Kurt Lüscher, Andreas Hoff, Gil Viry & Eric Widmer, Mariano Sánchez,
Giovanni Lamura & Marta Renzi, Andrzej Klimczuk, Paulo de Salles Oliveira,
Ágnes Neményi, Enikő Veress, Cecilia Bjursell & Ann-Kristin Boström,
Gražina Rapolienė & Sarmitė Mikulionienė, Sema Oğlak & Ayşe Canatan, Ana Vujović & Ajda Svetelšek
Nedim Gavranović, Olga Ivashchenko, Valentina Shipovskaya, Qing Lin & Xiying Wang
“Generationes” is a free network of scholars from different countries and disciplines con-
cerned with the analysis of intergenerational issues in theory, methodology, research and
policy. It is financially supported by the Center of Excellence „Cultural Foundations of Social
05
Integration“, University of Konstanz.
Edition ’17
ISBN 978-3-89318-076-9
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Introduzione
Come anticipato nella prefazione, in questo progetto adottiamo uno dei molteplici approc-
ci possibili all’analisi delle generazioni. In questo cogliamo la proficua possibilità di sotto-
lineare che, se in determinate circostanze gli individui percepiscono sé stessi o vengono
da altri percepiti come appartenenti ad una data generazione, a ciò si associa l’idea che
questa appartenenza generazionale sia rilevante per la loro identità e quindi per la loro
azione. Fino a che punto ciò si verifichi, dipende dalla situazione, dalle funzioni e dal con-
testo sociale. Questa visione ci sembra utile proprio rispetto alla vita nelle società “post-
moderne”, sebbene ciò sollevi con particolare urgenza anche la domanda, come possano
gli individui dispiegare la propria identità personale e sociale.
Da questo punto di partenza abbozziamo un primo schema concettuale per l’analisi delle
generazioni. A nostro parere tale modello è, a ben vedere, capace di incardinarsi con lo
schema concettuale risalente a Karl Mannheim e basato sulle nozioni di “posizionamento
05
generazionale – nesso generazionale – unità generazionale”. Anche in tal caso si fa infatti
riferimento alla rilevanza di coscienza e identità, seppur partendo da altre premesse.
Tale approccio suggerisce di prestare particolare attenzione ai rapporti tra gli appartenenti
di diverse generazioni e alla dinamica di tali rapporti. Ciò impone di dare uno sguardo
particolare alla socializzazione e alla generatività, ed a tal fine proponiamo alcune parafrasi
specifiche. L’esperienza della caducità umana è in tal senso sempre in gioco, come lo sono
la comprensione della generatività e, in ultima ratio, la ricerca del senso della vita. Perciò
si tratta di tematiche al tempo stesso di rilevanza storica ma anche attuali. La dinamica
contraddittoria del presente e l’incertezza sul futuro rafforzano l’interesse ai “problemi”
odierni “delle generazioni” (per rimandare ancora una volta Karl Mannheim, fondatore
della teoria delle generazioni).
Il nostro approccio consente di approfondire quanto di comune esiste tra queste due
concezioni, facendo riferimento alle condizioni generali strutturali e socio-demografiche,
dato che i rapporti tra le generazioni debbono essere organizzati. In questo modo l’analisi
riprende nuovamente in considerazione le dimensioni politiche, cosa che affrontiamo illu-
strando il nuovo concetto di politica generazionale, nella quale vediamo la sfida di poter
realizzare il postulato della giustizia intergenerazionale.
Quando sottolineiamo che stiamo illustrando solo una delle possibili prospettive, ciò signi-
fica anche che sono possibili ed esplorabili ampliamenti dell’orizzonte. I nostri futuri sforzi
101
mirano in particolare ad approfondire gli aspetti socio-strutturali e l’orientamento al corso
della vita. Ulteriori stimoli sono in tal senso i benvenuti.
Siamo pertanto dell’opinione che la comprensione dei fenomeni e della loro compene-
trazione teorica nel campo dell’analisi delle generazioni – e non solo in tale ambito – sia
05
favorita dal tenere presente le risorse del plurilinguismo. Differenze sottili stimolano ulte-
riori riflessioni. Particolari sfide sono poste da concetti che non si riescono a tradurre con
una sola parola. A tali particolarità facciamo brevemente riferimento nell’introduzione
aggiuntiva specifica per ogni versione linguistica.
102
Note alla versione italiana
La traduzione italiana di questo compendio incentrato sui concetti di “generazione, relazi-
oni intergenerazionali e politiche generazionali” ha potuto trarre vantaggio, da un lato,
dalla collaborazione con la collega Marta Renzi, co-autrice della presente versione, la cui
passione per la lingua tedesca ha fornito una prima, generosa base di partenza da cui
avviare il processo di certosina traduzione e limatura del testo riportato nelle pagine che
seguono.
