Nell’età Moderna (sec. XVII-XIX) il modello delle scienze diventa quello delle
conoscenze fisico/naturali, improntate alle possibilità di misurazione dei fenomeni e
all’attenzione concessa alla causa efficiente: la causalità finale è ritenuta un elemento
antropomorfico (la finalità si dà soltanto nella condotta umana) e comunque
irrilevante per spiegare i collegamenti fra i fenomeni; anche la causa formale si valuta
come una spiegazione superflua.
In più, lo scopo della scienza non è più quello di conoscere la realtà, quanto di
renderla fruibile agli scopi umani. Il sapere deve contribuire al benessere umano e al
progresso. Paradigmatico su questa posizione è il pensiero di Francis Bacon
(1561-1626).
Le critiche di Hobbes (1588-1679) al pensiero aristotelico è molto severa per quanto
riguarda gli aspetti metafisici. Secondo l’autore britannico, tutto il sistema aristotelico
è basato su nozioni poco rispondenti alla realtà e condizionate da una sorta di fantasia
metafisica che non fa che appesantire il pensiero e renderlo infecondo.
La ricerca mira a ottenere leggi come quelle di Kepler o Newton. Come diceva
Montesquieu, è necessario cercare i rapporti necessari fra tutti gli esseri. Quindi la
prevedibilità dei fatti, già presa in considerazione dai Greci, diventa ancora più
importante per la definizione della scienza moderna.
Di pari passu con l’idea dell’utilità si sviluppa la nozione di ciò che oggi
chiameremmo carattere “pubblico” della scienza: le leggi debbono provenire da
esperimenti descritti con precisione e replicabili da chiunque altro. Tutto ciò va contro
le idee legate alla magia, ai saperi nascosti o a "poteri particolari" di guru o personaggi
speciali.
Dopo il primo dibattito sul metodo (circa 1860-1880), uno degli elementi che si
cercherà di definire meglio è la neutralità delle elaborazioni scientifiche dei fenomeni
sociali. Ad esempio, la religione non verrà presa in considerazione come un corpo di
idee più o meno veritiere, ma come la base ideologica di un’istituzione che ha (o ha
1
avuto) un certo peso sociale in certi momenti della storia e in certi luoghi concreti. Se
quella istituzione ha interagito con lo Stato, se ha promosso (o promuove) fra i propri
fedeli atteggiamenti rilevanti nei confronti della società, come il modo di intendere la
famiglia o di promuovere la violenza pur di difendere le proprie convinzioni.
Per buona parte del 900 si cerca dunque una “purezza metodologica”, tramite la
presa di distanze nei confronti di corpi dottrinali o teorie generali: preponderanza
dell’analisi sull’interpretazione.
“La sociologia mostra chiaramente il trapasso da uno studio dei processi sociali connesso
con (e dipendente da) una teoria della società a un’analisi nella quale teorie diverse
confluiscono a formare un apparato categoriale ‘neutro’, in funzione dell'osservazione
empirica e della formulazione di regolarità fondate su di questa. Ma un discorso analogo
vale anche per le altre discipline, anche se in misura diversa a seconda del loro grado di
formalizzazione. Ciò non vuol dire, però che dopo la loro fase iniziale le scienze sociali si
siano svincolate del tutto da tale rapporto, e che nel loro sviluppo esse non si richiamino
di nuovo a questa o quella teoria della società. Talvolta, anzi, anche in tempi recenti,
l'ideale della ‘purezza’ scientifica è stato apertamente contestato, e contro di esso è stata
fatta valere l'esigenza di un rapporto fra scienze sociali e riflessione filosofica più stretto
(e magari qualitativamente diverso) rispetto alle scienze naturali: basti pensare
all'impostazione 'critica' della sociologia di stampo francofortese. E spesso questa esigenza
si è saldata con il rifiuto della neutralità metodologica, con il richiamo a una scienza
capace di offrire modelli normativamente validi e regole per una società alternativa a – o
quanto meno migliore – di quella esistente”.1 ‑
- l’evidenza è costituita dagli elementi di una realtà che si presentano in modo più o
meno chiaro al soggetto. Alle volte le evidenze di un fatto sono indirette e possono
acquisire un valore diverso se si progredisce nella conoscenza delle cause. Per
Aristotele è paradigmatico il caso dell’eclisse: l’oscuramento della Luna o del Sole si
può semplicemente constatare o invece essere spiegato con la interposizione dei corpi
celesti.
!2
comune e il buon senso. Questa conoscenza può ulteriormente essere inserita in una
proposta scientifica.
Autori moderni come Bacon sono molto severi con le certezze associate all’autorità
dei grandi maestri dell’esoterismo (magi, santoni), che non danno prove costatabili
della validità delle loro tesi o previsioni.
