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LETTERE SCRITTE

D A
'ANDHEA
Pubblico ProfeiTorc dì Filofofia , e Matematica
nel Reai Carolino Collegio dì Medina

Socio dell JfHtiiio delle Scienze di Bologna y


di napoli ec.

E DIRIZZATE
al sic. cavaliere n, n.
Delle Reali Accademie di Londra Bordò , ed Upfai
,

Pelli Terremoti del 1783,


>CON UN giornale MITEOROLOGICO de’
MEDEMi
Aggiuntavi anche la Relazione di quei di Calabria con
li Pacfi didrutti , ed il numero dc‘ Morti

' " " '


"* i *. — I ,, tni

higens njorfh foìatium ejì tem»m quandoque •videro


moYtalem » Seneca qusft. nat. lib. vi.

PER GIUSEPPE DI^STEFa'no'"'*


^^egro Impredbre nel Piano dello Spirito

con LICEHZA DE' SUPERIORI


S 397 a

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LETTERA I.
;
Dalla deftrutta MeJJìrtxt li aa, Febbraro
I
*783-
i

I
Amico Carissimo .


, che io con mente traa-
ìfiipoffibile

minutamente raccontarvi i Fe-


t ^ nomenì accaduti in qne{ta mia miferabile
'

poicchè oltre 0 terrore, che per il


ha ingombrata la faatafia , con
.

I
ingrandirmi ecceffivaiiiente Tidea del Pcri-
tócolo, il Funefto Spettacolo, che tuttavia
ho lotto glioc-
t chi , mi opprime talmente il cuore, che non lafciami »cK
|lla libertà di raccogliere
i fpiriii per raziocinare pofatamen-
te. Meffina la
bella Mcffina giace qua fi tutta
,
per ter-
ra; 1 migliori fuoi Edifizj, che la
rendevano vaga, ed
lammirevole fono divenuti oggetti di
,
{pavento , e dicom-
ipaflione, ed 1 miei cari Concittadini coBfufamaBtc rico-
’ aerati fotto mal coftrutte Capanne
, languenti nella ina»
A zionc,
m IV )»(

zione, c nella miferia , traggono più dal cuore, che dagli


occhi le lagrime Aggiungete alla tetra immagine dì que<
.

fta liittiiofa Pittura il continuo timore di feotirci di gior-


no in giorno tremare fotto ai piedi la Terra, di vederci
fu’i capo un Gielo torbido , e lerapeftofo , e di udire all' ‘J

intorno il turbinofo fofiìo di gagliardi irregolariffimi venti, 1

che ci minacciano . .

S6 ancor io, che quefte rivoluzioni della Natura fp- :]

no effetti neceffarj , effe entrar devono nell’ ordine am-? J


mirevole di quello tutto ufeito dalle mani di un Effere ri

Sapientiffimo ; ma birogna una gran dofe di Filofofia per



:

guardare con occhio tranquillo la rovina della propria Pa-


tria , le miferie de* Concittadini , c 1’ orribile afpetto di S !

tanti' Fenomeni , fenza che lo fpirito fi finarrifea ed io ; ]

vi confeffo finceramente , che fin’ ora non ho potuto fu«


j

perare il fentimento di Orrore , di Pietà , di Gompalfio- •;

ne, che mi ha indicibilmcotc penetrato il cuore, ed op-


preffb lo fpirito. Per darvi intanto un Idea , qualunque
fia del funeffo Spettacolo avvenuto fotto i propri miei oc-
ecco ciò , che in riftretlo poffo dirvi .
, ^ ^
|
Era il giorno del corrente Febbraro , giorno in-
fauflo , e femprè mai mcraòrando pclla bella MelTina , al-
|
lorchè alle ore i 8 , e minuti 4 ^. circa cominciò a fen-
.
|

tirfi tremare la Terra da prima leggermente , indi con for-

za tale, con tal muggito , e con Icotimcnti così varj , ed


k regolar i , che il fuolo videfi ondeggiare, le muraglie mo-
veri! da ogni lato, urtarli inficrae negl’ Angoli , triturar-
.

fi, e crollare, faltare i Tetti per aria, slogarfi i Pavi-


menti delle Stanze, iiifrangerfi le volte, rornperfi gli Ar-
chi più forti, c fenza pùnto ceffate il terribile movimen-
to, con tre, o quattro continuate feoffe , che fi fucce-

dettero l’una all’ altra , rovinarono le Cafe,^ caddero i


fttperbi Palazzi- precipitarono le Ghicfe, ed i Campani-
li

4
'5
)}( V )« ì

li aperfe con lunghe fenditure il


fi
Terreno del Teatro
,
il Suolo
jnarkin-io, e delle vicine Colline, ed par-
tc. del Lido nel fito della Pefearia
reftò coperto dalle acque

del mare Videfi in quell’ ifiante una vafta nuvola ce.


.

nericcia inalzarfi furiofaraente fu i’ Orizonts dalla parte


di Maeftro , c correndo fopra il Zenit, declinare alla par>
te oppofla indi bruttamente annerendofi nel tempo delle
,

concuflioni e dilaiandofi annebbiare quafi tutto 1’ Emisfe-


,

ro, nel mentre ifteffo, che fopra il più alto delie Cafe,-
0 Palaggi, che crollavano, fiammeggiava una fubitanea^
e paffaggiera luce(i) a guihi di quei baleni, chetralucoma
fi:a le nuvole cAive , fpandendofi da per ogni dove un leg-

giero odore , qi^ial fe di bitume , o di zolfo > o di ambr^


fi fofle
Fuggirono dalle loro Cafe i miferi Abitanti atterriti
e chiedendo con lamentevoli vóci al Cielo aita , feorfero
confufi qua , e là pelle Strade fenza faper dove fi an-
daAero, nel mentrecchè dall’uno, e l’altro lato vedeaofi
piombare fopra le loro teAe le fabbriche , e vacillare fotto
1 loro piedi il terreno, finché nel brieve fpazio di tre mi-
nuti ridottifi quafi tutti nelle Piazze, e nelle vie piùfpa'
ziofe , € larghe della Città con la morte innanti agli oc-
chi , con le lacrime fu’l ciglio, con Io fpavento nel cuo-
re , fi videro perfeguiiati non folo dalla Terra, che con-
tinuò in ogni momento a tremare, ma dal Cielo anco*
A 3 ra,

( 1 ) Pari Fenomeno vidcfi


Catania nel Terremoto delli
in
1 1 . Gennaro
j 693 rapportato da D« Silvio Boccone nel
.
Mu-
fea di Fifiea , c di Efpcrìeiize 4. Venezia 1^97. neiroflerv.
/,
e 2. Nel Terremoto di Palermo il primo Settembre
1716., in
cui due Colonne di fuoco fi videro ufeire dalla Terra
, e fom-
mergerfi nel mare Ed in Lisbona il .
dovc ufcì dalia
Terra vifibiimente il ftioco .
,

e
ra , che con vento inàpetuofo fra Ponente, e Maeftro , fcaricò
(opra quefti miferabili una pioggia d’ acqua , e di grandini .
Qualunque fi folle pennello di peritiffimo Dipintore,
qualunque penna di eloquente Scrittore giugncr non po-
iriano mai a colorire, e defcriverc il terrore, la coufu-
fiòne , e lo fpavento di quefti miferì Cittadini. Cercava
eiafcuno Io fcampo , e molti nel cercarlo incontrarono la
morte: altri reftaronovivi fepolti fotto li non intieramen»
te rovinati Tetti, altri pcndoloni fu le Travi, altri fu le
Soglie de’ Balconi , e delle Feoeftre , d’onde con lunghe
Scale , e con funi fcefero a ftento per feampare la vita,
ed altri infine miferamentc perirono folto il Calcinaccio , e
le Pietre , o delle proprie Abitazioni o delle Cafe , che ,

addofto gli caddero nell’ andar pelle Strade .

,
che illefi riniafero, procurarono in tutto il
Qiiclli
Tcfto del giorno di preparaiTi un’ afilo peli’ imminente
notte. Nelle Piazze Maggiori della Città, e nelle Pia*
aure che fuori le mura la circondano fi videro in poche
,

ere inalzate delle picciole ,


e mal coftrutte Capanne delle ,

Tende formate di Cenci, e robbe fottratte dalle rovine;


dentro delle quali a fchiere ammucchiatili , e ftrettefi in-
sieme , indifiintaraente fi giacquero fu ^1 nudo Suolo.
La Terra intanto non celiava di continuamente tre-
tiiare, e con orribile muggito come di grofla bombarda,
'che fi diCparafTc nel profondo del fno Seno dava di tem- ,

po in tempo delle fcolTe , ora più forti , ora più leggiere,


finché alle ore fette della notte con un inefplicabile rim-
^jombo tornò così ftrepitofamente a tremare, che fè crol-
lare da cima a fondo tutto il dippiù di quelli Edifiz;
'che , abbenchè apèrti , slogati , c ‘vacillanti ,
fi reggevano
•tuttavia all' impiedi (2). Cadde allora parte delle forti
Mura-

<2 ) due volt« cadde Catania^ e varie Gittàdi Sicilia nd


3 ,

vn )$(

Muraglie del Duomo, cadde i! fùperbo Campanile a ho 225'.


palmi, il ,
parte deirinterno dei Grande
Reai Palazxo
dale, ilSeminario de’Prcti , l’Arcivefcovado, il dippiù del Col-
leggio de’ Studi, lo avanzo de’ Palazzi nel Teatro mariti'
mo, moltilTime Chiefc , Conventi , e Monafterj , ed una ,

quantità indicibile di Muraglie delie Calè particolari V j, .

defi in quel punto gonfiar fi il mare j c con fragore for-


liflìmo formontare le fue fponde a legno che nel braccio
del Pcloro vicino la Torre del Faro allagò un lungo trat-
to di Terreno vicino al picciol lago detto il Pantanelh
portando feco al fuo ritorno lo fpoglio delle povere Ga-
iette , che ivi vi erano
,
gli Uomini gli Animali e le
, ,
Barche , che incontrò nel fuo paffaggio , laiciando fu quelle
terre inondare una quantità di pefei di varie fpscie
(3).
Dalle ore ip. circa del deferitto giorno 5. fino alla
feguente mezzanotte del giorno ó. Febbraro furono cosi
frequenti le feoffe de’ Terremoti , che noa paffava dall’ u-
^4 na

Terremoto 9 Gennaro verfo le ore 4., ed ii. Gen-


del 1693. a
naro verfo le ore 21. come riferifee Boccone
, ed in due volte
le Città di Calabria nel Terremoto del 1
63 8. deferitto daGiu-
lio Cefare Recupito de’ 27. Marzo
alle ore 21 , ed otte Giu- .
.gno alle ore 8*
C 3 ) Terribile fù l’ Inondazione , che in quell’ .iftefla ora
fuccedèin Scilla Promontorio di Calabria in faccia
della Tor-
ij del Faro colla fommerfione,e perdita di
2500. perfone,e del
Pnneipe di quella Terra, che s’erano ricoverati in
varieBarche
e Capanne preffo il lido del Mare.
Fcnomeni,che fpeffo occor-
rono nei gran Terremoti, fra quali è da
ricordarfi quello del
2501. ddcnito da Famiano Strada Dee.
2.1ib.4. de Bello Bcl-
gjco , l’ altro del 1586. notato da
Giufeppe Acofla nel lib. 3.
cap. 26. delle Storie dell’ Indie
,
quello del 1604. fegna rodai
Uir ardi nel fuo Mercurio, e quello
di Lisbona 17^5.
.

)U VI ir )$(

e
na, air altra il corto fpario di 15.
minuti: e fe bene il
giorno 7. non continuarono fu ’l piede iOelTo, ciò fu un
mal peggiore, giacche verfo le ore 22. fcoppiò tutto in i
ima volta la terribile mina, e diede 1’ ultimo crollo alla
già deflmtta Medina . Sollevodi dalla Città una denfa
nuvola di polvere, che ofcurò tutta l’aria, e fi videro le
pietre quali cozzare l'una contro l'altra, ed infrante ca*
dcre al fuolo , verificandoli in quefto , più che negli altri
precedenti Terremoti, la combinazione di tutti i moti on-
dulatorio, fuifultorio , vorticofo &c. , che ftritolarono le
muraglie, fvelfero da’ fondamenti molte fabbriche, e co'
me pefte fi foQjpt'o in un mortajo le defero al fuolo .

Reftano a non mentire alcuni pochi tuttavia Edifizj <

air impiedi nelle parti fuperiori delia Città avendo per bafe i

dure rocche , maanch'edi in gran parte patiti , aperti , e |


slogati in modo, che non fi può faenza timore approdi- r
marvifi i
H
^ .

Quantodato il numero de’ Cittadini , che mife-


fia :j

"ramente perirono in queda funeda circodanza non è faci- |


le poterlo per ora adìcurare fendo la Città ancora in-
il
|
gombra del Calcinaccio delle proprie rovine ; credefi però
che non oltrepadi le novecento, o mille Perfone; raa il
|
tempo farà conofcerc la verità ( <» ) .
^
Io mi ritrovo in una Ctuazione violenta codretto a
piangere le rovine della mia bella Patria , aiTifo fopra una
Collina , d’ onde rimiro il fuo terribile afpetto . Amico
J
dddio . fi

LET-

'
( ) che fi dà alla luce la prefente Lettera , fi di-
Oggi ,

ce che il numero de’ morti fia arrivato a foli ^17* > quello

‘calcolop^ifce mollidìme eccezioni


• .

)5C IX )$C

L E T T E R A IL

Mejfma li a 2. Mar'^o 1783

Amico Carissimo .

D opo un mefe

lazione
hanno volino
Iflorica
,

Fifica
dacché
gli
vi mia prima Lettera
fcriSi la
Amici, che io dalli fuori una re-
de’ noftri Terremoti. Io, che non
trovomi ancora in iftato
da potermi tranquillamente fiffa-
re ad una occupazione, mi fon valfo della Lettera a
feria
voi ferina li zi.Febbraro, con aggiungerle nel principio,
e nel fine qualche altra rifleffione , che poteffe fervirc a
reprimere le volgari Idee delle Genti del Paefe atterriti da
foliti funefti Prognoftici degli Aftrologt
che non fi lafciano ,
mai di credere quando l’animo è in tumulto Allorché .

ufeirà dalle Stampo, ve ne trafmetterò ima


Copia -
11 vofiro penfiere che mi comunicate intorno 1* of-
,

lervazione , ed Analifi, che vorrefte, che


io facefiì delle
qualità del noflro Terreno a me piace moliiirimo, ma
,
quelto e flato affai prima d’ora
da me minutamente efa-
minato, allorché imraprefi a fcrivere
per mio divertimen-
to ia Storia naturale del Paefe
, ed ho fin d’ allora cono-
Iciuto, che la qualità de’ Terreni
non è fempre una ficu-
ra cognettura per ftabilire la refiflenza, o la caduta,
, che
potrà fare un Paefe all’ urto
formidabile, de’ Terremoti
Hanno i Regni, e le Città il loro periodo,
e preflo
o tydi gl, uni s’ inalzano, gli
altri fi abbaffano Qiiefle
;

fidefiruggono,e s*impic-
lungo corfo di quafi qua:-
L'ni
t2nte , e sì diverfe luminol'e dgure
s. *
ne.le Storie A \
del Mondo; nel 1783. di Crifto cade dcftrut.
ta
. .

:§( X m
ta al fuolo , mzì più riforgerà dalle fue ro-
e fallo Iddio (c
vine .
,
Mcffina che per qualuncjuc
fiafi felice combinazione
fifica ha refìftito agli urti di lami, e tanti formidabili Ter-

remoti , che ne’paffati tempi T hanno [foltamo minacciata


nel mentre che deftrugevano il refto della Sicilia
, e della
,

vicina Italia; Meffina per quella fatale legge, che regola,


ed ordina il tutto , dovè cedere miferam&nte al fuodeftino.
Eper lafciar di numerare Scuotimenti , che Ella
li
,

ha foflferti ne’ tempi più antichi , cd ofeuri, fenzacchè dan-


no alcuno patifTe , mi contenterò rammentarvene alcuni *

jde’ tempi più recenti ie di cui


Iftorie fono indubitabili
,

Il Terremoto
1169 che del
rovefeiò da cima a fon^
do la Città di Catania , .dove a teftimonianza di Ugon
Falcando (4) r^on lafcio di eila pietra {opra pietra , c fc
tutta tremare la Sicilia , e la vicina Calabria , non lenza
jgrave danno degli Edifizj , altro di male non produITe in
hdelhna, fc non fe il Mare, che tranquillo giaceafi nel
fuo Porto , fi ritirò jmprovifamente ( 5 ) dal lido , indi
rcHilucndofi fragò .con impeto contro le Muraglie della
Città , cd entrò nelle fue Porte
Nel 145^* allorché la vicina Calabria con tutto il
B.egno di Napoli furono dalli Terremoti devaftati a quel i

fegno, che gli Autori di quei^ tempi (6) credettero non


]

mai

( 4 ) Hifl. Sìetila f. 190. Baroni» Annal. Bcclef. Faztlh Jfi.


Sic. dee. z. lib- 7. Sigonius Hift. de Reg. Italia.

( 5 ) Simile Fenomeno accadde il 1594. in Puzzolo d#- ,

vc jl mare fi ritirò 200. palli come riferifee Kircherio nel Mon-


do fotterr. tom. i.lib.4 $•

( 5 ) Pandolf» Collemccìo ì{i. di Jtd^ipoli lib 6. S. Ani. Are,


di Firenfe nell’ Jfl. fari. g. /;>• 22. cap. 1 4. Platina pite de Poti,
nella vita di Cali/lo J . Enea Silvio Epijì.i 20. a ll’Imper. Federici,
Giacomo Pincolomini nell’ Eptfi, a Marcello Rufiico ,
. ,

)5: xr }$:

mai altri confimili fcuotimenti elTervi ftati a memoria di


Uomini, Meflina culla fofTrì oltre il timore di vederli
tremare .
Nel lyop. in cui i continui Scuotimenti nella Cala-^
bria deftruffcro Reggio in modo ,
che (i dubitava ,
che
fuo terreno un nuovo Vulcano , ‘Meffina im-
fbrtiffe cbl
paurita non ebbe fe non fe il terrore delle minacele, e V
incommodo delle fcolTe ( 7 )
Il Gran Terremoto del 1542. che tutta feoflfe la Sicilia
,
ed in particolare il Val di Noto con rovina notabile di Catania
Augufta Noto, Caltagirone Militello, Palermo, Trapa-
, ,

ni ,
e moltiilìme altre Terre, e PaeG (8) niuno danno
caggionò a MeflGiaa ficcome niuti male ella foffrì nel ì^66,
,

in cui rovinò ( 9 ) la Città di Randazzo,nè nel 1570. ira


cui tremò l’Europa incera (io) nè al i6og. che con-
y

quafsò la Città di Napoli (ii) ; e le nel 1538 fofFrì Mef-


fina il difpiacere di veder crollare alcune poche muraglie
della fua Cattedrale pello ftrepitofo fcuotimento
avvenuto
li 27. di Marzo, fu egli quello di tanta
forza , che de-
ftrufle ambedue le Calabrie non fenza un grave danno
,
della medesima Città di Napoli (i2)
. Terremoto, che
che

(7) Politi Cronica di Reggio lib


z, Httber. Goltzins Hifi,
Sic. p. !• fog. 44. Bonfiglig Ijìor. Siciliana P. z.lib. i.

( 8) Fazello Iji. Sic Dee. 2, Uh. io, cap: t. Rocco Pirr^


Not. della Ghitfa Siracufana. Gir aldi Diario Ricciolio
Cronico .

Magno •

(9) Natale Conte Storie de fdoi tempi


; Cefare Rao nelle
Meteore tratt. J.cap. J4.

(1^0) Summ. Jflor. di Napoli pari. 4. Ub. io. pag. 3


(52 .
é^oxfjo ifior . Eccl, tom.z i , anno ^yo, nvm. 72*
1

(il) ^ga^di Somm- Iji. dU Terr di Calabria.


< 41 ; Cmlio Cefare Recapito prc([o il BonUaiib.ió.pag.'jSj.
m xii w
fu accompagnato da tutti quelli forprendenii Fenomeni, •

che fi offervarono nel paffato Febbraro . Lafeio di notare


quello del 1688., che devafto Napoli ( * quei fpaventolì )
de’ 9*1 cd II. Gennaro 1695., che deftruffero due parti
della Sicilia con la morte di 60. mila Perfone c pure
,
iVleilina , oltre le concuQhoni altro Fenomeno bagolare noti
vide , fe non lo abbaCfarfi nel Porto l’acqua del mare., e
lafciare per un breve fpazio di tempo i Pefei a fccco su
la riva (13). Nè qui vi parlo del fiero feotimento del
174}. nè di quelli del 1747., del 176^., del 1780., e di
tanti altri giacche farebbe un non mai finirla , fe tutti
,

UBO peruno annoverar voleflì Tremoli , che in vari


i

tempi hanno fatto crollare queft’ Ifola , e foltanto impau-


rita la Città di Meflfina fe voglia avete di vederne un
:

lungo Catalogo, potete confuliare, oltre i noflri Siciliani


Strittori , il Seminario Cronologico dei Bardi , e la Terra Tre^
mante del Bonito.
Or quella Meffina
,
che niun «ale fofflì nel lungo
corfo di tanti fccoli , oggi cadde al fuolo deftrutta per
una nuova combinazione di caufe mai peli' innanti avve-
nuta i quindi non la deboldEza del Suolo privo di origi-
narie dure pietre Calcarie , non le Caverne , che forma-
no folto il fuo terreno un’ immaginario vuoto formidabi-
le , non la vicinanza delie f«e, Miniere potè , e dovette
eflere forgente di quelli mali , giacché la coftmjione del-
la Terra che abbiamo fotto
,
piedi non fi è , nè fi può
i

dimollrare oggi cambiata di come Io fù in paffato ; c


perciò da altra forgiva, bilogna , che tratta avelie V origi-
ne quella funeftiffima Tragedia Io non ardifeo dire per
.

ora

( * ) >/»/. Bulifon Lettere memorabili fog. 7J.


