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EBITET,
DI SIO A Mob af.
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D E S C R I T T I O N E
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I S O LA N E L M A R. E
S I C I L I A N O
CON LE SV E ANTICHITA, ED ALTRE NOTITI E

Libri Quattro,
D E L Q O M M E N D A 7 O R E

F R A G 1 o: F RA N c E s c o A B E L A
Vicecancelliere della Sacra ed Eminentiſsima Religione
-- Gieroſolimitana, -
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DELLA SACRA RELIGIONE ED ILLVSTRISS. MILITIA
dello Spedale, e del Santo Sepolcro. I
in Gieruſalemme,

P R I N CI P E
D I MALTA, Gozo, E Ro D 1, E si G2. o RA
del Real Dominio di Tripoli, - -

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ºi e volentieri al ſuo nome queſti miei componimenti.
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avverº a
S

º V È
Io conoſco molto bene quanta poca proportione »
º habbianeglino col ſuo gran merito; ma tali quali
ſono, confido nella benignità di V. Em. che ſe non altro, ſi com
piacerà di riconoſcer almeno nel nero deloro inchioſtri, la candi- -

dezza della ſperimentata mia fede,e del mio riuerente affetto. Pri
mo ſcopo nelle preſenti mie fatiche fù il deſiderio di tramandar
a Poſteri col mezzo loro vna preciſa notitia delle coſe di queſt'Iſo
la di Malta, hoggi altrettanto famoſa appreſſo le Genti, per la re
ſidenza della ſua Sacra, ed Inuitta Religione, quanto fortunata,
e felice per il ſue prudentiſſimo Gouerno. Ed a chi (in vero ) ſi
doueua vn'opera come queſta , ſe non à V, Em. che dell'Iſola ,
ſteſſa è Principe, e Direttore ? Anzi qual fortuna maggiore po
teu io
A
teuio deſiderargli , quanti vederla riceuuta ſotto l'ali auguſti
ſſime di quell'AQVILA, che ſolleuandoſi ben ſpeſſo fino alla ipe
ra del Sole, e della gloria più ſublime à prouederſi di luce, e de
fulmini, non laſcia dubitarmi, che non ſia per contribuirgli
influſſi benigni di protettione, e non dargli ancora co ſuoi ſplen
dori quel luſtro, che non ha potuto ſortire dalla mia tropp'oſcu
ra penna. Oltre che hauendo i glorioſi Anteceſſori della ſua Im
perial Famiglia de LASCARIS tenuto già il poſſeſſo dell'Impe
rio Orientale, e diſteſo lo ſcettro anche à queſt'iſola mia Patria ,
è ben giuſto, ch'ora ſi continui, e ſi raddoppi all'Em. V. ne miei
ſcritti. Gradiſcagli però benignamente V.Em. (ch'io ne la ſuppli
co.) E pregando il Sig. Iddio di conſeruare la ſua Eminentiſſi
Perſona, e di felicitarla ſempre maggiormente, le faccio profon
diſſimo inchino. -

- s - - i -

Nella Città Valletta li to, di Luglio 1647.-- -


-
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Di V. Eminenza

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Humiliſſ e diuotiſ religioſo, e ſeruitore, vaſſallo fedeliſſ.
- - - - - - -,
- s - - - - - - - º

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- º

- - , - - e i

- . -

Fr. Gio: Franceſco Abela.


-
NEL TERZO LIBRO
NO TI TI A PRIMA, -

Cronologia de Veſcoui di Malta, con le circoſtanze delle


qualità loro, e del Veſcouado, Foglio 297
-
NO TIT. II.
Della Chieſa Cattedrale, e d'altre coſe riguardeuoli dello ſta
to Eccleſiaſtico. 33o

Delle Dignità, Benefici, e Chieſe, ch'anticamente erano di


Padronato regio, hoggi del Gran Maeſtro come Principe
dell'Iſola. 356 .3.-
-

- - -- - - -
- -

Delle Chieſe Parrocchialidi tutta la Dioceſi di Malta,e dell'eresio


ne,e fondatione loro, - 358
N O TI T. V. -

Del Monaſtero dell'Ordine di san Denedetto, che fù già in- -

Malta. - 387
N O TIT. VI, -

Del Conuento di San Franceſco de Reuerendi Padri di quell'


Ordine. -- - - - --- - - - - -

39 I
N O TI T. VII,
DelConuento dell'Annunziata de'Reuerendi Padri Carme
litani. 393
N O TIT. VIII. - -

DelConuento di S. Agoſtino prima ſotto quel titolo,poſcia ,


di S. Marco Euangeliſta. 396
NO TIT. IX.
Del Conuento di S. Maria della Grotta dell'Ordine di S. Do
menico. - 4O2
-
NO TIT. X.
Del Conuento di S. Maria di Giesù, de Reuer. Padri Minori
dell'oſſeruanza di S. Franceſco. 4o9
NO TI T, XI,
Dello Spedale nomato anticamente di S. Franceſco, hoggi di
S. Spirito nel Rabbato della Notabile. 4I4
NO TIT. XII.
Del Monte,ouero Cumulo della Carità, iſtituito per mari
taggio di pouere zitelle. 4I6

i
- ff ºNEL
NEL QVARTO LIBRO. º

NO TI TI A PRIMA.
Capitani e Giurati,che gouernarono la Città,ed Iſola di Mal o -
-

ta dall'anno 135o. ſino al 1 5 3 o, in cui vi preſe il poſſeſſo, .


e dominio la Sacra Religione Gieroſolimitana, con i vari
- ſucceſſi più memorabili di quel tempo. Foglio 42 r
-
NO TIT. II. - - - -

Delle Famiglie antiche di Malta,in Vniuerſale, --


445 -

N O TIT. III. -

Di alcune delle antiche e ragguardeuoli Famiglie di Malta. 449


- N o TI T. IV. - - -- - - -

D'alcuni huomini di Malta per varie guiſe d'eccellenza ce -

lebri, e famoſi.
- - - - - -- -

54;
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z'antica Città di Mazza, di cui alpreſente, olo rimane cinta di muro ſott'altra
pianta,la parte compreſa fra i caratteri A. B. c. D.
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di Publio,hoggi Chieſa Catted, º zampia di Proſapi
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DELLA DESCRITTIONE
D I M A LTA,
DEL COMMENDATOR ABELA -
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-
Libro Primo. -

D e z s i 7 o D e L L ' s o z a. .
- è di tutto il ſuo Littorale.

N o T I TI A PR 1 M A. -

'Iſola di Malta famoſa, e celebre non meno per la º


reſidenza della Sacra, 8 Eminentiſſ. Religione a -
Gieroſolimitana ( di cui habbiamo l'honore di
portarne l'habito) che per la natural fortezza del
Sito, e per la commodità , e ſicurezza de Porti;
In vece d'Ercole, e di Giunone loggi ſacrata al
glorioſo Apoſtolo S. Paolo, protetta dal noſtro Tutelare Pre
curſor di Chriſto, fù Colonia de'Fenici potenti nel mare, di pre
ſente habitatione de più Celebri, 8 Illuſtri Eroi ". .

ci di gloria, e di valore, fregiati della bianca croce. È ſtata :


commemorata da molti Scrittori Greci, e Latini; ma hoggidì
i" per Antemurale, e Propugnacolo del Chriſtianeſimo,
e ſue eſtrinſeche parti formano la figura d'wn peſce. Ella è ſi
strata in alto mare, lontana più ch'alcun'altra da terra ferma -
nell'VIn bilico del Mediterraneo, al lato meridionale di Sicilia ,
trà Pachino hoggi Capo Paſſaro, e Camarana anticamente, -s
Camerina colonia di Siracuſa, dalla parte di tramontana riguar
da la Sicilia al dirimpetto del Pozzallo, da mezzogiorno l'A frica
verſo Tripoli, da leuante la Candia, e da ponente il Gozo; dal
-, º A. Settentrione
» DELLA D EscRITT. DI MALTA
Settentrione è bagnata dal mare Sicolo, e dall'Oriente dall'
Adriatico, è Ionio chiamato Supero, dall'Auſtro dal mare ,
Africano; e dall'Occidente da quello di Sardegna. E diſtante,
dalla Sicilia per il più breue tragetto ( ou'e la Torre del Pozzal
lo) ſeſſanta miglia, e d'ambe le parti in mezzo, delle quali ſtà ſi
Eib. Se tuata, ottant'otto per teſtimonianza di Strabone. Ante Pachinum
iacet Melita, vnde Catelli Melitei, Gſ Gaudus la xxviii. ab vtraq;
amba distantes stadiis. Così volta il ſecondo Interprete del teſto
greco, benche non riſulti alcun certo ſenſo, peggiore fà l'in
terpretatione del primo che voltò. Al ſunt interſe ambe millibus
paſſuum la xxviii. Ma non era così ignorante Strabone di queſti
Iſole, che non ſapeſſe la diſtanza, che è trà loro, non eccedere
Lib. 4. Cap. 8. cinque mila paſſi: le parole di Plinio ſono queſte. Inſula ſunt
in Africam verſus, Gaulos, Melita a Camerina la xxiii. millia paſ
dLib. 6, ſuum. E così il ſuo Compilatore Martiano Capella. Africam ver
ſus, Gaulos, Melita a Camarina ottoginta quatuor millibus piſſuti,
le quali coſe manifeſtamente ci teſtificano hauer inteſo Strabo
ne eſſo Pachino Promotorio come capo, dal quale all'vna, Se,
e- 3'ºri/. Antiora , all'altra Iſola fuſſe diſtanza d'ottant'otto mila paili, e conchiudia
mo con Filippo Cluuerio douerſi emendare quella voce “irº
Lib. 2.cap. 16a in si este. è ſarà il ſenſo l'exxviii. millia a promotorio amba di
Lib. 5. ſtantes, e da Siracuſa ſecondo Diodoro intorno a cento ";
Prima est (dice egli ) que vocaturAelita. DCCC. cirtiter stadia à
Lib. 1. sv. r. Syracusis d ftans, benche il Fazello voglia, che ſolamente dal
capo Paſſaro ſia diſcoſta cento miglia. Gioſefio Scaligero , che º
ſia poſta nel mare Adriatico, dicendo per conchiuſione. Ergº
AAelite Pauliesi in Siculo freto in mari Adriatico, non in sinº Iap
iP. 1. lib. 2. gino. Giouanni Botero dice, Ma ritornando in dietro ci si rappre
ſenta quasi nel bel mezzo del mar Libico AMalta, che si può dir Regina
ALib.7. dellefudette . Errigo Pantaleone nell'Iſtoria di queſta Sacra Reli
gione così diſcorre. fſ autem Inſula Melita in mari Africane,
sita, quaſexaginta miliapaſuum in ſeptentrionem è Sicilia diſtatº,
Gioachino Vidiano nell'Epitomi delle tre parti della Terra dicº
Melita naufragio Paul, notata fere medio peligº inter Mibbei Sici
lie Promotorium, 35 Cercinnam Africe Inſulam , qua sinui magna: -

rum sirtium adiacet ponitur cum Oppido eiuſdem nºnini. Il Geo


P. 2. Clim, 4. grafo Nubienſe chiamato da altri l'Arabico Chriſtiano nel librº
intitolato Relaxatio animi curiosi parlando di Malta così laſciò
ſcritto. Eſt autem Kauſera, cioè Pantallarea, munita puteis, riuº
lſue irrigua, oliuctis consita, magna inſuper
- --
e - copta
in
- º
d'

LT BR o PRIMo, NoT triA 1. s


ºpiarſirta, qua humanum ºſpetiam maximè refugiunt, habetguè
lºº, gi à venti ſecurum. al bacinori,
Jº, rettilinea, tacet Ghaud ſe, Gozo, centum mille paſſus ab ea diſº
ºtta, in qua tutus adeſi portus di Ghaudſe; perges ad quandam par
team I" nºmine Aemmuna (Comino, ) 0 ab Orientalipar
te huius I nſala, habes.Maltam Inſulam magnam, tutoq; portu cele
brem, inter qaam, gr locum viciniorem Terre Sakaliae, qui voca
tur Acheronte, intercedunt ottogiata mille paſſus Munſtero nella ſua
“Coſmºgrafia vniuerſale, dote rara di Sicilia, alloga Malta, co Lib. a.de fiabe
me ſegue. ºaſi a cosiderare (dice queſt'Autore) oltra ciò eſſer po
ſia tra la Sicilia ellido dell'Africa, via Notabile Iſola, il cui nome
è Malta, la qual Tolomeo chiama Melita. E Giorgio Braun nell'
ºpera che fa delle città del modo » la chiama Chiaue per l'entra 2 cm. Ma
ta della Sicilia, e d'Africa; queſte ſono le ſue i . Aalta
elim Melita, medioJº peſº inter Lil baum siciliaepromotorium,
et Cercinnam (hoggi Cherchene) Africae Inſulam tanquam Cla
º penitur, qua in Siciliam, ci Africampatetintroitus: quemadmo
dum autem b. Paul,fatto naufragio, ita et Aeroſolimitanis Equi
tibus, capta a 7 urcio Abodo, hoſpici,praebaie. Viene queſt'Iſola ve.
ramente ſtimata eſſer Più diſtante dall'Africa , che da Europa ,
ºdº
i diuerſi »peritiſimi
oltre Plotine
riconoſciute ſiano ei
le InaPpe, informati,
varie carte dai naui.
quali
gare, affermano " cºſa indubitata, che Malta ſia più vicina ,
all'Europa, perche dal ºPº Calipia anticamente chiamato pro
. ºontorio di Mercurio,doue fù già la Città di Clupea, è Clipea,
Nº corrotta in Calipia, che è il continente di rarra più vicino
è Malta dalla parte d'Africa Per ponente, crouano eſſerui d ſtan
aa di ducento miglia, e da Malta al Capo di Spartiuento conti
anente d'Italia più vicino per Grecale, e per conſeguenza dell'
Europa, non Più di cento, e nouanta. Intanto, che "
º, queſt'opinione, e la maſſima di coloro, che vogliono
l’Iſole nomarſi di quella regione di terra ferma, al cui continen
te ſono Più "º. Biſognerà confeſſare Malta eſſer Iſola d'Eu
ropa, e non d'Arica " Pure fà ſentimento di Plinio , il Lib. 3.cap. 7,
suale raccontando l'iſole , che ſono circa l'Africa , & all'incon
º di eſſa, non vi connumera Malta, ponendola oue diſcorre,
della Sicilia, nel " º del libro 3. ne ſi deue farforza, chalri
per hauer ſcritto, che Malta ſia bagnata dal Mar Libico, alcuni
ſi ſiano ºli d'affermare, ch'ella i nella parte d'Airica, men
tremoli Lole ſono, che ſi trouano percoſſe dall'iſteſſo mare, co
- A 2 - -
ne
-

, DELLA D Esc RIT T. DI MALTA


me Sicilia, Sardegna, é altre, e pure non ſi dicono eſſere nella
fatº i parte d'Africa, e ſe Ouidio di queſt'Iſola contro la ſudetta opiº
nione inteſe, quando di lei cantando diſſe - - . - -

Fertilis est Melite, ſterili vicina Coſrae -


Inſula, quam Libici verberatvnda freti. -

Si come s'ingannò manifeſtamente nel nominar il Gozo Co


ſira, e darli attributo di ſterile (eſſendo fertilitimo) è almeno
quando egli per Coſira haueſſe inteſo la lantallarea, ( come,
e - veramente ſi deue intendere) preſe errore nel collocarle Mal
ta vicina, mentre da lei è diſtante cento miglia, così ben potè
errare in queſto, e ſeco tutti gl'altri, che ſcriſſero, ſeguendo
l'iſteſſo ſentimento. Con il contrario, cioè che Malta non ſia ,
' Iſola d'Africa, oltre le di ſopra accennate autorità concorre il
pºrtare Comentatore di Valerio Maſſimo ſcruendo così. Melita Inſula
ººº eſt in Siculo mari posita non longe a Sicilia periculoſo disiuncta ma
ri, vt tºſtatur Plinius lib. 3. Nat. hiſi.Ma meglio Gio. Domenico,
-

Feltri nel diſcorſo coſmografico.


Quali ſono l'Iſole intorno Italia?
Sono nel mar Toſco Elba, Procida, Iſchia, -

?Nel mar Siciliano l'Iſole Liparee, A4 alta. -

?Nel mar Adriatico S. Maria di Triemete, Vinegia, et Iſole intorno


- Vinegia. - - - -

Ne dal Feltri in ciò punto s'allontana Girolamo Giraua Tar


- - -

A carte II3. e raconenſe, il quale nella ſua Coſmografia, e Ceografia, collo


di 14,
ca Malta tra l'Iſole d'Italia con queſte parole. Las (slas e ezinas
de la Italia ſon las siguientes: en el mar de Sicilia Malta dicha.Mee
lita, etc, - , - - - - 3
Ecco Malta poſta frà l'Iſole d'Italia, e per conſeguenza nell'
Europa, oue altresì vien poſta da Gio Nicolò Doglioni nell'Ame
fiteatro d'E uropa, deſcrinendo la Sicilia. A noi tutttuia benche e
ſtimiamo non rimaner dubbio, che Malta non ſia nell'Europa - s
-

# lºr- piace il modo, col quale Procopio le dà la ſituatione, come a


d'Autor graue, che ſcriſſe di veduta, e paſsò dà Malta con l'Ara
-

mata dell'Imperador Giuſtiniano, quando ſotto la condotta del


ſuo Inuitto General Eelſario ella andaua à debellari Vandali
d'Africa; dicegli dunque, che Malta, el Gozo ſeparino il Mar
Adriatico dal Tirreno in queſta guiſa Velis celerite ſublatis, Gau
lu, et AAelitam tiInſulas petterunt, qua Adr iaticum, Tuſeumque Maº
ria di sterminan quaſi che dar ci voleſſe ad intendere, ch'eſſe nel
la poſtura loro ſtabiliſſero i confini a quei due mari, ſecondo il
- v- - -
pare
LIBRO PRIMQ, No TI TIA I. s.
arere di ſopra addotto dello Scaligero,e d'altri particolarmente
di Cluuerio, che vuole .l'Adriatic o giunger fin'à queſt'Iſola no- sicil antigua .
ſtra: eccone pe
il ſuo teſto 42uip operis de Italia ex
ad finem lib. 2. cap. 16.
com-;

pluribus idoneis, probatſ, Auctoribus demonstraui Adriatici maris,


nomen, non in Adriatico tantùm sina, qui vulgo nunc vocatur,
Golfo di Venetia, idest sinus Venetus ſed et extra eum ab hac nostra,
Melita ad Peloponneſum Uſa; extenſumfuiſſe. Non ſa Ppiamo pe
rò come Giacomo Boſio degno ſcrittore dell'Iſtorie di queſt'In
uittiſſima Religione atteſtaſſe, che Tolomeo, Plinio, Mela,Stra
bone, e quaſi tutti ( dice egli) i Coſmografi, e Geografi met
tono l'Iſola di Malta nell'Africa, e ſotto la Prouincia di Numi
dia, mentre riconoſciuti queſti Autori, come potrà chi che
ſia curioſo anco vederli, non ritrouiamo che tal coſa dichino,
poiche il i" ch'è Tolomeo a tutti gli ſudetti in tempo po
ſteriore nella ſeconda Tauola d'Africa nel cap. 3. del quartoli
bro hauendo connumerato le città, che ſono in quel lato Set
tentrionale frà le due ſirti, è ſecche viene nel fine a far mentio
ne dell'Iſole adiacenti all'Africa così diſcorrendo. Inſule verò
adiacent Africae iuxta continentem hae. Hidras Inſula, Calathe
Inſula, Dracontinuº Inſala, Egimnus Inſula, Larunesiae Inſu
lae duae, Leopaduſa Inſula, Cercinna Inſula, et Ciuitas, Lothopha
gites Inſula, in qua Ciuitates duae, Gerrapolis, Mininx Ciuitas,
Mesinus Iuſula, Pontia Inſula, Gaia Inſula, fra le quali egli
non mette Malta come Iſola di quel continente; ma ſegue ad
annouerare l'altre Iſole,che ſono in alto mare le quali ſotto vn'
altra diuiſione della differenza di ſito, il di lui Interprete chiamò
Pelagie, Cosira Inſula, et Ciuitas; Glauconis Inſula, et Ciuitas;
'Melite Inſula, in qua Ciuitas AAelite, et che ſon ſos, et Iunonis
Nempli, et Herculis Templum, tutti luoghi principali della noſtra
Iſola,delle quali Pelagie parlando il Dottiſſ Valguarnera così ri- Nell'opera de'-
feriſce. Abramo Ortelio nel ſuo Teſoro Geografico dice Pelagie varie, i"
Ptolomeo Inſulae ſunt inter Siciliam, et Africam numero quinque: liaſol 24 -- -
-,
a Strabone videntur Tarichiaevocari, vel Phanicum ; non inteſe . ?
laforza della parola zona, a uſata da Tolomeo per queſte medesime
Iſole,come anche da Diodoro,perche Tolomeo haueua " di ſopra, In- -
ſulae verò adiacent Africae iuxta continentem haeſagginnge zoºta -

di iesi ris Aonzi di At in alto mari sitae Inſulae etc. oue nomina
"
A4alta, e queſt'altre ; l'ingannò l'Interprete,che voltò Pelagie
il Valguarnera. Quindi manifeſtamente appare, ch'eſſo Tolo
meo in tanto la chiama inſieme con le precedenti
º – - - - -
ºi'Afr
Pelagia
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er
6 DELLA D E SCRITT. DI MALTA
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d'Africa, in quanto intende, che tutto il mare frapoſto al con


tinente, è laco ſettentrionale d'Africa, e la Sicilia, ſia pelago, è
mare Africano, e che merauiglia? ſe il medeſimo Autore anco il
lato meridionale della Sicilia pone nel mare d'Africa, métre voi
lendo deſcrivere queſto lato nel cap. 4. e Tauola ſettima d'Eu
ropa, nel 3. libro, trattando della Sicilia, dice, Meridionalis late
ris diſcriptio in Africopelago,e racchiude in detto mare, come fà
dell'Iſole, ch'egli chiama Pelagie (frà le quali Malta è la maggio
re) tutte le Città, e Terre di quella coſta di Sicilia, dal pron čco
rio Lilibeo (hoggi Marſala) fino all'altro di Pachino detto capo
Paſſaro; le quali per tanto, non potendoſi chiamare Città d'Afri
ca, così non potraſſi dire Malta Iſola, è Città di quel continen
te, benche Tolomeo la metta in quel mare, mentrella, com'è
ancora tutta la Sicilia, più vicina a terra ferma d'Europa, e d'Ita
lia, come ſi è detto, ch'all'Africa;quando anco à tutto rigore
ella fuſſe vgualmente lontana dall'wno, e l'altro continente; Ol
tre che molti graui Autori chiamano Africo la metà ſolamente
Silius Ital 1.14 di quel mare, e l'altra, in cui è ſituata Malta, Sicolo, il che è più
Mela liè. 2 c.7. proprio, ſecondo l'opinione di molti antichi Scrittori, che vo
Plin. lil. 3. c 3.
Strato lib. I t. gliono eſſerſi la Sicilia diſtaccata dall'Italia, come l'afferma in
Iſhylus, Ans particolare Michele Villanoua ſopra le Tauole di Tolomeo, Si
ziochirs & ce
geri vetusterer cilia (dice egli) quondam Brutio agro cohaeres, mox interfuſo mari
Eazell. lib. 1 c.3. auulſa admille, et quingentos freti latitudinis paſſus, in eoque verti
Tertull. Apolo
geº- Cap. 4Q, coſo freto Solla, et Caribdis ambo claraſaeuitia, e l'iſteſſo Autore º
nella Tauola ſettima d'Europa, ou'è compreſa la Sardegna, ſe
condo Tolomeo, colloca la maggior parte di lei nel mar d'Afri
ca, Sardis Hercule procreatus cum magna multitudine a Lybia pro
fectus Sardiniam occupauit, et ex ſuo vocabulo Inſulae nomen de
dit; haec in Africo mari, facie vestigij humani tam in Oriente, qua
Occidentem latior prominet ferme paribus lateribus, quae in meridie,
et ſeptentrionem vergunt Plinio, come di ſopra habbiamo dimo:
ſtrato non la mette frà l'iſole d'Africa, ma ſi bene con quelle di
Lib.4 eap,º.
Sicilia, come fa pure Paolo Oroſio. Attilius Conſul Liparami
Melitamque inſulas Siciliae nobiles peruagaeus euertit, e molti al
lib. e. cap. 7. tri Autori. Pomponio Mela faliſteſſo, trattando della Sicilia. cir:
ca Siciliam in Siculo freto est AEae, quam Calypſo habitaſſe dicitur,
Africam verſus Gaulos, Melita, Coſſura, ciò è intorno alla Sici
lia, nel lato, che guarda l'Africa; così intende queſto Scrittore ,
et altri, quando dicono Africam verſus, ſituando la noſtra Iſola;
e non che Malta ſia nell'Africa come ſpiega ciò meglio "
Q
LIBRO PRIMo, NoTITIA 1 - 2
ſmo Plinio Inſulae in Africam verſus Gaulos Melita è camarina
lxxxviii. millia paſſum etc. E finalmente Strabone fi di queſt'
Iſolamentione nel 6 libro, oue comincia col diſcorſo della Sici
lia, e doppo hauer di lei, e delle ſue Città trattato, ſene paſſa è:
" ua alla Calabria, & ad altre regioni dell'Italia, il che
Malta, e -

i" appreſſo il ſettimo libro, dou'entra à parlare del-, : -


la Germania, moſtrado tutti queſti tre vltimi Autori Claſſici, che,
fiorirono prima di Tolomeo, di trattar di Malta come d'Iſola, e -

dipendenza della Sicilia,ò d'Italia,e d'Europa, ne quando deſcri-, A


uono l'Africa, o la Prouincia di Numidia, ſi ſono punto ſogna-:
ti di comprenderla in quella parte del mondo, dalla quale ella è
diſtante dal più vicino continente ducento miglia, e non cento,
e nouanta, come vuole il Boſio, contro l'opinion del quale can
tò à noſtro propoſito Franceſco della Valle, deſcriuendo Malta
nelle ſue rime al Commendator Fra Franceſco Cibo.
L'inuitta dell'Italia vltima Terra,
- Che parte il mar del bel Sicanio Regno
- Frà gli Eroi, che del bianco, e ſagro ſegno
s Adorni il ſenſon fulmini di guerra. - - . -
E Vicenzo Littara lodando Malta. - lib, e
: Inſula parua situ, ſed rebus maxima gestis i
Aphricae, 6 Europae, ac Asia contermina Pauli y

Hoſpes, & alborumprocerum gratiſſima mater. -

- Inteſe per auuentura queſt'erudito Autore nel porre Maltane.


confini delle tre parti " terra, di conformarſi con Eratoſthe
ne, e Dioniſio Afro, i quali ſupponendo l'Orbeterreſtre ſimile ad
vna fionda, lo diuidono in due coni; il primo dei siali ſubdiuido
no in modo, che nella parte di ſopra allogano l'Europa in quel
la di ſotto l'Africa, e nel ſecondo cono interamente l'Aſia, e pe
rò doue queſte vengono a terminare, egli vuole, che ſi ritroui
iIſola noſtra ſituata, mentre dice, Aphricae, g Europe, ac Asiae
Cºnterzontma . - - - - -

Il ſuo circuito è di ſeſſanta miglia,la maggior larghezza di de


deci,e la lunghezza di venti. Il centro di " al parer di Tolo- Li -

imco, e nei i" 38. e min. 45. di lunghezza, è in gradi 34, e #iºs
in 4o di larghezza; & il maggior ſuo giorno ſecondo il parer -

dell'iſteſſo Tolomeo è di hore 14. e vn terzo, però da noi è ſta


to con diligenza oſſeruato eſſere d'hore 14. e tre quarti, e mezo.
E l'altezza del polo della noſtra Città, ch'è l'iſteſſo, che il dire lar
ghezza ingradi; s. e min. so. Se ſi predica dunq MAITA"
- -
º, º Notabile
s DELLA DEscRITT. DI MALTA
NCTAEILE per tante parti delle quali la natura l'ha reſa adorna,
e per nobiltà di ſito, e di famoſi Coloni, altretanto ſi può chia
mare Notabile per la qualità, e commodità de Porti, ne quali ha
no hauuto ricouero vari habitatori, e che però Diodoro Sicolo,
hauendo detto, ch'vna dell’Iſole vicine alla Sicilia, e Colonia di
fib, 5.
Penici eſſere ſtata MALTA, Ob portuum commoditatem, g in pro
fundo mari ſitum (ſoggiunſe) que cauſa fuit, vt loci eius habitato
res mercatorum beneficio statim, (3 opibus augerentur, (g nomi
º sºs ne inclareſcerent. E Domenico Mario Nigro nella ſua geografia
trattando di Malta, Que g optimos portus habet, ex quo opibus au
&ta, ſimiliter quia varijs artibus erat precipue in componends ex li
notelis Potens per id tempus fuit. - - -

Li Porti di Malta ſono queſti. Il principale è diuiſo davnalin


gua di terra, ou'è fabricata hoggi la Città Valletta; quello, che ſtà
ſituato verſo l'Oriente è lungo per teſtimonianza di Franceſco
º":
del Succeſſo di Correggio mille, 8 ottocento cane di dieci palmi, (dice egli)
o D - » - 1- - - e - mi - - N.

ai rigi,
2Stagnuola fiam
ſura Romana, ſubdiuiſo poi in altri ſeni, è cale tutte ſicure, e co
- - - -- e - - - - N -

i", mode da Forerui ſorgere i vaſſelli, e queſto ha nome per antº


ºa l'anno 1563. nomaſia, Marſa, che in Malteſe vuol dire porto, benche queſta
º voce " nel vero idioma Arabico ſignifichi l'Ancora
e perche nè porti ſicuri adoprar ſi ſuole, indi viene dagl'Africani
chiamato il porto, che nel vero ſignificato ſi dice in Arabo Ai:
nà, in oltre Masſa, ſignifica dar fondo, è pigliar porto, e per diri
lo così propriamente ſecondo la forza del vocabolo Ancorare,
che vale pigliar porto. L'altro ch'è dalla parte di Ponente, vien
chiamato Maſi Auſcetto, cioè porto da ſuernare. Vi ſono anco-i
ra intorno all'Iſola Maiſa SKalli, Aarſa Sirocco, la Cala di S. Pao
lo, e quella di S. Giorgio, e altre, che propriamente non ſi poſſono
chiamar, porti; ma Seni, e Cale, o ridotti, non potendouiſtare
i vaſelli l", ſe non da quella parte, che non veniſſero ſcoper
ti da venti. Hor douendo noi deſcrinere l'Iſola per i luoghi del--
la ſua circonferenza, richiede l'ordine, che ſi cominci dal Porto
princpale per venir doppo è terminare col circuito maritima
d'eſſa nell'altro di Marſamuſcetto. - -

a Il primo luogo di questa deſcrittione littorale, ſarà la punta -


della lingua di terra lunga, come riferiſce l'isteſſo Correggio
i cannen illecinquecento, e larga tre cento ottanta, che diui
de, e coſtituiſce i due porti principali, anticamente chiamata- -

della Guardia, che quiui continuamente notte, e giorno ſi te


º la Per eſſeruare l'entrata devaſſelli nel via, º nell'altra boe
- - Caa
,

LIBRO PRIM o No TITIA 1. ,


ci, e perche in quei primi tempi vera edificata vna Chieſetta , N. e. .
ſotto titolo di S. Eraſmo nomata con altra voce di S. El- ne fiati
mo propitio à nauiganti, appreſe norme la Fortezza, che ui ſi “º
fabricò l'anno 1552. è di 14. di Gennaro, come ſi vede notato
negl'atti di queſta Cancellaria.
La parte di detta lingua di terra, che ſoggiace al Promonto
rio, fù chiamata dagl'Arabi Sciaaret AMeitia, che ſignifica predio
inculto di Melita nome proprio d'Arabo. Il Promontorio dop
po, è parte della collina" eminente Sceb, e Ras, cioè a dire »
luogo rileuato, il quale ſouraſta al Capo, ch'è la punta ſopra det
ta doue nell'anno 1566. fù fabricata l'Ineſpugnabile Città Val
letta, chappreſe il nome dall'Inuittiſſimo Fondatore VALLET
TA GRAN MAESTRO, eſſendoſi intitolata per comun.
conſenſo della Religione L'V MILISSIMA doppo l'aſſedio
di Malta, il tempo della cui fondatione con altre circonſtanze
ſi legge nell'infraſcritto Epitafio poſto ſopra la Porta Reale,
-
-

D. O. M.
FR. IO. DE VALLETTA SACRAE DOMVS HOSP. HIE
ROSOL. M. MAGISTER PERICVLORVM ANNO SV
PERIORE A SVIS MILITIBvs, POPVLOQvE MELI.
TAEO IN OBSIDIONE TVRCICA PERPESSORVM ME
MOR DE CONDENDA VRBE NOVA, EAQVE MOE
NIIS, ARCIBVS, ET PROPVGNACVLIS AD SVSTI
NENDAM VIM OMNEM, PROPVLSANDOSQVE INI
MICI TVRCAE IMPETVS, AVT SALTEM REPRI
MENDOS, MVNIENDAM . INITO CVM PROCERIBVS
CONCILIO DIE IOVIS XXVIII. MARTII MDLXVI. DE
VM OMNIPOTENTEM, DEIPARAMQVE VIRGINEM,
ET NVMEN TVTELARE D. IOANNEM BAPTISTAM,
DIVOSQvE CAETEROS MVLTA PRECATVS, VT FAV
STVM, FOELIxq: RELIGIONI CHRISTIANA FIERET,
AC ORDINI Svo, QvoD INCAPTABAT BENE CE
DERET, PRIMA VRBIS FVNDAMENTA IN MONTE
AB INCOLIS SCEBERRAS VCCATO IECIT, EAMQ,
DE SVO NOMINE VALLETTAM (DATO PRO INSI
GNIBVS IN PARMA MINIATA AVRATO LEONE)
APPELLARI VOLVIT.
. E Fra
º

1o DELLA D Esc RIT T. DI MALTA


FR. A NT o N I V S D E P A V LA, M. Mag. Ia
uictiſ. Conditoris, tanteq, rei monim. P. C. anno ab Vrbefundata
IL XV I I I .
Fù queſta nobiliſs. Città compartita in venti ſtrade, tutte drit
te, e ſpatioſe, cioè otto principali, che la diuidono per la ſua li
ghezza da lebeccio à grecale, e dodici per la larghezza da vn'Por
to all'altro le quali chiameremo Trauerſe. I nomi di tutte cauati
davn diſegno antico, perche non se ne perda la memoria affatto,
habbiamo giudicato bene di quì notare per ſodisfattione de
curioſi.
- S.Luigi dalla Dogana fino alla prigione de ſchiaui.
- S. Pietro dal Baluardo de SS. Pietro, e Paolo auanti il mona
ſtero di S. Orſola, fino all'Infermeria.
S. Paolo dalla caſa che ſe fabricare il già Capitan Giacomo de
Robertis Bologneſe dietro l'Albergo di Caſtiglia, auanti la Chieſa
Parrochiale di S. Paolo, fin'all'Infermeria.
S.Giacomo da gl'Alberghi di Caſtiglia, e Portogallo,fino alle e
Conuertite. . -

S. Giorgio dalla Porta Reale, fino a S. Elmo.


S. Gio. Battista dal Baluardo intitolato di queſto nome, fino
alle forfici. - -

S. Sebastiano da gl'Alberghi di Francia, fino alla fontana an


t1Ca . -

S. Michele dalla caſa del già Prior Mazzinghi nel Mandrac


chio, auanti quella del fù Prior Malaſpina, fin di dietro la cal
Cara , - i -

TRA V E R SE. .
- - -
.

Strada del Palazzo, perche quiui era ſtato quello diſegnato fa


" , cioè dall'Alberghi di Caſtiglia, fino al Baluardo S.An
I Ca . -

Pia dalla Cortina del SS. Pietro, e Paolo ſotto l'Alberghi d'Ita
lia, fino alla Cortina ſopra la porta della Bucceria.
Di Monte auanti il Conuento di S. Maria di Giesù de frati
dell'oſſeruanza, fino al Mandracchio.
Vittoria dalla Chieſa di S. Vincenzo, fino al Baluardo S. Sal.
uatore, e caſa del Prior Malaſpina. º
Del Saluatore dalla caſa oue habitò già il Commendatore fra
Gabriello Roſſet per mezzo alla Piazza, fino all'Alberghi d'Ale
magna,
i- Del
- –-– - - - - - -- - -- -

-.
-

LIBRO PRIMo, NoT IT IA I. ..


Del Popolo; dal Monaſtero di S. Orſola ſotto Palazzo fino all'
Alberghi d'Aragona, Catalogna, e Nauarra. -

Della Fontana, dalla Prigione de ſchiaui ſotto Padri Geſuiti


bino alla fontana - , , -

Di S. Marco, dalla Prigion de ſchiaui dalla parte inferiore fi


no alla porta de Giudei, è ſia alla Calcara,
Di S. Pantaleone, dalla Cortina, e fianco ſotto S, Chriſtoforo,
e Portoſaluo fino alla Porta de Giudei. . . . . . -
è
Della Fortuna, dalla Porta del magazino delle legna -ſotto l'
Infermeria ſopra la Camerara fino al muro delle forfei.
e Di S. Elmo, dal Monaſtero delle Connertite fino al detto mu
ro delle forfici. es: o, ,
Di S. Simone, quella, che dalla ſtrada ſottoS. Elmo conduce
alle caſette, che ſono di contro al muro delle forfici.
La ſudetta Città doppo il tempo d'otto Magiſterij, che ſegui
rono à quello del Gran Valletta cioè di Monte, la Caſſiera, Ver
dala, Garzes, VVignacourt, Vaſconcelos, Paula, e del moderno
Laſcaris, che v'aggiunſe le nuoue fortificationi, è ſtata ripiena,
& abbellita di ſuntuoſe,e magnifiche fabriche publiche, e priº
uate, che la rendono non men fortiſſima, che riguardetole, e
munita, qual eſſer conuiene ºn Antemurale del Chriſtianeſimo,
di cui i principali luoghi ſe voleſſimo particolarmente deſcri
uere, ci vedereſimo coſtretti di far vin volume da parte, e tá
to più volontieri ciò laſciano di fare quanto che forſe da altri,
che ſeriuono l'Iſtorie della Sacra Religione con più erudita
penna ſarà a ſufficienza eſſeguito, ti aC
cennare, che la Valletta contiene fuochi 189 i A anime dieci
mila ſettecento, quarantaquattro. Non vogliamo però tralaſcia
re d'inſerire à lungo il diuoto, elegiadro Sermone, che dal Pa
dre frà Spirito Pelo Anguſciola Agoſtiniano fù fatto all'ora qui
doſi die principio è queſta Città, come quello, in cui quaſi au
gurando il buon religioſo le grandezze e le future glorie di lei,
ci viene al viuo eſpreſſo in buona parte lo ſtato preſente della -
medeſima Città, e perche ancora, si dotto diſcorſo con le lodi,
che in eſſo ſi danno alla Sacra Religione, 8 è tutta l'Iſola, non
reſti ſepolto nell'obliuione, doppo eſſerci coſtato l'hauerlo, qual
che trauaglio, in ricompenſa del quale, e della curioſità preghi
amo chi legge ad iſcuſarla di reſione, poiche doppo il fine di
eſſo, ſubito È proſeguirà la noſtra deſcrittione littorale. Il Diſº
sorſo adunque fà queſto. - v - -- - :

- - - - - B -
Se
r. DELLA D E scrirt. DI MALTA
C E mai città alcuna nel Chriſtianeſimo fà fondata coſolennità di
cerimonie con duotione di cuore,co allegrezza vniuerſale di tutti
i Popoli e di tutte le Genti, questa, alla fondatione di cui siamo hor ho
ra per dar principio. (Monsignore Illustriſsimo,e Reuerendiſ.e Mol.
to Reuerendt Signori di ſuo Sacro Consiglio, Caualieri generosi, Aſcol
tanti nobiliſsimi) ſopra d'ogn'altra merita d'eſser principiata coceri,
monie ſolenni, con affetto, e con applauſo vniuerſale di tutte le natio
mi della Christianità; poiche comeſperiamo nella bontà diuina, ella ha
dà eſser non ſolo fido ripoſo della Religione di S.Giouanni Gieroſolimi
tano e fortezza sicura dell'Iſola di Aalta, ma anco ſcudo alla Sici- -

tia, riparo all'Italia, oſtacolo agl'infedeli,eſaltationegº gloria di tutto


il nome Christiano. - .
e Io signori non ſon Profeta, ne figliuol diProfeta, ma per quanto
si degna ſpirarmi colui, di cui ſono stromento, ancorche vile, e in
degno, mipar di poter adattare a questa nuoua Città quel che già
ſcriſſe l'Arciprofeta nelſalmo dell'antica Sione,hauendo come io credo,
t'occhio più alla celeſte ch'alla terrena. Fundamenta eius in Monti
bus Sanctis. Nei montiſanti ſaranno i fondamenti tuoi Città felice,
già lo vedete aſcoltanti, che siamo qui per fondare la nouella Città
in questi Aaonti Santi, per questo piantati ſono tanti Stendardi ſo
pra di questi Colli ſegnati iſolchi, notte le porte, diſegnati i Beluardi,
preparate le medaglie, e lapietra initiale, è fondamentale, che vogli
am dire ſegnata con la Croce ottogonale; a quest'effetto siſono teſe
queſte trabacche, e queste tende in queſto Monte eminente, in que
ſto sito aprico, oueall'alta prſenza del Prencipe, e Gran Maeſtro,
del V eſcouo,e Gran Priori, e di tant Illustri Signori , da i Sacerdoti
ſanti ſono state cantate a Dio le debite lodi, e celebrato il ſacrificio
vero ſopra del bianco altare del Corpo, e del Sangue ſacro di colui che
ci ha redenti; In questi Aontiſanti vogliamo edificare g habitare;
ſianti, in vero, poiche purgati da i riti profani dell'idolatria per la pre
dicatione de glisteſsi Apostoli di Christo,furonoſantificati già più di
mill'anni, e " appreſo col vero culto d'Iddio, con la vera
Religione; che ben ſapete Padri Teologi l'Iſola di Malta eſſere ſtata
una delle prime patrie, ch'habbia riceuuta la parola del Vangelo, e la
fide di Chriſto, tra tutte l'Iſole,e tra tutte le Prouincie d'Europa; ſono
Santi queſti colli, e queſti Monti ſantificati con la preſenza, con la
conuerſatione, con la predicatione del Gran Maeſtro di tutte le Chioſi
Chriſtiane PA O LO A P O ST O L O , che regenerò in Chri
ſto le genti di queſt'iſºla, e quegl'antichi habitatori, ch'erano nel'ido
latrie auuoli, eſemmarsi, facendoli tanto humani nel Chriſtianeſimo
- , C07/te
- --- - - - - - - - --- --- - - -- - -
-

' LIBRO PRIMO, NOTITIA I 1;


come hora vedete, laſciando di loro così honorata teſtimonianza il co
pagno ſuo Luca Santo nella ſacra Iſtoria dei fatti degl'Apoſtoli; sa
tificò queſti monti, e queſte valli l'Apoſtolo con i ſuoi paſsi, con le ſue
pedate, eſſendoci rimaſti impreſsi nelle pietre fino al giorno d'hoggi i ſuoi
danti veſtigi: ha ſantificato queſti monti, e queſte valli l'Apoſtolo
fanto con i miracoli ſuoi, e ſpecialmente con quel grande, che dura fi
no al giorno d'hoggi, d'hauer tolto il veleno ad ogni crudo ſerpente, ad
ogni pianta maligna, col morſo delle carni ſue ſante, e puriſsime, di
d.

ſorte che quì vediamo ifanciulliſcherzar con gl'aſpidi, con le vipere,


econ i più horribili ſerpi, che sipoſſono trouare, e si verifica realmente
in queſt'Iſola per i meriti di così grande amico di Dio quel che prediſſe
gia l'Illuſtre Profeta Eſaia, Delectabitur infans abvbere ſu perfo
ramina aſpidis, & in cauerna reguli, qui ablactatus fuerit, ponet
manum ſuam. Quì non ci è pericolo, ne timor alcuno di eleboro, di
cicuta, di aconito, di taſſo, di napello, ne di qualsiuoglia altra pianta
mortifera, è nociua, ogn'animale,ogn'herba, è cibo sicuro, è aſto gio
ueuole à glhuomini,g a gl'animati; In qual altra parte del Mondo,
ſotto qual altro clima si ritroua il toſsico non eſser toſsico, il veleno
non eſſer veleno, il morbo non eſſer infermare la morte non vecidere?
ſaluo che in queſt'Iſola ſantificata in queſti Colli, in queſti monti coſe
grati con tanto ſangue de Caualieri Religiosi di tanti ſoldati Christia
mi, che per amor di Chriſto, per gloria di S. Giouanni, per difensione
della faleſanta, per ſalute della loro Aeligione, e di tutto il Chriſtianeſi
mo, ſono stati tato prodighi, non che liberali della perſona, e della vi
taloro, che fin'a queſto giorno,le mura, e lepietre di questeſacre, e me
morande rouine, ne rendono chiara, e glorioſa testimonianza. Sono
Santi per certo questi Monti, ma più Santiſaranno quando siano
ſantificati da gl'habitatori con l'innocenza con la Religione, con la ſan
tità, con la diuotione,con la buona vita, con la giustitia vniuerſale,
dando ad ogn'vno quel che se li conuiene; verranno a rinchiudere in
eſsi tutta l'honorata ſchiera delle virtù christiane, che però è aſsomi
gliata nella ſcrittura à i Monti d'Iddio, come ſcriue il Profeta, Iuſti
tia tua ſicut montes Dei nei montiſanti cioè nella custodia degl'An
geli, nella protettione di Christo,e dei ſuoi ſanti, ſarranno i fondame
ti, la ſtabilità, e la fermezza di questa nuoua Città, che pure per la
ſul limità, e grandezza loro nelle diuine lettere ſono chiamati monti;
Non vi raccorda Padri Teologi di quel ch'è ſcritto nel ſalmo Mon
tes in circuitu eius. Idest Angeli & Dominus in circuitu Populi
ſui; Dotti vdiste mai autorità, è ſentenza, ch'andaſse più a proposi
to, che quella del Profeta Eſaia a questa Città nouella, alla cui
- . fondatione
º

14 DELLA D EscR I rT. DI MALTA


fondatione diamo hora principio. Vrbs fortitudinis noſtra Sion,
Saluator poneturin ea murus, & antemurale. Eccoui la pietra
prima ondamentale, eccoui la pietra angolare Christo Giesù, ſopra
del quale si fonda, e si edifica ogni Città Christiana, cioè ogni Congre
gationeſanta, efedele, come diſſe S. Paolo. Fundamentum nemo
aliud poteſt ponere preterid quod poſitum eſt quod eſt Chri
ſtus Ieſus, ipſo ſummo angulari lapide Chriſto Ieſu, in quo om
nis edificatio conſtructa creſcit in templum ſanctum in Domin
no. Nei Monti, nei Monti, nei Monti ſanti ſaranno veramena
fi
te i fondamenti tuoi Città glorioſa, amerà Iddio le tue porte, le
tue mura, i tuoi alberghi, che qualunque altra habitatione del Chri
stianeſino. Diligit Dominus portas Sion ſuper omnia taberna
cula Iacob. Il che si verificherà quando i Caualieri tuoi, i tuoi Sol
dati albergheranno in te con quella modestia, con quella caſtità, con
quella ſantimonia, con "izelo di Dio, che si conuiene à i" ,é
che si richiede alla loro profeſsione , quando imitando i fatti eroici del
loro primi Padri, e Fondatori attenderanno aſeruire Iddio nella pa
ce, con le orationni, con l'hoſpitalità , e l'altre opere pie, e nella guer
ra con la ſpada in mano, mettendo prontamente, e volontieri il ſan
gue, e la vita, per difeſa, e conſeruatione della ſanta fede di Christo,
º della loro Religione contro degl'Infedeli. O che glorioſa fama, è che
honorato grido siſpargera all'ora di te per tutto l'uniuerſo Città d'Iddio
glorioſa i Glorioſa dicta ſunt de te Ciuitas Dei. Per tutta Italia, per
tutta la Francia, per tutta la Spagna,per tutta Alemagna, per tutta
Europa, anzi per tutto il Ponente, per tutte le parti di Leuante, di
Aezzogiorno, e di Settentrione , d'altro non si ragionera , che delle
gran poue ſopra humane, che haueranno fatto i fondatori, e l'ha
bitatori tuoi, con sì gran stupore di tutte le genti contro gl'inimici del
nome Christiano, per gloria di Dio, per eſaltatione della Religione
ſacra del gran Battista Giouanni; (g io (dice il Signore) terrò per
petua memoria di Raabgieroſolimitana dell'opere " e reli
gioſe fatte da tuoi Antepaſſati, da i tuoi primi progenitori dentro di
Geroſolima, douehauesti principio. Non mi ſcorderò mai dell'im
reſe magnanime, e glorioſe fatte da loro per amor mio contro i Solda
mi infedeli dell'empia 3abilonia, i quali a lor mal grado ſono stati co
ſtretti dal tuo valore, a conoſcere, e confeſſare la gran potenza mia.
Memorero Raab, 8 Babilonis ſcientium me. Eccoti è fortuna
ta Città la moltitudine grande dei Popoli, che dentro di te concorrono
con tanta frequenza ad habitare,il fiore di tutte le più honorate fami
glº» (9 Illuſtre Nation, che siano ſotto il Cielo, non si ſdgna di
- eleggerti
LIBRO PRIM o, N o TI TI A I. rs
eleggertiper ſua habitatione, e per ſua Patria , quì Italia, quì Fra
cia, quì Spagna, quì Alemagna , I nghilterra , Prouenza, Aluernia,
Castiglia, Aragona, Catalogna, Portogallo, quì tutto il Christianeſi
mo manda a concorrenza i figliuoli ſuoipiù nobili, e più illustri, da
sì rimote, e longingue regioni, a farsi tuoi, a riceuere dignità, (gº dfar
si honore; guì Greci, quì Latini, quì Hebrei quì AMori, quì Sciti,
-2

quì Indiani, quì Etiopi; quì si ode, e si vairà molto più per l'auuenire
ogn'idioma, ogni linguaggio humano; Quelli ch'adoreranno Chriſto è
dominare, ogn”vno nel ſuo grado, gl'Empi, egl'Infedeli a ſerutre ſchia
ui in catena per maggior eſaltatione, e gloria del nome Chriſtiano,
Vdite, udite come lo dice chiaro il Profeta, Ecce alienigenae, & Ty
rus, & Populus AEthiopum hi fueruntillic; e se non s'adempie in tè
Città regale l'oſcuro, eſagro Enigma di cui fà fatta speciale, e ſegna
lata gratia alla Santa Sione, che l ſuo Edificatorefoſſeſuo figliuolo, e
che l'Altiſsimo Iddio, il quale lafondò ; in lei, sia nato huomo, del
che meritamente ne ſtupiſce ogn'huomo, come dice quì l'Arciprofeta;
Num quid Sion dicet homo, é homo natus eſtin ea, &ipſe fida
uit eam Altiſsimus, Queſto si verificherà almeno, che quell'Altiſsi
mo Signore, che ti dà il pane, in tè si laſcierà vedere in forma dipane,
C quel Christo Iddio, nel cui nome hoggi ſei principiata, prima che sii

principiata, hà già habitato in te nel Sacramento Euchariſtiale.


Enigma ancora sarà il tuo nome al 31ondo, poiche dal Capo de' tuoi Doppo il Gran
Fodatori ti chiamerai VALLETTA, e pur ſei Möte, g intederaſsi Aaeſtro Val
letta fu clette
la ſolutione, che non fà mai Valle ſenza Monte, ne Monti ſenza ſuo succeſſore
Valli, e che AAonte ſarail", l'Eminenza delle virtù, che debbono re Fra. Pietro di
Monte, quel
gnare in te; Valle per la baſsezza della profonda humiltà, ch'è il ſapo lo fondo la
ritiſsimo condimento di tutte l'altre virtù chriſtiane, ſerberaſſi il no Citta, e que
ſto v'introduſ
me tuo, e del primo tuofondatore Fr. GI o VA N N I Valletta, e ſe l'abitatro
ne dell'ordi
del piiſsimo, e Santiſsimo Padre P 1 o QP I NT o Pontefice maſs ne Sagro Gie
simo, ſotto i feliciſsimi auſpici del cui Pontificato nel tempo ſuo hai roſolimitano s
hauuto principio,e diquei Perſonaggi Illuſtri, che si ſaranno ritroua
ti alla tua fondatione ad eterna memoria nelle Croniche, e negl'anna
li di tutti i Popoli, di tutti i Potentati, che ſon hoggi nel Mondo; Do
minus narrabit in ſcripturis Populorum & principi horum, qui
fueruntin ea. Sorgi dunque Città Vittorioſa, affrettati ad inalzar le
mura, gi i tetti tuoi, g ſta lieta, e gioconda, che quelle genti che ha
biteranno in tè, ſaranno ſempre lontani da ogni meſſitia, vacue d'
ogni timore, piene di sicurtà, colme di vera allegrezze. Sicut la tanti
omnii habitatio eſtinte. Così auguriamo, così preghiamo. o Dio
ziano grande Iddio a queſta nouella Città Valletta, che hoggisi prin
- - - - - - - - - cºpia
rc DELLA D EscRITT. DI MALTA
cipia, e si fonda nel tuo Santo Nome, Padre Onnipotente, fonte d'ogni
diuinità, difendila in eterno con la tua grande potenza, Figlio Vnge
mito di Dio Verbo incarnato, mantienla per ſempre nella tua Santa leg
ge, Spirito Santo Paracleto ſoccorrela continuamente con la tua gran
bonta, Trinità Santiſsima adorata, da noi in vn Dio ſolo, nelle cui
Sante mani stanno i fati, e le ſorti, tutte leproſpere, e le auuerſe for
tune, al cui tremendo cenno vbidiſce il Cielo, e gl' elementi tutti de
gnati concederci hoggi stelle benigne, aſpettifelici, influſsiſalutiferi, in
questo principio della fondatione della nuoua Città; Vergine Madre
di Dio nostra Auuocata, Giouanni, e Paolo Padroni, e Protettori di
questa Religione, 3 Iſola, siate, siate propitii, e fouoreuoli hora, e
ſempre a questa Patria, a questo luogo, ai Fondatori, a gl'habitatori
di questo Paeſe, a tutti gl heredi, e ſucceſſori loro, talche per mezzo del
vostro fauore appreſſo di quell'adoranda Maeſtà diuina, la Città
Valletta vi sia gradita in modo, che mai siſuelli, ò si ſpianti dal ſuo
terreno, l'honorato stendardo della candida Croce ottogonale; Fiamme
ardenti di Dio Angeli fortiſsimi, che dalla duina prouidenza haue
te hauuto in ſorte la guardia, e la custodia della Città nouella, veni
te, venite hor, hora a pigliarne il poſſeſſo, incominciate hor mai ad
bauerla in tutela, 3 in protettione, custoditela voicò gli aiuti uost
riſpirituali dall'occulte insidie degl'Auuerſari inuisibili, difendetela,
«s, º se
combattete per lei, e per gl'habitatori ſuoi nei loro gran biſogni contra
. . . . .
gl'Inimici di quella candida Croce, conſeruatela libera, e trionfante,
-- -- a mentre durerà il Mondo in gratia di Dio ad eterna gloria ſua, adho
mor di J. Ciouanni, g a perpetua fama di tutto il Chriſtianeſimo, 8
dicat on nis Populus A men, Amen. - s
Ma è ten po hoggi mai doppo hauer ſodisfatto alla pia curio
ſità del duoi far ritorno alla noſtra deſcrittione.
Diciamo adunque, che non lungi dalla Città Valletta verſo
terra sù le ſi onde del Porto n.ncontra il luogo de Venerandi
JPP Capuccini edificato ſotto gli auſpici del Gran Maeſtro Verº
dala l'anno 1584. - - . ..:
Dhoccara Rocca, che ſporge ſu'lmare ſotto à Capuccini. .
i Maſſa picciola detta sciat el Kuabar, cioè lido de granci -
- Da queſto ſeno, fino alla Marſa grande era vn ſpatioſo molo.
di groſſiſſime pietre edificato sù la ſponda del mare per vin tratto
di mille, e cinquecento paſſi fatto in tempo de Romani, come º
ſi caua davn fian mento di tauoletta di marmo, ch'è in poter
V - - - - - - - v

noſtro colà ritrouato con iſcrittione di lettere latine così . . . .


- , , , IN STATI ONE » . . . -
- - MILLE
- - -- -

LIBRO PR I M O, NO TI TI A I. 17

MILLE . . . . QVINCENT. PASS. . . E n'appare


fin'oggi qualche veſtigio delle pietre nella punta del Cortino.
Cortin picciolo Promontorio, oue habbiamo edificato il no
ſtro Caſino chiamato di S. Giacomo, é vna Cappella ſotto il ti
tolo del S. Angelo Cuſtode, in quello, è in vn i" conſer
uiamo molte memorie antiche, e principalmente alcune della ,
noſtra Città Notabile, la maggior parte del quali vengono di
chiarate, e deſignate nella preſente operetta, da noi raccolte nel
progreſſo di molti anni, in honore della veneranda antichità, e
per ſodisfatione del curioſi amici, e profeſſori di eſſa. - -

Fonte della Marsa detto Aain Fylep.


Gezira, cioè Iſola battuta per la maggior parte per i lati dal
mare, ou'è vn antico Cimiterio de' Greci.
Tal ballut, cioè delle Quercie, oue per aumentura anticamé
te erano alcuni di queſti alberi.
Corradino Collinetta circondata di mare, forſe anco deriuando
la denominatione da Cortin, nome generico in lingua Malteſe
à tutti quei luoghi, che ſono come Promontori), che ſi ſporgono
in mare. -

Kas chanzir, Capo di porco dalla figura, che fà queſta punta


alle falde di Corradino di rocca viua, che riſguarda maeſtrale.
Aayn duyeli, fonte alquanto ſalmaſtro, che ſgorga nel lido del
mare, in quel picciolo ſeno, che ſi forma trà corradino, e l'Isola
Senglea. -
ir, cioè Peninſola, ſopra della quale fù edificato
- - -

il
forte di S. Michele, così nominato come crede il Boſio, perche
à gli otto di Maggio feſta dell'Apparitione dell'Arcangelo nell'
anno i 5 5 2. fuſſe ſtato già ridotto a termine di metterui ſopra .
l'artiglierie, e d'alborarui lo ſtendardo della Religione, onde eſº
ſendo ſtato il luogo ampliato di fabriche, e d'habitationi, e for
tificato con recinto di muro dalla parte, che riſguarda il Corradi
no,hebbe dopò l'aſſedio di Malta nome d'Isola, 8 appreſſo di Cit
tà Senglea,dal Fondatore, di cui porta per inſegna le proprie ar
mi gentilitie, che ſono in campo d'oro vna Croce trauerſata, ò
decuſſata di S. Andrea di color nero, a cui ſouraſtanno cinque
conchiglie d'argento. Racchiude fuochi nouecento, nouanta
" & anime quattro mila, e cinquanta ſotto il comando
d'vn Caualiere della Religione. Le batterie, 8 aſſalti, che ſoſten
ne per mare,e per terra co valore, e fedeltà de' ſuoi cittadini che
riſposero a Turchi, e all'offerte loro voler anzi eſſere ſchiauidi
S. queſta
18 DELLA D E S CRI I T. DI MALTA
queſta Sacra Religioni compagni del Gran Turco, ſono raccº
tati dal Boſio nelle ſue Iſtorie diffuſamente, ond'ella meritò il
nome d'Inaitta Città con la liberatione del ſuoi Coloni dall'obliº
go di pagare l'annuo censo, che ſoleuano al Signor G. Maeſtro
Principe di queſto Dominio; n'appare di ciò memoria nella ,
Chieſa Parrocchiale in vna Iſcrittione, che ſiegue.

D. O. M.
AMPLISS. HIER. ORDINI
PRINCIPI MVNIFICENTISSIMO
FIDEI, ET BELLICAE VIRTVTIS REMVNERATORI
OB LIBERATVM POPVLVM AB ONER E CENSVS
DECRETO SACRI CONCILII STATVS
EDITO MAGISTERIO VACANTE
IX FEBRVARII MDC. AB INCARNATO CHRISTO
SENCLEA CIVITAS INVICTA
GRATI ANIMI MONVMENTVM . P.
-

7urmula Terra ſottopoſta al Capitano della Senglea; hebbe


denominatione da Bir AAula, cioè Pozzo del Signore. Contiene
fuochi ſeicento quaranta due, 3 anime due mila, ſette cento
ſettant'otto. -

A Madracchio, ridotto di tutte le barche del tragetto dalle Città


Vittorioſa, e Senglea a quella della Valletta.
Con uento de Reuerendi Padri Carmelitani ſcalci di S. Tereſa fon;
dato nel Magiſterio del Principe de Paula nell'anno 1 o 25.
Città Vittorioſa, ſtà ſituata ſopra vn'altra lingua di terra,
com'è quella della Senglea, cinta pure di mura dalla parte di gre
cale, per quella di terra è fortificata alla reale; opere tutte fatte
fare dalla Sacra Relig dopò ch hebbe il dominio di Malta.Si di,
ceua anticamente il Borgo del Caſtello a mare,ch'oggi ſinoma S,
Angelo, ſituato ſopra vin alta rocca, che naturalmete ſi ſollieua
in quel Promontorio, fabricato già eſſo Caſtello da Saraceni per
Nella Deſcritt. teſtimonianza di Luis del Marmol nell'anno 82 8. in tempo, che -
d'Africa lib. 2.
cap. 12. fù Malta da loro occupata, come à ſuo luogo dimoſtreremo. Si
fatta Rocca è diuiſa dalla Vittorioſa per vi foſſato pieno d'ac
i" che dal mare vi fà introdotta per maggior fortificatione;
opra del qual foſſato ſi paſſa per vn ponte di legno mobile dall'
vna all'altra parte, Queſta Città, e la Senglea ſi riguard ano
-
-
COITAC
L I B R O PRIMO NOTITI A I. ,
come doppio Teatro fraponendoſi di mezzo vn Canal di mare
ch'entra fino al fondo della Burmula; queſto in tempi ſoſpetti
d'armata nemica ſi chiude con vna groſſa Catena di ferro, e dé
tro all'Vna, e l'altra ſponda, vengono a ſorgere le galere, 8 in
mezzo per tutto quel tratto molti altri Vaſſelli come in ſicuriſ
ſimo porto. Viuono nella Vittorioſa Tre mila, e ſeſſanta tre º
anime, in ſette cento, ottanta due caſe. Quiui è il Palagio del Tri
bunale del S.Officio d'Inquiſitione. Sonoui ancora due Conuéti
di Frati, l'Vno dell'Ordine di S. Domenico, detto dell'Annonciara,
l'altro de Carmelitani, 8 vn Monaſtero di monache Benedittine
ſotto titolo di S. Scolaſtica, chiamato anticamente l'Abbatia -
nuoua, prima, che dalla Città Notabile è queſta fuſſe ſtato traſi
ferito, dei quali ſi daranno alcune notitie, quando ſi diſcorrerà
della Chieſa Parrocchiale di S. Lorenzo ſua Matrice. Quì final
mente tiene la Sacra Religione il ſuo ben proueduto Arſenale -
da fabricar galere con la reſidenza del Commendatore, e del
Trodomo di eſſo, Caualieri di queſt'habito. Comanda poi la
Militia, e le coſe della Guerra vn'altro Caualiere, al cui carico
è anneſſo a beneplacito del Signor Gran Maeſtro anco quello di
Vicecaſtellano, dipendente in queſta parte dalla Gran Corte del
la Caſtellania, oue ſi amminiſtra giuſtitia nella Valletta è gl'ha
bitanti di eſſa, della Vittorioſa, Senglea, e Burmula. Nel reſto poi
queſta Città ottenne il nome di Vittorioſa con l'arme d'vn brac
cio armato che impugnavna ſpada ignuda, trà due rami di pal
ma e d'vliuo in campo vermiglio, dopò la valoroſa difeſa, chella
fece alla Potenza Ottomana nell'Aſſedio ſoſtenuto l'anno 1565,
ſotto qell'Inuittiſſimo Gran Maeſtro, e Principe VALLETTA,
e de ſuoi generoſi Caualieri, e degl'altri Capitani, e Soldati, che
vi ſi trouarono, reſta, e reſterà per ſempre glorioſa, altresì per la
virtù, e ſingolar fedeltà del ſuoi Cittadini, e d'altr'Iſolani, che vi
ſacrificarono le proprie vite, combattendo per Dio, per la ſa
gra Relig. loro Signora, e per la Patria, come per celebre me
moria di eſſi laſciò ſcritto il Boſio nel racconto di quella fiera, e
crudeliſſima guerra, onde à lui per ſua notitia rimettiamo il cu
rioſo Lettore. - 2 . “ s
i Trà Il Castello S. Angelo, e la Vittorioſa, nel ſito oue hoggi
Ttà il foſſo pieno d'acqua marina, era anticamente il Tempio
tanto celebre, i della Dea Giunone, di cui nella dichia
ratione delle ſue medaglie ritrouate nell'Iſola, che ſi conſerua
smo preſſo di noi, ſi diſcorrerà più largamente
- - - C 2.
-
E
l º
2o DEL LA D Esc R I TT. DI MALTA
El Eeierna ſotto l'infermeria vecchia, picciola fontana più
verſo la Calcara.
Calcara, oue anticamente ſi coceua la Calce.
Montagnuola detta del Saluatore, dalla cui Chieſa quiui edifi
cata, ella preſe il nome.
Cala della Renella, commodo ridotto per lauarſi, e natare,
Punta che fa vna foce della bocca del Porto principale, detta
anticamente ſottile dalla forma del luogo, e da altri, delle forche,
perche i" ſi conduceuano al patibolo i delinquenti, in tem
po, che la Sacra Relig. faceua reſidenza, nella Vittorioſa; hoggi
v'è edificata la Torre di S. Petronio detta dell'Orſo, per eſſere ſta
ta con decreto del G. Maeſtro de Paula, e del ſuo ſagro Conſig.
fatta fabricare dal Com. F.Aleſsadro Orſi Cau Bologneſe, che po
ſcia morì decorato della G.Croce, per ouuiare alla fuga de ſchia
ui l'anno 1629. ſotto li 15. Gennaio. Hor di quà vſcendo dal
Porto, e tirando la noſtra deſcrittione verſo Oriente, n'incontra
Vyed el GhamiK cioè Vallone profondo, a cui ſouraſta vna
collinetta.
2lata el baydha, che vuol dire rocca bianca, quiui è vn laua.
toio vicino per le donne del caſal Zabbàr, oue per impedirſi lo
sbarco al nemico, eſſendo il luogo commodo, fù edificata nell'
sanno 162 o, per decreto del Conſiglio delli 2 1. d'Aprile ina,
Torre, ſotto titolo della Madonna delle Gratie; Inuocatione del
la Chieſa Parrocchiale del ſudetto Caſale, ſotto gl'auſpici del
Gran Maeſtro VVignacourt. - -
Gorfentin - - - -

Ennuadar, roccafortiſſima atta a formar mole da macinare,


nelle viſcere della quale ſi trouano pietre di diuerſi colori, chia
mati occhi di ſerpe, i quali giouano per le morſicature del ſerpi,
e conferiſcono al mal di fianco, legati in anella in modo, che la
pietra tocchi la carne dell'Infermo. - - - - - -

Quiui è vn luogo detto Ezon Kol. - - -

d4arſa SKalli, Porto Sicolo, chiamato anco Cala di S. Toma


ſo da vna picciola Chieſa vicina, doue nell'anno 16 14. sbarcò l'
Armata Turcheſca in numero di ſeſſanta galere, che fù fatta».
vergognoſamente ritirare con molta gloria del noſtri, Onde dal
Gran Maeſtro Fra Alofio de VVignacourt nell'iſteſſo anno pre
cedendo decreto del ſuo Conſiglio dato a primo d'Agoſto fà
quiui fatto fabricare vn Forte ſotto titolo di S. Tomaſo, per
che l'Inimico non poteſſe giamai in quel ridotto sbarcare.
- E ſicuro
LIBRO PRIMO, No T1 TIA 1. a.
E ſicuro da venti maeſtrali, ponenti, lebecci, e mezzi giorni.
Vyed el Aayn, Valle del fonte d'acqua ſalmaſtra.
Aonſciar, ſega, è ſerra, così nomata per alcuni ſcogli, che
ſi drizzano in mare a dirimpetto di queſta collina.
oRDINE DEL LATO DI LEVANTE,
a E SI ROCCO. º

Sciuyerep elAagin; Moſtaccio di fia -,

Cala d'vn portetto, detto le Cale.


Le Cammere luogo così chiamato per certe calette, che viſo
no in forma circolare.
Il Marhat tà Deyr Limara, Collina prima d'entrare nel porto
di Marſa ſirocco; Marbat ſignifica luogo da legare, Deyr Con
uento, è Colleggio d'alcuni, che viuono inſieme, Limara côtra
ſegno, è el Aamara habitatione, è vero Eemara, che tanto ſuona
quanto che fabrica, -

Ittactia, Iſoletta, è ſeccagno,ch'è all'incontro di DeyrLimara,


e ſignifica luogo rotto, e diſgiunto. - -

i Marſa Sirocco; Porto, la cui entrata, è bocca è riuoltaà quel


vento, capace di molti Vaſſelli, ma non però ſicuro da venti
di Leuante, e Sirocco. Quiui fè la ſua prima entrata l'Armata ,
Turcheſca nell'anno 1565. nel mezzo di eſſo ſi ſporgevna lin
ua, è ſia tratto di terra, ch'ha nome Marnisi, nella cui punta -
# fabricato nell'anno 16 1o. con decreto del Conſiglio dato a
di primo di Luglio, il Forte di S.Luciano in tempo del Magiſterio
de VVignacourt, hauendoli quel Principe dato il nome del Sá
to, à cui è dedicata la Chieſa in Francia, oue il detto Fondatore
riceuè il S. batteſimo. Nelli Marnisi in quella parte, che guar
da al grecale poco diſtante dalla Cauallerizza, che quiui fece
edificare l'iſteſſo Gran Maeſtro, 8 a punto nel luogo chiamato il
Ghar, ſi veggono alcune pietre di ſmiſurata grandezza ſolleua,
te; veſtigio d’antiche fabriche di Giganti ſimili a quelle, che ſo
- - -- --

no in Malta nella contrada di Caſal Kibir, e nel Gozo in quella


, ch'è detta Sceu Kia. - - - -

e Chieſa di S. Giorgio dall'altro lato delli Marnisi, che riſpuarda


al mezzogiorno, nel fondo di quella Calavicino al mare, oue
ſogliono, doppo celebrata la S. meſſa far la partenza loro lega
lere nelle ſpeditioni per Leuante, è Barberia,
Non lungi dal lido del mare, e dalla medema Chieſa ſi veg
º , gono
, DELLA D E scr I TT. DI MALTA
gono in terra nella roccaviua cauate alcune ciſternebittumate,
le quali per antica traditione diceſi ſeruiſſero per conſeruaruiſi
l'oglio, che in quella parte chiamata 2eytun, per la quantità d'
oliueti, di che abbondaua, ſi faceua in molta copia.
Eſſendouianco traditione, ch'alcune fabriche antiche,lequali
ſi veggono dietro detta Chieſa fuſſero veſtigi dell'antichitimo
Tempio d'Ercole Tirio, il che pure ſi legge in alcuni Autori.
Noi ad ogni modo ſiamo d'altra opinione circa il luogo, non
negando, che sì fatto Tempio non ſia ſtato nella contrada di
quel Porto, ma in altro ſito, come dimoſtreremo nella deſcrittio
ne di detto Tempio, e della ſtatua, che n habbiamo.
Ramla tà 2ir Zebbugia, che ſignifica l'Arenale della ciſter
na dell'Oliuaſtro. -

El Cala tà Vyed il Buni, cioè Seno della valle di Buni, nome


proprio arabico. - -

Cala Frana, ſeno così detto.


Punta Bin Iſa, chiamata anco tà sicca, cioè Punta del figlio
di Iiſa,nome proprio arabico, è ſia della ſecca, che quiui ſi ve
de; In queſto luogo è vina guardia detta come ſiegue.
AMellyeha cioè della ſalina per qualche poco di ſale, che colà
ſi racoglie,
Calatà Vyede ſciacca,
Vyed Sznuber, Valle dicioè picciolo ſeno della valle di ſciacca.
Pini. a

Ghar Hasan, Grotta di quel tal Arabo, quiui dentro è vn


continuo diſtillo d'acqua freſchiſſima, che inuita al tempo d
eſtate l'andarui per diporto, eſſendo il luogo aſſai opportuno , eſ
poſto alla viſta del mare, e frequentato da colonibe, che vi ſi
rendono con le reti. -

Kabar el Gharib, ſepolcro del foraſtiere, è Pellegrino, quiui, è


collocata vna guardia. –
Vyed, e zorrie K, Vallone donde forſe ne preſe il nome la Ter
ra vicina detta Zorriek, che tanto ſignifica quanto azzurro,ò ce
ruleo, che ſi rende così agl'occhi de riguardanti quel mare per
la ſua
Gharprofondità,
el Heneya,dagrotta
che venne à chiamarsi dagl'Arabi Ezra M.
dell'arcata. a

Ghar el AAeth Kub; grotta pertugiata, ò forata, quiui dentro -

ºntra il mare, il luogo è freſco, e delitioſo, peſcandoſi nell'iſteſe


ſo quantità di dattili marini,
Guardia tal Punta,
Guardia ta Tirſcia. -

V.27ed
LIB Ro PRIMO, NOTITIA 1. 2,
Vyed Rhim, Valle di Bruti, è beſtie.
Guardia ta Kas il Baiadha, di Capobianco.
Guardia ta But Sciſa.
Guardiata Ras il Hamria, del Caporoſſeggiante. -

Guardia; Krayten fu Kel Vyed tal maghla K, cioè picciolo


promontorio ſopra il Vallone del racchiudimento.
Guardia tal Gharib, Del foraſtiero. -

Guardia, Gharlapſ3, cioè grotta, lapſ3 deriua dal greco, che


vuol dire Aſcenſione, così chiamano i Malteſi (reſtato il Voca
bolo da quegl'Vltimi greci Chriſtiani) Il ſantiſſimo giorno dell'
Aſcenſione di Chriſto noſtro Signore, e perche in eſſa grotta in
tal giorno è ſtato coſtume antico d'andari conuicini è lauarſi in
mare, le reſtò quel nome. l

Guardia tal Gezira, cioè dell'Iſola, quiui è vno ſcoglio detto


comunemente Pietra negra, -

oxp I N E DE L LAT o D 1 M Ezz o D I. ,


- E L E B Ecc.1 o.
Felfla ſcoglio, è picciola Iſoletta diſtante dal terreno di Malta
quattro miglia in circa, ſignifica Pepe in Arabico: onde da alcu
ni ſcrittori vien chiamata Piper, v'è di ſopra edificata vna Chieſa
dedicata alla B. Vergine titolo già d'wn i", Eccleſiaſtico.
Hagira tal Vsif, ſotto la Madalena, e vicino alla fontana.
detta Aynghliem Alla, cioè fonte del ſeruo, è ſchiauo d'Iddio.
Per lo ſpatio d'otto miglia in circa, queſto littorale è inaceſſi
bile per la gran altezza delle rocche, nelle quali batte il mare
ſenza poteruiſi sbarcare; in mezzo però di tal diſtanza, è vina
picciola Valle, chiamata come ſegue. ,

Aegira elma, cioè corſa d'acqua.


. El Kaus, Arco per la forma del Terreno.
Dar e Duyeb, Caſa d'animali, è di giumente, è vna vaſta
grotta. - -

Megira ferha, Corſo allegro, è di gioia. Queſta è vn'angoſta,


Valle ſituata frà altiſſime ru pi, che conduce al mare, vien abbel
lita da certi alberi ſeluatichi, che la difendono da raggi ſolari per
gueſta ſoleuano anticamente i Cittadini della Notabile calar giù
da quella parte per ricrearſi al lido, poſta dalla natura in quelle
balze, e rocche per isfogamento dell'acque piouane, che di lì
corrono al mare, oggi è civn ben alto muro chiuſº i traderio»
perche -
--
-
-

2, DEL LA D E SCRITT. DI MALTA


- perche quiui non habbiano commodità i Corſari nemici d' hai
ser lo sbarco, e poter venire coperti ad infeſtar quella contrada
Emtahlep,Territorio fertile, 8 abbondante d'acque, e di giar
dini, chiamato Emtahlep, dal mungerſi il latte nelle mandre, e
da glarmenti di eſſo territorio pieno di paſcoli, e di freſcure.
Zlattal Bahria, cioè Pianura, è roccame della Maremma,in
riſguardo della diſtanza dalla Città, a cui vien ad eſſere la ſpiag
gia di mare l" vicina.
ZRas e Raheb, cioè Capo, è Promontorio del monaco, così
detto perche à nauiganti ſotto quel luogo ſi rappreſenta nella . i
rocca come vna figura d'vn monaco colà inalzato. -

Ramla tà fom e Zieh, cioè Arenale della bocca di vento e ſot


to le rocche ch'hanno l'iſteſſo nome, quiui di ſopra è vna delle
Torri, che il Signor Gran Maeſtro Laſcaris ha fatto fare per le
uardie, e loro cuſtodia.
Aedem Pellegrin, cioè diroccato nel Territorio, che ſtimiamo
fuſſe ſtato anticamente della nobile famiglia del Pellegrini.
Ramla, e Cala tal Mugiarr, cioè Arenale,e ſeno del Augiarro,
non e vniuerſale à tutto quel diſtretto, che ſignifica luogo da
carreggiare.
Kamla tà Eu Eeriyen , Arenale del Padre Ignudo diceſi
2IlCO, º

La Karraba, Caraffa per la ſomiglianza, e figura, che tiene a


quel pezzo di rocca rileuato, e diſtaccato da terra. -

Torre di Guardia, fatta fare dal preſente Signor Gran Mae


ſtro. - -

Ramla tà Aayn Toffieha, Arenale del fonte di Pomo.


A dum 34aſa, diroccato d'Arabo di quel nome, ſono quiui
alcuni ruſcelli d'acqua. -

Aedum il Ghauſech, diroccato di tal nome. -

Mellieha, nome vniuerſale a tutta quella parte dell'Iſola, che


ſignifica ſaline. - -
Acdum e SciMax, ouero il Ghant, diroccato così detto,ò ſia il
fodero - -

Ghar tal Bettieus, grotta di queſto 11Oſſl C . -

Xedum; luogo con molte fontane. -

, Gebel Kamnieh, Rocca, è Monte frumentario -


Zlata, ſpiaggia dell'iſteſſo nome. -

Cala tà Cerkeua picciolo ſeno di tal nome, doue la barca der


ſtinata al tragetto dal Gozo à Malta, fa lo sbarco.
- - - V, ed -
A L1 e Ro PRIMO, N o r1 r1 A 1, si
V yed Muſa, Valle di Muſa nome Saraceno, -

zamlet il Bir, Arenale della ciſterna, Perche di ſopra quiui nel


territorio è vna ciſterna vicina. I - e
Aamla tal Cortin Arenale del Promontorio. . . .
Aamla tà Simàr, Arenale di giunchi marini.
Guedetel Rèm, Colline de Chriſtiani Greci così nomati, cioè
Romani,perche haueuano hereditato l'Impero Romano e per
che Coſtantinopoli per vn'editto dell'Imperator Coſtantino fà
detta nuoua Roma, e fin al preſente ritengono tal nome, onde
venne à ſignificar i Chriſtiani.
zamla tal Ghoslien, Arenale delle Gazelle.
SieKia il baidha, Condotto bianco, -

L'Aharaſe, punta così detta, dalla qualità di quel terreno aſ


ro, e ruuido. - -

Aedùm il Hamar, diroccato dell'Aſino.


L'Armiel, Arenali.
Dachlet el Seelep,entrata delle Salpe, ſperie di peſce.
amla è Salina, ouero Vyed ta Santa Maria, cioè Arenale,
Salina, è valle di S. Maria, per eſſer quiui di ſopra la deuo-iſſima
Chieſa della B. Vergine della Mellyeha. -

Ghadira, Stagno d'acqua, detto delle ſaline ſotto S. Maria.


- Aayn 2 eituna, fontana dell' vliuo.
Aayn Hadid, fonte del ferro;ou'è miniera di tal metallo.
Gezira tà Selmun, Iſoletta di Salomone, nome preſo da vnu -
famiglia, ch'hoggi è in Sicilia, già Padrona (come ſi crede) del
territorio, ch'è quiui di contro così nomato, Ella è di circonfe
renza intorno a quattro miglia, non v'appare veſtigio di fabri
ca, eſſendoui ſolo vna ciſterna, -

o RpI N E DE L LAT o A 7 RA M o NT A NA,


- E G RAE C A L E. :

orto di S. Paolo, chiamato tutto quel ſeno Puales, per il nau


fragio quiui fatto dal glorioſo Apoſtolo. i
., Mistra, picciola cala, che guarda verſo Sirocco, nell'entrata
del porto ſicura da tutti i lati luor che dalla parce Meridionale.
Xedum, dou'è vn picciolo ſeno quanto vn corpo di galera.
Asceù; Punta così i
Ramla tal Puales, Arenale nel fondo, è parte più intima di
èuel Porto.
- - D Aayn
ss e D e LEA DEscRITT DI MALTA
Aayn Raſul,fonte dell' Apoſtolo per virtù del quale habbiamo
pia traditione ſia ſcaturito in quel luogo,al tempo del naufragio
iunto il Santo in terra. Onde in memoria di ciò ſi legge quiui
la ſeguente Iſcrittiones ,
Hac ſub rupe caua, quam cernis ad equoris vndas .
º Est hic exiguus fons ſalientis aque. , -
a
- Religione Sacra fontem hunc venerare uiator,
i Naufragus has dederit cum tibi Paulus aquas. -

cala tal Aazenin, ſeno di Neghittoſi, ch'è ſosto la Torre di


S. Paolo, fatta edificare per guardia del porto dal Gran Maeſtro
VVignacourt con decreto prima del Sacro Conſiglio dato a 6. di -

Nouen.bre 1 6 o9. - -
- - -

- - - -
-

r
-

. -

chiºſa Di S. Paolo, che l'iſteſſo Cran Maeſtro per ſua diuotio.


ne, e più celebre memoria del naufragio colà " dal glorioſo
Apoſtolo, tutta di nuono fe fabricare quaſi nel medeſimo poſto,
doue an:icamente era ſtata eretta vna Cappella in honor di eſſo
Santo dalle famiglie Deſguanez ,e Bordini, ch era ancor in pie- i

di l'anno i 6 1 o con l'armi loro: Quella, che fece fare il Gran.


Maeſtro, è di competente grandezza,ornata di belle pitture rap- l
preſentanti l'Iſtoria del naufragio, e miracolo di San Paolo, e -

comuerſione del Malteſi per la di lui predicatione -

A a Scaletta picciola cala. - - -

Zuleben, Padre del latte, picciolo ridotto, vna delle guardie.


e Guardia di bugebba di dentro. - -

Guardia di bugebba di fuori, ou'è vna delle Torri fatte fabri


care dal Signor Gran Maeſtro Laſcaris. - - -

Kaura, punta coſi detta, perche ha del Circolare.


2enuarrat Figlio dell'erede detto anticamente venerànt
Cala, à Porto doue ſono le Saline nuoue. In queſto luo
go appaiono alcuni veſtigi antichi d vna Torre di guardia,
che v'era, e di cui ſi fa mentione nelle ſcritture della Città, ch'
era in piedi prima dell'anno 1494 e che mediante lei poteuano
in quel Porto ſorgere alcuni nauilij, e ſtar ſicuri.
Challis, punta così detta. -

Ghalis ſioglio in mare, che preſe nome dal continente. -

Guardia dettata Bahar, e Ciaac, cioè di mare, ch'hà il ſuolo,


ò fondo di breccie, è ſaſſolini.
Guardia Calata Marcu.
Gurdia, punta di Calatà Marcu ſotto la Chieſa della Ma
dalena , . - -

Seno
LIBRO PRIMo, Nori TIA I 2,
Seno della Madalena, oue ſono due guardie, -,

Guardia di Nadur Kallel, Viſta picciola, è corta. -

Guardia detta mezza luna.


Guardia Sie K Dhherim.
Guardia Ooſe el Hamiema, cioè nido della Colomba.
Torretta nuoua di quelle, che ſi ſono fatte edificare dal Signor
- x V - r

Gran Maeſtro Laſcaris,ou'è la guardia Nadur ponent.


Seno, è Cala di S. Giorgio, in queſta guiſa denominata, per
vna Chieſa quiui di quel Santo. - -

CharK el Hamiem, feſſura, è apertura delle colombe, Voragi.


profonda ou è vn gran ridotto d'acque, da moderni chia
Imc

mata la Dragonara, per cagione dello ſtrepito, che colà s'ode,


credendo alcuni ſemplici fa cauſato da qualche moſtro, ma è
più veriſimile dal moto di groſſe anguille, che vi ſi generano.
Soleuano già per quell'apertura entrarui colombe a far i nidi
snelle concauità del luogo.
Chieſa di S. Giorgio.
Guardia Git e 27ebbugi -

Punta di S. Giorgio. -

Guardia giaida, cioè nuoua.


Seno di S. Giuliano.
Chieſa del medesimo Santo. -

Guardia ta Gebellin.
- Vyed el Ballut Vallone delle quercie.
Pl Aa Kayda Terreno, che ſporge in mare. - -

El Ghadir,piccioli ſtagni d'acqua marina,che gelando in tem


po d'eſtate,riceue commodità la pouera gente di racorne il ſale.
Punta talCortin, cioè del Promontorio, hoggi detta di Dra
gutto famoſo Corſale per hauer quiui accampata la ſua gente .
con l'artiglierie per batter S. Elmo nell' Aſſedio del 15 65. Se è
la foce d man deſtra, entrando per la bocca del Porto Marſa
Muſcetto, che vuol dire da ſuernare, nel quale tirando per l'iſteſ,
ſa mano s'incontra. - - -

Ghar Bieti Grotta.


Kidoſſo ta Biebel Gezira,cioè Porta dell'Iſola,ch'è in mezzo al
Porto, luogo deſtinato da molt'anni in qua per Lazzaretto,
oue ſi fà la quarantena da vaſſelli ſospetti di contagio: quiui è
vna Chieſetta dedicata a S. Rocco, con magazzini, &altre ,
fabriche fatte fare dal Sig. G. Maeſtro Laſcaris per riporui,even
tilarle robbe, e per comodità di quei,che ſono poſti à Purgarſi.
D 2. - Zeb
28 DEL LA D E SCR ITT, DI MALTA
2eb el Gezira, l'altro ridoſſo dell'Iſola. detto anco Scibi ſci.
Punta ta ſcibieſci, -

AMisida Peſchiera,picciol ridotto, è Piſcina, ou'è vna ſorgente


d'acqua ſalmaſtra, che ſerue à curare, 8 ammollar i lini,e da po
co tempo in quà per conſeruarui peſce, che ui ſi racchiude.
Faiiara, ſorgente di quell'acqua, che ſcaturiſce quaſi bollendo
perciò detta Faiiara,e nell'iſteſſo tempo ſi communica col mare.
Krayten Punta di picciolo Promontorio.
Seno, è intima parte del Porto Marſa Muſcetto, ch'ha nome
della Pietà, per la Chieſa della B. Vergine di quel titolo fabricata
doppo l'anno 1592. iui il luogo ſeruì di Cimiterio à i Fedeli de
fonti, che morirono di contagio; & acciò più facilmente go
deſſero quell'anime il ſuffragio della Santa Meſſa uifù introdotto
per conceſſione di Monſignor Veſcouo Cagliarèsvn Conuen
to d'alcuni pochi Frati Agoſtiniani l'anno 16 17.
Tahtel gebel,ſotto la rocca, oue fù gia il Caſino di Frà Filippo
Borgioes -

El Mchaſel, cioè lauatoi, perche quiui anticamente andaua


no à lauare le donne di Caſal Curmi.
Trè Punte, che ſi formarono dalla terra, che ſi buttò in ma
re nel cauarſi i primi foſſi della Città Valletta. -

Luogo del macello, detto Bucceria della Religione.


Porta de'Giudei, nel muro d'eſſa Città, così detta per l'habita
tione, che colà fecero i ſchiaui di quella natione, doppo che ,
il Sagro Conuento traſmigrò dalla Città Vittorioſa.
Punta del Caſtel S. Elmo. Et eccoci ritornati al luogo di doue
demmo principio alla deſcrittione littorale di tutta l'Iſola.
SIEGVE QVELLA DEL MEDITER? A NEo
NO TI TI A SE CON D A.

N mezzo dell'Iſola come Vmbilico è poſta l'Antichiſſima


Città di Malta: prima Melita in vn alto, e rileuato Colle
non meno fertile all'intorno, ch'abondante d'acque, e d'aria be
nigna. Ella tiene della medeſima Iſola il nome: rammentata
Lib.4. cap 3.
da Tolomeo; Inſule in alto mari (dic'egli)Pelagie haſunt,A4 elite
Inſiula,in qua Ciuitas AAelite (g Cherſoneſos,g (unonis Templum,
g Herculis Templum, e da Cicerone nella 5. Verr. Inſula est
Aelita Iudices,ſatis lato ab Sicilia mari, periculoſoquè disiunata, in
qtº d
LIBRO PRIMO, NO TITI A 11 a9
- qua est eodem nomine Oppidum.Città altre tanto ornata di magnifi
che fabriche, quanto douitioſa all'hora di ricchi cittadini per
teſtimonianza di Diodoro Sicolo Melita portubus compluribus,iſº Lib. 5.
que percommodis instrutta est; opibus abundant Incole, variorum
quippè operum artifices habet: inter quos excellunt, qui lintea insigni
ſubtilitate, ac mollitie texunt. Domus illic ſunt perpulere, ſaggrun
diis gr albario opere magnificenter exornate. Se fuſſero ſtati sì fatti
edifici; fabricati da Fenici, è da Greci non è a noi noto. Vero è
ch'habbiamo eſempio, che i medeſimi Fenici com agni de'no
ſtri, fabricarono magnificamente, come " preci
tato Diodoro ſcrivendo della Città di Motia, di Sicilia,anch'ella
Colonia de Fenici, è Cartagineſi, nomi che ſi confondono (co
me ſanno gl'intendenti d'Iſtorie) Non procul (dicegli) ab Eryce
Monte Morya erat Vrbs, Carthaginensium Colonia, multitudine
adificiorum pariter, (g elegantia, pulchritudinequè preclarè instructa;
quod oppidani opibus abundarent; facendo anch'egli fede delle ric
cheze di eſſi; E che queſti fuſſero ſtati Fenici, eccone teſtimonio
Tucidide. Phanices preterea circa omnem habitabant Siciliam oc Lib. 6.
cupatis extremis ad mare partibus,paruiſque Inſulis ei obiacentibus
negociandi cum Siculis cauſa. At poſtguam per multi Grecorum illàc
cum nauibus traiecerunt, relictis pleriſquè Motyam, 3 Soluntem,
ac Panormum finitima Elymis Oppida, Sedibus ibi positis vnà in
coluerunt. Il che viene aſſai ben comprouato, da Filippo Cluue Zib. 1 cap.a.
rio nella Sicilia antica. Ma ritorniamo alla noſtra,Città la quale
poſſiam credere dalle ſudette coſe, che da primi tempi ſi comin
ciaſſe à fabricare magnificamente, così per le ricchezze de'Citta
dini, come per la commodità del materiale, che non è in tutto il
Mondo così bello, e facile alla fabrica degli edifici. Della ſua .
antichità l'Elegante Quintino Franceſe nella deſcrittione di
queſt'Iſola, così laſciò ſcritto. Tàm quoque vix dum benè condita
erat Roma, cum iam nostra hec Melita florebat Regum, Tyranno
rumque amicitiis, ſeculis aliquot ante exedificata. Si ſtendeua anti
scamente come ne rendono teſtimonianza gl'antichi veſtigi,
aſſai più di ſito, che non è hoggi, atteso ch'à tempi, che fù do
minata da Saraceni, ſi reſtrinſe da eſſi nella forma, che ſi ve.
“de per poterla più agiatamente difendere,come fin' hoggi ſi có
ſerua innanzi la porta principale della Città vna reliquia di fabri
ca d'vn Maſchio, è Torrione forte, di forma circolare con foſſo,
e ciſterna dentro,edificato da medeſimi, che fù fatto rouinare nel
a i 5 :: quando in quell'anno, che fù preſo il Gozo dall'Armata
Turcheſca,
-
go DELLA DESCRITT. DI MALTA
Turcheſca, fù giudicato più toſto di nocumento, che di difeſa
alla fortificatione della Città, a cui ſouraſtaua. Il compreſo dell'
antica era tutto il piano del Colle ſopra il vallone dal lato di Po
nente, Tramontana, e di Leuante: da quello di Mezzogiorno
era la Città cinta da foſſati, che hoggi appariſcono più di là dal
Conuento di S. Franceſco, in quel luogo chiamato Segio, e s'in
uia verſo la Chieſa Parrocchiale del Rabato, contigua alla Sa
cra Grotta di S. Paolo, e và à terminare ſopra il vallone dal lato
di Ponente, fino alla Chieſa della Madonna Santiſſima detta tal
Maſaa. La parola Segio,di cui habbiamo fatto mentione, è l'iſteſſa,
che Aſſedio: onde ſi crede, che colà ſia ſtato poſto dall'Armata ,
de Mori quando nel 1427. sbarcati in terra dieci ottomila com
5 e, 2. lib.9. battenti tentò la ſorpreſa della Città, così spiega Tomaſo Fa
i psgei 534, zello l'iſteſſa voce trattando d'vn Aſſedio di Catania, ſed Al ſcus
minimè territus (dic'egli) quippè qui ſelectos habebat milites, non ex
pectato hostium aduentu, Franciscum Valguarneram cum copiis ob
liqua via contra eos emittit. Ad verticem igitur, (qui vernaculè
hue uſque,Segium, latinè verò absidio dicitur,) Franciſcus hostes
adoritur.
il circuito dell'antica Città fatto da noi miſurare diligente,
mente, cominciando dall'angolo del baluardo de Greci paſſan
º
do ſopra Ghar yeſcem fino alla Chieſa tal Kaſaa, e di là alla Par
rocchiale del Rabato per l'argine del foſſato e fino al Conuen
to di S. Franceſco nella ſudetta parte, che ſi dice Segio, quindi
Proſeguendo per il terreno del Medico Saura ſopra il pendino, e
vallone di Leuante,inoltrandoſi ſotto la Bucceria,fino allo ſpero
ne del baluardo della porta reale, e Palagio, importa canne otto
cento, e trenta quattro, dal qualluogo continuando, e circon
dando la Città,cioè tutto il muro, che la cinge per Grecale, Tra
montana, e Ponente, fino allo ſperone del baluardo della porta i
de' Greci,d'onde ſi die principio a miſurare, ſono altre canne º
tre cento, ottanta. In modo che tutta la circonferenza dell'anti
ca Città importaua canne mille ducento, e quattordici di pal
mi otto la canna, e ſe all'Vltime trecento ottita, vi ſi aggiunge
ranno canne, cento ottanta quattro della lunghezza del foſſo
reſente, riſulteranno canne, cinque cento, ſeſſanta quattro cir
cuito della Città, com'è al giorno d'oggi, meno della metà di
a

quello ſi fuſſe anticamente. In diuerſe parti del già detto circui.


to ſirauuiſano groſſiſſime pietre d'otto palmi,e più di lighezza
fatte quiui condurre con i carri tirati da buoi, reliquie del
antiche
º tre Ro PRIMontorfrmA 11 ,a
antiche muraglie in quella guiſa, che ſoleuano quei primi fon
datori fabricare, e fortificare le loro Città.
Le Porte di Malta,di cui fauelliamo,voglion'alcuni prattici per
duel ch'eglino poſſono congetturare, che l'Vna ſia ſtata dou è il
detto Conuento di S. Franceſco eſpoſta a Mezzogiorno, e l'al
tra verſo Lebeccio,all'incontro della Chieſa di S.Cataldo nel luo
go, che ſi trauerſa il foſſato il quale fin hoggi è tutto rocca, che
rimane frapoſta nel medeſimo foſſo antico, e ſopra della quale
tutta via ſi veggono i ſegni, e ſolchi nel camino de carri,che paſ- -

ſauano, entrando nella Città. Si conſeruano gl'Aquidotti fatti


con grand'ingegno per condurre ſotterra l'acque alla medeſima,
come ſi vede in effetto, ch'ella ne ſourabonda, vaghegiandouiſi
delitioſe fontane, che a gran douitia per ogni lato l'arrichiſcono,
& abbelliſcono inſieme. Oltre molti pozzi d'acqua viua, de » -

quali anche ſi ſtruono i Gittadini. Eraui pure vn Caſtello nella ,


ACittà che ſouraſtaua al vallone verſo Letiante fatto diroccare cºi
licenza del Rè Alfonſo l'anno. 14; 5. Hoggi in quel luogo è ſi
tuato vin Palazzo del noſtro Sereniſſimo Principe, a cui fe dare
magnifico principio il Gran Maeſtro Villiers ſubito che giunſe
con la Religione in queſto Dominio, ma poi rimaſe imperfetto,
ben che da alcuni ſuoi ſucceſſori fuſſe ſtata continuata la fabrica.
All'entrata della Porta principale ſi mira da Cittadini conſer
uata vna Statua del noſtro marmo di mediocre fattura,d'altezza
di palmi ſette e mezzo, intera dal collo in giù, nel quale
ſi ſcorge vn ben lauorato, e fregiato monile pendete
all'ingiù, e nel ſeno ſi rauuiſano due vecelli,
ch hanno figura di pauoni,animali còſegrati
à Giunone; la onde viene giudicata
comunemente da gl'inten
denti ſimulacro di quella
Dea, già Tutelare
della Città,
che ſe fuſſe ſtata collocata dagl'antichildolatri, - ,
- ci ſarebbe facile l'argomentare, che quiui i
l'haueſſero poſta come quella,ch'era
riputata da loro, Signora e cu- .
ſtode delle porte della Cit-,
- tà come apertamen- - - Degl'Imagini de
teleggiamo nel Cartario.L'effigie , Dei fol. 2o6.
ſua è la ſeguente,
c - - -
- Indi
i

ga O2 E LA D Esc R1TT D I MALTA


-

Ndi per tutte le ſtradi


di eſſa ſi vedono colon
ae di marmo, altre intiere,
altre in pezzi, cornicioni,
piedeſtali, e capitelli, 8 al
tri veſtigi di fabriche anti
che non hauendoli potuto
il tempo conſumare i qua
li ſe fuſſero ſtati buoni perº
qualche fabrica, già per la
poca cura del Paeſani, ſa
tebbono deſtrutti, come »
ti olt'altre coſe ſimili e più
imemorabili della veneran
da antichità della noſtra -
Città, che ſi ſono perdute,
e rouinate, poco ſtimate e
manco conoſciute da edi.”
Per la campagna" n6
lun gi dallaCittà, ſi veg
ono infinite ſpelonche, e
li ſotterranee inca
nate nella viua rocca,doue
si te ſi ſepelli
uano quei Gentili,e più vi.
cino alla Città ſi mirano
gl'antichi Bagni,ò Terme,
come li vogliamo chiama
-

re ne' quali ſi ſoleuano eſſi


$ , ,
il a altezza o aſſa » 4 "" all'vio antico ſouente ba
- gnare,e lauare. E finalmete
i Sacri Cimiteri), Dormito
si perpetuide chriſtiani, oue faceuano le loro ſagre, è diuote
radunanze, cd iui poſcia ſi ſepelliuano, dequali luoghi
qui appreſſo diſcorreremo ampia,e difuſa
mente doppo hauer rappreſenta
ta l'antica noſtra Città
nel ſegnente e
diſegno, -a

(s)
piscorso
LIBR o PR IM o, No TITI A III. s;
D I s c o RS o D E 2 AG n.1, o S TV F E

NoT ITIA TERzA.


T Vtti quei veſtigi, e pochi autianzi d'antichità, che non ha
- potuto rodere il tempo, e conſumargl'habitatori, come a
naſcoſti à gl'occhi loro, conſeruati quaſi nelle viſcere della ter
ra tutti appariſcono, e ſe dell' " fabriche della Città non
ſi veggono le fondaméta,nè cagione la natura del luogo ſaſſoso,
e di rocca, che per ciò non hanno hauuto biſogno gl'antichi
Malteſi, nei moderni far fondamenti, è pedamenti fabricado
ſopra la viua pietra. Ad ogni modo non mancano fin hoggi gli
edifici; debagni, ch vſauano i noſtri Antenati: atteſo che vedia
mo nel giardino, che fù già del Canonico Don Tomaſo Zabar
nel Rabato rimaſto vn Damuſo, è ſia volta a teſtugine di pietre
ruſtiche ſotterra appoggiata ſopra groſſe anticagle concatena
te di Pietra detta da noſtri giºrgiolena con calce, e rena. Nel me
deſimo luogo ſi ſon trouati canali di piombo, per doue ſcorre
ua l'acqua nelle vaſche, oue ſi lauauano & alcuni frammenti di
pauimento interſati con pezzetti di marmo di diuerſi colori,de
quali alcuni tuttavia diligentemente preſſo di noi ſi conſerua
no, come anco ſi mira vn pozzo d'acqua viua, ch'è la ſteſſa ,
che va a ſgorgare lungi vn tiro di pietra ſotto le mura del
la Città nel luogo chiamato Aayn Hammyem,che vuol dire fon
te de bagni, la quale hoggi ſerue di publico lauatoio; l'acqua è
alquanto calda, anzi più toſto ſalmaſtra, che dolce.
Per quello, che leggiamo nell'Iſtorie Greche, e Latine, fà per
etuo coſtume degl'antichi Greci, e Romani il lauarſi ben.
ſpeſſo, e d'eſercitarſi nelle terme, e bagni ordinati da loro, e
per la pulitezza, e per la ſanità ancora, come furono le ſtufe
Agrippine fabricate con grand'arte, e magnifica pompa, con
non minor
ſandro, ſpeſa, di8 in
parlando grandiſſimo
queſti numero.
bagni così Aleſſandro
laſciò ſcritto. d'Alle- lib.ge"
Constataue º .
4.cap.22.

A4arcum Agrippam, vt Populo placeret centum ſeptuagiata balnea,


-feulacus in prouinciarumformam, Rome gratuita prebuiſſe, in qui
bus, g si calida prius abluerent, postea, vt a balneis corpora mul
tafrigida stringerent, constitutum ferunt, nec prius vngi, misi lauiſs

ſent, & appreſſo particolarmente del bagno d'Antonino Impe


radore dice queſte parole; Cumque pro singulis olim daretur qua
drans, Diuus Antonius ob popularem gratiam balneum sine mercede
- E exhibuit
34 DELLA DESCRITT. DI MALTA
exhibuit, come anco d'altri Imperadori, che furono molto dedi
ti, &inchinati è i bagni, dequalifin hoggi in Roma, come al
tresì in molte Città antiche della Sicilia se ne veggono i veſti
gi, e le rouine, i quali erano con indicibile fatica, e ſpeſa ſtra
ordinaria fabricati, 8 abbelliti d'vn'infinito numero di colon
ne di marmo granito, e vario, condotte, e traportate quiuidall'
Egitto, e dallvltime parti del mondo. E benche ragioneuolmen
te ſi poſſa far congettura, che le colonne, e grandi, e picciole di
marmo foraſtiere fin hora in qualche parte intere, che ſi veggo
no nella noſtra Città Notabile, e ne ſuoi contorni (teſtimonij
irrefragabili, e veraci della ſua antica grandezza, e magnifi
ceza) delle quali ſi conſeruano due piedeſtalli di più di tre palmi
r di diametro, l'wno nel Conuento di S. Agoſtino nel Rabato, e
l'altro in quello di S. Domenico detto dell'Annuntiata nella ,
Vittorioſa, lauorati alla Dorica, habbiano per auuentura ſerui
to per miniſtero, nonmeno, che per pompa de ſopradetti bagni
e ſtufei ſiano però noi in ciò Piuttºſto di parere,che ſiano pretio
ſi attuanzi degl'antichi Tempi di Giunone, e d'Ercole chia
mato da Greci Mvari cioè Malteſe e di Proſerpina,ilcui Tempio
er teſtimonianza dell'antiche rouine, 8 iſcrictione ritrouataſi,
f" traditione,che fuſſe ſtato nel luogo nomato Aitarfa
non lungi dalla Città in parte ſublime,è eminente. Vi fu diſtin
tione deluoghi in ſimili bagni appreſſo i Cartagineſi, come rac
conta nel luogo ſopracitato il medeſimo, Aleſſandro, Illud certè
atis constat Carthaginensibus distincta faſe balnea Patritiorum,
(9 Plebeiorum, moremque prenaluiſſe, vi in quibus Patritti laua
lant, adilla Plebei non accederent. Ma appreſſo i noſtri Greci né
fù alcuna diuerſità, è diſtintione: onde ſoggiunge il detto Au
tore Gracis verò contra, nulla enim distinctio ordinis fuit, aut
perſonarum, diuites namque cum pauperibus lauare, 3 Patritios ci
Plebeis nullo diſcrimine licebat.L'vſo de'bagni,e delle ſtufe,non me
no appreſſo gl'antichi,che fino a tempi noſtri, è ſtato freq uenta
to, di modo, che leggiamo i Gentilhuomini Romani hauer fat
to per loro magnificenza e maggior con modità edificarle ſtufe
" caſe proprie, ſi come dimoſtra Cicerone nelle ſue pi
ſtole à Terentia ſua donna, 8 a Quinto ſuo fratello, Dopò il
qual tempo fà tale vſanza continuata, come iù chiaramente »
teſtifica Plinio il giouane nella deſcrittione della ſua terra Lauré
tina, nella quale (oltre gli altri edifitij) ei loda la ſcuola,e de ſuoi
bagni la cella frigidiaria, i battiſteri, l'vntuario, " ſto,
a Piſcina
1 I B Ro RRIM o, No ritrA tv. ss
la Piſcina calda, i Zeti, le Stibade,l'Heliocamino; termini tutti
dichiarati con altre particolarità toccanti a bagni da Gugliel
moScioul nobile Franceſe nel ſuo diſcorſo de'bagni, 3 eſerciti
antichi de'Greci,e de Romani. E perche eglino in sì fatti Bagni, -

e stufe ſi " di pregiati liquori, S olij , trà qua . . . ss

li era appreſſo loro in molta ſtima il Rodino, di queſto fauellan


do dice così il predetto Autore, L'olio Kodino è ſtato ſempre miglore
a Napoli, g a Capoa, e nel tempo degl'antichi a Malta per la bon
tà delle roſe, delle quali si fà hoggi la miglior conſerua, e la più bella,
che si poſſa trouare. Ma trattando di ſtu fe e de bagni, come potre
mo laſciare di far mentione di quelli,ch'habbiam veduti nel Real
Falagio di Fontanebleau in Francia nell'anno ro 16, le quali ſo
no con tant'arte, e con sì gran pompa, e magiſtero fabricati,
che poſſono ben pareggiare con gl'altri di M. Agrippa.
Dell vſo del vaſo doue ſi conſeruauano l' olij, nomato Gutto
vedi Giouenale,ne Cómentari doue dice lo Scaliaſte,Gutto vaſi sata
culo oleario, quo-vtebantur in balnets, vbi post lauacrum,oleapere
“ungebantur, Apuleio ſul principio del 2. Libro,lo chiama Am
polletta, vaſo oleario di fiori. Di queſto vaſo ſi ſeruiuano i Romani
inelle loro Stufe,per tenerui dentro l'olij odoriferi,co' quali do
ò che s'erano lauati, ſi faceuano vngere, il corpo - 3
Diſſimo di ſopra, che non meno nell'antica Roma, che ,
in Sicilia, erano finº hoggi rimaſti veſtigi anzi luoghi interi del
bagni, che ſi conſeruano ad onta del tempo diuorator d'ogni
coſa.E perche non paia ciò portato di noſtro capriccio ne piace
addurre quì l'autorità,e teſtimonianze d'alcuni Scrittori Sicilia
ni: De Bigni antichi viari da Greci fa mentione Don Vincenzo "
Mirabella (cò cui habbia hauuto amicitia moltanni,e corriſpés eſili,
denza ſoura le preſenti materie, delle quali ſcriuiamo), così diſ º º
corre: Bagni Dafnei, i quali erano nell'Iſola in quel luogº, chan
cor hoggi si dice la Bagnara, in quella contrada della Città,che di Re
ſalibra tiene il nome, 6 erano non molto diſcosti dal Tempio di Dia
na, ne quali da Mazzentio Capitano fù ammazzato Costanzo Im
peratore da alcuni detto Costantino 3 figliuolo di Costantino il giouane
negl'anni del Signore 6.68. donde ſono cauate molte colonne marº
-

- - - - - - -
7323ree. D . -

E Tomaſo Fazello ſcriuendo delle terme, è bagni dell'antica per i libatº


Città di Catania dice così Thermae quoque erant in hac Vrbe cuma
columnis, gr epystyliis marmoreis ornatiſsime,quasi rubi nunc Diue.

Agathe vetus est Fanum, fuiſſe Catanenſes a maioribus, per
- . i - E 2 manus e
se nel LA D Esc R1TT. DI MALTA
manus inſtrutti affirmant. Ma a che cercare luoghi rimoti,quanº
doveggiamo nel primo Terreno di Sicilia a Malta dirimpetto
al littoral di Scicli molti luoghi de Bagni rimaſti dei quali rende
teſtimonianza il medeſimo Fazello, trattando del Promontorio
Pee, i lil, fa Pachino con queſte parole Huic (intendendo di Città diſtrutta)
quod tria ibi, ſunt distinta magnificentiſsima, elegantiſsimegue
tructure Balnea, a Balneis nomen obuent, quorum duo ſemiruta,
tertium prorſus integrum adhuc cernieur, opusſanèregium, gr cui
cumque Romano non impar.E chisà,ſe le medeſime nationi,e forſe
i Greci, che fabricarono detti Bagni, non habbiano altresì fa
i bricato i noſtri ? non ſolo quelli, ch'erano nella Città, ma in al
tri luoghi ancora di queſt'Iſola e particolarmente quelli di Diar
Handul, nei quali ſi ſono ritrouati i pauimenti interſtati, S in
gaſtati di piccioli mattonetti in forma di rombo, canne, e fiſtole
di piombo, vaſi di marmo,e diſi noſtrale, pezzi di colonne
º -
marmoree, S& altri pauimenti i miſtura, non diſſimile al por
fido, tempeſtati di quadrella è guiſa di dadi di marmo finiſſi,
mo, & altri veſtigi antichi, non punto differenti da quelli di Sici
lia, à cui Malta è ſtata ſempre aderente, é vnita come figliuola,
è gouernataſi col medeſimi riti, e con gl'iſte ſi coſtumi, e leggi
antiche, e moderne di eſſa, -

DEL LA SEP o LTv RA, o c 1 M ITA xr


NoTITI A QVARTA.
F" della predetta noſtra Città ad onta del voraciſſimo e,
Po fin hoggi ſi conſeruano molte ſpelonche, o ſepolture,
oue i primi Greci gentili con molta cerimonia, e ſolennità ſi ſe.
pelliuano, e per ogni parte vi ſi veggono grotte, e luoghi di sì
fatte ſepolture, che l'Vna corriſponde,S è contigua all'altra, ne
Punto,diſſimili da tutte l'altre,ch'hoggi ſi rauuſano in Sicilia in
diuerſe Città antiche, e deſtrutte, e maſſimamere da quelle dell'
antichiſſima Città di Siraguſa, come moſtreremo appreſſo chia
ramente. -

Che poi ſia ſtato vſo degl'antichi ſepellirſi nelle ſpelonche, è


grotte vicino alle Città in luoghi ſolitarij, alpeſtri, e ſterili,
nhabbiamo contezza dall'autorità,s: ſperienza ancora. Platone
nelle ſue leggi deſtinò principalmente i campi ſterili alle ſepol
ce a3, ºurei leggiamo di più nella Sagrata Geneſi, che morta Sara in.
Ebron
º libro primo Norrrra tv e,
Bbron Abramo comperò da Eſton figlio di Seor vna Villa, che
racchiudeua vna ſpelonca per ſepellirla quiui. Arque itaſepeliuir
Abraham Saram vacorem ſuam iu ſpelunca agri duplici, que reſpi
ciebat Mambre;oue poſcia furono ſepolti Abramo, Iſac, Rebec
ca, Giacob & Elia, come ſi caua dal cap. 49. e so. della mede
ſima Geneſi. E che tale fuſſe vniuerſalmente l'Vſo degl'Antichi
cioè di ſepellirſi fuori della Città, ſtimiamo non ſia d'vopo di
i"roua; poiche il Toſtato parlandoſi della Sepoltura di Giacob- Cap.3edola di
, non dubitò affermare, che ſolo appò i Chriſtiani, ſi ſiano ſa- º
pelliti i Morti nelle Città. Il che così aſſolutamente dette, quan
tunque non ſia del tutto vero, come dimoſtra nell'iſteſſo luogo
- il Pererio; nulla dimanco è vn gran ſegno dell'wniuerſalità di
ueſto coſtume, oſſeruato quaſi da tutti gl'antichi. Vulpiano fa
moſo Legiſta ſcriue, che Adriano Imperatore impoſe pena di
molti ſcudi d'oro applicati al Fiſco,a quei tali, che ardiſſero di far
bricare nelle Città ne pur vn minimo Sepolcro;oltre di ciò i no
ſtriAntenati ſepelliuano i corpi e le ceneri de Defóti nelle ſtrade
maeſtre, e principali, acciò che la Città reſtaſſe netta di quel cat
tiuo odore, e di quella puzza, che vien'originata da Sepolcri,co
me anco acciò qualunque viandante, che di là paſſaſſe, s'accene
deſſe con quel ricordo all'opere lodeuoli,e colme di gloria, confer
ma, & autentica queſta iſtorica verità, cioè che i " degl'
Antichi ſiano ſtati allogati nelle publiche ſtrade Lipſio con que
ſte parole. Id fuit quòd monumenta, 3 ſepulcra paſsim ad viam p. Magnis.
aſsita, g latus vtrumque pratexebant; quam pulcher ille aſpectus i". de

viantibus, quanta (3 ſeriorum (g iocorum materies, illie illustria


ingeniorum, aut Clarorum Virorum memoria, 3 inſcriptio, alibi
Libertinorum, Seruorum, Scortorum ſuperba monumenta: Etap
preſſo Varrone leggiamo. Monumenta ſecundum via,quo pretere
untes admoneant, etſe fuiſſe, ct illos eſſe mortales & vltimamente
conchiude Lipſio guidamplius ? omnium illorum, qui diſparibus
-

monumentisteguntur,paren in exitufuiſſe ſortem;& il Moraliſſimo


Seneca laſciò ſcritto quella gran ſentenza AEquat omnes cinis,
impares naſcimur, pares morimur
Aymaro Riualio ne trattati ciuili parlando di queſt'vſo degl'
antichi Romani circa il luogo delle Sepolture,e citando Marco
Tullio dice così. Marcus Cicero dicit, cadauera, lex Romanorum
in Vrbeſepelire vetuit, et Pontifices non poſe ſepulcrum in loco ſa
Cr0publicofieri,decreuerunt, Vnde cum extra portam Collinam edes,
et Ara honoris dedicanda eſſer; multa ſepulera, qua in caloca eranº
-
- extraita
ss pettA o esc RtTT Dr MALTA
sa tratta fuerunt.Hine eft quod Sylle monumentum in campo Mar
--- - - -

rio, Augusti, (3 c. - -- - -

Gregorio Ciraldi, De vario ſepelendi ritu, ſeriuendo delle nº


ſtre grotte ſotterranee de Gentili và diſcorrendo in queſta guila.
Fuerunt g qui cryptas ſubterranea quas Graeci Hypogea, Latini
ronditoria nuncupant, ſepulchris diſponerent, cuiusmodi me vidiſſº
rùm alicubi, tum Roma, gr Baiis ſuccurrit;& vi certo Autor anor
sº, - -, -
.
nimo in vn manuſcritto, parlando dell'antiche ſepolture de Si
- - -- v - - - - - - - - -
-

- racuſani così dice. Pro communiciuium, (3 vulgi ſepultura, due


snodo viſunturſpecus memorabiles, dictuque mirabiles, una in Dui
Ioannis AEde cateris maior quae viis latis,multisque transuersus ah
inuicem ſeparatis, ac procerto ſpatii tratfu in onum coeuntibus, in
-Oppidi ſubterranei ſpeciem diuſa continetur finen non dum f"
itum constat, lumen deſuper in eum,quò confluebant locum dabatur;
huius in parietibus continuò hincinde ſepulturae viſunturex inciſo la
pide,necmon Graecis caratteribus inſcripta epitaphia cum defunctori
nominibus, picturaeq; variatum; Alter ſpecus extat in templo Di
mae Agathae viis paulà angustiaribus ad labyrinthi modum praeſe
ferens, ita rot facilissit aberrandi ºccasio curiose ingredientibus, niti
filo ad fores imposito experti ductoris manuducantur. , e
“ In virtù della qual'autorità ſtimarono diuerſi, che sì fatte ſe
polture nelle grotte aguiſa di Città ſotterranee ſi faceſſero, ſe
condo l'opinione d'alcuni, per vſo comune del Cittadini, 8 in
ſiememente del volgo, quaſi che colà in Siracuſa per gl'huo
e
--
- -
- -- -
mini celebri vi fuſſero apparecchiati altri ſepolcri ſeparati nel
le ville, e fuori della Città com'erano quelli di Gelone, di Dio
ne, d'Agatocle, d Iceta, di Ligdamo, e d'altri molti. . . .
Ma noi ſiamo di parere, che li ſopraſcritti cimiteri di Siracu
ſa, che ſono contigui, e nel diſotto delle Chieſe, e dequali co
me quìappreſſo ne fecero mentione il Mirabella, e Fazello, fuſ
fero veramente di quegl'antichi Greci Chriſtani, e non altrime
te de Gentili, po che oltre il vederſi ſituati ſotto del Tempij, che
da Fedeli nella primitiua Chieſa ſoleuano per lo più edificarſi ſo
i" le ſepolture, e cimiteri, nome che ſolo fà in vſo trà Chri
iani, che in Greco fuona dormitori, come appreſſo daremo
à diuedere, con autorità ancora de Santi Padri. Nelle noſtre , -

antiche ſepolture (per quanto habbiamo oſſeruato) quelle de


gentili, benche fuſſero anco nelle grotte ſi veggono però con
queſta differenza, ch'ogni ſpelonca era ſtabilità per vno, è due
cadauer,ò PerPochi Più, e chiaramente le ſovradette ſpel che
- -
LIB Ro PRIMO, NOTITIA Iv, 39

ſi ſcorgono allogate in molte parti de noſtri territori per la ca


pagna con alcuni contraſegni della gentilità, come ſarebbe ,
a dire vaſi,S. vrne con di dentro le ceneri, lacrimatori, 8 altre
coſe, ma per l'oppoſto le cripte, e cimiteri de Chriſtiani rac
chiudeuano centinaia di cadaueri, e gran numero di ſepolcri in
quelle vie e filiere, de quali ſi componeuano le già dette cripte
ne quali ſepolcri con quella vniformità di cuore, e d'animo,
con la quale, viuendo erano vniti in charità Chriſtiana, con l'iſ.
iſteſſa voleuano anco ritrouarſi defonti in quella radunanza, per
poter in oltre godere dell'orarioni, e ſacrifici del fedeli, che ſi
faceuano nel detti cimiterij, e negl'altari, che all' entrata loro
informa di atrio erano acconci, come ſi ſcorge in queſti noſtri
di Malta con altri contraſegni di Chriſtianità, come per eſem
pio del croci intagliate, e incaſtrate nelle mura delle cripte,
come altresì ne'ſepolcri, inoltre d'Immagini, e pitture de San
ti, delle lucerne con croci e del nome di Chriſto Sign. noſtro al
la Greca in eſſe impreſſo che ſi ſono per lo più ritrouate in ſimili
cripte , trà quali le minori non racchiudono ſi poconumero
di ſepolcri, che non ſiano baſteuoli per vna famiglia, è caſato
intero, de quali per tutta l'Iſola ve ne ſono ſparſe moltiſſime, e
maſſime ne luoghi vicini all'habitato; niuna però eccede la .
grandezza di quelle, ch'erano fuori delle mura della Città, è
ſuo diſtretto. - -

A'tempi noſtri il Mirabella nella deſcrittione dell'antiche Sira


cuſe, ſponendo la pianta della grotta di sì fatte ſepolture, ſenz'
hauer hauuto ardire d'affermare,che fuſſero ſtate di Gentili,dice
Tau. 2.m. io
Spelonche,ò ſepolture, nelle quali conforme all'uſo di quei tempi, si
ſepeliuano i morti, queste hoggi appariſcono cotanto merauiglioſe, e di
sì incredibil grandezza,che per non vi eſſere ſtato huomo,che trouato
haueſſe di quelle il fine, non si è ſaputo ancora doue terminaſſero: la
maggiore (però,che molte ſono) si troua nella Chieſa di S.Agata,e S.
Lucia,benche di quella per alcuni diſordini ſtia turata l'entrata prin
cipale; la più commoda,eſpacioſa per poteruisi andare agiatamente, è
nella Chieſa di S. Giouanni fuor delle mura, vn'altra ſe ne vede nel
luogo detto delli ſcogli, altre poi minori ſe ne trouano in diuerſe parti,
e particolarmente vna n'è in certo mio luogo dietro il Conuento di S.
AAaria di Gieſu grc. Fazello pur di queſte, ſcriuendo così fa- Dec1diº. e..
uella. Etſubter Diui Ioannis templum ſpecus quaedam latts viis ae
tranſaersis distincte, atque inſtar vrbis excauate, cimiteriiſuo tem
pore locus. Ad latera nam pue earum,ſepulcrorumfrequetia in lapide
ipſo
4o DELLA D E SCRITT, DI MALTA'
ipſo exciſorum visitur . Denique, 3 ea qua ad D. Lucie aedem ma
gna arte effoſſa cerºtttar.
- L'abbruciare i corpi imOfl fù cerimonia tanto antica, atteſo,
che i Romani ne primi tempi li ſotterrauano,ma doppo auuedu
riſi, che nella lunghezza delle guerre erano i morti diſſotterrati,
all'ora diedero principio ad abbruciarli,e poner le ceneri ne vaſi,
(di queſti conſeruiamo vno di piombo con l'oſſa dentro inceneri
Alexadabale
te ritrouato in Malta; ) Icſcia ne ſepolcri. Il primo, che ſi fa
arama lib. 3. c.a ceſſe abbruciare fù Cornelio Silla,de'Patriti. Era però differente
geº iras l'uſanza di ſepellire i nobili,e gli plebei. Intorno alle ſpeſe del ſe
ellire i morti fà fatta legge,e promulgata inanzi a tempi di Ge
i" primo Rè di Siraguſa. Per la quale ſi taſſaua la ſpeſa ſecon
do la poſſibiltà del defonto. Ma penſiamo reſterà viepiù appa
gata la virtuoſa curioſità del lettore, ſe laſciando in diſparte i"
eneralità, verremo a particolari, dopò hauer quì rappreſentate
e figure più ragguardeuoli di vaſetti di terra, e di vetro come,
altresì d'alcune lucerne delle moltiſſime, che ſi ſono ritrouare ne'
noſtri cimiteri, e ſepolcri in diugrie forme, de quali n'habbia
- -
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º movna gran quantità preſſo di noi.


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R s'è vero, che da ſepolcri hebbe origine l'erettione de'
tempij, Pare ſi poſſa credere, ch'ad'eſempio degl'antichi
Greci
42 DELLA DESCRITT, DI MALTA
Greci, quegl'altri appreſſo dell'Imperio Orientale, ch'erano
Chriſtiani habbiano formato i loro ſagri cimiterij, doue offeri
uano ſagrafici a Dio, come apertamente vediamo in diuerſi
luoghi di cimiterij, che ſi conſeruano non lungi dalla Città
Notabile, come per eſempio quello di S. Paolo contiguo alla . 3.

Chieſa del medeſimo Santo, e ſua ſagra cripta, oue ſono le ca


uerne, & appaiono le ſpelonche ſotterranee incauate nella roc
ca con infinite ſtrade, vicoli,e raggiri a guiſa di laberinti, neceſſi
i
tando i curioſi di valerſi del filo d'Arianna. Nelle pareti di
dette ſtrade ſi mirano per tutto cauate ſepolture d'ambe le parti,
vna ſopra l'altra a proportione dei corpi, che vi ſepelliuano, e ſo
no cotanto ampi, e vaſti i prefati cimiteri, che raſſembrano
appunto vna ſotterranea Città, impercioche contengono vin
gran giro di miglia intere, e tutti ſono ſituati di là dal foſſo
antico della Città, il che addita, che fuori di eſſa erano allogati;
per alcuni de quali ſi paſſeggia con lume acceſo e la ſcorta di
perſone prattiche del luogo, altri hanno chiuſa l'entrata, e le
ſtrade impedite dalla terra, e da ſaſſi, che di ſopra ſi ſono diroc
cati; ne quali ſi ſcede per certe ſcale intagliate nella viua pietra,
poſciache eſſendo queſta noſtra di Malta molto fragile, porge
tra loro più opportuna comodità di fabricare in eſſa sì fatti ſe
olcri, e grandi, e piccioli, or meno, or più magnifichi ſecon
do la qualità delle perſone, duplicati, e triplicati conforme il
lor guſto, ed intentione, eſſendouene altri, che ſembrano ar
chitettati a miſura di gigante con il tetto, è parte ſuperiore
dell'vrna intero, in modo che il corpo vi s'intrometteua per di
ſotto dalla teſta, o lato del ſepolcro, ſopra del quale in alcuni vi
ſi ſcorgono nel nicchio,ò cuppula del ſaſſo incaſtrati pezzetti di
i
ferro, che moſtrano per autentura eſſere ſtati quiui poſti per
appenderui qualche lucerna. Nell'iſteſſo cimiterio frà gl'altri
----- , ſegni di Chriſtianità ſi vedevn la
uoro come di tribuna,oue potè eſ.
ſere qualche immagine di Santo
nella guiſa apunto che ſi troua ,
nell'altro nomato dell'Abbatia, di
cui diſcorreremo appreſſo; 8 in
vn'lato ſi ſcorge ricauata di rilie
lio nel piano del muro è parete d'
vn palmo di diametro nella rocca -

- s viuala,quì diſegnata figura.


- Con
LIBRO PRIMO, Not It IA I V. 4,
Con la qual cifra fà eſpreſſo da Chriſtiani il Santo nome di
Chriſto Signor noſtro, che ſono due lettere Creche X. e P.
che ſe bene noi ſappiamo, che fù vſata da Coſtantino, e fatta al
logar da lui nel Labaro, è ſtendardo doppo che gli fà moſtrato
il ſegno della Croce, e dettogli, che in virtù di quella harebbe
ſuperato, e vinto, come in effetto vinſe, Maſſentio; non dimeno
fù vſato aſſai prima da Criſtiani il qual ſagro ſegno ſi troua effi
giato, e ſcolpito in molti ſepolcri antichi, de fagri cimiteri, e
particolarmente ſi vede ch'era ſtato formato a rilieuo in vin'an
tica caſſa ſepulcrale di marmo, poſta dentro la Chieſa noſtra ,
Catedrale in mezzo pure ad vna ghirlanda, à corona (contraſe
gno del Martirio al parer del noſtro Antonio Boſio nella ſua , Lib. 4. cap. 49.
Roma ſotterranea) ſoſtenuta da due Angioletti, benche tutto
ciò ſi cogettura dal finiméro, è delineatione delle figure, poſcia
che ſono ſtate guaſte à tempo de Sarraceni, è d'altri Barbari,
(come crediamo.) Santo Iſidoro Iſpalenſe facendo mentione di Lib.Orig. da 20,
queſto ſagro ſegno (da lui chiamato Chrisimon) dice, che il me
deſimo ſeruiua per accennare, che il luogo doue ſi poneua, era
riguardeuole e notabile,
Gretſero de Cruce, riferendo alcune opinioni circa il ſenſo di
sì fatta cifra,dice eſſere probabile,che " prime lettere, voleſ
Tom. 1. lib. 2,
ſero ſignificare la parola xusi cioè, buono, benigno, ſoaue, cap.
clemente, vitile, 8cc. come l'eſplica particolarmente Tertulliano 38.
nel ſuo Apologet.litteralméte però dinotaua il Nome di Chriſto.
Dal tempo di Coſtatino per veneratione de ſanti Martiri, ſo
pra i cimiteri, ſi cominciarono a fabricare Chieſe, dalle quali
ſi ſcédeua in quelli così a queſto propoſito dice Gregorio Giraldi
i" de'ſacri cimiteri. Sunt & eiusmodi queda Christianoru
bypogaea propè tepla, vt Veronese come vediamo nella Chiesa di
S. Paolo, di S. Venera, e di S. Agata del noſtro Rabato, & inal
tre,de quali parleremo bè toſto.Horhauédo noi deſcritto la for
ma decimiterij, e diſcorſo ſopra quello di S. Paolo Protettore, e
Padrone della noſtra Iſola, paſſiam à diſcorrere di quello
della glorioſa Beata Agata Protettrice vigilantiſſima della noſtra
Città Notabile. - - - :

c IM IT ER I o D I S. A GA T A -

S V'l bel principio della naſcente Chieſa, ſi come la glorioſa


Sant'Agata, fù in tempo de' primi Martiri, e delle prime,
- - F 2. Sacrate
- 44 DEL LA D E Sc RI TT. DI MALTA
Sacrate Amazoni di Chriſto, così le Chieſe a lei dedicate furono
delle prime del Chriſtianeſimo, delle quali, trouiamo tre eſſere »
ſtate edificate ſopra, è ben vicino agl'antichi cimiteri de Cari
ſtiani. Potremmo con giuſta ragione per auuentura dar il pri
mo luogo è quella dell'antichiſſima Città di Siraguſa già Metro
poli della Sicilia ne tempi andati,oue nel poſto apunto, che an
ticamente fu chiamato Baulterio, cioè luogo di corte, che poſcia
fù Chieſa di Sant'Agata, 8 in eſſa ſi conſerua il ſepolcro di S.
Lucia Siraguſana, come di ſopra detto habbiamo, ſeguendo il
parer del Mirabella. E ſimilmente ſe ci vogliamo regolare con la
vicinanza di Malta alla Sicilia, e Città di Catania, di doue volò
per così dire il grido della diuorione verſo quella glorioſa Vergi
ne ſubito doppo il martirio,e fama della ſua ſantità in queſt'Iſo
la, preſſo i Malteſi in tanto grado, che non vi mancò grauilli
moScrittore, che riferiſce eſſere antica tradicione, che Santa
Agata ſia venuta in Malta,queſto fù il P.Cornelio a Lapide della
4Compagnia di Gieſù. Visi pariter fuere (dice egli) duo alii Inſula
AAelita tutelare (haueua prima parlato di S. Paolo)Sanctus Geor
gius, Santa Agatha, quam fama est ibidem, perſecutionem Sicu
lanfugientem latitaſſe, ac celebre illud velum AEtna incendia com
peſcens contexuiſe, idque instar Penelopes ea arte, vt que per diem
texuerat, noctu retexeret, gr quod matri vrgenti eam ad nuptias
eas detrectans, reſponderet, sibi prius velum hoc pretexendum eſſe
&c.la qualfuga per auuentura fatta in compagnia della madre,
ben poi è eſiere all'ora quando rifiutaua il maritarſi, non che ,
l'impudicitia,e le sfrenate voglie del Pretore,anzi crudel Tirano
Quintiano, onde ella, doppo San Paolo fu la ſeconda Padrona ,
dell'Iſola; poiiiamo altresì nel ſecondo luogo porre l'antichiſ
ſima noſtra Cripta ſotterranea di S. Agata col ſuo cimiterio,
ſopra della quale hoggi ſi ritroua fabricata in honor di lei la ,
Chieſa nell'anno 15 oa leggendouiſi queſta ſcrittura. Opus hoc
erifecerunt virtuosi Ciues,g Incole A4 eliuetani, ad honorem Dei,
(º Santi e Agathe Virginis, (g AAartyris, inceptum fuit de menſe
AM adii die eiuſdem XXV. anno Incarnationis A MCCCCCI I I V.
V. Ind. In queſta, in vn'altra iſcrittione del 14 17. che è ſopra
la porta della Chieſa di Sant'Agata dentro la noſtra Città par
che facci il principal fondamento Don Pietro Carrera nelle ſue
Memorie Iſtoriche di Catania per contradire la fama, che ap
porta il P. Cornelio d'eſſer ſtata in Malta Sant'Agata, ſuppone
do esli, che la diuotione grande, e culto verſo la Santa habbi
hauuto
L I BR o PRIMO, NOTITI A Iv. a,
hattuto ſolamente principio, come l'iſteſſo dice da pochi tempi
in qua, cioè non prima del 14oo.con paſſar in ſilentio la memo
ria tanto celebre della noſtra ſagra cripta, e del congiunto ci
miterio di Sant'Agata, che ha tanto quaſi d'antichità inſieme a
con la veneratione del noſtri Iſolani, quanto di tempo corſe, da
che in Sicilia hebbe cominciameto preſſo a quei primi Chriſtia
ni la fama della ſua Santità doppo il martirio;percioche all'ora s
in vece delle Chieſe, che appreſſo in tempo di S. Silueſtro Papa,
principiarono Publicamente à fabricarſi, ſeruiuanſi delle ſagre
cripte ſotterranee. In queſta noſtra ſudetta ſi vede tuttauiala ,
figura di Sant'Agata con altre de Santi dipinte alla Greca ſopra
l'intonicato del muro è per dir meglio della rocca, nella quale
)- ancora intorno intorno ſi rauuiſano alcune antiche croci come
ſegni di dedicatione e fin oggi vi appare l'altare intagliato, e
ſpiccato dalla rocca,doue ſi celebraua anticamente, e di donde
poi ſi Paſſaua, al cimiterio, il quale è vaſtiſſimo, e vi ſi ſcorge º
f" varietà, e quantità di ſepolcri, caminandouiſi per
ungo tratto ſotto terra, per l'impedimento di queſta , che è di
ſopra caduta, non ſi è per anco penetrato il fine. Il luogo poi è
di molta diuotione, e veneratione, colà ong'anno nel giorno
della ſua feſta, ſuole andar il Reuerend ſſimo Capitolo della ..
Catedrale in proceſſione a cantarui ſolennemente la meſſa, con
l'aſſiſtenza di tutto il Magiſtrato della Città, diſtribuendoſi da .
quello in honor della Santa la dote di maritag gio ad alc une po
iere zitelle, e ſi predica. Vi è d'auuantaggio concorſo vini
uerſale di Popolo per la diuotione dell'Inuitta Martire ſua Pro
tetrice;per interceſſione,e meriti, di cui furono i Malteſi nel paſ
ſato ſecolo liberati miracoloſamente dalle mani di crudeliſſimi
Parbari Maomettani venuti ad ineſtar l'Iſola, ponendo per dife
ſa loro, e guardia la ſtatua di eſſa Santa che è di finiſs. marmo, e
di nobile, S eccellente ſcoltura, ſopra le mura della Città, e
quantunq; i nemici tutto il giorno haueſſero auuentato indefeſ.
ſamente contro di lei, come ad odiato berſaglio innumerabili
colpi, non fù però da alcuna archibugiata tocca già mai, e ciò
ſeguì negl'anni di noſtra ſalute i 55 1 come più diffuſamente rac
conta sì fatto miracolo, e la fuga de’Turchi Giacomo Boſio; If. della Reig.
p.3. lib. 15.
il che cagionò ſtraordinario vigore nel petto di tutti, ricono
ſcendo tanto benefitio dalla potentiſſima protetione di S. Agata.
L'altra Chieſa ad onor di lei edificata ſopra li fagri ciniceri,
leggiamo eſſer quella di Roma per teſtimonianza di Petro Mallio
ne p EL LA D EscR I TT. DI MALTA
Mallio riferendo la traslatione de'Corpi Santi di Proceſſo, e
Martiniano, il quale chiama coteſto cimiterio de Santi col
nome di S. Agata, come all'hora ſi chiamaua,dicendo. Hic Bea
tiſsimus Praſul Paſchalis primus detulit corpora ſanctorum Proceſsi,
e Martiniani Martyrum de cameterio Santa Agatha in Ecclesia
zeati Petri,in quorum honorem construxit Oratoriumſummae pul
chritudinis, in quo ſatis honorificè corpora eorum recondidit in concha
porphyretica. I qual nome di S.Agata ſortì è detto cimiterio dal
la Chieſa fabricata ſopra di eſſo ſotto l'inuocatione della Santa,
e pigliando la ſua denominatione, il cimiterio fù nominato. Ce
meterium Sancta Agathae, come ſi proua dal citato luogo del
Mallio, è ſe ciò non baſta; con autorità più antica del libro del
Romani Pontefici nella vita di S. Leone Quarto, che li fe alcuni
donatiui. Era preſſo queſto cimiterio vn luogo chiamato Giro
lo, percioche nel catalago del cimiteri di Roma, come vuole,
Cencio Camerario, e detto Mallio pure ſi nota queſto cimite
rio intal guiſa,Caemeterium B. Agathae ad Girolum. Si troua pa
rimente fatta mentione di queſto luogo di S.Agata in vn'antico
priuilegio di Carlo Magno ſcritto l'anno di Chriſto Signor no.
v - - o - - - - -

ſtro797. à di 22. di Decembre, che ſi conſerua nell'Archiuio


della Baſilica Vaticana oue ſi leggono queſte parole. Constitui
mus etiam in ſapradicta Ecclesia in circuitu ipsius totum praedium
vbs sita eſe videtur in integrum cum terminis a primo latere porticº
maiori iuxta Baticano vſa ; ad Sasta e Agathae,quae dicitur in Lar

dario &e Davna bolla ancora di S. Leone ſopradetto ſi raccoglie


eh'egli diede queſta Chieſa di S.Agata con tutte le pertinenze
ſue, cimiterio, e territorio dicendoſi quiui, Immò ettam,
fundum “Unum in integrum , qui Cleandris cum Ecclesia Sanctae
Aartyris Christi Agathee inſuper casam,quae dicitur Lardaria,nee
non ſi cum terris criptis, g) monumentis positis foris portam S. Pe
tri Apostoli via Aurelia. -

DEL ci u 1T E R1 o D 1 saN TA V EN E RA
Vedi il Santua.
rio Capu nc nel
Calend. 5. ſoito On lungi dalla Città,e cimiterio di S. Agata di ſopra ,
li 26 di Lºglio, deſcritto ſi ritroua quello di Santa Venera, oue reſta ,
oze riferiſce quel
che ne dice di S. tuttauia dipinta la Santa in piedi con vn vaſo in mano pieno di
P er era Pietro
Natale lib. Io.
fuoco, come ſi ſuole dalla ci figurare, eſſendo ella ſtata ,
e p. 61.e, il P. Vergine , e Martire Franceſe nomata dà Greci A, la rata sai,
Beatillo Geſui
3a,
cioè Santa Paraſceue, per eſſer ella nata nel Vanerdì Santo.
ſotto
LIBRO PRIM O, NO TITI A I v. 47
Sotto l'inuocatione di lei habbiamo vn'altra Chieſa in Malta ti
tolo d'vn Canonicato della Catedrale. In queſto cimiterio, e ſua
cripta ſino ai tempi a noi vicini ſi conſeruò l'altare, nel quale ſi
celebraua, d'onde s'entraua alle ſepolture,che quiui ſono in mol
ta copia, che occupano vn gran ſpatio di luogo per quanto è cd

ceſſo il caminarui,eſſendoui in diuerſe parti ſerrati,e chiuſi i paſ.


ſi dalle ruine caduteui dentro.
v

º - CI MI T E RIO DI S. CA T AL Do .

L 'Altra cripta, che dicemmo eſſere vicinaa alla grotSper


ta di San.
anza, è
Paolo contigua a quella di Santa Mari della
dedicata a S. Cataldo con il ſuo cimiterio, ſopra del quale hog
giv è vna picciola Chieſa fabricata ad honor del medeſimo Sato,
frequentata ſouente dal Popolo per la diuotione, e per le gratie,
che del continuo ottengono per l'interceſſione di eſſo Santo
quelli, che patiſcono d'ernia, & iui ſi celebra ordinariamente la
Santa Meſſa. -

CIAM IT E RI O D I S. MARIA DELLA VIRT V.

V N miglio in circa lontano dalla Città ſopra vna collina,


che riguarda verſo Oriente ſi fa vedere oggi la cripta di
Santa Maria della Virtù, nella quale ſi ſcede per alcuni gradini
ſotto vna teſtugine, è volta ſoſtenuta da alcuni pilaſtri, 8 archi
per riparo della pioggia. Nel di ſotto dentro la cripta è vna pic
ciola tribuna latiorata nella rocca viua, & in eſſa vn'Altare, in
cui anticamente ſi celebraua; all'intorno poi ſi veggono alcuni
ſedili ricauati, e tolti dalla rocca, nella quale cripta ſono rimaſ
ti due ſpiragli per doue anticamente entraua illume, i quali
oggi eſſendosi di ſopra edificata vna Chieſa reſtano chiuſi dal
pauimento. E ſoſtenuta la già detta cripta da due pilaſtri della .
medeſima rocca, e final preſente vi ſi conſerua l'incroſtatura ,
fatta in eſſa, è perche non vi penetraſſe l'acqua, è pure per di
pingerui le figure de Santi, come ſoletano fare que
gl'antichi Chtiſtiani. La Chieſa di ſopra è non
meno antica, che comodamente capa
ce, di grandiſſima diuorione, titolo
- -

d'vn beneficio Eccleſiaſtico; il


1.
cimiterio hoggi è chiuſo. -

CIAMITERIO
As D E L LA D ES CR I TT. DI MALTA
c IM I T E RIO D I S. MARIA DELLA GRO I TA

L A cripta di Santa Maria detta della grotta, è ſtata ſempre a


mai di grandiſſima diuotione, e veneratione appreſſo gl'
antichi Chriſtiani, come hoggi preſſo di noi l'iſteſſa ſi conſer
ua, e dura, che però venendo i Padri Domenicani in Malta per
fondarui il Conuento, eleſſero si fatto luogo, ſopra del quale »
fondarono la Chieſa,e loro caſa religioſa, come largamete diremo
è ſuo luogo.Contiguo a queſta cripta v'è vn largo cimiterio cinto
di ſepolcri nella forma ch'habbiamo deſcritto gl'altri, la cui en
trata per buoni, e degni riſpetti, è ſtata da quei buoni Padriſer
rata, hauendol'adornata con vaghe, e belle pitture, tenendo
molto ben accomodato l'Altare con l'n magine della Madre di
Dio; iui hoggi ſi celebra la ſanta Meſſa, ſcendendoſi ad eſſa ,
cripta per alcuni ſcaglioni dal pauimento della Chieſa Conuen
tuale di detti Padri. - - - -

o ei ciara Rio Noarnaro Lab Barra

l
l
i
-
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Ef l--
l
-

I -

i E
-

I -
l
-
LI BR O PRIM O, NO TITIA I V. 4»
V 7' E antica traditione confermata, S autenticata per vina ,
ſcrittura tratta dal Martirologio del monaſtero Pulſanen
ſe nella Prouincia di Puglia dell'ordine di S. Benedetto, che in
Malta vi fuſſe anticamente vin'Abbadia de Benedittini, la quale
noi facciamo congettura ſia ſtata in queſto luogo, come più
auanti nel ſecondo Libro dimoſtreremo. In eſſo poſto adunque
& in vn poggetto vi perſeuera final preſente vin ſagro cimiterio
conforme alla pianta di ſopra diſegnata, il cui atrio ſotterraneo è
largo dodici palmi in circa,e lungo quattro canne Romane, nel
lato deſtro in capo dell'atrioverſo l'Oriente appare il luogo, otte
ſi offeriuano i ſagrificij diuini, e vicino all'ara, v'e'vn vaſo afo
miglianza di lauatoio lauorato nella rocca con vn buco nel
fondo,doue per auuentura ſi lauauano i corpi de defonti, eſſen
do ſtato vſo di quegl'antichi Chriſtiani di lauari cadaueri defe- -

deli prima di ſepellirli,come atteſta il noſtro Antonio Boſio nel Lib. I. cap. 17.
ove cita Durad.
la ſua Roma ſotterranea;la qualforma di vaſo habbiamo oſſerua Raticnal. l 7.
to in altri luoghi di cimiterij ſagri di Malta. Nel medeſimo luogo c. de off.defunti.
S. Gio. Criſºsi.
ſi ſcorgono alcuni buchi formati nell'iſteſſa rocca, ne quali fac homil.84.in Io.
ciamo giuditio ſi acconciaſſe l'altare di legno, ſopra di cui anti tom,3. S. Greg.
l. S'aeram tomo.
camente ſi ſoleua porger ſagrifici all'Altiſſimo, eſſendo dalla , 5. o altri
parteſuperiore in vna nicchia intagliata nella rocca, dipinta la
figura del Padre Eterno alla Greca, 3 a mano diritta ſopra l'in
croſtatura della cripta fin'hoggi ſi ſcopre l'immagine di S. Gio.
Euangeliſta in abito Veſcouale alla Greca: dall'altra bida ſive
devna figura di S. Michele Arcangelo, eſſendo tutto il reſto
guaſto dal tempo, e rouinato dall'humidità del luogo. Per di
détro alla cripta ſi rauuiſano ſcolpite nella rocca viua otto croci
di queſta forma, 3 alcuni ſedili tolti, e caua
ti dal ſaſſo medeſimo.
Quindi ſi entra nel cimiterio per alcune
porte tagliate, 8 aperte nella rocca con tre
ordini di ſepolture, e trà l'wno, e l'altro ſo
no le ſtrade per doue ſi camina comodamente,
eſſendo li detri ordini diuiſi, e diſtinti, in do
dici filiere con tre ſepolture per ciaſcheduna
à guiſa di caſſe arcuate preſe dalla rocca viua.
Intorno ai lati del cimiterio ſono diuerle ſepolture, 8 in luo
go particolare molte picciole di bambini, ch'erano coue
rte di pietra forte, chiamata franca da noſtri. In eſſo è rimaſ
to in hoggi vn reſiduo d'wn vaſo di pietra marmorea. In sì
- - G fatti
5o D EL LA D E SCR IT T. DI MALTA

fatti ſepolcri era coſtume di porre lumiere, eſsendoui diuerſe ,


nicchiette oue ſi allogauano,8 in alcune delle ſepolture appare
di ſopra, che vi ſia ſtato qualche inſtrumento di ferro incaſtrato
nella rocca per mantenere lampana,ò lucerna, che vi ſi appens
deua. E finalmente in mezzo di tutto il cimiterio, è vn ſpira
glio per doue entraua illume, vedendoſi tutto quel luogo in
croſtato per coſeruarſi meglio dall'acqua,come altrouehabbia
mo paleſato. - -- - -
Fuori del cimiterio a mano deſtra ad eſſo contigua,ſi miravna
picciola cripta in forma di cappelletta ſotterranea, cauata in
quella rocca, dentro la quale vi è vn pilaſtro del medeſimo
ſaſſo formato, che la regge, e ſoſtiene quaſi nel mezzo, inoltre
ſi vedono ſì l'incroſtatura di quella effigiate, e dipinte due armi
di queſta forma. – - – - ,
- - - -- -- - -------- --- --- -. - Che però facciamo con
gettura, che fuſſero già
dipinte in detto fagro
i luogo nel ſecolo del Rè
i Giacomo di Sicilia, il
i quale fu il primo, ch'or
I dinaſſe l'arme di quel
Regno douerſi quatri
i partire, cioè in due º
luoghi i paliò baſtoni d'
Aragona,e negl'altri due
- – - --- l'Aquile in campo d'ar.
gento, eſſendo ſtata l'Aquila portata per arme, & Inſegna da .
Manfredi ſuo Auo negl'afii di noſtra ſalute 1286.la quale poſcia
da Federico Secondo ſuo fratello fu mutata, e diſpoſta nella
P. 1. degl'Anm. forma, ch'oggi vſa quel Regno, e come dice Zurita à Liſonja.
d' Arag. 8I.
C,
L'altro ſcudo poi, che tiene vna croce bianca in campo ver
miglio,ritrouandoſi à mano diritta dell'arme Reali, è forza dire,
che fuſſe ſtato arme, &impreſa in quel tempo vſata da Chriſtia
ni,come Inſegna vniuerſale della Chieſa Cattolica, viene molto
fauorito queſto noſtro penſiero da quello, che laſciò ſcritto il
medeſimo Zurita all'anno 1282. che la Nobiliſſima Città
IL. 4.c. 17 degl'
Ann. d'Aragº di Meſſina volendoſi dichiarare vaſſalla, & obediente alla Santa
Madre Chieſa,fece inalberare due ſtèdardi, l'Vno có la croce bia
ca in campo vermiglio con le chiani della Chieſa, e l'altro con
l'arme della Città. O veramente, che fuſſe ſtato preſagi
annunciato
1. I B Ro PRIM o, NoTITIA rv. : si
ännunciato, e predetto fin dall'ora da qualche buon ſeruo di Dio
(che quiui dimoraſſe della feliciſſima venuta,e futura reſidenza,
che far doueua in queſt'Iſola la Sagra Religione Gieroſolimitana
la cui glorioſa Inſegna non è punto diſſimile da queſta di ſopra,
ritrouata in queſta cripta, come habbiamo già detto. Potrem
mo anco addurre, che quando bene lo ſcudo ſudetto non ſigni
ficaſſe la Chieſa viniuerſale, ma altra Città,ò Principe inferiore al
Rè, e forſe la Prouincia di Catalogna,(il cui Conte, per teſtimo
nianza di Caſſaneo portaua per Inſegna vna ſimile Croce, Parprima con
ſecondo l'Vſo de' Greci l'arme reale " alla ſiniſtra, s'intenda , ciºſi 75,
eſſer ſituata in parte più degna, come appò loro è ſtato,S è fino
al preſente oſſeruato nelle Chieſe, nel quadri, S. in altri luoghi,
eome per eſempio vediamo S. Paolo alla deſtra di S. Pietro, nell'
antiche bolle di piombo Pontificie, coſtume continuato etian
dio ſino al preſente, 8 in vna tauola della Chieſa di Biuona, di
S. Roſolea dipinta da Tomaſo de Vigilia, l'anno 1494. la Beata
SVergine à man deſtra del Saluatore, e nella ſala de Signori Giur
rati di Meſſina ſotto l'immagine della Madonna Santiſſima, ſi
rauuiſano l'armi Regie d'Aragona al lato ſiniſtro, di quelle del
la Città.
Ne ſi può giuſtamente da alcuno opporre, che per auuentu
ºra detta Croce ſia ſtata dipinta ini" " la venuta ,
della Religione in queſt'Iſola;atteſo che ſe benedetta Cappellet
ta appariſce meno antica della cripta col ſuo cimiterio a quella
icongiunto l'armi però del Regno di Sicilia diſpoſte nella ſidetta
- forma, hebbero principio da trecento cinquanta, e più anni
in quà; ſoggiugnendo anche di più, che le dettarmi ſono dipin
ste alceſtume, e modo antico de Greci ſopra il calcinaccio con
minio, &i ſcudi in forma triangolare, di che habbiamo
molti eſempi, e diuerſe prattiche, oltre tante altre congetture,
che per breuità ſi tralaſciano. L'altare poi, che è di rocca viua
nella ſopradetta Cripta,ſtà in proſpettiua,8 è del tutto ſpiccato,
e diuiſo dalla nicchia all'Vſo de Greci,in cui ſi veggono fin hoggi
dipinti pure alla Greca vn Chriſto in Croce fraſi donna si
tiſſima, e S. Giouanni l'Euangeliſta; e nel braccio della Croce
in carattere Gotico ſi legge VIKTOR MORTIS; nel didie
tropoſcia doue riſiede la Madonna ſtà effigiato l'ArcangeloGa
briello, ſopra di cui è ſcritto ANGELVS GABRIEL, & all'
incontro dietro a S. Giouanni ſi vede vna figura della Madonna
poſta inginocchioni, che addita il miſtero dell'Annuciatione,
. . G 2. &
32
- DEL LA D E ScR I TT. DI MALTA
s: Incarnatione del Figliuol di Dio, e ſopra di lei M. DOMINI,
e doue è allogata la Vergine a piedi del Crocifiſſo ſi rauuiſano
queſte lettere MAT. poſcia dietro all'Immagine di S. Giouanni
le preseti IOH. Dall'Vno,e l'altro lato della cappelletta ſi veggono
intagliate nella rocca alcune croci di queſta forma
ud vſo di dedicatione, potendo beneſſere, che quei
Greci Chriſtiani haueſſero per auuentura quella .
conſegrata. Nel tetto di lei ſono due buchi nella
rocca appunto dalla parte ſuperiore, che riſºuar
da l'altare per farui ſtar pendéti due lampane. Al
i"
la deſtra della cripta ſi aperto vn feneſtrino
per doue l'altare riceueua illume;e finalmente dall'
vna, e l'altra parte vi ſono intagliati nella medeſi
ma rocca certi ſedili, benche baſſi, e nel capo loro due alquan
to più rileuati, & alti. Quiui ancora ſi ſcorgevn'auuanzo, che,
moſtra eſſere di qualche vaſo; ſi che non v'è coſà in eſſa,che non
ſia antica miſterioſa, pia, e ragguardeuole. Difauuétura grande,
e non ſi può negare, de'noſtri tempi ſi è, che queſte, e ſimili ve
nerabili antichità, non ſiano ſtimate, e tenute con quel riſpet
to, e riuerenza, che ſarebbe di ragione sì per honore del culto
diuino, eſſendo ſtati luoghi fagri, e pij, doue tante volte ſi è of.
ferto il Sagrificio Ineffabile della Santa Meſſa, come per il deca
ro, & ornamento, che rendono alle Città più antiche, e mo:
morabili. , º
Ne laſciaremo quì di manifeſtare due epitafij, è iſcrittioni
sritrouate " ſagri cimiteri, vna delle quali viene por
tata dal Gualtieri, hauedola egli da noi hauuta con altre & hog
gi queſta tuttauia ſi vede chiaramente ſcolpita nella viua rocca
del cimiterio, che ſi ritroua nel luogo chiamato Gezira nella ,
“Marſa in carattere Greco.
- - K O I M H T H p I O N
H T O P A T M E N O N
A T1 O Z CO D I M HI
T IN G E K A I A N I.
- K E. . -

- Che nel noſtro Idioma vuol dire Cimiterio, che fù comprato


da Zoſimo, e da lui è ſtato rinouato. L'altra Iſcritione, è ſopra,
vna Pietra di Malta, la quale ſi trouahoggi preſſo di noi,e chiu
deua la bocca d'wn ſepolcro, ch'era dietro la Chieſa di S. Pu
blio nel Rabato,ſcritta con minio ſopra l'intonicato della calce,
all'vſo
A LIBRO PRIMO, NO TITI A Iv, ss.
all'vſo di quei tempi,ne quali in vece dell'V. vſauano la B, come
ſi vede in alcune iſcrittioni ſimili apportate nella ſua Roma ſot
terranea dal Boſio. Le parole ſono queſte, - º
- t 1 N ho c L o c o 1 A c e T - ,

r- B O N E M E M O R 1 E
- f o .... e u i B 1 c fi zº -

- y I N h o c S E C u L O A N
N 1 S L U E g) u n e B I 7 ,
- z N p Coc e fu b of G. & Go L. fe p
- 2 E9 B R E I N D I c 7 I O -

- N e du o d e c. 1 a A t
s . t . . .... .... . . . . .
Ne'detti cimiteri, come in dormitorij quei primi Chriſtiani
riponeuano, e depoſitauano i cadaueri de fedeli defonti in que
ſtiſtauano naſcoſti i Pontefici nel tempo delle perſecutioni, e vi
celebrauano le meſſe, i diuini offici, miniſtrando i Sacramenti,
facendo Ordinationi, & altri riti, e cerimonie eccleſiaſtiche;
il Santiſſimo Sacramento dell'Euchariſtia ſi mandaua à Chriſtia
ni dentro la Città da quelli, che ſtauano nel cimiteri, le boc
che, de quali perche ſi conſeruaſſero illibate, ed'intatte per loro
vſo procurauano di ben chiudere, e con fortiſſime ſerrature,
e n'habbiamo vedute alcune con porte di pietra forte ben ſoda
e marmorea, & in eſſe cauato il luogo, oue s'incaſtraua la ſerra
tura, come vna di queſte conſeruiamo preſo di noi per ſodisfa
re à curioſi. Onde non dubitareſſimo punto d'affermare, che
in tempo de Saraceni quei poueri Chriſtiani, che in Malta,
viueuano ſotto la di loro empia ſeruitù, e dura tirannia, non.
ſteſſero tal hora ritirati in detti cimiterij, e quiui faceſſero le
loro radunanze, e diuotioni attenenti al culto, è alla legge e
diuina .. -
-

Che poi ſolamente da Chriſtiani, e da quei primi Padri della


Chieſa Cattoliea ſia ſtato ſolito chiamarſi cimiterio il luogo, nel
quale ſepelliuano i defonti loro,e che però quello ritrouato nel- v

la AAarſa à noſtri tempi, e di cui portammo di ſopra il titolo è


iſcrittione Greca intagliata nel medeſimo, ſia ſtato de Chriſtiani,
viene aſſai ben comprouato con la cauſa,ò etimologia di tal no
sme dal noſtro Antonio Boſio nell'annotationi da lui fatte al
Martirio di S. Vrbano Papa, e Martire num. 19. ſopra le parole
S epeliuit in crypta in cemeterio Pretextati (così dicendo) Ea loca in
quibus Sanctorum Martyrum, aliorumque fidelium mortuorum
- - - - corpora
34 DEL LA D E SCRITT. DI MALTA
corpora ſepultura mandabantur primarii Religioni, nostre Patres
cameteria appellare conſueuerunt, cuius rei,g in actis Aartyrum,
(9 in Sacris Martyrologiis innumera reperiunturtestimonta i sicuti
etiam apud Tertullianum, Athanasium,Clementem,Cyprianum, ca
terosque Patres, Cemeterium vox estfrequentiſsima;dicunturautem
cemeteria a verbo Greco x gie quod est dormio, dormire enim mortui
in ſacris litteris dicuntur. Ecce dixit Deus Moysi dormies cum Pa
tribus tuis:g apud Iſaiam omnes Reges Gentium Uniuersi dormie
runt in gloria, gr in AAachab. Mors ipſa dormitio appellatur, (3
apud Sanctum Ioannem. Dominus noster Ieſus Christus de Laza
ro mortuo dicit. Lazarus amicus noster dormit.ſed vado, vt à ſon
no exuſcitem eum. Porrò afidelibus dormire anortui dicunturob ſpem
future reſurrectionis,vt Sanctus Hieronymus,Sanctus Auguſtinus,
Appollinarius , ceterique testantur. - .

Ne vogliamo quì laſciare di riferir quello, che ne dice l'Eru


fibro 9. ſotto ditiſſimo Conte Verdelli nell'opera ſua de Succeſſi della Chieſa ,
f, a chifo data in luce pochi anni ſono. Chiamaronsi ( dice egli) questi ci
ºie º miterico nomi ancora di Catacombe, Aree, Cripte, Arenarie; ma
piùſpeſſo cimiterii dal significato greco quasi luoghi de Dormienti per
la certezza, ch hanno i fedeli di douersi riſuegliare dal sonno a vita
eterna, (gr erano cauerne grandi ſotto terra con qualche ſpiraglio di
ſopra, le strade, le piazze simili quasi ad vna Città, doueſepelliuansi
i Christiani conditi con aromati all'uſo Hebreo, non abruciandosi co
me i Gentili, ne admettendosi per la legge delle dodici tauole dentro
le mura alcuno morto, che viuendo non vi foſſe entrato. Trionfante º
Venti trè all'hora in tutto. I più nobili nel Vaticano, a quali per
gli molti corpi de Santiparticolarmente di S. Pietro, era numeroſo il
concorso; si che ſotto gl'Imperatori Christiani eſſindo trasportati nelle
Chiºſe i corpi de Santi, cominciarono in eſſe ancora a ſepellirsi i fedeli,
parendo loro d'eſſer tanto più ſotto la protettione degl'amici di Dio.
Ma terminiamo omai queſto diſcorſo con la deſcrittione»,
che l'iſteſſo Boſio và facendo di ſimili cimiteri nella ſopra citata
grom a ſop annotatione,allegando S. Girolamo,e Prudentio nell'inno com
º * poſto in honor del Martirio di S. Ippolito. Cemeteria autem qua
lia sint optimè deſcribunturà S. Hieronymo, qui ea ſepè viſere dum
eſſer pueriſolebat, g à Prudentio in paſsione S. Hipoliti. Suntenim
cemeteria loca ſubterranea, siue ſpeluncas, siue cryptas ea propriº
appelles, innumeris viis, (º angiportis, ac frequentibus reflexibus,
C cuniculis,labyrinthi eiuſdem instar distinta,ita,vt perea ambu
lantes, si redeundi viam inuenire velint Theſei exemplofilo duce uti
cogan:ttºr,
LI BR O PR I M O, N O TI TI A V. 55,
cogantur, in quorum pariete excauata ſunt hine indeloca veluti Ar
maria defunctorum cadaueribus excipiendis, que plerumque testaceis
tegulis, plerumquè marmoreis tabulis concludebantur, in quibus ali
quando titulus in ipſa circumambiente loculum calce,ferreostolo im
preſus, aliquando Epitaphium, vel Epigrama in ipsis marmoribus,
veltegulis inciſum , º quandoquè rubeis, feu aureis literis inſcrip
tum ponebaturslicèt plurima ſine aliquo titulo,et epitaphio,muta mo
numenta relicta appareant. Qualità, e circoſtanze, che tutte ſi
ſono ritrouate, 8 alcune fin hoggi ſi conferuano nel noſtri
cimiteri di Malta, in modo che parapunto, che di eſſi parli la
ſoprapoſta deſcrittione. - ,
Per la medeſima campagna non molto diſcoſto dalla Città ſi
veggono molte lithomie, è lapidicine, cioè a dire, rocche taglia
ted onde ſi cauauano le groſſe pietre per la fabrica della Città e
ſi conduceuano con le carra, i quali rompendo il terreno finº
hoggi ſi ſcorgono nella rocca i viali, che laſciauano incauati in
eſſa nel paſſare. . . . . ,
E ſe i teſtimoni più fedeli dell'antichità ſono gl'annali, i luo
ghi, i ſiti, perſone, nomi, armi, marmi, ſtatue, ſepolcri, ci
miteri, bagni, iſcrittioni, etimologie, ſcritture, traditioni, e
finalmente le medaglie, alla cui autorità cedono l'iſtorie, e gli
ſcrittori di eſſe; la Città noſtra ſi può vantare di non mancarle
alcun ſegno di queſti, come è Dio piacendo appreſſo faremo
paleſe a ſomma gloria di eſſa, è honore della ſua venerabile
-

antichità, i : i
-
STATO POLITICO DELLA CITTA NoTABILE
gouernata da ministri del Principe.
-
I -

N o TITI A QV INTA.
E ſtata inoltre queſta Città non meno famoſa per origine, e
nome, che forte, bellicoſa, e prode con gl'effetti, come ſi è
dimoſtrata in diuerſi aſſedi), e nelle inuaſioni, e ſcorrerie de Bar
bari,e de'Tiranni,difeſa efficacemente dallo ſcudo,e protettione
del Glorioſo Apoſtolo S. Paolo ſuo tutelar Padrone,e di S.Agata
ſua Protettrice, hauendo hauuto col valore accoppiata la fede e
diuotione de Santi, che l'hanno conſeruata,cuſtodita,e reſa più
volte intatta, é illeſa dall'em pie mani degl'infedeli. Ne ordina
ria e ſtata la fedeltà,e lealtà, chella sépre ha portato, etoſſeruato
- - - A con i ſuoi
sc DELLA D E SCRITT. DI MALTA
con i ſuoi Principi, e Padroni, e viepiù per quella, ch'ha tenu
to con la Religion Chriſtiana dal giorno, in cui dedicoſſi, e con
ſecroſſi à Chriſto Signor noſtro sù l'infantia della nafcente fede »
introdottaui dal Glorioſo Apoſtolo l'anno della gratia 58. Ma -
hoggi molto più che in qualunque altro tempo glorioſa, e for
tunata ſen viue ſotto l'Inſegna, e ſtendardo della Santa Croce
de Caualieri di Chriſto, e ſotto la viua, e ſicuriſſima protettione
del Nobiliſſimo Precurſore nato da ſchiatta Regia, e Sacer
In Lucan, e I. dotale come pondera S.Ambrogio.Sacerdos itaque Zacharias,nec
ſolum Sacerdos ſed etiam de vice Abie, idest nobilis inter ſuperiores
familias ; (9 vxor, inquit illi de filiabus Aaron : non ſollem igitur à
parentibus , ſed etiam d maioribus S A N CTI I O A NN I S
3 A PT I STAE N o B I L I TAS propagatur Prerogatiue
così grandi, é honori cotanto ſegnalati che non le reſta di che
inuidiare qualunque Città del Chriſtianeſimo. -
L'Inſegna, è Arme della noſtra Città Notabile, è vi corpo
di ſcudo dal sù all'ingiù bipartito in color bianco, e vermiglio,
reſagio indubitato, & infallibile della futura Inſegna, e Veſ.
f" ſi doueua alberare, e campeggiare perpetuamente ſou
ra le ſue mura, e baſtioni, poiche permiſe il Signore ſaggio e
prudentiſſimo Gouernatore dell'Vniuerſo, che doppo la feliciſſi
ma venuta dell'Apoſtolo S.Paolo in Malta,il quale vi piantò l'al
bero della fede Chriſtiana,indi haueſſe per gloria de'noſtri paeſa
rià trasferiruiſi l'Eminentiſſima Republica della Sagra Religio
ne Geroſolimitana noſtra Padrona per piantarui il glorioſiſſimo
ſegno della Santa Croce bianca in campo vermiglio, acciò do
ueſſe eſſer queſt'Iſola il Propugnacolo, e Baluardo di tutta la
Chriſtianità,la Corona del mare, la Reggia
- - o - - -è5 º
-
di Nettunno, l'Aca
- - -

demia dell'armi,l Hoſpitio de nauiganti, Terrore all'Africa, S&


Aſia, Aſilo, e ſicurezza dell'Europi tutta i
Il commando dell'armi, e delle coſe concernenti alla guerra ,
in tempi ſoſpetti d'armata d'Infedeli ſi commette dall'Eminen
tiſſimo Sig.G. Maeſtro Principe,e dal ſuo ſagro Conſiglio ad vn
Commendatore Caualiero, che ſen và à far reſidenza nel Pa
lagio Magiſtrale della Città, e quiui fa tutte le funtioni appar
tenenti alla militia. In caſo,è occaſione d'armata, oltre la pro
pria compagnia d'huomini d'arme di eſſa Città, e ſuo diſtretto,
è ſtato ſolito farui introdurre per munirla, e fortificarla due al
tre compagnie,che ſono delle Terre Naſciaro e Siggeo,le quali in

tutto formano vn numero poco men di due mila combattenti;


per
LIBRO PRIM o, N o TITI A v. 57
per diſtribuirſi, 8 allogarſi nelle infraſcritte poſte delle guardie
ordinarie, e ſtraordinarie, Scaltroue, a diſpoſitione parere,e pru
denza del Capitano d'armi, e de Superiori. - a
- Poste ordinarie. - .. -

Baſtione di S. Paolo verſo leuante, e mezzo giorno! -

Baſtione di S. Pietro, che riſguarda verſo Mezzo di,e Ponéte.


Lanzet Baccari, verſo Tramontana. - - - - -

Poſta del Palagio Veſcouale verſo Leuante.


Straordinarie. i
Nel Caualiere, è Baſtione, che riſguarda verſo o dì.
« Nel Baſtione di S. Maria per Ponente,e Maeſtrale.
Nel Baſtione del Saluatore per Greco tramontana.
L'Inſegna della Caualleria di detta Città, e ſuo diſtretto vien
portata da vno de principali Cittadini, con nome, e titolo d'Al
fiero deputato dal Signor Gran Maeſtro, è di ſuo ordine dal ſuo
Cauallerizzo Capitan Generale di tutta la Caualleria dell'Iſola ,
la qual Inſegna,e Caualleria della medeſima Città tiene il primo
luogo immediatamente doppo l'vltima fila de Signori Callalieri,
e la precedenza doppo lo Stendardo Generale a tutti gl'altri del.
la Militia equeſtre dell'Iſola, e ciò per antica prerogatiua, com'è
ſtato dichiarato per diuerſi decreti del Principe. La bandiera ,
poi degli uomini d'arme à piedi nelle fattioni militari, è ſia nel
campo, è nelle raſſegne generali, vien portata dal ſuo Giurato
Più antiano per ſua preminenza particolare. -

Ma perche la generalità, 8 il parlare in commune partoriſce


qualche confuſione, per maggior chiarezza, è intelligenza di
chi legge molto di buona voglia, diſcenderemo a particolariz
zare il tutto.

CAPIT A N O DI G IV S T I T IA,
e ſua Corte - --

Lº Città vien gouernata davno de principali Cittadini con.


ordinario
titolo di Capitano di giuſtitia, è come vien per
chiamato della Verga, 8 in Malteſe Hakem, cioè Podeſtà. Egli
eſſercita anco il Capitanato d'armi, quando non v'è deſtinato à
queſto effetto qualche Caualiere della Religione, il qual Capita
no della Verga vien creato ogn'anno dal noſtro Principe, S hà
giuridittione ciuile, e criminale, con la ſua corte anco per tutte
le Terre,e Caſali dell'Iſola,e loro contorni ſolamente, come pure
H la
s3 DEL LA D E SCRITT. DI MALTA
la prefettura militare nella ſudetta Città, Rabato, Caſalotti Din
gli,e Tartarni,e loro confini, come Giuſtiziero tien per le cau
ſe criminali vn'Aſſeſſore Dottor di Leggi, col parer di cui pro
nuntia le ſentenze, il quale Aſſeſſore giudica poi per ſe ſteſſo
nelle ciuili, che s'introducono in quella Corte Capitaneale.
- a f - - - -- - - --

- Ouernano anco la noſtra Notabile Città quattro Giurati


deputati dal medeſimo Principe ogn'anno,ò hanno giuri
dittione nel conoſcer alcune cauſe à loro appartenenti, l'Vno
dequali ſuol'eſſer Dottor di leggi, e come tale tiene il ſecondo
luogo nella precedenza.
con ra D E LI e cavs e civili.
A Corte Ciulle conſiſte in va Tribunale ditre Giudici, vuo
letterato, e gl'altri due, che giudicano d'alcune coſe mini
me chiamati Idioti. -

coR T E DI PR1 ma a PPELLATI o N E.


T) A ſudetti Giudici nelle cauſe ciuili ſi appella preſſo a quat
tro Giurati, i quali, come rappreſentanti la Città proueg
gono, & in caſo di diſcrepanza è riſeruata al Principe la deputa
tione de'Giudici. Fù queſto priuilegio con tale conſuetudine ,
conceſſo dal Rè Alfonſo a petitione della Città l'anno 1458.per
che gl'Iſolani non fuſſero tirati con diſpendio, 8 incommodità
à litigar in Sicilia fuori di queſto Dominio. Nelle cauſe criminali
s'appella alla ſuprema Corte, e ſuo Giudice d'appellationi di tut
to il " di Malta, il quale ſi eligge dal Sig. G. Maeſtro,
e ſuo Conſiglio: a nominatione però di ſua Eminenza. Tutte
le ſudette Corti hanno i loro Maſtri Notari determinati per ſer
uigio, e miniſtero di ciaſcuna. -

- -

C A T T A P A N I.

I 'Amminiſtratione, e maneggio de'Cattapani ſi ſtende fino


à quei luoghi dou'hà giuridittione il Capitano della Città .
Il carico loro, è di riconoſcere i peſi, e le miſure delle coſe come
ſtibili
L I B RO P RIM O, NO TI TI A V. ss
ſtibili, e di quell'altre, che concernono l'officio loro. -
-

Oltre a fidetti carichi & offici, erano anticamente nella Città


-
- - - - - - - -- - - -

gl'infraſcritti. - -

Il Segreto, queſto al preſente riſiede nella Valletta doue tiene


la ſua Corte, è vin'altra nella Notabile, 8: in ambedue il ſuo Cii
dice, e Notaro diſtinto. All'officio del Segreto appartengono
l'eſigenze di tutte le rendite di beni ſtabili, cenſi, canone, ſciſ,
& altri dritti, che toccano al Principe. º
Il Viceammiraglio,officio hoggi di eſtinto, incorporato trà
l'altre ragioni del Principato.
Il Portulano, queſto tiene la ſua reſidenza nella Valletta, ſi
ſerue dvn ſigillo " Notabile con l'arme di quella Città ſotto
advn S. Paolo; l'officio di lui conſiſte in aggiuſtare le miſure de'
tummoli, e mondella, deputar, e ſtabilire i miſuratori di grani, e
farli reſponſali di quelli, che ſi cauano dalla Sicilia per proulſione
di queſto Popolo, è altre coſe circa la materia frumentita.
i Credentiero, fa reſidenza nella Valletta, efficio Riò è di
che dalla Sicilia ven
ſottoſcriuere li reſponſali delle Prouiſioni,
gono in Malta,doppo che ſono ſpediti, ſottoſcritti, e ſegnati dal
Segreto col ſigillo del Principe. . .
Il Falconiero, queſto haueua cura di prouedere di falconi la ,
Maeſtà Regia di quelli ſi prendeuano in Malta, hoggi è l'officio
eſtinto ne cittadini ; gouernando la Falconeria del Sig. Crai,
Maſtro Principe, e le caccie per ſuo ſeruigio vn Caualiero della
ſua Corte, con ſopraintendenza di tutta la caccia dell'Iſole.
Baglio, queſt'officio in quanto al nome è ſuppreſſo, ma di
preſente incorporato per l'attualeſercitio alla giuridittione del
Capitano della Città,hauendolo eſſa col proprio danaro riſcoſſo
da chi l'haucua in pegno, 8 vnito con aſſenſo regio alla Capita
nia. Il carico di lui è tenere publiche carceri, e miniſtri, per far
cattura degl'animali, ch'entrano a danneggiare i poderi altrui,
pagando però certa determinata pena, che ſi applicata al Baglio,
di preſente al Capitano. -

Maſſaro, era officio di certa ſopraintendenza nella Douana


(come hoggi è in Sicilia di molta autorità ) e ritrouiamosche n.
era vno in Malta, S vn altro nel Gozo, e ſi conferita l'officio
per patente regia è principali Cittadini, hoggi è del tutto eſtinto,
peppo la venuta della Sagra Religione a queſto dominio ſi
fino introdotte nell'Iſola due qualità d'offici, cioè di quindeci
i copoli , ch'erano della giuridittione del Turcopiliero già
H 2. Baglio
ce DELLA D EscRITT DI MALTA
Bagliuo Conuentuale,capo della Lingua d'Inghilterra, la cui vo
cehà deriuatione da Turcas pellere; e di due Bandolieri dettian
ticamente Banderari,dal portarle bandiere, nomi ch vſaua que
ſta Sagra Militia in Rodi per sì fatti miniſtri, i quali a cauallo di
notte ſono tenuti a rondare, e viſitare tutte le guardie, e ſenti
- s - - v

nelle delle marine, tra quali ve ne ſono quattordeci à cauallo.


ºNoMI di tutte le guardie maritime,che ſono intorno l'Iſola, comin
- - v - - x

ciando dalla Punta ſottile,ò diciamo Torre dell'Orſo nella bocca


del porto, posta al grecale, voltando verſo leuante,e messo
i dì fino all'altra di Marſa A4 uſeietto,ò di Dragutto.
Di preina. - FoxTE DI S. LvcIANo
Aenac. - - in Marſa Scirocco.
Sciaaira. S. Giorgio.
Blata il Baidha, DOV'E LA Ras Giuliano.
7 o RRE D I S. MARIA AAelleha.
DELLE GRATIE. Nadur il Kelba.
Gidida. - Vyedſznuber.
Ailaida. Kabar il gharib.
Siegi. - Ponta.
Ponta tà zoncol. - , Tirſcia.
FORTE DI S. TOMAAASO. Baiadha.
Sciuyereb el Aagin. Vyed Kiſeiſa.
Do Kiena. Aamria.
Cali. Targiet Giacob.
Tombrel. Charrub.
Aayn Aamond, Pietra negra di ſopra.
3ies. Pietra negra di ſotto.
La quale è l'wltima dalla parte di mezzo di 3 poiche da queſta
per Lebeccio verſo Ponente, non vi ſono guardie per l'alterupi,
che ſono inacceſſibili.

Le ſeguenti ſono tutte ſottoposte al Capitano della Terra Naſciaro,


che cominciano dalla parte di Ponente, tirano verſo Tra -

montana, e terminano alla Punta di Dragutto


altra bocca del Porto maggiore.
ºNadur ſopra il fideni. Lºppia,
3ilecht il Mooza. Borgi tà Aain Toffiecha.
- Nl
, L I B R O P RIM O, NO TI TI A VI, 6 I

Il AA andra. Clement.
Aayn Targia. Lahfar.
Ginen il Borgi. Nadur il Callel.
Ramla. AAezza luna.
- Laharaſe. Se K e derin.
FoRTE DI S. PAOLO. Ooſo il Hamiema,
Targia ſotto il Naſciaro. Nadur Ponent.
“Bugibba. , - Git i Aebug.
“Bulehen. - - Gidida.
Kaura. Gibrin.
Kas el Ghallis. Kabar il gharib.
Gidida. - Ta CileKen.
Safra. Punta di Dragut.
Bir Iddarin.

c V A RD 1 E D 1 g 1 o RN o. , º
Q Ciuereb el aagin verſo leuante. - -
º S. Giorgio verſo mezzo di, in queſta ch'è ſotto il comando
del Capitano del Siggeij ſi fa guardia per ſei meſi dell'anno,cioè
nell'eſtate, 8 autunno.
Il Borgiotal Melleha verſo Ponente, ſono deputati gl'huomi
nià queſta guardia dai Giurati della Città Notabile.
S. Paolo a mare, per Tramontana, a cui vengono pure pro
ueduti i guardiani dalli medeſimi Giurati. -

Oltre le predette guardie marittime diurne, e notturne ſi ten


gono dentro tutti i Caſali corpi di guardia, che chiamano la .
Deima; queſta comincia dal principio dell'eſtate per tutto l'Au
tunno. In eſſe Deime quando fanno fanali di notte le fortezze, ſi
deue riſpondere comedeſimi ſegni,
DESCRITTIONE DI MONTA VERDALA
- col Boſchetto.
N o T I TI A vI.
A Rocca di Monte Verdala diſcoſta dall'antica Città poco
meno di due miglia è poſta ſopra vna Collina di vita pietra,
che ſouraſta di quà al Vallone del Boſchetto,nomato anticamen
te di Deyr, e Saf, la ſua figura è quadrangolare fabricata con
- - - - - ingegnoſa
G 2. DELLA D ES CR I TT, DI MALTA
ingegnoſa architettura. Terminano le quattro facciate di cºſa.
in angoli acuti, che ſporgono nel di fuori in modo, che rimane
da tutti li lati fiancheggiata. Ciaſcuno de quattro angoli ri
guarda verſo il ſuo vento principale, ſecondo le buone rego
le dell'architettura circa il modo di fabricarle caſe di Villa, a fin
che in tutto il corſo dell'anno in ciaſcun giorno poſſa il ſole per
cuotere tutte le quattro facciate. S'inalzano quattro torret
te, che ſono il finimento, & abbellimento di tuta la fabrica ..
S'entra poi per la porta ſopra vin ponte leuatoio in via andito, nel
cui ſiniſtro lato, che riguarda l'Oriente è l'appartamento del Sig.
Gran Maeſtro, 8 alla ſiniſtra per Tramontana, vi ſi troua vna,
belliſſima ſcala di pietra fatta a lumaca,che conduce à baſſo nelle
ſtanze di ſeruigio. Nel di ſopra è l'edificio fatto a lamia, di ma
niera che vi ſi può nel piano del tetto (a cui ſi aſcende per la me
deſima ſcala) far giocare alcun pezzetto d'artiglieria. Dalla ſala
poi, (che ſi ſtende per tutto il reſto fino alla facciata,ch e ſituata
ſopra il giardino verſo Lebeccio) ſi và in due camere per parte
aſſai con ode, le quali inſieme con la ſala, è entrata ſono abbel
lite, 8 adorne d'eccellenti, e vaghe pitture à freſco di mano, la .
maggior parte di Filippo Paladini celebre , & ingegnoſo pitto
re Fiorentino. Fù queſta Rocca fatta edificare dal G.Maeſtro Car
dinalVerdala, che però in riguardo di lui ſopra la porta princi
pale ſi vede ſcritto in marmo. MONTI VERDALAE ROS,
ET PLVVIA. MDLXXXVI. e nella porta di dentro per doue
s entra nella ſala,ſi leggono queſti caratteri. CEDANT CVRAE,
-LOCO le quali pitture dimoſtrano le principali, e più ſegnalate
attioni, come anco le promotioni di eſſo G. Maeſtro. Nella par
te anteriore fuori del foſſo,che la cinge, e difende per tutti i lati,
è vn gran cortile con la ſua cauallerizza per venticinque, e più
deſtrieri, e ne due lati di eſſo ſono fabricate all'intorno offici
ne per la famiglia baſſa. Euui la ſua Cappella dedicata a S.An
tonio Eremita. Nel reſto tutto l'edificio (diſegno dell'Ingegnie
ro Girolamo Caſſaro Malteſe) è così ben inteſo quanto ſi può
deſiderare, non vi reſtando vin palmo di terreno inutile, ma cut
to compartito per fertiigio, Se aprò della Corte. Hoggi dal Sig.
G. Maeſtro Laſcaris mio Signore è ſtato il boſchetto abbellito, Se
accreſciuto di fabbriche,Scampiato il diſtretto di quello,hat:en
doi:ivniti, & incorporati altri terreni, e piantatoui infinito nu
mero d'alberi, e fattoui molti ſtagni d'acqua pieni di peſci; in
grandite, è accreſciute le fontane con altre acque ricercate, e
ritrouate
-LIBRO PRIMQ, NO TITI A v I, c. 3,
ritrouate di nuouo con molta ſpeſa. Si che è ridotto il giardino,
molto marauiglioſo, e ragguardeuole, e particolarmente hauen
doui acconciata vna larga, e diritta ſtrada incontro alla fac
ciata del Palagio, che riſguarda il giardino, in cui ſi ſcende per
vna magnifica ſcala, che conduce alla detta ſtrada, e ſi rende
sì vaga, e bella è gl'occhi de riguardanti la proſpettiua di cote
ſto luogo, che in vaghezza, ed in amenità può competere e gar
reggiare con molti de più famoſi, e delitioſi, che ſiano non ſolo
in Italia, ma in altre parti d'Europa; hauendolo la natura priuile
giato, e dotato di coſe ſingolariſſime. E ſituato detto giardino
nel piano d'una Valle fertile, ch'agiatamente ſi ſtende, è allarga
fra due mòti alpeſtri,aſpri,e ſaſſoſi. Alle falde d'vno di queſti,che
ſporge cotra Ponente, ſcaturiſce fra gl'altri vn fonte aſſai copio
ſo, & abbondante d'acqua, ricouerto d'vn nicchio fatto di pietre
ruſtiche, e marine, per imitarla natura, e dar diletto maggiore º
alla viſta. Queſto luogo con la ſtanza, 8 edificio, che di ſopra -
ſi vede, fù fatto fabricare dal G. Maeſtro Valletta, del quale ſer
uendoſi i ſuoi Succeſſori, vi andauano à diporto fin tanto, che ſi
edificò la Rocca di Monte Verdala. Qual capo d'acqua in più
canali compartito, e diſtinto viene ad inaffiare gran parte del
giardino, e con alcuni condotti, e fiſtole di piombo à i"
diuerſe fontane, che molto in alto legiadramente buttano la lo
ro acqua, del cui auuanzo s'è fabricato vn ſtagno,ò ſia peſchie
ra con peſci, nella quale traſtullano ancora alcuni vecelli d'ac
i" . Varie poi ſono le piante di diuerſi frutti eccellenti, ſaporo
i, e rari fatti condurre dalla Francia, e da altre parti d'Europa ,
che al guſto non ſi poſſono deſiderarmigliori. Ma quel ch'è no
tabile, e di marauiglia ſi è il vedere vna ſelua di folti cedri in vin
luogo,è in vn'altro vn boſco d'aranci, che quantunque habbia
no i piedi alti, e grandi, ad ogni modo ſono tutti artificioſamen
te formati sì rotondi, come ſe fuſſero vſciti per appunto dal tor
no, con tanto bell'ordine, e così ben vniti inſieme, che rendo
no il luogo ombroſo, delittioſo, e freſco,e non mai penetrato dal
ſole, anzi ſe qualche aſprezza, è ruſticità vi ſi vede, è laſciata -
più ad arte, e per ſolazzo, che per negligenza, è traſcuraggine.
Le ſtrade, che vagamente rompono, e diuidono in vari quadri
il giardino, ſono proportionatamente ſpatioſe, e larghe, e per
che in eſſe non naſca giamai erba di ſorte alcuna, ſi ſcorgono
battute, chiuſe, e riſtrette con balauſtri di pietra incresciate di
gradelle ricouerte di piante, ch'ageuolmente ſi ritorcono, e
pieganº:
44 DELLA D ES CR I TT. DI MALTA
piegano parte ancora con iſpalliere di vari arboſcelli baſſi nei
viali adorni di ſpeſſe colonne di Pietra Malteſe, e ne capi loro ſi
veggono cuppole indruſtrioſaméte lauorate à foggia di campa
nili,de quali alcune ſono d'ingratiſſima edera veſtite, 8 altre da .
pampinoſe vitiricouerte, & abbellite. Le mura ſono anch'eſſe º
tempeſtate, 8. arricchite di piante, e di verdure,che diletteuol
mente ſi ſtendono, e piegano a voglia altrui, 8 à piedi loro dol
cemente ſcorre l'acqua mormorando.

PART E D I MALTA I N A 2 ITATA.


N O T I T I A VII.

Acendo noi ritorno, e continuando a deſcriuere il Mediter


raneo dell'Iſola, ci è parſo bene,per hauer di lei maggior co
noſcimento, e certezza,diuiderla in due parti, e regioni, è por
tioni, che vogliam dire, vna Habitata perche in eſſa ſi ritrouano
tutte le Terre Villaggi, e Caſali, l'altra Inhabitata come quella,
che n'è mancheuole. E queſta diremo Occidentale compreſa -
in tutto il territorio, che ſi ſtende dalla Città poſta quaſi nel
mezzo dell'Iſola verſo il ſuo confine, elido del mare di Ponente;
e l'altra Orientale, che dalla medeſima Città ſi dilunga fino al
confine, e lido del mare di Leuante. E cominciando dall'inha
bitata, di cui la maggior parte, e quella che ſi dice Melleha cioè
di ſaline, ritrouiamo di lei ſupporſi in vna Viſita di queſta Dio
ceſi fatta nell'anno 1575. da Monſignor Duſina Delegato Apo
ſtolico, ch'altre volte habbia hauuto alcuni luoghi habitati, ma
perche ſi vedeuano ſottopoſti à troppo manifeſto pericolo delle e
ſcorrerie, 8 inuaſioni de Barbari corſari, laſciarono quei coloni
i detti luoghi,e la Chieſa loro parrocchiale della B.Vergine detta
della Melleha, e ſi ritirarono a viuere nell'altra Regione di Le
uante più ſicura, e difeſa dalla frequenza, e moltitudine d'habi
tatori. Le parole della Viſita ſono queſte. Parrocchia de Melleha,
que retento ſolùm nomine,desiuit eſſe Parrochia, quia tota illa Kegio
caret habitatoribus, qui ne a Pyratis ita defacili vexarentur,relictis
illis locis nimis proximis mari, ſe in centrum Inſule collegerunt si
mul cum aliis, vtinuicem sibi prodeſſe poſint . Hora dunq ue ha
uendo diſcorſo dell'antica Città, del Monte Verdala, e ſuo Boſ
chetto, ce ne paſſeremo ad annouerari luoghi, é i poderi più
principali, tirando, e proſeguendo verſo la coda dell'Iſola lcon
gli

-
LIBR O PRIMO, NO TITI A VII. cs
far poi ritorno a quelli, che ſono al dirimpetto della Città verſo
Tramontana . - - -

Territori del Veſcouado. - - - -

s Giardini del medesimo col caſino, e Chieſa fatti fabricare da


Monſignor Veſcouo Cagliarès,ne quali egli morì.
Ghar Barca, Grotta della Benedittione,poſſeſſione, è podere
d'vn Canonicato. -

Suatar, (8 il Kaſam, Territorio de'Frati Carmelitani,


Chieſa, e Conuento loro col Giardino, - -

Territorio di Santa Caterina.


Dachla, Entrata. Giardino con vna comoda ſtanza.
Deyr el Binet. Caſe chiamate delle donzelle, perche quiui in.
vna cauerna,dalla quale ſcaturiſce vn fonte, diceſi, che ſi ſmar
riſſero alcune fanciulle, che colà entrate non ſeppero poſcia ri
trouar l'vſcita. Queſto giardino col territorio, è feudo nobile
con titolo di Baronia. -

spatio publico detto Sciaara di Caſal Dingli.


Vyed Genuyn. Valle con giardini. -

Giardino ta Caſsia, r

Dachla altro giardino. - -

Vyed Caſun,Valle con ſuo terreno, e giardino ch'è della Ve.


nerabile Aſſemblea di S. Giouanni. -

Ral ghul. Caſale del Serpente, è Dracone, Territorio dello


ſpedale di S. Spirito di Malta. . -

Vyedel Rum.Valle de Chriſtiani Greci,amena,e piena di giar


dini d'ambe le parti che rappreſentano all'occhio vina belliſſima
veduta,e ſomminiſtrano al guſto buoniſſime frutta.
Giardino la Kattara nome originato dal gocciolare,eſſendoui
vna grotta, la cui parte ſuperiore, continuamente diſtillando,
forma vn riuolo d'acqua, che inaffia il giardino.
TalCallus. I l .
Ta Scieref
Di S. Giacomo.
, , ºri. -

- -

Di Baldu.Giardino copioſo d'acqua, e di regalatiſſime frutta,


&vno de più belli dell'Iſola,fatto da alcuni aſii in quà più vago,e
ripieno d'alberi con melta ſpeſa dal ſuo padrone Andrea Vaſſallo,
Aayn Teytes. fontana così nomata con giardino.
- Tal Nachla. della Palma. Giardino del Monaſtero di S. Pie
tro della Notabile.
Territorio, e giardino del Mitahlep, che ſignifica luogo, oue ſi
mungeua
66 DE LL A DESCRITT. DI MALTA
mungeua il latte, è di mandra, in cui ſi riduceuano gl'animali è
oſare e.
Aayn il Kibira.Fontana grande,
Aayn San Giouan. Fontana di S. Giouanni poſta dentro vina
grotta-.
Aayn Cior. Fonte, che ſcaturiſce è poco, è poco, il che ſi di
ce i ciarciar, in Arabico.
Aayn Andria. Fonte di queſto nome,
Aayn Taiba. Fonte buono.
Aayn Ghrah. Fontana del coruo. -

Vyed el Kaſab helù. Valle delle canne dolci, chiamate in Sici


lia canne mele,de'quali ſi fa il 2ucchero,e di queſte in quella val
le ve n'era anticamente in gran copia. -

2ruca. Vaſo che contiene acqua, ſi dice aneo BruKet elma, è


conſerua d'acqua dalla ſomiglianza del luogo.
Ghar elma. Grotta d'acqua. -

Dar el Duyeb. Caſa delle giumente,ò d'animali, eſſendo la pa


rola Duyeb generica à tutti i quadrupedi.
i Ta l'Estbal delle ſtalle, Territorio poſſeduto dallo ſpedale del
la Città. -

Diar Handul. Caſe così dette, perche v'erano anticamente ,


uiui è il capo,S origine della prima fontana, che con altre fù
condotta alla Città Valletta, di eſſa ſi diſcorrerà in diſparte nel
fine della preſente Deſcrittione.
Al Harik, abbruciamento.
Ennemtel. formicajo.
EIofret el Reg. Foſſa di tal nome.
Territorio de'Frati di S. Domenico verſo Tramontana.
Vyedel Besbies. Valle di finocchi, quiui ſono diuerſi giardini.
Fiddeni. Aratro, è la coppia di due buoi,che arano,laogo fer
tile, territorio principale del Sig. G. Maeſtro Principe.
S. Antonio tal Ghimeri. Giardino con fonte, e terreno detto
anticamente delli Gumerini, famiglia forſe, che lo poſſedeua.
Gebel tà Bieb, el Rua. Montagna, è rupe della porta, è ſia en
trata al camino. -

Campagna. Spatio publico a cui confina il giardino di S. An


tonio ſopradetto - , -

Kalaa tal Bahria. Fortezza Rocca, è ſito forte naturalmente,


doue ſia ſtato qualche luogo habitato, è ciò ſignifica Kalaa, e
3ahria della Maremma, è del Marittimo,ò perche di colà fuſſe ,
ſtato
L I B R O PRI M O, NO TI TI A VII. 45
ſtato ſolito in tempo de Saraceni fare le nauigationi per Barba
ria: indi alcune Città, e Terre in Sicilia poſte in ſimili luoghi
rileuati diconſi con l'iſteſſo nome, come Kalaa tà Ginun, quelli
che ſi chiama Calatagirone,Kalaatà xibetta, Kalaatà fimi, Kalaa
tà bellotta,Se in Iſpagna Al Kala de Henares, AlKala & altre voci
rimaſte, e laſciate dagl'Arabi. In queſto noſtro luogo è vn gran
territorio, e giardino, che danno il nome di Bahria à tutta la
contrada. Il poſto poi ſolleuato, che li ſouraſta nomato Kalaa,
è all'intorno ſcoſceſo, e nel quale ſolamente vi ſi può entrare,
per vn ſtrettiſſimo paſſo. Il piano della collina è tutto pieno, e
colmo di veſtigi di caſe, e habitationi,de'quali fin hoggi vi ap
ariſcono le fondamenta con molte ciſterne in diuerſi luoghi;
dalla parte di Lebeccio ſtà eſpoſta al mare. Il terreno alle falde è
molto fertile, aprico, & ameno, 8 con molta copia d'acque i
Quando venne in Malta l'erudito Luca Olſtenio fù da noi ac
compagnato per vedere alcune antichità dell'Iſola, e particolar
mente il conduceſſimo a riconoſcere queſto luogo, egli alle
qualità, e circoſtanze del ſito fe congettura, che quì fuſſe allo
gata quella, che Tolomeo chiama Peninſula. Ma venendo da lui
oſta all'occidentale parte di Malta conformandoci con l'opi
nione di Cluuerio, ſtimiamo più toſto la Peninſola eſſer l'ultima
parte, e coda del peſce s che figura Malta, come giunti colà por
remo in chiaro. In detta Kalaa è veriſimile, quello, che hab
biamo per ſucceſſiua traditione da noſtri Antenati, eſſerſi rico
uerari, 8 eletta per loro ſtanza quei Saraceni, che doppo la con
uiſta di Malta fatta dal Conte Ruggiero, eſpugnati, e cacciati
dalla Città, eleſſero più toſto rimaner quiuicon viuere nella pro
Pria ſetta, come fecero molti in Sicilia, che paſſarſene con gl'al
tri in Barberia.
VOcd Riri, Valle,ò terreno di tal nome.
Aargia elfiesha, cioè prato ſpatioſo.
Ta Sciaura, è ſtata ſciagura nome comune ad altri luoghi
anco nel Gozo. - .

Aayn Bierda, fonte fredda.


Kas el Cneyes, capo di Promontorio detto delle Chieſe, oue il
Boſio, 8 altri per le rouine, & anticaglie di fabriche, che quiui
erano (de quali ve ne ſono pur rimaſti alcune) hebbero opinio
ne fuſſe ſtato il Tempio celebre, e famoſo di Giunone. Ma è più
certa, e ſoda quella di Quintino, che trà il Caſtello, e la Città
Vittorioſa all'hora chiamata Borgo fuſſe ſtato edificato.
- -- - - I 2. Gebel
«s DEL LA D Esc RIT T. DI MALTA
Gebel, el Raheb. Montagna del Monaco, così detta per cagio
ne di certa figura, che in quella ſomiglianza ſembra quiuideli
neata è chiunque di ſotto paſſa per il mare. -
El Aram, Aarma vuol dire mucchio di frumento,tali al vede
reſi rappreſentano tre picciolimonticelli di terra li quali ſecodo
certa fauola di ſemplici vecchiarelle, ſi dice ſiano ſtati mucchi di
frumento impetriti, a io e io o
Samti. Territorio del Sig. G. Maeſtro Principe, così detto
dalla famiglia di Sommatino, di cui ſi crede fiſſe anticamente il
dominio d'eſo. a . º - -. . .
Aayn tal creare fonte della galera ſornice oue ſi fà la calce,
Giardino detto tà Samti. -" . - - -

Giardina una bla del Padre da tale Arabo, chhaueua


nome Nachle, cioè Palma, 2 o 3 e ci - -
Per Ponente. - o si
L'Es Kriuit.Territorio, riso - Le o ,
Vyed Gherzuma. Valle del ſarmento, faſcina, è i" di vite
col terreno contiguo, e giardino, Vno de poderi laſciati dal G.
Maeſtro de Paula per la fondatione di galere. E noi ne godiamo
durante la noſtra vita l'Vſufrutto per ſingolar liberalità di quel
Principe, che ſia in Cielo.
Miggiar Caricatore Territorio; queſto è detto il Gieueni, cioè
Interiore a differenza d'un altro, che ſtà più innanzichiamato
il Barrani. Eſteriore,
Aayn Sfuria. fontana del giallo, è da Safar, che ſuona par
tenza », .
Aayngefrà, fonte così chiamato. e

- Redum pellegrin. Redùm


con terra, così ſono chiamati ſimili
l
"
ſotterramento, è coprir
luoghi, Redim per i pezzi
di terra, e molti ſaſſi diroccati, di mano in mano in alcune »
parti cretoſe,e che ſporgono verſo il mare ſi vanno ſpiccandoſi,
coprendo, e quaſi ſotterrando. Fù detto di Pellegrino dalla fa
miglia antica, e nobile in Malta, che lo poſſedeua, come ſti-.
1m1a IſlO . - .

Kalaa tal 3Aiggiar, luogo ſolleuato, eminente, e forte, che ,


ſouraſta à quel territorio.
Ciorciara, luogo per doue cala, e ſcorre l'acqua denominata
in queſta guiſa dal mormorio che fà cadendo. - -

Kedum ta tiara, e diar, è ta fom el rieh, Redùm, è diroccato,


dietro le caſe, è della bocca di vento. -

-- - - -
-
Gineina
LIBR9 PRIMO, No Titti A v II.a ea
Gineyna tal Miggiar. Giardino del Migiarro. 2 , e ,
VedtalGineyna. Valle, è torrente di eſſo giardino con due ,
fontane. -sºlcº , , , , i
i Agar el Sarrari, luogo da carreggiare, è caricatoio
detto il Barrani, cioè di fuori, è eſteriore a differenza dell'altr
interiore. E quì Potrebbe domandarvn curioſo, che coſe fuſſero
uelle che da queſti Migiarriò Carricatoi ſi traſportauano fuor
i"
nhoggiin detti luoghi ſtenderſi i ſolchi delle carra fino alle
ſponde, e lido del mare. Riſpondiamo, eſſere ſtate pietre da .
edificare le quali da queſt'Iſola per quella Parte doueil ſaſſo è più
duro, erano per mare portate in Barberia, in quei lidi arenoſi, e
mancanti di pietre, e periciò, n'habbiamo traditio
ne, e ragguaglio d'alcuni venuti da quelle parti, li quali è piena
bocca diſſero hauer vedute fabbriche di Publici edifici, e con
iſcrittioni in carattere Arabico,chefaſio indubitata fede aſſerſta
te quelle pietre da Malta traſportate. Il che ſi può credere ſeguiſa
ſe, quando da Moro è Saraceni ella era occupata, e tirannegiata:
Aayn. fonte con valo , doue ſi dà i"à gl'animali ſotto il -

Migiarro . . .ide. -
Xedum ta Lippia. dentro del quale ſcaturiſce, º

Aedùm tà Segira, dell'albero. I


Ta Bengemma del figlio di Gemma nome Saraceno, territo
rio con giardino. -

Sebbiech contrada ſignifica Tintore.


7Nadar luogo eminente, ſublime, 8 alto da poter ſcorgere da
lungi così chiamato dalla voce Nadar Arabica, che ſuona vede
re. Ma Nadur propriamente vuol dire guardia, 3 in latino ſpe
cula, poiche in queſto, in altri trè poſti dell'Iſola vi ſi mantie
ne continuamente guardia di giorno, per oſſeruar nel mare i
Vaſſelli che da tutti i lati,e per ogni parte paſſano & in tempo di
notte i ſegnali di fuochi,che ſi fanno per auuiſoanco nel Gozo
Sciaara tal Nadùr. Campagna,e ſpatio publico. - e º

- Kallelia. diuerſe chiuſe di terreni. -


i

Gebel OOmar. Montagna è rocca di Comar Saraceno. .


Giardino tal Salib. della Croce con diuerſi altri, che colà ſono
a marauiglia belli. - º,
Tal Aaydut. Terreno dal numerare. - -
Gebel Mayn.Territorio, che pigliò la denominanza di tal no
me dall'altezza, e ſublimità di colle, parte del quale è del Con
- a ll CIltO
a
7o D ELL A D E SCRITT. DI MALTA
uento di S. Agoſtino della Notabile, º
- . .
Ghar el Sigira Grotta dell'albero. . . - - -
-

Vyed el Kleyaa. Valle di quella picciola collina. . .


Ta Mazzara. Chiuſa così chiamata dal nome di quella fami
glia, che fù rincipale in Malta. . . ae
Terreni detti tal Girerden tal Magni, ta ciliapropri nomi di
famiglie in quei ſecoli "P
riyaa. Sito forte territorio del G. Maeſtro Principe , altreſia
ce fi con titolo di Baronia, la voce è diminutiua di Kalaa.
Kolla, Vaſo tondo in queſta guiſa nomato per la figura, che
tiene queſta collina, dell'iſteſſo nome, ven è vn altra anco nel
Gozo i o e
- - Leganu, terre - - - º
Aayn Kaſab. Fonte delle canne.
- Torre Falca, ſortì tal denominatione dal cognome dvna fa.
miglia antica, e no bile in Malta ; hoggi eſtinta, da lei pigliano il
nome le terre, che gli ſono contigue, parte delle quali ſono dei
ſtinate, 6 appartengono alla fondatione del G. Maſtro de Paula,
- per fabricargalere.
Giardino al Maayſciae, di guſto,ò deſiderabile. Agnome i
che fù di famiglia Malteſe. '
El Ghimeni. diuerſe terre. º
s . .
Besbesia, di finocchi contrada !
Hal Dimech. Caſale di cui hoggi reſta in piedi ſolo il nome.
Aal Peſa, Caſale come il precedente per l'appunto.
è Tal Chanzira. della Troia, Territorio.
El Kattara, cioè colatoio terreno. -
Targia tà S. Zacchari Giardino di S. Zaccaria, in honor di
cui era quiui vna Chieſa edificata.Targia ſignifica propriamen
te vn paſſo per doue da luogo eminente, 8 alto ſi ſcende, 8 en
tra nella contrada inferiore, de'quali ſe ne veggono diuerſe in.
Malta, ſomigliante à queſto, e nel territorio di Siracuſa vn poſto
da cui pigliò il nome vin feudo di Baronia.
, Vyed e Raaſe. Valle di tremore, è ſpauento e ſecondo il ſigni
ficato Malteſe, hoggi vien nomato di diſpiaceri, è diſguſti.
- No - - - -

E quì ſi ritorna di bel nuouo à confinare con la contrada -


t Sebbiech. -

Aayn Rihana. Fonte della Mortella, Territorio della Chieſa ,


Catedrale, che l'anno 16 i s; lo comprò dalla famiglia Abela ,
--
la quale traſmigrò, & andò à ſtanzare in Siracuſa. -

Ben

º
LIBRO PRIM O, N O TI TI A VI 1. 71
2en Varrath figlio dell'Herede, è come altre volte Venerant.
Territorio anticamente tenuto in feudo, hoggi vien poſſeduto
dal Sig.Gran Maſtro Principe.
ºuda K Padre del ſuono, è del percuotere,territorio che vlti
mamente ritrouato feudale, fù riacquiſtato dal Sig. Gran Maſtro
Laſcaris, & applicato ad vna ſua fondatione per compra di ſalni
tro, munitione tanto neceſſaria alla conſeruatione di queſta im
portantiſſima Piazza, miglio, e moſchetti. -

as el Hamria, capo del terren roſſo, conſiſte in due gran.


chiuſe è riſtretti di terra,
V, ed el Aaſel.valle, è torrente di Mele, così chiamato per
ragione di certa traditione, che in qualche tempo fuſſe quiui
cócorſa vna gran quantita di ſchiere d'api le quali haueſſero eo
là nell'aſprezze, e rigidezze di quelle rocche fatto mele in tanta
copia, che fuſſe ſcorſo fino al piano della valle, la cui lunghezza
verſo il mare tira poco men di tre miglia.
Targia del Naſciaro, ſcaglione, è entrata per doue ſi cala da .
quella terra alla pianura per andare alla parte occidetale dell'Iſola.
Contrada delle Saline nuoue (a differenza delle vecchie, é anti
che) in queſte a giorni noſtri ſi fa ogn'anno quantità di ſale, che
ſi eſtrae, e manda fuori dell'Iſola, il cui prezzo tocca all'erarie
del Sig. G. Maſtro Principe. -

Di qua facciamo ritorno alla contrada della Melleha verſo Ponente


vltima parte dell'Iſola oue termina l’inhabitate.
Ghallis, contrada di diuerſe terre. - -

Vardia. Montagnuola, che ſouraſta alla cala di S. Paolo, così


nomata per occaſione della guardia di giorno, che quiui ſi fà
per iſcoprire il mare di Tramontana, ſono poſcia ſituati alle
ſpalle di queſta verſo terra i ſeguenti luoghi. -

Vyed Cannotta. Valle di quel nome molto aprica, 5 amena .


e piena di diuerſi giardini fruttiferi a marauiglia belli,e delittioſi.
Kalaa tal Abid, eminenza di collina rileuata, e ſito forte, sù l
quale (com'è traditione) in certo tempo li ſchiaui (Aabiddet
si in Arabo) fuggendo da padroni ſi fecero forti per alcuni
giorni, con animo di non ritornare alla dura, è odioſa condi
tion ſeruite, alla quale ritornarono poi coſtretti dalla fame, am
maeſtrati, e fatti per eſſa accorti della riſolutione già ſciocca
mente preſa, -

Gebel el Ghzara. Montagnuola del Giubilo Chzara vien chia


Al a CO
72 DEL LA D Esc RI TT. DI MALTA
mato quel grido de Soldati vittorioſi nelle battaglie per qualche
vittoria ottenuta: forſe che tal nome le reſtò per alcun felice ſuc
ceſſo quiu ſeguito a fauor de noſtri in qualche zuffa contro di
nemici. Per lo meno è certo quello auuenne l'anno i 565: nella
fuga,e calca, che ſi diede à Turchi, quaſi nel medeſimo luogo
dall'eſercito Chriſtiano indefeſſamente perſeguitandogli, men
P° 3. lib.
tre fuggiuano alla volta della cala di S.Paolo per imbarcarſi, nella
fogl. 7oa, º qual fattione la giouentù Malteſe, come racconta il Boſio ſi ſe
gnalò grandemente e combattendo trionfò.
28uſeudien. Padre de'Neri Contrada. -

S. Brancato. Contrada, doue ſono diuerſi giardini molto va


ghi, e colmi di diuerſe frutta.
Puales. Contrada della cala di S. Paolo, dal cui nome vien così
chiamata.
2idenia. Giardino.
Vyed Bufula. Padre della faua. Valle con alcuni giardini,che
mirabilmente l'adornano, 8 abbelliſcono.
Ghar Ghliem. Grotta del Seruo. -

Tà Safafa. del ſalce albero, quiui ſono fontane, e ruſcelli


d'acque, doue per auuentura erano anticamente piantati ſalci,
che ricercano qualità di terreno acquoſo.
Vyed Ooſe el Hida. Valle, nido del miluo, vccello di rapina.
Giardino del Puales.
Giardino di S. Martino . -

3allut.Quercie,picciolo territorio, - -

Aayn Ballut. Fonte delle quercie.


Chazerna. Giardino.
Aayn l'Estas. Fontana .
Ginental Ramla.Giardino dell'Arenale.
Acuplu. Terre.
Aayn Toffieha.Fonte del pomo, territorio, e giardino del Sig.
Gran Maeſtro Principe, queſto fù già feudo.
Sotto ſi vede vn'altro fonte detto Fauara, cioè bollore.
Xedum Sargi.
Aizebel Kieh.Butta vento, così denominata dalla qualità del
luogo ventoſo territorio della Catedrale di S. Paolo.
Aayn 2 nuber. Fonte depini -

Aayn Targia. Fonte dello ſcaglione, giardino.


Sciaarata Shetta. Campo, è ſpatio così detto.
Giardino di Sbetta.

Vyed
ALIBRO PRIMO, NO TITI A VII. 7; -

pr ed el Nahlia, Valle dell'api. - , ,


Salomone, Territorio, che pigliò la denominanza dal nome i
d'antica famiglia; hoggi è poſſeduto dal Möte della Redentione.
- Aayn tal Calcara. Fonte della fornace di calce. --
Redim el Bies. Diroccato del falcone,luogo alpeſtre,ſcoſcieſo,
Se eminente, doue ſi dice fabrichi il ſuo nido quell'vccello.
Redum el Reſceu con li ſpatij, territorio. -

Xelàm l'AscKiaK. diroccato di ſpaccature, è forſe meglio luo


go di papauero ſeluaggio, che in Arabo ſi dice AscKiK.
Aayn Aeituna, fonte dell'oliuo, territorio della Chieſa Cate
drale di S. Paolo. - - - a
lº yed Santa Maria. Valle di S. Maria, dou'è il giardino di - -- - -
uella deuotiſſima, e miracoloſa Chieſa della B. Vergine ſotto
titolo della Melleha,ſi ſcorge edificata in vna cripta antichiſſima,
già parrocchiale, e per traditrione habbiamo, che ſia ſtata con
ſecrata, come ne danno probabile teſtimonianza i ſegni delle
croci , le quali per di dentro ſi veggono intagliate nella rocca.
i Giardino ta Rapa nome d'antica famiglia, hoggi è del Con
tento di S.Agoſtino della Notabile. - - -
º Giardino d'Angarao (nome proprio) cd vna picciola fontana,
“Ciardino di S. ºlicola con fonte.
º Ghar Buthomna. grotta. e

- Vyedl Aherief valle d'agnelli e - -

- Vetà tàfoKel Redum l'EſcKaKluogo, è ſpatio ſopra quel di


roccato, si - - -

cinùstal Paragni. luoghi da cacciare, è prender falconi. -


Ghar SKalli grotta Siciliana. -
s Ghar Kiteb, grotta della lettera. -
3urgio Torre, hoggi mucchio di pietre, & oue anticamente a
addita eſſere ſtato qualche edificio di Torre.
Vyed el Charrub valle delle carrobbe.
e Ghar Bakrat. grotta delle vacche.
- Ghari Taflia.grotta cretoſa.
Marfa, luogo in queſta guiſa, d'alzare, è portare denomina
to, quì ſtà lo ſcaro della barca del paſſo deſtinata al tragetto dal
Gozo à Malta detta della Maadia, cioè del paſſagio. º
Ghar el Sefà. grotta del contento,ò allegrezza. -

Redum el Kammieh. Diroccato frumentario.


Charel Sepcha.ſopra le ſaline vecchie,grotta. -

E eccoci giunti all'Istmo, ſtretto, è anguſto terreno,frapoſto


in diſtàza di cinquecento e ſettantacinque canae ali due mari.
- i -3 - I ò ſini
74 DELLA D EscR I TT. DI MALTA
ò ſeni,de quali l'Vno riguarda è Mezzo di a Tramontana l'altro,
queſto chiamato Melleha,ò Saline vecchie,e q uello Redim Sciac
ca; e quiui nel mezzo formandoſi vin ſtagno con l'acque, che a
ſcédono,e ſcorrono d'ambile vicine colline volte l'Vna a Ponen
te, e l'altra a Leuante, entrando per vin canale à communicar
ſi il mare dalla parte di Tramontana fino allo ſtagno, ſi viene è
formare, e coſtituiril Cherſoneſo, è ſia Peniſola, di che fece men
rione Tolomeo, quando laſciò ſcritto, Melita Inſula, in qua Ci
uitas AAelite, gr Cherſoneſos, gr Iunonis Templum, 3 Herculis
Templum . Il Cherſoneſo, è Peniſola altri hanno creduto fuſſe
quella, che hoggi noi chiamamo Iſola Senglea, ma s'inganna
perche Tolomeo la pone nella parte occidentale, così ce lo
rono,
fib, a eap. 16;
sicil, antia, teſtifica,e cóferma Cluuerio H'Xserimenideſi Peninſula in occidenta
li Inſule parte ponitur a Ptolomeo,ea igitur fueritextima Inſulepars
in occaſion ſolis astiui proſpectans: quan amniculus ad Septentrio
nes verſus efficit Peninſulam. Il fiumicello, è più toſto picciolo
torrente, che s'incamina, e corre al mare nel ſeno, che riſguarda
à Tramontana, è quelruſcello ch'eſce dallo ſtagno,q uando nell'
inuerno s'inalzano l'acque, e fa il ſuo corſo per il medeſimo ca
nale, il quale peſcia quando ſono baſſe " l'acqua marina
allo ſtagno in tempo eſtiuo. La chiamò ancoPeniſola Giacomo
Par, 3. lib. 33. Boſio deſcriuendo queſto luogo nel raccontarlo sbarco, che vi
f, 694. in fine e fè l'anno 156 s. il gran ſoccorſo. Ecco le ſue parole. Comincian
695. inprincip.
do i Capitani " caricarsi per dar buon eſempio è gl'altri farsi de
neſe forza e diligenza di ridursi ad un luogo eminente, e forte, (que
ſto è la collina di Ponente) che Aſcanio della Cornia ſcielta,g elet
to hauea, paſſando in ogni modo quello stretto paſſi, due l'Iſola di
Malta nelle parti della Ailleha più ch'altraue, e di terreno anguſta
per la grandentratura, che dall'una, e dall'altra parte, quasi incon
trandosi, fanno in dentro le marine, quinci col fondo delleſcline vee
chie,e quindi con l'im trinſecaparte delſeno chiamato Redum Xacca do
ue considerauano che i nemici con poco numero digalere poste dall'una
e dall'altra parte,hauerebbono potuto con l'artigliarie, 3 in altri mo
di facilmente vietargli quel paſſo e tener quiui il nostro eſercito aſſe
diaso, g in quella Peniſola della Milleha rinchiuſo. , -
Queſta eſſendo ſtata per l'adietroluogo, e ſpatio publico il G.
Maeſtro Principe de Paula a 2. di Giugno 163 3. conceſſe all'
Vniuerſità della Città Valletta,Vittorioſa,e Senglea per non mo
ſtrarſi verſo di lei men benigno,S: indulgente di quello ſi era di
schiarato con l'altra della Notabile, nell'aſſignarle ſotto li 2 1. di
Gennaio 1628. vn'altra parte de Campi, e ſpari publici in quel
- - diſtretto
f, i BR O P RIM O, 3 èXT I g Ai VIII, 5
diſtretto della Melcha per valerſarie è bella poſta i vita e l'altra,
Communità della rendita in benefieie publico, prouedendo il
vi iſteſſo tempo non ſolo alle biſogna loro ma an cora all'astre
ſcimentò dellè biade,viticri,S: altro che ſi raccoglie nell'Iſola ei
c è "As A
se importante all'wtiltà viniucrfale, con ridurre a coltura quei ) si sa
" ſeruiuario per il raccolto de ſterpi e bruſche da 2
fuoco, come anco per paſcoli d'animali è prò d'alcuni pochi Iſol
lani, e mafimamente di quelli più vicini, che tra di loro ſi
li Sgodeuario, -
oi og -.s:a - - - i

- Vien deſcritta detta Peniſola nella conceſſione di q uell'Emi


nentiſſimo, con i termini e confini infraſcritti cioè dalla Portelli T. e sºrio..
et & N.
in détro:( così chiamano il paſſo per il quale di ſopra quell'altez,
za, quaſi come da vna porta sentra nella peniſola) com prende
dole rocche e balze che ſi trouano " la grotta Tafflia,l'altra
tal Bakrat, fino al muro di Vyed el C arrub al Redum Hamar,
cioè dell'Aſino fino alla punta detta l'Aharaſe, che vuol dire,
aſpro, e tira circondando il lido del mare fino al poſto ſeguente,
CerKeiia, à Marfa luogo del tragetto della barca dal Goxe à
Malta: indi proſeguendo con li redumi fino alla punta del loo
Cortin, Promontorio, che termina con il campo,e ſpatio con
ceſſo alla Notabile fine al giugner della Portella. 5
º Aayn tuta. Fonte del celſo,ò come ſi rauuiſa in vn diſegno
antico dell'Iſola tal fir.ieren delle tartarughe. Il ſudetto forte è
- ,
poſto quaſi in mezzo alla Peniſola, -
o ci r" - ,

- PARTE HA B E TATA DI MALTA.

- -
- - -
-
- iS .
N o T I TI A v III.
. . . - - - - -- --
-
-
-
-
-
-
- -
- - - -
-

V ſempre l'Iſola noſtra in riguardo alla ſua non molta ,


grandezza, colma, e ripiena d'habitatori. E ſe bene con la
venuta della Sagra Religione,e doppo il ſuo feliciſſimo dominio,
ella ſi può dire iabitatima , S: aſſai frequentata da molti fora
º ſtieri, che vi ſono concorſi, S elettoni domicilio,e ſtanza, oltre ,
poco meno di cento famiglie di Rodi,che fedelmente la ſeguiro
no, facendoſi noſtri coloni, tutto che all'hora prima, e doppo
6, l'aſſedio del 1 5 65.molte delle noſtre,allettate dalla fertilità,8 ab
l bondanza della Sicilia, colà ſi traſportaſſero. Non reſta per que
foche né ſia ſtata per il paſſato aſſai popolata,di che ne fà chiara
ſº º rotta vna relatione, che diede Michele Saccando de Vittoria ,
al Re Ferdinando d'Aragona, come ſuo regio miniſtro, che
d e - i
f
K 2 tù
74 DELLA D E SCRITT. DI MALTA
fù in Malta, e morì circa l'anno i 52 o, eſſercitando il carico di
Munitionero della Città, e Caſtello a mare di queſt'Iſola.
Di detta relatione,e ſuo cotenuto ſi fa mentione in vna lette
radi quella Maeſtà ſcritta al Vicerè di Sicilia a 5. di Gennaro
?Nell'Archiuio
della Gitta.
:1499. da Ocaña, oue ſi fa fede ch'all'ora in otto Parrocchie e
di Malta foſſero quattro mila combattenti ſenza quelli della Cit
tà, e ſuo Rabato, di Caſtello a mare, e Borgo, ne quali conſiſte
ua il corpo principale degl'habitatori, mentre i" dalla Città
vſciuano in occaſione di fattioni militari poco mendi cento car
ualli armati,ò in vn'altra lettera dell'iſteſſo Rè ſcritta al ſuo Am
Nel medeſimo baſciatore reſidente in Roma nel 1514, a 15. di Maggio, ſi di
Archiuio.
ce per informatione fatta dal Decano mandato ad eſſa Maeſtà,
che fin d'allora per tutta l'Iſola ſi trouauano in eſſere più di ſeſ.
ſanta Aldee, cioè Caſali, laſciando le proue di queſta frequenza,
se copia d'habitatori ne tempi più rimoti,e lontani, come in par
ticolare la teſtimonianza di Tito Liuio,il quale afferma,che nell'
impadronirſi i Romani della noſtra Città, mentre ſtaua in poter
- " , ſi ritrouarono due mila huomini di preſidio,
come ſi farà più eſpreſſa, e chiara mentione à ſuo luogo,
Ma nel preſente, prima che da noi ſi vada più alianti e ſi pro
ceda alla deſcrittione depoſti particolari di queſta parte habita
ta dell'Iſola, che termina nel ſuo littorale di Leuante, e negl'altri
di Tramontana, e Mezzogiorno dirimpetto, è a dirittura della
Città, oue ſtanno ſituate tutte le Terre, Caſali, è Ville , dequali
è piena, e colma queſta metà dell'Iſola, habbiamo ſtimato bene
dichiarare alcuni termini per notitia, & intelligenza anco de
proprij noſtri paeſani.
Primieramente è da ſapere, che la voce Rahal nel Siriaco, è
Arabo idioma, con la quale noi intendiamo chiamare qualun
que de'noſtri luoghi aperti in ſignificato di Caſale i dinota pro
priamente, e vuol dire Statione, e non caſale così ce lo inſegna
l'Arabico Chriſtiano,ò Geografo Nubienſe nella deſcrittione del
la Sicilia, intendendo per nome di Statione qualſiuoglia poſto di
luogo, ancorche da vn ſolo habitato, e di queſte ſtationi ſi co
me anticaméte ve ne furono molte diſtribuite, e diuiſe per l'Iſo
la, come ridotti per commodità degli Agricoltori per ſcampo,
e ſtanza de paſtori, 8 anco delle loro greggia, chiamate fin -
hoggi Miriehel, &in ſingolare Merhila, e quelli Rahhalin, è
Rahbal, così è quel primo habitatore del poſto accoſtandoſi, è
cóuenendo poſcia altri ad habitare,aggiungendo nuoui ridotti,
e caſe nell'iſteſſo luogo, ſi ſono andate di mano in mano am
pliando,
LIBRO PRIM o, N o TI TI A VIII, 77
liando, e creſcendo le dette ſtagioni, che ſi ſono ingrandite nel
inodo, che hoggi ſi veggona,conſeruando tuttauia il nome pri
miero, & antico di Kabal, men proprio di quello Eldar,cioè ca
ſe, che in Iſpagna diconº Aldea corrottamente eſſendo originati,
e deriuando l vno, e l'altro da Aduar, come ce lo riferiſce Luis Lib. 1. cap. 29.
del Marmol nella Deſcrittione d'Africa cioè da quelle habitatio
ti, che alcuni Saraceni tengono per l'appunto ſotto tende mo
bili per trasferirle da vin luogo all'altro,ſecondo gli tOrIla più có
modo le quali eſſi chiamano Adduari (denominatione preſa dall'
ambito circolare) nel q uale rinchiudono l'habitatione di cento,
è cento cinquanta tende, collocando, è aſſicurando nel mezo
l'armento loro di notte. Sono queſte tende teſſute di lana, e peli
di capre con tele di Palme, componendo,è intrecciando il tutto
inſieme, di che riſultavn panno sì groſſo,e ſodo, che viene à re
ſiſtere gagliardamente à gl'infocati e cocenti raggi del ſole,S al
la pioggia per grande che ſia, le vniſcono poi,3 auuicinano tal
mente inſieme, che formano come vin muro all'intorno, ne ſi
puol entrare nell'Aduar, ſaluo che per due aperture, per vna del
le quali ha l'entrata l'armento,e per l'altra l'Vſcita e queſte chiu
dono, e rendono ſicure di notte con ſpine, perche colà non en
trino leoni a danneggiarle; la caſa in buon linguaggio Arabo ſi
dice Bait. Quindi Bethlem, Betſaida, & altre voci, e termini co
muni nel Caldeo, & Ebreo, Idiomi, ch'hanno fra di loro con.
l'Arabo molta corriſpondenza, ci affinità. E noi Malteſi chia
amiamo il tetto della caſa Beit, Pigliando il tutto per la parte. Il
radicale di Aahal, e il verbo Rah, che ſignifica andare, in modo
che Rahal, vuol dire lo ſcopo,S: il termine, al quale per ſtatione
ſi pretende dal viandante,e per le leggi, 8 inſtitutioniArabiche,
s'aggiunge l'M. per poter quindi più ageuolmente formare la
parola Merhla, è pure Mirehel: ne in Malta ci mancano luoghi,
oue anticamente furono habitationi, che da noi fin hoggi ſono
chiamati con la voce Diar, per il già detto ſignificato delle ca
ſe come, Diar el duyeb,Diar Handul, Diar el zara, Deir el Bakar,
Deir el Binet, Deir el Saf, l'Abbatiata Deir, Deir limara, S. altri
molti,che à bella poſta ſi laſciano. Cosi dunque hebbero princi
pio, e furono originate le Ville, e Caſali dell'Iſola in tempo, che »
i Saraceni la dominauano, è più toſto barbaricamente tiranne
giauano, prouandoſi ch'all'hora,quando poſcia ne furono glo
rioſamente cacciati da Normanni, erano in piedi molti Caſali, e
Ville, oltre la Città, come ci vien teſtificato da diuerſi Autori, e
particolarmente per teſtimonianza di Gioſeppe Bonfiglio Iſto- P.1.lib.4f184
-
- TICO
78 DEL LA D E SCRITT, DI MALTA
rico Siciliano, il quale raccontando l'arriuo del Conte Ruggiero
in queſt'Iſola è danni de Saraceni, in queſta guiſa diſtorre. Sap
prodò all'Iſola di Malta hauedo prima laſciato Gouernatore di Sicilia
Giordano ſuo figliuolo,da cui in vano era ambita quell'impreſa, e diſ.
motato in terra con tredeci Caualieri, mentre che gl altri diſinotauano
sù palſchermi, s'azzefà con gl'Iſolani, che armati erano venuti per
vietargli il terreno, C hauendogli ributtati, e figati , e tratto una
-granpreda da Villaggi,andò con l'eſercito ad aſſediare la Città, (3 c.
Ecco fin dall'hora come verano de Villaggi e da quali ſe n'heb
bero gran vettouaglie à prò del campo. Ne perciò vogliamo
intendere, che prima de Saraceni ne tempi più rimoti, e lonta
ni non vi fuſſero ſtati ſparſi per diuerſe parti dell'Iſola altri luſo
ghi habitati vedendoſi fino al giorno d'hoggi molte rouine di
antichi edifici in non pochi luoghi, e di grandezza altresì
conſiderabile, e particolarmente per quei veſtigi, che appaio
no nella contrada di Marſa Sirocco ſecondo il parere di Filippo
sii antia.it. Cluuerio,che ſia quiuiſtata alcuna Città,ò habitatione, burlan
2.ca P. 16.
- doſi del ſentimento di Quintino, il quale vuol quel circuito,
che colà di più di tre mila paſſi (com egli dice) ſi miraua a ſuo
tempo, di reliquie di fabriche, fuſſe ſtato dell'antico, e famo
ſo Tempio d'Ercole: vdiamo le parole apportate da lui col te
ſto di Quintino. Herculis templum ad austrinum Inſula situm,
Vicum habuit, vel Oppidum sibi iunctum . Quintinus ibidem :
Aerculani templi immenſa adhuc reliquie patent, circuitu in paſſus
ter mille g vltra, in eo Inſule angulo, quem ab argumento loci pa
tria lingua Auri portum nominant. Ima pars extst in pl riſue,lapi
dum longitudinis, craſsitudiniſaue ſtupende, ſegue il Clu nerio.
En, quis temere crediderit, vnum templum tria ampliàs milia paſ
ſuum occupaſſº? Nugae ſunt. Vicus erat circa portum pºſtus. E poco
più appreſſo volendo il Cluuerio dimoſtrare, che l'habitation,la
grandezza e magnificenza degl'edifici; in Malta non conſiſte
uano, ne ſi riſtringeuano nell'anguſtie d'vna ſola Città; ma ſi
ſtendeuano anco in altri luoghi dell'Iſola, ſoggiugne. Ac Dio
dori verba, que ſupra perſcripsi integra, vbi depulchritudine, ma
gnificentiaque edificiorum agit, non ad unum Oppidum Melitam,
2

ſed advniuerſamſpectant Inſulam. - -

Queſta parte habitata di Malta, dalla Città verſo il lido Crie


tale, habbiamo ritrouato in alcuni diſegni di Girolamo Caſſar
Ingegniero Malteſe,eſſere ſtata diuiſa, e diſtinta in due altre par
ti cioè a dire vna del 27eitùn verſo Leuante, l'altra dell'Aaraar,
da Marſa Muſcetto fino tutto il territorio di Bircarcara , cioè
- - quella
1. I B R o PR IM O, NOTITIA VIII, 79
so
èº quella degl'oliueti, e queſta del ginepri, de quali anticamente ,
fili quiui era gran copia,è abbondanza, e benche eglino non ſi ri
trouaſſero per tutta, vollero nondimeno quei primi, che così le
º iſ denominarono,che i due luoghi più principali deſſero il nome a
lº ſh)

ti pf
à tutto il rimanente. Proſeguendo adunque la deſcrittione in,
l

Uſl
queſt'altra metà dell'Iſola dobbiamo ritornar, e farci di nuouo
da capo, cominciando à bella poſta dalla noſtra Città, e ſuo di:
) jº ſtretto per cidurci poſcia a finire terminare il reſto verſo Leuáte.
h:5 . Per tanto diciamo,ch'ella hebbe da Saraceni il nome di A4e
lal)
)Il 1.
dina, per antonomaſia, nome generico,e comune anco ad altre
Città, come ſarebbe a dire, in Iſpagna Medina Celi, Medina de
lº Rioſecco, Medina del Campo, M" Sidonia, &altre diuerſe, S.
ne i
l l in Africa al Medina di Dn Kela,al Medina di Eſcura nel Regno di
lI..
Marocco, 8 altre d'auantaggio. Contiene, e racchiude queſta -
pi Città col ſuo Borga detto Rabato à lei congiunto, cinquecento
litº ſeſſanta cinque fuochi,e due mila ſeicento,e vent'vn'anime,con
riº forme al computo, e ruolo fatto nell'anno 1632. per ordine del
lº Duca d'Alburquerque all'hora Vicerè di Sicilia,dal Bagliuo Fra ,
Don Carlo Valdina con aſſiſtenza del Dottor Santoro Baua pro
curator Fiſcale in quel tempo del Regio Patrimonio, mandato
in Malta a queſt'effetto il quale ſeguiremo pur hora per eſſer l'wl
timo nel dar contezza defuochi,e dell'anime, dei luoghi habi
tati, come habbiamo fatto altresì nei già deſcritti di ſopra. In
maggior numero ſenza comparatione alcuna ne'tempi paſſati
furono gl'habitatori della noſtra Città ſminuiti, e mancati con
la fondatione dell'altre, che appreſſo ſeguì nel ſecolo paſſato, co
me per ordinario auuenir " alle Città antiche, da quali mer
cè le nuoue vicine, vanno inſieme con lo ſplendore, e magni-A si
ficenza, tuttauia ſottraendo gl'habitanti di eſſe. Anzi queſte º
iſteſſe, alla fine, non che le perſone, è le caſe, merſicate da vele
noſi denti del tempo à poco a poco s'intiſichiſcono, muoiono,e
s'inceneriſcono; onde à ragione potè dir Seneca. Nihil priuatim, Epift. 91.
nihil publicè stabile eſi; tam homina,quam Vrbium fata volutantur.
E Torquato Taſſo. Gier, ſi lemms ,
liberata» cant.
Giace l'alta Cartago, a pena iſegni, 15:ſlanz 2o.
Dell'alte ſue ruine il lido ſerba.
Auoiono le Città, muoiono i Regni. -

Ghar KibirGrotta vaſta, e grande. In queſta cauerna ſi ſono


ricourate ad habitare in diuerſe ſpelonche alquante pouere fami
glie al numero di ventiſette,e di cento, e diciaſette anime, quaſi
la maggior parte Paſtori, è Pecorari, per occaſione del vicino
ſpatio
8c DELLA D E SCRITT. DI MALTA
ſpatio, e campo publico, per commodità, che vi hanno da far
paſcere l'armento,e loro gregge. -

CASALI DINGLI, E TARTARNI. Dingli così chiamato dal no


me di famiglia Malteſe, ſotto queſto Villaggio ſono anco com
preſe alcune poche caſe d'vn altro caſalotto detto Tartarui,non
lungi da Monte Verdala, ſtanziano in ambedue, trecento, e
trent'otto anime, in ſettanta cinque caſe. -
as el Hamria. Capo di terreno vermiglio vicino al Canoni
cato di Ghar Barca: quiui ſi vedev n pozzo d'acqua viua molto
profondo chiamato Ras el Eryan,cioè a dire capo delle fon tane,
impercioche ſi tiene,che colà ſia la ſcaturigine principale e capo
de fonti di quelle contrade non molto lungi dalla Città,e che in
qualche tempo eſſendoſi fatta certa ſperienza (come ſi ſuole)
con olio, e morca ſia poſcia ſtato riconoſciuto il ſegno in altre
fontane anco diſcoſte da queſto luogo; inditio ben chiaro del
la dipendenza è corriſpondenza con quello . -
Fom, el TiKan. bocca delle fineſtre e -
Ta Seguna,
- -- - v -
-
- -
- - - - -
- -

Tà l'Abbatia tà Deyr. - - e ti
Ta Ciaa Ki, ſaſſoletti, è breccie. - - -
- 2 - - I
-
-
Tà Barriera. - - - -

Bir Szegrella. Pozzo. d'acqua vita, tenuta da noſtri antenati


cotanto ſaluteuole, che la dauano à man ſaltia find à i febrici
tanti, era vina di quelle del condotto della fontana, che veniua ,
alla Valletta,hoggi non viene più efà quindi tolta per le cagio
ni,che ſi diranno, è aſſegnaranno nel diſcorſo di detta fontana.
Gharyeſcem,e Tabia. Territorio con giardino, feudo,ch'hoggi
vº. s poſſiede la Caſa Caſſia. º iri e r rio - o ſi
Aayn Hammem. fonte debagni, ſcaturiſte non molto diſco
ſto dalle mura della Città per la parte di Maeſtrale e ferue di pu
blico lauatoio à prò è commodo de paeſani, i nº -
NEKRIET. Luogo è queſto diroccame con poco di terra in
diuerſe parti di quello, il quale per eſſer publico fa benignaméte
conceſſo nella maggior quantità a pouere famiglie per edificar
ti caſe, con vn picciolo cortile in ciaſcheduna, le quali hoggi
ormai ſono in numero, che formano vin caſalotto di cinquanta
cinque fuochi, è è habitato da ducento quaranta due anime.
i Aaya Clieb. fonte decani , giardino con terreno, 8cvna ben .
commoda caſa da villa, il tutto podere dipendente dalla fonda
tione laſciata dal G. Maeſtro de Paula per fabrica di galere. Il
fonte forti la denominatione da cani,ſuppoſta la traditione, che
- -- - iſl
LIBRO PRIM O, NO TITI A VIII. 81
in queſto luogo ſi ſia fatto da Chriſtiani vn crudo,ma giuſto ma
cello degl'empi Saraceni ſgridandogli, e chiamandogli cani in
quella fiera pugna, e duro conflitto, di cui ſi diſcorrerà più auan
ti à ſuo luogo -
- Gebel tà Saluatur Montagnuola denominata così dalla Chic
ſa quiui ſopra edificata,ſotto nome,e titolo del Saluatore,
i Aayn Pietro. Fonte di Pietro.
El Hafet. due pezze grandi di terra,così nomate da Haf, che
ſignifica " o tapeto, " , che quelle ſiano così diſteſe, e
iane; ma forſe meglio, che ſiano dette l queſto vocabolo Haffe,
che vuol dire eſtremità,ò confine dvn terreno ad vn'altro, cioè a
dire quella ſeparatione, è diuiſione frà l'alto, 8 il baſſo.
Tà Zilla. Giardino che fù poi chiamato di Corogna, poſcia di
Perdicomari padroni di eſſo; la caſa ſarebbe più vaga e delitioſa,ſe
foſſe ſtata fabricata nel ſito più ſublime, 8 eminente, è non in quel
baſſo,e paludoſo poſto, , º -
- Ginen elferes. dio del Caualiero, è ſoldato a cauallo deno
minanza reſtatali dall'Arabo, e nell'Idioma Spagnuolo la voce
Alferez, vuol dire il porta Inſeggna, à Bandiera di qualche compa
nia de Soldati chiamato i" anco da gl'Italiani Alfiero. Queſto
f" ſuole anco chiamarſi Giardino delle due " cagie
ne di quelle che ſcorrono ſgorgando l'acqua in due vaſi all'incon
trovna dell'altra allogate in vn cortile coperto già da gl'alberi 5 C
dalle pergolate, che lo rendeuano ombroſo, e freſco. Fù il pode
re della caſa di Naua, l'arme, lei ſi ſcorgeua in vna delle due fon-a di
tane con vn ſcritto, che dicea. Omnium rerum est viciſsitudo,hog
gi è poſſeduto dal Sig. G. Maeſtro Principe, - -

Aayn Cayed, Fonte del Giudice,indi ſi chiama Alcaide il Giudi


ce, è Caſtellano di fortezza in lingua Spagnuola, nome deriuato
dall'Arabo,è ſituato quiuianco vin belliſſimo giardino,che fù an
ticamente della caſa Calauà,l'arme della quale fin'hoggi è colloca
ta ſopra la porta, e nel di ſotto vi ſi legge Limen ingredere letus.
Ginen el Soltan. Giardino del Rè, o Principe, di cui è hoggi in
ſieme col precedente. -

L'Estorioli terre così denominate da vna famiglia per origine e


Meſſineſe, ehe in quei tempi le poſſedeua. - - -

Aayn Collia, Fonte di tutti, è commune, il che par che ſignifi


chi la voce Collia.
Ginen tà Sandar Giardino chiamato con quell'agnome, che
fù già vn tempo della famiglia Vella. -

Giardino di S. Lucia. v

L. Td
82 DEL EA D E SCR I TT. DI MALTA
- -- - - , - - r- - - - a r e -- - -

- -
Tà Giregia, è Giardino di S. Aleſſio; Gergiar,è ſignificato, d'vli
- º » 11 - -

ue, che doppo l'eſſer ben mature cadono dall'albe


- --
ro.
- -- - -
Gebel Ghrab, Montagnuola del coruo.
El Mitarfa, Collina così detta, perche ſembra che quaſi ſpor
ga in fuori dal termine, è finimento, quiui è vn beneficio eecle
ſiaſtico, come anco la Chieſa di S.Nicolò titolo d'vn canonicate,
il ſito ſta dirimpetto alla Città Notabile per Ponente, tramezzan
doſi vna vallicella, nella cima, e ſommità della quale ſi crede ſia .
ato anticamente il Tempio di Proſerpina fregiato, 8 adornato
già di belliſſime colonne ſecondo atteſta, e ne fà iede l'Iſcrittione
- - - - - . .. V N .
colà ritrouata in vina tauoletta di marmo, e di cui ſi darà più am
-
- - - - - - - -
º - - - - - -
-

pio ragguaglio a ſuo luogo con maggior chiarezza. Pºi


Kibur elihut,Sepolchride Giudei ſopra la medeſima collina allo
gati in ſpatio publico ſe ne veggono alcuni fin'hoggi citiati nella
rocca viua con titoli, e lettere intagliate in carattere Ebreo, li
quali paleſano il nome del defonto quiuiracchiuſo in quei ſepol
chri, e luoghi veniua data anticamente ſepoltura à gl'Ebrei, che
habitauano nella Città, e ſuo Rabato pria, che dal Rè Ferdinan
Dec, 2. lib. 9. do il Cattolico nell'anno 1494.e ſecondo Fazello nel 1492. com
cap. I I, ſomma prudéza,dal Regno
o
di Sicilia, da Malta, e da altri ſuoi ſtati,
Appare dell'eſt fuſſero ſcacciati con grandiſſimo lor vituperio, e con ſomma ,
pulſione de'Giu
dei da Malia ne vtiltà di tutt'i Dominij di quella Maeſtà mai ſempre inuitta.
gl’atti di Not. Ta Kangu Terre. - - - - - -
Giacomo Sab- .
b. ra all'4 720, Ginen Chira da Chayr, cioè a dire buono, è fertile. e ..
" N. Tafia Cretoſo Terreno. N.

