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D E S C R I T T I O N E
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CON LE SV E ANTICHITA, ED ALTRE NOTITI E
Libri Quattro,
D E L Q O M M E N D A 7 O R E
F R A G 1 o: F RA N c E s c o A B E L A
Vicecancelliere della Sacra ed Eminentiſsima Religione
-- Gieroſolimitana, -
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DELLA SACRA RELIGIONE ED ILLVSTRISS. MILITIA
dello Spedale, e del Santo Sepolcro. I
in Gieruſalemme,
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del Real Dominio di Tripoli, - -
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ºi e volentieri al ſuo nome queſti miei componimenti.
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Io conoſco molto bene quanta poca proportione »
º habbianeglino col ſuo gran merito; ma tali quali
ſono, confido nella benignità di V. Em. che ſe non altro, ſi com
piacerà di riconoſcer almeno nel nero deloro inchioſtri, la candi- -
dezza della ſperimentata mia fede,e del mio riuerente affetto. Pri
mo ſcopo nelle preſenti mie fatiche fù il deſiderio di tramandar
a Poſteri col mezzo loro vna preciſa notitia delle coſe di queſt'Iſo
la di Malta, hoggi altrettanto famoſa appreſſo le Genti, per la re
ſidenza della ſua Sacra, ed Inuitta Religione, quanto fortunata,
e felice per il ſue prudentiſſimo Gouerno. Ed a chi (in vero ) ſi
doueua vn'opera come queſta , ſe non à V, Em. che dell'Iſola ,
ſteſſa è Principe, e Direttore ? Anzi qual fortuna maggiore po
teu io
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teuio deſiderargli , quanti vederla riceuuta ſotto l'ali auguſti
ſſime di quell'AQVILA, che ſolleuandoſi ben ſpeſſo fino alla ipe
ra del Sole, e della gloria più ſublime à prouederſi di luce, e de
fulmini, non laſcia dubitarmi, che non ſia per contribuirgli
influſſi benigni di protettione, e non dargli ancora co ſuoi ſplen
dori quel luſtro, che non ha potuto ſortire dalla mia tropp'oſcu
ra penna. Oltre che hauendo i glorioſi Anteceſſori della ſua Im
perial Famiglia de LASCARIS tenuto già il poſſeſſo dell'Impe
rio Orientale, e diſteſo lo ſcettro anche à queſt'iſola mia Patria ,
è ben giuſto, ch'ora ſi continui, e ſi raddoppi all'Em. V. ne miei
ſcritti. Gradiſcagli però benignamente V.Em. (ch'io ne la ſuppli
co.) E pregando il Sig. Iddio di conſeruare la ſua Eminentiſſi
Perſona, e di felicitarla ſempre maggiormente, le faccio profon
diſſimo inchino. -
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Di V. Eminenza
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Malta. - 387
N O TIT. VI, -
39 I
N O TI T. VII,
DelConuento dell'Annunziata de'Reuerendi Padri Carme
litani. 393
N O TIT. VIII. - -
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NEL QVARTO LIBRO. º
NO TI TI A PRIMA.
Capitani e Giurati,che gouernarono la Città,ed Iſola di Mal o -
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N O TIT. III. -
lebri, e famoſi.
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z'antica Città di Mazza, di cui alpreſente, olo rimane cinta di muro ſott'altra
pianta,la parte compreſa fra i caratteri A. B. c. D.
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di Publio,hoggi Chieſa Catted, º zampia di Proſapi
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DELLA DESCRITTIONE
D I M A LTA,
DEL COMMENDATOR ABELA -
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Libro Primo. -
D e z s i 7 o D e L L ' s o z a. .
- è di tutto il ſuo Littorale.
N o T I TI A PR 1 M A. -
di iesi ris Aonzi di At in alto mari sitae Inſulae etc. oue nomina
"
A4alta, e queſt'altre ; l'ingannò l'Interprete,che voltò Pelagie
il Valguarnera. Quindi manifeſtamente appare, ch'eſſo Tolo
meo in tanto la chiama inſieme con le precedenti
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ºi'Afr
Pelagia
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6 DELLA D E SCRITT. DI MALTA
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imco, e nei i" 38. e min. 45. di lunghezza, è in gradi 34, e #iºs
in 4o di larghezza; & il maggior ſuo giorno ſecondo il parer -
ai rigi,
2Stagnuola fiam
ſura Romana, ſubdiuiſo poi in altri ſeni, è cale tutte ſicure, e co
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D. O. M.
FR. IO. DE VALLETTA SACRAE DOMVS HOSP. HIE
ROSOL. M. MAGISTER PERICVLORVM ANNO SV
PERIORE A SVIS MILITIBvs, POPVLOQvE MELI.
TAEO IN OBSIDIONE TVRCICA PERPESSORVM ME
MOR DE CONDENDA VRBE NOVA, EAQVE MOE
NIIS, ARCIBVS, ET PROPVGNACVLIS AD SVSTI
NENDAM VIM OMNEM, PROPVLSANDOSQVE INI
MICI TVRCAE IMPETVS, AVT SALTEM REPRI
MENDOS, MVNIENDAM . INITO CVM PROCERIBVS
CONCILIO DIE IOVIS XXVIII. MARTII MDLXVI. DE
VM OMNIPOTENTEM, DEIPARAMQVE VIRGINEM,
ET NVMEN TVTELARE D. IOANNEM BAPTISTAM,
DIVOSQvE CAETEROS MVLTA PRECATVS, VT FAV
STVM, FOELIxq: RELIGIONI CHRISTIANA FIERET,
AC ORDINI Svo, QvoD INCAPTABAT BENE CE
DERET, PRIMA VRBIS FVNDAMENTA IN MONTE
AB INCOLIS SCEBERRAS VCCATO IECIT, EAMQ,
DE SVO NOMINE VALLETTAM (DATO PRO INSI
GNIBVS IN PARMA MINIATA AVRATO LEONE)
APPELLARI VOLVIT.
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TRA V E R SE. .
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Pia dalla Cortina del SS. Pietro, e Paolo ſotto l'Alberghi d'Ita
lia, fino alla Cortina ſopra la porta della Bucceria.
Di Monte auanti il Conuento di S. Maria di Giesù de frati
dell'oſſeruanza, fino al Mandracchio.
Vittoria dalla Chieſa di S. Vincenzo, fino al Baluardo S. Sal.
uatore, e caſa del Prior Malaſpina. º
Del Saluatore dalla caſa oue habitò già il Commendatore fra
Gabriello Roſſet per mezzo alla Piazza, fino all'Alberghi d'Ale
magna,
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r. DELLA D E scrirt. DI MALTA
C E mai città alcuna nel Chriſtianeſimo fà fondata coſolennità di
cerimonie con duotione di cuore,co allegrezza vniuerſale di tutti
i Popoli e di tutte le Genti, questa, alla fondatione di cui siamo hor ho
ra per dar principio. (Monsignore Illustriſsimo,e Reuerendiſ.e Mol.
to Reuerendt Signori di ſuo Sacro Consiglio, Caualieri generosi, Aſcol
tanti nobiliſsimi) ſopra d'ogn'altra merita d'eſser principiata coceri,
monie ſolenni, con affetto, e con applauſo vniuerſale di tutte le natio
mi della Christianità; poiche comeſperiamo nella bontà diuina, ella ha
dà eſser non ſolo fido ripoſo della Religione di S.Giouanni Gieroſolimi
tano e fortezza sicura dell'Iſola di Aalta, ma anco ſcudo alla Sici- -
quì Indiani, quì Etiopi; quì si ode, e si vairà molto più per l'auuenire
ogn'idioma, ogni linguaggio humano; Quelli ch'adoreranno Chriſto è
dominare, ogn”vno nel ſuo grado, gl'Empi, egl'Infedeli a ſerutre ſchia
ui in catena per maggior eſaltatione, e gloria del nome Chriſtiano,
Vdite, udite come lo dice chiaro il Profeta, Ecce alienigenae, & Ty
rus, & Populus AEthiopum hi fueruntillic; e se non s'adempie in tè
Città regale l'oſcuro, eſagro Enigma di cui fà fatta speciale, e ſegna
lata gratia alla Santa Sione, che l ſuo Edificatorefoſſeſuo figliuolo, e
che l'Altiſsimo Iddio, il quale lafondò ; in lei, sia nato huomo, del
che meritamente ne ſtupiſce ogn'huomo, come dice quì l'Arciprofeta;
Num quid Sion dicet homo, é homo natus eſtin ea, &ipſe fida
uit eam Altiſsimus, Queſto si verificherà almeno, che quell'Altiſsi
mo Signore, che ti dà il pane, in tè si laſcierà vedere in forma dipane,
C quel Christo Iddio, nel cui nome hoggi ſei principiata, prima che sii
LIBRO PR I M O, NO TI TI A I. 17
il
forte di S. Michele, così nominato come crede il Boſio, perche
à gli otto di Maggio feſta dell'Apparitione dell'Arcangelo nell'
anno i 5 5 2. fuſſe ſtato già ridotto a termine di metterui ſopra .
l'artiglierie, e d'alborarui lo ſtendardo della Religione, onde eſº
ſendo ſtato il luogo ampliato di fabriche, e d'habitationi, e for
tificato con recinto di muro dalla parte, che riſguarda il Corradi
no,hebbe dopò l'aſſedio di Malta nome d'Isola, 8 appreſſo di Cit
tà Senglea,dal Fondatore, di cui porta per inſegna le proprie ar
mi gentilitie, che ſono in campo d'oro vna Croce trauerſata, ò
decuſſata di S. Andrea di color nero, a cui ſouraſtanno cinque
conchiglie d'argento. Racchiude fuochi nouecento, nouanta
" & anime quattro mila, e cinquanta ſotto il comando
d'vn Caualiere della Religione. Le batterie, 8 aſſalti, che ſoſten
ne per mare,e per terra co valore, e fedeltà de' ſuoi cittadini che
riſposero a Turchi, e all'offerte loro voler anzi eſſere ſchiauidi
S. queſta
18 DELLA D E S CRI I T. DI MALTA
queſta Sacra Religioni compagni del Gran Turco, ſono raccº
tati dal Boſio nelle ſue Iſtorie diffuſamente, ond'ella meritò il
nome d'Inaitta Città con la liberatione del ſuoi Coloni dall'obliº
go di pagare l'annuo censo, che ſoleuano al Signor G. Maeſtro
Principe di queſto Dominio; n'appare di ciò memoria nella ,
Chieſa Parrocchiale in vna Iſcrittione, che ſiegue.
D. O. M.
AMPLISS. HIER. ORDINI
PRINCIPI MVNIFICENTISSIMO
FIDEI, ET BELLICAE VIRTVTIS REMVNERATORI
OB LIBERATVM POPVLVM AB ONER E CENSVS
DECRETO SACRI CONCILII STATVS
EDITO MAGISTERIO VACANTE
IX FEBRVARII MDC. AB INCARNATO CHRISTO
SENCLEA CIVITAS INVICTA
GRATI ANIMI MONVMENTVM . P.
-
V.27ed
LIB Ro PRIMO, NOTITIA 1. 2,
Vyed Rhim, Valle di Bruti, è beſtie.
Guardia ta Kas il Baiadha, di Capobianco.
Guardia ta But Sciſa.
Guardiata Ras il Hamria, del Caporoſſeggiante. -
Nouen.bre 1 6 o9. - -
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Seno
LIBRO PRIMo, Nori TIA I 2,
Seno della Madalena, oue ſono due guardie, -,
Punta di S. Giorgio. -
Guardia ta Gebellin.
- Vyed el Ballut Vallone delle quercie.
Pl Aa Kayda Terreno, che ſporge in mare. - -
(s)
piscorso
LIBR o PR IM o, No TITI A III. s;
D I s c o RS o D E 2 AG n.1, o S TV F E
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rio, Augusti, (3 c. - -- - -
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c IM IT ER I o D I S. A GA T A -
DEL ci u 1T E R1 o D 1 saN TA V EN E RA
Vedi il Santua.
rio Capu nc nel
Calend. 5. ſoito On lungi dalla Città,e cimiterio di S. Agata di ſopra ,
li 26 di Lºglio, deſcritto ſi ritroua quello di Santa Venera, oue reſta ,
oze riferiſce quel
che ne dice di S. tuttauia dipinta la Santa in piedi con vn vaſo in mano pieno di
P er era Pietro
Natale lib. Io.
fuoco, come ſi ſuole dalla ci figurare, eſſendo ella ſtata ,
e p. 61.e, il P. Vergine , e Martire Franceſe nomata dà Greci A, la rata sai,
Beatillo Geſui
3a,
cioè Santa Paraſceue, per eſſer ella nata nel Vanerdì Santo.
ſotto
LIBRO PRIM O, NO TITI A I v. 47
Sotto l'inuocatione di lei habbiamo vn'altra Chieſa in Malta ti
tolo d'vn Canonicato della Catedrale. In queſto cimiterio, e ſua
cripta ſino ai tempi a noi vicini ſi conſeruò l'altare, nel quale ſi
celebraua, d'onde s'entraua alle ſepolture,che quiui ſono in mol
ta copia, che occupano vn gran ſpatio di luogo per quanto è cd
º - CI MI T E RIO DI S. CA T AL Do .
CIAMITERIO
As D E L LA D ES CR I TT. DI MALTA
c IM I T E RIO D I S. MARIA DELLA GRO I TA
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LI BR O PRIM O, NO TITIA I V. 4»
V 7' E antica traditione confermata, S autenticata per vina ,
ſcrittura tratta dal Martirologio del monaſtero Pulſanen
ſe nella Prouincia di Puglia dell'ordine di S. Benedetto, che in
Malta vi fuſſe anticamente vin'Abbadia de Benedittini, la quale
noi facciamo congettura ſia ſtata in queſto luogo, come più
auanti nel ſecondo Libro dimoſtreremo. In eſſo poſto adunque
& in vn poggetto vi perſeuera final preſente vin ſagro cimiterio
conforme alla pianta di ſopra diſegnata, il cui atrio ſotterraneo è
largo dodici palmi in circa,e lungo quattro canne Romane, nel
lato deſtro in capo dell'atrioverſo l'Oriente appare il luogo, otte
ſi offeriuano i ſagrificij diuini, e vicino all'ara, v'e'vn vaſo afo
miglianza di lauatoio lauorato nella rocca con vn buco nel
fondo,doue per auuentura ſi lauauano i corpi de defonti, eſſen
do ſtato vſo di quegl'antichi Chriſtiani di lauari cadaueri defe- -
deli prima di ſepellirli,come atteſta il noſtro Antonio Boſio nel Lib. I. cap. 17.
ove cita Durad.
la ſua Roma ſotterranea;la qualforma di vaſo habbiamo oſſerua Raticnal. l 7.
to in altri luoghi di cimiterij ſagri di Malta. Nel medeſimo luogo c. de off.defunti.
S. Gio. Criſºsi.
ſi ſcorgono alcuni buchi formati nell'iſteſſa rocca, ne quali fac homil.84.in Io.
ciamo giuditio ſi acconciaſſe l'altare di legno, ſopra di cui anti tom,3. S. Greg.
l. S'aeram tomo.
camente ſi ſoleua porger ſagrifici all'Altiſſimo, eſſendo dalla , 5. o altri
parteſuperiore in vna nicchia intagliata nella rocca, dipinta la
figura del Padre Eterno alla Greca, 3 a mano diritta ſopra l'in
croſtatura della cripta fin'hoggi ſi ſcopre l'immagine di S. Gio.
Euangeliſta in abito Veſcouale alla Greca: dall'altra bida ſive
devna figura di S. Michele Arcangelo, eſſendo tutto il reſto
guaſto dal tempo, e rouinato dall'humidità del luogo. Per di
détro alla cripta ſi rauuiſano ſcolpite nella rocca viua otto croci
di queſta forma, 3 alcuni ſedili tolti, e caua
ti dal ſaſſo medeſimo.
Quindi ſi entra nel cimiterio per alcune
porte tagliate, 8 aperte nella rocca con tre
ordini di ſepolture, e trà l'wno, e l'altro ſo
no le ſtrade per doue ſi camina comodamente,
eſſendo li detri ordini diuiſi, e diſtinti, in do
dici filiere con tre ſepolture per ciaſcheduna
à guiſa di caſſe arcuate preſe dalla rocca viua.
Intorno ai lati del cimiterio ſono diuerle ſepolture, 8 in luo
go particolare molte picciole di bambini, ch'erano coue
rte di pietra forte, chiamata franca da noſtri. In eſſo è rimaſ
to in hoggi vn reſiduo d'wn vaſo di pietra marmorea. In sì
- - G fatti
5o D EL LA D E SCR IT T. DI MALTA
r- B O N E M E M O R 1 E
- f o .... e u i B 1 c fi zº -
- y I N h o c S E C u L O A N
N 1 S L U E g) u n e B I 7 ,
- z N p Coc e fu b of G. & Go L. fe p
- 2 E9 B R E I N D I c 7 I O -
- N e du o d e c. 1 a A t
s . t . . .... .... . . . . .
Ne'detti cimiteri, come in dormitorij quei primi Chriſtiani
riponeuano, e depoſitauano i cadaueri de fedeli defonti in que
ſtiſtauano naſcoſti i Pontefici nel tempo delle perſecutioni, e vi
celebrauano le meſſe, i diuini offici, miniſtrando i Sacramenti,
facendo Ordinationi, & altri riti, e cerimonie eccleſiaſtiche;
il Santiſſimo Sacramento dell'Euchariſtia ſi mandaua à Chriſtia
ni dentro la Città da quelli, che ſtauano nel cimiteri, le boc
che, de quali perche ſi conſeruaſſero illibate, ed'intatte per loro
vſo procurauano di ben chiudere, e con fortiſſime ſerrature,
e n'habbiamo vedute alcune con porte di pietra forte ben ſoda
e marmorea, & in eſſe cauato il luogo, oue s'incaſtraua la ſerra
tura, come vna di queſte conſeruiamo preſo di noi per ſodisfa
re à curioſi. Onde non dubitareſſimo punto d'affermare, che
in tempo de Saraceni quei poueri Chriſtiani, che in Malta,
viueuano ſotto la di loro empia ſeruitù, e dura tirannia, non.
ſteſſero tal hora ritirati in detti cimiterij, e quiui faceſſero le
loro radunanze, e diuotioni attenenti al culto, è alla legge e
diuina .. -
-
antichità, i : i
-
STATO POLITICO DELLA CITTA NoTABILE
gouernata da ministri del Principe.
-
I -
N o TITI A QV INTA.
E ſtata inoltre queſta Città non meno famoſa per origine, e
nome, che forte, bellicoſa, e prode con gl'effetti, come ſi è
dimoſtrata in diuerſi aſſedi), e nelle inuaſioni, e ſcorrerie de Bar
bari,e de'Tiranni,difeſa efficacemente dallo ſcudo,e protettione
del Glorioſo Apoſtolo S. Paolo ſuo tutelar Padrone,e di S.Agata
ſua Protettrice, hauendo hauuto col valore accoppiata la fede e
diuotione de Santi, che l'hanno conſeruata,cuſtodita,e reſa più
volte intatta, é illeſa dall'em pie mani degl'infedeli. Ne ordina
ria e ſtata la fedeltà,e lealtà, chella sépre ha portato, etoſſeruato
- - - A con i ſuoi
sc DELLA D E SCRITT. DI MALTA
con i ſuoi Principi, e Padroni, e viepiù per quella, ch'ha tenu
to con la Religion Chriſtiana dal giorno, in cui dedicoſſi, e con
ſecroſſi à Chriſto Signor noſtro sù l'infantia della nafcente fede »
introdottaui dal Glorioſo Apoſtolo l'anno della gratia 58. Ma -
hoggi molto più che in qualunque altro tempo glorioſa, e for
tunata ſen viue ſotto l'Inſegna, e ſtendardo della Santa Croce
de Caualieri di Chriſto, e ſotto la viua, e ſicuriſſima protettione
del Nobiliſſimo Precurſore nato da ſchiatta Regia, e Sacer
In Lucan, e I. dotale come pondera S.Ambrogio.Sacerdos itaque Zacharias,nec
ſolum Sacerdos ſed etiam de vice Abie, idest nobilis inter ſuperiores
familias ; (9 vxor, inquit illi de filiabus Aaron : non ſollem igitur à
parentibus , ſed etiam d maioribus S A N CTI I O A NN I S
3 A PT I STAE N o B I L I TAS propagatur Prerogatiue
così grandi, é honori cotanto ſegnalati che non le reſta di che
inuidiare qualunque Città del Chriſtianeſimo. -
L'Inſegna, è Arme della noſtra Città Notabile, è vi corpo
di ſcudo dal sù all'ingiù bipartito in color bianco, e vermiglio,
reſagio indubitato, & infallibile della futura Inſegna, e Veſ.
f" ſi doueua alberare, e campeggiare perpetuamente ſou
ra le ſue mura, e baſtioni, poiche permiſe il Signore ſaggio e
prudentiſſimo Gouernatore dell'Vniuerſo, che doppo la feliciſſi
ma venuta dell'Apoſtolo S.Paolo in Malta,il quale vi piantò l'al
bero della fede Chriſtiana,indi haueſſe per gloria de'noſtri paeſa
rià trasferiruiſi l'Eminentiſſima Republica della Sagra Religio
ne Geroſolimitana noſtra Padrona per piantarui il glorioſiſſimo
ſegno della Santa Croce bianca in campo vermiglio, acciò do
ueſſe eſſer queſt'Iſola il Propugnacolo, e Baluardo di tutta la
Chriſtianità,la Corona del mare, la Reggia
- - o - - -è5 º
-
di Nettunno, l'Aca
- - -
CAPIT A N O DI G IV S T I T IA,
e ſua Corte - --
- -
C A T T A P A N I.
gl'infraſcritti. - -
Il AA andra. Clement.
Aayn Targia. Lahfar.
Ginen il Borgi. Nadur il Callel.
Ramla. AAezza luna.
- Laharaſe. Se K e derin.
FoRTE DI S. PAOLO. Ooſo il Hamiema,
Targia ſotto il Naſciaro. Nadur Ponent.
“Bugibba. , - Git i Aebug.
“Bulehen. - - Gidida.
Kaura. Gibrin.
Kas el Ghallis. Kabar il gharib.
Gidida. - Ta CileKen.
Safra. Punta di Dragut.
Bir Iddarin.
c V A RD 1 E D 1 g 1 o RN o. , º
Q Ciuereb el aagin verſo leuante. - -
º S. Giorgio verſo mezzo di, in queſta ch'è ſotto il comando
del Capitano del Siggeij ſi fa guardia per ſei meſi dell'anno,cioè
nell'eſtate, 8 autunno.
Il Borgiotal Melleha verſo Ponente, ſono deputati gl'huomi
nià queſta guardia dai Giurati della Città Notabile.
S. Paolo a mare, per Tramontana, a cui vengono pure pro
ueduti i guardiani dalli medeſimi Giurati. -
-
LIBR O PRIMO, NO TITI A VII. cs
far poi ritorno a quelli, che ſono al dirimpetto della Città verſo
Tramontana . - - -
Giardino ta Caſsia, r
- -
-- - - -
-
Gineina
LIBR9 PRIMO, No Titti A v II.a ea
Gineyna tal Miggiar. Giardino del Migiarro. 2 , e ,
VedtalGineyna. Valle, è torrente di eſſo giardino con due ,
fontane. -sºlcº , , , , i
i Agar el Sarrari, luogo da carreggiare, è caricatoio
detto il Barrani, cioè di fuori, è eſteriore a differenza dell'altr
interiore. E quì Potrebbe domandarvn curioſo, che coſe fuſſero
uelle che da queſti Migiarriò Carricatoi ſi traſportauano fuor
i"
nhoggiin detti luoghi ſtenderſi i ſolchi delle carra fino alle
ſponde, e lido del mare. Riſpondiamo, eſſere ſtate pietre da .
edificare le quali da queſt'Iſola per quella Parte doueil ſaſſo è più
duro, erano per mare portate in Barberia, in quei lidi arenoſi, e
mancanti di pietre, e periciò, n'habbiamo traditio
ne, e ragguaglio d'alcuni venuti da quelle parti, li quali è piena
bocca diſſero hauer vedute fabbriche di Publici edifici, e con
iſcrittioni in carattere Arabico,chefaſio indubitata fede aſſerſta
te quelle pietre da Malta traſportate. Il che ſi può credere ſeguiſa
ſe, quando da Moro è Saraceni ella era occupata, e tirannegiata:
Aayn. fonte con valo , doue ſi dà i"à gl'animali ſotto il -
Migiarro . . .ide. -
Xedum ta Lippia. dentro del quale ſcaturiſce, º
Ben
º
LIBRO PRIM O, N O TI TI A VI 1. 71
2en Varrath figlio dell'Herede, è come altre volte Venerant.
Territorio anticamente tenuto in feudo, hoggi vien poſſeduto
dal Sig.Gran Maſtro Principe.
ºuda K Padre del ſuono, è del percuotere,territorio che vlti
mamente ritrouato feudale, fù riacquiſtato dal Sig. Gran Maſtro
Laſcaris, & applicato ad vna ſua fondatione per compra di ſalni
tro, munitione tanto neceſſaria alla conſeruatione di queſta im
portantiſſima Piazza, miglio, e moſchetti. -
3allut.Quercie,picciolo territorio, - -
Vyed
ALIBRO PRIMO, NO TITI A VII. 7; -
- -
- - -
-
- iS .
N o T I TI A v III.
. . . - - - - -- --
-
-
-
-
-
-
- -
- - - -
-
ti pf
à tutto il rimanente. Proſeguendo adunque la deſcrittione in,
l
Uſl
queſt'altra metà dell'Iſola dobbiamo ritornar, e farci di nuouo
da capo, cominciando à bella poſta dalla noſtra Città, e ſuo di:
) jº ſtretto per cidurci poſcia a finire terminare il reſto verſo Leuáte.
h:5 . Per tanto diciamo,ch'ella hebbe da Saraceni il nome di A4e
lal)
)Il 1.
dina, per antonomaſia, nome generico,e comune anco ad altre
Città, come ſarebbe a dire, in Iſpagna Medina Celi, Medina de
lº Rioſecco, Medina del Campo, M" Sidonia, &altre diuerſe, S.
ne i
l l in Africa al Medina di Dn Kela,al Medina di Eſcura nel Regno di
lI..
Marocco, 8 altre d'auantaggio. Contiene, e racchiude queſta -
pi Città col ſuo Borga detto Rabato à lei congiunto, cinquecento
litº ſeſſanta cinque fuochi,e due mila ſeicento,e vent'vn'anime,con
riº forme al computo, e ruolo fatto nell'anno 1632. per ordine del
lº Duca d'Alburquerque all'hora Vicerè di Sicilia,dal Bagliuo Fra ,
Don Carlo Valdina con aſſiſtenza del Dottor Santoro Baua pro
curator Fiſcale in quel tempo del Regio Patrimonio, mandato
in Malta a queſt'effetto il quale ſeguiremo pur hora per eſſer l'wl
timo nel dar contezza defuochi,e dell'anime, dei luoghi habi
tati, come habbiamo fatto altresì nei già deſcritti di ſopra. In
maggior numero ſenza comparatione alcuna ne'tempi paſſati
furono gl'habitatori della noſtra Città ſminuiti, e mancati con
la fondatione dell'altre, che appreſſo ſeguì nel ſecolo paſſato, co
me per ordinario auuenir " alle Città antiche, da quali mer
cè le nuoue vicine, vanno inſieme con lo ſplendore, e magni-A si
ficenza, tuttauia ſottraendo gl'habitanti di eſſe. Anzi queſte º
iſteſſe, alla fine, non che le perſone, è le caſe, merſicate da vele
noſi denti del tempo à poco a poco s'intiſichiſcono, muoiono,e
s'inceneriſcono; onde à ragione potè dir Seneca. Nihil priuatim, Epift. 91.
nihil publicè stabile eſi; tam homina,quam Vrbium fata volutantur.
