EvODIO DI ANTIOCHIA
+ Yargomento la contuleione di slant store
sual Pipe, Aas Orbs Chrisie! anti, Di
‘EE 1991 lon c indc in diverse ing), F vender
SEC! Monrmann, Als de PAntiguité Corinne, Pris
196d (ed tedesc, Giterioh 1999, ingle, London
[Bs9h- Hy, Jedin T: LatouretteJ. Mario Aas zur Kir
enpacbiche, Freiburg 1970. 7
P. Siniscaleo
EVODIO di Antiochia, primo vescovo di An-
tiochia, santo. Festa il 6 maggio in Oriente,
{1 29 aprile in Occidente. Incerta la data del:
Velevazione, forse intorno al 44. Non si han-
no notizie della sua vita, la sua personalita es-
sendo stata oscurata dal successore Ignazio. Ni:
ceforo Callisto gli attribuisce degli scritt
curamente sputi, fra cui un’epistola di cui
porta un frammento (HE Il, 3).
DHGE 16, 153
E. Prinzivalli
EVODIO di Uzala. Compatriota, discepolo ed
amico di Agostino, assisté alla morte di Mo-
nica (Conf. 9, 12, 31), divenne vescovo di Uza-
la (Africa Procons.), dove fondd un monaste-
10, partecipd attivamente alla lotta contro i do-
natisti, fu il primo a diffondere in Africa le
reliquie di s. Stefano. Mori senza dubbio do-
poil 424, Il suo culto & d’epoca tarda, e privo
di fondamento. Compare nei trattati giovani-
Ii (De quantitate animae, De libero arbitrio)
nella corrispondenza di Agostino (Epp. 158-
164, 169, di Evodio ad Agostino e di Agosti-
no ad Evodio). G. Morin ha pubblicato una sua
lettera inedita (RBen 13 (1896) 481-86; 18
(1901) 241-56). Si pensa che sia anche autore
di un De fide contra Manichaeos (CSEL 25,
949). Per sua iniziativa fu composto il De mi
raculis S. Stephani.
WK 6, 1154; DHGE 16, 134.35; LTK 3, 1260; Cath
4, 835.36; BS 5, 396-97; PAC 1,366373
V. Saxer.
EXULTET. Esistono vari testi del praeconium
paschale o benedizione del cero pasquale. II ve-
scovo Ennodio di Pavia ne compose due
(CSEL 6, 415-422), il sacramentario gelasia-
no riporta un breve e semplice testo di bene-
dizione, il Missale mixtum ispanico ne contie-
ne due, il messale ambrosiano ne porta uno
(Schmidt, Hebdomada Sancta, I, pp. 627-
628). Il pid popolare & perd l’Exuitet gallica-
no, introdotto a Roma attraverso i sacramen-
tari gelasiani dell’ VII sec.
La paternita dell’ Exultet incerta, ma @ evi-
dente che esso fu ispirato da Ambrogio. L’a-
nalisi del testo mostra, se non la mano, per lo
‘meno la mente di Ambrogio: per es. «ion pro-
desset nasci nisi redimi profuisseb» (Exp. in Luc.
2, 41: CCL 14, 49), 0 «Felix ruina quae repa-
1321
EXULTET
ratur in melius» (In Ps. 39, 20, 1: PL 14, 1116)
La parte dell’ Exultet che parla delle api fu isp-
rata da Virgilio, Georg. IV, 56-57: per es. «in-
gents animo augusto in pectore versant», 0 «alige
purissima mella stipant, et liquid distendunt nec-
tare cellasy. La lode delle api nell’ Exultet fu de-
risa da Girolamo nella lettera a Presidio (Mo-
rin, Pour !authenticité..) come del tutto fuori
posto nella liturgia di Pasqua
I testo dell’Exultet ha tre parti principal: in-
troduzione, rendimento di grazie e perorazio-
ne. L'introduzione comincia con la gioia de-
ali angeli per la risurrezione di Cristo, la par-
tecipazione della terra a questa gioiae il ruolo
della chiesa nel suo risuonare. E tipico della
mentalita franco-germanica Vinserimento della
apologia del diacono, «qui me non meis meri
ts», La seconda parte dell’Exulte tratta del rin-
sgraziamento pasquale e della lode di Dio che
ha compiuto meraviglie nella notte di Pasqua
Viene messo un accento particolare sulla tipo-
logia dell’Esodo e sull’immagine delle api che
hanno prodotto verginalmente il cero pasqua-
Te come Maria ha verginalmente concepito
dato alla luce Cristo. La perorazione ® una sin-
tesi della lode pasquale e si chiude con una pe-
tizione universal.