Giardino della Venerabile Aſſemblea ,ſotto le mura della Città.


58eneficio di S. AMargherita. – i - - -- -

-r

Zucana nome compoſto di due voci Bù, e Cana,la prima ſigni


fica padre, S origine, per denotare con l'altra congiunta ſecona
uer in ſommo grado qualche qualità, accompagnandoſi nell'Ara
bo con moltiſſime parole compoſte, che cominciano dal Bù; in
din habbiamo altresì nel Malteſe le parole Buhagiar, 3ughaddas,
Bu Eeeriyen, Buaad bam, Bu Krey Ka, Pafula, 'Bumon Kair, & in fini
l - - - -

te altre. E Cana vuol dire condotto d'acqua ſotterraneo, e quello,


che ſi dice in latino Tubus, di qualunque materia,che ſia, ſi pigia
e s'intende poi per tutti quei luoghi, di doue ſuol paſſar l'acqua ,
come ſono quelle aperture, che ſi ſogliono è belli poſta laſciare ,
nelle muraglie campeſtri, perche l'acque da quelle pollino libera
1m e1lte ſgorgare,e non habbino il corſo impedito. E perche il tCi –

ritorio di Bucana ſoggiace à riceuere tutte l'acque, che dalle parti


ſuperiori del Fiddemi, e di altre, che vengono è sboccare in eſſo,
quaſi
LIBRO PRIM o No TIT1A vIII s;
di quaſi in canali per tramandarle nel baſſo, quindi fu detto Bù Ca
na, nel reſto poi quel territorio, è nobil feudo con titolo di Baro
nia molto antico nelle famiglie di Malta, hoggi ſi ritroua in quella
ſi: Deſguanez.obligata perciò al ſeruitio militare, -

CCcº Tà Veneſia, fertile territorio così chiamato. i


ll Cli) Hemſia, fù già per l'addietro nobile,e principal feudo dell'Iſola ,
sitº vltimamente comprato dal Gran Maeſtro de Paula, applicato,
lei. 8: incorporato alla ſua fondatione per fabrica di galere,hebbe quel
lorni nome da gl'antichi,forſe perche era molto atto,e buono per ſemi
fitti narui de ceci, che ſi dicono Hemmes, benche da altri in alcune
pie ſcritture venghinomato Tomisia.
Terre della Mantia. -

Altre della Maddalena, e ; -

Tà Pons con altre ſotto il palagio della Città, che ſono del
Principato. .
Dueuer. Terre, che pigliano la denominanza dalla forma circo
lare, che tengono. . . . -

SaKKaia, terreno con horto, in cui cadendo lo ſpandente dell'


abbeueratura ſortì il nome di Sak Kaia. , -- -

Diariel Zara. caſe de ſeminati, territorio. s - -

- Tà Dolf territorio parimente. Dolf, è vna ſorte di pianta, che s


naſce nelle valli lungo il corſo d'acqua creſce, e poggia in alto con
molti rami di cinque in ſei palmi chiamata Lapazzo.
- E quì par che finiſca,e termini tutto il diſtretto de'campi,eter
reni ſituati ne contorni della Città.
Prebenda. del canonicato di S. Giacomo.
Xti,
Tà Rimiedi. Terre di color di cenere,da cui preſero il nome,ch'
appartengono al cumulo della Carità, - -

aſiº Tà Ailit. Territorio. - -

col: - CASAL MOSTA. Volendo noi deſcriuere il Caſal Moſta, è da


clº ſapere che contiene fuochi,ò caſe trecento, quaranta quattro, e
Bi; ſº
mille, cinquecento ſettanta noue anime. Nella militia però ſog
bili giace alla Capitania della Terra Naſciaro, alla cui parrocchial
iniº Chieſa nello ſpirituale, è cura d'anime, era anticamente anco ſot
topoſto, ma nel tempo, e gouerno di Monſignor Gargallo, fi
ſi pigº ſmembrata la ſua Chieſa, eretta in parrocchiale. Erano gl'habi
C que ratori molto più comodi pria che ſaccheggiati fuſſero all'impro
ſtigiº uito nel 1526.da certe fuſte de'corſari, liqualihauendo fatti ſchia
librº ui fino al numero di quattrocento, per ricattarſi, i miſeri furono
e il coſtretti a vender i loro terreni, che poſſedeuano nel proprio di
nºſi ſtretto con rimanerpoueri,come di preſente ſi ritrouano. -

e L 2 Andar
ai
s4 p ELLA D E scRITT DI MALTA
Andar,ò Baidar el Blat.Pianura diroccami,ò Aia,detta da Latini
Area,nel qual luogo da Turchifà piantato lo ſtendardo reale nell'
anno 1565. per ritirar, e richiamar la loro gente,ch'à gran paſſi
fuggia perimbarcarſi,doppo hauer abbandonato l'aſſedio con lor
ran dolore,e ſcorno. -

Figura. Imagine della B. Vergine, che quiui è in vharocca di


pinta à freſco. - , i ; - -- - -

Aal Meyn. Caſalotto così chiamato anticamente,di cui hoggi


dì è rimaſto ſolo il nome.
Gebeltà Santa Margarita. Montagnuola denominata dalla
Chieſa,che quiui in honor di sì glorioſa Santa è fabricata. -
Ezzaatar campagna, è ſpatio publico, 8 altre terre dell'iſteſſo
nome, chiamate in tal guiſa dall'herba ſatira, o timo, che vi ſi
r

raccoglie. e :- - -- - -- - - - - - - -- - - - -
-
--
-
-
- -- -
--
-

Guedia tà S. Maria, luogo così nomato per vna Chieſa della


B.Vergine noſtra ſignora,e padrona. . .
Hal Dheef Caſale del macilente, ò debbole, hoggi ſenza habi
tatione di ſorte alcuna. -
TERRA NASCIARO. E ſituata queſta Terra in poſto eminente,
vno de migliori,e di più buon'aria, e di più vaga, e delitioſa viſta ,
di tutta l'Iſola, quiui in vna Torre, che ſcuopre, e rimiratui e la
parte di Ponente, e Tramontana, riſiede vn Caualiero Capitano
di quella militia che comprende d'auuantaggio il già detto Caſale
della Moſta,è il ſeguente di Ghargùr il nome della Terra ſi deriua
dal verbo Naſciar, che ſignifica ſegare ſi che Naſciàr vuol dire
ſegatore. I fuochi di lei non ſono più di quattrocento,e trenta
cinque, li quali contengono anime due mila, 8 ottantacinque, gl'
huomini d'arme di tutta la Capitania ſono poco meno di ottocen
to, onde ella è perciò in molta conſideratione, e vien arrolata frà
le principali. Gli habitatori di eſſa (alla quale hoggi ſi ritrouain
neonairmeria corporatovn Caſalotto nominato Muſelmet,) ſi vantano,e ſiglo
º 3 lºsſeº riano eſſere ſtati i primi,che riceueſſero ilSagro Batteſimo e la vera
fede di Chriſto per mano del glorioſo Apoſtolo S.Paolo,come i più
vicini alla cala del ſuo naufragio,e sbarco. Laonde aſſeriſcono eſſer
la voce Naſciar corrotta da Naſſara, cioè Chriſtiani per eſſer ſtati
i primi Chriſtiani dell'Iſola. ; - -

Sciaara talbieb Naſciar poſto,ò ſpatio dell'entrata al Naſciaro,


oue è deſtinata vna guardia. -

Torre del Capitano.


Gebeltà S. Pietro, Montagnuola,doue ſi ſcorgevn Tempio fa
bricato nelle rocche dedicato a quel gran Cam Pione di S.Chieſa.
- El
LIBR O PRIMO, N o TI TIA VIII. 8; e
El Maatab. Sortì tal denominanza dal mal paſſo, è ſcabroſo
camino, quaſi, che faccia zoppiccarquelli, che vi capitano.So
no in quel contorno diuerſi giardini, e terre colme tutte d'oli
ueti, e vigne, e - - - - - , - -

Chieſa della Madalena feliciſſima penitente. - --


- Vyed di Caſal Ghargur. Valle. -

El Cortin, nome comune a tutti i promontorij. - - - - -:

- CASAL GHARGVR cioè di Gregorio. Nella Militia è ſoggetto alla ,


Capitania del Naſciaro, ſi dilata in ducento trenta due caſe, e
contiene mille è ducento anime. Y
Valle ſotto la Chieſa di Santa Maria dettata 2 ellieKa, perche a
il ſuo pauimento eſſendo molto laſtricato, pulito, e liſcio, Sz al
quanto pendiuo, facilmente vi ſi ſdrucciola. In queſta vallata ſo
no molti giardini d'aranci, oliueti, ficaie, e diuerſe altre ſorti di
alberi. - - -,
Vyed el Dis.Valle così chiamata piena ſimilmente, e ricca di
giardini, d'alberi, d'oliueti, vigne,e di gran quantità d'amandorle,
e carrobe.- - - - e º -

El SciueKt. Territorio delle ſpine, ma hoggi dall'induſtria dei


paeſani, è tutto piantato dell'iſteſſe ſorti d ieri accennati di ſo
ra, e con molte vigne, che vagamente l'adornano.
El Sue Ki. Territorij così nomati dal radicale Se Kia, cioè a dire
lenze, tauole, e quartieri, come quelle degl horti, che ſogliono
ſouente inaffiarſi, perche poſcia rendino il deſiato frutto, benche
propriamente SeKia ſia il condotto, ò canale per doue corre l'ac
qua; E quì continuano li giardini, e vigne, che tuttavia ſpeſſeg
iano con diletto de riguardanti, e molta vtilità dei padroni.
Vyed el GhamiK. Valle profonda tutta ripiena d'alberi, e pian
tata con vigne, che la rendono maruiglioſamente bella.
Vyed Amer, nome proprio di Saraceno. Valle pure fertile di
giardini, e medeſimamente denominata da A4 aammer,che ſigni
fica habitata. -

Vyed el Klil.Valle di Roſmarino,ma hoggi d'ambe le parti ame


na,e feconda d'alberi,e di viti, che producono frutta ſaporitiſſime.
- Birel Hut. Ciſterna di peſci, quiui ſta ſituata vna Valle di tal
nome con Chieſa dedicata a San Giorgio, e ſi ſcorge vagamente º
fregiata, e piantata d'alberi è guiſa delle precedenti.
i yed Hal AAàn. Valle di Caſal Màn, pur campeggiano molti
giardini d'amandorle,carrobbe,e fichi al guſto molto diletteuoli,
CASALE MANNA. E sì picciolo, queſto Caſale, che non
mette in eſſere più di noue fuochi, contiene anime ſeſſanta ſei. Il
IlO In C
86 DELLA D E SCRITT. DI MALTA
nome ſi crede, che deriui dal cognome di qualche famiglia ,
poiche frà l'altre Chieſe ven'è vna ſottotitolo dell'Aſſontione della
B. Vergine, altrimente chiamata di la Manna. Nella militia
ſoggiace alla Capitania della Terra di Bircarcara, e nello ſpiritua
le ſta vnito alla parrocchiale di Caſal Artard come à ſua matrice.
Ghadira di Torbet Gharfagna Sta gno,ò pantano di tal nome,ſer
ue à noſtri tempi di publico lauatoio. Torba ſignifica ſepolcro.
CASAL BORDI. Altro picciolo Caſale ſoggetto pure nella mili
tia,& anneſſo alla capitania di Bircarcara, e nella cura d'anime alla
Chieſa di Caſal Attard, contiene fuochi diciotto, 8 anime nouan
tadue. Bordi ſignifica giunco marino.
Ghadira tal bordi.Stagno ſerue anco di lauatoio à gl'habitanti di
quel luogo - -
-- - - -
-

Miſrah Cola, Piazza di Cola. Vien detto da Malteſi Miſrah,


quel piano, è piazza, ch hanno ne Caſili , doue ſi riducono ne
giorni feſtiui à diuiſar frà loro ; hoggi in queſto piano ſi veg
gono piantati diuerſi oliueti. s
Vyed el Hemsta. valle dal nome di territorio, è feudo così chia,
mato, di cui ſi fece mentione di ſopra,
Chieſa di S.Agneſe. i -
- -

La figura. Imagine della B. Vergine in vna nicchia nella viua


rocca dipinta. - - -- - -

. Altro luogo chiamato Diar el Zara. caſe del ſeminato con alcu
ni ridotti d'acqua. - - -
S. Martino con le valli, intorno, che lo circondano, 8 abbellis
ſcono. - - -

Vyed Enzita. Territorio del Monaſtero di S. Pietro della Nota


bile . - - - -

Tà Bert. Territorio. - -

CASALE ATTARD. Viene in queſto compreſo vn Caſalotto


chiamato Hal Varda, cioè Caſale della roſa,le cui caſe ſono hog
-
gitalmente vnite & incorporate con quelle del maggior
v - - - - co e, che
quaſi piu non ſi diſtinguono. Egli poi vien così chiamato - -

dal no
-

me d'vna famiglia Miteſe, originaria dal medeſimo Caſale ,


hoggi trasferita in Sicilia nella Città dell'Alicata, doue nobil
mente viue con vna Baronia in caſa. E ſituato quaſi nel mez
zo del camino della Valletta alla Notabile. Nella militia ſi tro
ua ſottopoſto alla Capitania di Bircarcara. Le ſue caſe compon
gono il numero di ducento cinquantaſette, e l'anime aſcendo
no à mille ducento diciotto. Si vede da alcuni anni in quà orna
to d'vna belliſſima fabrica di Chieſa, e d'vna caſa, che vi feedi-.
ficar
; LIBRO PRIMO, NO TITI A VIII. s;
ficar il Dottor Giacomo Muſcato nel luogo dou'egli nacque ,
huomo per il carico, che ha eſercitato di Conſultore del S.Officio
molti anni ſino alla morte e per la ſua dottrina, e bontà di vita ,
d'honoreuole memoria. (Y -

Vyed el Seuda. Valle della nera.


Giardino tè Vyedenzita, d'eſquiſite,e ſaporoſe frutta.
Terre tà Bſcirun. Vyedel Mafu. Valle,
Stagno detto ta Sirina, Chieſa di S. Andrea.
Terre tà Baiadha. Ghadira, ſtagno, lauatoio.
S. Martino ta Nitta. Chieſa.
Terre dette ta Trapani, parte e membro di quelle del Monaſte
ro di S. Benedetto di Catania. - -

Vyeeel Rahal,faccia del Caſale Chieſa di S. Paolo. - -

Ginien Meluieh.terreno. Tberrini. Terre. -

Vytd 2 embuc. valle del ſambuco, - -


Eſcimieſci, ſolari. Terre del Veſcouado. - - -

Tà Ruyeg. Terre del Canonicato di S. Biagio.


Chieſa, titolo del medesimo ſanto. - -

Tabria Tiberiade. Territorio feudo nobile con titolo di Baronia,


che fù conceſſo nell'anno 1 3 1 5. dal Rè Federico ad Artaldo de ,
Barba, hoggi è poſſeduto dal Barone di Fringintini della Città di
Noto della nobil famiglia Deodato, e Landolina. -

Vyedtà Deyr el Saff. Valle denominata in queſta guiſa dalle ca


ſe. Saff, ſignifica ordine, e diſpoſitione, è purificare, hoggi co
munemente chiamata della Tabria per doue correndo vin ruſcel
lo d'acqua, che ſgorga dal fonte della Cantra, cioè Arco, che qui
ui era anticamente, ſopra del quale trapaſſata, e con li ſpandenti,
e riuoli dell'acque del Boſchetto, ſi rende queſta vallata a gl'occhi
de riguardanti molto vaga delitioſa, e copioſa inſieme di diuerſi
giardini, e vigne abbondanti di rare, 3 eccellenti frutta. In que
o luogo godevna nomata Testaferrata non inferiore all'altre ,
vn mio nipote con caſino fornito di tutti gli arredi e commodità
di villa diletteuole (podere de ſuoi Antenati.) Il ſito la coſtitui
ſce più amena,e godibile; percioche quiui,e ne vicini giardini ſi fà

! la principalcaccia di beccafichi, di tortore, tordi, ed altri vecelli


ſe
di paſſaggio à ſuoi tempi,hauendoui fatto piantare lungo il corſo
" ua vna quantità d'alberi di pioppo,e di diuerſe altre ſpecie,
che formano vn vago, &ombroſo boſchetto, & vltimamente con
la condotta dell'acqua Laurentina, in eſſa vigna, per libera gratia,
e con decreto dell'Eminentiſſimo Sig. G. Maeſtro Principe mio
Signere,e del ſuo Sagro Conſiglio compito ella rieſce aſſai più deli
-
, - tioſa
-

ss DELLA D E SCRITT, DI MALTA


tioſa; onde mio Nipote per eſprimere il grand'obligo, &humiliſ
gſima diuotione verſo l'Eminenza ſua colà nel muro del caſino ha
fatta porre la ſeguente iſcrittione e memoria.
D. O. -- M. V -

- - Di ' . . ,

SER E NISS. LA SCARI MA GNO. MAG.


AD EPTO PRI N CI P A TV, -
NO TAB IL E M V RB E M I I I N O N O CT O B
A V S P I CA T O IN GR E D 1 E '
I A CO B VS TE STA FER RA TA D E ROB ERT I S. V, I. D.
- -

EIVSDEM VRBIS P RAE F E C TVV S, ET IVSTITIA RIVS ,


PER PETVAM E O E I l T A TEM EXO PIANS
- - -

º AN. DOMINI MDCXXXVI.


-

. - - . . . . . -

Zlat el Kamar. Roccami della luna così detti, perche quiui in


terra nella viua pietra ſi ſcorgevna figura di quel Pianeta.
Torre di Saguna, - e
TERRA zEBBVGI. Queſta è la maggiore di tutte l'altre ben.
habitata, fornita di botteghe d'artefici di diuerſe profeſſioni, e di
famiglie molto commode, i cui habitanti trattano principalmen
te, e ſi eſercitano nel trafico di bambagia, e filato , s'è poſcia au
uanzata, 8 ampliata in modo, che hoggi vi ſi trouano vniti,3 in
corporati due piccioli Caſali, chiamati 'vno Hal Muſci, l'altro
Hal Duìn; vi ſono caſe di mediocre bellezza, & alcune, che po
trebono garreggiare con quelle della Città, e principalmente vna
magnifica Chieſa ſotto titolo, 8 inuocatione di San Filippo d'Ar
girio. Contiene fuochi quattro cento cinquantaſei,è anime due
mila ſettanta quattro. Gli uomini d'arme aſcendono poco meno
ch'à ſeicento, ſoggetti al Capitano della Città Valletta, il nome º
della Terra, che dinota oliue ſeluaggie, potrebbe ſere per auuen
tura, che deriui dall'eſſer ſtato il luogo forſe abbondante di que
gl'alberi al tempo de noſtri antepaſſati. - i
Rabàta Szaarura. Terreno dell'Azzarolo. 2 -
# di Santa Maria tal Chilas, cioè della liberatione molto
diuota, e freq uentata dai fedeli, - - - - -

Hal mule. Caſale del ſignore, hoggi è rimaſto col ſolo nome,
Tà Arràm. terra così chiamata da i mucchi de grani, -

Ghar Elma. Grotta d'acqua. Vyed el Berbri. Valle,


Tal AAaaiiec, dello ſtorto. Terreno,
Airehel. Contrada di greggia,ò armenti.
Chieſa del Saluatore con terreno, Chieſa di San Nicola,
Torre, e Giardino di S. Antonio; fatti già fare dal Signor Gran
Maeſtro de Paula per ſuo diporto,ampliando vn luogo,che quiui
haueua prima della ſua promotione con più quartieri e terreni, ne
li quali
LI B R o PR IM o, N o TI TI A VIII. ss
- quali tutti fece piantare d'agrumi,e d'altri alberi d'eccellenti, e ſa
poroſe frutta portate dalla Sicilia,dalla Fracia, e da altre parti d'Ita
lia. Fù queſto luogo abbellito con diuerſi edifici, 8 in particolare
d'vna riguardeuole Torre accopagnata, è arricchita di tutte l'offi
cine neceſsarie ad vm regio,e vago palagio al pari di qualunque al
tro,ornato ci belliſſime fontane d'acquaviua,la quale s'incamina,
e và à verſare in due gran vaſche, è peſchiere prouedute,e ripiene
di molti peſci di fiumi, laghi, e ſtagni, che fevenire da Sicilia. Il
luogo è ſtato poi laſciato dal medeſimo G. Maeſtro anneſſo &vni
to,anzi per capo,alla ſua fondatione per fabrica di galere, in ſerti
li
gio della ſua Hnuittiſſima, e Sagra Religione. -

CASALE BALSAN. Queſto nome ſignifica eſſattore di datio, è


tributo, è ſoggetto nel militare alla Capitania di Bircarcara,e nello
ſpirituale alla Parrocchia dell'iſteſſa Terra; contiene fuochi centa
quaranta,Scanime cinque cento, 8 ottantaquattro. Tutto il ſuo
contenuto,e diſtretto cagiona,e rende vina viſta molto vaga,eſſen
do da ogni parte colmo,e pieno d'alberi d'oliue, amandorle, e car
robe, non n en che l'altro del ſeguente caſale, verdeggiante, apri
co,3 ameno. Ond'hebbe occaſione vn perſonaggio foraſtiere ri
mirando queſta contrada,di lodargl'habitatori d'induſtria, e dili
genza, in riſguardo d'altri terreni, ne'quali potendoſi da padroni
piantar alberi (eſſendo per ſeminar poco atti) li laſciano aridi, e
ſecchi ſenz'alcuna verdura, mercè alla traſcuraggine loro. Il no
me di eſſo Caſale vien'originato ancora da famiglia Malteſe.
CASAL LIA. Di queſto ſimilmente v'è in Malta vin'altro co
gnome. ll caſale poi è vno delli ſottopoſti al Capitano di Bircar
cara nel militare. I fuochi che contiene ſono ducento diciotto, e
l'anime mille cento ottantaquattro; tutto il ſuo contorno ver
-
deggia per la moltitudine, e gran
- è copia d'alberi, che in quello
piantati ſi ſcorgono e -

i cdtà Hal Lia. Valle del medeſimo caſale piena di diuerſi


giardini, che d'ogni intorno la circondano. - - - -

: Chieſa di S. Michele Inuittiſſimo Principe della Militia celeſte.


Aarar. vm gran patio campo, è contrada di territorio, il quale
anticamente era tutto pieno di ginepri, che tanto ſignifica lavo
ce Araar, hoggi in eſſo ſi veggono quantità d'alberi di fichi, e di
carrobbe. Queſto era il poſto in altri tempi del Caſale Burcarcara,
che fù poſcia prudentemente ritirato ou'è al preſente la Terra, per
sfugire le ſpeſe ſcorrerie, e continue inuaſioni de barbari corſari,
che vi s'introduceuano a depredarlo per dentro Marſamuſcetto
prima, che la Sagra Religione haueſſe il dominio di Malta, eſſen
Mi doui
9o D E L LA D E SCR I TT. DI MALTA
doui rimaſta fin'hoggi l'antica Chieſa di S. Elena primo titolo di.
uella Parrocchia.
Chieſa di S. Elena.
Vyed el Ballut. valle di quercie, hoggi non ven'è alcuna.
Chieſa di S. Giuliano, che diede il nome advna picciola cala vi
cina il cui circuito, è diſtretto è tutto pieno di belliſſime, e fecon
di dime vigne, che ci danno l'Vua primitiua bianca nomata in al
cune parti d'Italia Attica, è altre ſaporitiſſime frutta, eſſendo tut
to queſto terreno ſeccagno. - -

Sciaaret el Ghar, ſpatio inculto della grotta, che quiui è nel


mezzo ſotto vina rupe,doue anco è vin giardino d'alberi di fichi.
Sciaarata Vyed el Kebir, campo del vallon grande. Si veggono
pure colà coltiuari alcuni giardini, li quali rendono il paeſe non
meno fertile, e fecondo, che bello. -

TERRA DI BIRCARCARA. Il cui ſignificato è di pozzo fred


do, è del ſtraſcino. Fra queſta Terra, e quella di Naſciar è ſtata ,
ſempre antica emulatione, e conteſa in materia di preceden
za, & anteriorità d'erettione di Parrocchia, e però frà l'vna, e
l'altra in quanto alle Chieſe ſi troua ſtabilita l'alternatiui al pre
cedere nelle proceſſioni, e nel portar le Croci loro,per euitar ogn'
inconueniente, benche nel militare, 8 in altri atti ciuili,e politici
pretenda queſta Capitania col ſuo Popolo d'eſſer in poſſeſſo della
precedenza. E ſtata poi Bircarcara d'alcuni anni in quà grande
mente fregiata con l'erettione, che ſi è fatta nell'Inſigne ſua Chie
fa ſotto il primiero titolo di S. Elena d'wna Collegiata di dodici Ca
nonici con vna dignità di Prepoſto, come ſi dirà a ſuo luogo più
particolarmente. Nel reſto,ella côtiene fuochi quattrocento vent'
otto,8 anini e due mila e cinquecento, ornata,è abbellita di mol
te torri. Di eſſa Terra nell'anno 1 6 37. in vna deciſione della Sa
Coram D. Ala
ditore Carrillo
gra Rota di Roma, ſi afferma, come ſegue. Quod Bircarcara sit
ſi b die 9, De
Clericis, ( c. Doctoribus, Scholaribus, agricolis, diuitibus, gr aliis in
cembrir. colis insignita, Ecclesiis,ſei Templis decorata, platea, C vicis hortis,
campis, ac edificiis urbanis,G rusticis culta, frugibus, ſegetibus arbo
ribus,vineiſ); abundans, AAercatorum commercis, C mecanicis arti
bus numero ſufficienti repleta, ambitu,g situ magna, grc. Qualità, e
conditioni, che quaſi tutte ſono comuni all'altre Terre dell'Iſola,
nc'quali riſiedono Capitani a guerra,e principalmente alle due di
Zebbugi, e Cormi; tutto che il Capitano loro ſoggiorni nella ,
Valletta ſotto la cui prefettura ſono compreſe, onde ſi ſono ſteſe,
e poſte quà le ſopraſcritte parole della deciſione, perche ſi poſſono
adattare aſſai bene forſe a tutte, e ſi conoſca generalmente, 8 ap
2 o - prenda
LIBRO P RIM O, NO TI TI A VIII. 9 I'
- la
iti pre nda lo ſtato,e la conditione loro, hauendole chiamate Terre ,
anche il Boſio nell'Iſtorie, e dal Sommo Pontefice à queſta, di cui P. lib.s.f3».
- arliamo, viene anco aſſegnato il nome di Terra nella Bolla della
lº, ſua Collegiata. -

cili, ! Chieſa di S. Giorgio detta tal A4 a Kta .


efa: Aa Kta picciolo ſpatio, è campo, nel quale ſi cacciano,e pren
tanº dono tortore a ſuo tempo, e perche quaſi tutta è ſeparata, e da .
nos per ſe recinta, diceſi A4aKta nome deriuante da Maktuaa, cioè
- tagliata, vi ſono delle carrobiere, & altre ſpecie d'alberi abbonde
iuiti uolmente. - -

ifici Vyed el Misida, Valle della Peſchiera, è ſtagno d'acqua, che


reggi vien'originato da vm fonte, il quale ſcaturiſce vicino al lido del
lesi. mare, quaſi bollendo, e ſgorgando, ond'è detto Fauara; quiui d
vna Chieſa della Beata Vergine Signora noſtra.
zzo: Chieſa di S. Venera. Titolo d'vn Canonicato.
rei. Chieſa di S. Giuſeppe, Caſa, e giardino delitioſo, e vago, il tutto
r: quaſi fatto a ſpeſe del Commendator Frà D. Eugenio Remirez
i Maldonato all'ora Vicecancelliere mio predeceſſore, e benefatto
i
ri
re;fabricido
liere ſopravn debole pricipio,che gl'haueta dato il Caua
Frà Pietro di Gaeta religioſo molto humile, e di vita eſem
e plariſſima, che colà ſolitario ſi era à bella poſta ritirato per ſeruir
º i a Dio. Il luogo In proprietà hoggi è del Magiſterio, -

ti - AIal Ca rat Caſale anticamente fabricato in vn piano né la ngi


iC dalla Chieſa di S. Bartolomeo frà le due ſtrade che vanno a Cur
di mi, e Bircarcara,hoggi v'è rimaſto veſtigio ſolo d'alcune ciſterne.
) º n. Chieſa di S. Maria del Kortin, cioè promontorio, che ſporgen
o doſi verſo la bocca del porto, và a terminare nella pita detta hog
" gi di Dragutto, allato alla medeſima Chieſa tengono da pochi alIl
i
deli ſ
ni in quà
Città i Reuerendi
Valletta vina loroPadri Conuentuali
poſſeſſione, di ilS. ſito
che per Franceſco
in queldipogget
queſta
º. to,e la vicinità del mare,diuenirà molto diletteuole.
ali º Dachletel Kaſab,entratura, è ſeno delle canne,fondo di Marſa
;
ui ſtº
li muſcietto,doue il mare ſi reſtringe, talmente,che ſembra per l'ap
punto vn canale diceſi delle canne quella contrada come parime
iº te ſi ſuol chiamare l'altra parte del porto maggiore nella Marſa ,
li" picciola,perche quiui da peſcatori vien tenuto,S. apparecchiato vm
l " ordigno di canne legate, e poſte artificioſamente inſieme di circa
ediº ſei,ò ſette palmi di larghezza,il quale da eſſi prolungato, e diſteſo
ineº in mare, poi vnito,e riſtretto in forma circolare, peſcano i muletti,
loſtº cefali, i quali ſaltando dal mare nel canneto,vengono dallime
voſº geſimi peſcatori (poſti nel mezo di quel circolo) poſcia ammaz
, &? - , - M 2. - – zati
indi
, DELLA D E scRITT DI MALTA
zati con ſpeſſi, e replicati colpi di certi baſtoncelli, che tengono in
mano,correndo con deſtrezza in diuerſe parti per doue ſi ſpiccano
i peſci con vaga,e diletteuol viſta de ſpettatori. -

Chieſa di S. Nicola, chiamata hoggi S. Maria d'Atoccia detta da


paeſani el Samra cioè la bruna per vin Immagine della Madonna -
Santiſſima dipinta in Spagna di tal colore, ſecondo l'Vſo antico a
ſomiglianza di quella Miracoloſiſſima di Madrid, donde quà por
tata davn diuoto Malteſe fù collocata, e poſta in detta Chieſa pro
pagandoſi,e creſcendo tuttauia non meno la veneratione verſo la
B. Vergine, che la fabrica di quel diuoto tempio, di cui ne iù prin
cipal fondatore Gioſeffo Caſauri, impiegandoui quaſi tutto il ſuo
hauere,oltre l'erettione d'vna perpetua cappellania nella caſa Ma
ro di due vicende la ſettimana. In oltre con limoſine de fedeli
Chriſtiani, che con larga mano ſomminiſtrano. Egli viſſe, morì,e
fù ſepolto in detto luogo. -

El foſsi, contrada così chiamata per alcune caue, che ſi veggo


no in terra a guiſa di pozzi frà la Chieſa di S. Gioſeffo, e Curmi,
Biryahlef pozzo d'acqua viua.
TERRA CVRAMI. Per la vicinanza, che queſta Terra tiene alla
Valletta, ſi è accreſciuta, 8 ingrandita da alcuni anni inquà mi
rabilmente di caſe, e d'habitatori, in modo, che quelle aſcendo
no al numero di ſei cento, ottanta tre, e queſti a tre mila trecento
venti ſette. Ella è ſituata in quella valle, che conduce alla Marfa
per ciò era anticamente d'aria cattiua, per la quale erano reſigl
habitanti ſcoloriti, e deformi. Ma adeſſo doppo che vi ſono intro
dotti i forni in gran copia, che prouedono di pane gl'alberghi de
Caualieri, molte caſe del particolari, & in gran parte la donitioſa,
è abbondantiſſima piazza della Valletta, ſi è purificata quell'aria,
e vi ſi viue non men bene,ne con minor ſalute, che negl'altri luo
ghi dell'Iſola. L'eſercitio di quei fornari non ſolo ſoſtenta la mag
gior parte de poueri, ma alcuni ſono diuenuti in breue ben com
modi.La Terra poi contiene molti buoni edifici, e particolarmé
te la fabrica d'vna grande, e bella Chieſa Parrocchiale. Hà copia
di giardini, e moltitudine d'horti, che ſi ſono fatti lungo il piano
della valle verſo la marſa per l'acqua viua,che colà ſcorre in gran
copia, e con moltabbondanza ſi ritrouacauandoſi il terreno po
chi palmi; onde da per tutto, 3 in ogni parte ſi ſono fabricate »
molte machine, è ordigni da tirar in sù artificioſamente l'acqua
per inaffiar quegl'horti, e giardini, da quali ſi prouede d'herbag
gi in buona parte la Città, ella ancora è abbondante di pollami,
e vi ſi lauorano molte coſe di paſta in tutta perfettione. Nel con
- - , - tOTI1O
LIBRO PRIM o, N o TI TI A VIII. 93
torno poi di eſſa Terra erano piantate ne'tempi paſſati moltiſſi
me vigile, che per ciò fin dall'hora ſortì il nome di Cormi voce ,
corrotta da Carin, che in Arabo ſignifica la vigna, è da Carme,
cioè vite piatata eſſendo quel terreno per la freſchezza,e bontà del
luogo, 8 altre proprietadià ciò attiſſimo, laonde in Meſſina fino
al preſente chiamano Raselcurmi,cioè capo delle vigne vn luogo
poco diſtante dalla Città. Voce rimaſta con moltaltre dagl'Arabi.
Ma come che a Malteſi rende più conto coltiuare il buon terreno
per ſeminarui del grano, ſi ſono colà diſmeſſe, e del tutto ſpianta
televigne. Per quello poi, che tocca al militare, anch'ella ſoggia
ce come la Terra Zebbugialla Capitania della Città Valletta.
El Himeri, terreni roſſi per la qualità, e colore che hanno.
“Bir Eeheyer, ciſterna d'acqua viua,così denominata dal cogno
me dvna famiglia.
Terre tà CiaaKi, per la quantità delle pietre picciole.
Bir el Meru, pozzo pure d'acqua viua.
Pianura della " -

Bir Buhagiar, pozzo così nomato per le molte pietre, è dal co


gnome di famiglia, l'acqua è perenne, e continua, che non vien
mai meno.
Caſe,e giardino con territori della Marſa,anticamente feudo no
bile della caſa de N " del Conte,hoggi Duca di Monte
leone de Signori Pignatel i,che lo vendè al G. Maeſtro, e Principe
laCaſſiera, pertanto è poſſeduto al preſente dai Succeſſori.
Bir el Vaſa, pozzo ſpatioſo, & ampio d'acqua viua.
Aayn Filep, fonte di Filippo, di cui l'acqua ſi chiama della Mar
ſa,e prima ch'alla Valletta ſi conduceſſe la fontana, ſi faceuano da
queſta l'acquate delle galere, e d'altri vaſſelli, perche è dotata di sì
rara, &eccellente qualità di conſeruarſi più ch'alcun'altra in lun
ganauigatione ſenza putridire:
Dachlet el Kaſab, ridotto, è ſeno delle canne, così chiamato per
la ragione detta di fopra, nel luogo dell'iſteſſo nome in Marſamu
ſcietto, cioè per conto della preſa, che fanno con eſſe i peſcatori
de'muletti, è cefali.
Ghuardia, contrada nel contorno,e circuito della Chieſa di Sar
ria ſottotitolo della B. Vergine, e ſua Immacolata Concettione ,
quella Chieſa diceſi di Sarria dal fondatore, che fù vn Caualiero
Nauarro di detta famiglia, il quale per ſua diuotione l'ereſſe, e fa
bricolla l'anno 1.585. -

Ta Formagi, terre,ò contrada di tal nome,il quale ſi diſtende di


ſotto la Madonna d'Atoccia fino alla Maria Picciola.
- -.
- Kortin
94 DEL LA D E sc RIT T. DI MALTA
Kortin, promontorio sù l'eminenza,e cima del quale habbiamo
il noſtro Caſino di S. Giacomo, -

Corradino. Territorio anneſſo,e membro del feudo della Marſa,


ſul quale, ſi ſcorgevn poſto detto Paragno,per cacciar, e pren
der falconi. - e -

Ghar Chanzira. Grotta della troia. - - - - - - -

Torre di Aayn duyeli, del fonte delle viti, -

CASAL PAVLA. Queſto Caſale fu fabricato in tempo del Gran


Maeſtro di queſto cognome,ſopra il terreno dipendente dal Feudo
della Marſa ſpettante al Magiſterio, con decreto del Conſiglio co
pito fatto nell'anno 162 6. Tutti i cenſi,che pagano le caſe,e giar
dinetti quiui fabricati ſi ſono anneſſi alla Rettoria della Chieſa di S.
Vbaldeſca, che fù Monaca di queſta Sagra Religione,eretta,e fatta
edificare da quel G. Maeſtro con bolla apoſtolica di Iuſpadronato
del Magiſterio per vn Cappellano dell'iſteſſo ordine, con peſo, S.
obligo di farui celebrare la Santa Meſſa ne giorni feſtiui,& in quel
lo della ſolennità di eſſa Santa,(à cui è dedicato il dì 28.di Maggio)
col veſpro,e di dar al Magiſterio ciaſcun anno ſcudi venti,e come
più diffuſa,e largamente ſi contiene nella bolla data in Roma l'Vl
timo di Luglio del 1629. e regiſtrata nella Cancellaria dell'ordine
ſotto li 12.di Nouembre i 629. Nel reſto poi quiui ſi veggono al
cune fabriche ragguardeuoli le caſe aſcendono al numero di cin
quanta,e quello dell'anime, che vi dimorano a cento,ſeſſanta. Nel
lo ſpirituale ſoggiacciono alla parrocchiale di Caſal Tarſcien aſſai
vicina, e nel militare alla Capitania della Terra Bis Kallin detta di
Santa Catarina,
- - - -

Eſka Keluati.Viottolo piano.


Vyed el Tigegi, valle delle galline. -
Qui s'entra nel gran vallone detto el Chanda K per andar all'in
sù dalle pianure della Marſa verſo Sirocco,e Mezzo di .
CASALE FARRVGI. Contiene poche caſe, le quali in tutto n6
paſſano il numero di dodici, e le anime, che vi habitano, ſaranno
intorno à cinquanta tre. Il nome diluideriua da quello d'wna fa
miglia Malteſe,il cui ſignificato denota Polcino. E ſituato que
ſto Caſalotto nell'alto della ſponda orientale del gran Vallone in
queiroccami,ſoggetto nella militia alla Capitania della Gudia.
Ghar Chanzir, grotta del porco. - - -

7 a rieysset. Terre di queſto nome,cioè picciole teſte.


Al Aakba tal Chanda K, eſtremità del foſſo, benche Chanda K,
propriamente ſignifichi foſſato di Città,ò vero condotto d'acqua.
VOcd Cerda, il cui ſignificato, è denominatione prouiene dal
-

“v
verbo
LIBRO PRIMO, NO TITI A VIII. 9

verbo che ſignifica inuiluppare,ò diſtruggere perche forſe la pie


ma dell'acque rouina, e tira ſeco molte coſe. Eſſendo il luogo vn
vallone, che comincia di ſotto a Caſal Duyn nel 2ebugi. Quiui nel
fondo è poſta la diuotiſſima Chieſa della Beata " ſotto tito
lo della ſua Viſitatione, la cui ſolenne feſta,e tutta l'ottaua ſi cele
bra con molta frequenza di Popolo; ſtà ſituata in quella ſolitudi
ne,e frà quell'alterupi,a canto ad vn belliſſimo giardino. Il tutto,
rende il luogo più venerabile e di molta diuotione. -
Dal quale ritornando al gran Vallone, in cui tramanda il pre-.
cedente di Kerda le ſue acque ne tempi di pioggie ſi và a termina
re (inuiandoſi verſo la parte ſuperiore) nell'habitato ſeguente.
TERRA SIGGEVr Co L CASALOTTO RAAIA. Queſta Capi
tania nelle coſe militari tien il comando ancora di due Caſali, Sci
luc,el Kibir,lhaueua pure nel paſſato ſecolo di quello di Kideri poſto
nel camino per andar da Zebbugi à Monte Verdala,hoggi ſi ſcor
ge in tutto dishabitato. Dal Siggeiy hanno origine molte buone,
e commode famiglie di ricchi Borgheggiani di quel luogo. Le ca
ſe, è fuochi, che queſta Terra racchiude ſono ducento, e nouan
ta cinque, e i" mille quattro cento,nouanta quattro.
Tutta poi col ſuo recinto, e contorno ſi vagheggia piena d'albe
rie di verdure, che la rendono giuliua, & allegra,e di vantaggio
abellita,S adorna d'alcune buone caſe,e ſogliono faruiſi vini eccel
lenti, non che buoni, ritrouandoſi nel ſuo territorio molte vigne
d'vue eſquiſite.Vſcendo poſcia dal Siggeiy con laſciar à bella º
poſta nella mano diritta il feudo della Tabria con la ſua valle, già
da noi diſtintamente deſcritta a cui ſouraſta la fontana de Lauren
ti, ch'ha la ſua limpidiſſima ſorgente in vina " tiran

do, e volgendoſi a ſiniſtra verſo l'altra valle de'Gorghenti, s'incon


tra di preſente. - - -- - - - --

Deyr el Bakar, Caſe delle vacche territorio.


Gorghenti, belliſſimo giardino ſortì la denominanza dal Caſtel
lo, di cui ſoura vita rupe vicino alla fontana ſi veggono ancora i
veſtigi di groſſime pietre, 3 anticaglie, ( piccioli,e miſeriau uan
zi del tempo purtroppo vorace, che i Malteſi in gratia di Fallari
Tiranno di Giorgenti loro ſtrettiſſimo amico fabricarono, impo
nendoli il nome di quella Città, come ne rende verace teſtimonia
za il Buonfiglio Iſtorico Siciliano trattando di Fallari, quando diſ P. s . lib.2.f. 68,
ſe. Fù costui amico de Maltesi, perche si veggono in Malta ancora le
rouine d'un Castello nomato Agrigento. -

E Aayn el Kibira,Fontana grande giardino de principali con ter


ritorio; podere del Tribunale dell'Inquiſitione di queſt'Iſola:
, - Chieſa
l
96 DEL LA D E SCRITT. DI MALTA
Chieſa della Madalena, nel Redum diroccato di
GebelCiantar, Montagnuola di Ciantar cognome d’antica e
buona famiglia Malteſe, dalla quale come padrona della princi
pal parte di quel territorio prende il nome tutta la contrada. Que
ſta è colma, 8 abbondante d'acque ſorgenti, di vigne,giardini, e
terre fertili, e ſopra tutto di buoniſſime, e ſaporitiſſime frutta, e
dolciſſime vue,3 in particolare di quelle lunghe, che noi Malteſi
chiamamo Beſulet el Bakra, cioè poppe di Vacca, e che più dell'
altre ſi conſeruano nelle pergolate di quei luoghi, li quali eſſendo
eſpoſti al ſole, º alla viſta del mare per la parte di mezzo giorno, al
ridoſſo di quell'alte,S: eminenti rocche, che li difendono dalla rab
bia di furioſi venti contrarij,rieſcono quiui i giardini più fecondi,
e fruttiferi, e molto delitioſi. In modo, che di qua preſero occa
ſione alcuni de'noſtri Cittadini di fabricarui alquante caſe di Vil
la cômode,8&amene in quell'aria, maſſimamete molto ſaluteuole.
Aayn Kadi. Fonte del Giudice, in queſto luogo ſucceſſe il miſe
rabiliſſimo caſo auuenuto à quella vaga, e belliſima, non me -
P. 3. lib. 27. che pudica, e caſta Donzella di cui racconta il Boſio, che fatta
fol.559.
preda inſieme con molti altri ſuoi parenti, (che erano della fami
glia Dingli del Siggeiy) da alcuni Giannizzeri,che gl'haueuano ca
uatià viua forza da certe grotte, doue ſi erano ſaluati, e naſcoſti
nell'anno 1565. al tempo dell'aſſedio, fù dal capo di eſſi crudel
mente morta, mentre all'ombra (volendole far vezzi intorno al
fonte) ſi tratteneua per rinfreſcarſi in quel punto ch'eſſa reniten
te alle ſue sfrenate voglie,ſcoprendo la caualleria noſtra, ch'alla ,
volta loro tiraua,allegra non meno di veder, che tantoſto ſarebbe
libera, che di non hauer perſo il pregio dell'honeſtà, cominciò è
gridare alla Madre. Ecco i Chriſtiani, Chriſtiani, da quali fugati i
Turchi per quelle balze, e precipiti reſtarono in loro balia gl'altri
rigionieri, S otto de'Giannizzeri vcciſi. Quindi preſe materia ,
7ppolito Sanf
gio della l'Autor della Maltea di comporre quella ſua legiadra operetta in
Citta di ſciat ottaua rima,in lingua Caſtigliana dolcemente cantando, è pur
tiua,
piangendo sì lacrimeuole auuenimento. -

Aaym Ghliem Alla fontana del ſeruo di Dio,non lungi da vna ,


pietra, è ſcoglietto nomato Hagira tal Vsif sùl lido del mare.
Da Gebel Ciantar ritornando alla parte di Leuante verſo Caſal
Kibir,e contrada del Siggeiny ci s'incontra, -
Noſcieaa, ſorgente d'acqua viua. - -

Miſeyrah, giardino anticamente,picciola pianura, è ſpatio.


El Barnùs, così denominato dalla figura, che fa il terreno ſo
migliante ad vn tabarro,detto dagl'Arabi Barnùs,benche queſto
- propriamente
LIBRO PRIMO, NOT ITI A VIII, 27

propriamente ſignifichi il capuccio,pigliandoſi la parte per il tut


to, da queſta hebbe origine il cognome della nobiliſſima famiglia
d'Albornoz in Iſpagna, e lo ſcudo è ſia corpo dell'arme ſua.
Ta Buha di ſuo padre giardino. -

Ghar Tuta, grotta del celſo. In queſto luogo per lo ſpatio di


mezza ſalma di terreno all'incontro ſono pietre molto antiche di
ſmiſurata grandezza, e veſtigidi fabriche, e fra l'altre la volta di
detta grotta è fatta a lamia di pietre ruſtiche intrecciate,e con geſ
ſovnite ſotto il terreno, nel di dentro da vn lato, per quanto ſi
ſtende la lunghezza,ſiveggono diuerſe mangiatoie ci le nicchie
di ſopraintagliate nella rocca, in vgualdiſtanza ordinate, e diſpo
ſte pervna ſtalla almeno di dieci caualli. Colà nel terreno né lun
gi dall'entrata della medeſima grotta ſi è ritrouato, e ſcoperto po
chi anni ſono va pauimento tutto interſiato di mattonetti à fi
gura di rombo,poſti inſieme, commeſſi nel geſſo, come anco pez
2e di tauole di marmo, 8 vn ſoglio di porta dell'iſteſſo, con veſti
gij de gangheri, sù i quali voltaua i porta. -
Tal A4 azzu,piano ſopra la montagnuola detta
Tà ghemmuna, doue ſi ritrouala Chieſa di Santa Maria nomata
anticamente tè ghemmuna,hoggi comunemente el Aalia, cioè a
dire l'Alta per l'eminenza del luogo, che ſi crede ſia il più ſublime,
dell'Iſola. Queſta Chieſa oltre l'antichità è di molta diuotione. .
Chieſa di S. Lorenzo, nuouamente riedificata, oue appariſcono ,
anticaglie, e pietre grandi chiaro ſegno di bel edificio rouinato, e
diſtrutto. - - - -- - -

Giardino con fonte,e caſa detto già di Turrenſ, famiglia, che di


lui fù padrona. - - . - -

Aayn Moſcia, fonte del cammino,giardino. -


El Himeri, terreni roſſi, -

Btfali, terreni cretoſi ſituati ſotto la Chieſa di S. Lorenzo.


L'Andarta Xiara.Aia di quella famiglia.
El Baiadhat, terreni biancacei, anneſſi, e dipendenti dalla poſs
ſeſſione del Monaſtero di S. Nicolò d'Arenis di Catania. º
Ginen Dors, giardino,e vigne,contrada è queſta di -
HalTabuni, Caſal del noſtro Padre, tanto ſuona la voce Tabu
ni, anch'egli è pure cognome di famiglia Malteſe buona, 3 an-,
tica.Ma del Caſale né vi rimane al preſente altro, che il nome. 2
3eb,e Rahal
s'appella porta,
Kibir, di è andito
là poco del Caſale, s'intende
diſcoſto. : di quello
- .
cheI è
S. Taudar, contrada, che riceue il neme da vna Chieſa di S.
Teodoro,ch'era in quelle parti anticamente,
N. DoKiena,
98 ID E L LA D E SCRITT, DI MALTA

DoKiena, giardino così detto in riſ,uardo della ſituatione del


lu ogo, quaſi che ſporga in fuori come ſedile,ò poggetto, che ſi fa
bricaua anticamente alle porte delle caſe, è alle fineſtre per poſar
ui,ò allogarui vaſi di fiori, i forma di menſole, chiamate da Malteſi
DoKeniet. - -
Tal Cherba, del edificio rouinato, -
Chieſa denominata ta Aan Tus. -

Giardino di Xarà, famiglia Malteſe antica,e riguardeuole.


Tà Bellu di Xara. - - - - -- - -

Ghadirata Xara, ſtagno, è ridotto d'acqua, ſerue hoggi dila


uatoio. -

RAHAL KIBIR. Caſale grande,forſe così nominato, riſpetto è


uelli,ch'erano anticamente nell'Iſola è pure che veramente fiſſe
i" in quei tempi in realtà maggiore,benche di preſente non ſia
più che di vent'vn fuoco,ed'anime ceto,e diciannoue. Affermano
a piena bocca gl'habitanti per traditione deloro Antenati, che ſi
ſtendeua,e dilungaua in tépo antico fino a quel luogo, che hoggi
chiamano Porta, è ingreſſo del Caſale,e che la Chieſa non lungi da
eſſo edificata,detta S.Maria tal Kneyes, cioè a dire delle Chieſe per
le Cappelle, chhaueua d'ognintorno ſeparate, e diuiſe dal corpo
della principale, ſia ſtata la Matrice. Nel reſto queſto Caſale sì nel
lo ſpirituale, come in quello, che tocca alla Militia,è ſottopoſto al
la Parrochia e Capitania della Terra Siggeiy. Dal medeſimo ſono
-oriunde, e diſcendono alcune antiche famiglie Malteſi, e ren
dono di tutto ciò ben chiaro ſegno le quattro Torri de quali vna è
ottangolare ben fabricata che vi rimangono fino a noſtri tempi,
Chieſa di S. Sofia, glorioſa Vergine e Martire. - e

3arrani,cioe quel di fuori, Cótrada riſpetto al ſito del Caſaleſi


tuata trà Caſal Sciluc,è il Kibir,doue ſono alcune Chieſe diroccate.
S. Maria tal Kneyes, cioè delle Chieſe di ſopra già mentouata ,
hoggi diſtrutta, ma tuttauia vi ſi conſeruano inditi,e contraſegni, -

li quali argomentano la di lei molta antichità, Ella racchiude nel


di ſottovn Cimiterio di diuerſe ſepolture a quali ſi ſcendeua davn
lato per alcuni ſcaglioni,era il ſuo tetto ſoſtentato da pilaſtri, pro
- portionatamente diſtribuiti di pietra intera, ſoura de quali ſi ſten
deuano,e voltauano l'arcate in modo che ſi formaua la naue della
Chieſa in mezzo con le ſue ale dai lati, ch'andauano poi leggia
dramente à terminare nel capo,oue ſi ſcorgeuano tre tribune fa
bricate alla Greca, con tre altari ſècondo l'uſo di quei tempi,
Bir Blat.Sei ciſterne formates incauate nella rocca quiui in
terra piana. o ti i -
- - º
E, IBR O PRIMO, NO TI TI A VIII. 99
A Tal Eenie K. Ciſterna di cui diceſi eſſer il fondo laſtricato, e ri
coperto con lamine, di piombo, a guiſa d'alcun altre, che ſi ſono
ritrouate ſparſe per l'Iſola, maſſimamete neluoghi vicini al mare.
. Taltami terreno,oue ſi veggono alcune ciſterne, è latomie,che
ſeruono per conſeruarui acqua piouana,queſte ſono coperte nella
parte di ſopra di groſſe lapide ſoſtentate da pilaſtri di pietra, 8 in
croſtate poi nel fondo, e per ogni parte da lati di bittume, perche
l'acqua non venghi ſucchiata dal ſaſſo,il numero delle quali aſcen
deà quindeci almeno, di queſta guiſa ve ne ſono molte per l'Iſo
la da noſtri chiamate latmie, è gebie.
In queſto luogo il terreno per quattro, è cinque tummoli di
ſpatio, è tutto ſeminato, e tempeſtato di pietre anticaglie lun
gia vina canna, & altre vna canna, e mezza, come anco di di
tierſe rouine di fabriche, ſparſe con vaga confuſione ſul piano, in
diſtanza di mille, e cinquecento paſſi dal mare per la ſtrada, e ſul
camino, che conduce alla grotta chiamata ta lapsi. Sono le pietre
di queſte fabriche murate ſotto, con calce,S; arena, commeſſe poi,
e con bella maniera congegnate,è vnite con geſſo, e pezzi di te;
ſtacci, veſtigio di qualche antico,e ragguardeuole edificio. ,
Guedi Collinette,campo, è podere di Beneficio eccleſiaſtico,
Aagiar Kim, pietre ſolleuate, rouine tutte d'wn edificio de'Gi
ganti,il quale ſarà da noi particolarmente deſcritto più auanti, nel
diſcorſo de primi habitatori dell'Iſola. -

Birel Re Kna,ciſterna poſta, come ſi dice,in vn eâtone,ò rincone,


Chanda Kel Rihan,foſſato,ò valle denominata dalle mortelle,oue
appariſcono ſimilmente veſtigi; d'antica habitatione per cagion
delle pietre e ruine degl'edifici, con molte ciſterne, che vi ſono,
Tabarrada, terreno ch'ha la denominanza da vin vaſo graude
di creta così chiamato, nel quale i noſtri contadini, 8 huomini di
campagna conſeruano à bella poſta, lunga pezza il pane.
Al Himeri, terre roſſe. -

C fiºſa di S. Nicolò, poſta nel territorio de'Reu.Padri di S. Bene


detto di Catania,da loro fatta riedificare da alcuni anni in quà inº
maggiore, e più ragguardeuole forma,
Rahal Niclusi. Caſale di S.Nicolò, che quiui è ſtato anticamenr
te,n appaieno tuttauiale fondamenta degl'edifici, e molte ciſter
ite. Diceſi ancora il luogo el Chereb, cioè le ruine di fabriche,
El Velgia tà Hal Niclusi, col nome di Velgia, ſono chiamate º
ditierſe terre è poderi ſituati in pianure feconde, e fertili.
RAHAL SCILVK. Picciolo caſale, è queſto annouerato frà l'ap
tartanenze del Siggein ſua Capitania, e Parrocchia, conſiſte in caſe
- - - N 2 trenta ſette,
1oo DELLA D E SCRITT. DI MALTA
trenta ſette, ed anime cento ſettant'vna. -
Bir Giabrùn, pozzo de giganti, contiene in ſe acqua viua.
Vied Sciolſcia, Valle.
Vyedtà Bir Aabd Alla, valle ou'è il pozzo del ſeruo di Dio, no
me di Saraceno. - - -

VyedſtiKora,valle del ſacco,oue ſi vagheggiano alcuni giardini


Chieſa di S. Andrea Apostolo. -

El Muyegen, giardino.
3iar Giabbar, ciſterne del Gigante. - -

Dueyret el Mehri. Caſino del Putrido,chiamato in queſta guiſa.


CASAL KRENDI. E ſottopoſto queſto Caſale alla Capitania del
Zorrico inſieme con li due Caſalotti ſeguenti.
LEV, E MANIN. I quali tutti tre fanno fuochi ducento, e
due, & abitanti mille,e ventiqli attIO,
A4aKluba. Riuoltata,quiui ſi vedevna gran voragine ſotto al
Caſal Krendi, la cui bocca è di circonferenza canne cento, e cin
quanta due,la profondità è tale,che gl'huomini in quel baſſo ſem
brano Pigmei; nulla dimeno in quel fondo da ſettant'anni in quà
fù piantata vna vigna con molti alberi,li quali per la fertilità del
terreno fecondato dalla piena dell'acque nell'inuerno,che da tutto
l'arido contorno ſenza ritegno vinondano, e dipoi ſi perdono
ſcorrendo per alcuni meati frà quelle rocche,8 in quelle aſprezze,
e per il riparo cola giù de venti godendo anco del fauor del ſole »
aſſai bene, rieſcono vigoroſi , e producono dolciſſime, e ſaporitiſ
ſime frutta. La ſceſa è molto difficile, non che la ſalita per quelle
ſcoſceſe balze: tuttauia i propri vignaioli,è giardinieri aſſuefatti,
e pratticide luoghi cauati à bella poſta per fermar i piedi, 8 attac
car la mano poggiano in alto, e " vengono in sù tutti carichi
di frutta. E ferma, è indubitata traditione preſſo tutti i Malteſi,
che quiui ſia ſtato ne'tempi antichi vn Caſale, gl'habitatori di cui
non viuendo ſecondo il voler di Dio, e col ſuo ſanto timore ,
e perciò con i loro misfatti prouocata l'ira ſua, fuſſero ſtati ca
gione,che con tremoto, è in altro modo profondaſſe con tutte le
caſe per giuſto giuditio di ſua Diuina Maeſtà,reſtando ſolo in Pie
di nell'arginevn'antichiſſima Chieſa conſegrata a S.Matteo,e che
in eſſa ſolamente ſi ſaluaſſe vna pouera, ma diuota donna, che ſo
uente auuertiua, c ricordaua à ſuoi paeſani il mutar vita, per fug
gir il caſtigo,che gli veniua apparecchiato dalla Diuina giuſtitia.
Circa il tempo facciamo congettura, che ciò ſeguiſſe prima, che i
Saraceni occupaſſero l'Iſola. In quanto al modo, non ne habbi -
mo altra certezza, che quella, che ci apporta la traditione. Però,
che
IL IBRO PRIM O, NO TITI A VIII. 1 orº
che quiuiſia ſtata habitatione, e ch'ella rimaneſſe dalla terra di re
pente ingoiata nell'iſtefſo tempo, che ſi fe la voragine, ci reſta vn
manifeſto,e chiaro indicio d'vna metà di ciſterna da noi veduta ,
e conſiderata più volte nella rocca, che tuttauia ſi ſcorge bituma
ta, la di cui altra metà ſi è ſprofondata ci tutto il vicino circuito,
e continente. In oltre l'iſteſſo nome di MaKlu ha conferma coteſta
traditione, la già detta Chieſa fin hoggi ſi mantiene in eſſere con
molta diuotione de'Popoli, era in quei tempi il ſuo pauimentola
ſtricato ſopra la rocca, con materia di certo bitume,ò incroſtatura
di calce, e mattone peſto, è incorporato inſieme con qualche al-,
tro ingrediente che gli daua vn luſtro e lo rendeua à guiſa di por
fido,del quale ſono già moltianni,che n'habbiam veduto qualche
pezzo intero; al preſente tuttauia rimane l'incauo,ò letto ſopra,ò
dentro del quale era incaſtrata quella miſtura. Nella medeſima ,
Chieſa ſi fa ogn'anno vna belliſſima feſta, concorrendoui molta ,
gente,tirata non meno dalla diuotione, ch'allettata dalla curioſi
tà,e vaghezza del luogo, con non poco i" e guadagno del
giardiniero,ch'à punto in quel tempo, che ſi celebra, cioè a 2 1 di
Settembre,ſmaltiſce e vende le ſue vue,e frutta in gran parte.
Vyed elScieu K,valle delle ſpine,contrada,oue anco ſi vede pian
tato vn giardino. -

CASAL MILLERI. Contiene queſto picciolluogo quindecica


ſe cóſeſsata ſei anime,ſogette nella militia al Capitano del Zorrico.
Hal Seyegh Caſale dell'Argentiere,vi rimane hoggi ſolo il nome
Chieſa di S. Lucia. -

Do Kiena. Poggiuolo, denominato in queſta guiſa dal ſito del


terreno, come altroue ſi è accennato.
El Burta l'arkien. Burterreno inculto,non arato,come al con
trario quello ch'è arato in arabico ſi dice Mefluh.
Campi,eſpatii publici che terminano al mare in Vyed Bghim.
Vyed el Bir. Valle della ciſterna,queſta è ſituata ſotto Caſal Leu,
molto grande, copioſa d'alcuni ſtillicidij d'acqua, che dall'aria, &
l'umidità congelati, ſi vengono a produrre à ſomiglianza di certi
candelotti, né molto differenti da quelli, che ſi congelano nel ver
no,e ſi veggono pendenti dalle grondaie, è caualletti dei tetti in
paeſi maſſimamente oltramontani.
Di queſti luoghi ſotterranei ve ne ſono molti per l'Iſola, e par
ticolarmente dentro le mine,canali,e condotti di fontane,da qua
li ſi cauano queſti, che diuerſi chiamano con altro nome,canno
licci impetriti,si fattamente bianchi, e lucidi, che ſembrano di
ghiaccio, è di criſtallo per abbellire, e render vaghe le lontane ,
che
sez DELLA D E SCRITT. DI MALTA
che ſi fanno ne giardini per delitie, e ricreationi. -

Aon Kar,Capo,ò ſpatio publico,forſe così nomato perche hab


bia forma, è foggia di becco d'vccello,detto da Malteſi Mon Kar.
TERRA zoRRICO L'etimologia di Zorriek è ſtata di ſopra di
chiarata nella deſcrittione littorale, appunto nel luogo, oue ſpor
ge,e sbocca nel mare il vallone di queſto nome,cioè a dire del Ce
ruleo, che cagiona quini la profondità di quel mare, chiamato da
Malteſi bahar ezrac, benche altri credono così chiamarſi, perche
quaſi tutti quegl'habitanti e maſſimaméte le déne hâno gl'occhi
azurri, è cerulei. La Terra è ſituata in parte alta, 8 eminente, co
perta da venti meridionali, 8: eſpoſta a ſettentrionali freſchi, e ſa
luteuoli; onde godono quei terrazzani vn'ottima ſanità, e ſi giu
dica ſia quell'aria la migliore di tutta l'Iſola, che perciò genera, e
rcduce sì gl'huomini, come le donne di bel colore, vermiglio, e
" di corpo, e d'aſſai buono, e vago aſpetto, e di lufi
ga vita, ſi che per ordinario colà vanno a ſtanzar gl'infermi, e
conualeſcenti a mutar aria per ricuperar tantoſto la ſmarrita ſalu
te. Il meſtier loro principale, e trattar è trafficare, nella vendita di
tele, e banbaci filati, che quiui ſi fanno a merauiglia belli, e va
ghi, come altresì certi tabarri,e tapeti di lana con varietà di colori
& alcune biſaccie grandi, ò bertole da portarà cauallo, teſſute »
ſimilmente di lana; lauorano anco vaſi di terra delicati più che in
altra parte dell'Iſola, quantunque ſenza l'wſo della ruota, con la
quale però hoggi ſi è introdotta l'arte come già anticamente ſi fa
ceua in Malta, oue ſi troua non men, che nel Gozo attillima, e
proportionatiſſima creta. Sotto la capitania di queſta Terra mi
litano gl'huomini de'Caſali BubaKra, Lets,Kremdi, Milleri, Manin,
e MiKabba come di ſopra acennammo; ella racchiude fuochi cir
ca quattro cento, è habitatori millecinquecento ottanta. Neli,
entrata del Caſale à chi parte dalla Valletta, ſi da a vedere vn veſti
gio d'antichiſſimo edificio di groſſiſſime pietre,lauorate ad angoli
retti poſte l'Vna ſopra l'altra ſenza cemento, come appunto dall'
In Notii. Syra Abbate Pirri vien deſcritto vno di queſta ſomiglianza, con le ſe
cuſfol.223. guenti parole . Non esi pretermittenda “Una S. Aelia, queſuperba 9

(é vetusta moles quamuis exiguo ſub loco nulli in Sicilia cedit,imm:-


nibus entm, eisdemgue quadratis ſaxis fundata est,fama est à primis
Inſule huius colonis, vt illinc Pachynlittora proſpicerent,ſuperimpo
sitis sine camento ſaxis edificata.
Zir langiaſa, Ciſterna nomata del Pero -
En Kieret Terreno meſchiato con roccami,deriua il nome da
?NoKriet come altroue ſi è ſpiegato. -

- - Cenùs
A L I B R O PRIMO, NO TITI A VIII. 1o;
Cenùs tal AAanſab, Pezzetti di terreno, oue ſi addattano, 8 -
comodano le reti con ordigno da prenderfalconi,detto paragno.
CASALE EVBAKRA Il nome di queſto Caſale deriua da Buba
Kra Saraceno, è pure dal ſignificato nell'iſteſſo idioma, cioè Pa
dre delle vacche " egli ottanta tre caſe, e tre centoventi ſette
anime ſoggette nella militia, alla Capitania del 2 orrico.
Contrada di S. Agata,dalla cui Chieſa preſe il nome.
CASALE SAFI Così chiamaſi queſto luogo dal ſignificato chia
ro,limpido,ò ſereno forſe per la bontà dell'aria, poiche participa ,
di quella del Zorrico;conſiſte queſt'Abitaggio in cinquanta quat
trofuochi, e ducento trent'otto anime. Nella militia ſono ſotto
oſti gl'habitatori al Capitano del 2 orrico.
El GhlieKità S. Luca, Clauſure. o chiuſe di terra poſte nella ,
contrada di quella Chieſa. - -
CASALE RIRCOP. Il preſente Caſale contiene ottanta otto fuo
chi, con tre centoſettanta tre anime,nella militia ſoggiace al Ca
pitano della Gudia. -

e Torretà Giauhar, Nome proprio di Saraceno, che prouiene


dal ſignificato di gioie. Di queſta Torre tuttauia è in piedi buona
parte, la quale ſtimiamo fabrica, º opera del Saraceni, ſono le pie
tre ben grandi pezzi d'anticaglie, v'appaiono anco alcune gebie ,
e ciſterne, chiaro Inditio, dell'habitato, i
Hal Giauhar,Caſale anticamente dell'iſteſſo nome della Torre,
& in detta contrada ſituato, hoggi à pena vi rimane qualche pic
ciol'auuanzo, ò veſtigio di quel che già fu
GhlieKità S. Paul, Chiuſe di terra in tal contrada.
GVDIA. L'habitato di queſto luogo fù anticamente detto Caſal
Gudia dal ſignificato di collina, è di ſito alquanto rileuato. & er
to; in eſſo fa reſidenza il Capitano d'arme de Caſali Kircop, Luca,
Safi, e Farrugi, come altroue dicemmo, e ſi ſoleua anco chiama
re la Capitania di Bir Miftuh, luogo ou'è ſituata la ſua Chieſa ,
Parrocchiale fuori dell'habitato. Contiene ottanta ſette caſe, 8
anime tre cento cinquantaſette.
Chieſa della Madonna Santiſsima di Loreto.
º Hal Spital Antico Caſale di queſto nome,oue tuttavia appaio-,
nº alcuni veſtigi di vecchia habitatione. -

E ritornando alle Contrade del 2orrico,


Ci ſi rappreſentavn luogo detto Marà,che tanto ſuona quanto
femina per vna talfigura, che pare ſi ſcorga nella rocca di rin
contro al mare. - - - - -

Cortin, Promontorio.
via
se4 DELLA DESCRITT. DI MALTA
Vyed znuber, Valle de Pini, che porta il nome, e ſi ſtende fi
no allo sboccar nel mare. ,
p yed el AMeſcita Valle. - - -)

Censità Vyed el Meſcita. Terreno. . . . s


Andar e Soltan, Spatio, daia del Principe, luogo publica do
ue i particolari conduceuano le biade per tritarle. -

Tà romana, Chiuſa di queſto nome, .


Due i" nomate tal Papa. o
Sir Aebbugia,Pozzo dell'wliuo ſaluatico.
El V yedien, Valli, è torrenti.
El Vyedientàl ghor, Torrenti del Libero, è Liberto,
TaKsistà Sciaayra, Terreno,Takſis ſignifica qualità di terre
ni, che ſi coltiuano, è lauorano ogni due anni vna volta. -
Tà 2 a KKi,Terreno di tal nome.
AIal Arrig. Caſale d Arrigo,hoggi vi reſta vn gran piano , ò ſpa
tio con alcune ciſterne, e gebie, doue anco ſi ſcorgono veſtigi,
ò fondamenti degl'edifici). - - a

Hal Far, Caſale del ſorcio,qunui ſi para auantivn ſpatio ſenz'


alcun'altro ſegno d'habitatione di ſorte veruna. -
Aaanſalia, Di ſquilla,ò cippollaccie,hoggi vi ſi vagheggia pia
tato vn giardino. - i : :
Aasta ben Iſa, Che vuol dire capo del figliuolo d'Iſa Saraceno
cioè Gioſuè,così chiamano li Maomettani Giesù Noſtro Signore.
Tà larmier, Chiuſa dell'arenale. - . . .
Aniech,Terreno. - - - - -

Velgia tà Seffuda, Terreno fecondo, e fertile di quel nome.


Hal Kadi, Caſale del Giudice, a noſtri tempi non rimane altro
ſaluo, che il ſolo nome. i
E quì ripigliando le contrade laſciate indietro verſo la Gudia cisoffre.
La Torre talAaſtelli, cioè a dire del guardiano, è della guar
diania, quiui ſi veggono ancora alcune file di queſto antico edifi
cio, i cima di cui ſi faceua la guardia per iſcoprire l'entrata -
del porto maggiore, e forſe quella di Marſa Sirocco, Sgacciò po
teſſero hauere i conuicini habitanti, i ſegni opportuni dell'impro
uiſo arriuo colà devaſſelli. Era fabricata con groſſiſſime pietre
con calce, e rena ben adattate, acconcie in forma circolare, Scin
ſito alquanto rileuato, e ſublime. -

MIKABBA CASALE. Di queſto nome chiamano gl'Arabi VIl Va


ſo,che ſia a foggia di cuppoletta per coprire, racchiude ottanta
noue caſe, e mette in eſſere tre cento cinquanta quattro anime ,
Nella militia è ſottopoſto al Capitano del Zorrico.
- Chieſa
LIBRO PRIMO, NO TITI A VIII. roy
ChieſaParrocchiale,fuori della Gudia detta di 3irmiftuh, cioè poz
zo aperto, conſegrata in honore dell'Aſſuntione della B. Vergine,
quì ſituata da per sè ſola con la caſa del Parrocchiano,Matrice già
di diuerſi Caſali. -- - - --

Alcune terre del Veſcouato.


Ta rihan, delle mortelle. Canonicato:
3ir e taiyl, Pozzo lungo. Canonicato.
3ir el Sighir, Pozzo pieciolo. Canonicato.
Ta Vagna, el Ghides, Canonicato anch'egli.
CASAL LVCA. Queſto Caſale è poſto in luogo eminéte quaſi àdi
rittura alla bocca del porto maggiore ſoura la Marſa,dal cui ma
re è diſcoſto circa due miglia, fa ducento cinquant'otto fuochi,
con mille,S: ottanta due anime. Gl'habitanti profeſſano diuerſe ar
ti in materia di fabriche, e molti di eſſi ſi eſercitano in officio di
maſſaro. Nella militia obediſcono al Capitanio della Gudia .
Vyed el Kneyes, Valle delle Chieſe.
El Mehdum,Il dirupato, è diroccato territorio appartenente al
feudo della Marſa.
Ta Tborſa, Territorio,anco chiamato con altro nome Vyedien,
cioè Valli. -

CASALE TARSCIEN, o DI SAN GIOVANNI. E il più vicino è


Caſal Paula, contiene cento ſeſſant'otto fuochi,con ſei cento no
uant'anime, queſti habitanti nella militia ſono comandati dal Ca
itano di Biskallin. -

Il Barrani, Che s'interpreta quel di fuori; contrada.


Giardino con vna caſa molto comoda, nomato già di Cala
mia, honoreuole,e buona famiglia di Rodi. -

Zir el Ghliem, che vuol dire pozzo del ſeruo.


Ta Doſa, è pietra longa, ſopra Birmula territorio, è tenuta del
Signor Gran Maeſtro Principe,
Chieſa di S.Giouanni,dettata Euſcia. L'effigie di cui ben grande
dilegno,fù già portata per Inſegna dalla Caracca di Rodi.
Buleben,Padre del latte,territorio,è ſtato feudo nobile vn tempo
fa, hoggi del Signor Gran Maeſtro Principe, forſe in eſſo ſi faceua
abbondanza di latte per i paſcoli.
CASALE ZABBAR. Nome originato,è impoſtoli dal ſignifica
to di potatore; ha eſiſtenti centoſettanta otto fuochi,e ſette cen
to ottanta ſei anime. Negl'affari della militia ſtà ſottopoſto al Car
pitano della Terra Bis Kallin.
Contrada di Ghar AaKar. -

chieſa di S. Margherita. - - -

- O Mizebel
, ec DELLA D'Esc RITT. DI MALTA
AMizebel, che ſuona Mondezzari,
Aaſieli,territorio, che ſortì quel nome dal ſignificato del meſe
per la gran copia,Se abbondanza grande,che quiu ſe ne faceua
allt1CaſſleIlte,
Ta AAondellu, territorio, - -

C hieſa di Santa Domenica, -

S. Nicolò ta Sciaaira.
El A4uyegien,oue ſirauuiſano molte ciſterne.
El Beddeni, contrada, nella quale ſono piantati alcuni vliuaſtri,
e quindi,riceuono quelle picciole oliue ſeluaggie il nome.
Ghadirata Rez, latomia,ò pantano, hoggi luatoio delle genti
di Zabbar.
Hal Sayd, luogo d'antico caſale.
Vyed el Aiu,valle.
Forn el gir, forno,ò calcara,oue ſi faceua la calce,
Sciaaret è leppia, campagna,ò ſpatio.
Vyed el Aayn, valle,ò torrente della fontana,ſtagnone d'acqua,
ò peſchiera con torre,fattaui fabbricare da Mattiolo d'Elia.
# giº ;
luoghi di due antichi Caſali, - -

TERRA BISKALLIN, E BiSBVT. Bis Kallin, figli deSiciliani.


Gente, è Colonia Siciliana haurà per auuentura primieramente
habitato queſto luogo, perciò forſe così nomato. Hoggi è vina ,
delle Capitanie d'armi dell'Iſola e per hauer dalle parti, che riguar
da la Sicilia il porto che ſi dice Mars Si Kalli, Porto de Siciliani
poco diſcoſto, ſi può credere, ch'all'arriuo colà di quei Iſolani,
ine ſortiſſe anche li sì fatto nome. Fà queſta Terra inſie
me col Caſale Bishut à lei congiunto, e contiguo ſottovn'iſteſſa ,
Chieſa Parrocchiale, poſta nel fel mezzo ſotto l'inuocatione della
glorioſa Vergine, e Martire Santa Catarina,intorno a quattrocen
to fuochi, con mille cento ottanta cinque anime. Il ſuo territorio
produce eccellenti paſcoli è paſture. Onde le carni,e caſcio di que
ſta contrada ſono deſquiſito guſto, e ſapore, e perch'è habitatio
ne vicina al mare; fù perciò ſoggetta all'inuaſioni, e ſcorrerie di
corſari, dalla violenza de quali per poterſi ſchermir la gente, vi
ſono ſtate fino da tempo antico,edificate diuerſe torri; hoggi pe.
rò con le due fortezze di S. Luciano,e S. Tommaſo fatte i bri
care nelle due vicine cale, con molto giuditio dalla prouidenza ,
del Gran Maeſtro VVignacourt, viene particolarmente difeſa, e
guardata. Il che ben fà ſperimentato con la ſola di S. Luciano,
nell'anno 1 4 14. allo sbarco, ch'all'improuiſo fecero 7o galere de
- - - Turchi
L I B R O PRIMO, NO TI TI A VIII. roz
Turchià.Marſ Kalli, non vi eſſendo per anco eretto il Forte San
Tommaſo. Era ne tempi antichi queſta contrada verdeggiante,
e piantata di molti oliucti, onde fino al preſente conſerua il nome
di Zeytun,che ſignifica oliue,con traditione,che vi ſi faceſſe altresì
ran copia d'olio. - -

Vyed Biskallin,valle,che gode del medeſimo nome della Terra.


Ta Lahgiar, delle pietre,terreno. - -

Miſa Kfa,è cagionata queſta voce dal ſignificato di tetto,ò co


perto eſſendo quiui vna gran pietra che ſolleuata da terra, 8: allo
gata ſopra d'altre non men grandi,ſembra quaſi che copra, e ſia -
tetto à quel luogo,oue poſſono ſtar nel diſotto a ſedere più perſo
ne comodamente. - -

CASAL GIOAN. E queſto ben picciolo Caſalotto non più d'ot


to fuochi,con trentaſette anime,ſoggetto nell'eſerciti militari alla
Capitania di Bis Kallin.
Rabà tal Scieu K, terreno di ſpine, quantunque Rabà, ſignifichi
portione e par e di diuiſione,e propriamenre la quarta, che ſi dice
Xobù, vien originata la voce Raba, hoggi comune ad ogni terre
no, è dalla ripartitione, e diſtributione de campi, è poderi, che il
Conte Ruggiero (cacciati prima glorioſa,e valoroſamente da
Malta i Saraceni) fece à i Soldati di quella conquiſta, 8 a gl'anti
chi Chriſtiani, che vi trouò ſotto la cruda tirannia de'Barbari,che ,
pertanto fin hoggi le poſſeſioni, e territori grandi ſi chiamano
Kaſam da Kaſma, che ſignifica ripartitione, è diuiſione, ſe non
voleſſimo però dire,che aba deriui dalla radicale Rahba, ſenz'ac
cento, termine, che importa nutrire, alleuare, & alimentare, quaſi
che tutto ciò faccia il terreno; onde vien detta Rebbiaa, la ſtagio
ne autunnale, che dalla terra ci fa germogliar l'herba da paſcolar
uigl'animali. -

Contrada della Chieſa dello Spirito Santo.


Ta SciueKi, delle ſpine,contrada.
S. Maria tal Hiniena, della Pietà, è Miſericordia, Chieſa.
Zir el dheeb, pozzo d'oro. -

Hara tal Prolli, ſtrada de Perolli, antica, e nobile famiglia in.


Malta . º

CASALE AASCIAK, Pigliò cotal denominanza dal ſignificato


del gioire,ò d'hauer diletto, Aaſcia K, altresì è cognome d'antica -
famiglia Malteſe. Contiene ſettanta ſette fuochi, e trecento cin
" due anime. Militano poſcia gli habitanti, ſotto il coman
lo del Capitano di Biskallin.
A4 atassi,territorio di ſettanta, e più ſalmate di terra contenuto,
O 2. e riſtretto .
ses DELLA D EscRITT. DI MALTA
e riſtretto in vna lingua, che ſporge dentro il porto di Marſa Si
rocco, nel cui capo ſi ſcorge ſituato il Forte di S. Luciano. Poſſeg
gono da cent'anni in quà la maggior parte di detto territorio, quei
dell'antica famiglia Bonnici, laſciato loro dal Biſauolo Vgolino,
che l'acquiſtò,8 vnì à gl'altri beni della ſua caſa. -

Ghar Dalmau. Grotta così chiamata,molto ſpatioſa,e grande,e


per quello che alcuni affermano, è vina caua, è ſpelonca ſotterra
nea,la quale cotanto s'inoltra per vn lungo tratto di camino, che
non è credibile, - - -

Kaſar, Caſtello, è caſa forte,nome impoſto da Saraceni, rimaſto


ancor hoggi preſſo a Spagnuoli nella voce Alcazar,che deriua da .
Alcayzeria: in queſta guiſa nomarono gl'Arabi quei luoghi cin
ti di muro, che in tempo dell'Imperio Romano in Africa vn.
Imperatore frà i Ceſari (il qualeſi dicono Kaſar) ordinò con
Deſcritt.d'Afri
cº vol.2. lib.4. pari prudenza e giuditio, come riferiſce Luis del Marmol diſcor
rendo del Regno di Fez, fuſſe in ogni Città di quella Prouincia ,
perche quiui gli arredi,le mercantie,S i tributi appartenenti alla ,
Camera Imperiale, inſieme con quelli de particolari cittadini ſici
ſeruaſſero, e diligentemente cuſtodiſſero, accioche correndo di
tutti il riſchio, e la medeſima fortuna, con maggior caldezza,e pre
mura nelle turbolenze,e ne tumulti a tutta poſſa ſi preſeruaſſero.
Di queſto ſuperbo edificio n'habbiamo veduto a tempi noſtri
qualche parte delle prime fondamenta,e del muro per ſpatio di po
che ſtriſcie,ò file ſopra terra di groſſe pietre, ben lauorate,e poſte
inſieme,che datano ancor ſegno della ſua ammirabile magnifice
za,nó già di fabbrica de Saraceni, ma ſi bene d'antico Tempio de'
gentili, e di quel famoſiſſimo d'Ercole Tirio cotanto inalzato, e
celebrato da Scrittori (di cui è lungo diſcorreremo a ſuo luogo)
concorrendo tutti, e di comun accordo,affermando i Greci, e La
tini,che in queſta parte di Marſa Sirocco ſia ſtato ſituato,venendo
ueſt'opinione aſſai ben comprouata dalle medaglie, pezze di
ſtatue d'idoletti, e d'altre coſe, minimi auanzi di quella vana gen
tilità, e falſa religione, quiui ritrouate ſotto il Magiſterio del
Principe VVignacourt, mentre alcuni nell'iſteſſo luogo cauando,
ſcioccamente penſauano far acquiſto di ricco teſoro. E veramen
te ben conſiderate, e maturamente oſſeruate la qualità, ſitua
tione, e forma della fabbrica, con altre congetture, che riſultano
dalle coſe predette non ſi può laſciare di conchiudere e con ragio
ne, che colà non ſia ſtato altro edificio, fuori che quello del Tem
oa Giala e pio d'Ercole,chiamato ſouente dagl'antichi ſcrittori Melitenſe.
Djr Gent. Syn Deyr limara, territorio di cui nella deſcrittione littorale ſi è fatto
tº - l oa -

-
- - - - -
-
- -
paleſe
LIBRO PR IM O, N O TI TI A IX. 1o 9
paleſe e dichiarato il ſignificato.
Giardini di diuersi padroni.
Ta Longobordi, contrada così denominata dal cognome, (co
me crediamo) di nobile famiglia, ch'hoggi riſiede in Calatagiro
ne,8 etiandio in Meſſina, è Caſtro Reale in Sicilia, detta de Lon
gobardi, come diuerſi campi, e contrade conſeruano fin al pre
ſente l'antico nome di Caſate, che ſoggiornano in quel Regno. Di
ueſta medeſima è ſtato di celebre nominanza il P. Fra Franceſco
Nelle Notitia
Longobardo dell'Ordine de'Minori,di cui fà métione l'Abb.Pirro. Palermi:ara ,
Tà SflasKi, terreno. Tal Hagira,della pietra, terreno. all'anno 1562.
Ghadira di S.Giorgio, ſtagnione,ò pantano poſto in quella con
trada,oue concorrono gl'habitanti di quei Caſali a bagnar, ema
cerare i loro lini. Da ſimil voce Arabica preſe il none, ch'al pre
ſente tiene l'Iſola di Gadiº,ò Gadira,come per l'appunto la chiama
Pietro Appiano,detta da Spagnuoli Cadiz, fuori dello ſtretto di In ſº a Coſmo
grapºia.
Gibelterra (Colonia anch'ella, che fù de Fenici) per ragion del
proprio ſignificato di certe lagune, che in eſſa ſi ritrouano,e come
altri ſpiegarono,perche Gadra ſembra quaſi, che sit locus Punica
lingua, undique ſptus, per ſeruirci determini loro.
D E L L'AC 9 V E D E L L A F O N TA N A,
e della condotta loro alla Città Valletta.

N O T I T I A I X.

Rà le coſe marauiglioſe, che ſi vagheggiano in Malta,non tie


ne per auuentura a noſtro giuditiol vltimo luogo la fabbrica
degl'Aquidotti, per i quali da luogo ben diſtante ſi tramandano
l'acque alla Valletta. E come che l'impreſa di queſt'opera così ce
lebre, ſia ſtata per ſe ſteſſa difficile, generoſa, e ben degna di
quel magnanimo cuore del G. Maeſtro VVignacourt, anzi tanto
più grande, quanto, che altre volte propoſta, e ſtimata da tutti
vniuerſalmente, non ſolo malageuole, ma d'auuantaggio trop
po diſpendioſa , e non adequata alle forze della Sagra Religione,
era ſtata diſmeſſa, non eſſendo punto diſſimile da quei ſtupen
di aquidotti fabbricati da Romani con incredibil ſpeſa, de'qua De Magnitud.
li doppo hauer detto Lipſio per tubos, ac canales in fornicibus, e Rom,cap. II.
poco doppo , per V alles, per Montes, per tot inequalia ſupra , in
9

ra terram aquamaduehebant, proruppe al fine con molta mara


urglia eſclamando, è iterum rem stupendam ? l'habbiamo ſtimata
meriteuole di particolare narratione, percioche ſe vien inalzato,
- C COtaIl to
-

“;
e
1, o DEL LA D E SCRITT. DI MALTA
e cotanto ingradito l'Aquidotto, col quale Appio Claudio con
duſſe la prima fiata l'acqua in Roma (perciò detta Appia) doppo
quattro cento,e quarant'vn'anno dalla ſua fondatione,per le ſoura
dette circoſtanze,e perche anco Importaua vndeci miglia di cam
mino, come non potremo paragonare il noſtro aquello, ſe oltre
l'altre qualità, in queſta pure della diſtanza quaſi lo pareggia , è
Entrò, all'hora in sì eroico penſiero quel generoſo, e prouido
Gran Maeſtro, non men di nobilitare, che di prouedere queſta Cit
tà dell'elemento da Pindaro chiamato l'ottimo delle coſe, conſide
rando con pari prudenza, e ſenno la neceſſità, ch'ella ben ſpeſſo
n'haueua,quando maſſimamente nell'inuerno fuſſe ſtata ſcarſez
za di pioggie per empire le gebie, e le ciſterne, onde in ſimile a
penuria erano coſtretti i Signori Gran Maeſtri far codarre l'acq li al
ſino dal fonte della Marſico diſagio,e ſpeſà,e che perciò riuſcitano
inutili, non che poco profitteuoli tutte le fortificationi, e l'altre
munitioni ſenz'altro prò, ſe veniua à mancare queſta tanto im
portante. Con decreto adunque del ſuo Sagro Conſiglio è di
9. di Gennaio 16 1 o deliberò, che ad ogni modo s'haueſſe à cô
duralla Valletta l'acqua viua; per eſecutione, &adempimento,di
che,fè prima venire dalla Sicilia alcuni huomini prattici in tal pro
feſſione, non laſciando di mandar à conſultare in diuerſe parti del
Chriſtianeſimo la maniera, 8: il modo della condotta, e poi rico
noſcere con molta diligenza l'acque,che ſi poteuano con ageuo
lezza condurre, come anco i ſiti, e poſti con far liuellare d'auuan
caggio le diſtanze, 8 altezze loro. Interuenendo nel principio è
tutto ciò il P. Natale Tomaſucci Gieſuita Meſſineſe, e particolar
mente nel ricercar induſtrioſamente le vene dell'acque ſmarrite,e
diſperſe, e ſotto la ſua direttione,ò appreſſo con quella di Bonta
dino de Bontadini Bologneſe, huomo periiiiimo in ſimili affari,
che le diede l'Vltima perfettione, con non poca lode del ſuo nome,
doppo cinque anni di continuo, 8 indefeſſo trauaglio, riuſcì per
la Dio gratia felicemente la condotta, ſenza molto intereſſe,ne in
commodo del publico Erario della Religione; eſſendoſi applicati
per la ſpeſa, e fabbrica degl'Aquidotti, e di tutta l'opera i danari,
che ſi cauauano dagl'auanzi del Granaio,e Forni del commun Te
ſoro,amminiſtrati all'hora dal Commendatore Caſtellar hoggi no
ſtro digniſſimo G.Maeſtro, dalla diligenza,S integrità del quale ſi
ſomminiſtrò la maggior parte di detta ſpeſa, che importò ben da
quaranta mila ſcudi. - - .

Il capo principale dell'acq ua,che fù preſa, è ſtata quella di Diar


Chandul, è Chandut,come habbiamo veduto chiamarſi in alcune
- ſcritture
LIBRO PRIMO, NO TI TI A Ix: 11,
ſcritture, qui ſi cauò per andar, e giugner all'origine vna caua, è
mina nella rocca di trenta canne in circa di lunghezza, fino al
luogo denominato El Sciaayra appunto doue eſce la ſorgente,e ſi
riconduce alla volta di quà ad vn altro, che ſi chiama Hofet, el
Xez, ſito del primo ſpiraglio, facendoſi di quà vn'altra mina ſot
terranea di muro per altre cento canne. Indi ſi è continuato, 8.
inoltrato vi è più il condotto,ò canale venendo verſo queſta Città
Valletta fino ad vna gran gebia, oue ſi ragtinano, e conuengono
tutte l'altr'acque dentro il giardino l'Eſtorioli (hoggi rimaſto ter
reno) per mille,e nouantanoue canne di ſpatio.
L'altre fontane, che ſi preſero furono Aayn Kaied, queſta ,
ſul bel principio ſenveniua alla Valletta ſolamente di giorno, poi.
che di nottetempo ſi toglieua per ſeruigio di due giardini del Prin
cipato cioè a dire delle due fontane, e di Aayn Kayed.
Aayn Cirani,membro è rampollo di Aayn Kayed.
Aayn Teuzien ò ſia Birzegrella.
Di più altri due ruſcelli, che l'wno hà nome, e neſcieaa tal borgi,
tal mitarfe, e l'altro el Megira tà Meſrah Anuſa li quali ſi meſ
colauano col fonte Aayn Teuzien, & inſieme poſcia vnitamente
entrauano nel condotto. - -

E perche dalla ſollecitudine,è accortezza del Caualiere Ponzet,


Sopraintendente alla fontana,fi ingegnoſamente oſſeruato, che
l'acqua di Aayn Teuzien, è di Birſa egrella,generaua ſcorrendo nel
ſuo particolar canale vna quantità di tartaro, (che gli artefici di
tal opera chiamano brama) per hauerlo tre volte da quello netta
to,e purgato,e che l'acqua di Ayn Kayed correua più limpida e pu
ra, e molto più l'altra di Diar Chandul,pertanto ſtimate queſte per
migliori, come par che gl'antichi noſtri forſe ſi ſeruiſſero anch'
eglino più dell'vſo di quella di Diar Chandul (luogo, che fù già da
eſſi netépiantepaſſati habitato) poiche nel cauarquiui ſul princi
pio vi ſi ritrouarono ſotterra da tréta pezzi di canali di terracotta,
di diametro d'vn palmo,e di due,e mezzo di lunghezza,fùleuata
via affatto, e del tutto tolta l'acqua d'Aayn Teuzien dal condotto,
come nociua,egreue, benche da noſtri Malteſi fuſſe ſtata creduta
per l'adietrolieue,e ſaluteuole; cauandoſi nondimeno, e toccan
doſi con mano,che la ſperienza già veduta apertamente corriſpo
de col ſignificato del nome, mentreta Vzien, nell'idioma Arabico
ſuona di peſo,ò peſante; e" Aayn Kayed, era trattenuta di
notte per beneficio di quei due giardini, hor ella viene ſenza rite
gno continuamente alla Città, 8 in ſua vece ferue per i medeſimi
Aayn Teuzien,con i due ruſcelli, - - -
-

- - -

Si che
i 12, D E LL A D E SCRITT, DI MALTA
Si che le due acque,ò fontane Diar Chandulg Aayn Kayed,frà
le quali queſta è la maggiore, ſi vengono a congiungere, e ſcon
trar inſieme in vna picciola gebia dentro il giardino di S. Miche
le (podere del Principe) trecentoſeſſanta cinque canne in circa ,
diſcoſta dalla grande nelli Storioli,il che fù eſeguito puntualmen
te nell'anno 1 642. giorno di S. Luca.
Del fonte Cirani, membro, e rampollo di Aayn Kayed, hoggi
entra nel condotto ſolamente quella quantità, che ſi ſmarriſce, e
perde,inuiandoſi la maggior parte di lui al giardino di Aayn Klieb
poſſeſſione della Religione.
Entra nel medeſimo condotto vn'altr'acqua nomata ta Vyed
el Besbies,per più di mille canne di canale nel luogo chiamato ti
AAarget Meiya, è Margiliiaſa,ma queſta ſgorga poi per ſeruigio,
& aprò del giardino di S. Antonio a Caſal Lia capo della fondatio
ne del G.Maeſtro de Paula,il quale mentre viueua à proprie ſpeſe
colà ve l'introduſſe.
Ma facendo ritorno alla gebianelli ſtorioli,fino alla quale dall'
origine,e ſorgente di Diar Chandul,annouerammo mille ducento,
e vintinoue canne,da quella continua,inolrrandoſi ſotterra il cô
dotto per altre due mila,ſettecento,e quattro canne, fino che giu
gne alla vaſca della prima arcata fuori del Caſale Attard, e quiii ſi
ſollieua da terra ſopra l'arcate, per lo ſpatio di ducento, 8 otto can
ne e poi ritorna a ſepellirſi per cento,S: ottanta cinque, e poſcia ,
s'inalza nel ſecondo ordine d'arcate per il tratto di cinquecento,e
uattro canne, e di bel nuouo ſi riconcentra,e naſconde per altre
ſettant'otto,e la terza volta ſen poggia in alto,e laſciaſi vedere câ
s
-

peggiando ſoura gl'archi più vigoroſa in diſtanza di ottocento, e


trenta quattro canne, fino alla torretta di S. Gioſeffo,con trauerſar
la ſtrada reale ſul camino che conduce à Bircarcara,nel qual luo
go nella parte ſuperiore dell'arco di mezzo,appito nella fa ciata,
che riſguarda al Leuite,ſotto l'arme del G.Maeſtro VVignacourt,
e di quella della Sagra Religione appare intagliata in tauola di pie
tra nera la ſeguente iſcrittione.
HAC VALLETTA TENVS FVNCTVM IACVISSE CADAVER,
VISA EST, NVNC LATICIS SPIRITV S INTVS ALIT,
INCVBVIT PRIMIS OLIM, CEV SPIRITVS VNDIS,
SPIRITVS ENIXA, SIC MODO FERTVR AQVA.
. Bontadino de Bontadinis, Bonon. Aqua Duétore MDCXV.
E nell'altra facciata di dietro, riuolta al Ponete ſi legge queſt'altra
PRATRI A L O P HI O D P."iò A CO V RT
M A GN O M A GI ST R
: V A L L E T T A M V R B E M,
E T A R C E M D VL CI SS 1 M IS A Q VIS
- VI VI FI CANTI E TERNA SALVS.
LI BR O PRIMO, NO TITI A IX. 1 I3

Come ſi legge altresì lo ſcritto, che ſiegue nella Torretta di S.


Gioſeffo, dalla quale fino alla Valletta l'acqua vien condotta in ca
nalintiero latericio ſotterra riſtretta, &imprigionata, perche dal
ſuo ſteſſo peſo aggrauata, e col proprio incarco poſſa ſalire doue ,
fia biſogno, con ogni i" le regole dell'arte,
QVAM SVBTERRANEIS SE SE DVCTIBVS,
INFERENTEM, HOC LOCO AMITTIS AQVAM,
EANE EM VRBE MEDIA PVLCHERRIMO
SE SE FONTE COMPERIES EFFERENTEM .
Ingenio miro Bontadini de Bontadinis Bonon.
Da queſta Torretta fino alla porta della Città fuori del foſſo, ſi
contano canne mille cinquecento,e venti quattro,nel qual trattO
in due luoghi,doue
No il condotto è più ſotterraneo, è la vehemenza
dell'acqua maggiore, ſono in tutto palmi vent'otto di canale di
piombo ben groſſo,e rinforzato con legami di ferro per poter reſi
ſtere all'impeto quiui cagionato dall'acqua, nel ſalire contra la ſua
naturale proprietà. -

Nella Collina di S. Nicolò, hoggi della B. Vergine d'Atoc ia, e


parte più eminente,reſpira, 8 eſala l'acqua in vna picciola torre di
forma rotonda, in cui ſi vede incaſtrata vina tauoletta di pietra -
forte con queſte parole. -

VT SPIRITvs IN AQvis, ... ...


SIC SPIRITVS AB ASVIS. -

E le ſeguenti contiene vn'altra poſta, 8 alloggata sù la porta ,


della Torricciuola, oue ſimilmente prende reſpiro l'acqua all'in
contro della Chieſa di Sarria,fregiata d'vna corona di fiordiligi, che
rappreſentano l'arme di quel pigiſimo G. Maeſtro.
TVR RICVLA ORNAi VM LILIIS CAP VT EFFERO , VT VRBE
INS PiCIAM PON I EM VIVIFICANTIS AQVAE. -

M D C X V.

E quì ripigliando le ſomme di tutte le diſtanze del cammino,ò


lunghezza del condotto di ſotto, e ſopra la terra, per doue ſcorre º
l'acqua da Diar Chandul,e s'incammina fino alla porta della Città ri
ſulteranno inſieme,e ſi numeraranno canne ſettemila ducento, e
ſettant'otto,alle quali aggiugnedo ducento canne in circa, che la
diſtanza dalla ſudetta porta fino al Palazzo, nella cui piazza, è ſi
tuato il vaſo della fontana, oue sgorga l'acqua, aſcenderà il tutto
a canne 7478. di palmi otto per canna miſura di Malta.
Per tutto il camino,ò tratto, che ſi frapone dal capo della fonta
ma in Diar Chandul,fino al primo vaſo dell'arcate in numero di tre
mila nouec nto,e trentatre canne ſono ſituate,diuiſe,e comparti
te molte vaſ he di pietra di tre palmi,e mezzo divano,e larghezza,
per ciaſcheduna in quadro, cioè per ogni 25 canne, vna, per
- -- - l'eſpur
r 14 DEL LA D E SCRITT. DI MALTA
- l'eſpurgations de'canali, e ſi fecero portare quelle, e queſte dalle ,
petriere diſcoſte in alcuni luoghi quattro,e cinque miglia a forza,
e ſchiena di mulo con le pietre, che coprono i canali.
Tutta la difficoltà poi di queſta condotta, è ſtata principalmen
te dal Caſale Attard fino alla Valletta,poiche non potendo l'acqua
Più inoltrarſi,declinando, coll'andarſempre all'ingiù,come haue
ua fatto, e fa tuttauia fino al detto Caſale,a cui in quella diſtanza
ſouraſta l'altezza,di più di cento palmi,non vi rimanendo dal pia
no del Caſale fino a quello del i" , che quarantaſette d'emi
nenza,dubitando li tre artefici, cioè Andrea da Trapani,Giuſeppe
da Palermo,e Giouanni Attard Malteſe,rimaſti doppo la partenza
del P. Natale (che laſciò l'opera non più auanti, ch'entro l'iſteſſo
Caſale) di non poter condurl'acqua per condotto ſotterraneo,de
liberarono incaminarla ſopra gl'archi,come tantoſto fecero conti
nuando l'edificio fino alla Chieſa di S. Nicolò fuori del Caſale ,
uando ecco ch'eſſendo in queſto ſtato giunſe in Malta il Bonta
" , mandato a chiamare a poſta per queſt'effetto, il quale ap
prouando il penſiero,e riſolutione dei tre Maeſtri ſudetti i"
poi il tutto felicemente ſino al fine.E qui è da ſapere,che l'intento
del Padre Natale era ſtato di condur l'acqua ſempre ſotto terra per
roſſi canali di pietra ſerrati,e ben chiuſi dai lati & interi col gó
are, grauar, è caricare, (come dicono) l'acqua per farla poſcia
ſalire doue fuſſe ſtato d'uopo,dalle vallate, è i ſiti più eminenti, il
che ſe riuſciua ſarebbe ſtata l'opera più ſtabile, e perpetua, co
minciando di già i pilaſtri, e l'arcate, a corroderſi dal vento, e
dall'humido della pietra,come altresì dalla ſalſuggine della poluc
re. Oltre che l'acqua ſarebbe ſenza fallo giunta alla Città più fre
ſca maſſimamente in tempo della ſtate,non paſſando come faho
ra per i canali eſpoſti pur troppo al ſole, dal feruente calor di cui ſi
ſcaldano,S infiammano in quella ſtagione in tantoecceſſo, che
anco doppo il tramontar di lui,rimangono quaſi, che infocati, 8.
acceſi per vna gran parte della notte,
Ma i" tuttauia, e ſecondando il P. Natale il proprio
penſiero, e la già riſoluta opinione, e fatta fare d'auuantaggio
vna grandiſſima quantità di quei groſſi canali di pietra per ſeruir
ſene ſotterra, credendo di poterli concatenare, & vnir inſieme per
mezzo di certa miſtura,ò vogliam dire colla gli riuſcì vano il diſe
gno, mentre volendo far la proua,ritrouò quella paſta,ò materia ,
IlOIl i" farlega in verun modo con la noſtra pietra, ſi che l'ac
i" ra l'vno, e l'altro non ſpandeſſe fuori, e traſpiraſſe, il che fù
orſe principal motiuo al preteſto,ch'egli preſe d'andarſene via.
E ſe -
L I BR O PR I M O, NO TI TI A IX. 11 i
E ſe bene à queſto difetto ſi ſarebbe potuto perauuentura ,
rimediare con adoperar la terra puzzolana, e calce; inuentione
veramente marauiglioſa,e che tenacemente reſiſte ſopra ogn'altra
coſì alla furia, &impeto dell'acqua, datacila a conoſcere dal Bon
tadino, nientedimeno ſcorgendo egli, che nel guidar l'opera del
condotto fino al Caſal Attard ſi era da lui traſcurato il vantaggio,
che ſi poteua hauere in quella diſceſa, col guadagnar ſempre più
l'altezza per valerſene poſcia, e ritrouarſi con maggior eminenza
nel medeſimo Caſale per gonfiar l'acqua ad eſſetto di ſuperarla di
ſtanza di più di tre mila e cinquecento canne, che li reſtaua fino
al piano del Palazzo,tirò auanti la fabrica degl'archi,con impiegar
in quella depilaſtri la moltitudine grande, che s'era apparecchiata
delle groſſe pietre forate, onde non riuſcirono affatto inutili, ne
venne dal tutto a perderſi la ſpeſa già fatta di qualche rilieuo, e di
non poca conſideratione. L'vſo della terra puzzolana all'hora da .
noi conoſciuto,benche molto prima da noſtri antichi Malteſi ne
ſecoli paſſati, come ſi è oſſeruato in alcune loro fabbriche, ha ca
gionato tanta vtilità, che ſicuramente ſenza di eſſa, non ſi ſarebbe
cotuto in conto alcuno condurre à fine l'impreſa,percioche ſepel
i" nella maſſa di detta terra, e calce i canali, ancorche per la .
forza dell'acqua veniſſero a crepare, e romperſi, nulladimeno vi
reſta quella materia aſſodata,e quaſi che impetrita,e così dura, che
può feruire per ſe ſteſſa ageuolmente di canale. -

Per la ragione adunque di ſopra portata, ſi conduſſe l'acqua ſo


pra gl'archi in fino al ſito ou'è la torretta di S. Gioſeffo,per quin
di guadagnata l'altezza di lei medeſima, gonfiarla ſino a quel
la di S.Maria d'Atoccia, chiamata prima di S. Nicolò,e di là all'altra
di Sarria ſito vguale à quello de'Padri Capuccini,e da queſto luogo
in fino alla porta reale, calando,e ſalendo a vicenda il foſſo per ſgor
gare, nella gran foſſa colà cauata, e finalmente venire, come fà,
a ſcaturir nel fonte,e piano del palazzo, le quali altezze e diſtanze
dal medeſimo piano fino al Caſale Attard,potendo noi ſpiegare al
curioſo lettore per la notitia,che ſi raccoglie dallo ſcritto fatto,all'
hora, che furono con diligenza liuellate,e capitatoci alle mani per
buona ſorte, non habbiamo voluto tralaſciare di farlo per l'intera
fodisfattione di queſta materia,con inſeririltenore dell'iſteſſo ſcrit
to che è tale. Il piano di Palazzo è più baſſo della porta reale,cioè
dal ſoglio palmi noue, la diſtanza da Palazzo a porta reale ſono
canne ducento in circa. I Capuccini ſono più baſſi da porta reale
palmi tredeci, onde il piano di Palazzo ſarà più alto de Capuccini
palmi 4. La diſtanza da porta reale a Capuccini ſono canne º
-
- - - --- - - P 2.
116 DEL LA D E SCR I TT. DI MALTA
La diſtanza da Capuccini a S.Nicolò, (hoggi ſi dice la Madonna
d'Atoccia) ſono canne ſettecento,S.Nicolò è più alto de Capucci
ni palmi dieci, talche S.Nicolò è più alto del piano di Palazzo pal
mi ſei.La diſtaza da S.Nicolò a S.Venera ſono canne cinquecento,
S. Venera (queſta Chieſa è poco lontana dalla Torretta di S.Gio
ſeffo,e per doue ſi penſaua di condur prima la fontana) è più alta
di S. Nicolò palmi venti; onde Santa Venera ſarà più alta del pia
no di Palazzo palmi venti ſei. La diſtanza da S. Venera fino a Ca
ſal Attard ſono canne mille,e quattro cento. Il Caſale Attard, è
iù alto di S. Venera palmi 2 1 talche il piano di queſto Caſale è
più alto del piano di Palazzo palmi quarantaſette. E quantunque
vnite inſieme queſte diſtanze importino ſolamente tre mila duce
to canne, hauendo però noi affermato di ſopra contenere il mede
ſimo tratto dal Caſale Attard inſino al piano di palazzo (ſecondo
le miſure dateci dal Caualiere Ponzet " queſto ſteſſo ſpatio) tre ,
mila cinquecento trentacinque canne : crediamo tal differenza ,
naſcere ſenza fallo dalla diuerſità di miſurare cioè, dal Caſale paſ
ſando per S. Venera, e Capuccini, è tirare di lungo a S.Nicolò, e di
là alla Madonna di Satria,e Porta reale.
Fù principiata l'opera come ſi diſſe col fauor del Cielo l'anno
1 6 i c. e vi ſi trauagliò continuamente con gran numero d'opera
rij, che ſaliua molte ſiate à più di ſeicento, ne prima ſi compi, che
del 16 15. nel quale a punto i di xxi. d'Aprile terzo giorno di
Paſqua di Reſurrettione cominciò a ſcorrer l'acqua nel fonte del
Palazzo,ſubito ch'hebbe fatta vina ſolenne benedittione il Prior
della Chieſa all'hora Camaraſa, che proceſſionalmente veſtito con
habito Pontificale,quiui era venuto con l'aſſiſtenza del G. Maeſtro
( tutto feſtate, è allegro d'hauer veduto quell'opera da lui intrape
fa,e propoſta al deſiderato fine felicemente condotta,) e di tutto il
Coauento della Sagra Religone, e concorſo parimente di tanto
Popolo, che non poteua capire in quella piazza, benche grande .
Seguirono poi molte feſte di fuochi artificiali con belliſſime ma
chine, giuochi, e corſi, con gittar al Popolo il medeſimo G. Mae
ſtro varie monete. - -

Si fe poco appreſſo fabricare il belliſſimo fonte di Nettunno di


metallo allo ſcalo della marina,oue i principali ſpandenti di quello
del Palazzo, vengono a terminare; in queſto furono incaſtrate
quattro tauole di bronzo, ne'quali ſi veggono ſcolpite in baſſo ri
lieuole glorioſe impreſe della Maometta,Aias,Paſſauà,e de Caſtelli
di Lepanto fatte nel tempo di quel magiſterio, 8 in ciaſcuna ſi
legge il ſuo diſtico a caratteri dorati nella foggia, che ſegue.
- - - Maometta
LIBR o PRIMo, NoriT1A Ix. 1,7
- M A O M E T T A. -
Cui tua extinctos peperit AAahomete trium hos
Patria, ad Alophium, vinctus,inopſ, ſede.
L A I A S.
Debebant Tyrio rutilantia lilia ſucco,
a Aiax, Aiacem vincere, vicit Aloph.
P A S S A V A. -

Vix Peloponneſus Dominosproperaſſe priores,


Senſerat, Alophio,vtſubdita fatta ſuo est. - º

- CASTELLI DI L E PANT O,
Naupactus, Patreq; patenti obnoxia paruo,
Magne olim Claſsi, que vetuere viam. - -

Spande, e contribuiſce la fontana le ſue pure,e limpide acque º


principalmente al Palazzo Magiſtrale, Sagreſtia della Chieſa Con- -

lentuale, Sagra Infermaria, Fortezza di S. Ermo, Cancellaria, Ca


ſtellania, Prigion de Schiaui, Forni publici della Religione, 8 è
tutti i Monaſterij di Monache;formando d'auantagio diuerſe altre
fontane per la Città : e finalmente ſgorga nel diletteuole, e vago
giardino fatto fare dall'Eminentiſſimo Signor G.Maeſtro Laſcaris
mio Signore, fuori della porta di Monte, e nelle ſue delitioſe fon
tane, che ſono l'ornamento del Porto, il diporto, e ricreatione di
tutta la Città,maſſimamente con l'hauerui aggiunto il belliſſimo
paſſeggio della nuoua ſtrada LASCARA " ittorale del mare ,
ſopra la porta di cui ſi legge queſt'Iſcrittione.
-
D. O. M. -

MA GN VS MAGIST ER LASCAR Is -

- Abſolutis externis Vrbis munimentis. - - -

Ad eiuſdem ornatum,publicum commodum, animiq; leuamen


Superiores hortos irriguis aquis per tubos conductis
In fontes amenè ſcaturientibus
- impenſa excitauit.
Sua
Hinc in ſaxoviam nouam aperuit,
Veterem ampliauit. -

Littoralem in mari longiſsimèprotendit, ac trauit, -


Congestaq; mole - - -

Zenefidamſcaphis ſtatiunculam -

- -
- - a -

feri curauit. - -

Anno Christi MDCXLII. ſui verò Magist. VI.


E tanto baſti hauer detto della fontana,e delle ſue circoſtanze,
per i" della deſcrittione di tutto il mediterraneo di
queſt'Iſola ... - -- -
)

Deſcrittione
r 18 DEL LA D E SCR I TT. DI MALTA
Desc RyTTI o NE D E L L'ISOLA DEL G o Zo.

N o T I TI A X,
'Iſola del Gozo fù chiamata da Greci, e da Romani Gaulos, il
- cui ſignificato latino è Poculum, quaſi voglia dire Coppa per
vederſi prodotta, e formata dalla natura in figura, 3 a guiſa di
Vandal rerum Coppa,e da gl'Arabi con voce corrotta Gaudesc, Procopio ſcriué
A b. 1.
do la nauigatione del Valoroſiſſimo Beliſario Capitan Generale ,
dell'Imperador Giuſtiniano, che da Sicilia, e dal porto di Cauco
na( hoggi nomato Capo Rasgarambi, è Torre della Secca, ſe ne ,
paſsò nel Gozo, e Malta per tirar in Africa, laſcio scritte queſte º
Sºortate da Che parole traportate dall'Idioma Greco nella Latina fauella. Velis ce--
serio nella Sic.
leriter ſublatis Gaulo, è Melite Inſulis adpulerunt. Scilace à Mer
aniiq ºf444. curii promontorio verſus
Cap. 2 6. Orientem Solem, haud procul d promontorio
Inſula tres ſunt parue , ob id ipſum d Carthaginenſibus habitata, Me
Lib. 5. tita Oppidum cum portu,Gaulos Oppidum, Lampas.Diodoro così diſ
corre, Post Melitam; Inſula altera est, que Gaulus vocatur in alto
pelago, gi ipſa, portuumque commoditate prestans, Phenicum colo
nia, anch'ella percerto Colonia de'Fenici, altresì ricca d'antichità
come Malta,e da medeſimi habitatori in vari tépi habitata,e maſ
ſimamente da Greci,che le diedero il nome. Paſſiamo d'auuantag
Lib. 2. cap. 5.
-
gio à vedere altri Autori come l'habbiano chiamata. Pomponio
Mela, Circa Siciliam,( dice egli) in Siculo freto est Aee, quam Ca
Lib. 3. cap. S. lypſo habitaſſe dicitur, Africam verſus,Gaulos, Melita,Coſura Plinio
poſcia ſoggiunſe, in Sicula freto Inſuleſunt in Africam verſe,Gau
los, Melita, Coyra, e nel Lib. v. Cap. v 1 1. Gaulos, (g Galata,
Cap. 32. corpionem drum animal Africa necat. Solino, Ex parte,
cuius terra S
ua Cercina est accepimus Gaulon Inſulam, e così fu detta ancora -
fit.e.
Gaulone.Martiano Cappella,in Siculo etiamfreto Inſulas eſſe non du
Lib. I4. bium est, Africam verſus, Gaulos, Melita, Coſſura. Silio Ital. la .
chiamò Gaulum, che corrottamente poi ne volgati eſſenplari ſi
legge Caulum. -

- -Cosyraquè parua.
?Nec Maior Megara Mutye concordibus ausis.
Iuuere, gr Strato Caulum ſpectabile ponto,
Gio: Quintino nella deſcrittione di Malta. Eſt (3 inſula Gau
los breuiſsimo transitu à Melita, latitudine intercurrentis freti quin
quemillia non amplius paſſuum, parua quidem, ambitu dumtaxat
triginta millia paſuum, ſed quae fertilitate, non cedit Melitae, cuius
Praeſulem cognoſcit.GlIſolani di eſſa furono chiamati Gaulitani.co.
- -
II] S º
-

-- -- --- -- - -– –

L IBR O PRIMO, NO TI TI A X. r 19

me anco in Sicilia ſi coſtuma dirſi i Siracuſani, Panormitani, Li


libetani,e ſimili. Rendono di ciò teſtimoniaza le Iſcrittioni Latine
che ſi leggono di dett'Iſola,da noi ſpiegate nella preſente opera ,
con quelle dell'Iſola noſtra di Malta, che fanno fede irrefragabile,
& indubitata della nobiltà, e rare qualità del Gozo,habitato anti
camente doppo i Greci, e Cartaginenſi da Romani, ſotto titolo
di Municipio, come dalle medeſime Iſcrittioni ſi raccoglie,
Da Strabone variamente (doppo corrotto il nome) fu detta , Lib. 6.
come ſi può vedere dal ſuo fauellare Gaudus. Ante Pachinum ia
cet Melite, vnde Catelli Melitaei, gr Gaudus. Fù anch'ella tenu
ta da Callimaco per l'Iſola di Calipſo, che Cluuerio vuole, che ,
fia Malta, (ò Malta ſia,òl Gozo) certo è, che ſi leggono in Strabo
ne queſte preciſe, e formate parole.Ac caeteros quidem (dicegli)
“venia dignatur,dempto Callimacho, qui Grammaticum ſe proſe tl.ſ »

Gaudum tamé Calypsus Inſulam faciat,g de Corcyra, Schaeriam.Si


ritroua fregiata queſt'Iſola, 8 adorna col nobiliſſimo titolo di
Marcheſato, come altresì è ſtata Malta ne tempi andati, così ce lo
teſtifica Ceſare Campana nella vita del Cattolico Rè Don Filippo
r-'
Secondo,alla quarta parte, oue tratta dei Titoli di quella Maeſtà Fogl. 15 I.
nell'aggiunta intorno al Marcheſato di Oriſtano, e Goziano. Il
AAarcheſato Goziano (dice queſt'Autore) è detto volgarmente del
Gozo, Iſola cinque miglia preſſo Malta,g è di circuito ben trenta
miglia, ma ſolo cinque in larghezza; il ſuo terreno è fertile, abbonda di
grano, e di acque, g abbondarebbe anche di Popolo, ſe non foſſe tanto
ſottoposto alle prede de'Corſali; e ſe l'Armate de Turchi non l'haueſſero
alcune volte destrutto,si come autenne l'anno 155 1. che l'Armata vi
vsò tanta crudeltà, e feuui tante migliaia di prigioni.
Nel Gozo appaiono fin'hoggi due chiari,anzieuidentiſſimi ve
ſtigij d'habitatione dei Giganti per maggior cofermatione di quel
lo, che ſcriueremo più auanti, cioè a dire eſſere ſtati queſti i primi
habitatori di Malta,l'vno è in quella parte dell'Iſola detta El Scei
Kia, vicino ad vna Chieſa di S. Giouanni, oue ſi vedevna grande,
e ſmiſurata pietra, i lati di cui aulanzano, Se eccedono la miſura
di quindeci piedi, la qual poſa ſopra quattro altri ſaſſi, alti da ter
ra quanto a pena vi può ſtar di ſotto in piedivn huomo, ſi ſcorge
ure altresì vina pietra in forma di palla,della quatità d'vna mezza
f" L'altro contraſegno, è veſtigio è poſto nelluogo, è contra
da detta El Eeyun, oue ſi veggono ſmiſurati pezzi di pietre diriz
zate all'insù, alcune di due canne di lunghezza con qualche par
te di muro, compoſto, e fabricato di groſſiſſimi ſaſſi li , e po
ſtil'vn ſopra l'altro ſenza cemento, è altra miſtura, che l'Vniſca.
- - - A ppreſſo
12o DEL LA D E SCR I T T. DI MALTA

Appreſſo i Siciliani, 8 Italiani hoggi è chiamata Gozo,ma appò


i Malteſi Ghaudeſe,nome laſciatoui dagl'Arabi,che l'occuparono
inſieme con Malta,e Sicilia, neloro libri Arbici ſi legge Gaudſ,
che però fu indi detta in Latino,(beche barbaramente) audisium,
ò forſe da Spagnuoli,nella fauella dequal Gozo dinota gaudio, è
godimento. E diuiſa ella da Malta per mezzo d'wn canale di mare
?Nella ſua Geo di cinque miglia in circa,chiamato il Freo. Domenico Mario Ni
gr. comment. 2.
gro deſcrivendola diſſe. Hutc (Melite) ad oce ſu n angusto feto
Glauconis Inſula eſt, C in ea Castellum quae a nautis Gozo dicitur,
quam Ouidius Co0ram nominauit, però con euidente equiuoco
perche l'Iſola di Capra ch'è più diſtante,non è altrimente il Gozo,
ma Pantallarea nomata da Malteſi Kauſara. Il ſuo circuito e di
trenta miglia, ma di lunghezza non più che dodici, miſurandola
dalla punta di Ras el Cala nome Arabico fin al capo di S. Dimitri,
la maggior ſua larghezza, e di ſei miglia,e mezza in circa, tirando
dalla cala di Laaſri per inſino alla punta di Zebbugi,la ſua coſta,che
guarda verſo mezzogiorno, cominciando dal picciolo Mgiar Sci
ni,e và rauuolgendoſi,e girando verſo Lebeccio,e Ponete maeſtro
fino a Laaſri, che ſarà poco più del terzo di tutta la circonferen
za,ſi rauuiſa tutta d'altiſſime,è inacceſſibili rocche,e rupi circon
data non men, che aſſicurata. Nel qual ſpatio ſi trouano due ca
le, l'vna detta Scilendi,e l'altra Dueyra,nelle quali ſi Può agiatame
te sbarcare, e nel rimanente della ſua circonferenza tirando dalla
detta cala Laaſri al picciolo Migiar Scini, quaſi ad ogni paſſo è fa
cile lo sbarco,e vi ſono per tutto ſufficienti guardie.
Oltre l'eſſerui per decreto fatto l'anno i 6 o 5. dal Sagro Conſi
glio fabricato vin Forte (cò i danari a queſt'effetto laſciati dal Gran
Maeſtro Garzès) per ſchermirſi da'nemici,nelluogo nomato il fi
giarro, che ſouraſta al freo, il quale vieta, 3: impediſce, che l’ini
mico non faccia acquata, eſſendouene quiui per la gran copia ,
d'acque bella commodità, ne tanpoco poſſa accoſtar ad annidarſi,
e ſtanziar in quel ridotto. Fù poi per maggior difeſa del luogo
all'incontro fabricato vin altro forte nell'Iſoletta Comino, ch'è po
ſta in mezzo frà Malta,el Gozo,la cui artiglieria trauersido,S: in
terſecando quel paſſo, con l'altra del forte ſopradetto nominato
S. Martino, ouero Garza,viene a rendere maggiormente guardato
il freo,e del tutto rintuzzato,ò impedito il paſſo al nemico, che te
merario preſumeſſe l'entrata.
Rende altresì guardato, e ſicuro il porto detto Marſ, il forno,
volto verſo Greco tramontana, vin'altro forte fabricato dal Gran ,
Maeſtro VVignacourt, che pur impediſce al nemico il poter far
acquata in quella cala, I luoghi UT)
LIB Ro PR IM o, NoTITIA x. 1, 1
I luoghi della circonferenza littorale, hanno i ſeguenti nomi,
ne ſia diſcaro al Lettore maſſimamente paeſano, il ſaperli, che per
auuentura non ſarà ſenza ſuo guſto. -

Cominciando dalla Torre Garza verſo il lato Aeridionale.


Cortin Promontorio di Ras e tafal, capo della creta,oue era ſta:
to diſegnato ſi fabricaſſe la Garza. - -

Redùm e Taful. Guardia di Ras e Tafal º


Portetto ſotto Aayn Tili nomato tal Michhal. - - - -

El Tuagen guardia. Ragira el Seud ,pietra nera.


Migiar Scini,cala doue sbocca, 8 eſcevn gran vallone in vn'ar
gine di cui in parte rileuata, ſporge vna pietra mouibile di noue º
palmi in quadro di ſaſſo riſonante, nella quale s'altri vi ſaglie in.
parte della circonferenza, vien à librarſi in modo,ch alzando, è
sbaſſando a vicenda i capi nel percuoter ch'ella fà, rimbomba è
guiſa di campana, ſi che vien nomata pietra dell'arme, in ſignifi
cato Malteſe, e ſecondo il vento ſuol volirſi alcune fiate il ſuono,
( come riferiſcono alcuni) infino dal comino.
Porto,ò Cala tà Scilend,in mezzo al quale è vnaſecca,ò ſcoglio
di quattro canne in quadro
I)entro la prefata cala, Vyed el Aarab. Valle degl'Arabi.
Ghar el Hineya, che s'interpreta grotta dell'Arco. .
Da questa Cala Scilend fino alla Guardia infraſcritta -
l ſono rocche altiſsime. - - - -

Gebel tà ben Giorgi nel territorio di S. Paolo,


Cala tà Dueyra, dirimpetto ſi miravn ſcoglio nomato Hagira
tal Gernal, bagnato intorno, intorno, dal mare nel piano, e rialto
di cui ſi genera vn'herba,che tira al vermiglio, non diſſimile nel di
fuori,8 in quanto alla forma a i finecchi marini, queſta diſeccata,
e ridotta in minutiſſima poluere,e poſcia data a bere, goua mira
bilmente alla " con e per molte ſperienze,ne ſiamo cer
rificati,ne ſi raccoglie in altra parte per tutto queſto dominio.
Dalla Cala Dueyra in fino al capo di S. Dimitri, viſono
rocche ſcoſſe, et inacceſsibili.
Chieſa del Saluatore ſopra quelle balze fabricata: - - -

Nel di ſotto viene a formarſi vna laguna dal mare, ch'entra per
vna grotta nella rocca, chiamata Tie KaſzerKa, che vuol dire º
feneſtra cerulea per la profondità; queſta laguna dal ſito circolare
ſi è chiamata Kaura, il cui ſignificato altroue è ſtato ſpiegato.
Capo di S. Dimitri. Giarriſca. -

Vyedtal Aasiri,vallone,che ſi ſtende per inſino al mare, comin


ciando da S. Maria di Loreto,e S.Mariatà Dibegi.
Q Aayn
aa, DELLA D E SCR i TT. DI MALTA
Aayn Mghelghel, fonte così chiamato. .
Porto,ò Cala di Muyegil Bahar, che ſuona onde del mare,
Guardia di muyegil Bahar. - - -

Punta, è Promontorio nel capo Colla.


S. Maria ſopra il porto di Marſa il forno. - -

vallone, che principiando dal Caſtello del Gozo ſi dilunga fino


al mare del ſeguente l'orto - . . - -

Porto di Aarſa il forno col ſuo ſcalo, - -

Chieſa di S. Paolo. , - . Ghar Kaucla, grotta.


7 orre della punta di Marſi il forno. Redum del medesimo,
A yn Birrani, fonte col giardino denominato la Pergola, de
quali tal hora ſi ſerurua Morat Rays famoſo Corſale per araclua,
e per ſuo diporto, onde per cio non conſentiua, ne laſciaua mai
darsi il guaſto dai tuoi.
i Garda,che pigliò il nome dal ſeguente Redum. Redum Ferdien.
A mla el Kibira, arenile granate.
Ginen tà Kamla, vigne canneto,e ficaie.
Aihan, mortelle e finti e - - -

Aedum el Kihir, oue ſi ſcorgono più ruſcelli e fonti.


El A4 istita ta fu 4, e Adem,e Sghir.
redum eSighi, con abbondanza e copia d’acque.
Dachlet Korot,qutui ſono molte fontane.
El Chark tà Ris el Calu. Blat el Ainci. -

3lata el baidh , pietra bianca e


Chanda Kelronmen,valle,ò foſſato delle granate.
Hagiret el Ciaul epietra delle Cornacchie.
i Blatatà.2 euy Ka, Pietra da ſegnare,ò colorire
Vyed Bellun.º -
-
, - , Kedum del 14 giarro.
-
-

.Mgiarro
8 del ozo, ſcalo delle barche, ſotto la torre,e forte della -

Garza luogo di dous per l'appunto cominciammo


L'Iſola del Gozo racchiude,e tiene entro terra ſei colline,ò m6
tagn uole,che " dire, tre però ſono le maggiori, più notabi
li,e ragguardeuo i nomi de quali ſono.Ta Cogliat, Dabrani, Ta
Giordan, l Harraſ, ta Aamnir, ta Dibegi.
Ella poi è feconda,e fertilinna, ed f, terrenià guiſa di quelli
di Sicilia profondi atti e capaci per il ſeminarde grani & altre bia
de Tutta quaſi è coltiuata, quantunque montuoſa,il che la rende
di maggior capacità, più bella, vaga, & vtile, ſcaturiſcono ri
eſſa molte fonti di perfettiſſime acque dolci,e freſche a marauiglia.
Vi ſono alcuni giardini, che producono eccellenti frutta, de
quali ve ne tarebbe maggior copia, ſe gl'Iſolani v'attendeſſero
COIl
L IBR O PRIMO, NO TI TI A X. r 23,

con più diligenza, ma eſſi premono, è inuigilano con più ardore


alla coltura del grano,e d'altre biade ch'à quelle delle frutta.Soſté
ta al preſente l'Iſola, quaſi amoroſa madre da tre mila perſone,che
l'habitano in 5 oo. caſe tra il Caſtello,Rabbato,Scaltri ſuoi luoghi.
i La maggior Chieſa, che gouerna nello ſpirituale dette anime
ſotto l'inuocatione della Madonna Santiſſima dell'Aſſuntione ,
hoggi è collegiata, il cui Rettore gode honorato titolo d'Arci
prete; nel Rabbato, è pur dichiamo Borgo d'eſſa, è vna Chieſa -
parrochiale intitolata S.Giorgio: vi ſi ritrouano anco due Conué
ti,defrati,l'vno di S.Franceſco de'Conuentuali,e l'altro di S.Agoſti
no. E ricca poi l'Iſola, 8 è dotata di molti benefici Eccleſiaſtici,
come altresì di molte Chieſe, 8 Oratorij, de'quali ſi parlerà a ſuo s
luogo con più opportunità, quando trattaremo dello ſtato Ec- e
" di tutta la Dioceſi.
Circa il foro ſecolare fù nel paſſato ſecolo gouernata da vn Ca
itano della Verga col ſuo Tribunale,e da Giurati come Malta.
Ma doppo il dominio della Sagra Religione è ſtata gouernata, e ſi
gouerna tuttauia da vn Caualiere con titolo di Gouernatore,che ,
regge la militia,tenendo per la cognitione delle cauſe, così crimi
nali, come ciuili, la ſua Corte con vn Giudice. Tutti gl'officiali di
eſſa ſono deputati dall'Eminentiſſimo Sig. G. Maeſtro Principe
dell'Iſola, eſſendo però ceſſato l'officio di Capitano della Verga ,
dall'anno 15 5 1.in quà,che fù quando l'empia armata Turcheſca
la preſe, 8 inumanamente deuaſtò, facendoſi prigionieri ſei mila
habitanti con eſſer perciò mancate le famiglie nobili , delle quali
ella ancor fioriua in quel tempo, come per eſſempio erano le ſegué
ti, Alagona,Mompalau,Platamone, Montagnès, Vagnolo,Nauar
ra,Algaria,Medrano,Rapa,de Naſis,Meſſina, Mannara, Soria, Ca
xaro,Hernandez de Bouadilla, Manoele, Sanétoro, Rajadel, Pon
tremulo, Reggio, Vargas, Sahona, Boniamin, Rioles, Federico,
Barba, Bordino,Vaccaro, Rayneri,Pellegrino Nicolachi,Caraffa ,
Benfanti, Migliarès, e molt'altre delle quali alcune ſe ne paſſarono
in Sicilia,S in Malta, e non poche del tutto seſtinſero.
L'Vniuerſità di quell'Iſola lungo tempo ha vſato alzar per ar
metre monti neri in campo d’argeto,i quali ſpuntano,e ſi ſpicca
no dal mare che ſotto le riſiede,orgoglioſo,S ondeggiate perallu
dere, & in ſignificato dei tre principali Colli, che vagamente ,
l'adornano, e la fanno ragguardeuole in modo, che con giuſta ,
ragione ſi può con Silio dire quel che di lei dolcemente cantò. Lib, 14.

Et strato Gaulum ſpeciabile ponto.


Q 2. DELL'
124 DEL LA D E SCR I TT. DI MALTA
DELL'ISOLETTA E FESTIA, HOGGI COAAI NO.

N o T I TI A XI.
Ra l'altre picciole Iſole, che rendono bello il noſtro mare, è
quella, che fù nomata anticamente Hephastia, hoggi da noi
detta Comino, che circonda, e gira da cinque miglia. E benche »
sì fatto nome ſembri comune, S vniuerſale a molti luoghi, e Cit
tà,ad ogni modo l'Iſoletta, di cui pur hora fauelliamo, è ſenza fal
Lib.2.cap. 16. lo quella, di cui ſcriuendo Filippo Cluuerio diſſe nella deſcrittio
ne, ch'egli fà dell'Iſole noſtre. Porrò inter Melitam, (g Gaulon
paruula quedam Inſula iacet vulgari vocabulo Comino dicia. Anti
quum huius nomen videturfuiſſe Hephesiia,id si si latine reddas V tel
cania, che da Scilace fù poi chiamata Lampas,dicendo A4elita Op
pidum cum portu,Gaulus Oppidum; Lampas,itinerarium Inſulare, In
ſile Maltache Festia,g Falacron,sic equiden Regiam,in H iſpania
ha bere Laurentine Zibliotheca exemplar,testatur Ateronymus S urita,
( Mquibus priora,iam antea correxi in hunc modum, I nſule A4 alta He
phastia , reliquum vocabulum Falacron debere eſſe Gaulon, ipſe situs
indicat, in fin qui Cluueriot. Abramo, Ortelio nel ſuo Teſoro geo
grafico ragiona in tal modo, Festa,g Falacron ( Fallacorum alia
lectio. ) Antonino Inſula inter Siciliam, C Africam, che pare hab
bia egli parlato purtroppo chiaramente di queſt'Iſoletta, chiami
Clin, 4 par.2. dola Feſta, ma dall'Arabo Chriſtiano,ò ſia Geografo Nubien è nel
libro de Relaxarione animi curioſi,vien nomata Kemmuna, come
hoggi à punto da Malteſi, queſte ſono le ſue parole, a Gaud ſe,
cioè Gozo perges ad quandare parzam Inſulam nonnine Kemmuna,
-

onde a chi non piaceſſe l'opinione di Cluuerio, cioè, che da Greci


fuſſe ſtata denominata Bephesia, ma che queſto di Kemnuna, da
loro deriui,come altresì Melita, g Gaulos, potrebbe liberamente
dire, che ſia originato da xeſe, cioè che ſignifica inerente, è
adiacente, (com'ella è in realtà) à Malta e che da Kimeni corrotto
il vocabolo da Saraceni fuſſe ſtata poi chiamata Kemmuna.
Hoggi queſta è reſa munita con vn Forte aſſai ben inteſo,diſe
gno di Fra Vittorio Caſſar noſtro Malteſe, figliuolo di Girolamo
Valente Ingegniero,fatto fabricare ſotto il Magiſterio di VVigna
court l'anno 16 18. che guarda,e difende (come habbiamo detto)
-; --
-

uel Freo. - - --
-
--

Tutta poi l'Iſoletta è ridotta è coltura, e ſe ne caua buona qua


tità di biade. Euui vna Chieſa ſotto titolo della B. Vergine,che c&-
parte e da il nome è quella cala, 8 in vin'altra detta di S. Nicolò,è
- opinione
LIBRO PRIM O, NO TITI A xI. 12;
opinione ſia ſtata parimente vna Chieſa dedicata a quel Santo,
apparendoui di preſente qualche veſtigio, come pure in diuerſi
luoghi ſi veggono ſegni, d'altre fabbriche antichiſſime, che
danno probabil argomento d'eſſere ſtata anticamente habitata ,
anzi che in proiamento di ciò,alcuni anni ſono l'acque piouane
fecero ſcoprire in vna vallicella vn ſepolcro di creta cotta bé gri
de,& al tempo del Magiſterio di Paula,ſi ſono ritrouate ſotterra,fi-
ſtole,e canne di piombo di quattro dita in circa di diametro, 8 al
tri minori,e canali di terracotta, indici ben chiari di paſſaggio, e
condotta d'acqua,che vi è aſſai buona, e dolce, la cui ſorgente è ſi
tuata vicino alla Chieſa della Madonna, additando, e moſtrando
venire la ſcaturigine dalla parte ſuperiore, 8 eminente,ou'è alloga
to il Forte. - -

- - -

D E L LA FERTI L I TA DI A4 AL 7 A.
N o T I TI A XII.

Erche vn paeſe ſia ragguardeuole,e poſſa dirſi veraméte buo-.


no, ſi richiede p" ſia dotato d'aria perfettiſſima ,
(al parer de ſaggi) e di fecondo , e fertile terreno, abondante ,
d'acque ſalutifere, conditioni, e coſe, delle quali tutte con larga .
mano l'Autor della natura arricchì Malta. Impercioche ella è
anco Notabile sì per la bontà dell'aria ſaluteuole, e ſopra tutto è
marauiglia buona per la conſeruatione devecchi, che arriuano
ordinariamente adottanta,e nouant'anni, e ſouente giungono i In hirt. Ioanni
più. Ond'hebbe a dire Errigo Pantaleone della compleſſione del tarum lib.7.
Malteſi, pleroſa, ſenectus o toginta annorum,non morbus diſſoluit, co
me per la fecondità della terra è piena,e copioſa di tutte le coſe ne
ceſſarie, e che fanno di meſtieri al viuere humano. La onde meri
tamente Ouidio nel 3. de Faſti cantò, - - -

Fertilis est Melite, sterili vicina Cosyrae.


AVnſula - - -

In comment. 1.
E quindi il P. Cornelio a Lapide ſcriſſe Altera est vicina Siciliae act. Apoſt. cap.
28.
vulgò Malta ditta, ea hic intelligitur, quae Caelo est clemente, aquis
ſalubribus, agro benigno, 3 frugfero a bonitate mellis laudata, in
deq, Melita, vt videtur appellata. Tomaſo Porcacchi nella deſcrit
tione dell'Iſole, deſcriuendo Malta dice. L'aria di tutta l'Iſola è ſa
lutifera, e maſſimamente à chi vi è auuezo. e vi ha fontane, 3 hor
ti copiosi di palme, e per tutto il terreno produce abbondeuolmente, gra
ne, lino, cottone, è bambagia,e comine e genera cagnolini gentili, bian
chi
r26 D E LL A D E SCRITT. DI MALTA
chi, e di pel lungo per delitie degl'huomini. Vi ha gran copia di roſe di
ſoauiſsimo odore. Il terreno si ſemina tutto l'anno con poca fatica, e si
fanno due raccolte, e gli alberi fruttano,similmente due volte l'anno,
onde il verno ogni coſa verdeggia, e vi fioriſce, si come la state ogni co
a arde di caldo,ſe ben vi cade certa rugiada,che gtoua grandemente al
le biade. In fin quì il Porcacchio.Giouanni Quintino nella deſcrit
tione della medeſima, parlando della fertilità di eſſa, come Autor,
e teſtimonio di veduta dice.Očto à vico millibus in mediterraneo Ci
i uitas est maioris cuiuſdam reliquiae, non inamena quidem illa,g cul
taſatis,g c.ſalubri calo, ſicuti tota Inſula,iis praeſertim,qui tam diu
tina mansionis conſuetudine,illi aſſueuerunt, fontibus rigua est, hor
tis consita, palmas,ſed steriles, nec sponte genitas frentibus, oleaſque
ac vites (ouis tamen,quam vino meliore), g) cum reliquo pomorum
genere ficus, breuiter eosdem, quos (g Italia frustus producunt. Indi
paſſando a lodare la qualità delle roſe di Malta, che in bontà pa
reggiano à quelle di Napoli, e di Capoa ſiegue à dire.Roſas quoque
gignunt odori ſu au ſimi, tsunt hortensium, quibus abundant om
mia odoratiſsima, acſports gratissimi apud eos, quia sicca; roſa tamº
pre caeteris quae proprie ruderatum agrum amat, qualis est Meliten
An vita Santae sis. E Paolo Emilio Santorio diſſe Apparatur lautum conuiuium,
Agate.
Paeſium Citta
ſplendidiſsimae epulae, optima vina, thorus molliſsimus inter odores,
nel golfo Agro (& ſarta Melitensi , aut Paestana roſa puluinaria, interque lintea
politano, è di
Salerno.
tenuiſsimi lini,stºrnitur. Ma ritorniamo a Quintino il quale voledo
poi commendare la qualità, e le rare conditioni del mele di Malta
(che non cede punto all'Ibleo di Sicilia)eſſendo il paſcolo de me
deſimi fiori, che colà guſtano l'api, onde alcuni ſenza dubio ten
gono, che da queſto, Malta habbia hauuta la ſua denominanza,
dice. 9uare funt optima, g hoc tractu mella ,vt quae ſunt thymi,
violarum, florumque apibus, g alueariis conuenientium condita, sic
vt nomen traxiſe videri poſit Inſula,ioſo nomine mellis gloriam sta
tim praeferens. Della bontà, e qualità del mele Malteſe, ne laſciò
ſcritto Ciccrone contra Verre queſte parole. Iam non quaero vnde
CC C C. e mphoras mellis habueris (9 c.mitto demelle,ſed tantum, ne
Melitensium ? Paſſa più oltre Quintino a narrare la qualità del
bambagio, del quale i Malteſi traggono molto beneficio,e non
poco guadagno operandolo, 8 impiegadolo in diuerſe induſtrio
ſe maniere ingegnoſamente; dice adunque. Huic pariter(Inſulae)
cotonon familiare, Undemagni prouentus Inſulanis. Hoc olim aliqui
Goſypion vocauere,plures xilyna, inquit Plinius Aegipto tatum naſces
dum is Auctorvixit, nunc in Sicilia, Calabria, Hispania, et aliis lo
ci pluribus,ſeritur.Verum Melitenſe maximè horum laudatur,alterius
C7) 1774
L IBRO PRIMO, NO TITIA XII. 127
enim nationi, creſius est. Siegue poſcia a deſcriuere la pianta così
al viuo, e curioſamente,che non habbiamo uoluto laſciare di quì
ſoggiugnere il modo, com'egli la dipinge, dicendo, specie eius ni
tradunt auctores,quos equidem legerim, prolixius itaque depingam,
quia est admirabile nostratibus aliquidex arbore naſci, quod
-prºſsrtin

tam molle, (g laneum, ab exotico aliquo animante detonſum putant.


Frutex est arbuſculi modopedali magnitudine,cauli lignoſo, a quò 7'4-
mi terni, quaterniue fruttificant,folia ni minora ſent, vitum pote
rant videri,flosſubceruleussfructum defert amplitudine auellanae nu
cis, qui maturitate ruptus praeduras pilas ostendit, tenui lanugine ob
dućtas,ex qua cotonon netur in textrinis, mira depectendi arte, ex quo
et mapalia, et vestes hic muliebres conficiuntur, vt iam nobis lanifere
Indorum arbores Goſampinaequè vestes miraculo eſſe non debeant. Ad
vela nauium, etiam perutile, et multum expetitum. Alla qualintel
ligenza, 8 opinione Filippo Cluuerio i Fallitur non mo Sicil. auti 4.1.2
Cap. 16.
dicèdum Plinii aeuo in una Aegypto id natam tradit. Quin hoc idem
est illudex quo ante Plinium, iam Diodori, atque Ciceronis tempori
bus vestesille AAelitenſes febant ſubtilitatis, ac mollitiei mirandae,
e ante Ciceronem, Lucreti etiam tempestate. Il qual Poeta così can zii, a
tò delle veſti Malteſi.
Interdum inpallam., et Melitensia, ceaque “7)ertlé Wat,
eximia ueste - i vi . . .
- Quindi Silio. , - - ILib. 14.
Ai'adranum, Ergentumquè simul, telaqueſuperba.
Langera Melite – a -

Della ſottigliezza, e morbidezza delle quali veſti, Diodorora


gionando di tutta l'Iſola di Malta così i",ncolae fortuna
ti existimantur, quoniam, et uarii generis exercent artes, et optimè
faciunt lineas telas, cum tenuitate ti mollitieſpettatas.Donde Cice 4. Verr.
rone parlando della qualità delle veſti donneſche de'Malteſi ſcriſſe.
Inſula est Melita, in qua est eodem nomine Oppidum, quoiste nun
tuam acceſit (ragiona di C. Verre) quodtamen isti textrinum per
triennium admuliebrem uestem conficiendam fuit. E nell'attione 3.
Dico te maximum pondus auri s argenti, eboris, purpurae, plurimam
uestem Melitenſem Syracusis exportaſſe. Eſichio, e Fauorino. Meli
tensia dicitur lintea quaedem praestantia ex A4elita I nſula. E Mau Sican. Hit.l.2.

rolico. Item CCCC. a mphoras mellis, immenſam Melitenſem ueste,


quinguaginta Tricliniornm le&los, innumera Candelabra,et haec pau
cis mensibus ſustulit, annouerādo i furti di C.Verre,e poco appreſſo
2Aelita Inſulae Oppidemfuſe Verri textrinum ad muliebrem ueſtem
conficiendam. - -

Intorno
, ,s DELLA D E sc R ITT DI MALTA
Intorno all'abbòdâza dell'acque, che inaffiano il noſtro terreno
maſimamente in quella parte dell'Iſola, oue ſono i giaru ni, e gl'
orti, ſi può veramente dire, ch'eſſendo ella di circonierenza non
più di ſeſſanta miglia, non montuoſa, ma più toſto Piana, e balla e
in mezzo al mare, ſia incredibile la quantità de riui, e ramicelli
d'acqua dolciuma, che nel ſeno contiene, poiche oltre l'infinità
delle ſorgenti,e de pozzi d'acqua viua,gode la delicia di ben otta
ta principali fontane,tutte buone a bere molte de quali ſono anco

raireſet time a marauiglia, e doue ſi ritroua mancneuole nell'al


tra parte,cn è prua di certo ſaſſo poroſo,detto da noſtri giorgiole
na,e di vn terreno crecoſo,per doue à piè d alcune colline, ſcaturi
ſcono quaſi tutte le ſopradette fontane, che quiu ſi generano
dalle pioggie: vi ſi è dalla prouida natura mirabilmente ſuppli
to,e ſouuenuto per via del mare, il quale entrando per le viſiere º
della terra per la coſta di mezzo di , ſotto quelle altitume rupi,
e balze,e di là poi diffondendoſi per alcuni luoghi cauernoſi, e per
le vene, e meati ſotterranei, quaſi vn fiumicello, vien à diuiderſi
in due principali rami, ſgorgando l'wno verſo Tramontana ſopra
la cala di S.Giorgio,nelluogo detto in Malteſe Char K el Hamiem, e
volgarmente la dragonara,ou'è vna radunanza di gra copia d'ac
ua, poco men chà liuello nella ſuperficie a quella del mare, e
l'altro verſo Leuante, è punto nella Terra Cormi ſcorrendo ſotterra
per il valone, che conduce alla pianura della Marſa,infino a com
n unicarti vn'altra volta al mare,oue per tutto quel tratto ſi ſono
rinouate da alcuni anni in qua n olte machine da noſtri chiama
te ſente per mezzo delle quali cauano,6 alzano l'acqua che da per
tutto ſi troua a quanto più baſſa dell'altezza del nare, per inaf
fiare,è irrigare gl'orti,che vi ſi ſono fatti. -

Queſt'opinione circa l'acqua ſudetta, che in tal guiſa originata


dal mare venghi col paſſare per le viſcere, e meati della terra ad
addolcirſi, trauerſando l'Iſola per tutta la ſua larghezza,beche fia
ſtata in qualche modo da noſtri antichi anche crauta per vera ,
errando però nell'imaginarſi eſſer tale il naſcimento di tutte l'ac
que, e fontane dell'Iſola indifferentemente, con e n'atteſta in vn
manoſcritto il P. Girolamo Manduca noſtro Compatriota diſcor
rendo di Malta. Pars ed occidentem obuerſi (dice egli) aquarum co
pia magis abundat, quam reliqua Inſula, crebrſque fintibus 772d hdl ,
Ex ft mauit antiquitas tanto ma qua lim, ingentem in ſpeluncam,
que a Diui Pauli portu modicis distat interuallis, è mari acceptam oc
cutis meatibus perlabi quasi fistulis, donec expurgata marini liquoris
ſalſedine in fontes erumpatsaiq; dimanet; experientia enim " ab
t- i7, C
LI B R o PR IM O, NOTITIA XII. 129

hinc ſeptuaginta ſcriſſe ciò l'anno 159 8. rem comprobatam eſſe acce
pina in un bilico Inſale non longe al Oppido, ſub terra maximam
tiu e vino fluere,eamque vt dicitur fontium caput eſſe ceterorum. La
ſpelonca,ò grotta, che dice eſſer il ricettacolo dell'acqua, è quella
gran caua ſotterranea detta la dragonara poco diſtante dal mare;
quiui " è deleese però non è veriſimile, che colà ſi riceua ,
ma più toſto altronde riceutita venghi in eſſo luogo a ſgorgare º
nel mare; il che preiſo di noi ſi rende maggiormente vero, non
ſolo per il corſo dell'acqua,che tanto queſto ramo,quanto quello,
cie ſi diffonde per la Terra Cormi,nellepianure della Marſa, mo
ſtra la ſorgente deriuare dalle parti meridionali, ma per vm oſſer
uatione, che da alcuni è ſtata fatta,benche da loro non inteſa, 8 è
come queſti riferiſceno, che ſotto quelle rocche, e balze, che riſ
guardato il mare da mezzogiorno vicino al terreno, ſi vede con
veemenza ram pollare l'acqua, ſtrepitando in aria in vn giro, e
ipatio di dieci canne in circa hor in vn luogo,è hor in vn'altro in
modo che li peſcatori, e contadini hanno cone ſemplici tal'hora
credito, che da Folletti è Spiriti fuſſero di ſopra à quelle rocche ,
ianciati ſaſſi in mare, noi però congetturiamo, che di là entri a
pinto per quei luoghi cauernoſi il mare , e con qualche violenza
incontrando vento,ò aria racchiuſa,e ſerrata cagioni quel ſorger
dell'acqua,ſcoppiando nell'inalzarſi, e che diramandoſi per le ve
sia della terra, coi perder pian piano la natural ſalſu ggine,dopò ha
tier fatta di ſe vaga moſtra in tanti luoghi per doue paſſa, e ſcorre
a beneficio noſtro, ritorni finalmente, come habbiamo detto è me
-

ſcolarſi colmare. \ -
Quanto poi fuſſero ſtimati, e tenuti in gran pregio i cagnolini
Malteſi, ne l indubitata fede Strabone, diſcorrendo in queſta gui- zii. c.
ià 4nte Pachimun iacet A4 elita, vnde Catuli ſunt,quos A4 elitenſes
vocant, ne fa anco mentione Eſchio dicendo. Melitaus carellus
pa, aus, e Muſiro addotto dal Cluerio così dice parlando de'me- ºi;
dc ſimi cagnolini del capitolo che tratta della noſtra Malta. Meli- 437.
tei catuli dicantur,inde quod in Ai 1 elita Inſula, Italia vicina gignan
tar, Suida e Fauorino parimente affermano, Melitaeus eatulus, ca
num quidpe alti ſtent venatici, alii qui vna eum animantibus progre
diuntur, alii qui domi custodiam pecudum aguntuali ſunt ad oblecta
cionem, vt A4 elitei eatuli, (gc. qui voluptatis, siue animi cauſa ala
tar. Aggiun gaſi Fazello che così diſcorre paruulos canes ſubalbos, Decad. 1. lib. 1.
g pil longioribus ad hominum delicias Aelita gignir, or Aristoteles cap, I.
in problematibus,(3 Strabo referunt Hoggi è quaſi eſtinta queſta ,
-

razza. Ma invece di quella habbiamo i cani chiamati Cernechi


- R. molto
--
13o DELLA D E SCRITT. DI MALTA
molto ſtimati per la caccia di conigli, che in fin dalla Francia ſo
no richieſti ben ſpeſſo con molta inſtanza mallimamente per i
luoghi ſaſſoſi alpoſtri, e ſcoſceſi. . -

Li noſtri Caualli per la velocità del correre non ſono eglino ſti
mati al pari di quelli che in Italia ſono detti Barbari è come altre
sì le giumente,che ſono sì ſuelte, e non meno al corſo velociſſime,
e da diuerſe parti d'Europa Procurate per razza,e perciò quiuite
nute in pregio ? - -

Produce inoltre l'Iſola noſtra cimino,S: aniſo, il primo nomato


in Malta cimino agro, l'altro cimino dolce,entrambi di ſoaue, e
grat'odore,buono quello per le medicine,e tinture,e per le confet
ture queſto, come anco per condire, e render ſaporoſo il pane, 8:
ad altri buoni effetti, ſi ſemina in terreno delicato, e di poco fondo,
e di eſſo ne cauano gl'Iſolani molto guadagno,e beneficio. Gignit
( dice Quin tino) AAelita Cuminum notam herbam medicinis,g con
dimentis, uod & cruste panis inſpergitur gratiſsime ſolo gracili gaudet
(ſoggiungendo) duo eius genera, unum est m gna gustus acrimonia
aromatum, modo odoratum. Cuminum agrior vulgò vocant, alterum
per omnia refert anethum,graniſumſatiuum vtrumq; Cumino Afri
co quale hoc nostrum, palma ſemper data, vnde Incolis magnum Cu
mini, atq, Cotoni cum exteris nationibus commercium.
Il terreno poi non è faticoſo,ne molto malageuole à coltiuarſi,
ſi ſemina con molta ageuolezza, e facilità tutto l'anno, e ſempre
col fauor di Dio ſi raccoglie, facendo molt'vſura con la terra, che
non ceſſa mai di germogliare a noſtro prò . Super omnia est hanc
Soli exilitatem,nec ipſam agricolis operoſim, toto anno ſeri, 3 aliquid
meti. E ſi come gl'alberi porgono liberali il frutto due volte l'an
e . no, così due volte ſi coltiua la terra, è altretanto rende corteſe, e
benigna il frutto , atteſo,che do ppo hauer mietuto,e raccolto l'or
----
zo (per eſsepio) vi ſi ſemina il cottone,S appreſſo queſto ſi torna
- - -
à ſeminare di bel nuouo quello, in modo che la noſtra terra fecò
-
-
-
--
da madre continuamente produce,e có molto beneficio;auuenga
che di vn moggio di robba,ſe ne raccolgono ben ſedeci, e per or
dinario almeno dieci,e ſouente dodici. Bfere (dice Quintino) ar
bores,bine ſape meſes,demeſſo enim ordeo,mox cotonum ſuccedit, vel 07 -
deum cotono,adeò terra non ceſſat parere,idq; si sit aptumſolurn magna
fecunditate . E modio siquidem,ſexdecim, (g plures nonnumquam nº
-
-
- di redduntur: ordinarium autem,g cum decimo, ac duodecimo fenore
totius Inſule campi fundant. Ob id credo ab Ouidio fertilitatis titulo
decoratur Melite. - --

L'Iſola ha diuerſe qualità, e diuerſa ſorte di terreni, perche e


- altro
L IBRO PRIMO, NO TI I IA XII r; 1
altro è ſaſſoſo, altro piano, e fondo, è altro Vallato, nel ſaſſoſo ſi
paſcolano gl'animali, generando, e producendo il terreno grami
gna,atta e buona per nutrirli,S. ingraſſarli, dal qualluogo anco ſi
cauano ſterpi,e ſpini che ſeruono per abbruciare, e per l'Vſo neceſ
ſario de forniscon che ſi ſuppliſce in qualche parte al mancamento
della legna a cui molto più ſi ſupplirà all'auuenire col marauiglio
ſo modo vltimamente introdotto d'adoperarne i publici forni
della Religione aliga di mare, di che n habbiamo abbondanza nel
le noſtre Cale (ſottiliſſima, e non mai è pieno lodata inuentione»
d'vn noſtro paeſano, nel piano ſi ſemina il grano, orzo, 8 altre bia
de. Nel vallato poſcia vi ſono i giardini, 8 horti inaffiati da co
pioſe fontane, che la natura fè quiui ſcaturire per ſomminiſtrare,e
ſoccorrere alla neceſſità del luogo, e come che l'Iſola noſtra e pa
na, e ſecondo diſſe il Taſſo. Giace Malta fra l'onde occulti,e baſſi, Nella Giertſ.
libera, a c. nt.
e per tanto trauagliata, e combattuta da venti; la prouida natura I 5. Sanz: I8.
vi creò,8 apparecchiò quantita de valli abbondantiſſime d'acque,
oue gl'alberi da eſſe riceuono il deſiderato alimento, e ſono difeſi
dall'empito, e furia deventi, che ſogliono eſſere gagliardiſſimi,
Genera in oltre aſſai bene il noſtro terreno, e sè prouato d'al
cuni anni in quà attiſſimo è germogliarevn herba, ci vi ſi ſemi
nanomata Glasto, da Spagnuol Ann l voce corrotta dall'Arabo,e
da noſtri Malteſi Ennir, la cui acqua coe doue ella è ſtata poſta, e
macerata,congelandoſi,ſerue per colorire, e dar tintura chiama a
comunemente Indaco, per eſſere ſtata traſportata dall'India. Ella
ſembra a prima viſta vn minerale più toſto, che materiale cauato
da erba;queſta pianca con tutto il magiſtero della coltura e l'ope
ratione di ridurla poi in pietra per il ſouradetto effetto, ci viene le
giadramente deſcritta e ſpiegata da vn moderno Autore in tal gui Aix libello cuius
tilulus eſt ae Imo
ià. Annil, quod vulgò glustum votant tintura ſpecies toti Europe am er. Magni VAo

notiſsima, et vsitatiſsima herba,e qua fit,non absimilis eſt ciceri foliis i", A. India
vera commen
edmodumſene, ſdpaulò breuioribus, gr latioribus,ramuſculis lignosis tarius er varijs
instar genitae,caulis rarò ad proceritatem Vlnae aſſurgit,et tertio ſi A toribus con
geſtur
gue anno vie pollicis cr ſuiem ſumit : flos iacceae flori,haud diſsi -

milis est. Semen faenugraeci ſmini non nihil accedit, vtrinque com
preſum, et veluti praecſim , quod Nouembri menſe colligitur,ſeritur
fire menſe Iunto,herba ſmelſata,triennium durat, etſub fine Mensis
Septembris,aut initio Oétobris quàm pluuite ceſſant,ſecatur. Primo an
ma planta adhuc tenera esi, et glasium, quod ex illa conficitur, imper
i cium eſi, rubicundo colore, et ponderoſim, ita ut aquae iniecium
ndum petat, et ſubsidat, id vocatur Nouti, siu e Aousi, ſe
i ce lo asino al latº eſt leue, ei violacei coloris, a aequè indºtum
- R 2 fipe natat,
r32 DELLA DESCRITT, DI MALTA
ſupernatat id peculiari nomine vocant Cyerce,siue ziarie. Tertio an
no rurſus declinat àperfectione,eſta,graue, 3 nigri coloris.omniumq;
viliſsimum appellat Cateld.Conficitur autem glastum in hunc modum.
Plantam ſectam coniiciunt in oblongam cisternano adid paratam,
(º multis ſaxisſuperiniectis deprimunt, atq, diluunt, 3 eperiunt plu
ralympha,ita compraeſſa, 3 aqua cooperta " adaliquot dies,
donec aqua colorem,grſubstantiam omnem herba extraxerit, et imbi
berit, tunc aquam hanc in rotundam cisternam, in cuius fundo alia
minor, itidem orbicularis ſtructa ºft, emittunt; bacillis valide eandem
agitant, º liquidam ſensìm diſpumant, atqi id tantiſper, donec aqua
omnis deſpumetur,et fecessataue craſiorſu bſtantia in fundo ſubsidant
hane exemptam ſuper pannos extenduni,etsiccant adſolem; vbi autº
iam paululùm indurari capit,in orbiculos, aut laminas, aut pastillos
cogunt, g ſuper arenam porrò indurandam proiiciunt ; nam omnis
alia materies colorem ebiberet,(3 vittaret, ſi pluuia inopinatò ingruat,
perit color,g ſplendor glafto,g hinc ab ipsis Aalad appellatur. Pree
ſtantiſsima glaſti notae ſunt,siccitas,leuitas,ita vt aque innatet, vio
laceus color &ſplendor coram ſole, (& si prunis ardentibus impositum
violaceum fumum edat,g quam pauciſsimos cineres poſt ſe relinquat.
L'vtile,che ſe ne caua da coloro, che ſanno coltiuare queſt'erba,
& eſtrarne l'Indaco,è grande, e però tanto più eſſi s'aſtengono di
comunicar il modo ialtri; quindi è che l'arte non è ſtata frà gl'
Iſolani molto diuulgata;ne appreſa da loro tantoſto, come ſoglio
no fare ſtudioſamente di
che mediocre beneficio,
i coſe,che poſſono apportargli qual
- i

Producono altresì le noſtre rupi,e balze, che ſono volte alla


Tramontana,e ne luoghi chiamati di S.Mariael Aalia, Bahria, Em
tahlep. Melcha,et Aayn hadid, vna certa gromma,ò roccia,che na
turalmente manda fuori il ſaſſo, a guiſa di picciole macchie da
noſtri nomate Vercella; queſte raſchiate con vniſtromento di fer
ro da queiroccami ſi colgono, e bagnano con certo liquore,e poi
ammaſſano con meſcolarui alcun altro ingrediente,della qual pa
ſta eſpoſta prima per qualche tempo al ſole,ſe ne ſeruono i noſtri
Malteſi per tingere,e dar colore di roſa ſecca alle lane, che adopra
no in lauoro particolarmente di certi tapeti, che eſſi chiamano
farde: & etiandio alla ſeta, che in poca però quantità ſi fà nell'Iſo
la,e ſe ne farebbe pur aſſai,ſe vi ſi attendeſſe a piantare decelſi, eſ
ſendo il noſtro terreno artiſſimo, non men che l'aria,al nutrimen
tode vermi, è bachi da ſeta, che la producono.
Ne anche ci mancano nell'Iſolavene, e miniere per eſſer com
piutamente fornita,e commoda così di marmo, come di ri , di
CIAC
LIBRO PRIMO, N O TITI A XII. 13;
che ne fanno teſtimonianza verace alcuni Autori; Gio: Teſtore, Nell'EpittàCes
nucop.
Dice Melita quoque Siciliae Inſula praeſtantes habet ferri fodinas,
E Raffaele Volterrano così ſcriue, ſed et ferrum, quod oſtenti loco de Lib. 33. in cap.
conflatum in statuam à Glauco Chio Pauſanias memorat, caperunt ferro.euro, ero , e
proximis annis apud Aelitam Sicilia Inſulam,que nunc Malta dici
tur, ubi, 6 cotonum naſcitur rurſum conflare. Id ostendit captisus,
et nobilis Turca infornacibus,follibus xxxiiii.horarumſpatio excisitis,
puluere quodam adhibito. Il che ſeguì negl'anni del Signore 146 o.
In quel luogo detto el zoncol,che riſguarda verſo l'Oriente ot
to miglia diſcoſto dalla Città, come anco nell'Aſsieli non lungi dal
la Vittorioſa ſecondo, che da perſona ben prattica, ci è ſtato con
certezza affermato ſono caue di marmo, dalle quali gl'antichi for
mauano ſtatue,e ſepolture, & i ſeguenti habitatori continuarono
anch'eſſi di ſeruirſene per far ſtipiti,e ſoglie di porti, e per altri or
namenti di fabriche,cº edifici perpetui come altresì per pauiméti.
Ne molto diſtante dal medeſimo luogo del 2 oncol,ſi ſcorgevn
altra caua di ben ſodo,e forte ſaſſo, di cui ſi formano le pietre da
mulino & in eſſo ſi ritrouano certi occhietti gialli, i quali ſogliono
legarſi nell'anella in vece di gioia,hauendo i virtù co
tra veleni, 8 altre morſicature d'animali velenoſi, e giouano an
che per il mal di fianco, l'iſteſſa virtù hanno le linguerte di color º
cineritio, le quali naſcono in tutta l'Iſola in forma apunto di lin -

gua, anzi creſcono nel ſaſſo, in cui ſi generano al principio pic - - -. -

ciole, e poi diuegono maggiori col tempo come in vn ſeminerio. -

Si che furono poco prattici coloro, che vanamente penſarono eſ Teſoro del
ſerle dette lingue denti di lamie,ò di cani marini impetriti.Vaglio gioie c.36.
IlO queſte lingue non ſolo contra le morſicature " , S: altri
veleni, ma anche contro le febri maligne,petecchie e ſimili infer
mità,come ne fà ampia teſtimonianza il dottiſſimo Padre Corne In Alt. AppA,
lio à Lapide.Tutto per ſingolar gratia del glorioſo Apoſtolo S.Pao sap.
lo,che benediſſe queſta noſtra terra, communicadole la medeſima
virtù; tanto che moltiſſimi Medici in Sicilia,S: altre parti adopra
no la polue di queſte linguette in vece di belzuaro,e ſi ſono vedu
P. 3. lib.5.f 95
ti marauiglioſi effetti, come ne fa fede il Boſio, che preferiſce la . & lib, 37.foi.
terra di Malta allalemnia,detta communemente terra ſigillata. 775.
P. 1. lib.2.
Gio: Botero nelle relationi vniuerſali del Mondo, dice di Malta.
Ea il terreno quasi tutto ſaſſoſo; ma la pietra è tenera, e di facile lauº
ratura, la terra s'alza sù la pietra due, è quattro palmi, le coſe ch'ella
produce, vi naſcono in tutta eccellenza,com'è il cottone,i frutti ifiori,e
maſsimamente le roſe. I Greci la chiamano Melita dal miele, produce
pecore,capre, Buoi, Astmi. Muli,conigli e pernici in copia. Vi si fa anche
-- - - f.le
- --
za

s;4 DELLA D E SCRITT. DI MALTA


-- - -

ſale in vn luogo che si chiama le ſaline, (in fin qui il Botero ) dalle º
quali l'Erario del Principe per l'eſtrattione, che ſe ne fa da Vaſſelli
- -

ne ſuol cauare molto beneficio - - -

sono d'eſtrema bontà le frutti di Malta,maſſimamente gl'aran


ci,cedri,e limoni che in gran copia per la benignità dell'aria Pro
duce di ſmiſurata grandezza il noſtro fecond Isimo terreno, dei
quali ſi ſogliono mandare fino à Roma, 8 alla Corte di Francia e,
eſſendo per ogni parte ſtimati,e tenuti ben cari.
Altretanto è ricca e copioſa d'vccellani ua volo e di rapina,co
me ſono i falconi, peregrini, ſagri, ſmerigli, e ſparuter, , che
ciaſcun anno ſogliono paſſare per la noſtra Iola in quei luoghi
più ſublimi, c. eminenti eſpoſti a mezzo giorno; doue i caccia
tori à ciò deſtinati con particolar artificio, Scingegnoſa inuentio
ne di reti, e con vccello già fatto domeſtico, iono prenderli
con porſi in agguato in diuerſi poſti chiamati Paragni de quali
ogn'anno nella falconiera dell'Eminentiliimo Siggnor Gran Mae
ſtro ſe ne capano, e ſceglono alcuni più generoſi e ſi preſentano
alle due Corone, com'era già antica vſanza di mandarſi dal regio
falconiero deputato in Malca alcuni di queſti alla Maeſtà Cattoli
ca.Godendo i ſudetti cacciatori per " molte franchigie,
& eſſentioni in virtù del loro priuliegi, & eſſecutorie, e d'altre ,
Aix quodà pro
ceſu de anno prouiſion, particolarmente dei Vicere Don Ferdinando d'Acu
15 e 3. e 1564. gna, date vna in Malta a 8. d. Maggio 1492. altra in Medina -
penet acta la
diani de Muſ à di 18. dell'Iſteſſo Meſe, e la terza pure in Mellina è 28. di Gen
gato, naio 1493. ſeguitane confermatione dall'Eminentiliimi Signori
Gan Maeſtri, come appariſce nelibri delle bolle di queſta Can
cellaria. -

Et è niente meno altresì copioſa di cacciagione volatile di paſ


ſagio, come ſarebbe a dire di beccafichi à ſuo tempo gratifiumi,di
quaglie due volte l'anno, di tortorelle, tordi, º altre forti, e ſpe
cie d'vccelli, oltre quella, che riſiede del continuo nell'Iſola, come
ſono pernici, anatre, gallacci, lebreccini, e colombi ſenza trala
ſciare la caccia di lepri, e conigli, che ve ne ſono ſenza numero.
L'abbondanza di pollami,e nottimamente di galli d'India, che
fuori in alcuni Caſali ſi ſogliono nutrirà modo di greggia, e ven
derſi à prezzo baſſo, non ſembra per auuentura coſa credibile è
chi non è tanto prattico dell'Iſola,prouedendo la Città Valletta ,
centoventi, e più galline in ciaſchedun giorno per ſeruigio del
Palagio Magiſtrale , Sagra Infermaria, Albergie, ed'altre caſe par
ticolari, oltre quelle fideuono conſumare vn giorno per l'altro in
tutte l'altre Città, e luoghi dell'Iſola per ſerugio dell'infermi, e
d'alcune
º
LIBRO PRIMO, IN O TI TIA XII. 13;
d'alcune caſe di commode famiglie. . .
Nen ſono di minor bontà, e qualità gl'agnelli di Malta, e le »
carni d'animali da macello, di vitelle in particolare, delle quali
ſecondo il tempo, e la ſtagione dell'anno ſe n'ammazzano a più
d'vn centinaio in ciaſchedun meſe; la ſudetta bontà vien cagio
nata dall'eccellente qualità delpaſcoli, e dell'acque, che ſono ot
time per il nutrimento di eſſi, in modo, che le carni degl'animali,
che ſi conducono dalla Sicilia nutriti per poco di tempo in Malta,
diuengono ſaporoſiſſime, e di bontà migliore aſſai di quelle, che
ſubito arriuate ſono veciſe, »
-
. .
-

.
- -

i. . . ,.
-

Il mare poi è così fertile di peſcagione, che non cede a qua


lunque altro ſi ſia del mediterraneo; eſſendo l'Iſola numeroſa de
porti, e cale, ne' quali ſogliono i peſcatori pigliar gran moltitu
dine di peſci. Onde Silio cantò di lei
- -
º -

- -
– telaque ſuperba. ,
Lanigera Melite, aclitus piſcoſa melačte. . . . .
- Oltre, che fuori di detti porti in alcune ſeccagnie peſcando per
alcune miglia di diſtanza, prendono peſci d'ogni ſpecie, e di tutta
bontà, che ſi vendono pure a buon mercato
La natura poſcia ha voluto, che le medeſime pietre reſe graui
de, e feconde dall'acqua di mare, haueſſero occulta virtù (è
gl'huomini naſcoſta) di produrre tanta diuerſità di conchiglie»
imaririe si ch'habbiamo, cioè oſtreghe, coccioli, telline, dette o
da paeſani arzelli, è cappe, gandoffoli, e particolarmente i can
noletti, e dattili, che ſi trouano in ben poche parti del noſtro ma
re Mediterraneo, eſſendo propria, e ſpecial qualità di queſte no
ſtre pietre, le quali buttate a taleſfetto in mare da peſcatori,dop
po certa dilatione, e ſpatio di tempo, le rompono,e quiui dentro
Aritrouano (coſa meratiglioſa) generati quelli, che cauano c5 age
uolezza a gran douitia&in grandiſſima copia ne'noſtri mari, ma
è più d'ammirare, che nelle viſcere della noſtra pietra, anco in
luoghi rimoti dal lido, e nelle parti ſublime dell'Iſola,ſi ritrouano
generate le ſudette telline, cappe, dattili, è altre ſpecie di conchi
glie ſenz'altro concorſo d'acqua di mare, impetrite però così na:
turali in quelle iſteſſe forme, ch'altro non le manca che la vita,
S il ſenſo, benche alcuni tengono opinione, che queſte tali coſe,
come anco certe ſpine, 8 oſſa di peſci impetrite, che ſi ritrouano
nelle noſtre pietre, ſiano ſtate colàtraſportate dall'onde del mare
al tempo del diluuio vninerſale, e nelle viſcere della terra (in pro
greſſo di tanto tempo fatta ſaſſo, fuſſero rimaſte nelle proprie
Lorme indurite, e ridotte nella medeſima qualità della pietra,tutto
Che
136 DELLA D E SCRITT. DI MALTA
che in eſſa ſi ritrouano pure certe picciole vipere,fonghi,& altre o
coſe terreſtri impetriti delle quali hauendo noi gl'anni paſſati mi
date alcune al Signorde Peirès gentilhuomo d'Aix curioſo, e ſag
gio intreſtigatore, e ſpeculatore, de marauiglioſi effetti della na
tura, con altre coſe antiche, egli corteſemente ci riſpo e con vna
compitiſſima ſua lettera nel 1635.vn capitolo del tenor ſeguente.
Poich ella si è compiaciuta honorarmi del nobilſmo prſente di tante
pretiosiſsime reliquie dell'antiquita Greche, e Rºmane, e delli più nobili
effetti della natura nella petrificatione delli aculei, e teste degli Echini
marini, e di certi altri animaletti inſeti pur di mare, diuisibili in certo
numero di stelle di cinque raggi ci ſchedun i . Non ſenza gran meraui
glia della diuina prouidenze,trouandosi in queste nostre montagne va
rie petrificationi maritime di queſto genere,in sito molto alto riſpetto alla
baſſezza dell'acqua del mare, ma nulladimena quasi vguale per tutta
la coſta marittima di queſto paeſe, º anco in Italia. E vorrei pure,
che V. S. si degnaſſe aggiungere ancora un obligo alli precedenti cioè, che
ella mi mandaſſe a quale altezza ſopra quella dell'acqua del mare si tro
suano queſte petrificationi dechini, ſtelle, conche denti, et altri che siſo
gliono ty'0lt are insieme incaſtrate nelſaſſ,ò nell'arena , è nella creta per
potere far la comparatione a poco appreſſo all'altezza delle noſtre, e di
quelle d'Italia,ſendo certiſino, cl e ſe ne potrebbe cauare vn giorno di
belliſsimi concetti, e congetture della viciſsitudine delle coſe naturali,
Ma l'imuidioſa morte, che poco appreſſo tolſe alla Francia sì nobi
le, e virtuoſiſſimo ſoggetto,priuc ſul bel principio inſiememente
noi di poter fodisfare al ſuo curioſo queſito, e della ſua gentiliſſi
ma corriſpondenza,
Vna ſpecie di conchiglie non è di minor curioſità, e vagghezza
ne noſtri mari chiamate naccare, che ſono dilunghezza più d'vn
i" di paletta, producono queſte dal lato vna piccio
la mannetta, come di ſeta delicata, e morbida di color cappellino,
che frà l'altre bontà, e ſue belle virtù conferiſce molto al dolor d'
orecchio, applicataui dentro, bagnata nell'olio d'amandole dolci.
Non è ſcarſo il noſtro delitioſo mare di generar anch'egli rami
di fino corallo atteſo, che più volte eſſendo a bella poſta venuti al
cuni del meſtiero, e peſcatori n hanno trouato, e poſto in opera a
guiſa di quello della Città di Trapani, S ottenutone perciò prini
legio dalla benignità del Sig. G. Maeſtro Principe. - -

V'habbiamo anco il poſto,ò ſito del paſſaggio de tonni chiama


to l'Aharaſe oue ſi ſogliono ciaſchedun anno da Partitarii pigliar
buona quantità,che in quei tempi abonda l'Iſola tutta. Nel mede
ſimo poſto ſi fa vedere tal hora qualche moſtro marino, vino orri,
bile
LIBRo PRIMo, NorirIA xII ,
bile; e ſpauentoſo ſi ritrouato l'anno 1 e 42 morto sù l'arena ,
nel lidoiou eraſtato dall'onde balzato in via tempeſta, era lungo
ſette palmi ; con doppiadentatura in bocca, schaueuala forma.
della quì diſegnata ſembianza, si s .

-
- -- l

“ Indiuerſi Regni, e Città ſappiamo eſſerni le fiere, è mercati di


graſcie per il vitto, vna, ò due volte la ſettimana, ma in Malta ( è
coſa degna veramente da vederſi) ogni mattina; calando dalla ,
campagna nella Valletta baſtantiſſime, e più che ſufficienti proui
ſioni di carne, pollami.caccia.fogliami,frutta,ed altri viueri, eſſen
doui ſouente tal giorno che ſi veggono entrare in detra Città più
di cento carichi,ò ſome di robba,oltre gl'huomini a piedi che me
deſimamente portano eſſi ancora,diuerſe coſe per venderle, e in
poche hore non ſi troua di quelle ne pur vn minimo auanzo,com
prandoſi il tutto dagl'habitatori in breue tempo,e torna poi la ſe
S ra
138 ſì EEL A B E SC Ri TT. DI MALTA :
ra di bel " i riempirſi la piazza con abbondanza maſſima:
-

mente di fogliami,e d'altre frutta.


- . . !! !
Finalmente dousndeſguì ragionare intorno alla quantità del
le biade che produce l'Iſola per il vigere degli habitanti e di ſlpe
re,che ſecondo l'informatione da noi procurata, 8 hauuti da al
cuni piattici, ſi ritrouano in Malta terre lauoraticcie ſalmate,che ,
giungono al conto di ſedici mila le quali ſi ſeminano vicendeuol
mente, cioè otto mila per anno,e conferme alla bontà del terreno,
ſi cauano da ſettanta,ò ottanta mila ſalme di biade, cioè quaranta
mila d'orzo,ventimila meſchiati e il rimanente grano,il che s'in
tende ſenza gl'altri frutti, che nell'iſteſſo anno producono l'altre
otto mila ſalmate di terra, che non ſono applicate per i grani; del
ual prodotto conſumandoſi vma gran parte nel cibo d'animali, e
i" ſuppliſce queſta mancanza per il ſoſtento del popolo
di tutta l'Iſola, con ſedici mila ſalme di formento, che ſi eſtraggo
no in vigor de ſuoi priuilegi dalla Sicilia, franche di tratta, (oltre
quelle,che ha la Sagra Religione) e col ſopra più ſi caua dal Go
zo, che produce quaſi il terzo di quello frutta l'Iſola di Malta. Si
raccoglie di cimino agro tre mila cantara,e di cimino dolce mille,
che ſono traſportati e tramandati poſcia fuori dell'Iſola con quar
tordici mila cantara in circa di cortone, è bambagia in coccio.
Del vino ſe ne fà poco, perche eſſendo l'Vua così eccellente, 8.
uiſita,per lo più tutta ſi vende in piazza, nientedimeno per vio
eſ
" caſe ſe ne ritiene qualche parte, con la quale ſe ne faranno
da cento cinquanta, 8 alle volte trecento botte l'anno. E conchiu
dendo apportaremo ſolamente per euidente, e chiaro argomenro
della fertilità di queſt'Iſola, che non eſſendo ella molto patioſa ,
ne tutta coltiuata, nulladimeno quello che produce il ſuo
terreno in ciaſcun anno, e ſi caua dall'aria, e dal mare di
lei con la cacciagione, e peſcagione, non è ſipo
co, che non ecceda il valſente di più di ſet
- ſeſſanta milai ſcudi, è ali;
tecentoſie bo i quali
-
-
- -
;
-
-- - -
-
-
-

ben po ſlſono agg ugne TCè llll'1


- -

tigri
-
-

-
- -

ducento,e cinquanta mila, -

- - che fa di frutto, e
- - - -
-
- - rende - - - -

l'Iſola del Gozo. .


a e º, 4 e 3 e 4 e 4.4 e
4. sº º º.cº., cº.cº., cº.
:::::::::::::::::::::::::::::::::::::
º

" º, º : E Ss is ::
sor, e “

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-:

º
º º
4; 3. 3

D ELLA DESCRITTIONE
D I M A LT A,
DEL COMMENDATOR ABELA
libro Secondo. -

DE VARI N o M F D E L L IS o LA,
e de ſuoi primi Abitatori. -

N O T I T I A I,
l

$ i
L nome di Malta prima, che Melita ſi chiamaſſe, fù
º". ſperia ( ſecondo l'opinione di Cluuerio) antichiſſima
i S, ſedia de'Feaci,doppo oggia preſſo Omero iſola di Ca
lipſo, come più auanti porremo in chiaro,cò la ſcor
ta dell'Iſteſſo Autore. Indi da Greci Melita, e final
mente corrotta la voce dagl'Arabi, è Saraceni nell'occuparla ,
inſieme con la Sicilia, Malta è ſtata detta,nella guiſa per l'appunto,
che in fin hoggi la nominamo; così ce lo afferma il medeſimo
Cluuerio nel ſouradetto luogo per autorità di Tomaſo Erpenio Sicil, ant'q. lib.
2. Cap. I 6.
peritiſſimo Scrittore. Nomen id (.34elita) nonnuper corruptum est
in hodiernum Malta,ſediam ante ſexcentos ampliàs annos, cum Ara
bes Inſulam vnà cum Sicilia occuparent, vtex Arabibus Ceographis
pariter, atque historicis nobis expoſuit peritiſsimus hoc ſeculo Arabica
lingua interpres, ceteraquedottiſsimus 7 homas Erpcnius; quindi in
vn antico itinerario maritimo, che falſamente s'attribuiſce al no
me d'Antonino,ſi leggono queſte parole. Item inter Siciliam , -
African Inſula Coſſura,a Lilibeo ſunt stadia claxx.A Clipea ex Afri
ci stadia toxc. Inſula Maltacia, Festa, gº Falacron, Inſala Cereen
nashee à Tapacis distat stadia tocxxii. Inſula Girba; per q ueſto luo
go del già detto Itinerario alcuni del noſtro ſecolo ſono ſtati d'opi
S 2. nione
14o D E L LA DESCRITT. DI MALTA
nione,che l'Iſola all'hora ſi chiamaſſe Maltacia, ma errano gran
demente, come dice il Saggio Cluuerio ; impercioche il regio
eſſemplare in Iſpagna della biblioteca di S. Lorenzo dell'Eſcuriale,
(oue noi ſiamo ſtati,benche per il breue ſoggiorno non ci fuſſ
- permeſſo ilvederlo di preſenza) per atteſtato di Girolamo Zurita
graue Iſtorico de Regni d'Aragona, contiene Inſula M altache,
Festia, & il Napolitano,A4altatae, Festa, le parole vitiate il ſopra
detto Zurita ſi è forzato di così emendare Inſulae Melita, Icesta;
e vi aggiugne d'auuantaggio ſcesiae Ptolomaeus meminit inter In
ſulas Siciliae adiacentes, quae mihi pro Festia ſubstitui ex manuſcrip
torum corrupta lectione videtur. Ma l'Autore dell'Itinerario quì và
" l'Iſole, che ſono frà la Sicilia,e l'Africa. Però l'Hicesia
di Tolomeo,ò ſia come ſcriue Euſtachio Hicesion, era frà l'Iſole ,
sicil, anti q.lib, Lipareſi, leggedo Cluuerio l'Itinerario Inſulae Malta, Hephestia.
2. cap. 16.
Nel reſto ſiamo d'opinione ch'habbino equiuocato coloro ch'
hanno creduto,l'Iſola eſſerſi veramente chiamata Meliuetu,ò Mi
Teſoro Geogra
leuitu, S&indi cognominato il Concilio Mileuitano, come pruden
fice, teméte il dimoſtra Abramo Ortelio nelle voci Melita,g Mileuis,
eſſendo quella di Mileuitanum da Mileuio Città poſta nell'Africa,
oue ſi celebrò quel famoſo,e Santiſ. Concilio, così apertamente ,
lo proua il Cardinal Baronio con altri, benche grauiſſimi Autori
i affermato, che qui in Malta fuſſe ſtato cuocato, e cele
brato: le parole dell'Ortelio ſono queſte . Mileuis Africae propriº
locus,Augustino epist. 1 6 8, Mileuitana Regio ſi apud eundem epiſi.
129. ad Donatum. Vnde liquidò appareterrare eos, qui Concilium di
ºtum Mileuitanum in " Inſula habitum ſcribunt. E quindi
hebbe origine, ch'ella Meliuetum ſia ſtata denominata in alcuni
atti publici, e nelle ſcritture Siciliane ; il qualeguiuoco ſtimiamo
ſia ſtato preſo da più di cinquecento, e cinquant'anni in quà,cioè
3. è
-, à dire doppo cacciati i Saraceni,S: appunto nello reſtabilire, che fe
il Conte Ruggiero la Chieſa noſtra Catedrale, e ſuo Veſcouado,
quando ne creò Veſcouo Gualtieri,il quale in vn diploma,ò priui
legio della Ducheſſa Sichelgaita moglie del Duca Roberto ſpedito
l'anno 1 o89 dall'Incarnatione ſi ſottoſcriſſe Gualterius Maliueta
Apiſcopus teſtis, ſupponendoſi per at:uentura da lui che gl'altri
72 t/.5

ch'erano ſtati ne'tempi precedenti, Veſcoui Meliuetani fuſero ſta


ti di Malta,il che fù poi cagione che in Sicilia, e particolarmente ,
regnado Martino Rè d'Aragona, nella numeratione che ſi fà del
le Città,e Terre Demaniali, venghi Malta chiamata A Meluctum,
come ſi vede apertamente nel volume de Capitoli del Regno, e
che l'iſteſſo indi ſi continuaſſe a coſtumare nella Corte Romana,
-
doue
L IBRO SE CON D o, No TITI A I. , 4,
doue i noſtri Veſcoui, le cauſe di Malta, 8 i medeſimi Iſolani, ſi
nominano Meliuetani, douendoſi propriamente dirſi Melitenſes,
In Annotat.
in più rigoroſa fauella, le parole dell'Eminentiſſimo Baronio ſono Aartyrolog. ad
diem 4. I temi in
queſte. De Mileuio cuius Optatus erat Epiſcopus, frequens eſ mentio verbo Optat.
in Conciliis Africanis, 3 in Epiſtolis S. Auguſtini,ibi, 3 celebratum Epiſc.
AEpiff. ; 4 ad
eſi Concilium Mileuitanum dictum quod inconſultè nimis dixit aliquis Pa«lini. Eoiſ”
celebratum in Inſula Melite, eius enim Synodica ad Innocentium Pa I 68.ad E: ſeb,
pam,litteraeq; Augustini, 3 aliorum ad eundem Pontificem, g aliae
ad Hilarium ſcriptae, illud Mileuii inNumidia actum eſſe luce clariùs
Super lib.5.de ,
manifeſtant,l'iſteſſo dice Pamelio nelle ſue annotationi,e Roberto Conc. Carthag.
Mireo. Mileuis Epiſcopatus olim Ecclesiae Africae Concilio Milettita nu.38.

no ibi celebrato clara, cui S. Auguſtinus Hypponensis, Aurelius, Car


thaginen. 3 Syluanus Epiſcopi interfuere; errant qui dictam Africae
Vrbem cum Inſula Melitae, aut Melitena Armeniae Metropoli con
undunt. Inter Mileuitanos Epiſcopos eminet S. Optatus. E France Superſcrip ſe
Optati.
ſco Balduino ne ſuoi commentarij. Itaq; errat vehementer,qui, gr
noſtrum hunc Optatum cum illisſuperioribus,aut Mileuium,ſeu Mile
mitanam eius Ciutatem,vel cum Melitena Armeniae Metropoli,in qua
celebratae Sinodi meminit Sozomenus Hiſtoricus lib.4.cap.24. vel cum
Melita Inſula confundunt,vt quidam magni etiam nominis, et eruditi
viri exiſtimarunt,li quali veramente ſono degni di ſcuſa, poicheſe
non haueſſimo la teſtimonianza di S.Agoſtino, che in Africa ſia .
ſtata la Città di Mileuto à ſuoi tempi, non ſi potrebbe ciò prouare
er alcun'altro Autore, mentre ne Tolomeo, ne alcun Ceografo
degl'antichi fà veruna mentione di tal Città in Africa, ne meno
la ritrouiamo in quelli,ch'à bella poſta hanno deſcritte quelle va
ſte Prouincie. - -

Ma trattandoſi quì dell'antico nome di Malta, che l'Iſola noſtra


gode,è hoggi ancor tiene in lingua Latina; ſi potrebbe vedere ,
che altri luoghi haueſſero hauuto l'iſteſſo nome, e trouiamo,ch'vn
Borgo, vna Città, 8 vn'altr'Iſola, di queſta ne fà mentione Plinio
mettendola vicina alla Dalmatia, hoggi comunemente chiamata ,
Meleda,Iſola nel dominio della Republica di Ragugia, ma poſſe
duta da Monaci Benedittini,i quali però ſono iuinomati della Có
gregatione Melitenſe, ſotto di cui viuono da cinque Monaſteri in
Fol. l OI»
tutto lo Stato,ſeparati dalla Caſſinenſe, e Domenico Mario Nigro
nella ſua Geografia. Caeterum ad Orientem Corcirae eodem tracfu,
neq, ab ea longe ex aduerſo dictae Cherſonesi Melita Inſula eſi, nunc Fol 465,
comparato vocabulo Meleda. Della Città l'iſteſſo Nigro ( ch'alloga
nell'Armenia minore, dice Melitenasiue Melita Vrbs eximia ad
confluenta Melae fluminis cum Euphrate sita, quam Semiramidem
- - - -
-
CQ V2
4. DELLA D EscRITT DI MALTA A

condidiſſe fama est, que nunc Malatia, ad quam Euphrates ponte


transitur. Solino la mette nella Cappadocia non lungi dall'Eufra
te. Il Borgo,è nella Grecia,di cui Ortelio così riferiſce Vicum Me
lite vocat Plutarchus in Themiſtocle, 3 in Solone; nella vita di que
ſto ſi legge , Solonem verò planumfeciſe aiunt Iudicibus Philaeum, gr
Euriſacem Aiacis filios, Ciuitate ab Athaeniensibus donatos, ipsis In
ſulam hanc (Salaminam) tradidiſe, habitauiſſequè hunc in Braarone,
illum in Melite,trahereque Curiam Philaidarum vnde erat Pisiſtratus,
ex Phileo nomen, benche Tomaſo Porcacchi nella tauola, ch'egli
fa de'nomi de Paeſi, e Città poſta nel principio del volume delle
vite di Plutarco tradotto per Ludouico Domenichi,habbia credu
to,che colà della noſtra Malta s'intendeſſe, e di lei ſi fauelaſſè,ſpo
nendo così Melita Iſola fra l'Africa,e la Sicilia,hoggi detta Malta, ma
per hora tanto baſti circa il nome di lei, rimettendo, e riſeruando
il diſcorſo della deruatione di Melita in altro luogo più opportu
no,e ritorniamo hormai è Feaci ſuoi primi abitatori. Queſti per
eſſer purtroppo infeſtati, 8 è viua forza cacciati, condotti furono
da Nauſitoo Padre d'Alcinoo nell'Iſola di Corfù,che però vn Poeta
Anonimo cantò ne'ſuoi erudimenti coſmografici nel libro 3. -

Phoeacum Sedes Coreyra, grc.


Il qual Nauſitoo con tirannico Imperio regnante in Iperia no
ſtra Malta,fù figliuol di Nettunno,e di Peribea figlia d'Eurimedº
te Rè de Giganti, i quali eſſendo empi,e ſcelerati furono tutti col
Rè loro giuſtamente eſtinti, e deſtrutti ( ſpiegando Euſtathio)
perche ardirono temerarij,e felloni ſecondo la fauola, di guerreg
giar con Gioue; On.ero al principio del 6.libro nell'Odiſſ.in que
ita guiſa diſcorre.
At Minerua
Ibat ad Phoeacum populum, atq, Vrbcm,
Qui antea habitabant in Specioſa Hyperia,
Prope Cyclopas Viros ſi
42ui eos praedabantur 5 quùm viribus forent potiores,
Edinc eos deduxit Nausithous, Deo similis.
Collocauitque in Scheria, etc. cioè in Corfù.
E nel ſettimo libro teſſendo con mirabilarte la Genealogia d'Al
cinoo figliuolo di queſto Nauſitoo canta altresì, -

2lausithoum quidem primum Neptunus Terrae quiſitor,


Genuit,ex Periboea mulierum firma pulcherrima,
Ainima natu filia, magnanimi Eurimedontis,
9ei olim ſu erbis Gigantibus imperauit,
Sedhic riperdidit populum impium,
Periit,et ipſe. Curva
LIBRO SE CON D o, N o TI FIA i 14;
Cum hac Neptunus congreſſus est, 6 genuitflium
Nausithoum magnanimum, qui Phaeacas rexit, i
- ?Nausithous verò genuit Xhecenorem, Aleynoumq; A .
E così habbiamo già per teſtimonianza d'Omero nella noſtra ,
Iperia, hoggi Malta, i Giganti, el Rè loro Eurimedonte proge
nitore dei Feaci, riputati ſimili a gli Dei, Ma per fuiluppare ,
e ſnodar nel buio, e nell'oſcurità de tempi antichi il fauoloſo no
do della difficoltà, che ci apporta il teſto d'Ometo circa l'habita
tione de Feaci in Iperia, (la qual ſecondo l'opinione di Cluerio
fondata in quella d'altri antichi Scrittori,è ſtata la noſtra Malta , ) -

ricorriamo al medeſimo nel libro 2. e cap. i 6. dell'antica Sicilia ,


du'egli dice. Athic ausim adfirmare grammaticos quoſdam Poete
( Homeri) interpretes ex amnis vocabuli ( nempe Ripparis ) similitu
dine coniectaſſe circa Camarinam fuiſſe illam Hyperiam,quumquè ipſe
Poeta intellexerit Inſulam Cyclopum terre vicinam, vt alii tradide
runt eius interpretes nempè AMelitam, in conſpectu Sicilia Cyclopum
terra sitam: Apud antiquum poetam Apollonium in Argonautichon
lib. 4.hac leguntur,
Sedhaud iam viuum illic offenderunt regem e
Hyllum : quem formoſa A4elitepeperit Herculi -

Apud Phaeacas, hic enim addomum Nausithoi, - -

In Macrin peruenit, Bacchi cunabula;


Vtlustraret natorum diram caedem, atq, hìc filiam e - - - -
a -

Aegaei amnis domaut amore captus, -

2Vaiadem Meliten: quae validum eperit Hyllum . s - .


- - - -

- Apud Phaeacas. Que in domo quidem Nausithoi -

Dum paruulus eſſet, habitabat aſi postea reliquit inſulam, -

º
Quùm enim
Habitare ſubadoleuiſſet in eademNausithoi.
fastu dominantis inſula non cupiebat -
-

Itaq; Saturnium mare pettit,indigenai populo adſumto


Phaeacum. - -
-,

E ſe vago e curioſo ſei virtuoſo lettore di ſapere come poſſa ſta


re, ch'eſſendo ſeguito il paſſaggio di Nauſitoo con i ſuoi Feaci po
co prima della guerra Troiana, racconti il Poeta, che da Ciclopi
infeſtati fuſſero,mentre in quei tempi non v'era alcuno nella Sici
lia ? Per intelligenza di che ci conuiene addur il teſto del medeſi
mo Cluuerio, il quale doppo hauer aſſai baſteuolmente prouato Sicil antiq.lib.
».cap. 16:f.429.
con le autorità d'Appollonio ſudetto antico Scrittore, e ſuo ſco
liaſte lib. 4. di Strabone lib.7.e di Plinio lib.4.cap. 12.e d'altri,che
Corfù ſia ſtata prima detta Scheria, e A4acrin, conciliando il dire»
poetico, conchiude,che i Feacida Iperia noſtra Malta fuſſero ſtati
i C2CClai1
144 DELLA DESCRITT. DI MALTA
cacciati non già da Ciclopi, è Giganti, ma dai Fenici, e che in
Scheria detta poi Corcira, hoggi Corfù, poſcia ſe n'andaſſero. Sed
ſatis iam ſuperq, ostenſum (dice Cluuerio) Coreyramante diciam
fuiſſe Scheriam, 3 Macrim, nunc gitur ad institutumſermonem per
gamus. Homerus igitur loco ſupra perſcripto, Nausithoum tradit Phaea
cas, cum a vicinis º" premerentur, in Scheriam, idest in Ma
crin siue Coreyram deduxiſe. Eam Phaeacum propè Cyclopasſedem
nonnulli Homeri interpretes tradiderunt fuſe inſulam prope Siciliam,
Cyclopum terram, frà quali Euſtathio, Hyperiam quidam Sicilia Vr
hem aiunt eſe, quae postea Camarina dicta. Alii verò Inſulam vo
lunt propè Cyclopum terram , ſiegue Cluuerio Apollonius verò ait
apud Phaeacas in Macri Inſulafiliam Aegaei flauti AAelitan;ex qua
Hercules procreauit Hyllum, Hyllensium in Illyrico Regem, qui ſub
7Nausithoo in eadem Inſula educatus fuit ; id puellae nomen siue ve
grta V2 fuerit,siue d poetis confictum, certè ex antiquiſsimis historiarum

deſumptum est monimentis,in quibus ſcriptum futt, Phaeacas,Coreyrae


incolas ex Melita primum Inſula profestos ſuiſſe. Melita autem cum
Camarinensi litori eſſet obietta ; alti Homeri interpretes ipſam Cama
rinam vrbem Phaeaeum fuiſseſedem, per errorem opinati ſunt. Hùc
adde quodg Meliteium montem in eadem Phaeacum terra eodlib. 4.
memorat Apollonius,in quo Aegei fluuii filias egiſse traditi ad quae ita
Scholiastes eius . Aons Coreyrae eſt Meliteus, (8 hinc Fauorinus
Meliteus Mons Coreyrae, Arq; ab uſdem Phaeacibus, siue Hyllensi
bus alteri illi AAelitae inſulae in Adriatico sinu, Illyrico obiectae vo
cabulum impositum fuiſse, minimè ambigendum est. Caeterum iden
Romerus Odyſ,lib,7. Vliſsem fingital Ilio capto in ſcheriam , siue
Phaeacia ad Phaeacum perueniſse Kegem Alcinoum, qui patri Nausi
thoo in regno ſucceſserat. Paulò igitur ante bellum Troianum Nausi
thous cum Phaeacibus ſuis Melitam reliquit,pulſus,non a Cyclopiº us,
ui iá tùm in Sicilia fuere nulli,vt ſupra lib. I cap.2.docui,ſedab ipsis
l ſi dubiè phoenicibus Inſulam, vt ante dixi paulò ante Troianam
expeditionem occupantibus Ferculem,qui ex Melita genuit Hyllum,
e

decem circiter anni ante eam expeditioaem ex humanis exceſſe,prae


ter alios autores, Euſebius diſerte in Chronologia testatur. Homerum
verò veris hiſtoriis multa ad inxiſse fabuloſa,cùm Scholiaſtae eius,tùm
Strabo paſsìm fatentur. Quapropter nihil mirum ſi lib. 6. Phaeacas
AMel tae Inſulae incolas,a Cyclopibus,Siciliae incolis pulſos tradit: lib.
verò ix. hos negat nauigia habuiſse ad traiiciendnm ab Eryce in Inſu
lam Aeguſam. Sic, quodpofi Troianum etian bellum eos in Sicilia,g
pºlyſis cum is congreſsum, retulit, idpoetarum fecit more vsitatiſsi
ºrgº ,ſaepèpracterita.ccàpraeſentia fingentium; ergo, Phaen “iſupra
- 147) 3
-- -
-
LIBRO SEcoN D o, NoTITI A I. s. 4s
digium paulò ante Ilitcam expeditionem, ſypperiam, siue Melitan
Inſulampulsis inde Phoeacibus occuparunt, Un a cum ora maritma Si
ciliae Inſula, come dice Tucidide, negotiandi cum Siculis gratia, ò
come riferiſce Diodoro, Vt quum negotiationes ſu as ad Oceanum Lib. 5.
vſq; Occidentalem extenderent rºſagium ipsis in hanc Inſulam eſet ob
porta un opportunitatem,G situn in alto mari, la qual opinione di
Malta, Iperia antica Sede di Feaci traſmigrati in Corfù, con i riſ
contri denomilaſciati colà deriuanti dalla noſtra Aelita, eſſendo
pellegrina, e degna dell'acutezza di Cluuerio, che ſino dalla Ger
mania venne à bella poſta,e di propoſito ad inueſtigare e minuta
mente rauuiſare l'antichità di Sicilia, 8 i cui noi Malteſi ſiamo
tenuti molto per la diligenza,e particolar accuratezza, co la qua
le ſtudioſamente ſcriſſe quelle della noſtra Malta, ci baſterà d'ha
suerla qui traportata ſenz'aggiungerui altro potendo per ſè ſteſſa ,
molto ben ſeruire di ſufficiente,e baſteuolargomento dell'antichi
tà di queſta nobiliſſ.Iſola,e delle ſue Colonie da lei altroue dedutte.
- - GI GAN TI A B I 7 A To R 1 DI MALTA.
Ne reſta perciò, che ſe i Feaci noſtri antichi habitatori non fuſº
ſero ſtati daqueſt'Iſola cacciati da Giganti, eſſendo da loro infe
ſtati,è annoiati, ma più toſto da Fenici, che eſſi Giganti doppo il
diluuio non habbiano Malta habitata, e quiui riſeduto : (benche
anco prima ſecondo l'opinione di Fazello fondata nell'autorità di
Beroſo,e d'altri grauilini Autori ſiano ſtati per il Mondo Gigan
ti ) Fanno di ciò fede infallibile il ritrouarſi, e vederſi in fino al dì
d'hoggi nella noſtra Iſola oſſa di Giganti di ſmiſurata grandezza,
ben chiaro dimoſtrando eſſer quì ſtate habitationi di quei primi
poſteri,e ſucceſſori di Noè,eſſendo ſtato egli parimente Gigante ,
come in proua di ciò,e di eſſer vſciti dall'Armenia i Giganti ne di
ſcorre,è adduce diuerſe ragioni l'iſteſſo Fazello nel cap. I. del pri
mo libro,e prima Deca. Habbiamo d'auuantaggio alcuni veſtigii
d'opere de'Gigati,vno de'quali è nel luogo chiamato Marſa Siroc
con quella parte che vien detta Marnisi,poco diſcoſta dal II la TC al
4iniſtro lato di quel porto, a chi ſpunta,3 eſce dalla ſua bocca. Vn
altro v'e né molto diſtante dal Caſale Kibir, nel luogo chiamato in
Arabico H giar el Kim,che tanto ſuona,quanto,che pietre rizzate,
e ſolleuate in alto, in tal luogo adunque,ch'è ſituato nella parte di
mezzogiorno dirimpetto all'lſoletta nomata Fofila, nel territo
rio de'Padri Benedittini, ſi veggono alcune rouine, che dalla loro
immenſità e grandezza, è forzato altri è confeſſare, che ſiano ve
ſtigi d'opere merauiglioſe de Giganti,poſteri d'Eliſa, doppo il dilu
uio,oue ſi ſcorgono ad onta del tepo,che non l'ha potuto in tutto
T CCI, -il. -
146 DELLA D E SCR I TT. DI MALTA
conſumate molte pietre di lunghezza di palmi venticinque, e di
larghezza dodici, altre di palmi diciotto, e di larghezza dieci, e
molt'altre, che ſi veggono alla diritta,di palmi trenta,tutte poi di
due palmi in circa di groſſezza,ò: alcune tauole di pietra vinite in
quella guiſa appunto, che ſi ſogliono formare gli alloggiamenti
con tauole di legno; quiui ſe ne ſcorgono altresì molte di palmi
otto, auanzi tutti,e reliquie delle prime, che ragioneuolmente do
uettero eſſere più grandi,S: intere a proportione,hauendole il tem
po in tante migliaia d'anni conſumate, oltre che i Paeſani di quel
le à lor poſta valendoſi, hanno rotta buona parte,e fattone fabbri
che. Tali par che fuſſero le rouine della Città di Tirinto,nel paeſe
Corintiaco,ancor eſſe veſtigi d'opera di Ciclopi,ò Giganti, deſcrit
Corinth. lib.2, te da Pauſania Vrbis muri,qui ſoli interruinas reliqui ſunt,Cyclopum
fuiſse opus fama vulgauiti Pxtructiverò ſunt è rudibus lapidibus,
quorum singuli ea magnitudineſunt,vt ne minimus quidem e rum lo
co moueri pºſit umentorum bigis ; Ma campeggiarà maggiormen
te,e viè più ſi ſcorgerà in chiaro la verità di ciò, che diciamo ſe fiſ
Cap, 1o.
ſaremo gl'occhi della mente alle ſ" regiſtrate nella Sagrata -
Geneſi, oue parlandoſi della diuiſione delle genti, ſi dice d'alcuni
di quei primi Nepoti di Noè, ah his diuiſe ſunt Inſulae gentium, le
quali parole vengono, e dal Pererio,e da molt'altri interpreti della
diuina Scrittura, e particolarmente da Gioſeppe Ebreo nella pa
rafraſi, e ſpiegamento di queſto luogo eſpoſte per l'Iſole del mare
Mediterraneo, è il medeſimo Gioſeppe ne dà anco per maggior
confermatione del tutto l'eſempio di Chettim figliuolo di lauan,
che paſsò a ſtanzarin Cipro, e vi fondò la Città da lui chiamata -
Cizio, il che ha riſcontro con quello ſi dice in vina delle ſcritture e
Ethruſe.Antiq, ritrouate dall'Inghirami in Toſcana, cioè. Vulcerra Cethim anti
Frag.lib 1. cha
rit. 25. fol. 14. quitus vocata fuit à Magno Patre Vandimone (intende di Noè)
Cethim filius lauanis, qui a noſtra Ciuitate nomen ſumpsit, adole
ſcenseum noſtris Coloniis diſcedens,quandam inſulam in medio maris
ſupra tabulas nauigans occupauit; & ſuum, Ciuitatiſau e ſuae nomen
impoſuit: quapropter Pelaſgi ad differentian huius Inſulae, noſtram
Ciuitatem et regionem Kitim appellari dixere; la onde eſſendo l'Iſo
la di Malta annouerata fra le conſiderabili del noſtro mare Medi
terraneo,era ben giuſta ragione, che non doueſſe rimanere ſenza
habitarione di quei primi, de'quali la Scrittura in quel luogo và
parlando, e tanto più per eſſerella quaſi l'Vmbilico di detto mare,
come per l'appunto vien chiamata da alcuni Autori, e la ſperienza
l'inſegna. Tornielli agl'anni del mondo 193 1. num. 2 3. ſpiegan
do quelle parole Inſulaegentium, dice, Puto enim per I nſulas gentili
i 0l I tg.S
L FBR O SE CON D o, N o TI TI A i 47
totus maris mediterranei Inſulas eſe accipiendas. I quali Popoli ,ò gé
ti cenformandoci ancor noi, e concorrendo con Don Mariano De'primº Abi
tai cri dell Si
Valguarnera dotto ſcrittore Siciliano,liberamente diciamo, che cilia, e dell'Ita
ſiano ſtati Greci Eolici,denominati Pelaſgi,diſcendenti da Eliſa fi ha f 142.
gliolo di Iauan, e nipote di Iafet, e che ſiano i medeſimi,che furo
no da Gentili chiamati Giganti della Trazia, per teſtimonianza,
dell'iſteſſo Pererio,queſte ſono le di lui parole. Inter eiuſdem Iaphe nu.
Cap. ro. Gensſ.
tifilios memoratur quarto loco Iauan, ex quo;ſententia omnium,proſe I5.
minatiſunt Iones, Satores parenteſi; Graecorum. 9uocirca in ſcriptu
raelocis pro Hebrea voce Iauan, Septuaginta verterunt inalisa, lati
nuſq; interpres Greciamog pro plurali Iau anim illi inarie, hie Grecos
transtulit, vt videre est, gre. Anzi della medeſima voce ſe ne ſer
ſuono gl'Arabi per ſignificari Greci, chiamando eſſi nell'idioma ,
litterale Iunani, il Greco, come ſi legge nel ſacro teſto del Van
gelo, parlandoſi del titolo poſto ſopra la Santa Croce, con queſte
parole ua Kan maKtuban bel Abramie, ua el Iunanie, ua el Roma
nie, le quali dicono, (9 erat ſcriptum Hebraicè, et Grecè, et Latinè.
Fù poi comune opinione,e conſenſo de'Scrittori, che la riuiera
d'Europa bagnata dal Mediterraneo,e l'Iſole di detto mare (com'è
la noſtra Malta vicina all'Iſola de Ciclopi, Sicilia, ſecondo Tuci
dide nel 6, che perciò Omero nell'Odiſſea chiamolla iſola de Ci
clapi) è almeno la maggior parte di quelle, fuſſero occupate da'
Greci poſteti di Iauàn, e de ſuoi quattro figliuoli, e ſpecialmente
l'Italia e la Sicilia, e ſue Iſole (come Malta) da poſteri di Chettim,ò
d'Eliſa. Che detti Ciclopi fuſſero riputati Greei, & abitatori di
terra greca, v'è vn luogo di Euripide nel Ciclope, che ciò proua -
manifeſtamenre, il quale ſarà da noi quì apportato per maggior
mente chiarire quanto diciamo. Raccontando Vliſſe in quella ,
tragedia a Polifemo Gigante la cagione della guerra Troiana, per
lo rapimento di Elena,e l'ingiuria fatta a Greci dice così,:
Graecia voi, non freni proira - s -
f º º.
º Phrygibus non condonauimus, euius glorie,
- Pt tu sis particeps, terre enim Grecia receſſus ,
- Fabitas, ſub Aethna ignifera rupe. --- i

Laonde egli veramente credette, che la Sicilia ne'tempi de Ci


clopi fuſſe ſtata in realtà terra Greca, e come ch'eſſo era molto fa
miliare di Socrate,e di Platone, cadde facilmente nell'iſteſſo pen
ſiero, cioè a dire, che i Ciclopi d'Omero fuſſero i primi huomini
che doppo il Diluuio habitaſſero la Sicilia, e per conſeguenza le ,
ſue iſole vicine ancora, come ſono Malta, 8: il Gozo.
ſa finalmente, che maggior teſtimonianza poſſiamo noi deſi
- - - T 2 derare
a 43 DELLA D E SCRITT. DI MALTA
derare dell'habitatione quì de Ciclopi, ſenza biſoggno d'andarla ,
-

mendicando dalle autorità de Scrittori antichi, inuolce nell'oſcu


rità de'tempi, che quella ne rendono l'oſſa Gigantee ritrouate in
Malta, 8 i ſepolcri loro cauati,8 intagliati nella rocca viua, che
ben ſpeſſo ſi ſcuoprono di ſmiſurata grandezza, come per eſempio
è quello oue hoggi ſi ſcorge piantato vin picciol giardinetto nella
contrada fra la Madonna della Gratia,e la Torre di Blata el Baidha
º & vn oſſo, del quale ſe ne ſeruì à bella poſta il padrone di tra
uerſa per coprirla porta, Vn altro ſepolcro ſimile fà ſcoperto nel
contorno del Zorrico, vn dente molare habbiamo veduto noi
gtelli di groſſezza del dito pollice tratto e ſuelto da vma teſta giga
tea ritrouata nella contrada el.34irehel foura Bircarcara,che fu poi
dato al Comendatore Fra Paolo Grimaldi, vn dente ſimile è in po
ter noſtro della preſente forma,e grandezza.
E diuerſi altri di queſt'oſſa poſſiamo anno
uerare,che per breuità ſi tralaſciano, e che di
.tempo in tempo nel cauari terreni ſouente ,
s'incontrano, ſe quello in particolare d'wna , il
gran coſtola,che lunga pezza e per aſlaitem- i
po ſi è veduta nel Caſtello S. Angelo, Szindi
tolta intorno all'anno 162 5. da qualche cu
rioſo, non haueſſe molto ben publicata la .
notitia del ritrouarſi iu Malta ſimili oſſa Gi
gantee in modo, che da noi non s'habbia ho
- V

amai à deſiderare altra Più chiara, ne maggior teſtimonianza .

e NTRATA p e Fe N1 ci I N aaa Lra.


- . NOTITI A SEcoNDA.
Ndi l'Iſola di Malta inſieme con i luoghi marittimi di Sicilia.
Lib. 4, patria,e ſtanza di Ciclopi come ſcriſſe Giuſtino. Siciliae primò
Trinacriae nomen fuit,6 c. Haec à principio Patria Cyclopum fuit. E
ſtata occupata da Fenici popoli della Siria per la maggior parte di
ſceſi dagl'Egittij,chhaueuano la religione molto ſimile alla loro e
particolarmente dagli Tebei; impercioche dice Euſebio, che Fe
nice, e Cadmo, il primo de quali ſomminiſtrò,e diede à Greci le let
tere,ondeſſi le chiamano Fenicie, partendoſi dalla Città di Tebe,
circa gl'vltimi anni di Mosè, paſſarono nella Soria, e cominciaro
no à regnare in quella parte ou'è poſta la famoſa Città di Tiro Co
lonia de Sidonij.ch'altresì habitarono l'Iſola noſtra; ( quindi Mori
- foto
LIBRO SE CON D o, NOTI TI A II. 149
ſoto Melitae circuitus
bus habitata) LX..M.
Città di Tiro a Sidoniis,
diciamo, che in postea ſplendore i"ge
a Carthaginiensis
grandezza,e "
ſuperò tutte l'altre della Soria, e della Fenicia ancora, che però º
Quinto Curtio hebbe à dire Tyrus, & claritate, 8 magnitudine Liba.
ante omnes Vrbes Syrie, Pheniciſq, memorabilis, e ſoggiunſe appreſº
ſo Vrbs, g vetustate Originis, gr crebra fortune varietate ad mes
moriam posteritatis insignis, condita ab Agenore. Heci" litteras -

prima, aut docuit, aut didicit. Colonie certe eius pene orbetoto diffuſe va difeorſo de'
ſunt, la quale ſecondo, che vuole Valguarnera decoro delle let- ti ai
tere Siciliane, fà fabricata gl'anni del Mondo 2273.che fù il quin- fi
to anno per l'appunto dicegli,che il Gran Parriarca Giacobbe ſe a
ne paſsò nell'Egitto, Siche al tempo della diuiſione della terra di
promiſſione ſeguita poſcia ſotto Gioſue 2 57 anni doppo,potè ma
dar le Colonie in Sicilia, Malta, e nella Spagna. Ma ſecondo il pa
rer del P. Giacomo Saliano della Comp. di Ciesù, ciò fà negl'anni
del Mondo 2783. & innanzi la venuta di Chriſto Signor noſtro De Dottrina di
127o.Però il P.Dionigi Petauio della medeſima Compagnia vuo temporum.
le, che 24o anni doppo la fabrica del Tempio di Salomone,fuſſe
quella della Città di Tiro. - - . . . . . »

Di queſti Popoli parlò Tucidide nel lib. 6. oue fa mentione del


varijabitatori di Sicilia. Phaenices (dic'egli) praeterea circa omnena
habitabant Siciliam,occupatis extremis ad mare partibus, paruiſquè - -

Inſulis ei obiacentibus negotiandi cum Siculis gratia. Diodoro Sicu


lo dichiarado quali fuſſero ſtate queſt’Iſole vicine alla Sicilia,anch'
eſſe Colonie de Fenici,quaſi commentando ſe ſteſſo, e Tucidide a Lib.s.
parla in queſta forma. Siciliae verſus Meridiem, tres Inſulae media
in pelago obiectae ſunt, quarum vnaquaeq; Vrbem habet, 3 portus,
qui tutos nauibus tempestati iactatis receptus praehent. Prima est,quae
vocaturAAelita toccc, stadia à Syracusis distans, e poco doppo ſog
giugne. Est autem haec Inſula Phoenicum Colonia,qui cum negotia- .. .
tione ſuas ad Oceanum vſq; Occidentalem extenderent, refugium in
hanc I nſulam,ob portuum commoditatem,g in alto mari situm,ha be
bant, e doppo nel medeſimo libro,oue parla della nauigatione del
Fenici ſiegue di più. Ex qua negotiatione per multum temporis,opu- -
lentiores facti Phoenices,multis postea annis Colonias non paucas in Si- - -

cilia,C vicinas ei Inſulas,hoc est (AMelitam,6 Gaulum) in Aphri- -

cam,ttem,C Sardinian, Hiſpaniamq; deduxerunt.


Le quali parole dice il Valguarnera non ſi hanno da intendere Fol. 23a
in queſto ſenſo, cioè che i Fenici (ſoliti d'andare, e venire dalle
colonne d'Ercole) all'hora primieramente laſciaſſero le Colonie
loro in queſt'Iſole, perche contradirebbe a ſe medeſimo Dio
- doro
1, o DELLA DESCRITT. DI MALTA
doro, hauendo ben due volte detto che l'ultime Colonie furono
uelle delle Colonne d'Ercole che iono all'Oceano Occidentale,
che ſe ciò haueſſe voluto affermare,hauerebbe per certo detto. Ci
extend ſent, e non extend rent, è extendentes, come dicevn'altra ,
verſione, et rifugium quierebant, è non habebant, etc. Ma vuol di
re Diodoro, che facendo lontan ume nauigationi, per eſempio
delle quali mette come più lontana quella dell'Oceano occidenta
le,ch e uori delle colonne d'Ercole, come di ſopra haueua già af,
fermato, extra quoqi columnas Herculis in mare, quod Oceani a men
habet,excurrerunt, ſoleuano hauere queſt'Iſole per rifugio, e per fi
curiiiimo aſilo, ſiegue poſcia Diodoro à dichiarare l'altre Iſolette
Colonie de Fenici vicine alla Sicilia. Pſi hanc altera eſi,quam Gau
lum vocant, in pelago, et ipſa, et portuum commoditatepraeſtans a
Phoenicibus primàm frequentata, etc. Da tutti queſti luoghi credia
mo, che chiaramente i" quali fuſſero ſtati i Fenici habitato
-- ri di Sicilia e dell'Iſole noſtre nella guiſa,che dice Tucidide, e co
me furono della vera Fenicia,e non Coloni de Cartagineſi, come
ſcriue Pauſania,poſciache per andare verſo l'Oceano Occideneale
al ſicuro non haueuano biſogno di far ſcala in Malta, e nel Gozo,
partendoſi da Cartagine; auuenga, che queſt'Iſole s'allontanano
di Cartagine verſo Oriente più di ducentomiglia, e la ſteſſa Sici
Valguarnera lia,e Malca ſi ſcorge più Orientale da Cartagine. La cagione po
fol. 5. ſcia, perche cercaſſero i Fenici doppo la venuta de'Greci queſti luo
-
ghi più vicini a Cartagine, è ſtata per hauer ſoccorſo, 8 aiuto da
V
-
loro tracelli, come che quelli, & i Cartagineſi ambedue Nationi
traeuano l'origine loro dalla Fenicia e non perche queſti Fenici di
ſcendeſſero,ò fuſſero Coloni de Cartagineſi, come ſenz'alcun fon
damento altri credettero.
Delle conditioni eccellenti, e denobiliſſimi coſtumi di queſti
Lib. I. cap. 6. Popoli Fenici deſcritti da Tucidide, parla anco Pomponio Mela ,
così dicendo. Phoenicesſolers hominum genus,et ad belli,paciſ, , ma ni
mina eximum,litteras, et litterarum operas, aliaſ ; etiam artes, ha ria
nauibus adire, cl ſe confligere, imperitare gentibus,regnum, praeliam
De Aſia cap. que commenti, etc. Lorenzo Coruino nella ſua Geografia fattella il
I 6.
tal modo. Phoenices,qui quondam ab Erithreis profei primi fiſſi e i
Ctt rul t47 , qui mare nauibus pertentarunt, primi etiam , qui repererunt
hune mercandi tſum,quo homines ad cupiditatem,et auaritiamº eccita
rent,quiuè primi Coeli ſtellarum curſa n omnium ſuperiorum mastu um,
ſtudio,et ingenii magnitudine compraehenderent.Hi enim ſint,qui Io -
pen,Gazam, g Elaida incolunt. Qui Tyrum illam perpulchram ,
'veterem Ciuitatem habitauere,ab initio quaſi condita (author: Scr -
- 7; º
-

LIBRO SE CON D O, N O TITI A II. 151


Aſie ccm.4.
ne in xvi.) E Domenico Nigro nella ſua Geografia così ragiona .
Ali nonnulli tradunt Phoenicas olim a Grecis vocatos fuſe,quia ini
adnauigantes omnes interficiebant (sic enim nomen id
tio ſua littora
ſonare videtur.) Alii quia illos Accolas maris rubri fuiſſe , C hàc in
Colonias deducios eſe, Phoenicas , idest rubros,vocari volunt. Alii a
Phoenice Agenoris filio vocitati, qui cum Cilice fratre ad inquirendam
Sororem, a Patre miſus, hic tandem ſede fixa permansit, et à ſe Phoe
niciam dictam eſe: in hoc loco ſcientiam computand,ct arithmeticam,
propter mercaturam inuentam fuiſſe,ſcriptores tradunt, in quibus est
I oſphus: similiter,et litterarum inzentionem, et sideru m, naualiumqi
ac hellicarum artium,teste Plinio. - - . . .

Del paſſaggio poi de Fenici non meno in Sicilia, che in Malta ,


diſcorre diffuſa e largamente il mentouato Valguarnera nel Paler fogl 42.
moAntico,ede primi abitatori della Sicilia diſputando circa detta
venuta, e che prima di eſſa fuſſe ſtata, da altra natione habitata ,
viene autéticato dal medeſimo Diodoro al V. nel ſoura citato luo
o, cue doppo hauer egli detto,ch'vna dell'Iſole vicine alla Sicilia
è Colonia de Fenici, fù Malta, ob portuum commoditatem, et in pro
fundo mari situm, ſoggiunge,que cauſa fuit, vtloci eius habitatores
beneficio , statim, et opi bus au gerentur, et nomine inclareſce
772erca tortº º

rent, ſegue poſcia. Post hanc altera est, quam Gaulum vocantepor
tuum commoditate praestans, a Phoenicibus primàm frequentata, la.
voce primàm dimoſtra ſaggiamente il Valguarnera, eſſeruiſtata,
aggiunta dall'Interprete, poiche in greco non ſi troua,ne ſi legge
altro ſaluo che queſte parole e riser 2 russi, Colonia de Fenici,e la
voce frequentata tanto ſuona, quanto, che rendere quella Più gra
de, e popolata. Il che viene mirabilmente corroborato con l'au
torità d'Euripide,portata dal Dotto Samuele Petito Franceſe,oue » In legesAsticar
moſtra, che gl'Iſolani Malteſi non vollero in alcun contoricoue fol 51,
rare,e riceuere nei loro porti i Fenici, e dichiarando queſto teſto
d'Euripide, - - -
-

Tvpnovitiga azrove º gas Tyriam vndam linquens exilierunr.


(a «farhinua Aºgia Exuuias obliquo vati i
totrio eas dia è vaaovo Phoeniſa ab Inſula - i
teſga l'ovna usvarhfor, Phoebo, ſeruas tectorum 2.

i vari gapsai riºciaota Vtſub collibus obrutiniuibus.


9 agraaoo zariraathur) Parnaſsi offerrent, i - i

Iº, tornata zavrov AAare inter Ionicum os , i


º aea a º acuo a ra rspie'- Cymba nauigans - - -

evrer varie anan risor Circumfluos trans intattos. .


aii io X insafat» Campos Siciliae
Zievtsu
i 152 DELLA D E SCR I T T. DI MALTA .
- Zeevsov rpiate irrevoovrros in spara. A ephyro auris equitante inº caelo -

--

zaire, «snaanaa. Optimum murmur -


si Dice così A st igitur apud Euripidem ostrizza vera nomine intelli

genda non Tyrus, ſed aliqua illarum Inſularum , quae inter Africam,
º et S iciliam sitaeſu nt oelstesa autem dicitur, non quod sit in Phoenicia,
ſed quia Phoenicibus habitabatur colonis , quemadmodum apud Lati
mum Poetam Carthaginis Arces Tyrtae dicuntur atg, ipſa C arthago 9

Tyria Vrbs, quia ſcilicet Tyrii tenuere coloni. A4 eliam igitur, aat
G aulum designat Poeta , in quas Colonias deduxerunt Phoenices
i vararla in vt loquuntur Thugdides, et Diodorus, etiam longè ante
troiana tempora, ſedvidentur boni isti coloni Tyrios, quorum era ut à
arussi ſuis noluiſſe consistere littoribus, et portubus prohihuiſ è. Itaque
7) " instrugia illos adorti expugnarunt,primitiaſi; praede Apol
dini Delp ico conſecrarunt.
s-e furea a risari, i rhitazeta Phoeniſſa tellus patria, quae me nutriuit
- Aonire di zai, e in raid a diede Agenoris filii ex filiis AAartis,
º sice uizetela, ºrridº deterhunar Phoebo me miſerunt hic exuuiam.
- Dalle quali parole chiaramente ſi comprende quegl'antichi Ti
ºri habitatori di Malta eſſer entrati per forza,e violentemente nell'
Iſola, e i" la vittoria conſeguita hauer conſegrato ad Apolline ,
Delfico le primitie della preda, ſoggiugnendo il medeſimo Auto
Fol. 52, e re. guod diximus Inſula fl05 illos noluiſſe admittere Phoenices in portus
- -

R? 3 -
ſuos claret e primo chort;verſi, e poco dopò. Qaedterà diximus in
telligi Inſulam, si forte A Meliten , qua inter African ,g Siciliam inter
. iacei, acile probare esi, ex itinere Siciliam quippe praeteruehuntur,non
tempestate atti, ſed ſecundo vento, quen Zephyrum ſe dici Euripi
des, impellente . Soluiſse Igitur ex Inſula constat, è qua in Saeorianº
- --- t . -
tr. N o a
& º s.
nautgantes neceſse fierit Siciliam preteruchi, Zephyrumq; nauiganti
bus fuife ventuneſecundum; ergo ex Inſula aliqua ſoluerunt que erat
i n- mari Africo inter Africam s(3; Siciliam sita,gr.Conchiude ndo fi

nalmente. Quare ſuſpicio nostra est Phoeniciam hanc Inſulam fºſse


AMelitensequa foluerunt. Potendoſi ſoſpettare ( connettendo, e
concatenando qui l'Iſtoria noſtra) che gl'Iſolani all'hora cacciati
fuſſero ſtati i Feaci,che andarono a Corfù, ſecondo l'opinione di
Cluuerio di ſopra apportata nella Notitia precedente -

Ma Paliano oltre à prouare il paſſaggio de Fenici in Malta con


alcune coſe loro, che ci ſono rimaſte, e particolarmente li ſepolcri,
& il tempio cotanto celebre, e famoſo d Ercole, e ſua ſtatua, che
ſono materia de monumenti più antichi,ne'quali ſi rauuiſà,8 am -
n.ira la venerabile,e ragguardeuole antichità,
- - - - - - -

. - Queſt'
LIBRO SEC ON D o, N o TI TI A II. 1 s;
º i Queſt'vrna fictile,ò di creta vna di quel
- º le che vſauano gl'antichi Fenici progeni
tori de'Malteſi, ſi conſerua con altre due
ſimili nel noſtro Caſino di S. Giacomo
interaméte;ella fù ritrouata l'anno i 624.
|
º in vn luogo poco diſtate dalla Città No
tabile nel terreno di GharbarKa vicino
allaCripta di S.Venera: era poſta in vina
grotta cauata, S: intagliata nella rocca
i viua otto palmi in circa ſotterra, ſi ſceſe
is -à quella per alcuni ſcaglioni alla boc
i ca, ch'era di grandezza di tre palmi in
è quadro,volta all'Oriente, chiuſa con vn.
ſaſſo; la grotta haueua di lago dieci pal
mi, e di largo ſette,la di lei altezza era ,
quanto comodamente vi ſi poteſſe da .
altri ſtarà ſedere. Il ſepolcro copriuaſi
con tre pezze dell'iſteſſa materia di terra
cotta, delle quali,q uella di mezzo era rot
ta,e caduta nel medeſimo,haueuano le ,
parti del couerchio alcuni forami nell'
eſtremità ; l'oſſa del cadauero ſi ritroua
M . . NN è rono quaſi ridotte in polue, & à pena ſi
\ ſcorgeua la forma di lui, 8. eſſendo da -
vºr N altri toccato alcun oſſo, che n haueua la

l Ila
- \ H
- -
N- A ſembianza,venne tantoſto à ridurſi in
cenere; ſi trouò parimente dentro l'Vr
vn'ago di ferro lungo mezzo palmo,vn vaſetto in oltre di ter
ra cotta, 8 vna ſcudellina: la ſituatione del ſepolcro, è del cada
ucro era col capo a Leuante, &i piedi volti all'Occidente, che co
sì appunto ſoleuano i Fenici ſepellire i defonti,come atteſta Aleſ
ſandro d'Aleſſandri. Sedin humandis corporibus Athaenienſes Orien- i3
ge,3. Direz
f 2,
.
tt 722 verſus, Megarenſes, C Phoenices ad Occidentem vertereſo
lebant, Schauendolo noi è bella poſta fatto colloca
reſoura la porta d'vn giardinetto piantato in vno
di quei cimiteri antichi, ſottov habbiamo
poſta l'Iſcrittione,che ſiegue, acciò di
sì bell'antichità non ſe ne per
- deſſe aſfatto la me
moria ».

V Phoenicum
154 DELLA D E SCRITT, DI MALTA
Phoenicum Vrnam, qui primi a Gigantum interitu S

Pulsis Phoeacibus, Melitam tenuere fortunatam,


Cum incluſo cadauere imò cinere. -
Post io. (g amplius lustra ex antique Vrbis ,
Latebris effoſſam. i
Fundi Herus publicorei antiquaria hono - -
º

Hic propè Cemeterium vetus. P. C.


An.ſal. MDCXXX. Aduentus verà Sac.ord. Hieroſolymitani C.
Lib.1.cap.6, L'vſo de quali ſepolcri vien confermato, S è regiſtrato in Dio
doro, che dice. Osiridis ſanè caeremonias, (3 zacchi ea lem eſe, si
mileſq; Isidis,Caereriſq,nominibus tantùm differre,impiorum verò poe
nas, 8 campos Elysios,g statuarum vſum ab Pgiptiorum ſepulchris
ſumpta introduxit. In effetto l'Egitto fù vn Tempio di tutto il
mondo,honorandouiſi ciò,che comprende, e racchiude l'Vniuer
ſo,con certo modo di cerimonie,rito,8 ordine,di funerali,e fagrifi
Lib. 3.cap. E, cij. Il medeſimo Diodoro in vn'altro luogo ſoggiunge. Alii in vr
nis fictilibus condentes circa templa ſpeliunt per quos habetur maxi
-
mum praestitum iusiurandum. Autentica queſt'Iſtoria parimente e
Gen.dierum lib. l'Aleſſandro Priſci condebant corpora in ſepulchris lapideis, velfictili
3, cap. 2» bus,cum funebri tunica,quia nudum iacere cadauer pro flagtio erall e
E Gregorio Giraldi diſcorrendo de Sepolcri, e di che materia fuſ
Fol. 643e ſero ſoliti gl'antichi formarli, ce l'inſegna con queſte parole. Ex
omni praeterea metallo ſepulchra, g loculos factos partìm legimus,
partìm ipsi vidimus, ex auro videlicet, argento, ere, oricalco, ſerro,
plumbo, stanno, electro, magnete, plurimum verò ex marmore, eoquè.
diuersi generis,item ex coctilibus.fictilibuſque vasis (come ſono que
ſti di Malta) tegulis,plinthis ex argilla, cretaue,ſedex ligno,ligneiſguè
arcellis vitreis, etiam num vaſculis, et Crystallinis, alusque eius opeº
ris. Hora di tutte queſte sì fatte materie ſoleuano formare e fabri
car gl'antichi i ſepolcri, ma i noſtti Fenicidiq ueſti di creta cotta ,
in forma di ſtatue à guiſa de gl'Egittij, (da quali diſceſero) come
già vediamo con la ſperienza per quelli, che ſi conſeruano preſſo
di noi, molto ſimili a quei loro piccioli idoletti ſegnati di ge
roglifici, de'quali n'habbiamo alcuni, portatici dall'Egitto, oue
ſi cauano da ſepolchri; altri ſi ſono rittouati in Malta di piom
bo, alcuni di pietra, e di marmo paeſano, come ſi ſcorgono chia
ramente in fin hoggi in diuerſi luoghi dell'Iſola. Furono i Sepol
chri non meno appò i Creci, e Romani,che preſſo a Ciudei, S al
tre benche fiere, e barbare nationi, tenuti per coſa ſagra, il che ſi
conoſce dallo ſtudio, cura, e molta ſtima che n'hauetiano.
APpreſſo i Fenicità in ſommo honore & in gradiſſima venera
t:Olì C
L IBRO SE CON D O, NO TITI A II. 15;
tione Ercole Tirio per teſtimonianza verace di Dionigi,anche all' De Situ Orbit,
ora,quando laſciate le Colonie loro in Sicilia, Malta,e nel Gozoſen
- - - v • - - - - . . - .

paſſarono in Iſpagna a Tarteſſo,e fondarono quinile Gadi da Gha


dir dette,cioè Stagni d'acqua,i quali doppo la guerra Troiana heb
bero cotal nome da Fenici, che nel tempo deprimi habitatori ſi
chiamarono Cotinuſa, i verſi di dett'Autore ſono queſti tradotti,
e traportati in tal guiſa. - - e

Certè in medio occiduarum columnarum . .


