Cultura Editoria
Scritto
di Caterina Bonvicini
ONATHAN FRANZEN sta
viaggiando sulla Salerno-Reg-
gio Calabria con la sua tradut-
trice italiana di Einaudi, Silvia
Pareschi, per scrivere un re-
portage sul bracconaggio
nell Europa meridionale. E il
2012. «Franzen é un appassio-
nato birdwatcher e a furia di seguirlo mi
sono appassionata anch’ion, racconta
Pareschi. Partono da Napoli e arrivano
fino a Messina per visitare alcune oasi
Lipu e Wwf, intervistando ornitologi e
guardie forestali. «Ci svegliavamo molto
presto, ma ci davamo appuntamento per
dopo lacolazione perchénessunodei due
amava parlare al mattino. Alvolante era
sempre lui, che si divertiva a tenere testa
allaggressivita dei guidator italiani, ma
iomiguadagnaiil uorispettoquandofui
la prima ad accorgermi che avevamo fo-
rato. Un mattino uscimmo in cerca di
‘cacciatori di frodo accompagnati da due
finanzieri armati di mitraglietta, ma non
trovammo nessun bracconiere, solo dei
tizi che giocavano alla guerra eun racco-
206 29.cbro2017 LEapresso
litoredi asparagi selvatici che si spaven-
16 tantissimo alla vista dei finanzieri ar-
mati». A Messina «Franzen vide un paio
i uccelli che non aveva mai visto, se-
condola tradizione locale dovette offrire
due gelati ai membri della squadra (il
gelato non gli piaceva, ma lo mangid lo
stesso perché la sua impeccabile educa-
ione da Midwestern gli impediva di ri-
fiutarlo)».
Oltre all’interesse ornitologico,
Franzen e Pareschi condividono I'i
tolleranza al rumore. Loscrittorelavo-
ra spesso al buio con un paio di cuffie
cancella-rumori e ha regalato a Silvia
«un file mp3 contenente umvora e venti
minuti di “amore rosa’, un tipo di
rumore statico usato per bloccare i
suoni di sottofondo», di cui lei ormai
non pud pit fare a meno.
Siamoabituatialeggerei grandiscrit.
tori stranieri attraverso le parole dei
loro traduttori, ma non ci chiediamo
mai quale rapporto c’® fra queste due
voci. Umano, per esempio. Se si va a
scavare un po; si scoprono storie di
Tl
al
grande amicizia. Laffiatamento spesso
vaben oltre il testo, & qualcoss di molto
personale.
«ll rapporto fra traduttore e autore &
un matrimonio combinato dalledito-
re», dice llide Carmignani: «Non 2 det-
toche funzion’». Equandole arriva una
telefonata da Guanda e le dicono che
Luis Sepitlveda vuole conoscerla, lei
restasorpresa, «Nonmiera mai succes-
so chetun autore volesse incontrarmim.
Immaginiamo una ragazza che viaggia.
in treno da Lucca a Milano, anche un
po’ spaventata: «ll mio spagnolo gli
sembrera abbastanza elegante? Cono-
scerd gli autori di cui mi parlera? Eroin
ansia come per un esame», racconta:
‘«Pensavo che mi avesse convocata per
capire se ero la persona giusta o no. I
traduttore deve intervenire nella carne
del testo: non & sicuro che lo scrittore
condivida le sue scelte». Appena entra
in albergo, non c’é nessuno della casa
editrice ad aspettarla. Si trova sempli-
‘cemente Septilveda davanti, che sbuca
dalfascensore. E qui arriva la secondao specchio
Franzen. Sepulveda. O’Brien.
Sarebbero gli stessi senza i loro
tradutto
i? Gli alter ego italiani
dei grandi stranieri si raccontano
sorpresa: Sepilveda Pabbraccia. «f fa-
‘moso per questi abbracci da orso, non
ico che mi sollevd da terra, ma quasi.
