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ARIE MUSICALI 3 Canto in stile recitativo 5 Canto spirituale in stile recitativo Quarta parte

Poesia di Girolamo Preti Poesia di Giovanni Della Casa Te incolpar deggio, che prendi gioco,
COMPACT DISC 10 Ardo, e taccio il mio mal, perchio pavento Dopo s lungo error, dopo le tante Che marda il cor di crudeltade il foco.
Primo libro Che sio scopro lardor, chentro mi sface, S gravi offese, ondhai ognor sofferto
Foco di sdegno, e non dAmore accenda. Lantico fallo, e lempio mio demerto, 8 Aria a voce sola
Io temo, io temo Amor, che non offenda Con la piet delle tue luci sante, Prima parte
1 Sonetto in stile recitativo Pi colei che me stesso, il mio tormento, Mira Padre celeste omai con quante Se londe, ohime, che da questocchi piovono,
Signor, chora fra gli ostri, hora fra larmi Che di piacer me forse le spiace, Lagrime te devoto i mi converto, Se i concenti sospir, che dal sen mescono,
Movi gara per te fra Palla, e Marte, Ondio sostegno in pace E spira al viver mio breve, ed incerto, Piet non pi de miei martir non trovano,
E giunto quanto pu natura, ed arte La guerra, che mi fanno i miei pensieri, Grazia, chal buon camin volga le piante: Ma novella impietade in Filli accrescano.
Contro al gran nome tuo morte disarmi. E sio tento formar prieghi, parole, Mostra glaffanni, il sangue, e i sudor sparsi.
Fede, e Timor non vuole, Hor volgon glanni, e laspro tuo dolore Seconda parte
Se moli eccelse di superbi marmi Chio procuri salute, chio la speri: Ai miei pensieri, ad altro oggetti avvezzi. Cercher col morir tornar placabile
A questa destra humil non lice alzarte, Moro senza scoprir qual son, qual fui, Raffredda Signor mio quel foco, ondarsi Lempia, onde lalma, el cor sempre
Humil tributo di devote carte E non fuggo il morir, ma lira altrui: Col mondo, e consumai la vita, e lhora, languiscano:
Ti porgo in voto, e ti consacro i carmi. Pur nel silenzio i miei pensieri ascondo; Tu, che contrito cor giamai non sprezzi. Ecco il fin pien daffanni, e miserabile,
Vivo penando, e n lagrimar mi sfaccio, Cha seguaci dAmore i Fati ordiscano.
Nel picciol dono il grandaffetto mio E moro alle speranze, al duol rinasco.
Rimira humano, e le primizie accogli Sol di pensieri, e di sospir mi pasco. 6 Sonetto spirituale. Maddalena alla Croce. Terza parte
Del pigro ingegno imitator di Dio. E serbando il mio duol chiuso, e profondo, A pi della gran Croce, in cui languiva Se per amar chi tanto odia il mio vivere
Dentro son tutto foco, e fuori un ghiaccio. Vicino morte il buon Gies spirante, Mortal giel sento, el core ardendo sfacesi,
Che tempo fia, chal Trace empio gli orgogli Vorrei parlar, ma taccio, Scapigliata cos pianger sudiva Ahi ben potrassi al mio sepolcro scrivere,
Tu domerai vittorioso, ed io Perchio non s ben dir quel chio vorrei. La sua fedele addolorata Amante, Questi in premio dAmor sotterra giacesi.
Spiegher le tue glorie in mille fogli. Quandio son lungi ardisco, appresso i tremo. E dellhumor, che da begli occhi usciva,
Hor fuggo; hor torno, hor temo E dellor della chioma ondosa, errante
E son morto in me stesso, e vivo in lei, Non mand mai, da che la vita viva, 9 Sonetto. Basso solo.