Extreme Gades apparent hominibus a i
Inſula circumflua in finibus Oceani.
Ibi Phoenicum hominum genus inhabitant
Venerantes magni Iouis filium Herculem
Atq, hanc quidem Incole,etate priorum hominum. ii .
Diciam Cotinuſam, vocarunt Gades. . . . .
Al qual'Ercole ſtimato da loro,e riputato per Dio, fù inalzato,
& eretto tempio in queſta noſtra Iſola,anch'ella delle prime Colo
nie de Fenici, come conchiude Cluuerio doppo gl'altri Autori,di deLib.errori
2. cap. 17.
tes

cendo Phoenicas ſub Troyanam expeditionem,idest ante Soloneman Vlfi.


nis fermè DC. Colonias in Africam, Siciliam, Sardiniam, Melitan
Eſpanam,atq; Gadeis deduxiſe ſuperiori capite, g item lib. I.cap.z.
intelleximus,come ne rende indubitata fede Tolomeo. A Melita In
ſula,in qua Melita Oppidum,g Peninſula,g; Iunonistemplum, g
PHerculis Fanum, E Frà Gio. Quintino nella deſcrittione di Malta
iui Herculani templi immenſe adhue reliquie patent, circuitu in paſſus
termille, C oltra in eo Inſule angulo, quem ab argumento loci,patria si C)

lingua, Euri portum nominant. Ima pars extat in pleriſq; lapidum lon
gitudinis,craſitudiniſ, stupende. Quantunque egli habbia preſo erº
rore circa la grandezza di quello, non eſſendo veriſimile, che il ſi
to fuſſe tanto grande, quanto egli lo deſcriue, cioè di tre miglia ,
che perciò viene con giuſta ragione riprouato, da Cluuerio con
queſte parole. A n quis temerè crediderit, unum templum tria ampliàs
milia paſſi um occupaſſe ? D'Ercole Tirio vedi Diodoro lib.xx. car.
2 57. e così nel libro Xvij nell'anno 4. d'Aleſſandro, come anco
Q, Curcio nel lib. 4, parlando dell'Aſſedio di Tiro. .
Gregorio Giraldi ſcriue del noſtro Ercole. Alexicacos verò Her 7 ib. de Diffgén
iiii Syntag. I 9,
cales, hoc est expellens mala, vt interpretatur. Macrobius, post Apol
- - (-f 7 - r-r - 1 - - - -

l non etiam licius, de hoc ita Lagiantius lib, v. Diain. Institut. com
tra L' erodeº,vt puto de Apollonio loquens, staltura si igitur id puta
;e iloni: i noleiſ , quod optaret utique
è
si poſt, quia nemo est,
gai --
ortalitati a recaſet, C maxi è cam eurº dicas, 3 adora
v - - » - - - -

tan ſi è qui uſd m sicut Deum, g simulacran eius ſub Hercu


- - - -. - - a.
2. lis
15 c DELLA DESCRITT. DI MALTA
- lis Alexicaci nomine conſtitutum ab Ephesiis, etiam nunc honorari,
ſed g Herculis Alexicaci Baſichius meminit, qui in Aelita colere
-

tur , vnde etiam Melitis r - - - - - - –


vocabatur. Aleſſandro d'
Aleſſandri, anch'egli ſi fà
ſentire à noſtro fauore di
cendo, Sicut Tyrii, gr Ga
ditani Herculem magni nu
minisinſtar habuere, anzi
dicono d'auanta gio,che i
Tirij º"ſoleuano
mandare la decima ad Er
cole inſino a Tiro, tanto
ſtimauano, e riueriuano
eſſi quel bugiardo, e finto
nume . . -

Ma preſſo a noi fin hog


gi malgrado del tempo, ſi
conſerua tuttauia in piedi
la quì effigiata Statua del
noſtro Ercole Malteſe,con
la ſua clau a pelle del Leone
Memeo, e Corona di piop
po, ſecondo che vuole il
ziº. 4 tap. 17 medeſimo Aleſſandro, Ip
- ſaſq, Arasſuorum numinum
fronde ornare, vt Ioui Eſ.
culo, Apollini lauro, Ainer
ue olea, Veneri myrto, Her
culi populo, e Virgilio can
tò. Populus Alcidi gratiſsi
ma. Del qualalbero i Sacer
doti Salij faceuano,e com
a -
poneuano ghirlade
narſi le tempie, per or
volendo of.
, ferir ad Ercole ſagrificio,
come canta iui il medeſi- / a-I- Ef C,

mo Virgilio. - ss =
Tunc Salii ad cantus in- A TT
" i"
anni iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

cenſa altaria circum, - -

Pºpulci ad un cuini tempora ramis.


LI BR O SE COND O, NO TITI A II. 157
Il che ſi conferma aſſai bene per vna medaglia Greca d'Ercole,
in cui davn lato ſi rauuiſa la ſua teſta coronata di pioppo, con Guigl Choul.
la pelle del leone, rauuolta intorno al collo, e dall'altro ſi vede il della Relig. an
tica de'Rom.
Zodiaco con tutti i ſegni Fetonte precipitato dal carro del ſole,
3

con quattro caualli per la ſua temerità, la faccia del ſole,e lettere º
intorno,che dicono a sua vera ſignificando,ch'ei cercaua coſe del
tuttO impoſſibili,ne punto proportionate alle forze humane.
La noſtra ſtatua, è di marmo finiſſimo, d'eccellente, e ra
ra ſcoltura, d'altezza di Palmi cinque, potendo forſe ben eſſere ,
che fuſſe ſtato il medeſimo ſimulacro, che ſcioccamente vene
raua quella Gentilità nel detto tempio, perauuentura portato
ſeco dagliſteſſi Fenici quì in Malta, com'era vſo degl'antichi co
durre e portar con eſſi loro i Dei penati,e baſtarebbe in conferma
tione di ciò, ch'habbiamo detto (cioè che gl'antichi Malteſi ha
ueſſero hauuta origine da Fenici di Tiro) ſolo l'eſſere ſtato preſſo è
loro in ſomma veneratione, è in grandiſſimo pregio Èrcole chia
mato MEAITI= cioè Malteſe,in quel famoſo tempio, che gli fà eret
Hi?. p.3. lib.5.
to,e conſegrato di cui parlando il Boſio dice. E doue quel vano,(3 fol e

immaginario Iddio con ſomma veneratione era adorato, non ſolamente


iº 5
da Maltesi, ma dall'altre nationi,le quali da lontaniſsimi paesi parten
dosi tui in pellegrinaggio andauano, quiui i voti loro con molta diuotio
ne,ò per meglio dire ſuperstitione ſciogliendo: Il cheparticolarmentefa
ceuano i Greci, i quali chiamarſoleuano quellIdolo Alexicacos,cioè Di
cacciatorde mali. s

Et eſſendo la Città di Tiro ad Ercole ſagrata,e quiui come Nu


me tutelare,cotanto riuerito, che venne ad acq uiſtarſi il nome di
Tirio,leggendoſi in Q. Curtio. Metu aurea catena deuinxere simu
lacrum (Apollinis) araquè Herculis, cuius numnis Vrhem dicaue
rant,inſeruere vinculum, quasi illo Deo, Apollinem retenturi, temen
do, ch'egli doueſſe abbandonare la Città, com'era ſtato rapporta
to in Conſiglio davn Cittadino per vincerto ſogno hauuto ſopra
ciò ; e poco appreſſo parlando d'Aleſſandro il Magno. His com
positis Herculi Tirio ex auro craterem, cum triginta pateris dicauit,
Gl'antichi Malteſi hauendo la loro diſcendenza da Tiro, hebbero
altresì la medeſima diuotione verſo Ercole, quanto ne rendono
verace teflimonianza e fede il tempio, e la ſopra deſcritta ſtatua ,
che tuttauia conſeruiamo, con ogni diligenza, a gloria dell'anti
chità di Malta nel noſtro Antiquario.

Malta,
rss DELLA DEscRITT. DI MALTA
AMALTA PRIAMA OGIGIA ( PRESSO AD OAMERO)
- - - i Iſola di Calipſo.

NoTITI A TERzA.
-

Strab. lib. 1 et 7
v chiamato il Gozo da Callimaco Iſola di C alipſo celebrata
da Omero, Apollodoro per detto di Strabone, difendendo
Eratoſtene ſgrida » C riprende Callimaco, che quantunque egli
fuſſe grammatico, non dimeno contra l'iſtituto d'Omero, e ſito
de luoghi nell'Oceano da eſſo eſpoſti,doue peruenne Vliſſe, hab
bia fatto l'Iſola Calipſo, il Gozo. L'Iſola Calipſo per ſuo proprio
0aſi. lib. 5. nome da Omero è chiamata Opgia, deſcritta da lui con queſte º
parole. . . .
- Sed cum iam in Inſulam perueniſſet longè iacentem,
- Tum è mari conſcendens ceruleo,ad continentem
I bat; donec ad ingentem ſpecum peruenit,in quo Nympha
Habitabat pulchricoma; hanc verò intus inuent.
Ignis ibi ad focum ingens ardebat: proculverò odor
Cedri fiſsilis, thurſi per Inſulam redolebat,
Ardentium. Ipſa autem intus cantillans voce pulchra,
Telam percurrens, aureo radio texebat. -

Ceterùm Silua ſpecum circumcreſcebat vireſcens;


Alnus populuſq; g) bene odorata cupreſſus.
Ibi quoq; aues, extenſas alas habentes,nidulabantur,
Bubones, accipitres,lataſq; linguas ſhabentes coturnices
AAarinae,quibus marina opera curaeſunt. -

Preterea illic extenſa erat circùm Speluncam cauam


Vitis pubeſcens,que Uuis florebat.
Tum quatuor ſeriefontes fluebant aqua limpida,
Vicini interſe, versi alius alto. - - - - -

Circùm verò mollia prata violarum atq, apii


Virebant. -

Intorno a che Euſtathio eſpoſitore d'Omero, così dice. E da .


ſapere che il Poeta deſcriſſe non come veramente era l'antro di
Calipſo, ma come douetia eſſere à comparatione d'wn luogo deli
cioſamente accomodato per viuerui via Perſona di conto. E pu
requaſi tutte quelle qualità , e parti ſi trouano in Malta, come
l'habbiamo già vedute in Quintino deſcritte. Ma neanche Ome
rofù ſcordeuole del cottone,ò ſia della tela di Malta dicendo,
Ipſa verò intus cantillans voce pulchra, -

Telam percurrens aureo radio texebat.


Domenico
L IBRO SE CON D o, NO TITI A III. rs,
Comment. 7.
Domenico Mario Nigro nella ſua Geografia deſcrittendo l'Iſo Eurepa f zo9.
la Calipſo in virtù dell'autorità di Mela (le cui parole ſono queſte, Mi5.2.cap.7.
Circa Siciliam in Siculofreto est Aeae,quam Calypſo habitaſſe dicitur)
la mette auanti la bocca del Promontorio Lacinio, hoggi capo
delle Colonne, " vn picciolo ſcoglio, non eſſendo punto veriſi
mile, ch'Vliſſe tanto prudente, e ſaggio habbia voluto habitare ,
via Iſola piccola,e deſerta, com'era quella, le parole di Nigro ſono
le ſeguenti Ante Lacinium Promontorium, Inſula parua iacet, cui
nomen est Dioſcoron,ideſi Pollucis,et Caſtoris, et altera Calypſus, quam
ogygiam appellare Aiomerum exiſtimatur. A Mela in Siculo freto C'd X22
poſitit, et Aeaeam nominauit, vbi errore ſuo Virzes detentus eſt vt à
Calypſo Nympha Atlantis filia,in qua magnam (dicit Homerus ) ſpe
luncan eſſe vbi Nympha habitabat. -

il paſſaggio d'Vliſſe in Malta,ò ſia Ogigia,ò Calipſo nominata,


ſi come viene da molti Scrittori autenticato, così ſarà forſe da noi
chiaramente dimoſtrato. Vliſſe doppo hauer paſſato il Faro frà
Scilla, e Cariddi ritornando dalle parti di Ponente ſe ne venne in
Sicilia. Inde Scillame transiens (dice Carlo Stefano nel ſuo Dittio In Verº o.

nario, Et Carybdim non sine maximo periculo in Siciliana venit, etc. Vlyſer.
E Diodoro Sicolo de Bello Troiano,ſcriuendo la pellegrinatione , Lib. 6.
d'Vliſſe fauella in queſta guiſa. Quo patto appulſus Aimarum mul
ta indeper bellum quaesita praeda nauigauerit , etc. atq; aduerſa uſus
fortuna deueneritad Siciliam, vbi per Cyclopem,atq, Leſtrigonam fra
tres multa indignè expertus,adpoſtremum ab eorum filiis Antiphate, et
Polyphemoplurimosſociorum amiſerit. Da che ſi può tirare diritta ,
conſeguenza, che Vliſſe co ſuoi compagni ſi fuſſe sbarcato ſotto
la montagna di Mongibello,in quel porto, che da lui ap preſe il no
me,cioè porto d'Vliſſe, vicino ai ſcogli habitati in quel tempo dal
Ciclope Polifemo, Plinio deſcriuendo sì fatti luoghi dice così. Co Lib.3 cap.8.
lonia Taurominium, quae antea Naxos flumen Asines, Mons, Aet
ma, Scopulitres Cyclopum, Portus Vlyſis, Colonia Catana, il qual
porto volto à mezzo giorno, hoggi è chiamato Longina, di cui
C . Il CO Virgilio -

Portus ab exceſi, ventorum,immotus, g ingens.


Ipſe, ſed horrificis iuxta tonat Aetna ruinis. -

E Vibio Sequeſtro nel Catalogo de'fiumi laſciò ſcritto. Acis in


e Aetna in mare decurrit,in cuius ripis Polyphemusſaxa in V.lyſ
ſo: ſe dicitur. In quel porto dunque Vliſſe approdò, e ricotterò
i ,
le aui, indi fece vela,e s'inuiò verſo Pachino,Capo Paſſaro,quan
do Polifemo vibrò, e gettolli ſoura i ſaſſi,con molto danno de'ſuoi
coi ragni. Ad ogni modo alcuni interpreti d'Omero ve",
CI1C
sco DELLA DESCRITT: DI MALTA
che non ſia quello di Catania il porto d'Vliſſe, ma l'altro di Pachi
no detto il Promontorio Odiſſeo,e d Vliſſe (hoggi capo di Maria)
che parimente pigliò il nome di quello. Ma come ſi può ſaluare ,
che Vliſe non ſia ſtato nel porto prenominato, mentre vi ſono
nolte autorità di graui Scrittori, el luogo habbia appreſo la de
nominanza del medeſimo Vliſſe, dal porto ſudetto di Mongibello
aiunque ſciolte le naui verſo mezzo giorno, ogni ragion mariti
la richiedeua, che ſe ne fuſſero paſſate tantoſto nel Promontorio
Pachino, del qual paſſaggio ne fa mentione Licofrone,vaticinan
do Aleſſandra, o Caſſandra gl'erramenti, i diſagi, S i trauagli,che
T’effe di Lico
doueano patire i Greci doppo la perdita di Troia c5 queſte parole.
frone tradotto Ali AAelitam Inſulam iuxta Othronum
dal Greco, e por Errone: occttpabunt, quam Undiq, flu stus
tato di Cluterio
nel primo libro Sicanus prope Pachinum rigat,
cap, I4.
Sisiphifilli tugoſum Promontorium, (detto d'Vliſſe)
Cognomento quondam futurum radens,
Incl, tumq; templum l'irginis Longatidis (di Ecate)
Vbi frigidam H elorus eiicit aqiaº. -.

E che hauen do perciò voluto Gio; Tzetzes dichiarare queſto


teſto prima, chi fuſſe ſtato il figlio di Siſifo, ſecondo quale il Pro
n ontorio Odiſſeo, e terzo, è vltino il Tempio della Vergine L6
gatide così diſſe. Narraui hiſtoriam de Sſpho: cuius filium quidano
d ducunt Vl ſim.De promontorio autem,quod vocatur Odyſſeum,nunc
dicendum V b xes in Cherromſo, quia primus in Hecaben lapides con
iecerat, in Sicilia oberrans, per ſomnum perterrefactus eſi.9uò circa
templum Hecatae extruxit, cenotaphiumq; Hecabae, quia Hecateſpe
ctrorum eſt cauſa ſormidabilis,aereos habens pedes, ſerpentem referens,
atq; monſtroſa. Atg, abſe ipſo promontorium vocauit Odiſsean acran;
quum antea diceretur Cacra: quod propè Pachinum eſt, nel qual Pro
montorio alzò vn Tempio ad Ecate, 8 vn ſepolcro ad Ecabe, ho
norandola con tutte le cerimonie coſtumate dagl'antichi ne mor
Vien' apportato
torj, come ſi riue Licrofone. -
d. l Velgº-rne o mater infelix mater (dice Caſſandra) ne tuum quidem nome,
reg af, i 87. E ritignobile, nam Perſei filia, - s
TErim , 7 riformis (Ecate) te faciet canem,
Clangoribus territuram no turnis homines, 6 c.
Cenotaphium vc à Scopulus Inſularis
Pachynus habel.it, venerandum propter ſomnia -

Ad um herilibus mani bu . (dVliſſe)


I a onde non rimane appreſſo di noi alcun dubio, che i Greci
paſſati in Malta doppo la preſa di Troia non fiſſero ſtati i compa
orni
2
LIBR e SE CON D O, NO TITI A III. te e
gni d'Vliſſe figliol di Siſifo, a cui Aiace rimprotiera, e rinfaccia
(ſecondo Ouidio) l'eſſer egli generato dal ſangue Siſifo.
Ma che il medeſimo Vliſſe ſe ne ſia paſſato in Malta (detta an
ticamente ogygia) anche n'habbiamo autorità di Scrittori claſſi
ci,com'è l'iſteſſo Carlo Stefano nel libro precitato. Ex omnibus ſo
lusſeruatus Vlyſſes,qui arrepto nauis malo,nouem diebus è venro, 3
vndis agitatus, tandem adoggia Inſulam appulſus à Calypſo Nym
pha ſuſceptus est, ſeptemdi annis eius conſuetudine vſus, Nausithoum,
g Nausinoum filios, vt Hesiodo placet,ex ea genuit, l'iſteſſo ci vien Zi?. 2,cº 3,
confermato dal Moriſoto nel ſuo Orbe maritimo,diſcorrendo dell' i
-

-
errante Vliſſe,oue di lui dice. Relicta Circe,preternauigatis Syrenum
Inſulis, Scillaquè (g Carybdi in Sicilie ora,Sociis tempeſtateraptus,ad
ogygiam Inſulam deiectus, è Calypſone Nympha, grc.filium habuita
fondãdoſi nell'autorità di vari Scrittori antichi, che quiui adduce.
Di più ſi potrebbe aggiugnere, che parlando Vliſſe d'Ogigia
nel vi; dell'Odiſſea, così la deſcriue. - º -

ogygia quedam Inſula longè in mariiacet. .


Vbi Atlantis filia doloſa Calypſo, -

Habitat. - -

Però meglio nell'Odiſſea lib, 1.


In Inſula circumflua: vbi vmbilicus eſt maris,
–Dea verò hic Domicilium habet.
Atlantis filia. - . - - -

Tutte qualità che conuengono a Malta, la quale diceſi Pelagia


per eſſer ſituata in alto mare,anzi la più lontana Iſola da terra "
ma, che ſia nel Mediterraneo, in mezo al quale eſſendo poſta, fù
chiamata l'Vmbillico di eſſo.
Davn'altra congettura poſſiamo noi raccogliere, 6 aſfermare,
che Vliſſe ſe ne fuſſe paſſato in Ogigia (hoggi Malta) ed è in virtù
di quel che racconta Diodoro Sicolo de bello Troiano, circa la na
uigatione d'Vliſſe,e gl'infortuni da lui paſſati dicendo, che doppo
il naufragio tra Scilla e Cariddi patito,e la perdita de ſuoi, egli col
reſto capitaſſe in mano de Fenici, che corſeggiauano,e ſcorreuano
per quei mari,i quali non poteronò eſſer altri, ſaluo, che i primi
Fenici coloni della noſtra Iſola, che all'hora la poſſedeuano, e que
ſti pietoſi,e compaſſioneuoli d Vliſſe lo ſaluarono e conduſſero ſe - -

coin Ogigia,hoggi Malta,le parole di Diodoro ſono le ſegueti. Ad


poſtremum inter Scyllam,et Carybdim mare ſeuiſsimum et illata ſorbe
reſolitum, plurimas nauium cum ſociis amiſerit; Ita ſe cum residuis
in manus Phoenicum per maria pradantium incurriſſe, ati; ab eis per
miſericordiam reſeruatus.
a .. . . . X A tutto
a s» DELLA D E SCR ITT, D I MALTA
-
- A tutto ciò s'aggiugne l'opinione, 8 autorità di Cluterio, il
quale nel ſecodo libro al cap.xvj hauédo có diuerſe ragioni proua
to, che la noſtra Malta ſia Ogigia d Homero Iſola di Calipſo,nel ſuſ
De erroribus ſeguente Capitolo xvij, così dice. Verum AAelitam Inſulam Ho
Vlyſis f.474.
mero habitam eſe Ogygiam Calypſus ſedem, ſuperiori capite plurimis
ottenſum est documentis; in hanc igitur Vbſes malo nauis, carinae
que insidens, ac manibusſui remigans, post nonum tandem diem per - - - - -
mentt. - e - - - - - .

Aia. s Publi.
Melita Princi
Quindi il noſtro P. Manduca della Compagnia di Giesù preſe ,
Apis cap. 3. n. Io,
occaſione in vn ſuo Manoſcritto, facendo mentione delle Sagre ,
Cripte di Malta,e particolarmente di quella della B Vergine della
elleha, (apparendo colà vicino vin veſtigio d'antichiſſimo edifi
cio,di groſſiſime pietre,eſpoſto al mare, nel porto delle ſaline) di
congetturare,che quello fuſſe l'habitatione di Calipſo có dire. Nam
in eo tractu fuerat palatium miro ordine inſpelunetsexciſam ex Home
ricis notis,recenter depraehenſum a Philippo Cluuerio in deſcriptionibus
AMelitae ac Siciliae. Dum enim Homerus deſcribit ſpecum, in quo Ca
lypſus Atlantis filia plures annos Vb ſem naufragum incluſum deti
nuit. Solum extimum ſpecus arboribus consitum,g, aquisirriguam re
fert fuiſſe,fenestras verò inferioris domicilii ad mare obuerſas , quaesi
gna cernuntur in iſto ſpecu i meritò Cluuerius Melitam existimauit
fuiſſe Calypſus Inſulam coaceruatis aliis coniekfuri. –
Finalmente Vliſſe, doppo hauer dimorato in Ogigia noſtra, ſe
-

n'andò ad Alcinoo Rè de Feaci ih Corfù opm ceriformità di che


Sicil, antiq. lib.
3. cap. l 7.
Cluuerio de Erroribus Vliſsi, conchiude anch'egli il diſcorſo ben
proliſſo,e lungo, che ne fa dicendo. E Cabtſus ſiſala,siedaelita
poſiſeptem annorum moram Phoeaciam iCorfù ) siu e scheriam in 2

naugauit. Hauendo però egli fatto prima nel capitolo preceden


te l'infraſeritta conſideratione in queſte prepoſito, oue dice Cae
- - - - - - - -- - - - - - - - - - -- - - - - - - - - - i -
terum apud Hesiodum in fine degenerationè Deorum haec leguntur
verba .
perba .
- e , a o il 2 e 3 º
- -
- - -
-

-- -- - - - -- - -- - . . - -
-

- . -
- - - - -- - - - -

- ,i -
C e, ciaº - -
ti

- -

Pe
Nausithoum,
--
Vliſi Cabp,ſº excellentiſsima
-
Dearum - - - - - -- - -- -
i -
-
l - trtt- a- “ - i -- - .- - - ſi - - -

- -
-
-
,
-
- e -
p -

- l .
- , - -- - i1 -- i
ti:ofi .. . . - i . .
- . . . - • - - - - i -- o M - ea sº
Eod lib.cap, I 6.
fol.447.
En vt ex fabulis ſaepè neStunturfabulae, ac mirif è interſe con
funduntur. Nausithoum Phoeacum fuiſſe in Atelita Regem, atti inde
eos in Scheriam, siue Corcyram deduxiſ, ſipri offendi. Ad cuiuspoſtea
filium Alcinoum Vlyſm peruenſi, trali Homerus, Athìe Hesia
duº quùm ſciret, & “Nausithoum fuiſſe quondam in I nſù la A Meli
ta,gi Calypſo, Vl ſempue ad hanc in longe il ſuo errore perueniſse;
--- - - - - Nausithoum
L I B R O SE CON D o, N o TI TI A II. rc ;
?Nausithoum horum fecit filium.Vnum argumentum adhuc addam,va
prouádo in queſto luogo che Ogigia ſia Malta,quod est apud Aethi
cum,(3) Orosium, quorum hic lib, 5.cap.2.Syrtes (inquit) maiores, gr
Troglodytae,contra quos Inſula Calypſo est,que Aethicusata refert.S.yr
tes maiores,g Troglodyte; qui habent è contra Inſulam Calypſus. Ma
qualaltra lſola può eſſer queſta, che le Sirti maggiori l'hano di co
tro,ò à dirimpetto,che ſolo la noſtra Malta? non ven eſſendo alcu
Cant.15. frant,
na eccetto che lei in tal paraggio locata,onde cantò anco il Taſſo, I8.della Gierig,
Giace Malta fra londe occulta,e baſſa, liberata, -

E poi riman con l'altre Sirti d tergo


Alzerbe, già de Lotofagi albergo.
Alla qual foura detta pattenza d'Wliſſe da queſt'Iſola, per finir
homai il preſente diſcorſo, e laſciar il ramingo non men, che fa
moſo Eroe in Itacha ſua Patria, che hoggi ſi crede ſia quella vol
Clumerio lig. 2.
garmente nomata Valle di Compare, cento venti miglia diſtante cap. 17f 475.
dal Porto di Corfù, aggiugniamo la gentil deſcrittione, che fà
Omero del ſuo viaggio,e " con gratioſa poeticatelliti
ra,così adunque la riferiſce nell'Odiſſ. lib. 5. - -

Ventum verò immisit Calypſo innocuum, placidumq; ;

Letus itaq; vento,ſecundo extendit vela diuus Vlyſſes,


Ipſeq; temonem gubernabat artificiosè,
Sedens, neg; eiſomnus palpebris incedebat -

Pleiades contemplanti, gr tardè occidentem Booten,


Vrſamq; quam (gr currum cognomento dicunt:
9uae i idem vertitur, e Orionem obſeruat,
Sola verò expers est aquarum oceani. - - --

Etenim ipſam iuſerat Calypſo excellentiſsima Dearum,


Ponto nauioare ad Sinistram manum habentem.
Septemdecim quidem nauigabat dies, iter faciens marinum .
Očiodecima verò adparuerunt montes vmbrosi
Terrae Phoeacum: quà proximum iter erat illi.
Nelſonera citato
Anſeptentrionalia sidera, (entra quì Cluuerio, e dice) prae ocu luºgo.
lis habuit ad temonem ſedens,ad sinistram declinantia. Isſanè restiſi
mus curſus erat à Melita verſus Corcyram nauiganti; quamguanº
proximum ei iter fuiſſet reità a Melita ad Cephaleniam : cui ab orti
aestiuo adiacehat Ithaca. Patria d'Vliſſe, alla quale fà egli poſcia ,
condotto da vna naue d'Alcinoo in ſpatio d'vn giorno, e d'vna ,
notte, quaſi dolcemente dormendo ; di queſto paſſaggio in tal
guiſa ſcriue Auſonio. -

Enarratis omnibus, quae in multiplici


Errore pertulerat, d Principibus Phoeaciae.
X 2. Viris
i ca DELLA DESCRITT. DI MALTA
º
Viris donis plurimis honoratura quibus
- Remigio, & neceſſariis omnibus nauis - - - -

- Instruitur, dormienſ, in Ithacam quie


tiſsima nauigatione deuehitur, atqi illie, -

In portu patrio cum muneribus oniuerſis


- - 9uieſcens,g omnium ignarus exponitur,
- - -- - Phoeactbus, gr dormiente remeantibus. - -

. 5- - -
E così Vliſſe. Post varios caſus, post tot diſcrimina rerum
Tendit in Ithacam. - -

DEL PAssAGGIo De PRIMI GRECI IN MALTA


N O TITI A QVA RTA. i

Verace dottrina filoſofica,che Bonum est quod omnia appetunt,


quindi è, che l'huomo dotato da Dio di giudicio,e di diſcor
ſo, rauuiſando queſta bontà nelle coſe, a quelle ardentemente»
aſpira,e ſommamente le brama per gioire.L'Iſola di Malta eſſendo
arricchita dal Cielo di tanti beni, non ſia merauiglia, che i Fenici
cotato volentieri l'habitaſſero,che per leuargli,e sbarbargli ſia ſta
to dimeſtieri impiegarui la forza,S: il Greco valore. Doppo adun
que d'hauer i Fenici godute,e poſſedute queſte noſtre Iſole 448. e
più anni, e dopò la miſera caduta di Troia, ſe ne paſſarono i Gre
ci in Malta dal primo tragetto, che fecero in Sicilia, ſecondo la
Lib. 6. teſtimonianza che ne dà Tucidide. Phoenices preterea circa onnem
habitabant Siciliam,occupatis extremis admare partibus paru ſp; In
ſulls ei obiacentibus negotiandi cum siculis cau à. Postguam verò mul
ti Grecorum illus cum nauibus traiecerunt , relictis pleriſq, Mothyam,
ac ſoluntem,g Panormum ſedibus ibi positis vna incoluerunt.Il qual
I 3.1.cap.2,
Jol.45.
teſto, eſponendo Filippo Cluuerio De variis Sicilia nominibus, atti
Incolis, hauendo prima diſcorſo dell'opinione di Filiſto,e d'Appia
no circa il tempo, è il quando dell'edificatione di Cartagine, che
queſti vuole fuſſe ſtata l'anno 5 o, innanzi la guerra Troiana, e
quegli l'anno 3 1, argomento tolto di peſo da quel che ſi legge
in Licofrone nell'Aleſſandra, delle figliuole
di Fenodamante figlio
Dionyſus lib. I.
di Crimiſo nobile Troiano, che furon date da Laomedonte Rè à i
mercadanti per condurle in iſtrani paeſi, che da quelli furon po
ſcia condotte in Sicilia, intendendo che i predetti mercadanti non
fuſſero ſtati altri, che i Fenici di Tucidide, dice queſte parole. Hee
igitur hiſtoria si non eſiſititia,certe Carthago,vt Philiſti, ata; Appia
ni ſi opinio ante Bellum Troianum fuit condita, protin uſque ſub idem
té; 2t !! ; -
-

L IBRO SE CON D O, N O TITI A IV. 1a 1


tempas in Siciliam quoq; Colonie a Phoenicibus, 3 in 34 elitam,Gau
luna; Inſulas deducie fuere. Ecco come Cluerio (ſpiegando Tu
civile) intende per le picciole Iſole,Malta,el Gozo habitate da Fe
nici. Indi egli ſoggiugne.Vtinquitloco ſupra ſcripto Thugyddes. Poſt
quam Ucrò permulti Grecorum illuc cum nauibus, (ge. E così quell'
augerbio illue denota,S: allude al paſſaggio de Greci tanto all'eſtre
ne parti di Sicilia, quanto alle noſtre picciole Iſole. E quantunque
Don Mariano Valguarnera diligentiſſimo Scrittore dell'antichità
di Palermo,Città anch'ella Colonia di Fenici, dia diuerſe intellige -

ze,e ſpoſitioni al recitato teſto di Tucidide, tuttauia ſecondo la .


lettera,ei pare che non s'habbia da intendere altrimenti.
Che poſcia Malta,Gozo,Hepheſtia hoggi Comino, ſiano ſtate a
chiamate l'Iſole picciole,e vicine alla Sicilia,ne fà indubitata fede ,
Diodoro con queſte note. Ex qua negotiatione per multum tem
poris opulenjes facti Phoenices, multis poſtea
pi annis Colonias non paiº-f ar
cas in Siciliam (intendendo di Motya, Solanto, e Palermo, et vic
nas et I nſulas ( cioè Malta, e Gozo ) in Africam,item Sardinian, et
E'iſpaniam miſerunt. - - - - -

Alle quali Iſole approdate felicemente, e paſſate alcune Colonie


diGreci, altri cacciarono coraggioſamente i Fenici, come fecero i
noſtri, 8 altri habitarono di comun’accordo inſieme, come quelli
di Palermo. In conformità di che il medeſimo Cluuerio dichia- ziº 2 cop 16.
rando,che il Gozo (doppo,che furono dai Greci cacciati i Fenici)
è ſtata anch'ella Colonia di Greci, come altresì Malta, dice così.
Sedhanc quoq; eodem cum Melita tempore Gracos accepiſſe cenſeo co
lonos. Idi; ex Silii collgo verbis que ſunt lib. 14. vbi Sicilie,adiacen
tium Inſularum populos, et vrbes enumerat, quarum alie Romano,
rum,alie Carthaginensium ſecundo bello punico ſequebantur partes. Il
che proua con l'autorità di Silio,che annouerando i Popoli, e le
Città di Sicilia,delle quali in quella guerra, altre erano a fauore de
Romani, altre de'Cartagineſi,vi frapone Malta,e Gozo,con la par
tialità Romana,laoghi, & Iſole vicicine arrolate con altre, fra le
Città di Sicilia, le parole di lui ſono queſte. - -

Romanos Petrea duces, Romana petiuit


Foedera; Callipolis, lapidosi, Engyon artus,
AZadranum, Hergentumq; simul, telaq; ſuperba.
ILamigera A4 elite.
Cosyraq; parua.
ºNec maior A Megara, Mutye concordibus ausis
Iuucre,g Strato Gaulum ſpettabile ponto.
Se Fenici, è ſiano quelli, che da Latini nomati ſono Poeni all'
- - - hora
rss DELLA D Esc RITT. DI MALTA
hora fuſſero ſtati Coloni di Cartagineſi, non era in mano loro co
correre più con vna parte,che con l'altra. Ma mentre ſtaua in lo
robalia,ò in arbitrio, è quale delle due partialità appigliarſi, è ben
chiaro argomento,ch'eidi fuſſero d'altra natione,che Cartagineſe,
ne tanpoco è coſa probabile, che i Greci, i quali da diuerſi luoghi
di Sicilia,S: ancora da Malta, haueuano quelli violentemente cac
ciati, non voleſſero, è non poteſſero d'auuantaggio cacciarli da
vn Iſola cotanto vicina com'era il Gozo. -

Valguarnera, Cominciarono a venire i Greci in Sicilia,8&in Malta,l'anno pri


fa 6.
mo dell'Olimpiade xj. cioè dalla fabrica di Naxo 7; 5.anni prima
del feliciſimo naſcimento di Chriſto Sig. noſtro, che nacque i
Aiuſeb ad an. I terzo anno dell'Olimpiade 194. contando anni quattro per ogni
Olympiad. Olimpiade, quantunque Maurolico Scrittor Siciliano dica Calciº
denſes aute Eubea Theoclis ductu, qui Naxum condidit,in Sicilia Gre
corum primo, veniſſe ante Christum ann.739.ab orbis origine 446o.
aſſerit Thucydides. Ma ſe vogliamo dar credito a Licofrone Au
tore antico,che ſcriue la venuta de'Greci in Malta, doppo eſſere e
ſtata preſa Troia immediatamente, è neceſſaria conſeguenza ſia
d'vopo dargli più alti principij. Ma ſia come ſi vuole, e coſa certa
che Malta ſia ſtata Colonia di Greci,ò prima o poi di queſto tem
o; le parole adunque di Licofrone di peſo traportate dal Greco
i" le preſenti.
Alii Melitam Inſulam Othronum propè.
Vagi incolent,quam circumfluctus
“Non a Pachino procul Sicanus lambit.
Deſcriſſe egli la noſtra Malta vicino al Promontorio Pachino,
bagnata dal mar Sicanio, per leuar via qualunq ue equiuoco, e co
glicr ogni ambiguità di poterſi per aumentura applicare ad altra -
Sicil antiq. lib.
2.cap. 16f.434 Malta,del qualluogo ſcriuendo Cluerio, (benche altroue n'hab
bia parlato come d'autorirà poetica, ad ogni modo non potè far
di manco di non approuare si fatta Iſtoria, come vera) diſſe Scyl
lacis equalis Poeta Licophron, cum ſuo euo Graecos Melitam incolere
ſciret, g hauddubie prima etiam eorum hùcimmigrationem non igno
raret,maluitper figmentum eos Troianis temporibus aſcribere , quo poe
matiſuo innumeris historis mirè vario,rite inſererei. Poco prima -
delle quali parole hauendo il medeſimo Cluuerio gentilmente di
ſcorſo con diuerſe autorità,e ragioni per prouare la venuta, S: ha
bitatione de Greci in Malta, ci gioua quì rapportarle di peſo dal
proprio teſto, facendo queſte molto al noſtro propoſito, per con
Ibidem f431. fermarione di ciò, non fia però diſcaro al ſaggio lettore dvdirle ,
che ſono le ſeguenti. Phalaridis (dic'egli) quum duae extent epi
stolae
L IBRO SE CON D O, NOTITI A Iv. , sy
stole Graecae,ad Melitenſe, perſcriptae, ſatis idoneo inde colligere licet iſºiºſa
-

bronologia re
argumento,Graeci generis fuiſse tum temporis Melitae incolas, gr si fir,
rannidis huiur
lingua Graeca etiam ad Phanicasſeriberepotuiſſe ſuſpicere Phalaridem, Phalaridis in
quas postea interpres in Punicam linguam interpretatus fuerit: maiori an. 2.Olimp.31.
extitum vero in
de Graeco genere documento est quod altera dictarum epiſtolarum pecu annum, nomine
miam AAelitensibus dat mutuam, quam ipſ ab eo petierant. Id quod Olymp.38,
haud facile facturi erant,si Phoenices,ſeu Poenifuſsent: utiq; acerri
mo etiamtum interhos, gi Graecos in Sicilia flagrante bello, quidpè a
primo anno Olympiadi ci. quà primam Graeci Coloniam in Siciliam
deduxere Naxon, ad Olympiadis xxxi. annum ſecundum,quò Phalaris
tyrannidem Agrigenti occupauit, anni ſunt,haud amplius luxx. Thu
eydides verò multos Graecos in inſulam traieciſe teſtatur , antequam
Phoenices,pleriſq; quaehic tenuerant,relictis,Soluntem tandem, Panor
mum,atq; Motyam occuparent,quarie hanc inter Lilybeum,ac Drepa
na sitam, Olympiade fande ideſi anni ci v. poſiquà Naxos deducia
fuit,Graeci al tuliſse Carthaginenſes,ſupra lib.1.cap.2.et lib...cap. 1.
oſenſum eſi. ?Nihil igitur certius,quam iam tùm ſubprimum in Sici
liam traiectum pulſos fuiſse à Graecis è Melita Inſula Phoenicas, ea
quevna ratio ſi cur inſulas paruas Thucydides tribus illis locis, Soli
ti Panormo,ac Motyae non adnumeret. Huc iam accedunt,gr inſcrip
tiones antiquae marmoris, ac numiſmatum, grc. Apud Ciceronem in
Verrina II II. hae legumtur. Ab oppido non longè in promonto»
rio Fanum eſt Iunonis antiquum, quod tanta Religione ſemper
fuit.vt non modo illis Punicisbellis, quae in his ferè locis nauali
copia geſta, atq; verſata ſunt, ſed etiam i n hac pradonum multi;
tudine,ſemper inuiolatum, ſanctumq, fuerit,quin etiam hoc me
moriae proditum eſt. Claſſe quondam Maliniſſa Regis ad eum
locum adpulſa, prafectum regnum dentes eburneosincredibili
magnitudine è Fano ſuftuliſſe, 8 eos in Africamportaſſe , Maſſi
niſſaq; donaſſe, Regem quidem primò delectatum eſſe munere ,
poſt vbi audiſſet, vnde eſſent,ſtatim certos homines inquinquere
mi miſiſſe,qui eos dentes reportarent; itaq; in his ſcriptum literis
Punicis fuit, Regem Maſſiniſſam imprudentem accepiſſe : reco
gnita reportandos, reſtituendoſo; curaſſe, eamdem rem Valerius
Maximus refert lib. 1.cap. 1. Punicis hteris eam conſentiſse inſeriptio
nem, dum vterq; (quasi dedita opera ) teſtatur auctor, cioè Cicero
ne,e Valerio Maſſimo,diuerſam eam linguam à Melitensium lingua
fuſe , haud obſcurè innuunt. Cicero praedisti hac ſubtexit. Ekar Douitie del
p kA A7 EREA MAGNA VIS EBORIS, MVLTA ORNAMENTA, IN gl'1- tempio di Giu
mone in A/alta
avs EBVRNEA E VICTORIA E ANTIggo OPERE, Ac sr MMA ARTE per atteſtato di
Cicerone nella ,
PERºEcTAE. Nec operis, nec art is fuſse Punica e credas; ſed Grecae. 4 Verr.
ºNam
16 g DELLA DESCR IT T. DI MALTA

Nam Graci ſummi omni aeuo,acpenè vni hac in refuere artificer.


In eadem oratione antea sicſcribit. Melitenſis Diodorus eſt, qui
apud vos antea teſtimonium dixit. ls Lilybei multos iam annos
habitat,homo, & dominobilis, & apud eos, quo ſe contulit pro
pter virtutem ſplendidus,8 gratioſus: de hoc Verri dicitur,habe
re eum per bonatoreumata; in his pocula duo quaedam, quae
Heraclea nominantur, Mentoris manu, ſummo artificio facta ,
quodiſte vbi audiuit,ſic cupiditate inflammatus eſt, non ſolum
inſpiciundi verum etiam auferendi,vt Diodorum ad ſe vocaret,ac
oſceret. Ille,quiilla non inuitus haberet,reſpondet,ſe Lilybei n6
i" : Melita apud quemdam propinqua ſuum reliquiſſe.Tùm
iſte,S&c. In his ne minimu quide ſuſpicionis vestigium consistere potesi
(Melitenſem) hunc Diodorum, fuſe natione Poenum: contra verò
vniuerſa, acsingula Gracum in eo genus apertè indicant, primò ipſum
hominis nomen planè,ac purè Grecum,pocula Heraclea, G ipſa cogno
mento Greco,horum artifex,homo Grecus, Mentor, de quo ita Plinius
lib. vu. cap. Xxx. Phidia Iupiter Olympius quotidie teſtimonium
perhibet, Mentori Capitolinus, & Diana Epheſia; quibus fuere
conſecrata artis eius vaſa, gr lib.xxxtu, cap. zt. L. Craſſus Orator
duos habuit Scyphos, Mentoris artificis manu calatos, ſeſtertijs
centum, confeſſus tamen eſt numquam ſe hisvti propter vereci
diam, auſum, 9 cap. xit. Mirum in auro calando inclaruiſſe ne
minem,argento multos maximè tamen laudatus eſt Mentor, de
quo ſupra diximus,8 c. Sed ad Aelitenſes nostro, vi reuertamur,ne
predictum Diodorum in Sicilia tandem id nomini una cum poculis
Greci operis,ata, artis adeptum ſuſpiceris, en, Melita ſe ea reliquiſſe di
zit..Melitam autem ipſe non magis, quam in Siciliam per triennium
illud, Verre Sicilia pretore,redire auſus est, quia ſub eadem cum hac
erat prauincia, ſub eodem pretore. Sic enim idem dicero in eadem ora
tione Inſula eſt Melita ſatis lato ab Sicilia mari periculoſoq, diſiun
cta,in qua eſteodem nomine Opidum, quoiſte numquam acceſº
ſit: " tamen ſti textrinum per triennium ad muliebrem veſté
conficiendam fuit. Et commemoratis rebusſupraſcriptis, qua in It
nonisfano digatae erant. Ha ciſte omnia vnoim petu,atg; vno ni
cio per ſeruos Venerios,quos eius rei cauſa miſerat, tollenda, atq,
abſportanda curauit. Hinc etiam ſºpra memorati Geographi Meli
tam Inſulam cum Aegadibus, ac Lipareis Inſulis Siciliae deſcriptioni
adiunxerunt. Hinc illud Orosti in lib. 4, cap. 8. Attilius Conſul Li
param,Melitáq; Inſulas Sicilia nobiles peruagatus euertit. Hine
etiam inter legatos Prouinciae Siciliae, qui Romam venerunt vti C.
Verrem reperundarum reum Cicerone attore postularent, Melitensium
- - quoque -
LIB R o s E c O N D O, N O T I T I A IV. 1 69
quoque venerunt Legati. J^mde illud ciceronis eodem loco paulòpo$ -

• bIckwz LEGATi ^ifLITENSEs publicè fpoliatum templum efiè


- Iunonis,nihil in religiofifiimo fìno reliquiffe, quem in locú Cla[.
fès hoftium fæpè accefferint,vbi piratæ férè quotannis hiemare fò
leant,quod neque prædo violarit ante,ncque hoftis attigerit, id ab
vno ifto fic fpóliatüm cffe,vt nihil omnino fit relictum. Em vt di
fèrtè hic AMelitensium adpellat hostes,quos Pumicis bellis circa hæc loca
verfatos fupra dixit : mempè ipfos Pæmos. At bello quidem pumico primo
Paemorum praesidio Vrbem hamc, atq; Infulam preßam fùiffe, patet ex .
diéta Orosii marrattome. £!gidpè 4. Autilius Calatinus Comfulfuit cum
C. Sulpicio Paterculo ammo eius belli fèptimo. V1&fis tamdem eo bello
Carthagiwiemsibus ad Aegades V mfulas,pacem ea comditione datam effè,
<vti Sicilia, Sardiniaq; Infùlis decederent,fùperiori capite intelleximus.
.Melitam quoq; iam ttzmc S.iciliem si Prouinciae titulo ìiffe aduexam,
haud dubium e$t. Occupatam mox iterumfuiffe bello Pumico fècumdo,
eius imitium fuit ammo xxtt.po$t exitum primi , patet ex Liuit hijforia,
qui lib. xxi. ita marrat. A Lilybeo Gonful ( T. Sempronius) Hie
rone cum Claffe regia dimifio,rgliétoquè Prætore ad tuendam Si
ciliæ oram,ipfè in Infulam Mclitam, quæ à Carthaginiefibus tene
batnr traiecit;aduenienti Amilcar Gifconis filius præféctus præfi
dij,cum paulò minus duobus millibus militum,Oppidumq; Cum \
Infùla traditur.Em Puuicum præsidium cum praefe&o,oppido,atq; Im
fula Ägmamo traditur,à quibus hominibus ? Ab Oppidanis.At hi cuius
jgeneris ? Haud dubie Graeci. %\am de Poenis tale quid cogitare per
quam abfurdum foret.©-c. *
v

Ma à che prò,e che occorre addurre autorità di Scrittori,dou'è


quella dclle madaglie,fedeli hiftorie,e veridici documentidi bron
zo, che dimoflrano.e portano con efli loro limpronto,e la memo
ria delle cofè più antiche,nafcofte,& incogniteä noi. Si confèrua
no, & à bella pofta fi cuftodifcono con ogni diligenza nel noftro
icciolo Mufeo,frâ gl'altri veftigij dell'antichiti di Malta molte ,
medaglie di quella Repu blica ail hora,frale qu ali è quefta.
–-

{
'.
17o DELLA D E SCR IT T. DI MALTA
In cui ſi vede dal diritto vn capo di Donna regiamente coro
nato,fregiato,S. ornato fino al collo d'vna cuffia riccamente tem
peſtata per auuentura di gioie, 3 auanti al viſo vna ſpiga di frume
to con l'iſcrittione Greca di lettere, che dicono MEAITAI.O.N,
cioè de Malteſi,della cui iſola,ò nome di lei preſſo Apollonio anti
Lib. 4. co Poeta,ſi leggono queſti verſi.
Sedhaud iam viuum illic offenderunt,
Aegem Hyllum, quem formoſa Melite,
Iib.7. cap.1.de
Peperit Herculi apud Phaeacas,
Piercule in ſua Onde Natal Comite fù di parere, che da queſta Melita figliuola
Metholog, del fiume Egeo l'Iſola, e la Città noſtra ne riceueſſe il nome, poi
che parlando della medeſima dice così. Relicti ſunt autem multi
ab Hercule filii, siguidem, (3 Afer ille,a quo Africa vocata est,genitus
fuit ab Hercule,(3 c. Hyllus è Melita Aegeifilia fluminis, que Inſu
lae,gr Oppido in Inſula nomen dedit, benche altri ſtimaſſero ch'ella
giatine nella in queſta guiſa ſia ſtata nomata da Greci,per la molt'abbondanza,
in ºi e copia dell'api, che ſi chiamano eſsere e dal mele, ch'à gran do
dMalta, - - - - o - -

uitia vi ſi raccoglie, mercè alla perfettione delle roſe, e dei fiori


molto odoriferi. 1.

Potremmo ancor noi affermare, che queſt'Iſola noſtra haueſ,


ſe preſo la dinominanza dal tempio di Giunone, chiamata dagli
Aſſirij Melitta, eſſendo ſtato antico, e pratticato coſtume de'Gre
ci, prender il nome della Città dai tempij,e dal nume di quelli,co
me effettiuamente auuenne in Sicilia alla Città d'Adernò,dal tem
pio del Dio Adrano,ſuo nume tutelare, e di tant'altri, che per bre
uità ſi tralaſciano. O per auuentura dal Tempio di Melita, che ſi
ritrouaua in Atene antichiſſima reggia, e Madre di tutte le Città
della Grecia. Ad ogni modo più toſto diremo, che Malta haueſſe ,
hauuta la dinominatione da Melite Ninfa, tenuta falſamente Dei
tà Marittima da gl'antichi,figliuola di Nereo,e di Dorida, che pe:
rò fù detta Nereide,ſecondo che inſegna Eſiodo. -

Et Melita amabilis,(3 Eulimene,g Agaue -

Pasitheaq, Eratoq, et Eunice,roſeis


Cubitis nitida
Aeneidlib.5, Et appreſſo di lui Virgilio.
ILcua tenent Thetis, et Melite, Panopeaq; Virgo,
"Neſce, Spioq; Taliaq; Cymodocequè.
Dal roueſcio poi della medaglia già detta, vi ſi ſcorge vn.
giouane ſenza barba, con vna mitra in teſta, le mani a i fian
chi, e con vn ginocchio piegato, e per ogni verſo alato, le lette
re, che vi ſi leggono,rendono chiara teſtimonianza, ch'ella ſia ,
- - - - medaglia
---
LIBRO SE CON D o, NoTITI A Iv. 17 ,
medaglia della Republica di Malta, è ſia de Malteſi, in Grecò
MEAITAI-O-N come atteſta l'iſteſſa medaglia,la quale conforme
all'eſplicatione dataci da Frà Mariano Perello Religioſo di queſto
Sagro Ordine, molto erudito nello ſtudio,e cognitione delle me - -
-
-
- -
daglie,come altresì nelle antichità, e belle lettere, noſtro ſingolar - - -- -

- s . - - º -
Olymp.oaz. º
amico,diciamo eſſere della Dea Giunone Reina, Iuno Deorum Re N - 9 - --

gina ſecondo Pindaro,la quale ſi come da Cartagineſi fratellide'Fe- “º


nici fù ſommamente adorata ( ſecondo Virgilio ) da Proſinna . Aeneidlib.1.
Città,ſecondo Stathio da Samo Iſola nel mar Icario,che l'hebbe in
grande honore, perche vi fù nutritarda Argo, e Micene Città dell' ºtt.
Acaia ſecondo Oratio, e finalmente dai Popoli Faliſci ſecondo
Ouidio. Così fu dai Malteſi Greci ſingularmente pregiata e riueri ea e
ta come loro Dea tutelare, alla quale inalzarono, 8 ereſſero quel
celebre,e magnifico tempio d'architettura Ionica, in mezo,fra la .
Città Vittorioſa,e Caſtello S.Angelo,oue fin à tem po de'noſtri pro- .
- - - - - - - - - e, -. -

genitori, appariuano ancora manifeſtamente i veſtigi di eſſo; au


uenga,che " il foſſo,e fattoui entrar il - -
mare, con la fabrica del molo,in che furono ripoſte, 8 impiegate a .

quelle groſſe,e riquadrate pietre, ſi ſmarrirono, e ſi eſtinſero affat


to,i quali faceuano indubitata fede della ſua magnificenza e nobil
tà,che però Fra Gio: Quintino nell'anno 1536. poco doppo, che i
aſsò la Sagra Religione da Rodi in queſt'Iſola,eſſendo egli à ſerui
gij del G.Maeſtto Liſleadamo,così ſcriſſe fauellando di detto Tem
Pio. Iunonis templum, non ſolum inter magna, ſed etiam inter magni
ca numerari potuiſſe arbitror,ex his,quae pauca durant,medio ferè loca
inter Oppidum,g Caſtellum,ruina ſparſa appare in multa iugera fun
damentis, g ſubſtructionibus Templi, bonam portus eius partem occu
pantibus,longè etiam in mari,in quo inaedificatum erat, infra cliuum
promontori in pplanitie,vndia,
q à 0entis,et p
prealtis rupibus
p deſenſa.
J- Del
qual tempio diſſe Cicerone ab Oppido non longè in Promontorio fa- 4 var.
num eſi Iunonis antiquum, quod td fit a religione ſemper fatti vt non
modo illis Punicis bellis, quae in his ferè locis nauali copia geſta, atquè
verſata ti ht, ſed etiam in hac praedonum multitudine ſemper inuiola
tum ſaniumq,fuerit E nella Verr.V. Teq; Iuno Aegina cui duo Fa
na,duabus in Inſulis posita,Sociorum Melite,gr Samisfanºtiſsima et
antiqui Sima, similiſcelere idem iſie omnibus don is,ornametiſ; nudauit.
E Maurolico In Promontorio Phanum Iunonis antiquum, vnde cum scar, ti ais.
AAaſsiniſſa Rex,per ſuae Claſsis prefeciti eburneos mirae magnitudinis si 42-74.
dentes ablatos recepiſſet, religione ta&tus, reportari eidem, acreſtitui cu-.
rauit. Fuiſſe preterea ibi multa victoriarum antiquo opere, ſumma què
arte perfetta signa; que ſemper antea (quanquam inter bellorum ca
-. - - 2. lamitates)
sz, DELLA DESCRITT. DI MALTA
lamitates) inuiolata, atque intatta, mox à Verre omnia simulſar
repta. - - -

Perche ſi vegga poi in tal guiſa coronata, e veſtita d'un habito


h.ſue li ricco e vago,non fia merauiglia,auuenga, che così viene per l'ap
i" ib. punto deſcritta da Pauſania, parlando di Giunone Argiua. Deae
signum inſolio ſedet eximia magnitudine, auro, ebore fabricatum Po
lyeleti opus,corona capiti imposita. Così parimente fà ſcolpita da e
Greci la Reina Giunone, come ſi rauuiſa nelle medaglie della Ma
gna Grecia d'Vberto Goltzio in quelle de'Popoli Faliſci, e Croto
niati. Enea Vico nelle medaglie de'dodici Ceſari in queſta guiſa
coronata, improntò la predetta Dea Giunone,dicendo nell'Indice.
Iunonissiue Dianae ſoſpite simulacrum, cum inſcriptione Imp. ct. in
argent. Aug. 78. La dicui feſta, è ſolennità ſi celebraua con gran
faſto à due di Febraio, & era chiamata Erea. -

z, rossa, e La Spiga in eſſa medaglia caratterizata a teſtimonianza della


i fertilità dell'Iſola,atteſo,ch'appò gl'antichi la ſpiga era geroglifico,
ºfº e ſimbolo d'abbondanza. E perciò ſignificare i Malteſi abella po
dFaſ.g. ſta effigiarono queſta nelle loro medaglie; quindi Cuidio di Mal
ta parlando, cantò.
Fertilis est Melite ſterili vicina Coſrae. - - - -

Le quali parole commentando Cluuerio hebbe à dire. Eandem


gloriamhodie obtinet,si agri ſatis excolanturcum Inſula totasſaxea sit,
g minus alta humotetta. In alcune altre medaglie Malteſi di queſt'
impronto in vece della ſpiga, vi ſi vede vina Vefte forſe per l'ec
cellenza delle veſti di Malta tenute in pregio fin al tempo di Lu
cretio Poeta, come di queſte n'habbiamo diſcorſo in altra notiria.
L'effigie di Giouane con la mitra in teſta, da ogni parte alato,
con le mani è i fianchi in atto di volare,con vn ginocchio piega
to, non ſi può così facilmente intendere di che coſa ſia ſimbolo,S.
à chi voglia alludere,e ſignificare (eſſendo vna figura quaſi,che º
Pellegrina) ſenza meſcolamento d'Iſtoria.
Erano appreſſo gl'Egittiji Comuni,ma falſi Dei,dodici,dei qua
li otto erano celeſti, cioè a dire i ſette Pianeti,3: il Pantamorfo, e
quattro inferiori, cioè gl'Elementi. Di queſti dodici Dei, e di ot
to tra loro differenti, è fatta mentione da Herodoto però annoue
rando alcuni di eſſi in vece denomi Egitti (da quali originoſſi, e
venne à Greci l'Idolatria) aſſegna loro i nomi dei Dei della Grecia,
come fanno ancora altri Scrittori Greci, e Latini, di queſti, Ennio
Poeta cdprende i nomi de'dodici Dei de'Greci,ne ſegueti due verſi.
Iuno,Vetta,A4 inerua,Ceres, Diana,Venus, Mars,
Mercurius, ſouis, Neptunus.Vulcanus, Apollo.
Hor
LIBR o s EcoN D o, No TI TI A Iv. 7;
Hor non meno appreſſo gl'Egittij, ch'appò i Greci ſotto varie »
forme,e nomi fà ſommamente venerato Mercurio; di lui giudi
chiamo eſſere queſto noſtro preſente ſimbolo, mitrato, alato, e
quaſi di raggi ſolari adorno il capo. -

Che Mercurio ſia rappreſentato altresì per il Sole a noi vien in Lib. 1. cap. 19, -

ſegnato da Macrobio nei Saturnali. Vi cum Mercurius Sol prebe


tur, ſuperius edo8ta ſuffragia ſunt, eundem enim eſſe Apollinem, atque -

AMercurium,vel hinc apparet,quod apudmultasgentes stella Mercurii


ad Apollini, nomen referaturg quod Apollo Muſi, praesidet, Mercu
riusſermonem, quod est AMuſarum munus impartit. Propter hoc quo
que Mercurium pro Sole cenſeri,multa documenta ſunt. Primùm,qu od
Simulacra Mercurii pennatis alis adornantur (come ſi moſtra il no
ſtro ſimbolo) quae res monſtratfolis velocitatem. Nam quia men
tis potentem M ereurium credimus,appellatumque,ita intelligimus, gr
Sol Mundi mens est ſumma autem est velocitas mentis, vt ait Home
rus. Ideo pennus Mercurius,quasi ipſe natura Solis ornatur. Hoc argu
2/oenttaº li Aegyptii abſoluunt,ipsius Solis simulacrapennata fin
gentes,quibus color apud ipſos non vnus est, (gc.
Enea vico ſopracitato in queſta fatta diſcorre nell'Indice delle
medaglie " Ceſari, dichiarando il ſimbolo di Mercurio,
Mercurii, tdest Solis quadratum Simulacrum Aeternitatis typus in
Argen. August.4; dicendo, che l'iſteſſo è a dire Mercurio, che Sole.
Fù etiandio vſo de Greci, ſi come in vn medeſimo Tempio,co
sì in vn'iſteſſa medaglia allogar due numi, e di due figure, per eſ
ſempio quella di Giunone, e di Mercurio,cioè Apolline, ſi come
ne rende chiara teſtimonianza Pauſania con queſte parole. Apol Laconſue lib.3
lints aliud ibidem eſi,g Iunonis, i quali Simboli ſi rauuiſano inſie
me nella noſtra medaglia, della quale per auuentura potè parlare Syntag 9 f286
Gregorio Giraldi, nell'Iſtoria delli Dei dicendo. Vidi in libro anti
quitatum Mercurii imaginem hoc modo efficlam, filo quidem corporis
iuuenili, facie imberbi cum alis, 3 c.
Habbiamo ancora in Diodoro nel ſouracitato luogo che doppo
hauer egli detto,ch'vna dell'Iſole vicine alla Sicilia (Colonia de'
Fenici) fuſſe Malta ſcielta, & eletta da eſſi, ob portuum commodita
tem,6 in profundo mari situ,ſo ggiunge quae cauſa fuit, vt loci cius
habitatores Mercatorum beneficio ſtatim & opibus au gerentur,g no
mine inclareſcerent.Da che poſſiamo con giuſta ragione far conget
tura e liberamente affermare, che l'Iſola noſtra ſia ſtata mai fem
pre habitata da huomini atti alla guerra, alla nauigatione, Se allº,
mercatantia, fin dalla ſua origine, come atteſta fedelmente Pom
ponio Mela con quelle parole da noi ſoura regiſtrate. Phoenicesſo
- - lers
174 DELLA DESCRITT. DI MALTA :
lers hominum genus,et ad belli,paciſq, munimina eximium,etc. Quin
di è che come tali i Malteſi diſcendenti dai Tirii di Sidonia,han
no hauuto in ſommo honore Mercurio, da loro grandemente ve
IlCI aCO , - -

De rebus Con
ſtatinopolitanis La onde Giorgio Codino ſcriue in queſta guiſa. Dicunt Mer
curium eſſe lucri auctorem, et Emporium, etc. Ceſare deſcriuendo i
coſtumi di quei Popoli parlando dell'humane vittime, così ſotten
tra. Deum maxime a ercurium colunt,huius ſunt plurima simulacra,
hunc omnium inuentorem artium ferunt,hune vtarum, ata; itinerum
Ducem,huncadquaestus pecuniae, mercaturaſa; vim maximam ha
Mytholºg.lib.1.
bere,arbitrantur, fù egli adunque perciò ſcolpito alato, perche co
sì deuono eſſer i mercatanti, cioè ſolleciti,diligenti, e preſti. Fulg.
AAercurium (dice) coluere quasi mercium curam,omnis enim negotia
tor dici poteſt.34ercurius, quare pennas ? pennata verò talaria, quòd
negotiantium pedes, Ubiq; pergendo, quasi pennati ſunt.
In oltre s'effigiaua (come ſi vede) il noſtro Mercurio cd le piu
me,8 alato,non ſolamente, perche come Ambaſciatore degli Dei
In eruditi cuiuſt doueua eſſer veloce à guiſa d'vccello, ma ancora per queſto gero
dam Prometheo
lib. I. verb. Mer glifico ſi deſignaua l'eloquenza, 3 additaua la velocità del parlare,
curius.
Odyſ verſ 112
che perciò Homero diſſe, che le ſue parole erano alate, onde quei
Gentili da Liſtro vollero adorar per Mercurio il noſtro Glorioſo
Apoſtolo S.Paolo. guoniam ipſe erat dux verbi, (come ſi legge ne
Cap. 14, gl'Atti Apoſtolici) perſuaſi à ſtimarlo tale, per la ſua molta facon
dia,e copia d'eloq Ul CIl Z3 ,
Finalmente da tutte queſte ragioni,diſcorſi, e riſcontri,poſſia
mo aſſai bene far congettura,che gl'antichi Malteſi habbiano ha
uuto mai ſempre in gran veneratione Mercurio in diuerſe forme,
e varie guiſe da Gentili diſegnato il qual vediamo ancora con la .
mitra in teſta detta Recina che è tanto è dire quanto mitra Malte
In Satyr. lib.4.
Lib. I Theb.
ſe,come ſpiega Varrone.Mitram Recinam,aut Aitram Melitenſen.
Gualthcr Ani E mitrato ancora fà egli chiamato da Stathio. -

maduer f. 129. Indignataſequi torquentem cornua mitram.


LIBR o s ECOND o, NoTrTI A Iv. -rzs
Vn'altra, che qui ſi ſcorge delineata medaglia, ſi conſerua tutta
uia preſſo di noi di rame, che da vna banda fa vaga moſtra d'vna ,
venerabile donna velata, tutta modeſta, e pudica, dall'altra d'vn
Tripode có lettere MEAITAS cioè a dire MALTA,la qual iſcrit
tione chiaramente teſtifica, ch'ella ſia medaglia battuta, ò ſcol
pita dalla Republica in quei tempi de Malteſi,in honore di qual
che nume è Deirà in quel ſecolo, nel quale ella fà Colonia di Cre
ci,frà quali fà perpetuo coſtume, che in quei luoghi,ou eglino ha
ueuano inalzato, S eretti tempijà i loro falſi Dei per maggior ho
nore di eſſi,batteſſero poſcia,8 improntaſſero le medaglie ancora,
che erano l'Iſtorie,oue notauano,& eternauano le loro diſcenden
ze,origini,Scattioni più ſegnalate, è eroiche. Ciò atteſta Vberto
Goltzio nobiliſſimo ſcultore,edottilimo ſcrittore inſieme di me
daglie, nella Magna Grecia, iui Croton Achaorum Colonia, littera D.
in pleriſq, numiſmatihus (dice egli) et Iunonis caput ſpeciatur, fortè
ob Tumonis Lacinia Templu,cuius celebri toto orbe fama erat,etſex tan
tum millibus paſſu um ab Crotone dsiabat. Or eſſendo ſtato fabrica
to nell'Iſola di Malta quel famoſo è antichiſſimo Tempio dedica
to alla Dea Giunone, ſi come diffuſa, e largamente habbiamo di
chiarato nel diſcorſo della precedente medaglia, al quale rappor
tiamo, e richiamiamo il corteſe lettore, per non ridir più dvna.
volta l'iſteſſo; I Malteſi batterono,e ſtamparono queſta medaglia ,
da noi pur hora deſcritta,in honore di detta Dea loro Tutelare,con
sì fatto habito ricouerta,e veſtita; parimente così velata fù ſcolpi
ta,e formata altresì dai Brutij, che però il medeſimo Goltzio nell'
Indice in 2Numiſmata della Magna Grecia ſpiegò q uella in queſta
uiſa. Iunonis velata caput. ſoggiugnendo nell'Iſtoria ſudetta iui Tab. 14.nu 3.
BRETTI Q.N expreſſa est,6 tertio numiſmate, Iuno Regina,cum ci
cada,forſan,quod in agro Rhegino, qui, (g ipſe Brutiorum erat,ob Iu
monis,(quà multa religione, 3 cum silentio Bruti colebant,)reuerentia,
ſilere Cicade crederentur, g obmuteſcere,que vltra flumen in Locris,
canore eſſent. Volendo intendere che le cicale, fuſſero altre tanto
mutole,e tacéti nel campo di Reggio, quanto, che ſquillati,8 im
portune in quello di Locri, per aumentura in riſguardo e riueren
za della ſudetta Dea, la cui imagine velata,ſecondo il ſentimento
de Gentili,ſignificaua Diuinità, impercioche li Romani,come di
ce Plutarco, i Numi col capo velato effigiauano, ouero era ſim gaaf?.
1. l O,
Rom,
bolo dell'eternità, ricouerta col velo. Coſtumarono ancora i me
deſimi Greci,quando qualche Colonia era condotta per amor,ò in
virtù dell'oracolo, che quei Cittadini fuſſero dedicati, e ſagri ad
Apolline, che perciò nelle loro medaglie per ſignificar, S: allude
-
re à queſto
176 . DELLA DESCRITT. DI MALTA :
à queſto, improntauano, e ſcolpiuano il capo d'Apolline, la Ce.
tera, è il Tripode, che ſi vede nella noſtra medaglia, ne fa fede il
precitato Autore nell'addoto luogo.Rhegium Calcidensium Colonia,
con queſte parole. In pleriſque numiſmatihus caput Apollinis, tàm
Tripus, gr Citaraſpectantur. Ideo pertinere existimaui, quod hec Co
lonia ex Apollinis oraculo deducia sit,Ciueſq; eius Apollini ſacri eſſent.
Potrebbe eſſere facilmente,che quegl'antichi Greci paſſati in Mal
ta per habitarla fuſſero ſtati (com'eſſi ſcioccamente credeuano)
quiui condotti per fauor,e conſiglio dell'Oracolo d'Apolline.
Reſta hora à dichiarare, & intendere, che coſa fuſſe mai la figu
ra, è il ſimbolo del Tripode ſcolpito nella preſente noſtra meda
glia. Fù ſegno queſto, e geroglifico del dargl'oracoli, e fù nomi
ºfeneidlib.3. nato Sagro, come ne fa fede Virgilio in quel verſo.
- Circoque locantur.
In medio Sacri Tripodes virtdeſq, coronae. - -

Tutti gli Scrittori di commun'accordo conuengono eſſer quel


lo dedicato ad Apolline; Plutarco racconta, che alcuni peſcatori
habitanti di Coo (hoggi Langò) tirando vna rete, come ſi dice al
giacchio fù appaltata,e compra la tratta da alcuni foraſtieri, che »
quiui a caſo in quel punto ſi ritrouauano, ſenza altrimente pri
ma vederla. In eſſa poſcia ſi ritrouò vn Tripode d'oro, che ſi dice
fuſſe ſtato laſciato colà da Elena venendo da Troia per comanda
mento eſpreſſo di certo Oracolo. Nacque di repente differenza, e
diſparere per il Tripode fra i peſcatori, e quei foraſtieri. Ma poi
arrogando a ſe ſteſſe le Città quella lite, ch'era paſſata innanzi, e
s'era inoltrata fino alla guerra ; l'Oracolo d'A polline pregato, e
chieſto della deciſione, riſpoſe, che quel Tripode ſi douetia offeri
re al più ſaggio,che ſi ritrouaſſe. Fù per tanto mandato a donare
prima à Talete Mileſio, concedendo i Coià lui ſolo quello per Cºl
gion di cui haueuano fatto fiera, e ſanguinoſa guerra con tutti i
Mileſij,compatrioti di quei foraſtieri. Ma ricuſandolo Talete con
pari humiltà, che generoſo cuore, affermando eſſer Blante molto
più ſaggio di lui fà portato perciò il Tripode à Biante,e da queſto
inuiato advn altro come più ſaggio, e mcriteuole, e da quello al
tresì ad vn altro (non ſarebbe ciò per auuentura ſeguito nel no
ſtro ſecolo, credendo ciaſcuno ſaper più del compagno) in tanto,
che doppo le molte rifiute, e ſommeſſe ſcuſe d'altri huomini, tutti
rudentiſſimi,tornò la ſeconda volta in mano di Talete, finalmé
te da Mileto eſſendo ſtato condotto a Tebe,fù per vltimo conſè
grato ad Apolline Iſmenio. Teofraſto dice, che il Tripode fù pri
mieramente portato in Priena à Biante, e che da lui mandato a
-
Talete
L I B R O SE CON D o, No TrTIA IV. 177
Talete ritornaſſe di bel nuouo à Biante la ſeconda volta, e quindi
poſcia ſi conduceſſe à Delfo.
Altri furono di parere il Tripode eſſer vina tauola conſegrata ,
erche agiatamente vi ſedeſſe sù la giouane Febea, che dauale ſa
gre riſpoſte. Sì fatta menſa, è tauola veniua altresì chiamata Cor
tina, in queſta guiſa dinominata dal Coiro di Pitone, del quale il
Tripode Delfico era couerto. Altri diſſero eſſere vina ſedia c5poſta,
e formata di tre piedi, ſoura di cui aſſiſa la donna,daua poſcia gl'
Oracoli; il che preſſo Natal Comitespar che confermaſſe Callima
co nel lauacro di Diana.
"Non dum cura mihi ſedes Tripodis fuit ante. 1o dell'Iliad.
Omero finalmente diſtingue in due ſpecie i Tripodi, 'vno da
fuoco,e l'altro ſenza,e fà ch'appartenghino è i ſagrificij,della qual Cap.t.
diſtintione ſeruendoſi Ateneo nel ſecondo de ſuoi Difnoſofiſti,af
fermò,che quello da fuoco ſi diceſſe Balneator, come lo corrobora
con l'autorità d'Eſchilo in queſti verſi.
- Capit Tripos statim domesticus Iebes
Aſuetus ignem stare quifuitſuper.
E l'altro ſenza fuoco,dice eſſerſi chiamato Crater, nel quale ſi me
ſcolaua il vino,ſiegue egli. Atque hic veritati aptiſsimus est Tripos.
Quaresicut Apollini ob diuinationem,ita Baccho ob ebrietatem couenit.
E per finirhormai queſta materia de Tripodi, e laſciar in diſpar
te tante altre chimere e ſciocchezze, dette dalla cieca Gentilità in
torno d'eſſi, come per eſempio, che ſotto nome di lebeti,veniſſero
inteſi i Tripodi, onde Ateneo nel precitato luogo. Erantenim
antiquitus duo Tripodumgenera, edvt ambo lebetes appellarentur,vſus
obtinuit, e ch'ogni coſa, che fuſſe da tre piedi ſoſtenuta, eretta, ſi
nomaſſe Tripode da gl'antichi; ad ogni modo è d'auuertire, che a
quando ſi ragionaua del Tripode ſagro, egli neceſſariamente ſi
doueua intendere per lo Tripode conſegrato ad Apolline , &in
conſeguenza, ch'era ſimbolo del predire, & indouinare, della
qual'arte eſſi ſtimarono ſegnalatiſſimo
- o - o
queſto lor vano Dio, e ce
- - -

leberrimo fra gl'altri, come oltre infiniti Autori, ne rende ben


chiara teſtimonianza Eſiodo nel principio della ſua Theogonia -
in quel verſo. -

Auguremq, Apollinem, g Dianam Sagittis gaudentem.


E particolarmente in Delfo, oue più, ch in altro luogo,egli vsò
à dare le riſpoſte delle coſe d'autuenire,indi originoſſi,che puoi fa
uoleggiarono Apolline hauer imparata queſt'arte da Pan Dio delle
C D - . . . . .

Selue come in Apollodoro Apollo autem


- vaticinandi aree ex Pane Lib, 1,
Fotsis,g Thimbris Nympheſilio percºpta. Delphos ſe contulit quo tipore
Z Themis
- -
- e
/
17s DELLA D E SCR I TT. DI MALTA
Themis dabat reſponſa,atvbi illò Pytho ſerpens impediret, quo minus
penetraret ad hiatum, eo caſo, Apollo loco oraculi,ip è positus est. Con
chiudiamo adunque,ch'appreſſo l'antica Republica di Malta,non
ſolamente ſia ſtata in molt'honore, e veneratione la Dea Giunone
velata,nume tutelare dell'Iſola; ma per auuentura luogo d'oraco
lo,eſſendo ſtato vſo perpetuo de'Greci in ſimili luoghi, impronta
re il Tripode con lettere di quella Città, oue riſiedeua l'oracolo,
come appunto ſi ſcorge in molte medaglie ch'habbiamo di Malta
preſſo di noi conſeruate, quaſi tutte col "
Trà le quali ſe ne vede vn'altra in rame d'ottima manifattura,
che dal diritto moſtra vn capo di Giouane coronato d'alloro,con.
lunga chioma, e dal roueſcio ſimilmente vn Tripode con lettere »
all'intorno,quali conſumate dal tempo,purtroppo ingordo, non
ſi poſſono compiutamente leggere,ſe no che alcune note moſtra
no poter formare la voce MEAITAI.Q-N, noi ad ogni modo per
che ſi è ritrouata in Malta,e dall'infraſcritte congetture, e riſcotri
giudichiamo eſſere medaglia Malteſe, come qui deſignata ſi vede,
----

-La Città di Lilibeo, hoggi Marſala, vno de Promontori i della


Sicilia, che riſguarda verſo la Libia,e ſtà eſpoſta al Ponete,fù Colo
nia de'Fenici,anzi ſede,e porto, doue i Malteſi diſcendenti dalla ,
vera Fenicia haueuano commercio,come ſi raccoglie da ciò, che
racconta Cicerone nella 6.Verrina,fauellando d'wn certo Diodoro
Tit. Liu.lib. 21, Malteſe reſidente in Lilibeo. Quiui ancora i prigionieri Malteſi,
ſee onde Cluuer.
(eccettuati i nobili) venduti furono da Romani, quando l'Iſola,e
Città noſtra nella ſeconda guerra Punica,venne in poter loro, le
medaglie della qual Città Lilibetana, hanno molta ſomiglianza, e
ſimboleità con queſte noſtre di Malta, eſſendo in quelle ſcolpite la
teſta d'Apollo,el Tripode, come per l'appunto in queſta ſi vede.
La onde Vberto Goltzio nell'Iſtoria di Sicilia notificando, e di
chiarando le medaglie Lilibetane, diſſe. Nec dubium est cum eam
ob cauſam Lilybetani Apollinis capite, Gryphoque Apollini ſacro,
g Tripode Apollinis simbolo, ac lyra, ſua numiſmata signauerint;
ſi che
LIBRO SE CON D O, NO TI TI A I V. 179
ſi che nella guiſa,che i Lilibetani honorauano diuoti ſommamen
te Apolline, così ancora poſſiamo noi congetturare dei Malteſi
Coloni anch'eſſi, deveri Fenici, che haueſſero improntata queſta
medaglia con la teſta d'Apolline, da elii parimente venerato,e ri
uerito. Il quale da Poeti medeſimamente ſi finge Giouane con
lunga chioma. Propertio in 3.
Dum petit intonsi Phytia Regna Dei.
Marco Tullio di lui parlando hebbe à dire. 4. Mcad gitatº.
Intendit crinitus Apollo.
Arcum attratum

E Giacomo Aureliano l'Iſteſſo conferma con queſte parole .


Si modo pulchricomus votis aſpiret Apollo. -

Finalmente ſi mira coronato d'alloro per eſſer quell'albero a lui


conſegrato,S: altresì alle muſedelle quali egl'è il Corifeo.
Sentiamo Rodigino. Laurii igitur Ai olii i ticino Deo ſicrum. L'3.5 cap.7.
Virgilio Ecl 7. Populus Alcide,gratiſsima i itis Vaccho.
Formoſe A1, rtus Veneri,ſua laurea Phoc! 3.
Del Tripode poi, che ſi vede nel rou eſcio di eſſa medaglia ,
quantunque largamente n'habbiamo ragionato nell'eſpoſione ,
della piecedente, nulla di manco ne piace rimettere il lettore alla
deſcrittione che vien fatta da Diodoro Siculoss aggiugnere a ciò I l . I 6.

che dicemmo,che Filuio Orſino nelle medaglie delle famiglie Ro


nane, iui. Iunta, dichiarando la quinta,e ſeſta medaglia dice par Fel 13o.
lando del Tripode. Triposeidem Deo (APollini) ſacer signatus est,
instrumenta quog;quibus ad rem duinam facienda vtebantur Simpu
lum,ſeu Capedo ſecuris & Culter adietta in eo ſunt, vel quod Pretores
Vrbani peractis ludis ( Apollinaribus,)Apollini duas hostias maiores, vt
fupra ex Liuto docuimus,m tétare ſoliti erant, vel quod Brutus aliquo
Sacerdotio preditusfuerit, ad quod notandum albogalerus etiam in ſex
to denario impreſſus est, furono battute sì fatte medaglie in memo
riade giuochi Apollinari, fatti da M. Bruto e C.Caſiio Pretori con
molta oſtentatione, luſſo e magnificenza come ſcriue Plutarco in
Ertito.Da che ſi può far congettura che per il medeſimo effetto in
honor d'Apolline, 8. per l'ſteſſo fine,ò pure in rimébranza del ſou
radetti giuochi ſia ſtata impreſſa,e ſtampata da Malteſi queſta me
daglia col tripode à lui conſegrato, come molto bene ſignificò
Pelitiano in quel verſo.
Carmen Apollinei Tripodes, lauruſ, locute.

Et ilCrinito hora li chiama ſagri. i


Per Sacros Tripodesſerta refert Deus, -

EE hora li il titolo di Dotti.


Z 2 Qui
18o DELLA D E SCRITT. DI MALTA
gui doctos Tripodes colunt.
Leggiamo ancora eſſere ſtato vſo degl'antichi tiranni come
per eſempio fù Gelone Rè di Siracuſani, e Fallari de gl'Agrigen
tini di mandar ad offerire à gli Dei i predetti Tripodi, come ne ré
de buona teſtimonianza vn'epiſtola, che ſcriueua Fallari di Meſſi
neſi. Non ignorabam quin de Tripodibus Delficts,(g aureis coronis,gr
aliis multis, preciosiſ ; muneribus, qua Diis vestris recuperatae bonae
valetudinis gratia misimus,grc. Ecco come ſi mandauano à gli Dei
queſti Tripodi ad appenderſi in voto, e contraſegno di ricuperata
ſalute.
Di Gelone ancora ſi legge hauer inuiato ad Apolline Delfico
Vn Tripode d'oro di ſingular artificio,e rara manifattura, di valo
Antiq. Sicil, re di ſedici talenti, cioè a dire di noue mila ſeicento ducati.Goltzio
nella vita del medeſimo Gelone laſciò ſcritto. Hinc Gelo ad pie
tatis, 3 Religioni, curam conuerſus, Templa Cereris,g Proſerpinae,è
manubiis construxit. Tripodem quoque aureum ſexdecim talentorum
artificio insignem, Delphico Apollini donum misit,
Intanto che in sì gran pregio, e ſtima appò gl'antichi Greci, fù
ſempremai il già nomato Tripode ad Apolline conſegrato, pre
ſentato dai Rè, & improntato da Malteſi nelle loro medaglie.
In altre due parimente delle ſopraccennate,ch'habbiamo della .
noſtra Malta,ſi ſcorge il Tripode nel roueſcio,ma col fuoco in ci.
ma,e con il capo di Donna velata nel diritto,è alla foggia,che quì
appreſſo ſi vede nel diſegno con lettere in vina MEAITAS, e nell'
3 i" MEAITAI-Q.N, cioè Malta,e de'Malteſi.
-
-
-
- i
-
LI BR O SE CON D O, NO TI TI A I V. 181
Il qualviſo,ò capo di Donna ſtimiamo, che ſia della Dea Veſta,
nume dell'antica Religione de Gentili,venendo così a punto rap
preſentato da Giuſto Lipſio in alcune medaglie da lui portate nel
Syntagma, de Vesta,g Vestalibus. Fù ella, come l'iſteſſo riferiſce Cap, I,
col ſentimento di più autori,figliuola di Saturno, e di Rhea, e ſo
rella di Cerere,e di Giunone. Vogliono alcuni, che Veſta ſia ſtata
ſpoſa di Vrano, che i Latini chiamano Calum,ò Calium, e che da
loro tutte le coſe ſi produceſſero, impercioche fauoleggiarono gl'
Antichi che la Terra fuſſe moglie del Cielo, e però l'iteſſa Veſta ,
per lo più vien ſignificata la Terra, tirandone da ciò l'etimologia -
del nome,onde diſſe Ouidio. -

Star vi Terra ſua, vistando, Vesta vocatur.


Quaſi,che dalla propria poſſanza ſe ne ſtialibrata, immobile;
altri tra quali è Seruio,diſſero chiamarſi i ciala Terra, perche di
varie coſe ſi troui abbigliara, e veſtita, e preſſo Platone ſi legge . In Phaedra.
A4anet, et sistit Veſta in Deorum domo ſola ; qua domo ? dice Lip
ſio, hoc mundo, quod Arnobius explicet: Terram nonnulli Vesiam
pronunciant, quod in mundo ſtet ſola , cateribus eius partibus in no
bilitate perpetua constitutis. -

Altri poi chimerizarono, che Veſta fuſſe il fuoco. Indi l'iſteſſo


Ouidio. - -

2Nec tu aliud Veſtam,quam viuam intellige flammam.


ETullio. Cumque Veſta quasi focum Vrbis, vt Greco nomine eſi
appellata complexa sit. -

Vi fù finalmente chi ha creduto lei eſſere la Religione; così Ser


uio ſopra le parole di Virgilio,Canafides,g Veſta, ſcriſſe, Veſtam In I. Aeneid.
Religionem dicit, quia nullum ſacrificiu sine gne eſi, ipſaq; in omnibus
inuocatur. Fù il culto di queſta vana Deità primieramente preſſo a i
Greci di là paſsò per mezzo de'Troiani in Italia.Lipſio diſcorrendo
della medeſima nell'allegato Syntagma ſoggiugne. Sed hac longin
ua, aut aliena; magis illudAppollodori, onam e quatuor Aeſperidi
ſ" Veſtam eſſe. 2.lihil ad noſtram,que Graecis, Latiniſiue culta, in
ter praecipua numina fuit : atdue ad à inter duodecim illa, prima.
I quali furono ſecondo Ennio i nominati in quei due verſi.
Iuno,Veſta, Minerua,Ceres, Diana, Venus, Aars, -

AAercurius,Iouis, Neptunus, Vulcanus,Apollo.


Pauſania,trattando de Sagrificij, che con molta ſolennità ſi co
ſtumauano fare in Olimpia Città della Morea dice. Sacrificant Ve
ſtae,primàm, tèm ſecundo loco Voui Olympio, e qui entra aſſai bene »
quello n'atteſta Furnuto addotto da Lipſio. Viſta prima,et poſre
ma nata perhiberur, quod in hanc (ideſi Terram) reſoluantur , guae
di l e 1
I 32. DELLA D E SCRITT. DI MALTA
ab ea producuntur et ab eadem conſtituuntur. guare,et Graeci ab illa
ſacrificiorum principium ſumpſerunt,et in illam poſere mò desin ebant.
Intorno all'origine,e veneratione appò i Romani di queſto Ilul
syntag de Ve Ine, ſieg llC Lipſio . Sedad Rºmanam proprie Veſtam, vt veniamus
sta cap. II.
( idinſtitui :) Vnde ei exemplum,et quando Origo ? Exemplum a Tro
ianis, atq, Una cum Aenea in Italian venit. Nam prinnitus culta in
I.Geor,
Ilio,extulita, Aeneas. Virgilius.
Sic ait, et manibus vittas, Veſiama; potentem,
Aeternumq; aditis effert penetr libus ignem.
Elatam Lauinii conſistuit, con lita à ſe Vrbe,et Seeleregni. Vnde in
Alban Longam tranſiulit Aſcaniº, d't d nique ab Vrie ea matrice,
Coloni Roman . - -

Quindi ageuolmente ſi potrà horaintendere il ſignificato del


le noſtre medaglie Veſtali battute in Malta; cioè ch'ambitioſi
quegl'antichi Malteſi Greci e per autentura diſcendenti dai Tro
1ani che capitarono in queſt'iſola (ſecondo l'autorità di Licofrone
ſopracitata) di paleſar al mondo, non men la loro pietà, e religio
ne, che il culto verſo la Dea Veſta, qualella ſi fuſſe da eſſi inteſa,ò
per la terra, è più toſto per il fuoco, già che queſto appariſce ſo
ſtenuto dal Tripode nel roueſcio,ò orſe ancora per maggiormen
te eſprimere la diuottone, e riuerenza, che portauano a Giunone e
Tutelare di Malta, di lei tentata ſorella: fecero cugnare le ſopra di
ſegnate medaglie con altre ſimili maggiori, e minori col nome
dell'Iſola, è degl iſolani con preſo nelle voci in quelle ſcolpite
M EAITAS, e MEAiTAI ! )-N.
Vn'altra medaglia Greca Malteſe ſi rauuiſa improntata nella Si
cilia deſcritta in medaglie di Filippo Paruta, iui, A Malta, oue ſi ve
de ſcolpita nel diritto,l'effigie della Dea Giunone velata, a gui
della noſtra ſcconda, e nel roueſcio vna pala di remo con lettere º
Greche MEAITALO-N,il che ſia detto con buona pace di F.Gio.
Quintino che fù il primo eſpoſitore di tal " dato à mol
tiprofeſſori di si nobile,e curioſo ſtudio, che dubitare, giudicando
sì fatto ſimbolo del remo eſſer vin aperto, & euidente equiuoco,
tuttoche ſia ſtato da lui deſcritto con queſte parole. Numiſma
vetus habeo ex aere, in quo altera parte excſa Deae Iunonis efigie,
Dec. r. liº. 1. altera Remi latitudo hac inſ, iptione MEAITAI O-N, & appreſſo
rº, i . di lui Tomaſo Fazello Scrittore Siciliano ſopra citato, e finalmen
te il medeſimo Paruta nell'originale delle medaglie intagliate, in.
quel luogo Malta, è M EAITAI.ON dice così. Da Zoppetta la
prima fa di Caſillett (parlando della prima medaglia di Malta.)
hora l'hò io. La ſecoda e quella,che deſcriue il Fazello nel primo Capitolo
f
ſi le
-
L IBRO SE CON D O, NO TI TI A IV. , s;
delle ſue Deche, e fra Gio. Quintino nel fine della ſua Deſcrittione di
AMalta, fin guì Paruta,oue ſi moſtra ben chiaro,ch'egli non hab
bia veduta eſſa medaglia, ma da lui fatta intagliare, e ſcolpire º
per relatione di Fazello, il quale parlaua ſolo in virtù di quel che
laſciò deſcritto Quintino con errore, ſenza badarà più, non ſi tro
uando, in molte medaglie, che noi conſeruiamo di Giunone ,
hauere per roueſcio la detta parte di remo, maſſimamente eſsen
do il diritto dell'iſteſſo impronto della noſtra, potendo ben eſſere,
che la medaglia venuta in quel tempo in mano di Quintino forſe
vnica,fuſſe ſtata logora,e roſa dal tempo, in modo che in vece del
Tripode habbia a lui ſembrato il ſimbolo di pala di remo, di che
noi ſiamo ben ſicuri per la moltitudine, che n'habbiamo del me
deſimo cugno, potendoſi le parti oſcure dell'wna, ageuolmente ,
comprendere col pareggio,e riſcontro dell'altra.
Da vn'altro capo che come di ſopra,fra gl'altri ſuoi motiui pon
dera Cluuerio, poſſiamo d'auuátaggio accertarci,che Malta ſia ſta
ta Colonia di Greci, oltre le medaglie battute con lettere MEAI
TAI O N, & è in virtù dell'epiſtole di Fallari tiranno di Gergenti
amico della Republica,all'hora di Malta,come lo dimoſtrò nel pre
ſtarle danari, il che non hauerebbe fatto, ſe fuſſero ſtati i Malteſi
Fenici,ò Africani,fra'q uali, & i Greci regnauano pur all'hora cru
deliſſime guerre. Phalaris quoqi tyrannus, Melitensium amicus fait,
e ſapiuseeos inuisit, ſcriſſedelErrigo 'Pantaleone. Fù Fallari Greco da . i"
Candia, viſſe ne tempi ſuperbo Tarquinio, e di Pittagora ne " .7e
gl'anni del mondo 3482. Olimp. 52. innanzi Chriſto Signor no
ſtro 571. come riferiſce Euſebio. Cominciò la di lui tirannide nell'
Climp. xxxj e terminò nella xxxviij.Fra le ſue lettere ritrouandoſi
le ſeguenti,che trattano de Malteſi, è a i medeſimi ſono ſcritte,le ,
habbiamo perciò quì traportate, -

- FA L LA RI A G L E G E sT E s I. "
Imaneteui di dar ricetto a quelli, che io hò sbanditi: percioche nel ". i;
a

render premio dei benefici ricevuti, e nel vendicar le offeſe,niuno pi


hà giamai auanzato Falaride,g in ciò potrete ben comprendere ſe por- ſ" Gio
retemente al fatto dei Leontini, g dei Melitesi che a queſti noi sia- "”
mo ſtati cagione della libertà,g, a i Leontini della ſeruità : percioche i i
queſti somerſero la mia galea,g i.Melitesi procurarono di ricuperarla ſera ai
ſia i rºssº, qae l
- - - furen, erg r re :
Egeſta,ò Segeſta fù celebre,non men,che potente, è antichiſſi-
- v - - - - - - - . . c si
- dice la tra i
i 13
ma Città
golfo in Sicilia
di Caſtel nonou'era
è mare lungil'emporio
da Trapani,
de fondata da Troiani,ſu' ii
Segeſtani. a

- -- -- - - Fallari i - - - -
184 DELLA DESCRITT. DI MALTA
FA L LA RI A M E L I TE S I.
I Voſtri Ambaſciadori mi hanno perſuaſo a preſtarui danari, benche
hora io non ne habbia abondantemente,hauendogli di continuo con
umati nelle guerre: ma comunemente ſidice, che con gli amici non si de
ue uſare ſcuſa alcuna. Ma vi prego, che non vogliate eſſer simili a
molti,che togliendo in preſtanza uſano parole benigne,g amoreuoli, gr
quando ſono richieſti di reſtituire, riſpondono con diſpiaceuole,et odioſa
maniera facendo opera che non è ragioneuole,et che dimoſtra ingratitu
dine. Et certamente colui ehe riceue beneficio, dee tener memoria di colo
ro,dai quali l'ha riceuuto: et insin che paga il debito,ſtimare, che i credi
tori siano quei medesimi, et ſe è buono come à buono, et ſe è maluag
gio, come a maluagio pagarlo ; percioche auegna, che egli non sia ta
le; nondimeno è coſa giuſta, e ciuile ſatisfare, ai creditori. Io adun
que AA elitesi miei,et qua ndo io preſto,et mentre che riſcuoto,ſempreſon
quel medesimo,et ſempre simile a me ſteſſo: ma quelli i quali da me rice
uono piacere, ſecondo le occasioni mutano i coſtumi nel modo,che dicono,
che i Cameleontiſecondo il luogo due ſono, variano il colore, et mentre
che riceuono il beneficio come benefattore,e come Iddio, e con ſomme laudi
mi honorano: quando poi lo richieggio loro, mi chiamano tiranno, e huo
moſcelerato. Oltra di ciò conoſco, che ſe l'huomo ha da perdere i danari;
molto meglio è preſtargli a un priuato, che a vna REPVBLICA: per
ciocheſe vn priuato te ne priua: tu acquisti vn nemicoſolo, et quello è
debole: ma ſe vna Republica tegli nega il danno però non è minore, et
hai non vn ſolo, ma infiniti nimici. Ma in voi non hò io compreſo mai
simile difetto; et perciò mando i danari ſenzaſoſpettione alcuna,(3 re
puto, che voi siate in ogni altra " ricordeuoli, gr intorno alle mer
cantie LEALISSIAMI. Oltra di ciò mi penſo,cheſappiate, che mag
gior biasimo è che molti facciano ingiuria a vno, che uno a molti: per
cioche non è veri imile,che vno diſpregi molti, ma è bene ragioneuole,
che molti di on ſolo facciano poca tima, - -

FAL LA RI A 1 AM E D E s 1 M 1.
N ondietro
perche io faccia poca stima delle vostre lodi vi hº mandato lì
il vostro Ambaſciadore con questa lettera, ma perche le
mie opere non permettono, che io sia lodato. Voi forſe quel volete mo
strar,che io sia tale iſtimato,che dagli altri io sia riputato, ma ho certez
za,che da tutti ſono tenuto huomo ſcelerato, ma voi mi hauete verame
te per buono: non dimeno non poſſo fare, che tal nome peruenga è noti
tia degli altri, e dvoi in questo,alle falſe openioni degli huomini
- ſono
L IBRO SE CON D O, NO TITI A IV. 1 s;
ſonopiù toſto di danno, che no: percioche ogn'uno può dire, che ſe voi
7) 072 foſte simili a colui, non lodareſte vn huomo di peſsima vita. Et

conciosia, che è gran torto riputarebbono voi maluagi,C io perciò nul


la più giuſto ſarei ſtimato,che io mi sia ; hò giudicato, che le voſtre lodi
non siano panto neceſſarie.
corriſpondenza, e l'oſſeruanza, che
Giunſe à tanto,e tale fù la
regnaua fra i Gergentani,S: i Malteſi per l'amicitia, che prof.ſſaua
Malta con Fallari tiranno di quella Città, che fabricando la noſtra
Republica vn Caſtello,gl'impoſero nome in gratia di lui Agrige
to,illuogo del quale hoggi e detto Gorghenti, e ſe bene ciò cor
rottamente s'accoſta non dimeno più al non e Greco Agrega co
sì anticamente chiamata quella Città,gl'audzi,e le reliquie di det
to Caſtello di pietre ben groſſe appaiono tuttauia foura va alta, e
ſublime rocca,che ſouraſta al giardino di quel nome, vicino pari
mente ad vn'altro nomato la gran fontana. Di queſto oltre i anti
ca tradittione preſſo di noi, habbiamo l'autorità di Gioſeppe Bon P. 1. lib.2.

figlio Siciliano, che nella ſua Iſtoria così dice. Queſi è quel Palari,
chiaroper molte guerre, ch'eifece famoſo per molte virtù,e n.olti vitii
5

parimente. Fù coſtui amico de'Malesi,perche si veggono a 44 ila an


cora le rouine d'on Caſtello nomato Agrigento, leggonsi le coſiui i fioie,
ſparſe di breuità Laconica, fin quà Bonfiglio,anzi che le medaglie,
ò antiche monete,che ſi ritrouano tal'hora per la campagna, è in
altri luoghi, ſono da Malteſi comunemente chiamate Fallari, me
moria forſe rimaſta da i danari da quello preſtatigli, benche il Bo P 3.lib. 5 f.9r:
ſio dica,che i Malteſi,altresì preſtaſſero a lui ancora,poiche ciò ri
chiedeua la ſcambieuole beneuolenza,e mutua amicitia.
Non minor teſtimonianza rendono della noſtra Melita Greca
alcune iſcrittioni greche, che già furono da noi date à Giorgio Per mancamen
to di preſente in
Gualtieri com'egli corteſemente confeſſa, nell'antiche ſue tauole questa ſampe
di Sicilia, e dell'Iſole adiacenti, sluiui da lui regiſtrate, frà le ria di lettere ,
Greche maiteſ
quali la ſeguente non ſi legge così intera, ne meno in tutti gl'altri crile, ne qalifu
Autori,come per eſempio ſono Quintino,Fazello,Cluuerio,Scaltri, rono ſcritti gl'
criginali, ſarà no
atteſo, che hauendo noi fatta diligenza di ritrouar il marmo (co p ? aaanti im - - - - . . -

uerchio d'vna caſſa è pure vrna ſepolcrale) ou'è ſcolpita l'iſcrittio ini Greche
e le iſ ritiio
con
ne, la trouiamo diſteſa in due linee, eſſendo ſtato il marmo ſotter mi tºſcale.
ra,che pertanto non ſi ſcopriua punto la ſeconda fila di lettere;
ſeruehoggi per vaſca d'wn fonte, che ſcaturiſce nel foſſo, ſotto le º
ºo

mura e porta Principale della Città Notabile.


A Ka 2'ià- t.
è: rtovinve irreve tºuaio 7 e 7 e usattitor
- v - - - - - -
-
-
-
-
- -
-
Kat sareo da e rias «a austroni, as re2 avyovº a ea oxyavs
b - - - -

La canale tradotta nell'idioma Latino rende queſto ſenſo. .


Lvo IVS CAIVS F, CIRI PRV) ENS : V :S RQM ANC RVM, PRIMVS MELITr
ET MEDICORVM ARTIS, ET AM PHiPOLiAS DE O AVGVS iO i) i CAV IT.
Aa Cti e
-Nsrv.
1 36 DEL L A D E SCR I TT. DI MALTA

Oue notiamo due Dignità di quel tempo, cioè Prothos, et An


phipolia. Dichiarando Gualtieri la parola Prothos, dice così. Hoe
modo,et Publius Diui Pauli,et Co nitum per triduum hoſpes in Ast.cap.
28.a Diuo Luca Primus,aut Princeps Inſula vocatur,la qual dinomi
natione continuata parche ſia ſtata carica ordinaria, ma di molta
impor, aza nell'Iſola, rauuſandoſi non meno in perſona di Publio
Melitenſe, che di queſto Lucio Caio figliuol di Ciro, ancor egli
Malteſe Greco fregiato col titolo dell'Ordine equeſtre,eſſendo che
dei Coloni Romani leggiamo altri eſſere ſtati della coditione Ro
mana, altri Latina, altri Italiana, ritrouandoſi ancora chiamati,
pe Magnitud e Patriti & Equeſtri, come ne fa teſtimoniaza Lipſio. QuarumCo
Rom. lib. I cap,
6.de Colonijr. loniarum, dicegli, alia, attue alia generatamen erant, g qued in
Aomani,alia Latini,quedam,g Italici Iuris, reperto,g patritias,
equestres a ſfi1 07971 71 ll lº ,

L'altra parola Amphipoli ,che tanto vuol dire quanto famiglia ,


di Gioue, vie ſcritto hauerne di eſſa Timoleone Rè di Siracuſa ilti
tuito, e formato in honor di Gioue vn Magiſtrato, che fù altresì
eretto in Malta preſſo quegl'antichi Greci Iſolani.E ſtato dichiara
to da Diodoro Sicolo nel lib. 1 6. del Regno di Filippo in queſta -
guiſa , Vnſtituit etiam 7 imoleon, Syracuſanorum Kex AAagistratum
honoratiſsimum annuum, quem Syracuſani louis Olimpi, famula
tum appellant (nel Greco dice Auerzose electuſque est primus Cally
menes fimulus louis Olympii, 3 ita deinceps is honor per manus tra
ditus est,anniq;à Magistratu etuſmodi adnotatifuerunt vſq; ad tem
pora,quae nostre huic /storiae terminus,gr mutationi Xeipublicae ini
tiumfuerunt , Romanis etiam Siculos alios in communionem Keipub.

Fol.38. inducentibus,famulorum Principata ille,qui annos plures trecetos du


rauerat, abolitns est, Et Vberto Golzio nell'antica Sicilia iui Syra
cuſae,leges igitur,quae de rerum priuatarum indiciis à Diocle,alim con
ſcriptie crant,eas ita ratas eſſe iuſsit; Caetcrum Reipublicae statun in
populirem conuertit,Concilium e Senatoribus domesticum constituit,
l
annui adhaec Magistratum,qui populiſ, fragiis crearetur,a cuius no
mine,annis d inceps,vt apud Athenienſes ab Archonte,apud A manos
- -
a Conſulibus,ita,et apud Syracuſanos ab Amphipolo nomina durentur.
Arqi vt is quoa: Magistratus religione aliqua, (& numinis maieſtati
honorem,ſg auºtoritatem tu erettº r. Ageiroaua Juss ont urtov quasi dicas Ia
uis Olympii famulatus,siue ministerium appellatus est.
Leggiamo in vn vaſo di creta, che ſi coſèrua preſſo di noi,ù caſo
ritrouato in Malta gl'anni adietro, in vin luogo vicino alla Città
Notabile ſcritte in carattere Greco queſte parole, come ancorè ,
ne ſono veduti quì altri,con ſimili caratteri, -
- - - - KACCEIoy
LIBR o sEcoN D o, NoTITI A Iv. ssr
K A C C E I -O Y
K A I K E A I A
Cioè Callio,Cecilia.
Da tutto ciò ſi può raccogliere chiaramente la noſtra Città eſ
ſere ſtata Colonia de'Greci,e nel tempo etiandio,che fù ſotto l'Im
perio Romano,in eſſa mai ſempre ſi parlò,e ſcriſſe con idioma Gre
co vſando tal'hora i nomi propri degli ſteſſi Romani, come di
Lucio, Publio, Caſſio, Diodoro, Aulo Licinio Ariſtotile Malteſe, Epist.fem lik.
13 epitt. 52,
amico di Cicerone, e da lui caldamente raccomandato con vna ,
delle ſue piſtole ad vn certo Rè,& altri ſimili.
Ma che occorre andar mendicando teſtimonianze dalle carte,
e dalle pietre, quando le trouiamo ſcolpite a caratteri immortali
ne bronzi. Si come i Romani da Conſoli,i Lacedemonij dai Tri
buni, così gl'Atenienſi, da quali diſceſero i primi noſtri Greci,
(doppo quelli, che porta Licofrone in Malta) che in eſſa habita
rono contano gl'anni,S: i tempi da gl'Archonti,in quella guiſa -
per l'appunto, che noi nel preſente ſecolo formiamo le noſtre
pubbche Iſcrittioni, e gl'Iſtrumenti in tempo del Pontificato,
dell'Imperio, e del Principato di quelli, che ſignoreggiano, e re
gnano, com'è vſo vniuerſale di tutte le genti. Così parimente
ne tempi più rimoti,S antichi, la noſtra Republica Meliten
7 ſe hauendo voluto decretare la Benemerenza con l'offi
cio di Proxenia in perſona di Demetrio figliuol di Dio Cicerone neſe ,
Verr ne cº Re -

– doto Patritio Siracuſano (che nelle Città Greche era bertoConf.tom.


honore di riceuere in publico oſpitio i Senatori, 2. ALexicon,
º gl'Ambaſciadori, 8 i Magiſtrati di quelle ch'
- - - - a erano fra di loro confederate) fe ſpedire
queſto quì appreſſo regiſtrato decreto in
x idioma Greco ſotto il Pontefice Iceta : :
figliol d'Iceta,8. Archonti Deyreo,
; e Cotete ſcritto, & intagliato in i
i due tauole di bronzo,vna per o
? --- º
i .. . . . . . il detto Demetrio, e ſuoi , -
-

Poſteri, l'altra per pu- . 3


- blico regiſtro qui in
i Malta del tenor
-
ſeguente .
(º ) “ .

o - - -

3 - . - Aa 2 Tavº
iss DELLA DEscRITT DI MALTA
Tran rpogo 9 ott Ral 09
opyºortas da ureton
duod'orov supe: no a tavo
nas rois ty 2 reti av
Tot

Eri israr riv i vºta introv apygoo


tar ampsov a «a «st tos
Ed og: Tnt rvynara a zt rei 'nuºvo
ra, us aurato e rati'n Pn a
optos 4 tedorov evpanorio o
ararro, su ots varaºxer
voi da d museois nuºvº pay
guarir stati svi 6 e tg vs Taos are Ag -
Tavv 7 o fa ºttes a ya reu ToMAs tº

yºyernrat, - -

. Ryern ruxni si ixrat 'nuurmov


due oreu runasorier arpe;s-
vo, suvat aa suspyºtnr rou dºn- - - -

tuav Tor uºmtratur ras rois sy


2 srots autet a fºrms pºtr
«a avvetas ne sxer dta reati sue
vor nutrsfor ſmuor rne da
ºrto; svuar Tavrnº avaypavrat
sis Xaazouara due ºa re e, ov
va 'nant puoi due loro rete
a oa (a 4

Che tradotto nel Latino linguaggio così viene interpretato.


PRO MVNERE HOSPITALITATIS, ET BENEMERENTIAE
DEMETRIO DIO 3 O l i FlLIO SYRACVS.ANO, ET
POSTI RIS EI VS,
SVB SACERD ( I E ICETA ICETAE FILIO,
AR C HONTIBVS DEEREO, E I KO TE FE.
vIsvM EST o òNCI Lio SENATORVM, ET popVLO MELITENSI
V ONI A M DEME I RIVS DI O DOTI F1LIVS SYRAC VS IVS -
ERSA NOS SEM PER BENEV OLYM SE PRAESTA T1 T, REBVS Q3.
NOSTRIS PVBLICIS: ET VN CVIQVE N STRVM CIVIVM
, M VLTORVM BONORVM AVCTOR, ET CAV SA FVI T. o..
(QVOD FO ELIX, FAVS TVM Q: SI ! ) DECERNERE DEMETRIVM
D ODO I I FILIVM SYRACVSANVM, PROXENON -
E I BENEMERENTEM DE POPVLO MELITENSI, ET ,
E1V» QVOQ POSTEROS PROBITATIS ET BENEVOLENTIAE CAVSA
VA SEM PER ERGA POPVLVM NOSTRVM AFFECTVS
FV1T, HOC AVT EM IVS, ET MVNVS HO» PI 1 ALITATIS
INSCRIBATVR AENEIS TABVLIS DVABVS, ET VNA LETVR
DEMETRIO DioDoTI FILIo syRACvsANo.
E per maggiormente autenticare la traduttione,habbiamo quì
/
voluto aggiugner quella che poi ha fatto della medeſima tauola ,
ºttº
alf 63.
º titolo
Giorgiodi Gualtieri,la
Pellegrine. qualegli porta fra le ſue -della Sicilia, ſotto il
De Hoſpitio publico, gr beneuolentia
Demetrio Diodoti filio Syracuſano
Pt nepotibns ſuis.
Sub Sacerdote Iceta, Icete F. Archontibus.
Deereo, gi Cotete,
Placuit Senatui, e Populo Meliteorum, quoniam
Demetrius Diodoti filius Syracusiusſemper
- - - 28eneuolus
L I B R O SE CON D O, NO TI TI A IV. 189
- Beneuolus extitit & publicis nostri negociis
Et singulis ciuibus Author Zoni ſape numero fait.
( Bone fortuna cenſºri) Demetrium Diodoti filium
Syracuſanum Hoſpitem ſi g beneficum
Populi A Melitaeorum,et nepores etus, virtu tis ergo,
Et benezolentie,quam continuò exhibet
In nostrum Populum; hac verò,
Publica hoſpitalitas inſcribatur
Aeneis tabulis duabus,et vna detur
Demetrio Diodoti F. Syracuſano.
Nel qual decreto apprendiamo,(oltre eſſer in quel tempo l'Iſola
noſtra gouernata à modo di Republica da Senatori) eſſeru ſtate »
due Dignità per capi,cioè I erothta,et Archonti,le quali dichiarado Fcl.159.num.
4oo.
Gualtieri negl'auuertimenti, ch'egli fa ſopra le tauole, parlando
dellaprima dice così. I crothita, Sacerdotem notat, hinc clarum fit
apud Agrigentinos Sa cerdotem ſummerei prºfuſº,et Melitensis Sema Gen. d'ervm ,
tus, Pontificem quempiam,et binos Archontes capita fu ſe , & Aleſſan lib. 3. cap. Io.
dro d'Aleſſandri ſcriuendo degl'Archonti così fauella. Mox no
uem virorum (diſcorrendo degl'Atenieſi) A Magistratum preci
puum fecere,quiſortitò creabantur nnis singulis,quos Archontes run
cupabant. Inter quos primus Archon primarius Archontium, et longè
Entiq lett.liò. 4
Princeps erat. E Celio Rodigino. Nam Archontes ſummi erant, vt cap.9,
inquit Pollio Treuellius Athaenientium Magistratus d ci latine Prin
sipes valent. Così gl'antichi Malteſi ſi gouernauano con le mede
ſime leggi, riti, 8 iſtituti, non che con le Dignità, 8 Offici vſati
da gl'Atenieſi, e matumamente di quello de gl'Archonti, atteſo il
con mercio, che i noſtri iſolani all'hora Greci haueuano nell'At
tica,e ſi puol ben argomentare dall'Iirittione Greca, poſta nel fi
ne di queſto diſcorſo, oue ſi fa nientone d'vn certo Menandro
Malteſe, che haueſſe orato in Senato a fauor d'Eubolo Maratho
nic,bencmerito degl'Atenieſi, dalla Città de quali Marathona ,
nell'Attica,era diſtante non più di dieci miglia. -

La detta Tauola di bronzo teſtimonio,e reliquia eterna dell'an


tichità di Malta (malgrado dell'ingiurie del tempo) ſi conſerua
ua à gloria di queſt'Iſola nel Muſeo del già Eminentiſſimo Cardi
mal Odoardo Farneſe in Roma, herede, che fù dell'antiche me
morie (fra l'altre di queſta, né inferiore,e d'antichità,e di dignità è
qualunque altra) laſciateli per teſtamento dall'Antiquario Fuluio
Orſino,nel cui Palagio atteſta Antonio Agoſtini Arciueſcouo Tar
raconenſe, che ſi trouaua, quando egli l'eſtraſſe per riponerla CO
me fè nell'Opera, De Legibus,et Senatus conſ. Venne poi in f"
-
-
- de
so DE LtA DEscRITT. DI MALTA
del Clariſſimo Achille Maffeo, per teſtimonianza di Benedetto
Hegio da Spoleti,il quale parimete traduſſe il diſoprapoſto decreto
& hebbe in mano la medeſima tauola di bronzo com'egli afferma
nell'opera ſua. E deſiderando il curioſo, non men che vertuoſo
Gualthieri,doppo hauer hauuta da noi la predetta notitia,vederla
originalmente ritrouandoſi in Roma, andò in caſa del Sig. Cardi
nale, oue non gli fu permeſſo per ritrouarſi quell'Eminentiſſimo
fuori di Roma, come laſciò ſcritto il medeſimo Gualthieri nel ti
tolo delle tauole Pellegrine in queſta foggia. Rome,cum ſequenti,
olim apud Fuluium Vrsinum ,hodie apud Odoardum Farnesium Car
dinalem ſcriptum antiquorum monumentorum heredem. Non vidi ci
clauem AAuſei, quo tabule he Aenea ſeruabantur (intende e gli
ancora d'wn'altra della Republica di Giorgenti, che inſieme ſi ſcor
gono regiſtrate nelle ſue tauole in perſona del medeſimo Demetrio
Siracuſano fauorito pure dagl'Agrigentini dell'honore dell'hoſpi
talità ) Dominus Cardinalis Roma ſecum extuliſſet Ex Antonio Augu
ftino de Legib. et Senatus Conſultis, -

Venetiis Columelle Inſcriptio in Statuario confusis admodum


literis fol. 4os.
Inſcriptio Columnae. . -

Eri api raixusv aexorruv, Sub Ariſtachmo Archonte


ºvapunatovas de natnu usata svev Ianuari decima in tanti, -

ex zaneta tvgua arrat an a Amºrta meteo, Con uentui frequenti in loco comitiorum
pusrarloos uavarº pov Maursus strar Menander, Menandri MELITENSIS dixit,
eratºn togovaos dºmanre sov ua parevtoe 9ºniam Hubnlur Demetrij Marathonius -

errº rais a ex ais ex superarnrn wa ave usa in honoribus deletus eſt egregie »
zai ardo;or avastaous «rsycanze tav- Et honorifice ſegerens inculpabileno ſe ex
ro rasse xare «exursasserº ates rstona hibuiti tumſ et torum,prefettur,el ciur,cº
putra rou vtov, ma a Tor aa Aor ovvrsagav. Cum filio, cateris con ſpettatoribus
varra uaaaos cat rps rovtos 3pa Cev vas Onnia preclarè, honefteq, moderatur
Totº rparov rara rmvatore e roumaar tor Tunc primum Pana:henacis conſtituit, -

d'nuo ra» arnrator tar sr d'naai riunru Vt Populus Atheniehrium in Delo cohoneitandus
rat Xpurat e reo avatarayosevusra sv Sia aurea corona proclamata in, - - -

º ºrº rºssº retrºsvrºve ras


vºiomaAlg guod in vrbe ei heatro, legationibuſa, ſapius,
fuucius- -

zº ºrariº atros ºrº roaaatar xin Et vehem. nter contendens, multa bene
riuºr «rnº si reti e ºsastrº e azotnair fcia Athenienſibis in Delo degentibus contulit.
sºftus re yenoueves Tar reya avr rso» , «ai Sacerdor inſ perf ctus m gnorom Deorum,co
ºrahim Tou stia antiav 3 tat re Alr al patsus Iterum Afſet lapij, co- rierſim eletius a
vºro rou -

ºugou va aaxerrov durvrov, ua aurar ide- Popºlo ſortitº ſq: Sacerdotium Dioniſij,3 ex pro
avy Tng pr js - - - -

ºa rarns et rourassrairaoro, sannº Sumptufficiens ad pcmparseas,tum Graeccrum,


º TraAs pere ravs guy6-
Mat pºlta la V totA og,9 n at teporeº haiara ergit
o relgioſºqspe
7A un Romanoron egregie
- -- - - - ci -

ser º 7 as our o inuee parntai evy encrou Vt igitur Populus videatur vtilis -

i a roºrºove xafiras,ayarn ruxn a Beneficientie referregrates (ſecunda fortuna )


4Pºari.it Senatui eos, qui pro tepore ſant presider:
ºXta i ragovani rov, aaxovra e rposºpovs
ºts rnº era ovaar e «nano uar XFnua rura In ſº ſequenti concione agere
“tºº yreº º vuéanasta rus Dehi, ſententiamante, referri . . . .

ſeſ,
L I B R O SE CON D O, NO TI TI A I V. , 9,
Asvans etc rov Juan, erºexturni 2avani sve Senatur ad Populum, quod videtter Senatui
vava aat sv4ovaon ºuntptov aap xro vior Coronare Eubalum Demetrij A4 erahonium
voi i pot rav raou sa º vai avevns e ve usv Sacra Dei corona virtuiis cauſa
uai svrotas rns us rov ºn aor xº porovnoa Et beneuoleni e erg. Populum, eligere qi
da zai rpsa Cus nºn rpsus, oi ruves a vantor Iam legatortrer, qui adeunter
res sari varatºna a ſotanº, ma accanria v Athaenarum Senatum, co concionem
rapanaatsovai tar ºnuor riva ruxasenta Hortabuntur Populum comprobare
rais svonousuarois tºovao i piaar Tpara i l)ecreta Eubulo beneuolo.
a vayra vera da ro e ro ruote ua ais smano Et inſeribere hoc decretum in columna
arrivne ma arma a sv 7 a mia Aita, reso cele Nigra, o fiatuere in Fano Herculir: legati
sis armvas nare to a spia aa orº: «exespo Ad Athenas ſecundum decretum electi
TornyTau arti vºrmft is in uup tv ar Tms Sunt, Antheferiur ex Myrrinutie, -

&svettº ai rivato, ºmanti sas gaparosios Xenophilur Thin eus, Demetrius Marathonius
e mia mºto su uai ir a Tnvno 4V. Decreuit etiam Athenis.
Fù queſta iſcrittioue à noi mandata dal Gualthieri (ritrouando
ſi all'hora in Palermo) con ſua lettera del tenor,che ſiegue.Aaitto
hic inſcriptionem, quae AAelitae mentionem facit ; ego vt illam Ad K.
relinquerem meis non inſerui,(8 si dottiſsima sit,multae antiquae eru
dittionis referta; Mearum inſcriptionum intra paucos die finem im
ponam, hiſce vale, (gº ſalue Clariſsime Domine, 3 ignoſce breuitati
ſcripsi Panormi Anno ciotocxxit. Georgius Gualtherus. -

r - Appreſſo i Gentili fà il ſi
a i lentio riputato per coſà diui
Lib. 1. de Apoli.
ina, come ſcriue Filoſtrato. Tianeo cap. 1.
Prore diuina a Pythagorae di
ſcipulis colebatur, donde nac
que, ch'alcuni de loro falſi
Dei preſſo i medeſimi furono
numi, e preſidenti del ſilen
rio, com'era Angenora con la
bocca chiuſa, 8. Harpocrate il
di cui ſimulacro teneua il di
to alla bocca, in dimoſtratio
ne di taciturnità, e di ſilentio,
à fine d'inſegnare tacitamen
i te ad altrui, ch'il raffrenarla ,
i lingua, haueua non sò che di
s . ſoprahumano, e del Diuino,
perche ſi come tante ruine ,
-.
& eſtermini ſono cagionati
A | dalla ſouerchia liceza del par
Sg lare, e dalla molta loquacità
i naſcono gl'errori, 8 i peccati
si come inſegna il Sauio,in mul
º- tiloquio ni decrit peccatum;così
te da vma lodeuole, S: opportuna -
tacituruità
192 DELLA D E SCRITT. DI MALTA
taciturnità ſuol prouenire. Documento,che poſſiamo noi ageuol
mente apprendere fin dai bruti ſteſſi, poichele grue foruolando
il Monte Tauro,perche non diuenghino preda dell'aquile, e non
periſcano, ſi chiudono la bocca portandoui vn ſaſſolino, onde fa
cendo mentione di ciò dottamente diſſe colui.
guam tuto Taurum, preſſo clangore fugaci
Tranſuolitant, aquilas, efugiuntº: grues
Tam multispraeſtatopraſtare silentia rebus,
Tam multis linguam non tenuiſſe nocet.
Et vn'altro. Ne pereant clangoſae grues,lapideoraſaburrant
Obſtrue sic linguam, Garrule ne pereas.
Dalla buona cuſtodia adunque della bocca, e della lingua de
º Garrulitate pende la vita,e la ſalute, come per l'oppoſto dalla sfrenata libertà
quendi del parlare la rouina,e la morte. Plutarco (diſs'egli) Magiſtros ha
bemus homines, tacendi verò Deos. Intanto che Angenora, & Har
pocrate dinotauano all'hora il ſilentio. Horvolédo i noſtri antichi
inſegnare queſta virtù del tacere, penſarono di ciò ſimboleggiare
col ſopra diſegnato ſimulacro d'Harpocratepicciol Idoletto, che
preſſo di noi tuttauia ſi conſerua,di buona manifattura, e di bron
zo, ritrouato quì nell'Iſola, ch'ancora fa fede indubitata della .
ſua antichità, come altresì dell'habitatione de Greci, che l'hebbe
ro in ſomma veneratione,e poſero ne loro tempi, come anco in.
quelli di Oſiride, e di Serapide. Hauendo eſſi tolta dagl'Egitti la
falſa religione di loro dodici maggiori num.i, come riferiſce Gia
Lib. 5 cap.4s
f,4o2.
como Boſio nella ſua nobiliſſima opera De Triumphanti Cruce, di
cendo.li ergo duodecim Aegyptiorum maiores Dii extitere,aimirum ſep
te V2 planetae, Pantomorphos » (9 quattor elementa, quorum Deorum,

Aerodotus Aegyptios primos inuentoresfuiſſe tradit, et ab illis Graecos


fuſe mutuato Soggiungendo che fra i ſudetti principalmente vi
fuſſero Oſiride,S. Iſide, cioè il ſole, e la luna, l'interpretatione de
quali nomi vien ſpiegata da Plutarco,neſi meno in quanto alla .
Greca,che Egittiaca etimologia. Si che Harpocrate fù detto Dio
del ſilentio,egli veramente è ſtato Filoſofo Greco, la cui erudittio
ne,e diſciplina era tutta impiegata, è indirizzata all'oſſeruanza del
ſilentio e che imparaua ſi doueſſe queſto anteporre, e preferir ad
ogn'altra coſa. Quindi come ſa mentione chi ſcriſſe adagi.
Reddere Harpocraten, prou erbialmente era tanto a dire, quanto
Gen.dierum lib.
2.cap. 19. imporre ſilentio. Aleſſandro d'Aleſſandri parlando d'Harpocrate,
così narra. Sed quia de Herporate mentio facia ef,non omittendum
hunc Deum,internumina Agyptiorum reputari,qui ex Iside,et Osiride
natus,quoniam praematuro partu editus erat,tanquam mutus, etelin
-
- guis
L I BR O SE CON D O, NO TITI A IV. 1»;
guis Praeſul silenti,g taciturnitatis habitus est.Ideo dgito obsignan
te ora effingebatur. Onde l'iſteſſo Boſio nel luogo ſopracitato diſſe,
9uocirca Diuus Auguſtinus Varronis auctoritate in hocſequutus,ſub
dit.Quoniam in omnibus templis vbi colebatur Osiris, g Isis erat si
mulacrum,quod digito labiis impreſſo admonere videretur, vt silentium
feret; hoc significare Varro exiſtimat, vt homines eos fuiſ,tacerent.
Si che dal noſtro Simbolo imparauano con molta loro vilità,
e profitto quegl'antichi gentili la virtù, e diſciplina del ſilentio,
tanto neceſſario alla conuerſatione ciuile, & al viuer humano.
I Poeti attribuiſcono a Mercurio Ambaſciatore degli Dei il
caduceo, il cappello, chiamato galero da Latini, e l'ale al capo, S&
a piedi, come habbiamo già ſpiegato nel diſcorſo delle medaglie º
della noſtra Iſola,perche voleuano ſignificare,che ſi come l'Vccel
“lo vola leggiermente per l'aria, così la parola facilmente eſce dalla Guglielins Choui.
bocca d'vn eloquente. I Greci lo chiamarono E PM H , cioè nei d ſi cºſ ce -
Interprete . Hora i noſtri antichi Malteſi diuoti, & oſſequioſi a la Reig. antica
de'Rvm f.153.
Mercurio, oltre gl'altri ſignificati, e dimoſtranze, che di lui notifi
r- carono nelle medaglie, anco
S.N ne marmi, e bronzi ſi troua ,
n'habbiano fatta mentione,
Si còſerua in poter noſtro vina
icciola figura di Mercurio,
ch'è di metallo,d'eccellete di
ſegno, e lauoro, con l'ale nel e - i
galero,caducco nella mano ſi
niſtra, 8 vna borſa nella de
ſtra,come appunto quì ſi ve
de, ritrouata in Malta, inſie
me con vna medaglia Malte
ſe dentro il Zorrico,quaſi nel
la medeſima guiſa, che viene Nel ſopracitato
» portato da Guglielmo Choul diſcorſo f. 156.
effigiato in vin niccolo anti
co, ch'era in poter ſuo ſecon
do ch'egli iſteſſo afferma.
- - a Habbiamo altresì vin pezzo
ge. di marmo,auanzo d'vn'antica
- iſcrittione Greca,d'vn palmo,
i e mezzo, ritrouato nel fondo
è d'vna ciſterna del Monaſtero
ssº di S. Pietro nella Notabile, ſi
Bb leggono
1,4 d ELLA D E scr ITT DI MALTA
leggono in parte di queſto frammento le preſenti lettere così for
mate B E AA. E PM H. che ſono di tre dica d'altezza,e quì poi
mancano alcune voci,ma ſieguono nel ſecondo verſo queſt'altre
T.O-, A RX-... e quantunque né inteſe le dittion,ci accertano
però che l'Iſcrittione ſia ſtata Greca ſenza dubo. .
L'interprete di Teocrito nell’Idilia, ſi riue che Bellorofonte ci
tutta la ſua ſtirpe degli Eraclidi veniſſe con Archia da Corinto in
Siracuſa, e che l'habitarono di compagnia. Onde ſe quei caratteri
B E AA. con abbreuiamento di nome proprio dicciero Belloro
fonte, com'è ſtato giudicato da perſona ben laggia, 8 erudita nella
Greca lingua, non ſarebbe ſtata gran coſa, ch alcuni di quella Co
lonia ſe ne paſſaſſero a Malta, 8 in memoria di Bellorofonte haueſ
ſero fatto quell'iſtriccione l'altre TO- ARX... ſi crede (mailima
mente precedendo il T-O-,) che diceſſero Archonte nome di na
g:ſtrato,ch'era in Malta,come ſi è a baſtanza detto. E qui ci coten
tiamo alle lettere Greche di tal frammento, hauer dato queſto pic
ciol lume dintelligenza, per non paſſarle in tutto ſotto ſilentio.

MALTA sorTo IL Do Nio DecaxTAGINESI.


-N O TI TI A QVINTA.
D con
Ella Città di Cartagine, volendo altri parlar, e forzato dire
Saluſtio,presi m gisstiere,quamparua loqui, che perciò
gib.y. Aeneid, fa di meſtieri ricorrerà Porto o Appiano,cc al Poeta Latino, che la
deſcriſſe cantando in queſta guila.
Vrbs antiqua fut (7 , ru tenucre Coloni)
Carthago, Italiam contru,7 yberiniq; longe,
Ostia,due opum, studiºſi, aſperrima belli,
9uam / uno fertur,terris magis omnibus una
Posthabita coluiſſe Samo,hic illius arma,
Hie currus fuit ; hoc regnum Dea gentibus eſe,
Si qua fata in ant,iam tum,tendita; fouet); -

Queſta fù quell'antica, e potente Città nella Libia,edificata da


Fenici,cinquant'anni innazi la guerra Troiana, i cui fondatori fu
rono Zoro,e Carchedone, come racconta il ſopradetto Appiano
ſul bel principio dell'Ittoria Cartagineſe. Carthaginem in Africa
Phoences cond derunt,anni quinquegiata ante capsum Ilyum,cond
tores fuerunt Zoru ,g Carchedon. Onde da queſto Carchedone ,
Valguarnera º
nel ſuo Palermo
chiamano i Greci Cartagine in tutti i loro ſcritti,la quale fà fabri
f55. cata ſecondo Dionigi Alicirnaſſeo al primo, e V elleio Paterco!
parimete al primo 38.anni auanti dell'Olimpiadi,e 62 anni prima
- di
L IBRO SE CON D O, NO TI TI A V. 19;
di Roma; fà anticamente nomata Tarſis, perche fù fabricata da
Tarſis figliuolo di lauan, nipote di Iaſet, e pronipote di Nºel sr se
ſtimoniaza di Benedetto Arias Montano, che nel ſuo Faleg al c .
così dice. Secunda verò i aphetfamilia nauigationem longius, produ
cens,vnà cum nau gandi peritia,commerciorum, ei mercatº a jecalca
tem ſortita, in meridiane terre littus opportunum, copias traduxit,
atque Emporium totius terre celeberrimum 7 harsis nomine in situ t,
quam poſtera ſecula,deductis ex Tyro Colanis Carthegine di se e Leg - ... . . .
a
.
---
giamo in Ccdreno parlando di Didone ventita da Tiro, ſpoſa di
Sicheo Sacerdote di Ercole, d'eſſer ſtata da lei, quando venne in
Africa,fabricata Cartagine, quella che ſi diceua la nuoua Città. Cap.3o.
E Solino Vrlem istam (trattádo della medeſima) Vt Cato in Ora
tione Senatoria autumat,cum Acx Aiarhas re: un in Lyii. potire
tur, Eliſa mulier extruxit, Domo Phanix, i Carthadam dixit, quod
Phanicum ore e primit,Ciuitatem nouane, aggiungauffi d'aguan
I ić.18.
taggio, l'autorità di Giufino ſtorico, il quale facendo mentione
di Cartagine e del tempo della ſua fondatione, hebbe a dire. Con
dita est Vrbs hac ſptt
a inta duobus ennis, antequam Ke : , cuius
virtus,sicut bello clara fuit,ita ei sſtatus variis diſcordiera - casi bus
agitatus eſt. In modo che poſcia finalmente,eſſendo ella (fra tutte
le Città del mondo nominati lima emula dell'imperio Romano)
ſtata in vita per lo patio di 7 oo. anni fù da gliſtelli Romani ri
ſeramente deſtrutta A xemplum fragilitatis hum ine, qu e lapid bus
etiam & Vrbibus mortem dicit: così il Moriſoto parlando di lue
ſta ruina. -

Si i.. art a lib.


Filippo Cluuerio doppo d'hauer diffuſa, e largamente ragiona I cap. a. i vs.45,
to del tempo,e del quando dell'edificatione di Cartagine còchiu
de, At illud de Phoen d mantis filiabus ante Troianum bellum facili
eſi,hac igitur hiſtoria,si non eſifictitia,certè Carthago,vt Philiſti, arg;
Appiani ſi opinio, ante bellum Troianum fuit condita, protinuſq; ſub
idem tempus,in Sicilian quoq; Coloniae a Phanicibus,g in Aelitam,
Gaulumq, Inſulas deducie fuere.
Habbiamo negl'Autori la Reina Didone figliuola del Rè di
Orº. AZarit.lià.
Tiro Belo, eſſere itata qui in Malia (fi anche chiamata Eliſa, e 1. ap. 16 f.89.
che li fù dato corteſe ricetto da vin Rè chiamato Batto, Principe
non meno ricco che nobile,e famoſo, che fondò (ſecódo Euſ bio)
la Città di Cirene nella Libia, negl'anni del mondo tremila quat
trocento cinquanta quattro,innanzi Chriſto ſeicento trenta, co
me riferiſce il Padre Petauio nella ſua Opera, De Doctrina Tem I i5 13. Chro
molog,
porum. -

Paolo Marſio comentido Ouidio afferma,che queſto Batto fiſſe ILib.3 Faſ.
Bb 2 ſtato
19 e DELLA D Esc R ITT D I MALTA
ſtato il medeſimo, che regnò in Malta, e ciò proua con l'autori
tà di detto Poeta,il quale cantò.
Fertilis est Melite sterili vicina Coſyre
Inſula, quam Libyci, verberat vnda freti.
Hancpetit,hoſpitio Regis confiſa vetusto, - -

Hoſpes opum diues, Rex ibi Battus erat.


Intendendo ancora del primo albergo in perſona di Didone,
Becad. 1, lib, I,
sap. I, come più chiaramente ne parla Fazello con dire. Melita principio
rerum Batto Regiopibus, (g hoſpitii foedere cum Didone celebri, atque
exinde Carth ginensibus paruit , cuius restes ſunt lapideae columnae,
plurespaſim in ea obutae, vetuſtis Carthaginensium characteribus He
brei non diſsimilibus inſculptae, fin qui il Fazello. Di queſte pietre
ven'è vna di marmo, che ſerue di " all'vltima porta ſuperiore
del noſtro Caſtello S.Angelo,ma le lettere ſono talmente dal tem
o conſumate,e corroſe,ch'apena ſe ne rauuiſa la forma. La venu
ta di Didone in Malta al parer di Frà Gio. Quintino fù nel ſecolo
nel quale ella fondò la picciola Birſa, dicendo. Principio Inſulae
AAelitae, Rex quondamfuit Zattus nonine, opibus, gr diuitiis potens
imprimis, 3 nobilis, clarus inſuper hoſpiti foedere cum Phoeniſa Dido
ne,iam tum vltimis illis temporibus, dum haec exiguam adhuc Byrſam
taurino tergo in litore Libyco metaretur. Da che ſi raccoglie molto
ben chiaro la Città di Malta, chiamata Melita, eſſere ſtata prima ,
habitata,che Birſa,indi nomata Cartagine, ſoggiugnendo ancora
il medeſimo Quintino ſoura il ſecondo riceumento d'Anna ſo
benignamente riceuuta in Malta da
rella di Didone, ricouerata, e
quel Re Batto, tanto a Didone, quanto a lei fedele egualmente ,
che corteſe, 8 amoreuole. Ad quem etiam post, Regno expulſa per
Hyarbam Anna, ſorore mortua confugit, hoſpitium vetus Melitensiu,
C neceſſitudinem ſequuta,vbi comiter accepta,g pari fide apudhoſpi
tem Regem habita, profuga duos egit annos reličiae patriae, Regni simul
& ſororis amſae desiderium, vna Melita quantulacunque eſſet,tam
grata, 3 obuia terraſolans,quam deinde metu coatta.Pygmalions fra
tris inuita deſtruit, Romanos olim Fastos autura,inquitouidius Men
sis -14 artii f ſta recenſens . -

Vogliono alcuni ch'Anna imbarcataſi in vn Vaſſello da Malta


ſi transferiſſe nella campagna di Roma, e colà fuſſe ſtata benigna
mente riceuuta dal Magnanimo Enea, ma che fatta accorta, S&
auuertita in ſogno dalla ſorella Didone,eſſerle ordite inſidie dalla
geloſa Lauinia moglie d'Enea ella di repente, e ſenza ſaputa d'al
cuno,ſen fugiſſe,ſommergendoſi diſperata nel fiume vicino e qui
ui (finſero) Dea ne diueniſſe, e benche ſia in parte vna fauola ,
ſentiamone
LI BR O SE CON D O, NO TITI A V. - 1,7
ſentiamone però gratioſo il racconto da Tomaſo Dampſtero nell' Lib.2 cap. 17.
opera ſua. Antiquitatum Romanarum. Penè preteriſſem (dic'egli) de
Anna Perenna dicere,qua,(9 ipſa a Romanis culta,cuiuſo; festum,ma
xima hilaritate celebratum ſuit. Pleriq, existimant fuiſſe ſororem Di
donis,hoc nomine appellatam,cuius etiam Virgilius meminit,que extin
cta Didone,et Carthagine ab Hiarba Getulorum Kege occupata,relicta
Africa,in Melitam Inſulam fugerit; indeob metum fiatri, Pygmalio
nis,naui conſeenſa ad agrum Laurentum delata,g ab Aenea hoſpitio
exceptafuerit, ibiq; inſomntis à Didone monita, insidias sibi a Laui
nia, Aenea vxore Strui; Ideoſuſpectum hoſpitium figerit,perfinest am
notte dilapſa,ad amnem Numicium venerit, acin eum ſe precipitaue
rit. Postridie inſanis clamoribus per Laurentum agrum diu quaesita,
cum praeter vestigia ad Fluuium vſq; nihil appareret, viſa fuertt cla
mantibus ex fluuio reſpondere.
Placidi ſurrr ºNympha Numici
Amne perenne latens, Anna Perenna vocor. -

Itaq; deinde post, Dea coli caeperit, id quod Ouidius prolixè explicat.
ueſt'iſteſſa nauigatione d'Anna da Malta, ou'era ſtata alber
gata dal noſtro Rè Batto,alla campagna di Roma, detta già l'anti Fol. I22.
coLatio, & ad Enea,ci narra parimente Gio. Rauiſio Teſtore in
tal guiſa. Anna Beli Regis ſia post mortem ſororis ſuae Didonis,Carº
thaginem ab Iarba ,occupatam relinques, ad Battum Melitae Inſulae
Regem nausgauit,quo demi relitto, mare ingreſſa in Laurentum littus
delata est. 1 biq; ab Aenea cognita, gr hoſpitio ſuſcepta eſi, non sine
mutui, cum eo amoris ſuſpitione,adeò vt in odium Lauiniae veniret,
cuius insidias, vt declinaret, ſe in Numicum fluuium praecipitauit.
Vnde Ouid. lib. 4. Faſt. cecinit.
Corniger hanc tumidis, rapuiſe Numycius vndis
Creditur,et ſtagnis occubuiſſeſuis.
Intanto,ch'habbiamo hauuto nell'Iſola noſtra, non meno Di
done,ch'Anna ſua ſorella Fenici,alloggiate entrambi preſſo il cor
teſiſſimo Batto di nazionanco Fenice (ſecondo l'opinion noſtra)
che regnaua in quel tépo,métre Malta era da queſta gente all'hor
abitata, benche Cluuerio fondandoſi in ciò, che riferiſce Suida ,
Lib.2.cap. 16.
tenghi , che fuſſe Greco. Battus Graecorum fuiſſe hominum no
2/2 e 71 proprium,inter alios Sugydas tradit in Lexicho. Outdius cumſei
ret Battum ex Thera Inſula Graeca,Coloniam iam ante expeditionem
Troianam, in Africam deduxiſe,quam Cyrenen adpellauit , Melitam
verò iam antiquiſsimis poſt bellum Troianum temporibus à Graecis
habitam fu ſe, Regem in hac fingitſub Troiae excidium, (cum adhuc
Phanices tenerent,) nonnine Cracco Battum.Di cui vorremmo bene
hauer
19 g DELLA DESCRITT. DI MALTA
hauer alcuna medaglia per poterla quì eſporre al curioſo lettore,
ſi come vna grande, e belliſſima di Didone,col ſuo roueſcio della
Birſa in bronzo ci è capitata, dataci da vn noſtro Malteſe, degna ,
d'eſſer poſta in queſto luogo, come facciamo per vagheggiarſi dal
" che di lei habbiamo di ſopra diſcorſo e per ſodisfare
ancora a gl'eruditi profeſſori di ſimili antichità. - - - -

- - - rss - - - - - - - .
- (2 -

i,

- - - - - -- --
--- - - - - -

Ma ritorniamo alla noſtra Cartagine, queſta fù quella cotanto


famoſa al pari, che valoroſa Città, la quale nella terza guerra Pu
nica,che fecò i Romani, leggiamo hauer ſoggiogato al ſuo grid'
Impero trecento Città,8 hauer nutrito fra le ſue mura ſette cento
mila huomini, ſtando così ben fornita, e proueduta d'armi, che
'tutti i ſoldati d'Africa, ch erano quaſi innumerabili,e per mare, e
per terra comodamente, e ſenza molto diſaggio armar poteua, &
in breue tempo ſi è Signora della Libia, con la maggior parte di
quel mare,hauendo generoſa,occupato la Sicilia,la Sardegna,Cor
ſica, Lipari,e Malta, fra le quali è la noſtra Iſola ſaccheggiata,e de
ſtrutta in tempo ch era dominata da Cartagineſi, ſotto la con
Lib. 4 sap 3,
dotta di M. Attilio Regolo, come racconta Paolo Orofio. Attilius
Conſul Liparam, A4 elitamq; Inſulas Siciliae nobiles,peruagatus euer
tir, il che ſeguì ab Vrbe condita l'anno 484. ſecondo Croſio. Ma ,
Franceſco Fabritio Marcodurano nelle annotationi ſopra il me
deſimo Orofio al lib.4.cap.7, dice,hic annus in fiſiis Capitolinis ſi
ab Vrbe condita cccclxxxx o quo Attiliº Celatinus,C. Sulpicius Pa
terculus Coſſ fuerunt, mentre auanti nel capo precedente,haucua
diſcorſo contenere l'anno cecclxxxuy in che ſi era dato principio
alla prima guerra Punica, variata computatione d'anni preſſo gli
Scrittori.
C. p.3.lib.7. Lucio Floro ne gl'Epitomi ſopra la ſeconda Decade di Ti
to Liuio, raccontando come gl'in uirti e potenti Ron.asi ſuperaſ.
fero in Sicilia i Cartagineſi, foggiagne. La maggior parte dell'Iſoie
di Sardigni e di Corsica poſſalesano li Cartaginesi,e ſe ne paſſarono in
qa le i Conſoli - ju:le Floro, e Cornelio Scipione, e gl'Africani inti -
rom 0
L I B R O SE CON D O, NO TI TI A V. 1,9
rono contro d' ſi vn Capitano chiamato Annone. Il Conſolo Cornelio
combattè felicemente a danni de Sardi,e de Corsi e ne reſtò vincitore d'
Annone Capitano de gl'Africani acquiſtando l'Iſole di Sardigna,Cor
Joe

sica,e l'altre due Iſole di Sicilia non te Lipari,e A4 alta, fin qui Floro.
Ma ripigliado i Cartagineſi il dominio dell'Iſola noſtra, quella poſ -

ſederono fino a tanto,ch'hauédo perſa la battaglia nauale in quel


la memorabile giornata, che ſeguì nel mar di Trapani 242.anni p'onuſer Peta
mirer in ſia Chro
rima della naſcita di Chriſto noſtro Signore,reſtandone vittorio nºi g.
ſo il Conſolo Luttacio,furono coſtrerti per vino degl'articoli della
pace,che all'hora fù fermata, ad vſcirſene,S: abbà donar il poſſeſſo,
che fù appunto doppo il vigeſimo terzo anno,ch'nebbe principio Paolo Oroſſo lib.
4. cap. I I
la prima guerra Punica. Della ſudetta Vittoria,il Cópilatore di Cor
nelio Nepote,ò altro chi ſi ſia (come riferiſce Cluuerio) nella vita
di Luttacio così dice. Caius Lutatius Catulus, primo Punico bello
trecentis nauibus aduerſum Poenos profectus, ſexcentas eerum naues
(Oroſio dice,ch'erano quattrocento) commeatibus, g aliis oneri
bus impeditas, duce Hannone apud Aegades Inſulas,inter Siciliam » et
Africam d praeſsit, aut capit, finemſ; bello impoſuit, pacem petentibus
hac conditione conceſsit, vt Sicilia, Sardinia, et caeteris Inſulis inter
P. 1. lib.3,
Italiam, Africama, decederent. Queſto fine ſcritte il Bonfigliolieb
bc la lunga e dubbioſa guerra tra Romani,e Cartagineſi per l'im
perio della Sicilia l'anno i 14 doppo la fondatione di Roma; la
qualpace, è più toſto ombra d'eſſa ſi mantenne à pena vn anno,
perche reſtò rotta per la ribellione dei Sardi, fatti ſolleuare dai
Cartagineſi. Cnde finaln.cnre peruenuta di nuouo Malta in po
ter loro, come racconta Tito Liuio nella ſeconda guerra Punica . Des 3. lib.i. :
T. Sempronio Cóſolo de'Romani,laſciato il Rè Gerone,e l'armata
Reale, è ordinato al Pretore la guardia intorno le marine di tutto
il Regno,ſi traghittò all'Iſola di Malta,ch allora era tenuta da Carta
gineſi,S:à prima giunta Amilcare figliuol di Giſcone, ch'era capo gueſ o Almica
e fa fr.::elio lº
del preſidio,ſe li diede con poco meno di due mila Soldati,con la Aui le aria
Città,8: Iſola e pochi di appreſſo tornò il Conſolo è Lilibeo (hoggi -. . . . . si fa?

Marſala) oue publicamente all'incanto, vendè i prigionieri fior ºre i fang


di quelli, che per nobiltà erano ſegnalati. A Lilybeo Coaſal T.Sem ne, G ci , e
la ro: e C, vi
pronius Hierone cum Claſſi regia doviſº,religioſi, Pretore ad tusnel:in i ſi s ii B
fg nel, Iri ai
Sicilia oram,ipſe in I nſalam A4eliti,que a Carthagine il teneb star o i ti 9. 1. liº.
traiccit.Aduemiti Amilcar Giſeonis filius, praef e prassi li ci pialò 2 o6
minus duobus millibus militi, Oppidumq; ci /mſala tra i tur.Indep ſi
paticos des,rediti Lilybeu, captiuiq; et a Conſule, et à Praetore praeter
insigne nobilitare viros,ſub corona venierunt.Indi morto il Rè Gcro
ne il Senato Romano premendoli, né meno la cd eruatione di ciò,
- - ch'
2oo D E LLA DESCRITT. DI MALTA
ch'acquiſtato haueua nel Regno di Sicilia,che il dominio di Malta,
vi ſpediſce incótinente il C5ſolo A.Cl.Marcello,acciò proueder do
ueſſe all'vno,&all'altro, e particolarmente in rinforzare il presidio
laſciato in Malta da Sempronio,cò munirla di vettouaglia,così ce
Lib. I.cap, 14, lo riferiſce il ſaggio, 8: erudito Moriſoto, in quella ſua belliſima ,
opera dell'Orbe Marittimo.AAox Hierone in Sicilia vita funcio,cum
eius Regno Carthaginenſes insidiaretur, Marcellum Patres in Inſularo
i miſerunt, qui & in eam antiquam iam potestatem tutaretur, (3 in
AMelita Inſula nouum a Sempronio presidium impostum, rd Cy Cari't ré
centi milite, et annona. - - --

Nel medeſimo tempo leggiamo, eſſer paſſata da Malta vn'ar


mata di Maſſiniſſa Rè della Numidia all'hora per auuentura ne.
mico de Cartagineſi, e che il ſuo Capitano temerario, toglieſſe
alcuni denti d'auorio di ſtraordinaria grandezza,e bellezza,i qua
li erano inalzati,S appeſi in voto nel famoſo tempio di Giunone ,
Malteſe, quindi hauendogli portati in Africa, e preſentati al R è
Africano,ſi come gli piacquero molto per la loro vaghezza, così
quand'egli ſeppe donde fuſſero ſtati preſi, ſubitamente moſſo né
-
- -
meno da timore, che da riuerenza,e religione verſo quella Dea,gle
li rimandaſſe in dietro con vna quinquereme; vaſſello così noma.
to ſecondo l'opinione d'alcuni Più probabile perche haueſſe glor
dini di cinque remi,ò cinque remi per banco,ò come vogliono al
tri tanti ordini di remi l'vn ſopra l'altro, in modo che dall'inferio
re più vicino all'acqua erano i remi più corti e del ſuperiore attac
cato alla corſia più lunghi, e come ciò vien deſcritto dal Moriſoto
Mib a cap,48 nel Oibe ſuo marittimo, allegando l'autorità del Snelio,che ſcriſſe
della Marineria, Ma che lunghezza CI a biſogno,ch'haueſſero i re
mi dell'ordine eminente, ſe hoggi nelle noſtre galere, con eſſere la
voga baſſa,ſono talmente lunghi,ch'a pena crè, o quattro vogado
ri poſſono maneggiarne vno ? & all'ora per ciaſchedun remo ve
niua aſſegnato vin ſolo vogadore. Però la noſtra opinione fonda
ta nella tradittione d'antichi Marinari Malteſi, i quali affermano
hauer inteſo da loro padri, eſſer ſtate le noſtre galere con tre remi
per banco, e perciò detti,Triremi, ſi è,che quelli non erano diſpo
iti in diuerſi ordini l'Vn ſopra l'altro,ma locati in vn medeſimo ſi
io di due, tre,ò più remi per banco con tal ordine,non
to,ò parag
dimeno, che il vogadore d'vnremo non impediua l'altro, cioè a
dire che da ſcalmi loro in fuori, i remi erano tutti d'vn'iſteſſa lun
ghezza,ma da i ſcalmi in dentro verſo la corſia erano come can
ne d'organo vino più lungo dell'altro, in modo che caſcando cia
ſcheduno nel medeſimo tempo nella ſua voga, e banco per vſar
- de
LIBR o se con D o, NoTITI A v1 ,s,
determini marinareſchi,veniua à batterla pala in mare,ſenza dar
ſi impedimento alcuno tra di loro,benche di eſſi ſoſteneſſero mag
gior fatica, e trauaglio quei, che vogauano più adentro verſo la
corſia, che gl'altri di mano in mano, che s'accoſtauano alla poſtic
cia,dou erano i ſcalmi, come oggi à punto auuiene, che i voga
uanti ſentono maggior fatica de gl'altri,che ſono ſecondi, terzaro
li, è quartaroli , gl vltimi de quali per ſtar più vicini allo ſcalmo
(centro del circolo,che forma la cima del remo) vengono a fare
minor moto, e così ciaſcuno proportionatamente tralaglia ſeco
do più,ò meno è diſtante dallo ſcalmo.Vien'anco queſt opinione
cóprouata con alcune tauole di quei tempi, e ſegnalatamente in
vna bireme effigiata nella porta maggiore di bronzo della Baſili
ca di S. Pietro in Roma, rappreſentante quella, sù la quale l'Impe
rator Giouanni Paleologo Coſtantinopolitano, venne al Conci
lio Fiorentino, la qual bireme ſi vede rapportata nel libro dato in
luce dall'eruditiſſimo P. Oratio Giuſtiniani, (al preſente inalzato
alla Porpora Cardinalitia,per la ſua ſingolar dottrina, e bétà,) trat
tando,e comentando gl'atti del Concilio. Scuſi in tanto la digreſ
ſione il corteſe Lettore, mentre appò gl'Autori, eſſendo molto cº
trouerſa la materia ſudetta,habiamo voluto diſcorrerne, per l'infor
matione hauuta da perſone prattiche, e che l'hanno inteſa da loro
maggiori,e per dar ſodisfattione alla bramoſa curioſità di molti,di
che ce n'ha data buona occaſione la Quinquereme di Maſſiniſſa.
L'Iſtoria ſopradetta de'denti d'Elefante, vien altresì autenticata
Vih, r: cap r De
da Valerio Maſſimo,il quale volle dar ad intendere, che Maſſiniſſa
quantunque di nation Barbara, non ſolamente,non acconſentì a Negletta Reig.
e Cicer. .fit ;,
quell'atto, da lui ſtimato ſacrilego ma correſſe l'ecceſſo del ſuo Ca contra Verre.

pitano, con ordinar ſubito, che ſi riportaſſero quei denti (per la


lor grandezza,S: eccellente lauoro ſegnalati,) e s'appendeſſero con
iſcrittioni di lettere Puniche,al famoſo Tepio didòde furono tolti.
Et in queſto luogo per né laſciar in dietro alcuna di quelle no
titie, che ritrouiamo preſſo è gl'Autori, è da ſapere come all'ora ,
quando la noſtra Malta obedua a Cartagineſi,ò Numidi,fù da To
ſcani predata percioche leggiano nel libro, il cui titolo vien ſcrit
to Aethruſcarum antiquitatum fragmenta, raccolte dall'ingegnoſo
Curtio Inghirami, e da lui dato alle ſtampe in Fran Kfort l'anno
1 6 37, hauer gl'antichi Popoli di Volterra, ſoggiogata Malta, con
la noſtra Città, e mandataui vna lor Colonia con preſidio: Ma ,
che poſcia ſoccorſi i Malteſi da quei di Numidia, ch'erano ſtati
chiamati da Siracuſani in Sicilia, per aiuto, e fauor loro, contra i
Cataneſi, e Mellineſi, mandaſsero a fil di ſpada i Volterrani,
Cc - - e ritornaſſero
a O2 DELLA DESCRITT, DI MALTA
e ritornaſſero ſotto l'obedienza deprimi padroni,eccone l'autorità
Li r. pag. 68. Aremulius Latinorum Rex a Tuſcis defecit, & instructa acie ad ex
g" : pugnandum Ianiculum,Tiberim transuit, Caerites, Veientes, Tar
: i": quinenſes,Fidenates, Ianiculenſes adiuuant;Verùm à Latinis circum
exauci ſcript - ºtt ſuperantur,g eorum castra depredantur : Ianculum obſſum.
º".ri Catani, (3 AMeſani magnis cladibus Siracusios aſſiciunt, qui a Nu

i pesi Melita
pertas,
midis,gVulterranorum
AAathionibus opem deprecantur.
Inſula potiuntur. Hi magna
Inde claſſe comparata
Melitan Ciuitatem
expugnant. Melitenſes trucidato l’ulterranorum praesidio Aphricis
Populisſe dedunt. Kecuperata ab Aphris AMelita in Siciliam transfre
tant; Siracusios contra Catanios adiuuant. Catanii cedunt. Inde
Argenium a Siracusiis expugnatur: M iſellum captum, deu astatum,
dirutum, Meſſani per legatos Vulterranos orant, vt sibimetipsisco nſu
lant : auxilium promiſum: interim,3 mari,terraq, obsidentur.
In quanto poi al tempo, nel quale i Toſcani ſignoreggiaſſero
Malta, è il Gozo, ſi caua dalle ſcritture ritrouate dal medeſimo
Autore, S apportate nell'opera ſudetta, oue ſi dice. Anno gitur
1996, Cio Iocccc rººt. d quo Fthruſciprincipiù haberent,(gc. Interim Thu
ſci paruis laſulis Aphrici marts patiti, Brahodiam in Mathionibus ap
Tib.1 pagel et
ºii.i" plicuere i ſed exercitus à Concilio reuocatus in Brutios,(3 Aetolos mitti
tur.Inſulae in mari Aphrico munita, Capuntini,Panormensibus, Meſe
ſeni,Siracusiis,g Catani,vt Lucumoneelgant,conceditur, a Larth
confirmandum: altis Ciuitatibus a Larth Praetor, vel Praefectus eli
gendits. Vulterrani in Siciliam tres Colonias; duas Prusini, nam Ar
rel 14. retini, un im Feſulenſes,vnam Lunenſes miſere.Et appreſſo nel lib. 2.
275 3. Anno Ethruſco crocio tocc LIII Ego Lucius Velius hoc Breuiariu hſto
2 1 o 5. riae incipio totius Italia. Ante Roma cio c/o c P. ann. Regio,que nunc
Italia dicia a ?Noa, g filiis inhabitatur; Cethim à parua Ciuitate,ab
eiſlem condita,vocatur. Inde à Greci, Kitim. Per Reges primum regitur.
4,". " Aborigine, cum Cameſe hùc appulare : g Kitim C meſeuna nomi
ieri in natur. Postea venere Armeni, Grifoni; Sirique, etc. Tum Tuſciam
i"." Lucumones ad ſex anno gubernant, et dignitas Larth primum crea
fi
lib.2 fai i 22.
in ta ſubpartegi
ſiribus qua Tuſci,Cyrneo,Sardinia,Sicilia,
Illiridis potiti,Italiam omnemInſuls Aphrici
occup nt pelagi,
praeter Hi
Ligures,
Liº º fotº qui ſponte tributum dedere. Finalmenee in vn altro luogo. Ai poſt
expulſos Reges Ethruſci non modo Tuſciae ſedItalae,Siciliae,Corsicae,
Sardiniae, Inſulis Tirreni, Siculi,S rdi,et Aphrici pel igi, aliiſ, populis
zii esafi, ti º imperabant, etc. Inſulae,quibus dominantur Tuſei in Tirreno, Siculo,
Sardo,et Aphrico pelago, Vulterrani dominabantur Gorgi, Chapricae,
Procite, Melitae,Cercinnae, Paconiae,g c. ri obediehant,
Ilua,g Glaucona,Cosira Cortonensibus,g c..
- Quaſi
LIBR o SE co ND O, NOTITI A v. ao;

- -
-
- --- - -
– - – - – -

Quaſi per tutta l'Iſola ſi ſono trouate, e ſi trouano medaglie ,


Cartagineſi, eſſendo ſtate ſcolpite, 8 impreſe in tempo ch'elli la ,
ſignoreggiauano le quali come che ſono teſtimoni, fedeli de'tem
pi,e degl'habitatori antichi, n'è
cheduna,e
" ſpediete di dichiararne qual
particolarmente quelta d'oro di picciolagridezza, nel
cui diritto moſtravna teſta di cauallo, e dal roueſcio vn'albero di
palma co'ſuoi frutti pendenti. Per intelligenza, e notitia di cui, è
neceſſario ricorrere all'iſtoria, come altresi per conoſcere è che fine
i Cartagineſi l'improntaſſero in queſta guiſa. La Città di Cartagi
ne,capo,e Metropoli di tutta l'Africa,fù grandiſſima, edificata da
Fenici, da quali con corrotta voce,i Cartagineſi furono chiamati
Peni,quaſi Phoeni,cioè a dire Fenici, ma eſſa fu nominata nel loro
linguaggio,Città nuoua,ò ſia da Carta, Patria di Didone poſta e ſi
tuata fra Tiro,e Berito,ò da Carhedone Tirio,ò pure dalla medeſi
ma Didone edificata,ò ſecondo vuole Appiano da Zoro,e Carche
done Fenici, come habbiamo detto. -

Hor mentre ſtauano i Cartagineſi,ò Fenici fabricando la Città


nelle prime fondamenta fù trouata vna teſta di bufolo, ch'eſſi heb
bero per augurio di terra fruttuoſa, trauagliata, e perpetuamente
ſoggetta,che perciò cauádo in vn'altro luogo ritrottarono vin capo
di cauallo,il qualepreſagiua à ſentimento e parer loro il futuro po
polo bellicoſo,e potente. Queſta parte d'Iſtoria, è baſtante per lo
ſpiegaméto della preſente medaglia.Voledo pertanto i Cartagineſi
dimoſtrare alla poſterità quel ſucceſſo, come, e da chi hebbe prin
cipio,è origine la loro Città,ciò fecero con queſti geroglici,e ſim
boli del cauallo,e della palma,la qual da Greci è detta stre,cioè Fe
nici. E per far conoſcere, ch'elli tirauano la loro origine da Fenici,
ſimboleggiarono ciò in vin albero della palma da che la loro regio
ne fù detta Phoenicia. Dicono alrri d'auuantaggio, che l'Vccello
nomato Fenice tenghi tal nome,come quello, che naturalmente º
habita,muore,e rinaſce nelle palme. Ne per altra cagione i Carta
Cc 2, gineſi
zo4 DELLA DESCRITT. DI MALTA
gineſi da Greci ſono chiamati aſſolutamente Fenici,che fi l'origi
ne loro da Tiro di Fenicia. Finalmente Cartagine leua la teſta del
cauallo, e la palma, perche nella fondatione d'eſa,fù ritrouata vi
vele de ſuoi cino ad vna Palma, la teſta di cauallo,come diſcorre Antonio Ago
Dialoghi ſtini, a cui rilassiamº Per hora l'amorcuole lettere:

- - --- --- --- --- - - - - -- - -- - -- - - i

Fra l'altre medaglie de'Cartagineſi trouate quì in Malta,vn'al


tra pure d'oro ſi conſerua appo noi nella quale ſi rauuiſà da vna ,
banda vna teſta di bella donna, con ben acconcio, é affettato ca
po,e dall'altra vn cauallo. La teſta di donna giudichiamo ſignifi
chi quella di Didone, che fuggendo l'ira, e ſchiuando lo ſdegno
del fratello Pigmalione venne (come s'è detto) à fabricare Carta
gine in Africa,la quale doppo la ſua infeliciſſima morte,fù adorata
per Dca, &à cui i Cartagineſi ſtolti, ſacrificatiano ſouente vittime
fi. Il cauallo è ſimbolo de'medeſimi, per la ragion addotta di
- ſopra.Vna ſimile delettro però maggiore,n habbiamo anco vedu
ta, ritrouata nel 2eytun,d'eccellente,S: eſauiſito lauoro.
A4 ALTA I N PoT E R. D E' Ro M A NI.
N O TI TI A SE STA,

A prima di tutte le Prouincie de Romani,né è dubbio,che ſia


ſtata l'Iſola di Sicilia per teſtimonianza di Cicerone irrefra
gabile nella 4. Verrina,Sicilia prima omniu,td (quod ornamenti. Im
periest) Prouancia,est appellata, prima docuit maiores nostros, quam
preclarum eſt exteri gentibus imperare. E che poſcia fuſſe data in
a sti cºria, gouerno à i Pretori,l'anno dell'edificatione di Roma DXIX. indi
nºſtrº Signor- niſtrata,
an, 243.
à Preſidenti commeſſa,e
ſecondo raccomandata,
il parer di Liuio nel lib e6,ſubito da nel
Polibio Conſoli ammi
1. e Plutar
oi u.it. ººº Marcello, così ancora lo dice Moriſoto. Prima omnium post
io 1 e p.21 Italiam domitam,confectoque primo bello Punico, Sicilia Pop. Komani
Prouincia facia est,post Vrbem conditam D. annis: neque tamen tota
Aomanorum fuit ſed tatum pars ea quan Carthaginienſes tenuerant.
- Auius
LIBRO SECONDO, NO TITI A VI. z o,
Huius administrande cauſa quotannis Pretor cum Questore miſus
est. Reliqua qua Hieronis erat,eo mortuo, Syracusis a
pars Sicilie,
Marcello captis, Panis a M. Valerio Leuino Conſule tota Sicilia pul
sis,priori Prouinciae acceſit, circa annum Vrbis conditae DLX, ve
tuſq; Prouincia, (g) ea que Regnum Aieronis fuerat, Pratori commiſe.
lis legibus, vt nautas,naues ſumptuſq;in nauerchos Siculi preberent.
uando nell'iſteſſo tempo Malta s'accoſtò a Romani,ſotto i quali
hebbe le medeſime leggi,e gl'iftelli Pretori, che la Sicilia, e fu in
particolare gouernata (ceſſato il Magiſtrato Greco) da vn Procu
ratore Romano inſieme col Gozo, come molt'altri principali do
minij di quel potentiiiimo Imperio, è come vogliono altri da
vn Proconſolo, eſſendoſi data a T.Sempronio Conſolo Romano
ſubito,che paſsò in Malta da Lilibeo hoggi Marſala, come ſcriue
il medeſimo Liuio. lndi i Malteſi, ( ch'allora ſenza dubbio era Dec.3 lib. r.
no Greci, conforme l'opinione di Filippo Cluuerio di ſopra riferita,
benche il Prefetto, 8 i Soldati del preſidio fuſſero Cartagineſi)
furono chiamati soci i del Popolo Romano, come altroue ſi A5. 6. in Verre.
è prouato baſteuolmente con Tillio, e mentre eſſi nell'iſteſſa ſe
conda guerra Punica ſegutuano la fattione e parte Romana, e n6
la Cartagineſe,come chiaramente ſi dimoſtra con Silio,oue fra le Lib. 14.
ſcittà & Iſole di Sicilia, parteggiani di Roma, annouera Malta.
-

Fanno, e rendono ampia ſede d'eſſer ſtata ella ſignoreggiata ,


da Romani, non ſolamente molte medaglie ſtampate in tempo lo
ro, che ſi conſeruano tuttaula preſſo di noi, ritrouate in gran.
copia in diuerſi luoghi dell'Iſola di nobil rilieuo, e maeſtria, 8 in
vna volta fra l'altre più di dodici inſieme d'argento, tutte Roma
ne, ma ancora molte iſcrittioni antiche così nella Notabile, co
me ancora nell'Iſola del Cozo,ſoggetta mai ſempre à Malta; vna ,
di dette medaglie, (ne quiglichi ſegnauano in varie guiſe »
l'imagini delle loro imaginate deità,le diſcendenze, l'attioni gene
roſe,8 eroiche nelle guerre, e ne fagri giuochi, e trionfi, le virtù, i
gouerni d'alcuno, che meritaua, o dal Senato, è da foraſtiera na
tione qualche l'onore, e queſta che qui improntata ſi vede.
--- - - -

-
po6 DELLA DESCRITT. DI MALT A
Dal cui diritto ſpiega vina teſta di donna,armata di celata,co I
ſuo pennacchio,e dal roueſcio vna ben intagliata,e ſcolpita teſta ,
di cauallo,cò lettere ROMA,la qual teſta diciamo eſſere di Pallade,
fondati con l'autorità d'Vberto Goltzio nella magna Grecia, iui
Aomanorum è fol. 22 8. dicendo, ne hec quoqi aliena ab historia,aut
prorſus abſurda fuerit coniettura, authorem horum numiſmatum,vt
hipocratia (lege Hipecauſtria) Arcadia festa, siue Conſualia Roma
mis dicta, simbolo aliquo repreſentet, equi caput, 3 equum expreſsiſe
itidem,g Mineruam galeatam,siue Palladem parte aduerſa, Victoria
verò auerſa signaſſe,aut vittorie Pallantis filiae, quae vti ſupra me
morauimus, Mineruae iuſſu colebatur,rationem habere. Nel qual te
ſto ſi dichiara non meno il diritto, che il roueſcio della noſtra me
daglia,di fino argento,ſpiegando l'wno eſſer il capo di Minerua, è
Pallade galeata, e l'altro la teſta d'vn cauallo, con lettere ROMA:
che in Greco ſignifica forza,e virtù, e perciò le danno quel che ſi
dà alla virtù,8 à Minerua. -

Fù eſſa da Romani così improntata in ſignificatione, 8 eſpreſ


ſione deloro giuochi nominati Hipecaustrie, come ſcriue Plutar
co nelle queſtioni . Inuitauano, e chiamauano ſolo coloro, chà
Minerua ſagrificauano, così detti, perche quiui ſi faceuano molti
ſagrificij , e ſi celebrauano molti miſteri per riſoſpignere, e riuol
ger in dietro le coſe infauſte. I Conſoali poi erano ſagrificij, che ſi
faceuano in honor di Cenſo,il qualera ſtimato, e da loro creduto
Dio de Conſigli,faceuanſi queſti a 16. d'Agoſto.
E già che se fatta mentione di Minerua,detta Pallade da Greci,
hauuta per Dea della Sapienza, e di tutte le buone arti,e ſcienze ,
e che perciò fauoleggiauano i Poeti, ch'ella fuſſe generata ,
dal ceruello, e dal capo di Gioue, non diſpiacerà ai cu
rioſi dell'antichità, che noi quì appreſſo facciamo
paleſe vna picciola lucerna di terra cot
ta, delicata, e ben fatta, ritrouata i
Malta, che preſſo di noi ſi con
ſerua, ſegnata, 8 abbelli
ta, con vn'imagine » C
figura di Mi
Il CTlla se

-
-

Dimoſtrano
LIB R o SE co ND O, NOTI TI A VI. 2o7

- sv - r - l

Dimoſtrano anco eſſere ſtata Malta ſotto il dominio de'Romani


molte iſcrittioni Romane, portate da Giorgio Gualchieri nell'anti
che ſue tauole,da noi dateli,e frà l'altre la quì ſottoſcritta, ch'hab
biamo in poter noſtro in alcuni frammenti, hauendoli ricuperati
doppo l'impreſſione,e memoria, che ne fà il medeſimo Gualthie
riacciò in progreſſo di tempo, che il tutto diuora, e mercè la -
negligenza , e fingardagine di chi ne fù mal conſeruatore,affatto
non ſi perdeſſero, - -

C H RE STI O N AV G. B PR O C.
I N S VL A RV M M EL I T. E T GAV L.
C O LV M NAS CV M F AS TID II S.
E T PA RI E TI BV S T E M PL I D E AE
PR OS E R PIN AE VE TV STATE.
RV IN A M IN M IN E N TI B V S,
... ... ... ... R EST I TV I T.
SIM VL E T PIL A M IN AVRAVITA
D Q
La quale fa verace,è indubitata fede, che ſia ſtata deſcritta nel
ſecolo di CeſareAuguſto che potè eſſer per aluentura negl'anni sesa, i cº..
del mondo 3»6 1.innanzi Chriſto Signor noſtro venti tre
chin
egtepo
li
º dei P. Pe i titto,
2os D ELLA D Esc R I TT. DI MALTA
ch'egli regnaua,quando l'Iſola noſtra ſecondo la lettura, e ſenſo,
che prudetemente diede alla medeſima iſcrittione,il dotto,S: eru
dito Don Pietro Carrera, diligete inueſtigatore delle antichità,no
ſtro amico da molt'anni, con cui l'habbiamo communicata,e cô
ferita,fin d'allora,che ci capitò alle mani, era gouernata da vn cer
to Chreſtione Liberto, (che tal voce ſignificaua la nota E) di eſſo
Imperatore, come altresì Procuratore,ò come ſentono,e vogliono
altri Proconſole delle noſtre Iſole di Malta,e Gozo,douendoſi così
leggere. Chrestion Augusti Libertus Procurator, è Proconſul Inſu
larum,etc. e non Chrestionaugus Libertus Proconſu lis, come alcuno
hà credut o; poiche di queſto nome Chrestio,ò Crestione molti ſi ſo
no chiamati e fra gl'altri vno, che fecongiura contra Coſtant
Imperatore e queſti ſecondo la ſignificatione del nºme, congettu
riamo,che ſiano Greci di marione, l'altro ſentimeto non deue porſi
in conſideratione, perche quel nome di Chrestionaugus, non ſi ri
trouerà giamai preſo alcun'Autore ne può dire, Libertus Procon
ſulis, perche eſſendoſi eſpreſſo il nome del Liberto, non ſi ſarebbe
tacciuto quello del Proconſolo,ne il Magiſtrato l'hauerebbe ſoffer
to. Non deue poi parere inueriſimile, che vn Liberto fuſſe ſtato
aſſonto alla dignità di Proconſolo, 8 al gouerno di queſt'Iſole ,
poſciache è veriſſimo, che i Liberti erano quaſi padroni dell'
Imperio. Lampridio trattando d'Heliogabalo così dice. Fecit Li
bertospresides,legates, conſules, duces. Giulio Capitolino in Antonio
filoſofo. Multum ſanèpotuerunt Liberti ſub da arco,et Vero.Sueto
nio in Claudio Libertorum precipue ſuſpexit Poside» ſpadonem, quem
ettam Britannico triumpho inter militares viros hasta pura donault,
nec minus Falicem, quem cohortibus, et aliis,prouinciaeq; ludeae pre
poſuit,trium reginarum maritum,et Aarpocram,cui lectica per Vrbera
vehead ſpectaculaq; publice edendi, ius tribuit, ae ſuper hos Polybium
è ſtudiis,quiſepe inter duos Conſules ambulabatſed ante omnes Nar
ciſsum ab epiſtolis,et Pallatem d rationibus, quos decreto quoq; Senatus
non premis modo ingentibus,ſel questoriis,pretoriſ);ornamentis hono
rari libenter paſſus est. Il medeſimo Suetonio in Auguſto. Patro
nus, Dominuſo; non m uusſeuerus,quamfacilis, et clemens multos Li
bertorum in honore,et Uſu maximo habait:vt Licinium, Enceladum,
alioſ, etc. Il P.Petauio nell'opera ſua De Doi. temp. lib. xi. cap. xi.
trattando dei Conſoli,ò Preſidenti della Soria, ci dà qualche inſe
gnamento, intorno alla carica del Procuratori di Ceſare dicendo.
Prater hunc Magiſtratum minores alii d fiiaati ſint: maxime Procu
ratores,qui et Praesides aliquando nominantur, ex equeſtri ordine, vel
etiam ex libertinis,quorum oficium fuit vectgalla collgere,et a
a Ci l'Ci
LIBR o s EcoN D o, N o TITI A VI. 2o»
facere. Paulatim verò ius illorum amplificatum eſi : adeo, vt ſaepè de
capitalibus causis cognoſcerent prasſertim in paruis Prouincis,quibus
:

nullus practer Procuratorem ius dicebat. Onde noi più volentieri in


chinamo all'opinione di coloro, che leggono nella ſidetta noſtra
iſcrittione più toſto Procurator,che Proconſul,maſſimamente, che i
Proconſoli erano mandati dal Senato, 8 i Procuratori ſolamente º
da Ceſere,così dice l'Iſteſſo P.Petauio. Che invece poi difaſtidiis,ſi Iiide et cap.ſea,
debba intendere fasigiis, non è da dubitare, ſignificandoſi per que
ſta voce i capitelli delle colonne. Il predetto Chreſtione dunque
con pari pietà, che vana religione verſo la Dea Proſerpina, di cui
v'era il tempio,che minacciaua rouina,quello riſtorò;credeſi che
fuſſe d'archittetura corintia, dicendo Gualthieri nelle ſue anno
tationi alla 341. che fà ſopra la medeſima iſcrittione, con citar Vi
truuio Proſerpinae Ecdes Uti, g Veneris, F lorae, N ymph ruº, ºpere
Corinthio gracilitate in und anti frondium contextu aſſa gol t, con e
habbiamo alcuni cornicioni per autentura dell'Iſteſſo tempio, vin
veſtigio delle ſue colonne, 8 alcune di eſſe incannellate con altri
ezzi di marmi ſi raluiſano hoggi di nel luogo della Chieſa di
S. Michele vicino al giardino detto del Rè, non molto lungi dal
polto, oue fù ritrouata la detta iſcrittione l'anno 16 i 3. ſopra la
collina chiamata A itarſi, che perciò ſi cogettura ſia ſtata fiso del
tempio di detta Dea,dirimpetto alla Città Notabile, ſommamente
venerata dagl'antichi Malteſi, come quelli, che hauendo hauuto
nell'Iſola loro gl'iſtelli habitatori, che la Sicilia, come habbiamo
deſcritto,e tuttaula delcrueremo appreſſo, hebbero ſimilmente la
medeſima religione de Siculi. Horfi con e dal ſuo antico princi
Pio Sicilia fù c onſecrata a Cerere per teſtimoniaza di Diodoro, che Li3.5.
dice. Incolae ha ius Inſulae Siculi è maioribus,per traditionem tot Sae
eulis continuatano acceperunt, / nſulane Cereri,g Liberae,id ſi Proſer
pinae eſſi dicatam. E Cicerone concordando con Diodoro, laſciò Lib.3.in Verre.
ſcritto.Vetus eſl haec opinio,quae conſtat, antiquiſsimi Graecorum
63;

litteris,atq, monumentis, Vaſulam Siciliani,eſſe totana Cereri et Liberae


(lege Proſerpina) conſecrata . Anzi leggiamo,la medeſima iſola
eſſere ſtata data da Gioue in dote a Proſerpina, ſecondo l'iſteſſo
Diodoro nel luogo ſouracitato. Non nulli verò Poetarum fabulan
tur in Plutonis, e Proſerpine naptiis, hanc pro anacalyptris (sic ex
hibita ſponſue munera vocant, cum reteia primànº ficie in viroruna
conpectam predit) nove nutre d leus donatan eſi, la cagione di sì
gran venersione a q ueſte Dee, tù che Cerere prima si ogni altro,
porto la Sicilia, in cóle
pratica & il modo di ſeminar il grano in
guenza in Malta e trouo 'vio del pane. Gl'Atenieſi liberamente
- Dd confeſſano
a 1o DELLA DESCR IT T. DI MALTA
confeſſano,che queſta inuentione è de Siciliani, e di Cerere Sicu
la, e dicono per queſta ragione,eſſere più obligati a Siciliani, ch'à
gl'Egittij, quindi Quidio cantò, - - -

Prima Ceres homine,ad meliora alimenta vocato


Lib. 3. Fafi, Autauit glandes vtiliore cibo.
Illa iugo tauros,collum praebere coegit,
Tunc primàm ſoles,eruta vidit humus,
Et appreſſo. -

Terra tribus ſcopulis,vastum procurrit in aequor


Trinacris,a positu, nomen adepta loci,
Grata Domus Cereri.

s
- - --- - - - - -

Laonde i medeſimi Malteſi, oſſeruando l'iſteſſa religione ver


ſo Proſerpina, ſcolpirono ad honor di lei in vn pedofilo anti
co di marmo,d'altezza tre palmi,e di larghezza due, S. vn terzo,
in tutto ſimile à punto alla di ſopra poſta figura, il ſimbolo del
le tre gambe, 8 in mezzo la teſta di detta Dea a guiſa de Sici
liani in tante loro medaglie ; ma non crediamo ch appò eſſi, fi
no al giorno d'hoggi ſi conſerul,vna memoria cotanto antica ,
e ſegnalata, com'è queſta, che ſi ſcorge nel giardino della noſtra ,
caſa di S. Giacomo, ritrouata alcuni anni ſono qui in Malta, nella
cala, o porto di S. Paolo, donde l'habbiamo fatto condurre per
mare in detto luogo. Ma chi sa per auuentura ſe il medeſimo pie
deſtallo
IIB R o s EcoN D o, NorI TrA v1. 2
deſtallo con quel ſimbolo fuſſe ſtato della ſtatua d'eſſa Dea; men
tre di ſopra vi ſi veggono i veſtigioue neceſſariamente riſedeua ,
e poſaua qualche ſimulacro Fù queſta Dea nomata Proſerpina Si
cula, quindi Glouenale. - -
sat. I 3.
– Sicula,toruus cum coniuge Pluton
E Seneca nell'Ercole furibondo. -
Vidisti Sicule,regna Proſerpine. - : - -

Alle quali Dee, credendoſi i Siciliani, e con eſſi loro, i Malteſi


grandemente obligati, non tanto gl'innalzarono tempi in ogni
f" ſtatue,e l'effigie loro improntarono nelle medaglie, e ne
marmi, ma ardendo oltre à ciò di ſommo deſiderio, di maggior
mente renderſi grati , ordinarono ch'ogn'anno in certo tempo
determinato, non meno a Cerere, ch'à Proſerpina ſua figliuola,ſi
faceſſero ſagrificij, ſolennità, é honori, per dimoſtrar il riconoſci
mento loro del benefici, che ſtimauano hauer riceuuti dalla cor
teſe mano di quelle finte, 8 imaginate Dee,celebrando particolar
mente le feſte di Proſerpina in tempo, ch'erano le biade già matu
re,con quella riuerenza, magnificenza, e pompa,che ſi coueniua.
Non ci rincreſca vdire la teſtimonianza, che ne dà Diodoro in co Lib.1.cap.2.
fermatione di ciò, che diciamo. Qua ex republicè hanc Deam pre
ceteris coluere,tùnſacrificiis ampliſsimis,tùn Eleusine miſteriis,que ob
antiquitatem,caftimoniamº; pud omnes hominesſunt vulgata. Cuº
multi ab Atheniensibus humanitatis,gratia,frumetum accepiſſent pro
ximis illuc incolis impartiti ſunt, atq, exinde per totum fere orben esi
diffuſum . At Siculi cum propter caeteris, Proſerpin aeq; cum ipsis fami
liaritatem primifrumenti uſum percepiſſent, vtriq, earun Sacra,cere
moniaſ, diuerſo anni tempore instituerunt. Proſerpinae quid m meſe
sis tempore,tanta castimonia, studioque, quantam tanti doni ratio po
stulabat.
Da che poſſiamo cd ogni ragione comprendere la cagione,ch'
hebbero i Malteſi di venerare, S adorar Proſerpina, e di alzarle il
tempio,e perche l'Iſola loro è fertiliſſima, vollero ciò dimoſtrare»
gl'antichi Greci ſuoi habitatori, con il geroglifico della ſpiga di
grano, ſimbolo di fertilità, intagliata e ſcolpita nelle medaglie di
Malta, come tal'hora ſoleuano altresì gl'antichi,coronardi ſpighe
il capo della medeſima Dea.
Non meno danno atteſtato, e rendono chiara fede, che la no
ſtra Iſola habbino ſignoreggiato i Romani,le iſcrittioni regiſtrate
dal Gualthieri, iui Cauli Inſula è fol.32.oue ſirauuiſa,la preſente.

Dd 2, º M. Vallio
- prLLA D E scrit T. DI MALTA
Intra portan
Oppidi.
M. VALLIO, C. F. QVI R. RVF O, E Qy o Pv
E L I CO. E X O R NATO. A. D IV C ANT ON I
N O. A V G. PIO. PL E B S. GAV L I TAN A. E X
A E R E. CON LA TO. O B. M E R I TA. E T lN
S O LA CIVM C. VALI, I POST VM I PATRO
N 1 M VN I CI PI I PATR IS E I VS
. . . . . . . . . . . . . . . . m A TER . . . . . .
Per teſtimonianza della quale ſi moſtra ben chiaro, che nel ſe
colo, e nell'Imperio d'Antonino Pio l'Iſola del Gozo, e per conſe
guenza il popolo Gaulirono godena dell'honore priuilegio, e pre
rogatiua Municipale, governandoſi col ſuo proprio rito, e leggi,
vſando ancora i medeſimi ottici), dignità, 8 uomori, che viaua il
opolo Romano,hauendo eſſo parimente per gouerno l'ordine del
i" , come più diſteſamente porremo in chiaro nella quì
Orbis Mariti
mi lià. I cap a 3
ſotto iſcrittione. E però Moriſoto commendando Rauenna perche
ſia ſtata Municipio della Città di Roma,ſoggiugne a paleſarci le di
lui prerogatiue in tal guiſa.Cum situs loci adclaſem opportunum iu
dicatum eſſet,ihi M.unicipium collocatum,cuius ciuesſuffragiis, mune
ribus,g honoribus iſdem,quibus reliqui Ciues Romanifungebanturi
cum immunitate tributorum. - a
-

. . . . . . . . . . . . . . . . . . TI -
. . . . . . . . . . . . . . . . . S - - - -
I M P. M. A V R E L. A N TON
N I PII A V GV S TI, L. SE PT i
M I. SE V E R I PERTI
In Baſi, que N A CI S AVG, A R A B I CI
erata a Micel ſia A DI AB E N I CI. PA R TH I
J. Georgii in-s
R b bato. CI. MA X IM I. P O N T. max.
Fioggi è nel ca O RD O D E C V R I O N V M
po della ſcali
nata per andar . . . . . I V R R . . V T E . . . PV B L I
al Qaſiella, - . . . M O . . . . . . ST O.
Era coſtume perpetuo, e coſtante de Romani di fare,e diſciorre
i voti fatti, o per l'eternità dell'Im perio,ò per la ſalute de'Cittadini,
ouero per quella dei Principi,ò d'altri Preferti, e Magiſtrati gran
di,ch'haueſſero il gouerno della Republica; la onde ne gioua cre
dere per alcuno di queſti effetti,haueſſe l'ordine de'Decurioni reſi
In Verr.6. AA. denti in queſt'Iſole come Città MivNICIPALI de Romani, dai quali
ſecódo,ch afferma Tullio,furono i Malteſi chiamati Soci, drizzata
queſta sì fatta iſcrittione, per la quale veniamo in cognittione,che
i Decurioni haueuano Magiſtrato nell'iſteſſe, il cui carico era ,
inuigilare s & hauer cura di tutta la Città, e de gl'offici, maneg
- - - giando
LIERo se con D o, NoTITI A vI. 2,
giando i publici negotij,in guiſa appunto di Senatori.Furono no
minati Decurioni,perche ſul bel principio quando ſi conduceua
no le Colonie in qualche luogo,la decima parte di eſſe,ſi deſcriuc
ua per cauſa del publico conſiglio, che perciò ſi chiamauano Padri
della Città,Curiali dalla Corte,oue conſigliauano, e Poſſeſſori, non.
ſolamente perche non ſi poteuano crear poueri , II) Q d'auuantag
gio,perche poſſedeuano i campi, 8 i poderi della Republica. Caf
ſiodoro chiamolli Senato picciolo, neruo, e forza della Città, per
che in molte coſe imitauano il Senato Romano,ad eſempio di cui
i figliuoli de Decurioni ſeguiuano le veſtigia,e la traccia de Pairi,
& i nomi dequali, come quelli de Senatori ſi ſcritteuano nella ta
uola, che Albo s'appellaua : la onde ſi come quelli in Roma, così
queſti ſi chiamauano Padri della Città. Ambroſio Calepino nel
ſuo Dittionario. Decurio quasi Senator in Municipio, aut Colonia.
“Nano quod Roma erant Senatores,id in 44 unicipiis, Coloniis erant
Decuriones. Dicius est, Auétare Vipiano, quod initio quum dedeceren- - - -

tur Colonie,decima pars deductorum conſcribi ſolita sit, & Aleſſandro g" li3.

d'Aleſſandro. F uttq, Pomponi, opinto, eos ettam, qui in Senatum, (gi


Concilium publicum adſciti fuerant, cum Colonie deducebantur, quasi
Principe, Colonia,quae pars decim a Colono u erat, Decurionum nume
ro cenſori. Tale per l'appito era l'ordine de'Decurioni in queſt'Iſo
le,delle Città loro,MVNICIPALI del Popolo Romano. Secondo poi
e conforme alla grandezza della Città erano queſti Decurioni più,
ò meno,tal hora ſette, quando dieci,donde fù detto Decemprimatus
da Latini,
Souente ſe ne creauano venti,nomati Icoſ prothi, quindifà ori
ginato,e ne nacque l'honore dell'Icſ prothia. Ma in Aleſſandria
leggiamo eſſere ſtati cinque ſolamete,chiamati Summates,de quali
giudichiamo in neſſun altro luogo eſſere ſtato minor numero di
cinque, come douette eſſere quello di queſt'ordine de Decurioni,
utenticato, e confermato davn'altra Iſcrittione del Gozo, poſta ,
quì aprcſſo,che rende più chiara & indubitata ſede di quanto hab
biamo ſopra di ciò diſcorſo.
Da Sebaſtiano Erizzi nella dichiaratione di medaglie, ne vien fel 137.
portata vina, ritrouata negl'antichi marmi di Germania, fatta in.
preſagio della ſalute degl'Imperatori, ch'è vn manifetto riſcontro
non diſſimile dalla noſtra iſcrittione ſudetta, colà dunque, S in
quella come ſegue ſi legge.

Pr6
a 14 DELLA DESCRITT. DI MALTA
I. O. M.
Pro ſalute Imp. L. -

ſeptimii Seueri Pii


Pertinacis Aug. Ara
bici Adiabeni Parthi -

ci Maximi gr Imp. M. -

Aurelii Antonini Aug.


v (3 L. Quirinalis Ma -

«imus Trib. Milit. leg.


- X. Germa. P F.P.S. L. L.Ai M.
fol 15o. E Tomaſo Fazello ne riferiſce vn'altra parimente ſimile,innal
zata già nell'iſteſſo tempo dai generoſi Panormitani di queſto
tellOre , -

Imp. Ceſ L.ſeptimiſeueri Pii


Pertinacis Augusti Arabici
Adiabenici. Parth. M. Tribu
niti a potestate vit. Imp, xi.
Coſ II.PP.0 Imp. CaſAA.Aure
lii Antonini Aug. Trib. pot.
Domino Indulgentiſsimo
Xeſpub. Panormitana I V. Vir.
P.Ruffini
ci
Satyri Donati,
D. D.
grl AA. Mar
Autentica la noſtra di ſopra poſta iſcrittione,oue ſi contiene ,
che vi fuſſe ſtato nel Gozo l'ordine de'Decurioni,e loro Magiſtra
to,q ueſt'altra belliſima, che ſieguepiena d'eruditione, la quale e
beriche ſia in alcune parti mancheuole, ad ogni modo dichiara -
quella, ch'habbiamo ſpiegato, e non laſcia di darci a diucciere la
nobiltà all'hora del luogo.
In angulo Cae e - e a e QVIRO POSTV . . . . MVNICIPII . . . .
metery Diuae
Marte de Vi , . . . ADRIANI PERPETVI. QVINQ. DECVR. IVDI
ctoria, ſue gra QVATRINGENARIOS ADLECTO. A DIVO ANTO
tiarum, erat io
.ſa Eccleſia preus nino Aug. PIO. OMNIB. HONORIB. CIVITATIS SVAE HO
dicata S. Aga nesi E FVNCTO. lTEM. LEGATIONE GRATVITA APVD
thae.
. . . HADRIANVM ET APVD AMPLISSIMVM ORDINEM
DE . . ALIB. REDHIBENDIS PLEBS GAVLITANA. EX
AERE CON lato ob, PLVRA MERITA EIVS. C) D. D. vo
Che ſia ſtatà queſta iſcritrione indrizzata nel Cozo ad honore
di qualch'vno de Decurioni, ch'erano di numero cinque,ſi caua
aſſai bene dalla medeſima, che fuſſe decretata dalla plebe Cau
litana, frà la quale non poteuano eſſer compreſi i Patriti con
- forme
LIBR o sE coN D o, No TITI A VI , 1;
forme al parer di Capitone l'Iſtorico, che laſciò ſcritto. In Populo
omnis pars Ciuitatis, omniſp, eius ordines continentur, Plebs oerò in
ua gente. Ciuium patritie non inſunt,6 c. così pure leggiamo,che
la Plebe della Citta di Bergamo, habbia fatta fare in quei antichi
tempi vn'iſcrittione in tal guiſa. -

C. Cornelio. C. F. Municiano Praef Coh.


prim. Damaſc. Trib.mil. Leg III.
Aug. Praef. Fab. Curatori Reip.Otesimorum.
I I I I. Vir. I. D. Pontifici flamini in Dtui
Claudii Bergomi Patrono Plebs Vrbana.
Sieguono queſt'altre due, che ſi rauuiſano nel Gozo dirette à
Giulia madre d'Auguſto.
C E R E RI. I VL IAE. A V G V S TAE In Aediº Iaco
bi Scirica ad ſi
D I VI. A V GV STI. MA TR I damenta, qui e
TI. CAE S A R I S. A V G V STI alia r era at D.
li laſci de Ala
L V TA TI A. C. F. SAC E R D OS A V GV S, gona.
I M P. PER P E T VI • • •A V G. . . . .
• •

M. I V LI O. M, F, QVI O PT A TI FI . . .
I V L I AE. A V GV STI. I M P. P E R PET. . .
L I B E R 1 S. . . sibi . . . . C O N S A C RA V. . .
Sicit antiq taº.
CEREAL IV LIA E, dice Gualthieri, Graecae ſerutlis adulatio animadue g . 339
mis ritus fuit, illustria nomina Diuorum albo inſertis,aſſociare. Quod
Latini aemulati, louem Augustum, Drusillam Vencrem, Iuliam hic
Cererem dixere. -

I VL I AF. D O M I Tian AE. A V G. In altero Raſi


apud Fcciºſi m
M A TR I S. C A ST. A V G VS TO R VM S. Georgj in
Rebh.:to.
I M P. CAE S. L S E P TI M I Piaggi e nel ca
S E V E R I PER TI N A CI S. po della ſalina
A V G. con I V GI. ta del Cifiello.
M VN I CI PIV M GAV.
GV L. P. P. -

C V R A N T E D A PSI
e e « e » » e « º a o • • N O.
Vn'altra iſcrittione parimente ſi legge nell'Iſola del Gezo, con i
queſte lettere. - -

Ex tranſeeſo
C) D. N.C. A V R. . . . E R . . . -
latere Baſir ad
C O N S TAN TI O A V G. Eccleſiam 'an
cli Georgij.
R. P. GAV L. C V R ante.
F. P O L LI O N E . . “ R V F O.
I I I VI R. R.

Per
a 1c DELLA D E Sc R I TT. DI MALTA
Per la quale ſi dimoſtra apertamente, che non ſolo nel ſecolo
del Dominio Greco, quado queſt'iſola noſtra fà fatta Colonia de'
Greci,come di ſopra dimoſtrammo, ma in quello de Romanian
cora, come c'inſegna la preſente iſcrittione, rimaneua tuttaia,
nell'Iſola Gaulitana qualche ombra dello ſtato di Republica, S: in
Anno Chriſti
3O6.
tempo, che imperaua C. AVRELIO COSTANZO. ( Queſti
Anima duerſi 55 fù il Padre del Gran Coſtantino, ſecondo il giu licio di Gua, nie
ed antiq, tab. Si ri) leggendouiſi le note abbreuiare. R. P. GAVI, che voglio –
etniae, -

dire, e ſi eſpongono Republica del Gozo, ne sieue di ciò alcuno


marauigliarſi (atteſa hoggi la qualita del luogo) men re quella ,
d'allora che godeual nonor, e priulegio di Mi VNICIPO RO
MANO, lo faccua si riguardeuole, che poteua ben conuen rgli
Animadeerſ uel nome, come ce ne fa fede l'iſteſſo Gualchieri . Caeterum in
I 14.verb. Reſ.
A4 unicipiis Kiſp. fatt, quae i ſdem quibus A ma,Sacerdotibus, Magi
stratibu, 3 si due ſi appellitione rogebani ur, hauendo i Romani
oſſeruato di ſcrivere con ſimili abbreuiature il detto vocabolo, sì
nelle publiche iſcrittioni, come nell'antiche medaglie. Quindi
e fol. 15r. ſpiegando eſſo quelle note, III VIR. R. P. C. dice III. Viros Rip.
constituendae.Augustus pace cum Antonio redempta,biduum habito col
loquio circa Mutinam in uemit, ad tollendas ciuiles diſſensiones. Così
parimente fù oſſeruato in prontarſi nelle medaglie; Guglielmo
Nel diſcorſo del
la relig, antica e Choul, vna fra l'altre di Marc'Antonio Triunuiro in argento
de Rom fol 188 porta in queſta guiſa. Quiui ſi ſcorge l'effigie di detto Impera
dore con lettore M. ANT. IMP. dal roueſcio ſi mira il famoſo
ten pio del ſole in forma quadrata, con lettere III VIR. R. P. C.
cic e 7 rium utr Keip. constituendae, 41 arcus Antonius Imperator. In
F.27. vn'altran.edaglia d'Auguſto Trium uito in Argento, in cui ſi vede
da vna banda la teſta d'Auguſto, con lettere III. VIR. R. P. C. C.
CA ES. R. dall'altra l'imagine della Concordia, che con vna ma
no ſoſtiene vn cornucopia,e con l'altra preſenta corteſe, delle frut
ta à i Triumuiri, che furono Lepido,Ceſare, & Antonio.
Finalmente fà da noi trouata nella ſopradett'Iſola, vicino alla ,
porta del Caſtello ſul ponte, nel piedeſtallo,che regge vna ſtatua ,
(come la qui appreſſo diſegnata) queſt'altra iſcrictione, di cui per
che ſen giacea mal conoſciuta, e manco ſtima a inueftigammo i
caratteri, ch'oſcuramente vi ſi rautiiſano, e rendono il ſenſo im
mediatamente poſto,nel di ſotto della medeſima Statua.

Ceſtio
LIBRO SE CON D O, NO TI TI A VI. a 17

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D'altezza palmi ſette.
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cE sTI O L. F. PO A MP GAL 1 o vA -,

R E NI A NO LV TA TI O NATALI A EMI
LI A NO PATR O N O M V N I CI PII O
L. M A R CI V S M A R CI A N VS AMICO OPTIMO
V. KAR IS SI M O SIBI HONORIS CAVSA. S: L.
Ec Queſt'
2 18 DELLA D E SCRITT. DI MALTA
Queſt'honore,fù fatto forſe à quel Ceſtio Gallo, Legato della .
Soria,che fù cacciato da Giudei,inſidiando Gieruſalemme,fù que
gli, che fegrandiſſima ſtrage degli ſteſſi, in vina ſanguinoſa, e l

Cap. 22.23.24. memorabil guerra, come racconta Gioſeffo, de Bello Audaico. Il


Patrono del Municipio del Gozo,parola notata nell'Iſcrittione,ſti
miamo, che frà gl'altri, ſia ſtato qualch'vno degl'Emiliani Conſoli
Romani, cioè a dire è Emiliano Collega di Clodio Albino,ò di Pe
regrino, è di Aquilino.
Per alcune dichiarationi delle ſoprapoſte Iſcrittioni, cioè di
2 e fol.127.tſ
gue ad 131. quelle che ſono anco portate da Gualthieri, rimettiamo il curioſo
lettore alle annotationi del medeſimo,il quale facendo particolar
ponderatione alla qualità de Magiſtrati che haueua il Gozo, alcu
ni de'quali erano de maggiori, e più nobili A4unicipali, conchiude
in tal guiſa è gloria della noſtra Malta. Cum ergo in parua hac In
ſula Gauli vt que xxx. tatummodo milliarta ambit,omnes illieminen
tiores honores fuerint; quid cenſes de Melita ? que nomine, g amplitu
dine,illam longè precedit. Ma terminiamo il preſente diſcorſo, e ra
gionamento,cò moſtrar i diſegni d'alcuni reſidui di ſtatue,ed'an
tichi marmi; de'quali i primi ſono in poter noſtro, gl'altri nella ,
Città, e ſuo Rabbato, veſtigi tutti, come giudichiamo di quei
tempi e ſecoli,quando l'Iſola noſtra ſoggiacca al potentiſſimo Im
perio de Romani. -

Non laſciando però di ſoggiugnere, che diuenuti talorai Mali


Lib. 43.
teſi poſſenti nel mare, ogni luogo infeſtando ci le ſcorrerie, (il che
Trogi ºgº ſe creder vogliamo à Giuſtino Iſtorico oue diſcorre de'Foceſi, illis
temporibus gloria habebatur, ) ardirono intrepidi ſottrarſi da quel
Circiterann.
giogo ſignoreggiante quaſi l'vniuerſo tutto, quantunque da
ante Chriſti or Ceſare il Dittatore è viua forza d'vna fiera,e faticoſa guerra,fuſſero
tuº 45.
ſtati di nuoto ſoggiogati, come ſcriſſe Appiano l'Aleſsadrino rap
In Theatro vi- P ortato dal Bierlingh Canonico d'Anuerſa,cò queſte parole. Appia
tae humo.ltt. E.
P4 - 347. nus Alexandrinus ait Ceſarem Melitenſes,cum defeciſſent, magno, gr
difficili bello ſuperaſſe, quod maris potentes eſſent, gr excursionibus om
mia loca infestarest,accesis in antibus,reliquos captiuos venundarent.
guoniamº igitur tanto labore illos domuit,eos magnis opibus,g viribus
instrucios fuiſe oportet: ac licet, victis Carthaginensibus à Roma
nis ſubai fuersnt; tamen recollegerunt ſe, E T V I RI 3 Vs
S VP E RA o R E S
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LIB Ros EcoN D o, NoTI TIA VII. 21»

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LI BR O SE CON D O, NO TI TI A VII. 22
MALTA RICEVE LA SANTA FEDE CHRISTIANA
dal glorioſo Apostolo S. Paolo,che vi venne con S. Luca
(gi gli altri ſuoi Compagni.
N O TI TI A SET TIM A.

F In'hora ſi è gloriata l'Iſola noſtra eſſere ſtata habitata dalle più


celebri, e valoroſe nationi,ch'haueſſero giamai ſignoreggiato
il mondo, adeſſo ſi vanta d'hauer veduto vna delle tre coſe cotan
to deſiderate da S. Agoſtino (ò chi che ſia) l'Apoſtolo a i gentili
predicante, che fù con la venuta a lei in tempo della ſua lunga -
pellegrinatione, e pericoloſo naufragio, cagione à noi di tanto be
ne, hauendo portata a noſtri Malteſi la cognitione del vero Dio,
la ſalute dell'anime, e l'oſſeruanza de precetti diuini,con la diſtrut
tione della perfida,e maledetta idolatria: concioſia coſa, che in ve
ce di venerare quei bugiardi,e falſi Dei di Giunone, Ercole,e Pro
ſerpina (Deità tutte ſognate) n'inſegnò adorare il verace Iddio,
vno in eſſenza,e Trino in perſone,Padre, Figliuolo,e Spirito Santo
Trinità ineffabile, Fortunata Malta in queſta guiſa dalla tua ori Diodoro Sieri,
-

gine chiamata, ſolo per eſſere ſtata da Popoli Tirij habitata. Ma - -

fortunatiſſima vie più d'ognaltra terra, per hauer fra le prime


dell'Vniuerſo riceuuta la vera fede di Chriſto, per bocca della trom
ba dello Spirito Santo Paolo Apoſtolo; onde ſi poſſiamo, e con
altrettanta ragione dir , quello appunto ch vn ſaggio Orato
re de'noſtri tempi,degnamente lodando la ſua Città, proferì con .
ueſte note. Benedetta l'amabiliſsima carità del nostro Dio, che non
aſpettò l'hora vndecima ad inuitarci operari nella ſua vigna: ma
così a buon hora ci fece ſuoi, che gloriarsi potiamo
d'eſſer de più antichi
christiani,ch'habbia l'Europa, trouandosi ben poche Chieſe, che ò prima
della noſtra habbino riceuuta la fede, è più tenacemente l'habbian
ſerbata. Dimorò in Malta l'Apoſtolo per noſtra buona ſorte, e per
ſingolar fauore fattoci da Dio tre meſi, quindi Aratore Diacono
così cantò nel ſuo ſagro Poema. -

Mensibus hibernistribus,in regione Melite


AMultiplicem dat Paulus opem
Qua egli º tutte quelle funtioni (ſenza perdonarà fatica di ſor
te alcuna) conueneuoli ad vn Apoſtolo, e vigilantiſſimo Paſtore
dell'anime Chriſtiane, amato gregge di Chriſto; facendo, 8 ope
rando il Signore, per mezo di lui moltiſſimi miracoli, e ſpecialme
te priuilegiando con particolar prerogatiua,queſt'Iſola, che oue
prima era infeſtata da velenoſiſſimi animali, non poteſſe per l'au
UlCI11TC
2.2 r ELLA D E scr ITT DI MALTA
uenire, eſſer tocca giamai,8 auuelenata da ſerpi,vipere,e ſcorpioni,
ſi come in effetto "
gratie à Dio,S al glorioſo Apoſtolo,dalle
pietre,e terra della grotta, la qualegli ſouéte frequentò,ſi veggono
foAusp.3 lib.s. miracoli chiariſſimi 8. euidentiſſimi, Anzi,(quel che arreca mag
ſ: i; gior ſtupore,e merauiglia) da tutta la terra di Malta, ſi ſperimenta
f 869. no ogni dì,nuoui prodigi, operati da Dio onnipotente, a prò de
mortali, mercè al fauore, che ci ha fatto S. Paolo, e ciò in tutte le e
parti del mondo, S. ouunque ſia traportata.
sian hiſ li si Di queſta venuta Maurolico dice così. Paulus, Apoſtolus ex per
- ſecutore fattus,Chriſtum cócionabatur,qui a Iudeis coram Felice, dein
coram Feſto Preside iniuſtè criminatus, ad Ceſarem cum appellaſet,
vinctuſ, Romam duceretur, poſi tempeſtatem,apud AAelitano naufra
gium paſſus,in dithalaſum locu incidens,ab Incolis igne,dum cum cete
riscaptis refocillatur, viperae de ſarmenti caſi, egreſsae,morſum elip
ſussà Publio Inſule Principe, in triduum hoſpitioſuſceptus,eius Patren
febre,ac diſſenteria languentem,precibus praeſtitit ſoſpitem. Tum qui
cunq; in Inſula egrotabant,similiter ad Apoſtclum accedentes,curaban
tur. E quì ſi auuertiſce il Lettore, che il naufragio di cui ora ſi fà
mentione, non eſſer alcuno di quei trè, accennati da S. Paolo, Ter
Cap. 11; naufragium feci, nella ſeconda epiſtola ſcriuendo a Corinti prima,
che gli accadeſſe in Malta queſto quarto, come oſſerua il Baro
nio,& il P. Laurenti.
Auuenne deſſo l'anno di noſtra ſalute 58.e 57.dell'età di S.Pao
..": iº lo nel Conſolato 2. di Nerone, e di Lucio Calfurnio Piſone, e
& isi. nel ſecondo del ſuo crudeliſſimo, & odioſo Imperio. Onufrio
ºººº Panuino nella Cronica Eccleſiaſtica, proſeguendo con accuratez
creat.del mondo s - - - v . - - - - a -

4C4G.
Beda, e Giuſeppe
za l'ordine
ſt l
de'tempi, così l'eſpuone,
A di li

aggiugnendo
èo d
diipiù, che l
( ir li
v

Viſconte. Apoſtolo entrò in Roma a 6. di Luglio, e ſecondo San Girolamo


P. Sigiſmondo
- l'anno 25.doppo l'Aſcenſione di Chriſto noſtro Signore al Cielo,
D - - - - o 1 - - -

z, il 1 5. del Pontificato di San Pietro, e terzo di Nerone del meſe di


º º Maggio, come vuole il Card. Baronio, il che ha più del veriſimile,
poiche tolti i tre meſi,che fè dimora in Malta,ſeguirebbe il naufra
gio eſſer occorſo nel meſe di Febraio,ſtagione appunto più cria
- - º r , º

dell'interno in queſt'Iſola. -

Però noi s'haueſimo a dare il parer noſtro circa il tempo della


partenza di S. Paolo dal noſtro porto, è entrata ſua in Roaia,coſa
tanto dubbia,e controuerſa preſſo gl'Autori, diretlimo che queia
fuſſe ſtata fragi'vltimi dieci giorni di Maggio, e queſta intorno
alli 6. di Giugno, e non di Luglio; Impercloche ſupponendo ca
Baronio,che'l Vaſſello nel quale sinibarcò l'Apoſtolo ſi ſia docu
to metter in viaggio (post or uso Pleiadan) come dice l'iſteſſo Car
dinale
LIB R o SE e OND O, NO TI TI A VII. 22;
dinale mentre allora comincia farſi buon tempo al nauigare, cioè
da 27. di Maggio, per atteſtatione di Moriſoto, Post oriumpleia Lib. 2. Oebis
Aarit. cap.45.
dum a die 6. Kal. Iuniarum vſq; ad Arcturi ortum,idest in diem xviii.
Kal. Octob.ſecura nauigatio credebatur, quia beneficio estatis vento
rum acerbitas mitigatur, adducendo l'autorità di Vegetio derè mi Lib. 5.cap.9.
litari, è forza dire, ch'ei partiſſe ne'detti giorni di Maggio poco
prima, ò doppo la naſcita della ſignificata coſtellatione, e ch'ar
riuaſſe in Roma in quei primi giorni di Gili gno, contando dodeci,
ò tredici,chc S. Luca vi frapone eſſer traſcorſi nel camino: il che
molto s'accoſta a quello ſi dirà quì appreſſo in vna ſcrittura, cioè
che S. Paolo faceſſe la ſua partenza a Xx. di Maggio, e ratifica in
conſeguenza eſſer accaduto il naufragio in Febraio,doPpo il digiu
no,ch'eſprime S. Luca, 3 cum iam non eſſet tuta nauigatio,eo quod
(9 ieiuntum iam prateriiſet, benche il P. Tomaſo Maſucci nella vi Lib. I I.cap.3,
ta di S.Paolo riferendo l'opinione ſeguita dal Bellarmino,e dal Ba
ronio,che per queſto digiuno intenda l'Euangeliſta quello di De
cembre degl'Ebrei, e non già de'quattro tempi de Chriſtiani, ſi
sforzi di voler prouare,e con autorità d'altri Padri, che per il detto
digiuno,eſſo vogli parlare di quello del ſettimo meſe che corriſpo
de al noſtro di Settembre, e parte d'Ottobre, che ſi celebrauain
torno all'equinottio autunnale, e che fatto queſto, ſeguiſſe il nau
fragio, in modo, che paſſati i tre meſi in Malta, ſi partiſſe di quiu
l'Apoſtolo ſul fine di Decembre, parendogli, che altrimente pur
troppo tempo ſi verrebbe a dar " dalla Paleſtina,ò Soria
(di doue egli,con altri ſuppone, che S. Paolo,e compagni ſi fuſe
ro poſti in camino per nauigare, doppo la Pentecoſte,cioè,come
contano alcuni poco prima del meſe d'Agoſto) fino al giugner
in Malta; nientedimeno all'altra opinione noi ci accoſtiamo più In Hiſ. libri
volentieri,atteſa maſſimamente l'autorità di Pietro Comeſtore, ch' Aci. Apºſtolori
afferma il digiuno del decimo meſe, ſi faceſſe in Gennaro, contan adcap. 27. c.sp.
I 18.
do gl'Ebrei Aprile per il primo; e diuiſando in oltre, che mentre
fin d'allora, che capitò la naue in Candia, ſi fece conſiglio di colà
fermarſi per ſuernare, il che ſi fe poi in Malta,in quei trè meſi del
ſuo ſoggiorno, come ſi caua dal teſto di S. Luca, e che dalla Soria
ſino a Candia,col poco camino per i venti cotrarij, che quaſi ſem
pre ſoffiarono, col trattenimento ne'primi giorni a Sidone,oue fù
laſciato S. Paolo andar à riuedere gl'amici per diportarſi con eſſi
loro, (mercè la corteſia dell'amoreuole Giulio Centurione) e ne
gl'altri luoghi a quali approdarono; Il che tutto gentilmente a
noſtro propoſito, vien deſcritto dal dotto Don Franceſco de Que
uedo Caualier di S. Giacomo, nella vita di S. Paolo, con le parole e
- ſeguenti.
2 24 DELLA D E SCRITT. DI MALTA
º II e. pag.2,
ſeguenti. Llegaron a Sidon eldia siguiente, y Iulio compadecido de los
trabajos del Apostol le permitià fueſſe a ver a ſus amigos, y a deſcanſar
con ellos. Salieron de a quel puerto, y los vientos contrarios deſuariaron
ſu viage a Chipre, y nauegando el golfo de Cilicia, y Pamfilia arriba
ron a Listra Ciudad de Lucia, donde hallando el Centurion Iulio vn
nauio de Alexandria,que iba a Italia se embarcò en el con todos los aue
lleuaua a ſu cargo. Proejauan con los vientos contrarios, que les p:
ron detencion de muchos dias, y a penas pudieron dar vista a Gnido,
porlo qualles fue forgoſo arribar à Cretaranto a Silmon. E finalmen
te nell'indugiar in Mira,Città della Licia (Veſcouado di S.Nicolò,
come legge Chriſoſtomo,S: altri Greci,ò non in Liſtra, che è nel
la Licaona)per traualarſi dalla naue Adrumetina, nell'altra d'Aleſ
ſandria, che veniua in Italia, vi potè paſſar lungo tempo, e maſ
ſimamente che non ſi nauigaua in galere,ò altri vaſſelli da remo;
ne al P. Maſucci, è ad altri Scrittori, chi ſi ſiano, ſarebbe paruto
dilungato molto il tempo di quella nauigatione,ſe haueſſero ſpe
rimentato il tardarſi tal'hora i meſi interi a poter viaggiare ſolo
da Malta a Siracuſa,tragetto,che per lo più ſi ſuol paſſare in meno
di ventiquattro hore come lo paſsò S. Paolo: patendo le coſe del
mare tanti,e ſi diuerſi accideri per la loro inſtabilità,8 incertezza.
E per vltima ragione contra il ſentimento del P. Maſucci, che
vuole il naufragio auueniſſe trà il Settembre, 8 Ottobre nell'au
tunno, adducemo, che per ordinario in Malta in quella ſtagione º
ſono i tempi talmente dolci,e temperati, che più toſto hanno dell'
eſtate,che del verno, mentre tuttauia durano gl'ardori,e caldi, co
me ſperimentano gl'habitanti,il che mal s'accorda con quello,che
dice S. Luca, che allora faceſſe freddo,e vi fuſſe biſogno d'accen
der fuoco propter imbrem,qui imminebat, g figus, quando l'Apo
ſtolo con gl'altri naufragarono; il che per lo più in queſt'Iſola ,
ſuol prouarſi in Gennaro, è Febraio, tefmpo appunto, ( e non in.
Settembre, od'Ottobre) da ritrouarſi copia " fermenti, co quali
Mi3.2 Aº:
S. Paolo raunati che gli hebbe,volle far maggior fiamma nell'ac
ceſo fuoco, e per vltimo s'aggiugne,che Aratore intendendo, che
l'Apoſtolo ſuernaſſe in Malta ne poſteriori tre meſi, doppo hauer
CalliatO .
A4ensibus hibernistribus in regione Melite
A Multiplicem dat Paulus opem
Proſegue Pullulat interea nitidi coma fondea veris
9uo iuueneſeit humus ſeniofagiente pruine,
Suſeipienſ, ratem, velis cedentibus, auster
Prebuttaligeras placidis influctibus vndas.
Ma
L I B R O SE CON D O, NO TI TI A VIL s
Tauola della Cala tal Puales, è di S. Paolo, oue si dimostra il luogo in cui si
ruppe la 72naue,
dts &
e fece naufragio l'Apostolo. -

a
- -

– l

t- - - - - eE - -

-
= = He - = TD t- =-
ei -

per ricole non fa dire aponi, mafia him Ferrari riaffi e affi.
liſſimo compagno nel medeſimo naufragio, al cui teſto (parendoci di douerlo in queſto luogo inſerire ) non
ſera per aumentura ingrato la coppiar appreſſo, e tramezzare aneo l'Arabico, ferche da eſſo ſi raccolgono
dicºnº particºlarità degne di conſideratione, le quali apportano molto lume è quetia Notitia. Il teſto Arabico
mandatosi da Roma, dal Coll gio de Propagandafide, è ſtato tradotto in Latino dal P. Domenico Aagri
Aalteſ, della Congregatione dell'Oratorio, e perche non habbiano commodità di caratteri Arabici, ſi è
Prºcurato al meglio ſi è potuto ſcriverlo con i Latini. Siegue il teſto dai Capi 27. e 28 degl'Atti Apofi.
Se
226 DELLA DEscRITT. DI MALTA
Sed postcaquàm quartadecima nox ſuperuenit, nauigantibus nobis
in Adria circa mediam noctem,ſſpicabantur nauta apparere sibi ali
'Ne mari di
Aalta da quel quam regionem. Qui (9 ſu mm.ittentes bolidem, inuemerunt paffiss
la parte, che riſi viginti: g pusillum indeſeparati, inuenerunt paſſa quindicim. Ti
zita da la Sici
lia ſono tre gri mentes autem ne in aſpera loca incil remus, depuppi mittentes ancho
ſecchesoueſ ſo ras quattuor, optabant diem fieri. Nautis verò quarentibus figere de
no oſſeruate le ,
profondita, che ſi maui, cum misiſºnt ſcaph m in mare, ſab obtentu quasi inciperent à
dicono eſſere ſta prora anchoras extendere,d x t Paulus Centurioni, (j m litibu : Nisi
te ſana gli ate
è miſ r te un hi in naui manſirint, vos ſalut fie, i non potestis.7 unc abſidruntini
queſto teſto, cioè
on a tre miglia º lites fu nesſcaphe, g peſ i ſunt e im excidere. Et cum lux inciperet fiºri
in circa fuori in rogabat Paulus omnesſu me e chum, d cens: Quarta decisa i de hodie
»sare tra Mar
ſ- cell, e Mar expeiantes ieiunipero ametis, nihil accipientes. Propeer quel reg Uo.
fa ſi o col'. lira accipe e cibum pro ſalute vestra : quia nullius vest, un capillas e ca
a dirimpetto del
la punta di S pite peribit . Ec cum hac dixiſet ſu mens pane º gratias esit Ceo in con
Elmo, e la terza ſicciu omnium: 3 cum fregiſt,capit manducare. Anim ei giores eu
ſºpra la cala di
iS.Paolo. tº??? fatti onne,g ipsi ſu miſerunt cibum. Framus verò vittorie

anime in naui ducenta e ſeptuagnta ſex , Et ſtiati cibo alletti: b, at


nau m,laciantes triticum in mare. Cum auten dics fias eſt,terri
non agnoſcehant : sinum verò quemdam considerabant habentem lir
tus,in quem cogitabant,si poſſent,eticere n uem. Et cu o anchorasſu
ſtuliſmt,committebantſe mart, simul laxantes iunturas gubernacuº
lorum,(C leuato artemoneſecundum aurae flitum tend. bant ad littus,
Et cum incidſomus in locum dithalaſim, mpegerunt nauem : C pro
ra quidem fixa manebat immobilis, puppis verò ſoluebatur à vi maris.
A4ilitun autem consilium fuit vt custodias occiderent: nequis Cti 274
enataſet,effigeret. Centurio autem volens ſeruare Piulana, prohibuit
fieri: iuſitgue tos,qui poſsent natare,emittere ſe primos,C e adere, gº
ad terram exire : ( ceteros alios in tal ults firebant qt ſlm ſuper :

ea quae de naui erant. Et sic facta a cst, vi omnes animae euaderent


ad terrani, - - - - -

C A P. X X VI I I.
7 cum euasiſsemus, tune cºgnouimus quia Melita inſula voca
– batur. Barbari verò pre estabant non mo" can hava temi
nobis.Accenſ, enigm pra,reficie'ant nos ommes,propter inire qui in
nei relat, figgs, Cum congreg ſrt autern Paulus far entrrani -
quantam multitudinem,et impoſi ſceſi per ignem,7 ipera è calore cana
- - -- - - - - - - v - - - -

- - proceſsiſsct,in ti asit manum eius.Vi verò Riderunt Si, hai i pensieri e il


besi i tre de manu cius,ad inuicem dicebant : I tique horricidi ſi ha o
- - - - - - - !! - - r
hic,ca i cum ei ſcrit de mari, Ultio non sinit eum viuere. Atile qa º
exeutier, laſcianº in ignem, nihil mali paſus (ſi . Et illi exiſiva i
- º V - - -

eum in turcore:n conuertendum,etſe bitò caſurum,et miori. Piu autº .


i
LI BR O SE CON D O, NO TI TI A VII. 227
illis expettantibus,et videntibus nihil mali in eo fieri,conuertentesſe,di
cebanteum eſse Deum. In locus autem illis erant praedia principis in
ſulae,nomine Publii,qui nosſuſcipiens,triduo benignè exhibuit. Contigit
aute patrè Publii febribus, et dyſenteria vexati tacere.Ad quem Paulus
intrauit: et cum oraſset,et impoſuiſset ei manus ſaluauit eum.Quofa
tto,omnes,qui in inſula habebant infirmitates,accedebant, et curaban
tur: qui etiam multis honoribus nos honorauerunt, g nauigantibus
impoſuerunt,quae neceſſaria erant. Post menſes autem tres,nauigaui
mus in naui Alexandrina,quae in inſula hiemauerat, cui era insigne
Castorum. Et càm veniſsemus Syracuſam,mansimus ibi triduo. Inde
circumlegentes,denenimus Rhegium.
E X C A P. VI GESIM O SEP TIM O.
Va men baad arbaat aſceriu Luca Aft.
Et poſt quatuordecim dies
man tohna fi Hadràir il bahhar diſperſi ſumus inter duosimpe
fi antaſſafallail; iia dhannu al tus maris,media nocte,& naute
melahhùn anhom iadrun men putabant ſibi apparere terram,
alardh, falafu albulis fauagdu proiecerunt bolidem,8 inuene
chamſetaaſcirin qama.thom ſa runt viginti cubitos, tum pro
ru qalil fauagdu chamſet aaſcer greſſi paululti, inuenerunt quin
qamat. fachofna en naKaa fi decim cubitos. Timebamusau
muadhaaſſaabe. falaqu arbaa . tem ne incideremus in loca aſ
mraſi fi mauchar almarKeb, va pera, proiecerunt quatuor an
Konna neduu an iacun naha coras è puppi nauis, & eramus
ran. Famà almelahhun faradu optantes vt fieret dies. Nauta
alharb,men alsafinet balardh . verò voluerunt fugere è naui in
flâmara Bulos daleK, qallelqa terram,cum autem vidiſſet Pau
ied, iialelgonàd. An Kan hu lus hoc,dixit centurioni, & mi
lai lam iaqimu, ia iatbatu fi al litibus,niſi iſti ſteterint,8 perſe
ſafinet, lam taqdarùn antom, uerauerint in naui, vos non po
taaiſciu. AanddaleK qattaau al teſtis viuere. ſtatim autem ab
ſciarat habel alqareb men al ſciderunt milites funem ſcaphae
marKeb, iia tarKuh taihan, fa à naui, &eam dereliquerunt di
ma Bulos annu Kan lama eſs ſperſam.Tunc Paulus,quoniam
bahh, Kaniaſalohom egimaain incipiebat aurora, rogabatom
aniaqbeluttaaman, ia iaqullo nes,vt ſumerent cibum,3 dice
hom en laKom arbaataaſceriu bateis ſunt quatuordecim dies,
man lam taduqu ſcianmen al in quibus nihil guſtaſtis praeti
fazaa, iiaana attlob alaiKomen more, & ego rogo vos, vt acci
sagbelu ttaaman lequam hhia piatis cibum pro ſalute veſtra ,
io: om ; lennoh lam iadhiaa , quoniam non peribit capillus
i garet itabede men ruas ah vnus ex capite nullius, & cum
Ff 2. hed
228 DELLA D E SCRITT. DI MALTA

hed menKom. iia lama qalta hoc dixiſſet ſumenspanem lau


nauel chobzan,iia ſabahh Allah dauit Deum coram illis omni
amamohom agimiaahom , iia - bus, & cum fregiſſet cepit ma
Kasaria ached fi alaKal, iia ta ducare, 8. gauiſi ſunt omnes, 3:
2Zll giamihom , iia qablu traa ſumpſerunt cibum. & crant in
man. iia Kanu fi alsafinet mai naui ducenta,3 ſeptuaginta ſex
tain iia ſettet iia ſebaain nafsan. animae,8 cum ſatiati eſſent cibo
iia lama ſcebaau men alttaam ceperunt alleuarenauim, Scac
giaalu iachafefu men alsafinet, cipiebant triticum, S: proiece
ia hhamlu hhonta, iia alqufi bant in mare, cum autem dies
albahhar. flima ttalaa alnahàr. illuxiſſet neſciebant naute qua
lamiaarefu almalahhùn aietar- - nameſſetilla terra; nam ipſi c6.
dh hi, lenhom abſaru barr men ſiderabant littusà longè, & cu
baaid, iia Kanu iahamſi eniad piebät proijcere in illud nauim,
faau alsafinet alaih en amKano ſi potuiſſent. abſciderunt an
hom, faqattaau almraſi men al choras e naui, & dereliquerunt
marKeb,iiatarKuhafi albahhar, eam in mare, è lazaueruntiun
ia hhattu maKeb aſſaKanat,iia cturas gubernaculori, & appé
alqu ſciraan ſaghir aani taran derunt velum paruú ideſt trin
Kit lelrihh,allatì talmab,iia Kanu chettum vento,qui creſcebat,8e
iſiru nahhu albar,fameſsetalſafi tendebant ad littus, incidit au
net maudhaan aali bain ghura tem nauis in locum altum inter
in men albahhar, iia genhhet duos ſpecus maris, ibiqueſtetit
fih. faqam aaliha gianbaha ala obliqua ; eleuabatur autem ,
iial, iia lam taKun tethharreK, eius pars prior, S non moueba
fama gianbaha almuacher en tur,ſed eius pars poſterior ſoluta
hal men oosf il muagi. Faradu eſt ex vi vndarum . Voluerunt
alſciurat en iaqtalu alaſari, liala verò milites occidere captiuos,
iasbahhu,iia i menhom; ne natatàdo fugerétab eis. Pro
A4 famanahom alqied men daleK, hibuit tamé hoc centurio, quia
lennuh Kan iriden iahhi, iiaia volebat Paulum viuere,S ſalua
challaſ Bulos; iia alladin Kanu riordinauitigitur vt illi,quipo
iaqdarun iasbahhun amarhom terant natare, natarene prini,
en iasbahhun fi alaiialiia iaaba & tranſirent ad littus, cateros
ru ala albar;ia albaqi aala ala verò tabulis,ac lignis nauis edu
üahh , iia aala iidàn men alsafi xerunt, S&omnes euaſerunt ad
netaabamhom. fanagiu begia terram . . - - - -

miihom alardh, - - e -

Luca .fº.
CAP vI GE s IMv M o CT Avv M.
Va men band daleK aſtach Et poſt hac cognouerunt il
baru cn tale K algiaziretti di lam Inſula vocari MiELTIAM,
-- -
Mia!ttie,
LIBR o sEcoN D o, NoTITI A VII. 2 29

MALTTIE , iia albarbaralla ſeu Melitenſem, & barbari, qui


din Kanu ſakan fiha adharule l'abitabant in ea , praeſtiterunt
na ahhſſan tiarahhmet giazi nobis humanitatem, Sc miſeri
let, ſia adhmarunaran ſia adaa cordiam multam , & accende
una Kolna leneſſtali legel al runt ignem, & vocauerunt om
mattar alKathir,iia albard,alladi nes nos,vt calefieremus propter
Kan. FahamelBulos Kathir mé pluuiam maximam, & frigus,
alqaſc, tia iiadhaaaala annar. fa quod tunc erat.Portauit autem
charget menhom afaa menſa Paulus copiam ſarmentorum,8e
chunet annar, ia furaha, tia , proiecit eam in ignem,exiuitex
nahſcietiduh. Flámarauha al eis vipera pra calore, & feruore
barbarmaallaqe fiiduh qalule ignis, & momordit manti eius,
ella hada al rogiol qatuli, edna cum autem vidiſſent barbari
gia,tia tachalaſſ men albahhar, pendentem e manu, dixerunt.
lam iatarKuh alaadel eniahhia. certè hic homo eſt homicida ,
fama Bulosaſciar idduh, iatta nunc euaſit & ſe liberauite ma
rah alafaai fi annàr ſia lam iſli ri, non derelinquit iuſtitia eum
buh ſcian qabihh, iia qad Kan viuere,ſed Paulus extulit mani,
albarbariadhonnu enuh men & proiecit viperas in ignem, &
ſaati iathari, tia " maiet aia non accidit ei aliquid mali. Pu
alardh.iialáma nathattruh iaq tabant autem barbari ipſum ſta
tan ttauil, tiarau enuhlam ialli tim putreſcere, & mortu tim ca
buſci radighairu Kalamahom, dere in terram,8 cum expectaſ
tia qalu enuh Allah. Va Kanet fi ſent diu, & vidiſſent ei nil mali
taleKalbaladhhaqùllerogel aſ- accidiſſe,mutauerunt verba ſua,
mu Phuphlius, ia Kan raiesta- & dixerunt ipſum eſſe Deum.
leKalgiazira, fadhafna fi baituh Erant autem in illa regione pre
thalathetaiá, iia Kanabuh ma- dia hominis, qui vocabatur Pu
ridh behóme,iia iiagiaa alamaa. blius, & erat Princeps illius in
fadachalalaih Bulos,iiaſsalla ia ſulae, ſuſcepit nos in domo ſua ,
tiadhaaiduh aalaih fabarah. ia tribus diebus, erat verò pater
lama faal hada Kanu ſaiar almor eiasin firmus febre,8 dolore diſ
dha, alladin fi taleK algiazire» ſenteria. Ingreſſus eſt ad eum.
idaun menhu ia iabarua; iia , Paulus, & orauit, 3 impoſuit ei
a Kramuna Kramàt Kathirat, iia manum ſuam, & ſanauit eum.
lama charagina me hanàKzau Et poſtguam operatus eſt hoc,
duna ia chargiuna baad thala careri infirmi,qui crant in illa ,
thet aſcihar. tia ſarna fi ſafinet inſula propinquabant ad cum,
men Alaskandria Kan qad ſcie S ſanabantur, 8 honoraucrunt
tet fi algiazire, iia Kanaal ha nos honoribus multis,8 ci cxi
aalamct aith um, iiaatabaina ala uimus inde,dederunt nobis via
Sarquſa
ago DELLA DEscRITT. DI MALTA
Sarquſa almadina, iia naKta ticum, é deduxerunt nos poſt
nahenaK thalathet aiam, iia , tres menſes,S: diſceſſimusin na
men honà K bulghana ala ma ui Alexandrina, qua hyemaue
dinet Raghiun. rat in inſula , & habebat ſi
-

gnum Gemellorum,8 venimus


Syracuſam Ciuitatem,8 manſi
mus ibi tribus diebus, & inde
deuenimus Ciuitate Reghium.
Intorno all'eſpoſitione del teſto di S. Luca per conto degli ha
bitatori di quel tempo nell'Iſola,dicendo che i Barbari ſeco vſaro
Guilleſtiur Doct no non poca humanità, gioua intendere,ch'alla venuta di S.Paolo
Puacen. ſuper
boc textu. è certo, che vi habitaſſero Greci, ſpezialmente nella Città,8 anco
ra nel medeſimo tempo i Cartagineſi, è Africani, e
P. Maſuccio
nella vita di S. p articolarmente nella campagna,fauorendo maſſimamente queſt'
Paolo lib. I 1.
cap. 1o.f 636. opinione il teſto della verſione Arabica ch'alla parola Barbari ſog
giugne, qui habitabat in ea, cioè Inſula,g c.de quali douettero per
auuétura eſſer quelli, che ſi ritrouarono allo sbarco di S.Paolo, ac
ceſero il fuoco,e lo riſtorarono, con molta pieta, e corteſia,atteſo il
freddo, ch'allora faceua grande, e noioſo, accogliendolo vrbana
mente con tutti i naufraganti, e coloro iſteſſi, che S. Luca eſſendo
di linguaggio Greco, chiama Barbari, (come da Greci ſi noma
uano tutti quei ch'erano d'altra natione, che la loro) viddero il
miracolo con occaſion della vipera, e ne ſtupirono, ſcriuendo di
eſſi in queſto luogo il Lirano, dicuntur Barbari eo quod non loque
bantur Hebraicè,Graecè,nec Latinè,alia verò idiomata Barbarica di
In rap.23. AG,
Apoſt. cuneur, e S.Dionigi Cartuſiano. Prater Hebreos, Latinos, g Gracos
cateri Barbari appellantur, ma andato poi l'Apoſtolo alla Città,
doppo quei tre primi giorni, che fù con gl'altri ricouerato, raccol.
to,S: alloggiato da Publio Prothos de Malteſi che colà poco diſco
ſto dal ſudetto luogo,oue naufragarono haueua la ſua villa,e po
deri, non chiama più l'hiſtorico S. Luca Barbari, gl'altri Iſolani,
co quali egli,e S. Paolo trattarono, eſsedo Cittadini Greci,e di que
ſti come principali,e più riguardeuoli ſoggiugne appreſſo qui etià
cioè i quali ancora,né men che i Barbari dimoſtratiſi amoreuoli,
i" nos honorauerunt, g quum proueheremur, impoſue
fiiſ. s. Publi runt, quae neceſſaria erant, in quanto poi alla vicinità della villa di
A S.cap. 3. Publio,e de veſtigi di lei, dice il noſtro P. Manduca. Villam hoſpi
talem S. Peblii vicinam rupibus dithalaſsis,quibus Act. cap.27. Na
uis Pauli quaſſata maris tempestate,stetit impatta, donecſclueretur à
flućtibus, fuiſſe in cliuo ad Orientem, ac Septentriones obuerſam,osten
tant rudera ingentia,g maximi edifici ruine ſupra proſpectum maris.
Dal
L IBRO SE CON D O, N O TI TI A VII. 2; 1
Dal quale ſopracitato ſentimento dell'habitatione d'alcuni Bar
bai c Ichi con i Greci in Malta in quel tempo, non diſcorda punto
Sicil, antiq. lib.
i Ciuueric, che così diſcorre. Cum guur ex tot,tantiſ; documentis 2.cap 16 f.443.
ſi tis iam consiet,et Diu um Paulun in hanc AAelitam naufragiofu ſe
expulſum, et Grecos eam tam inhabitaſſe Inſulam ; neceſſario conclu
dendum est, Barbarorum etiam quoſdam co tempore, velſaltem in agris
unà incoluiſſe, i quali dicegli non poterono eſſer altri,che reliquie
de Cartagineſi o laſciati nella prima guerra Punica,ò ritornati do.
pò, che fù conchiuſa la pace fra Romani, e Cartagineſi, o per au
uentura appreſſo, che fu diſtrutta Cartagine nel fine della terza ,
guerra Punica. Percioche già in Scilia fino a tempi bali, di si fat Lib. 1 I.
tagente ne reſtarono alcuni, che per queſto Apuleio cn amo i Si
ciliani Trilingui con queſte parole. Siculi 7 riligues Stºgi in Pro
ſerpinam,etc. cioè che parlaſſro di linguaggio Siciliano, Greco, 8:
Africano, come int nde l'iſteſſo Cluuero, il 9 uale trattando di
ueſta mareria nel ſi
pracitato luogo diſſe Fali, interim puto eos,qui
Il colas huius Iuſule (AAelite) hod eq; Punica lingua utiopinantur.
Dum diale us sit potius corrupta Arabica lingua al Arabtlas, giolino
1, ſul m , i tante dixi simul cum Sicilia occupauerunt, (il che ſeguì
tanti ſecoli doppo la venuta di S. Paolo) e poco appreſſo per con
fermare ch all' ora in Malta vi habitaſſero Grevi aggiugne. Ad Ue
N -

rò n tatu digmiſsimum, et inter alia argumenta cum maximº e nume


randum, quod predictus Publius apud Luc am vocatur Prothos, idest
primus,sue Princeps Inſu le , quemadnoda un inſcriptione antiqua ille
L. Camus, etc. Prothos Melteon, i -

E quantunque ſiano ſtati alcuni d'opinione fuor d'ogni ragio


ne,che l'Iſola di Malta conſegrata al notro glorioſo Apoſtolo San
Paolo non fiſſe queſta noſtra, ch'è preſſo alla Sicilia,ma quella che -

Cap.36.
riſiede vicino all'Epiro, come in particolare Coſtantino Porfiro
genito Imperatore, ſcrivendo a Romano ſuo figliuolo dell'ammi
niſtratione dell'Imperio diſſe, Tenent,et Inſulas has : Una est In
ſala magnei,quae Curcra,stue Cicer dicitur,in qua,et Opidum, alia 722 2
gua eg,quae A4 el taſeu 14 alozgate vocatur, cuius in Asiis Apostolo
rum meninit S.:ucius Lucas, AAelitanº earn nominans, vbi, et Vipera
Sancti Pauli digita in mordens al eo excuſa igni concrem ita ſ. Non
dimeno appare manifeſtan ente l'errore, a chi atten amente lo
conſidera, e ſi con prende ageuolmente dalla traduatione, e ſenſo
del medeſimo eflo, poiche è molto differente la voce A (eleta,
hoggi chiamata ci da, da quella di A Melita, al preſente .24 alta,
dellaquale ſi riſie,e parlò nel ſopracitato luogo San Luca, eiiendo
quella poſta nel mar Illirico o Dalmatico, che voglia dire,e queſta
nel
2; 2 DELLA D E SCRITT. DI MALTA
nel mare Siciliano, dell'iſteſſo errore farà accorgere il prudente let;
tore ſenza molto contraſto il medeſimo Aratore Diacono, che
viſſe nel tempo, S. Imperio di Giuſtiniano Imperatore neglanni
di Chriſto nato circa 55 o. egli deſcriuendo l'hora,8 il modo dell'
arriuo di S. Paolo,il luogo oue ſi ricouerò &il tempo,che dimorò
à noſtro prò,e beneficio quì in Malta, cantò.
Lux reuocata micat,velamine noctis aperto
Pandere viſa ſolum,quod praebuit hoſpita nautis
Sicanio lateri remis, vicina AAelite.
Ma quello, che mette vi è più in chiaro, e fà maggiormente ,
campeggiare queſta verità anima dell'hiſtoria,è vna Rubrica, che
ſirauuila in vin antichiſſimo Manuſcritto in lingua Greca di car
ta pecora,che ſi côſeruaua nella libreria del Monaſtero di S.Maria
di Trapſmatum preſſo la Terra di S. Agata, Dioceſi di Reggio in.
Calabria, erano in quel libro notate,e compoſte alcune Omelie, 8.
Iſtorie de Santi Martiri, e particolarmente de SS. Pietro, e Paolo, e
fra di eſſe ſi legge il contenuto, che ſiegue tradotto dal Greco nell'
idioma Latino da Coſtantino Laſcari; hoggi ſi ritroua preſentato
nell'Archiuio della Nobiliſſima Città di Meſſina,come appare per
vna nota fatta fin dall'anno 149o, ſottoli 1 3. di Settembre.
- - -

R V B R I C A

Martyrium Apoſtolorum Petri, et Pauli


Dum Sanctus Paulus Apoſtolus à Melita, 8 Gaudiſio Inſulis re.
ceſſiſſet, ve ſe ad partes Italia conferret.
I Vdaei, qui tune temporis erant, intellexerunt Paulum Komae affu
turum,e propterea maxima affetti moleſtia adſe metipſos dixerut.
2Non ſatis eſi,omnes fratres noſtros affeciſse moleſtia in Iudaea Sama
ria,et Paleſtina, et huc quoque veniat, consiliumfecerunt contra Pau
lum,et cum multa trattauiſsent,placuit eis Neronem adire, ne permit
teret Paulum Romam intrare, et offerentes munera dixerunt. Te ve
hementer rogamus à Imperator, Utomnibus Imperii partibus ſcribas,
vt Paulus huc nequaquam accedat ſufficit enim moleſtia, quam a Pe
tropertulimus. Haec audiens 2Nero,reſpondit fiat iuxta petitiones ve
ſiras,etſcribamus per omnia loca, vt Paulus in partes Italiae, non ac
cedat. Hoc quoque Simon Magus conſuluit. In his itaque geſtis, non
nulli nouiter Chriſtiani montti à, Petro, ad Paulum legatos miſerunt,
huiumodi
LIB R O SE CON D O, NO TITI A VII. 23;
huiuſnodi ſcripta ferente Pauleſcruelegitime Domini nostri Ieſ, Chri
sti,ac Petri frater,Apostolorum primi,audiuimus a Iudeorum magistris
hic exiſtentibus,eos a Caeſare petiiſe, vt omnibus Prouinciis ſcriberet, tº
interficiendum vbicumq; inuentus fores;nos verò credimus,quod quem
admadum luminaria magna duo, que fecit non diuidi, ita, 6 Vos
Deus minime diuidet; nec Petrum ſcilicet à Paulo,nec Paulum à Petro
ſeduerò credimus in Dominum noſtrum Isſum Chriſtum,in quo bapti
zati ſumus, dignos foreveſira doctrina. Paulus recipiens duos viros
miſſos cum Epiſtola,vigesima die mensis Maii promptus factus eſi, 3
gratias egit Domino noſtro I eſi, Chriſto,ac nauigas a A4 elita,gr Gau
disio,non per Africa,in Italia partesſed in Sicilia, Syracuſas fe contulit
cum duobus viris miſ is adeum,ac inde Xhegium Calabria. Vnde,grc.
Ma per rimuousre con ogni ageuolezza qualch'vno per au
uentura, dalla credenza, 8 opinione,
- - - - D
N.
che la noſtra
- i- Malta non ſia ,
-, -

