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Filippo Carrega

Relazione Saggio :
"La politica di Giustiniano verso l'occidente nel giudizio di
Procopio" ( Maria Cesa )
Un aspetto a lungo trascurato del "decline and fall " dell'impero romano quali furono le reazioni
dei contemporanei e le interpretazioni che diedero all' evento. In particolare come I bizantini (o
) videro le invasioni delle loro ex-province.
Sebbene reagirono prevalentemente ''in a distictly eastern manner''-cio si acqui la percezione della
differenza tra le due ''partes imperii'' e si confidava nella solidit della pars orientis ''- dai testi
letterari e dagli interventi militari emerge un ''vivace e persistente interesse '' per l'occidente .
Sul piano militare durante il Vsec. vi furono interventi solo per consolidare i confini e contrastare
minacce dirette all'impero ed anche sul piano diplomatico\ politico si intrattengono relazioni con i
barbari e si tollera la loro presenza in cambio di riconoscimenti formali di sudditanza .
Dal punto di vista letterario si fa strada l'idea di una Costantinopoli come ''nuova-Roma'' una
rigenerazione del vecchio impero corrotto ed indebolito (Translatio imperii), ''gruppi minoritari
variamente dissidenti'' videro invece nel crollo dell'impero la manifestazione dell'ira divina .

Giustino e Giustiniano agirono in politica estera in modo totalmente opposto rispetto ai loro
predecessori sia sul piano diplomatico ( stipulando trattati con salvi e persiani ) sia militare
dedicandosi a guerre lunghe e dispendiose in occidente.
Tale politica non soddisfece n gli occidentali per l'eccessivo fiscalismo e l'eccessiva
centrallizzazione del potere , n gli orientali per i costi e l'ingente impiego di uomini; ci favor un
accentuarsi della frattura tra le due parti dell' impero .

Un'importantissima fonte risulta essere l'opera storica di Procopio di Cesarea non solamente per ''i
contenuti fattuali'' ( narrazione degli eventi ), ma soprattutto per la sua ''Zeitgenossische
kaiserkritik'' (atteggiamento di critica dello storico verso l'imperatore , considerato come il
responsabile dello sfacelo dell' impero) .
Lo storico accoglie le critiche contro il sovrano da tutti le classi sociali (I grandi latifondisti ,il ceto
medio, minoranze perseguitate) e contrappone l'abile generale Belisario alla figura di un sovrano
incapace ed indeciso che ha causato la perdita di potere e risorse all' impero.
Certamente in Procopio vi un fortissimo sentimento ''pattriottico romano'' che lo porta a
considerare i barbari nemici mortali dell'impero ma

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