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Chi non mi assomiglia – non lo capisco; chi mi assomiglia – mi spaventa.

Sono ottimista sul passato. Sento che ci porterà sorprese più grandi del futuro che, frastornato,
non sa nemmeno quando e dove apparire.

È faticoso, credo, fare del bene con premeditazione e preoccuparsi di questo progetto per giorni e
giorni, mentre le cose malvagie ti escono fin dal primo momento, spesso senza un piano, senza
volerlo, senza nemmeno pensarci.

All’aperto ho la fobia delle altezze: difficilmente riesco a tenermi ancora attaccato alla terra e da
un momento all’altro mi aspetto di crollare nella profondità del Cielo.

Non fare nulla – un inizio eccellente per qualsiasi atto.


Mi insinuo come il fumo di una sigaretta tra le sequenze
delle mie parole, mi insinuo come l’orologiaio attorno alle
mensole con i pezzi di ricambio e gli strumenti: scelgo,
smonto, rifaccio, rigiro la molla e ascolto. Ticchetta il
meccanismo anche senza di me? Allora può uscire nel
mondo!
Unici come siamo, quelli che mi circondano mi
supereranno, mi supereranno tutti nelle virtù e nei meriti,
ma nessuno perderà il suo tempo per essere il mio pari.
Un metodo giusto per imparare la gioia umile di fronte alla
vita: vegliare i morti.
Camminava sulle strisce per attraversare la strada, ha
esitato pensando troppo nel momento in cui doveva fare il
passo indietro ed è invece andato avanti, e la macchina lo
ha messo sotto. Io ero lì e ho imparato la lezione: se devo
fare un passo indietro, non esito!
Indipendentemente da quanto ricevo dal mondo non
trabocca il pieno che c’è in me. Indipendentemente da
quanto dò al mondo, non riempio il vuoto del mondo.
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Gli uni li conduce la vita, gli altri li porta il destino: la
differenza tra la mosca e l’ape.
Il fatto – l’incapacità del progetto di rimanere un’idea,
l’incapacità della materia di rimanere spirito.
Un buon giorno Dio si svegliò e dove guardava con il suo
sguardo onniveggente, nulla trovava, dove toccava con la
sua mano onnipotente, nulla raggiungeva. Così gli venne
un’Idea!
Io non mi batto per la verità di un altro. Il vanitoso non
saprà mai della mia vittoria sotto il suo nome, convinto
come è che sia naturale trionfare attraverso se stesso.
Il sognatore lo devi osservare nel sogno, nel sogno lo devi
conoscere. I sogni si avverano nei sogni.
Che ironia: l’eternità ha anche il plurale come una somma
di infiniti, quando anche una sola basterebbe a tutti!
Ho sprecato più giorni di quanti ne abbia la vita di un
uomo. Dio solo sa da dove li ho ricevuti.
I vermi – questi intestini che hanno perso il loro corpo da
qualche parte, a meno che, in qualche modo, sia la terra il
loro corpo risorto.
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La mia pelle – libro di segni – qui una ferita, una verruca,
una macchia, una cicatrice quasi cancellata, là – un dolore
quasi pronto per rinascere.
La mia ignoranza – l’unica cosa netta e sicura su cui posso
contare e non da qualsiasi età e in qualsiasi condizioni, ma
dopo una lunga vita di ricerca su di me, su di voi.
Oggi – il seme della giornata di domani; similmente il
giorno di oggi – il cadavere della giornata di ieri.
Alla mia età, ogni giorno in più è un regalo e il regalo, che
bel gesto!, non serve a niente.
Dove sei quando la tua mano ti scrive i libri?
Normalità – lo stato di eccezione che non interessa a
nessuno.
Ponte di cenere sul fiume in secca, la mia ombra audace
passa saltellando dove l’acqua era più profonda…
L’età, nel suo scorrere, mi libera dalla necessità dello
spazio e mi fa cadere schiavo del tempo.
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Ogni volta che vedo un arcobaleno vorrei tagliare con le
forbici questo nastro festivo, per inaugurare con le mie
mani il Paradiso per tutti i terrestri.
Vedo come gli oggetti senza volontà, ciechi nella loro
inerzia, mi si oppongono con un tale vigore da
ridicolizzare il mio giudizio, la mia forza, ma anche la mia
caparbietà così intelligente. Quale potere occulto dà loro la