Per quanto riguarda Hegel, è fondamentale sapere che la sua proposta filosofica
dipende da una interpretazione evolutiva di tutta la realtà, che non è altro che la
manifestazione della ragione (logos) lungo la storia. Gli ultimi stadi di questo processo
sono l’arte, la religione e la politica. Avrà inoltre un grande influsso la metodologia
basata sulla dialettica, cioè l’opposizione dei diversi momenti di questa evoluzione fra
le tesi, le anti-tesi e il sorgere di nuove sin-tesi.
!3
positiva della divisione dei poteri e nella limitazione del potere dello Stato per quanto
riguarda la regolamentazione della vita civile, e in particolar modo dell’economia.
Montesquieu appartiene a questo filone di pensiero.
In Germania si sviluppa il “cameralismo”, una giustificazione dello stato di polizia
(policy), che garantisca con la sua guida attenta lo sviluppo economico e uan giusta
distribuzione dei suoi benefici.
b. La sociologia4
I primi tentativi di inquadrare i fenomeni sociali in una cornice scientifica si
svilupparono in Francia, soprattutto dopo gli sconvolgimenti rivoluzionari che
segnarono la fine del ‘700 e i primi anni dell’800 (periodo napoleonico).
I cosiddetti socialisti utopici, come Saint Simon (1760-1825), reagiscono davanti ai
primi fenomeni sociali della società industriale: organizzazione razionale,
depersonalizzazione funzionale; interdipendenza delle funzioni; pianificazione e
divisione del lavoro; programmazione centralizzata della produzione.
Comte teorizza sistema autoritario, basato sui vantaggi della produzione industriale
e la validità scientifica dei risultati. Si privilegia la formazione tecnica, e in
contrapposizione all’idea classica di Università si creano le Scuole Politecniche. Il
prototipo del cittadino è l’ingegnere, colui che è capace di pianificare le attività.
Il filone più “classico” delle scienze sociali riguarda lo studio della politica e il suo
rapporto con l’ordinamento sociale. Dalla Repubblica platonica alla Politica aristotelica
e allo studio delle costituzioni; le osservazioni sulla diversità dei costumi dei popoli
(Erodoto), fino al Macchiavelli, Guicciardini e Bodin.
Le idee sul diritto naturale che partono dallo stoicismo e passano attraverso
Spinoza cercano nuove vie di sviluppo, meno legate a una concezione metafisica della
realtà.
3. Evoluzione, evoluzionismo
Da questo punto in poi si possono consultare i diversi manuali di storia della
filosofia moderna e contemporanea, ad es. Fazio-Gamarra, Introduzione alla storia della
filosofia moderna; Fazio-Fernández Labastida, A history of contemporary philosophy.
Anche la dispensa di Storia della filosofia moderna può essere di aiuto. Oltre all’opera
sistematica di Reale e Antiseri, si può consultare anche quella di Berti e Volpi.
4 Cfr. Reale-Antiseri, Il pensiero Occidentale dalle origini ad oggi, vol. 3, "Lo sviluppo delle
scienze nell’800", pp. 271 e ss. "Alle origini della sociologia scientifica", pp. 301 ess.
!4
La realtà ultima è inconoscibile e le spiegazioni che ne possiamo dare diventano
una serie infinita.
L’universo si evolve dall’omogeneo all’eterogeneo.
L’etica e la società si sviluppano come la biologia attraverso un processo necessario,
verso l’equilibrio. L’universo, e l’uomo con esso, progredisce sempre verso il meglio.
Legge fondamentale è l’adattamento e la sopravvivenza del più forte.
Propone uno studio della psicologia come scienza indipendente, diverso da Comte.
A priori nell’individuo, a posteriori per la specie: evoluzione
L’uomo contro lo Stato (1884): sociologia, studia ciò che chiama la statica sociale, e
in Principi di sociologia (1876-96) spiega l’evoluzione della società con le premesse del
liberalismo.
Conservatore perché insiste sulla necessità del processo.
4.1. Lo Storicismo
Il movimento romantico o romanticismo esalta il mondo classico e ne promuove
l’emulazione.
Si investe nella ricerca degli strumenti storici e documentari, ad es. Storia dei Papi,
Storia della Germania durante la Riforma (Leopold von Ranke, 1795-1886); Storia di
Roma (Mommsen, 1817-1903), Storia dell’Ellenismo (Eduard Zeller, 1814-1908),
Rinascimento italiano (Jakob Burckhardt, 1818-1897).
Immanuel Bekker elabora l’edizione critica delle opere di Aristotele. Hermann Diels
raccoglie i frammenti dei filosofi presocratici.
Questi strumenti scientifici per le scienze umane si coltivano come risposta al
positivismo, che privilegia la tecnica e l’approccio quantitativo.