2 Canto in stile recitativo E divisa da me lanima mia, Perle, od oro pi bel lIndia lAtlante, Poesia di Giovan Battista Marino
Degnati gran Fernando, Per seguitar altrui se stessa oblia. Come far (dicea) lassa, Signor mio, Donna, siam rei di morte, errasti, errai,
Tu, che sempre abborristi, e Marsia, e Mida, Puoi senza me quest ultima partita? Di perdon non son degni i nostri errori:
Piegar lorecchie, e richiamar dal bando Come, morendo tu, viver possio? Tu, chavventasti in me s fieri ardori:
Bella Virt, che in queste carte annida. 4 Sonetto spirituale in stile recitativo Che se morir pur vuoi; lanima unita Io, cha s caro Sol gli occhi levai,
Ascolta il suon gradito, Poesia di Francesco della Valle Ho teco (il sai mio Redentor, mio Dio)
La fede in questo ancor vien dalludito; Dove, dove, Signor, quieto ricetto Per teco haver deggio e morte, e vita. Io, che una fera rigida adorai;
Ma se locchio vi chiede fia mai che trovi, ahi, chogni via m chiusa? Tu, che fusti sordaspe a miei dolori:
Anchei qualche contento, qualche parte, Per fuggir lira tua, n giova iscusa, Tu nellire ostinata, io negli amori:
Bene cieco quellhuom choggi non vede Chogni cosa palese al tuo cospetto, 7 Aria di Romanesca Tu pur troppo sdegnasti, io troppo amai:
Espresso il tuo valor dentro questarte Prima parte
Mentre accordi in te stesso Ci chamico mi di vano diletto, Dunque dovr del puro servir mio Hor la pena laggi nel fiero averno
Si ben gli affetti alla ragione appresso, Fatto hor nemico i miei delitti accusa; Crudel hor riportar tormenti, e pene: Pari al fallo naspetta, arder poi
O beata armonia dun cuor soave, Onde dai suoi piacer lalma delusa Chi visse in foco, in vivo foco eterno.
Che tempra in questa vita Romper desia latra prigion del petto, Seconda parte
Col dolce dellet del senno grave; O tradite speranze, van desio, Quivi, sAmor fia giusto, ambedue noi
Ma forse hor la mia lingua troppo ardita: Fan gli elementi, ove diletti presi Che sepolta nel duol lalma mi tiene. Tra le fiamme dannati havrem linferno:
Taccio, ed dir sol prendo Testimonio appo te del fallir mio, Tu nel mio cor, ed io negli occhi tuoi.
Quel, che da saggio intende, e contri mi veggio i d mal spesi, Terza parte
Che chi quaggi de canti il suono apprezza Sol tu sei porto di salute, ondio Te Amor, te solo hora incolpar deggio,
Allarmonia del Ciel lanima avvezza. Tanto ti pregher, quanto toffesi, Che minvoli Tiranno ogni mio bene.
e dovandr, se non te, mio Dio?

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10 Aria a voce sola Terza parte Ahi, che parlo, ahi che vaneggio, Terza parte
Entro nave dorata Ed io pi lamo, e mentre gli occhi stillano, Come pu Licori mia Suoi dolci versi spiega lAugello
Solchiam Fillide il mare, Col pianto lalma, e queste man muccidono, Esser pia, E lArbuscello fiorito st.
Vedi un nembo chappare, Fiamme pi vive in me sempre sfavillano, Sio nulloso, e nulla chieggio? Un volto bello allombra accanto
Mira laria infocata: I miei pensier da lei mai si dividono. Non s forse il grave ardore, Sol si dia vanto dhaver piet,
I venti soffiano, Che minfiamma, e strugge il core. Al canto Ninfe ridenti,
E londe innalzano, Scacciate i venti di crudelt.
El gi placido mar divien severo: 12 Aria a voce sola Ma questocchi quasi spenti
Torna, torna indietro Nocchiero. Non mi negate, ohim, Ponno dirgli i miei martiri,
Lumi sereni, chio Dai sospiri 16 Aria di passagaglia
Filli mia tu paventi, vi mostri la mia f, Pu saper mie fiamme ardenti, Cos mi disprezzate?
Lo tuo spirto vien meno, Vi narri il mio Desio; E dal pallido sembiante Cos voi mi burlate?
E stringendomi al seno Mi struggo ardendo, Pu veder, chio sono amante. Tempo verr, chAmore
Formi languidi accenti: Vivo piangendo, Far di vostro core
Tempeste e turbini, E chieggio al mio servir qualche merc. quel che fate del mio,
Theti confondono, 14 Aria. Tenor solo. Non pi parole, addio.