I Bocconé Mufeo di Tifica avanti citato.BottontDc Irttmii'

KìTrintìc^Terrdm,
.

XIII )$(

ehe gli Uomini dime


ora il mio feotimento., afpettando ,
più illuminati pa’efaffero prima i loro
Mcwì , ed allora
vi dirò forfè ciò che ne fento
Siamo oggimai così avvezzi a fentirci fcuotere dopo
190. Tarreraoti fofferti nel bricve corfo di 46. giorni , che
fi è in noi minorato quel for prendente
timore , che rendeac-
ci ftupidi, edinfenfati janzi fiam giunti al fegno di appun-
tare il Pendolo per notare colie ofcillazioni di quello la
durata di quelli , ed a tentare varie altre efperienze. Ad
onta però dell’apparente tranquillità d’ animo , che fi often»'
ta , non lafciamo d' impallidire in ogni fcuotiratmoi, c di
trovarci con il capo vertiginofo , c la mente confula.
Io non ftimo proprio di azzardare veruna congettura
intorno la caufa dello Icon volgi mento , che fiiccede nel
fiftema ncrvolo del noftro Corpo , non lolo nel tempo del-
le fcolTe, ma anche momenti prima di pofitivamente fen-
tìrci tremare, perchè non voglio farvi fofpettare , che io
fia troppo attaccato ali’ elettricifmo , o che forfè voglia
"colla folamateria elettrica fpiegare tutti i fenomeni, che
accadono in tale circodanza Non fon’ io da compararnai
.

ad un Walsh , che polTa riportare il Premio d' un’ Accade-


mia fe dimoftraflì , che li fintomi del noftro Corpo ac-
caggionari dai Terremoti abbiano la medefima caufa di
quelli, che produce la Torpedine, o; il Sidder-vis (a) di
Allamand, di Gravefando (,/»> di Vander Lott (c) edcl'»
Dottor Brnerof Voi fapete , che
. efperimemi medefimi
i'

della Botteglia di Leiden che tanto hanno recato di hi.


,

me alla fifica moderna , non fi vogliono fare entrare mol-


to nè poco nella fpiegazione degli effetti del Terremoto,
,

Sono con ogni rifpetto &c. LET-


(a) Voce Olandefe , che fignihca Felce Tremolo • ‘

( b ) Tranfaz. della Società di tì^rUvi I754( Voi, IL


( c ) rranfaz, Anglic, Voi. FA Parie z,..
)K xiv: )K

LÈTTERA III.

MeJJìna li la. Aprile 1783.

Amico Carissimo.

V
viene ad
oi lo volete,
leri, parlandovi
Uomini
ed io ubbidirò cieca raème a voftri vo-
con quella
di Lettere .
libertà Fi loiofìca,
Per il
che eoo-
pacato non cadde
Melina, poicchè o la Mina mai non ù accefe fotto i

(iioi piedi, o forza non ebbe di rovefeiare la mole, che


le flava al di (opra , o trovò l’apertura per ovcfveniare.
Quella volta però fu Ella o così profonda , e ben cari-
cata, che tutto rovefeiò il gran Corto
che la inverfo ,

premeva, o fò un’unione di differenti mine , che tutte


infìeme in varj luoghi fi accefero , e repentinamente feop-
piarono, una delle quali è a noi toccata.
Dubito, che al piimo fentirmi parlare di mine, e
4i feoppip, non vogliate anche voi dare in un feoppio di
rifa, qualora non fietc uno di quei, che attribuifeono gli
effettide’Terremoti più lofio al fuoco (14) ,
che all’aria,

all’acqua, allo fpirito fonile ; ma fe vi pazienterete di


accogliere le mie rifleffioni forfè con maggior bontà ,pcr-
donarete l’ufo, ch’io faccio di quefia frafe .
Io non sò concepire altro movimento , ehe fembri
iftantaneo fc non fc il movimento del fuoco . Egli folo
,

può iu un iftantc rcnderfi prefentc in varj luoghi diftinti,


c fra

fuoco , che
(14) L’ opinione , che i Terremoti derivino dal
fi accende nelle vifccre della Terra
fu foftenuta d’ AnaflTago-
ra, d’ Anafliroeac, dal Cardano, dall’ Agrigola,daCafrendo,
dal de» Chartes , dal Chirchcrio, c varj altri moderni
.
)§) XV )5<

€ fra fenzacchè i luoghi intermedi gli fof-


di lorodifcofli ,

fero d’impedimento, o ritardo. Q^eda c una verità,


che in Fihca non ha oggi dì bifogno di ulteriori dimo<
frazioni
Dippiu una Mina di Polvere, che abbia coraunica<‘
zlone con delie altre , fe avvien
, che Riaccenda, faràfeop*
piare tutte le altre nel momento ifteffo
, e con ciò falta«
re in aria con varie direzioni le moli, che al difopra
, o
lateralmente le chiudono, con la differenza, che fe mag-»
giore è la forza della Polvere di quello fia la
reddenza
della mole, chela chiude, allora perfora il
Terreno eoa
un forame di diametro eguale alla Camera in cui tta
,
ella rinchiufa : fe però minore è la fua
forza deli’ oppofta
reliftenza, altro in tal cafo produrre non fuole , fe noa
un femplice tremore , ed un fcuotiiiiento e
; finalmente
fe proporzionate fono le forze c le refifteaze
, , allora fa-
ranno queue intieramente rovefeiate
(15).
.
Poicchèadunque io trovo ne’ Terremoti un* Analo-
gia molto firctta di Fenomeni, in tutto
eguali a quelli,
che producono le fottarrance Mine,
vale adire, che alle
'Terra alle volte
manife- fi
r.m. ^uzioni Vulcaniche, ed
,

altre volte finalmea-


> e devaftano, perciò il
me di Mine, ho loro appropriato. Se a voi difpiace
un tal nome, potete cambiarlo
a voflro piacere, purché
^ ^
calate nel rcfto dei principi ,

Nè l’ acqua come vdeàno Democrito


, e Talctc ? nè
l’aria

riedeH'
rie dell Accademia delle Scienze
nelle m5»o-
l'anno iToi oae toS ^
,, , s

Calicene
i

r ariafecondo pcnfarono , co» AnafTagora ,


Cottile di Archilao
Teofrafto, e Strabene; nè lo fpitito
d’ Ariftotele , e di
Epicuro; nè V acqua , e l' aria inliernc
effere le caule uni-
come poct© Lucrezio fono nè poffono
fole mai non giungerete a
che de’ Terremoti . Con elTc
fpiegare i diverfi movimenti Tremoli, Ondalatorj , Sulml-
torj , Vorticofi , Scc. che divifamentc , o tutti inficrae
,

accadono ne Terremoti . Voi mai


non Ipieghereie con
eflì le Voragini ignite , che fi fono aperte
tah eirco- m
apparfe , i tanti Vulcani
tìanze (i 6 ) • Nè le nuove Ifole
inalzatifi (17) I naonti apertifi, V
.

fpr^ondatefi (18) , ed
Continente, le Terre abballa tefi , e
dalle fenditure della.Tcrra (19)
Sono •

Jl fuoco (cappato
dagli Autori pm accreditati
quefti Fenomeni conteftati
Repubblica delle Lctier# , aili qua-
ehc noi abbiamo nella
voler fe-
U comradirc farebbe lo ftelfo , che
il

folo oggetto di dipartirci dal Mondo fenft-


de umana a
noftri nuovi fiftemi nel Mondo^fan-
Uh , e pafleggiare co’

ah averfa mtnfé
(16) M Campania Pago Nichino non Urge
fnartio terree nova vorago
apparali ambita , 0 la-
Rtcetolm m
titudineioo.eambomhis, ^
exalationtbaf tgnitis
Baglwi de Terrem. Ror». 1631.
Cronica Magno ad ann. 1665.

t. cap. i6. Strabo


Uh. 1 : PUn, im
^%^\%eneca queefì^ Nat. Uh.
Rer. Rom. Uh. il. ^gtdu
2 . Paul. Diaeon.
Marmi f 117. Gaetano de Botti
Mont.vìfav- Valifner. Corpi
Ragtonam. Sopra iP^alcani del 1769. < 'r.tut Tih
.JuUas ohfeq.cap. 44.
Cl8) Plato in-Tim<to

z.Seth
*^"o9)^Ur%cU, hM,tk>of. lib.

nc^flrotui in Ckon. ni <*«». J874. Pnnl. OrnfMn.


,

m XVII M I— r T. i.TyftCwnifar

taftico . Aggiungete dippiù , che volendofi ancl>e negar*


le vecchie leftimonianze degli amichi FiJofofi, ed Oflfer-
atori , baftano i foli Terremoti accaduti nella Calabria,
e nella Sicilia nello fcorfo Febbraro ,
c Marzo, per con*
fermare quanto io vi dico. Le rovine, che tutta via ed-
ilono nelle Terre della Calabria vicino Badala , S. Lo»
renzo , Seminata, Oppido, Terranova, Crololet© , Sino*
polì, S. Procopio , S. Eufemia &c. fanno Vedere, che nè
r acqua , nè l’aria , nè il pretefo fpirito di Archilao preG nel
fenfo volgare , e comune erano baftanti a far faltare in alto il
Terreno, riracfcolarlo infieme, voltarlo foffopra, sbalzarlo una
cogli Alberi, e celle Piante molti pafli lontano dal Gto, d*
cr de fù fvelto , e con cflo folJcvare , ed eflrarre fuori da* fuoi
fondamenti tutte intiere moltiflime fabbriche . Non potevano
Je fole Aria , ed Acqua replicate volte far aprire in lar-
ghe fenditure la terra , nè da quelle rivoraitare falvi ed
,
illefi gli Uomini, e leBeftie, che prima aveantì ingoj.tti;
molto meno potevano nell’ ora ifleffa tanto eftendere le
loro forze attive , che a guifa di un baleno rovefeiarono
la Calabria con parte della Sicilia , e communicarono il
movimento ai lontani Paefi . Voi vedrete I’ efatta defcrN
zione di quelli , ed altri rimarcabili Fenomeni, allorché
ulcir^no defcritii dalla dotta Peana dell’
inflaneabile Dot-
tor D. Michele Sarconi Segretario
meritiflìmo della no-
fira Reale Accademia delle
Scienze, e belle Ani di Na-
j^li , il quale fendo
flato efprefl'amente incaricato
dalla"»»
jMaefìa ^1 Sovrano a vifitarc
di prefenza lo fpavemofo
J eatro di quefti luttuofi
fconvolgimenti , unito ad altri
virtttofi Accademici (.20), con occhio veramente filofofico
^ ha

D^ÀnLl'nP f
O. Angelo Rafano iJ P.
Antonio Mmafi
Conceuone D. Nicola Pacifico,,
,
, D- lenaiio Stilo
'

D.G.UIÌ0 Candida, D. Luigi ,


Stbailian. .
,

)$( x^m X

ha voluto minutamente offervare quanto conveniva, nien-


te temendo orribile afpetto
1‘ che ivi prefenta la Natura
,

Iconvolta , e nulla curando il pencolo della piopria vita,


e la durezza delle fan'ghe , alle quali ha dovuto IbttoporG .

Or s’ egli è impoiribile fpiegare i Fenomeni diverG


del Terremoto pella forza del folo Spirito Cottile, dell’ Ac-
qua 5 e dell’ Aria cofa altra volete voi, eh' io vi pro-
,

ponga come caufa di quella fifica revoluzionc , fe non (s


il Fuoco? Il Fuoco, qualunque egli fia a me fembra
che debba avere il principale luogo in qucila Scena, e lenza
di elTo nè 1’ Acqua, nè l’Aria, nè lo Spirito lottile aver
pulTono quella forza, e quell’attività, che li rilieva dagli
clFetti feguiti . Io non fono così invaghito del bel fille-
ma dell’ elettricità , che non fappia fpiegare alcun Fenome-
no , lenza aver ricorfo al fuoco elettrico; ma non glifo-
no poi così nemico , che per amore di novità , voglia del
lutto cfiliarlo dal Mondo , o lafciarlo cziofo fenza nep- ,

pure degnarlo d’ accompagnare l’azione de’ Milli Il Fuo- .

co adunque di cui io vi parlo non c il folo fuoco e!e-


meritare Ipogliato di qualunque altra follanza , nè egli
folo, feaza gli altri corpi infiammabili, e fenza l’Aria,
e r Acqua potè etTere la caufa de’ Terremoti Geco adun- .

que ci© che io candidamente ne penfo , lafcianio a voi


,

il giudicare lu quella mia Teoria , allorché più diftinta*


mente ve ne preienterò le riHclIiooi in)*
V oc-

(2 1 ) Il folo è nudo fuoco elementare o elettrico palìcrebbs


dalle profonde vifeere della Terra alla fin 1 iperfieie penetran-,
do per li pori di tutti quei corpi che iacontrere-febe fenza rom-
,

pere o rovefeiare ilTerreno fenza sbalzare le Fabb iene len-


, ,

za foiicvaie le Acque, fcaza aprire delle Cavatie i ed il più


XIX )5C

L’occafion funefta de' Terremoti mi ha pollo quaG


Bella Dceeffiti di parlare delle Tue caufe Fiiìche , fenza vo.
Jcrlo . Ma occupazioni , in cui mi ritrovo mi
le triftc

difviaoo dal maturamente riandare i miei penfieri . Voi


che ficic un mio Amico, dovete per ora contentarvi co-
sì, giacché fapete bene (dirò con il Valifnieri ) „ che

„ (quando (ì parla di «erte intricate ofciiriSìmc materie


y torna fovenie meglio il porre fubito in carta i primi
,, naturali , c dirò così vergini oertfieri , che quei pro-
,, dotti da un anima da lungo meditare tormentata, c
,, fianca lo fono pieno di (lima , &c.
.

P. S. Vi acchiudo la promeda Copia della Relazione


éatafì finalmente alle flampe, dopo aver ella fofferto va;
B z
!
rie

che eflb potrebbe fare farebbe lo imprimere un feptimento ne*


Corpi animali , come Io imprime la Botteglia di Leiden Che .

fc poi quello Fuoco anderà rivellito di altre materie fccq trat-


te dalli Corpi da lui penetrati coma apparifee dall’ Odore di
,

Fosforo e dal fapor acido che G fanno a fentirc nell’ elettri^


, ,

cifmo anifiziale , allora egli è capace di produrre molti altri


diffcreniiFenomeni , e tanto più grandi quanta maggiore è la
quantità della tua anaffa , e delle materie che feco porta,
, CQ“
me hanno fatro conofcerc Franchilin, Muskhembroechio , Scc.
^lindi io convengo , che fendevi il fuoco elementare in tutti
i corpi ,
pollifi quelli in moto
anche quello fi muove ; ma
,

convengo ancora , che bifogna , che fiano feco unite dell’altre


materie in fatti differenti fono gii effetti
:
che produce il Ve-
,

Porcellana fricati , di quelli che produce


il Z Ato , c gli altri Corpi
refinofi come offervano con NqI-
,

,lct tutti 1 Filici; ed altra è la Elettricità


di quelli dcjl’EIettri.
Cita dell* Atmosfera, altra quella del
Turmalino , cde'Calzi
il feta , di quella del Corapo
, o Pefee Tremolo , che è il
^mnotHs dell Aricdio •
m XX )$(

rie fciagure ,
fendofi per due volte non sò
dirvi fe raode-

rata o tconeiata ,
togliendo, ed aggiugnendo ciò, eh è ;

piacciuto altrui . Se ella corrifponderà alle altre Copie,


che verranno in appreso non faprei dirvelo In quefla»*

non troverete altro d't nuovo di quanto ho già


vi (critto .

fe non 1' awifo di un' altro formidabile Terremoto fattoli j

fentire la fera de’ i8. Marzo verfo l’ora i., c min. 15.,
|

che a mio penfare non fù meno terribile, e per forza,


|

e per durata di quelli dc’j., e 7. Febbraro ; ed io non j

*ò cofa voglia dirfi Seneca , allor che fcrivc nel 6 libra .

delle Quellioni Naturali: Quum maximui editus tremsr


^HO in Urbes Urrafque ejì ,
non poiefì par illi fnb*
/equi altHS f^d poli maximum lever motta flint ; Q.JÌ per
.

quattro replicate volte abbiamo bartanremente efperimen-


lato il contrario. Io pollo dirvi di aver preveduto que-
ilo Tei remoto poicchè dopo le ore 24. vidi ufeire da Tra'
,

jnentana , e Maeflro il folito Nuvolone cenericcio che ,


!

yalTando per il mezzo Cielo fi Uefe fino all’ oppofto Ori-


tonte il quale poi nel tempo del vorticofo fcuotimento
bruttamente sì annerì ; io lo^ dilTi a gli Amici, che
orano inecoj c dopo un ora ci fentillimo trem»»i6»
t
e

W XXI

L E T T E R A fv:
3 <
IeJJììia 2 . 6 Aprile 1783,
,

Ami€0 Carissimo,

E mettete fotte gli occhi la Carta Topografica de''


vi
S lu(jghi , che ora defiruilero i Terremoti
,
io vi dirò un
mio peniamento , che può fervire di plaufibile fpiegazione
ai loro fenomeni.
Conolco anch’io, che ciò, che ho im>
maginato non è poi una Demofirazione matematica nè
,
una E/penenza fifica , che fi veda con gli occhi ma è
,
cerramenre una probabile cognettura corredata da tutte
le
apparenze di verità.
Formate , fe vi piace Sfera de’ Venti viciao V Ifola di
, la
^ deir Eolee poi tra Ponente j e
Maefiro tirate una
retta , che vada a toccare il Littorale
occidentale della Calabria . In quella linea
feiegliete un
punto poche miglia dillante dal Littorale
ifteffo , e poi
con un raggio prefio a poco di
50. miglia italiane tirate
un ci^rcolo . Voi vedrete inclufe in
effo tutti quei Paefi
,
maggiori danni dai Terremoti de’ 5. e
*

P ^
rebb.aro cd ©ffervarete, che quanto più vi avvicina
7.
,
ete
al centro , tanto più
grandi furono le rovine . Se poi am-
p lerere I aria di qu$flo Circolo con un raggiodi 100. ^
più
m'giia, voi troverete i
luoghi, ne’ quali^s’ inteferoli fcuoti-
metm di comunicazione. Ciò premefìo , io la dfcor-

® no- <Iefctiito. modranre la baie di


Cono «i

fcndnA
«"'•o C, in quella prò
con la co,«ni
aane
rione dvlle ordinate
kconàa le regole conolcime nella Geo
^ 3 naetria
,

)$C XXII )§(

--- -

mecria fubiime C n) ,
e nel detto centro ammettenTimo una
fotterranea Caverna carica d’ alcuna materia!, die rarefatta
dal fuoco fofpendelTe , lacerale , e rompeffe gli oracoli
che incontra nel camino , che far dovrebbe per guada- :

gnarfi un fpazio proporzionato alla elaftricità , c volume :

della fua malfa ; noi vedrelfimo in un momento tremare, i

una con la fuperficie del dcfcritto Circolo, il corpo intie- j

ro dell’ ideato Cono ; ofTervereflimo io più luoghi fender-


fi la terra, faltare in aria caricano, mo-r
i midi, che la
verfi con differenti direzioni le moli , che fovraftano a fe-
conda delli differenti impulfi, che la materia, che fcappa.
dal Centro , dona alli Corpi refiftenti , che fi oppongono,
al Tuo corfo ; e quindi refulterà nella fuperficie accennata
come nella Malfa del Corto un complefio di movimenti'
ondolatorj, fuffultorj, vorticofii &c Q.iindi fi vedrà nel- .

le parti fluide un ebiiUizione , un intumefeenza un vor- ,

ticofo aggiramento : fi offer^erà nell' aria un’ iftantanea


ternpeftofa siutazioBC, una 'irregolarità di venti, una co-
piofa unione di vapori , e di nuvole , »

Che fe poi al romperli di quello primo Conio fot-;,

terràneo ,
aprefi alla materia flogiftica , o vogliam direi

all’aria infiammabile, ò, fe anche


vuole , fi al fuoco elet-v

trieo ì’ àdito per penetrare fotterranee


in altre Grot-i
fte o più vicine o più diftanti , che piene fianof
,
di f;

(2 1) Sòbeniffimo,che l’Efperimentodel Sig.Lemer7 regi-t


Arato negli atti dcU’Accademia delle Scienze il lyoo.pag.ijr.i
fmenrirebbe un tal calcolo; ma io non credo, che tutti Terre* i i

inoti fi facciano colla fermentazione della Limatura di Ferro,


e coIlaPoIvere diZolfo. Anzicchè in favore della profondità dell*'
v

ideata Caverna parlano un TraCone con Aleffandro Sardo,che


cfaminarono Terremoti di Venezia del 1 5 4S. di Lombardia;
i

del 135x^6 de’ Pirenei del I 37 S- oltre Kircherio, e Seneca.