ſtata quella in cui capito S.Paolo doppo il naufragio, quantunque


baſtaſſero le autorità apportate di ſopra, tuttauia con euidenza di
ragioni, ſi può d'auuantaggio far conoſcere l'errore, e che della
noſtra Iſola, e non d'alcun altra s'intenda il teſto di S. Luca,quiui
dall'Apoſtolo la ſua venuta in lei, predetta per voler diuino, con la
ſaluezza di tutti i nauiganti nella naue, quando partito allora da
Candia nel corſo di quella gran fortuna, diſſe loro. Oportebat quidi
è viri,audito me non tollerea Creta,lucriq;facere inturiam bar ia
ſturam. Et nunc ſi adeo vobis bono animo eſe; amſsio enim ni:lius
animae erit ex vobis, praeterquam nauis. Aſtitut enim mihi hac nočfe
Angelus Dei, cuius ſum ego, g cui diſeruto dicens: Ne timeas Paule
Caeſari te oportet aſsiſtere, gecce domauit tibi Deus omnes, qui naui
gant tecum . Propter quod bono animo eſtote viri: credo enim Deo,quia
sic erit, quemadmodum di tu eſt mihi. 1?N INSVLAM AVTEAM
gPANDAM oPoXI ET NoS DEVENIRE.
uelli che ſono ben verſati, e prattici nella marineria,afferma
no coſtantemente, ch'eſſendo partito S.Paolo come racconta l'hi
ſtoria, da quell'iſoletta, che rifguarda Candia, ſituata frà mezzo
dì e Ponente, chiamata da Tolomeo Claudo hoggi nonata Gozzi,
ſoffiando il vento Euroclydon ch'è ſtato tradotto Typhonico, in ve
ee di cui abbracciando la voce, che San Girolamo, e prima di lui
l'Autore della volgata verſione, hanno letta Euroaquilo, e ſi come
ſcritte ſaggiamente Cluuerio, vocabolo da due voci, (l'vna Greca
Euro Leuante, detto da Latini Subſolanus, e l'altra latina Aquilo
Grecale) compoſto ſignificante il vento, che ſoffia,e ſpira in mez
zo fra l Greco,e Leuante,ch'era impetuoſo, e violento, con fortu
na di mare, come ſuoleſſere per lo più,onde di lui Ouidio diſſe. Ex ſegre, lib. 3
Triº,
Gg - - Tantaq;
2; 4 D E LL A D E SCRITT. DI MALTA
Tantaq; commoti vis est Aquilonis,vailtas
Aequet Turres. -

5. Metami
Et altroue.
Ft freta concutio, nodoſaq; robora verto.
Egli non potè in verun nodo andare ne è Lesbo ou'era la Cit
tà di Mitilene, ne in ionio,ne tampoco in Italia, ma li fù forza ve.
nirà dirittura in queſt'Iſola di Malta nel mare Siciliano, e maiii
mamente, che ſi faceua la nauigatione in ſecco, abbaſſate le vele,
che ne anco potea la naue in quel modo andarà Malta nell'Adria
tico, e tanto più, che grandemente ſi temeua di dar all'improuiſo
nelle Sirti,ò ſecche di Barberia. In oltre ſe il naufragio ſi ruſſe fat
to in quell'altr'Iſola; come S. Luca così diligente in far mentione
delle marine, e Terre, per doue finaugaua, come fu per eſempio
della Fenicia,di Cipro,Cilicia, Pamphilia,Licin, Caria, Candia,e fi
nalmente Malta, non venne à nominare quell'altre parti d'Italia ,
come Brindiſi, Otranto, Taranto, Cotrone, e tutto quel reſto ch'
haueua da coſteggiare fino ad entrar nel faro, ne tampoco haue
ua biſogno di paſſar à Siracuſa, ſe non in caſo di qualche contra
rio vento,di che S. Luca non ne dice coſa alcuna, ne ci fan forza
le parole del ſuo teſto poco prima di giungerà Malta, che dicono.
Quum ergo quartadecima nox adueniſset, et iactaremur in Hadria,
quaſi che da loro ſi correſſe fortuna nell'Adriatico, oueſta ſituata
l'altra Malta; poiche in queſto fatto, oltre il non douerſi (ſecondo
la verſione Arabica) la voce Hadria,intender per l'Adriatico, ma
per quel bollore di due impetuoſi contraſti del tempeſtoſo Iſl3 IC»
Ioco ſipra ci
che in Arabico ſi dice Had air, riſponde per noi Cluuerio, Id huic
1. gto.
noſtrae apud Siciliam AAelitae,cum maxime conuenit,quidpe adfinem
operis de Italia,ex compluribus idoneis,probatiſ, Auctoribus demonſtra
ui, Adriatici maris nomen , non in Adriatico tantum sinu , qui vulgò
1
nunc vocatur Golfo di Venetia, id ſi sinusi emetus, ſd extra eu m ab
hac moſtra Atelita ad Pelopongſam aſi; extenſion fiſſº, E Dionigi
Cartuſiano riferendo l'opinione di coloro, che difendono eſier il
naufragio di San Paolo ſeguito nella noſtra Malta, 8 non in Me
ligina, è Meleda dell'Adriatico, laſciò ſcritto. Sant alii, qui pu
td il t legendum eſse A Melitae I nſi la oocabatur, namque Pachino S.-

cilia e Promontorio, I nſula AAclitae verſus meridiem adiacet. L'oc tllis


eſi argumento,quodpoſi egreſsum de I ſala, immediatº in textu ſubici
zo it. s Paul, tºrsº º veniſserna Syracuſes, & il P. Maſucci volendo protia -

iii ii cap 9 re, che il mare Sicolo,ou è ſituata la noſtra Malta, ſia cópreſo nell
Adriatico, dice Nam etiam si Ptolomaeus mare Adriaticum diſtingaat
v - - - - - - - - - - v

a sinu Adriatico; i ſum tamen Adriatici, mare litiſsime patero,apertè


docet
L I B R O SE CON D O, N O TI TI A VII. 23 ;
docet:ita vt ab oriente alluat Peloponneſum, ab occidente ultra ſe
litam, Siciliam, C extrema Italia, attue adeo mare siculum tamquam
ſui partem includat, e poco appreſſo. Quare S.Aieronymus in Rita
S. Hilarionis,eius deſcribens nauigationem ad Inſulam Siciliae ex Pa
raetonto,maritima Lybie Ciuitate in medio ferme Adriae; hoc est ma
ri Adriatico fuiſſe,tedendo Pachinum verſus, noti Siciliae Promotori,
Vltimamente, in quella Meleda, vicina all'Epiro, non vi è già
mai ſtato ne pur veſtigio,ò memoria di S. Paolo, non che di em
pio ad honor di lui fabricato,ne di Chieſa conſigratagli, ma ſi be
ne per l'oppoſto in queſta noſtra Malta,non ſi troua luogo, in cui
non ſi celebri,honori, 3 innalzi il glorioſo nome di Paolo. La ,
Chieſa Catedrale,ch è antichiſſima, non è dedicata a S. Paolo? Ma
che diciamo noi della Chieſa, l'Iſola tutta non è ſotto la filiiiima
tutela, e ſicuriſſima protettione di S. Paolo ? il porto oli'egli ap
prodo non ritiene fortunatiſſimo, pur anco l'immortal nome di
Paolo, non ſi rauuiſà in eſſo eretta in honor di lui vina denotina
Chieſa,la quale ſe bene per eſſere ſtata ſituata colà,oue già cral an
tica, preſſo al uolgo habbia recato inditio, che in quella parte del
lido, che riſguarda il Ponente ſia andata a trauerſo la naue, e ſegui
to il naufragio come molti hanno creduto, non dimeno e ſoiau
fragio auuenne ſenza dubio nell'altra ſponda di quel porto,ou e la
Aaistra ch'è volta al Leuáte,e Sirocco; ma più in fuori ſotto quel
le rupi, ch'hanno per tramontana l'Iſolotto di Salomone con
n'unicandoſi quiui i due mari di Leuante, e Ponente,che ſcorro
no per quel canale, capace quanto a pena può paſſarui vn cor
o di Galera; ſotto alle ſudette rupi dunque andò ad incagliare. Si
à romperſi la naue con quella fortuna di mar, e vento di Greco, e
Leuante, mentre con la " ò picciola vela ſolleuate, è tron
cate l'ancore dalla naue,laſciaronla i marinari andar in terra a ſe
conda e diſcretion del vento, che ſpiraua, come racconta S. Luca,
e come appunto ſi ſcorge dipinto il naufragio di S. Paolo nel ſuo
uadro dell'altar maggiore, nella Chieſa parrocchiale della Città
Valletta,non hauendo potuto in conto alcuno eſſer andata a tra
ucrſo nell'altra parte del porto ou'è la Chieſa, ſoffiando il Gre
co, e Leuante, oltre che nelle medeſime rupi ſi rauuitano anco
ra per chiariſſimo contraſegno le due cauerne ſul mare, di mez
zo alle quali ſi narra nella verſione arabica ſeguiſſe il naufragio.
A tutte le quali coſe,che prouano la venuta di S.Paolo in q ueſta no
ſtra Malta,s'aggiugne quella né inferiore all'altre, che fuori le mura
della Città Notabile ſi ſcorge l'antro, è cauerna, che voglia dire, di
doue ſi caua la miracoloſillima terra detta gratia di S.Paolo, che da
Gg 2. P i
2; c DELLA DESCRITT, DI MALTA
per tutto ſi diſtribuiſce per antidoto mirabile contra i veleai, e le
febri maligne, la quale per antichiſſima traditione ſi tiene indubi
tatamente hauer frequentato S. Paolo per lo ſpatio di tre meſi
(benche alcuni vogliono,che v'habbia continuamente habitato)
mentre ſtette in Malta, è pure quiui trattenuto prigione,co quali
Lib. 2. cap, 16
non conſente il noſtro Cluuerio dicendo. Maxime verò in Oppido
. “ “ haud dubiè per tres illos menſes moraturum faſe, non in agris Centu
rionem cum militibus ſuis,nam in ſpecu squae haud procull’rbis moent
bus (vulgo nunc dicitur la grotta di S. Paolo, idest Crypta,ſeu ſpecus
diui Pauli) trimestri eoſpatio egiſſe Apostolum, adfirm tu per quan
abſurdum eſe, ceu carceres in Vrbetàm celebri ſu ſent nulli; quo Cen
turio vinctos ſuos abdere, atq, cuſtodire potuſ et, g si liberum sine uin
culis Paulum habere uoluſset,ſaltem ſub conſpectu ſuo in Vrbe habuiſ
ſet,nisi,et ipſum una cum Militibus, ac caeteris uinis in eadem ſpe
cu,tandi egiſse,credere libeat, - -

In queſta noſtra Malta ſeguì per certo quell'auuenturoſo per


noi naufragio dell'Apoſtolo S. Paolo, il quale con pari zelo, che º
pietà, & amor così verſo Dio, che verſo queſti Popoli,vi introduſſe
la vera, e ſanta fede Chriſtiana, credendo eſſi, e riceuendo la diui
Homil.54. in s
at. Apoft.
na ſua predicatione ſecondo il ſentimento di San Gio. Chriſoſto
mo,e generandoli per figliuoli nel ſagro Vangelo, come ſpiega S.
Girolamo, ſopra quelle parole d'Iſaia al cap. 65. Non laborabunt
frustra, ncque generabunt in conturbatione, quia ſemen benedictorum
Domini eſi,g, nepotos eorum cum eis,etc. Lafciandoci d'au uantaggio
in paſtore vigilantiiiimo per gouerno dell'anime Publio, che in
guel tenpo era il Prothos dell'Iſola cioè Primario, doppo hauerlo
Ad annum Dc
battezzato, e con particolar prerogatiua ordinarolo Veſcouo di
mini 53. & 52 Malta,così afferma il Cardinal Baronio. Caterum non tantum pre
dićta AMelitenstbus Paulus preſitit, vt egritudine laborantes, omnes
curarentur, ſdC chriſtiana coſaem religione imbuit; ipſumq; Publiu
ad fidem Chriſti conuerſum,eiſaem prefecit Epiſcopum, idquidem vete
ºrdquequè A4 artyrologia atteſtantur, e come dice Monſignor Pao
lo Emilio Santorio nella vita di San Paolo. Confitetur, gr Chriſtum
Publius /nſule Primarius, recipiente illius Patre valetudinem, Pauli
virtutibus,cum febre , (3 aluei profluuio dià laboraſſit. Hinc nulla
posthac I unoni, aut Herculi, quorum vetustiſsima fana in Inſula
cernebantur,habita fides, in Christum mira Kelgio, C ex celittbus in
Paulum ſummum studium, illum Vnſule patron um, illum tutelarem
7n cap. 28, At.
Apcf.
habent. E Dioniſio il Cartuſiano. Ipſum tanquan Apostolum,ſpi
ritalema; patrem venerabantur,(g- propter eum, ius Diſcipulos.
Fù dedicata la prima Chieſa in Malta da S.Paolo alla Sacratiſſima
Vergine
LIBRO SE CON D O, NOTITI A VII. 237
Vergine Maria, la cui immagine per antica traditione ſi tiene da'
Malteſi hauerla dipinta l'Euangeliſta S. Luca, compagno, che fù
dell'Apoſtolo nella pellegrinatione, e nau fragio qui patito, è ciò
vien confirmato dall'Abbate Pirri nella ſettima Notitia della no
ſtra Chiefa Melitenſe,ou egli anco tiene, 8 è di parere,che l'Imma
gine della B. Vergine nella Melecha ſia ſtata altresì opra, e fattura
del medeſimo S. Luca. - -

Hebbe il noſtro Publio la ſucceſſione di S. Dionigi Areopagi


tanel Veſcouado d'Ateneoue morì Martire, così lo teſtifica Beda
il Venerabile nel ſuo Martirologio con queſte parole, comproui
do il tutto. Item apud Athenas,natalis S. Publii Athenarum Epiſ
copi,qui Princeps Inſule Melitae,vel Melitenaecum nauigatem Bea
Apoſtolum Paulum Romam ſub custodia detentum, per triduum
1 lg 772

hoſpitio acceptum.humanè tractaſet, “Ut B. Lucas refert,patrem ipsius


Pulli contigitfebribus,g dyſenteria iacere,ad quem cum intraſet 8.
Apoſtolus,gy impoſuiſſet illi manus, ac oraſſet, ſanauit eum, quem Pu
llium adhaerentem sibi, Beatus Apoſtoluspoſtea ordinatum Epiſcopum,
ad predicandum direxit. Qui poſtmodum Atheniensium Ecclesiam no
biliter rexit,(C praeclarus virtutibus,g dottrina praefulgens,ob Chri
ti fidem martyrio gloriose coronatur. Nam primò Dionisius,deinde Pu
blus ſte Athaenis praefuit. Il che vien confermato a baſtanza da .
Euſebio ancorà,non che da S. Girolamo in Cath. Script. Ecclesiaſt. Lib.4. Hifi c.13
in Quadrato «,

E da queſto ſolo argomento ſi può legitimamente raccogliere


c giudicare , ch'alla venuta di S. Paolo, quegl'antichi Malteſi ha
ueſſero il linguaggio Greco, e che altresì di Colonia Greca fuſſe
ſtato il noſtro S.Publio dall'Apoſtolo ordinato, e deſtinato Veſco
uo in Malta ſua patria, S: ind: poſcia d'Atene, eſſendo molto ve
riſimile, che douendo egli andare al gouerno tanto importante di
uella Chieſa Greca,anzi matrice delle Greche Città,delle quali el
la era Metropoli, poſſedeſſe ſufficientemente quell'Idioma, & ha
ueſſe ſaputo i coſtumi, riti, enorma di viuere di quel ſuo gregge º
della Grecanatione,e ſe bene Gioachino Vadiano faccia dal nome Nell'Epitom.
Publio c5gettura,ch'ei fuſſe de Coloni Romani, che all'hora Mal
tahabitaſſero, dicendo in queſta guiſa. Vnde, g Punica gens eſe
potuit,que Apoſtoli tempore Melita colebat,quamquam (gr Colonos in
dºd fuiſſe Romanorum ſatis, velPublii nomine intelligitur, ita multis in
locis ſu Uemit quondam,vt Romanis, Tarhari mixti habitarent ; cer
te Lucas Earharos vocat,non ex contemptu ſed hoc magus eos laudams,
quod tàm benefici fuiſſent,trium ſcilicct mensium hoſpiti largiti.Quod
autem de A4 elite Lucas,hoc ferè g de Corsica Pomponius lib.2. innuit
C ipſº
,; s DELLA DESCRITT. DI MALTA
(º ipſa mixtim habitata. Noi alttoue dimoſtriamo, che veramente
reſſo a Greci il nome Publio era frequéteméte vſato,e coſtumato.
Il ſopracitato Eminentiſſimo Cardinal Baronio eſponedo que
ſto teſto di S. Luca, và diligentemente inueſtigando, e ricercan
do quali ſiano ſtati i compagni che ſi ritrouarono imbarcati sù la
naue inſieme con S. Paolo,e corſero il medeſimo naufragio a Mal
ta,e dice,erat ex his vnus Lucas, qui ha cipſa conſcripsit,vt ex eiuſde
- ſcriptis ; quis facile colligit, Aristarchum Macedonem eidem in hesiſse
idem affirmat;Trophimum etiam qui Ephaeſo cui Paulo Hieroſolyma
venerat, una cum aliis Paulum comitaturum Nauem conſcendiſe -

Garantu:
ta"; i vi Queſto Trofimomaperrimaſe
ſi nel viaggio, cagione di certa non
in Malta,e in fermità non potè
in Mileto, inoltrar
come ſenza ,
zeri ei fondamento altri leggono, rendendone di tutto ciò la ragione
de Apoſtoli tri- 1, - - « --- -
, -

"ſi", l'iſteſſo Cardinal Baronio con queſte parole. Dun Luce testimonio
i" i demonstratum est Trophimum
Ephaesini, ex Asia ſecutum eſſe Pauli,
i"fa- anno praeterito Hieroſol, mam, dC proinde non potuiſſe agrotula rema
ſi. risatin, siſſº 44ilºti º à queſta n'aggionge di più vn'altra manifeſtiſſima
sºlº
i iſ glio
lib. I.
proua,
di dicendo
Trofimoche biſogno
laſciato naueua
a Mileto Paolo
(Città nondilungi
dar auuiſo,e raggua
da Efeſo)à Ti
- moteo ſuo caro diſcepolo,che dimoraua negl'iſtelli luoghi in Aſia?
Non potendoſi credere, che ciò li fuſſe reſtato sì lungo tempo in
cognito. Ne meno ſi deue intendere di Mileto, Citta ch'era anti
camente in Candia (come vuole il P.Maſucci e prima di lui forſe
alcun altro, mentte già a queſto tempo ella era diſtrutta, e roui
nata, confirmando queſto ſintimento il medeſimo Baronio con .
dire. Nec est, quod inteligi poſit de Mileto, quem Plinius falſe ait
in Creta : nam ipſe simul Cia itates,quae olim erantin ea recenſet: Au
ćtor est enim Srabo eam Ciutatem amplius non extare, quam Gnosii
olim euerterant,et agrum cius occupauerant, alla quale ragione il ſu
detto Padre, ( che ha ſcritto vltimamente) non riſponde coſa al
cuna. Ma per quello , che tocca à Trofimo laſciato da S. Paolo
infermo in Malta ſuo amatiſſimo,e cordialiſſimo amico, non me
no, che diſcepolo diletto, non curandolo, mentre con tanta pron
tezza, e carità daua la ſalute à tutti gl'Iſolani, poſſiamo ben dire
eſſere ſtato queſto effetto benign ſlimo della diuina prouidenza .
Poiche non per altro forſe non volle ſanarlo per all'hora,ſaluo,che
acciò doppo la ſua partenza dall'Iſola, quelle piante noucle laua
te col ſagro batteſimo, non reſtaſſero per qualche tempo ſenza, chi
le haueſſe hauuto ad inaffiare con i ſaluteuoli ruſcelli delle Chri
ſtiane iſtitutioni fino alla ſoda, e ſtabile confirmatione loro nel
la Fede ſanta di Chriſto,
- -- - - Ma
LIBRO SE CON D o, N O TITI A VII. 239
Ma di queſto dubbio, cioè ſe veramente San Trofimo fuſſe ri
maſto in Malta infermo ci rendono certi,e chiari gl'atti, S: offici;
proprij de Santi dell'antichiſſima Chieſa Arelatenſe, oue eſſendoci
noi ritrouati l'anno i 6 i 6. ne cauammo queſta bella notitia ; po
ſciache in vin Antifona del ſecondo notturno, nell'officio di detto
Santo, che fù il primo Veſcouo di quella Chieſa, e qui si ripoſa il
ſuo Beatiſſimo Corpo, celebrandoſi con molta pompa la ſua glo
rioſa Feſta adixxix. di Decembre ſi canta. Doctor Gentium Melite
reliquit,incommodo corporis laborantem Trophimum. E nella quarta ,
lettione ſi recita. Trophimus natione Asiaticus,patria Ephesinus,
Sancti Pauli Apostoli diſcipulus, una cù Luca, Ariſtarcho, Paulo, Cre
ſcente,g aliis Paulum ſequutus est in alla nausgattone, qua vinctus à
Fesio Iudee Procuratore, Romam ad Ceſaremmiſſus est; l'eruntamen
cunº in itinere egra valetudine correptus eſſet,illum Melite Paulus in
firmum reliquit,cuius ad Timotheum ſcribens,meminit. Con la qual
autorità (eſſendo d'wna Chieſa cotanto celebre, e delle prime del
Chriſtianeſimo, fondata da quel benauuenturato Santo, che dopò raga nel e.
eſſer ſtato in queſt'Iſola, fù colà ordinato Veſcouo à predicaruil a :
Euangelo di Chriſto dall'Iſteſſo Apoſtolo) reſta molto bene, e ba- i",
ſteuolmente prouato il noſtro intento. Fù egli sì eminente in "ſºlº iº
quella funtione,che di lui parlando San Zoſimo Papa in vina ſua i"
piſtola
Ex cuiuslaſciò ſcritto, come ſi riferiſce
predicationisfonte,tota Gallia nel
fidei Martirologio
riuulos accepit.Romano, ".
St. b di De

Quindi è ch'ad honor ſuo, pochi anni ſono nella Chieſa delli
RR.Padri dell'oſſeruanza di S. Franceſco di queſta Città Valletta ſi
fondò vna Cappella, per inſinuare altresì la memoria del Santo
nella pietà de'noſtri paeſani,con la ſeguente Iſcrittione.
D. O. M.
Diuo Trophime
Cum Paulo Dottore gentium, Luca, Aristarcho -

Aliiſ 5 Diſcipulis naufragio in AAelitan


eietto.
Iſdema; recedentibus,ob aduerſam valetudinem
- relićto.
Ecclesie AAeliuetane Magistro,
mox Arelatensium Epiſcopo,
Galliarumq; Apostolo.
Fr. Ie. Franciſcus Abela Hier. Ord. Vicecancellarius
Aioſpiti Patrie Inclyto,
ac Patrono ſuo. D. - -

Anno Domini A4 D C X X I I.
- Partì
24o DELLA D E SCRITT. DI MALTA
Partì poi da Malta S. Trofimo fra qualche tempo, ricuperata,
ch'hebbe la ſmarrita ſanità, alla volta di Roma, a riueder il ſuo
caro Maeſtro. Indi ſeguendolo ( finiti i due anni della ſua prigio
In Vita S.Paulº
nia,) nel viaggio che fece per la Spagna, ſecondo affermano molti
li f.96 Dottori Latini,e Greci, che cita il P. Laurenti, rimaſe in Arles,co
ſtituito Veſcouo dall'Apoſtolo, come ſi diſſe, e teſtificano i medeſi
mi atti della Chieſa Arelatenſe; percioche continuandoſi nella let,
tione di ſopra riferita, ſi narra. Illo itaq; biennio, quo Rome Paulus
in vinculis detentus est, Romam ipſe ( Trophimus) vt con ualuit, Ue
mit ad AAagistrum, qui non dum contra Christianos in tantam ſaetti
tiam erumpente Nerone, ad praedicandum Christi euangelium dimir
titur, quo tempore nauigationem in Hiſpantam ſuſcept, in qua ſocios,
(3 comites fideles habuit eoſdem,quos primùm Hieroſolymis abduxerat,
Paulum ſcilicet, Creſcentem , (g Trophimum, Paulum verò N arbo
nae,Creſcentem Viennae,g Trophimum Arelate ordinauit Epiſcopos.
Mn M. f hiſi. Vogliono alcuni, e particolarmente il P. Manduca, che S. Pao
lo in quei 7 anni della ſua pellegrinatione, habbia fauorito l'Iſola
noſtra vn'altra volta della ſua preſenza, e quindi poi partendo, ſeco
per compagno menaſſe il noſtro S. Publio, ch'andò finalmente à
terminar la vita col ſuo glorioſo martirio, fatto Veſcouo,in Ate
ne, alla qual opinione,benche non laſciamo di conformarci, non
acconſentimo però, che ciò ſeguiſſe, venendo l'Apoſtolo dalle par
ti di Leuante per andar al viaggio di Spagna, ma al contrario,ri
tornando da quelle Prouincie, per conferirſi in Oriente, eſſendo
egli nel 66, anno della ſua età, e ſul principio dell'wltimo di detta
pellegrinatione, paſſando per la Sicilia, oue predicò in Meſſina ,
fbidem fol 1or. come lo dicono alcuni Scrittori, parimente riferiti dal Padre Lau
In part. 1 16.ſ -
renti; parendo ch'accenni ancotal viaggio, Teodoreto mentre
per ep.2 ad Ti hauendo detto, che Paolo predicò in Iſpagna aggiunge; Et Inſu
snothicap.vit. lis quoq; in mari iacentibus, Utilitatem attuliſſe,S. hauer aſſai del cre
dibile, ch'allora S. Paolo portato dall'ardore della ſua gran carità
ſen veniſſe la ſeconda fiata in queſt'Iſola da Sicilia, libero dalle ca
tene, per viſitarla ſua Chieſa già adulta ( parto, che li coſtò tanto
trauaglio) & i ſuoi non men amoreuoli.ch obligati Malteſi,e dun
di poſcia nauigando, in ſua compagnia toglieſſe Publio, con ſur
rogar alcun'altro(com'era di ragione)in queſto Veſcouato,e lola
ſciaſſe nell'Attica,oue appreſo,traſcorſi alcuni anni,come ſogget
to eminente, e di rare virtù, e dottrina, fù eletto Veſcoue degli
Atenieſi,in luogo di S. Dioniſio Areopagita,quando queſti da San
Clemente Papa, fù mandato in Francia, & alla famoſa Città di
Parigi. - - -

E quì
LI E R O SEco N D o, NoTI TI A VII. zar
E quì finalmente per eccitar più nepetti, e negl'animi de'mede
ſimi la pietà , e diuotione, col perpetuo riconoſcimento, verſo il
glorioſo Apoſtolo noſtro padrone, e protettore, non poſſiamo,non
ricordarglià conſiderare attentamente, che oltre i molti, e ſegna - - -

lati benefici da lui benignamente con larga mano compartiti è


ueſt'Iſola, 8 a Malteſi, come particolarmente ſono annouerati
Super At Apo
dal P. Cornelio a Lapide della Compagnia di Giesù,con le preroga folor
& 28.
i cap. 27.
tiue,e gratie ottenute dalla bontà diurna per ſua efficace interceſ
ſione, non ſia loro ſtato di poca honorificenza, che douendo la
ſciarvn Veſcouo in queſta Chieſa, da lui nouellamente fondata ,
non habbia fatta elettione d'alcuno de ſuoi benedetti compagni,
ch'allora ſeco hauea, e di preſente ſi ritrouauano ben inſtrutti,e
già prouetti nella ſanta Fede. Ma più toſto di Publio noſtro Pro
thos Malteſe, tutto che fuſſe allora principiante nella ſua con
uerſione. Fù ciò fatto dal ſaggio, e prudentiſſimo Apoſtolo, dop
po hauerlo conoſciuto in quel brieue tempo così fermo, e ſtabile
nella Chriſtiana fede, che lo ſtimò ben degno, e meriteuole della
promotione dal Primato temporale allo ſpirituale di quella ſubli
me dignità. Mentre anco prima, ch'egli riceuutohaueſſe il Santo
Batteſimo, fà sì liberale nel corteſe albergo, che con tanta carità
diede non pur à S. Paolo, ma a tutti gl'altri naufraganti in quella
ſciagura, ch'erano in numero di ducento,e ſettanta ſei. Onde San
Gio. Chriſoſtomo ſcriuendo di queſto ſucceſſo diſſe. Ecce iterum In cap. 23. ati,
alius hoſpitalis Publius, g diues, 9 abundantiſsimus, nihil de Keli Apoft,
gione Christiſciens,ſed obſolam calamitatem miſertusillorum est, hoſ
pitioque benignè tractauit, & il Cartuſiano. Publius istefactus est
vir eximie perfectionis, e ſanctitatis. E che ſia coſa altresì notabi
le, e di grandiſſima eſtimatione inſieme, da attribuirſi a partico
largratia di San Paolo, che doppo la diuerſità di tante genti, anco
di barbare nationi, ch'occuparono poſtia l'Iſola di Malta, e maſ
ſimamente in tempo di Saraceni, " la dominarono più di du
cento,e cinquant'anni, dal tempo di S. Paolo in qua, che la con
uerti al Signore, e vi piantò la Santa Fede di Chriſto, queſta non
ſia in alcun tempo venuta meno, ne giamai mancata. Onde il
Padre Giacomo Tirino dell'iſteſſa Compagnia, ſcriuendo ſopra ,
gl'Atti Apoſtolici,hc bbe à dire de'Malteſi, Euangelio instructi per
Paulum, e ad Christifidem traducti ſunt tanta constantia, vt nun
quam ab illa d fecerint, g si Mauri Inſulam ſubinde occuparint,
tenuerintg5 centenis,g pluribus annis;che per tanto è gloria di Dio,
ſommo bene e prima cagion del tutto e di S.Paolo glorioſo,ſi può
dir con verità di Malta. - - -
- Hh Ex
242 DELLA D E SCRITT. DI MALTA
Ex quo fidem accepisti,
- Recidiua non fuisti p

º, -
Inſula Notabilis,
Come con giuſta ragione l'iſteſſo ſi cantò della Città di Colo.
ausa armi nia Agrippina. Ma finiamo la preſente notitia, con vna diuota
- conſideratione, che fa il Padre Manduca noſtro compatriota, in
torno alla conuerſione de Malteſi, la qual è queſta che ſiegue ,
dando loro ſpezial motiuo di maggiormente lodare,e benedir per
ſempre la diuina miſericordia: Tanti apud Deum fuit Meli
tensium ſalus, vt vincula, gr calunnias Iudaeorum, quas paſſus est
Apostolus Paulus,ac iactationem nauis inter inſanos fluctus, neq; ſo
lis, neque stellarumluce intermicante,in decimum quartum diem cum
inedia, acſalutis deſperatione produćtam, ad conciliandos sibi Melita
incolas ordinarit,vt quorum pretiosiorfuiſſet ad fidem Christiconuersio,
eorum constanterforet in religionepropugnandafortitudo e

p E L LA VE N vTA D EG o TE I N MALTA,
-
- poſſeduta allora da ogl'Imperadori
- -
- -

d'Oriente. ! - -- - - -

No TITI A oTTAvA.
- - -

º S I come non è impreſa malageuole il voler dar ad intendere i


mirabili effetti, e la fomma vtilità, ch'apporta al mondo la pa
ce,l'vnione, e la concordia, così è del tutto quaſi impoſſibile il po
ter ſpiegare quali, e quanti ſiano i danni e le rouine, che vengo
no originate dalla diſunione, diſcordia, e diſparere, e ſenza andar
lunga fatta limoſinando i tempi ſtranieri, dicando i Romani, la .
gran Monarchia deq uali ruinò, e fù deſtrutta, non da altra ſpa
da, ſaluo che dalla propia, per le molte, e continue diſſenſioni, e
Cr uerre cinili, ſi come molto prima fù predetto dal Profeta Da
o
In iele in quella miſterioſa ſtatua veduta da Nabuccionoſor, co

r turi, rosa me inſegna il dottiſſimo Roberto Abbate, Romanos mutuis bel


tomi.
statua colligitur, cuius pars pedum quedam era tfer
li 3 deſno, Epi lis pertiſe, ex 2

rea, g quedam fictilis. Testa enim ferro, non bene conglutinatur,


sic Imperium Romanorum per multas diſſensiones , (9 tella deletum
est, Hauendo adunque cominciato l'Imperio Romano per le
diſcordie, 8 inteſtine guerre à declinare, 8 perciò preſo da Per
ſi Valeriano Imperadore, con grandiſſimo ſcorno, e vituperio,
coſpirò, Scambi tutta quella Barbara, e fiera gente Settentrio
nale al di lui total disfacimenso, e ſi rmi io, e quantunque ne ,
e - d . fu ſe
LIBRO SE CON D O, N OT I TI A VIII. 243
fuſſe talora ributtato, e rintuzzato con molto valore l'orgoglio,
non però mancò,che mentre i Senatori Romani ſi diedero all'orio,
& à i luſſi, è pure moſſi, e ſpinti dall'ambitione della maggioran
za,e del Principato, guerregiarono fra di loro, che i Perſiani non.
occupaſſero tirannicamente l'Aſia,i Gothi,e glVnni,la Tracia,e la
Pannonia, i Viſigothi, la Spagna, S: i Sueui la Francia, & i Gothi
finalmente l'Italia, e la Sicilia. Impercioche l'anno terzo d'Arca
dio Im peradore dell'Oriente, e d'Onorio Imperador d'Occiden Saluti, 393.

te, (così diaiſo l'Imperio molto tempo prima da Coſtitino cogno


minato il Grande à ſuoi figliuoli, che ſi nomauano Coſtantino, A Coſtante era
Coſtanzo, e Coſtante) quando gli Vnni coronando Rè della Pa me toccate in 2
parte Roma, Ita
nonia Attila genero d'Onorio, hauendo con la guida di lui con lia, Africa, Sici
lia 5 Aalta 2) cº
quiſtato tutto il Settentrione,aſpirauano ſuperbi, è altieri d'auuá altre Iſole, An
taggio al dominio di tutto il Mondo, e poi ſuccedendo nell'Impe no Domini 337
rio Teodoſio per altro virtuoſo Imperadore il più giouane, haue
do Genſerico Rè de Vandali occu pata Cartagine, aſſaltò medeſi
mamente, e trauagliò molto la Sicilia, e le ſue Iſole. Indi n6 mol
to doppo Attila con vn eſercito numeroſiſſimo d'Vnni, deliberò,
e s'accinſe ad infeſtare con le ſue barbare,e sfrenate ſcorrerie,e con
grandiſſimi danni l'Europa, e particolarmente l'Italia; nel qual
tempo,che fù intorno all'anno di noſtra ſalute 454.Valentiniano
terzo, che ſucceſſe à Teodoſio nell'Imperio, ragunando grandiſ
ſima quantità di gente foraſtiera, per rimediar, e proiedere in
qualche parte allo ſpauento grande, ch'hauea poſto Attila è tutto
il mondo, gli riuſcì l'impreſa proſpera, e felicemente: Ma am
mazzato poſcia all'improuiſo da ſuoi, e con tradimento, per ven
dicar l'homicidio, ch'hauea fatto d'Etio l'anno trigeſimo, non
men dell'Imperio, che dell'età ſua, eſſendo ſucceduto, dopò alcu
i Imperadori ignobili,e di naſcita,e di coſtumi nell'Impero d'Occi
dente,Auguſtolo, (che fù l'vltimo de Romani,ò pur vogliam dire
di Roma, 8 in cui mancò,e venne meno il maeſtoſo titolo degli
Auguſti) il qual era figliuol d Oreſte, e così Zenone Iſaurico in
quelle d'Oriente; Odoacro Italiano,ſcudiero d'Oreſte, con l'aiuto
de'Gothi, e fauorito da diuerſi altri Barbari, che Valentiniano è
bella poſta haueua códotto in Italia, s'era appropiato, 8. vſurpato
il di lei Dominio,e la cruda tirannia,tenendola in ſuo potere quat
tordici anni con hauerne prima è viua forza cacciato Auguſtolo.
In quel tempo medeſimo i Gothi, che ſotto Teodorico Veroneſe
lor Capitano, per coſentimento e permiſſione di Zenonehabitaua
uo la Tracia, haueano impugnate l'armi contro de Romani, onde
Zenone pigliando ſano e prudente partito è quei mouiméti, che
Hh 2 pre
244 DELLA DESCRITT. DI MALTA
preſagiuano rouine, e gran danni perſuaſe Teodorico,che paſſan
do in Italia, e con induſtria, e valore cauandola di mano d'Odoa
cro (che ingiuſtamente l'occupaua) procuraſſe d'hauerla per ſe
medeſimo, con l'aiuto,e fauor de'Gothi,come fe entrando in Italia
non lungi d'Aquileia; e mettendo in fuga b
i Capitani d'Odoacro,
- - -

lo debellò, e vinſe più volte, e d'auuantaggio lo tenne aſſediato trè


anni preſſo Rauenna; ſi che così violenio , relegato, e ſtretto, e
fuori d'ogni ſperanza di rihauerſi mai più,ſi accordò, e di buona ,
voglia accettò nella Signoria Teodorico per compagno, dal qua
le doppo non molto tempo, eſſendo inuitato a cena, fù improui
ſamente veciſo mentre magiaua, con barbara crudeltà, e fierezza,
e così Teodorico (morto già Odoacro) ſi guadagnò, & acquiſtò
l'Italia, e per molti anni gouernandola ſotto ſeuera, e tirannica ,
odeſtà,aſſaltando con groſſa armata la Sicilia, per dilatare, e vie
Pazello lib. 5. c, più allargate i confini del Regno, quella finalmente inſieme con
3 della 2. Dec.
Malta,e Gozo aggiunſe al ſuo Imperio, 8 hauendo poſcia fortifi
cate l'Iſole di buoni preſidij, ſcelta, 3: eletta la Città di Palermo
per ſua fortezza,ſi morì l'anno 3. del ſuo Imperio preſſo a Rauen
na,ſenza laſciar legitima prole maſcolina, - -

A coſtui ſuccede nel Regno Atalarico ſuo nipote con la madre


Amalaſunta ſua figliuola; in tanto morto Zenone Imperador d'
Criente, ſubentrò Anaſtagio, quindi Giuſtino, 8 appreſſo il gran
Giuſtiniano, il quale con felici, 8 auuenturoſi ſucceſſi guerreg
giando,vinſe gli nemici per opra,e ſommo valore di Beliſario, ſuo
prode, e generoſo Capitano, è in breue quietò l'Oriente traua
gliato lunga pezza da i Rè Perſiani, dagl'Vnni, e dai Saraceni; il
che vedendo, e con maturo diſcorſo ponderando la ſaggia Ama
laſiunta, e temendo di qualche male, che non interueniſſe al ſuo
figliuolo Atalarico ancora fanciullo,procurò d'acquiſtare l'amici
tia di Giuſtiniano, il quale volto il penſiero a cacciar i Vandali
dall'Africa che per notianta cinque anni la teneuano ingiuſtam é
te occupa º, ſe partir Beliſario con l'armata da Modone, il quale ,
arriuato a Zante, indi con piaceuol vento ſi conduſſe felicemen.
te in Sicilia, toccando le ſpiaggie ſotto Mongibello ; di qua egli
tantoſto mandò Procopio, ſuo coadiutore a tutte le fatiche della .
guerra, per intender con deſtrezza,ſe in Sicilia, è in Africa fuſſero
inſidie apparecchiate contro dell'armata loro, è inueſtigare,in che
luogo principalmente giunto in Africa poteſſe approdare, e pren
der porto, con ordine eſpreſſo, che fatta queſta diligenza, ſubito
andar doueſſe à Caucoma, luogo Più di là da capo paſſaro verſo Po
Sicil. antiq. lib.
I. cs 14.
nente, Ridotto, è Porto, ſecondo l'opinion di Cluuerio vicino al
”romontorio
LI E R O SE CON D O, NO TI TI A VIII. 24,
Promontorio Bucra, detto ne'tempi adietro Ras Kamari, hoggi
Rasicambri, e come dice Fazello (Caucona era già porto ſecondo Lib. I.s. 2.

Tolomeo) doue penſaua di ridurſi con tutta l'armata. Procopio


giunto in Siracuſa,fù amicheuolmente riceuuto da Gothi,ch'allo
ra ſignoreggiauano, è per dir meglio tiraneggiauano la Sicilia, e
Malta. Quindi ottenne da Amalaſiunta (la quale per la lega ch'
hauea,come madre d'Atalarico con Giuſtiniano, ſi dimoſtrò molto
fauoreuole à ſuoi intereſſi ) di poter cauare à ſua balia da Siracuſa
tutta quella prouiſione, che faceua din.eſtieri per quell'armata .
E cominciando ad eſeguire con molta puntualità , e diligenza ,
gl'ordini datigli da Beliſario, da vn Siracuſano ſuo amico, che
uiuià caſo ritrouò, e fuor d'ogni ſua ſperanza, ſeppe, che ne in
Sicilia, ne in Africa i Vandali faceuano apparecchio alcuno,e con
queſta lingua informato, tutto allegro, per hauer ſaputo quanto
deſideraua,partì col ſuo legno per Caucona, ou era aſpettato da
Beliſario con la ſua armata poderoſa,e grande, il quale inteſo il tut
to con particolar ſuo guſto,lodando grandemente la diligenza di
Procopio,e ſingularmente, perche ſeco da Siracuſa condotto ha 2 offmus Comes
de bello Vanda
uea vn ſeruidore di quel Siracuſano, che tre giorni prima era , 'lico in Procop.
lib. 1.
colà ritornato dall'Africa,che potè dar ragguaglio, è piena còtez
za dello ſtato in che ſi ritrouauano le coſe, e dar l'vſato ſegno c5
trombe alla nauigattione, e ſciolte le vele, ſi conduce con l'armata Precop lib.1 re
à Malta, & al Gozo, le quali ritolte dal poter de'Goti e reſtituite al rum Vandal.

dominio dell'Imperadore, come luoghi molto importanti è quel


la ſpeditione , non meno altresì,che all'acquiſto della Sicilia, par Intºrno a gl'am
te alla volta d'Africa, eſpugna, e debella Cartagine con Gilimerio ni di Chriſto 54e
allora Rè de Vandali; ma non molto doppo hauendo Atalarico
regnato dieci anni, morì nel decimo ottauo della ſua età, S. Ama
laſiunta preſe per marito Teodato ſuo colobrino, e poſelo à parte
de ſuoi contenti, del dominio, e Regno. Con tutto ciò l'ingrato
per ingordigia, & ambitione di regnar ſolo, fe confinarla moglie
al lago di Bolſena,Sciui finalmente riccia empiamente vecidere da
certi ſuoi cognati. Il che turbò si fattamente, è alterò in guiſa
l'animo di molti di quei Capitani Gothi, ch'a gran pena ſi pote
rono trattenere di non muouere,e cagionar qualche ſèditione;on
de ſembrado a Giuſtiniano tempo opportuno di liberarl'Italia e la
Sicilia da cotanti inhumani Tiranni, tutto ſi diede à queita ma
gnanima impreſa, è che lo inuitaua, anzi quaſi violentata pari
mente la proſperità dell'Imperio. Impercioche poco innanzi ha
nea glorioſamete trionfato de Perſi,S: oltr'acciò tolto à viua forza
di mano a Vandali l'Africa, per la qual coſa parendogli che non ſi
- - doueſle
... DELLA D EscRITT DI MALTA
doueſſe più differire ſi generoſo penſiero, deliberò di mandare il
valoroſo Beliſario con vn poderoſo eſercito in Sicilia, il quale ſi
mulando di voler paſſare a Cartagine, preſa opportuna occaſione,
e la ſua c5modità,aſſaltò la Città di Catania all'improuiſo. Quindi
sbaragliati, e ſuperati i Goti,ch'erano in guernigione, la preſe, e di
là fra pochi giorni ſen'andò a Siracuſa, che ſe gli reſe,come anche à
gara con molta prontezza, all'eſempio di queſte, fecero molta tre
Città. Beliſario per tanto fauorito dal Cielo, e ſpalleggiato dalla .
fortuna,ſeguendo il corſo delle vittorie conquiſtò poi Palermo,in
di Napoli e poſcia la famoſa Roma. Intanto fra vari ſucceſſi di
guerra,hauendo i Gothi per lo ſpatio di due anni, e non più,tolta
la vita à due Regiloro, inalzarono all'Imperio Totila,nato di ſan
gue Reale,però d'indegni e perfidi coſtumi. Queſti poſto inſieme
vn formidabileſercito,ſe n'andò a Roma, e datoui il ſacco, ſe ne º
impadronì per forza, indi sinuò alla volta di Sicilia, e paſſando
per Meſſina, che li fe coraggioſamete reſiſtenza,e moſtrolli intre
pida la fronte, andò rubando quaſi tutto il Regno, 8: hauendo
ſoggiogati alcuni Caſtelli a patti & altri a viua forza, finalmente º
con groſſiſſimo eſercito ſi riduſſe à Siracuſa, & aſſediolla da ogni
parte per mare e per terra. Hauendo Giuſtiniano riſaputo queſte
s coſe,e venutegli già all'orecchio l'attioni infami di coſtui,metten
do inſieme l'eſercito,e l'armata, ne diede il carico a Liberio, e co
mandogli efficace, 8 eſpreſſamente, a douer tantoſto paſſarſene
all'Iſola di Sicilia, che ſi ritrouaua trauagliata da quel Barbaro ſpie
tato, e crudele, 8 altresì in grauillimo pericolo, e d'auuantaggio,
procuraſſe di far ogni sforzo di liberarla, e conſeruarla alla di
uotione dell'Imperio. Ma poco doppo richiamando Liberio, co
me huomo già attempato, e per auuentura poco prattico (com'ei
credea, è pure forſe come gli hauean dato ad intendere gl'emoli
di Liberio) nelle coſe militari, mandò Artabane in ſuo luogo
nella Sicilia, con ordine preciſo, che ſi faceſſe conſegnar l'arma
ta,e le genti. Ma non hauendo hauuto Liberio, (che in fatti riuſcì
molto diuerſo, dall'opinione, e dal concetto, che ingiuſtamente n.
hauea di lui formato Giuſtiniano) auuiſo di forte alcuna di queſta
improuiſa , e nuoua diſpoſitione dell'Imperadore, ſen'era paſſa
to in Siracuſa, tenuta allora molto ſtretta da nemici, e fatto vin.
sforzo grandiſſimo contro de'Gothi, non teme punto fra quelli d'
entrar nel porto, e di là con tutto l'eſercito nella Città iſteſſa. In
tanto Artabane nauigaua inuerſo la Sicilia, ma autricinatoſi
alla Calabria ſoprapreſo, S aſſalito in prouiſamete da vma gagliar
- - - a - -

da fortuna di mare,li furono sbalzati, e gettati con gran violenza


molti
LIBR o se con D o, NoTITI A vili a 47
molti de ſuoi legni in terra, e molti infelicemete capitarono in ma
no di nemici, l'altre naui,ch'haucano voltato in dietro,ritornaro
no di bel nuouo nel Peloponneſo, hoggi Morea, d'onde sera
no partite, e quella dou'era la perſona d'Artabane,hauendo rotto,
e fracaſſato l'albero in quella borraſca,conquaſſata, e quaſi ch'hor
Fazello a. Dec.
mai del tutto ſdruſcita dall'onde, traſcorſe, è approdò a Malta , lib.5.cap.3
allora ſignoreggiata dall'Imperadore,doue contra ogni ſua credé -

za ſi ſaluò, hauendo quiui riceuute tutte quelle accoglienze,ſoc.


corſi, S. honori, che ſi conueniuano ad vn gran Capitano,chan
daua a far reſtituire nouellamente quel Regno, al magnanimo
Giuſtiniano, ſi come in fatti doppo ricouerato, e riſarcito , che s'
hebbe,appagato di quanto haueano i Malteſi operato in ſuo ſerui
gio, s'incaminò alla volta di Siracuſa. Quiui ritrouata l'armata, che
li fù poſcia di buona voglia conſegnata da Liberio, diuenuto più
potente con i legni ſopragiunti, non ſolamente la liberò ben to
ſto dall'aſſedio de nemici, ma d'auuantaggio aſſediò quei Gothi,
che ſtauano ne preſidi per i luoghi della Sicilia, e molti, che ſcio
perati ardironovſcire dalle fortezze,vinſe in battaglia e finalmen
te coſtringendo col ſuo valore tutti gl'altri a douerſi rendere di
buon accordo, ſubitamente ſaluò quell'Iſola dal poter de'Gothi, e
reſtituilla vn'altra volta a Giuſtiniano Imperadore ſuo Principe, e
Signore. - -

; E quantunque non haueſſero eglino dominato lungo tempo - ,

la Sicilia, e l'altre ſue Iſole, ſe non che per anni ſettanta, come ſcri
ueil Bonfiglio , non per queſto mancarono di reſtarà noi alcuni Hifi Sicil. p. 1.
hé. 1 f.;5.
veſtigi di fabbriche, con l'introduttione dell'ordine, e modo d'Ar
chitettura gotica, (come chiaramente ſi vede in molte caſe anti
che della Città Notabile) & in alcune Chieſe,eſsédo anco rimaſto l'
vſo del carattere Gotico,continuato mai ſempre, quaſi fino al prin
cipio del ſecolo paſſato, ſi come così nella Città, come anco in
molti luoghi dell'Iſola,ſi leggono diuerſe iſcrittioni del medeſimo
Caratterc . -

Tal'è quella che fin ad hoggi deue ſcorgerſi nella parte più ſu
blime della facciata, che rimaneua in piedi d'vn antico Caſtello, è
Toire,ſe pur affatto né s'è rouinata nell'Iſola Lapedoſa, la qual da
noi (ritrouandoci quiui di carauana cò la ſquadra di queſte galere
ſopra la Capitana l'anno 16 ro.) fù con non poca fatica, non tanto
per lo ſito, quanto per la qualità delle note, letta, e cauata per cu
rioſità, non men, che diſinganno di molti, che hauean opinione
fuſſero quei caratteri (la grandezza de quali era ben dvn palmo ,
Arabici, è Ebraici . Dall'wno, e dall'altro lato ſi rauuiſauano "ll C º

- - ſcudi
24s DELLA DEscRITT. DI MALTA
- 9 - - - - - - - - -

ſcudi d arme di baſſorilieuo nella


pietra, ch'haueano ſcolpiti nel
campo cinque monti,con vna dentatura per orlo dello ſcudo; la
forma de'ſudetti caratteri per l'appunto, e di tutta l'iſcrittione, è
V - . -

come quì ſi rauuiſa.

i 9 mesi e in oro e piangu


ingle racie
ſmſ in Dnc 5 O

Cioè Bartolomeus de Marſara ditta Ian Craſſu Capitaniumefeci


fare Ani. prima Indictio. -

E con occaſione che Malta da queſti tempi fino alla ſorpreſa,5:


occupatione, che ne fecero i Saraceni ſoggiacea del continuo
all'Imperio Orientale, nel qual tempo furono ſcolpite fra le molte
altre, alcune medaglie d'oro,che ſi conferuano con particolar di
ligenza preſſo di noi ritrouate in queſt'Iſola, ( ci è parſo bene per
dar à diuedere con quanto fondamento ſi parla dell'antichità, e
prerogatiue di lei) ſpiegare à bello ſtudio vna delle più anti
che del primo Coſtantino, per terminare più legiadramente que
ſta Notitia, benche nel meſe di Marzo del 16 17. vn Religioſo di
molta virtù corteſemente ci moſtraſſe alcune altre "
º Di queſte meda te d'oro finitſimo, improntate nel ſecolo de gl'Imperadori Chri
glie 1, erano d'
8i,i, ſtiani, Valentiniano ſecondo, Teodoſio 8, Onorio, che furono ri
deſiose 4 di Va
lentiniano, trouate in certe fondamenta dºntiche muraglie nel luogo, oue,
ſono fabricate le botteghe nella ſalita alla Città Notabile; regna
rono i ſopradetti Imperadori intorno agl'anni della gratia 39o.
e 394.
- - - –-

ss

in queſta dunque nel diritto ſi leggono le preſenti parole


D. N. Constantini, e nel roueſcio , queſt'altre Vittoria Augusti, e
ſotto la Croce Co2NO2. delle quali per hauerne piena contezza, è
- da
a

LIBR o se con D o, N o TI TI A VIII. 249


da ſapere, che gl'antichi dipinſero la Vittoria in ſembianza d'An
gelo con l'ali, e ben ſpeſſo a ſedere ſopra le ſpoglie de nemici, con
vn Trofeo auanti il petto ſcouerto,con vna palma, 8 vno ſcudo, c
parole, che diceuano Victoria Augusti,nel modo, che per l'appun
to l'hà deſcritta Claudiano,quando diſſe. -

Ipſa Duce Sacras Victoria pandere: alas,


Et palma viridi gaudens,g amica tropheis »

Custos /mperii Virgo,queſola mederis,


Vulneribus, nullumq, doces ſentire dolorem.
E Plinio diſſe. Laborem in Victoria nemo ſentit.
Le quali ſe vaghi ſiamo di maggiormente intendere, e d'wopo,
che facciano ricorſo all'hiſtoria. Vinto Maſſentio da Coſtantino
Imperadore in virtù d'vna Croce, è ſugello moſtratoli in viſione ,
per fauor particolare di Dio, mercè le ſue gran virtù, come vo
gliono quei, che ſcriuono tal ſucceſſo, è anche perche fù aiutato
non poco da medeſimi Romani, 8 oltra di ciò chiamatolo in ita
lia, non potendo più ſofferire la ſpietata, 8 inhumana tirannia di
sì crudel huomo; hauendo in queſta guiſa Coſtantino reintegra
to,e ritornato nella ſua priſtina dignità l'Imperio, ſi fe Chriſtiano
riceuendo il Sagro Batteſimo per mano del Beatiſſimo Papa S.Sil
ueſtro, eſſendo ſtato prima da lui ſanato d'vna moleſtiſſima, 8 in
curabile infermità,per auuiſo, & ordine de Glorioſi Princi pi, e Pri
mati di Chieſa Santa Pietro, e Paolo. Volle poſcia queſto grand'
Imperadore, che tutti gl'altri adoraſſero Chriſto noſtro Signore,in
honor di cui edificò più Chieſe, e d'allora in poi portò ſempre in.
tutte le impreſe,che tentò il Labaro, per inſegna di ſcarlato,ò d'oro
con vn carattere appunto in guiſa di quello,ch'è poſto nel foglio
ſeguente, che non addita,ne ſignifica altro, che il nome, e la virtù
di Chriſto Benedetto, accompagnato dalle greche lettere, Alpha,
g Omega, per dar adintendere,lui eſſer il principio, 8 il fine di
tutte le coſe, e d'auuantaggio, perche i Greci ſcriuendo il nome
di Chriſto, cominciano per X. la prima lettera di quello, ſeguendo
queſta P. ch'appo loro, è l'R. onde molti hanno errato, dicen
do, che tal ſegno leuato da Coſtantino nell'inſegne, era vna Cro
ce d'oro, che il deuotiſſimo Imperadore hauea fatto fare partendo
da Francia per andar à combattere in Italia a danni di Maſſentio,
viarono poſcia i Succeſſori queſt'inſegna a ſuo eſempio,
Da Coſtantino dunque cominciò la noſtra ſalutifera Croce ad
Iipſius de Cºu
cſſer maggiormete venerata,e tenuta in pregio,eſsedo queſta ſtata ce lio. 3.cap. I 5.
la primiera, e potentiſſima cagione,e la vera origine della Vittoria,
ch'egli felicemente hebbe cotro del tirano Maſientio;impercioche
Ii douende
2, o DELLA DEscRITT. DI MALTA
douendo Coſtantino aſſalirlo, dice Zonara, in Costantino, queſte º
belle parole Ambigenti,g animo anxio,ab isto, figura ei Crucis me
dia die,stellis efficta,apparuit in Calo,g Scriptura circa eam Romanis
litteris. In hoc Vince. Igitur,ex auro statim ſubitario opere efformans
Crucem,iuxta ſpeciem, que apparuiſſet, gr hanc iubens pregredi exer
citum,cum Maxentianis prelium commisit, (g ſuperaut. Che per
ciò ſubito, che diuenne vincitore, frapoſe quel ſagro ſegno nelle
militari inſegne,e maſſimamente nel Labaro, che fra e le fà il pri
mo, Prudentio contra Simaco parlando a Roma cantò. -

Agnoſeas Regina lubens mea signa, neceſſe est


In quibus effigies Crucis,aut gemmata refulget,
Aut longis, ſolido ex auro prefertur in hastis,
Doppiamente il Poeta moſtra la Croce poſta nell'inſegne, pri
ma teſſuta, e fregiata con gemme, e ſpiegata negli ſtendardi di
porpora; l'altra fatta di puro, e pretioſo oro maſſiccio, che viei,
allogata nella cima, e ſommità dell'aſta, ma come diſſimo poco
auanti, principalmente ſi rauuiſa nel Labaro, del quale, l'iſteſio
Prvdentio.
Christus purpureum gemmanti textus in aura
Signabat labarum.
1Lib. 1 c.25.de Euſebiosublimis hasta (dicegli) auro circumuestita,cornu tranſ
vita Coſtantini
ex traduttone
uerſum habebat efficium in forma Crucis. Supra verò in ipſo culmine
Iuſti Lipsi in
lib.3.de Cruce ,
omnium Corona è lapidibus pretiosus, & auro contexta infiebatur:
sap. 15e iuxta quam ſalutaris appellationis ſymbolum,due litter e Christi nome
exprimentes,per primos dumtaxat characteres, littera Grecanica P.ſci
licet decuſſata, g ſciſſa per medium ipſo X.

Che poſcia queſta figura fuſſe il ſegno di Chriſto, chiaramente,


lo paleſa e dimoſtra Sant'Ambrogio nel lib. V. e nella piſtola sxix.
ch'egli ſcriue à Teodoſio Imperadore. Era queſto ſtendardo fatto
di drappo di ſeta pauonazza,con vn fregio d'oro intorno, intorno
er tutto arricchito,Scadorno di pietre pretioſe, in mezzo del qua
le ſtaua allogata la benedetta Croce fatta di rilicuo e nel bel mezzo
di eſſa ſirauuiſaua ricamato il ſegno di Coſtatino, in queſta guiſa -

legata
L IBRO SE CON D O, NOTITI A IX. 251
legata, e ſituata sù la cima d'vna lancia dorata ſi portaua in tutte
le guerre dinazia ſopradetti Imperadori quaſi nel modo ch'hoggi
fanno alcune religioſe compagnie portando i loro ſtendardi, qual
advn Santo, e qual advn altro dedicati. ;

E non ſolamente la Croce ſi ſoleua portare nell'inſegne, ma d' Zipſius


e e c. I 6,
de Crai
auuantaggio ancora nell'armi de Soldati, come per eſempio nei
ſcudi, è nelle celate, è cimieri; finalmente fu portato queſto ſagro
ſegno nel diadema, è corona nelle mani,3 altresì in vn globo,co
me ſi vede nelle medaglie d'Imperadori Chriſtiani,e generalmente
da tutti i fedeli in quelle coſe ſpecialmente, le quali eſſi voleuano
dinotare, che fuſſero de Chriſtiani, e diſtinti da quelle de Gentili, è
d'altri Infedeli, come particolarméte nei ſepolcri, e ſagri Cimiterij.
Queſte lettere CO.N.O.B. in molte medaglie de'Greci Impera
dori ſcritte ſi ritrouano, della cui intelligenza, non habbiamo fin
hora veduto altro ſcrittore,che ne faccia métione, fuori che Adol
fo Occone nelle ſue medaglie,il quale nell'eſplicatione di quelle di
Flauio Valentiniano dice così. C.o.N.O: B.quidsibi velit, multi ha- º
è tenus eſiqui non potuere,Cedrenus interpretatur. Ciuitates omnes no
stre obediant Benerationi, ſeruendoſi del B. per V. ad vſo degl vlti- ni Geograpi:
- - - ib. 6. cap. de ,
mi Greci, è come hoggi ſi prattica fra Spagnuoli,eſſendoui tra l'V, Campania.
3: il B. vnaffinità, come dice Luciano,addotto dal Volterrano.
! - - - - - - - i

M ALTA o cc V PATA DA SA RA c E N .
è vogliam dire Arabi.
- - ii -
- - - - - - -
-

-
- -
- - - -
- -
- - - - -- - -- -- - -

- - - - - -- - -, i -

NoTITI NONA. .. . . . e - .
: - - -- -- - - -
-
: -
- -- - -
- ! - - -- - - - - i

H Auendo quì da trattare di queſte nationi, che per sì lungo


Il tempo ſignoreggiarono la Sicilia, e queſt'Iſole, non ſarà
bene,che reſti il curioſo lettore digiuno, e del tutto priuo della ,
notitia dell'origine loro, come ancora della fondatione della Cit
tà,e Regno del Carian, e dellegnaggio di quei Regi che le cen
quiſtarono. E perciò fare più ageuo mente, ci valeremo per ſcor
ta,e buona guida principalmente di Luis del Marmol, autor Spa
gnuolo informatiſimo di quei vaſtiſſimi paeſi dell'Africa, ou'egli
dimorò molt'anni, appreſe beniſſimo l'Arabo linguaggio, e dall'
iſteſſe Iſtorie Africane raccolſe e compoſe due volumi, che conte
gono vna diſtintiſſima e copioſiſſima relatione dei progreſſi d'eſ
ſe nationi, nella fauella Caſtigliana, cominciando dalla naſcita di
quel ſcelerato Mahometta,fino a tempi noſtri con vn accurata de- i
ſcrittione- di quelle Pronincie. li 2 . . Arabi
. . . a -
2, 2 DELLA DESCRITT. DI MALTA i
Arabi dunque ſono chiamati comunemente quei ch'habitano
l'Arabia; " è vna Prouincia molto grande diuiſa in Petrea ,
- -

Felice, e Deſerta, le quali ſul principio furono habitate da tre fra


telli chiamati Arabo l'wno, l'altro Sabo Turifero, il terzo Petreo,
figliuoli di Curete, e nipoti di Cam,la Petrea fù habitata da Petre
io, che diede il nome " Città di Petreia, da Sabo

già l'antica Città di Eſcene, ch'alcuni chiamano Eſcerneta) da .


Arabo, da cui, come dice Beroſo Caldeo,hebbe la denominanza -
la Prouincia Arabia, à coſtui chiamano gl'Arabi Almaarub, Ibni,
Cathan, dicendo ch'egli fà il primo inuentore della lingua Arabi
ca, e che per ciò ſia ſtato così nominato. Doppo venne Iſmaele e
figliuol d'Abramo,e di Agar, col Popolo degl Iſmaeliti Agareni,
donde pigliò il nome la Prouincia,Agarena, e la Città d'Agrano,
che Strabone chiama Agarena,ò Agareno. Indi la Region Petrea
fù detta Nabatea da " & i Popoli Cedrei da Cedar, che fu
rono figliuoli d'Iſmaele. I terzi habitatori furono quelli, ch'han
no origine da Chetura ſeconda moglie d'Abramo; queſti popola
rono,e colmarono di gente gran parte dell'Arabia Felice,e tutto il
paeſe ch'è ſituato ſopra il mar roſſo,e paſſarono ad habitare nella
Libia c5 Qfro figliuol di Mandanes, e nipote d'Abramo, e di Che
tura; di doue, ſembra, che Gioſeffo nel libro delle antichità chia
maſſe la Region Africa. Li quarti habitatori hanno diſcendenza
da Eſaù figliuolo d'Iſaac,ch habitò in quella parte della Petrea, che
ſi ſcorge ſituata verſo la Giudea, donde Plinio, e Tolomeo, chia
mano Saraceni i Popoli dell'Arabia Petrea, perche Eſaù, dal qua
le eſſi ſono originati,fù figliuolo d'Iſaac, e nipote d'Abramo, e di
Sarra, anzi li medeſimi eſſendo Giudei, e figli della moglie le
gitima per differentiarſi, e diſtinguerſi da gl'Idolatri,figli della ſerº
ua, ſi chiamarone Saraceni. Tutti queſti quattro Popoli ſono
chiamati hoggi Arabi, quantunque ſempre fuſſe tenuto per più
valeuole quello degl'Eſceniti d'Arabia Deſerta,sì per eſſer di mag
gior numero, come anco più bellicoſo,indomito, e ſuperbo. De
quali Eſceniti ſi valſero gl'Imperadori Romani in molte guerre ,
e da eſſi tutti gl'altri Popoli d'Arabia riceueuano gl'inſegnamenti
de'riti,e coſtumi, come affermano Herodoto,e Diodoro.
Hor doppo veduta l'origine di tutti quelli, che noi chiamamo
Arabi, è da ſapere oltra di ciò, ehe ritrouandoſi ſucceſſore di Mac
Marmol. lib. 2.
cap. 1.della Deſº
metto (il cui naſcimento fù nell'anno 569, della noſtra ſalute) in
eritt.d'Africa e, quella maledetta ſetta Qdman Ibnialfan terzo Halifa, queſti in
ºbe
397.
tirinº uiò vn poderoſo,e valido eſercito in Africa, ſotto la condotta d'wn
-

- e 3 Arabo
a
LIBRO SE CON D O, N O TI TI A IX a 53
Arabo nomato Occuba bin Nafic. Erano in queſto tempo circa
gl'anni 6 g1 dalla Natiuità di Chriſto Signor noſtro in riuolutione,
e grandemente alterati i Popoli d'Africa, per la diuiſione dell'Im
erio Romano, perche eſſendo morto Eraclio, ſi era ribellato in
i" beria Gregorio Patritio,& eſſendoſi in poſſeſſati i Gothi di mol
te Terre con l'aiuto degl'iſteſi Africani andaua tutto il Paeſe ſoſ
ſopra . In tal congiuntura giunſe Occuba, il quale facendoſi ſtra
da per i deſerti di i" con ottanta mila combattenti, deuaſtò , e
deptedò tutte le Prouincie Crientali di Barberia e venendo a gior
nata col Conte Gregorio l'atterrò,debellò e disfece, vecidendogli
la" parte della ſua gente,non molto lungi dal luogo, oue
lora ſi mira edificata la Città del Carian. Per queſta rotta cotan
to terribile, fugendo il Conte in Italia, abbandonò, e laſciò l'Africa
in poter di crudeli Arabi i quali ſoggettarono gran parte d'eſſa -
all'Imperio loro, aggiunte di ſopra più altre vittorie, che feliceme
te ottennero contro de propri Africani, e carichi di ſpoglie, e di
ricchezze, ſe ne ritornò la maggior parte di quell'eſercito a Leuá-.
te, S. Occuba col reſto rimaſe in Africa,S: eſſendogli appreſſo co
mandato dal Halifa ſuo Principe, e Signore, che non doueſſe po
polarne i luoghi marittimi, si per ſicurezza dell'Eſercito i
come anco per alcune capitulationi di triegua, ch'hauea egli fat
to con l'Imperadore Coſtantino, per le quali ſi prometteua e daua
parola di laſciar tutti i luoghi marittimia i Romani, sinoltrò per
tanto dentro terra, e nell'iſteſſo luogo oue hauea debellato, e vin-.
- - - - -

to il Conte Gregorio,trentacinque leghe per Leuante dalla Città.


di Tuniſi, fè edificarevna Città imponendole nome Cayra, che a
ſignifica Vittoria,e dopò fù detta Cayrauan, cioè a dire dupplicata
Vittoria, per vn'altra, ch'appreſſo ottenne nel medeſimo poſto -
Edificata queſta Città ricnipi Occuba d'habitatori, e popolò.
altri luoghi, facendoui far delle fortezze, oue ſtimaua, ch'erano di
meſtieri e meſcolando tuttauia le ſue genti con gl'Africani, 8 ha
bitando di comun accordo, reſtarono da indi in poi tutti concitta
dini. E come riferiſce Ibnial Raquiq Autor Arabo, queſti furono
i primi Arabi che cominciaſſero a duulgare e ſeminarin Africala.
falſa Setta Mahomettana, eſſendo allora Imperador nell'Oriente º
in Coſtantinopoli,Coſtante Nipote di " gnédo. liſteſ
ſo ſcrittore ſopra di ciò, ch'eſſendo ſtati i ſudetti Africani lunga -

mente ſignoreggiati, e gouernati dai Romani parlauano co idio --

ma Italiano, e Latino, benche corrotto, e guaſto; onde pratticam


da con eſſi queſti nuoui Coloni, vennero a perder in tutto lalore
lingua naturale. -
- - -
-
- - - -
i

Negl'
2,4 DELLA D EscRITT DI MALTA:
Negl'anni poi del Signore 8 14. Eſſendo ſucceduto a Raxie
all'hora morto nell'Impero Arabe, Mahometto ſuo figliuolo xx.
Halifa, hebbe queſto da far col fratello Abdalla molte guerre,per
cagione della ſucceſſione. Di maniera, che conſiderando en
trambi, che la priuata diſcordia poteſſe nuocere al publico,S: eſſer
cauſa potentiſſima, che rouinaſſe, non che declinaſſe la fortuna
dell'Arabo Imperio,condiſceſero alla pace, e s'accordarono final
mente,conuenendc,che ambi due fuſſero Halifi,e regnaſſero ſotto
vniſteſſo titolo. Ma però Mahometto ſdegnando di tener più nel
la Città di Damaſco la ſede di quell'Impero, ou'era ſtata moltam
ni,hauendo a ſua diuotione la Perſia,edificò vma Città nelle roui
ne dell'antica Babilonia, hoggi chiamata Bagadat, è Valdac, e
quiui la collocò. Queſto gran Sciſma diede non puoco motiuo à
molti tiranni di arditamente ſolleuarſi contro l Halifa, S: indi in
poi reſtò il Halifato diuiſo in cinque principali ſoggetti, che tutti ſi
chiamauano Regi,ò Pontefici (che tanto per l'appunto importa
ua la dignità del Halifato) pretendendo ciaſcuno hauerne il pri
mato, cioè a dire vino in Bagadat, vn'altro in Egitto, il terzo in.
Spagna, e due in Africa,vno nella parte Orientale, ch'hauea la ſua
Reggia nella Città del Cariano, e l'altro nell'Occidentale nel Re
gno di Fes, perche nel Cariian era già ſtato ſtabilito Gouernatore
vn Arabo nomato el’Agleb , da altri detto il Caleb, che ſi ribellò
tátoſto col particolar dominio di quei ſtati,i quali da lui,e da ſuoi
diſcendeti furono poſſeduti per lo ſpatio di più di cento, e ſettant'
anni per fino, che il Moahedin Xeay ne priuò à viua forza Zu
mia Abdalla vltimo Signor loro e nella parte di Ponente, oue ſo
nole Mauritanie, era obedito i" della ſchiatta d'Alì,in .
modo,che queſti due furono gli Halifi d'Africa, di contraria,e dif.
ferente ſetta,e legnaggio, perche quelli di Galeb,ò Agleb, che vo
gliam dire, erano della famiglia d'Abez, zio di Maometto falſo
Profeta,bugiardo,e maledetto, e gl'altri d'Idris, diſcendenti da Ali
e da Fatima figliuola del medeſimo Maometto. Quindi ſegui,che
neſſuno di loro reſe doppo mai più obedienza al Halifa di Babilo
mia, ne quello hebbe più altro dominio in Africa,ò in Iſpagna po
ſcia, che tutti crebbero,e s'auanzarono,vie più in potenza, 8 au
torità e ſpecialmente quelli del Cariian che dilatarono la Signoria
loro per tutta l'Africa Orientale fino alla Terra de'Neri, e con le ,
Marmol. lib.2.
cap. 12.
ſpeditioni dell'armate ben groſſe in Italia, fecero acquiſto della Si
cilia con queſt'Iſole, come appreſſo diremo, 8 altresì di molta par
re del Regno di Napoli, e della Toſcana. Percioche dominando il
i rºssi eizer Cariian Abdulac Rè diſcendente dalla caſa dell'Agleb, nell'anno
º del
LIBRO SE CON D O, NO TI TI A IX. 2 si
del Signore 82 8. in quei tempi formidabile, e molto temuto nell'
Africa, Eufemo non già Siciliano, come vuole il Moriſoto,ma Gre
co Capitano d'vna legione in Sicilia, ch'era allora ſotto l'Imperio
Greco, eſſendoſi innamorato fieramente, ardendo nell'amore d'
L'Abbate ,
vna nobile Donzella, che nella ſua tenera etade hauea promeſſo Masur li nell'. -

caſtità a Dio, cauandola per forza dal Monaſtero, ou'ella ſtaua , Riſorie di Sici
lia d foi 175 ad
portolla impudico alla ſua caſa, che però accuſato dai fratelli di duce l'autorità
tal ecceſſo all'Imperador di Coſtantinopoli Michele Balbo Amo di Gio. Ceropo
lati Antor gre
reo, queſti di repente diſpiacendoli vin tanto aggrauio, ſcriſſe, e co neano ſi rito
ritrovate nella a
comandò al Gouernator dell'Iſola, che ſe ne informaſſe a pieno, e liéreria de l'Aa
che coſtando la verità del caſo, li faceſſe ſubito mozzar vitu pero nº?. di S. Sal
raaore dell'Ord.
ſamente il naſo, per farlo reſtar perpetuamente ſcornato in pena di S. Baſilio.
del ſuo misfatto. Di che auuiſito puntualmente Eufemo, tramò
tantoſto vna ſegreta congiura co ſuoi ſoldati, e con altri Capitani,
e deliberarono di paſſare in Barberia al ſopradetto Rè del Cartian,
COIl propoſito d'oferirli il dominio di quell'Iſola, & altri groſſi tri

buti, come in effetto operò il traditore, proponedo tutto ciò è quel


Rè,e queſto benignamente accogliendolo, º accettando di buon
cuore l'inuito, li fù molto grata l'offerta, e promiſe con molta ,
corteſia ad Eufemo di farlo coronar Imperadore de Romani, in
conformità di che incontanente Abdulac fe porre vn groſſo, e
numeroſo eſſercito, e l'inuiò alla volta di Sicilia, gouernato da VIl ,
ſuo fratello per nome Alhama, il quale combattendo con larmata
Imperiale la diſcacciò dall'Iſola, e ſi poſe immediatamente in poſe
ſeſſo d'alcune Terre della coſta Meridionale, che riſºuarda l'Afri
ca,edificandoui vna fortezza, per cuſtodia, e difeſa del ſuo eſer
cito, che chiamò col ſuo proprio nome Alchama, da Siciliani
hoggi pomata Arcamo, che anticamente era vina delle buone, e
riguardeuoli fortezze, che haueſſe mai hauuto il mare Siciliano
da quella parte. Hor perche la fama in vin baleno paleſa gli affari,
& i ſucceſſi dei mortali, ſapendoſi queſto in Europa, da tutte le
parti fil di repente mandato ſoccorſo, 8 aiuto a Chriſtiani di quell'
Iſola, ch'allora era propria dell'Imperadore di Coſtantinopoli; ſi
che accordandoſi e ponendoſi inſieme molti fedeli, aſſediarono di
comun accordo Alchama. Ma Abdulac inuiando nuouo,e freſco
ſuſſidio a gl'Arabi, con vn altro Capitano chiamato Aced,fù libe
rata la fortezza dall'aſſedio, anzi con diabolica riſolutione vincn
doſi l'eſercitoMaamettano co quello de tiranni, reſtarono i Chri
ſtiani iperati, e gli nemici simpadronirono có molta arroganza,
e ſuperioia di tutta l'Iſola. Auuenne queſta gran perdita nel Pon
tificato di Gregorio Quarto. Indi ſu bito ambitioſi del dominio,
- diuriero
ase DELLA DEscRITT. DI MALTA
diuiſero le Città, e Patrimonio del Regno, facendo gl'Arabi ſcol
pire lettere Arabiche nelle monete, delle quali fin hoggi ſe ne cd
ſeruano tuttauia alcune preſſo di noi, nelle quali davna parte ſi
moſtrano le ſopraccennate note, e dall'altra la Croce, e nome di
Chriſto Signor noſtro, in ſignificato, e dimoſtrattione del Domi
nio comune. -

Il Tiranno d'Eufemo pagò ben toſto il fio del ſuo tradimento,


così hauendolo permeſſo Iddio, a cui ſommamente diſpiacciono
l'infami, 8 indegne attioni; poiche ſtandoſene con l'Inſegne
Imperiali nella Città di Siracuſa, i Cittadini di eſſa con giuſta ra
gione li diedero inaſpettata, e cruda morte. Quindi gl'Arabi co
minciando dalla Sicilia a dar il guaſto,S: a diſtruggere ſenza pietà
la Calabria, & altre Prouincie d'Italia, occuparono ſimilmente ,
allora Malta, con il Gozo,e Pantallarea, nomata da gl'antichi Co
ſjra, e da Malteſi Kauſra, facendoui le loro fortezze, che fin
hoggi ſi conſeruano , e frà l'altre in queſt'Iſola, il Caſtello è
mare,chiamato da noi Sant'Angelo, ſituato, e poſto ſoura vna ,
rocca in mezzo ai porti di Malta, per ricouero dell'armate loro,nel
ual Caſtello,ancora ſi ſcorgono le fabriche da loro edificate, che
ſono quei Torrioni Circolari nella cima della rocca, con quell'or
dine,e forma di fortificatione,che ſoleuano eſſi fabricare.
Lib.2. c. 12.fol, Che ſe bene da Luis del Marmol cauiamo, che Malta ſia ſtata ,
Io3,
occupata da gl'Arabi, è Saraceni nell'anno 82 8.nondimeno non
douette già mancare la cura paſtorale di quei Chriſtiani, che v'era
no rimaſti, come ſegui in molti Veſcouadi della Sicilia, atteſo, che
trouiamo Manàs greco Veſcouo di Malta, eſſer interuenuto, e ſot
In alt. 1. & 4. toſcritro advn Concilio Coſtantinopolitano,negl'anni di Chriſto
3 ynoti 8. Com
fiantinop. 86 8. e nel 874. ritrouarſi prigioniere in Palermo in poter di Sara
cenivn Veſcouo di Malta, che ſi crede ſia ſtato il medeſimo Ma
No it. Melit. nàs,come và prudentemente conſiderando l'Erudito Abbate Pirri,
J.592.
e n'habbiano altresì buona teſtimonianza davn Epiſtola di Teo
doſio monacho,ſcritta a Leone Arcidiacono ſopra l'eccidio di Si
racuſa,fatto da Saraceni con queſte parole. Erat ibi etiam Santiſ
simus Epiſcopus Melite otriſq;pedibusligatus, (gc. come più i lun
go ragionando di queſto ſanto, e benedetto Veſcouo à ſuo luogo
dichiareremo.
Nell'Imperio poi di Baſilio Macedonio negl'anni del Signore
Marmol. lib 2.
cap. 36, 874. leggiano eſſerſi ſciolte, e partite da Cartagine ſeſſanta naui
ben groſſe armate con molta gente da guerra,e diſcorrendo per il
mar di Leuante,arriuaſſero all'Iſola del Zante,e Cefalonia, facen
do ſenz'alcun ritegno molto danno, e che però fà forza al detto
Imperadore
L IBRO SE con Dc, NoTITI A Ix. 257
Imperadore inuiare Narcano con l'armata Imperiale, la quale di
repente inueſtendole con molto impeto,e gettando rouinoſamen
te vna parte di quelle a fondo,reſtádo vcciſa,e fatta preda la mag
gior parte degl'Arabi,ſe ne paſsò vittorioſo in fino all'Iſola di Si l
cilia, facendo notabiliſſimo nocumento nelle Città, e luoghi ch' i
Si caua dal
erano ſoggetti è gl'Arabi, e paricolarmente nella noſtra fortezza, cap.27. lib. 2.di
ò Caſtello di Malta, e carico di ſpoglie opime,e nobiliſſime prede, Marmolf 128.
tornoſſene tutto feſtante, e glorioſo in Coſtantinopoli a ſuernare.
Ma in Africa ſeguita la morte di Moahedin Halifa del Caruano
negl'anni del Signore 95 1. li fù ſucceſſore Abdalla ſuo figliuolo,
doppo hauer tolto l'Imperio,e dignità del Halifato alla Schiatta ,
dell'Agleb,il quale non men prode,e magnanimo dell'altro,ſubite
nel primo anno del ſuo regnare, miſe inſieme vna potente arma
ta,e proſeguendo tuttauia tenacemente la guerra, contro delle
Marmol nel ſa
Prouincie d'Italia,riparò il ſopradetto noſtro Caſtello di Malta, e pracitato luogo,
quello parimente della Pantallarea,a quali in particolare l'armata
In periale, hauea dato il gu aſto, &inuiando gran numero d'Ara
bi in Sicilia, che paſſarono tantoſto in Calabria, aſſalirono con in
uaſioni, e ſcorrerie,fieramente deſtruggendo,tutta quella Prouin
cia,e d'auuantaggio l'altre di Puglia,e Baſilicata, 8 oltre la fortez
za,che fatta haueano al Monte Gargano, n'edificarono altre due,
vna in Reggio,dirimpetto a Meſſina, e l'altra in Otranto, cauſan
do ſempre più ecceſſiui,& ineſplicabili danni alla Republica Chri
ſtiana per diciott'anni continui.
E perche non ci è ſtato poſſibile ritrouare altre notitie delle co
ſe di Malta,mentrella ſtette ſotto, non ſappiamo ſe debba dirſi, al
dominio,ò tirannia de Saraceni, più dell'accennate, che non è ſta
to poco il venir in cognitione delle già dette, è ciò merce all'ope
ra,e diligenza di Luis del Marmol, habbiamo penſato non eſſer
fuor di propoſito con occaſione degl'Arabi, far quì il ſeguente »
picciolo diſcorſo del linguaggio Malteſe,dalla fauella di quelli,ori
inato,e diſcendente. - -

Più volte ragionando con alcuni curioſi ſoura il parlare ch'vſa,


no i Malteſi,laſciato da Saraceni, ci è ſtato fatto motiuo, e diman
dato, perche cauſa in Sicilia anch'eſſa habitata lungo tempo da -
gl'Arabi,non rimaneſſe quiui il loro linguaggio, 8 in Malta sì ?
che però in ſodisfattione di eſſi, e riſpoſta del queſito, ci è parſo
addurre in queſto luogo la ragione,e dirne quel che giudichiamo
con affermare, che il Malteſe Idioma ben ſi sà,ch'è comune a tut
ta l'Africa, Egitto, & alla Soria, e l'wſo di eſſo ſi ſtende fino all'
Indie, 8 è molto affine al Caldeo, & Hebraico. Impercioche è il
- RK medeſimo
2 ss DELLA DESCRITT, DI MALTA
medeſimo con l'Arabico,di cui in queſto propoſito il dotto Erpe
ln Oratione de nio diſſe, Huius lingue, qui habet notitiam , ei vnuerſam propemo
preftantia lin dum Africam , e Asiam abſq; interprete licet peragrare i totius enim
gue Arabica,
Mauritania, Numidia, Aegipti, Arabia, g Syrie incole, quà doéti,
quà indottiſola hac vtuntur lingua, C si parlò corruptiore valgº,
maximè in Occidentalibus Africe Regnis, In Turcia autem, Perside,
India,aliſq;Asia locis, ubi Muhammedana ſuperstitio viget,g si alle
lingue in uſu vulgari sint, hectamen vſq; aded communis est, vt non
dico Ciuitatem, Pagum,aut Vicum ſed domum aliquam in qua no sint,
qui Arabice ſciant reperire difficile sit. Nientedimeno, (come ſuole
auuenire ad ogni linguaggio,) conforme all vſo di varie Prouincie,
così ancora vari ſono i modi della i" percioche alcuni
vocaboli ſono particolari,e propri alle ſue nationi, e non comuni
à tutti, e principalmente,oue per il commercio,e trafico,e per la .
prattica de vicini Popoli, la materna lingua ſi corrompe,con la
meſcolanza devocaboli foreſtieri. Ciò auuenne per l'appunto a
noſtri Malteſi, doppo ricuperata Sicilia, e Malta dal poter de Sara
ceni, per la vicinità, che tiene con l'Italia, e con la Sicilia, da quali
gl'affari, e le coſe di eſſi cominciarono a dipedere, atteſo,che trala
ſciato il commercio dell'Africa (donde originoſſi)
- - v o ,
non ſolamen- 1- -

te laſciarono il parlare ſchietto,ernero Africano, ma ancora di ſeri


uerlo poiche nelle Corti e Tribunali di Malta, da cinquecento an
ni in qua,e più non ſi ſcriue, ne ſi parla con altro idioma, ſaluo,
che c& l'Italiano,e col Latino,ſi che il puro parlar Malteſe è ormai
annullato, e quaſi che ſuanito, auuen ga, " pur hoggi etiandio
la gente idiota,nel ſuo parlare frapone molte voci Siciliane. La ra
gione poſcia,perche gl'habitatori dell'Iſola noſtra habbiano ratte
nuta queſta lingua Arabica, e non i Siciliani, ( a q uali non dimeno
ſono rimaſte molte parole Arabiche,come fono, Aſammarari la
uar con liſcia, Alababallà alla Porta di Dio,Chamiare ſcaldar il for
no,Chadda guanciale, Imbatula indarno, Hannaca monile, Ma
chadar radunanza di gente, Ruſciare ſpruzzar dell'acqua, Scieka
brama,Sciurta ronda de Soldati, Dica di cuore affanno, tachariare
circócidere,Taliari guardare, Aembili ſportone da ſoma, Chamar
ru aſino, Do KKiena poggiolo,e molt'altre,fuori d'vn infinità di no
mi di Città Ville e luoghi particolari) nacque da diuerſe cagioni. E
prima perche il Conte Ru ggiero per la cacciata, e deſtruttione de'
Saraceni, traſportò ſeco in Sicilia vn eſercito, quaſi tutto d'Italia
ni, che doppo diſtribuillo per molte Città di quel Regno, a
guiſa di tante Colonie, hauendo coloro doppo preſe per mogli
donne Siciliane Chriſtiane. Secondariamente, perche Sicilia è
Più
LI BR O 3 E C O N D O, NO TI TI A IX. 259
iù vicina all'Italia, onde molti, ch'habitarono in eſſa,come ſono
al preſente i Greci nella Morea,poterono in gra parte coſeruare il
linguaggio,benche fuſſe ſtato loro neceſſario ſeruirſi dell'Arabico,
per ſerurgio, S. vſo de padroni. Ma in Malta le coſe paſſarono al
trimenti, impercioche ſubito, che ſi hebbe auuiſo del grand'appa
recchio,e paſſaggio de Saraceni per la Sicilia,glihuomini più ricchi
e commodi della noſtra Iſola aſcondendo alcuni quiui le loro mo
nete,con preſuppoſto di douerin breue,paſſata quell'inuaſione ri
patriarſi preſero la fuga per Coſtantinopoli,al cui imperio ſoggia
ceano. Quelli poi, che rimaſero non f" far di manco di non
ritenere, e conſeruarla lingua di quel tempo de Saraceni,come pa
rimente auuenne à i Gozitani,e Pantallareſi,eſſendo ſtato loro for
za,vſar il linguaggio de dominanti, e queſto tanto più, quanto
ch'erano per auuentura ineſperti della penna, conſeruatrice degl'
idiomi naturali. E finalmente Ruggiero cacciati ch'hebbe i Sara
ceni ( come à pieno ſi dirà nella ſeguente Notitia ) benche di lo
ro vi rimaneſſero molti, come anco reſtarono pure in Sicilia, viug
do nella propria ſetta, (fino che poi furono totalmente fugati di
qua,e da tutto il Regno) cocedette la Città a i Malteſi, ch'habita
uano fuori & ad alcuni detro di eſſa,còſeruando câ molta pietà la
Religion Chriſtiana, in quella parte,oue ſi dice Bebel Grekin,cioè
Porta de'Greci (così n'habbiamo vn riſcontro nel Maurolì de'
Chriſtiani Meſſineſi in quei tempi, che dominauano i Saraceni.
Et Meſſanenſes Christiani, eam Vrbis partem habitabant, que nunc
Grecia dicitur) coi quali cohabitando poi i Soldati,e principali cas
pi, laſciati per cuſtodia di Malta, S. è quali inſieme con gl'altri
Malteſi, (com'è antichiſſima traditione) furono ripartiti i poderi,
e campi più nobili,e fruttuoſi, appreſero facilmente anco queſti il
linguaggio Arabo,ſenza punto laſciare l'Italiano,ò Siciliano, l'vſo
del quale era mai ſempre, e del continuo pratticato nello ſcriuere,
e fra le perſone letterate,e ciuili; con le quali coſe ſi moſtra chia
ramente, e ſi fa toccar con mani la falſa credenza di coloro, che con Luis del Mar
mollib. I. Ce 24º i
manifeſto errore ſtimarono la Lingua Malteſe eſſere la medeſima
con la Cartagineſe, imperoche quell'antica di Cartagine,ò ſia Pu
nica,e natural Africana, molto tempo è che ſi eſtinſe in tutte le
arti dell'Africa, inſieme col carattere, ch'hauea, e per l'oppoſto
queſta lingua d'hoggi Arabica,i Saraceni la portarono quiui dall'
Egitto, dalla Soria, S. Arabia, quando l'occuparono,eſsendo pro
prietà de vincitori inſieme con l'Imperio introdurre, e dilatar il
proprio linguaggio.
MK z. Del
26O DELLA D E SCRITT, DI MALTA
DEL DOMINIO DE' NORMANNI IN MALTA,
con la cacciata de Saraceni,

No TITI A DECIMA:
'Auguſto,e magnanimo Conte Ruggiero Normanno,già no
to al mondo tutto, per le ſegnalate ſue impreſe, flagello del
Saraceni, zelantiſſimo Soldato del culto diuino,prode, e generoſo
guerriero, Capitano in ſomma, che di " di valore,e d'altre ra
re virtù ch'ei poſſedea in ſupremo grado, trapaſsò tutti gl'Eroi del
ſuo ſecolo doppo hauer egli da Calabria paſſato in Sicilia, nell'an
no 1 oa 4. ricomperata quell'Iſola à coſto di ſangue, S: à viua for
za ritolta dalle ſacrileghe mani di quei Barbari, moſtri d'impietà,8&
implacabili nemici della Santa, e verace fede Cattolica,i quali non
ſolamente i corpi de Chriſtiani in dura, e tirannica ſeruitù crudel
mente riduſſero, ma quello, che più importa, le coſe della ſacroſan
ta Religion Chriſtiana ſpietatamente deturparono. Fatto già il
valoroſo Principe,Signore di quel Sicanio Regno, altretanto bra
moſo di creſcere,e dilatar il ſuo Im perio, quanto che pietoſo di li
berar anche queſt'Iſola,infeſtata, e ſommamente annoiata da per
fidi Saraceni, come altresì quei poueri Malteſi Chriſtiani, ch'era
no rimaſti ſotto il ſeuero,e tirannico dominio di eſſi; deliberò ge
neroſo d'aſſalir Malta, ch'era ſtata in poter loro, più di ducento, e
cinquant'anni, ſecondo però ancora il vario, e vicendeuole ſtato
di fortuna della Sicilia,che fù in quel tempo hor tutta, hor parte ,
quando da quei Barbari,e quando da Chriſtiani dominata, tutto,
che in vano haueſſe ambito il comido di queſta ſpedittione Gior
dano ſuo figliuolo,atteſo che volle Ruggiero ſolo hauerne la glo
ria,ſapendo bene quanto importaſſe e di quanta conſeguenza fuſ
ſe il ſottoporla al ſuo dominio per conferuatione di quello di Sici
Orbir Maritimi lia: E come ſcrive il Moriſoto in queſto propoſito, diſcorrendo di
lib.11.cap. 1° Ruggiero,e dell'iftcſia in preſa. Ceterum,vtſunt hominum ingenia
alicitate redundanti e fortune, nunquam ſatiara, maioris imperii sfu
2. m

dio, Melitam nautgat, Inſulaq; potitur. Quando chiamato da Ca


Fuerſi, p. 1. labria Martino Gerentio per ſopraintender all'ap arecchiamen
lib, 4 f. 183. to, che intendeua di fare per queſt'impreſa, 8 in ſua vece poſcia
per la di lui diſu bidienza, deſtinato vn altro Caualiero, 8 in tanto
ritornato in Sicilia da Calabria, ou'era andato, per ribauer la Città
di Coſenza, allora ribellata da Ruggiero ſuo nipote, figliuol di
Roberto, hauendo di già ritronata l'armata in punto, è appre
ſtata nel promontorio e porto di Raficambrio,oue heggi
ſcorge
li il dl a
2 6. I
LIBR o s EcoN D o, NoTITI A x.
ſituata la Torre della Secca, detto da gl'antichi Caucoma, nel lido
meridionale, quiui s'in barca e fauarito da proſpero vento, fatto
rima ſonar le trombe, buccine, è cornette, ſe ne paſſa in queſt'
Iſola nel meſe di Luglio l'anno 1 o89. ma ſecondo, che vogliono Malaterra. lib.
4 cap. 16.
Maurolico, & altri nel 1o9 o anno felice, e benauuenturato per
" 2Il CO quaſi nel medeſimo, hebbe i ſuoi glorioſi natali
queſta ſagra Religione noſtra padrona: hauendo laſciato il gouer
no di Sicilia al ſopradetto Giordano,e giunto con l'armata, sbar
cando il primo con tredici Caualieri, Campioni di Marte in ſua
compagnia, e coi medeſimi poſtoſi a cauallo, mentre che gl'altri
volédo traſportarſi in terra,ſaliuano sù paliſchermi, s'azzuffò con
alcuni pochi Iſolani Saraceni, che con armata mano, erano ſenza
Penſar più oltre,corſi a vietargli lo sbarco; i quali con poca fatica
furono ſubitamente dal valor di Ruggiero, e de ſeguaci ributtati e
vinti sù l'entrata del porto. Quindi il coraggioſo Normanno dopò
dato il guaſto alle Ville de Saraceni, 8. alla lor Campagna,trattane Buonfiglio p. I
lié.4.
prima vna gran preda,e ricco bottino ſe ne paſsò con tutto l'eſer
cito ad aſſediare la Città, 8 hauendo quella gagliardamente aſſa
lita,e combattuta con molta coſtanza, per i patio di tre giorni, co
noſcendo finalmente i Saraceni, (benchevn groſſo numero di eſº
ſi,quiui ſi fuſſe ricouerato,venendo dalla Sicilia pei ſeguitati,e CalC
ciati da Normanni) né poter reſiſtere a tanta forza, e valore,ſcor
endo creſciuta in qualche modo l'oppugnacione con l'eſſerſi ac
coſtati & vnitià Soldati di Ruggiero, Chriſtiani Malteſi, maſſime
quei ch'habitauano in alcuni luoghi dell'Iſola, e principalmente e
in Vyed è Rum, deliberarono di renderſi i patti, che " i ſe Run, erano in .
qtre i tempi chia
guenti,cioe che il Kayd, chiamato da alcuni Scrittori Gaitto,con. nimatiGreci,
i Chrifia
in vir
non picciolo errore, non intendendo la propietà del vocabolo ti dell'editto di
Kaid, che tanto vuol ſignificare in idioma Arabico, quanto nella Coſtantino, che
volle , , tutti i
lingua Spagnuola Alcalde, e nella noſtra Prefetto,o Capitano, ch' Chriſtiani di Co
allora gouernaua l'Iſola, poteſſe, (come racconta Fazello nella , fatinopoli(a cui
egli imperio ha
Dec.2.allib 7.cap. I f4 1 1.) vſcirſene ſaluo, cò tutti i ſuoi Sarace uetta il nome di
nuova Roma »)
ni,gli arredi,e le perſone loro,reſtando fuori d'ogni cattiuità,e ſog R O la A N 1
chiamar ſi do
gettione tutti i Chriſtiani, ch'habitauano nell'Iſola, e che volendo ueſſero quindi gl'
alcuni de Saraceni,di loro guſto rimanerui, e viuere nella propia , altri Greci in .
ſettagli fuſſe gratioſamente permeſſo, con pagare però ſopra i be Arabo ſi d nomi
narono Ki id,
ni loro certa penſione di tributo,il qual credettero alcuni ſia ſtato & in
R O Ai
Greco
f O 5,
quello che fin ad hoggi ſi paga da certi poderi,ò campi, al Princi Vedi il Rºnald,
e detto Canone, ma noi giudichiamo eſſer il diritto della decima, nei cependio dei
Baronio, nel 1.
ch'hoggi attualmente poſſeggono alcune dignità della Chieſa , tem. ſotto l'Im
Catedrale, conceſſo loro poſcia dal Conte Ruggiero, come conger perio di Costan
sirs.
turiamo
asz DELLA D E SCRITT. DI MALTA
turiamo, nello reſtabilir che fece del Veſcouado,e ſua Chieſa Cate
drale,così il Malaterra nel lib.4.al cap.7.narrando la pietà del me
deſimo Conte, par che confermi la noſtra opinione con queſte
parole. Capit Deo deuotus,ſacris hymnts adstare, decimationes om
nium reddituam ſuorum ſacris Ecclesiis attribuere, c. rauuiſandoſi
Lipſ de Magni il Canone eſſer vin diritto più antico, che ſi pagaua in fruméto per
tud. Rom. c. 16.
Aoriſotus lib. 2 tributo ogn'anno al Popolo Romano dall'Egitto, Africa, e Sicilia,
CºP.4,
e diceuaſi, frumentum Canonicum. Erano parimente rimaſti in Si
cilia de Saraceni, doppo, ch'ella venne ſotto il dominio dei Nor
manni,e vi dimorarono fino all'anno del 1243. in tempo del Rè
Federico Im peradore , d'ordine prudentiſſimo, del quale allora -
Per Ricardo Conte di Caſerta furono quaſi tutti quelli,che viera
no,à viua forza cacciati da tutto il Regno, e mandati ad habitare
Tomaſo Fazela
- do Dec.2. lib, 8. in Nucera Città della Puglia,così n'atteſta,oltre à molti Autorivn
f.452. Manoſcritto antico,ch è ſtato in poter noſtro,in certa piſtola d'vn
tal Fr.Corrado Prior del Monaſtero di S. Caterina di Palermo,ſcrit
ta al Veſcouo di Catania a di primo d'Aprile 3.Indittione del 1283
Reſa dunque che fù la Città di Malta al valor di Ruggiero,egli
L'iſteſſa Fazello
vi fè far ſubito vina fortezza,che ſtette in piedi fino all'anno 14; 5.
nel qual tempo fù fatta disfare cô regia permiſſione, e laſciò nella
medeſima Città vn buon preſidio per guardarla, 8 vn prudente º
capo per gouernarla, con quei Malteſi Chriſtiani, che ſi ritroua
lla I10 nell'Iſola,picciolo, ma pretioſo auuanzo de gl'antichi fedeli

Greci,da quali eſſendo diſcendenti i ſudetti, allegri, e giuliui dell'


acquiſtata libertà, ſecondo il racconto di Goffredo Malaterra .
Ligno,vel calamis prout quiſ, primo inueniebat,compositas cruces in
dextris ferentes, Kirie eleiſon proclamando; ciparuero auanti al Con
te,& a'ſuoi piedi proſtrati humilméte lo ringatiarono,S hauédo di
più Ruggiero munito ancora, come ſi deue credere, il Caſtellº
noſtro a mare, hoggi S. Angelo,e diſtribuiti i territori, principali,
particolarmente à i nuoui Coloni, e riceuuti corteſemente quei
donatiui,che gli furono con pouera, ma affettuoſa mano preſen
tati, come à nouello padrone, e Principe, e tolti ſeco finalmente »
nelle naui i ſchiaui Chriſtiani,ch'erano in gran numero, come di
ce l'iſteſſo Malaterra, ſe n'andò con la ſua armata al Gozo, allo
ra anche habitata,ò più toſto tiranegiata da Saraceni ſopra la qua
le ſchierato l'eſercito poſto l'aſſedio,e dato il guaſto, vedendo ine
mici, che da neſſuna parte poteuano hauer ſcampo, 8 aiuto,ſi re
ſero pure immantinente, 8 ottenne Ruggiero felicemente quell'
Iſola con le medeſime conditioni, con le quali haueua riceuuto
Malta, e diuenuto padrone d'ambedue col diuino fauore, come
altresì
LIBRO SE CON D O, NO TITI A X. 263
altresì,mercè il ſuo valore, e prudenza, laſciando vn'altro preſidio
nel Gozo ancora, fe vela glorioſo alla volta di Sicilia.
Vien il Malaterra in queſto luogo da noi ſeguito in alcune del
le predette coſe, ma non già in quelle, che non hanno molto del
probabile, anzi, che in certo modo patiſcono qualche contradit
tione, come il narrar lui, che giunta al noſtro terreno la naue del
Conte Ruggiero per la ſua " " dell'altre dell'armata ,
egli ſolamente con tredici Caualieri sbarcato, e montato a cauallo
aſſaliſſe vina gran moltitudine degl'Iſolani Saraceni,che iui era cor
ſa ad impedirgli lo " dice, multos Sternit, reliquos fu
gat,extremos quod; cedendo per longum inſequitur, e che poi ſi con
tentaſſe con pregiuditio del ſuo valore (hauendo l'apparecchio d'
vn armata come fù quella) farſi l'Iſola col Gaito, e ſuoi ſara
ceniſolamente confederata, ſenza prenderne , come altri Auto
ri dicono, che faceſſe, l'aſſoluto dominio, che tanto importaua ,
peril nuouo acquiſto della Sicilia,col chiuder il varco agl'Africa
ni,maſſimamente, che diſcorre di queſti Saraceni,come d'huomini
poco auuezzià militare, anzi,che sbigottiti dalla preſenza degl'
Aſſalitori, ſubito chiedeſſero di parlamentare, per conſeguirla pa
ce, con pagar tributo al Conte,egl'offeriſſero Equos, mulos, 3 ar
ma omnia,quae habebant,cum infinita pecunia. Dichiara poi in par
ticolare, che quiui ſi ritrouaſſe tanto numero di ſchiaui Chriſtia
ni,che " queſti poſcia imbarcare nelle naui, ſecondo i patti
ſi
della confederatione, temeſſe per il ſouerchio carico loro, che
s'affondaſſero. Comes ergo taliter Vrbe sibi confederata,captiuos, vt
aſportet per naues ordinans reditum,cum magna timore,pra nimio pon
dere captiuorum, ſubmersionem veritus, accelerat; contradicendoſi
hora in ciò apertamente, poiche da caualli, dall'armi, dalla mol
ta quantità (per non dirinfinita copia di danari,come lui ſpiega,)
e dal numeroſo ſtuolo di prigionieri, ſi può Più toſto far giudicio,
che quei Saraceni fuſſero ſtati armigeri, corſali, e ſoliti ad eſporſi è
pericoli per depredare.
Non fà il Malaterra memoria alcuna degl'altri Chriſtiani, che
non eſſendo ſchiaui rimaneuano nell'Iſola,forſe perche allora eſſo
Autore (ch'era Franceſe, e ſcriſſe in viuenza del Conte) credeſſe,
che mentre ancora nella Sicilia ſi erano ritrouati in molte Città, e
Terre, Chriſtiani, che inſieme coSaraceni habitauano, non fuſſe » Idem Malater

queſta particolarità eſſentiale da eſprimerſi, come ne meno feme rarelatur


lib. 4. cap.2.
a Pºrro
zione veruna del Caſtello,ò Rocca, che è in mezzo al noſtro gran. inmitNoist.
fºz.
Panor

orto di Malta,e pur ella era ſtata molto tempo prima già fondata Marmol p. 1.
dagliſteſſi Saraceni,nell'impadronirſi di tutta l'Iſola. Di più ſog lib. 2 cap. 12 f.
Io8 p.2.
81ugne,
2 e4 DELLA DESCRITT. DI MALTA:
giugne, ch'eſſendoſi offerto il Conte (sbarcati in Sicilia i ſudetti
ſchiaui Chriſtiani) di fabricargli vna Villa,e di compartirgli mol
te franchigie, ſe haueſſero voluto dimorar nel Regno, eglino per
ritornar alle proprie caſe, elegeſſero meglio d’andarſene via, facen
dogli però il Conte prouedere di quanto fuſſe ſtato loro di biſogno
per il viaggio, col franco tragetto per il Faro. Sed, g illis deside
rantibus proprios agros ,amicoſq; e ſere, liberamfacultatem,quò vellent
abeundi conceſi, per totam terram ſua neceſſaria, º abſq; pretio Pha.
ri transitum,tribuens; Porrò ipsi cum gaudio, g Comiti deſua libera
tione gratias referentes , quiſq, in loca ſua re edunt, per duerſa Regno
rumſpatia, prout nations erant; Ma come fia poſſibile,che tra tan
ta moltitudine di ſchiaui, non vi fuſſero alcuni Siciliani, che ri
maneſſero nel Regno; tutti d'altri paeſi,e Prouincie? douendoſi
ben preſumere, che mentre la cattiuità loro era ſtata in Malta, e
quiui condotti,ſenza fallo depredati da Vaſſelli, e dalle fuſte de Sa
raceni, che l'Iſola dominauano,si vicina alla Sicilia,vna gran parte
fuſſe de Siciliani, ſe non è, che dir voleſſe alcuno, che colà parimé
te ſignoreggiando i Saraceni non v'erano ſtati coloni Chriſtiani
da farne preda, il che non puol eſſer vero, inſegnandoci il contra
rio l'Iſtorie di quei tempi,e ſarebbe a punto, come ſe altri al preſen
te d'affermar contendeſſe, che nella Morea, per eſempio, è in al
tri luoghi ſoggetti alla tirannide turcheſca,nò vi habitaſſero Chri
ſtiani franchi,o liberi, è pure eſſendo allora i Chriſtiani di Sicilia -
vaſſalli de Saraceni non veniuano fatti ſchiaui da quei di Malta .
Ma queſta ragione non ci fà forza, perche ſtimiamo,che niuno ſia
per credere,che i ſudetti Pirati,come forſe più leali, e giuſti oſſer
uaſſero quello, ch'hoggi i Predoni di Barberia, non oileruano è
Chriſtiani ſudditi del Gran Turco,benche à lui in altro obediſca
no: oltre che i Saraceni Signori della Sicilia, riconoſceuano inſie
Marmel.p. r.lib me coi Gouernatori di Malta per ſuperiore il Halifa del Cariian in
a cap29f 148.
128.es 133
Africa, è quello dell'Egitto, quando q ueſto colà nella Città del Cai
ro andò a piantarla ſua ſedia l'anno 998.
Che poi in Malta al tempo dei Saraceni teneſſero tuttauia i
Chriſtiani antichi domicilio,n'habbiamo diuerſe congetture,anzi
lo dimoſtriamo con euidenti proue. Impercioche oltre i contra
ſegni del Valle de Kum, cioè de Chriſtiani, ou'è tradirtione, che
ſteſſero, della porta de'Greci,bieb el Cre Kin,vna delle due, che chiu
dono la noſtra Città, come altroue ſi è diſcorſo, 3 il ritrouarſi in.
certi priuilegi de'Regi di Sicilia diſtinti i poderi antichi, e beni di
Malta in alcuni de Pagani, Scaltri de Chriſtiani,che coſegnata,che
fù la noſtra Città da Saraceni al Conte Ruggiero,n'vſciſſero i Chri
ſtiani
LIB R O SE CON D O, NO TITIA X. 26;
ſtiani con le Croci in mano fatte di legno, è di canne gridando
Kirie eleiſon, benche il Malaterra dichi,ciò faceſſero i Chriſtiani,che
ſtauano in quella cattiuità, (ſtato che ben puoſſi adattare anco è
quei miſeri, che interamente non erano ſchiatti) aggiugnendo,
quorum plurimam multitudinem infra Vrbem tenebant, la quale e
eſſendo in quel tempo, com'è al preſente di picciol ſito, hauendo
la in queſta guiſa riſtretta gl'iſteſſi Arabi, quando l'occuparono,
non è punto veriſimile, ch'eſſi voleſſero tanti loro nemici, tener
quiuiſccº pronti mai ſempre à danneggiargli; aggiungaſi à tutto
ciò le molte,e diuerſe voci greche ch hanno fin ad hoggi i Malteſi
ſpettanti à i riti,S alle coſe della fede noſtra, ritenute appoloro frà
l'altre dell'idioma arabico, tirandone l'origine dagl'antichi ante
nati Chriſtiani Greci, come ſono per eſempioliti,cioè preghiere, è
ſupplicattioni à Dio,e quelle che in latino diciamo litante, lapsi il
Santiſſimo giorno dell'Aſceſione is noiiru il Sato Chreſi
ma,Cona da Icone tauola d'imagine,AAalluta dalla voce greca Me
logy pelle con la quale ſi ſoleuado ricoprire i Monaci, per dinota
rela mortificatione & altre, e l'Vſo etiádio di cuocer il grano, e di
ſtribuirlo per i fedeli defonti,meſcolato con alcune coſe dolci,det
to da Greci Coliua,e da Malteſi corrotto il vocabolo Coccia,l'origi;
ne di cui, e di tal coſtume, vien rapportato dall'Erudito P. Do
menico Magri Teologo Malteſe, " ſua vaga e belliſſima ope
ra della Notitia de Vocaboli Eccleſiaſtici.
E finalmente, l'andare fin ad hoggi caratterizzati i noſtri Mal
teſi e ſegnati nelle mani, è nelle braccia con croci, fatti sù le pro
prie carni a punture d'ago, ch'aſperſe quando ſono inſanguinate
di cenere,ò d'altro,diuengono in breue di colorazurro, & indele
bili; non è egli queſt'antichiſſimo vſo, indubitato contraſegno
della primitiua Chriſtianità de'medeſimi? ſucceſſiua da quegl'Vlti
mi, in tempo de'quali Malta venne in poter de Saraceni, e conſer
uata continuamente per gratia di Dio, e merito del glorioſo Apo
ſtolo S. Paolo, del qual coſtume, che fù anco praticato da quei
antichi Chriſtiani nell'Africa, per differentiarſi da Gentili,al tempo
de'Romani,e Gothi,quando vi regnarono, prima che Mahometto
vomitaſſe il veleno dell'empia ſua ſetta,ce ne dà chiara teſtimoni
za có la cauſa dell'origine,il diligente Scrittore Luis del Marmol, pi
così dicedo.AAas el'origen de a quella cruzesfue,que quido los Roma- capa; -

nos,y los Godos reynaron en Berberia y en Numidia,autendo libertado -

generalmente à todos los C hristianos y esimidolos de todo pecho, tribu


t0, quando los Cogeelores de las rentas iuan a colrar, desian todos, que

eran Christianos, por gosar de aquel privilegio, y para eſcuſar csts -


engano
2 a6 DEL LA D ES C R I TT. DI MALTA
engafioſe mandò,que los, que fucſin verdaderamente Christianostru
«eſſen vna cruzen la cara,ò en la mano,labrada en la propria carne.
Onde non fia merauiglia,ſe dall'Iſtoria del Malaterra noi ci allon
taniamo alquanto, accoſtadoci in queſto diſcorſo più ad altri Au
tori, S&alle approuate traditioni, hauute da noſtri Maggiori,men
tre ancora vediamo,che i detti Autori,e particolarmente il Fazel
lo nell'iſteſſo racconto da lui ſi diſcoſtano, hauendolo ben eglino
(come ſi può tener per fermo) anco veduto,e conſiderato,cò altri
antichi manuſcritti del Regno. Ma ritorniamo al noſtro pio, e
diuoto Principe Conte Ruggiero, riſtoratore de Sagri Tempij, il
quale hauendo fatto riſarcire, & acconciare quello della noſtra ,
Città Catedrale,lo prouidde di Paſtore, e Prelato, con l'elettrone di
piti in Noi Veſcouo in perſona di Gualterio nel Pontificato d Vrbano ſecon
º do,nell'iſteſſo anno della conquiſta di Malta,ò nel precedente,che
ne fuſſe ſtato deſtinato è q " paſtorale come ad altri piace,
& hauendo d'auuantaggio dotata la Chieſa,(conſegrata al glorio
ſo Apoſtolo S.Paolo) di molti poderi,e rendite, così in Malta,come
nel Regno di Sicilia, nella guiſa, ch'a ſuo luogo diremo; eſſendo
ſtata l'Iſola noſtra ſenza Veſcotto per lo ſpatto di 2 1 6. anni, cioè
da Manàs Greco,che fùlvltimo come ſi diſſe nella precedente No
titia, e viueua intorno agl'anni 874 doppo ch'ella per alcun tem
po prima era ſtata già occup ata da perfidi Saraceni;E doppo final
mente d'hauer viuuto queſto inuitto Campione virtuoſamente in
terra,ſe ne paſsò quell'anima benedetta trionfante, e glorioſa ricca
di meriti, e di virtù in Cielo ( come pianente ſi può credere) nell'
anno 11 o 1. e della ſua età il ſettanteſimo in Mileto di Calabria.
A Ruggiero ſucceſſº Simone ſuo primogenito, nato da Ade
laſia ſeconda moglie, il quale preſe il Dominio paterno ben sì,
ma in breue ſe ne mori ſenza laſciar figliuoli, nell'iſteſſo anno
1 I o I. - - - - - - - - - .

In quello poi del 1 1 o 2 ſubentrò nel Dominio Ruggiero fratel


lo di Simone, che morto Guglielmo Duca della Puglia, e del tutto
eſtinta la linea di Roberto Guiſcardo,occupò egli be preſto il Du
cato di quella Prouincia,indi non contento, ne ben appagato del
titolo ſolamente di Duca,volle coronarſi Rè, che perciò correndo
i. " l'anno 1 1 29. partiſſi per tal effetto inſieme col Veſcouo di Mal
ci Regi ta, che douette eſſere Giouanni primo di tal nome, e con quello
Sicilia fae di Squillaci alla volta di Palermo, quiui ſolennemente fù corona
to,con ſomma gioia di tutti & acclamato Re,che fù il primo della
Sicilia . - -

- -- - Intanto
LIBR o se e o N D o, N o TITI A X. 267
Intanto i misleali Saraceni rimaſti in Malta,non laſciarono di
tentare ſe riuſcito gli fuſſe d'occupar di nuouo il dominio dell'Iſo
la,con diſcacciari Chriſtiani, che la gouernauano; impercioche
ordita hauendo (ſecodo la riceuuta antichiſſima traditione,che n.
habbiamo) vna ſegreta cogiura per ſorprendere la Città ne giorni
della Settimana ſanta,ò come altri vogliono nella notte del SS.Na
tale,métre i Chriſtiani aſſiſteuano a diuini offici, s'incaminarono
per eſeguite l'empio loro diſegno,vſcendo dal poſto della Kalaa ,
(cioè fortezza) detto fin hoggi tal Bahria,che vuol dire della Ma
remma,ò del Marittimo,oue fierano ridotti principalmete ad ha
bitare, e giunti in vn luogo,nò lungi dalla Città chiamato Ayn
Clieb (fonte de Cani) apunto vicino a giardini delle due fontane;
quiui da noſtri,che penetrato per auuiſo d'vna fanciulla chriſtiana
ſegretamente il trattato gli aſpettauano all'aguato, fieramente fu
rono aſſaliti, e malmenati, molti di eſſi vcciſi, e coſtretti i villi è
darſi alla fuga, mentre in quel furore a tutta poſſa perſeguitati,die
tro ſe gli ſgridaua à i cani,a i cani, onde ritirati, e fattiſi forti nell'
iſteſſo " della Kalaa, da per tutto, naturalmente ſcoſceſo, ec
cetto,che per doues entra nella Collina, eſſendo quell'andito ben .
ſtretto, & anguſto, ſi mantennero cola ribelli per qualche poco
di tempo,ſoccorſi per auuentura dalla Barberia con gente nuoua
da loro chiamata in aiuto, e con prouiſioni com'è credibile,ſup
oſta la commodità del ſito eſpoſto ſul mare da quella parte, che
riſguarda l'Africa, fino a tanto, che il noſtro Ruggiero di queſto
nome ſecondo, all'auuiſo del caſo, che richiedeua pronto rimedio, Si caua dall'A4
acciò il male non diueniſſe maggiore, venuto in Malta con la ſua bate Celeſtino.
armata poco prima, che ſeguiſſe la morte del Duca Guglielmo,
che fù l'anno del 1 1 27. gli ruppe,e ſconfiſſe in modo, che quindi Baren, tom 2.
ſpenti, 3 iſterminati rimaſero per ſempre da tutta l'Iſola,recando
ne chiara teſtimonianza di tal inuaſione Aleſſandro Abbate Ce Lib.1. in princ:
leſino nella vita, che ſcriſſe con gl'eroici fatti di queſto Rè Rug
giero.
Egli finalmente doppo hauer ſcorſa con la ſua potentiſſima ,
armata la riuiera della Barberia, e poſta tutta a ſacco, ſoggioga Fazel Dec. 2.
caP.4.
te Tripoli,Africa detta Mehedia,Siface,Capſia,8 altre Città, e Ter
re di quel paeſe, e terminate felicemente molte glorioſe impreſe»
nel tempo del ſuo Reame, che durò per lo ſpatio di 23.anni,ſimo
rì nel cinquanteſimo nono della ſua età, e della noſtra ſalute
I I 5 4.
A queſto fà ſucceſſore Guglielmo ſuo figliuolo cognominato il
Malo, che morì l'anno 1 1 4 6.
Ll 2 Nel
268 DEL L A D E SCR I TT. DI MALTA

Nel medeſimo pigliò poſſeſſo del Regno Guglielmo,nomato il


Buono ſuo figliuolo maggiore, giouanetto d'anni x1, in circa, in
tempo di cui leggiamo Giouanni Veſcouo di Malta, ſecondo
di quel nome, eſſer interuenuto,S hauer fermato vin accordo fat
to à bella poſta,per ſmorzare,e ſpegnere l'incendio d'wna congiu
ra,che ſi andaua apparecchiando in grandiſſimo pregiuditio,e di
ſturbo della pace di tutto il Regno, e per le molte turbolenze»
ch'allora regnauano,fù il medeſimo Veſcouo ſcielto, & eletto per
vno de'Conſiglieri, e miniſtri del Rè, e Gouernatori della Corte
Reale, e

Intanto l'anno 1 185. Coſtanza figliuola del Rè Ruggiero, e


di Beatrice ſua terza moglie, per mezzo d'Ambaſciadori,ſi maritò
có Errigo Imperadore figliuol di Federico,le cui nozze ſi celebra
rono con molto faſto, e pompa nella Città di Milano; fra queſto
mentre Guglielmo ſecódo muore ſenza figliuoli,il terzo anno do
ò il matrimonio di Coſtanza con Errigo,e reſta il Regno ſenza ,
i" : allora Tancredi baſtardo del Duca Ruggiero, primo.
enito del Rè Ruggiero, ſi fe coronare, Scacclamar Rè in Paler
ma à guiſa de ſuoi maggiori. Nell'anno poſcia i 19 1. Errigo, e
Coſtanza ſua moglie, a cui per morte di Guglielmo ſecondo,ni
pote di eſſa veniua con giuſta ragione il Regno a toccare, furono
coronati Imperadori da Celeſtino Papa, con queſta conditione »
però cioè,che doueſſero di repente cacciar dal Regno, e dominio
di Sicilia, Tancredi,che ingiuſtamente l'occupaua. Poco doppo i
Salernitani, appò i quali era rimaſta Coſtanza la conſegnarono in
oter di Tancredi, che ſubito ſe la conduſſe in Palermo; il che ha
uendo inteſo Papa Celeſtino, mandò tantoſto, e fe ogni sforzo, e
diligenza per mezzo d'Egidio Cardinal d'Aragona, acciò fuſſe ac
colta, e riceuuta per Imperadrice, e d'autuantaggio condotta in
Alemagna all'Imperadore ſuo marito. Hor volendo Errigo ven
dicarſi del gran torto, e dell'ingiurie fattegli da Tancredi,apparec
chia contro di lui vn formidabile eſercito. Tra tanto Tancredi
corona Rè di Sicilia Ruggiero Duca della Puglia ſuo figliuolo,
ma in breue egli ſi morì nell'anno 1 194. e con eſſo lui morì anco
Tancredi.
Per la cui morte,Guglielmo terzo figliuolo minore di Tancre
di,ſuccede al Padre, quando Errigo venne à Meſſina, e conduſſe
in ſua balia,e podeſtà Sibilla Reina, Guglielmo figliuolo, Alteria ,
Coſtanza,e Madonia.figliuoli di Tancredi,e tutti conduce ſeco in
Alemagna con i primati del Regno, Arciueſcoui, e Veſcoui,oue
doppo molti tormenti, gli confinò finalmente in vna carcere ,
-
i quali
LI BR O SE CON D O, NO TI TI A XI. 26»
i quali nondimeno,hauendo Innocenzo ſommo Pontefice ciò in
teſo,comandò ſotto pena di cenſure, che fuſſero ſubito ſcarcerati,
e data loro la libertà; così eſtinguendoſi in tutto la linea de Prin
cipi Normanni, che regnarono in Sicilia, per lo ſpatio di 13 s.an
ni, paſsò il Regno al dominio de Sueui.
Tra l'wna,e l'altra ſucceſſione trouiamo in queſti tempi Malta ,
fregiata col titolo di Contea,poiche nel I 19 3. ſi legge nelle tauo
le del Monaſtero ſottopoſto all'Archimandritato di Meſſina, che IL'Albate Pirri
nella Chrono--
Margarito de Brunduſio grad'Ammiraglio di Sicilia,era Conte di log de Regi di
S'i: ilia, dice ch
Malta,in queſta guiſa portato dal Canonico D.Antonino d'Ami era St. iliane.
co nella ſerie degl'Ammiragli di detto Regno, ſoggiugnendo di f 38.
più venire ſotto Errigo Rè Sueuo intitolato, non ſolamente Conte
di Malta, ma d'auuantaggio Duca di Durazzo, e Principe di Ta
ranto. Dal che ſi puol argomentare e legitimamente raccogliere,
che il Titolo di Contea di Malta, doppo che il ſecondo Ruggiero
laſciato di chiamarſi Conte della Sicilia, tolſe il pregiato titolo di
Rè, ſia ſtato il primo, che cominciaſſero ad hauere i Principi del
Regno, anzi moltanni prima, ch'alcun altro luogo del medeſi
mone fuſſe ſtato di tal prerogatiua adorno, come ancora ſi puol
altresì oſſeruare,che la noſtra Città, S. Iſola ſia ſtata la prima nel
ſouradetto Regno col titolo di Marcheſato illuſtrata, come ap
reſſo chiaramente vederemo a tempo del Rè Martino in perſona
di Guglielmo Ramondo di Moncata nel 139 1.
ueſt'iſteſſo riferiſce circa il titolo di Contea nel 1193.l'Abba
te Pirri nella notitia ſettima della Chieſa Melitenſe, iui AAelita ſub
Comitatus titulo,e pariméte intorno à quello di Marcheſato al 139 1.
a a LTA sorTo 1 L REAM E DE svevi.
N O TITI A VN D E CI M A.

Rrigo Seſto chiamato da altri Quinto,figliuol di Federico Im


peradore Sueuo,( è la Sueuia vna Regione della Germania ,
Superiore) come ſpoſo,e marito della prenominata Coſtanza Rei
ma l'anno i 194. nella Catedrale di Palermo, fù con applauſo co
mune coronato, & acclamato Rè di Sicilia. Indi nell'anno 1.197.
doppo hauer ſei anni regnato, e ſei meſi, morì,come anco nel tem
po del ſuo Reame, vſcì di vita il ſopradetto Margarito Conte ,
di Malta, a cui ſucceſſe nello ſtato della Contea, Guglielmo Groſ
ſo, anch'egli Ammiraglio del Regno. Nel qual anno i 19 : Co
ſtanza col ſuo figliu olo Rè Federico gouerna il Regno, poſta ſi
IRÀ ll Oi e
27c DELLA DESCRITT. DI MALTA
muore nel ſeguente giunta nel 45. di ſua etade.
Nel anno 1 199. Federico Imperadore, e primo Rè di queſto
nome della Sicilia allora figliuolo incapace di gouerno,ſtette ſotto
la Santiſſima tutela d'Innocenzo Papa terzo, che perciò deſtinò in
Sicilia Cencio Cardinale di S. Lorenzo,a fine,che conſeruaſſe i Po
poli nella diuotione di Federico: frà queſto mentre egli riceue le
regie inſegne,e ſi corona Rè, & il Pontefice ha cura particolare, e
premura di maritarlo con Coſtanza figliuola del Re d'Aragona.
Negl'anni poi 12 1o ſpogliato dell'Imperio Ochone; per dili
genza non meno, che prudenza del Pontefice, viene eletto Federi
co Rè de Romani. In tempo di cui ſi legge nell'Iſtorie di Sicilia,
e maſſimamente in quella di Maurolico,ch'hauedo l'anno 1 2 3 1.
il ſopradetto Rè fatto promulgare certi editti, per Ricardo di M6
tenegro Giuſtitiero del Regno, che forſe non così ageuolmente ſi
poteuano tolerare, in alcuni luoghi di eſſo nacquero alq uante ſe
ditioni,delle quali Meſſina non ne fù del tutto eſſente, atteſo, che
colà ſi dice, che vn tal Martino di caſa Baglio fuſſe diuenuto capo
d'alcuni,ch haueuano coſpirato contra la Regia Maeſtà; ma Ri
cardo per timore,eſſerne in vn baleno fuggito,e doppo i Cógiura
ti per diſperatione transieriti in queſt'iſola, e quiui all'improuiſo
fatti prigionieri,il ſeguente anno,ò poco appreſſo,eſſendo ſtato cd
i complici Martino condotto a Meſſina, d'ordiue del Re furono
decapitati. Indi nell'anno 1245, il predetto Rè vien ſpogliato
dell'Imperio,dal Concilio Lugdunenſe, e nel 1 2 5o diuenuto inter
mo nel Caſtello Florentino della Puglia, dall'Arciu eſcouo di Paler
mo riceue il Sacramento della Penitenza, fà il ſuo teſtamento, 8.
inſtituiſce, e non una herede del Regno di Sicilia, e dell'Imperio
Conrado ſuo figliuolo,e finalmente muore l'anno medeſimo a 13.
Pirrus in NVotit.
/Meliten f. 194.
di Decembre. Sin.ln ente leggiamo eſſer morto in tempo dei ſuo
pºi ait, vi latius Rean e il noſtro Conte di Malta Guglielmo,di
- o cui reſta herede vn
eſi legere in ta certo Errigo ſuo genero, per raggion della moglie.
di ir Fccleſiae
Syracuſana. Morto adunque Federico iniperiore ſoprinominato duenne
ſucceſſore nel Regno per teſtamento paterno Corrado ſuo figli
uolo, e di Coſtanza. E Manfredo,che dal Padre era ſtato fatto Prin
cipe di Taranto, fù deſtinato Balio di Corrado aſſente, e lontano,
&à nome di quello amminiſtraua il gouerno del Regno; ma eſ
ſendo ſta o, come ſi diſſe, del Regni Federico priuato, ſcriſſe Papa
I nocenzo a Siciliani,che non preſtaſſero obedienza ad altri, ſal
uo,ch alla Santa Sede Apoſtolica . Corrado poco,ò nulla curando
della cenſura fulminata dal Sommo Pontefice,aſſale all'improuiſo
rmolte Città, e laſciato Corradino ſuo figliuolo di tre anni, nato da
- - - - lui,
LIBR o se con D o, Nori ri A xr. 27,
lui, e da Margherita figliuola di Leopoldo Duca d'Auſtria in.
Amalfi Città della Puglia,fù fatto morire di veleno, permettendo
lo così Iddio, che vuole ſia vbidito, e temuto il ſuo Vicario in ter
I l l'anno 1 2 5 4. - - . e .

Nel medeſimo anno Manfredo gouernaua il Regno a nome di


Corrado ſecondo, chiamato volgarmente Corradino. Ma dalla ,
Sueuia ou'allora riſedeua Corradino,corſe fama della ſua morte .
Manfredo, che lungo tempo bramaua con molto ardore,e deſide
rio il Regno di Sicilia, e ſi hauea tolto d'auanti Corrado primo, ſi
gu adagnò l'aura,e la diuotione de Siciliani,S: occupò quando me
no altri ſe' penſaua molte Città, che però eſſendo ſtato chiamato Pirru r in No?i:.
dal Pontefice, a dire la cagione, è il perche di sì fatta occupatio Meſſan. ad en,
ne,non volle andarui,onde quel Santo Paſtore lo ſcommunicò, e I 247.
ſcriſſe poſcia di buon carattere al Vicario,e Popolo di Meſſina,che
era diuoto di Manfredo, che ſi rammentaſſero di eſſer ſudditi della
Chieſa Cattolica Romana, ma poco doppo humiliandoſi Manfre
do,e rendendo ragione di ciò ch'hauea fatto, lo riceuette il Pon
tefice in gratia; quindi diedeli il Regno di Sicilia con quello di Na
oli,e finalmente nell'anno 12 5 8. Manfredo ſi corona Rè di Sici
f" - -

In tanto prima,che ciò ſeguiſſe, ſtando Manfredo ſcommuni


cato il ſudetto Pontefice,ch'era Aleſſandro Quarto, ſpediſce con
vn poderoſo eſercito contro di lui il Cardinal Ottauiano Vbaldi
no, e transferiſce la ragione, e ſucceſſione del Regno in Errigo
Rè d'Inghilterra a nome di Eadmondo ſuo figlio,ſotto alcune leg
gi,e condittioni: frà queſto mentre Manfredo ritornato in ſe ſteſ
ſo con maturo conſiglio prouede à fatti ſuoi, e perche non vſciſſe
il Regno dalla Caſa,deſtina, e concede Coſtanza ſua figliuola per
moglie al Rè Pietro d'Aragona con dote competente, e conuene
uole, con ſperanza ſicura della futura ſucceſſione al Regno di Sici
lia,e l'anno 1 2 62. ſi celebrano pompoſamente le nozze.
Gl'Ingleſi Errigo, 8 Eadmondo, procraſtinado ſenza penetrar.
ſi con qual fine, la pretenſione, e l'acquiſto del Regno di Sicilia ,
Manfredo per forza di danaro procura ſouuertere,e corromper al Pirrus in dhro
cuni capi,ch'erano nell'eſercito del Cardinale Ottauiano. Ma in noleg Regum ad
Notitias Eccleſ'
uano ſempre, perche Meſſina coſtantiſſima ſtette à diuotione del Sicilien.
Pontefice Romano, dalla quale poi declinando,con eſſa cadde il re
ſto di Sicilia alla parte di Manfredo, il quale finalmente nell'anno
1266.da i Soldati di Carlo d'Angioi fù crudelmente veciſo.
E nell'anno precedente del 26 5. leggiamo eſſere ſucceduto
nella Contea di Malta Nicolò a ſuo Padre, che ſi nomaua Errigo
di
272 - DELLA DESCRITT: DI MALTA :
3 AV ci it Ec di cui ſopra habbiamo fatta mentione,come ce ne fa fede ben cer,
. A elit.fol, ta l'Abbate Pirri nel luogo da noi citato. v - - - --
-

5 94. – .
-

A ALTA D o M 1 NATA DA FRA Nc Es 1.


- -- - -- - - - -- - · i
N o TITI A Dvo D E CIM A.
- - - - - - - - - -- -

L ſouradetto Carlo Duca d'Angioi fratello del glorioſo S Lu


douico Rè di Francia nell'anno del Signore 12 6 5. è acclama:
to,e ſi corona Rè di Sicilia per opra d Vrbano, e di Clemete Quar:
to Pontefici,i quali né poterono in alcun conto ſoffrire, che Má
fredo ſi fuſſe con tanto ardire impadronito del Regno di Sicilia ;
fra taco Corradino già diuenuto maggiore ſe ne paſſa da Bauiera in
Italia con vn groſſo eſercito,e pretendendo coronarſi Rè di Sicilia
prende l'armi contro di Carlo, Papa Clemente,ciò inteſo lo dichia
ra ſcommunicato,perche ſi nomaſſe Rè di Sicilia, mentre che dal
Concilio Lugdunenſe era ſtato già tolto il Regno a Federico ſuo
Auolo; l'eſercito di Corradino venne finalmece dall'inimico disfate
to; egli ſe ne fugge traueſtito vien nondimeno,non oſtante quale
ſiuoglia ſtratagemma da lui vſato, conoſciuto, preſo, poſto in car
cere,8 in ſomma decapitato,e morto l'anno i 269. i
Doppo tante metamorfoſi,e viciſſitudini delle coſe humane, e
fra queſti riuolgimenti nel Regno di Sicilia,S: in tempo ch ancora
Malta era ſignoreggiata da Franceſi,Giouanni da Procita, che fù
Paz el'. Dec. 2.
li? S, cap. 4.
l'Autore della congiura contro di eſſi, ſe ne paſſa in Malta nel ri
torno dall'Imperadore di Coſtantinopoli Michele Paleologo (vno
7 orf:lio par. de principali fautori di quel trattato che ſi machinaua a dannilo.
I te. 3.
ro) e fatti veniri Baroni Siciliani congiurati (non ſi sà però oue
fuſſe ſeguito,e tramato tal congreſſo,eſſendo certo, che no fù nella
Città, perche ella ſtette ferma ſempre nella diuotion de Franceſi,
fino ch'hebbero perſa la giornata nauale,ché forti in queſto porto
con vittoria degl’Aragoneſi, ne tanpoco nel Caſtello,ch'à forza d'
armi fù da medeſimi, doppo due aſſedi eſpugnato ) ſgombra, e
dilegua da loro il timore conceputo per l'inaſpettata morte di Pa
a Nicolò Terzo, altro principal fautore di quell'impreſa,rincora
dogli, 8 aſſicuradogli del buono,e felice futuro euento,con la pre
ſenza d'Accardo, o come altri vogliono Ricardo Segretario Impe.
riale dato per Compagno al Procita dal medeſimo Imperadore.c6
prouiſione di danari contanti, per ageuolare, e codurre al brama
to fine l'intéto, come ſegui,poiche nell'anno i 283. ſecódo, che ſi
rauuiſa in vn antico manuſcritto di quei tempi, ch'habbiamo ve
- - duto
LIBR o se con D e, Nor ITIA XIII. 27;
duto,benche altri Scrittori, come Zurita, calculino,che fuſſe ſtato
l'anno 1282.& altri nel 1284, furono eſcluſi i Franceſi dalla Sici
lia in quella guiſa, che raccontano gl'Iſtorici,donde rimaſe il Det
to ben comunale del Veſpro Siciliano. : '

D E L LA SVC C E S SI o N E D E GL'ARAGONESI
- nel Dominio di Malta. - r .

NoTITI A DE CI MATERz A. -

Rouauaſi (ſtando le coſe in queſti termini) il Rè Carlo nella


Toſcana, vola all'auuiſo hauuto della coſpiratione, e ſe ne º
viene à vendicare l'offeſe fatte à ſuoi. Quindi aſſale Meſſina ga
liardamente, ſe ne paſſa fra tanto il Rè Pietro d'Aragona in Pa
i" ſubito dal Veſcouo di Cefalù (percioche quello di Paler
mo era ſtato dalla Città deſtinato Ambaſciadore al Sommo Pon
tefice) preſe le Reali Inſegne, fù ſalutato, e coronato Rè,con giu
bilo, & applauſo di tutti; laonde doppo la deniziatione del duel
lo,ch'era ſtato ſtabilito frà detti Regi Carlo,cioè,e Pietro nella Cit
tà di Bordeaus, auuenne, che Carlo ſe ne tornò di bel nuouo nel
Contado della Prouenza, & apparecchiò l'armata per paſſar alle
parti di Sicilia, e viſitar il Caſtello di Malta, ( che grandemente li
premeua) in numero di xxv. galere,con prouederlo di gente, e d'
armi,ſotto la codotta di Guglielmo Cornerio Marſiglieſe,e Pietro,
ſe ne và a Trapani, e di là a Catalogna, con 4 galere, 8 vna fuſta.
Hor trouandoſi tuttauia ſotto l'Vbidienza del già nomato Rè
Carlo la ſudetta Rocca di queſt'Iſola di Malta,oggi S.Angelo, ch'
allora come afferma Zurita, era tenuta per "i ineſpugnabile , Tom. 1. lib. 4.
Cap. 43 e

molto importante alla coſeruatione del mare, della Corona, e do


minio di Sicilia, sì per la nauigatione, come anco per i ſuoi com
modi,e ſicuri porti. Hebbe per iſtruttione ilCornerio,ò Cornù,co
Nella Cronica a
me lo chiama Montaner nell'Iſtorie di quei tépi,che rinforzato di de i Rè d'Ara
reſidio,e ben vettouagliato il Caſtello di Malta, immantenente ſi gona c. 81.

partiſſe alla ſequela di Ruggiero di Loria Almirante di Sicilia, il


quale ſi ſupponeua fuſſe vſcito in campagna con ſole diciotto ga
lere,lo cobatteſſe ritrouandolo. In quanto poi alla nauigatione,do
ueſſe farla per la volta di Napoli, 8 iuirinfreſcaſſe l'armata, che di
là ſeguiſſe il viaggio per Trapani ci 22. galere,e le tre tiraſſero per
la bocca del Faro di Meſſina a préder lingua dell'Almirante Loria
e che finalmete tutte le 25 per vinirſi inſieme andaſſero nel porto
di Malta. Teneua in quel tempo il ſopradetto Almirate Ruggiero AVMontaner. c.82
2 i galera bé in ordine, 8 appreſtate, che li erano rimaſte delle 25.
Mm che
274 DELLA DESCRITT. DI MALTA
che d'ordine del Rè Pietro erano ſtate armate in Sicilia, perche le ,
altre quattro, & vna fuſta ſi trouauano in ſeruigio del niedeſimo
andate a Trapani per imbarcarlo. Queſte galere di numero vent'
vna,S altresì due fuſte,erano ſtate rinforzate,e ben munite di Ca
talani,e di diuerſe compagnie d'Almogauari, cioè Soldati Vetera
ni,e molto ben diſciplinati nella militia (che preſero cotal deno
minanza da vn certo Capitano chiamato Marco Almogauer del
la Prouincia di Ceritania) e di gente Siciliana. L'Almirante Rug
giero haueua con eſſe tirato a coſteggiare la Calabria fino a ſuoi
Caſtelli, che erano vicino al Golfo di Taranto, e dato il guaſto è
molti di quei luoghi con groſſi bottini, e con le preſe già fatte, ſi
conduſſe felicemente a Meſſina; oue giunto hebbe auuiſo, ch al
cune galere,armate per ordine del Rè Carlo, nauigauano dalla ,
Prouenza alla volta di Puglia, e che erano ſtate vedute nel mare ,
d'Vſtica,e confermando la medeſima nuoua vna ſaettia, ch'à bel
la poſta haueua mandato eſſo Almirante Loria alla coſta di Na
poli per pigliar lingua,aggiungendo, che le haueua ſcouerte vici
no alla bocca di Capri, che tirauano verſo mezzo giorno, di re
pente partì con diligenza alla volta dell'Iſole di Volcano, e non
ſcoprendo in verun côto le nemiche galere,coſteggiò la Calabria,
ne tanpoco incontrandole,rendè il bordo nouellamente per Meſſi
na; & ecco che peruenuto al capo dell'armi,nellim boccar del Fa.
ro dalla parte di Leuante, s'incontra sù lo ſpuntar dell'alba con le
tre galere Prouézali,che l'Ammiraglio di Marſiglia haueua mada

te in quei mari a prender lingua,e quando le due fifte, ch'andaua


no per antiguardia dell'armata di Loria, viddero le tre galere alla
poſta,che quiuiſtauano dido luogo alla notte, per preder lingua,
ſubito a voga ſorda ritornarono all'Almirante, 8 a pieno gli ne ,
diedero contezza. Intanto egli và alla volta loro, le aſſale, e con
ageuolezza le prende, e conduce ſeco rimorchiando a Meſſina ;
donde immantinente laſciando in terra i feriti,e gl'infermi, e rin
freſcato di gente, il giorno appreſſo partì per Siracuſa, oue arri
uato l'iſteſſo giorno,fe la ſua partenza verſo queſta noſtra Iſola,per
ſorprendere l'armata Franceſe,certificato dalle galere depredate ,
che già ſi era trasferita a Malta,per munire,e ben fortificare il Ca
ſtello, tocca al Capo paſſaro,e da vna barca del Gozo,per camino
intéde che quiui era giunta in porto la ſopradetta armata. Di qui
ſenza far punto dimora dopò eſſer ſtato ſolamente quella notte al
Capo,ſi parte coſteggiado fino a Raſi Cambri,facédo egli tal naui
gatione,come dice Mi6taner,per far la ſcoperta in canale,caſo, che
legalere Fräceſi ſi ſuſſero partite da Malta, appoſta per incótrarle in
ogni
LIB R o SE con DO, NO TITI A XIII. 27;
ogni modo. Quindi dà fondo al fonte di Scicli,chiamato da Sarace
niAayn el Lo Kat,iui préde rinfreſcamenti,e buone prouiſioni,cò
far riconoſcere da ciaſcuno le ſue armi, e le baleſtre, e corde loro,
rammenta a combattenti il proprio debito, verſo il ſeruigio del
Re,e della Corona Aragoneſe,l'importanza della vittoria per con
ſeruatione di tutto il Regno di Sicilia, e mette particolarmente ,
in conſideratione l'orgoglio, e brauura "glieſi, co quali al
far del giorno doueano eſſere col fauor del Cielo alle mani, corri
ſpoſero tutti con molto coraggio, che queſto per l'appunto era il
i; loro, e che ſi proſeguiſſe pure in buon hora l'incomin
Montaner. c,83
ciato viaggio. Poſcia in queſta guiſa ordinate,e ſtabilite le coſe,fan
novela da quella ſpiaggia,di doue ſi conducono vina barca da ot
to remi colà è caſo ritrouata, per ſeruirſene a far ſcouerta nel por
to ſegretamente. Giunta l'armata di Loria la notte ſeguente al Go
zo,ſeppe,ch'haueano i Prouenzali poſto buon ſoccorſo di gente à
i difenſori del Caſtello,e d'auuátaggio prouiſtoli di munitioni,ch'à
loro mancauano. Paſſata mezzanotte l'Almirante ſi parte dal Go
zo,e và à porſi con l'armata auanti il porto, quiui ſtettero ſorte le
galere alla ſorda,inuiando le due fuſte armate periſcoprirlo bene,
& innanzi a queſte la barca, ch'à tal effetto haueano condotta,in.
diſtanza d'vn tiro di baleſtra; e li Prouenzali teneuano due legni
in guardia,cioè vno per ciaſcheduna delle punte, che ſono all'en
trata del porto, per mezzo delle quali entra arditamente la barca
à voga ſorda, fino a venir ſotto al Caſtello, ritrouò conforme all'
auuiſo riceuuto, le galere, ſtarſene quiui, dato fondo, con le
palamare in terra, contolle fino al numero di ventidue,e due legni
che ſtauano per far la ſcorta, e per guardia alla bocca, è punte
del porto: così conſiderato prima, e rauuiſato diligentemente il
tutto,la barca ſe n'vſcì,& inuiataſi alla volta dei due legni di Rug
giero, che ſtauano à ruota in mezzo dell'entrata di detto porto,in
formate à pieno d'ogni coſa,andarono ſubito a riferire all'Almirá
te, quanto haueua ſcouerto, e riconoſciuto la barca; ſi conforma,
Zurita tom. 1.
& accorda ci Aclot,e Montaner,vno degl'Autori Siciliani, che fiº.4 cap 43.
ſcriſſero le guerre paſſate fra queſti Principi per l'impreſa di Sicilia,
e di Malta, che potédo l'Almirante inueſtirà ma ſalua i nemici, né
volle farlo ſdegnado d'aſſalirli ſproueduti. Ma atteſº l'alba,con or
dine,che ſi ſonaſſero le trombe e le naccare, a fine che ſi deſtaſſero,
& apparecchiaſſero alla battaglia; il che fù attribuito a temerità
grande dell'Almirante. Dall'altra parte quello di Marſiglia doppo
hauer preſo cent'huomini d'arme dal Caſtello, del preſidio laſcia
toui, incontinente con non minor valore, rincorando, è animan
-

- -
-
-
-
--
Mm 2 do
276 DELLA D E SCRITT. DI MALTA
do i ſuoi, ch'apparecchiati ſi dimoſtrarono, e prontiſſimi con al
trettanta intrepidezza,facendo ſonar le trombe,e leuar volta all
palamare e ben diſpoſto il conio della battaglia, con molto valore
ſi ſpicca contro delle Galere di Ruggiero,e nell'iſteſſo tem po quel
le verſo queſte,in modo che ſi venero ad inueſtire in mezzo al Por
to con tal empito, e con tanta furia, che tutte in vn baleno ruPpe
roli ſperoni,facendo vna delle più grandi,e ſanguinoſe battaglie a
nauali,che
no ſeguiſſero
fino ad hora in queleſſendoſi
di Veſpro, tempo: combattuto
durò la zuffadadalambedue
far del giºr
le
parti con tanta oſtinatione, e ſtrage come ſe da quella gior
nata la reſtitutione dell'Iſola di Sicilia aſſolutamente dipendeſſe .
Ma riconoſcendo, & accortoſi l'altiero General Franceſe, che li
ſuoi haueuano di già conſumato l'armi, deliberò d'inueſtire con
la ſua, la Capitana dell'Almirante Loria, come quella in cui egli
molto bene ſtimaua, ſolamente riſedere la Vittoria. Quindi con
maeſtoſo valore abbordandoſi le Capitane inſieme, ſi azzuffarono
i due Generali con brauura mirabile,nella Capitana del Loria,oue
il Franceſe ſe n'era paſſato, per aſſalirlo di corpo, a corpo, nella -
qual baruffa fà l'Almirante ferito; ma il Prouenzale rimaſe mor
to d'vn colpo d'alabarda nel petto, laonde sbigottiti gl'alrri, con
la perdita del Capitano,gl'Aragoneſi acquiſtarono l'impreſa, e la
vittoria, con tutte le xxu. galere 8 vna fuſta, come dice Monta
ner, e l'altra veleggiando imare,eſſendobeniliumo armata, diede
in Napoli, 6 in Marſiglia contezza della rotta,e gran perdita, ch'
hauean fatto i Franceſi,benche Zurita,8 altri affermino, che ſei
galere Franceſi,ſi fuſſero appartati dalla battaglia 2C prendeſſero lo
ſcampo con vn Capitano, che Aclot chiama Bartolomeo Buy
con poca gente,facendo vela verſo Ponente, il che crediamo ſia ,
ſtato vin equiuoco, e ciò che ſi dice delle ſei galere, ſeguiſſe nella
ſeconda battaglia nauale preſſo a Malta, come più auanti narrere
Lib.a.
mo, Angelo Coſtanzo nell'Iſtorie di Napoli confermando, che
Gu glielmo Cornelio haueſſe ventidue i" però,che di que
ſte ne perdeſſe in battaglia dieci, che furono poſcia condotte à
Hiſ di sicil. p.
Meſſina,e che l'altre dodeci prendeſſero il cammino verſo Napoli.
i.lib.8 f283 e Il Bófiglio ſcriue così.Costò la Vittoria co molto ſangue de Siciliani,e
più costata" è quelle ſei galere no si fuſero ſottratte dalla batta.
Eſcolan, nellº
glia. Feceſi queſto fatto d'arme à 2. d'Ottobre l'anno di noſtra ſa
Ifior di Valen lute 1285. ſecondo il medeſimo Bonfiglio. Però Zurira riferiſce,
za dice ſimilme che (conforme ſi ſcorge in vn'altro Autor Siciliano di quei tem
te,cheſeguì a 8.
di Giugno,ma-º pi) occorſe a gli 8. di Giugno 1284. poco doppo la partenza del
del 1283. Rè Pietro d'Aragona dalla Sicilia; nel qual conflitto reſtarono
molti
LIBR o se con D O, N o TI TI A XIII, 277
molti prigionieri de Prouenzali , e morti, come nota Montaner Cap. 83,

ſoggiugnendo, che la gran mortalità ſeguiſſe per il copioſo nume


" machine di baleſtre, induſtrioſamente acconcie, e fiſſe in ta
uoloni, che haueuano i Catalani, de quali neſſun tiro veniua fru
ſtrato del ſuo effetto, e dalla parte Aragoneſe, ne moriſſero tre
cento, e reſtaſſero feriti ducento. Finita adunque labattaglia ,
l'Almirante di repente ſpedì vn legno armato, preſo dei Proué
zali a Catalogna, per auuiſarne, e compiutamente ragguagliarne
il Rè,ela Reina, per via di Maiorica,e di là a Barcelona, di doue fù
tramandato corriere à i Regi & à gl'Infanti, e ſi fecero per tutta -
quella Prouincia moltiſſime dimoſtrattioni d'allegrezza. Fè anco
paſſare in Siracuſa vna barca, con l'auuiſo della vittoria già otte
nuta, & ordine preciſo che tantoſto ſi mandaſſero corrieri a Meſſi
na con i diſpacci, per tutta l'Iſola di Sicilia, oue ſi fecero Parimen
te grandiſſime feſte,con giubilo di quei Popoli,
Ma per far noi ritorno a Malta, è da ſapere, che doppo hauer
nella noſtra Iſola l'Almirante riſtorata la gente, e datole ripoſo c6
ducendola nell'altra parte del porto verſo Ponente, hoggi detta ,
Aontaner c. 84
Marſamuſcietto,traſcorſi due giorni, ſe ne paſsò con preſtezza al
la Città, volendola aſſalire, e combattere. Ma per parte de'noſtri
Cittadini,chhaueuano già veduta la perdita dell'armata Franceſe,
dalla quale doueuano aſpettare il ſoccorſo,e l'aiuto, e conſideran
do la mutatione del dominio nel Regno di Sicilia, da cui Malta ,
per neceſſità, è tanto " che ſi haueua da fare con vn.
Capitano e Soldati gonfi, & inſu perbiti per la vittoria poco dianzi
ottenuta,fù con molta maturità fatto intendere all'Almirante, che
nó penſaſſe a danneggiargli in neſſun conto; percloche la Città ſi
ſarebbe reſa molto volentieri, e poſta ſotto la cuſtodia, e protettio
ne del Re d'Aragona, per ſeguir i ſuoi ordini; allora il Valoroſo
Ruggiero,ſen entra nella Città con la ſua gente, doue fù riceuuto
Montaner ibi
da noſtri ſolennemente, e regalato ancora con doni, e gioie diva dem,
lore di mill'onze, cioè di duemila,e cinquecento ſcudi (ſomma in
quei tempi di non poco rilieuo) dando con larga mano all'armata
uante vettouaglie le baſtaſſero fino all'arriuarà Meſſina, hauen
" i" noſtri Conſoli preſtato omaggio per la Città,e per tut
ta l'Iſola,le quali egli riceuette à nome del ſuo Rè, laſciando ai du
cento ſoldati Catalani,per far teſta,S: oſtare principalmente à quei
del Caſtello, né hauendo potuto, come ſarebbe ſtato ſuo penſiero
laſciar in eſſa maggior preſidio, per non votare, e diſarmar total
mente le galere; con le Franceſi affermano Scrittori di quei tem
pi, che reſtaſſero anco in preda degl'Aragoneſi alcune "º
Malteſi
278 DEL LA D E SCRITT. DI MALTA
Malteſi,che in ogni tempo l'Iſola n'hà hauuto con gl'armamenti
AMoriſotus Di
aicnen. in Orbe
de ſuoi Cittadini in queſti porti. Ma voliamolo davn Autor Fráce
A 4 aritimo lib.2 ſe,e ciò, che ne dice intorno alla detta giornata, doppo hauer noi
cap. 12, addotti altri de Spagnuoli,e Siciliaui. Queſto per eſſer moderno
shà da credere habbia l'iſteſſo raccolto da ſuoi Nationali,e che eſſi
come padroni allora di Malta,fuſſero ſtati be informati.Così dun
que egli diſcorre. Confligitur mari ante Meſſanam, Rogerio Lauria
Petri Claſsi imperante,diſsipatur Caroli Claſis, receptuiq, canere coa
ita, egrè Calabriam tenuit. Hac victoria Petro Sicilia Regnum dedit:
cui statim addita, g AAelita Inſula, Fidelis in partes Caroli, quam
Gulielmus Cornelius cum Claſſe tutabatur, in quem Rogerius mouens
atrocem pugnam conſciuit ; qua ſex Gallorum triremes captiuefatte,
& ipſe Cornelius in Pretoria hostium naui, Rogerii Laurie manu con
foſſus est. Hoc mortuo,cetera Gallice, 3 Melitenſes triremes cum In
ſula permiſere ſe victori.
Ritornato poſcia, che fù l'Almirante dalla Città tentò dibattere
ed eſpugnar il Caſtello, ma ſenza prò,ritrouandoui forza, e reſi
ſtenza,e conoſcendo, che ſenza trabucchi (machine da guerra di
quei tempi,nò hauendo ancor l'vſo della poluere,ne delle bombar
de, ſomiglianti forſe à i catapulti,mangani, alle baliſte petrarie, è
altre da tirar ſaſſi,e coſe da laciare portate da Vegetio,e da Lipſio)
non ſi poteua conſeguir l'intento,fe di ſubito leuar l'aſſedio, con.
riſolutione di faruelo di bel nuouo rimettere, qual fuſſe ſtato ne
ceſſario, per impadronirſene. Il che fatto, ſi partì l'Almirante per
l'eſpugnattione del Gozo, S: all'arriuo preſe tantoſto il Rabbato,
uindi volendo combattere la Terra, ſimilmete ſe li reſe anch'ella
º buon cuore, e fù da lui riceuuta à nome del Rè, & entrandoui
pigliò il giuraméto di fedeltà,8: omaggio ancora, laſciandogli per
cuſtodia del Caſtello (ch'era inſieme vnito come dice Montaner,
con la Terra) cento Soldati Catalani, S. hauendo diſpoſte con i
molta prudenza le coſe di quel luogo,e dell'Iſola,fù honorato,e ri
conoſciuto parimente dai Gozitanicò doni,e gioie di cinquecentº
onze di valore, &anco ſomminiſtrati baſteuoli rinfreſcamenti per
li biſogni dell'armata, e ſe ne paſsò trionfante in Sicilia, toccando
nel viaggio Siracuſa, oue ſe li ſe gran feſta, con molto applauſo, 82
accoglimento, e doppo ſi conduſſe à Iaci, indi a Tauormina, e fi
nalmente approdò felicemente a Meſſina. Quì furono anco fatte
aſſai più ch'in altro luogo le feſte,e luminarie,tenendoſi allora i Si
ciliani, come teſtifica l'iſteſſo Montaner, perſicuri,ſapendo beniſſi
mo quelle genti di quanto momento,e di quanta importanza fuſ
ſe ſtata l'impreſa di Malta per lo ſtabilimento del Regno,e ſoggiu
- gne
LIBR O SE CON D O, NO TI TIA XIII. 479
gne l'iſteſſo Autore, che riconoſciuto,e ben conſiderato da Sicilia
ni il valore dell'Almirante Loria, non meno, che de Catalani co
minciaſſero in Meſſina,e per tutto il Regno di Sicilia a meſchiarſi
inſieme con parentadi, e matrimonij, introducendo frà di loro
vicendeuole amiſtà,8 vna gran fratellanza.
In tanto, che il Rè Pietro d'Aragona era ſtato nella Città di
. Bordeaus, luogo deputato per il campo, e disfido concertato trà
lui,3 il Rè Carlo, come ſcriuono gl'Autori, che raccontano l'Iſto
ria delle coſe, che paſſarono frà l'vno, e l'altro, per cagion del Re
gno di Sicilia,e particolarmente il già detto Montaner,che deſcri
uc,e parla con verità,e ſchiettezza, e con ſincero ſtile i ſucceſſi di
quei tempi, e ſi ritrouò preſente in tutte le guerre, e giornate º
dei Rè d'Aragona, ch'allora ſeguirono; onde perciò vien da noi
tracciato,e ſeguito più ch'alcun altro nel racconto della preſente
Iſtoria, e conquiſta di Malta per gl'Aragoneſi; L'Almirate Rug Montaner.c.93
giero doppo giunto in Meſſina, fa porre in eſſere l'armamento di
trenta galere, per l'auuiſo hauuto, che in Napoli d'ordine del Rè
Carlo ſi faceua vn grand'apparecchio,per fornire, &armar tutte, 8.
il maggior numero, che ſi potea di galere, ma che non gli era per
meſſo l'vſcir prima, che paſſaſſe vn meſe. Egli però non volendo
in tanto ſtarà bada, ne laſciar imperfetta l'impreſa importantiſſi
ma di Malta : mentre tuttauia il ſuo " ſi trouaua in po
ter de Franceſi, ſe per tanto chiamar Manfredi Lanza ſuo cognato,
ordinandogli eſpreſſamente, che doueſle imbarcarſi nelle galere,
conducendo in ſua compagnia cento Caualieri, mille ſoldati Al
mogauari,e cent'huomini della marineria, e ſi portaſſero quattro
trabucchi per andar ad aſſalire il Caſtello ſudetto, ne ſi deſiſteſſe »
dall'impreſa, fino a tanto, che non veniſſe in poter loro. Il che tut
to fù puntualmente eſſeguito,come Ruggiero ordinato hauea.
S'imbarcarono dunque nelle galere,e ſe ne vennero alla volta ,
di Malta, doue l'Almirante sbarcata ch'hebbe la ſua gente, e pre
ſentato ſenza dimora l'aſſedio al Caſtello, ordinò, che i noſtri ſi
Città,e di tutta l'Iſola doueſſero condurre i viueri in abondanza ,
all'eſercito, per chi comprar ne voleſſe, è che altrettanto faceſſero
quelli del Gozo ponendo ciò di preſente gl'wni, e gl'altri in eſecu.
tione, pauentando, e dubitando, che per cagione del Caſtello, mé
tre ſtaua ſotto diuerſo dominio, non haueſſero a reſtar tuttauia ,
come racchiuſi, riſtretti,e quaſi prigioni nell'Iſola; le quali coſe ,
diſpoſte dal giuditioſo Almirante, e deputato Manfredi, per ca
po dell'impreſa,come ſaggio, e prudente Caualiere da lui ben co
noſciuto, egli appreſſo riſolſe di partire,con laſciargli due legni, e
due
- --- --

aso DELLA D E SCRITT. DI MALTA


due barche armate, acciò in occaſione di qualche loro biſogno,
poteſſero incontanente dargline auuiſo, e fe il cammino per Tra
pani,quindi ſi conferì all'Iſola di Lipari,oue poſte, e ſchierate in .
terra le ſue genti,e dato ordine ad eſpugnar la Terra,quei di den,
tro al fine ſcorgendo il poter dell'Almirante, e la ferma ſua riſo
lutione di volerla ſcalare, ſi reſero immantenente al Re d'Arago
na, & in ſuo nome all'Almirante, il quale entrato nella Terra, e
preſo il ſolito Omaggio di fedeltà dai Lipareſi,rin freſcò la ſua gé
te, ſpedendo con particolar diligenza due legni armati ritrouati
quiui, e due barche con Lipareſi in diuerſe partià prender lingua
dell'armata di Napoli. - - -

In queſto mentre da Barcelona era giunta a Palermo la Reina


Coſtanza moglie del Rè Don Pietro, con li due Sereniſſimi Infanti
JDon Giacomo,e Don Federico, e quiui eſſendo ſtati con incredi
bili dimoſtrationi, e ſegni d'affetto,e con ſolennità grande riceuti
M&taner.c. Ico
ti,& in ſomma trattati da padroni, con poche giornate per terra.
ſe ne paſſarono à Meſſina,feſteggiando eſſa Città, nientemeno di
quello hauea fatto Palermo l'entrata loro, per quindici giorni c6
tinui; frà i quali giunſe l'auuiſo del rendimento del Caſtello di
Malta à Manfredi Lanza,di che ne giubilarono con modo ſingu
lare per la ſicurezza,che da ciò ne ſeguiua al Regno di Sicilia, pa
ragonando la conuenienza, e quanto gli ſteſſe bene,l'hauer Malta
advna pregiata gioia ben incaſtrata in vn anello, ſopra di che ci
pare molto a propoſito far ſentire l'iſteſſe parole in quel linguag
Eodem capite, gio Catalano antico, di Ramon Montaner, dal quale habbiamo
raccolta quaſi tutta l'Iſtoria di queſt'impreſa, che ſono tali. Edins
aquells x v. dies vengren noues quel noble,en Manfre Lanza hach pres
lo Castell de Malta,quesfò retuta ella bona mercè, e egurament la
festaſen millorà,e Madona la Kegina, e els Infants magren gran ale.
gre,eplaer degre hò hauer que molt es Keyal Castell, e lì, EA gl E LL
CASTEL L , E LA I LLA ( DA AMALTA) A STA BA AXI A
LA ILLA DE SICILIA COAA FA LA PEDRA EN LA
?NELL.
Il Rè Carlo, ch'allora ſi trouaua in Marſiglia inteſa la nuoua
della rotta de ſuoi,s'adirò grandemente, e fe con gran fretta varar
in mare quei legni,che egli quiui teneua apparecchiati, e Ruggie
ra di Loria fatto coraggioſo,Scardito per la vittoria di Malta, naui
gò lietamente verſo Napoli con quarant'vna galera perturbando,
e malmenando tutte quelle ſpiaggie,e Carlo denominato il Zoppo
primogenito del Rè Carlo Principe di Taranto, delibera fra tanto
aſſalire gl'Aragoneſi. Onde ſegui quel fatto d'arminauale cotanto
- -- terribile
LIBR o se con D o, NorITI A XIII. , si
terribile trài Franceſi, e gl'Aragoneſi a Capo d'Antio poco lungi
dal Monte Circeo, nel qual conflitto il ſopradetto Carlo d'Angioli
Principe di Taranto fù fatto prigione; &ottenuta da Ruggiero sì
glorioſa vittoria,ſe ne paſſa a Meſſina,quando che il Rè Carlo (n6.
ſapendo allora l'infelice caſo auuenuto al figliuolo, doppo hauer
corteſemete ottenuto da Filippo Rè di Francia vn groſſiſſimo ſoc.
corſo) madaua per mare,e per terra molta gete verſo Italia,e mé
tre ch'egli à grâ paſſi ſen veniua, hebbe da vn Mercatante Piſano -- -- - -

diſtinto, e minuto ragguaglio della battaglia, il che fù cauſa di vie


iù affrettarſi ad andar con l'armata a Napoli, la qualCittà eſſen -
-

do ſolleuata,e ſoſopra per la nuouarotta,fù da lui quietata , e fer


mata. Montaner ſcriue, eſſer ſucceſſa nell'iſteſſo tépo vn'altra bat Cap. 1oſì
taglia in mare fra 36.galere di Napoli, per la fattion Franceſe ſotto
il comando d'otto Conti, e ſei altri Signori grandi, ſenza aſſegnar
Generale,a cui come capo obediſſero,e trà l'armata di Ruggiero,la
uale conſiſteua nelle 3o. galere, con le quali era ſtato la ſecon
da fiata à Malta,e poi a Lipari, e che delle 36. nemiche ne faceſſe
preda di venticinque, e con eſſe ritornaſſe vittorioſo a Meſſina,af.
fermando di più,ch'à Capo Palinuro ſeguiſſe tal fatto d'armi. -

Hauendo il Rè Carlo fermati, 8 appagati gl'animi de Napoli -


:

tani,mandò diciannoue galere quanto più preſto li fà poſſibile ci


Guglielmo Tornerio alla volta di Malta per racquiſtarla. Ma ciò Fasel 2. Desì
lib.9.cap. I
inteſo da Ruggiero de Loria, con buona " della Rei
na Coſtanza s'accomiatò,e partì da Meſſina con dodecigalere ben - sl

armate, 8 incontrata l'armata Franceſe preſſo di Malta, per vin pez


zo ſi combattè gagliardamente con molta brauura dall'Vfia,e l'al
tra parte,però morto in vltimo Guglielmo, 8 allargateſi dalla bat
taglia ſei delle ſue galere,e preſene 13. ritornò felicemete Ruggie
rovn'altra volta a Meſſina. Et vn Autor Franceſe dice così. Vicit Moriſotur in Or
be Marit. lib.2 e
idem ( Rogerius) g in ora Melite Guillielmum Tornerium, quem ad Co I2e

repetendam eam Inſulam cum xix. triremibus Carolus Rex miſerat.


Pirrus in Chro
Muore intanto in Catalogna il Rè Pietro, l'anno di noſtra ſalu: mologº Regiº Si
te 1286. e dell'età ſua cinquanteſimo quinto, benche Montaner cilief 24.
ſia di parere, che ſeguiſſe la morte l'anno 1285.nel giorno di San.
Martino x1. di Nouembre, fù ſepolto in Barcelona, 8 a lui ſuccedè
nel Regno di Sicilia,e dominio di Malta. - -

Giacomo ſecondogenito, che ſi coronò in Palermo a due di Fe


braio. Indi morto Alfonſo fratello maggiore,allora Rè d'Arago
na, Regno paterno,ſe ne paſsò al gouerno di eſſo,laſciando ammi
niſtratore di Sicilia Federico l'altro fratello terzogenito, il quale in
virtù della diſpoſitione paterna preteſe cſfer l'erede nel Regno di
Nn Sicilia
as, DEL LA D E scRITT. DI MALTA
Sicilia per eſſer Giacomo ſucceduto in quello d'Aragona.Er eſsédo
nata differeza e gradiſſimi diſpareri fra di loro per la già detta ſuc
ceſſione, accordate finalmente le coſe, e tornando conto a Sicilia
ni d'hauer per loro Re Federico, atteſi alcuni riſpetti,di conſegue
ze, conforme alla politica humana, fù in vltimo ſalutato Rè di Si
cilia,che poi l'anno 1296 in Palermo da quell'Arciueſcouo fù co
ronato con applauſo, e giubilo vniuerſale, all'wſo de ſuoi prede
ceſſori,
Zurita negl'ana
mali d'Aragona
In queſto tempo ritrouandoſi l'Iſola di Malta co quella del Go
lib. 19 cap. 4. zo in potere, e nel dominio di Donna Lucina moglie del primo
circa il fine Don Guglielmo Ramondo di Moncata,le fù tolta dal Rè Federico
-
º
- -
a. , dandole in ricompenſa la Contea d'Auguſta in Sicilia,
Nell'anno poi del 13 oo. Ruggiero de Flor nato in Brindiſi, che
era ſtato dell'ordine Templario, figliuolo dvn Cortigiano dell'
Imperador Federico, nomato Riccardo de Flor di nation Alema
na, e d'vna gentildonna della medeſima Città, trouandoſi fugiti
uo dal ſuo ordine andò in Genouadoue armata vna galera, quan
to prima ſe ne paſsò in Sicilia, & hauendo ſeruito al Rè Federico in
vna giornata in cui dimoſtrò,e fè campeggiare il ſuo valore,l'eleſ
2urita lib. 6 del ſe Viceammiraglio di Sicilia,con darli iCaſtelli di Tripi e dell'Ali
ſuoi annali c... Iº
co- anco Mon cata,e le rendite di Malta. Di queſto noſtro Ruggiero il Conte d'
trettº, Oſona D. Franceſco Moncada, nell'opera, che compoſe intitola
- -

º - -
. ----
ta Eſpedicion de los Catalanes, y Aragoneſes contra Turcos, y Grie
-

gos, così dice, facendone à gloria di lui queſt'honoratiſſima I O CIl


Gap. Ie tione. Con acuerdo comun de los que para esto ſe juntaron fu è nom
brado per General Roger de Flor Vicealmirante poderoſo en la mar,va
liente, y estimadoſoldado, platicos) bien afortunado marinero, Perſona,
queen riquezas , y dinero excedia a todos los demas Capitanes, cauſa
principaldeſer pre ºrido . E ne i Capitoli ſeguenti ſoggiu gne, che e
quell'armata fù i trentaſei vele, compreſe frà queſte diciotto gale
re,e quattro groſſe naui, che da Meſſina partirono ſotto il coman
do di detto Viceammiraglio per Leuante, in ſeruigio dell'Impe
radore Andronico Paleologo, il quale gradita l'opera di Ruggie
ro, li diede Maria ſua nipote,figliuola di Sorella per moglie, con la
dignità di Megaduca dell'Imperio; la medeſima, che trà noi, è
quella di General del mare.
Dipoi,morto che fù Ruggiero,concedette il Rè Federico l'Iſole
diMalta, e Gozo, all'Infante Giouanni ſuo figliuolo, Duca d'Ate
ne, e Neopatria, & alla Reina ſua moglie la Contea di Mineo,
l'Iſola della Pantallarea,con il Caſtello di Iaci. -

Nell'anno i 336.muore Federico Rè di Sicilia nella commenda


-
di
-- - -
LIBR o seco N D o, NOTITIA XIII. 28;
di S. Giouanni
gno,di di Paternò
doue poſcia di queſtanella
fù traſportato Sagra Religione,
Baſilica in eſſodi Re-
di S. Agata Ca- zati all'annº
1338f 129.

tania, laſciando erede nel Regno Pietro ſuo figliuolo primogeni


to,come anco nel Ducato di Puglia,e Principato di Capoa,S Iſo
le adiacenti, ſalua però la diſpoſitione ch'hauea fatta di queſte
di Malta, e Gozo è fauore dell'Infante Don Giouanni ſuo figli
uolo. - - - - - - - -

Muore il Rè Pietro Secondo in Calataſcibetta l'anno i 342. &


è portato il ſuo corpo in Palermo nel ſepolcro di Federico ſuo Bi
ſauolo, iſtituendo, e dichiarando erede del Regno Ludouico.
d'età d'anni ſei, con incaricar il gouerno all'Infante GiouanniSi
gnor di Malta ſuo fratello. - - - - - e
Nel medeſimo tempo il ſudetto Ludouico vien coronato Rè in
Palermo a gl'otto di Decembre di quell'anno 1342. - -

Intorno a queſti anni ritrouiamo nel Fazello farſi mentioned preali, e,


vn certo Alfonſo Conte di Malta, il di cui figliuolo nominato Bo- -

nifacio era ſtato fatto prigioniere in vn fatto d'arme feguito ſotto


Catania. -

Regnando Ludouico,l'Vniuerſità di queſt'Iſola rincreſciuta, e


ſtracca homai delle ſpeſſe mutationi de'Gouerni, e depriuati Si
gnori,hebbe ricorſo a quella Maeſtà, ſupplicadola,ch'atteſa, e ben
cóſiderata la ſua diuotione, c. " ſeruita di riu
nirla inſieme col Gozo al Regio Demanio di bel nuouo, come
l'altre Città,e luoghi di quello. In conformità di che le ne fù cô- -

ceſſo gratioſo, e fauoreuole priuilegio dato in Meſſina, l'anno


135o. à di 7.d'Ottobre,benche doppo per vrgenti biſogni cicer
nenti il feruigio reale,né fuſſe ſtato puntualmente oſſeruato. Indi
ritrouiamo, che dalla Regina Giouanna di Napoli e Ludouico ſuo
marito,doppo eſſere ſtata Malta per alcuni anni ſotto il dominio
dell'Infante
lui in CataniaDon Giouanni
l'anno 1348.Duca d'Atene,
in quello d'wn eſuo
Neopatria,
figliuolo eerede,
morto iſZºrita
217.
si si
che ſi chiamò l'infante Federico, che poi morì ſenza prole, ſia ſta
ta conceſſa nel 1352, col ſolito titolo di Contea advn tale Ange- Pirro nella No
lo de Cazzolis,
Meſſina, che ſiallora Luogotenente,
ritrouaua e Vicario
nella diuotione loro nella Città
de medeſimi, doppodi "ſi
infiss. e

il quale Angelo, ( che à giuditio noſtro è colui iſteſſo di queſto


nome,che dal Zazzera vien poſto della famiglia d'Acciaioli, e non -

de Cazzolis chiamato da lui Conte di Melfi, e di Malta, e Gran Si- :


niſcalco del Regno di Napoli,) ritorna l'Iſola noſtra, ( ſe pur mai fols
Angelo ne fù vero poſſeſſore) al Real Dominio di Sicilia. Quindi -

Ludouicò ammaladoſi graueméte in Iaci hauédo regnato dodici


a Nn 2 . anni.
284 DELLA DESCRITT. DI MALTA : :
anni ſi morì a 17. d'Ottobre l'anno di noſtra ſalute 1355. laſcian
do herede nel Regno Federico ſuo fratello.
Queſti,che fù detto il Semplice, figliuolo di Pietro ſecondo,bé
che ſuccedeſſe alla Corona, e lungo tempo dimoraſſe in Meſſina,
e Catania,nientedimeno non prima dell'anno 1368.(quando ceſ.
ſate le ſeditioni di Chiaramétanili fù permeſſo andar à Palermo)
riceuette il regio diadema. Morì nel meſe di Luglio del 13 6 8.ſecós
do Fazello, ma conforme al parer di Zurita del 1377. il cui dire ,
vien ſtimato più veridico,ſcorgendoſi nella Chieſa di S. Franceſco
in Meſſina,ou'è ſepolto la ſeguente iſcrittione. - -

- Sepulch. Sereniſsimi Friderici Regis Aragonie,


Siciliaq; obiit anno Domini 1377. 15. Ind.
Nella Regia Cancellaria di Palermo, per relatione dataci con
lettere da vn Miniſtro di lei appare, che Máfrede di Chiaramonte,
e dopò lui Andrea nell'anno i 369. fuſſero ſtati ſignori di Malta.
In Notit, Meli. E l'Abbate Pirri nell'anno 1376.ci teſtifica,che Malta,e'l Gozo
tCº e
fuſſero nel dominio di Guidone Ventimiglia regio Confaloniere ,
che fù fratello di Franceſco Ventimiglia Conte di Goliſano.
Succede nel Regno l'anno 1377. Mariavnica figliuola del Rè
Federico terzo di queſto nome, che rimane ſotto la tutela d'Artale
d'Alagona,preſe ella poſcia per marito Martino figliuol di Marti
no Duca di Montalbo nella Città di Barcelona, eſſendo ſtata iſti
Zurita all'anno tuita,e nominata dal Padre per herede del Regno, e nell'Iſole adia
i 377 f57o. centi( ſaluo che di Malta, e Gozo) ne quali diuenne ſucceſſore,
Don Guglielmo d'Aragona figliuolo naturale di detto Rè Federi
co in virtù della diſpoſtione paterna. -
Fol.377; Sotto l'anno poi del 1382 preſſo Zuritane ſuoi annali, ritro
uiamo farſi métione di vn certo Luis d'Aragona Conte di Malta,
- -
il quale crediamo ſia ſtato figliuolo del ſopradetto D. Guglielmo.
-

Doppo il Conte Don Luigi ci pare douerſi con giuſta ragione»


Noti Meieni quì inſerire per Conte di Malta laymo,ò ſia Giacomo d'Alagona,
f. 596,
quantunque il Pirri dica, che fin dall'anno 138o. ſia ſtata queſt'
Iſola ſotto la ſua giuriſdittione, il che non può ſtare, métre in Zu
rita ſi legge, che nel 1382.n'erano tuttauia Conti quei Signori d'
Aragona, 8 ancora ſoggiugne, che egli per farſela confermare ha
ueſſe inuiato perſona apoſta à Catalogna nel 1391. la quale pen
ſiamo ſia ſtata di Giouanni Bellhuomo, come ſi caua dal medeſi
Pol 176,
mo Pirri nella notitia Siracuſana, ma che nell'iſteſſo anno fuſſe ,
Pirro nel citato conceſſa Malta con titolo di Marcheſato dal Rè Martino reſiden
luogo, é adduce
per ſede di ciò il
di b, del Protonot
te ancor in Barcelona è Guglielmo Ramondo di Möcata in ſegno
dell'anno 139o di gratitudine, perche haueſſe da Sicilia condotta è ſpoſarſi con
eſſo Rè, la Reina Maria. Ri
L IBR O AS E CON D O, Noºr IT ITA XIII. 2 e 3 e
Rinuntiè poi il Moncata queſta conceſſione è di t. di Luglio,
del 1393. e nel medeſimo giorno dai Regi Martino, e Maria, e
dall'Infante chiamato parimente Martino, fù donata Malta con il
Gozo à Don Artale d'Alagona,in iſcambio della Terra, e Caſtello
di Iaci, e di tutti gl'altri luoghi,e rendite,che il detto Don Artale,
e la Signora Beatrice ſua moglie haueuano nel Regno di Sicilia e,
ſotto peſo però di ricognitione da farſi alle Maeſtà loro ciaſcun i
anno d'vn Cauallo bianco,e di due bacili d'argento di peſo,e valo
re di cinquanta marchi,facendolo inueſtire del titolo, e ſtato della
Contea di Malta da Galdo di Queralto Regio Camerlengo,cò dar
li in mano vna ſpada com'era coſtume farſi in ſimilatto, e cerimo
nia,e più largamente habbiamo veduto contenerſi nel priuilegio -

dato nell'aſſedio allora di Iaci ſotto il giorno predetto.


Artale fù poi nell'iſteſſo anno priuato della Contea di Malta, e
queſta reſtituita al Moncata. Ma conciliandoſi di nuouo l'Alago
na la gratia del Rè Martino, promettendo reſtituire le Terre di Ia
ci,e di Paternò,ne fù vn'altra volta, domandando egli prima hu
milmente miſericordia,e perdono al Rè,aggratiato, & inueſtito di
bel nuouo d'ordine regio,per le mani d'Emanuele di Mompalau
Conſigliero di quella Maeſtà, delegato eſpreſſamente a queſt'ef.
fetto come appare per l'eſpedittione di nuouo priuilegio,dato è di
3 r. di Luglio 1 394. nell'aſſedio di Catania, con hauer nel giorno
precedente il Guglielmo Ramondo Moncata Conte d'Auguſta, e
Maſtro Giuſtitiero del Regno di Sicilia rilaſciato, e reſtituito il do
minio di Malta al Rè, perche à ſuo piacere ne poteſſe diſporre, è
fauor d'altri, come fuſſe ſtato di ſuo Real ſeruigio. Però doppo alcu
ni giorni abuſando l'Alagona della clemenza del Rè, laſciandolo
deluſo della ſperanza data, di douer reſtituire le ſudette Terre, co
mandò ſua Maeſtà con lettere da Catania in data del primo d'Ago
ſto di quell'anno a Giurati Malteſi, che né doueſſero più vbbidire In lib.reg.Canº
adeſſo Artale, come per altre lettere ſue precedenti haueua loro cell.f 366.
ordinato,ch'eſeguiſſero (così fecero diuenir ſoggetta a tate muta
rioni la ſodezza,e ſtabilità dell'animo d'vn Rè, le volubilità,8 in
coſtaze deſudditi) tali non furono in quelle turboleze del Regno
i Malteſi, che per vbbidire cô la ſolita fedeltà loro, a gl'ordini,e co
mandaméti Regi patirono in quei cinque,ò ſei anni fino al 1397.
reſiſtendo alle violenze,e ſeuerità hor di Guglielmo Peralta, & hor
Da priuilegi Re
d'Artale d'Alagona,e di Guglielmo Ramódo Moncata, moltiſſimi ali, conceſſia di
dâni,oppreſſioni,l'eſilio,e fino al perder della vita,métre queſti co Malteſi,
uetſi
mie ribelli tenendo occupate, e tiranneggiando l'Iſole, né voleua-,
no permetter in neſſun conto, che da Vaſſalli ſi continuaſſe,e per
è - - ſiſteſſe
2 gg. DELLA DE SCRITT. DI MALTA
ſiſteſſe nella regia diuotione, cacciandone è viua forza molti da .
Malta, col priuargli ſenz'alcuna pietà, e dei loro beni, e della pa
tria inſieme. Intanto, che nelle noſtre antiche Scritture, venia ,
Mib. 5.fol 17o,
Anno 1391.
queſto tempo chiamato de'Tiráni. Onde in particolare Maurolico
ſcriſſe d'vno di queſti. Artalius Alagona illatis multis damnis Me
lite,g cedibus,profectus eſt cum familia Caietam.Doppo il quale fi
nalmente eſſendo ſtata nouellamente ridonata Malta con titolo di
Lib.73f428, Marcheſato a Guglielmo Ramondo Moncata nel 1397.nell'iſteſ
ſo anno, come notò Zurita, egli ſi ribellò dal Rè Martino, che indi
per ſuo priuilegio decretò,che Malta, 8 il Gozo vacanti allora per
7. Notit. Meli
Priuatione in perſona del Moncata, i" al Regio De
ten f 597. manio con queſte parole,portate dall'Abbate Pirri nel citato luo
go. Cum per nostras Maiestates ob informationem indebitam,g mi
mus citra, que noſtraſcientia extiterat, de Inſulis Meliueti, 3 Gaudi
sii,que ſemper ab antiquis temporibus de iuribus Regii Demaniifore co
fueuerunt, aliquibus Baronibus ad importunam ſupplicationem,g in
stantiam nonnullorum couceſsimus,grc. 3 inter alia conceſſe fuerunt
Inſule predicte Guillelmo Raimundo de Montecatena olim Comiti Au
gusta, quem in Marchionem ereximus Inſularum predictarum. Idem.
Guillelmus Raymundus beneficiorum gratiarum,dignitatumag off
ciorum nonnullorum per eum receptorum a nostris Maiestatibus tan
quam ingratiſsimus,ac immemor,calcaneum forens centra celsitudines
nostra erigendo,rebellionem commisit contra nos . Propterea volentes,
qua ſunt de nostro Demanio ad ipſum noſtrum Demanium reducere,gr.
reintegrare considerantes integritatem,g fidem, quan Vniuersitas di
ctarum Inſularum AAeliueti,(g Gaudisii erga nostra excellentia ,gr.
Dominos retro Principes predeceſſores noſtros ſemper geſſerunt; in per
petuum predicta nostra ſcientia, et de liberatione matura totius nostri
,
Concilii,de nostro Demanio,g corona nostra Xegia facimus, eidem que:
--
Demanio,g Coronae Regiae vnimus,g perpetuò aggregamus,etc. Das
e tum Cataniae 27. Nouembris 6. Indie. an.Domini. I 397. Aragonum
dl/9, Keginae an. 2 1. io
2. Siciliae, a n. 6.
-

- . .
, º
. . . . ..

Nell'anno 14oo, ſtando Martino, e Maria Regi della Sicilia in


Catania, muore Federico loro figliuolo in età allora di due anni
ſecondo il Buonfiglio, e l'Abbate Pirri, benche il primo lo chiami
Pietro,e Fazello voglia che fuſſe di ſette anni, "i
vccideſſe men
tre imparaua à giocar d'arme d'aſta, in preſenza de'Genitori; di
che rammaricandoſi acerbamente la Reina madre, come di perdi
ta d'vnico figliuolo, con eſſerſi ella poco doppo infermata in Len
cini,quiuianco chiuſe l'eſtremo de ſuoi giorni, ma in Catania ſe
condo il regio coſtume vien ſepellita, l'anno 1492. -
a -
-
-
A Maria
LI BR O SE CON D o, N OTI TIA XIII. 287
AionMaria
dellaſuccedette nell'haueſſe
moglie, che Regno, laſciato
Martinoerede,
ſuo Marito,
è è ſia per lib.9.glic.7.pse 2.
ragion della moglie, che l'haueſſe laſciato erede, è ſia per ſucceſ.
ſione della ſtirpe del Rè Giacomo fratello di Federico, è come ,
aggiu gne Pirro. Siue quodpater AAartinus , cuius nomine,etproctº-, In chronolog.
ratione illud (regnum) regebat, vti Aleonoraeſororis Friderici III. ge- Regum f. 83.
nitoris Mariae filius,propinquiorerat in conſanguinitatis gradu, nell'
anno ſteſſo del 14oz. . . -
-
. - -

Martino il giouane Rè di Sicilia, préde per moglie Bianca figli


uola primogenita del Rè di Nauarra; & occorrendo in quel tem
po,che l'Iſola di Sardigna, ſi era partita dalla diuotione di Martino
Rè d'Aragona ſuo padre, hauendo apparecchiata vna groſſa ar
mata ſe ne paſſa a combatterla,laſciando in ſua vece per gouernar
il Regno di Sicilia, Bianca ſua moglie, Debella i Sardi, ritorna -
quell'Iſola al dominio, 8 all'vbidienza del Padre, e non molto do
pò,aſſalito da gran ſebre, ſe ne muore in Cagliari l'anno 14o9.
ſenza figli, eſſendo ſtate prima dal medeſimo in Sicilia, con parti
colar ordine,priuilegio,e coſtitutione dichiarate Malta,e Gozo,fra
l'altre Città,e Terre Demaniali del Regno, e nel numero di quelle,
che vi erano ſtate ripoſte, acciò all'auuenire in queſta guiſa ri
maneſſero, come ſi vede nel volume de capitoli di detto Regno e
nel 2, di quelli da eſſo Rè ſtabiliti, -

A lui fù ſucceſſore Martino Rè d'Aragona ſuo vecchio Padre,


Principe egualmente ſaggio, che magnanimo,il quale ſopra il de
cimo meſe parimente morì ſenza erede nell'ultimo giorno di
Maggio in Catalogna, -- - -

L'anno 1412. Ferdinando di Caſtiglia,cognominato il Giuſto,


fù eletto Rè d'Aragona,e di Sicilia, da Compromiſſari in Sarago
za di Spagna,e nel 1416. ſe ne muore a due d'Aprile, dopò hauer
gouernato cºi ſomma equità,liberalità e giuſtitia la Sicilia, laſciado
erede Alfonſo ſuo primogenito, il quale come maggiore de
tri ſuoi fratelli, preſe il dominio del Regno d'Aragona, di Sicilia, e
i"
degl'altri ſtati paterni. - -

Regnado adiique Alfonſo,sì per la coſeruatione,e difeſa del Re


gno,e dell'Iſola di Malta, come anco per debellare quelli, che l'in Hift.di Genoua
feſtauano,e ſingularmente i Genoueſi,ch ancora nel 1371, haue d Vberio Fo –

uano grandemente danneggiato queſt'Iſola, come altresì la Città glietta


3O5 o
lib.7fol.
di Mazzara in Sicilia,fù forza a quella Maeſtà cercar danari,8&im
pegnar fra l'altre coſe del ſuo dominio,la Città, 8 Iſola di Malta
con quella del Gozo,alla corona in ogni tempo fedeliſſime, 8. vb
dientiſſime. Onde trouandoſi negl'anni 142 o. Vicerè in Sicilia -
fra gl'altri colleghi Don Antonio Cardona, vedendo, e toccando
CO Il
a 38 DELLA DEscRITT. DI MALTA
con mani la neceſſità del Regno,offeriſce de' ſuoi danari in preſti
za al Rè trenta mila fiorini d'oro d'Aragona, con patto, e condi
tione di douerſili aſſegnare la giuriſdittione,e patrimonio dell'Iſole
di Malta, e del Gozo, e perciò di buon accordo conuennero, e fù
così per l'appunto ſtabilito per mezzo di publico inſtrumento, in
eſſegutione del quale i Reggitori ch'erano allora Ferdinando de ,
Velaſquez,e Martino de Torres,deſtinarono in Malta il Dott. Bat
tiſta Platamone regio Conſigliere, ed Auuocato fiſcale del Patri
monio, per venir à conſegnare il poſſeſſo della Città, e dell'Iſole à
Don Antonio,ò pure à ſuo legittimo Procuratore,e per aggiuſtar
e raſettare lo ſtato del ſopradetto pignoramento, non ſolamente
ſi ſpedirono lettere di poteſtà in perſona del già nominato Plata
mone,date in Palermo a 21.di Gennaio del medeſimo anno 142 o.
º ſottoſcritte da quei Viceregi Velaſquez, e Torres,come più larga
mente ſi ſcorge nell'Archiuio della Città, ma altresì di credenza,
indirizzate à gl'officiali,S.Vniuerſità dell'Iſola, perche haueſſero da
dar fede alle relationi del Platamone, e che finalmente haueſſero
da riſpettar, e ſtimare Don Antonio Cardona, come Rettore,ele
gittimo Gouernatore dell'Iſola, e come Regio Miniſtro. Preſentate
adunque (doppo hauer approdato felicemente in Malta) dal C6
miſſario Platamone le dette lettere, furono riuerentemente rice
uute,8 ammeſſe da quegl'officiali, i quali determinarono primie
ramente di tener Conſiglio, a cui furono preſenti, è interuennero
l'infraſcritti Cittadini cioè a dire,Franceſco Gatto, Aloiſio de Plo
zaſco,Paolo de Pellegrino, Angelo Vaccaro, Giacomo de Habica,
Gio.Vaccaro, Bartolomeo Chilona, Antonio Vagnolo, Berenga
rio Impujada, Gioannetto de Arexula, Bendo Cipollato, Rinaldo
de Bordino, Guglielmo de Bordino, Antonio de Falſone, Franchi
no de Licata, Michele di Bernardo, Manfredo Caxaro, Franchino
Laureri, Pietro de la Balba, Giouanni Sillato, Lotterio de la .
Balba, Mazzullo Gatto, Notar Nicolò de Inſula, Guglielmo Fal
ſone, Pino Capuccio, Saluetto Cusburella, Giglio Ferriolo, Ni
colò Cicala, Nicolò Frendo, Marco Frendo, Giuliano Frendo,
Berto Sardo, Perello Sardo,Pino Falſone,D. Tomeo Gatto, D. Ber
nardo Ianer Vicario della Chieſa di Malta, Don Cataldo Cusburel-.
la, D. Nicolò di Lombardo, Don Giouanni Vella, Don Giuliano
Chili, Don Nicolò Louecchio, Don Nicolò Bordino,S&altri,eſſen
do in quel tempo Capitano della Città,8; Iſola il Magnifico Rug.;
i" Serriano,i quali volendo di buon cuore conformarſi col vo-,
er del Principe loro, 8 vbidire à gl'ordini regi, come fedeliſſi
mi Vaſſalli, e ſeruitori diuotiſſimi di quella Corona, conoſcendo
- - molto
LIBRO SEcoN D o, NoTITIA XIII. ,s,
molto bene la neceſſità ch'aſtringeua al Rè ì venir à sì fatto pi ,
gn oramento,eleſſero Franceſco Gatto regioCaualiere,e Ludouico:
de Plozaſco per Sindici dell'Vmiuerſità, come perſone qualificate,
e prudenti, i quali penſato , e diſcorſo con maturato giudizio il
tutto, domandarono primieramente al Regio Commiſſario, che in
virtù della poteſtà datagli dal Rè,aſſolueſſe loro dal giuramento, a
omaggio, col quale erano legati, e di più confermaſſe tutti i prigi
legi,immunità, eſſentioni,e prerogatiue della Città, è Iſola, e le fa-,
ceſſe inuiolabilmente oſſeruare con giuramento dell'iſteſo D. An
tonio de ſuoi Procuratori,e Miniſtri.Et eſſendoſi tutto ciò pſitual
mente poſto in eſegutione dal Platamone, come anco tutto quel,
ch'apparteneua al Procuratore del Cardona, che ſinomatia il DoE
tor Tomaſo Cocozza è fauore della Città, circa la conferuatione
de ſuoi priuilegi, ed altre prerogatiue,così in vniuerſale, come in.
particolare, preſtarono li detti Franceſco Gatto, e Ludouico de »
Plozaſco Sindici per l'Vniuerſità il ſolito giuramento di fedeltà è
fauore di Don Antonio Gouernatore, in mano del Platamone,
che rimaſe poſcia Luogotenente del Cardona per il reggimento,
e gouerno della Città,8. Iſola; hauendo prima preſo il poſſeſſo di
eſſe il Dottor Cocozza, come Procuratore, &indi ad inſtaza di det
ti Sindici, e per maggior cautela dell'Vniuerſità,fatto giuramento,
d'oſſeruargli i priuilegi, e quato haueua promeſſo il Commiſſario,
Che poi l'Iſola noſtra ſia ſtata ricomperata, è riſcoſſa dal pu
blico della ſua Vniuerſità in queſto primo pignoramento, come i
n'habbiamo traditione,ò pure, che il Cardona habbia ottenuto dal
Rè l'equiualéte per altra ſtrada,e reſtituitaſi la poſſeſſione al Regio
Demanio,non habbiamo fin hora veduto ſcritture, che ne l'accer
tino,ſaluo,che appreſſo, nel 1425, per altri biſogni, anzi vrgentiſ
ſime neceſſità del Rèmedeſimo, fù di nuouo impegnata a D. Gó
ſaluo Monroy Regio Caualiere, per l'iſteſſa ſomma d'altri trenta ,
mila fiorini d'oro d'Aragona. Il che né potédo più tollerare i Mal
teſi,vedendoſi così ſpeſſo ſeparati, e ſuelti dal Regio Demanio, co
me fedeliſſimi al Rè, & alla Regia Caſa d'Aragona, ſchiuando, e
diſcordando dal vaſſallaggio, e gouerno del già detto Monroy,in
uocarono, 8 acclamarono il Regio nome, con deſtinar ſubito
Ambaſciatori a i Viceregi,come altresì a quella Maeſtà fino a Spa
gna , ſupplicando per la riuocation di tale conceſſione della Città,
e dell'Iſole fatta a D.Góſaluo,e che ſi ſuſſero degnati di bel nuouo
aggregarle al Regio Demanio di Sicilia, come prima era no ſtate ,
offerédo l'Vniuerſità di Malta per riſcuoterſi e ritornarſi alla Regia
Corona di pròtamente sborſare l'accenata séma di fiorini 3o. mila
- Oo di moneta
ase DELLA DESCRITT DI MALTA
di moneta d'oro d'Aragona,ſotto certe conuentioni, e capitoli, e
frà gli altri in particolare, che queſt'Iſole rimaner dou eſſero perpe
tuamére vnite, & aggregate al Regio Demanio,nella maniera,ch'
erano le Città di Palermo, Meſſina, e Catania, i quali Ambaſciato
ri doppo ſtabilita la conuentione con li Viceregi, Nicolò Specia
le , e Guglielmo de Moncayo, s'auuiarono al Rè Alfonſo, con.
Iaimo Ruore mandato dalli Viceregi per eſibire in nome loro è
uella Maeſtà la Capitulatione, la qual vcduta, e benignamente º
vditi da quell'Inuittiſſimo Rè, furono gratioſamente rimeſſi à gl'
iſteſſi Viceregi con lettere d'vdienza in modo, che ritornati in Si
cilia con l'iſteſſo Iaimo, fù dal medeſimo rapportato, che la vo.
lótà del Rè era, che ſi doueſſero interamente oſſeruare detti Capi
toli, & il negotiato,del quale ſua Maeſtà era rimaſta appagata,e gra
dita dell'amore de ſuoi ſudditi, e che riſolutamente voleua reſtaſ
ſero l'Iſole vnite, 8 aggregate al Regio Demanio nella guiſa,che ,
erano prima, e nella forma, che gl'Ambaſciatori haueuano ſuppli
cato; comandando, che di nuouo ſe li doueſſe ſpedire priuilegio,
precedendo lo sborſo delli trenta mila fiorini d'oro, come in effet
to ſeguì con puntualità,e fù ſpedito fauoritiſſimo, e co molta ho
noreuolezza, fregiandolo di titoli molto pregiati , chiamando
AAALTA, GIOIA LLO ECCELLE?NTA, e Membro ſegnalato,
e singulariſsimo della Regia Corona, e nel medeſimo priuilegio in
vn altro luogo con queſte parole IOCALE NOTABILE , ET
INSIGNE Corone Regie, che però da indi in poi ſi intitolò,e no
moſſi mai ſempre la Città NOTABILE,confermando i propoſti
Capitoli, e riunendola, 8 aggregandola inſiememente col Gozo
al Demanio del Regno, nella forma ſeguente. In dicio regio Dema
nio,ſeu numero,g conſortium Ciuitatum, (gi Terrarum ipsius, prout
ſunt & erunt Faelix Vrbs Panhormi,Ciuitas Nobilis AAeſana, gr
Ciuitas Cathania,auctoritate predicta perpetuò adiungimus, restitui
mus, tornamus, (9 aggregamus, e con la confermatione inoltre di
tutti i priuilegi gratioſamente conceſſi à dett'Iſola, 8 è ſuoi habi
tatori dalli Sereniſſimi Predeceſſori, e maſſimamente di quello del
Rè Martino, intorno all'aggregatione al Regio Demanio, ſpedito
in Catania è di 22, di Nouembre 1 397. Tutto ciò s'appaleſa,e có
ſta per vn Priuilegio del Rè Alfonſo ſudetto, ſpedito in Valenza a
2o. di Giugno 1428. in approuatione di quello de Viceregi dato
in Palermo a 3. di Gennaio 1427.
Nell'anno 1458 à 1 o.di Luglio,muore Alfonſo ſenza legittima
prole in età di 65 anni, e del Regno 42.nel Caſtelnuouo di Napoli
laſciando
". cez-..
LE B Ros E CON D b, N OTI TI A 'XIV. 29,
laſciando quel Regno à Ferdinando fuofi gliuolo iaturale , & è
Giottanni ſuo fratello gl'altri d'Aragona, e di Sicilia con Malta, il

qual Rè Giouanni poſcia nel 146 o vni a quello d'Aragona la


Sicilia,Sardigna,e l'iſole loro adiacenti, come lo dice l'Abbate Pirri, in chronote,
cioè Anno 146 e dierztltimo Augusti,tum apud Villam, Francano eſ
r -
º º
- f94.
fet Rex in coacto 72 Virbrum Aragomenium Comuentù,in ſuam, ſuo
rumqi perpetuam exaltationem,ex proprio motu, Regno Aragonensi Si- ſi gi:
ciliam, Sardiniam,earumqi coadiacente Inſulas vntuit, deinceps simul ta capes.
Unita declarauit. Indi ſecondo Fazello nell'anno i 473. Giouanni
fà coronare Ferdinando ſuo figliuolo Re di Sicilia, e nel 1479. eſ
ſendo in età di 84 anni, muore in Barcelona, nel meſe di Febraio.
Il qual Ferdinando Secondo, ch'ottenne il nome di Cattolico
da Papa Aleſſandro Seſto, per hauer con ſomma generoſità ,e pari
pietà chriſtiana,cacciati i Saraceni dal Regno di Granata, 8 i Giu
dei da tutte le Prouincie del ſuo dominio, morì l'anno 15 i 6. nell'
età ſua di 62.eſſendo ſtato l'ultimo de Regi Aragoneſi, che regna
rono in Sicilia ducento, e trent'anni. A cui ſuccedè Giouanna ,
vnica figliuola del prenominato Ferdinando, che portò la ſucceſ
ſione del Regno nel Re Carlo figliuolo della medeſima Giouan
na, e di Filippo d'Auſtria,figliuolo di Maſſimiliano Imperadore.

DEL FELICISSIMO ARRIVo., E DOMINIO DEL


GRAN MAESTRO , e della ſua SAGRA RELIGIONE,
Gieroſolimitana nel Principato di AMalta.
rl

NoT I TI A DECIMA QVA RTA.


- - - -

S Edendo nel Sagroſanto,e ſublime Trono di S. Pietro, il Som


º mo Pontefice Clemente Settimo, Caualiere profeſſo di queſt'
Eminentiſſimo Ordine, nel Chriſtiano Impero l'inuittiſſimo Car
lo Quinto Rè di Sicilia, e nel Gran Magiſtero Fra Filippo Villers
Lisleadamo Franceſe, doppo hauer la Sagra Religione Geroſoli
mitana,Occhio del Chriſtianeſimo,e Scudo dell'Apoſtolica Sede ,
benche glorioſamente, e non ſenza memorabildanno de'nemici
di Chriſto perduta l'Iſola di Rodi, antica ſua reſidenza, aſſalita da
Solimano Decimo Rè de Turchi nell'anno 1 5 2 2. con trecento
mila combattenti, e quattrocento cinquanta vele, e fatta liga pel
legrinatione da quel G. Maeſtro, che paſſato poi in Roma fù ſalu',
tato dal Papa Adriano Seſto chiamandolo Magnus Christi Athleta,
e file Catholice acerrimus propugnator, che qualSagro Anteo ri
forfè con la ſua Religione maggiormente vigoroſo, 8 ammirabi
le; ad interceſſione, del medeſimo Pontefice, e per la diuorione ,
Oo 2. & affetto
29 , DELLA D E SCRITT, DI MALTA
& affetto,che l'Auguſtiſſima Caſa d'Auſtria ha ſempre dimoſtrato
verſo la medeſima Religione, le furono da quel Magnanimo Im
peradore,e da Giouanna ſua madre Reina di Sicilia, concedute gra
tioſamente queſt'Iſole, inſieme col Regio dominio di Tripoli in
Barberia,in feudo nobile,libero,e franco in virtù d'ampio Priuile
gio ſpedito in Caſtelfranco del Contado di Bologna a 24 di Mar
zo dell'anno di noſtra ſalute i 53o. Tutto il qual dominio fù do
i" dal Gran Maeſtro, e ſuoi Caualieri nel Capitolo Generale cele
rato in Siracuſa a 25. d'Aprile accettato, con rendimento d'in
numerabili gratie all'Altiſſimo Iddio, di tanto, e così ſegnalato
fauore, & à 29. di Maggio gli Ambaſciatori della Religione frà
Vgone de Copons Drappiero (hoggi eſſa dignità chiamata di
Gran Conſeruatore) Capitano allora delle galere, e frà Gio. Boni
facio Bagliuo di Manoaſca, Riceuitor Generale dell'Ordine pre
ſtarono ſolennemente il giuramento di fedeltà a nome della Re
ligione,in mano del Vicerè di Sicilia D. Ettore Pignatello in quel
tempo Conte di Monteleone, per il feudo di Malta, Gozo, e Tripo
li. Indi da Meſſina ſe ne paſſarono in queſt'Iſola, con le galere à
prenderne il poſſeſſo, conduce ndo con eſſi Ettore di Roſa, e Gio,
" Paternò Commeſſari regi deſtinati a poſta per dar loro il
già etto poſſeſſo della Città,e dell'Iſola, di cui era Capitano in
quell'anno Leonardo Calauà nobile Malteſe.
A xv. di Giugno dell'iſteſſo anno Mercoledì è hore xxijli Spet
tabili Giurati di Malta, ch'erano Paolo de Naſis, Antonio Rapa ,
Nicolò Laurerio,e Lorenzo Baglio, in ſegno del giubilo, e conte
to conceputo per l'entrata, e feliciſſimo dominio del Gran Mae
ſtro,e Sagra Religione nell'Iſole, col conſenſo di tutto il Conſiglio
della Città cedono, e rimettono a fauore del comun Erario della
Religione, con molto amore li trenta mila fiorini d'oro, che ſi fuſ
ſero potuti pretendere, pagati per riſcattar l'Iſola, come ſi diſſe di
ſopra dal pignoramento,S. in nome di eſſa con molti ſegni d'alle
i" altresì honoreuol,8 affettuoſamente riceuono detti
rocuratori Commeſſarij, i quali immediatamente confermano, e
ratificano i priuilegi, capitoli, vſi, &eſſentioni al Popolo di Mal
ta, e preſtano il giuramento ſolenne dell'oſſeruanza di quelli, 8 a
18. dell'iſteſſo meſe i Giurati fanno il giuramento di fedeltà, S.
Omaggio al Gran Maeſtro Principe, e ſua Religione in mano de'
medeſimi Commeſſarij, e Procuratori di eſſa nella Sagreſtia della ,
Chieſa Catedrale,facendo parimente l'iſteſſo atto il Canonico Don
Gonſaluo Canciur Vicario Generale nella ſede vacante, e l'Arci
diacono Don Domenico Dimech, eletti Procuratori dal Clero, a
l - - - - Il QI Il c
L 1 B R o SE CON D O, NO TI TIA XIV. 29;
nome dell'Eccleſiaſtico di Malta. Lunedì a 2o. Aluaro de Naua
gentilhuomo Malteſe Caſtellano in vita ſua della Fortezza, è Ca
ſtello è mare,hoggi nomato S. Angelo, quello cede, e rinuntia à i
Commeſſari per i Religione, contentandoſi dell'aſſegnamento di
ſolo trentadue oncie, e mezza di moneta Siciliana ogn'anno,vita
ſua durante. Quindi a 2.2. dell'iſteſſo meſe andarono l'iſteſſi Com
meſſari nell'Iſola del Gozo,a prender parimente poſſeſſo di quella
nella forma,e con la ſolennità come di ſopra habbiamo detto ha,
uer fatto di Malta, - - - -

Immantenente poſcia l'Vnuerſità dell'wna,e l'altra Iſola,ſpedi


rono Paolo de " e Giouanni Calauà per la Città, 3 Iſola di
Malta,e Franceſco Platamone con Pietro Mannara per quella del
Gozo,Ambaſciatori al Gran Maeſtro, 8c alla Religione, che ſtanza
uano allora in Siracuſa, a renderli pronta vbbidienza, 8 è congra
tularſi dell'acquiſtato loro nouello dominio; è i quali Ambaſcia,
tori fù gratioſamente conceduta la ratificatione del giuramento,
e confermatione depriuilegi dell'Iſole, che a nome della Religior
ne fatto haueano i ſuoi Commeſſarij,
A xxv. d'Ottobre ſi parte il Gran Maeſtro Villers, con il Sagro
Conuento da Siracuſa,e la mattina del Mercoledì Kxvj giorno for
tunatiſſimo a due hore di ſole, approdando felicemente ſi preſen
ta alla ſua Iſola, e reſidenza, 8 a 1 g. di Nouembre, come nuouo
Principe accompagnato da tutti i Signori della Gran Croce,e dalla
maggior parte degl'altri Caualieri; fu con grandiſſimo applauſo
riceuuto nella Città Notabile dall'Eccleſiaſtico,dal Magiſtrato, da
i Nobili, e da tutto il reſto del Popolo ſolennemente ſottovn Bal
dachino, portato dal Capitano della Verga da Giurati, e dal Secre
to, con vniuerſal allegrezza, e contento ſpecialiſſimo, hauendo
prima eſſo Signor Gran Maeſtro alla porta della Città, la qual per finatº
cerimonia gli fecero trouar chiuſa reiterato il giuramento d'oſſer-”
uargli i priuilegi loro; & eſſendoli ſtate doppo preſentate due chia
ui d'argento, fù aperta la porta e ſalutato con reiterata ſalua d'arti
gliarie,e con " altri ſegni di giubilo condotto alla Catedrale,
in cui vdi la Santa Meſſa, e finalmente menato,e ſeruito in caſa di
Michele Falſone Viceammiraglio dell'Iſole, oue vn lauto, e ſon
tuoſo conuito apparecchiato ſi era. Sul principio andò ad habi
tare nel Caſtel S. Angelo,e nella Chieſa Parrocchiale di S. Lorenzo
del Borgo,coſtituì,e deſtinò la Conuentuale dell'Ordine,
E qui non potiamo laſciar di congratularci teco, è Malta no
ſtra dilettiſſima Patria con particolar gioia, e chiamarti cento, e
mille volte benauuenturata, poiche non ſolo adeſſo con la venuta
1Il CC
a 94 DEL LA D E SCR I TT. DI MALTA :
in te di queſta benedetta Religione,noſtra benigniſſima padrona,
godi della cara preſenza del tuo Principe, e Signore, da cui,eſſen
doli rappreſentate le tue neceſſitadi,ſei prontamente ſoccorſa e cô
paterna carità conſolata, ma d'auuantaggio hai veduto alla fine
ceſſare quelle ſipeſſe inuaſioni, e continue ſcorrerie di Barbari
infedeli, e d'altri inhumani Pirati, da quali eri prima annoiata, &
infeſtata, e poſta bé ſpeſſo in neceſſità di ricorrer talora ad alcune
Città della Sicilia tue amoreuoli,perche vendicaſſero i torti, e l'of
feſe,che ti ſi faceuano, doue hoggi mercè il gouerno di queſt'In
uittiſſima Religione ſei diuenuta Tutela del Regno,anzi dell'Eu
ropa tutta.Godi del ſoaue reggimento d'vn Principe Eccleſiaſtico,
& inſieme d'wna Republica d'Ottimati Religioſi; ſei diuiſa dalla ,
Sicilia, ma non laſci d'eſſerle mai ſempre vinita nel diretto domi
nio,e protettione di quel potentiſſimo Rè,che come ottimo Prin
cipe ti alimenta,e largamente ſouuiene cô le abbondanti prouiſio
ni, che ti ſono da quel Regno in gran copia ſomminiſtrate. Hai
per Signora vina nobiliſſima Militia,che ti difende,e dentro te ſteſº
ſa racchiudi vn Teſoro,che ti rende ſicura,e muniſce con le Città,
e Fortezze ineſpugnabili, che nel tuo Territorio ha con incredi
bil ſpeſa a tuo prò fatte fabricare, e ti ſoccorre liberalmente con
tante limoſine, 8: innumerabili ſtipendij , ch'a tuoi Naturali del
continuo ſi diſtribuiſcono; vino Spedale finalmente, aperto per
curargliſteſſi quando ſono infermi, e languenti e tant'altri bene
fici, e fauori, che ti ſi fanno, i quali ſe voleſsimo in q ueſto luogo
annouerare, troppo in lungo anderebbe la preſente digreſsione ,
mentre ancora,eſſendoſi diſteſo il tuo nome, famoſo per tutto il
mondo, ſei fatta all'Africa, è all'Aſia formidabile. Fermiamo quì
dunque, Scarreſtiamo la penna per non più dilungarci, non eſſen
do ſtato il noſtro inteto d'innoltrarci nell'Iſtoria, e racconto de gl'
eroici fatti della Sagra Religione in Malta,già ſcritti, e da ſcriuerſi
- - &o - - - - - - - -

da più eruditi,e ſolleuati ingegni; ma ſolamente di far noteuoli di


-
ueſt'Iſola, e dell'antica ſua Città,le preſenti memorie. -
-

Onde laſciando per vltima, doppo tutti gl'altri, che l'hanno do


minata, l'iſteſſa Religione noſtra Glorioſa Principeſſa, (la quale i
mediante il diuino aiuto, non eſſendo per patir mutatione, come ,
in eſſo fermamente ſperiamo, verrà col perpetuarſi, vie più à ma
gnificare, e render celebre queſto fortunatiſsimo luogo;) ce ne,
paſſeremo alla nobiliſsima ſerie degl'Eminentiſsimi Gran Maeſtri,
che ſono ſtati Principi di queſt'iſole ; i nomi e cognomi dequali -

ſono li ſeguenti,
-
-- - -
-

- -- - Filippo
r

LIB R o sE CON Dio, Nori TIA xiv. ,,,


4 3 F. FILIPPO DE VILLIERSI LISLEADAM , che venne ,
in Malta con la Sagra Religione fanno i 53 badi lei quaranteſimo
terzo Gran Maeſtro,fù di natione Franceſe,e morì nel 1534 a 2 1.
- - - - » -. º i -, - -

d'Agoſto. -e - - -
CI
a e
) . . .. .» -

- èi 3 g io. Q . ii - . . . . è I Cs . .
44 F. PETRINO DEL PONTE Italiano, fu il primo eletto in
Malta è 26. d'Agoſto dell'anno i 534 morì à i7, di Nouembre ,
del 1535. è - o il - o :

45 F. DESIDERIO DI TOLONO SANTAIALLA del Del


finato, eletto aſſente à 22. di Nouembre del 1535. morì a 26. di
Settembre dell'anno 1536. in Monpelieri, mentre era in viaggio
per venir à Malta.
46 F. GIOVANNI D'OMEDES Aragoneſe, eletto a 2o. d
Ottobre dell'anno 1536. morì à ſei di Settembre del 1553. -

o s .. : e r; n. 5 -
47 F. CLAVDIO DELLA SENGLE Franceſe, eletto mentrº
era Ambaſciatore della Sagra Religione in Roma, è gl'vndici di
Settembre 1553. morì a 18. d'Agoſto del 1557.
48 F. GIOVANNI DI VALLETTA Guaſcone,eletto a 2 1. d'
Agoſto dell'anno 1557. morì a 21. d'Agoſto del 1568.
49 F. PIETRO DI MONTE Italiano, eletto a 23.d'Agoſto
dell'anno 1 5 6 8. morì à 27. di Gennaio del 1572.
5 o F. GIOVANNI LEVESQVE DE LA CASSIERE Aluer
niaſco,eletto a 3o. di Gennaio dell'anno 1572. morì in Roma a
2 1. di Decembre del 1 5 8 1.

5 1 F. VGONE DE LOVEENX VERDALLE poſcia Cardi


nale di Santa Chieſa Guaſcone, fù eletto a 12. di Gennaio dell'an
no i 582. moria 4. di Maggio del 1595.
52 F. MARTINO GARZES Aragoneſe,eletto a 8. di Maggio
dell'anno 159 5. morì à 7. di Febraio 1 6 o 1.

5; F. ALOFIO DE VVIGNACOVRT Franceſe,eletto a 1o.


di Febraio del 16 o 1. morì à 14. di Settembre 1 6 22.
" I F. Luis
-

asé DELLA B E se RITT. DI MALTA:


54 F. LVIS MENDESIDE VASCONCELOS Portugheſe ,
eletto a 17.di Settembre dell'anno 1622.morià7 di Marzo 1623.
- - - o i gi o -,

55 F. ANTONIO DE PAVLA Guaſcone, eletto a 1o. di


Marzo 1623. morì a 9. di Giugno 1636.
- i

56 F. GIO. PAOLO LASCARIS DE CASTELLAR Niz


zardo eletto a 12.di Giugno 1 6 36. s

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D ELLA
L
DESCRITTIONE
D I M A LTA,
DEL COMMENDATOR ABELA
- Libro Terzo.
cz o N o Lo G I A D e vescovi DI MALTA, -

con le circoſtanze delle qualità loro, e d'altre


del Veſcouado. s.

