo che
pu essere applicato senza produrre deformazioni
permanenti.
Quando si vuole che un elemento di macchina non si
deformi eccessivamente, si prende il carico di
snervamento come grandezza di riferimento e si
dimensiona il pezzo in modo che gli sforzi agenti siano ad
esso inferiore.
Tensioni di snervamento per materiali
diversi
Snervamento
Lutilizzo di materiali con una tensione di
snervamento elevata permette la costruzione di
elementi a sezione pi piccola e quindi pi leggeri

Si utilizzeranno materiali con tensione di


snervamento bassa quando per il loro utilizzo,
durante lo stampaggio, devono subire una forte
deformazione plastica
PROVA DI TRAZIONE- Carico unitario di
snervamento acciai
Nel caso degli acciai il
carico di snervamento
facilmente
individuabile
PROVA DI TRAZIONE- Carico unitario di
snervamento convenzionale
Spesso difficile ricavare
con precisione il carico di
snervamento si definisce,
per convenzione, come
carico unitario di
snervamento quello a cui
corrisponde una
deformazione permanente
dello 0,2%. Il carico
corrispondente a tale valore
prende il nome di 0,2.
DEFORMAZIONE PLASTICA: MOTO DELLE
DISLOCAZIONI

Deformazione di un cristallo perfetto: scorrimento di un


piano atomico rispetto all'altro rottura di molti legami forti
La resistenza di un cristallo perfetto dovrebbe essere
allincirca da 1.000 a 10.000 volte pi grande di quella
osservata (cristallo reale).

Deformazione di un cristallo reale: rottura di un minore


numero di legami forti per la presenza di dislocazioni in ogni
istante SOLO UN PICCOLO NUMERO DI ATOMI SCORRE
SUGLI ALTRI
DEFORMAZIONE PLASTICA: MOTO DELLE
DISLOCAZIONI
DEFORMAZIONE PLASTICA: MOTO DELLE
DISLOCAZIONI
Limite elastico di vari materiali

y [MPa]
acciai 250-2000
leghe di Ni 200-1600
leghe di Ti 200-1300
leghe di Cu 60-950
leghe di Al 100-650
leghe di Mg 80-300
resine epossidiche 30-100
nylon 50-90
polistirene 35-70
abs 50
polietilene 6-30
Limite di linearit

per alcuni solidi le deformazioni sono elastiche, ma


non pi proporzionali alle forze,
oppure le deformazioni diventano plastiche, ossia
permanenti, (non scompaiono al cessare della forza
che le ha prodotte).
Superato anche questultimo limite c la frattura.
PROVA DI RESISTENZA ALLA SOLLECITAZIONE DI
TRAZIONE
PROVA DI RESISTENZA ALLA SOLLECITAZIONE DI
TRAZIONE
STRIZIONE
Prova di duttilita

La duttilit una misura della deformazione plastica


che un materiale pu sostenere prima di fratturarsi
Per misurare la duttilit si riavvicinano fino al
contatto le due parti di un provino rotto a trazione,
sul quale erano state incise due tacche ad una
distanza lo e si misurano:

(l f lo )
Allungamento % = A% = 100
lo
( A0 A f )
Strizione% = S% = 100
A0
PROVA DI RESISTENZA ALLA SOLLECITAZIONE DI
TRAZIONE

o tensione massima di trazione


CURVA INGEGNERISTICA E CURVA REALE

strizione
DEFORMAZIONI E SOLLECITAZIONI REALI E NOMINALI (=
CURVA INGEGNERISTICA)
RESISTENZA A
TRAZIONE
PROPRIET MECCANICHE E MECCANISMI MICROSCOPICI
Snervamento Incrudimento
Proliferazione delle
Inizio del moto delle dislocazioni, dislocazioni e progressivo Strizione
ovvero lo spostamento irreversibile di rafforzamento del materiale
atomi, di un passo atomico per volta,
fino a spostamenti complessivi di molti
passi atomici, con rottura e successiva
formazione di nuovi legami chimici.

