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BIBL.

NAZIONALE
CENTRALE-FIRENZE
597
23

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MANUALE
DEI SINONIMI DELLA LINGUA LATINA
COMPOSTO

SULLOPERA DEL BARRAULT


B RIDOTTO

AD USO DEI LICEI E DEI GINNASI


DAL PROFESSORE

EDOARDO RUSCHI

ROVIGO
Itale Stabilimento del Cv. Minai li

1873

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7)

prefazione

Era mio intendimento dare una compiuta versione


del Trattato dei Sinonimi della lingua latina del
Barrault. Ma il libro sarebbe riuscito di soverchia

mole; avrei dovuto citare ad ogni passo esempi di


Autori, osservazioni di Grammatici, note di Com-
mentatori. Il rispetto ai grandi lavori scientifici che
devono essere nella loro interezza conservati mi
tenne dal farne un compendio monco ed imperfetto.
Stetti adunque contento a quella parte dell Opera
che risguarda i Sinonimi a radicale diverso, paren-
domi la meglio acconcia ai bisogni delle nostre
Scuole.
Ne ridussi quindi un breve Trattato, anzi Ma-
nuale, che desse pi. ampiamente che non fanno i

soliti Dizionari, la significazione primitiva di ciasche-


dun vocabolo, e poi tutte le altre idee accessorie in
esso rinchiuse. A queste differenze di significato dee
badare chi vuole esprimere le necessarie e pi sot-
tili gradazioni del pensiero; esercizio utilissimo nella
propria lingua, e indispensabile per chi scrive in

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1

una lingua che non la sua, e per lesatta inter-


pretazione degli autori.
Procurai che le distinzioni delle varie voci fos-
sero segnate nella forma pi precisa e pi breve;
vi aggiunsi anche per alcuni vocaboli il greco cor-
rispondente, perch la differenza spiccasse meglio
col paragone. Di etimologie addussi soltanto quelle
poche che si trovano indubitate e chiare; tanto pi
che anche le sicure, se fanno intendere la sisrnif-

cazione primitiva del vocabolo, non possono da s


sole indicarci quali idee accessorie esso ha acqui-
state, e quali smarrite.
Le varie voci sono raccolte in sezioni separate,
secondo che per il loro concetto generale si rife-

riscono alluomo intellettuale, morale, sociale, fisico,

alla religione, alla natura, e agli animali. Un indice


alfabetico conduce il giovane a ritrovare il vocabolo,
e gli altri di significazione affine.
Pubblico intanto la prima parte di questo Manua-
le; riservandomi di compire il lavoro prima dei-
l apertura del nuovo anno scolastico.

Rovigo, nel giugno del 1873

L'Autore

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Sezione I*

Sinonimi che riguardano luomo iutellettualo

iima, spirtlus, animus, mens, intelhgenlia, sitllerlia, rati a,

ingenium, indoles , cor

Anima et spiritai

1 - Delle due parti di cui l uomo composto, l anima e il

corpo, (homo ex animo constat et corpore, Cic. N. D. 1. 35),


le voci comprese in questo gruppo esprimono lanima nel
suo insieme e nelle sue diverse parti.

1. Allorch l' anima abbandona il corpo, questo non pi


che una materia inerte e inanimata; dunque naturale che
gli antichi abbiano associale e confuse le due idee di vita e

di anima; e poich la vita si manifesta sopratutto colla re*


spirazione, il vocabolo anima che significa propriamente il

vento, il soffio, ha servito ad esprimere la vita ;


di qui le
espressioni : animam efflare , exspirare, exhalare emittere ,
ec.

Spirilus , propriamente il soffio, serve anche a designare


laria che noi respiriamo; significa inoltre latto stesso della
respirazione. Anima l'anima, sia che si consideri unita al

corpo, o separata da esso; spirititi solamente il principio


vitale diffuso nei corpi.

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,

Anima el animus

li. Anima l' anima considerala sotto il punto di vista psi-

cologico, cio come principio vitale eh' esiste nei corpi ;


ani-
mus lanima considerala sotto il punto di vista psicologico

ed etico; cio come principio intellettuale e morale. Le ani-


me dei morti considerale dal punto di vista mitologico, come
ombre, sono animae dal punto di vista metafisico, come
spirito, si chiamano animi.

Animus (sua divisione)

III, Animus, comprende l insieme delle nostre facolt in-


tellettuali e morali. I Latini lo dividevano in due grandi
parti: la parte intellettuale per la quale noi intendiamo, pen-
siamo, giudichiamo ;
e la parte morale, per la quale noi vo-
gliamo, desideriamo, e siamo suscettivi di tutte le passioni

buone o ree.

A. Animus, mens, inteliigentia, sollertia.

Animus, lanima considerata esclusivamente dal punto di


vista intellettuale, si chiama propriamente mens (dalla radi-

ce men, da cui pvos in greco, memini in latino ec.) facolt


di pensare, dellintelligenza. Inteliigentia la principale
qualit o facolt della mens: il suo ufficio di intendere,
osservare e comprendere le cose ;
poi questo vocabolo espri-

me, per estensione, questatto dell'intendimento; e da ulti-

mo, talvolta, le stesse idee che lo spirito ha concepito.


Sollertia o solertia (dalla radice sollus per totus, ed ars)
una qualit che consiste non solamente nel concepire una
cosa nel nostro spirilo, nell'immaginaria; ma eziandio nel-
l eseguirla con destrezza.

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B Animus, nel senso morale, comprende lanima con-
siderata sotto il punto di vista morale ed abbraccia: a) la

volont (lintenzione, il disegno, la risoluzione); b) la sen-

sibilit ed il cuore (le affezioni, gli appetiti e le passioni di-

verse, in latino affectus, appetitili et perturbationes animi)

ove si trova compresa questa parte appellata Svpts, e che


comprende il coraggio, la collera, il dispetto. Ne risulta

che animus, espressione generale, usato sovente ad espri-


mere ciascuna di queste idee particolari, ed sinonimo di un
grande numero di parole che servono ad esprimerle. Cosi si

trova riunito: a) a voluntas, o messo nel posto di questa: a


consilium ec. Havvi questa differenza fra animus, usato in

senso ristretto, e consilium; che il primo presenta lo spirito

come quello che forma un piano, un disegno; e il secondo


esprime l azione stessa di formare questo disegno e le qua-
lit che sono necessarie per eseguirlo; la perspicacia, la ri-

flessione, la prudenza, la saggezza, e infine il disegno stes-


so; b) animus si usa in molti casi ove si tratta di espri-

mere il desiderio, lamore, lodio, il timore, la speranza;


laudacia, la collera, il furore, ec. per designare sia una sola
di queste idee, sia pi riunite.

Ratio, mens et animus, consilium

Ratio, la ragione, la regolatrice delle nostre facolt. 11

suo impero si stende sul senso intellettuale e sul morale, so-


pra la mens e l animus. E poich il suo ufficio principale

di esaminare e di paragonare la natura delle cose, e poi di


far prendere delle risoluzioni, ratio spesso l equivalente di
consilium, prudentia.

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Cor, animus

IV. Cor, il cuore, essendo nel significato proprio il prin-

cipale organo del corpo degli animali, fu riguardato da certi

filosofi come la sede della vita e dellanima, e da altri come


l anima stessa. Esso designa l'intelligenza colle diverse
gradazioni di solerlia, prudenlia consilium; quindi ,
le espres-
sioni bene cordalus (che ha un buon spirilo, Bennato), exeors,

vecors, (insensato); cor habere, lo stesso che sapere, sa-

pienlem esse; la volont, la risoluzione nellespressione mihi

cordi est; (ho risoluto); le differenti affezioni dellanimo, co-


me lamore, il timore, la sensibilit o l' insensibilit (cor plum-
beum); infine nellespressione cordi habere, significa aver

qualche cosa nella memoria, amarla, seguirla con ardore.

Ingenium, indoles

V. Ingenium (radice in e geno per gigno) designa il natu-

rale che ha tale o tal altra inclinazione, le qualit naturali

in rapporto allo spirito. E un vocabolo medio che si pren-

de in buona e cattiva parte: ingenium lardum, hebes, retu-

sum, pingue, opposto a celeritas ingenii, ingenium acre,


aculum ; ha dunque bisogno d' un qualificativo per determi-

nare la sua significazione, e per esprimere un uomo di genio,

bisogna dire vir magno (excelienti, praestanti) ingenio ec.

Indoles (ind, per in ed olesco, cio cresco) indica anche


le disposizioni naturali, ma con un rapporto pi particolare
allo qualit del cuore, alla virt. Nel fanciullo, bona in-
doles, lascia vedere i segni di un naturale felicemente do-
tato e inclinato al bene; nell uomo di et matura indica che
questo felice naturale si sviluppato.

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Animi, spiritili

VI. Animi (al plurale) spiritus (talvolta al singolare, pi


spesso al plurale) hanno, sopra lutto in poesia, il senso <1i

esaltazione dello spirilo, coraggio, ardore; con questa diffe-

renza che animi esprime esaltazione pi sovente del coraggio,


dellenergia, e spiritili, bench designi talvolta anche nobili

Pentimenti, presenta piuttosto quella di fierezza, di collera,


di audacia, d'insolenz.
Spiritus, al singolare e al plurale, esprime eziandio l'ispi-
*
razione poetica o profetica. .

Cogitare, medilari, commentari, comminaci, exeogitare


reputare, sentire

2 - Cogitare (com, secum agitare) pensare, nel senso il

pi generale; indica l attivit ordinaria c naturale dello spi-

rito che non pu starsene senz occuparsi in qualche cosa,


cio, senza pensare.

Medilari indica lattivit dello spirito, comandata dalla


volont, e che ha per iscopo un risultato stabilito; prepa-

rarsi ad una azione colla riflessione c lo studio, e talvolta

perfino con un esercizio corporale, in greco fxeKtTv.

Commentari, che Cicerone usa solamente nel senso di mg-


di/ari, significa: lavorare col pensiero intorno a qualche cosa,
senza considerare so il risultato di questo lavoro dellintelli-
genza sar un semplice pensiero, un discorso, un alto.

Comminisci, imaginare, inventare col pensiero qualche


cosa che per lo innanzi non esisteva, sinonimo di fingere .

Exeogitare, inventare nel pensiero qualche cosa eh' esiste-


va, ma eh era sconosciuta o nascosta, sinonimo di reperire.

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; .

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Reperire e fingere sono espressioni generali che possono

avere per oggetto delle cose materiali, mentre il senso di


eomminisci e di excogitare ristretto alle cose dello spirito,
ai pensieri.

Reputare pi speculativo; riflettere, pensare a . . .

Sentire provare, avere un sentimento, farsi unopinione


durevole intorno a qualche cosa.

Inlelligere, comprehendere pcrspiccre, cognoscere


,

3 - Inlelligere (radice intus o inter ,


lego) il termine pi
generale, cogliere, colmezzo della riflessione e della combi-
nazione delle idee, lessenza e la verit di un oggetto.
Comprehendere (com, pretendere), ordinariamente con-
giunto a mente o animo, un termine pi particolare della
filosofia stoica, e significa cogliere nel pensiero il senso com-
piuto di un oggetto; loggetto allora considerato come
qualche cosa di palpabile.

Perspicerc (radice per e specere traversare, per cos dire,


)

un oggetto collajutt) dellosservazione, coglierlo qual , a-

verne un' idea netta.


Pereipere, acquistare una nozione chiara, compiuta, si

dice per l'ordinario di unimpressione che vien dal di fuori,


e che ha luogo col mezzo dei sensi. Di qui pereipere auribus,
oculis ec. il participio perceptus ha il senso di accertato,

avverato.

Notio, notitia, cognitio forma et species

4 - Notio, nozione, conoscenza, non considera se la co-


sa di cui esprime l'idea, esiste o non esiste, ma si limita a

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Il

raffigurarla come ella , o dovrebbe essere Cicerone


1
usa come espressione corrispondente al greco ivvoix.
Nolilia indica molto pi, che lo spirito in rapporto cogli

oggetti esteriori, e dei quali ha conoscenza. llabere noli-

tiam rei conoscere che una cosa esiste, e sapore coin ella

si manifesta esteriormente. Cosi notio Dei, l idea che uno


si fa di l)io nolilia Dei, la conoscenza che si ha di Dio.

Notio il sostantivo di noscere (supino not-um), e si usa


nel senso attivo (atto di prendere conoscenza), e nel senso

passivo (cosa conosciuta, nozione, idea); nolilia il so-

stantivo di nosse, ha sempre il senso passivo, lo stato o la

maniera di essere di una persona o di una cosa conosciuta,


una conoscenza fatta o acquistala.
Il carattere verbale spicca ancora pi in cognitio, sostan-
tivo del verbo cognoscere, perch il prefsso com aumenta il

senso incoativo della desinenza scere; non si usa che nel-


l' attivo, ed l azione del giungere alla conoscenza di qual-
che cosa, la ricerca che se ne fa.

Nel linguaggio puramente filosofico notio, idea, ha per


sinonimi forma e species. Queste due ultime parole hanno
fra loro esattamente lo stesso senso, e Cicerone dice che si

usa di preferenza forma, perch questa parola ha tutti i suoi

casi nel plurale.

Forma e species hanno il senso oggettivo; il tipo ideale,

lidea, cio la vera ed immutabile essenza delle cose esisten-


te in Dio, e nel nostro spirito, in greco /Sfa, mentre notio
ha il senso soggettivo; lidea che lo spirito si forma del-
l essenza di una cosa.
Sagax, perspicax, acutus, argutus, subtilis

l) - Sagax (da sagire) chesprime propriamente la finezza

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dell odorato dei cani, indica solamente la destrezza e la si-

curezza colla quale lo spirilo arriva, collajuto di certi indizii,

a scoprire qualche cosa. Cosi nei buon latino si costruisce

con ad che indica la tendenza; non che nella poesia e nei


prosatori della decadenza che si costruisce col genitivo o

P ablativo.
Pcrspicax dice pi che sagax: colui che penetra rapi-

damente qualche cosa di nascosto. Cosi luomo sagax


sulla traccia della verit, ha la facolt in generale propria di

scoprirla; il perspicax la vede e la coglie d'un tratto.

Acutus (radice acuo, acumcn), propriamente aguzzo; par-


lando dello spirito : che penetra facilmente nel fondo dello
cose.

Argutus tutto ci che produce sui nostri sensi una viva


impressione, derivato, secondo Doederlein e Forcellini da
arguo, propriamente adgruo ;
ora questa impressione gra-
devole, o disaggradevole; cosi, per rapporto all udito, si dice
ugualmente del canto del cigno e dello strido della cicala;

delio strepilo della sega; di un odore penetrante ec.

Questo vocabolo esprime inoltre: spiritoso, piccante, in


quanto agisce lortemerite sugli spirili che coglie subito le

rassomiglianze, le sfumature pi delicate.


Sublilis, fino, sottile, in quanto luomo di spirito sublilis

si occupa di cose piccole, minuziose, o che ne tiene conto, e


parlando di stile, semplice, senzornamenti.

Slupidus, bardus, brutus, stultus, slolidus, ineplus,


insul sus, fatuus

6 - Slupidus (aggettivo di slupere, stupor) indica colui al

quale le impressioni ricevute tolgono le facolt intellettuali in

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,

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un dato momento, eli' scosso dallo stupore e dalla parola.

Bardus lo stesso vocabolo che il greco BpaZvf, equivale


presso a poco a tardili ingenio; colui che ha lo spirilo gra-

ve, che non comprende che lentamente.


Brutus, uomo completamente privo d'intelligenza.

Stultus, sciocco, per difetto di prudenza, per imprudenza,

irreflessione, credulit, in greco fjuapos.

Stolidus, raro in Cicerone, quasi poetico, e nella prosa

dell' et d argento, sciocco, per mancanza reale di giudizio,


per difetto di lumi.

Ineptus (da in e aplus) colui che non conosce i rapporti che

uniscono le cose fra loro, colui che disjuncla conjungit. ,,

Insulsus {in e salsus), sciocco, senza spirilo, senza gusto,


che fa cose che non hanno n senso, n scopo.
Faluus si avvicina al pazzo (amens), che parla a rovescio,
privo di buon senso.

Prudens, sapiens, providus, callidus, caiitus, scilus, solers,

cordatili, catus

7 - Prudens secondo Cicerone, una forma sincopata


per providens; "Ex prevalendo appellata est prudentia.,,
Prudens luomo intelligente e illuminato che conosce il

presente, e prevede l avvenire, mentre il providens o provi-


dus porta esclusivamente i suoi sguardi sull avvenire.
Cautus (participio di caveo) chi si mette in guardia con-
tro i pericoli, e non ha in vista che la sua sicurezza.
Sapiens l' uomo che vede il bene e lo pratica.

Callidus (da caliere) chi ha grande conoscenza degli uo-


mini o delle cose, qualit che si acquista coll'esperienza, colla

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pratica assidua; vocabulum medium, potendo significare


anche astuto.
Scitus (participio del verbo incoativo scisco, chi istruito,

chi si formalo; abile, avvisato, spiritoso o bello) colui che


ad un tempo dotato di spirito naturale, di tatto, di i-

struzione.

Solers o sollers (sollus, totus e ars) colui che in un arte


od in un mestiere qualunque ha lo spirito pratico ed inven-
tivo, abile, industrioso.

Cordatus colui che ha un buon spirito, opposto a socors.


Gatus (parola rara, e gi invecchiata ai tempi di Cicerone)
l'uomo fornito di tale morbidezza di spirito, che non si tro-

va imbarazzalo in nessun caso, e conosce tutti i mezzi per


uscirne fuori.

Scire, novisse (nosse) caliere

8 - Scire designa la conoscenza come risultante da una


percezione esatta dell oggetto, e producente una nozione ve-

ra, un atto spontaneo; nosse ,


la conoscenza risultante da
questa disposizione dell'anima per la quale noi abbiamo co-
scienza, quasi involontariamente, dei fenomeni esteriori.

Caliere (da callus, callosit) sapere perfettamente, e ri-

sulta dalla pratica, dall'esercizio ripetuto.'

Scientia, doctrina, disciplina, eruditio, ars

9 - Scientia, di lutti questi sinonimi, solo ha il senso pu-


ramente soggettivo, la scienza o il sapere in quanto il nostro
spirilo l acquista o la possiede, la scienza considerata corno
stalo del nostro spirito; mentre gli altri si usano ora sogget-
tivamente, ed ora oggettivamente.

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Doctrina, indica listruzione come insegnamento trasmes-


so, e che ha per oggetto la coltura del nostro spirito; mentre
disciplina si riferisce alla forma; linsegnamento teorico
che si riceve sopra una materia qualunque, 1*
istruzione nel

senso pi esteso della parola, che ha rapporto alle cose della


vita o alla scienza, allarte, alla morale, alla politica. Ci*

cerone chiama sempre l'arte augurale augurimi disciplina,,


e non doctrina, e Cesare che nei suoi Commentari, parla di
ci che si riferisce alla guerra, alla politica ec., non usa mai
doctrina, ma sempre disciplina. Questa parola indica dunque
istruzione, scienza, abitudini dovute ad un certo insegna-
mento, disciplina ;
poi sistema, scuola, setta filosofica.

Ars (xpu), dpTvo, xpiTr) primitivamente abilit ad unire


insieme, a fare qualche cosa; poi collo sviluppo della civilt

romana, questo vocabolo usc dalla angusta cerchia dei la-

vori manuali per passare nel dominio intellettuale e morale,


e si applica ad ogni attivit che ha per oggetto le lettere, le

scienze e le arti; d un'altra parte, ad ogni maniera di pen-


sare e di sentire, e in questo ultimo caso vocabulum me-
dium che secondo i casi, designa la virt o il vizio. Ars
non disegna il talento di produrre qualche cosa di bello, ma
la teoria come regolatrice di ogni processo esalto, come me-
todo scientifico, in opposizione al processo popolare, e poco
esatto. Preso assolutamente e in senso ristretto, esprime pi
la grammatica clic la retorica.

Eruditio, contiene la pratica e l applicazione, indica l in-

fluenza degli studi e delle conoscenze acquistate sul perfe-

zionamento dello spirito.

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1

1C

Doclrinae, disciplinae, literae, arte*, studia

10 - Doclrinae, disciplinae, literac, artes sono termini


oggettivi per designare le scienze. Questi quattro vocaboli
contengono tutte le conoscenze che servono a formare, ad
estendere, ornare lo spirito umano, e che sono comprese nel
termine pi generale liumanilas (coltura intellettuale e mo-
rale). Doclrinae, indica piuttosto le scienze speculative ed
astratte, e che appartengono allistruzione filosofica, e
disciplinae quelle che appartengono alla vita comune, le

scienze pratiche.
Literae ed artes, abbracciano tutte le scienze, con questa
differenza che literae, vocabolo di senso pi ristretto, desi-

gna le scienze in quanto sono deposte nei libri, e servono


ad arricchire il nostro spirito di cognizioni, e formare la ra-

gione e il gusto; mentre artes, parola di senso assai esteso


(lettere, scienze, arti in generale), le designa in quanto la lo-

ro conoscenza opera immediatamente sopra la nostra coltura

intellettuale od artistica.

Studia, termine soggettivo, che designa in un senso pi


vasto, le stesse conoscenze in quanto noi vi ci applichiamo.
Questo vocabolo accompagnato, ora da determinativi mea,
nostra studia; ora da un determinativo pi speciale, come
studia lilerarum, humanitalis ec.

Docere, erudire, instituere imbuere ,

i l - Doccre ,
significa istruire, senza riguardo alle co-
gnizioni che pu avere anteriormente la persona che si istrui-

sce; un termine correlativo a discere (imparare) e si

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e

17

applica tanto alla persona completamente ignorante, quanto


ad una gi istruita insino a un certo grado.
Erudire ( ,
rudis), suppone al contrario, lo stato grosso-

lano, completamente rozzo della persona eh' istruita, e il

progresso graduale col quale essa diventa colta.


Instiluere (in, stalliere), relativo al primo grado dell' in-

segnamento, cio alla prima base dell istruzione. Il sem-


plice stalliere (collocare) esprime figuratamente la determi-
nazione ad agire, la risoluzione il composto instiluere il

principio detrazione, i primi fondamenti dell'istruzione che


si piantano nello spirito.
Imbuere (in e bi, donde libo) significa propriamente imbe-
vere, impregnare una sostanza di un liquido, e per conse-
guenza, cangiarla rispetto al colore, al gusto, all odore oc.
Relativamente all istruzione, significa dare ad uno una dispo-

sizione, un attitudine mentale per un tal genere di cognizioni,

o in maniera clic sia difficile distruggerla. ndica piutto-


sto le prime nozioni, che la cognizione profonda. Esempio:
omnibus artibus imbutus, si tradurrebbe per
intinto di tutte

le arti.,,

Magister, doctor, praeceptor, grammatieus cc.

*
12 - Magister (da mag, radice di magnus) significa pro-

priamente chi alla testa, chi dirige; era lantico nome del

dittatore. Cos magister e quitum, magister monim (il censore);


magister navis, magister societatis ec. Nel caso particolare
nel quale lo consideriamo qui, si riferisce piuttosto alia dire-

zione chegli d; una guida, un direttore.


Praeceptor d 'dei consigli, delle istruzioni, delle regole

di condotta.

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Doclor veramente cului che insegna, il professore, come
colui che comunica agli altri le cognizioni precise sopra una
tale materia, e sviluppa la loro intelligenza.

Il senso sorge dai due verbi da cui sono formati :


praeci-

pere equivale a "praecepta bene vivendi, tradere;,, docere
.

a . quae vera sint mostrare.,,

Professor (vocabolo dellet posteriore ad Augusto) il

maestro che insegna pubblicamente, eh pagalo dalle citt

o dallo Stato, un professore come lo sintende oggid. Gelso


il primo autore nel quale si trova questa voce.
Presi in senso pi speciale ancora, i magistri o gramma-
tistae erano i maestri che non insegnavano che i primi cle-
menti, mentre i grammatici o literati facevano fare degli
studi pi scrii e pi alti.

Nescio, ignorare

13 - Ne seire, non sapere, lopposto esatto di scire ; i-

gnorare, non conoscere, lopposto di nosse. Il nesciens


non sa una cosa perch non l ha studiata, perch non 1'
ha
appresa, o non ha potuto apprenderla; V ignorans non cono-
sce una cosa perch non lha mai veduta, o almeno bastan-
temente osservata
Nescire accusa un difetto dintelligenza; ignorare, un di-
fetto di esperienza Il primo pu essere relativo ad una
ignoranza completa, il secondo ad una conoscenza inesatta
o falsa. La stessa differenza fra gli aggettivi nescius, e i-

gnarus.

Considerare, contemplali

li - Questi due verbi designano nello stesso tempo

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s ,

19

l' audizione degli ocelli, e quella dello spirilo ma consi-


derati per uno scopo pralico contemplans per uno spe-
culativo, estetico. Nel primo v un atto dell intelligenza,

della riflessione, della critica; nel secondo un atto del senti-


mento; chi si profonda completamente nella vista delloggetto,
che si abbandona intieramente alle sensazioni gradevoli o
sgradevoli, come lammirazione, linteresse ec.