E Torquato Taſſo. Gier, ſi lemms ,
liberata» cant.
Giace l'alta Cartago, a pena iſegni, 15:ſlanz 2o.
Dell'alte ſue ruine il lido ſerba.
Auoiono le Città, muoiono i Regni. -
Tà l'Abbatia tà Deyr. - - e ti
Ta Ciaa Ki, ſaſſoletti, è breccie. - - -
- 2 - - I
-
-
Tà Barriera. - - - -
Giardino di S. Lucia. v
L. Td
82 DEL EA D E SCR I TT. DI MALTA
- -- - - , - - r- - - - a r e -- - -
- -
Tà Giregia, è Giardino di S. Aleſſio; Gergiar,è ſignificato, d'vli
- º » 11 - -
-r
Tà Pons con altre ſotto il palagio della Città, che ſono del
Principato. .
Dueuer. Terre, che pigliano la denominanza dalla forma circo
lare, che tengono. . . . -
e L 2 Andar
ai
s4 p ELLA D E scRITT DI MALTA
Andar,ò Baidar el Blat.Pianura diroccami,ò Aia,detta da Latini
Area,nel qual luogo da Turchifà piantato lo ſtendardo reale nell'
anno 1565. per ritirar, e richiamar la loro gente,ch'à gran paſſi
fuggia perimbarcarſi,doppo hauer abbandonato l'aſſedio con lor
ran dolore,e ſcorno. -
raccoglie. e :- - -- - -- - - - - - - -- - - - -
-
--
-
-
- -- -
--
-
. Altro luogo chiamato Diar el Zara. caſe del ſeminato con alcu
ni ridotti d'acqua. - - -
S. Martino con le valli, intorno, che lo circondano, 8 abbellis
ſcono. - - -
Tà Bert. Territorio. - -
dal no
-
- - Di ' . . ,
. - - . . . . . -
Hal mule. Caſale del ſignore, hoggi è rimaſto col ſolo nome,
Tà Arràm. terra così chiamata da i mucchi de grani, -
“v
verbo
LIBRO PRIMO, NO TITI A VIII. 9
El Muyegen, giardino.
3iar Giabbar, ciſterne del Gigante. - -
- - Cenùs
A L I B R O PRIMO, NO TITI A VIII. 1o;
Cenùs tal AAanſab, Pezzetti di terreno, oue ſi addattano, 8 -
comodano le reti con ordigno da prenderfalconi,detto paragno.
CASALE EVBAKRA Il nome di queſto Caſale deriua da Buba
Kra Saraceno, è pure dal ſignificato nell'iſteſſo idioma, cioè Pa
dre delle vacche " egli ottanta tre caſe, e tre centoventi ſette
anime ſoggette nella militia, alla Capitania del 2 orrico.
Contrada di S. Agata,dalla cui Chieſa preſe il nome.
CASALE SAFI Così chiamaſi queſto luogo dal ſignificato chia
ro,limpido,ò ſereno forſe per la bontà dell'aria, poiche participa ,
di quella del Zorrico;conſiſte queſt'Abitaggio in cinquanta quat
trofuochi, e ducento trent'otto anime. Nella militia ſono ſotto
oſti gl'habitatori al Capitano del 2 orrico.
El GhlieKità S. Luca, Clauſure. o chiuſe di terra poſte nella ,
contrada di quella Chieſa. - -
CASALE RIRCOP. Il preſente Caſale contiene ottanta otto fuo
chi, con tre centoſettanta tre anime,nella militia ſoggiace al Ca
pitano della Gudia. -
Cortin, Promontorio.
via
se4 DELLA DESCRITT. DI MALTA
Vyed znuber, Valle de Pini, che porta il nome, e ſi ſtende fi
no allo sboccar nel mare. ,
p yed el AMeſcita Valle. - - -)
chieſa di S. Margherita. - - -
- O Mizebel
, ec DELLA D'Esc RITT. DI MALTA
AMizebel, che ſuona Mondezzari,
Aaſieli,territorio, che ſortì quel nome dal ſignificato del meſe
per la gran copia,Se abbondanza grande,che quiu ſe ne faceua
allt1CaſſleIlte,
Ta AAondellu, territorio, - -
S. Nicolò ta Sciaaira.
El A4uyegien,oue ſirauuiſano molte ciſterne.
El Beddeni, contrada, nella quale ſono piantati alcuni vliuaſtri,
e quindi,riceuono quelle picciole oliue ſeluaggie il nome.
Ghadirata Rez, latomia,ò pantano, hoggi luatoio delle genti
di Zabbar.
Hal Sayd, luogo d'antico caſale.
Vyed el Aiu,valle.
Forn el gir, forno,ò calcara,oue ſi faceua la calce,
Sciaaret è leppia, campagna,ò ſpatio.
Vyed el Aayn, valle,ò torrente della fontana,ſtagnone d'acqua,
ò peſchiera con torre,fattaui fabbricare da Mattiolo d'Elia.
# giº ;
luoghi di due antichi Caſali, - -
-
- - - - -
-
- -
paleſe
LIBRO PR IM O, N O TI TI A IX. 1o 9
paleſe e dichiarato il ſignificato.
Giardini di diuersi padroni.
Ta Longobordi, contrada così denominata dal cognome, (co
me crediamo) di nobile famiglia, ch'hoggi riſiede in Calatagiro
ne,8 etiandio in Meſſina, è Caſtro Reale in Sicilia, detta de Lon
gobardi, come diuerſi campi, e contrade conſeruano fin al pre
ſente l'antico nome di Caſate, che ſoggiornano in quel Regno. Di
ueſta medeſima è ſtato di celebre nominanza il P. Fra Franceſco
Nelle Notitia
Longobardo dell'Ordine de'Minori,di cui fà métione l'Abb.Pirro. Palermi:ara ,
Tà SflasKi, terreno. Tal Hagira,della pietra, terreno. all'anno 1562.
Ghadira di S.Giorgio, ſtagnione,ò pantano poſto in quella con
trada,oue concorrono gl'habitanti di quei Caſali a bagnar, ema
cerare i loro lini. Da ſimil voce Arabica preſe il none, ch'al pre
ſente tiene l'Iſola di Gadiº,ò Gadira,come per l'appunto la chiama
Pietro Appiano,detta da Spagnuoli Cadiz, fuori dello ſtretto di In ſº a Coſmo
grapºia.
Gibelterra (Colonia anch'ella, che fù de Fenici) per ragion del
proprio ſignificato di certe lagune, che in eſſa ſi ritrouano,e come
altri ſpiegarono,perche Gadra ſembra quaſi, che sit locus Punica
lingua, undique ſptus, per ſeruirci determini loro.
D E L L'AC 9 V E D E L L A F O N TA N A,
e della condotta loro alla Città Valletta.
N O T I T I A I X.
“;
e
1, o DEL LA D E SCRITT. DI MALTA
e cotanto ingradito l'Aquidotto, col quale Appio Claudio con
duſſe la prima fiata l'acqua in Roma (perciò detta Appia) doppo
quattro cento,e quarant'vn'anno dalla ſua fondatione,per le ſoura
dette circoſtanze,e perche anco Importaua vndeci miglia di cam
mino, come non potremo paragonare il noſtro aquello, ſe oltre
l'altre qualità, in queſta pure della diſtanza quaſi lo pareggia , è
Entrò, all'hora in sì eroico penſiero quel generoſo, e prouido
Gran Maeſtro, non men di nobilitare, che di prouedere queſta Cit
tà dell'elemento da Pindaro chiamato l'ottimo delle coſe, conſide
rando con pari prudenza, e ſenno la neceſſità, ch'ella ben ſpeſſo
n'haueua,quando maſſimamente nell'inuerno fuſſe ſtata ſcarſez
za di pioggie per empire le gebie, e le ciſterne, onde in ſimile a
penuria erano coſtretti i Signori Gran Maeſtri far codarre l'acq li al
ſino dal fonte della Marſico diſagio,e ſpeſà,e che perciò riuſcitano
inutili, non che poco profitteuoli tutte le fortificationi, e l'altre
munitioni ſenz'altro prò, ſe veniua à mancare queſta tanto im
portante. Con decreto adunque del ſuo Sagro Conſiglio è di
9. di Gennaio 16 1 o deliberò, che ad ogni modo s'haueſſe à cô
duralla Valletta l'acqua viua; per eſecutione, &adempimento,di
che,fè prima venire dalla Sicilia alcuni huomini prattici in tal pro
feſſione, non laſciando di mandar à conſultare in diuerſe parti del
Chriſtianeſimo la maniera, 8: il modo della condotta, e poi rico
noſcere con molta diligenza l'acque,che ſi poteuano con ageuo
lezza condurre, come anco i ſiti, e poſti con far liuellare d'auuan
caggio le diſtanze, 8 altezze loro. Interuenendo nel principio è
tutto ciò il P. Natale Tomaſucci Gieſuita Meſſineſe, e particolar
mente nel ricercar induſtrioſamente le vene dell'acque ſmarrite,e
diſperſe, e ſotto la ſua direttione,ò appreſſo con quella di Bonta
dino de Bontadini Bologneſe, huomo periiiiimo in ſimili affari,
che le diede l'Vltima perfettione, con non poca lode del ſuo nome,
doppo cinque anni di continuo, 8 indefeſſo trauaglio, riuſcì per
la Dio gratia felicemente la condotta, ſenza molto intereſſe,ne in
commodo del publico Erario della Religione; eſſendoſi applicati
per la ſpeſa, e fabbrica degl'Aquidotti, e di tutta l'opera i danari,
che ſi cauauano dagl'auanzi del Granaio,e Forni del commun Te
ſoro,amminiſtrati all'hora dal Commendatore Caſtellar hoggi no
ſtro digniſſimo G.Maeſtro, dalla diligenza,S integrità del quale ſi
ſomminiſtrò la maggior parte di detta ſpeſa, che importò ben da
quaranta mila ſcudi. - - .
- - -
Si che
i 12, D E LL A D E SCRITT, DI MALTA
Si che le due acque,ò fontane Diar Chandulg Aayn Kayed,frà
le quali queſta è la maggiore, ſi vengono a congiungere, e ſcon
trar inſieme in vna picciola gebia dentro il giardino di S. Miche
le (podere del Principe) trecentoſeſſanta cinque canne in circa ,
diſcoſta dalla grande nelli Storioli,il che fù eſeguito puntualmen
te nell'anno 1 642. giorno di S. Luca.
Del fonte Cirani, membro, e rampollo di Aayn Kayed, hoggi
entra nel condotto ſolamente quella quantità, che ſi ſmarriſce, e
perde,inuiandoſi la maggior parte di lui al giardino di Aayn Klieb
poſſeſſione della Religione.
Entra nel medeſimo condotto vn'altr'acqua nomata ta Vyed
el Besbies,per più di mille canne di canale nel luogo chiamato ti
AAarget Meiya, è Margiliiaſa,ma queſta ſgorga poi per ſeruigio,
& aprò del giardino di S. Antonio a Caſal Lia capo della fondatio
ne del G.Maeſtro de Paula,il quale mentre viueua à proprie ſpeſe
colà ve l'introduſſe.
Ma facendo ritorno alla gebianelli ſtorioli,fino alla quale dall'
origine,e ſorgente di Diar Chandul,annouerammo mille ducento,
e vintinoue canne,da quella continua,inolrrandoſi ſotterra il cô
dotto per altre due mila,ſettecento,e quattro canne, fino che giu
gne alla vaſca della prima arcata fuori del Caſale Attard, e quiii ſi
ſollieua da terra ſopra l'arcate, per lo ſpatio di ducento, 8 otto can
ne e poi ritorna a ſepellirſi per cento,S: ottanta cinque, e poſcia ,
s'inalza nel ſecondo ordine d'arcate per il tratto di cinquecento,e
uattro canne, e di bel nuouo ſi riconcentra,e naſconde per altre
ſettant'otto,e la terza volta ſen poggia in alto,e laſciaſi vedere câ
s
-
M D C X V.
- CASTELLI DI L E PANT O,
Naupactus, Patreq; patenti obnoxia paruo,
Magne olim Claſsi, que vetuere viam. - -
MA GN VS MAGIST ER LASCAR Is -
Zenefidamſcaphis ſtatiunculam -
- -
- - a -
feri curauit. - -
Deſcrittione
r 18 DEL LA D E SCR I TT. DI MALTA
Desc RyTTI o NE D E L L'ISOLA DEL G o Zo.
N o T I TI A X,
'Iſola del Gozo fù chiamata da Greci, e da Romani Gaulos, il
- cui ſignificato latino è Poculum, quaſi voglia dire Coppa per
vederſi prodotta, e formata dalla natura in figura, 3 a guiſa di
Vandal rerum Coppa,e da gl'Arabi con voce corrotta Gaudesc, Procopio ſcriué
A b. 1.
do la nauigatione del Valoroſiſſimo Beliſario Capitan Generale ,
dell'Imperador Giuſtiniano, che da Sicilia, e dal porto di Cauco
na( hoggi nomato Capo Rasgarambi, è Torre della Secca, ſe ne ,
paſsò nel Gozo, e Malta per tirar in Africa, laſcio scritte queſte º
Sºortate da Che parole traportate dall'Idioma Greco nella Latina fauella. Velis ce--
serio nella Sic.
leriter ſublatis Gaulo, è Melite Inſulis adpulerunt. Scilace à Mer
aniiq ºf444. curii promontorio verſus
Cap. 2 6. Orientem Solem, haud procul d promontorio
Inſula tres ſunt parue , ob id ipſum d Carthaginenſibus habitata, Me
Lib. 5. tita Oppidum cum portu,Gaulos Oppidum, Lampas.Diodoro così diſ
corre, Post Melitam; Inſula altera est, que Gaulus vocatur in alto
pelago, gi ipſa, portuumque commoditate prestans, Phenicum colo
nia, anch'ella percerto Colonia de'Fenici, altresì ricca d'antichità
come Malta,e da medeſimi habitatori in vari tépi habitata,e maſ
ſimamente da Greci,che le diedero il nome. Paſſiamo d'auuantag
Lib. 2. cap. 5.
-
gio à vedere altri Autori come l'habbiano chiamata. Pomponio
Mela, Circa Siciliam,( dice egli) in Siculo freto est Aee, quam Ca
Lib. 3. cap. S. lypſo habitaſſe dicitur, Africam verſus,Gaulos, Melita,Coſura Plinio
poſcia ſoggiunſe, in Sicula freto Inſuleſunt in Africam verſe,Gau
los, Melita, Coyra, e nel Lib. v. Cap. v 1 1. Gaulos, (g Galata,
Cap. 32. corpionem drum animal Africa necat. Solino, Ex parte,
cuius terra S
ua Cercina est accepimus Gaulon Inſulam, e così fu detta ancora -
fit.e.
Gaulone.Martiano Cappella,in Siculo etiamfreto Inſulas eſſe non du
Lib. I4. bium est, Africam verſus, Gaulos, Melita, Coſſura. Silio Ital. la .
chiamò Gaulum, che corrottamente poi ne volgati eſſenplari ſi
legge Caulum. -
- -Cosyraquè parua.
?Nec Maior Megara Mutye concordibus ausis.
Iuuere, gr Strato Caulum ſpectabile ponto,
Gio: Quintino nella deſcrittione di Malta. Eſt (3 inſula Gau
los breuiſsimo transitu à Melita, latitudine intercurrentis freti quin
quemillia non amplius paſſuum, parua quidem, ambitu dumtaxat
triginta millia paſuum, ſed quae fertilitate, non cedit Melitae, cuius
Praeſulem cognoſcit.GlIſolani di eſſa furono chiamati Gaulitani.co.
- -
II] S º
-
–
-- -- --- -- - -– –
L IBR O PRIMO, NO TI TI A X. r 19
Nel di ſotto viene a formarſi vna laguna dal mare, ch'entra per
vna grotta nella rocca, chiamata Tie KaſzerKa, che vuol dire º
feneſtra cerulea per la profondità; queſta laguna dal ſito circolare
ſi è chiamata Kaura, il cui ſignificato altroue è ſtato ſpiegato.
Capo di S. Dimitri. Giarriſca. -
.Mgiarro
8 del ozo, ſcalo delle barche, ſotto la torre,e forte della -
N o T I TI A XI.
Ra l'altre picciole Iſole, che rendono bello il noſtro mare, è
quella, che fù nomata anticamente Hephastia, hoggi da noi
detta Comino, che circonda, e gira da cinque miglia. E benche »
sì fatto nome ſembri comune, S vniuerſale a molti luoghi, e Cit
tà,ad ogni modo l'Iſoletta, di cui pur hora fauelliamo, è ſenza fal
Lib.2.cap. 16. lo quella, di cui ſcriuendo Filippo Cluuerio diſſe nella deſcrittio
ne, ch'egli fà dell'Iſole noſtre. Porrò inter Melitam, (g Gaulon
paruula quedam Inſula iacet vulgari vocabulo Comino dicia. Anti
quum huius nomen videturfuiſſe Hephesiia,id si si latine reddas V tel
cania, che da Scilace fù poi chiamata Lampas,dicendo A4elita Op
pidum cum portu,Gaulus Oppidum; Lampas,itinerarium Inſulare, In
ſile Maltache Festia,g Falacron,sic equiden Regiam,in H iſpania
ha bere Laurentine Zibliotheca exemplar,testatur Ateronymus S urita,
( Mquibus priora,iam antea correxi in hunc modum, I nſule A4 alta He
phastia , reliquum vocabulum Falacron debere eſſe Gaulon, ipſe situs
indicat, in fin qui Cluueriot. Abramo, Ortelio nel ſuo Teſoro geo
grafico ragiona in tal modo, Festa,g Falacron ( Fallacorum alia
lectio. ) Antonino Inſula inter Siciliam, C Africam, che pare hab
bia egli parlato purtroppo chiaramente di queſt'Iſoletta, chiami
Clin, 4 par.2. dola Feſta, ma dall'Arabo Chriſtiano,ò ſia Geografo Nubien è nel
libro de Relaxarione animi curioſi,vien nomata Kemmuna, come
hoggi à punto da Malteſi, queſte ſono le ſue parole, a Gaud ſe,
cioè Gozo perges ad quandare parzam Inſulam nonnine Kemmuna,
-
uel Freo. - - --
-
--
- - -
D E L LA FERTI L I TA DI A4 AL 7 A.
N o T I TI A XII.
In comment. 1.
E quindi il P. Cornelio a Lapide ſcriſſe Altera est vicina Siciliae act. Apoſt. cap.
28.
vulgò Malta ditta, ea hic intelligitur, quae Caelo est clemente, aquis
ſalubribus, agro benigno, 3 frugfero a bonitate mellis laudata, in
deq, Melita, vt videtur appellata. Tomaſo Porcacchi nella deſcrit
tione dell'Iſole, deſcriuendo Malta dice. L'aria di tutta l'Iſola è ſa
lutifera, e maſſimamente à chi vi è auuezo. e vi ha fontane, 3 hor
ti copiosi di palme, e per tutto il terreno produce abbondeuolmente, gra
ne, lino, cottone, è bambagia,e comine e genera cagnolini gentili, bian
chi
r26 D E LL A D E SCRITT. DI MALTA
chi, e di pel lungo per delitie degl'huomini. Vi ha gran copia di roſe di
ſoauiſsimo odore. Il terreno si ſemina tutto l'anno con poca fatica, e si
fanno due raccolte, e gli alberi fruttano,similmente due volte l'anno,
onde il verno ogni coſa verdeggia, e vi fioriſce, si come la state ogni co
a arde di caldo,ſe ben vi cade certa rugiada,che gtoua grandemente al
le biade. In fin quì il Porcacchio.Giouanni Quintino nella deſcrit
tione della medeſima, parlando della fertilità di eſſa, come Autor,
e teſtimonio di veduta dice.Očto à vico millibus in mediterraneo Ci
i uitas est maioris cuiuſdam reliquiae, non inamena quidem illa,g cul
taſatis,g c.ſalubri calo, ſicuti tota Inſula,iis praeſertim,qui tam diu
tina mansionis conſuetudine,illi aſſueuerunt, fontibus rigua est, hor
tis consita, palmas,ſed steriles, nec sponte genitas frentibus, oleaſque
ac vites (ouis tamen,quam vino meliore), g) cum reliquo pomorum
genere ficus, breuiter eosdem, quos (g Italia frustus producunt. Indi
paſſando a lodare la qualità delle roſe di Malta, che in bontà pa
reggiano à quelle di Napoli, e di Capoa ſiegue à dire.Roſas quoque
gignunt odori ſu au ſimi, tsunt hortensium, quibus abundant om
mia odoratiſsima, acſports gratissimi apud eos, quia sicca; roſa tamº
pre caeteris quae proprie ruderatum agrum amat, qualis est Meliten
An vita Santae sis. E Paolo Emilio Santorio diſſe Apparatur lautum conuiuium,
Agate.
Paeſium Citta
ſplendidiſsimae epulae, optima vina, thorus molliſsimus inter odores,
nel golfo Agro (& ſarta Melitensi , aut Paestana roſa puluinaria, interque lintea
politano, è di
Salerno.
tenuiſsimi lini,stºrnitur. Ma ritorniamo a Quintino il quale voledo
poi commendare la qualità, e le rare conditioni del mele di Malta
(che non cede punto all'Ibleo di Sicilia)eſſendo il paſcolo de me
deſimi fiori, che colà guſtano l'api, onde alcuni ſenza dubio ten
gono, che da queſto, Malta habbia hauuta la ſua denominanza,
dice. 9uare funt optima, g hoc tractu mella ,vt quae ſunt thymi,
violarum, florumque apibus, g alueariis conuenientium condita, sic
vt nomen traxiſe videri poſit Inſula,ioſo nomine mellis gloriam sta
tim praeferens. Della bontà, e qualità del mele Malteſe, ne laſciò
ſcritto Ciccrone contra Verre queſte parole. Iam non quaero vnde
CC C C. e mphoras mellis habueris (9 c.mitto demelle,ſed tantum, ne
Melitensium ? Paſſa più oltre Quintino a narrare la qualità del
bambagio, del quale i Malteſi traggono molto beneficio,e non
poco guadagno operandolo, 8 impiegadolo in diuerſe induſtrio
ſe maniere ingegnoſamente; dice adunque. Huic pariter(Inſulae)
cotonon familiare, Undemagni prouentus Inſulanis. Hoc olim aliqui
Goſypion vocauere,plures xilyna, inquit Plinius Aegipto tatum naſces
dum is Auctorvixit, nunc in Sicilia, Calabria, Hispania, et aliis lo
ci pluribus,ſeritur.Verum Melitenſe maximè horum laudatur,alterius
C7) 1774
L IBRO PRIMO, NO TITIA XII. 127
enim nationi, creſius est. Siegue poſcia a deſcriuere la pianta così
al viuo, e curioſamente,che non habbiamo uoluto laſciare di quì
ſoggiugnere il modo, com'egli la dipinge, dicendo, specie eius ni
tradunt auctores,quos equidem legerim, prolixius itaque depingam,
quia est admirabile nostratibus aliquidex arbore naſci, quod
-prºſsrtin
Intorno
, ,s DELLA D E sc R ITT DI MALTA
Intorno all'abbòdâza dell'acque, che inaffiano il noſtro terreno
maſimamente in quella parte dell'Iſola, oue ſono i giaru ni, e gl'
orti, ſi può veramente dire, ch'eſſendo ella di circonierenza non
più di ſeſſanta miglia, non montuoſa, ma più toſto Piana, e balla e
in mezzo al mare, ſia incredibile la quantità de riui, e ramicelli
d'acqua dolciuma, che nel ſeno contiene, poiche oltre l'infinità
delle ſorgenti,e de pozzi d'acqua viua,gode la delicia di ben otta
ta principali fontane,tutte buone a bere molte de quali ſono anco
hinc ſeptuaginta ſcriſſe ciò l'anno 159 8. rem comprobatam eſſe acce
pina in un bilico Inſale non longe al Oppido, ſub terra maximam
tiu e vino fluere,eamque vt dicitur fontium caput eſſe ceterorum. La
ſpelonca,ò grotta, che dice eſſer il ricettacolo dell'acqua, è quella
gran caua ſotterranea detta la dragonara poco diſtante dal mare;
quiui " è deleese però non è veriſimile, che colà ſi riceua ,
ma più toſto altronde riceutita venghi in eſſo luogo a ſgorgare º
nel mare; il che preiſo di noi ſi rende maggiormente vero, non
ſolo per il corſo dell'acqua,che tanto queſto ramo,quanto quello,
cie ſi diffonde per la Terra Cormi,nellepianure della Marſa, mo
ſtra la ſorgente deriuare dalle parti meridionali, ma per vm oſſer
uatione, che da alcuni è ſtata fatta,benche da loro non inteſa, 8 è
come queſti riferiſceno, che ſotto quelle rocche, e balze, che riſ
guardato il mare da mezzogiorno vicino al terreno, ſi vede con
veemenza ram pollare l'acqua, ſtrepitando in aria in vn giro, e
ipatio di dieci canne in circa hor in vn luogo,è hor in vn'altro in
modo che li peſcatori, e contadini hanno cone ſemplici tal'hora
credito, che da Folletti è Spiriti fuſſero di ſopra à quelle rocche ,
ianciati ſaſſi in mare, noi però congetturiamo, che di là entri a
pinto per quei luoghi cauernoſi il mare , e con qualche violenza
incontrando vento,ò aria racchiuſa,e ſerrata cagioni quel ſorger
dell'acqua,ſcoppiando nell'inalzarſi, e che diramandoſi per le ve
sia della terra, coi perder pian piano la natural ſalſu ggine,dopò ha
tier fatta di ſe vaga moſtra in tanti luoghi per doue paſſa, e ſcorre
a beneficio noſtro, ritorni finalmente, come habbiamo detto è me
-
ſcolarſi colmare. \ -
Quanto poi fuſſero ſtimati, e tenuti in gran pregio i cagnolini
Malteſi, ne l indubitata fede Strabone, diſcorrendo in queſta gui- zii. c.
ià 4nte Pachimun iacet A4 elita, vnde Catuli ſunt,quos A4 elitenſes
vocant, ne fa anco mentione Eſchio dicendo. Melitaus carellus
pa, aus, e Muſiro addotto dal Cluerio così dice parlando de'me- ºi;
dc ſimi cagnolini del capitolo che tratta della noſtra Malta. Meli- 437.
tei catuli dicantur,inde quod in Ai 1 elita Inſula, Italia vicina gignan
tar, Suida e Fauorino parimente affermano, Melitaeus eatulus, ca
num quidpe alti ſtent venatici, alii qui vna eum animantibus progre
diuntur, alii qui domi custodiam pecudum aguntuali ſunt ad oblecta
cionem, vt A4 elitei eatuli, (gc. qui voluptatis, siue animi cauſa ala
tar. Aggiun gaſi Fazello che così diſcorre paruulos canes ſubalbos, Decad. 1. lib. 1.
g pil longioribus ad hominum delicias Aelita gignir, or Aristoteles cap, I.
in problematibus,(3 Strabo referunt Hoggi è quaſi eſtinta queſta ,
-
Li noſtri Caualli per la velocità del correre non ſono eglino ſti
mati al pari di quelli che in Italia ſono detti Barbari è come altre
sì le giumente,che ſono sì ſuelte, e non meno al corſo velociſſime,
e da diuerſe parti d'Europa Procurate per razza,e perciò quiuite
nute in pregio ? - -
notiſsima, et vsitatiſsima herba,e qua fit,non absimilis eſt ciceri foliis i", A. India
vera commen
edmodumſene, ſdpaulò breuioribus, gr latioribus,ramuſculis lignosis tarius er varijs
instar genitae,caulis rarò ad proceritatem Vlnae aſſurgit,et tertio ſi A toribus con
geſtur
gue anno vie pollicis cr ſuiem ſumit : flos iacceae flori,haud diſsi -
milis est. Semen faenugraeci ſmini non nihil accedit, vtrinque com
preſum, et veluti praecſim , quod Nouembri menſe colligitur,ſeritur
fire menſe Iunto,herba ſmelſata,triennium durat, etſub fine Mensis
Septembris,aut initio Oétobris quàm pluuite ceſſant,ſecatur. Primo an
ma planta adhuc tenera esi, et glasium, quod ex illa conficitur, imper
i cium eſi, rubicundo colore, et ponderoſim, ita ut aquae iniecium
ndum petat, et ſubsidat, id vocatur Nouti, siu e Aousi, ſe
i ce lo asino al latº eſt leue, ei violacei coloris, a aequè indºtum
- R 2 fipe natat,
r32 DELLA DESCRITT, DI MALTA
ſupernatat id peculiari nomine vocant Cyerce,siue ziarie. Tertio an
no rurſus declinat àperfectione,eſta,graue, 3 nigri coloris.omniumq;
viliſsimum appellat Cateld.Conficitur autem glastum in hunc modum.
