-- omissis --
10.1. Premesse
10.2.1.1.3. - Intersezione con precedenza regolata dal segnale <fermarsi e dare precedenza (STOP)>
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10.4.1.2. Corsie per la svolta a sinistra in uscita dalla strada principale (fig. 31, 31a).
10.4.1.3. - Corsie per la svolta a destra in uscita dalla strada principale (figg. 32, 32a, 33, 33a).
1. Introduzione
1.1. Allo scopo di chiarire il significato ed indirizzare ad un corretto impiego dell'edizione aggiornata
delle <norme di costruzione e manutenzione delle strade -- caratteristiche geometriche>, si ritiene
utile richiamare, puntualizzandoli sinteticamente, i criteri ed i metodi per la razionale elaborazione
dei progetti stradali.
Si ricorda altresì che la progettazione stradale è attualmente regolata dalle <istruzioni per la
redazione dei progetti stradali> che, emanate dal CNR nel <Bollettino ufficiale del CNR> parte IV,
norme tecniche del 5-9-1967, hanno formato oggetto della circolare n. 5225 del 14-10-1968 del
Ministero dei lavori pubblici (v.).
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progettazione.
1.2.2. Il fine della progettazione è quello di consentire l'ottimizzazione della scelta fra interventi
alternativi, nel settore della viabilità, in un dato ambito territoriale.
1.2.3. L'ottimizzazione deve essere perseguita in termini di utilità collettiva, definita rispetto a
prefissati obiettivi della politica di sviluppo del territorio.
1.3.1. Indicazione delle forme tecniche di costruzione, manutenzione ed esercizio per ciascuna
ipotesi progettuale.
1.3.2. Determinazione, per la parte di sua competenza, delle variazioni di utilità (benefici e costi) che
corrispondono ad ogni ipotesi di progetto.
1.3.2.1. Definizione per ogni alternativa progettuale delle funzioni di deflusso e quindi delle funzioni
di costo di utilizzazione.
1.3.2.2. Individuazione, per una data prospettiva di sviluppo dell'assetto territoriale e per ogni ipotesi
progettuale, della configurazione spazio-temporale della domanda di traffico.
b) progetto di massima, inteso come determinazione delle caratteristiche progettuali delle alternative
considerate e come analisi economica comparativa, finalizzata alla ricerca dell'alternativa ottimale;
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1.5.1.1. Per ogni singolo progetto si dovrà definire in primo luogo, sulla base di un'opportuna
esplorazione preliminare, l'area di studio, e cioè l'area entro la quale si possa ritenere che si esaurisca
l'influenza dell'intervento oggetto della progettazione.
1.5.1.2. Si fisserà l'attenzione prevalentemente su quei collegamenti, per i quali si possa considerare
certa una partecipazione diretta o indiretta, ma di entità rilevante, alla redistribuzione del traffico o
provocata dalla realizzazione del progetto, e sugli insediamenti che si presumono significativi in
rapporto al processo di generazione degli spostamenti interessanti il progetto.
1.5.1.3. Si procederà poi alla schematizzazione della rete esistente e, con riferimento ad essa ed al
contesto insediativo, alla definizione dei tracciati e delle caratteristiche geometriche dei diversi
interventi ipotizzati, nel rispetto delle prescrizioni della presente normativa.
1.5.1.4. Si procederà infine alla disaggregazione territoriale secondo criteri di zonizzazione adeguati
alle particolarità del problema progettuale.
a) sulle strutture insediative e sui fattori demografici e socio-economici del territorio (area di
indagine);
b) sulle caratteristiche fisico-geometriche e funzionali delle strade esistenti interessate dal progetto;
c) sulle condizioni attuali di utilizzazione delle strade interessate (rilevamenti quantitativi per
categorie di veicoli) da svolgersi secondo un programma idoneo a fornire una rappresentazione
consistente della struttura spaziale e temporale della domanda di utilizzazione attuale;
L'elaborazione dei dati rilevati dovrà prodursi in una serie di tabulazioni e rappresentazioni grafiche
idonee a descrivere ed interpretare la configurazione attuale del traffico nei suoi aspetti essenziali,
evidenziando in particolare le relazioni con il contesto insediativo che costituiscono il fondamento
per la costruzione di modelli logici rappresentativi della dinamica degli spostamenti.