Dall’altro, si è potuta giovare dei molti anni di permanenza e studio in contesti accademici
e di ricerca di lingua tedesca che hanno caratterizzato la mia carriera di “gerontologo” o,
in altre parole, – la spiegazione mi sia concessa alla luce della carenza di percorsi formativi
in questo ambito professionale nel contesto italiano – di studioso dei fenomeni dell’invec-
chiamento da un punto di vista prevalentemente socio-economico. Avviatasi con un dot-
torato di ricerca in “corso della vita e politica sociale” presso l’Università di Brema, la mia
05
ormai ventennale esperienza di ricercatore presso il dipartimento ricerche gerontologiche
dell’INRCA di Ancona (l’unico Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico italiano
operante nel settore della geriatria) mi ha permesso di lavorare, anche per lunghi periodi,
presso rilevanti istituzioni del settore in Germania (in particolare il Centro di Gerontologia
Sociale diretto da Hanneli Döhner presso l’Università Clinica di Amburgo-Eppendorf, UKE)
e in Austria (il Centro Europeo per le Politiche e la Ricerca sul Welfare Sociale di Vienna).
Giovanni Lamura
103
Avvicinamento al concetto di generazione
Attualità della questione generazionale
5.01 Slogan quali "guerra tra le generazioni", "dialogo tra generazioni” e "solidarietà tra
generazioni" o titoli di libro quali "Il peso della vecchiaia" mostrano quanto la questione delle
generazioni sia oggi attuale. Tali espressioni riflettono una propria retorica generazionale,
che può essere definita come il pubblico dibattere e scrivere su come le relazioni interge-
nerazionali sono vissute e giudicate o su come dovrebbero essere impostate. Caratteristica
della retorica generazionale è la sua struttura antagonistica tra idealizzazione (solidarietà)
e pericolo (conflitto). Frequentemente, le differenze generazionali sono caricate in misura
drammatica, attraverso metafore che costituiscono un elemento importante della retorica
generazionale. A riguardo possono distinguersi le seguenti figure (sulla falsariga di J. Bil-
stein 1996. Metaforica del termine generazione. In Liebau/Wulf: Generazione. Weinheim):
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Varianti delle metafore generazionali Esempi
Sviluppo Creazione di un "uomo nuovo"
Ciclicità e processo Stagioni
Diritto Contratto generazionale
Miglioramento Insegnante come giardiniere, i figli sono
il nostro futuro
Alienazione e cesura Guerra tra generazioni
5.02 Secondo L.L. Nash (1978, Concepts of existence. In: Daedalus 107:1), la parola
greca “genos” sta alla base del verbo “genesthai”, che significa “to come into existence” o
“venire in esistenza”, descrivendo il superamento della – costantemente mutevole – soglia
della vita. Attraverso la nascita dei figli si crea una nuova generazione, la quale si differen-
zia da quella dei genitori, e ciò accade in continuazione partendo dal nuovo, ma il fatto in
sé, in quanto tale, rimane lo stesso. Nell'antichità romana il termine “generatio”, tradotto
dal greco, significava generazione, formazione, produzione. In questo processo il creante
dà vita a qualcosa che nella forma gli è simile, per quanto nel caso degli esseri umani il
generato differisce a livello individuale, e non come specie, dal suo creatore. J. Bilstein fa
inoltre notare che il concetto si basa fondamentalmente su due idee, che si ripercuoto-
no anche nella retorica, ossia quelle di creazione e produzione ma anche di continuità e
ciclicità, in altre parole di creato e di appartenenza. Queste fondamentali aree di tensione
rivelano il potenziale di ambiguità e di esperienze di ambivalenza nelle relazioni interge-
nerazionali, ritrovandosi anche nelle polarizzazioni della retorica generazionale. S. Weigel
(2006. Genea-logik) vede nella generazione anche la parola chiave per diverse discipline,
luogo di intersezione tra evoluzione e tradizione, anche nel senso di una differenziazione
tra scienze naturali e sociali, cosa che si riflette anche nei metodi della ricerca attuale, in
quanto le generazioni sono raccontate e contate.
104
5.03 Al fine di accostarsi all'importanza del concetto di generazione, è opportuno esami-
nare brevemente la storia del concetto e l'attuale varietà della sua applicazione. Nella radice
del termine generazione è contenuta l'idea dello sviluppo del "nuovo" rispetto all’attuale.
In proposito è fondamentale che questo nuovo si differenzi da ciò che è stato finora ma,
contemporaneamente, ne includa le affinità. Semplificando, la storia del concetto può
essere suddivisa in fasi e, a riguardo, assumono rilevanza anche i collegamenti del concet-
to rispetto ai punti d’intersezione con l’antropologia, la biologia, la storia e la sociologia.
05
generazioni e vengono poste le basi per una comprensione pedagogica delle relazioni
intergenerazionali.