Plantam ſectam coniiciunt in oblongam cisternano adid paratam,
(º multis ſaxisſuperiniectis deprimunt, atq, diluunt, 3 eperiunt plu
ralympha,ita compraeſſa, 3 aqua cooperta " adaliquot dies,
donec aqua colorem,grſubstantiam omnem herba extraxerit, et imbi
berit, tunc aquam hanc in rotundam cisternam, in cuius fundo alia
minor, itidem orbicularis ſtructa ºft, emittunt; bacillis valide eandem
agitant, º liquidam ſensìm diſpumant, atqi id tantiſper, donec aqua
omnis deſpumetur,et fecessataue craſiorſu bſtantia in fundo ſubsidant
hane exemptam ſuper pannos extenduni,etsiccant adſolem; vbi autº
iam paululùm indurari capit,in orbiculos, aut laminas, aut pastillos
cogunt, g ſuper arenam porrò indurandam proiiciunt ; nam omnis
alia materies colorem ebiberet,(3 vittaret, ſi pluuia inopinatò ingruat,
perit color,g ſplendor glafto,g hinc ab ipsis Aalad appellatur. Pree
ſtantiſsima glaſti notae ſunt,siccitas,leuitas,ita vt aque innatet, vio
laceus color &ſplendor coram ſole, (& si prunis ardentibus impositum
violaceum fumum edat,g quam pauciſsimos cineres poſt ſe relinquat.
L'vtile,che ſe ne caua da coloro, che ſanno coltiuare queſt'erba,
& eſtrarne l'Indaco,è grande, e però tanto più eſſi s'aſtengono di
comunicar il modo ialtri; quindi è che l'arte non è ſtata frà gl'
Iſolani molto diuulgata;ne appreſa da loro tantoſto, come ſoglio
no fare ſtudioſamente di
che mediocre beneficio,
i coſe,che poſſono apportargli qual
- i
Si che furono poco prattici coloro, che vanamente penſarono eſ Teſoro del
ſerle dette lingue denti di lamie,ò di cani marini impetriti.Vaglio gioie c.36.
IlO queſte lingue non ſolo contra le morſicature " , S: altri
veleni, ma anche contro le febri maligne,petecchie e ſimili infer
mità,come ne fà ampia teſtimonianza il dottiſſimo Padre Corne In Alt. AppA,
lio à Lapide.Tutto per ſingolar gratia del glorioſo Apoſtolo S.Pao sap.
lo,che benediſſe queſta noſtra terra, communicadole la medeſima
virtù; tanto che moltiſſimi Medici in Sicilia,S: altre parti adopra
no la polue di queſte linguette in vece di belzuaro,e ſi ſono vedu
P. 3. lib.5.f 95
ti marauiglioſi effetti, come ne fa fede il Boſio, che preferiſce la . & lib, 37.foi.
terra di Malta allalemnia,detta communemente terra ſigillata. 775.
P. 1. lib.2.
Gio: Botero nelle relationi vniuerſali del Mondo, dice di Malta.
Ea il terreno quasi tutto ſaſſoſo; ma la pietra è tenera, e di facile lauº
ratura, la terra s'alza sù la pietra due, è quattro palmi, le coſe ch'ella
produce, vi naſcono in tutta eccellenza,com'è il cottone,i frutti ifiori,e
maſsimamente le roſe. I Greci la chiamano Melita dal miele, produce
pecore,capre, Buoi, Astmi. Muli,conigli e pernici in copia. Vi si fa anche
-- - - f.le
- --
za
ſale in vn luogo che si chiama le ſaline, (in fin qui il Botero ) dalle º
quali l'Erario del Principe per l'eſtrattione, che ſe ne fa da Vaſſelli
- -
.
- -
i. . . ,.
-
.è
- -
– telaque ſuperba. ,
Lanigera Melite, aclitus piſcoſa melačte. . . . .
- Oltre, che fuori di detti porti in alcune ſeccagnie peſcando per
alcune miglia di diſtanza, prendono peſci d'ogni ſpecie, e di tutta
bontà, che ſi vendono pure a buon mercato
La natura poſcia ha voluto, che le medeſime pietre reſe graui
de, e feconde dall'acqua di mare, haueſſero occulta virtù (è
gl'huomini naſcoſta) di produrre tanta diuerſità di conchiglie»
imaririe si ch'habbiamo, cioè oſtreghe, coccioli, telline, dette o
da paeſani arzelli, è cappe, gandoffoli, e particolarmente i can
noletti, e dattili, che ſi trouano in ben poche parti del noſtro ma
re Mediterraneo, eſſendo propria, e ſpecial qualità di queſte no
ſtre pietre, le quali buttate a taleſfetto in mare da peſcatori,dop
po certa dilatione, e ſpatio di tempo, le rompono,e quiui dentro
Aritrouano (coſa meratiglioſa) generati quelli, che cauano c5 age
uolezza a gran douitia&in grandiſſima copia ne'noſtri mari, ma
è più d'ammirare, che nelle viſcere della noſtra pietra, anco in
luoghi rimoti dal lido, e nelle parti ſublime dell'Iſola,ſi ritrouano
generate le ſudette telline, cappe, dattili, è altre ſpecie di conchi
glie ſenz'altro concorſo d'acqua di mare, impetrite però così na:
turali in quelle iſteſſe forme, ch'altro non le manca che la vita,
S il ſenſo, benche alcuni tengono opinione, che queſte tali coſe,
come anco certe ſpine, 8 oſſa di peſci impetrite, che ſi ritrouano
nelle noſtre pietre, ſiano ſtate colàtraſportate dall'onde del mare
al tempo del diluuio vninerſale, e nelle viſcere della terra (in pro
greſſo di tanto tempo fatta ſaſſo, fuſſero rimaſte nelle proprie
Lorme indurite, e ridotte nella medeſima qualità della pietra,tutto
Che
136 DELLA D E SCRITT. DI MALTA
che in eſſa ſi ritrouano pure certe picciole vipere,fonghi,& altre o
coſe terreſtri impetriti delle quali hauendo noi gl'anni paſſati mi
date alcune al Signorde Peirès gentilhuomo d'Aix curioſo, e ſag
gio intreſtigatore, e ſpeculatore, de marauiglioſi effetti della na
tura, con altre coſe antiche, egli corteſemente ci riſpo e con vna
compitiſſima ſua lettera nel 1635.vn capitolo del tenor ſeguente.
Poich ella si è compiaciuta honorarmi del nobilſmo prſente di tante
pretiosiſsime reliquie dell'antiquita Greche, e Rºmane, e delli più nobili
effetti della natura nella petrificatione delli aculei, e teste degli Echini
marini, e di certi altri animaletti inſeti pur di mare, diuisibili in certo
numero di stelle di cinque raggi ci ſchedun i . Non ſenza gran meraui
glia della diuina prouidenze,trouandosi in queste nostre montagne va
rie petrificationi maritime di queſto genere,in sito molto alto riſpetto alla
baſſezza dell'acqua del mare, ma nulladimena quasi vguale per tutta
la coſta marittima di queſto paeſe, º anco in Italia. E vorrei pure,
che V. S. si degnaſſe aggiungere ancora un obligo alli precedenti cioè, che
ella mi mandaſſe a quale altezza ſopra quella dell'acqua del mare si tro
suano queſte petrificationi dechini, ſtelle, conche denti, et altri che siſo
gliono ty'0lt are insieme incaſtrate nelſaſſ,ò nell'arena , è nella creta per
potere far la comparatione a poco appreſſo all'altezza delle noſtre, e di
quelle d'Italia,ſendo certiſino, cl e ſe ne potrebbe cauare vn giorno di
belliſsimi concetti, e congetture della viciſsitudine delle coſe naturali,
Ma l'imuidioſa morte, che poco appreſſo tolſe alla Francia sì nobi
le, e virtuoſiſſimo ſoggetto,priuc ſul bel principio inſiememente
noi di poter fodisfare al ſuo curioſo queſito, e della ſua gentiliſſi
ma corriſpondenza,
Vna ſpecie di conchiglie non è di minor curioſità, e vagghezza
ne noſtri mari chiamate naccare, che ſono dilunghezza più d'vn
i" di paletta, producono queſte dal lato vna piccio
la mannetta, come di ſeta delicata, e morbida di color cappellino,
che frà l'altre bontà, e ſue belle virtù conferiſce molto al dolor d'
orecchio, applicataui dentro, bagnata nell'olio d'amandole dolci.
Non è ſcarſo il noſtro delitioſo mare di generar anch'egli rami
di fino corallo atteſo, che più volte eſſendo a bella poſta venuti al
cuni del meſtiero, e peſcatori n hanno trouato, e poſto in opera a
guiſa di quello della Città di Trapani, S ottenutone perciò prini
legio dalla benignità del Sig. G. Maeſtro Principe. - -
-
- -- l
tigri
-
-
-
- -
- - che fa di frutto, e
- - - -
-
- - rende - - - -
" º, º : E Ss is ::
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-:
º
º º
4; 3. 3
D ELLA DESCRITTIONE
D I M A LT A,
DEL COMMENDATOR ABELA
libro Secondo. -
DE VARI N o M F D E L L IS o LA,
e de ſuoi primi Abitatori. -
N O T I T I A I,
l
$ i
L nome di Malta prima, che Melita ſi chiamaſſe, fù
º". ſperia ( ſecondo l'opinione di Cluuerio) antichiſſima
i S, ſedia de'Feaci,doppo oggia preſſo Omero iſola di Ca
lipſo, come più auanti porremo in chiaro,cò la ſcor
ta dell'Iſteſſo Autore. Indi da Greci Melita, e final
mente corrotta la voce dagl'Arabi, è Saraceni nell'occuparla ,
inſieme con la Sicilia, Malta è ſtata detta,nella guiſa per l'appunto,
che in fin hoggi la nominamo; così ce lo afferma il medeſimo
Cluuerio nel ſouradetto luogo per autorità di Tomaſo Erpenio Sicil, ant'q. lib.
2. Cap. I 6.
peritiſſimo Scrittore. Nomen id (.34elita) nonnuper corruptum est
in hodiernum Malta,ſediam ante ſexcentos ampliàs annos, cum Ara
bes Inſulam vnà cum Sicilia occuparent, vtex Arabibus Ceographis
pariter, atque historicis nobis expoſuit peritiſsimus hoc ſeculo Arabica
lingua interpres, ceteraquedottiſsimus 7 homas Erpcnius; quindi in
vn antico itinerario maritimo, che falſamente s'attribuiſce al no
me d'Antonino,ſi leggono queſte parole. Item inter Siciliam , -
African Inſula Coſſura,a Lilibeo ſunt stadia claxx.A Clipea ex Afri
ci stadia toxc. Inſula Maltacia, Festa, gº Falacron, Inſala Cereen
nashee à Tapacis distat stadia tocxxii. Inſula Girba; per q ueſto luo
go del già detto Itinerario alcuni del noſtro ſecolo ſono ſtati d'opi
S 2. nione
14o D E L LA DESCRITT. DI MALTA
nione,che l'Iſola all'hora ſi chiamaſſe Maltacia, ma errano gran
demente, come dice il Saggio Cluuerio ; impercioche il regio
eſſemplare in Iſpagna della biblioteca di S. Lorenzo dell'Eſcuriale,
(oue noi ſiamo ſtati,benche per il breue ſoggiorno non ci fuſſ
- permeſſo ilvederlo di preſenza) per atteſtato di Girolamo Zurita
graue Iſtorico de Regni d'Aragona, contiene Inſula M altache,
Festia, & il Napolitano,A4altatae, Festa, le parole vitiate il ſopra
detto Zurita ſi è forzato di così emendare Inſulae Melita, Icesta;
e vi aggiugne d'auuantaggio ſcesiae Ptolomaeus meminit inter In
ſulas Siciliae adiacentes, quae mihi pro Festia ſubstitui ex manuſcrip
torum corrupta lectione videtur. Ma l'Autore dell'Itinerario quì và
" l'Iſole, che ſono frà la Sicilia,e l'Africa. Però l'Hicesia
di Tolomeo,ò ſia come ſcriue Euſtachio Hicesion, era frà l'Iſole ,
sicil, anti q.lib, Lipareſi, leggedo Cluuerio l'Itinerario Inſulae Malta, Hephestia.
2. cap. 16.
Nel reſto ſiamo d'opinione ch'habbino equiuocato coloro ch'
hanno creduto,l'Iſola eſſerſi veramente chiamata Meliuetu,ò Mi
Teſoro Geogra
leuitu, S&indi cognominato il Concilio Mileuitano, come pruden
fice, teméte il dimoſtra Abramo Ortelio nelle voci Melita,g Mileuis,
eſſendo quella di Mileuitanum da Mileuio Città poſta nell'Africa,
oue ſi celebrò quel famoſo,e Santiſ. Concilio, così apertamente ,
lo proua il Cardinal Baronio con altri, benche grauiſſimi Autori
i affermato, che qui in Malta fuſſe ſtato cuocato, e cele
brato: le parole dell'Ortelio ſono queſte . Mileuis Africae propriº
locus,Augustino epist. 1 6 8, Mileuitana Regio ſi apud eundem epiſi.
129. ad Donatum. Vnde liquidò appareterrare eos, qui Concilium di
ºtum Mileuitanum in " Inſula habitum ſcribunt. E quindi
hebbe origine, ch'ella Meliuetum ſia ſtata denominata in alcuni
atti publici, e nelle ſcritture Siciliane ; il qualeguiuoco ſtimiamo
ſia ſtato preſo da più di cinquecento, e cinquant'anni in quà,cioè
3. è
-, à dire doppo cacciati i Saraceni,S: appunto nello reſtabilire, che fe
il Conte Ruggiero la Chieſa noſtra Catedrale, e ſuo Veſcouado,
quando ne creò Veſcouo Gualtieri,il quale in vn diploma,ò priui
legio della Ducheſſa Sichelgaita moglie del Duca Roberto ſpedito
l'anno 1 o89 dall'Incarnatione ſi ſottoſcriſſe Gualterius Maliueta
Apiſcopus teſtis, ſupponendoſi per at:uentura da lui che gl'altri
72 t/.5
º
Quùm enim
Habitare ſubadoleuiſſet in eademNausithoi.
fastu dominantis inſula non cupiebat -
-
prima, aut docuit, aut didicit. Colonie certe eius pene orbetoto diffuſe va difeorſo de'
ſunt, la quale ſecondo, che vuole Valguarnera decoro delle let- ti ai
tere Siciliane, fà fabricata gl'anni del Mondo 2273.che fù il quin- fi
to anno per l'appunto dicegli,che il Gran Parriarca Giacobbe ſe a
ne paſsò nell'Egitto, Siche al tempo della diuiſione della terra di
promiſſione ſeguita poſcia ſotto Gioſue 2 57 anni doppo,potè ma
dar le Colonie in Sicilia, Malta, e nella Spagna. Ma ſecondo il pa
rer del P. Giacomo Saliano della Comp. di Ciesù, ciò fà negl'anni
del Mondo 2783. & innanzi la venuta di Chriſto Signor noſtro De Dottrina di
127o.Però il P.Dionigi Petauio della medeſima Compagnia vuo temporum.
le, che 24o anni doppo la fabrica del Tempio di Salomone,fuſſe
quella della Città di Tiro. - - . . . . . »
rent, ſegue poſcia. Post hanc altera est, quam Gaulum vocantepor
tuum commoditate praestans, a Phoenicibus primàm frequentata, la.
voce primàm dimoſtra ſaggiamente il Valguarnera, eſſeruiſtata,
aggiunta dall'Interprete, poiche in greco non ſi troua,ne ſi legge
altro ſaluo che queſte parole e riser 2 russi, Colonia de Fenici,e la
voce frequentata tanto ſuona, quanto, che rendere quella Più gra
de, e popolata. Il che viene mirabilmente corroborato con l'au
torità d'Euripide,portata dal Dotto Samuele Petito Franceſe,oue » In legesAsticar
moſtra, che gl'Iſolani Malteſi non vollero in alcun contoricoue fol 51,
rare,e riceuere nei loro porti i Fenici, e dichiarando queſto teſto
d'Euripide, - - -
-
--
genda non Tyrus, ſed aliqua illarum Inſularum , quae inter Africam,
º et S iciliam sitaeſu nt oelstesa autem dicitur, non quod sit in Phoenicia,
ſed quia Phoenicibus habitabatur colonis , quemadmodum apud Lati
mum Poetam Carthaginis Arces Tyrtae dicuntur atg, ipſa C arthago 9
Tyria Vrbs, quia ſcilicet Tyrii tenuere coloni. A4 eliam igitur, aat
G aulum designat Poeta , in quas Colonias deduxerunt Phoenices
i vararla in vt loquuntur Thugdides, et Diodorus, etiam longè ante
troiana tempora, ſedvidentur boni isti coloni Tyrios, quorum era ut à
arussi ſuis noluiſſe consistere littoribus, et portubus prohihuiſ è. Itaque
7) " instrugia illos adorti expugnarunt,primitiaſi; praede Apol
dini Delp ico conſecrarunt.
s-e furea a risari, i rhitazeta Phoeniſſa tellus patria, quae me nutriuit
- Aonire di zai, e in raid a diede Agenoris filii ex filiis AAartis,
º sice uizetela, ºrridº deterhunar Phoebo me miſerunt hic exuuiam.
- Dalle quali parole chiaramente ſi comprende quegl'antichi Ti
ºri habitatori di Malta eſſer entrati per forza,e violentemente nell'
Iſola, e i" la vittoria conſeguita hauer conſegrato ad Apolline ,
Delfico le primitie della preda, ſoggiugnendo il medeſimo Auto
Fol. 52, e re. guod diximus Inſula fl05 illos noluiſſe admittere Phoenices in portus
- -
R? 3 -
ſuos claret e primo chort;verſi, e poco dopò. Qaedterà diximus in
telligi Inſulam, si forte A Meliten , qua inter African ,g Siciliam inter
. iacei, acile probare esi, ex itinere Siciliam quippe praeteruehuntur,non
tempestate atti, ſed ſecundo vento, quen Zephyrum ſe dici Euripi
des, impellente . Soluiſse Igitur ex Inſula constat, è qua in Saeorianº
- --- t . -
tr. N o a
& º s.
nautgantes neceſse fierit Siciliam preteruchi, Zephyrumq; nauiganti
bus fuife ventuneſecundum; ergo ex Inſula aliqua ſoluerunt que erat
i n- mari Africo inter Africam s(3; Siciliam sita,gr.Conchiude ndo fi
. - Queſt'
LIBRO SEC ON D o, N o TI TI A II. 1 s;
º i Queſt'vrna fictile,ò di creta vna di quel
- º le che vſauano gl'antichi Fenici progeni
tori de'Malteſi, ſi conſerua con altre due
ſimili nel noſtro Caſino di S. Giacomo
interaméte;ella fù ritrouata l'anno i 624.
|
º in vn luogo poco diſtate dalla Città No
tabile nel terreno di GharbarKa vicino
allaCripta di S.Venera: era poſta in vina
grotta cauata, S: intagliata nella rocca
i viua otto palmi in circa ſotterra, ſi ſceſe
is -à quella per alcuni ſcaglioni alla boc
i ca, ch'era di grandezza di tre palmi in
è quadro,volta all'Oriente, chiuſa con vn.
ſaſſo; la grotta haueua di lago dieci pal
mi, e di largo ſette,la di lei altezza era ,
quanto comodamente vi ſi poteſſe da .
altri ſtarà ſedere. Il ſepolcro copriuaſi
con tre pezze dell'iſteſſa materia di terra
cotta, delle quali,q uella di mezzo era rot
ta,e caduta nel medeſimo,haueuano le ,
parti del couerchio alcuni forami nell'
eſtremità ; l'oſſa del cadauero ſi ritroua
M . . NN è rono quaſi ridotte in polue, & à pena ſi
\ ſcorgeua la forma di lui, 8. eſſendo da -
vºr N altri toccato alcun oſſo, che n haueua la
l Ila
- \ H
- -
N- A ſembianza,venne tantoſto à ridurſi in
cenere; ſi trouò parimente dentro l'Vr
vn'ago di ferro lungo mezzo palmo,vn vaſetto in oltre di ter
ra cotta, 8 vna ſcudellina: la ſituatione del ſepolcro, è del cada
ucro era col capo a Leuante, &i piedi volti all'Occidente, che co
sì appunto ſoleuano i Fenici ſepellire i defonti,come atteſta Aleſ
ſandro d'Aleſſandri. Sedin humandis corporibus Athaenienſes Orien- i3
ge,3. Direz
f 2,
.
tt 722 verſus, Megarenſes, C Phoenices ad Occidentem vertereſo
lebant, Schauendolo noi è bella poſta fatto colloca
reſoura la porta d'vn giardinetto piantato in vno
di quei cimiteri antichi, ſottov habbiamo
poſta l'Iſcrittione,che ſiegue, acciò di
sì bell'antichità non ſe ne per
- deſſe aſfatto la me
moria ».
V Phoenicum
154 DELLA D E SCRITT, DI MALTA
Phoenicum Vrnam, qui primi a Gigantum interitu S
lingua, Euri portum nominant. Ima pars extat in pleriſq; lapidum lon
gitudinis,craſitudiniſ, stupende. Quantunque egli habbia preſo erº
rore circa la grandezza di quello, non eſſendo veriſimile, che il ſi
to fuſſe tanto grande, quanto egli lo deſcriue, cioè di tre miglia ,
che perciò viene con giuſta ragione riprouato, da Cluuerio con
queſte parole. A n quis temerè crediderit, unum templum tria ampliàs
milia paſſi um occupaſſe ? D'Ercole Tirio vedi Diodoro lib.xx. car.
2 57. e così nel libro Xvij nell'anno 4. d'Aleſſandro, come anco
Q, Curcio nel lib. 4, parlando dell'Aſſedio di Tiro. .
Gregorio Giraldi ſcriue del noſtro Ercole. Alexicacos verò Her 7 ib. de Diffgén
iiii Syntag. I 9,
cales, hoc est expellens mala, vt interpretatur. Macrobius, post Apol
- - (-f 7 - r-r - 1 - - - -
l non etiam licius, de hoc ita Lagiantius lib, v. Diain. Institut. com
tra L' erodeº,vt puto de Apollonio loquens, staltura si igitur id puta
;e iloni: i noleiſ , quod optaret utique
è
si poſt, quia nemo est,
gai --
ortalitati a recaſet, C maxi è cam eurº dicas, 3 adora
v - - » - - - -
mo Virgilio. - ss =
Tunc Salii ad cantus in- A TT
" i"
anni iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
con quattro caualli per la ſua temerità, la faccia del ſole,e lettere º
intorno,che dicono a sua vera ſignificando,ch'ei cercaua coſe del
tuttO impoſſibili,ne punto proportionate alle forze humane.
La noſtra ſtatua, è di marmo finiſſimo, d'eccellente, e ra
ra ſcoltura, d'altezza di Palmi cinque, potendo forſe ben eſſere ,
che fuſſe ſtato il medeſimo ſimulacro, che ſcioccamente vene
raua quella Gentilità nel detto tempio, perauuentura portato
ſeco dagliſteſſi Fenici quì in Malta, com'era vſo degl'antichi co
durre e portar con eſſi loro i Dei penati,e baſtarebbe in conferma
tione di ciò, ch'habbiamo detto (cioè che gl'antichi Malteſi ha
ueſſero hauuta origine da Fenici di Tiro) ſolo l'eſſere ſtato preſſo è
loro in ſomma veneratione, è in grandiſſimo pregio Èrcole chia
mato MEAITI= cioè Malteſe,in quel famoſo tempio, che gli fà eret
Hi?. p.3. lib.5.
to,e conſegrato di cui parlando il Boſio dice. E doue quel vano,(3 fol e
Malta,
rss DELLA DEscRITT. DI MALTA
AMALTA PRIAMA OGIGIA ( PRESSO AD OAMERO)
- - - i Iſola di Calipſo.
NoTITI A TERzA.
-
Strab. lib. 1 et 7
v chiamato il Gozo da Callimaco Iſola di C alipſo celebrata
da Omero, Apollodoro per detto di Strabone, difendendo
Eratoſtene ſgrida » C riprende Callimaco, che quantunque egli
fuſſe grammatico, non dimeno contra l'iſtituto d'Omero, e ſito
de luoghi nell'Oceano da eſſo eſpoſti,doue peruenne Vliſſe, hab
bia fatto l'Iſola Calipſo, il Gozo. L'Iſola Calipſo per ſuo proprio
0aſi. lib. 5. nome da Omero è chiamata Opgia, deſcritta da lui con queſte º
parole. . . .
- Sed cum iam in Inſulam perueniſſet longè iacentem,
- Tum è mari conſcendens ceruleo,ad continentem
I bat; donec ad ingentem ſpecum peruenit,in quo Nympha
Habitabat pulchricoma; hanc verò intus inuent.
Ignis ibi ad focum ingens ardebat: proculverò odor
Cedri fiſsilis, thurſi per Inſulam redolebat,
Ardentium. Ipſa autem intus cantillans voce pulchra,
Telam percurrens, aureo radio texebat. -
nario, Et Carybdim non sine maximo periculo in Siciliana venit, etc. Vlyſer.