E precipita il Ciel converso in onde: Penso, chognhor soffr Poesia di Francesco Balducci Datemi pur martiri,
Torna, torna alle sponde. Foco immortal il seno, Voi partite mio Sole Burlate i miei sospiri
Penso, chin vano un d E porta il vostro lume altrove il giorno; Negatemi mercede,
Filli cor del mio core, Bramai lieto, e sereno; Chi sar, che console Oltraggiate mia fede,
Filli dolce mio bene, N volli mai, La mia notte dolente, Chin voi vedrete poi
Io nel mar di mie pene Lucidi rai, Se voi non fate al nostro Ciel ritorno? Quel che mi fate voi.
Provo doppio lorrore: Scovrir la fiamma, chil mio cor nutr. O mie speranze spente: Belt sempre non regna,
Cielo implacabile, Ahi belle luci, onde ne givo altera, E sella pur vinsegna
Nebbia foltissima Ma, poi chio sento gi Come fu lAlba, ohime, vidi la sera. A dispregiar mia f,
Dalla luce del d tutti ne priva: Ch morte il duol minvita, Credete pur me,
Torna, torna alla riva. Chieggio, chieggio piet, Voi partite mio bene, Che soggi mancidete,
Chieggio, begli occhi, aita; E meco in compagnia restano i mali; Doman vi pentirete.
Ma tue rare bellezze Un guardo solo Con voi parte la spene Non nego gi chin voi
Scorge il mare adirato, Temprer il duolo, Della sperata gioia, Amor ha i pregi suoi,
E gi lascia placato Un guardo solo in vita mi terr. E lAlma per seguirvi aperto ha lali; Ma s chil tempo cassa
Sue temute fierezze: giunto il di, chio moia: Belt che fugge, e passa,
Zeffiri spirano, Ahi duro caso, ahi fera dipartita, Se non volete amare,
Londe sincrespano, 13 Canto a voce sola Poiche col vostro pi parte la vita. Io non voglio penare.
E la luce del Sol pi non si cela: Di Licori un guardo altero, Il vostro biondo crine,
Spiega, spiega la vela. DovAmor suoi strali indora, Le guance purpurine
Minnamora, 15 Aria Veloci pi che Maggio
Benche sia turbato, e fero, Prima parte Tosto faran passaggio,
11 Aria. Basso solo. Che faria quando pietoso Se lAura spira tutta vezzosa, Prezzategli pur voi,
Prima parte Promettesse al cor riposo. La fresca Rosa ridente st, Chio rider ben poi.
Troppo sotto due stelle alme, e dolcissime, La siepe ombrosa di bei smeraldi,
Sotto un bel crin, sotto un sembiante nobile Ma pi sorda, e pi crudele, Destivi caldi timor non h.
Voglie ceonsi, ohim, crude ed asprissime, Che freddAspe, e Tigre hircana, 17 Madrigale a due voci
E mente sol negli altrui danni immobile. Inumana, Seconda parte Se mamate, io vadoro,
Sdegna udir le mie querele, A balli liete venite Se pur mi disprezzate, io vi disprezzo,
Seconda parte N rivolge tanto duolo Ninfe gradite, fior di belt, Se mori te per me, io per voi moro.
Ci ben provio, chinvan sospiro, e dogliomi, De begli occhi un giro solo. Or, che s chiaro il vago fonte Se modiate voi, io son avvezzo
Amante fatto di belt indicibile, Dallalto monte al mar sen v. A secondar dAmor gli effetti suoi,
Invan maffliggo, invan di vita spogliomi, Sempre far quel che farete voi.
Che pi linaspra ogni mio strazio orribile.

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18 Canto, a due canti, vero Tenore 20 Canzone a due voci, canto, e tenore 23 Canzona a tre voci, canto, alto, e tenore Ahim, chi mi tasconde,
Begli occhi io non provo Dove ne vai pensiero, Con dolcezza, e pietate Corilla, ahi fiera sorte,
Fierezza, dolore, Su lali de sospiri Alle gioie dAmore, ti celi tra le fronde
Io pianti non trovo Fuggi dAmor limpero, O begli occhi allettate forse perch la morte,
Nel regno dAmore, La dove gloria il dispensar martiri, Il mio libero core; con pi gravi martiri,
Qual or mi mirate Tal degli incauti amanti la merc: Ma da voi fuggir mi facci hor hor morire.
