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Corso di Scrittura Musicale Informatizzata

tutorial sul programma Finale

(Versioni di riferimento Finale 2005 e 2009).

A cura di Giuseppe Finizio

Introduzione
La rappresentazione grafica della musica, e` il mezzo con il quale il musicista compositore o il
musicista esecutore, esprime e identifica un'idea astratta attraverso metodiche in cui i suoni e gli
elementi ad essi connessi sono organizzati. L'organizzazione di tali elementi, segue un criterio di
universalita`, o almeno di universalita` per tutti coloro che utilizzano una stessa metodologia di
rappresentazione, in cui ogni singolo elemento ha un significato univoco, riconoscibile da tutti.
L'univocita` del segno, pero`, non e` sempre garanzia di un' eseguibilita` standardizzata poiche` tutti
gli elementi possono essere manipolati nell'ambito del loro specifico significato, divenendo
elementi di interpretazione e di liberta` formale. In questo senso le scelte dell'esecutore, sono
condizionate dalla propria personalita`, dalla propria educazione musicale, dalla tecnica che si e` in
grado di esprimere, e da tutti quegli elementi sostanzialmente individuali e non riscontrabili in altri
esecutori. Questa flessibilita` esecutiva, tende ad essere un elemento preminente nella volonta` di
caratterizzare il pensiero del compositore, di sviscerarlo, di magnificarlo, (qualche volta di
confonderlo), ma comunque di tradurlo e di renderlo accessibile a tutti. Rendere “visibile” la
musica, significa disporre di tutti gli elementi atti ad identificare correttamente il pensiero musicale
del compositore. La “visibilita`” degli elementi connessi alla musica, puo` anche seguire un criterio
di flessibilita` grafica, fermo restando pero` l’efficacia del risultato finale. In questo senso i
manoscritti del passato, ci danno la cifra dell'abilita` dei copisti dell'epoca di sintetizzare con segni
convenzionali e abbreviazioni, tutto cio` che risultava ripetitivo o trasposto, ottenendo in tal modo il
massimo risultato con il minimo sforzo. Certo ad un primo esame, le pagine risultano graficamente
confuse, ma con un poco di pratica la loro lettura non e` particolarmente difficile. (Fig. 1)

Fig.1

1
L'editoria musicale faceva i primi passi intorno al 1500 ad opera di Ottaviano de’ Petrucci, che
utilizzo` un metodo a “strati” per la stampa del rigo musicale, delle note e del testo, che lungi
dall’essere perfetto, getto` le basi per universalizzare la scrittura musicale, riconducendo
quest’ultima ad una semplificazione semiografia, rigettando tutte le complicazioni, sempre di ordine
grafico e non sempre giustificate, che teorici, compositori, esecutori e persino copisti erano ormai
abituati a realizzare. La trasformazione subita da alcuni segni, in certi casi pero`, ha seguito un
criterio temporale ben preciso, rapportandosi alle mutate esigenze del momento. Vale per tutti
l’esempio della trasformazione delle lettere in chiavi, come e` mostrato in Fig.2.

Fig.2
Ovviamente la nascita dell’editoria musicale non ha mai significato l’automatica scomparsa delle
forme manoscritte, anzi si puo` affermare che quest’ultime sono ancora oggi il modo piu` semplice
ed immediato per scrivere musica, anche se tale abitudine tendera` se non a scomparire del tutto,
sicuramente a ridimensionarsi, soprattutto dopo l’avvento del computer che ha dato una rapida
sterzata alla creazione di musica da editare rendendo piu` semplice il lavoro di codifica,
impaginazione e stampa. Non deve pero` trarre in inganno il termine "semplice" poiche` la
semplicita` o la complessita` di un'operazione grafica, e` direttamente proporzionale alla semplicita`
o alla complessita` della fonte manoscritta. L'uso di software dedicati all'editoria musicale, e`
diventata una prassi comune a molti musicisti, e non e` ormai raro trovare compositori o
strumentisti intenti a comporre o a trascrivere musica con l'ausilio del computer, ne deve passare
inosservato il fatto che l'utilizzo di queste nuove tecniche, aprono nuove strade nel campo del
lavoro, poiche` e` possibile ipotizzare per il futuro un uso sempre piu` frequente del computer anche
nell'ambito musicale. Purtroppo l'approccio a queste nuove tecniche presuppone una conoscenza
anche elementare dell'informatica, oltre alla conoscenza del software utilizzato, e tutto cio` puo`
tradursi in un rapporto difficile con il mezzo elettronico, fino a diventare un vero e proprio ostacolo
alla propria crescita. Vestirsi dei panni del discente non e` sempre facile, soprattutto per coloro che
l'eta` scolare l' hanno superata da un pezzo, ma non deve spaventare piu` di tanto l'idea di educarsi a
queste nuove tecniche attraverso una minima prassi di studio.
La lista dei software per l’editoria musicale non e` vastissima, ma si possono trovare software di
buona qualita` in grado di soddisfare anche le esigenze piu` specifiche. Come spesso capita, pero`,
vi sono dei software che tendono ad essere preferiti rispetto agli altri, e tra questi per quanto
concerne l’editoria musicale, e` sicuramente da annoverare quello che ormai rappresenta un vero e
proprio standard in questo campo: "FINALE". Famigerato programma e croce e delizia per molti
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musicisti, Finale e` sicuramente tra i software piu` interessanti apparsi negli ultimi anni (la prima
versione risale alla fine degli anni ottanta), e nelle sue versioni successive, e` sempre piu` venuto
incontro alle esigenze degli utilizzatori, che non poche volte hanno loro stessi suggerito alla casa
produttrice del software, migliorie e cambiamenti. Certo in questi ultimi anni, all’orizzonte si sono
affacciati altri software che da tempo tentano di spodestare Finale dalla sua posizione di
preminenza, riuscendo con nuove funzioni ad accattivarsi le simpatie dell’utenza professionale e
non. Molti di questi software si sono ritagliati un proprio spazio anche per le migliorate
caratteristiche di approccio alla partitura divenute sempre piu` automatizzate. Non sempre l’utente
ha l’esigenza di utilizzare tutte le funzioni che un programma gli offre, per tale motivo le case
produttrici spesso rilasciano “release” di uno stesso programma in forma ridotta ( anche la casa
produttrice di Finale l’ha fatto), riduzione riferita non solo al contenuto, ma anche e soprattutto, al
prezzo. Quasi mai pero`, tali programmi hanno il successo che le case si aspettano, l’utente medio
preferisce il programma al completo e non un suo surrogato che potrebbe nel futuro, con
l’accresciuta abilita` dell’utente stesso, mancare proprio di quella funzione che necessita in quel
momento.Finale, e in genere i programmi di notazione musicale, oltre ad offrire funzioni complete
per quanto concerne la grafica, sempre piu` offrono possibilita` legate all'uso del protocollo MIDI,
questo non solo per venire incontro a quei musicisti piu` legati alla possibilita` di utilizzare tastiere
o apparati musicali esterni, ma anche per usufruire delle funzioni di playback, utili per il controllo
ad "orecchio" di cio` che si e` scritto. La possibilita` di utilizzare il computer come "esecutore" e` in
un certo senso molto affascinante, anche se presto ci si rende conto quali limiti ha questo tipo di
approccio. Come detto sin dall'inizio, il rapporto proprio tra musicista e partitura, non e` sempre
così rigoroso, i termini interpretativi stravolgono molto spesso le precise indicazioni della partitura,
e capita che persino le altezze, apparentemente inamovibili, subiscono qualche cambiamento.
Ovviamente tali variazioni non possono essere eccessivamente spinte poiche` si entrerebbe in un
campo che con la musica e l'interpretazione non c'entrano niente, ma sicuramente piccole variazioni
anche nell'altezza delle note, tendono a rendere piu` "umana" l'esecuzione. Al contrario l'eccessiva
perfezione dell'esecuzione attraverso mezzi elettronici quali il computer, tendono col tempo, a far
insorgere nell'ascoltatore un certo senso di fastidio. Un fastidio forse da ricercare anche nella natura
stessa dell'uomo che vive di mutazioni, anzi il cambiamento e` alla lunga l'unico elemento che sotto
certi aspetti rincuora e tranquillizza, poiche` la staticita` delle cose prima o poi viene a noia. I
moderni sequencer o comunque tutti i programmi che utilizzano funzioni di sequencer, sempre piu`
hanno la tendenza ad "umanizzare" l'esecuzione, corregendo gli eventuali errori ritmici che
inesorabilmente si e` portati a fare, proponendo una partitura graficamente il piu` possibile corretta
ma che tradisce comunque le indicazioni interpretative dell’esecutore. La natura dei due elementi e`
sicuramente contrapposta; da una parte l'esecuzione con tutte le sue variabili, dall'altra la rigorosa
rappresentazione grafica. Una esecuzione maggiormente “espressiva”, e` prevista in molti
programmi, cioe`, fermo restando il risultato grafico ottenuto, si interviene sulla velocita` e la
dinamica delle singole note, ottenendo una “simulazione” interpretativa del brano. Ma in fin dei
conti, questi sono problemi relativi, poiche` chi ricerca l’eseguibilita` della composizione musicale
utilizzera` un sequencer, accontentandosi anche di una partitura graficamente non perfetta, al
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contrario chi ha esigenze editoriali, preferira` programmi di editing accontentandosi della mediocre
esecuzione musicale che il programma e` in grado di offrire.

Dispensa 1
Dopo aver installato il programma secondo la prassi indicata dalla casa produttrice del software e
dopo la sua registrazione è possibile aprirlo per iniziare a lavorare.
Finale essendo un programma di Editoria Musicale, ci aspettiamo, ovviamente, di dover fare delle
scelte riferite alla realizzazione di partiture di vario genere. La finestra che ci viene mostrata
all’inizio è apparentemente confusa, ma contiene tutti gli elementi che servono per creare un nuovo
documento o aprire un documento già precedentemente salvato:

Premere il tasto
Impostazione guidata, per
editare un nuovo
documento

Nella realizzazione di un nuovo documento e se non si hanno particolari conoscenze del


programma, conviene usare l’Impostazione guidata e cliccando sul relativo bottone in alto a sinistra
si aprirà questa finestra:

In questa finestra inserire il Titolo, il


nome del Compositore e il Copyright.
Inoltre scegliere il formato pagina e la
sua disposizione se orizzontale o
verticale.

Nota 1
Tutti i parametri scelti con l’impostazione guidata possono essere modificati in qualsiasi momento.