E Diodoro Sicolo de Bello Troiano,ſcriuendo la pellegrinatione , Lib. 6.
d'Vliſſe fauella in queſta guiſa. Quo patto appulſus Aimarum mul
ta indeper bellum quaesita praeda nauigauerit , etc. atq; aduerſa uſus
fortuna deueneritad Siciliam, vbi per Cyclopem,atq, Leſtrigonam fra
tres multa indignè expertus,adpoſtremum ab eorum filiis Antiphate, et
Polyphemoplurimosſociorum amiſerit. Da che ſi può tirare diritta ,
conſeguenza, che Vliſſe co ſuoi compagni ſi fuſſe sbarcato ſotto
la montagna di Mongibello,in quel porto, che da lui ap preſe il no
me,cioè porto d'Vliſſe, vicino ai ſcogli habitati in quel tempo dal
Ciclope Polifemo, Plinio deſcriuendo sì fatti luoghi dice così. Co Lib.3 cap.8.
lonia Taurominium, quae antea Naxos flumen Asines, Mons, Aet
ma, Scopulitres Cyclopum, Portus Vlyſis, Colonia Catana, il qual
porto volto à mezzo giorno, hoggi è chiamato Longina, di cui
C . Il CO Virgilio -
-
errante Vliſſe,oue di lui dice. Relicta Circe,preternauigatis Syrenum
Inſulis, Scillaquè (g Carybdi in Sicilie ora,Sociis tempeſtateraptus,ad
ogygiam Inſulam deiectus, è Calypſone Nympha, grc.filium habuita
fondãdoſi nell'autorità di vari Scrittori antichi, che quiui adduce.
Di più ſi potrebbe aggiugnere, che parlando Vliſſe d'Ogigia
nel vi; dell'Odiſſea, così la deſcriue. - º -
Habitat. - -
Aia. s Publi.
Melita Princi
Quindi il noſtro P. Manduca della Compagnia di Giesù preſe ,
Apis cap. 3. n. Io,
occaſione in vn ſuo Manoſcritto, facendo mentione delle Sagre ,
Cripte di Malta,e particolarmente di quella della B Vergine della
elleha, (apparendo colà vicino vin veſtigio d'antichiſſimo edifi
cio,di groſſiſime pietre,eſpoſto al mare, nel porto delle ſaline) di
congetturare,che quello fuſſe l'habitatione di Calipſo có dire. Nam
in eo tractu fuerat palatium miro ordine inſpelunetsexciſam ex Home
ricis notis,recenter depraehenſum a Philippo Cluuerio in deſcriptionibus
AMelitae ac Siciliae. Dum enim Homerus deſcribit ſpecum, in quo Ca
lypſus Atlantis filia plures annos Vb ſem naufragum incluſum deti
nuit. Solum extimum ſpecus arboribus consitum,g, aquisirriguam re
fert fuiſſe,fenestras verò inferioris domicilii ad mare obuerſas , quaesi
gna cernuntur in iſto ſpecu i meritò Cluuerius Melitam existimauit
fuiſſe Calypſus Inſulam coaceruatis aliis coniekfuri. –
Finalmente Vliſſe, doppo hauer dimorato in Ogigia noſtra, ſe
-
-- -- - - - -- - -- - . . - -
-
- . -
- - - - -- - - - -
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C e, ciaº - -
ti
- -
Pe
Nausithoum,
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Vliſi Cabp,ſº excellentiſsima
-
Dearum - - - - - -- - -- -
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ti:ofi .. . . - i . .
- . . . - • - - - - i -- o M - ea sº
Eod lib.cap, I 6.
fol.447.
En vt ex fabulis ſaepè neStunturfabulae, ac mirif è interſe con
funduntur. Nausithoum Phoeacum fuiſſe in Atelita Regem, atti inde
eos in Scheriam, siue Corcyram deduxiſ, ſipri offendi. Ad cuiuspoſtea
filium Alcinoum Vlyſm peruenſi, trali Homerus, Athìe Hesia
duº quùm ſciret, & “Nausithoum fuiſſe quondam in I nſù la A Meli
ta,gi Calypſo, Vl ſempue ad hanc in longe il ſuo errore perueniſse;
--- - - - - Nausithoum
L I B R O SE CON D o, N o TI TI A II. rc ;
?Nausithoum horum fecit filium.Vnum argumentum adhuc addam,va
prouádo in queſto luogo che Ogigia ſia Malta,quod est apud Aethi
cum,(3) Orosium, quorum hic lib, 5.cap.2.Syrtes (inquit) maiores, gr
Troglodytae,contra quos Inſula Calypſo est,que Aethicusata refert.S.yr
tes maiores,g Troglodyte; qui habent è contra Inſulam Calypſus. Ma
qualaltra lſola può eſſer queſta, che le Sirti maggiori l'hano di co
tro,ò à dirimpetto,che ſolo la noſtra Malta? non ven eſſendo alcu
Cant.15. frant,
na eccetto che lei in tal paraggio locata,onde cantò anco il Taſſo, I8.della Gierig,
Giace Malta fra londe occulta,e baſſa, liberata, -
. 5- - -
E così Vliſſe. Post varios caſus, post tot diſcrimina rerum
Tendit in Ithacam. - -
bronologia re
argumento,Graeci generis fuiſse tum temporis Melitae incolas, gr si fir,
rannidis huiur
lingua Graeca etiam ad Phanicasſeriberepotuiſſe ſuſpicere Phalaridem, Phalaridis in
quas postea interpres in Punicam linguam interpretatus fuerit: maiori an. 2.Olimp.31.
extitum vero in
de Graeco genere documento est quod altera dictarum epiſtolarum pecu annum, nomine
miam AAelitensibus dat mutuam, quam ipſ ab eo petierant. Id quod Olymp.38,
haud facile facturi erant,si Phoenices,ſeu Poenifuſsent: utiq; acerri
mo etiamtum interhos, gi Graecos in Sicilia flagrante bello, quidpè a
primo anno Olympiadi ci. quà primam Graeci Coloniam in Siciliam
deduxere Naxon, ad Olympiadis xxxi. annum ſecundum,quò Phalaris
tyrannidem Agrigenti occupauit, anni ſunt,haud amplius luxx. Thu
eydides verò multos Graecos in inſulam traieciſe teſtatur , antequam
Phoenices,pleriſq; quaehic tenuerant,relictis,Soluntem tandem, Panor
mum,atq; Motyam occuparent,quarie hanc inter Lilybeum,ac Drepa
na sitam, Olympiade fande ideſi anni ci v. poſiquà Naxos deducia
fuit,Graeci al tuliſse Carthaginenſes,ſupra lib.1.cap.2.et lib...cap. 1.
oſenſum eſi. ?Nihil igitur certius,quam iam tùm ſubprimum in Sici
liam traiectum pulſos fuiſse à Graecis è Melita Inſula Phoenicas, ea
quevna ratio ſi cur inſulas paruas Thucydides tribus illis locis, Soli
ti Panormo,ac Motyae non adnumeret. Huc iam accedunt,gr inſcrip
tiones antiquae marmoris, ac numiſmatum, grc. Apud Ciceronem in
Verrina II II. hae legumtur. Ab oppido non longè in promonto»
rio Fanum eſt Iunonis antiquum, quod tanta Religione ſemper
fuit.vt non modo illis Punicisbellis, quae in his ferè locis nauali
copia geſta, atq; verſata ſunt, ſed etiam i n hac pradonum multi;
tudine,ſemper inuiolatum, ſanctumq, fuerit,quin etiam hoc me
moriae proditum eſt. Claſſe quondam Maliniſſa Regis ad eum
locum adpulſa, prafectum regnum dentes eburneosincredibili
magnitudine è Fano ſuftuliſſe, 8 eos in Africamportaſſe , Maſſi
niſſaq; donaſſe, Regem quidem primò delectatum eſſe munere ,
poſt vbi audiſſet, vnde eſſent,ſtatim certos homines inquinquere
mi miſiſſe,qui eos dentes reportarent; itaq; in his ſcriptum literis
Punicis fuit, Regem Maſſiniſſam imprudentem accepiſſe : reco
gnita reportandos, reſtituendoſo; curaſſe, eamdem rem Valerius
Maximus refert lib. 1.cap. 1. Punicis hteris eam conſentiſse inſeriptio
nem, dum vterq; (quasi dedita opera ) teſtatur auctor, cioè Cicero
ne,e Valerio Maſſimo,diuerſam eam linguam à Melitensium lingua
fuſe , haud obſcurè innuunt. Cicero praedisti hac ſubtexit. Ekar Douitie del
p kA A7 EREA MAGNA VIS EBORIS, MVLTA ORNAMENTA, IN gl'1- tempio di Giu
mone in A/alta
avs EBVRNEA E VICTORIA E ANTIggo OPERE, Ac sr MMA ARTE per atteſtato di
Cicerone nella ,
PERºEcTAE. Nec operis, nec art is fuſse Punica e credas; ſed Grecae. 4 Verr.
ºNam
16 g DELLA DESCR IT T. DI MALTA
- s . - - º -
Olymp.oaz. º
amico,diciamo eſſere della Dea Giunone Reina, Iuno Deorum Re N - 9 - --
Che Mercurio ſia rappreſentato altresì per il Sole a noi vien in Lib. 1. cap. 19, -
De rebus Con
ſtatinopolitanis La onde Giorgio Codino ſcriue in queſta guiſa. Dicunt Mer
curium eſſe lucri auctorem, et Emporium, etc. Ceſare deſcriuendo i
coſtumi di quei Popoli parlando dell'humane vittime, così ſotten
tra. Deum maxime a ercurium colunt,huius ſunt plurima simulacra,
hunc omnium inuentorem artium ferunt,hune vtarum, ata; itinerum
Ducem,huncadquaestus pecuniae, mercaturaſa; vim maximam ha
Mytholºg.lib.1.
bere,arbitrantur, fù egli adunque perciò ſcolpito alato, perche co
sì deuono eſſer i mercatanti, cioè ſolleciti,diligenti, e preſti. Fulg.
AAercurium (dice) coluere quasi mercium curam,omnis enim negotia
tor dici poteſt.34ercurius, quare pennas ? pennata verò talaria, quòd
negotiantium pedes, Ubiq; pergendo, quasi pennati ſunt.
In oltre s'effigiaua (come ſi vede) il noſtro Mercurio cd le piu
me,8 alato,non ſolamente, perche come Ambaſciatore degli Dei
In eruditi cuiuſt doueua eſſer veloce à guiſa d'vccello, ma ancora per queſto gero
dam Prometheo
lib. I. verb. Mer glifico ſi deſignaua l'eloquenza, 3 additaua la velocità del parlare,
curius.
Odyſ verſ 112
che perciò Homero diſſe, che le ſue parole erano alate, onde quei
Gentili da Liſtro vollero adorar per Mercurio il noſtro Glorioſo
Apoſtolo S.Paolo. guoniam ipſe erat dux verbi, (come ſi legge ne
Cap. 14, gl'Atti Apoſtolici) perſuaſi à ſtimarlo tale, per la ſua molta facon
dia,e copia d'eloq Ul CIl Z3 ,
Finalmente da tutte queſte ragioni,diſcorſi, e riſcontri,poſſia
mo aſſai bene far congettura,che gl'antichi Malteſi habbiano ha
uuto mai ſempre in gran veneratione Mercurio in diuerſe forme,
e varie guiſe da Gentili diſegnato il qual vediamo ancora con la .
mitra in teſta detta Recina che è tanto è dire quanto mitra Malte
In Satyr. lib.4.
Lib. I Theb.
ſe,come ſpiega Varrone.Mitram Recinam,aut Aitram Melitenſen.
Gualthcr Ani E mitrato ancora fà egli chiamato da Stathio. -
- FA L LA RI A G L E G E sT E s I. "
Imaneteui di dar ricetto a quelli, che io hò sbanditi: percioche nel ". i;
a
- -- -- - - Fallari i - - - -
184 DELLA DESCRITT. DI MALTA
FA L LA RI A M E L I TE S I.
I Voſtri Ambaſciadori mi hanno perſuaſo a preſtarui danari, benche
hora io non ne habbia abondantemente,hauendogli di continuo con
umati nelle guerre: ma comunemente ſidice, che con gli amici non si de
ue uſare ſcuſa alcuna. Ma vi prego, che non vogliate eſſer simili a
molti,che togliendo in preſtanza uſano parole benigne,g amoreuoli, gr
quando ſono richieſti di reſtituire, riſpondono con diſpiaceuole,et odioſa
maniera facendo opera che non è ragioneuole,et che dimoſtra ingratitu
dine. Et certamente colui ehe riceue beneficio, dee tener memoria di colo
ro,dai quali l'ha riceuuto: et insin che paga il debito,ſtimare, che i credi
tori siano quei medesimi, et ſe è buono come à buono, et ſe è maluag
gio, come a maluagio pagarlo ; percioche auegna, che egli non sia ta
le; nondimeno è coſa giuſta, e ciuile ſatisfare, ai creditori. Io adun
que AA elitesi miei,et qua ndo io preſto,et mentre che riſcuoto,ſempreſon
quel medesimo,et ſempre simile a me ſteſſo: ma quelli i quali da me rice
uono piacere, ſecondo le occasioni mutano i coſtumi nel modo,che dicono,
che i Cameleontiſecondo il luogo due ſono, variano il colore, et mentre
che riceuono il beneficio come benefattore,e come Iddio, e con ſomme laudi
mi honorano: quando poi lo richieggio loro, mi chiamano tiranno, e huo
moſcelerato. Oltra di ciò conoſco, che ſe l'huomo ha da perdere i danari;
molto meglio è preſtargli a un priuato, che a vna REPVBLICA: per
ciocheſe vn priuato te ne priua: tu acquisti vn nemicoſolo, et quello è
debole: ma ſe vna Republica tegli nega il danno però non è minore, et
hai non vn ſolo, ma infiniti nimici. Ma in voi non hò io compreſo mai
simile difetto; et perciò mando i danari ſenzaſoſpettione alcuna,(3 re
puto, che voi siate in ogni altra " ricordeuoli, gr intorno alle mer
cantie LEALISSIAMI. Oltra di ciò mi penſo,cheſappiate, che mag
gior biasimo è che molti facciano ingiuria a vno, che uno a molti: per
cioche non è veri imile,che vno diſpregi molti, ma è bene ragioneuole,
che molti di on ſolo facciano poca tima, - -
FAL LA RI A 1 AM E D E s 1 M 1.
N ondietro
perche io faccia poca stima delle vostre lodi vi hº mandato lì
il vostro Ambaſciadore con questa lettera, ma perche le
mie opere non permettono, che io sia lodato. Voi forſe quel volete mo
strar,che io sia tale iſtimato,che dagli altri io sia riputato, ma ho certez
za,che da tutti ſono tenuto huomo ſcelerato, ma voi mi hauete verame
te per buono: non dimeno non poſſo fare, che tal nome peruenga è noti
tia degli altri, e dvoi in questo,alle falſe openioni degli huomini
- ſono
L IBRO SE CON D O, NO TITI A IV. 1 s;
ſonopiù toſto di danno, che no: percioche ogn'uno può dire, che ſe voi
7) 072 foſte simili a colui, non lodareſte vn huomo di peſsima vita. Et
figlio Siciliano, che nella ſua Iſtoria così dice. Queſi è quel Palari,
chiaroper molte guerre, ch'eifece famoſo per molte virtù,e n.olti vitii
5
uerchio d'vna caſſa è pure vrna ſepolcrale) ou'è ſcolpita l'iſcrittio ini Greche
e le iſ ritiio
con
ne, la trouiamo diſteſa in due linee, eſſendo ſtato il marmo ſotter mi tºſcale.
ra,che pertanto non ſi ſcopriua punto la ſeconda fila di lettere;
ſeruehoggi per vaſca d'wn fonte, che ſcaturiſce nel foſſo, ſotto le º
ºo
o - - -
3 - . - Aa 2 Tavº
iss DELLA DEscRITT DI MALTA
Tran rpogo 9 ott Ral 09
opyºortas da ureton
duod'orov supe: no a tavo
nas rois ty 2 reti av
Tot
yºyernrat, - -
ex zaneta tvgua arrat an a Amºrta meteo, Con uentui frequenti in loco comitiorum
pusrarloos uavarº pov Maursus strar Menander, Menandri MELITENSIS dixit,
eratºn togovaos dºmanre sov ua parevtoe 9ºniam Hubnlur Demetrij Marathonius -
errº rais a ex ais ex superarnrn wa ave usa in honoribus deletus eſt egregie »
zai ardo;or avastaous «rsycanze tav- Et honorifice ſegerens inculpabileno ſe ex
ro rasse xare «exursasserº ates rstona hibuiti tumſ et torum,prefettur,el ciur,cº
putra rou vtov, ma a Tor aa Aor ovvrsagav. Cum filio, cateris con ſpettatoribus
varra uaaaos cat rps rovtos 3pa Cev vas Onnia preclarè, honefteq, moderatur
Totº rparov rara rmvatore e roumaar tor Tunc primum Pana:henacis conſtituit, -
d'nuo ra» arnrator tar sr d'naai riunru Vt Populus Atheniehrium in Delo cohoneitandus
rat Xpurat e reo avatarayosevusra sv Sia aurea corona proclamata in, - - -
zº ºrariº atros ºrº roaaatar xin Et vehem. nter contendens, multa bene
riuºr «rnº si reti e ºsastrº e azotnair fcia Athenienſibis in Delo degentibus contulit.
sºftus re yenoueves Tar reya avr rso» , «ai Sacerdor inſ perf ctus m gnorom Deorum,co
ºrahim Tou stia antiav 3 tat re Alr al patsus Iterum Afſet lapij, co- rierſim eletius a
vºro rou -
ºugou va aaxerrov durvrov, ua aurar ide- Popºlo ſortitº ſq: Sacerdotium Dioniſij,3 ex pro
avy Tng pr js - - - -
ser º 7 as our o inuee parntai evy encrou Vt igitur Populus videatur vtilis -
ſeſ,
L I B R O SE CON D O, NO TI TI A I V. , 9,
Asvans etc rov Juan, erºexturni 2avani sve Senatur ad Populum, quod videtter Senatui
vava aat sv4ovaon ºuntptov aap xro vior Coronare Eubalum Demetrij A4 erahonium
voi i pot rav raou sa º vai avevns e ve usv Sacra Dei corona virtuiis cauſa
uai svrotas rns us rov ºn aor xº porovnoa Et beneuoleni e erg. Populum, eligere qi
da zai rpsa Cus nºn rpsus, oi ruves a vantor Iam legatortrer, qui adeunter
res sari varatºna a ſotanº, ma accanria v Athaenarum Senatum, co concionem
rapanaatsovai tar ºnuor riva ruxasenta Hortabuntur Populum comprobare
rais svonousuarois tºovao i piaar Tpara i l)ecreta Eubulo beneuolo.
a vayra vera da ro e ro ruote ua ais smano Et inſeribere hoc decretum in columna
arrivne ma arma a sv 7 a mia Aita, reso cele Nigra, o fiatuere in Fano Herculir: legati
sis armvas nare to a spia aa orº: «exespo Ad Athenas ſecundum decretum electi
TornyTau arti vºrmft is in uup tv ar Tms Sunt, Antheferiur ex Myrrinutie, -
&svettº ai rivato, ºmanti sas gaparosios Xenophilur Thin eus, Demetrius Marathonius
e mia mºto su uai ir a Tnvno 4V. Decreuit etiam Athenis.
Fù queſta iſcrittioue à noi mandata dal Gualthieri (ritrouando
ſi all'hora in Palermo) con ſua lettera del tenor,che ſiegue.Aaitto
hic inſcriptionem, quae AAelitae mentionem facit ; ego vt illam Ad K.
relinquerem meis non inſerui,(8 si dottiſsima sit,multae antiquae eru
dittionis referta; Mearum inſcriptionum intra paucos die finem im
ponam, hiſce vale, (gº ſalue Clariſsime Domine, 3 ignoſce breuitati
ſcripsi Panormi Anno ciotocxxit. Georgius Gualtherus. -
r - Appreſſo i Gentili fà il ſi
a i lentio riputato per coſà diui
Lib. 1. de Apoli.
ina, come ſcriue Filoſtrato. Tianeo cap. 1.
Prore diuina a Pythagorae di
ſcipulis colebatur, donde nac
que, ch'alcuni de loro falſi
Dei preſſo i medeſimi furono
numi, e preſidenti del ſilen
rio, com'era Angenora con la
bocca chiuſa, 8. Harpocrate il
di cui ſimulacro teneua il di
to alla bocca, in dimoſtratio
ne di taciturnità, e di ſilentio,
à fine d'inſegnare tacitamen
i te ad altrui, ch'il raffrenarla ,
i lingua, haueua non sò che di
s . ſoprahumano, e del Diuino,
perche ſi come tante ruine ,
-.
& eſtermini ſono cagionati
A | dalla ſouerchia liceza del par
Sg lare, e dalla molta loquacità
i naſcono gl'errori, 8 i peccati
si come inſegna il Sauio,in mul
º- tiloquio ni decrit peccatum;così
te da vma lodeuole, S: opportuna -
tacituruità
192 DELLA D E SCRITT. DI MALTA
taciturnità ſuol prouenire. Documento,che poſſiamo noi ageuol
mente apprendere fin dai bruti ſteſſi, poichele grue foruolando
il Monte Tauro,perche non diuenghino preda dell'aquile, e non
periſcano, ſi chiudono la bocca portandoui vn ſaſſolino, onde fa
cendo mentione di ciò dottamente diſſe colui.
guam tuto Taurum, preſſo clangore fugaci
Tranſuolitant, aquilas, efugiuntº: grues
Tam multispraeſtatopraſtare silentia rebus,
Tam multis linguam non tenuiſſe nocet.
Et vn'altro. Ne pereant clangoſae grues,lapideoraſaburrant
Obſtrue sic linguam, Garrule ne pereas.
Dalla buona cuſtodia adunque della bocca, e della lingua de
º Garrulitate pende la vita,e la ſalute, come per l'oppoſto dalla sfrenata libertà
quendi del parlare la rouina,e la morte. Plutarco (diſs'egli) Magiſtros ha
bemus homines, tacendi verò Deos. Intanto che Angenora, & Har
pocrate dinotauano all'hora il ſilentio. Horvolédo i noſtri antichi
inſegnare queſta virtù del tacere, penſarono di ciò ſimboleggiare
col ſopra diſegnato ſimulacro d'Harpocratepicciol Idoletto, che
preſſo di noi tuttauia ſi conſerua,di buona manifattura, e di bron
zo, ritrouato quì nell'Iſola, ch'ancora fa fede indubitata della .
ſua antichità, come altresì dell'habitatione de Greci, che l'hebbe
ro in ſomma veneratione,e poſero ne loro tempi, come anco in.
quelli di Oſiride, e di Serapide. Hauendo eſſi tolta dagl'Egitti la
falſa religione di loro dodici maggiori num.i, come riferiſce Gia
Lib. 5 cap.4s
f,4o2.
como Boſio nella ſua nobiliſſima opera De Triumphanti Cruce, di
cendo.li ergo duodecim Aegyptiorum maiores Dii extitere,aimirum ſep
te V2 planetae, Pantomorphos » (9 quattor elementa, quorum Deorum,
Paolo Marſio comentido Ouidio afferma,che queſto Batto fiſſe ILib.3 Faſ.
Bb 2 ſtato
19 e DELLA D Esc R ITT D I MALTA
ſtato il medeſimo, che regnò in Malta, e ciò proua con l'autori
tà di detto Poeta,il quale cantò.
Fertilis est Melite sterili vicina Coſyre
Inſula, quam Libyci, verberat vnda freti.
Hancpetit,hoſpitio Regis confiſa vetusto, - -
Itaq; deinde post, Dea coli caeperit, id quod Ouidius prolixè explicat.
ueſt'iſteſſa nauigatione d'Anna da Malta, ou'era ſtata alber
gata dal noſtro Rè Batto,alla campagna di Roma, detta già l'anti Fol. I22.
coLatio, & ad Enea,ci narra parimente Gio. Rauiſio Teſtore in
tal guiſa. Anna Beli Regis ſia post mortem ſororis ſuae Didonis,Carº
thaginem ab Iarba ,occupatam relinques, ad Battum Melitae Inſulae
Regem nausgauit,quo demi relitto, mare ingreſſa in Laurentum littus
delata est. 1 biq; ab Aenea cognita, gr hoſpitio ſuſcepta eſi, non sine
mutui, cum eo amoris ſuſpitione,adeò vt in odium Lauiniae veniret,
cuius insidias, vt declinaret, ſe in Numicum fluuium praecipitauit.
Vnde Ouid. lib. 4. Faſt. cecinit.
Corniger hanc tumidis, rapuiſe Numycius vndis
Creditur,et ſtagnis occubuiſſeſuis.
Intanto,ch'habbiamo hauuto nell'Iſola noſtra, non meno Di
done,ch'Anna ſua ſorella Fenici,alloggiate entrambi preſſo il cor
teſiſſimo Batto di nazionanco Fenice (ſecondo l'opinion noſtra)
che regnaua in quel tépo,métre Malta era da queſta gente all'hor
abitata, benche Cluuerio fondandoſi in ciò, che riferiſce Suida ,
Lib.2.cap. 16.
tenghi , che fuſſe Greco. Battus Graecorum fuiſſe hominum no
2/2 e 71 proprium,inter alios Sugydas tradit in Lexicho. Outdius cumſei
ret Battum ex Thera Inſula Graeca,Coloniam iam ante expeditionem
Troianam, in Africam deduxiſe,quam Cyrenen adpellauit , Melitam
verò iam antiquiſsimis poſt bellum Troianum temporibus à Graecis
habitam fu ſe, Regem in hac fingitſub Troiae excidium, (cum adhuc
Phanices tenerent,) nonnine Cracco Battum.Di cui vorremmo bene
hauer
19 g DELLA DESCRITT. DI MALTA
hauer alcuna medaglia per poterla quì eſporre al curioſo lettore,
ſi come vna grande, e belliſſima di Didone,col ſuo roueſcio della
Birſa in bronzo ci è capitata, dataci da vn noſtro Malteſe, degna ,
d'eſſer poſta in queſto luogo, come facciamo per vagheggiarſi dal
" che di lei habbiamo di ſopra diſcorſo e per ſodisfare
ancora a gl'eruditi profeſſori di ſimili antichità. - - - -
- - - rss - - - - - - - .
- (2 -
i,
- - - - - -- --
--- - - - - -
sica,e l'altre due Iſole di Sicilia non te Lipari,e A4 alta, fin qui Floro.
Ma ripigliado i Cartagineſi il dominio dell'Iſola noſtra, quella poſ -
i pesi Melita
pertas,
midis,gVulterranorum
AAathionibus opem deprecantur.
Inſula potiuntur. Hi magna
Inde claſſe comparata
Melitan Ciuitatem
expugnant. Melitenſes trucidato l’ulterranorum praesidio Aphricis
Populisſe dedunt. Kecuperata ab Aphris AMelita in Siciliam transfre
tant; Siracusios contra Catanios adiuuant. Catanii cedunt. Inde
Argenium a Siracusiis expugnatur: M iſellum captum, deu astatum,
dirutum, Meſſani per legatos Vulterranos orant, vt sibimetipsisco nſu
lant : auxilium promiſum: interim,3 mari,terraq, obsidentur.