Meminisse, reminisci, recordari, memorare

15 - Meminisse (dalla radice men, eh' quella di mens,


con raddoppiamento) ricordarsi, ma in quanto si ha serbato

qualche cosa nella memoria, e che si ha ancora, e non si


dimenticata (memoria tenere); non un atto, ma uno stato

dello spirito (memorem esse).

Reminisci, risovvenirsi di una cosa, dopo averla dimenti-


cata, ritrovare qualche cosa nelle proprio memorie (memo-
riam revocare).
Recordari, ricondurre qualche cosa dinanzi al suo spirito
"Revocata in memoriam contemplari,, dice Cicerone.
Memorare mostrare ,
colte sue parole che non si ha dimen-
ticato qualche cosa. Commemorare esprimere un pensiero
che gli uditori avevano avuto anteriormente.

Credere, arbitrari, censere, ducere, existimare, opinati,


pulare, reri

10 - Credere, accettare una cos3 come vera sulla fede

di qualcheduno, senza cercare di assicurarsi da s stesso del-


la verit del latto.

Opinaci adottare un opinione senza esserne convinti ;

una credenza fondala sulla probabilit, c conghietturare, piul-

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tosto che credere. Messo in parentesi, d'ordinario una


formula di modestia, e credo, sovente una formula dironia.
Anche opinor, per, si usa talvolta ironicamente.
Putare, calcolare, contare, si usa quando si crede essere
sicuri di una cosa, quando si prende per vero ci che pu
non essere che verosimile invaginarsi, figurarsi.

Arbitrari, esprimere unopinione fondata sopra idee di


morale e di equit, credere, seguendo l ispirazione della sua

coscienza.
Reri (ree) esprime unopinione appoggiata sur un fatto.

Ducere, conchiudere dopo aver pesalo, calcolalo pi o


meno sulla realt di un fatto.

Censere avere una opinione ferma, o esprimere


,
la sua opi-
nione.
Existimare, pensare farsi una opinione morale sul merito
di un azione, sul valore di una cosa.

Dubius, ambiguus, anceps, incerlus

17 - Dubius (con senso soggettivo ed oggettivo, mentre


gli altri non sono che oggettivi) parlando di cose, cosa
dubbia, non chiara.
Ree ambigua, cosa che ammette una doppia interpretazione.
Anceps si riferisce a cose cho ammettono due decisioni,
ma contiene inoltre lidea particolare, che vha pericolo nella
nostra decisione e per conseguenza, pericoloso, arrischia-
to; ha anche talvolta semplicemente il senso di doppio.
Incerlus, esprime il difetto completo di ragioni per for-
marsi una certezza.

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Clarus, pcrspicuus, evidens, manifestili, apertus

18 - Clarus, chiaro perch l'oggetto ha io s della luce

e della chiarezza Perspicuus (per, specere) chiaro, perch


la luce penetra tutto loggetto, e nessuna delle sue parti
sfugge ai nostri
sguardi Evidens, evidente che colpisce
gli occhi, che si vede da s stesso, ma differisce da perspi-
cuus in ci eh esso reca immediatamente una certezza al

nostro spirilo, c non ha bisogno di prove n di dimostrazione.


Manifestai, chiaro, perch palpabile, ed Apertus, perch
non coperto, n inviluppato, esprimono che nessun osta-
colo, nessun impedimento si oppone alla conoscenza del*
l' oggetto.

Constai, apparet, elucet, liquet

19 - Constai, significa: una verit stabilita e sulla quale

si generalmente daccordo, in opposizione allopinione in-

certa, o a voce che corre; mentre apparet, ducei, liquet,

significano: una cosa chiara, evidente; apparet sotto la

forma di un oggetto, che nascosto per lo innanzi dietro qual-


che cosa, ora si mostra; ducei sotto la forma di una chiarez-
za che brilla, uscendo dalle tenebre; liquet sotto la forma
dell acqua che dallo stato di ghiaccio, opaco, ridivenuta
trasparente e liquida.

Fari, loqui, dicere

20 - Fari tp^pt) parlare, esprime la facolt di e-

mettere dei suoni articolati, di pronunciare delle parole.


Loqui, parlare, esprimere le sue idee col mezzo della pa-
rola, opposto a tacere; un atto proprio delluomo. I

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,

principali composti di questo verbo sono alloqui, obloqui


eloqui, proloqui. Loquiesi hominis; alloqui suadentis est,

hortantis vel blandienlis; obloqui, contradicentis vel oblrecta-


toris,, Eloqui il sinonimo di esprimere, produrre al di

fuori ci che si ha nello spirilo, un atto dell' intelligenza e


dell' arte; da cui eloquium, eloquentia; proloqui sinonimo di
prodieri, enunciare un' idea nuova, sconosciuta, nascosta,
un atto di volont e di coraggio.

Dicere, (Se/xai, Sei/.vu>) dire, esprimere le idee con ordi-


ne, esporle di seguilo, indica qualche cosa di serio, d'impor-

tante; nei trattati di Cicerone sullArte oratoria, significa


pronunciare un discorso, trattare un soggetto come oratore.
Edicere, scoprire qualche cosa di sconosciuto, dichiarare,
dire altamente o con autorit, e per conseguenza, comandare.
Fari, nell et d'oro della letteratura latina, ha nel suo
significato qualche cosa di nobile, di antico, di solenne
il sinonimo poetico di loqui, e si dice parlando delle parole
di un poeta, o di un oracolo, coni ocanere; in qualche mo-
do il linguaggio degli Dei.

Rogare, interrogare, quaerere, perconlari, sciscilari

21 - Rogare e interrogare designano ogni pensiero che


espresso col tuono dell interrogazione: essi hanno sempre per
oggetto un nome di persona; il primo contiene unidea di
*
rispetto verso la persona interrogata; il secondo indica lob-
bligo di rispondere.

Quaerere contiene lidea particolare di domande esatte, e


di seguito.

Perconlari che si scrive anche percunlari e tciscitari si-

gnificano informarsi di un fatto, ma con questa differenza che

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25

perconlanx vi mette pi di calmo, di seriet scisti tana pi

di precipitazione, di curiosit; le sue interrogazioni sono qual-


che volta insidiose.

Senno, lingua

22 - Lingua lidioma, la lingua in quanto ha voci par-


ticolari per esprimere le diverse idee; la ricchezza bruta
di una lingua, il materiale linguistico di un popolo, fosse an-
che di un popolo il pi rozzo mentre sermo (radice serere,

che si trova in disserere) la lingua perfezionata, soggetta


alluso e alla convenienza, alle regole della grammatica e
della sintassi; la lingua solamente di un popolo incivilito.

Vox, verbum, vocabulum, dicium dicterium ,

23 - Vox, che in senso generale significa il suono che-


sce dalla bocca dell' uomo, designa nel suo senso particolare
nel quale Io consideriamo qui, la voce in quanto se ne con-
sidera il suono.
Verbum la parola come parte del discorso, in quanto la

si considera un pensiero od un insieme di pensieri. Vox


piuttosto lespressione di un sentimento verbum, quella
di un pensiero.
Vocabulum particolarmente opposto a verbum, la pa-
rola considerata isolatamente, come parte materiale della
lingua.

Dictum indica piuttosto una manifestazione individuale


dello spirito o della ragione, un molto scherzoso, (aliquid fa-

cete ve! salse dictum).


Dicterium un motto piccante, un ironia, che non proce-
de solamente dallo spirito naturale della persona che lo pr-

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24

nuocia, ma anche dalla sua educazione Icllcraria, c dalle sue


relazioni colla buona societ.

Disserere, disputare, disceptare

24 - Disserere, discorrere, dissertare sopra una materia,


trattarla con qualche estensione; disputare indica una discus-
sione di pi persone che non sono dello stesso avviso; di-
sceptare ,
discutere le ragioni in un affare litigioso per venire

ad una decisione.
Dissertatio , dissertazione pi calma che disputano ; un'e-
sposizione didattica fatta senza regola, senza una legge parti-
colare; i trattali di Cicerone do Amicitia e de Senectute sono
piuttosto dissertazioni; disputalio, discussione animata, pole-

mica e metodica per arrivare alla verit. 1 dialoghi dello

stesso autore De Natura Deorum "do Finibus malorum et


honorum,, poste le opinioni delle principali scuole filosofiche,
sono piuttosto disputationcs.

Eloquens, disertus, facundus

25 - Facundus (da fari, col suffisso cundus) che parla


facilmente e piacevolmente; disertus chi sa spiegare qualche
cosa chiaramente e nettamente; eloquens l'uomo eloquente, ,

in tutto il senso di questo vocabolo, colui che per la forza


dellespressione, pei grandi pensieri e le grandi imagini agi-

sce potentemente sullo spirito degli uditori, che persuade c


trascina.

Facundia un dono naturale, il talento di parlare facil-

mente ;
eloquentia questa stessa qualit coltivata o tonnata
secondo la regola dellarte. Disertus si dir bene di un mae-
stro, elio insegna con chiarezza e con metodo, ma che pu

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2.1

d'altronde avere uno spirito o delle vedute ristretto ;


facun-
dus duomo die parla bene in societ, quantunque superfi-

cialmente eloquens, dell' uomo di Stato o dello scrittore


formati, come dice Tacito (Dialogo degli Oratori 30). Elo-
qucntia il talento e l arte del grande oratore, e non l'effetto

di quest'arto. Ennio, per esprimere questa ultima idea, si


servito della voce guada, che risponde al greco

Refellere, redarguere ,
refutare, confutare

26 - Refellere 6 diretto controle affermazioni false (falsa)

redarguere (re-d-arguere) contro gli argomenti le accuse


che si cercato di stabilire (argumetUa) refutare e confuta-
re, contro ragioni poco solide (futilia). Refellere , dunque,
dimostrare colla via della persuasione che l avversario si
ingannalo, ch' nel falso; redarguere suppone dalla parto
dell avversario un attacco, unaccusa; refutare indica pi
di calore, di passione, e si dice particolarmente della confuta-
zione oratoria o giudiziaria; confutare ancora pi forte di

refutare, ma si riferisce piuttosto alla discussione filosofica o

politica.

Ajo, asseverare ,
affermare ec. inquam

27 - Ajo, dire, affermare. Esprime semplicemente dire di


s, senz' altra intenzione particolare. Asseverare (seterus)
affermare assai seriamente, opposto a ci che si dice per
ischerzo. Asserere si usa talvolta nello stesso senso. A ferma-
re affermare una cosa corno sicurissima, l' idea opposta

al dubbio, alle novelle inoerte, al si dice. Confinnare ag-


giungervi delle ragioni, dette pure in appoggio della sua af-
fermazione contendere, sostenere, suppone ilei oontrad-

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.

dilori, difendere li* proprie opinioni. Inguaili, dico io, si

usa: 1. allorch si citano le parole di qualcheduno; 2. per


ritornare su ci che si era incominciato dire. 1 Latini si

valevano in questo ultimo senso delle particelle ergo, igitur,


itaque, sed, nani.

Nel discorso indiretto si mette ordinariamente ait; nel

diretto inquii ,
a meno che ail non sia preceduto da ut o che
si abbia bisogno di variare i termini.

Abnuere (renuere), negare, infitiari, (infilias ire), recusare

28 - Abnuere et renuere, rifiutare o negare qualche cosa


con un movimento della testa, degli occhi e della mano,
hanno per opposto annuere. Negare che non altro che
la negazione ne divenuto verbo, dire di no, rispondere nega-
tivamente, ha per opposto aio.

Infitiari o infilias ire fin fateri) negare, non ammettere,


si dice di cose importanti, p. es. di un accusa, di un' opinione
in filosofia, nella storia ec.

Recusare {re particella avversativa e causa) rifiutare di


lare qualche cosa appoggiando il suo rifiuto sopra un mo-
tivo legittimo.

Nominare, nuncupare, dicere vacare, appellare ,

29 - Nominare e nuncupare, dire nome di


il . . designa-
re una persona od una cosa per il nome che le esclusi-
vamente proprio, con questa differenza che nominare desi-
gnare un oggetto col nome che possedeva gi, e sotto il

quale conosciuto; mentre nuncupare dare ad un oggetto


un nome che non aveva ancora. Del resto i prosatori usa-

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Tt

no il pi di sovente questa voce come una espressione an-


tica e solenne.
Dicere, vacare, appellare, designare un oggetto che ha gi
>1 suo nome, sia proprio, sia appellativo, con un termine
nuovo destinato a far conoscere ci chegli , a far risaltare

una delie sue qualit, uno dei suoi attributi. Di questi tre,
dicere il pi generale.

Vocare si adopera di preferenza nel caso nel quale la de-


signazione nuova espressa da un sostantivo: appellare si

usa di preferenza nel caso, nel quale si d ad una persona o


ad una cosa un titolo, una qualificazione, che la contraddi-
stingue.

Explicare, erplanare, interpretari, exponere, expedire,


convertere, transferre

30 - Explicare (ex -plico, greco rXtxw), significa pro-


priamente svolgere, sviluppare, e nel significato particolare
nel quale si considera qui, ha rapporto con una cosa che sia
rimasta inviluppata e nascosta, con un pensiero non espresso,
o troppo brevemente ;
per conseguenza, sviluppare, esplicare,
rischiarare.

Explanare (ex, planus) propriamente spianare, c nella


sua significazione realmente classica, rendere intelligibile una
cosa che prima non era, o non abbastanza; tale , per esem-
pio, l' oggetto delle note esplicative nelle edizioni classiche.
Interpretari , dare un senso a qualche cosa ;
si riferisce a
tutto ci di cui la forma non fa bastantemente conoscere il

contenuto ;
p. es. legem somnium, locum
,
scriptoris, volun-
tatem alicujtts ec.
In exponere non si considera la difficolt del soggetto che

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si spiega ; presentarlo semplicemente con chiarezza e con
ordine, di maniera da farlo comprendere.
Expedire, suppone qualche cosa di complicato da sbrogliare.
Interpretavi, nel suo senso ristretto, significa anche l ra-

duna, a allora sinonimo dei due converlere e transferre;


dei quali il primo esprime una versione piu libera e che co-
glie soltanto il pensiero, e il secondo una traduzione pi let-

terale, e che riproduce lautore originale, parola per parola.

Monsirare, ostendere, probare, significare, declerare,


praebere, prae se ferre

31 - Monsirare, formato da inonere, far vedere, indi-

care con segni, e per conseguenza, far comprendere.


Ostendere (ob- tendere) mettere un oggetto sotto gli

occhi, in fatti o in parole, in modo che uno possa vederlo.


(I composto demonslrare esprime la stessa idea rinforzata;

analitico o descrittivo, sinonimo di probare.


Declorare (da de cianai) render chiaro, mettere in eviden-
za un oggetto per farlo conoscer bene.
Significare (sigtum, fiacere), indicare con un semplico
segno per far indovinare piuttosto che per mostrare, e assai
spesso parlando di cose future, pronosticare.
Mostrare in s una qualit si esprime per praestare o prae-
bere, e, se questa qualit non chesteriore, cio a diro
finta, simulata, i Latini usano prae se ferre.
%

Memorare narrare, ,
referre fabula, apologus,
narratio, historia

32 - Memorare da memor fa che uno si ricordi di un


folto, rinnovare nella memoria, o raccontare, esporre ci clic

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si sa. Narrare, da gnarus, (are che si conosca qualche
cosa, esporla in un racconto, raccontarla a lungo, talvolta
semplicemente dire; referre, raccontare ci che si ha avuto
incarico di sapere e di Care conoscere; fare il suo rapporto,
riportare una novella. Questultimo verbo racchiude li-

dea di dovere, di incarico ufficiale.


Fabula (da furi, colla desinenza diminutiva ula) indica lut-

to ci che detto o raccontato; favola, racconto, voce pub-


blica, composizione teatrale.
Apologus, racconto allegorico, che rinchiude, sotto il velo
della finzione, uua verit istruttiva c morale.

ilistoria che nel suo senso greco ed antico ( taTopix ) si-

gnifica ricerca, fa intendere un racconto che abbraccia una


serie di avvenimenti reali e degni di memoria, presentali nel
loro legame.

Canere, cantare psallere, canlicum, cantilena;


,

carmen, poema

33 - Canere ,
indica ogni specie di melodia, sia prodotta
dall'uomo, o da certi animali, colla voce o cogl'islrumenti,
(voce, tibiis, jdibus, tuba): si dice anche di tutto ci che ha
il ritmo della poesia; mentre il suo frequentativo cantare non
si riferisce che alla musica vocale, e a quella degl' istrumenli

e di corde. Cos luomo e luccello, il musico, il cantore, il

poeta, o il dio che rende gli oracoli (in versi) canutU: il can-
tore o il poeta solo, o in un senso cattivo di' comune a

canere, il declamatore, canlant.


Cantica e canlilenac sono composizioni destinale ad essere
cantale, e nelle quali, come nei canti popolari, le parole c la

melodia sono inseparabili. Canlicum, non soltanto un

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30

canto divenuto popolare, ma che inoltre diverte; cantilena,


vecchia canzone che ha perduto l'attrattiva della novit.
Carmina e poemata sono poesie che potrebbero essere
cantate, ma anche opere darte ove le parole hanno per s
stesse un 'valore proprio, che sono state composte o per ser-

vire alla religione, o per divenire monumenti letterari, in op-


posizione alla prosa, o alla verit reale, e carmina, primiti-
vamente canti religiosi, e in un senso pi largo, poesie di

diverse specie, sopratutto poesie liriche e brevi poemata,


produzioni di arte perfezionata, di composizioni lunghe, e
sopratulto di tragedie o di poemi epici (roniptxTx).

Poeta, vates

34 - Poeta una espressione che rappresenta il poeta nel


suo carattere artistico. Vates lo rappresenta nel suo carat-
tere religioso, come inspirato da una divinit; propriamente
luomo inspiralo ingenerale, il profeta, lindovino, come il

poeta in particolare, unespressione scelta e poetica di cui


Cicerone non si serve mai.

Lepos, faceliae, festivitas: sales, dicacilas

35 - Lepos, dello spirito a volte leggero c grazioso, dello


spirito fino e delicato, in opposizione alla severit pesante.
Faceliae sono i tratti di spirito, i motti piacevoli, lo spirito

gioviale. Festivits, un genere di spirito gajo e svegliato,

che sorprende e diverte, con questa differenza che i due ul-

timi contengono inoltre l idea di pulitezza e di tuono signorile.


Sales, designa lo spirito consideralo come qualche cosa di
piccante, o si riferisce alle persone od alle cose, opposto a

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31

triviale, insipido. Dicacitas la vena satirica clie si eser-

cita a spese altrui.

Incptiac, nugae, gei-rete, quisquiliae

36 - Ineptiae esprimono qualche cosa di sciocco nugae,


qualche cosa di insignificante, e si dice eziandio delle per-
sone. Gerrae vocabolo comico e pi volgare di nugae.
Quisquiliae non usato in Cicerone che per designare uo-
mini ad un tempo sciocchi c cattivi.

a
Sezione II

Sinonimi che riguardano luomo morale

Bonus, probus, frugi, honestus, sanctus, ec.

37 - Bonus, nel significato generale, si dice di tutto ci

che ha una perfezione qualunque interna od esterna, fisica o


morale, del corpo o dell intelletto ec. Pu esprimere In riu-

nione di tutte le perfezioni; in senso ristretto la bont nel


senso popolare, la benevolenza, il buon cuore, considerati
come parte essenziale della moralit.

Probus, f uomo che non manca ai suoi doveri, che non


nuoce ad alcuno, che non commette ingiustizia.

Frugi (indeclinabile), si dice di uomo che riunisce la pro-


bit, l'attivit, in una parola tutte le qualit necessarie nella

vita comune, uomo leale, opposto a ncqnam (malvagio).

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Hunestus colui che ne suoi sentimenti e nelle sue azioni
diretto dall idea dell'onore; sanctus, dall'idea religiosa.
lnnestas, innocentia ;
virtus. Tutte tre queste voci e-
sprimono lidea della virt. Virtus, in quanto essa si mostra
attiva, fa delle azioni degne di lode; innocentia, in quanto
risulta da una vita pura; honeslas, in quanto si mostra con
nobili sentimenti.

Erirnius, egregius, praeclarus, ec.

38 - Eximiut (ex, emere) indica ci eh eccezionale,

punto comune, e non si dice che delle cose che sono sempre
buone in s.

Egregius (e-grex), superiore, ci che si fa notare in mezzo a


cose indifferenti in s, che possono essere buone o malvagie.
Si dice; " eximiae rirlutes, eximium ingeniurn, exitnia spes
perch le virt, il talento e la speranza sono qualche cosa di

buono; mentre non si dice eximiut poeta, ma egregius poeta,


perch sgraziatamente ve nha di cattivi.

Gli altri sinonimi eminens, excellens, praeclarus hanno il

senso dei loro verbi rispettivi.

Insignis, singularit, unictu hanno un senso indifferente, e

possono esprimere la lode o il biasimo.

Pravus, mal us, improbus

39 - Pravus che nel suo senso primitivo sinonimo di

obliquus, curvus, significa: mal conformato, cattivo, quanto


alla forma. Meltus, cattivo quanto all'essenza, sia fisica, sia

inorale.

Quando questi due vocaboli sono riuniti, malus indica la

malvagit, pravus, la cattiva direzione che l'uomo ha dato a

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33

s slesso, o ha lascialo prendere al suo spirilo e al suo ca-


rattere.

Jmprobus si dice, propriamente, di cose difettuose, in

quanto esse non raggiungono, o pi sovente sorpassano la

giusta misura ; e al morale, di una persona o di unazione


che trasgredisce le leggi, ec.

Delerior pejor neguam


40 - Delerior viene da de, pejor da per. Cos delerior chi

pi basso, meno stimato, in greco %iipwv :


pejor chi pi
guasto, pi malvagio, in greco xa kwv.
Quando queste due voci sono usate nel senso morale, de-

terrimus piuttosto ci eh' disprezzabile, pessimus, ci che


merita odio e castigo.
Neguam, uno che non vale nulla, senza l idea di perver-

sit, opposto a frugi.

Culpa, vitium, no.ra, noria, poena; noxius, sons

41 - Con seelns, delitto, colui che n lautore nuoce vo-


lontariamente alla sua vittima; in culpa, fallo, sono compresi
eziandio i falli involontarii che sono il risultato dellerrore e

della negligenza.

Vitium, difetto, qualche cosa malvagia in s, e biasime-


vole; ed perci che si dice bene anche dei difetti del corpo.
Nora, idea astratta con senso soggettivo, un aggettivo
chesi riferisce a condilio sottinteso: noria, idea concreta,

con senso oggettivo, il danno stesso, sia che si faccia, sia

che si riceva, come il vocabolo grpeo tyfx'ix, punizione, il

dolore che si soffre; poena (rotvy) la pena espiatrice e ri-

concilialrice che si paga alla societ per un delitto.

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34

Nocetis, innocuus, colpevole od innocente, in un dato caso,


per un'azione particolare; noxius ed innoxius, in rapporto al

carattero abituale di una persona.


Sons, colpevole, rispetto alla inorale ed alla giustizia, pu-
nibile; nocens, c noxius (ZXxft pi) colpevole di fatto, come
autore di un danno. Sons non si dice delle cose che per
personificazione.

Delictum, peccaturn, maleficium, flagilium, scelus, nefas

42 - Delictum e peccatimi, sono due voci di senso affatto


generale, e per conseguenza, vago: delictum, esprime talvolta
un semplice mancamento, un leggiero delitto, e altre volte

un delitto che tragge seco la pena di morte. Inoltre delictum

generalmente una trasgressione delle leggi positive, pec-


cutum, quella delle leggi generali della coscienza.
Delinquere abbandonare (linquere) la buona strada, si-

nonimo di deerrare, aberrare ;


peccare il mal fare, prava
facere secondo la definizione di Cicerone Prave facto, idest

peccata. ,,

Male factum un termine pi generale che racchiude due i

precedenti: un misfatto qualunque, il greco nctMvpytai.


Maleficium unazione naturalmente malvagia: il suo senso
particolare, la sua significazione per eccellenza, sortilegio.
Si pu mancare ai propri doveri : I . verso s stesso, 2. ver-
so gli altri uomini, 3. inverso Dio. 1 Latini hanno tre vo-

caboli per esprimere questi tre ordini d idee.

Flagilium, il delitto contro s stesso, contro il proprio

onore, come f impudicizia e tutte le azioni che provengono


da debolezza morale, da fiacchezza in una parola.

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35

Scelus un delitto contro gli uomini, contro la societ,

come il furto, l'omicidio, la sedizione.

Nefas delitto contro gli Dei o contro la natura, come la

bestemmia, il sacrilegio, il parricidio.

Facinus, nel senso primitivo, si dice di ogni azione straor-


dinaria (heiviv ti), sia in bene, sia in male: vocabulum
medium. In generale quando facinus preso in senso affatto
cattivo, 6 un scelus straordinario. Nefas est nefandum
aut infandum facinus (xpjfvTov ti).