2. Con i tempi moderni ha inizio una seconda fase, caratterizzata dal fatto che il termi-
ne generazione viene utilizzato principalmente per segnalare la partenza per un futuro
nuovo ed aperto. Le generazioni sono considerate fonti di stimolo per il progresso
e perciò l’attenzione viene rivolta alle arti e alle scienze. A questa accentuazione del
termine si affianca la trasmissione della conoscenza di ogni genere orientata secondo
il modello generazionale insegnante-studenti. Alla successione familiare delle gene-
razioni viene invece prestata scarsa attenzione, perché data per scontata e coltivata
come ideale della famiglia borghese. Come nella prima fase, la maggior parte delle
rappresentazioni si riferiscono solamente a uomini.
3. Una terza fase della comprensione delle generazioni inizia con la contemporaneità,
durante la quale il concetto di generazione viene utilizzato come strumento diagno-
stico per esaminare una specifica fase temporale. Ciò riflette una visione modificata
del rapporto fra passato, presente e futuro. Quest’ultimo viene ritenuto tanto incerto
quanto gli orientamenti verso il passato o la tradizione, anche se questi continuano a
rimanere efficaci. Questa contraddizione interiore trova espressione anche nell’analisi
del postmoderno operata nelle società contemporanee. La perdita di consapevolezza
ha tuttavia contribuito anche ad una estensione degli orizzonti della comprensione
generazionale: la sequenza delle generazioni nella famiglia e quella della società sono
rapportate le une con le altre – l’esempio più evidente è quello del settore della poli-
tica sociale – e ciò fa emergere questioni di giustizia distributiva tra le generazioni nel
contesto del Welfare State (e della sua riorganizzazione).
5.05 Le costruzioni della differenza tra i generi attirano particolare attenzione nel post-
modernismo, e da ciò discendono anche importanti impulsi per l’analisi socio-politica. Il
ruolo delle donne trova apprezzamento e il rapporto tra i sessi viene tematizzato, questioni
105
che sono fortemente influenzate dalla onnipresenza dei media e dall’interazione con essi.
Ciò è rilevante a sua volta per lo stretto intreccio esistente tra la dimensione generazionale
e quella di genere, come dimostra l’esempio fornito dai compiti di cura [caregiving].
05
Esempi di riferimenti bibliografici:
Borchers (1997). La generazione sandwich: i suoi contributi ed oneri temporali e
finanziari [Die Sandwich-Generation: Ihre zeitlichen und finanziellen Leistungen und
Belastungen].
Bordone (2009). Contatti e prossimità delle persone anziane rispetto ai figli adulti:
un confronto Italia-Svezia [Contact and proximity of older people to their adult chil-
dren: a comparison between Italy and Sweden].
Klein (1995). La generazione senza fratelli: mito o realtà? [Die geschwisterlose Ge-
neration: Mythos oder Realität?]
Saraceno C. (2011) Nonni e nipoti.
Sgritta (2002) Il gioco delle generazioni. Famiglie e scambi sociali nelle reti primarie.
106
“praticanti” (locuzione comune) [Die 68er: Biographie einer Generation. Genera-
tion Praktikum].
Calvi (ed.) (2005) Generazioni a confronto.
Dischner (1982). Una generazione muta racconta: le donne degli anni '30 e '40
[Eine stumme Generation berichtet: Frauen der 30er und 40er Jahre].
Eisenberg (1982). La generazione perduta: i bambini nell’olocausto. [The lost
generation: Children in the holocaust].
Ulteriori approfondimenti utilizzano il concetto in senso figurato, per esempio come gene-
razioni di medicinali, di apparecchiature (auto, computer) e di tecnologie.
107
Principi concettuali
Punto di partenza
05
re. L’empiria giustifica pertanto il lavoro con il concetto, che a seconda delle circostanze
può essere modificato, affinato o integrato.
5.08 Alla base del nostro approccio, lo abbiamo menzionato nell’introduzione, si colloca
la relazione – derivabile dall’etimologia e dalla storia del termine – tra appartenenza gene-
razionale e attribuzione di identità. Ciò pone l'attenzione sulle relazioni sociali tra individui
e gruppi, in quanto è su questi che si fondano, da un punto di vista sociologico, le identità.
Questo può avvenire sia nella sfera pubblica che in quella privata, e trovare espressione
negli stili di vita individuali come in quelli collettivi. La configurazione dei rapporti interge-
nerazionali negli usi e costumi, come pure la loro regolazione giuridica, fanno riferimento
ad un ordine generazionale che va continuamente ricreato, e pertanto ad una dimensione
politica delle generazioni. Lo stretto rapporto tra tali elementi fondamentali suggerisce di
parlare di una griglia concettuale, per cui proponiamo tre definizioni di base, vale a dire:
generazioni e identità generazionale, relazioni intergenerazionali e ordine e politica gene-
razionali. Questi possono pertanto rappresentare i punti di riferimento per una graduale
parafrasi di ulteriori questioni.