4
Formati pagina

Finale è in grado di produrre partiture in molti formati pagina. Inizialmente è necessario sapere che
tra Europa e America/Canada esistono norme differenti che portano ad avere misure diverse. In
Europa il formato A4 è quello più utilizzato (210x297) insieme al suo doppio il formato A3
(297x429). Le stampanti consumer vendute in Europa sono strutturate quindi secondo tali formati.
In America/Canada è ancora in uso il formato Letter (216x280) leggermente più piccolo del formato
europeo, per cui se non è selezionato il formato a4 è necessario selezionarlo.

Cliccando su avanti (next) comparirà una seconda finestra:


In questa finestra è possibile
selezionare attraverso le
varie famiglie strumentali, gli
strumenti da utilizzare nella
nostra partitura. Basterà
selezionare dalla finestra più
a sinistra la famiglia
strumentale richiesta e
nell’elenco che compare
nella finestra centrale ,
selezionare lo strumento da
utilizzare e premere aggiungi
e se si vuol tornare sui propri
passi e cancellare lo
strumento basta selezionarlo
e premere rimuovi

Famiglie Strumenti Musicali.

In genere gli strumenti musicali si dividono in varie famiglie, in rapporto alla modalità di utilizzo:
Aerofoni - tutti gli strumenti che utilizzano l’aria come mezzo per la produzione del suono;
Cordofoni tutti gli strumenti che utilizzano le corde come mezzo per la produzione del suono;
Strumenti a Percussione divisi in Idiofoni e Membranofoni; gli Idiofoni utilizzano lo stesso
materiale di cui sono formati per emettere i suoni e i membranofoni che utilizzano le membrane per
generare i suoni. Un’ultima famiglia è quella degli Strumenti elettronici che si dividono
sostanzialmente in strumenti per la sintesi del suono e quelli che utilizzano tecniche di
campionamento ( definiti genericamente sia l’uno che l’altro sintetizzatori). I primi producono il
suono attraverso vari metodi di sintesi; ricordiamo la sintesi additiva, quella sottrattiva, la sintesi
FM e AM, quella a modelli matematici, granulare, etc. In questa tipologia di strumenti i suoni
vengono generati da una serie di oscillatori controllati in tensione e frequenza, oltre che modulati
attraverso filtri specifici e tecniche di inviluppo. I suoni generati sono unici , cioè non riconducibili
a nessun strumento tradizionale, anche se poi lo scopo iniziale del Sintetizzatore ( prima della
nascita del campionamento) era proprio quella di simulare gli strumenti tradizionali con risultati dal
mediocre al buono in rapporto alla qualità costruttiva del sintetizzatore stesso. La tecnica di

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campionamento invece, prevede una serie di campioni registrati con tecnica digitale e riprodotti
nelle varie altezze. Questo è possibile perché il campione è sostanzialmente una parola digitale fatta
di numeri binari che possono essere modificati modificando come risultato finale la frequenza. Ma
essendo i valori digitali “valori discreti”, cioè non identificabili con tutte le possibili varianti ma
solo come valori a campione, la qualità dei suoni registrati sarà direttamente proporzionale alla
risoluzione e alla frequenza di campionamento (Sample rate) utilizzata. Ovviamente un maggior
valore di questi due parametri producono una qualità del campione sempre maggiore. Finale come
molti programmi a carattere musicale, offrono un proprio synt interno strutturato con un set di
strumenti utilizzati per l’ascolto della partitura e organizzati secondo il GM (General Midi) cioè un
protocollo in grado di stabilire una sequenza di strumenti che sarà identica in tutti i sintetizzatori
che utilizzano tale protocollo, con una qualità che sarà maggiore o minore in rapporto alla qualità
del campione usato.

(Finale)

Nella finestra “ordine della partitura” è possibile , scegliendo un tipo di partitura, indicare a finale
un ordine prestabilito, per cui anche se si scelgono gli strumenti a casaccio ci penserà Finale a
metterli nell’ordine prestabilito dal tipo di partitura scelto. Ovviamente il programma permette
anche di realizzare un ordine stabilito dall’utente basta scegliere “Personalizzata” e utilizzando le
piccole frecce che si trovano sulla destra della finestra si spostano gli strumenti scelti nella
posizione voluta. In questa finestra in ultima analisi è possibile scegliere un “ensemble” tra quelli
proposti dal programma (quintetto di legni, Orchestra sinfonica, Jazz band e così via) o anche
organizzare un proprio ensemble e salvarlo con l’apposito bottone “salva col nome” per poi
ritrovarselo nell’elenco dell’ensemble nei successivi documenti.

Ordine degli strumenti in partitura


Generalmente nelle partiture classiche, (quella orchestrale ad esempio) la parte alta è occupata dai
legni, Flauto e Ottavino, Oboe e corno Inglese, Clarinetti nelle varie tonalità, Fagotto e
Controfagotto, seguono gli Ottoni con Corni, Trombe, Tromboni, Basso Tuba ed eventuali altri
strumenti ad ottone. La parte centrale della partitura è occupata dalle percussioni, Timpani e
percussioni varie; alle percussioni seguono l’arpa ed eventuali strumenti a tastiera come il
pianoforte. Nel caso di partiture che prevedono l’uso delle voci ( quelle delle opere liriche per
esempio) quest’ultime vanno poste in questa posizione con Voci Bianche, Soprani,
MezzoSoprani, Contralti, Tenori, Baritoni e Bassi; in ultimo ci sono gli archi, Violini I e II,
Viole, Violoncelli e Contrabbassi. Questo ordine potrà essere riproposto (sempre in ambito di
ensemble classici) anche con un numero minori di strumenti, per cui se devo fare un quartetto in cui
è prevista la presenza di due archi violino e violoncello e di due fiati flauto e clarinetto, seguirò la
stessa identica successione utilizzata nell’organico orchestrale, così inserirò nel pentagramma
superiore il Flauto e a seguire Clarinetto, violino e Violoncello. Al contrario se dovessi realizzare
una partitura per Pianoforte e voce, seguendo la successione orchestrale mi ritroverei il pianoforte
sopra alla voce, cosa non corretta, per cui in questo caso opterò per una successione personalizzata
inserendo sul pentagramma superiore la voce e a seguire il pianoforte. Queste regole valgono per
qualsivoglia organico sia vocale che strumentale.

6
(Finale)
Premendo “avanti” ci si ritrova con la seguente finestra:

In questa finestra è possibile scegliere


le indicazioni di tempo più utilizzate e
la tonalità scegliendo con le apposite
frecce i diesis e i bemolli, è possibile
scegliere anche la modalità (Maggiore
e Minore)

Nel caso in cui l’indicazione di tempo non è compresa tra quelle proposte, è possibile sceglierne
una cliccando sul bottone con in due punti interrogativi, che si trova all’estrema destra della lista.
Premendo tale bottone si aprirà un’ulteriore finestra:

Cliccando sulle frecce destra e


sinistra è possibile incrementare e
decrementare il numeratore della
frazione

Cliccando sulle frecce destra e


sinistra è possibile incrementare e
decrementare il denominatore
della frazione

7
Dopo aver scelto Indicazione di tempo e tonalità, premendo su avanti si accede ad una nuova
finestra:
In questa finestra è possibile:

inserire l’andamento iniziale e


l’eventuale indicazione metronomica;

Impostare una eventuale misura in


levare scegliendo il valore relativo;

Scegliere il Font musicale da utilizzare.

N.B. E’ preferibile anche se non


obbligatorio, indicare quando presente
la misura in levare poiché in questo
modo si eviterà una numerazione delle
battute errate. La misura in levare,
come indicato di seguito, rappresenta
la misura n.0.

N.B. Il Font Maestro e quello di default, mentre il font Jazz è una simulazione del carattere manoscritto
tanto caro a molti musicisti.

Font Maestro

Font Jazz

Misura in levare o misura incompleta


Le modalità di inizio di una composizione possono essere strutturate in modo diverso. In genere
l’inizio in battere con una nota, rappresenta la struttura metrica più utilizzata (Ictus Tetico),
mentre è possibile iniziare in battere con una pausa (Ictus Acefalo) oppure in levare (Ictus
Anacrusico o Protetico). In quest’ultimo caso la misura risulterà incompleta, poiché saranno
presenti solo parte delle note (movimenti o suddivisioni) previsti per la misura. Questa misura
iniziale può anche essere compensata con l’ultima misura, ciò che manca nella prima sarà presente
nell’ultima e viceversa. Questa misura pur essendo la prima, non viene numerata, sarà considerata
come la misura n.zero.

Esempio di misura incompleta (valore iniziale una croma) e misura finale anch’essa incompleta per
compensare la prima.
Come già detto questa modalità non è obbligatoria, poiché una misura incompleta iniziale può rimanere
tale senza essere compensata da altra misura. La scelta dell’una o dell’altra soluzione sono scelte dettate
dalla
8 struttura musicale del brano.
(Finale)
Se sono stati compilati tutti i campi o parte di essi alla fine dovremmo ritrovarci una partitura simile
a quella dell’esempio successivo, un Quartetto per archi di Mozart:

Dispensa 2
(Finale - modalità di visualizzazioni e unità di misura )
Una volta organizzata la partitura e prima di inserire le note è necessario conoscere alcuni elementi
del programma che possono tornare utili nell’immediato o in seguito. Innanzitutto Finale prevede
due visualizzazioni fondamentali, Visualizzazione lineare e visualizzazione pagina; La prima
prevede la visualizzazione dei pentagrammi in modo orizzontale:

In pratica in questa modalità devo immaginare i pentagrammi posti su una linea orizzontale
teoricamente infinita , mentre la visualizzazione pagina, permette di vedere la partitura nel in cui
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verrà stampata. La modalità lineare è utile per un facileinserimento delle note e dei segni oltre a
permettere di raggiungere una qualsiasi misura in modo veloce e pratico, basta scrivere il numero
della misura nella finestrella in basso a sinistra e premere Invio ( Enter), inoltre in questa modalità
posso scegliere di visualizzare solo i pentagrammi con cui sto lavorando in quel momento
nascondendo gli altri, e questo in una partitura molto complessa risulta molto pratico e utile. Per
visualizzare solo uno o più pentagrammi nascondendo gli altri procedere in questo modo:

Selezionare lo strumento rigo musicale (il secondo da sinistra) Compariranno una serie di
quadratini (Handler) che servono per vari scopi, dal semplice spostamento degli elementi della
partitura fino alla comparsa di finestre corrispondenti a vari menù, (ne parleremo subito dopo).
Selezionare il o i pentagrammi che si vuol visualizzare, tenere premuto Ctrl e scegliere dal menù
Visualizzazione/Programma il set dei righi uno degli otto set disponibili; in questo modo è possibile
programmare fino ad otto gruppi di pentagrammi e lavorare con una partitura meno affollata. Per
scegliere il gruppo di pentagrammi su cui lavorare basta selezionare dallo stesso menù precedente (
senza premere Ctrl) il set corrispondente al gruppo di pentagrammi voluto, oppure scegliere la
prima voce del sottomenù, (tutti i righi) per rivedere la partitura al completo; di seguito un esempio
di programmazione di set del quartetto di Mozart che stiamo prendendo come esempio:

Set uno solo Violino I e II

Set due Viola e Cello

10
Tutti i righi.

N.B.
I quadratini che spesso compaiono sulla partitura servono come detto in precedenza a fare varie
cose; come spostare un segno o una scritta in una posizione diversa ( in questo senso è possibile
anche fare delle multi selezioni, cioè selezionare con le consuete modalità usate in tutti i programmi
più segni e quindi fare spostamenti globali). Un’altra possibilità data dagli Handler ( così sono
chiamati tali quadratini) è quella di far aprire le finestre dei vari menù facendo semplicemente un
doppio click nel quadratino stesso. Ovviamente la finestra che si aprirà farà riferimento al segno o
alla modalità a cui è collegato il quadratino e se vi sono più finestre è possibile fare un click o un
doppio click senza premere nessun tasto, o facendo le stesse operazioni tenendo premuto
contemporaneamente o il tasto shift (maiuscolo) o il Ctrl o spesso anche ambedue. Fate qualche
prova sugli Handler in corrispondenza dei nomi degli strumenti.
Un altro elemento da conoscere ed eventualmente modificare è l’unità di misura, lo trovate in
Opzioni/unità di misura. Ovviamente sceglieremo i centimetri che sono a noi più congeniali ma
spesso sono utili anche altre unità quali gli spazi o gli EVPUs, soprattutto quando già si ha una certa
esperienza del programma. Di seguito le equivalenze delle varie unità di misura:

EVPUs Spazi Pollici cm. mm. Punti Pica


24 1 .083 .212 2 .12 6 .667
1 .042 .0035 .009 .09 .25 .042
288 12 1 2.54 25.4 72 6
113 4.708 .392 1 10 28 .25 2.3622
11 .458 .038 .1 1 2.75 .2362
4 .167 .014 .035 .35 1 .083

48 2 .167 .423 4.23 12 1

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Una volta fatta la vostra scelta, qualunque misurazione facciate con Finale, sarà fatta con l’unità di
misura scelta.

Livelli
Finale per l’inserimento delle note, prevede vari livelli ( quattro per la precisione, che possono
diventare otto poiché ogni livello è formato da due voci); nel caso di inserimento di note singole o
accordi aventi lo stesso ritmo le note saranno inserite in un solo livello ( in genere il primo), nel
caso di accordi con ritmo diverso come nell’esempio precedente, sarà necessario usare due o più
livelli autonomi. In basso a sinistra vi sono quattro numeri che selezionati con il mouse vi faranno
accedere ai quattro livelli previsti:

Una volta selezionato il livello potrete scrivere le note in quel livello e noterete che quest’ ultime
avranno un colore diverso in rapporto al livello usato; questo colore è solo di riferimento al livello
usato e non verrà stampato. Di default i colori usati sono nero per il I° livello, rosso per il II°, verde
per il III° ed infine blu per il IV° livello.
N.B. I vari livelli possono essere selezionati anche con il Menù Visualizzazione/Seleziona il livello
o anche attraverso la combinazione di tasti alt+shift+ 1-2-3-4.

Modalità di immissione note


Finale prevede una serie di metodi per l’immissione delle note all’interno del pentagramma, alcune
facili ma non sempre funzionali, altre un poco più difficili ma più funzionali . Le icone di
riferimento sono principalmente tre:

1. Inserimento semplice

2. Inserimento veloce

3. HyperScribe
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I componenti che ci permettono l’input delle note sono ovviamente il mouse, la tastiera
alfanumerica+tastierino numerico e la tastiera musicale con interfacciamento midi*. Teoricamente
sia il mouse o le tastiere singolarmente e da sole sono in grado di inserire le note, ma nella maggior
parte dei casi l’integrazione di questi tre elementi rappresentano la modalità migliore per lavorare.
Se proviamo a cliccare sull’icona di inserimento semplice ( la prima delle tre che stiamo prendendo
in considerazione) comparirà se non già presente, una tavolozza di elementi musicali alquanto
riconoscibili; valori musicali, punto di valore, gruppo irregolare, etc, oltre ad alcuni elementi quali
la gomma per cancellare semplici da capire:

N.B.
Tutte le tavolozze, nonché le barre dei menù, possono essere selezionate tramite il menù finestra.
Attraverso questo menù provate a selezionare la Tavolozze delle pause per l’inserimento semplice:

A questo punto noterete che ponendovi col mouse sul pentagramma il cursore diventerà un valore
musicale corrispondente a quello selezionato sulla tavolozza; se provate a cliccare sui vari valori
noterete che il cursore/nota si modificherà di conseguenza. Con lo stesso sistema potrete scegliere il
punto di valore o la legatura, le alterazioni o il gruppo irregolare e così via. Per cui selezionate il
valore voluto, ponetevi all’inizio del pentagramma e cliccate in corrispondenza del rigo o dello
spazio voluto e se vi sono tagli addizionali il cursore vi mostrerà anche quelli. La nota inserita si
mostrerà in colore viola, questo perché è la nota con cui state lavorando per cui qualsiasi modifica
sarà riferita a tale nota selezionata. Se provate a scrivere altre note, sarà sempre l’ ultima nota
scritta ad acquisire tale colore, per indicare appunto che tale nota è selezionata. Potete anche tornare
indietro usando i tasti cursore o lo stesso mouse, per tornare su note precedenti o successive e
eventualmente modificarle. Stessa procedura potete fare per inserire pause con la tavolozza delle
pause. Per usare questo sistema e qualsiasi altro sistema utilizzato da Finale è necessario una
minima pratica.

*MIDI e il protocollo utilizzato da apparecchiature elettroniche per comunicare tra loro; vedremo
fra poco che cos’è quando parleremo di tastiera musicale per l’inserimento delle note.

Questa modalità pur se di semplice attuazione non è la più pratica e veloce. Sempre utilizzando
l’inserimento semplice è possibile usare un metodo più pratico e veloce; invece di utilizzare il
mouse si può utilizzare la tastiera alfanumerica e il tastierino numerico (dove è presente). Con il
mouse cliccate all’inizio del pentagramma,comparirà la prima nota; provate adesso ad usare le
frecce cursore alto/basso e vedrete che la nota si sposterà sopra o sotto secondo le vostre esigenze;
se provate adesso a fare un unico spostamento con la freccia a destra e dopo esservi posizionati con
i tasti cursore sul rigo o lo spazio voluto, premete Enter. Da questo momento le note avanzeranno
da sole (quindi non c’è bisogno di spostarsi con la freccia destra) e potrete inserire tutte le note che
volete in modo veloce e sicuro. Se sbagliate tornate indietro e con lo stesso procedimento

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modificate la nota, in questo caso però il cursore non andrà avanti da solo, per cui dovrete spostarvi
manualmente sulla posizione voluta e riprendere la scrittura.
Teoricamente per poter modificare il valore o inserire un punto di valore o un’alterazione e così via,
sarebbe necessario selezionarli sulla tavolozza di inserimento semplice con il mouse. Ma questo
comporterebbe una perdita di tempo, per cui Finale prevede l’uso di un certo numero di tasti sia
sulla tastiera che sul tastierino numerico per selezionare, valori, segni, gruppi irregolari e
alterazioni. La memorizzazione di tali tasti è alquanto semplice poiché i numeri da 1 a 8
rappresentano i valori musicali dalla semibiscroma fino alla breve secondo la seguente tabella:

 = 8  = 7  = 6  = 5  = 4  = 3 e così via
Per il punto di valore basterà premere il punto (.), per le alterazioni i tasti + e -, rispettivamente per
il diesis e il bemolle ( due volte + e – per il doppio diesis e il doppio bemolle), la N per il bequadro (
ma è sufficiente cliccare tante volte + o – per arrivare comunque al suono naturale) lo slash (/) per
la legatura di valore e il tasto 0 (zero) per inserire una pausa del valore corrente, per cui si può
tranquillamente far a meno della tavolozza delle pause.
N.B.
In riferimento alle pause, abbiamo detto che è sufficiente premere lo zero per inserire la pausa
relativa al valore corrente; può capitare di voler cambiare successivamente una nota con una
pausa e per far ciò si dovrà premere la lettera “R” della tastiera alfanumerica per convertire le
note in pausa o viceversa e non lo “0”.

Il numero “9” ci servirà per indicare al programma che vogliamo una terzina e se dobbiamo inserire
una serie di terzine consecutive basterà premere Ctrl-9 per inserire tutte le terzine che vogliamo e
quando abbiamo finito, per ritornare all’inserimento normale, basterà ripremere Ctrl-9. E se invece
volessimo indicare noi il tipo di gruppo irregolare da inserire? Niente di più semplice si preme alt-9
e comparirà una piccola finestra:

Nella finestrella sinistra si inserirà il


numero del gruppo irregolare e nel
menù a discesa il suo valore; nella
finestrella di destra si inserirà il
numero corrispondente al gruppo
che si vuole sostituire e il relativo
valore nel menù a discesa.

Per una migliore comprensione dell’argomento leggere il prossimo paragrafo altrimenti saltarlo.

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Gruppi irregolari
Per gruppo irregolare si intende un qualsivoglia gruppo di note che rappresenta una irregolarità
ritmica rispetto ad un gruppo ritmico corretto. Questo significa che ogni gruppo “irregolare”
prenderà il posto di un gruppo “regolare”, e sarà definito per “eccesso” se avrà un numero di note
superiore alle note del gruppo regolare, per “difetto” se ne avrà un numero minore. Quando si
esegue un gruppo irregolare, deve sempre essere chiaro il gruppo regolare sostituito per cui vi sarà
sempre un rapporto proporzionale tra il gruppo irregolare e quello regolare, cioè un gruppo
irregolare dovrà occupare lo stesso spazio ritmico del gruppo regolare sostituito, per cui se il gruppo
irregolare è per eccesso le note avranno una durata minore ( più note in uno stesso spazio); nel caso
di un gruppo irregolare per difetto avranno una durata maggiore ( meno note in uno stesso spazio):

Gruppi irregolari per


eccesso e per difetto

Gruppi regolari
corrispondenti

I rapporti tra i vari gruppi ( irregolari e regolari ) da sinistra a destra nel nostro esempio, sono:
3:2 (si legge 3 sta a 2), 6:4, 2:3, 4:6. Una volta compresi questi rapporti è possibile utilizzarli come
e dove si vuole anche in figurazioni apparentemente poco ortodosse:

La duina in 2/4 prende il posto delle prime tre crome


della misura.