Dalla fine del IV sec. il canto del praeconium
paschale era compito affidato ai diaconi. Il Li-
ber Pontificalis ricorda che papa Zosimo ave-
va dato ai diaconi il permesso di benedire il
cero pasquale nelle parrocchie (Lib. Pont..[ed.
Perovsky], II, p. 95). Il sacramentario gelasia-
no di Angouléme (800 ca.) reca la notizia che
Agostino, da diacono, cantd il praeconium pa-
schale: eadbue diaconus cum esset et cecint fe-
citer». Lo stesso Agostino compose una sua
benedizione «quod in laude quadam cerei bre-
titer versibus dixiv (De civ. Dei XV, 22: CSEL
40, 2, 108). Questo & probabilmente il moti-
vo per cui document liturgici posteriori asse-
gnavano a lui la paternita dello stesso Exultet
(Schmidt, op. cit., cita GeAngouléme, GeF,
p. 640). Le fonti importanti del testo dell’E-
xultet si trovano nei sacramentari gallicani
(Missale Gothicum, ms. Vat. Reg. lat. 317; Mis-
sale Bobbiense, ms. Paris, lat. 13246; Missale
Gallicanum vetus, Cod. Vat. Pal. lat. 493), in
quelli gelasiani dell’ VIII see. (Sacram. Gelasia-
‘num Gellonense, Paris B.N. lat. 12048; Sacram.
Gelas. Engolismense, Paris B.N. Lat. 816; Sa-
cram. Gelasianum Fuldense, Géttingen, Univer-
sitatsbibl., Cod. theo. 231) e nei scramentati
gregoriani (Sacram. Gregorianum Ottobonien-
se, ms. Vat. Ottob. lat. 313; Sacram. Gregor.
Reginense, ms. Vat. Regin. lat. 337).
G, Morin, Pour Pauthentcité dela letre de S. Jerime
2 Présids: BALAC 3 (1913) 52-60; H. Schmid, Hebdo-
1322
|EZANA
mada sancta, Roma 1962; G. Cavallo, Rotoli di Esultet det
Thala meridionale, Bari 1973; H.’ Doutei-F. Vongrey,
Exultet Rolle, Graz 1975; U, Perovsky (ed.), Liber pontif.
calis, Roma 1976 (Studia Gratiana, 22).
‘A. Chupungco
EZANA (‘Ezand, Aiavas; sec. IV). Primo re
cristiano di Aksum. La sua conversione si de-
duce da due serie di epigrafi: una in cui si di-
chiara «figlio di Mahrem (= Marte)», l’altra
in cui si professa cristiano. Tradizionalmente
Ja sua conversione @ ascritta a Frumenzio, le-
game negato da Altheim e Stichl, che peral-
tro datano E. al sec. V.
E. Littmann, Sabsische, griechische und altabessinische
Inschriften (= Deutsche Aksum-Expedition 4), Berlin
1919; F Anirey, A. Caquot & P. Nautin, Une nonvele in
scription grecque d'Ezana, roi d'Axowm: Journal des Sa-
wants 1910, pp. 260-273; F Atheim-R: Stihl, Christen:
om om Rotes Meer I, BeslinNew York 1971, pp.
402.412; E. Dinkler, New Questions Conceming King Ext
na of Axum: Etudes et travaux 9 (1976) 6-15.