forza per mettersi contro di me con la loro rigorosa
pazienza?
Sopravvivere attraverso la rinuncia: la saggezza della
lucertola che, per essere libera, rinuncia all’estremità
dell’essere.
Il diario – un modo per suicidarti ogni giorno finché riesci
a costruirti la tomba con un titolo: Memorie!
Passa l’onda su di te, e tu rimani asciutto come in piena
siccità!
Posso sempre dire: ora, tra le due guerre… Perché questa è
la vita, vivendo sempre tra le due guerre, quella nostra e
quella di altri.
Dall’alba al tramonto, il mio paese emigra in Occidente e
io sto irrigidito in questa terra dalla quale fuggono anche le
radici.
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Per chi è fortunato tutti i frutti maturano nella stessa
stagione: oggi!
Mi chiedo quali sacrifici ho fatto nella mia vita? Forse solo
quelli che mi hanno permesso di rimanere in vita – piccoli
sacrifici di vigliacco.
Lei dice che sembro più giovane rispetto all’età
anagrafica? È la differenza di vita che ho passato senza
viverla…
La stessa idea dice cose diverse, anche se la scrivo ancora
e ancora con le stesse parole. Io stesso sono un’altro
andando da un luogo all’altro, di tanto in tanto dicendo le
stesse parole, racconto altre cose.
La morte buona è stato progettata principalmente come un
ritirarsi della vita dal mondo e un trasferirsi, nell’interesse
della vita, nell’aldilà. Ma queste persone non sono
nemmeno in grado di mettere in pratica una grande idea
senza danneggiarla!
Io non sono quello che volevo essere ma so che era
inevitabile arrivare ad essere quello che sono; potevo non
esistere e nessun altro sarebbe stato al mio posto.
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Un coro del silenzio, il cimitero? Suona macabro solo per
quelli che non hanno orecchio musicale.
Ho un malfattore sotto la pelle e sto con il ginocchio sul
suo collo…
Che noia, che monotonia per il deserto vedere, per decine,
per centinaia di chilometri, solo il mio viso, eremita senza
fede…
Il delirio della disperazione – l’ultima tappa della tua
malinconia che, come ogni pazzia, inizia sempre con un
sorriso.
Ci conosciamo da più di trent’anni: in un periodo di tempo
così lungo gli altri, più deboli di cuore, avrebbero avuto un
crollo nervoso e sarebbero diventati amici.
Sono rimasto una causa senza effetto, quando per tutta la
mia vita sono stato l’effetto che cerca la sua causa.
Perdonate, se potete, il peccato di essermi sepolto vivo in
me stesso, nell’argilla che porto – progetto celeste che
rifiuta la costruzione sul fondamento della giornata di oggi.
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Sento parlare di persone che hanno dato l’anima solo per
diventare qualcuno, per arrivare sul picco di una catena
montuosa anonima. Penso alla loro morte.
Ho amici che conoscono bene il romeno e capiscono ogni
frase che sentono. Ma io non sento le frasi, le parole, non
sento le idee; sento la mia lingua mentre parla da sola, la
lingua romena braccata sui giornali, sento la lingua romena
vagare senza darsi pace nei libri.
Tutti comprano legnami, egli raccoglie chiodi…
Anche i geni fanno stupidaggini? Sì, ma da che altezza!
L’ombra – più vicina a me della mia camicia.
Come si ritira il pensiero di fronte alla pagina bianca!
Come una lumaca spaventata che rischia di cadere nella
profondità di una piscina di formato A4…
Con le possibilità avute e senza il pensiero della
concorrenza, ciò che Dio ha fatto della sua opera è quasi un
fallimento, anzi è un vero fallimento.
In questo corpo – i vermi, solo loro risorgeranno per
godere della mia vita nell’aldilà.
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Qualsiasi uragano è stato all’inizio, nella sua gioventù,
nella sua infanzia, solo una canzone, un sussurro, ma il
soffio velenoso dei suoi simili sulla sua culla ha irruvidito
la dolcezza della sua nascita facendolo arrabbiare.
Ami? Non sarai mai te stesso, non sarai mai l’altro.
Il mio fallimento rovina qualche piano divino o solo così
lo porta a compimento?
Ognuno di noi è insostituibile per se stesso per tutto il
tempo che può soddisfare il suo bisogno, così come