Il compito della filosofia è di tipo epistemologico-critico, con un orizzonte più
ampio di quello kantiano, atto a sviluppare una “Critica della ragione storica”. Le
scienze sociali si devono sviluppare a partire dalla storia generale.
Il singolo popolo va studiato nella sua storia, con la forza della sua libertà. Le
istituzioni sono un prodotto di iniziative umane, oggettivazioni di uno spirito non più
hegeliano.
Gli strumenti più validi sono i documenti. Si privilegia lo studio della filologia.
!5
4.2. Wilhelm Dilthey (1833-1911)
Introduzione alle scienze dello spirito (1883).
Naturwissenschaften und Geisteswissenschaften: posizione fondamentale: le scienze
si dividono in scienze della natura e scienze dello spirito, con metodologie diverse.
Nella storia, la verità è data dai fatti (il “verum factum”, di Vico).
La storia è un’attività spirituale storica da “rivivere”, tramite le Erlebnisse
(“vivenze”). La natura si studia, la storia si “ri-vive”.
La causalità nelle scienze naturali si spiega (Erklären), mentre nelle scienze dello
spirito è fondamentali comprendere (Verstehen) e cercare di ri-vivere (Nacherleben), e
riprodurre (Nachbilden). L’espressione oggettiva (Ausdruck) della Erlebnis è il
significato, lo scopo, il valore.
Si rivive tramite un trasferimento interiore implicante un con-sentimento
(Mitfühlen) e una penetrazione simpatetica, con la quale si stabilisce un rapporto
ermeneutico, cioè interpretativo.
Influisce sull’ermeneutica del 900, centrata nella finitezza, la temporalità, la
storicità. La filosofia è una critica della storia, ma anch’essa è storica, relativa. Lo
spirito si libera con questa consapevolezza. Stabilisce le basi per una “critica della
ragione storica”.
4.3. Il Neokantismo
Le proposte filosofiche posthegeliane (la “destra” che sviluppa gli argomenti
hegeliani, e la “sinistra”, che cerca applicazioni della metodologia dialettica) hanno
delle derive meno legate al mondo accademico, nel quale invece fiorisce un
rinnovamento del criticismo kantiano che mira a superare i punti deboli delle
metodologie interpretative dei fenomeni storici e sociali.
Questa critica rinnovata o neocriticismo si centra nell’analisi delle condizioni di
validità della scienza e degli altri prodotti umani come la morale, l’arte e la religione.
Come fece Kant per la deduzione trascendentale delle categorie, non si tratta di
spiegare le questioni di fatto, ma di diritto: quid iuris?
a. La Scuola di Marburgo
!6
La dottrina platonica delle idee (1903): le idee sono funzioni logiche della
conoscenza.
b. La Scuola di Baden
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Menger è contrario alla “reificazione dei concetti” del marxismo, nella quale il
fenomeno particolare, sia sociale che individuale ha senso soltanto all’interno dei
concetti generali. L’autore austriaco riprende alcune nozioni della scuola liberale
scozzese (David Hume, Adam Smith, A. Ferguson) e considera indispensabile inserire
lo studio degli effetti non intenzionali delle attività umane, soprattutto quelle
economiche.
La sua proposta si conosce come “individualismo metodologico”, il quale parte
dall’idea che le attività di scambio nascono per la necessità di sopravvivenza e
successivamente per il desiderio di avere una vita migliore. Ciò porta a una
complessità dei rapporti che si evince nella divisione del lavoro, come aveva
sottolineato Adam Smith. Ciò che cerca il singolo o la comunità di imprenditori è
migliorare il proprio tenore di vita (“non è dalla benevolenza del macellaio, del birraio
o del fornaio che ci aspettiamo il nostro pranzo, ma dalla cura che essi hanno per il
proprio interesse”), e lo sviluppo di questo desiderio naturale porta a fenomeni che
sfuggono sia all’intenzionalità che al controllo dei soggetti che lo hanno creato. È qui
che sorge la nota nozione di “la mano invisibile”.
Questa linea di pensiero verrà sviluppata da Ludwig von Mises, che la rese nota
negli Stati Uniti, e Friedrich Hayek, il quale elaborerà una teoria che combina
l’accettazione di una ragione limitata per ogni tipo di scienza, con la nozione
dell’ordine spontaneo, nel quale vigono leggi di regolazione interna.
Negli Stati Uniti si è sviluppata la Scuola di Chicago, rappresentata da Kirzner e
Rothbard.
Nelle versioni estreme di questa proposta si sostiene che dall’agire egoistico dei
singoli si producono effetti positivi per la società, e che quindi l’unico interesse della
vita imprenditoriale e commerciale è quella di garantire la crescita delle iniziative
economiche e il profitto dei proprietari.
Durkheim sostiene che “quasi tutto ciò che si trova nelle coscienze individuali viene
dalla società”: idee religiose, gelosia sessuale, pietà filiale, amore paterno… È uno
studio non fondato sul singolo che genera la comunità e la società, ma dei fenomeni
sociali che condizionano il modo di pensare e di vivere dei singoli.