Sceleslus sceleratus nefarius nefandus


43 - Fra sceleslus e sceleratus havvi la stessa differenza

che fra modestus e moderatile, honestus ed honoratus. Il pri-

mo esprime un sentimento interno, e pu interpretarsi con


ad scelera pronus et promptus;,, il secondo, esprime la-
zione, lesecuzione, e significa "sedere pollutus etopertus. ,,

Sceleratus si trova unito alle voci vicus, campus, porta


ove un delitto stato commesso. Sceleslus non si applica
alle cose che in seguito di una personificazione.
Nefarius si riferisce all empiet dellautore nefandus (ne-
;

fari) a ci che l'azione ha di esecrabile.

Corrumpcrc depravare
44 - Corrumpere, significa rendere malvagio in maniera
che ci eh corrotto non possa ridivenir buono.
Depravare, significa fare che ci chera diritto sia storto,

falsare; di maniera che colui eh' depravato pu correggersi,


come ci eh' storto pu raddrizzarsi. La dilFerenza che cor-
re fra depravatile e corruptus quella di uomo traviato, ad

uomo corrotto.

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Corrigere emendare

45 - Corrigere, nel proprio, significa rendere diritto ci

ch'era storto, e pel valore del prefisso com raddrizzarlo nel


suo insieme. Nel senso morale, vuol dire: correggere, rifor-

mare completamente.
Emendare, non si riferisce che alla sparizione dei difetti
particolari (menda). Il difetto in s non pu essere che cor-
retto (corrigi); la cosa a cui si leva il difetto emendala.

Reprckendere vituperare castigare culpare


46 - Rcprehendere il meno forte di questi vocaboli, e gli

altri vengono per ordine, heprehendere, significa riprendere ;

vituperare, biasimare; culpare, fare ad uno una colpa di

qualche cosa.
Vituperare lopposto di laudare, si riferisce sovente al-

lespressione, all'esposizione di ci che si riguarda come una


colpa. Repreliendere (quasi prcnsando delerrere ab incepto)
semplicemente trovare cattivo, disapprovare.

Castigare (per caslum agere), come purgare (da purum


agcre), va dallavviso sino alla punizione.

Hortari monere

47 - Horlari, sindirizza immediatamente alla volont e


alla risoluzione; monere, s'indirizza alla riflessione e alla
ragione; perci che lidea che segue monere sovente sot-
to forma negativa. Hortamur impulsa, monemus con silio ,, .

Horlari ha sempre rapporto con un atto futuro; monere e-


sprinic un'idea pi generale, e pu avere per oggetto qual-

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37

che cosa passala, presente o futura, lina persona, una cosa,


od un'azione.

Piget laedcl poenilet

48 - Piget, propriamente, provar dispiacere senzavere


nulla a rimproverarsi che tocchi la morale; si pu dire anche

di azioni che non sono ancora incominciale: piget dicere,,
ma prima e dopo let delloro, presso a poco equivalente
a pnenilere.

Taedere, annojarsi di .... si dice di qualche cosa di disag-


gradevole che non si vuole far pi, n sopportare pi a
lungo.
Poenilere, pentirsi, si dice di ci che non si vorrebbe a-
vere n fatto n sofferto, quando l' azione un fatto compiuto.

Suerisse consuevisse solere

49 -
50 Suesco, e i suoi composti significano avvezzarsi. Nel
perfetto esprimono che si ha acquistato labitudine di fare

tale o tal altra cosa; e come questo risultato suppone delle

azioni precedenti, che abbiano pi o meno un motivo, questi


perfetti non si dicono che delle persone ; ma solere, avere il

costume, di uso pi generale, e si dice delle cose, come


delle persone. Si dice bene : decidere, fieri solel, non con-
suevit.

Mos consuetudo ritus

- Mos, secondo gli etimologisti, deriva da modus. Nel


singolare, il senso di queste due voci assai vicino, so-
pratutto nell' ablativo, nel qual caso si trovano sovente riu-
niti (more modogue). Mos, costume una conseguenza di

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38

modus (maniera di agire), come modestia conseguenza di

modus, la misura assolutamente nelle cose morali. Mos par-


tecipa di questo senso morale di modus nella locuzione se-
"
guente : sine more furit.,, Labitudine di Lire una cosa
sempre, e nella stessa maniera, o di fare le stesse cose si

appella consuetudo.

Ritus differisce da mos e consuetudo, come unabitudine


in certa maniera innata, inseparabile dalla natura o dall'es-
sere, differisce da unabitudine presa. Cos nei migliori pro-

satori usato sopratulto parlando del molo istintivo che


spingo gli animali (pecudum rito, p. es.). Di qui viene l idea
principale espressa da questo vocabolo, di uso consacrato.

Mores possono essere antichi; ritus devono risalire alla pi

alla antichit, ed essere, per cos dire, santificati dalla na-


tura.

Velie cupere optare expelere appelere


desiderare requirere gestire avere
51 - Velie, volere, un atto della ragione calma, del li-

bero arbitrio.

Cupere, desiderare, indica uno stato dello spinto ove il

sentimento pi eccitato, ed ove pu esservi della passione.


Optare presenta l' espressione di un voto, quasi di una
scelta.

Expcterc, lespressione di questo voto in una maniera


pi appassionata; voler ottenere a forza d'istanza presso

altre persone la cosa alla quale si aspira ardentemente.

Appelere, aggiunge questa idea accessoria : che il soggetto


si travaglia al soddisfacimento de suoi desiderii.
Requirere e desiderare indicano che si possedeva gi log-

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s

39

getto, ma che lo si ha perduto; con questa differenza che


rcquirens attende da altri il compimento de' suoi desderii,

ma fa gli sforzi necessari perch si effettui; desiderati lo

attende dalla sorte, dalla fortuna. Il primo un atto dellin-

telligenza, il secondo del sentimento.


Gestire, proprie est: "laetiliam vel desiderium gestu sive

corporis motu exprimere deinde pr vehementer cupere,


: de-

siderare.

Avere, esprime un desiderio impaziente, che non lascia

posto nel nostro spirito a nessun altro pensiero.

Cupido cupiditas libido voluptas

52 - Cupido e cupiditas, designano l avidit di possedere

qualche cosa.
Cupido domanda regolarmente un genitivo dell oggetto;
cupiditas, pu starne senza.
Libido, implica lidea di un desiderio violento, irresistibile
che rifiuta di sottomettersi alle leggi morali; fare secondo il

capriccio e l'inclinazione.
Libidines sono le passioni che fanno nascere la sensualit,

la dissolutezza.

Voluptales, i piaceri sensuali, opposti alla severit dei

costumi.

Amare diligere; caritas benevolentia pietas

studium favor

53 - Amare (
p&v), amare per inclinazione, per simpatia;

indica la passione dell'amore, dellamore puro e dell amore


sensuale; si dice degli uomini e delle cose.
Diligere [xyat.r$.v t <pi\th) carum habere, esprime questo

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stosso sentimento fondalo sulla ragione e sulla stima: non


si dice che degli uomini.
Amare che ha principio nel sentimento, nell inclinazione,

involontario; diligere, il cui significato primitivo sceglie-

re, e che ha principio nella riflessione, esprime un amore pi


libero, e per conseguenza pi onorevole per la persona che
*
n loggetto.
Ali' idea dell amore si riferiscono i sostantivi caritas, pie-

tas, benevolentia, studium e favor.


Amor si dice degli uomini e degli animali ; I' amore pu-
ro e l'amore sensuale e interessato; caritas l'amore illu-

minato, l affezione degli uomini, un sentimento nobile, una-

micizia mista di rispetto e di timore; pietas, lamore verso i

parenti, gli Dei, la patria; ogni affezione che non si potrebbe


violare senza commettere un nefas.
Benevolentia, esprime semplicemente linteresse che si ha
per qualcheduno, la parte che si prende alla sorte che lo

coglie.

Studium linteresse che si prende a qualche cosa; e


questo interesse pu andare fino allentusiasmo, non senza
essere penetrato del sentimento dellamore. Si usa spesso
per indicare l' attaccamento politico dei partiti al loro capo,

dei soldati ai loro generali ec.

Favor equivale a favore, benevolenza.

Gratta esprime il desiderio del bene favor ajuta qual-


cheduno nelle sue aspirazioni.

Odium invidia inimicitiu simultas livor

54 - Odium ed invidia indicano il sentimento dell' avvcr-

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sione ;
inimicitia e simultas, i rapporti, i fatti esteriori che
risultano da questo sentimento.

Invidia ha un carattere negativo, nasce dalla gelosia ;


ed
un sentimento temporaneo, opposto a gratia.
Odium, Ita un carattere affatto positivo, esprime lodio,
come un sentimento profondo; il suo opposto amor. Invi-
dia non ha per oggetto che le persone odium persone e
cose.
Simultas deriva da simul, lurto delle persone che sin-

contrano e si urtano camminando verso la stessa meta ;


ha
un senso politico, e nasce dalia rivalit.

Livor l'invidia allo stato di passione divorante, che rode


'
l'anima.

Malitia malignilas malevolentia

55 - Malitia la malvagit come carattere; malignilas


(che non si trova n in Cicerone, n in Cesare) consiste nel
portare invidia alla felicit di qualcheduno per egoismo; so-
vente questa parola esprime unestrema parsimonia.
Malevolentia non che relativa ad una persona determi-
nata, alla quale si augura del male.

Aemulatio rivalitas obtrectalio

5G - Aemulatio, si dice della emulazione in ogni specie


di cose; tivalilas non si dice in Ialino che della gelosia in
materia di amore.
Aemulatio si dice in buono e in cattivo senso: di colui,

che vuole raggiungere e sorpassare il suo competitore.


Obtrectalio, deriva dallinvidia; essa rappicciolisce il me-
rito di un altro senza lidea di uno sforzo fatto per uguagliarlo.

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Irnitari acmulari

57 - Imitari esprime solamente il tentativo, lo sforzo che

si fa per produrre qualche cosa di somigliante ad unaltra


cosa, senza una particolare idea morale.
Acmulari vi aggiunge il voto di uguagliare quello che si

imita, e di sorpassarlo in merito ed in riputazione.

Exemplum exemplar documenlum specimen


argumentum

58 - Exemplum una cosa scelta fra altre cose uguali o

distinte, sia a darne unidea esatta, sia ad essere riprodotta


come modello ec. ;
mentre exemplar, il modello, precede
sempre le altre cose dello stesso genere.
Exemplum ed excmplar sono tratti (ex-empla) ambidue
da un tipo ideale, ma differiscono in ci che exemplum esi-

ste in vista di uno scopo particolare, e non possiede che re-

lativamente la propriet di rappresentare il suo oggetto,


mentre excmplar si distingue per la sua eccellenza interna,
v possiede assolutamente la propriet di rappresentare l idea

del genere L 'exemplar dunque l'originale, il tipo, Ve-

xemplar exemplorum.
Specimen e documenlum tengono il mezzo fra exemplum
ed argumentum; non sono destinati solamente ad essere ri-

guardati; essi devono eziandio servire ad istruire e persua-


dere. Specimen il modello considerato come visibile e
palpabile; documenlum lesempio, il modello come parlante
ed istruttivo. Argumentum, segno, indizio, prova, non ci

conduce alla conoscenza che col mezzo del ragionamento.

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s

43

Figura forma specie

59 - Il vocabolo figura esprime ,


i traili, la conformazione,
la figura matematica.

Forma la figura sotto il rapporto estetico, in quanto


espressione visibile dellessere interno; di qui farmosus.
Species lidea che losservatore si fa di un oggetto che
colpisce la sua vista, ed sempre qualche cosa che gli piace;

di qui speciosus, significa appariscente, bello.

Dal senso dei sostantivi pu dedursi quello dei verbi che


ne sono formati Figurare significa: dare una forma deter-
minala ad un oggetto che prima non ne aveva; formare, dare
la forma adatta ad un oggetto eh era greggio speciem adde- ;

r, dare un esteriore che colpisca gradevolmente gli ocelli,

dargli del rilievo, del lustro, abbellirlo.

Figura e forma, sono qualche cosa di reale e di vero;


mentre con species laspetto esteriore pu ingannarci sul-

l'essenza delloggetto: decipimur specie redi,, disse Orazio;

e altrove: "Introrsum turpem, speciosum pelle decora.,,

Bellus pulcher farmosus speciosus; venusta*


dignilas

60 - Bellus, esprime il pi basso grado della bellezza; si-

gnifica gentile, grazioso: si riferisce al corpo, e si dice bene

delle donne e de' fanciulli.

Pulcher esprime il grado pi alto, la bellezza nella sua per-


fezione, nella sua essenza, la bellezza ideale che suscita lam-

mirazione.
Formosit s, risulta da una forma gradevole che soddisfa
al buon gusto, la cui vista Ta piacere. In formosus feste-

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riore imagine Fedele dellinterno; in speciosu s, l'esteriore


spesso opposto all interno. Di qui talvolta lidea di ap-
parenza ingannatrice piuttosloch della realt (nimiurn ne
crede colori). Ma allorch speciosus non indica niente di

menzognero, pi forte di formosus, il quale e-


fallace e di

sprime soltanto l armonia tra la forma e essere interno. 1

Dignitas, qualit propria degli uomini; la bellezza ma-


schia, virile.

Venustas al contrario, una qualit pi particolare delle

donne; la grazia, le attrattive. Ventislus si dice bene degli


oggetti d arte. Venustum est, (dice Quintiliano, applicando

questa voce all'eloquenza) "omne quidquid cum gratin qua-


dam et venere dicitur. .,

Teler fuedus deformis turpis

61 - Ci eh tetrum colpisce sgradevolmente la sensibi-

lit fisica in generale, la vista, l'udito, il gusto, lodorato;


ci eh faedurn e deforme offende il senso estetico: ci ch
turpe, la ragione, il giudizio.

Turpis, brutto, vergognoso si dice nel senso fisico e nel


morale; per bisogna osservare che sopratutto i poeti l'ado-
perano nel senso fisico, e allora non ha nessun rapporto
colla morale; e sono i prosatori che I usano, in opposizione
ad honestus , e allora turpis ferisce la morale sotto il punto
di vista estetico, come sceleslus sotto il punto di vista giuri-

dico, e nefastus religioso.

Gaudere laetari gestire exsultare ; laetus


hilaris alacer

62 - Gaudere e laetari esprimono una gioja moderata;

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exsultare, gestire, una gioja passionata, smodata. Gesticns


la manifesta colleccitazione involontaria di lutto il suo esse-
re, ex&ultans abbandonandosi completamente alla sua gioja,
se non saltando, almeno con moti eccessivi di allegria.

Laetus, lieto, esprime uno stato temporaneo; hilaris

(Kxps) gajo, una qualit abituale. Laetus manifesta la sua


gioja con calma, con serenit; hilaris chi pel suo carattere
ama ridere e scherzare; alacer esprime lallegrezza con una

vivacit ed energia che dinota del coraggio, e il desiderio e


l impazienza di fare.

Risii* cachimi us

63 - Risus ,
il riso, una espressione generale, e designa
inoltre un riso moderato.
Cachinnus si dice dei grandi scoppii di risa che diventano
ben presto indecenti.
Renidere si dice di un sorriso amico, o di un sorriso in-

gannatore. Subridere spesso il sorriso malizioso o sarca-


stico.

Il riso che va sino alla contorsione della bocca si esprime


con rictus (da ringor), termine figurato, che designa propria-
mente i contorni della bocca aperta, e particolarmente gli

angoli di essa.

Lacrimare fiere piorari lamentare ejulare

e il poetico ululare

64 - l)i tutte queste voci, lacrimare o lacrimari, spande-


re lagrime, il pi fisico, e con questo vocabolo si esprime
la manifestazione esteriore di un sentimento naturale o finto,

di dolore o di gioja.

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Fiere non pu essero che il risultalo del dolore.

Ma entrambi possono esprimere le lagrime senza suscitare


necessariamente lidea di passione: perci che si dice an-
che delle cose inanimate ;
tuttavia fiere in quest ultimo senso,

non usalo che per personificazione.


Plorare, lespressione del dolore in quanto essa si ma-
nifesta non solamente colle lagrime, ma anche colle grida;

v' aggiunge una idea accessoria di durata, e talvolta di osti-


nazione.
Lamentari esprime il gemere, il lamentarsi con pianti, e
sempre sullo stesso tuono.

Fjulare, una violenta espressione di dolore, spesso inter-


rotta da grida e da singhiozzi.
Ululatus, propriamente urlo degli animali ;
si trova presso

i poeti, come sinonimo di fjulare.

Dolor, moeslitia, luctus, tristilia

65 - Dolor il dolore o il semplice dispiacere come sen-


timento interno.
Trislitia e moeslitia sono l'espressione naturale, che si

produce involontariamente nella nostra fsonomia; luctus, al

contrario, n la manifestazione volontaria, il dolore chesi


mostra con segni esterni, colle vesti brune, coi capelli ne-
gletti ec.

Trislitia serve sovente ad esprimere il dolore considerato


nel suo aspetto brutto, di aria oscura, cattivo umore, sinoni-
mo di tetricitas; mentre moeslitia, lo esprime di natura alto

a svegliare in noi dei sentimenti di compassione.

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Feire tolerare perf erre sustinere pati


perpeli sinere

66 - Con ferre (nel senso morale) ci che il soggetto sop-


porta considerato come no peso, cio affatto oggettivamen-
te, e come uno stato puramente esteriore ;
in tolerare (radice

tol che si trova in tolto, tuli, e dal suffisso erare che gli d
un valore intransitivo) 1'
uffizio del soggetto pi importante;
l'azione del sopportare esige della forza e della perseveranza,
ed considerato soggettivamente come stato dell'anima, co-
me sentimento del peso, o disprezzo della sofferenza. Il com-
posto perferre, riceve dal prefisso per un valore accrescitivo :

sopportare sino alla fine.

In pati espressa l idea di volont, di tendenza a soppor-


tare. Tacito chiama un esercito abituato a vivere in citt
impatiens solis, pulveris, tempestaturn,, perch questi sol
dati avvezzi ad avere tutti i loro comodi non potevano sop-
portare tutte le fatiche, come i vecchi soldati.
Sustinere, che significa propriamente tenere in aria, man-
tenere diritto, dipinge il soggetto come dotato di coraggio e
talvolta di audacia nel sopportare qualche cosa, e questo sen-
so fa che pu essere preso in cattiva parte; avere l'ardire,

osare.

Pati e sinere, significano entrambi; permettere, soffrire,

lasciar fare ;
ma patiens lascia fare una cosa che gli sgra-
devole, e sinens una cosa che gli indifferente. Il primo la

sostiene e vi si sottomette; il secondo non se ne inquieta


punto.

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Fides fdelilas fiducia confidenlia audacia


67 - Fides ha un senso generale: la buona fede ispira-

ta dalla coscienza; qualche cosa di santo, senza della quale


la societ non potrebbe esistere.

Fidelilas pi speciale; l attaccamento particolare a

persone alle quali ci siamo consacrati.


Fiducia la confidenza lodevole in cose eh permesso
riguardare come sicure.

Confidenlia ed il participio confidine indicano una confi-


denza cieca e biasimevole; mentre il verbo confidere non si

prende in cos cattivo senso.

Audacia, si prende in buona e cattiva parte. Audenlia


sempre una qualit stimabile. Audacia et audenlia in hoc
diflerunl, quod audacia lemerilatisest, audenlia fortitudini.,,

Audere conari inoliri

68 - Audere ,
designa un impresa, e si riferisce al peri-

colo che presenta l'azione, e al coraggio di chi la fa.

Conari, al contrario, si riferisce all importanza dell azione


e allenergia dellagente.
Moliri, all'enorme difficolt (moles) dell'azione c agli

sforzi che richiede dall agente.

Simulare dissimulare fingere mentiri


G9 - Simulare far comparire come reale una cosa che
non .

Dissimulare non far apparire i sentimenti, i disegni ec.


che si ha realmente. Ci che v ha di falso in queste due
voci si pu esprimere con fingere, quando si vuoi fare risal-

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tare lattivit dello spirito che inventa. Mentivi si riferisce

all espressione stessa del falso con segni o con parole.

Assentivi assentavi adulavi blandivi

70 - Assentivi ed assentavi sono voci composte di senlive,

e in virt del loro prefisso e delle loro terminazioni, signifi-

cano: il primo, adottare il sentimento e l'opinione di uno,


approvarlo; il secondo, dare a qualcheduno il pieno as-
senso a tutto ci che vuole, dire sempre come lui per lu-

singarlo.

Adulavi, usato in origine per designare le carezze del ca-


ne, lusingare bassamente alcuno per ottenerne il favore.

Blandivi, da blandus, lusingare con dolci parole, con ge-


sti carezzevoli ; nel proprio, questa voce non ha senso sfavo-
revole, e quando presa in mala parte, indica sempre un
vizio meno riprovevole di adulavi.
Il genere di adulazione espresso da blandivi e adulavi po-
tendo indicarsi con gesti, con-atti, con parole, ne segue chessi
si dicono e degli uomini e degli animali; mentre assentivi
non si dice che degli uomini, perch esso non consiste che
in parole.

Astutus callidus vafev vevsutus

71 - Questi sinonimi si riferiscono primitivamente al lato

intellettuale dellastuzia, e sono presi talvolta in buona parte.

Ma quando si usano per biasimare, astutus e callidus restano


meno forti di vafev e vevsutus. Di pi astutus e vevsutus sono
delle qualit naturali ed innate; callidus c vafev provengono
dalla pratica, dalla conoscenza degli affari e degli uomini.

Aslutia deriva dal greco arri;, citt, come urbanitas, da urbs.

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s

50

nomi diversi del medesimo senso. Significano propriamente,

costume cittadinesco: denominazione felicissima perch ci

dinota che gli uomini prima semplici e rozzi nelle ville, acqui-

starono ad un tempo politezza e malizia. una degenerazio-


ne di sagacia: la destrezza nell' inventare macchine ed in-
ganni per circuire uno. Vemitus da versare ,
furbo, si

riferisce alla mobilit dello spirito capace di rivolgersi e ca-


varsi d impaccio. Callidit! l esperienza della vita che
oonduce a giudicare rettamente le cose e trovare il filo de*
gl intrighi.

Dolosus subdolus fraudulentus fallax captiosus

72 - Dolosus indica in una maniera generale il perfido

senza coscienza. Subdolus vi aggiunge il senso, che le

macchinazioni si fanno interamente di nascosto. Fraudu-


lentus colui che per inganno toglie ci che appartiene agli
altri. Fallax si riferisce pi alle cose dell intelligenza ;

colui che fa creder vero quello che non . Captiosus non
si dice che delle persone; colui che ci mette in imbarazzo
nel dominio della conoscenza, parlando di cose, come fallax
di persone.

Forlitudo strenuitas virtus

73 - Forlitudo il coraggio come forza per sopportare e

sostenere ;
la fermezza che non crolla nei pericoli ;

una forza di resistenza. Virtus , il coraggio in un senso
pi generale e non si restringe alla guerra; il valore che
agisce ed attacca. Strenuitas si riferisce allenergia vi-

gorosa che sono le condizioni necessarie della forlitudo ; for-


ti dunque moralmente pi alto di strenuus.

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e -

M
Optra
labor sedulilas industria diligenlia

gnavitas studium ; laboriosus operosus sedidus


industrius actuosus impiger curiosus
74 - Opera (tpyocrix)k l'azione semplicemente, opposta

al riposo. Operam dare, impendere occuparsi di qualche

cosa: operam navar pi espressivo; equivale a operam


gnaviter dare. Ops, designa l istrumento, il mezzo; opus,
il prodotto dellopera. Opera si dice degli uomini; ops, delle

cose, e degli Dei, divina ope, deorum ope. Labor (jvoi)


cosi definito da Cicerone: "Labor est funclio quaedam,
vel animi vel corporis, gravioris operis et muneris.
Operosus, attivo, - laboriosus, penoso. Cos opus labo
riosum un' opera che costa della fatica ;
labor operosus
un lavoro penoso, nel quale occorre spiegare molta attivit.

Sedulitas (ripKstx) significa la fretta, la sollecitudioe,

la diligenza. Industria, designa lo zelo, la premura che


si mette nell intraprendere un affare, e condurlo a buon fi-

ne, unattivit continua. Diligenlia (stxpi&ux), cura,

esattezza colla quale si fa una cosa; il vocabolo di questo


gruppo che racchiude maggior numero d idee accessorie.
Gnavitas, attivit, qualit naturale, innata. Industria pro-
viene dallabitudine, dalla forza morale; suo opposto
il i-

gnavia, bassezza danimo, di sentimenti. Studium, trava-

glio dello spirito, ove il cuore ha parte: zelo proveniente


da un impulso interno, ardore, gusto, passione. Actuo-
sus, chi ha dellenergia, una grande attivit, si dice bene,

come industrius, dell azione politica. Impiger, colui che


non si lascia spaventare da un grande lavoro, ma anzi

infaticabile. Curiosus colui che si occupa minuziosa-

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mente di una cosa, con una puntualit inquieta, e sposso
esagerala.