La caratteristica delle prestazioni di ogni singolo elemento della rete stradale rispetto al deflusso del
traffico sarà ottenuta mediante l'esplicitazione delle funzioni di deflusso, che legano le velocità e
quindi i consumi di carburante alle quantità dei flussi parziali corrispondenti alle diverse componenti
il traffico (*).
Sulla base delle funzioni di deflusso si dovrà procedere all'analisi dei consumi materiali e personali
(tempo, rischio e disagio) in dipendenza dalle condizioni di utilizzazione e quindi alla
determinazione delle funzioni di costo.
Costituiscono gli strumenti fondamentali per la rappresentazione della dinamica degli spostamenti e
quindi, sul piano applicativo, per la previsione della domanda di utilizzazione della rete stradale nelle
diverse ipotesi progettuali.
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La scelta di modelli adatti alle particolarità di ogni situazione progettuale sarà lasciata alla
competenza del progettista, il quale tuttavia sarà tenuto a darne specifica giustificazione.
Al progettista si dovrà richiedere la determinazione, per ogni alternativa progettuale, e per ogni anno
dell'orizzonte temporale prefissato, della configurazione della domanda di traffico e dei relativi costi
di circolazione, nonché l'indicazione, quanto più possibile consistente, dei principali effetti esterni. Il
progettista dovrà inoltre valutare per ogni alternativa il beneficio diretto attualizzato, equivalente alla
riduzione, rispetto all'alternativa di intervento nullo e nell'ipotesi di invarianza della domanda, della
somma dei costi globali di circolazione risentiti dalla collettività degli utenti nei diversi anni
dell'orizzonte temporale, attualizzati secondo un tasso opportunamente assegnato. In tal modo il
progettista sarà in grado di specificare per tutte le alternative considerate i costi di investimento ed i
benefici diretti attualizzati, offrendo con ciò un primo orientamento per la scelta dell'alternativa
ottimale.
__________
(*) Considerata la carenza nel nostro paese, di sperimentazioni sistematiche, dalle quali soltanto si
potrebbero trarre indicazioni valide per le funzioni di deflusso relative ai diversi modelli di strade ed
intersezioni, il progettista dovrà ricavare, dalle proprie conoscenze e specialmente da opportuni
riferimenti a normalizzazioni straniere o documentazioni di studio, elementi idonei a prospettare
accettabilmente le funzioni di deflusso per ogni situazione particolare.
Entro i limiti imposti dalle prescrizioni normative, tutte le caratteristiche di progetto devono essere
considerate come variabili; più precisamente la loro determinazione deve essere perseguita proprio
attraverso il processo di ottimizzazione, al quale, come si è visto, si riduce in definitiva la
progettazione razionale degli interventi nel sistema della viabilità.
Le presenti norme sono dettate dal solo punto di vista della sicurezza del moto del veicolo; non si è
pertanto provveduto a classificare la strada sotto altri profili ed in particolare sotto il profilo
amministrativo.
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Fuori dal perimetro del centro abitato si richiamano come valori minimi per tali fasce quelli indicati
dall'art. 3 del decreto ministeriale 1-4-1968; nell'ambito della perimetrazione urbana l'esigenza di cui
sopra deve essere tenuta presente in sede di elaborazione degli appositi strumenti urbanistici.
10.1. Premesse
Le intersezioni a raso potranno essere realizzate per i tipi di strada A1, A2, B e C indicati nel par. 2.
Per le strade di tipo D1, D2 ed E1 solo eccezionalmente ed in casi particolari, connessi alla specifica
situazione dei luoghi, potranno essere previste intersezioni a raso.
Andrà valutata a priori la prevalenza di un determinato asse stradale sugli altri e le caratteristiche sia
geometriche che di traffico di detto asse costituiranno la base per il dimensionamento e la
sistemazione della zona di intersezione. Tale zona è definita dai limiti entro i quali su entrambe le
strade viene a cambiare il regime di circolazione.
Data la singolarità che le intersezioni presentano sul tracciato stradale, in corrispondenza di esse per
la strada principale si dovrà evitare l'adozione, per quanto riguarda raggi di curvatura, linee di
transizione e pendenze, dei valori limite prescritti per la sezione corrente.