!9
La sociologia studia i fatti sociali come delle realtà a se stanti e cerca le cause che li
determinano.
Della divisione del lavoro sociale (1893): sulla solidarietà sociale moderna.
Weber ritiene che non esistono scienze privilegiate. Compito dello scienziato è la
ricerca della verità tramite la descrizione e la spiegazione in un processo di
superamento continuo. “Disincantamento del mondo”.
Si oppone alle nozioni della scuola storica (Roscher, Knies e Hildebrand). Difende
l’autonomia logica e teorica della scienza, che non può dipendere dallo “spirito del
popolo” hegeliano come voleva Savigny. Un siffatto “spirito” dipende da molteplici
fattori. Lo scienziato isola elementi che ritiene più rilevanti.
Contrario al materialismo storico, basato sulla descrizione di una struttura fissa
delle relazioni fra lavoro e società, alla quale si aggiunge la sovrastruttura. Per Weber
si tratta invece di un processo che va chiarito volta per volta tenendo conto di diversi
fattori, come ad es. la religione.
!10
- azione razionale rispetto ad un valore: non per risultato estrinseco, ma per fedeltà
a un valore (capitano che cola con la nave, martire);
- azione affettiva, dettata dallo stato d’animo o dall’umore;
- azione tradizionale: abitudini, credenze e costumi.
“La prostituzione è un fenomeno culturale, al pari della religione e del denaro; e tutti e tre
lo sono in quanto e solamente in quanto, e nella misura in cui, la loro esistenza e la loro
forma che storicamente assumono tocchino direttamente o indirettamente i nostri
interessi culturali, e in quanto essi suscitano il nostro impulso conoscitivo sotto punti di
vista orientati in base a idee di valore, le quali rendono significativo il settore di realtà che
è pensato in quei concetti”.
“Chi vive nel mondo non può sperimentare in sé una lotta tra una pluralità di valori,
valori dei quali ciascuno, preso per sé, appare impegnativo: dovrà scegliere quale di questi
dèi vuole servire, ma sempre si troverà in conflitto con qualcuno degli altri dèi del
mondo”.
Nel dinamismo generale si trovano delle funzioni più o meno rilevanti che devono
essere inquadrate nei tipi. Bisogna saper cosa fa un re, un funzionario, un
imprenditore. Qual’è il suo agire tipico, e comprenderlo con i processi di scambio
studiati nella teoria marginale. I tipi sociali riguardano anche particolari fenomeni
storici, quali stato, chiesa, setta, scambio, ecc.
!11
inintenzionali). Cerca di rendere intelligibile l’azione, di vederne il senso. Tale
ricostruzione può avvalersi della possibilità di “rivivere” l’azione ed essere legittimata
da evidenze.
1. Studi storici
2. Sociologia della religione
L’etica protestante e lo spirito del capitalismo, 1904/5.
Scritti di sociologia della religione, (3 voll.), 1920-21.
3. Trattato di sociologia generale
Economia e società, 1922
4. Metodologia delle scienze storico-sociali
L’oggettività conoscitiva della scienza sociale e della politica sociale, 1904
Studi critici intorno alla logica delle scienze sociali, 1906
Alcune categorie della sociologia comprendente, 1913
Il significato della “avalutatività” delle scienze sociologiche ed economiche, 1920
Il lavoro intellettuale come professione, 1919
6.1. La Psicologia
!12
Al di la del principio del piacere, 1920
L’Io e l’Es, 1923
Casi clinici, 1924
Psicologia delle masse e analisi dell’io, 1921
Avvenire di un’illusione, 1927.
Es-Ego-Super Ego:
Es (Id): fonte dell’energia biologico-sessuale.
Ego: facciata, rappresentante conscio.
Super-Ego: a partire dai cinque anni, interiorizzazione di valori, educatori, cultura,
ecc.
Principio di piacere (libido) contro il principio di realtà. Nevrosi quando non si
riesce ad articolare per le via della civiltà.
!13
I tipi psicologici (1921)
Il comportamentismo
Watson e lo schema “stimolo-risposta”.
Burrhus Skinner
Walden Two (1948), Oltre la dignità e la libertà (1971).
Con Buhler e Hull crea la Scuola antropologica di Yale.
Comportamento operante (sull’ambiente), contro comportamento rispondente
(Pavlov): non si spiega come fatto interno.
Ratto nella gabbia oscura, alimentato soltanto se preme la levetta: l’evento che lo
rende resiliente non dipende dal riflesso incondizionato indotto dall’osservatore, ma
dall’attività del soggetto. Il rinforzo è condizionato dalla risposta.
Contro l’innatismo, molto criticato da Chomsky, Eccles e Popper.