. .

)§c -KKlll )K

di confìmili materie atte


produrre gli effetti ifteC-
a
fi, allora un duplicato
, triplicato, c quatruplicato fciioti«
mento ne avverrà nella mafifa generale del Cono , ed un
differente effetto nella fuperficie della Tua Bafe rovefciata,
giacché le fue differenti parti , oltre 1’ impulfo che ià ,
generale ricevono dalla prima centrale Caverna tante altre
,
particolari concuffjoni riceveranno dalle Efplofioni di quei
diverfi Conci, che (otto di loro fingolarmente feoppieranno,
C ficcome I Andirivieni, o ffan Condotti di comii*
Bicazione , che vi fono nelle vifeere della Terra fono va-
ri , c differenti, altri che raetton capo in
Grotte affai vi-
cine alla loro origine altri che lungo
, tratto fi allonta-
n^o dalla loro prima imboccatura
, ed in luoghi
remo-
h traCportmo a guifa della diramazione delle
tiffimi
Ve-
ne, ed Arterie de’ Corpi animali, e de’ Condotti
de’Cot'
pi organici perciò
fpeffo avviene , che queffa
, materia
qualunque , che fà in un dato luogo feoppìare il fo-
fiali
praflanie terreno, feorrendo uno di
quelli fotterranei ca-
nali , può alle volte caggionare
un uguale effetto in un’
altra parte della ooftra terra dalla prima affai diftante
c ditterente (zi)
tanto
innanti fentite nelle mate-
Vj "^t-naatiche, compiacetevi di meco offervare
««
una ideale Caverna nelle vifeere della
Terra da me roz-
zamente abbozzata nella fig.
3. Fate, che queffa Caver-
.

na foffra II Fenomeno di fua rottura pella fubitanea di-


quali abbianfi «per-
* ABe traTCrfando la maffa
Mn «*AOnR
AUDB ,
arrivino alla fuperficie libera
,
Voi viOD.
- ^ 4 per'

Terremoto di Lisbona fù
Sivip^i^* 1755 danneggiata
^ ’^^dice rovinato, deffrutta
int
Arcas fenzacchè i Paeff
>mer«cd, f.ano Hati nel modo
ifteffo mal.rauati .
,

)§( XXIV

perriiaderete che nel tempo ifteffo le due mafie


,

abbiano daslocarfi, e fofpÌBgere il volume di terra BDFH


da lina parte AOEG dall’ altra . Ecco le due fpecie dì
Terremoto, che io diftinguo, la prima coM nome di

Terremoto Originario y la feconda co '1 nome di Terremoto


di C smHnie azione Nel primo pofTono verificarfi tutti li
.

differenti movimenti fopra accennatevi, nel fecondo il


fo-
all’im-
Io moto Ofci Ila torio , o Oadolatorio proporzionato
peto, o impuifo delle due maffe GÀ, BH', che f» inal-
zano ,
e fi rcftituifcono .

Con qucft’idéa fi è da me abbozzata la figura 2.,

che in fofianza altro Tagliata o Pro-


non è fe non fe la

filo fopra là linea AB della fig


r. delle Terre foprapoffc

alla Caverna fin’ ora defci fttavi , e qui marcata


con la
lettera M- lo nel voluminofo Cono
che le fo- MOCD,
vrafta ho figurate varie altre Caverne, che colla prima
5
ifteffo , o ia
ebbero forfè comunicazione, e che nel tempo
-var; altri tempi dilatarono, fi ruppero, e fgretplarono
fi

(23;. Ho anche defignato un fotterraneo condotto XY


che

Si fatte Caverne furono avvertite dal P


.Kircherio
( 23 )
alahria ohjerva-
Avanti citato , qaod [amma diligentia a me in"C
ad Bel-
tam fiiit pania fuperiut anno \ 6l i. in qua a Sicilia ufque
Ò* ultra Terr-emo*
•veietium traSiu ducentorum millium paffum ,
tus per cmiculot fuhterrefìre ingentes
Civaatum Oppidoruotqu!
firages edidsrunt . Cuniculi, quemadmoium ex fonitu colltgere I f
deinde
cmt.originemfuamfortiebantur ex ménte Strongylo , qui
ver fuhmarinos hiatn Promontorio faticano ,
binanjra Tra- &
peam Monteleonem ,
LopUium , S. Euphemìam extendebantur;
,
Habusije
^ bine Paulim tandem Belvederium tmpetebant
,
fune pa-
iamen nonnullam quoque cum monte l^ejfuvio coUufionem
cmofitis exi-
ihitquando illum po(ì mtnm fi^eapolim advenfiim
,

winavi . to, lib. 4*


)$( XXV

che con T Ifola Vulcanica di Stromboli S. abbia comu-


nicàzione a tìne di far vedere , che. potendo eiferfi quefto
ferrato per alcun naturale accidente , non abbia dato più
refito a quelle materie, che nelle fotterranee Grotte fi
unirono, e feoppiarono , e che prima per quella via eva-
poravano , e fi fvemavaHo Se formare volefTì un più
.

grande , ed eftefo difegno , aggiungerei altri Condotti di


conìunioazione con il Vulcano di Lipari
, cors il VeflTuvio,
con il Mongibelio, ma potendofi quefti da voi medefimt^
immaginare, fenza i ajuto di altre figure mi
, rifparmio
,

la pena di quella fattica


,

_
Or eccovi brievemente fchizzata la prima idea del
mi® riftema latorno ai Terremoti Io nelle fotterranee
.

Caverne faceto concorrere il fuoco elettrico


, le materie
acccafibili, l'aria infiammabile, e
Tacque fc vi bifogna-
no, e da quefio concorfo di tanti,
e fi diverfi corpi in
.

var; modi mifchiati c combinati fò derivare lo fcuoti-


,

mento delia Terra, c li differenti.


Fenomeni., che Io ac-
.

compagnano . .

miofiffema non ha nien-


te di nuovo ne di ringoiare anzi pare efpreffamente im-
rLtenze^ppoffedi tal
^ difeordi e vedo ancora
fcLnll
Iciandolo COSI mezzanamente
;
, che la-
digroffato non darà mai
un
fttmal-'l- "ZfZ operazione di que-

ehe fuccedono nel


Glob^fp^^
Globo feco portaffero Tempre le
nofil
medefims caratr^rm;?!,
ed in tutti fi offervaffero *
l’ iffeffi fintomi
terminato in favore più di. un. rh \ ,

te coneaufe., che ho
tramertatehn&mé“'’mi‘fr
^
fono I Fenomeni, che ci ’
fi danno o ^ a
ai uopo confeffare
, che peffano
;cm1i;ptd^e Sa for!
)§( XXVI )§<

za difTereme delle varie coneaufe ,


allorché una prevale j

fopra le altre . !

Forfè voi nel voftro cuore vi burlerete òi me , chia-


mandomi rancido Filofofalho niente portato pelli mo-
,

derni fìdemi, e fopra tutto peila tanta ricantata materia


elettrica ; ed io vi rifpondo , che la materia elettrica , la
quale noi eccitiamo colle no(tre machine , opera ne’ diffe.
remi Corpi a proporzione della diverfa conteftura delle
loro parti , e delle varie foftanze , che vi rincontra . E
fe bene i dilTomiglianti effetti , che noi veggiamo , al folo
Elettricifmo fi atiribuifcono , non vi è però alcun fra noi,
che non abbia rtguardo alle coneaufe difuguali , che lidi-
Ifingono •Qiiindi fe ben io trovomi fommaraente incli-
nato a fpiegare i Fenomeni del Terremuoto per via dell’
Blettricità , non po0b fare a meno di accoppiarle l’aria
flogiftica , ne poffo concepire quefia fenza la fermenta-
zione , o effervefeenza di quelle altre materie ,
che la ren-
dono tale, e fopra tutto fenza il coecorfo delie Acque,
del Nitro, del Solfo, e del Bitume. Sicché vedete bene,
che la combinazione del mio fiftema non è un mio pret-
to capriccio per trovarmi troppo attaccato alla ruggine
della vecchia filofofia ,
uè un politico ritrovato per con*
tentar tutti , ma una neceffaria confeguenza , che nafee
dalla contemplazione della natura medefima.
Jeri notte per cinque volte tremò la terra, e quefia
mattina verfo le 8. nuovamente fi fcuolle con ua movi-
menro vorticofo , contando fin’ora più di 218. Tremuoti pur
troppo fenfibili , e formidabili, c frattanto io ho il co*
raggio di cfaminare i loro funefti Fenomini, e di fchic-
cherare la Carta con l’informe idea di un maldigeritoSi- ;

fiema forfè tutto contrario ai voftri principi Or fia egli .

vero o falfo, come effer fi vuole farà però cpftaDtemente


,
;

VOTO, che io fono , e farò fempre >


LET-
)§( XXVII ;$(

LETTERA V.
Mejjìna li i o. Maggio 1783.
Amico Carissimo.

ignorsì Io confelTo ancor io, che nelle cole


oienregiuo*
S chiamo tutti ad indovinarla , e che non bifogna effe*
re ardito , ma accommodarfi al più femplice
, ed al più
probabile ; che non bifogna nelle cole fifiche inventar de*
Romanzi, ma comporre nè finger miracoli
delle Iftorie,
dove natura opera coll’ ordinarie fue leggi. Or io non
la
credo d'efifermi allontanato da quelli avvertimenti
allor-
ché ho immaginato delli Condotti, e delle
Caverne nelle
ifeere della Terra Quelle per me non
. fono idee roman-
lelche, ma
cogneiture iftoriche . prefenti le Offerva- Ho
«oni del Sig. Boyle , e del Sig. Ray , che nel cava!-
terra mai non fiafi difeefo più
di 5000. piedi parigini
, e
che quefta profondità rapporto al
Semidiametro è appena
una tredicefima millefima pane
, c quindi non poterli da que-
llo poco far cognettura del dippiù ed
, io non I’ avrei fatto fe
meco non avellerò ^sì cognetturato ,

i migliori Filofofi
antichi, e moderni Demccrito .
rapportato da Seneca (24)
Jalcio fcrirto che pan terrai cencava efì , Ò* in hZc
Aqux magna vis confimi .
Epicuro prelfo lo fteflb notò
che
pars terrai vekti cohmnis
^ qmbujdam , ac piUs Mi.
t«m. Seneca Ifteffo ammette le fotterranee Caverne nella

oit dt lucceffione d incltnaatone


,
, e di vibraeione e poi
,

con-
C*4) Q^^fi.natJih,^,
,

M -xxvm. w
Conchiude.. liaya^ ts^rx natura e ì multHipqus babens vacui ^
per bit raritater ‘fpiritui fertar qm ubi major inflaxit
, ^
nec
emittitur, concutit ferrar». Nane etiam &c-
Cal.flenej prebat
e poi conchiude verifirnHe ejì terrai» ex alta moveriy
Ò" Ulte SpiritMs in cavernis ingenttbus
conciai Prima di Se- .

neca Io difle ancora il Divino Platone rapportato da Ga-


leno dell Idoria de Filofofi Plato fex genera reSlt'motus
.

enumerata fu'fiirrty dcorfur» in dexteram ,, in levum an^


ie j
retrohornrn nullo terram moveri concedit
:
Nam cum. .

non babeat quo pluj inclinet^ immota remànet guadar» ta-> .

tnen ejus loca concava ab inclufts flatibus agitavi . Ariftotele


dopo aver data la Teoria del Tuo fpirito fottile, conchiude
nel libro (econdo delle Meteore . uddhac autem arca loca
talia fortijjìmi fiunt Terr^emotus uhi mare fiuxrbile aut re-
,

£Ìo fpongioja^ iiX fubantrofa efl . Plinio anch’egli filofofando


4opra i Terremoti
( ly ) è di parere , che quefti non av-
vengano Aijf pojl ventos condito! , fàlicet in vena!
.*

,
ca~ ^
tuernas ejuf occulto afflata ncque aìiad /fi tn terra tremar
,
qaam in naie ionitruum
Laicio di numerare gli altri Filofofi antichi di minor
conto , ficcome laicio ancora di citarvi la turba ftermina*
Ja da' più recenti , tanto perchè sò di effere alla voftra co-
gnizione, quanto perche non hanno di fc lafc/ato un re-
ibnantc concetto preflo gli Uomini letterati . Non poflb
però padar fotto fìlenzio quelli i di cui fiftemi tanto ru-
more han fatto nelle noifre Scuole Voi troverete che
Burneto , nella fua Teoria’Sacra della Terra , non lafcia di
far parola di quelle fotterranee Caverne formatefi dalla
rottura della terisftre crolla gretolatafi per il calore del
Sole, e caduta nell’ interna voragine delle acqua, che nel
fuo centro racchiude. WiHon nella fua nuova Teoria del-
la

(2^ )
Hijì, fiat, Uh, Z, cap. gli
, a

)§( xxrx

la lerra contefla anch.* Egli che qaeflo miferabile Co»


,

meta dopo,
elTere (lato dal Sole bruggiato, e fcoinpagina*
to, nel nuovamente ricomporfi , non elTendo fue parli
le
della m defima gravità formarono il Corno di noftra Ter-
ra piena di differenti cavità Giovanni Wodwardo,
.
nel
Saggio della Storia naturale della Terra ammette anch*
,
Egli qwcfte Caverne formitefi nel tempo del
Dilluvio, al-
lórchè fuppone di efferfì rotta e fcompaginata la mole ,

terreiìre. L fi della loro origine, dice egli, comìncio’


tempo, che la ro'.tH-e
t^llo ftrffo
,
^ U trafpo'tjzione deilt
Strati nuca, e total cagione di ta'i irregolarità Le Gfot'
U naturali ,
che fi vsUno nHle
.

non fono altra coft fe mn rotture ’


fi ,
e bre'ecie fatte
mg/t Strati. Monf. Bourguet nelle fue
Lettere Filolofichc
,

lopra la formazione de Sali, dona


una Teoria, da lui non
quale par che chiaramente am»
metta delle
’if
Cavita profonde fcavate dal
fuoco interno ,
che contmuamente la confuma.
Voi vedrete la medefima
epmione fortemente radicata nella
Oiflerrazione dello
Stheulìzer prefeotata il 1708.
all' Accademia
di Pariei ed
nell. in,'/.
riore della Terra, quante fono le moli de* Monti che
^ ^'uperficie ; opinione difefa da Nicoli
S?Inonr°e"d ^^^1 altri moderni Autori. Or fc tutti

p lerrelte debbono efidere quelle Caverne


, qual peccato
eh: iTro Sift“ 'T F'"* maggior parte cenfura-
‘oro

ti ) confuatf^T'
utatt e controdett! ma so ancora rhp
; r, rr.

Se
,

m XXX )§i

Se cotidiaai«entc efcono Vulcani tante, etaa»


dalli
te materie calcinate , e vitrifiéaie fé i Vulcani iflciTi G
,
elevano fopra la faccia della Terra fé nuovi Monti , e
,
nuove Ifole difovente apparifeono , egli è incontraftabile
che debbano (quelli lafclareun voto nei luogo d* onde G par*
tono. Se vediamo le Acc^ue cotidianamente fcorrerc da un
luogo all’altro pelle foiterranee vene della Terra, c per
^no i Fiumi klellì fprolondarG , e nafeonderQ per lungo
tratto, ed indi nuovamente comparire all’aperto, qual
difficoltà incontrar paflGamo per confelTare che efiftaao
,
quelli occulti canali, e quelli fotterranei condotti ?
Non c adunque una mia poetica invenzione quella ,
che mode (la mente vi ho propoGo per indagare la caggio-
nc di Terremoti , allorché non volli di primo lancio af-
Icotarvi come un’evidenza la elìGenza delle fotterranes
Ca.verne, per non avervene ancora prefentate le prove;
eli’ è fondata fopra i’ cfperienza , la ragione, l’autorità
di tan^i valent’ uomini ; tenctevela adunque per vera
, c
lafciate, che mormori a fuo talento chiunque ha vogiia
di controdire. Bifogna effer docile, e concedere agli al-
tri la libertà di filofofare a loro piacere, puichè non ei
impedifeano di diie ciò, che vogliana© nella noftra Let-
teraria corrifpordenza , nc ci vietino il piacere, che io
provo nel proteGarmi con ogni rifpeuo ile.

l-ET-
m XXXI )5(
, JSSk.

lettera vi.
Mejfuia II Maggio 1733 .

Amico Carissimo .

COoo tre giorni, che rertiamo


nella quiete fenea elTere
fco* dai Terremoti, quali ne' tre precedenti giorni i

baftantemente c, torm, otarono


lo faccio conto acchiu- .

d r»ene il Catalogo, che lormonta


fin' ora il numero di
ito- frattanto la torbidezza
dell'Aria, e i' incollanaa dei
Veni, fiegue a molellarci
in modo, che alle
colte non
conofccamo da qual parte quelli
fpirino Da e 6 è deri. .

alcuni poco efaiti offereatori


i quali han-
no crLuio'^ '1 ,
’ B'an Terremoti «ano accaduti
nL f ?
non foD quando foffijvano i Venti tra
.
Ponente e Mae- ,

Eghionon fiatavano,
‘“'""'e
di queirL/T I?
momi
la direzione'
iono nelle , efirinfran-
TOlte a fior d' acqua
VCHIO, e nell' alto fpira un
^'nuv^l'^ naarciano coi altra
Òtiello ebl r •
d'|r«zi5ne.
ofTerv^ó G è cL'° PofTo aiBcurarvi d'aver

Nuv'ol'mVrc TanT"’Mae^"‘‘?s'^“"
^ tviacitro, e Scirocco,
Hirear.Vava* ^ j T « co-n Ia
de’ Terremo^rf"^’^'* inidbl’urto'
«ella CaS ,u7ri Vn
'

"’i hanno aOicura-


to . che (cZl’ I
'
Se
retto predo a T'rra gilè parfodi-
POCO da n™?'°
n^a ^nervazione m°
pale di
mo?e'a rullrafc
quefto terribile Fen mpn
h"r ‘ princi-
f
appiattara verfo /«guardo a noi
quelle nani
due Vulcani di I inari c
l**" olTervarc i

deireci ì:
)§C XXXII )§<

Gli artenii OCItrtatori mi riferirono , che dalle boc-


che di r^uelli niuna eruzione di fuoco poterono vedere nel
confo intero di tre mefi , ma avvertirono , clic , priraa di
fentirfi il Terremoto , il Vulcano di Stromboli
lanciava in
zria un globo di denlo fumo, il quale replicate
volte of-

fervato fù da loro coftanieraente riconofeiuto per un Fe-


nomeno dilTcrente dell’ ordinaria fua eruzione , e che io
indovini,
feguito fentivafi la fcofla, a kgnocchè fattefi
ed odervando fiumi del Vulcano prefagivano con ficures-
i

xa Terremoti, che fovraftavano. Senza, che io nulla


i

di ciò comunicato avelli agli Amici di


CaUbria , uno di
Ciri Sacerdote D. Qiuleppe Battaglia di Reggio mi fec»
intefo di anche lui avveduto di quello Fenomeno ,
elTerfi
Arciprete di
ed unito al Sacerdote D- Domenico Taganà
con mol-
Orti , ed al Sacerdote D. Giufeppe Santa Maura
tillime altre Perfonc intendenti dall’
eminenza di quei
Strom-
monti, che fovralUno Reggio d’ocde P if>la di
vede, per più, e più volte l’ efplo-
lioli, chiaramente fi

quale rerreraott
iione iftelTa otTervarono , dietro alla
i

fentivaao arrivare . (^lefta concorde relazi^fle mi ha dc-


ler minato a credere , che la fot
terranea Caverna nella
ha fcolTi , do-
«uale è fiata rinchiufa la materia , che ci
vefie aver avuta una fegreta
comunicazianc con «ll^o Val-
cano, c che perciò da quella parte a noi
venilTe dire- U
ancora avefi.ro turbi- origine i
zione del moto, e di la
Q,iindi confrontando que-
Bofi venti , che ci molefiano .

fio mio penfamento con


quanto afienfee d aver offervato
piu
il P. Kireberio nei Terremoti del
mio filtema non foffe appoggiato a
mie rimafio, che il

tmic le probabilità.
fifiche .
occulto
,
mu
Voi fapete, che i Poeti non fenzt un
in Lipari» Il Dio
u ca-
{fero pofero la Sede di Vulcano

8-
( ) Giovenale Sai. 3. T/Vgiùo lil>.
,

m xxxui

no, e che il ft^oco (26), e 6pete ancora,


Io ftelTo
che
alTegnarooo Srromboli per regia ai Buio Divinità
,, che ha
f impero fopra i Venti ( 27 ) . Se rilegete Strabene voi
.

troverete che Eulo altra non era


(c un famofiffimo
Wico Oilervatore , il quale per mezzo de* funai
di quei
Vulcani prediceva i Venti, che doveaao
quindi fpirare ,
e queftì appunto furono le Otri che
'

, Eulo diede ad
Uliffe raccordati da Omero, locchè
poi è divenuta una Sden^
za fondata fopra le continue OfTervazioni
, ed ampiamea^
te defcritta d Arato, e Teofrafto (a8>.
Or quefta Scien-
za di predire j Venti futuri dura
tuttavia nelle Genti dell’
Ilole Eolee, ed effendoCi dalla
noftra Accademia Pelori*
tana nel 1737* colà incaricato jl
Sacerdote D. Ignazio
Roffo valente Fifico c Matematico
, per ofTervare • de-

Ja io o[fervato cke dov£ndofi cambiare


,
il vento in Siroc-
eo, 0 birecco e levante v Sirocco, e Meztedi
,
, il fuma
Uzza , e fi dtlcnihe pot m polvere cosi nera
, che ci mette
fyavento e fà ^egii Urli afai grandi , che LfTo v Zi/il

cSrl-/zz:zf/7,:Lz’;:

thjfima, ne nri, cotanto


fircpitofi
^
ci fi fenlire , ni „ai m
— tal
(17) fi^lih.x.Oiyff.V^
( I» ) Defigge jifHarum Ì3 t'entorum
,


«<i in lin diftorfo Fificò-
Matem del*lip*V)'

To« 5- p!g 7é
“^iliOpu/coli Siciliani
,

)K XXXiV )J(

tal cafo \
hj irti e f9 alcuna fc9{fa ^
nè mai i più arttichi di qmefl'
Jfola fe ne ricordano» Quando però cam'oiar devefi in Le*

Vinte ^
0 Greco ^ e Levante ^
o Sirocco y
Levante alhra fi
e

[ente jìrepito nel profionio dei Monte d' onde mandafi poco fu»
mo y
via di color cenericcio ^ e tale poi è la cenere , che ca-
de y
dileguandofi quella nt'ohia: fcoppl.i però interpellatamente
con tal vigore , e grido , eie fpejfo con qualche remnoto ci T
dà di che paventare E finalmente predice di dover cambiarfi
.

in Ponente y o Ponente e Libeccio y o Ponente e Maejlro con


elevare alcune quafi montagne di fumo color cenericcio §fcu-
fo y che dà nei color di Piombo , ma così fpejfe , che pelh
più dileguandofi fanno una continua pioggia di quella cenere »
Da ciò voi vedete bene, che del futuro vento tra
Ponente e Maeftro dà il Monte 1' avvifo con una qualità
fjinuvole Cimile a quella apparfa li 5 Febbraro printa *

delle ore 19., .e l’altra dame vedutala fera de’ i8. Mar-

zo i Or fe fia o nò diveifa fpecifica gravità dell’Aria,,


la

ctie gravita fopra il Cratere di quelfo Viiloano. , la vera


caufa della variazione fumi io lafcio ad altri lo.'
de’ Tuoi
inveftigarlo; certo però fi è, che quefto vernò di cui io.
ho fopra parlato, vale a dire il Ponente, e Maeftro , paf-
fando necélfarlamente , prima di venire,* noi, fopra l’ Ifo-
Id Eolec , par che cambi natura , poìcchè
fpìrando dall*
Francia, dall’ Alpi da Piamonte , dal Mar Tirreno por-
,

tar dovrebbe dell' efalazioni c de’ vapori freddi, ed umi- ,

di, e quindi elfere carico di Nembi, procellofo ,


e forte;
che rifcalda l efperimenra aria , e
c frattanto foventc fi ,

la ricopre d’ una leggiera ma noiofinfiitia nebbia ,


.