. . -
-

- Ne a . Publio noſtro cittadino, anzi Prothos,ò Primario ,


N

-
-
ri
che vogliam dire dell'Iſola, ordinato, e creato dall' - -
Apoſtolo S.Paolo primo Veſcouo della noſtra Chie- -;

º S.
Mossa º
º ſa quando qua in Malta per trè meſi fe per noi for
tunata dimora, negl'anni del Signore cinquant'ot
to,che poi ſe ne paſsò al Veſcouado d'Ateneoue per la fede di Chri
ſto fù coronato del Martirio.Di lui fanno memoreuole,e ſanta ri-
a- º - - - - - - - - a - v 15
Baroni -
aronius ad anº
membräza gl'antichi,e moderni Martirologi Romani, e frà gl'al sº,
tri il venerabile Beda, & il dotto Adone Scrittori grauiſſimi, ce
lebrando la memoria del ſuo felice Natale, e martirio, cioè a dire,
quello a diciotto,e queſto à vent'vno di Gennaio,a che ſi confor
ma anco il Cardinal Baronio; le parole, che di eſſo dicono Beda,Sc
Adone digniſſimo Arciueſcouo di Treueri ſono queſte. Item apud
Athenas Natalis Sancti Publi Achenarum Epiſcopi, qui Princeps
Inſulae Melitae, vel Melitenae, cum nauigantem Beatum Apa»
stolum Paulum Romam, ſub custodia detentum per triduum hoſpi
tio acceptum humanè trattaſſet, vt Beatas Lucas refert : Patrem ip.
sius Publii contigit febribus, g dyſenteria iacere; ad quem tam
- - PP intraſet
e58 DELLA DESCRITT. DI MALTA
intraſet Beatus Apoſtolus, é impoſuiſſet illi manus, ac oraſet , ſa
nauit eum. Quem Publium adherentem sibi, Beatus Apostolus po
ſtea ordinatum Epiſcopum , ad predicandum direxit, qui poſino
dum Atheniensium Ecclesiam nobiliterrexit, g preclaris virtutibus,
g doctrina praefulgens, ob Chriſtifidem martyrio gloriosè coronatur.
2Nam primò Dionisius, deinde Publius ſie Athenis prºfuit,
i Hebbe ſucceſſore Quadrato in quella Chieſa, alla quale fu il
noſtro Publio sì neceſſario mentre viſſe, per mantener gl'Atenieſi
col ſuo mirabil eſempio,e ſantità di vita, ſaldi, e ſtabili nella vera
fede Chriſtiana, che a pena morto nel martirio,cominciarono eſſi
à deuiare dal retto ſentiero della ſalute; onde vengono perciò am
- moniti, e fortemente ripreſi da Dionigi Veſcouo di Corinto, in
Hiſa. Eccleſlih,
vna delle ſue piſtole a loro ſcritta, come riferiſce Euſebio Ceſarié
4. cap. 32e ſe, fauellando del medeſimo Dionigi in tal modo. Altera ( epiſo
la) Ad Athenienſes miſa, quae illos, et ad Ucram fidem, et ad vi
tam,ex Euangelii praeſcripto piè degenda excitet; quaſpreta,etco ntemp
ta eos vehementer repraehendit,quoda verbo Deipenitus ferè ab eo te
pore deſciſſere caepiſſent, quo Publius, quiillis praeſuit, diartyrium ob
perſecutionum tempeſtate, thm quidem ingruentes, fortè perpeſus eſi.
fit º car º Succeſſe il glorioſo martirio di queſt'huomo diuino, come lo
"
cap,2 I º chiama Niceforo Caliſto, eſſendo in età di cent'anni ſecodo l'opi
iº nione delP, Manduca ſotto Elio Adriano Imperadore, il quale ſi
e tº lº blate - - -- - -- - - - - - -- - -

pi, i ritrouaua allora in Atene, che fù intorno al 12 3. della noſtra ſalu


"º º te. E tanto baſti hauer detto al preſente,del primo Paſtore, e San
684. to Veſcouo di queſta Chieſa Melitenſe, per non replicar di bel
nuouo quanto di lui ſi è da noi ſcritto in altro luogo, facendo fi
ne con le ſeguenti parole dell'iſleſſo P. Manduca. Conſentaneum
eſi, Melitensium Ecclesiam primitiasſuas in Publio 24artyre Athe
i narum Epiſcopo libenteragnoſcere,g ſtudiosi venerari, e ,
Dopò vn corſo di molti ami, de quali ne manca l'hiſtoria, fu -

ſucceſſore al Veſcouado di Malta, e - -- - - -- - -


º º

4; 1 Acacio Melitenus,ſºu Melitenae, et Melitenorum Epiſco


us, ſi ſottoſcritte queſto buon Veſcouo nell'Atrione prima e ſeſta
del Concilio ci ſotto Leone primo Pontefice
l'anno 45 1.e nell'Attione 3.del medeſimo Concilio, nella conden
nagione di Dioſcoro Arciueſcouo Aleſſandrino, benche il Pirrilo
chiami Antiocheno, so - - -

A 591 Coſtantino Veſcouo Melitenſe,al tempo di Papa Simacho


negl'anni di noſtra ſalute 5 o 1 vien annouerato fra i Padri del
Concilio V.Romano,e doppo queſto.
Lucio
? LIBR o TE Rzo, N o TITI A I. 299,
598 Lucillo,di cui fa chiara mentione San Gregorio nell'epi
ſtola 3o, del ſecondo libro Ind. Io. Epiſcopo de Mellita. Officii no
ſtri decet valde propositumſubiectis magnoperèſuadere, vi rebus de
beantſeruare filem in placitis,ne dum incosideratè lucrandi rapiantur
ſtudio: pacificam vertant conuentionem in iurgium. Peruenit itaque
ad 720S fraternitatis tuae Clericos,terras Africanae tenentes Ecclesiae,
quòd pensionem earumdem poſſeſsionum dare contemnant. Quod si ve
rum eſi, e ad fraternitatis tuae haee ſunt perlata notitiam, tua in
hoc desidia, eorum culpa nutrita eſi, ob quam rem ſcriptis de praeſenti
bus admonem us,quatenus adperfoluendam pensionem,nulla mora,nul.
laq; excuſatione eoſdom Clericos vti permittas, etc. L'Abbate Pirri,
nella Notitia Settima, della Chieſa Melitenſe,interpretando la let
tera di S. Gregorio ſopradetta ſpiega, che le terre,ò poſſeſſioni,che
doueano hauer in affitto quei Chierici del Veſcouo di Malta, fuſº
ſero della Chieſa iſteſſa Melitenſe, e noi con buona pace di detto
Abbate diciamo, che ſe bene quiui erano ſituate, apparteneuano
nödineno come l'iſteſſo teſto dice alla Chieſa Africana,della quale
vien fatta mentione dal medeſimo S. Gregorio, e da S. Agoſtino
nelle loro piſtole in tanti luoghi; e non ſi può intendere a verun.
conto della Melitenſe, ne che queſta chiami quel Pontefice Afri.
cana, non eſſendo veriſimile, che la querela di non pagarſi la ,
Èenſione dell'affitto,fatta per parte di chi era prelato di detta Chie
Africana, ſi fuſſe commeſſa al medeſimo Veſcouo di Malta, ac
cioche prouedeſſe di giuſtitia, e par che il detto ſentimento dia il
Pirri per affermare, come fà, che Malta ſia parte dAfrica, e tirar
conſeguenza (ma ſenza fondamento, ne autorità di Scrittura,)che
da quel tempo degl'anni di Chriſto 592. il Veſcouo di Malta fuſſe
ſtato ſuffraganeo di Palermo, affermando che Vittore Prelato di
derta Città intorno a quell'anno era Primate dell'Africa, in virtù
dic'egli d'vna piſtola,ch'è la 33 del decimo libro ſcritta da S. Gre
gorio al già nomato Vittore, benche altri ſiano di parere,che que
i" advn altro Vittore Veſcouo della Numidia in Africa, nell'iſteſſo
tempo ſia ſtata inuiata, ma ciò ſia come ſi voglia, egl'è certiſſi
rno, che il noſtro Veſcouado di Malta l'anno i 154. da Papa -
Adriano Quarto, in virtù di Bolla data in Beneuento 6. Idus Iu
lij, come appreſſo in ſuo luogo diſteſamente inſeriremo, è ſtato
fatto,e non prima,ſuffraganeo di quello di Palermo, anzi come in
altra parte dimoſtreremo ben chiaro, era più ragioneuole credere,
che in quei tempi di San Gregorio, il Metropolitano della Chieſa
di Malta fuſſe ſtato l'Arciueſcouo allora di Siracuſa, come più an
-- - l PP 2 tico
se» DELLA DEscRITT DI MALTA
tico,e più vicino alla noſtra Iſola, e già ch'ancora il reſcritto Pon
tificio per la depoſitione di Lucillo noſtro Veſcouo con la cogni
tione della cauſa contro degl'altri Sacerdoti, e Diaconi complici,
venne diretto a Giouanni Veſcouo di Siracuſa, e non à quello di
Palermo,ò ad altro della Prouincia d'Africa, eccone il tenore.
Fx Reg. p Gre Gregorius Epiſcopo Sracuſano , que aduerſus Lucillum A4 iletine
gori lib. 7. Ind,
2 epiſi. 62. Ciuitatis Epiſcopum,querela commota sit ex Epistolarum vestrarum,
(& º" ad nos direxistis pagina,declaratum est, e Per queſte
Parole ſi vede il Veſcouo di Siracuſa eſſere ſtato quello, che da offi
cion'hauea ſcritto al Papa,e preſe le informationi, argometo della
giuriditione e ſuperiorità, che vi eſercitaua. Et ideo tanti facinoris
avltio nulla debet dilatione differri » fraternitas “vestra, tres, vel quar
tuor de fratribus,g conſacerdotibus,sibi nostris adhibeat, Ut ipsis quo
què preſentibus,predicta, (3 ſatisfacta veritate predictum Lucillum
de Epiſcopatus ordine, quem huiuſcemodi ſceleris contagio maculauit,
studeatsine ambiguitate deponere,(3 c.Cura preterea sit vobis Clerum,
g Populum Miletine Ciuitatis hortari, vt quia sineproprio Pastore
eſſe non poterunt,ordinandum sibi eligant Deopropitio Sacerdotem; cau
ſam verò Presbiterorum, ac Diaconorum, qui in lapſu accuſati ſunt,
ſollicitè omninò rimamini, gr si rei criminis eſſe patuerint, ſeueram in
eis vltionem, 3 canonicam exhibete, Doppo la degradatione di Lu
cillo fù creato Veſcouo, - - -

599 Traiano della prouincia Valeria,ou'era ſtato monaco, &


Abbate in vn Monaſtero, da ſuo Padre eretto, per auuentura in
tempo di S. Equitio Fondatore di diuerſi Monaſteri in quella Pro
uincia d'Abruzzo rouinato il Monaſtero per cauſa delle hoſtili
tà, e guerre, ch'allora affligeuano l'Italia,ſe ne venne in Siracuſa ,
iquindi doppo eſſere ſtato Abbate nel Monaſtero di S. Lucia, fon
idato di nuouo in quel tépo da vna Matrona Siracuſana, fù eletto
Veſcouo di Malta, come notificato ci viene per vina piſtola del me
Epiſt.prima,
deſimo S. Gregorio Papa lib, 8. Indit. 3, che comincia, Romane
Defenſori Sicilie. Nihil proficit Sacerdotum culpas vleiſei,3 commiſſa,
digna deiettiane,crimina vendicare, si eis,qui conuincente facinore de
ponuntur,ammiſsio honorisſolatium, 3 caſus ſui capit eſſe compendiu.
Questus itaque nobis est frater, 3 Coepiſcopus noster Traianus, Lu
cillum "nſuleAAelitensis Epiſcopum,flagiti ſui iniquitate
perterritum, non ſolum res Ecclesiae,cuius non rector,ſedinimicus potius
extitit,ahſiuliſſe, verum etia plurimaeum eidem Ecclesiae competentia,
de praeteritis retinere,gc.Praeterea pettit nobisſi,praſcriptus Traianus
fraternoſter,vt de Monasterio ſuo, quod in Ciuitate Syracuſana situ
- - - - - d

LIBR o T E Rzo, NoTITI A Il sor
eſt ei quatuor, vel quinque dari Monachi debuiſſent, quodpro eiusſo
latio nequaquam existimauimus denegandum, grc, il qual Traiano
doppo,nell'anno 6 o 3.nella piſtola 22.lib.11 Indit.6.è annouerato
dal medeſimo Pontefice fra i Veſcoui di Sicilia, quando ſcriue à
Leone Veſcouo di Catania,a Secondino di Tauormina,a Giouan
ni di Siracuſa, Dono........ a Lucido di Leontini, & à Traiano
Veſcono di Malta,dicendo in queſta guiſa, Leoni, Secundino, Fran
ni, Dono, Lucido,et Traiano Epiſcopis Siciliae. Da che l'Iſteſſo Abba
te Pirri forma, e tira conſeguenza, che Malta ſi chiami Sicilia . Noit.EcclMe
Ecce (dic'egli) quod Melita Inſula, Sicilia dicitur; haud dicendum º
eſi,quod omnes ii recesiti Praeſules, Siculam simul indiſtintte gubernaſ
ſent Ecclesiam,ſed vnuſquiſq; ſuae praeerat Ecclesiae, Leo ſcilicet Ca
tanensi, Secundinus Tauromentanae; Ioannes Syracuſanae, Donus
.......... Lucidus Leontinae, et Traianus Melitensi. E così non
hà luogo in conto alcuno quella ſua prima opinione, cioè a dire,
che Malta ſia ſtata ſtimata, come luogo dell'Africa,non ſe li poten
do applicare in veruna maniera il titolo di Chieſa Africana, men
tre di più (com'ei confeſſa a piena bocca) ſtà ſotto Sicilia come,
parte di eſſa, che non è mica dell'Africa, ma dell'Europa. -

868 Manàs Veſcouo di Malta, che fù l'vltimo ſecondo il Pirri -


auanti la cruda occupatione, che ne fecero i Saraceni, il qual Vc
ſcouo per il calcolo degl'anni, ch'habbiamo fatto, douette eſſer
colui, di chi ſi fa mentione in quella piſtola di Teodoſio Mona
co à Leone Arcidiacono,ragguagliandolo della preda, 8 eſpugna
tione di Siracuſa,fatta da gl'empi Saraceni, nell'anno 878. tradot
ta dal Greco nel Latino idioma da Ioſafar Azzalo Spartano con .
queſte parole. Et quidem etiam ipsi Saraceni circumdabant nes, et
impellebant,vt viderent,quis nameſet celebris Siciliae Epiſcopus, (in
tendendo per quello di Siracuſa,che c& altri Chriſtiani, fatto ſchia
uo,era ſtato condotto a Palermo) Sic gitur per Populum a littoribus
dućti, detrusi fumus in carceremi hic erat lacus quatuordecimpaſsibus
in terra profundus,cuius portula paruiforaminis inſtar erat,etc. Erant
4 tºteº2 nobiſcum inclusa, et colloquentes Aethiopes, Tharſen es,Arabes,

Raebrei, Longobardi,et noſtri Chriſtiani vi adducti è diuersis Prouin


ciis, et Regionibus, in quibus erat etiam Sanctiſsimus Epiſcopus Me
litae, vtriſquepedibus catenis ligatus. Duo Pontifices inuicemſancio
oſculo oſculati, cum aliquantulum flerenthuiuſmodi infortunium, Do
minequè gratias agrrent, propter ea, quae sibi acciderant, philoſophico
ſermone calamitatem ſuperarunt.Queſto noſtro Veſcouo Manàs in
teruenne al Concilio Coſtantinopolitano 8. come ſi ſcorge nell'
Art. 1. e 4. a cui egli ſi ſottoſcriſſe l'anno 868. Che per anº e v " ,

a ci
gos DELLA DESCRITT. DI MALTA
cilcoſa, che in quelli ſei anni cioè fino all'874 egli ſi fuſſe potuto
ritrouare nell'oſcura, 8 orrida prigione di Palermo, inſieme con.
Sofronio, (così haueua nome quel Veſcouo di Siracuſa) e ſi poſi
ſa credere giuſtamente, che ſia l'iſteſſo, di cui ſi fa preciſa raccor
danza,e particolar mentione nella ſudetta piſtola, ma vi ritrouia
mo qualche ripugnanza per poter affermare, che prima di lui, e
doppo la preſa di Malta da Saraceni, né vi fuſſe ſtato almeno qual
che altro Veſcouo di queſt'Iſola,ſuppoſto con Luis del Marmol,8.
º Nasi, altri dotti non meno che Prattici nell'iſtorie, cioè che l'Iſola ſia ,
i" venuta in poter di quei Barbari fin dall'82 o è pure sa 2. benche,
Siracuſa non prima del 874. veniſſe in dominio, o tirannia loro;
percioche biſognarebbe aſſegnare a Manàs di Veſcouado ſolo,hor.
mai ſeſſant'anni. Da indi in poi per iſpatio d'anni 2 1 5. fino a gl'
anni 1 o89. è 1 oºo. la Serie de Veſcoui reſtò interrotta, quando il
Conte Ruggiero Normanno, come habbiamo di ſoura accenna
to,hauendo liberata Sicilia, e Malta dalla tirannide de Saraceni, la
prouidde altresì, e v'introduſſe di nuouo il ſuo Paſtore, e Prelato,
che fù il ſeguente per detto del Pirri in Notit. Melit.fs 93. º
gJall'Incarnat. 1m89 Gualtieri primo Veſcouo doppo la cacciata de Saraceni,
i : eletto dal noſtro Auguſto Conte Ruggiero,e conſegrato da Vrba
i no Papa ſecondo, con la cui Pontificia autorità e con la reale, e ge
saceni, neroſa liberalità del Conte,fù proueduta, e dotata la noſtra Cate
drale dedicata al glorioſo Apoſtolo S. Paolo, Protettore e padrone
dell'Iſola, delli trè feudi in Sicilia, 8 in queſta di Malta,d'altri belliſ,
ſimi poderi,e giardini, la conceſſione de'quali l'A bbate Pirri dice
- non i" potuto in verun conto ritrouare, benche con partico
lar premura,vi haueſſe vſato eſatta diligenza,eſſendoli capitate al
le mani tutte l'altre de Veſcouadi di Sicilia. Del noſtro Gualtieri
habbiamovna ſottoſcrittione in certo priuilegio della Ducheſſa,
-Sichelgaita moglie, che fù del Duca Roberto, dato nell'anno dell'
Incarnatione di Chriſto noſtro Signore 1o89. Ind. 13.oue dopò
pºi Netit. Guido figliuol del Duca, egli ſi ſottoſcriſſe in queſta guiſa, Gual
ºfº terius Meliuetanus Bpiſcopus testis, meglio in vero hauerebbe dee
to Melitensis, poſciache non ſi ſarebbe introdotto quell'equiuo
co di Meliuetum per Malta, e Meliuetani per i Malteſi,voci ch'era
no anticamente della Città di Mileuio ſituata,e poſta in Numidia
d'Africa,oue ſi celebrò il famoſo Concilio Meliuetano, come in
i parte habbiamo ſpiegato più
O11tO,
comodamente ad altro pro
- P 1 o 9; Biraldo Veſcouo di Malta, che ſi rauuiſa ſottoſcritto in.
- - -

fiº- vn Priulegio del Conte Ruggiero l'anno 1995, nºi


- a a CIAl
LIBRO T E R Z O, NOTITI A I. 3o;
beni conceſſi alla Chieſa Palermitana ,.
1 1 1 3 Giouanni Veſcouo Melitenſe, che noi trouiamo ſotto
ſcritto al ſeſto luogo nel gratioſo priuilegio di confermatione di
queſta Sagra Religione Gieroſolimitana di Paſq uale Secòdo, dato
in Beneuento xv.Kal. Martii Ind. 6. Incarnationis Dominice Anno
1 1 1 3. e non 1 1 2 3. ſotto il Pontificato di Caliſto 2. come ha cre
duto l'Abbate Pirri, percioche ſe bene Caliſto anch'egli veramen
re confirmò in quell'anno del 1123. l'iſteſſo priuilegio, tuttaula le
ſottoſcrittioni de Cardinali,e Veſcoui quiuipoſte, ſono del tempo
della prima conceſſione di Paſquale, e non della confermatione di
Caliſto, come oltre di quello, n'habbiamo d'auata ggio vn altro an
cora nella Câcellaria della medeſima Religione, così porta il ſopra
nominato priuilegio, il Canonico Antonino d'Amico, che copiol
lo,& eſtraſſe dall'Archiuio del Priorato di Meſſina.
1 14o Stefano fatto Veſcouo di Malta dal Romano Pontefice,
Innocenzo Secondo. Queſto nell'anno i 14o. con gl'altri Arci
ueſcouie Velcoui Siciliani, e Calabreſi,interuenne alla coſecratio
ne del tempio del Regio Palagio Palermitano, ſotto titolo, 8 in
uocatione de SS. Pietro, e Paolo Apoſtoli, e nel medeſimo diplo
ma ſi ſottoſcriue nella guiſa, ch'altri può chiaramente in quello
vedere. Nell'anno ancora mille cento cinquanta ſette, fra gl'al
tri Prelati ſi legge il nome del già accennato Stefano poſto doppo a -

il nome di Ruggiero Arciueſcouo di Reggio in quel Priuilegio, in


vigor del quale il Rè Guglielmo gratioſamente concedette il Ca
ſtel di Brocato alla Chieſa Palermitana.Métre queſto Stefano reg
geua la Chieſa noſtra Melitenſe, da Papa Adriano Quarto, nell'an
no i 1; 4. ella fù fatta, e dichiarata ſuffraganea all'Arciueſcouo di
Palermo inſieme con quelle di Giorgenti, e Mazzara,e non prima
di queſto tempo, con la ſpeditione d'vna bolla, ad eſſi tre Veſcoui
eletti indirizzata,a fauore d'Vgone allora Arciueſcouo di quella ,
Città, deſignandolo, e coſtituendolo Metropolitano loro, nella ſe
guente forma. Hadrianus Epiſcopus ſeruusſeruorum Dei. Dilectis
filiis Gergentino,et Mazzariensi,et Maltensi electis ſalutem et Apoſto
licam benedictionem. Ne in aliqua Prouincia fidelibus Chriſtianisſa
crorum Miniſteriorum plenitudo deeſſet,Sanctorum Patria, ſanzit au
ctoritas, vt in singulis, Prauinciis,aliqua Metropolis haberetur,que aliis
tºt diſpenſatione regiminis, et auctoritate officii praesideret . Hoc siquidi

mos Prouinciae Siciliaedceſe videntes, Panormitanam Ciuitatem,quae


ſolo fare nomine vſque modo Metropolis habebatur,in plenitudinem di
gnitatis Metropolim decreuimus statuenda,et Ciuitates veſiras ei iure
Metropolitico perpetuis temporibus ſtatuimus ſubiacere. Quo circa per
Apoſtolica
3 o4 DELLA DESCRITT. DI MALTA
Apoſtolica vobis ſcripta mandamus,quatenus Venerab. Fratri noſtro
Eugoni
do eiuſdem loci Archiepiſcopo,
p sicut Metropolitano
p veſtro humili
ter pareatis,et reuerentiam, et honorem eiſtudeatis,iugiter exhibere.Da
tu Beneueti 6.Idus Iulii.Ecco " queſta bolla ancora, ſi ſcor
ge chiaro più che il Sole, Malta eſſere ſtata anticamente arrolata,
& annouerata frà le Città della bella Prouincia di Sicilia, e che non
meno i Veſcoui di Giorgenti,e Mazzara, che quello di Malta,fuſſe.
ro diuenuti ſuffraganei dell'Arciueſcouo di Palermo dall'anno
- v N - A - - -

I 154. in quà, che fù ne tempi, e ſecolo del Rè Guglielmo di Si


cilia,denominato il Malo, quando Sicilia,e Malta ſtauano entram
bi,ſotto vn medeſimo dominio de Normanni. - -

1 1 6 8 Giouanni Secondo, ſotto il gouerno, e dominio del Rè


Falcand, in Ift.
Sicula,
Guglielmo il Buono, di cui fanno métione Falcando,e Fazello, 8 il
Fazcllus Dec. rimanente de Scrittori Siciliani. Queſto appò la Corte dell'iſteſſo
2. lib.7.
Principe, per la ſua ben conoſciuta,e pratticata prudenza,e ſagaci
tà negl'affari,e più importanti negotijregio Conſigliere,ſempre ,
ſtette in ſomma veneratione,e ſtima; impercioche hauendo aſſe
diato alcuni Baroni Siciliani nel Campanile di Santa Maria del Cá
celliere Stefano Arciueſcouo di Palermo eletto Cacelliere, conué
nero così,ch'egli,3 i Franceſi ci eſſo lui,laſciato il Regno di Sicis
lia,ſe n'andaſſero doue più loro fuſſe piaciuto.Onde leggiamo que
In Notit. Meli. ſte parole portate dall'Abbate Pirri. Ioannes Epiſcopus A4 elitensis
tem f394 iure iurando conſensit,mox Rex,Ricardum Syracuſanum electum, Ge
tilem Agrigentinum Epiſcopum, Romualdum Salernitanum Archiepiſ
copum, g Ioannem Afeltenſem Preſulem, g Regis, 3 Curia fami
liares institut. Il medeſimo Veſcouo di Malta nell'anno 117 1.1iel
priuilegio intorno all'erettione del Monaſtero di Monache di S.
Maria del Cancelliere di Palermo ſi ſottoſcritte, e parimente nell'
anno 12 i 2.che già decrepito ſe ne ſtaua reſidente a Noto, ſi ſegna
con Adamo Veſcouo di Siracuſa nella bolla d'erettione del Mo
naſtero di S. Maria dell'Arco. -

1253 Ruggiero di Cefalù Dottore.vno de'Chierici della Regia


Cappella di S.Pietro di Palazzo in Palermo, a cui dopò la ſua mor.
te ſuccedette nel beneficio di eſſa Cappellania vn certo Domenico
nell'anno 1 2 53. ì gl'orto di Maggio, come ci vien notificato da .
gl'atti di detta Chieſa nei quali ſi fa mentione eſſere ſtato queſto
Ruggiero Veſcouo di Malta. e - a
- - -
- -
- - - -

Nel numerc 7. & 8. L'Abbate Pirri dice. Preſules Melitenſes


agebant ab anno i 266. Uſue ad annum 1 2 84. dum Melita Carolo
Andegauensi eletto Sicilie Regi parebat, ma non dice,chi fuſſero ſtati
queſti tali, non ſe n'hauendo hauuto per aumentura, di quelli
- - - alcuna
LIBR o TE Rzo. NoTITIA I ses
alcuna notitia maſſimamente, che le ſcritture della Cancellaria ,
regia di quel tempo, come ſi può prudentemente credere, con la
mutatione,e turbolenze, con che hebbe fine quel dominio, non ſi
ſaranno potute ritrouare. - º

132 o Nicolò leggiamo ritrouarſi, e ſtanzare in Lentini, ou'


erano il ſuo Caſale della Faiiara (che il Pirri chiama della Dioceſi
Meliuetana, béche fuſſe in Sicilia) & altri ſuoi feudi,ſpedì colà vna
bolla con permiſſione però del Veſcouo di Siracuſa, concedendo
quaranta giorni d'indulgenza è tutti coloro, che diuotamente ha
ueſſero aiutato nella fabrica del Monaſtero, ch'allora ſi edificaua
delle Monache di Siracuſa, e di bel nuouo nell'anno 1322. a 4.
d'Ottobre prorogò la medeſima conceſſione d'Indulgenza,ſtando
in quel " in virtù d'vn altro priuilegio. Pirrus in Notit.
i 33o Aldouino è creato Veſcouo di Malta, negl'anni del Si Meliten f 594.
gnore 133o. e doppo la morte di queſto ſuccede nel Veſcouado.
133 4 Frà Enrico da Cefalù Siciliano, dell'Ordine de'Minori in
tempo di Papa Giouanni XXII. come ſi fà manifeſto per lettere
Apoſtoliche date in Auignone, nell'anno 1334.il tenor delle qua Lib-3. cl.236.
li è diſteſamente portato dal P. Luca VVadingo ne gl'annali del
Padri Minori, 8 è regiſtrato nel libro delle piſtole di Papa Giouá Lib.I.epiſt. 264
ni XXII. che dirizzando il ſuo parlare al noſtro Frat'Errigo, così
li dice. Demum ad te Ordinis Fratrum Minorum profeſſorem in Sa
cerdotio constitutum, cui Religionis zelus,litterarum ſcientia, vite mu
ditia,g alia multiplicia dona virtutum ſuffragari dicuntur,direximus
aciem nostra mentis,quibus omnibus, grc.
1342 Frà Nicolò Secondo Boneti del medeſimo Ordine del
Minori,fù ſublimato,e promoſſo al Veſcouado di Malta da Cleme
te VI. in virtù di bolle ſpedite in Auignone v.Kal.Decembris,an
no primo; fu egli dottiſſimo Teologo, e nell'anno 1338, mercè la VVadingur libi
3. n.4 f270,
ſua,lungo tempo ſperimentata prudéza,aggiunta vna mirabil de
ſtrezza nei negotij,fù deſtinato Nuntio dalla Sede Apoſtolica à i
Tartari inſieme con Gio. da Fiorenza, e Gregorio d'Vngheria del
medeſimo Ordine, nella guiſa che ſi dimoſtra per lettere di Papa -
Benedetto XII. date in Auignone prid. Kal. Nouembris anno 4.
1 3 6 1 Hilario Corrado fù Veſcouo nell'anno 1 3 6 1. quando
ottenne lettere dal Rè Federico Terzo, che da Miniſtri Regij di
Malta ſe li deſſe il fauore, e braccio ſecolare contro dei Chierici è
lui ſudditi,per reprimer la loro diſubidienza,e d'auuantaggio per
punirla ancora, la morte poi di queſto Veſcouo fù nel 137o.béche
il Pirri dica à 2. di Agoſto 1372. allegando vn certo iſtrumento
fatto per Nicolò Cardaro Notaro di Malta, del quale hauendone
Qq IlOl
go6 DELLA DESCRITT. DI MALTA
noivna nota ritrouiamo in quello affermarſi, ch'era venuto in.
queſt'Iſola ſotto il detto giorno Placito di Platamone Cittadino Ca
taneſe a riconoſcere le rendite del Veſcouado già vacate per mor
te del noſtro Hilario,e quelle raccorre da chi n'hauea la cura dell'
eſigenza. Del medeſimo Veſcouo ſi fà métione in vn'atto,ch'egli
fè l'anno 136 2. in Catania come ordinario di queſta Dioceſi com
mutando la volontà d'wna certa Iſolda, Malteſe vedoua di Lanzo
Carrobeni donatrice d'vn territorio in Malta, a fauore de'Reueré.
di Monaci di S.Benedetto di detta Città per conto di cert'obligo
impoſto ad eſſi Padri, e con dichiaratione, che il Monaſtero non.
fuſſe tenuto al pagamento della quarta, è ſia canonica portione
per detti beni al Veſcouo di Malta, il che tutto ci fa credere, che
queſto Hilario fuſſe ſtato monaco di quell'Ordine, fà allora ,
per la ſucceduta morte del Veſcouo, creato Vicario, & Economo
Bartolomeo Axac allora Ciantro della Chieſa Melitenſe, a cui eſ
preſſamente comandò il Rè, & ordinò per lettere date in Catania
à 1 o. d'Agoſto 1372. ad iſtanza,e richieſta de'Canonici, che i be
ni dello ſpoglio del già morto Veſcouo, così in Malta,e Gozo, co
me altresì in Sicilia, ſi eſigeſſero per conto del Capitolo di Malta ,
dal quale fù dimandato per Paſtore, e ſi eleſſe Frà Nicolò di Pa
lermo detto Papalla,ſecondo l'opinione del Pirri, Palermitano,altri
erò tégono che di Palermo ſia cognome della ſua nobil famiglia;
è ſtato de'Min.Conu. Cófeſſore,e Limoſiniero del medeſimo Fede
rico III. ma nò fu dal Pont.Greg.XI. cófermato, a cui perciò ſcriſ
ſe il Rè da Catania a 2 1. d'Aprile 1373. ſupplicando, ch'almeno
quel virtuoſo Padre fuſſe ſtato promoſſo alla Chieſa di Catania va
cante,ò di Siracuſa,il che non ſeguì,eſſendo egli ſtato poſcia elet
to Veſcouo di Malta appreſſo di.
1373 Antonio dell'Ordine di S. Benedetto (come ſtimiamo )
per eſſerci capitata dal Monaſtero di Catania vna nota della .
morte d'alcuni Veſcoui di Malta, oue quella del noſtro Antonio
vien poſta ſotto li 16. di Nouembre, & in quanto all'anno, l'Ab
bate li nella Notit. Meliten, dice, che occorſe nel 1392. Ma noi
habbiamo in poter noſtro vna ſcrittura, per la quale ſi afferma al
trimente cioè, ch'eſſendo venuto in Malta è 2o. di Decembre ſi
moriſſe molto tempo prima di dett'anno mille trecento nouanta
due, poſteriore ad vn atto del Cardaro, in cui ſi ſuppone allora ,
morto il Veſcouo Antonio ; onde in queſta ambiguità non
eſſendo la ſcrittura autenticata da farui fondamento , non
vogliamo laſciare di conformarci col Pirri, hauendo egli ſul
luogo a guiſa di diligentiſſimo Scrittore riconoſciuti i Regiſtri,
e prouiſioni
LIBR O TERZO, N O TI TI A I. 3o7
e prouiſioni della Cancellaria di Palermo dal medeſimo additate ,
nel margine dell'opera ſua, ſi che liberamente diciamo ſecondo il
voler dell'iſteſſo, che il noſtro Frat'Antonio dopò eſſere ſtato con
ſecrato in Roma da Papa Gregorio XI.venuto in Malta,e dimora
to in Catania per alcuni anni (doue ſoleuano per lo più far reſi
denzali noſtri Veſcoui per le ſpeſe inuaſioni, e ſcorrerie de Sara
ceni,) morì preſſo la Corte del Rè Martino nel ſudetto anno del
1392, deſtinando quella Maeſtà Collettore Paolo di Naua Cian
tro della Chieſa Malteſe , di tutti li diritti Veſcouali, per la so
Sede Vacante, così in queſt'Iſole, come parimente nel territorio di
Catania, e Lentini come lo afferma l'Abbate Pirri nella Notitia ,
di queſto Veſcouado à f 595. -

i 392 Nicolò Terzo di Palermo detto Papalla,dell'ordine di Mi


nori Conuentuali di S. Franceſco fù primieramente Rettore dello
Spedale chiamato allora di S. Franceſco in Malta, ch'era di regio
padronato l'anno poi i 369. fù fatto Guardiano del Monaſtero di
S. Franceſco di Meſſina, quindi Limoſiniero, e Cappellano del Rè
Federico 3. e nell'anno i 397. Luogotenente di Maeſtro Cappella
no Regio, come anco Confeſſore,e d'auantaggio Cappellano mag
giore della Reina Maria figlia di Federico. Indi doppo la morte ,
del predeceſſore Frat'Antonio,fù eletto dal Capitolo de Canonici di
Malta Veſcouo, e mentre non era per anco confirmato dalla Sede
Apoſtolica, fù deſtinato da quel Rè Amminiſtratore di queſta Chie
ſa Meliuetana ci tutti gl'introiti, e rendite di eſſa in virtù di lettere
date à 4. di Giugno 139 2. e ſi comáda al Capitano di Lentini per
lettere date in Catania a 2 1. d'Aprile, che li frutti,S introiti della ,
Chieſa di Malta ſi diano al già detto Frà Nicolò, per lo che fù má Il P. Maeſtro
dato à taleffetto F.Stefano d'Angelo Malteſe, ancora del medeſimo Cagliola in ex
Ordine di S. Franceſco, che fù poi Vicario Generale. Morì poſcia. ploratione 6. co
manifeſtatione
il Veſcouo nel 1393, à cui ſuccedette, - - 15 f 19o.
1394 Frà Giouani Terzo de Pino,dell'Ord. de'Min. Conu. Ca
talano, come appare da queſta regia prouiſione da noi qui allogata
in c5formità del vero. Rex,et Aegina Vnuersis,et singulis Canonicis
Ecclesiae A4 eliuetanae in Ciuitate Syracuſari,et Terra Leontini mo
ratibus,familiaribus, et fidelibus noſtris gratia noſtram, et bona volon
tatem.Quia ob mortem quidam Fratris Nicolai de Panormo aliàs Pa
palla electi,et Paſtoris Ecclesiae Aeliuetane,oportuit de nostro manda
to,g expreſſa voluntate omnes Canonicos in Ciuitate Catania moran
tes,eligere Venerabile Fratrè Ioanne de Pino Catalanº,Cappelle Dom.
Regis Magistri Cappellanum,in Epiſcopum,et Pastorem Ecclesie pre
ſate,quem elegerunt,g creauerunt in Epiſcopum,g Paſterem,in qua
- Qq 2. electione
3 o8 DEL LA D E SCRITT. DI MALTA
electione oportet omnimodè vos intereſſe, gr vestrum aſſenſum pre
stare. Quapropter fidelitati vestre mandamus quatenus oisis preſen
tibus omni mora postposita, incontinenti apud Ciuitatem Catania ve
nire debeatis,ad praeſentiam maiestatum nostrarum,vt coram pu blico
?Notario iam in talibus per nos ordinato,aſſenſum vestrum tribuatis.
Dat. Catania 24. Iulii prima Indictionis 139 3. E per altre lettere
regie à 23. di Nouembre di dett'anno, con le quali ſi ſcriueua à
Canonici di Malta con queſte parole.Vt omnino contradictione qua
cunq; ceſſante in preſulatus poſseſsionem immitteretur Ioannes. Queſt'
huomo tanto ſegnalato fù proueduto, 8 honorato dal Rè Marti
IlO,quaſi di tutti gl'offici ſacri,e carichi, che teneua Frà Nicolò
ſuo predeceſſore, così di Cappellano maggiore, come di Cófeſſore,
e cuſtode della rotella Vermiglia, cioè a dire circa la ſopraintendé
za del ſegno d'wn pezzo di panno roſſo, che ſoleuano portare i
Giudei per eſſer conoſciuti, e per diſtinguerſi da Chriſtiani nel
Regno di Sicilia, che ſi commetteua à qualche Prelato,ò altra per
ſona in dignità Eccleſiaſtica coſtituita. Il che à baſtanza vien di
chiarato nella bolla ſpedita in Catania a 1 o. di Agoſto 139 5. 3.
Ind. Frater Nicolaus de Panormo cognoſcere debuerat de obſeruatione
Iudeorum Rotelle de pannorubeo in forma, gr quantitate maioris re
gii Sigilli per dependentiam barbe,g palmi distantiam in eorum exte
riori vesteſemper,g robicumquè in pectore portando, in distinctionem
a Chriſtifidelibus manifestam ; g mulierum carumdem in carum
veste exteriori, ſub paena quindenae carceris eſalem vtriuſqiſexus in
ferende,grc.Quindi nell'anno 1395.il noſtro frà Giouanni da que
ſta di Malta vien promoſſo, 8 inalzato alla Catedra Veſcouale di
Giorgenti e - -

Frà Mauro de Cali Malteſe ( famiglia già antica,hoggi


eſtinta in Malta,ne è l'iſteſſa de Calli Greca, venutaui dopò ildoni
nio della Sagra Religione) Maeſtro in Teologia dell'ordine de'
Minori Conuentuali, ſoggetto ornato non meno di dottrina, che
di prudenza,e deſtrezza,benche (come dice l'Abbate Pirri,) dalla
morte del Papalla,ſi fuſſe intruſo nel Veſcouado; vi rimaſe poi le
gittimo Veſcouo per autorità del Sómo Pötefice,e cóſenſo del Rè,
il quale però auáti, che ciò ſeguiſſe leggiamo nelle ſue lettere ſcrit
te in Catania a 24.di Ottobre 1398.hauer in queſta guiſa diſcorſo.
Obitu fratris Nicolai Papalle ultimi poſseſsoris Ecclesiae, º Epiſco
atus Meliuetani,vel alterius cuiuſeumq;licet Frater Maurus de Ca
li de facto potius,quam de iure, ſua propria autoritate in poſseſsionem
dićti Epiſcopatusſe impcſuerit corporalem, postquam Venerabilis Fra
ter Andreas de Pace Ordinis Minorum S. T.AA. fidelis,0 orator no
- a - ster
LIBRO T E R ZO, N O TITI A 1, 3 og
ſter ad Reuerendiſ. Dominum Regem Aragonum Patrem noſtrum, in
Cataloniam ſe contulit perſonaliter,Sereniſsimo Domino Regiſupplicas,
qualiter de Epiſcopatu,g Ecclesia praedicta sibifaciat canonice proui
deri. Idem Dominus Rex cum de eodem Epiſcopatu cuidam Catalano
ſuo Religioſo de ordine Sanctae Mariae de Mercede, qui ſe intitulat
Archiepiſcopum Athaenarum feciſet adſui ſupplicationem iam cano
nicè prouideri. Idem Catalanus in manibus Domini Regis renuntia
utt,et tunc eidem Fratri Andreae contulit, etc, - a
Frat'Andrea di Pace Siciliano da Sciacca Minore Conué
tuale, Dottor in Teologia, fù Cappellano maggiore del Rè Mar
tino, nell'anno 1392, a cui furono dal Rè commeſſe molte cauſe
per deciderle, mercè la cognitione,ch'haueua del ſuo molto ſape
re. Fù anch'egli Miniſtro Prouinciale del ſuo Ordine, l'anno poi
1397. inſieme col Dottor Bernardo Capponi fù mandato al Rè
d'Aragona, da cui ottenne il Veſcouado di Malta,occupato da Frà
Mauro ; fra tanto egli ſi ſgraua della carica di Prouincinciale, e ſi
conferiſce in perſona di Frà Gio. Formica Meſſineſe. Di che An
drea ſi querelò,e molto lamentoſi innanzi al Sommo Pontefice ,
perche fino all'hora non era per anco ſtato conſecrato Veſco
uo, s'agitò primieramente la cauſa auanti al Cardinal Franceſco
Prete del titolo di S. Suſanna nomato Monopolitano; indi appel
lando da queſto Frat'Andrea,fù tranſmeſſa a Giliforte Arciueſcouo
di Palermo, come Nuntio Apoſtolico l'anno i 397.à trè di Luglio -

fra queſto mentre i" così il negotio, il Rè Martino per


ſue lettere da Catania a 7. di Luglio 1398. comandò al Magiſtra
to di Leontini, che gl'introiti defeudi colà ſituati della Chieſa di
Malta puntualmente ſi conſeruaſſero; per quelli poſcia, che ſono
in " nó leggiamo ſi fuſſero dati gli eſſi ordini,facédo noi
congettura douerne eſſere ſtata cagione,il ritrouarſi all'hora tutta
uia occupato il dominio da Ribelli per auuentura, che forſe ha
ueano anco fauorito l'intruſione, e l'occupatione di Fra Mauro,
có il quale poi nel medeſimo anno, partendoſi Frat'Andrea da Ca
talogna per Sicilia, fù conuenuto,e fatto accordo, che le rendite º
del Veſcouado, che ſi riſcuoteuano in queſt'Iſola , entraſſero per
cóto,& à prò di Frat'Andrea, ma quelli, che ſi eſigeuano in Sicilia,
per ſeruigio di Frà Mauro, queſto intanto con l'autorità Pontificia
vien conſegrato Veſcouo di Malta,S: il Rè in virtù di lettere à 12.
d'Ottobre di dett'anno, preſta il ſuo conſenſo, nel far eſeguire tut
te le prouiſioni debenefici da lui coferiti in queſta Dioceſi, e tut
te le ordinationi vili alla ſua Chieſa, ch'hauea promulgato col
parere, e conſenſo del ſuo Capitolo,e de Chierici, fra le quali vi era
queſta
31o DELLA DESCRITT. DI MALTA
queſta. Ne quis beneficia Melitae habere, velobtinere poſit,nisi sie
Meliuetanus,grc. et vtfructus Ecclesiae,quibus beneficiati gauderent
ob eorum abſentiam Ecclesiae vtilitati applicentur. Mauro ſempre i
poi fece reſidéza nella Città di Catania,ò in Lentini, a cui non me
noil Sommo Pontefice, che il Rè Martino,eſſendo egli ſommamé
tedotto,e peritiſſimo nelle leggi, rimeſero molte cauſe per deter
Notit.Meliten: minare, e decidere, così lo teſtifica l'Abbate Pirri, con le ſeguenti
f.593. parole. AAaurus ſemper in Sicilia deguit,cui viro apprimè doio, ac in
vtroq; iure peritiſsimo, Sumus Pontifex, Rexq; Martinus mulas eccle
siaſticas cauſas decidendas demandauere, L'anno poſcia 14c 8.Mau
rofù ſublimato alla Chieſa,e Veſcouado di Catania, per la cui pro
motione fù fatto Veſcouo di Malta. -

14o8 Corrado Caracciolo Napolitano, Prete Cardinale del ti


tolo di S. Chriſogono , indi fù creato Velcouo di Catania, e dell'
vna,e dell'altra dignità ſe ne sbrigò ben toſto ſenza paſſarui tem
po,in modo che il Pirri nella Notitia di Catania, ne meno l'anno
uera frà i Veſcoui di quella Chieſa. Ma quiui del noſtro Mauro
Motit.Catanen, ſotto l'iſteſſo anno così dice, Frater Maurus de Cali, Ordinis Mi
f.53.
norum ortus Melitae,vbi Antiſtes fuit, ac deinde ex ea Ecclesia ad Ca
tanenſem precibus Regis Martini auétoritate PP.Alexandri V. tranſ,
latus eſt,qua de translatione Maurum Reginae Blancae comendams,
ae maximis laudibus; honoribuſq; extollens, datis litteris Drepani 27.
Septembris 2. Ind. 14o8, ita loquitur Rex, Praeſentium ſerie pateat
vniuersis, quod auctoritate Apoſtolica nobis conceſſa per bullas ſpeciale,
quod beneficia , et dignitates ecclesiaſticas in Regno Siciliae vacantes,
ſei vacantia perſonis idoneis, et de quibus si meritò confidendum, et in,
quibus noſtra pragſertim confidat Altitudo conferreſel comendare dura
teſchiſmate valeremus. Dum Cathedralis Ecclesia A4eliuetana, per
renuntiationem Reuerendi in Chriſto Patris Fratris 34auriolin Epſ
copi Meliuetani,et nunc per Sedem Apoſtolicam adCatanenſem Eccle
siam iam promoti, etc, Dat. Catanae i 6. Auguſti prima e Indioais
14o8. huius Fratris Mauri meminit eruditiſsima Lucas VVadin
gustom. 4. Annal. ad an. I 398. num. 2. Eodem ſui Pontificata, an
no primo,idem Epiſcopus à Poliſina de Sancto Seuerino habi.itſicras
haſee reliquias, caput Sancti Matthiae Apoſtoli, Crucem deauratam
cum ligno verae Crucis Domini noſtri Veſu Chriſti,caxeciam vnam de
criſtallo cum argento deaurato circumquaq; cum diuersis reliquiis mul
torum Santiorum, Conectam vnam de argento deauratam cum mul
tis,et diuersis reliquiis Sactorum, frachiuro Sancti Basili inuſitum
de argento, et crucem Unam cum aliquibus pretiosis in ea affixis lapi
dibus. Siegue il Pirri Quinquemillia florenorum Florentiae ad eas
- - daitias
– -

LIBR o TE Rzo, N O TITI A I. 3rr


duitias comparandas expedit, vt constat ex tabulis Notarii Iacobi de
Cumbulo Catanensis an.ſal. 14o8. dievndecima Augusti prima In
dittionis, per id tempus noster Antiſtes Cathedrale Templum Catanae
nouis auxit edificius. - . - -

14o8 Michele de Letras dell'ordine de'Minori Conuentuali


di natione Catalano, figliuolo di Martino di Letras, Alcayde de
Luytengo di S. Martino in Catalogna, venne egli in Sicilia ſerué
do il Rè Martino, e la Reina Maria, e come,ch'era di molta integri
tà di vita,e gran peritia di lettere,per i ſuoi meriti, e ſegnalate vir
tù, che lo rendeuano appò tutti riguardeuole,fù promoſſo dal Rè
Martino al Veſcouado di Malta, come ſi pone in chiaro per vna
bolla in vigord'autorità Apoſtolica ſpedita in Catania a i 6.d'Ago
ſto prima Inditrione 14o 8. preſene poſcia il poſſeſſo per mezzo di
Garſia de Letras ſuo fratello.
141 o Frà Giouanni Quarto Ximenes dell'Ordine di S.France
ſco Maeſtro di Sacra Teologia di natione Catalano, perſona di
molta rettitudine e di ſperimétata prudenza ne'maneggi, fù Con
feſſore del Conte di Vrgel,dal quale nell'anno 141 1. fù mandato
Ambaſciatore in Barcelona, come ſcriue Zurita nelle Croniche d'
Aragona,e ſoggiugne Mariana, che colà fù inuiato per addurre le
ragioni, che pretendeua hauere il Conte alla ſucceſſione di quel
Regno,contro degl'altri Competitori nelle Corti generali, che ſi
doueuano celebrare nella Villa di Caſpe, dalle quali però per ſen
tenza de'Giudici deputati, fù dichiarato Rè l'Infante D. Ferdinan
do figliuolo del Rè D. Errigo di Caſtiglia, con la partenza,ò forſe
per rinuncia fu promoſſo al Veſcouado di Malta.
1412 Antonio Secòdo di Platamone, Dottor di Leggi di quel
la nobiliſſima famiglia di Catania,che fù Monaco Benedittino, per
la cui elettione ſcriſſe la Reina Bianca allora gouernatrice del Re
gno di Sicilia, al Capitolo de Canonici di Malta per lettere a 28.di
Settembre 141 1. e fin tanto, che fuſſe dal Sommo Pontefice con
ſegrato,fù dalla medeſima Reina deſtinato Amminiſtratore di que
ſta Chieſa Catedrale con l'imborſo degl'interi frutti,e delle rendi
te;fece egli la ſua profeſſione nel Monaſt. di S. Agata,hebbe anco
il Priorato di S.Maria di Monaco del ſuo Ord. in Scicli,che oggi ſi
chiama di S. Filippo,e di S. Lorenzo, membro dell'Abbadia di S. Fi
lippo d'Argiriò. Il Pirri in queſto luogo aſſegna per ſucceſſore»
ad Antonio ſotto l'anno 1434. Senatore di Melo, dicendo non.
coſtargli, ne hauer punto contezza,quanto quello fuſſe viuuto;
ma noi ritrouiamo, che prima di Senatore, e doppo Antonio ſia ,
ſtato di nuouo creato Veſcouo di Malta -

Frà
3 r2 DELLA D E SCRITT. DI MALTA
142 o Frà Mauro noſtro Malteſe, che rinuntio la Chieſa di Ca
tania nell'anno 142 o.c6 riſerua di certa penſione, com'appare per
vna bolla di Papa Martino V.diretta al Capitolo di Malta,ſotto la
Nell'anno Dat. Florentia XII. Kal. Septemb. Pont. anno tertio, benche l'Ab
142o:
bate Pirri non hauendo hauuto notitia di detta bolla,che original
mente ſi ciſerua nell'Archiuio della noſtra Chieſa Catedrale, hab
bia laſciato ſcritto, che morto l'wn,e l'altro Martino Regi, Bianca
Reina gouernando il Regno di Sicilia in quelle turbolenze, e ſol
leuationi del Conte Bernardo Cabrera, e d'altri Baroni contro di
lei,laſciaſſe priuo,e ſpogliato il noſtro Mauro del Veſcouado di Ca
tania, come parteggiano di quella fattione,e séz'altra dignità,dimo
ſtrandoci il contrario,e turro l'oppoſto la detta bolla anzi da altre
ſcritutre ancora ſi caua, & in particolare per vn priuilegio dell'
iſteſſo Mauro ſpedito a fauore del nobile Antonio de Vagnoli, da
to in Malta l'anno i 4.8.che egli continuaſſe nel gouerno, e ſedia
di queſto Veſcouado fino a quel tempo; e che Senatore di Mello
li " ſucceduto, almeno nel 1433. per vn'altra ſcrittura formata
dal medeſimo Senatore come Veſcouo di Malta, ambedue da noi
vedute, come altresì la ſopradetta bolla.
1433 Senatore di Mello, gouernò per alcuni anni la Chieſa ,
Meliteſe,poiche dal 14 3 3.in che habbiamo veduta ſcrittura da lui
come Veſcouo ſegnata, viſſe fino a 9. di Settembre 1445 che po
ſcia morì in Catania, eſſendo entrato lo ſpoglio nell'erario regio,
come nel libro del Protonotario. Sotto il ſuo Veſcouado,eſercitò
vfficio d'Inquiſitore in queſt'Iſole di Malta, e Gozo, Frà Matteo di
Malta Dottor Teologo nelle cauſe della fede, con pari zelo, che
pietà,e giuſtitia. Quindi Senatore riſedendo in Catania interuen
ne da parte di Giouanni Veſcouo di quella Città nell'anno 1436.
all'elettione della Badeſſa del Monaſtero di San Benedetto in perſo
na di Suor Iſolda Filingerio; nel medeſimo anno egli ſi trasferì in
Malta, e ritrouando nella ſua Chieſa fra i Canonici, 8: altri proue
duti di benefici,e beni eccleſiaſtici, eſſerui qualche differeza ſou
ra la rata, che douea pagarſi da ciaſcuno per occaſione di certe e
taſſe,deputò come prudentiſſimo quattro Commeſſarij del Capi
tolo, che furono D. Matteo Zammit, D. Andrea de Turri, D. Ni
colò Lombardo,e D. Antonio de Aſtis, acciò faceſſero vin ruolo,
con la ſtima del valore di tutte le Dignità,Canonicati,Parrocchie,
e benefici, perche conforme à quello ſi poteſſe calcolare la parte ,
ò portione,che ad ogn'vno toccaſſe di cotribuire, come puntual
mente eſeguirono, confermando poi il Veſcouo l'operato da loro
nel fine della ſcrittura, il qual ruolo come ſingulare , e che arreca
i - notitia
È LI B Ro! T E R ZO, N O TI TI A I. , 13
notitia di diuerſe coſe i noſtri paeſani, e particolarméte delle Chie
ſe parrocchiali,de Benefici, Iuſpadronati,e fondationi di quel tem
po,con la memoria,e rammembranza delle famiglie quiui noma
te,habbiamo giudicato bene d'inſerirlo in queſto luogo per curio
ſità di tutti,nella guiſa ch'è diſteſo in quel antico linguaggio, la
ſciando per breuità d'eſprimere la ſtima,e valore, ne quali allora -
furono taſſati. - - ) .
-
º : i

A NºNO DOAMI NI MCCCCXXXVI. Ordinatus fuit , g eſi


preſens 9uinterniolus pro concordia taxarum, precipiente, gr
mandante Kemerendiſ. Domino Epiſcopo Senatore,
In primis.
Donnus Archidiaconus cum ſuo Officio, 8 introitu
Donnus Decanus cum terris di Santa Dominica
lo Animagio di Rahal ain hupulli
lo Animagio dila muglieri di Notaro Paulu
lo Animagio di Antonio Santaſophia ,
Donnus Cantor pro prebenda Sanéte Catharina
la Petia di lu Ciantrato e ºrº
lo Animagio di Preſti Nardu Xeberras
lo Beneficio di S. Nicolao della Mellecha -

lo Beneficio di la Monica -

lo Beneficio di Mitalfas e
Donnus Theſaurarius la Theſauraria i
lo Beneficio di Sanſuni -

lo Animagio di lu Xara i
la puttiga di Donna Margarita .
Donnus Nicolaus de Lumbardo prabenda di Gharbarca
lo Animagio di Don Muni i - --

lo Animagio di Termo Laureri


lo Animagio dila muglieri di Iulianu Chriſtofanu
lo Animagio di Santo Petro -

lo Animagio di Donna Ventura a - -

Donnus Nicolaus de Bordino, praebenda Sancti Blaſi


lo Animagio di Don Gaddu
lo Animagio di Termu Peregrino
lo Animagio di Ximuni Xirica
lo Animagio di Donna Manna -

lo Animagio di Bertuchu Picher -


lo Beneficio di la Mitarrifa -

la Buttiga di Muxeni - - -- - - - -

-
:: : Rr - i)onnus
3 14 DELLA DESCRITT, DI MALTA
Donnus Antonius de Aſtis, prebenda Sancti Nicolai di la Mi
tarrifa
lo Beneficio dila Chutafe i

lo Animagio di Ioan Sinagulia i

lo Animagio di lu Chantar i
lo Animagio di Donna Xibilia -
lo Animagio di Ayn Cartelim - -

la mità di lu Animagio di Lemo Matina


la Cappella di lu Zurrico cun terris ſuis
lo Beneficio di la Gebie
Donnus Albanus de Franco, prabenda Bir Taiiil
la Cappella di San Paulu di fora - - -

lo Beneficio di San Giorgi e º


lo Beneficio di lu Feres
lo Beneficio di Rahal Ram
lo Animagio di Gulino Guarratto
lo Animagio di Antonio Falſuni -

lo Animagio di Ghar Sigira -

lo Animagio di Scanule Baiada


lo Animagio dilu Rindeghi
Donnus Andreas de Turri, pra benda Dar, e Zarà
lo Animagio di Sanſimi - ; - - - - -

lo Animagio di Preſti Gaddo :::. . . . . . . . . .

Donnus Mattheus Zammit, la Prebenda di la Vagna cun lo Be


neficio di Birmiftuh
lo Beneficio di Ayn Hammem
lo Animagio di S. Saluaturi
lo Animagio di lannuzo Zammit i

lo Animagio di Donna Laſa - -

la mità di lo Animagio di Lemo Matina -


Donnus Nicolaus de Falſono prebenda Bir Sighir
e la Cappella di lu Burgu
lo Animagio di Donna Margarita
lo Animagio di Don Micheli, - - - - - - - - -

Donnus Franciſcus Sillatus, Cappella Rahal Zebug


lo Beneficio di S. Bartolomeo - -

lo Beneficio di Chirbet il form


lo Animagio di Donna Laſa
lo Animagio di Iudichi Lanza
lo Animagio di Bertucho Finolito
lo Animagio di Rahal Zabar
- º Donnus
LIBR o TE Rzo, N o TITIA I gr,
r
Donnus Blaſius pro Cappella Birmiftuh cum terris ſuis '.
lo Animagio di Ludur -
lo Animagio della Micabiba - : :
lo Beneficio di S. Antoni i : : : i

Donnus Franquinus Zumach,pro praebenda S. Venera i


lo Animagio di Bomcheli Spugli :
lo Animagio di Brancato Axac - i

Donnus Petrus Mullica pro praebenda Chimbir - -

la Cappella di lu Naxaru,con lo Beneficio di Rahal Deif i


lo Beneficio di Rahal Attard i
lo beneficio di S. Giorgi e 2 : i
lo Beneficio Bir tal gilet
lo Beneficio di Bunuxeb - e i
lo Beneficio di Santa Maria i 'l

lo Beneficio di Micheli di Bernardo i


lo Animagio di Bingemma
lo Animagio di Lanza Bondino -
Donnus Matthaeus Galia, pro prebenda Sancti Iacobi ;
la Cappella di Bircarcara cum terris ſuis
lo Beneficio di Xurraf
lo Animagio di Rahal Cimbit ,
lo Animagio di Rufino -- --
-
-
- - - - - - - - -
t , - - - - -- - - -- - - -
-

lo Animagio di Antoni Manduca i 2 - -


lo Animagio di Chirri
Presbiter Marcus de Torrante pro Cappella Rahal Curmi, cum
terris ſuis
lo Beneficio di S. Leo º
lo Beneficio di Gandolfo e º -
lo Benefieio di S. Cataldo i
lo beneficio dili Pattarini s - -- - - - - -

lo Beneficio di Rahal Safi . . . . . . .


Prasbiter Guillelmus Zammit,pro Cappella Sancta Dominica
- loAnimagio di Littà Michiaue
loAnimagio di Raffaldo e º
i lo Animagio di Donna Margarita º
lo Animagio di Gullielmu Murina º º
Presbiter Nicolaus Calleya, lo Beneficio di Rahalger º i
s lo Animagio di Gio.Chantar - ,
lo Beneficio di Benedetto Armanino
lo Animagio di Solda è -

- -lo Animagio di Miſſer Ingo R r r-:

2 lo
sia DELLA DESCRITT. DI MALTA
lo Animagio di Manno Chancho - -

Presbiter Lucas Camilleri pro Cappella Melecha


lo Animagio di Frà Bernardu . -
lo Beneficio di lu Haudh - ;
Prasbiter Henricus de Callus pro Cappella Siggei i
lo Animagio di Cola Tunne - - -
-

lo Animagio di la Baiada e ; . . ..
lo Animagio di Petruzzo Xara i
Prasbiter Baldus Carceppo,lo beneficio di Birmifiuh
lo Animagio di Donna Margarita
lo Animagio di Miſſer Brancato i
lo Animagio di Saiuto Lutà
lo Animagio di Antoni Mallia
lo Animagio di Cola
Prasbiter Renaldus fabunipro beneficio Rahal Zebbug
lo Animagio di Gullielmu Mamu - e -

lo Animagio di Donna Safira i 3 i


lo Animagio di Chamiſo i
Presbiter Iacobus Capu,pro, beneficio Santi Salu atoris ,
-

lo Beneficio Sautto i - º -
lo Animagio di Dominico Cusburella i
lo Animagio di Franquino i i si
Praesbiter Paulus Branchelpro Cappella Sančla Catharina di
lo Animagio di Paulu di Burdinu ri: giº. ei
Prasbiter lonnes di Tolomon proAnimagio Nicolaide Fanato
Praesbiter Gullielmus....... pro beneficio di Caute
lo Animagio di Clara v.oris Andrea Barbati
Praesbiter Lemus de Falſono, pro beneficio di farfar i
Praesbiter Ioannes de Bonabella pro beneficio S. Marci
Nerus Fabianus Zammit,pro beneficio S.Maria di Fulfula i
Frater Benedictus pro Terris S. Franciſci. A b . ci
loAnimagio di Santa Agata
144; Bernardino Paternò dell'Ordine Caſſineſe nobile, ( ben
che illegitimo) Cataneſe, doppo la morte di Senatore, conſenten
do,e condeſcendendo il Rè con ſue lettere date in Palermo a 9.di
Nouembre 1445. ſi domanda, 8: eligge dai Canonici di Malta ,
per loro Veſcouo; prima egli era ſtato Abbate di San Filippo d'
Argyrò con indulto, e diſpenſa Apoſtolica ſpeciale intorno e ſopra
il difetto de Natali, doppo la morte di Antontoide Paternò ſuo fra
tello,l'anno 1447. ſe ne muore in Catania è iniſi ſepelliſce.
1447 Giaimo, è Giacomo, che vogliam dire,di Paternò nobile
-
-
-
-- - -
- - Cataneſe
A L IBRO TERZO, NOTITIA I. 3 17

cataneſe dell'Ordine di S. Benedetto fù noſtro Veſcouo,e parimé


“te Abbate di S. Filippo d'Argirò, che morì nel medeſimo anno.
- Riccardo monaco di S.Agata di Catania (donde habbia
mo hauuto queſta notitia)trouiamo eſſere ſtato eletto Veſcouo di
Malta, la cui morte eſſendo ſtata colà regiſtrata, e notata imme
diatamente doppo uella di Giaimo, ci è parſo quì allogarlo, non
hauendone " certezza dell'anno, - -

146 6, Franceſco Campolo per nota mandataci da Palermo, ſi


legge nella Regia Cancellaria,che fù Veſcouo di Malta nel 1466.
non ritrouandoſi ne queſto,ne il precedente nella Serie de Veſco
ui noſtri fatta dal Pirri, e
- Antonio Terzo d'Alagonamonaco Benedittino,fratello di
Moneta d'Alagonaregio Cameriere, per naſcita,e vie più per le ſue
rare virtù, nobiliſſimo Cataneſe, che da Alfonſo Rè, fù preſentato
à Papa Eugenio IV. per conſecrarſi. Indi nell'anno 1478. Anto
nio col conſenſo di Siſto IV, e di Ferdinando Secondo, rinunziò
il Veſcouado à fauore del ſucceſſore, i ,

1478 Giouanni V.di Paternò Monaco del Monaſtero di Sant'


Agata di Catania dell'Ordine di S. Benedetto nobile Cataneſe, ſog
getto illuſtre, non meno per nobiltà, che per le ſue gran lettere, e
ſingular dottrina,eſſendo egli paſſato nel corſo di ſua vita per tutti
si gradi Eccleſiaſtici, percioche negl'inni del Signore 14; o, fù Vi
cario della Chieſa di Catania, Priore, S. Arcidiacono,nel 147 1.Prio
re di S. Leone d'Aſſaro del ſuo Ordine, nel 147;. Abbate di Santa
Maria di Noua Luce & inſiemersiente di quella di Santa Maria de
Scalis, con l'Arcidiaconato di Catania; finalmente l'anno 1478.
vien creato Veſcouo di Malta, e Collettore della Camera Apoſto
lica,ritenutaſi anco l'Abbadia in virtù d'vn Breue Pontificio dato
in Roma nell'anno 1479. Nel ſeguente poi trouando traſandate,
e ſmarrite alcune ragioni della ſua Chieſa, con ſomma diligenza ,
le ricupera, e riduce nel priſtino ſtato. In queſto tempo eſſendo
vacante nel 1481.il carico d'Inquiſitore de rebus fidel, nell'Iſola ,
di Malta,Gozo,e Pantallarea, vien deſtinato a quell'importantiſſi
mo,e grauiſſimo officio Frà Filippo de Barberis Maeſtro in Theo
ºlogia Domenicano, huomo per ogni conto riguardeuole, per let
tere date in Toledo dal Rè Ferdinando a 12. di Febraio, nelle qua
li preciſamente ſi ordina, quod Epiſcopus etiam Melitensis, ex pro
uentibus ſue Eccleste portionem contribuats le predette lettere ſi leg
gono regiſtrate nell'Vfficio di Protonotario 17. di Marzo 14. Ind.
Ma per far ritorno al noſtro Veſcouo Giouanni,fi egli mai ſempre
caro ſopra modo, e gratiſſimo al Rè Ferdinando, appò il g uºle
- , , nell'
; 12 DELLA DESCRITT. DI MALTA
nell'anno 1485. impetrò gratioſe lettere date in Cordoua à 1o.
di Luglio 3. Ind. cioè a dire, che la Chieſa Melitenſe non fuſſe »
aſtretta,ne ſoggetta a pagar tande Regie,ne altre collette. Nell'
anno 1489. con licenza di Papa Innocenzo VIII. e conſenſo del
Rè Ferdinando Secondo ſotto certe honorate, e lecite conditioni
commutò la ſua Chieſa,con Pietro Foix Arciueſcouo di Palermo.
Si che conſeguita la dignità Metropolitana, tre volte fu fatto con
molta ſua riputatione, e gloria Vicerè di Sicilia, cioè nell'anno
Vacobus Adria
1494. poſcia nel 15og. e per vltimo nel 1509.inſieme co il Con
de Valle Ma te d'Adernò,e finalmente nell'età ſua d'anni 8 o.chiamato dal Pon
zar. tit, de Pa tefice in Roma per eſſer ſublimato all'Eminetiſima Dignità Car
r: C: 730a
dinalitia, quiui in brieue ſe ne muore neglaini 1 5 1 1. a 24. di
Gennaio. - e : : -
1489 Pietro de Foix dell'Ordine Minore di S. Franceſco Fran
ceſe Diacono Cardinale del titolo di SS. Coſmo, e Damiano, figli
uol terzo genito di Gaſtone Conte di Fox,fratello di Ludouico
XI. Rè di Francia, e di Alonora figliuola della Reina Bianca,e di
Giouanni,ch'indifil Re di Sicilia, Infante d'Aragona, dei Regi di
Nauarra. Hebbe il noſtro Cardinale Veſcouo di Malta per ſuo fra
tello primogenito Gaſtone Conte di Fox, che morì nella Francia ,
l'anno 147o. mentre non haueua più d'anni 26.Gio. ſecondo ge
nito Signor di Narbona, dal quale nacque Germana Seconda.
moglie del Rè Ferdinando Secondo , di cui Pietro era cugi
no; da eſſo Rè dunque nell'anno 1485. fù eletto Arciueſcouo di
Palermo, e conſentendo il medeſimo Rè per lettere de 28. di Set
tembre 1489, e per bolla di Papa Innocenzo VIII. commutò l'
Arciueſcouado, laſciandolo a Glouanni Paternò, per il Veſcouado
di Malta,nella qual bolla così dice il Sommo Pontefice.guia Ve
nerabilis Frater noſter Ioannes Epiſcopus tune.Meli aetanus,regimini,
g administrationi dicte Ecclesia preerat ; hodie, in manibus nostris
Ciaccenio, é i libere ceſsit, ideo conferimus tibi Petre in administrationem, (9 c. Il
libri della Can
cell. di Palermo
f 234.
qual Pietro morì in Roma l'anno 149 o 1,2
Paolo di Caualleria Piſano,famoſo,e degno d'eterna me- -

moria per l'integrità di vità, è per ogni genere di ſcienze, ſi pre


ſenta dal Rè Ferdinando Secondo per lettere date in Siuiglia a 2 o -'

di Maggio 149 1.e vien confermato da Innocenzo Ottauo in vir


tù di bolla data in Roma a 18, di Febraio nel 7. anno del ſuo P6
tificato,e finalmente muore in Catania l'anno 1492.
1495 Giacomo, è Giaimo Secondo Valguarnera, Siciliano d' -

Aſſoronato da illuſtri e nobili progenitori Vitale Secondo Signor


d'Aſſoro,nella ſua medeſima Terra, in giorno di Domenica 9. d'
- - Agoſto
º,
º
LI BR O TERZO, N o TI TIA I. e 31,
Agoſto 1495. fù conſecrato Veſcouo di Malta,per la preſentatio
ne del Rè Ferdinando Secondo, fatta con l'autorità di Papa Aleſ
ſandro Seſto,da Veſcoui Dalmatio Siracuſano, Calcerado di An
drea Biacenſe,S. Antonio Montellini Gieraceſe,egli (deputato ſuo
Vicario Michele Falſone Canonico Mal eſe)dimorò in Roma lun
go tempo preſſo Papa Aleſſandro Seſto, dal quale ottenne per let
tere nell'anno 1497. che i Benefici di queſta Dioceſi alternatiua
mente ſi conferiſſero dal Sommo Pontefice, e dal Veſcouo. Fù
Giacomo per il candor della ſua vita, come d'auuantaggio per la .
peritia di lettere ſegnalato. Al ſuo ritorno nella Patria da Roma ,
conſecrò il Tempio maggiore della ſua Terra,e quiui giace in vn
Sepolcro di marmo con queſta iſcrittione.
Aoc Antistes Iaimus virtutum culmen egenum
Cultor, preclara marmore gente cubat,
Cui Reuerendiſsimi Epitaphium est Melitensis
Ac Epiſcopi Domini Vualguarnere laimi – º

Millesimo, quingentesimo, primoque receſsit


Septima Vigesimo, Maia notata die,
Fin hoggi ſi conſerua il ſuo Cadauero intero, con barba, e ca
pelli. Doppo lui pare ſia entrato ſucceſſore nel Veſcouado di Mal
ta ſecondo la ſerie dell'Abbate Pirri Giouanni Borja di Valenza in
Iſpagna Diacono Cardinale, con titolo di Sanra Maria in Vialata
pronipote di Papa Aleſſandro VI. Lego ( dice il Pirri) apud Ciacco
nium anno 1497, fuiſſe Antistitem Melitenſen,albi Mefitenſem, is
anno 15 oo 16, Kal, Februarti, Vrbini veneno necatur, e tutto ch'
egli ſoggiunga noſtrum Borgiam prefuiſſe, Ecclesia Melitensi facilè
credid rin,quod post eius obitum anno 15 o 2 ſucceſsit Antonius Corſet
tus, non ſappiamo come ſi poſſa credere, e con ragione affermare,
che queſto ſia ſtato noſtro Veſcouo, mentre che la morte di lui
ſeguì nell'anno 15 oo, nel meſe di Gennaio, e quella del predeceſ
fore Valguarnera,l'habbiamo di certo nel 15 o 1.nel meſe di Mag
gio, e l'elettione del Succeſſore Corſetto, per lettere del Re Ferdi
nando a 26. di Luglio del medeſimo anno, onde noi ſiamo di pa
Vedi 2urita a
rere,e ſtimiamo, che Giouanni Borja non ſia ſtato noſtro Veſcouo, Voi.5. lib.2 fol.
ma bensì di Melfi, e diuerſo dava altro Giouanni Borja, che fù I to nel 1496.
oue lo chiama e
Arciueſcouo di Monreale, che morì a di primo d'Agoſto 15 o 3. Si liberameie P e -
che per ſucceſſore del Valguarnera noi poniamo in queſto luo- ſia nei
go, come più adeguato al vero, il ſeguente, - -
15o2 Antonio Corſetto Siciliano della Città di Noto figliuol
di Giouanni Corſetto, dalla cui nobile famiglia ſono vſciti quali
ſicati e ſegnalati ſoggetti, così in virtù, come aneo in lettere. Quel
; ſto noſtro
32 o DEL LA DES CRIT T: DI MALTA
ſto noſtro Antonio fà huomo famoſo,e celeberrimo in tutta Eu
ropa non meno nella legge Canonica che nella politica di cui ſo
no rimaſti molti dottiſſimi volumi atteſtati, non che approuari da
i profeſſori delle leggi. Quindi s'acquiſtò il nome di Eccellentiſti
mo. Queſti ſul bel principio della ſua più freſca , e fiorita crade
hebbe il gouerno, e la cura d'anime della propria Patria. Indi fu
fatto Abbate Commendatore di Santa Maiia leil Arco di Noto,
& Auditor della Camera Apoſtolica; poſcia dal Re Ferdinando
mercè le ſue cotante eccellenti prerogatiue, per lettere date in
Granata a 26 di Luglio 15o 1. fù propoſto, e nominato Veſcouo
di Malta, e da Aleſſandro Papa VI. creato, e conſecrato in Roma
nell'anno 15 o 2. A ragione vien egli ſonmamente lodato, 8 a
grā voci da alcuni Autori cd molti encomij fublimato. E ſtatò in
trinſeco familiare,e gratiſſimo Corteggiano del medeſimo Papa ,
AVot ft. Syracuſ.
inſieme col quale nell'anno 15 o 3.morì in Roma di veleno. L'Ab
.2 º 6. bate Pirri trattando degli uomini illuſtri di Noto,laſciò ſcritto è
gloria di tale perſonaggio. Antonius Corſettus V. V. D. Epiſcopus
, g Europe praiantiſsimus
A4 elitensis, inter viros totius Italia,imo
cenſetur, plurima opera compoſuit, excellentiſſimi Doctoris titulo dona
tus, que omnia paſsim leguntur,g à dociſsimo quoque citanterſune
mis cum laudibus extollit A4atthaeus Syluagius vbi de Noto loquitur,
Lucius Marinaeus lib, 5. g alii. i

Hor eſſendo in quel tempo vacante la Sedia Veſcouale, fu da..


Canonici Malteſi eletto Vicario Errigo de Bordino,Ciantro della
medeſima Chieſa e per ſuo Aſſeſſore venne deputato Antonio Bo
nello. Intanto dal Rè à preghiere del Senato Palermitano, ci let
tere dell'anno 15 o4.vien eletto, e nominato Veſcovio Bernardo di
Bologna, è Bernardino, che vogliam dire, per il qual ſoggetto
era ſtata altresì doppo ſupplicata quella Maeſtà dal Vniuerſi
tà di Malta, che grandemente lo bramaua per Veſcouo,e paſtore ,
come già altre volte l'haueua dimandato, per le ſue rare virtù, e
molti meriti, aſſerendoſi nell'inſtrutioni da lei date ad vin Aniba
ſciatore deſtinato al Rè Ferdinando nel 1507. la neceſſità vrgen
te della Chieſa, e che molto tempo era traſcorſo, che ſi ritroua
ua priua di Paſtore,non fù però allora dal Papa confermato.
15 e 9 Bernardino di Bologna cittadino di Palermo, e Cantore
della Chieſa Metropolitana di quella Città, della nobil, 8 Illuſtre
famiglia dei Bologni, quinto figlio di Giouanni Bologna, ſi pri
mieramente Canonico nella detta Catedrale, e Teſoriere, ſpeſſe
fiate Vicario Generale dell'Arciucſcouo; da Ferdinando Sccondo,
come di ſopra ſi diſſe, fu nominato, e propoſto per Veſcouo, e
-

- -- i
- -- . - - --- - doppo
LIBR o TERzo; NoT ITI A I. s.,
doppo tre anni conſegrato dal Sommo Pontefice Giulio Secondo
date le lettere Apoſtoliche in Roma, l'anno 15 o8. e regiſtrate è
17.Settembre 1599. a 12. di Marzoli fù dato il poſſeſſo del Ve
ſcouado, e con diſpenſa della Sede Apoſtolica, ſi ritenne ancora da
dignità di Ciantrato,ò Cantoria; ſedeua come Cantore,e Veſcouo
nel primo luogo del Choro della Chieſa Metropolitana; l'anno
1 5 1 1. doppo la morte dell'Arciueſcouo Giouanni Paternò, dal
Capitolo di quei Canonici fù deſtinato Vicario, e da Diego Ribe
ra Veſcoue di Maiorica General Commeſſario della Santa Crocia
ta nelle Spagne, 8 altri Regni della regia giuriſdittione, vien fati
to in Sicilia Commeſſario. Haueua ancora hauuto il Priorato di
Santa Maria de Burgitabus. Ma negl'anni 1 5 12. fù promoſſo, 8.
inalzato alla Catedra della Chieſa Arciueſcouale di Meſſina,e final
mente ſe ne muore in Palermo l'anno 15 13. -

15 12 Giouanni Settimo Pujades, di queſto nobil ſoggetto,che


ſia ſtato eletto Veſcouo di Malta, habbiamo vna memoria, che di
preſente ſi legge nel Choro del Real Conuento di S. Franceſco di
Meſſina del tenor, che ſegue. Ioannes Pujades Epiſcopus AAeliue
tanus electus Kome vltimo Aprilis 15 12. Pontificatus Domini nostri
Iulii Secundi anno nonoſuis expensis eo mortuoferi feeit, di eſſa ci fù
data notitia dall'erudito P.Maeſtro Cagliola noſtro Compatriota,è
cui deue molto tutta la ſua Prouineia di Sicilia del ſuo Serafico Or
dine de'Conuentuali per l'opera delle Manifeſtationi di lei, che in
lingua latina ha fatto dare alle ſtampe vltimaméte,e quiui al fogl.
68. ſe ne fa mentione,douette queſto Veſcouo appena eletto ren
der l'anima al Creatore, poiche in ſuo luogo fu promoſſo.
- 15 14 Giouanni Ottauo de Sepulueda Spagnuolo, che dalla ZEcc eAa Tude
Chieſa Tudenſe,ſe ne paſsò a queſta noſtra di Malta ci volontà del ſiſ, il
tur Oceani ad
Rè Ferdinando II. n'appare bolla di Leone X. nell'anno 15 14.c6 Mini, co-Anae
peſo di pagar vna penſione annua di ducati 5oo.à Bandinello Se ora, ſiffraganea
Compostellano
natore,(di cui habbiamo di ſoura fatto métione)prete Cardinale, Archiepiſcopo,
ſotto il titolo di Santa Sabina, però Giouanni l'anno ſeguente ri
nuntio il Veſcouado, che fù dato à
15 16 Raffaello Veſcouo Oſtienſe Cameriere del Papa, dal me
deſimo Leone X. per la ceſſione, e raſſegna fatta dal ſuo Predeceſ
ſore. Di ciò n'appaiono lettere Pontificie l'anno 15 16.ne libri del
Protonotario,della qualDignità ſi ſpogliò Raffaele immantinente. Notari,
In Atir publicis
D.Gon
15 16 Bernardino Catagnano, è Cataniano II. di quel nome ſalui Canciurf.
Canoniſta,e Legiſta Piſano, Taſſatore delle lettere Apoſtoliche, e 98. in 7. regiſtro
a n. 1515. I6. I7
familiare di Papa Leone X.dalmedeſimo Sómo Pötefice fù creato & 18.
- Ss Veſcouo
DELLA D escRITT DI MALTA
Veſcouo con queſta conditione però, racchiuſa, e contenuta nel
reſcritto dato in Roma l'anno 15 16. cioè a dire, ché fra vn anno
doueſſe impetrare il regio conſenſo, come ch'era di iuſpadronato
reale, come ſeguì nell'iſteſſo anno. Per opra di queſto vertuoſo, e
rudentiſſimo Veſcouo fù fondato il Conuento in Malta de'Re
uerendi Paelri Predicatori dell'Annunciata nella Città Vittorioſa.
Morto Bernardo l'anno 15 19. di lui ci è capitato nelle mani il
teſtamento negl'atti di Not. Paolo Bonello a 2 5.di Luglio 1 5 17.
nel quale comanda,S: ordina debba ſepellirſi nella ſua Chieſa di S.
Paolo a cui laſciò la ſomma di venticinque ducati d’oro per la fa
brica,acciò in perpetuum ſi celebraſſe vna Meſſa per l'anima ſua ,
e di ſuoi parenti; Inſtituendo herede vniuerſale il Reu. Antonio
da Catagnano ſuo nipote, 8 in queſta ſcrittura vien chiamato
Bernardo. Il regio Teſoriere coſeguì lo ſpoglio di eſſo è in quel
la ſede vacante seleſſe da Canonici Vicario, Bartolomeo Bologna
Decano di Malta. -
ll Sommo Pontefice prouidde la Chieſa Melitenſe in per
ſona d'Andrea della Valle Romano, Prete Cardinale di Santa ,
Agneſe in Agone , " del titolo di Santa Priſca, prima ,
egli era ſtato Reggente della Cancellaria Apoſtolica, Veſcouo d's
Albano,S: Abbate di Santo Spirito di Calataniſſetta in Sicilia, ma
hauendo egli poſcia rinuntiato il Veſcouado di Malta, prima di
conſeguirne il poſſeſſo, gli fà conceduto dal Rè l'Arcimandritato
di Meſſina, - - º --

1 5 2 o Bonifacio Catagnano,Corteggiano di Pa pa Leone X.ſuce


ceſſe à Bernardo ſuo parente per lettere del medeſimo Pontefice »
date in Roma appò S. Pietro a 28. di Marzo precedendo quelle ,
della preſentatione del Rè Carlo in Bruſelles à 3 o.d'Agoſto 15 19.
ſubito egli ottenne vn indulto Pontificio da Leone a fauore de'
Malteſi con l'interceſſione di quell'Imperadore , e ſupplicheuoli
preghiere d'auantaggio di queſta Vniuerſità continente,che i be
nefici, e dignità Eccleſiaſtiche di queſta Dioceſi Meliuetana, non
ſi conferiſſero ſe non ad originarij,& oriundi dall'Iſola di Malta,
e così douerſi oſſeruare per l'auuenire: cotal reſcritto, è dato in
Roma apud Sanctum Petrum Anno Incarnationis Dominice. Mille-,
simo Quingentesimo Vigesimo,vndecimo Aſal Aprilis Pontificatus an
no nono. Morì il noſtro Bonifacio in Roma l'anno mille, cinque,
cento ventitrè. - - -

1523 Carlo Vrries, per naſcita Siciliano, ma di natione ,


Spagnuolo, dell'antichiſſima , e nobiliſſima caſa de Vrries, i
- - - il cui
- * LIBRO TERzo, NoT i r1A I. i 31;
il cui Auolo fù lungo tempo Vicerè in Sicilia,egli nella ſua giouad
nil età l'anno 15 og. fù fatto Decano della Catedrale di Giorgen
sti,e doppo Canonico Oſtienſe,Scudiero, e Corte giano di Papa ,
- Giulio Secondo nell'anno 1 5 1 1. Abbate di Santa Maria Rocca
madore vicino Meſſina l'anno 152 3. e parimente Veſcouo della ,
noſtra Chieſa di Malta preſentato dal Rè in virtù di lettere del pri
i mo di Cennaio, nelle quali ſi fa mentione della molta nobiltà ſtia
- e ſi ordina per eſſe che dal primo giorno della ſua preſentatione,
i li fuſſero date l'entrate, 8 i proueti della Chieſa vacate per le ſpeſe,
e per la ſpeditione delle bolle Papali, l'anno i 528.egli ſe ne muo
re; laonde il Capitolo de Canonici ſede vacante, eleggono Vica
rio Conſaluo Canciur Canonico Malteſe. Queſto preteſe come
Vicario douerſeli dare il primo luogo, e douer precedere tutte le ,
dignità, e Canonici più preminenti nel ſedere, & In tutte l'altre
funtioni, dalla qual conceſa eſſendone nati alcuni ſcandali, e dif.
pareri, i Giurati di Malta, ne ſcriſſero al Vicerè, & al Vicario allo
ra di Gio. Carandolet Arciueſcouo di Palermo, ch'era il dottiſſimo Nicopoli è euel
la Citia ch'hog
Maeſtro in Sac.Teolog.Frat'Alberto de Naſis Domenicano,Veſco gi e chiama la a
Preueſe Tarca
cuo di Nicopoli, il quale cô lettere ſpedite in Palermo a 2 1 di Mar anct. lib. 4ofol.
-zo nell'anno 152 8. d'ordine del Vicere, e con l'autorità Metropo 8c6.ſotto il Pa
triarcato di Cose
litica ſe ne venne in Malta, 8 a 16 d'Aprile cominciò a viſitare , ſtantinopoli,
con molta carità, e zelo la noſtra Chieſa, 3 a farui alcune funtio
ni Veſcouali, come in particolare in conferire il Sacramento della
confermatione, per il qualefietto ſpecialmente ſi era fatta inſtanza
da queſta Vniuertita per la fua venuta. Inteſi " egli, ch'hebbe
ancora i Canonici, 8 il Vicario, S. hauute le debite information à
4. di Luglio di dett'anno, conſiderato con molta maturità il tut Pierss in Notita
to, finalmente promulgò la ſentenza in queſta guiſa, cioè guod dMelitenſf.6o7.
Conſaluus ratione Vicariatus, nec in Choro, nec proceſsionibus prace
dentiam habeat. - - - - -

153 o Baltaſſare vvalkirk Alemanno Vicecicelliere dell'Im


Perio,eletto, e preſentato Veſcouo di Malta dall'Imperadore Carlo
Quinto, prima della generoſa concellione, e donatione dell'Iſola ,
alla Sagra Religione, come il medeſimo Imperadore nel ſuo diplo-,
ma dato in Caſtel Franco a 24. di Marzo 153o, lo accenna con ,
queſte parole. Ita tamen quodpost obitum Reuerendi, et diletti Con
siliari nostri Balthaſaris imperialis Vicecancellarii ad ipſam Eccle
siam nouiſsimè per nos preſentati, etc. Ma prima di veder egli la ſua
Chieſa,ſouragiunto da grauiſiima infermità,ſe ne morì nell'iſteſſo
anno,eſsédo ſtato l'ultimo Veſcouo della libera nominatione regia.
Dopò cominciarono ad eleggere,e nominare, il noſtro G. Maeſtro
i Ss 2 Principe,
-

. ss4 DEtt A DescrtTT pi MALTA


Principe, 3: il ſuo Sagro Conuento, come fecero nell'anno 153 t.
- i" Carlo Quinto fù preſentato.
Frà Tomaſo Boſio Italiano della Città d'Aſti Vicecancelliere ,
di queſta Sagra Religione, vno delli trè ſoggetti nominati, e pre
ſentati dal Gran Maeſtro Frà Filippo de Viller, Lisleadamo,e Con
uento ſecondo la conuentione fatta frà l'Imperadore, e la Religio
ne in virtù del priuilegio, e donatione dell'iſola di Malta, che di
queſto tenore, Preterea,quodiuſpatronatus Epiſcopatus A4 eluctari
remaneatsprout est diſpositioni,g preſentationi nostra, acſneeſorum
noſtrorum Kegni predicti Sicilia;itatamen, quod poi obitum Racren
di, gr diletti Consiliarii nostri Balthaſaris Imperialis, Vicecancellarii
ad ipſam Ecclesiam nouiſsimº per nos preſentati, ſei in quemcumque
caſum alium vacationis, deinceps ſequuturum, dicius A4 agnus A4 agi
ſter,g Conuentus dicti Ordinis habeant nominare Viceregi Regni pre
fati Sicilia tre perſonas eiuſdem ordinis,quarum vna ſaltemst,g eſº
ſe debeat ex ſubditis nostris, nostrorumue in dicio Regno ſucceſſorum
idoneas, (3 ſufficientes ad ipſam paſtoralem Dignitatem exercendam;
ex quibus tribus sic nominandis,nos,nostriqueſucceſſores in Regno prae
dito praeſentemus,g preſentent, g praeſentare debeamus,gy li
ad dictum Epiſcopatum eum, quem idoniorem iudicauermus, aut au
dicamerint;cui quidem praeſentato sic ad dictum Epiſcopatum promoto,
teneatur Magnus Magister praedicius dicti Ordinis cum Prioribus,gr
3atuliuis admittere,g eidem concedere magnam Crucem ad Conciliº,
vnaeum aliis Prioribus, g Baiuliuis conuocare ge. Queſto fra To
maſo non conſeguì l'effetto,ſaluo che doppo alcuni anni; imper
cioche fatta la preſentatione di lui dall'Imperadore ſotto li 15.Ot
tobre i 53 1. Papa Clemente VII. conferì queſta dignità Veſcoua
le al Cardinal Ghinnucci, il quale controuertendo,e litigando lun
gamente in Roma, impedì al Boſio la ſpeditione delle bolle, e la .
conſecratione. Ma doppo finalmente s'accordarono,reſtádo l'elet
to Boſio quieto,e pacifico Veſcouo di Malta, con hauer promeſſo
con beneplacito,e coſenſo del Papa al Cardinale pagargli vina pen
ſione ſua vita durante, e ne furono ſpedite tantoſto le bolle Apo
ſtoliche da Paolo 3, in data 13. Kal. Aprilis i 537. Il Boſio fù con
ſecrato in Roma. Venuto poſcia in Malta, doppo ſei meſi a 1 ; d'
Agoſto morì e fù ſepolto nella ſua Chieſa Catedrale; è ſtato egli in
queſta Sagra Religione ſoggetto molto celebre, illuſtrò grande
mente la di lei Cancellaria, mentre eſercitò quel carico, con lo ſtile
non meno pulito,ch'adequato; a lui fà ſucceſſore.
i 54 I Frà Domenico Cubelles Naturale della Città di Sarago
za d'Aragona,che fù innazi,Priore della Chieſa Conuétuale di que
ſto
i IE R o TE Rzo, N OTITI A I 32;
ſto Eminentiſſimo Ordine poſcia preſentato dall'Imperadore Car
lo Quinto per eſſere conſecrato Veſcouo di Malta a Paolo III, S6
mo Pontefice Romano, come felicemente ſeguì queſt'atto nel
Regno di Sicilia, e doppo hauer amminiſtrata queſta Chieſa con
ſingular pietà, e ſommozelo del ſuo amato gregge per moltanni;
finalmente reſe lo ſpirito a Dio a 22. di Nouembre 1566 al cor
po fù data " nella Chieſa Catedrale e poſtaui vna iſcrittio
ne,che per eſſerui corroſa, e conſumata la pietra, non s'è potuta
leggere in verun conto, come altresì quella del predeceſſore, per
ritrouarſi aſcoſta, e couerta nel di ſottoa i legnami del Choro.
- 15 67 Frà Martino Rojas de Portal Rubio Caſtigliano, Dottor
di leggi, Vicecancelliere della Religione, dalla quale, eſſendo ſtato
propoſto e nominato per il Veſcouado, con gli altri due ſoggetti,
conforme al concordato, fù egli dal Rè preſentato a Pio Papa V.
Pontefice altrettanto Santo, che dotto, con peſo di pagarvma pen
ſione di quattro ceto ſcudi al Prior della Chieſa fra Antonio Creſ
ſino,vno delli tre nominati. Ma dal " potè ottenere la
conferma, per alcune imputationi dategli contro, dalle quali eſsº
doſi poi purgato, con far vedere la ſua innocenza in tempo di Gre
gorio XIII. conſeguì il Veſcouado,8 inſieme la conſecratione in.
Roma. Hauendo però ſempre tirati i prouenti, e le rendite tanto
in Sicilia, come in Malta,della ſede vacante in virtù di lettere Regie
date in Madrid è 21, di Nouembre 1572, eſegutoriate à 2 o d'Ot
tobre 1573. e d'altre de 3 o Aprile 1573. Fù Martino inſigne per
dottrina, e ſingular prudenza,Vicecancelliere dall'anno i 543 e
nel 1562. ſoſtenne, 8 eſercitò egregiamente nel Sacro Concilio
Tridentino l'honoratiſſimo carico d'Ambaſciatore di queſta Gie
roſolimitana Religione, nel 1569.hebbe altresì la cura di eſigere,
come Apoſtolito Collettore le decime,che Papa Pio V.haucua
alcuni anni conceſſo alla medeſima, nel Regno di Napoli, e nel Vn Notit. Me
1574. (come dice il Pirri) li vien dato dal Papa per opra del Gran liten,f.6o2.
Maeſtro per Coadiutore, e Souraintendente Monſignor Coſta, e
perciò di repente ſe ne và a Roma, doue oppreſſo dalla vecchiaia
e da trauagli (ſoliti contrapeſi delle Dignità) riposò in pace à 19.
d'Agoſto 1577. i - ,
i 578 Frà Don Tomaſo ſecondo Gargallo,Catalano pure Doc
tor di leggi, mentre eſercitaua il carico di Vicecancelliere, fà preº
ſentato dal Rè Filippo ſecondo precedendo prima la nominatione
della Religione e da Papa Gregorio XIII. fù confermato Veſcouo
di Malta per bolla data 3; Id. Auguſti 1578. nel 1586 poſcia vien
deputato, & inuiato Ambaſciadore dalla Religione, eſſendo Gran
- - - Maeſtro
32s DELLA DESCRITT. DI MALTA -
Maeſtro Verdala noſtro Principe,ad Emanuele Duca di Sauoia, à
- con gratularſi della naſcita del ſuo primogenito, e per aſſiſtere, &
i interuenire di preseza al ſolenne ſuo batteſimo, a nome della me
deſima Religione, con gl'Ambaſciatori degl'altri Principi Chri
iſtiani. Quindi ritornato in Malta, e doppo qualche viaggio fatto
così in Sicilia, come anco in Roma per difeſa della ſua giuriſditio
ne, e d'hauer introdotto in queſt'Iſola per ſeruigio della cura dell'
anime, con tanto profitto ſpirituale di tutta la Dioceſi, li Reueré
di Padri della Compagnia di Giesù,come ſi ſcorge nella fondatio
ne di i Collegio, che ſi fe à 12, di Nouembre 159 2.
-

negl'atri di Giacomo Sillato. Finalmente pieno d'anni,e di neri


ti, nel ſettanteſimo ottauo dell'età ſua, 8 in quello della ſalute,
16 14. è 1 o. di Giugno nella caſa da lui fatta fabricare nel colle di
Santa Margherita fuori della Città Vittorioſa, terminò, e chiuſe,
l'vltimo giorno della ſua vita, di doue con funebre pompa in vina
galera della Religione fù il ſuo cadauero traportato nella Vallet
ta, e ſepolto dentro la Chieſa defouradetti Padri nella ſua Cappel
la dedicata a Maria Vergine Beatiſſima di Monſerrato. I
16 14 Frà D. Baltaſſare II. Cagliarès Malreſe, diſcendente dalla
famiglia Burlò, Dottor in Sacra Teologia, ornato di lettere, e fre
“giato di virtù, mentre ch'eſercitaua l'vfficio d'Auditore del Gran
Maeſtro VVignacourt,doppo fatta dalla Sacra Religione la nomi
natione delle tre perſone nella medeſima profeſſe, fra le quali, egli
era vna di eſſe, vien preſentato per il Veſcouado di Malta dal Rè
Filippo Terzo con ſue lettere date in Madrid a 14. di Decembre.»
i 6 14. a Paolo V. Pontefice Maſſimo, dal quale eſſendo ſtato con
fermato,riceuuta la conſecratione in Roma,ſe ne viene alla patria,
oue preſo poſſeſſo del ſuo Veſcouado,logouernò,ereſſe per alcuni
anni,facendo molte opere di pietà verſo i poueri e la ſua Chieſa ,
in ſeruigio di cui fe particolarmente edificare vna nobilillima Sa
greſtia, e per comodità de ſuoi ſucceſſorivna magnifica Caſa nel
la Città Valletta. lndi ſoprapreſo, 8 aſſalito due anni in circa sti
ma di finirla ſua vita, da vna infermità, che gl'impedi, è di uſcò
il diſcorſo, ſe ne mori nella caſa di Villa,ch'egli haueua fatta fabri
care fuori della Città Notabile ſoura d'vn giardino del Veſcouado
à di 4. d'Agoſto 1633. di là fà condotto il ſuo cadauero nella ,
Chieſa Catedrale, e quiui honoreuolmente ſepolto auanti all'Alta
re maggiore, da lui alcuni anni prima conſecrato . Il ſuo ſepolcro -

è chiuſo con vna pietra marmorea,oue ſi legge ſcolpita la ſeguen


te iſcrittione. - -- -
i - - - - - - - -- - - - - -- -
- - -- - - - Ael'Erºl AG
"LIBRO TERzO, NOTITIA 1. 327
- Aeterna Meliuetani Antiſtiti, memorie
Fratris Don Balthaſaris Cagliaresi
lačtarie pauperum Columna, o
. In cuius amorem omnes omnium animi, e
fauſtiſsimè conſpirarunti , i
quem probitas naſcentem excepit, o è
Prudentia matum excoluit, , , , ,
- Sapientia ſupra equales extulit a i
Aemula ſorori pietas e “ . . -

L. ; M. P. , e
conſecrauit. r . .
, obiit Prid. Non Augusti anno Damini MDCXXXIII.
Epiſcopatus XVIII. - 2 - i
º - . Aetatis LVIII, .

- tess FràDon Michele Giouanni Balaguer camaraſ argo


neſe Dottor di leggi, nipote del già Prior della Chieſa frà Pietro
Vrrea Camaraſa,fù preſentato per la dignita Veſcouale dal Rè Fi
lippo Quarto al Sommo Pontefice Vrbano Ottauo, oſſeruata pri
ma la forma della nominatione dei tre Religioſi di queſto Sacro
Ordine, ſecondo la diſpoſitione della donacione di Malta e doppo
eſſere ſtato egli conſecrato in Roma, ritornò in queſt'Iſola, e preſo
il poſſeſſo del Veſcouado à di 25. di Marzo 16; 5. e ſubito a pena
entratoui procurò per ornamento e decoro della ſua Chieſa e dei
Canonici, che otteneſſero l'inſegne di Rocchetto, Mozzetta,S vſo
della Cappa magna come gli fù gratioſamente conceſſo per indul
to aſſai fauoreuole dal medeſimo Pontefice, Viue hoggi il noſtro
Veſcouo Balaguer, e però dalla ſua modeſtia non ci ſi permette º
l'innoltrarci particolarmente nelle di lui lodi.
IL VESCOVADO DI MALTA per diſpoſitione e dotatio
ne del primo Conte Ruggiero di Sicilia, ha le ſue rendite la metà
in quel Regno, e l'altra metà in Malta, come di ſopra accennam
mo, quelle di queſt'Iſola conſiſtono in due feudi, l'vno nominato
il grande, l'altro il picciolo, 8 in tre giardini, & in alcuni terreni
In Sicilia poi nel territorio di Lentini tiene tre feudi, i nomi del
quali ſono Cupedi, Gilippi, e la Faiiara, importando in tutto le »
rendite ſi de'Feudi di Sicilia, come di queſti di Malta; ſino ad otto
mila ſcudi poco più, è meno. -

E quì è da ſapere che in vno delli tre feudi ſituati in Sicilia, cioè
in quello della Faiiara,il Veſcouado di Malta, come apertamente ,
ſi raccoglie dal Pirri nella notitia Melitenſe, vi poſſedeua vn Caſale; - -

che però fin colà ancora ſi ſtendeua la Dioceſi Meliuetana, e ſua , - - -

- - - - - giuriditione
gas DELLA DEscRrrT DI MALTA
giuriſditione poiche ritrouandoſi quiti Nicolò Veſcouo di Malta
l'anno 13 22. promulgò altresì l'Indulgenza di ao. giorni da lui
benignamente conceſla,a chi haueſſe con elemoſine,e pij donati
ui aiutato la fabrica di certo Monaſtero di S. Benedetto, dicendo
in queſta guiſa: mentre parla di quel Veſcouo. Et iterum anno
132 2. 4. Octob. Ind. 6. ſcripto priuilegio in Caſali Fabarie, Aeliue
tan e Diocesis eandem prorogauit indulgentiam, e come già altroue
habbiamo dato a diuedere se si º
Li peſi ordinarij,e perpetui,che ha il Veſcouado, principalméte
ſono le due aſſignationi, che paga annualmente, cioè a dire all'In
quiſitore di Malta, e Santo Officio ſcudi 53 3.4.3 al Collegio de
Padri della Compagnia di Giesù ſcudi 2oo, oltre altri carichi,peſi,
oblighi, e ragioni, che ſi deuono a Miniſtri, e per buon gouer
no,e mantenimento della giuriſditione, 8 altre cauſe, che in gratia
della breuità volentieri ſi laſciano in diſparte. Anticamente paga
uale regie tade, e per la deputatione del Regno, come gl'altri Veſ
i" coui di Sicilia; ma per fauore, e priuilegio del Rè Ferdinando II.
af. 77: come per ſue lettere date in Cordoua à io. di Luglio 3. Indittione
148 5. la Chieſa Melitenſe fà fatta eſente da quel peſo. -

Lo ſpoglio del Veſcouo di Malta defonto, e li frutti intermedi


della Sede vacante ſoleuano anticamente eſigerſi dal regio Patri
monio per quell'Erario, come degl'altri Veſcoui Siciliani e ſi vede
nei libri del Regio Conſeruatore. Ma dopò l'infeudatione di que
ſto dominio,le rendite, che ſono nel territorio di Lentini in Sicilia,
ſono raccolte da Miniſtri Regij, e lo ſpoglio, e frutti di Malta da .
uelli della Religione, per il ſuo comun Teſoro, per eſſer lei ſuc
ceduta, e ſubentrata in tutte le regaglie, 8 anneſſi del Principato,
che vi haueua il Rè, in virtù della donatione di Malta, e Gozo, e
particolarmente del priuilegio di Sua Maeſtà dato in Bruſelles à
27. di Giugno dell'anno 1559.& in vigor della Bolla dl Gregorio
XIII, data in Roma a 23. di Marzo i 58o e di altri indulti Apoſto
lici, che diſpongono,douerle con piena ragione li ſpogli de ſuoi
Religioſi appartenere. . -

Il Veſcouo di Malta, è ſuffraganeo all'Arciueſcouo di Palermo,


dall'anno i 154. per bolla di Papa Adriano IV. data in Beneuento
6. Idus Iulij, la quale di ſopra habbiamo inſerta nella Cronologia
de Veſcoui, doppo Stefano Veſcouo di Malta, che fù eletto nel
º 14o e viueua tuttauia nel I 157. come in quelluogo ſi è detto.
Però anticamente doppo che la Sicilia,S: i ſuoi Veſcoui in tem
pi... a ven. po del dominio Greco saccoſtarono alla Chieſa Coſtantinopolita
ºſf 14s na,e ſuo Patriarcha,il che ſecondo il Cardinale Baronio ſeguì verſo
- t
-- - . l'anno
LIE R o iTERzo. NoTITI A I, sas
l'anno del Signore 854. Il noſtro Veſcouo ſoggiaceua al Siracuſa
no,ch'allora con titolo d'Arciueſcouo, e di Metropolitano veniua
chiamato, così Nicolò Papa Primo nella ſua prima piſtola all'Im
peradore Michele.Volumus,vt Conſecratio Syracuſano Archiepiſcopo Tom. 3. Epify.
decret. quà Pir
noſtra a ſede impendatur; vt traditio ab Apostolis instituta, nullate: rur credit ſcrip
nus vestris temporibus violetur. Il che ſi comproua aſſai bene dal tam an. ſalutis
859. Pontif. Ni
diſcorſo, che ne fa l'Abbate Pirri nella Notitia Siracuſana,quando colai an. primo
Vide in Notit
tratta di Stefano 47. Veſcouo di Siracuſa, ch'alla fine così con Syracºſ.f 144 e
chiude. Cum ergo iam tùm paulatim erga Constantinopolitana Be
triarchas Siculi Antistites benè afficerentur,ac tande ad illos defecifset
facillimumfuit, quà propria honorum ambitione compulſo, qua Greco
rum exemplis ſpeciosiores nominum titulos adamantium excitato, qua
demùm ipſorum Patriarcharum honoribus, 3 beneficiis allectas Syra
cuſana Ecclesia Praſules Archiepiſcopi nomen uſurpare, ad quod
-

etiam fortè non paràm illius Vrbis frequentia,ae diuitieg fatta olim
a Diuo Petro eius ſedis institutio incitabat. Suppoſto il prenarrato, In eade Notit.
e quello che ſoggiunge appreſſo l'iſteſſo Pirro, quando fa mentio f, 144.
ne di Teodoro Secondo 49. Veſcouo di Siracuſa, cioè. Theodorus
Secundus deposito Gregorio (che fù il di lui predeceſſore) ad regenda
Ecclesiam Syracuſanam constitutus est ab Egnatio, quem Nicolaus
PP. Primus in Epistola ad Aichaelem Imperaturem Patriarcha Con
stantinop.6 Comministrum noſtrum appellat,eanquè ſcriptan credi
mus anno ſalutis 859. Pontificatus Nicolai anno primo, gr Imperii
Michaelis anno 16. ex Baronti computatione, in ea epistola S Quod
nos Nicolaus precipit, vt Ignatius, é Photius (queſto era Segreta
irio dell'Imperadore, 3 aliquot ex iis, qui cum Gregorio erant Syra
cuſano ad ſe veniant, grait. Aittantur etiam de parte Ignati: Ar
chiepiſcopi quidam, Antonius Cyrici, Basilius Theſſalonica, Constanti
nus Lariſſe, Theodorus Siracuſanorum, Metrophanes Smyrne, gre.
A cce inter Archupiſcepos. , 9 qaidem magni nominus,atq; auctoritatis
connumerari inuenimus nostrum Syracuſanorum Antistitem, gr Ro
mam accersiri pro parte ignati, ad defendendam eius cauſam coran
Apoſtolica Sede,qua resſuadetfaciliis qaod ſupra diximus titulum ſcili
eet Archiepiſcopalis Dignitatis antiquiorem fuiſa in Syracuſana Eccle
siagnisi enim ita fuiſet, Syracuſanum opinorrum reliquis (quospau
lò poſt recenſet) Epiſcopis recenſuiſſet Nicolaus, i
Ritrouiamo, che nell'anno 886.in circa, ſi fe dall'Imperadore
Leone di Coſtantinopoli cognominato il Filoſofo o ſapiente,vna
diſpoſitione intorno al Patriarcato Coſtantinopolitano, la quale a Tono. I1. Iure
vić riferita da Leunclauio preſſo Roberto Mireo, in Notitia Epiſco GraecoRom.

porti orti, chriſtiani nel fine della


- - - ,
si
diſpoſitione,come
t
" & lib-3.cap. 1.
1TI1
Lib. 1 - cap. Ie.

-
33e I) EL LA D E SCRITT. DI MALTA
I ti J 43s
Pirri nella Notitia Siracuſana ſi legge così. A Metropolitani,g Epiſ.
copi a Sede Aomana auulsi Theſſalonicensis Syracuſanus, Corinthius,
7hegiensis, Nicopolitanus, Atheniensis, Patrensis. Sub Syracuſano
Metropolitano Sicilie, Taurominitanus, AAeſanensis, Agrigentinus,
Croniensis, Lilybei, Drepani, Panormitanus, Thermarum, "
dii, Aleſa, Tyndarii, Aelitensis, Liparensis. Reſta dunque chiaro,
che il Veſcouo di Malta in quei tempi prima dell'eſpulſione de Sa
raceni dalla Sicilia,e da queſta noſtra Iſola cra ſuffraganeo à quel
lo di Siracuſa,e non già in verun conto ad alcun'altro della Chie
ſa Africana, com'è ſtato creduto da alcuni, e forſe dal medeſimo
Pirro (come habbiamo detto nella Cronologia de'noſtri Veſcoui
ſotto Lucillo) per inferire fin dallora la ſoggettione di queſto, è
uello di Palermo, richiedeua ancora la conueniéza più toſto,che
i" noſtro Metropolitano quello di Siracuſa eſſendo più vicino,
che alcun'altro, e però come à tale, la cauſa della depoſitione del
noſtro Veſcouo Lucillo, e de'complici, fà commeſſa dal Pontefi
ce S. Gregorio, ſi come altroue i" è detto. » .
Ci reſta per vltimo a dire,qualmente il noſtro Veſcouo di Mal
ta, (ſi come fanno tutti gl'altri Veſcoui della Sicilia) può entrare
ne Parlamenti generali di quel Regno, eſſendo Regio Conſiglie
re,8 in fatti v'interuenne per ſuo Procuratore il Veſcovo Fra Dor
menico Cubelles, l'anno i 55 o. ſecondo il coſtume de ſuoi prede
ceſſori, come di ciò n'habbiamo contezza nel libro del Protono
tario di Sicilia di dettanno a ſoli 34. s . -

i
D E L L A C H I E SA CATTED RA L E,
- e d'altre coſe riguardeuoli dello Stato ,
. . . .. Ecclesiastico.
a - - -- - -
-
-
- «. - - e

No TITIA se con DA.


- . . .. -
-- -

TN Ouendoſi ora in queſt'altre Notitie del preſente Libro con


stinuar à deſcriuere lo Stato Eccleſiaſtico di Malta, è ragio
ne cominciare dalla Chieſa Cattedrale, come Capo, madre ,
e nutrice di tutte l'altre, che viuono ſotto la ſua cura, e gouer
no. Fù iſtituita, e fondata a gloria di Dio,è per ſalute dell'anime,
e beneficio di queſt'Iſola la Chieſa Melitenſe dal glorioſo Apoſto
lo San Paolo negl'anni della naſcita di Chriſto Signor noſtro 58.
e se i tr . V'
doppa d'hauer ben ammaeſtrato, e catechizzato Publio Prothos di
Malta;e battezzatolo creollo primo Veſcouo,e Paſtore della noſtra
-. . .. . . . .
i s.t è fortunata Chieſa, quindi ſubentrò a quella d'Atene, come altroue
ii i
2
- . habbiamo
LIBR O T E RIZIO, i NO TI TIA II. 33 I

habbiamo poſto in chiaro con altro diſcorſo, è allora fà ella dedi


cata,
Dio,e epoſcia
conſecrata alla glorioſa
al medeſimo ſempre
Apoſtolo Verginecome
San Paolo, Mariaaltresì
madre di AMeliten.f.
tutta Pirus in Notiti
616.

l'Iſola inſieme. Il ſuo Sagro Tempio Cattedrale,è parimente Par Pirrur in eadem
rocchiale (che fù già la ben auuenturata Caſa di Publio) è anti Notit f.586.
chiſſimo, e molto celebre, e diuoto pervna delle Sante Immagini Pirrus ibidem e
della B. Vergine dipinte da S. Luca. La prima ſua fabbrica,ò per "
meglio dire reſtauratione doppo l'eſpulſion, e cacciata de Sarace- P.Corneliusa la
ni per l'architettura della porta principale (che volta al Ponente) piapº.
e da quella dvn ſublime, 8 alto campanile ſembra, che ſia artifi- ſº" º
cioſa fattura,º opera gotica. Veniua il tetto mantenuto, come
al preſente ſi rauuiſa, da otto colonne, alle quali ſouraſtaua quaſi
immediatamente, come in quei primi tempi era vſo, & ordinario
coſtume in tutta l'Iſola fabbricar le Chieſe molto baſſe, 8 oſcure,
perche cagionaſſero, 8 arrecaſſero maggior diuotione con alcune
picciole fineſtre più toſto per doue reſpiraſſe l'aria, che per riceuer
lume, di queſte ſe ne veggono ſin hoggi alcune dalle parte della .
Sagreſtia ſerrate, e chiuſe, 3 haueua dall'Vna, e dall'altra parte del
la naue, cioè a dire fra le colonne,e'l muro,vn andito, per il quale
ſi entraua ad alsune cappelle, ch'erano contigue, 8 vnite alla
Chieſa per di fuori, nella guiſa che pur hoggi ſe ne mira rimaſta »
vna, ſotto titolo della Madonna di Monſerrato della nobil fami
glia de'Gatti Eſguanez.
Ne meno il vaſo, è corpo di detta Chieſa anticamente ſi di
lungaua, e ſtendeua più oltre di quello, che ſi vegga al preſente:
ſituato quel traue, che ſoſtenta, e regge il Crocifiſſo, come ne dà
chiaro ſegno quell'occhio , ò fineſtra circolare, che ſtà di ſopra
hoggi chiuſa, che riceueua il lume dall'aria ſcoperta. Fà doppo di
lungata, e tirata più auáti la Chieſa fino alla Tribuna, che racchiu
de l'altare dentro il Coro,oue ſi ſcorge allogato il quadro di San ,
Paolo dipinto ſopra tauola all'antica, toccato d'oro, e particolar
mente nel ſuo vago, e ſtellato veſtimento, di che è addobbato,co- e e

me ſi dice ſia già in tal guiſa vna volta comparſo a cauallo vibra- :
do la ſpada in difeſa della Città noſtra aſſediata all'hora da diciot- tariſºglº
to mila mori l'anno 1427.che ne rimaſe vincitrice. Queſto brac- si aprº e º
cio couerto di legnami, e che forma leggiadramente con la naue
vna Croce, fà fatto edificare circa gl'anni del 14 19. come ſirac
-

coglie davn publico ſtrumento del, conceſſione d'wna Cappel


la alla famiglia de Vagnoli, in perſona d'Antonio, che fù Regio,
Caualiere. Ella per l'appito è la prima dal lato deſtro dell'Altar mag.
giore leggeſi nel tetto di quado fù rinouato la ſeguete iſcrittione.
-

- - - - - -
--
º Tt 2, Regnante
352 DELLA DE SCRITT, DI MALTA
- - -

-
Regnante Sereniſsimo, 3 Catholico Domino, e
Domino Ferdinando, Hiſpaniarum, Granate,
i vtriuſqi Sicilia Rege,Procurante solerti Hiero
-2 - nymo Callus, anno Salutifere Incarnationis
Domini 15 oº. die 7: Mensis otob. 13. Ind.
hoc opus expeditum fust, i
E ſtato poi anco inalzato il tetto della naue,ergédoli nel diſot
tovn muro ſoura l'arcate appoggiate,e ſoſtenute dalle colonne, e
ſi ſono in quelle aperte fineſtre dall'Vna e l'altra parte, che al pre
ſente rendono la Chieſa molto luminoſa e non men bello,che ri
guardeuole il tetto,di legnami, aſſai ben lauorato, è induſtrioſa
mente con intagli,ornato di quadri viſtoſi, ne'quali ſi rauuiſà di
pinta la vita, e le principali,e più ſegnalate attioni di S. Paolo,con
altre hiſtorie Eccleſiaſtiche,fregiato d'oro nelle cornici, e luoghi
de lauori con arabeſchi di molta vaghezza,oue ſi ſcorgono frapo
ſte in più luoghi le armi della Città & in parte più ſolleuata quelle
del Rè, e nel primo traue dalla parte volta verſo l'altare ſi mira .
i
-
e - - - - --
queſto ſcritto, - - - - -

i Iuratis, Magnificis Petra Gueuara, Martino Inguanes


Petro Stunica, gr Manfredo Caxaro, Aeconomo - º

Magnifico Aluaro coſtre neratºre


E dall'altra parte, -

- Incaptum hoc opus, Menſe Iunii 8. Ind. 152 o,


E nell'ottauo traue dalla facciata, che riſpuarda l'organo,ſi leg
ge queſta memoria , - - -
Turatis, Magnificis Kainelio Calauà, Nicolao Sagona,
g Nicolao Laurerio,g Ioanne Antonio Bonello.
Aeconomo eodem finitum est hoc opus, º
- E dall'altra ſi rauuifano queſte parole .
. - Alexander Patau inus Ciuis Syracuſanus mepinxit.
Le due vie, è pur corſie, che vogliam dire fra il muro, e le co
lonne, furono cou i più il tetto inarcato di pietra
noſtrana l'anno 1535, come ce lo additavna memoria ſituata nel
muro vicino alla " del Santiſſimo Sacramento.
Si vede poſcia nel reſto ben fornita la Chieſa, e copioſamente ,
proueduta di ricca ſupellettile Eccleſiaſtica, e di quanto deſide
rar ſi può per ſeruigio compiuto del culto diuino, e particolarmé
te di li di broccato di molto valore,fregiati di pre
tioſi ricami, come altresì di molti vaſi d'argento : il peſo de'quali
per vn inuentario fatto nell'anno 1543. negl'atti di Notar Vin.
cenzo Bonouentura de Bonetijs, ſotto li I 9. d'Aprile de'beni, e
> giocali
LIBR O TERZO, NO TI TIA II 33;
giocali(per vſar la voce di quei tempi)della Sagreſtia s'appaleſa eſ
ſere ſalito advn valore conſiderabile, fra i quali vaſi ſi contattano
quattordici Calici d'argento, con le loro patene, e nel numero de
libri vi erano arrolate cinquanta due volumi antichi manuſcritti
in carta pergamena di materie Teologiche,e de Sacri Canoni. Per
l'altre coſe ricche non meno, che curioſe,rimettiamo l'amoreuole
lettore al ſudetto inuentario,ch'allora fà fatto a petitione del Veſ
couo Cubelles,e de Giurati Leonardo Calauà, Paolo de Naſis,Giu
liano Vaſſallo, S. Antonio Monpalau,con l'interuento d'Antonio
Zammit Economo,ò Procuratore della Chieſa, alla quale per com
piutamente abbellirla, non mancavn eccellentiſſimo organo, che Appare ne gli
fù rincuato l'anno 1536, ne meno copia di groſſe e ſonore cam atti di Giorgio
pane in vna delle quali,che poi da alcuni anni in qua (hauendola "; ſoi io li
14 di Giugno.
noi veduta,e diligentemente oſſeruata nel 1611)per ridurla à mi
glior forma e perche era alquanto rotta, fù fatta di bel nuoud fon
dere,erano ſcolpite le ſeguéti armi, cioè a dire vno ſcudo quadra
golare coronato ſopra " che racchiudeuali cin
que pali del Regno d'Aragona, alla deſtra quello del Veſcouo Pa
terno Giouanni Quinto di tal nome, che viſſe nel 1479. & alla
ſiniſtra ſi ſcorgeua l'arme della Città, poſcia ſotto allo ſcudo reale,
vn altro medeſimamente della Città, è inferiore a queſto, ſe ne»
vedeua vno della famiglia de Bordini, che douette eſſere dell'Eco
nomo,ò per auuétura d'alcuno di detta caſa (la quale fà non mé
principale, che pia) che l'haueſſe fatta fare a ſue ſpeſe, 8 in vn al
tra delle cinque, che al preſente ſono nel campanile (molto più
antica della ſopradetta) fatta fare in Venetia l'anno 137 o vi ſi rau
uiſa delineato vn S. Paolo con tre ſcudi d'arme d'vn iſteſſa forma,
- -

ch'hanno nel campo vn Leon rampante. -

: --- ---
Officiano in Choro venti Canonici, i primi cinque ſono coſti
tuiti nelle dignità ſeguenti, Arcidiaconato, Decanato, Cantorato,
Teſorierato, S. Arcipresbiterato, delle qualità, prerogatiue, e pre
minenze di ciaſcuna in particulare ſi dirà appreſſo.
- L'Altar maggiore, che ſtà poſto innanzi al Choro, fù coſegra
to ſolennemente dal noſtro Veſcouo Malteſe Cagliarès, veggen Fol.26 pag.2.
doſene vna memoria nel regiſtro del Capitolo in queſta forma .
Die XIV. Aprilis 1 6 26. fuit facta conſecratio Altaris Maioris,positi
in medio Ecclesie Cathedralis Sancti Pauli Ciuitatis Notabilis Melite
in honorem Omnipotentis Dei,g B. Al Marte V irginis , (gi in honorem
Sancti Pauli, Sancti Hermetis,g Sancti Receſsi,quorum Saniorum
34artyrum reliquie fuerunt reposite in dicta Altari, nimiri dens A4o
laris Kecſsi,etos digiti Hermetis per Epiſcopum Cagliarès Atelitenſam,
1 - aſsistentibus
N
v
334 DELLA DESCRITT. DI MALTA
aſsistantibus Dignitatibus, gr Canonicis.
Queſti poi nel verno ſono in obligo, e tenuti alternatiuamente
d'aſſiſtere al Coro ogni giorno, cioè dieci Canonici in vina ſetti:
mana,e gli altri dieci nella ſeguente, a vicenda. Ma nel tempo di
eſtade interuengono (per ſeruirci de termini, come fra loro ſi
dice) à terzeria, cioè a dire, che ſono eſenti per due ſettimane, e
poſcia vna d'obligo al Coro,eccettuatene però le feſte, e ſolenni
tà principali dell'anno, nelle quali tutti indifferentemente deuono
interuenire, come parimente altri dodici Sacerdoti, che quini ſtan
no ſotto nome di Cappellani, che godono,e tirano ſtipendio dalle
rendite della Chieſa, inſieme con vn Diacono, Subdiacono, due o
Thuriferarij, & alquanti Cherici per miniſterio, e ſeruigio delle
Meſſe,e canto deverſetti,e d'auuantaggio due Sagreſtani,l'vno de'
quali vien ſtipediato dal Teſoriero.Paga di più la medeſima Chie
ſa ad vn Maſtro di Cappella, vn Organiſta,e diuerſi muſici in tut
to ſcudi cinquecento l'anno,
Il Coro è tutto di noce con diuerſi lauori, e figure, opera mol
to ragguardeuole di certi maſtri Cataneſi, che con pari diligenza,
dheinduſtria lo formarono circa l'anno 1481.ſi come n'habbiamo
veduta ſcrittura del buon accordo, e della conuentione con i Pa
dri Domenicani, da quali poi fà laſciato per ſeruigio della Catte
drale . . . . .
In Chieſa, oltre la ſedia dell'Eminentiſſimo Sig. Gran Maeſtro
noſtro Principe Sereniſſimo, e quella di Monſignor Veſcouo, tie
ne altresì il Magiſtrato della Città la ſua, diuiſa, e compartita in.
cinque ſedili, in luogo ſtabile, e permanente, cioè per il Capitano
della Verga, e quattro Giurati, in eſſa vi ſi vagheggiano dipinte le
armi reali, e quelle della Città, con vn ſcannello per di ſotto a pie
di, oue ſi legge queſta memoria.
Condita hacſedes anno iii.Indictionis MDXV. Con
- currentibus Iuratis Perio Caruana, Nicolao Saguna, -

Antonio Falzone, (3 Antonio Laureri. -


E arricchita oltre a ciò la Chieſa di diuerſe ſante reliquie ben.
allogate, 8 acconcie nei loro vaſi d'argento, e particolarmente »
quelle del glorioſo San Biagio, e di Santa Scolaſtica diggniſſima ſo
rella di San Benedetto, come anco di più d'vn altare priuilegiato
in perpetuo, che per l'appunto è quello della Cappella, oue ſtà ſi
tuata, e ripoſta l'immagine della B. Vergine, dipinta, com'è pu
blica traditione da S. Luca, e quiui hoggi ſi cuſtodiſce il Santiſſi
mo Sacramento dell'Euchariſtia, il qual priuilegio per la libera
tione d'wn anima dal Purgatorio per ciaſcheduna volta, che vi ſi
- - - - -- - celebra
-- -
LIBRO TE Rzo, N OTITI A, II.; 335
eclebra il Santo Sacrificio della Meſſa, è ſtato conceſſo da Papa ,
Gregorio XIII. come appariſce in vn ſuo breue dato in Roma ,
appè S. Pietro ſotto l'anello del Peſcatore è di 17 Luglio 1577.
l'anno 6. di quel Pontificato per la diſpoſitione ſeguente. De di
uina igitur miſericordia confisi tenore preſentium concedimus, ut quoties
quicunque Sacerdo, siue ſacularis,siue regularis miſſam in Altari ve:
teris Ecclesia Cathedralis Melitensis, per eiuſdem Epiſcopumſemel ta
tum eligendo, gr nominando pro liberatione unius anima in Purgato
rio existenti, celebrauerit,ipſa anima per huiuſmodicelebrationem,eaſº
dem indulgentias, g peccatorum remiſsione conſequatur, gi adipsius
liberationem pro qua celebra bitur dila miſſa operetur, quas conſeque
retur, gr operaretur, si pradicius Sacerdos hac de cauſa miſan ad Al
tare situm in Ecclesia Reati Gregorii de Vrbe adid deputati celebraret.
. La noſtra Cattedrale poi,mercè la pietà, e lodeuolzelo de noſtri
Iſolani verſo il culto diuino,e per la molta diuorione, che portanº
all'Apoſtolo San Paolo Protettore, è ſtata arricchita di diuerſi
poderi, e poſſeſſioni, che le rendono poco men di quattromila,
e cinquecento ſcudi l'anno, i nomi de più ragguardeuoli,e Princi
pali ſono queſti. -
I:
-

9 e !- ) : :i

! La poſſeſſione di Has Luca nella contrada di Caſal Safi.


Il Territorio di Aayn Rihana, nella contrada del Naſciaro di
ſalmate circa 8o, .
Mizeb, e Rieh, in contrada della Mellecha diſalmate 7o. ,
Aayn Zeituna nella contrada della Melecha di 15. ſalinate.
e Ta Milit il Cattaa tal Hofra in citrada della Moſta di 3.ſalmate.
L'altra parte di Militnell'Iſteſſa contrada di 3. ſalmate,e mezza.
El Mengiba,età Gharib,in contrada di Torrefalca di 4.ſalmate.
TaLcduarda, in contrada della Ghimiſta di ſalmate4.
El BrieiiaK nella medeſima contrada di ſalmate 5. . .
e Le Terre, in contrada del Fiddeni,ch hebbe la Chieſa dal Magi
iterio in permuta dell'Iſolotto nel porto di Marſamuſcietto.
La metà del Territorio ch'era poſſeduto in comune nel Gozo,
con lo ſpedale della Città Notabile, la cui diuiſione fù fatta l'anno, - - -
-. .
-

.
-

a 6as, è 6 di Luglio in atti di Notaro Lucia dello Rè, - ,


- In modo, che parendo fuſſero aſſai comode, 8 opime le ren -
l e
ditº di detta Chieſa per aumento delſeruigio diurno, e decoro del è

la medeſima, fu propoſta al Sommo Pontefice Vrbano Qtrato l',


erettione di cinque Canonicati, oltre le cinque Dignità, e glialtri,
dieci, che prima haueua. In virtù di bolla Apoſtolica diretta all',
Inquiſitore allora Monſignor Alfieri, ſe ne fà da eſſo la nuoua -,
iſtitutio
a
nel l'anno a 633 con applicaruifºrte" cn Clc
336 DELLA DESCRITT. DI MALTA
bende ſcudi mille di rendita da diuiderſi vgualmente frà li cinque
Canonici, cioè ſcudi 2 co. per ciaſcheduno, e che eſſer doueſſe,
vno di eſſi ſempre Teologo,e graduato in Teologia, e con i priui
legi, prerogatiue, antelationi; & immunità, che godono i vecchi
Canonici,e con altre dichiarationi, e clauſule aſſai fauorise,più di
ſteſamente contenute in detta bolla,la cui data è in Roma, apud
Sancium Petrum Anno Incarnationis Dominic e AAillesimo, Sexcen
tesimo trigesimo tertio,ſeptimo Kal, Februarii, l'anno vndecimo del
- - - --
ſuo Pontificato, a -- º

1. L'Arcidiacono, ch'ottiene la prima dignità doppo la Veſ


couale, ha nel Coro, proceſſioni, Capitolo, 8 in tutti gl'altri pu
blici atti Capitolari, il primo luogo, conſiſte la ſua rendità in de
cime di trenta ſome di grano, e di altre tante d'orzo; tocca il con
ferirla al Sommo Pontefice ; hoggi n'è proueduto il Dottor Don - - - - - - - r

Eugenio Teſtaferrata de Roberi, - - - -

2 Il Decano,come dignità di Regio Padronato, concedeua ,


anticamente il Rè di Sicilia, così l'anno 144 1. per morte di Ber.
nardo Gener fù data dal Rè Alfonſo a Guglielmo Tonna Cano
nico di Malta, e l'anno 15 o 8. dal Rè Ferdinando Secondo ad Ar
tale di Bologna, e per morte di queſto da Carlo V. Imperadore nel
152o: à Girolamo Garzia , e dallora in qua è ſtata prouedata mai
sépre à preſentatione dell'Eminentiſſimo noſtro G. Maeſtro Prini
cipe di Malta, come ſucceſſore nel Regio Padronato, ºvſheio del
Decano,e di conuocare, e radunare il Capitolo e quiui proporre
le coſe, che ſi deuono deliberare, la rendita conſiſte in decime, e
d'alcune terre, che fruttano in tutto la ſomma che poco eccede
di ſcudi ducento, al preſente n'è poſſeſſore il Dottore Cennien
datore F. D. Antonino Pontremoli vno de giatori
il . . . . . . . i 3 : i
Eminenza, i -
3 Ciantrato. Al Cantore appartiene eſſere preſidente al Coro
per intonare l'Antifone,8 Inni; al medeſimo tocca celebrare la
meſſa nel giorno di San Gregorio e farl'officio al Veſpero e fimil
Corì nella viſi mente celebrare nella feſta di Santa Caterina nella Chieſa Parrocº
ma di Monſignor
t2: ſina, Apoſto chiale del Zeitun, & è lui ſi dete l'offerta, che ſi fa in quei giorni
lico Viſitatore , in detta Chieſa. Stimiamo eſſere la cauſa, perche forſe prima che
nell'anno 1575
fuſſe ſtata eretta in Parrocchiale era anneſſa a queſta Dignità, poi
che la ſua prebenda ſi dicetta anticamente di Santa Caterina. Por
ta il Ciantro in mano nelle proceſſioni e nel Coro vna verga d'ar:
gento, & hà di rendita in terreni intorno a ſcudi; do. Il Dot.
tor D.Antonio Teleſenti hoggi Vicario Generale n'è proièduto,
4- Teſoreria
2 i
Al Toſoriere per ſuo vſficio, vien incaricata
buona
la .
IL I B R O TERZO, NOTITIA II. 337

la buona,e diligente cuſtodia de vaſi, S ornamenti Eccleſiaſtici,


- egli deue ſomminiſtrare alcune ſpeſe per ſeruigio della Chieſa,de
puta vno delli due ſagreſtani con certa mercede, e la ſua preben
- da è fondata in decime, & in vn terreno nella Gudia nominato ti
lampa, ſaglie à ſcudi ducento cinquanta l'anno di rendita, gode
al preſente queſta Dignità Don Michele Mamo. -

5 Arcipresbiterato. Dignità poſta, 8 iſtituita in tempo del


Veſcouo Gargallo, a cui è anneſſa la cura Parrocchiale della Chie
ſa Cattedrale, e dell'altra di S.Paolo fuori delle mura della Città nel
Rabbato, contigua alla Santa Cripta del glorioſo Apoſtolo, i ſuoi
emolumenti,e prouenti ſono gli dritti, 8 anneſſi parrocchiali, 8.
alcune altre rendite della Chieſa del Rabbato, che importano cir
ca cento,e cinquanta ſcudi, i quali per autorità Apoſtolica furo
no aſſegnati in prebenda all'Arciprete; queſto titolo però fà con
ceſſo à quel Curato , ch'anticamente haueua denominatione di
Cappellano Maggiore, è Maſtro Cappellano (che vogliam dire)
dal Veſcouo Boſio, come ſi ſcorge chiaramente da vma ſua proui
ſione ſpedita in fauore di Don Matteo Surdo, allora Canonico, e
Cappellano Maggiore, e de ſuoi Succeſſori nella Cappellania ſot
toli 14. di Maggio l'anno 1539. poſſiede la preſente Dignità il
Dottor D. Andrea Galia. - -

Si deue quì auuertire, che ſe bene Don Matteo Surdo in detto


anno Cappellano Maggiore Curato della Chieſa Cattedrale, ſia ſta
to Canonico nella guiſa che in quei tempi diuerſi Canonici erano
anco proueduti di Chieſe Parrocchiali in queſta Dioceſi, non però
uella Cura era congiunta, anneſſa ad alcu Canonicato, ma po
teua eſſerlo ſemplice Sacerdote,come in effetto furono i Succeſſo
ridi Don Matteo fino a Don Leonardo de Agatijs, che fù il primo
con la Dignità Arcipresbiterale, Canonicale con ſua prebenda.
6 Canonicato ta Bir, e Taifil in contrada frà Caſal Micabba, e
Kircop contiene ſalmate venti, rende ſcudi quattrocento, n'hà la
poſſeſſione il Dottor Pier Franceſco Pontremoli, Aſſeſſore del San
to Officio dell'Inquiſitione. - -

7 Canonicato di GharbarKa in contrada del Rabbato, è di


trenta ſalmate di terreno, la ſua rendita ſaglie à ſcudi trecento,n'è
Canonico D. Fabritio Pontremoli. -
8 Canonicato di S.Maria tà Dar,e Zarà ſotto la Città Notabile,
réde ſcudi cento,e cinquanta cinque, lo poſſiede il Dottor D. Gio:
Battiſta Cagliarès, nipote del fù già Veſcouo di Malta Cagliares.
I 2 Canonicato ta Vagna, e tà Ghides in contrada di Bir Mif
tuh di ſalmate venti, è di valore di ſcudi trecento cinquanta ,
- - Vu n'è
338 DEL LA D E SCRITT. DI MALTA
n'è proueduto il Dottor Don Paolo Antonio Burgio.
13 Canonicato di S. Nicolò della Mitarfa denominato ta Ge
bel Tuayra in contrada della Mitarfa,e Ved el Midina di ſalmate »
ſette, rende ſcudi cento ottanta tre, lo poſsiede il Dottor D, Aleſ
ſandro Bologna, - - -

14 Canonicato ta Bir, e Sighir poſto nella contrada di Caſale ,


Kircop,contiene ſalmate vndeci,rende ſcudi ducento quindici; lo
gode Don Alofio d'Arena.
17 Canonicato ta Rihania in contrada della Gudia tutto cir
condato da ſtrada publica, è di capacità di ſalmate quattordici, ré
de ſcudi cento ſettanta cinque , lo poſſiede il Dottor D. Gio: Ma
ria Darmanino. -

18 Canonicato di San Biagiotà Ruegh, è ſituato nella contra


da Caſal Chideri,e Tabria,contiene dodici ſalmate di terreno,ren
de ſcudi 185. è conferito in Don Euangeliſta Caſcon,
19 Canonicato di Santa Venera, parte di lui nominata tal
Hamria è nella contrada di GharbarKa, ſi affitta per ſcudi
cento,
nouantatre,lo poſſiede Don Matteolo Xeberras.
2o Canonicato di S. Giacomo ha la ſua prebenda in due chiu
ſe di terra, l'Vna detta il Velgia di S. Giacomo in contrada di Ca
ſal Zebugi,l'altra ta Cordina in contrada di Sant'Andrea, rendono
ſcudi nouanta,n'è Proueduto D. Gio. Battiſta di Modica.
Li cinque Canonicati di nuouo eretti,ſi trouano conceduti alli
Sacerdoti infraſcritti cioè .
9 Il Dottor D. Giulio Chriſtoforo,
1 o D. Antonino Teſtaferrata, - -

1 1 Il Dottor D. Franceſco Ciantar,


15 Il Dott. D. Bartolomeo Caloriti,hà la prebenda Teologale.
1 6 Il Dottor Don Tomaſo Caſſar,
Fanno però queſti corpo, con tutti gl'altri vecchi Canonici, 8:
inſieme con eſſi loro, hanno la feliione e precedenza, è antianità
ſecondo l'elettione di ciaſcuno,doppo le cinque Dignità,8 hoggi
attualmente precedono conforme al grado, è ordine del numero
ad ogn'vn de medeſimi nel margine ſegnato, -

Tutti cinque hanno l'entrata in danari contanti, che li ſono pa


ati dai Procuratori della Menſa Cattedrale ſopra le rendite di eſ .
ſa, conforme all'iſtitutione. - ,

Frà tutti i Canonici ſi trouahoggi introdotta la lodeuoliſſima


Optione, che ne fù di lei,cotanto vtile, Promotore il noſtro Veſ.
couo Cagliarès, opera veramente importante, non ſolamente alla
conſeruatione,ma d'auuataggio all'aumento de beni Eccleſiaſtici,
- poiche
LIBR o T E Rzo, NOTITIA II. ss,
poiche altri non vien giamai ammeſſo a poter optare maggior di
gnità, è miglior Canonicato, che prima non habbia fatto coſtare»
al Capitolo d'hauer ben amminiſtrato, e migliorito la ſua preben
da ſecondo è ſtato ſantamente diſpoſto per Breue Apoſtolico da .
Papa Vrbano Ottauo dato in Roma apud Sanctam Mariam Ma
iorem ſub annulo Piſcatoris die 3. " 16 24. Fù ſegnato queſto
breue dal Vicario Generale Pontremoli ſede vacate à di vltimo di
Maggio 1634. e poſcia publicato in Capitolo l'iſteſſo anno.
E ſe bene appreſſo nell'eſegutione,queſta sì ſanta determinatio
ne,e diſpoſitione Pontificia,incontrò qualche difficoltà e malage
uolezza, hebbe finalmente effetto la ſua oſſeruanza, che fù tanto
conforme al giuſto deſiderio di tutta l'Vniuerſità di Malta eſpoſto
già, e fatto paleſe alla Maeſtà del Rè Ferdinando inſin dall'anno
15 o7, in vn Capitolo di Memoriale in queſta forma. Quod vacan
tibus de catera beneficiis optari poſint per Clericos huius Ecclesie, gr
Diocesisſeeundum vſum, 3 formam Cleri Ecclesia Meſſinensis, e
sottenne decreto. Placet Regiae Maiestati interponere partes ſua
adſupplicandum Romano Pontifici. . . . . . i
L'Almutio negro allocato ſºpra la Cottafù già l'habito Cano
nicale, che perſeuerò fino all'anno 1 e 35. Indi per opra, e diligen
za del preſente Monſignor Veſcouo Balaguer, 8c a ſupplicatione
del Capitolo, e Canonici ſi ottenne dal Sommo Pontefice Vrbano
Ortauo Indulto Apoſtolico in virtù del quale hoggi i predetti vſa
no la mozzetta di color pauonazzo,foderata d'ormeſino roſſo ſo
Pra il Rocchetto, e la Cappa Magna medeſimamente pauonaz
za abbellita con pelli d'armellino vicendauolmente ſecondo la di
- uerſità de tempi, e delle ſtagioni dell'anno.
Erano è i tempi antichi le Dignità,Canonicati e benefici eccle
ſiaſtici di queſta Dioceſi ſommamente bramati, 8 ardentemente º
ambiti,e procurati per la buona qualità loro, poichenò ſono pun
to inferiori a molti di diuerſe altre Chieſe Cattedrali della Sicilia, o
maſſimamente da gran numero di Corteggiani non meno della ,
Corte Romana, che di quella dei Rè,e Viceregi di detto Regnolin,
modo, che con graue detrimento, e notabil pregiuditio non ſolo,
della Chieſa, e culto druino, ma d'auantaggio de propri Iſolani
veniuano mai ſempre, e continuamente proueduti in perſone a
ſtraniere,e non reſidenti in Malta; onde da ciò ſi cagionata, che si
molti pochi curauano promouerſi à gl'ordini Eccleſiaſtici, come,
fruſtrati, non che lontani dalle ſperanze di potergli conſeguire ,
oltre l'incommodo, S: il gran diſcapito, che riſultaua al publico,
nel tramandare, e nell'eſtraerſi le rendite fuori di queſt'Iſola- -.
º ai ºº Vu 2 - Quindi
34e DELLA DE SCRITT. DI MALTA
quindi è, che nell'anno i soz,con molta maturità, e giuditio.c6
ſiderato il tutto, vedendo l'Vniuerſità,che ben pochi Malteſi go
deuano i benefici della Patria, anzi di più, che ben ſpeſſo quelli
ancora, ch'erano di Giuſpadronato veniuano impetrati da ſudetti
foraſtieri, ricorſe con particolare, ma humiliſſima ſupplica al Rè
Ferdinando il Cattolico, acciò per ſua interceſſione " ſeruito
il Sommo Pontefice di prouedere mercè la ſua Paterna carità, che
nel tempo d'auuenire i predetti benefici ſolamete à naturali Mal
teſi ſi conferiſſero; e benche allora ſi fuſſe ottenuta fauoreuole riſ
ſta da quella Maeſtà, nientedimeno né venne a conſeguirſi per
allora il deſiderato effetto; ma bensì nell'anno 152 o dalla Santa
Memoria di Papa Leone X. è petitione dell'Imperadore Carlo V.
di Bonifacio noſtro Veſcouo, e della medeſima Vniuerſità di Mal
ta,con la ſpeditione, che ſi ottenne di vn fauoritiſſimo, e perpetuo
s Indulto per il quale fà gratioſamente conceſſo, che i benefici di
qualſiuoglia conditione, e natura,anco di giuſpadronato, Ammi
niſtrationi, & officij Eccleſiaſtici in queſta Dioceſi, non ad altri,
ſaluo, ch'à gli Originarij,& Oriundi Malteſi ſi conferiſſero, come
apertamente ſi ſcorge dal tenore di quello che ſi troua nell'Archi
uio della Città dato in Roma, apud Sanctum Petrum anno incar
nationis Dominicae Millesimo guingentesimo Vigesimo, Vndecima
Mal Aprilis Pontificatus anno nono, e particolarmente dalla di lui
infraſcritta diſpoſitione, cioè,
Huiuſmodiſupplicationibus inclinati, quod decaetero perpetuisfa
turis temporibus beneficia Ecclesiaſtica Ciuitatis, g Diocaesi Aieli
netanae haiuſmodi non nisi Clericis illarum originariis confirri,nee ad
illa alii,quam ipsi Clerici originari, 3 oriundi preſentari,eligi,vel alto
quouis modo aſſumi poſint ; itatamen quod praefatus. Bonifacius
electus,et pro tompore exiſtens
A piſcopus Meliuetanus de beneficiis ad
eorum collationem ratione Ecclesiae Meliuetanae ſpettantibus eorum.
familiaribus, et conſanguineis, etiam si Clerici Ciuitatis, et Diocaesis
praedictarum originari; et oriundi non exiſtants et ipsi familiares eo
rum continui commenſales non sint, liberè prouidere valeant, autorita
te Apoſtolica tenore praeſentium ſtatuimus, et ordinamus, Decernen
tes collationes prouisiones, preſentationes,electiones,et quaſuis alias diſ
positiones de illis quauis auctoritate, etiam per ſedem eandem aliter pro
temporefattas irritas,et inanes exiſtere, et nihilominus Aonifacio eletto, i
ae pro tempore exiſtntibus Epiſcopis AM elruetanis , 72t ipsi erga clericos
originarias, et Oriundos, ae Populum, incolas , et habitatores huiuſ
modi, nec non ſuos conſanguineos, affines, et familiares peramplius va
leant gratificari, quod perſe, veleorum Vicarios adid abeis pro tempore.
-
-
. - - deputatos
LIBRO TERZO, NO TITI A II, 34
deputatos de quibuſuis beneficiis" sinecuraſe-.
cularibus, et quorumuis Ordinum regularibus ad Epiſcopi pro tempore
existentis ratione Ecclesiae Meliuetanae huiuſmodicolationem, pro
ursionem preſentationem,electionem, ſeu quanuis aliam diſpositionem,
communiter,vel diuisim quomodolibet pertinentibus,etiam si ſaecularia
Canonicatus, et praehendae, Dignitates, Perſonatus, adminiſtrationes,
velofficia in Cathedralibus,vel Collegiatis Ecclesiis,et Dignitates ipſae,
in Cathedralibus poſt Pontificales maiores, ſeu Collegiatis cclesiis hu
iuſnodi principales, regularia verà beneficia huiuſnodi Monaſteria,
non tamen consiſtorialia, Prioratus, Praepositurae,Dignitates, etiam
conuentuales perſonatus,adminiſtrationes, et officia etiam clauſtralia
fuerint,et ad Monaſteria,Prioratus,Praeposituras,dignitates, perſona
tus adminiſtrationes, vel officia huiuſmodi conſueuerint,qui per electio
ne aſſumi,eiſq, cura immineat animaru,et tamſaecularia,quam regu
laria beneficia huiuſnodi,ex eo,quodilla obtinentes noſtrorum, aut ali
quorum praedeceſſorum noſtrorum Romanorum Pontificum, ſeu San
itae Romanae Ecclesiae Cardinalium tunc viuentium, familiares, co
tinui commenſales,aurApoſtolicae Sedis,ſeu Romana Curiae officiales,
autex quaais alla qualitatealiquam generalemiſta ſpecialemroſerua
tionem vel affectionem inducente, aut alia quauis ex cauſa diſpositio
ne apoſtolica ſpecialiter, vel generaliter reſeruata, ſeu affecta exiſtant,
quaetàm in Romana Curia,quàm extra eam per obitum, velpraeter
quam in manibus noſtris resignationem, aut alias quomodolibet etiam
eorum,quae commendata fuerint, commendis ceſſantibus,etiam in qui
buslibetmensibus vacare quoguomodo cotigerit,dictis Clericis Origina
riis, g Oriundis, ſeu familiaribus,conſanguineis , 9 affinibus etiam.
quacunque, quotcunque g qualiacunque beneficia ecclesiaſtica obti
mentibus, (g expectantibus, alias tamen idoneis,aućtoritate Apostolica .
prafata i", de illis alias diſponere libere, et licitèpoſsintetia
in omnibus,et per omnia perinde ac si aliqua dedictis beneficiis in gene
re, vel in ſpecie etiam nominatìm collationes, et commende apoſtolicae
expectatiuae gratie generales, vel ſpeciales reſeruationes vnione etiam
perpetue, mandata detinienda , et quaeuts alia diſpositiones,etiam fa
miliarihus noſtris, continuis commenſalibus etiam deſcriptis, aut etiam
Cardinalibus,etiam motu proprio,et ex certa ſcientia, ac de apoſtolicae
poteſtatis plenitudine, vel adeorum inſtantiam hactenus conceſſa, et
in futurum etiam de vacantibus cum vacauerint concedende per Nas,
et Romanum Pontificem pro tempore exiſtentem, et ſidem praedictam ,
etiam motu, etſcientia similibus, et cum quibuſuis praegnantibus for- º

tiſsimis,et inſolitis, acderogatoriarum, derogatoriis clauſulis non ema


naſent,ſeu in futurum non emanarent, acregulae Cancellariae Apo- i
-. ſtolicae
[342 DELLA DESCRITT, DI MALTA
stolica Dignitatum maiorum, g principalium Prioratuum,6 Conué
tualium, aliorumqi beneficiorum etiam Cardinalium, aut dictoru Ko
manorum Pontificum,ac nostrorum familiarium,continuorum comme,
- ſalium, ſeu eorumdem, ae dicta Sedis Officialium, vel alias quouis
modo reſeruationesgeneralesſeuſpeciale continentes ſeu inducente,gr
aliàs quomodoliber affectionem facientes, vel conſenſum Cardinalium
inprouisionibus de beneficiis per obitumſuorumfamiliarium,continuo
rum commenſalium faciendis requirentes, quorum omnium tenores for
mas,(g effectus pro expraeſsis haberi volumus,quoadhoc non appareret,
(& nullatenus emanaſſent auctoritate, 3 tenore ſupradictis indulges
mus.Decernentes, grc. Non obstantibus praemiſsis,ac constitutionibus,
(& ordinationibus Apostolicts, etiam nostris in Cancellaria Apostolica
publicatis, et publicandis , ae aliàs editis, et edendissimilium indulto
rtº, et facultati,prohibitiuis,reuocatiuis, etC. quibus illarum omnium

formas,etc. cateriſq; contrariis quibuſeumque - .


Sopra del qualindulto,e per la perpetua, 8 inuiolabil ſua oſſer
uanza furono dal medeſimo Pontefice ſotto l'iſteſſa data,fatte ſpe
dire dalla Cancellaria Apoſtolica lettere eſecutoriali in buona for
ma ſecondo il coſtume di quella Corte indirizzate all'Arciueſcouo
di Palermo noſtro Metropolitano, 8 a Veſcoui Calertan. & Lu.
cian.& à ciaſcuno di etii diede facoltà di preualerſi ancora, e d'in
uocar il braccio ſecolare, quando fuſe ſtato di meſtieri. E non be
appagato, quel Magnanimo, è inuitto Imperadore d'hauer così
bene, e con tanta generoſità honorato, e fauorito i Malteſi nell'
impetrargli detto Indulto; volle altresì in riſguardo del Culto di
uino,e ſeruigio di queſte Chieſe ſcriuere di buon inchioſtro al Vi
cerè di Sicilia,allora il Conte di Monteleone l'ordine ſeguente, º
Regiſtrate negl'
atti del Caneiur
El Rey. Spectable Conde nuestro Viſorrey, y Capitan Veneral Por
ai f. Io9, del x. parte de la Vnuersidad de la Ciudad, e Isla de 34alta ha sido recurri
regiſtro, do a nos con mucha quexa diziendo que a cauſa de proueherſe los be-.
neficios,y dignidades de aquella Isla en perſona, estrangeras,las iglesias,
ſon malſeruidasy el culto diuino ſe diminue en tanta manera, que al
gunas iglesias diz que estancerradas, ſuplicando nos mandaſſimospro
ueher ſobre ello de manera, que dende a delante no ſe de lugar, que aſsi
ſe pierdan ſus iglesias. E porque pues a nuestra noticia llega tal coſa es,
mucharazon poner remedio enello porque Dios vuostro Seſtor noſe desir
uamas. Abemos eſcrito,) embtado a ſuplicar à nuostro muy Santo Pa
dreque dende adelante no prouea de beneficio alguno, ni Dignidadsino
en perſonas naturales de la dicha Isla, 5 conſiamos,que aſsi lo manda
rà, etc. Datum en Bruſelles a 18. de Setiembre de 1 ; 2o. I o el Rey.
Vidi cancell. Vidit Vrries. s -
- as si -
a e si

s . . . Al
Il I BR O T E R ZO, NO TITI A IL 343
Al Spectable Magnifico amado Conſejero Viſorrey, y Capitan jene
ral nuestro, e nel Reyno de Sicilia el Conde de Monteleon. Preſentata
Illustri Domino Proregi Panormi, die xiii. Iulii 9. Ind. 152 1. (3
mandat Dominatio ſua, quod expediantur Exequutorie, ſub visione
A4 ag. Domini Regii Fiſci Patroni I. Castellanus Secretarius,
E perche nell'anno 159 1.in occaſione di certa lite per vin be
neficio di Malta, ſi era fatta nella Corte Romana qualche obiettio
ne all'Indulto di Leone X. Papa Clemente Ottauo di felice ricor
do per togliervia affatto ogni dubbio, e materia di liti,e gl'Iſolani
noſtri non veniſſero defraudati del fine, e buon effetto del priuile
gio,có vn'altra ſua bolla,la cui data è in Roma apud si Pe
trum anno Incarnationis Dominice Millesimo, quingentesimo, nona
f" primo V. Idus Februarii Pontificatus ſui anno primo, doppo
auer fatto particolar mentione,S& eſpreſſione in eſſa del contenu
to nell'Indulto di Leone Decimo decretò,che per l'auuenire ſenza
che ſi richiedeſſe maggior proua, con queſta in ogni luogo ſi pro
uaſſe la diſpoſitione della gratia,e volontà del Pontefice Leone ſuo
predeceſſore, nella forma, che ſiegue. Ne autem de abſolutione, ſta
tuto,ordinatione conceſsione, voluntate, indulto, exceptione, decretis,gr
derogatione prefatis pro eo, quod sicut accepimus ſuper illis certe dicti
Predeceſſoris littereſiupplicationi deſuper ab eosignatae, gr poſtmodum
reformatae minime concordes confectae,g, propterea minus rite expedi
fuerunt,g exinde graues lites, gr controuersiaeſunt exortae,va
faltº

leat quomodolibet haesitari,ac Incolae, et habitatores,et alii praefati il


lorum frustrentur effettu. Volumus, et eadem Apostolica auctoritate,
decernimus, quod praeſentes litterae tanquamſupplicationi, et illius re
formationi ". conformes, et ad debitam formam reduétae,ad
probandum plenè abſolutionem ſtatutum, ordinationem, conceſsionem,
voluntatem,indultum, exceptionem, decreta,et derogationem praedeceſ
ſoris huiuſmodi vbiqueſufficiant , nec ad idprobationis alterius admi
miculum requiratur, -

E ſe bene con l'indulto di Papa Leone X. ſpedito a fauore del


Malteſi aſſai ben proueduto ſi fuſſe all'indennità, 8 immunità
dell'Eccleſiaſtico, è altresì all'utile del Capitolo, e buon profitto di
tutto il Clero di queſta Dioceſi. - i

Rimaneua tuttauia grandemente aggrauato il Capitolo,e Cle


ro da vna preteſa conſuetudine,ò più toſto, (che meglio diremo)
abuſo, per il quale il Veſcouo di Malta, 8 il Vicario nella Sede va
cate allegauano ritrouarſi in quaſi poſſeſſo di ſuccedere a qualun
que del Clero,anco nei beni Patrimoniali,S: altri, che non proce
deuano, e non crano cagionati da frutti de'benefici i.
- - ſe in
-
sa4 DELLA DE scRITT. DI MALTA
ſe in vita con titolo d'irreuocabil donatione né haueſſero di quelli
diſpoſto, è dalla Sede Apoſtolica ottenuta facoltà di poter teſtare,
in modo, che molti per preualerſene, e diſporre, erano coſtretti
d'abbandonare la Patria,e trasferir altroue la ſtanza loro, che per
rò eſſendo ricorſi il Capitolo,e Clero alla benignità di Pio IV.Som
mo Pontefice,e dal medeſimo conſiderate ben bene tutte le coſe »
eſpoſte; ſua Santità gli conceſſe gratioſamente, S a ciaſcheduno
di eſſi allora, & in auuenire eſiſtenti ampliilima, e piena facoltà di
poter per via di teſtamento, è in qualſiuoglia altro modo delibe
rare,e diſporre deloro beni di qualunq ue natura, che ſi fuſſero,8&
in perſone anco incapaci e dalle leggi vietate e probibite e con al
tre fauorite clauſule ſotto li 15. Ottobre l'anno ſecondo del ſuo
Pontificato. Del qual priuilegio, perche allora in viuenza del Pa
a non ſi erano fatte ſpedire le Bolle, ſi ottennero appreſſo da Pio
V. di feliciſſima, e ſantiſſima ricordanza ſuo ſucceſſore, e con eſe
cutoriali indirizzate à i Veſcoui Teatin. Amerin, & al Vicario del
Veſcouo di Malta ſotto la data 1 6. di Gennaio del 1565. che fù
del 1566. dalla Natiuità per l'appunto quattro meſi doppo il cru
deliſſimo aſſedio di queſt'Iſola,le quali preſentate poſcia al Gran.
Maeſtro frà Pietro di Monte da Don Pancratio MichallefArcidia
cono,e Procuratore del Capitolo, e Clero di Malta, huomo di va
lore,e di molta ſperienza,che n'haueua in Roma procurata la ſpe
In lib.bull.ann.
ditione,furono i" toſto fatte eſeguire,e regiſtrare in queſta Can
157o. 157I fel, cellaria nel di 5. di Giugno 157 o con particolar prouiſione per
246. la compiuta,Se infallibile oſſeruanza loro.
E ſe bene con tutto l'Indulto ſopracitato non laſciaſſe il Veſco:
uo Gargallo in occaſione della morte d'wn Chierico Ludouico
Abela morto ſenza teſtamento, di pretendere la ſucceſione allega
do per fondare la ſua intétione,la conſuetudine, 8 aſſerta preſcrit
tione, con produrre per prouarla auanti la Sacra Congregatione ,
de Veſcoui in Roma,oue l'anno 1594.haucua dedotta la ſua pre
tenſione alcune ſcritture,e teſtimonianze: tuttauia difendendoſi
uiui bene il Capitolo, e Clero di Malta per mezzo del Procurator
loro Don Alberto Bonnich allora Arcidiacono di queſta Cattedra
le altresì intrepido,e verſato nelle liti né meno, che il ſuo predeceſ
ſore, eſſendoſi prima conſultato il dubbio con la Sagra Rota. An
Epiſcopus haberet fundatam eius intentionem ſuperſpolis, gr aliis bo
mis Clericorum ab intestato decedentium ? Il voto della quale fù,che ,
Domini vnanimiter amplexi ſunt negatiuam, per diuerſi capi, e ra
gioni contenute in eſſo voto dato a 13, di Giugno 16 o7. al Car
dinale Piatto; fu finalmente à fauor del Capitolo, e Clero Malteſe
- - - -- - decretata
LIBR O TERZO, N O TIT IA II. 34;
decretata la ſeguente deciſione, cioè. Sacra Congregatio Illuſtriſsi
morum, 3 Reuerendiſsimorum nostrorum DD. S. K, E. Cardinalium
negociis, g conſultationibus Epiſcoporum preposita,referente Alla Striſ:
simo Cardinali Plato, perpetuum silentium A piſcopo Melitensi i per
pretensi per eum ſpolis Clericorum ab intestato decedentium,imponi.
dum forè, (3 eſſe cenſuit, prout preſenti decreto imponit , ncc non dene
gandum foreg eſe petitam ab eodem Epſcopo remiſoriam, qua prete
dit immemorabilem probare conſuetudinem prout pariter preſenti decre
to denegat. Dat. Komedie 14. Iulii 16 o7.
A. Car. Gallus. Loco f Sigilli. Ant. Hortensius Secret.
· Sopra il qual decreto furono poi da Monſignor Pietro Paolo
Creſcentio allora Auditore della Camera Apoſtolica fatte ſpedire
lettere eſecutoriali, 8 oſſeruatorie, e che ne fuſſe notificato il Veſ.
couo, e qualunque altro nell'eſecutione nominando, con pena di
due mila ducati d'oro di Camera, del mandato eſecutiuo, e ſoffe
ſione à diuinis, e reſpertiuamente della ſcommunica,e d'altre ſen
tenze, e cenſure Eccleſiaſtiche a douer deſiſtere dalle moleſtie,di
ſturbi, è impedimenti dati al Capitolo,e Clero, ſopra li preteſi ſpo
gli de Cherici, che ab inteſtato moriſſero, anzi, che per l'auueni
re giamai più fuſſero moleſtati, e con mandato d'inhibitione, e cò
altre clauſule fauoreuoli, per intera oſſeruanza del ſopradetto de
creto, ſecondo lo ſtile della Corte Romana,e come più largamen
te nelle lettere del ſouradetto Auditore della Camera chiaramente
ſi ſcorge date in Roma a di V.d'Ottobre 16o7.le quali poſcia quì
in Malta a pieno ſi notificarono legitimaméte à Veſ i
couo Gargallo, e ne fù rogato altresì publico ſtrumento per
mano di Notaro Ferdinando Zarb ſotto li 2 1.e 22.di Marzo 16o7
dall'Incarnatione. - - - - ,

Doppo la Chieſa Cattedrale tiene, e gode il primo luogo la Par


rocchiale di S. Paolo, ſituata fuori le mura della Città nel Rabba
to; queſta è titolo dell'Arciprete fondata nellato della Sacra Crip
ta dell'Apoſtolo, oue anticamente era ripoſto il Sacro Vaſo dell'
acqua Battesimale e quiui ſi ſomminiſtraua quel Sacramento,alla
uale ſi ſcende dalla medeſima per alcuni ſcaglioni; la ſua feſta è
quella, che ſi celebra a 29. di Giugno, poiche il titolo della Catte
drale, è la Conuerſione di detto glorioſo Apoſtolo: il tempio è
molto antico, ma tutto fù rouinato, e fatto maggiore l'anno del
mille cinquecento ſettanta cinque, come ſi vede ſcolpito alla .
volta, che è tutta di pietra con arcate a lamia in tempo del Veſco
uo Rojas, le cui armi ſono allogate nell'arco della Tribuna ,
con vna iſcrittione quiui poſta dietro al quadro, in queſta gui-,
XX cioè
346 DELLA DE SCRITT. DI MALTA
cioè Diuo Paulo huius Inſula Tutelari, vbi viuens Christum predi
cauerat ; Martinus Rojas Templum hoc conſecrauit prid. Kal Iulii,
MDLXXV. & eſſendo Sommo Pontefice Gregorio XIII. fù per
la Dio gratia dato il compiuto fine all'opera, come ſi legge ſopra ,
la porta principale, nel di fuori intorno allo ſcudo dell'armi del
medeſimo Papa GREGORIVS XIII. PONTIFEX OPT. MAX.
MDLXXVIII. S: nel di ſotto ſi rauuiſano queſt'altre parole .
Tertius, 3 Decimus stabat Graegorius acuo. Tutto il corpo dell'
iſteſſa Chieſa, è ſituato nel foſſo dell'antica Città. Hà conti
guo dalla parte, che riſ;uarda a Tramétana il Cimiterio inſigne, e
famoſo, che participa molto della diuotione della Santa Grotta, di
In Notit.Meli cui perciò laſciò ſcritto l'Abbate Pirri. Circa Cryptam est Cemete
ten.f,587. rium ingens,in quo non ſoli Melitenſes, ſed, g permulti exteri nobiles
deuotionis cauſa ſepeliri,eòq, ſe deportari testameto demadarunt,preſer
tim,quia ibiſeſepeliri curantibus, olim data fuit Indulgentia plena
ria, qualis est Roma ſepulchro in Campo Sanéto, quocirca in eodem per
plura viſuntur Sacella. In hoc Cameterio locus est distans a Crypta
iactu ſagittae, in quo fama est praedicaſſe Sanctum Paulum, ad cuius
rei memoriam in eodem erexerunt Crucem lapideam. La qual indulgé
In M. r.hit.s, za,teſtifica il noſtro P. Manduca hauer letta nell'Archiuio Eccle
Publij c.2.
ſiaſtico, trattando di queſto Cimiterio,in tal guiſa Vt in eius Ca
meteriu m,quod ampliſsimum erat,g ad Regium Noſocomium S.Spiri
tus, Aedema; S. Franciſci protendebatur, multi nobiles exteri ſua cor
pora deferri madarent,eo quod,vt in tabulario legi Eccleſ.AMelit.huma
tis plenaria Indulg.impertiret,noſecus,ac Vaticanu Cameteria. E noi
vaggiúgiamo di più, che ſecodovn antichiſſirna traditione ſi dice,
che da queſto luogo predicando il S. Apoſtolo era aſcoltato, e ve
niua inteſo dagl'Iſolani per tutta Malta, anzi, che pure dall'Iſo
Tib. 1 I. cap. 1o, la del Gozo, come anco ce lo riferiſce il Padre Maſucci nella vi
f.635.
ta di San Paolo. Non procul verò a Sacra Spelunca cernitur hodie,
ſiupra columnamo erecta Sacra Crux,ex quo loco Apoſtolus Incolis prae
dicaſſe dicitur,audientibus etiam , qui eranº in proxima Inſula Gau
lo , gradfdem, ac baptiſnum accurrentibus, e come d'altri Santi
ſi legge, che l'iſteſſo per Diuina virtù haueſſero operato. In det
to Cimiterio cauandoſi vltimamente à caſo, vi ſi ritrouò vna ,
Caua, è Cripta ſotterranea piena d'vna quaſi infinita, 8 innume
rabile quantità d'oſſa de'morti; quiui ſi è acconcio vn'altare de
dicato à Santa Maria Maddalena, titolo, com'è traditione noti
ficataci da alcuni vecchi del Rabbato, che ſia ſtato anticamente ,
della medeſima Cripta, intorno della quale, è di ſuo circuito,
( che vogliam dire) per di dentro ſono ordinate, e diſpoſte in.
- forma
LIBR O TERZO, NOTITI A II 347
forma di cataſte le predette oſſa . .. . . . .
Hora vi ſi celebra frequentemente per l'anime de'fedeli defonti
con grandiſſima diuotione di quegl'habitanti, che vi concorrono
con molta pietà,ſi come vien paleſato il tutto dalla qui ſottopoſta
Iſcrittione,che ſi rauuiſa ſopra la porta, i i -
- - - --- - l -

D. , O, i M. , - -

Vetuſtiſsimum Chriſtianorum -

oſſuarium, . -

i Temporum iniuria olim dilapſum,


Terraq; obrutum, , ,
- - An.ſalutis MDCXL. repertum, -
ne fidelium animae a

Sacris carerent ſuffragiis,


326 the religioſum deperiret monumentum
- Pii Conciues - - - - - ,

Eruere, inſtaurareq, Cºratºere. -

In queſta Chieſa parrocchiale tutte le Domeniche dell'anno da


Predicatore approuato dall'Ordinario ſi dichiara, e ſi ſpiega il ca
techiſmo, 8 i ſaluteuoli primi rudiméti della fede Chriſtiana; fon
datione lodeuoliſſima d'Antonio Caſſia Cittadino della Notabile,
che laſciò alcuni dei ſuoi terreni perche dall'wſufrutto ſi ſommini
ſtraſſe la mercede a Predicatori, come appariſce di queſto pio lega
to, nel ſuo teſtamento ſolenne rogato per Notar Giuliano de Mu
ſcato à di 3. di Nouembre 158c. che fù poſcia aperto, e regiſtra
to negl'atti di Notar Antonio Angelo de Falſone à di 24. di No
uembre 1586. -

Et hora,che ci trouiamo cotanto vicino alla Santa grotta di S.


Paolo, richiede l'ordine, che ſi venga a diſcorrere a pieno di que
ſto benedetto luogo, ſantificato per ſpatio di tre meſi continui ci
la preſenza, non meno, che con la fragranzia di virtù di quel Vaſo
d'Elettione, 8 altresì dell'Euangeliſta S. Luca, di S. Trofimo, e de
gl'altri glorioſi, e fortunati Santi compagni di S. Paolo, non già,
ch'egli in queſta Cauerna con eſſi loro habitaſſe, com'è ſtato pen
ſiero d'alcuni, non eſſendo punto veriſimile, che i Malteſimo.
ſtratiſi allora inſieme con gl'iſteſſi Barbari,che in quei tempi ſtau
ziauano in Malra cotanto amoreuoli verſo San Paolo,e ſuoi com
f" & in particolare il nobiliſſimo,e corteſiſſimo Publio, che
aueua impetrata, e gratioſamente ottenuta la ſanità per il Pa
dre, e tanti altri per loro ſteſſi, oltre la ſalute dell'anima, gl'ha
ueſſero poſcia laſciati colà dimorare fuori della Città, mentre ,
- - - -- Xx 2 la
34s DELLA DESCRITT. DI MALTA
la Sãta Grotta veniua allora ad eſſer ſituata nella parte dell'argine
eſteriore del foſſo, come ſe maneata vi fuſſe comoda habitatione,
nella Città in quei tempi degl'habitatori Greci, Magnifica,e Famo
ſa; come habbiamo dimeſtrato nel proprio luogo. Ne meno che
colà San Paolofuſſe ſtato rattenuto prigioniere, (come altri figu
rarono) poſciachehauendo egli, il corteſe Centurione Giulio,che
lo conduceua à Roma,ſuo beneuolo, affettionato,e partiale,come
lo dimoſtrò e diede ben chiaro ad intendere nel naufragio, quan
do ſolamente per ſaluar San Paolo, probibì, ch'alcuno de prigio
nieri ſi vecideſſe, come quei maluagi ſoldati haueuano penſato
di fare, non ſi può preſumere ſi rigoroſa cuſtodia, e cotanto dura
prigione in vn Iſola; e tanto più, che negl'Atti Apoſtolici non ſi
fà di ciò veruna mentione, anzi più toſto ſi caua, ch'era laſciato
andare liberamente in fua balia con ogni franchezza, ma bensì,
che l'Apoſtolo,e Compagni ſi ſeruiſſero di queſta ſpelonca per lo
ro modeſtia, & humiltà, a guiſa di quella, che in Roma ſi ve.
nera nella Chieſa di S. Maria in Via Lata, in cui ſi ritiraual'Apo
ſtolo con San Luca, per attender alle diuotioni, non gli mancan.
do allora in detta Città molte caſe de'Chriſtiani, e com'era vſo al
Ant. Boſur in a tresì,8 ordinario coſtume in quella primitiua Chieſa de Santi, va
notir ad paſſ. S.
lerſi di ſomigliatiCripte ſotterranee per l'orationi, & altre pie fun
tioni, per le quali inſieme ſiragunauano, mentre ancora quiui vi
cino alla S. Grotta, nel luogo, oue ſi ſcorge allogata la Croce di
pietra,(ch allora veniua ad eſſer dentro la Città) faceua i ſermoni,
e le prediche al Popolo, ſecondo l'antichiſſima traditione hauuta a
-- - -

ſempre da noſtri maggiori. --


-

Fù adunque, è, e queſta Santa Cripta in ſomma veneratione,


preſſo de noſtri Malteſi, come celebre veſtigio e chiariſſimo argo
mento della venuta per noi feliciſſima in queſt'Iſola, per diuina ,
prouidenza del Santo Apoſtolo, e doue principalmente ſi operò la
ſalute dell'anime, e la conuerſione di quei primi noſtri benauué
turati Compatrioti. Ma crebbe particolarmente, e vie più la di
uotione col mezzo del ſanto zelo d'vn nobil, e pio Cittadino di
Cordoua, che ſi faceua chiamare Fr. Gio: di San Paolo, il quale »
moſſo d'ardente, 8 acceſo deſiderio di ſeruir di tutto cuore il Si
gnore, venne in queſt'Iſola circa l'anno 16 o7. e veſtito in habito
da Romito ſcalzo, e col capo ſcouerto,con buona gratia, e licen
za del Superiore,andò a dirittura ad habitare nell'iſteſſa Grotta ,
oue per alcuni anni meno vna vita con molta aſtinenza, & aſprez
za con grand'edificatione, 8 eſempio di tutta la Città. Queſti
procurò a tutto ſuo potere promouere,8 accreſcere la diuotione e
-- di quel
È IBR O TERZO, NOTITI A II. 34,
di quel Santo luogo, con farlo arricchire di doni, gratie,e priuilegi
ſpirituali di diuerſe indulgenze dalla Santa memoria di Papa Pao
lo V. che ſe anco varijdonatiui di paramenti, e fante reliquie, co
me altresì per mezzo della pietà di diuerſi Principi, di altri doni, e
di groſſe limoſine, con le quali egli l'abbelli, 8 a meraniglia, di
molte ſtatue, e figure de Santi, e con quatità di reliquie degl'iſteſ.
ſi,8 in particolare d'vn pezzetto di quelle del " San Pao
lo,che gli fù donato per ſingular fauore,dalla pietà, non merio, che
eneroſità del Sig. Duca di Mantoua in gratia del Gran Cancellie
re di Milano, ripoſta in vn braccio d'oro finiſſimo, ſi come dell'
eſtrattione, e conſegnatione poſcia fatta a Frà Giouanni, ſi paleſa ,
per la quì appreſſo poſta atteſtatione di quell'Altezza, a cui perciò
deue reſtare tutta queſt'Vniuerſità con obligatione immortale.
- Fidemfacimus. g) in verbo Principis attestamur Reliquiam San
tti Pauli Apoſtoli deſumptam ex Reliquiario Ecclesia nostra Ducalis
Sanbie Barbara huiuſce Vrbis, de qua pioxima habetur fides à nobis
tranſmiſſam fuiſſe Domino Ioanni de Sancto Paulo eqaiti Hieroſolymi
tano in gratia Domini Antonii Ferrerii Magni Cacellari status Me
diolani, e per oratorem nostrum perſonaliter illimet fuiſſe traditam in
ditta Ciuitate Mediolani. Quapropter preſentem ſubſcription enostra,
(9 sigillo muniri volumus, profirmiore veritatis robore. Fidem facio,
et atteſtor Ego Aemilius Maſchara Canonicus Ecclesia Ducalis Diue
5arbara Mantua, e Prefectus Reliquiis consistentibus in dicia Ec
clesia, qualiter die xxvt. Mensis Mais currentis anni MDCXX. in
predicta Diua Barbara Ecclesia, preſente Sereniſsimo Ferdinando Du
ce Mantuae, 3 Montis Ferrati,g de eius expreſſo mandato, 3 am
plius aſsistentibus Reuerendiſsimo Domino Gregorio Carbonello Epiſ
copo Dioceſareae, (C Abbate eiuſdem Ecclesiae, ac Perillustri Domino
Octauio Aorbiolo eiuſdem Ecclesiae Archidiacono, ſecui os brachi Di
ui Pauli Apoſtoli, quod custodiebatur in loco Reliquiarum dictae Eccle
siae ad iddestinato, illudg; ab altera maiori parte ſeparatum, quae in
Aedibus dictae Ecclesiae remansit,tradidi Sereniſsimo,tranſmittedum,
vt aſſeruit Mediolanum. In quorum fidem me ſubſcripsi, haſquè meas
ab infraſcriptis omnibus ad perpetuam rei memoriam, g in veritatis
testimonium ſubſcribendas curaui, etc. Dat. Mantuae die ultima
AAensis Iulii Anno AADCXX. FERDINANDWS DV X AA A N.
TVAE. Frater Gregorius Carbonellus Epiſcopus Diocaeſarienſ San
&tae Barbarae Abbas, oktauius Morbiolus Sanctae Barbarae Ar
chidiaconus, Aemilius Maſchara Canonicus S. Barbara Praefectus
Xeliquiis. Locus f Magni Sigilli.
Fè il medeſimo Frà Giouanni fabricare ſoura la S. Grotta vna ,
". Cappella
35 o DEL L A D E SCRITT. DI MALTA
Cappella ad honore di S. Publio, la quale hoggi dì è ſtata dal no
ſtro Signor Gran Maeſtro Principe Laſcaris ampliata, 8 ingrandi
ta con vna nuoua fabbrica, e ſagreſtia ben comoda, e particolar
mente d'vn luogo, in cui furono collocate, 8: honoreuolmente º
acconcie tutte le Sante Reliquie nelloro vaſi,oue ſono ben cuſto
dite, & aſſai meglio, che prima, poiche ſi conſeruauano in quell'
humido ambiente della Santa Grotta. E perche Frà Giouanni riſ
guardando al ſeruigio, auuanzamento, e decoro di eſſa, haueua s
hauuto fin da principio penſiero d'introdurui alcuni Preti ſecola
ri, à regolari per bene, e continuamente officiarla, fabricò quiui
vicinovna caſa con tutte le ſue officine inferiori, e di ſopra alcu
ne ſtanze, doue comodamente poteſſero habitarui, con giardi
no, orto, Se vn'altro appartamento di ſtanze per la ſua perſona ,
ottenendo a queſt'effetto due breui dal già nominato Sonno
Pontefice Paolo Quinto, con fortiſſime clauſule, e derogationi,
per via de'quali, la Santità ſua venne à ſegregare, e ſmembrare
affatto la Santa Cripta dalla Chieſa Parrocchiale in quato di quel
la fuſſe ſtata membro, e con altre fauoreuoli diſpoſitioni conter
nute in eti, breui, dati l'uno a 6. di Decemb. io io e l'altro a 1o.
di Gennaio 161 1.
Nota delle Sante Reliquie,che si custodiſcono, e diligentemente ,
si conſeruano nella Cappella di S. Publio,ſoura e -

la Sagra Cripta di S. Paolo.


Vi è primieraméte vna Croce d'ebano coperta d'argéto intaglia
to col ſuo piedeſtallo, nella quale ſirauuifa vn Chriſto d'argento
dorato con vna figura della Beata Vergine dell'iſteſſo metallo.
Queſta Croce fù donata da Papa Paolo V. in eſſa ſi mirano le in
fraſcritte reliquie. - - -

Del ſagro,e vero legno della Sá- Di S. Paolo Apoſtolo.


ta Croce. - Di S. Longino Martire. - -

Del latte di Maria Vergine. Di Santa Maria Madalena.


Di S. Pietro Apoſtolo. Di S. Babara Vergine, e Mart.
In vn'altra Croce d'oro picciola fregiata,S. arricchita con alcu
ne gioie, con il cordone teſſuto d'oro,e ſeta verde donata dall'iſteſ.
ſo Sommo Pontefice (che la ſoleua portar al collo) alla Sagra ,
Cripta l'anno 1 6 o 9. ſono le ſeguenti reliquie. - .
Del vero legno della S. Croce. Di S. Aniceto Papa, e martire.
De SS. Pietro, e Paolo Apoſtoli. De SS.Lorenzo Marte Vincezo
Vn Reliquiario dorato con vna Croce di ſopra, che racchiude
diuerſe reliquie di Santi,
Vn altro Reliquiario, oue ſono le ſeguenti.
i De' - .
L I B R O TERZO, N O TITI A II. 351

De SS. Pietro, e Paolo Apoſtoli. -

De SS.Vincenzo Lorenzo Martire, 3 Aniceto Papa,e Martire.


In diuerſe mezze ſtatue,e bracci dorati ſono le ſegueti reliquie.
Di S. Pietro Apoſtolo. Di S. Vittorino Martire.
Di S.Gio: Battiſta. DI S. Placido Martire.
Di S.Andrea Apoſtolo. Di S. Baſilio Magno. -

Di S. Bartolomeo Apoſtolo. Di S.Caterina da Siena Vergine.


Di S. Luca Euangeliſta. Di S.Abundio.
Di S. Matteo Apoſt. & Euang. Di S. Coſtantino.
Di S. Stefano Protomartire. Di S. Abondante Martire.
Di S, Lotenzo Martire. Di S. Epifanio Martire.
Di S. Agata Verg e Martire. Di S. Macano Martire. -
Della Veſte di S. Lucia Ver. e M. Di S. Somilio Martire.
Di S. Caterina Verg e Martire. Di S. Hiacinto
Di S. Cecilia Verg e Mart. Di S. Aurelio, - -

Di S. Anaſtaſia Verg e Mart, Di S. Flauio Martire.


Di S. Barbara Verg e Mart. Di S. Antoniano,
De SS.Coſmo,e Damiano Martiri Di S. Firmo Martire.
Di S.Stefano Papa e Martire. DiS, Sulpicio Martire.
Di S. Caliſto Papa,e Martire. Di S. Siluiano Martire.
Di S. Lucio Papa, e Martire, Di S. Libori Martire.
Di S. Pio Papa, e Martire. Di S. Gaudentio,
Di S. Vrbano Martire. Di S. Antonina Verg e Martire.
Di S. Antonio. , i Di S. Plautilla Verg e Martire.
Di S. Biagio Martire. Di S. Giulia.
Di S. Ciriaco Martire. Della bandiera di S. Giorgio.
Di S. Donato Martire. Delle pietre di S. Stefano.
E finalmente il pezzetto d'oſſo tolto dal braccio di San Paolo
Apoſtolo, che ſi trouain Mantoa, mandato da quel Sereniſſimo
Duca in vn braccio d'oro riccamente adornato, col piedeſtallo
guernito dl criſtalli di rocca, che lo rendono a merauiglia vago,e
bello, ou'è poſta, 8 allogata la Santa Reliquia.
E perche quinci dall'altrui mano, altroue traportar giamai non
ſi poteſſero,decretò il ſaggio,e pio Pontefice Paolo V. vna Prohibi
tione ſotto pena di Scommunica,in queſta guiſa. 4-
- PA VL VS PA PA V. -

A” perpetuam rei memoriam ; Conſeruationi Sacrarum Sancto


rum, gr Sanctarum Reliquiarum quae in Crypta Sancti Pauli
Meleuitan.nunc in Ecclesiaſorma redatta, (vt aſſeritur) aſſeruantur,
quantum cum Domino poſſumus opportunè conſulere volentes, ſuppli
cationibus dilecti filii Ioannis de Santo Paulo clerici Cordubensis, cui
è ipſam
35? DELLA DESCRITT. DI MALTA
Appariſcono in
Cancellaria regi " Cryptam nuper in adminiſtrationem conceſsimus nobis ſuper hoe
tirate fedi o at umiliterporrectis inclinati, omnibus (3 singulis quibuſeumque Perſo
teſtioni, con op
portuni breui p nis cuiuſuis status,gradus, ordinis conditionis extiterint ſecularibus,g
queffe ſante Re
liquie, ne'libri di
cuiuſnis ordinis regularibus, ſub excommunicationis late ſententi e pae
bolle a diuerſi na, ne pradićtas reliquias aut illarum aliquam paetem extra diciam
ſcritt degl'anni Cryptam extrahere quomodolibet audeant, vel preſumant, autoritate
1649. 16IQ, e
I61 I, Apostolica tenore preſentium perpetuò interdicimus, (6) prohibemus
contrariis non obstantibus quibuſeumque. Dat: Rome apud Sančium
Petrum ſub annulo Piſcatoris die 28. Martti A4 DCXI. Pontificatus
nostri.anno Sexto, S. Cobellutius. -- --- li º -

Li perdoni, gratie, & indulgenze, che ſi acquiſtano perpetua


mente nella Sagra Cripta ſono vn Teſoro inmenſo, tutte con
ceſſe dalla Santa memoria di Papa Paolo V. deuotiſſimo del no
:
ſtro Apoſtolo, con diuerſi ſuoi breui, i quali ſi conſertrano nella
Cancellaria della Sagra Religione, tutti ſotto la data in Roma, il
primo a 2. di Luglio 16 o7. d'indulgenza plenaria nelle feſtiuità
de SS. Pietro, e Paolo, e di S. Luca, e di cento giorni
in ciaſche
duno dell'anno.
Il ſecondo è di 19. di Settembre i cos. per il quale ſi concede,
vna ſolvolta Indulgéza plenaria, a Pellegrini vi itanti quel ſanto
luogo ci le ſolite circoſtaze di c6feſſione, comunione,e preghiere.
Il Terzo ſotto la medeſima data, che concede indulgenza ple
narìa, nel giorno di S. Bartolomeo Apoſtolo. . . . . . .
Il quarto è di 8. di Nouembre 1 6 o 8. d'indulgenza plenaria ,
nella feſta della Conuerſione di S. Paolo; anco per la Chieſa Par
rocchiale del Rabbato i ,-
Il quinto è di 2 5. di Gennaro 161 1. in cui ſi concede Indulgé
za plenaria nelle feſte dell'Annunciatione della B. Vergine, 8 In.
uentione della S. Croce, e che in ciaſchedun giorno di Domenica,
e di feſta nel tempo di quareſima, e nei tre giorni della Santiſſima
Paſqua di Reſurrectione ſi guadagnino tutte l'indulgenze, che ſi
acquiſtarebbono viſitando la Chieſa di S. Paolo fuori delle mura ,
di Roma ..
Il Seſto è 12. d'Aprile 1611, in virtù del quale ſi acquiſta In
dulgenza plenaria nel giorno della feſta di S. Andrea Apoſtolo.
E deſiderando il diuoto ſeruo di Dio frà Gio: di S. Paolo, non
ſolamente, cbe le coſe, ch'egli per la Santa Grotta acquiſtaua ,
à lei perpetuamente rimaneſſero; ma anco prouedere d'auuantag
gio allo ſtato, mantenimento, e gouerno di eſſa per gl'anni auue
nire, doppo compiuti i ſuoi giorni, acciò quello, che da lui con.
l'aiuto,e pietà di diuoti Chriſtiani e per ſua induſtria, ſi ritrouaua ,
- - - - operato,
L I BR O. TERZO, NO TI TI A II. 353

operato, non fuſſe da altri, ſeguita la ſua morte, diſtrutto, ma più


toſto accreſciuto, & il ſeruigio di quel benedetto, e ſanto luogo
Promoſſo ad honor di Dio, e di San Paolo, come per l'appunto
era la ſanta mente del Papa; impetrò, & ottenne dalla Santità ſua
due breui di motu proprio per il primo de'quali dato a 24.di Set
tembre 16o8.ſi prohibiſce ſtrettamente l'alienatione de'beni, pro
prietà,e ragioni della Santa Grotta, e per l'altro ſpedito a 22. De
cembre 161 o ſi ordina, e diſpuone, che per morte di frà Giouá
ni, è per ſua rinuntia, la Santa Grotta haueſſe à rimanere in per
petuo ſotto la cura, e ſollecita vigilanza dell'Eminentiſſimo Gran
Maeſtro,che per il tempo ſarà di queſta Sagra Religione, con ogni
opportuna e neceſſaria autorità. Deliberatione altrettato pia,quá
to che prudente, e ſaggia, poiche a chi ſi poteua in Malta com
mettere, che fuſſe ſtata poſcia per riuſcire queſta ſuperiorità, e ſo
praintendenza di maggior frutto,e beneficio per la Santa Grotta,
che farla reſtare raccomandata,3 appoggiata alla protettione del
Gran Maeſtro, il quale inſiememente è anco Principe del Domi
nio; è certo, che non reſtò deluſo il Santo Pontefice del buono, e
iudicioſo concetto hauuto,poiche ſubito, che ciò ſeguì ſi vidde
i" toſto arricchita divna " di cinquecento,e più ſcudi
di rendita per il ſoſtentamento di eſſa,d'vn Rettore, e di quattro
Cappellani, e cherico, con l'erettione d'vna Collegiata perſerui
gio della medeſima, come appreſſo ſi diſcorrerà più diſteſamente.
In virtù del quale 2, breue il P.Frà Gio: di S.Paolo,quidoli par
ue bene e giudicò tempo opportuno,fè intender al Sig. G. Maeſtro
allora VVignacourt il penſiero, 8 il deſiderio ch'haueua di voler
cedere l'amminiſtratione della Santa Grotta, dandoli inſieme rag
guaglio,della determinatione,e diſpoſitione, che in tal caſo haueua
fatto la Santità di noſtro Signore, come nel ſuo breue ſi rauuiſa;
Onde ilG.Maeſtro come di negotio molto importante,e graue, n6
li parue douer intraprendere la Cura del gouerno della S. Grotta
ſenza comunicatione,e parere del ſuo C6ſiglio, che però hauendo
participato a quello il negotio,fù riſoluto da quei Signori,che non
ſi doueſſe in alcun modo rifiutare l'occaſione propoſta,anzi volé
tieri abbracciarla, per renderſi conformi alla volontà del Papa ,
con decretare ſotto li 24. d'Aprile 16 17.la conchiuſione del te
nor ſeguente. Quibus benè perceptis omnes fere Domini Proceres
ipſum Venerandum Concilium celebrantes, fuerunt in voto, gº dixe
huiuſmodi Sanctae Cripte diui Pauli ceſsionem oblatamo a pre
3 li fa l'

dicto deuoto viro Ioanne Cordubensi a Sancto Paulo nuncupato,


non modo eſſe statim acceptandam, morem gerenda ( vt par est)
- - Yy optime
354 DELLA DESCRITT DI MALTA
optima voluntati, e menti santiſsimi Domininofiri srvt pocº negº
cium admodum, piamiaaim ornamentum, & decorem Magistralis Di
gnitatis manifesta cedens, verùm etiam pra cagrarias ingente quan
primum eſſereddezda ridem Sanctiſsimo Pairi, g Donna nastro,
eiq, per oratorem. Religioni, in Romana Curia residetem,Sanctiſsimos
pedes eſe humiliter deoſculando, i lorº i 2t
Diede ſubito il Gran Maeſtro VVignacourtt doppo eſſerſi ſti
pulato lo ſtrumento della ceſſione, 8 accettation e negl'at ti di Gio
uanmi Toloſſenti) gl'ordini opportuni per il buon reggimento
della Sacra Cripta, e cominciò con la ſua prudenza a penſare di
farui qualche fondatione per corriſpondere né meno alla propria
pietà, che al buono e ſanto concetto del Papa, acciò fuie Perpe
tuamente ſeruita con quella decenza, e veneratione, qual ſi con
ueniua à quel benedetto, e ſantiſſimo luogo, e pereſegurione di
ciò fè compra d'vn ſpazioſo podere nell'Iſola del Gozo, con la.
rendita, di cui in vigor del conſenſo, e permiſſione datali dal Ve
nerando Conſiglio per decreto fatto nel meſe di Febraio del 16 19.
determinò , 8 iſtituì, che nella Caſa della Sacra Cripta doueſſe
ro habitare collegialmente quattro Sacerdoti di queſto Sagro Or.
dine, con vn Cherico, e altri Miniſtri, che fuſſero neceſſarijperſer
uigio del Collegio, e che vi fuſſe deputato vh Rettore con l'auto
rità,e ſuperiorita neceſſaria,e ſotto gl'oblighi di meſſe, e d'altre fü
tioni, e peſi, e con i priuilegi, eſentioni, e diſpoſitioni più diſteſa
mente contenute nella bolla della confermatione, 8 erectione far
ta dall'iſteſſo Pontefice, e particolarmente con l'aggregatione, S.
anneſſione della Chieſa di S. Paolo a mare, che di nuouo il Grai.
Maeſtro ſudetto in honor dell'Apoſtolo hauea fatto fin da fon
damenti edificare nella Cala di S. Paolo, coranto celebre per il ſuo
naufragio, quaſi nel medeſimo luogo, oue già an ticamente era
fabbricata vin'altra picciola,ſotto l'iſteſlainuocatione,e titolo,obli
gando i Sacerdoti del Collegio à douerui andarà celebrare la San
ta Meſſa in tutte le Domeniche,e Feſte dell'anno, per commodità
anco di quelli, che cuſtodiſcono la Torre farta colà fabricare dal
medeſimo Gran Maeſtro, come altresì d'altri fedeli, che ſogliono
quiui per ordinario ritrouarſi. Volendo eſpreſſamente, che queſta
Chieſa s'intendeſſe, e fuſſe realmente membro della Santa Cripta,
e vi ſi celebraſſe ogn'anno la ſua feſta nella Domenica di Sexage
ſima,giorno in cui da Santa Chieſa ſi fa particolar memoria del
glorioſo Apoſtolo e perche cade per ordinario in quel tempo, 8.
in quei meſi, ne'quali ſi crede hauer egli corſo fortuna, e ſeguiſſe
colà il ſuo tante volte mentouato naufragio, e che finalmente e
- la Sagra
- LIBRO TERzo, N o TIf IA II 3 ss
la Sagra Cripta, Cappella di S. Publio, e la ſouradetta Chieſa di S.
Paolo a mare, col Collegio, Religioſi, e Miniſtri di eſſo, godeſſe
ro le immunità, e priuilegi della Religione, con le indulgenze, 8.
altre prerogatiue più largamente contenute, e notificate nella ,
bolla d'erettione, data in Roma apud Sanétam Mariam Maiorem
Anno Incarnationis Dominica 1 6 2 o, tertio Idus Ianuarii,e regiſtra
sta in queſta Cancellaria a 26. di Febraio dell'iſteſſo anno.
- Hora ritorniamo hoggi mai alla noſtra Città,8 alle ſue Chieſe,
le quali ſono in "
compartite in modo, che quaſi ogni quar
riero principale, ſi ritroua ſotto la protettione di alcuna di eſſe, del
º le quali la più antica doppo la Cattedrale,vi è traditione ſia quella
del Santiſimo Saluatore,ch'ha trè Tribune alla Greca; le altre ſo
no,cioè del Santo Crocefiſſo, della Beata Vergine nella ſtrada,che
ſi dice tal Muyeli cioè de Signori, la Madonna detta ta Rocca, di
S. Pietro Apoſtolo,di S.Nicolò Veſcouo, di S. Rocco contigua al
la porta Reale della Città, e finalmente quella di S. Agata di Iuſ
adronato di Laici nobili, fondata già l'anno 14 17. da Franceſco
Gatti nobile Malteſe à diuotione, e voler, ( come ſi crede) della ,
moglie, che fù vna Signora Paola de Caſtelli,originaria da quella ,
nobil famiglia Cataneſe, ſcorgendoſi hoggi nella facciata della
“Chieſa l'armede Gatti con quelle de Caſtelli, e foura la porta vn,
-Elefante,Impreſa & Inſegna di quella Nobiliſſe Clariſſ Città,che ſi
pregia d'hauer non meno per Cittadina, che Padrona la glorioſa
S. Agata, con vna iſcrittione di lettere Gotiche di queſto tenore.
- Delius : Antistes.: gradibus comple- s - i
- uerat : Orbes i Mille dies: quando :
i i Centum: quater: atque: decena º
- r . Cum : ſeptem : Cancer: Febum : con- ,
tinet: ardens : i Tum: ve: miles:
- Gatti: Franciſcus : strenuuss -
i ille i fundamenta: leuat:
º e Agate: trans : ethera: Sanéte º
- i Euui nella Notabile vn Monaſtero di Monache Benedittine º
ſotto titolo di S. Pietro; viuono quiui intorno a cinquanta Re
digioſe,ch'hanno incirca a ſcudi mille ducento di rendita.
- E perche ritrouiamo, che in queſta Città si ſia ſtato vino Spe
-
dale nominato di S. Pietro, come appare dal teſtamento di Donna
» - - - - - - v. - 1 r - -

“Margherita Aragona, vedoua moglie già d'Antonio Pellegrino,


&D

(che lo fece l'anno 141 8. in cui viene aſſegnato per confine di


certa ſua bottega,ſi puolcógetturare che queſto ſpedale métre nel
“Rabbato ve n'eravn'altro,fuſſe ſtato poſcia c5uertito in Monaſtero
» . - - - - i Yy 2 conſeruando
356 D EL L A D E SCR I TT. DI MALTA
conſeruando, e ritenendo fin hoggi il titolo di S. Pietro.
Hebbe ancora la Città vn'altro Monaſtero di Monache pari
mente dell'Ordine di S. Benedetto, ſotto l'inuocatione di S. Scola
ſtica, il quale a differenza del primo era chiamato l'Abbadia nuo
ua; fù queſto eretto, e fondato intorno agl'anni 1495. in tem
po del Veſcouo Iaimo Valguarnera, l'arme di cui ſi rauuiſa fin
hoggi sù la porta della Chieſa, che fù dell'iſteſſo Monaſtero, con .
lettere intorno, che dicono Depoſuit Potentes de ſede; è ſtato poi nel
Veſcouado di Monſignor Gargallo trasferito ( benche vi ſi oppo
neſſe tutta la Cirtà) nella Vittorioſa in quello, che già vi haucu no
le Monache di S. Orſola di queſto Sagro habito, prima che fulcro
ſtate traportate nella Valletta. -

(
MO E L L E D I G N I TA, B E N E F V C 1 , E CAI IESE,
ch'anticamente erano di Padronato Regio, hoggi de'
Gran Maestro come Principe dell'Iſola.
NoTITI A TERzA.
-
-

- - L Decanato, vna delle Dignità della Chieſa Cattedrale, come


di ſopra ſi è diſcorſo, n'è proueduto al preſente il Dottor, e
Comédatore Frà D. Antonino l'étremoli del Gozo,a preſentatio
ne del Sig. G. Maeſtro Principe, egli ne fù fatta collatione dal S6
.mo Pontefice Vrbano Ottauo come così preſentato, e con diſpé
ſatione per non eſſere Sacerdote ſecolare, ma regolare di queſta -
Sagra Religione. e . ::: :: :

La Cappella di Caſtello a mare, hoggi nominato S. Angelo, fù


conceſſa dalla Reina Bianca in perſona di Ruggieri Sagona Ca
nonico Malteſe l'anno 14 e 9. come n'appare prouiſione data in
Catania a 3. di Marzo della terza Indittione, ,
Il Beneficio di S. Maria Annunciata della Saccaia nel Gozo di
- Iuſpadronato, eretto da D.Sibilla d'Aragona, come ſi legge in vna
;": i prouiſione del Rè Martino, qui appreſſo citata; fu donato i n
". " no 7, dal Rè Federico, ritrouandoſi in queſt'iſola a 12,di No
fizi ” uembre al Sacerdote Bartolomeo Axac Malteſe,famigliare,c regio
Cappellano,eſſendo vacante per morte di Pietro Barba, 8 in vn.
altra prouiſione, che fa l'iſteſſo Rè ſtando in Mellina a 1 r. di Nb
nella Regia , uembre della 12, Indittione à fauor del medeſimo Bartolomeo, è
cancellari, il Tomeo,ordina al Secreto del Gozo a darli ( doppo preſo il poſſeſſo)
del 1369 f 144. ogn'anno certo danaio, 8 altre coſe, ſolite darſi a ſuo Predeceſſo
rida quella Regia Secretia. E dal R è Martino con ſue lettere date
- -- - -
-s
i - in Siracuſa
L IBRO T E Rzo, NO TITI A III. 357
in Siracuſa a 15. d'Ottobre 7. Inditrione 1398. fù queſto benefi fol.Lib.155.delnella
I393.
,
cio conceſſo al Sacerdote Sagona Malteſe, e quiuisafferma chia Regia Cancell.
ramente eſſerne ſtata fondatrice, e dotatrice la ſopradetta Donna
Sibilla, ſoggiungendoſi, che è lei,eſſendo morta ſenza heredi,era
ſucceduta la Regia Corte, e ſuo Real Padronato. In oltre il pre
detto beneficio della Saccaia come vacante in tempo del Rè Don
Giouanni fù dato dal Vicerè Don Lope Ximen d'Vrrea al Cheri
co Girolamo Faraone, come ſi paleſa per ſue lettere date in Paler
mo à 1 o Decembre 6. Inditrione 1472. e nell'anno 15 o 1.per eſ
ſere ſtato preſo da Mori il Sacerdote Pietro de Benjamin, che lo
poſſedeua, ne fù dal Vicerè Acuſia proueduto Aluaro de Caſtella
Sacerdote,e fatto anco queſto ſchiauo,vien perciò dato dal Vicerè
la Nuza ad vn certo Don Pino a 2. di Settembre 15 o 7. Ritorna
to intanto in libertà il Caſtella,li fù reſtituito dal Vicere Moncada
à 4. di Giugno 1 5 1 1. doppo il quale fù conferito a preſentatione
del Gran Maeſtro Homedes in perſona di D. Pietro Burlò, & indi
ogni volta, che è vacato, è ſtato ſucceſſiuamente proueduto è -- -

nominatione de'Signori Gran Maeſtri, 3 hoggi lo poſſiede il Dot


tor D. Nicolò Mangione Sacerdote Malteſe, preſentato dall'Emi
nentiſſimo Signor Gran Maeſtro Principe, e ne fù canonicamente
iſtituito dal Vicario Generale di Monſignor Veſcouo nell'anno
I 644. - - - - - -

Il Beneficio intitolatotà Biraadelé,ò ſia Odelen nel Gozo,come 'Bitaadelem vie


chiamaro nella
di Iuſpadronato Regio vacante per morte di Don Pietro Tillirixi, Regia Cancel
fù conceſſo dal Vicerè Acuſia à Don Vgolino Mänixi Gozitano, laria al lib. del
1488. fol 5o I.
in vigor di ſue lettere, date in Palermo a 17. di Luglio 7. Inditt. ou'è registrata ,
1489. Di preſente lo poſſiede D.Antonio Toloſſenti Cantore del la prouſione, di
cui l'Autore ha
la Cattedrale,il quale però fu nominato da Giurati di quell'Iſola , copia autentica,
benche nel Ca
che hoggi ſi ritrouano in tal poſſeſſo, ſtimando noi il titolo tà pibret io ſia ſcrit
Odelen ( ch'è ſtato quì vſato) eſſer il medeſimo, che l'altro tà Bi to Betheiam

taadelem;& ambidue divn iſteſſo Beneficio.


Tiene il medeſimo, (come quello, ch'è ſucceduto ne'beni dell
nobil famiglia de'Perolli in queſt'Iſola, e nel Iuſpadronato, ch'ha
ueua nel Beneficio chiamato ta Pixir, o Piſcir, ouero tal Prolli, la
preſentatione ad eſſo beneficio poſto in Malta nella contrada tal
Baccari; hà vn altra chiuſa in contrada della Marſa,ò ta Rabbàt,
ò vero tal Foſſi,non lungi dalla Terra Cormi,neminata el Hamria,
lo poſſiede il Cherico Ignatio lo Bono, che ne fù preſentato vlti
mamente dall'Eminentiſſimo G. Maeſtro Principe l'anno 1644.
Nel Beneficio denominato delli Bernardi, è ſia di Caci, è tal
Kerri in contrada di Caſal Chideri. Il Gran Maeſtro come Prin
- - - - cipe
358 DELLA DE SCRITT. DI MALTA
cipe parimente è in poſſeſſo del Iuſpreſentandi inſieme con Mon
ſignor Inquiſitore di Malta, ſucceſſori nei beni di Matteo Falſo
ne herede per mezzo d'altre perſone del fondatore, Se il Con
uento di S. Domenico della Notabile, come herede di Frà Vincó
zo chiamato dell'Epiſcopo, è altri laici. Ma le voci dei tre primi
ſono le maggiori,hoggi lo poſſiede(eſſendo nella guiſa come di ſo
pra preſentato)Don Domenico Leuantino Cappellano del Mona
ſtero delle Repentite Sacerdote Malteſe, appare la preſentatione
del Gran Maeſtro negl'atti di queſta Cancellaria.
E finalmente al Gran Maeſtro come Principe di queſt'Iſola ap
partiene il Iuſpadronato del Beneficio nominato ta Rihan nel Go
zo in contrada tal Cala,conſiſtente in terre, acque, fonti, è altre
ragioni à quello ſpettanti, confinato da Leuate collido del mare,
da mezzo di S. altri lati con ſpatij, e campi publici; è obligato il
beneficiato di celebrare vna meſſa nellunedì di qualſiuoglia ſetti
Pirrus in Notit.
Aeliten. f. 619.
mana nella Chieſa Matrice. Era anticamente di Regio padronato.
Per tale viene riconoſciuto nella viſita di Monſignor Veſcouo Cu
belles fatta nel 1545. fr. li benefici del Gozo, e fù conferito da D.
Gonſaluo Canciur Vicario Generale nella Sede vacante à di 4.
Marzo 14. Indit.1 52 5. a D. Nicolò Caſtillitta,ch al tempo di der
ta viſita lo poſſedeua inſieme con la Chieſa Parrocchiale Matrice
di quell'Iſola,e có altri benefici,fattane prima la preſentatione dal
neinº atrof. Vicere di Sicilia è 8. di Gennaio di dettanno, come vacante per
cio di Protono
f ti reſignatione di Don Angelo Rigano Canonico di Malta.
179 - -- - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
- - - - D E L L E C A I E S AZ PARROCCHIALI DI TVTTA
-
-
la Diocesi di AAalta, e dell'erettione, e fondatione loro.
- - - -
-

--- -

-- - - i :
- --
:
- -
:
i i - . -
.

iTITI A Q VA RTA.
- -
l .
. . . .

Acciati i Saraceni dall'Iſola nella guiſa, che di ſopra nel ſuo


i - proprio luogo s'è fatta mentione, e non vi eſſendo in eſſa ri
maſti molti habitatori,vna ſolamente era in quei tempi la Parroc
chia di Malta, cioè l'iſteſſa Chieſà Cattedrale,oltre quella, che có
i prendeua il Caſtello a mare, e ſuo Borgo. Quindi tuttauia molti
plicando, e creſcendo, vie più i Popoli per la campagna, furono al
Rettore aggiunti, e deſtinati alcuni altri,i quali da lui erano man
dati in diuerſi luoghi dell'Iſola, ad amminiſtrare la cura Parroc
chiale, ma riuſcendo a queſti di molto diſaggio,e d'incommodi a
grandiſſima, non che d'aſſai fatica l'andar, e ritornare alla Matri
ce nella Città, come Parimente vedemmo noi ſteiii Pratticare nell'
-- -
a - -- ſe la
LAIB RAO TE RIZO, NOTITI A IV. 359

Violard Etriza, quando vi capitaſſimo , ritornando dalla Corte di


Spagba " ſi fondarono con pari diſcretione, che pru
denza,e ſi ereſſero altre dieci Chieſe Parrocchiali,S: a ciaſcheduna
“fù aſſegnata certa Parrocchia per conceſſione non meno che per
allegerimento della Cattedrale, riferuandoſi ſolamente che di ntia
sui Rettori, 8 i ſudceſſorifufſero tenuti ogni anno a conferirſi, alla
Cattedrale in quattro feſte ſolenni, 8 a celebrarui due Meſſe per
ogni meſe come ſi cara da via copia di diariſione,ò riſpoſta,(che
debba dirſi,)data da Roma al Veſcouo di Malta,ſommamente do
lendoſi, che hauendoli Rettori da tempo immemorabile ſodisfatti,
Scadempiti i ſudetti oblighi, ſdegnaſſero perituſaſſero allora di
ſoffrir quel peſo fionde era ſtato così riſoluta Congregatioèenſuit
ſcrikendum ad Epiſcopum, quod si ai conster in eretione dicturum Par
rocchialium pnui fuſi earum Wrioribus impositumgillos cogaradhu
iuſinadionus ſubeundum. Dal qual peſo furono finalmente ſdoſla
ti, eidel tutto ſgranati nell'anno i 57 ya dal Viſitator Apoſtolico
Monſignor Duſiha. In cotal guiſa dunque hebbero prºntipio le
prime dieci l'arrocchie dell'Ilola, doppola Cattedrale, e l'altra del
Caſtello e ſuo Borgo,le quali per la ſcrittura poſta nella Cronolo
gia de Veſconi ſotto il Veſcouo noſtro Senatore, ouefogo eſpreſ
ſamepe afrolati tutti i benefici di Malta di quel tempo, ſenza quel
li del Gozo, appaiono molto ben chiaro ſotto nome di Cappella,
eſſere ſtate le ſottoſcritte,ch appreſſo, con la douuta diſtintione,da
noi ſaranno poſte ai i -e otiti i
Ma prima d'annouerarle deueſ auuercire,che ſe bene in detta ,
ſcrittura ſi ſcorgono notate la Cappella di S. Paolo, nel Rabbato
della Città, e l'altra del Borgo ſotto titolo di S. Lorenzo; queſtº né
vanno compreſe fra le dieci perche la prima del Rabbato non de
termina, ne meno coſtituiſce Parrocchia da per ſe, ma è ſtata .
ſempre ſtimata vna ſteſſa Scimmedeſimata, (per vſar queſto ter
mine di ſcuola più ſignificante) ci quella della Cattedrale Quin
di è che nelle proceſſioni ritrouandoſi la Croce di eſſa Cattedrale,
queſta del Rabbato non inalza altra Croce particolare, eſſendo l'
Arciprete (anticamente chiamato Cappellano maggiore) Cura
to,e Rettore d'ambedue le Chieſe, chiaro, 8 euidentitlimo argo
mento della verità, èhe ftiamo dicendo. La ſeconda poi del Bor
go (hogginomato Città Vittorioſa per l'inſigne e memorabil Vit
toria ch'hebbe dei Turchi, come di ſopra ſi è detto,) che gode il
primato,dopò la Cattedrale,fra tutte le Chieſe Parrocchiali di Mala
ta,neanco dcue cantarſi per vina di quelle dieci erette appreſſo, to
ne fondata, è iſtituita molto tem po prima, per ſerurgio del Ca
il.i...) ſtello
sco DELLA DESCRITT. DI MALTA
ſtello, e ſuo Borgo ſempre habitato, e del continuo frequentato,
anco da molti foreſtieri per cagion del Porto,e cómercio,né paré
do punto veriſimile, che ſeguita l'eſpulſione de Saraceni rimaneſ
ſe per ualche tempo queſto luogo, Se il Caſtello, ch'era molto
più habitato allora di quello, che non è al preſente, ſenza proprio
Parrocchiano,e che quiui per iſpatio d'otto miglia dalla Città, ſi fuſ
ſe douuto aſpettare, che da quel Rettore,ò altro in ſuo nome, ve
niſſe eſercitata l'amminiſtratione de Santi Sacramenti, e la cura ,
altresì di quell'anime. Venendo di più queſt'opinione ad eſſer più
ben fondata, e comprouata da vna concludente ragione, ce è che
i quando è gl'altri Parrocchiani de'Caſali ſouraſtaual'obligo di do
uer aſſiſtere al ſeruigio della Cattedrale in quelle quattro ſolenni
tà dell'anno, e di i" ogni meſe due volte, non appare, che
il Parrocchiano di S. Lorenzo fuſſe tenuto a queſto peſo, ma ſo
lamente i Rettori de Caſali, le Parrocchie de quali ſi trouauano
eſſere ſtate doppo erette con tal incarco, e ſoggettione; ſi che re
iſtano per l'applito l'altre Cappelle in numero di dieci deſcritte in
quel Catalogo del 1436, dalle quali toltene due, che hoggi ſono
del tutto eſtinte, cioè vina della Mellecha ſotto titolo della Beata ,
Vergine, e ſua felice naſcita, e l'altra di Santa Domenica, che fù
già nel Caſal Tartarni,non lungi dal Boſchetto e di cui per pruo
aua negl'atti della Corte Veſcouale sappaleſa eſſere ſtata prouedu
ta nell'anno 1536. come tuttaliia eſiſtente, in vn D. Pietro Zam
mit, reſtano le otto come principali Matrici delle Terre groſſe,e de'
Caſali ad alcune di eſſe anneti,e congiunti, i titoli de quali, con l'
drdine della precedenza, che ſe li deue ſono nelle Chieſe ſeguenti.
La " Naſcita della B. Vergine del Nalciaro.
S. Elena di Bircarcara a vicenda precedono. Si alternatiuaméte.
Aſſuntione della B. Vergine in Birmifiuh,ò ſia Gudia.
S. Giorgio Martire del Curmi, e frà queſte due soſſerua pure º
l'alternatiua, e vicendeuolezza.
S. Catarina di Biskallin nel Zeytun. . . . . .
i S. Catarina del Zorrico. . .
- S. Nicolò Veſcouo nel Siggeo.
S. Filippo d'Argiriò nel Zebugi. -

E douendo noi queſte, con tutte l'altre deſcritiere ſecondo l'or


dine delle loro fondationi, & erettioni, ſenza però alcun pregiudi
tio di quelle, che ſono di pari antianità, e che per tanto hanno l'al
ternatiua, habbiamo giudicato bene annouerare nel primo luogo
la Parrocchia della Cattedrale con alcune ſingularità, e certe par
ticolari notitie di ciaſcheduna. i

Chieſa
LIBR o T E Rzo, NO RITI A IV, se i
- Chieſa Cattedrale di S. Paolo primaria, é vniuerſaliMatrice di
tutta la Dioceſi Meliuetana. A queſta vien congiunta, 8 anneſſa ,
quella di S. Paolo fuori della Città nel Rabbato,vicina anzi conti
gua alla Sagra Cripta. Sono le due amminiſtrate da vniſteſſo Par
rocchiano con titolo di Arciprete Canonico,ò è vno delle Digni
tà capitolari, alla medeſima ſi ſcorge anco,vnita xn'altra Chieſa»
dell'Aſſuntione de Caſalotti Dingli,e Tartarni. Il titolo della Gat
tedrale è la Conuerſione di S.Paolo, di quella del Rabbato la feſta,
del ſuo glorioſo martirio.Sono ſottopoſte a queſta Parrocchia nella s es - .
–ssa º
Città, Rabbato,e luoghi del ſuo Territorio, in tutto 43.Chieſe. -. .. v
,
.
San Lorenzo della Città Vittorioſa,nomata il Borgo anticamé - a
te ſotto il Caſtello; a queſta Parrocchia erano anneſſe, 8 vnite o
le Chieſe della Birmula, e della Senglea detta altrimente l'Iſola, le
quali dipoi furono iſtituite curate; nella medeſima di S. Lorenzo,
deſtinò, e collocò la Sacra Religione Gieroſolimitana la ſua mag
ior Chieſa Conuentuale l'anno 153o e ſe ne ſeruì fino al Magie
iterio di Frà Pietro di Monte, che traportà il Comuento alla Città
"Valletta, nel qual tempo il Parrocchiano di S. Lorenzo ammini,
iſtraua, & eſſercitata la ſua cura nella Chieſa dell'Annitiata de'Pa
dri Domenicani e bench'egli haueſſe Poſcia ricuſato di far ritornò
-

alla ſua, contro di quello ch'era ſtato prima tra di loro cicordato,
ſeguitane anco l'approuatione del Sommº ontefice: Monſignor
Duſina Viſitator Apoſtolico inteſe le parti decretò, che Don An
tonio Vaſſallo allora Curato doueſſe andar alla ſua Chieſa,e laſciar
libera à i Padri la loro. Nei limiti di queſta Parrocchia, e ſuo di
ſtretto ſi rauuiſano due Conuenti del Regolari, vino de ſouradetti
Padri Domenicani, fondato circa l'anno 15 17 con inſigne,e mol
to riguardeuole Chieſa,adorna di molte Cappelle, e fondationi di
quei principali Cittadini, ſeruita con molto decoro,e cò l'iſtitutio
ne di due Confraternità di Laici, cioè a dire della B.Vergine della .
Candelora, eretta anticamente nel Caſtel S. Angelo, e del Santiſſ. Apparet in
Actis Nico ai d'
Roſario, l'altro Conuento è de'Padri Carmelitani fabricato con li Agathe ſub die
moſine, e fondationi della gente delle galere l'anno 161 . In que 5.ºeb.1544:fol.
273.
ſto luogo hebbe la Sagra Religione vna Chieſa Curata ſotto titolo
. di S. Antonio Abbate, il cui antichiſſimo quadro portato da Ror
di,có quello di S.Antonio da Padoa a lui cogiúto,fù poſcia trapor
tato alla Valletta nella Chieſa della Vittoria inſieme con l'eſſercitio
Parrocchiale,oue ſi continua ſotto la giuriſditrione della medeſir
ma Religione; & i fedeli del Rito Greco n'haueuano tre ſotto le ,
inuocationi di Santa Maria di Damaſchini, San Giorgio, e San
Nicolò Veſcouo, nelle quali il Viſitator Apoſtolico per cuicar
Zz confuſioni
se , DELLA DESCRITT. DI MALTA
confuſioni, e diſordini, aſſegnò è ciaſcheduna certi limiti e riſtret
ti con determinato numero di famiglie, è caſe, cioè alla prima ne
deſtinò trenta quattro. Alla ſeconda vent'vna, & alla terza di
ciannoue,le q uali fin da Rodi ſeguirono fedeliſiime queſta Sagra,
e non mai a baſtanza lodata Religione. Et eſſendone di eſſe man
cate molte sq uelle poche rimaſte, ſi trouano hoggi diuiſe in due
Parrocchie, l'Vna, che reſta nella Vittorioſa ſottotitolo di Santa ,
Maria Damaſchini e l'altra nella Valletta, ſotto l'iſteſa inuocatio
Dalla viſita di
º on/gºor Du
ne. Nella terza Chieſa ſi conferuaua già la mano di S. Theoctistes
ſia a fatta nella Vergine, da Paro Iſola, portata da Rodi dalla pietà di Nicolò Pro
Pittorioſa. cathumenos nobile Rodioto nel 153o.hoggi ſi cuſtodiſce in S.Ni
colò della Valletta.Le Chieſe poi che ſono ſoggette alla Parrocchia
di S. Lorenzo, compreſe,le campeſtri ſaranno intorno a quindeci.
Chieſa Parrocchiale di Bircarcara, ſot to l'inuocatione di Santa
Blena Reina antico titelo di eſſa , benche per qualche tempo fuſº
ſe ſtato mutato in quello dell'Aſſuntione della Beata Vergine A
queſta " anticamente anneſſi e congiunti i Caſali Ae
tard, Lia, Balſano, Bordi, e Manna , hoggi vi rimane ſolo Bal
“ſano. E perche ella è ſtata da Papa Vrbano Ottauo à petitione del
Dottor Don Filippo Burgio Rettore della medeſima, eretta in Col
legiata, con vna prepoſitura principale vnica Dignità, e dodici
Canonicati, 8: vi perpetuo Vieario per eſercitar la cura d'ani
me, e l'altre funtioni parrocchiali, con aſſegnatione fatta da Don
Filippo, di ſettecento, e venti ſetidi di rendita annuale per do
te della Prepoſitura, e prebende de Canonici, con molte preroga
tiue, & honori, e particolarmente di poter il Prepoſito, e Cano
nici vſar la Cappa Violacea foderara nell'eſtate d'ormeſino roſſo,
e nell'inuerno di pelli bianchi ſoura il Rocchetto, fù nell'erettio
ne, e bolla Pontificia diſpoſto, che vacando la Prepoſitura appar
teneſſe la prouiſione alla Sede Apoſtolica, e l'elettione de Canoni
ci al Capitolo della Collegiata, riſeruata però l'iſtitutione all'
Eminentiſſimo Gran Maeſtro di queſta Sagra Religione. Che il
Prepoſitore Canonici debbano eſſere di lodeuoli coſtumi, e di ſuf.
ficiente letteratura fino al quarto grado de parenti di Don Filip
po ſe ve ne ſaranno, quando che no,d'altri della famiglia Burgio,
oriundi ſolaméte dalla Terra Bircarcara; & in difetto di queſti,d'al
cri dell'iſteſſo luogo,e ſe non ve ne fuſlero quiui idonei, e come ſo
pra qualificati, che l'elettione ſi faccia ſolamente di ſoggetti della ,
Dioceſi Meliuetana veri Malteſi, e non per priuilegio di Padre ,
e Madre originarij, & oriundi da Malta, in eſſa nati, battezzati, e
procreati da legittimo matrimonio. E che finalmente la collatio
- , a > . v Ilc,
LIBR o TE Rzo, NoTITIA IV. 38;
ne, è total diſpoſitione della Vicaria,per eſercitio della cura d'ani
me precedendo il concorſo, ſecondo la forma del Sa gro Concilio
di Trento, appartenghial Veſcouo di Malta Ordinario, e come più
largamente appariſce nella bolla ſpedita in Romà Non. Decemviris
163 o, ab Incarnatione, e ne ſtatuti della medeſima Collegiata,
confirmati da quel Pontefice per ſuo breue,dato in Roma a 24 di
Settembre 1631. Nel reſto la fudetta Chieſà,ch'è vna delle vaghe,
rigguardeuoli, e grandi dell'Iſola, ſi troua fornita d'ogni neceſſa
ria ſupellettile cccleſiaſtica, d'organo , e di rendita in beni ſtabili,
de quali ſempre per l'adietro ha goduto il Rettore, con gl'altri in
reiſi,S: emolumenti, che frutta la cura Parrocchiale. Le Chieſe,
e Cappelle,che ſi trouauano ſoggette a queſta Matrice, compreſe
quelle delle Ville, e della Campagna in tempo, che a lei erano ag
gregati, 8 anneſſi li ſudetti cinque Caſali, come habbiamo letto,
e riconoſciuto nella viſita di Monſignor Duſina,ſagliono al nume
ro di quaranta in circa, ſenza le diſtrutte, 8 altre che ſono ſtate º
profanate per le ordinationi delle viſitegenerali. i ) :
Chieſa ſotto titolo della Naſcita feliciſſima della Beata Vergine,
Parrocchiale della Terra Naſciàr, hoggi compiutamente fabrica
ta alla moderna,grande, e magnifica già Matrice dei Caſali Gre
gorio, e Moſta. E ſeruita con aſſai buono, e ſifficiente numero
di Sacerdoti, e Cherici, 8 è vna delle ricche, 8 vili cure dell'Ifo
la; poiche frutta al ſuo Rettore non men di quattrocento ſcudi di
rendita in primitie, prouenti di beni ſtabili, e altri emolumenti,
hauendo ſotto la di lei cura in gran parte Maſſari molto commodi.
Prima, che ſeguiſſe la ſeparatione, e lo ſmembramento deſidetti
due Caſali, conteneua in tutto il ſuo diſtretto fino al numero di
venti otto Chieſe. Hà conteſo queſta Matrice, con quella di Birº
carcara, la precedenza però al preſente ſaggia e prudentemente,
fra di loro soſſerua a vicenda l'alternatiua, con la quale ſi ſono ſo
pite le gare, ſcandali,e le pericoloſe differenze, che ſouente ſucce
deuano nelle publiche proceſſioni, 8 in altri atti eccleſiaſtici fra l'
vno,e l'altro popolo, con non poca
canza del ſerugio diuin i o
merauiglia
i
delle
e
genti, e man
. . . .
Chieſa di San Giorgio Martire Parrocchiale della Terra Cormi,
ſi rauuiſa ſimilmente anch'ella ſpatioſa, e grande, con vn bel
Campanile, e vien officiata dai copia contieneuele di Sacerdo
ti, come d'auantaggio d'altri miniſtri eccleſiaſtici, ne meno le
II, ill caor gano, e diuerſità di va º hi paramenti, 8: vtenſili per vſo

compiuto della medeſima, Nella ſagreſtia ſi conſerua per argo


- Z2 2 - mento è
-
- -
3e4 DEL L A D E SCRITT. DI MALTA
mento, e contraſegno della ſua antichità vn quadro alla Greca ,
pittura ſopra rauola, e nella fabrica antica ſi ſcorgeua la ſeguente
iſcrittione. -, -- -

McCCCLVI. X. die Mensis Septembris . Hoe Maramma


........... tempore mei Donni Gili Lombardi eiuſdem Ecclesiae
Cappellani, Procuratores, verò ſuper Marammate praedicto fuerunt
AMattheus Caſar, 3 Petrus Camilleri, in lettere Goriche; ſommi
niſtra di rendita in beni ſtabili, primitie, e prouenti parrocchiali
ſcudi quattrocento, le Chieſe e Cappelle a lei ſoggette nel ſuo ter
ritorio ſono circa dieci. - e
Chieſa dell'Aſsùtione di Maria Vergine in Birmiftuh della Gu
dia, Dagl'habitatori di quel luogo,e dei Caſali per l'addietro à lui
congiunti, 8 annelli, cioè a dire Luca, Tarſcien, Farruge, Mica
bibe,Safi,e Kircop,fù fatta edificare per più bell'agio,e commodità
di tutti, fuori dell'habitato nel luogo nomato Birmiftuch, cioè
pozzo aperto; più preſſo però alla Gudia, che ad alcuno degl'al
tri Caſali: ſi ſcorge quiu vna ben comoda caſa contigua, per re
ſidenza del Parrochiano. Nel Territorio di queſta Matrice ſono
allogate le prebende di quattro Canonicati, cioè Rihania, Bire
Taiiil, Bir e Sighir , Ta Vagna, i poderi deq uali abbracciano po
co men di ottanta ſalmate di terreno. Vi ſono oltre à ciò alcu
ne terre del Veſcouado, come anco di diuerſi Benefici, e d'altre a
Chieſe, in modo, che la maggior parte di quello, per non dir qua
ſi tutto poſſeggono,e godono gl Eccleſiaſtici; hoggi ſolo rimane
ſotto la cura di Birmiftuh il picciolo Caſale Farrugi, la cui Ghieſa
tiene per titolo,e ſua inuocatione la Naſcita benauuenturata della
Beata Vergine Maria noſtra Signora. Tutte le Chieſe poſcia, che ſi
ſcorgono nel diſtretto di quelta Matrice, e de Caſali a lei antica
mente ſoggetti, ſono poco men di cinquanta, e fra queſte, vina è
quella della Santiſima Madonna di Loreto, aſſai frequentata da
fedeli. Di lei è ſtato molto diuoto, e benemerito il Prier d'Al
iernia Morinès di cui ſi vede l'effigie fin boggi nel quadro dell'Al
tar maggiore e; ha contigua yna comoda loggetta con caſa -
er il Sacreſtano. Nel Cimiterio vi ſi vagheggiavn belliſſimo al
ſi ben grande, che ci addita l'antichità di quel Sagro
luogo a - - - -

Chieſa di S. Catarina della Terra BisKallin. La di lei preceden


te vecchia fabrica appare eſſere ſtata fatta in tempo del Veſcouo
Paolo di Caualleria, poiche nella Cuppola ſi legge ua la ſeguente
memoria Hoc opus fieri fecerunt Venerabilis Czullus digiu Baldu,gr
A onorabiles Paulus Dalli,et Iacobus Bonnici P ocuratores S.Cathari e
do
LIBR O TER Z O, N,OTITI A IV. 365

de zeytun MCCCCLXXXXII, Vltimo Februarii X, Endiciionisi


Coſtando, che la morte del detto Veſcouo ſeguiſſe doppo il meſea
ſudetto dell'iſteſſo anno. Queſta Chieſa è ſituata quaſi nel mezzo
fra Biskallin, & il Caſale Bisbut in diſtanza di mezzo miglio per
parte. Quiui la detta Matrice che grande, e " molto po
polo, fù fatta fabricare per comodità de Parrogchiani eſſendo ſtati
per l'adietro ad eſſa ancovniti, oltre quello di Bisbut, i Caſali di
Gioan, Afciac, e Zabbar, Però il Santiſſimo Sacramento dell'Eur
chariſtia in tempo della viſita di Monſignor Duſina l'anno i 573
pare, che ſi cuſtodiſſes & amminiſtraſſe dentro l'iſteſſa Terra, ina
vna Chieſa dedicata all'Aſſuntione della B. Vergine (commodiari
vſus gratia)come ſi dice nella predetta viſita,S: in quella del Veſco,
uo Cagliarès fatta nel 1615 ſi ſoggiunge, che per maggior ſicu
rezza della cuſtodia del Satiſſimo e per ſchiuaril pericolo in quali
che ſcorreria, ò inuaſione de'Corſali,a che veniua ſoggetto, to eſ,
poſto,ſe colà nella Parrocchia fuori dell'habitato ſi fuſſe conſeruas,
to; e perciò l'Apoſtolico Viſitatore parendoli bene douerſi trasfe
sire la Chieſa Parrocchiale in queſta di Santa Maria,olio nell'iſteſſa
Terra meglio, e più comodamente ſi ſarebbono potuti conferiº
re, &amminiſtrare i Sacramenti è tutto quel Popolo, che nella a
Chieſa di Santa Caterina, traportò da queſta in quella per decreto
particolare l'obligatione della cura Parrocchiale, ma ciò riasillsbº
be effetto, hauendo appellato, e richiamato quei di Gaſal Bisbuti
pretendendo di reſtar grandemente pregiudicati, mentre la Chie:
ſa Parrocchiale poſta fra i confini, quaſi vgualmente del vino, e
l'altro luogo,ſi veniua totalmente a deſtinare, 8 allogare in quello.
di Biskallin,onde eſſendoſi inſorta e di repente nata fra entrambi
quei due Popoli vin oſtinata e pericoloſa conteſasshebbe per bene
da S uperiori ordinare, e certo con molta prudenza, ; che ſopra di
ciò non ſi faceſſe altra mutatione, o nouità, nel decreto fatto da
Monſignor Duſina ſi dicea farſi queltramiitameto ſenza deroga
tione, e pregiudicio del priuilegio, ch'haueuano gli uomini del
Caſale di Santa Caterina di poterſigli far livfficio nella medeſima
Chieſa il giorno della ſeria quarta delle Generi, e nella Domenica
delle palme, e parimente circa l'andarui ogn'anno proceſſional
mente il Popolo di tutta l'Iſola per rendimento digrarie, nel gior
no di S. Gregorio, per eſſer ſtata vina fiata liberata davn'armata.
d'infedeli, come fecero inſtanza i predetti habitatori, uomricer, ha
re che i predetti priuilegi non s'intendeſſero per queſto in verun.
modo offeſi e derogati, ma che illeſi affatto rimaneſſero. Da che
ſi caua conſeguenza, che le ſourapoſte funtioni negl'altri Caſali e
- - - Parrocchie
35e DELLA DESCR.FTT. :D I MALTA

Parrocchie in quei giorni non fuſſero ſtate ſolite farſi; ma riferua


te ſolo alla Cattedrale nelle loro erettioni, perche i Parrocchiani,
e gl'habitatori nelle cure di eſſi, tutti haueſſero a concorrere e co
uenire alla Matrice Vntuerſale,in ſegno di riuerenza, oſſeq ulo, S&
vbbidienza,come altresì coſtumano andari Popoli conticini alla
medeſima nel giorno della Purificatione della B.Vergine, per la ſor
lennità della Candelora, e che alla Parrocchia di Santa Caterina,
come la più rimota dalla Cattedrale ſi permetteſſe celebrare quei
Santi Vffici, per non dar molto diſagio, S incomodare cotanto i
fedeli di quella Parrocchia,ai quali a pena ſarebbe rimaſto tempo
in tutta la mattina digiun ger alla Città, non che di ritornar a de
finare nelle proprie caſe, i
In quanto poi alla generale proceſſione del Venerabil Capito
i Canonici, di tutti i Parrocchiani, Comuenti de'Regolari, e
Confraternità di Laici di tutta l'Iſola, con aſſiſtenza del Nobil Ma
giſtrato della Città,8 vniuerſalméte di tati habitatori che da ogni
e qualunque parte diuotamente vi concorrono, con molti di lo
so per ciaſcheduna Parrocchia i quali accompagnando la propria
Croce in atto di penitéza,ſcalzi, 83 ignudi dal a cinta in sù,redono
maggiormente pia, e diuota la proceſſione; " per il buon
ordine per il gran concorſo di Popoli e per la vaghezza di ricchiſ
ſimiſtedardi, c bandiere delle Croci fregiate di precioſi ricami rie
ſce forſe vinà delle più ſolenni preceſſioni, che ſi facciano in
molte altre Città famoſe del Regno, interuenendo a ſi celebre ,
feſta più di trenta mila anime, Ditierſe poi fohol ſtate le opinio
mi intorno all'origine, Sc iſtitutione di tale ſolennità, e voto pu
blico da Malteſi impercioche alcuni hanno creduto eſſerne ſtata
cauſa la liberacione dall'Iſola, e Vittoria glorioſamente ottenuta,
contro danarmata de Barbari , che vi sbarcò il numero di di
ciottomila Mori, e poſe vn crudeliſſimo aſſedio alla Città circa
l'anno i 429. benche il Padre Cornelio a Lapide ſeriua per detto
d relatione daltri, ciò ſeguiſſe nel 147o. Altri diſſero per impetrar
graria con l'interceſſione di San Gregorio dalla diuna pietà, acciò
ceſſaſſe il flagello della peſte, con che l'Iſola ne fù granden ente,
trauagliata intorno all'anno 15 19, e che doppo ceſſato, ſi fuſe in
adempimento del voto, continuato ogn'anno d'andar à quella ,
Chieſa Parrocchiale il giorno di S. Gregorio e fra queſti,è l'Abba
to Pirro, mentre così diſcorre. Dieau, Aartiifesto Sancti Gregorii
ex antiquiſsimo voto eidem Samºto, nei I nſili d peste liberauit;ab hac
Ciuitateprocedit oéta m. p. ad &anci e Gathari pagamſolemnis,piſi
7l dé

simaquè omnium Religioſorum, g indigenarum proceſsio. A che ,


º i - noi
LIER O TERZO, NEO TI TI A HIV. 3 ay
noi ci conformiamo, aggiungendo di ſoprapiù le ſeguenti ra.
gioni, prima, che ciò è più verifimile,hauendo San Gregorio ſpc
cial Protettione dei deuori Chriſtiani, ch'alla ſua interceſſione ci
viua fede ſi raccomandano quando ſono afflitti dal morbo cous
tagioſo nella guiſa, che liberò la Città di Roma dalla peſte, 8 in
cima della Mole d'Adriano vide l'An gelo,che l'ignuda ſpada della è
giuſtitia,evindicatrice ira di Dio riponeua nel fodero, così lo dice
olto al noſtro propoſito il P. Frà Gio. Battiſta Grimaldi nel ſuo
manuale del Trionfo de Santi, nell'oratione ch'egli fa a San Gre
i" Papa à 12 drMarzo, che è queſta, O Sancte Doctar, qui li,
as Sanctorum » (& proceſsione, instituisti faciendas, qui Almam
Prbem à peste liberaſti, g in cacumine nolis Adriani vidisti Angeli
lum gladium ſuum in vaginano ponente, e Imagini Virginis Ma
rie per proceſsionen delate aſſurgentem, & cantanrem Regina cali le
ean Alleluia e gec. Inoltre queſta proceſſione facendoſi nel gior
no di S. Gregorio, Seinuiandoſi a quella Chieſa Parrocchiale di
Santa Caterina, come la più diſtante dalla Città, e non già perche
colà vi fuſſe ſtata alcuna Chieſa, cappella, è altare di San Grego,
rio come n'habbiamo traditione, 8. appare nelle viſite antiche si
s'inſeriſce, e chiaramente ſi conchiude, che ſe il voto haueſſe ha
uuto origine per cauſa della liberatione d'armata nemica, ſarebbe
ſtato perchella ſi fuſſe partita via leuando l'aſſedio nel giorno di
S. Gregorio,ò almeno alcuni giorni prima, il che non è punto ver
riſimile che in quella ſtagione armata marittima di forte vertina .
ſi ſuſſe per qua diportata ſenza aſpettare l'eſtate, tempo più oppor
tuno alla nauigatione. E finalmente oſſeruando fino al preſente,
di gridar ad alta voce inſieme tutto il Popolo doppo eſſer entrato
il Choro,e Capitolo de Canonici, che terminano la proceſſione in
Chieſa, per ben tre volte, Miſericordia, coſtume originato dalla ,
prima volta, che ſi fe queſta proceſſione, 8 indi inſegnato dalla ,
traditione, ci ſi addita, e ſuggeriſce lo ſtato dell'affiitrione, e
biſogno, nel quale ſi trouaua turtauia allora il Popolo Malteſe ,
quado fece il voto. Se andò la prima volta a quella Chieſa nel gior
no di San Gregorio, la qualimploratione di miſericordia, non ha
uerebbe fatta doppo l'andata,ò fuga dell'armata. Ci reſta per vlti
mo d'accennare, che il quadro di S. Gregorio ch'hoggi appariſce
ſoura vn'altare al ſiniſtro lato del maggiore,fù fatto fare dal Prior
d'Ibernia F. Don Pietro Gonzalez di Mendoza l'anno 16.15 non
meno per diuotione, che per affetto particolare, che portaua alla
noſtra Città Notabile,honorandola d'auuantaggio anco in queſti
attione quel generoſo Signore nella ſituat casiºni con
e e fue
ses DE L LA D EscRITT DI MA ETA
le ſue proprie, volle ancora quelle della Città nel quadro ſimiraſſe
ro; e di più che in materia di queſta proceſſione per impedir ogni
inconueniente & i diſordini, che ſogliono ſouente autuenire in ra»
dunanza di moltitudine di Popoli,soſſerua,che giungendo il Mae
" della Città nel piano della Marſa, oue i"vengono ad
Avnirſi inſieme i corpi di tutte le Parrocchie, e i comincia l'ordi
nanza della proceſſione, il Capitano della Verga, fa Publicare i
bandi,e gli ordini opportuni,acciò tutti i laici ſi diportino ci quel
la quiete,modeſtia,e riuerenza, che ſi deue advna cotanta, e publi
ca ſolennità per buona direttione di cui, eſſendo aſſai ſpediente il
ſaperſi in ciaſcun luogo appunto il tempo,quando il Capitolo del
la Cattedrale con la ſua Croce ſe n'eſce dalla Città, per porſi in cas .
mino,s'è introdotto con ordine del Sig.Gran Maeſtro fin dal prin,
cipio del ſuo Magiſterio di far tirar vn pezzo d'artiglieria, è vn
ran maſcolo d'auuiſo,col rimbombo del quale in quell'iſtante,
che la Croce eſce dalla Città, ſi rende a tutti,anco nelle più rimo,
te parti dell'Iſola,certo,e manifeſto il tempo dell'uſcita perche poſ.
ſano metterſi all'ordine e diſporſi opportunamete à ritrouarſi nel
deſtinato luogo. Per ſtrada in tutti i drappelli , e corpi delle Par
rocchie ſi vanno cantando con molta diuotione le letanie. Ma in
quello del Capitolo come anco negl'altri delle Città con chori di
muſica, e ſinfonie d'iſtrumenti fin all'entrar nella Chieſa di San
ta Caterina, oue s'intona l'Inno. Te Deum laudamus, & approſſò
ſi celebra la Santa Meſſa con rendimento di gratie alla Diuina ,
Maeſtà per il riceuuto beneficio. Le cappelle e chieſe le quali priº
ma,che ſeguiſſe la diſmembratione dei due Caſali Aſciac, e Zabe
bar da queſta Parrocchia,erano a lei,come à Matrice, ſoggette,ſa
- è - - ' ,
liuano al numero di tredici.
Chieſa di Santa Caterina del Zorrico Matrice del Caſal Milleri,
& BubaKra, e per l'addietro anco del Crendi, hoggi da lei ſmemr
brato con i due Caſalotti Leò,S: Manin, è ſtata vltimamente rie
dificata alla moderna come ſi è fatto quaſi in tutte l'altre Parrocº
chie principali; da lei è poco diſtante Milleri,la cui Chieſa è ſotto
il titolo della Viſitatione della B. Vergine: Manin, è diſcoſto per
ſpatio d'vn miglio, co la ſua Chieſa ſotto l'inuocatione di S. Nico
lò, Leu,cioè Leone per ſpatio d'vn altro miglio, ma più verſo il ma
re,e Città Notabile. BubaKra, è diſtate dal Zorrico intorno ad vn
miglio verſo la Vittorioſa, la ſua Chieſa principale, è dedicata a S,
Leone Papa titolo di beneficio eccleſiaſtico. Il quadro di S. Cate
rina ſituato nell'altar maggiore di queſta Parrocchiale fu dipinto
da Matteo da Lecce famoſo Pittore,che diplnſe altresì l'hiſtoria, è
- l
-
-

tauole
LIE R o T E Rzo, Nor ITI A rv. 3c,
tanole dell'aſſedio di Malta nella gran ſala del Palagio Magiſtrale,
come anco il quadro di San Giouanni nell'altar principale della .
maggior Chieſa Conuentuale, 8 alcuni altri pochi, mentre fedi
mora nella noſtra Iſola. Le Chieſe poſte ne confini di queſta Par
chia ſono in numero di trenta in circa,fra le quali eſſendoui quel
la, che ſi troua edificata nella Folfola, picciola iſoletta dalla par
te di Malta, che riguarda a mezzo giorno, dedicata all'Aſſuntio
ne della Beata Vergine, con titolo di beneficio eccleſiaſtico, il Vi
ſitator Apoſtolico Monſignor Duſina, facendone iſtanzia Don
antonio Bartalo Vicario Generale, che a quel tempo era Parroc
chiano del Zorrico, atteſo il molto diſagio, e l'incomodità, che
ſi patiua per poter andare alla detta Iſoletta,varcando il mare,che
vi ſi frapone, trasferì il predetto beneficio, con tutti gl'obblighi,
peſi,8. emolumenti nella Chieſa di San Leone di Bubakra, nel cui
Territorio ſi ritrouano i beni, e le facoltà del beneficio. Volendo
però, che il ſuo Rettore fuſſe tenuto quiui erger vn altare ſotto
l'iſteſſo titolo è bella poſta acconcio per adempire l'obligo, e per
quella volta riſarcire la Chieſa di Folfola, acciò non veniſſe à roui
nare, ne colà del tutto mancar la diuotione de'fedeli. La Chieſa ,
antica di queſta Parrocchia ſi raccoglie eſſere ſtata fabbricata nel
1448, facendone di ciò fede, come anco di chi fuſſe ſtato allora -
Cappellano lo ſcritto ſeguente in carattere Gotico,
A4CCCCXXXXVIII. Donnus Renaldus Tabuni Cap.
- La Chieſa di S. Nicolò Veſcouo Parrocchiale della Terra Sig
geiii rimane tuttaula con i Caſali SciluK, e Kibir à lei anneſſi,
con le Chieſe loro, come parimente era vn picciolo Caſale detto,
- ri camino dalla Terra Zebugi per andar
à Monte Verdala, hoggi è deſolato, di cui reſtano tuttauia in pie
dila Chieſa,ch'era già dedicata a San Giacomo, & alcune poche º
caſe ſenza però habitatione,che del tutto s'eſtinſe per la mortalità
de Coloni al tempo della peſte l'anno i 592. li ſouranominati due
Caſali ſono diſtanti dal Siggeiii quaſi vgualmente per iſpatio d'vn
miglio in circa. Il primo e maggiore del Kibir,benche queſto or
tenghi il nome, che ſignifica grande. Le Chieſe edificate nei li
miti, & appartenenze di queſta Matrice, ſagliono al numero di
trenta cinque, fra le quali, è molto principale quella di San Ni-,
colò nella contrada di Hal Nicluſi, è ſia territorio dell'ifteſſo mo
me vicino a Caſal Kibir. Di queſta (ch'appartiene ai Reu.Padri di
S. Benedetto di Catania,) nella viſita di Monſignor Duſina ſi fa la -

ſeguente mentione. Ecclesia Santti Nicolai in contrata ſeu territorio


- . - - Aaa Aal
szo P EL LA D EscRITT DI MALTA -

Hal Kibirſeu Hal NiKlusi, quod Territorium eſt dictae Ecclesiae


dicitur quod quidam Paulus Pellegrinus & Ifalda coniuges Melitenſe,
vigore testamenti, gr legati, cuius copia penes Reuerendum Decanum
dicitur exiſtere, legauerunt magnas quantitates terrarum, 3 cluſa
rum circumcirca di tam Ecclesiam existentium, Monacis Ecclesiae
Sancti Nicolai de la Rena Cuitatis Cathania Regni Sicilia, Ordinis
Sancti Benedicti,cum obligatione expreſſa de celebrari faciendo in dicta
AEcclesia qualibet hebdomada miſas tres, in luna, mercuri, gr ve
neris diebus, 3 in diefestiuitati, eiuſdem Sancti, veſperas, miſſam,
ac etiam habitare in dicta Ecclesia, g ibi fratrum habitationem ha
bere. Ma perche altroue trattando noi del Monaſtero di S. Bene
detto, che ſtato inMalta, diſcorreremo a pieno di queſta fonda
tione,e come il marito d'Iſolda fondatrice ſi chiamaſſe Lanzo Car
robeni,colà rimettiamo il benigno Lettore.
Chieſa Parrocchiale della Terra Zebugi,queſta è ſotto l'inuoca
tione di S. Filippo d'Argiriò titolo d'Abbatia nel Regno di Sicilia,
della quale benche fuſſero ſtati Abbati Bernardino di Paternò,
e Giaimo di Paternò Cataneſi, Veſcoui di Malta prima della lo
ro promotione al Veſcouado, che ſeguì negl'anni 1446 e 1447.
innazi al qual repo ritrouando noi, che già era fondata,Sc iſtituita
lueſta Parrocchia, ficciamo congettura, che nel Veſcouado di
iº di Platamone Monaco Benedittino, che era ſtato Prio
re di Santa Maria di Monaco del ſuo Ordine in Scicli, membro di
dett'Abbatia, creandoſi detta Parrocchiale, le foſſe ſtata data dal
noſtro Veſcouo Antonio talinuocatione, in riguardo del Santo tie
tolare di quella dignità, di doue dipendea eſſo Priorato,ſuo pri
mo beneficio, il quale pur hoggi ſi chiama di San Filippo. Alla -
medeſima Parrocchia ſono aggregati, 8 anneſſi non ſolo in qua
to alla ſoggettione, ma con le ſteſſe caſe incorporati i due Caſali
uyn, e Muſcial Zebugi, in modo che frà rutti hoggi formano,
e coſtituiſcono la Terra che di tutti i luoghi aperti dell'Iſola, è la
maggiore, come pure rieſce inſigne l'edificio del Tempio con vna
ben alta,e proportionata Cuppola già fornita con tutto il braccio,
dell'vna, e i" parte della tribuna, è choro. Quando tutto il
reſto della naue ſarà compiutamente finito, è capace poco men.
di tre mila perſone. Le Chieſe del ſuo territorio ſaranno da quin
dici in circa; rede al Parrocchiano queſta cura più di quattrocenº
to ſcudi l'anno. - - - - - -

Fin quì ſi è diſcorſo delle Chieſe Parrocchiali, che dopò la Cat-.


tedrale, e quella della Vittorieſi (anticamente Borgo) primiera
IIACIAt6:
LIBR o TE Rzo, NoTITI A IV si
mente s'ereſſero,cacciati i Saraceni, fra le quali ( come ſi è accens
nato) furono ſimilmente le due di Santa Maria della Melleha , e
di Santa Domenica in Caſal Tartarni, hoggi del tutto eſtinte .
Non farà bora fuori di propoſito per autentura il ragionare di
quella della Meleha,ed altre due Chieſe delle quattordici di Villa,
ò di Campagna, che tuttauia, rimangono in piedi già a lei, come
a Matrice ſoggette, eſſendo tutte tre molto diluote al pari, che e
antiche, delle quali habbiamo la ſeguente notitia . i
La Chieſa Primaria di quella contrada chiamata Melleha,è de
dicata alla Glorioſiſſima Naſcita della Beata ſem pre, Vergine Si
gnora noſtra Maria, vina delle Sacre Cripte di quei primi dellotiſ
Mimi Chriſtiani, queſta è incauata nella viua rocca come ſoleuano
fare gl’antichi fedeli. L'effigie della Gran Madre di Dio, è dipin
ra ſoura l'incroſtatura nel muro, 8 habbiamo traditione da noſtri
Antenati, che di ſopra in lettere Greche era ſcritto Mitur Theu,
cioè Madre di Dio, in queſta forma Mè ey, come vſano i Greci
in tutte le magini della Vergine, e di più, che la già nomata Crip
ta fuſſe ſtata conſecrata da certi Veſcoui, che colà nel porto chia
mato delle Saline vecchie approdarono, andando in Africa alla ,
celebratione divn Concilio, e come vogliono alcuni non ſenza ,
fondamento, e ragione, del Mehuetano,ragunato, e celebrato ſot
to Innocenzo primo Sommo Pontefice nella Città di Mileuio in. P.3.lib. 5.f.92. -

Numidia, ancorche altri affermino in Malra noſtra Iſola. Il Boſio


Croniſta della Sagra Geroſolimitana Religione a queſto propoſito
laſciò ſcritto. Et i vecchi italtesi per antica traditiene demaggiori
loro castantemente credono, che il detto Concilio foſſe tenuto in Malta,
e dicono che ancoboggidi ſe ne veggono alcunememorie, nella ideuotiſsi
ma Chieſa della Aaadonna della Meleha, la quale uogliono, che
da Padri di detto Concilio foſſe conſecrata, fin qui il Boſio. L'Abba Ronit 7. Meli
te Pirri aggionge, che l'immagine della Beata Vergine in queſta , ten-f y88,
Chieſa ſia ſtata dipinta da San Luca Euangeliſta; poiche artata
mente annouerado i diuerſi benefici, e fauori che ci ſe l'Apoſtolo
San Paolo deſcritti prima dal Padre Cornelio a Lapide, con la ſua
venuta a Malta così dice. Sextum,quod Melite,tres extant B. Vir
sinis imagines depicte a Sancto Luca, qui ve ante dixi come Santi
Paali,canico in en hiemauti,habitauitgi per tre menſes, quocirca illas
per tre primarias Inſule regianes,ſeilicet in Cathedrali Ecclesia, Secu
i
da in antiaſsima Aede D. AAari e la Mellehi, ditat à Gaulo, ſete
Gsto ad 3 m, p. g tertia in Santi e Maria Bamaſchi Gracaru Trm
pla, hodie in Ciuicate Valletta iuxta Palatium, diſpertitas,magna co
last veneratione. In quanto è queſta terza imagine della Beatiſi
- ) Aaa 2
--
ſima
37, DELLA DE SCRITT. DI MALTA
ſima Vergine detta di Damaſchini, è ſtato mal informato il Pirri,
percioche fù ella da Rodi portata in Malta da queſta Sagra Reli
gione, con altre benedette imagini dipinte alla Greca, ſcelte fra le
coſe più pretioſe, all'hora guardate nella perdita di quella nobiliſ,
ſima Iſola, potende però ben eſſere,intorno al rimanente, che colà
in Leuante fuſſe ſtata vna delle dipinte da S. Luca,eſſendo eſſa ve
ramente antichiſſima, e di ſomma veneratione, e diuotione preſſo
a popoli fedeli,è intitolata Damaſchini, cioe Damaſcena, per eſſer
venuta dalla Città di Damaſco. -

Che poi la ſudetta riguardeuole, e Venerabil Cripta ſia ſtata -


conſecrata, ne danno quaſi fermoindicio l'antiche Croci, che all'
“intorno di lei per di dentro ſi ſcorgono intagliate nella rocca. Nel
reſo ella è deuotiſſima,e miracoloſiſſima a merauigi ia,tenuta vni
uerſalmente come Santuario di tutta l'Iſola. Di nuouo è ſtata da
vn ſuo diuoto con molta liberalità a proprie ſpeſe decentemente
ornata,ampliata di fabbriche, abbellita dvna delicioſa, e como
da fontana. Alla medeſima Chieſa con viua fede, e del continuo
ricorrono con pietà religioſa in tutte le loro occorrenze, così pu
bliche, come priuate gl'habitanti di tutta l'Iſola,riportando dalla
diuina clemenza benigne, e fauoreuoli gratie, come in effetto ſe
guì l'anno 1 e 4o. nel quale ritrouandoſi tutta la campagna in va
- eſtrema mancanza, e miſerabil penuria di pioggia ſi hebbe rifugio
all'interceſſione della B, Vergine ( inſatiabilillima benefattrice di
quelli, che di cuore a lei ricorrono, e con ogni affetto la ſeruono)
con voto, e promeſſa di douer andare alla ſua venerabile Chieſa i
della Melleha,con vna ſolenniſſima proceſſione di tutte le Parrocº
chie,onde appena fu fatto il voto, che ſi octenne la bramata gra»
tia di baſteuole,e ſufficiente pioggia, con ſomma conſolatione di
tutti i Popoli,i quali in numeroſiſſime ſchiere colmi di pietà, e di
- 5 - , eº
- - - - -

- A \
A
uotione colà ſi trasferirono per accompagnare la proceſſione nel
-.

la guifa, che fù fatto è di primo di Maggio di dett'anno, tanto per


terra quanto per mare, con quantità di barche, e con la Sagra cele
bracione anco di molte meſſe; eſſendo ſtato inalzato per taleffetto
vn altare ſolo per quel giorno, decentemente addobbato auan
ti la Chieſa ſotto vina ben acconcia tenda, atteſo il gran concorſo
de Sacerdoti,a quali non baſtaua l'ordinario altare e così nell'wno,
come nell'altro ſi reſero le douute gratie alla diuina miſericordia,
che con mano liberaliſſima volle ſoccorrer queſti Popoli, come a
altresì è ſeguito vltimamente l'anno i 64s. ch'eſſendo eglino da a
tutte le Città,Terre,e Caſali di Malta diuotamente ricorſi all'iſteſº
ſa Chieſa della Beatiſſima Vergine, con vna sºsti
i - -
a-
-
- Olle
.
L IBRO TE Rzo, N o TI TI A Iv. 37;
Pirri, ſione ſimile a quella del 164o, implorando il ſuo aiuto, e beni
ºck
gna interceſſione per liberarci dalla potente armata, che prepara
ra: ua il Gran Turco a danni di queſt'Iſola, ſperimentarono ſubito il
iſ, “giorno vegnente il ſolito effetto della diuna clemenza, con farci
i M.

coli approdare al porto non ſolo vino de principali ſoccorſi, che ſianº
dauano allora aſpettando, 8 appreſſo tutte le militie, e prouiſioni
cio di viuere, e da guera,con più di ſette,ò ottocento Vaſſelli tra pic
ila cioli,e grandi,e di diuerſe ſorti, che in più volte,tutti ſenza perder
ſi niuno, ne patir alcun diſaſtro giunſero felicemente in Malta, e
L ſingularmente vna delle galere di queſta ſquadra, che ritornando
il da Liuorno carica delle più importanti munitioni, che ſi deſidera
el uano,le ſucceſſe a punto d'entrar in porto poche hore prima, che
noue galere di Barberia,hauendo toccato nel Gozo ſul mattino è
li «iſta di queſte Fortezze,orgoglioſe trauerſauano il canale per an
dar advinirſi con l'armata turcheſca in Leuante; ma ancora, che
il medeſimo Gran Turco volgendo altroue i ſuoi perfidi diſegni,
8 altrimente di quello ch'haueua già ſtabilito,diſmetteſſe l'impre
ſa di Malta,el danneggiarla,benche quiui da tutti, e maſſimamé
te da prodi Caualieri che fin dalle più rimote parti dell'Europa,ſti
molati non men dall'wbbidenza, che dal proprio valore in tanto
numero, non mai più veduto in Conuento, erano cerſi alla difeſa ,
(fatti dalla merauiglioſa Prouidenza di queſta Sagra, Religione i
douuti preparamenti) veniua coraggioſamente aſpettato per rin
tuzzargli il ſuo fiero,e temerario ardire. . . . .
Vn altra Cappella ſi ritroua ſopra il Caſal Moſta parimente in
tagliata, 8 incauata nella rocca, il cui titolo è della Viſitatione del
la B. Vergine, e di eſſa nella viſita di Monſignor Duſina, ſi fa la .
ſeguête memoria. Ecclesia ſub vocabulo Visitationis B. Mariaſu
pra Caſale Musta est ſculpta in Crypta quada informa rotunda exi
gua, 3 dicituralià fuiſſe conſecrata a ſeptem Epiſcopi,qui naufragio,
caſa in Inſulam Melita peruenerunt. - -
| Nella Valle chiamata Vedel Aaſel, cioè del mele, in vaa gran.
caua ſi ſcorge edificata vna Cappella ſotto titolo di S.Paolo primo
Eremita luogo veramente aſſai proportionato alla vita ſolitaria i
ºnde quiui ſono ſtati in diuerſi tempi alcuni ſerui di Dio per tal
fine con ſingulare edificatione, 8 eſempio di queſte genti, e fra
gl'altri vno negl vltimi antepaſſati ſecoli viſſe con fama di Santia
tà, e di cui vi è publica traditione, che oltragiato ſouente da certi
Pecorai, dal medeſimo ripreſi de'loro pochi honeſti coſtumi,q uin
di partiſſe,e per mare ſopra il proprio mantello primo al Comino,
e Poſcia al Gozo, qual altro San Franceſco di Paola, o San Rai
c.. ) mondo
574 . DELLA DESCRITT. DI MALTA
mondo di Pegnafort, gloria della Domenicana Religione, ſi traſ,
feriſſe, 8 ius nella Chieſa di Santa Maria della Cala, nel qual luo
go ſi tien per fermo, che ſia ſepolto, ſantamente la vita colma di
meriti, e divertà terminaſſe. Oltra le molte circoſtanze, che ren
dono non meno venerabile, che comoda quella ſanta grotta .
alla reſidenza, 8 habitation eremitica, vina ſi è lo ſcaturir, come »
ſirauuiſa,d'vna limpidiſſima e dolce acqua dalla parte inferiore
d'vn braccio di rocca, pendente ſoura l'entrata,la quale mai ſem
preſtillando col frequente gocciolare, quando mailimamente,
l'inuerno è ſtato piouoſò, in vn vaſo di pietra , quium del continuo
ſi gode, eſpoſta a chi colà vi giunge anſio, e trauagliato dalla ,
ſete. a e , -
12 o
-
. -
- Nel muro di detta Cappella oueſtà ſituato l'altare, ſi ſcorge di
inta à freſco l'imagine della Beata Vergine, col ſagro, e caro
Bambino nelle braccia, S al ſiniſtro lato San Paolo primo eremi
ta, e nel muro ruolto all'Oriente ſi vede altresì per di dentro
dipinto vn Sant'Antonio Abbate. Dietro alla Chieſa fin hoggi
appare veſtigio dvna cella, che era raccomandata, se appoggiata ,
alla rocca, quiui è opinione, ch'anticamente habitaſſe quel buon
huomo eremita di cui poco la diceuamo i
Hor di qua volendo inoltrarci a proſeguire ſcóla notitia di tutº
te l'altre Chieſe parrocchiali, diciamo, che creſcendo tuttaaia i Po,
poli, 3 ampliandoſi, vie piu l'habitationi, ſi ſono ancoaadate erº
gendo di mano in mano altre Chieſe Curate, con lo ſmen brar, e
ſeparare dalle vecchie Matrici i Villaggi, e Caſali più rimoci prdue
dendoſi in queſta guiſa con molta prudenza dalla cura Paſtorale,
de Veſcour, alla commodita defudditi codarli propri Parrocchia
ni nei loro ſteli, Caſali, onde poteſſero ſenza fatica, e diſtaza di caº
mino riceuer i Sacramenti opportunamente per la ſalute, e buona
profitto dell'anime loro. Furono dunque appreſſo iſtituite le ſea
guenti Parrocchie, e tutte doppo la felice venuta della Sagra Re
ligione Gieroſolimitana in queſt'Iſola. 1
Chieſa di Santa Maria di Porto Saluo nella Città Valletta. Heb
be principio queſta Parrocchia, (la cui Rettoria s'amminiſtra nel
Conuento de Reuerendi Padri Domenicani da vno di eſſi appro
uato dal Veſcouo;) in virtù d'vna bolla di Papa Pio V. di Santilli
ma memoria,data in Roma a 2. di I. uglio i 57 1. cinque anni do
pò la fondatione della Città Valletta, nella quale hauendo D. Ma
riano Briffa Rettore allora di Caſal Currni preteſo d'hauer, còmin
ciato ad eſercitare quella cura per commiſſione, è ordine del Via
cario Generale Don Antonio Bartalo, come in luogo che Calla
f,'. . . . . . .
ſi edifi

i
LIBR O TERZO, N O TITI A IV. 375

caua fra i confini della ſua Parrocchia, intendendo che dal Pa


po era ſtata coceſſa à quei buoni Padri preſe con eſſi loro a litiga
re, però ſeguendo appreſſo né ſolo cofermaméto della conceſſio
nema d'auantaggio anco ampliatione à fauor deſudetti Padri di
Papa Gregorio XIII. con eſpreſſa derogatione delius, che vi pre
tendeua il Parrocchiano del Curmi,come s'appaleſa in vna bolla ,
data in Roma nono Kal. Očtobris 1 572. abbandonò la lite; ma ,
comparendo dall'altro canto il Reuerendiſſ. Capitolo della Chieſa
Cattedrale di Malta con allegare, che à lui douea concederſi, S&ap
partenere la detta cura è priuatiuè à gl'altri,ò almeno cumulatiuè
per ſeruirci determini legali, eleſſe, e nominò, i" il Sacerdo
te Don Teramo Attardi per eſercitar la cura dell'anime di detta .
Città e doppo pretendendo ſimilmente il Veſcouo, come capo del
Capitolo inſieme con quello appartenerli la ſouradetta cura ,
deputò il Sacerdote Don Gaſparo Prat, il quale nell'anno 1575.
e ſei meſi prima, nella Chieſa de'Reuerendi Padri Carmelitani,am
miniſtrauali Sacramenti in nome del Veſcouo, e del Capitolo è
tutti coloro, che è lui per queſto effetto ricorreuano. Si che nell'
anno predetto eſſendoſi di ciò doluti auanti alViſitatore Apoſtoli
coi Padri Domenicani,pretendendo, che ſolo a loro toccaſſe la cui
ra, fece egli bé toſto intendere al Vicario Canonici, 3 altri intereſº
fati con prefigergli certo termino a douer ricorrere alla Santa Sede
Apoſtolica, per riceuer l'ordine di quanto in cotal controuerſia ,
eſeguirſi doueſſe, e che altrimenti ſenz'altra requiſitione,doueſſe
ro prontamete vbbidire alle lettere Apoſtoliche, e quelle puntual
mente oſſeruare ſecondo il tenore, e contenuto loro. In modo
che introdotta la lite nella Corte Romana fra i Preti Secolari,e Re
golari di S. Domenico per occaſione di detta Parrocchia, venne
il negotio finalmente à terminare, che ambodue i Parrocchiani ri
maneſſero in poſſeſſo della cura d'anime di queſta Città, aſſegnan
doſi à ciaſcun di loro certa parte di eſſa, diuidendola nella ſtrada di
San Giacomo, che paſſa auanti la porta,ò facciata della Chieſa di
Porto Saluo, cioè a dire,che da q i. tutta per lago,alla par
te di Ponete, fuſſe del Parrocchiano regolare,e " dell'
iſteſſa verſo Leuante, apparteneſſe al Secolare,ſottotitolo,e Parroc
chia di S.Paolo noſtro padrone,e da indi in poi fin hoggi i due Cu
rati così pacificamente fanno le loro funrioni nel proprio diſtret
to,e nei limiti ciaſcuno della ſua Parrocchia, che nò è ſucceſſa più
conteſa alcuna. Ma quanto più viua, e ben fondata ſarebbe parſa
allora in quelle altercationi la ragione della Sagra Religione Gie
roſolimitana, che applicata ad altri più importanti penſieri e prin
- cipalmente
v

szc DELLA DE scRITT. DI MALTA


cipalmete di fortificarſi nel ſito della Valletta,3 à prepararſi di ſo
fener vn'altro aſſedio, che le minacciaua il Turco traſcurò di pre
tender, ch'a lei ſolamente toccar douea la giuriſditrione, e cura
ſpirituale della nuoua Città, métre quella fondaua ſul proprio ter
ritorio comprato co ſuoi danari,e perciò ſecondo i ſuoi amplillimi
priulegi,non compreſo nella Dioceſi, ne riconoſcente altro velº
s'ac, Conc.Tr'd.
couo ſaluo che immediatamente il Sommo Pontefice, e tanto più
cºP. il ſeſſº. chhauea à ſeruire per Sede ordinaria del Gran Maeſtro capo di
detta Religione,e del ſuo principal Conuento Padroni della giuriſ
dittione temporale, non ſolo della Città, ma di tutto il Dominio.
Finalmente in queſta Chieſa ſotto titolo della B. Vergine di Por
to Saluo, ſi ritrouano iſtituite due Confraternità, l'Vna del vene
rabiliſſimo, 8 ineffabil Sacramento, eretta l'anno 1575. l'altra del
Santiſſimo Roſario,ambedue gouernate da loro dinoti fratelli con
- particolar cura,e có pari pietà, non meno, che profitto dell'anime,
Chieſa di San Paolo Curata nella Città Valletta, in cui l'eſercitia
parrocchiale, doppo che da Sacerdoti Secolari (come di ſopra ſi è
diſcorſo) era ſtato cominciato nella venerabil Chieſa dell'Ordine ,
Carmelitano fù poſcia in queſta, ſituata nella ſtrada che dell'iſteſº
ſo glorioſo Apostolo tiene il nome,traportato, quiui ſi tira auan
ti l'edificio d'un belliſſimo Tempio, con limoſine principalmente
dell'Vniuerſità, e de particolari diuoti Cittadini. In eſſa hanno i
Giurati la loro ſedia, e fondata ſi ritroua la Confraternità della -
Carità,iui gli huomini d'alcune profeſſioni di diuerſe arti,godono
delle loro Cappelle,ben ſeruite da medeſimi con molta pietà,e de
cenza del Culto Diuino, & vltimamente vi è ſtata eretta la Com
agnia degl'Agonizzanti ſotto la protectione del Santiſſ Croci
i con molto concorſo,e frutto ſpirituale dell'anime fedeli,
. Chieſa ſotto l'inuocatione della Beata Vergine del Caſal Attard.
Era queſta anticamente gouernata davna Confraternità di Lai
ci, che fù iſtituita con autorità del Veſcouo Cubelles, il quale be
nignamente conceſſe a Confrati il poter quiuine giorni di feſta far
celebrare le meſſe,è anco ſenza pregiuditio del Rettore di Bircar
cara (à cui era anneſſa) ſepelliri morti, della qual conceſſione º
n'appariua confermatione Apoſtolica. Ma eſſendoſi fatta iſtanza
al Viſitatore Duſina da quel Popolo,acciò li fuſſe diputato vin Ret
tore per amminiſtrar i Sacramenei nell'iſteſſa Chieſa,atteſa la diſta
za di due miglia da Bircarcara, con l'Vnione etiandio delli due Ca
ſalotti Bordi,e Manna a lei vicini, e diſtanti dalla Matrice l'Vno per
due miglia,e l'altro due e mezzo, ne'q uali tre Caſali ſi ritrouauano
allora poco men di ducento caſe, e più di ſettecento anime, quel
-. - - - - - - -- -
-
- Viſitatore
LI B R O TE R ZC), NO TITI A Iy. 377
viſitatore conſiderate maturamente le coſe premeſſe, diſmembrò
di detti Caſali, S& ergendo q uello di Attard in Parrocchia, le ſotto
poſe Bordi,e Manna,ſenza pregiudicio del Rettore allora viuéte di
Bircarcara,in quato alle primitie ſolaméte, e come più in partico:
dare ſi contiene nel decreto fatto in quella viſita l'anno : 575. la...
quale venendoſi ad eſeguire nel 1578 a 4. di Febraio, fu deputa
to nuouo Parrocchiano D. Leonardo Micallef, che poi è di 8 dell'
iſteſſo meſe per mano di DAntonio Bartalo Vicar.Gener.ne preſe
il poſſeſſo, benche poſcia creandoſi Porrocchia la Chieſa di Caſal
Liali due Caſalotti ſudetti, come a lei più vicini,le furono aggrega
ti, hoggi queſta di Attard,rende al ſuo curato ogn'anno ſcudi 1 oo.
Chieſa della B. Vergine della Vittoria nella Peniſola Città Sen
glea. Comincioſi l'eſercitio di queſta Rettoria nell'iſteſſa viſita di
Monſ. Duſina,il quale è richieſta degl'habitanti,hauendo eſpoſta
l'incomodità di riceuer i Sacramenti dal Parrocchiano della Vic
torioſa, conceſſe loro facoltà di poter à ſpeſe proprie ritener vn.
Sacerdote approuato dall'ordinario per celebrargli Meſſa; & am
miniſtrargli i Sacramenti; riſeruato però a quel curaro il ſuo Ius
Parrocchiale,e di poter altresì per ſe ſteſſo nella Senglea, ritrouane
doſi preſente, eſſercitarla cura, e che tutti (eccettuato il caſo di neº
ceſſità) fuſſero tenuti per il batteſimo andare alla Vittorioſa. Lai,
Chieſa allora principale era quella di S.Giuliano,e ſi gouernaua da
vn Cappellano nominato Dan Eraſmo e da Procuratori,dipende
te però come Membro dalla Vittorioſa. Haggi nondimeno,e da,
molt'anni in qua a lei né ſoggiace E dopò eſſerſi edificata la Chieſa
ſottolinuocatione di S.Maria della Vittoria e ſua felice Naſcita in
luogo rileuato,e più vicino al Forte di S.Michele,di nuouo ſi ſtà ri
fabricado in maggiore, e più riguardeuole forma,ornata di diuerſè
Cappelle, e fornita di tutte le coſe neceſſarie ad vna ben officiata
Chieſa, Matrice di quell'Inuitta Città, réde al ſuo Curaro ſcudi 3oo
Chieſa di S. Maria del Soccorſo. Parrocchiale del luogo Birmu
la,la cui feſta ſi celebra nel dì della ſua Immacolata Concettione.
in queſta doppo l'aſſedio deluso, eſſendo diuenuta men habitata
fino all'anno 1373. era ceſſato l'wſo d'amminiſtrar quiui i Sacra,
menti alle genti habitanti in quel luogo, le quali perciò ricor
reuano alla Matrice, e ſuo Parrocchiano della Vittorioſa. Onde,
chiedédo al Viſitator Apoſtolico d'eſſer reintegrati al ſolito coftus
me,fù dal medeſimo in riguardo della quatità dell'anime, ch'haue
-ùa il curato di S.Lorézo,a quali a pena poteua sóminiſtrar como
daméte le ſue funrioni, conceſſe licenza a gl'habitati (che ſaliuano
al numero di mille, e ducento, di poterà ſpeſe proprie tenere va
1 ep i -

--
Bbb - Sacerdote
378 DELLA DESCRITT, DI MALTA
Sacerdote approuato dall'Ordinario per celebrargli, 8 ammini
ſtrar loro i Sacramenti, riſeruato nondimeno al Curato di San Lo
renzo il ſuo Ius Parrocchiale, 3 in quella forma, ch'era ſtato pro
ueduto è gl'altri della Senglea. Al preſente però da molti anni in
uà il Parrocchiano, come altresì queſta ſua Chieſa non riconoſce
alcuna dipendenza è quella della Vittorioſa, impercioche fra le o
ſcritture della Corte Veſcouale habbiamo letto vino ſtrumento
formato ſotto il primo di Giugno 1584, per il quale benedetto
Roſſo, Domenico di Modica, Girolamo Roſſo, e Marino Gaudi
ſio,come Procuratori della communità di Birmula, comparendo
auanti Monſignor Pietro Franceſco Coſta ſopraintendente allora »
del Veſcouado, e facendo iſtanzia,arreſe le coſe eſpoſte, e partico
larmente perche eſſendo la Città Vittorioſa cinta di muro, e le cui
porte chiudendoſi di notte, non poteuano in caſo di neceſſità ri
ceuer i Sacramenti dal Parrocchiano di S. Lorenzo,fuſſero proue
duti d'vn Curato, ci facoltà di ritener nella Chieſa di noſtra Don
na del Soccorſo il Santiſſimo Sacramento dell'Euchariſtia,e di po
terſigli queſto e gl'altri ſomminiſtrare ſecondo il biſogno,offeren
dovna comoda, e congrua penſione ogn'anno per ſoſtentamen
to del curato e di prouederlo di caſa per ſua habitatione, ritrouan
doſi in queſto tempo vacante la Chieſa Parrocchiale della Vitto
rioſa. Accettò il ſouradetto Monſignore l'obligatione,e l'offerta,e
promeſe alli Procuratori deputargli vn Sacerdote per l'effetto, che
eſſi domandauano,ſeguita che fuſſe ſtata la prouiſiane della Chie
ſa di quella Città, come appreſſo ſi fece, e ne ſù deputato il Sacer
dote Don Michele Cap, che viue tuttauia. Nel reſto in queſta,
Chieſa, e ſul maggior Altare ſimira poſto. Se allogato vn antichiſ
ſimo,e diuotiſſimo quadro di pittura alla Greca ſopra legno, della
Beatiſſima Vergine col babino Giesù,ornato eziadio d'altre figure
de Santi al vſo di quei tempi, e di detta natione tutto profilaro d'
oro, con molta vaghezza, i ti º
Qui ſecondo l'ordine della precedenza, è antianità delle Par
rocchie entra il poſto delle due di S. Leonardo di Gaſal Kircop , e
dell'Annunciata della Beatiſſima Vergine di Caſal Tarſeien, e,
quali come erette in vn medeſimo tempo,oſſeruano fra di loro vi
cendeuole alternatiua; onde ſenza pregiuditio della prima già no
minata, diſcorreremo della ſeconda. A e'
- Chieſa di S.Maria di Caſal Tarſcien.E ſtata queſta anticamente
anneſſa alla Matrice di Birnifiuh ſotto titolo dell'Annitiata,haué
do eſſa prima quello dell'Aſsitiche,c era la principale di detto Ca
ſale, ch'altre volte hebbe nome di S. Giouâni,dalla Chieſa dedicata
- e à quel
. L IB R O TERZO, NO TIT IA IV. 379

ià quel Santo poſta nel ſuo contorno: hor eſſendo diſtante dalla ,
Parrocchiale per iſpatio di due miglia,e con habitatione di cento
caſe, gl'huomini di eſſo hebbero ricorſo al Veſcouo Cargallo per
che gli concedeſſe propria Parrocchia, e maliimamente ritrouan
doſi allora nel 1592. vacante la Matrice,egli hauendo maturamé
re ponderate le richieſte circoſtanze a 29.di Maggio di q uell'anno
ſmembrò queſto Caſale dalla detta Matrice,è ereſſe la Chieſa dell'
Annunciata, ch'era in ſtato decente per Parrocchiale,e ſimilmen
te fondò l'altra di Kircop, come ſi dirà appreſſo; prouedendo per
primo Parrocchiano di queſta,il Sacerdote Don Baſtiano Cuſcusà.
Chieſa di San Leonardo di Caſal Kircop. Di lui è ſtata ſempre
la principale,e ſotto la medeſima inuocatione, fù ſeparata da quel
la di Birmiftuh, S eretta in Parrocchia l'anno 1 592. con l'wnione
d'altre due Caſali, cioè Micabba, e Safi a 29. di Maggio ritrouan
doſi allora vacante la Matrice, per morte di Don Bartolomeo Má
gione, hauutaſi prima conſideratione da Monſignor Veſcono al
la giuſta richieſta degl'habitatori, atteſa la diſtanza di tre miglia.
almeno, che ſi fraponeua dalla matrice à ciaſcheduno dei tre Ca
ſali,i quali fra di loro erano contigui,e conſiſteuano in cinquanta
caſe per vino, reſtando la Matrice doppo queſta diſmembratio
“ne, (à cui era ſtato deputato Parrocchiano D. Gaſparo Gritti) con
tre Caſali,cioè a dire Gudia d'ottanta caſe Luca di cento trenta, e
Farruggi di dieci, benche hoggi contenghino maggior habitato.
Fù queſta nuoua Parrocchia conferita in perſona del Sacerdore º
. Don Carlo Taliana,ella doppo il di lui preſo poſſeſſo, hauendo gl'
-habitanti della Micabba, eSafi ſupplicato di poter continuare ſot
to l'antica Parrocchia di Birmiftuh,con rappreſentare non meno
il diſpiacere, che ſentiuano di laſciar quiui gl antichi ſepolchri de
loro antenati, che l'incommodità nel douer fare nuoua fabbrica ,
di Chieſa; volendo il Veſcouo mantener ferma la diuiſione fatta ,
e ſodisfar in parte al deſiderio de'ſudditi, decretò, ſotto li 24. di
Gennaio 159 3. che il nuouo Parrocchiano Taliana andar doueſſe
ad eſercitar la cura dell'anime nell'iſteſſa Chieſa di Birmifiuch,
in modo però, che ciaſcuno dei due Parrocchia ai conferiſſe i Sa
scramenti à i ſuoi,S haueſſe chiaue comune della Chieſa, della cu
ſtodia del Santiſſimo Sacramento,del fonte batteſimale, e della ſa
creſtia: così reſtò tal differenza ſopita ſino all'anno mille cinque
cento nouant'otto, nel quale Micabba,e Safi, ogn vnaida per le fù
iſtituita Parrocchia. 2 , a r . . i
o Chieſa di San Saluatore di Caſal Lia. Di lei prima dell'erettio.
Il C in Parrocchia, laprincipale era quella di S. Andrea vnita à Bir
Bbb a - carcara
sse DELLA DEscRITT DI MALTA
carcara, nella guiſa, che ci appaleſa la viſita del 1575. oue ſi fa
mentione,ch'haueſſe allora ottanta caſe, con quattrocento anime,
e fuſſe diſtante dalla Matrice per iſpatio d'vn miglio,e mezzo, e dal
Caſal Attard vn miglio. L'anno 1594 a 6. di Febraio il Veſcouo
Gargallo vdita volentieri l'iſtanzia fattagli da quel diuoto Popolo,
eſſendo per buona ſorte loro,vacante la Parrocchiale di Bircarcara
per morte di Don Gioſeffo Bellia,e veduta l'offerta, che faceuano al
Parrocchiano gl'habitanti, di voler dare oltre le primitie,vna com
petente rendita per mantener ſempre acceſa la lampada del San
tiſſimo Sacramento, fattone di ciò publico ſtrumento d'obliga
rione,in riſguardo ancora, che il Caſale racchiudeua da céto quin
deci caſe, con circa ſei cento anime, lo diuiſe dalla Matrice di Bir
carcara,8 ereſſe la Chieſa di San Saluadore,come la più grande, e
decente in Parrocchiale, con tutti gl'honori, e ſolite ragioni; de
f" per primo Parrocchiano il Sacerdote Don Mario Grec;
la qual erettione diede ſubito motiuo à gl'habitanti ne Caſalotti
Man, e Bordi, come quelli, ch'erano a Caſal Lia più vicini, e diſco
ſti da Attard loro Matrice, a cui erano ſtati vniti doppo la ſepa
ratione da Bircarcara,di ricorrer al Veſcouo Gargallo, acciò fuſſe
ro aggregati a queſta nuoua Parrocchia; ond'eſſendo allora per
l'appunto vacata quella d'Attard nel meſe di Decembre 14o» per
morte di Don Marco Tabone: il Veſcouo inteſo D Filippo Bur
gio Vicario Generale, a cui era ſtato commeſſo l'informarſi, gli ſe
gregò, e poſcia vni à queſta di Caſal Lia, à 9. di Gennaio 16 1 o.
in eſegutione del qual decreto il Rettore Don Mario Grec fù pd
ſto in poſſeſſo delle Chieſe di San Bartolomeo di Caſale la Man, e
di Santa Maria di Bordi, come ſi ſcorge in vina nota nel foglio ſot
to il decreto dell'wnione fatta a 16. di Gennaio ſudetto negl'atti
della Corte Veſcouale. - - - - i
Seguendo qui conforme ricerca l'ordine, il poſto delle due Par
rocchie di Caſal Safi,e Micabba,le quali, come iſtituite in vn ſteſſo
tempo, precedono alternatiuamente, diſcorreremo prima di que
ſta,ſenza pregiudicio dell'altra. Erano anticamente vniti queſti
due Caſali alla Parrocchia di Birmiftuh, & appreſſo poi anneſſi a
quella di Kircop, quando la di lui Chieſa fu ſuelta dall'iſteſſa, cc
eretta in Curata. Ma da queſta furono di bel nuouo ſeparati per
altri degni riſpetti, come di ſopra ſi è detto appieno. ! )
Chieſa della Micabba ſotto l'inuocatione della Beata Vergine
Aſſunta, anticamente però quando era vnita alla Parrocchiale di
Birmiftuh godeua il titolo di S. Baſilio. Queſta dunque facendo
la viſita il Veſcouo Gargallo negl'anni del I s» 8.fino al 16oo
t- leuarper
LIBR o TE Rze, NoT ITI A Iv. ss,
leuar affatto ogni occaſione di contraſto maſſimamente fra li due
Parrocchiani che di comun conſenſo officiauano nella Chieſa di
Birmiftuh; deſtinò in Parrocchia queſta della Micabba, fola da
per ſe diuidendola del tutto da Kircop, e li deputò per primo Par Apudata eiuſ
de Viſitat: onir
rocchiano il ſacerdote Don Giouanni Mizzi; eſſendoſi obligati li meaſe Noue mb.
1598.
ſuoi habitanti di dargli certa prebenda annuale per ſoſtentamento
della vita, S. vna rendita per mantener ſempre aeceſa la lampada In actis Notary
lo. Dominici de
del Santiſſimo Sacramento. -

lono.
Chieſa ſotto titolo della Conuerſione di S. Paolo di Caſal Safi;
eſſendo lei diſtante dalla ſua Matrice di Birmiftuh per tre miglia ,
di camino, vnita prima a Kircop, e quindi poſcia ſmembrata, fù
Menſe Nouéb.
dall'iſteſſo Velcouo Gargallo, eretta in Parrocchiale nella medeſi 1598.
ma viſita, perſuaſo a ciò fare, da quei motiui,ch'egli hebbe nell'
erettione della precedente di Caſal Micabba, e dall'hauer ancora -
gl'habitati aſſegnato vna preſtatione annua al Parrocchiano, (che
primieramente fà deputato Don Gaſparo Griſcti) & a ſucceſſori
per ſuſſidio della congrua loro.
Chieſa di S. Bartolomeo nel Caſal Gargur, cioè di Gregorio, è
ſtata anticamente vnita alla Parrocchia del Naſciaro, ma dal Veſ
couo Gargallo hauuto riſguardo alla diſtanza, 8 al camino mala
geuole per andar alla Matrice,fù da lei diſmembrata l'anno x 598.
& eretta in curata, riſeruando il beneplacito Apoſtolico (ſenza per
rò pregiuditio di Don Giuliano Burgio allora Rettore del Naſcia
ro) inquanto alle primitie. Maſi in vita ſua non laſciò con
tinuamente di contradire à queſta diſmembratione, pertanto non
hebbe effetto, ſe né con la di lui morte, che ſeguì l'anno 16 1 o poi
che ritrouandoſi vacante la Parrocchia del Naſciaro, il Veſcouo
prima di prouederla, non dilungandoſi dagl'atti del 1598 in qua
to fuſſe ſtato di biſogno,tornò a diſmembrare, 3 iſtituir dinuouola
Chieſa di S.Bartolomeo in Parrocchiale di Caſal Gregorio è 16.di
Luglio 161 o, applicandole oltre le primitie certa rendita offerta ,
dal Popolo per cigrua del Parrocchiano, 8 vn terreno della Chie
ſa di San Giouanni ſituata in quei confini, che doueua reſtar fra i
membri della nuoua Parrocchia, 3 in cui ſi haueſſe à fabbricarla -
caſa per il Curato, che ne fù per primo, eletto il Dottor Don Gio:
Battiſta Chetticuti ancor viuente, nel camino,e riſtretto di queſta
Parrocchia, è ſituata vna Chieſa dedicata all'Aſſuntione della B.
Vergine, a queſta concorrono gl'habitanti di tutta l'Iſola, né che
di quel Caſale ſolamente, con gran frequenza per la diuotione,che
v'hanno,e per il miracolo in quel ſito, e benedetto luogo occorſo
(eue com'è rimaſta ttaditione) coparue la glorioſa Madre di Dio
ad vna
3 s2 DELLA DESCRITT DI MALTA
ad vna verginella inferma, con renderle la primiera, e ſmarrita ſa
nità, di che ſe ne fà eſpreſſa mentione nella viſita di Monſignor
Azno 1575,
Duſina deſcriuendoſi le Chieſe di detto Caſale con queſte parole .
Ecclesia Aſſumptionis B. Marie ſatis deuota,ſuit edificata, quia qua
dam puella , que adhue viuit, dixerat miraculosè glorioſam V irginem
Mariam ibidem sibi apparuiſe,eamquè a certa infirmitate liberaſſe ; ſi
milmente ſi fà quiui memoria d'wn altra Chieſa ſotto titolo della ,
Decollatione di S. Gio. Battiſta noſtro padrone, dicendoſi viniuer
ſalméte,che queſta ſia la più antica di tutte l'altre edificare in detto
Caſale,e che ne tempi paſſati habbia ſeruito di Parrochia,forſe co
me la ſeguente della Moſta, ch'era anneſſa alla Matrice.
Chieſa dell'Aſſuntione di Maria Vergine di Caſal Moſta; queſta
nella viſita del 1575.vien chiamata Parrocchiale ma vnita a quel
la del Naſciaro, al cui Cappellano,ò ſia Rettore ſi pagauano le ré
dite, ch'ella haueua conſiſtenti allora ſolamente nelle primitie di
cento,e ſedeci caſe, nei quali era compreſo tutto il ſuo habitato,e
queſto Rettore non haueua altr'obligo che di celebrarui nel gior
no della feſta titolare. Il Veſcouo Gargallo conſiderata la molta ,
diſtanza dalla Matrice, e l'incomodita del camino tutto ſaſſoſo, è
-1 6. di Settembre 16 o 8. in viſita ſmembrò il ſudetto Caſale, come
altresì la Chieſa dalla Matrice del Naſciaro,e l'ereſſe in Parrocchia
le riſeruando il beneplacito, 8 aſſenfo Pontificio, e ſenza alcun.
pregiudicio del Rettore in " del Naſciaro, Don Giulia
no Burgio,il quale poi morendo nel 161 o il medeſimo Veſcouo
“in quanto fuſſe ſtato di biſogno a 16. di Luglio di quell'anno,tor
nò a diſmembrare,e crear di nuouola detta Chieſa in Parrocchia
le, con applicarui oltre le ſolite primitie della Moſta, tre chiuſe di
terra,l'vna in contrada di Caſal Naſciaro, l'altra cotigua alla Chie
ſa,e la terza denominata tal Carbuni e ne fù eletto primo Parroc
chiano il Sacerdote Don Gio: Bezina che quaſi per vent'anni pri
ma, eſercitato hauea la cura di Vicerettore di tutta la Parrocchia
del Naſciaro,come ſi ſcorge negl'atti della Corte Veſcouale.
Chieſa di Santa Maria delle gratie di Caſal Zabbar. Era queſta
già anneſſa alla curata di Santa Catarina di Biskallinge benche fuſ.
ſe ſtata quella di San Giacomo la principale di queſto luogo, co
me ſi caua dalla di ſopra citata viſita; nulla dimeno per la mol
ta diuotione, ch'à queſta shauea come miracoloſa, è alla qua
le da tutti i luoghi dell'Iſola andauano i fedeli ad offerir i voti lo
ro per le riceuute gratie, come fanno cótinuamente,appendendo
ui in ſegno di ciò tauolette,º altre figure, con vna frequenza gri-.
de di celebration di meſſe,e ſpecialmente nel giorno di Mercoledì.
- - Il Veſcouo
L IBR o TE Rzo, N.O TITI A IM. 38;
il Veſcouo Cagliarès cédeſcendendo non meno alla giuſta diman
da ch'al pio, e duplo deſiderio di quel Popolo,alquanto diſtante
dalla Matrice; ſeparò da lei queſta Chieſa, e la fondò in Par
rocchiale per comodità degl'habitanti, come appare ben ghia
ro negl'atri della Corte Veſcouale ſotto li 23 di Decembre 14,15,
ſenza però alcun pregiuditto del Rettore di Biskillingehetºallo
ra Don Matteo Burlà, in quanto alle primitie, che li filione in ſua
vita riſeruate, e ne fà deputato nuouo Parrocchiano il Dattor D.
Angelo Pontremoli, a cui,S: à ſucceſſori per ſuſſidio della loro co
grua,fù appreſſo conceduta dal medeſimo Veſcouo certa Penſio
ne annuale ſoura l'elemoſine, che ſi fanno alla Chieſa. A
Quella ch'è ſotto titolo della Naſcita della Santiſſima Vergine
del Caſal Crendi,era la principale del medeſimosº: eſſendo diſtan
te dal Zorrico ſua Matrice per più d'un miglio; il Veſcouo Caglia
rès ritrouandoſi quiui nel corſo della ſua ſeconda viſita l'anno
i 61 8. a 15, di Febraio, ſupplicato dal Popolo deſtinolla in Par
rocchia, con ſmembrar ancora da quella del Zorrico due piccio
li Caſali, Manin,e Leu,come egualmente diſtanti, e non mºlto di
iſcoſti da queſta à cui volle, che ſi aggregaſſero ſenza pregiuditio
di Don Nicolò Burlò in quel tempo Rettore della Matrice, che a
conſeguì mentre viſſe le primitie, l e ne fù eletto primo curato il
Sacerdote Don Saluatore Burlò, i l o
Chieſa della glorioſa Aſſuntione dell'Immacolata Vergine in
Caſal Aaſcia K, titolo ch'è di tanta diuotione preſſo da Malteſi.
Queſta per l'addietro era vinica è quella di S.Catarina di Riskallin,
dalla quale eſſendo diſcoſta pervn miglio, e mezzo, fi diuiſa dal
Veſcouo Cagliarès à petitione degl'habitanti,e fù fatta Parrocchia
l'anno i 426, maſſimamente con opportuna occaſione, che nell'
Aprile di quell'anno era ſeguita la morte del Parrocchiano di der
ta Matrice D. Matteo Burlo, e benche egli per ſua vecchiaia l'ha.
ueſſe poco prima raſſegnata in manibus Sanctiſsimi, a fauor del Sa
cerdote Don Antonio Michalef, non laſciò nondimeno queſto, tv. 7 , r .