ognuno è a modo suo un esemplare unico di inutilità per gli
altri.
Il mio aforisma, uccello che vola davanti alla sua ala.
La stessa nuvola si trasforma in un mostro dopo averti
incantato con un viso d’angelo solo un minuto prima.
Quanto sono vicine a noi le nuvole…
Guardo la cicogna che, con una rana dentro il becco,
striscia a lungo finche riesce a decollare. Dopo questo
sforzo ridicolo, io avrei rinunciato alla preda che gracida in
segno di derisione, avrei rinunciato a volare per sempre.
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Eccoti, vuoi essere felice da solo senza pagarne il prezzo
quando, in realtà, la felicità ti richiede di sacrificare tutto
ciò che hai: la famiglia, gli amici, gli amori, i tuoi figli –
perché tu, in un oblio completo, possa essere felice
nell’inferno comune in cui viviamo tutti.
Con la vecchiaia, gli atti di routine della gioventù
diventano atti di eroismo. Ma se alcuni atti che adesso
faccio con piacere, li avessi sperimentati in gioventù, di
sicuro li avrei considerati un martirio.
Il mondo minerale ha tutto e molto di più da noi, ma manca
– probabilmente – di erotismo. Si può immaginare una
storia d’amore tra Rubino e Agata?
La soluzione del problema di adesso – il modo più veloce
per raggiungere il precipizio successivo.
Errore: la soluzione corretta per il problema sbagliato.
Alzo gli occhi fino al cielo e parlo così, per prendere
coraggio come di fronte a un precipizio dove sono pronto
a gettarmi, alzo gli occhi al cielo e dico che nemmeno il
cielo è così in alto come sembra.
Rivelazione – momento di oblio di te stesso quando scopri
che cosa succederebbe al di fuori di te se non esistessi.
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Ce ne andremo lasciandoci dietro solo il nome: alcune
lettere che seppelliscono un ideale.
La mia vita – un fallimento? Sì! È un fallimento resistente,
duraturo, un fallimento a cui sta bene essere saldamente
piantato nella mia terra rimasta incolta.
Conosco un solo modo di rispettare qualcuno: che non
sappia che tu esisti, e che possa respirare senza di te.
L’orcio è effimero, il coccio è eterno.
Puoi essere diffidente nei confronti degli amici, puoi
dubitare della loro diserzione. Al contrario, il nemico è
sicuro come un fedele pieno di passione nel risentimento
verso di te.
L’atto compiuto spira aria di tomba. L’imperfezione è più
fertile della perfezione che non procrea più.
Il mio corpo – scatola di violino dal cui strumento non sarò
mai tirato fuori vivo.
La tristezza è umana? Vediamo anche cani tristi, segno che
abbiamo già infettato la fauna circostante.
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Vago al di fuori del bene, al di fuori del male, perché non
conosco la loro proprietà. Talvolta faccio del bene senza
saperlo proprio quando penso che sto facendo il male
peggiore. Il rischio di essere vivo!
Chi dice che non ho memoria? Alla fine mi ricordo sempre,
da solo, senza averlo annotato da nessuna parte, mi ricordo
che ho dimenticato qualcosa, qualcosa di essenziale: la
ragione per cui mi sveglio anche domani.
L’universo, imbuto enorme con l’estremità più sottile
avvitata nel mio orecchio, il confine dei cinque sensi sulla
frontiera impalpabile dell’infinito.
Disprezzo – una decapitazione sublimata in bazzecola in
assenza di ragionevoli motivi per metterla in pratica.
Per Ceronetti, autore elogiato da Cioran, la perversione è il
male che violenta la volontà. No! Per me questo è un atto
da codice penale, mentre la perversione la vedo
diversamente: è piuttosto il bene fatto con la forza, il
benefattore che felice attende, dopo lo stupro, anche la mia
gratitudine.
Tra ieri e oggi – l’abisso da cui sono apparso. Tra oggi e
domani – l’abisso attraverso cui non posso passare.
La preghiera: confine invisibile tra la catastrofe e la
meraviglia.
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Il cappio – un’ancora di salvezza gettata dal cielo.
La battaglia con me stesso l’ho combattuta fino alla fine, e
sconfitto morirò. Cosa avrei fatto, padre, se l’avessi vinta?
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