Era a prima volta che uno sconosciuto
miabbracciavacon tanto trasporto.“Ti
voglio ringraziare perché sei la mia
voce italiana’; mi ha detto. Per me sei
una compafiera de camino». Saranno
davvero compafieros, da allora. lide va
amici - nel Nord delle Asturie, a Gijon
(cE bravissimoa cucinare, in particola-
re l'asado»), Lucho va a trovarla in to-
scana («® capace di mangiare pasta al
ragit per primo e per secondo»), viag-
giano insieme, parlano di tutto, «Un
traduttore pud essere molto solo, dice
lide, «ma con lui non é stato cosi. Eun
tuomo generoso, a suo agio ovunque. E
se stesso con tutti».
Unaltro rapporto intenso & queilo fra
Edna O’Brien e Giovanna Granato, «E
come quando ti innamori», dice la sua
traduttrice per Einaudi. Il cortelativo
‘oggettivo di questo legame & una borset-
ta da sera di raso nero che Edna compra
Milano per Giovanna, un regalo molto
femminile, complice, di grande eleganza.
‘Si conosconoa Dublino. Quando Gio-
vanna incontra Edna, venuta apposta per
lei, ha gid preso un téconsuasorellaecon
suo nipote a Tuamgraney, il paese dori-
gine. Eraandataliipervederecasasua, «Ci
siamo volute bene subito»,dice. «Leié di
luna gentilezza esasperante», racconta,
sceppure senti il leopardo che ha dentro,
tira certe zampate. La guardave con un
‘occhio deformato dal mio lavoro, come
tunentomologo:cercavo dicapireselasua
voce assomigliava alla sua scrittura»
Edna trova bella la camicia di Giovanna.
Un attimo dopo discutono di Joyce e di
Beckett. Poi la conversazione si fa pity
ccalda, piitumana («quando tocchi le
tarde ntiies)¢ capiscono che di
Da sinistra: Bruno Arpaia; Javier Cercas; lide Carmignani; Luis Sepiilveda; Jonathan Franzen; Silvia Pareschi
{eegprest0 29 otobre 2017 107=
vvestteranno amiche. «f una persona
molto sincera, anche su stessa. Una
donna che ha una grande forza ~ sent
felino - ma anche di untestrema fragilith.
Ha avuto una vita difficile, ha dovuto af-
frontare il rifiuto di sua madre e del suo
‘paese, E cutiosa nei confronti degli altri:
voleya sapere di me, della mia vita. E
etic To prendo energia da lei.
“Marisa Caramella, che ha avuto rap-
onganizzare un seminario internazionale
contuttiisuoitraduttori. «Certamentesi
ixcigidisce ma @ una difesa dalla banalit’
che io condivido», spiega Anna Nadotti
chela traduce per Einaudi: «Ama parlare
delle cose seriamente>. Insieme vanno in
giro per musei. «E bellissimo il modo in
cuilei guarda, Ha uno sguardonarrativo;
‘Vede wna cosa, te ne parla, ed & gid rac-
conto», dice. «Eunadonnacolta,erudita,
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Ha delle diffidenze ma, quando superi le
sue trincee, 2 generoso, amabile. & un
uuomo che ha veramente vissuto, ha fatto
ilcorrispondente di guerra sul serio, non
chiuso negli alberghi. E poi ha una cultu-
ra enorme, un vero hidalgo».
Solleva un problema diverso Elena
Kostioukovitch, teaduttrice storica in
1usso di Umberto Eco. «C'erano almeno
cinque traduttori storici che con Eco
«Ogni scrittore, anche se é un
amico, va trattato come un autore
morto. Un bravo traduttore non
porti strettican molti autori, soprattut-
to come editore, ricoréa ancora l'emo-
zione che ha peavato quando ha ineon-
trato Patricia Highsmith, di cui ha tra-
dotto tutta Fopera (ora in corso di pub-
blicazione per La nave di Teseo). «E
stato ill punto pit alto della mia carriera
perlacorrispondenza mentale eintellet-
tuale», dice. Patricia Highsmith non era
certo un tipo amichevole. «Quando fir-
mavale copie stava sempre in silenzio. 1
¢giornalisti non le piacevano, ma qualco-
sa doveva pur dire, ogni tanto. Non era
timida, era scontrosa, misantropa. Co-
saunque, se proprio doveva parlare,
preferiva fasto con le donne». Marisa si
presenta a casa sua in Canton Ticino
___neglianniNovanta,wnacasapost-hippy,
circondata da un giardino. Sul tavolo, i
caffe, una bottiglia di vino e un gatto.