In quanto poi al tempo, nel quale i Toſcani ſignoreggiaſſero
Malta, è il Gozo, ſi caua dalle ſcritture ritrouate dal medeſimo
Autore, S apportate nell'opera ſudetta, oue ſi dice. Anno gitur
1996, Cio Iocccc rººt. d quo Fthruſciprincipiù haberent,(gc. Interim Thu
ſci paruis laſulis Aphrici marts patiti, Brahodiam in Mathionibus ap
Tib.1 pagel et
ºii.i" plicuere i ſed exercitus à Concilio reuocatus in Brutios,(3 Aetolos mitti
tur.Inſulae in mari Aphrico munita, Capuntini,Panormensibus, Meſe
ſeni,Siracusiis,g Catani,vt Lucumoneelgant,conceditur, a Larth
confirmandum: altis Ciuitatibus a Larth Praetor, vel Praefectus eli
gendits. Vulterrani in Siciliam tres Colonias; duas Prusini, nam Ar
rel 14. retini, un im Feſulenſes,vnam Lunenſes miſere.Et appreſſo nel lib. 2.
275 3. Anno Ethruſco crocio tocc LIII Ego Lucius Velius hoc Breuiariu hſto
2 1 o 5. riae incipio totius Italia. Ante Roma cio c/o c P. ann. Regio,que nunc
Italia dicia a ?Noa, g filiis inhabitatur; Cethim à parua Ciuitate,ab
eiſlem condita,vocatur. Inde à Greci, Kitim. Per Reges primum regitur.
4,". " Aborigine, cum Cameſe hùc appulare : g Kitim C meſeuna nomi
ieri in natur. Postea venere Armeni, Grifoni; Sirique, etc. Tum Tuſciam
i"." Lucumones ad ſex anno gubernant, et dignitas Larth primum crea
fi
lib.2 fai i 22.
in ta ſubpartegi
ſiribus qua Tuſci,Cyrneo,Sardinia,Sicilia,
Illiridis potiti,Italiam omnemInſuls Aphrici
occup nt pelagi,
praeter Hi
Ligures,
Liº º fotº qui ſponte tributum dedere. Finalmenee in vn altro luogo. Ai poſt
expulſos Reges Ethruſci non modo Tuſciae ſedItalae,Siciliae,Corsicae,
Sardiniae, Inſulis Tirreni, Siculi,S rdi,et Aphrici pel igi, aliiſ, populis
zii esafi, ti º imperabant, etc. Inſulae,quibus dominantur Tuſei in Tirreno, Siculo,
Sardo,et Aphrico pelago, Vulterrani dominabantur Gorgi, Chapricae,
Procite, Melitae,Cercinnae, Paconiae,g c. ri obediehant,
Ilua,g Glaucona,Cosira Cortonensibus,g c..
- Quaſi
LIBR o SE co ND O, NOTITI A v. ao;
- -
-
- --- - -
– - – - – -
-
po6 DELLA DESCRITT. DI MALT A
Dal cui diritto ſpiega vina teſta di donna,armata di celata,co I
ſuo pennacchio,e dal roueſcio vna ben intagliata,e ſcolpita teſta ,
di cauallo,cò lettere ROMA,la qual teſta diciamo eſſere di Pallade,
fondati con l'autorità d'Vberto Goltzio nella magna Grecia, iui
Aomanorum è fol. 22 8. dicendo, ne hec quoqi aliena ab historia,aut
prorſus abſurda fuerit coniettura, authorem horum numiſmatum,vt
hipocratia (lege Hipecauſtria) Arcadia festa, siue Conſualia Roma
mis dicta, simbolo aliquo repreſentet, equi caput, 3 equum expreſsiſe
itidem,g Mineruam galeatam,siue Palladem parte aduerſa, Victoria
verò auerſa signaſſe,aut vittorie Pallantis filiae, quae vti ſupra me
morauimus, Mineruae iuſſu colebatur,rationem habere. Nel qual te
ſto ſi dichiara non meno il diritto, che il roueſcio della noſtra me
daglia,di fino argento,ſpiegando l'wno eſſer il capo di Minerua, è
Pallade galeata, e l'altro la teſta d'vn cauallo, con lettere ROMA:
che in Greco ſignifica forza,e virtù, e perciò le danno quel che ſi
dà alla virtù,8 à Minerua. -
-
-
Dimoſtrano
LIB R o SE co ND O, NOTI TI A VI. 2o7
- sv - r - l
C H RE STI O N AV G. B PR O C.
I N S VL A RV M M EL I T. E T GAV L.
C O LV M NAS CV M F AS TID II S.
E T PA RI E TI BV S T E M PL I D E AE
PR OS E R PIN AE VE TV STATE.
RV IN A M IN M IN E N TI B V S,
... ... ... ... R EST I TV I T.
SIM VL E T PIL A M IN AVRAVITA
D Q
La quale fa verace,è indubitata fede, che ſia ſtata deſcritta nel
ſecolo di CeſareAuguſto che potè eſſer per aluentura negl'anni sesa, i cº..
del mondo 3»6 1.innanzi Chriſto Signor noſtro venti tre
chin
egtepo
li
º dei P. Pe i titto,
2os D ELLA D Esc R I TT. DI MALTA
ch'egli regnaua,quando l'Iſola noſtra ſecondo la lettura, e ſenſo,
che prudetemente diede alla medeſima iſcrittione,il dotto,S: eru
dito Don Pietro Carrera, diligete inueſtigatore delle antichità,no
ſtro amico da molt'anni, con cui l'habbiamo communicata,e cô
ferita,fin d'allora,che ci capitò alle mani, era gouernata da vn cer
to Chreſtione Liberto, (che tal voce ſignificaua la nota E) di eſſo
Imperatore, come altresì Procuratore,ò come ſentono,e vogliono
altri Proconſole delle noſtre Iſole di Malta,e Gozo,douendoſi così
leggere. Chrestion Augusti Libertus Procurator, è Proconſul Inſu
larum,etc. e non Chrestionaugus Libertus Proconſu lis, come alcuno
hà credut o; poiche di queſto nome Chrestio,ò Crestione molti ſi ſo
no chiamati e fra gl'altri vno, che fecongiura contra Coſtant
Imperatore e queſti ſecondo la ſignificatione del nºme, congettu
riamo,che ſiano Greci di marione, l'altro ſentimeto non deue porſi
in conſideratione, perche quel nome di Chrestionaugus, non ſi ri
trouerà giamai preſo alcun'Autore ne può dire, Libertus Procon
ſulis, perche eſſendoſi eſpreſſo il nome del Liberto, non ſi ſarebbe
tacciuto quello del Proconſolo,ne il Magiſtrato l'hauerebbe ſoffer
to. Non deue poi parere inueriſimile, che vn Liberto fuſſe ſtato
aſſonto alla dignità di Proconſolo, 8 al gouerno di queſt'Iſole ,
poſciache è veriſſimo, che i Liberti erano quaſi padroni dell'
Imperio. Lampridio trattando d'Heliogabalo così dice. Fecit Li
bertospresides,legates, conſules, duces. Giulio Capitolino in Antonio
filoſofo. Multum ſanèpotuerunt Liberti ſub da arco,et Vero.Sueto
nio in Claudio Libertorum precipue ſuſpexit Poside» ſpadonem, quem
ettam Britannico triumpho inter militares viros hasta pura donault,
nec minus Falicem, quem cohortibus, et aliis,prouinciaeq; ludeae pre
poſuit,trium reginarum maritum,et Aarpocram,cui lectica per Vrbera
vehead ſpectaculaq; publice edendi, ius tribuit, ae ſuper hos Polybium
è ſtudiis,quiſepe inter duos Conſules ambulabatſed ante omnes Nar
ciſsum ab epiſtolis,et Pallatem d rationibus, quos decreto quoq; Senatus
non premis modo ingentibus,ſel questoriis,pretoriſ);ornamentis hono
rari libenter paſſus est. Il medeſimo Suetonio in Auguſto. Patro
nus, Dominuſo; non m uusſeuerus,quamfacilis, et clemens multos Li
bertorum in honore,et Uſu maximo habait:vt Licinium, Enceladum,
alioſ, etc. Il P.Petauio nell'opera ſua De Doi. temp. lib. xi. cap. xi.
trattando dei Conſoli,ò Preſidenti della Soria, ci dà qualche inſe
gnamento, intorno alla carica del Procuratori di Ceſare dicendo.
Prater hunc Magiſtratum minores alii d fiiaati ſint: maxime Procu
ratores,qui et Praesides aliquando nominantur, ex equeſtri ordine, vel
etiam ex libertinis,quorum oficium fuit vectgalla collgere,et a
a Ci l'Ci
LIBR o s EcoN D o, N o TITI A VI. 2o»
facere. Paulatim verò ius illorum amplificatum eſi : adeo, vt ſaepè de
capitalibus causis cognoſcerent prasſertim in paruis Prouincis,quibus
:
s
- - --- - - - - -
Dd 2, º M. Vallio
- prLLA D E scrit T. DI MALTA
Intra portan
Oppidi.
M. VALLIO, C. F. QVI R. RVF O, E Qy o Pv
E L I CO. E X O R NATO. A. D IV C ANT ON I
N O. A V G. PIO. PL E B S. GAV L I TAN A. E X
A E R E. CON LA TO. O B. M E R I TA. E T lN
S O LA CIVM C. VALI, I POST VM I PATRO
N 1 M VN I CI PI I PATR IS E I VS
. . . . . . . . . . . . . . . . m A TER . . . . . .
Per teſtimonianza della quale ſi moſtra ben chiaro, che nel ſe
colo, e nell'Imperio d'Antonino Pio l'Iſola del Gozo, e per conſe
guenza il popolo Gaulirono godena dell'honore priuilegio, e pre
rogatiua Municipale, governandoſi col ſuo proprio rito, e leggi,
vſando ancora i medeſimi ottici), dignità, 8 uomori, che viaua il
opolo Romano,hauendo eſſo parimente per gouerno l'ordine del
i" , come più diſteſamente porremo in chiaro nella quì
Orbis Mariti
mi lià. I cap a 3
ſotto iſcrittione. E però Moriſoto commendando Rauenna perche
ſia ſtata Municipio della Città di Roma,ſoggiugne a paleſarci le di
lui prerogatiue in tal guiſa.Cum situs loci adclaſem opportunum iu
dicatum eſſet,ihi M.unicipium collocatum,cuius ciuesſuffragiis, mune
ribus,g honoribus iſdem,quibus reliqui Ciues Romanifungebanturi
cum immunitate tributorum. - a
-
. . . . . . . . . . . . . . . . . . TI -
. . . . . . . . . . . . . . . . . S - - - -
I M P. M. A V R E L. A N TON
N I PII A V GV S TI, L. SE PT i
M I. SE V E R I PERTI
In Baſi, que N A CI S AVG, A R A B I CI
erata a Micel ſia A DI AB E N I CI. PA R TH I
J. Georgii in-s
R b bato. CI. MA X IM I. P O N T. max.
Fioggi è nel ca O RD O D E C V R I O N V M
po della ſcali
nata per andar . . . . . I V R R . . V T E . . . PV B L I
al Qaſiella, - . . . M O . . . . . . ST O.
Era coſtume perpetuo, e coſtante de Romani di fare,e diſciorre
i voti fatti, o per l'eternità dell'Im perio,ò per la ſalute de'Cittadini,
ouero per quella dei Principi,ò d'altri Preferti, e Magiſtrati gran
di,ch'haueſſero il gouerno della Republica; la onde ne gioua cre
dere per alcuno di queſti effetti,haueſſe l'ordine de'Decurioni reſi
In Verr.6. AA. denti in queſt'Iſole come Città MivNICIPALI de Romani, dai quali
ſecódo,ch afferma Tullio,furono i Malteſi chiamati Soci, drizzata
queſta sì fatta iſcrittione, per la quale veniamo in cognittione,che
i Decurioni haueuano Magiſtrato nell'iſteſſe, il cui carico era ,
inuigilare s & hauer cura di tutta la Città, e de gl'offici, maneg
- - - giando
LIERo se con D o, NoTITI A vI. 2,
giando i publici negotij,in guiſa appunto di Senatori.Furono no
minati Decurioni,perche ſul bel principio quando ſi conduceua
no le Colonie in qualche luogo,la decima parte di eſſe,ſi deſcriuc
ua per cauſa del publico conſiglio, che perciò ſi chiamauano Padri
della Città,Curiali dalla Corte,oue conſigliauano, e Poſſeſſori, non.
ſolamente perche non ſi poteuano crear poueri , II) Q d'auuantag
gio,perche poſſedeuano i campi, 8 i poderi della Republica. Caf
ſiodoro chiamolli Senato picciolo, neruo, e forza della Città, per
che in molte coſe imitauano il Senato Romano,ad eſempio di cui
i figliuoli de Decurioni ſeguiuano le veſtigia,e la traccia de Pairi,
& i nomi dequali, come quelli de Senatori ſi ſcritteuano nella ta
uola, che Albo s'appellaua : la onde ſi come quelli in Roma, così
queſti ſi chiamauano Padri della Città. Ambroſio Calepino nel
ſuo Dittionario. Decurio quasi Senator in Municipio, aut Colonia.
“Nano quod Roma erant Senatores,id in 44 unicipiis, Coloniis erant
Decuriones. Dicius est, Auétare Vipiano, quod initio quum dedeceren- - - -
tur Colonie,decima pars deductorum conſcribi ſolita sit, & Aleſſandro g" li3.
Pr6
a 14 DELLA DESCRITT. DI MALTA
I. O. M.
Pro ſalute Imp. L. -
ci Maximi gr Imp. M. -
M. I V LI O. M, F, QVI O PT A TI FI . . .
I V L I AE. A V GV STI. I M P. P E R PET. . .
L I B E R 1 S. . . sibi . . . . C O N S A C RA V. . .
Sicit antiq taº.
CEREAL IV LIA E, dice Gualthieri, Graecae ſerutlis adulatio animadue g . 339
mis ritus fuit, illustria nomina Diuorum albo inſertis,aſſociare. Quod
Latini aemulati, louem Augustum, Drusillam Vencrem, Iuliam hic
Cererem dixere. -
C V R A N T E D A PSI
e e « e » » e « º a o • • N O.
Vn'altra iſcrittione parimente ſi legge nell'Iſola del Gezo, con i
queſte lettere. - -
Ex tranſeeſo
C) D. N.C. A V R. . . . E R . . . -
latere Baſir ad
C O N S TAN TI O A V G. Eccleſiam 'an
cli Georgij.
R. P. GAV L. C V R ante.
F. P O L LI O N E . . “ R V F O.
I I I VI R. R.
Per
a 1c DELLA D E Sc R I TT. DI MALTA
Per la quale ſi dimoſtra apertamente, che non ſolo nel ſecolo
del Dominio Greco, quado queſt'iſola noſtra fà fatta Colonia de'
Greci,come di ſopra dimoſtrammo, ma in quello de Romanian
cora, come c'inſegna la preſente iſcrittione, rimaneua tuttaia,
nell'Iſola Gaulitana qualche ombra dello ſtato di Republica, S: in
Anno Chriſti
3O6.
tempo, che imperaua C. AVRELIO COSTANZO. ( Queſti
Anima duerſi 55 fù il Padre del Gran Coſtantino, ſecondo il giu licio di Gua, nie
ed antiq, tab. Si ri) leggendouiſi le note abbreuiare. R. P. GAVI, che voglio –
etniae, -
Ceſtio
LIBRO SE CON D O, NO TI TI A VI. a 17
l !
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D'altezza palmi ſette.
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cE sTI O L. F. PO A MP GAL 1 o vA -,
R E NI A NO LV TA TI O NATALI A EMI
LI A NO PATR O N O M V N I CI PII O
L. M A R CI V S M A R CI A N VS AMICO OPTIMO
V. KAR IS SI M O SIBI HONORIS CAVSA. S: L.
Ec Queſt'
2 18 DELLA D E SCRITT. DI MALTA
Queſt'honore,fù fatto forſe à quel Ceſtio Gallo, Legato della .
Soria,che fù cacciato da Giudei,inſidiando Gieruſalemme,fù que
gli, che fegrandiſſima ſtrage degli ſteſſi, in vina ſanguinoſa, e l
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LIB Ros EcoN D o, NoTI TIA VII. 21»
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LI BR O SE CON D O, NO TI TI A VII. 22
MALTA RICEVE LA SANTA FEDE CHRISTIANA
dal glorioſo Apostolo S. Paolo,che vi venne con S. Luca
(gi gli altri ſuoi Compagni.
N O TI TI A SET TIM A.
4C4G.
Beda, e Giuſeppe
za l'ordine
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de'tempi, così l'eſpuone,
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aggiugnendo
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dell'interno in queſt'Iſola. -
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per ricole non fa dire aponi, mafia him Ferrari riaffi e affi.
liſſimo compagno nel medeſimo naufragio, al cui teſto (parendoci di douerlo in queſto luogo inſerire ) non
ſera per aumentura ingrato la coppiar appreſſo, e tramezzare aneo l'Arabico, ferche da eſſo ſi raccolgono
dicºnº particºlarità degne di conſideratione, le quali apportano molto lume è quetia Notitia. Il teſto Arabico
mandatosi da Roma, dal Coll gio de Propagandafide, è ſtato tradotto in Latino dal P. Domenico Aagri
Aalteſ, della Congregatione dell'Oratorio, e perche non habbiano commodità di caratteri Arabici, ſi è
Prºcurato al meglio ſi è potuto ſcriverlo con i Latini. Siegue il teſto dai Capi 27. e 28 degl'Atti Apofi.
Se
226 DELLA DEscRITT. DI MALTA
Sed postcaquàm quartadecima nox ſuperuenit, nauigantibus nobis
in Adria circa mediam noctem,ſſpicabantur nauta apparere sibi ali
'Ne mari di
Aalta da quel quam regionem. Qui (9 ſu mm.ittentes bolidem, inuemerunt paffiss
la parte, che riſi viginti: g pusillum indeſeparati, inuenerunt paſſa quindicim. Ti
zita da la Sici
lia ſono tre gri mentes autem ne in aſpera loca incil remus, depuppi mittentes ancho
ſecchesoueſ ſo ras quattuor, optabant diem fieri. Nautis verò quarentibus figere de
no oſſeruate le ,
profondita, che ſi maui, cum misiſºnt ſcaph m in mare, ſab obtentu quasi inciperent à
dicono eſſere ſta prora anchoras extendere,d x t Paulus Centurioni, (j m litibu : Nisi
te ſana gli ate
è miſ r te un hi in naui manſirint, vos ſalut fie, i non potestis.7 unc abſidruntini
queſto teſto, cioè
on a tre miglia º lites fu nesſcaphe, g peſ i ſunt e im excidere. Et cum lux inciperet fiºri
in circa fuori in rogabat Paulus omnesſu me e chum, d cens: Quarta decisa i de hodie
»sare tra Mar
ſ- cell, e Mar expeiantes ieiunipero ametis, nihil accipientes. Propeer quel reg Uo.
fa ſi o col'. lira accipe e cibum pro ſalute vestra : quia nullius vest, un capillas e ca
a dirimpetto del
la punta di S pite peribit . Ec cum hac dixiſet ſu mens pane º gratias esit Ceo in con
Elmo, e la terza ſicciu omnium: 3 cum fregiſt,capit manducare. Anim ei giores eu
ſºpra la cala di
iS.Paolo. tº??? fatti onne,g ipsi ſu miſerunt cibum. Framus verò vittorie
C A P. X X VI I I.
7 cum euasiſsemus, tune cºgnouimus quia Melita inſula voca
– batur. Barbari verò pre estabant non mo" can hava temi
nobis.Accenſ, enigm pra,reficie'ant nos ommes,propter inire qui in
nei relat, figgs, Cum congreg ſrt autern Paulus far entrrani -
quantam multitudinem,et impoſi ſceſi per ignem,7 ipera è calore cana
- - -- - - - - - - v - - - -
miihom alardh, - - e -
Luca .fº.
CAP vI GE s IMv M o CT Avv M.
Va men band daleK aſtach Et poſt hac cognouerunt il
baru cn tale K algiaziretti di lam Inſula vocari MiELTIAM,
-- -
Mia!ttie,
LIBR o sEcoN D o, NoTITI A VII. 2 29
Cap.36.
riſiede vicino all'Epiro, come in particolare Coſtantino Porfiro
genito Imperatore, ſcrivendo a Romano ſuo figliuolo dell'ammi
niſtratione dell'Imperio diſſe, Tenent,et Inſulas has : Una est In
ſala magnei,quae Curcra,stue Cicer dicitur,in qua,et Opidum, alia 722 2
gua eg,quae A4 el taſeu 14 alozgate vocatur, cuius in Asiis Apostolo
rum meninit S.:ucius Lucas, AAelitanº earn nominans, vbi, et Vipera
Sancti Pauli digita in mordens al eo excuſa igni concrem ita ſ. Non
dimeno appare manifeſtan ente l'errore, a chi atten amente lo
conſidera, e ſi con prende ageuolmente dalla traduatione, e ſenſo
del medeſimo eflo, poiche è molto differente la voce A (eleta,
hoggi chiamata ci da, da quella di A Melita, al preſente .24 alta,
dellaquale ſi riſie,e parlò nel ſopracitato luogo San Luca, eiiendo
quella poſta nel mar Illirico o Dalmatico, che voglia dire,e queſta
nel
2; 2 DELLA D E SCRITT. DI MALTA
nel mare Siciliano, dell'iſteſſo errore farà accorgere il prudente let;
tore ſenza molto contraſto il medeſimo Aratore Diacono, che
viſſe nel tempo, S. Imperio di Giuſtiniano Imperatore neglanni
di Chriſto nato circa 55 o. egli deſcriuendo l'hora,8 il modo dell'
arriuo di S. Paolo,il luogo oue ſi ricouerò &il tempo,che dimorò
à noſtro prò,e beneficio quì in Malta, cantò.
Lux reuocata micat,velamine noctis aperto
Pandere viſa ſolum,quod praebuit hoſpita nautis
Sicanio lateri remis, vicina AAelite.
Ma quello, che mette vi è più in chiaro, e fà maggiormente ,
campeggiare queſta verità anima dell'hiſtoria,è vna Rubrica, che
ſirauuila in vin antichiſſimo Manuſcritto in lingua Greca di car
ta pecora,che ſi côſeruaua nella libreria del Monaſtero di S.Maria
di Trapſmatum preſſo la Terra di S. Agata, Dioceſi di Reggio in.
Calabria, erano in quel libro notate,e compoſte alcune Omelie, 8.
Iſtorie de Santi Martiri, e particolarmente de SS. Pietro, e Paolo, e
fra di eſſe ſi legge il contenuto, che ſiegue tradotto dal Greco nell'
idioma Latino da Coſtantino Laſcari; hoggi ſi ritroua preſentato
nell'Archiuio della Nobiliſſima Città di Meſſina,come appare per
vna nota fatta fin dall'anno 149o, ſottoli 1 3. di Settembre.
- - -
R V B R I C A
5. Metami
Et altroue.
Ft freta concutio, nodoſaq; robora verto.
Egli non potè in verun nodo andare ne è Lesbo ou'era la Cit
tà di Mitilene, ne in ionio,ne tampoco in Italia, ma li fù forza ve.
nirà dirittura in queſt'Iſola di Malta nel mare Siciliano, e maiii
mamente, che ſi faceua la nauigatione in ſecco, abbaſſate le vele,
che ne anco potea la naue in quel modo andarà Malta nell'Adria
tico, e tanto più, che grandemente ſi temeua di dar all'improuiſo
nelle Sirti,ò ſecche di Barberia. In oltre ſe il naufragio ſi ruſſe fat
to in quell'altr'Iſola; come S. Luca così diligente in far mentione
delle marine, e Terre, per doue finaugaua, come fu per eſempio
della Fenicia,di Cipro,Cilicia, Pamphilia,Licin, Caria, Candia,e fi
nalmente Malta, non venne à nominare quell'altre parti d'Italia ,
come Brindiſi, Otranto, Taranto, Cotrone, e tutto quel reſto ch'
haueua da coſteggiare fino ad entrar nel faro, ne tampoco haue
ua biſogno di paſſar à Siracuſa, ſe non in caſo di qualche contra
rio vento,di che S. Luca non ne dice coſa alcuna, ne ci fan forza
le parole del ſuo teſto poco prima di giungerà Malta, che dicono.
Quum ergo quartadecima nox adueniſset, et iactaremur in Hadria,
quaſi che da loro ſi correſſe fortuna nell'Adriatico, oueſta ſituata
l'altra Malta; poiche in queſto fatto, oltre il non douerſi (ſecondo
la verſione Arabica) la voce Hadria,intender per l'Adriatico, ma
per quel bollore di due impetuoſi contraſti del tempeſtoſo Iſl3 IC»
Ioco ſipra ci
che in Arabico ſi dice Had air, riſponde per noi Cluuerio, Id huic
1. gto.
noſtrae apud Siciliam AAelitae,cum maxime conuenit,quidpe adfinem
operis de Italia,ex compluribus idoneis,probatiſ, Auctoribus demonſtra
ui, Adriatici maris nomen , non in Adriatico tantum sinu , qui vulgò
1
nunc vocatur Golfo di Venetia, id ſi sinusi emetus, ſd extra eu m ab
hac moſtra Atelita ad Pelopongſam aſi; extenſion fiſſº, E Dionigi
Cartuſiano riferendo l'opinione di coloro, che difendono eſier il
naufragio di San Paolo ſeguito nella noſtra Malta, 8 non in Me
ligina, è Meleda dell'Adriatico, laſciò ſcritto. Sant alii, qui pu
td il t legendum eſse A Melitae I nſi la oocabatur, namque Pachino S.-
iii ii cap 9 re, che il mare Sicolo,ou è ſituata la noſtra Malta, ſia cópreſo nell
Adriatico, dice Nam etiam si Ptolomaeus mare Adriaticum diſtingaat
v - - - - - - - - - - v
Garantu:
ta"; i vi Queſto Trofimomaperrimaſe
ſi nel viaggio, cagione di certa non
in Malta,e in fermità non potè
in Mileto, inoltrar
come ſenza ,
zeri ei fondamento altri leggono, rendendone di tutto ciò la ragione
de Apoſtoli tri- 1, - - « --- -
, -
"ſi", l'iſteſſo Cardinal Baronio con queſte parole. Dun Luce testimonio
i" i demonstratum est Trophimum
Ephaesini, ex Asia ſecutum eſſe Pauli,
i"fa- anno praeterito Hieroſol, mam, dC proinde non potuiſſe agrotula rema
ſi. risatin, siſſº 44ilºti º à queſta n'aggionge di più vn'altra manifeſtiſſima
sºlº
i iſ glio
lib. I.
proua,
di dicendo
Trofimoche biſogno
laſciato naueua
a Mileto Paolo
(Città nondilungi
dar auuiſo,e raggua
da Efeſo)à Ti
- moteo ſuo caro diſcepolo,che dimoraua negl'iſtelli luoghi in Aſia?