Definizione di base
5.09 Il concetto di generazione serve ad analizzare l’interazione – rilevante per l’identità
individuale – tra l’agire, i rapporti sociali con l’appartenenza a specifiche coorti demogra-
fiche, la posizione nella rete di parentele, il far parte di un’organizzazione o l’aver vissuto
determinati eventi storici. L’attenzione si focalizza sul pensare, provare, volere e agire, sulle
forme di vita e sui (per)corsi di vita degli individui come pure degli attori collettivi.
108
piuttosto l’attenzione sull’agire empiricamente osservabile. Ciò accade talora anche in
senso metaforico, quando si tratta dell’azione di attori collettivi, quali raggruppamenti
sociali o comunità esperienziali (intere generazioni). Anche in tal caso è rilevante la rap-
presentazione identitaria che ne deriva.
Differenza generazionale
5.12 L'assunzione che esista una generazione nominabile implica necessariamente la sua
05
distinzione da altre generazioni. Si possono pertanto individuare differenze generazionali
rispetto ad esperienze pregnanti come pure a cesure della storia della vita e della società
e, di conseguenza, nel modo di sentire, pensare, conoscere ed agire. In tal senso, alla base
delle differenze sociali generazionali si pone l’esteso senso comune di appartenenza ad
una società e alla sua storia, per cui le differenze generazionali possono essere individuate
come comunità esperienziali sia tra individui sia tra generazioni.
109
zioni generazionali. Questa assunzione viene chiarita dalle perifrasi che seguono. Quando
giovani ed anziani o, per esempio, nonni e nipoti intraprendono qualcosa insieme, ciò è
spesso associato con l'apprendimento. D’altro canto, per molte forme di apprendimento
è rilevante far riferimento all’età o all’appartenenza generazionale. In tale contesto entra
in gioco normalmente un terzo elemento: la trasmissione, l’assimilazione e lo sviluppo
dell’eredità materiale, sociale e culturale. Questi sono specifici processi di socializzazione.
5.16 La socializzazione generativa può essere definita come l’insieme dei processi, che si
svolgono tra membri di generazioni differenti, di acquisizione di sfaccettature dell’identità
sociale, operata attraverso il confronto critico con l’eredità economica, sociale e culturale
comune.
Generatività
5.17 La generatività in demografia è spesso sinonimo di comportamento riproduttivo,
05
ossia della decisione di genitorialità e della sua attuazione. In psicologia, da Erikson in poi,
ci si riferisce con questo alla disponibilità delle persone anziane a prendersi cura di quelle
più giovani. Di seguito suggeriamo un’interpretazione più ampia in tre passi:
– l'idea di generatività può essere associata, in una prima generalizzazione, all’idea che
gli esseri umani sono in grado di tener conto dell'esistenza delle generazioni future nel
proprio pensare ed agire. Ciò significa che possono in larga misura controllare il proprio
comportamento generativo e, nella gran parte dei casi, decidersi a favore o contro la
genitorialità;
– in secondo luogo, gli esseri umani possono riflettere il bene delle future generazioni ed
agire di conseguenza. Questo può essere postulato come impegno e responsabilità verso
i singoli individui e, per analogia, verso le istituzioni sociali;
– una terza generalizzazione, recentemente introdotta nel dibattito, tiene conto dell'espe-
rienza o dell'intuizione che anche i più giovani possono sviluppare, individualmente o
collettivamente, una consapevolezza rispetto al benessere dei più anziani.
5.18 Alla luce di queste riflessioni, proponiamo pertanto questa definizione: la genera-
tività indica la capacità umana, di essere consapevoli, individualmente e collettivamente,
della reciproca dipendenza tra le generazioni, e di poterne e doverne tener conto in sede
di azione. Ciò racchiude una specifica potenzialità ai fini dell’attribuzione di significato per
la vita individuale e sociale-comunitaria.
Definizione di base
5.19 Tra i membri di due e più generazioni nonché all'interno di una stessa generazione
si instaurano delle relazioni sociali che sono caratterizzate dalla consapevolezza dell’appar-
tenenza generazionale e delle comunanze e differenze che da questa derivano (relazioni
inter- e intragenerazionali).
110
5.20 I rapporti intergenerazionali si concretizzano in processi reciproci e riflessivi di
orientamento, influenza, scambio ed apprendimento. Forma e dinamica delle relazioni
intergenerazionali dipendono, tra l’altro, dalla soddisfazione di compiti istituzionalmen-
te predeterminati (assicurazione del sostentamento, “caring ", educazione). Tali relazioni
vanno inoltre allo stesso tempo mantenute e sviluppate.
