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IL MINISTERO DI GESU’

Come fu il ministero di Gesù in Galilea? Gli studiosi moderni hanno opinioni molto contrastanti su questo
tema. Liberali come Gogue e Goodspeed affermano che, nonostante qualche opposizione, Gesù godette di
grande popolarità in Galilea per un certo tempo. A causa della sua fama come operatore di miracoli,
guaritore ed eccezionale maestro, folle accorrevano ad ascoltarlo. Inevitabilmente egli si attirò critiche da
parte degli scribi ortodossi e dei farisei. Ma i seguaci di Gesù erano di gran lunga più numerosi dei suoi
critici.

Gli studiosi liberali della Bibbia, perciò, mettono in contrasto due periodi nel ministero di Gesù: i primi
tempi, paragonati ad una "primavera galileana", e un periodo più tardo quando Gesù dovette affrontare una
pericolosa opposizione. All'inizio, dunque, sembrava esservi una reale possibilità che il ministero di Gesù
fosse coronato da successo. Goodspeed afferma che un cambiamento importante avvenne non appena i
farisei riuscirono a persuadere Erode Antipa a sopprimere il movimento di Gesù. Per evitare uno scontro
rischioso con i suoi nemici in Galilea, Gesù fuggì segretamente nelle città pagane di Tiro e Sidone nella
pianura lungo la costa della Fenicia (Mc. 7:24), e passò del tempo fuori del regno di Erode, nell'area della
Decapoli, governata a quell'epoca dal tetrarca Filippo (Mc. 7:31). Guignebert descrive questo periodo come
la fuga errante di un uomo che si sentiva inseguito.

Nonostante tutti questi ostacoli, Gesù si rifiutò di rinunciare completamente ad avere successo e ad ottenere
alla fine una vittoria col suo popolo. Perciò egli decise di entrare a Gerusalemme durante la Festa della
Pasqua e di presentarsi a tutti gli ebrei, offrendo loro il loro grande destino messianico.

Kung, come la maggior parte dei discepoli di Bultmann, interpreta il ministero di Gesù in Galilea in modo
molto differente. Secondo lui Gesù non godette mai di una primavera galileana coronata dal successo. Fin
dall'inizio egli incontrò dubbi, aspra ostilità e rifiuto. Non ci fu perciò un periodo d'immensa popolarità
seguito da un periodo di tribolazione. Inoltre, non possiamo fare affidamento sull'accuratezza di Marco nel
riportare i riferimenti geografici e temporali del ministero di Gesù. Secondo la critica delle forme, Marco
non ha ricevuto uno schema della vita di Gesù dalla tradizione. Egli stesso ha creato i collegamenti
geografici e temporali che tengono insieme tutti i discorsi e le opere separate di Gesù.

Tuttavia, anche per Kung, l'idea che Gesù andò a Gerusalemme soltanto per morire può essere
un'interpretazione cristiana più tarda, perché, come ci riporta Luca, i discepoli speravano che il viaggio nella
Città Santa avrebbe portato l'apparizione del Regno (19:11). Guignebert afferma che Gesù andò a
Gerusalemme non per morire ma per agire. Oppure, come conclude Goguel, quando Gesù fu costretto a
lasciare la Galilea per rifugiarsi in un'area dove Erode non poteva raggiungerlo, la fede nella sua missione
rimase indisturbata. Era sempre sicuro che il Regno fosse vicino.
Il teologo della liberazione, Jon Sobrino, ci offre una terza spiegazione del ministero pubblico di Gesù.
Come Goguel, egli accetta l'idea di una primavera galileana in cui Gesù godette di immensa popolarità fra la
gente comune. Tuttavia, diversamente dai liberali, Sobrino sente che Gesù fu costretto a cambiare la sua fede
a causa dell'ostilità dei farisei e dell'opposizione di Erode. Questo ritratto liberazionista di Gesù merita
considerazione perché sta incontrando un'approvazione sempre maggiore da parte dei cristiani intellettuali di
oggi.

Secondo Sobrino, all'inizio della sua vita pubblica, Gesù agì più o meno come un ebreo apocalittico. Allora
la sua fede era basata sulla certezza della promessa escatologica. Egli parlava ed agiva come se il Regno di
Dio stesse già spuntando. Perciò Gesù fece tutto quello che poteva per rendere concreto l'amore, che è il
cuore dell'imminente Regno di Dio.