Ignavia inertia segnitia desidia socordia


pigritia

75 - Ignavia e inertia esprimono la tendenza a non far

nulla, la mancanza di attivit, in greco oLpy'x ;


ma ignavia
presenta questa idea dal Iato ideale, in quanto che l attivit

e il desiderio di fare qualche cosa di buono e di utile distin-

guono l'uomo generoso dall' uomo volgare. Inertia, in-

vece, presenta la stessa idea dal lato reale, in quanto l'atti-

vit fa dell uomo un membro utile allumano consorzio.


Ignavia, indolenza, apatia, deriva dal temperamento; e poi-
ch l'attivit quella che d valore alluomo, e presso i Ko-
mani quellattivit si spiegava sopratulto nella guerra, ignavus
divenuto sinonimo di timidus. Inertia (in-ars), pigrizia,

nasco dal carattere e dalle abitudini 1


'
iners non trova
alcun piacere a lavorare, e non conosce alcun arte utile.
Segnitia, attende un eccitamento od una opposizione per
uscire dal riposo; desidia (dc-sederc) resta, come si dice, col-

le braccia incrociate, e sembra che aspetti che le cose si fac-

ciano da s. Socordia pi spesso un difetto intellet-

tuale (sciocchezza, stupidit), che un difetto morale (mancan-


za di energia, di cura). Pigritia la ripugnanza naturale

a muoversi e ad agire.

Constanti perseveranti pervicacia pertinacia

contumacia

7 1> - Perseveranti designa, come virt, lazione di re-

stare attaccati fermamente ad una risoluzione che si presa

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una sulla. Essa ha il suo fondamento in un carattere serio e

formato; ma non si riferisce che ad un oggetto particolare.


Constantia uno stato durevole dellanima e cho si riferisce

a tulle le nostre azioni la costanza e fermezza. Per-


vicacia (radice vincere o vigere) ha suo principio nel caratte-
re, in una energia naturale. Pertinacia (tenax, tenere) si

ostina in una risoluzione una volta presa, e ha il suo princi-


pio in un amor proprio esagerato, opposto a condiscen-
denza, facilit di carattere. Contumacia consiste in una
fierezza di carattere troppo disposto a difendere la sua vo-

lont; ha origine dall'orgoglio, e di raro, da un orgoglio le-

gittimo; respinge ogni superiorit e va infino all'insubordi-

nazione e allo spirito di rivolta.

Superbia arroganlia fastus insolentia

77 - Superbia lorgoglio che procede dai vantaggi che


si ha o si crede avere in quanto risguarda gli altri come in-

feriori a s. Arroganlia vuol farsi valere sopra gli altri,

anche quando non ne ha il diritto. Fastus (parola stranie-

ra alla buona prosa), respinge gli uomini come se non fos-

sero degni di essere in relazione con lui. Insolentia


aggressiva, abusa della sua superiorit, umiliando i deboli;
1
impertinenza.

Pelulans procax prolervus lascivus

78 - Pelulans (da peter), chi si getta sopra qualche-

duno, e io attacca incessantemente, senza necessit, con vi-


ste basse, crudeli, o almeno biasimevoli. Procax (da pro-

cure idest poscere ), chi domanda sfrontatamente, insolente,

libertino Prolervus (da prolero) chi usa una smodata li-

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bert nei suoi atti, e calpesta ogni riguardo di convenienza.


Lascivus. In origine lascivia sinonimo di ludus, lusio ;
poi,

dal fatto che lozio il padre dei vizii, ne risult special-

mente nell et di argento, che questa parola fu presa in mala


parte.

Luxus luxuria molli* dissoluta

79 - Luxus esprime: 1. latto di darsi al lusso; 2. lo

stato; 3. gli oggetti del lusso. Luxuria linclinazione

dellanima ad una vita voluttuosa, lamore del lusso, e di


tutti i piaceri sensuali, cio la mollezza, la sensualit, la dis-

soluzione stessa. Mollis, colui che risente facilmente e


profondamente le impressioni piacevoli o sgradevoli. Lu-
xuriosus chi cerca con passione tutti i godimenti sensuali e
vi si abbandona. Dissoluta , rilassato nei costumi, di
sfrenata licenza.

Vereri veneravi colere observare adorare


80 - Vereri significa ad un tempo: rispettare e temere.
Hevereri esprime il timore che viene dal rispetto. Ve-
neravi, dimostrare il rispetto, rendere omaggio, onore, tal-

volta ad un essere superiore. Observare si dice soltanto


degli onori resi agli uomini. Colere, si dice di quelli resi
agli uomini e agli Dei. Se queste voci hanno per oggetto
nomi di persone, observare significa avere per qualcheduno
dei riguardi, delle attenzioni delicate. Colere un atto
pi visibile, pi dimostrativo, rendergli degli onori, corteg-
giarlo. * Adorare esprime il pi alto grado del rispetto ;

il rispetto che un essere ragionevole non pu attribuire cho

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alla perfezione. Venerari si esprime con gesti e con ceri-

monie; adorare, con parole e preghiere.

Metuere timere formidare trepidare

81 - Timere, si dice di un timore vicino, imminente;


metuere di un pericolo, di un male lontano. Melus il

timore per precauzione, per prudenza; si avvicina a cautio;


Umor, il timore per debolezza d animo. Il senso di metus
di timore come pensiero, quello di timor come sentimento.
Metus , in greco Hoc, timor, cpfios.' Si dice per conse-
guenza : deorum, legum, metus, non Umor. Sonvi altre

voci per esprimere il timore, lo spavento portato ad un grado


elevato. Pavere e pavor si dicono di uno spavento che turba
lo spirito. Formidare ed horrere (/ipcoSe'iv) esprimono il

pi atto grado di spavento, un terrore che agghiaccia il san-


gue, e fa rizzare i Horrere
capelli la manifestazione
del terrore espresso dalla fisonomia della persona che ha

paura; formidare lo stato dellanima, il sentimento.


Rigere una espressione poetica che dipinge fortemente que-
sto freddo glaciale che risulta dalla paura. Tremer, tre-
mare nel senso proprio; al figurato, provare una grande pau-
ra, ma allo stato intellettuale ; trepidare, allo stato fisico,

lagitazione del corpo, il movimento che si prova quando si


scossi da una sbita paura.

Aspernari spemere despicere contemnere



fastidire negligere

82 - Aspernari, rigettare qualche cosa che ci offerta,


manifestare del disprezzo. Spemere, atto interno, riguar-
dare qualche cosa come inutile, malvagia, infame; sdegnarla.

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. :

56

parvi putare. Despicere, guardare dall alto, non far caso


di ,
dispregiare, proviene dal paragone con s stesso.
Cffntemnere, non credere degno di considerazione ci che
comunemente si stima, non temer punto, disprezzare. Il

semplice lemnere pi usato in poesia che in prosa. Fa-


stidire (falim, abbondantemente) essere sazio, rispingere. In

questo verbo vha un atto fsico od istintivo di avversione;


in spernete un atto intellettuale e morale. Negligere, non
occuparsi di ... indica non il disprezzo, ma l indifferenza.

Ir asci indignavi stornachari succensere


excandescere

83 - lrasci ,
indignari, stornachari hanno questo di co-
mune che presentano la collera come un' effervescenza, una

esaltazione momentanea, mentre succenseo, aegre o gravitar

ferre la rappresentano come pi durevole, cio come un ri-

sentimento, rancore. Excandescere (verbo incoativo) e-


sprime un idea analoga a quella dei verbi irasci e indignari ,

ma in una maniera molto pi viva ;


una espressione meta-

forica che presenta lanima sotto. limagine di una materia


che prende fuoco; divenire tutto rosso dalla collera.

Serius - severus - austcrus - tristis - morosus - telricus

84 - Severus ha senso attivo, e significa che non ischerza.


Serius, senso neutro, che non dello scherzo. Seve-
rus ha due opposti: se la severit consiste nell'esteriore,

nellaria, e che sia di natura da spaventare, il suo opposto


comitas; se consiste nei costumi, nella maniera di vivere,
il suo opposto Inxuria. Per, le cose in seguito di una
personificazione assai comune, possono essere dette severae

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come severa oralio un discorso serio, che ha l'aria severa


come loratore stesso; oralio seria un discorso serio, ben
pensato, che non leggero, n futile. Serius stato ap-
plicato alle persone, ma solamente prima e dopo lepoca
classica. Si osservi che serus ha per la forma e pel signi-

ficato una specie di parentela con serius e severus. Serum


canit, cio triste, lucliferum,, (Servio). Ci che severus
designa come qualit morale, auslerus rappresenta come ap-

partenente allintelligenza. Auslerus (greco otvTtips) che


si dice, propriamente, dellasprezza del vino, vuole in tutte

cose il reale, il positivo, nelle scienze nella conversazione.


Trislis e morosus implicano unidea di biasimo. In tristis,

l'aria fosca deriva da una disposizione naturale dell' animo.


In morosus (da mos ) vi ha una tenacit volontaria a conser-
vare gli antichi usi. Tetricus spinge il mal umore sino
alla ruvidezza.

Barbarus crudelis alrox saevus trux


truculentus torvus ferox immanis
ferus di-

rus durus

85 - Barbarus, qualificazione data a tutti quelli che non


erano n Greci, n Romani, opposto a civis; e poich questi
popoli erano meno civili dei Romani, barbarus ha significato

d incolto, grossolano, crudele, opposto a humanus; d igno-


rante, opposto a doctus , ed anche di chi parla male, opposto
a disertus. Crudelis, crudele, senza piet, che si piace a
far soffrire o veder soffrire gli altri; si dice delle persone e
dei loro atti. Alrox, ci che ha l aria nera, triste, sini-

stra, funesta, minacciante, sinonimo di ater Ma dall idea

di minacciante passa facilmente: 1. a quella di feroce, ter-

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ribile, crudele, atroce; 2. a quella di veemente, forte, ener-

gico, inflessibile, sia in buona che in cattiva parte. Cos que-

sta voce implica nel primo senso lidea di biasimo "Agrip-


pina semper atrox,, cio secondo linterpretazione dell Er-

nesti "ferox, impotens animi, iras occultare nescia;,, atrox


bellum, guerra crudele; atrox facinus, atroce delitto; nel

secondo caso unidea di elogio: Atrox genus dicendi,, uno

stile energico; "Atrox Reguli fdes,, la fede inconcussa di


Regolo; Praeter atrocem animum Catonis,, eccetto lanima
inflessibile di Catone. Saevus ordinariamente effetto
della collera che fa essere violenti, crudeli nelle azioni ;
o
terribile, parlando di soldati ;
mentre crudelis indica una cru-
delt fredda e calcolata. Trux, che, secondo Doederlein,
sarebbe propriamente laurox( in greco totvpvhv Bxttov) si

dice sopratutto del viso, dello sguardo che sono feroci, ter-
ribili. Trux dunque sinonimo di torvus , chi guarda di

traverso, chi ha lo sguardo minaccioso. Truculentus


formato da trux, e come torvus, che si dice propriamente
dello sguardo, si applica eziandio, per estensione, alla voce,

e perfino a tutta la persona. Feritas qualche cosa d i-

stintivo, di bestiale: saevilia una crudelt di cui si ha co-


scienza ferocia pu essere una qualit opposta a iimiditas,
il coraggio come forza naturale che pu appartenere perfino
agli animali, e si distingue anche da fortitudo e da virtus che
designano una qualit appartenente ad una grande anima.
immani* smisuratamente grande, immenso, e per conseguen-
za, terribile, poi crudele. Fertis, crudele, quanto all' es-

senza, al carattere immanis quanto alla forma, all este-

riore. Dirus, esprime un carattere offensivo che vuole

nuocere agli altri, crudele.

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Demenlia amentia vecordia insania furor


deliratio

86 - Amens privo delia ragione in ci eh egli agisce


senza di essa, come linsensato xtppcov. Demens agisce
in una maniera diametralmente opposta alla ragione, fa
il male, il pi spesso coll'intenzione di fare il bene; come il

furioso, lenergumeno, rxpx(ppu>v. Vecors (radice cor, e


ve depravativo) non pu riflettere con calma, perch la sua
anima sotto l impero di una preoccupazione esclusiva e di

una idea falsa. Furor, (in greco pixv(x), un fuoco, un ar-


dore per eccitamento dello spirito, uno stato che semplice-

mente non abituale, e pu andare dallentusiasmo fino al-

lestasi. Deliratio (de-lira), nel proprio uscire del solco ,

fa risaltare la debolezza dello spirito, non come un difetto

nativo, ma come un rilassamento, un indebolimento delle


facolt, e si dice, come nota Forcellini "praesertim de seni-

bus, qui ob aetatem desipiunt. ,,

Quictus tranquilla
87 - Tranquillai designa il riposo dell anima opposto al-

l irritazione passionata; quietai, la cessazione di ogni tra-


vaglio, e perfino un riposo assoluto, come il sonno. Inoltre
quietai si prende tanto in buona come in cattiva parte, e cor-

risponde all espressioni italiane: non fare, e non far niente;

tranquilla si prende sempre in buona parte.

Salii a/fatim abunde


88 - Salii, quanto bisogna, esprime che la misura colma
senz' altra idea particolare. Abunde ed affatim fanno in-

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co

tendere eh piuttosto troppo che poco; abutide in una ma-


niera oggettiva ed assoluta, come copiosamente; a/f'alim

(usque ad fastidium satis) relativamente alle convenienze del


soggetto che si trova soddisfatto.

Modus modestia moderatio abstinenlia


conlinenlia

89 - Il modus dei Latini (to fxtrplov dei Greci) l idea


morale di misura presa oggettivamente. Modestia ,
signi-

fica soggettivamente il sentimento di questa misura. Mo-


derano (jMTpiTtis), la maniera di agire regolata su questo
sentimento. Continentia ed abstinenlia. Tutte due queste
voci designano la qualit morale per la quale l uomo repri-
me certe passioni, e non lascia loro libero il corso. Ma con -
tinenlia relativa a tutti i piaceri del senso in generale.
Abstinenlia indica la qualit per la quale uno si tiene lontano

da una cosa, senza che la voce la determini di pers stessa;


ora questo caso era nell et d'oro della lingua,, il bene al-

trui, e per conseguenza abstinenlia il rispetto del bene


altrui, la stretta probit. Nellet di argento il senso si

mutato, ed ebbe a complementi cibo potuque.

Satis habere contentum esse boni consulere

90 - Satis habere, esprime un giudizio, trovare che v'


abbastanza, essere contento. Contentum esprime un esse,

sentimento, come accontentarsi di .... segno modestia


di

e d impero sovra s stesso. Boni consulere, mostrarsi


contento, trovar buono, atto della volont, rassegnarsi,

quando si vede che il proprio voto non si adempie.

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Oportel opus est necesse est

91 - Oporlet, significa: bisogna, perch le convenienze in

generale lo esigono, e queste convenienze possono avere il

loro principio nella morale, nella ragione, e perfino nell in-

teresse. Opus est ,


significa : mestieri, solamente perch

linteresse lo vuole, perch ne deve risultare qualche vantag-

gio. Necesse est, bisogna, perch una necessit, alla

quale non possiamo sottrarci.

Sezione IIP

Sinonimi ohe riguardano luomo sociale

Gens natio populus civitas respublica

95 - Gens e natio si prendono, in generale, nel concetto


fsico ed etnografico; populus e civitas nel politico. I due
primi non indicano che una comunanza di origine; i due
ultimi suppongono un grado qualsiasi di civilt. Inoltre gens
una razza, una famiglia di popoli; rialto (che, figuratamen-
te, si prende talvolta in senso sfavorevole di gena) una
popolazione.
Sotto il nome di populus sono compresi quelli che hanno
le stesse leggi, le stesse istituzioni, gli stessi costumi, la

stessa forma di governo. Sotto i nomi gens, natio, di cui il

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02

senso pi esteso, sono compresi quelli che hanno la stessa

origine, e parlano la stessa lingua; sotto il nome di civilas,

il complesso dei cittadini di uno stato. Per esempio la razza

Ellenica una gens, e ciascuno degli Stati greci, repubblica


o monarchia, una civilas. Il vocabolo civilas, bench
conservi in certi casi il senso astratto che gli d la sua desi-
nenza (stato di cittadino, diritto di cittadinanza) pi so-

vente un nome concreto, destinato a significare una riunione


di cittadini aventi la stessa patria, gli stessi diritti. Respu-
blica lessere ideale che serve di legame ad unassemblea
di uomini; e il bene o linteresse pubblico; si dice di uno
Stato, qualunque sia la forma di governo.

Exlerus exlernus extraneus alienigcna


peregrinus advena hospes

93 - Exterus ed exlernus designano il forasi iero in quan-


to egli fuori del suo paese : peregrinus, advena, hospes,
alienigcna, lo rappresentano come residente, per un certo
tempo, in un paese che non il suo. Peregrinus una
espressione politica; la parola opposta a civis; il fore-
stiero considerato come privo dei diritti di cittadinanza nel
paese ove si trova. Questa voce diviene facilmente termine

di disprezzo. Hospes ,
opposto a popularis, un termine
di affezione ;
il forastiero considerato come amico. Alie-
nigena opposto a palrius e ad indigena (chi nato nel
paese): non contiene alcuna idea particolare. Advena,
opposto ad indigena, indica che il forastiero si , stabilito

nel paese.

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Finitimus confinis vicinili

94 - Finilimus il vocabolo pi generale per esprimere


la vicinanza, quando si tratta di paese. Si dice anche di ci

che tocca davvicino una cosa. Confinis pi raro, massi-


me nel senso figurato. I confina sono riuniti da una frontie-

ra comune; mentre i finitimi sono separati da una linea di

demarcazione. 1 rapporti dei primi sono pi intimi di quelli

dei secondi. Vicinus si dice della vicinanza, parlando di


particolari.

Primus princeps primores proceres opUmalcs


95 - Primus il primo nel senso piu generale; la per-

sona o la cosa che sembra essere avanti alle altre nello spa-

zio e nel tempo. Princeps quella che agisce la prima.


Primus il primo in quanto gli altri gli vengono appresso :

princeps in quanto gli altri seguono il suo esempio. Pri-


mores, forma del comparativo, designa tutti quelli che appar-
tengono al primo posto (oggetti o persone): dimicare inter
primores, combattere nelle prime file. Nel senso particolare
primores designa i primi dello Stato, come cittadini pi in-

fluenti e notevoli. Questi stessi cittadini si appellano pro-


ceres, se si considera la posizione eh essi occupano natural-

mente; optimales se si considerano come formanti un corpo,


un parlilo politico: l'aristocrazia in opposizione alla demo-
crazia.

Populus plebs vulgus


96 - Populus consiste nella massa intera dei cittadini,
comprende il senalus ed i putridi da una parte, e la plebi

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s

64

dallaltra. Le deliberazioni di ciascheduno di questi corpi

avevano differenti nomi : Senatus censet, plebs sciscit, populus


jubet. Vulgus la parte ignorante, credula, poco civile

del popolo.

Potentia potentalus potest robur


vis

97 - Potentia, potentalus, potestas (radice polis) hanno


per significazione comune l' idea di potenza che un uomo
esercita sopra altri uomini; mentre vis e robur esprimono
una potenza, una forza che pu risiedere in cose prive di

volont. La potenza espressa da potentia ec., dunque so-

prabito intellettuale; quella eh espressa da vis e robur


semplicemente fisica o meccanica. Potentia designa un
potere di fiuto che pu farsi sentire quando vuole, come il

greco Zvvxfjus] potentalus lo stato esteriore dell'uomo po-


tente, come hvvxo-reix; potestas, il potere di diritto gi

riconosciuto dai soggetti; il potere stabilito in virt delle


leggi, come i^ovm'x. Vis la forza coll idea di movimen-
to, di assalto; robur con quella di resistenza e di persistenza.

Jubcre imperare mandare injungere

98 - Jubere presenta il comando come dipendente sol-

tanto dalla volont o dal voto del soggetto; mentre imperare


suppone nel soggetto unautorit superiore, comunemente
militare, in virt della quale esso d gli ordini. Jubere pu
esprimere inoltre un semplice desiderio; e in questo caso
lequivalente dell imperativo del verbo sum:" salvum te esse
jubeo,, equivale a salvus eslo Mandare ed injungere
esprimono piuttosto un incarico, una commissione che un
particolare d ad un altro. Il primo implica lidea di confi-

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)

65

denza nella persona che s incarica ;


il secondo un idea di

devozione.

Parere, oboedire obsequi obtemperare morigerari


et morem gerere dicto audientem, et oboedienlem esse

99 - Parere esprime un atto di dipendenza e di sogge-


zione permanente; una obbedienza continua. Si avvicina a
servire, essere schiavo. Obedire (od oboedire evideuteraente ,

per ob-audire) , al contrario, sempre un atto di obbedienza

in conseguenza di un ordine che dev essere ogni volta rin-

novato. La circonlocuzione dicto audientem esse od obedien -


temesse, dice ancora di pi: una obbedienza puntuale,
passiva, cieca. Obsequi prestarsi ai capricci di qualche-

duno; obsecundare, mostrarsi favorevole, esprimono lobbe-


dienza per attaccamento alla persona che comanda ; obtem-
perare, per riguardo, per istima o per timore; morem gerere ,

o morigerari, obbedire per compiacenza, per una condiscen-


denza, qualche volta anche bassa e biasimevole.

Concilium conventus cactus concio comilia

100 - Concilium unassemblea eh stata convocata,

ed ha un carattere pubblico o privato. Coetus (nonos),


conventus (com-venire designano unassemblea che si

riunita volontariamente. Coetus la espressione pi generale,


designa unassemblea di persone riunite per uno scopo qua-
lunque; conventus una riunione che si propone uno
scopo serio, p. es. di celebrare una festa, di udire una pro-

posta, di deliberare ec. Concilium lassemblea dei nobili,

dei grandi ec. (concilium Patrum, deorum) di cui ciascheduu


membro stato convocato individualmente; mentre concio
6

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s

CG

e comitia sono lassemblea del Comune eh stalo convoca-

to per fare una elezione, una proposta, prendere una delibe-


razione, udire un discorso.

Parles faclio

101 - Parte il partito in istato di ricostituire lassem-

blea; il partito che si forma naturalmente, che rappresenta


un interesse sovente legittimo; mentre faclio una radunan-
za di uomini che agiscono servendosi di tutti i mezzi per uno
scopo esclusivo o pefnicioso agli altri.

Profugus fugilivus exiorris ex sul

102 -Profugus linfelice che, cedendo alla violenza,

abbandona la patria, e bandisce s stesso: in greco (puyxs ;

fugilivus il colpevole che si sottrae colla fuga al suo


dovere, che scappa dal suo padrone, che rompe il suo bando,
in greco Ipxrtrtis. Exiorris (da ex, terra scilicet patria),
ed exsul (da ex-solo)' chi abbandona la patria per cause po-
litiche, e in conseguenza di formale condanna.

Domus familia gens genus prosapia proge-



nies proles soboles

103- Domus ,
la casa, la famiglia considerata sotto il

punto di vista patriarcale, piccola societ a parte; familia ,

la famiglia considerala civilmente, come parte di una gens ,


o di una civitas. Genus, razza, linea naturale; gens espri-
me la stessa idea considerata sotto il punto di vista politico.

Gens, famiglia ed individui riuniti per comporre uno Stato;


genus specie ed individui che per alcune qualit comuni ap-
partengono alla stessa classe di esseri

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-

6?

La razza ascendente si esprime di solito per gens, stirps ,


genus, parole astratte e collettive, riassunte dal sostantivo
concreto majores; la razza discendente per prosapia, proge

nies, proles et soboles, voci astratte e collettive riassunte nel

concreto posteri, o nellastratto posteritas. Per in poesia


stirps si dice anche della posterit. Prosapia un vecchio vo-
cabolo che, secondo Quintiliano, non 6 del buon uso.

Proles, soboles sono espressioni poetiche: progenies una


espressione nobile; le voci comuni della prosa sono liberi.
Proles ,
razza umana destinata ad esistere collantica; sobo-
les, razza novella destinata a sostituire quella che si estingue.

Nubere tixorem ducere


10i - Nubere, che primitivamente significa coprire, si

dice delle donne, che vanno a marito, perch nella cerimo-


nia nuzialo si coprivano la testa di un velo giallo, flammeum.
Per gli uomini si diceva uxorem ducere perch si conduceva
la sposa dalla casa o domicilio del marito con molta solenni-
t. Quando si parlava di questa pompa in particolare, si u-

sava il verbo deducere.

Necessarius propinquus cognalus consanguineus


af/nis genlilis

105 - Necessarii, in greco ol vpovrnovTe?, tutti quelli


che sono legati da un rapporto qualunque, dalla parentela
(come propinquus, cognalus ec.) dallamicizia ed ospitalit

(come arnicus, familiaris) da rapporti sociali, o daffari (co-

me patronus collega, cliensec


, ) Propinqui, [iy/jxTt'ii),
sono quelli che sono uniti da un rapporto qualunque di pa-
rentela; in italiano i parenti. Essi si suddividono: 1. in con-

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, ;

68

sanguinei o cognati ovyyevtf, che sono stretti dal vincolo


del sangue; 2. in affincs, xyiH piova o KtthoTul che sono
divenuti parenti coi malrimonii. Gentiles sono membri
di una stessa gente, come i trecento Fabii, tutti i Gornelii ec.