5.21 La nostra definizione si basa sulla ritrascrizione delle relazioni sociali come intera-
zioni (individuali o collettive) che non sono univoche, bensì fanno ripetutamente e vicen-
devolmente riferimento le une alle altre e vengono quindi in un certo senso "inquadrate".
Spesso questo inquadramento è assegnato a priori, per effetto dei compiti che devono
essere svolti assieme, o dei ruoli sociali in quali ci si incontra. Le relazioni tra membri di
generazioni successive sono quelle che suscitano il maggior interesse.
5.22 Le analisi teoriche ed empiriche differenziate vertono tra l’altro sulla domanda se
sia possibile individuare una sorta di logica "sociale" inerente l’impostazione delle relazioni
05
intergenerazionali. Fino a che punto valgono le regole generali dello scambio e della reci-
procità? E’ questo un ulteriore segno della specificità delle relazioni intergenerazionali?
Conflitto intergenerazionale
5.24 Il concetto di conflitto intergenerazionale si basa sul presupposto che la differenza
dinamica tra generazioni provochi necessariamente dei conflitti.
5.25 Nella letteratura tradizionale e popolare predomina notoriamente l’idea che i con-
flitti tra giovani ed anziani siano in un certo qual modo ancorati alla natura (sociale) dei
loro rapporti, e che nelle modalità con cui tali conflitti vengono consentiti ed estrinsecati si
possa intravedere una spinta allo sviluppo della società nel senso di mantenerne sistema-
ticamente le strutture portanti. In tale contesto, i rapporti d’autorità famigliari e parentali
fungono da punto di partenza "naturale”, sebbene in tempi più recenti si individuino con-
flitti tra giovani ed anziani anche rispetto alla distribuzione delle risorse della società ed
alla partecipazione alle istituzioni dello stato assistenziale.
Solidarietà intergenerazionale
5.26 La solidarietà intergenerazionale può essere vista come l’espressione dell’affidabi-
lità incondizionata tra i membri di una o più generazioni.
111
5.27 Il concetto di solidarietà intergenerazionale si è fatto strada soprattutto per il tra-
mite della ricerca gerontologica e generazionale americano-statunitense, in parte come
difesa di fronte all’idea di famiglia come nucleo isolato, di una generale disintegrazio-
ne della rete famigliare e parentale, come pure di una visione unilaterale della vecchiaia
caratterizzata esclusivamente da una condizione di bisogno assistenziale. A riguardo si fa
spesso riferimento al modello di Bengtson e Roberts (1991. Intergenerational solidarity in
ageing famiglies. In: Journal of Marriage and Family: 856-870), in cui si distinguono sei
dimensioni: 1) solidarietà associativa (frequenza e modello d’interazione); 2) solidarietà
affettiva (tipo, grado e reciprocità di mutui sentimenti); 3) solidarietà consensuale (grado
di concordanza in atteggiamenti, valori e convinzioni); 4) solidarietà funzionale (tipo ed
entità del supporto reciproco); 5) solidarietà normativa (intensità del legame a ruoli ed
obblighi famigliari); 6) solidarietà strutturale (strutture di opportunità per il mantenimento
delle relazioni intergenerazionali, quali dimensione familiare e vicinanza geografica).
5.28 Va sottolineato che questa visione della solidarietà considera solamente le relazioni
05
intergenerazionali familiari. A ciò si può obiettare che tale approccio non tiene conto del
fatto che il dare e il ricevere o altre attività comuni potrebbero essere imposte o svolte con
riluttanza. Inoltre sussiste il pericolo di un’idealizzazione normativa delle relazioni inter-
generazionali. Per tal motivo, appare logico considerare questa tipologia più come una
proposta per il dimensionamento di tali relazioni intergenerazionali, mentre problematica
risulta la loro generalizzazione all’intera società. In generale il concetto di solidarietà, di
per sé polivalente, si basa sull’idea ampiamente diffusa che l'importanza delle relazioni
intergenerazionali derivi prioritariamente dal loro contributo ad una consensuale coesione
sociale. Ciò facendo si trascurano importanti aspetti della dinamica interna delle relazioni
intergenerazionali, sottovalutandone allo stesso tempo le condizioni sociali che le plasma-
no, così come evidenziano l’impostazione, la raccolta e l’analisi di dati empirici.