Ai fini della sicurezza la zona di intersezione dovrà essere non solo ben visibile ad una determinata
distanza, ma anche le sue caratteristiche dovranno essere facilmente individuabili.
Nella zona di intersezione dovrà altresì essere particolarmente assicurato il perfetto smaltimento
delle acque dalla superficie stradale.
___________
(1) L'accesso a proprietà private sarà concesso senza alcuna particolare limitazione per le strade A1,
A2, B e C. Per le strade di tipo D1, D2 ed E1 esso potrà essere concesso con la limitazione del
divieto di svolta a sinistra sia in uscita che in entrata; verrà comunque garantita la possibilità di tali
svolte concentrandole in alcuni punti; a tale scopo si potrà anche prevedere la costruzione di strade di
servizio.
Tali distanze verranno calcolate in funzione delle velocità di progetto delle due strade, secondo i
criteri esposti al º 8.1.1. e al º 8.1.2.2. delle presenti norme.
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Si dovrà fornire altresì ai due veicoli la possibilità di una visione reciproca, sotto l'ipotesi che gli
occhi dei guidatori si trovino ad una altezza dal suolo di m 1,00.
A tal fine l'area che per tale altezza dovrà essere sgombra da eventuali ostacoli dovrà essere ricavata
come qui di seguito esposto e sotto le seguenti ipotesi:
In tal caso la zona di visuale libera, cioè l'area priva di ostacoli, dovrà essere calcolata (fig. 21)
supponendo che il guidatore del veicolo che percorre a bassa velocità la strada secondaria, alla
distanza di m 30 dal ciglio della strada principale -- intendendo per ciglio la linea ideale a
delimitazione della corsia più esterna -- possa vedere un tratto <L> dell'asse della strada principale
sia a sinistra che a destra.
La misura di <L>, valutabile in funzione della velocità caratteristica dell'intersezione dal grafico di
fig. 23 -- curva A, è tale che il conducente del veicolo che percorre la strada secondaria possa
valutare l'opportunità di immissione o di attraversamento senza dover ridurre ulteriormente la
velocità, oppure possa valutare la necessità di arrestarsi.
Gli assi stradali, nella zona di intersezione, dovranno formare angoli il più possibile prossimi a 100g.
Dovranno essere evitate le immissioni all'interno di una curva, mentre quelle all'esterno saranno
ammissibili qualora gli elementi geometrici compositivi della strada principale consentano una
buona visibilità e stabilità di marcia.
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La pendenza della strada principale non dovrà in nessun caso superare il 4%. Sulla strada secondaria,
per una distanza di almeno m 20 dal ciglio della strada principale, qualora ciò sia possibile, la
pendenza non dovrà superare il 2%.
Nel caso in cui sia necessario adottare un limite di velocità per tale zona, la velocità caratteristica
coinciderà ovviamente con detto limite.
Se la strada principale è del tipo A2, B, C, D1 e D2 essi potranno essere adottati qualora non siano
necessarie, sempre sulla strada principale, le corsie per la svolta a sinistra.
La strada secondaria dovrà anch'essa essere a due corsie per una estesa di almeno m 30 a partire dal
ciclo della strada principale.
Nelle intersezioni a tre braccia (fig. 24) la strada secondaria potrà non essere dotata di isole
divisionali a goccia. Tali isole, sempre nella strada secondaria, dovranno di regola essere realizzate
nelle intersezioni a quattro braccia (fig. 25) per tutti i tipi di strada a due corsie ad eccezione della
strada di tipo A2 ove si potrà adottare lo schema di fig. 24 simmetrico.
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Gli schemi di figg. 26 e 27 saranno validi allorché non siano necessarie le corsie di decelerazione per
la svolta a destra in uscita dalla strada principale (par. 10.4.1.3.), mentre nel caso contrario dovranno
essere adottati gli schemi di figg. 28 e 29.
Nelle intersezioni a tre braccia, di fronte alla corsia per la svolta a sinistra, andrà delimitata sulla
pavimentazione, tramite apposita segnaletica orizzontale, o meglio con isola di traffico dotata di cigli
sormontabili, una zona non transitabile.