Questa voce non esprime tanto un rapporto di parentela

quanto un vincolo politico e religioso, rispetto ai sacrifizii,

alle imagini degli antenati ec.

Dominus herus

106 - Dominus significa il padrone in un senso affatto

generale: derivalo da domus questa voce designava primiti-

vamente il padrone di casa e di tutto ci che ne dipendeva,


particolarmente della familia poi padrone, arbitro, capo, e

nei rapporti politici contiene unidea accessoria odiosa; de-


spota, tiranno. Herus di un significato meno vasto, e
non si dice che del padrone di casa, in relazione ai suoi ser-

vitori, alle sue terre.

( licitai urbe oppidum munieipium colonia

107 - Civitas, il cui senso generale gi stalo spiegato,

nell et d argento serv a designare una citt in generale


rispetto alle abitazioni che la compongono. Oppidum
un luogo fortificato e sicuro. Lantica cittadella di Roma
eh era sul Palatino si chiamava oppidum, mentre le nuove
costruzioni si dicevano urbs, voce che indica ogni citt no-

tevole. Municipio erano le citt libere che avevano fatto

alleanza con Roma ed ottenuto il diritto di cittadinanza, con


o senza il diritto del suffragio. I loro abitanti che si stabili-

vano a Roma erano ammessi a pubblici carichi. Queste citt

si tdmiinavano i loro magistrali e si governavano colle loro

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proprie leggi. Le coloniae erano citt fondate solenne-


mente, allorch si fece la divisione delle terre conquistate fra
i cittadini Romani; ve n erano di romane e di latine.

Pag us vie us

108 - Pagus una riunione poco considerevole di case


fuori di una citt; un villaggio rispetto alle terre che si tro-

vano nei contorni. Designa eziandio una circoscrizione terri-

toriale di poca estensione, un cantone. Vicus si riferisce

piuttosto alle abitazioni. Esprime tanto una riunione di case,

quanto designa una contrada, un quartiere.

Aedificare cotidere cxtrucre ducere moliri

109 - Aedificare (aedes-facere) un termino assai ge-


nerale, che si dice di ogni specie di costruzione, e figurata-
mente, di una nave, della costituzione di uno Stato ec.
Gondere si dice allorch pi edifizii devono essere costrutti
in una volta ;
di qui la frase condere tirbem. Ducere, quan-
do la costruzione assai estesa in lunghezza; si dice di un
muro. Moliri si usa allorch la costruzione costa grande
lavoro. Struere si riferisce allordine che si trova in una
costruzione; conslruere fa ancora pi risaltare questidea;
extruere si riferisce allaltezza di un edifzio.

Imago simulacrum effigies signum statua


piclura tabula

1 10 - Con imago (quasi imilago, greco t/xaSv) si concepi-


sce pi spesso la rappresentazione di un oggetto che si fa

naturalmente. Nl-I suo vastissimo senso abbraccia anche lo

voci pittura, ritratto, scultura, ma fa risaltare poco l'idea

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dellartista. Con effigie ('ex -fingere, formare secondo


qualche cosa) non si concepisce questa rappresentazione
che col mezzo dellarte, e inoltre questa voce si dice par-
ticolarmente di alcune produzioni dell' arte. Simulacrum
tiene il mezzo fra le due voci, e quantunque di significa-

zione meno estesa d imago ha i pi dei suoi sensi. Com essa,

esprime la pittura e la scultura, la nostra imagine veduta


nellacqua, in uno specchio, formata dall' ombra, le idee che
sono la rappresentazione degli oggetti nel nostro spirito, un
fantasma, una visione. Imago, per riproduce sempre log-
getto: simulacrum non fa spesso che simularlo. Di qui tal-

volta: falso sembiante, apparenza, simulacro, chimera.


Signum si dice di ogni opera appartenente alla scultura, alla

cesellatura: il greco yxKpcx. Statua si dice solamente


delle statue gettale in bronzo, come xvhptds. Statua ordi-

nariamente usata per designare le statue degli uomini, si-

mulacrum quelle degli Dei. Pictura ha due significati: la

pittura (larte stessa), ed una pittura, unopera di pittura.


Tabula non ha che questo ultimo senso.

fus ager arvum campus fundus villa

praeditim

IH - Ras designa la campagna in opposizione alla citt,

e sovratutto dal punto di vista dei suoi piaceri, e dei suoi na-
turali vantaggi. Ager^ si riferisce alla cultura e alla produ-

zione; si dice di ogni terra che serve o pu servire per la-


gricoltura. Arvum (aggettivo nato da arare, al quale si

sottintende solum) terra da lavorare, da seminare, opposto


al luogo da pastura, o piantato dalberi. Campus, uno
spazio unito, assai grande, e che pu servire egualmente per

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la pastura, per la cultura, gli occhi, lo stabilimento di un


campo, o per un campo di battaglia; in una parola la pia-

nura come il greco t/8 ov. Fundus, significa una terra,

una propriet, una casa di campagna, coi campi che ne di-

pendono. Lidea di casa si trova specialmente in villa do-


v ella predomina sopra quella di terre che possano dipen-
derne. Praedium ora una casa di campagna, ora un
podere, e anche una casa in citt, e racchiude lidea di im-
mobile, di propriet.

Ilusticus agreslis rusticanus

112- Nel senso proprio la significazione di agreslis e

rusticus talvolta identica. Rusticus per, designa sola-



,

mente, come olypoxos, colui che vive alla campagna;


agreslis, aypios, si dice di ci eh nei campi, di ci che vi

cresciuto, di ci eh selvaggio.
Queste voci differiscono sopralutto allorquando esse sono
applicate allo spirito. Rusticus designa allora piuttosto la roz-
zezza intellettuale; agreslis la rozzezza morale. Rusticus ,
co-
me rudis, si riferisce alla timidit, alla semplicit, al difetto

di belle maniere; agreslis allo stato grossolano, alla bassez-

za, e non mai preso in buona parte. Rusticus non conosce


gli usi della buona societ ;
egli offende le leggi della conve-
nienza, ma leggi tutte di convenzione; agreslis offende fino
le leggi naturali della convenienza. Per mitigare l idea di
rusticus Cicerone si vale del vocabolo rusticanus (equivalente

a rustico similis); tiene il mezzo fra luomo della citt e della

villa
;
quello che noi diciamo : un provinciale.

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, , -

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Mercatura commcrcium quaestus mcrcatus


143 - Mercatura designa il commercio come scambio di

mercanzie; sia il piccolo (tennis) sia il grande (magna) ne-


gozio. Commercium voce di significazione assai estesa,
destinala ad esprimere tutte le relazioni che gli uomini han-
no fra di loro, relazioni commerciali ed altre. Quaestus,
che propriamente significa guadagno, si dice del commercio
consideralo come professione lucrativa, traffico, e sopratulto
del denaro; si prende sovente in cattiva parte. Mcrcatus
designando il commercio, negozio, o traffico, serve ad espri-
mere il luogo e il tempo nel quale si fa, la fiera, il mercato,
oppure una di quelle assemblee solenni che i Greci chiama-
vano Txvriyvpeti, alle quali la curiosit e la speranza del
guadagno attiravano la folla.

Vendere venditare venumdare

414 - Vendere termine generale; venditare, voler


vendere, far valere, vantare una mercanzia ; e in senso figu-

rato, vantarsi ;
mentre se vendere significa mettere a prezzo

la sua coscienza. Venumdare meno usitato: esporre


qualche cosa per venderla, e particolarmente gli schiavi.

Vii usurpare adhibere fru

415 - Uti, usare di ... servirsi di ... impiegare una


cosa, fare il proprio vantaggio, racchiude l' idea di unazione
permanente, abituale, per ci che corrisponde all'italiano

avere, nelle frasi : uti aliquo familiariter, uti aliquo praecc


piove. Quest uso elegante cogli aggettivi al comparativo.
Usurpare, sembra essere lincoativo di uti, e secondo il

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Vossio, desiderativo, sincopato per usuripare, significando


desiderare di servirsi di qualche cosa, o pretendere, mettere
in uso, impiegare senza l idea di durata. perci che indica
eziandio: adoperare una voce, nominare. Adhibere ,
si ri-

ferisce ad uno scopo, e significa: impiegare una cosa qua-


lunque. Frui esprime il sentimento gradevole che si

prova facendo uso di qualche cosa.

Damnum delrimcnlum jaclura calamilas


infortunium res adversae

110 - Damnum la perdita di cui noi stessi siamo la ca-

gione, detrimentum, al contrario, la perdita che subiamo, il

danno che ci coglie in una maniera qualunque. Atnbidue so-

no termini concreti, di cui jaclura lastratto. Jaclura,


adoperato come termine concreto, significa damnum, una
perdita che si fatta volontariamente, un sacrifizio, come di-
ciamo noi, e si unisce, come damnum, col verbo facere.
Calamilas (da calamus primitivamente termino di agricoltu-

ra, e indica lo stroppio delle piante percosso dalla grandine)


come calamit e disastro si riferisce a perdile considerevoli

che possono colpire non solamente un individuo, ma spesso


una popolazione intera, un esercito ec. Infortunium (vo-
cabolo che non si trova in Cicerone, e eh raro nell epoca
classica) un colpo della sorte avversa. Res adversae,
presenta l'idea di una catena di avvenimenti tristi.

Felix bealtis forlunatus prosper faustus


secundus

117 - Deatus colui a cui nulla manca per la soddisfa-


zione desuoi desiderii. Felix colui che riesce nelle sue

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intraprese; lidea espressa da bealus pi personale al sog-

getto eh felice; lidea espressa da felix dipende pi da


congiunture esteriori, ed anche pu essere nelle cose. Si
dir bene feliciter navigare, e non beale navigare; rempu-
blicarn bene et feliciler gerere, e non beale ; felix ager, e
non bealus ager. Felix si dice di persone e di cose, mentre
prosper, faustus, secundus , non si dice che delle cose che
procurano la felicit. Prosper (pro-spe) si riferisce essen-

zialmente allesito, al successo, al fine di una intrapresa;


mentre secundus (da segui) si riferisce a ci che le fa avan-
zare o riuscire. Faustus contiene un senso religioso, e fa

considerare la felicit come un favore degli Dei. Forlu-


natus, ben provveduto dei doni della fortuna, favorito dalla
sorte, sopratutto rispetto ai beni esteriori. Bealus, chi si

sente internamente felice, perch tutti i suoi desiderii sono


soddisfatti; nondimeno pi spesso si riferisce alla felicit ter-

restre che nasce dallopulenza.

Diviliae facullates copine gaza bona


forlunae

418 - Diviliae, i grandi beni, le ricchezze, come posses-


sione e come mezzo a soddisfare i desiderii di ogni specie.
Facullates ,
i mezzi necessari per soddisfare ai bisogni or-
dinarii della vita. Copine racchiude l' idea accessoria di
abbondanza (o^Sovi**); sono i mezzi pi che sufficienti per
soddisfare a questi bisogni. Opes contiene l idea accesso-
ria della considerazione, del credilo che risultano dalla ric-

chezza. Sono le ricchezze come mezzo di arrivare ad uno


scopo pi allo, di raggiungere unalta posizione sociale, di

crearsi dei partigiani, e di poter usare della propria influen-

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.

za in favore degli altri; il credito. Opes si riferisce alla vita

politica, mentre divitiae e gli altri vocaboli di questo gruppo


non hanno rapporto che colla vita privata. Gaza, vocabo-
lo che non d origine latina, indica le ricchezze regali.
Bona e forlunae sono sinonimi come beni e ricchezze, e si

trovano spesso riuniti. Differiscono in ci; che bona consi-


stono in beni immobili (e figuratamente ci eh buono per
essenza), fortunae in beni mobili.

Paupertas egestas inopia indigentia mendicilas


penuria

11 9 - Paupertas il vocabolo generale per esprimere la

povert; pauper l uomo che ha poco, e eh obbligato a re-


stringersi nei suoi bisogni per pu vivere ancora di ci che
ha, ed essere contento e felice.
;

Mendicilas, stato di uomo


che per vivere obbligato a ricorrere alla carit altrui.
Inopia, come il greco dropix, indica privazione di beni e di
mezzi. Egestas, e sopratutto indigentia, il sentimento
doloroso di questa privazione. Penuria indica la mancan-
za delle cose di cui si ha bisogno, ed sempre seguito da un
genitivo che lo determina :
penuria frumenti, aquae, amico-
rum ec.

Egere indigere carere vacare

120 - Egere esprime ,


piuttosto la privazione come uno
stato; indigere aver bisogno di ,
sostenere la priva-
zione di ... presenta piuttosto questa privazione come sen-
timento penoso di questo stato, colf idea di sforzo per otte-
nere ci che manca. Carere significa non avere che in
piccola quantit, o non averne affatto, comunemente colli-

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,

76

dea accessoria che si ha coscienza di non averne. Si dice


ugualmente carere dolore e carere voluptate. Vacare es-
sere vuoto, vacante, esente, non avere, differisce da carere
in ci eh' esso esclude l' idea di avere coscienza di ci che

non si ha, e designa sempre che s liberi da qualche cosa


d'incomodo e di pesante.

Opes auxilium juvare adjuvare


121 - Ops, plurale opes, contiene le tre idee distinte di

potenza, di ricchezza e di soccorso. Nel singolare questo vo-


cabolo usato solamente nei casi obbliqui, con la significa-

zione astratta di soccorso recato a qualcheduno. Nel plurale


ha il senso concreto di mezzi per dare soccorso. Auxi-
lium (da augeo ) presenta il soccorso che si d e che si riceve

come un accrescimento dei mezzi di potenza. Juvare,


adjuvare hanno per oggetto una persona che col mezzo del-
lajulo eh essa riceve, deve avanzare pi alto, e conseguire
pi presto il suo scopo.

Licet fas est concedere permiltere indulgere


connivere veniam dare
ignoscerc

122 - Licet permesso rispetto alle leggi umane, consa-


crate o da testi formali, o semplicemente da costumi. Fas
est, lecito, rispetto alle prescrizioni delle leggi divino e na-
turali, formulate o dai precetti della religione, o semplice-
mente dimostrate dalla coscienza, dal sentimento morale.
Indulgere, concedere in conseguenza di una sensibilit che
rende l uomo facile fino alla debolezza. Connivere ( com
nico, e il frequentativo nido) chiudere gli occhi, far sembiante
di non vedere. Ignoscere, perdonare di cuore, rimettere

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)

77

una colpa od una offesa, dimenticarla. Veniam dare,


mettere la grazia nel posto della giustizia, risparmiare ad
uno il castigo meritato.

Disputatio litigatio contendo


controversia
allcrcatio jurgium rixa
123 - Disputalio, litigatio, controversia indicano un disac-
cordo, una differenza di cui l accomodamento pu farsi con
calma e in via regolare; contendo, altercano, jurgium,
contese nelle quali la passione domina, ma ove la disputa,
per viva che sia, si arresta alle parole, mentre in rixa si

viene, o almeno si minaccia venire, alle vie di fatto. Con-


troversia [contro -verto) presenta solamente limagine delle

due parti che sono in presenza ; in essa ogni parte crede o


pretende aver ragione o diritto, potendo daltronde laffare

essere sottomesso al tribunale. Nella disceplado [dis - captare)


le due parli sono considerate discutere senza sentimenti o-
slili, ma soltanto allo scopo di scoprire la verit o il diritto.

Nella litigatio ( lis-ago v'ha in fondo una disposizione ostile,


un interesse personale; pi sovente un processo. In
contendo espresso lo sforzo per arrivare allo scopo.
Jurgium presenta limagine di una disputa grossolana;
dordinario una questione fra amici e conoscenti. Iixa
tiene il mezzo (va jurgium e proelium : una disputa piena
di animosit fra pi persone, c che sovente degenera in vie
di fatto, in mischia.

Accusare arguere criminari incusare


insimulare reum facerc

124- Accusare (radice causa ) si dice principalmente del-

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l'accusa giudiziaria, e significa querelarsi contro uno, incol-


parlo di qualche cosa. Argucre, dimostrare con argomenti
la verit di unaccusa. Criminar (crimen) suppone un
fondo di accusa reale o apparente, e di passione 'e di male-
volenza nellaccusatore. Immutare (simulare) esprime
ancora pi lidea di falsit nellaccusa. leum facere si

dice dellaccusa formale e legale dinanzi ad un tribunale.

Vindicta ullio tallo pocna muleta animad -

ver sio castigalio

125 - Vindicta un atto della giustizia, come pena in-

flitta (nel senso giudiziario). Ultio, un alto di collera,

una vendetta. Talio un atto di rappresaglia. Poena


(radice iroivtj) piuttosto considerata come un castigo, una
espiazione di esige la legge violata, e che consiste in una
sofferenza che simpone. Multa o muleta (typtia), parola
Sabina, (secondo Varrone) come una riparazione eh esigono
la giustizia e lequit in compenso di un danno cagionato,
e chera stimata in valori, cio in bestiame nei tempi pri-
mitivi, e pi tardi in argento. Animadversio, come una
pena giuridica pronunziata dopo una istruzione giudiziaria
e che consisteva in un castigo qualunque ed assai spesso
nella pena di morte. Castigalio dovendo servire a miglio-

rare un individuo, consisteva spesso in un rimprovero, e ra-


ramente in una pena corporale.

Mililia bellum tumullus


126 - Bellum (forma antica duellttm ) indica uno stato di

ostilit fra due popoli ;


mililia fa risaltare la situazione
deglindividui in tempo di guerra, il servizio militare, di cui

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s

79

lesenzione si chiamava vacatio; si riferisce ai lavori, alla di-

sciplina e a lutle le particolarit della vita del soldato.


Tumulili una incursione violenta, un assalto impreveduto,
come fu il tumullus Gallicus.

Foedus socielns

127 - Foedus lunione di due Stati che vogliono gua-


rentire la loro reciproca sicurezza; essa si fa solennemente.
Socictas non che un ravvicinamento di popoli e dindi-
vidui, che ha per oggetto delle imprese a fare in comune, e
che non esige punto un trattalo formale.

Adversarius hostis inimicus infensus infeslus

1 28 - Adversarius la espressione pi generale per de-


signare colui ch contro di noi in guerra, in politica, ingiu-
stizia ec. Hostis, come ToXtfzios, sempre il nemico di
guerra, o almeno il nemico della patria. Primitivamente era
il forassero. Inimicus, come il nemico in rapporto
alle relazioni privale. Infestus esprime uno stato di ani-

mosit che si manifesta con azioni, ed perci che si dice


bene di cose. Infensus, uno stato di animosit violenta,
e non si dice che delle persone.

Ttieri defendere

1211- Tueri fa piuttosto risaltare un pericolo possibile,

come proteggere, opposto a negligere. Defendere, un at-


tacco reale, come difendere, opposto a deserere. In tueri

espressa la sollecitudine, lamore per chi si protegge, e si

inette al riparo di ogni pericolo; in de fendere, il coraggio e


la forza, in ci che si corre un pericolo.

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80

Deserere deslituere relinquere


130 - Relinquere ,
lasciare, senz altra idea accessoria, si

riferisce ad un oggetto col quale ci troviamo semplice-


mente in un rapporto esteriore. Deserere, implica l'idea
dun rapporto intimo e morale coll'oggetto abbandonato.
Deslituere rincara ancora questo significalo perch deserere
abbandonare semplicemente in un pericolo possibile e lon-

tano; destituire, abbandonare in un pericolo reale ed im-


minente.

Tutus securus incuriosus

131 - Tutus (participio di lueor) si dice di una persona


o di una cosa eh realmente in sicurezza. Securus (se

per sine, e cura ) si dice di qualcheduno che si crede in si-

curezza, e eh quindi senzinquietudine. Quindi tutus con-


tiene lidea di prudenza, di previdenza; securus serve ad e-

spriinere, per eufemismo, lidea dimprevidenza. Per sccu-


ritas serve talvolta di sostantivo a tutus perch quest ultimo
non ne forma, ad eccezione di tutela, che non ha come lui,

il senso attivo, ina il neutro. Incuria ed incuriosus espri-


mono la mancanza di cura e di attenzione in rapporto ai

fatti politici, incurante, negligente, indifferente.

Exercitus copiae agmen acics

132 - Exercitus (sostantivo concreto di exerced) presenta


lesercito come un insieme disciplinato ed esercitato; mentre
copiae non si riferisce che a truppe che servono a comporre
un esercito, cio al numero dei soldati piuttosto che oli or-
ganamento militare che si deve dar loro. Exercitus com-

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!

prende la fanteria, la cavalleria, la marina.


Agmen (da ago)

l'esercito in marcia ed in buon ordine. Acies, l esercito


disposto a battaglia.

Arma tela

433 - Arma, che comunemente si deriva dal greco apio,


corrisponde al greco ott\x, e designa le armi che si adattano
al corpo, e servono a proteggere contro le ferite, come elmo, l'

la corazza, lo scudo ec. ;


poi le armi che servono ad attaccare

davvicino, che si tengono in mano, e che non si lanciano da


lontano, la spada, la mazza, quibus cominus pugnatur.
Tela corrisponde al greco fitKti, e indica le armi che si lan-

ciano per ferire ad una certa distanza, come le freccio, il gia-

velolto, le pietre ec., tutte le specie di armi quibus eminus


pugnatur.,, Poi comprende in generale tutte quelle colle
quali si combatte sia da lungi che da presso.

Sarcinae impedimento rasa


434 - Sarcinae designa le bagaglie come il carico che eia-
schedun soldato romano doveva portare; impedimento
quelle dellesercito considerato collettivamente, che sono tra-

scinate da cavalli o da altre bestie da soma, ed anche portale

dagli uomini; vaso tulli gl'istrumenti, tutti gli utensili che


servono ad un esercito in campagna, e si usa comunemente
nellespressione: colligere vasa, conclamare vaso ec.

Pugnare configgere dimicare ccrtare

435 - Pugnare (radice pug, donde pungo e pugnus, ec.)

Pugnare
,

combattere ;
configere urtarsi insieme. si usa
piuttosto per indicare un combattimento che si ebbe formal-

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niente intenzione di aprire, confligere, chebbe luogo per


uno scontro accidentale; ed eziandio pugnare, spiegare tutte

le sue forze contro il nemico, usare armi d' ogni specie, pre-
senta il combattimento dal suo lato bello, nel quale si fa mo-
stra di arte o di bravura; suo
confligere, dal lato brutale,

e si riferisce all urto degli avversar! in quanto riesce al mas-


sacro e alla carneficina. Dimicare designa il combatti-
mento con armi di ogni specie, spade, lance, picche, mazze,
ee.., e piuttosto colle armi bianche che brillano dalle due parti

(micare). Quindi acie, ferro dimicare. Certare, che si usa


pi spesso nel senso figuralo, si avvicina pi allidea di aemu-
lari di cui sovente sinonimo. Significa rivaleggiare combat-
tendo, spiegare tutte le sue forze per vincere l'avversario,
assaggiarne il valore. Di qui certare verbis, oratione, odio,

amicitia.

Pugna proelium acies certamen


136 - Pugna il vocabolo pi generale ;
designa ogni spe-
cie di combattimento, da quello di due persone sino al pi

sanguinoso, una disputa, un duello, una battaglia. Acies

la battaglia disposta in piena campagna, implica l idea ac-

cessoria di arte, di tattica, ma appartiene allo siile elevato.

Proelium un combattimento particolare, una scaramuc-

cia, e i riferisce alle posizioni, alle mosse dei combattenti ;


gli

assalti improvvisi sono piuttosto proelia. Certamen lotta

impegnata per rivalit.

Clades caedes strages


t
internecio

137 - Clades, disfatta, ha di tutte queste parole il senso


pi generale; si dice di ogni perdita subita. Caedes car-

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s

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nefcina, si riferisce al sangue sparso; strage al cumulo


dei cadaveri. Internecio designa una distruzione completa.

exuviae manubiae spolium


Praedae

138 - Praedae Manubiae


ogni specie di bottino. il de-
naro che si ricava, e sovente la parte che spetta a ciascuno.
Exuviae, tutto ci che si toglie al corpo del nemico uc-
ciso o prigioniero. Spolium la parte di ciascheduno in par-
ticolare ;
praeda il bottino fatto da tutto un esercito.

Merere mereri

139 - Merere ordinariamente transitivo, e si costruisco


sia coll'accusativo, sia con una proposizione subordinata com-
pletiva. Mereri ordinariamente intransitivo. Si costrui-

sce con un avverbio, ed ha per regime un nome all'ablativo


con de. Merere con o senza stipendia significa fare il servizio
militare; mereri quand usato come intransitivo, significa

guadagnare, acquistare, senza far risaltare alcuna idea di me-


rito. Nellet dargento, merere quasi lespressione tecnica

per designare il servizio militare.