Per ben difaifrare que(\o Fenomeno , io fon di pare-


re, che bifogna aver riguardo non folo all’ irapreflTione
Raggi Solari che fpingono 1' Aria pelle varie dircziotn
,

^>*y^n-ti , ma altresì alle particolari efalazioai »


che d. al-
'

cttul luoghi della Terra feappauo


fuori, e movendo 1 A*
aria
, . .

)« XXX y.- )$<-


adon

ria formano in un dato /ito una particolare Sfera di Vcn-


ti i quali a proporzione de’ luoghi per li quali ù diriga
goQO, prendono differenti nomi .

Ór nel noilro Clima avendo io coflantemente ofTer*


vate effere il Vento Maeftro alle volte procellofo , fred*
do, pieno di Nembi , forte, ed eftefo; ed altre volte cal-
do, nebbiofo, ed irregolare, credo fenza meno che il ,

primo tragga la fua origine da noi lontana , ed il fecon-


do dalle vicine noftre Ifole (50) Quando dunque que- -

vapori, che dalli Vulcani uidre fi sforzano un’ impc^


,
dimento ritrovano, od un naturale cilacolo, rigurgitano
nelle fotterranee Caverne, fcuotoao la terra,
rimbomba-
no, e magifeono
Ne’ Terremoti adunque , che fin’ ora ci hanno infe*
fiati, dovea il vento bafio fpirare riguardo a noi tra Mae-
firo e PoReote , poicchè avendo le fotteirance
,
Caverne
< come prima vi ho mofirato ) una comunicazione co’VuJ-
cani di Lipari , e feappando da quella via
una quantità
il Vapori fenfibili per li globi di fumo , che fallavano
,
.non, l’ aria pretìa dilatandofì formava il vento
accennato
Qiianio fin’ ora vi ho detto può ballarvi
per render
ragione dell’ Ipotefi da me imaginata,
la quale, fe tem-
po ave (Ti per corredarla di molte altre
oflervazioni , p«-
trebb, arrivare a fegno fe non
di eiydcnza , a quello il-
meijo di ftica deraollrazione .
Continuatemi il voftro
afleao, Cd il piacere de’ voftri
Comandamenti, mentre fa-
cendovi divotiflìma riverenza
&c. LET-
Nebbia thè alle volle fpandelì col vento
m.ii
«elle Campagne
,
MacAra
della Piana di Melazeo
è diuna qoamà cod"
permeofa chebrngia le Piante, difecea
i FiorkCchia
le
fegno evidente ,che allo-
M Vulcani defcriiti perchè fe cosi non folTedo-
;
wehK, f„l^
webbe in

ogni volta avvenite J'ifteffo


quando fpira il MacOro .
)K XXXVl

•h
L E T T E R' A VII.

Mejfinalì q. Ghigno
.1

Amico Carissimo .

nella vita nmana racilillìino è il


J Pure è vero > che
I Mentre ftavomi affor*
^ paCfaggio dal pianto al rifo.
*to nella profonda melanconia, cHe mi accompagna da per
tutto dopo il terribile flagello , che ci ha dcftrutti , mi
furono dal Servitore prefentatc le lettere venute col Cor-
riere) di quell’ Ordinario ; la prima che
cafualmcnte aper*
fi fu la voflra, la quale fvegliandomi dal mio letargo fem.
•mi venir voglia di ridere. In elfa mi davate notizia eo-
me di cofa fomnaamente interclfante ,
che alcuni bclu Ipi-
e Filofon im-
'tiii ,
quali vogliano effer tenuti per Filofon ,

.yiJtdfi*yio , per-
'pertinenti mi aveano dato il bel^ titolo di
nel pa -
chè nella relazione de’ Terremoti fatta (lampare
fato Aprile, didi che dalle fenditure della
Terra vicino il
'Molò del noftro Porto erafi veduto ufcirc del fuoco:
cir-

avevo feritto nella


collanza per altro , che io a voi non
dimandavate da me.
•mia lettera de' 12. Febraro ; c perdo
faperc cofa dovevate nfpondcrc a co-
-Tìfehiaramento per

u miniera del vollro rcrirere


indicava

in eui eravate per eaufa mia ,


«no-, che mr fi adioCralTe la nera ^macchia di >

accurato e veggen
mentre voi mi avevate in credito d,
e mie_ rifa r'Hct
le Iftorieo Ecco dove fcoppiarono
.
,

cer
me medefimo quanto prevalgono tn '

tendo tra
quelle Idee d>
pi ed io alcune Perfone-
altri
eh: in diff.-rem i circofiancc
non fanno negli
)4( xzxnt:

imprellioac lo che ho già perduto una con la


-
Patria
quanto avevo, dovrei ora a^igermi, perclaè farò da tainno
creduto nn Vifionan'o ? Ohibò ! Credano ciò
, che loro
piace gli Comini,a me nulla giova , c nulla nuoce
la lo-
ro credenza; chi vaol pigliare a fcefa di tefta
quanto ef-
iì dicono anderà tofto in pazzia .

Quando io a voi fcri/fi iz.


Febbraro non mi ero
li

ancora afficnrato del Fenomeno


che fin d’ allora m’ era
,
ftato riferito , e volli pria parlare io
medefimo con le Per-
fone, che furono teaimonj di veduta, ed
efaminatele mi-
nuramente tutte, fenza eontradizione, narrarono
me cifcoltanze del fatto ; quindi animatomi ad le medefi-
andare io
Jteflo sà la fa CCT a del luogo
, vidi , ed eftranTi colle* mie"
mant dalle fenditure vicino la Pefcaria le
Pietre bru-^ia^
tc, ed mcroftatc di un folfigno
vapore, parte delle'qtia*
, e Galeotti venuti ccmie
^ MctFjna parte furono da me roandaso.
S
rn w
Napoli al D
P. D. Michele Augufii
,

Olevitano , e part«
Sebaftiani uno de’ So!
e
L 'mtfnme
T, Vin ’r •
;Or fé
finalrocnie
qucflo è un’ operare.
da

® S^offo nelle La!


'*>
rdecfLrt”:'^ ’C*
_ Io non ho detto , ehe fiali in alcun Wo aDerfn ì.-'

£.” c."” <‘S‘ "f“i "

lr!e"
cn. ne T^mod'f
i remoti fi
3S ’U Fima^róua i

«a un
tura ?
offerea ouello feRomanr,
operazione . che faDeri 1° r^a;
Di grazia non m' im„
guanto ferini, giacché non
r
W
*’
J

P'
^ «11
“l"''’
della na-,
'

PoJàndoL/d’
a alleila pultzia/ ebe
tenetene nelltf.c«)iH«f» jetteta>-;
C5 , rie.
a

)5( XXXVIII

rie eccederei nel dipingere il carattere de* miei Contro


,

dittori , che pur troppo conorcc*, tutiocchè avete avutala


politica di tacermene il nome . Per tutta rifpofta potete
lor dire, che ferivano , che ftarapino , ed io rUpondeiò
Dftttr nobit hcHty & horAy CaJìodej\ videamus mer i>Ut
fcribefi pojffit . •

Anche qui è (lato chi ha voluto ferivere il rag«


vi

quaglio del flagello l'offerto , ed ha avuto il coraggio di


segare quei fatti illein che fono accaduti al cofpetto di
,

di poco (Spirito,
tutti i chiamando indiftintameatc Gente
quelli , che
di cervello piccolo, di animo prevenuto tutti
feniito il con-
atteffano concordemente di aver veduto , o
trario Ma che perciò

Dovrò io inquietarmi per quello?^
La Storia Naturale è oggi mai divenuta una Scienza di
moda. Ciafeuno pretende volerne fapere la fua porzione,
ma. poi non tutti •^uefti Prctenfori hanno t talenti , e 1«

ehe bifognano per Molti c edono di


uiufeirvi .
co'^nKiooì ,
contradizio .e , e
renderà rifpettabili per il loro fpirito di
di fcetticifaio malamente impiegato ,
c frataoto luogo m
cd una quadratura
di m
nftrarc uo* elevatezza di fpirito ,
grolTolana Ignoraaza nelle
di cervello, moftrano la loro
nellè Prìncipi fondamentali
#ofe pofitivc, e conteftaic , c
dell Arte , 9 ai
^lla Scienza , ignorando per fino i termini
predica.
io non nai trovo in grado di far loro la
alle quali mi è di uopo
penfare ,che
Ho tante altre cofe ,
A me dtfpiacc . che
gli altri;
sulla curo ciò , che fatino
1 Terremoti continuino
a farfi fcntire , e forfè continue-
che altro di male non
fanno un bel peaao: faccia Iddio ,
feniirci fcuoterc , c non v

accada fe non 1* incomodo di
che fogliono accompa-
oiflimo aggravati dalle malattie , ài-
Il Peggio non h» fine
raare, quelli terribili Fenomeni.
•cvAwia
*
dihRi»uitia .
Nerone»
jj
. ,

i6ne della vofìt^


Penaolo, di cui mi parlate in
Il

Lettera cconspoftodi due picciole Icggerifiìme pallottinc.


di Severo , che
poffono anche farfi di Sambuco , attacca-
te a due fila,
che pendono parallele da «n corpo prima-,
Egli fu a me regalato dal Cavaliere Ha-,
«o elettrico .

Corte di Napoli
milton Inviato d’ Inghilterra alla noAra
in Meffina , dopo lo giro
nel fuo brieve foggiorno fatto
della Calabria Prctendefi che nei Terremoti debbanfi \c
.

che
Pallottine fcoftarfi 1 una dall' altra peli’ Elettricifmo ,

le fi comunica dall’ Aria Io avendole attentamente óf-


fin’ ora
lervato in tutti ì Terremoti, che dalli 14. Maggio
ibno accaduti , non mi è fiato pofTibile vederne 1’ effetto .
Avranno forfè anche effe 1 occulta proprietà della Bac-

chetta divinatoria, che non opera fc non in alcune ma-


ni ,
reliandofi quieta nelle altri
di render calamitato un’ Aco di fèrro
L’ Efperienza
per via degli cfftuv), cb’ efeono dalla Terra nel tempo de*
Terremoti, non mi è, nè tampoco rinfcita; forfè o per-
chè non fi fono fatte delle dove avrei
nuove fenditure
potuto applicarlo , o forfè perchè io fon così da poco,
che non abbia faputo indovinare il vero luogo , dove
quelle calamitale elalazioni fogliono Icappar fuori . Mi fi

dice, che i fumi di iftantaneamenie


Volcano producano
quelli eflfetti , nel modo ifteffo, che li produce il Fulmine .
lo ho efperimentati quelli del Fulmine , ma gli altri de*
Volcani , e de’Terreftìoti non l’ho veduti ancora.
II P. Elifeo della Concezione è giunto qui in Melfi-
na con il Sig. Sarcone , c gli altri Socj. Io l’ho vifita-
to parecchie volte , ed ho avuto il piacere di offervate il
fuo Eliofeopio montato fopra una machina di fua inven-
zione, che dimoftra 1 Afeenzione retta, e la Declinazio-

ne de’ Pianeti in gradi, minuti primi, e fecondi in una ,*

parola,, fi ha cpn effa fobbito lotto gli occhi e longtudi-


. C 4 nif,
)>'C XL {((
Aw—mroijw» ^ ^ "rt*

ne, e latitudine di ogttr Corpo celeflc, che H


voglia of-
fervare. Egli forfè publicherà ben prefto
i’ efatta Defcri
zione di quello fuo ritrovato che dovrà
, enfer molto a'
grado agli Aftronomi Moltidime OfTervazioni ha egli
.

qui fatte , che ha avuta la bontà di comunicarmi,


ma bi-
fogna afpcttare , che lui le publichi per faperlc
ancora voi •

a me non e lecito raccontarvelc non avendone


chiefto il
permeilo all’ amico.
Gli affari (.olitici dè’ quali mi domandate notizia-,
non lono di mio ripartimento Solo poffo
.
dirvi che
moltiffime Providenze fi fperaHO , e fi afpettano dalla
Cjicmenza del noftro Invitto Sovrano,
mediante i favi
luggerimenti , e le Vedute faga.iffime del
fuo Segretario
di Stato, Guerra, e Marina l’Eweil. Sig.
Caraiier D.
Giovanni A£lon. .

Cet-
)}< XU )5(

L E T -T E R A Vili.'

Amicò Carissimo .

Me pare di avervi accennato fufficientemente it fot»

A
gnaro
terraneo rimbombò, che ha preceduto
noftri Terremoti , nè mi fono
i
cd accotnpa*
,

troppo cftefo in-


torno ad eiTo tanto , perchè ( fuppofto come vero il fifte*
ma delle fetterranee Cavità ) era faciliflSma la fua %icga-
zione quanto perchè ho creduto, che non dovea fare in
;

voi la medefima imprefCone di forprcla , e di timoriel, che


ha fatto nel Volgo giacché dovevate fapere , che un tale
;

Fenomeno è flato concordemente avvertito non folo dai


'
’ '
Fiiofofi tutti, ma dai Poeti ancora.'
• ^

-i. Suh pedtkMi fjiiigire fòlnm , èT juga celfa' moveri .


Ma voi lòggiungerete che non avete intefo- parlare ,

di <\uel muggito , che è ordinario in quali tutti i Terre-


moti ma del difparo quali di B 3 mbarda , che li è fenii'*
,

to in quella circollanza ; ed io vi replico, che anche di


quello hanno parlato Filofofi Egli è flato limile al dif*
i ,

faro , e rimbombo che fenteli nei Vulcani quando feop*


,

fiaiìo, o Hanno pet feoppiare Io- fon di opinione , che le .

materie le quali fermentano nelle Caverne


,
rarefacendofl ,

formino in quei fot terranei alcuni,


diciam così , Corpi
globolofi pieni di aria, li quali rompendoli fanno quel ftrc-
fito medelimo ,
che fa il Tuono (31) o fe anche volete
può

( 31 ) Nec miram qtiem ^lena amma vefficttla parva •

S^e
, .

)« XLII )K

può cflTcrcun’ effetto d«ll' iftantanca cfpforionc delle


mate-
tic , che o fi raréfinno , o fi accendono
Raccordatevi
.

della Polvere fulminante , e delia Pillola elettrica


; n’ c
difficile , che 1’ ubo , c I’ altro ptiTa accadere
nelle vifeere
della T^’tra ; e quindi ripercottndi
fi il primo Scoppio in
altre vicine Cavità, faccia tentile moltiplicato Io fiicpito
del Tuono, ed il rimbembo del Cannone.
Qijefto Fenomeno ha recalo ne. miei Paefani la me.
defima meraviglia che raò a gli Americani pella prima
,

folta lo fparo dei noftri Cannoni ; ed egli ha dato a me


più di noja , c di molcftia dello fiefTo tiemore dei Tene-
asotO| giacché di quello c .1 Volgo perlualo efleie un ga-
li igo di Dio», c non cerca p.ù avanti mi» io Scoppio,
;

*he rimbomba crede cllere un'ogeuo, che m» r ti J’anen-


aione de’ Filolofi , e perciò ini Icn rinevato nella cinica
•ircofianaa di dover Ipiegarc ad una folla di genti che
,
lai ha infella to , la caula di qiiciio b» nedetto Scoppio .
Or vedete voi che b«l divenimcnio per un povero
Galantuomo , che verri hbe vivere in pace/ Chi crede
che debba ulcuci /otto piedi un Vulcano , chi dice
, ch«
i

deve Pr^fi-zia non sò di chi , Ja quale


verificarli la
gn<
•uozia , che vedremo ove è oggi la Sicilia .
Sparir la Terra ^ ed ondeggiar \e t\.avi
Chi racconta una trottola , chi un altra chi un prognoflico
,

degli Allrologi , chi una ViliuBe di Fjzoccha , ed io devo pa*


zicn*

Siepe ira iat pofiter f^nitum dtfplufa repente . Lucf


lib.Vl, 129.
Vedafila Leitera fcritra al Segretario dell’ Accademia Rea-
Je di bordeaux inferita in fine delia Difleriazione loi ra I
Fulmini del P . Lozerand du fefe, che ouenoc il Piemio
udì
)}{ XLUl )«

Soffrire di Ecco qu.l- è

mifer» coadiiiuoe di
coloro, che fi applicano alle Ielle-
U
quali lono le uùliià , eh* ne ncaraDo-
re • ed ecco
leccatura diuna
*
Aegiungeie a tutto quefto la nuova
quindeci giorni ci ha t^riienuti ,
aenfa R-bbia , cbc per
fen^a lafciarci vedere ne il Cana-
c ci tormenta ancora,
le Colline, che circondano
le nè la vicina Calabria , nè
Blla intercetta a tal fegno i ragt
quefta deflrutta Città •

Pi d.-lla luce , che


apparire il Sole ad occhio difarma*
ù
bbolcop o coperto co 1
to come quando 1 offerviamo con
i

verro colorato : nè per vento che fpi


i , nè per pioggia ^
Ivanirc,
che cada, nè per calore , che brugi là è voluta
nè in parte diradare . t r *i r i

Volgo attonito rivolge lo fguardo verfo il Sole , t


11

ygggtjpdolo tinto di un rodo carico , crede che egli coper*


lo ila di Sangue , onde come
Se h tenebre dsnfe , e je le vjflt
Paludi vegga del profondo Inferri» ,
anelante , e iimorolo dimanda cola lignifica quefia novi-
tà • Cofa poflo risponder io a tal dimanda ? Iddio mi

dia pazienza . C )

Mi fi dice , che la prefente Caligine fiafi eftefa pcf


tutta i' ed anche oltre; fe ciò e vero ,
Italia ,
bilognerà
dire o che ella non fia un pu o ctfeito dei Terremoti ac-»
caduti , o che la caufa dei Terremoti non fi appiatti fol«
tanto fra la Sicilia , t la Calabria , ma che abbia fatto
un più lungo camme. £ fe così egli è taccia il Cielo,
che siente altro avvenga di più funetto, nè ci taccia feti*
tire ulteriori rovine.
lo

C
*
)Li TerretUori del Marzo , ed Aprile furono
Itg ulti di naa confimie nebbia •
.'t
. ,

)§)'XLIV >$<•

Io non «foglio entrare ad analizare ia rdra eaufa per


cui quefta caligioe , o (lano quefti denfi vapori ftiiao co*
sì attaccati alla fapcrficie della Terra . Afpetterò che in-

traprendano quello Elame i dotti Seguaci del Dottor


Prìcftley cd elfi ci diranno fe il fuoco abbia o nò
Ooofutnato una gran parte dell’ Aria noftra commuiie ^ e»
fc per altra ragione qucfta refa più leggiera , o rae*
fiali

o elallica | onde forza non abbia per loiievare in nubi i


vapori, che efalano dalla Terra, o s'elia fia un’aria fiC-
fa, o una efalasione mefitica (^j) Afpettatc anche voi le
OlTervazioni de' grandi Uomini , e frattanto credetemi
fieso di rispetto , «d jUsicUia &c
^

GIOR-

'C32) Tranfiz.. Filofitf- Anghc Vai LXl !