Con sguardi amorosi Misero che farai, E non mai creder,
Scherzate amorosi. Credilo me, che te ne pentirai. Che regni scherzo, gioco,
Ove son le catene, e strali, e foco. 25 O bellocchi che guerrieri
Voi labbra ridenti O bellocchi che guerrieri
Questalma beate, 21 Canzona, a due canti, e tenore saettate i cori amanti,
Si cari gli accenti, Eri gi tutta mia, Arie published in miscellaneous collections dolci, lieti, e sfavillanti
Si dolci formate, Mia quellalma, e quel core, strali armati, accorti arcieri,
Se i denti scoprite Or da me ti disvia 24 Alla gloria, alli honori mentre ardendo hora gioite
Con rare bellezze Nuovo affetto dAmore; Alla gloria, alli honori deh mirate, e non ferite.
Nutrite dolcezze. O bellezza, valore, correte pastorelle,
O mirabil bellezza ove sei tu? ecco lherbecco li fiori Lumi vaghi, chamorosi
Ma, lasso, io pavento, Eri gi tutta mia, or non sei pi, di nove, eterne, e belle dolce speme altrui porgete,
Che un Ciel bello, e puro Non pi, non pi, che ne riporta il raggio hor chamando voi ridete
Al soffio dun vento Ah, che mia non sei pi. dun pi sereno Maggio. non pi crudi, ma pietosi,
Si cangi in oscuro, mentrardendo ancor gioite
Quellaura che spira, Sol per me gli occhi belli Ecco la Primavera, deh mirate, e non ferite.
Quel guardo che alletta Rivolgevi ridenti, ecco lombre glaugelli,
Sadira, e saetta. Per me doro i capelli ecco lamata schiera Stelle amate, alme pupille,
Si scioglievano a venti; di fonti, e di ruscelli, che prendete alta vaghezza
O fugaci contenti, che con lor raggi amati nel mirar nobil bellezza,
19 Aria, a due canti, vero tenore O dolcezza, belt dove sei t? fan gioir colli, e prati. challe fiamma mille a mille
Occhi che sete Eri gi tutta mia, or non sei pi, mentre ardendo ne gioite
Di voi pomposi Non pi, non pi, Ecco Flora vezzosa, deh mirate, e non ferite.
Ver me pietosi Ah, che mia non sei pi. carca dherbe, e viole,
Voi vi fingete, ecco il giglio, e la rosa,
E mi giurate, Ah, che pi t non miri con la fiorita prole, 26 Era lanima mia
Che non fu vero, Il gioir del mio viso, che con sereni lampi Poesia di Giovanni Battista Guarini
Che Amor arciero Il mio canto, il mio riso fan gioir selve, e campi. Era lanima mia gi presso a lultim hore.
Con feritate converso in martiri; E languia come langue alma che more.
Da vostri sguardi larmi prendesse, O dispersi sospiri, Per lui fiorisce il prato, Quand anima pi bella e pi gradita
Occhietti ladri chi vi credesse. O sparita piet, ove sei tu? per lei verdeggia il colle, Volse lo sguard in si pietoso giro
Eri gi tutta mia, or non sei pi, per lui divien beato Che mi mantenn in vita.
O falsi sguardi Non pi, non pi il giardin grate molle, Parean dir quei bei lumi:
Falso dolore, Ah, che mia non sei pi. per ambi santo zelo Deh! Perch ti consumi?
Ma del mio core gioiscil monde l cielo. Non m si caro il cor
Veraci dardi, ond io respiro come se tu, cor mio.
In van fingevi 22 Canzona a tre voci, canto, alto, e tenore L veggio il prato adorno Se mori, ohim! Non mori tu, mor io.
A miei martiri Corilla danzando, di stelle, il ciel di fiori,
Versar sospiri, Sul Prato si st; qui tutto intorno intorno
E vi dolevi, E lAura scherzando rimiro almi splendori,
Che fuor del petto lalma vivesse, Intorno al crin doro, ma non so dove sia
Occhietti ladri chi vi credesse. Vezzosa sen va; Corilla anima mia.
Et io, che ladoro,
Fedele, e costante,
Desser desio quellAura volante.

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COMPACT DISC 2 Come posso, , me misero, e infelice, Mille carte al d squarcio, e mille aspergo 6 Sopra laria di Ruggieri
Secondo libro Duo diversi vapori al cielo ascesi Di lagrime, e dinchiostro. O fera stella, Poesia di Girolamo Preti
Del vostro ardente core, e quivi accesi, I vo dietro al mio mal per propria voglia. Ti lascio, anima mia, giunta quellhora.