Deformazione elastica
Piccolo spostamento reversibile degli
atomi dalle loro posizioni di
equilibrio (frazioni di passo atomico)
senza rottura di legami chimici, ma
solo con un loro modesto
allungamento reversibile.
Lavorazioni e propriet meccaniche

Lavorando
(deformando) il
materiale o
cambiandone la
composizioe chimica ne
modifico le propriet
meccaniche.
Come?
Metodi di rafforzamento dei metalli
Nei metalli puri non deformati le dislocazioni si muovono molto facilmente, e ho quindi bassi
carichi di snervamento. necessario un rafforzamento
La presenza di campi tensionali nel reticolo blocca il
movimento delle dislocazioni
Richiede lo spostamento di atomi che si trovano gi in posizione di non equilibrio e che con lo
spostamento vanno a collocarsi sempre pi lontano da questo.

RAFFORZAMENTO DA
INCRUDIMENTO

AFFINAMENTO DEL GRANO

SOLUZIONI SOLIDE SOSTITUZIONALI O INTERSTIZIALI

SECONDA FASE
Incrudimento

PRESENZA DI MOLTE DISLOCAZIONI (incrudimento)


Blocco del movimento delle dislocazioni a causa dellaumento
della loro densit durante la deformazione plastica.
Un metallo gi deformato menofacilmente deformabile:
incrudimento.
Incrudimento 2
Durante la deformazione le dislocazioni generano nuove dislocazioni
rallentamento del movimento delle dislocazioni a causa dellaumento della loro
densit durante la deformazione plastica INCRUDIMENTO

Densit di dislocazioni.
Metallo poco deformato: 104 m/cm3
metallo molto deformato: 1010 m/cm3
Durante la deformazione plastica dei metalli si osserva
generalmente un incrudimento che determina un aumento
della durezza e del carico di snervamento.
Rafforzamento per affinamento dei grani
La dimensione e lorientamento dei
grani determinano alcune propriet.
Un bordo di grano pu essere descritto
come un impilamento di dislocazioni
(cos tante che il reticolo non pi
identificabile). Non c reticolo
cristallino (o se vogliamo c
unaltissima densit di dislocazioni) e le
dislocazioni non possono muoversi
I bordi di grano costituiscono degli ostacoli alla deformazione
plastica a temperatura ambiente.
Grani pi piccoli Pi bordi pi rafforzamento
RAFFORZAMENTO PER AFFINAMENTO DEL GRANO
Materiali policristallini a grani fini hanno un carico di snervamento
pi elevato dei materiali cristallini a grani grossi.
Equazione di Hall-Petch
Per affinare il grano di un metallo devo SOLIDIFICARLO
RAPIDAMENTE e/o in presenza di agenti nucleanti (fasi ceramiche
che restano allo stato solido alla temperatura a cui il metallo fuso).
In questo modo nucleano, al momento di inizio della solidificazione
del metallo, molti cristalli, ciascuno dei quali potr crescere poco.

Il rafforzamento per affinamento del grano ha il vantaggio di


indurre un notevole incremento del carico di snervamento, in
corrispondenza di una minore diminuzione della duttilit (capacit
di deformazione plastica dopo lo snervamento), rispetto a quanto
avviene ad esempio per effetto dellincrudimento
Rafforzamento per soluzione solida

Incremento della resistenza di un metallo inserendo in lega elementi con


un raggio atomico diverso (pi grande o pi piccolo) dal metallo base.

Il reticolo risulta DISTORTO, presenta dei campi tensionali (forze che


tendono a riportare gli atomi in posizione di equilibrio) che si oppongono
alla deformazione plastica: incremento del carico di snervamento e del
limite di linearit.

Conoscendo la percentuale di un componente in una lega, si pu


prevedere la resistenza del materiale.

Numerose leghe metalliche lottone (rame-zinco) , i bronzi (rame-


stagno) e gli acciai FeC o inossidabili sono rafforzate con questo
meccanismo.
Atomo sostituzionale pi
grande dellatomo del
reticolo: compressione
Sar respinto dalla zona di
compressione di una
dislocazione

Atomo sostituzionale pi
piccolo dellatomo
reticolo: sforzo
del di trazione
Sar respinto dalla zona di
trazione di una dislocazione

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Esempi di rafforzamento da Sol. Solida
Leghe di rame Cu-Sn BRONZI
Il reticolo fortemente distorto, quindi si crea un
forte rafforzamento per soluzione solida
sostituzionale. Ho per bassa solubilit del Sn.
Esempi di rafforzamento da Sol. Solida
Cu-Zn OTTONI

Il reticolo debolmente distorto, quindi ho minor rafforzamento per


soluzione solida. La solubilit del Zn fino al 40%.
Ricristallizzazione
Perch lacciaio considerevolmente pi
duro e resistente del ferro puro?