Egli invitava anche i discepoli a portare avanti un compito simile: proclamare la speranza escatologica. La
loro fede si fondava sulla completa fiducia che Dio si stava facendo più vicino per stabilire un'amicizia
universale.e dell'imminente Regno di Dio. Egli invitava anche i discepoli a portare avanti un compito simile:
proclamare la speranza escatologica. La loro fede si fondava sulla completa fiducia che Dio si stava facendo
più vicino per stabilire un'amicizia universale. Gli ascoltatori erano sfidati a volgere il loro sguardo a questo
Regno in arrivo, ad obbedire a Dio e a compiere dei segni effettivi di riconciliazione umana.

Gli insegnamenti e le opere di Gesù avevano lo scopo di riconciliare gli uomini fra di loro e con Dio. Per
esempio, Gesù insegnò che se qualcuno stava per presentare un'offerta sull'altare e improvvisamente si
ricordava di avere un motivo che lo separava da un suo vicino, avrebbe dovuto lasciare il tempio,
riconciliarsi prima col suo fratello e poi rinnovare la sua alleanza con Dio (Mt. 5:23-24). Per abbattere l
aspra animosità religiosa fra ebrei e samaritani, Gesù insegnò la parabola del buon samaritano. Per eliminare
l'antagonismo che esisteva fra ebrei e romani, Gesù lodò un centurione romano, dicendogli che la sua fede
era pi_ grande di quella di ogni altra persona in Israele.

In opposizione al rigido sistema sociale di casta Gesù mangiava apertamente con i pubblicani. In un'epoca in
cui le donne erano considerate inferiori agli uomini, egli le accoglieva nella sua cerchia intima di amici.
Il primo stadio del ministero di Gesù terminò bruscamente. Egli abbandonò il cuore della Galilea,
dirigendosi prima a Cesarea di Filippi e poi verso le dieci città della Decapoli. Perché avvenne questo
improvviso cambiamento? Perché Gesù si rese conto di aver sollevato un'opposizione pericolosa.

Ci sono diversi segni che indicano questa evidente mancanza di successo (Mc. 8, Mt. 13). I capi religiosi
non avevano accettato la sua predicazione.63 Le folle che prima erano state entusiaste ora cominciavano ad
abbandonarlo. I discepoli di Gesù non riuscivano a capirlo. Probabilmente, come suggerisce il quarto
Vangelo, ci furono due attentati per lapidarlo; così, per salvarsi, Gesù si ritirò sull'altra riva del Giordano
(8:59;10:31, 39,40).

Tutti i Vangeli accennano che Gesù si trovò ad affrontare una seria crisi sia interiore che esteriore, sostiene
Sobrino. Sembra che Gesù abbia cercato di ritirarsi in solitudine, restringendo il suo insegnamento soltanto
al piccolo nucleo dei discepoli scelti. Senz'altro ebbe luogo un cambiamento radicale nel suo modo di
comprendere se stesso e la sua missione .64

Gesù fu costretto a dare una nuova forma alla sua fede. Egli mantenne la sua fiducia in Dio, ma sembra che
avesse capito che poteva anche essere respinto dal suo popolo. L'atteggiamento di Gesù da Cesarea di Filippi
fino alla morte sulla croce fu molto diverso da quello fiducioso che aveva originariamente. Mentre all'inizio
egli si aspettava la venuta del Regno, ora invece si rendeva conto che avrebbe potuto trovarsi di fronte alla
morte. Non si aspettava più l'avvento imminente del Regno di Dio. Gesù awisò i suoi discepoli che forse
avrebbe dovuto patire la prigione e probabilmente la morte. Da questo momento in poi, diventare discepoli
di Gesù è descritto come un invito a prendere la croce. Così la fede di Gesù in se stesso e nella sua causa fu
alterata radicalmente nel mezzo di una situazione piena di conflitti sia interiori che esteriori.
Secondo la tradizione sinottica, Gesù si trovò di fronte ad una vera tentazione e non solo all'inizio del suo
ministero, dice Sobrino. Egli fu costretto a decidere come poter realizzare concretamente la sua missione.
Gesù dovette superare la tentazione che era nata dallo scontro con le forze storiche del peccato. A causa di
seri conflitti con le autorità religiose, la vita di Gesù fu messa in grave pericolo. I suoi discepoli si armarono
per proteggersi dalle persecuzioni. Sembrava che soltanto con la forza Gesù avrebbe potuto aver successo
nella sua missione. Come sappiamo dal racconto del giardino del Getsemani, Gesù non voleva morire. Nel
profondo del suo dolore, egli pregò Dio di non fargli bere il calice del martirio. Se gli fosse stato possibile,
avrebbe evitato la passione.

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