Manere exspectare praestolari opperiri

140 - Manere indica soltanto uno stato fisico; attendere,

restare, infino a che una qualche cosa avvenga. in ci che


questo vocabolo differisce dagli altri sinonimi, i quali tutti

suppongono un essere ragionevole avente coscienza di ci che


fa. Praestolari, con significazione intransitiva, si dice di
chi si tiene pronto, in caso di bisogno, a disposizione di qual-

cheduno. Opperiri, ora col senso neutro, ora oolT attivo,


tenersi pronto a. ... Exspectare (ex- spedare), guardar

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lontano, sinonimo di prospeclare. Ma quest ultimo ha con-

servato la sua significazione propria, e soltanto col mezzo di

una figura si dice talvolta dello spirito; mentre exspedare ha

perduto il suo significato proprio di guardare da lungi, e non


ha conservato che il figurato. Una leggiera sfumatura distin-

gue queste due voci paragonate fra loro figuratamente: ex-


spedare, esprime unaspettazione pi tranquilla; prospedare
un aspettazione pi inquieta, e che si spinge pi lontano (pr).

Fidere confidere (idem habere credere


commitlere

14-1 - Fidere significa : aver confidenza ;


confidere avere
una piena confidenza. Una particolarit che merita di essere
osservata si che il verbo confidere non racchiude una idea
sfavorevole come il participio confidens, e il sostantivo con-

fidentia, che significa confidenza presuntuosa, audacia, impu-


denza. In fidere e confidere la confidenza riposa sopra una
forza od un soccorso; idem in / habere, e credere, sopra
un buon sentimento. CommiUere considerato come sino-

nimo di credere, confidare qualche cosa, esprime l idea di


mettere un affare nelle mani altrui.

Fallere frustrari decipere circumvenire


fraudare imponere
142 - Fallere e frustrari, ingannare, mettere in errore;

fallere dare una falsa idea ;


frustrari una falsasperanza. Frau-

dare abusare proditoriamente della confidenza per ingan-


nare; imponere della credulit per scambiare le cose.
Decipere, presenta l'imagine di un inganno improvviso;

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circumvenire di una sorpresa premeditata, e preparala cou


destrezza.

Petere rogare orare poscere postulare


jlagilare erigere

143 - Petere ha per s stesso un senso generale, e indica


propriamente lazione di raggiungere uno scopo, e quando
significa domandare, bisogna sottintendervi una parola come
precibus, in una maniera analoga a quella che i poeti usano:
aggred aliquem dictis.
Rogare come pelerp ha un sen-
so generale. Questi due verbi tengono il mezzo fra poscere
domandare dautorit, ed orare colle preghiere. Postu-
lare, esprime il voto, la volont della persona come fondati,

o che si crede fondati ad esigere in nome dell'equit e in

ragione dei casi, dei rapporti esistenti. Exigere, l obbli-

gazione alla quale si trova sottomessa la persona a cui si fa

una domanda imperiosa; far valere i propri diritti, invocando


il soccorso dellautorit. Flagitare domandare con pas-
sione, con insistenza. Si osservi che postulare e poscere han-

no talvolta per soggetto delle cose inanimate: Tempus,


causa postulai o poscit; fata poscunt.

Quaeso rogare orare obtestari precari


implorare

144 - Quaeso (antica forma di quaero ) e qnaesumus de-


signa una sorta di preghiera interrogativa ;
una formula di

gentilezza per domandare ad una persona. Quaeso sintercala,

come inquam, nella domanda, e non influisce sulla costru-

zione della frase. Rogare esporre brevemente e sempli-


cemente la sua preghiera dinanzi ad uno che si considera

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,

86

nostro pari. Orare indirizzare una preghiera ad uno, nel


quale si riconosce una superiorit; e mostrarsi rispettosi e
devoti nella propria preghiera. Obsecrare ed obtestari de*
signano una preghiera appassionata che una grande necessit
ci obbliga fare ;
scongiurare. Obsecrare nel suo uso frequente,
e sovratulto in parentesi, ha perduto il suo carattere religio-

so (ob- sacra) ;
obtestari rimasto come vocabolo espressivo
di scongiurare solennemente. Precari e supplicare espri-
mono una preghiera indirizzata agli Dei e agli uomini, che
sono considerati come genii tutelari; precari in uno stato di

calma, o tutto al pi, levando le mani al cielo; supplicari in


ginocchio, o a terra, e incrociando le braccia. Implorare
pregare con lagrime e con grida.

Polliceri promittere spondere recipere

145 - Polliceri (pro-liceri) e il suo frequentativo pollici-


tari, promettere, ordinariamente come il greco TxyytXKev-
Sxt. Promittere, consentire a promettere, di solito

in seguito ad una domanda o ad una preghiera : la promessa


in questo caso il risultato di un accordo, di una conven-
zione, il greco tfTovyytaSxi. Spondere e il suo compo-
sto despondere, promettere formalmente aggiunge all' idea di
promessa quella di garanzia; la promessa considerala come
stipulazione, ed obbligandosi giudizialmente, in gr. f'yyv^y,
- Recipere (prendere sopra di s qualche cosa) impegnarsi
sullonore, come il greco xvxtyeaSxt ;
un atto di gene-
rosit per ci che ha per iscopo di trarre d* imbarazzo qual-
cheduno.

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,

87

Dare dedere Iradere donare largiri

146 - Dare, dare nel senso pi. esteso della parola.


Dedere rinforza questa idea e contiene un rapporto di scopo,
di destinazione. Tradere, rimettere o consegnare, fa ri-

saltare la formalit e perfino la solennit dell allo. Donare


e largiri si riferiscono al cangiamento di propriet che si o-
pera col dono. Donare senz alcuna idea accessoria ; largiri

racchiude l idea ehe il dono ricco e considerevole, e talvolta

collidea sfavorevole di largizione fatta a proprio interesse.

Dividere dirimere partili distribuere

147 - Dividere, e dirimere indicano una divisione che si

fa per distruggere lunit del tutto, per separarla in parti.


Parliti, indica dividere per uno scopo qualunque, per poter-

ne disporre. Si dice divide ut imperes, dividere sententias,


ma partiri praedam. Dirimere si usa quando si vuol espri-
mere che i rapporti intimi, i legami organici sono distrutti
dalla divisione. Dislribuere indica che la divisione si fa

in vista di coloro ai quali deve profittare, un diritto legitti-

mo; ed eziandio ogni divisione fatta nello scopo di convenien-


za e di giustizia, ed in ci la conseguenza di partiri.

Impertire tribuere participare communicare


148 - Impertire e tribuere esprimono l idea di distribuire,
di dividere una o pi cose ;
impertire come un atto di libera

volont, o bont; tribuere come un atto di giustizia e di pru-

denza. Participare e communicare significano: far parte-


cipe di .... comunicare alcuna cosa, con questa differenza
che il primo equivalente a participem facere ha ordinaria-

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K8

monte per oggetto il nome della persona che ha parte nella


cosa divisa, e il secondo ha per oggetto la cosa divisa.

Mollis rnitis comis humanus popularis


rnansuetus clemens
1 49 - Mollis, sia che si riferisca alla propriet della ma-
teria, sia in senso figurato significa molle, tenero, o in un
senso indifferente, o in qello sfavorevole di mollezza.
Mitis, presenta la stessa idea in un senso favorevole. 1 frutti

son detti mitia poma sia perch sono maturi, sia perch ven-
gono da alberi coltivati. Comis primitivamente chi ha de-
posto la rozzezza, il carattere feroce delluomo nello stato
di natura. Nel suo senso ristretto, nell'epoca classica, ci
che noi diciamo affabile, gentile. Popularis si dice di
colui che come uomo di Stalo non fa sentire di appartene-
re ad una classe privilegiata; egli non attende che all'inte-

resse pubblico. Humanus ha cangiato la sua natura feroce


in una pi mite; egli si ingentilito. Mansuetus ,
di un na-
turale malvagio ha fatto una natura dolce, egli si imposto

il freno della ragione. E uomol privato che perdona. Cle-

mens l' uomo potente che non decreta contro il colpevole il

castigo che si meritato.

Contumelia ignominia infamia dedecus


injuria
maledictum convicium
probrum

150 - Contumelia ferisce lonore altrui; injuria (in-


jus) i Ignominia
diritti altrui. tocca lonore politico e ri-

sulta da un mancamento nellesercizio delle sue funzioni, o


doveri pubblici, confermato ordinariamente da una nota dei
censori. Infamia tocca lonore morale e la considerazione.

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;

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Dedecus, come termine concreto, designa oggettivamente


il disonore in s. Prohrum e opprobrium danno pi di e-

stensione a questa idea ; dedecus si connette d' ordinario colle

relazioni pubbliche, con atti vigliacchi e bassi ;


probrum, colle

private, coll immoralit e coll impudicizia. Maledictum


indica tutto ci che si dice per nuocere ad un altro, sia che

si tratti di una imprecazione o di una ingiuria a parole, de-

stinata a ferire il suo onore. Ora se quest ultima specie din-


giuria consiste in imputazioni, in frasi offensive, in rimpro-
veri ingiuriosi, si chiama probrum, che corrisponde al greco
jSos; se consiste in una sola parola, in una denominazione
offensiva si chiama convicium il greco Xothopix. Furi (ladro !)

un convicium; mentre fur es, o furaris un probrum ma


l uno e l altro sono maledicta.

Objicere exprobrare
151 - Objicere indirizzare un rimprovero, un termine
generale, designa unazione indifferente. Exprobrare con-
tiene una idea accessoria di biasimo per ci che significa rim-
proverare per gettare l onta e l oltraggio sulla persona alla

quale sindirizza, senz aspettare nessuna giustificazione.

Laedere violare offendere

152 - Laedere, ferire, designa una lesione fisica. Vie-

tare, fare una violenza, designa un attentato al diritto.


Offendere, urlare, l azione di offendere i sentimenti. Lae-
dere tocca l'integrit del soggetto; violare la santit del-

loggetto; offendere i sentimenti, le inclinazioni, i disegni di


unaltra persona o li urta.

Si osservi che nellet dargento offensio, e pi spesso of-

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fensa non si diceva nel senso attivo, cio per indicare unof-
lsa che si fa, ma nel senso passivo e neutro, cio per desi-
gnare lo stato, lo scontento di uno che si sente urtato, ed

il principio dell invidia, simullas, odium.

Ofpcium muniti beneficium mcritum


\ 53 - Offcium e munus presentano l idea di dovere, l'uno

sotto il punto di vista morale, l altro, sotto il punto di vista

politico. Il primo dipende dalla coscienza, il secondo dal posto


che uno occupa. Beneficium, benefzio, ha la sua sorgente
nella bont, nella benevolenza; meritum un servigio, di cui

riconosciuto il valore.

Rumor fuma exislimatio laus honor


gloria clarilas

154 - Rumor una voce che si spande generalmente


senza die si sappia bene la sorgente da cui nasce; manca
di certezza, ed sovente segreta. Fama una novella
che si comunica in pubblico, apertamente. I rumores sono,
di solilo, oggetto della curiosit e si riferiscono a fatti attuali;

fama la propagazione e la tradizione di un fatto. Fama in

senso pi ristretto la reputazione buona o malvagia di una


persona. In questo caso fama come il suo sinonimo existi-

matio, ma vocabulum medium. Quando queste due voci sono

usate nel senso favorevole, indicano la buona riputazione, la

stima pubblica. Laus, ed honor implicano lidea che nella


persona alla quale sindirizzano queste qualificazioni, si rico-

nosce una distinzione od una superiorit; laus si riconosce


colle parole, honor coi fatti. Gloria presenta la gloria co-

me qualche cosa di cui si parla e di cui si ode parlare con

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n
ammirazione; claritas come qualche cosa che brilla, che
ha dello splendore.

Gloria jactatio ostentatio

155 - Gloria nel senso ristretto di gloriae cupido, differi-

sce da ostentatio, jactatio, come la passione dell onore diffe-

risce dalla vanit.

Il sentimento della gloria degenerato, pervertito pu dive-


nire odioso, ma giammai ridicolo e spregevole, come la iat-

tanza, la vanit espressa da jactatio. Ostentatio vuol far

mostra di pretese qualit e sovralullo far sapere che esse


sono osservate; jactatio annette una importanza eccessiva
alle sue qualit e tiene a farle riconoscere.

Sezione IV*

Sinonimi ohe risguardano luomo fisico

Membruta artus commissurae

15G - Membrum, membro, come parte del corpo degli a-


nimali. Artus (formato da xpco, unire insieme) propria-
mente la giuntura. 11 plurale membra designa tutti i membri
compresi la testa e il tronco; artus solamente l'estremit, i

membri in quanto sono attaccati da commissurae, giunture


od articolazioni, le mani, i piedi ec. ;
ma nei poeti artus
affatto sinonimo di membrum.

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Facies os vullus frons supercilium


157 - Facies nel suo senso primitivo sinonimo di forma.

Si trova talvolta con questa significazione, cio per designare


tutto lesteriore delluomo: Ignoti faciem ejus (Agesilai),

quum inluerenlur, contcmnebant (C. Nep. Ages. 8). Nel


senso ristretto divenuto sinonimo di os e vullus, ed esprime
la forma, le fattezze del viso, le quali durano sempre le stesse

in ogni tempo Os e vullus designano il viso per sineddo-

che. Os esprime piuttosto uno stato naturale e durevole; vul-


lus (da volvere) ci che si muta nell uomo o per et o per
malattia o per le passioni, e suona italianamente: aria, fisio-
nomia, sembiante. Os si applica meglio allespressione di al-

cuni sentimenti: lo sdegno, l impudenza, la derisione; vullus


all'espressione di certe passioni: la collera, la gioja, la mi-
naccia. Ma la gioja e la tristezza sono espresse sopratutlo da
frons; la fierezza, lorgoglio, la rigidezza da supercilium.

Crinis capillus coma caesaries cincinnus


cirrus villus pilus seia

158-11 vocabolo generico crinis che significa in gene-


rale, pelo coni escrescenza sui corpi, come parte del corpo

in opposizione alle altre parti. Capillus da caput senza


altre idee accessorie, il pelo della testa, e sopratutto i capelli,

in opposizione agli altri peli ;


talvolta anche la barba. Co-
ma e caesaries contengono una idea accessoria estetica, in

quanto una bella capigliatura un ornamento naturale del


corpo. In coma si considera questa bellezza dal lato della gra-
zia e della mollezza; in caesaries dal lato della forza. Di qui
coma designa particolarmente la capigliatura delle donne o

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dei bambini; caesarics quella degli uomini. Di pi caesaries


allatto poetico. Pilus un pelo preso isolatamente,
sovratutto il pelo corto, i crini e le setole degli animali, che
inoltre si chiamano seta. Yillus il pelo lanoso degli animali
considerato per ci che serve loro di vestimento. Cirrus
(tippv) un riccio naturale negli animali, come nelluomo.
poco ammesso nella buona prosa. Cincinnus (x/xvv o<)

un riccio artisticamente disposto: questo ultimo si dice fi-

guratamente dellarte affettata dei discorsi.

Nasus nares
159 - Nasus, il naso, come parte del corpo, come mem-
bro in rapporto alla sua apparenza esteriore, alla sua forma.
Nares in rapporto alla sua funzione interna, lodorato, la

secrezione degli umori. I Latini collocarono nel naso l'indizio

di uno spirito arguto, e la sagacia e lacrimonia nello sco-


prire gli altrui difetti, traendo forse la metafora dal finissimo

odorato dei cani. Di qui la locuzione di Orazio: Naso su-
spendis adunco ignotos, ut me libertino patre natum (Sat. I.

6, vers. 5). E l'aggettivo nasutus nel passo di Fedro: " Tu


qui, nasute, scripta deslringis mea.

Fauces gala guttur

UO - Fauces lentrata dellesofago, il fondo della bocca;


nel senso figurato :
passaggio stretto. Gula l esofago stesso
rispetto agli alimenti, o meglio la parte superiore delleso-
fago che si chiama faringe. Guttur si estende dalle fauces
fino a\jug ulum; propriamente la gola. Gula e guttur si ado-
perano figuratamente per esprimere la ghiottoneria.

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s

u
Collum jugulum cervice

161 Collum, collo, in generale, come parte del corpo.


Jugulum, parte ossea del collo, particolarmente usato

allorch si tratta di tagliare il collo, o di strangolare. Cer-

vices, la nuca, il di dietro del collo, quando si tratta di rom-


pere il collo, o di avere la testa recisa dalla scure.

Tergum tcrgus dorsum


162 - Tergum, il dorso, superficie posteriore opposto al

petto. Cicerone solo lo usa. Dorsum, il dorso, come ele-

vazione, adoperato nel senso figurato per tutto ci che si

eleva: Tergum montis luno dei versanti opposto allal-


tro: Dorsum montis la sommit. Tergus in questo senso
si trova solo nei poeti. Tergum si dice piuttosto delluomo.

Tergum inclinato, dorsum, orizzontale.

Armus humcrus axilla ulna brachium


lacerine cubilus

163 - Armus (in greco ipfxs da pio, unire) la spalla

nel luogo ov'essa si unisce allomoplata; la spalla degli ani-

mali considerata come parte del corpo. Humertis la su-

perficie piana che si forma al dissopra della parte superiore

del braccio nel corpo umano. Axilla, per contrazione


ala il vuoto che si forma disotto la stessa parte del braccio.

Ulna il braccio per intero dalla spalla fino alla mano,


voce poetica, sovente nel senso di misura. Brachium pro-

priamente dal cubito fino alla mano, l'avambraccio; poi e-

spressione generale pel braccio intero. Lacerlus, dal cu-

bito fino alia spalla, rispetto massimamente alla forza mu-

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scolare Cubilus, larticolazione che separa brachium da


lacertu s.

Sinus gremium
164 - Sinus propriamente
,
la piega di un abito, la cavit,

tutto ci che forma una linea curva; poi, pi specialmente,

la piega della toga verso il petto, e finalmente il seno che


questa parte di vestito ricopre. Sinus, come parte del corpo

dunque fra le braccia; gremium, al contrario, fra le an-


che, e si forma, quando si siede. Queste due voci hanno tutte

il senso figurato dell italiano seno. Ambedue servono a desi-

gnare linterno, il centro: Padus gremio Vestili montispro-


fluens.,, Alii intra moenia atque in sinu urbis sunl hostes. ,,

Per sinus d a questo senso pi di estensione che gremium.


Ambedue si usano per amore, sollecitudine, protezione:
"Quaecumque mihi fortuna fidesque est, in vestris pono gre-
miis (Aen.IX 261). ,,
"In amici sinu deflere, (PI. Ep. Vili, 16).

Vestii veslilum vestimentum amictus amiculum



cullus habitus

165 - Vestii lespressione pi generale, ci che copre

il corpo, o anche l'abbigliamento intero, come veslilus, ed


ora una parte separata di quello, vestimentum. Per, allora
esprime sempre una parte principale. dinota labito sia
che si porli o no. sempre
Veslilus considerato in quanto
messo sul corpo. Amictus amiculum ed (am, ambi ja-
cere) sono vesti esteriori che riparano dal freddo; amictus
linsieme di queste vesti esteriori; amiculum, una parte.
Cullus ed habitus sono idee pi estese di vestii ed amictus,
e comprendono inoltre gli ornamenti e le altre cose che non

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sono comprese negli abiti. Cullus comprende il vestimen-


to e tutto ci che ne dipende; habitus comprende inoltre
tutto ci che concerne lesteriore.

Cullus victus

166 - Cullus esprime la cura che si ha per una cosa, sia

animata o no. Allorch cullus si riferisce alla vita umana, de-

signa la cura tutta esteriore che serve a perfezionare i godi-

menti umani, l abbigliamento, l' abitazione, la societ, il lusso

stesso. Victus lia una significazione pi ristretta : la sod-

disfazione dei bisogni indispensabili all'esistenza fisica; si

dice anche degli animali, e significa parimente la maniera di

vivere; victus allora equivale alle abitudini; cullus a ci che

noi chiamiamo educazione.

Adolesccns adultus

167 - Adolcscens designa principalmente luomo negli

ultimi anni del suo sviluppo in opposizione alluomo che ha

cessato di crescere; adultus il periodo dellinfanzia nel quale


l uomo ha gi incominciato a crescere, in opposizione al neo-
nato. Cosi nel senso figurato: adulta nocte,, "adulta ae-
sfate designano il mezzo della notte e della state, e non
il fine.

Iuvcnlus adolescenlia

168 - Juventus si estende dai venti ai quaranlanni. Gi


Nonio aveva determinato le forme del sostantivo: Juventus,
juvenes juventas, aetas
:
ipsa. Forcellini vi aggiunse con ra-

gione: Juventus, Dea. Cicerone stabilisce solamente la diffe-

renza fra juventus e juventas, e attribuisce juventa alla poesia.

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Ma gi Tito Livio usa juventa come il termine astratto (la

giovent), ejuventus come il collettivo concreto (i giovani).


Adolescenlia, come prole s, soboles ha per radice il verbo
olescere, cio crescere. Adolescenlia, secondo la sua etimo-
logia, designa propriamente l ultimo periodo dello sviluppo
fisico, cio da lo ai 30 anni. Questa la sua significazione
ordinaria; per adolescens si estende talvolta molto pi in l

e va fino ai 40 anni. Cos Cicerone chiama Crasso adolescens


quantunque dellet di 34 anni ;
Bruto e Cassio son detti ado-

lescentes, c chiama s stesso adolescens nellet chera con-

sole, cio a 44 anni.

Aptus idoneus
169 - Aptus (participio di opere, legare, attaccare), si

dice di una cosa che per le sue buone qualit propria ad


uno scopo, acconcia a . . . ben disposta per . . . Idoneus
chi, per il caso, si trova essere acconcio, e ci per le sue

qualit naturali. Le voci aptus ed apte si trovano frequente-


mente negli scritti che trattano dell arte oratoria, ed allora
0
esse hanno due significazioni principali: 1 apttim dicendi
genus un linguaggio perfettamente appropriato e alla per-

sona dell oratore, e alle persone a cui sindirizza, e alla ma-


teria di cui si tratta. Questa qualit fa parte di quelle che i

Greci chiamano to rpirov. In questo senso si deve intendere


apta pronunciano in Quintiliano; 2 apluin dicendi genus
talvolta sinonimo di numerosum, e le voci son dette apte ca-

dere, se formano un periodo ben rotondato, e che abbia del


numero.

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Olere (olor - olidus) olfacere et olfactus odor (odo-


rtts - odorari - odoralus)
fragrare redolere perolere nidor

170 - Olere (vocabulum medium) avere o spandere un


odore, e sopratulto avere un odore forte, aver cattivo odore,
putire; frag rai'e, al contrario, esalare un odore soave.
Redolere esprime solamente avere un odore forte; pero-
lere, mandare un odore penetrante. Olfacere, sentire,
esprime uno stato passivo; l'odore viene da se stesso a col-
pire il nostro organo. Odorari, voler sentire, esprime l'a-

zione del soggetto. Olidus, che ha dell odore e soprabi-


to che ha un cattivo odore; odorus, che odora facilmente.
Olor, vocabolo antico, significa puzzore; mentre odor
significa solamente odore. Nidor (Kvircrx), preso in un
senso ristretto, l'esalazione, il fumo chesce da una mate-
ria colta e bruciata.

Vidcre cernere spedare visere Iner

171 - Vidcre il vocabolo pi generale, vedere, come


attivit del senso della vista. Cernere (x/j'vo)) indica la

percezione esatta, vedere distinguendo tutte le cose in parti-


colare, con partecipazione dello spirito. Spedare, riguar-

dare, un verbo intensivo; osservare con attenzione per un


determinato scopo, per giudicare, per divertirsi ec. Vise-

re si avvicina molto a spedare, vedere attentamente. Di


come desiderativo,
pi usato andare
a vedere. Tueri,

come sinonimo di queste voci, non si usa che in poesia; esso


si riferisce comunemente alla maniera di guardare: acerba,
transversa, torva tuens.

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Audire auscultare

172 -Audire, intendere col senso dell udito, un atto

semplicemente passivo. Auscultare racchiude l idea ac-


cessoria dellintenzione di udire per proprio vantaggio, per
agire in conseguenza di ci che si ha udito. un atto della
volont: per conseguenza, voler intendere, ascoltare, sia che
si faccia segretamente od apertamente.

Fragor strepitus crepitus sonus (sonor, sonitus)

173 - Fragor (da frangere) il rumore di qualche cosa


che si rompa, o che si spezzi. Strepitus e fragor differi-
scono in ci che in strepitus il suono chiaro e risonante
l idea principale, mentre in fragor il suono cupo e sordo.
Crepitus esprime od un suono unico, od un rumore che
si compone di suoni sempre ripetuti. II rumore delle armi

si dice pi propriamente crepitus che strepitus. Sonus


designa un suono unico; sonitus e sonor una continuit
di suoni o di tuoni; di tal maniera per, che sonitus le-

spressione ordinaria, e sonor una espressione puramente


poetica.