(benche otteneſſe le bolle Pontificie) alcuni giorni doppo la mor


te del riſegnante,di rinunciare come ſe con molta prontezza a 28.
dell'iſteſſo meſe tutte quelle ragioni, che in vigor della ſua Proul
ſione haueſſero potuto competergli ſoura la Chieſa, e cura di det
to Caſale,acciò haueſſe effetto la diſmembratione decretata, e nel
medeſimo giorno doppo hauer quegl'habitanti dotata la Chieſa -
- - - -- - -

di certa rendita per il curato,ne fu eletto Primo Rettore il Sacerdo:


ite Don Matteo Scirica; la medeſima per vna memoria, che ſi
ſcorge nel di fuori della Tribuna, ſi notifica eſſere ſtata edificata
nel
-
gsa DELLA DESCRITT DI MALTA
nel ſecolo paſſato l'Anno MCCCCCXI. oº ºº otto le i
Chieſa di S. Andrea di Caſal Luca. Fù queſto ne tempi paſſati
vnito alla Parrocchia di Bitmifiuti, e da lei per eſſer diſtante mez
zo miglio in circa ottennero gl'habitanti col conſenſo del cura
co della Matrice ch'era allora bon Mario Mallia Teologo, conſul
tor del Sant'Officio l'erettione in nuoua Parrocchia di detta Chie
ſa,da Monſignor Alfieri Inquiſitore l'anno i 634. è i 5. di Mag
gio come Delegato Apoſtolico in vigor di Bolle del Sommo Pon
tefice Vrbano VIII, ſpedite in Roma Idibus Martii i 633, ab In
carnations, 8 in eſegutione d'altre ottenute prima ſorto la data
Nono Martii, Anno incarnationis Dominica 163 1. In virtù "
li prouedimenti, fù nell'iſteſſo giorno 15. di Maggio 1634, eletto
per primo Parrocchiano il Sae dote Don Agoſtino Caſſia Teolo
go, con li cui buoni ricordi, limoſine del pio Popolo, e tra "
del medeſimo,s'è già compiuta la fabbrica d'wn bel tempio ad ho
nor di Dio,e di quel Santo Apoſtolo tutelare del luogo -
- è Nell'iſola del Gozo.
Chieſa ſotto l'inuocatione della Beatiſſima vergine Aſſunta i
Matrice di quella Fortezza,ò Caſtello,e di tutta l'Iſola di cui è ſta
ta ſempre primaria e principal Parrocchia,hoggi collegiata,eretta
dal veſcono Cagliarès,di ſette sacerdoti Canonici, cipreſo il Retº
tore,ò vogliam dire Parrocchiano ea o del Collegio, con titolo di
Areiprete come per il paſſato in alcune viſite, 8 antiche leritture
era ſtato ritrouato,che ſi chiamaſſe; la qual erettione ſegui nella ,
quarta viſita del predetto Veſco io è 6. di Giugno 1 º 3. che po
i" fù ampliata per autorità Apoſtolica in virtù di bolla di Papa,
iVrbano VIII, data in Roma l'anno dall'Incarnatione? "
nis Aprilis,dal Cantore Don Antonio T“oloſſenti Vicariº Genera
le con l'applicatione di tutta l'heredità del Dottor Angelo Maci
nuK detto Rainerie di tutti i beni,erédite delle Chieſe, cappelfe
di Campagna nel Gozo, e come appariſce per decreto promulº
ta ai carie. gato di 3 di Nouembre i 64r Hauena il ſolira noninato Dotto
Epiſcopalis.
ire laſciato i beni della ſua heredità, in quell'iſola, per fondatio.
ne dvn altr'opera pia, la quale ſe ben non hebbe effetto, rimaſe
nulladimeno i" ſua lodeuol intétione commutata in queſta di co
tanto beneficio,e decoro di quella Matrice,ad honor di Dio, e della
'Beatiſſima Vergine. E ſtata anco prima conferm ata queſtierettio.
P.2. cap. 1. de , ne nella Sinodo Dioceſana tentita l'anno 162, con queſte parole,
celebrat. Miſſa
rºttº,
Peniquè propiarum voluntatum ſatisfactione in Inſula Gnudi,cam
in visitatione nostra Matricem Ecclesiam eius Vaſale in collegiatam
erexerimusiuxta Sucri Concilii Tridentini decretardie a: Iani
- ,i -
623.
eamq;
L I BR O TERZO, N O TITI A IV. 38;
eamq; cum multa religione,ac pietate, atq, obſeruantia procedere ha.
čienus videamus, illam in preſentia denuò confirmamus, atgue erigi
mus, g confirmatam, erectamquè volumus,ad maiorem Omnipotentis
Dei gloriam, animarumquè piarum ſalutem. Ella poi nel rimanen
te è molto ben ſeruita con baſteuol copia di Miniſtri, fornita d'or -
gano,e d'arredi eccleſiaſtici,e ſi ſcorge non men ornata di diuerſi
altari proueduti di Cappellanie fondate da quegl'antichi Nobili
delle famiglie Platamoni, Mompalatì, Nauarra, Caſtellotti,e d'al
tre, che ne godono i loro heredi il Iuſpadronato. La Menſa di
queſta Chieſa tiene in beni ſtabili più di ſcudi cinquecento di ren
dita, che vien amminiſtrata da Procuratori è queſt'effetto depu
tati. Il valor,8 entrata dell'Arcipretato ſaglie à ſcudi trecento in
- Nel tempo della viſita di Monſignor Duſina, erano dentro il
Caſtello altre quattro Chieſe, cioè a dire vina di S. Lorenzo piccio
la, ma per traditione mentouata nell'iſteſſa viſita, ſi dice eſſere ſta
ta la prima, che colà ſi edificaſſe; l'altra di S. Nicolò aſſai decente
mente fabbricata, si è cui il Popolo tiene ſomma diuotione, la ter
za di S. Gio: Battiſta, e la quarta del Santiſſimo Saluadore,conti
i;uaconſerua
al muro del Caſtello. Vi è ſtato ancora vno Spedale,e tuttauia
il nome, ſotto titolo di S. Giuliano, per la tenuità della
cui rendita, che ſi diſtribuiſce dal Procuratore in limoſine, e per
eſſer ceſſati quegl'aiuti e ſuſſidij, che ſoleuano quiui ſomminiſtra
re le prime e comode famiglie (hoggi del tutto mancate) non ſi
uò vſar più con i poueri infermi,la carità che ſi ſoleua. Nella fe
i" del titolo di detta Matrice, che ſi celebra è 15. d'Agoſto ſi corre
vn palio dalle giumente, e da deſtrieri, che produce quell'Iſola ,
non men generoſi di queſti di Malta, anzi per cagion de verdi
prati, e freſchi paſcoli, ſono talora più riguardeuoli,e per ciò attiſ
ſimi al ſeruigio,& vſo della milizia.
Chieſa di San Giorgio Parrocchiale del Rabbato, è vogliam di
re Borgo del Gozo, le porte del cui Caſtello chiudendoſi di notte,
reſta queſta neceſſaria per la cura d'anime,ſecondo però gl'ordini,
e decreti della viſita generale fatta nel 1623. oue ſi aſſegnano, e
Preſcriuono i confini dell'Vna, e l'altra Parrocchia. Anzi quando
queſta era più numeroſa, hauetia il Rabbato altre due Chieſe Par
rocchiali,vna ſorto titolo della feliciſſima Naſcita di Maria Vergi
ne nomata di Sauina, e l'altra di San Giacomo Apoſtolo.
Sono quini in oltre due Conuenti de'Frati,l'vno di S.Franceſco,
che l'Abbate Pirri chiama antichiſſimo,di Religioſi Comuentuali iº
di quell'Ordine,l'altro di S. Agoſtino. - ------ .
- - Ccc Le
3 gg DELLA DESCRITT. DI MALTA
Le Chieſe poſcia che fin da tempo antico ſono ſtate edificate in
diuerſi luoghi di dett'Iſola, ſagliono al numero di quarantacin
que, compreſe quelle del Rabbato, che ſotto vari titoli,atico di bc
nefici eccleſiaſtici,furono erette dalla pietà di quei fedeli Chriſtia
ni, dotandole quaſi tutte di qualche rendita, per celebrarusii e lo
ro feſte, con veſpro, e meſſe, ſecondo la forma delle loro diſpotitio
ni. Non potendo noi quì tralaſciare di non commendar "
mente il fanto,e religioſo zelo,degl'antichi Gozirani verſo il culto
diuino, mentre in quel Caſtello, e ſua Iſola ritrouiamo per il viſi,
ta del Veſcouo Cubelles fatta nel 1545.eſſerui ſtate circa ottanta »
quattro fondationi di benefici ſemplici di Ius padronato, iſtituito
da quelle famiglie; per honoreuolezza delle quali,e memoria d'ali
tri diuoti fondatori, haueuamo riſoluto di farne in queſto luogo
vn ruolo,ò catalogo, ci vna particolar Notitia di tutti i benefici sé
plici, e di ſus padronato della Dioceſi Meliuetana, ch'aſcendono
à più di ducento ſeſſanta titoli,deſcriuédo i terreni, e beni ne quali
conſiſtono, con le contrade loro in queſt'Iſole, però habbiamo poi
giudicato, che ſiano forſe per comparir meglio in vin libretto a
parte,(quando a Dio piacerà) per vſo de noſtri Paeſani,per non ins
-
- - - - - - -

gombrar molto l'opera preſente. . . ..


- -

Ma diamo fine a queſto diſcorſo con la venerabil Chieſa nel


Gozo, della diuotiſſima, e miracoloſa Madonna nomata della Ca
la; à lei ricorrono con viua fede,mercè gl'infiniti fauori, che rice»
uono dalla pietà di quella gran Signora, non ſolo i Cozitani, ma a
i Malteſi ancora, nelle loro maggiori neceſſitadi per implorarle di
uine gratie,le quali nelle infermità, e negl'indemoniati ſi ſono da'
diuori fedeli innumerabili volte ſperimentate. Quiui la diuotione
è andata maggiormente creſcendo con l'antica fama, che ſotto la
predetta Chieſa in via Cripta ſi ritroui ſepolto il corpo d vn Beato
ſeruo di Dio, anzi eſſere quello, (come n'habbiamo traditione,)
che prima dimorato haueſſe in Malta nella catia, à grotta, oue ſi
ſcorge fabbricata la Chieſa di S. Paolo primo eremita nella Valle di
Ved elAaſel. Rende di ciò non poca congettura vn forame,ò bu
coalogatoia vn lato del pauimento (da tempo immemorabi
le ) di larghezza di due palmi in quadro, che nel di ſopra haue
ua già
5 -
vin cancello " ſi caua da fedeli, cd ſomma diuotio.
- -- v - n t -

ne della terra,ò polue,abbaſſando il braccio fino a toccar il fondo,


ſotto di cui ſi crede, che giaccia il cadauero, poiche tal era il coſtu
-- -
me antico preſſo la primitiua Chieſa, per confermarla memoria de'
º :
corpi ſanti,ſoura i loro ſepolcri in terra,tenerui fittili aperture per
lequali calando qualche velo,cò toccar quella ſuperficie, ſotto di
- - Clil
-
-

chi ſtauano câſeruate a guiſa di pregiate gemme,le ſante reliquie,


ne ritraeuano certa virtù, mediante il concerſo del Diuino aiuto,
per conſeguirne gratie miraculoſe; come molto bene tutto ciò ci
vien ſpiegato dal noſtro Antonio Boſio nella relatione dell'Inuen
tion de Corpi della B. Vergine Cecilia, e compagni, riferendo San
Germano nell'Epiſt.ad Hormiſda Papa,lib. 1. Epist.Pontfol. 524. E
S. Gregorio lib.3 registep 3 G.Così piaccia alla Diuina bontà di co
ſolar queſti Popoli vn giorno, che ſortiſca in verità l'ºpinione, e
concetto che tengono di quel ſanto luogo, che quiui ci ſi habbia
à manifeſtare, ſe pur vi ſia, vn si pretioſo teſoro. .
- Finalmente ſi come in Malta,habbiamo dimoſtrato eſſerui ſta
te le cripte antiche de ſagri Cimiteri, così non laſciamo quì di pa
leſare, che anco nel Gozo ve ne ſiano ſtati altri ſimili, e particolar
mente quello, che ſinoma Ghar Gherduf non lungi dalla Chieſa ,
dell'Annuriata diſtante per va terzo di miglio dal Caſtello, il qual
luogo col terreno congiunto, da tempo che non v'è memoria in
contrario, è ſtato ſempre beneficio eccleſiaſtico, egl'è dunque ca
uato ſotterra nella rocca viua, pieno per ogni parte di ſepolcri in.
quella guiſa,e nella medeſima forma, che ſono i noſtri di Malta di
ſopra deſcritti nei propri luoghi, 8 oue di loro lungamente trat
tafnm O - -

Douendoſi hora da noi ragionare delle Caſe de'Regolari che ſo


no nel diſtretto della noſtra Città, ci pare molto à propoſito nel
primo luogo dar contezza, e ragguaglio del Monaſtero, ch'anti
camente è ſtato in Malta del Venerabili monaci di San Benedetto
Padre,norma,e ſingolar eſempio di tutti i Religioſi, per proceder
poſcia è trattar degl'altri,ſecondo l'ordine dell'erettioni loro, non
intendendo perciò d'apportare giamai niun pregiuditio al poſſeſs
ſo,che ciaſcuno di eſſi al preſente gode di precedenza.
- - A .

DEL MoNASTERO DELL'oRpINE DI S. BENEDETTo


- - - - - - - ehe fù già in Malta. -

s
NoTITI A QyINTA.
F In dalla prima volta, che vedeſſimo, 8 oſſeruaſſimo il luogo
4 nomato l'Abbatiata Deyr,Scil Sagro Cimiterio, che quiui ſi
iſcorge, di ſopra deſcritto diligentemente nel primo libro, oue
trattammo de Cimiteri,ci cadde in penſiero, che colà fuſſe ſtata ,
qualche Abbazia de'monaci,dâdoci coueneuol cógettura, né ſolo
- - - Ccc 2 -, - da queſto
-

388 D E L LA D ESC R'ITT, DI MALTA


da queſto nome Abbatia, e dall'altro tal Deyr, che in Arabo, è Si
l riaco tanto ſuona,quanro Conuento,ò luogo,oue molti di comun
accordo habitano inſieme; ma d'auantaggio dalle molte circoſta
ze,che in quello concorrono d'eſſerui ſtata ſtanza, e reſidenza de'
religioſi e che queſti non poteſſero eſſere ſtati altri,ſaluo che mo
naci dell'Illuſtriſſimo, 8 antichiſſimo ordine Benedittino, è che ,
anco ci induceua à credere l'hauer letto quello, ch'afferma D. Ar
zo».1.cap.43. naldo VVion Flamengo monaco di S. Benedetto nelle Annota
fel. 56.
tioni de Sommi Pontefici dell'Ordine Ciſtercienſe, cioè, che haué
do voluto Papa Benedetto XII, di queſto nome, riformare tutto
l'vniuerſal Ordine de Monaci neri, quello diuiſe in trenta ſei Pro
uincie,in vna delle quali veniua compreſo il noſtro Veſcouado di
Malta,con altri del Regno di Sicilia. E finalmente il conſiderare,
ch'eſſendo ſtata quell'auguſtiſſima Religione propagata per tutto
il Chriſtianeſimo,e particolarmente nella Sicilia, con sì gran nu
mero di Monaſteri, non pareua punto veriſimile, ch'haueſſe laſcia
to di fondar alcuno in queſt'Iſola,luogo aſſai comodo,e molto ap
propriato alla vita Monaſtica,e ſolitaria, niente meno che Lipari,
oue già vi fù monaſtero di detti monaci che poi ſeruì per l'erettio
ne di quel Veſcouado. Quando ecco, che pochi anni ſono dall'
Abbate D. Coſtantino Gaetano dell'iſteſſo Ordine, ſoggetto molto
qualificato, S eruditiſſimo nelle Sacre antichità dei Chieſa, al
quale ci ritrouamo hauer per buona ſorte communicato queſto
penſiero nel tempo, ch'egli fe qualche ſoggiorno in queſt'Iſola ;
correndo l'anno i 634 reſtammo per ſua getilezza, e corteſia cer
tiſicati,e chiariti del dubbio, ſignificandoci co ſue lettere,che quì
in Malta di certo fuſſe ſtato tal monaſtero,cò inuiarci d'auátaggio
per proua, e per maggior confermatione di ciò vna memoria ca
uata dal Martirologio del Monaſtero Pulſanenſe,ſituato nella Pu
glia,per la quale s'appaleſa, che San Giordano diſcepolo di S. Cio:
Abbate di Pulſano,doppo eſſere ſtato dal Santo Maeſtro reſuſci
tato da morte,è vita,fuſſe dal medeſimo madato Abbate in queſt'
Iſola, e qui menaſſe vita con ſplendor di ſantità, e vertà. Le parole
del Martirologio ſono queſte da noi volòtieri arrecate per corro
boratione del vero. Pridie Kal. Martii,Sancti Jordani Abbatis, di
ſcipuli Sancti Voannis Pulſanesis Abbatis,qui ipſum ſuſcitauit à mor
tuis in Monasterio Pulſanensi,postea misit ipſum in A4 elitam Inſula
Abbatem, ilìc vitam haremiticam duxir, (9 virtutibus coruſcaut.
Soggiungendoci l'iſteſſo Abbate D. Coſtantino, che dalla vita di
detto S.Gio: ſi raccoglie, che il noſtro S. Giordano Abbate in Mal
ta,fioriſſe negl'anni del Signore 1 1 3o. che per l'appunto cade il
- - tempo
LIBR O TERZO, NOTITIA 0V, 38,
tempo in circa quarant'anni, doppo la cacciata e fuga de Saras
ceni, in modo che ſi può ben congetturare,che il Monaſtero ſotº
to il Dominio di quei Barbari ceſſaſſe, e che ſolo vi rimaneſſe ini,
piedi più toſto qualche picciol veſtigio di reſidenza, è ſtanza Reli
gioſa d'eremitaggio, che di formato monaſtero ; il che ci vien afi
ſai chiaramente additato da quelle parole. Illic vitam heremitica
duxit, e che indi affatto ſi veniſſe ad eſtinguere, ritenendo ſolamé
te il luogo fin ad hoggi quel nome d'Abbatia, la cui erettiene poi
facciamo congettura habbia hauuto principio, e ſi ſia origina
ta in tempo di San Gregorio Papa, circa l'anno coo: di noſtra ſi
lute allora quando Traiano noſtro Veſcouo, che fù monaco del
Monaſtero di Santa Lucia di Siracuſa,ottenne dall'iſteſſo Pontefi
ce,che da eſſo Monaſtero gli fuſſero mandati in Malta quattro , è l

cinque monaci per ſuo follieue, e conſolatione: il che ſi caua dal


regiſtro di lettere di S. Gregorio , ſe pur non voleſſimo dire col Epifr. 1. lib 8.
In dift: 3. ad Ro
noſtro P. Manduca, che l'erettione in Malta demonaſteri ſia ſtata manum Defen
ſorem Siciſta.
prima del tempo di Traiano,tirando conſeguenza da quello che
il medeſimo S. Pontefice ſcriue in vna ſua piſtola,ordinando, che
i Sacerdoti, e Diaconi, ch'haueano participato nel delitto del no
ſtro Veſcouo Lucillo, predeceſſore di Traiano,ſi doueſſero rinſer In Hift, S.Pu
rare ne'monaſteri; Dum verò petit Manachos (dice il citato Padre blij.
ex familia ſui Monasteri Syracuſani in AAelitam deducendos: non
ideo cenſendum est, Traianum Auctorem fuiſſe Melitensium Mona
steriorum ; nam ante erusaduentum monasteria extitiſſe in AAelita
constat ex epist.62.lib.7, in qua S. Gregorius Sacerdotes,ac Diacono,
qui cum Lucillo Epiſcopo deliquerant in monasteria detrudi iubet. Che
poi nell'Iſola di Lipari fuſſe ſtato celebre, e magnifico Monaſtero
demonaci,ſi proua con vna bolla di Papa Anacleto Secondo, che
fù il primo, che lo fregiaſſe, e decoraſſe con la ſanta non men,che ,
nobile dignità del Veſcouado. Data Priuerni Kal. Oétobris Anno
Incarnationis Dominica MCXXXI. E ne fù creato Giouanni allora
Abbate del Monaſtero di Lipari in primo Veſcouo,come ci teſtifi
ca compiutamente il Pirro,apportando detta bolla,e quella d'Vgo
ne Arciueſcouo di Meſſina a fauor di Giouanni " I I 3 I. ſanen,foloscº
In Notit. Mef

Credettero alcuni per aſſodare queſt'opinione circa il Monaſte


ro di San Benedetto in " con l'autorità del ſopraci
tato Martirologio reſta indubitata, è irrefragabile, che il territo
rio ben grade, ch'hoggi poſſeggono,e godono in queſt'Iſola li Re
uerendi Monaci di S. Benedetto, nominati al preſente di S. Nicolò
d'Arenis di Catania, fuſſe per auuentura rimaſto di quei beni, ch'
anticamente poſſedeuano i Monaci del Monaſterio di Malta, e che
-- - - indi
39 o E) E LLA DESCRITTA DI MALTA
indi con la mancanza,ed eſtintio ne di queſto reſtaſſe incorporato
à quello di Catania. Ma certo, che s'ingannano ; impercioche il
detto territorio è ſtato loro laſciato da vna donna Malteſe, con pe
ſo,S: obligo di fondarin Malta vn monaſtero, è reſidenza d'alcu
ni monaci in vna Chieſa di San Nicolò poſta nel territorio, acciò
- quiui haueſſero a pregar Iddio per l'anima ſua,del marito,e paren
ti,come da vma nota dataci davn Religioſo, (che pariméte ci afferi
mò eſſere ſtata eſtratta in ſoſtaza alcuni anni ſono da libri del mo
naſtero di Catania,)ſi può con ogni chiarezza vedere, nella quale,
s'appaleſa, e dimoſtra il tempo, che fà fatta quella donatione. Il
contenuto della nota,ò vogliam dire memoria, è di queſto tenore.
L'anno 1362. nel meſe di Giugno eſſendo Abbate del monaſtero dell'
ordine di S. Benedetto ſotto titolo di S. Maria,il Reuerendo Fra Gia
como de Sorts, Iſolda relitta del quondam Lanzo Carrobeni laſciò, e do
nò al Monasterio un habitatione di tre ſtanze, posta nella piazza del
la Città di Malta, e più pezzi di terreni in dett Iſola nella contrada di
Caſale Rahal Bibit, ( vuol dire Rahal Kibir) con un'altro luogo di
caſe terraneo consistente in diuersi pezzi, il quale si dice il feudo di Ra
hal Niclosi in contrada di detto Caſale, nel luogo Har el Bin, (emen
diſi,Ghar el Bir) e perche per il testamento di detta Iſolda,il monaste
- - - - - - -

ro era obligato mantenere ſei monaci in certa Chieſa di S. Nicola posta


nelle terre di detta teſtatrice, quali perpetuamente fuſero obligati a ce
lebrare i diuini officii per l'anima ſua,diſuo marito, e parenti, e ciò per
molte ragioni, non si puote oſſeruare il Reuerendiſsimo Hilario Veſcouo
Meliuetano (queſto fù monaco dell'iſteſſo Ordine) mutando in ciò
la volontà della teſtatrice, volſe,che nel Monaſterio di S. Nicola d'Are
nis doue vi è quasi continuamente il numero di cinquanta monaci, 3
vltra, si celebraſſero detti diuini officii per l'anima di detta teſtatrice ſuo
marito, e parenti ,acciò li buoni legati reſtino, e pleno iure li tocchino. Fù
anco dichiarato,che il Monaſterionò era obligato al pagamento del Ius
della quarta,ò sia canonica portione per li detti beni al Reuerendiſsimo
Veſcouo Aeliuetano. Fin quì la nota,ò memoria ſudetta, ſe bene e
poſſedendo anco in Malta i ſudetti Padri alcuni poderi,oltre alter
ritorio d'Iſolda,e gl'infraſcritti altri, ſi potrebbe dir, che quelli fuſ
ſero dei rimaſti delle proprietà dell'antico Monaſterio, Hebbe
altresì l'iſteſſo di Catania da altri Malteſi, eſſendo Abbate Frà Pie
tro Pizzari due donationi di beni ſtabili parimente in queſt'Iſola,
l'vna nel meſe di Decembre, dell'anno 1432. da Lembo de Ferra
rio d'vn terreno ſituato in contrada di Caſal Spitale per mezzo di
Fra Paolo ſuo nipote, che fù monaco del medeſimo Monaſtero, e
l'altra da Paolo di Ferregnino di certe terre con vna parte di giar
- - -- - - - - dino
"Li B R O TE R Z O, N O TITI A VI. 391
dine, 8 vn Palazzotto con due botteghe nella piazza della noſtra
4 icti, Tal era la pietà de'diuoti Malteſi in quel ſecolo, ch'anco
fuori di Malta, ſi ſtendeua, e veniua propagata verſo il culto Diui
no, importando hoggi la rendita di tutti i ſudetti beni, poco men
di mille e ſeicento ſtudi ogn'anno molto ben pagati,
a - º . . . : a i

D E L c o N ENTo D i SA N RA N c Esc o
. - -
-
- .
de Keiserendi Padri di quell'ordine.
-,
- - - - - . . . - - -
. . .
- - - - - - - - - - - - - -

-
- - - -
,
- - - a , - - - - -

- a -2- 3 NQ TI TI,A SESTA.


- - - - -- - -

Ifr A prima fondatione de Religioſi mendicanti fatta in Malta i


a ſtimiamo,e con fondamento (ſi come ſi vedrà) ſia ſtata que
ſta ſotto l'inuocatione di S. Franceſco,li cui Reuerendi Padri, bé
che per la perdita delle loro ſcritture,fatta in diuerſe occaſioni di
ſcorrerie,e d'inuaſioni d'infedeli, non ſi trouine con alcun chiaro
documento per prouarlo: nulla dimeno ci fondiamo nell'affermar
ciò, in vna ſcrittura regiſtrata nella Cacellaria di queſta Sagra Re
ligione eſtratta dal Regio Cabreo di Palermo, oue facendoſi men
tione dello Spedale, che tiene la Città noſtra nel ſuo Rabbato, è
r debba dirſi Borgo, che veniua anticamente nomato Hoſpita
le Sancti Franciſci, perche era contiguo, come ancor hoggi ſi ri
troua à quella Chieſa,ſi dice in queſta guiſa. Hoſpitale Ecclesia S.
Franciſci Ordinis, Meliuetana Diocesi, in Ciuitate, g Inſula AAeli
uetana,propè Cemeterium Sanci Pauli exisiens,per Sicilia Xeges ſem
per collatum, ſuit, g conceſſum tamquam de Regio Patronatu, illudguè
alias vacans, Sereniſsimus Kex Ferdinandus Fratri Nicolao Papalle
adeiu vitam tanquan ad Regiam cellationem ſpectans, coutuli, 3
conceſsit, C e.Il che ſeguì nell'anno 137o. Onde dicendoſi la Chiek
ſa ſudetta eſſer dell'Ordine di S. Franceſco, 8 a parédo nella Regia
prouiſione ſpedita a fauor del già dette Nicolò, la quale ſarà da
noi diſleſamente poſta nel diſcorſo, che più auanti ſi farà di detro
ſpedale, ch'egli era Frate Minore ne ſegue per buona conſeguen
za, che prima di quell'anno già ſi trouaua fondato queſto Conué,
to; così lo dice apertamente anco l'Abbate Pirri nella Notitia Me Fol 61g.
litenſe con queſte parole. Di ui Franciſci Fratres Conuentuales ante
annum i 37 o ſua habuere domicilia in Suburbio Kabato iuxta anti
qu iſov, e domi: m H.ºſpitalem,ſub eodem nomine Sancti Franciſci,cu
ius A ieri in vir de larepatronatus, Rex Fridericus Tertius,fratri
Nicolino Papale Panormitano franciſcano ( ſuit is, deinde Ediſcopus
A4 ºdts,
è
eveg e tera: 4, Decembris anno 137 o in registro
-
Can
cellaria
392 D E L LA D ESCRITT. DI MALTA
cellaria fol. 192. Di più ci fa forza ad abbracciar queſt'vpinione e
il ritrouar due memorie del predetto Conuento in tempo, che a
non erano ancor fondati gl'altri Monaſteri, eretti doppo il ſecon
do de Carmelitani,che ſeguirà appreſſo di queſto: l'Vna è quella ,
del ruolo de'benefici di Malta, che fece fare il Veſcouo Senatore,
l'anno 14; 6.nel cui fine ſi dice in queſta guiſa. Frater Benedictus
pro terris Sancti Franciſci vnc. xxxv. l'altra è in vn priuilegio co
ceſſo dal Rè Alfonſo a Bartolomeo Abela di certo territorio, l'anno
1443. oue deſcriuendoſi, 3 aſſegnandoſi i confini, ſi danno per
contigui i terreni di S. Franceſco, i quali di preſente tuttauia go
de il di lui Conuento.
. Di eſſo è ſtato diuotiſſimo non men,che benemerito Giouanni
di Naua, che viſſe nel 148o. e fù Caſtellano del Caſtello a mare di
Malta, egli ſe fare la tribu della Chieſa, ſcorgendouiſi fin hoggi
Il 3

l'arme della ſua nobil famiglia benche altri habbia creduto ſia di
caſa Toledo; quiui fù parin ete ſepolto il ſuo cadauero in vna caſ
ſa, che nel ſecolo paſſato ſi miraua tuttaula allogata in quella ITla
. - - - - so -

buna, couerta d'vn drappo di velluto, com'era coſtume antica


mente d'honorar in queſta fatta i ſepolcri de'nobili, 8 in parte,
rialta, e ſolleuata da terra, il medeſimo fefare l'antico quadro del
la B.Vergine ſoura legno,ch'hoggi ſi trouanella Chieſa ſull'entra
te da mano ſiniſtra, oue ſi vede in picciola figura dipinto il Naua
in atto d'orare rauuolto,8 abbigliato nella foggia,ch'à ſuo tempo
ſoleuano veſtire gl'huomini della ſua qualità, e nobil conditione.
Hebbero già vin tempo queſti Padri vna lite, con quei di S.Ago
ſtino per occaſion di precedenza, e fù in primo luogo a fauor lo
rodata vn interloquutoria nel poſſeſſorio dalla Corte Veſcouale a
di Malta a 14 di Nouembre 15 o 2. eſſendo guardiano il venerabi
le Frà Matteo Ciuppara. -

; E doppo eſſere ſtato citato quattro anni appreſſo il guardiano,


ò procuratore del Conuento di S. Franceſco, allora Frà Paolo de ,
Pellegrini,a douer com parire alla preſenza del Reuerendo Luca ,
de Marinis Canonico Palermitano, Vicario Generale di quella Dio
ceſi ad iſtanzia del procurator degl'Agcſtiniani, e colà pronca-

- -
- s mente comparſo; ma non già alcuno per parte de g"
to il termino prefiſſo, fu determinato a 4. di Febraio 15o6. che il
procurator di queſto Conucnto, haberet licentiam recedendi nemine
eum vocante in iudicio per ſeruirci delle medeſime parole della ſen
tenza; la qual prouiſione à 9.di Marzo di quell'anno, fu preſenta
ta dal predetto procuratore al Vicario Don Errigo de Bordino,e
fattane nota. Ma al preſente queſti padri per cagione, come dicono,
- - - - che
LIBR o TERzo, NoTITIA VII s»,
che il Conuento era ridotto per la molta,e noioſa pouertà loro ad
vno,ò due frati,e che perciò nelle proceſſioni non portando Cro
ce,ſi aggregauano,3 vniuano con gl'altri Religioſi dell'oſſeruan
za di S. Franceſco, ſi ritrouano fuori di quel poſſeſſo,e per né pre
giudicarſi, non interuengono più alle publiche ragunanze con l'
altre Religioni. Hanno eſſi da pochi anni in quà principiata vna
buona fabbrica,e forma di Conuéto, per la cui perfettione ſe ſará
no aiutati da pij, e buoni Cittadini con larghelimoſine, ſi corriſ.
ponderà non meno alla diuotione, 8 honore di quel glorioſo San
to,ch'al merito,S: alla bontà di detti Padri,

DA L c o Nv e N7 o D e LL A N Nv Nra ara
de Reuerendi Padri Carmelitani. i

NoTITI A SETTIMA -
- -
-
- -
--

S Vppoſti come conuiene i tempi,ne quali hebbero principio le -

fondationi degl'altri Conuenti della noſtra Città Notabile ,


queſto del quale pur hora habbiamo intrapreſo a ragionare preſſo
di noi deue tenere il ſecondo luogo, hauendo hauuto origine la .
ſua erettione nel modo che ſiegue. Viueua nell'anno del Signore,
14 18. la pia non men, che nobile, e generoſa Signora Donna -
Margherita noſtra Cittadina diſcendente dal real ſangue, e caſa d'
Aragona vedoua moglie, che fù del nobile Giacomo di Pellegri
no. Queſta Matrona dunque ritrcuandoſi inferma nel meſe di
Giugno di quell'anno, volendo diſporre de'ſuoi beni, fe il ſuo te
ſtamento a dis,di detto meſe per mano di Notaio Antonio Azzo
pardo, nel quale iſtituì ſuoi heredi vniuerſali, Francia,e Ceſarea .
fue figliole,quella moglie di Ludouico de Plozaſco, e queſta er .
ſtata conſorte d'vn Nobile di caſa Habica,e per eſegutori il ſudec .
to de Plozaſco, e Giacomo de la Habica ſuo nipote, inſieme con.
Don Cataldo Cusburella,allora Cappellano della Cattedrale, e dopº
pò molti legati pij,quella buona Signora ſè il ſeguente. Item i gº
Fcclesia Sancta Maria dell'Annuntiata,quam de nouo fabrieari feci in
contrata, quae vocabatur in loco qui dicitur Santu Leonardu , di cui
fin hoggi ſi ſcorge vna picciola Cappella,ò voglia dire Cripta nel
la rocca viua poſta nel giardino vicino ad vn fonte ſotto al C6ue
to,ad epus marammatum dictae Ecclesiae,g pro emendis paramenti n.
et ornamentis videlicet libris,calicibus,vestimetis,Conts,Cruce,lapadis2
et aliis neceſſariis sidem Ecclesiae.ac etiam provita e ſubsidie F"
- - ºe 4
3,4 : D EI LA' DESCR I TT. DI MALTA
val canentium ſea pſalentium, g dicentium in eadem Ecclesia diui- i
num afrium.omnes terras, quashabeo in dicta contrata S. Leonardi, º
cum viridario ibidem existente,g cum terris locatis ſecum,g aliis ter
ris cultò, gr incultis in terris dictae contratae. Item simili viodo, ets
arma omnia bona mea stabilia,quae habeo in Inſula Gaudisii. Item :
lego eidem Ecclesiae calicem vnum de argento,que habeo in domo mea,
ei vnum parampullarum de argento, et vestimentum Unum ci qua
dam caſubla rubea denudato,fua habeo in domo mca,nec non et aliud i
vestimentum cum caſulla coelestis coloris, cum quodam alo calice dei
argento nouo deaurato,et quemdam librum Omeliae. I tem volo,rt ma i
do praefatam Ecclesiam cum omnibus bonis sibi, vt ſupra legatis con
ferri,et con ced debere per infraſcriptos meos Fideicommiſſarios, vna cu .
Venerabili Donno Cataldo, praedicto Religioni, velordini ,qui placuerit,
et melius videbitur dictis fideicommiſſariis, et dicto Donno Cataldo ad
eorum arbitrium,esividere E dopò folti altri legati ſiegue queſto
à fauor di detta Chieſa. Item lego dictae Ecclesiae Sanctae Mariae
exiſtenti in contrata Sancti Leonardi quandum domum per me fabri-,
catam de nouo,sitam,et positana in Ciuitate Malrae in contrata San-º
cti Pauli infra hos confines, ah Occidente et AAeridie eſt via publica, eto
a Septentrione poſsidet Donnus Cacaldus,et ab oriente Guillelmus ...
. . . . .. et alii confines cum omnibus iuribas, et pertinentiis filis. Morit
poſcia fra pochi giorni doppo fatto il teſtamento poiche è a 4 dell'i
iſteſſo i di Giugno fà con le richieſte, e contieneuoli ſolenni i
tà publicato d'ordine di Ruggiero Pirrera Capitano della noſtra.
Città Hebbe la diuota, e pia " vin'altra fi
liuolanomata Leonora che fù moglie di Matteo del Carretto dei
Marcheſi di Sauona, nobile della Città di Giorgetti, - , e , i
In eſegutione dunque della ſua volontà fida Fidecommiſſarij,
la Chieſa dell'Annuntiata conceſſa a Réuerendi Padri Carmelita
ni,ch'hoggi con decoro, e molta honoreuolezzalvfficiano, e poi
ſcia da eſſi di bel nuouo rifatea. E di più hanno fabbricato il C6-1
uento alla moderna circa l'anno 135 o & aggiuntoai appreſſo al
tri edifici. Dalla pia e ſanta diſpoſitione di Gigita Signora ſi caua,
ben chiara la notitia del tempo, nel quale hebbe origine ſà fonda.
tione di queſto Sacro Convento; regnando allora Alfonſo Rèuº
Aragonase di Sicilia, 8 euidentemente ſi raccoglie quanto venghi
equiuocato lo ſeritto dall'Abbate Pirri ſia detto con buonapace,
e riuerenza d'un sì erudito, e venerabil huomo,) che ripone i
ueft erettione all'anno 12 oo, come altresì, chè la fondatrice,
li ſtata Denna Maria Peregrino vedouad vntale di Toledo, Sce:
º. - si però
se,
LIBRO TE Rzo, NOTITI A vII. 3»,
Però deue eſſer in ogni modo ſcuſato,e di ciò,e di alcune altre co
ſe, ch'egli riferiſce nella ſua ſettima Notitia della Chieſa Meliten
ſe, e d'altre, ch'hà tralaſciato di porre, come per eſempio, non ar
rolare Frà Giorgio IoamperiMalteſe nella ſerie de'Priori della mag
gior Chieſa Conuentuale di queſta Sacra Religione, poiche ha
uendole ſcritte per ragguaglio, e per relatione altrui mal informa
to,non ha poſſuto darne contezza, con quella puntualità, con la
juale in tutto il rimanente dell'opera, oueli è ſtato permeſſo da ,
per ſe ſteſſo riconoſcere le coſe,hà procurato accurataméte col ſuo
infaticabile ſtudio,ò eſq uiſita diligenza cauar il netto della verità.
Hor ritorniamo al noſtro Conuento Carmelitano, e ſua fon
datrice, della quale fin hora non ſi era mai potuto ſapere qual fuſº
ſe ſtato il cognome,S: il ſuo caſato, mentre nel teſtametotranſon
tato da vn eſemplare autentico nella Città di Giorgenti per nota
ro. Marco di Mazzauillano l'anno 145 1. di cui conſeruano copia
li detti Padri e dalla quale cauaſſimo tutto il ſoprapoſto contenu
to,non s'eſprime il propio ſuo cognome : " quello del ma
rito de Pellegrino. A noi però venne fatto il ritrouirlo in vn an
tica ſcrittura della noſtra Città, nella quale dandoſi iſtruttione i
Giouanni Vaccaro deſtinato Ambaſciatore alli Viceregi di Sicilia
nel 1419, per appunto vn'anno appreſſo della morte di detta Te
ſtatrice, fra l'altre coſe ſe gli commette à procurar, che i Malteſi
nel primo giuditto non fuſſero eſtratti dall'Iſola, a litigare nella ,
gran Corte di Palermo, atteſo, che gli heredi della quondam ma
gnifica Donna Margherita d'Aragona (così vien chiamata) erano
ſtati colà citati ad iſtanzia del Curatore di Gouanni del Carretto,
queſti era ſuo nipote, figliuolo di Matteo, e di Leonora vna delle
figliuole della predetta Donna Margherita.
Nel reſto il Conuento, è ſituato in vn bel poſto eminente, non
lungi dalla Città più che due miglia in circa. benche in luogo ſo
litario, 8 in aria non molto ſaluteuole, che però i Padri più fiate,
hanno deſiderato trasferirlo altroue, e preſenteméte có licenza del
Superiori trattano di traportarlo nella medeſima Città. La Chie
ſa è diuotiſſima,in eſſa ciaſcun anno nel giorno dell'Annunziazio
ne della Beatiſſima Vergine, titolo di lei, ſuolandar in proceſſione
il Retierendiſſimo Capitole,e Clero della Chieſa Cattedrale, a cele
brarui ſolennemente la ſanta meſſa, con interuento di tutto il
Magiſtrato,e Popolo della Città. - -, -

Nella medeſima Chieſa fono alcune pretioſè reliquie di S.Alber


to; quiui fù ſepolto il cuore del G.Maeſtro Frà Claudio della Segle
di fel ricor. come vien paleſato da vn. Iſcrittione di queſto tenore,
- Ddd a Excelſum
1,4 p E LLA D Esc R1 rT. DI MALTA
- - Excelſum pietate viri Cor clauditur Vrna
-

Claudi, qui Rhodio prefuit Imperio,


Grata fuere Viro, Geniti cunabula Verbi, -

. . . Huic ſacro moriens, cordedit indeſuum.


i Fr. Carolus de Hangest Seneſcallus, g Fr. Christophorus de
Montgauldri Aecononus, pietatis erga Dominum oeno
a res, ho officium curauere xv. Kal, Sept. MDL/ // ,
- Oltre l'entrata, è dote conceſſa al Comuento da Donna Mare
gherita, ch'eccede cinquanta ſalmate di terreno in Malta, e nel
ſozo, con giardini, & altri poderi, ſi ritroua anco eſſere ſtato
beneficato da Catarinella Sillato, moglie che fù di Bernardo Caſ.
ſari queſta morendo li laſciò tutta la ſua heredità, conſiſtente il
diuerſi beni ſtabili, come nel ſuo teſtamento rogato in atti di D.
Brandano Caſciaro, ſotto li 23. di Gennaio 1562. in modo che i
tutta la rendita di queſti Padri ſaglie, 8 importa hoggi più di mil
le ſcudi l'anno; per conſeruatione della quale,eſſi fecero fare accu
rata deſcrittione, e Cabreo di tutti i beni loro, come in atti di No,
taro Andrea Allegritto ſotto li ai. di Luglio , 6 13. diffuſamente,
&à pieno sappaleſa. , c e
- Finalmente da queſto Conuento hebbe origine, e propa
gatione l'anno 1573, quello della Città Valletta che riconoſce la
ſua fondatione da Frà Gio; Vella figlio del medeſimo Conuento,e
da eſſo fu contribuita in ſuo aiuto, e ſuſiidio per lo ſpatio di qua
rant'anni, la ſomma di ſcudi cento annualmente.
º - . i , i

D E L C O N V E N T O D I SA N 7 AG o S TI N o,
- prima ſotto queltitolo, poſcia di San Marco Evangelista,
e -

-
NoT ITI A OTTAVA.
· I Reuerendi Padri Agoſtiniani haueuano anticamente il C6
- uento, e Chieſa loro, molto vicino,e preſſo le mura della Cit
tà in diſtanzia non più,che d'vn tiro di pietra, Onde l'anno i s; 1.
nello sbarco, che feall'improuiſo con molto empito, e barbara ,
crudeltà vn Armata de'Turchi in queſt'Iſola, e con penſiero di
ſorprendere di repente la Città, verſo la quale già s'era incamina
to l'Eſercito di quei ſpietati nemici, temendoſi, che l'edificio del
Conuéto, e Chieſa poteſſe eſſere di danno alla fortificatione, a vo
ce di tutto il Popolo gridandoſi, che ſi doueſſe ſmantellare e deua
ſtare, fù incontinente atterrato, e ſpianato il luogo; per la qua
le improuiſa rouina,dicono queſti Religioſi eſſerſi ſmarrite, e del
- - - - - tult to
i LI B R O T E RZ O, N OTITI A VIII. 397
tutto perſe le loro ſcritture, eſſendo allora andati,è ſtanziare quaſi
per lo ſpatie di i i anni nello Spedale di S. Spirito nel Rabbato,vſ.
ficiando in tanto quella Chieſa fino, che poi per gratioſa ; e beni
gna conceſſione del Veſcouo Cubelles, furono proueduti della ,
Chieſa beneficiale di San Marco, poſta nel luogo, oue al preſente
col Comuento riſiedono: della qual Chieſa, e ſua prima eretrione
“ſi diſcorrerà attanti con più opportuna, e miglior occaſione. On
de non hauendoſi potuto hauere notizia de'fondatori, ſi è almeno
venuto in cognitione del tempo della fondatione,che ſeguì nell'
anno 146 o il che dimoſtriamo in tal guiſa. Sei anni dopò cioè nel
146 6. fondarono li Domenicani il Conuento loro, nel uogo no
mato Santa Maria della Grotta, come nella ſeguente notitia ri
feriremo in progreſſo di pochi anni vennero in diſputa i Pa
dri dei due Conuenti circa la precedenza; allegauano i Domeni
cani eſſergli ſtata ceduta fin da principio da gl'Agoſtiniani ; ma ,
poſcia queſti pentiti, pretendeuano la preminenza per l'anterio
rità della fondatione. All'incontro i Domenicani per vn conſul
to fattogli in Catania, che habbiamo veduto frà le ſcritture loro,
ſopra il caſo, confeſſando la fondatione degli Agoſtiniani prece
dere per lo ſpatio di ſei anni prima, deduceuano douerſigli la pre
cedenza in vigore della priorità della confermatione Pontificia ,
dell'ordine loro, S a fauor dei Domenicani, riſpoſero i Dottori
Merlo Sollima,e Giacomo de Ribaldis, huomini peritiſſimi in quei
tempi, 8 hoggi in queſto poſſeſſo ſi ritrouano di precedere, & ha
uer il luogo immediatamente preſſo la Croce della Cattedrale, ſi
che da queſta ſcrittura, cauandoſi, che ſei anni prima fuſſe ſtato
fondato il Conuento de gl'Agoſtiniani, che l'altro di San Dome
nico,di cui per iſcrittura autética ſi pruoua,che l'erettione ſeguiſſe
nel 146 6. come ſi vederà a ſuo luogo, ne ſiegue chiaramente la
certezza, che queſto di S. Agoſtino ſia fondato nel 146 o, come e
s'è detto. - - a -- -

Doppo dunque, che queſti ottennero la Chieſa di S. Marco ci


alcune caſette a quella contigue per ſtabilirui il Conuento, oue º
prima il titolo era di S. Agoſtino,hebbe poſcia la denominanza di
S.Marco, e nel 1 ;; 6. cominciarono a i" vié eſpreſſo,
da ſeguenti diſtici, che ſi leggono ſoura la porta della Sacreſtia.
- Augustinus eram, nunc AAarci nominefurgo,
Ait si fata dabunt, nomina priſca geram.
guod Vetus Hoſpitium Turcharum metu (ul.
A4en. AACCCCCLI.fuit destructum.
Id. A4en. Augusti ACCCCCLVI.reaedificari ºis

iss DELLA DEsc R1 rT DI MALTA
; Fù già fatta fabbricare la Chieſa di S. Marco da D. Michele di
Fabro Canonico Malteſe, il quale ritrouandoſi infermo l'anno
14; 1. facendo il ſuo teſtamento a 17. di Marzo in atti di Luca.
Sillato,laſciò,che quiui ſi doueſſe ſepellire il ſuo cadauero, e dopò
hauer legati alcuni terreni per la fabbrica di detta Chieſa, e per altri
ſeruigi,e buon auanzamento della medeſima,º ad alcune perſone
certi beni purche morte quelle, a lei anche perueniſſero, con do
natione altresì d'vn calice d'argento dorato,e d'alcuni ricchi para
menti per ornare, & abbigliar l'Altare,fe il deuoto Canonico l'in
fraſcritto legato,e diſpoſitione, cioè a dire. Item voluit, (3 manda
uit,quodinfraſcripti eius fideicommiſſarti post eius obitum debeant, gr
teneanturſcribere Prouinciali fratrum Ordinis S. Dominici,si Prouine
cialis ipſe vellet acceptare predictam Ecclesiam S. Marci pro Conuen
tu eorum Ordinis Sancti Dominici predicti, velne, gr si voluerit Pro
uincialis ipſe acceptare dictam Ecclesiam, vtſupradictum est, quod in
fra ſpatium anni vnius debeat mittere aliquoi fratres dicti Ordinis,
pro accipiendo poſſeſsionem Ecclesie preditta.(3 incipiendo ad benificanº
dum, gr beneficia in dicta Ecclesiafaciendo, in adificando, 3 maram
ma facendo videlicet in eadem Ecclesia, º si non miſerit infra dictum
sempus, videlicet anni vnius, quod eo caſa dicta Ecclesia reuertatur, et
reuerti debeat in beneficium,dummodo, quod ſemper fiat marammata,et
edificia in dia Ecclesia de redditibus, g pretio dittori, bonorum dićta
Ecclesiae, vtſupra pereundem Testatorem legatorum,cum patto, quod
sipreditifratres S. Dominiei acceptauerint, quodſemper in perpetuune
fratres dicti Ordinis debeant stare, stantes in eade Ecclesia ipſa perap
tando, 3 edificando,g sint boni,et honeſti,ac bonae,et honeſtae vitae,
aliàs,quod reuertatur in beneficium Ecclesiae Maioris,vtſilipradictum
eſt. In oltre laſciò alla Chieſa Cattedrale tutte le ſue terre,che ha
uetta in queſt'Iſola, nella contrada di Caſal Antoni, 8: il ſuo luogo
di caſe, che teneua nella Città, e vicinato di detta Chieſa, con pat
to e conditione però, che fuſſe deputato perhabitatione ſempre e
del Cantore. E benche le ſouranarrate diſpoſitioni ſembrino fuo
ri del noſtro propoſito, S aliene dalla fondatione de gl'Agoſtinia
ni, di che ſtiamo trattando: nulladimeno in memoria della pietà
del teſtatore, la cui volontà,e diuota intentione ſe non fù eſeguita
circa l'introdurre nella Chieſa di San Marco i frati di S.Domenico,
hebbe almeno l'effetto nel transferiruiſi il Conuento di S. Agoſti
no, non habbiamo voluto laſciare di farne queſta mentione, come
parimente del legato a fauor del Cantore della Catedrale. Iſtituì.
egli ſuoi heredi vniuerſali Federico,e Ventura figliuoli di Ramon
do de Vetero,ò di Vecchio,e di Palma ſua nipote, e Fidecommiſ
i ſarij
LIBRO TE Rz O N o TITI A VIII. 399 ,
ſarij Bartolomeo Chilona,Don Nicolò di Falſone,e Lemo di Ferre- .
rio, i quali per non hauer procurato di adempire la di lui diſpoſi
tione in far venire i Frati di S. Domenico fra lo ſpatio d'vn anno
er fondar il Conuento nella Chieſa di San Marco, ella reſto be -

neficio Eccleſiaſtico. E ſe bene l'anno 1537, quaſi cent'anni do


à haueſſero i buoni Padri di S. Domenico moſſa lite contro il Be- a
neficiato di San Marco, ch'allora eravn certo Don Antonio Man
gione Catore della Chieſa Cattedrale, e ſi fuſſe proceduto ad alcu
ni atti, con penſiero d'hauer la Chieſa col beneficio, per fondarui,
vn altro Comuento, con tutto ciò ceſsò la lite, rimanendo in poſ.
ſeſſo il beneficiato, fino a tanto, che poi queſto con altri benefici e
in eſegutione de decreti del Sacro Concilio Tridentino, fù appli- ,
cato all'erettione del Seminario, è indi dal Veſcouo con autorità, e
e confermatione Apoſtolica trasferito in quella del Collegio de
Reuerendi Padri della Compagnia di Giesù, con tanto frutto, Sc .
vtile per ſalute dell'anime di tutta queſta Dibceſi,S:à maggior glo
ria di S. D.Maeſtà. i i i 5
Il Canonico D. Michele di Fabro douette ſenza fallo eſſere ſta
to ne ſuoi tempi huomo d'ingegno prudenza, e valore, poiche in
vna teſtimonianza, che fa nell'anno ſudetto i 537. il Notaro Gra
tiano de Vaſſallo eſſendo in età di ſettant'vn anno in circa, dice di
lui in quel proceſſo, che ſi fabricò frà i Domenicani, 8 il Beneficia -
to Don Antonio Mangione,frà l'altre, queſte parole. E dictus quº- i
dam Donnus Michael Fabro percepit tests ipſe, quod in la venuta di:
l'armata di Tunisi, chi vinni contra la ditta ſula di Aalta, que vi
diciturhaaitempo di cento, e circa dechi anni,la minaru in vara in lo
consiglio,in la quali votao beni, e ſaluao gran moltitudini di animi di la ,
Iſala,etdixitſcire, etc. Queſt'armata fù quella che sbarcò in nume: i
re di diciotto mila mori, aſſediando di repente la Città, ma furori
no forzati poſcia a malgrado loro partirſi con vergogna,riſoſpin
ti,e ributtati dal valore de'Difenſori,che fù intorno all'anno 1437. ,
e non del 147o. come altri diſſero e ſi caua ciò molto ben chiare,
dalla ſopradetta teſtimonianza, e dal riſcontro d'altre ſcritture del- i
la Città. Ottennero dunque gl'Agoſtiniani la Chieſa di S. Marco, e
con le ſue appartenenze di alcuni cortili, e picciole
caſe dal Veſco
uo Cubelles, con il conſenſo però del Reuerendiſſimo Capitolo, e
venera bil Clero di Malta,e particolarmente di D. Bartolomeo Mi
gione allora Beneficiato, e Cappellano della Parrocchia di Birn.it
tuh,come per donatione in atti di D.Brandano Caxaro ſostoli a S. ,
d'Agoſto 1 55 5. Più , largamente ſi dimoſtra, ſeguitane CC il ter- -

matione da
.
Papa Paolo Quarto, nel ſecondo anno del ſuo Pºsti
G di O.

N -
4oe D E LLA D Esc RITT. DI MALTA
cato. Quiui fabricarono il Conuento con la Chieſa, che al preſen
te hanno molto riguardeuole,8 inſigne,hauendoui fin da princi- i
pio concorſo la Città alla ſpeſa della fabbrica con cinq uecento
ſcudi per la promeſſa,S: obligatione fatta loro dall'Vniuerſità per i
legnami, e pietre colte per riparatione delle fabbriche della Città -
medeſima, come in atti di Bartolomeo Haxixe à di 22. di Maggio
15; 8. ſirauuiſa. La Chieſa poi ſi ſcorge ricca,e ben fornita di pa
ramenti, e di vaſi d'argento per ſeruigio del culto diuino,officiata
continuamente da trenta di quei buoni Religioſi, con organo,
coro tutto di noce, 8 vn'ampia ſagreſtia. Il Conuento è dei più
capaci, e de maggiori dell'Iſola, 8 il più douitioſo; Racchiude i
vno patioſo chioſtro,vi ſi mira d'auantaggio vina magnifica ſcala, i
e commoda ſala per la lettura,eſſendoui da alcuni anni in qua in ºA.
trodotto lo ſtudio di Filoſofia, e di Teologia, con molto decoro,
e profitto anco della Città, non che de'Padri. - i i

Sono eſſi in poſſeſſo del terzo luogo, doppo la Cattedrale nelle


publiche proceſſioni, & hanno libera poteſtà di eligere di due in
due anni il Prior loro in virtù di lettere ſpedite ſoura ciò dal Padre
Generale di quell'ordine, frà Hippolito da Rauenna, date in Na- i
poli à di 3. di Nouembre 16o. il quale canonicamente eletto, ſi
deue ſolo confermare dal predetto Generale; come già hebbero i
anticamente vn ſimile priuilegio,dal P.Generale Frat Egidio Dat,
in Roma prid. Id. Martii 1 5 2 ; ma in quello la confermatione » ,
veniua riſeruata al Prouinciale, come ſi vede regiſtrato negl'atti,
In 11. reg. Ind. di Don Gonſaluo Canciur allora publico Notaio.
14 15. I. di 2.
f43. Eſſendo ſtato ſempre tenuto queſto Conuento, per vno de più
-

celebri,ch'habbia la Prouincia ; fù anco da Superiori annouerato º


frà li deſignati a riceuere, & ammaeſtrare Nouitij, ſi come ſempre,
in eſſo ſi ſono aggratiati, &ammelli alla profeſſione. Ma perche
non appariua, ne appena conſtaua di detta deſignatione, nato per i
ciò dubio, ſe ſi doueſſe tener per tale, ricorſero per tanto quei Pa-3
dri alla Sacra Congregatione del Regolari, ſupplicandola di ſtabi
lirlo,e confermarlo per Conuento di Nouitiato, e ſe n'hebbe il ſe
guente gratioſo,e benigno reſcritto. , -
Sacra Congregatio Cardinalium negociis Regularium preposita Ora
torum petitioni benignè annuendo, cenſuit dictum Conuentum interde-i
signatos ad recipiendum,et educandum ?Nouirios habendum eſe. I biquè
ºNouitio pºſe, et debere ſuperiorum arbitrio probationis annum agere,
dummodo dictus Conuentus neceſſaria habeat requisita ad praeſcriptum
apostolicorum decretorum, et praecipuè institutionum generalium fele
record, Clementis Octaui a Sanctiſsimo Domino nostro innouatarumi
Romae
A LIBRO TERZO, NO TITI A VIII. 4o 1
Aome die xiiii, Iannarii 1 6 39.Card.Anton Barberinus. Lefadenellus.
: L'antica Chieſa di S. Marco fà fatta fabricare l'anno 14o2. co
meſi proua davna pietra,ch'era allogata ſoura la porta prima che
ſi faceſſe la nuoua Chieſa, in quella ſi ſcorgeua ſcolpito vin Leone
in atto di ſedere ci vno ſcritto nelle brache,oue ſi legge Recubenti
formato con lettere in tutto gotiche,e nel di ſotto Pax tibi Mar
ce Euangelista meus, come anco di ſopra Anno Domini AACCCCII.
la qual pietra perche ſi conſeruaſſe, è ſtata dai Padri ſaggiamente
fatta porre, 8 incaſtrare nella facciata dell'Altare, che viene rico
- perta dal paliotto.
Ne meno prouidamente l'anno 16 i racciò i beni,e poderi del
Conuento, i quali fruttano, 8 eccedono la ſomma di due mila,
ſcudi dirédita rimaneſſero ſenza diminutione nella notitia de Re
ligioſi ſucceſſori, li fecero diligentemente deſcriuere,8 arollare in.
Cabreo, come per publico iſtrumento in atti di Notaio Andrea,
Allegritto ſotto li z 1. d'Aprile ſi manifeſta; nel quale facendoſi
mentione delterritorio, ch'eſſi poſſeggono in queſt'Iſola nomato
tal Ghalis con acuratezza non meno, che curioſità fanno no
tare hauerne hauuto l'acquiſto con tal titolo, cioè,ch'eſſendo ſta
tovn reo condennato dalla giuſtitia ad eſſer precipitato dalle mu
ra della noſtra Città, fattagli permiſſione di diſponer de'ſuoi beni,
ordinaſſe, che quel territorio doueſſe doppo la ſua morte eſſer di
coloro, che primi fuſſero ſtati a dar ſepoltura al ſuo cadauero, il
che eſſeguendo incontinente doppo la precipitatione, i ſagaci, 8.
accorti antichi Padri gli fuſse ſtata appreſso moſsa lite dal Clero,ò
Capitolo della Cattedrale pretendendo non hauer eſſi potuto fare
quella funtione,ch apparteneua al curato, ſenza interuento loro,e
che per ſentenza fuſſero ſtati condannati a cedere alla Catedrale ,
la metà di detto territorio, il quale hoggi diuiſamente è poſſedu a
to da lei, e dal Conuento. - -

Nel ſudetto Cabreo ſi fà honorata al pari, che pia mentione di


molti Padri, che fiorirono,così in lettere, come in virtà di eſsem
Pio figli del ſouradetto Conuento,e Malteſi, e frà gl'altri i Frà Pic
troCáciur Maeſtro in Teologia, che viſse intorno agl'anni 149 o.
Frà Nicolò Pietro Bonauia inſigne Teologo, che fù Prouinciale in
Sicilia, e viſse nel 1524.d'acuto,S: eleuato ingegno, e che predicò
nelle Chieſe Metro politane di Palermo prima, e poſcia di Meſſina.
Fr. Stefano Zurchi Maeſtro in teologia predicò qui in Malta, 8:
in Sicilia per più ſiate, con molto applauſo, queſti ampliò il Con
uento dei Gozo nel 1533. e con licenza de ſuoi Superiori fondò
quello dell'Alicata nel 1544. - - - - - - 1 -
- º
Eee Frà
4o» D E LLA DE SCRITT. DI MALTA
Frà Bartolomeo Bonauia parimente Teologo, e predicatore, di
Caſale Bubakra,il quale come dice il Boſio l'anno 155 1 nella"
del Gozo,fù dal Gouernatore, e da alcuni principali del Popolo dee
ſtinato mediatore a Sinan Baſcià Generale dell'armata turcheſca ,
ma poi da lui, come barbaro,3 infedele furono crudelméte tratta
ti,e ſcherniti, laſciando in libertà ſolamente quaranta poueri vece
chi, e decrepiti,e con eſſiloro frà Bartolomeo. “ ,
- iando Bonauia ſimilmente Maeſtro Teologo, e Predi
catore,viſſe circa gl'anni i 548. i . 2 , i
Fr. Marco Gandolfo, e Frà Giuſeppe Xeberrasambidue Maei
ſtri,e Predicatori, come anco Frà Sandti Gandolfo, e Frà Antonino
Attardi Bacillieri: dalla corteſia di queſto noi riceuemmo nella ,
Città di Pauia molte amoreuolezze in vna graue, e pericolº
loſa infermità, che quiuici ſoprauenne, ritornando da ſtudi del
Inclita Città di Bologna. e D
Finalmente da eſſo Comuento hebbero cominciamento, &
origine quello della Valletta l'anno i 572. e l'altro della Pietà, è di
S. Rocco fuori le mura della ſopradetta Città, circa l'anno 1 e 17.
- ,, , , ;

DEL Co2NVENTO DI S. MARIA DELLA GROTTA,


Dell'ordine di San Domenico,
- - i º i - V ! )

-
N O T I TI A
-
-
N O N A. -

- -
)

A Eſideroſo il diuotiſſimo P. Maeſtro Frà Pietro Zurki Malte


ſe, d'illuſtrarla Patria a gloria di Dio, ad honor della Beatiſi
ſima Vergine ſua ſantiſſima Madre, e del Glorioſo Patriarca S.Do
menico col fondaruivn Conuento della ſua Religione, con buo:
ma gratia e licenza de ſuoi Superiori in compagnia de i Padri Frà
Andrea di Morſia,e di Frà Pietro de Platea del medeſimo ordine ,
ſe ne venne queſto ſeruo di Dio in Malta l'anno mille quattro
cento agginta ſei, e parendoli luogo opportuno per promoue
re,è accreſcer viepiù la diuotione, quello della Venerabile Cripta
ſottotitolo di S. Maria fuori del Rabbato della noſtra Città, quiui
con l'aiuto de nobili,e d'altri buoni Cittadini gittò feliciſſimamen
te le prime fondamenta al ſuo ſanto,e lodeuole diſegno, non man
cò altresì di ſpalleggiare queſt'opera co la ſua ſingolar pietà Anto
nio d'Alagona allora Veſcouo di Malta nel cocedergli vn ſito nel
territorio del Veſcouado per faruivn giardino in ſeruigio del Cóué
to,ch'era ſtato già principiato cd la Chieſa,oue per l'applito ſi ſcori
ge ſituata
i
quella diuotiſ
- i
-
grotta adiſtazia dell'iſteſſi Cittadini,
- . -ſuppli
-
8è - --
LIBRO TE Rzo No rrrrA Ix, se,
ſupplicatione del P ZurKi,e compagni, facédogli ſpedire col co
séſo del ſuo Capitolo il priuilegio che fù dato in Malta nella Città
Notabile è di 27. di Giugno 14. Ind. 146 4 ſegnato come ſiegue.
Nos Antonius EpiſcopusAAeliuetanus omnia predicta confirmamus
Ego Donnus Lanceas " Archidiaconus confirmo. ,
Ego Donnus Henricus de Bordino Cantor confirmo. e
Ego Donnus Guillelmus de Tunne Decanus confirmo.
Ego Donnus Dancius de Manjono confirmo.
i Ego Donnus Mattheus Galie confirmo.
i Aigo Donnus Michael de Falegno confirmo. -
Ego Don Iacobus Capu teſtor,gr confirmo. º
Fgo Don Rogerius de Bordino teſtor, 3 confirmo - le
Ego Don Henricus de Manueli testor, º confirmo.
- Il ſigillo pendenteſi rauuiſa in forma ouata, nel cui mezzo ſi
ſcorge ſeolpito vn S. Paolo in atto di ſedere, che impugna con la
deſtra mano via ſpada, e tiene con la ſiniſtra vn libro aperto, e
ſotto a piedi tre ſcudi d'armi, e intorno all'ouato alcune lettere,
Gotiche,che non ſi ſono potute leggere per l'antichità. Fù appreſº
ſo confirmato il ſudetto friuilegio dal ſucceſſore Veſcouo di Mala
sa Giouanni di " i 148o. deſtinando d'auantaggio,
corteſemente a queſti Religioſi vn'altra Chiuſa di terra per loro
maggior ſuſſidie, e per poter vie più ampliare il Conuento, come
ſi legge in vna ſcrittura ſotto la Dat. apud Ciuitatem Meliueti in
Palafio Epiſcopali di 3.Madiai.tndanno Domini Mcccclxxx
fignata dal veſcouo,e dagl'infraſcritti Canonici, º
a Io: #i. -
Ego Don Lances d'Eſguames Archidiaconus confirme
Ego D. Guillelmas funae Decanus confirmo. e tº

Ego D. Rogerius de Bordino Cantor confirmo. º


Ego D. AMattheus Galie confirmo. . e 2 e
º Ego D. Michael de Falſono confrmº. -
Ego D. Mattheus a gechi eonfirmo.º e
- Ego D. Lemus de Fauzºns enfirmo º
º Ego D. Henricus de Manuelefonfimo º º i
i Ego D, Ioannes de Vella confirmo iº º
. SEgo P. Gilius Pradita cºnfi no.

E ſtato poi ſuſſeguentemente negl'anni 142 s & rso2: il mº


deſimo priuilegio confermato, e ratificato reſpettitamente dalli
Procuratori,e Vicario de Veſcoui Valguarnera,e Curſetto per no
teſoura l'originale in queſto modo. º
Ego D.Petrus de Pannutio Archipresbiter7 erra
- - - Eee 2 -
-
ae, DELLA D escRITT: DI MALTA
reuerendiſ Domini Iacobi de Valguarnera Epiſcopi Melitenſi come
firmo,g ratifico preſens privilegium conceſſum, vi ſºpra die 19.44adii
a 5. Indic. 1495. - -
Ego Don Guillelmus de Meſa Canonicus Syracuſanus,g Reueré
diſ Antoniº de Curſecto Epiſcopi Meliuetani Vicarius, g Procurator
Generalis confirmo, g ratifico preſens priuilegium conceſſum, vt ſupra
die 16, Augusti v. indictionis i soz, s -
Comincioſſi dunque la fabbrica della Chieſa, come habbiamo
detto l'anno 146 6. con gran feruore di carità, così departicolari
Cittadini come anco del publico della Città, che per alcuni anni
contribuì,e concorſe con larga limoſina per compimento, e ſuſſi
dio della fabbrica, come habbiamo veduto dava midato de Giu
rati ſpedito l'anno 1495. à Frà Pietro Zurki Priore, è Vicario
del Comuento con la diligenza, continua vigilanza & indefeſſa at
tiuità del quale (che viſſe più di trent'anni doppo la fondatione,
ſi trouò del tutto fornita a perfettione l'anno iios.come ſi leggs
ſoura la porta principale nella facciata, che né è ſtata ſin hoggi per
anco rouinata,benche in gran parte la Chieſa ſia ſtata magnifica,
mente fabbricata, alzandoſi " del coro,e dellº
due braccia, che ſoſtengonovnalta,e helliſſima epppola di modera
no diſegno, l'Iſcrittione che ſi ſcorge allogata ſoura la porta dice
così Fr. Petrus Zare Vir Keligiºſa ri
i e Elemosini condidi base e im, rari i .
2. . .-- > > > A e Anha 1 º 5 e ..2 , e , l
Furono parimente dal vina parte e l'altta della fame fitte fabriº
care cappelle da alcuni principali Cittadini delle famiglie Naua,
Alagona, Inguaiaz, Falſone,Caxara, Baglia e Kerri con l'elemo
ſine e fondationi de quali e d'altro diagre perſone e particolarmé
te con le donationi degl'infraſcrittoſi riduſſell Contiento in qual
che comodo ſtato.
Agoſtino Burgio donò ſi chiuitarra per la fibbrica, COII1C
in atti di Luca Sillato a ro,dº geſta ess º è
Paolo Tabone diede certi ſuoi beni ſtabili cºn tutto il reſto, che
poſſedeua in Malta, 8 in particolarevna Picciola capanas (la quale
giudichiamo ſia quella, ci il cui " boggi il ſegno a Frati
d'andare a cibarſi) come s'appaleſa nel medeſimo Notaio a 27.d'
Aprile 148 :: : : inni e nottiero i
Giouanni di Naua Caſtellano del Caſtello di Malta, l ciavna,
rendita annuale per la ſua cappella di S. Maria di Loreto ome ci
vien notificato in atti di Paolo Bonello è di primo di Né i -abre,
a 487, nel ſuo ſolenne teſtamento, a
2- s s & º La
-
LIBRO TE Rzo, NOTITI A Ix: ae,
La moglie di Giacomo Spatafora dieci ſome di grano.
Margherita di Mazzara oncie dieci, ciò ſi dimoſtra per vina,
Prouiſione del Vicerè Acugna nel 149 . . . . .
Imperia di Zeruantes moglie di Pietro di Ribera nel ſuo teſta
mento in atti di Gomez di Brancato l'anno 15 o 9 concede oncie 2
quattro di rendita per meſe,e ſepoltura.
Pietro Caxaro Giudice nel 1485, a 1 2. d'Agoſto in atti di Pao
lo Bonello laſcia herede vniuerſale la Chieſa,e Frati, con la fonda
tione dvna cappella ſotto titolo della glorioſiſſima Vergine del
Soccorſo, i 2 º 3 - ;
, Imperia moglie di Galzerano Inguanez, l'anno 15 12, in atti di
Pietra di Laimo ſoura la ſua dote materna,laſcia vina meſſa quoti
diana, e feretrione d'vna cappella doppo morte de gl'heredi vni
uerſali, i quali furano Antonio Angarao, e Guglielmo Inguanez
ſuoi figliuoli. is o l :
., Simona Vedonad Vgolino Bartalo della Moſta nel i5o3.dona
certi ſuoi beni ſtabili in atti di Gio Sillato e ci
; Antonio Inguanez del quondam Goffredo nel ſuo teſtamento,
laſcia via fondatione di meſſe nella cappella dell'Annunziata poi
ſta in detta Chieſa. . .it tº l i
Simone Mama allora Cittadino della Notabile nel 1514 è pria
ma habitatore nel Zebuggio laſcia
braſione di meſſe,
-
vina rendita perpetua per celesi
ot, i l ci
-

a Paola Vedoua di Gregorio Xerri nel 159 c.fà quiui fabbricare


vni cappella ſottotitolo dello Spirito Santo e Lorenzo Caſarico:
ine commiſſionato d'Imperia ſua moglie figliuola, e donataria di
Paola le aſſegna rendita annuale per dote.
Giouanna moglie di Gonſaluo Montagnès nel medeſimo anno.
dondrcudirtilli frati per celebratione dºvrameſſa quotidiana,
-. Salub Falſone l'anno 15 re nel ſuo teſtamento in atti di Giulio
Cumbo:à 8. di Gennaio fa vna fondatione di meſſe nella ſua: -cap
il
pella s... 32 i cio: I 2 sole º
º Scolaſtica vedoua di Giuliano del quidam Domenico Muſcatº
cittadina della Notabile,fà vna ſimile fondatione nell'anno rsº ri
i Frà Gio Mamo del quondani Michele del Siggeo Sacerdote d'
obedienza magiſtrale di queſto Sacro Ordine Geroſolimitano nel
a 8 fà donationed'vn ſuo terreno per celebratione di meſſe
- Agata moglie di Tomeo Tabone nel ſuo teſtamento in atti di
Girolamo Cumbo laſcia per fondatione dvna Cappella e per la ſua
ſepoltura la quarta parte del territorio di Deyry Zara,ch'egli allo
sa per l'appunto hauera c&prato; e perche era ſtata parerie
-

º II - -,
3
es DELLA D E scr ITT DI MALTA
le ſue figliuole,3 eredi diedero al Conuento l'equiualente per dos
te della cappella in altri beni ſtabili, come in atti del medeſimo
Notaio a 22. d'Aprile 154o. \
-, Paola Vedoua d'Andrea Barbara della Gudia in atti di D. Gior
- gio Butigieg à di 5: di Settembre 1538. fè donatione d'vn ſuo
terreno in contrada di detto Caſale. º
Non ſolamente queſto Conuento è ſtato aiutato con limoſi.
ne dalla diuorione de'Cittadini allettati dall'eſſem plare,e ſanta vita
di quei Reuerendi Padri in modo, che a gara concorreuano a dare
gli deloro beni,e l'iſteſſo Vicerè di Sicilia Don Ferdinando d'Acu
gna ritrouandoſi ia Malta nel 1492. gli donò vn vaſo d'argento,
perche ne faceſſero fare vn Calice, come ci vie notificato ben chia,
ramente per vina ſcrittura fatta nel Caſtello a mare, hoggi noma
to S.Angelo a dir 3. di Maggio di quell'anno: ma ancora liberal
mente,e con larga mano beneficato dalla Realmunificenza,e pie,
tà del Rè Ferdinando d'Aragona,e di Sicilia, con noue ſalmate di
terreno, ſcelto da poderi della Regia Secretia di Malta, che furono
il principal fondo, col quale venne a ſtabilirſi l'erettione di detto
venerabil Conuento , poiche nell'anno i 5 1 1. eſſendo ſtato dai
Frati inuiato in Iſpagna a quella Maeſtà il Padre Frà Pietro Xarà
Maeſtro in Teologia Domenicano perimpetrare qualche ſuſſi
dio al Conuento, acciò quiui poteſſe mantenerſi per l'auuenire il
ſeruigio di Dio per profitto dell'anime di queſti ſudditi, li fà fatta
gratioſi donatiene deſouradetti terreni ſmembrandoli prima,cioè
a dire ſei ſalmate dal Fiddeni, e tre da Biniiarrat,ordinando la ſpei
dirione del priuilegio, che fù dato nella Città di Burgos à di 3o,di
Gennaio di quell'anno che nel ſuo proprio originale ſi conſerua.
l

fin hoggi fra le ſcritture del Conuento.


. L'accuratezza,che hanno hanuto queſtiPadri né meno, che la
ſollecita vigilanza, e premura per la buona cuſtodia delle ſcrittu
re, priuilegie memorie del Conuento ci ha data opportuna occa
ſione d'allargarci alquanto in molte coſe particolari di eſſo, per la
notitia, che ci recarono in gratia, e conſolatione delle famiglie, e
de'diſcendenti da quei primi benefattori, 3 acciò ancora, ch'altri
veghino in cotal guiſa iſpronati & eccitati a beneficare i Religioſi
in riſguardo del ſeruigio, e culto diuino, e profitto delle proprie e
anime, Queſto Conuente è ſtato ſempre in molta veneratione, e
ſingolar decoro preſſo a noſtri Cittadini, e maſſime doppo lin
troduttione della Côfraternità, e diuorione del Santiſſimo Roſario
tanto caro a Dio, è alla ſua Santiſſima Madre come d'auantaggio
di séma vtilità de'fedeli Chriſtiani. Hoggi li ſudetti Religioſi ten
-
- - - - gono
È IBR O TERZT), NO TITI A VII. 4o7,
gono il primo luogo doppo il Reuerendiſſ. Capitolo della Chie
ſaCattedrale nelle proceliioni, e funerali de morti; e tutto che
quelli di S.Agoſtino haueſſero preteſo la precedenza, cento e ſeſ
tanta tre anni ſono in circa, finondimeno ſententiato à fauors ,
de Reuerendi Domenicani, per hauer la loro Religione ottenuto,
Prima la ſua confermatione dalla Santa Sede Apoſtolica, che quelº
la de glAgoſtiniani e i 2 e : 2 in
- Da queſto Venerabil Conuento bebbe e igine ed il ſuo princi Piur in hifº.Do.
pio quello della B. Vergine i Borgo,hoggi inoma miaie. lib. 1.
to Città Vittorioſa l'anno i sir 8. con aiuto del Veſcouo Bernardo
Catagnano, e con limoſine dediuoti, e Pil Cittadini di quello i
go; figlio di lui è ſtato il Padre Maeſtra Frà Damiano Taliana ſog
getto per ogni conto qualificato e raro,di molte virtù, e lettere,
per la di cui opera, 8 indefeſſa diligenza fil promoſſa l'erettione del
Conuento di Porto Saluo i" la cura Parrocchiale
in più della metà dell'habitato di quella nobiliſſ. Città : queſto è
ſtato vltimamente abellito di figure de Santi, e Beati della medeſi,
ma Religione dal P. Frà Iacomo Bezula allora Priore, che rendo- -

no quel chioſtro non men diuoto, che vago. rea e


i Ma ritorniamo all'altro della Notabile in cui dice l'Abbate Pir, Notit. Meliten,
ol 619.
ro, che alloggiaſſe il G. Maeſtro d'eterna memoria Lisleadamo,
i" ſua caualcata la prima volta per pigliar poſſeſſo del
rincipato dell'Iſola in detta Città l'anno 153o. Però il Boſio af, P.3 fol 9o.
ferma, che ciò ſeguiſſe in quello di Santo Agoſtino, il che ſembra
più veriſimile, é altroue ſcriue,che qui ſoggiornaſſe Sinan Baſcia P.3.fol.3o1.
Generale dell'armata turcheſca l'anno i 55 1. quando v'andò con
l'eſercito con penſiero d'aſſaltare la Città, e
Hannoli Domenicani in queſta benedetta caſa, come luogo aſ.
ſai comodo, e molto appropriato il Nouitiato: onde l'Abbate,
'Pirri fauella in queſta guiſa Dominicani in S. Maria de Grutta
ab an. 1479. Nobilem in Kabbato Nouitiorum locum conuentualem
habent, citando il Pio nell'hiſtoria Domenicana lib. 1. La Chieſa è
ſtata ſempre ben officiata,e ſi ritrouahoggi per la Dio gratia pro
ueduta di paramenti, e d'ogni neceſſaria ſupellettile eccleſiaſtica :
Vi ſtanziano venti Religioſi, che hanno di rendita per manteni
mento del Conuento più di mille,e ducento ſcudi ogn'anno.
Vedeſi fabbricata contigua alla Chieſa dalla parte della facciata
vna cappella fotto titolo di S. Orſola fin dall'anno 1467. queſta ,
benche habbia porta propria nel di fuori in Cimiterio, nondime
no communica per via d'vn altra con la Chieſa nella Cappella de
i Naua. Per la fabbrica della ſudetta di S. Orſola ritrouammo frà
º ! . - le
4os D E L LA D Esc RITT. DI MALTA
le ſcritture del Cóuéto vn atto di donatione, che feceronell'anno,
ſouradetto Randino Vella, e Palma ſua moglie, Paolo Tabone, e
Smeralda chiamata Iſolda conſorte, dei loro beni ſtabili, e d'alcuni
mobili, moſtrandoſi quiui eſſere ſtata di nuouo cominciata da loa
ro à far fabricare,e nominando il luogo del ſito Ghar il Kibir, cioè
grotta grande, ſotto però alcune conditioni, e riſerue, come più
largamente s'appaleſa negl'atti di Luca Sillato Notaio in queiré,
pi: la qual memoria qui riportiamo, non tanto in pruoua delité
po, che fù eretta detta Cappella, e dei Fondatori di lei, quanta
i" per confermatione,che la Grotta, è Cripta ſoura ,
a quale fù fabbricata la Chieſa del Conuento era in quei tempi
grande per il congiungimento, & aderenza del Sacro Cimiterio,
che hoggi è chiuſo, e non vi reſta ſe non vna Picciola Cappella,
ſotterranea,ò grotta, dalla quale preſe denominanza la Chieſa an:
ticamente dedicata a S. Maria. Giù a baſſo per l'appunto nell'en
trata, oue ſi ſcende per alcuni gradini, ſi ſcorgono allogate due a
colonne di pietra,le quali ſoſtenendo vn gran pezzo d'architraue
di marmo tutto lauorato d'ordine Compoſito, in cui fà oſſerua
to per di ſotto, che in qualche gran edificio poſaua in tempo an:
tico ſopra colonne, formano la porta della cripta, o cappelletta di
- ---
Santa Maria. - - -
- - -

Illuſtrano queſto Conuento diuerſi Padri Malteſi ſuoi generoſi


allieui, e virtuoſi figli celebri, in pietà al pari, che in lettere, e frà
ueſti oltre il Fondatore Maeſtro Frà Pietro ZurKi degno di molta
lode per gl'indefeſſi trauagli che patì nel promouerela fondarione
º
-

- - -
ſi poſſono annouerare i ſeguenti.
Fr. Ambrogio Butigeg profeſſore di Sacra Teologia, Veſcouo
Aurienſe,delegato dalla Santa Sede Apoſtolica: nella Soria,S& ad al
tre Prouincie Orientali con ampliſſima facoltà in compagnia di
Fr. Antonio Zahara; quello morì nel viaggio di ritorno, che
faceua à Roma, oue giunto queſto fù fatto Veſcouo di Vico, Cir
tà non lungi da Napoli, da Papa Pio V. -

Fr. Leonardo Butigeg Maeſtro in Teolog. famoſo predicatore,


Fr. Pietro Xarà pariméte Teologo, che riceuè il grado di Mae
ſtro in Roma l'anno 15 o 3. dal Padre Frà Gio: di Ferrara, allora.
Maeſtro del Sacro Palazzo di ſpecial commiſſione di Papa Giulio
Secondo a 14. d'Agoſto di dett'anno, come ci vien dimoſtrato dal
priuilegio ſpedito in fauor di lui, che nel ſuo proprio originale ſi
conſerua frà le ſcritture del Conuento. Queſto buon Padre mercè
il ſuo valore, impetrò dal Rè Ferdinando non ſolo i terreni,che ſo
no contenuti nel priuilegio Reale a beneficio del Conuento, ma
- - GIACOI3
LI E R o T E Rzo, N O TITIA X. 469
ancora in quel ſuo viaggio à Spagna vna quantità di legnami in.
elemoſina, con la quale ſi coprì l'antico tetto della Chieſa. Final
mente queſti Padri negl'anni 16 o 3. & I 6 1o. eſſendo loro Priore
Frat'Angelo Tabone Malteſe, con deliberatione preſa in Congre
gatione,zcläti della coſèruatione debeni,e delle rédite comuni,né
meno di quello fuſſero ſtati i loro predeceſſori nella cuſtodia delle
ſcritture, ecero fare vin accurata deſcrittione,(che nella Sacra Reli.
gione Gieroſolimitana ſi nomina Cabreo, di tutti i loro ſtabili,cò
eſprimere i confini,la quantità,e qualità di eſſi e ciò che rédeuano,
menzionando i titoli degl'acquiſtamenti e come più diffuſamente
ſi ſcorge negl’atti di Notaio Andrea Allegritto ſotto li 3 1. di Gen
naio i 6 e 9.dall'Incarnatione, che fù cótinuata, e finita nei 2o. di
Giugno 1 co9.28.e 29. di Genn.161 o dalla Natiuità del Signore.
DEL CoºlVENTO DI SANTA 34 ARIA DI GIA SV - - - - - - a - -- - - - n. -

de Frati Ainori dell'oſſeruanza di San Franceſco.


- -
- --

No TI TI A DE CI MA.
ID I queſta fódatione leggiamo nelle Croniche di quell'Ordine
Venerabiliſſ ſtipate l'anno 1586 il ſeguite Capitolo Nesi.
culis tanti finibushac Prouincia clauditurcu,et A4 elitá A nſula, ha pro
leul è Pachino eiuſde Sicilia promitorio distatº,atg, ad Sacra Slo:Mi
litià attinente coplectatur. Nà apud Vetere Melitá,(que eiuſde Meli
tests Inſula Ciuitas,atg,textrinis pretiosiſsimari vestiti omnino nobi
lis est,)hunc Couentù B.M. de Ieſuſacri,comunibuſq; ciuiu eiuſde Ci
uitatis ſumptibus à plurimis anni, edificati, obtinet.E ſe bene la Città
s: i cittadini particolarmétehabbino anch'eſſi aiutato alla fabrica
del C5uéto,nulladimeno,né ſi deue defraudare del titolo di Föda
tore e principal Autorevno d'eſſi,ch'haueua nome Giacomo Ha
Kim detto Malf Gueſthuomo pio tirato è queſta diuotione, forſe
er mezzo d' vn ſuo paréte dell'iſteſſo Ordine, facédo il ſuo teſta- sa a s.ap,
ſi cui vić nomato Ciuis eiuſde Ciuitatis Malte,frà gl'altri le i"
gati quiui laſcia il ſeguéte. Itelegauit pro eius anima,etc. Fr. Maria- Brancio.
no de Ha Kim ord.S.M.de Ieſu etus cdſanguineo,adpraesés exiſtiti in
Con u.S.AM.de Ieſù “Nob.Ciuit, Meſſanae,etc.dequibus,etc. testator ipſe
voluit,et midauit per dictum Fratri Marianum eius legatari,et con
- - - - - - - -

sàguineum in Inſula Melitae edificari, uno Cduato, ſul vocabulo di S.


AM.di teſi di la obſtruitia,in loco idoneo in dicta Inſuli,addiſpositione
arbitrium,et voluntati disti FAMariani,et Nobilium
- - - - - - - , i
Dominorum Iu . ; - - – - i
ratorum ditae Ciuitatis,qui pro
-

- l ' , .
tipore fuerini; cum loc taraºpacto;et
i r . . . . . . . . . . . ... .. . .
-

conditione,che di li dittivnsi i 2 o.it omnia bona si diggiano


« . . 3 - 1 º-
diſpendri
... r . . . . . . . .f . iArs - - -
- - - - - -
-e - -

in marammatibus,et aliis neceſsitatibus dicti Connentus,etc.


F ff Item,
41o D E LL A D E scR I TT. DI MALTA
Item caſu quo dictum Monasterium Sanctae Mariae de Ieſu fac
rit factum, vt ſupra diſpositum est,eo caſa legauit,g legat dicio Aa
nasterio quoddam eius praedium Domorum situm, g positi, in Ruga
diciae Ciutatis Meliueti,cuius ab Oriente eſt ſirata publica, a meridie
?Nicolosius Mamu, ab Occidente Nobilis Artalis de Alagona, gr dì
Septentrione Voannes de Bartalo; cum patto (3 conditione, quod VA0A4
poſsir ſvendi,neque alienari,ſeu permutari,aut alio titulo tran .. i"
ferri, ſed sit, º ſe debeat in perpetuum Granchia di lo ditto A4 i
riu, e Conuentu di Santa Maria di Ieſu.
Super aliis bonis ſuis mobilibus, (8 ſtabilibus, g c. Inſtituit herede
vniuerſale Couenti ſupradićtu aedificadu,g c. et in caſa quod no aedi
ficetur vt ſupra, inſtituit Monaſteriu S. Benedicti Ciuitatis.Melitae,
(9 c. Exequutores reliquit Ven.D.Lemum Falſone, D.Philippi, Caſar,
(il Dalmaum Cumbo.Teſtes Ioannes de Laurentio Vudex, Lauretius de

Falſono, D.Andreas de Bezina,Gilius Cumbo, Franciſcus de Sagona, D.


Antonius de Bonello, Ioannes de Naſo,et Franciſcus de Vaccaro.
Paſsò qualche tempo, prima che ſi fuſſe dato cominciamento
alla fabbrica; impercioche ritrouiamo,che nell'anno 15oo.eſſen
do Veſcouo di Malta D. Giacomo de Valguarnera,e Vicario Pra
uinciale di dett'Ordine in Sicilia il Padre Frà Nicolò di Mazzara,
fù fatta particolariſtanzia per parte dell'Vniuerſità, è pure de Gius
rati nel Capitolo, che ſi celebraua à Cammarata, perche fuſſe act
cettata queſta fondatione,º eretto il C6uento, fù perciò "i
Commiſſario Frà Cherubino di Noto, il quale tantoſto eſſendoſi
trasferito in queſt'Iſola accettò il luogo,deputando Procuratore:
Manfredo Ruggieri Caſciaro,Cittadino Malteſe, i quali impoſſeſ,
ſatiſi, e preſi tutti i beni ereditari del già nomato Giacomo Ha
Kim e vendutili, ſe ne cauarono ottocento oncie in circa, con che
indettanno ſi diede feliciſſimo principio, e ſi andò poi continua:
do la fabbrica del Conuento, ch'hebbe finalmente la ſua perfettio,
ne per la maggior parte col danaro di detta credità , eſeguendo
la volontà del teſtatore,i Giurati con molta puntualità non laſcia
- -- - - - - - - - - - - - - - - - -

do per queſto,anco d'impiegarui buona ſomma di quel del publis


coin maniera,che ſi ſcorgeua poſcia riuſcito bello e riguardeuole.
Ma ritrouandoſi la famiglia dei Frati in quel principio per la mol
tapouertà loro, biſognoſa di veſtiario, i con ſano partito ricor
ſo per parte della Città al Rè Ferdinando, dalla generoſa e regia,
pietà,del quale con altregratie ottenute in Napoli è 22 di M aggio
Et prout in lis i soz ſi còſeguì per ſuſſidio del Cóuento,ch'ogn anno dalla Secre
terit exequuto
rialib.datis Pa tia di Malta fuſſero date in elemoſina due pezze di pino per veſtia.
normi 16. De
samb. 15o7,
rio di detti Religioſi, come tuttauia gli vie benignaméte côtinuato . . .. . . . . .

-, - - ll TO
- - -
Li B R o TE Rzo N o TITIA x arr
Furono poi in ogni tempo queſti padri molto oſſeruanti della
loro regola, 8 eſemplari in modo, che nelle Croniche di quell'Or.
dine trattandoſi di queſto Conuento, ſi diſcorre in tal guiſa. Cuius
decem fratres accole tum ob inculpatam, qua viuunt vitam, thm quo
- què ob ſanctiſsimos Patres eorumpredeceſſores, quibus prefatus locus
olim maximè floruit optimè audiunt: Frà i quali in antità illuſtri fu
rono frà Domenico,e Frà Bonauentura ambidue laici, ſcriuendo
ſi del primo nelle citate Croniche, quando ſi narra del Comuento
di Noto. Hoe in ipſo loco ſanctiſsimam mortem obiit zelantiſsimus
rater Dominicus Melitensis laicus, tà in vita,quà in morte miraculis
clarus Edell'altro deſcrivendºſi il Cóuento di Giuliana. Quod,et in
cauſa estivt plures Patresſanctitate conſpicui inde prodierint, de quori,
Mºtº M23gr0 fuere, 3. Pr, Simon è Calataxibetta,(gr 28onauentura Melite

sis,qui,é ipſo in loco ſepultifunt,plurimiſ, miraculis coruſcarunt.


Hebbe queſto C6uento alcuni altri Padri Malteſi di celebre no
me, e frà gl'altri il Dottiſſ.Frat'Angelo della famiglia Xerri, il qua
le frà gl'altri honorati earichi dell'Ordine, fù due volte eletto
Miniſtro Prouinciale in Sicilia; Frà Franceſco, che per le ſue ſin
gulariſſime virtù,ancor che laico,fù fatto Guardiano del Contien
to di Giuliana in quel Regno; Frà Ludouico Muſcato del Rab
bato famoſo Teologo, che fù Secretario del Commiſſario Genera
le,e da cui mandato in Iſpagna per interuenire in ſua vece all'elet
ſtione del Generale dell'Ordine,diede quiui tanto ſaggio del ſuo ſa
" particolarmente nella traduttione,che fe d'alcuni libri Ara
icid'ordine di quel Rè, (eſſendo ſtato egli peritiſſimo delle lin
gue Orientali, che fù ſtimato meriteuole della prouiſione d'wn
Veſcouado, che gli era ſtato gia deſtinato da ſua Maeſtà, ma tolto
non men alla ſua Religione, ch'alla Patria da improuiſa morte in
Sicilia, ( ou'era Guardiano) venne a ſuanire il benigno effetto del
la Regia munificenza, 8 vltimamente Frat'Onofrio, che morì nel Viſſe anni 75, e
di questi 58 nel
meſe di Luglio 1646. in Terranoua Città della Sicilia, con am la Religione,
mirabil fama di ſantità, fù queſto religioſo di moltiſſima perfet
tione,S: vn eſemplare di vera penitenza,ed humiltà; affermano di
lui in particolare i Padri, ch'haueſſe vna ſemplicità quaſi fanciul
deſca, e fuſſe ben ſpeſſo da maligno ſpirito flagellato. Pregiaſi an
co queſto Conuento d'hauer hauuto per Guardiano il B. Padre ,
Frat'Antonio da Calatagirone della nobil famiglia Scalmato,ſotto
il cui ſanto,e prudentiſſimo gouerno fù accreſciuto di fabbriche,e
di altre diuerſè comodità al ſuo mitenimento vili, e biſogneuoli.
La Chieſa ſi ſcorge adorna di molte diuote cappelle,e ſe bene ,
irà tutte l'altre di Mendicanti, che ſi ſono da alcuni anni in quà
Fff 2. rinouate
-
412 DELLA D E SCRITT. DI MALTA
rinouate di fabbriche all'uſo moderno,ella ſola fuſſe rimaſta nell'
antica forma, baſſa, e ſenz'alcuna fineſtra, fà nondimeno vltima
méte da vn ſuo diuoto fatta inalzare, ci aprirui per ogni lato fine
ſtre, che hora la rendono luminoſa,e chiara, e coprir di bel nuouo
tutta di legnami, in modo che ſi mira molto riguardeuole, ſpiri
do inſieme diuotione con quel venerabile che le rimane della ſua
primiera antichità. La tribuna è ſtata nell'anno i 557.riſtaurata,e
riedificata a ſpeſe del Dottor Franceſco Inigues nomato il Nauar
ro, come lo dimoſtra l'iſcrittione colà poſta del tenor ſeguente.
- Hoc penetrale Templi iam dudum vetus; -

noua quidem Ara ſua impenſa, i


restaurare fecit Magnificus Franciſcus Inigues.
- medicine Doctor non imperitus,in quo
- - vtſua ſuorumq; eſſa quieſcant,piis exoptat .
- - - votis. Anno Domini 1 5 57. s -
Quiui hanno ſepoltura molte famiglie nobili, e ſopra tutto ſi
rende memorabile queſta venerabil Chieſa per cóſeruaruiſi il cuo
re di quel magnanimo Eroe, 8. intrepido Gran Maeſtro de Villers
noſtro primo Principe, generoſo benefattore del medeſimo Con
uento, come lo additano l'armi ſue poſte in quella parte del Chio
ſtro,ch'egli fe fabbricare, come altresì le interiora del Grá Maeſtro
la Sengle,e quelle del fratelmaggiore del G. Maeſteo de VVigna
court, ch'haueua nome Gioachimo, come nelle ſegueri iſcritrio
ni, e memorie ben diſteſe, iui nel Coro affiſſe in tauole di marmo
Vien ſpiegato, -
Fr. Fhilippus de Villers Lisleadam , ,
Hieroſolymitana Militia Mag. Ieſu dum vixit ,
Cultor religiosiſsimus, ſeptuagenario maior;
Animam Ieſu, corpus leſu, corporis intima
e -- --- Maria Ieſu, hac in dede commendauit. ..:
- Obiit xxi. Aug 1534. i
Defuncti memoria
-- - - sintinus Poſuit.
Diceſi corpus Ieſu, perche fù ſepellito il ſuo cadauero nella cap
pella, che eſſo Gran Maeſtro fece edificare, e dedicare al Santo no
me di Giesù nel Caſtello Sant'Angelo, di doue poi fà traſportato
nella maggior Chieſa conuentuale della Città Valletta.Quintino fà
Auditore del medeſimo Gran Maeſtro Sacerdote di queſt'Ordine
Sacro Gieroſolimitano,di nation Franceſe, huomo celebre,e dotto;
Leſſe in publico, canoni in Parigi, deſcriſſe la noſtra Malta, 8cvn.
trattato de Venti e della Buſſola da nauigare con altre opere, che,
dimo
LI a R o TE Rzo, NoTITIA X 41 i
dimoſtrano qualſiaſtato il dilui ſublime ingegno. -- -

- D. O. M. -

Militiequondam Rhodia intestina Magiſtri. -

i AAagnanimi Claudi marmore tetta vides.


Intima mentis erant, venerando nomine Ieſa,
- Plena Viro: his aris mortuus exta dedit.
Frater Carolus de Hangest Seneſcallus,g Frater Cristophorus de
Montgauldri Aeconomus, pietatis erga Dominum memores,
Supremum hoc officium curauere. -

zv. Kal, Septemb. AMDLVI. i


Il cuore del Gran Maeſtro Frà Claudio de la Sengle, è nella Chie
fa del Conuento de Carmelitani, come in quella deſcrittione hab
biamo detto,
Exquo Fratrem Alophium de VVignacourt Militia Hieroſolymi.
tana decus, ad Aagiſtralis apicen Dignitatis euetum
ſensit Ioachimus eius frater natu maior,vir in Galliis preclariſ
simus,eum inuiſere peroptauit, oberat etas, demum vicit amor.
vent,vidit, viſoqi in terris fratre,abiit,gr Patrem abit viſures
in cals iii. Id Augusti MDCXV. - -

Huius intestina, ( nam in Aedibus Verdalae Montis


obierat) eiuſdem Magni Magistri iuſu, Fr. Ioannes
Lanfrancus Cebà Magistralium prouentuum Receptor,
Vrbis Notabiliseo tempore Armorum Capitaneus,
- hoc loco recondidit.
Pro eiuſdem Ioachimi anima qualibet feria tertia i --

quo due obiit,huius Coenobii fratres Sacrum unum -


perpetuis futuris temporibusſi Aag. ,
Aagiſter eius frater data piè " auit. Tabulas,
ſcripsit Simon Galia Magistralis Secretiae Notarius.
Per alcune memorie ſcritte in vn antico libro del Conuento si
appaleſano le ſeguenti coſe, cioè, che l'imagine i. Beatiſſima Ver
gine di fino alabaſtro d'altezza del naturale, ſi ſia fatta in Meli
na l'anno i soa. opera egregia d'wn certo Antonio della me
deſima Citta; e quella del Venerabiliſſimo Crocefiſſo in Noto l'an
no 15 17. che il danaro ſpeſo nella manifattura ſia ſtato l'ultimo
dell'heredità di Giacomo Hakim. . . . .
Il quadro maggiore ſi ſuſſe lauorato in Meſſina l'anno 15 17.
La Croce d'argento, del prezzo d'vna catena d'oro, che haueua
laſciata al Conuento Ambrogio Falſone il vecchio l'anno 1524.
L'Organo antico nel 1548,
E finalmente, che la campana ſi faceſſe eſſendo Guardiano Frà
- l - -

Ber
414 D E LLA D Esc RITT. DI MALTA
Bernardino da Malta l'anno 1553. queſti fà eletto per noue volte
Guardiano, e due fiate Commiſſario del Conuento, e per vltimo il
nome di Padre ne venne à conſeguire. -

La precedenza di queſti Religioſi con gl'altri mendicanti, è nel


ſecondo luogo doppo la Cattedrale, cioè immediatamente appreſ
ſo i Domenicani,in cotal guiſa a fauor loro, fù ſententiato nella ,
Apparct regiſtr. Corte Metropolitana di Palermo contro de'Padri del Carmine, e di
in rºis Curiae
Pipiicpalir Ci Santo Agoſtino, 8 ottenutene lettere oſſeruatorie l'anno 1 5 1 1. è
sti, is Notabi
lis fish die pri 14. di Settembre 15. Indittione. -

una Ottob. 15I I


Hanno priuilegio queſti Padri per mantenimento del Conuen
to loro, di poter eſtrarre , e cauare dalli caricatori di Sicilia certa ,
quantità di vino, caſcio,legumi, e altre prouiſioni ſenza pagar al
cü diritto, è gabella in virtù di Viceregie lettere del Duca di M6
teleone è gl'officiali della Licata, Giorgenti,e Terranoua ſpedite in
Meſſina a 24. d'Ottobre 153 3. Con che terminiamo il diſcorſo
di detto Conuento, e delle ſue notitie particolari.
D E L Lo s PE DAL E NoMATo ANTICAMENTE
di S. Franceſco, hoggi di S. Spirito nel Rabbato
A
della Notabile.
-
,
- -

NoTITI A vNDE CIMA:


Ell'antichità di queſto Spedale non habbiamo contezza, ne
altra memoria, ſe non che per vna ſcrittura cauata dalla re
gia Cancellaria di Palermo ſi dimoſtra, che nel 137o. dal Rè Fe
derico Terzo in Meſſina ſia ſtato gratioſamente conceſſo il di lui
gouerno e reggimento a Frà Nicolò Papalla dell'Ordine Conuen
tuale,cappellano,e confeſſore di quella Maeſtà, in conſideratione º
de ſuoi meriti, e ſeruigi ( queſti i nell'anno 139 2. prouc
duto del Veſcouado di Malta) nemauaſi in quei tempi Spedale:
di S. Franceſco, è perche tale fuſſe il titolo della Chieſa di eſſo, è
pure , com'è più veriſimile, perche ſia contiguo a quella del C6
uento di S. Franceſco: così vien egli nella regia prouiſione chia
mato. Cum adſupplicationem nouiter culmini nostrofactam per Fra
trem Nicolaum Papalla ordinis Minorum, confeſſorem,cappellanum,
familiarem,g deuotum nostrum,consideratis eius gratis,acceptiſi; ſer
uitiis, que haétenus Excellentiae nostrae praestitit, atque praestat ad
raeſens; eidem Fratri Nicolao Rectoriam, ſeu gubernationem Heſpi
talis Santi Franciſci siti, gº positi in Ciuitate lnſulae A4 eliucti,tux
ta Ecclesiam S. Franciſci propè Cimiterium Sancti Pauli, quod Hoſº
- - pitale
LIBR o T E Rzo, NoTITIA XI ars
pitale in manibus noſtra Curia vacat ad preſens,ad collatione nostra
pleno iure ſpettantem,cum iuribus, rationibus, obuentionibus, prouenti
bus,g redditibus ſuis, g ceteris aliis ad Rectoriam, et gubernationem
hoſpitalisipsius ſpectatibus,quoquomodo,ex nunc in antea,in tota vita
ſua, benignè,et gratiosè duximus committendas,etc. -

Ma da molto tempo in qua il gouerno di queſto ſpedale ſi tro


ua in poter della Città,e dei ſuoi Giurati, i quali per mezzo d'vn
Procuratore eletto dal Conſiglio de'Cittadini, ſe però altrimente»
Il CIl diſponeſſe, e non pareſſe al Sig. Gran Maeſtro Principe, am

miniſtrano le rendite,e beni di eſſo, con far le ſpeſe neceſſarie per


il ſuo mantenimento. Il Procuratore da certo tempo in qua, è te
nuto giuſta alcune deciſioni di Roma in conformità del Sacro
" Tridentino render conto,e dar ragione delle ſpeſe, non
ſolo a Giurati, come prima ſoleua,maanco inſieme al Veſcouo, è
ſuo Vicario, per ottener come diſpuone l'iſteſſo Concilio il ſaldo,
è quietanza che debba dirſi; che poſcia i Giurati ſoli fuſſero ſtati
in poſſeſſo di riceuer i conti dai Procuratori, oltre alcune coſtitu
tioni di Malta,e pu bliche ſcritture, n'appare d'auantaggio lettera
Viceregia ad eſſi indirizzata ſotto la data in Meſſina de' 5. di Giu.
-
- - -

i"
A
i 52 o regiſtrata nell'Archiuio della Città. Di queſto Spedale I , Notit, Me
Abbate Pirrone fa la ſeguente mentione. In ſuburbio Kabbato liten fol 619.
- - - - - - - - - -

antiquiſsima Domus hoſpital ſub eodem nomine saniti Franciſci,ca


ius Retoriam,vti de Iurepatronatus, Rex Fridericus III. Fratri Nis
colao Papalla Panormitano Franciſcano, fuit is deinde Epiſcopus Me
lita, conceſsit per litteras 4. Decembris anno 137o. in reg. Cancell.
fol.192.et an. 1494. Ind. 13. in lib. Secr, datur à Iuratis cun regia
cºnfirmatione. - - .- - . . - -

i principi fondo che tiene lo spedale conſiſte nella metàdvn - - - - - - - -

territorio grande, che inſino all'anno 1625, godeua in comune º


con la Chieſa Cattedrale di S. Paolo nel Gozo,ſopra del quale è 6.
di Luglio di dett'anno ſi fela diuiſione, come in atti di Notaio Lu
cio dello Rè ſe ne vede lo ſtrumento, della qual metà importa la
rendita ſcudi 35 o.che có tutto il reſto degl'altri i" i be
ni, che poſſiede in Malta in ſtabili,e cenſ annuali giunge alla sº
ma di ſcudi 22 oo. per ciaſchedun anno, il qual danaio vien ſpeſo
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - -- - - - --

in mantenimento d'vna ſpeziaria in pagamento e ſtipendide Mi


niſtri, in cura,s: alimenti de gl'infermi, & alleuar bambini eſpoſti,
– - - - -
-
-
-

º in limoſine che ſi danno ad alcuni poueri vecchi, che ſonº ſpe,


ſati con habitatione dentro l'iſteſſo ſpedale, e finalmente nel forni
regl'vtenſili, arredi,e maſſaritie neceſſarie, in limoſina aſſegnata
- - - - - - - º - - a- av - º

advn Cappellano, che celebra la Santa Meſſa nella Chieſa ſotto


tolo
ti
-
-
ai DELLA D E scR ITT DI MALTA
tolo di S. Spirito, & anco al Parrocchiano del Rabbato, dalla cui
Chieſa vengono ſomminiſtrati i Santi Sacramenti, né è però gri
tempo,che queſti, è anco quello del Sacro Batteſimo è i bambini
ſudetti,erano conferiti, dal proprio Cappellano, che deputauano
i Giurati, con approuatione dell'Ordinario. - -

DEL MonTE,
- -
o per
iſtituito VERO CVMV
maritaggio Lo DELLA
di pouere zitelle. CARITA
- i

N O TI TI A D VOD E CIM A.

R Icordeuoli i noſtri Cittadini della gratia pietoſamente rice


uuta dalla diuna clemenza l'anno i sos quando liberi, e
ſalui rimaſero con tutta l'Iſola, da quel crudeliſſimo aſſedio dell'ar.
mata turcheſca,che in numero quaſi di ducento vele,con trent'ot
to mila e trecento combattenti,proueduta d'wn formidabile,e ſpa
uentoſo apparato d'artiglierie,e d'altre orrende machine, e muni:
eioni pareua, che fuſſe venuta per annichilare, non che a ſoggio;
gare queſto Dominio all'Ottomanno Imperio. E cóſiderando ani
. -
coral'obligo ch'haueano verſo Iddio benedetto d'adempire il vºi
to allora fatto frà di loro, di collocar in matrimonio ogn'anno 'al
cune pouere orfane Verginelle in memoria di tanto, e così ſegna
lato beneficio, congregati,e radunati inſieme à Conſiglio, con li
cenza del Signor Gran Maeſtro loro benigniſſimo Principe facen
done particolariſtanzia i Giurati Gioſeffo di Naua, Luca d'Arme
nia,il Dottor Franceſco Xerri, e Lorenzo Caſſar,concorrendo tut
ti di comun accordo, col parere di Don Antonio di Gueuara Ca
pitano della Verga,deliberarono ai 2. d'Ottobre 1569.per infalli
f" ſtabilimento di queſt'opera ſanta, che fuſſero in primo luogo
deputati ſopra di ciò Procuratori due cittadini i quali furono Gaº
briello di Noto,S. Antonio Caſſia, acciò haueſsero con caldezza ,
bremuto,S hauuto cura di riceuere le obligationi di coloro, che 2
er cópiuta ſodisfattione del voto,voletano contribuire có rendi
ta annuale, dandogli piena facultà di poter riſcuotere le quantità
promeſſe in ciaſchedun anno dal Settembre allora paſſato, e che i
e dette rendite ſi doueſſero impiegare per maritaggio di pouereo
orfane Malteſi,figliuoli di padri e madri Maſteſi e fiſſero ſcelte, 8:
elette da Giurati e Procuratori,e poicattate a ſorte perdoterſi ſpo,
ſire nelle feſte del Glorioſo Apoſtolo S. Paolo in rammembranza ,
eperpetua memoria del primo e ſecondo ſoccorſo venuti per libe
ratione dell'Iſola e che la dote di ciaſcheduna fuſſe sonº dieci iti
a Il lr1
Ll B R O TERZO N o TITI A XII. 4r,
danari contanti, con eſpreſſa dichiaratione,che eſſa rendita haueſ.
ſe ad entrare interamente ſenza diminutione,e preteſa quarta Ve
ſcouale, ne ſi poteſſe conuertire giamai in altro effetto,ne ſpender
ſi per mano d'altro,ſaluo,che de'Procuratori, S: à ragguaglio dei
Giurati,S: in tal opera di maritaggio di dette orfane:& in euento,e
caſo, che fuſſe impiegata in altro vſo,ò rattenuta per qualche im
pedimento, che le promeſſe, 8 obligationi fatte s'intendeſſero di
niun valore,eliberate le perſone obligate, e non altrimente: aggiù
endo di più, che l'elettione di detti Procuratori ſi doueſſe fare a
i" dei Giurati, e del Conſiglio della Città Norabile di
Malta, e come particolarmente s'appaleſa nell'atto, e deliberatione
di detto Conſiglio,tenuto nel giorno,meſe, Scanno ſopradetti: E
o v - -- - - - - 3 - - -

erche non dourà diſpiacere à noſtri compatrioti l'hauer notitia ,


delle perſone che piamente concorſero con le promeſſe,S: offerte i
loro alla fondatione di queſto Cumulo di Carità, habbiamo quì
appreſſo voluto arrolare i propi nomi loro, è i quali principalmen
teſi deue la riconoſcenza di queſta Santa e crtione. Impercioche
col motiuo loro poſcia,con diuerſi legati, e donationi, & vltima
méte con l'eredità laſciatale dal generoſo Capitan Gregorio Xer
ri, che importò poco men di trenta mila ſcudi, ſi è andata auan
zando in modo ch'hoggi il numero delle Verginelle, che ſi poſſo
no ogn'anno ammettere alla participatione di queſta limoſina, e
quaſi quattro volte più di quello della prima iſtitutione. -
-- s - e i
2Nota de'Cittadini della Notabile, i quali nell'aſſedio offerſero rendite
danari per la fondatione del Cumulo della Carità, come si legge
in vna lista originale in atti di Not. Bartolomeo Haxixe.
Il Capitano d'Armi Frà Pietro de Mezquita. . .
Il Capitano della Caualleria Frà Pietro Antonio Barreſi; morì poi
ſcia nell'Iſola Senglea ſul principio d'Agoſto 156 5. vcciſo da . Biſto nell'rs. p.
3. lib.29.f 6,2i
vna cannonata, che lo sbranò in pezzi,métre valoroſamere cô
batteua; onde ſi può inferire, che il voto fuſſe ſtato fatto prima.
Il Capitano della Verga Don Antonio di Gueuara.
Gioannello Calauà. : ,
Franceſco Xerri. - - -

Antonio di Pietro Caſſia.


Ludouico Platamone. -

Matteo Falſone.
Don Franceſco d'Alagona.
Agoſtino Cumbo. -

Col'Antonio Xerri,
- - - - - Ggg Cola
as DELLA D E scR I TT. DI MALTA
Cola Pietro Xuereb
Giouanni Vaſſallo.
Valerio Michallef.
Federico Calauà.
Il Dottor Calamia.
Tomaſo Xarà. -

Antonio Xerri.
Simone Bartalo. -

Benedetto Bonnichi,
Matteo Portelli, -

Pietro Sillato, -
Simone Xiclune. º -

Antonio di Demetrio Caſſia. i


Lorenzo Mizzi, :º

Giouanni Cumbo.
Giorgio Lauria. -

Giuliano Muſcato Notaio. i

Girolamo Xerri. i e

Ambroſio Surdo. - - r:

Antonio Caxaro. - 2.

Paolo Manduca. - - - -

Paolo Caſſar, - 7.

Giouanni Tabone figliuol di Berto. º


Lorenzo Burgio di Caſale Balzano.
Agoſtino Michallef. - - -e l -

Antonio Aiùs Ghaltì.


Nicolò Kiclune,
Ambroſio Pachi , i
Gioſeffo Camenzuli, i si
Giuliano Caſſia. - l

º Maſtro Lorenzo Saura. - - - - - - - - » ,

Matteo di Brancato.
Paolo Aiùs.
Maſtro Giouanni Allegritto. i
Maſtro Luca Burgio. i .
Michele Cuzcheri. , º o A.
Matteo Cuzcheri. i
Giouanni Cuzcheri. º
Simone Mamo. - e i
Antonio Mifsud. '.
Maſtro Pietro Mamo c - . . .
- a , Girolamo
-
-

LIBR o TE Rzo, N o TITI A Xil 41»


Girolamo Vella. e º - . . . ,
Lorenzo Galia. - º
Lorenzo Vaſſallo. . . .
Pietro Burgio figliuol di Pietro.
Andrea Portelli.
Michele Xeberras,
Leon Xerri. - i .
Paolo Cumbo. - -
TNicolò Galia,e ſuoi fratelli.
Mariano Buchagiar figliuoldi Saluo di Caſale Lamanni
Pietro, e Domenico Galia. - - -

Gregorio de Bono.
Giacomo Bonnichi. - -

Damiano Aiùs. - - - -- -
Giulio Balzano.
Mario Chiantar. i
Giouanni Pace figliuol d'Antonio. - -
- -
- --
--- -

Lorenzo Dingli. - - - - - -
;-
-
- - - - - - -
,
-

Gregorio Dingli.
Maſtro Pietro Pachi.
Pietro Azzuppardo figliuol di Pietro.
Saluo Gatto di Caſal Zebbugi. -
Maſtro Pietro Piſal. - - - - - -

Gabriele di Noto ſi è obligato (benche non fuſſe ſtato in liſta)


negl'atti di Antonio Caſſar. - - º

La moglie di Saluo Montagnès. ſi offrºno


Gio: Paulo Aiùs. - dasari con tantº
Nicolò Galia. - -

Teramo Xeberras.
Marco Gauchi.
Mariano Mangion. -- -

Giouanni Dingli figliuol di Ciampo.


Maſtro Marco Hellul
Frà Gioſeffo Xiclune.
La qual fidatione fù poi per ſua perpetua,S:inuiolabile fermez
zagratioſamente approuata con fauoritiſſime clauſule dalla Santa
memoria di Papa Clemente Ottauo, per opra del Signor Gran- l'Archi
Maeſtro Garzes Principe di ſingular pietà, come dalle lettere apo- "i
ſtoliche ſopra di ciò ſpedite ſi dimoſtra, che furono date in Roma
à 8. di Maggio 159 6.
Ggg 2 Li

.
4zei, DELE ATD E SCRITT: DI MALTA
Li Cittadini, ch'appreſſo iſtituirono, e deſtinarono alcuni le
ati à fauor del Cumulo ſono i ſeguenti. ) : -- - ,
Alfonſo di Naua, per ſpoſarſi vna zitella nel giorno di Santa.
Agata 5. di Febraro nella ſua Chieſa del Rabbato. : :
Bartolomeo Haxixe per tre, da ſpoſarſi l'wna à di 8. di Settem-.
bre giorno della feliciſſima Naſcita di Maria Vergine dentro la ,
Chieſa Cattedrale, l'altra è di 24. d'Agoſto feſta di S. Bartolomeo
nella ſua Chieſa, ſituata nel Rabbato, e la terza nella Chieſa di S.
Agoſtino è di 25.di Nouembre di S.Caterina Martire inuittiſſima,
Enziona Falſone per vina delle pouere del Rabbato,da ſpoſarſi
ne 17. di Gennaio feſta di S. Antonio, dentro la Chieſa di Santo
Agoſtino, -

Don Saluo Xerri per vna,che ſi deue ſpoſare nella Chieſa del
Santiſſimo Saluadore,poſta dentro la Città è di 6. d'Agoſto giorno, -

di eſſa feſta. -
-

Margherita Mompalao per vna, che ſi deue ſpoſare dentro la i


Chieſa di San Domenico, e Cappella del Santiſſimo Roſario, nel
la prima Domenica d'Ottobre, giorno di quella benedetta , e ſa
cra ſolennità.
Giouáni Balzano per due,da nominarſi dal Parrocchiano della
Terra Siggeo,e deuono ſpoſarſi nel giorno che viene loro ciaſcunº
anno deputato e nella Chieſa di San Nicolò Parrocchiale di detta,
Terra, la cui feſta celebrandoſi nell'Auuento à 6. di Decembre ,
giorno nel quale laſciò il Teſtatore, che ſi faceſſe lo ſponſalitio, ſi
trasferiſce perciò in altro, venendo in quel tempo vietate le nozze- -
-
-

... - dalla Santa Madre Chieſa. v , -

--
- -

º - Garzia Mompalao per vna, che ſi deue ſpoſare nel di 15.d'Ago


ſto,feſta della mirabiliſſ. Aſſuntione della B, Vergine, nella Chieſa
di Santa Maria di Giesù de'Frati di S. Franceſco dell'oſſeruanza.
E finalmente il ſouradetto Gregorio Xerri, che iſtituì ſuo erede
vniuerſale queſto Monte, è Cumulo della Carità.
i -
-

a L FI N E D Ez a Erzo z1 a Ro.

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i D I M A LT A,
DEL COMMENDATOR ABELA
libro Quarto,
caprrani, e girrari, che correvarono
la città, gi Iſola di Malta dall'anno 13 so ſino al 153o in
i cui vi preſe il poſſeſſo, e dominio la Sacra Religione
Gieroſolimitana, con i vari ſucceſsi più -

memorabili di quel tempo.

N O T I TI A PR I MA .
- - - - - - - - a - - -- -

L Rè Ludouico di Sicilia in riſguardo de fedeli ſerui


gi fatti dagl'huomini di queſt'Iſole, riduce l'Vna, e
l'altra di eſſe al ſuo real demanio, riponendole fra le
Città, e luoghi Demaniali per ſuo priuilegio dato in
Meſſina a 7. d'Ottobre 13.5G. -

13 65 Capitano Giacomo di Pellegrino d'ambedue l'Iſole in vita.


1371 Cap. Giouanni d'Aragona a beneplacito del Rè.
Dieci galere di Genoua ſotto la condotta di Tomaſo Morchio -

Capitano di eſſe,vengono in Malta ſpedite da quella Republica i ras Gas...


danno il guaſto nell'Iſola,come
cun ritegno,ſotto altresìricetti
preteſto, che come fecerodiincorſari
Mazzara ſenza al-il º"
infeſtaſſero a seriº e
tib.7fol.

mare,e traffichi mercantili; ma fù perisfogare lo ſdegno contra ,


Federico Rè di Sicilia, nelle guerre di quei tempi nemico de Geno
ueſie della citraria loro fattione partialiaſimo fautore, a cui i Mal
teſi come ſoggetti leali ſeruiuano coloro Vaſſelli, e fuſte nelle
Regie armate. -

1 372. Cap. Guglielmo Murina.


Il
422 D E L LA D EscRITT. DI MALTA
Il ſopradetto Rè Federico Terzo di tal nome,viene da Sicilia in
Malta per far (come crediamo) riparare i danni patiti l'anno pro
cedente dall'inuaſione de Genoueſi; e benche di queſta venuta ,
gl'Iſtorici Siciliani, ne altri (per quello ch'habbiamo letto) fac
ciano alcuna mentione, ſi proua ciò nondimeno dalle date di più
priuilegi; alcuni de'quali ſono originali ſpediti ſopra diuerſe gra
tie fatte à noſtri Cittadini in Malta è 12.di Nouembre di quell'ani
no da noi veduti, e frà gl'altri vno della conceſſione di Bucane in
feudo al ſudetto Guglielmo Murina; quindi ancora ſi conuince e
l'equiuoco preſo dal Fazello métre riferiſce la morte di queſto Rè
i 1 3 6 8. che Zurita con altri ſecondo il vero, mette nel 1377. - i
1397 Martino Rè d'Aragona, Martino,e Maria Regi di Sicilia
aggregano di nuouo al demanio della Real Corona l'Iſole di Mal
ta, e Gozo vacanti allora per la ribellione di Guglielmo Ramondo
di Moncata loro Marcheſe,facendone di ciò ſpedire priuilegio da
to in Catania è di 27. di Nouembre 1397. - . .
1399 Cap. Gulino Ricciari. -

14o; Cap. Franceſco Gatto dell'wna,e l'altra Iſola, per 5 anni


u4o4 Giurati, º i 4 o 5 Giurati.
Gerardo Gatto. Giouanni Cilino.
Nicoloſio...... Frabimeo de Licata
Tomeo Laureri. Angelo Vaccaro.
Gio: Cipullato. Paolo di Pellegrino.
14e6 Cap. Franceſco Giouanni di S. Colomba per 5. anni.
Giur. ſ .. 14o7 Giur.
Pietro de Barba. Giouanni de Beglera
Tomeo de Aſtis. Gerardo Gatto.
Friderico de Bordino. Antonio di S. Sofia, -

Tomeo Laureri. Antonio de Falcono,


141 o Era in queſt'anno carcerato nel Caſtello di Malta per ca
gione di quelle turbulenze del Regno,il Conte Antonio Ventimi
Zurita f156, glia; queſti per trattato del Conte di Modica col Caſtellano, ha
ueua inteſo il Rè Don Martino in Barcelona,che ſtaua per eſſer la
ſciato andar via.
14 13 Cap. Diego de Portocarrero.
14 14 Cap. Diego de Terrazza -

Il Rè per conciliar gl'animi d'alcuni Baroni del Regno,mal


contenti per la carceratione del Conte Antonio Ventimiglia, con
determinatione del ſuo Conſiglio di ſtato, ordina, che ſia ſcarcera
to dal noſtro Caſtello, e vada a riſiedere in Corte, -

14 r ; Cap. Lupo Terrazza per due anni,


Giu.
LIBR o QvART.o; NoTITIA I e,
Giur. Tomeo de Aſtis. i Bendo Cipullato.
Pietro la Barba. - Gio: Vaccaro.
1416 Cap. Lupo Terrazza.
Giur. Gio: Arejula, - - Gio: Cilino.
Guglielmo Bordino, Franceſco de la Licata.
14 18 Cap. Ruggiero de Serriano.
Giur. Cio: de Arexula. - - Franchino de la Licata.
Gio: Vaccaro, . . - Franceſco Gatto.
14 19 L'Vniuerſità di Malta ottiene per mezzo di Gio: Vac
caro ſuo Sindico, vno deſudetti Giurati, dalli Signori Viceregi al
lora Antonio di Cardona, Fernando Velazquez,e Don Martino de
Torres, che per cuſtodia dell'wna,e l'altra Iſola, in quella del Co
mino ch'era (come nella ſcrittura ſi dice) fatta nido di Corſari, ſi
fabbrichi vna Torre, il che né eſſendoſi in quel tempo eſſeguito,
hebbe poſcia il ſuo effetto cola fabbrica del Forte, che in detto luo
go à punto ducento anni appreſſo, fefare il G. Maeſtro VVigna
court noſtro Principe di felice ricordo.
E che i Cittadini & habitanti di Malta non poteſſero eſſer tirati
à litigare fuori dell'Iſola, ſotto però alcune dichiarationi quiuiſpe
Acificate nella conceſſione, che fù data in Catania è di 6. d'Aprile e
141 9. -

In queſt'anno ſeguì l'impegno, che ſi fece di queſt'Iſole in tren


tamila fiorini d'oro d'Aragona per ſeruigio del Rè Alfonſo,a Don
Antonio di Cardona, come di ciò più diſteſamente ſi è diſcorſo
altroue,con la notitia di tutti gl'atti,ch'allora ſi ſtipularono.
Giur, Orlando di Bernardino. 142 o Angelo Vaccaro.
- Pietro della Barba, i Bendo Cipullato. (lo.
Gio: di Bontempo. - Antonio Baglolo,ò Vagno
Guglielmo Bordino. Bartolomeo Chilona.
142s Di nuouo l'Iſole ſi concedono in impegno per la mede
ſima ſomma a Gonſaluo di Monroy. Ma nel 1428. i Malteſi de
“ſtinando Ambaſciatori alla Maeſtà del Rè,8 à i Viceregisborſano
del proprio li trenta mila fiorini d'oro, e ſono reintegrati al Real
Demanio, 8 vniti à eſſo, come le Città di Palermo, Meſſina,e Cata
nia,con priuilegio honoreuoliſſimo, colmo di molti encomijdella
fedeltà loro,e diuotione verſo la Corona,dato nella Città di Valen
za dal Rè Alfonſo a 2o. di Giugno di dettanno 142 8. -

1427 Intorno a queſt'altro l'Iſola di Malta fù molto trauaglia


ta, e poco men che deſtrutta da vn armata di Barberia, la quale
sbarcadoui diciotto mila mori combattenti, poſe in crudel aſſedio
la noſtra Città, che ne reſtò nondimeno libera, e glorioſa poiche'
- - - eſſendo
4.4 DELLA D Esc R1TT. D1 MALTA
eſſendo ſtati i nemici riſoſpinti dal valor de'noſtri, aiutati da Dio
per interceſſione del Gran Apoſtolo S. Paolo noſtro Protettore,fu
rono coſtretti a partirſene con sòma loro vergogna, e ſcorno; co
ſtò la vittoria, come leggiamo nelle publiche ſcritture di quei tè
P i,non poco ſpargimento
parg di ſangue,e
gu la vita di molti noſtri Citta
dini,8. Iſolani; oltre innumerabili miſerie, che per alcuni anni dop
po,fecero sétire in tutta l'Iſola i calamitoſi effetti di ſimili ſciagure.
1428 Cap. Paolo de Pellegrino con prouiſione regia data in Va
lenza à 2o. di Giugno. -

Giur. Giacom o di Chabica,ò Xa- Nicolò de Aſtis. -

Bendo Cipullato. (bica Franceſco d'Allegritto.


Giouanni da Imola quel Gran Legiſta, ſi ritroua in queſti tem
pi in Malta,quiui allora ſcriſſe il dotto conſiglio ſopra la conſue
tudine Narisfiliis bona confunduntur » (g c. portato dal Nepita ne'
ſuoi Commentari al Tit. 3. : .

1429 Cap. Antonio d'Eſguanez eletto dal Rè per due anni, con
prouiſione data in Saragozza a due di Marzo. º -

Giur. Gio: Vaccaro. e Mariano Falca. -

Paolo Begliera. - - - Coſtanzo Laureri. .


14; 1 Il R è Alfonſo per ſuo priuilegio dato in Barcelona a 16.
d'Aprile,di ſua piena poteſtà fà liberi,8 eſſenti l'Vnuerſità di Mal
tagl'huomini e le perſone ſingulari dell'Iſola da qualſiuoglia dirit
to di dogana per tutto il Regno di Sicilia,ſeguitane poſcia eſſegu
toria dei Viceregi allora gouernanti, ſpedita in Polizzi à di 9. di
2urita tom. 3.
Giugno dell'Iſteſſo anno. 2 -

fio. 14 f.299. Franceſco Gatto vien deputato Capit.c6 prouſione regia da


ta in Barcelona a 17. d'Aprile, e nel medeſimo anno egliarma e
vna galera in ſeruigio di quella Maeſtà. --

Giur. Antonio de Begliera. Berto di Meſſina.


- Franchino Laureri. Antonio Calabachi.
1432 Il Rè Alfonſo ritornando con la ſua grande armata da
Barberia,finita proſperamente l'impreſa delle Gerbe, ( oue diuerſi
de'noſtri Malteſi haueuano feruito con le loro galeotte, è il Capi
2vrita tom 3.
tano Gutierre di Naua cò la ſua galera,) ſi ferma in Malta per pro
diº. 14 f. 216. uederſi di rinfreſchi,e vettouaglie, con penſiero di voler di nuoup
nauigar contra quei barbari; Entra vittorioſo nella noſtra Città,
e vien riceuuto dal Capitano,e Giurati, e da tutto il Popolo, con.
quelle mag giori dimoſtration di giubilo, 8: applauſo che poteuan
originarſi da vm affetto ſincero di deuoti,e riuerenti Vaſſalli verſo
il loro Signore. Onora col ſuo albergo la caſa dei Sguanez, c frà
Dall'Archiuio
della Citta.
l'altre gratie benignamente compartite; fà demolire a richieſta,
dei
LIBRO QVA RT o, NoTITI A I. 42;
dei medeſimi Giurati certa ſeparatione della Città , ch'era ſtata ri
dotta come luogo forte da Baroni ribelli, ( chiamati allora tiran
ni da noſtri Antenati) per loro difeſa, e ſicurezza mentre ſigno
reggiauano,ò più toſto occupauano l'Iſola al tempo de'Regi Mar- r e - . .
tino, e Maria. . - - - - - i
-

Stando in Malta riceue il Rè l'auuiſo della violente morte data zuritaneisite


in Napoli a Giouanni Caracciolo Gran Siniſcalco, accidente, che - to ſee -

cagionò ſi grandi alrerationi in quel Regno, allora più che mai


preteſo dal ſudetto Rè, per l'adottione fattagli dalla Reina Gio
uanna, contradetta dal Caracciolo; e diede altresì motiuo all'iſteſº - - -
,
ſa Maeſtà di partir ſubito con l'armata verſo la Sicilia, laſciando di - - , -

proſeguir l'impreſa della Barberia. '. - -

1432 Giur. » i, -
-
- - -

Chriſtoforo d'Allegritto. “Orlando di Bordino.


Giacomo de la Xabica. Gonſaluo d'Arxona. . .
I 4 3 3. Cap. Antonio d'Eſguanez eletto dal Rè. -

Giur. Antonio Vagnolo Milite. Franchino de Licata.


Bartolomeo Chilona. Marciano Falca.
Per conſeruatione del priuilegio ottenuto da Malteſi della Frie
chigia, di non pagar qualunque diritto di dogana per tutto il Re
gno di Sicilia, i Giurati ne fanno fare publico tranſonto negl'atti
di Notaio Antonio Falſone, con interuento del Giudice Matteo
Delie à 12. di Gennaio Xij. Inditrione. - - ; i
1434 Giur. - i
i Gio: Vaccaro. Simone de Naſi. e
Paolo de Beglera. i Michele de Bernardo.
143 5 Giur. 143 a Giur. -

Berto di Meſſina. Chriſtoforo d'Allegritto.


Giacomo de la Xabica. Bendo Cipullato.
Gonſaluo d'Arxona. Franchino de Licata.
Antonio de Begliera. Antonio Calabachi. s

1437 Cap. Antonio d'Eſguanez ci prouiſione regia data in Ca


ſtello a mare della Stabia a 12. di Gennaio, eſſegutoriata à primo
di Marzo, cioè per vn anno in ſua perſona, e per il ſeguente in
quella di Franceſco Platamone.
1437 Giur. i

º Franchino Laureri. Bernardo Cancello. ,


Friderico Calauà. Bartolomeo di Bordino. A
i 438 Cap. Pranceſco Platamone.
Giur. Orlando de Bordino. Litterio della Barba. o
Marciano Falca. Gio: de Pellegrino.
. . . Hhh I 439

s
42 6 D E LL A D E SCRITT. DI MALTA
i 439 Cap, Antonio Deſguanez.
Giur, Berto di Meſſina. Paolo Begliera.
Franceſco Gatto d'Eſguanez Gio: Vaccaro.
Nominamo in
I 44Q Cap. Gherardo Deſguanez figliuol d'Antonio.
quefo tuogo pri In queſt'anno li Giurati in preſenza di pu blici Notari, con l'in.
ma a Aeſina, bi

e te di ſºpra di
teruento del Giudice Pietro de Caxaro ſotto li 6. di Gennaio fan
fºgº 4 23 Aa fia no tranſontare il priuilegio del Rè Alfonſo, dell'aggregatione di
i porio Paler
ma prima - di Malta al Regio demanio di Sicilia, come le Citta di Meſſina, Paler.
44eſina, perche mo,e Catania. -
cleru. ſimo ffi - e
tal guſa eſſerſi Giur. Friderico Calauà. 1441 Galcerano Deſguanez.
f... io nel mede Gio: de la Xabica. Berto de Cancello.
ſimo priuilegio
vicenaeuolmo Antonio Calabachi. Marciano Falca.
3 - e
Manfredo Caxaro. Antonio de Begliera.
1442 - Cap. Antonio Deſguanez, - -

Giur. Bertino di Meſſina. 1443 Fräceſco Gatto Deſguanez.


Gio: di Mazara. , Paolo Begliera.
Gio: Vaccaro. Gio: la Xabica.
Gio: d'Oueda. Guglielmo Aaxac.
144; Giur.Mäfredo de la Xabica 1446 Gio: Vaccaro.
Gio: di Pellegrino. Friderico Calabachi.
Nardo di Bordino. Friderico Calaui.
Antonio Calabachi. Gio: la Xabica. . .
Perche Antonio Deſguanez Malteſe era ſtato in virtù di regie ,
lettere citato a litigare in Sicilia,fuori del ſuo foro ad iſtanza d'vn
Bartolomeo d'Ancona Siracuſano, contra la forma depriuilegi
dell'Iſola; Il Rè Alfonſo con altre ſue, date nel Caſtelnuouo di
Napoli, nominando l'Antonio Domicello, e Milite riuoca le pri
me dichiarando non eſſere ſtata ſua intentione di punto derogarà
i priuilegi,Se immunità della Città, 8. Iſola di Malta, anzi d'accet
targli,è aumérargli, ordinado al Maſtro Giuſtitiero, Giudici della
Gran Corte, 8 ad altri officiali del Regno a douergli oſſeruare,ne
moleſtar in neſſun modo il detto Antonio,ne permettere ſia con
uenuto fuori dell'Iſola in altro Tribunale,e come in dette lettere,
ſi contiene ſpedite à 27.di Settembre 1o. In dittione.
1447 Giur.Carlo di Paternò. . Conſaluo d'Arxona.
Roberto di Meſſina. Ruggiero Caxaro, - .
1448 Cap. Antonio d'Eſguanez (egli era ancora Cap.d'armi di
Malra,e del Gozo) eſſercitò poi il carico di Capitano, e Giuſtitiero
dell'Iſola per molt'anni come quello, che haueua ottennto in im,
pegno il dettofficio dalla
R.C.che indi appreſſo fù ſpegnato dall'
Vniuerſità di Malta col propio danaro circa gl'anni del 1454.
- -- - - I 448
LIBRO Qy A:RT:9 cNoTITI A Ei azz
1448 Cola la Rocca cittadino,S. Ambaſciadore di Malta al Vi,
cerè Lupo Ximenes d Vrrea ſopra diuerſi affari particolarmente,
pef ſupplicar quell'Eccelenza, che atteſe alcune grauezze,6; ingºi
modità, che patiua l'Iſola per armaruiſi da ſuoi cittadini, Scabi
tatori galee,fitte,ebergantini, non vi ſi poteſſe armare ſe non pes
difeſa dell'Iſola ottiene in riſpoſta douerſi così oſſeruare,egcettua
to però il caſo, gliando, che detti vaſſelli ſi armaſſero per fruigio
del Principe,ò della ſua armata,ò di ſuo ordine, e volontà.
1449. Giurati: or o . . . . .. )
Franceſco Deſguanez. - - - Gio: de la Xabica. I
- i Giouanello di Mazara , Friderico Calabachi
145 o LVniuerſità per mezzo di Stefano Pirrera ſuo Ambaſcia
dore ottiene dal Rè Alfonſo nel campo preſſo al Peſco Lanciano è
s. di Giugno fra l'altro grazie le infraſcritte cioè a dire i
Che poſſa cauar dal Regno di Sicilia tutta quella quantità di
grano, orzo ed altre vettottaglie, che haueſſe biſogna per vſo pro
pio,ſenza pagari diritti, che s'aſpettano alla regia Corte. 2 ,
E che i poſſeſſori in Malia debemi tanto feudali quanto burgº
ſatici,ché non vi habitaſſera, fuſſero tenuti ſecondo le facultà lo
“ro à mantener cavalli, Schuomini per difeſa dell'Iſola.
-Giur.2 Guglielmo Deſguanez 1451 Giacomo di Vaccaro -
Carlo di Paternò. Pietro de Valdes. -
e C. Berto di Meſſina e Simone de Naſo. , , , , ,
- Friderico Calauà. Pontio Valle. . . .
1452 Giur. iT on 3552 si s
e Franceſco Deſguanez . :: :i - 2
-slaº Manfredola Xabica, ci era a e n . . . . . .. . .i
i - o! Pietro Falſane.ici, i º i vo: : - - - - i
- : : 2 Pietro Caxaro. Is i ti - ,- è
- 14.53 Il Vicerè Lupo Ximenes d Vrrea,ordina al Maſtro Por
tulano del Regno & ad altri officiali, che laſcino eſtrarre da carica
tori della Sicilia,tutta q uella quantità di frumento,
che per vſo, e
a prouiſione della Città, Gaſtello, Iſola, 8 abitatori di Malta faceſ
ſe di biſogno,franca d'ogni ragione d'eſito liberamente, ſecondo
haucua coſtumato di fare per lo paſſato, è in conformità della ,
conceſſione fattale dalla Real Maeſtàrin riſguardo de fedeli ſerui
cgi de Malteſi,e come vien contenuto nella regia prouiſione, data ,
º in Palermo a 14. di Maggioe , . . . .
Intorno à queſto tèpo ſeguì in Maltà vna grande mortalità,ca
gionata da certo mal di gola, e puntura, che trauagliò , Scaffliſſe
- molto giabitanti e io - - -i-
- 3 Hhh 2 Giur.
ai s D E L LA D E SCRITT. DI MALTA
Giur. Saluo Rapa. Giorgio la Xabica.
nio
Anto Begli era. Antonio Falca. -

14; 4 Cap. Carlo di Paternò, eletto per prouiſione regia data in


Caſtelnuouo di Napoli è 29. di Maggio 1454. -

Giur. Guglielmo Deſguanez Gio: la Xabica.


Franceſco Allegritto. Berto di Meſſina.
1455 Cap. Nardo di Bordine proueduto dal Rè nel ſopradette
- 8i. - -

Giur. Manfredo la Xabica. Guglielmo Vaccaro.


Franceſco Gatto Deſguanez Neygo Chiantar.
Manfredo de la Xabica vien deſtinato dall'Vniuerſità di Mal
ºa al Rè Alfonſo in Napoli, e quiui frà l'altre gratie ottiene le ſe
uenti. - -

8 Che dall'Iſola non ſi poteſſe eſtrarre in moneta cugnata da ceri


ta quantità di fiorini in sù.
Che le pietre del Caſtello della Città fatto diroccare, ſi conuer
tiſſero,S: impiegaſſero in riparatione delle ſue mura. º
Che in Malta ſi coſtituiſſe vn Giudice di prime appellationi,
decretate furono a 2. di Nouembre e 45 5.
Manfredo la Xabica ſopradetto vien creato Capitano per
rouiſione regia data ſimilmente in Napoli à primo di Settem
re i anno, . - ?

1456 Cap. Stefano Pirrera eletto dal Rè nel caſteollo Turris Otta
embre.
ui à 2. di Sett -
Siur. Pietro Gio: di Mazara. Stefano Pirrera.
Simone de li Naſi. º Giorgio de la Xabica. .
Il Preſidente del Regno Antonio Roſſo Spatafora, Côte di Scla
ana in eſſegutione degl'ordini hauuti dal Rè in riſguardo degl'
auuiſi d'armata di mori,vieta il poterſi armarin Malta per corſeg
giare, a fine di non ſcemarſi il numero degl'habitati e come ſi leg
gen vna ſua prouiſione indirizzata al Capitano, e Giurati, acciò
così facciano oſſeruare fin ad altr'ordine. -

1457 Cap. Giouanni de la Xabica deputato dal Rè nel Caſtello


Turris Ottaui a primo di Settembre.
Giur. Paolo Begliera. Antonio Calabachi.
Goffredo Deſguanez. Matteo di Manuele.
1458 Il Rè Alfonfo nella Terra di S. Seuero à 22. di Febraio
di queſt'anno, concede le infraſcritte gratie all'Vniuerſità di Malta
ſupplicante per ſuoi Ambaſciatori Peri Gio: di Mazara regio Ca
1aliere, 8 Antonio Falſone. - - ,

Che il Caſtellano non poteſſe eſſercitar giuriſdittione, oltra i li


- - º - , miti
112 Ro ovA Rro. Nori T1A 1 ass
miti antichi, ch'erano ſino al luogo detto la tagliata, ſecondo la
conſuetudine (ou'oggi appunte è il foſſo del Caſtel S. Angelo)
ſotto pena di mille fiorini. - -

uei, che veramente non haueſſeroli requiſiti, non godeſſero


le franchigie,che ſpettauano à gl'aſcritti nell'attualſeruigio del Ca
ſtello. - -

Che il Caſtellano non poteſſe dar ſaluo condotto è corſari,ne,


ad altri Vaſſelli,ne impedirgli l'wſcita dal porto ſenza licenza del
Capitano, e Giurati di eſſa Città, è i quali apparteneua allora la e
giuriſdittione del porto. - , i

Nelli matrimoni da contrattarſi, non eſſendoſi procreati figli


uoli, i beni acquiſtati s'intendeſſero toccare ſecondo la diſpoſi
tione della legge comune; mentre nello ſtrumento non appari
ſce patto in contrario, e ciò fà dimandato per toglier via i litigi,
fi alcuni pretendeuano, che i ſudetti beni per lo conſueto,
ſpettaſſero al marito, º altri al marito,3 alla moglie inſieme.
f Che il Giudice delle prime appellationi,ſenz'alcuna limitatione
poteſſe proferir ſentenza in i ſomma e quantità.
Le quali gratie furono con altre eſecutoriate in Palermo è di
s, di Maggio di dett'anno e ſi ſono poi fatte tranſentare in atti di
- Notaro Giacomo Falſone ſotto li 9, di Decembre 15 o 3.
Cap. Pietro Giouanni di Mazara creato dal Rè Alfonſo nel
i Caſtello Turris Ortauià di primo di Settembre 1457.ottenuta
- f" eſſecutoria è di 24. d'Aprile 145 8. per l'anno ſeguente del
a ſettima Indittione. - - , --

º Giur. Pietro Caxaro. 1459 Giacomo Vaccaro.


Antonio Falca. - Giouanni la Xabica.
- Pietro de Baldes. Saluo di Rapa. a
Friderico Calabachi. Nardo di Bordino.
14co Cap. Pietro de Baldes con patente regia data in Barcelona
i
à 8. di Gennaro,eſſecutoriata à a z. d'Aprile per la proſſima no
a-
na Indittione. - , - i

-
Il Rè Giouanni, i petitione di Cio: di Mazara Ambaſciatore di
Malta conferma i priuilegi dell'Iſola, conſuetudini,S&oſſeruanze-,
i concedendoli altre gratie contenute nel ſuo real priuilegio dato in
Barcelona è 2. di Gennaro; quiui la noſtra Città ſi confeſſa figli
uola amoreuole della Nobiliſſima Città di Meſſina, anzi pretende
º di lei eſſere ruga, come ſi dice, è ſtrada.
14 e 1 Cap. Bartolomeo de Clementiis.
Giur. Paolo de Naſi. Bartolo di Bernardo.
Antonio di Falſone. Pietro Caxaro. -

i a 46 a
4; • DELLA D Esc RITT. DI MALTA
1462 Cap. Paolo de Naſi, con piouiſione regia. -- a
Giur. Nardo Bordino 14e3 Antonio Deſguanez ,
Friderico de Calabachi Bartolomeo di Bernardo, i
- Matteo di Manuele. Pietro Baldes , i
º Pietro la Barba, i Pietro Caxaro, gd, i
1466 , Cap. Ramondo de Pariſio. i -

Giur. Franceſco Allegritto. Gioc la Xabica. E i -:-


i , º Triſtano di Gueuara, Nicolò Manfredi. -
-Gouernando in queſto tempo il Regno di Sicilia Lupo Xime
nes d'Vrrea,che per trenta due anni n'hebbe il titolo di Vicerè in
proprietà con amminiſtrarſi il carico in diuerſe volte di ſua aſſen
2a per mezzo de Preſideri e che pochi anni prima era ſtato in Mal
ta; in queſto del 1466. dyniuerſità deſtinandogli Ambaſciadori
Cio: di Mazara Cittadino verſato ne'maneggi degl'affari, e grato
è quella Corte conſeguiſce le ſeguenti deliberationi,e gratie e
Che i litiganti attualmente con la Città,non
ttin officio annuale durante la lite, maſſimamente quando fuſſe ,
ieri
.Per occaſione di patij publici, anzine meno i figliuoli, 8. altridq
- - -
-

- -

iro congiunti. - - . rino c - -

..: - -

i 3 i
-

i- Che quelli,ch'eſſercitaſſero arte,ò mercantia,fuſſero incapaci di


poter conſeguire officio del Vniuerſità, come già prima era ſtato
lin coſtume nel tempo di venti,ò trent'anni precedenti. C
“ Il Giudice delle prime appellationi poteſſe proucdere per via di
“retiiſrone ſopra le doglienze delitiganti,anco in cauſe minimeda
vn oncia in giù. - is i si
- Che quelli i quali c6 là lato famiglia fuſſero andati da Malta ad
habitar in Sicilia, non poteſſero per vn anno
ottener alcun officio
annuale, e non haueſſero ritornato perſonalmente à ſtati tiarui.
Non oſtanti qualunque proibitioni circa l'eſtrarre dal Regno
º vettouaglie,e protiſioni, poteſſe nondimeno la Città & Iſola sa
far ſempre
afuſſe da qualſiuoglia porto e caricatore di Sicilia, quanto le
di biſogno per vſo proprio, dando però ſicurtà di mandar il
i ſolito reſponſale e io 33. I
Che l'Vniherſita di Malta poteſſe hauere nel caricatore reagiti
no per farui riponer i ſuoi grani, 8 hauendo pronte le batcha, non
fuſſero coſtretti i ſuoi Agenti a far entrar in magazino i ditgigta
º nina a dirittura poteſſero fargli imbarcare, pagando però i ſoliti
diritti ſecondo il coſtu me, che ſi eſigouano da Malteſi,e Goziti, i
c come il tutto appariſce in vna Viceregia protiſione daia in veſ
ſina à 17. di Gennaro di queſt'anno. lì i ... O
1467 Cap. Giouanne di Mazara, si si ci sia.
º è -i - - - - - - --- -
Giur.
l rBR o QVA RT o No TITIA I. ,,
Giur. Paolo Begliera. Giorgio la Xabica.
Franceſco Gatto Deſguanez Friderico Calabachi.
1468 , Cap. Triſtano di Gueuara. . -

Giur. Pietro Caxaro. Goffredo Deſguanez.


Ottauiano Rauello. Pietro Vaccaro.
In queſti tempi occorſe in Malta vna ſomma ſterilità, cagiona
ta per non eſſerui in tre anni continui piouuto, così lo riferiſce a
Paolo Marſio ne ſuoi commentari ſopra i Faſti d'Ouidio, che com
poſe in Roma; e ciò teſtifica egli di veduta,eſſendo ſtato in Malta
come lui afferma l'anno 1468; Di queſta penuria,che fù sì grande
nhabbiamo riſcontro in vna Viceregia prouiſione dirizzata a gl'
officiali della Licata, acciò laſciaſſero eſtrarre certa quatità di gra
no nel medeſimo anno per ſeruigio (come nella detta ſcrittura ſi
dice) e pronto ſoccorſo dell'Iſola.
147o Cap. Giorgio la Xabica.
Giur. Nicolò Caxaro. Paolo Begliera - -

Nardo Saguna, Franceſco Allegritto.


147 I Cap. Giouanni di Mazara,
Giur. Antonio de li Nafi. º Angelo di Vaccaro.
Nardo Bordino : Bartolomeo di Bernardo.
I 472. Cap. Giouanni di Mazara,
Giur. Giorgio la Xabica. Antonio Gatto Deſguanez.
Triſtano di Gueuara. Pietro Vaccaro.
r473 Cap. Simone di Mazara. . . - º e

Giur. Giouanne la Xabica. . ... Antonio Falca . .


Friderico Calabachi Goffredo Deſguanez.
I 474 Cap. Giouanni di Mazara. . -

Giur. Pietro Caxaro. Neygo Chiantar.


Nardo Saguna. . Blaſio Michola. - i

r 475 Giorgio de la Xabica. - 2


Giur. Antonio Falca. Pino de Naſi.
Franceſco de Laureri. - Bartolomeo di Bernardo,
s-Nell'iſteſſo anno che fù l'vltimo del gouerno,e della vita del Vi
cerè Lupo Ximenes d'Vrrea, che morì in Catania a 12.di Settem
bre,ottenne quini l'Vniuerſità di Malta dal medeſimo alcune fa
uoreuoli riſpoſte alle ſue humili dimande, e frà l'altre circa il do
uerſi regolare l'eſercitio del carico di Baglia, & il modo di farlo
ſcrutinio per la creatione degl'officiali della Città; e che non pot,
teſſe eſſer eletto Capitano della medeſima, chi non fuſſe de princi
pali ſuoi gentilhuomini,Schaueſſe almeno tenuto continuamen
te in ſtalla, vn cauallo, con obligo di mantenerne due ne"
- c
- - -- -- -
432 D E LL A D E SCRITT. DI MALTA
del Capitanato i s'appaleſano i decreti delle ſudette prouiſioni ſe
gnate dal Protonotario allora Gerardo Agliata à di 1 6. di Lu
glio
1476
1475. Cap. Giouanni di Mazara. - A

Giur. Matteo di Manuele. Paolo Begliera.


- Ottauiano Rauello. Pietro de Baldes.
1477 Cap. Simone di Mazara. l

Giur. Nicolò Caxaro. Gio: d'Alaimo minore.


Pietro Falſone. Pietro Vaccaro.
1479 Cap. Giouanni di Gueuara. -

Giur. Simone di Mazara. Nardo Bordino.


Antonio Laza Deſguanez Lanza Vaccaro.
148 o Cap. Giorgio de la Xabica. -

Giur. Matteo di Manuele. Gio: di Laimo. i


Blaſi Michola. - Nicolò di Caxaro. .

1481 Cap. Torres di Gueuara. - -

Giur. Gio: la Xabica Goffredo Deſguanez -

- Angelo Vaccaro. - Antonio Falca.


1482 Cap. Pietro de Ribera - -

Giur. Pietro Caxaro. 148; Nardo di Bordino. -


Nardo Calauà; - G,o: di Mazara.” : :

Antonio Gatro Deſguanez Ortauiano Rauello. )


Pietro de li Naſi. Giorgio la Xabica.
1484 Cap. Pietro de Baldes. - . .
Giur. Stefano de Pirrera. 148; Gio: la Xabica. -
Angelo Vaccaro Nicolò Caxaro.
Simone de li Naſi. “ Blaſio Michola i
. . . . . . . . .. Antonio de Feuzono. - 2
1486 Cap. Simone di Mazara.
Giur. Goffredo Deſguanez. Pietro Mazara. - i
Angelo Vaccaro. Antonio Falca. . . .
1487 Cap. Carlo di Gueuara.
Giur. Pietro Falzuni. 1488 Antonio Gatto Deſguanez
Antonio Laza Deſguanez Leonardo Calatrà, o
Artale d'Alagona. Pietro Vaccaro. .
Marciano Pirrera. Pietro de li Naſi. o
Nel meſe di Giugno di queſt'anno, vindeci galeotte turcheſche
diſtaccateſi dall'armata, che il Gran Turco hauea fatta vſcir fuori
dello ſtretto di Galipoli a danni de Chriſtiani, ſcorſero ſino a Mak:
ta,oue all'improuiſo la sbarcata gente giunſe dalla parte di terra,
ad entrar nel Borgo, quiui depredate alcune mercantic di tele, e
COtUGIA1
-
E IBRc qyARTO, N e TIT HA I.T 43,
cottoni, e fattiuiſclafaui intºrnº ad attante perſone e mandare a d'Ara
no ſopra il Gozo e fino alla Pisaltarea per dargli il gaaſto di ques, i
lo fecero in Malta, ne diſcorrezarita, º il P.Mariana nell'Iſtorie gi .
di Spagna, 3 : - . ,è - s» , , ºss a º,

e Linuaſione delle dette galeotte, e gl'ordini, che in Sicilia ſi era-,


no mandati dal Rè, acciò ſi doueſſe artefidere con diligenza allas,
difeſa, e fortifications delle marine, sde Porti di quel Regno, die
dero non poco penſiero a regii miniſtri di cuſtodire queſto di Mal-s
ta, con è frà tutfigl'altri tanto principale &importante , onde fù
deliberato da quel Real Conſiglio, che nella punta (hoggi chia-,
mata di S. Elmo) ſi doueſſe fabbricare vu gran Beluardo convna
ſodiſſima Torre, acciò ben munita d'artiglieria poteſſe difenderl'
entrata dell'wna, e dell'altrº bº ascosi oltre Zurita,lo dice l'Iſteſſo
dº difcari
-

Miafiana. Eâ piarte propag". ſum ºgi, prohibendis Nel citato luogo

hoſtibus,neeam Inſalam belli ſedem ºfficerent,aſſueti nostri littoribus:


E benche allora, come crediamo,ſi faceſſero alcune picciole torri,
con quel recinto di mura all'vſanza antica, che riſguarda dentro il
porto a dirimpetto dell'Iſola ea, eſſendoſi allora Parimegº,
affermato che il Caſtello haueſſe biſogno d'alcuna buona fortifica
tione, quella non dimeno della punta di S. Elmo non hebbe effet
to,come riſeruata dalla propridenza diuina alla magnanimità di
queſta Sacra Religione, come poſcia da lei ſi fe fare non ſolamen
tecó la fabbrica della Fortezza di S.Elmo, ma di tutta l'Inuittiſſi
ma Città Valletta son leſiengoue fortificationi, v i
Furono anco nell'iſteſſo tempo a richieſta della noſtra Vniuer-.
ſità, dal Preſidented ARegnaſiuliane Centelles, (i cui ſi deſti
usteseAsºleſi dei fals d'Alagona Gola Gaxaro, dai mole,
ti buoni ordini per la difeſa, e cuſtodia dell'Iſola e particolarmente,
che i Foreſtieri poſſeſſori de beni ſtabili in Malta (altroue abit "
pagaſſero alla Città Nna contributione di 15 per ceto ſopra º
ro rendite per le ſue riparationi, & altri biſogni, il che fù poi con
fermato nel 1597 dal Rè Ferdinando, che benignamente ſcriſſe
A - -. - -
-
- - -

à i noſtri Giurati la lettera, che fiegus, : on o i


o' ' - º ills - 22 ton f
riott Ells: - - -

.
- - - - -

A º a 7
o - r
ºrri il
Alos muy " los Iurados, era
neri o ride la iedad de 44alta. ivi iO
i » i 2 e ri e i af, il El 1 KAi I, i! - :: I -. . . . ) i teo
Amadas, y fieles nueffroy, ſteftras cartas de 18 del poſtrero dei
Agesiº, y tre de Setiemhr6, ahemas receuido i tenemos nos en ſeruicio.
flauſº º nº di de todas las coſas, neos han ocurrido cumplin
eſſeratia australia è la fidminiſtrative
Iii
de la Justicia y eſº
paiº -
meſmo -
4; 4 D E L L A ip E3c RITT, 15 f MALTA
- , meſino a la difension, y reparo d'eſa nueſtra Isla; º ſed ciertos, que
tenemos mueha voluntad ſea en todo proueydo cumplidamente: 9 por
: quanto es ra partido para el Reyno de Sicilia, el Spetable Don Fer
nando,es inſtruido extenſamente de lo que deue hazer por nueſtroſeraio
cio, y por el buen reparo, y defenston d'eſa nueſtra Isla, de las otras
adiacente a dicho Keyno, porende no euramos mas derir, ſaluo referir
nosa lo que abemos cometido al dicho nueſtro Viſorrey por quie ma lar
gamente loſabreys; siempre queſeameneſter recurrireis al dicho Viſor
rey, ei pual proueherà en tod, le ſue neceſſario ſera, º voſotro ſeguirei,
yobediſcereys à ajuel,cono a nueſtra Perſona. Dat. en Valladolidà
xx de Deciembre d l ufi, 1488. -
7 - O A L RA 7 . : : -
489 Giur. 149 i Giur.
Giouanni di Gueuara. Mafredo di la Xabiea,ò Ha
Pino di Naſo. Artale d'Alagona. (bica
; Antonio Falca. Peri di Mazara. .
Perio Caruana, º Antonio Liza Delguanez º
A4y e Giur. i - a 49 i giur. i
Paolo di Naſo. Attsle d'Alagena.
Antonio de Fauzono i Manfredo la Xabica. .
º º Bartolomeo de Bizziano, Pietro Fauzoni,
Pietro di Caxaro, º Antonio Lanaa Deſguanea
Li Giudei ſono diſcacciati da Malta, e dal Gozo per ordine del
Rè Ferdinando
tutti i ſuoi Regniil Cattolico,
eſtati. checific,
valſe ciò
e ſi doueſſe eſeguire
i 1 ,
ina
in queſt'anno il viceré Doh Fernando d'Aeligna viene in Mali
ta,e ſopra vi almemoriale
concernenti de noſtri
buon gouerno Giurati, preſiedei aè molte
dell'Iſola, o º eaſa
i ti
14 gi Giur. i i 1494 eiuriº i ci ,

Giouafini de Gueuara; "Giouahnide Naua. i


Simone di Mazara. º º Goffredo Deſguanez
Diego de Zauallos. Leonardo ciauà.
- Franceſco de Laureri, Paolo Vaccaro. -
Il medeſimo
gratie da lei
Vicerè Acugna
dimandate concede
ne ſeguenti allaºnoſtrasº.Vniuerſità le
capitoli
Ch'atteſa l'utilità, che ſeguita a tutta l'Iſola con l'armamenti,e
corſo contra gl'infedeli nello ſhidar è Gerſali di Barberia, e tenerli
lontani da ſuoi mari,oltre il beneficio della Regia Corte,e le diuer
fe virtuaglie, che in Malta rimaneuano delle preſe poteſſe libera
mente ciaſcheduno de'noſtri Cittadini, è altro chi ſi fuſſe armare,
non oſtante vin capitulo, che l'anno precedente ſi era impetrato,
- - - -- --- che
ll B R o Q VA RT o N o TITI A I. 4;;
che non ſi armaſſero ſe non di due in due fuſte, il quale eſſa Vni.
uerſità ſupplicaua,che ſi riuocaſſe, é intendeſſe di niun valore.
Che i gentilhuomini, 8 altri della noſtra Città poteſſero per
loro ſeruigio, e diporto comprar falconi,gentili, e villani,non oſta
te i diuieti dei Falconieri regiſ,purche quanto è i gentilis'oſſeruaſ,
ſero gl'ordini dati da ſua Maeſtà, - - - - - - - .

Che il far ritirare al Caſtello la gente abitante nel Zeytun in.


tempo di ſcorreria, s'intendeſſe ſpettare alla giuriſdittione del Ca
pirano, quando ne fuſſe richieſto dal Caſtellano, la cui autorità non
ſi ſtendeua oltra il luogo,che ſi diceua li tagliati. .
i 495 Giur. i 149 6 Giur. . .
- Gio: la Xabica. Perio de li Naſi.
Antonio Gatto Deſguanez Franceſco Laureri.
Nicolò Laureri. Cola Sillato.
Lorenzo Fanchiuni. Pietro Caruana.
1497 Pino
A.
Giur.de Naſi. 1498 Antonio
Giur. Gatto Deſguanez
Marco di Brancato. " Nicolò Saguna,
Gio, de Layro, Nicolò Laureri. ,
Manfredo Caxaro. - Nicolò la Xabica.
Il Cattolico Rè Ferdinando conferma a Malteſi i loro priuilegi,
buoni vſi, e conſuetudini con le ſeguenti fauoreuoli parole. Fi
des, gr affectio,quas in vobis fidelibus noſtris Iuratis , probis homini
bus, (9 singularibus perſonis Vniuersitatis Ciuitatis, (3 Inſule no
stra. A Melita conſpeximus 3 M 05 perſuadent,vt gratia infraſcipta vos pro
ſequamur. Fuit enim ſemper inſula ipſa, gr singulares illius in obſe
quiis nostris, g ſtatus noſtri prompta, vtre ipſa pluries etiam proba
uimus. Quapropter humillimis ſupplicationibus Maieſtati noſtre ve
ſira proparte proptereafactis benigniter inclinati, tenore preſentis ſcie
ter deliberatè, º conſultò omnia,g queuis priuilegia,libertates, im
munitates, conſuetudines, bonos ufus,(3 indulta, per Sereniſsimos Xe
ges Aragonum, et Sicilia, Praedeceſſores noſtros,et quemlibet eorum quo.
2odolibet conceſſas, et conceſſa, quorum, quarumqi tenores preſentibus
pro inſertis, et repetitis penitus haberi volumus,et habemus perinde, ac
side verbo adverbum preſentibus inſererentur,etc.laudamus,approba
mus,ratificamus,et confirmamus, etc. e come più largamente ſi vede
nel priuilegio, che fù ſpedito in Ocaña a 26.di Decem bre di queſt'
anno mille quattrocento nouant'otto, corrente la ſeconda indit
tione » .
1499 Volle d'auantaggio l'iſteſſo Rè ſtando tuttauia ins
- -- Iii 2 . Qcaſia
-
436 D E LL A D E SCR i TT. DI MALTA
Ocaſia Villa del Regno di Caſtiglia fauorir,8 honorare la noſtra ,
Città con vn altra regia prouiſione, la quale per eſſer colma di fin:
gulariſſima benignità verſo tutti i gradi della ſua Cittadinanza, di
che fioriua in quei tempi,habbiamo ſtimato bene riportarla difte
ſamente in queſto luogo, non meno per additare lo ſtato, nel qua:
le ella allora ſi ritrouaua,che per ſua onoreuolezza, e perche le ier:
ua altresì di difeſa, e riſpoſta, a chi poco, o nulla informato delle
coſe di lei, n'hà hauuto talora men fauoreuole ſentimento. Ecº
cone il tenore. I - -

NoS FA RNANDo, por la gracia de Dios, Rey de Castilla, de


Aragon, de Leon, de Sicilia, 3 c. Alos amados nuestros el Capitan,
Secreto de la Ciudad y Isla de Malta, que es,ò portiempo ſerà, i qua
leſquier Cazadores, Ezedores,nuestros en la dicha Isla ſalud,) dilecion.
A nos ha sido recurrido por parte de los Caualleros, Ientileshombres, y
Ciudadanos honrados d'eſa dicha Ciudad, diziendo, que voſotros, y
dichos nueſtros Cazadores y ſecreto teneis puesto tan gran recaudo en los
falcones, que en la dicha Isla ſe toman y deſpues de tomados en embiar.
los nos à ca para nuestroſeruicio,que no pueden ellostomar,ni abernin
guno por ſus dineros,en manera que no teniendo con que cazar pierden el
exercicio de la Caualleria, y ſe dan a toda Ociosidad,y porque nuestra
voluntad es.que ellos ayan alguna porcion de los dichos falcones, y no
tengan excuſacion alguna porſe exercitar por ninguno dellos. Portanº
to en tenor de la preſente, de nuestra cierta ſcientia expreſſamente deli
berat. os devimosy mandamos,que de à quì adelante, siempre que los
“vezinos, y abitadores de la dicha Isla quasieren comprar, aber, y tomar
de los falconos, Villanas,Gentiles, y terzuelos de Pelegrinos,ſe lo dexer,
9 podais vender, y vendaisiy a ellosſea licito de tomarlos, y comprarlos
paraſu exercicio, y plazersin incurrimiento de pena aguna,) no olia
te qualquier prohibicton,que pornos fuere hecha en contrario, como aſsi
procede de mente nuestra; guardandoos atentamente de hazer,ni permi
tir que ſea hecho lo contrario, por quanto nuestra gracia vos e cara, y
pena de cien onzas deſeais no incurrir. Dat. en la Villa de Ocafia è 4.
dias del mes de Henero de la 2. Indicion del a fiº del naſcimiento de nue
ftro Sefior. AACCCCLXXXXVX. I O E L KEI ,
Dominus Rex mandauitmihi Ioanni Kuyz de Calcena.
I 5 co Cap. Giouanni di Gueuara.
Giur. Nicolò Caxaro. Antonio Falzuni
Pietro Caruana. Matteo Caſſar.
I 5o 3 Cap. Giouanni di Gueuara.
Giur. Manfredo la Xabica. Goffredo de Bordino.
Franceſco Mompalau. Gie: de Epiſcopo.
I 5 C4
L I B R o Q VA RTO, N o TITI A I. 437
15 o4 Giur. Pietro Caruana. Matteo Caſſar. - -

i Antonio Falſone. . . . . . . . .
Continuando i Caſtellani di Malta ad eccedere i limiti della lo
ro giuriſdictione in pregiudicio del Capitano,e Giurati della Città,
e particolarmente Pietro di Naua, furono coſtretti eſſi Giurati di
ricorreralla giuſtitia; onde proponendo le loro ragioni auanti al
la regia Gran Corte, 8 al Conſeruatore del real patrimonio, inteſo
anche nelle ſue, il ſudetto de Naua " ne riportaro
novna diffinitiua ſentenza a fauore della Città, e de'Giurati, per la
quale furono deciſi dodeci capi di differenze giuridittionali , e di
preminenze, che verteuano fra le parti, come ſi legge in detta ſens
tenza, che fù promulgata in pieno real conſiglio,fattane prima re
latione al Sig. Vicerè a 2. d'Otrobre 15o4. la notitia del cui con
tenuto come, che hoggi nulla poſſa importare, e per non dilun
garci nel diſcorſo, è bella poſta tralaſciamo di ſignificarla.
I 5o 5 Giur. - - - - -

Giacomo Angaraldo Deſ Michele Laurerio.


Gio: de Naua. (guanez Saluo Falſone,
sos Concede il Rè Ferdinando in queſt'anno diuerſe gratie
all'Vniuerſità del Popolo Malteſe, facendole ſpedire vna ſua real
patéte,oue ſi leggono in lode della ſua fedeltà e deſeruigi fatti alla
corona le ſeguenti parole. Etpropterea considerantes nos singularema
fidem,gr amorem, ne dum erga nes, ſed etiam omnem nostran proſa
piam Domus nostre Aragonum ab antiquo, g ſereniſsimos Reges pre
deceſſores nostros, statumqi nostrum,ac grata grandia, fructuoſa, fide
liſsima, º accepta ſcruitia dilectorum prohorum Virorum Vniuersita
tis, g hominum Inſula nostre Meliueti, siue Malta nostrorum fide
lium nobis prestita,gr impenſa,qua quidem ſeruitia, ſeu merita tanti
apud nos vti ea remuneratione ampliſsima condigna eſſe iudicemus;&
volentes, gc. fra le quali gratie le principali furono queſte, cioè,
Che ſua Maeſtà ſi compiaceua nominar per Veſcouo di Malta,
come poi ſeguì,Don Bernardo di Bologna Canonico Palermitano,
da Malteſi veniua richieſto, e deſiderato per le ſue rare virtù,e no
biliſſime qualità.
Ch'all'auuenire fuſſe proueduto ſopra alcuni ecceſſi, che ſi co
metteuano nell'amminiſtrarſi gl'offici di Baglia e di Viceammi
ragliato. -

Si ottenne la conferma della contributione de quindeci per ce


to,ch'era ſtata im poſta ſopra le rendite de'beni ſtabili, che in Malta
oſſedeuano i foraſtieri altroue abitanti. -

Che à Malteſi fuſſe oſſeruata la franchigia della dogana per tll t


to il
438 D E L LA D E SCR I TT, DI MALTA
to il Regno, come già ne ſtauano in poſſeſſo. .

Ch'a Vaſſelli Malteſi ne'earicatori ſi doueſſero vender i frumé


ti al prezzo, che correua nel giorno dell'arriuo loro, purche la co
pra ſeguiſſe nel medeſimo, -

Finalmente, che i Vaſſelli di Malta, che prima giugneſſero a i


caricatori, fuſſero prima caricati degl'altri, ne in ciò queſti ſi pre
feriſſero,ſotto preteſto, ch'haueſſero maggior capacità di carico,
atteſe le molte conuenienze quiui rappreſentate e come appariſce
nel priuilegio dato in Napoli nel Caſtelnuouo ſotto li 22.di Mag
gio 15 o7.eſſegutoriato in Palermo a 17. di Giugno 15o8. .
151 o Dal Conte Pietro Nauarro ſi fà la conquiſta di Tripoli
in Barberia, a nome del Rè Cattolico, per la qual impreſa l'iſola, è
Città di Malta ſoſtenne non pochi diſagi, e ſomminiſtrò molte ,
ſpeſe nel ſoccorſo, che diede, e ne gl'auuiſi, ch'andò ſuggerendo,
perla di lei felice condotta, il che tutto fù dichiarato da Regi,Cio
uanna,e Carlo con benigna eſpreſſione di eſſere ſtati molto bens
ſeruiti da Malteſi, in quell'occorrenza per vna real lettera ſcritta ,
da Bruſelles al Vicerè di Sicilia, ſotto li zo. di Luglio 151 6.
1 5 1 1 Procurò il Barone di Fringintini Giouanni Landolina da
Noto, con alcune ſue preteſe ragioni eſſentarſi dall'obbligo di do
uer pagare alla noſtra Città li quindeci per cento delle rendite, che
fin dallora,e molto prima, poſſedeua quella nobil famiglia in Mali
ta del feudo della Tabria, onde fatti citar i noſtri Giurati auanti la
Regia Gran Corte, e Conſeruatore del real patrimonio di Sicilia ,
fù ſententiato finalmente à fauor della Città, cioè a dire, che ſi do
ueſſe attendere la diſpoſitione delle lettere ſpedite col parer del ſa
cro real Conſiglio in Palermo, ſopra la contributione de quindici
per cen to, ſegu itane confermazione dalla Maeſtà Cattolica, non
oſtanti le allegationi, & altre aſſerte lettere, che il detto Barone ha
ueua impetrato in contrario: publicoſſi queſta ſi fauoreuole proui,
ſione à i 9. di Luglio 15 1 1. Con la quale da indi in poi rimaſe il
Patrimonio della noſtra Città in " , e quieto poſſeſſo d'eſſi
gere la ſudetta impoſitione,anco da tutti gl'altri foraſtieri, che poſe
ſeggono beni ſtabili in Malta.
13 1 2 Perche ſecondo la forma depriuilegi di queſt'Iſole, non
ſi poteuano dalla Sicilia deſtinare, ne mandar commiſſarij contra
i noſtri Cittadini,3 Abitatori, per debiti, e cauſe ciuili; il Vicerè
Don Vgone di Moncata Caualiere di queſta Sacra Religione allo
ra Bagliuo di S. Eufemia,ad Iſtanzia dell'wna,e l'altra Vniuerſità di
Malta,e del Gozo,ch'à queſt'effetto haueano colà inuiato il Barone
di Bucane Giacomo d'Eſguanez, e Pietro de Laimo Giurati, con -
- VIl d
LIB R 6 QVA RT e, NoT ITIA I 4,9,
vna ſua Viceregia prouiſione data in Meſſina a 18.d'Agoſto 1s 1 a
ordina al Maſtro Giuſtitiere del Regno, è al ſuo Luogotenente ,
Giudici della regia Gran Corte, 8 ad altri officiali, che così doueſ
ſero oſſeruare, e faceſſero eſſeguire,ſotto pena di mille fiorini d'ape
plicarſi al fiſco reale, i A - - - --

15, 3 Aggrauati i Malteſi, e Gozitani dall'ecceſſiuo pagamen


to, che da eſſi riſcuoteuano i Secreti, 8 altri officiali, non meno in
Sicilia, che in Malta nella ſpeditione dereſponſali, per l'eſtrattioni
delle loro monete i"argento, ed altre mercatantie; hebbe
roricorſo all'iſteſſo Vicerè Moncata, con deſtinargli ſeriamente,
Franceſco Torres noſtro Cittadino, Scottégono,che s'oſſerui quel
lo ſoleuano in ciò offeruare gl'officiali di Palermo, cioè in non eſi
ſigere più di grana cinque per ogni reſponſale, acciò i noſtri Iſola
ni non veniſſero indebitamente pregiudicati la qual prouiſione fà
ſpedita a 4. di Luglio 1513. & eſſegutoriata à 7. del medeſimo :
eſſercitaua allora il carico di Secreto in Malta Antonio di Gueuara,
e di Credenziero Manfredo Caxaro,
Cap. Giacomo Falſone. i º i
Giur. Giacomo Angarao Deſgua- Nicolò Laureri i ti (ne.
Nicolò Sagona (nez, Antonio di Giacomo Falſo
1 ; 14 Il Rè Ferdinando con ſua lettera benignamente ſcritta a
da Madrid a fauor de Malteſi à i 4. di Maggio, incarica al Vicerè
Don Vgone di Moncata ad oſſeruar, e fargli oſſeruare tutti i loro
riuilegi, eſſendo tale la ſua realvolontà in riguardo della fedeltà -

oro . - - - I.
. . -
io , i
- E convn altra dirizzata al medeſimo a 13. dell'iſteſſo meſe, co
manda che il Clero di Malta ſia ſgrauato di pagar donatiuoregio,
Inoltre ſupplicato allora parimente dal Decano di Malta, manº
dato dall'Vnuerſità à queſto fine,ordina per ſue lettere date pure
in Madridà 15, di Maggio al ſuo Ambaſciadore reſidente in Ro?
ina,à douerin ſuo nome ſupplicar al Papa,a degnarſi di non con
ferire i benefici di queſta Dioceſi, ſe non ne i Naturali dell'Iſola, º
in eſſa reſidenti in conſideratione delle cauſe quiui eſpoſte fianº
cora da quella Maeſtà ſcritto al Papa in credenza dell'Ambaſcia
dore, º - º
-
º :. e -

-
a º -
- º è
- -
s
- .

, Cap. Manfredo Cazaro.


Giur. Nicolò Sagona º Antonio Falzone.
Pietro Caruana, Nicolò Laureri. ,
i 5 15
- e- -
Cap. Manfredo Cazaro.
- - º 3 -
i - - - -

Giur. Giacomo Angarao Deſgua- Michele Falzone. A


. .. .. . . . . . . (nez Gio: di Mazara si è
e - º 15 16
4 o DELLA D'Esc R 1TT. DI MALTA
e 5 16 - Cap. Matteo di Gueuara. - Li esº
Giur, º Rai lio Calauà.
-. . i Goffredo Bordino, -
- Paolo di Vaccaro. - Marted Caſſar. 3
- Muore il Rè Ferdinando, in cui hebbe fine la Sereniſſima Caſa.
Aragoneſe, che per ducento, e trent'anni hauea regnato in Iſpa
gria e in Sicilia, ſenza laſciar erede maſchio, ma Giouannavni
ca fi gliola,moglie di Filippo figliuol di Maſſimiliano Imperadore»
Auſtriaco, e Carlo figliuolo della detta Giouanna, ch'era giunto
all'anno decimo ſettimo della ſua età; queſti con loro priuilegio,
dato in Brufelles à 22. di Settebre di dett'anno in ſegno dell'inchi-,
nata loro volontà di fauorire l'Vniuerſità di Malta, (come quiui
ſi dice, º Vt nostra voluntatis argumentum in proſequendo dittami
Vniuersitatem opportunis fauaribus,g gratis cognoſcatur, grc. con
fermano i privilegi, capitoli e conſuetudini, e buoni vſi alla Citrà,
& Iſola, e di nuoto gli li concedono, comandando l'oſſervanza si
loro è tutti gl'officiali del Regno, oue poſcia fà eſſecutoriato in,
Palermo è di 8. di Agoſto 1 5 17. C ,
il Conte di Monteleone Vicerè di Sicilia, con ſua prouſione ,
data in Palermo a 4 di Agoſto ss 17. fa eſeguire vna lettera reale
in virtù di cui ſua Maeſtà per hauerl'Iſola, e Città di Malta ben
ſeruito nell'impreſa, e conquiſta di Tripoli, 3 in ſegno di qualche
gratificatione, libera l'Vnuerſità dal pagamento dvn cenſo per,
tuo, che ſi faceua per ciaſchedun anno alla regia Corte, per lo
to, due detto e la Città cragià fabbricato anticamente il Caſtel
lo, che fù poi fatto diroccare, purche in detto luogo ſi fuſſe edifi
esto in magazifio da conferuaruiſi artiglierie e munizioni da -
guerra per difeſa della medeſima Città: fà data la lettera regia ina
Bruſelles à 2 o di Luglio 15 i 4. o
Raccomanda! " Cattolica al Vicerè di Sicilia l'iſola, e
Città di Malta, con ſua lettera del tenor, che ſiegue. i i :
EL RE . Viſorrey, Presidente. La Ciudady Isla de A4alia,por,
ſu Sindaco nos ha imbiado a ſuplicar muchas coſas, que cumplen ai
bien y conſeruacion de aquella, º ſobre ella abemos mandadeprºueeri
lo que vere, sporſus priuilegies, y prouisione que preſentados, ſpºi fran,
entre los quales, lo que mas encareſcia, 9 ſuplicaua es, que mandaſemos,
a mirar en la defension della por estartan tercana alpeligro,por la ve
zindadde los morosi y que proueyºſemos,queſean,parvos visitados, fa»
uoreſeidos, y kientratados, yſadminiſtrada la justicia entre flips cum
plidamente; 5 porque en tan juſta peticion,nes tenemos voluntad4 far
uoreſcerà los de la dicha Ciudad y Isla de-Malta per la fidelidad, quº
han tendo, y tienen à nueſtra Real Corona. Noi ves mandano, que
º - - - - - - - -

è1?I murets
-

ALIR R o C VA RT o N o TITIA I. I 44 a
mireis mucho en proueer è que los de la dicha ſala esten en toda pas,
? justiticia y no meno, con la buena defension, guarda de la dicha Vs3
la para que estesiapeligroalguno, abiendo los vezinos,y abitadores del
la ſpecialmente encomendados y dalos deſpachos, ſque de nos lleuan,les
dad la eſecutoria por manera,que noles contenga recurrir mas a nosſos
bre ello,que aſsi cumple è vuestro ſcruicio. Dat, en 2ruſales a 8. dias
del mes de Setiembre del aſio I 5 I 6. I D s I

e Eſſendo ſtata preſa in Malta vna quantità di moneta falſa o


di rame, è metallo (come leggiamo , ) vollero i Giurati farne º
far di quella materia, alcuni pezzi d'artiglieria per maggiormente
munire la Città. Ordina ſua Maeſtà al Vicerè di Sicilia, allora Cone
te di Monteleone ſecondo la richieſta loro, è douergli far fare, e
che de'danari della Corte ſi pagaſſe il prezzo di quello coſtarebbe
la liga,clamanifattura, come appariſce per vina regia lettera data in
Bruſelles à 2 5. di Febraio 1517. e con vn altra delli ; o di Marzo
rimette all'arbitrio del medeſime Vicerè,ſe fuſſe meglio far paſſare
in Malta il maſtro fanditore per toglierſi dal pericolo, e dal riſchio,
che ſi poteua correre nel tramandar prima il metallo, e poſcia i
pezzi dell'artiglierie, trauerſando il canale, come poi fà eſeguito
dal Vicerè, dando ſopra di ciò l'ordine opportuno, come coſta pº
ſua pro uiſione ſpedita in Palermo à di vltimo d'Agoſto del medeſi
IlO a Il Il C. - o è:? 1
1 5 17 e Cap. Giouanni di Mazara. ci a 1 . )
Giur. Nicolò Sillato. . . . Antonio Bonello. A
Nicolò Sagona, Antonio Manduca. I
15 18 Cap. Ambroſio Falſone e o
Giur. Aluaro de Caſſeres, Giouanello di Naua,
Antonio Deſguanez, e Antonio Falſone.
-
a.
15 19 , Cap. Inguterra de Naua. . o tot -

Giur. Pietro di Gueuara oi Manfredo Caxaro, a tri


Gatto Deſguanez Pietro de Stuniga,
i Martino
- Malta, leggiamo eſſere ſtata in queſto tempo grandemente tra
trauagliata dalla peſte introdottaui prima nel Borgo, per via del
commercio marittimo : allora siſtituì la proceilione generale di
tutto il Clero ſecolare, e regolare dell'Iſola,che ſi fà ogn'anno nel
giorno di S. Gregorio Papi,e ſi fabbricarono le due Chieſe in ho
nor di San Sebaſtiano,(à cui ſi ha diuotione per il mal contagioſo)
l'vna è al preſente incorporata nella parrocchiale di Sul Lorenzo,
della Città Vittorioſa, detta allora,Borgo, l'altra nel Rabbato della
Notabile. . . . i cio
, i KKK I 52 o
442 DELLA D E SCR I TT. DI M ALTA
I 52o Cap. Giouanni di Mazara. º
Giur. Nicolò Sagona - Nicolò de Laureri. i:
Rainelio Calauà. Antonio Bonello. . .
i 52 1 Cap. Pietro de Stuniga, . . . . v º
Giur. Inguterra de Naua. Antonio Falſone, º
º Paolo de Naſi. Antonio Caſſar, e
I 522, Cap. Leonardo de Bordino,
Giur, Antonio Rapa, “ Giacomo Antonio Máduca
– Antonio Falſone. Bernardo Caſſar. -
1 523 Cap. Ambrogio Falſone.
Giur. Aluaro de Caſſeres.
- e Nicolò Sagona. i

Nicolò Laureri. -

- Giouanni di Mazara,che poi ſi ritrouò preſo ſchiauo da in


fedeli con la ſua galeotta. -
i 5 z4 - Cap. Giouanni di Mazara. º i
Giur. Nicolò Impax, i Leonardo Calauà. 4 i
i Paolo de Naſi. Gie: Andrea Manduca.
1 525 - Cap. Michele Falſone. - i
Giur. Giulio Cumbo. Antonio Rapa, ! º
i - Bernardo Caſſar, º , C. i Lorenzo Baglio. i
1 526 Cap, Pietro Falſone. , i Gſſº

Giur. Nicolò Sagona - Pietro di Brancato. it i


Antonio Caſſar . . . . . . . . . . º
In queſt'anno il Caſale della Moſta vien ſaccheggiato, 6 depre
dato da Rayes Sinen famoſo corſale in quei tempi, con alquantº
galeotte, sbarcando il ſuo campo nelle ſaline,ò cala di Benitarratº
entra per lo vallone di Vyed el Aaſel di notte tempo, e và a rico
" ſotto detto Caſale, quindi all'improuiſo l'aſſile, e facendo
ui prigionieri intorno à quattrocento abitatori,oltre q uelli,che fu
rono da Barbari miſeramente veciſi per difender ſe ſtetti,e le fami
lie,ſi ritira ſollecito,( temendo d'eſſere ſopragiunto dalla caualle
ria dell'Iſola, per imbarcarſi nella cala di San Paolo ou'erano an
date le ſue fuſte ad aſpettarlo, -

1527 Cap. Giouanni di Naua. - ,


Giur. Antonio Falſone, Leonardo Calauà.
v Antonio Manduca. Ferdinando la Paglia. Si
-1 5 2 2 Cap. Antonio Deſguanez. - -
Giur. Giouanni Calauà Antonio Darmanin, -

Nicolò Karà. Nicolò de Bordino.


º
- , I 529
ALI È R 6 Q VART o No TITI A I 44, e
1529 Cap.Antonio Deſguanez, si s a
Giur. Nicolò Laureri. è Lorenzo Baglio.
Antonio Rapa. º e Paolo de Naſi, e
, e
153 o Cap, Leonardo Calauà, s º - A A
Giur. Paolo de Naſi - e sº º
Lorenzo Baglio, º se º su a º º
º Antonio Rapa, - . . . s -ì s\sa \ - º so, e A
Nicolò Laureri, º º sº , è svi e ºsì si V

La mattina del Mercoledì 26 d'Ottobre giorno per noi feliciſ.


ſimo, entra in Malta e nel ſuo nuouo dominio il Sig. Gran Mae-l
ſtro Frà Filippo de Villiers con la Sacra Religione Gieroſolimita
na. E nel medeſimo anno,eſſendoſi cominciato ſubito da Mini.
ſtri del Real Patrimonio di Sicilia è difficoltare a Malteſi il poterà
eſtrarre con franchigia di tratte da quel Regno i grani, è altre,
prourſioni per loro ſuſtento, come auati faceuano in virtù depri-,
uilegi dell'iſola, ſpedirono ( dolendoſi di tale nouità) il Dottor
Pietro Caſſaro alla Maeſtà dell'Imperatore Carlo Quinto di glorio
fa memoria,il quale moſſo dalle giuſte dimande, e ragioni viua
" à nome di queſti Popoli,
non ſolo b nignaméte prouidde al biſogno dell'Iſola,come ſi fup
icaua (benche poi da Miniſtri ſudetti ſi fuſero limitate le tratte
li frumenti,) i clementiſſima riſpoſta ai noſtri Giurati, co
me ſi rauuiſa nell'infraſcritte lettere,ch'habbiamo quì a lungo re
giſtrate, non meno per quello che potrebbono importare all'eſtrat
tioni de'frumenti, quanto che per dar ancora con eſſe alla preſen
te Notitia onoreuole compimento
. - , si , º e- e i
e
Al magnifico amado ConſejeroViſorrey, y Capitan fenerale nel Reyno
-. de Sicilia, y Duque de Monteleon. - e' -

EL REI. Illustre Duque nuestro Viſorrey, y Capitan Reneral,


Por parte de la Ciudad y Isla de Malta, y Goso, se ha recurrid, a nos
con mucha quexa diziedo,que porpriuilegios antiguos de Reyes de Ara
gon, y Sicilia Predeceſſores nuestros de felice memoria pornos confirma:
dos (los quales à las dichas Islas fueron concedidos PoA SV GRAN
FEDELIDAD, r SE NNALADos SERVICIos, QVE A -
zIA Ron A NVESTRA REAL coRoNA, Al N co
Mo RENrcoLos, I NATVRALEs D'ESSE REI No)
los vezinos, y Abitadores dellas han siempre gozado llamay pacificame
te detiempo immemorial è esta parte de franquezay exempcion delos
derechos de trata, y doana de todo el pan, vituallas, y otras coſas que
han queridoſacarpara ſi promision, y vſo d'eſſe nuestro Keyno de Sici:
-. - - - KKK 2. - lia
444 DELLA DE SCRITT, Di M ALTA
lia allende del Faro, y que jamasſe les ha puesto impedimento ni heche
contradicion alguna, haſta deſpues, que por nueſtro mandado deron la
obediencia y poſſeſsion delas dichas Islas al muy Reueredo Gran Mae
ſtre,y Religion de la Orden de San Iuan de Hieruſalem conforme a la
donacion, y enfeudacion por nos nueuamente concedida ala dicha Or
den,que por la miſma cauſa, come a eſtrangeros, y diſmebrados de nue
ſtro Real dominio diz que ſe lespiden los dichos derechos detrata, y doa
na, y sin los pagar no ſe le consienteſacar prouision alguna d'eſe Key
no: De que sintiendoſi agrauiados nos han imbiado a ſuplicar,que pues
las dichas Islas siempre quedan en nueſtro drechoſefiorio,y ellos no han
hecho ni ma,ni menos de lo que por nueſtras letras,y prouisiones les ha
sida mandado por lo qual no deuenſer priuados de ſus priuilegios, y po
ſeſsion tubieſſemos por bien de mandarſelos guardar, y elſeruar come
en lo paſſada, y Nas viſta ſu peticion con deliberacion, y acuerdo de los,
de nueſtro Conſejo os decimo, y mandamos, que eſte aioreſeruadala ca
tidad de pan,que pornos ſe os hà mandado guardar para proussion de
nueſtra Armada, y dende adelante por quanto fuere de nueſtra volun
tad deceis, y consintaisſacar d'eſe Keyno para vſo, y prouision de las
dichas Islas de Malta, Gozo todo el trigo y otras vituallas,que vuie
ren meniſter, sin pagar derechos algunos de tratay doana conforme al
tenor, y forma de ſus preuilegio ſegun, que haſta a qui lo han acoſtum
brado, y eſtado en poſſsion dellohaſia que deron obediencia a la dichi
orden.y Religion, in les hazer en elaotrainouacion,ni contradicion al
guna que aſsi procede de nueſtra determinada voluntad, y queremos,
queſe hagay cumpla toda duda,y impedimento ceſſante. Datem Brut
ſelles a vitii dias de Marzo del año i 53 1. To EL KEI.
Conſerial Aons, de Granuela. Poſt datam, 3 signatam, y si al
gun trigoſº humiere ſacado para las dichas Islas de que ſe aya pagado, è
dada tratas por los derechos,lo hareys reſtituir, y cancelar las tratascon
forme a la ſuſodicho, Dat, vt ſupra, . . . . .
L'anno poi appreſſo del 1532. L'Imperatore con vn'altra let
tera ſcritta da Ratisbona al medeſimo Vicerè in data dei 3.di Lu.
glio inſerendo, S ampliando la ſopraſcitta, dichiara la ſua volontà
nella ſeguente forma cioè a dire. I porgue nueſtra voluntades,que
la contenida en la dicha preinſerta carta nueſtra en todo tiempoſe guar
dey cumpla a las dichas Islas de Malta, y Gozo, y conforme al tenor
della ſeles constentaſacar deſſe Reyno todo el pan, y vittuallas, que me
neſier huuieren para ſu prouision, y baſtimento, durante nueſtro bene
lacito, y de la Realdignidad,os encargamosy mandamos,que eſsi lo ha
-gais obſeruar»y cumplir có effecto toda duda,y conſulta ceſſante,que aſsi
procede demente nueſtrasy la preſente ſe reſtituya al preſentante. l
è - Alos
li B Ro QvARTo NoTITIA II as
- Alos amadasp fieles nueſtros los Iurados, y Vniuersidad
- - de la Isla, y Ciudad de Malta.
- - - f - - -
E L R E I,
- - - - - -

Amados y fieles nueſtros, Vimos lo que eſcriuis, y nos imbiais à ſu


plicareon vueſtro Sindico portador d'eſta,ſobre ello ahemos mandado
prouter lo que vereys por el traslado dela carta que lleua, y por ſu rela
cion ſabreys mas enteranente. No deceis deſeruir, y complazer en to
do lo que pudieredes al muy Reuerendo Gran Maeſtre, y Religion,come
aheys come ado,que aſsi nos miraremos siempre vueſtras coſas, y las
abretnos ſpecialmente encomendadas CO MO VVESTRA ANTI
GVA FIDELIDAD, 7 SERVICIoS M.BRESCE N. Dat.
en Bruſelles a VIIII.dias de Marzº del año 1531. I o EL REI .
Vrries Secret. - . . . - -

DELLE FAMIGLIE ANTICHE DI MALTA


- 2 - i in Vniuerſale. - - - -

NoTITIA sEcoND A
- -
-
:

C He nella noſtra antichiſſima Città in ogni tempo ſia ſtata no


bile Cittadinanza,ſi può ben raccogliere da quanto ſi è di
ſcorſo in tutto il progreſſo di queſt'opera,e particolarmente nello
ſtato ch'ella hebbe di Republica,ſignoreggiata da primi Greci ci
le Dignità,e maggioranze d'Archoti,Prothos, Amphipolia,e d'altre,cò
l'hauerui battute medaglie, monumenti rimaſti della vetuſta ſua -
magnificenza e tenute altresì armate galee, quando che da eſſe fà
ſoccorſa,e ſaluaravna di FallariTiranno di Giorgenti, come anco
prima nel dominio de'Fenici, natione per ſe ſteſſa cotanto celebre,
che vi conduſſe le ſue colonie,e vi laſciò il culto della ſua (benche
falſa ) Religione, inſieme con le magnifiche fabbriche de'Tempi
dedicati alle loro vane Deità; e dopo i Greci noi leggiamo chal
tempo de'Cartagineſi v'abitaſſe tanta nobiltà, che venuta l'Iſola in Lib. 21.anno al
poter de Romani, per teſtimoniaza di Liuio,vi faceſſero prigionie Vr be cond 532
ri due mila ſoldati di quel preſidio,e che queſti fatti vedere in Mar
ſala,ſi riſeruaſſero i Perſonaggi d'illuſtre, e nobile Schiatta. Poſcia
imperando i Romani,ſenz'addurre altro argométo, ci baſterà ſolo
quello d'eſſere ſtati i Malteſi riceuuti da eſſi per loro SOClI, d'ha
uer i medeſimi tenuto appò il Senato Ambaſciadori,8 hauuto ar
dimento talora di fronteggiare al poter di Giulio Ceſare il Dirrato
re. Così durò in quell'Imperio lo ſplendore di queſt'Iſola, accre
ſciuto col riceuimento della Sacroſanta fede Chriſtiana per bocca
º - dell'
446 DELLA D EsC R I TT. DI MALTA
dell'iſteſſa tromba dello Spirito Santo Paolo Apoſtolo, fino che rc
gnando i ſecondi Greci nella declinatione dell'Orientale,ven ne ad
eſſermiſeramente occupata non meno che la Sicilia da perfidi Sa
raceni, ſotto la tirannia dequali,eſſendo rimaſta quaſi per più di
ducento, e cinquant'anni 9 permettendolo così la diuina Maeſtà,
perli peccati piacque all'infinita ſua pietà, che ne fuſſero di là e di
quà ſcacciati dal valore del chriſtianiſſimo Ruggiero Normanno,
e de ſuoi valoroſi ſoldati, con reſtituirui nel priſtino ſtato la Cat
tolica fede. E ſe bene in Malta reſtaſſero allora è Saraceni ſogget
ti alcuni Chriſtiani ; i più comodi però antiueduta l'inuaſione de'
Mori, laſciando alcuni di loro parte degl'ori,e delle monete aſco
ſta con penſiero di ritornarui, partirono alla volta di Coſtantino
poli,al cui Imperadore l'Iſola obediua. º o 2, ,
Le famiglie adunque , che l'abitarono doppo la cacciata de Sa
raceni che ſeguì l'anno del Signore io9 c. come à fuelùogo ſi è
raccontato,ſono ſtate le poche di quell'auanzo rimaſto degl'anti
chi Chriſtiani, che racquiſtarono, non Pur la propia libertà, che
della Patria inſieme,e laltre ch'hebbero " da i ſoldati, che
vi laſciò il Conte Ruggiero, di quelle nationi, ch'hauea nell'eſſer
cito, cioè di Normanni,Siciliani,Calabreſi,Scaltri Italiani,trà i qua,
li vi furono alcuni principali di quella conquiſta e che nella diſtri:
butione depoderi,e territori dell'Iſola reſtarono gdforme al merito
loro con larga manogratificati. A q ueſti fà dato il co mani ego
uerno della Città,e ſuo Caftello, e dell'altro del porto ; e ſi come
doppo i Normanni nel dominio di Sicilia faceſſero i Sueui,Fran
cefi, & vltimamente gl'Aragoneſi; così di mano,in mano diuen
nero noſtri Coloni molti degl'huomini di dette nationi, e parti
colarmente quando Malta venne in poter del Rè Pietro d'Aragoi
Cronica di Möe na, che vi furono laſciati dal ſuo General Ruggiero di Loria due
ianer eap.84. cento buoni ſoldati Catalani, del cognome de quali n'habbiamo
tuttauia diuerſe Caſate,come Sorribes,Caldes,Cardona, Mompalau
Xirica, Barbarà, Rioles,Sans, Pellegrino, Ferriol, Portella, Begliera,
Frontina,Mediona, & altre. Onde per via di queſte,e di quelle an:
cora, che doppo la ſucceſſione degl'Aragoneſi, con l'occaſione
maſſimamente del compartimento di diuerſi officii, e carichi dell'
Iſola alle medeſime famiglie, ſortita hauendo la naturalezza di lei
doppo tanti anni di colonia, ſi venne à riabitare, come ſeguì pa
rimente nella Sicilia in tutte le principali Città di q uel Regno,oue
poche ſono le famiglie Siciliane più qualificate, che non ſi pregi
no tirar la nobiltà loro, chi da Normanni, e da Germani, altri da
Franceſi, molti da gli Spagnuoli, e diuerſe finalmente da varie o
– - - - Città
LIB R O QV A RTO, N o TITI A II. 447
“Città d'Italia, è della Grecia. Ma che diciamo noi nella Sicilia, ài
in Malta? ſe anche da per tutto ci ricorda eſſer auuenuta l'iſteſſa ,
viciſſitudine d'abitanti, e di coloni il moraliſſimo Seneca infin. De Ccnſolae ad
Helaiam dMa
d'allora quando ritrouandoſi relegato in Corſica, e degl'habitato Ir6C e
ri di quell'Iſola parlando, proruppe. Vix deniquè inuenies vlla ter
ram, quam etiam nunc indigene colant. Permixta omnia,g insititia
ſunt: alius alii ſucceſit, hauendo poco prima detto. A celestibus,
agendum, tead humana conuerte, Videbi, gentes,populoſa; mutaſſeſe
dem. Quid sihi volunt in mediis Barbarorum regionibus Grece Vrbes?
quid inter Indos, Perſaſq; Macedonicus ſermo ? Scythia, 3 totus ille,
ferarum, indomitarumq; gentium tractus, Ciuitates Achaie Ponticis
impositas littoribus ostendant. Non perpetue hiems ſeuitia, non ho
minum ingenia ad similitudinem cali ſui horrentia transferentibus do-i
mus ſuas obstiterunt,Atheniensis in Asia turba est; Miletus LXXV.
Vrbium populum in duerſa effudit: totum Italia latus,quod inferona
rialluitur,maior Grecia fuit. Tuſcos Asia sibi vendicatº Tyri Afri
cam incolunt, Hiſpaniam Pani: Greciſe in Galliam immiſerune, in
Greciam Galli; Pyreneus Germanorum transitus non inhibuit: per
inuia,per incognita verſauitſe humana leuitas.
Furono altresì molti nobili allettati all'habitatione di Malta, 8 è
prenderui moglie dall'occaſione di diuerſe mercedi, e dºvra qua
tità di feudi,ch'à Benemeriti dalla Real Grandezza liberalmente ſi
conferiuano,& eziandio per le franchigie, 3 eſſentioni,che da na
turali dell'Iſola ſi godeuano, che ſono ſtati ſempre trattati come
veri regnicoli Siciliani, e gouernati da propri; officiali,con giuriſ
dittione di mero,e miſto imperio, in riguardo non meno della fe.
deltà loro (doppo l'eſſerſi per due fiate ricomperati, acciò fuſſero
con l'Iſola riuniti alla corona) che dalla difeſa, che faceuano in --
-

º,
- - - -
- - - -
- -
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-
-
-
-a
- - - - -- -
queſto antemurale con incredibili diſagi che ben ſpeſſo patiuano
dalle ſcorrerie, 8 inuaſioni de'Barbari, e d'altri, - . .

Finalmente il motiuo di venir in Malta diuerſi nobili, che po


ſcia vi fondarono le caſe loro, è ſtato il corſo di mare per l'oppor
tunità grande, che vi ritrouauano à poterlo eſſercitare contra gli
infedeli,armando galee,galeotte,S altre fuſte di quei tempi, con ri
trarre molto beneficio,ed vtile dal militar per mare,in modo, che
oltre il traffico,e commercio, che ſi apportaua à tutta l'Iſola, molte
vi diueniuano ricche,abbódanti di ſchiaui,e d'altre comodità,ſen
za quelle,che ſoleuano riceuere le Claſſi,S Armate regie, le quali
mai ſempre erano accompagnate, e ſeruite all'occaſioni, da buon .
numero di ſimili fuſte,maſſimamente per la Barberia,con ſingular
profitto,e giouamento, per la peritia, e gran
-
ries" ot1,
4 agº DELLA D E SCR I TT., DI MALTA
loti, & eccellenti marinari. e
- In queſti modi adunque principalmente, fù riabitata l'Iſola ,
va º

si
sv A
noſtra doppo cacciatine i Saraceni, e con copia di famiglie nobili
e -- - hoggiò mancate ed eſtinte,ò quaſi tutte paſſare nella Sicilia, e né,
già da banditi,ò fuoruſciti, che in Malta ſenz'alcun fondameto ha
no creduto alcuni fuſſero ſtati relegati per gli misfatti loro; paren
dogli per auuentura, che in vn Iſola come queſta, né molto gran
de, non vi haueſſero potuto in altra guiſa capitare famiglie nobili,
non ſouuenendo loro,che in quella di Cadiz,fuori dello ſtretto di
Gibilterra aſſai più minore di Malta,sannouerarono,(come riferi
ſce Strabone)in vna raſſegna,ben cinquecento nobili trà ſuoi ha -

bitatori. E perciò non furono confinati, ne banditi i noſtri Patri


tij,perche ſe tali fuſſero ſtati, non hauerebbono al certo i Regi di
Sicilia fatto ad eſſi contribuire ſi largamente gl'honori, e le regie º
gratie,anco in quelle coſe talora, che poteuano riguardare i loro
paſſatempi,e diporti.
Hor premeſſe le ſudette coſe in generale potremo paſſare auan
ti a diſcorrer in particolare d'alcune delle dette famiglie, diſpiacè
doci ſommamente il non eſſerci capitate memorie, e ſcritture di
molt'altre, come ci venne fatto delle ſegueti, per trattarne parinié
te,come ſarebbe ſtato il noſtro deſiderio,si per ſodisfattione dei lot
ro diſcendenti, come per maggior ornamento della Patria comu
ne. Ma prima è d'auuertire, che in queſta Vmiterſità,anco auanti
l'anno 1466 era diſtinta la qualità de Cittadini, in maniera chiali
carichi di Capitano,Giudici,Giurati, e Cattapani non ſi ammette
uano artiſti, ne mercatanti, come ſi caua dall'infraſcritto capitolo
ottenuto in tempo dei Re Giouanni,con altre gratie nel ſoprader
Ex Archiuio to anno, il cui tenore è tale. Che de cetero Artista, è LMercante non
Offici Iuratori
pozza capiri in offiato alcuno,tanto regio como univerſali di la Città pre
ditta,cum vtique sit ipsi Ciuitati valde oneroſum habere officiates pre
dićtos,contra la forma di costuma antiqua, (gr obſeruantia di la ditta
Citati,e di ogni ragiuni . Placet Domino Viceregi , quoad officia Capi,
tanie, Iudicum,tam ciuilium, quam criminalium cauſarum , Vurato
rum, (3) catapanoram,tamen si taliter fuerit conſuetum, S. ap preſſo
nell'anno 1475. regnando il medeſimo Rè Giouanni ſi ottenne ,
Ex eodem Ar queſt'altro,cioè à dire. Supplica la prefate Vniuersità,che li Capita,
chiuio.
ni,che de cetero si ordinaranno in lo ditto officio, siano Gentilomini della
principali,G haiano a teniri in stalla adminus Un cauallo continua
menti,e dui eaualli nell'anno,chi ſunnu Capitani,eſe nò ſaranno itexta
l'ordine del preſente Capitulo, che li Giurati non li digiano accettari per
Capitani. Placet Domino Viceregi. Li quali due capitoli che furonº
gio, - conceſſi
LIBR o QyART o, NoTITI A III ,a,
conceſſi dal Vicerè Lu Po Ximenes d'Vrrea habbiamo di parola in
parola riportati per confermazione,e tirarne conſeguenza, che le
famiglie, che ſono concorſo in quei tempi è i ſuderti offici,maſſi
mamere al Capitanato,non ſiano ſtate delle dozzinali del Popolo,
Il l di quelle, che vueuano con le ropie entrate nobilmente, S&.

erano qualificate ſecondo la i dei medeſimi Capitoli.


