Antonio Montanari
Una fame da morire
Carestia a Rimini, 1765-68
Raccontiamo una pagina drammatica e poco conosciuta
della storia moderna della città e della sua campagna,
attraverso documenti ufficiali inediti.
Da essi emerge pure l’importante ruolo svolto a Roma da
mons. Giuseppe Garampi per aiutare i propri concittadini.
Le vicende hanno per protagonisti gli “ultimi”, vittime della
natura e della lenta burocrazia statale che non vedeva di
buon occhio Rimini.
Nota
Ernesto Capobelli è autore di pettegoli Commentarj
conservati alla Biblioteca Gambalunghiana di Rimini
[SC-MS. 306]. Quanto egli racconta, è uno spaccato
vivace della realtà riminese: le sue pagine vanno però
valutate con la massima attenzione, perché non
espongono solo dati di fatto ma contengono spesso
anche interpretazioni tendenziose. Nel ’69, ad
esempio, accusa l’Annona di «arricchirsi col vero
sangue de’ poveri», e di voler far regnare «una vera
carestia». Le altre fonti usate sono la «Storia di Rimini»
di Carlo Tonini (vol. VI/I tomo, ed. an. Ghigi) per i dati
sui censimenti riminesi; e, per la ricostruzione di tutta
la vicenda della carestia, una serie di registri e di atti
municipali conservati nell’Archivio di Stato [«Archivio
Storico Comunale»] di Rimini. Per motivi di spazio, non
possiamo riportare le note relative alle singole notizie.
Ringraziamo per la gentile collaborazione la Biblioteca
Gambalunghiana e l’Archivio di Stato di Rimini.