Perch ha atomi di C in posizione interstiziale che


introducono forze tensionali; queste interagiscono
(repulsione) con gli sforzi tensionali che circondanole
dislocazioni e fanno s che queste possano muoversi nel
reticolo (causando deformazione plastica e snervamento)
solo se il carico esterno sufficientemente alto da vincere le
forze repulsive fra dislocazioni e atomi interstiziali

Perch utilizziamo il rame ad elevata


purezza come conduttore elettrico?
Perch gli atomi sostituzionali, perturbando il reticolo
cristallino, peggiorano la conducibilit elettrica del rame
(non sempre i difetti reticolari sono vantaggiosi)
Compressione
Utile per prevedere la resistenza a carichi strutturali.

Il piano dove vengono


appoggiate le provette deve
essere pulito e tra la provetta e i
piano non devono essere
presenti sostanze estranee, per
evitare che il risultato della l Piatto di

prova venga falsato.


compressione

Non sono necessari provini


sagomati ad osso di cane I piatti di compressione devono
quindi essere levigati paralleli, e
muniti di dispositivi autocentranti.
La resistenza dei materiali a compressione simile a quella
di trazione per i materiali duttili.
I materiali molto fragili resistono da tre a sei volte in pi a
compressione che a trazione.

La presenza di una cricca molto pi deleteria in trazione (essa viene


estesa) che non in compressione (essa viene chiusa)
La prova di compressione utile per i materiali fragili, idonei a
carichi compressivi

Resistenza e deformazione maggiore che non a trazione

Bisogna tener presente che la prova di compressione sovrastima le


prestazioni del materiale che in esercizio (sollecitazioni complesse) pu
essere soggetto a frattura precoce.
Inconvenienti legati a dimensioni non corrette dei
provini:

Se la sezione troppo grande (L/D<2): barreling


(distorsione laterale del per via delle forze di
attrito sulle superfici a contatto con i pistoni, che
ne impediscono lallargamento)

Se la sezione troppo piccola (L/d>5): carico di


punta (difficile allineare perfettamente le forze lungo
lasse centrale del provino)
Flessione (a tre punti)
Per i materiali fragili pi
semplice/significativa la prova a flessione
rispetto a quella a trazione: richiede provini di
forma geometrica semplice, raramente i
materiali fragili sono utilizzati in trazione,
mentre possono essere sottoposti a flessione.
I materiali fragili hanno tipicamente resistenza a
flessione inferiore rispetto a resistenza a
compressione.
Flessione (a tre punti)
Sono attive tensioni a compressione sulla
superficie superiore del provino. Sono di
trazione su quella inferiore.
Si registrano curve carico-deformazione
analoghe a quelle delle prove a trazione e
si determina il carico massimo che il
materiale sopporta prima di rompersi
secondo formule riportate nelle normative.

Lo sforzo di rottura misurato viene


denominato come resistenza di rottura
al trasverso (transverse rupture
strength): = Mc/I
M il momento flettente, c lo
spessore del pezzo diviso 2 e I il
momento dinerzia della sezione
Flessione a 3 e 4 punti

Il test di flessione in 4 punti porta ad avere una parte consistente


del campione sottoposto a carico massimo, invece di un punto
solo.

Flessione in 4 punti: migliori valori statistici e resistenze inferiori


a
quella in 3 punti
Esempi di resistenza a flessione

ALCUNI VALORI DI RESISTENZA A FLESSIONE


Fatica nei materiali

Degrado della resistenza meccanica subito da un materiale quando


sottoposto a sforzo ciclico con max applicata < y.

Costituisce la causa principale di rottura di componenti in esercizio:


in campo meccanico si ritiene che pi dell80% di tutte le rotture che
si verificano siano dovute a fatica.