-- - - -

DI ALcº NE, DELLE ANTICHE, E RAGGrazpevoli


. Famiglie di Malta. i
- -- S º . . . º

N O T I TI A T E R z A. :
A R: A G o ?N A. i

Iouanni d'Aragona fù creato Capitano di Malta è benepla


cito del Rè l'anno 137 1. - º . . a

Donna Margherita, e Donna Sibilla habbiamo altresì ambidue Ex lib, reg:C2


cell.
di queſta regia Caſa in Malta, che viſſero nel 137o. per auuentu
ra figliuole del noſtro Conte Guiglielmo d'Aragona,figliuol natu
rale del Rè Federico Terzo, è pure com'è più veriſimile diſcende
ti dai figliuoli illegittimamente nati dal Rè Federico Secondo di
Sicilia,il quale prima chhaueſſe la Regina Eliſabetta, ſi conginn- i" Cr; i
ſe con vna nobiliſſima Signora chiamata Sibilla, da cui hebbe vna lºgi egno
, i

figliuola e doppo il di lui matrimonio diuerſi maſchi da altre fem


mine ; onde perciò ſi può congetturare, che rimaneſſe l'iſteſſo
nome advna delle ſopradette. Però di certo poſſiamo affermare ,
che ſiano originate dal Sangue reale, eccone la proua chiara
mente . . . - - - -- 2 ... i
Donna Margherita fù moglie di Giacomo Pellegrino di Malta ,
fondatrice del noſtro Conuento del Carmine,e ſignora molto ric
ca di beni ſtabili in queſt'Iſole, hauendoui particolarmente poſſe
duto i territorij de Marniſi, Baharia, Deyrlimara, il giardino, e
terre delle due fontane, 6 altri, in modo, che per l'aſluenza,e do
luizia delle ſue ricchezze,era da Paeſani cognominata la Fata, non
laſciò figliuoli maſchi, ma ſolamente trè femine cioè Leonora mo”
i" di Matteo del Carretto,Ceſarea d'vn gentilhuomo di caſa Xa
ica, e Francia di Ludouico de Pluzaſco nel primo matrimonio,
e nel ſecondo di Simone di Mazara tutte famiglie nobiliſſime.
Nel 1373.ſotto gl'11 di Ottob.ella ottiene dal Rè Federico cer
ta gratia per Giacomo ſuo marito,e nella regia prouiſione così vie
Ex reglaro reg.
ne qualificata,cioè Fridericus,grc. preſentis ſcripti ſerie noti fieri vo- 3,
lumus vniuersis, quod ad humilem ſupplicationem nouiter Excellentia
- Lll nostre
4;e D E L LA D E SCRITT. DI MALTA
nostre factam per nobilem Margaritanº de Aragonia conſortem Ia
cobi de Peregrino Militis conſanguineanº familiarem,g fidelem nostra
eidem nobili conced mus gratiose,grc.Morì queſta in Malta nel 4 18.
doppo hauer fatto il ſuo teſtamento è g. di Giugno di quell'anno
negl'atti di Notar Antonio Azzoppard, quale ſi conſerua per tri
ſono autentico tra le ſcritture di detto Conucnto, di donde hab
biamo cauato di lei le predette notitie.
i Donna Sibilla poi non men generoſa di naſcita, 8: illuſtre per
pietà,di quello ſi fuſſe ſtata la ſopraccennata Margherita,fondò nel
Gozo la Chieſa, col beneficio di S. Maria della Saccaia, che fù di
Giuſpadronato regio,hoggi del Sig.Gran Maeſtro Principe di que
ſto dominio; fù nell'anno 1372. conceſſo dal Re Federico doppo
la di lei morte; e s'appaleſa, che ne ſia ſtata eſſa la fondatrice, per
vna prouiſione del Rè Martino data a 15. d'Ottobre 139 8, ones
-
eſpreſſamente ſi dice,ch'hauendolo ella fondato, e dotato, morta s
-
... -
5:3" è
-
poi ſenza legittimo erede,le era ſucceduta la regia Corte, e ſuo real
padronato, dalla qual ſucceſſione, e dal cognome inſieme, ſi può
-
cilmente argomentare,e dedurre che dalla ſtirpe, e ſchiattarcale
diſcenda e ſia ſtata originata.
A L A G O N A, i ri
P. I lib, 1 fg1. Girolamo Zurita,famoſo ſcrittore degl'annali d'Aragona pone
- - -
l'origine di queſta caſa dal primo Artale, che nel tempo dell'Impe:
radore D, Alonſo hebbe in feudo d'honore la Villa d'Alagon dopº
po,che fù tolta a Mori,laſciando quindi il cognome a ſuºi diſceni
denti, eſſendo ſtati i loro maggiori diramati da quella dei Signori
di Guiana, che nominati furono Vandreſi. Ella paſsò in Sicilia con
la perſona di Blaſco, he fù il primo,che vi veniſſe da Aragona;que
ſtifè il ſuo teſtamento nel 1346, e douette morire nel 1 3 55.laſcia
do la Contea di Miſtretta con gl'altri ſtati, e per quello, ch'habbia
mo potuto raccoglier da Zurita, e da altre ſcritture ci pare eſſere º
ſtata, come ſiegue la ſua diſ edéza,ſenza però pregiudicio del vero,
rimettedoci ſempre a chi fiſſe di noi piu accuratamete informato.
Blaſco ſopradetto fù Padre d'Artale ſuo primogenito, di Gioui
ni,che non hebbe ſucceſſione,di Roderico, e di Blaſco.
- Artale,che fù iſtituito erede vniuerſale rimaſe con la Contea di
Miſtretta,che conſiſteua in più Terre,e Caſali,S in alcuni Caſtelli,
e con l'officio di Maſtro Giuſtitiere,ch'era il maggiore del Regno
hauendolo il teſtatore hauuto dal Rè in vita per la perſona ſia, e
di quella d'vn erede, ,, e -

Giouâni ſecodogenito fù laſciato ſucceſſore nel Caſtello e Terra


di Naſo, è in cento oncie d'oro di redita datagli dal Re Pietro II.
- Rode
LIBR o Qy A RTO, NOTITI A III. 45 i
Roderico generò Blaſco, che fù Barone di Monforte,
Di Blaſco figliuolo del primo Blaſco, nacquero il Conte Artale,
che fù il maggior de'fratelli,Giouanni, Blaſco, Manfredi, Nicolò,
Giaimo,e Matteo. -
2urita vol. 2,
Il Conte Artale ſudetto, che viſſe ſino all'anno i 388. hebbe » lib. 1of4o2.
due figliuoli naturali, Mazziotta,e Giouanni Alagona.
Blaſco morì prima del Cóte Artale, ſuo fratello,e generò Artale.
Manfredi fu padre di Giaimo,e di Artale noſtro Conte di Mal
ta, l'anno 139 6, -

Da Nicolò, è da Giaimo primo,ne prouenne vn Errigo.


E da Matteo va altro Matteo, Blaſco, 8 Artale padrone del feu 2urita laco cita
tof 4o5.
do, e Baronia di Bibini,in cui ſucceſſero Mazzictta, Blaſco, e Gio
uâni ſuoi figliuoli,ch'hebbero vn altro fratello nomato Artaluccio
Per copia autentica d'wn priuilegio, ch'habbiamo veduto del
Rè Alfonfo,dato nel Caſtello di Torre ottauo l'anno 145 1. ſi ca
ua,che Donna Aleonora ſorella del poco fà mentouato Giouanni,
c moglie di Pietro de Ledeſma falconiere maggiore di detto Rè,
Signora della Terra, e Caſtello di Palazzuolo haueſſe hauuta fa
colta di traſportare coteſto feudo ad Artale nipote di lei, figliuolo
primogenito di Giouanni, con conditione però, che la Baronia ,
del Bibini,ch'eſſo Artale poſſedeua,doueſſe cedere aMazziotta ſuo
fratello,figliuolo parimente di Giouanni, ma però ſeguita che fuſſe
la morte di loro madre, e ſotto altre conditioni approuate dal Rè
nel priuilegio.Hor da queſti,e dagl'altri hano poſcia hauuta diſcé
deza quei della medeſima famiglia, ch'hoggi ſono in Sicilia, e che
vénero in Malta, e nel Gozo,e da Siracuſa apparentarono di nuouo
in Malta,oue al preſente ſi troua la caſa eſtinta, e vi fù già nel 141 8
Mäfredi d'Alagona,ch'hebbe per moglie Vittoria Xabica nipote -
-

di D.Margherita d'Aragona nel cui teſtameto ſi fa di lui métione.


Artale d'Alagona fù vno degl'Ambaſciadori della noſtra Città, lIngiorum
volum.triui
Metis e
& Iſola al Vicerè di Sicilia nel 1488. & il medeſimo appare eſſere
ſtato Giurato nel 1487, e poſcia anche nel 1492. - -

Nel Gozo è ſtata l'iſteſſa famiglia molto principale,ritrouandoſi In atti del Sab
f" di noi il teſtameto del nobile Nicolò d'Alagona di dett'Iſo bara,
a fatto nel 1 5 14. oue laſcia ſuoi eredi vniuerſali Giouanni, e Bla
ſcuccio ſuoi figliuoli,natigli da Donna Amata ſua moglie.
Artale d'Alagona nel 153o. Blaſco Giurato nel 1532.
Sigiſmondo parimente Giurato l'anno appreſſo.
D.Inguterra figliuolo di D'Artale, e di Donna Coſtiza Mótalto
di Siracuſa, prende per moglie in Malta D.Caterina Deſguanez,da'
quali ne nacquero D. Artale,D. Giouanni,e D. Goffredo.
- Lll 2 - Don
as, DELLA DE scRITT. DI MALTA - -

Don Girolamo d'Alagona fù Capitano della noſtra Città nel


155o, fino al 1553. egli fù marito di Donna Ventura Deſguanez
da quali prouenne D. Maria moglie d'Aleſſandro Abela. -
Don Franceſco fù Giurato nel 1565. & 157o, indi Capitano
nel 1571. & 1 572. e per vn altro biennio appreſſo.
Lib. Iof.422. E ſe bene Zurita ne ſuoi annali dica nel I 39 6. I Don Artalſe
reduxo a la obediencia del Key, por
algunos dias : y le dieron entonces el
Condado de Malta, però no ſe quiſo contentar con esto, y ely aquella
caſa ſe perdieron, que fue tan principalen aquel Kgyao, y la que maio
resſeruicios hizo en ſu primera conquista, Ge.) fue coſa de gran con
sideracion acabarſe aquel linaje, y ſus estados, de manera, que à penas
quedaſſe memoria dellos. Non dimeno leggiamo, che guerreggian
do in Sardegna Martino Rè di Sicilia habbia ſcritto ad vin ſuo ſe
cretario in eſſo Regno a douergli mandare due Caualli, li quali,
Dal Profonot:
14e8.f. 172,
( come dice la lettera) hauimu datu à lu dilettu nostru Blaſcº d'Ala
gona, dal che ſi può ben arguire,che paſſate pur tutte le ribellio
ni,alcuno fuſſe colà rimaſto al Rè di Sicilia diletto. -

L'arme finalmente di queſta famiglia contiene ſei pani neri in


campo d'argento,ſi come vedeſi nella ſua Cappella dentro la Chie
ſa de'Padri Domenicani fuori del Rabbato della noſtra Città,
A AA O D E O,
Queſta famiglia, ch'hoggi ſi ritroua in Trapani, e fù già di lei
In Appendice , in Palermo vn Pino d'Amodeo nominato dal Pirrotrà gl'altri no,
fA68.
bili Palermitani nel 1392.leggiamo ch'anticamente habitaſſe nel
Caſtello di queſt'Iſola, poiche a Nicolò d'Amodeo del medeſimo
luogo, 8 è ſuoi eredi fù donato dal Rè Federico Terzo il terri
torio di Pietralunga poſto in Maira ſotto annua ricognitione, co
in lib.Cancell, me per ſuo priuilegio ſpedito l'anno 137 1. appariſce. Douette
Sicilf.45, poſcia quiui eſtinguerſi la famiglia, mentre nel 15 13. ſi caua da
vna ſcrittura mandataci da Palermo, che detto feudo ſia ſtato poſs
ſeduto da Franceſco Grugno; hoggi però doppo eſſere ſtato riu
nito alla Secretia di queſto Principato ſi troua conceſſo ad annuo
cenſo enfiteotico, -

D'vn Giouanni d'Amodeo cittadino di Malta ſi fà mentione ,


in vn altra ſcrittura di giuramento, che fecero i Sindici della noſtra
Città in mano del regie Commiſſario, quando l'anno 142 o, ven
ne à dar il poſſeſſo di queſto dominio a Don Antonio di Cardona.
Come altresì ritrouiamo farſi memoria nel 1498, d'vna Vergi
ne non men nobile di naſcita, che illuſtre per ſantità di vita,Iſabel
la d'Amodeo del terzo ordine di S. Franceſco Palermitana, ſopra ,
del cui ſepolcro nella Chieſa dedicata al medeſimo Santo di quella
- - - - --- - feli
LIBR o QyA RT o NO TITI A Il 4s;
feliciſſima Città ſi legge l'epitafio ſeguente. . . . . . .
i- Heliſabeth Amodea Virgo genere inclaruit i . . . . .
scxxun. agens annunº, i º ir: ti
hoc tumulo perpetuo vićtura 4. Feb, deceſsit, ... - -

qua tertio Diui Franciſci conſecrata Qrdini , - a


mox vitam, quam diuinitus egerat
miraculis comprobauit I 498.

- - - A s T I. ,
Tommeo d'Aſti Giurato della noſtra Città nel 14o4. & anco
nel 141 5. - - - - - ;

Nicolò d'Aſti Giurato nel 1428. i


A R I Q NA, O FO RS E A Rj O N A...
Gonſaluo Ariona Giurato nel 1432...
- --- -
-
- -
- - - A V O L A. -
, , - --- - i

Giouanni d'Auola come noſtro cittadine vien nominato l'an


no 142 o con altri principali nella ſopradetta ſcrittura di giura
mento, l'iſteſſa famiglia è ſtata in Catania, poiche leggiamo, che a
quando il Rè Martino nel 1394. la ſoggiogò, trà gl'altri fedeli ch'
allora eleſſero più toſto d'abbadonarla patria, che ſeguire la fattion
ribelle.S. à quali furono in premio della loro coſtanza compartiti
molti beni de medeſimi ribelli,vno fù Lucas de Auola de Cathania,
Hoggi queſta caſa eſſendoſi da Malta trasferita in Sicilia, har
bita nell'Alicata, con honoreuolezza d'alcuni Priuilegi reali otter
nuti per lo merito de ſuoi Antenati e particolarmente di Paola, e
Carlo d'Auola, padre, e figliuolo Malteſi,i quali non meno con
fedeltà, che con valore ſi ſegnalarono ſeruendo la Sacra Religio Reſius part. 3.
lib, 25 f534. &-
ne l'anno 156 5. nel crudeliſſimo aſſedio di queſt'Iſola. Carlo po lib, 28.f.598.
ſcia nel ſeguente del 1.56 . eſſendo marito di Caterina figliuola d'
Antonio Falſone allora morto, e ch'era ſucceduta nel feudo delle
dodeci oncie ſopra la ſecretia di Malta, come erede di Saluo Fal
ſone ſuo fratello preſe l'inueſtitura dal G.Maeſtro Valletta, come ſi
vede in queſta Cancellaria per lo priuilegio, che gli ne fù dato a 8.
di Settembre di dett'anno,oue ad ambidue ſi dà il titolo di Nobile.
Al medeſimo Carlo per gl'honorati ſcruigi ſtrenuamente reſi
in detto aſſedio, fù dal Cattolico Rè Filippo Secondo conceſſo di
portar nell'arme ſua due coreggie,ò cingoli militari argentei, con
due teſte di turchi,ch'egli vcciſe allora in ſingular zuffa,in campo
verde, ſgorganti il ſangue con vn cimiero ſopra lo ſcudo, adorno
di piume di diuerſi colori e come più diſtintamente contiene il pri
uilegio,che fù ſpedito a fauor di lui,e de ſuoi diſcendenti in perpe
- - tll O
4,4 D E LL A D E Sc R I TT. DI MALTA
tuo nell'Eſcurial a 5. di Giugno 1569.
D'vn altro Paolo d'Auola appariſce il teſtamento nel 1483, ne
l'atti di Gratiano Vaſſallo. \

E finalmente di Guccio d'Auola ſi fa métione in vno ſcrutinio


degl'officiali del Gozo l'anno 14o2.
A R E I V L A.
Giouanni d'Arejula haueua in feudo quindeci oncie moneta di
Sicilia per ſe, e ſuoi ſucceſſori da lui diſcendenti in perpetuo ſopra
il podere di Aayn Toffeha, per la cui morte è d'vn ſuo figliuclosé
za eredi in tempo del Re Alfonſo,fù in feudo conceſſo a Pietro de
Buſco, il quale morto ſimilmente nella ix. Indittione ſenza eredi,
rimaſe deuoluto alla regia Corte. -

Del medeſimo Giouanni ſtà regiſtrato nell'Archiuio della no


ſtra Città, che ſia ſtato Giurato nel 1419. e prima nel 141 6. per
iſcrittura della Cancellaria di Palermo ſi rauuiſa, ch'haueſſe eſſer
citato l'iſteſſo carico, poiche come tale ſi ſottoſcriue in vn iſtrut
tione, è memoriale dato da queſta Vniuerſità à Giouanni Vacca
ro,allora deſtinato Ambaſciadore à i Signori Viceregi di Sicilia.
E nell'anno 142 o in vn Conſiglio de'noſtri cittadini ſi troua
nominato vin Giannuzzo d'Arejula.
AL L EG RIT7 o . .
Franceſco Allegritto fù Giurato nel 1428.e Chriſtoforo pure Giu
rato nel 1432.& vn altro Fraceſco hebbe l'iſteſſo officio nel 146 6.
& I 47 1. -

E del Capitanato, è ſia Carico di diſtribuire le guardie, che in


ciaſcuna notte doucano vegliare alla cuſtodia della Città, fù pro
ueduto vino di queſta famiglia,ch'hauea il medeſimo nome, confer
mato per priuilegio del Rè Ferdinando dato in Caſtelnuouo di
Napoli è 15. di Gennaio 15 o 7. facendoſi in quello eſpreſſione, ch'
egli haueſſe amminiſtrato dett'officio per più di noue anni,con .
molta integrità in vigor di Viceregia prouiſione. Volendoſi qui
ui,che l'haueſſe à godere ſua vita durante, con tutte le ſolite prero
gatiue,con le quali il ſuo Genitore, & Auolo l'aueano eſſercitato.
A R M E N I A. -

Sono ſtati di queſta caſa alcuni braui ed animoſi Corſali,hauen


do tenuto galeotte, e fuſte armate contra infedeli,e con eſſe,quan
do è occorſa l'occaſione ſeruito fedelmente alla regia Maeſtà.
Tra loro vno fù Pietro d'Armenia Capitano della galera di Gio
uanni di Naua noſtro Malteſe, e d'wna ſua propria galeotta; dilui
Lab. Bull. 1468. ritrouiamo vna memoria negl'atti di queſta Cacellaria, con occa
ſfol.42 p.2, ſione di certo ſaluo condotto, che dal Gran Maeſtro Fr. Battiſta ,
- - - - - - - -- - -- - - Vrſino
LIBRO QVARTIO Neo TITI A III. 45,
Vrſino gli fu conceſſo in Rodi ſotto li i 1.d'Ottobre 147o chia
mandolo Prudenti Viro Petro de Armenia Patrono (che tanto ſona
ua in quei tempi quant'hoggi) Capitaneo Triremis Iaannis de Na
ua ſalute,gi c.L'iſteſſo Pietro conſeguiſce per i ſuoi meriti,e ſeruigi
dal Rè Ferdinado l'anno i sos.lofficio di Cuſtode della porta della
noſtra Città, la vigna,ò ſia giardino del Baccari con le ſue terre,il 1 anno 15 17.
quale crediamo ſia quello, che ſi dice li Gorghenti, e lo ſtagno di me gli atti di Gia
como Eodi Ma
S. Giorgio; ma prima, ch'egli ne prendeſſe il poſſeſſo,reſtò morto riano d'Arme
in vn conflitto nauale ſeguito tra la ſua galeotta, 8: altre de Mori na, come Pro -
curatore d'An -
ne mari della Barberia. Però l'iſteſſo Rèvolendo in ogni modori tonio d' drme

munerari ſuoi poſteri per riconoſcer il merito de i di lui ſeruigi, nia ingabei a l
giardi o no ns
come nel priuilegio della conceſſione ſi legge. Gui quidem ſuppli nato il Gorº e
ti in co tra 2 a 2
rationi benigniter de more nastro annuentes (qui ſemper fuit fermisia De yr il tak.r.
paterna infiltos recognoſcere, 8 gratificare) conferì tutte le ſudertea
gratie ad Antonio ſuo figliuolo primegenito in ſua vita, come più
diffuſamente ſi citiene in detto priuilegio dato nella Città di Eurº
gos à 14 di Giugno i fo8. i si -o il ; 2 i i I ,i a ,

Fù poſcia Antonio dal Conte di Camarata Don Federico de


Abbatellis MaſtroPortulano debRegno di Sicilia, deputato Vice
portulano in queſt'Iſole di Malta,e Gozo,ſtando nella Città di Sa
ragozza d'Aragona, è primo d'Agoſto 1518, dandogli queſto ti
rolo. Nobili Vird Antonio de Armenia de Inſula Meliueti ſalutem ,
come ſi ſcorge nella ſua parente, che fù poi confermata dalla Re
gina Giouanna,e Carlo con loro priuilegio,dato nella medeſima,
Città è di 3 o dell'iſteſſo meſe d'Agoſto,S anno, i . . .
Tali furono i ſeruigi di Pietro d'Armenia, che l'anno 1527, l'
Imperadore Carlo Quinto in loro riguardo,raccomádando la per
ſona d'Antonio ſuo figliuolo al Conte di Monteleone allora Vice
rè di Sicilia,acciò lo prouedeſſe di alcuna carica di mare, è di cer,
ra, o degl'offici annuali della noſtra Città, c Iſola corriſpondens
ti alla di lui qualità,8c al ſuo merito, che nella lettera ſcrittagli da
Vagliadolid a 6. di Marzo di dett'anno in tal maniera diſcorres,
I a deueysſer informado de los buenos, y muchosſeruicios, que el quon
dam Pedro de Armenia natural de la Isla de Malta hizo con ſa per
ſona, y ropa,al Catolico Roy Don Hernando mi semary Aguelo deglo
rioſa memoria, y de como vltimadamente muriò pelcando con los moros
en defension de nuestraſanta fee catolica,por donde e mucharazon mi.
rar porſus hijos, y beneficiarlas, g c. l'originale della quale noi hab
biamo veduto, eletto, che ſi conſerua preſſo a ſuoi diſcendenti.
E ſtato anco ſegnalato Matteo d'Armenia,che non ſappiamo ſe
fuſe fratello,ò figliuolo di Pietro, ma bensi che per li ſuoi ſcruigi
- - ſia
4; & D E L LA D EscRITT. DI MALTA
ſia ſtato rimunerato per ſe e ſuoi ſucceſſori in perpetue, di certe i
ſalmate di terra dal feudo di Beniiarrat ſotto ricognitione alla res
gia ſecrezia d'vn oncia ogn'anno, nel priuilegio della qualconceſe
ſione fattagli dal Rè Ferdinando in Madrid a 22.di Gennaio i 5 14
ſi leggono queſte parole. Debent Principes illos,qui periculi, g la
boribus ſe exponant, vt regia mandata exequantur,liberalitatis oculis
intueri, ct apud omnes non minus iuſti,quam liberales cenſeantura
Quapropter quiem Vos diletus noſter Matthaeus de Armenia,de Ciuis
tate.Meliueti AA aiestati nostre plurimaſeruitia fecertis nobisſeruies
do in exercitu nostro maritima, quem in Africam. aduerſus perfidos
A4auros tranſmisimus, in alquam recompenſam, grc. . .
Dal ſudetto Antonio nacquero Fr: Leone, che fù dell'Ordine,
Domenicano, e Luca; queſto nel 1541.eſſendo vno de'Giurati,fù
mandato Ambaſciadore per l Vniuerſità al Vicerè di Sicilia. Di lui
fù vnico figliuolo Mario d'Armenia padre di Pietro, e di Giouan,
ni, ch'hoggi viuono. L'arme loro vſata dagl'Antenati, è d'vnº
armellino ſopra certo ſegno,ò cifra in mezzo dello ſcudo. - 3
A T T A R D o.
- In queſta famiglia ritrouiamo eſſere ſtato in feudo il territorio
chiamato la Saccaya,di cui ne fù inueſtito Franceſco Attardo dal
Re Federico, come ſi legge in vn regiſtro della Regia Cancellaria a
degl'anni 1 3 6 o, fino al 1 3 4 6. a fogl. 4; 2. il qual feudo gli fà cô
ceduto per ſe,e ſuoi legittimi eredi da lui diſcedenti, ſottoſeruigio
militare d'un Baleſtriere. Nell'Alicata Girtà della Sicilia riſiedevna
ramo principale colà trasferito da Malta con la perſona di Gio»
Maria Attardo, ſucceſſori del quale idi hoggi con molta honore
uolezza nobilmente viuono. )
- ln Malta fioriſce al preſente nellamedeſima famiglia il P.Mae.
ſtro F.Pietro Attardo Domenicano Conſultore del S. Officio mole
to ſtimato, &accreditato nel ſuo Ordine si per i carichi, e religioſa
oſſeruanza, come per la dottrina ſpeculatiua, lungamente dimor
-
ſtrata nelle publiche Cattedre.
is - . .R -M A N I N O.
. A s.

Antonio d'Armanino è ſtato Giurato della noſtra Città l'anno


a 528. come negl'atti del ſuo archiuio appariſce.
A A X A K. .
Guglielmo AaxaK fù Giurato nel 1443.
- Bartolomeo, ch'hauea la Dignità di Cantore, 8 era Vicario ge
nerale nella Sede vacate di queſto Veſcouado l'anno 1372.vié de
putato Economo per l'eſigenza debeni, e dello ſpoglio del Veſco
uo Hilario allora deſonto,iù queſto Bartolomeo,ò Iomeo huomo
--- - - - celebre,
Ll BR O QVA RT O NOTITI A III, 4sz.
celebre,e che per le ſegnalate ſue virtù,8 egregie qualità, meritò l'.
sonore di Cappellano regio, e familiare del Rè Federico IIl.il quale
: nel concedergli l'anno i 373 certi emolumenti d'un beneficio di
ſuo real padronato , lo nomina in queſta guiſa. Pro partepresbiteri
Thomei Axa K de Meliueto Cappellanisfamiliaris.g deuoti nostri, ut,
AAaiesi nostra humiliter ſupplicati,etc.Pietro AaxaKGiur.nel 1536,
- - A B E L A. - ,e :
- Si cuſtodiſce in poter dell'Autore frà le ſue ſcritture.vn priul Dato nel Caſtel
- “. - -
-
- - - - º, - v -

legio in pergamena ſegnato di propria mano del Rè Alfonſo è fa- "


uor
me) di Bartolomeo
chiamato Abela (così
de Inſula,g vić quiui
Ciuitate ſcrittolailqual
Meliueti, preſente cogno-
memoria eſº. "
i daarzº 1443

ſendo la più antica di queſta famiglia in Malta, ſi potrà dire, che


Bartolomeo ſia quiui di lei l'antico Aſcèdéte come portale è ſtato!
ſempre riconoſciuto da ſuoi ſucceſſori, eſſi né dimeno,ò per imi-:
tariloro Antenati,ò talora per diſtinguer i rami,ſi legge, che pari-,
méte d'Abella, d'Abel, e l'iſteſſe voci con aſpiratione ancora (pesi
cagion della proniizia Malteſe) variamete ſi ſiano fatti chiamare il
intorno a che, ſi rimette "
Filadelfo MugnosAutore Siciliº è regiſtri di queſta Cancelle dei ſottº ciati
AVe'luoghi qui di

publici Notari, N6 hano però origine dall'iſteſſo ceppo,idiſceſi da


gl'Adottiti, e da Liberti della Caſata, che ve ne ſono ſtati Pareschisi
" i" " vinai" " in " i
dati Catalani allora quado fù góquiſtata per gl'Aragoneſi, facedo
" i" "Ai
Catalogna,ſvna in Penadès,l'altra nell'Empºrdà,di déde poi alcun resi, in a
ni di eſſe paſſarono al Regno di Valenza, 8 è queſto di Sicilia, in li. .
ſeruendo i Regi Aragoneſi come teſtifica Zurita negl'annali: one ".
trà gl'altri ſono menteuati Nicolò Franceſco e Giouini Abela nel Libºfis.
1392 e prima nel 1323.Ferrer Abelaie côferma lo ſteſſo il diazi ci
tato Mugnos nominado Berlinguer di Abel Gacomo d'Alela ſuo fi- "
gliuolo da Catania nel 1342. Guglielmo d'Atelis padre di Ferraronº iº i
in
beroS.Filippo
dicegli d'Argirò
lgouerna ediNicolº,
Malta,Fraceſcoegiouini ſopradetti,ehhabi
di S.Filippo d'Argirò, di queſto ai "fº I78,

appariſce priuilegio per il Capitanato e Caſtellania di quella Terra


dato in Catania nel i398.à di Liiglio 6;Inditt.Dell'altro di Mal
tavna Real commeſſione a fanor di Ramondo, nella quale i Re- Dal Reg.g. de Il
- - - . - - -- - - 3 - - - d e tra

gi Martino, e Maria con l'Infante Martino appellandolo Ne- gance e,


bili Raimundo de Abela AMiliti, “Consiliario ,familiari, (9 fideliuc- "etº
firo, e lo fauoriſcono altresì, cd onorano di ſpeciale autorità
per eſercitarla in queſt'Iſola, concedendogli nella realScrittura trà - - - -

l'altre facultadi, particolarmente le ſeguenti. Defide, bonitate pru


Mimm - - - -- - - datia,
4; 8 DELLA DESCR I TT. DI MALTA
dentia,gr virtute vestrisplenè confisi, vobis Raimundo preditto auto
ritatem,4 c. 3 si vobis videbitur opportunum,officiale in dicta In
ſula Meliueti remouendi,g alios de nouo creandi,ſeu illosin eiſdem co
rmandi, bona quoque burgenſatica stabilia nostrorum rebellium non
fortè ad nostramfidem regiam venientium, in dicta Inſula posita,ad
noſtram Curiam ſpettantia,nostris fidelibus dedicta Inſula conferendi,
vobis in hac parte poteſtatem,g vicem nostram regiam plenariè con
- ferimus. Nos autem totum,3 quidquideirca premifa modo, quo ſupra
duxeritis exequendu,gratu, g firma habebimus, (& faciemus inuiola
biliter obſeruari.Dat.in Terra Iacii anno Domini 1395.die 23. 34aii
Lo DVCA, Dominus Rex mandauit mihi Not. Fortuſiio Cariosto.
e Onde percio altri ſono ſtati d'opinione, che non da quei Cata
lani laſciati in queſt'Iſola dal Ceneral Ru ggiero,ma dalli paſſati in
Sicilia, e quindi in Malta, e per autentura dall'iſteſſo Ramondo
venutoui per il ſeruigio Reale, ſia diſceſa la famiglia, come ſi de
ſcriue nelle proue di nobiltà, che il Barone D:Paolo Abela Siracu
ſano, (ma di padre Malteſe) fe fare per Don Antonio ſuo figliuolo,
allora quado in virtù delle medeſime gli fà poi dato l'abito di Ca
ual.Gieroſole ſi congettura altresì per hauer pbſcia il ſudetto Bari
tolomeo replicato in vin ſuo figliuole il nome di Ramondo, è Rai
mondino tanto familiare appò quella famoſa Natione Catalana :
Dalle antiche poi ſcritture di Malta ſi raccoglie, che non ſolo
Bartolomeo eſercitaſſe il corſo, e la militia per mare,ſeruédo al Rè
Alfonſo nel 1432, all'impreſa delle Gerbedonde ne ſortì la liberal
ricompenſa eh ottenne del territorio di Pietralunga in Malta, ma
i ſuoi diſcendenti ancora come fra gl'altri fecero Nicolò,e Filippo
nel 149 spierrovicecaſtellano nel 1562, Giuliano nel 15 no. vri
altro Nicolò nel 1531 e Diego nel 1536, i quali tutti capitanaro
no le pro rie galeotte e groſſe fuſte di quei tempi ai - I
Quindi è che ſe bene Bartolomeo in quella regia conceſſione,
venghinomatode Civitate Meliuca,eſſo però e quaſi tutti gl'altri
per poter più agiatamente vicino al porto attendere a loro arma
menti,coſtumarono anzi di ſtanziare nel Caſtello,e poſcia nel Bor
o (venutauila S.Relig.) èue fabricare fecero nel 154a. la caſa,ch'
-
fi ſerue colà di Palagio Veſcaualene perciò laſciarono dieſſere
ſtati sepre trattati onoreuolméte ſecodo il grado loro, dagli altri no
z, ana dei bili del " Dominio de'Regi per matri
ri " monio ſi apparétarono,hauédo auuta per moglie il primo Giulia
i Astaldiae no,ò Giulio Beatrice, figliuola d'Artale Alagona,e Diego di Nicolò
g: " Abela D.Luna di cui fà padre Pietro di Gutuara nel i5 2 o ed altri.
º i
ta: penès Asd.
Cr paſſiamo a deſcritiere l'albero
- i
di queſto Caſato.Ramondino
- figliuol
LIBRO Q vART o NoTITI A III.: 459
figliuol di Bartolomeo ſudetto (da queſto laſciando le congetture,
degl'altri, facciamo capo per hauer di lui ſcrittura autentica, che
ſia ſtato cittadino Malteſe) fù Padre d'Antonio, Marco, e Bartolo
meo: il principal ramo del Primo riſiede al preſente in Siracuſa ,
nella caſa di Don Paolo Abela Barone del Camolio figliuolo del ſe.
condo Giuliano, che da Malta ſi tragittò nella detta Città,oue pre
ſe moglie D. Aleonora d'Alagona Baroneſſa del Bibino magno:
l'anno 157 i queſto hebbe per genitore Paolo figliuolo del primo
Giuliano nato dal ſopradetto Antonio,la cui linea in Malta ſi può
dir poco men ch'eſtinta, poſciache hauendo laſciato oltre Giulia
no,altri figliuoli,cioè a dire Pietro,Inguterra,S. Andrea, di queſto
non rimaſero maſchi; Da Inguterra nacquero Nicolò,e Filippo,il
ſecondo de quali ( ch'hebbe prole) ſe n'andò in Sicilia nella Città
di Termini,douehoggi viuono alcuni deſuoi poſteri. Da Pietro,
padre di Gio:&Auolo di D.Leonardo Veſc.di Sidonia,e d'Aleſsadro
marito di Donna Maria figlia di D.Girolamo d'Alagona, viue ſolo
al preſente Gioſeffo ſenza figliuoli maſchi, 3 vn figliuolo di Gon-.
ſaluo ſuo cugino Medico, di cui fà Padre il Dottor Placito perito,
non pure nelle leggi, che nella poeſia, come altresì del Canonico
Don Giouanni Abela, e di ſuor Tecla monaca profeſſa di queſto
Sacro habito morta in età di 74 anni con fama di moltiſſima per
fettione e di gran ſerua di Dio a 22. di Giugno 1 644.
E ancorche il ſopranominato Paolo haueſſe hauuto vn'al.
tro fratello, che ſi chiamò Matteo, Padre di Martines, marito di
Donna Iſabella di Gueuara,non vi rimaſe di coſtui altro,che Mat-,
teolo, parimente ſenza figliuoli, come morì eziandio il Capitan
Daniele ſuo fratello. - - -

Marco figliuol ſecódo di Ramódino,che come tale l'anno 1 5 15


In atti di Gon
interuenne ad vna donatione di certi beni ſtabili, che fe Onorata , ſaluo Caciur nel
vedoua d'Antonio ſuo fratello a ſuoi figliuoli,autorizandola, ch' 6anno
regifºrof.163.
I5 I 5-
era diuenuta cieca, hebbe per moglie Margherita Bondino della
noſtra Città, da lei procreò Antonio, Giuliano, S. il Capitan Sil
ueſtro Abela, dal cui matrimonio fatto l'anno 152o. có Guagliar
dadi Saluo Cilino, ne prouenne vn altro Marco,che fù Padre dell' Liſervigi di quo
fo Marco, e di
Autore vnico figlio, in cui s'eſtingue il ſuo paterno ramo. -

ſuo Padre fatti


Il terzo figliuolo di Ramondino,fù il ſecondo Bartolomeo pa alla S'ae. Relig,
ſono atteſtati in
dre di Franceſco, queſti morì ſenza ſucceſſione ritrouandoſi nell' Cancell. dal G.
armata regia la ſeconda volta alle Gerbe l'anno 1 5 1 o ſotto il Conte Maeſtro nel lib,
di Bolle dell'an,
Pietro Nauarro, nauigando co Giuliano ſuo cugino,figliuol d'An 16o4 e 16c5.a
f, aco.
tonio, che comandaua vna ſua galeotta; generò detto Bartolomeo
altri due figliuoli,cioè Matteo,e Pietro,dal primo, nacque Antonio,
Mmm 2. - - dal
a

46 o D E LL A D E SCR I TT. DI MALTA


dal ſecondo Paolo,ambidue hebbero fratelli, e figli dai quali, e da
diſcendenti loro ſi è propagato talmente il preſente ramo, che di
partito in diuerſe caſe, ſono quindi vſeiti eziandio molti virtuoſi,e
qualificati ſoggetti, non meno militari, che letterati in varie facul
tadi, e profeſioni.
Non laſciò ſubito ch'entrò in queſto dominio la Sacra Religio
ne Gieroſolimitana, con la ſua mai ſempre generoſa humanita d'
onorare frà gl'altri vaſſalli, quei di queſta famiglia, deputandogli a
publici,S: importanti carichi,come particolarmente feallora,qua
do nel 1534. per ſoſpetto di male cotagioſo furono eletti in cdpa
nia di due Signori Caualieri,e d'vn altro Cittadino, Bartolomeo,e
Paolo Abela cugini, dàdogli titolo di nobili, ci piena poſſanza di
prouedere, ciò che biſognato fuſſe per conſeruatione della ſanità,
come ſi legge nel ſeguente decreto. Die x. Ogtobris 1534. Cum le
ète fuiſſent coram Renerendo Domino Lecumtenente, gr Venerando
Concilio quadam litere, qua ipsis dabant informationem de quibuſdam
circumuicinis terris,malo contagioſo laborantibus; Volentes prouidere
ſua,ſuorumq; vaſſallorumſanitati, quantum feri poteſi,depu tauerunt
ſanitatis Commiſſarios videlicet Domines Fratres Guiotum de Marsili
lac,g Antonium de Biuero,ac nobiles Gaſparem de S.Maura, Bartho
lomeum Abela, 9 Paulum Abela, vt naues ſuſpectas impediant a co
municatione cum noſtris,0 notiros cum eiſdem,ſub panis per eos ordi
natis, quasfaciat Castellanus mitte in exequutionem,g cetera aciant,
plena a nobis actepta potestate, qua viderint ſe neceſſaria pro conſerua
tione ſanitatis huius Inſula. - - - - -- - - -

Indi corriſpondendo anch'eſſi da ſudditi leali nel ſeruire la Sai


cra Religione,eziandio con le proprie ſoſtanze, meritarono,che il
Sig.G.Maeſtro la Caſſiere fregiádo Giuliano Abela col titolo di ſuo
famigliare l'anno 1573. ne faceſſe il ſeguente onoreuole atteſtato
che ſi legge nella bolla. Egregia tuarum virtutum merita, vita, gr
morum honestas,nec non grata,g laudabilia ohſequia Magnifici quo
dam Pauli Abela tui patris, gr maiorum tuorum multis annis Ordini
noſtrofideliter prastita,(Crc, -

In tal guiſa parimente nella Città di Siracuſa l'iſteſſo Giuliano,


e doppo lui Don Paolo, 8 i ſuoi figliuoli participarono ſempre di
tutte l'onoranze, e gradi, che ſogliono conferirſi a i veri nobili di
eſſa Città, oue di più ſono ſtati ammeſſi à i parentadi con le prime
caſe,e trà l'altre con gl'Alagoni, Bonaiuti, Bonanni, e Statella, con i
titoli di feudi,e baronie. -

Ne pur mancati gli ſono in queſt'Iſola ricchi poderi, e territo


rij,e fra gl'altri quello di Aayn Rihana vno de maggiori di Malta,
e diuerſi -
/
ex,
-.

e r”
LIBR o QyARTo, NoTITI A II
- - - -
e
e diuerſi nel Gozo,dell'antiche caſe dei Platamoni,e Mannara lo
ro antenati,ou e Andreotta Mannara,Auolo materno del ſecondo
Giuliano,fà eletto più volte Capitano, e la cui caſa in quella For
tezza hebbe l'onore (quando v'andò il magnanimo Gran Maeſtro
Villiers noſtro primo Principe à prenderne il poſſeſſo) d'hauerlo
albergato l'anno 153o. -

L'arme finalmente di queſta famiglia tuttauia ſi rauuiſa nel frº


tiſpizio della caſa, di cui s'è fatta menzione di ſopra,in vno ſcudo
di marmo quiui poſto nel 1546. tiene ella per corpo vn ſegno d' -

armeria nomato da Franceſi (ſecondo riferiſce il Caſſaneo) Cheu, ";


ron, e da Latini Tignum, con tre ſtelle portate dagl'Anteceſſori, cºſi
col detto ſegno d'oro in campo azurro,come ſi vede ancora in an
tichi paramenti di Chieſa,oue lo ſcudo è ſoſtenuto da vn Aquila ,
Imperiale, e già ſi ſcorgeua altresì nella parrocchiale di S.Loren- .
zo ſopra la Cappella,padronata hoggi dal a Cófraternità di S. Roc- - - -
co,& in altri luoghi, prouandoſi di più, che l'uſaſſero ſin dell'anno -
1.487. per vn teſtamento ſolenne di Giouanni di Naua Caſtellano. -

di S. Angelo, leggendouiſi tra l'altre,la ſottoſcrittione di Giouan


mi Abela,che fù nipote di Antonio, e figliuol di Pietro il Viceca
ſtellano, teſtificante l'impreſſione del ſuo ſigillo. - -, º

In quanto poi è i ſoggetti più q ualificati, ch'hà prodotto in Mal


ta l'iſteſſa caſa,ci riſtrigneremo a pochi, per non dilungarci molto
più nel preſente diſcorſo, fra queſti giuſta l'antichità del tempo ſa
rà qui da noi poſto in primo luogo. - i

Bartolomeo, che dal Rè Alfonſo per i ſuoi ſeruigi,come ſi è det


to di ſopra,renduti particularmente nell'impreſa delle Gerbe l'an
no 1432. fù gratificato d'vna poſſeſſione in queſt'Iſola detta di
Pietralunga,3 onorato nella coceſſione con queſte parole. Erga
Vosfidelem nostrum Bartholomeum Abela de Inſula,et Ciuitate Meli
ueti tanquam benemeritum gratiosè agere,et deſeruitiis Maiestati no
ſtrae praestitis per vos " cupientes, tenore praeſen
tis, etc. e come più largamente ſi contiene nel priuilegio originale fa ſentoriatº
da principio citato, e calendato. - . .
Tomaſo ottiene parimente dall'iſteſſo Re Alfonſo vn territorio 1443.
in Meſſina con le ſeguenti parole. Ad ſupplicationem Thomasti de -

Abela familiaris,etfidelis nostri, Excellentiae nostraefattam,considera


res fidem puram, et deuotionem sinceram, quam dictus Thomas erga
AAaieſtatem noſtram geſsit,et gerit, grataq;ſeruitia per eum culmini
noſtro collata,ec. quandam petiam terrarum,ſeu territorium positum in
cºntrata Pantani Phari Meſſanae propè terras, etc. gratios è il conce
dimus,et donamus;fidelitate noſtra, haeredum, et ſucceſſorum noſtrorum.
Jºl
462, DELLA D E scr ITT DI M A L TA
un eodem Kegno ſemper ſaluts; fù datoil priuilegio nel Caſtello nuo: -
uo di Napoli a 2 5. di Maggio di quell'anno 1443. : :

Giuliano, è Giulio, Capitano d vna ſua galeotta, doppo eſſere 3


ſtato per priullegio dell'Imperadore Federico III. ornato del grado,
e cingolo militare l'anno I 489. concedendogli tutte quelle pre
rogatiue,che godono cateri armora nobiles milites (per valerci delle
medeſime parole imperiali, regiſtrate col priuilegio nell'archiuio
de Signori Giurati di Siracuſa all'ora quando il ſuo nipore Giulia
no partito da Malta fù ammeſſo è quella nobiltà,) ſi ritrouò l'anno
15 i c. con la ſua galeotta nella ſquadra di galere, e d'altre fuſte ,
volum-2 fagi. groſſe del Rè Cattolico alle Gerbe,ſotto il Conte Pietro Nauarro
combattendo virilmente contra i Mori in quella ſeconda volta ,
ma infelice giornata.
Negl'atti di Gi' - Pietro fù Vicecaſtellano del Caſtello di Malta nel 15o2. Carico
ſalvo Canciur.
in quei tempi, che non ſi conferiua ſe né à nobili, e principali Cit
Ne gl'atti di
tadini, come nel 152 o.l'eſercitò Martino Deſguanez,vno delle pri
Giae, Bondi,
ma famiglie Malteſi. - : :

D Leonardo Abela Veſcouo di Sidonia,Prelato,che fù di molta


integrità, eſperienza, e dottrina, 8 adorno di ſoauiſſimi coſtumi,
onde ſi moſſe il Sommo Pontefice Gregorio XIII. a deſtinarlo ſuo,
Nunzio,e della S. Sede Apoſtolica alle Prouincie Orientali, di lui,
e di quella ſua onoreuole miſſione, ſi diſcorrerà più à lungo nella
proſſima Notitia degl'huomini celebri di queſt'Iſola, però colà ri
mettendo il benigno lettore, ſenza ſoggiunger quì altro, ci innol
triamo nel racconto dell'altre famiglie.
- TE O N SN I C I .
Benche in Malta ſia conoſciuta per antica queſta caſa, la ritro
uiamo nondimeno lungo tempo prima nel Gozo in eſtimazione,
& hauer quiui concorſo a primi officii, 8 honori di quell'iſola, e
con le principali di eſſa; poiche ne'libri della regia Cancellaria ſi
Pse lib. anni 8.
Ind. 1399, fol legge Giouáni Bonnici colà eſſere ſtato Giudice nel 14o 1 e 14o7.
E75. -
-
Matteo parimente Giudice nel 1432. - -,

Franceſco Giurato negl'anni 143 6. 1439. & 1448 nel primo


luogo. - - -

Fx lib.13 Vad. Giaimo, è Giacomo anco Giurato nel 1449.


1449, do 145o. Franceſco di nuouo Giurato nel 1452.
- ſe
Andrea Cattapano con Artaluccio d'Alagona nel 1453.al qual
carico veniuano allora deputati ſenza differenza gliſteſſi,ch'erano
qualificati per l'officio della Giuratia.
Di là paſsò poi ella in Malta per la perſona del ſudetto Giaco
mo primo fondatore della Cappella di San Giacomo, si "i Clù lld
LIBR o QvART o, N o TITI A III. 44;
della parrocchiale di S. Caterina del Zeytun, oue la famiglia poſ. Ex viſitatione
Duſine 1575.
ſiede i ſuoi più antichi poderi, indi trasferita dal pronipote Vgoli Ex teſtamento
no nella medeſima parrochiale, con viſtoſa fabrica per quei tem Vgelini in aſtir
i, v'inſtituivn Iuſpadtonato. Haxixe 1569:
v

Fù Giacomo ( nominato già in vna memoria, ch'appariua nel


la vecchia fabbrica di detta Parrocchiale,eſsédo di lei procuratore Et in aſtir Ca
nel 1492. ) Padre di Giouanni,che viſſe nel 1527. e figliuolo del ciur in regiftr.
I 499 f137.
primo Giouanni Giudice nel Gozo. Dal ſecondo predetto nacque
Simone, di cui fà figliuolo Vgolino di ſopranominato: coſtui co Px teſtamento
Catarinae Ioan
prò il territorio de Marniſi nel 1551. e l'aggiunſe à gl'altri della nir vxoris de ,
caſa che poſſeduti heggi dai nipoti, e pronipoti rendono ben più anno 1527 in .
- -
quo inflitutus
di due mila ſcudi d'entrata ogn'anno. fuit Simon he
res vniuerſalis
Hebbe Vgolino dal ſuo matrimonio con Imperia Abela tre fi adhuc in mino
gliuoli,cioè a dire, Margherita, che fù moglie del Dottor Cola Pie riatate.

tro Xuereb,ò Xueres di cui i poſteri nobilmente accaſati in Sira


cuſa quiui habitano, 8 in altre Città della Sicilia, Clemente, che
non laſciò ſucceſſione,e Daniello,queſto generò Gio: Maria,ò Ma
riuzzo,che fù padre di Gregorio, Daniello Vincenzo,e di Teodora - -
,- .. -
moglie del Dottor Giacomo Teſtaferrata de Robertis. - -

Nacquero anco da Daniello quattro femmine ſorelle di Gio:Ma


ria,cioè Marietta, che fù moglie del Dottor Gio: Angelo Anaſta;
ſio,Imperia di Gio:Maria Xarà,Iſabella del Dottor Aurelio Vaſſal
lo,e Clara di Matteolo Delia, nelle doti delle quali fu compartita la
maggior parte della ſoſtanza paterna ; così vengono a ſcemare, è
più toſto ad eſtinguerſi le famiglie, che non hanno per li maſchi
il ſoſtegno delle lodeuoli primogeniture . .. . -
. -

A queſta ſtirpe, ſi come furono d'ornamento D.Alberto Bon


nici,e Don Luca con le due dignità eccleſiaſtiche, quello d'Arci- --- : :
diacono,e queſto di Cantore della noſtra Cattedrale,è i due Cano- ss - .
nici Don Saluo, e Don Simone, e altri ſecolari, ch'eſercitarono
principali carichi del publico, così riceuè il ramo della diſcende Ex literir pati.
lib. Bull. 1567.
zà d'Antonello né poco fregio dal valore di Giacomo di lui figliuo die 1. septemb3
lo, " Et ex lib, Rull,
fatte nel famoſo aſſedio di queſt'Iſola, furono I586. vbiſsnt
non pur dalla Sacra Religione, che altresì dal Rè Cattolico beni regiſtrate litera
dM. Mag cum ,
gnamente guiderdonate, come ſi legge nelibri di queſta Cancel prouſione Regir
laria e ſe nidaiBoſioneiſtorie della m edeſima onoreuole me Catholici
i : P. 3. lib.32 fogl.
moria. -

, : 676.
- Accrebbero poſtald i lui nome,d ue famoſi ſoggetti ſuoi figli
uoli, il P. Bernardino Geſuita l'vno, celebre non meno nelle mate
matiche ſcienze, che nella Teologia, portando ſpecialmente in
queſta il vanto d'eſſer deprimi nel Regno di Sicilia.
- , º ,
-
-
L'altro
aga DELLA D E scRITT. DI MALTA
- - - - -
L'altro fà Gio Battiſta Dottor di leggi, che per lo ſuo merito, e,
ſapere, eſſendo ſtato promoſſo a tutti i magiſtrati dell'Iſola, ſoliti
conferirſi a quei della profeſſione legale,toltoci vltimamente dalla
morte,laſciò erede,e ne beni, e nella ſcienza il Dotter Ignatio ſuo
vnico figlio, ch'otténe gl'anni paſſati l'onoreuole carico di Capita
no,e poi di Giudice Aſſeſſore,e Giurato della Città Notabile, coſì.
altri offici nella Valletta riguardeuoli.L'arme del primo ramo è vin.
giglio argenteo in campo azurro, e del ſecondo,doppo il ſudetto,
aſſedio, vna ſpada ignuda col manico d'oro in campo vermiglio;
di quella n'appariſce lo ſcudo nella mentouata Cappella di S. Gia
como, e nella caſa dentro la Vittorioſa, e dell'altro ramo nella ,
-

Cappella del Santiſſimo Crocefiſſo, entro la Chieſa de Reuercndi


Padri della Compagnia di Giesù;benche alcuni dell'iſteſſo cogno
me habbiano vſato d'vn Idra d'oro in campo vermiglio.
-
2 , ii 2
i B A G L I O. . . ... . ..
Lorenzo Baglio fù Giurato negl'anni 1525.1529.& 153 o nac
que da Stefano, come altresì Giuliano Padre di Matteo,e d'Iſabella,
ex attir Nota appariſce dio nel teſtamento di Stefano, oue Lorenzo ſi laſciato:
rii Iulii Gumbo, erede vniuerſale l'anno i 5 15. L'arnie è vn S d'argento in campo
azùrro; ſi ramuiſa così nella loro Cappella dentro la Chieſa di S.
Maria della grotta i Padri Domenicani nel Rabbatoi
de ReuerendsA
, io i E A B “A. i
- Simone Barbaigodeua anticamente il feudo di Budak,benche a
nella regia Cancellarla,come ſi dice nel Capibreuio,non apparitia
titolo. Caduto egli in fellonia,edeuoluto perciò Budak alla regia
Corte,fu dal Re Martino conceduto a Gio d'Auleſ & i ſuoi legi,
timidifcendenti pure frasaarum, ſott'obligo del conſueto ſeruigio
7n Zib.reg.Car. militare, ſecondo ſi legge nel primilegio dato in Catania a 16.di Fei
1396. & 1397.
f96.
braio)1397, oltd ſi fa mentione di detro Simone feudatario.
Ci fa credere,che queſta fimiglia ſia ſtata fith Gozo, perche ri:
-

. .. .
, a
. ..
trouiamo nel 1347. che vn Litterio do Barbasiloualhebbe la met
In lib. reg. Cic. tà d'vna fontana della regia Corte in quell'iſola dal Re Federico,
1347:f ivo er lui e ſuoi diſcendenti legittimi,ſotto ricognittione di quattro
turnola di vettouaglie, vien appellato nel priuilagio delekdiſnſulat
Ma la memoria più antica ch habbiamo di lei ſi è che Artaldo
de Barba fuſſe ſtato inuettito dall'iſteſſo Re, notifiuto della Tabria
in queſt'Iſola, e per li ſuoi eredi da lui legittimamente diſcendenti
ſotto i feruigio militare divi -ſoldato, in forma ſtretta iure fiduco
rum, come ſi vede nel priuilegio ſpedito in Meſſina a 2 1:ldi Gen
naio r; I 5. o i ci º e 2 a1

Daſqual tempo fà continuato il feudo in queſta famiglia


à Simone
fino
E i
e -
ALI BR o QvA R ro, N e T I TiA III. 46;
--- - . . . . . . . -
à Simonela Barba,di cui ſopra fauelammo; eſſendo ſtato e li,co
mevno degl'aderenti e ſeguaci di Guglielmo Ramondo di Mon ei
cata Marcheſe di Malta ribelle, perciò priuato, & inueſtito Arhal
do Gueraldo, come nel priuilegio ſpedito in Catania a 15 di Fe In reg. Cancell.
è lib.1397.fol.
braro i 397, ſi vede benche Poſcia nel 1441. peruenuto ad vna I54.
Imperia della famiglia de Gatti, moglie d'Antonio Deſguanez, e
contro di lei eſſendoſi darà ſentenza nella regia Corte,è a fàuore
di Giouanni Landolina da Noto,queſto ne rimaneſſe pacifico poſi
feſſore. " e
- In vi Conſiglio dei noſtri Cittadini tenuto nell'anno 142o.
ritrouiarroiannoierati,tràgl'altri, Pietro de la Barba, che prima , a 5 è a
nel 14o 6: era ſtato Giurato, &vn altro Litterio della medeſima , & 2 º 3 i sa
e ..
caſa : .
s tv ºi eA
i Come pure negl’atti di Notaro Giorgio Butigeg nominarſi va i 'º a n
Michele de la Barba
eſtinta , i ;i r
nel
.
1552. hoggi
:: i
ella in Malta
s
ſembra eſſer
- B oºR D I N o. . n.
. Federico
mente
dei 6.Bordinoi -fà Giurato
nel 14 i i 1406. e Guglielmo
nel i -
pari i

Nelle ſcritture della Città, ſi fa anche memoria di Rinaldo dei


Bordino,il quale viſſe nel 14 i 9 e fù Giurato,benche altroue ſia i
chiamato Orlando. . -

Nardo,ò Leonardo fù Capitano della Città nel 1454. e Giurato


nel 1462. -

Bartolomeo ſimilmente Giurato nel 1472.


Goffredo Giurato nel 15o;. & 15 16. di coſtui,che ſi fe padre
di Franceſco,è ſtato fratello vn'altro Orlando, che generò Leonar 1 x aftis Gratia
do. Di Goffredo,S: Orlando ſudetti,fù anco fratello Giouanni, e ni de Vaſſallo
in tranſatºione
tutti tre figliuoli del primo Leonardo. Il ſecondo hebbe altresì la ſuper medietate
carica di Capitano della Città l'anno 1522. e d'vna ſua galeotta ,; territori; tal Pm
ales ſub die 8.
nel 153o. - -

Iulij 1534,
Nicolò Giurato nel 1523. º i
Giouanni de Bordino nel 151 o.godeua vno de due feudi d'on
cie dodici annuali, ſopra la regia Secrezia di Malta,ch'anticamente
erano ſtati conceſſi a quei della famiglia Vaccaro, in ricompenſa
defeudi di Beniiarrat,e la Coleya in modo, ch'à lui eſſendo ſucce
duta Imperia ſua figliolina la madre, ch'hauea nome Bartolomea,
come tutrice ne fù inueſtita dal Vicerè D. Vgo di Moncata à 12. In lib. Gancell,
cn 151 i f4o5.
di Marzo 15.Ind. 1 5 12. la qual Imperia feudataria morì nel 1 5 14. In lib. Cancell.
in età infantile, e le ſucceſſe vn cherico Don Pietro de Mons eiuſd.an.f32 Iº
bron, ex pacio, et prouidentia Principts, come preteſe, e n'hebbe
- Nnn l'inueſtitura
44 e D E LL A D E SCR I T r. DI MALTA
l'inueſtitura dal medeſimo Vicerè a 18. d'Agoſto 15 14. e ſimil
In eod. lib. an,
15 16 f357.
mente l'ottenne ancora dal Preſidente del Regno D. Gie: de Lu
na à i 1. di Gennaro 1 5 17. per morte del Re Ferdinando, ,
il titolo poi col quale queſta famiglia è ſucceduta in detto feu
a --
-
- ci - .
-

do ritrouiamo eſſere ſtato tale. i - .


- ;
Lanza di Vaccaro fù l'vltimo maſchio d'wna delle due ſtirpi, è
linee de Vaccari,ch hebbero i feudi ſopradetti;A queſto, morto se
za figliuoli,eſsedo ſucceduta Chicca ſua Zia ſorella di Gi : iluipa
dre preſe l'inueſtitura dell'wno di detti feudi per ſe,e ſuoi legittimi
da lei ſucceſſori, da Preſidenti allora del Regno Raimondo de
fa lib. Cancell. Santapace,e Giouanni Valguarnera,ſotto il conſueto ſeruigioni
an. 1484. 1485. litare à 1 6. di Gennaio 1484.Morta Chicca,che fù moglie di Leon
f. 284,
nardo di Bordino, le ſucceſſe Gio: ſopradetto ſuo figliolino, in no,
in lib. Cancell.
am. 1493 fai
me di cui Leonardo come padre n'hebbe l'inueſtitura, a lui peſcia
ſuccedè Imperia ſua figliuola, come ſi è detto, che fù l'vltin a ina
i" di caſa Bordino. Paſsò poi in Sicilia la famiglia appars
o in alcune ſcritture eſſere ſtato in Lentini habitatore Matteo de
Bordino nel 1577. & Orlando in Noto nel 14 o7. -
Finalmente ella è ſtata in Malta molto principale, 8 adorna d'
egregi titoli, altresì pla, e liberale; L'arme contiene vno ſcudo di
uſo,nella cui terza parte ſuperiore è vna roſa vermiglia in campo
argenteo e le due altre parti dell'iſteſſo campo ma vermiglio, ſono
trauerſate da tre bande d'argera, come ſi ſcorge in diuerſe Chieſe,
& in altri luoghi della Città, ſi leggono ancora alcune fondationi
di benefici eccleſiaſtici da lei fatte ci molti legati pij, così in Mal
ta,come nel Caſtello del Gozo, la cuſtodia della cui porta fù già è
-

- -- -
. -
-- --
carico di Domenico di Bordino, che morì nel 15 o7.
- - -
- -

- Ne le mancarono eziandio dignità eccleſiaſtiche,hauendo poſ


pirrus ie Meli ſeduta per molti anni quella di Cantore della noſtra Cattedrale º
ten Noiit. fot.
e
Don Ertigo di Bordino,che fù ancora Vicario Generale di queſta
4aa. Dioceſi,intrepido difenditore della giuriſdictione eccleſiaſtica,nel
a .
- - - -

la ſede vacante ſeguita per morte del noſtro Veſcouo Corſetto,


l'anno i 5 o 3. - - - -

- 8 A V A. ,

Fù già in queſta famiglia il feudo di Deyr il Binet, ch'hoggi ſi


troua in quella degl'Inguanez, poſciache Peruenuto in Michele
Baua Malteſe, per la di lui morte,e mancanza d'eredi deuoluto alla
regia Corte, dal Rè Ludouico fù conceſſo a Chicco, è Franceſco
Gatto Caſtellano allora di Malta l'anno mille tre cento cin luan
ta, come ſi caua dal priuilegio originale, ch'habbiamo veduto
in poter del Barone Inguanez . Che il predetto Mi ſi -
ſtato
LI B R O Q VA RTO, NO TIT IA, III. 467
ſtato Malteſe, leggiamo in vna ſcrittura mandataci da Palermo,
fadam Deyr el Binet,per quondam Michaelem Baua Meliuetanum Fs si capi
antiquitus poſsidehater, post cuius,haredumqiſuorun obitum ad regie º
Curiaemanus peruenit., - -
-

B E R N A R D o. -

Nel 1416.habbiamo vin Michele di Bernardo, che interuenne


con altri noſtri Cittadini ad vn conſiglio dell'Vmiuerſità; egli fù,
Giurato nel 1434 com'è ſtato anche Bartolo,ò Bartolomeo ſimil
mente vno de Giurati nel 1475, nominato in vn traſonto del pri
uilegio d'aggregatione dell'Iſola fatta dal Rè Alfonſo,come appa
re negl'atti di Notaro Paolo Bonello: di lui,ò d'altro Bartolomeo
leggiamo eſſere ſtato fondatore del Iuſpadronato de Bernardi, ne
gl’atti di Giacome Bondi nel 152o cioè che Michele, e Federico
Falſone fratelli, e Giouanni Calauà loro conſobrino, come eredi
delle loro madri, figliuole,del nobile Bartolomeo di Bernardo fon
datore, allora defonto, faceſſero la nominatione del Beneficiato. -

Preſſo Zurita, ritrouiamo la detta famiglia in Saragoza d'Ara-. iº


gona intorno al 1 2 87. e nella regia Cancellaria di Palermo,ſi rau- i 1347 si
uiſa Petrus Bernard Pirata Catalanus; coſtui con 8alee, è altrile- "ººº - 20,

gni depredaua i Venetiani nel 136 . -


3 E G L I E R. A. , .
Giouanni de Begliera fà Giurato nel 14o7, - - -

i Antonio nel 143 1. i » . -


- E Paolo,oltre l'eſſere ſtato ancora Giurato nel 1434, fù deſtina
to Ambaſciadore al Vicerè di Sicilia l'anno 14; 8. i :: : :
Il medeſimo,ò vn'altro Paolo, com'è più veriſimile,amminiſtrò
la Giurata negl'anni 1467, 147 1.3 1477.
In Zurita parimente leggiamo la famiglia Begliera, ſenza però Lib,4f29a
certezza ſe ſia Aragoneſe, è Catalana. L'arme ſtimiamo ſia d'uno
ſcudo trauerſato da vna banda con due ſtelle d'oro in campo ver
miglio,come ſi vede in vna fineſtra dietro alla Chieſa di S. Pietro
nella Notabile, B V O N T E M PO.
i Giouanni Bontempo ritrouiamo Giurato nel 1419. s -
B O N E L L O. a - -

- Paolo Bonello eſſercitò l'officio di Viceportulano in queſt'Iſola


nel 1515, e forſe prima, fino al 1 i 18. nel quale morì.
i Antonio fù deputato Ambaſciadore al Vicerè nel 15 I 6. queſto
hebbe la carica di Giurato nel ' 5 17. & 152 o, nel qual tempo,
(eſsendo egli huomo di lettere) ſi conferì in Catania, e quiui fù
dottorato nella facultà legale, benche prima nel 15o 3. fuſſe ſtato
eletto Giudice della Corte Capitaneale. - -
Nnn 2 - Final
-

468 DELLA D E scR I TT, DI MALTA


Finalmente il medeſimo vien mandato Ambaſciadore al Vice
- - -
rè Conte di Monteleone, per due fiate,cioè nel 152;. & i 526. ſo
i" diuerſi importanti affari dell'Vniuerſità, ne'quali con la ſua di
igenza, e col prudente maneggio conſeguì felice ſpeditione.
L'arme ſi rauuiſa eſſere vino ſcudo di campoargenteo, trauer
ſato da vna banda vermiglia, in mezzo a due roſe del medeſimo
colore , - - - -

B A L D E S, O VA L D E S .
Pietro Baldes fü Capitano della verga in Malta l'anno 146 o. e
prima Giurato nel 1451. e poi nel 1477. -

- , TB O N D I N O. -

Di queſta famiglia ci dà motiuo di credere ſia ſtata delle quali


ficate,il rauuilare, che in atti publici di matrimonij,oltre i titoli ſo
liti allora darſi a principali noſtri Cittadini, appariſce hauer con i
tratto parentela con caſe primarie, poiche in vno ſi dice, che il
In att. Iacobi
nobile Michele Bondino,figliuol del nobile Nicolò,che fè il ſuo te
Bondi 1529. ſtamento nel I 5 2 o prende per moglie Donna Caterina figliuola
del nobile Giouanni Calauà, e della defonta allora Donna Paola ,
ſua moglie, e che vna ſorella di detto Michele ch'haueua anche
º ſenari nome Donna Paola, come ſi caua da vn'altra ſcrittura, era mari
de Muſcato 18
Feb. 1545. tata con Matteo Falſone. -

Dal fudetto Nicolò fà eretta la Cappella dedicata alla B Vergi


ne di Loreto,dentro la Chieſa dell'Annunziata de'Reuerendi Padri
Carmelitani,a fauor de quali egli fevn pio legato, come ſi legge
in detto teſtamento, i -
i B L V N D o.
- - - -
Stefano Blundo regio Secretario ottiene la metà del feudo dell'
-- -- - Imbaccari nel territorio di Piazza in Sicilia dal Re Ferdinando,co
me ſi vede nel priuilegio ſpedito in Valenza è 6. di Marzo 141 y:
ma ritrouádoſi coceduta dall'Infante D. Ciottanni Vicario Gene
rale nel Regno,ad vn nobile Palermitano, fù in iſcambio proue
duto in Malta ſua patria,del feudo Tabia, e Gharyexenº con la ſo
In lib. reg.Can lita ricognitione, come nel priuilegio dato in Catania à di * 8; di
cell.f3og.
Giugno 14 i 6 ſi diuiſa, il quale poicia fù c5fermato dal Rè Alfon
ſo nell'anno medeſimo: ritrouiamo ancora di queſta famiglia vn
Tomeo de Blundo in Malta l'anno 14o4. di cui ſi fa mentioned
dandoſi per confine certo ſuo terreno, al feudo di Bucane in via
pruilegio del Rè Martino,ſpedito in quel tempo è fauor di Fran
ceſco Gatto, - -)
- z o c c H 1 o. -

Di queſta famiglia la qual crediamo ſia ſtata nel Gozo habbiamo


- - V lì il
LIB R o QVA RTO, NOTITI A III. 46,
vna ſola memoria, & è che dal Rè Federico ſi rauuiſa eſſere ſtato
conceduto a Bocchio de Bocchio il territorio nominato la Grua,
oſto in dett'Iſola, per lui, e ſuoi eredi legittimamente diſcendenti
dalla ſua diritta
tro tumola linea, ſotto riconoſciméto
di vettonaglie,come d'annuo
ſi legge nella regia cenſo di quat- in1347°regiata
Cancellaria. f. 17a
an:
. . . . B I 2 2 I A N o. -

Così ancora di queſt'altra, che ſia ſtata in Malta,ce ne fà certi


Bartolomeo Bizziano, che fù Giurato della noſtra Città,intorno
all'anno 149 1. - - º
- 28 V S C O ,
Pietro de Buſco nel 144o. vien tratrato col titolo di Miles , &
oltre la nobiltà del ſangue, douea egli eſſere in quei tempi molto
comodo di facultà, poiche comprò allora la metà del feudo della ,
Marſa in Malta dalla regia Corte, per oncie ſettecento,e circa tre º
anni prima,da Simone di Mazara la parte, ch'haueua di certe ren
dite in queſt'Iſola, - - -- - - -

Di più egli hebbe dal Rè Alfonſo il feudo di Aayn Toffeha ,


perſe,e ſuoi fieredi legittimi,da lui diſcendenti in perpetuo.Ma eſ
ſendo morto ſenza laſciar alcuna prole; ritornò quello al regio pa
trimonio, e la metà della Marſa a Paola, ſua moglie, per lo tempo
ſolamente, che ſtette in vita, il che ſeguì nel 1452, a
º 2 R A N C A T O. . . . .
Pietro di Brancato ſi legge nelle ſcritture della Città,ch'egli tuſ.
ſe Giurato nel 15 a 6. a punto quando il Caſale della Moſtafù ſac
cheggiato da gl'Infedeli. - - - - - -

B E L L H V o AA o,
Benche queſta famiglia ſia in Sicilia molto antica, e nobiliſſi
ma,Padrona già della Contea d'Auguſta,che fù comprata per An
tonio Bell'huomo da Sancio de Londoio, per cinquantadue mila
fiorini, come riferiſce
gona,ritrouiamo Zurita neleſſere
nondimeno volume quartoCittadino
chiamato degl'Annali d'Ara all'an.
di Malta ziº rocap
1474.
e
Coſmo Bell'huomo nel 1528. e come tale interuenire in vn Con- In atti del trai
ſiglio dell'Vniuerſità nel 1526. Era egli marito di Donna Perna,
figliuola di Franceſco Gatto Deſguanez,Baroneſſa della Chimiſia
noſtra Malteſe,ch'era ſucceduta in detto feudo come la maggiore
ancorche d'età minore, per la morte del Padre il quale fù vcciſo da t. n. e
- - - - - « - - - - - -- v - to. reg. Lan
vn ſuo fratello,Schauea ottenuta l'inueſtitura dal Vicerè D Vgo igi.
di Moncata a re. di Maggio 15 15. e per morte del Rè Ferdinan
do la rihebbe nel 15 16. o l'anno appreſſo, mentre gouernaua il
Regno Don Giouanni di Luna.
Giou anni Bell'huomo ( queſti è l'Antico, da cui i Signori della
- mede
47o D E L LA D E SCR I TT. DI MALTA
31 3 89.ºre.”º
º º 392,
medeſima caſa diſcendono) nel 1391.fù mandato Ambaſciadore
itt.Af I to. al Duca, e Rè Martino in Iſpagna da Giaimo d'Alagona Signor.
grande allora in Sicilia, che fù Conte di Malta. -

C A X A K O. - -

Hebbe queſta caſa (ch'è vna delle antiche e celebri in Malta, e


nel Cozo) huomini di valore negl'affari e cariche del publico; per
cioche. - - - -

Ruggiero fù Giurato nel 1447. -

Pietro Giurato nel 146 1. 1469. & 1476. e - -

Matteo di Manfredi Giurato nel 1471.


Nicolò Giurato nel 1477. & 148o. l'iſteſſo, è altro nominato
Cola fù parimente Giurato,è vno degl'Ambaſciadori mandati al
Vicerè nel 1481. e fa di nuouo la medeſima azione nel 1488.
Manredo anche deſtinato Ambaſciadore al Vicerè nel 1597.
& vn'altra volta nel 15 o 8. :: ----
-

Manfredo di Ruggiero Giurato nel 1 5 1 1. . . . . .


Maficdo Giurato nel i5 14 e poi Capirano della Verga nel 1515
Androche,8. Angelo Giurati nel Gozo l'anno i 5?.
Manfredo nel ' 5 13. amminiſtra l'officio di Credeziere di Mal
ta,e Gozo, muore nel 1518. e da 1 Regi Giouanna, e Carlo vien.
proueduta la carica à Giuſeppe ſuo figliuolo in riguardo deſerui
gi fatti dal Padre al Re Ferdinando, come nel priuilegio ſpedito in
Saragozza d'Aragona a 2o. di Decembre 15 a 8. ſirauuiſa, legen
douiſi le ſeguenti parole. Obligamur iustitia ſuadente morientibus,
patribus,qui Regia C orona,(g, Domui Aragonums(3 preſertin Catho
lico Domino Regi Ferdinando Pat ,Auo,g immediato predeceſſori no
stro glorioſe memorie,animo indefeſſo ſerattia prestiterunt, officia, qui
bus decorati erant,eorum filus coaferre, eaq; precipue officia, que à ſui
Anteceſſoribus ſeruitiorum continuatione ſemper poſſeſſºfueru nt, utta
li ſpe, g gratitudine Regis,ſili alleati earum patrum, vestigiis inhae
rentes,ad nobis similiter bene ſeruiendum ſe aſtringant. Quapropter ci
impreſentiarum vacet officium Credencertatus Ciuitatis, et 7 errae In
ſularum A4eliueti, g Gaudisi obitu quondam 34anfredi de Cax iro,
6 c. Confidentes admodum defide ſufficientia,legalitate, animgue puri
tare vestri diletti nostri Voſeph de Caxaro eius fili, consideranteſigue
º ſeruitia per dictum quondam Manfredum Patrem vestrum praefato
e Catholico Regi Ferdinando Patri, g duo nostro indelebilis memoriae
,illudvobis duximus conferendum;tenore igitur praeſenti, 3 c.
-preſtita

nostroq; motu proprio officinn praedictum Credenceriatus Ciuitatis,g


Terrae Inſularum Meliueti,g Gaudisii, vobis praefato Ioſeph de Ca
zaro ad vitae vestrae decurſum concedimus, grc. ------
Ha
Ll BR o Qv A RT o N o TITI A III. 7i
Hà goduto parimente l'iſteſſa famiglia l'officio di Viceammira
glio nel Gozo. L'arme ch'ella vſa,contiene quattro faſcie d'argen
to addentate, contrapoſte le due inferiori alle ſuperiori,in campo
azurro , - - - - -- -
-

- - - - - -
c A L A v . -

Fù parimente antica in Malta queſta ſchiatta, e copioſa di buo


le i
mi ſeggetti,ritrouandoſi fatta mentione di loro fino dal 14 , o nel
iche ſcritture, come di Federico Calauà per vno de princi
pali cittadini, e per quelle della regia Cancellaria d'eſſere ſtato Giu
rato nel 1438. di Leonardo Giurato nel 1482. di Rainieri ſimil
mente Giurato nel 15.12.15 i 6.152 o, & 152 1. Di Giouanni pari
mente Giurato nel 1528. & Ambaſciadore al Vicerè nel medeſi
mo anno; e nel 153o, l'iſteſſo deputato dalla noſtra Città pervno
degl'Ambaſciadori deſtinati a congratularſi in Siracuſa col Sig.
Gran Maeſtro de Villiers, e Sacra Religione per l'acquiſtato domi
nio di queſt'Iſole, & à rendergli vbidienza a nome di tutta l'Vni
uerſità, come ne rendono fede le parole, che ſi leggono in vna bol
la di detto Sig. Gran Maeſtro, e ſuo Sacro Conuento,data nella e
medeſima Città a 16.di Luglio 153 o che ſono tali. Et nomine di
ttorum Iuratorum,g Vniuersitatis ad nos oratore Magnifici,fideles,
e diletti nostri Paulus de Nasis, et loannes Celauà,intercetera prius
congratulato nobis nouo dominio requisiuerint, gi c. -

Franceſco Calauà eſſendo ſtato creato Archiuiario, e Conſerua


tore degl'atti della Corte per prouiſione del Vicerè,data in Malta -
nella Città noſtra a 9, di Maggio 1492. non ſolamente gli viene º
confermata dal Re Ferdinando in vita, ma ſe gli concede di poter
ſi eliggere ſucceſſore vno de ſuoi figliuoli,come ſi vede in vin Pri
uilegio ſpedito in Barcelona è 18. di Luglio 15 o 3.
L'iſteſſo officio appariſce hauer ottenuto Rainieri Calauà dal me
deſimo Rè Ferdinando, e per vin ſuo priuilegio dato in Medina del
Capo è 27. d'Ottobre 15os, ſi ſcorge eſſergli ſtato ſomigliateme
te prorogato ad vn ſuo erede, la qual gratia Poſcia dall'Impera
dore Carlo Quinto gli fu confermata in queſta guiſa. Nos verò ad
Jeruitia per vos regie coronae, g Dominis Aragonum continue prae
ſtita, debitum habentes reſpectum,g c.tenore praeſentis, de certa ſcien
tia,regiaq, auctoritate nostra,deliberatè,et conſultò praeinſertum priui
legium cum omnibus,et singulis in eo contentis, etc. approhamus, etc. e
come più ampiamente ſi vede nel diploma, dato in Bruſelles à 18.
di Settembre 152 o.
Del ſopradetto Rainieri furono fratelli Leonardo, e Paolo no
minato Miles nel ſuo teſtamento,che fè l'anno 15 o7. Tutti trè poi Negl'atti di Pis
tro di Laino.
furono
472 D E L LA DESCRITT. DI MALTA
furono figliuoli del primo Leonardo.ch hebbe per moglie Anto
nia di Bernardo Caſſar; Di Paolo rimaſe vina fuan gliuola, che mo
rì ſenza poſterità, Da Rainieri nacque vn'altro Paolo, e dall'altro
fratello Leonardo,due figliuoli nomi dequali furono Paoluccio,
e Girolamo. º, C - -

Di queſta famiglia ritrouiamo farſi mentioned vna Badeſſa del


Monitero di S. Pietro nominata
di Giacomo Bondi, nel 1515. ,ſuor
1 i
Guagliarda
I -
Calaui, in. atti -

Ha ella poſſeduto in Malta,frà gl'altripoderi,il giardino di Aayn


Kaied con le ſue terre, ſopra della sui porta ſi mira fin hoggi l'ara
me della famiglia con vna ſottoſcritta,che dice 'Limen ingrederela
tas ; Per comodità del quale hebbe Leonardo Calauà dal Signor
Gran Maeſtro de Villiers,a pena giunta in Malta la Sacra Religio
ne,certa vece d'acqua,S: alcune pezze di terra da beni del Princi
pato, per grata riconoſeenza della premura,e diuotione,che dimo
ſtrata haucua verſo il ſeruigio della Religione,quando à ſuo nome
ſi venne a prender il poſſeſſo di queſto Dominio.
In vn priuilegio antico del Rè Martino,dato nell'aſſedio di Ca
tania a 3 1. di Luglio 1 394. ſopra il perdono conceſſo a Don Ars
tale d'Alagona, ch'hauea tatto ſottrarre la detta Città dalla regia ,
diuotione, ſi fa memoria trà i ſeguaci dell'Alagona,d'vna perſona ,
congiunta d'vn Nardo Calauà, da cui per auuentura deriua queſta
caſa in Malta, già pregiatiſſima Contea di Don Artale.
L'arme ha due pali d'oro in campo ceruleo, attrauerſati da vna
banda ſimilmente d'oro, con due roſe vermiglie di ſopra, neluo
ghi,oue i pali ſono da lei crocicchiati. Vedeſi ancora in vn qua
dro antico appeſo nella Chieſa di Santa Maria di Gieſu nella No
tabile, ſopra la porta della ſacreſtia,col nome del magnifico Leo
nardo Calauà.
C A S T E L L I.
Ritrouiamo in Malta ſolo memoria d'ºn Manfredo de Caſtelli
nominato frà noſtri Cittadini principali nel 142 o. e ſi ſcorge l'ar
me di queſta famiglia nel sfronteſpitio della Chieſa di S.Agata den
tro la noſtra Città, fondata l'anno 14 17. & è vn Caſtello con tre º
torri merlate, come a punto riferiſce, che ſia quella del ramo di
Nella prima, Catania, il Zazzera diſcorredo della famiglia Caſtelli, e ſoggiugne
parte della no
4ilta d'Italia ,
eſſere d'oro il Caſtello in campo azurro; onde non meno dalla di
f83. uotione di S. Agata,anco noſtra glorioſa protettrice, che dalla ſo
miglianza dell'arme, poiiiamo quaſi affermare, che queſta, ch'al
preſente in Malta ſi troua eſtinta, dalla nobiliſſima,8 antichiſſima
di quella Cirtà fuſſe peruenuta, beche cola ancora per mancameto
- -- de
LIBR o QVA RTO, NOTITIA III: 473.
demaſchi, poco men,che non venghi annouerata fra le ſpente. De Groſſi, nei
ſco Caaaz enſe,
A Corrado de Caſtello (AMiliti fideli Capitaneo Catania) dà il decacordo,corda
3 f. 194. - “.
Duca Martino in feudo la Terra, e Caſtello della Roccella, per i Ex reg. Cancel.
ſuoi ſeruigi,nel 1393. i 1392 lit. i ſoli
I 1 l-
Iardinus de Caſtello Giudice di Meſſina nel 1271. - -
Ex tabvlar. Ec
clesiae , ci Con
- C I C A L A. ventres S. Domi
Di queſta famiglia leggiamo nelle ſcritture della Città Nicolò nici Meſame.
.-

Cicala eſſer interuenuto con altri Cittadini di conto,advn Conſi


glio dell'Vmiuerſità nell'anno 142 o, - ; -

C I P O L L A T O, - .
Giouanni,e Bendo Cipollato Giurati, quello nel 14o4 e queſto
nel 14 i 5. C I L I SN O .
Giouanni Cilino Giurato nel 14o;. & 141 6. i
-- C PH I L O N A .
, Bartolomeo Chilona Giurato nel 142 o. - . . . .
C A ºN C E L L V. - i i
Bernardo Cancellu Giurato nel 1438.
- C A S S A R 0.
- La diſcendenza di queſta caſa, ch'è molto antica in Malta,per
quanto habbiamo potuto cauare da alcune ſcritture, che ci ſono
capitate alle mani,vien originata da vn Matteo nominato Mazzo Dal teſtamento
di Toria Adona
in quei tempi, che viſſe intorno al 144o. Coſtui hebbe molti figli ca del terz'Ordi
uoli cioè Bernardo detto Nuccio, Pietro, Paolo, Antonio, Nicolò, ne de'Carneli
tani negl'atti di
Toria,Giouanna,e Smeralda, che fù moglie di Bartolomeo Xarà, Bºrdi I 5 I I. ,
nati tutti da Blandina ſua moglie. E come, che il noſtro intento Da l'atto matri
meo . v. l I 467.
in queſto luogo ſia di deſcrivere i due rami principali,e più riguar, in Notar Paolo
Bonello,
deuoli,ch hoggi nobilmente viuono nella noſtra Città, laſciando
a bella poſtagl'altri, ſoggiugneremo che Bernardo figliuol di Mat
teo ſudettopreſe per moglie Iſabella N.nel 1476.dal quale matri
amonio parimente nacq uero diuerſi figliuoli, queſti furono, Mat
teo, che fù Giurato nel 15 oo. I go4. I 5 12.& 15 16. Antonio chi
era morto nel 1513. Giouannello, Goffredo, Perna moglie di Pe
rio Sauietto, Antonia ſpoſa di Nardo Calauà, e Giouanna mona
sca nel Moniſtero di S. Pietro.
. Il ſecondo Matteo ſi fe padre di Pietro Dottor di leggi, che nel
lº 53 o fù mandato in Bruſelles Ambaſciadore all'imperador Car Fx te 2 m. Si
lo V. Di Franceſco,e di Bernardo,che fù Giurato nel 1525.marito non arris An
gira in artif
d'Imperia, figliuola d'Angarao Mamo. Lercati dez;
- Da Pietro nacque Lorenzo,che fù Giudice della Corte ciuile, e ne I 5 I 4 - , . .
- A -

iocrcò D. Pietro ſacerdote, Michele e Gio: Paolo, di Michele foro - - - t


s -è - i
no figliuoli Marco,e Lorenzo, e di Gio: Paolo.vn altro Lorenzo,
a -
- Ooo Antonio
474 D E LL A D E SCRITT, DI MALTA
Pxtap teſami
tum Pauli in Antonio figliuol del primo Bernardo, generò Paolo; queſto ad
adir Antonii
Aapa 1532,
vn altro Antonio, dal quale prouennero il Dottor Paolo Caſſar,che
fù Auditore del Sig.G.Maeſtro Garzes,e per alcuni anni appreſſo,
Aſſeſſore del Tribunale del S. Officio dell'inquiſitione; e due figli
uole,cioè Caterina, S. Antonella.
Da Paolo figliuol d'Antonio nacquero altresì Giacomo, e Per
ma moglie di Saluo Xirica del Gozo, e dall'altro Paolo Dottore, An
tonio ſimilmente dottorato nella ſcienza legale, Don Tomaſo Ca
nonico della noſtra Cattedrale, Don Gio: Ciantro,Giacomo,e Pic
tro,di cui ſono figliuoli Diego, Alfonſo,S: altri fratelli.
Dal predetto vltimo Antonio, che fù marito di Marietta vnica ,
figlia di quell'ingegnoſo Dottore Antonio Bonello,ſi generarono
Filippino marito di Vincenza Xarà Margherita moglie di Pietro,
Paolo Bonello, Martia del Dottor Paolo Xarà nel primo matrimo
nio,nel ſecondo del Dottor Cornelio Caſciar,Cleria d'Antonio Xa
rà,e Tereſa di Bartolomeo Teſtaferrata,
Ci reſta in dietro Goffredo vno de figliuoli del primo Bernardo,
Ax donat. n ,
adir Gratiani
egli fù Padre di Leonardo (di cui leggiamo eſſere ſtata moglie Aga
de Vaſſallo ta di Giouanni Vella) Albano,e Marco, e di ſei femine,cioe d'Aga
1333, ta Margherita, Eliſabetta,Caterina,A ngela,S: Iſabella. -

Ex inſtrumentº Finalmente Giouannello altro figliuolo del primo Bernardo,


venditromis que
rundam e oncri genero i ſeguenti, Albano, Michele,lſabella, 8 Anziona,che fù mo
i Giºc, glie di Giouanni Lanza Deſguanez,
Ala de an. 1536.
in attir e uſalem Hebbe queſta caſa in ogni tempo molti beni ſtabili in queſt'
de Vaſſello.
Iſola,S. In quella del Gozo, la carica di Capitano della Verga, in
-.
perſona di Michele, e Lorenzo, Padre,e figliuolo ſopradetti, e la
Giuratia della noſtra Città negl'iſteſſi,in Marco fratello di eſſo Lo
renzo in Gio: Paolo ſuo zio,S nell'wltimo Antonio, con altri offi
cij del publico, ch'hanno eſercitati. - - l

Girolamo Caſſar è ſtato famoſo ingegniere della Sacra Religio


ne, Padre di Fr.Vittorio, e del Cómendatore di Roccabruna Fr.Ga
briele,ambidue riceuuti in riguardo del Genitore nell'iſteſſa Reli
gione, cioè ueſto nella Lingua di Prouenza,e quello nel Priorato
di Caſtiglia;l vno,e l'altro per limolti ſeruigi fatti in terra, è in ma
re,non i" mai ſempre, di rederſi meriteuoli di quel grado.
In Sicilia poi di queſto cognome ritrouiamo memorie antichiſ
Fxplorat, 3.
ſime,poiche nel 1252.Bartolomeo Caſsarin Meſſina ſi rauuiſano
Manifeſt. 1. f. minato in vn publico ſtrumento, che vien riportato dal P.Maeſtro
5o Cagliola nelle ſue Manifeſtationi, Pariſio Caſſaro Barone Siracu
Abb. Pirrº No
tit. Syracuſ fol, ſano hauer fondato in quella Città vn Moniſtero di Monache,
.17e.er 2op. ſotto titolo,3 ordine di S. Benedetto.
Miſſer
LI B R o QVA RTO, NO TITI A III. 475
Miſer Petro di lu Caſaru è chiamato trà gl'altri feudatari dal Fx reg Proton,
Re Martino nel 1391 e nell'iſteſſo anno ſi legge nella regia Can I392 f. 14.
cellaria Dominus Petrus de Caſſaro de Syracusia,preſentauit ſe profeu Ex reg. 1391.
ds duobus, videlicet feudo ſeu Castro Caſari, sito in territorio Ferule, 15. Indf 176.
(& alto da Dino in territorio Syracusia. L'arme, che vſano queſti di
Malta,è vn Caſtello,ò Torre d'argento,ſopra di cui poſa vn agnel
lino, che ſoſtiene vna banderola,il tutto in campo azurro dello ſcu
do; forſe alludendo alla voce Kaſar,che nel Malteſe idioma ſigni
fica Caſtello,ò caſa forte. - - -

C A S S I A.
Caddo Caſſia è l'Aſcendente più antico,ch'habbiamo in queſta In lib.reg Can
caſa,viſſe intorno al 145o. mentre nel 1481. eravno de'Giudici cell. i 4. Inditt.
della noſtra Città ; fù di lui figliuolo Luca, che nel 1485. prendè 148o 1481 fol,
274.
per moglie Agneſe di Lenzo Barbarà; Di Luca nacque vn altro In actis Sabba
rae ſi b die º 3.
Gaddo, che viſſe nel 153 c. e di queſto ſi tiene, che fuſſe figliuolo Aprits 1485.
Gilio, è ſia Giulio Caſſia, a cui ſi dà titolo di nobile nel 1535.egli
ſi fè padre di Pietro, dal quale nacque Antonio, che generò Gio: In actis Gratia
ni de Vaſſallo.
Maria padre del Barone Giacinto ; quindi è, che in vna pietra ſo
pra il ſepolcro,ch'ha queſta famiglia nella Chieſa Cattedrale ſi lega
-
ge l'iſcrittione, che ſegue e -
,

Iulius hoc tegitur ſul duro Caſsia ſaxo, -

guem Petrus ſociat,qui tegit oſſa Patris : i 1.


Hoc quoqiſub ſaxo Antonii ſunt oſſa ſepulta,
gui iacet in gremio Patris, Auique simul.
Proauo, Auo, Patri,ſuiſq; poſteris,
Ioannes Maria Caſsia fieri iuſit Kal. Martii
Anno Domini 1 4 2 1.
Giacinto poſcia procreò Antonio,e Pietro,ch'hanno per mogli
Perna, 8 Eugenia figliuole del Dottor Paolo Anaſtaſio.
Gio: Maria Caſſia fù Giurato nel 1589. 1593. & 1594, nella ,
Notabile,e Capitano nel 159 o & i 59 1.e poſcia di nuouo eletto
all'iſteſſo officio, negl'anni ra i 3 e 1 a 14. -

Come anche più volte eſſercitò la carica di Giurato il figliuolo


Giacinto nell'wna,e l'altra Vniuerſità; e l'Auo Antonio nella No
tabile di Giurato antiano l'anno 1582 ,queſti fà Procuratore depo
ueri nella medeſima, se il primo nell'amminiſtratione del Cumulo
della Carità, ſoggetto i" pio,e che con larga mano iſtituì la .
fondatione per la predica,che ſi fa ogni domenica nella Chieſa par
rocchiale del Rabbato, 8 altri legati per honor del culto diuino.Il
medeſimo portò in caſa il feudo di Gharyexem,e Tabia,comprato
dagl'Iuguanes,come altresì l'Auo ſuo Giulio poſſedè fin del 1535.
Ooo 2. il ter
Vm a 7 r Gr.ztia
mi do V. ſ.lto, il territorio in contrada Vyed Dueli,8 il giardino Gineyna del Mi
iarro. Hebbero quei dell'iſteſſa famiglia molti altri poderi,e giar
- dini ch'al preſente godono,º in particolare quello delle due Ion
tane, che fù cambiato con l'orto di S. Antonio tal Ghimeri, per
occaſione dell'acque,che ſi ſono condotte alla Città Valletta.
Gode anche di preſente queſta famiglia l'onorato titolo di Ba
rone di Cicciano, il quale eſſendo ſtato già comprato dal Dottor
Franceſco Mego noſtro Cittadino, intorno al 15 6 o ritrouiamo,
che facendo egli vna procura per conto del medeſimo feudo, negli
atti di Bonauentura de Bonetijs nel 1569. ſi qualifica in tal guiſa.
Vti Dominusvtilis iuriſdictionis criminalis,g mixte cum mero, mix
toquè imperio,(3 gladii potestate,cognitionedi primarum,g ſecundariº
cauſarum Castri Cicciani, constituit Procuratores Commendatarium
eiuſdem Commende,g Receptorem Neapolis,quiui nominati,ºc altri
ad ratificandum quemcumqu è affi tumfi ºtum dict e iuriſdictionis cri
minalis,g adeandem exercendum iuxta formam cautelarum sg pri
uilegiorum,quasg que dicius Dominus constitueas habet, gro. Dai
lui trapaſsò detto titolo nel Capitano Gregorio Xerri, e da sucita
in vna ſua graue infermità,nò hauendo figliuoli,fù laſciata ali)oci
tor Aſcanio Surdo ſuo cugino,il quale finalmente nell'atto matri:
moniale trà Madalena ſua figliuola col predetto Giacinto Callia -
glielo diede con gl'altri effetti della dote. Il ſudetto feudo fù Prº
ma venduto da D. Vincenzo Caraffa del Duca d'Ariano a Pietro
Antonio Spinello Conte di Seminara,e poi dal Duca Carlo ſuo fi
gliuolo è Pietro Pignone di Napoli,a da queſto a Chriſtoforo Gri
maldo,che lo vendè al Dottor Mego, con l'aſſenſo regio dato in
Napoli da quel Vicerè a 12. d'Agoſto 156 o,
i Nacque dalla medeſima caſa quel famoſo Tomeo Caſſia Piloto
reale de le galee di queſta Sacra Religiose, che ſaltò quelle,e tutte
l'altre dell'armata Cattolica che lo ſeguirono in quell'infauſta ter
za giornata delle Gerbe l'anno 1 5 6 o Di lui hebbe il naſcimento
Narduccio,ò Leonardo Giurato della Valletta nel 1583, di cui fù
figliuolo Bartolomeo,Capitano del S.Officio dell'Inq uiſitione.
E più volte ſi giurato nell'iſtella Città Pietro Calia, marito di
Imperia Bonello, fondatore della cappella dedicata alla mirabiliſ.
Aſſontione della B. Vergine, nella Chieſa de Rguerendi Padri Ol
ſeruanti della Valletta, quigi, & in molti altri luoghi della Nota
bile,ſi rauuiſa l'arme della famiglia " do bipartito che nel
la deſtra contiene tre bande d'argento in campb roſſo e nella ſini,
ſtra tre ſtelle d'orolyna ſopra l'altra in campo azurro, come pari.
mente ſi ſcorge nella cappella, che fondò Gio; Maria Padre di Gia,
- - - -- e se Clil IO
ll BR O QVA RT o N O TITI A III. 477
cinto,nella Chieſa di Portoſaluo de'Reuerendi Padri Domenicani.
C A S S E R E S.
Aluaro de Caſſeres, leggiamo Giurato nel 15 18.& 1523. negl'
atti del Bondi, viene nominato A4agnificus Aluarus de Caſeres Ci
uis 44alte, egli nel 1524. fù deputato Economo, o ſia Procurato
re della Chieſa Cattedrale; nel i5 3o poſſedeua il territorio chia Negl'atti di B5
di registro i 53o
mato la Turri,ouero la Vigna di lu Baruni di la Palma, in queſt'iſo f18i.a targo.
la nella contrada ſotto la Saccaia.
C A R V A SN A ,
Perio Cartiana ſi legge negl'atti di Giacomo Sabbara eſſere ſta
to in Malta Luogotenente del regio Teſoriere di Sicilia nel 1498.
nel 15 o4. Giurato,e ſimilmente nel 1514. come ſi caua dalle pu
bliche Scritture,ed anco deſtinato Ambaſciadore al Vicerè perafº
fari dell'Iſola. Di lui fù figliuolo Simone padre d'wn altro Perio,
che ſucceſſe all'Auo nell'eredità vniuerſale per ſuo teſtamento l'
anno I 5 I 9, C V Z K E K 1.
Hà goduto anticamente l'onore queſta famiglia d'vn feudo no
bile nomato il territorio Frigenuini nella contrada del Fiddeni.
Di lui fù inueſtito dal Rè Federico,Goddo CuzKeri Malteſe per ſe,
e ſuoi legitimi eredi,diſcendenti dal ſuo corpo in perpetuo, ſotto
ricognitione d'vn paro di ſproni dorati, così leggiamo nel priuile,
Fol.96.
gio regiſtrato nelibri della regia Cancellaria di Palermo degl'anni
i 343 & 1 345. di doue per alcnne notitie mandateci cauiamo,che
nel 1513 il detto feudo era poſſeduto dagl'eredi di Donna Clara di
Stuniga, hoggi ſi troua in piedi l'iſteſſa caſa, ma non però in quel
lo ſtato primiero, tuttoche nel ſecolo paſſato habbia hauuto il
Dottor Natale Cuzkcri con qualche nome, che fù Giurato della ,
noſtra Città negl'anni 1 585.& I 589. -

- Ella moſtra deriuare dalla Grecia, poiche CuzoKeri ſuona in


quell'Idioma mano ſtroppiata: congetturiamo nientedimeno che
poſſa eſſere in Malta venuta da Calabria, e forſe col Conte Rug
giero,q uando vi paſso à ſcacciare i Saraceni, facendoſi colà men
Fol. Ios.
tione di talcognome, come ſi ſcorge nell'Abbate Pirro in vin ap E dell'Append.
pendice della Notitia Palermitana,oue in vn priuilegio del medes f475.
ſimo Conte, di certa I crra in Calabria,nò lungi da Nicotra ſi dice
Columbus filius Basilii Cuso Keri, .
- r. C A ST E L L E T TA. - - ,

- Giouanni Caſtellitta nobile Palermitano,fù il primo, che trapor


taſſe queſta famiglia nel Gczo intorno all'anno 1497. quiui preſe
per moglie Donna Imperia figliuola del nobile Andrea Nauarra ,
allora deſonto,e poſcia comprò nel I 5: 1. alcuni territorij dalla ,
-
- -
- - -
nobile
-
478 D E LL A D E SCR I TT. DI MALTA
nobile Donna Ciancia moglie di Giouanni di Viuaia cittadino
Malteſe.Mori nel Gozo il Caſtelletta,e colà giace ſepolto nella cap
pella di S. Caterina da lui fondata l'anno 153 2. dentro la Chieſa -
Matrice,oue ſi legge nel muro,di ſotto la pietra del ſepolcro (iti
cui è ſcolpita la ſua effigie) l'iſcritt.che ſiegue,có l'arme della caſa.
I 5 3 2
Hec est Sacra Domus radians fulgentibus armis,
Arma Castillettes aureas Turres habent.
Bic iacet Magnificus Io: Castelletta Ciuis Pan,
hab. Gauli 1 544. Indici ſecunda. -

Dal Gozo ſi trasferì in Malta,e s'apparentò con quella di Naua,


donde le venne il territorio di i non ſi rauuiſa ch'ella go
deſſe alcun officio in queſt'iſola prima del dominio della Sacra
Religione, perche ſtanziaua nel Gozo; Ma doppo ha ottenuti i
primi gradi, come l'altre famiglie nobili di quel tempo.
2writa lib. 4. L'origine ſua è da Catalogna,benche nella Prouenza vi ſia pu
an 1286 f.: o6.
re la medeſima famiglia,e nell'Iſtoria del Bučfiglio leggiamo, che
P. I lib. 8f3oo dal Re Giacomo fuſſe ſtato mandato in Sicilia Gilberto Caſtelletto
Caualiere Catalano; ln Raguſa nel Contado di Modica vi ſono
Caſtelletri, ſtimati per nobili, benchevn certo Autore, non eſ
ſendo Siciliano, in luogo di Raguſa, (oue ſempre ſono ſtati) Poa
ga Siracuſa, -- - -.

C A L A B A C A V O. i.

Antonio Calabachio Giurato nel 143 1. Federico, e Franceſco


ritrouiamo anche Giurati, quello nel 1467.e queſto nel 1474.
- C H I A N T A R, -

Neygo Chiantar fù Giurato nel 1455.come ſi caua da libri del


la regia Cancellaria, e nelle ſcritture della noſtra Città all'anno
15 12. ſi fa memoria d'wn Giouanni de Cantore (così era ſcritto
in Latino queſto cognome) ſe li dà quiui il titolo di nobile. o
Poſſedè queſta famiglia molti poderi in Malta,e particolarmen
te il territorio in quelle balze dell'Iſola, che ſono eſpoſte al mezzo
giorno,ende ſortirono il medeſimo nome di Gebel cioè Monte di
Chiantar; S'eſtinſe vn ramo,ch'era il principale,nò ſono molt anni
nel Dottor Federico Chiantar; quindi venuta tutta l'eredità di Ma
rio ſuo padre e dell'Auolo Federico nella ſorella Girolama,queſta ,
poi ordinò, che fuſſe impiegata nella fondatione d'wn Moniſtero
per le fanciulle del medeſimo cognome, iſtituendone erede vni
uerſale la venerabile Confraternità della Carità, con l'iſteſſo peſo.
Ma per le difficultà incontrate,fù finalmente dal Sommo Pontefi:
CC applicata la rendita, che importa più di ſcudi 4oo, ogn'anno,al

Religioſo
L I B R o QvA RT o, N o TITI A III. 47,
Religioſo Moniſtero di S. Maria Madalena ,
Vſa per arme queſta Caſa d'vno ſcudo diuiſo,nella cui parte ſu
periore ſi vede vin aureo leone rampante ad vn melarancio in
campo vermiglio,ed in quella di ſotto tre bande d'oro ſopra il ce
leſtino, C V M B O,
Si è dilatata in Malta queſta famiglia in più rami, 8 apparenta
ta con le principali dell'Iſola,ou'è ſtata,ò è padrona di molti pode
ri. Giouanni Cumbo,che viſſe ſul cominciamento del ſecolo paſs
ſato fù Padre di Giacomo,e queſto dvn altro Giouanni del Dottor
Agoſtino Cumbo famoſo criminaliſta, d'Imperia moglie di Man
fredo Pace, e di Vincenzo, che rimaſe minore, dal ſecondo Giouá
ni prouenne di nuouo Giacomo genitore del Dottor Giouanni,da
cui preſa per moglie Cornelia figliuola d'Vgolino Nauarra vltima
di quella caſa, nacquero diuerſi figliuoli, e tra gl'altri due maſchi,
l'vno de'quali nominato Vgolino mori ſenza poſterità, l'altro per
rauuiuare l'eſtinta ſchiatta materna,ſi fe chiamare Cumbo Na
uarra,che generò vn altro Vgolino ſolo deſtinato all'eredità pater
na,non hauendo egli altri fratelli. -

Dal Dott. Agoſtino hebbero la figliuolanza Paolo, Giulio,Gio


uannella,e Cateriua,e da queſti, e da Giouanni, e Giacomo ſudetti
l'vno figliuolo, è il ſecondo nipote del primo Giacomo,ſono ve
nuti gl'altri diſcendenti di queſto ramo,
Da quello di Pietro Cumbo, che nel 1514, fece acquiſto per
via di compra da Ingurerra di Naua, della metà del territorio no
minato li Marniſi, dandola poſcia nel 1 5 33. donatione propter nup
sias (per valerci delle proprie parole della ſcrittura) nobili Salue
Cumbo eius filio, diſceſero moltaltri di queſta caſa ; ella participò
dell'officio di Giurato, in perſona di Giulio Cumbo nel 1525. e
poi di quello di Capitano in vn'altro Agoſtino, e diuerſi honore
uoli carichi ſoliti darſi a principali cittadini, a -

L'Aſcédente più antico in Malta ritrouiamo nelle ſcritture, che


ci ſono capitate, eſſere vn Errigo Cibo,di cui erano fratelli Rug
giero,S. Andrea,al primo de'quali laſciò egli l'eredità nel ſuo teſta
mento che fà in atti di Paolo Bonello l'anno 1467, quiui ſi dice,
“che il ſecondo haueſſe quattro figliuoli cioè a dire Simone, Fran
ceſco, Matteo,e Giouanni,e ſe queſto per auuentura fuſſe l'iſteſſo,
che di ſopra dicemmo eſſere ſtato Auolo del Dottor Agoſtino Ci
bo, potreſimo affermare, che il padre d Errigo (che per lo calcolo
noſtro viſſe nel ſecolo del mille,e trecento) ſia il tronco, 3 origine
di tutti i ſopradetti. - - -

Di talcognome leggiamo eſſerui caſato nella Città di Reggio


di
48o , DEL LA D E SCR I TT. DI MALTA
di Calabria; Ramondo Cumbo fù ſecretario del Duca Martino,
(che fù poi Rè d'Aragona, 8 indi di Sicilia) apparendo molti pri
uilegi nella Cancellarla di Palermo, e lettere nell'officio del Proto
notare, ne'quali ſi fa memoria d'eſſere ſtati per mano ſua ſpediti e
per addurnevn eſempio,l'Infante Martino Duca predetto,vende
# " certe ville, e nello ſtrumento ſi dice,ch'è fatto per manus Raymun
it. i ". di de Cumbis Notarii,(3 Secretarii Domini 1 nfantis o . !
tergo, Notaro Pietro de Cumbis ſi ritroua pure Secretario dello ſteſſo:
Ex regiſtro an. Duca in Sicilia a 3 o.di Marzo del 1393.béche ancora viueſſe Ra
giº º mondo Secretario; Neil Notariato congiunto col titolo di Secre
tario derogaua punto alla qualità della perſona, poiche ſeruiua per
comodità ſolo del Principe, dando quella facoltà al Secretario per
poter ſeruire in tal azione, ſenza che v'interbeniſſe l'opera d'altro
miniſtro, come ſi vſa anco al preſente in alcune Corti ſupreme ».
Il Duca, e Re Martino dopò quella gran ribellione in Sicilia,man
Fx recasse darono Ambaſciadore al Rè d'Aragona a chieder ſoccorſo, Moſº
giº ſen AAiguel de Cumbu, così lo appella nella lettera lo ſteſſo Duca ,
- ſpeditagli di credenza. - - - - - - ,

Finalmente l'arme di queſti di Malta, come ſi vedevſata da loro


in diuerſi luoghi della Città,8 in vn ſigillo,ò ſia impròte del Dot
tor Agoſtino Cumbo, ch'habbiamo veduto nel teſtamento di Di
Pancratio Michallef Arcidiacono nel 1579. è vn certo nodo, è
groppo azurro,in campo d'argento - i -

- , . i C A T A L A N O. - ;

Aimuccio Catalano poſſedeua anticamente vn tenimento di


terre in feudo nel Gozo in contrada di S.Coſmo,per la di cui mor
te ſeguita ſenza laſciar figliuoli, ſi riunirono quei beni alla regia e
Corte; Indi dal Rè Federico furono conceſſi ad vn Errigo de Oſa,
& àſuoi diſcedenti ſott'obligo di ſertigio militare, come nel libro
F.252. del 1 3 64. nella regia Cancelleria ſi rauuiſa. - - ºa

Pirr, in N'otit, 9: Andrea Catalano Malteſe fù proueduto da Papa Paolo II nel

cige 1467, della dignità d’Arcidiacono della Catedrale di Catania.


- . Nel 1288. ritrouiamo 34agister Albericus de Catalano Procura
Fx rg ai torrrgie Curie, nel Regno di Napoli al tem po del Rè Carlo primo:
rimi in Sicilia , in ci
2 . º
ji I 284. e dell'iſteſſo cognome in Siracuſa ( Ego Orlandus Catalanas Cano
- -
---

- -
- -- - --

do -
- -

- -,
-

". ll. nicus Syracaſ, nus) ſi ſottoſcriue nel 1 39o. iA .


Ex reg.Cancell. :
fi i , r. - ” i a- r
C A L A V I a
R 1r So I.
a r .
- º o i ,
-
e

- Franceſco Calauiriſi è ſtato Giurato della noſtra Città nel 1462.


- º 2 - C o G L I T V R I
Negl'atti di Giacomo Bondi ſi fa memoria del nobile Matteo
Coglituri Prefetto delle fabbriche della medeſima Città nelDelie
l- - -
1527. - - -
LIBIR Oi Qy A RTO NOTITI Ai III, asi
, i giº) , D. E L I A , io .
e Di Matteo Deliev'è memoria nel volume depriuilegi dell'Iſola
all'anno 1433. che fuſſe ſtato Giudice in Malta, Schaueſſe con l
interuenire, autenticato il tranſonto d'vn certo Priuilegio,ch'allo
raſi fè ad iſtanzia de'Giurati, - -

i i E P A 3 C iO: p p , ) : - - -

--- - -

Giouanni d'Epiſcopu fù Giurato nel 13o3, º


F A L S o N E. ,
! La famiglia Falſone, è Fauzone per abbondanza de'beni, con
ceſſione di feudi,
pre di pregio trà 8le amminiſtratione d'offici
primarie dell'Iſola, principali,è ſtata, ſemè
percioche, - ,

d Antonio Falſone dal Re Martino ottiene il tenimento di ter


re nominato Diar Chandul in Malta per ſe, e ſuoi ſucceſſori in “In reg. Cancell.
perpetuo, con peſo di pagar ogn'anno alla regia Corte ſei oncie di fI lio.an. 1399.
- -

2 l .

cenſo, come nel priuilegio ſpeditogli in Catania a 19. di Luglio


nel 1399. ſirauuiſa; fù poſcia comprato il territorio dal Sig.Gran In att.de Bone
tijff 899.
Maeſtro Valletta nel 1567. ' !
Il medeſimo,ò altro Antonio, come marito di Caterina, ch'era,
In lib reg.Can
ſucceduta nel feudo d'oncie dodeci ſopra la regia Secrezia a Pietro cell.f35o.
Vaccaro ſuo padre figliuol d'Angelo, che n'hebbe l'inueſtitura ,
a 21.d'Agoſto 14o 8.poſſedè il detto feudo per alcuni anni, poſcia In lib. reg.Can
“lo diede in dote a Lorenzo ſuo figliuolo, che ne fù inueſtito a 5.di cell. an. I 5o6.
Marzo 15o6. - - - -

Morto Lorenzo gli ſuccedè Antonello, parimente figliuolo,che


ne preſe l'inueſtitura à 18. Gennaro 152 o.Indi peruenne in Saluo
Falſone figliuol d'Antonio,che non ſappiamo ſe fuſſe il medeſimo
Antonello predetto, il quale Saluo venendo a morte nel 1566. i
lui ſottétra Caterina ſua ſorella, moglie allora di Gio: Carlo d'Auo In lib, bull.Ca
la,che come di lei marito n'hebbe l'inueſtitura dal Sig. G. Maeſtro cell ſi b die 8.
Valletta, e così paſsò il feudo in quell'altra famiglia. -a Septemb. 1566,
In vn conſiglio de'noſtri Cittadini nel 142 o.v'interuengono,
con altri principali, Antonio,Guglielmo,e Pino Falſone.
Antonio eſſendo Giudice,vien mandato Ambaſciadore cô Gio:
di Mazara al Rè Alfonſo nel 1458. nella cui real ſpeditione data .
nel Caſtello di Napoli a 1 1. di Marzo di quell'anno, ſono chiamati
come ſegue. Nuperrimè autem per nobiles, (9 fideles nostros Ioan
nem de AAazara Meliten. (gr Iudicem Antonium de Falſono ipsius
Ciuitatis Meliueti Ambaſciatores Maiestati nostra ſupplicatum ex
titit, grc. - -

Antonio fù Giurato nel 146 1.


Pietro anche Giurato nel 1477. 1487.& 1492.
- Ppp Andrea
ass DELLA D'Esc Ri TT. Di MAIIgTA
Andrea Dottor di leggi, ch'era ſtato più volte Giudice della
Corte Capitaneale) vien richieſto non meno per la ſua peritia che
integrità a nome publico, perche fuſſe dal vicerè deputato ad eſ
. ... ſercitardi ſteſſa carica nel i 494. lf e ti
" Don Michele Falſone canonico di queſta Cattedrale, fu Vica
In ali, l'abbata
rio del Veſcouo Valguarnera in tutta la Dioceſi di Malta nel 149 5
E nel 1498. ritrouiamo nella Dignità d’Arcidiacono D.Nico
lò Falſone parimente Vicario generale, -

Antonio Giurato, ndl 15 14 Saluo non ſolamente Giurato nel


i 595.ma Capitano nel 15 3.Antonio di Giacomo Giurato l'iteſ
1 ani, Bondi ſo anno. Michele Giurato nel 1515, Capitano nel 1523, e Vicei
miraglio nel 153 i. Ambrogio Capitano nel 1518.& a 523. Pietro
1 ai sinſºn Capitano nel 1526.Saluo, Falſone compra in Palermo da Gio: di
º Naua il i" gran fontana nel 1 ; i 3,come in atti di Aloi
ſio di S. Lucia ſottoli 4. di Maggio di quell'anno. rr 3 )

. Queſta famiglia, cioè la principale, che riſiede nella Città Nora


bile,e diuiſa in due rami,l'vno porta per arne come vin certo ſtru
mento,ch'hà ſembianza d'alcuno " ſi fa per adattarſi a cono
ſcere ſe vn angolo ſia retto,egle aureo in capo vermiglio, ſi rati
- - - uiſa nella Chieſa Cattedrale ſopra la cappella dell'Angelo Cuſtode
vnita con l'arme de Vagnoli, è in molti altri luoghi, l'altro vſa
- -
dell'iſteſſa non però ſemplicemente ma con due role.vna per parte
di detto ſtrumento, a cui ſouraſta vna croce ſimilmente d'oro, cd
me ſi vede nella cappella dedicata alla Beata Vergine della Conſo
latione dentro la Chieſa degl'Agoſtiniani, è in vin quadro antico
appeſo in quella di Santa Maria di Giesù nella Notabile, ſopra
la porta della ſacreſtia, ma quiui la croce, e le roſe ſono d'ar
gento. i - - - -

FA L CA, O FA L CO.
eap.po.
E ſtata nobile e di molta ſtima queſta Caſa in Malta ſi crede che
ſia per origine,Catalana, yenendo mentouata nell'iſtoria de'Conti
di Barcelona; di lei appariſce hauer eſercitato la carica di Giurato
Marciano Falca nel 1433. Antonio fù altresì Giurato nel 1453.
in º restare 1475. 1479.& 148 1. che per ragion della moglie Ventura, poſſe
dè il giardino, e podere di Aayn Cullia, come ſi caua dal di lei teſta
1. a.canti º fatto nel 1486. -
Vn altro Antonio prendè per moglie Anziona figlia di Giaco
mo Angarao Deſguanez nel I 5 12,
Hoggi ſi troua affatto eſtinta in queſt'Iſola, ſolo ſi conſerua il
nome in vina diroccata Torre, che ſi dice di Falca,fabbricata ,
dagl'Antenati di eſſa famiglia, cue poſſedeuano quei territori
che
LIBR o qyART o, NoTITIA III Ass.
che ſono alle falde di detta Torre; oſcuro auanzo dell'antico loro
ſplendore. e a
-
- -

L'arme de'medeſimi ancor hoggi ſi vede nel quadro dell'altare


eretto ad honor di S. Michele Arcangelo nella Chieſa Cattedrale :
conſiſte in vino ſcudo col campo d'argento, dentro del quale è ſi
tuato vn'altro d'oro ch'hà ſembianza di Targa, ma tiene la parte
acuta,è inferiore volta all'insù,in mezzo di cui è vn ſegno appi
to come vin l maiuſculo nero,
- - F A L C O N E, - -

- Antonio di Falcone Giurato nel 14ez,


F A N A T O. - -

Dal Rè Federico, come in ſue lettere patenti regiſtrate nella re


gia Cancellaria
à ſuoi l'anno 1 il347.
credi in perpetuo fù conceduto
territorio Muſebela in
Bonfiglio
contradaFanato, & anno
di Pietra Nellif. 172,
di quel
lunga,ſotto il ſerugio militare d'vn Baleſtriere da farſi alla regia ,
Corte.
F L A V A V E N 7 O. -

Negl'atti di Giacomo Sabbara ritrouiamo farſi mentione del


nobile Bartolomeo Flauauento, ch'era regio Falconiere in queſti
Iſole nell'anno 1486. -

FANTI NO , O IN FANTI NO . -

Antonio Infantino, nel 15 o7, vien proueduto della carica di


cuſtode della porta del Gozo,come ſi legge nel ſuo real priuilegio
dato nel Caſtello nuouo di Napoli a 3 o.d'Aprile dell'anno ſudetto;
per la di lui morte hebbe poſcia l'officio Franceſco ſuo figliuolo,e
dianzi nel 1 5 o 1.i'iſteſſo Rè con ſue lettere date nella Città di Gra
nata,e dirizzate al Vicerè Glo: de la Nuza, hauea ordinato, che a
faceſſe dare ad Antonio Fantino del Gozo il territorio ta Xicora
in dettIſola,ſotto annuo cenſo. Porque, (dice il Re.) nossiruiò mu
cho tiempo andado en nueſtras galeras en compañia de A4 oſſen Alua
re de Naua,) en la guerra de Calabria,) otras partes; il che hauendo
eſſeguito, con ordinare al ſecreto di Malta, e del Gozo Gio:di Gue
uara,che gli ne doueſſe far dare il poſſeſſo per lui, e ſuoi ſucceſſori f:
in perpetuo, il medeſimo Règli conferma la detta conceſſione, 3 stuoi isoa.
à maggior ſua cautela, dona di nuouo detto territorio, con obligo
di pagar alla regia Corte vn oncia moneta Siciliana di cenſo ogn'
anno, leggendoſi nel priuilegio ſottoſcritto di propria mano, le ſe
guenti parole. Nos verò meritissct ſcruitiis vestris cansideratis, que
quidemfile digno, vt accepimus teſtimonio, diuersimode maieſtati no
ſtrae praſitis tùm in triremibus, ſei, galeis noſiris , tam etiam in - .

-- --- Ppp 2
- - Inſula
484 D E L LA D E SCR I TT. DI MALTA
Inſula Gerbarum,g alias, vnde post maxima damna,(3 laboresim
menſos perſone vestra lesionem ferè irremediabilem reportatis ſuppli
cationi huiuſmodi benignè inclinati,etc.de noſtra certa ſcietia deliberatè
conſultò promisionem prainſertam, g c. confirmamus ad maioris gratia
cumulum; territorium nominatam ta Xicora appellatum,(3 vestris in
perpetuum de nouo concedimus, grc. e come più largamente appari
Pſecuteriato in ſce in detto priuilegio dato in Medina del Campo a di 27.di Mar
Palermo a 5. di zo I 5 o4. - -

Giugno 15o4.
Negl'atti del
Bondi,
Il medeſimo Antonio ritrouiamo eſercitare la carica di ſopra
intendente alle fabbriche del Caſtello S. Angelo, quando in eſſo s'
ergeua la Torre ſopra le porte nel 1 2 3. Padre d'Antonio fù Gu
glielmo Infantino,vno de'Giudici del Gozo nel 1497. e per auué
tura figliuolo d'vn altro Antonio, che vueua in quell'iſola nell'an
no 14; 6. Morì il ſecondo Antonio nel 154o, nel quale feil ſuo
teſtamento negl'atti di Lorenzo de Apapis laſciado crede vniuer
ſale il ſopradetto Franceſco ſuo figliuolo ; Guglielmo Auo di que
ſto hebbe altri figlie trà gl'altri,i maſchi ſeguéti,cioè Pietro, Pao
lo,Franceſco, Luigi, e Saluo padre di Franceſco, di cui fù figliuola ,
Mattea madre del Dottor Gio: Luca Macedonia,
Che poi queſta famiglia habbia fedelmente ſeruito al Rè Catto
Mib. 4. cap. 18, lico nelle Gerbe ne fa fede Zurita nel quinto volume dell'anno
Lib.ood.cap.35,
i soo. & 15 o 1, dicendo, che Luis Infantin (queſti era fratello di
Antonio, nati ambidue da Guglielmo) per conſiglio del quale ſi
gouernaua il Xech di quell'Iſola,haueſſe quiui fatta lunga dimo
ra,con diſegno di procurar il ſuo ritorno all'Vbidienza, e diuotio
ne regia, anzi che in quel trattato,egli con tre mori fuſſe ſtato dal
Xech mandato per oſtaggio al Gran Capitano,acciò maggiorme
te haueſſe applicato l'animo per ſoccorrerlo contra l'armata del Rè
Nel cap.35:
di Tuniſi, I en esto entendiò (ecco le parole di Zurita) de parte del
Key, y del Gran Capitan, Luis Infantin,que residiò por esta cauſa al
gun tiempo en la Isla de los Gerbesi) por gran istancia del X eque parti
do el Gran Capitan con ſu armada a la empreſa del Turco,fa è embiado
a los Gerbes el Cemendador Hernando de Valdes, paraque entendeſſe
la diſposicion,que auria, para apoderarſe de aquella Isla,3 c.
Hoggi viuono alcuni di queſta famiglia in Malta, nel Gozo fù
l'vltimo, che morì nell'età noſtra, Don Angelo Infantino ſacerdo
te virtuoſo,e pio, che fondò vna rendita per ſuſſidio delle doti di
bouere Vergine le ſue parenti in perpetuo.
Piº. del 14e3. Nell'officio del Protonotario in Palermo, ritrouiamo eſſere ſta
di aoi. to inuiato dal Rè Martino ſtando in Sardegna Cola d'Infantinu ad
vn ſuo ſecretario, dianzi deſtinato in Sicilia, con importante amba
ſceria. Gatto
lI BR o QvA RT o NoTITI A III, 41;
G A T T O,
Nobiliſſima, non meno, ch'antica è ſtata in Malta queſta Caſa,
ricca di feudi,e d'altri beni ſtabili, come altresì adorna di principa
li cariche,e titoli denotanti la ſua maggioranza, eſſendo che Cic
co, à ſia Franceſco Gatto ritrouandoſi Caſtellano del Caſtello di
Malta, vacante allora il feudo di Deyr el Binet per eſtintione in.
queſt'Iſola della famiglia Baua, fù dal Rè Ludouico onorato di
detto feudo per lui,e ſuoi legittimi eredi diſcedeti da eſſo, come ſi
legge nel pruilegio ſpeditogli in Meſſina a 4. di Gennaro 135o.
Sotto il medeſimo giorno eſſo Rè priuilegiando l'iſteſſo Cicco,
e Lanza ſuo figliuolo, con le ſeguenti parole, Considerante fidem
puram, é deuotionem sinceram,quas Chiccus Gattus Castellanus Ca
stri Inſula Meliueti, (3 Lancea Gattus filius eius fideles nostri er
ga Maieſtatem noſtranº teſſerunt, è gerunt ſatisfideliter, 3 deuotè;
nec non grata obſequta per eos culmini nostre prestita animo indefeſſo,
(gr que prestant adpreſens, 8 prestare poterunt in futurum,auctore
Dominº gratiora,que remuneratione maxima digna ſunt, concede
loro,c à el'eredi in perpetuo l'eſſentione da i pagamenti per tutto
il Regno, che ſi doueſſero alla regia Corte,ne più ne meno, come
ſe fuſſero Cittadini Meſſineſi, Il qual priuilegie fù poſcia per vin
altro confermato,e conceduto di nuouo dal Rè Federico alla di
manda del ſudetto Lanza,nominandolo come ſiegue. Notum fie
ri volumus vniuersi,tam praeſentibus,quam futuris.quòd /udex La
cea de Gatto de Meliueto, familiaris, g; fidelis noster prasſens coram
nostrae Maieſtatis aſpettu contulit, gr praeſentauit Curiae nostra e
quoddam priuilegium, etc. Sereniſsimi Principis Domini L udouici dićti
Regni Regis Illustris chariſsimi fratris noſtri bon, memor. & c. la cui
data fù in Malta,ritrouandoſi quiui in perſona il detto Rè? 12, di
Nouembre del 1 372.cócedendogli parimente,e per la linea dedi
ſcendenti da lui il feudo di Deyr il Binet, ch'era vacato per morte
di Cicco ſuo padre, ſotto feruigio dvn cauallo,come ſirauuiſa an
cora per vin altro ſuo realdiploma dato pure in Malta ſotto il me
deſimo giorno. Di queſto Lanza Gatto ſi fa memoria in publica
ſcrittura,S: atti di Notaro Nicolò Cardaro ſotto i 2. d'Agoſto del
medeſimo anno, ou'ènominato regio Prepoſito di queſt'Iſole,
Doppo la di lui morte, ſuccedè nel feudo Franceſco Gatto ſuo
figliuolo, e ne fù inueſtito dal Rè Martino in Catania a 14. di Fe
braio 1397. e nell'iſteſſo giorno l'vno e l'altro Martino Regi d'Ara
gona,e di Sicilia gli donarono per lui,e ſuoi eredi legittimamente
diſcendenti dal ſuo corpo,il feudo della Chimiſia,iure Francorum,
ſotto il militar ſeruigio del cauallo,còfermandogli la sonº"
Q 112
ass DELLA D EscRITT. DI MALTA:
ò ſia approuatione di detto feudo a ſuo fauore fatta da D. Gugliel
mo Ramondo di Moncata,in tempo,ch'era con giuſto titolo poſ
ſeſſore di Malta, narrando Fräceſco, che i ſuoi Antenati anco pri
ma erano ſtati padroni di detto feudo; ma che per le turbolenze e
delle guerre fin allora occorſe in Malta, ſi erano caſualmente per
duti i primilegi de ſuoi predeceſſori, inſieme con altri beni, e rob
be,che per forza, Artale d'Alagona con le ſue,hauea fatto trapor
tare dentro il Caſtello, 8 iui ritenere violentemente, occupa
te in poter di lui , allora ribelle. Viene Franceſco in queſto pri
uilegio nominato in tal modo, cioè Praſens in Curia noſtra dilecius
Algozirius,et Consiliarius familiaris,et fidelis noſter Franciſcus Gattusº
de Ciuitate AAeliueti Miles. La qual inueſtitura, e nuoua conceſ
ſione,ſi dice farſi in riguardo dei grati,8: accetti ſeruigi da lui fat
ti alle loro Maeſtà,praeſertim nouiter in recuperatione diciae Ciuita
tis AAeliueti,in qua perſonam ſuam multis exponendo periculis impaui
de laborateit,quae praſtat ad praeſens,etc.e come più largamente ap
pariſce in detto priuilegio ſpedito in Catania a 14. di Feb, 1397.
Pochi anni appreſſo il medeſimo Franceſco hauendo (oltre le
due già dette baronie) quella ancora di Bucane, che gli appartes,
neua come marito di Paola de Caſtelli (originata al parer noſtro, i
dalla famiglia Murina,per eſſere ſtato donato queſto feudo l'anno,
1372.dal Rè Federico a Guglielmo Murina Malteſe) e non ritro
uandoſi hauer figliuoli maſchi, ma ſolamete vna femmina; otten
ne gratia dal predetto Rè Martino di poter laſciare li feudi nel mo.
do infraſcritto, cioè che venendo a morte ſenza figli legittimame
te diſcendenti dal ſuo corpo, poteſſe donare anco nell'eſtremo di
ſua vita,advn fratello,ò ad altri ſuoi conſanguinei diſcendenti da
ſuoi padre,e madre li due feudi, come di ſopra hauuti da ſuoi pro
genitori, è da loro acquiſtati : e che il feudo di Bucane dotale della
moglie,haueſſe ella facoltà (in caſo di morte parimente ſenza ere
di dal corpo ſuo) di laſciare sì al marito, come à quei della paren
tela diſcendenti da ſuoi genitori,ò à quelli della di lui ſtirpe, ſeco
do più diſteſamente ſi legge nel priuilegio ſpedito in Catania l'anº,
no 14o4. à 1 5. d'Aprile, nel quale in tal guiſa vien egli qualifica:
to,e nominato, cioè Pra ſentis itaq; priuilegiſerie notum fieri volu-.
mus tam preſentibus,quam futuri, quod ad humilem ſupplicationem
per dile&ium Consiliarium noſtrum Franciſcum Gattum de Inſula,
AAeliueti militem, noſtris culminibus indefačtam,nouiler aſſerentemſe:
vnicam duintaxat habere filiam de eius corpore legitimè deſcendente,etc.
La quale vinica figliuola,chhauea nome Imperia, fù collocata ,
in matrimonio cd Antonio Deſguanez, e tra gl'altri figliuoli eſse
-
-
dogli
ALIB Ro Qy A Rrro, NoTITI A III asy
dogli nate vno che ſi chiamò Fräceſco,fù queſti dall'Auò Fräceſco : " º
Gatto iſtituito nel ſuo teſtamento erede particolare nel feudo della i"-
Chimiſia, con eſpreſſo parto, e conditione (acciò non veniſſe a
eſtinguerſi in tutto il proprio cognome) ch'egli doueſſe portare
guello di Gatto con Deſguanez inſiememente e l'arme; onde poi
per molti anni appreſſo, i diſcendenti, e ſucceſſori da lui,vſarono il
cognome de Gatt'Inguanes,e l'arme vnite dell'Vma, e l'altra caſa ,
ſecondo ſi rauuiſa in più luoghi della Città. -- - - --
Paſſarono in tal modo li tre feudi nella famiglia Deſguanez,du
de quali ella fin hoggi gode,cioè Bucane,e Deyril Binet; e l'altro
della Chimiſia,eſſendo peruenuto a Döna Perna figliuola del pre
detto Franceſco Gatt Inguanes,entrò nella caſa Gueuara per il di
lei matrimonio (come crediamo) con Matteo di queſto cognome,
che lo ritrouiamo chiamato Barone di eſſo feudo nel 1516. po
ſcia nella famiglia Bell'homo di Siracuſa, per eſſerſi indi con Per
ma ammogliato Coſmo Bell'homo intorno all'anno 152 6 doppo
ch'ella era ſtata anche prima cóſorte d'Ortenſio Spatafora,appreſſo
- - - -

in quella d'Inbò; e finalmente comprato dal Sig.Gran Maeſtro de


Paula, fù dal medeſimo applicato alla ſua fondatione di galee. “
Il dianzi nominato Franceſco Gatto milite, padre d'Imperia, fù
creato Capitano di Malta, e Gozo per lo ſpatio di cinque anni, co
me ſi dimoſtra per la ſua prouiſione data in Palermo a re d'Otto
bre del 14o 3. Nel 14 17. egli fondò la Chieſa di S. Agata dentro la
noſtra Città, col ricco beneficio di Giuſpadronato da ſeruirſi per
tre Canonici della Cattedrale nell'obligo di celebraruiſivna meſſa
in ogni giorno vicendeuolmente, convolere, che la nominatione
dei tre Canonici ſpettaſſe ad Imperia ſua figliuola,Scerede, 8 agl'
eredi di lei in perpetuo; hoggi però vien ſeruita da vm Beneficia
to,che ſi deputa a preſentatione dei padroni. Viſſe queſto France
ſco fin doppo l'anno 143 1.nel quale fù dal Rè Alfonſo con proui,
ſione data in Barcelona a 17. d'Aprile creato la ſeconda volta Ca
pitano di Malta,quando egli in ſeruigio di quella Maeſtà,e della ſua zaris ton s
regia Claſſe fece alle ſue proprie ſpeſe armare vna ben ſpedita gas º
lea. Nel 1419. l'iſteſſo eſercitò l'officio di Giurato,e nell'anno ap
Preſſo del 142 o, fù eletto dal Conſiglio della Città (nominandolo
nobilis miles) in compagnia di Ludouico de Plozaſco, acciò è no
me, e per parte di tutta l'Vniuerſità di Malta chiedeſſe dal regio
Commiſſario, allora venuto in queſt'iſola alcune coſe, che riguar
dauano il publico intereſſe del Popolo. - - -- - - -- - - - -
l

Cerardo Gatto leggiamo Giurato l'anno 14o4.8 14o7.il qua


le ſtimiamo ſia ſtato fratello di Franceſco, e di cui, benche non ſi
: i eſprima
488 D'EL L A D E SCRITT, DI MALTA
eſprima il nome ſi fa mentione nel predetto priuilegio di poter dif.
Porre dei feudi dato appunto nell'iſteſſo anno 14o4. -

L'arme finalmente di queſta caſa (come anche in tant'altri luo


ghi della noſtra Città) ſi vagheggia in bella,e nobil forma nel giar
dino di S. Giacomo in Vyed, e Rumi in vna gran pietra di mar
mo ou'è lo ſcudo,ò targa triangolare inchinata, 8 adorna d'vn ci
miero chiuſo, che poſa ſopra vin angolo di lei, dentro alla quale ſo
no,dieci pani,ò palle diſpoſte in modo,che formano anch'eſſe vino
triangolo,allogate col ſeguente ordine di quattro, tre,due, & vna, -

le quali tutte ſono d'oro in campo azurro,


G V E VA R A,
Queſta non fù in Malta, e nella noſtra Città men nobile, S&illu
ſtre della precedente oue habitò e fiorì quaſi per due ſecoli,ammi
niſtrando cariche,godendo feudi,3 altre entrate,eda pparentando
con diuerſe delle noſtre antiche,e principali caſe.
- Hebbe ella origine,e diſcendenza da quella nobiliſſima dei Si
gnori Conti d'Ariano in queſta guiſa. Hauendo il Rè Alfonſo per -

Ex Capibreuio alcuni biſogni della Corona venduti a Diego di Gueuarà Conte ,


Inſul. Melita»
go Gauli. d'Ariano gl'offici di Caſtellano, e delle due ſecrezie di Malta,e del
Gozo,il feudo di Aayn toffecha, S: altri beni feudali, e diritti regij
per certo prezzo di danaro, con facoltà però di potergli rihauere »
er l'iſteſſo valore ogni volta, e quando fuſſe ſtato ſuo ſeruigic;
e ſtimando dipoi il Rè Gio: ſuo fratello, e ſucceſſore nel Regno,
à quello ſeguirſi da ciò notabile pregiuditio; anzi c5feſſandoſi te
nuto è tutta ſua poſſa di procurarne la reintegratione al patrimo
nio reale;per non ritorgli però allora c& ſeccagine,hauuto riguar
do al molto merito del Conte,ch'haueua ſcruito fortemente al Rè
Alfonſo, 3 in particolare nell'acquiſto del Regno di Napoli, 8 è
ſeruigi fatti alla ſua real perſona, e che attualmente andaua facen
do al Rè Ferdinando ſuo nipote,gli concede, e commette le rendi
te,e feudi inſieme con gl'officii,che poſſedeua in Malta per lo ſpa
º -- - -
rio però ſolamente di due anni, e non più, in modo, che quelli ſpi
rati s'intendeſſero deuoluti alla regia Corte, come à lei ſpettanti, e
In reg. Cancell.
nella maniera, che più largamente ſi contiene in vn ſuo priuilegio
lib.an. 146ofol.
2 23,
dato nella Villa di Fraga a 15.di Nouembre 146 o, eſecutoriatoia
Palermo a 24. di Gennaro 146 1.
Morto Diego, è come leggiamo in alcune ſcritture Eneco di
Gueuara quaſi appunto ſul fine del biennio, ſi reintegrarono
detti offici, feudi,e beni alla regia Corte, ma non dimeno dal Rè
liberaliſimamente ſi ridonarono a beneplacito della real dignità a
Giouanni di Gueuara, per auuentura figliuolo di Diego, 8 in tal
- - forma
LIBR o QyART o, NoTITI A III. 48,
forma ſeguì non ſolamente, che in detta famiglia ſi continuaſſero
per alcuni anni eſſecariche, 8 anco la Baglia di queſt'iſola, con li
feudi,fino che poſcia ritornarono alla regia diſpoſitione; Ma ch'
ella volentieri fermaſſe in Malta la ſua dimora,e ſortiſſe la noſtra ,
cittadinanza col concorrere agl'offici dell'Vmuerſità, come gl'
altri nobili, e perciò ritrouiamo.
Che Inico di Gueuara godeſſe la Caſtellania nel 1446. fino,che
v'entrò Guttiere di Naua auanti l'anno del 1469. Triſtano fuſſe ,
Giurato nel 1466. e Capitano nel 1469. Antonio Giurato nel
1478. Giouanni Capitano nel 1479. Torres Capitano nel 148 r.
Giouanni Secreto nel 1485. Carlo Capitano nel 1487. Giouanni
Capitano nel 1499. Antonio Secreto nel 1 5 13. Matteo Capitano
nel 1 5 16,eſſendo allora Barone della Chimiſia,come leggiamo nei
l'atti di Giacomo Bondì nel 15 17. Antonio di Gueuara ottiene
dall'Imperatore Carlo Quinto confermatione dell'officio di Se
creto di Malta, con l'ampliatione per vn erede, come nel priuilegio
ſpedito in Bruſelles, a 22.di Decembre 15 i 9 E finalmèce nel 1528.
vn figliuolo di Giouanni di Gueuara eſercitaua la carica di Ba
glio,che per via d'impegno era ſtata poſſeduta dal padre. - i
Continuarono anche gl'huomini della medeſima famiglia è go
deregl'honori,8 i primi gradi in Malta ſotto il felice dominio del
la Sacra Religione, dalla quale, e dai Signori Gran Maeſtri noſtri
Principi furono ſempre amati, 8 hauuti in pregio grandemente
fino à Don Pietro di Gueuara, in cui,(morendo ſul fine del ſecola
paſſato) ſi eſtinſe in queſta patria il ſuo chiariſſimo cognome, re
ſtando nientedimeno in Siracuſa nel ſuo ſplendore vn altro ramo
colà da Malta alquanti anni prima traſmigrato. -

L'arme dei Gueuara,ſi vede particolarmente affiſſa nella caſa,


che la famiglia haueua nella Città, non lungi dalla Chieſa di S.
Agata,e nella Vittorioſa al fronteſpitio di quella di Santa Maria di
Monſerrat inſieme con l'arme Deſguanezicò vna memoria di ſot
to,dell'anno 1462. G K V G N O, - . -

Franceſco Grugno eſſendo regio Falconiere in Malta ottenne,


dal Rè Ferdinando in riguardo de ſuoi meriti, non ſolo conferma
tione d'wn orto,ò giardino noninato il grande nella contrada dell'
Imbaccari, che il Vicerè gli haueua conceſſo in vita, ma anco l'
eſtenſione ad vn erede,ſotto però annuale cenſo,ò tributo, come ſi
appaleſa dal priuilegio ſpedito nella Città d'Aſtorga a 15. di Mag
gio del 1so, la qual gratia poſcia dal medeſimo Rè hauuta con -
- - - - -
-

ſideratione, come quiui ſi dice, Ad grata quidem acceptaquè ſer


- ---

uitia per vos Franciſcum lo Grugno, nobis diuersimodè, C praes


- Q9 q ſertime
49 o D E LL A D E SCR I TT. DI MALTA
ſertim in aucupio, alendſque, gr ah Inſula praedicta, g Regno
Sicilie gerendis ad nosaccipitribus, siuefalconibus,non abſq, magnola
bore,g, diſpendio, vitaeq; periculo, C aſsiduis trans fretationibus prae,
stita,ampliori quippe gratia, g munere digna; gli fù prorogata per i
ſuoi eredi,e ſucceſſori a fauor de'q uali haueſſe voluto diſporre, ſot
to l'iſteſſo peſo di pagar ogn'anno alla regia Corte il cenſo, e come
ſi vede eſpreſſo nel priuilegio dato in Monzon à 12. di Maggio
15 1o nel quale vien lui chiamato dilectus noster Franciſcus lo Gru
gno de Ciuitate,g Inſula Meliueti Alumnus, (g Auceps noster.
In oltre l'anno 15 14. poſſedendo Franceſco l'officio di regio
Maſſaro nel Gozo,il predetto Rè Ferdinando li concede di poter
lo laſciare ad vn ſuo erede, sì in vita, come nel punto di ſua morte,
purche fuſſe figliuolo, genero,ò nipote fù dato il priuilegio in Se
gouia à 3 o di Giugno dell'anno ſopradetto, -

E perche negl'offici di Falconiere, e Maſſaro regio morto po


ſcia Franceſco ſudetto, era ſucceduto Antonio ſuo figliuolo, mo
rendo parimente queſto nel 152 c. furono dall'Imperadore Carlo,
e Giouanna Reina madre,conceduti a Bartolomeo ſuo fratello ci
le ſeguenti parole, che ſi leggono nel priuilegio dato in Vormatia
à 24. di Decembre 152 e cioè a dire. Cum in praeſentiarum apud
Curiam nostram vacent officia Falconerii nostri, 3 Maſſari, in Ci
uitate,et Inſula Meliueti obitu quondam Antonii Grugno illorum vl.
timi,et immediati poſſoris ; Conflentes admodum defide,ſufficientia,
et legalitate,animiquè probitate vetri diletti Bartholomei Grugno eius
fratris; nec non attendente ad plurimum grata, et accepta ſeruitia
quondam Franciſci Grugno Patris vestri,Catholico Domino Regi Fer
dinando Patri, Auo,et immediato praedeceſſori nostro glorioſae memo
riae continue praestita, in quorum aliqualem recompenſam,ipſe memo
rata ºfficia a praefata Catholica A4aiestate habens,de dićta Inſula, et

Tegno Siciliae ad Hiſpaniam, tanquam eius Falconerius pluries, non


sine maximo laboreet periculo falcones tranſuexit, et tranſportauit, de
eiſdom officiis in vos prouidere decreuimus, tenore igitur praeſentis, etc.
officia praedista Falconerii noſtri, et AAaſſari in Ciuitate, et Inſula
Meliueti,praedito, vel alio quouis modo vacantia, vobis eidem Bar,
tholomeo Grugno concedimus, etc. - - - -

Hebbe anco queſta famiglia il feudo di Pietra lunga poſto in.


Malta,lo qual poſſedeua nel 1513. detto Franceſco, come n'hab
biamo notitia per alcune ſcritture mandateci da Sicilia, e negl'
d'ub de 9, Feb, atti di Giacomo Bondì ſi rauuiſa, che la magnifica Imperia ve
15 17e
doua di Franceſco Grugno, come tutrice de ſuoi figliuoli affit
taſſe l'iſteſſo feudo. - - - -

--- - - - i ' Ne
LIBR o QVA R.To, NoTITI A III. 49 ,
Ne pur fù eſcluſa dall'onore d'eſercitar i primi carichi dell'Iſo
la,venendo Franceſco nominato nelle ſcritture della noſtra Città
Magnificus Franciſcus Grugno regius Capitaneus, nel 1 5 12. 8 nel la volun.priui
legior.
15 17, ſi fà mentione di lui negl'atti di Bondì leggendoſi quiui,
AAagnificus Franciſcus Grugno Ciais Melite,e nell'anno medeſimo
anco d'Antonio nobilis Antonius Grugno Ciuis AAelita, e di Bartolo In atti ſelua
gi de Via.
meo altresì nel 1542. AAagnificus Vir Bartholomeus Grugno Ciuis
AAelita - -

Finalmente l'arme di queſta famiglia, che contiene tre capi di


cinghiale d'oro, in campo vermiglio habbiamo già veduto in vn
" dentro la Chieſa Cattedrale alcuni anni ſono; hoggi ella
i ritroua tra l'altre partite da Malta, per il Regno di Sicilia, oue a
ſtanzia nella Città di Terranoua. - - .

G O M E A .
Lanza Gomez hebbe in feudo due tenimenti di terra ſituati in
Malta per lui, e ſuoi legittimi eredi diſcendenti dal ſuo corpo,ſotto
il conſueto ſeruigio militare come ſi legge nella regia Cancelleria,
e negl'atti di Giacomo Bondì, Antonio Gomez Teſoriere della a Lib.del 1374.
Città all'anno 152 o, Pietro Gomez Giurato nel 1526.
A A BICA, CAA78/CA, O XA BICA . - - .
Così variamente è ſtato ſcritto il cognome di queſta nobilta - - - - - -
- - -- -

miglia, che in Malta fù mai ſempre in molta riputatione fino, che --


-

ſi eſtinſe ; Di lei leggiamo nobile cittadino di Palermo all'anno


In appendice
1392. Manfredo de Habica;benche nel Pirri venghi ſcritto Habi. fol. 468,
ta per errore come crediamo dello ſtampatore.
Degl'huomini della medeſima, che in diuerſi " amminiſtra
rono carichi, 8 officijdella Città ritrouiamo famoſi gl'infraſcritti,
cioè Giacomo Giurato nel 1428. di lui faſſi anche mentione in
vn priuilegie del Rè Alfonſo,dato nel 1443.Ma egli è quiui ſcrit
to Giacomo Fabica ad vſo de Spagnuoli di ſeruirſi del F per H, è Terent. 'caur.
lib de Orthogr.
pure come diſſevn Grammatico, H in multis ſucceſsit littere Fnam
veteres, quod Fordeum, fadus, Fariolus dicebant; Recentiores Hor
deum, Hoedus, Hariolus pronunciarunt; & vn altro, Haba antiquis,
nostris Faha ditta, - - :

Giouanni Capitano della noſtra Città nel 1455. Giorgio pure


Capitano nel 1462. Pietro Giurato nell'iſteſſo anno. Gio: Giur.nel
i 464.Giorgio Giur.nel 1453. & 1467. poſcia Capit. nel 147 1.33
1475. Gio: Giurato nel 1474.1478. & 1479. Manfredo Ambaſc.
al Rè Alfonſo nel 1455 e da quella Maeſtà fù egli creato Capitano
della noſtra Città, come ſi caua dalla regia prouiſione, ch'ottenne
data nel Caſtello nuouo di Napoli al 1 di Settemb. di quell'anno.
Q9 q 2 L'iſteſſo
49. DE LL A D Esc RITT. DI MALTA
L'iſteſſo Manfredo, è altro è ſtato Giurato nel 1492. 8. 15 o 3.
L'arme che ſi ritroua poſta in diuerſi luoghi publici della no
ſtra Città,è vno ſcudo di campo vermiglio, che lo diuidono è tra
uerſo due bande d'oro, con certi pani dell'iſteſſo metallo, che da'
Franceſi s'appellano baſani frapoſti nei tre ſpatij del campo, cioè
- a o º
-
in quel di mezzo tre e negl'altri due, vno per ciaſcheduno.
-
I N G VA N E S, o D E SG VA N E CA S.
Nel ſecondo modo ritrouiamo ſcritto il cognome di queſta fa
miglia in vn priuilegio del Rè Alfonſo dato l'anno 1442. benche
in altre ſcritture per lo più venghi nominata d'Inguanes, à Deſ
guanez. Ella ſenza i" fin da quel ſecolo appariſce eſſere ſtata
non meno ricca,che nobile,e di grande autorità in Malta, come
ne danno chiara teſtimonianza il vederſi fin hoggi l'arme ſua po
ſta in diuerſi luoghi publici eziandio ſopra vna Porta della Città,
e l'hauer hauuta più volte competenza con l'iſteſſa Vnuerſità per
occaſione d'alcune pretenſioni tanto in Sicilia, quanto in Iſpagna
preſſo li Sereniſſimi Regi, da quali fà ſempre mai pregiata, e fauo
rita, come da più priuilegi,e regie lettere, ben ſi comprende.
La ſua diſcendenza, ed origine è da Catalogna, dal luogo de Pa
nades, oue la caſa de ſuoi maggiori poſſedè vn feudo nominato
Ortigos, di cui ſi legge hauer diſpoſto Antonio Deſguanechs nel
Megl'atti d'An ſuo teſtamento,ò codicillo fatto nell'anno 1457. - - - - - - -

gelo di Manuele
Queſti è il più antico Barone della famiglia in Malta, di cui
e -
ritrouiamo farſi mentione nelle publiche ſcritture; Fù egli dello
ſtato de'Militi, 8 eletto Capitano della noſtra Città nel 1428. co
me per prodiſione data in Catania a 1 a. di Luglio ſi rauuiſa, 3 in
vn altra regia del 1429. confermato per due anni, indi è ſtato di
nuouo nel 1433. e poi nel 1437. & i 44 2. fatto Capitano, è ap
reſſo hebbe l'iſteſſo carico Geraldo ſuo figliuolo nominato altri
mente Angaraldo. -

Godè la di lui caſa l'honore dell'albergo,che vi fà il Rè Alfonſo,


quando in queſt'Iſola approdò con la ſua armata,ritornando vit
torioſo da Barberia l'anno 1432. onde in riguardo deſeruigi fatti
à quella Maeſtà,ella lo gratificò dell'orto, e podere nominato la .
Saccaia,poſto quaſi ſotto le mura della Città, ſenza verun obligo,
ne ricognitione alcuna, come ſi legge nel priuilegio originale, che
ci è capitato alle mani, ſpeditogli l'anno 1442. preſſo a Candiolo
nell'eſercito a 25. d'Ottobre con queſte parole. San è attendentes
merita sincere deuotionis,et fidei deuoti nostri Antoniº Deſguamechs mi
litis,Capitanei Ciuitatis,(º Inſi, le AAeliueti,nec non grata plurimilm
fruciuoſa, utilia,g acceptaſeruttia per eundem Antonium A4aiestati
- - nostra
LIBR o QvA RT o, NoTITI A III, 49,
noſtra prestita,g impenſa,queuèprastat ad preſens, (3 prestiturum,
ipſum de bono in meliusſperamus,ex quibus, maiore nostra gratia , gr
prerogatiua dignum,g benemeritum reputamus tenore preſentis, (e c.
Nell'anno 1446, vien Antonio chiamato dal medeſimo Rè Ala
fonſo in vin ſuo real ordine miles de Inſula nostra Aeliuetana, Do
micellus familiari,g fidelis noster,gc. Fù padrone di diuerſi feudi,
e nauigli, e particolarméte d'vna galea, come ſi narra in detto ſuo
Etiam ex litte
codicillo del 1457, e dal medeſimo ſi caua, ch'egli fuſſe ſtato de ris patetibur da
putato Capitano d'armi in Malta, - - -- - - - - - tir Panormi 2o.
Hebbe per moglie Imperia della nobil famiglia de'Gatti,figlia ſºdartij. 1448.
uola di Franceſco, dal quale matrimonio nacquero Goffredo,Guº
glielmo, Angaraldo,Don Lanza,che fù Arcidiacono della noſtra a
Cattedrale,e Franceſco; queſto dall'Auo materno Franceſco Gatto - si
fù iſtituito nel feudo della Chimiſia,pur che doueſſe prender il co
nome,e l'arme de Gatti, come altroue ſi è detto nel diſcorſo di
quella famiglia. Angaraldo fù iſtituito da ſuoi Genitori Antonio,
& Imperia nelli feudi di Deyr il Binet, Budac, e Bucane. D. Lan
za nel territorio del Mugiarro,giardino di Deyr,e Safou'è hoggi
il Boſchetto, e nel feudo di Gharyezem. Goffredo finalmente nel
territorio della Saccaia,in otto potteghe ſituate all'entrare nella ſe
conda porta,doppo la principale della Città & in altri beni ſtabili.
Hebbero queſti vna ſorella,ch'hauea nome Clara, la quale eſſen
do ſtata in primo luogo moglie di Triſtano di Gueuara, che morì
ſenza laſciar figliuoli, fù poſcia maritata con vn genrilhuomo di
caſa Stuniga, che ſtimiamo haueſſe nome Ferrante, Viceammira
glio in Malta nel 1494. -
-

Le inueſtiture in più volte preſe de i ſudetti feudi da Antonio,


Deſguanez,e Franceſco ſuo figliuolo ſi veggono regiſtrate nei li
bri della regia Cancellaria à gl'anni 1478. I 479. 148o.& i 5 o4.
Il feudo di Ghariexem entrò in queſta famiglia per compra,che
ne fè Antonio da Stefano lo Blundo, in cui ſucceſſe poi l'Arcidia
cono Don Lanza Deſguanez. -

Nel 15 13. ritrouiamo,che Donna Imperia Deſguanez moglie


d'Antonio di Naro compraſſe il feudo di Aayn toffecha da Gio
uanni Gueuara ſenza licenza però del Principe, il che crediamo,
fuſſe cagione perche poſcia ſi riuniſſe alla regia Corte.
In quanto a gl'offici, e carichi eſercitati da gl'huomini della ,
medeſima famiglia,leggiamo, che Franceſco ſia ſtato Giurato nel
1449. Goffredo anche Giurato nel 1469, Antonio Gatt Deſºua
nez Giurato nel 1473. Goffredo Capitano nel 1478. Li medeſimi
Goffredo,S. Antonio Giurati in diuerſi anni fino al 1482.Antonio
Lanza
494 DELLA DES CR I TT. DI MALTA
Lanza nel 1492, Galcerano nel 1512.Giacomo Angaraldo ſimil
mente Giurato nel 15o 5. 1 5 1 1. 1 5 13.& 15 15.e nel I 5 12. eſſen
dovno de Giurati vien mandato dall'Vniuerſità di Malta (nomi
nandolo Barone di Bucane,) Ambaſciadore al Vicerè di Sicilia.
L'iſteſſo Giacomo nel 1514. fù deſtinato dal Vicerè Conte di
Monteleone per ſuo Nunzio, 8 Ambaſciadore all'Iſola delle Ger
be,per trattare col Xech coſe appartenenti al real ſeruigio, Custo
dia,ò tutela del Regno (come ſi dice nelle iſtruttioni,) e di queſt'Iſo
la ancora, con ordine altresì di paſſarſene fino alla Goletta, ſe biſoi
nato fuſſe, come il tutto ſi caua da vna lettera,ch'eſſo Vicerè ſcriſ
ſe allora a Ceſare di Gioeni Capitano d'armi in Malta ſotto li 1 6.di
Settembre di quell'anno regiſtrata nell'Archiuio de Giurati, com
mettendogli i farlo ſubito condurre in vna fuſta à quella volta.
fu elis Bond?
Martino Inguanes fù Vicecaſtellano nel 152o. Martino Gatt
Inguanes Giurato nel 1519.Antonio Capitano nel 1528.& 1 529.
e i 53 1. fa il corſo con vna ſua galeotta armata.
Il primo Antonio in vn priuilegio del Rè Alfonſo del 1447.
oue ſi dice pro parte fidelis nostri Antonii de Inguanes militis Ciuis Ci
uitatis.g Inſule Meliueti, conſeguiſce la confermatione d'vn ſito,
che gli era ſtato dato da Giurati nell'entrarla porta principale del
la Città,allato ad vn altro ſuo,e doue cominciato hauea à farui fa
bricare certe potteghe, con obligo però di tirar vin muro,ò barba,
cane alle ſue proprie ſpeſe, nel quale perciò facciamo congettura
ch'eſſendoſi aperta la porta intermedia alla prima e terza della Cit
tà ſi poneſſe l'arme della caſa Inguanes,quiui ſotto allo ſcudo rea
le,& alla ſiniſtra di quello della medeſima Città. In mezzo de'qua:
li ſi rauuiſa vn Iſtrittione à lettere quaſi gotiche da noi (per mol
to,che ci fuſiimo ingegnati per leggerle) non penetrate per ritrar
ne almeno il ſentimento, eſſendo tutte corroſe dal tempo, diuiſia
mobensì, che la memoria colà della ſudetta confermatione, con
l'adempimento della fabbrica di quel muro barbacane, (ch'hoggi
corrotta la voce nel medeſimo luogo,bartcana ſi noma) vi ſi rac
chiudeſſe: appariſce il detto priuilegio eſſere ſtato decretato nell'
eſercito reale appreſſo a Montepulciano a 22.d'Ottobre di dettan
no 1447. -

L'arme di queſta famiglia,(la quale tuttauia dimora nella noſtra


Città,)godendo li due feudi di Bucane,e Deyr il Binet còtiene tre
onde,ò pali d'oro ſerpeggianti in campo vermiglio, S. vm aq uila -
ſopra il cimiero, da cui pende il cingolo militare, ſcorgeſi in vna »
loro cappella contigua,Scaperta con la Chieſa Cattedrale, ſopra -
vna delle porte della Città, nel fronteſpitio di due caſe º" lII lº
LIBR o QVA RT o N o TITI A III. 49;
ſima famiglia, 3 in diuerſi altri luoghi.
L I C A T A.
Frabimeo de Licata Giurato nel 14o4. Franchino pure Giura
to nel 1419.142 o & 1433. Vituzzo regio Secreto in Malta intor
no all'anno 1458. Habbiamo anco memoria di queſta famiglia ,
Per vn beneficio di Iuſpadronato, il cui titolo, è ta Licata.
L A V R E R I. -

Tomeo Laureri fù Giurato nel 14o 4, Di Franchino ſi fa men


tione nelle ſcritture della Città al 142 o. e ne libri della Cancella
ria di Palermo di Coſtanzo Laureri Giurato di Malta al 143o.
Franceſco Giurato nel 1475. 147 8. & 1479. Morì nel 1 5 o 1. co
me appariſce dall'inuentario de ſuoi beni,fatto in quell'anno a 2 1.
di Marzo,oue ſe gli dà titolo di nobile negl'atti di Giulio Cumbo,
affermandoſi quiui, che laſciaſſe due ſole figliuole, cioè Donna ,
Francia moglie di Matteo Vaſſallo,e Donna Agata di Franceſco
Allegretto. Franchino Ambaſciadore al Vicerè nel 147 s. eſſendo
vno de'Giurati, Michele Giurato al 15 o 5. E Nicolò parimente e
Giurato, 8 Ambaſciadore al Vicerè nel 1527.
- LA I M O, o A L A 1 M O,
Giouanni leggiamo eſſere ſtato Giurato nel 148o. e Pietro Giu
rato nel Gozo,mandato Ambaſciadore con quello di Malta al Vi
cerè nel 1 5 12. Di tal cognome ci viene ſuggerita notitia, che ſia
ſtato in Sicilia Antonio d'Alaimo di Calatagirone, il quale ribella
toſi con la patria dal Rè Martino, ritornaſſe, con la medeſima alla i"
- - -1 - - - - ſº, .A, an. I392,
- N - 1 - - - - -- -

regia diuotione,e fede; Comandò perciò il Rè,che ſi reſtituiſſe ad fi 18,


Antonio vn territorio,S: vna caſa, ch'haueua in Catania, così ſcri
ue a Corrado Caſtelli Capitano a di 29, di Decembre 1393. -

( «i i M E S S I N A. º - a

Berto di Meſſina vien mentouato frà gl'altri principali Cittadi


ni, che interuennero advn Conſiglio dell'Vniuerſità l'anno 14 2 o.
Fù poſcia Giurato della noſtra Città nel 143 1, Antonio di Melli
nafù figliuolo di Bartolomeo, s'ammogliò con Donna Violante 3 m aai cantur
Vella nel 1527.e fondò la cappella del Saluadore dentro la Chieſa
dell'Annuntiata de Reuerendi Padri Domenicani nella Città Vit
torioſa,ou'egli è ſtato Giurato,e morì ſenza laſciar figliuoli,
Nel Gozò fù anche Giurato vn altro dell'iſteſſo nome nel 146 a
L'arme ſi vede nella detta cappella d'wn leone rampante,mezzo -
dall'insù nero, se il reſto d'ero, con vna palla dell'iſteſſo metallo
nelle zampe in campo vermiglio,e d'argento. -
----- 14 - - E - R L O -

- Filippo Merlo ſi legge eſſere ſtato Secreto in M.lta l'anno 14 o.


- - - A1 oma
496 DELLA DESCRITT, DI MALTA
AM O M P A L A V , -

Vol 4 all'anno Hà origine queſta famiglia da Catalogna,oue ancora Zurita af.


a 467 f 155. ferma eſſer vina Villa è Terra importante di tal nome, fù ella delle
nobili,e primarie anticamente nel Gozo, quiui ſi vede l'arme nel
la Cappella di S. Lucia, di cui n'hà il Iuſpadronato dentro la Chie
ſa Matrice; Racchiude lo ſcudo in mezzo,vna torretta coronata ,
& all'intorno cinque ſcudetti quarteati, de'quali i quarti più pre
giati ſono d'argento, gl'altri di color nero,trauerſati però da vma e
faſcia pure d'argento, s .

In quell'Iſola in vna publica iſcrittione poſta ſopra la gran fon


tana ſi fa memoria di Pietro Mompalaì allora vino de'Giurati re
gnando il Cattolico Rè Ferdinando, Se ne paſsò doppo in Malta
doue parimente ha goduti i primi gradi della Città, e fatti paren
tadi eziandio in Sicilia, con altre famiglie nobili, 3 in Siracuſa -
dal 14oo. in 15oo. hà eſercitati offici, che ſi dauano ſolo a nobiº
li,come ſi legge nell'archiuio di quella Città, -,
Nel 15o 3.leggiamo Giurato Franceſco Mompalaì,& Antonio -

nel 1542.
Continuò però nel Gozo la ſua ſtanza il ramo quiui rimaſto,ſi
no quaſi a i tempi, che quel Caſtello fu deuaſtato da Turchi nel
1551.eſſendouiſtato prima Teſoriere,e poſcia Capitano Galcerai
no nel 1542.queſto fu figlio del ſudetto Pietro, e l'adre di Garzia,
che fù Giurato della noſtra Città nel 1586. & i 96. º i
Ne'tempi più rimoti,leggiamo in vn priuilegio ſpedito l'anno
1 374.nell'aſſedio di Catania,a fauore d Artale Alagona,che d'ordi
ne del Rè Martino Emanuele di Mompalaì regio Conſigliere eſe
preſſamente delegato, inueſtiſſe la ſeconda volta l'Alagona dello
itato,e Contea di Malta, benche da indi a poco ne fuſſe di nuouo
Priuato, con e altroue n'habbiamo diſcorſo. I
AA. A 4 A K. 4. re e , i
Se queſta famiglia, ch'è ſtata in Malta di molto credito e poſſºnº
za,non meno in riguardo dei beni, e ricchezze, che vi ha poſſe:
duto, che dei primi honori, e carichi ch'hà eſſercitati corriſponder
ti all'antica ſua nobiltà, ſia in queſt'iſola venuta ne più rimoritº
i d'altronde, che dalla Sicilia, fin hora non ſi sà di certo,ritrouans
doſi vn Franceſco di Mazara in Modica ſegnato per teſtimonio in
in a 7.AT.oº. Rc
ghi 5 patale, la o
vna publica ſcrittura nel 1378. vn Giacomo di Mazara Milite fot
da Cae, toſcritto in vsa conceſſione fatta da Bernardo Cabrera primo C6:
te di quella caſà, Petro de Celestri familiari dileio, ºc. Giouanni,
e Cataldo anche in Modica nel 14o9. il primo Giurato, l'altro
Arx tefans. Pe
tri de Cek Tras. genero di Pietro Celeſtre ſilice, e cognato di quel Pietro primo
- - -
- Barone
L I B R o QVA RTO, NO TITI A III. 497
Barone di Santa Croce, e Strategò di Meſſina . -

Onde ci baſterà ſolo intanto, che la noſtra Città ſi vanti d'ha


uerla hauuta frà le nobili della ſua Cittadinanza per tanti anni, e
che quella ch'hoggi viue nell'iſteſſo grado in Siracuſa, Modica, e
Scicli,habbia per ceppo, e tronco vn qualificato noſtro cittadino,
come molt altre, ch'habitano in quel Regno; Però tralaſciando
queſto punto dell'origine, a chi in breue à bello ſtudio, ne douerà
diſcorrere,ce ne paſſaremo al primo aſcedente in Malta,di cui tut
ti gl'altri della Sicilia ſono generoſi rampolli.
Queſti fù Simone di Mazara ; di lui ſi dimoſtrano le ſeguenti
memorie. La prima è, che Guglielmo Bellomo caualiere Siracuſa
no,fà riceuuta al noſtro Simone(nominandoſi nella ſcrittura, no
bilis Miles Simon de Mazara,)& al magnifico Guglielmo di Mon
tagnano Sig. di Marſala,
ueuano malleuato d'oncie ſeicento
al Magnifico, d'oro,
e potente nelleBernardo
Signor ha; 4
quali eſſiGio- 2.zºſaA.
-

uanni di Cabrera Conte di Modica, vºo-. A ea ºen -


La ſeconda è d'un atto di donatione irreuocabile di tutti i ſuoi “º”
beni,che fe Donna Francia, vedoua di Ludouico de Plozaſo à Si- -

mone di Mazara in Malta, prendendolo per marito l'anno 1429. "


Era lei Malteſe figliuola di Giacomo Pellegrino allora defonto,e di pe. Nei vico
Margherita
urgnerita d'Aragona, quindi paſso
gona; quindi paſsò in virtù di qu
irtu di queſt'atto nellaº-. ſfalco
" Panorm.
caſa Mazara il luſpadronato del Beneficio nominato de Mazari, º Nº ºst
hoggi di valore poco men di 4oo. ſcudi di rendita, ch'hauea fon
dato il ſudetto Ludouico, è Aloiſio primo marito di D. Francia.
La terza è d'vna nobiliſſima ſcrittura fatta in Palermo (oue Si
mone ben ſpeſſo ſi conferiua per occaſione de ſuoi affari)nel 1434.
per la quale egli dà per marito Piergiouanni ſuo figliuolo,natogli
dalla Sig.Beatrice ſua prima moglie, allora defonta, a Donna Mar
gherita del Carretto, figliuola di Giouanni,e ſorella di Federico Ba
rone di Rachalmuto,hoggi Contea,eſſendouiſtati preſenti per te
ſtimoni il Vicerè,8 altri Signori qualificati,frà i quali due fratelli
di Pietro d'Aragona Barone d'Auola,zij dello ſpoſo. Era Gio: figli
uol di Matteo del Carretto,e di Leonora Pellegrino,ſorella di Fra
cia ſeconda moglie di Simone, Fà la dote a Piergiouannidata d'
oncie ottocento d'oro,ſmiſurata in quei tempi, e coſiſtente in mol
tiſſimi beni de Signori Carretti apportati loro in queſt'Iſola, dalla
predetta Leonora,quando fù maritata con Matteo,trattato dal Rè
Martinº con titolo di Marcheſe di Sauona, cºme ſi legge in vna "i i"
lettera ſcrittagli da Catania nel 1392 a 5. di Febraio. "
L'vltima ſcrittura di Simone, è il ſuo teſtaméro,che fece in Mal Negl'atti d'An
ta l'anno 145 o,à 2 o.di Settemb.oue chiama ſe ſteſſo Ego Simon de geº e aaa
R rr Mazara “
e, 3 DELLA DESCRITT. DI MALTA
Mazara Miles Ciuitatis Malte iacens in letto, e c. che fù aperto è
19.d'Ottobre di quell'anno, ſi legge quiui.guidam Magnificus Si
mon de Mazara Ailes, Ciuis Ciuitatis A4 alta,g c. Il qual teſtamé
to fù poſcia tranſontato negl'atti d'Ingomez di Brancato Notaro
Malteſe ad iſtazia del Magnifico Simone di Mazara, nipote per via
di figlio del teſtatore, chiamato quiui cittadino di Malta l'anno
1484. à 22.di Decembre, -

. Laſcia Simone tre figliuoli legittimi, e naturali cò molti beni in


Malta, 8 in Sicilia nel Contado di Modica,e groſſe ſomme di dana
ri douutegli dal Conte di Modica,S altresì dal Barone d'Auola al
lora Perio della caſa d'Aragona, per ragion di dote della di lui (co
me ſi crede) ſorella Beatrice, ſua moglie.
- I trè figliuoli ſcritti, con queſt'ordine nominati,erano Perigio
uanni,Giouanni,e Cataldo;à queſto ammogliato in Modica laſcia
- º tutti i beni del Contado, Narra hauer haunto tre mogli; Donna
Garita la terza, ch'à lui ſoprauiſſe,di queſta non ſappiamo la caſa ,
- ne di lei hebbe figliuoli. La ſeconda Donna Francia della quale º
ne meno laſciò ſucceſſione. La prima moglie fà Beatrice, figliuola
(ſecondo le probabili congetture, che ſi hanno ) di Giouanni d'
i": Aragona Barone d'Auola, di cui è ſtato Audlo Qrládo figliuol na:
i turale del Rè Federico Secondo Il Padre di Giouanni chiamodi
74 Gioannuzzo generato da Rolando,ò ſia Orlando ſudetto.
Pirribidem, r Nacquero da Giouanni,tenuto Padre della noſtra Beatrice altre
\
due fimmine,e cinque maſchi il primogenito fù Perio,ò Pietro la
A, madre di fusiºni donna ſcioltº e tutti furonº dal Rºlºgi
ri" mati, come riferiſce Pirro,nelluogo dianzi citato. Da Perio poi di
º" ſceſero quelle Signore Beatrice, Seantoniich apparentaronº con
Auguri 4o3. - - - - - T-.-1. -.-.- -, - -. - - 1 - -

ii la nobiliſſima Caſa Tagliattia prendendo i ſucceſſori con li ſtati


il cognome d'Aragona ed i dg
Conferma altresì la diſcedenza, è figliuolanza della noſtra Bea:
trice,moglie di Simone di Mazara dal ſopradetto Giouanni Barat
ne d'Auola, che maritandoſivna loro nipote, chhaueta lo ſteſſº
nome di Beatrice, figlia di Perigionanni, con Orlando d'Aragona
figliuolo ( a quel che ſi conchiude) d'vno di quei cinque maſchi,
ſtimato fratello della medeſima noſtra Beatrice, vinteruene la diſº
Penſatione apoſtolici commeſſº ad Antonio d'Alagoma Veſtono
di Malta e da lui eſeguita, come ſi riuniſ, per ſue lettere direin si
- racuſa a 4. di Luglio 1475, ſopra l'impedimento del terzo, e fº -
condo grado di parentela. -

Benche Simone haueſſe caſe fornite in Malta, Siracuſa,e Modi


ca,egli non dimeno vien chiamato da Malta,anco da ſe medeſimo,
- -
-
I 'i- CO Ilì C
- - -
- -
L 1B R o QVA RT o No TITI A III. 499
come nel teſtamento, oltre che la caſa di Siracuſa ſembra, che fiſſè
dotale di Beatrice, mentre colà ſi afferma, che confinaua con vna
di Filippo d'Aragona,e l'altra, che laſciata a Cataldo ſuo figlio ha
bicatore di Modica,ſi ſoggiugne quiui in detto teſtamento, che ».
gliela daua come eſſo Tettatore la ſoleua tenere, quando ego tesia
tor dego in ipſa 7 erra A4ohac; ſembianza di parlare più toſto dvno,
che vandaſſe talora a tratteneruiſi per facende, che vi haucua,con
occaſione de beni,ò per auuentura dell'amicitia col Conte, che in
ſua patria,ò ferma dimora,che queſta era quella di Malta, talmen
te propria, che nella noſtra Città vera vna ſtrada, che ſi nomaua -
ruga delli Mazari come dall'antiche ſcritture ſi pruoua. a
- Ma paſſiamo a figliuoli di Simone. Perigiouarni caſato come ſi
diſſe con Donna Margherita del Carretto, ſi rimaſe in Malta,oue
anco morì: laſciò due figlie Donna Beatrice, che fà maritata con
il 2.Orlando d'Aragona,e Donna Iſabella, che fù moglie di Gioua
ni di Naua noſtro Caſtellano,come appariſce dal teſtamento d'am
bidue in atti di Notaro Gratiano de V aſſallo a di primo di Nouen «

bre 1487. - - -
-
- - -
- --
-
- -
-
-
º
- -
,
-
-

i Giouanni l'altro figlio di Simone, preſe per moglie in Malta Bea


trice figliuola del primo Antonio Deſguanechs,ed Imperia Gatto -
Signora delle Baronie di Bucane, e Deyr il Binet; ſi dimoſtra ciò
dal teſtamento di Simone. Stanziò egli molto tempo in Modica a
oue il padre gli hauea laſciato Burgilfez predio, ch'ancor hoggi è
in poter de'fuoi ſucceſſori; morì,e laſciò Simone ſecondo, come ſi
legge nel ſuo teſtamento,ch'è in mano di Don Antonio Mazara
in Siracuſa. - - Ex adia vatri

a Simone ſecondo s'ammogliò nel Caſtel Vrſino con D.Marghe mon. apud D.
Anto: in una.
rita di Naua,e procreò Giouanni ſecòdo, queſti fù marito di Don Fx tesº m. pe
nè, eunaem.
na Paola Gatt Inguanes in Malta,oue tuttauia dimorauano; fù lo
ro figliuolo Perio, ch'hebbe per moglie in Siracuſa D,Clara d'Ara
gona,figlia di D.Paolo d'Aragona,di cui fà padre Orlando 2.ema
dre Beatrice di Mazara e del Carretto, però vi biſognò diſperſitio
ne Pontificia di terzo in quarto grado, come fà l'altra di ſecondo
in terzo. -
Da Perio e D. Clara nacquero Giouanni 3. S. Antonio,queſto è
fepellito nella cappella de Mazari in Siracuſa, nella Chieſa di San.
Rranceſco, ſcrittoui ſopra, Don Antonius de A4azara, g di Arago
na, con l'arme di Mazara inquartata con quelle d'Aragona, e di Neel'atti d'A-
gathe al 1533.
Sueuia. Il ſudetto Perio, con occaſione del matrimonio di Don Perio vien no
“naClara,fù il primo che laſciaſſe dall'intutto Malta, e Modica,e paſ domicilia,
m to di alteſe
o n ,
r

Siraci ſi.
-ſaſſe ad abitare di fermo, nella detta Città di Siracuſa,oue ſubito ſù
- - --- lº -- Rr1 2. - poſto
5oo D E LL A D E SCRITT. DI MALTA'
poſto nella maſtra,ò buſſolo de gentilhuomini,e fatto Giurato,co
me ſi vede negl'atti publici di quella Città. Giouanni terzo, che a
ſolamente ritenne l'arme,non già il cognome d'Aragona preſe per
moglie D.Eliſabetta Platamone,e generò Perio 2.q ueſto fù marito
d'vna Signora di Caſà Gueuara,e padre di Gio; 4. e di Frà D.Anto
nio Caualiere di queſta Sacra Religione. D. Gio; 4. procreò Don
Pietro,e Don Antonino hoggi viuenti in Siracuſa.
Cataldo l'vltimo de'figliuoli di Simone,toiſe per moglie in Mo
dica (eſsédo viuo il Padre) vna Signora, di cui né ſi sà preciſamete
la famiglia, laſciò egli due figliuoli, Giouanni, & Antonio. Gio
Ex capibreuio
uanni ſi ſposò con D. Maria Sortino da Noto,figlia di Rinaldo Ba
Vallis Notifol. rone del Ruuetto di Renda, e delli Maccari; come ſi caua dal pa
228.
Littara de re gamento della dote (fattoli da Aluaro Sortino vino de'figliuoli di
bur Netinir. Rinaldo) che ſe li doueua ſopra i detti feudi. Fù Rinaldo Strate
gò di Meſſina,e figliuolo di Mainotto Sortino fondatore di quella
caſa, e Barone di ſei feudi nel 1398. Procreò Giouanni da coſtei
due figliuoli Antonio, detto ancora Antonello a differenza d'An
Fx att. Nicolai
Ciuelli Motuca
tonio ſuo zio,e Gaſpare. Antonio primo s'ammogliò con D. Gio
anna Giurato,e n'hebbe tre figli, Gregorio, Antonio, e Tomaſo, il
Zn ači. eiuſdem
Notarij,
ſuo teſtamento nel 154o ne fa fede.Di Gregorio finalmente venne
à mácar la diſcedeza in Gio Battiſta di Mazara Barone dell'Oglio,
morto a tempi noſtri ſenza figliuoli. Di Tomaſo hebbe fine la li
nea entrando per femmine in D. Fabio Valſeca Barone di S. Filip
po gentiliſſimo Caualiere Catalano. D'Antonio 2, detto altresì
Antonello 2. a differenza del padre, e del zio fratello di ſuo Auo
Giouanni, (perche eſſendo tutti tre viui, n6 ſapeuano i Notari co
me diſtinguergli,)e di D.Margherita Celeſtri nobiliſſima Caſa dei
Marcheſi di S. Croce di Sicilia,ne nacque Antonio 3.appellato co
munemente Antonuzzo, & ancora Antonino; il ſuo teſtamento
autentico, è nella Cancellaria del Conte di Modica. -

Di Antonio 3. e di D.Pietra,ò Petruzza Mom palaiù figliuola di


Galcerano del Gozo,nacquero Antonio 4. e Galcerano, n'appari
ſce l'atto matrimoniale in Malta. ; -
Antonio 4. e D. Margherita di Giurato figlia di D. Alonſo, di
cui fù fratello D. Valerio padre del Commendatore Frà D. Blaſco
di Giurato,generarono D. Giacomo di Mazara morto in Xicli nel
1 646.oue più volte fà Capitano,e Giurato. Da lui e D. Lucretia ,
Belguardo reſtano hoggi D. Coſmo,D.Carlo,D. Baltaſſare, D. Lui
gi,e D. Galcerario. Da Galcerano primo,e Vincenza Celeſtri nac
quero D. Giuſeppe Mazara, morto poco fa con chiara fama di vir
tù in Modica, D. Franceſca moglie già di Franceſco Esi" “Ca
Ulal 1CIC
-----
LIBR o QvARTO, NO TITI A III se,
ualiere di diuotione di queſto Sacro Habito, Maſtro Giurato, Ma
ſtro Portulano, Maſtro Rationale,e Conſeruatere della Contea di -

Acdica,e Donna Pietra Baroneſſa di Stallaini, e del Fullo,maritata


in Noto con D. Giouanni Pepe. Di Antonio 3. fù fratello Vince
ie
zo,di lui è ſtato figlio da queſto nacquero D. Vincen
zo,e Don Placido, che viuono di preſente in Modica, Ma di tutti
gli ſopradetti ſolo di D. Giacomo v'è ſucceſſione nel ramo di Mo
dica,e di Don Antonio in quello di Siracuſa. Antonio figliuol di
Cataldo fù padre di Carlo pregiato Caualiere in Modica, Maſtro
Giurato della Contea,e ricchiſſimo, come ſi rauuiſa colà nei regi
ſtri della Cancellaria dell'Almirante,e di lui per Nicolò figlio,e To
maſo nipote, honorati con nobili titoli in publiche ſcritture già
morti,in Antonio pronipote viuente,8. Antonino ſuo figlio, reſta
ſperanza di ſucceſſione (auuegnache non con vgual fortuna) in
Scicli, - - - - - - -- - - - -
--
-
-
---

E quì per fine di queſta genealogia douemo auuertire, che non


vi ſono compreſi baſtardi,e ch'habbiamo ſolamente fatta mentio
ne di quelli,ch'erano neceſſarijper la ſudetta ſerie,hauendo laſcia
ti con le femmine molti de collaterali, quali però ſono tutti per l'
appunto nell'albero,ch'hà della ſua caſa D. Coſmo di Mazara pri
mogenito di Don Giacomo in Scicli. --
Ma finiamolo con additari carichi,e gl'officine quali ſono ſta
tiimpiegati quei di queſta famiglia, mentre abitarono in Malta, e
Ex volum, pri
primieramente ci ſouuiene, che il primo Simone di Mazara era , uilegior. Melit e
quiui Capitano d'armi,S&anco Maſtro Rationale del Regno di Si cap.4.º 5 capi
tulor, protaiº cis
cilia l'anno 1454.nel quale applito ſi mori: fà egli creato nel 143o Proreg. / ti Xi
mencs d'k', re 3,
e dal Rè Alfonſo eletto ſuo Conſigliere, chiamandolo milite,come Dat. Panorare.
ſi legge nel libro della Cancellaria,S nel 1436.Secreto di Malta. 145 Q,

Giouanni ſuo figliuolo Giurato nel 1442. & 1449, & eſſendo
ſtato dall'Vniuerſità eletto Ambaſciadore al Rè Alfonſo in com
pagnia d'Antonio Falſone, vengono qualificati nella regia proui
ſione,ch'ottennero nel modo, che ſiegue cioè. Nuperrimè autem
per nobiles, (j fideles nostros Ioannem de A4azara M.elitenſi (& Iudi
cem Antonium de Falſone ipsius Ciuitatis Ambaſciatores Maiestati
nostre humiliter ſupplicatum extitit,grc. Fù data nel Caſtello di Na
polià 1 1. di Marzo 1438. Peri Giouanni Giurato nel 1456. Di
Giouanni ſopradetto deſtinato Ambaſciadore di nuouo al Rè Gio
nanni nel bel principio del ſuo reame, per impetrare la conferma
tione depriuilegi dell'Iſola, º altre gratie,leggiamo nel ſuo regio
diploma dato in Barcelona a 2. di Gennaro 146 o eſſere ſtato no
minato nella maniera ſeguente. Seren, nostre per Vos nobilen di
- --- -- lectum
5o, D E L LA D E Sc R I TT. DI MALTA
lectum,g fidelem nostrum Toannem de Mazara Cuem, Oratorem, 3
N Ambaſciatorem pro parte Vniuersitatis Ciuitatis, gr Inſale earum

dem,pro infraſtriptis admostram A4aiestatem muper deſtinatum oblata


fuere ſuppliciter capitula in forma infraſcripta,g c. . . . . .

Il medeſimo Giouanni di Mazara è deputato Capitano d'armi


di Malta nel 1462.e poſcia Capitano della Verga negl'anni 1467.
1472.1473.1476.S 1477. -

; L'iſteſſo vien mandato Ambaſciadore al Vicerè Lopo Ximenes


d'Vrrea ſopra diuerſi negotijimportanti al publico dell'Vniuerſi
tà, & ottiene con la ſua prudenza, 8 accortezza feliciſſima ſpedi
tione,in tutti quaſi i capi che ſi racchiudeuano nella ſua iſtruttio
ne,come ne decreti ottenuti in Meſſina a 17.di Cennaio dell'anno
ſudetto ſi contiene.
Simone ſecondo figliuol del predetto Giouanni hebbe la carica
di Capitano nel 1474.& 1478 Giouannivn'altra volta è deſtinato
Ambaſciadore al Vicerè nel 147's. Simone fà vno degl'Ambaſcia
dori inuiati al Vicerè nel 1481. Il medeſimo vien eletto Capitano,
& Ambaſciadore alli Viceregi,ò Preſidenti del Regno nel 1487 &
1488.Giouannello Giurato nel 1512. Giouani Giurato nel 1515,
e Capitano nel 15 17. Finalmente nel 1523.vn Giouanni di Ma
zara e deputato per vno de'Giurati, ma giunta in Malta la patente,
ritrouoſi, ch'egli era ſtato fatto ſchiato da Turchi con vna ſua
- e galeotta, mentre contro di loro corſeggiaua, . . . . .
caſin. in ca-. L'arme contiene vin ſegno d'armeria nella parte ſuperiore della
thal.Glorie M si ſcudo,detto da Franceſi Chiefcioè capo di color celeſtino, o bron
di P. 1 concl.73.
2ino,che vogliam dire, e nella inferiore, e maggiore di elo ſcudo,
due linee, che vanno ad vnirſi in punta in angolo acuto, ſino a toc,
scaril ſegno con la cuſpide, formano queſte vina figura di tre lati di
i color nero in campo d'oro, vedeſi fin hoggi queſt'arme in vm ſaſ
ſo antico nel cimitero di S. Agata fuori della Città Notabile, Scin
diuerſi luoghi dell'altre di Sicilia,oue la famiglia di preſente riſiede,
A4 I C H I O L A. . . . .-
Blaſio, è Blaſco Michiola leggiamo Giurato negl'anni circa
del 1476.3 148o.
- . i M A L TA, O 3A A L TAE S E.
- Non ſappiamo ſe la famiglia di queſto cognome haueſſe hauus
to per auuentura alcun altro anticamente,e che poſcia andata in
Sicilia, (oue al preſente fioriſce trà le nobili della Città di Caſtro
giouanni) depoſto il primo, prendeſſe il proprio della Patria, co
me mole altre hanno fatto in quel Regno venuteuida diuerſe parti
d'Italia, e d'altronde; benche appariſca ch'ancora alcuni denotti
- - cittadini
LIB R o QVA RT O, NO TITI A III. se,
cittadini ſtando in queſt'Iſola l'wſaſſero. Ma ſia come ſi voglia la .
Caſa di Malta,ò Malteſe nome della noſtra Città, 8 Iſola è ſtata,S:
è nobile,S: antica con inueſtiture di feudi non meno in Malta, che
in Sicilia, percioche noi ritrouiamo colà, che l'Imperadore Federi
co Rè di Sicilia habbia conceduto a Paolino di Malta in feudo il
Caſale Staffede ſituato nel territorio di Spicaforno nel 123 o.có que
ſte parole. Nos attendente fidelia ſatis,g grata ſeruitia,que Paulinus
de Malta fidelis noster dudum nobis exhibuit,g que de bono in melius
exhibere potesi in liturum,de gratia nostra, qua fidi les,( benemeritos
nostros conſueuimus promereri conceſsimus ei, 3 hared bus ſuis Caſa
lem Staffenda,situm in pertinentiis Spicafurni, cum omnibus iustitiis,
rationibus,gi pertinentiis ſuis,etc. Salue ſervitio, quod inde Curie no
stre debetur,etc. e come ſi legge nel priuilegio Dat.apud Ortam an
no Dominice Incarnationis 1 2 3 o, quinto mensis Martii o tau e ind.
il quale ſi ritroua inſerto in vaa inueſtitura,ch'hebbe della me
tà di detto feudo Giouanni Landolina,diſcendente da Paolino,re An 1453 f 455
giſtrata nel libro della regia Cancelleria. - i

Michele Malteſe ritrouandoſi in tempo del Rè Alfonſo l'anno


145 t in Caſtrogiouanni, della qual Città veniua egli nelle publi
che ſcritture allora nominato abitatore, prendè per moglie vna -
Signora Capizana Collotorto, della medeſima Città, Baroneſſa ,
di Gasba,e come di lei marito,fù inueſtito in detto feudo dal Vice
rè Lopo Ximenesd Vrrea; ſi dimoſtra di ciò primilegio ſpedito in
Palermo è di 7. di Giugno 14 i 33 con inſertione della prima con
ceſſione di eſſo feudo,fatta dal Rè Martino a Riccardo di Collotor
to Caſtrogioanneſe, anteceſſore di Capizana in Tauormina è di 5,
d'Ottobre 1396. -

. Dal quale Michele, ch'hebbe due figliuoli maſchi, 8 vna fem


mina diſceſero molti Baroni e Signori dequali,e delle coſe predette
ci fè fauore di darne per lettera piena ragguaglio Nicolò Maleſe
di Caſtrogiouanni ſucceſſore d'eſſa famiglia, che fù prouata,S, amº
meſſa per nobili nel proceſſo di nobiltà del Commendatore Frà
Paolo Grimaldi, con mandarci ancora il diſegno dell'aimech vſa
rono i fioi nobili Aſcendenti e di preſente vſalificſſo,la qual'è in
Yno ſcudo bipartito in due campi,nero il ſuperiore, vermiglio l'in
feriore e ſopra l'uno el'altro colore ſi miravn leon d'oro rampan
te, coronato,S appoggiato con tre zampe ad vna colonna l'arge
to terminando i due colori del campo ad vna faſcia d'oro, che lo
diuide in mezzo,e vi à finire alla deſtra in vina mezza luna, che ri
mane fra poſta all'orlo dello ſcudo,e la colonna. In tal forma ſi veg
gono l'arminella loro antichiſſima caſa, ſul Porticato, nella Cap
- - Pella
go4 D E LL A D E SCR I TT. DI MALTA
pella ch'hanno dentro la Chieſa del Conuento di San Franceſco,
& in altri luoghi di quella Ineſpugnabile Città
Ma facciamo ritorno da Sicilia a Malta,oue di detta famiglia ſi
P.2.lib.2.
rauuiſa frà gl'altri, eſſere ſtato famoſo Corſale,il Capitan Michele di
Malta, di cui ſcriue il Boſio, che nel 1465. ritrouandoſi nel porto
di Rodi,daſſe a noleggio al Commun Erario di queſta Sacra Reli
gione,due ſue galeotte, che preſe furono per maggior ſicurezza ,
allora delle guardie di quell'Iſola,e che ſcorrendo egli per quei ma
P.2. lib. 9. in-s
ri due anni appreſſo,con vna galera ben armara,S&vna galeotta,fa
principio, ceſſe(per i ſuoi mali diportamenti nel corſeggiare) in quel punto,
che ſtaua per ritirarſi a queſta volta,l'infelice fine,ch'eſſo racconta.
Il medeſimo nome di Michele, in quel corſo d'anni, ne'quali
viſſe anche l'altro che s'ammogliò in Caſtrogioanni, ci potrebbe
dar materia da dubitare, ſe queſto per auuetura fuſſe ſtato l'iſteſſo,
che di là poſcia hauuti i figliuoli,allettato dall'amor della Patria, e
dall'occaſione di ritornar forſe al primiero eſercitio del corſo,ſen
fuſſe in Malia riuenuto,maſſimamente non v'eſſendo colà certez
za ou'egli ſi moriſſe.
Nel 148o ritrouiamo,che Saluatore di Malta noſtro cittadino,
haueſſe ſopra la regia ſecrezia di queſt'Iſola ſei oncie di rendita, in
virtù di Viceregia prouiſione data in Palermo a 15. di Gennaro
indirizzata al Secreto, e che doppo eſſendo morto ſenza figliuoli,
li ſuccedeſſe Domenico di Malta ſuo fratello,
Queſta famiglia ſi troua in Malta eſtinta; ma in gratia di quei
gentilhuomini, che da lei diſcendono in Caſtrogiouanni, e per ſo
disfare ancora al curioſo Lettore, habbiamo voluto qui deſcri
uerne l'albero. - -

Michele di Malta,ò Malteſe fù il primo, che colà fondaſſe la ſua


caſa; tolſe per moglie, come ſi è detto,la Baroneſſa di Ghasba, e da
ueſto matrimonio nacquero tre figliuoli Pietro, Nicolò, 8 vna ,
femmina, che fù moglie del Barone di Bumbunetta di caſa Pe.
troſo. Pietro morì ſenza laſciar figliuoli. Nicolò preſe per moglie
in primo luogo Maria Matrona, figlia del Barone d'Aghirigia,e né
hebbe ſucceſſione; nel ſecondo matrimonio Iſabella Grimaldi,figli
uola del Barone di Saſquaſia; fù Nicolò inueſtito nella Baronia -
di Ghasba,e laſciò due figli,Lucia,e Pietro Vincenzo. Lucia heb
be per marito Pietro Grimaldo Barone di Mancipe, e d'altri feudi.
Pietro Vincenzo, che ſucceſſe nella Baronia paterna, e comperò
uella di Daniazani con altri beni, s'ammogliò con Armenia Gri
maldi, ſorella del Barone della Buzzetta,e procreò7. figliuoli, An
drea, Nicolò, Errigo,Comitia,Coſtaza,Damiana, 8 vn'altra Coſta
Za. Andrea
LIBR O QVA RT O N O TITI A III. so,
Andrea ſuccedè nella Baronia, fù di lui moglie Sigiſmonda,ſo
rella del Veſcouo di Siracuſa Saladino, ma da queſto matrimonio
non vi rimaſe poſterità, Nicolò hebbe il feudo di Daniazani, e per
moglie Tiſa Grimaldi. Errigo né ſi ammogliò.Di Comitia fù ma
rito il Barone Pier Andrea Grimaldi. Di Coſtanza il Barone Fran
ceſco Grimaldi,padre del Commendatore Fr.Pietro Paolo Grimal
di,di Damiana Albino Grimaldi, e la ſecoda Coſtanza ſi monacò.
Il dianzi nominato Nicolò hebbe due figliuoli Fr.Alfio Capuc
cino,e Pietro Vincenzo, ch'ottenne la Baronia di Ghasba,per mor
ted'Andrea, che non laſciò figliuoli; fà di lui prima conſorte Ma
ria Leto,figlia del Barone di Priolo,che generò ſolo vna figliuola -
nominata Franceſca, di cui fù marito Don Ambrogio Grimaldo
figliuol del Barone della Buzzetta, fece il ſecondo matrimonio ci
Degnamerita Micciche, ſorella del Barone di Conſorte, della qua
le hebbe tre figliuoli,due femmine, che ſi fecero monache nel Mo
niſtero di S. Maria lo Populo, 8 vn maſchio nominato Nicolò,
hoggi viuente.
Queſto Nicolò Malteſe,eſſendo ancor fanciullo,morto il padre
ſucceſſe nella Baronia di Caſa, ma ritrouandoſi aggrauata di mol
ti debiti,fù da tutori venduta ſul verbo regio, preſe per moglie vna
Signora Maria figliuola del Capitan Chriſtoforo Molina Spagnuo
lo di Ciudad Real,ch'hauea in Sicilia eſercitati diuerſi honoratica
richi,sì militari, come ciuili, per ſerugio del ſuo Rè egregiamente.
º
Da queſto matrimonio gli nacquero tre figliuoli, Pietro Vincen
zo,Ignatio,e Franceſco Xauiero, & vna femina Franceſca Maria;
nei quali rimane al preſente il cognome di Malta, ò Malteſe ſola
mente in Caſtrogioanni, non eſſendoſi propagata negl'altri rami
ſucceſſione veruna.
AM A N D V C A.
Fù ſempremai in Malta riguardeuole queſta famiglia, anti
ca, e comoda di diuerſi poderi,e frà gl'altri territorij (de'q uali al
cuni ritengono il proprio cognome della caſa ) d'vno ch'è de'
migliori dell'Iſola, preſenteméte da lei goduto nominato tè VVne
Zla .

In quáto à i ſuoi Antenati habbiamo ben ſicura traditione,che


di due fratelli fatti ſchiaui in vn lor giardino ta Vied Ballut da cor
ſali, eſſendo l'uno morto nella prigionia, (ottenuta l'altro la liber
tà) rimaneſſe padrone di tutto il patrimonio della caſa; Queſto fù
padre di Paolo,S: auo d'Angelo,di cui fù figliuolo Antonio, cogno
minato il Caualiere, per hauer conſeguito l'honor di quel grado
dall'Imperadore Carlo V.in Meſſina, allora quado dalla noſtra Cit
- - -- -- Sss tà gli
5o6 D E LL A D ES C R I TT, DI MALTA
tà gli fà deſtinato Ambaſciadore nel 1535,
In attir Iuliani
de Muſcato, in
Morì Antonio nell'anno 1558. laſciando i ſeguenti ſuoi figli.
regiſtr. an. 1557 uoli cioè Angelo, Vincenzo, e Don Giuſeppe Canonico della no
f.462. ſtra Cattedrale, Dottor di leggi,e Vicario Generale.
D'Angelo oſcia nacque Gio: Paolo, di cui furono figliucli il
Dottor Angelo Manduca, e Girolamo; il primo preſe moglie D.
Enziona di Giurato della Città di Terranoua,cugina del Caualle
re F. Don Blaſco di Giurato, e da lei procreò Angelo Girolamo
Manduca,vnico figliuolo,ch'hoggi viue col padre. L'altro ſi fè re
ligioſo in Roma della Comp. di Giesù. Fù egli padre di molte let
In lib reg. Can
tere,erudito ſcrittore ſopra alcuni libri della Sacra Scrittura.
cell f84, Di tutti ritrouiamo in Malta l'aſcendente più antico Antonio
Mäduca Giudice delle cauſe ciuili della noſtra Città l'anno 14 o 5.
Antonio ſecondo fù Giurato nel 15 17.15 2 2.8 1527.e Capita
In volum, primi no nel 1537. il medeſimo in vna prouiſione del Maſtro Secreto
leg. del Regno vien appellato in tal guiſa. Per lo magnifico Antonio de
AManduca regio,(3 imperiali Caualeri Giur. g Ambaſc.della Citati,et
Iſula di Malta nisù stati preſentati certi Viceregii exequutorii,(3 c.
Finalmente vino di queſta caſa eſſendo andato in Francia,fù de
putato al gouerno di quel Signore, che fù poi Duca Mareſcialde Bi
ron,come ſi legge nell'Iſtoria della ſua vita ſtäpata in Lione l'anno
16 14. et c'est une choſe merueilleuſe qu'on obſeruee en luy (si diſ
corre del Mareſcialle) que ayant estè nourry aux histoires dans Briſ
ambourg ſous vn mommè Manduca, dotte perſonage, et Maltois de
nation,etc.di cui ſenza dir altro, baſtando l'argomento,che al certo
non ſarebbe ſtato impiegato (maſſimamente foraſtiere) ad am
maeſtrare quel Principe,ſe non fuſſe ſtato conoſciuto huomo d'in
gegno, e di ſingular talento, ſoggiugneremo ſolo, che l'arme de
Manduchi è vno ſcudo di campo azzurro trauerſato da due bide
d'oro, che hanno tre pani in forma di rombo di color vermiglio
per ciaſcuna, e la prima di eſſe per di ſopra vn cagnolino bianco
con la preda in bocca, ſi vede in vina cappelletta,ò altare di S.Gio:
Battiſta noſtro padrone,détro la Chieſa Cattedrale ſotto l'organo,
& in altri luoghi. .M O D I C A .
Pietro di Modica Dottor di leggi vien deputato Giudice della
Polum. de'priui
legi. Corte Capitaneale della noſtra Città nel 1458. Queſto cognome
nelle ſcritture antiche della Sicilia leggiamo portarſi variamente,
cioè di Modica,e di Mohac; in tal guiſa ſi ritroua, che nel 139 3.
ſcriueſſe il Conte Guglielmo Peralta allora ribelle, 8 occupator di
Malta è Iorlando de Modica ( altroue de Mohac ) forſe per ti
rarlo alla ſua partialità, ma hauédo egli (perſuaſo dal ſentimento
- d'vna
1.1BR o QyARTo, NoTITI A III sez.
d'vna ſincera fedeltà (inuiato l'iſteſſe lettere al Maſtro Giuſtitiere,
e queſto datone auuſo al Duca Martino,gli riſponde così dicendo
intorno a queſto fatto, a lu quali Iorlandu ſcriuemn per nostri litri, i"
e commendandu maltuſoi virtuusi proceſsi di fidilitati, e sincera affet- fi,
tioni, è la quali vi certificamu,chi duce Domaino,meritirimu per forma,
chi ipſu, e liſoi sintirannu eſsiri ben premiati,e beneficati, i
ierlado de Mohac,Capitaneo Calatafimi,ſcriue il Rè Federico III. Exree proten.
chiamadolo al ſeruigio militare per la guerra di Meſſina nel 1361 sº ſºlº 41
i A Perello di Mohac di Caltagirone Giuſtitiere del Val di Noto exit recan.
ſcriue il Rè,chiamadolo parimente al ſeruigio militare nel 1376. iranti
-
i : AA O VA B R. Q N . - i : " -

Eſſendo morta l'anno 1514. Imperia, figliuola di Giouanni di “ A * *


Bordino fanciulla, ch'hauea in feudo oncie dodici d'aſſignatione
ſopra la regia Secrezia di Malta,ſuccedè à lei ex pacto,et prouidentia
Principi, Don Pietro
ſtitura perſe,e de Mombron
ſuoi eredi Cherico, il diſcendenti,dal
da lui legittimamente Via f.#
qual hebbe l'inue- rmif. 32 Io

cerè Don Vgone di Moncata à l 8. d'Agoſto 1 ; 14. .. . .


Per morte poi del Rè Ferdinando, eſſo de Mombron torna a ri- in it iſſan
ceuere l'inueſtitura da Don Gio: de Luna Preſidente del Regno è ºſº
1 1.di Gennaro 1 5 17. . . . . . . . ,i
. i sº
. , e
Finalmente volendo il detto Don Pietro dotare vna ſua nipote - - - - - ---

figliuola di ſorella,le reſignò queſto feudo,pigliádone lei, 8. ilma


rito Antonio Xeberras l'inueſtitura dal Conte allora di Monteleo
ne Vicerè di Sicilia a 22.di Gennaro i 519,come regiſtrata ſi vede "º.
nella reg.Cancell. M o N 7 A G N E 5, Ҽ
Queſta famiglia venne da Spagna nel Gozo, come ſi legge ne
gl'atti del Notaro Gonſaluo Canciur,oue nel 1527. ſi fa memoria
del nobile Fernando Montagnès, nominandolo ſpagnuolo, che º
prendè per moglie Imperia,figliuola delli nobili Ramondo,e Fran- . -
.
ceſca di Manuele Gozitani. -

Qunui poſcia Alonſo Montagnès fù Capitano d'armi in quei trè


anni precedeti all'arriuo della Sacra Religione à queſt'iſola, e ſuo
dominio,cioè dal primo di Settembre 1527, ſino al 153o. Coſtui giºiº
crediamo ſia ſtato padre, è per auuentura fratello di Ferdinando,
che come dicemmo s'ammogliò nel Gozo,e che ambidue con oc
caſione del ſeruigio reale veniſſero ad abitarui, - . ..

Di là a pochi anni appreſſo, paſsò la famiglia in Malta nella no


ſtra Città,rauuiſandoſi ſopra la porta della ſua caſa l'arme inquar
tata con tre monti in vino,e nell'altro quarto due tronchi d'albero -
in forma di croce decuſſata, è detta di Sant'Andrea. Hoggi ellas
eſtingue, con la perſona del Padre Alfonſo Montagnès Gieſuita,
Sss 2 religioſo
5o8 D E LL A D E SCR I TT. DI MALTA
religioſo di molta virtù, ed eſempio, reſidente già più anni ſono
-, , nel Collegio della Città di Siena, nato da Saluo Montagnès, & Im
peria Vella. AA A N V E L E. ºo i
Non meno in Malta, che nel Gozo, è ſtata queſt'antica famiglia,
in iſtima; poiche ritrouiamo Giurato della noſtra Città Matteo
di Manuele nel 1462.& 148o. e negl'atti di Giorgio Butigeg ſi fà
s mentione del nobile Franceſco di Manuele Gozitano al risa.
i Di queſto nobile cognome habbiamo in Sicilia Ridolfo di Ma
ºra Neapolis nuele da Trapani intorno al 1284. col titolo di Miles; queſti fà
ſii" vno delli ſei eletti, trè per parte a ſtabilire il termine, è il luogo del
Lib.4.cap.28,
duello propoſto trà li Regi Pietro d'Aragona,e Carlo di Napoli, di
lui ne fa ancora menzione Zurita ne'ſuoi annali è queſto tempo.
Ridolfo di Manuele anco da Trapani, Miles nel 1347, laſciò
per teſtamento il Caſtello, e feudo del Burgetto,3 altri beni a Mat
teo ſuo figliuolo,ſoſtituendogli Onofrio zio paterno, con peſo pe
rò, che alle figlie femmine, che laſciaſſe, i" tenuto Onofrio dar
- marito, con oncie ducento di dote per ciaſcheduna : ad Ono
frio ſoſtituì Aloiſio nipote, figliuol del nobile Corrado di Manue
le ſuo fratello; auuenne il caſo, 8 vn Arnaldo a nome d'Antonel
f":
64.65 & 66,
lo figlio d'Onofrio, e ſuo figliaſtro, domanda al Rè la conferma
i", t1one del
1» . - i
Burgetto,e l'ottiene
- -

r
-

r .

Di più lo ſteſſo Arnaldo a nome del medeſimo figliaſtro preseta


il teſtamento di Corrado di Manuele milite fatto nel 1352, in cui
ad Onofrio ſuo fratello,e padre del figliaſtrò haueua laſciato il Ca
ſale del Burgio,ò Brugio miluſio,ſoſtituédogli Riccardello di Ma
nuele,figliuol di Guglielmo allora defonto, & à Riccardello il no
bile Bartolomeo di Manuele,in ſomma,il più ſtretto in grado del
la caſa Manuele; laſcia però anche peſo all'erede di compartire on
i,eed ret-fol cie ducéto per l'anima del nobile Antonio di Manuele, e della no
52, bile Palma ſua madre; Onde s'inferiſce, che queſto Antonio era -
il padre di tutti queſti fratelli Corrado,Onofrio,e Ridolfo, 3 c. vien
- ---- - altresì conceduta ad Arnaldo di tutto ciò, la confermatione,
i" e L'aſcendente più antico, ch'habbiamo di queſta famiglia nel
Gozo,è Nicolò Giurato nel 14o 1. e doppo lui quiui parimente º
Giurati Paolo nel 1404 & 14o7. Antonio nel 1459. Luca nel
Ilfº º can- 1488. E finalmente Rainieri di Manuele con titolo di nobile nel
al fiscº la patente è prouiſione Viceregia nel 1498.
.34 A N N A RA, O A LAM A N A RA.
Ex lib.reg can- Manfredo Mannara leggiamo Giurato del Gozo nel 14o 3. Mat
i" º teo Giudice nel 1433.e poſcia Giurato nel 1439.lui ha fatto que
ſta caſa molto più, che in Malta (oue ritrouiamo ſolo va Pietro
- - - Mannara
LIBRO QVA RT o N o TITI A III. so».
Mannara noſtro cittadino) la ſua continua, e ferma abitatione e
ſafino ch'ella
il Sig. Granseſtinſe nel ſecolo
Maeſtro paſſato,
de Villiers, e lanelSacra
quale arriuati in
Religione Siracu-
doppo ha- # 3 p. lib.5. -

uer ottenuta la donatione di queſto dominio, furono dal Gozo de


- -, -

ſtinati ambaſciadori Pietro Mannara,e Fraceſco Platamone Perrº- .


dergli vbidienza e congratularſi con eſſi,loro nuoui Signori, co
me fece pur allora la Città, 8: Iſola di Malta per mezzo d'altri due
cittadini l'anno 153 o, In lib. Bull.Ca

Conſeguì poſcia nel 1533 la carica di Capitano del Gozo An- celianisi,
dreotta Mannara,la cui caſa fà onorata co l'albergo del medeſimo
Sig. Gran Maeſtro, quando andò la prima volta a prender il poſº
ſeſſo di quell'Iſola. . i
Di queſto cognome ritrouiamo nei Ducati d’Atene, e Neopa
tria ſotto il Rè Federico Terzo, allora gouernati da gl'Aragoni
qualcheduno, poiche dando eſſo Rè la Caſtellania, è Capitanato
(Terre Liu adia) à Guglielmo di Federico d'Aragona, ne letiadas,
quel carico l'anno 136 6.Guglielmo d'Almanara,ch'era l'iſteſſo che
la Mannara, mentre nel 1367. hauendo alcuni principali di quel
Ducato.vcciſo altri loro nemici, ſi narra dal Rè il caſo occorſo,e frà
gl'vcciſori vien nominato appreſſo al Gouernatore immediatame- A5x regiſtro re
te il detto Guglielmo in queſta guiſa , Guilelmus de la Mannara º", ii
miles, Berlingherius de Lauria, Antonius de Lauria,(3 c. , f123.
-

- - . ..: M I L E T O . . . i
Bertuccio di Mileto hebbe dal Rè Ludouico la conceſſione de i i
tenimento di terre nominato Aayn Naſtaſi per lui, e ſuoi eredile- ma poi,
gitimamente dal ſuo corpo diſcedenti, ſotto ricognitione di ſei tu- ".
mola di vettouaglie,da pagarſi ogn'anno alla regia Corte, come a i; . dan
per ſua real prouſione data nel 1347. e "-
M V R I N A. ,

Vna delle più antiche, e principali famiglie Malteſi, è ſtata que estere. car
ſta,mentre fin del 1372. ſi fa memoria di Guglielmo Murina, che "si
ſia ſtato Capitano della noſtra Città,8. Iſola,proueduto,è inueſtito , -

nell'iſteſſo anno dal Rè Federico Terzo (ritrouádoſi allora in Mal


ta) per i ſuoi fedeli ſeruigi,del feudo di Bucane, con le ſeguenti pa
role. Notum fieri volumus vniuersis, preſentibus, gr futuris,quod ad
humilem ſupplicationem culmini nostro factam per Guillelmum Mu- - -

rinam de Meliueto fidelem nostrum ; Considerantes puram fidem, g


deuotionem sinceram,quas idem Guillelmus erga Celsitudinem nostran.
ſemper geſsit,(é gerit, ac grata,(3
acceptaſeruitia per eum A Maiestati
nostre collata fidelitateferuenti, 3 viribus indefeſsis,g. c. eidem Guil.
lelmo,g ſuis heredibus,etc.quoddam tenimentum terrarum Curie no
- strae
51 o DELLA DES C R I TT. DI MALTA'
stre vocatum Bucane, g c.ſubſeruitio vnius equi alforrati, gr. gr.
ex certa noſtra ſcientia duximus cocedendum (gc. Dat, in Inſula Me
liueti anno Dominica Incarnationis McCCLXXII, XII, Nouem
In reg.an. 151o
bris XI. Ind. Il cui proprio originale fù da noi veduto e letto, bé,
ſub die Iola
che ſi ritroui eziandio tranſontato negl'atti di Gonſaluo Canciur.
nuarij fug nel 151 o, ad iſtanzia del Barone Giacomo Angaraldo Inguanes,
poſſedendo hoggi il feudo i ſuoi ſucceſſori, i
AA A N F R E D I. - º

Nicolò Manfredi ſi ritroua eſſere ſtato Giurato nel 1464.


AM - A A4 o. i ,
E ſtato penſiero d'alcuni, che tal cognome fuſſe di qualche
famiglia di quelle Catalane che laſciò in Malta Ruggiero di Loria,
e forſe d'wna, ch'è detta Maimó corrotta la voce in Mamo; fon
dandoſi, che nella ſua diſcendenza ſi ritroui più volte il nome di
Guerao (Angaraldus) in Latino,aſſai proprio di quella Natione, e
di molt'altre famiglie Malteſi, che di là hanno hauuta origine. Il
certo è ch'ella ſia delle antiche in queſt'Iſola, e riconoſca eſſerle,
ſtato ne'tempi andati vn Gileylo,ò Giuliano ſuo più vecchio aſcé
dente, molto ricco di ſtabili,d'arméti,e d'vn buon numero di ſchia
cógetturare,ch'egli eſercitaſſe per auuentura il cor
ui,il che ci fà
ſo,mentre ancora teneua nella propria caſa luogo per cuſtodirgli
nomato tal Gholma, cioè de'ſchiaui. -

Ma paſſiamo alle ſcritture, delle quali la più antica, e di conſide


ratione che ci ſia capitata alle mani di queſta caſa è il teſtamento
- A º a sv - a -
di Simone figliuol di Guerao, che viſſe intorno a gl'anni 139 o
Morì Simone l'anno 15 14. nel quale fece detto teſtamento, ou è
zº Bezina dpri chiamato Ciuis Notabilis Ciuitatis, & in cui laſcia erede vniuerſale
mo di Luglio
Imperia moglie di Bernardo Caſſar, nata da Guerao ſuo figliuolo,
ch'allora era morto,e fa molti legati pij, &alcuni a fauore d'vna
Chieſa da lui fondata dentro il Caſale Zebugi,ad honor dell'Aſſun
tione della B. Vergine,volendo, che la ſua caſa nella Città fu ſſe de'
fratelli,ch'habitauano fuori, perche ſeruiſſe loro nell'occorrenze º
di ſoſpetti d'Armata,ò di ſcorrerie de Mori.
In atti di Gior Vno deludetti fratelli, haueua nome Michele, di lui furono fi
gio Butigeg all' gliuoli vn altro Guerao,Girolamo,Giouanni ſacerdote profeſſo in
anno 1538 a f.
331 ueſta Sacra Religione d'obedienza Magiſtrale,e Dioniſio padre»
di Michele,ch'hebbe per moglie Franceſca Xarà vedoua di Maria
no Vella. -

Simone hebbe vn altro figliuolo,che ſi chiamò Nicolò,come


appariſce in detto teſtamento, da coſtui nacque Franceſco, che fù
padre di Cola,ò Nicolò,queſti generò vn altro Fräceſco, che fù pri
- 1 Il l
LIB R o Qy A RTO, NOTITI A III. si 1
ma Bädoliere (officio militare nella Caualleria di Malta, indi Giu
rato,e poſcia Capitano della Verga,eſſendo nel Principato il Gran
Maeſtro de Paula,
Fù parimente fratello di Simone Giouanni padre di Saluo Ma
mo, ch'atteſe a far il corſo contro d'Infedeli con vna ſua fuſta. Egli
hebbe tre figliuoli Giouanni Sacerdote profeſſo dell'Ordine Dome
nicano; Gregorio eccellente medico fiſico,e Gioſeffo Notaio.
Il Dottor Gregorio è ſtato ammogliato con Lorenza Abela,da
lei procreò ll Canonico Don Mattia Dottor di leggi,ch'eſercitò di e da .Maria
uerſi carichi di Giudicature,e la Giuſratia di queſta Città Valletta i
queſti fù marito di Leonora figliuola di Matteo Vaſſallo ſegreto di
Malta,e da eſſo matrimonio nacquero il Commendatore Frà Gi
rolamo Mamo ſacerdote, Gio: Giorgio medico fiſico,Don Miche
le Teſoriere di queſta Cattedrale, e Gregorio Dottor di leggi ma
rito di Paola figliuola del Dottor Aſcanio Surdo,
Gioſeffo di cui fu moglie Leonora Cannella, diuenne padre del
Commendatore Fr. Domenico Marmo, del Canonico Don Mario,
e di Pietro, dal cui matrimonio con Franceſchita figliuola d'Am
brogio Falſone ſi generarono Gioſeffo, Ludouico,8 altri figliuoli.
I predetto Giouanni fratello di Simone,oltre à Saluo, hebbe vn
altro figliuolo nomato Matteo, che fù padre del ſacerdote D. Gio
uanni Mamo Paroco della Chieſa di S. Caterina del Zeytun, e di
Andrea; queſti generò Simone, da cui, e da Girolama Cumbo ſua
moglie nacque il Padre Saluatore Mamo Gieſuita,facondo,e dotto
predicatore, non meno nella Malteſe,che Italiana fauella, In attie Georgij
Per vna ſcrittura del 1541.appariſce, che queſta caſa haueſſe il Butigºg ad an.
Iuſpadronato della Chieſa,e del beneficio di S. Giouanni nella co 1541 fio7.
trada di Caſal Tartarni,leggendoſi,che Agoſtino e Randino figli
uoli,8 eredi di Saluo Mamo nominaſſero il beneficiato,
Oltre à Michele,e Giouanni fratelli di Simone ſi caua dal ſuo te
ſtamento, che n'haueſſe degl'altri,benche non vi ſi nominino (da
quali per auuentura diſcendono gl'altri rami dell'iſteſſo cogno
me, ) e che tutti habitaſſero fuori della Città: così faceuano molti
de'noſtri Iſolani di buone, e facoltoſe caſe, eleggendo anzi di vi
uere nelle Ville, per goder del piaceuole ripoſo, ben proueduti di
ſchiaui,caualli,e di altri comodi (benche priui di quei degl'offici
publici) che trà i Cittadini nelle loro parzialità e rabbioſe diſcor
die,che purtroppo in quei tempi trauagliarono la Città. Ma fac
ciamo ritorno alla caſa Mamo. Vſà ella per arme tre ſtelle d'argé
to in campo azzurro nella parte ſuperiore dello ſcudo,e nell'altra ,
di tre bande d'oro, che lo trauerſano in campo vermiglio.
9Naua
512 D E LL A D E SCR I TT. DI MALTA
9N A V A.
Tira origine queſta nobiliſſima caſa dal Regno di Caſtiglia, e
come vogliono alcuni,dalla Prouincia d'Aſturia; hebbe in Malta
i primi gradi, feudi,8 honori,il Capitanato,la Caſtellania,galee, S.
altre fuſte armate,e delle dignità Eccleſiaſtiche il Ciantrato della .
#; ". noſtra
it.f.595
Cattedrale
Gutierre in perſona di Paolo
di Nauahabbiamo di Naua
Alcayde, fin del 1392.
è Caſtellano del Caſtello - -

di Malta nel 143o. e che dal Rè Ferdinando per ſua rinunzia fuſ
- ſe ſtato conceduto il carico a Giouanni di Naua ſuo parente, co
me ſi legge nel priuilegio dato in Saragoza d'Aragona a 5. di Lu
glio del 1469.
Fù ſempre Gutierre sì grato,e fedele al Rè, che Girolamo Zuri
ta nei ſuoi annali,e vita del Rè Don Alonſo laſciò ſcritto, che ſe
bene per occaſione delle differenze,ch'allora verteuano trà queſto
Rè,e quello di Caſtiglia e per i ſoſpetti di qualche trattato contra
il Regno di Sicilia, ſi dubitaſſe di tener fortezze ſotto il comando
deſudditi del Rè contrario, e ſi fuſſero dati ſopra di ciò gli ordini
Lib. 13. in vita opportuni,fù però dichiarato, che ſotto queſti, non s'intendeſſe co
ai ripreſa la perſona di Gutierre. Ecco le parole. Dioſe ordin,que todos los
f.193. Castillos y fuerzas, que estuuieſſen en Sicilia en poder de Caualleros, y
Alcaydes del Reyno de Castilla,ò de otros ſoſpechoſos, ſe pusieſen en guar
day tenencia de perſonas de confianza, declarandoſe que esto, no ſe en
tendia cd los Castillos,que tenia el Maestre Iusticer de a quel Reynoy
otro Cauallero Castellano,llamado Gutierre de Naua,
Di lui l'iſteſſo Zurita nell'impreſa delle Gerbe fatta dal Rè Al
fonſo nel 1432, dice in tal guiſa (per valerci delle ſue medeſime º
º parole) e per ſodisfattione di chi legge, Iuntaronſe en Sicilia con la
patº. armada real otrosſetenta nauios, y arriuò el Key con toda ella el dia de
la Aſſumpcion de nuestra Señora a la Isla de los Ielbes, grc.y luego ſe
ganò le puente, y el muelle, que atrauieſa de la tierra firme a la Isla;
para quitarles el ſocorro, fueron las naos à ſurgir alpuerto,ſobre el qual
estaua vna Torre,que llamauan de Valguarnera,porque por los baxios
noſe podian acostar è la puente; p ganoſe la puente,auiendoſe repartido
lasgaleras en dos partes, acometiendo el Rey con la vna por un lado, y
con la otra Gutierre de Naua,quefue ſemalado Capitan en las coſas de
la mar.
Ne pur Gutierre,ma altri eziandio di queſta caſa paſſati da Ca.
ſtiglia a ſeruire al Rè d'Aragona, hebbero comando nel mare ,
poiche nel 146 1. Suero de Naua ſcorreua per i mari di Catalugna
con alcune galee, nel 1467. Giouanni di Naua con quattro galee
vien laſciato da Bernardo de Villamarin generale dell'armata regia,
- -- - alla
LIBR o QVA RT o, N O TITI A III. srs
alla difeſa d'vn forte cominciato in vn Iſola dell'Egitto,che Zurita
chiama Caſterloch,8 Aluaro de Naua Capitano di due galee, viè Net 4, volum.f.
deputato nel 1475.con altre,a cuſtodire la coſta di S. Lucar,come 84.155.º 247.
ſi legge nel medeſimo Zurita, onde non fia merauiglia ſe poi i di
ſcendenti, per poter più ageuolmente eſercitare il corſo, e la mili
tia nauale a guiſa dei loro maggiori,veniſſero finalmente a pro
curare di ſtanziar in Malta,e piantar la caſa in queſto ſicuriſſimo,
e famoſo porto di mare. Perciocche il predetto Aluaro, che in tem
po del Rè Don Giouanni il ſecondo, comandaua due galee,haué Nel regio Ca.
breo,
dovn aſſegnatione da quella Maeſtà di ducento fiorini l'anno mo
neta di Sicilia,ſopra la teſoreria di quel Regno, con priuilegio de'
26. d'Agoſto 146 , ottenne poſcia dal Vicerè Don Lope Ximenes
d'Vrrea, che gli fuſſe deputata ſopra gl'introiti deila regia ſecrezia
di Malta nel 1466.8 appreſſo ſegnatamente ſoura quelli del feudo
di Beniiarrat,come ſi rauuiſa in vina viceregia prouiſione, data in
Palermo a 8. di Nouembre 1472. la qual permuta, non ſola
mente fà confermata dal Rè,ma am pliata ad altri cinquanta fiori
ni d'auuantaggio, con libera amminiſtratione di detto feudo, in.
modo però,ch'egli fuſſe ſtato tenuto ogn'anno a reſtituire il ſopra
più delli fiorini ducento cinquanta al Secreto in caſo,che il valore
dell'entrata la detta ſomma eccedeſſe. -
IndiAluaro in viuenza del Rè Giouanni, preſtò prontamente ,
all'Infante Ferdinando ſuo figliuolo, trè mila fiorini d'oro d'Ara
gona ſotto real fede, che doppo i felici,e lunghi giorni del Rè ſuo
padre,gli li hauerebbe aſſicurati ſopra il medeſimo feudo di Ben
iiarrat, in maniera, che giamai da lui, ne da ſuoi ſucceſſori ſarebbe
ſtato tolto, ſe prima i trè mila fiorini né ſi fuſſero reſtituiti,e di ciò
gli ne fece vn chirografo ſegnato di ſua mano in Freſno a 28, di
Maggio 1477. , -

Morto poſcia,che fù Aluaro, Giouanni ſuo figliuolo dolendoſi


al Rè Ferdinando (ch'era già ſucceduto nel Regno) come non ſo
lo gli era ſtata leuata la poſſeſſione del feudo, séza la douuta fodiſ
fattione, ma che ne meno ſe ègli 5 corriſpondeua con li ducento cin
quanta fiorini, che ſuo padre godeua ſopra il feudo, fù incontané
te da quella Maeſtà ordinato, che Giouanni fuſſe ripoſto in poſſeſ
ſo, & in quello mantenuto, fino all'effettivo pagamento delli trè
mila fiorini,e che queſti tantoſto ſi pagaſſero, come appariſce in
vna regia prouiſione,data in Siuiglia a 24.di Maggio 15 i 1. -

Di Giouanni di Naua ſudetto, leggiamo,che poſſedeſſe vna ga


lea,di cui era Capitano Pietro d'Armenia, che la nati igaua, come In lib. Full.Ca

ſi ſcorge in vina patente ſpedita in Rodi l'anno 147o. cell eiuſd anni
Ttt Al
514 D E LL A D E SCR I TT, DI, MALTA
Al medeſimo Cio: che morì nel 1 5 13. ſuccedette nelle ragio
nidi Beniiarrat Lucretia ſua moglie, ch'egli iſtituì ſua erede vni
uerſale, per non hauer laſciato figliuoli (come crediamo; ) nella ,
guiſa che lui era ſucceduto a ſuo padre Aluaro nel giardino, e ter
ritorio della gran fontana, donatogli dal Rè Ferdinando a cenſo
enfiteorico in Segonia, nel mille quattrocento nouanta quattro,
che indifà comprato da Saluo Falſone.
Or andiamo all'altro Giouanni, che per rinunzia di Gutierre ,
ſuo parente,era diuenuto Caſtellano di Malta l'anno 1469.Queſto
eſſendoſi quiui ammogliato con Donna Iſabella di Mazara noſtra
nobile cittadina, hebbe di lei due figliuoli, Pietro, e Gio; à quello
come primogenito,deputandolo Caſtellano,e regio Alcaide in vir
tù della facoltà che gli era ſtata data nel ſuo priuilegio del 1469.
laſciò l'eredità viniuerſale, con la ſucceſſione nel feudo,e Baronia ,
della Marſa, e l'altro fece erede particolare nei territorij normati
Montahlib, Salamuni,Diarezara,c: in altri Burgenſatici, nei quar
li in caſo di morte, e ſenza ſucceſſione gli ſoſtituì Perono di Naua
In att. Gratiani fratello di lui teſtatore,e come ſi legge nell'Vltima diſpoſitione, che
de Vaſſaldo.
fè inſieme con la moglie l'anno a 487. ſotto la quale ſi morì poi,
nel ſeguente del 1488.
Il feudo della Marſa, che rimaſe a Pietro primogenito, & in cui
fù ſoſtituito Giouanni l'altro ſuo fratello, è il più vile, è il mag
giore di qualunque altro, ch'habbia l'Iſola i. Entrò in queſta
caſa per l'acquiſto, che ne fe il ſopradetto Gio: primo, nel modo
ſeguente. Fù venduto dal Re Alfonſo l'anno 144o.à Pietro de Bue
ſco,come per Priuilegio,ò cótratto paſſato in Gaeta a 4 di Settem
re, cum carta gratie redimºdi,per vſar dell'Iſteſſo termine, per prez
zo di ducati d’oro correnti di camera trè mila cento ſeſſanta,(non
ſarebbe hoggi peruentura queſto danaro la duodecima parte del
ſuo valore:) Peruenne Poſcia la metà di detto feudo per via di ſuc
ceſſione à Paola moglie di Pietro de Buſco, quindi ricomperata e
er la regia Corte,fù di nuouo dal Vicerè venduta a Giouanni di
Naua nell'iſteſſa forma, cum carta gratia, ſeguitane confermatione
del Rè Giouanni fratello d'Alfonſo; l'altra metà venuta in Pietro
Valdès,e da lui ceduta al medeſimo Giouáni,ne rimaſe queſti inte
ramente padrone,con approuatione,e conſenſo ſimilmete del Rè
Giouanni, ſott'obligo non dimeno di ſeruigio feudale, e ſenza pil
to intenderſi in alcuna coſa mutata la natura di eſſo feudo, e co
me più diſteſamente ſi vede nel priuilegio originale, che ci è capi
tato in mano,dato in Barcelona a 1 o. d'Agoſto dell'8. Indittione
1475. ſottoſcritto dall'Iſteſſo Rè. - - -

- Succedè
LIB R o QVA RTO, NO TITI A III. 515 ,
Succedè poi,e n'hebbe l'inueſtitura l'anno 148S Pietro erede, A : liº. Cancell,
vniuerſale,e primogenito di Gio:acq uiſtatore,Se à Pietro ſubentrò i ziiorni f. 19.
Aluaro ſuo figliuolo, che ne fù inueſtito è 14. di Marzo 15 o 9. dal
Vicerè Don Ramondo di Cardona, e di nuouo dal Preſidente D5
Giouanni di Luna per morte del Rè Ferdinando a 16. di Marzo
I 5 I 6. - - -

Aluaro, crediamo ſia ſtato l'ultimo feudatario di queſta Baro


nia,Caſtellano,e Viceammiraglio in Malta,ſino all'arriuo della Sa.
cra Relig.Imperciocche è per compera,ò per conceſſione del Rè,
con reſtituire la regia Corte il danaro del prezzo, per il quale era
ſtata venduta,ò più toſto impegnata è in qualunque altra manic
ra,come ſi ſia,ella venne in perſona del Conte,poſcia Duca di M6
teleone,quaſi nel 153o,allora appunto, quando ſi trattaua (come
dice il Boſio) della donatione di Malta a fauore della Sacra Reli P.3. lib.5 f.86.

gione, dal cui Sig. Gran Maeſtro la Caſſiera,Principe noſtro Reli


gioſiſſimo, fù finalmente comperata,e per la di lui morte appreſſo,
riunita al Principato di queſt'Iſole. - -

A x in 7rum.ra
Nacque Aluaro, come cauiamo da certe ſcritture l'anno i 497 tifat, cui ſi
donation is cele
e nell'età di quindeci anni gli fù data moglie vna Signora Lauria brat parès Io?-
della Città di Siracuſa; da eſſa generò quattro figliuoli, vm ina nem Xiclune ,

ſchio,ch'hebbe nome Petruccio e tre femmine, cioè Caterinella , Ad ag. Notarii


Curig cauſarum
Margherita,e Norella. - -
ci tli:ra Vota
bilºr Civit.die ,
Furono anche fratelli d'Aluaro, Alfonſo, e Giouannello tutti fi. 16, Feb. 1527.in
gliuoli di Pietro dianzi nominato. Alfonſo fà marito di Margheri Cairo Melita.

ta figlia di Gio; di Mazara,e da lei hebbe tre figliuoli,cioè Gonſal In aci Graziani
de Vaſſaldo 7.
uo,Paola moglie di Pietro Calamia,e Petruccio; queſti,eſsedo mor Ind. 1533.
to il padre intorno al 1533.rimaſero minori,ſotto la tutela di Gio
uannello loro zio.Di Petruccio ſtimiamo fuſſe ſtato figlio Alfonſi De matrim. ci -
co de Naua marito di Diana la Roche, di cui rimaſero figliuoli Vin ſat in act.de Bo
netijr 1569.fol.
cenza,e Margherita, come dal teſtamento del padre ſi rauuiſa,oue 2I3,
furono iſtituite eredi vniuerſali. Il predetto Giouannello hebbe , Fuit ſcripti te
s7 am manze An
permoglie Clara figlia del nobile Giouanni Calauà,dalla quale ne toni Caxari.
In acir Gra
nacque Alfonſo,e da queſto vina Caterinuzza, di cui fù la madre , tiani de Vaſſal
Girolama Guaſcone, i do 1536
in aciir de Bo
- Ma ritorniamo à Petruccio figliuol d'Aluaro noſtro vltimo Ca netijs 27, Deceb.
ſtellano, fu egli padre d'Ingu terra, dal quale protienne vn'altro I 569.
Pietro, che ſi fe padre di Giouanni, i quali tutti in Siracuſa nobil
mente apparentandoſi, hanno colà fatto fiorir la caſa, come pur
hoggi ſi vagheggia, corriſpondente al ſuo antico ſplendore; la .
diſcendenza cola di lei,e come ſiegue.
o Ttt 2, Gio:
5 16 D E L LA D E SCRITT. DI MALTA
Biſendenza de
A.'.:::: in Siracu Giouanni fù padre d'Antonio,queſti ammogliandoſi con Bea
fa. - trice Gulfi,morì prima del ſuo genitore,e laſciò i ſeguéti figliuoli,
Giouanni, Girolamo, Fräceſco, Flaminio e Gutierre. Giouanni pré
dè per moglie Dorotea Daniele ſorella del Barone di Kandicatini,
e generò Antonio, (che morì ſenza ſucceſſione, come anche Gi
rolamo,) Mario,Franceſco,e Gioſeffo.Girolamo figliuol d'Antonio
procreò D. Franceſco e Don Ottauio Canonico di Stacuſa.Flami
mio fratello del precedete Girolamo, hebbe molti figliuoli.
Mario Naua ſecondo genito dell'wltimo Giouanni s'ammogliò
con Donna Giouanna Falcone, ſorella del Barone della Carruba ,
e ſi fe padre di D. Franceſco Naua Falcone,e di D. Pietro. D. Gio
ſeffo fratello dell'antecedente Mario,generò Girolamo,e Giouanni.
E D. Franceſco altro fratello di Mario,fù genitore di Mario, Felice,
Ignatio,e Giouanni, - -

Viue in Siracuſa queſto ramo diſcendente dal primo Antonio


figliuol di Giouanni, con le Baronie di Bondifè, Pancali,lo Conte,
ò ſia Ramaudi,8 altri nobiliſſimi titoli hauuti dagl'Antenati.
E ripigliando la diſcendenza, che ſi continuò in Malta,non laſ
ciaremo di dire, che Giouannello fratel di Pietro,ambidue figliuoli
di Giouanni già Caſtellano, e primo Barone della Marſa;hebbe due
figli Gutierre,e Giouanni; il primo, che non ſi vide con ſucceſſio
ne,ritrouiamo nel 1534.eſſere ſtato co la cura, e tutela di Giuſep
pe,& Aluaro ſuoi nipoti, figliuoli del fratello Giouanni.
Giuſeppe ſuccede nell'eredità del zio Gutierre,e prendendo per
moglie Fräceſca ſorella del Barone Marco Inguanes,procreò Vin
cenza,nominata altresì Nauuzza , In coſtei peruenne tutta la ſo
ſtanza paterna,S: in particolare il territorio di Salamone, fù ella
moglie di Gio: Platamone,
Aluaro fù padre di Betta , & Imperia moglie di Don Franceſco
Alagona,nategli da Iſabella ſua iiioglie. Marito di Betta nel primo
matrimonio,fù D.Antonio di Gucuara,e nel ſecondo,Gio: France
ſco Caſtelletta Padre di Gio: Vincenzo hoggi viuente cô Simone,
Gio: Franceſco, Andreotta, e più altre femmine ſuoi figliuoli . L
Auolo di queſti fù Gio: Franceſco fratello di Cola Giouanni, che
non hebbe ſucceſſione di maſchi,e padre d'ambidue fratelli,è ſta
to Andreotta figliuol di Giouanni Caſtelletta Palermitano Ceppo
della famiglia nel Gozo intorno al 1497. come ſi è già detto nel
diſcorſo di quella caſa, ma né compiutamente la diſcendenzia, per
la incertezza,ch'allora n'haueuamo. i
E quì per non laſciar in dietro interrotta la genealogia di caſa
Naua, vna delle più nobili di Malta ſoggiugniamo, che " 2

O 11d
LIBR o QVA RTO, NO TITI A III si,
ò ſia Pietro fratello del primo Giouanni, fù padre d'wn altro Gio
uanni,il quale nauigando dall'Alicata in queſt'Iſola l'anno i 5 o 8.
fi crede, che moriſſe naufragato; né eſſendoſi di lui mai più ſapu
to coſa alcuna; queſto generò Gutierre, S vn altro Giouannello, &Fxcoin vent. bon.
ſgaat in
con vna loro ſorella, che fù moglie d'Antonio Falca, nominata ačiis It ii; Cum
Donna Betta, to ſi è die 24. (is
lij 15 o9.
Poſſederono i nobili di queſta caſa trà li molti
poderi ch'acqui
ſtarono in Malta, il belliſſimo giardino delle due fontane chiama
to Ginen el Feres, come appariſce negl'atti del Bondi al 1 5 2 2. che
ne fù padrone Giouanni di Naua, quiui già ſi ſcorgeua non ſono
molt'anni l'arme della famiglia, ch'è vno ſcudo diuiſo è ſcac
chiero ci il campo aureo,ò i ſcacchi alternati, cioè alcuni ſempli
ci,& altri ch'hanno ſembianza di merli di color vermiglio, ſotto
di cui ſi leggeua , omnium rerum est viciſsitudo , motto preſo da ,
In Eunuch.
Terétio; ſi rauuiſa altresì l'arme de'Naua fin hoggi nel Caſtello,
alla caſa di Villa ſituata dentro la Vigna della Marſa, nella tribu
na,ò Coro del Conuento di San Franceſco, in vna cappella della
Chieſa di S. Maria della Crotta de'Padri Domenicani,S: in altri pur
diuerſi luoghi della Città.
In quanto è glofficij,e carichi, ritrouiamo, che Gio: de Naua ,
ſia ſtato Giurato nel 15o 5.Inguterra Capit. della Verga nel 1 5 19.
Giouanni pure Capitano nel 1527. Alfonſo de Naua nell'iſteſſo
anno comandaua vna ſua galeotta. Magnificus Dominus Ioannes
de Naua Melitensis Capitaneus ſue galeotte, ſi legge
- -- - 9 - b nel 1539.Giu
º -

ſeppe de Naua Giurato nel 1557. L'iſteſſo Capit. negl'anni 1 56o.