Le terzine nel 6/8 prendono il posto rispettivamente


delle prime due crome del I° movimento e della
seconda e terza croma del II° movimento.

Osservando di nuovo la finestra dell’esempio precedente ( Definizione del gruppo irregolare per
l’inserimento semplice) dovrebbero essere più chiare le scelte possibili: a destra numero e valore del
gruppo irregolare e a sinistra numero e valore del gruppo regolare sostituito

(Finale - Midi)
Altra possibilità per l’inserimento semplice è l’uso di una tastiera musicale che permette di inserire
le note direttamente, quindi è possibile evitare l’uso dei tasti cursore e del tasto Enter. Per utilizzare
una tastiera musicale è necessario utilizzare un collegamento midi tra la tastiera e il computer. Il
MIDI, come detto in precedenza è un protocollo di trasmissione tra apparecchiature elettroniche
musicali, viene utilizzato in tantissime situazioni Live e non e può tornare utile anche nel campo
dell’editoria musicale. E’ necessario che tra computer e tastiera vi sia un’interfaccia midi che
connetta fisicamente la tastiera e il computer ( è passato il tempo del mitico Atari, computer che
aveva già le connessioni midi di serie). Il protocollo midi prevede fino a tre tipi di porte di
connessione: Midi In, out e Thru:

15
La porta In riceve il segnale, l’Out lo invia e il
Thru non fa altro che copiare i segnali che
arrivano alla porta In e li manda alla porta
In di un’altra apparecchiatura in questo
modo è possibile realizzare delle vere e
proprie reti midi.

Per l’utilizzo con Finale potrebbe essere sufficiente la sola tastiera con connessione Out-In ( Out
tastiera – In Computer ):
Una volta connessa la tastiera con il computer tramite interfaccia midi, Finale riconoscerà questo
collegamento ma dovrà dall’utente essere scelto. Dal menù Midi, scegliere impostazioni Midi, si
aprirà la seguente finestra:

Scegliere dal menù a discesa di sinistra (Midi In) la sigla corrispondente all’interfaccia midi utilizzata; dal
Menù a discesa di destra (Midi Out) il tipo di sintetizzatore da utilizzare per ascoltare le vostre partiture.
Se non si dispone di un modulo esterno da collegare all’out dell’interfaccia midi è possibile usare (ed è
consigliato ) lo SmartMusic SoftSynth un sintetizzatore interno di buona qualità che rilascia Finale al
momento dell’istallazione.

Con lo stesso metodo precedente, con la mano destra scegliere i valori, le eventuali alterazioni e
legature di valore e suonare contemporaneamente la tastiera musicale con la mano sinistra, le note
compariranno sul pentagramma all’altezza voluta e con il valore giusto. Unica difficoltà è nei suoni
enarmonici, poiché suonando ad esempio un Do# potrebbe essere visualizzato Reb. Ovviamente è
possibile modificarlo basta premere Alt+E, ma si può anche scrivere sempre suoni naturali e al
momento con l’ausilio dei tasti + e – inserire diesis e bemolli. L’uso della tastiera musicale,
permette di scrivere accordi in modo veloce (con la sola limitazione dell’enarmonia, come visto in
precedenza). Senza tastiera musicale gli accordi possono essere messi con l’ausilio del mouse e
questo comporta una certa perdita di tempo.
Modalità di inserimento rapido
Finale permette un’altra modalità di immissione note, definita Inserimento Rapido. Rispetto alla
modalità semplice è possibile avere una serie di scorciatoie da tastiera che risultano più efficaci.
Fermo restando che molti dei tasti visti in precedenza sono usati anche in questa modalità.

Selezioniamo questa modalità scegliendo l’icona relativa e cliccando all’interno di qualsiasi


misura questa verrà circondata da un rettangolo che ne stabilirà la selezione. Se abbiamo a
disposizione una tastiera musicale anche se suoniamo non succederà nulla, poiché il programma
aspetta che si prema un tasto sul tastierino numerico corrispondente ad una valore musicale. Se pur
premendo oltre che il tasto musicale anche quello corrispondente al valore non succede ancora nulla
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è probabile che sia deselezionata dal menù inserimento rapido la voce usa un dispositivo Midi per
l’inserimento, se così fosse sarà necessario selezionarlo.
Rispetto ai tasti visti in precedenza vi sono alcune differenze:
Innanzitutto rimangono invariati i tasti corrispondenti ai valori musicali ( 8 per la breve, 7 per la
semibreve, 6 per la minima, 5 per la semiminima, 4 per la croma e così via); sono gli stessi anche i
tasti corrispondenti al punto di valore ( . ), alle alterazioni (+ per il diesis, ++ per il doppio diesis, -
per il bemolle, -- per il doppio bemolle),
cambia la legatura di valore che può essere ottenuta premendo il tasto + o il tasto T della tastiera
alfanumerica ( no il tastierino) ;
con il “9” del tastierino è possibile velocemente ottenere l’enarmonia di un suono;
con l’asterisco “*”sempre del tastierino è possibile rendere visibile o meno le alterazioni,;
lo “0” (zero) ci permette di selezionare o deselezionare tutta la misura;
lo slash (/) viene utilizzato per dividere o unire valori musicali.
Altri tasti interessanti, ma questa volta sulla tastiera alfanumerica ( anche perché il tastierino lo
abbiamo usato tutto) sono:
la lettera “L” per portare i gambi delle note in su o in giù;
la lettera “o” oppure “h”, ci permette di nascondere note e pause ( questa funzione torna utile per
nascondere le pause che spesso non vengono visualizzate, soprattutto nel caso di strutture
armoniche),
ancora la lettera “g” che ci permette di realizzare acciaccature e appoggiature.
A proposito di acciaccature e appoggiature nel caso di valori uguali (una croma per esempio)
l’acciaccatura si riconosce per la piccola linea trasversale che taglia la codetta della croma; per
avere l’una o l’altra posizionandosi sul rigo o sullo spazio della nota, premendo una sola volta “ g “
si otterrà un’appoggiatura ( notina senza linea ) premendolo due volte si otterrà l’acciaccatura:

Per quanto concerne i gruppi irregolari basterà premere Ctrl e un numero compreso tra 1 e 8; il
numero scelto comparirà in alto a destra:
Da questo momento è possibile inserire le note corrispondenti al
gruppo scelto.

N.B.
Finale considera il primo valore inserito come valore base del gruppo irregolare e nel caso di gruppi
con note di identica durata il problema è risolto; potrebbe sorgere qualche dubbio quando il gruppo
irregolare è formato da valori diversi:

In questi casi conviene che il primo valore sia sempre quello riferito al gruppo irregolare desiderato
(nel nostro esempio la croma ) inserire il secondo valore (nel nostro caso la semicroma) e prima di
proseguire con le successive due crome, tornare sulla prima nota e modificarla in semicroma,
proseguire con le altre due crome e completare la misura. Tutte le regole indicate per i gruppi
irregolari nell’ambito dell’inserimento semplice, valgono anche per l’inserimento rapido.
Riepilogando usando una tastiera musicale con la mano sinistra vengono suonate le note, con la
mano destra usando la tastiera alfanumerica e il tastierino numerico si inseriscono gli elementi
ritmici e grafici necessari.
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E se non si usa una tastiera musicale?
In questo caso si possono seguire varie strade. La prima prevede innanzitutto la deselezione dal
menù Inserimento rapido/usa un dispositivo midi per l’inserimento; ci si posiziona sulla misura e
attraverso i tasti freccia si posiziona il cursore sul rigo o lo spazio desiderato, successivamente si
preme il numero corrispondente al valore desiderato secondo le modalità viste in precedenza; per
inserire una pausa scrivere il valore su una qualsiasi nota e premere “R”.
Un’ultimo metodo in apparenza più lungo ma alla fine il più efficace e rapido è quello di inserire,
solo le durate; successivamente ritornando indietro e con l’ausilio dei tasti freccia ci posizioneremo
sui righi e sugli spazi corrispondenti alle note volute premendo contemporaneamente Enter e gli
eventuali altri tasti che servono (alterazioni, legature di valore, e così via). E’ necessario per usare
questo metodo al contrario di prima, selezionare Inserimento rapido/usa un dispositivo midi per
l’inserimento, anche se non si ha nessun dispositivo midi.
Tutti i tasti da usare o le combinazione per ottenere determinati risultati sono indicati sia per quanto
concerne l’inserimento semplice che quello rapido tramite il loro menù alla voce Comandi per
l’inserimento semplice o comandi per l’inserimento rapido. In questi sottomenù si trovano tutti i
comandi da tastiera da utilizzare per l’immissione delle note utilizzando questi due metodi.

Dispensa 3

Articolazioni, segni di espressione e forme intelligenti


Finale per quanto concerne i segni di espressione, dinamici e di andamento li raggruppa in modo
differenziato in tre tool diversi definiti Forme intelligenti, Articolazione, Espressione:

Forme intelligenti

Articolazioni

Espressioni

Le forme intelligenti, sono segni che possono essere collegate a particolari note o ad aree
prestabilite. Fanno parte di questi segni tra gli altri, la legatura di espressione e le forchette.
Questi segni vengono inseriti in modo abbastanza simile; se devono collegarsi ad un gruppo di note
come nel caso della legatura di espressione, si seleziona la prima nota con un doppio click e tenendo
premuto il tasto sinistro del mouse, si trascina quest’ultimo fino alla nota finale. Si noterà che in
questo percorso ogni nota toccata dal cursore si selezionerà, ma fintanto non si rilascia il tasto
sinistro la legatura risulterà fluttuante tra una nota e l’altra. Nel momento che si raggiunge l’ultima
nota, rilasciare il tasto sinistro e automaticamente la legatura verrà posizionata al meglio tra le note
scelte:

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Prima fase: si seleziona la prima Seconda fase: si trascina il mouse Terza fase: si rilascia i mouse e la
nota con un doppio click tenendo fino all’ultima nota che dovrà legatura sarà posta tra le note
premuto il tasto sinistro del mouse. risultare selezionata selezionate.

Da notare che la legatura può essere modificata non solo utilizzando il classico handler (il
quadratino bianco al centro) che ci permette di spostare in basso o in alto l’intera legatura, ma la

presenza delle curve di Bézier, permetteranno la massima libertà di modifica:

Per quanto riguarda la forchetta si usa lo stesso metodo; doppio click sulla parte iniziale dell’area al di fuori
del pentagramma in cui si vuol far comparire il segno, poi tenendo premuto il tasto sinistro trascinare il
mouse fino al punto finale rilasciando il tasto sinistro:
Anche nel caso delle forchette possiamo notare il quadratino bianco che ci
permette lo spostamento della forchetta in verticale o orizzontale. Inoltre
vi sono altri tre quadratini che ci permettono di allungare o accorciare e di
allargare o stringere la forchetta.