Ambivalenza intergenerazionale
5.29 Il concetto di ambivalenza intergenerazionale si riferisce alla circostanza che,
nell’ambito delle relazioni intergenerazionali micro e macro sociali, si possono esprimere
contemporaneamente atteggiamenti e modalità di comportamento che sono sia conflit-
tuali sia solidaristici – come ad esempio odio e amore, autonomia e dipendenza, prossimità
e distanza – e che trovano la propria radice nel riconoscimento di una contemporanea
appartenenza e diversità. La definizione da noi proposta è pertanto la seguente:
5.31 Il concetto di ambivalenza ha le sue radici nella psicoterapia come pure nella visione
simmeliana dell’individualità e della socialità. Va sottolineato che, (a differenza di ciò che
112
comunemente si intende) in senso scientifico le ambivalenze non sono connotate a priori in
senso negativo, in quanto queste esperienze e la loro gestione possono essere viste anche
come una sfida rispetto al modo di impostare le relazioni, cosa che può avvenire anche in
modo socialmente creativo ed innovativo. In tale contesto possono assumere importanza i
concetti di influenza, potere e autorità. E in corrispondenza a questo possono distinguersi
diverse modalità di gestione dell’ambivalenza, come la "solidarietà", "l’emancipazione", la
"ritirata" e la “complicità”.
5.32 La tensione tra continuità e novità è riconoscibile nell’etimologia stessa del concet-
to di generazione, e si nutre anche della simultanea intimità e distanza che caratterizza
molte relazioni intergenerazionali.
5.33 Come ipotesi euristica generale può pertanto postularsi che: le relazioni interge-
nerazionali, per motivi strutturali – quali la loro intimità e intrinseca irrescindibilità – sono
caratterizzate da un’elevata probabilità di tradursi in esperienze ambivalenti, pur non
05
“essendolo” sempre ed in ogni caso.
5.35 Questa definizione si differenzia da quelle che si riferiscono alle relazioni solamente
in termini di interazioni micro-sociali ed ai rapporti come realtà macro-sociali. Va infatti
considerato che anche tra unità macro-sociali possono sussistere delle relazioni (astratte),
che si sostanziano in interazioni concrete tra i suoi appartenenti/membri. Il concetto di
generazione si presta bene a mediare la contrapposizione tra micro- e macro-sistemi, come
del resto si può ritrovare nella griglia concettuale suggerita da K. Mannheim “condizione
generazionale – interazione tra generazioni – unità generazionale”.
5.36 Dal punto di vista demografico, le più importanti unità strutturali sono costituite
dalle coorti. Queste sono definite come l’insieme delle persone nate entro un dato inter-
vallo di tempo. Tradotte in termini di organizzazioni, le coorti sono costituite da tutte le
persone che ne sono diventate membri nell’arco di un determinato periodo di tempo.
5.37 Alla luce della definizione sopra proposta, una coorte diviene una generazione
quando i diretti interessati o terzi considerano rilevante – per la propria identità ed il pro-
prio agire – il momento della nascita, l’età o l’ingresso in un’organizzazione, in associa-
zione ad esperienze biografiche e storiche di vario genere.
5.38 L'analisi dei rapporti strutturali e la dinamica tra i membri di diverse generazioni
possono essere distinte anche rispetto al tempo. Da un lato troviamo infatti generazioni
113
co-esistenti (sincroniche), dall’altro generazioni che vivono in tempi diversi (diacroniche),
come pure interdipendenze tra esperienze generazionali sincroniche e diacroniche.
05
dall’aiuto dei più anziani, da un lato, e quella più attempata dalle cure dei più giovani,
dall’altro, l’organizzazione delle relazioni intergenerazionali diviene per così dire una sorta
di “compito socio-culturale insito nella natura umana”, che richiede norme e regolamenti.
Questi ultimi riflettono, a loro volta, sia il modo in cui tali compiti vengono interpretati, sia
il confronto tra varianti diverse e sull’influenza esercitata. Ad esempio, la sostituzione del
concetto di “patria potestà” (intesa come “Gewalt”) con quello di “potestà genitoriale”
(intesa come “Sorge”) rivela un mutamento storico-temporale dell’assetto esistente tra le
generazioni.
Definizione di base
5.42 L’insieme delle regole che, in forma di usi, costumi e diritto, operano in una società
o in parti di essa per impostarne le relazioni intergenerazionali, rappresenta un ordine
generazionale. Questo trova la sua espressione sia nel diritto sia nelle figure della logica
delle relazioni sociali. Entrambi sono anche espressione dei rapporti di potere e di dominio.
Generazione e Genere
5.43 Generazione e genere sono strettamente collegati da un punto di vista sia anali-
tico sia empirico. Entrambe le categorie fanno riferimento a realtà biologiche che hanno
bisogno di una configurazione sociale, politica e culturale. La generatività è in larga misura
determinata dal rapporto tra i sessi, e la retrospettiva storica evidenzia come il concetto di
generazione sia prevalentemente stato plasmato in termini maschili. Ciò trova la sua decli-
nazione nei regolamenti normativi nonché nell'asimmetrica divisione dei compiti (quoti-
114
diani). La dinamica del mutamento postulato e vissuto dei ruoli di genere registratosi negli
ultimi decenni è pertanto fortemente intrecciata con l’impostazione delle relazioni inter-
generazionali. L'esempio più lampante è quello della organizzazione dei compiti descritti
con il termine “prendersi cura” [caring].