Non potendoſi credere, che ciò li fuſſe reſtato sì lungo tempo in
cognito. Ne meno ſi deue intendere di Mileto, Citta ch'era anti
camente in Candia (come vuole il P.Maſucci e prima di lui forſe
alcun altro, mentte già a queſto tempo ella era diſtrutta, e roui
nata, confirmando queſto ſintimento il medeſimo Baronio con .
dire. Nec est, quod inteligi poſit de Mileto, quem Plinius falſe ait
in Creta : nam ipſe simul Cia itates,quae olim erantin ea recenſet: Au
ćtor est enim Srabo eam Ciutatem amplius non extare, quam Gnosii
olim euerterant,et agrum cius occupauerant, alla quale ragione il ſu
detto Padre, ( che ha ſcritto vltimamente) non riſponde coſa al
cuna. Ma per quello , che tocca à Trofimo laſciato da S. Paolo
infermo in Malta ſuo amatiſſimo,e cordialiſſimo amico, non me
no, che diſcepolo diletto, non curandolo, mentre con tanta pron
tezza, e carità daua la ſalute à tutti gl'Iſolani, poſſiamo ben dire
eſſere ſtato queſto effetto benign ſlimo della diuina prouidenza .
Poiche non per altro forſe non volle ſanarlo per all'hora,ſaluo,che
acciò doppo la ſua partenza dall'Iſola, quelle piante noucle laua
te col ſagro batteſimo, non reſtaſſero per qualche tempo ſenza, chi
le haueſſe hauuto ad inaffiare con i ſaluteuoli ruſcelli delle Chri
ſtiane iſtitutioni fino alla ſoda, e ſtabile confirmatione loro nel
la Fede ſanta di Chriſto,
- -- - - Ma
LIBRO SE CON D o, N O TITI A VII. 239
Ma di queſto dubbio, cioè ſe veramente San Trofimo fuſſe ri
maſto in Malta infermo ci rendono certi,e chiari gl'atti, S: offici;
proprij de Santi dell'antichiſſima Chieſa Arelatenſe, oue eſſendoci
noi ritrouati l'anno i 6 i 6. ne cauammo queſta bella notitia ; po
ſciache in vin Antifona del ſecondo notturno, nell'officio di detto
Santo, che fù il primo Veſcouo di quella Chieſa, e qui si ripoſa il
ſuo Beatiſſimo Corpo, celebrandoſi con molta pompa la ſua glo
rioſa Feſta adixxix. di Decembre ſi canta. Doctor Gentium Melite
reliquit,incommodo corporis laborantem Trophimum. E nella quarta ,
lettione ſi recita. Trophimus natione Asiaticus,patria Ephesinus,
Sancti Pauli Apostoli diſcipulus, una cù Luca, Ariſtarcho, Paulo, Cre
ſcente,g aliis Paulum ſequutus est in alla nausgattone, qua vinctus à
Fesio Iudee Procuratore, Romam ad Ceſaremmiſſus est; l'eruntamen
cunº in itinere egra valetudine correptus eſſet,illum Melite Paulus in
firmum reliquit,cuius ad Timotheum ſcribens,meminit. Con la qual
autorità (eſſendo d'wna Chieſa cotanto celebre, e delle prime del
Chriſtianeſimo, fondata da quel benauuenturato Santo, che dopò raga nel e.
eſſer ſtato in queſt'Iſola, fù colà ordinato Veſcouo à predicaruil a :
Euangelo di Chriſto dall'Iſteſſo Apoſtolo) reſta molto bene, e ba- i",
ſteuolmente prouato il noſtro intento. Fù egli sì eminente in "ſºlº iº
quella funtione,che di lui parlando San Zoſimo Papa in vina ſua i"
piſtola
Ex cuiuslaſciò ſcritto, come ſi riferiſce
predicationisfonte,tota Gallia nel
fidei Martirologio
riuulos accepit.Romano, ".
St. b di De
Quindi è ch'ad honor ſuo, pochi anni ſono nella Chieſa delli
RR.Padri dell'oſſeruanza di S. Franceſco di queſta Città Valletta ſi
fondò vna Cappella, per inſinuare altresì la memoria del Santo
nella pietà de'noſtri paeſani,con la ſeguente Iſcrittione.
D. O. M.
Diuo Trophime
Cum Paulo Dottore gentium, Luca, Aristarcho -
Anno Domini A4 D C X X I I.
- Partì
24o DELLA D E SCRITT. DI MALTA
Partì poi da Malta S. Trofimo fra qualche tempo, ricuperata,
ch'hebbe la ſmarrita ſanità, alla volta di Roma, a riueder il ſuo
caro Maeſtro. Indi ſeguendolo ( finiti i due anni della ſua prigio
In Vita S.Paulº
nia,) nel viaggio che fece per la Spagna, ſecondo affermano molti
li f.96 Dottori Latini,e Greci, che cita il P. Laurenti, rimaſe in Arles,co
ſtituito Veſcouo dall'Apoſtolo, come ſi diſſe, e teſtificano i medeſi
mi atti della Chieſa Arelatenſe; percioche continuandoſi nella let,
tione di ſopra riferita, ſi narra. Illo itaq; biennio, quo Rome Paulus
in vinculis detentus est, Romam ipſe ( Trophimus) vt con ualuit, Ue
mit ad AAagistrum, qui non dum contra Christianos in tantam ſaetti
tiam erumpente Nerone, ad praedicandum Christi euangelium dimir
titur, quo tempore nauigationem in Hiſpantam ſuſcept, in qua ſocios,
(3 comites fideles habuit eoſdem,quos primùm Hieroſolymis abduxerat,
Paulum ſcilicet, Creſcentem , (g Trophimum, Paulum verò N arbo
nae,Creſcentem Viennae,g Trophimum Arelate ordinauit Epiſcopos.
Mn M. f hiſi. Vogliono alcuni, e particolarmente il P. Manduca, che S. Pao
lo in quei 7 anni della ſua pellegrinatione, habbia fauorito l'Iſola
noſtra vn'altra volta della ſua preſenza, e quindi poi partendo, ſeco
per compagno menaſſe il noſtro S. Publio, ch'andò finalmente à
terminar la vita col ſuo glorioſo martirio, fatto Veſcouo,in Ate
ne, alla qual opinione,benche non laſciamo di conformarci, non
acconſentimo però, che ciò ſeguiſſe, venendo l'Apoſtolo dalle par
ti di Leuante per andar al viaggio di Spagna, ma al contrario,ri
tornando da quelle Prouincie, per conferirſi in Oriente, eſſendo
egli nel 66, anno della ſua età, e ſul principio dell'wltimo di detta
pellegrinatione, paſſando per la Sicilia, oue predicò in Meſſina ,
fbidem fol 1or. come lo dicono alcuni Scrittori, parimente riferiti dal Padre Lau
In part. 1 16.ſ -
renti; parendo ch'accenni ancotal viaggio, Teodoreto mentre
per ep.2 ad Ti hauendo detto, che Paolo predicò in Iſpagna aggiunge; Et Inſu
snothicap.vit. lis quoq; in mari iacentibus, Utilitatem attuliſſe,S. hauer aſſai del cre
dibile, ch'allora S. Paolo portato dall'ardore della ſua gran carità
ſen veniſſe la ſeconda fiata in queſt'Iſola da Sicilia, libero dalle ca
tene, per viſitarla ſua Chieſa già adulta ( parto, che li coſtò tanto
trauaglio) & i ſuoi non men amoreuoli.ch obligati Malteſi,e dun
di poſcia nauigando, in ſua compagnia toglieſſe Publio, con ſur
rogar alcun'altro(com'era di ragione)in queſto Veſcouato,e lola
ſciaſſe nell'Attica,oue appreſo,traſcorſi alcuni anni,come ſogget
to eminente, e di rare virtù, e dottrina, fù eletto Veſcoue degli
Atenieſi,in luogo di S. Dioniſio Areopagita,quando queſti da San
Clemente Papa, fù mandato in Francia, & alla famoſa Città di
Parigi. - - -
E quì
LI E R O SEco N D o, NoTI TI A VII. zar
E quì finalmente per eccitar più nepetti, e negl'animi de'mede
ſimi la pietà , e diuotione, col perpetuo riconoſcimento, verſo il
glorioſo Apoſtolo noſtro padrone, e protettore, non poſſiamo,non
ricordarglià conſiderare attentamente, che oltre i molti, e ſegna - - -
º, -
Inſula Notabilis,
Come con giuſta ragione l'iſteſſo ſi cantò della Città di Colo.
ausa armi nia Agrippina. Ma finiamo la preſente notitia, con vna diuota
- conſideratione, che fa il Padre Manduca noſtro compatriota, in
torno alla conuerſione de Malteſi, la qual è queſta che ſiegue ,
dando loro ſpezial motiuo di maggiormente lodare,e benedir per
ſempre la diuina miſericordia: Tanti apud Deum fuit Meli
tensium ſalus, vt vincula, gr calunnias Iudaeorum, quas paſſus est
Apostolus Paulus,ac iactationem nauis inter inſanos fluctus, neq; ſo
lis, neque stellarumluce intermicante,in decimum quartum diem cum
inedia, acſalutis deſperatione produćtam, ad conciliandos sibi Melita
incolas ordinarit,vt quorum pretiosiorfuiſſet ad fidem Christiconuersio,
eorum constanterforet in religionepropugnandafortitudo e
p E L LA VE N vTA D EG o TE I N MALTA,
-
- poſſeduta allora da ogl'Imperadori
- -
- -
d'Oriente. ! - -- - - -
No TITI A oTTAvA.
- - -
la Sicilia, e l'altre ſue Iſole, ſe non che per anni ſettanta, come ſcri
ueil Bonfiglio , non per queſto mancarono di reſtarà noi alcuni Hifi Sicil. p. 1.
hé. 1 f.;5.
veſtigi di fabbriche, con l'introduttione dell'ordine, e modo d'Ar
chitettura gotica, (come chiaramente ſi vede in molte caſe anti
che della Città Notabile) & in alcune Chieſe,eſsédo anco rimaſto l'
vſo del carattere Gotico,continuato mai ſempre, quaſi fino al prin
cipio del ſecolo paſſato, ſi come così nella Città, come anco in
molti luoghi dell'Iſola,ſi leggono diuerſe iſcrittioni del medeſimo
Caratterc . -
Tal'è quella che fin ad hoggi deue ſcorgerſi nella parte più ſu
blime della facciata, che rimaneua in piedi d'vn antico Caſtello, è
Toire,ſe pur affatto né s'è rouinata nell'Iſola Lapedoſa, la qual da
noi (ritrouandoci quiui di carauana cò la ſquadra di queſte galere
ſopra la Capitana l'anno 16 ro.) fù con non poca fatica, non tanto
per lo ſito, quanto per la qualità delle note, letta, e cauata per cu
rioſità, non men, che diſinganno di molti, che hauean opinione
fuſſero quei caratteri (la grandezza de quali era ben dvn palmo ,
Arabici, è Ebraici . Dall'wno, e dall'altro lato ſi rauuiſauano "ll C º
- - ſcudi
24s DELLA DEscRITT. DI MALTA
- 9 - - - - - - - - -
ss
legata
L IBRO SE CON D O, NOTITI A IX. 251
legata, e ſituata sù la cima d'vna lancia dorata ſi portaua in tutte
le guerre dinazia ſopradetti Imperadori quaſi nel modo ch'hoggi
fanno alcune religioſe compagnie portando i loro ſtendardi, qual
advn Santo, e qual advn altro dedicati. ;
M ALTA o cc V PATA DA SA RA c E N .
è vogliam dire Arabi.
- - ii -
- - - - - - -
-
-
- -
- - - -
- -
- - - - -- - -- -- - -
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NoTITI NONA. .. . . . e - .
: - - -- -- - - -
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- e 3 Arabo
a
LIBRO SE CON D O, N O TI TI A IX a 53
Arabo nomato Occuba bin Nafic. Erano in queſto tempo circa
gl'anni 6 g1 dalla Natiuità di Chriſto Signor noſtro in riuolutione,
e grandemente alterati i Popoli d'Africa, per la diuiſione dell'Im
erio Romano, perche eſſendo morto Eraclio, ſi era ribellato in
i" beria Gregorio Patritio,& eſſendoſi in poſſeſſati i Gothi di mol
te Terre con l'aiuto degl'iſteſi Africani andaua tutto il Paeſe ſoſ
ſopra . In tal congiuntura giunſe Occuba, il quale facendoſi ſtra
da per i deſerti di i" con ottanta mila combattenti, deuaſtò , e
deptedò tutte le Prouincie Crientali di Barberia e venendo a gior
nata col Conte Gregorio l'atterrò,debellò e disfece, vecidendogli
la" parte della ſua gente,non molto lungi dal luogo, oue
lora ſi mira edificata la Città del Carian. Per queſta rotta cotan
to terribile, fugendo il Conte in Italia, abbandonò, e laſciò l'Africa
in poter di crudeli Arabi i quali ſoggettarono gran parte d'eſſa -
all'Imperio loro, aggiunte di ſopra più altre vittorie, che feliceme
te ottennero contro de propri Africani, e carichi di ſpoglie, e di
ricchezze, ſe ne ritornò la maggior parte di quell'eſercito a Leuá-.
te, S. Occuba col reſto rimaſe in Africa,S: eſſendogli appreſſo co
mandato dal Halifa ſuo Principe, e Signore, che non doueſſe po
polarne i luoghi marittimi, si per ſicurezza dell'Eſercito i
come anco per alcune capitulationi di triegua, ch'hauea egli fat
to con l'Imperadore Coſtantino, per le quali ſi prometteua e daua
parola di laſciar tutti i luoghi marittimia i Romani, sinoltrò per
tanto dentro terra, e nell'iſteſſo luogo oue hauea debellato, e vin-.
- - - - -
Negl'
2,4 DELLA D EscRITT DI MALTA:
Negl'anni poi del Signore 8 14. Eſſendo ſucceduto a Raxie
all'hora morto nell'Impero Arabe, Mahometto ſuo figliuolo xx.
Halifa, hebbe queſto da far col fratello Abdalla molte guerre,per
cagione della ſucceſſione. Di maniera, che conſiderando en
trambi, che la priuata diſcordia poteſſe nuocere al publico,S: eſſer
cauſa potentiſſima, che rouinaſſe, non che declinaſſe la fortuna
dell'Arabo Imperio,condiſceſero alla pace, e s'accordarono final
mente,conuenendc,che ambi due fuſſero Halifi,e regnaſſero ſotto
vniſteſſo titolo. Ma però Mahometto ſdegnando di tener più nel
la Città di Damaſco la ſede di quell'Impero, ou'era ſtata moltam
ni,hauendo a ſua diuotione la Perſia,edificò vma Città nelle roui
ne dell'antica Babilonia, hoggi chiamata Bagadat, è Valdac, e
quiui la collocò. Queſto gran Sciſma diede non puoco motiuo à
molti tiranni di arditamente ſolleuarſi contro l Halifa, S: indi in
poi reſtò il Halifato diuiſo in cinque principali ſoggetti, che tutti ſi
chiamauano Regi,ò Pontefici (che tanto per l'appunto importa
ua la dignità del Halifato) pretendendo ciaſcuno hauerne il pri
mato, cioè a dire vino in Bagadat, vn'altro in Egitto, il terzo in.
Spagna, e due in Africa,vno nella parte Orientale, ch'hauea la ſua
Reggia nella Città del Cariano, e l'altro nell'Occidentale nel Re
gno di Fes, perche nel Cariian era già ſtato ſtabilito Gouernatore
vn Arabo nomato el’Agleb , da altri detto il Caleb, che ſi ribellò
tátoſto col particolar dominio di quei ſtati,i quali da lui,e da ſuoi
diſcendeti furono poſſeduti per lo ſpatio di più di cento, e ſettant'
anni per fino, che il Moahedin Xeay ne priuò à viua forza Zu
mia Abdalla vltimo Signor loro e nella parte di Ponente, oue ſo
nole Mauritanie, era obedito i" della ſchiatta d'Alì,in .
modo,che queſti due furono gli Halifi d'Africa, di contraria,e dif.
ferente ſetta,e legnaggio, perche quelli di Galeb,ò Agleb, che vo
gliam dire, erano della famiglia d'Abez, zio di Maometto falſo
Profeta,bugiardo,e maledetto, e gl'altri d'Idris, diſcendenti da Ali
e da Fatima figliuola del medeſimo Maometto. Quindi ſegui,che
neſſuno di loro reſe doppo mai più obedienza al Halifa di Babilo
mia, ne quello hebbe più altro dominio in Africa,ò in Iſpagna po
ſcia, che tutti crebbero,e s'auanzarono,vie più in potenza, 8 au
torità e ſpecialmente quelli del Cariian che dilatarono la Signoria
loro per tutta l'Africa Orientale fino alla Terra de'Neri, e con le ,
Marmol. lib.2.
cap. 12.
ſpeditioni dell'armate ben groſſe in Italia, fecero acquiſto della Si
cilia con queſt'Iſole, come appreſſo diremo, 8 altresì di molta par
re del Regno di Napoli, e della Toſcana. Percioche dominando il
i rºssi eizer Cariian Abdulac Rè diſcendente dalla caſa dell'Agleb, nell'anno
º del
LIBRO SE CON D O, NO TI TI A IX. 2 si
del Signore 82 8. in quei tempi formidabile, e molto temuto nell'
Africa, Eufemo non già Siciliano, come vuole il Moriſoto,ma Gre
co Capitano d'vna legione in Sicilia, ch'era allora ſotto l'Imperio
Greco, eſſendoſi innamorato fieramente, ardendo nell'amore d'
L'Abbate ,
vna nobile Donzella, che nella ſua tenera etade hauea promeſſo Masur li nell'. -
caſtità a Dio, cauandola per forza dal Monaſtero, ou'ella ſtaua , Riſorie di Sici
lia d foi 175 ad
portolla impudico alla ſua caſa, che però accuſato dai fratelli di duce l'autorità
tal ecceſſo all'Imperador di Coſtantinopoli Michele Balbo Amo di Gio. Ceropo
lati Antor gre
reo, queſti di repente diſpiacendoli vin tanto aggrauio, ſcriſſe, e co neano ſi rito
ritrovate nella a
comandò al Gouernator dell'Iſola, che ſe ne informaſſe a pieno, e liéreria de l'Aa
che coſtando la verità del caſo, li faceſſe ſubito mozzar vitu pero nº?. di S. Sal
raaore dell'Ord.
ſamente il naſo, per farlo reſtar perpetuamente ſcornato in pena di S. Baſilio.
del ſuo misfatto. Di che auuiſito puntualmente Eufemo, tramò
tantoſto vna ſegreta congiura co ſuoi ſoldati, e con altri Capitani,
e deliberarono di paſſare in Barberia al ſopradetto Rè del Cartian,
COIl propoſito d'oferirli il dominio di quell'Iſola, & altri groſſi tri
No TITI A DECIMA:
'Auguſto,e magnanimo Conte Ruggiero Normanno,già no
to al mondo tutto, per le ſegnalate ſue impreſe, flagello del
Saraceni, zelantiſſimo Soldato del culto diuino,prode, e generoſo
guerriero, Capitano in ſomma, che di " di valore,e d'altre ra
re virtù ch'ei poſſedea in ſupremo grado, trapaſsò tutti gl'Eroi del
ſuo ſecolo doppo hauer egli da Calabria paſſato in Sicilia, nell'an
no 1 oa 4. ricomperata quell'Iſola à coſto di ſangue, S: à viua for
za ritolta dalle ſacrileghe mani di quei Barbari, moſtri d'impietà,8&
implacabili nemici della Santa, e verace fede Cattolica,i quali non
ſolamente i corpi de Chriſtiani in dura, e tirannica ſeruitù crudel
mente riduſſero, ma quello, che più importa, le coſe della ſacroſan
ta Religion Chriſtiana ſpietatamente deturparono. Fatto già il
valoroſo Principe,Signore di quel Sicanio Regno, altretanto bra
moſo di creſcere,e dilatar il ſuo Im perio, quanto che pietoſo di li
berar anche queſt'Iſola,infeſtata, e ſommamente annoiata da per
fidi Saraceni, come altresì quei poueri Malteſi Chriſtiani, ch'era
no rimaſti ſotto il ſeuero,e tirannico dominio di eſſi; deliberò ge
neroſo d'aſſalir Malta, ch'era ſtata in poter loro, più di ducento, e
cinquant'anni, ſecondo però ancora il vario, e vicendeuole ſtato
di fortuna della Sicilia,che fù in quel tempo hor tutta, hor parte ,
quando da quei Barbari,e quando da Chriſtiani dominata, tutto,
che in vano haueſſe ambito il comido di queſta ſpedittione Gior
dano ſuo figliuolo,atteſo che volle Ruggiero ſolo hauerne la glo
ria,ſapendo bene quanto importaſſe e di quanta conſeguenza fuſ
ſe il ſottoporla al ſuo dominio per conferuatione di quello di Sici
Orbir Maritimi lia: E come ſcrive il Moriſoto in queſto propoſito, diſcorrendo di
lib.11.cap. 1° Ruggiero,e dell'iftcſia in preſa. Ceterum,vtſunt hominum ingenia
alicitate redundanti e fortune, nunquam ſatiara, maioris imperii sfu
2. m
orto di Malta,e pur ella era ſtata molto tempo prima già fondata Marmol p. 1.
dagliſteſſi Saraceni,nell'impadronirſi di tutta l'Iſola. Di più ſog lib. 2 cap. 12 f.
Io8 p.2.
81ugne,
2 e4 DELLA DESCRITT. DI MALTA:
giugne, ch'eſſendoſi offerto il Conte (sbarcati in Sicilia i ſudetti
ſchiaui Chriſtiani) di fabricargli vna Villa,e di compartirgli mol
te franchigie, ſe haueſſero voluto dimorar nel Regno, eglino per
ritornar alle proprie caſe, elegeſſero meglio d’andarſene via, facen
dogli però il Conte prouedere di quanto fuſſe ſtato loro di biſogno
per il viaggio, col franco tragetto per il Faro. Sed, g illis deside
rantibus proprios agros ,amicoſq; e ſere, liberamfacultatem,quò vellent
abeundi conceſi, per totam terram ſua neceſſaria, º abſq; pretio Pha.
ri transitum,tribuens; Porrò ipsi cum gaudio, g Comiti deſua libera
tione gratias referentes , quiſq, in loca ſua re edunt, per duerſa Regno
rumſpatia, prout nations erant; Ma come fia poſſibile,che tra tan
ta moltitudine di ſchiaui, non vi fuſſero alcuni Siciliani, che ri
maneſſero nel Regno; tutti d'altri paeſi,e Prouincie? douendoſi
ben preſumere, che mentre la cattiuità loro era ſtata in Malta, e
quiui condotti,ſenza fallo depredati da Vaſſelli, e dalle fuſte de Sa
raceni, che l'Iſola dominauano,si vicina alla Sicilia,vna gran parte
fuſſe de Siciliani, ſe non è, che dir voleſſe alcuno, che colà parimé
te ſignoreggiando i Saraceni non v'erano ſtati coloni Chriſtiani
da farne preda, il che non puol eſſer vero, inſegnandoci il contra
rio l'Iſtorie di quei tempi,e ſarebbe a punto, come ſe altri al preſen
te d'affermar contendeſſe, che nella Morea, per eſempio, è in al
tri luoghi ſoggetti alla tirannide turcheſca,nò vi habitaſſero Chri
ſtiani franchi,o liberi, è pure eſſendo allora i Chriſtiani di Sicilia -
vaſſalli de Saraceni non veniuano fatti ſchiaui da quei di Malta .
Ma queſta ragione non ci fà forza, perche ſtimiamo,che niuno ſia
per credere,che i ſudetti Pirati,come forſe più leali, e giuſti oſſer
uaſſero quello, ch'hoggi i Predoni di Barberia, non oileruano è
Chriſtiani ſudditi del Gran Turco,benche à lui in altro obediſca
no: oltre che i Saraceni Signori della Sicilia, riconoſceuano inſie
Marmel.p. r.lib me coi Gouernatori di Malta per ſuperiore il Halifa del Cariian in
a cap29f 148.
128.es 133
Africa, è quello dell'Egitto, quando q ueſto colà nella Città del Cai
ro andò a piantarla ſua ſedia l'anno 998.
Che poi in Malta al tempo dei Saraceni teneſſero tuttauia i
Chriſtiani antichi domicilio,n'habbiamo diuerſe congetture,anzi
lo dimoſtriamo con euidenti proue. Impercioche oltre i contra
ſegni del Valle de Kum, cioè de Chriſtiani, ou'è tradirtione, che
ſteſſero, della porta de'Greci,bieb el Cre Kin,vna delle due, che chiu
dono la noſtra Città, come altroue ſi è diſcorſo, 3 il ritrouarſi in.
certi priuilegi de'Regi di Sicilia diſtinti i poderi antichi, e beni di
Malta in alcuni de Pagani, Scaltri de Chriſtiani,che coſegnata,che
fù la noſtra Città da Saraceni al Conte Ruggiero,n'vſciſſero i Chri
ſtiani
LIB R O SE CON D O, NO TITIA X. 26;
ſtiani con le Croci in mano fatte di legno, è di canne gridando
Kirie eleiſon, benche il Malaterra dichi,ciò faceſſero i Chriſtiani,che
ſtauano in quella cattiuità, (ſtato che ben puoſſi adattare anco è
quei miſeri, che interamente non erano ſchiatti) aggiugnendo,
quorum plurimam multitudinem infra Vrbem tenebant, la quale e
eſſendo in quel tempo, com'è al preſente di picciol ſito, hauendo
la in queſta guiſa riſtretta gl'iſteſſi Arabi, quando l'occuparono,
non è punto veriſimile, ch'eſſi voleſſero tanti loro nemici, tener
quiuiſccº pronti mai ſempre à danneggiargli; aggiungaſi à tutto
ciò le molte,e diuerſe voci greche ch hanno fin ad hoggi i Malteſi
ſpettanti à i riti,S alle coſe della fede noſtra, ritenute appoloro frà
l'altre dell'idioma arabico, tirandone l'origine dagl'antichi ante
nati Chriſtiani Greci, come ſono per eſempioliti,cioè preghiere, è
ſupplicattioni à Dio,e quelle che in latino diciamo litante, lapsi il
Santiſſimo giorno dell'Aſceſione is noiiru il Sato Chreſi
ma,Cona da Icone tauola d'imagine,AAalluta dalla voce greca Me
logy pelle con la quale ſi ſoleuado ricoprire i Monaci, per dinota
rela mortificatione & altre, e l'Vſo etiádio di cuocer il grano, e di
ſtribuirlo per i fedeli defonti,meſcolato con alcune coſe dolci,det
to da Greci Coliua,e da Malteſi corrotto il vocabolo Coccia,l'origi;
ne di cui, e di tal coſtume, vien rapportato dall'Erudito P. Do
menico Magri Teologo Malteſe, " ſua vaga e belliſſima ope
ra della Notitia de Vocaboli Eccleſiaſtici.