. . .

^#'"* ‘

(35 ) TranJaz»fihJof<.V(>i^ £P^.f 0g, 23


1

>•)}( -.XL« IH

giornale MhTEO^lpLOmeO,
Nel lenipo de' Téìrempti d^^^ *
^ ^

/>2 Mejjhia: 1783. >.m o a »

*
FfJr. Terreni. i «.

5 64 Rimo Giorno dèli’ Il iaéc a ^ Ve^fi di


P' Ponente, e Maeftro, Aria \)fcàra carica
di vapori. Terremoti fertiffimi alle óre i8.
48., ed alle oref 7. della hortc ,
e nello Hfpa-
zio di ore 24. altri óif fcuotrmenti ; Pioggia ,
0 grandini ; l^edajì la RéUz'ròne f che io ^dono
nella mia prima Lettera .

6 *4 Nebbiofo,fragoreje bollore grandiltìmo nel n^rc.


7 12 Terremoti gagliardi uno verfo le ore 20. \ u-
no fortiifimo alle ore 22. faffultorio, c vorti-
cofo ; c li altri tutti fcnfibili •

3 5 Vento Ponente, e Maeftro fortiftìmo .


9 5 Primo quarto della Luna ad ore 12. 54. . Gran
fragore nel mare .

10 Tempo nebbiofa la fera Alone inforno. la Luna .


,

1 Maeftro nebbiofo , la fera freddiftìmo .


1 2 4 Turbinofo con venti irregolari .
'3 2 Maeftro , c gran nuvole rofle ,
^
*4 5 Venti irregolari .
15 3 Piovofo , e freddo . *

lC> 2 Corrufehi tra Ponente , c Libeccio


*7 4 Luna Piena h. 14. 13. Venti fubitaod e^ri*
,
do nel mare .
18 Nuvole lutee terribili .
'

Piovofo.
io Scirocco ; e Mezzogiorno gran nubi rofte •
,

21
. . .

m xLvi )i(

Fthf Terremt - '

^
?

‘^1 ^
li òraà freddo, e vento turl>ìao/b*^
Il S\. vPiavofo , ..^ freddo
"
, . <
,

aj Nuvole roffe':
'
- ‘
\
24 4 Ultime (|uarto h. i 3 . jtv
*5 4 )
i5 J )
*7 ' a, ) Mauearono le OlTcrvazioar.
*» * )
Marzè
i I Terremoto alle ore 8* forte 1 e lunro; pi'oe-
, ^ , già, e ycato.
* c; .
Calmarle, c Nebbia il giorno
i la notte Mac-
Arale.
, J . i. ^ _ Luna nova h. 14. 20. Venti irregolari , e nuvole.
4 J Maeftro freddiffìmo. Térremoti, alle ©re tl.,
,
, ,
_ . alle 5,, alle 8 ly. . . \
y a Siegue ; Terremoti alle «re 14. ly. , ed alf o-
re I. di notte.
6 Venti irregolari; poi Ponente, e MacArojm-
petuofìlTimo
7 I Gran freddo, e rumore nel Mare,
8 Scirocco piovofo
9 5 Maeftro Nuvole lutee, c roffe.
.

10 Primo quarto h. 8. 52. Ponente, c MacAro.


11 Gran vento turbinofo .

iz 1 Nuvolofo
ly 1 Siegue Maeftro, e Ponente Terremoto ad ore .

5. ly. con feoppio fotterraneo.


14 1 Tempo incoftante. Terrennoto ad ore 10. della
mattina .

ly I Uracane nel mezzodì Terremoto ad ore a^. .

ìé .1 Nebbiofo , e piovofo Terremoto ad ore ii* 45,


.

»7
.

W xLvnr
é

ìdurzo i prem. ' •

17 Pioggia leggiera ^ venri Libecci, Mezzigiorni .


l'é I Luna piena h. 1 1. 15. TerretViofo ad ore 19.45.

19 Venti leggieri di Maellro, e Tramoniana .
-

20 I Nuvole roiTeggiaD ti Terremoto ad ore 12. 50, .

21 Nebbia 5 la fer^ roOfeggia tutto l’ Oriionte .


1 Siegue. Terremoto ad Ore li. con p^ofbn|o
muggito, - ' ‘

Nuvole infiammate alT uFcire , c tramontar del


5 oie . i'

«4 i Sieguono con Nebbia il giorno., feoffa leggieni.


,

^5 1 Primo quarto ad h. 24. 40. feoflTà leggiera • ,

'i6 Sereno c gran rtrilcie


, OriEorite . • '

J7 1 Sieguono le iìriicie dell’ Gi'izzorif« Terremo- .

to ali' ore 20. 15. i


-

26 2 Nebbiofo . Due Terremoti primo fortifiìmo


di
’ ad ora 1. 15.., chedurò 2S. pulfazionl , o Can
. . '.iininuti fecondi, e l’altro' ad- ora 1*^30. l-j^iù
leggiero , che durò 7;» fecondi conLfotterrane»
muggito. lo'no.previdi >per undun^ nuvolone
bianco, che ulìciva da Tramontana, e Mac-
(v } ftro c dritto ;pa(T^ndo- per iJ mezzo Cielo (len-
,

devafi fino alPoppofio Qrisonte'j nel modo


illeflb,, che fi fé vedere’'il‘dì 5. Febbrajo
*9 4 Nuvole nere ,

I Nuvole come fopra .

3« i Terremoto alle ore s?' 40. Venti di Pocsn*


te , e NJaefiro . Pioggia con grandini.
Aprile
t Luna nova h. 5. 22.^ Ponente pbvofu
2 Maefiro fereno .
• '
fi

3 Nuvole denfe .

4 5 Due Terremoti. Il primo alle ore 22, io. for-


te
. ,

'^)$(-'XLvnr )ic

•Aprile Tsrrem.
. ÌMc - 5* fecondo leggiero ad ore
pulfaiibnì ,
il

45- col foliro rorabazzo .


ì:

5 -Gran venro irregolare, chi formava un CJracanc.


i

Sereno la mattina. Venti Ponsnte , c Mae-


,

, ;c;ftjo, Nuvole ia fera, e gran freddo.

vT ,. ,
JTcrremojo ad ore i 57. , indi Scirocco freddo.
8 2 Gran caldo la manina con vento Maeltro , la
ì Nuvole con Alone intorno la Luna. Due
Terrcraoti ad ore 6
, ed alle ore 8 50.
.0 -..1 Pf* q-i-b- 51. Sereno, calmane , e caldo*
ip Sieguc Maeftro. ' - '
i

11 .> Calma di Scirocco- Terremotoi foriitlimo ia


-cr^y'uT .Calabria «on= feniit© ain Meflìna -

12 Siegue calma, c gran flrifce di Nuvole nell*


' '•
Orizonte .

f.13 Ir Terremoto ad ore 11. di y. minuti fecondi.


/ 14 'X Terremoto ad Ore zi. 20. con romba.
iX^^mpo fcrepo . •.
,
.ì!-* n
:!<?. ^,e| tempo con Aria ferena . La notte Nuvo-
*S! . « ,
lenere . <

17 Luna Piena h- 14. 49. Ponente e Libeccia



»
piccipla pioggia , ,0
'
'
U
3 i, Siegue pioggia con nere^ Maeftro,e Tramontana.
1
,
;
19 Nuvolofo; Venti fettentrionali ineoflaati .«•
20 Nebbia la mattina.
. 21;;, 1= Terremoto alle ore 9* di tre minuti fecondi,
calma di venti la mattina, la fera gran Nu*
vole nere
'l'i
^
1]^ Gran vento di Maeflrb j indi calma , Terre-
;

mòto ad ore 24. 15. di due Icone-


2] 5 Venti di Maedro. Tre Terremoti alle ore S*
5* aIlc;ore- ^2. ij, cd.alle ore della notf
‘'t ,'i )< ‘
te
)§i ,KUK .
)§:

m
'
JprUeTeryem. . . - . rrr* ^ u /r
^

• tl( -i con romba profonda


1 ^:
Llt- . cj* h' o.;j 4 .

Scirocco, con gran Nebbia.' . .1


24
25 5 Venti Scirocco, e Mczzigioroi nel bado ;.oc!r
alto Maeftri .i Cinique Terremoti ^ il primo elio
^

ore II., e li altri por v


?' f ’

Terremoto alle 'ove 8 .. di fecondi voiiicO'


a5 I
'
fd;‘indi Venti di Si rocco, Nebbia la maitina
i '
con poca pioggia f ~ !


2y Mezzigiorni Nuvolofi i ^ .

iS Siegue .

Calmarle , c Cielo fereno . !

ó 30 I; Calma. Terremoto alle ore 5 . 30 . con rina-

bombo fot terrene© .


Maggio .

1 Calmarie di Scirocco.
2 Sieguono .' Luna nova 4 h. 17. *
.

ì.
*
-I Siegue nebbiofo . Terremoto leggiero ad; ore
3
6 con romba
. .

'4- 1 Terremoto alle ore 13 . di cinque minuti fecondi .

, 5
- - Sereno, e calmi.
6 Vento Grecale.
L 7" Calma • -i’ .
i

8 Calma la mattina.- La notte Scirocco terro-

si pcftofo foriilTirao t t

g Pr. q. h- 20. 31. Gran Scirocco , poi cambia


. «.
- . improvvifamente , e dalie ore 17 fino alle 20.
grand’ Uracane da Ponente, e MaeftfO . .

IO Ventofo, c Nuvole. i

t 11 , 5 ^icguc. gran 'vento, c Nuvole piqvofe .

J2 I Terremoto alle ore J4I 5. Idi tre fecondi .

13 I Nuvole e Venti di Ponente,' e Maeftro


,
Ter- .

remoto alle ore jS^, di; 5, Jeccndi , indi yen-


t D Ì0
, .

)K L m
Alaggio Ter rem.
to di Tramontana, e Maeftro con freddo*
Sereno . 4

*5 Sereno * .

16 Luna piena h. 13. 4.


17 Siegue calma .

18 Nebbia , e freddo la fera .


>0 t Terremoto alle ore 18. ,25. di due feoOTe , la
prinaa leggiera di j. fecondi, 1' altra molto più
forte di 4* facondi Venti badi di raezrogior*
.

rìo , in alto Maedro , e Tramontana .


1 Terremoto leggiero con rimbombo alle ore ,7.
21 I Terremoto leggiero alle ore 10.35 4* fecondi.
22 Nuvole , e calma , .

2? Ult. q. h. 13. 22. Scirocco piovofo . ^


24 Scirocco forte.
25 1 Terremoto ad ore 6. 15. di tre fecondi .

ì6 I Terremoto ai ore 9. di tre fecondi . Venti


Settentrionali, e Nuvole.
27 Gran vento fettentnonale che , nel mezzogiorno
divenne un veroUracane pello fpazio di ore 4.
28 Nuvole , e Venti Maedri
29 Ponenti, e Maedri. Terromoto ad ore 2. di
tre pulfazioni . .

00 Luna nova h- 7. 05." Terremoto leggiero ad


ora I. 17.
Siegue il vento di Ponente , e Maedro .

(vitigno
1 Nuvolofo
2 Siegue con venti diTramontana, c Maedro,',
la fera freddo .

^ Nebbiofo .

Siegue con nuvole nere.


4
5
.,

LI )i(

Giugno TtneM» - . . V
'
*
Ponente, e Màsftro cott pioggia.
' '
^ • Siegtie

^ j Terremoto Icgiero ad or. 5 15. di quatt* fecondi'*


.

8 Tramontana e Maeftro eòa gran vento


,
.

p Greco, e Tramontana con'gran Nebbia.


IO Ponente , e Maeftro caldi? e Nuvole la not- ,

te il mare fi gonfiò , ed entrò più patTi lungo»


il Uttórale della Torre del Faro .

lì I Venti Maeftii Terremoto ben forte alle ore


.

17. di 22,' fecondi poi vento Grecale. M Ma-


re nel Porto fi gonfiò, e nelle fofle della Crt-
tadella , c Salvadore fi colorì di gialliccio ;
i ' fallarono fuori i Pefei {lorditi-.
J2 Siegue nuvolofo , e gran mormorio nel mare*
13 Sieguo Ponente, e Libeccio*
34 Luna piena h. 5. 46. Tramontana , poi Grecale.
35 .
7 ’
Due:'Terremoti , uno alle d. della notte , TaJtro
alle ore 9. 47. della mattina apprelfo
,
ma •

f
"
molto forte ,
*'

j6 Nebbiofo *

37 I Terremoto leggiero ad ore zi. ij- con romba


‘ 38 Maeftrale caldo eoa Nebbia caliginofa Ufcl .

à la Luna ad ore 2. 15. tinta di un color di


fuoco carico, del quale fi fpoglip appena ar-
* '
j-hata al Zenit , , ,

39 5 Nebbia, e caligine* Cinque Terremoti alle ore


5-, alle j. 45., alle ore 8. , ed alle ore 9 40.
20 } 'Scirocco forte, che cefsò .nel mezzo giorno*
Terremoto alle ore 20. 20.
23 j Ult. q. h. 77. Nebbia, e Terremoto alle ore
< 20. 35. di 15* fecondi , ben forte , còn rombazzo -

22 3 Tre Terremoti alle ore é. 50.


, alle ore ig -

r alle ore 3. 4^. '


j>
. . . . ,

LH )5(

Giugno Terrtm
2 Terremoto leggiero alle ore (j., ed altro alle
ore 11, 50. 0 più torto Arcoraoti
«4 Nebbia , c caligine .

Siegue ,

mÓ Siegtie . .

-7 Siegue con gran caldo .

28 Siegue
I Siegue. Terremoto alle ore 15. 4j. con fot*
terraneo mugito
50 Nebbia, Tuoni, Scirocchi, e Mezzogiorno .
/
Luglio
' ' I ' 1 • Nebbia, e Pioggia.
2 Nebbia con caligine, e venti Grecali
f?

Siegue .
.
.

4 Siegue.
^
5 Siegue.
6 1 Siegue. Terremoto ad ore v
y. *7 Primo q. h. 2.1. 9. . i.

% 3 Terremoti alle ore 17. 15., alle ore 18/, alle


ore 25. 15.
«9 Par che dimicuirca la Nebbia. Vento Grecale
i . jo 3 Terremoti alle ore ii. 30., alle 21 15., cd
'

ì V 30., Nebbia grandiflìma


alle 7. la notte nel
. t -
:
-,
Canale, con denfa caligine.
i 1 2 Gran nebbia, tuoni, c piovofo . Due Terre-
moti jeggicn .
5 2 Nebbia , e caligine denfifTima .

3 ? Siegue . Terremoto ad ore io. 50.’

Luna picn.i h. 12. 16,


34
Nebbia , Venti Settentrionali
e
JT
16 Caldo grande Te rmonietro di Farinheit
. gr. 8ii
Sit^gu3 nebbiofo .

3 7
18
. .

iH^ioTerrer^
Traili etèree: Gran 't’^oòi .bf'fera, (Jet
gr^ifiìnw'''f^^ it;ì*uo 1’ Bn^isiero ; go;
‘‘^^riifcfn

poca pioggia . ••
\
^
u - Sieguc'nel modo ideffo •: ,
?
29
20 Poche nuvole e ‘’cal'do
,’ . .^ T '>

21 Ult. h. "io-' IJv Sf dirada Ja Sebliia \


V
(ft2<
^Qffemoti all’ ore- 12. 4®.*, ed «idi ore
-
«on romba leggìcrsa- .
' -

23 Terremoto alle ore 25. 4J. bea forte rUfeì .

da Pooente e MaeftrO il 'folito .gran Nuvolo-


‘.c .-w'i^*T‘^e.!cgner-i6eÌ^ ehe (duro fi dilata fattofi

per tutto 1 ’
II Termo raètVo alli gneS^.
Emisfero .

24 "
La fera alle ore 24- i8.?Ua fuobq fatuo dell'

''Vppafente diameti’o di un piede corfe plaoida-


meme da Maeftro a Scirocco
' , lafciandofi die^
tro delle picciole delle cadenti .

\-c

^5 Tempo di Gregale frefea , >enN.uvo!e .


ó' f

16 j^^cnìi Setfe'mriorfali , e tuoni il«;;mat- lappi', :

tinoj con poeatl^oggia , poi fereno Torre- .

moto ad ore 1 jV I5. , Lume Zodiacale verfo


Settentrione dair ora r* lino allò* 2. della fera .
i 27 1 -Teìremoto alle ore 12. io;di 7. fecondi
28 Scirocco il giorno , la notte Ponente e MaeUro
29 2 Lunà'^nov^ ht> ij. 24. Sieguc Ponente e Mae»
flro'i - Terremoto alle 4; 15. leggiero ;< altro ^
'

forte alle ore 4. 55' di 15- minuti fecondi;


poi fi levò novamente lo Scirocco •

30 I
1 Terremoto alle ore 18. 40* di 4. Ifecondi..
’Se'irccco^turbinoIo con nebbia rara , •;?

jfsilh) -,
,
Caldo’ "è' Sciròcco tìebbio^p .-»-
* '

Siegue‘. '
' S -w .. f

D 3 :>
. . . .

m Liv

Jìgnfio Terrem.
••'j 1 Sieguc. Terosotnctro- di Farhincfatt agr. 8^»
II

Terremoto ad ore i9. di 4. min- recoodi •


4 Tramontana e Maeftro .

f Pr. q- h. 5. 44. SiegueTramootaa* c Maeftro.


è t Terremoto ad ore ij. 45. j-

7 I ’ Terremoto ad ore n, if.


. 8 V. X <jrec. Terremoti all’ ore alle 14.

5) Tempo caldo caligiaafo


jo Pioggia
Il Siegue con Scirocco.
1X Luna piene b. 20. is Scirocco . } (era piovofo •

33 Tuoni . M
14 Tuoni, e Pioggia.',^
35 X Terremoti alle ore j. ed alle ore ,
8.
36 Ponente, c Libeccio piovofo.
37 Siegue.
l8 Gran caldo. drv;
'
39 Ultimo quarto b. % 22. , jnuvpjofo i
xo Siegue con Maeftralc caldo ,
ai Siegue con Nuvole, roffe.
ax j Terremoto ad ore ix.
1 Terremoti ad ore ao, 30. , cd ad orè Zk. 3^.
* a4 Nebbiolo
'
«5 Siegue con caldo, c,. Sci rocco •

Maeflr.caldo. Gran ftrifce di Nnv. nclI’Orizontc.


27 1 Luna nova ad h. 4. ?i. Terremoto ad ore 24. 4J.
di 4. fecondi .
a8 Nuvolofo Gran gorgogliare nel Canale.
.

Terremoti ore 23. , adorai. 5®* ad


28 4 ad.

ore 2. , ed alle ore 7. 45. con romba .


Terremoti alle ore 23., 3lle 23. iJm 24'S®
SO }
Calfisa di Scirocco , (Irirce nere all’ Orizonte
. ,

T* c-J : t
-
à. ->1
Settcnìh.Temm. :

1 3 Teri‘emoto alle ore 27**^ oi io :


^ ' S
a 2 Aurora boreale di poca durata
Orftonte . Terremoto Ieggi‘eì;o

tro aìléore 3.45. forte , e ìurg© di 8. feccridi.

? Calma nebbiofa . 'LeggieriCO^o ;l«rae boreafe .

4 Primo quart. h* 12. 32. Popepte , cMae^o,


Lampi, Tuotìi, e pioggia
^

'Vento foriiflrmo di -Ponente , e Libeccio^


5
l 5 Siegiie ventofg,
'
7 Sereno « -
'

. ;

Nuvole roffegglanti » ;

Vetìti Jeggieri ed irregolari


,
, ^ ;
JO Luna piena h. 3. 15. Ecclifle Vjifibile »

Ji Venti Occidentali , e Nuvole ,

12 Siegue
Gran Nuvole, rumore nel mar? la noffé^
Ponente , e Lil^cfio, Lampi, f Tuom
15 Siegue con pioggi« * . ,
.

25 Sereno .
•Vi t,"
17 Nebbiofo ^ I t

38 Ultimo quarto h* 19. 34,


ip Ponente, e Libeccio . m .i
'

20 Piovofo, c Venti di iPoneate,|€ Maeftì®,


21 TCTremoto forte alle ore 14. 15. dit min, 6. fecondi.
12 Scirocco caldo Tuoni la notte con poca pioggia,
^

Terrentoto ad or-e 24. 45. cpn tomba zzò


Scirocco , . .

^5 Scirocco, e Mezzigiorni,
25 Siegue , ,1^, •
/ .
<

27 Luna nova h. 19^ io., piovolo •


18 Siegue piovofó con Tueni
29 Siegue.

’jo
. . ^

20 I Corrufchi la fera. Terremoto alle ^ ore- 8 .^ oa^


dolatorlo div7.*"miauli fecondi con rpmba V
OttQb.Terrem-^^*'-^^^ '

/ ^ :

,
'

,
Scirocco , e gran gorgogliare nel Gana.e.
%' -

Siegùei
: . Siegue o»« caldo. ii- -
^ Sereno; - *
•• - i J'
}
''
.Nebbiòlo, i-
iSiegvie con calmai ie di Maeftro scaldo •

I Terreraoto ad ore 5 4 ^* .
7
% Ponente, c Maeftro con pioggia il giorno
' '
Siegue • «Ì..V ‘
.