1 Poesia di Girolamo Preti Han mia speranza svelta da radice; Lhora Ohime, che mi chiama alla partita.
Vanne, carta amorosa, Per cui la dove io mi vivea felice, Io parto io parto, Ohime, convien chio mora,
Vanne colei, per cui tacendo io moro: Hor son condotto tale, 4 Sonetto spirituale in stile recitativo Perche convien partir da te, mia vita.
Deh, mia timida carta, Che morte minor male Poesia di Francesco della Valle Ah, pur troppo l dolor chentro maccora,
Ardisci, e spera e priega, Se l vero dir di mia sventura lice, Ohim, che fur, che sono, e che saranno Non mi dar col tuo duol nova ferita.
Chiedi, chiedi colei Che trovandomi privo Questempie membra? ahi rimembranza dura; Deh non languir cor mio chal mio partire
Di mio amor di mia fede Dellamor vostro: via pi provo pene, Scese lalma dal ciel candida, e pura, Mi duole il tuo doler pi, che l morire.
Piet, m non mercede. Che qual si voglia alma prodotto in vivo; E con le colpe lor macchiato lhanno.
Non cheggio n, non cheggio, Che io son vivo al desio, morto alla spene,
Ch miei sospir sospiri, N colpa mi condanna, Lasso, in breve di morte esposte al danno, 7 Aria a voce sola
Chal mio languir languisca: Ma quellerror, che l veder vostro appanna. Poca polvere fien, fredda, ed oscura, Poesia di Francesco Balducci
Ah crudo ben quel core, E leterno penar quella non cura, Voi partite mio sole,
Ben indegno amatore, Chio non volsi gi mai purun sol sguardo Tanto il senso di lei fatto tiranno. E porta il vostro lume altrove il giorno
Chi di veder desia In parte, ove non fuste, o vera, o finta Chi sar, che console
Lamata Donna sospirar dAmore. Dal pensicr mio, da cui siete dipinta, Pria che dAtroporea preda rimanga, La mia notte dolente,
Lungi, lungi da lei Anzi viva formata ovunque io sguardo: Spira, Signor le fiamme tue soavi, Se voi non fate al nostro ciel ritorno,
Sien le pene amorose: E se bene seguirvi hebbi il pi tardo Chil gielo del mio cuor si scaldi e franga, O mie speranze spente,
Dolor, pianti, sospir, tutti sien miei: Questi ratto vi giunse; Ahi belle luci, onde ne givo altera,
Anzi ( nuovo stupor de lamor mio) N da voi si disgiunse Veggio, ed accuso homai le colpe gravi; Come fu lAlba ohime viddi la sera.
Io non bramo, io non cheggio, Ch pi veloce assai, che Damma, Pardo; Onde convien, cheternamente pianga,
Che lamor mio riami: Cos vi fusse dato Perche le macchie di questalma io lavi. Voi partite, e portate
Che, sAmore h dolor, non vuo, che mami. Poterlo udire, e ragionar con lui, Con voi la gioia, lallegrezza, e l riso,
Io bramo, io cheggio solo, Chor vi direbbe il mio doglioso stato: Misero, e qui lasciate
Che l mio amor non isdegni, Quanto cangiato son da quel chio fui; 5 Sonetto spirituale Laffanno, il duolo, il pianto
E voglia per merc de miei dolori Poi ch torto mi veggio Dove sparir si ratto i d sereni, E si cangia in Inferno, il Paradiso;
Sol chio lami, e ladori. Scacciato, del mio antico amato seggio. Che, folle, intorbidai col fallir mio? Ahi, come breve il canto