Giustizia intergenerazionale
5.44 L'idea di giustizia comprende sia una regola sociale sia una virtù individuale. Lo stes-
so vale per l’organizzazione delle relazioni intergenerazionali. In questo senso, il concetto
di giustizia assume rilevanza sia dal punto di vista micro-sociale (come nella quotidianità
dell’educazione) sia da quello macro-sociale (ad esempio per quanto riguarda la distribu-
zione delle risorse della società). Con riferimento alle ancor oggi illuminanti proposte di
Aristotele, possono in merito distinguersi due categorie di giustizia.
– La prima è la giustizia procedurale, la quale richiede che le regole di ordine sociale siano
applicate a tutti gli interessati in modo equo e in tal senso uguale, e pertanto anche
05
rispetto al rapporto tra le generazioni.
– La seconda dimensione si incentra sui contenuti.
5.45 In proposito la giustizia dello scambio postula che occorrerebbe adoperarsi per
assicurare la parità del valore dell’oggetto rispetto alle prestazioni degli interessati. Nella
letteratura politica ed economica ciò viene definito anche come giustizia della prestazione.
Inoltre si parla di giustizia distributiva, secondo la quale lo Stato si orienta sulla base della
posizione, del "valore" o dei meriti della persona interessata. Un ambito, questo, nel quale
si è consolidato anche il concetto di giustizia basata sul bisogno.
5.46 Negli ultimi tempi si osserva un cambiamento pragmatico nel dibattito etico-filoso-
fico, che consiste essenzialmente nel valutare l’agire tenendo conto del contesto sociale,
cosa che conduce al postulato della giustizia del coinvolgimento o della partecipazione.
5.48 Il concetto di giustizia assume rilevanza anche rispetto al rapporto tra generazioni
attuali e future, ad esempio per quanto riguarda le modalità di utilizzo delle risorse natu-
rali, l'ampiezza del debito pubblico e la valorizzazione del patrimonio culturale. Al fine di
tener conto in modo compatto della multidimensionalità della giustizia intergeneraziona-
115
le, proponiamo una ridefinizione normativa della politica generazionale, che si basa sui
postulati generali dei diritti umani, e che allo stesso tempo pone l’accento sulla reciproca
dipendenza tra le generazioni e sulle responsabilità che da questa derivano.
5.49 Il concetto di giustizia gioca un ruolo anche nella gestione della vita quotidiana,
combinandosi tra l’altro con le nozioni di correttezza ed equità. Un importante criterio è il
rapporto tra uguaglianza e disuguaglianza, che trova espressione nel diffuso detto che “la
giustizia impone di trattare i casi uguali allo stesso modo e quelli diversi in modo diverso”.
5.50 Nelle nozioni di giustizia è inoltre sempre rilevante la comprensione del rapporto
tra passato (rappresentato ad esempio dalle risorse acquisite), presente (inteso come uso
ed incremento attuale delle stesse) e futuro (come tramandarle). Altrettanto grande è di
conseguenza l’interesse che attrae la questione della giustizia intergenerazionale, paralle-
lamente al crescente interesse per la questione generazionale. L’equità intergenerazionale
è inoltre un importante oggetto delle iniziative politiche, nell’ambito delle quali si fa spesso
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riferimento alla sua trattazione filosofica e politica, che si occupa di generazioni esclusiva-
mente come collettivi sociali (e spesso addirittura solamente come coorti di età).
5.51 Ampio spazio prende inoltre la questione della demarcazione tra equità generazio-
nale intra- ed intertemporale. Con ciò si intende in primo luogo il rapporto tra generazioni
(o classi di età) contemporanee, ed in secondo luogo quello tra le generazioni attuali e
quelle future. In merito il dibattito si chiede inoltre, tra l’altro, fino a che punto si debba
pensare al futuro e se, eventualmente, le generazioni odierne possano quantificare (e scon-
tare) il valore dei propri obblighi verso chi vivrà in un lontano futuro. Ampio spazio assume
anche il problema di come debba essere interpretato il rapporto tra le generazioni attuali
e quelle future, la cui esistenza dipende comunque, direttamente o indirettamente, dalle
decisioni riproduttive delle generazioni odierne. In merito è stato suggerito di estendere la
prospettiva di analisi alla serie di almeno tre generazioni (il “contratto tri-generazionale”
di Laslett).
Contratto intergenerazionale
5.52 Il contratto tra le generazioni è una ridefinizione metaforica del processo di tra-
sferimento finanziario operata dal sistema previdenziale, in base alla quale la generazio-
ne in età lavorativa assicura – attraverso i propri versamenti previdenziali – la copertura
pensionistica della generazione non più attiva. Qui il termine generazione trova impiego
nel senso attribuito dall’approccio dello stato sociale e, alla luce dell’attuale evoluzione
demografica, il tradizionale processo di trasferimento finanziario è posto a dura prova,
sollevando dibattiti su come garantire l’equità tra le generazioni.