Articolazioni ed Espressioni

Selezionandolo Strumento Articolazione e cliccando sulla testa di una singola nota si aprirà la
seguente finestra:

Nella parte sinistra sono elencati una serie di


segni definiti “articolazioni”, cioè segni di vario
genere ( di espressioni, dinamici,
abbreviazioni, abbellimenti, ecc) che vengono
posti su una singola nota. Il modo più
semplice di inserire un segno sulla nota scelta
e quello di fare un doppio click sul segno
voluto e questo comparirà sulla nota oppure
scegliere il segno e premere enter, o ancora si
scegli il segno e si clicca su “seleziona”, la
prima di una serie di voci presenti nella parte
destra della finestra e dal chiaro significato.

L’altro strumento per la selezione dei segni e quello definito Strumento Espressioni; in questo caso
però è possibile fare un doppio click sia sulla testa della nota così come fatto per le articolazioni (il
cursore in questo caso avrà una piccola notina sulla destra ), sia in un punto vuoto della battuta, (il

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cursore sarà normale senza notina); vedremo tra poco la differenza. Anche nel caso dei segni di
espressione comparirà una finestra che conterrà una libreria di segni disponibili:

Anche in questo caso la finestra conterrà una serie di segni


sia dinamici, di andamento, di agogica, o semplici segni di
indicazione generica. Sulla destra della finestra, ,
compariranno una serie di scelte così come per le
articolazioni. Rispetto a quest’ultime però vi sono due
ulteriori scelte, che sono posizionate in basso al centro:
Attacca alla misura e Attacca alla nota. Questo significa
che i segni in questioni possono essere riferiti ad una
singola nota o ad una misura. La ragione di questa
differenza è sostanzialmente dovuta dal fatto che uno
stesso segno può essere riferito ad una singola nota di un
singolo strumento oppure riferito a più strumenti di una
stessa partitura.

Una volta scelto il segno, nel caso di espressione attaccata alla nota comparirà una finestra per
indicare l’assegnazione del segno, lasciate tutto come sta e cliccate ancora enter. L’espressione
scelta comparirà al di sotto della nota, ma con il solito quadratino potrete spostarla nella posizione
che più vi aggrada. Se invece la scelta riguarda un’espressione attaccata alla misura dopo la
selezione comparirà una finestra di assegnazione del segno:
In questa finestra, a parte le scelte di posizione e quelle
riferite al playback che si può lasciare invariate, è
possibile scegliere di mostrare o meno il segno in tutti i
righi, solo sul rigo cliccato oppure su un elenco di righi
prestabilito. Normalmente in una partitura per esempio,
i segni di dinamica compaiono su tutti gli strumenti,
mentre altri segni quali ad esempio l’andamento, le
agogiche (cambiamento momentaneo dell’andamento o
della dinamica), o altri segni di indicazione generica, si
usa farli comparire in partitura solo su alcuni strumenti,
(sullo strumento più alto della partitura e in una
posizione centrale, che nel caso di una partitura classica
d’orchestra corrisponde ai Violini I). Ma ovviamente
quest’ultimi segni pur se non compariranno su tutti i
righi della partitura dovranno essere presenti sulle
eventuali parti staccate; ecco allora la necessità di
creare un elenco per stabilire la “visibilità” di quel segno
in partitura e sulle parti staccate.

Selezionando elenco righi /Modifica si aprirà un’ulteriore finestra dove potrete fare le vostre scelte
di visualizzazione sulla partitura e sulle parti staccate:

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In nome elenco inserire un nome a piacere, nella finestra
più in basso nella sezione superiore è possibile fare scelte
globali, mentre nella parte inferiore compariranno il
nome di tutti gli strumenti presenti in partitura. Sia che
vogliate fare delle scelte globali o selettive, sarà
sufficiente posizionarsi con il mouse in corrispondenza
dell’intersezione tra i punti orizzontali ( Partitura e Parti) e
i punti verticali (quelli corrispondenti ai righi o ai nomi
degli strumenti). Cliccando in tale posizione comparirà
una x che indicherà la vostra selezione. Se volete inserire i
segni in tutti gli strumenti in partitura o nelle parti
staccate, basterà cliccare su imposta partitura o imposta
parte per avere la selezione su tutti gli strumenti, al
contrario se volete azzerare tutto basta premere azzera
partitura e azzera parti.

Una volta fatta le scelte desiderate l’elenco da voi creato rimarrà in quel documento memorizzato,
per cui scegliendo successivamente un altro segno che volete far comparire nelle stesse modalità del
precedente, basterà scegliere nella finestra di assegnazione l’elenco da voi precedentemente
memorizzato.

Altre modalità di inserimento delle Articolazioni e dei segni di espressioni

Le modalità di inserimento dei segni così come indicato in precedenza potrebbero risultare lunghe e
tediose, per cui è possibile usare dei metodi che ne velocizzano l’inserimento. Per quanto concerne
le sole articolazioni è possibile inserirle contemporaneamente su tutte le note o in parte di esse. Per
far ciò è necessario selezionare Modifica Massa , selezionare le battute corrispondenti alle
note in cui si vuol inserire l’articolazione e scegliere dal menù Modifica Massa/Applica le
Articolazioni, si aprirà una finestra:

Nella parte alta della finestra si seleziona il numero


corrispondente all’articolazione voluta; se non lo si
conosce basta cliccare su seleziona… e comparirà
la finestra con l’elenco delle articolazione vista in
precedenza. Scegliere il segno e dare l’ok, si
ritornerà alla finestra Applicare l’articolazione, e se
si vuole che l’articolazione compaia su tutte le note
selezionare Tutte le note oppure se si vuole che
l’articolazione compaia su certi valori e non altri
stabilire il valore più piccolo e il valore più grane su
cui far comparire l’articolazione. Se per esempio
si vuol far comparire l’articolazione solo su
semicrome e crome si selezionerà appunto la
semicroma come valore più breve e la croma
come valore più grande.

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Un’altra modalità di inserimento veloce, sia per le articolazione che per le espressioni è quello di
collegare ad un tasto della tastiera alfanumerica un determinato segno. Se osserviamo le due finestre
principali sia delle articolazioni che delle espressioni oltre ad un numero progressivo posto a
sinistra, potrebbe essere presente tra parentesi a destra del segno un numero o una lettera. In pratica
senza aprire nessuna finestra tenendo premuto il tasto corrispondente a quel segno cliccando su la
nota comparirà l’articolazione o l’espressione corrispondente a quel tasto. Ad esempio nella finestra
delle articolazioni il punto è indicato con la lettera “S”, per cui tenendo premuto il tasto
corrispondente, cliccando sulle note inseriremo un punto di staccato. Altro esempio per le
espressione il “piano – P” corrisponde al n. 7, tenendo premuto il tasto corrispondente ( anche sul
tastierino numerico) comparirà una “P” sotto la nota.
N.B. Se le corrispondenze tasto/segno di default non vi soddisfano è sempre possibile memorizzare una
corrispondenza tasto/segno personalizzata. Procedete nel seguente modo:
selezionate lo strumento articolazioni o espressioni, tenete premuto il tasto shift (maiuscolo) e
contemporaneamente un tasto corrispondente ad un numero o una lettera di vostro piacimento. Si aprirà la
finestra con l’elenco dei segni, selezionate nel solito modo quello da voi scelto. Ora potrete inserire quel
segno utilizzando la lettera o il numero da voi scelto.

Dispensa 4
Cancellare, copiare e duplicare.
Finale offre numerose possibilità di cancellare, copiare/duplicare tutti gli elementi della partitura
oppure parte di essi. Per far ciò è necessario selezionare lo strumento Modifica-Massa (Mass

Mover): . Nel menù che comparirà, (Modifica-Massa) è possibile copiare in tre modalità
diverse una o più battute semplicemente selezionando la o le battute col mouse e tenendo premuto il
tasto sinistro, spostarsi sulla prima battuta della regione dove si vogliono copiare/duplicare le
battute; se è selezionata la prima opzione (copia e sostituisci) verranno cancellate tutte le eventuali
battute scritte e sostituite con quelle che si vuol copiare/duplicare; con la seconda opzione le battute
verranno inserite anche al centro di battute già scritte senza cancellare quest’ultime, la terza opzione
permette solo di copiare le battute in modo speculare, ciò significa che qualsiasi variazione fatta
nelle battute originali, verranno automaticamente inserite anche nelle battute copiate come copia
speculare. Va da sé che qualsiasi delle tre modalità di copia può essere usata sia sullo stesso
pentagramma che su pentagrammi diversi. La duplicazione delle battute è strettamente collegata
alle modalità di copia però è possibile duplicare tutto o solo alcuni segni (legature, articolazioni,
espressioni, ecc.). Selezionare duplica gli elementi delle figure musicali per duplicare tutti quei
segni che sono collegati alle singole note ( i segni di espressioni e le articolazioni, per esempio)

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oppure scegliere duplica gli elementi della misura (per duplicare segni quali le forchette o tutti
quei segni attaccati alla misura):

Scelta degli elementi della misura da duplicare Scelta degli elementi delle figure musicali da duplicare

Altra possibilità è quella di cancellare tutti gli elementi della misura o solo alcuni di essi (ad
esempio solo le legature o le espressioni). Nel primo caso si selezionerà cancella figure e forme
intelligenti nel secondo caso cancella gli elementi…, gli elementi da cancellare seguiranno le stesse
modalità che abbiamo visto in precedenza con le opzioni di duplicazione elementi. Seguendo le
varie finestre che si apriranno, sarà possibile selezionare il segno o i segni che si vuole cancellare.
Questa modalità è utile soprattutto nel caso di molti segni da cancellare.
Se non si hanno particolari esigenze, è possibile usare metodi veloci e sbrigativi; per cancellare in
modo definitivo una o più battute basta selezionarle e premere il tasto canc.; se invece si vuol
cancellare solo il contenute delle battute mantenendo invariata la loro posizione, basta premere il
tasto ritorno (Back ):