Ahi, che l viver dellhuom rapido rio Deglinfelici, e sventurati Amanti,
2 Canto in stile recitativo Rassembra, ed al fuggir gli anni baleni. Come son lunghi, e senza fine i pianti.
Poesia di Giovanni della Casa 3 Canto in stile recitativo
Ben veggio donna homai, che pi non sono Poesia di Desiderio Cavalcab Gi vissi cieco, del mio pianto pieno, Voi partite, ma resta
Sdegni amorosi quei, chal mio desire Oscure selve, ove gia mai non luce Hor apro i lumi te mio Sol, mio Dio, Misera, in me di voi la rimembranza,
Oltraggio fanno; ma son sdegni, ed ire, Raggio di Sole, e spaventosi boschi Che millustra un tuo raggio onde veggio, Sol questa il volo arresta
Di chio tremo qualhor pi ne ragiono; Lochi deserti, inhabitati, e foschi, Che lantiche dolcezze eran veleni. Allanima, che fugge,
Ecco il lampo apparir, gi sode il tuono, Vo cercandio, per ritrovar la luce. E vive Amor, se morta la speranza,
El folgore discende, Volano gli anni, e de miei falli il pondo Ma nuovo duol mi strugge,
Che latra nube fende, Desir mi sprone, Amor mi guida, e duce, Pi cresce, e quai saran colpe segrete, Che voi cangiando ciel cangiate amore,
N difesa per me trovo, perdono; Lun tutti i sensi miei fa infermi, e loschi. S nel tuo sguardo un picciol punto il mondo? Lunge da glocchi ohime, lunge dal core.
Anzi dalzar la vista Laltro mabbaglia, e perchio non conoschi
Pi non ardisco in quellaltero ciglio, Mio mal, sovente lagrimar minduce. Della mal cauta et lopre indiscrete
Che fredda gelosia turba, e contrista: Onde toffesi oblia, quel tuo profondo 8 Aria a voce sola
Ma sol chiedendo vo pace, e consiglio; Cos piangendo, in questa parte, e n quella, Ocean di piet, sia per me Lethe. Poesia di Francesco Balducci
E lagrimando il giorno, Fuggo le genti, e l solitario albergo, La mia pallida faccia
La notte amiei pensier tristi ritorno. Cerco in parte affrenar linterna doglia. E lingua di piet,
E qual per voi mi sfaccia,

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A voi narrando v, Canterai, 11 Aria a voce sola Su, su, su, su,
E ben, chio taccia Poi mi disse, e sospir. Son ferito son morto, e difesa non f, Fermate il volo,
del petto mio Occhi dunque gran torto, Non state pi.
Lincendio rio, Nuovo duol sofrir,
Pur ognuno sel vede, ognhuomo il sa, 10 Aria a voce sola Deh queglarchi allentate,
Sol da voi non si crede O mio cor, dolce mia vita, Deh non pi saetate 13 Canzona a due voci, canto, e tenore
Infinita bellezza, e poca fede. Poich, lasso, Il mio cor, che si caro voi gi f, Gioite oh selve, oh venti,
Il tuo passo Non mi ferite pi. A miei contenti;
I miei sospiri ardenti Volge altrove invida stella, La mia Cloride bella,
del chiuso ardor fanse Almen senti, Son esangue, son spento Che gi f s rubella fatta amante
le lagrime cocenti Pria che parti, i miei lamenti. dalla vostra impiet, E sAmor leggiero, ella costante.
son pur faville, ohime, Ne pu darsi tormento,
e ben, chio tenti Io per te sol vivo, e spiro, A chi vita non h: Ridete oh Fonti, oh Prati
in parte oscura Sol rivolto Ahi, chin van moffendete, Ne d gelati;
Celar larsura, Nel tuo volto E in van larmi tendete, Il mio dolce tesoro,
pi chiaro del mio foco il Sol non Ogni ben godo, e rimiro, Meco lalma non , come gi f, Che gi neg ristoro, al fin si rese,
Pur da voi non si crede Da te lunge Non mi ferite pi. E sAmor crudele, egli cortese.
infinita bellezza, e poca fede. Duolo, e noia il cor mi punge.
Son un giel, sono unombra Cantate oh Rivi, oh Fiori
Mostra la guancia essangue, Vorrai dunque col partire Dun, che vive di f, A miei ristori;
Qual piaga il sen mapr. A chi tama, Morte tutto madombra, Il bellIdolo mio
Per cui fuggendo il sangue E ti brama Nulla resta di m Arde comardo anchio, non gi per gioco,
Tanto si scolor Dar cagione al suo morire, Hor, che havessimi ucciso Che sAmor di gielo, egli di foco.