E finalmente, l'andare fin ad hoggi caratterizzati i noſtri Mal
teſi e ſegnati nelle mani, è nelle braccia con croci, fatti sù le pro
prie carni a punture d'ago, ch'aſperſe quando ſono inſanguinate
di cenere,ò d'altro,diuengono in breue di colorazurro, & indele
bili; non è egli queſt'antichiſſimo vſo, indubitato contraſegno
della primitiua Chriſtianità de'medeſimi? ſucceſſiua da quegl'Vlti
mi, in tempo de'quali Malta venne in poter de Saraceni, e conſer
uata continuamente per gratia di Dio, e merito del glorioſo Apo
ſtolo S. Paolo, del qual coſtume, che fù anco praticato da quei
antichi Chriſtiani nell'Africa, per differentiarſi da Gentili,al tempo
de'Romani,e Gothi,quando vi regnarono, prima che Mahometto
vomitaſſe il veleno dell'empia ſua ſetta,ce ne dà chiara teſtimoni
za có la cauſa dell'origine,il diligente Scrittore Luis del Marmol, pi
così dicedo.AAas el'origen de a quella cruzesfue,que quido los Roma- capa; -
- -- - Intanto
LIBR o se e o N D o, N o TITI A X. 267
Intanto i misleali Saraceni rimaſti in Malta,non laſciarono di
tentare ſe riuſcito gli fuſſe d'occupar di nuouo il dominio dell'Iſo
la,con diſcacciari Chriſtiani, che la gouernauano; impercioche
ordita hauendo (ſecodo la riceuuta antichiſſima traditione,che n.
habbiamo) vna ſegreta cogiura per ſorprendere la Città ne giorni
della Settimana ſanta,ò come altri vogliono nella notte del SS.Na
tale,métre i Chriſtiani aſſiſteuano a diuini offici, s'incaminarono
per eſeguite l'empio loro diſegno,vſcendo dal poſto della Kalaa ,
(cioè fortezza) detto fin hoggi tal Bahria,che vuol dire della Ma
remma,ò del Marittimo,oue fierano ridotti principalmete ad ha
bitare, e giunti in vn luogo,nò lungi dalla Città chiamato Ayn
Clieb (fonte de Cani) apunto vicino a giardini delle due fontane;
quiui da noſtri,che penetrato per auuiſo d'vna fanciulla chriſtiana
ſegretamente il trattato gli aſpettauano all'aguato, fieramente fu
rono aſſaliti, e malmenati, molti di eſſi vcciſi, e coſtretti i villi è
darſi alla fuga, mentre in quel furore a tutta poſſa perſeguitati,die
tro ſe gli ſgridaua à i cani,a i cani, onde ritirati, e fattiſi forti nell'
iſteſſo " della Kalaa, da per tutto, naturalmente ſcoſceſo, ec
cetto,che per doues entra nella Collina, eſſendo quell'andito ben .
ſtretto, & anguſto, ſi mantennero cola ribelli per qualche poco
di tempo,ſoccorſi per auuentura dalla Barberia con gente nuoua
da loro chiamata in aiuto, e con prouiſioni com'è credibile,ſup
oſta la commodità del ſito eſpoſto ſul mare da quella parte, che
riſguarda l'Africa, fino a tanto, che il noſtro Ruggiero di queſto
nome ſecondo, all'auuiſo del caſo, che richiedeua pronto rimedio, Si caua dall'A4
acciò il male non diueniſſe maggiore, venuto in Malta con la ſua bate Celeſtino.
armata poco prima, che ſeguiſſe la morte del Duca Guglielmo,
che fù l'anno del 1 1 27. gli ruppe,e ſconfiſſe in modo, che quindi Baren, tom 2.
ſpenti, 3 iſterminati rimaſero per ſempre da tutta l'Iſola,recando
ne chiara teſtimonianza di tal inuaſione Aleſſandro Abbate Ce Lib.1. in princ:
leſino nella vita, che ſcriſſe con gl'eroici fatti di queſto Rè Rug
giero.
Egli finalmente doppo hauer ſcorſa con la ſua potentiſſima ,
armata la riuiera della Barberia, e poſta tutta a ſacco, ſoggioga Fazel Dec. 2.
caP.4.
te Tripoli,Africa detta Mehedia,Siface,Capſia,8 altre Città, e Ter
re di quel paeſe, e terminate felicemente molte glorioſe impreſe»
nel tempo del ſuo Reame, che durò per lo ſpatio di 23.anni,ſimo
rì nel cinquanteſimo nono della ſua età, e della noſtra ſalute
I I 5 4.
A queſto fà ſucceſſore Guglielmo ſuo figliuolo cognominato il
Malo, che morì l'anno 1 1 4 6.
Ll 2 Nel
268 DEL L A D E SCR I TT. DI MALTA
5 94. – .
-
D E L LA SVC C E S SI o N E D E GL'ARAGONESI
- nel Dominio di Malta. - r .
NoTITI A DE CI MATERz A. -
- -
-
-
-
--
Mm 2 do
276 DELLA D E SCRITT. DI MALTA
do i ſuoi, ch'apparecchiati ſi dimoſtrarono, e prontiſſimi con al
trettanta intrepidezza,facendo ſonar le trombe,e leuar volta all
palamare e ben diſpoſto il conio della battaglia, con molto valore
ſi ſpicca contro delle Galere di Ruggiero,e nell'iſteſſo tem po quel
le verſo queſte,in modo che ſi venero ad inueſtire in mezzo al Por
to con tal empito, e con tanta furia, che tutte in vn baleno ruPpe
roli ſperoni,facendo vna delle più grandi,e ſanguinoſe battaglie a
nauali,che
no ſeguiſſero
fino ad hora in queleſſendoſi
di Veſpro, tempo: combattuto
durò la zuffadadalambedue
far del giºr
le
parti con tanta oſtinatione, e ſtrage come ſe da quella gior
nata la reſtitutione dell'Iſola di Sicilia aſſolutamente dipendeſſe .
Ma riconoſcendo, & accortoſi l'altiero General Franceſe, che li
ſuoi haueuano di già conſumato l'armi, deliberò d'inueſtire con
la ſua, la Capitana dell'Almirante Loria, come quella in cui egli
molto bene ſtimaua, ſolamente riſedere la Vittoria. Quindi con
maeſtoſo valore abbordandoſi le Capitane inſieme, ſi azzuffarono
i due Generali con brauura mirabile,nella Capitana del Loria,oue
il Franceſe ſe n'era paſſato, per aſſalirlo di corpo, a corpo, nella -
qual baruffa fà l'Almirante ferito; ma il Prouenzale rimaſe mor
to d'vn colpo d'alabarda nel petto, laonde sbigottiti gl'alrri, con
la perdita del Capitano,gl'Aragoneſi acquiſtarono l'impreſa, e la
vittoria, con tutte le xxu. galere 8 vna fuſta, come dice Monta
ner, e l'altra veleggiando imare,eſſendobeniliumo armata, diede
in Napoli, 6 in Marſiglia contezza della rotta,e gran perdita, ch'
hauean fatto i Franceſi,benche Zurita,8 altri affermino, che ſei
galere Franceſi,ſi fuſſero appartati dalla battaglia 2C prendeſſero lo
ſcampo con vn Capitano, che Aclot chiama Bartolomeo Buy
con poca gente,facendo vela verſo Ponente, il che crediamo ſia ,
ſtato vin equiuoco, e ciò che ſi dice delle ſei galere, ſeguiſſe nella
ſeconda battaglia nauale preſſo a Malta, come più auanti narrere
Lib.a.
mo, Angelo Coſtanzo nell'Iſtorie di Napoli confermando, che
Gu glielmo Cornelio haueſſe ventidue i" però,che di que
ſte ne perdeſſe in battaglia dieci, che furono poſcia condotte à
Hiſ di sicil. p.
Meſſina,e che l'altre dodeci prendeſſero il cammino verſo Napoli.
i.lib.8 f283 e Il Bófiglio ſcriue così.Costò la Vittoria co molto ſangue de Siciliani,e
più costata" è quelle ſei galere no si fuſero ſottratte dalla batta.
Eſcolan, nellº
glia. Feceſi queſto fatto d'arme à 2. d'Ottobre l'anno di noſtra ſa
Ifior di Valen lute 1285. ſecondo il medeſimo Bonfiglio. Però Zurira riferiſce,
za dice ſimilme che (conforme ſi ſcorge in vn'altro Autor Siciliano di quei tem
te,cheſeguì a 8.
di Giugno,ma-º pi) occorſe a gli 8. di Giugno 1284. poco doppo la partenza del
del 1283. Rè Pietro d'Aragona dalla Sicilia; nel qual conflitto reſtarono
molti
LIBR o se con D O, N o TI TI A XIII, 277
molti prigionieri de Prouenzali , e morti, come nota Montaner Cap. 83,
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ta Eſpedicion de los Catalanes, y Aragoneſes contra Turcos, y Grie
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ſono li ſeguenti,
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d'Agoſto. -e - - -
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- èi 3 g io. Q . ii - . . . . è I Cs . .
44 F. PETRINO DEL PONTE Italiano, fu il primo eletto in
Malta è 26. d'Agoſto dell'anno i 534 morì à i7, di Nouembre ,
del 1535. è - o il - o :
o s .. : e r; n. 5 -
47 F. CLAVDIO DELLA SENGLE Franceſe, eletto mentrº
era Ambaſciatore della Sagra Religione in Roma, è gl'vndici di
Settembre 1553. morì a 18. d'Agoſto del 1557.
48 F. GIOVANNI DI VALLETTA Guaſcone,eletto a 2 1. d'
Agoſto dell'anno 1557. morì a 21. d'Agoſto del 1568.
49 F. PIETRO DI MONTE Italiano, eletto a 23.d'Agoſto
dell'anno 1 5 6 8. morì à 27. di Gennaio del 1572.
5 o F. GIOVANNI LEVESQVE DE LA CASSIERE Aluer
niaſco,eletto a 3o. di Gennaio dell'anno 1572. morì in Roma a
2 1. di Decembre del 1 5 8 1.
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33 sºnº 3:::::::::::: º - -
D ELLA
L
DESCRITTIONE
D I M A LTA,
DEL COMMENDATOR ABELA
- Libro Terzo.
cz o N o Lo G I A D e vescovi DI MALTA, -
. . -
-
-
-
ri
che vogliam dire dell'Iſola, ordinato, e creato dall' - -
Apoſtolo S.Paolo primo Veſcouo della noſtra Chie- -;
º S.
Mossa º
º ſa quando qua in Malta per trè meſi fe per noi for
tunata dimora, negl'anni del Signore cinquant'ot
to,che poi ſe ne paſsò al Veſcouado d'Ateneoue per la fede di Chri
ſto fù coronato del Martirio.Di lui fanno memoreuole,e ſanta ri-
a- º - - - - - - - - a - v 15
Baroni -
aronius ad anº
membräza gl'antichi,e moderni Martirologi Romani, e frà gl'al sº,
tri il venerabile Beda, & il dotto Adone Scrittori grauiſſimi, ce
lebrando la memoria del ſuo felice Natale, e martirio, cioè a dire,
quello a diciotto,e queſto à vent'vno di Gennaio,a che ſi confor
ma anco il Cardinal Baronio; le parole, che di eſſo dicono Beda,Sc
Adone digniſſimo Arciueſcouo di Treueri ſono queſte. Item apud
Athenas Natalis Sancti Publi Achenarum Epiſcopi, qui Princeps
Inſulae Melitae, vel Melitenae, cum nauigantem Beatum Apa»
stolum Paulum Romam, ſub custodia detentum per triduum hoſpi
tio acceptum humanè trattaſſet, vt Beatas Lucas refert : Patrem ip.
sius Publii contigit febribus, g dyſenteria iacere; ad quem tam
- - PP intraſet
e58 DELLA DESCRITT. DI MALTA
intraſet Beatus Apoſtolus, é impoſuiſſet illi manus, ac oraſet , ſa
nauit eum. Quem Publium adherentem sibi, Beatus Apostolus po
ſtea ordinatum Epiſcopum , ad predicandum direxit, qui poſino
dum Atheniensium Ecclesiam nobiliterrexit, g preclaris virtutibus,
g doctrina praefulgens, ob Chriſtifidem martyrio gloriosè coronatur.
2Nam primò Dionisius, deinde Publius ſie Athenis prºfuit,
i Hebbe ſucceſſore Quadrato in quella Chieſa, alla quale fu il
noſtro Publio sì neceſſario mentre viſſe, per mantener gl'Atenieſi
col ſuo mirabil eſempio,e ſantità di vita, ſaldi, e ſtabili nella vera
fede Chriſtiana, che a pena morto nel martirio,cominciarono eſſi
à deuiare dal retto ſentiero della ſalute; onde vengono perciò am
- moniti, e fortemente ripreſi da Dionigi Veſcouo di Corinto, in
Hiſa. Eccleſlih,
vna delle ſue piſtole a loro ſcritta, come riferiſce Euſebio Ceſarié
4. cap. 32e ſe, fauellando del medeſimo Dionigi in tal modo. Altera ( epiſo
la) Ad Athenienſes miſa, quae illos, et ad Ucram fidem, et ad vi
tam,ex Euangelii praeſcripto piè degenda excitet; quaſpreta,etco ntemp
ta eos vehementer repraehendit,quoda verbo Deipenitus ferè ab eo te
pore deſciſſere caepiſſent, quo Publius, quiillis praeſuit, diartyrium ob
perſecutionum tempeſtate, thm quidem ingruentes, fortè perpeſus eſi.
fit º car º Succeſſe il glorioſo martirio di queſt'huomo diuino, come lo
"
cap,2 I º chiama Niceforo Caliſto, eſſendo in età di cent'anni ſecodo l'opi
iº nione delP, Manduca ſotto Elio Adriano Imperadore, il quale ſi
e tº lº blate - - -- - -- - - - - - -- - -
a ci
gos DELLA DESCRITT. DI MALTA
cilcoſa, che in quelli ſei anni cioè fino all'874 egli ſi fuſſe potuto
ritrouare nell'oſcura, 8 orrida prigione di Palermo, inſieme con.
Sofronio, (così haueua nome quel Veſcouo di Siracuſa) e ſi poſi
ſa credere giuſtamente, che ſia l'iſteſſo, di cui ſi fa preciſa raccor
danza,e particolar mentione nella ſudetta piſtola, ma vi ritrouia
mo qualche ripugnanza per poter affermare, che prima di lui, e
doppo la preſa di Malta da Saraceni, né vi fuſſe ſtato almeno qual
che altro Veſcouo di queſt'Iſola,ſuppoſto con Luis del Marmol,8.
º Nasi, altri dotti non meno che Prattici nell'iſtorie, cioè che l'Iſola ſia ,
i" venuta in poter di quei Barbari fin dall'82 o è pure sa 2. benche,
Siracuſa non prima del 874. veniſſe in dominio, o tirannia loro;
percioche biſognarebbe aſſegnare a Manàs di Veſcouado ſolo,hor.
mai ſeſſant'anni. Da indi in poi per iſpatio d'anni 2 1 5. fino a gl'
anni 1 o89. è 1 oºo. la Serie de Veſcoui reſtò interrotta, quando il
Conte Ruggiero Normanno, come habbiamo di ſoura accenna
to,hauendo liberata Sicilia, e Malta dalla tirannide de Saraceni, la
prouidde altresì, e v'introduſſe di nuouo il ſuo Paſtore, e Prelato,
che fù il ſeguente per detto del Pirri in Notit. Melit.fs 93. º
gJall'Incarnat. 1m89 Gualtieri primo Veſcouo doppo la cacciata de Saraceni,
i : eletto dal noſtro Auguſto Conte Ruggiero,e conſegrato da Vrba
i no Papa ſecondo, con la cui Pontificia autorità e con la reale, e ge
saceni, neroſa liberalità del Conte,fù proueduta, e dotata la noſtra Cate
drale dedicata al glorioſo Apoſtolo S. Paolo, Protettore e padrone
dell'Iſola, delli trè feudi in Sicilia, 8 in queſta di Malta,d'altri belliſ,
ſimi poderi,e giardini, la conceſſione de'quali l'A bbate Pirri dice
- non i" potuto in verun conto ritrouare, benche con partico
lar premura,vi haueſſe vſato eſatta diligenza,eſſendoli capitate al
le mani tutte l'altre de Veſcouadi di Sicilia. Del noſtro Gualtieri
habbiamovna ſottoſcrittione in certo priuilegio della Ducheſſa,
-Sichelgaita moglie, che fù del Duca Roberto, dato nell'anno dell'
Incarnatione di Chriſto noſtro Signore 1o89. Ind. 13.oue dopò
pºi Netit. Guido figliuol del Duca, egli ſi ſottoſcriſſe in queſta guiſa, Gual
ºfº terius Meliuetanus Bpiſcopus testis, meglio in vero hauerebbe dee
to Melitensis, poſciache non ſi ſarebbe introdotto quell'equiuo
co di Meliuetum per Malta, e Meliuetani per i Malteſi,voci ch'era
no anticamente della Città di Mileuio ſituata,e poſta in Numidia
d'Africa,oue ſi celebrò il famoſo Concilio Meliuetano, come in
i parte habbiamo ſpiegato più
O11tO,
comodamente ad altro pro
- P 1 o 9; Biraldo Veſcouo di Malta, che ſi rauuiſa ſottoſcritto in.
- - -
Frà
3 r2 DELLA D E SCRITT. DI MALTA
142 o Frà Mauro noſtro Malteſe, che rinuntio la Chieſa di Ca
tania nell'anno 142 o.c6 riſerua di certa penſione, com'appare per
vna bolla di Papa Martino V.diretta al Capitolo di Malta,ſotto la
Nell'anno Dat. Florentia XII. Kal. Septemb. Pont. anno tertio, benche l'Ab
142o:
bate Pirri non hauendo hauuto notitia di detta bolla,che original
mente ſi ciſerua nell'Archiuio della noſtra Chieſa Catedrale, hab
bia laſciato ſcritto, che morto l'wn,e l'altro Martino Regi, Bianca
Reina gouernando il Regno di Sicilia in quelle turbolenze, e ſol
leuationi del Conte Bernardo Cabrera, e d'altri Baroni contro di
lei,laſciaſſe priuo,e ſpogliato il noſtro Mauro del Veſcouado di Ca
tania, come parteggiano di quella fattione,e séz'altra dignità,dimo
ſtrandoci il contrario,e turro l'oppoſto la detta bolla anzi da altre
ſcritutre ancora ſi caua, & in particolare per vn priuilegio dell'
iſteſſo Mauro ſpedito a fauore del nobile Antonio de Vagnoli, da
to in Malta l'anno i 4.8.che egli continuaſſe nel gouerno, e ſedia
di queſto Veſcouado fino a quel tempo; e che Senatore di Mello
li " ſucceduto, almeno nel 1433. per vn'altra ſcrittura formata
dal medeſimo Senatore come Veſcouo di Malta, ambedue da noi
vedute, come altresì la ſopradetta bolla.
1433 Senatore di Mello, gouernò per alcuni anni la Chieſa ,
Meliteſe,poiche dal 14 3 3.in che habbiamo veduta ſcrittura da lui
come Veſcouo ſegnata, viſſe fino a 9. di Settembre 1445 che po
ſcia morì in Catania, eſſendo entrato lo ſpoglio nell'erario regio,
come nel libro del Protonotario. Sotto il ſuo Veſcouado,eſercitò
vfficio d'Inquiſitore in queſt'Iſole di Malta, e Gozo, Frà Matteo di
Malta Dottor Teologo nelle cauſe della fede, con pari zelo, che
pietà,e giuſtitia. Quindi Senatore riſedendo in Catania interuen
ne da parte di Giouanni Veſcouo di quella Città nell'anno 1436.
all'elettione della Badeſſa del Monaſtero di San Benedetto in perſo
na di Suor Iſolda Filingerio; nel medeſimo anno egli ſi trasferì in
Malta, e ritrouando nella ſua Chieſa fra i Canonici, 8: altri proue
duti di benefici,e beni eccleſiaſtici, eſſerui qualche differeza ſou
ra la rata, che douea pagarſi da ciaſcuno per occaſione di certe e
taſſe,deputò come prudentiſſimo quattro Commeſſarij del Capi
tolo, che furono D. Matteo Zammit, D. Andrea de Turri, D. Ni
colò Lombardo,e D. Antonio de Aſtis, acciò faceſſero vin ruolo,
con la ſtima del valore di tutte le Dignità,Canonicati,Parrocchie,
e benefici, perche conforme à quello ſi poteſſe calcolare la parte ,
ò portione,che ad ogn'vno toccaſſe di cotribuire, come puntual
mente eſeguirono, confermando poi il Veſcouo l'operato da loro
nel fine della ſcrittura, il qual ruolo come ſingulare , e che arreca
i - notitia
È LI B Ro! T E R ZO, N O TI TI A I. , 13
notitia di diuerſe coſe i noſtri paeſani, e particolarméte delle Chie
ſe parrocchiali,de Benefici, Iuſpadronati,e fondationi di quel tem
po,con la memoria,e rammembranza delle famiglie quiui noma
te,habbiamo giudicato bene d'inſerirlo in queſto luogo per curio
ſità di tutti,nella guiſa ch'è diſteſo in quel antico linguaggio, la
ſciando per breuità d'eſprimere la ſtima,e valore, ne quali allora -
furono taſſati. - - ) .
-
º : i
lo Beneficio di la Monica -
lo Beneficio di Mitalfas e
Donnus Theſaurarius la Theſauraria i
lo Beneficio di Sanſuni -
lo Animagio di lu Xara i
la puttiga di Donna Margarita .
Donnus Nicolaus de Lumbardo prabenda di Gharbarca
lo Animagio di Don Muni i - --
la Buttiga di Muxeni - - -- - - - -
-
:: : Rr - i)onnus
3 14 DELLA DESCRITT, DI MALTA
Donnus Antonius de Aſtis, prebenda Sancti Nicolai di la Mi
tarrifa
lo Beneficio dila Chutafe i
lo Animagio di lu Chantar i
lo Animagio di Donna Xibilia -
lo Animagio di Ayn Cartelim - -
2 lo
sia DELLA DESCRITT. DI MALTA
lo Animagio di Manno Chancho - -
lo Animagio di la Baiada e ; . . ..
lo Animagio di Petruzzo Xara i
Prasbiter Baldus Carceppo,lo beneficio di Birmifiuh
lo Animagio di Donna Margarita
lo Animagio di Miſſer Brancato i
lo Animagio di Saiuto Lutà
lo Animagio di Antoni Mallia
lo Animagio di Cola
Prasbiter Renaldus fabunipro beneficio Rahal Zebbug
lo Animagio di Gullielmu Mamu - e -
lo Beneficio Sautto i - º -
lo Animagio di Dominico Cusburella i
lo Animagio di Franquino i i si
Praesbiter Paulus Branchelpro Cappella Sančla Catharina di
lo Animagio di Paulu di Burdinu ri: giº. ei
Prasbiter lonnes di Tolomon proAnimagio Nicolaide Fanato
Praesbiter Gullielmus....... pro beneficio di Caute
lo Animagio di Clara v.oris Andrea Barbati
Praesbiter Lemus de Falſono, pro beneficio di farfar i
Praesbiter Ioannes de Bonabella pro beneficio S. Marci
Nerus Fabianus Zammit,pro beneficio S.Maria di Fulfula i
Frater Benedictus pro Terris S. Franciſci. A b . ci
loAnimagio di Santa Agata
144; Bernardino Paternò dell'Ordine Caſſineſe nobile, ( ben
che illegitimo) Cataneſe, doppo la morte di Senatore, conſenten
do,e condeſcendendo il Rè con ſue lettere date in Palermo a 9.di
Nouembre 1445. ſi domanda, 8: eligge dai Canonici di Malta ,
per loro Veſcouo; prima egli era ſtato Abbate di San Filippo d'
Argyrò con indulto, e diſpenſa Apoſtolica ſpeciale intorno e ſopra
il difetto de Natali, doppo la morte di Antontoide Paternò ſuo fra
tello,l'anno 1447. ſe ne muore in Catania è iniſi ſepelliſce.
1447 Giaimo, è Giacomo, che vogliam dire,di Paternò nobile
-
-
-
-- - -
- - Cataneſe
A L IBRO TERZO, NOTITIA I. 3 17
- -- i
- -- . - - --- - doppo
LIBR o TERzo; NoT ITI A I. s.,
doppo tre anni conſegrato dal Sommo Pontefice Giulio Secondo
date le lettere Apoſtoliche in Roma, l'anno 15 o8. e regiſtrate è
17.Settembre 1599. a 12. di Marzoli fù dato il poſſeſſo del Ve
ſcouado, e con diſpenſa della Sede Apoſtolica, ſi ritenne ancora da
dignità di Ciantrato,ò Cantoria; ſedeua come Cantore,e Veſcouo
nel primo luogo del Choro della Chieſa Metropolitana; l'anno
1 5 1 1. doppo la morte dell'Arciueſcouo Giouanni Paternò, dal
Capitolo di quei Canonici fù deſtinato Vicario, e da Diego Ribe
ra Veſcoue di Maiorica General Commeſſario della Santa Crocia
ta nelle Spagne, 8 altri Regni della regia giuriſdittione, vien fati
to in Sicilia Commeſſario. Haueua ancora hauuto il Priorato di
Santa Maria de Burgitabus. Ma negl'anni 1 5 12. fù promoſſo, 8.
inalzato alla Catedra della Chieſa Arciueſcouale di Meſſina,e final
mente ſe ne muore in Palermo l'anno 15 13. -
L. ; M. P. , e
conſecrauit. r . .
, obiit Prid. Non Augusti anno Damini MDCXXXIII.
Epiſcopatus XVIII. - 2 - i
º - . Aetatis LVIII, .
E quì è da ſapere che in vno delli tre feudi ſituati in Sicilia, cioè
in quello della Faiiara,il Veſcouado di Malta, come apertamente ,
ſi raccoglie dal Pirri nella notitia Melitenſe, vi poſſedeua vn Caſale; - -
- - - - - giuriditione
gas DELLA DEscRrrT DI MALTA
giuriſditione poiche ritrouandoſi quiti Nicolò Veſcouo di Malta
l'anno 13 22. promulgò altresì l'Indulgenza di ao. giorni da lui
benignamente conceſla,a chi haueſſe con elemoſine,e pij donati
ui aiutato la fabrica di certo Monaſtero di S. Benedetto, dicendo
in queſta guiſa: mentre parla di quel Veſcouo. Et iterum anno
132 2. 4. Octob. Ind. 6. ſcripto priuilegio in Caſali Fabarie, Aeliue
tan e Diocesis eandem prorogauit indulgentiam, e come già altroue
habbiamo dato a diuedere se si º
Li peſi ordinarij,e perpetui,che ha il Veſcouado, principalméte
ſono le due aſſignationi, che paga annualmente, cioè a dire all'In
quiſitore di Malta, e Santo Officio ſcudi 53 3.4.3 al Collegio de
Padri della Compagnia di Giesù ſcudi 2oo, oltre altri carichi,peſi,
oblighi, e ragioni, che ſi deuono a Miniſtri, e per buon gouer
no,e mantenimento della giuriſditione, 8 altre cauſe, che in gratia
della breuità volentieri ſi laſciano in diſparte. Anticamente paga
uale regie tade, e per la deputatione del Regno, come gl'altri Veſ
i" coui di Sicilia; ma per fauore, e priuilegio del Rè Ferdinando II.
af. 77: come per ſue lettere date in Cordoua à io. di Luglio 3. Indittione
148 5. la Chieſa Melitenſe fà fatta eſente da quel peſo. -
etiam fortè non paràm illius Vrbis frequentia,ae diuitieg fatta olim
a Diuo Petro eius ſedis institutio incitabat. Suppoſto il prenarrato, In eade Notit.
e quello che ſoggiunge appreſſo l'iſteſſo Pirro, quando fa mentio f, 144.
ne di Teodoro Secondo 49. Veſcouo di Siracuſa, cioè. Theodorus
Secundus deposito Gregorio (che fù il di lui predeceſſore) ad regenda
Ecclesiam Syracuſanam constitutus est ab Egnatio, quem Nicolaus
PP. Primus in Epistola ad Aichaelem Imperaturem Patriarcha Con
stantinop.6 Comministrum noſtrum appellat,eanquè ſcriptan credi
mus anno ſalutis 859. Pontificatus Nicolai anno primo, gr Imperii
Michaelis anno 16. ex Baronti computatione, in ea epistola S Quod
nos Nicolaus precipit, vt Ignatius, é Photius (queſto era Segreta
irio dell'Imperadore, 3 aliquot ex iis, qui cum Gregorio erant Syra
cuſano ad ſe veniant, grait. Aittantur etiam de parte Ignati: Ar
chiepiſcopi quidam, Antonius Cyrici, Basilius Theſſalonica, Constanti
nus Lariſſe, Theodorus Siracuſanorum, Metrophanes Smyrne, gre.