Capitale Umano
5.53 La formazione del capitale umano include, da un lato, la trasmissione e la costru-
zione delle competenze “di vita”, e quindi delle capacità generali di saper stare al mondo
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e interagire con le altre persone, riassumibili nel concetto di capacità di vivere. Dall’altro
lato ne fanno parte quelle conoscenze e capacità che consentono agli individui di lavora-
re, e quindi la capacità di lavorare in un ampio senso del termine. Entrambe le capacità
costituiscono la condizione minima affinché, in una società, sia possibile agire in termini
economici, sociali e culturali. L’ambiguità, che qui in tal senso trova espressione, del ter-
mine (tedesco) "capacità" [N.T.: Vermögen nella lingua tedesca significa sia “capacità” che
“capitale, patrimonio”] è assolutamente intenzionale e voluta. Se diciamo che "siamo in
grado" di fare qualcosa, possiamo infatti intendere che disponiamo sia delle risorse mate-
riali ed attrezzature per farlo, sia delle necessarie competenze e conoscenze. Tra i due tipi
di “capacità” sussistono reciproche interdipendenze.
Politica generazionale
5.54 L'idea di politica generazionale – nel senso più ampio del termine – deriva dal rico-
noscimento della necessità di un ordine sociale delle relazioni intergenerazionali. A riguar-
05
do si può parlare di una politica generazionale implicita, che deve essere distinta dall’idea
di politica generazionale esplicita.
5.55 Allo stato attuale delle analisi, e tenendo conto della prassi politico-sociale, propo-
niamo la seguente tesi: la "politica generazionale" è espressione degli attuali sforzi intra-
presi per assicurare la giustizia intergenerazionale nonché delle istituzioni pubbliche e non
governative che distribuiscono le risorse tra le generazioni. Si propongono in merito due
riformulazioni definitorie:
5.56 Politica generazionale descrittiva: la politica generazionale include tutti gli sforzi
mirati ad un ordine istituzionalizzato delle relazioni individuali e collettive tra le generazioni,
ed operanti nell’area conflittuale tra sfera privata e pubblica. A tal fine va inoltre chiarito
fino a che punto possano assumere rilevanza – intenzionalmente o involontariamente –
misure di altri ambiti politici.
5.58 Un settore sempre più importante nella pratica politica generazionale è rappresen-
tato dai progetti che rientrano sotto la definizione generale di “dialogo intergeneraziona-
le”, che ha luogo quando rappresentanti di due o più distinte classi di età e delle relative
(diverse) generazioni sociali sono coinvolti in attività comuni e progetti utili alla collettività.
Di norma, le persone coinvolte in tali iniziative sono contemporaneamente interessate a
formarsi e svilupparsi ulteriormente in termini di personalità. Se si assume che si possa
cogliere una specificità dei rapporti intergenerazionali nei processi di apprendimento ad
essi sottesi (socializzazione generativa), tali attività possono essere intese come progetti
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educativi. I quali spesso acquisiscono un significato politico aggiuntivo, quando si fondano
su iniziative della società civile. Qualora ad essi venga assicurato il sostegno dello stato,
questo assume di solito un carattere di sussidiarietà.
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intergenerazionali. Queste sono basate su specifiche motivazioni normative, le quali sono
intrinsecamente connesse con le motivazioni generali (connessioni a freccia). Questa visio-
ne comporta pertanto un’operazione più che trasversale, in quanto non si tratta solamente
di concordare e coordinare, ma di cooperare intensamente ed attivamente, prestando con-
tinuamente attenzione agli ampi compiti comuni. Ciò richiede una gestione socialmente
creativa delle aree di conflitto, delle disuguaglianze e degli interessi sociali esistenti. Una
politica generazionale integrale così concepita può pertanto offrire importanti impulsi alla
politica sociale generale.
Attività / Compiti:
Amministrare – “Assistenza” – Socializzatione
Fondamenti politici ed etici generali
Dignità humana
Postulati di equità/giustizia
Responsabilità
Affidabilità
Generatività
Questioni di genere
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Prospettive
5.60 “Le generazioni sono raccontate e contate” (S. Weigel). L'ubiquità delle fattispecie
descritte per il tramite delle generazioni e delle relazioni intergenerazionali richiede un
approccio interdisciplinare. E consente al contempo di gettare un ponte tra teoria, pratica
e politica. Ciò esige l’impiego di diversi metodi di ricerca e di trasferimento delle conoscen-
ze. Presentarli nella loro necessaria differenziazione richiederebbe un compendio separato.
Il qui tentato schizzo concettuale lascia comunque già intravedere che la questione gene-
razionale, oltre che scientificamente affascinante, rappresenta un campo che è opportuno
approfondire anche per ragioni pratiche.
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