Definisco una tensione limite oltre la quale il materiale resiste ad un


numero infinito di cicli (acciai) o una tensione a cui non sopporta pi
di un determinato numero di cicli (106 107 - 108 cicli leghe di
Al).
Meccanismi della fatica
1.Una deformazione plastica (danno iniziale) localizzata in
corrispondenza di una zona di concentrazione delle sollecitazioni
(intagli, spigoli vivi, difetti superficiali) .
2 Innesco di una o pi cricche.
3 Coalescenza di cricche per formare una o pi macrocricche 4
Propagazione di una o pi macrocricche
5 Rottura di schianto (fragile) della sezione residua

Fattori che influenzano la resistenza a fatica:


la concentrazione degli sforzi,
la condizione superficiale,
l'ambiente corrosivo,
la temperatura di esercizio.
Localmente lo stress allapice della cricca molto superiore al
carico applicato dallesterno. Tale stress locale pu essere
superiore al carico di snervamento, mente il carico esterno non
lo . In questo caso, nei materiali duttili, si forma una zona
plastica intorno allapice della cricca.
Man mano che il carico aumenta o prosegue il carico ciclico, la
zona plastica si estende in dimensioni ed incrudisce sempre di
pi, finch la cricca avanza . Nei materiali fragili si ha bassa
resistenza a fatica perch se localmente si supera il carico di
snervamento si ha subito frattura.
Prove di fatica
Prova a flessione rotante: il campione viene posto in rotazione e viene
soggetto ad una forza perpendicolare all asse di rotazione.

Esiste in alcuni casi una tensione (tensione limite di fatica) al di


sotto della quale non si verificano fenomeni di rottura a fatica
anche per un numero di cicli infinito.
Altrimenti definisco il numero di cicli oltre i quali probabile la
rottura

Per molti acciai il limite di fatica Leghe non ferrose


cade nell'intervallo 30-60% della
resistenza a trazione. non c un limite definito.
Prove di fatica 2

Macchina di Schenck
Prove di fatica 3

Diagramma di Wohler

Tensione limite
Prove di fatica 3
Aspetti ingegneristici dell fatica

La resistenza a fatica dipende dalla qualit superficiale del


materiale:
Cricche
Pori
Punti di concentrazione degli sfozi

Per aumentare la resistenza a fatica devo:


Migliorare la finitura superficiale
Aumentare la durezza superficiale
Durezza

Misura la resistenza che il materiale oppone quando soltanto una piccola


superficie di esso sollecitata a compressione (indentazione).

Lindentatore sottoposto a carico provoca una localizzata deformazione


elastica, seguita da una plastica che lascia unimpronta.

Le misure di durezza sono basate sulla valutazione delle dimensioni


dellimpronta lasciata (Brinell, Vickers) o della profondit (Rockwell)
di penetrazione della punta.
Scale di Durezza
Prove di durezza
Prove e scale di durezza
METODO BRINELL

Punta sferica
La misura data da: CARICO F
Hardness Brinell H B
AREA IM PRONTA Dh
Prove e scale di durezza 2
METODO VICKERS

Punta Piramidale
La misura data da: CARICO F
Hardness Vickers HV 1.854
AREA IMPRONTA D2
D Diagonale Impronta
Durezza e carico di rottura

Questo tipo di correlazione molto utile in quanto la prova di durezza


molto pi semplice da realizzare rispetto a quella di trazione, e pu
essere di tipo non distruttivo.
Per queste ragioni, nellindustria si fa ampio ricorso alla prova di
durezza per avere:

Stima delle caratteristiche di resistenza

Controllo di qualit
Confronto tra scale di durezza
Resilienza e tenacit
La tenacit una misura della quantit di energia che un materiale
in grado di assorbire prima di giungere a rottura.
La resilienza una misura della quantit di energia che un materiale
in grado di assorbire prima di giungere a rottura per urto.

Pendolo di Charpy
Resilienza e temperatura
Alcuni materiali hanno una transizione duttile fragile. Es: Fe (-75 C) acciai allo 0.2% (0 C)
Eseguo prove di Resilienza su Temperatura

CFC Struttura Compatta Elevata capacit di deformazione plastica a Tambiente e Tbassa


CCC Mobilit delle dislocazioni diminuisce con la temperatura Sono fragili a Tbassa

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