9 Comifcfei, e la ^pt-
jo Siegue con Tuoni , indi
'
xt grandiffimo fragore nd mare.
Luna piena
b. 18. 24* f
1 M /• 1*

Corrufchi grandifTimi a Scirocco^ ed u loiito


ri '
fragóre.^
- Gran Scirocco-, c pjeggu conumia •

33
J3 Siegue Scirocco caliginOiO
' '

34 Siegue . :

f5 Nuvolofo
j6 Scirocco c Mwìógìorno* '

Siegue . • I
'

XjJtt b- 15* 44* ' ''•


U
•'
'• ^ -i^Ntbbiòfo . o*XT. •:.•/ -
io
" ’^^v -
)0 2 Nuvole lutee
> mi' .cs *. - .?
'

2j
à.. è>
Mezzigiórni i c Sciròcco .

. >
22 Scirocco •
.


23 Siegue con Natole. -

24 Siegue piovofo .

Nuvole rode aU'Orizonte la fera . Luna n. h.S.a.


2j
Siegu9 ^ "
2Ó .

Siegue freddofb . Tifmonir dìFathinehit gr.ò5.


27
.

LVii; :§([

Oitob.Torrtm
iS Terremoto ben forte con fbtterranea romba
uà ore 3. !5- di d. minuti fecondi.
29 Veoii di Ponente, c Libeccio .


30 Nuvole denfe , e freddo .
31 '
Pioggia ,•

Navtmh.
1 Ponente , e Libeccio piovofo . Primo q. b . 1. 47»
2 Siegue .

\ -

3 Ponente, con nuvole nere.. i

4 Siegue.
5 Fragore grandiflìroo nel Mare, nr
6 Siegue Ponente, e Libeccio.
7 Siegue ventofo . .
'
» Sifgue Luna piena h. 9. 31.
,

Calmarie di Maeflro, e gorgogliare del Mare .

lo Siegue
21 . Gran ftrifeie nell’ Orizonte .

32 Terrenx)to ore io. 15. con il folito rofB«


alle
bo foiterraneo dì 4. minuti fecondi .
Siegue Tramontana*, e Macftro .
54 Terreni, la notte a ore 5 .che potè dirli Areona»,
15 Nebbiofo ..

16 Tramontana. Ultimo quarto h. 13. 39.


57 Gran freddo la fera,Termom.diFarhenehit gr .52
j8 Terremoto all* ora i. della notte.
59 Tre Tremoti, il primo con grave riraborilbo,
c muggito alle, ore 9- 45. di durata di 5. fe-
condi ; ii fecondo alle ore io., cd il urzO
alle ore 10. 12.
20 Terremoto, alle ore 19. 15. di durata di tre
fecondi ’ma con rombo molto forte
, La not- •

- te tempera grande con veati gagliarditTimi di

Fo*
, . . .

Lvm )s(

Teryem> ^
'

Pónente , e Libeccio, pioggia, e tuoni.


^ tempeftofo con pioggia la notte.
..

grandini
»
,
lampi , e tuoni .

*5 Scirocco piovofo ,
24 Luna nova h. ao, ap. , fieguc con nuvole .
25 Siegue ,
. ^ ^
2^ Siegue piovofo
27 Tramontana fredda, e fecca
28 Siegue.,
2^ Siegue .

30 Siegue. Primo quarto h. ii* 2«


^6tC€1f%9%

2 Tramontana , e gran freddo •

2 Ponente , e Maeftro e picciola pioggia ‘


, i
3 Siegue piovofo ,
4 Siegue con gran rumore nel mare
5 Gran ventoScirocco , c nebbiofo la notte
;
6 1 Terremoto leggiero alle orci5 . Alone intorno
laLuna
7 B Terremoto ad ore 14. Il Cielo era ingombro
caligine , c nebbia , la quale nel momento
Tremoto fi divife in lunghe ftrifee ed ap-
,
parve un quafi Perdio radiante all’ Oriente e-
ilivo, che immediatamente difparve Altro .

Terremoto alle ore ao. 30. , <d altro poi


.

» Siegue Scirocco . Luna piena ad h. 2. 53. Fra-


gore profondo nel Marp.

^ Siegue tutto ij Giorno; lanette Fon., e Maeftro.
Jo j Vento Maefìro Terremoto alle ore 18. 45'.
.

J * Scirocco nebbiofo fortifiìmo ,


12 ,5 Siegue , e poi calma, e nebbia di Mare Due .

Terremoti leggieri alle ore 24., ed .alle ore 4.,


cd
. . .

m LIX )K

Dicemh.Terwn,
ed un terzo forte alle ore 6 di durata di .

fecondi con romba c muggitpjotierj'^^o *


ij Maeflrale
14 Siegue piovofo
15 Ponente c Maeflro .

i5 Siegue con nuvole, e pioggia leggiera. CJlf.q.h.8^.^


17 I Ponente, e Maeftro , Terremoto ad ore 2. 35*
leggieriflìnno .

Siccome 1 Aria avea cominciato a comparire


fgombra de’paffati Vapori, ed i Terremoti re-


fefi -rari, c di poca confiderazione
; fi (ofpefe»
fo le Offervazioni 11 Giorno però 17. Gen^ .

naro 1784. alle ore 15. zj, iì fè a feotire un*


altro Terremoto baftantemente forte e lungQ
,

di i(, minuti fecondi , che compì ij numero


di 309. da meintefi, e notati; dopo del
qua-
le niente fin oggi è ^ccuduiQ di notabile, fe
non fe le cooctinuate pioggie oelli paflati wefi
dì Gennaro , e Fehbraro
Srlatza,
S Alle ore i 5 ^2, G udì un terribile profondo
.

feoppio quafi di Bombarda difparata nelle vi»


fccre delia Terra , che accaggionò un
leggero
tremore, annebbiandofi in un iftante tutta P
Atmosfera con molte nuvole interrotte La .

mattina fpirava leggermente il vento Mae»


ftro, e l’Aria fembrava fereniffima
, ma alle
ore i 6 . fi alzò dalla parte de! Maefiro il fo*
Iito Nuvolone cinericcio die fi efiefe fino al-
,
la parte oppofta

055BH-
© S S E R V A. Z I 0 N'I
*
Wcitte nelcorfo de"' TemmQti acc&duH.
in Mejfina cheJervir pojjono di no-
, »

te ye rifchiaramento al Giornale
'

,

• t > Meteorologico precedente » t*


*
* »

• *"1
'
j

1•

- Terremoti più formidabili accadati in qseflo tcrape


I furono quattro. Quello de' 5. Febbraro alle ore 18.
4S. di durata di tre minuti primi^ ir quale cominciò eoa
un movimeoto ondolatorio leggiero, e poi incalzò eoa
movimento fieriffìmo fuffultorio, oodolatcfrio, c vortico-
fo , o vogliam dire mifto .

Il fecondo fu quello delle ore 7. della notte irtefla


,
di durata poco minore del primo, ma d’intenfità e for-
eguale , e forfè maggiore.
Il Terzo fu quello del Giorno 7. Febbraro aHe cre
ai. fuffultorio, e vorticofo in guifa , che non permetteva'
agli Uomini di reggerli alfimpiedi , d’ intcnfità , e di du«
'
rata non minore delli primi due .
- ‘

11 quarto finalnaeute quello dé’ 28. Marzo all’ora i.


J5. della fera , che durò Io fpazio di 28. minuti fecondi .
'
Gli altri Terremoti, che trovanli notati* nel Giorna-
le eolia' caràtteriftica di Forti ^ fono ftati tali relativa-
mente a tutti jli altri ,,raa non già- a’quefti di cui fu-
rono miaorf, e per inten'fità di moto, o per durata .

il
f

II.

L PrÌHcipalc e più terribile fenomeno, c’^e accon^pa-


,

I gnò i Terremoti , fi fù quello dello Dirupo , e rovih<r


delie Fabbriche, le quali fi f^Joderteró ,
crollarono , e caT
dero altre prima, altre poi , con la
,
flie. differenza, che
dero un maggior tempo a cadere nd primo Terremoto,
e più repentinarKcnte precipitarono negli altri tre fiìfTc*
guenti, fuccffdendo nella loro caduta , ciò che avverti Se-
neca nel (erto Libro delle ftic Quefiioni Naturali fcritto
a Lucilio, e ciò che notò Lucrezio nd fuo Libro VI.,
cioè, dici Tetti, c le parti più eminenti cadono le prime,
indi redo degli Edifizj
il ,

( Hac igitur ratim! vciziliant omnia tcHa ,


Samma migis m:diis , media imis , ima perbilnm ^

III.

O Ltre
torio
comune , indizio ficuro del moto fulTuL
i! fenfo
fù il faltare dj-’l’ Acqua fuori delle Cifier*
fi

ne, lo sbalzare di fopra i Tavolini le mobiglie, che ivi


erano pofate , mattoni de’ Pavimenti a pian terreno slo-
i

catifi dai loro cementi, e le Barche polle fu I’ Acque


del
Mare percoffe nella Carena da fotto in su 1 raoltillìnvi .

Pilallri , che in varj luoghi fi olTervano ulciti fuori da’ lo-


ro fondamenti, fono un fegno manifello di quello fenome-
no, e s’egli è vero
ciò che riferifeono alcuni di aver
,

veduto fofpenderfi per tre volte in alto il Campanile



S- Niccola prima di cadere, non refla da
ddìderar altro
per r evidenza .

Indizio del moto vorticofo fono- le


Pietre degli Ar-
chi, e delle Impolle delle Porte, e
Fenellre venute fuo-
n, c feonnefle con varie, ed oppofie direzioni
,
e per ta-
cere
,.

m Lxn )K

cercai moItifGms bada oCTervare ima delie


, Agnelìe
che erano fopra fronterpizio della Ghiefa di S. Giovan’
il

m deVFiorentini una metà fvoltata da un


lato, e l'altra
meta da un’ altro

IV.
; 1

U N’ altra non volgare offervazionc ci è toccata


ed è appunto quella, che il moto comunicato
j

Terra tremante alle Muraglie degli Edifizj fendo


fare
dalla
, flato
quafi proporzionale alle maOe delle Pietre, di cui erano
effe compofte , fi moffero quelle in ragione inverla della
loro grandezza , e del loro pefo ; e quindi non
motrendofi
tutte inlìeme colla rnedefima intenfità o fu celerità , ,
vennero a fepararfi le une dalle altre, e fpecialmente do’
ve la Calcina non ebbe la forza di tenerle unite infìensej
e perciò fi offervano generalmente tutte le Muraglie fgre-
tolate nella loro maffa , luttcccbè alcune di elle
riman*
ghinp air irapiedi
.
Quello è quel genere di. Tremore , che Lucrezio nel
^

citato lib. IV. compara a quel tremore, che Icorre


peli'
offa di un Uomo alfalito da im rigor fcbrile,
,o da un
.‘intenfo freddo .

i; Difpertifur ut Horror ; incutit inde tremorem : &


r Frigus Hti nofìros penitus quom venit in drtus
-s i Concutit ) invitos co^ens fremere atqne moveri • ,

V.

il Terreno .nel Teatro marittimoda fotto il Pa*


I apri
S lazzo Reale fino al ‘Palazzo Senatorio con due
,
e tre
lunghe fenditure, una dietro airahra , dove più, dove
meno larghe, abbaffandpfi parecchi piedi dalla parte del
mare
ì!§( Lxiir )^(

mare dov’ è la Banchetta , c più di tutte vicino le Pie-'


,

gie Dogane nel tuo della Pefcajria , dove reftò coperto


-

dal mare un lungo tratto di terra di 40. , e più canne


di quadro .

VI.

e
L medefime fenditure fi

Colline predo alle loro cime , con buona parte di


terreno fmottaro dall’ una falda, e dall’altra, e con mia
vedono ancora nelle vicine

particolar ofiervazione ho veduto aella Collina, che refta


a finiftra nel principio del Torrente di Porta di Legna
{opra il deftrutto Eremo
Maria delli Gravidelli,
di S.
nella contrada detta dell’ Airone
una fenditura lunga ^ ,

che ivi fi apri di enorme profondità , febbene di modera-


ta larghezza, avere nella laterale fiiperficie dall’ una, c
l’altra parte rivoltata la terra , che pareva efpulfa
dal
fuo feno , ed ammontata intorno come far fi fuole dalle
,

Formiche in giro ai forame deile loro Pane offervazio*'


;
nc , che ferami raccordare di quei verfi di
Lucrezio,
incita qiiovìì vis
Exa^itata forar emnìpiìttr
, ^ Jimnl artam
Df^ndens terram , veagnam concinnat hiatum .

VII.

Q
Ila
uando
ofcillatorio
i Terremoti

venuto dalla parte Occidentale


, o fia

tra Ponente e
fi fono
orizontale
fatti

, l’
fentire co '1
Impulfo par ,

Madfro
moto
che
verio Scirocco .

Vili.

Q Uatl lutti i Ter,-eraaii fono


flati preceduti, cd
corapagnaii da «aa fotterranea

^
ac-
romba , quando più,
qwan.
>$( LXIV )§C

quando meno fenfibilc, èd il più delle volte da un prò--,


fondo muggito, e da un quafi difparo di grolla bombar,
da nel profondo della Terra chc .lenriyali rimbombare,
due tre , *e quattro volte come in tante diverte cavità.
, ,

OlTervazione da me fatta nei .Terremoti del Marzo ed


Aprile 1780., e prima di me dal P. Silvio Boccone
( Mu.
fio di Fifica Offerv. 2. tóg. ip.-) nei Terremòti' d«d 1693.'

notarfi per generale ofTervarione fatta da un Po-


polo intero, che per tutto lo fpazio di tempo, iti
^ui fono durati i Terremoti , in tutte le Brade della de^
Brutta Meffìna ,
un Carro, o le.buttavafi una
fe palTava
Trave , o altro corpo pefame il fottopofto Terreno ri* ,

fuonava come fe vuoto egli folTe , © cerne folto la fua


fuperficie elìBedero dell’ enormi cavità , che ripercuoteffero
U Tuono , fenomeno mai peli' innanti oflervato ; ora però
ih gran parte minoratoli. ^

X.

L *
Aria da qualunque vento fi

concuflione rellava in quiete , ma iremeuia-


te della
tamente dopo fentivafi raolTa o dal vento iflelTo, die pri-
folTc aggitata ,
neli’illan.

ma vfpir ava , o da un’altro, che da quel punto In poi co-


minciava a fpirare , fendo flati i Venti fempre- incoftan-
ti, fubitanei , c variabili, girando in un medefimo gior-
no tutta la BulTola . . ; . -

Xlw

M ai non fi fono 'Temiti Terremofi.


aria felle jr.,iet?.rreni? ferena ,
fn tempó
c fffgHata di
,
che J’

c di
j
‘ ,.

)U LXV' )K

o di vapori ;
ma iempre
è veduta offufcata ora di leg-
fi

giera , ora di più dcnfa nebbia , ed ora di un fenfibil iflS-


mo vapor caliginofo, € ricoperta fovcnte o d’interrotte
o di dcnfe nuvole. . w.
XII.

D a Febbraro a tutto
Luglio erano quafi coftantiilìmi
legni di vicino fcuotimento alcune nuvole, che in'
forma di lunga ftrifcia vedeanfi fermamente fchierate fu
J’Orizonte dal Levante al Mezzogiorno, quali dopo lai
caduta del Sole fi annerivano, e con altre nubi confon-
deanfi. Da Luglio ia poi, e nelli Giorni di gran Nebbia
non fi offervarono più nè fi frequentemente nè cosi dipinte
,
Qiiefi* offervazione fù da me fatta in quafi tutti i Ter-
remoti, che ne* tempi innanti fon© accaduti in MeOina ,
e particolarmente in quelli del 17^0. nel modo iftelTo
che 1 avvertì il Boccone (nel luogo citato
fogl. 10. ) in
quelli del

XIII.

T> OlTeggiava quafi cotidianaraente


HOrizorte al nafce-
XV re e tramontare del Sole
, ma di un roffo cosi ca-
fico, e fuor dell’ordinario, che
dava ammirazione; fa*
tendo cognetturare una doppia, e
triplicata dofe di va-
pori fparfi nell’ Aria maggiore
, e differente di molto del-
la coniueta efalazione
terrefire .

XIV.
Giornale , e partieolarmen.
I « f accennati nell’ OlTervaaione r.
furoL r
cennericcio , che
reóeni i//
pentmamente akarafi tra Ponente eMaeflro, e flende-
E vafi
)§) LXV\

vaii all’oppodo Ori2onte, paffanda per il mezzo cielo; e


quello, nel tempo della concullione o poco prima an*
, ,
nerendofi , fi dilatava per tutto V Emisfero e Tpclfo da-
,
va delle Pioggie, e del Vento.

X V.

L a NefeWa , e la Caligine
tenne opprelTi dalli 9. Giugno, a tutti li 8. Luglio
lenza alcuna interruzione; parca vifibilmente alzarfi dalle
, che ftraordinariamente ci

Acque del Mare del noftro Canale, e quindi diffonderli


per tutto, intercettandocci non folo la veduta de’ più prof-
umi oggetti ma i raggi 'ftellì del Sole , potendo quefto
,

impunemente guardarli, nel modo iffeffo , come fi guarda


con un Eliolcopio «unito di doppio vetro colorato .

XVI.
Egno di un perenne vapore fparfo nell* Aria in tutto il

S tempo de’ Terremoti fi è fiato il pallido colore de’


,

Raggi Colati e del Defeo Lunare eccettuando quei po*-


, ;

chi giorni, che nel Giornale fono marcali colla caratte-


riftica di Serenità . Siccome è fiato un manifefto fegno di
non effere quelli tali Vapori le confuete periodiche evapo-
razioni terreftrì ,
il tetro loro colore or roffeggiantc, or
gialliccio luteo ed or cìnericcio molto diverfo , e diffe-
,

rente deH’ordinarie Nuvole. Il Sole, e la Luna Tempre


ofeuri, c palidi nell’Orto, e nell’Occafo; l’Orizonte a
tutte l’ore del giorno occupato dalla Caligine , in manie-
ra che non fi haa potuto più difeoprire le lontananze
,

della Calabria, dove, prima di quelle Ofcurilà orizonta-


ìi ,
l'occhio Commodarnente arrivava anche a difiinguere
le varietà deiralteìtze delle più remote Montagne.
, ®

) 5( hXVll )§(

XVII.
Meteore ignite, che fi videro in quelli tempi furo-
e
L no I. 11 Fuoco, che fenfibilmente fi vide
;
ufcire

alcune fenditure della marina vicino la Pefcaria , dove re-


jftarono le di lui veftigie in molte pietre bruggiate , ed in'
fiippate di bitume, a. Un continuo sfolgorare di un quafi

corrufco, che slanciavafi dalle fenditure delle fabbriche


nell’ iftante del Terremoto del giorno 5. Febbraio ,
Peno*
meno avvertito in Catania nel Terremoto deili ii. Gen-
naro 1693 notato dal Boccone nell’ Oflervazione i.
IO. fog. 3* . 3 Un fenfibile odor fofforeo come fe di
.

Ambra 0 di Zolfo fi foffe , refofi troppo fcnfibile ne' pri-


,

mi tre Terremoti notati all’ OlTervazione !.. 4. Una lu-


ce Boreale, che fpeflb dava un vifibile chiarore da Tra-
montana a Ponente, e per due volte chiaramente mani-
feflatafi nelle notti de’ 26. Luglio, e de* 2. Settembre.
5. 1 continui Corrufehi , Lampi, e Tuoni , ed in partico-
lare nelle due notti
de’18. , e 19. Luglio, nelle quali
parea tutto in un fuoco il noftro Emisfero 6 Le con- . .

tinue Stelle cadenti, ed in particolare il bel fuoco fatuo


della fera de’ 24. Luglio , il quale in figura di un globo
del Diametro apparente di un Piede y corfe placidamente
da Maeftro a Scirocco , lafciandofi dietro delle picciole
ftelle cadenti. 7. L’Ifble di Volcano, e di Stromboli,
che niuna eruzione di fuoco hanno dato in tutto quello
tempo, lanciavano in aria alcuni globi di denfo fumo, il
quale replicate volte offervato , fù riconofeiuto per un fe-
nomeno differente dell’ ordinarie eruzioni
; giacché il lan-
ciare di tali Globi di fumo non era continuato folo ma
j
ofTervavafi pochi momenti prima de’ Terremoti che ci
,
fcuotevano

E 2. Il
.,

)$( Lxvni )$(

XV II I,

¥L continuo, e profondo Mormorio, che fcntivafi nel


a mare , ed un vifibile quafi bollore delle fue Acque fù
uno de' principali fenomeni, che meritarono l'attenzione
de’ Filofofi naturalifti La intumefeenza , ed inondazione'
.

accaduta la notte de'y. Fehbraro nel braccio del noftro


Feloro , e nella dicontro fpiaggia di Scilla , e 1’ altra che
,

nel Peloro iftelTo accadde la notte de' io. Giugno non fu-
rono diffimili di quelle inondazioni rammentate dal Pro-
copio ke Bello Gothico Uh, 4. cap, 2j* da Licofthenc nel
Cronico al f anno loli. , da Polidoro Virgilio nel Dialogo
de" Prodigj , dal Heckerraanno neltom, i.dei Problemi ^ diM'
Hareo negli Annali del Brahante , e da molti altri Scrittori
Dicefi , che il Mare in certo fito del Porto , fiali ri-
tirato repentinamente, dopo il primo fcuotimento de’y.
Febbraio alle ore 18. 48., lafciando feoperta buona parte
del fondo , c poi fiafi «iiovamente rimelTc . Ìo di qucfto
fenomeno non ho certe teflimonianzc .