Oltre alle opzione viste fino ad ora, lo strumento Mass-Mover e il relativo menù offrono altre
opzioni interessanti che servono per operare modifiche delle misure selezionate; alcune di queste
opzioni sono molto utili in varie occasioni, altre sono meno usate. Una di queste opzioni già
l’abbiamo vista quando abbiamo parlato di articolazione, infatti l’opzione è applica articolazione,
ci permette di applicare in modo veloce su battute selezionate e su valori prestabiliti una
determinata articolazione; Un’altra opzione molto utile è , che permette di trasportare le battute
selezionate ad intervalli ascendenti e discendenti prestabiliti sia in modo diatonico che cromatico.
Per usare questa opzione selezionare le battute da trasporre e scegliere trasponi, si aprirà una
finestra che permetterà in modo semplice lo spostamento intervallare dei suoni:

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Ritornando alla nostra finestra di trasposizione, si potranno operare trasposizioni intervallari sopra e sotto sia
diatonicamente, cioè semplicemente scegliendo di spostarsi con una misura intervallare naturale ( intervalli
Maggiori e Giusti); oppure in modo cromatico facendo uno spostamento più selettivo con intervalli anche
cromatici ( eccedenti o diminuiti):

Il Testo
Innanzitutto è utile capire quali tipologie di testi sono presenti in una normale partitura:
Testi di indicazione specifica come quelli per l’andamento, le agogiche ( cambiamenti momentanei del
tempo e della dinamica come rubato, a tempo, accellerando, rallentando, crescendo, diminuendo, ecc.) o altri
tipi di segni di indicazione. In questi casi è utile utilizzare strumenti per le articolazioni o per le espressioni

già visti in un precedente capitolo ;


Testi lirici utilizzati ovviamente nei casi in cui sono presenti nella partitura una o più parti vocali, in questi

casi si deve usare lo strumento testo lirico ;


Testi generici usati per indicazioni testuali generali come il titolo, il nome del compositore, nome dello
strumento nelle parti staccate, note testuali per indicazioni varie, ecc. in questo caso è utile lo strumento

Testo che rappresenta un piccolo editor di testo.

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Testo Lirico

Lo strumento per il testo lirico ci permette di inserire in corrispondenza delle note il testo di un
brano lirico, di una canzone o di altre composizione in cui sono previste parti vocali. In generale il testo
lirico viene sillabato per cui ogni nota interessata che conterrà una sillaba del testo (qualche volte è
necessario su una sola nota inserire più sillabe) e quando la o le note non contengono testo ( vocalizzo ) si
inserisce normalmente una linea orizzontale al di sotto delle note vocalizzate. Finale ovviamente permette di
inserire il testo in vari modi, ma il più efficace ed utilizzato è quello in cui è possibile scrivere il testo
direttamente in partitura. Selezionando dal menù Canto (che compare appena si seleziona lo strumento testo
lirico) la voce digita in partitura compariranno una serie di triangoli sulla sinistra del pentagramma e
cliccando sulla prima nota comparirà il classico cursore lampeggiante (così come normalmente succede in
qualsivoglia editor di testi). In genere la linea di scrittura si trova sotto la nota, ma come vedremo subito
dopo, è possibile modificare questa linea portandola nella posizione che si vuole anche sopra le note. Per
poter avanzare con la sillabazione di una parola è sufficiente premere il trattino ( - ) sulla tastiera
alfanumerica, facendo così il cursore si porterà sulla nota successiva, potremo scrivere una successiva sillaba
e se abbiamo la necessità di continuare con la sillabazione continueremo a premere trattino fino alla
conclusione della parola dopo di che basterà premere la barra spaziatrice per iniziare una nuova parola.
Quindi trattino per andare avanti nel caso di sillabazione della parola, barra spaziatrice per andare avanti in
modo normale. Nel caso di note utilizzate per il vocalizzo (cioè senza testo) è possibile interrompere e
cliccare sulla nota successiva che prevede il testo, oppure si può cliccare tante volte la barra spaziatrice
fintanto non si arriva ala nota che prevede il testo. Bisogna anche stare attenti alle pause, poiché il
programma non distingue note e pause, per cui si rischia di scrivere testo su pause:

N.B. Nell’esempio La “B” e la “T” indicano quando è necessario premere la barra spaziatrice o il trattino.
Per cancellare o modificare il testo è sufficiente cliccare sulla sillaba da modificare o cancellare; le
operazioni da effettuare sono le stesse di un qualsiasi editor di testi. Inoltre selezionando dal menù Canto,
“Modifica il testo cantato…”, si aprirà una finestra che rappresenta un piccolo editor di testo dove è
possibile fare le operazioni di base, quali cancellare, modificare, cambiare carattere, dimensione, ecc. inoltre
al di sotto è visibile il carattere corrente, la tipologia del testo e un numero corrispondente al numero di linea
di testo in cui si sta lavorando:

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Finale divide il testo lirico in tre tipologie diverse: Strofa, Ritornello e Sezione. In realtà questa
divisione è puramente teorica è permette all’utente di dividere il brano cantato nelle tipologie
indicate, ma tali tipologie sono perfettamente uguali e hanno le stesse identiche caratteristiche
formali, la scelta dell’una o dell’altra è puramente personale e nulla vieta ovviamente di utilizzare
una stessa tipologia per tutte le parti di un testo cantato. Altro discorso è il numero corrispondente
alla linea di testo che si sta editando. In genere una sola linea è sufficiente, ma capita che su stesse
note possono esserci testi diversi ( questo capita spesso nelle canzoni che hanno appunto più strofe e
ritornelli). In questi casi per poter sovrapporre più testi su una stessa linea melodica è sufficiente
selezionare la linea su ci si vuole scrivere. Dal menù Canto scegliere “regola la line di base…” e
dalla finestra che comparirà cambiare il numero ( da 1 a 2 per esempio ) e automaticamente
cambierà la distanza di base (Compensazione ); una volta fatta la scelta chiudere la finestra e
selezionare sempre dallo stesso menù, “specifica il testo cantato corrente” ed inserire il numero
della linea su cui si vuole operare ( 2 per esempio); chiudere anche questa finestra e provare a
cliccare sulla prima nota, noterete che il cursore si sarà spostato leggermente più in basso così da
permettere di scrivere un nuovo testo senza sovrapporsi al testo precedente e se volete sovrapporre
un altro testo, sarà sufficiente ripetere i passi indicati in precedenza, ma questa volta inserendo il n.
3. In questo modo è possibile sovrapporre quanti testi si vuole:

Capita in alcune occasioni che si renda necessario inserire più sillabe su una sola nota. La barra
spaziatrice non è possibile usarla perché come sappiamo premendola portiamo il cursore sulla nota
successiva, per cui dobbiamo usare un metodo diverso. Per creare uno spazio senza usare la barra
spaziatrice è necessario usare un carattere vuoto che è possibile ottenere premendo alt+0160. Con
questa combinazione di tasti in realtà si scrive il carattere corrispondente al codice Ascii del
numero digitato ( nel nostro caso 0160). L’ASCII acronimo di American Standard Code for
Information Interchange (ovvero Codice Standard Americano per lo Scambio di Informazioni) è un
codice internazionale per l’identificazione di tutti i caratteri corrispondenti ad un determinato font.
Senza entrare in particolari che non ci interessano, basta sapere che premendo alt e un numero
comparirà un carattere corrispondente a tale codice. Provate anche ad utilizzare questo metodo per
inserire simboli o caratteri non presenti sulla tastiera alfanumerica, utilizzando programmi di testo
generici. Per i nostri scopi questo metodo lo utilizzeremo, come abbiamo visto solo ed
esclusivamente per far comparire un carattere vuoto. In alcuni casi si rende necessario usare al posto
dello spazio (carattere vuoto) tra una sillaba e l’altra, una piccola legatura ( elisione ); in questo caso
Finale utilizza un metodo un poco arzigogolato: è necessario scrivere nel punto in cui si vuol far
comparire la legatura la lettera “I”, e successivamente selezionando Canto/Modifica il testo
cantato, sarà necessario in corrispondenza delle “I”, sostituire il Font corrente con Engraver Font
Set, in tal modo la “I” sarà sostituita dalla legaturina:
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In corrispondenza della legatura si scrive una “I”
maiuscola, poi selezionando Canto/Modifica il testo
cantato si aprirà un piccolo editor di testi, si seleziona la
“I” e si modifica il carattere in EngraverFontSet.

E’ possibile copiare il solo testo da inserire in un altro pentagramma, è importante però che la parte
vocale su cui si vuol copiare il testo deve necessariamente avere lo stesso ritmo (non le stesse note),
altrimenti il testo non verrà copiato o verrà copiato sola nella porzione di testo in cui c’è
corrispondenza ritmica tra le due parti. Per duplicare solo il testo è necessario selezionare dal menù
Canto la voce “Duplica il testo cantato”, ci porteremo poi sul pentagramma con il testo scritto e
selezioneremo nel solito modo le battute il cui testo vogliamo duplicare; tenendo premuto il tasto
sinistro del mouse ci porteremo sulla prima battuta del nuovo pentagramma e rilasceremo il tasto
del mouse:

Si seleziona le battute contenenti il


testo da copiare, si trascina il mouse
tenendo premuto il tasto sinistro
nella prima battuta del nuovo
pentagramma….

…poi si rilascia il tasto del mouse.

N.B. Tutte le eventuali modifiche fatte nel testo originario saranno riportate automaticamente anche
nella parte copiata.
I valori della croma in poi, che normalmente possono essere legati tra loro, nel caso di un testo
lirico, vengono sciolti. Per far ciò dopo avere scritto il testo basta selezionare con Modifica-Massa
le battute coinvolte e scegliere con il medesimo strumento Cambia i raggruppamenti/ Cambia i
raggr. in base al testo cantato:

Infine i triangolini che compaiono a sinistra del pentagramma, sono riferiti alla linea del testo
cantato e spostando in verticale tali triangoli si sposterà la linea del testo;

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Il triangolo più a sinistra sposta il testo complessivamente e sposta anche il testo
dell’eventuale copia:

Il secondo triangolo da sinistra sposta solo il testo originale ma non le copie:

Il terzo da sinistra nell’ambito dell’impaginazione con le varie accollature, sposta il testo


solo nell’accollatura in cui si opera e solo sul testo originario:

L’ultimo triangolo da sinistra permette in fase di scrittura in partitura, di modificare la


linea del testo anche per una sola nota; questo succede quando la parte vocale usa note
basse per cui la linea del testo può sovrapporsi alle note:

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Testo Generico

Finale permette di utilizzare uno strumento per il testo generico che non è altro che un
piccolo editor di testo in cui è possibile fare tutte le operazioni di base che coinvolgono un qualsiasi
testo, cioè modificare il carattere, la dimensione, lo stile, ecc. Con tale strumento è possibile
scrivere testo generico o testo più specifico quale il nome del compositore, il titolo della partitura, il
nome dello strumento e ancora il numero di pagina, la data, il copyright e così via. Per quanto
concerne il numero di pagina, Finale lo inserisce automaticamente in alto a destra o a sinistra in
rapporto alla pagina se sinistra o destra inoltre per convenzione il numero della prima pagina non
viene inserito, quindi la numerazione avviene dalla pagina 2 in poi. Se si ha l’esigenza di numerare
le pagine di una partitura che viene scritta in più file ( i movimenti di una Sinfonia o le arie di
un’opera lirica), si sceglie dal menù Testo che compare appena si seleziona lo strumento testo
l’opzione offset di pagina, e si inserisce il numero che si vuol dare alla prima pagina del nuovo file;
si noterà però che nella prima pagina non comparirà il numero e questo perché, come detto in
precedenza per convenzione nella prima pagine non viene scritto il numero; ma questa convenzione
è utilizzata solo all’inizio, per cui se la prima pagina del nuovo file è la continuazione di una
partitura più complessa costituita da più file, è necessario far comparire il numero di pagina. Per far
ciò procedere in questo modo:
Fare doppio clic premendo contemporaneamente il tasto schift, nel quadratino (handle) che compare
vicino ad un qualsiasi numero di pagina, si aprirà la finestra Attributi della cornice di testo e in
corrispondenza dell’opzione intervallo di pagine, sostituire il n. 2 con il n. 1, facendo in questo
modo si indica al programma di iniziare la numerazione proprio dalla prima pagina:

Inserire il n. 1 al posto del n.2

Strumento Accordi

Cliccando sullo strumento accordi comparirà un nuovo menù che permetterà di inserire le sigle
degli accordi secondo regole generali facendoli suonare, se riconosciuti dal programma, in Playback.
L’inserimento degli accordi è per certi versi simile a quello del testo; infatti è possibile scrivere le sigle

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direttamente in partitura su una linea base indicata dai soliti triangolini sulla sinistra che hanno lo stesso
significato visto in precedenza. Quindi se conosciamo gli accordi è sufficiente scrivere la sigla
corrispondente che per default utilizza la nomenclatura Anglo/Americana ( lettere da A a G ). In questo caso
si usa la voce “digita in partitura” e comparirà sulla prima nota o pausa in cui far comparire l’accordo un
cursore lampeggiante; da questo momento è possibile scrivere la sigla e se il programma la riconosce
premendo barra spaziatrice vi fa andare avanti alla nota o pausa successiva altrimenti se la sigla non viene
riconosciuta il programma chiede di inserirla come nuovo suffisso, in questo caso però l’accordo non
“suonerà”. Un altro metodo è quello di selezionare Accordi/Inserimento manuale; si aprirà una finestra
dove è possibile scrivere nell’apposito spazio la sigla voluta, se non si ricorda il suffisso basta cliccare su
avanzate e in fondo in basso cliccare su selezione; dopo di che si aprirà un’ ulteriore finestra che conterrà
tutti i suffissi riconosciuti dal programma, scegliere il suffisso e cliccare OK:

Altra possibilità è quella di scrivere direttamente l’accordo in partitura e farlo riconoscere dal programma;
per far ciò scrivere l’accordo e selezionare Accordi/Analisi su un rigo oppure Analisi su due righi nel caso
in cui l’accordo venga scritto scritto su un solo rigo o espanso su due righi:

Nel caso in cui il programma non riconosca l’accordo si aprirà


una piccola finestra di suffisso dell’accordo sconosciuto. In
questo caso si può annullare, oppure far creare il suffisso al
programma o crearlo personalmente:

Finale offre anche la possibilità oltre alla sigla dell’accordo, di mostrare il relativo diagramma per chitarra,
anzi questa scelta è di default, per cui se non si necessita di tali diagrammi basta deselezionare dal menù
Accordi/Mostra i diagrammi per chitarra:

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La partitura, le parti staccate e le principali regole grafiche
La partitura è il trasduttore grafico del pensiero del compositore; una partitura segue semplici regole
per una sua corretta veste grafica. Già abbiamo visto che per esempio in una partitura classica gli
strumenti seguono una successione precisa: i legni (flauto, Oboe, Clarinetto, ecc.) sono posizionati
in alto; seguono gli Ottoni, poi gli strumenti a percussione e eventuali strumenti a tastiera, le voci ed
infine gli Archi. Questa successione, in questo tipo di partitura, dovrà necessariamente essere
sempre la stessa poiché il direttore d’orchestra se deve seguire la parte di flauto il suo occhio cadrà
sulla parte alta della partitura, se deve seguire i primi violini, il suo occhio cadrà nella parte bassa.
Queste regole varranno per qualsivoglia tipologia di partitura; se ad esempio consideriamo un
Ensemble Jazz, nella parte superiore troveremo i sassofoni mentre nella parte bassa gli strumenti
ritmici e di accompagnamento. Seguendo queste successioni, in genere nelle partiture si
organizzano gli strumenti a gruppi ed ogni gruppo sarà riconoscibile dal fatto che le loro Stanghette
di misura saranno collegate insieme:

Le articolazioni come le legature di espressione o di valore sono quasi sempre poste in


corrispondenza della testa della nota, le indicazione di andamento sono sempre scritte sopra il
pentagramma, mentre i segni dinamici e alcuni segni di agogica ( rall., acc., ecc.) sono scritti al di
sotto. Il testo lirico è scritto nella maggioranza dei casi sotto le note e in questo caso per evitare che
ci possano essere sovrapposizione con i segni dinamici e altri segni quest’ultimi vengono scritti
eccezionalmente sopra il pentagramma:

Inoltre nelle partiture più tradizionali ed europee, gli strumenti in pausa non compaiono realizzando
una sorta di ottimizzazione della partitura; questa abitudine era quasi obbligatoria quando le
partiture erano scritte a mano e questa “ottimizzazione” serviva a rendere il lavoro dl copista meno
oneroso. Con la nascita della stampa a Computer, le cose si sono rese più semplici, per cui sempre
più si vedono partiture che prevedono la presenza di tutti gli strumenti in tutte le pagine.
In ogni caso, che si opti per l’una o per l’altra tipologia, le pagine della partitura saranno formate da
tutti i pentagrammi previsti e potranno riempiere tutta la pagina e le pagine successive se sono in
numero congruo, (quindi si dice che vi sarà una sola “accollatura” per pagina) altrimenti nel caso
di partitura con pochi strumenti, potranno comparire varie “accollature”:
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Partitura con Partitura con
una sola due
accollatura accollature

Per quanto concerne le parti staccate, essendo estratte dalla partitura non hanno necessità di seguire
regole grafiche diverse, c’è da dire solo che le battute di pausa sono raggruppate in un’unica battuta
con il numero complessivo delle battute d’aspetto; tali battute possono essere organizzate anche in
sezioni diversa ( tra una lettera e l’altra per esempio):

Inoltre è utile ( ma non obbligatorio ) inserire una guida rappresentata dalle note di un altro
strumento che in quel momento sta suonando prima che lo strumento in pausa ricominci a suonare:

Guida Violini I

Infine è necessario per le pagine di destra prevedere, nel caso di parti staccate a più pagine, una
girata di pagina comoda, possibilmente in corrispondenza di battute di pausa. Molto spesso per fare
ciò è necessario decidere per un numero minore o maggiore di accollature presenti nella pagina e
nei casi estremi anche l’inserimento di una pagina bianca.

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Impaginazione e parti staccate
Finale nella modalità di impostazione guidata prevede l’impaginazione automatica per cui ci si
trova con la partitura già bella e pronta. Molto spesso il modo come Finale impagina non soddisfa
completamente l’utente , per cui sono necessari alcuni interventi. Innanzitutto Finale
nell’impaginazione fa riferimento ad alcuni parametri che sono decisi di default ma che ovviamente
è possibile modificare. Se si selezione il menù Opzioni/formato pagina è possibile scegliere tra il
formato pagina della partitura e delle parti staccate. La finestra che si aprirà sarà la stessa in
ambedue i casi, ma ovviamente l’una riguarderà la partitura, l’altra le parti staccate:

La finestra è apparentemente complessa, in realtà si possono operare anche poche modifiche per realizzare
partiture più personalizzate. Innanzitutto la parte superiore è riferita al formato pagina nel suo insieme, quindi nulla
di nuovo. Appena più giù si notano i parametri di ridimensionamento di vari elementi ( pagina, rigo e accollatura). E’
consigliabile lasciare il ridimensionamento pagina al 100%, mentre si può operare sulla ridimensione del rigo e
dell’accollatura per ottenere la percentuale voluta. Se avete una partitura con pochi strumenti utilizzerete una
percentuale anche alta, ma nel caso di partiture complesse è necessario arrivare a valori molto bassi per poter far
rientrare tutti gli strumenti all’interno di una sola pagina. Le opzioni più in basso sono facili da leggere poiché fanno
riferimento ai margini delle accollature nei quattro punti cardinali (alto, basso, sinistro e destro) rispetto al margine
complessivo della pagina. Le quattro finestrelle servono per stabilire il margine delle accollature in varie situazioni: la
prima finestrella ” Margine delle accollature “ fa riferimento a tutte le accollature; la seconda “Margine prima
accollatura” fa riferimento appunto solo alla prima accollatura (vedremo subito dopo perché) e quelle rimanenti
possono identificare un margine diverso tra pagina sinistra e destra, ma questo nella maggior parte dei casi non
avviene. L’unità di misura utilizzata per tutti i valori è quella da voi scelta in Opzioni/unità di misura come visto a
pag. 17. Nl nostro esempio sono EVPUs.