Questus quirilatio querimonia querela

174 - Questus e quirilatio sono lespressione del dolore:


questus, lamento che cessa ;
quirilatio pianto prolungato e
confuso. Querimonia e querela esprimono il dispiacere e

lo scontento; il primo di animo che non vuole sopportare


l'ingiustizia; il secondo la contrariet o lavversione.

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Suspirare gemere
1 75 - Suspirare significa respirare lungamente, profon-
damente; indizio che si ha il petto ed il cuore oppressi, e
non sempre che si prova un dolore opprimente. Gemere
un atto pi volontario* pi accentuato, e che ha per isco-
po di consolare il cuore oppresso.

Silere tacere obmutescere

476 - Allorch queste due voci sono riunite, esprimono


in tutta la loro estensione lidea di silenzio. Silere

non fare strepito, non far udire nessun suono, ta-


cersi. Tacere ( <riy& )
non dire parola, tacersi, o lacere
qualche cosa. Silere si adopera quando si tratta di cose ina-
nimate; allora sinonimo di (juiescere; per i poeti se ne
servono per personificare le cose inanimate. Tra i prosatori
Tacito il solo che l ha usato in questo senso. (Hist. III., 85).
"Terrei solitudo et tacentes loci. ,, Hill dice che silere si usa
allorquando non si ha nulla a dire, e quando si sforzali a
non dir. nulla; tacere, allorch la persona ha qualche motivo
che le impedisce di parlare. Conlicere, tacersi insieme, e

tacere ad un tratto ;
obticere lasciarsi chiudere la bocca : non
aver pi coraggio di parlare. Obmutescere, divenir mulo,
perder la parola per un motivo qualunque, di altonitaggine,

di spavento ec.

Vesci pascere edere comcdere


177 - Vesci il vocabolo pi generale per esprimere la-

zione di prendere del nutrimento. A questa voce sono subor-


dinati da una parte edere, libere, come azioni delluomo; dal-

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l'altra pasci e potare ,


come azioni degli animali. In vesci ap-

pare di pi lo scopo dellazione, quella di nutrirsi; in edere


il mezzo di arrivare a questo scopo colla consumazione degli
alimenti. Di qui comedere rem fidest familiarem) patrimo

ninni, nummos bona ,


ec.

Coena epula contivium convictus dapes


epulum comissatio

178 - Coena il pasto ordinario preso in comune verso


sera. Daps ed epula erano primitivamente sinonimi di

esca, e di cibus. il plurale dapes ed epulae non hanno che il

senso collettivo di banchetto, festino. Epulae espres-


sione pi generale ;
il pasto frugale o sontuoso, in famiglia,
con degli amici, privato o pubblico; per il suo uso pi co-
mune di esprimere un lauto banchetto in una casa parti-

colare. Convivium (coni- vivo) un banchetto di societ

fra amici, pu essere frugale o splendido. Dapes un ban-


chetto religioso, un pasto che accompagna un sacrifizio.
Epulum, senza plurale, il banchetto politico che si dava al

popolo nel forum per festeggiare un avvenimento. Co-


missalio, banchetto di notte, crapula, orgia.

Creare generare gignere edere parere


1 79 - Creare (la cui etimologia sembra essere la stessa

di crescere il radicale sanscrito Ari) significa: far passare

colla sola potenza della propria volont una cosa dal nulla
allesistenza. Questa potenza essendo un attributo di Dio,
o della natura, secondo le idee degli antichi, non che per
metafora che creare si dice delluomo. Gignere contiene
l'idea molliplice della generazione, della concezione, del

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102

parto, e significa dare la vita ad un nuovo essere. Se-


condo l'uso della lingua gignere vocabolo ordinario; gene-

rare, espressione pi scelta. Il primo presenta questa idea


come un atto fisico, e puramente animale ;
il secondo come
un atto pi nobile, e che procede da una potenza creatrice.
Edere (e- dare) metter fuori, produrre, sinonimo di
parere, e non si riferisce che allazione del parto; un vo-
cabolo puramente metaforico. Le tre voci edere, generare,
gignere si usano ad esprimere le creazioni dellarte, dello
spirito.

Alere nutrire

180 - Nutrire significa nutrire col bere e col mangiare;


alere si riferisce a tutte le cure che concernono la nostra
esistenza. L idea contenuta in alere di far progredire il no-
stro sviluppo; quella contenuta in nutrire ,
di conservare e
assicurare la nostra esistenza coll alimento.
*

Augcscere crescere vigere

181 - Augescere, verbo incoativo, designa, come augere


l idea di accrescimento in generale. Crescere si dice di
cose di cui laccrescimento prodotto da una causa interio-
re e continua. Vigere si dice sopratutto dell aumento della

forza, e si estende, come sinonimo di vivere in generale, a

quello della vita, coll idea accessoria di forza, di corpo e di


spirito.

Virus animane vivax - vitalis vividus


vigens vegelus

182 - Vivus, vivente, eh' in vita; animane, animato;

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vivax (voce poetica, almeno nel senso proprio) che pos-


siede in alto grado la potenza di vivere, che pu vivere, che
vive lungamente; vitalis, che concerne la vita, che la d eia
mantiene; solamente in poesia questa voce diviene sinonima
di vivax, e significa : chi pu e deve vivere lungo tempo.
Vigervi esprime la pienezza dello spirilo e del corpo, e in se-
guito, l idea di vigore, di freschezza. Vegelus si riferisce

pi particolarmente allo spirito, alla vivacit intellettuale, co-


me vivo, svegliato. Vegeti oculi, sono occhi vivi, nei quali

l'anima si dipinge vivamente; vigentes oculi, danno solamen-


te ad intendere che sono sanissimi. Vividus contiene
ordinariamente un idea morale, quella di energia ;
si applica
pi spesso al cuore, al coraggio, che allo spirilo; del resto,
una voce poetica, e che non sincontra nella prosa che dopo
il secolo di Augusto. Cicerone non l ha mai usala. Vegelus
opposto ad ottuso, indebolito, snervato; vividus a molle,
fiacco, assonnato.

Validus firmus robuslus slabilis fortis

183 - Validus, con senso attivo, forte nelloffensiva, e in


generale nel fare qualche cosa ; firmus e robuslus con
senso neutro, forte nella difensiva per sostenere o sopportare
qualche cosa ;
ma firmus per la sua posizione incrollabile e
fissa; robuslus per la solidit della sua materia. Firmus si-

nonimo di slabilis, ma il primo presenta l'idea di fermezza


in quanto l oggetto pu resistere ad un attacco ;
il secondo,
in quanto un oggetto non pi sottomesso ad alcun cangia-
mento. Robuslus ci eh' divenuto forte sviluppandosi;
solidus ci eh forte per sua natura.

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Infirmili imbecilliti debili#

18 i - Infirmiti senza fermezza, senza sostegno, sul quale


non si pu poggiare, a cui non si pu fidarsi; esprime uni-
dea negativa ed per ci opposto ad imbecilliti debole, che ,

esprime unidea positiva: Vinum infirmum un vino che


non si conserva; vinum imbecillum ,, un vino debole.
Debilis (che si considera una contrazione di dehibilii, de-
habeo) significa propriamente che non pu essere impiegato.
Imbecilliteti si riferisce piuttosto allo spirito; infrmilas al

corpo; e allorch queste due voci sono riunite e applicate


allo spirilo, imbecilliteti sintende piuttosto di una debolezza
naturale, della testa e del cuore, di mancanza di talento e di

coraggio; infrmitas della debolezza morale, di mancanza di

carattere.

Ire gradi incedere meare migrare vadere


scandire

185 - Ire (levai), andare, in un senso affatto generale, si

dice delle persone e delle cose. Gradi, indica un passo


fermo, eguale; ingredi, camminare di buon passo. Ince-
dere allidea di andare aggiunge quella di dignit, di maest,
e talvolta di prudenza. Vadere (Topteo&xt), camminare
presto e lungo tempo, suppone talvolta degli ostacoli da su-
perare. Meare (cpotTxv) pi raro dire e alcun poco poeti-

co, si dice non solamente degli uomini e degli animali, ma


anche di corpi inorganici. Allorch usato parlando di uo-
mini, significa fare un viaggio, camminare lunga pezza. La
stessa osservazione si applica ai suoi composti, commeare,
remeare ec. Meare significa un cambiamento di luogo tem-

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,

105

poraneo; migrare un cangiamento di domicilio permanente;


non suppone punto il ritorno. Scandere, camminare per
giungere ad un luogo elevato, arrampicarsi, servendosi delle
mani e dei piedi. 1 suoi composti non fanno intendere che
lazione dei piedi; ascendere, salire; escendere coll'idea ac-
cessoria che il luogo ove si va pi elevalo degli altri, o
che per arrivarvi v'ha ostacoli a superare, sinonimo di enili;

conscendere, salire insieme ec.

Iter
t
meatus via trames semita callis

186 - Iter (sostantivo d ire), e meatus (di meare ) designa-


no il cammino che
si fa, la strada, il viaggio, come termine

astratto.
Via designa cammino e la strada sulla quale
il

si va, come termine concreto. Per gli autori usano anche


iter come termine concreto per designare un cammino; ma
allora questa voce contiene quasi sempre l idea accessoria di
direzione vorso uno scopo, poco importa, in questo caso, che
la strada sia o> no battuta o frequentala; mentre via se non
il cammino battuto e frequentato, almeno la strada per la

quale si ha l' abitudine di passare. 11 primo di questi voca-

boli corrisponde a Ht'KcvSos: il secondo a i5os. Trames


un sentiero, una strada di traverso, sia nella campagna, sia

nella citt, per la quale si arrivi pi presto alla propria meta


(compendinm viae). Semita una via stretta, un sentiero

a fianco della grande strada, dove non si pu passare che a

piedi. Callis un sentiero nei boschi e sulle montagne,


che serve di passaggio al bestiame.
Si osservi che via figuratamente serve ad esprimere lor-

dine che si segue per insegnare una scienza, l arte di dispor-

re le materie, i pensieri di un soggetto nell ordine pi atto

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ad agevolarne l intelligenza ;
in una parola, il metodo clic si

segue.

Cilus celer velox pernix propcrus fcstinus

187 - Citus (participio di cieo, muovere) designa un mo-


vimento animato, una prestezza eh risultato di una impul-
sione; per ci che si usa nel comando. in seguilo di una
personificazione che si applica ai nomi di cose, come cita

navis ec. Celer (da ntKKu) spingere con veemenza) desi-


gna un movimento rapidissimo e talvolta violento. Pernix
(da pemiti) indica in generale lagilit in tutti i movimenti
del corpo, nel correre, nel saltare, nell arrampioarsi, nel vol-

teggiare ec. Velox esprime una prestezza regolata, ugua-


le, continua ;
la rapidit nel correre, nel volare, nel nuo-
tare ec., non si dice generalmente che del corpo. Prope-
rus e fcstinus fanno risaltare la volont ben ferma di arrivare.
Il primo si prende ordinariamente in buona parte; il secondo
in cattiva parte, in quanto la precipitazione biasimevole.

Tardus lentus serus

188 - Tardus, lento, si dice rispetto alla lunga durata del


tempo. Lentus, alla continuit, alla successione nel mo-
vimento. Tardus esprime pi sovente un biasimo. Quest idea
affatto indicala da serus, che si djce o di una persona che
agisce troppo tardi, o di una cosa che giunge o eh fatta
troppo tardi.

Errare vagari palari

189 - Errare, uscir di via, errare, perch si usciti dalla

strada buona, e non si conosce il paese, o non avere dimora

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fissa, condurre una vita errante: figuratamente, essere nel-


lerrore; un atto involontario. Vagati e palavi sono, al

contrario, alti volontari^ lasciare la strada deliberatamente,

andare senza direzione fssa. Palari suppone dapprima una


moltitudine, come un esercito, una mandra ec., dispersi in

diverse parti; poi, una o pi di queste parti erranti alla ven-


tura ;
errare coll idea di separazione dalla compagnia di cui

si faceva parte. Errare e palari si applicano egualmente, sia


ad uno, sia a pi individui; palari suppone sempre pi indi-
vidui staccati dalla compagnia, alla quale appartengono. Ci-
cerone non usa palari, ma dispersi vagantur.

Labare titubare vacillare nutare


190 - Labare indica che l'oggetto non riposa sopra una
base solida Titubare solamente in rapporto coi piedi
che rifiutano il loro consueto uffizio; e traballano, perch le
ginocchia piegano, e sindeboliscono. Vacillare ha rap-
porto colla parte superiore del corpo che ha perduto il suo
centro di gravit, e reclama una posizione pi diritta, pi
tranquilla, pi sicura. Nutare ha rapporto colla testa che
penzola, che si lascia andare.

Tacere agere g etere reddere

191 - Facete, come il greco ir oiev, produrre qualche co-


sa che resti e che duri ;
sovente formare secondo le regole
dellarte, creare. Agere, come TpotTTtiv, produrre in una
maniera pratica ;
si dice sopralulto delle azioni che non pro-
ducono alcun oggetto effettivo e durevole, ma che si riferi-

scono ad una cosa che gi esisteva. 11 poeta facit fabulam, fa,

compone un dramma; lattore agii fabulam, la rappresenta-

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108

Cerere, propriamente portare, presenta la cosa come un


carico, e significa: dirigere, amministrare, eseguire; si dice
sopratulto degli affari.

Opera farla res gestae

acta

192 - Opera, le opere; facta, le azioni, sovente in


opposizione a verbo talvolta le azioni splendide. Res ge-

,

stae, azioni, siano notevoli o no. Acta sinonimo di res

gestae , quasi esclusivamente in poesia, designa anche gli atti

ufficiali dei magistrati, degl Imperatori ec. ;


come leggi, de-

creti, ordini, e in seguito i registri pubblici ove questi falli

sono registrali.

Tentare experiri periclitari dimicari de aliqua re

193 - Experiri, fare una esperienza, una prova completa


sopra se stesso, e sopra un altro oggetto affine di conoscerne
gli effetti, di giudicarne coll'osservazione. Tentare (fre-

quentativo di teneo ,
propriamente tasteggiare), assaggiare,
provare, affine di conoscere le qualit di un oggetto, e cosi

volersi assicurare della capacit, dei sentimenti, dei disegni

di una persona. Periclitari, a questa idea vi aggiunge


quell' accessoria di pericolo. Dimicare de aliqua re, cor-
rere pericolo di perdere qualche cosa, mettere in giuoco
qualche cosa, si avvicina assai a periclitari.

Periculum discrimen

194 - Periculum (da perior, donde periltis, experior) si-

gnifica propriamente ed etimologicamente prova pericolosa,

pericolo; considerato come avente una certa durata;

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. ,

109

discrimen (da dis* cerno), come un punlo della durata, il

punto culminante, pericoloso di unazione.

Posse quire valere pollere licere

195 - Posse, aver la forza sufficiente e la possibilit.


Quire, essere in istato, essere capace di . . avuto riguardo
ai casi, non si trova che nelle frasi negative. Questa idea si

rende con licere nelle affermazioni. Valere, aver la forza


in una maniera assoluta, aver abbastanza di forze per
non indica mai una semplice possibilit. Pollere, aver
molta forza e mezzi, opposto alla forza ordinaria.

Initium principium primordium exordium


196 - Inilium, designa il principio piuttosto come idea a-

stratta, come semplice punto di partenza rispetto ad una


cosa o ad unazione che incomincia. Principium designa
il principio piuttosto come unidea concreta, e per le cose,
la parte eh innanzi a tutte le altre, e per le azioni, quella
che precede le altre. Initia philosophiae sono i primi princi-
pi! della filosofia, dai quali si comincia per arrivare ad uno
studio pi esteso; mentre principia philosophiae sono i prin-

cipii fondamentali della filosofia, quelli sui quali essa riposa,


ai quali deve sempre ritornare. I sostantivi primordium
ed exordium presentano i principii come origine, con questa
differenza che primordium oppone questa idea allo stato che-

sisteva per lo avanti; exordium, alla cosa completa e fornita.

Pergere continuare perseverare

197 - Lidea di continuare propriamente espressa da


pergere, sia assolutamente, sia coll infinito. Continuare

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;

ito

che ha sempre per regime l accusativo dell oggetto significa:


continuare qualche cosa senza interruzione, (com-leneo): pe-
r non si trova in Cicerone, che se ne serve soltanto nel
senso di legare, per es. continuare verta. Continuare quando
ha per oggetto una cosa che si ha intrapreso, unazione in-
cominciata, coll idea accessoria di costanza, di perseveranza,
si esprime con perseverare.

Finire (fuiem facere) terminare absolvere per-


fcere confcerc transigere
consumatore expcdire pairare

198 - Finem facere, finire, terminare si riferiscono al

termine ove si arresta sia una cosa, sia unazione, nei limiti

nei quali circoscritta, mentre le altre voci si riferiscono non


alle parti, ma al tutto, e designano il lavoro pel quale un ope-
ra stata compiuta. Absolvere e perficere, che si trovano
riuniti sovente in Cicerone, significano compire qualche co-
sa: con questa differenza che absolulurn qualche cosa di

compiuto per rispetto al soggetto; mentre perfectum si rife-

risce all oggetto lavorato cui questa espressione presenta co-


me perfetto e compiuto. Uno scrittore od un oratore non di-

rebbero: Ut paucis perfciam,, ma "absolvam. Quindi i

due participii absolutus e perfeclus, usati spesso come agget-


tivi, significano: il primo, compiuto: index absolulissimus il

secondo, perfetto, compito, che non lascia nulla a desiderare


quanto alla sua esecuzione. Per/cere esprime che nel con-
durre a termine limpresa, lartista vi ha messo la sua arte
ed il suo talento. Conficere sbarazzarsi di un affare im-
posto. Transigere, significa terminare in maniera che non
resti pi nulla a fare. Peragere, compir in tal maniera

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in
che si riusciti in ci che si voleva fare. Consummare,
non stato usato che nell et d argento. Esso contiene tutte

le sfumature di significato dei precedenti, e riassume i sensi

di perfcere, absolvere, confcere. Seneca dice: consumino-


lo die per con fedo, e consummala sapientia per perfeda.
Expedire racchiude lidea di una cosa complicala, diffi-

cile; gli argomenti che taluno usa per trarsi dimpaccio.


Pairare, fare, eseguire, una espressione antica, usata quan-
do si tratta di cerimonie religiose, o di azioni importanti;

come bellutn, foedus ec. Si trova sovente in Sallustio, vago


di arcaismi, poco in Cicerone, e non mai nei due Plinii, n
in Svetonio.

Urgere instare premere


199 - Instare, fa risaltare la perseveranza, la prossimit
del soggetto. Urgere si riferisce al pericolo nel quale il

soggetto si trova. Instane perseguita da un solo lato; urgens


incalza da pi parti. Lo stato reale delloggetto, la sua destrez-

za, fatta astrazione dal soggetto, si esprime con premere.

Cessare cundari desinere desistere intermittere


omiltere

200 - Cessare, frequentativo di cedere, fare una pausa,


esitare, sia per pigrizia, sia per fatica, a continuare un azione
incominciata. Cundari, esitare, tardare, per prudenza o
irresolutezza, ma sempre per uno scopo. Desinere indica
un cangiamento di stato, si dice delle persone e delle cose ;

significa soltanto finire. Desistere, atto della volont, non


si dice che delle persone. Intermittere, esprime una ces-
sazione momentanea; omiltere una cessazione definitiva

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112

e completa. Si osservi che cessare il solo ch'esprima uni-

dea di biasimo.

Abolere delere exstinguere destruere demoliri


exscindere ec.

201 - Abolere (da ab ed olere, impedire che una cosa


cresca) significa propriamente: arrestare nel suo sviluppo, e
per estensione, distruggere, far scomparire. Questa voce non
si trova n avanti lepoca classica, n in Cicerone; ma

frequente nei prosatori dellet di argento, e sopralutto in


Tacito. Delere (de-olo), significa distruggere, annientare.
Abolere piuttosto in rapporto con qualche cosa dideale;
delere con qualche cosa di materiale : leges abolenlur, urbes

delentur. Exstinguere, propriamente spegnere, e in se-

guito distruggere, richiama f idea del fuoco e del lume.


Destruere, distruggere qualche cosa eh stata costrutta con
arte, un edifizio. Demoliri, distruggere colla forza o colla
violenza qualche cosa di solidamente stabilito. Exscinde-
re, distruggere con un solo colpo; excidere distruggere con
colpi ripetuti.

Amiltere perdere amissio jactura


202 Amiltere, propriamente lasciarsi sfuggire di mano
ci che si possedeva. Perdere, perdere in tal maniera che
f oggetto non esista pi, o almeno che non si possa pi farne
uso. Amissio una perdila involontaria; jactura, una
perdita volontaria, un sacrifizio che si fa per evitare una
perdita maggiore. Cos il navigante getta il carico per salvare
la nave e la vita. Di qui deriva jactura (jacere).

0
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413

Vacare oliari feriari ruhil agere

203 - Vacare, aver del tempo libero. Oliari non aver


affari ;
feriari, goder del riposo di un giorno
,

di festa ;

nihil agere, non far nulla, opposto ad ogni attivit, o almeno
ad ogni attivit utile e produttiva.

Quaerere scrittori rimari eruere indagare


investigare

204 - Quaerere significa cercare, in una maniera affatto


generale, come desiderare, come bisogno di avere, di trova-
re qualche cosa : un atto che procede dalla volont. Ri-

mari da rima, voce di significaziono affatto fisica, fa risaltare

gli sforzi e la prudenza di colui cho cerca; figuratamente e-


splorare, riconoscere. Scrittori, termine pi generale, fa

risaltare f interesse che ha la persona che cerca a trovare


loggetto. Eruere racchiude lidea del risultato della ri-

cerca. Indagare piuttosto l opera del cane da caccia che


si lascia dirigere dal suo istinto, e segue le pesto dell anima-
le. Investigare (in-vestigium) ha una significazione pi
estesa. Ambidue questi ultimi, nel senso figurato, conservano
l'idea particolare del proprio, e significano listinto e le trac-

eie visibili che dirigono in una ricerca.

Occultare occulere abdere celare condere,


abscondere recondere
20o - Occultare il pi generale; far qualche cosa che
non sia veduta; differisce da occulere di cui lintensivo in

ci chesprimo pi di cura. Celare (a risaltare l'intenzio-

ne, lo scopo, per ingannare, per far torto a qualcheduno ec.;


li

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114

ha per oggetto delle cose astratte, intellettuali; occultare si

dice degli oggetti concreti materiali, celare, nou dire, non


scoprire (xfu$*/y); occultare, (*pyTT/v). Abdere, mette-
re da parte, mettere una cosa in un posto che non l asse-
gnato, ove non la si cercher. Condere, mettere a posto
conveniente; recondere nascondere con cura (re, equivale
a penitus ) ;
abscondere, conservare di nascosto.

Palata aperte manifesto

206 - Palata si dice di ci che pu essere visto da o-


gnuno, di ci che si fa pubblicamente. Aperte ha un
rapporto morale, si dice di unazione che si fa apertamente,
sia per franchezza o sfrontataggine. Manifesto si dice di
ci che non v ha mezzo di nascondere, bench si volesse.

Offendere deprehendere invenire reperire


nancisci adipisci ossequi consegui

207 - Offendere (ob- fendere), propriamente urtare con-


tro, trovare sul proprio cammino, esprime un incontro, in

generale, sgradevole pel soggetto e per l oggetto. De-


prehendere, cogliere, sorprendere, si riferisc all oggetto che
cerca sottrarsi e salvarsi; deprehensus sorpreso subitamen-
te, di solilo, in unazione malvagia. Invenire il termine
pi generale, trovare per caso, indica che si arriva senza fa-
tica alla possessione o alla conoscenza delloggetto. San-
cisci, trovare, indica un risultato dovuto al caso, si dice di
ci che ci accade contro il nostro volere, e per conseguenza,
assai spesso di un male, poco importa se il soggetto si sia

aifalicato o no a ritrovare; racchiude sovente lidea che si

arriva al possesso o all uso di qualche cosa che ci mancava.

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115

Adipisci, conseguire, suppone delle difficolt che devono


essere superate con isforzi, esprime lidea di un semplice con-
tatto colloggetto anzich quella di una forza esercitata sopra

di lui ;
quest ultimo senso si esprime meglio con indipisci,

parola daltronde poco usata prima e dopo lepoca classica.


Assegni fa risaltare per la preposizione ad lo scopo otte-
nuto, al quale si mirava attentamente. Consequi designa
un risultato completo.

Abducere abigere abripcre abslrahere avellere

208 - Abducere, condor via con o senza violenza ;


a-
bigere condurre spingendo innanzi a s; significa talvolta

involare del bestiame, da cui abaclor, abigeatus ec. Ab-


ripere condurre via con forza, strappare. Questa idea acces-
,

soria gli viene sopratulto dal semplice rapere. Abslrahere


allidea di violenza aggiunge quella di dolore risultante dalla
separazione. Avellere separare violentemente
,
le cose unito
dall' arte o dalla natura ; ma esprime di pi quest' ultima idea.