La mattina delli 11. Giugno verfo le ore 17. le


Acque marine che erano nel Fello
, intorno dalla Citta-
della ,
e quelle nel FolTo della Fortezza del Salvadore fi

tiafero di un fofao colore tendente al Pefei


.giallo, e li

tutti , che ivi erano , quafi ftorditi vennero a galla , e fi
lanciarono fù le fponde , dove furono dai Soldati predati
in grandilfima quantità .

XIX.

G Li Animali Brutti diedero tnanifefio fegno di prefetì-


tire il Terremoto, ed in par ticolarc il giorno 7. Feb-
braio prima delle oro is. alcuni Bovi , che pafcolavano
fuori le mura della Città nel Prato dell’ Arciperchierc
apfog-
)#( LXIX

appoggiati, c fiffi j .d'inaanti in tcrr%, come


fe opporQ voledero alla forza di chi tirati li aveffe per li
corna , alzavano il mufo ia ^Iro , ^ con forte anelato

muggivano.
'
,
*
^
;
^ ^

Gli Uccelli fvolazavano a torma qua e fenfàf vo-


lerfi pofare nè sà gli Alberi , nè in Terra ; e per moltif-
fàmi giorni un .numero prodigiofo di Ocfife mitrine £i ag-
girava fopra le acque gorgoglianti del noftro Canale .

-r i II noftrò) fainoib Pefcioiinò chiamato volgarmtn|é

CicineUo (che và nella 17. Claffe del quinto ordine Im-


ncano) fi diè in quelli tempi a vedere così in abbondata
za , che non trovarono i Pefcatori , a chi più venderlo ;
e quel , che prima , a caro prezzo, faceva la delizia delie
Tavole f»ù ''delicate , oggi trovali l^parfp per tutto il ma^
re. Siciliano..
• ' J^c foloqse^o Pefee ha fatto di fe copia, aia ndi
Littoralc Occidentale della Sicilia, una quantità nume*
lofiliima Idi ‘ molti altri Pefci fi è generalmente pefeata.

XX

G Lì Uomini ancora foffrirono un tremore ed un fcii®.»


tioicnto in tutto il fillema nervofo
,
,

reflando affetti
i raufcoli con un fenfo di continuo fcuotiraento
, in mo-
do , che ffando placidamente a federe , o a giacerci
nel
l'etto ci feotivamo di tempo in tempo
fqnotere , e tr^ma?
re, tuttocchè niente intorno a noi fi
moveffe . Prim^ di
arrivare il Terremoto foleva a molti prevenirli Vertì-
la
gine ed a molti altri una voglia
,
inane di vomitare ,’ è
di Igravarfi il veatre .

•I

f

«a
.

W( ,LXX *

\r '
LETTERA STORICO-FISICA •
.

De^ Terremoti "di Calabria fcrìtta li 7.


"
Gì ugno 1783. dal Sig. Gallona Mon-
Jieur H. . . . . . in Parigi •

ir .

V Ot
fide un molto delicato, c fcrupolofo laveftigato-
re della Natura, ed io non mi arrifehio compro-
wettermi dalle mie Offervazioni di potervi dare quel mi-
auto conto, che voi mi ricercate intorno f Terremoti
della Calabria . Non è poco ciò , che^ ho «s fatto , fc In-
contrai la voflra approvazione per quel , che vi' fcrUC de! -

Terremoti di Meflina. Il Sig. N. N., che voi conof^


He in Napoli, non lafcia di tenermi io eferoieio coll’ in-
carieo di varie Efperienze, che mi ha* fatto tentare , ièb-
bene io, e lui fiamo renoafti delnlì pclla poco- loro riu-
fcita . adunque cosi diftratto , vi dirò di
Trovandonai
Calabria non quillo, che i© abbia veduto, poicchè noa
ni fon dipartito da MelTina , ma ciò, che mi è flato fe-
delmente riferito da quelli, che efpreffaraeBtc fono flati
fepra la faccia del luogo per efaminare i
Fenomeai
irregolari, ed in-
In Calabria, ficcome in Mcflina ,

Stagioni L* Eftà ari-


conflanti erario ftate le precedenti
.

mancanza delle biade


da, ed arficcia al fegno , che pclla

Armenti. L’Autunno piovo-


beflie perirono negli
improvìfi c furibondi
«mi , coi fucccdctt* -,

mo con
fiff

fenra risor di fi-eddoxr


co^ benigno , che
un' inverno
dav. un ind.-
fembr.« una ftr.vaganra . Il Mare per*
i‘ alcun, imnnracnte P'"®
eio niente equivoco infoltto go
Tempefte, e per 1

tue Bagli.fde, e frequenti «n


muggito
accompagnato da un profondo
.

goglio ,
, ,

Hi LXXI )5(

«oftantem^nte fpirayano Ponenté, e Maeflro, e rare


tra
volte giravano al Libeccio ^ Giunto il Giorno 5’. Febbrai
jo circa le ore ig. tremò gagliarda niente la Terra con
una varietà di moti irregolari, che dorarono pello fpazio
di tre minuti y accompagnati da profondi feopp; di quali
Bombarde , che fi ^difpar afferò nelle vifcerc della Terra\
e di una terribile romba, che rifuonava nell'aria.
Quello fpaventofo Treraors efercitò nel medefimo
*

ifiante la fua più formidabile (orza in una effenzione di


Terreno di 58. miglia di longhezza , o io. di larghezza
che formano lo fpazio di 1160. miglia quadrante nella

Calabria Ukra , facendofi anche a fentire in turio il Re-


gno di Napoli i ed u'b gran parte della Sicilia Egli colla, .

ìua veemenza feoffe quali da’fuoi cardini la Terra , che


con il nome di Piana cenofeefi nella Calabria cemincian*
do di là del Pizzo, per Briatico, S. Leone , Tr©pea,Mi>-
leto Nicotra , Barello , Roffarno-,< Gioja , Poliftersa ,
Giorgio , Terranova , Palmi , Seminara , Oppido, Bagna-
ra. S. Criilina, Sinopoli , e Seiglio fino'^ggio; nelle
quali Terre, e Città, ed in moltilTime altre all’ intorno
recò la defolazione, e là rovina colla morte ed oppreffio-
,
oe di una riguardevole moltitudine di Cittadini * »

Aprironfi dèlie Voràgini , '« s'innabifsò in effe il Ter-


rene ; fi differrò in larghe fenditure il fuolo^ e tramandi
da quelle fenfibilifiìme^iìamme , e copia abbondante dt fit*
mo i fgretolarono , c caddero i Monti, altri ne^ Fiumi
fi-

vicini, e ferrando a quelli l’Alveo del


loro corfo, foc-
marono torbidi Laghi , c fanghofi Pantani. ed altri
; pre-
cipitando nel Mare ne/cbiufero i feni .
Nè contento di
quelle fole ilriggi -e rovine ,. continuando
-

a farli ient ire


in tutti i monnenti del Giorno',
increduli nella vicina not^
te; cd alle we
7.. poi# a foqquadro tutto ciò
,
che avea
tluggito il primo guado ed eccidio^ ; dando compimentB
E 4 al
)U Lxxri )5C

«1 ditecramentd e delli Paefi , e degli,' Uomif»r-cx3n,


, una
fpaventofa intuiTiefccnza dell’ Acque del Mare, chè*d an-
darono a rovdciare nel Lftrorale di Scilla ,
e di là ri-
percofTe , e rifrante Braccio interno del Péloio ;
, fopra il

traendo feco , nel ritirarfij Uomini , Animali , Fabriche ,


-

Barche, e quanto altro nel loro, camiho incontrarono.*


perendo raifcramente in quefta circoftanza 1500. Sciglita-
sì! , che co ’i Conte di Sinopoli loro Signoi’e eranfx rifu-
giati su il lido nelle loro Barche, c Barracche.
Nel momento ifteffo di sì terribile confufione , rovi-
narono , e perdettero le loro Cime i. Monti di CampaU^
e di Fosotneni vicino Scilla preiTo il Capo 'PafQt chiuden-
do il picciolo feno àslla Have . Caddero in, Sitizano i
Monti di qua , e di là del fuo Fiume , o chiufero il cor-
fo alle Acque, nel modo iftcilo, che avvenne in Semina-
la , in San Procopio , ed in Sinopoli Si sprofondò in .

Crofolctó per 300.. pai ori da Pianura di Cineti ^ e divenne


Palude; cd a gui/a di fmifurata Voragine fi .abbafsò U
Terra in Lubrichi prelTo S. Crifiina Snella Contrada di
Ruzzano .

Nè minori di quefii furono i danni , ed i fovverti-


tnenti , che accadere , e la mattina alle 19-, e la notte
,

alle 7- neliei altre Contrade , e Paefi Nei GaCali di Ba-


. ,

dafa , e S. Lorenzo , le Terre , cfie confinavano , e face-


vano un fol corpo firuatc fopra mna Rocca Arenacea , fi
aperfero dalla parte di Levante con una fenditura di do.
palmi, e portarono abbaffo, con una gran parte della
Rocca V unta metà del Paefe .

<'tUa, miglio! difiante da Seminara. nel liiogo ide'.PP- '

Paolatt'ì fàltò- in* aria..tlf;Tetrerió ,':e->fi vidalcaminare , •«


cambiar di luogo; ed in. Sitizatìd furono «fpulfe dal (&•
no della'' Terra .o^rtoltilfime- Pietre arfe , e tinte dibitunae.
la.iu;.AQHa Cafaie.vdi SfiminarA nella Contrada 5cod-
-(i-f barite
. .

)$( LXXlìl )’§(

,<r

, 'ssagggagg?'*' ,

^arii9 fgorgò una gran copia di Acqua, abbaflfandofi in


molti luoghi la Terra, nel modo ifteflb, che accadde io
Gioja do/e vedefì formato un Lago di 14 , e più palmi
,

di profondità ; ed in S. Procopio , i di cui Terreni ù ri-


meicolarono e divennero paludofi
,

La fupeilìcie intera della Terra, che fofiferfe le Con»


culTioni moflra una metamorfofi ftraordinaria , e fpavea*
tofa , ed appena lafcia riconofcere aiPaefani Pafpettodel-
li antichi fili delle loro fovvertite PoCfefiioni ;
altro non
veggendofi dall’ occhio , che gira intorno , fe non fc Ter-
re rimefcol aie , Protuberanze alzaiefi Terreni fvelti , Fen-
,

diture profondidlme da molte de’ quali ha fgorgato dell*


acqua torbida , e puzzolente , come in Rofarno ; e dalle
altre fono fcappate fuori lucide fiamme, e neriffimo fu-
mo, come in Palmi, e Sitizano .

Dovunque quefte fcrepolatwre


trovano, il terreno
fi'

all’intorno par che cambiato aveffe natura: Iparfo veg-


gendofi di Arene, e di Pietre bigie, ed arficcic
Merita la vofira filofofica meditazione ciò, thè atf-
venne ad alcuni Oifervanti nel Territorio di S. Crifiina V
j quali ingoiati da una Voragine, che fotto i loro piedi
fi aperle
,
furono dalla medefinQa , in un' iftante rivomi^
tati, ed cfpulfi , fenza foffrire danno rimarcabile; èd al-
cuni Uomini , che a cavallo viaggiavano furono fallati
,
da fella, e sbalzati via.
Seguitarono frattanto afarfi fentire degli altri fcuo*
tìmenti , c fra quefii rimarcabiliffimo fi fù quello alle ore
22, nel dì 7. Febbraio accompagnato dalla folita orribi-
le, e tetra romba. Egli deftruffe tutto il dippiù , che
fimafio era all impiedi nella Calabria : non potendo re-
fifiere al fuo violeniiffimo urto nemmeno
le fabbriche più
grofTe, e-mafiìccie. Caddero in. quell’ ifiante la celebre
Certofa di Saa Bruno cd il rinomai illìmo Convento
, di
Saa
,

)5( IXXIV )«

San Domenico Soriano ^ di cui non è rimada pietra


in
fopra pietra, e della gran Ciflerna , che vi era néil' Atrio
li abbafsò il fondo, che fodeneva
l'acqua, nel tempo i-
fiefTo, che faltò in aria molti padì didante T intero
col*
Io di effa formato di un fol maffo di pietra .
Tanti , e SI differenti Fenomeni non poffotto fpiegarfì
tcnzi il concorfo di varie caufe , e fensa la combinazione
di varie foftanze , dai quali ora fprigionandoli un aria
É(Ta , ora refultandone un aria inhammabìle ed ora ac*
,

cendendolì un fotti liflìmo fuoco , verrgano quedi a rom-


pere , ed aprirli fubitaneamente una 11 aia per mctterCin
.

equilibrio. Lo Spirito fottile degli amichi Filofod , ed il


vento di Lucrezio , e Plutarco non fono , a mio penfare,
fc non fe il Fuoco elettrico, e l'Aria infiamm;;biie . Nè
io trovo, come meglio pofTand concepire sì fatti fenome-
ni , che idantaneamente produconfi in luoghi fra di loro
d^idanti , e feparati , fenza ammettere una materia elet-
trica, che velocemente fi diffonda per tutto, c fenza fup
iporre in quei tali luoghi l’ incontro delle materie già pre-
parate , e difpofte dalla natura , atte a riceverne V im-
preffione , ed a produrre i differenti effetti .

Analizate minutamente queda Opinione , c troverctf


con chiarezza la rifoluzione de’ varj Problemi, i. Si fan-
no idantaneamente fentire in più luoghi i fcuotimenti
poicchè iftantanea è l’azione, ed idantaneo il corfo , f
moto della materia elettrica, z. Muvonfi quafi in un
tempo ideffo, e fono feoffì due luoghi lontani, e didin-
ti , fenzacehè l’ intermedi urto alcuno foffriffero ; perche
ipelli foli edremi trova V Elcitricifmo preparate le materie,
rd ivi folo difpodc a produrre l’effetto. Goigoglia
.
3
Mare, s'inalza, c fi rovefeia fopra il Lito ; perchè lè
piaterie flogidiche , cbe.fi preparano, e che fi friluppanp
dallo fpirito viiriolicOjC dagli acidi niirofi cacciano prima pelli
è

m Lxxv )$c

pori del foprapoilo terreno elamica, che il Marc


l’aria
uggita, e conturba, ed indi arrivando ij fuoco elettrico,
c (prigionandoG con violenza , rifpingoHo verfò una data
direzione le fovraftanii acque , come la polvere di un Can-
none ricaccia, nella Tua efploGone , i' aria, che bà dirin-
contro. 4. Fella ragione iftcffa aprcfi il Terreno, fi fca*
dono le Montagne , a’ inalza il Suolo , zampillano le Acque ,*

c quando troppo proflfima alla fuperfieie fuccede l’acccn-


rione, G fovvertono le Contrade, apparifcono le fiam-
me ,
abbruggiata la Terra
c lafciano f. VedeG nell* i-
.

ftaote dello fcuoiiraento annebbiarfi l* Atmosfera , incal*


rare il vento, c muggire l’Aria con una tetra romba.
Fenomeni, che tutti facilmente fpieganfi peli’ equilibrio
rotto, e perturbato dall’ efalazione de’ vapori, dell'aria,
e dal fuoco , che fcappano dalla Terra 6 Chi non ve- . .

de come con quefta Teoria fi là chiaro , perchè mùghia


la Terra e perchè rimbomba collo fcoppio di un ^quafi
,

Cannone, che nel fuo leno fi fcarichi L'Aria infiam* .

inabile, che fi accende nella Piftola elettrica non fà al-


trettanto nelle noftrc mani ? 7. Si aprono delle Voragi-
ni . E non fono quefie necei7 arie confegucnze della rot-
tura delle fottopofte Caverne, che G rompono, fi fracaf-
fauo , e fi afidndano dietro l’efplofione dell’Aria, che
racchiudevano ^ 8. Il rovefeia mento del Terreno, eh’
nella nofira fuperfieie non è egli un indizio collante delle
efplozioni , parlo? 9.
di cui La Nebbia, e la Caligine,
che vifibilmente inalzafi dalle Acque marine, non è an-
che un Teftimonio indubitato dello fprigionainento dell*
Aria fiffa che feco porta una gran parte di quelle ma-
,

terie , dalle quali è coftretta a partirli?


Ed
eccovi. Amico carilfimo , la mìa qualunque fiali
opinione intorno le caufe de* Terremoti la quale non è
,

nuova , nè arcana , ma ovvia e comune non avendo i«


, ,

la
LXXVI

Ia folle ambizione di taluni che vogliono renderli fingo»


,

lari con darfi aria d’importanza, difpreggiando tutto ciò)


che gli altri dicono; e proponendo i loro fifiemi , come
nuovi ritrovati, e penfamenti tutti fuoi , fi danno cosi a
dividere per ignoranti , non folo della materia , della qua-
le trattano, ma della Storia ifteffa ietteraiia, ignorando
di effer le cofe , Che dicono le più trjie , e volgari , che
hanno detto gli Autori.
I Terremoti continuano tuttavia in Calabria perco*;
,
me continuano in Meilìna ; febbene colà fi facciano feu-
tire con violenza maggiore, e con maggior frequenza; e
fi può dire con verità, che fc fin' ora fe ne fono contati

in Mefiìna 230., in Calabria ne hanno fofierto oltre 400.^'


con tali profondi fcoppj , che ..
,

» metumt inferite cavernas - j


Terne ne dijjolvat Natura repente; -
, t
Neu difìraóìa fuum late dtfpandat hiatung ,
*

^diHe fuis confufa velit compiere rutnis . , ^

^ > *

i : ^ 11?

CA-^
.

)$( LXXVir )5C

CATALOGO
Del danno fofferto , e de'" Morti Je
guiti in Calabria Ulteriore .

PAESI. , MORTI
^^Atanzaro R.ovinate cafe4o. ,
ed altre fcon-
quaHate •

Stallcttì Rovinato . , 30
Bina , e Carrafa Rovinali . 80
Curiale Diftrutto. 3eo
Borgia Rovinata . 700
Amato Rovinato . 40
Majda Roṿ3ata 5 e parte fconquaGata . 100
S. Pietro di Ma/da Poche Cafe fané. 12
Scquiiiace Rovinato. io
S. Floro Rovinato , 170
Girifalco Rovinato . ipo
Bianco
3^
Diftrutto
.
Ceraci, e i^ioiCafali DiftruttJ . 210
Siierno Poco "dìftmtto . »7
Mammola Diftrutta . 2^0
Granaria Diftrutta . SÓ 0
Giojofa Poco diftrutta ^
Roccella
^
Poco diftrmia.
Caftelvctere
^
Diftrutto. ^10
Stignano Diftrutto
Stilo
jQ
Rovinato j
Martora Rovinata
. go
S. Giovanni Diftrutto
Agnana Sconquaffaia 5 € J>oco djftruUa 5 re
, . .., .. . . . . ,

LXX7III )§(

PAESI f
MORTI
Ferruzzà'no / Rovinato
33
Brugnaruro SconquaCTato . 2
Cardinale Rovinato 12
Chiaravallc Mezzo diftrutto. 2
'
Pizzo Partediftrutto,e parte feonquaffato. 8
Monteleone Diftrutto il Qiiartiere de' Forgiari
* . t
il Convento de’ PP. Paulini , il
V • *
Caftello , ed il Calino del Sig.
D. Mariano Fafari.* 14
o) Noci Sconquaffato, morta una Donna. X
>) Calabro Diftrutto 26
) S. Calogero Rovinato . ,
35
ir* ). Paravaii Sconquaftato
)’
Calimera Poco rovinata .
5
S. Pietro di Mileto Poche Cafe diftruttc. 1
Mileto Diftrutto. 14
Pifcopio Diroccato 13
La Serra e Terre di S. Bruno, ed altri pie*
coli Paefi vicini diftrutti , e la
RealCertofa defolata con laMor*
te di 5. Padri ,
e 8. Servidori in
tutto i8jj
Camparne Diroccato 21
Simbario Quali rovinato . 9
Soriano , e Spiantati, ed il Convento di S. Do-
So ria nello menico un mucchio di Pietre con
lamorte di 17. Menaci 66 y
1S. Bafile S. Barbara , S. Angelo Pizzola , ,

Vazzano , e Spadolc diftruite po-


che Cafe
Tutta fconqualTata
^Sfefanecone ^
Le Cafe la maggiorparte diftrutte. 22
Torre
. .

:§{ L'xxix )$c

PAESI Moari
Torre La maggior parte delle Cafe dirute,
cd il rerto deroccata .
3
S. Onofrio -
Buona parte dirtruteo . 7
Cartel Menando Diftrutto 4 -
25
Curinga , Montcrone , e Francavilla U mag-
gior parte dirute .

S. Nicolò di Fallelonga la maggior parte di«


ftriitto . 4 I
Cinque Frondi Defolàto . 1700
Filogort e Ponaga ,
Dirtrutti '
18
DinamijS.Nicola, Mclicuccà , e Dafina i

Dirtrutti . 1(30
S?)Arcna,Dasà, Geriicarne, Ciano , Senciatone
^ ,

n O ^
1-* ’ì
Aquaro , Li rabidi , Forami ,

g p=) Brafciara , Migliano c Pronia .