I 57 3. I 574. & I 575. Alfonſo Gio: de Naua Capitano nel 157o,
Alfonſo Giurato nel 1572. Alfonſo di Pietro Giurato nel I 57 1.
i 577 8 1, 8 o Alfonſo Capitano nel 1582.8: 1 5 83.appreſſo al cui
anno (ſe non prendiamo errore)có la morte di lui s'eſtinſe in Mal
ta il ramo quiui rimaſto,d'eſſa nobiliſſima caſa.
- D E N A S O. -

Hà luogo la preſente fra le principali famiglie di queſt’Iſole ;


poichesi in Malta, come nel Gozo participò mai ſempre, egl'iſteſ.
ſi gradi,ch hanno goduto i nobili Cittadini, mentre nei libri della ,
regia Cancellaria di Palermo ritrouiamo,che Simone de Noſi ſia ,
ſtato Giurato della noſtra Città nel 1434, 3: 1456. e dalle noſtre
publiche ſcritture ſi caua, come Paolo fà Giurato parimente nel
146 1, indi Capitano della Verga nel 1463. per prouiſione del Rè
eſecutoriata in dett'anno. Antonio Giurato nel 1472. e l'ino anco
Giurato nel 1425 o - -

Nel Gozo è ſtato Capitano vn Antonio de Naſi, dal cui teſta


i b. IIl Clì CO
; 18 D E LL A D E SCR I TT. DI MALTA
mento riceuuto per Notaro Andrea Bonjabin l'anno 1465. ſi ca
ua,ch'egli haueſſe due nipoti,Paolo, 8 Antonio,figliuoli di Simone
ſuo fratello,i quali iſtitui eredi vniuerſali, e che il medeſimo fuſſe º
ſtato fondatore delli benefici di Iuſpadronato nel ſuo giardino del
Gozo nominato il Aayn. Giouannello Giurato nel 1524. Paolo fù
deſtinato Ambaſciadore al Vicerè di Sicilia Conte di Monteleone ,
l'anno i 522 per procurare l'eſſegutione d'wna lettera dell'Imperat.
ſcritta a quell'Eccellenza a fauore di queſta Vniuerſità. Paolo ſu
detto fù Giurato nel 1529 & 153 o Liſteſſo vien deputato Amba
ſciadore al Sig.Gran Maeſtio, e Sacra Religione in Siracuſa, per co
gratularſi à nome della Città,e di tutta l'Iſola,del nuouo dominio
allora acquiſtato,S a render loro,la douuta obedienza.
Di queſta famiglia leggiamo famoſo D. Alberto de Naſis Veſ
couo Nicopolitano (Nicopoli è la Città, ch'hoggi ſi dice la Pre
uiſa) dell'ordine di S. Domenico,il quale eſſendo Vicario del Me.
tropolitano di Palermo, venne richieſto da noſtri Giurati l'anno
1527.à far l'oglio ſanto,S altre funtioni eccleſiaſtiche,d'ordine di
quell'Arciueſcouo, benche l'Abbate Pirri ponga queſta venuta
nel 152 8. -

Don Santoro di Naſo è ſtato Canonico della noſtra Catedrale ,


fù queſti fratello di Peri figliuol di Paolo. Peri doppo l'aſſedio del
1565 paſsò con la famiglia in Sicilia nella Città di Siracuſa,quindi
poſcia in Terranoua,oue frà le nobili di quelluogo viene honore:
uolmente trattata, dal ceppo di lui hoggi viue D.Giacomo in poi
ter ſuo habbiamo letto il priuilegio originale di Carlo Quinto Im
peradore,ſpedito a fauore di Franceſco de Naſi, allora quando da -
detta Maeſtà fà deputato Secreto della fedeliſſima Città di Reggio
in Calabria, dato in Bruſelles à 12. di Giugno 1554. ma non ſaP
piamo, ch'egli ne ſia ſtato in poſſeſſo.
Gode queſta famiglia il iuſpadronato degl'infraſcritti benefici
nel Gozo,cioè a dire Ta Giuriske,Ta Aayn Futini,Tà Harrax,di S.
Barbara d'Angoſta,Megil Kotob,di S. Caterina nel Cimitero con
tiguo al Conuento di S. Agoſtino, così vien regiſtrato nella viſita
fatta dal Veſcouo Cubelles l'aſio 1545.nel riuelo di D.Gio: de Na
ſo,che gli poſſedeua,dicendoſi quiui; quorum omnium patronus exi
Stit Magnificus Paulus de Nasis,quondam Pini Ciuis Melitensi: po
tendoſi ben di ciò ritrarre certo argomento, non meno della pie
tà,che delle ſue antiche ricchezze. Oltre molti beni ſtabili, ch'ella
hauea in Malta, particolarmente nella contrada nominata Dachi
la;poſſederla nel Gozo il territorio dell'iſteſſo cognome de Naſi.
L'arme ſi vede nella caſa del Gozo, e dentro la Chieſa di S. Sal
- - - - - - - uadore
-
LIBR o QVA RT o No TITI A III sis,
uadore della noſtra Città in pittura,che nello ſcudo contiene tre º
alberi di palma,ſopra tre verdi monti in campo d'oro.
º - N A VA R R A. -

In Malta paſsò queſta famiglia dal Gozo, oue ritrouiamo farſi fFx16.o
reg.Cancell.
f217.
memoria d'Wgolino Nauarra Giurato nel 1428. e poſcia del no
bile Andrea parimente Giurato nel 1445. Fù queſto ammogliato Paure Fx teſºam D.
in act. 1a
con Donna Paola, che non ſappiamo di che caſa ſi fuſſe : dal matri cobi Saliua an.
monio loro nacquero Federico, 8 Vgolino & vna femina D.Impe 1497,
ria, che ſi maritò con Gio Caſtelletta nobile Palermitano, il pri
mo,che portò la ſua ſchiatta in q ueſto dominio. - - -

Vgolino Nauarra fù padre di Paolo, che doppo hauer eſercitato


l'officio di Giuraro nel i532.& i 537 paſsò in Malta,oue conſeguì
pure la Giuratia nel 1548. Di lui furono figli Vgolino, e due fem
mine Marietta,e Paola. . . . - e
In act. Cancell,
Queſto terzo Vgolino vien eletto Giurato nel 1577.S 1585. e & lib. bul.
finalmente Capitano della Verga nel 1587. 1588.8: i 589 procreò
egli vn " nome ſimilmente Paolo,vltimo di que
ſta caſa, nel quale (eſſendo ancora giouanetto) seſtinſe, 8 vnafem
mina nominata Cornelia, che data per moglie al Dottor Giouanni
Cumbo trà gl'altri figliuoli, ne diuenne Cumbo Nauarra, che fe
germ ogliare di nuouo la ſucceſſione in vn altro Vgolino vnico di
lui figliuolo; ripigliando con l'arme ( ch'è vno ſcudo trauerſato da
quattro bande d'oro,in campo azzurro,có tre ſtelle d'argento, vina
in ciaſcheduno ſpatio dei trè di mezzo trapoſti,)anco ilrauuiuato
cognome di Nauarra. -

s - N o T o.
In altis Lauré
Faſſimétione all'anno 1524.del nobile Nicolò Antonio di No ti Aagius.
to figliuol di Gabriele, che nel 1528, eſercitaua la carica di Con In teſta m. Ga
érielis de Noio
ſolo in Malta per la Natione Catalana, e del nobile Coſtantino di in aetir de Ra
Noto fratello d'Antonio nel 1552. pa 1534
Et in act.Geor
In vna ſcrittura de'Conſoli della Corte di mare della nobiliſſi gi ºtgig.
ma Città di Meſſina ſi legge, che ſimilmente Gabriele nomato no
bile,era ſtato deputato per Conſolo de'Meſſineſi intorno a gl'anni
del 1 52 5. Nel reſto queſta famiglia, oltre eſſere ſtata ſempre come
da,ſi è apparentata con le principali dell'Iſola, 8 hà goduto nel ſe
colo paſſato della Giuratia, come fe Antonio di Noto nel 1548.
Gabriele negl'anni 1559.15 64.15 67. & 1571. E finalmente Gio
uanni nel 584. ed altri honorati gradi della noſtra Città.
Vſa per arme,vn leon rampate,così l'habbiamo oſſeruato in vh
ſigillo antico di Gabriele di Noto,ſono i colori, argenteo del cam
po, e nero del leone. - -
- - -
- --
-

l - - - - - - Ploz ſco
5, o DELLA D EscR ITT, DI MALTA
P L O AZ A S C O .
Di Ludouico de Plozaſco noſtro nobiliſſimo Cittadino,ſi fà me
moria nelle publiche ſcritture dell'Vniuerſità à gl'anni 14 19. &
142o, allora quando da tutto il Conſiglio fù eletto in compagnia
di Franceſco Gatto milite,ſindaco, per douer à nome della Comu
nanza chiedere alcune dimande al regio Commiſſario in Malta ,
deſtinato, per dar il poſſeſſo dell'Iſola al Procuratore di D.Antonio
Cardona, a cui era ſtata impegnata per vrgenti biſogni della Co
rona. Hebbe per moglie Ludouico, Donna Francia di Pellegrino,
che non gli diede figliuoli. Fù eſſo,e per aumentura inſieme colei
( come da altri ſi preteſe) fondatore del ricco beneficio nominato
dei Mazari,a quali era paſſato il dilui iuſpadronato, per eſſerſi D.
Francia (morto Ludouico rimaritata con Simone di Mazara, 82
hauer fatta al medeſimo certa donatione de ſuoi beni,rimaſta ella
( come ſi dice) del primo marito erede. Quindi ſi die motiuo nel
ſecolo paſſato a iſucceſſori di Gioidi Naua,di cui fù moglie Iſabella
figlia di Pier Gio:Mazara,e di D. Margarita Carretto,nipote di Frä
cia,di mouer lite à i Mazari eredi di Gio:fratello di Pier Gio, preté
dédo ch'à loro toccaſſe iliuſpadronato per le ragioni di Francia e
di Ludouico fondate né à gl'eredi di Simone,di cui non hauea lei
hauuti figliuoli. Ma fà doppo la perpleſſità di dette pretenſioni,
vnito il beneficio al Seminario,3 indi aſſegnato per autorità apo
ſtolica al venerabile Collegio della Compagnia di Giesù, con tanto
profitto ſpirituale di queſti popoli, e di quelle benedette anime dei
fondatori, che con sì larga mano donarono i loro beni, per aumen
to,e ſeruigio del culto diuino. PA L L E G R I N O.
An lib.reg.Can Antichiſſima,e nobile e ſtata queſta famiglia in Malta, hauen
celan. 1347.vſi
que ad I 37o. f. dole conceduto il Rè Federico Terzo in perſona di Giouanni dei
J7Ie
Pellegrino ſua vita durante, il tenimento di terre ſituato in queſt'
Iſola in contrada di lu Zaccuni,ſotto ricognitione della quarta
parte dell'entrata di eſſe terre, da darſi ogninno alla regia Corte;
Morì Gio: intorno al 134o. Ô 5 o.
Giacomo di Pellegrino ſuo figliuolo,ottenne dall'iſteſſo Rè Fe
derico il giardino grade nomato del Rè, allora tutto cinto di mu
ro con due fontane,cioè Aayn Kayed,8 Aayn Teuzien,S: alcune
terre contigue lauorecce, dette la Hafe, con vn altro fonte, 8 vn
tenimento di terre appellato di Beniiarrat per lui, e ſuoi eredi dal
Nel Capibrevio
ſuo corpo diſcendenti in perpetuo,ſotto ſeruigio d'wn cauallo ar
defeudi di Mal mato, come ſi legge nel priuilegio, in cui vien chiamato milite ,
taf 432.
regiſtrato nel libro degl'anni 1 3 6o. & 1 36 6. in vno de'quali gli
#anelli
Panormi. ſcriue il Rè,come à Capitano.e Caſtellano di Malta. - -

Liteſo
LIBR o QVARTO, NO TITI A III, 52 i
. L'iſteſſo Giacomo fù poſcia proueduto in vita del carico di Cai
pitano di Malta,e Gozo, nominandoſi anche nella patente, colti Ex lib. reg. Cà -
tolo di Milite,la cui data eſs&do in Malta è 7. d'Aprile 136 5. ci po cell. I 36y f. 28
erebbe ſuggerire che douette eſſerui capitato allora di paſſaggio il
Rè Federico III, Fà ſua moglie D. Margherita d'Aragona, da cui
non hebbe figli maſchi, ma ſolo tre femmine, come ſi caua dal te.
Fuit conditum
ſtamento ch'ella fè nel 141 8. col quale ſi mori: ad vna di queſte, manu Not. d ,

ch'hauea nome D. Leonora non iſdegnò di prender per moglie a Azºpard.die 5.


lnni. -
Matteo del Carretto de Marcheſi di Sauona, ch'habitaua in Gior
genti,padre di Gio:& auo di Federico Barone di Rahalmuto hog
giCótea,
So v la cui ſorella nomata pariméte D.Margherita del Carret
- - - - - - - n - -

to, fù moglie di Perigiouanni di Mazara noſtro cittadino nel mille


quattrocento trenta quattro o -

Il ſopradetto Matteo fù il primo a noſtro giuditio, che col fra


tello, della caſa Carretto, veniſſe à ſtanziare in Sicilia, e che quiui
viueſſe nel 1392. ſi rauuiſa per vina lettera, che gli ſcriſſe da Cata
nia il Rè Martino a 5. di Febraio di dett'anno,che comincia in tal
guiſa.AAattheo de Carretto Marchioni Sauone Consiliario familiari, Regifrin aficio
Pr. 1hon. in lib,
6 fideli. Peroantoni Puglisi, Compagnuni, chi era di lu quonda Iay an: i 392 ſºgna
mu d'Alagona,g nouiterfidili di la nostra AAagestati expani, chi vui to Ef.95.
hauiti, e tiniti litri ſoi caualli, g vnu mulu cum certi armi, et altri
costſoi,leuati a dui ſoi ſcuderi,li quali sicurati paſſauanu di lu vostru l

locu di Rachalmutu andandu à Giorgenti, etc. -

Girolamo Zurita ci fa ancora teſtimonianza, che vn Marcheſe Lib. Io f 429.


in vita - Regis
di Sauona dei Carretti ſeruiſſe al Rè di Sicilia in queſto tepo, tut Martint,

to ch'egli lo chiami Gerardo,e non Matteo,ecco le ſue parole. Sir


uià tanbien al Rey de Sicilia en esta guerra,que durò algunos años Ge
rardo de Carretto Marques de Sahona,etc. però facendoci molta for
za la detta letterra, il teſtamento di D. Margherita ſua ſuocera, 8.
altre ſcritture, che lo nominano Matteo,potremmo dire, che que
ſto Gerardo fuſſe ſtato fratello di Matteo, non riſultando contradit
tione, ch'ambidue nell'iſteſſo tempo fuſſero trattati col titolo di
Marcheſe di Sauona, come pur hoggis vſa in molti luoghi di com
partirſi il medeſimo titolo in più perſone, è feudatari dell'iſtella ,
diſcendenza. Però d'eſſere ſtato Gerardo fratello di Matteo n'hab
biamo in punto la proua, & è vna ſcrittura di confermatione del In lib.reg Can
cell. anzi. I 399.
Rè Martino nel 1399. della vendita, che fa il nobile Gerardo Car & 14 co. 8.lnd.
retto Marcheſe di Sauona al nobile Matteo Carretto ſuo fratello fio9. - -
v -,

di tutta la ragione,chhaueua ſopra Rahalmuto.


Non ſiamo certi del tempo, che Matteo s'ammogliaſſe con D.
- -- - - - - - -
-
- º Vuu - Leonora
522 D E LL A D E SCR I TT, DI MALTA
Leonora figliola di Giacomo Pellegrino, e di D.Margherita d'Ara
gona,la quale però ſi caua bene dal ſuo teſtameto,che ſoprauiueſſe,
- a Matteo e che di lui rimaneſſero in vita, alla morte di lei 3 figliuoli
cioè Giouanni, Antonello,e Federico del Carretto, del cui no biliſſi
mo cognome,ritiene fin hoggi il nome vna contrada in queſt'iſo
la,oltre molti ricchi poderi che vi poſſedeua già la medeſima caſa:
il che ſi dimoſtra nel modo ſeguente. Perdona il Re Martino nel
Ex reg. Prothon,
I394 & 1396, 1396.à Matteo del Carretto Barone di Rahalmuto quella paſſata
4.34s ribellione,gli reſtituiſce tutti i beni, e tra gl'altri dice Matteo nelle
ſue dimande (Item peti,chi lu dictu A Miſſer Matteu haia tutti li beni
li quali ipſa,e sò ſociru haui à Malta.Placet, e par altresì, che tutta
uia il noſtro Giacomo allora viueſſe. -
Ma rimettiamoci ſul filo,e diſcorſo dei Pellegrini.Paolo fà Giu
rato nel 14o 5.8 interuenne per vino de principali advn Conſiglio
de'noſtri Cittadini nel 142 o & appreſſo nel 1428. per vina regia ,
rouiſione data in Valenza ſi fa fede,ch'egli ſia ſtato deputato Ca
pitano della noſtra Città,8& Iſola per lo ſpatio di due anni.
Gio: de Pellegrino Giurato nel 1445. L'iſteſſo,ò altro Paolo nel
1458.ſi legge,ch'alcun tépo prima ſia ſtato regio Secreto in Malta
E Nicolò Pellegrino Giur. nel 1548. Nel Gozo parimente ritro
uiamo di queſta famiglia Pino Giurato nel 14o6. Federico Giura
to nel 1441.& vn altro Pino Giurato nel 1469.& 1474. -

Intorno all'origine dei Pellegrini in Malta, habbiamo fatto al,


tre volte congettura,ch'ella ſia da Catalogna,e da Villafranca de
Panadès, (oue ſi legge ſia
ſtata di queſto cognome nobile ſchiatta)
per quanto D.Margherita moglie di Giacomo,frà gl'altri beni, la
ſcia alcune rendite nei detti luoghi di Panadès, e Villafranca, co
me ſi dice nel ſuo teſtamèto, à ſuoi figliuoli, e
nipoti rimaſeli per
auuentura trà le facultà del marito, ma eſſendoci poſcia capitate
notitie,che in Meſſina fin del 1 2 64. vi fuſſe vn Giacomo Pellegri
no prima della venuta in Sicilia del Rè Pierro, e doppo nel 1-85.
c: i 373.farſi quiui mentione di Gio: Pellegrino de Meſſana,vedé
do altresì,che il Capibreuio ne feudi di Malta ci atteſti, che il Pa.
dre di Giacomo noſtro, ſi chiamaſſe Gios,entraſſimo in peſiero, che
forſe queſto poteſſe eſſere quell'iſteſſo; e ch'haueſſe appunto nel fi
gliuolo il nome dell'Auolo replicato; però dall'altro canto conſi
derando, che a Pellegrini Meſſineſi, quaſi, ch'à differenza degl'al
Ex tabulario tri,ſi come habbiamo oſſeruato,s'aggiugne al cognome Pellegrino
Monafier; Sa
eti Stephani de
(de Meſſana) come nel 1285. nel fine d'vno ſtrumento; Signuna
memore , Cala Iacobi Dei gratia Regis Sicilie Ducatus Apulia, gr Principatus Ca
Abriae Ord. Cer puae appositum hic per manus Ioannis de Pellegrino de AA eſana, etc
thuſianorum,
Nel
LIB R o QVA RTO, N O TITI A III. 52;
Nel 1373. in vna lettera indirizzata, Ioanni de Peregrino de Meſſa
ma statuto per Curtam ſuper recollectione pecunia iuris releuii in Sicilia Fxre cancell.
familiari,g fideli,g c.nel 1394. Meſſer Petru de Peregrino(così chia- ºſº
ma il Rè vno de'dodici Conſiglieri Meſſineſi eletti alla riforma , Ex re Prabo
del Regno;)fù queſto medeſimo,lungo tempo Giudice della Gran ” 1394 f41.
Corte, non tiene quiui aggiunto de Meſſana,forſe perche haueua
diuiſato che tutti erano Meſſineſi. E che finalmente al noſtro Gia
como ſcriue il Rè Federico III. Iacobo de Peregrino militi Capitaneo,
(3 Castellano Inſalarum Meliueti,g Gaudisii, ſenza poruide Meſ
ſana, ne meno in quella gratia, ch'ottenne per lui la moglie in
tal guiſa Fridericus, 3 c. Preſentisſcripti ſerie, e c. Quod ad humi
lem ſupplicationem nouter Excellenti.e nostrefaétam per nobilem AAar - -

garitam de Aragonia, conſortem Iacobi de Peregrino militi conſangui- ,


neam,familiarem , (gi fidelem nostram,eidem nobili concedimus grattor i" i;
sè,quod dictus Iacobus vir eius ſatisfacto prius perei AAagnifico Duci, 7º 7 i 73 t.
(e Communi Ianue,deeo,quod dare tenetureiſdem) poſit impunè, ac 119.
licenter
ua alloravenire ad nobilem
la perſona Ciuitatem
del Rè) Meſſana,
Dat. .Meſſane die(31 1.
c. (oue
Očlob.ſi 12.
ritroua
Ind. t .

fù l'anno del 1373. ſenza inchinare più ad vna opinione, ch'all'al


tra, ci rimettemo à quella che fuſſe più veritiera,per né far vn giu
dicio mancheuole,e fallace.
Il debito, a cui ſi dice era tenuto in quel tempo il noſtro Giaco
mo verſo il Doge,e Republica Genoueſe, ſtimiamo naſceſſe da re- ,
preſaglia per auuentura,ch'haueſſe fatta fare di qualche vaſſello, è
roba di Genoueſi, per cagione di danni commeſſi nell'Iſola no
ſtra,da loro vaſſelli appunto l'anno 137 1. ſotto la condotta di To
maſo Morchio loro Capitano, è per riſcatto ſuo,ò de ſuoi, che in.
quell'inuaſione,fuſſero rimaſti prigionieri de Genoueſ, come leg
giamo eſſer au uenuto allora ad altri noſtri Iſolani, che sborſarono
per conſeguirla libertà groſſe ſomme di danari. -

L'arme,che queſta famiglia ha vſato in Malta è ſtata d'wn leon


- rampate d'oro in campo azzurro,vedeſi ella in diuerſi luoghi del
la Città,e particolarmente in certi pilaſtri, che ſoſtegono la coper
tura d'vna ſcala, per doue ſi ſcende nella S. Cripta, ſotto la Chieſa
di S.Maria della vertà,S: in vna capana delle groſſe,ch'è appeſi nel
campanile della noſtra Cattedrale, in cui ſi vede ſcolpito il glorio
ſiſſimo Apoſtolo S. Paolo in vn lato, e negl'altri trè, queſto leon.
rampante,fatta fare in Venetia l'anno mille trecento ſettanta, co
me nella medeſima campana à lettere gotiche nel ſuo lembo ſi
rauuiſa. -

- - Vuu 2 Hoggi
soce»
524 DELLA DES C R I TT. DI MALTA
Hoggi conſerua eziandio il cognome della caſa vna contrada ,
che " Redum " , & vn beneficio di iuſpadronato
detto de Pellegrini, di cui ſi dice in vna publica ſcrittura del 1436.
l

eſſere ſtato Teramo Pellegrino il fondatore.


- - P L A TA A O N E. -

Battiſta di Platamone Dottor di leggi, e regio Conſigliere, fù


dalli Signori Viceregi l'anno 14zo, deſtinato a Malta per loro co
miſſario a dar il poſſeſſo dell'Iſola al procuratore di Don Antonio
In lib. Proton,
& Cancell.
Cardona, come altroue habbiamo raccontato; Queſto Battiſta fù
Antonio d'Ami poſcia Vicerè in Sicilia con Ruggiero di Paruta, ſoſtituiti dall'In
co nella ſua Cro
nolog. de' Vice
fante Don Pietro Vicerè proprietario l'anno 1437. egli diſcende »
regif 6. da Bernardo Platamone gétilhuomo Cataneſe, così l'afferma Pir
1n Notit, Syra ro trattando di Ludouico Platamone Veſcouo LXXXVIII.di Sira
cuſana f. 188,
nome,figliuol d'Antonio ſeſto genito di Battiſta .
cuſa, II. di tal
Di Bernardo ſudetto ſi fà memoria nel 1392. in vn priuilegio
JEx reg. Cancel, conceſſo dal Re a quella Clariſſima Città. A Martinus, (gc. Consi
15. I ndit. 139I.
f13. deratione ſeruitiorum per Ioannem Rizari, Mazulum de Berliono, Ni
tu Caluina, Bernardu del Plathamuni, (3 c. Sindicos ad nostras AAa
iestates,per dictam fidelem Ciuitatem Cathanie nouiter destinatos,grc.
Quindi ritrouiamo eletto dal Rè Capitano di Malta nel 1438.
Franceſco di Platamone, che non ſappiamo ſe fuſſe ſtato per aué
In lib. reg.Can tura figliuol di Battiſta; ſirauuiſa per la ſua prouiſione, che fù da
cellf. I75, ta in Ciuitate Casiri ad mare de Stabia a 12. di Gennaio del 1437.
Edvn altro Franceſco Giurato nel Gozo all'anno 1469 oue la
famiglia fe principalmente la ſua dimora, mentre anche Ciancio
fù Giurato nel 1482. Coſtui hebbe per moglie Liſa figliuola d'An
tonio Vagnolo milite, da i quali ne nacquero Margherita moglie
d'Andreotta Mannara,S. Antonio: di queſto furono figliuoli Fri
ceſco marito di N. Rapa,e Paolina conforte di Giacomo Deſgua
nez, diuenuta ella vedoua per la di lui morte leggiamo,che viucſ
ſe in Calatagirone l'anno i 552.
Franceſco terzo dianzinomato, figliuol d'Antonio, fù poſcia -
padre dvn altro Antonio di Saluadore, e del Dott. Ludourco Pla.
tamone. Franceſco godè il carico di Capitano nel 1532. France
ſco Bartolomeo, fù pure Capitano nel 1534. hebbe queſti vin fra
tello chiamato Battiſta. Franceſco Capitano nel 1536. Franceſco
Antonio Giurato nel 1547. S. Saluadore Giurato nel 1563.
Doppo queſti tempi non vi rimaſe quaſi altro in queſt'Iſole e,
che Saluadore,S: il Dottor Ludouico ſuo fratello altresì Gozitano,
che fù Giurato della noſtra Città l'anno 155 3. e poſcia per la ſua
molta ſciezia nella facoltà legale e molto più per la ſua ſomma in
- tegrita
LIB R o QVA RTO, NOTITIA III. 525
tegrità di che fù dotato, promoſſo a diuerſe giudicature del domi
nio,e finalmente alla ſuprema d'appellatione,ch'eſercitò per alcu
ni anni,e quindi al carico d'Auditore del Sig. Gran Maeſtro,
Paſsò queſta famiglia da Malta in Sicilia, e prima nell'Alicata ,
oue preſe moglie Saluadore fratello di Ludouico, & India Siracu
ſa,colà traportataui da D. Franceſco figliuol di Saluadore, accop
piandoſi in matrimonio con D. Maria Abela, 8 Alagona, che gli
generò D.Saluadore ſpoſo di D. Anna Bonanno; Rimaſe nel Go
zo,& in altri luoghi di Malta l'arme gentilizia della caſa, e ſegnala
tamente nella Chieſa Cattedrale, e Cappella dell'Annunziata,dei
cinque monti neri, con tre conchiglie roſſe,a quali ſouraſta vn fior
diligi argenteo il tutto in capo d'oro, appunto come vien portata
dai nobiliſſimi Platamoni di Catania.
- - P A T E R N O.
Carlo di Paternò è ſtato Giurato della noſtra Città nel 145 o.In
Catania,Calatagirone, 8 in altri luoghi della Sicilia, è famiglia no
biliſſima, tira la ſua origine dal Regno d'Aragona.
- P I R R E R A.
Stefano Pirrera leggiamo hauer comprato da Giaimo Cardona Ex Capibreuio.
il feudo, è territorio della Guarda l'anno 1448. ll medeſimo fù
eletto nel 145o. Ambaſciadore dell'Vmiuerſità di Malta al Rè Al º
fonſo per conto di diuerſi publici affari dell'Iſola. Martiano Pirre
ra Giurato nel 1487. - , - ,
P A C E, O P A X.
Bernardo pace l'anno 1472, vien honorato dal Rè Giouanni
del feudonomato la Culeya,però in ſua vita ſolamente, nappare ,
priuilegio dato nella Villa di Siguenza à 15. di Gennaio,e ricuſan
do in Malta i Miniſtri regij di dargli poſſeſſo, perche da i frutti di
quello ſi pagauano li ſtipendii de Caſtellani,Capitani, ed altri offi
ciali; l'Iſteſſo Rè con ſue lettere date in Perpignano a 9.di Luglio
i 473.ordinò,che delle rendite di queſta ſecrezia ſi pagaſſero i ſu
detti ſalari, ma che in difetto di quelle, ſuppliſſero l'entrate del
feudo. - - -

Poſcia nell'anno 1481. à 2 o, di Settembre, ottenne eſſo Bernar


do dal Rè Ferdinando, non ſolamente, che gli fuſſe confermato;
ma ampliato di più il priuilegio advn ſuo erede, in virtù di che egli
fè elettione di Nicolò ſuo fi gliuolo,è erede,il quale, morto il padre,
n'hebbe l'inueſtitura l'anno 1489. ſi come notato ſi legge nella ,
regia Cancellaria. -
La medeſima gratia impetrò dipoi Nicolò dalli Sereniſſimi Gio
uanna,e Carlo Regi in perſona,e vita di Margherita,di lui figliuo
a la in
52 G D E L LA D Esc RITT. DI MALTA
la,in riſguardo del ſuo matrimonio, come in regie lettere, & altre
date a s. di Decembre 15 18 più diſteſamente appariſce; fù di lei
marito Gio: Vincenzo Spatafora Palermitano, e col medeſimo il
Signor Gran Maeſtro Villiers,e ſuo Capitolo generale vſarono pa
rimente della loro accoſtumata benignità, diſtendendo il godimé
to di queſto feudo, per la vita d'vn erede, che da lui,ò dalla moglie
ſarebbe ſtato eletto,e nominato.
Finalmente il Sig. G. Maeſtro Valletta bramoſo d'incorporar
lo alPrincipato,eſſendo ancor viua la Margherita, ma vedoua,trat
tò di comperare le ragioni, che lei,e Ludouico Spatafora ſuo figli
uolo vi haueuano, come poi ſeguì, facendo la vedita il medeſimo
Ludouico à nome proprio,e come procuratore della madre al Sig.
Gran Maeſtro in atti di Bonauentura de Bonetijs,detto il Carpatio
à 24. di Gennaio del 1567, oue ſi fa mentione del ſopradetto pri
mo acquiſtatore nel 1472.che vien chiamato Hernando de Pachi,
e teſtifica il notaro d'hauer veduto il Priullegio originale del Rè
Giouanni,ſpedito in dett'anno,
Nel 1522. leggiamo farſi memoria di Nicolò Pax Barone de la
Culeya,e nel 1524. l'iſteſſo nominato Giurato della noſtra Città.
Ex reg. Cancel. Scriue il Rè Martino, Venerabilem Fratrem Andream de Pace de
15. lnd. I 391.
f 57. Sacca Magistrum in ſacra pagina , ac fratrum minorum prounciae
Sicilia Ministrum,nitore mundicia, (9 morum honestate conſpicuum,
etc. In Malta quei della famiglia portano per arme due mani lega
te in fede, con vn ramo d'wliuo in campo d'argento,
- P E K O L L O.
Con queſto nobil cognome hoggi rimangono chiamati diuer
ſi luoghi, e terreni di Malta, 8 anche qualche contrada, certo argo
mento,ch'anticamente la famiglia vi fuſſe ſtata, e delle principali,
hauendo ella poſſeduti li feudi di Beb, e Rue, Buleben, Samma
sino, 8 altri territori. Al preſente nobilmente riſiede nella Città
di Sciacca in Sicilia, di doue, come ſi enuncia in publiche ſcritture
di Malta,appariſce, che gli huomini di eſſa habbino fatte più volte
procure concernenti i loro intereſſi in queſt'iſola,
La caſa loro è antichiſſima in Sicilia, mentre fin del 1 142 in
Z'Abbate Pirri
nella Notitia , vna ſentenza data da vn Conte Simone, e Giorgio Ammiraglio di
Meſſineſe fs 1o uel Regno intorno a i confini della Baronia allora di Galliano,
trà il Veſcouo di Meſſina Roberto II. e Gilberto Perollo Signore
di detta Baronia, ſi fa quiui ancora métione di Guillelmo Perolla.
Ex reg. cff Pro
thonst. a 92. I 361 Nicolao de Perollo Militi Capitaneo Terra Chiminne familiari, (g
62 & 63. litt.A
f42, fideli,grc. ſcriue il Rè nel 1362.
Gio: Andrea leggiamo nel 1465. eſſere ſtato inueſtito i i ſo
- - - - pradetti
LIBR o QvA RT o No TITI A III. 527
pradetti feudi in Malta a 14, di Decembre dato il priuilegio in
Meſſina,come quello, che vi era ſucceduto per morte di Caterina
fia madre:
Il medeſimo Gio; Andrea a 14.di Gennaio 1479, ne prende di In hº canceh.
nuouo l'inueſtitura al principio del reame di Ferdinando º
Morto Gio: Andrea gli ſucceſſe Caloiro de Perolli,ſuo figliuolo,
primogenito,il quale parimétenhebbe per lui, e ſuoi eredi dal ſuo,
corpo diſcendenti l'inueſtitura iure Francorum dal Vicerè Gio; de ſii Cancell,
la Nuza à 2 5 di Maggio 1594, nella quale ſi fà ſold métione dei "
feudi Sómatino,(hoggi nominato Samti) Bonichale,3 Beb e Rue,
e non degl'altri, non dimeno
trainueſtitura,chhaueſſe preſanel libro
Gio: del 15deo7.
Filippo ſi legge
Perollo d'un al
figliuolo di Fol.678.
Nicolò,ne i due di Beb,e Rue,e Sommatino ſudetti,si perche in el
ſi fuſſe ſucceduto per morte di ſuo padre, quanto ancora in vigor
d'interlocutoria data dalla regia Corte a ſuo fauore, e contra il
predetto Caloiro ſuo tutore. i
t Hoggi queſti feudi ſono poſſeduti dal Sig. Gran Maeſtro Prin
cipe, acquiſtati per compera,che ne feil Grä Maeſtro Valletta nel,
1; 6o. dal Barone Don Giouanni,e da D, Carlo Perollo ſuo fratel
lo,come ſi rauuiſa negl'atti del Bonetijs,quiui i nomi de feudi, e
poderi ſi leggono gl'infraſcritti,cioè a dire Bulebé, Bebe Rue,Sam
ti,ò Sammatino,ò i giardini di S.Antonio, 8. Bunochale con i lo- s
ro terreni , , , , : - - - - -
i
Nella Chieſa Cattedrale godeua già queſta famiglia vniuſpa ".
dronato nell'altare di ſua fondatione,appellato de Perolli ſotto il ti- i i".
tolo di Santa Lucia glorioſa Vergine,e Martire. I , 1535.in Archi
P A G L I A uio conſeruato.
- - P A. I - - i ..: – ,4

Ferrante la Paglia fà Giurato di Malta nel 1527. Il medeſimo


vié deputato Ambaſciadore dall'Vniuerſità di queſt'Iſola nel 1528.
al Vicerè di Sicilia, per chieder alcun preſidio in difeſa della Città,
atteſi gl'auuiſi d'armata. Hebbe da D.Beatrice ſua moglie tre figli e attº - e

uoli, due femmine, S: vn maſchio nominato Girolamo, per parte ,


de'quali la madre allora vedoua, leggiamo hauer fatta procura ,
l'anno 1 5 33.à prender il poſſeſſo dell'eredità d'vn parente del ma
rito, morto in Giorgenti ſenza figli,e teſtamento.
-
- P A R I S I. -

Raimondo Pariſi Capitano della verga in Malta l'anno 1466,


In Sicilia habbiamo Parisius de Parisio, Nicolaus de Parisio,et An # º",
driolas Parisius irà gli familiari del Rè,che tirauano il ſuo ſoldo, pºi,
Petro de Parisio de Syracusia familiari, et fideli,etc ſcriue il Rè nel ſi. Proi/on.
136 1. acciò vada per tutte le Città, e Terre aſcritte alla º" " ºr 66.
- - - ella ti i t. 5 f. 26.
s28 DELLA D EscR ITT DI MALTA
della Regina Coſtanza per metteruì in poſſeſſo il ſuo teſoriere. I
R o C C A.
Del nobile Cola la Rocca ſirauuiſa nelle publiche ſcritture dell'
- Vniuerſità di Malta, eſſere ſtato a nome di lei deputato Ambaſcia
8 dore al Vicerè di Sicilia nel 1438. Conſerua fin hoggi talcogno
me nella noſtra Città,la Venerabile Chieſa quiui fatta fabricare da
- - - - -
i maggiori di queſta
- -
famiglia
- - i
detta S. Mariatà Rocca. - i
-R A G V S A .
I - º
- -
- -

Gu glielmo di Raguſa compra da Guglielmo Surdo il feudo,ò ſia!


giardino del Gomerino,nel qualcótratto vić egli appellato Maltesi
ſe,come in atti di Ruggieri d'Alemáno ſottolis di Maggio a 31 so
Queſta vendita fù poſcia confermata dal Rè Federico II per gl'ere
di anco del Raguſa in perpetuo,con obligo del ſeruigio militare i
iure Francorum,come appariſce nel real priuilegio ſpedito in Meſsi
i a - - l
ſina à 17.di Giugno 132 o, – -

Morto Guglielmo ſuccedette nel feudo Ilagia ſua figliuola ,i


moglie,ch'era ſtata di Tomaſo di S.Sofia; Indi la continuatione»
ſeguì, come ſi narra nel capo di eſſa famiglia.
R A V E L L o. -

Ottauiano Rauello fù Giurato nel 1477.in circa.


- - - R I B E R A. i
c" º Pietro Ribera ſi Capitano della noſtra Città nel 1482.Il mede
ſimo vien eletto Ambaſciadore al Vicerè nel 1486.
--

- .
--
. .- -. -
,
-'

- - - - R. A | P A. -

- - - - Saluo Rapa Giurato nel 1453. António Giur. nel 1522.1525.


1 529.S: 1 5 3 o. - i -

Don Giouanni Rapa Canonico della Cattedrale di Malta,fà cer


ta donatione di beni, chhaueua nel Gozo al Magnifico Antonio
ſuo fratello, dell'iſteſſo luogo l'anno 155 o. oue ſi dice ch'eſſi erano
Negl'atti di
figliuoli del fù Matteo Rapa. º - - - - -

Not,Caneiur. Gio: è deſtinato Ambaſciadore al Vicerè di Sicilia l'anno 1527.


Hà poſſeduto queſta famiglia in Malta, e nel Gozo molti pode
ri,i quali conſeruano tuttauia il proprio nome della caſa, l'arme di
cui è vna Rapa argentea in campo azzurro. - - -
-

S E R R A N O.
Ruggiero
anni 14 19.3 Serrano
142 o. cittadino,e - r .
Capitano della noſtra Cit ti negl'
- , - - -

S I L L A T o.
Di Giouanni Sillato ſi fa memoria nel 142o.Nicolò Giurato nel
15 17. Bartolomeo Giudice delle cauſe ciuili nel 15 o 3.
, Vſa per arme d'vno ſcudo di capo azzurro,nella cui ſuperiore e
- tCTZa
E i BR O, Q MART O, N GTITI A HI: 523
terza parte ſi vede gna mezaluna argentea, chihà volte le corna
in sù, e nel reſto tre ondature, è faſcie d'oro ondate, la prima del
quali Fcr di ſopra è a linea retta ſotto la mezaluna per trauerlo. ,
-
- -

si S A G O ºN 4. 2 s
Di queſta famiglia, che fù delle primarie, non meno in Malta -
- - - . , ,i -, -

che nel Gozo, ritrouiamo eſſere ſtato Giurato della noſtra Città
Bernardo nel 147 i Nardo pure Giurato nel 1476. Nicolò ſimili
mente Giurato negianni i i 3 º 5 i 4 r ; 17. ii 2 ei 5 º 15 ? :
1526. & 153 1. Cittadino di molta bontà, e rettitudine, come ſi - - A º * t
può far conſeguenza dall'eſſere ſtato eletto per tanti anni, ad am rr vs a

miniſtrare quel carico, maſſimamente ch'allora, col ſuffragio di


certo numero di Cittadini, ſi faceua lo ſcrutinio degl'officiali, i
Nardo Sagona ſopraintedente alle publiche fabriche della Cit - s-
tà allora chiamato Marammeringl i 487.Coli Sagona Viceſegre
to nel Gozo per priuilegio concedutogli dalli Regi Giouanna, a
Carlo l'anno 15 i 6 dato in Bruſelles à 3o di Settembre v. Ind. E
Giuliano Sagona Capitano del Gazo nel 1548. . . .
º, sº T., V, ºN I, G. 4 i - i , º

E ſtata nobile in Malta la preſente caſa originata come ſi ſtima


dal Regno di Caſtiglia. Si apparentò con altre delle noſtre princi
pali,e ſegnalatamente con quella Deſguanez, poiche Clara figlia ,
del primo Antonio hebbe per marito vno di queſta famiglia, che a
giudichiamo ſia ſtato il nomato quì appreſſo Ferrante; gl'eredi di
Clara (non già ſuoi figliuoli, Perche ſi morì ſenza) poſſederono,
intorno al I 5 1. 3. il feudo di Fringenuin. r º i io e º; o

i Ferrante di Stuniga leggiamo nel 1494 col titolo di Magnifi


coViceammiraglio di Malta.Pietro de Sruniga Giurato nel i5 19.
Il medeſimo Capitano della Vergaal 1 52 I. e negl'atti del Bon
dì è nominato Nobilis Petrus Stuniga. E in quelli li Bartolomeo
Sgluago nel 1547, ſi legge, Magnificus Vir Dominus Alexander de
Aunga Ciuis Melitensis, ch'allora s'intendeua della noſtra Città
Notabile, si era Capitano d'wna ſua galeotta armata.
o Pietro de Stuniga Perauuentura figliuol di Ferrante procreò da
Paola di Brancato tre figliuoli, Pietro, Aleſſandro, e Ferdinando,
queſto morì fangiullo, Pietro marito d'Angelica Falſone ſi trasferì
a Palermo;quiai laſciò vna figliuola di nome Clementia, moglie e
del Dottor Gio: Franceſco Palumbo; d'Aleſſandro parimente non
rimaſero figli maſchi, ma vna femmina,ch'hebbe nome Marghe
rita nella di cui figlia Caterina seſtinſe affatto il preſente ramo.
. l . .. . . 0 A I 4 . . .
Inigo Soria noſtro Cittadino nel 1512.fù deputato Ambaſc. al
Vicprè di Sicilia. Xxx S. Sofia
sso DELLA D EscR ITT DI MALTA
- S A N T A S o F I A,
Haueua queſta famiglia nella noſtra Città (hoggi quiui eſtin
ta) sù la ſtrada principale, è piazzavna caſa " cui
facciata, ch'hà tuttauia del nobile, ſi può diuiſare qual ſia ſtata la
códitione de padroni ella è poſſeduta al presete da quei de Caſtel
letta,e de Falſone; Cóſeruaſi pur ancora nel friteſpitio ſopra le fi
neſtre, che ſono d'architettura gotica li ſcudi d'arme, ci certe sbar
re, è bande trauerſate, ſenza ſaper noi quali ſiano i colori, ma i
Lib, 4. f, 318. bensì, che la famiglia ſia molto antica, mentre preſſo a Zurita nel
eiuſdem anni,
ſuoi annali ſi fa memoria di Riccardo di S. Sofia nell'anno 1287.
Riceuè Giouanni di Santa Sofia dal Re Federico alcune terre ,
in Malta dal Fiddeni in feudo per ſe, e ſuoi eredi da lui diſcenden
ºfol.19,
ti, ſotto ſeruigio d'vn Cauallo armato, come appariſce dal regio
diploma regiſtrato nel libro di Cancelleria, che comincia dall'an
no i 347. . . . .
- Tomaſo di Santa Sofia hebbe per conſorte Ilagia figliuola di
Guglielmo Raguſa ; queſti eſſendo ſtato inueſtito del feudo di Go
merino hoggi nomato il giardino di S. Antonio di Gomerin,per
lui, e ſuoi eredi iure Francorum in perpetuo, ſotto il conſueto ſer
uigio militare, come ſi dimoſtra nel priulegio dato in Meſſina è
17. di Giugno 13: o morì ſenza figliuoli maſchi,e perciò gli ſuc
ceſſe la detta llagia vedoua di Tomaſo, e di cui ella haueua vn fi
gliuolo nominato Antonio di Santa Sofia, dal quale, e da Magna,
che fù ſua moglie, ne nacquero Guglielmo nipote del primo ac
quiſtatore del feudo, e padre d'Antonello di Santa Sofia.
Morì finalmente Guglielmo vcciſo Per il nome regio, come ſi
dice nel Capibreuio dei feudi di Malta, 3 Antonello ſudetto ſuo
figliuolo ne ri portò confermatione dalli Sereniſſimi Regi l vno,
e l'altro Martino, e Maria, con nuoua inueſtitura del feudo per
ſe, e ſuoi eredi legittimamente diſcendenti, ſotto il conſueto ſerui
gio militare, hauendo però prima rinunciato, e ceduto in mano
della regia Corte qualſiuoglia ragioni, che in vigor di gratie fat
tegli, è à ſuoi progenitori,ſoura qualun lue diritti di ſecrezie, ò
tratte diporti a lui apparteneſſero, e come più larganente ſi leg
In lib. Cancell,
f, 156. ge nel Priuilegio dato in Catania a 9. di Fsbraio del mille trecento
nouanta ſºtte.
Fù poſcia queſto Antonio, è Antonello Giurato nel mille quat
trocento, e ſette.

Arnaldo de Solimella fù Capitano della noſtra Città, 8 Iſola


nel 1 3 1 5. - - a
- - - Il
LIBR o qw ARTO NOTIT LA III. ssa
g; Il medeſimo vien nominata in vn privilegio del Rè Federico
II. col titolo di Milite, e di Caſtellano di Malta, il frº
i Sirio de Solimella godeua in feudo dalli Regi di Sicilia il giar
dino de Gomerino, però morendo ſenza legittimi eredi, vien de- a r -

uoluto alla regia Corte, 3 indiconeeduto dal Rè Federico fratello , i


di Giacomo a Guglielmo Surdo, gia o ci ſia a
i torº IV R. D oa liosi e iº
Il predetto Guglielmo tentato Auolo, è più antico aſcendente
dell'infraſcritto Giouanni Surdo, ottiene da quel Rè Federico il
feudo de Gomerino per ſè, eſipi eredi ſotto il coſtumato ſeruigio
militare. Non ci è nato l'anno, ma bensì quando egli lo vend
a Guglielmo di Raguſa ſuo compatriota, Scà gl'eredi di lui in Pers
petuo, che ciò ſeguì l'anno a 318, come per contratto nei rogiti e capiremio
- di Notaro, Ruggierº d'Alemanno precedendo regia licenza. Paſsò º
poi queſto feudo nella famiglia S. Sofia, e quindi deuoluto alla re
gia Corte, fù finalmente in permuta d'altri beni ſtabili conceda
to dalla Sacra Religione à Gio; Maria Caſſia padre del Barone Gia
cinto, il quale eſſendo genero del Dottor Aſcanio Surdo,ritorna,
ne diſcendenti di queſta caſa dal canto di femmina, o i
Pietrò II, Rè di Sicilia, concede (Magistro Christophere Romanº
de Meſſana medicinalis ſciencia profeſſori Medica ) per li ſeruigi fate
tigli, S al Padre Federico II. oncie quarant'otto annuali, ( qual
Gualterio Surda Ailiti, g haredibus ſuis deſuo corpore legitime deſci
dentibus ſuper prouentibus fuchiriarum.felicis Vrbis Panormi noſtra # " reg.

celsitudo conceſſerat,) vacò queſta rendita come confiſcata l'anno i


133 8. ſi fe la donatione al Romano, 8 a Gualterio fù tronca la .
teſta ,
Giouanni Surdo fù Teſoriere della noſtra Città l'anno i 512. Di se
Benedetto,e Giuliano Surdo ſi fa memoria negl'atti del Bondì all'
anno Is 17, fe il ſudetto Giouanni il ſuo teſtamento nel 1513.la- s . º;
ſcia eredi vniuerſali Nicolò, Andrea,Girolamo,e Gio: Matteo (che èi
fù poi Ganonico, S. Arciprete di queſta Cattedrale) ſuoi figli legi
timi, e naturali, in difetto de quali ſoſtituì i figliuoli di Benedetto -

ſuo fratello, allora deſonto i i , i


Di Girolamo, del quale fà ſorella Imperia moglie del Dottor
Franceſco Xerri, padre di Gregorio il Capitano,ne prouenne Frani
ceſco Dottori di leggi, Auuocato Fiſcale della Santa inquiſitione
di Malta,padre del Dottor Aſcanio, che paſsò per tutti igradi, che
i ſogliono concedere a quei della i" queſto
dominio, di lui nacque il P. Franceſco Surdo honoreuole ſoggets
to della Compagnia di Giesù, in cui s'eſtingue in Malta l'antica , ca: - - - -

, -

- -
i XXX 2. ſua
A

532 D E LL A D E SCRITT. DI MALTA


ſua famiglia, che fù già padrona del Boſchetto,da lei cambiato in
vna parte del feudo di Benuarrat col Sig. Gran Maeſtro Valleti
In lib.Cancell.
ta; appariſce di ciò decreto di queſto Sacro Conſiglio ne 2.2. di
Ex diplomate ,
Maggio 1559. è ſtato finalmente il detto Aſcanio con fauoritiſſi
S.P.9 K. mo priulegio creato Patritio,e Senator Romano nel 159o. L'ari
me, contiene vin Cigno argenteo,con l'ale aperte, che poſa sù l'ac
que, con tre ſtelle d'oro, nella parte ſuperiore dello ſcudo in cam
poazurro, ſcorgeſi nella caſa, ch'è dentro la Città Notabile.
-- - - e i T o R R E S. ,

Famoſo in Malta fù Franceſco Torres, deſtinato Ambaſciadore


nel 15 16. alli Regi,Giouanna,e Carlo, da quali ottenne la confer:
- -
matione depriuilegià Malteſi, in vn diploma dato in Bruſelles à
e“ - v. -
22.di Settebre di dett'anno,e poſcia nel ſeguente al Conte di M6
teleone per hauerne l'eſecutoria, e per altri publici affari, ne'qua
li riportò fauoreuole ſpeditione.Al medeſimo eſſendo ſtato dal Vi
cerè conferito l'officio di Cóſeruatore delle munitioni, & artiglie:
rie della Città,e Caſtello di Malta,gli fù confermato, e còceſſo dall'
Imperadore, ed ampliato ad vn ſuo erede, come dal Ceſareo pri
uilegio ſpedito in Bruſelles à 1 8. di Settembre i " -
Furono sì accetti i ſeruigi di Franceſco fatti alla corona, che non
contenta quella Maeſtà delle gratie liberalméte compartitegli che
finalmente per loro rimuneratione, in ſuſſidio di dote alle ſue º
figliuole, gli fà concedere dal Vicerè alquante ſalmate di terreno
in queſt'iſola dal feudo del Fiddeni per lui, e ſuoi ſucceſſori in per
petuo,come ſimilmente appariſce dal priuilegio dato pure in Bru
ſelles, à 18. di Settembre i 52 o. . . . .
T E S T A F E R R A TA. - º

Ex diplomate ,
S.P. 9. R. infe
Se la preſente Famiglia, ch'è ſtata in vna linea, con la ſua po
riur calendate. ſterità aggregata alle Patricie di Roma, ed ammeſſa nell'Ordine ,
Ex Imp. priuile Senatorio di quell'Alma Città, e dalla Maeſtà Ceſarea in vn altro
º", V. I. D. ramo c5 i diſcendenti aſſunta allo ſtato de Nobili Militari del Sac.
to ad fauorem

conceſſo, Rom, Imperio, ſia diſceſa dalla nobile Romana CAPO DI FERRO
non ſappiamo finora anzi bensì, che l'arme di quella vien aPpi
to portata da queſta ſimigliantemente;Ella ſi annouera trà le prin
cipali e ricche di Malta, poſſedendoui hoggi, più di quattro mi
la ſcudi d'entrata in beni ſtabili,né eſſendo diramata in diuerſe ca
ſe, come altre d'vn medeſimo cognome ſenza vincolo di parétela,
ma vnitamente compreſa negradi congiunti de'conſanguinei; il
che ci addita non eſſer molto antica in queſt'Iſola, ſi come vera:
mente non la ritrouiamo nelle ſcritture, e particolarmente negl'
sub die 6.Mar
ti 6 India, -
atti di Gonſaluo Canciurmentouata,prima dell'anno 15 o 3.oue e
i - leggia
LIBRO Q VA RTO, NO TITI A IV. 533
leggiamo farſi mentione di Giacomo Teſtaferrata,e della moglie º
Margherita per conto di certo predio,ch'allora poſſedeuano; que -
ſti furono genitori di Mariano (vſaito alla luce nel medeſimo te - -

po,) di Tomaſo,e di Simone, paſsò di vita il primo nel "i In sapucia


o hauer fatto il ſuo teſtamento nel quale vien chiamato Nobilis Abel a I.Massa
Marianus Testaferrata ciuis Vittorioſa Ciuitatis, laſciando, come a rij, -

nell'iſteſſo ſi dice, da Donna Maddalena ſua moglie, (ch'era già


morta) tre figli maſchi,e tre femmine i nomi di quelli furono,Gia
como, Antonio e Pietro, e di queſte Agata, Girolama, e Giouanel
la; i quali tre fratelli eſercitarono, mentre viſſero il negotio,e trafº
ſi nauigare ne propi vaſſelli le loro mercatátie.ccme fè
il Padre, e l'Auolo ancora, con l'occaſione del corſo, e degl'arma
fnenti (non men allora di quello ſi faccia al preſente) cu pidamé
te frequentati. Iſtituì Mariano eredi vniuerſali, Antonio e Pietro,
poſciache Giacomo, il maggior di tu tti, ſi ritrouaua in quel tempo
In att. Iacobi
ammogliato con Vincenza figliuola di Manfredo Pace, e d'Impe Baldachini 21.
ria ſorella del famoſo e ſaggio DottorAgoſtino Cumbo,ed in poſ Septemb. 136o,
ſeſſo debeni aſſegnatili dal Padre per ſua portione,in riſguardo del
la quale fù egli ſino alla i" nel 1588. aſeritto al ſer
uigio militare della Caualleria.
Soprauiſſero al ſecondo Giacomo (oltre le femmine) due figli In att. Andreas
maſchi, cioè a dire Don Mariano Sacerdote,e Gio: Tomaſo marito Alban 2e Aug.
d'Elena figliuola del Capitan Giacomo de Robertis. Nacque co I 6o8.
Ex litteeir Not,
ſtui in Bologna d'Italia intorno al 1543. ſuo padre fù Guido Lo Antonelli de Re
berti, Bonomien.
renzo, huomo d'arme, vino della compagnia de'cauallileggieri di l’iueua queſto
quell'Inclita Città,figliuol di Giacomo de Robertis, la madre heb Giac. nel 1543.
be nome Camilla, di cui fù padre i Lorézo, figliuol d'Aldrouandi vt in lib.Baptiſ;
AMetrop.Bonon.
no degl'Aldrouandini nobile famiglia di Rauenna; della medeſi f Ex teflamen,
ma Camilla è ſtato fratello vn altro Aldrouandino,marito di Ca ALauretii in aci.
Alberti de Za
terina di Lelio Piatteſi. Peruenuto all'età giouenile,bramoſo di ſe molinis Not. Bod
non. ſub die 25s
guir le veſtigia del genitore, ſi partì dalla patria per andar in Fran Ang. 154a
cia,come fè alle guerre, ch'allora ſi faceuano contra Vgonotti,ap
prendendo in eſſe,anco l'eſperienza di maneggiar l'artiglierie, e di
far fuochi artificiati,nel che riuſcì peritiſſimo, come lo teſtifica Gia Iſt.p.3.lib. 37 ſi
come Boſio nell'Iſtorie. Quindi ritornato in Italia, per dimoſtrar 799,
il ſuo valore,abbracciò volentieri l'inuito fattogli d'applicarſi à ſer
uigi di queſta Sacra Religione, percioche l'anno 1567, mandato
dal Commendator Frà Gioſeffo Cambiano, allora Ambaſciadore
in Roma,con vndeci ſcelti artiglieri ſe ne venne in Malta, minac
giata più che mai dal Turco in quel tempo, con armata, non men
potente di quello fuſſe ſtata l'altra del 1565. ,
,
- i - Fù
ssa DE LIIA D EscRITT. DI MALTA
Fù ſubito impiegato nelle fattioni di mare, indi in terra con la ho
In att. Not, Iu
noreuoliſſima garica di Capoartigliero di tutta da Compagnia di
liani Briffa ſub S. Barbara. Siammogliò nel 1583, con Marietta Abela, da cui b&
die 16. Iunij,
i583. . . .V
che generaſſe figliuoli, i maſchi però tutti morirono, come anco
e X. I t , ºr doppo felui nel 16o 8. hauendo egregiamente ſeruito la medeſi:
masſacra Militia per lo ſpario di quarant'anni, 8 in diuerſe occore
renze di molto rilieuo, a lei ſempre mai grato, e caro come luor
mogiuditioſo, e di raro ingegno nella ſua profeſſione: laſcià duea
figlie femmine cioè Camilla moglie del Teſoriere (che fù lungo
tempo di queſta Vniuerſità), Paolo Burgio padre del Canonico Di
Paolo Antonio Dottor dileggi,e d'altre ſcienze pro feſſore,ed Eleº
ma ſopradetta,le qualicon pietà filiale oſſequioſe circa la memoria
del genitore curarono, che ſopra il ſuo ſepolcro nella Chieſa di S.
Barbara ſi poneſſe l'Epitafio ſeguente, i i fiºri pº 21
i i D. O. M. o ſi è ºdo i
tºcno I Fis . I
.7 : sai .
o ſi Capit. Jacobo de Robertis Bononiensi, º 3 3º f ..
-cesi. .
log ini i IViro bombardis tractandis peritiſsimo, i i li i 1 - -

eguian, ADLXVIf, cum XIf.ſelectis in Vrbe viris b :


-: il Ad Sac.huius Militia obſequia duetus, e i e :i

-
- -
-
-
a ,
ob preclara terra, mariqi facinora oi i
.. . . .. . .
-
3 - Supremus bombardarum Prothomagister electus; i
. -. s: -
: : : : Nunquam tamen ocia paſſus, o ri
-, A - - -
-8 - - - - -
cºaupaste e insigni victoria interfait.
- i - i • - e • • - - º .

i i - i fº
. A. . . . . .
eX º tot -
- - ; -S -
fi! o Nauarrinea expeditioni non defait.
- - --- ---. 1 . . . . . . . - 2 -
: ſi -
i
.. . . . a º
cºrsº e si i Tripolitan. Artem ad intercipien, explorauit, º º
.
i è? I
. r..è e
i gAirbiq, bellica virtutis, ac fidei signa dedit, -
i guibus media Crucis insigne gratis adeptus esi.
- Rosso
- vs. A . .
-
. -:ì Posiremº Sac. Ond earus dierum, meritorumq; plenus º
-sS so , º, - ci o in pace quieuit. An, MDCVII . .
e a.te.A ....:
- c sº è . .
- Ma ritorniamo a iTeſtaferrati, poiche coſtretti non meri dall'
-e! . - affetto, che dall'obligo verſo la i" d'vn tal Affine, ci ſiamº
traportati à queſta digreſſione; la cui notitia potrà per auuentura
ſodisfarà qualche curioſo, ed eſſer in tempo d'auuenire à fiei Por
i ſteri profittettole,maſſimamente vſando eglino col proprio co
- - - -

si sa º
- ? ,
gnome della caſa nel preſente ramo,accoppiar anco quello de Ro.
berti; Da Elena dunque di lui figliuola, e da Gio: Tornaſè Teſta
ferrata (ch'eſercitò molt'anni il carico di Giurato, e per il tempo
ſolito quello di Sindico dell'Vmiuerſità di Malta nel Regno di Sici
lia, & altri hohoreuoli offici del publico) nacquero tre figliuoli,
Giacomo Dottor di leggi, che fù Capitano della Città Notabile,
poſcia Giudice della medeſima nelle cauſe ciuili perconſorte
ai 1 -
più anni,
LIBR o QvA RT o, NoTITI A III. ss,
Aºi Nct. Ralli
conſorte di Teodora Bonnici, il Dottor Don Eugenio prima Ca ſub die 7. No
nonico della Cattedrale di Siracuſa, indi Arcidiacono di queſta , uemb. I 627e

Meliuetana, Frat'Aldrouandino Caualiere del Signor Gran Mae


itro per autorità (ſuprema nella Religione)del Capitolo Generale.
Antonio,ò Antonino figliuol ſecondo di Mariano,fù parimen
te Giurato nel 1577, s'accasò con Bernardina Abela ſorella del
Veſcouo di Sidonia, e fù padre degl'infraſcritti, - -

Paolo Dottor di leggi, che dal Sacro Senato di Roma fà fatto Ex friuilag.dat.
1 I. Kal, a uliar
Cittadino,e Patritio Romano con tutti i ſuoi diſcendenti, procreò anno a 59o.
dalla prima ſua moglie Marietta di Paolo Cumbo, Fabritto marito
di Caterinuzza Caſſar, e dalla ſeconda Donna Anziona figliuola ,
di Don Pietro Gueuara,non hebbe poſterità alcuna.
Il Dottor Don Gio; Domenico Auuocato Fiſcale per molt'anni
del S. Officio dell'Inquiſitione,di cui è ſtata ſempre queſta caſa be
nemerita, e perciò continuamente honorata de primi carichi di
quel Tribunale, eſſendo ſtato il ſopradetto Paolo altresì Auuocato
Fiſcale. Poſcia Aſleſſore, Fabritio, e diuerſi altri Depoſitari.
Bartolomeo, dalla moglie Maria Falſone, hebbe due figliuoli,
Pietro, e Bartolomeo, queſto marito di Tereſa Caſſar, e quello di
Veronica Teſtaferrata, con diſpenſatione A"
Giouanni ſpoſo di Cleria Gauci,fù padre del Sacerdote F. Gio:
Battiſta pro feſſo in queſta Sacra Religione nella Lingua d'Italia,di
a
Lorenzo, Carlo, e Vincenzo, i -

Pietro fratello di Giacomo, e d'Antonio laſciò da Imperia Bu


ſuttil vn ſol figlio maſchio di nome Patouale, padre del Canonico,
D.Antonino del Dott.Col'Antonio,di Policarpo,e d'altre femmine.
Fù Pietro di tanto credito, e ſtima preſſo al Sig. G. Maeſtro Garzes:
Principe noſtro, per le ſue virtuoſe, ed ottime qualità, che ne volle
far ſcelta, per purgar queſte Città di vagabondi, e d'altre perſone»
maluagie, nociue al publico, con tale,e si ampia autorità, ch'eſſen
do ſtata inſolita,Sc à pochi conceduta in queſto dominio, maſſima
mente à Vaſſalli,habbiamo giudicato conueneuole inſerir in que
ſto luogo la patente per honoreuolezza non men ſua,che della Ca
ſa, come ſi vede regiſtrata negl'atti di Cancelleria in queſta forma.
F. MARTA NVS GAR2ES Deigratia, gc, Magnifico Petra In lib, Pull.
1595. & 1596.
Teſtaferrata vaſſallo noſtro nobis dilettoſalutem, grc. Cum in his InA.2o7.
. - - • - - - , - - r -s . ,º -

ſulis noſtris Melita,(3 Gaudisi,grc. Confidentes de tua diligentia,cu-”


ra, ſufficientia ſedulitate, gr in rebus agendi dexteritate, 3 probitate
te Magnificum Petrum Teſtaferrata preſentem,g onus humuſnodi hu
militer ſuſcipientem,omni meliori via,modo,iure, g forma,quibas poſe
ſumus,g debemus, Patrem pupillorum exorbato um,siue orphanorum,
viduarum,
s; e DELLA DESCRITT, DI MALTA
viduarum»(gi, miſerabilium perſonarum facimus,(9 c. auStoritatem,et
- -
a
, «
-
r .

- - - - -

facultatem tubi,gi c, contra malefattore, latrones, lenones, gi leenas,


vagabundo speruetſos, peruerſas,malos,g malas,g tenaces ad tea
correctionem, et ordinem,ac mandata al ſolutè,et statim prout tibi be
neuiſum fuerit, et caſus eueneri procedas, et in carceribus publicis de
trudi mande,tſque ad fustigationem eos punias, et si neceſsè fuerit in
exilium predictarum nostrasum inſularum eiteias,et releges (facio td
men prius nobis verbo) et si tubi videbitur quod aliqui sint apti ad la
borandum perſonaliter in struttura,siuefabrica, et fabricis publicis Ker
ligionis nostre, statim destines, Precipientes Castellano nostre Magne
Curie Castellante, Capitaneo Virga Curie Capitanealis Ciuitati no
stre Notabilis, Gubernatori nostre Inſula Gaudisii, et quibuslibet of
ficialibus dictarum Cartarum, vt quotieſeunq; à re,et pro parte tua re
quisiti fuerint,omnem opem,auxilium, etfauorem tibi praetent,et pre
itare factant Taliter gitur in praemiſsis te geras, quatenas imprimis
Deo sit ſatisfactum et opinio,quà dete concepimus, nos minimè fallat.
In cuius rei,etc. Bulla noſtra AAagistralis in caera nigra,etc. Dat..34e:
litae, etc, die penultima mensis Augusti 1.596. º
, Ripigliano hora il filo per accennar la diſcendenza degl'altri
figli del primo Giacomo fratelli di Mariano, cioè di Tomaſo, e Si
mone; il primo de'quali ammogliandoſi con Imperia Gallo della
Notabile fà padre d'Alfonſo,il quale benche poſcia generaſſe altri
due figli maſchi di nome Tomaſo,e Pietro, non rimane però di lor
ro, ne d'Alfonſo altra ſucceſſione, che di femmine; Simone poi fù
padre di Saluadore, il quale eſercitò l'officio di Maſtro di Sanità nel
i 58 r.ch e ceſſato da alcuni anni in quà ne ſecolari, continuando
nientedimeno la carica loro i due Caualieri Commiſſari di quel
magiſtrato, come pur allora ſi coſtumaua. Figliuoli di Saluadore
furono Gaſparo, e Gioſeffo ambidue concorſi, et eletti al carico
di Giurato della Valletta; la ſucceſſione loro nella linea maſcoli
ma continua in quella di Gioſeffo e 2
Finalmente le tre figliuole di Mariano (dalle quali hoggi diſce
dono alcune delle primarie noſtre famiglie, ſi maritarono, le due
in vita del padre,cioè Agata con Matteo Vaſſallo Segreto di Malta
di cui, e di lei furono figliuoli il Canonico Don Franceſco Vaſſal
!
lo, Aurelio Dottor di leggi, Imperia moglie d'Ambrogio Falſone
della Notabile,e Dianora del Dottor Gio; Maria Mamo, Girolama
l'altra ſorella con Genanni Pace dal quale matrimonio nacquerº
molti figliuoli,ma tutti morirono prima deloro genitori, ſenza la
ſciar alcuna prole. La minore Giouannella con Antonino Vadal.
lo fratello di Matteo ne meno da queſti rimaſe ſucceſſione
- -
,
Portano
« º
LIB Ro! QVART O, NOTITI A III ; 37
“ Portano li Teſtaferrati per arme (come appariſce nella Città
Vittorioſa in diuerſi luoghi) vn Toro vermiglio in campo d'ar.
gento, a cui aggiùgono quei della diſcendenza del ſecondo Gia
como,vn Aquila dal petto in sù nera in campo d'oro, nella ſupe
rior parte dello ſcudo, con cimiero aperto,detto in latino galea ela
thrata,e volgarmente torneario,adorno di diadema d'oro, dalla ci
ma di cui ſi ſpiccano due ale nere aquiline, con abbigliamenti dal
lato deſtro d'oro,e neri, e dal ſiniſtro d'argento, e roſſi, in confor
mità tutto ciò del priuilegio Imperiale,ch hanno di nobiltà;Si tra
laſcia quì d'inſerire, per brenità conſeruádoſi però appò loro l'ori
ginale ch'è molto ampio,e fauoreuole; Si ſcorgeparticolarmente
farme fudetta nella loro cappella di S.Ignatio dentro la Chieſa dei
Reuerendi Padri Gieſuiti nella Valletta. t .

i Ci baſterebbe ſolamente per ſapere ſe queſta famiglia ſia ſtata .


nobile,8 antica fra quelle di Malta,leggere i due priuilegi, ch'otté
nero Pino, 8 Ingo Vaccaro nel 1397. l'vno à 2 o.di Febraio,e l'al
tro à 24. dell'iſteſſo meſe in Catania dalli Regi Martino d'Arago
na,Martino, e Maria di Sicilia; ne'quali,del primo, concedendoſi
gli il feudo della Coleya in queſt'Iſola,ſi dice. Regalis excellentia de
litum exigit, vtſubiectorum merita eque dignis pr miis recompenſer,
allorum maximè,quorum grata fidelitate, obſequia in coſpettu regio di
gnofcuntur accepta. Preſentis itaq; priuilegii ſerie, 3 c. quod ad humi.
lem ſupplicationem Pini Vaccaro de Ciuitate A4eliueti familiaris, (gº
fidelis nostri, A4aieſtatibus noſtris indefattam,attendentes fidem pura,
g deuotionem sinceram, quas dictus Pinus erga excellentias noſtras
geſsit,g gerit, grata quoq; (3 accepta/eruitta per eundem Pinum Cel
situdinibus noſtris deuotè collata, preſertim in reducendo nouiter ad no º
ſtre dominium Maieſtatis dictam Ciuitatem Meliueti,detentam tunc,
g exiſtentem ſub dominio quondam Guillelmi Raimundi de AAonte
cateno,etc. attendentes, notiſsima damna,exiliu, et taciuras,que dićtus
Pinus pro obſeruantia noſtre fidei ſi perpeſſis,dictam Ciuitate eius Pa
triam dudum per Artalem de Alagona noſtrum, etc. detentam, et occu
patam,cum ſuis amplis facultatibus in eadem exiſtentibus, relinquºdo,
elegerit potius ſub noſtra flebitate exul degere,quam ipsius Artalis dete
ſtando facinori conſentire,rte. - ,
E del 2. rimeritandolo col feudo di Bentiarrat,poſto in Malta, - ,º

ſi legge. Animantur ad oſſequendi, feruentiès corda fidelii ſubiectogli,


merita,regalis
Ctl V72 679; ti º? ificentia , eque dignis premiis compenſat.
7 2t. 7,

Per praeſensigitur pria legiu noti sit,etc.quodad humilem ſupplicatione


per dilettism Consiliaria nº,familia; em, ( fdclem nostri. I ngum Vac-.
Yyy cºrg
s; 3 DELLA DES CR I TT. DI MALTA
caro militem de Ciuitate Meliueti Maieſtatibus nostris inde faciam
attendentes fidem puram , gr deuotionem sinceram, quas dicius Ingus
erga Excellentias nostras gºſsit,g gerit grata quoqig acceptaſeruirla
per dictaIngum Celsitudinibus nostris deuotè collata, prafertim noui
ter in reductione di te Ciuitatis,gr Inſula Meliueti ad nostra dominiu,
Aaiestatis,ſub iugo, et dominio quonda Guillelmi Raimundi de A2 5
tecateno in nepharia, 3 c.tune existentes,g detentas, attendantes, ucc.
minus damna,exilium, g iaciuras, que dicius Ingus pro o ſera antia
noſtra fidei eſt,perpeſus, dictam eius patriam dudum per Artalem de
Alagona noſtrum nepharium, (g; c. violenta tirannide occupatam,ciº
ſuis amplisfacultatibus in ea existentibus relinquendo,eligenspotiusſuº
fidelitare nostra exul degere, quam ſub ipsius Artalis infesto dominio
permanere,gre. - - - -

Da i quali celebri, 8 vguali encomij,coſtando così bene delle ,


nobili qualità, non meno, che della fedeltà di queſti due generoſi
noſtri Malteſi,(chiari ſpledori sì alla propria famiglia,come à tutta
la Patria) non ci occorre ſoggiu gner altro all'atteſtatione irrefraga
bile di quei Sereniſſimi Regi, che paſſarcene ora al racconto della
ſucceſſione in detti due feudi. - -

L'vna,e l'altra gratia de quali per alcuni motiui hauuti in quel


tempo venne à moderarſi in oncie dodeci di rendita, che fù aiſe
gnata in feudo ſopra queſta ſecrezia di Malta per ogn'vno de ſu
detti Pino,S. Ingo,equiualente per auuentura a quello,ch'allora ,
fruttaua ciaſcuno di eſſi feudi, ma al preſente diſugualiſſima,ren
dendo la Coleya ſcudi i i co.e Benuarrat 8oo.vn'anno per l'altro.
A Pino dunque ſucceſſe Angelo ſuo figliuolo maggiore,che fù
inueſtito nel feudo,come ſi rauuiſa per priuilegio dato in Catania
In lib. reg.Can a 21.d'Agoſto 14o8.Nel 1479.per morte del Re Giocappariſce chi
selly.35o.
habbia reſo il fedeomaggio vn Angelo Vaccaro, ne par verifinile
che ſia ſtato l'iſteſſo figliuol di Pino, ma più toſto altro diſcedente,
atteſi gl'anni tramezzati dal 14o8. fino al 1479 ben che non ſia
affatto impoſſibile. Indi ſucceſſe Giacomo,che fù figlio dei predec
to Angelo Giacomo Poſcia per donatione,transfer, il feudo in vn
ſuo figliuolo nominato pariméte Angelo,in occaſione di ſuo ſpo,
ſalitio, come negl'atti di Luca Sillato l'anno 142 1 dandoſigli dal
In lib,reg. Gen Vicerè Lopo Ximenes d'Vrrea l'inueſtitura, co inſertione del pri
cell.f345. Ill Opriuilegio del Rè Martino, in Siracuſa a di 9.di Giugno 145 9.
Da Angelo fà procreato Pietro, a cui ſucceſſe Caterina ſua figlia,
& erede, e come che fù l'vltima della linea di Pino,e moglie d An
tonio Falſone, paſsò il feudo ne ſuoi figli,e famiglia, che perciò n'
hebbe l'inueſtitura. -

- In
LIB R o QvA RTO, NO TITI A III. 539
In quanto poi tocca all'altra linea e diſcendenza d'Ingo,appari:
ſce nel regio cabreo,che morto lui, ſia ſucceduto Giouáni ſuo figli
uolo nell'altro feudo d'aſſignatione delle dodici oncie, e per mor
te di queſto incótriamo ſucceſſore con inueſtitura, Lanza de Vac
caro ſuo figliuolo, 8: erede,che poſcia mancando il Rè Giovanni
fù inueſtito dal Vicerè Gio: di Moncata allora gouernante a 9, di
Luglio 1462. . - - - -
Morto Lanza nel 14So.ſub
ſe parimente l'inueſtitura dal entrò Giouanni
- -

" iº
Vicerè Gaſparo Deſpes à 2. di Giu- e 64 Te
-

gno del medeſimo anno. - - - - - - ,

A Giouanni,che finì la vita ſenza prole, ſucceſſe Chicca de Vac


caro ſua ſorella,vltima diſcendente per maſchio dalla linea di In
go,e n'ottenne l'inueſtitura dalli Preſidenti allora del Regno a 16, In lib. eiuſdena
di Gennaio 1484 & eſſendo ella ſtata moglie di Nardo de Bordi- i
no, paſsò il feudo nei figli di lui, con regia licenza, ed inueſtitura,
Glhuomini poi, che di queſta famiglia ritrouiamo hauer eſſer
citati offici, e carichi della noſtra Città ſono. Primieramente e
Ingo Vaccaro Miles de Ciutate.Meliueti, e coltitolo di regioC6
ſigliere,vien eletto Capitano di Malta,e ſoſtituito a Franceſco Gio;
di S. Colomba (della cui caſa ſon hoggi i Signori Conti d'Alnel- Pºi º
lo) dal Rè Martino, che gli haueua dato queſto carico per cinque i";
anni nel 14o; Angelo che fù Giurato nel 14o;. & 14 o, fº
Giouanni Giurato nel 141s. 1419.& 1434. In queſto medeſ
mo anno egli vien eletto da queſta Vniuerſità Ambaſciadore alli
Viceregi all'ora di Sicilia Antonio di Cardona, Ferdinando Velaz:
quez, e Don Martino di Torres Nuntio, e Collettore Apoſtolico
in detto Regno.
Pietro Giurato nel 1469. 1473. & 1478. Angelo Giurato nel
i 472. 1481.& 149 o.Lanza Giur. nel 1474.Paolo Giur. nel 15 16,
L'arme di queſta caſa fin hoggi ſi ſcorge in diuerſi luoghi della
Città,e figurata in vna Vacca aurea in campo vermiglio. E final- º
mente conſerua tuttauia in Malta e nella noſtra Città l'eſtinto no
me della famiglia, vina parte del muro, che riſguarda verſo Ponen- e
te, e Lebeccio, che de Vaccaris'appella 2
- -

e VA G N o L o, 6 EA G N o L a, -

--
,
- In queſta nobile famiglia l'aſcedente più antico ritrouiamo An
tonio Vagnolo col titolo di Milite; egli hebbe per moglie D. Iſ.
meralda " Bordini;Si legge di loro memoria in vin atto di donatio
ne, che gli ſe il Reuerendiſſ Capitolo di queſta Cattedrale l'anno
1419 a 3o di Nouembre d'vn ſito nella Tribuna della Chieſa,alla
parte ſettentrionale per edificarui vna cappella, è altare, e quiui
-
- Yyy 2 eligerui
54o D E LL A D EscR I TT. DI MALTA
eligerui ſepoltura. In eſſo poſcia,dedicato che fù alla B.Vergine,
Annuntiata,vi fondarono due Benefici, è Cappellanie, l vna con
dote di certe terre in Malta nella contrada del Zeytun, nominate
di Rahal Baiadha; l'altra nel Gozo, con quella de poderi detti di
Cortin Errin; Erettioni ambidue non meno pie,che ricche per ceº
lebrationi di meſſe,ordinate nel teſtamento, che feantonio (feco
do la ſua, e diſpoſitione della moglie commeſſagli in vita) l'anno
1452, nel quale ritrouauaſi ella morta,
Fù appreſſo confermata la detta donatione da Mauro,Senatore,
e Giouanni Veſcoui di Malta negl'anni 14, 8, 143 3. & 148o.
Antonio Vagnolo fà Giurato della noſtra Città l'anno 142 o.&
nel 1433, il medeſimo viene dal Rè Alfonſo in vn ſuo priulegio
del 1447, nominato militem, gr fidelem noſtrum titolo, che non ſi
daua in quel ſecolo, che a veri gentilhuomini (e come alcuni vo:
gliono) Baroni, è Feudatarij, - -

Da lui, e da D. Iſmeralda nacquero Antonello, e Liſa, i quali


dal padre furono laſciati eredi vniuerſali, Scvn altra figlia nomi
nata Iſabella,di cui fu marito Lorenzo Falſone padre d'Ambrogio,
& Auo d'Antonio, che nel 1552. habitaua in Modica.
i" D, Lorenzo Rettore del beneficio, è benefi
Antonello
ci, e Vito "i iolo, di coſtui furono figliuoli Filippo,e Giouanni.
A

Filippo fà padre di Mariano Cherico, e di Giouannella moglie di


Mario Caxaro nel Gozo.Da Giottanni diuenne Ambrogio Vagno
lo,di cui furono figli il Sacerdote Don Pietro Rettore de i benefici
diiuſpadronato della Caſa,Giulia,e Caterina.Vitovagnolo hebbe
vna ſorella, che fù moglie d'Antonio Gatt Inguanes. E finalmen
te Liſa figliuola del primo Antonio milite,fù maritata con Ciancio
di Platamone, da quali ne ſeguì la diſcendenza, che raccontam
mo in quella, ehhoggi riſiede in Siracuſa:
a e lil Cancell,
" Nel Gozo ritrouiamo Giur.Antonio Vagnolo nel 1479.149 1.
Penermi 12. In & 1493 col titolo di mobile nella Viceregia prouiſione,che ſtimia
dittione 1493,
d 1494 fas;.
mo ſia ſtato Antonello ſopradetto figliuol del primo Antonio. ,
Lo ſcudo d'armé di queſta Caſa vien trauerſato da tre bande d'
oro in campo celeſte,e nel ſecondo patio dell'iſteſſo campo, ſpicca
vn ſegno di croce in ſembianza quaſi dell'abito militare di S. Gia
como della Spada, ma queſto è aureo, Vedeſi nella Chieſa Catte
drale ſopra la Cappella dell'Angelo Cuſtode, accoppiato con l'arº
me de'Falſoni, nella facciata dell'altare dell'Annunciata con quella
de Bordini, &in altri luoghi della Città.
V A L L E.
-
Appariſce nella regia Cancelleria di Palermo Pontio Valle "
º - i
LI E R o Qv ARTo, NoT IT iA III 54,
bil cognome in Catania, 8 in altre Città fuori del Regno di Sici:
lia) eſſere ſtato Giurato della noſtra Città l'anno 14; 1.
V E L L A
Si fa memoria di Paolo Vella negl'atti di Giacomo Bondì, e di
Giouannello ſuo figliuolo noſtri Cittadini nel 15 17. queſto eſſer
citaua l'anno 1528, il carico di Teſoriere della Corte Capitaneale,
ch'allora ſi conferiua nei principali, mentre per la di lui morte vie
proueduto dal Vicerè nell'anno appreſo in d'Antonio Za i"
mit, a cui nella Viceregia patente ſi dà titolo di Nobile.
Fù Giouannello padre di Nicolò detto Sandar, di lui prouenne
Giacomo nominato negl'arti di Agathe Nobilis Iacobus Vella di
ºtus Sandar (come il padre) Ciuis Ciuitatis Melite,S in quelli del
Carpatio nel 155 o. Magnificas Vir, che in quel tempo ſi daua à
Nobili: come tale egli preſe per moglie Margherita figliuola di
Leonardo Bordino,e di Giouanna Grugno,famiglie ambidue delle
noſtre nobili e primarie da queſto matrimonio nacquero i ſegueti.
Giouannella,che fù ſpoſa di Daniele Bonici figliuol d'Vgolino.
Imperia di Saluo Montagnès. Caterinella di Marco Burlo, figliuol
di Bernardo,e Giouanna Baglio nelle prime nozze, e di Vincenzo
Cumbo nel ſecondo matrimonio. Giuſeppe, che traportò la ſua
diſcendenza in Tersanoua di Sicilia. Paolo Dottor di leggi, Gia
como, e Nicolò tutti trè morti ſenza ſucceſſione, i
Di queſta famiglia ritrouiamo altresì, ch'eſercitaſſero carichi
della noſtra Città il ſopranominato Giacomo Vella Giurato nel
i 547. il Dottor Paolo Vella Giudice, 8 Aſſeſſore della Corte Ca
pitaneale negl'anni 1577.& 1578.Sebaſtiano Giurato nella Città
Valletta nel 189. & il Dottor Gio: Domenico Giudice parimen
te, 3 Aſſeſſore di detta Corte nel 1594. padre del Dottor Melchio
re Vella Aſſeſſore, che fù della V" del Canonico D Gio:
Battiſta Vella Cagliarès, nipoti del Veſcouo di quel cognome.
Trà gl'eccleſiaſtici habbiamo anche celebri il Canonico Don
Giouanni Vella, di cui ſi fa memoria, ch'interueniſſe in vn Conſi
glio de'noſtri Cittadini l'anno 14 Lo, e Don Luca Vella, con la di
gnità di Ciantro nella noſtra Cattedrale; viſte queſti in Roma più
di vent'anni in ſeruigio del Cardinal Aleſſandro Farneſe, ſempre»
mai accetto e grato a quel magnanimo Principe; onde nella Cap
pella della famiglia dedicata al Santiſſimo Saluadore degl'Antenati
di D. luca,dentro la Chieſa de Padri pomenicani della vittorioſa,
rdoddi luiUl l'iſcrittione
ſii legge iin ricordo it l ſeguente. done ſeguente
- - - - -- - - -- - -
-
-
- -- -
-
-
:
- - - - - -- - -- - - - - - -
- . . . . - - - - - - - º - 4 -- -- i º a - - -i
- -- - - - D. Luca -
14e DELLA D EscRITT. DI MALTA
- D. Luca Vella. - i
Cathedralis Ecclesia Cantori, -

- Viro benefico, -

- atg; officiosiſsimo, »

Alexandru Card. Farnesti ,

- - familiari, - ,
ob fidem, prudentiamo, cariſſi º º - - -

i Primo Sacelli Rettori,


D, Franciſcus Vella I, V. D. - s
Patrue de tota Familia )
28enemeren, P. An. AMDCXXXVI I V. º

Obiit Rome VIII. Idus Augusti ,


- An, Salutis AMDLXXXVI. - º

Fù Don Luca figliuolo di Mariano Vella, nipote di Luca, pro


nipote di Giouanni, e fratello dall'wn,e l'altro lato di Bernardina,
madre dell'Autore, di Mariano, che nacque nel 1 5 1 o. è ſtato ſe
condo cugino Santoro Segretario della Illuſtriſſima Lingua de'
Caualieri Italiani, padre del Dottor F. Gaſparo Vella Commenda
tore di Caſtel Araldo.Fà per arme queſto ramo vno ſcudo di ſcac
chi neri in campo argenteo,come ſi vede nella detta cappella; del
cui iuſpadronato n'è ſtata fondatrice Donna Violante figliuola di
Luca l'anno 1565.benchevſino altri l'effigie dell'incoſtante For
tuna,ſoſtenitrice d'una gonfiata vela, -
. . VA S S A L L O. - , iº

E ſtata queſta parimente vna delle antiche famiglie di Malta ,


mentre ſino del 1543. ritrouiamo Friderico de Vaſſallo Giurato
nel Gozo, Simone al 1459. & 1462, Giudice della noſtra Città
nelle cauſe ciuli, e Matteo, con l'iſteſſo officio nel 1488.
Nel paſſato ſecolo poi,habbiamo Alberto Giudice della Corte e
Capitaneale nel 152 o 8 il nobile Giouann,che regge ua il Portu
lanato di queſt'Iſola,nel 1526, Giouanni ſimilmente Giudice Ca
pitaneale nel 1534. Berto nell'anno iſteſſo Giudice della Corte ci
uile, e finalmente Giuliano, e Giouanni ambidue Giurati, quello
negl'anni i 539. 1542.155 c. e queſto, ch'era Dottor di leggi nel
i 59 o. . . .
Godette altresì la medeſima Caſa l'onore della carica di ſegreto
dell'Iſole, nel Magiſterio del Principe noſtro Garzes Matteo Vaſ
ſallo,huomo di ſomma integrità, di cui ſurono figliuoli nati da
Agata, figlia di Mariano Teſtaferrata ſua moglie,ilCanonico Don
Franceſco,è il Dottor Aurelio,che ſe bene laſciaſſe alcuni maſchi,
non dimeno al preſente,non vi rimane di lui altra ſucceſſione, che
di femmine. - Di
LIBRO QVA RTO, NO TITI A III 34;
Di queſto cognome leggiamo eſſere ſtati cittadini in Siracuſa ,
cento, e cinquant'anni ſono, con titolo di nobile e che quiui nel
15 16 prendeſſe per iſpoſavna di eſſi il magnifico Gregorio di Ma
zara Barone dell'Oglio;In Noto parimente come ci afferma Litta
ra, che ſcriſſe le coſe di quella Città, fioriſce l'Iſteſſo cognome in.
perſone nobili. Ve ne ſono eziandio de Vaſſalli in Palermo; nobi
liſſimi intorno a quali diſcorre a pieno il ſaggio D. Franceſco Ba
rone ne'ſuoi Caualieri di Palermo Viuono ancora in Modica no
bilmente, diſcendenti da Genoua ( come ſiamo informati ) e che ,
di ciò n'habbiano priuilegio , oue ſi appaleſa la loro antica nobil
tà portata in quel Contado da Nicolò Maſtro Rationale padre »
loro, che fù il primo, che vi venne. Li noſtri di Malta vſano per
arme d'vn leon rampante d'oro in campo vermiglio,trauerſato da
vna sbarra di colorazurro. - -

X A K A. , i

Sino dall'anno del 14 co. è ſtata in molta ſtima,e credito queſta


famiglia in Maira,ricca non men di poderi,e ſchiaui,che d'huomi
ni di valore, e con la quale ſi ſono accoppiate per matrimonio di
uerſe dell'al re nobili,è antiche dell'Iſola. - - - - -

Nell'officio di Giurato della noſtra Città la ritrouiamo concor


rere nel 152 8.che l'eſercitò Nicolò Karà; fù queſti figliuol di Lu
Ib act Pauli Bo
ca,e nipote del primo Nicolò, che viſſe prima del 14 o o.hebbe co melti 1467. pri
ſtuivn'altro figliuolo di nome Bartolomeo fratello di Luca ſudetto ma Octobris.
S vna figlia loro ſorella nomata Margherita,che fù moglie di An
drea Manduca. -
Il ſecondo Nicolò fece l'acquiſto del territorio nominato Ri
cupro, con la metà di quello di Bengemma, e ſuo giardino per
via di compera da D. Giouanna Gaetano, e Lanza l'anno i 547.
come negl'atti di Notaro Antonio Occhipinti di Palermo,e l'altra
metà gli fà parimente venduta da Signori Branciforti in Sicilia. Il
medeſimo Nicolò prendette per iſpoſa Agata figliuola di Giuliano
Caſſia, e da quel matrimonio nacquero i ſeguenti.
Il Dottore D. Luca Xarà, che fù Decano di queſta Cattedrale
di Malta l'anno i 53o. Giouanni, ch'hebbe per moglie Vincenza,
di cui fà padre il Dottor Gregorio Xerri e da quel ſponſalitio ne ,
prouenne Gio: Maria Xarà. Orlando Dottor di leggi . Tomaſo,
-.
che generò Luca,e Cola. Paola, che ſi maritò col Dottor Ludoui
co Platamone. Margherita moglie di Federico Chlantar Auolo - -

del Dottor Federico, & Imperia,che fù maritata nella Caf de No


to dai qual
ſeconda matrimonio
moglie nacquero
di D. Pietro Gabriele di Noto,S: Angelica,
Gueuara. - - a - i

-,
-

Dal
s44 DELLA D EscRITT. DI MALTA
- - r; - - --- ,

Dal ramo poſcia di Bartolomeo, che preſe per moglie Iſmeral


da Caſſar nel 1 467 nacquero trà gl'altri gl'infraſcritti. º

Andrea marito di Caterina d'Armenia, i cui padri Antonio, e


Lorenza gli venderono il giardino de'Gorghenti nel 1524.coſtui
ereſſe la Torre in forma ottangolare con la Chieſa vicina dedicata
alla B.Vergine ou'è ſepolto, nella Villa Kibir diſtretto che racchiu
de i più antichi terreni d'eſſa famiglia ; Luiſi,che fù moglie d'An
tonio Manduca Imperiale Caualiere, eſſendo ſtata prima di Leo
nardo Xuereb, & Antonia di Lorenzo Baglio - d
Matrim. in act. I figli d'Andrea furono Brandano Xarà Cittadino della Nota
Petri d'Alaimo
an. 1517.menſe
bile,marito di Caterina Chiantar ſua prima conſorte, che gli fe:
Decemb, Franceſca vnica figlia Auola dell'Autore. Dal 2. matrimonio con
Giacoma
ſti di Saluatore
il Dottor Gio: Xarà,dee Caterina,
Acacis hebbe
che ſidiuerſi
maritòfigliuoli, e fra queI
in Giorgenti.
Pietro fù l'altro fratello di Brandano,nato d'Andrea, la moglie
ſi chiamò Imperia,di cui è ſtato padre Nicolò Galia. -.

Gioſeffo,dal quale non rimane prole,e diuerſe altre femmine;la .


deriuatione,ch hanno molte delle noſtre principali famiglie da .
queſta Caſa è ſtata cagione, che ci ſiamo alquanto dilatati nel rac
conto della ſua diſcendenza, - - - -

L'arme ſi rauuiſa in diuerſi luoghi della Città e particolarmen


te ſopra il ſepolcro, che tiene vn ramo della medeſima Caſa in S.
Maria della Grotta de Reuerendi Padri Domenicani, contiene pro
priamente tre verdi ceſpugli in terra,e campo d'oro:venedo origi
nata la voce Xarà dalla Spagnuola,in cui ſi traportò dall'Arabe »
Xaara,che ſuona campo infertile,ò non atto alla coltura, così lo di
Lib. Iſolº3, ce il Dott. Eſcolan nella ſua Storia di Valéza. Xarà de Xaara,que'
es 34ata,ò Breſia, diſcorre quiui nel numero 6. d'alcune voci che
preſſo a quell'inclita natione vengono dalla lingua Arabica. Nella
ſudetta guiſa ſi mira lo ſcudo d'arme ſopravna feneſtra di caſa,ch
hoggi poſſiede il Canonico Don Paolo Antonio Burgio,e fù degli
Antenati di queſta famiglia,vicino alla Chieſa Cattedrale, benche'
altri vſino tre alberi con vna faſcia,S: alcuni in luogo di queſta ,
vna sbarra, a cui ſouraſta vn vccello volante. -

Nel Regno di Caſtiglia,e luogo di Frexenal ritrouiamo ancora”


Tn lib. Bullan. eſſerui l'iſteſſo cognome,leggendoſi negl'atti di queſta Cancella
1563. fol, 178, ria. Hernandus Franciſcus Xarà Oppidi de Frexenal. . - -
Pag- as
- - - X E R R. I . -

Gregorio Xerri Dottor di leggi ch'eſercitò il carico di Giudice,


ed Aſſeſſore
più della Corteriguardeuole
antico aſcendente Capitaneale in
di queſta
Malta nel 1 5 12.ſi Di
famiglia; ſcorge
lui fùil
- -- figliuolo
LIBR O QN ART O, NO TITI A III. , 45
figliuolo il Dottor Franceſco Giurato nel 1564. & 1 569 e padre
dell'vltimo Gregorio, che nel ſecolo noſtro amminiſtrò egregia
mente per molt'anni le due principali cariche inſieme, di queſto
Dominio cioè è dire di Capitano della Verga,e di Secreto,con pa
ri ſodisfattione altresì del ſuo Principe; Egli hebbe il titolo di Ba
rone di Cicciano poco prima del 1584 e morendo ſenza eredi,la
ſciò al Cumulo della Carita tutti i ſuoi beni per maritaggio di po
uere zitelle,e per altropere pie,che perpetuaranno il ſuo nome,an
corch'in lui eſtinto ſi fuſſe il paterno ramo. -

Poſſedette queſta Caſa diuerſi poderi,e ſi congiunſe in parenta


do,con le migliori dell'Iſola: ottennero pariméte honoreuoli gra
di della noſtra Città, Nicolò,e Cola Pietro Xerri, che furono Giu
rati,quello nel 1553. e queſto nel 1554. Il Dottor Orlando Ciu
dice,ed Aſſeſſore della Corte Capitaneale nel 1581. e finalmente º
Gio:Domenico ſuo figliuolo Capitano della Verga ne'tempi noſtri.
Hanno queſti vſato per arme tre ſeghe d'oro in campo vermiglio;
ſcorgeſi nella Cappella, che fondò il ſecondo Gregorio dentro la
Chieſa di S. Maria della Grotta, e quiui ancora in vin antico qua- .
dro dello Spirito Santo fatto aſcoltura, 3 in altri luoghi della no- . .
ſtra Città, - - e - - - - e -

- X VE R E B, Q X VE R E S. ,
Oltre all'antichità di queſta Caſa in Malta,ella ſi vagheggia frà
l'altre famoſa,per hauer dato alla patria,anzi al Paradiſo il B.Padre
Andrea Xuereb,ſplendore della Sacra Religione Domenicana,gia
ce egli ſepolto in vn arca particolare nella Chieſa del ſuo Conué
to di Siracuſa, oue con ſomma veneratione ſi riueriſce da tutta ,
quella Città: Di lui,che fiorì intorno al 135o.ſi diſcorrerà nell'wl
tima Notitia,che ſiegue degl'huomini ſegnalati di queſt'Iſola.
L'antico aſcendente noi ritrouiamo eſſere ſtato Guiglielmo,che di. Canciur

viſſe intorno all'anno 144o. fù padre di Tomeo, che nel 1487. fi ::


prendette per iſpoſa Imperia figliuola di Gio: Sillato. uemb.
Di Tommeo(che negl'atti di Gratiano Vaſſallo,ed in quelli del -

Bondì nel 15 17. vien trattato col titolo di nobile) nacque D. Ga


rita, che fù moglie dell'egregio Dottor Gregorio Xerri, laſciata ,
erede dal padre, che morì nel 1514. come dall'inuentario de ſuoi
beni, negl'atti del Bondì al 15 17. ſi rauuiſa,
Del medeſimo Tommeo ſi ſtima, che fuſſe figliuolo Leonardo
Xuereb: queſto s'ammogliò l'anno 152 5.con Eliſabetta figliuola
di Giacomo Xerri (allora defonto) e di Ventura ſua conſorte nel
le prime nozze, e nelle ſeconde con Donna Aloiſa figlia di Barto
lomeo Xarà, & Iſmeralda Caſſaro, dal quale matrimonio nacque
- - Zzz poſcia
546 DELLA D E SCRITT. DI MALTA
Matrimon. efº poſcia Cola Pietro Xuereb, che fù Dottor di leggi, e marito di D.
In aci. Barthol.
Haxixe ſub die Margherita figliuola d'Vgolino Bonnichi, fù Aloiſia (morto Leo
7.Aprilis 1555 nardo) moglie d'Antonio Manduca imperialCaualiere.
E perche dal Dottor Cola Pietro, e dai figli, che ne nacquero
hanno ſucceſſione in Sicilia diuerſe nobili famiglie, non ſarà diſca
ro al curioſo lettore il deſcriuerne la diſcendenza; ma prima è da -
ſapere,come il detto Cola Pietro eſſendo ſtato Giudice delle cauſe
ciuili nel 1558. Giurato nel 1559. Giudice Aſſeſſore del Capitano
con titolo di nobile l'anno 15 62. e finalmente di nuouo Giurato
della noſtra Città nel 1563. ſe ne paſsò con tutta la famiglia trè
anni doppo l'aſſedio del 1565. in Sicilia, facendoſi cittadino di Si
racuſa; quiui egli ritrouandoſi con due figliuoli nati dalla detta ,
Donna Margherita ſua prima c&ſorte,morra in Malta;vna,femmi
na,e l'altro,maſchio cioè Angelichella,e Vincenzo, prédette vn'al
tra moglie,ch'hebbe nome D.Leonora figlia d'Antonio Lagunna
Appariſce nel
lib, della Parro
Maſtro Giurato della Camera Reginale di quel Regno,e di Beatri
chiale di S.Gio: ce Montalto, e Medici,ſorella del Barone di Milocca, come in atti
Battiſta in ſi
vacuſa a 25. No di Notaro Scannauino à 22. Ottobre 1 5 6 8.
enomb. 1568. Vincenzo ſi maritò con D. Maria Scammacca di Lentini, da
uali nacque D. Angelica moglie di D. Mario la Valle Barone ,
della Crucifia di Catania, con hauer queſti poi generato D. Fran
ceſco, che ſi fe Gieſuita,D.Ceſare, D.Battiſta,D.Vincenzo,e Donna
Lucretia; la quale fù moglie di D. Pietro Zappata nipote del Mar
cheſe di Spaccaforno.
Angelichella ſorella di Vincenzo hebbe due mariti, dal primo,
I e lib Parroch. che fù Giuſeppe Daniele, figliuol di Girolamo Barone di Candica
ad Eccleſ 3. 1o:
Mapt. 29 April. tini,ne prouenne Fraceſco padrone del Bu falaro,ch'hebbe per mo
1573» lie Beatrice Landolina da Noto: queſti generarono Giuſeppema
rito di D. Anna d'Aſſenſo di Modica padri di Don Girolamo,di D.
Angelica moglie di Don Franceſco Gargallo da Lentini,e di Don
na Caterina. -
-

Ax eod.lib.par Da Franceſco Gulfi, figliuol di Girolamo, ſecondo marito d'An


roch.23. Aprilis gelichella, nacq ue Girolamo,da cui,e dalla moglie Donna Caterina
I58a.
Salonia ſorella del fù Commendatore Frà D.Pietro Salonia Caua
liere Gieroſolimitano diſceſero Don Franceſco, che ſi maritò con
Donna Girolama Corrales, e Donna Angelica moglie di Scipione
Buonaiuto. - - -

Ma paſſiamo al 2.matrimonio del Dott.Cola Pietro Xuereb, º


à gl'altri figliuoli da lui in quello generati, i quali furono 4. cioè
b
die maſchi,e due femine: di queſte l'Vna ch hebbe nome D.Giro
- - - - -

Conſtat ex eod.
i .Ai in lama ſi maritò con D.Michele Romeo in Randazzo l'anno i 589.
ae anni 158p. eſſendoſi
LIBRO QVA R.To, N o TITI A III saz,
eſſendoſi prima l'altra ſorella Donna Eliſabetta maritata con Don
Franceſco della medeſima famiglia Romeo fratello del Barone, di
Il derz ſi b die
Melilli Terra di vaſſallaggio,i cui eredi hoggi ſono li Baroni di Cai 7.A, e fi 588
cº: in a “i s 1 ei ri
fai Giordano,e li Bigeni, morto il marito ella ſi ſpoſa di Alonſo d' Ara, e le 4. I t
Heredia nobile Spagnuolo,Capitano della guardia del Duca di Ma, mi e inſa anni.
Ex it Cathed.
queda allora Vicerè di Sicilia, dal quale matrimonio nó vi rima FccleſSyracaſ.
ſe ſucceſſione. ii 25. Febr. 16 18.
- Delli maſchi,Don Giuſeppe fà Canonico della Cattedrale di Si
racuſa l'altro nominato D.Franceſco hebbe per moglie nel 1594. thed
AFx eod. l b Ca

Donna Violante Gaetano,famiglia del Principe del Caſſaro,e Mar die Io.Eccleſfi b
Apritir
cheſe di Sortino, non meno in Sicilia, che per tutta Italia nobiliſ, I 594 -

ſima per tanti titoli, dal quale matrimonio,oltre le femmine pro


uennero quattro maſchi, cioè Don Domitio,e D. Ottauio i quali
ſi morirono ſenza prole, Don Giulio ſi fe Sacerdote, e preſel ha
bito magiſtrale di queſta Sacra Religione, Don Giuſeppe Xueres,
che fù il quarto, s'ammogliò nelle prime nozze con D. Leonora, 7m a 3. Ioſephi
de Gioia, 7 iſ &
Batberino di Piazza, nobile famiglia, e d'antichiſſimi Baroni in die 14 Cézo ris
quella Città ; da lei nacque vna figliuola nomata Donna Vio I 6:8.
ln a i. San é ori
lante, moglie di Don Giuſeppe di Grande Barone di Grotta percia de Rizzº. ' 644
In aci s F, a ci
ta Siracuſano,e nel ſecondo matrimonio ſi congiunſe il detto Don ſi Caetani 7.
Giuſeppe Xueres,con D. Maria Corrale Gaetano; da quali vin ſo Decem. b. 1635.
lo maſchio fù procreato tra molte femmine, vnico germoglio ri
maſto per la ſperanza di ſucceſſione in queſta famiglia. Via ella ,
per arme vno ſcudo di campo azurro:che lo trauerſa vna sbarra
d'oro,frà due teſte di Turchi.
A A V A L L O S'.
Diego de Zauallos fù dal Rè Ferdinando gratificato con libera
donatione d'vn tenimento di terre in queſt'Iſola in vigor di priui
legio dato in Valladolida di 1 1. di Luglio 15o9.con clauſula pe.
rò, che diceua. Rogni capitulis,(3 priuilegiis, ac Inſule predicte, luri
bus Curie,gr alteriusſemper ſaluis, ge. - - - :

Hebbe per moglie Antiona figliuola di Giacomo Angarao In


guanes, la quale (morto il marito ſenza figliuoli) rimaſe di lui
erede,come ſi legge in via viceregia prouiſione del 1527. che fù
ºo o

ſpedita per l'eſecutione di detto priuilegio, atteſe le difficultà, che


in Malta ſi erano incontrate. Dalle publiche ſcritture della Città
ſi cauà, che quiui egli ſtato fuſſe deputato ſopraintendente alle
fortificationi, e coſe militari, come di lui ſi fà mentione all'anno
1494. leggedoſi ancora la ſua ſottoſcrittione in vina liſta di raſſe
gna della Caualleria di tutta l'Iſola,fatta in quel tépo in preſenza di
D.Ferrante d'Acugna Vicerè di Sicilia, che ſi ritrouaua in Malta.
Zzz 2 2 ammit
548 DELLA D Esc R I TT. DI MALTA
-- - Z A M M I T. ,
Antonio Zammit fü proueduto dal Vicerè Duca di Monteleo
ne del carico di Teſoriere della Corte Capitaneale,con dargli tito
lo di nobile nella Viceregia lettera,che fù data in Meſſina è di 28.
di Giugno 1529. E famiglia antica,ſparſa in più luoghi dell'Iſola,
& in diuerſi rami, il principale è ſtato quello, che deriua dalla no
- ſtra Città Notabile. - - -
- Facciamo in vltimo quì auuertito il corteſe lettore, che in
torno a gl'officiali,º alle famiglie di Malta non ſi ſono potute ha
uere più antiche memorie per cagione, che le ſcritture ch'hoggi ſi
ritrouano(benche alcune molto malmenate,)ò ſiano quelle dere
giſtri "
blici Notari,ò quelle dell'Archiuio della Città non tra
paſſano l'anno 146o. eſſendoſi le altre perdute, e dell'intutto gua
ſte,non men per ingiuria de'tem pi,che traſcuraza de Compatrio
ti, e ſe d'alcuni atti più antichi vien fatta mentione, queſti ci ſono
capitati, ò originali,ò inſerti in diuerſi proceſſi,ouero citati,e calé
dati in altre ſcritture più moderne; Dal volume depriuilegi dell'
Iſola habbiamo cauate diuerſe notitie, ne quello eccede il ſecolo
v - del 135e. E finalmete le note, e memorie hauute da Palermo co
- minciano ſolamente alcune dal 1347. ed altre dal 14 o 1,come al
- - - - - - -
tresì le contenute nel regio Cabreo di queſt'Iſola (di cui habbia
mo copia) ſono quaſi de'medeſimi tempi.
4 -

D'A Lc V N I H V o AA I N I D I M ALTA,
º per varie guiſe d'eccellenza celebri, C'famosi a

NOTITIA QvARTA, ED vLTIMA.


Adoin Martyr P vBlio Santo, fù primo Veſcouo di Malta ſia patria creato
2, in dall'Apoſtolo S. PAOLO mentre all'arriuo di lui nell'Iſola ,
iº º naufragante, era il Prothos, ò Primario, Dignità di molto pregio
- allora appò i Malteſi, poſcia egli ſuccedette nel Veſcouado d'Ate
" ne(ou hebbe il martirio) a San Dionigi Areopagita Apoſtolo del
inſ,86 cita la Francia, Di San Publio,e che ſia ſtato Greco per origine ( com'
i" erano per la maggior parte in quel tempo i di Malta)
li i", ſi è pienamente diſcorſo allora quando trattammo della venuta :
Apofcarne e di S. Paolo in queſt'Iſola; quì ſolamente ſoggiugneremo , che di
f" tal nome ſouente vſarono gl'antichi Greci come ſi legge nel Me
nologio della Chieſa Orientale,che diuerſi Santi l'haueſſero, e frà
gl'altri ſi fà quiui mentione à 13. di Marzo di S. Publio Martire, è
i 5. del medeſimo d'wn altro S. Publio pure Martire à 4. d'Aprile
- d vin
LIBR o QVA RTO, N o TITIA IV. 549 -

d'vn Santo Padre Publio,3 à 9. di Ottobre di S. Publia Martire .


Vogliamo ancora, prima di paſſar più auanti per obligo della ,
riuerenza douuta à i decreti, e diuieti del Sommo i"
no PP, VIII, di fel ricordo, promulgati negl'anni i 62 5. I 634.au
uertire il lettore, che quanto ritrouerà detto nelle infraſcritte -
memorie, 8 in tutto il côtenuto di queſt'opera, che poſſa applicar
ſi à ſantità degl'huomini quiui nominati,tutto s'intenda,è inten
der ſi debba come d'humana lſtoria raccolta,e publicata dall'Auto
re,séza che mai alcuno creda d'hauerhauuto egli peſiero per que
ſte narrationi d'arrogargli culto,ò veneratione,ò d'apportargli opi
nione di Santità, e fargli ſcalino per la futura loro Beatificatione, è
Canonizatione in alcun tépo che ſia: ma di laſciar tutte le coſe in
quello ſtato, ch'haurebbono hauuto,ſe il preſente componimento
non ſi fuſſe fatto, e così ce ne proteſtiamo, in ogn'altra mi lior
forma, che ſi deue,da chi ambiſce eſſer tenuto vbidientiſſimo figli
uolo della Santa Sede Apoſtolica; alla cui cenſura, è infallibile di
rettione ſottomettiamo noi ſteſſi, e tutta la medeſima opera hu
miliſſimamente. - -

BEATO ANDREA XVEREB, il quale dal Pirro nella No


titia Siracuſana diſcorrendo del Conuento di S.Domenico di quel
la Città chiama col cognome Xueres, è Xuares, dall'iſteſſo e me
touato nella forma ſeguente, eſſendo egli ſtato profeſſo nell'Ordi
ne di S. Domenico. Hic iacet Beatus Andreas Xueres, ſeu Xuares
patria Melitensis, de quo preclara ſcribit M. Mauritius de Gregorio
Siculus, de Beatis Siculis Dominicanis n.9.f. 29, Hodie est in magna -

veneratione in tumulo positus his versibus. -

Bic totſarcophacus laudestàm accipit vnus,


Nec Patri Andrea potest hiens promere funus,
Ecce Deiſeruus humilis,lex,regula morum,
7Norma Sacerdoti fratrum lux pradicatorum,
Virgineo celebris partu,nox annua Sancto.
Illa Syracusios ſpoliauit numine tanto,
Ter denos,quatuor bis ſeptuagesimus annus.
Addidit, gr quo calestis regnauerat annus.
obiitan. 1378. die 26, Decembris; translatusfuit Corpus Andrea
in arcam ubi hodie est; Bpiſcopo, Senatu,ac Populo Syracuſanis con
luentibus an. I 6 14. -

Queſto Beato Padre della Sacra Domenicana Religione luci


diſſima ſtella e dell'Iſola noſtra eterno ſplendore, carico di meriti e
ricco di vertà,giunto a quell'ora cotanto bramata da Santi,termi
nò vn eſemplariſſima vita, con vna glorioſa, e benauuenturata º
IdOIUC e - Frà
5; e D E L LA D E ScR IT T. DI MALTA:
FRA DOMENICO laico degl'oſſeruanti di San Franceſco,
illuſtrato da Dio co molti miraceli così in vita, come anco in mor
te, fù in particolare mentre viſſe arricchito di ſpirito di profetia; il
di lui benedetto corpo ſi ritroua nella Città di Noto in Sicilia,neli
Contento di quell'Ordine. Vincenzo Littara nel li bro, che laſciò i
ſcritto de rebus Netinis, così dice. Iacit ibidem (ſilicet in Cenobio i
Fratrum Minorum ab obſeruantia) Frater Dominicus Laicus Me
litensis, homo religiosiſsime vite, gr cuius multa dum viueret mira
cula, g predictiones traduntur. Soggiunge,chi ci diede queſta no
titia da quell'ingegnoſiſſima Città ; Diem clausit extremum Kal.t
A4 aii anno Domini 157o. /n eius obitu conuemerunt clerici, 3 laici
omnis ordints,in maxima frequentia,6 ſummo honore tumulatus: In
ter alias praedictiones anno ſalutis 1; 65. numeroſa Turcharum Claſº,
ſe Melitam obsidente, º magnoperè dimicante, degens in dičia Ciuita
te Nett Regni Siciliae praedixit Melitam ab im minenti huiuſnodi ob
sidionis periculo sicuram,et liberamfore (prouteuenit ) et adhuc publi
In Nott, Syra
cuff a 2o,
ca vigei fama. Ed atteſta l'Abbate Pirro anch'egli nella guiſa,che
ſegue. Frater Dominicus Laicus Melitensis homofuit religiosiſsime
vitae,de eo praeclara narrantur,ſcribunturq; Caietano tesie fol. 4o.
Nella Cronica di dett'Ordine ſtampata l'anno i 586. trattandoſi
del Conuento di Noto in cotal forma ſe ne fa celebre memoria -
Aoc in ipſo loco ſanctiſsimam mortem obiit zelantiſsimus Frater Do
minicus Melitensis laicus,tàm in vita,quam in morte miraeulis cla
rus, cuius corpus in maxima veneratione est apud Neetanos; preſſo
de'Malteſi è ſtata ed è continua traditione, ch'egli fuſſe natiuo di
Caſale Ghargur. - - -

BEATO FRA BONAVENTVRA parimente laico del me


deſimo Ordine de minori oſſeruanti ; diceſi da Malteſi, ch'ei nac
que nella Terra Siggeo: la ſantità di queſto buon ſeruo di pio ſì
molte fiate paleſata da ſua Diuina Maeſtà con molti miracoli; Di
lui,diſcorrendoſi nella ſudetta Cronica del Comuento di S. Anna ,
di Giuliana in Sicilia, ou'è ſepellito il ſuo venerabile corpo, ſi dice,
Cuins quies, ſolitudo, atq, etiam amaenitas contemplationiſi:minoperº
fauent,qnodiet in cauſa est, vrplures Patresſantitate coſpicui, inde
prodierint; de quorum numero fuere B. P. Simon a Calataxibetta , et
2onauentura Melitensis, qui, e in ipſo loco ſepulci ſunt plurimiſ, mi
raculis coruſcarunt. - -

FRA MARCO dell'Ordine de'Predicatori, vien commendato


la Notiateli- dall'Abbate Pirro,con le ſeguenti parole. Fr. A Marcus Aelitensi,
ten.f.626. qui post plura “virtutum exempla in vita etiam cam Demone quotidie
altercabatur,et post mortem an. 1555.Panormi in Conuentu S .2 irae,
- - - - --- - - : Ubi -
LI E R o QVA RTO, NO TITIA IV. ss1
vbi Dominicanum ſuſceperat habitum ſepultus iuxta B. Petri Aiere
mie Panormitant / epulchru, & altroue. Fr. Marcus Melitensis lai In notit. Syra.
cuſfol 22 l.
cus vite bonitate fuit preclarus, g Demonumfraudibusſepe illusit,
AM. Mauritius
hic obiiſe credimus an 155 5. circiter; Queſto amico di Dio,doppo de Gregorio in
hauer ſoggiogato alla ragione le paſſioni,ed il ſenſo,riportò altresì vitis B B. Do
minic. Jicil. &
mai ſempre glorioſa vittoria de'Demoni. Gaiet.f.43.
FRAT'ANTONIO TABONE dell'Ordine ſudetto di S. Do
menico,huomo, di rato eſempio,e di ſomma edificatione, giace il
ſuo corpo nel Conuento di S. Zita di Palermo: dal P. Ottauio
Caetano, è annouerato frà gl'huomini del Regno di Sicilia,illuſtri
per fama di ſantità nell'Idea operis de Vitis Siculorum Sanctorum
famaue ſanctitatis illuſtrium, nel fogl. 38, nominandolo Malteſe.
FR. ANTONIO pure Domenicano fra l'altre ſingulariſſime
virtù, ch'adornauano la bell'anima di lui,fù di merauiglioſa aſti
nenza,e cotanto parco nel cibarſi,ch appena, e con molta ſcarſez In Notit Melit,
f.626.
zavna ſol volta il giorno mangiaua: di queſto ſcriue l'Abbate , Pius in hiſt. De
Pirro. Frater Antonius a Melita; Is in Netino Conuentu Fratrum minicana lib. I.
S. Dominici calculo adſcriptus obiit; In vita ſumma paenitentia ſpeci f, i 14.
men dedit, vt vix in dieſumeret cibum.
P BIAGIO D'OPERTIS eſſendo Cherico di molta bontà,8&
eſemplar vita,e comodamente proueduto in queſta Dioceſi di be
nefici eccleſiaſtici, abbandonò il tutto per ſeruire Dio nello ſtato
regolare; Fù egli vno de principali compagni del P. Camillo de
Lellis,digniſſimo Fondatore in Roma della Venerabile Religione ,
de Sacerdoti regolari miniſtranti gl'infermi, chiamati in Sicilia ,
Crociferi, prendette quel ſanto habito per mano del P. Fondatore
intorno all'anno 1586. in età giouanile,che non eccedeua il vige
ſimo quinto,ò ſeſto anno, ſi fe ſacerdote,allora,quando entrò nel
la Congregatione, e doppo eſſere ſtato eletto Procurator Generale
nell'anno 159 1.indi primo Conſultore nel 1599. poſcia Prouin
ciale in Napoli nel 16 o4. vltimamente fù promoſſo nel Capitolo
Generale l'anno 16 o 8.al ſublime grado del Generalato con grand'
applauſo di tutto l'Ordine, come allora ſoggetto il più
riguarde
uole di meriti, virtù, e ſufficienza. Depoſto poi volontariamente
il carico, ch'haueua amminiſtrato con ſommo profitto della Reli
gione, ordinando molte coſe conueneuoli al buon gouerno,& all'
oſſeruanza della regolar diſciplina, ſi ritirò a ſeruir gl'infermi nello
ſpedale degl'incurabili di Napoli, veſtito aſſai poueramente, e ci -
bandoſi di quello rimaneua à più graui,e naufioſi ammalati, qui
ui miniſtrauai Santiſſimi Sacramenti,ed operaua infiniti altri atti
di carità con ardentiſſimo zelo della ſalute dell'anime, predicando
per
552 D E LL A D E SCR I TT. DI MALTA
per le piazze publiche,e dou'era ne giorni feſtiui maggior cicor
ſo de'Popoli, in modo, ch'aggrauato dagl'anni, non meno, che º
dalle ſue moleſte infermità, nell'Vltimo di ſua vita ſi faceua con
durre ſopravn aſinello nel mercato, è in altri luoghi frequentati,
e quiui con vn Crocefiſſo in mano ci graui, & efficaci parole diſ
correua,ſpecialmente della morte, e dell'eterne pene dell'inferno,
ſino, che ſoprafatto da vna riſpola nella gamba deſtra, fù coſtret
to à porſi in letto, e finalmente reſe l'anima al Creatore a 17. di
Giugno dell'anno 1624 dentro lo ſpedale ſudetto,nelle habitatio
ni di quei Reuerendi Padri con non piccioli contraſegni della ſua
ſantità ſeguiti prima,e doppo la ſua morte. Nacque il P. Biagio in
Malta nella Città Vittorioſa intorno all'anno 156 o oue il ſuo ge
nitore, ch'era Siciliano, hauea tolta moglie: Onde equiuocò,chi
i que
diſſe, ch'egli fuſſe ſtato Siracuſano, come altresì
ſto Sacro Ordine Gieroſolimitano, e che il " haueſſe ſer
uito di Segretario a Monſignor Gargallo Veſcouo di Malta; im
ercioche né lui,ma Fr. Vincezo d'Opertis ſuo fratello hebbe l'ha
i" e fù riceuuto nella Lingua di Prouéza, dalla quale côſeguì la
commenda di Narbona,e ſeruì di Segret. a quel Veſcouo.
Fù parimente Frà Vincenzo natiuo di Malta; Ne poteua Don
Biagio eſſer proueduto de benefici, ch'hebbe in queſta Dioce
fi Meliuetana ſe fuſſe ſtato Siracuſano (atteſo l'Indùlto conceſ
ſo à Malteſi) oltre l'altre proue, ch'habbiamo per le quali manife
ſtamente appariſce, che ſia ſtato noſtro Compatriota, e Fr. Vin
cenzo ſuo fratello ſe in Sicilia haueſle hauuta la naſcita, potendo
à dirittura farſi riceuere nella Lingua d'Italia, non ſarebbe ricorſo
per la diſpenſatione, e gratia de limiti in quella di Prouenza, ch'
ottenne per autorità del Sacro Capitolo generale.
GIACOMO CASTIGLIONE nacque in Malta da honorata
famiglia, e da pij parenti, fù da loro allettato chriſtianamente, ed
applicato allo ſtudio così di buone lettere,come di filoſofia, e nell'
vno e l'altro diede ſaggio del molto, di che la natura arricchito l'
hauetia; è ſtato nella purità verginale,e nell'Vnione, e familiar trat
tazione con Dio ammirabile, chiamato per diuina iſpiratione alla
Venerabile Compagnia di Giesù, deliberò d'andar à Roma, come
fe, per impetrare dal Padre Generale più facilmente l'entrata, pare
tendo da Malta col ſuo Confeſſore (a cui prima hauea predetto l'
andata inſieme à quell'Alma Città,) queſti fà il P.Sebaſtiano Salel
les della medeſima Compagnia, natiuo dal Regno di Valenza ,
, religioſo molto ſtimato per la ſua dottrina, e benemerito di que
- - - -
- º -

ſta noſtra patria,hauendoui per molti anni letto cd grido, teologia


-
-
- - - - - - morale
LIn Ro. QvART oi NoTITIA Iv. sss
morale, oltre la carica quiui eſercitata quaſi ſempre di Conſultore
del Santo Officio; Giunto in Roma il noſtro Caſtiglione, fu ſubito
ammeſſo, e mandato al Nouitiato di Meſſina, raccomandato, co
me giouane di ſingulare ſpirito,ed eletto da Dio ad alto grado di
i"
er il Signore a ſe per la ſtrada del ſuo amore ;
onde ſopra di ciò manifeſtata a ſuoi confeſſori i lumi,S: i ſentime
i" veniuano communicati nell'orarione; in queſta o
fra l'altre coſe diceſi hauer veduto l'anima ſua ſteſſa,moſtratoglie
la dal benedetto ſuo Creatore tutta bella, & adorna a merauiglia;
Quindi è, che poi s'auanzò tanto nel zelo dell'anime,che fornito
il nouitiato douunque andauaspareua,che il tutto infiamaſſe col
fuoco del diuino amore, il quale bramando ancora d'accendere e
ne'cuori agghiacciati de Gentili, a coſto del proprio ſangue ,
godè ſommamente d'eſſer aſſegnato per tener ſcuola nell'Iſola di
Scio; oue penſaua prepararſi per la meſſione all'Indie, di che ſem
prefè molta iſtanzia al P. Generale; Ma non piacque al Signore ,
che queſto candido giglio poſto fra le ſpine de tormenti ſi coro
maſſe di roſe nel martirio, (anzi come piamente ſi crede, volle
trapiantarlo da queſta valle di miſerie nella vera terra di promiſ
- - - - . - - - - º v

ſione. Morì nel Collegio di Scio,con concetto, e fama di ſantità


intorno all'anno 162 5. .
- - - -
-

PRA MAVRO DE CALI de'minoriC6uent di S.Franceſco


Maeſtro in Sacra Teol e molto verſato nelle leggi canoniche,eci
uili,non men dotto, che ſagace; Fù Veſcouo i Malta ſua Patria, In Notit Melil
di cui l'Abb. Pirro dice. Interea Maurus auctoritate Romani Pontifi ten f598.
cis conſecratur Antistes Meliuetanus, grc. Maurus ſemper in 5icilia
deguit Catane, vel Leontini,cui viro apprimè docto, ac in vtroq; iure
peritiſsimo, Summtts Pontifex , Rex Martinus multas ecclesiasticas Pirrus in Notit
cauſas demandauere, etc. Conſeguì egli queſto Veſcouado circa gl' Me liten.f. 597

anni 1398. e poſcia a preghi del Rè Martino per autorirà di Papa Idem in Notit,
Aleſſandro V. fù promoſſo a quello di Catania,il cui Tempio egli Catan.f53
accrebbe non meno con edifici, ch'arricchì con diuerſe ſante re
liquie ne'loro vaſi d'argento incaſtate,e fregiate ci pretioſe gioie,
ne'quali, come riferiſce il medeſimo Autore, quinque millia flore
norum Florentie ad eas diuitias comparandas expendit: Indirinon
tiato quel Veſcouado,ritornò a queſto di Malta nel 142o.come ſi
è detto nella Cronologia de'noſtri Veſcoui; di lui fa ancora ono Tom.4. ad ann,
1398.n.2.
rata mentione il Padre Luca Vadingo nell'Iſtorie de Frati Minori.
FRAT'AMBROGIO BVTIGEG Teologo dell'Ordine di San ZEx tabulir C5.
Domenico figliuol del Comuento della Notabile, religioſo di ſin tuentats S. Zla a
riae de Grutta ,
golar virtù,8 eminéte dottrina,meritò eſſere chiamato dalla Santa Ora S. Domin,
Aaaa Sede
i
554 DE L'LA D ES C R I TT. DI MALTA
Viſſe Giulio III
nel Papato dal Sede Apoſtolica, eſſendo Sommo Pontefice Giulio III.in Roma,
155o, ſino al
1555.
oue creato Veſcouo Arienſe nelle parti d'Infedeli,fù deſtinato Nü
Ex relatione ,
tio Apoſtolico ad alcune Prouincie Orientali con ampliſſime fa
Epiſcopi Sido
cultà particolarmente per Viſitatore e Riformatore della Natione
nien. Abelae de Caldea, dandogli per compagno Frat'Antonio Zahara pure Mal
eius miſſione ,
Orientali facta
teſe del medeſimo Ordine,e dopò hauer colà riordinate alcune co
ad Papam Six ſe;fù coſtretto per cagione d'vna perſecutione moſſa contra la dete
tum V. die 19.
Aprilis 1587. ta Natione,e Patriarca Sulaca,cò alcuni Aſſirijpaſſarſene all'Indie,
que extatpenèr
Auct.rem.
& in Ormus,e Goa doue reſe l'anima al ſuo benedetto Creatore.
FRAT'ANTONIO ZAHARA ſouradetto, morto il Nuntio
Ex eadem rela
ttone Epiſcopi Butigeg (di cui era compagno) con l'Arciueſcouo Ermete Elia
Siaomien. diſcepolo del Patriarca Sulaca viſitò molti Caldei,ch'erano in Cuc
cin,e Malauar,8: Angamala nell'India di S.Tomaſo;Quindi ritor
nando poi per la via di Portogallo in Roma, e fatta relatione di
quella meſſione, fù dal Santiſſimo Papa Pio V. che rauuisò il ſuo
molto merito,fatto Veſcouo di Vico vicino a Napoli, in riſguardo
de'ſeruigi fatti, e diſagi patiti per la Santa Sede Apoſtolica. Di lui
In Notit. Me dice il Pirro Magiſter Antonius Melitensis doctrina, et moribus per
liten.f.626,
ſpicuus : Is anno i 57o ad Epiſcopatum Vici eſt aſſumptus, ma non
puol eſſer in quell'anno, mentre nel 1567, egli era già Veſcouo,
come ſi proua per la iſcrittione poſta quì appreſſo. Non fà Frati
Antonio meno illuſtre in bontà di vita di quello ſi fuſſe nelle let
tere,e nel prudente gouerno in cui procurò ſempre con ogni pre
mura l'aumento del culto diuino, e la ſalute dell'anime. Mori in
Napoli,e fù ſepellito nella Chieſa della Santiſſima Annunziata. Nel
Palazzo Veſcouale di Vico rimane di lui in vina pietra di marmo
la ſeguente memoria. - -

Fr. Antonius Sagra Meliteus Ordinis Predicator.


Vici Praeful has Aedes vetuſtate collapſas, in
meliorem,ampliorenq; formam reſtituit, vt
subi,poſteriſq; ſuis vſui forent à partu Virginis,
A D L X VI I.
DON LEONARDO ABELA Dottor di leggi, Canonico di
queſta Chieſa Meliuetana, poſcia Vicario Generale nella ſede va
cante per morte del Veſcouo Rojas, nel qual carico egregiamente
i diportádoſi fù da Papa Gregorio XIII, che lo conobbe huomo di
valore, e di molta prudenza (ſenza ſua richieſta) gratioſamente º
confermato, con breue aſſai onoreuole,ſpedito ſotto li 2 o di Giu
igno i szs. Indi conferitoſi a Roma, dal medeſimo Pontefice fà
creato Veſcouo di Sidonia l'anno i 582.& appreſſo deſtinato Ni
stio Apoſtolico alle parti di Lettate, come ſi legge nel ſeguóte breue,
V enerabili
LIB R o QVA RTO, NO TITIA IV. 5 si
Venerabili Fratri Leonardo Epiſcopo Sidonien. noſtro, 3 Sedis Apo
ſtolice in Syrie, AAeſopotamie, Aſsiri e, gr Aegipti, º
ac aliis Orientis Regionibus Nuntio. : -

GR E G O R I V S P A PA. XIII. l

V Enerabilis frater ſalutem, gr Apostolicam benedictionem. Cum


?Nos pro pastorali officio nobis diuinitus iniuncto omnibus Chri
stifidelibus in quibuſcunq, totius Orbis partibus constitutis,nos eſe no
uerimus debitores, valdèſemper ſolliciti ſumus de eorum animarum ſa
lute, vehementerq, cupimus oues gregis dominici pretioſo Christi ſangui
ne redemptas ad ouile eius ſalutiferum,quantum cum Deo poſſumus re
ducere,(3 ea,que ad catholicam fidem in premiſsis partibus conſeruan
dam, vel restituendam,ac debitum Omnipotenti Deo cultum, gr hono
rem exhibendum pertinent, omni nostro studio, cura,diligentia, atq, ope
ra, indefeſſa ſollicitudine prouidere. Itaq; detua prudentia, fide, ſoler
tia,g orthodoxae Religionis zelo multum in Domino confisi,Te ad Pro
uincias,(3; Regiones huiuſmodiſuper premiſsis, nostrum,gr Apostoli
ce Sedis Nuntium auctoritate Apostolica, tenore preſentium ad bene
placitum nostrum,g ditte sedis,constituumus, 3 destinamus, Tibi in
virtute ſancte obedientiae,mandantes,ve primo quoq, tempore ad loca
praedita , 3 ea,que duximus ibi exequenda te conferas,g si Patriar
chas,(9 'Praelatos illarum partium, vtſperamus Ecclesiae Womanae
Primatum agnoſcentes, ei debitam obedientiam praestare, fidemg, eius
ſuſcipere,g docereparatos eos eſſe cognoueris, volumus, vt eorum litte
ras manibus ſuis ſubſcriptas, sigillis propriis obsignent , tibiq; tradant
ad nos deferendas. Volumus quoqi 3 tibi, per praeſentes mandamus,
vt in eodem itinere Venerabiles fratres Daui emignatium Antioche
num,et de Auzal, ata; Armeniae maioris Patriarchas,noſtro nomine
inuiſes,etiis,quae apud eos geruntur,perſpektis, si quos, vel in fide erro
res,vel in ritibus abuſus illic eſſerepereris, corrigas, et emendes, nisi si
quideiuſmodifuerit , de quo Sedem Apostolicam duxeris conſulendam,
ſuper quibus omnibus tibi plenam,liberam,et amplam harum ſerie con
cedimus facultatem. Tu igitur frater Venerabilis commiſum hoc
tibia nobis officium prompto animo,alacriq; ſuſcipiens,ad id benè, lau
dabilitera, obeundum accingere, ſperan, in eo qui eligit infirma, ve con
fundatfortia,quod eius fultus patrocinio tua fide integritate, virtutiq;
exemplis id exequi facilè poteris,sicq; stude,et enitere, vt actiones tuae
nihil praeter Dei honorem, et huius Sanctae Sedis existimationem, te
vnquam cogitaſſe,dilexiſe,aut ſpectaſſe declarent, certoquè tibi perſua
de,ex his tuis obſequiis,et laboribus.aeternum è Deo praemium a nebts
Aaaa 2 verè -
l
1, 4 D E LI A D E SCRITT. DI MALTA
verò sg hac Sancta Sede vberem gratiam,et laudem eſe conſecuturù,
Datum Rome apud Sanctum Petrum ſub anulo Piſcatori, die xxx.
Oćtob. MDLXXXII. Pont. nostri anno vndecimo. Ce: Glorierius.
Fù fatto di più ſpedire vn alrro breue, in cui ſi racchiudono tut
te le facultà,3 autoritadi, che dal Sommo Pontefice ſe gli conce
deuano per poter compiutamente, e con ogni decoro, e dignità
della Sede Apoſtolica eſeguire la ſua commeſſione, con alcuni di
credenza per quei Patriarchi,e Prelati, e nella guiſa, che da diuerſe
lettere Pontificie in poter noſtro conferuate,date in Roma ſotto li
3o. d'Ottobre 5. di Nouemb. 1582. 25, di Feb. 1 5 83.2o di Gen
inaio,e 13. di Luglio 1584. largamente ſi rauuiſa. Per il contenu
to e tenore delle quali ſi comprende non meno la premura & ac
ceſa carica di quel Santo Pontefice verſo la ſalute dell'anime di
quei Popoli,che la cura d'honorare la perſona del noſtro Veſcouo
di Sidonia, con le ampliſſime prerogatiue, che gli furono cocedute
perlomedeſimo fine e per la ſtima ſimilmente, che faceua del ſuo
merito, e valore. Partì egli da Roma per Leuante à i 2 di Marzo
1583. e giunſe ad Aleppo nel meſe di Luglio dell'iſteſſo anno, e
doppo eſſere ſtato in quelle Prouincie per lo ſpatio di tre anni, e
forſe più,e quiui hauendo patiti molti diſagi, e pericoli con pari
sprudenza,e coraggio eſeguendo gl'ordini hauutin ſeruigio della
Santa Sede Apoſtolica, ritornò a Roma eſſendo morto il ſudetto
Papa,che perciò non potè godere di ſentire gl'effetti del ſuo Pater
no,e ſanto zelo felicemete ſeguiti in quella Nunciatura, e di lei fe
copioſa relatione in iſcritto (di cui n'habbiamo vn eſemplare) al
“ſucceſſore Siſto Papa V. a 19.d'Aprile 1587, come dal medeſimo
ſi teſtifica in vn ſuo breue all'iſteſſo Veſcouo indirizzato nella
“forma ſeguente. A se -

- -

A enerabili Fratri Deonardo Epiſcopo sidonien. t

º A . . . . . . . . - - a s sv

- cos ì -
e
u
s
s 1 x T vs P A P A v.
, " , i . . .

A7 Enerabilis Frater ſalutem, et Apoſtolicam benedictionem. ſam


V pridem felicis recordationis Gregorius Papa XIII predeceſſor no
ſter Ecclesie Sidonien, in partibus Infidelium site, certo tune expraeſſo
modo vacanti deperſona tua, dpoſtolica auctoritateprouidit,req; illi in
- Epiſcopum prefurt, et Paſtorem, acetiam, vi poſiquam munus conſe
crationis ſuſcepiſſes in Terris, et locis ab eiſdeminfidelibus detenti, illº:
- unqi ditioni ſubiectis 2. pontificalia officia,quo ad Uiueres exercere poſº

ſes indulsit,acsimul teſù um,et Sedis Apoſtolice Nuntium ad dimeſſº


Patriarchas -

- - -- -
LTER o ovARTo. NoTITI A Iv. sr,
Patriarchas,et Nationes Orientales deſtinaut.Tu verò officio tubi com
miſſo eximia cum fide, et diligetia illicfanctus,ad Vrbem annoſuperiori
rediens,ea nobis retuliſti,quae perinde ac debebant grata fuerunt, et iu
cunda; Nunc autem significaſti, etc. Datum Romae apud Sanctum
Petrum ſub anulo Piſcatoris die 12. Nouemb. 1588. Pontificatus no
ſtri anno quarto S. Ang. Papius. ,

Hebbe poſcia egli l'officio di Vicegerente in Roma del ſuffraga


neo Vicario del Papa.Scriſſe alcune relationi delle coſe d'Oriente »
con merauiglioſa,e ſingolareruditione, di queſte Roberto Mireo
(parlando de Neſtoriani) laſciò notato come ſiegue. Caeteri, Leo
nardus Abela, patria fuit Melitensis,adeòq, idiomatis Arabici peritiſ
simus (quod ea in Inſula eſt vernaculum ) obiita; Romae anno Chri
ſti 16 o 5. autſequenti; ex eius manuſcriptis commentariis de orienta
lium nationum Chriſtianarumſtatus nos multa publicanimus in noti
tia Epiſcopatuum; extant autem Commentarii iſti manuſcripti Komae
in Bibliotheca inſtructiſsima Cardinalis Aſcanii Columnae. Eſſendo
gli ſtate familiariſſime quelle lingue,e particolarmente l'Hebrea ,
Caldea,Siriaca,e Copta,non che l'Arabica,con hauer di queſta, co
oſta vna grammatica, e della Caldea tradottene le iſtitutioni. Di
i" fanno ancora mentione honoreuoliſſima il Canonico France Nella Storia a
Orientale f5.
ſco de Herrera nella ſua apologia in fauore di Fernan Médes Pin
to, atteſtandolo frà gl'Autori, che ſcriſſero i viaggi,e le relationi di Nelle relationi
quei vaſtiſſimi paeſi; E Gio: Botero trattando degl'iſteſſi Neſto p.3.lab. 2
riani così dice. I Neſtorianiſono hoggi duisi in due Patriarcati dell'
iſteſſo titolo di Muſal, l'ºvno de Neſtoriani heretici,ch'habitano in Ba
bilonia, e negl'altri luoghi menteuati di ſopra; l'altro che si dice ora de
Caldei Aſsirii Orientali, ch'habitano principalmente in Caramit, e nei
confini e deteſtata l'heresia, e gl'errori di Neſtorio vbidiſcono alla Sede
Apoſtolica,si come profeſſarono anche, e ratificarono i Veſcoui, et i Pro
curatori loro l'anno i 584. nella Città d'Aleppo
in mano di Monsignor
Leonarda Abela Veſcouo di Sidonia Nuntio allora della Sede Apoſto
lica in Lettante, dal quale noi habbiamo hauuto la miglior parte della
preſente relatione orientale; et à lui ne deue il corteſe Lettore meco obli
go, e ſapernegrado,e queſto è quanto m'occorre della Natione,òſetta Ne
ſtoriana, fin quà il Botero. e oa
. Finalmente doppo eſſere ſtato il noſtro Veſcouo di Sidonia nel
la Corte Romana per moltianni impiegato in diuerſi publici affa
rimaſſimamente nei toccanti alle Nationi Orientali, ſtimatográ.
demºnte per il ſuo ingegno e dottrina, a cui accompagnò ſempre
vna ſingolar bontà di vita e d'incorrotti coſtumi. Morì in Roma
l'anno i 6 o 5. e ſopra il ſuo ſepolcro nella Baſilica di S. Giouanni
Laterano ſi legge l'epitafio ſeguente. -- -- Leonardo
ssº DELLA DESCRITT. DI MALTA
D. O. M.
Leonardo Abele
Melita nobili genere orto,
pietate, dottrina,etplurium
- linguarum peritta Insigni.
A a Gregorio XIII. P. AM,
- Sidoniorum Epiſcopo creato. -

In Syriam Meſopotamiam, Aſſyriam .

Aegyptum aliaſg; Orientis Regiones


7Nuntio, et Visitatori Apostolico,
cum poteſtate ampliſsima;
Pontificalibus in Vrbe exercendis
multos annos cum laude verſato,
Fidelium peregrinorum ex orientis
oris ad Vrbem venientiun
Vnico perfugio.
omnium Ordinum hominibus eximiègrato, - -

Moannes Canonicus Meliuetanus -

st Conſaluus ex fratre nepotes -

- Patruo B.AA.poſuere.
- Vixit annos LXIV. -

obiit die 12. Maii. MDCV. ,


FRA D. BALTASSARE CAGLIARES diſcendente dalla ,
famiglia de Burlò molto antica in Malta,Dottore in Sacra Teolo.
gia, prima Auditore del Gran Maeſtro VVignacourt,poſcia eletto
Veſcouo della ſua Patria; fù vero padre de pouer, e diligente Pre
lato in promouer gl'intereſſi della ſua Chieſa; di cui eſſendoſi a
baſtanza parlato nella Cronologia de Veſcoui; altro qui non ſi
foggiugne. . . - i - . , - -

FRA GIORGIO GIOAMPERI Dottor di leggi, Auditore


del Cardinal Gran Maeſtro Verdala; creato Vieecacelliere di que
ſta Sacra Religione, conſegui ppreſſo, la dignità del Priorato della
ſl

maggior Chieſa Conuentuale dell'Ordine medeſimo. Fù huo


mo di molta prudenza, accorto nelle ſue attioni, & accurato nel
ouerno,e ſeruigio di detta Chieſa, e di coſtumi corriſpondenti al
peſo della cura paſtorale,ch'amminiſtrò per alcuni anni con ſom
ma lode,e gloria del ſuo nome. Morì l'anno 16 o 1.
Di FRA MATTEO di Malta Maeſtro in Sacra Teologia In
quiſitore zelantiſſimo, 8 indefeſſo nelle cauſe della Santa Fede in.
queſt'Iſole di Malta,e del Gozo circa gl'anni 1434, ne fa lodeuole
º 399 mentione l'Abbate Pirro nella ſettima Notitia del vº" di
- - - - º i Malta -
LIBR o QvA RTO, N o TITI A Iv. ss,
Malta,quiui egli ſi rimette al libro del Protonot. di Sicilia di dett'
anno al fogli so. . . . . . . . .
FRA FILIPPO DE BARBERIIS antica famiglia Malteſe ,
Maeſtro in Teologia Domenicano,eſercitò ci pari zelo, che pru
denza il carico d'Inquiſitore ſopra le coſe della Santa Fede con.
iuriſdittione non ſolo in queſto dominio, ma ancora nell'Iſola ,
della Pantallarea in virtù di lettere del Re Ferdinando date in To
ledo a 12. di Febraio 1481. comandandoſi quiui, ch'ancoil Veſ.
couado di Malta debba contribuire delle rendite di ſua Chieſa per
il di lui mantenimento, così lo riferiſce il ſudetto Pirro nella No Fol.6oo,

citia Melitenſe,ſotto Giouanni V. di Paternò Veſcouo di Malta.


i; FRA DOMENICO DI BARTALO dell'Ordine del Predi
catori, è ſtato parimente Inquiſitore in Malta circa l'anno 1492.
come ſi raccoglie davna publica ſcrittura eſtratta dagl'atti della ,
regia Gran Corte,fatta nel Caſtello a mare di queſt'iſola, ritrouan
doſi quiui il Vicerè Don Fernando d'Acugna à 13. di Maggio di
dett'anno; Illuſtrò queſto padre la ſua Religione,e nobilitò Malta
ſua Patria egualmente col ſuo ſapere, che con la vita piena di buò
eſſempio,e coſtumi religioſiſſimi. s , ,
FRAT'ANGELO di Malta della famiglia xerri Padre dotti- -

ſimo,Teologo,e Predicatore dell'Ordine di S. Franceſco dell'oſſer


uanza,è ſtato Prouinciale in Calabria,e per due volte nella Sicilia,
il qual carico ſempre amminiſtrò con li prudenza, e ſodiſ -

fattione della ſua Religione viſſe negl'anni 156 o. a

FRA RAFFAELLO di Malta Capuccino figliuol di Saluo Ca


milleri mentre attendeua (eſſendo giouane) à gli ſtudi in Napo
li,iſpirato da Dio entrò nella Religione in quella Prouincia l'anno
1579, fù famoſo lettore di Teologia per lo ſpatio di trent'anni;
alla ſcienza hebbe congiunta vna ſomma perfettione di vita,de
gna di quel ſanto abito, onde eletto Prouinciale l'anno 16 oz.del
la Prouincia di Siracuſa, nell'iſteſſa, ſoſtene per trent'anni cotinui la
carica d'ordinario Diffinitore;Indifà fatto Viſitatore generale nel
la Prouincia di Palermo, 8 appreſſo delegato dal Padre Generale e
Per aſſiſtere al Capitolo di Meſſina ; finalmente per due fiate viſi
tò la Prouincia di Siracuſa in aſſenza del Prouinciale. E ſtato nel
giudicare riputato di ſingolar prudenza,e rettitudine,e ne carichi
d'accurato ſuperiore, non meno che zelante oſſeruatore della ſua
regola; e ſi come in vita non atteſe ad altro, ch'à procurare con.
tutte le ſue forze il ſeruigio di Dio, così nella morte fu accolto, co
me piamente ſi crede dal Signore nell'eterno ripoſo. Morì in Sira
cufà doppo 54 anni di Religione l'anno i 628. e
- Frà r
sco DELLA DE SCRITT: DI MALTA
FRA MICHELE OLIVIERI Dottor dileggi, Sacerdoteldi
queſta Sacra Religione Gieroſolimit.fù Commendatore di VVar
matia in Alemagna,Protonotaro Apoſtolico, 8 Imperiale cappel
lano; eſſercitò per moltianni il carico di Vicepriore della maggior
Chieſa Conuentuale con molta grauità,e decoro del fuo grado, e
con tanta attitudine nelle funtioni à quell'officio appartenenti,
che non ſi poteua deſiderare d'auuantaggio, da tutti era ſtimiato
ſaggio dicitore, non men che famoſo per la peritia di diuerſi lin
-
guaggi,ch'egli poſſedeua, diſcorrendo aſſai bene in Franceſe, Spa
gnuolo, Italiano,Latino, Greco, Alemanno,Turcheſco,Arabo, 8.
Etiopico. Morì l'anno i 6 13. e fù ſepellito nella medeſima Chieſa,
oue ſopra il ſuo corpo, in via Pietra di marmo ſi legge queſt' - -

Iſcrittione, 2
i : D. O. M. , ,
F. Michaeli oliuerio V. I. D.AAelite orto ex gradu fratrum ,
i Cappellanorum Ord. S. Voa: Hieroſol. Ven. Linguae Alemania
º tempore ſui obitus primo, tim antianitat.tùm ,
etiam Dignitat. Praeceptoriſeu Commend. Praecepto- :
riae VV ormatii; Prothonot. Apoſi. Caeſar.ſeu Impe- ,
riali Cappellano, ac Vicepriori huius maioris i
Ecclesiae Conuentualis Ord. praedicti,plerſq; aliis t
muneribus,et legationibus apud 3S. et Caeſareane - e
- AAA4.functo. -,
Marietta Oliueria beneuola,et pia mater tanto de i t

filo benemerita, iuſtis cum lacrym. ad perp. mem. p. -

ob. an, MDCXIII. IV. Id. Februarii aetatis verò -


ſuae an. duorum ſupra ſexaginta. - -

: FRA FRANCESCO CONDVLLI Dottor di leggi Auuoca


to non punto inferiore a tutti gl'altri del ſuo tempo,fà profeſſo, e
ſacerdote di queſta Sacra Religione nel Priorato di Portogallo; el
sédo ſtato eletto Reggete della Cácellaria per la ſua peritia e mol
ta prattica negl'affari della Religione; fu da lui eſercitato quel ca
rico con pari diligenza, che ſodisfattione di tutto l'Ordine; Morì
nell'anno 1597. - - i -

FRA GIOVANNI MIRITI ſacerdote puredi queſta Sacra


Religione Commendatore di Ratisbona in Alemagna (oue morì)
è ſtato religioſo adorno di belle lettere, e di virtuoſiſſimi coſtumi,
celebre altresì per l'opera geografica, che compoſe a merauiglia -
bella,in lingua latina e diede alle ſtape in Ingolſtadio l'anno 159 o.
nella quale diſcorrendo di Malta nel cap.x. laſciò ſcritto in queſta
guiſa. Eſt & A4 elite, nunc Malta Diui Pauli naufragio, et appuiſ e
. per
- LIBR o QyART.o; NoTITIA, v. se,
percelebris patria º ed dulciſsiºga, ſhac postamiſam Ahodon interceden
te Philippo de Villers Lisladamo Magistro Magno ab Imperatore Ca
rolo ad inhabitando conceſſa eſt auratis Hieroſolymit, Militia Equi
tibus anno Domini 1 5 3 o 4. Non Octobris, ne prorſus mutata condi
tione,mari exuerentur, quam adhuc contra Turcharum impetus,cum
ingenti ſuftinent gloria. . . . .. . .
Fù inoltre il noſtro Miriti molto zelante, e ſollecito ammini -

ſtratore de beni della commenda ſudetta al ſuo gouerno commeſe - - -

ſi dalla Religione, mentre di lui nel membro d'Altmulmunſter


dalla medeſima dipendente,ſi legge la ſottoſcritta memoria,
Generosi Viri,ac Domini Henricus, atq, ottofratres is
- Rietemburgenses Comites, hoc.Monasterium Equitibus
Sacris, quos à Templo Paleſtino cognominant dedi- ,
cauere,anno restitute per Christum ſalutis humani
º generis 1 1 5 8. Hiſce autem excisis, Fratribus Hoſpitalis
-i S. Ioa: Hieroſolym.quos equites Rhodios vocant, ab Illuſtriſ
vtriuſq; Bauarie Duce Ludouico traditur, anno - - :
ab Incarnatione Dominica 13 1 1. vetuſtate verò ple- : :
riſq, in locis labefactum,g collapſum, ſumptibus,cura, r.
- (& induſtria Ioannis Miritii Melitensis, eiuſdem ,
Ordinis Praesbiterisg Commendatoris reſtauratur. A
- - Anno Domini MDLXVIII. -

FRA PIETRO XARA Domenicano dottiſſimo e deſtro nel


maneggiar negotij,3 affari di premura, come in molte occorren
ze diede à diuedere; fà molto dedito allo ſtudio delle ſagre, ediui
ne lettere, d'acutiſſimo ingegno,e di bella communicatiua; Con
ſeguì il grado di Maeſtro in Sacra Teologia l'anno 15 o 3. per au Ex tabulis Clº
uenture
torità del Sommo Pontefice Giulio II. ſpecialmente delegata al
Maeſtro del Sacro Palazzo allora Fr. Giouanni di Ferrara,dal qua
le in com " d'altri padri di molta eminenza fà eſſaminato, e
ritrouato habiliſſimo: E ſtato in quell'Ordine padre aſſai ſtimato,
e di gran credito,poiche il ſuo Conuento della Notabile lo deſtinò
in Iſpagna al Rè Ferdinando d'Aragona l'anno 15 12. e da quella
Maeſtà ottenne alcuni poderi in queſt'Iſola della regia Segrezia,
con la rendita de'quali principalmente,il detto Conuento hebbe
ſtabile la ſua fondatione, per poter quei Reu. Religioſi attendere,
con più comodo,e maggior feruore al diuino ſeruigio. -

FR. LEONARDO BVTIGEG- Maeſtro in Teol.del medeſi


mo Ord.di S.Domenico; fiorì in eloquenza di predicare, hauendo Ex tabulicº
nensur.
diſcorſo per vin biénio ſucceſſiuaméte prima nella maggior Chieſa - i
Cóuentuale di queſta Sac.Relig &appreſſo nella Cattedrale Meli
ll CCai 12, Bbbb Frà
fa. DE L'LA B Esc R I TT. DI MALTA
- FR. NIcolo PIETRO BONAVIA Agoſtiniano Maeſtra
Ex tabulir Con in Teologia viſſe circa gl'anni 1 5 26.Religioſo di molta dottrina,e
uentus S, Augu
ſtini. di perſpicaciſſimo intelletto; fù Prouinciale in Sicilia, e gouernò
con ſomma deſtrezza,e ſoauità i ſuoi ſudditi. Predicò in due quas
reſime nelle Chieſe Arciueſe, di Palermo prima,e poſcia di Meiſis
na,có applauſo,e ſodisfattione vniuerſale di quelle Illuſtriſſ Città,
ir FR. STEFANO ZvRKI pure Agoſtiniano Maeſtro in Teo
Ex iiſdem,
logia,6 eccellente Predicatore, che per più volte con profitto dell'
anime eſercitò quell'apoſtolico officio, non ſolo in Malta, ma an
cora in Sicilia,oue fondò nell'Alicata il Conuento di quell'Ordine
circa gl'anni 1544.hauendo egli cominciato a fiorire nel 153o.
appunto quando la Sagra Religione Gieroſolimitana venne in
queſto dominio, i - - -

In Notit. Meli
FR. PIETRO ZARB religioſo Carmelitano Maeſtro in Teo.
tenſif.619.
logia, dall'Abbate Pirro vien chiamato Celebris Ecclesiastes, atquè
"i S, officii Melita Conſultor. E veramente è ſtato vn de
gno ſoggetto, ch'apportò non poco ſplendore alla ſua antichiſſi
ma Religione, e per la di lui opera,hebbe cominciamento la fon
datione del Conuento della B.Vergine del Carmine l'anno 1573.
in queſta Città Valletta, benche per errore della ſtampa nella No
titia Melitenſe del Pirro,ſia ſtato poſto quello del 16 o4. .
FR. DAMIANO TALIANA Maeſtro in Teologia Dome
inicano ( Padre,che fù sì caro al Sommo, e Beatitlimo Pontefice ,
Pio V.) Per il ſuo gran valore,dottrina, 8 incorrotta vita deputa
-rono il Gran dMaeſtro,e Sagra Religione Gieroſolimitana in Con
º
- -

assa -,
ſeruatore deluro ampliſſimi " nel proprio ſupremo Con
uento della Girtà Vallerta appò de quali non meno, che dell'Ordi
a e, º

ine Domenicano è ſtato ſempre in molta veneratione; come altre


-si nel Santiſſimo Tribunale dell'Inquiſitione, di cui per molti an
ani eſercitò il darico di prudentiſſimo Conſultore.
FR. GIO: MATTEO RISPOLO acutiſſimo,e celeberrimo
dTeologo della Surbona Illuſtriſſima di Parigi, fù profeſſo dell'Or
dine di S. Domenico, nel quale ottenne carichi,e gradi onoreuo
li benche non intutto corriſpondenti al ſuo gran merito, e valore,
che lo fe degno dell'officio di Vicario Generale dell'Eminentiſſ
Signor Cardinale Galamino Veſcouo d'Oſmo,e del titolo di Teo
logo del Gran Maeſtro VVignacourt noſtro Principe; E ſtato egli
non meno famoſo lettore, che illuſtre Predicatore, e le cui pregiate
-
, ,
In Notie Meli
, virtù,e religioſiſſima vita,né ci eſſendo facile racchiuder in breue
ten.f.626. diſcorſo, ſo giúgeremo,quel che ne ſcriue l'Abb. Pirro,cioè Mag.
Ioa: AA" Aiſpoli Melita Ecclesiastes celeberrimus, Proregibus
- i i 9uae
LIBRO Q VA RTO, NO TITIA: IV. 5 63?
guesitoribuſa; de rebus fidei in Sicilia Cariſsimus,qui ſua dottrina flo
ruit maximè, ſcripsit de auxiliis: dum anno 1638. quadragesima
les haberet ſermones ad Catanenſes, magniſerui Dei fama ad calum
euolauit. -

-. Con quel di più, che viene di lui appaleſato negl'atti del Capi
tolo Generaliſſimo del ſuo Ordine celebrato in Roma l'aſio 1 644
ſotto il Tit. Fratres,(3 Sorores, qui cum ſanctitatis opinione obierunt
a tempore vltimi Capituli Generalis. Annouerandolo frà quei della
Prouincia di Sicilia con il ſeguente elogio. -

- Venerabilis P. Fr. Mattheus Riſpoli de Melita eximius Predica


tor,ad arguenda vitia facilis,g promoucde regularis obſeruanti e ſem
perſolicitus, demùm Catane predicationis munus obiens, vita functus
eſi,vniuersi Populi acclamatione,(3 signori, etiam attestatione beatus.
e Il P. NICOLO GVSMANO chiamato da Dio alla Religione
della Comp. di Giesù,in quella viſſe,e morì, con eſempi di ſoda, e
continouata virtù; moſtrolla particolarmente nel zelo dell'anime
per aiuto de quali, non perdonando a fatica veruna, s'eſercitò in
Malta per molto tempo nelle meſſioni,oue eſſendo ſtato Rettore,
del Collegio, indi di quello di Palermo, 8 in Meſſina hauendo ,
ſoſtenuto il carico di Maeſtro di Nouitij, di Rettore del Collegio,
e di Prepoſito di quella Caſa profeſſa ſempre côattioni di fingolar
Prudenza, e religioſa humiltà; quiui ſe ne paſsò a riceuere il pre
mio delle ſue molte fatiche e sate operationi intorno all'anno ra 3 i
- Il P. GIROLAMO MANDVCA nacque in Malta nel 1574
entrò nella Compagnia di Giesù nel 159o à 1 o di Giugno, ſtudiò
Filoſofia,e Teologia; Fà huomo di grand'eruditione.& eminente
nelle lettere humane; ſcriſſe ſopra Giudith,e ſopra la Carica di So
lomone, inſegnò caſi di coſcienza, con applauſo, e fama di grand'
ingegno; Morì nel Collegio di Siracuſa a vent'otto di Luglio
a a - -- r
i 643. º è e n.
- Il P. MARIO PACE della Terra Curmi nacque l'anno mille
cinquecento ſettant'otto; fù ammeſſo nella Compagnia di Giesù
nel 1595. il primo de'Malteſi, doppo ch'ella fondò il Collegio in
queſt'Iſola;º i quattro voti de profeſſi nel 1616. E ſtato d'inge
gno sì viuace,e ſuegliato, che parea prodotto dalla natura alla C
ſia, in modo,che di lui s'auueraua il natus Apolline non irato: eb
be ſomma felicità,e m arauiglioſa facilità nelle inuentioni; Icòcetti
del ſuo fecondiſſimo intelletto, nell'iſteſſo parto conſeguiuano
non men la vita, che la forma inſieme; Si ſcorgea in lui molta ,
cruditione, ſpeſſiſſime ſentenze, eſempi di tutte le coſe, S. età
di, fattone l'acquiſto con la continua lettura delibri : faceuasa
Bbbb 2 riguardeuole
564 D E LL A D E SCRITT. DI MALTA
riguardeuole,e vaga moſtra del ſuo ſapere in modo, che ſembraua
niente gli fuſſe naſcoſto, e perciò diſſe del medeſimo vn ſpirito
i" . Sacrorum voluminum monumenta ita comprehendit, vt ni
il abditum quereres, reconditeg, dottrine cuius ille Theſaurus non eſº
ſet: Inſegnò publicamente ne Collegi della Compagnia per dode
ci anni quella Teologia, che ſpecolariua, ſi chiama, hauendo pri
ma letto filoſofia, non meno con applauſo,e prò degl'vditori,che ,
ſua lode; quell'acutezza ſua poi ammirabile per il comprendimé
to,3 intelligenza delle coſe,accoppiò con l'integrità della vita re
ligioſa in tal modo, che nella Corte de'Principi fattane proua ſo
uente, come à pietra di paragone, moſtrò ſempre à quelli, co quali
domeſticamente conuerſaua il candore d'vna ſantiſſima vita, chi
hebbe fine in Palermo è di 8. di Marzo dell'anno 1643. -

; MENANDRO Malteſe figliuol di Menandro è ſtato famoſo


Cratore; ritrouandoſi in Delo (Iſola fra tutte l'altre dell'Arcipela
go nobiliſſima) in tempo, che Malta ſi gouernaua da Republica ,
Ex columella
Greca,hebbe luogo in quel prudetiſſimo Senato ſotto AriſteKmo
inſcriptione Ve Arconte d'orare a fauor d'Eubulo figliuol di Demetrio da Mara
netije in Sta
tuario fºoy.
thona, benemerito degl'Atenieſi, che perciò deſtinatigli Ambaſcia
dori decretarono douerſi ad Eubulo l'honore della Corona, º

DIODORO noſtro Compatriota vie lodato da M.Tullio nel


la V. attione contra Verre né meno di nobiltà,e ſplendiméto,che
d'alrre virtuoſe qualità,e d'hauer ſagacemete ſaluati quei ſuoi due
cotanto celebri vaſi d'argento d'eccellente manifattura, dal Pre
tore,che ci grandingordigia gli ambiua,così di lui fauellando diſs
corre al Senato Romano quel pelago d'eloquenza, Melitensi Dio,
dorus eſt,qui apud vos antia testimonium dixit; ſs Lilybeimultos ia
annas habitat homo,g Domi nobilis, 3 apudeos, quò ſe contulit prop
ver virtutem ſplendidus,g gratioſus; de hoc Verri dicitur habere eum
perbonatoreumata, in his pocula duo quedam,que Heraclia nominan
tur, Mentoris manu ſamma artificia fatta, quod vbiiste audiuit, sic
cupiditati inflammatus,gc, Diodorus homo frugi, ac diligens,qui ſua
sſeruare vellet,propinquo ſuo ſcribir, vt iis qui a Verre veniſſent ( cioè
in Malta) reſponderent illud argentum ſe paucis illis diebus misiſſe Li
lybeum : ipſe interea recedit, abeſe ab domo pauliſper maluit, grc.
AVLO LICINIO cognominato Ariſtotele,viſſe parimente al
tempo di Marco Tullio, fù di lui oſpite lungamere,ed amiciſſimo,
dal medeſimo vien raccomandato ad vn certo Rè,&inſieme com
mendato per la ſua molta coſtanza, e ſollecitudine,cò la quale per
ſeuerò ſempre nella parzialità del gran Pompeo contra Ceſare, da -
cui perciò eſſendo grandemente trauagliato, e perſeguitato, notº
-- --- r ---

- -- - tCIAIAC
LIBR o QvART o, NoTITI A Iv. ss,
tenne per mezo dell'iſteſſo Tullio, la liberatione,ò riconciliatione
ſecondo gli eſpoſitori, come il tutto ſi raccoglie dall'Vnica delle , Lib. 13. Ep.52,
ſue piſtole ſcritta al ſudetto Rè di queſto tenore. A. Licinius Ari
stoteles Melitensis, antiquiſsimus est hoſpes meus, (9 propterea con
iunctus magno vſu familiaritatis; hec cum ita sint non dubito, quin
tibi ſatis commendatus sit,etenim ex multis cognoſco meam commenda Nobiſcum ideº
tionem plurimum apud te valere ; hunc ego a Caſare liberaut frequens in partibus Po
enim erat nobiſcum,atqietiam diutius in cauſa eſi,quam V20ſ C0V2V/20rd peianis Aſten.
et Huber nobiſ
tus,quo melius te de eo existimaturum arbitror; fac igitur mi Rex, vt cum, contra Cae
ſarè. In cauſa,
intelligat has sibi litteras plurimum profuiſſe. Vale.Cicero Regi. Quin pellorum civi
lium,
di ſi può ben ritrarre, ch'egli fuſſe huomo di conto, non men,che
di valore. -
Dione nella vi i
Partì da Roma ſecondo conghietturiamo con Pompeo verſo la ta di Pompeo.
Grecia come parimente ſeco fecero Cicerone,e tutti gl'altri Pom
peiani; di queſti però doppo il fatto d'arme ne'campi Farſalici di Plutarco nella ,
Teſſaglia (oue rimaſe rotto Pompeo da Ceſare) ſolo Tullio, che vita di Cicerone
per ritrouarſi indiſpoſto, non era interuenuto alla battaglia, anzi
appreſſo,ricuſato il principal carico dell'armata offertogli da Cato
ne in Corfù,ſenza voler più ſentire delle coſe di guerra, determi
nò di ritornar in Italia,e perciò corſe non poco riſchio d'eſſer vc Così era 7ato
erſitaſ, Cicero
ciſo dal figliuol di Pompeo, e da altri giouani, i quali traditore il ne d faresa a Do
labella ſitogene
chiamarono, ſe Catone trapoſto non vi ſi fuſſe. È dicendo Cice ro epºſt.9. lib. 9.
rone atqi etiam diutius in cauſa eff,quam nos commoratus, ſi può far
giuditio.ch'eſſa piſtola doppo la rotta di Farfaglia ſia ſtata ſcritta,
e per auuentura ſeguita, che fù la miſerabil morte di Pompeo in
Egitto, per doue fuggedo à quel Rè penſato hauea di ritrouar ſci
o alla ſua vita,benchevno de Commentatori delle piſtole di Tul
io dichiari le ſudette parole, commoratus est in cauſa, id est in que Aſcen.
rela Pompeiana diutius quam nos; ſcilicet, quia etiam post mortem
-
-
- -
Pompeii. -

Iſt. del Tarca


Concorſero allora i Pompeiani da ogni parte in Africa (perdu gnota lib. 39, vo
to il Capitano) e fatto quiui vn groſſo eſercito,ſotto il Proconſo lum.2 f.738.
lo L.Scipione, a cui ſi vnì il Rè " ba della Numidia con vn altro,
ſi oppoſero a quello di Ceſare, che altresì colà in Adrumeto ſi era ,
con la ſua armata approdato; onde à queſto Re Iuba ſiamo anda
ti rintracciando, che Cicerone raccomadaſſe la perſona del noſtro
Licinio Ariſtotele,allora, quando in compagnia di lui militauano
i Pompeiani,e con eſſi loro il medeſimo Licinio, che da vm altro Huber,
eſpoſitore vien chiamato Pompeianarum partium studiosiſsimus.
Tarcagnetanei
Era ſtato Iuba partialiſſimo di Pompeo,percioche l'haueua nel Se volume ſudetto
nato fauorito,e fatto chiamare Rè, & amico del Popolo Romano, f. 177.
- -- - e di lui
566 D E LL A D E SCR I TT. DI MALTA
e di lui tanto confidaua Cicerone, che diſcorrendo demotiui, ch'
Lib. 7. epiſt. 3.
ad VM. Marium
egli hebbe d'abbandonar quella guerra contra Ceſare così dice ;
Diſceſsi ab eo bello,in quo,aut in acie cadendum fuit aut in aliquas in
sidias incidendum, aut deueniendum in Victoris manus,aut ad Iubam
confugiendum : ſi che non altro per certo poteua eſſere quello, è
cui ſi era fatta la raccomandatione, che queſto Rè in Africa, ne
inoltre è veriſimile,che fuſſe ſtato alcuno di quei dell'Aſia, di do
ue ſi erano tutti i Pompeiani diſcoſtati, e partiti, e molto meno il
Rè d'Egitto,d'ordine di cui (eſſendo egli in quel tempo giouanet
to) con barbaro, 8 inhumano conſiglio di chi lo gouernaua era
Plutare in vita ſtata à Pompeo (colui ch'hauea con tanti trionfi comandato nu
Pompeij.
meroſiſſime armate) mentre fuggiua in vna barchetta da peſcare,
- -

fieramente tolta la vita a tradimento.


TEODOSIO da Malta, fu celebre Iſtorico ne'ſuoi tempi,fiorì
quando l'Iſola eſſendo ſotto l'Imperio Greco,ella venne in poter
de Saraceni,ſcriſſe in quel linguaggio eruditamente,ed alcune co
ſe intorno alla vita di Teofilo Imperadore di Coſtantinopoli, di cui
habbiamo alcune medaglie d'oro ritrouate in Malta, è ſtato que:
ſto figliuolo, e ſucceſſore di Michele Balbo, nell'Imperio del qua.
set.3 le i ſudetti Barbari occuparono la Sicilia il componimento del no:
ſtro Teodoſio è manoſcritto molto raro, come afferma il P. Cauſs
ſino neltomo ſecondo della ſua Corte ſanta, oue tratta della Da:
ma,e d'hauerlo veduto,e letto se Me no e ſouuiens, ( dice egli ) d'attoin
leu autre fois Un manuſcritsaſſ erare de Theodoſ de A4alche Authe
ur Gree, touchant le nopces de Theophile Empereur de Coſtantinople,
e desà femme Theodora quinoa furotrà vna belle entrerà ce,que noi
us recherchons, c. C e - : l . i
ARRIGO da Malta fù per il ſuo valore,e ſomma ſperienza del
le coſe del mare aſſonto al grado d'Ammiraglio di Sicilia nell'ans
In Chronel.Re no 1222. così lo dice l'Abbate Pirri. Hi Magni Amirati Aaargas
gum Siciliaefol.
58 ſib tit.Ami ritus de prundusio, Comes Aelite, Dyrachi Dax gºc. Henricus cogno
ratorum Siciliae
mento Pistor de Melita, Marina Come ſub eodem Friderico, e gl'altri
Nella deſcritt. quiui nella ſerie nominati, adducendone per Autore Oftauiano
di Napoli f.91. Beltrano,le cui parole ſono queſte. Nel titolo Ammiranti Arrigº
di AMalta, Conte di Marino nel 1222 a tempo di Federico Secondo
i
Imperadore. -

SALVO IMBRVL dimoſtrò ſegnalatamente non meno il ſuo


valore, che l'oſſeruanza della fede verſo il Rè Federico III. alla cui
Maeſtà ſeruiua nel Caſtello di Malta, allora quando ritrouandoſi
queſto,occupato da ribelli,ſtudioſamente ſi adoperò di ridurlo alla
diuotione,edvbidienza reale, come vien atteſtato dall'iſteſſo Rè in
VIA
LIBR o QVARTo, NoTIT1A IV. ss,
ſuo priuilegio guiderdonandolo di certi terreni in queſt'Iſola con
le ſeguenti parole. Ad humilem ſupplicationem culmini nostro fattam
per Saluum de Imbrol fidelem nostrum,consideratione gratorum /erui
tiorum per eum noſtre Celsitudini fideliter collatorum,maximè in redu
ctione Caſtri Inſulae Meliueti ad nostrae dominium Maiestatisi in
qua reductione idem Saluus unus ex ſeruientibus dicti Castri plurimi
laborauit, e Fù queſto Priuilegio data in Malta è di Nois
brè 1372 indi tranſontato negl'atti di Bartolomeo Sillato ad iſti
za d'vn altro Saluo de Imbrugll'anno 149 8, e finalmente regi Si cuſtodiſce ,
ſtrato nel 153o, in vn quaderno, con altri Priuilegi de'Cittadini nella Cancell,
Malteſi per Giacomo Bondì Notaro, a cui ſecondo certi bandi al
lorai era ſtato prodotto da vn tale Girolamo della mede
ſima famiglia. Queſta ſi è diuenuta ſommamente adorna, e
riguardeuole con la dignità di Gran Croce del Priorato della mag
gior Chieſa Conuentuale Gieroſolimitana,proueduta in perſona ,
del Commendatore Fr. Saluatore Imbrol, dotto, e ſcientifico ſog
getto, noſtro Anteceſſore nel reggimento di queſta Cancellaria.
MICHELE di Malta Capitano d'vna ſua galea, e di galeotte,
fù famoſo Corſale ne ſuoi tempi, e della cui opera ritrouandoſi egli
Boſio p.2. lib.8.
in Rodi l'anno 146 s.ſi valſe la Sacra Religione facendo noleggiar f231.
re due ſue galeotte per maggior ſicurezza delle guardie dell'Iſola,
Più celebre nome ſi ſarebbe acquiſtato e con maggior merito, ſe
vſando in bene dell'ingegno e coraggio, che Iddio gli hauea dato,
corſeggiando due anni appreſſo con vna galea, e galeotta, ſi fuſſa
aſtenuto di far danno a Chriſtiani, ſtimolato dalla propria ingordi.
gia,e fomentato dal Rè Giacomo Luſignano, che gli daua fuor d'
ogni ragione ricetto in Cipro; onde miſeramente reſtò veciſo co
battendo con la galea della guardia di Rodi, che contro di luieſ.
ſendo vſcita ben rinforzata incontratolo appunto nel ritirarſi che
faceua col bottino alla volta di Malta, doppo eſſerſi difeſo valoro
ſamente come racconta il Boſio,rimaſe da prodi, e generoſi Caua P.2.lib. 9. in
lieri eſtinto quel ſuo armamento, e poſcia condotto dalla vincitris principio,
ce galea col bottino in Rodi, e

BASILICO per il merito del ſuo valore fà ſublimato ad eſſer Buonfiglio nell'
Principe della Vallacchia,in tempo, che ſedeua nell'Eminétiſſimo Ift. di Sicilia p.
2.lib.75f572.
Magiſterio di queſto Sacro Ordine il Gran Maeſtro Valletta, a cui
egli come diuotiſſimo, e lealVaſſallo ſubito ſcriſſe, dandogli con
to della ſua promotione. - - - - -

TOMMEO CASSIA è ſtato di molta ſtima appò la Sacra Re


ligione ed altri Principi per la gran prattica ch'haueua della mari
neria,e ne diede buon ſaggio del ſuo ſapere, & arriſchiato valore e
- - l'anno
gas D E t. LA D E SCRITT. DI MALTA
l'anno 156 c. ritrouandoſi egli Piloto Reale ſopra la Capitana del
la ſquadra inuittiſſima della medeſima Religione,cò l'armata Cat
tolica nell'infelice giornata delle Gerbe, oue per gran diſauuétura
ſi perdettero venti galee, e quattordici naui, ſaluandoſi ſolamen
te col ſuo accertato parere, e ſaggio conſiglio la detta ſquadra ,
che la ſeguirono, come racconta compiutamente ,
e tutte l'altre,
P. 3. lib.2 1 fogl. il Boſio nell'Iſtorie, oue dice le ſeguenti parole. Il Piloto Tomeo
43I,
Caſsia AMalteſe riuſcì il migliore, g il più ardito di tutta l'arma
ta, non eſſendosipunto ſmarrito,non ostante,che da tante nemiche gale
re circondato si ritrouaſſe; ilſudetto fu di parere allora di tenersi eoba
stardi all'orza più che fuſſe tato poſsibile e poi a remifar sforzo d'affer:
rare il capo di Sfax, dicendo, che gli daua il cuore di ſaper paſſare per il
canale,che si trouaua frà l'Iſola delle CherKene,e la terra ferma per do
uefatta entrare la Capitana della " la più generoſa, e la
più riſoluta,che fa parimente,e ſenza imora ſeguita d'altre ſedicigale
re l'una con lo ſprone,a mezza poppa dell'altra,comandando la via Tom
meo ſempre ſcandagliando alla proa, felicemente fin alle tre hore di not
te nauigarono, nel qual punto la Capitana di repente rimaſe incaglia
-
-
-- -
ta,però il valoroſo 7'ommeo ſenza punto sbigottirsi,eſſendo incontanente
-- -
- -
- ſaltato in vna barchetta, molto preſto e ſenza lesione alcuna vſcir la fe
ce; quindi ſeguendo il viaggio loro nella ſeguente mattina, che fu dome
nica à dodici di Aaggio le galere di S. Giouanni,e l'altre , che ſeguite le
haueano in numero di diciaſette in tutto,in alto mare si trouarono,con
molto contento di tutti, merauigliati della ſaggezza dellintrepido, e co
raggioſo Tommeo.
TOMASO BARBARA partito da Malta ſua Patria in età gio.
uanile per andarſene in Fiadra à militare,come fe per alcuni anni,e
poſcia chiamato di cola dall'Imperadore Ridolfo II.al ſuo ſeruigio
in Vngheria, eſſendo da quel prudentiſſimo Principe molto ben
conoſciute le rare qualità di queſto Campione, gli fù dato il com
mando dell'artiglierie,atteſa la molta ſua peritia,e ſperienza, che n'
haueua, doue diportandoſi ſtrenuamente,S. in particolare nell'eſ
pugnatione di Strigonia, che ſi eſpoſe con animoſità
-
all'eſtremo
:1 c. n.---:- 12 ſì
ericolo della vita, troncògli vna cannonata il ſiniſtro piede; fù
- N - lº . . . . . .

-3
-

-
dall'Imperiale munificenza creato Nobile,cò tutta la ſua poſterità
in forma aſſai honoreuole, di che gli ne fù ſpedito ilCeſareo diplo
ma di proprio mouimento di quell'Imperadore,dato in Praga a di
3o. d'Aprile 1596, concedendogli altresì per arme vno ſcudo bi
partito, nella cui ſuperior parte ſi vagheggiaſſe vn Aquila dal pet
to in sù nera in campo d'oro,e nel di ſottovna ſpada sfoderata, º
ignuda col manico dorato,è vn Cannone, con tre palle vaa ie
qua l
LIBRO: QVA RTO, N O TITI A Iv. 56,
quali vomitaſſe fuoco in campo azurro,e che allo ſcudo ſouraſtaſi
ſe vn cimiero aperto,fregiato e coronato con diadema d'oro,come
il tutto fù da noi diligentemente oſſeruato nel priuilegio, che nel
ſuo proprio originale ci è capitato alle mani, vedendoſi dentro di
luivn gratioſo e ben degno encomio del ſuo ſperimentato valore
per ſeruigio,8 à prò di quella Sacra,e Ceſarea Maeſtà, di cui le pa
role ſono queſte. Edotti itaq; luculenti testimonio,te honestus Mato
ribus ortum, a primis statim etatis temporibus animum ad rei mili
taris ſtudium applicuiſſe, g ſub Sereniſsimi Hiſpaniarum Regis Ca
tholic Auunculi Sororii, g fratri noſtri chariſsimi auſpiciis,in Belgio
multos iam anno ſtipendia meruiſe, ita vt à nobis ob insignem rei
tormentarie ſcientiam,groſum à quibus nobis commendabaris,ad ex
peditionem noſtran Hungaricam euocatus,tormenti bellicis ibiprefec
tus fueri, ubi ita fideliter prouide, e ſagaciter operam tuam, diligen
tiamq, 3 fidem preſtiteris,gi contra immaniſsimum Chriſtiani nomi
nis hoſtem Turcam,adeò ſtrenuè, conſtanterq; g) intrepide geſtris, ve
in expugnatione Arcis Strigoniensis incommoda grauiſsima, atqi extre
mum vite periculum ſubire non formidaueris, vbi hoſtili machine bel
lice globo ictus,siniſtrum tandem pedem miſerè duulſum,ac dilaceratº
amiſeris,gc. Ritornò egli finalmente al ſerurgio della Maeſtà Cat
tolica nel Regno di Sicilia oue morì nella Città di Palermo.
ANTONIO SALIBA profeſſore di varie ſcienze liberali, ne'
quali era graduato i fà particolarmente famoſo, e peritiſſimo
nell'Aſtrologia, ſcriſſe ſopra le meteorologicheimpreſſioni eccel
lentemente; e diede alle ſtampe, con molta gloria del ſuo nome ,
eſſendo ſtata da lui dedicata l'opera al Sig. Gran Maeſtro Verdala
ſuo benigniſſimo Principe.
ANTONIO BOSIO Dott.dileggi,eſsédo ancor giouanetto,va
go di veder la Corte di Roma, partì da Malta a quella volta, doue
giúto hebbe gri fortuna d'eſſere ſtato raccolto,e có ogni carità al
Ieuato come figliuoladottiuo dall'ingegnoſo Giacomo Boſio Agº
te allora per la Sacra Religione in quell'Alma Città; fe egli tal
progreſſo,e cotanto sauanzò nelle lettere , ch'acquiſtato prima il
medeſimo cognome, a lui ſucceſſe poi,e nel carico d'Agente,e ne'
beni; e ſi come imitò il di lui valore, così ereditò gl'vfficil, e le fa
cultà, dequali laſciò in ſua morte erede l'iſteſſa Religione. Fù
Antonio d'aſſai bell'intelletto, ſpiritoſo, e delle ſagre antichità,ed
Iſtorie eccleſiaſtiche,molto ſtudioſo, 8 eſpertiſſimo, onde prima ,
nell'anno 16 co. compoſe quella della paſſione de Santi Cecilia ,
Vergine, Valeriano,Tiburtio, e Maſſimo Martiri, e della vita d Vr
bano,e di Lucio P6tefici,e Martiri in lingua Latina, ci altre pie,º
- s Cccc erudite
57o p E i LA D E SCRITT. DI MALTA
erudite an notationi,e poi con tanta ſua fatica, e ſpeſa la famoſiſſie
ma opera della Roma Sotterranea ſua poſtu ma, non mai à baſtan
za lodata , ch vſcì in luce doppo morto, per diligenza del Com
médatore F. Carlo Aldobrandini gentiliſſimo, 8. aſſennato Caua
fiere,allora Ambaſciadore,e Procurator generale della medeſima ,
Religione in detta Corte, ne quali componimenti l'Autore ſeve
dere al mondo di quante doti fuſſe ſtato dal Cielo arricchito. Vis
egli "i uell'opera chiamato Romano,e né Malteſe perche viſſe,e
fè quaſi tutto il corſo degl'anni ſuoi in Roma.oue morì nel 1629
P.3 foglé39. PIETRO ROSSEL di cui fa mentione Giacomo Boſio nellº
Iſtorie di queſta Sacra Religione, dicendo,che per il valor ſuo era
ſtimato e chiamato in Francia il Capitan Malteſe,doppo eſſere ſta
to à ſtudijin Napoli, ſi riſoluette di partir di là col Commendator,
Verdala, che fù poi digniſſimo Gran Maeſtro, 8 Eminentiſſimo
Cardinale, alla volta del Regno di Francia, oue ſi poſe a ſeruire»
con ogni fedeltà, 8 ardore quella Maeſtà Chriſtianiſſima nelle s
guerre: diuenuto prouetto ſoldato ottenne carico di Capitano d',
Infanteria più volte; colà prendè moglie di nobil ſchiatta,eſſendo
molto fauorito,e ben veduto dal Rè Errigo Quarto, quindi mor
ta la moglie, ſe ne paſsò a Roma, con penſiero di venirſene a riue
der la patria, e parenti; Ma fermatoſi in quella Corte,allettato dai
gli honori, e ſi gratie del Pontefice allora Paolo V. che ſo co
nobbe in Francia, e che ſubito lo fece ſuo cameriere fecreto, e pa
gatore de Suizzeri, creandolo anco Caualiere di deuotione di que
ſta Sacra Militia,con fargli dar l'abito per mano del Cardinal Bor
gheſe ſuo nipote in ſegno di ſingolar fauore; Inuaghito poſcia né
meno della Corte, che deſideroſo di venir in Malta, ottenne licen
za per vn anno. Però poſtoſi in camino correndo vina gran tem
f" mare,perdette diſgratiatamete la vita, nel traboccar che fà
la fregata, sù la quale egli nauigaua,à Palinuro,reſtando inſieme a
priui con l'infelice,è inaſpettata ſua morte i parenti, delle ſperan
ze concepute da quel benauuenturato principio di fortuna,che
º non riconoſce altro per fermo,che l'incoſtanza. - - -

Il Capitan GIO: BATTISTA ZAGHARA merita d'eſſer


annouerato frà gl'huomini ſegnalati di queſta noſtra Iſola, ſtima
to così vniuerſalméte da chiúq ue hebbe ſorte di poterlo conoſce
re; queſto poſſedeua perfettamente dodici linguaggi diuerſi,e né
contento d'hauer veduto tutta Europa, e camminato la maggior
parte dell'Aſia, e trattato con i Potentati di queſto noſtro emiſpe
rio,penetrò fino l'Vltime rimote regioni dell'indie, per doue paſsò
più di quattro volte in ſeruigio della Maeſtà Cattolica,viaggiando
-- - per
i - - --
tre Ro ovARTo, NoriTIA Iv.
r 11 n r a v .-
7,
f" terra,ci inoltrarſi nella Perſia, anzi giunſe fin doue è permeſ.
-

b advn Europeo, penetrando entro la China, cioè alla Città di


Cantone, al cui porto è ſolamente conceſſa l'entrata à Mercadanti
foraſtieri, per la geloſia di i" ammette ſtranieri.
Doppo alcune fatiche fatte ſeruédo la Corona di Spagna,gli fù
dato vin carico d'Alfiero di caualliin Sicilia; ma parendogli angu
fto il luogo, auuezzo nelle Cortide Grandi, eſſendo ſtato in Coſta
rinopoli per dieci anni continui eſercitando l'officio di Turcimã
no,ch'è di molta riputatione nelle Corti di quei Ambaſciadori, ſi
riſoluette di paſſarà Roma, Teatro proportionato al ſuo deſiderio.
Fù ſubito la di lui virtù conoſciuta, 8 ammirata, maſſime dal Car
dinal Barberino,che doppo hattergli dato oneſto trattenimento,lo
fè Capitano del Porto di Ciuitàuecchia, adequato poſto al ſuo ta
lento con intentione di promouerlo a maggiori carichi, e più rile
uati; Ma la morte cagionata dall'intemperie del paeſe, troncò le ,
fue ſperanze, e gl'ottimi deſideri di quel Genero o Principe, a cui
molto diſpiacque la perdita di tal ſoggetto. Morì in Roma, e fà
fepellito nella Parrocchia di S. Lorenzo in Lucina l'anno 1 6 37. º

Ma finiamo omai per non dilungarci più in queſto fecondo câ


po degl'huomini illuſtri e di valore della noſtra Malta, che ben.
potremmo a ſudetti molt'altri accoppiare e particolarmente alcu
ni,i quali per argomento, e per cagione della virtù loro militare,ſi
reſero
diuerſemeriteuoli
ricompenſed'eſſer honorati
del proprio da Sereniſſimi
patrimonio reale.Regi di Sicilia ci
v - 3 - º

Potremmo ancora far mentione di moltaltri che ne tempi mo


derni, e particolarmete nel crudeliſſimo aſſedio del 1565.8: in al
tre pregiate fattioni,fedelmente ſeruendo la Sacra Religione, die
dero moſtra al mondo, non men dell'ardire,che dell'ingegno, e fe.
de,ſe non veniſſero glorioſamete commendati i; nell'Iſto
rie, oue i nomi loroviueranno eternamente; coi quali non vo
gliamo laſciar anco di rammentare fra molti,che nel ſeruigio della
Maeſtà Cattolica ſono ſtati nel ſecolo noſtro im iegati in honore
uoliſſime cariche, Giorgio Malteſe, che fù Interprete preſſo quel
Rè huomo raro,e ſtimato grandemente nella Corte di Spagna per
è a3
la diuerſità delinguaggi, che poſſedeua,maſſimamente Orientali -

da noi conoſciuto in Vagliadolid l'anno 16 oz. Bernardo Calefa


to,e Gio; Domenico Lorito,ambidue per il merito loro promoſſi
al Capitanato di galee, quello in vna della ſquadra di Sicilia,e que
ſto in vn altra del Regno di Napoli. -
Tralaſciando per vltimo à bella poſta di far eſpreſſo racconto di
quelli, ch'hoggidì viuono, percioche come diſſe vn ſaggio; La
. - Cccc 2 lode
z; DELLA PESe Ri TT. DI MALTA
lode dichi viue, per lo più è dichiarata nel tribunal del merito per figli
uola dell'adulatione, né " l'Iſola noſtra men fertile, e copioſa
al preſente di quello ſia ſtata per l'addietro di diuerſi ſoggetti, che
con particolar gloria loro e vanto della Patria, così nelle lettere,
come nell'armiſono di celebre nome e vogliamo anco in ciò imi
tar l'eſempio di Tucidide, il quale chieſto dalla ſua Republica di
celebrare gli eroici fatti de'Cittadini, ſauiamente riſpoſe,ch'accet
taua il commando Per gl'inceneriti ma non per i reſpiranti.
A tutto ciò per i" diſcorſo, e fine di tutta l'
opera, eſſendoſi poco auanti rammentato l'aſſedio di Malta, e tac
ciuto i nomide particolari noſtri Cittadini,S: Iſolani, che in quel
la guerra ſi ſegnalarono,habbiamo giudicato bene almeno d'ag
giungere quello, che l'iſteſſo Croniſta Boſio dice in comune dei
Malteſi circa la loro fedeltà,e valore particularméte negl'infraſcrit
P. 3.lib.26 fogl. ti luoghi dell'Iſtoria,di detto aſſedio, ſenza punto metterui niente
545. del noſtro ma rapportado ſemplicemete le " l Popolo
Malteſe,che s'era ritirato nelle Fortezze,haueua mangiate,e conſuma
te le prouisioni e le vettouaglie,cheſeco da Caſali haueua potuto porta
re; Per il che il Gran Maestro Valletta, con parere del Consiglio depu
tò in questi giorni il Commendatore Fr. Franceſco Burgues,e Don Ago:
iſtino di S. Maura ſcriuano del Teſoro,accioche pigliaſſero in nota tut
te le genti,che da Caſali nel Borgo e nell'Iſola si ritirarono, 3 hauen
done fatta diligente diſcuſsione; trouarono, che li dieci ſette mila di eſsi
haueuano da comprarsi il pane; Onde a questi fecero distribuire il for
mento neceſſario, all'isteſſo prezzo challa Religione era costato, 3 agl'
altri" nila, che trouarono eſſere così poueri, che non haueuano mo:
do alcuno per pagarlo,d'ordine del Gran Maestro,e del Consiglio datofa.
il pane neceſſario liberamente, ſenza costo alcuno per limosina, mentre
durò l'aſſedio,g eglino molto bene sel guadagnarono col continouola
uorare intorno alle riparationi,g à tirar ſaſſate a gl'infedeli, come è
ſuo luogo diremo con tanto buon animo e con tanta fedeltà,che quel buon
Popolo a pieno laudar mai non si puote; poſeiache mentre durò quell'
dºdiofù oltra di ciò notato che quasi di tutte l'altre Nationi alcuni a
gl'Infedeli fuggirono; ma de Maltesi naturali alcuno non mai. E più
i Lib.31 fol.649. auanti. Et era certamente coſa marauiglioſa il vedere, che fin'alle Don-,
ne,gi i Fanciulli haueſſero perduto, e laſciato affatto ogni timore dell'ar
chibuſate, e delle cannonate, e defuochi artificiati, e che non mostraſſe
ro hauere horrore, o sbigottimento alcuno,di veder cadersi a lato e vici
no tanti morti,ſmembrati, e stranamenteferiti, Anzi ch'arditamente ſe
ne steſſero in continouo eſercitio di lauorar intorno a ripari,ò di tirarſſº
ſate cotra?Nemici,ò di ritirar Morti,e d'aiutar Feriti,ò di portarrinfre
--- -- - -- - - - - -- ſcamenti
LIB R O QVA RT O, N O TI TI A IV. 57;
ſcamenti a Combattenti, intrepidamente accostandosi dparapetti, an
corche danno ferite, e morte ne riceueſſero; fin quà il Boſio. Ne fia , -

merauiglia, che dei Malteſi ſcriſſe Gio; Lorenzo d'Anania; Sono "
molto eſperti,e valorosi in mare g in terra, il che hanno ben dimostra- sfio "
to in quest'vltima guerra (intendendo di dettaſſedio) contro tur
chi, doue si ſono vedute etiandio le donne ſempre coraggioſe, e d'animo -

virile combattendo; 8 il P. Cartagena in vin ſuo ſermone diſcorren- fi


do della fortezza d'alcune femmine,lodò quella delle Malteſi, per ºnºr
relatione di Mambrino Roſeo,con le ſottoſcritte parole,cauandoſi
da quelle,ne'q uali proruppe allora il Generale del Turchi,la conſe:
guenza del valor degl'huomini. Pratereo Melitenſes feminas,
que incredibili audacia,ita aduerſus hoſtes dimicarunt, vt
ipſe M uſtapha ſtragem magnam ſuorum animad
uertens, dicere compelleretur, " eſſe
illius Vrbis Ciues. Imperciocche pri
ma di lui haueua detto vn
- altro de'Malteſi. Penrieur Per
- taleon in hifº,
g E N vs H o M 1 N va, sa Lv B e 1 cor Porr. Ioannisar. lib.7
p 1 c T V T E N V 1, I N D V s 7 e 1 º M,
º A 7 I E N S L AB O R VM ,
E7 BELLICOsy M.
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a L F 1 N E D E L 2) A R Tro, E D P ZT 1 M o L1 e 2 g
della Deſcrittione di Malta, del Commendatore
Fr. Gio: Franceſco Abela.

L A V s D E o,
B. VirginiMarie,Diuiſq; Io: Baptiſta, 8 Paulo Apoſtolo
Inſula Tutelaribus.
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AL LI MOLT O SPETTABILI

SIGNORIY GIVRATI
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e Cco Signori finalmente riſiegliata con le mie vigilie »
" dall'obliuione l'antichità della noſtra Patria,ella com
i pariſce altrettanto oſcura nemiei caratteri, quanto
i chiara d'illuſtri prerogatiue, con le quali ralluminò
fino i primi ſecoli del tempo; mi ſono eſpoſto advna
tanta fatica, non perche pretendo, c e la fama di Mila habbia ,
da volare con le mie penne, è che queſte habbiano a volare al pa
ri della glorioſa fama di Malta, ma perche ho veduto, che la mo
deſtia de'noſtri Antenati vien condannata è i roſſori dalla ſcarſa ,
diligenza d'alcuni moderni Iſtorici,ed acciò ancora sinnanimaſſe
ro altri più ſublimi, ed eruditi ingegni è Perfectionare queſto Caos,
che io primieramente hò eſtratto dalle tenebre della dimentican
za: e ſe le primitie ſono più grate anche al noſtro Iddiò, da cui
dobbiamo apprendere il modo d'operare; non poſſo mai perſua
dermi, che le SS.VV. non habbiano è gradire queſti miei, quali
ſi ſiano componimenti; mentre frà tanto reſto pregando alle ,
SS. VV. ed alla Patria dal diuino Datore d'ogni gratia, qualſiuo
glia maggiore aumento di felicità, - -
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Ad hanc PI E TA ivela ad portum ſuum


3 ulit,
Cun AA VE 3 naufragium paſſus eſt.
Ad hanc Aº pr A iº gi "i"ſuam
A Sonymigraait,
Cum H1 e roso tra i ran 1 A 1 Erres Rhodo abiere,
i Inè hic Niazºr Atatua in Emporia ſua -
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e , o omnium rerum affluentia.
p Mihile forme crede, º
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- INDICE
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fA 3 fasi
I N D I C E
DELLE COSE PIV NOTABILI
C H E I N Q V E S T o P E R A a
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M.
S I c o NT E N G o N o. -

soe (4 ) ºa
A
Cgue ſorgenti ſono in Angelo de Cazzolis, è più toſto
Malta in grandiſſima , . d'Acciaiolis Conte di Mal
copia. 128. , ta. :: : “. 283.-

S. Agata V. e M. è fama ſia ſtata , Amfipolia , che ſorte di Magi


in Malta 44. libera miracolo ſtrato Greco fuſſe nell' Iſo
ſamente la Città dall'aſſedio la. 186.
de'Ture hi. 45. B. Andrea Xuereb malteſe Dome
Agoſtiniani della Notabile, co nicano. 549e
me ereditaſſero i beni d'wn , Andrea Chiaramonte Signor di
certo codinato à morte. 4o I. . Malta. 284.
Agrigento Caſtello anticamen- F. Angelo di malta dell'Ordine de
te in malta. i 95 gl' oſſeruanti, di celebre no
Alfonſo Rè,finita proſperamen me. , 559
te l'impreſa delle Gerbe,entra Anna ſorella di Didone Reina ,
in Malta triofante 424, fa de – alloggiata in malta- 196. - -

molire à richieſta de Giurati , Antonio Saliba famoſo aftrolo


il Forte de'Baroni ribelli. 425. go Malteſe. 569
Alfonſo Conte di malta. 283. F.Antonio Tabone malteſe Dome
Altare maggiore della Cattedra nicano, illuſtre in ſantità. 551. .
le conſecrato dal Veſcouo Ca F. Antonio malteſe Domenicano
gliarès. 333 in opinione di Santo. 551.
Altare priuilegiato nella Ch eia F. Antonio Zahra malteſe Dome
Cattedrale. nicano,Veſcouo di Vico. 554.
Ambaſciadori di malta, inſieme Antonio Boſio erudito ſcritto
con altri della Sicilia in Ro re, fù di patria malteſe, e non
ma, contro di Verre Preto- , già Romano. 569.
rea , 168,169 Aragoneſi conquiſtano malta ,
Ambaſciadori di malta, e Gozo per rendimento. 273.
in Siracuſa à congratularſi, e Aria di malta ſaluteuoliſſima ,
render vbidienza al G. Mae particolarméte à vecchi. 125.
ſtro, eSac. Religione. 293. Armata di Maſſiniſſa in mal
F. Ambrogio Butigeg malteſe Veſ -- - ta, il ſuo Capitano fà rubar i
couo Arienſe,e Nuntio Apo pretioſi denti d'Elefante dal
ſtolico. 553. tempio di Giunone. 2oo,
- Amilcare figliuol di Giſcone ca . n Armata di Coſtantinopoli dà il
i po del preſidio Cartagineſe guaſto al Caſtello di malta, te
-5 - in malta .. - - - - - . I99 nuta allora da Saraceni. 257
Dddd Armata
I N D I C E.

Armata di mori sbarca in mal Benedittini monaci furono in


ta diciotto mila combattéti, Malta. 49.387.
dà il guaſto all'Iſola, 8 aſſedia . Benefici di Malta non ſi poſſo
la Città, ma ne rimangono i no ottenere ſe non da malte
malteſi vittorioſi.. -.23 - ſi originarij, & oriundi dall'
º Armate Franceſe, S. Aragoneſe : Iſola. * 34o.
s'azzuffano inſieme nel porto Benefici di Iuſpadronato del
di malta. i 275. Gran Maeſtro come Princi
Armata Franceſe ſotto Gugliel pe di malta. 356.
mo Tornerio, ne'mari di mal Bernardo Calefato malteſe, Ca
ta per raccu ſtar l'Iſola. 281. º pitano di galera. 57I.
Arme delle Città di malta, e del Beni della Chieſa Cattedrale .
Gozo. 9.17 19.56.123.
-

335. . - a

Arpocrate picciola ſtatua di me º Beni acquiſtati da malteſi du


tallo ritrouata in malta. 191. rante il matrimonio, non eſi
Arrigo da malta, Ammiraglio ſendoſi procreati figliuoli, de
nel Regno di Sicilia. 566. uono ſpettare ſecondo la leg
Artabane Generale dell'armata ge comune, ſe però altrim5te
Imperiale, con la Capitan - e non ſi fuſſe contrattato, 429.
corre fortuna, e và è i P. Biagio de Opertis malteſe Ge
- - -. -. .
- in malta. 2.47. nerale de Cherici miniſtri de
D.Artale d'Alagona Conte di mal - e gl'Infermi. 55 I.
ta. 285. B. Bonauentura
- malteſe dell'Oſſer
Artiglierie ſi fanno in Malta di º uanza. 55o.
certo rame, è metallo d'vna , e Boſchetto villa,oue vanno a pré
quatità di moneta preſa nell' --fi: fi- -der -diporto
-
i G. Maeſtri. 61.
Iſola. - 44I, C
v Aulo Licinio malteſe della fa Acciatori di Falconi in malta
zione Pompeiana, amico di , molto priuilegiati. I 34

-
e Cicerone.
- - -
- º;
-
R. - o
i 564.
. I -
-
-
Cagnolini di malta tenuti in
- -
º iſtima. 129.
TD) Aglia officio in malta, hog - Canonicati della Cattedrale, e
1 , gi eſtinto. e 5 . º º loro entrate. 336.
- Bagni anticamente in malta. i. Capitano della verga, e ſua Lor
- Bandolieri, e loro officio. - 6b. I - - le ºi -
. .
“ ( Barbari abitatori in malta alla , Capitana dell'arma a
a I na: o e
venuta di S. Paolo, chi fuſe con quafita corre i ma e
ro. - - 23o.
quiu, ſi riſarciſce. 247.
Baroni, ch'occupauano malta , rº Capitani, e Giurati di inti a gas
detri Tiranni º 425. ºgo Careſtia
eſſeruigrande
piouuto in mala
per treperanni
o º
nºi
Baſilicò malteſe aſſunto al Prin 3 -- a
cipato della Vallacchia, 567. º e continui. 43i.
Battaglia frà le armate France º Cartagineſi poſſeggono malta .
ſe,ed Aragoneſe nel porto di i 194. - e
Malta. 275. iº Caſali, e Terre di malta ,
Batto Rè di malta ricchiſſimo. -ºsº Aaſcia K.1o7 Attard.86. Bal
I 95. - i
- ſan.89. BIrcarcara Terra. 9o.
Beliſario con l'armata Imperia -- Buba Kra. Io 3. BisKallin Ter
le ricupera malta, e Gozo dal º ra, con Bisbur. 1o6. Birmula
poter de'Gothi. - 245. - . . Terra. 18. Curmi Terra. 92.
Dingli
; "I N D I C E: -

Dingli.8o. Farrugi. 94. Ghar 384 385. . -

- gur. 85. Gioan. Io7. Gudia , Chieſa di S. Maria della Melle


- Terra. 1 o 3. Kibir.98. Kircop. ha. 37I
1 o3. K rendi. 1oo. Leu. 1oo. Chriſtiani antichi malteſi,téne
Lia. 89. Luca. Io5. Manna.85. ro il domicilio loro nell'Iſo
Manin. 1oo. MiKabba. 1 o4. la mentre l'occupauano i Sa
Milleri. Io 1. Moſta. 83. Na raceni. 264
l . ſciaro Terra.84. Nekriet,8o. Cimiterij ſotterranei antichi
- - Paula. 94. Safi. Io3. Siggeiii dell'Iſola. 36.
- Terra co'l caſalotto Ramia . di S.Paolo. 41. di S.Agata 43.
95. SciluK. 99. Tarcarni. 8o. di S.Vénera 46. di S. Cataldo
Tarſcien.Zabbar. 1o5. Zorri 47. di S. Maria della Virtù.
- co Terra. I O2» 47. di S. Maria della Grotta s
Caſtello fabricato da Saraceni in dell'Abbatia. 48.
malta, hoggi nomato S. Ange Città antica di Malta, e ſua de
lo,e ſuo ſito. 18. ſcrittione. 28. fabricata alcu
- Caſtello fondano i Malteſi, im ni ſecoli prima di Roma. - 29.
pc nédogli nome Agrigento, Città Vittorioſa , perche così
in gratia di Fallari loro ami nOmata. : 18.
ciſſimo. e 185. Clero di malta ſgrauato di pa
Cattapani,e loro officio. 58. gar donatiuo regio. 439. fà il
Cherſoneſo in malta, di cui fà giuramento di fedeltà, ed
mentione Tolomeo. - 74. omaggio al Gran Maeſtro, e
Chieſa primaria in malta, fù de Sacra Religione. 292
dicata da S. Paolo alla B. Ver Collegio della Compagnia di
, gine. 236. Giesù. - 326.
i Chieſa Cattedrale, e ſua deferit Collegiata di Bircarcara. 9o.
tione. - – 33o. Collegiata nel Gozo. 384.
- Chieſa Parrocchiale di S. Paolo - Ilte ,
nel Rabbato, e ſuo Cimite - detta Efeſtia. 124.
, rO. 345 Compagni di S. Paolo nel nau
Chieſe dentro la Città Notabl - fragio à Malta. 238.
le . - 355 Concordato nella donatione di
Chicſe Parrocchiali di malta - Malta frà l'Imperadore, e la ..
AaſciaK.383. Attard.376. Bir · Religione ſopra il Veſcoua
carcara. 362. Birmiftuh.364 do. - i 324
Birmula 377. BisKallin. 364 Conuenti. di S. Franceſco.391.i
Cormi. 363. Ghargur. 381. º del Carmine. 393. di S. Ago
- Kircop.379. Krendi 383. Lia ſtino. 396. di San Domenico
379: S. Lorenzo nella Vitto detto della Grotta. 4o2. di S.
- rioſa.361. Luca.384. MiKab Maria di Giesù. 4o9.
ba.38o. Moſta. 382. Naſcia Conuento di Capuccini. 16.
º ro 363. S. Paolo nella Vallet conuento de'Padri di S. Tere
ta.376. Porto Saluo nella me º ſa. - : 18.
deſima Città.374. Safi: 381. - Contributione delli 15.per cen
Siggetii. 369. Tarſcien. 378. to ſopra le rendite de'Fore
Vittoria nella Senglea. 377. - ſtieri in Malta debeni ſtabili
Zabbar.382. Zebugi.37o. Zor º à fauore della Città, confer
rico. 2 368. mata dal Rè Ferdinando.437.
l Ghieſe Parrocchiali nel Gozo. Coralli ſi trouano nel mar di
Dddd 2 Malta - a
I - N - D - I - C - E. -
Malta. -

I3 6. Errigo genero del Cóte Gugliel


Coſira,hoggi Pitallarea la.
Iſola. 2. mo Groſſo Còte di malta, gli
Credenziero, e ſuo officio. 59. a ſuccede nella Contea. 27o.
Cumulo per maritaggio di po Eufemo Capitano d'wna legione
uere zitelle, fondato da varie in Sicilia, tradiſce il Regno al
- famiglie. 4 I7 Rè del Caruano in Africa.255
Cuore del Gran Maeſtro Lislea - F.
dam ſepolto nel Conuéto de' Allari Tiranno di Giorgeti
Zoccolanti della Notabile . am ciſſimo de'malteſi. 183.
412. quello della Sengle nel Falconiero anticamente in mal
. Conuéto e insiemi 395. ta,che officio fuſſe. 59.
Falconi di malta ſi preſentano
f. Amiano Taliana Malteſe , alle Corone. 134 ſono per
- Domenicano, molto ſti meſſi à Gentilhuomini, e Cit
mato da Pio V. 562. - ta in malteſi dal Rè Ferdi
- Deciſione contra il Veſcouo di nando. - 436.
- Malta a fauore del Clero ſo Famiglie antiche di Inalta, don
pra li ſpogli. 345. de ſi originalſero. 445 e
Decurioni ( magiſtrato antico Famiglie ragguardeuoli di mal
nel Gozo.) perche così der ta. Aragona. 449. Alagona
ti. - 2 I3 45o. Amo co. 452. Ati 453.
Dente di Gigante ritrouato in Ariona, è Arjona. 453. Auo
Malta. . . 148. la 453. Areſula. Allegritto
Didcne Reina è ſtata in Mal - Armenia. 454. Attardo. Ar
ta-. i 19). manino. Aaxac. 456.Abela.
Dignità, e Canonicati della Cat 457. Bonnici. 462. Bagliº
tedrale. I 336. Barba. 464 Bordino. 465.
Diodoro malteſe lodato da Ci Baua.466. Bernardo Beglie
º cerºne 564 ra. Bontempo. Bonello. 467.
Diritti dereſponſali, come ſi de Baldes, è Valdes. Bondino.
uono pagare da malteſi è mi Blundo. Bocchio. 468. Biz:
- niſtri, si in Sicilia, come n , ziano. Buſco. Brancato. Bell
malta. 4939 homo.469. Caxaro. 47o Ca
F. Domenico da malta laico dell' lauà.471. Caſtel. 472 Cicala
- Oſſeruanza, in vita & in mor Cipollato. Cilino. Chioſa:
ste miracoloſo. 55o. - Cancellu. Caſſaro, 473 Caſ
F. Domenico Bartalo Domenica fia 475. Caſa es Carilanº -
- no malteſe, Inquiſitore in CuzKei Caſtelletti 377 º
e malta. E, 559. a 516. Calabachio. Chiaº ar.
Donne malteſi coraggioſe, e d' - 478 o umbo. 479. Catalano
a 2 animo virile. º i 573. Calauiriſi. Coglituri, 48o: 12e
lie. Epiſcopu, Falſomie:481.
E Feſtia iſoletta, hoggi I24
Go. Falca, È Falco. 482. Falcone.
- mino. Fanato. Flauauento. Fansi
Entrata del Veſeeuado di mal no, è Infantino. 483 Gattº
- ta » :: : 3 : 327 485. Gueuara-488 Grºgnº:
i Ercole grandemente venerato 389. Gomez Habica, hº
- dagl'antichi malteſi. 157 ſua bica,ò Xabica.491. Inguanes,
ſtatua di marmo finiſſimo, e è Deſguanes. 492. "
, di eccellente lauoro. .356. Laureri. Laimo, è Alaimo.
- - - - -

a
-

- - - - -
- Meſſina.
I N D I iC E.

- Meſſina. Merlo. 495, Mom fratelli Luca,e Colafigliuoli di


palau. Mazara. 496. Michio - Tomaſo, uiuono al preſente il
la. Malta, è Malteſe. 5o2. Mi Dottor Leonardo Xarà nato da
duca.5o5. Modica. 5 o6. Mom Luca, e da Cola, Pietro padre
bron. Montagnès. 5o7. Ma di Domenico. -

nuele. 5 o8. Et in queſta fami Xerri. 544. Xuereb,ò Xueres


glia ſi deue aggiugnere, che l'ar 545. Zauallos.547. Zammit.
me è un leon rampante del ſito - 548. o
color naturale, che ſoſtienefrà Famiglie principali diſcendenti
le zampe anteriori un aſta, con dal Gozo. in 123
bandiera uermiglia in campo Feaci Colonia di malta in Cor
d'argento, come ſi uede nel Go fù. - - - - - 144°
zo, e ſi ricorda l'Autore d'ha Fedeltà de'malteſi molto ſingo
uerla ueduto anche nel Rabato º lare, e più volte lodata. 44o
º della Notab.in una pietra anti 443.572 , - -

ca. Mänara, è Almanara. 5o8. Federico III. Rè di Sicilia vien


Mileto. Murina. 5 o 9. Man in Malta. 422 e
fredi. Mamo.5 Io. Naua. 5 12 Penici abitatori di Malta. 148
- Naſo. 5 17. Nauarra. Noto. nobiliſſime qualità loro. 15o.
519. Plozaſco. Pellegrino. D.Ferd'nando Rè loda i ſeruigi de'
52o. Platamone. 524. Pater Malteſi. 437e
- nò. Pirrera, Pace, è Pax.525. D.Ferdinando d'Acugna Vicerè
Perollo. 526. Paglia. Pariſi. viſita Malta. 434e
527. Rocca. Raguſa. Rauel Fertilità di malta, celebrata da
º lo. Ribera. Rapa. Serrano. Scrittori. 125. quanto mpor
Sillato. 528. Sagona. Stuni ti ciò che produce, e ſe ne ca
ga. Soria. 529. S. Sofia. Soli º ua ogn'anno. 138.
mella. 53 o. • y 5 a-

- ſteſſa facciata, oueſ dice Di no malteſe, Inquiſitore. 559


Girolamo, del quale fù ſorel Fondatione del Cumulo della ,
la Imperia ſi corregga del qua carità per maritaggio di zi
e le fù figlia Imperia. telle. 417a
Torres. Teftaferrata. 532. Fonte, che ſcaturiſce in malta,
Vaccaro. 537. Vagnolo, è Ba per miracolo di S. Paolo. 26.
gnolo.539. Valle. 54o. Vella Fontana condotta nella Vallet
" 541. Vaſſallo.542. Xara-543 ta, con molta ſpeſa, e fatica.
Io9. t S. .
E colà ſi aggiiga per intera no
titia della diſcendenza di que Fontane principali dell'Iſola, ſi
e ſta famiglia, che della linea di numerano più d'ottanta. 128
Gio; Maria Xara figliuol di Foraftieri poſſeſſori di beni ſta
Gio: benche oltre le femmine e - bili in malta ſi altroue abitan
e gli procreaſſe li Dottori Dou ti) pagano alla Città per ſue º
è Martines Arciprete della Cat riparationi, & altri biſogni 15
è tedrale, Giouàni, Alfonſo, Pao per cento, ſopra le loro rendi
lo, e Don Fauſtino Teologo pre i tc. . . . . . . 433
dicatore, ſolamente rimane la Forte di S. Luciano in Marſa
ſucceſsione in Antonio , hoggi, - -- Sirocco. 2 Ie
primo Giurato della Città i; Forte di S. Tomaſo in Marſa
- skalli. - i -- 2 Oe
gliuol d'Alfonſo,et in Stanislao
è di Paolo; e di quella dei due º tino detto della
--
:: -,
-
.
- -

Garza i

-: - . -
. -
I N D I C E

Garza nel Gozo. I 2O, mano i priuilegi à medeſi


Forte di Marſa il Forno nel Go mi. 44O
zo. I 2 O, Giorgio malteſe interprete del
Forte nell'Iſoletta del Comino. Rè Cattolico. 571.
I 24. F. Giorgio Gioamperi malteſe
Franceſi dominano malta. 272. Prior della Chieſa dell'Ordi
F. Franceſco C6dulli malteſe dell' ne Gieroſolimitano. 558.
Ordine Gieroſolimit. Reg Girolamo M5 duca malteſe, del
gente la Cancellaria. 56o. la Compagnia di Giesù erudi
Franchigia della dogana ten to Scrittore. 563.
gono i Malteſi per tutto il Re Girolamo Caſſar malteſe, Inge
gno di Sicilia. 437e gniero della Religione. 474.
Giuſeppe Caſauri pio fondatore
Aleotte vndeci turcheſche della Chieſa d'Atoccia. 92.
depredano il Borgo. 432. Giudei d ſcacciati da malta, e
Gebel Ciantar, e ſua deſcrittio dal Gozo, per ordine del Rè
Inte 96. -
Cattol co. 434°
Genoueſi danno il guaſto all'Iſo Giunone molto riuerita da mal
la . 42 I. teſi. I7 I.
Gentilhuomini Malteſi ſoliti Giurati di malta, e loro Corte .
cacciare con falconi, ſi riferi 58. rimettono a fauor della
ſce in lettera del Rè Ferdina. I Religione li trenta mila fio
do. 436. rini d'oro del riſcatto dell'Iſo
Cap.Giacomo de Robertis Bolo. la. 292. fanno il giuramento
gneſe ai ſeruigio militare del di fedeltà al Gran Maeſtro, e
la Religione, peritiſſimo nella Sacra Religione. - 292
ſua profeſſione- 533. Gran Maeſtro, co'l Sacro Con
Giacomo Caſtiglione malteſe, - uento approda a malta, e fà la
della Côpagnia di Giesù nelle - ſua prima ſoléne entrata nel
virtù,inſigne. 552. la Città. - 293.
- Giganti primi abitatori di mal G.Maeſtri Pricipi di malta. 295.
- I ta. - - I 45. Gratie compartite da S. Paolo è
Giouanni Infante del Rè Fede malteſi ſegnalatiſſime. . 241.
“rico II. laſciato erede dai pa Greci paſſano ad abitar malta-,
-: dre nell'Iſole di Malta, e Go cacciadone i Fenici. 164-165.
zo.2 , - - - -- - 282. Greci perche detti Rum dagl'
F. Gio: Miriti malteſe dell'Ordine Arabi. s. 25 -
i Geroſolimit. ottimo Geo Greca Colonia era in malta alla
grafo. 56o. venuta di S. Paolo. , 23o
Gio: Domenico Lorito malteſe Grotta frequentata da S. Paolo
- Capitano di galera. 57 I. 347. º

Gio Battiſta Zahra malteſe pra Guardie notturne marittime


tichiſſimo nelle lingue. 57o. per l'Iſola coloro nomi. - 6o.
Giouani da Imola famoſo leggi Guardie di giorno. si 6 I.
ſta, ſcriue in malta vno de' Guglielmo Groſſo Ammiraglio
ſuoi conſigli. 24. di Sicilia Conte di malta. 269.
Giouanna, e Carlo Regi, dichia D.Guglielmo d'Aragona figliuol
- 'rano eſſere ſtati molto ben, naturale del Rè Federico III.
ſeruiti da malteſi, nella con º erede nell'Iſole di Malta, e
“ Gozo. - . . . . c.84.
Gozo e ſua deſcritt.118.Municipio Romano.2ia D.Guglielmo
sitolo di Marcheſato. 119, l'arme, che vſa. 123.
-
i N DI I C E, -

D, Guglielmo Ramondo di Mon i Saraceni. 258.


cata Marcheſe di Malta. 284. Linguette di pietra di color ci
Guidone Ventimiglia regio C5 nericio, che naſcono in malta
faloniere Signor di Malta, e ſeruono contra veleni. 133.
Gozo. 284. Lucillo Veſcouo di malta depo
I. ſto da San Gregorio Magno.
Ndulgenze nella S. grotta di 299. - ; -
S. Paolo. 352 Luca Vella Canonico Ciantro
Inguanes, famiglia nobiliſſima , della Cattedrale, Corteggia
in Malta alloggia il Rè Alfon no del Cardinal Aleſſandro
ſo. 492 Farneſe, molto da lui ſtimato.
Iſcrittioni Greche , ne'quali ſi 54 I - -

tratta di Malta. 185. Lucerna antica di creta, con l'ef


- Iſcrittioni diuerſe antiche nel figie di Minerua. 2o7.
Gozo. 2 I 2.2 I 4.2 I 5 -
D.Lucina moglie del primo Don
Iſcrittione ſoura la porta prin Guglielmo Ramondo di Mö
cipale della Valletta. 9. ſi cor cata, fù Signora di malta.282.
regga nella linea 16. la dizione F. Ludouico Muſcato malteſe,
Epitafio, e ſi legga Iſcrittione. dell'Oſſeruanza, deſtinato Veſ
Iſcrittone del tempio di Pro couo dal Rè Cattolico. 41 I.
º ſerpina. e 2 o7. D.Luigi d'Aragona Conte di mal
Iſcrittione à Mettere Gotiche , ta- i 284
º o nell'Iſola Lampedoſa. 248, - , e , M.
- L. AKluba voragine, ou'è
-
Abaro inſegna con la cro traditione ſi ſprofondaſ.
- L ce, come ſi portaſſe da Co ſe vn Caſale. º I oo.
ſtantino Imperadore. 249. Malta Iſola adiacente all'Euro
D.Leonardo Abela malteſe Veſco
i uo di Sidonia, Nuntio Apo Regina delle Pelagie. 2. Chia
ſtolico, e Vicegerente in Ro ... ue all'entrata di Sicilia, e dell'
ma. i 554. Africa. 3. il ſuo circuito è di
F. Leonardo Butigeg Malteſe elo i 6o. miglia. 7. la di lei lunghez
quentiſſimo Predicatore Do za, larghezza, ed altezza di
- m CI11Call O. 561. polo 7. molto abitata. 75. in
Lettere di Fallari tiranno, alla , i otto parrocchie nel 1499. fa
Republica di malta. : 184. ceua quattro mila combatté
. Lettera del Rè Ferdinando a fa ti, ſenza gl'abitatori della Cit
uor de gentilhomini, e Citta tà, Rabbato,Caſtello, e Borgo
i dini malteſi ſopra il tener fal 76. fertile, e d'ottima aria .
coni per loro eſſercitio, e di 125. ſuoi vari nomi. I39. Co
OrtO. - 436. lonia de'Fenici. 148. occupa
Lettere dell'Imperadore Carlo ta da Greci. 164. Republica.
- V. al Vicerè ſopra l'eſtrattio 169. 184 gouernata dal ſuo
º ni di grani dalla Sicilia a fauor Senato. 188.poſſeduta da Car
de'malteſi. 443 tagineſi. 194 ſoggetta è Vol
2 - Lettera dell'iſteſſa Maeſtà è Giu terrani. 2o1. ſaccheggiata da
rati di malta honoreuoliſſi M. Attilio Regolo. 198. Do
tma. 445 minata da Romani. 2o4. la
Lingua Arabica, perche rima reggeua vn Procuratore , è
neſſe in malta doppo cacciati Proconſolo. 2 o5. riceue la
-
-
Santa
I N D I C E,
- Santa Fede Chriſtiana. 22 1. reale. 289. ottengono di non
queſta del naufragio di San , poter eſſere tirati à litigare,
- Paolo, e non quella ch'è nell' fuori dell'Iſola. 423. liberi da
Adriatico. 231. ſino al 236. diritti di dogana per tutto il
- vien ſotte il dominio de'Go Regno.424 priuilegiati di po
thi. 242. preſa da Saraceni. ter cauare dalla Sicilia tutta ,
251. ricuperata da Norman la quantità di grani,e vetto
o ni.26o. ſignoreggiata da Sue uaglie biſogneuoli ſenza pa
ui.269. ſotto il reame de Frä gar diritti alla Corte. 427. ſo
ceſi. 272. ſi rende alla cuſto. i no Regnicoli,e naturali di Si
dia, e protettione degl'Arago cilia. 443. lodati dal Rè Fer
- neſi.277. ripoſta con il Gozo dinando. 436. ſeruirono mol
º dal Rè Ludouico frà le Città to nella conquiſta di Tripoli.
Demaniali. 421. Si riuniſce, 438. celebrati dal Boſio co
dal Rè Martino al real De me valoroſi,e fedeliſſimi. 572
manio con il Gozo. 287. im - niuno di loro nel tempo dell'
pegnata per ſeruigio della Co aſſedio fuggì alla parte de'Tur
rona à D. Antonio Cardona . chi, come altri fecero. 572.
288. di nuouo à D. Gonſaluo Maltea operetta in ottaua rima
Monroy. 289. riunita al De - Caſtigliana. 96.
i manio dal Rè Alfonſo, come, Manfredi Chiaramonte Signor
le Città di Palermo, Meſſina, e di malta. * - 284.
Catania. 29o. Ottiene il tito F. Marco malteſe Domenicano di
slo di gioiello Notabile della ſanta vita. 55o.
corona. 29o. aggregata con il P. Mario Pace malteſe della Com
e Gozo, al Regno d'Aragona - º pagnia di Giesù, dottiſſimo in
come adiacéte alla Sicilia.291 ogni ſcienza. 563.
danneggiata da Genoueſi.421 Magazino di poter hauere nel
, Alla Sicilia è come pregiata caricatore di Sicilia ottiene o
gioia ben incaſtrata in anello. , l'Vniuerſità di malta per ri
i 2 28e, nomata figlia, anzi ſtra porui i ſuoi grani. 43 O
da di Meſſina. 429. data in - Margarito de Brunduſio Conte
feudo libero al G. Maeſtro, e -e di malta G.Ammiraglio di Si
si ſua Sacra Religione. i 291. cilia. 269
-: Malteſi parziali de Romani. 165 Marſa voce Arabica ſignifica
i nomati compagni del Popolo porto. - 8.
Romano. 171. lodati da Fal Maſſaro officio in malta hoggi
lari per lealiſſimi nel negotia eſtinto. 59
re: 184 combattono contro - Marteo da malta Inquiſitore-.
- dell'armata di Ceſare.2 18. re - 558. - - -

alano Ruggiero de Loria Matteo Riſpolo malteſe eccelle


. Generale dell'armata Arago te Teologo della Surbona
neſe, con gioie al valor d'on - 562. i

cie mille. 277. nelle turbulé F. Mauro Cali malteſe Veſcouo di


- ze del Regno, diuerſamente malta, e di Catania. 553.
oppreſſi da Baroni, che tirá Medaglie antiche della Republi
neggiauano l'Iſola , per ve
to - - -
- ca di malta. I 69. I 7o. I74. I75
dergli coſtanti nella regia di - .
-

178. 18o. 181. ſono chiamati


uotione.285. ſi ricattano per Fallari. 185.
rimetterſi ſotto il dominio Medaglia della Reina pi" Ci1C
- ſi N Di I C E,
che fù alloggiata in Malta . lo per maritaggio di pouere,
o º go8. . - zitelle. 417.
Medaglie Cartagineſi. 2o3.2o4. Normanni s'impadroniſcono
Medaglia Romana. - 2o5. dell'Iſola, diſcacci idonei Sa
- Medaglia del primo Coſtantino raceni. 26o. vi fabricanovna
Imperadore. 248. fortezza. 262
- Medinà voce Arabica,vuol dire - - e ON - -

Città. 79. -
-
( N Cchi di pietra di color ri
º Mele di malta lodato dagl'Au cio, che naſcono in mal
º tori. 126. tà, vagliono contra veleni, e
Menandro malteſe famoſo Ora i. mal di fianco: i 133.
- -- tore.» : : : ..' : 564. Ordine del Vicerè, che ſi laſci
Mercurio idoletto di bronzo eſtrarre à malteſi dalla Sicilia
ritrouato in malta: i : 193. tutti i frumenti, che per pro
i Michele da malta famoſo corſa 7 uiſione della Città, Caſtello,
- re. I 567. - Iſola, 8 abitatori faceſſero di
| F. Michele Oliuieri malteſe della , biſogno, in conformità del
- Sacra Religione Gieroſolimi i -
real priuilegio. 427.
º
tana, peritiſſimo nelle lingue.
- - 566. - -, - l sinAolo in qui meſe habbiaft
- Miniere di ferro, e di marmo in i fatto naufragio in malta, º in
- i malta. I 32. quale ſi ſia partito dall'Iſola-.
Monte Verdala palagio di Villa 222.223.224. predica quiui il
- del Sig. G. Maeſtro, e ſua de vangelo. 22 1. laſcia infermo il
ſi rittione. . . . . 61. ſuo diſcepolo Trofimo.238 la
- Mortalità in malta cagionata, ſua venuta predettagli dall'
l per mal di gola. A 427e Angelo nella naue: 233 ſecº
- Moſta Caſale, ſaccheggiato da - doiopinione d'wn Autore è
Sinen Rayes. 442 e ſtato più d'wna volta in Mal
Moſtro marino preſo l'anno. ta. 24o. vi ſtette per tre me
º 1642. nel lido di malta. 137. - ſi continui. 22 1. tolſe il ve
- - - - N. . .. . . leno a gl'animali. 222. bat
Obili antenati de'malteſi, tezza, e crea primo Veſcouo
non furono relegati, co Publio 236. rende al di lui pa
me alcuni penſarono. 448. dre, &à gl'iſolani infermi la
Nicolò figliuol d'Errigo Conte, ſanità. 236.
di malta ſuccede al padre nel Parrocchie di tutta l'Iſola, con i
, la Contea. - 27 I, la loro antianità. - 359.
F. Nicolò Bonauia Malteſe Ago Peniſola in malta di cui fa men -

ſtiniano, valente predicatore. tione Tolomeo. 74e


562.
- - - Penſioni perpetue ſopra il Veſ
P. Nicolò Guſinano malteſe della couado. 328.
- Compagnia di Giesù,ſuperio Peſte in malta l'afio. 1519. donde
re di molta prudenza. 563. fù iſtituita la ſolenniſſima pro
Nome di Chriſto Signor noſtro ceſſione nel giorno di S. Gre
ſcritto in cifra con lettere gorio. 44I
Greche. 42 Pezzi di ſtatue ritrouati in mal
Nomi antichi dell'Iſola di mal ta. 219. altri d'architraui, e di
ta - I 39. cornicioni di marmo. 22o.
Nomi de'Fondatori del Cumu Piedeſtallo di marmo co'l capo
- - - - -- - -
Eeee di
I No D. It: C. E,
di Proſerpina in mezzo alle , -
- pronio. ; - 2 OO.

tre gambe, gieroglifico della Roſe di malta lodate dagl'Auto


Sicilia, ritrouato in malta - . ri . I 26,
. . . 21 O. ., Ruggiero Normanno Conte
F. Pietro Xara Domenicano, dot o della Sicilia prende malta, re
- tiſſimo.
. 561. .8 dendoſigli à patti i Saraceni,e
F. Pietro Zarb Carmelitano Mal - vi fabrica vna fortezza. 26c.
teſe Conſultore del S.Officio, . 262.
celebre ſoggetto. 562. Ruggiero di Loria hauuta la Cit
e Pietro Roſel malteſe molto ſti . tà di malta, tenta d'eſpugnare
i mato dal Pontefice, e dal Rè il Caſtello. 278. prende il Go
a Chriſtianiſſimo. 57o. , zo. 278. ritorna con l'arma
- Porti di Malta. 8. lungo il prin ta in malta, oue laſcia per bat
- cipale canne 18oo.romane. 8. ter il Caſtello Manfredi Lan
Portolano, che cſfcio ſia. 59. - re
za ſuo cognato, il quale final
Poſſeſſori in malta de'beni ſtabi - -mente lo ſoggioga. 28 o.
i li abitando fuori dell'Iſola, ſo Ruggiero de Flor Viceammira
- no tenuti è mantener caualli i glio di Sicilia, Signore delle º
perla di lei difeſa. 427, rendite reali di malta. 282.
º Predica fatta nella fondatione, Ruolo antico de Canonicati,
i della Città Valletta. 12. 1, Parrocchie,e Benefici di mal
- . Priuilegi conceſſi à malteſi con .. . ia. 313
i firmati 429.435. 44o. 292, i S. - -

i 293. - ' ' -: Aluo Imbrol malteſe fede


Proceſſione ſolenniſſima in mal liſſimo. 566.
ºi ta nel giorno di S. Gregorio, F. Saluatore Imbroll malteſe Prio
perche ſi facci. 366.441. re della maggior Chieſa Con
Procuratore di Ceſare, è Procò uentuale dell'Ordine Giero
ſolo gouernaua malta in tem .r ſolimitano. 567.
po de'Romani. ; 2o8. Saraceni occupano malta. 25 I.
- Procuratori del G. Maeſtro, e l'origine loro. 252. cacciati
della Sacra Religione, pren dal Dominio dell'Iſola, quaſi
dono il poſſeſſo di malta 292. nell'iſteſſo anno, ch'hebbe e
Proſerpina venerata anticane - principio la Sacra Religione
te da malteſi. 2 o9 Gieroſolimitana. 261.
S. Publio Prothos,ò Primo de'mal P. Sebaſtiano Salelles della Comp.
º , teſi, primiero Veſcouo dell' - di Giesù,benemerito di queſt'
Iſola. 236.297.548. . Iſola. 552
- - i - R. - -
- Segreto,e ſuo officio. 59
F. T) Affaello da malta Capucci Senato di Malta al tempo de'
- R
no inſigne ſuperiore. 559.
i Rahal voce arabica donde ſi de
primi Greci. 188.
; Senglea Città, per il valor de
- riui. 76. ſuoi Cittadini, è liberata dall'
Reliquie diuerſe de'Santi, che ſi annuo cenſo. ; 18.
cuſtodiſcono nella Cappella , Sentenza à fauor della Città di
di S. Publio della Grotta di S. Malta contra il Barone della
Paolo. 35o. Tabria, che ricuſaua di paga
Romani cè quiſtano malta. 199. reli 15. per cento. 438.
- -2o4. rinforzano il preſidio Sepolture antiche di malta 36.
laſciatoui dal Conſolo T.Sem Spedale della Notabile, e ſua an
a -

- -
- tichità.
I N D I C E.
tichita - - - 4 I 4-
- malta. . -238.
Stato politico della Città Nota- Turcopoli, e loro officio. 59.
bile. - 55. Queſti erano già ſoggetti al
Statua di Giunone alla porta d' Turcopiliero Capo della lingua
eſſa Città. 2. d'Inghilterra prima che n fuſe
Statua d'Ercole ritrouata 156.
Malta.
in micata
le eſſendolaſtata
ſua poi
dignità, la qua
anneſſa alla
Statua nel Gozo di raro lauoro. preminenza del Sig.Gran Mae
, 217 , - ſtro, uien ora la di lei funzione
Stermina affatto da Malta i Sa- amminiſtrata per l'officio del
raceni rimaſti Ruggiero II. ſuo Siniſcalco, ch'hoggi eſſer
- Normanno, primo Rè della cita il Bagliuo F. Baltaſare de
Sicilia, venendoui in perſona - Demidola co'learico ancora di
- con la ſua armata. 267. Colinello del Reggimato de'Mo
Strade della Valletta, e loro no- ſchettieri Malteſi,nouellamen
mi 1o. - te iſtituito ſotto il presete Magi
- Stufe,ò bagni antichi di malta . - ſerio; erettione non mai è ba
- 33: º ſtanza lodata per l'indicibile »
Sueui ſignoreggiano
- T. ,
malta. 2.69.
I -
º
heneficio, ch'apporta alla ferma
º ſicuranza, e duſtodia di tutta ,
,

i ?
TEle di malta per la ſottigli- º-- l'Ifila. V. y o e i
- lº º ezza,e merbidezza magni

ficate da Scrittori. 127. º N 7 Alletta Città ſopradomi


Tempio di Giunone celebre in Vis nata Humiliſſima 9: con
malta 17r. quello di Profer- i tiene ventidue ſtrade, e loro
pina 82.2og d'Ercole molto i nomi: i 1o.
famoſo. - a 155. º Vaſi ſepolcrali ritrouati in mal
Teodoſio da maltà illuſtre -ta--- --- 4o.
è trico Greco. iº º lº 566. S. Veriera V. e M. detta da Greci
Terreno di malta ſi coltiua due -- parasKeui, perche hacque nel
volte l'anno. I 3 O. Venerdì Santo. 46. titolo di
Teſto Arabico di S. Luca della; i Cimiterio ſotterraneo. 46. di
venuta di S. Paolo in malta . Canonicato. 338.
227. Véto impetuoſo di Greco, e Le
- Tomaſo Barbara malteſe, ſolda- uâte ſoffiaua quido fece nau
| to valoroſo, nobilitato dall' fragio S. Paolo in malta. 223.
º Imperadore Ridolfo il con: 3 Veſcovi di male, e loro Crono
tutta la ſua diſcendenza. 588. logia. 297.
Tomeo Caſſia famoſo Pilotº I S-Publio. 297., Acacio. Co
malteſe. 476. ſalua le galere, 'ſtantino. 298. Traiano. 3oo.
nelle Gerbe, con tutte l'altre, º Manàs.3oi. Gualtieri. Biral
che lo ſeguirono i 2 3 468. . I 3 ido. 3o2. Giouanni. Stefano.
Torre di S. Petronio, detta dell' 1 , 2 393. Giouanni. lI. Ruggiero
Orſo. 2 O, da Cefalù. 3o4. Nicolò. Al
Torre di Santa Maria delle gra- -
a douino. F. Errigo da Cefalù.
tie . 2o. “ “ F. Nicolò II. Ilario Corra
Torre nella Cala di S. Paolo. 26. do. 3o5. Antonio. 3o6. Nico
Toſcani poſſeggono malta. 2o1. lò il I. di Palermo detto Pa
Trireme per che così detta. 2oo. palla. F. Gio. III. de Pino.
S. Trofimo rimane infermo in 3o7. F. Mauro de Cali malte
Eeee 2. ſe.
I N D I C E.
ſe. 3c8. F. Andrea di Pace . menico Cubelles. 324. Frà
3o9. Corrado Caracciolo Car Martino Rojas de Portalru
dinale. 31o. Michele di Le , bio. F.D. Tomaſo Il Gargal
tràs. F. Gio: IV. Ximenes, lo. 325. F. D. Baltaſſare l I.
Antonio. II. di Platamone. Cagliarès. 326. F. D. Michele
311. F. Mauro ſudetto ch'era Gio: Balaguer Camaraſa. 327.
N ſtato promoſſo al Veſcouado Veſcouo di Malta può entrare,
di Catania, rinuntia quello, e ne'Parlamenti generali di Si
ritorna a queſto. Senatore di cilia. 33O.
- Mello.3 12. Bernardino di Pa IVeſcouato di malta fatto ſuffra
ternò.Giacomo, d Giaimo di .:: ganeo di Palermo. 3o3. anti
Paternò.316.Ricardo. Fräceſ camente ſoggiacea al Siracu
co Campolo. Antonio III. d' º ſano chiamato allora conti
Alagona. Gio: V. di Paternò, . . . tolo d'Arciueſcono, e di Me
317. Pietro de Foix Cardina tre poltano, i 329.
le. Paolo di Caualleria. Gia Viceammiraglio, e ſuo officio,
como, è Giaimo Valguarne ... hoggi incorpo ato alle ragio
era. 318. Antonio Corſetto. ni del Principato. 59.
319. Bernardino di Bologna. Villa di S. Antonio. , 88.
32o. Gio:VII, Pujades. Gio: Vocaboli Arab ci rimaſti in Si
VIII.de Sepulueda. Raffaello cilia. 258.
Veſcouo Oſtienſe, riniti) ſu : Vocaboli Greci, e Sacri vſati
obito. Bernardino Catagnano. e ſin hoggi in malta. 265.
321. Andrea della Valle Car Vliſſe paſsò da malta, 159.
e dinale, prima di " il Volterrani Popoli della Toſca
poſſeſſo vien eletto Arciman na s'impadroniſcono di mal
a drita di Meſſina. Bonifacio . . gta- . - - 2 OI.
Catagnano. Carlo Vrries - Vrne ritrouate in malta, ſepol
322. Baltaſare VValtkir Ka cri di Fenici, º 153.
323. F.Tomaſo Boſio, F.Do si - :
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I L F I- N E.º .
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A v v E R T I M E N T I. -

- ID Egl'errori potrà il corteſe Lettore con la ſua prudenza corº,


reggergli rimaſti,che non ſi additano, perche molti defo
gli delle medeſime ſegnature,oue occorſero nello ſtampare; ſono
ſtati poi corretti, ſtando tuttauia ſotto il torchio. -

Il Boſio vien citato nel numero defogli dell'Iſtorie, ſecondo la


vecchia impreſſione. - . - - -

Il diſegno dell'antica Città di Malta, che ſi douea rappreſenta


re al fine del fogl. 32. è ſtato poſto nel principio dell'opera ap
preſſo quello di tutta l'Iſola. - -

Le miſure de marmi contraſſegnati nel fogl. 22 o, ſono le


ſottoſcritte, cioè.
A è intero nel Monaſt. di S. Pietro, lungo palmi 1o. alto due
e mezzo, largo altrettanto, benche il diſegno ſia mozzo.
B è ſopra la porta della Grotta di S. Domenico, il diſegno mo
fira ſolo la metà; tutto è lungo palmi cinque, e va terzo, alto
vno, e tre quarti,e la ſua groſſezza è di vn palmo. Simile a que
ſto cornicione, e così grande, ſi vede vn altro pezzo pure di mar
mo nel fine della ſcalinata di ponente, per doue ſi ſcende in quel
baſſo ou'è la fontana del Rabbato ſotto la ſtrada per andare a S.
Agoſtino.
C ſi ritroua alla a Prima Porta, delle due, che rifguarda
no al Leuante della Chieſa Cattedrale, è rotto, lungo palmi otto,
alto due; largo tre, e mezzo, il diſegno è minore del diſegnato ſei
condo la di lui proportione. il

D - è intero, la ſuperficie contiene tre palmi, 6 vn quarto; la a


parte, è diametro interiore quattro, l'altezza vno e mezzo.
E queſto è parimente intero,ciaſchedun lato ha tre palmi, Se
Vn quarto di lunghezza; l'altezza è d'vnpalmo • A -

Doppo ſtampata l'Opera, civéne per le mani vna Deſcrittione


del Regno di Napoli di Scipione Mazzella, oue nella Prouincia di
Calauria Vltra, al fogl. 1 si diſcorrendo egli della Città di Mile
to ſcriue in tal guiſa Mileta nobile e antica città, chef, edifica
ta dai Milesi popolid'Asia, percioche come ſcriue Herodoto nel ſesto
libro, eſſendo da Dario Stata li Mileto Città d'Asia, gli habi
tatori, che v'auanzarono da quella ruina,eſſendo priui della loro patria
ſe ne vennero con le moglie,e" insieme co " in Regio , doue
furono da Anasilao signor del paeſe raccolti, a quali donò tanto territo
rio,che haueſſero fatta una città per poſſerno habitare la quale la chia
morono (com habbiamo detto) Melito, questi poi in proceſſo ".
eſſen 0
eſſendo il paeſe ſtretto molti di loro paſſarono in Meſsina, ma ſcacciati
dagli habitatori del paeſe, occuparono l'Iſola di AAalta. La quale no
titia, per non paſſarla in ſilentio, giudicaſſimo bene qui d'aggiu
nerla, ed autiertire inſieme, che eſſendo ſtata la Città di Mileto
(ch'è poſta nell'Aſia minore frà i confini della Caria, e Ionia) già
potentiſſima, ſeconda madre di più d'ottanta Colonie, che quin
di ſi diramarono per diuerſi paeſi, patria altresì di Talete vno de
ſette ſaui della Grecia e daltri famoſi huomini memorabili, non
shabbia à dubitare di ciò, che riferiſce il Mazzella,intorno all'ori
gine di Mileto in Calauria da Mileſi, e da quei di Samo, atteſtanº
done maſſimamente Erodoto, e che P9ſſi ſtare altresì, che in
progreſſo di tempo molti di loro, andati prima è Meiſina, come
liſteſſo Autore aſſeriſce, ſe ne paſſaſſero poſcia in Malta, benche'
dica l'occupaſſero, e non ne apporti autorità veruna; eſſendo anch'
ella nell'iſteſſo tempo abitata da Greci, e da queſti forſe allettati,
Ma non già, che alcuno da ciò debba indurſi perauuentura, è
credere,ne che il Mazella voglia inferire.Malta eſſerſi da loro detta
Melita è da medeſimi primieramente abitata, mentre l'Iſola noſtra
appariſce preſſo tanti antichi Scrittori, con fama, e grido per mol:
ti ſecoli prima della diſtruttiene di Mileto nell'Aſia, che ſeguì ſe:
condo il conto del Padre Petauio, quaſi 5oo. anni auanti Chriſto
Noſtro Signore, nel qual tempo già nella nºſtra Melita, ſi erano
ricouerati i Greci doppo l'eccidio Troiano, chauuenne 6 8o an
niauanti quello di Mileto e molto prima ſtatui l'ingegnoſiſſimi
Fenici, ed i Feaci ancora. o i
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