!14
fondamentale è che fra ci sia un parallelismo tra il progresso compiuto e
l’organizzazione razionale e logica della conoscenza e i corrispettivi processi
psicologici formativi”. Evitare teorie senza questa base. Contano anche a livello
sociale.
Tappe:
1. Primi 18 mesi: conquista dell’universo pratico tramite la percezione e il
movimento. Assimilazione sensomotoria che passa dal proprio corpo come centro a
considerarlo come uno in più di un universo costruito, in concomitanza dell’inizio del
linguaggio e del pensiero. Intelligenza pratica precoce, manipolazione di oggetti
precedente i segni verbali (linguaggio interiorizzato).
2. 2 a 7 anni: periodo del pensiero preoperatorio. Ancora egocentrico (il sole si alza
per accompagnarci...). Ricostruisce azioni passate (racconto) e anticipazione di quelle
future con la rappresentazione verbale. Inizio della socializzazione, interiorizzazione
della parola (linguaggio propriamente detto, basato su linguaggio interiore e segni
verbali), interiorizzazione dell’azione, non più soltanto percepita ma ricostituibile
tramite le immagini e le esperienze psichiche. Apparizione dei sentimenti
interindividuali: simpatie, antipatie. Organizzazione affettiva più stabile.
Non si sa se collabora o semplicemente fa come gli altri.
4. 11-14, adolescenza.
Costruisce sistemi e teorie. Passaggio dal concreto al formale o ipotetico-deduttivo.
Operazioni su operazioni, ipotesi e conclusioni.
Influito da teoria delle forme. L’inconscio della psicoanalisi per tutti i processi
mentali: siamo consci del risultato, non del meccanismo. Inconscio è tutto ciò che non
è concettualizzato. La Psicoanalisi ha rinnovato la psicologia, ma sarà scientifica
quando sarà sperimentale.
!15
La psicologia umanista
Abraham Maslow (cf. Maslow, in Enciclopedia Filosofica Bompiani, v. 7, pp. 7063-64).
!16
aiuti a trasformare la propria personalità. Non dover sembrare bravi, ecc. per poter
contare. “Sono arrivato a sentire che più l’individuo è capito e accettato
profondamente, più tende a lasciar cadere le false maschere con cui ha affrontato la
vita e più si muove in una direzione positiva, di miglioramento.”
Qualsiasi cosa si dica o si faccia, è comunicare veramente, e così il gruppo può
strutturarsi. Cade la leadership autoritaria: potere che paradossalmente, si esplica nel
momento in cui si cede: è il potere di favorire nell’altro il senso della sua forza di base,
della sua energia vitale e delle sue reali capacità, di fargli sentire che ha potere e che se
lo può assumere per la sua crescita interiore e intellettuale.
6.2. L’Archeologia
Introduzione
L’archeologia (dal greco ἀρχαιολογία, composto dalle parole ἀρχαῖος, "antico", e
λόγος, "discorso" o "studio") è la scienza che studia le civiltà e le culture umane del
passato e le loro relazioni con l’ambiente circostante, mediante la raccolta, la
documentazione e l’analisi delle tracce materiali che hanno lasciato (architetture,
manufatti, resti biologici e umani).[1]
Venne definita in passato come scienza ausiliaria della storia, adatta a fornire
documenti materiali per quei periodi non sufficientemente illuminati dalle fonti
scritte. In alcuni paesi, e specialmente negli Stati Uniti d’America è stata sempre
considerata come una delle quattro branche dell’antropologia (le altre tre essendo
l’etnologia, la linguistica e l’antropologia fisica), avente come obiettivo l’acquisizione
di conoscenza delle culture umane attraverso lo studio delle loro manifestazioni
materiali.
!17
L’archeologia è tradizionalmente suddivisa in discipline a seconda del periodo o
della cultura oggetto di studio (ad esempio archeologia classica o archeologia
industriale o paletnologia), oppure a seconda di particolari tecniche di indagine
(archeologia subacquea o archeologia sperimentale), o di specifiche problematiche
(archeologia urbana, archeologia teorica), o ancora sulla base del tipo di materiale
esaminato (numismatica o epigrafia).
Metodi di datazione
Lo studio dei materiali, sia di quelli raccolti nello scavo, sia quelli privi di contesto
stratigrafico, ha gli scopi di comprenderne i modi di utilizzo e l’origine e di arrivare ad
una datazione.
Il primo modo per datare un oggetto in senso relativo è il suo inserimento nella
sequenza stratigrafica. Tuttavia per gli oggetti rinvenuti in un momento in cui questa
tecnica non era ancora stata elaborata, o comunque fuori contesto, si continua ancora
ad utilizzare il confronto formale e stilistico con altri oggetti simili. A questo si
aggiunge l’insieme delle tecniche scientifiche oggetto dell’archeometria.