Prehcndere capere sumere accipere

209 - Prehendere, prendere, cogliere colle mani, sem-


pre un atto esteriore e fsico. Capere designa non sola-

mente l'atto esteriore, ma spesso anche il rapporto interno,


pel quale diventiamo possessori di un oggetto, e ce lo appro-
priamo. Sumere esprime un atto della volont, una scelta
fatta per un certo scopo, e si dice sovente delle cose che
abbiamo il diritto di prendere; capere si pu dire di cose che
non ci appartengono. Accipere suppone qualcheduno che
olir e che doni; si dice sovente di colui che impara, in rap-
porto a colui che insegna (tradii).

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11C

Ferve portare bajuare gcrere vehere

210 - Ferre ha tutto il significato del greco (pipstv, di cui

ha lo stesso radicale; si usa nel senso proprio e nel figurato,


nel fisico e nel morale, si dice del bene e del male; il vo-
cabolo di questo gruppo che ha maggiore estensione.
Portare in greco j8*<rrf;y, portare qualche cosa di pesante,
ordinariamente un oggetto materiale. fiajulare, racchiude

ancora pi l'idea di un oggetto materiale, e dordinario pe-


sante; non solamente portare, ma fare il mestiere di facchi-

no (bajtilus), fare unopera servile. Cerere (d>opih) come


il suo frequentativo gestore significa: portare nella mano,
nelle braccia, in qualche parte del corpo, dentro di s, nel

proprio seno; si dice delle vesti, delle armi ec. Si usa


bene figuratamente per indicare le disposizioni e i sentimenti
da cui uno animato. Gerere animum foriero -iras-ini-

micilias. Veliere, (in greco o^rrv), portare, trasportare


sul cavallo, sur un carro, sulla nave, sur un veicolo qua-
lunque.

Fatigatus fessus lassus

2H - Fatigatus ha il senso passivo, chi stato stancato;


fessus ha ,
il senso neutro, chi stanco. Fatigatus per una-
zione nella quale si spieg del vigore, come proelio, cursu;

fessus indica lo stalo nel quale uno si trova per una causa
di pi lunga durata, per una sofferenza contro la quale non
si poteva resistere come aelate, morbo. Per si trova fali-
gnlus in luogo di fessus. Cosi Cesare (B. G. 111. 95) dice:
"magno aeslu fatigatus e reciprocamente Tito Livio (Hisl.
!. 25) "allrr fessum vulnere, fessum cursu trahens corpus. n

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I 17

Questi esempi per non distruggono la differenza generale

dello due voci. Lassus racchiude lidea di debolezza, di

spossamento. Faligatio soggettivo, sentimento della fatica ;

lassitudo, oggettivo, stato di una persona affaticala.

Icere ferire verberare caldere pulsare


mulcare patire tundere cudere
212 - Icere, il greco ima, esprime il risultato dell'azio-

ne di jacere, raggiungere, colpire. Ferire per il senso


vicinissimo ad icere, indica, come questultimo, la violenza
del colpo, e si applica ad esseri viventi, uccidere, e in parti-
colare, di vittime che s immolano. Siccome questi verbi sono
difettivi, l uno supplisce all altro, in maniera che ferire si

usa ai presenti, agl'imperfetti, e al futuro, nei quali tempi


le forme icio, iciebam, iciam sono inusitate ;
ed icere si usa
al perfetto, e al participio passato, nei quali tempi le forme
ferii, feritus sono parimente inusitate. Verberare esprime
anche in modo generale l azione di colpire. Esso il solo

fra questi verbi che implica necessariamente l idea di un


oggetto animato e sensibile, almeno nel senso proprio.
in seguito di una personificazione che i poeti lo applicano

alle cose inanimate. Caedere, colpire con un istrumento


tagliente, coll ascia, colla spada, colle verghe ec. Pulsare
(intensivo di pellere), tundere , mulcare con uno strumento
duro e contundente, un bastone, una mazza, un pugno, il

piede ec. Inoltre pulsare e tundere possono avere un ogget-


to qualunque, uomo, porta, suolo, ec. ;
mentre mulcare non
si applica ordinariamente che ad un essere sensibile, sopra-

tutto alluomo. Patire (rxeiv) battere, per render ferma


e solida una sostanza molle, da cui pavimentimi. Cudere,

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s

118

Caliere una materia dura jier darle una ferma ;


da cui incus,
udii, l'incudine. La differenza di lumiere cerniere apparisce
meglio nei composti : extundere far uscire battendo, produr-
re, ottenere collo sforzo, o colla violenza ; excudere, far usci-
re, battendo, collajulo dell'arte.

Yulneratus saucius

213 - Yulneratus, ferito, ingenerale, anche leggermente.


Vi si aggiunge di solito una specificazione qualunque. San-
citi#, ferito mortalmente o gravemente: vocabolo tecnico per
i feriti in una battaglia, ma non si aggiunge nessuna designa-
zione speciale, quanto ai membri feriti ;
e si dice, nel senso

morale, meglio di vulneratiti.

Santts salini# incolumis sospcs

214 - Salvu esprime l idea di salute o conservazione so-


lamente rispetto all esistenza propriamente delta, o all esi-

stenza politica. Gli opposti in questultimo senso sono: per-


ditus od exsul, capite deminutus. Sanus si riferisce allo

stato sano, sia del corpo (opposto aeger), sia dell anima, e
in questo senso ha per opposto insanus. Incolumis, che
non ha provato del male, in buono stalo, intatto, sinonimo
di inleger. Sotpes, voce quasi poetica che non si trova in
Cicerone: scampato al pericolo, salvato; suppone ordinaria-
mente un intervento divino. Aveva in origine un senso attivo,

ed era uno degli epiteti di Giunone.

Morbus aegrituilo aegrotatio aeger aegrotus


215 - Morbus la malattia in s stessa, in quanto assale

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110

luomo. Aegrotalio esprime una sofferenza fisica; ae-


gritudo una sofferenza dell anima. Aeger, termine gene-
rale per esprimere lo stato di uno che non si trova bene, eh
malato ;
si dice del corpo e dello spirito, delle persone e delle
cose. Aegrotus si dice specialmente delle malattie del cor-
po, parlando di uomini ;
morbidus, parlando di animali.

Peslis lues contagium peslilenlia pernicies


exilium

21G - Peslis vocabolo generale, che significa peste;


dordinario la cosa stessa perniciosa, ed sinonimo di per-
nicies e di exilium. Lues, sostantivo dei verbi polluere,
illuere significa anche una materia impura e morbosa. Con-
tagio (poeticamente contagium) non che un eufemismo di

lues, come contaminare da ,


cui formato, un eufemismo
di polluere, e significa malattia che si comunica col contatto.
Pestilentia significa solamente epidemia, peste. Per-
nicies (
per-necare ) si dice delle persone; attivo e sinonimo
di caedes. Exilium (ex -ire) si dice ordinariamente di
cose; passivo, o sinonimo di nex, interilus.

Mors letmn nex obitus interilus

- Mors espressione ordinaria, la morte sotto tutti


21 7 l

irapporti, come greco S-avaTo?.


il Lelum la stessa idea,
ma nella buona latinit, espressione nobile e poetica, scelta
e solenne come oTros. Nex, una morte violenta, eh

conseguenza della caedes, omicidio. Per questa distinzione


non sempre osservata nell uso ;
perch si trova nei migliori

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120

scrittori :
consciscere sibi mortein, lelum, neccia.
,, Obitus
decesso, morte naturale; intcrilus, come exitium, alme-
no pi spesso una morte violenta, ma vocabolo pi mite
di exitium, come sparizione, annientamento.
Tutte le altre voci esprimenti lidea della morte sono
eufemismi

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1-21

TAVOLA ALFABETICA
dei vocaboli spiegati iu questo volume

A. aftrmarc, pay 25
i. arvum, nan. 70
ager, 70 ascendere, 105
Abderc. pa<). ili agere, 107 aspernari, 55
abducere, 115 agmen. 80 assentari. 49
abigere, id. agresti?. 71 assentiri, id.
abnuere. 20 aio, 25 asseverare, 25
abolere, 112 ala. 94 astutus. 49
abripere, 115 alacer, 44 atrox. 57
abscondere, 114 aler. 102 audacia, 48
absolvere. 110 alienigena. 62 audere, id.
abstinentia. 60 alloqui, 22 audire. 99
abstrahere. 115 ambiguus, 17 augescero, 102
abunde, 60 aroentia. 59 auscultare, 99
accusare. 77 aroiculum. 95 austerus. 56
acies. 80 araictus, avellere,
id. 115
acta, 108 amittere. 112 avere, 39
actuosus, 51 anceps, 17 axilla, 94
acutus,
adhibcre,
12
72
anima
animadversio. 78
5
B
adipisci, 114 animans. 105 Bajulare, 116
adoloscens. 96 animi. 5 barbarus, 57
adolescentia. id. animus, id. bardus, 15
adorare. 54 aperte. 114 beatus, 74
adulari, 49 apertus, 21 bellum, 78
adultus, 96 apologus. 28 bellus, 43
advena, 62 apparet. 21 benevolentia, 39
adversarius, 79 appellare. 26 blandiri. 49
aedificare, 69 appetere. 38 bona, 74
aeger, 120 aptus, 97 boni consulere. ,
60
aegritudo. 119 arbitrari. 19 bonus, 31
aegrotatio, id. argumentum, 42 brachium. 94
aogrotus.
aemulari,
id.
42
arguere,
argutus,
78
12 c
aemulatio, 41 arma 81 Cachinnus, 45
affatim, 60 arrogantia, 53 caedcrc. 117
affinis, 67 ars, 15 caedea, 82

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1

oaesaries, pan. 92 coma. pag 92 convertere, pag. 27


calamitas. 73 comedere, 0 ! conviciuru, 89
caliere, 14 comis, 88 convi viu m. 101
callidus, 49 comissatio, 101 copiae, 74 , 80
callis, 103 comitium. 05 cor 6
campus, 70 commemorare, 10 cordatu3, 14
canere. 29 commentari, 9 corrigere, 36
cantare, id. commercium, 72 corrumpere, 35
canticum, id. comminisci, 9 creare, 101
cantilena. id. comaiissura, 91 credere, 19, 84
capere, 115 communicare, 87 crescere. 102
capillus, 92 comprehendere, 10 criminali, 78
captiosus, 50 conari, 48 crinis. 92
carere. 75 concedere, 76 crudelis. 57
caritas. 40 concilium, 05 cubitus, 94
carmen. 29 concio, id. cudere, 117
castigare. 56 condere, 09, 114 culpa. 33
castigatio, 38 confider, HO culpare. 36
catus, 14 confidenti^, 48 cultus. 96
cautus. 13 confnis, 03 cunctari. HI
celare, 113 confirmare, 25 capere. 38
celer, 116 confligere, 82 cupido. 39
censere. 20 connivere, 76 curiosus, 51
certamen, 82 consanguineUB, 68
ccrvices. 92 consequi, 115
I)
cessare. iti considerali, 18 D&mnum, 73
cicinnus, 92 consilium, 7 dapes, 101
circumvenire, 84 constantia, 53 dare, 87
cirrus. 92 constai, 21 debilis, 104
citus, 106 consuetudo, 57 decipcre, 84
civitas. 62 consuevisse, id. deci arare. 28
clades, 82 consnmmare, 10 dedecus. 89
claritas, 90 contagio, 119 dedere, 87
clarus, 21 contaminare, id. defendere. 79
clemens. 88 contemnere, 56 deformis, 44
coena, 101 contemplari, 18 delere. 112
coetu8. 65 contentio, 77 delictum. 34
cogitare, 9 contentumesse, 60 deliratio, 59
cognatus. 67 continuare, 109 dementia, 59
cognoscere, 10 controversia, 77 demoliri, 112
colere, 54 contumacia, 53 depravare. 35
collum, 94 contumelia, 88 deprehendere, 114
colonia, 68 conventus, 65 deserere, 80

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desidia, jmij. 52 dubius, pag.20 exterus, pag. 02
desinere. ILI ducere. 19,09 extraneus, id.
desistere, id.
E exuviae, 83
desj)ieere.
destituere.
Mi
80 Edere, 100, 101
F
destruere, 112 edicere. 22 Fabula, 28
deterior, 35 eflgies, 20 facere. 102
deterrimus. id. egere, 23 facere finem. 110
detrimentum, 23 egestas. id. facetiae. 30
dicacitas, 30 egregius, 32 facies. 92
dicere, 21 ,22 ejulare, 40 facinus, 34
dicterium, 23 eloquens, 24 facta. 108
dicto aud. esse, 05 eloquenza, id. factio, 00
dictum. 23 elucet. 21 facultates. 24
dignitas. 44 emendare. 30 faeundus. 24
diligentia, 31 epulae. 1111 fallax, 30
diligere, 31) epulum. id. fallere. 84
dirimera. 82 errare. 100 fama. 90
dirus, 38 erudire. 10 familia. 00
disceptare, 21 eruditio, 14 fari, 21
disceptatio, id. eruere, 113 fas est. 20
disciplina, 13 escendere. 105 fastidire. 30
disciplinae, IO evidens. 21 fastus, 53
disertus. 21 excogitare, 9 fatigatus. 110
disputare. id. esemplar. 42 fatuus. 13
disputatio. 22 exemplum. id. fauces. 93
dissere re. 21 exercitus, 80 faustus, 23
dissimulare. 48 eximius. 32 favor, 40
existimatio. '
dissol utus, 34 90 felix, 23
distribuere. 82 exitium, 120 feriari. 113
dividere, id. exordium. 109 ferire. 111
divitiae; 24 expedire. 22 ferox, 52
docere, Ili experiri. 108 ferre, 110
47,
doctor, 12 expetere, 38 ferro prao se, 28
doctrina, 10 oxplanare, 22 ferus, 52
doctrinae, 12 explicare, id. fessus. 110
documentimi, 42 exponere, id. fcstinus, 100
dolor. 40 oxprobraro, 89 fidelitas, 48
dolosus, 30 exspcctare, 83 fidem habore, 84
dominus, 08 exstinguere, 112 Odore, id.
domus, 00 oxsul, 00 fides, 48
donare. 82 exsultare. 44 fiducia. id.
dorsum, 04 externus, 02 figura, 43

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4 1

121

figuralo, pini, 15 gradi, jiaij. 101 ncuriosus, iiao 80


fineiu facere , LU grammaticus. 18 udagare, 113
fingere. 48 grammatista, id. ndigentia. 75
finire, ILO gremiuin. 03 ndigerc. 76
fnitimus, 63 gula. 03 ndignari. 56
frinus, 105 guttur, id. ndoles, 8
flagitare.
flagitium. 3
83
H ndulgere.
ndustria.
76
51
fiere, 46 Habitus, 03 neptiae. 31
foedus. 77 herus, 68 ueptus. 13
forma. 11, 43 hilaris, 44 nertia. 32
formare, id. historia. 20 nfamia, 88
formulare, 33 honestas, 32 nfensus, 70
formosus. 43 honestus. id. nfestus, id.
forti s, 103 horrcre, 35 nfirmus. 101
fortitudo, 30 hortari. 36 nfitiari, 26
fortunatus. 73 hospes, 62 nfortunium, 73
fragor, 00 hostis. 70 ngenium, 8
fragrare, 08 huraanus, 88 nimicus. IO
fraudare, 84 humeru8. 04 nimicitia. 41
fraudulentus , 30 nitium, 100
frons, 02 . I nj ungere. 64
frugi, 31 Icere, 117 njuria. 88
frui, 73 Stai 11 nnoxius. 31
** **
frustrari, 84 idoneus. 07 nopia. /.>
fugitivus. 66 ignavia, 32 nquit. 25
fundus, 70 ignominia, 88 nsania. 50
furor. 50 ignorare, 18 nsolentia. 33
G ignoscere,
imago.
76
60
listare.
nstitucrc.
111
11
Gauderc, 44 imbccillus, 104 nsulsus, 13
gaza, 74 imbuere, 16 ntelligentia, 6
gemere, 100 imitari, 42 ntelligore. LO
generare. mi immanis, 58 nteritus. 120
gens, SI, 66 impedimcnta, 81 ntermitterc, 1 1

genus, 66 imperare. 64 nternocio. 83


gercre, 107, Ufi impertiri, 87 nterpretari. 27
gerrac, 31 impiger, 31 nterrogare. 22
gestare, 116 implorare, 86 nvalidus, 104
gestire,
gignere,
SO
101
imponere.
improbus.
84
33
nvenire.
nvestigarc.
m
113
gloria. 00, 01 incertus, 20 nvidia. 41
gnavitas, 51 incolumis. Ufi rasoi. 56

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125

ire, pag. 104 luxus, paj 54


. mcrosus, pag. 50
iter.

T
105
M mors,
mos,
110
51
Magister, li mulcare, 117
J actatio, Hi maledictum. SS muleta, 18
j
actura. 75 maleficium. 54 municipiuiu, 08
j ubere. CI malevolentia. 41 muuus, 00
juguluin, 04 malignit, id.
jurgium. n rnalitia, id.
XX
juvare, io m al us. 52 Nancisoi, Ili
juventus, oc mandare. 04 nares. 05
manere. 85 narrare. 28
JLi
manifesto. 114 narratio. id.
Lab are, 107 manifestus, 21 nasus. 05
labor, Hi mansuetus. SS natio. 01
laboriosus. id. manubiae. 85 necessarius. Gl
lacertus. 04 me are, 104 nccesse est, 01
lacrimare, 45 meditari. 0 nefandus. 55
laedere, SO membrum, 01 nefarius. id.
laetari, 45 meminisse. 10 nefas, id.
Iftetus, un memorare, id. negare. 20
lamentari, 40 mendicitas. 15 negligere. 50
largiti, SI mens. 0 nequam. 55
lascivus, 54 mentiri, 4S nescire. 18
lassitudo, 117 mercatura, 12 nex, no
lassus, no merere, 85 nidor, 08
laus. 00 mereri. id. nihil agere. 115
lentus, 100 meritum, 00 nocens. 54
lepos, 50 metucre, 55 nominare. 20
letum, HO metus. id. notio. LI
libido. 50 migrare, 104 novisse (nossel, 14
licet. Ili militia. 18 noxa. 55
lingua. 28 miti s. 88 noxia, id.
liquct. 21 modestia, 00 noxius. id.
literae, 10 modus, id. nubere. 01
literatus, iS moestitia, 40 nugae. 51
litigatio, II moliri, 48, 00 mmeupare. 20
Hvor, 4J mollis, 54 88 nutarc. 101
loqui.
luetus.
21
40
monere,
monstrare,
50
28 O
lues. Ili! morbidus. 110 Obedientem es-
luxuria. 54 morcni gerero, 05 se. 05
luxuriosus, id. morigerare id. obedire. id.

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objicere, imi;/. Sii parte, /mg 88
. pocna, puij. 35, 28
obloqui. 22 partiri. 82 poeuitet, 52
obsecundare, 85 pascere. 100 poeta, SU
obsequi, id. pati, 47 poller, 100
observare, 54 patrare, Ufi pollieeri, 88
obtemperare, 115 patricii. 83 popularis, 88
obtieere. ino pauper, 75 populus, 81
obtrectatio. 41 paupertas. id. portare, 148
occulere. 115 pavire, 112 poscere. 85
occultare, id. peccatimi, 54 posse, 182
odium, 41 pejor, 55 postulare. 85
odor, 118 penuria, 25 potare. LUI
odorari, id. percontari, 22 potentia, 84
odoratus, id. perdere, 112 potentatus. id
offendere, 80, 114 peregrinus, 82 potestas, id.
officium, un perfcere. Ufi praebere. 28
olere. 118 pergere. 100 praeeeptor, 18
olfacere, id. periclitari, 108 praoclarus. 52
olt'actus. id. periculum. id. praeda, 85
olidus. id. permittere, 28 praedium. 28
omittere, 1_1 pernicies, Ufi pravus, 52
opera, 51, 1118 pernix, 108 praestolari, 85
opcrosus, id. perdere. 28 precari. 85
opes, Ili perpeti, 42 prehendere, Ufi
opinar!. lfi perseverali ti a. 52 premere. Ili
oportet, tu perseverare, 110 primordi uni, 100
opperiri. 85 perspicax. 12 primores, 85
oppidum. 88 perspicere, 111 pi i in us. id.
opprobrium, 811 perspicuus, 21 princeps. id.
ops. 18 pertinacia, 55 principium, 100
optare, 58 pervicacia. id. probrum, 80
optimates, 85 pessiiuus, 55 probus. 51
opus est, Gl pestilentia, Ufi procax, 55
orare, 85 pestis. id. proceres, 1115
ostendere. 28 petere. 85 proelium, 82
ostentatio, ai petulans, 55 professor, 18
otiari, 145 pictura, 82 profugus, 68
P pietas,
piget,
411
37
progenies,
proles.
82
id.
Pagus, 82 pigritia. 52 proloqui. 22
palam, 114 plebs. 81 promittcrc. 88
]>alari. 107 piorari. 48 proporus. 108
parere. 85 poema, 50 propinquus, 82

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127

prosapia, pai)t 01 res adversae, 13 semita, paij. 103


prosper. 14 res gestae, 108 sorius, 50
protervus, 52 respublica, II sermo. 21
providus, 14 reum Tacere , 18 serus, 56, 100
prudens, 13 rimari, 113 severus. id.
prudentia, id. risus. 43 significare, 28
pugna. 81 ritus, 48 siiere, OO
pugnare, 81 rivalitas, 41 simulare. 48
puleher, 43 rixa, II simultas, 40
pulsare. 111 robur, G4 sincro, 41
putare, 20 robustus. 103 sinus, 03
rogare. 22, 83 soboles, liO
<1 rumor, 00 societ.?, IO
Quaerere, 22 rus. 70 socordia, 52
quacso. 83 rusticanus. 71 solere, 31
quaestus, II rus tic us. id. solers. 13
querela,
querimonia,
02
id.
& soiidus.
sonitus.
103
oa
questua. id. Saevus, 31 sonor. * id.
quietus, 30 sagax, 11 sons. 33
quiritatio, 00 sales, 30 3011 us. Oli
quisquiliae, 2i salvus. uh sospes, 118
R sanctus,
sanus,
32
118
specie?,
specimen,
Ij .41
41
Ratio, 2 sapiens, 13 speciosus. 43
re ci pere. 80 sarcinae. 81 spoetare. OH
recoridore. 114 satis. 30 spernerc. 33
recordari. 10 sat3 haberc , G0 spiritus. 3
ree usare. 20 saucius, 118 spolium. 83
redarguere, 23 scandere, 104 spondero. 8<;

reddere, 108 sceleratus, 33 stabiiis, 103


redolere, 08 scelostu3, id. statua, IO
refellere, 23 scelus, 34 stirps. 07
referre. 20 scientia. 14 stolidus. 13
refutare. 23 scire. id. stornachari, 30
relinqucre, 30 sciscitari, 22 stragos. 82
reminisci. 10 scitus, 12 strenui tas. 30
renuere, 20 scrutari, 113 strepitus, 00
reperire. 114 secundus, 13 .studia, Hi
reprehendere, 30 securus. 80 studium. 31
reputare, 0 scdulitas. 31 stultus, 13
requirere. 38 scdulus. id. stupidus, 11
re ri, 20 scgnitics, 32 3uada, 23

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2

*28

subdolus, pag 50
i. tueri, pag. 79, 98 verberare, p. 113
subtilis, 1 tumultus, 38 verbum, 23
succensere. 50 tundere, 113 vereri, 54
suesco, 51 turpis, 44 versutus, 42
suevisse, id. tutus, 80 vesci, 100
sumere,
superbia,
115
53
u vestimentum,
vestis,
95
id.
suspirare, *00 Ulna, 94 vesti tus, id.
sustinere, 43 ultio, 78 via. 105
T ululare,
unicus,
40
32
vicinus.
victus,
03
90
Tabula, 09 urbs. 08 vicus, 09
tacere, 100 urgere, 111 videre, 98
taedet. 31 usurpare, 72 vigens, 103
talio. 18 uti. id. vigere. 102
tardus. 100 uxorem ducere, 03 villa. 31
tela,
tergum,
81
94
V villus.
vindicta.
93
38
tergu8, id. Vacare, 70.113 violare, 89
teter, AA vacillare. *07 virtus, 50
tetricus, 53 vadere, 104 vis, 04
timere. 55 vafer, 49 visere. 98
timor. id. vagari. 100 vitalis, 103
titubare, mi validus, 103 vitium. 33
tolerare. i vasa. 81 vituperare, 30
torvus. 58 vatcs. 30 vivax, 103
tradere. 81 vecors, 59 vividus. id
trames, 105 vegetus. 103 vocabulum, 25
tranquillus, 59 veliere* 110 vocare. 27
tran sferre. 28 velie, 38 voluptas, 39
transigere, ILO volox. 100 vox, 25
trepidare, 55 vendere. 32 vulgus. 03
tribuero, 87 venditare, id. vulneratu3, 118
tlistis. 58 venerati. 54 vultus. 92
tristitia. 40 veniarn dai c, 33
trux, 58 venundarc. 72

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