In corrispondenza dei casi succitati, qualora secondo quanto indicato al § 10.4.1.4 si vogliano
realizzare corsie di accelerazione per i veicoli che provenienti dalla strada secondaria si immettano in
quella principale, le intersezioni saranno realizzate conformemente agli schemi di figg. 26a, 27a, 28a
e 29a.
In tal caso l'inserzione dovrà essere realizzata conformemente allo schema di fig. 30.
-- per le strade a due corsie qualora si debba fornire ai veicoli la possibilità di invertire il loro senso
di marcia, concentrando tali manovre in punti ben determinati (nota 1 par. 10.1.);
-- sempre per le strade a due corsie, qualora più strade confluiscano nel medesimo punto e non sia
possibile la separazione ed il distanziamento delle singole intersezioni;
-- per le strade di tipo E1, sia per le ragioni di cui sopra, sia in alternativa alla soluzione
semaforizzata.
Particolare cura si dovrà porre nel dimensionamento dei rami di scambio attribuendo ad essi una
lunghezza che, in funzione delle caratteristiche geometriche e di traffico, assicuri l'effettuazione di
tutte le manovre in condizioni di sufficiente sicurezza.
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La lunghezza sarà ottenuta come somma delle lunghezze parziali relative al tratto necessario al
cambio di corsia (Lc) al tratto in cui viene effettuata la maggior parte della decelerazione (Ld) ed a
quello di accumulo (La).
La -- il tratto destinato all'accumulo dei veicoli dovrà avere una lunghezza non inferiore a m 20;
Ld -- la lunghezza minima del tratto destinato alla decelerazione sarà determinata in base alla tabella
n. 4;
Lc -- la lunghezza di tale tratto sarà ricavabile in base alla tabella n. 4; tuttavia essa non dovrà mai
essere inferiore a m 30.
La lunghezza Lp lungo la quale andrà effettuato il raccordo per l'allargamento della sezione
trasversale dovrà essere dimensionata in base ai criteri esposti al par. 10.4.2.1.
La larghezza della corsia non dovrà essere comunque inferiore a m 3,25. Le lunghezze minime dei
tratti di cambio di corsia e di decelerazione (figg. 32, 32a) dovranno essere determinate,
analogamente a quanto prescritto per le corsie di svolta a sinistra, in base alla tabella n. 4.
Nel caso che in base al dimensionamento suddetto risulti una lunghezza per il tratto di decelerazione
inferiore a m 50, tale tratto potrà essere omesso e la svolta a destra dovrà essere realizzata
conformemente allo schema di fig. 33.
Tabella IV
Resistenza i = -- 4% i = 0% i = > 4%
Velocità (km/h) 40 50 60 70 80 40 50 60 70 80 40 50 60 70 80
Vc 90 100 90 100 90 100
m 10 15 25 40 60 5 10 20 30 40 -- 5 15 20 30 40
80 105 55 75 55
m 30 35 40 45 50 20 25 30 35 40 15 20 25 30 35
55 60 45 50 40 45
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Il loro dimensionamento verrà effettuato conformemente a quanto esposto nel capitolo concernente
le intersezioni a più livelli.
Le corsie di accelerazione per i veicoli che, provenienti dalla strada secondaria, si immettano,
mediante una svolta a sinistra, nella strada principale, potranno essere realizzate per le intersezioni
aventi velocità caratteristica _ 60 km/h.
Il loro dimensionamento avverrà in maniera tale che abbiano lunghezze identiche a quelle delle
corsie per la svolta a sinistra in uscita dalla strada principale (tab. n. 4 - figg. 32a, 33a).
Lr = Vc √ a
dove a rappresenta l'allargamento necessario ed è pari alla larghezza delle corsie supplementari
qualora esso sia realizzato da un solo lato; in caso contrario esso sarà pari alla metà della larghezza
suddetta. La velocità Vc è espressa in km/h.