Per ottenere datazioni assolute possono essere utilizzati il metodo del Carbonio 14
(o radiocarbonio) per i materiali organici (mentre altri metodi di datazione ai
radioisotopi, quali quelli del potassio-argo (K-Ar), dell’uranio-torio-piombo e delle
tracce di fissione dell’uranio 238, possono servire a datare le rocce e quindi i fossili o i
resti di industria litica ad esse associate), la dendrocronologia per il legno, la
termoluminescenza e l’archeomagnetismo, per ceramiche, laterizi e terre di fusione.
!18
Oltre alla chimica e alla fisica, per l’elaborazione delle tecniche di analisi già citate,
le indagini archeologiche possono ricevere un utile apporto dalla geologia, per la
conoscenza sia delle caratteristiche delle varie pietre da costruzione, delle gemme, dei
metalli e leghe metalliche, delle argille, sia dei meccanismi geomorfologici di erosione
e di sedimentazione, e ancora per la datazione delle rocce. Un’altra disciplina che
fornisce il suo apporto alle indagini archeologiche è la paleontologia o paleobiologia,
per lo studio dei resti fossili (con la paleozoologia per i fossili animali, la paleobotanica
per quelli vegetali, la palinologia per i pollini fossili e l’antracologia per i resti
carbonizzati, e infine la paleoantropologia per i resti fossili umani e lo studio
dell’evoluzione dell’uomo): nel loro insieme i cambiamenti ambientali e climatici sono
studiati dalla paleoecologia. Numerose sono anche le possibili applicazioni dei metodi
statistici all’analisi dei dati.
Molti degli interessi delle discipline bioarcheologiche e archeometriche nel loro
insieme costituiscono l’oggetto di studio del metodo interdisciplinare dell’archeologia
ambientale.
Hanno inoltre tematiche affini e complementari numerose discipline, quali
l’antropologia culturale e l’etnologia (per lo studio delle organizzazioni socio-culturali
delle comunità umane, dei loro aspetti comportamentali e simbolici e delle loro
relazioni con l’ambiente), la paletnologia (per lo studio delle origini e dei movimenti
delle popolazioni), la linguistica storica (per lo studio e la diffusione delle lingue), le
ricerche di storia dell’arte e naturalmente della storia.
La ricerca
Metodo fondante delle scienze antropologiche è la ricerca sul campo, che ha
lungamente caratterizzato questa scienza, essendo considerata un vero e proprio
rituale di iniziazione, quasi indispensabile alla formazione dello studioso. In ogni caso
indiscutibile è la necessità di una stretta correlazione tra ricerca etnografica e
approfondimento teorico, sia a livello di disciplina che a livello di singolo studioso.
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L’antropologia
L’antropologia nata come disciplina interna alla biologia, studia l’essere umano
sotto diversi punti di vista: sociale, culturale, morfologico, psico-evolutivo, artistico-
espressivo, filosofico-religioso e in genere dal punto di vista dei suoi vari
comportamenti all’interno di una società.
La nuova scienza antropologica (basata sull’analisi delle strutture sociali dei popoli
arcaici) ebbe un inizio promettente con Lewis Henry Morgan (1818-1881) ed Edward
Burnett Tylor (1832-1917), i quali, nei loro studi sugli amerindi e su altre popolazioni
primitive, rivelarono la comune struttura sociale di tribù di diversi paesi: una struttura
caratterizzata da un sistema complesso di rapporti, spesso matrilineari e dalla
mancanza di proprietà privata e di un apparato repressivo (prigioni, polizia, ecc.).
Questo fu per loro lo stato primitivo della nostra civiltà, corrispondente all’antica
organizzazione sociale della Grecia antica e di Roma antica.
Ma questa traccia, che minacciava di minare alla sua stessa base la morale, la
proprietà privata e lo Stato borghesi, era troppo pericolosa per gli antropologi
accademici, i missionari, gli esploratori che avevano raccolto le prime informazioni
dirette sulle civiltà selvagge. Anche questo compito fu lasciato a Marx e ad Engels. Da
parte sua, la scienza borghese preferì porsi sul terreno comparativistico di James
Frazer (1854-1941) e di Westermarck (1862-1939) e limitarsi alla raccolta di oggetti
d’arte e folklore, alla ricerca delle origini razziali attraverso la misurazione dei crani.
Col miglioramento delle comunicazioni e con l’intensificarsi dello sfruttamento
coloniale che caratterizzarono gli ultimi decenni dell’Ottocento, i contatti con i popoli
primitivi si moltiplicarono.
E sebbene nella maggior parte dei casi questi contatti avvenissero unicamente in
funzione dello sfruttamento e dello sterminio delle popolazioni indigene, resero anche
possibile una maggiore conoscenza dei loro costumi e delle loro credenze. I primi studi
antropologici sul posto furono quelli effettuati nel 1871 da Miklukho Maklai
(1846-1888) nella Nuova Guinea e da una spedizione zoologica nello stretto di Torres e
nella Nuova Guinea (1898-1899). Di questa fecero parte A. C. Haddon (1855-1940) e W.