Il cor, che langue, Deh soccorso Raddoppiate il bel riso,
Scuopre il dolore Se non hai cor dAspe, dOrso. Che dalla gioia mia segno gi f,
Del mio pallore, Non mi ferite pi. 14 Madrigale a due tenori
Perche celi lo stral, che lo fer, Tu sai pur dolce mio bene, Poesia di Giovanni Andrea Rovetti
Pur da voi non si crede Chh nel core Bella tiranna infida,
infinita bellezza, e poca fede. Tantardore, 12 Aria a due voci, canto, e tenore Qualhor verso di me lo sguardo giri,
Quanth il Mar sterilarene, Non vi partite Mostri dar pace ai lungi miei sospiri;
Ch il mio petto se voi mamate Poscia dardi pungenti
9 Aria a voce sola Dinfinito amor ricetto. Non mi lasciate Con larco delle ciglia al core avventa,
Poesia di Michelangelo Buonarroti il giovane luci gradite, Se mancidi pietosa,
A miei pianti alfine un d Aure voi pietose almeno, no, no, no, no, Che farai poi sdegnosa.
Quel cor aspro, Chintendete, Non vi partite,
Quel diaspro E vedete Chio mi morr.
Sammoll, Il dolor, chh dentro al seno, 15 Canzona a due tenori
Sintener: Riferite Fermate il piede Soffrir non posso laffanno del cor,
Io1 pregai, Al crudel quel, chhora udite. Dolce mia vita, E moro senza piet,
Lacrimai, Porgete aita Muccider
Sospirai, Riferite, che vicino A tanta fede, il dolor,
E l mio Sol non mi spar. Alle porte Si, si, si, si, E disciorassi questanima
Della Morte Fermate il piede, Ahime merc, merc.
La sua luce in me spieg: Mh condotto il mio destino, Chio morr qui.
Miei lamenti, Dallaita Filli crudele cagion del mio mal
Miei tormenti Di lui sol pende mia vita. Fermate il volo Del mio duol sei tu, sei tu,
Consol, Belt celeste, Lacrimar pi
Pi conforto Mie voci meste Che mi val,
Gioirai, Udite, e l duolo, Se tu sdegnosa vuoi partir da me,
Riderai, Ahime merc, merc.

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Quel dolce sguardo, quel riso gentil, Deh non fuggir ritrosetta,
Lasso me pi non vedr, Torna posar tra le frondi,
Ne mirer Deh percha me ti nascondi,
Pi lapril Torna gioir su lerbetta,
Di quella guancia, che gioir mi f Godi da te pur soletta,
Ahime merc, merc. Chio vo tacer, e penare,
Col mio morir vo parlare,
E parler la mia fede,
16 Canzona a tre voci, alto, tenore, e basso Deh non fuggir, muovi il piede.
Deh volate oh mie voci dolenti,
Con alti gridi di fedelamanti,
E piegatio son stanco, 19 Canzona a tre voci, alto, tenore, e basso
Soccorretal dolor, ohime, che manco. Doloroso mio core
Come puoi tu soffrir tanti martiri,
Penetrate miei caldi sospiri, Corri corri morire,
Al duro petto del chiaro sole, Smorza lardor costante
E chiedete ristoro, Che non sei solo disperatamante.
Deh volate al ben mio, piet chio moro.
Infocato cor mio
Ma se Filli pietosa al mio male, Viver non potrai t samor tassale,
O mia felice, e fortunata sorte, Fuggi, fuggi il tuo male,
Dir vorrei fra contenti Hai lege ria damanti,
Quanto sei dolce Amor doppo i tormenti. Chi vive amando, tormentato more.

17 Madrigale a tre, alto tenore, e basso 20 O dolore


Quanto pi sorda sete Oh ferita,
Donna, alle mie querele, Oh mio core, Oh mio bene, Aita, Aita,
Pi vi sar fedele, Deh non mabbandonate,
Chal negar di mercede, Luci beate,
Si conosce la fede, Aita, Aita,
Dunque non siate mai cortese, pia, Morte mi d chi potria darmi vita.
Che la vostra fierezza gloria mia.
Oh mio riso,
Oh mio canto,
18 Ceccona a due tenori Oh mio viso, oh mio core, al pianto, al pianto,
Deh vien da me pastorella Lagrimate occhi amati,
Vien qui tra i fior, chio tinvito, E dispietati,
Muovil bel pi sovra il lido, Al pianto, al pianto,
Senti, chamor ti rappella Chieggio merc, e voi ridete intanto.
In giovent cos bella,
In sul fiorir delletade,
Deh non celar la beltade,
Chamor el Ciel ti concede,
Deh vien da me, muovi il piede,

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