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Cliccando sullo strumento configura pagina è possibile vedere sia i margini complessivi
della pagina sia quelli riferiti alle accollature:

Marginie
Acc. su

Margini Pagina

Marginie
Acc. sinistro Margini Pagina

Margine
Acc. destro

N. dell’accollatura

Marginie
Acc. giù

La pagina sarà organizzata secondo i parametri indicati nel formato pagina visto in precedenza e se
si vuole cambiare formato è necessario prima modificarlo in tale finestra pagina e subito dopo
scegliendo lo strumento configura pagina, e scegliere la voce definisci le pagine e nel sottomenù
che comparirà sarà possibile definire una sola pagina, tutte le pagine, le pagine di sinistra o di destra
o le pagine selezionate: quindi una scelta variegata
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Volendo lavorare sulle singole accollatura è sufficiente con il tasto destro cliccare all’interno del
quadratino posto sopra e sotto le accollature e far comparire un menù contestuale scegliendo la voce
modifica margini:

La finestra che si aprirà mostrerà i quattro margini delle accollatura sempre nell’unità di misura
scelta e si potrà operare su tali finestrelle per modificare a piacimento i margine delle accollature.
Ma quale accollatura? Semplice lo scelgo io basta che indichi nelle finestrelle subito sotto da quale
a quale accollatura voglio che si modifichino i margini; se per esempio voglio che la modifica
riguardi solo la prima accollatura scriverò (come indicato nell’esempio), 1 nella prima finestrella e
1 nella seconda; se invece voglio che le modifiche vengano effettuate dalla seconda alla quinta
accollatura scriverò 2 nella prima finestrella e 5 nella seconda, fatta la scelta cliccherò su Applica.
Inoltre se mi trovo nell’esigenza di far rientrare un’altra accollatura nella pagina corrente potrò
sapere se lo posso fare guardando lo Spazio necessario per ulteriori accollature indicato in basso
della finestra; se questo numero è basso posso modificare i margini delle accollature presenti nella
pagina per far si che si crei lo spazio sufficiente per far rientrare la nuova accollatura, se lo spazio
necessario è troppo dovrà necessariamente desistere; va da sé che anche in questo caso l’unità di
misura dello spazio che mi serve è indicato nell’unità da me scelta.
In alcuni casi è necessario anche modificare lo spazio tra un pentagramma e l’altro e questo lo si

può fare scegliendo lo Strumento Rigo Musicale ed effettuare lo spostamento in verticale (


in su o in giù) selezionando il solito quadratino posto in alto e tenendo premuto il tasto sinistro del
mouse. Questa modifica però riguarderà quel pentagramma in tutte le accollature. Se invece voglio
una modifica più selettiva, cioè una modifica che coinvolga quel pentagramma ma solo in quella
particolare accollatura, devo necessariamente ottimizzare l’accollatura stessa. Se ricordate abbiamo
stabilito che ottimizzare una partitura significa eliminare tutte le parti che sono in pausa rendendo la
partitura più scorrevole. Per far ciò basta dal menù Configura Pagina, scegliere l’opzione
Ottimizza le accollature e si aprirà la seguente finestra:

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Da questa finestra è possibile selezionare
ottimizza l’accollatura (scegliendo di
mantenere almeno un rigo) . In questa finestra
è anche possibile rimuovere l’ottimizzazione
scegliendo la voce relativa, ( la rimozione si
può effettuare su tutto il documento o su una
o più accollature che indicheremo nelle
apposite finestrelle).

Effettuando l’ottimizzazione e riscegliendo lo Strumento Rigo Musicale, noteremo che i quadratini


sono diventati due; quello superiore è lo stesso di prima, quello inferiore invece ci permetterà di
spostare un qualsiasi rigo solo nell’ambito di quell’accollatura:

Il quadratino superiore, come detto servirà a


spostare in senso verticale (in giù o in su) il
pentagramma in tutte le accollature

Il quadratino inferiore, servirà a spostare in


senso verticale (in giù o in su) il pentagramma
solo nell’accollatura corrente.

Un’accollatura ottimizzata sarà riconoscibile perché comparirà una piccola icona in Blu sulla destra:

Un’ulteriore possibilità offerta dal programma è quella di scegliere il numero di battute che
dovranno comparire in un pentagramma in una singola accollatura. In genere il programma cerca di
distribuire le note in modo armonioso e senza accavallamenti, ma può in certe occasioni, nascere
l’esigenza di diminuire o aumentare il numero delle battute nell’ambito dell’accollatura corrente.

Per fare questa scelta è necessario selezionare lo strumento Modifica-Massa e scegliere la


voce Adatta la Musica, dalla finestra che comparirà potranno essere fatte alcune scelte:

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Nella parte superiore della finestra è possibile scegliere un numero
fisso di battute per ogni accollatura, oppure se sono state selezionate
un certo numero di battute anche su accollature diverse la seconda
opzione permette appunto di far stare in un rigo le battute
selezionate. Sia nell’uno che nell’altro caso quando diamo l’OK ci
accorgeremo che in alto sulla destra comparirà un catenaccio che
indica che l’accollatura è bloccata per cui non è possibile fare altre
operazioni similare; per liberare il blocco dei righi basta selezionare
l’opzione apposita. Nella parte inferiore della finestra, come al solito,
si può decidere di fare i cambiamenti su tutte le accollature o su
parte di esse (ovviamente sulle opzioni in cui è possibile).

Ecco come si mostrerà il pentagramma scegliendo il blocco di 4 misure per ogni accollatura; si
noterà il lucchetto sopra a destra che come abbiamo visto indica il blocco dell’accollatura ma che
possiamo eliminare:

Parti Staccate
Ovviamente Finale offre la possibilità di estrarre dalla partitura singole parti staccate o anche gruppi
strumentali o strumenti a doppio pentagramma (come il pianoforte per esempio). Abbiamo visto che
nell’organizzazione della partitura in genere si stabiliscono dei gruppi strumentali riconoscibili dal
fatto che le stanghette spezzabattute sono unite insieme. Ovviamente ciò capita anche in quei
strumenti come il pianoforte, che utilizzano due pentagrammi. Consideriamo come esempio una
partitura con tre archi e un pianoforte:

Scegliendo File/Estrazione delle parti, si aprirà la seguente finestra:

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Nella parte alta della finestra potremo scegliere
l’estrazione dei singoli righi o dei gruppi.
Ovviamente nel nostro caso selezioneremo
prima le tre parti degli archi (lasciando
deselezionato Rigo 4 e 5) e poi tenendo
premuto CTRL selezioneremo anche il gruppo
corrispondente al pianoforte (lasciando
deselezionato Gruppo 1). Se non si hanno
esigenze particolari si può lasciare tutto il resto
come da default, al limite si può scegliere un
prefisso comune a tutte le parti staccate
oppure si seleziona chiedi conferma per ciascun
nome, e in questo modo potremo scrivere un
nome univoco per ogni parte.

Fatto tutte le scelte e dando OK, il programma genererà le parti staccate di tutti i righi e gruppi della
partitura e nel caso di battute di pause le accorperà, come vuole la regola, tutte in un'unica battuta
inserendo il numero complessivo delle battute di pausa. Avendo la necessità di dividere queste
misure di pausa in due o più sezioni ( ad esempio tra un numero o una lettera e l’altra) è
conveniente inserire una doppia stanghetta che separi le due sezioni oppure utilizzando anche una
stanghetta singola, ma in questo caso si dovrà indicare al programma. Per far ciò operare come
segue:

Scegliere lo strumento Misure fare doppio click nel quadratino che compare su tutte le
stanghette (scegliere ovviamente la stanghetta della battuta che interessa) e dalla finestra che si
aprirà selezionare la doppia stanghetta, oppure se si vuol lasciare una stanghetta singola selezionare
almeno la voce “Interrompi la misura indicante le battute d’aspetto”. Così facendo si obbliga il
computer a raggruppare le misure di pausa in sezioni determinate dall’utente. Questa operazione
comunque è consigliabile realizzarla in fase di organizzazione della partitura:

Si noterà dall’esempio che scegliendo la doppia


stanghetta si selezioneranno alcune voci nella
finestra di destra; queste voci saranno scelte
anche nel caso di una stanghetta singola in cui si
vuol operare un’interruzione dell’ accorpamento
delle battute di pausa:

Stanghette in cui bisogna operare l’interruzione.

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Riepilogando:
L’accorpamento delle battute di pausa avviene sempre nell’ambito di misure con stanghette
semplici. Nel caso di presenza di stanghette doppie (che spesso vengono inserite in corrispondenza
di un cambiamento all’interno della partitura, come la modifica del tempo, delle alterazioni o
dell’andamento) viene operata da programma un’interruzione dell’accorpamento delle battute,
creando un’ulteriore gruppo di pause d’aspetto. Dato che non è possibile sempre inserire doppie
stanghette, anche se si ha la necessità di suddividere in sezioni prestabilite la partitura ( ad esempio
sezioni delimitate da lettere che vengono usate per facilitare il compito al direttore d’orchestra che
potrà dare un preciso riferimento agli strumentisti) si deve operare come indicato in precedenza.
N.B. le battute di pause accorpate nelle parti staccate possono essere sciolte (per operare una
eventuale modifica al loro interno e poi potranno nuovamente essere ricompattate. Per fare questo
è necessario scegliere lo strumento Misure e selezionare la battuta accorpata; cliccare il tasto destro
del mouse e dal menù contestuale scegliere rimuovi battute d’aspetto…

Questo farà si che il programma espanderà la sezione in tante misure singole (tante quante indicate
dal numero di battute di pause),

a questo punto si opererà la modifica, ad esempio si può interrompere alla battuta cinque, con il
metodo indicato prima, per ottenere due sezioni una di 5 e l’atra di 6 battute. Fatta la modifica si
ricompatteranno tutte le misure selezionando sempre con lo strumento Misure, scegliere questa
volta dal menù contestuale Crea la battuta d’aspetto…,

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in questo modo ci ritroveremo di nuovo le battute ricompattate, ma con le due sezioni da noi scelte.

Ovviamente questa operazione la si fa soprattutto se si ha l’esigenza di creare una o più sezioni


all’interno di un gruppo di battute d’aspetto oppure per verificare che in queste battute d’aspetto
non vi siano segni che comunque, anche se lo strumento è in pausa, devono necessariamente essere
eseguite; pensiamo ad esempio ad un cambiamento di andamento o ad una variazione di agogica
quale un rallentando o un accellerando.

Conclusioni
Finale offre molteplici funzioni, e l’elaborazione al computer di una partitura spesso è molto
complessa; in realtà però, la complessità dell’elaborazione è direttamente proporzionale alla
complessità della partitura stessa. Una partitura semplice sarà elaborata con più semplicità, una
partitura complessa con un dispendio di energie e tempo maggiori. Ma Finale è un programma
utilizzato dal dilettante e dal professionista e cerca di soddisfare le esigenze dell’uno e dell’altro.
Inoltre vi sono funzioni più prettamente usate in un ambito classico, altre funzioni in ambito più
moderno e contemporaneo. Ma al di là delle difficoltà intrinseche, l’esigenza primaria è quella di
creare un elaborato in grado di trasformarsi in linguaggio musicale anche se il programma nelle sue
ultime versioni tende sempre più a diventare un software musicale più generico in cui le funzioni ad
esempio di sequencer, prima ridotte al minimo, diventano più sofisticate, i suoni da utilizzare per
l’ascolto non sono più elaborati da discreti sintetizzatori interni, ma da vere e proprie librerie di
suoni campionati professionali e così via. Quindi ci si trova di fronte ad un software musicale più
sofisticato in grado in futuro di soddisfare esigenze più variegate nel campo musicale, fermo
restando che non sarà possibile dimenticare le ragioni per cui è stato creato.

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