H. R. Rivers (1864-1922). Ma neanche di queste osservazioni dirette, che valsero a
confermare lo schema di organizzazione tribale fornito da Morgan e Tylor, si seppe
dare altro che un’interpretazione psicologica, mentre gli aspetti economici seguitarono
ad essere trascurati.
Tematiche dell’antropologia
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Essere umano e natura (la specie umana, le teorie dell’evoluzione, la primatologia
comparata, l’ecologia umana, la paleoantropologia, l’antropologia molecolare)
Società e politica, la guerra, (la ricerca del potere e dell’autorità)
Antropologia economica (economia delle società tradizionali, antropologia
dell’impresa)
Antropologia culturale e Antropologia dei simboli
Aspetti simbolici (arte e creatività, simboli gestuali, aspetti visuali, magia e
credenze, filosofia e religione)
Usanze e rituali (giochi della crescita e sociali, parole e comunicazione, riti,
costumi)
Corpo (antropologia medica, tecniche corporali)
Antropologia criminale teorizzata dal medico criminologo Cesare Lombroso
Cognizione e mente (educazione, percezione, categorizzazione, teorie della mente)
Modelli e classificazioni sociali (cultura, etnia, identità, ruoli, scambi culturali, reti
sociali, gerarchia, generi sessuali)
Antropologia delle religioni (in prospettive storica e comparata, nella definizione di
religione e negli aspetti magici e soprannaturali)
Sono inoltre strettamente collegate le discipline dell’etno-linguistica, che si occupa
delle variazioni linguistiche delle diverse società umane, e l’archeologia e la
paletnologia, che indagano le società del passato attraverso i resti materiali che esse
hanno lasciato ("cultura materiale").
7. Economia
Per economia - dal greco οἴκος (oikos), "casa" inteso anche come "beni di famiglia",
e νόµος (nomos), "norma" o "legge" - si intende sia l’utilizzo di risorse scarse (limitate o
finite) per soddisfare al meglio bisogni individuali e collettivi organizzando la spesa,
sia un sistema di organizzazione delle attività di tale natura poste in essere a tal fine
da un insieme di persone, organizzazioni e istituzioni (sistema economico).
Normalmente si considerano i soggetti (detti anche "agenti" o "attori" o "operatori"
economici) attivi nell’ambito di un dato territorio. Peraltro si tiene conto anche delle
interazioni con altri soggetti attivi fuori del territorio, ovvero con il "resto del mondo".
Sistema economico
Il sistema economico, secondo la visione dell’economia di mercato nella moderna
società occidentale, è la rete di interdipendenze ed interconnessioni tra operatori o
soggetti economici che svolgono le attività di produzione, consumo, scambio, lavoro,
risparmio e investimento per soddisfare i bisogni individuali e realizzare il massimo
profitto, ottimizzando l’uso delle risorse, evitando sprechi e aumentando la
produttività individuale nonché attraverso la diminuzione del costo del lavoro.
Componenti o sottosistemi
I componenti o sottosistemi del sistema economico sono:
Sistema di produzione, promuove e determina attraverso la produzione l’offerta di
beni e servizi sotto continua spinta all’investimento per produrre innovazione (aziende
e imprese).
Sistema dei consumatori, promuove e determina attraverso il consumo la domanda
di beni e servizi (es. famiglie e in parte anche imprese).
Sistema creditizio-finanziario: da esso i precedenti sottosistemi afferiscono fondi di
liquidità (capitali) e strumenti finanziari per promuovere e raggiungere i loro obiettivi
(produzione e/o consumo) (banche e istituti di intermediazione finanziaria).
Mercato: è l’ambiente di interazione dei precedenti sottosistemi dove avviene lo
scambio di beni, servizi e denaro tipicamente regolati dalla legge della domanda e
dell’offerta.
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Stato: alimenta il sistema economico attraverso la spesa pubblica (offerta di servizi
pubblici a fronte di prelievo fiscale) regolandolo anche attraverso interventi mirati di
politica economica (politica di bilancio e politica monetaria).
Il livello di sviluppo ed efficienza di tali sottosistemi e del relativo sistema
economico riflette il livello di sviluppo della società stessa e varia in funzione delle
epoche storiche o della parte del mondo o Stato considerato passando storicamente da
economie prettamente agricole ad economie agricole-industriali fino ad economie
agricole-industriali-terziarie oppure classificandosi attualmente e geograficamente in
economie occidentali del primo mondo, economie del secondo mondo, del terzo
mondo e del quarto mondo. Tuttavia il processo di globalizzazione sta gradualmente
portando ad una progressiva omogeneizzazione dei vari sistemi economici mondiali
grazie all’interdipendenza a livello internazionale dei vari mercati nazionali
(internazionalizzazione).