S.J. Voiew
EZECHIELE (iconografia). L’episodio pid
diffuso relativo ad E., nel repertorio figurati-
vo paleocristiano, @ quello della sua visione nel-
la valle delle ossa aride (Ez 37, 1-10), ricorda-
ta esplicitamente anche da s. Girolamo (In
Exech. 37). E. & quindi ritenuto prefigurazio-
ne del Cristo ed @ inserito gia nel ciclo di af-
freschi della sinagoga di Dura Europos, ante-
riore al 256, ma non ha riscontri nella pittura
paleocristiana. L’episodio é attestato invece su
alcuni sarcofagi romani (Ws 184, 1; 194, 4,
9; 206, 7; 215, 7; 219, 1), nonché in uno ibe-
rico di Gerona (Ws 112, 2), databili fra l'eta
costantiniana e gli inizi del V sec. E., giovane
Gymbet, in nia ilo, pr opeaz i pro
avvicina la virga ad un piccolo personag-
gio sudo adeno terra, con l testa appog:
giata ad un cranio. In qualche caso si vedono
altre figure di modulo minore, gia risorte. La
stessa scena si trova, tra le Veterotestamenta-
rie, su un vetro dorato di Colonia, ora al Bri-
tish Museum di Londra (inizi IV sec.): E., nel
consueto abbigliamento, con la virga, ha dinan-
zi a sé membra sparse che stanno per ricon-
giungersi. Molto pit rare sono altre scene ine-
renti al profeta: fra i manoscritti, nel f. 7 b
del codice di Rabbula. E., insieme a Davide
eal Cristo, sta per liberare un’ossessa dal de-
monio (a, 586), mentre la Maiestas Domini in-
1323
FZ
tesa come la visione di E. (Ez 10), & raffigu.
rata nel mosaico absidale della chiesa di Ho-
sios David a Salonicco (V sec.).
DACL V, 1050-1052; LCI Il, 716-718; J. Klinken
berg, Die Kunstdenkmaler der Stadt Kéln, Kéln 1906, »
273, fig. 110; CH. Kraeling, The excavations at Douna Ey
ropos. The Synagogue, New Fiaven 1956, pp. 178-194, tw,
LXIX-LXX1; Volbach-Hirmer, p. 87, figg, 133-135, Ce
chelli, Rabb. ‘Gosp, p. 59; E. Dassmann, St
durch Taufe Busse und Martyrerfirbite in den
fribchristlicher Frommigheit und Kunst, Monster 1978, pp
160, 70, 220-221
M. Perraymond
EZNIK di Kotb, (vesc. di Bagrewand, prima
meta del sec. V): secondo la tradizione uno dei
discepoli di Mesrob che tradussero dal grecole
Scritture e numerosi scritti patristici. Dopo un
soggiorno a Costantinopoli da cui avrebbe ri-
portato gli atti autentici del concilio di Efeso
(431) diventa vescovo, e in questa qualit’ par-
tecipa al sinodo di Astigat (449). E. il primo
autore originale armeno. Di lui conosciamo, ol-
tre ad una lettera frammentaria, un lungo trat-
tato, composto verso il 441-448, che espone la
vera dottrina su Dio e sull’ uomo refutando nel
contempo vari gruppi di avversari: marcioniti,
manichei, zoroastriani, pagani e filosofi greci.
Da questo doppio aspetto derivano i titoli che
ali sono stati dati dagli editori moderni: De Deo
oppure Contro le sette. La lunga trattazione r-
guarda la natura di Dio, il problema del male,
ali angeli, il libero arbitrio dell’ uomo: in prati-
a si presenta come una sorta di summa teolo-
gica. Coetanea della traduzione delle Scrittu-
reéuna sorta di modello della lingua classica ar-
mena. E stato dimostrato che in molti punti E.
dipende materialmente (pur con molta origina-
lita) da fonti greche: soprattutto dal De libero
arbitrio di Metodio, ma anche da Epifanio, Ip-
polito, Basilio di Ces., Efrem e dalla Didasca-
fig, Forse conosceva anche Ireneo, Diodoro di
Tarso el’ Apologia di Aristide.
RACh 7, 118-129; Bardenhewer V, pp. 209216; L
Maries & Ch, Mercier, Bsn de Kotb, De Deo LI: PO 28
3:4 (Paris 1959) 411-776, KM. Schmid, Des Wandapet Ex
rik vom Kolb Wider de Sekten, Wien 1900; S. Weber, Au
gewablte Schriften der armenischen Kirchenvater. I, Miinchen
1927, pp. 1-180, V-K. Calojan, Exnik Kokbbaci Kniga opr
verzenij (0 dobre i zie), Erevan 1968; L. Maries, Le De Deo
a'Exwik de Kolb connu sous le nom de «Contre les sects»
Exudes de critique liténire et textuelle- REArm 4 (1924)
113-205; 5 (1925) 11-130; M. van Esbroeck, Le pasage
d'Exnik (P. 241) dans le «De universos d'Hippolyte: Muséon
87 (1974) 441.444
SJ. Voieu
1324