,

Dirtrutti. 2©o
Ano/a , e Condò Dirtrutti. . *
:2'5o
CaridàjS Pietro jC Garapoli dirtrutti . .
,
'
112

Monteroffo La gran parte (pianato . o zj


Ma fera to Qviafi dirtrutio . 11
57 c^) Laureana , Cantilono, Serrata , Borrello ,
Bel-
c #» > lantoni, e Stillitanone dirtrutti.
7}
2 ® ) Rizzicone Diftrutto gran parte 150
»» Drort Diftrutto.
47
Rofarno Diftrutto.
I 3^0
Gioja Diftrutta maggior parte
la . 20
Fr aggi anni Rovinato. 70
Polirtiua Defolata 3000
S. Giorgio di Po- Diftrutto. 400
lirtina
S. Criftina Defolata .
1160
Rad teina Spianata col Convento de' PP. Do»
meni-
..
.. .

)K LXXX )$e

. PAESI - 1 •
MORTI
I
menicani con la morte di zi.Re-
ligiotì reitando vivi 3. in tutto. 1320
S. Martino Diftrutto . 5o
Jatrinoli Spianato
Cafal Nuovo Subìflaro
. 5517 ^

Terra Nova Delolata con la morte della Princi-


peffa , e l’ intiera Famiglia . 2000
Lobrichi Diftrutto . 200
Oppido Dirti ut to con averfi fpaccato in va-
rie parti la Città 1750
Trcfilico Diftrutto 900
Molochio Diftrutto . . 820
Pcdavoli Dirtrutto .
3P0
Paracolio Diftrutto. 450 -

Seido Rovinato .
250
S. Giorgia Diftrutta 500
Varapodi Rovinato .
550
Sitizano Diftrutto . 6ie
Coioletd Spalancato con la morte di tutta la
famiglia del Prencipe ,
ed altri , e
dopo ore 24. furono cacciati vi-
le
vi di (otto le fabbriche un Dotto-
re, ed il fecondo Genito del Pren-
ci pe. 200
Melicuccà Priorato diftrutta . 150

S. Anna Diftrutta 70
Sinopoli Vecchio Diftrutto . 25»
• Sinopoli Superiore Diftrutto 300
Sinopoli Inferiore Rovinato . 6$
Aquaro di Sinopoli Diftrutto 3G0
S. Procopio Diftrutto 360
S. Eufemia di Defolata coi Mon^fterio di S. B ar-
Sinopoli tolc-
.

)5( LXXXr )5(

PAESI MORTI
tolomeode’ PP- Bafìliani con la
"
morte di 12- Monaci rimafti X. in
tutto . ( , > * *
5 2
Palmi Spianato 42201
Seminara Diftrutta 2461»
Bagnara Ocfolata totafaientc . 435 ^
Scilla Poco diftrutta . Un Tremuoto di
Marc entrò dentro Terra da cir-
ca mezzo migl io con la morte del
Prencipe , e di moltiffime Per-
•fonc, che ilavano ricoverate in
Barche in tutto . 1^54
Reggio Diilrutto. 129
Vari Paefi di quella Comarca fono
rovinati , e fpecialmente S. Aga-
ta de*^Goti diftrutta con la mor-
talità di 364»
Bova Diftrutta . 60

4Ò500
AoU mandate da Calabria .

(*) Un
Sacerdote D- Filippo Cardona doppod’ effere (lato
ufeiro di fotto le fabbrichecon le Gambe rotte, e pofto fopra
una Pietra s’ accele il fuoco, e lo bruggiò vivo per non poter
avere aggiuto veruno . •

In S. Criftina Una vigna iìtuata Bell’alto, ed un


.

Oliveio nel piano con una Torre del Sig. Zerbi Si vid- .

de la Vigna nel piano , e T Oìiveto nell’ Alto con la Tor-


re intatta.
Da Monteleone fino a Reggio fi vedono in ogni tratto
dell’ aperture di Terra .

In Soriano s unirono due Monti colla morte di 13,


perfone, e fi formò un gran lago
F In
. .,

l.XXXii )^(

In una Pianura ira Seminara , e le Pietre Negre com-


parve un lago d’ acqua calda con Caltare in alto de’
zampilli d’acque.
Tra Sinopoli Vecchio, eS. Brunello una gran pianu-
ra Olive ribafsò da rjo. palmi con la morte di 7.
d’
Perfone , dove v’ era un Ifoletta , c fopra di efTa tro-
vavaG una Donna con un figlio , che fi viddero man-
giati da Cani. S'ofTcrva d’ effe re divenuta detta pianura
una Sciara fendofi rivoltata la Terra
, il di fopra in fiotto,
ed il di fiotto in fiopra .
Nelle Campagne circa un miglio diffante di Seminara
in un filo chiamato il lago del Mont^ una Cafietta , ed
una Arangiara Collaterale con un Uomo di fiopra fù tra-
sportata da circa un miglio lontano Con tutto il Terreno
Nel Territorio di Cofoleto una valliffima pianura delta
de’Cineti fi ribafsò circa 300. palmi formandovi una pre-
cipitofiUima Valle , ed anche una Cafetta sbalzata da baffo
fi ritrova due tiri di Schiopetta in parte Superiore , e tut-
ta fiana •

Nel Territorio di Setizano altro vado Territorio fi uni


con r altro di Cofoleto, chiudendo il fiume di Setizano
coficcbc fi vede prefentemcnie tra i due Monti quali un
Mare,- che fi valica con una Barclietta coftrutta daTro*
peani
Così pure fegaì nel Territorio di Sinopoli , e Cofoleto
chiudendo altro fiume, che forma in oggi un lago .
5offervano ancora varie pianure , e Montagne effcrfi
i

Separate, ed altre ribaflate , come fie foffero tagliate con


il Coltello
. . y .

La Montagna Sopra Sinopoli Vecchio diftaccandofi dal


fuo centro, 'camino per una Valle , e s’abbaisò da circa
un miglio ,
e mezzo .

Si tralaficiano altre circoftanze per tjon prolungarci


maggiormente .

f
>f< LXXXlIi )§i

t'aditolo di LettefA {critta al R. P.


D. Michele Augufii
Monaco OUvitano in Napoli da Andrea Gallo et
Meffina li
J.
Settembre 1780%

Amico Carissimo &c-

anno 1779 feguì un’ Inverno pi^


A LVAutunno del paffato
che abbondante di pioggie, febbene fufficien*
torto fccco,
temente freddo a corrifpondenza del ^lima , ma fenza Tuo-
ni di forra alcuna II Termometro di Fahrenheit folito Icen-
.

derc fino al grado 4J. fi vide parecchie volte Cotto il 43. c ,

42. , che corrifponde alli gradi 28. del Fiorentino La not- .

te de’ 24. Dicembre verfo le ore 5. fi fecero a fentire le prime


fcorte del Tremoto ; ma ficcome è quefta Città un pò troppo
foggetta a quefto Fenomeno , non fe ne fece fe non piccolo
conto ) tanto maggiormente > che le due continuate fcolTe
orizontali da Maeftro a Scirocco furono leggiere di poca du-
rata . L’ Aria era ingombrata di piccole nuvole non unite ,
ma diradate , ed il vento , chefpirava di tempo io tempo ve-
niva tra Maeftro e Tramontana Rcftò, ciò non ortante
.

alquanto impaurita la Gente , e fia la forza della prevenzio-


ne , o 1’ effettivo tremore della terra non per anche raiJetta-
tafi, vi fu chi riferì che per tutto il Gennajo 1780. abbia
,

intefo parecchie volte fcuoierfi formalmente Io a tutt' al-.

tro applicato , come già dirti, poco curai di naoatare il Pen-


dolo , e preparare quelle macchinette che a beo difeernere
,

tale fenomeno fono adattate ; anzi immaginandomi , che il


tutto foffe terminato dopo l’ accaduto fcuotimento , badai
alle proprie lacepde . Ma nel Febbrajo cominciai » mutai*
penfiero ; dappoiché vidi , che il caldo del giorno non corri*
fpondeva al freddo della notte , con un cortantc divario di 4.
o 5. gradi di fenfibilirtima differenza 1 Venti erano irrego-
.

lari , e da mattina a fera giravano tutta la buffola fenza ler-


,
marfi le Baaderole più di due o tre ore nella medefima dire-
,

F z «ione ,
;k Lxxxrv ){c
>n3ragssrTJft»ytvm-rtrpg?gggirr.ft:^rvy^

zione pioggic cadctnanó , trnno quelle impetuoré., repen-


: Co
tine , poca durata ; la mattina , pria cheufciiTe il 5 oIe
,e di
,

e la (era dopo tramontato appariva una lunga e delicata dri- ,

l'eia di denfa Nuvola sù V Orizonte che d'eftendeva dall’ O-


,

rieme iberno (ino al Mezzogiorno o poco meno e non fva - , ,

niva che all’ ufeir del Sole o della Luna


, T Aria della mat-
, :

tina < contro il confueto di quello ameniilìmo Clima ) faeeali


vedere carica di vapori ed una denfa Nebbia ingombrava fo-
,

vente l’Alveo intero del noflro Canale dalla Torre del Faro
al Capo di Spaftevento , e più oltre per quanto potea difeer-
nerfi ; quale Fenomeno durò interpellatamente per tutto
Maggio , e porzione di Giugno , giungendo in alcune matti'-
ne allegno non folo di non più lafcfarci vedere la vicina Ca-
labria ma per due o tre ore non lafciarci dillinguere in Cit-
,

tà ,
e nelle Campagne l’un 1

altro alla diflanza di pochi palli
Era portata quella Nebbia da un Vento che fpirava tra ,

Greco e Tramontana cd allor parca che iVaniffe quando


, ,

.cangiando direzione cominciava T Aria a moverfi tra Tra-


montana e Maellro ma nelli giorni di gran Nebbia mai non
:

lì femirono Terremoti .

La notte Febbraro par che folle data la foriera


de’ 13.
de’ mali, checi fopravennero Verfo le ore 3, un picciolo , .

ma feofibile fcuotimento fece avvertiti lutti coloro , che llu-


diano la Natura , che nella porzione della terra a noi toccata
con era in quiete , ed in equilibrio la materia che produce ,

i Terremoti e perciò chi olTcrvò la mattina 1’ Acqua de’Poz-


;

zi , c trovolla lattiginofa ,
e torbida , chi fi dica riguardare
l’Aria, e parvegli ripiena di vapori che rendevano pallidi i ,

raggi dd Sole chi rimirava di notte Venere e vedeala ador-


, ,

na dillo’ Alone, e frattanto ninno fi azzardava a prefagire i


futuri Terremoti , o la fulTiIlenza della caula che palfati , i

due avea prodotti Ma ecco la ferie delle nofiire difgrazie


.
.

Apparve il primo Marzo una Aurora bo.-eale foriera delle


venture fcolTe,; l,a notte poi delli iS. alle ore 4- ij. feoppiò
un
)§( LXXXV )§(

iin Terremoto così. forre y C' terribile ,- cJ’® li Pavimeati


Tetti f
Muraglie delie Cafe parvero y che rtìvioalTwo ; il'
le

Crocchio , che diedero le Mobiglie , lo (Iridore fenfibil-ifìlìmot


deir Aria i e la diveriìtà de’ movimenti non potè darci adito)
a confidcrarc nè-fe orizontale nè fe
raifto foffe flato il moto

nè fedallatola terra, odali' aria infieme provenuto fi fofTe>»


Fùìn quafi tutti talmente attaccato il fìftema nervofo, dio
alcuni caddero in vertigine ,
altri provarono nn continovatof

tremore, e rigor di freddo per tutto il loro corpo, altri una.


inane voglia di fcaricare il ventre , ed altri Analmente un*
propenfione nojofiffima a vomitare .
Accorfi io fiibito al mìo Barometro Eugenìano , c vid!
con fommo mio ftupore , che remafto era al grado medefìmó
di elevazione dove lo avevo lafciato il dopo pranzo Atterri- .

to dal minacciato pericolo delle Fabbriche , che molto {offri-


rono , fuggi con la mia Gente di Cafa , e poflorai in ampia
Piazza , diedi ivi tutta la notte , cd ebbi il rammarico di fen-
tire altre due fcolTe una alle ore j-. i ?• , 1' altra alle ore 8. 15.
precedute ambedue da un fenfibiliflìmo quafi fuffurro, o
fgricciolo nell’ Aria . Ella la notte era freddiffiraa , e foffìa*
va tra Ponente e Maeflro un vento irregolare ora fubitaneo ,
e forte , ora leggiero e ftefo con pochiflìme nuvole
,
Alzoflì .

la Luna verfo le ore 8. , c comparve sù 1’ Orizonte roff^ggian-


te , e con defco .
vi , ; : -

Da più tempo fino a quel giorno fi erano reftaU nella


«]uiete Vulcani di Lipari , e di Mongibèllo , quando ci arr^s-
i

vò la notizia , che il primo avca di già con flrépiti , e rumori


eruttati delli furai foltifiìmi , ed aperta una nuova bocca vici'^
no le Saline con torrenti di fuoco; ma poco giovò quella-' pre^
tefa efalazione , dappoicchè la notte de' 9. Aprile alle ore
45- replicarono le feofle , la di cui feconda verfo le ore 8. ly.
fù così flrepicofa , forte , e lunga , che a memoria de”noflri
Vecchi mai non s’ era intefa l’ uguale in Mdfina* Io , a Hi'r :

vero 5 che colla mia Gente ricoverato trovavomi in alcune


.flan-
.

)§( LXXKYl )$<

ftanzc a piana terra di una mia Cafina fuori le mura di


quefta
Citta pofta fopra una Collinctta ghiajofa non ne
coocc^ù tul»
to valore ; ma il Crocchio delle Fabbriche vicine
il
Io fgric-
,
ciolo, e grido dell’ Aria ed il fenfibileodor
, di Z,olfo mi fè
ipmma impreflìone • L.’ Aria era gravofa
, eia terra parca ,
che continuameme vaciilalTe Cotto i piedi quanto vi era
,
nella Stanza, anche dopo celiato il violento tremore, fem-
brava vacillante , ed il corpo umano pollo in qualunque fitua-
2Ìone fentivalì affiduamente urtare, e fcuotcre
, in fatti la
medefiaia notte alia ore B. 45* 9‘ *5* j c 9. ^6- continua*
fono le CcolTe , ed anche il giorno appreflo io. Aprile alle ore
2i.,ga. con movimenti pCcillatorj ondolaio; j e miili Il
, , .

Vento,, che nei giorni precedenti era vaco , cd incollante fpi-


fava con bJuvole tra Maeftro c Ponente ; la Luna appariva
biancheggiante , e preoccupata da Nebbia ed il Sole pallido, ,

CcRza forza ; il calere fi avanzò al fegno , che non già di Pri-


mavera , ma dì EAate moftrava eflere giorni, febbene la i

notte poi rinfrefcavalì r aria in modo, die faceaci raccorda-


re , eh’ crayanao d’ Aprile . Da quello giorno in poi fino li

9. Maggio io non inte5 fcuotimento rimarchevole, ma ciò


J’ ho attribuito alla natura del luogo dove dimoravo giacché ,

a relazione di Gente lineerà , e Icevera di preggiudiz) non ,

^afsò quali giorno , che alcuna leggera feofla non fiafi fatta
ientire ed in fatti avendo io ( in mancanza d’ ogn'altro idru-
:

mento ) preparato un bicchiero unto nell’ orlo di Oleo c ,

quello ricolmato d’ acqua a fegno , che fopravanzalTe l'orlo


medefìiQo , (ìtuatonel piano delia mia Stanza mai nonne
versò goccia nel tempo , ch'io ivi dimorai: fegno non equi-
voco , che in quel luogo il moto era leggeriffimo , o che i
fcuotimenii erano provenienti dall’ urto deli’ aria ; c non
dalla terra
Giorno poi 8. Maggio alle ore zi. ferono nuovamente
. Il

s due continuare iconfe quali per altro furono da me


fenrirfi
,

accidentalmente.predette. e prognollicate a caufa della Nu-


,

vola
)§( Lmxvii )§c
'
tìmmtmmÈmmKmummmmmmmmmmmmmmmrnmm

vola in {orma di itrifcia comparfa allo Scirocco , c piùden(a , :

epiùdiainra , c più coftante ;


peli» torbidezza dell’ Acqua i

dei Pezzi ,
e per un rtraordiiiarfo bollore da me oflerva-to nelP
acqua del mare Seguì dopo due giorni un tcmporalcccio
1’
con lampi , tuoni , e pioggia diroitiilìma apparendo aria ri*
coperta di nuvoloni denfi , c coioriti di un giallo carico , ciac
faceva paura dopo tre altri giorni fi die a vedere Un leggic-
:

rKTmBO lume boreale fratnifcliiato con nuvole ; indi feguirono


altri deboli fcuotiménti quafi in ogni giorno , ma foltcnt® da
^

pochi avvertiti , ed io due fole volte trovandomi a federe in-


tefi quafi fofpingermi con un’ urto , che da baffo fi diriggeva


in-altò . 11 dì poi io» Giugno alle ore zj. due altre feoffe fu-

rono generalmente intefe da tutta la Città , c fuoi luoghi vi-


cini > dopo delle quali niente più di rimarcabile fuccedè id
Mefiina ; 1’ ària però mai non cambiò
«fato fiftetaa dcirirn*
1

provvifo cangiamento de’ Venti , della copia de' vapori , del-


la pallidezza de' raggi fola ri , fitlocchè poffofi un vento trA
Greco e Levante parve li 4. Luglio dall’ intuito reftituita alla
ffta ordinaria fercnità : la notte però de’ ig. dalle ore due fi-

no alle 45> fi fè nuovamente vedere il lume boreale , che fi


eftefldevà dal Greco fino al Ponente alto fu l’Orizoate
gradii ma frattanto il tempo fi mantenne fempre fecco , ne
ebbimo delle Piogge fe non fe nei giorni 18. 19. , e 20. del
,

palTato Agofto . Il noftro Etna dopod’ efferfi fiato placido'

e quieto per tutto il mefe di Marzo, cominciò nella metà di'


Aprile a rumoreggiare j « dare indizio di vicina eruzióne,»
locchè fucceffecon aver aperta una nuova bocca nel lato , che
guarda il Libeccio quafi alla metà del monte, da dove man-
dò fuori una ingente , e copiofa lava di materie infuocate,
che per più giorni fi eftefe lungo tratto di molte miglia nelle
fottopofte Campagne ; ma dopo il corfo di alquante Settima-
ne tutto ritornò al primiero fip cflcre -

E’anche degno di fa per fi , che i principali Terremòti


de’ 18. Marzo, 9. Aprile, ed 8. Maggio farono intefi da
qvafi
)H Lxxmii. )§(

q^afi tutto il yaldemone; però non furono mai re.


gli altri >

»iCd unifornai ^ -accadend^o ora in uno, ora in più luo.


ghi ia di^^rfe giornate , ed in differenti ore : i paefi però che
,
reffano a Mezzogiorno ^ da Mcifina Gnoa Xavonnina furono
così berfagliati dalli continui fcuotimenti, che nel eorfo
di
quali quattro Mefi contando da Marzo fino tutto Luglio mai
non contarono giorno, chenonfoffero dati berfagliati dai
Terremot'i.conun fibilo ,, erombazzo nell' Aria , che li fpa-
,

ventava,;,. mottivo per cui: le Genti abbandonarono le proprie


Cafe , molte de’ quali rovinarono , e fi pofero culti nell’ aper-
ta Campagna fono Tende, c Capanne ; la forza però, od
energia delle fcoffe fù fempre maggiore verfo le ripe del Ma-
re, che nelle .^vicine .Colline, Le bocche delle -mtniere me-;

tallidiedi Fiume di Nifi 1 8 miglia da qui difcofte., fat'tefi dao


.

me ©ffcrvarc , mandavano un’ infolito vento, e le Acque, ;

che da quelle Colline fgorg^vanp tutte furono latteginofe ,


torbide di caricato fapore .

Ecco r Iliade funefta delle poflre difgrazie ,


le quali feb-/
bene effer poffano un oggetto di piacevole fpecuUzionc ^alla
lócnte di un Naturalifta , fono però una gipfta caggione di
fpaventoa tutti coloro, che tr©vanfinel pericolo, ed in par-
ticolare fe circondati fono , come fon’ io, di Congionii di po-
cò fptrito ,
cercando le maniere più plaufibili per ren-
i qua '.i

derli immuni dal danno , che gli vien, minacciato lafciar non ,

poflòno il timore ecceffivo , che le reca l’ idea del proffimo pe-


riglio quindi nel Caos di tante aggitazioni degno fon’ io di
compatimento,; fe non ho potuto con molta efattezza offer-,
vare tutto ciò che bifognava , e fe moltifiàme circoffanze ho
tralafciatQ di notare peli' aggitazione , io cui mi tenevano 1
Parenti, inegoz;, e i’ obbligazioni dei mio lla.to ,
&c.

FINE.
IUTA or MESiS'AfA I3EL ftJCGKO l)r
i'òrC'- òTorire ef'ffjT f^òMerha /5 • ^ tt-é.ijfr /t/7jrofò ct^f ÓrefUtH
Mlb. w/?f ^rt ^n- ^
rief jjCt fUi
fKeariijo l^Oh.-ic’X^ttA . éfert^ArtiWtf eh d( f. Jfhò/fini}
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I^Xct.'^jZ.'o, fXP.AJLB fATÌfir^m .

'Ct^paMive di /(xir'ofer.m» h. Chtf .d^ jfAtitti/- «A flehfèf/jrm ff. dnutna.fj.h:.


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