Le operazioni economiche
Gli operatori interagiscono ponendo in essere operazioni economiche che possono
essere:
- operazioni su beni e servizi;
- operazioni finanziarie: consistono nell’acquisizione o cessione di attività
finanziarie (acquisto di azioni o altri titoli, apertura di depositi, erogazione di prestiti
ecc.);
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- operazioni di distribuzione e redistribuzione del reddito e della ricchezza: fanno sì
che il valore aggiunto generato dall’attività produttiva venga distribuito fra i fattori
della produzione (percezione del profitto e del reddito da lavoro autonomo,
distribuzione di redditi da capitale da parte delle società, pagamento di redditi da
lavoro dipendente), sia redistribuito tra gli operatori (riscossione di imposte e tasse,
erogazione di contributi).
Vi sono poi altre operazioni quali gli ammortamenti o lo scambio di attività non
finanziarie non prodotte (terreni, brevetti, licenze).
Tutte le operazioni indicate costituiscono flussi; vengono pertanto misurate
tenendo conto delle variazioni (creazione, trasformazione, scambio, trasferimento di
valore) che intervengono in un dato periodo di tempo. Ad esempio, si misurano
l’insieme delle vendite effettuate da una società, oppure l’insieme delle imposte
percepite dalla pubblica amministrazione, nel corso di un anno.
Le operazioni possono avere o non avere una contropartita. Nel primo caso (ad
esempio, la vendita di un bene), ad un flusso di denaro o in natura corrisponde un
flusso di beni o servizi di pari valore; nel secondo caso (ad esempio, l’erogazione delle
pensioni) non vi è una diretta contropartita e si parla di operazioni unilaterali o
trasferimenti.
I settori economici
Le diverse attività di produzione di beni e servizi vengono classificate in settori
economici.
Al livello più generale si usa la tradizionale distinzione tra:
- settore primario, che comprende l’agricoltura, la selvicoltura, la pesca, lo
sfruttamento delle cave e delle miniere;
- settore secondario, che comprende l’industria in senso stretto, l’edilizia e
l’artigianato;
- settore terziario, che produce e fornisce servizi.
L’economia contemporanea
L’età contemporanea inizia, da un punto di vista economico, con la rivoluzione
industriale: un processo di evoluzione che da un’economia agricola-artigianale-
commerciale portò ad un’economia industriale moderna, caratterizzata dall’uso
generalizzato di macchine azionate da energia meccanica e dall’utilizzo di nuove fonti
energetiche inanimate (in primo luogo i combustibili fossili).
Ne sono seguiti il progressivo declino dell’agricoltura (il numero degli occupati nel
settore agricolo iniziò a diminuire costantemente dopo la Grande depressione del
1873-1895, detta Long Depression) e, con esso, quello dell’aristocrazia, la crescente
importanza della borghesia produttiva, lo sviluppo sostenuto delle città, l’estensione
della produzione per il mercato e la tendenziale scomparsa di quella per
l’autoconsumo, la nascita di un mercato del lavoro.
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Attraverso grandi momenti di crisi economica (la Long Depression e il crollo di Wall
Street del 1929) e politica (la Prima guerra mondiale, la Rivoluzione russa, la
Repubblica di Weimar), si sono affermati nel XX secolo tre diversi sistemi economici:
- l’economia di mercato: è basata sull’interazione degli operatori economici privati,
con un ruolo limitato dello Stato (ordine pubblico, difesa, giustizia, istruzione,
costruzione di infrastrutture);
- l’economia pianificata: in essa la gestione delle dinamiche del sistema economico
compete allo Stato, che elabora piani di breve-media durata che stabiliscono gli
obiettivi e regolano conseguentemente l’impiego delle risorse;
- l’economia mista: accanto all’interazione degli operatori privati, lo Stato
interviene direttamente nel funzionamento del sistema economico, a sostegno della
produzione e dell’occupazione, utilizzando la spesa pubblica ed avvalendosi di
politiche fiscali e monetarie.
Nelle economie moderne il motore della crescita economica spesso è stato
rappresentato dall’innovazione tecnologica: questa componente è stata infatti in grado
di generare un effetto a catena/valanga sulle altre variabili macroeconomiche con
conseguenziale aumento dei consumi, della produttività (PIL) e dell’occupazione.
Fondamentale per la creazione di innovazione sotto forma di ricerca e sviluppo è ed è
stato anche l’accesso al credito degli istituti di credito da parte delle imprese per la
promozione dei loro investimenti cioè dunque l’interazione forte tra i sottosistemi di
produzione e consumo col sistema creditizio-finanziario all’interno del sistema
economico stesso.
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