Patricia ha addosso un magtione, dei
pantaloni, delle scarpe comode. «E stata
gentilissima con me, sspendo che avevo
——tradotto tutta quella roba. Perd capivi
cche non gliene fregava niente. Non era
tuna che aveva voglia di socializzare, era
tuna solitariay. Ma chi non avrebbe desi-
derato trovarsi di fronte a una delle plit
grandi scrittrici del Novecento, pazien-
ase poco loquace.
Ha fama di essere una persona difficile
anche Antonia Byatt che perd ha d
tovariromanziai suol traduttorie, quan-
do ha ricevuto la laurea Honoris Causa
dall'Universita di Leiden, ha chiesto di
umosservatrice impressionante. Non
sopporta le superficialita, vuole sempre
andarea fondo».
Divetsi ancora sonoirapportidiBruno
Arpaia congliautoriche traduce:8piiiche
altro amicizia ra scrittori, quasi mai ui fa
domande sul testo. Con Javier Cercas Ya
micizia nasce nel 2001, quando pubblica
“Soldati di Salamina’: Nello stesso anno
Arpaia pubblica “Langelo della storia’,
sempre per Guanda. «Era comeseciaves-
seroassegnatolostessocompitoeognuno
Ioavessesvoltoconle suecaratteristiche>,
racconta. «ltre a essere uno stupendo
scrittore, Javiermipiacesul pianoumano.
‘Non sempre siamo d'accordo. Quando ci
vediamo, discutiamo molto. Cosa abbia-
‘mo in comune? Simo due persone che
tentano di nonaccontentarsi ella versio-
ne piit scontata dei fatti, abbiamo un at-
teggiamento dubbioso sul mondo, cauto
enonurlato. Anche su questioni brucian-
ticome la Catalogna, Javier dice cose che
tentano di mantenere il buon senso e an-
dare oltre gli schemi, sempre invitando
alla riflessione complessa. Non ci piace
‘questa tendlenza comunea semplificare,a
ridurre>.
Molto stretto # anche il rapporto con
Arturo Pérez-Reverte che Arpaia traduce
perRizzoli: «Ammiro Arturoperché dice
sempre quello che pensa con molta liber-
8 e senza peli sulla lingua. In questo
mondoche sibasasulleapparenze,eraro.
Molti non lo amano per questo motivo.
deve farlo diventare troppo umano»
avevano un rapporto stretto, non ero la
sola, Maun bravo traduttorenon deve far
iventareil suo autore troppoumano. Ne
vvadella sua professionaliti. Ogni scritto-
re, anche quello con cui magari hai un
legame affettivo, va trattato come un au-
tore morto, Piit diventavo amica di Um-
berto, pit mi vergognavo a fargli delle
domandey. Laltro rischio, da cui vuole
mettere in guardia, & lidentificazione
eccessiva. Racconta che una volta, a San
Pietroburgo, la follaera cos} enorme che
si era presentata la polizia a cavallo, €
Umberto Eco era svenuto. Appena si era
ripreso, aveva chiesto a Elena di ffronta-
rele domande del pubblico al posto suo.
«Perché sapevo bene cosa avrebbe rispo-
sto. Un traduttore a volte conosce costa
fondo il suo autore, la sua biografia, il suo
pensiero politico, il background cultura-
le, da sapere addirittura cosa succeder’
nella pagina successiva, prima di voltatla.
Deviavereisuoiingredientinellatestaper
cucinare la stessa minestra in un‘altra
lingua. Ma non devi commettere Yerrore
di crederti lui. Umberto era una persona
di enorme fascino, acui sono grata ea cui
hovolutodavvetobene. Abbiamoviaggia-
totanto insieme, lui amava appartarsi, era
molto concentrato su se stesso. Per®, ap-
ena andavame in scena diventavamo
‘come due acrobati al circo: uso vain aria
efaltro lo deve ricevere quando atterra.
se mi vedeva in difficolt, mi suggeriva la
risposta sussurrando». .
{eeaprenso 29 ottobre 2017 109