Tabella V
an = cn·a
Ln/Lr en Ln/Lr en
0,00 0,0000 0,55 0,5950
0,05 0,0050 0,60 0,6800
0,10 0,0200 0,65 0,7550
0,15 0,0450 0,70 0,8200
0,20 0,0800 0,75 0,8750
0,25 0,1250 0,80 0,9200
0,30 0,1800 0,85 0,9550
0,35 0,2450 0,90 0,9800
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Essi sono composti nella maniera indicata nelle figure 35, 36, 36a (1).
Per quanto concerne l'andamento delle tricentriche dovranno essere verificate le seguenti condizioni:
α1=α3
e dovrà assumersi
α 2 = 5,5 α 1
b) per i raggi
R1 : R2 : R3 = 2,5 : 1 : 5,5
R2 minimi (m)
intersezioni intersezione di
di tipo I° tipo II° e III°
(3)
entrata uscita entrata uscita
ω
70g 12 8 17 10
100g 10 10 12 12
120g 8 12 10 17
__________
(1) Con riferimento alle figg. 36-36a si ricorda che il profilo dell'isola divisionale, in corrispondenza
alla tricentrica, dovrà essere sagomato in modo da ottenere il necessario allargamento per il canale di
svolta.
(3) ove ω si intende l'angolo di intersezione degli assi stradali indicato in figura 36.
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Mentre i dispositivi di inserimento nelle due strade che si intersecano dovranno essere realizzati
conformemente agli schemi indicati nel par. 10., la geometria della rampa di collegamento dovrà
essere conforme alle prescrizioni di cui ai seguenti paragrafi 11.3.3. e 11.3.4.
Per l'ubicazione della rampa in uno dei diversi quadranti ci si atterrà agli schemi illustrativi di figura
37.
In essi, per le immissioni delle due rampe nella strada secondaria, valgono ancora gli schemi proposti
nel º 10.; per i raccordi con la strada principale si adotteranno gli schemi desumibili dalle figg. 38 e
39.
Per la geometria delle rampe di collegamento si rimanda ai seguenti paragrafi 11.3.3. e 11.3.4.
Circa gli elementi compositivi valgono le prescrizioni contenute nei seguenti punti:
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-- tronco di decelerazione: la sua lunghezza è calcolata sulla base della variazione di velocità
longitudinale, tenendo conto di una decelerazione massima di 2m/s^2 (in orizzontale). La velocità
finale è in funzione dell'eventuale raggio di curvatura della rampa di uscita o della velocità che si
vuole consentire all'ingresso in una determinata area. La velocità iniziale corrisponde alla velocità
operativa della corsia esterna determinata tenendo conto dei flussi (**) e della sezione trasversale
della strada.
-- di un tratto rettilineo in prosecuzione del tronco di manovra, di lunghezza non inferiore ad un terzo
dell'intero tronco di decelerazione;
___________
(*) In luogo del dispositivo di fig. 41 può essere impiegata per il complesso del tronco di manovra e
di decelerazione la soluzione cosiddetta <ad ago>. Essa è ugualmente valida dal punto di vista della
sicurezza, ferma restando la esigenza di dimensionarne la lunghezza totale in modo analogo a quello
indicato nel presente paragrafo.
-- tronco di accelerazione: ha inizio dove termina la curva circolare della rampa di ingresso, o dal
punto in cui si esce da una determinata area. Se si prevede un raccordo progressivo, esso costituisce
parte integrante del tronco di accelerazione.
La lunghezza di tale tronco è computata sulla base della variazione di velocità, tenendo conto di una
accelerazione massima di 1m/s^2, mentre la velocità raggiunta alla fine del tronco di accelerazione
dovrà essere pari alla velocità operativa della corsia esterna.
Almeno un terzo di tale tronco deve svilupparsi con asse rettilineo parallelamente alla carreggiata
stradale;
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m 4,50 con banchine laterali pavimentate di m 1,00 per parte; (è anche consentita una diversa
organizzazione della sezione trasversale con carreggiata da m 4,00 ed una banchina pavimentata
sulla destra larga m 2,50);
-- larghezza delle carreggiate unidirezionali a due corsie: m 6,00 con banchine di m 1,50 per parte
(potrà essere consentita una piattaforma dotata di una sola banchina sulla destra larga m 2,50);
-- larghezza delle carreggiate bidirezionali a due corsie: m 7,00 con banchine di m 1,50 per parte.
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