A cce inter Archupiſcepos. , 9 qaidem magni nominus,atq; auctoritatis
connumerari inuenimus nostrum Syracuſanorum Antistitem, gr Ro
mam accersiri pro parte ignati, ad defendendam eius cauſam coran
Apoſtolica Sede,qua resſuadetfaciliis qaod ſupra diximus titulum ſcili
eet Archiepiſcopalis Dignitatis antiquiorem fuiſa in Syracuſana Eccle
siagnisi enim ita fuiſet, Syracuſanum opinorrum reliquis (quospau
lò poſt recenſet) Epiſcopis recenſuiſſet Nicolaus, i
Ritrouiamo, che nell'anno 886.in circa, ſi fe dall'Imperadore
Leone di Coſtantinopoli cognominato il Filoſofo o ſapiente,vna
diſpoſitione intorno al Patriarcato Coſtantinopolitano, la quale a Tono. I1. Iure
vić riferita da Leunclauio preſſo Roberto Mireo, in Notitia Epiſco GraecoRom.
-
33e I) EL LA D E SCRITT. DI MALTA
I ti J 43s
Pirri nella Notitia Siracuſana ſi legge così. A Metropolitani,g Epiſ.
copi a Sede Aomana auulsi Theſſalonicensis Syracuſanus, Corinthius,
7hegiensis, Nicopolitanus, Atheniensis, Patrensis. Sub Syracuſano
Metropolitano Sicilie, Taurominitanus, AAeſanensis, Agrigentinus,
Croniensis, Lilybei, Drepani, Panormitanus, Thermarum, "
dii, Aleſa, Tyndarii, Aelitensis, Liparensis. Reſta dunque chiaro,
che il Veſcouo di Malta in quei tempi prima dell'eſpulſione de Sa
raceni dalla Sicilia,e da queſta noſtra Iſola cra ſuffraganeo à quel
lo di Siracuſa,e non già in verun conto ad alcun'altro della Chie
ſa Africana, com'è ſtato creduto da alcuni, e forſe dal medeſimo
Pirro (come habbiamo detto nella Cronologia de'noſtri Veſcoui
ſotto Lucillo) per inferire fin dallora la ſoggettione di queſto, è
uello di Palermo, richiedeua ancora la conueniéza più toſto,che
i" noſtro Metropolitano quello di Siracuſa eſſendo più vicino,
che alcun'altro, e però come à tale, la cauſa della depoſitione del
noſtro Veſcouo Lucillo, e de'complici, fà commeſſa dal Pontefi
ce S. Gregorio, ſi come altroue i" è detto. » .
Ci reſta per vltimo a dire,qualmente il noſtro Veſcouo di Mal
ta, (ſi come fanno tutti gl'altri Veſcoui della Sicilia) può entrare
ne Parlamenti generali di quel Regno, eſſendo Regio Conſiglie
re,8 in fatti v'interuenne per ſuo Procuratore il Veſcovo Fra Dor
menico Cubelles, l'anno i 55 o. ſecondo il coſtume de ſuoi prede
ceſſori, come di ciò n'habbiamo contezza nel libro del Protono
tario di Sicilia di dettanno a ſoli 34. s . -
i
D E L L A C H I E SA CATTED RA L E,
- e d'altre coſe riguardeuoli dello Stato ,
. . . .. Ecclesiastico.
a - - -- - -
-
-
- «. - - e
l'Iſola inſieme. Il ſuo Sagro Tempio Cattedrale,è parimente Par Pirrur in eadem
rocchiale (che fù già la ben auuenturata Caſa di Publio) è anti Notit f.586.
chiſſimo, e molto celebre, e diuoto pervna delle Sante Immagini Pirrus ibidem e
della B. Vergine dipinte da S. Luca. La prima ſua fabbrica,ò per "
meglio dire reſtauratione doppo l'eſpulſion, e cacciata de Sarace- P.Corneliusa la
ni per l'architettura della porta principale (che volta al Ponente) piapº.
e da quella dvn ſublime, 8 alto campanile ſembra, che ſia artifi- ſº" º
cioſa fattura,º opera gotica. Veniua il tetto mantenuto, come
al preſente ſi rauuiſa, da otto colonne, alle quali ſouraſtaua quaſi
immediatamente, come in quei primi tempi era vſo, & ordinario
coſtume in tutta l'Iſola fabbricar le Chieſe molto baſſe, 8 oſcure,
perche cagionaſſero, 8 arrecaſſero maggior diuotione con alcune
picciole fineſtre più toſto per doue reſpiraſſe l'aria, che per riceuer
lume, di queſte ſe ne veggono ſin hoggi alcune dalle parte della .
Sagreſtia ſerrate, e chiuſe, 3 haueua dall'Vna, e dall'altra parte del
la naue, cioè a dire fra le colonne,e'l muro,vn andito, per il quale
ſi entraua ad alsune cappelle, ch'erano contigue, 8 vnite alla
Chieſa per di fuori, nella guiſa che pur hoggi ſe ne mira rimaſta »
vna, ſotto titolo della Madonna di Monſerrato della nobil fami
glia de'Gatti Eſguanez.
Ne meno il vaſo, è corpo di detta Chieſa anticamente ſi di
lungaua, e ſtendeua più oltre di quello, che ſi vegga al preſente:
ſituato quel traue, che ſoſtenta, e regge il Crocifiſſo, come ne dà
chiaro ſegno quell'occhio , ò fineſtra circolare, che ſtà di ſopra
hoggi chiuſa, che riceueua il lume dall'aria ſcoperta. Fà doppo di
lungata, e tirata più auáti la Chieſa fino alla Tribuna, che racchiu
de l'altare dentro il Coro,oue ſi ſcorge allogato il quadro di San ,
Paolo dipinto ſopra tauola all'antica, toccato d'oro, e particolar
mente nel ſuo vago, e ſtellato veſtimento, di che è addobbato,co- e e
me ſi dice ſia già in tal guiſa vna volta comparſo a cauallo vibra- :
do la ſpada in difeſa della Città noſtra aſſediata all'hora da diciot- tariſºglº
to mila mori l'anno 1427.che ne rimaſe vincitrice. Queſto brac- si aprº e º
cio couerto di legnami, e che forma leggiadramente con la naue
vna Croce, fà fatto edificare circa gl'anni del 14 19. come ſirac
-
- - - - - -
--
º Tt 2, Regnante
352 DELLA DE SCRITT, DI MALTA
- - -
-
Regnante Sereniſsimo, 3 Catholico Domino, e
Domino Ferdinando, Hiſpaniarum, Granate,
i vtriuſqi Sicilia Rege,Procurante solerti Hiero
-2 - nymo Callus, anno Salutifere Incarnationis
Domini 15 oº. die 7: Mensis otob. 13. Ind.
hoc opus expeditum fust, i
E ſtato poi anco inalzato il tetto della naue,ergédoli nel diſot
tovn muro ſoura l'arcate appoggiate,e ſoſtenute dalle colonne, e
ſi ſono in quelle aperte fineſtre dall'Vna e l'altra parte, che al pre
ſente rendono la Chieſa molto luminoſa e non men bello,che ri
guardeuole il tetto,di legnami, aſſai ben lauorato, è induſtrioſa
mente con intagli,ornato di quadri viſtoſi, ne'quali ſi rauuiſà di
pinta la vita, e le principali,e più ſegnalate attioni di S. Paolo,con
altre hiſtorie Eccleſiaſtiche,fregiato d'oro nelle cornici, e luoghi
de lauori con arabeſchi di molta vaghezza,oue ſi ſcorgono frapo
ſte in più luoghi le armi della Città & in parte più ſolleuata quelle
del Rè, e nel primo traue dalla parte volta verſo l'altare ſi mira .
i
-
e - - - - --
queſto ſcritto, - - - - -
: --- ---
Officiano in Choro venti Canonici, i primi cinque ſono coſti
tuiti nelle dignità ſeguenti, Arcidiaconato, Decanato, Cantorato,
Teſorierato, S. Arcipresbiterato, delle qualità, prerogatiue, e pre
minenze di ciaſcuna in particulare ſi dirà appreſſo.
- L'Altar maggiore, che ſtà poſto innanzi al Choro, fù coſegra
to ſolennemente dal noſtro Veſcouo Malteſe Cagliarès, veggen Fol.26 pag.2.
doſene vna memoria nel regiſtro del Capitolo in queſta forma .
Die XIV. Aprilis 1 6 26. fuit facta conſecratio Altaris Maioris,positi
in medio Ecclesie Cathedralis Sancti Pauli Ciuitatis Notabilis Melite
in honorem Omnipotentis Dei,g B. Al Marte V irginis , (gi in honorem
Sancti Pauli, Sancti Hermetis,g Sancti Receſsi,quorum Saniorum
34artyrum reliquie fuerunt reposite in dicta Altari, nimiri dens A4o
laris Kecſsi,etos digiti Hermetis per Epiſcopum Cagliarès Atelitenſam,
1 - aſsistentibus
N
v
334 DELLA DESCRITT. DI MALTA
aſsistantibus Dignitatibus, gr Canonicis.
Queſti poi nel verno ſono in obligo, e tenuti alternatiuamente
d'aſſiſtere al Coro ogni giorno, cioè dieci Canonici in vina ſetti:
mana,e gli altri dieci nella ſeguente, a vicenda. Ma nel tempo di
eſtade interuengono (per ſeruirci de termini, come fra loro ſi
dice) à terzeria, cioè a dire, che ſono eſenti per due ſettimane, e
poſcia vna d'obligo al Coro,eccettuatene però le feſte, e ſolenni
tà principali dell'anno, nelle quali tutti indifferentemente deuono
interuenire, come parimente altri dodici Sacerdoti, che quini ſtan
no ſotto nome di Cappellani, che godono,e tirano ſtipendio dalle
rendite della Chieſa, inſieme con vn Diacono, Subdiacono, due o
Thuriferarij, & alquanti Cherici per miniſterio, e ſeruigio delle
Meſſe,e canto deverſetti,e d'auuantaggio due Sagreſtani,l'vno de'
quali vien ſtipediato dal Teſoriero.Paga di più la medeſima Chie
ſa ad vn Maſtro di Cappella, vn Organiſta,e diuerſi muſici in tut
to ſcudi cinquecento l'anno,
Il Coro è tutto di noce con diuerſi lauori, e figure, opera mol
to ragguardeuole di certi maſtri Cataneſi, che con pari diligenza,
dheinduſtria lo formarono circa l'anno 1481.ſi come n'habbiamo
veduta ſcrittura del buon accordo, e della conuentione con i Pa
dri Domenicani, da quali poi fà laſciato per ſeruigio della Catte
drale . . . . .
In Chieſa, oltre la ſedia dell'Eminentiſſimo Sig. Gran Maeſtro
noſtro Principe Sereniſſimo, e quella di Monſignor Veſcouo, tie
ne altresì il Magiſtrato della Città la ſua, diuiſa, e compartita in.
cinque ſedili, in luogo ſtabile, e permanente, cioè per il Capitano
della Verga, e quattro Giurati, in eſſa vi ſi vagheggiano dipinte le
armi reali, e quelle della Città, con vn ſcannello per di ſotto a pie
di, oue ſi legge queſta memoria.
Condita hacſedes anno iii.Indictionis MDXV. Con
- currentibus Iuratis Perio Caruana, Nicolao Saguna, -
9 e !- ) : :i
.
-
s . . . Al
Il I BR O T E R ZO, NO TITI A IL 343
Al Spectable Magnifico amado Conſejero Viſorrey, y Capitan jene
ral nuestro, e nel Reyno de Sicilia el Conde de Monteleon. Preſentata
Illustri Domino Proregi Panormi, die xiii. Iulii 9. Ind. 152 1. (3
mandat Dominatio ſua, quod expediantur Exequutorie, ſub visione
A4 ag. Domini Regii Fiſci Patroni I. Castellanus Secretarius,
E perche nell'anno 159 1.in occaſione di certa lite per vin be
neficio di Malta, ſi era fatta nella Corte Romana qualche obiettio
ne all'Indulto di Leone X. Papa Clemente Ottauo di felice ricor
do per togliervia affatto ogni dubbio, e materia di liti,e gl'Iſolani
noſtri non veniſſero defraudati del fine, e buon effetto del priuile
gio,có vn'altra ſua bolla,la cui data è in Roma apud si Pe
trum anno Incarnationis Dominice Millesimo, quingentesimo, nona
f" primo V. Idus Februarii Pontificatus ſui anno primo, doppo
auer fatto particolar mentione,S& eſpreſſione in eſſa del contenu
to nell'Indulto di Leone Decimo decretò,che per l'auuenire ſenza
che ſi richiedeſſe maggior proua, con queſta in ogni luogo ſi pro
uaſſe la diſpoſitione della gratia,e volontà del Pontefice Leone ſuo
predeceſſore, nella forma, che ſiegue. Ne autem de abſolutione, ſta
tuto,ordinatione conceſsione, voluntate, indulto, exceptione, decretis,gr
derogatione prefatis pro eo, quod sicut accepimus ſuper illis certe dicti
Predeceſſoris littereſiupplicationi deſuper ab eosignatae, gr poſtmodum
reformatae minime concordes confectae,g, propterea minus rite expedi
fuerunt,g exinde graues lites, gr controuersiaeſunt exortae,va
faltº
D. , O, i M. , - -
Vetuſtiſsimum Chriſtianorum -
oſſuarium, . -
(
MO E L L E D I G N I TA, B E N E F V C 1 , E CAI IESE,
ch'anticamente erano di Padronato Regio, hoggi de'
Gran Maestro come Principe dell'Iſola.
NoTITI A TERzA.
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i i - . -
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iTITI A Q VA RTA.
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. . . .
Chieſa
LIBR o T E Rzo, NO RITI A IV, se i
- Chieſa Cattedrale di S. Paolo primaria, é vniuerſaliMatrice di
tutta la Dioceſi Meliuetana. A queſta vien congiunta, 8 anneſſa ,
quella di S. Paolo fuori della Città nel Rabbato,vicina anzi conti
gua alla Sagra Cripta. Sono le due amminiſtrate da vniſteſſo Par
rocchiano con titolo di Arciprete Canonico,ò è vno delle Digni
tà capitolari, alla medeſima ſi ſcorge anco,vnita xn'altra Chieſa»
dell'Aſſuntione de Caſalotti Dingli,e Tartarni. Il titolo della Gat
tedrale è la Conuerſione di S.Paolo, di quella del Rabbato la feſta,
del ſuo glorioſo martirio.Sono ſottopoſte a queſta Parrocchia nella s es - .
–ssa º
Città, Rabbato,e luoghi del ſuo Territorio, in tutto 43.Chieſe. -. .. v
,
.
San Lorenzo della Città Vittorioſa,nomata il Borgo anticamé - a
te ſotto il Caſtello; a queſta Parrocchia erano anneſſe, 8 vnite o
le Chieſe della Birmula, e della Senglea detta altrimente l'Iſola, le
quali dipoi furono iſtituite curate; nella medeſima di S. Lorenzo,
deſtinò, e collocò la Sacra Religione Gieroſolimitana la ſua mag
ior Chieſa Conuentuale l'anno 153o e ſe ne ſeruì fino al Magie
iterio di Frà Pietro di Monte, che traportà il Comuento alla Città
"Valletta, nel qual tempo il Parrocchiano di S. Lorenzo ammini,
iſtraua, & eſſercitata la ſua cura nella Chieſa dell'Annitiata de'Pa
dri Domenicani e bench'egli haueſſe Poſcia ricuſato di far ritornò
-
alla ſua, contro di quello ch'era ſtato prima tra di loro cicordato,
ſeguitane anco l'approuatione del Sommº ontefice: Monſignor
Duſina Viſitator Apoſtolico inteſe le parti decretò, che Don An
tonio Vaſſallo allora Curato doueſſe andar alla ſua Chieſa,e laſciar
libera à i Padri la loro. Nei limiti di queſta Parrocchia, e ſuo di
ſtretto ſi rauuiſano due Conuenti del Regolari, vino de ſouradetti
Padri Domenicani, fondato circa l'anno 15 17 con inſigne,e mol
to riguardeuole Chieſa,adorna di molte Cappelle, e fondationi di
quei principali Cittadini, ſeruita con molto decoro,e cò l'iſtitutio
ne di due Confraternità di Laici, cioè a dire della B.Vergine della .
Candelora, eretta anticamente nel Caſtel S. Angelo, e del Santiſſ. Apparet in
Actis Nico ai d'
Roſario, l'altro Conuento è de'Padri Carmelitani fabricato con li Agathe ſub die
moſine, e fondationi della gente delle galere l'anno 161 . In que 5.ºeb.1544:fol.
273.
ſto luogo hebbe la Sagra Religione vna Chieſa Curata ſotto titolo
. di S. Antonio Abbate, il cui antichiſſimo quadro portato da Ror
di,có quello di S.Antonio da Padoa a lui cogiúto,fù poſcia trapor
tato alla Valletta nella Chieſa della Vittoria inſieme con l'eſſercitio
Parrocchiale,oue ſi continua ſotto la giuriſditrione della medeſir
ma Religione; & i fedeli del Rito Greco n'haueuano tre ſotto le ,
inuocationi di Santa Maria di Damaſchini, San Giorgio, e San
Nicolò Veſcouo, nelle quali il Viſitator Apoſtolico per cuicar
Zz confuſioni
se , DELLA DESCRITT. DI MALTA
confuſioni, e diſordini, aſſegnò è ciaſcheduna certi limiti e riſtret
ti con determinato numero di famiglie, è caſe, cioè alla prima ne
deſtinò trenta quattro. Alla ſeconda vent'vna, & alla terza di
ciannoue,le q uali fin da Rodi ſeguirono fedeliſiime queſta Sagra,
e non mai a baſtanza lodata Religione. Et eſſendone di eſſe man
cate molte sq uelle poche rimaſte, ſi trouano hoggi diuiſe in due
Parrocchie, l'Vna, che reſta nella Vittorioſa ſottotitolo di Santa ,
Maria Damaſchini e l'altra nella Valletta, ſotto l'iſteſa inuocatio
Dalla viſita di
º on/gºor Du
ne. Nella terza Chieſa ſi conferuaua già la mano di S. Theoctistes
ſia a fatta nella Vergine, da Paro Iſola, portata da Rodi dalla pietà di Nicolò Pro
Pittorioſa. cathumenos nobile Rodioto nel 153o.hoggi ſi cuſtodiſce in S.Ni
colò della Valletta.Le Chieſe poi che ſono ſoggette alla Parrocchia
di S. Lorenzo, compreſe,le campeſtri ſaranno intorno a quindeci.
Chieſa Parrocchiale di Bircarcara, ſot to l'inuocatione di Santa
Blena Reina antico titelo di eſſa , benche per qualche tempo fuſº
ſe ſtato mutato in quello dell'Aſſuntione della Beata Vergine A
queſta " anticamente anneſſi e congiunti i Caſali Ae
tard, Lia, Balſano, Bordi, e Manna , hoggi vi rimane ſolo Bal
“ſano. E perche ella è ſtata da Papa Vrbano Ottauo à petitione del
Dottor Don Filippo Burgio Rettore della medeſima, eretta in Col
legiata, con vna prepoſitura principale vnica Dignità, e dodici
Canonicati, 8: vi perpetuo Vieario per eſercitar la cura d'ani
me, e l'altre funtioni parrocchiali, con aſſegnatione fatta da Don
Filippo, di ſettecento, e venti ſetidi di rendita annuale per do
te della Prepoſitura, e prebende de Canonici, con molte preroga
tiue, & honori, e particolarmente di poter il Prepoſito, e Cano
nici vſar la Cappa Violacea foderara nell'eſtate d'ormeſino roſſo,
e nell'inuerno di pelli bianchi ſoura il Rocchetto, fù nell'erettio
ne, e bolla Pontificia diſpoſto, che vacando la Prepoſitura appar
teneſſe la prouiſione alla Sede Apoſtolica, e l'elettione de Canoni
ci al Capitolo della Collegiata, riſeruata però l'iſtitutione all'
Eminentiſſimo Gran Maeſtro di queſta Sagra Religione. Che il
Prepoſitore Canonici debbano eſſere di lodeuoli coſtumi, e di ſuf.
ficiente letteratura fino al quarto grado de parenti di Don Filip
po ſe ve ne ſaranno, quando che no,d'altri della famiglia Burgio,
oriundi ſolaméte dalla Terra Bircarcara; & in difetto di queſti,d'al
cri dell'iſteſſo luogo,e ſe non ve ne fuſlero quiui idonei, e come ſo
pra qualificati, che l'elettione ſi faccia ſolamente di ſoggetti della ,
Dioceſi Meliuetana veri Malteſi, e non per priuilegio di Padre ,
e Madre originarij, & oriundi da Malta, in eſſa nati, battezzati, e
procreati da legittimo matrimonio. E che finalmente la collatio
- , a > . v Ilc,
LIBR o TE Rzo, NoTITIA IV. 38;
ne, è total diſpoſitione della Vicaria,per eſercitio della cura d'ani
me precedendo il concorſo, ſecondo la forma del Sa gro Concilio
di Trento, appartenghial Veſcouo di Malta Ordinario, e come più
largamente appariſce nella bolla ſpedita in Romà Non. Decemviris
163 o, ab Incarnatione, e ne ſtatuti della medeſima Collegiata,
confirmati da quel Pontefice per ſuo breue,dato in Roma a 24 di
Settembre 1631. Nel reſto la fudetta Chieſà,ch'è vna delle vaghe,
rigguardeuoli, e grandi dell'Iſola, ſi troua fornita d'ogni neceſſa
ria ſupellettile cccleſiaſtica, d'organo , e di rendita in beni ſtabili,
de quali ſempre per l'adietro ha goduto il Rettore, con gl'altri in
reiſi,S: emolumenti, che frutta la cura Parrocchiale. Le Chieſe,
e Cappelle,che ſi trouauano ſoggette a queſta Matrice, compreſe
quelle delle Ville, e della Campagna in tempo, che a lei erano ag
gregati, 8 anneſſi li ſudetti cinque Caſali, come habbiamo letto,
e riconoſciuto nella viſita di Monſignor Duſina,ſagliono al nume
ro di quaranta in circa, ſenza le diſtrutte, 8 altre che ſono ſtate º
profanate per le ordinationi delle viſitegenerali. i ) :
Chieſa ſotto titolo della Naſcita feliciſſima della Beata Vergine,
Parrocchiale della Terra Naſciàr, hoggi compiutamente fabrica
ta alla moderna,grande, e magnifica già Matrice dei Caſali Gre
gorio, e Moſta. E ſeruita con aſſai buono, e ſifficiente numero
di Sacerdoti, e Cherici, 8 è vna delle ricche, 8 vili cure dell'Ifo
la; poiche frutta al ſuo Rettore non men di quattrocento ſcudi di
rendita in primitie, prouenti di beni ſtabili, e altri emolumenti,
hauendo ſotto la di lei cura in gran parte Maſſari molto commodi.
Prima, che ſeguiſſe la ſeparatione, e lo ſmembramento deſidetti
due Caſali, conteneua in tutto il ſuo diſtretto fino al numero di
venti otto Chieſe. Hà conteſo queſta Matrice, con quella di Birº
carcara, la precedenza però al preſente ſaggia e prudentemente,
fra di loro soſſerua a vicenda l'alternatiua, con la quale ſi ſono ſo
pite le gare, ſcandali,e le pericoloſe differenze, che ſouente ſucce
deuano nelle publiche proceſſioni, 8 in altri atti eccleſiaſtici fra l'
vno,e l'altro popolo, con non poca
canza del ſerugio diuin i o
merauiglia
i
delle
e
genti, e man
. . . .
Chieſa di San Giorgio Martire Parrocchiale della Terra Cormi,
ſi rauuiſa ſimilmente anch'ella ſpatioſa, e grande, con vn bel
Campanile, e vien officiata dai copia contieneuele di Sacerdo
ti, come d'auantaggio d'altri miniſtri eccleſiaſtici, ne meno le
II, ill caor gano, e diuerſità di va º hi paramenti, 8: vtenſili per vſo
tauole
LIE R o T E Rzo, Nor ITI A rv. 3c,
tanole dell'aſſedio di Malta nella gran ſala del Palagio Magiſtrale,
come anco il quadro di San Giouanni nell'altar principale della .
maggior Chieſa Conuentuale, 8 alcuni altri pochi, mentre fedi
mora nella noſtra Iſola. Le Chieſe poſte ne confini di queſta Par
chia ſono in numero di trenta in circa,fra le quali eſſendoui quel
la, che ſi troua edificata nella Folfola, picciola iſoletta dalla par
te di Malta, che riguarda a mezzo giorno, dedicata all'Aſſuntio
ne della Beata Vergine, con titolo di beneficio eccleſiaſtico, il Vi
ſitator Apoſtolico Monſignor Duſina, facendone iſtanzia Don
antonio Bartalo Vicario Generale, che a quel tempo era Parroc
chiano del Zorrico, atteſo il molto diſagio, e l'incomodità, che
ſi patiua per poter andare alla detta Iſoletta,varcando il mare,che
vi ſi frapone, trasferì il predetto beneficio, con tutti gl'obblighi,
peſi,8. emolumenti nella Chieſa di San Leone di Bubakra, nel cui
Territorio ſi ritrouano i beni, e le facoltà del beneficio. Volendo
però, che il ſuo Rettore fuſſe tenuto quiui erger vn altare ſotto
l'iſteſſo titolo è bella poſta acconcio per adempire l'obligo, e per
quella volta riſarcire la Chieſa di Folfola, acciò non veniſſe à roui
nare, ne colà del tutto mancar la diuotione de'fedeli. La Chieſa ,
antica di queſta Parrocchia ſi raccoglie eſſere ſtata fabbricata nel
1448, facendone di ciò fede, come anco di chi fuſſe ſtato allora -
Cappellano lo ſcritto ſeguente in carattere Gotico,
A4CCCCXXXXVIII. Donnus Renaldus Tabuni Cap.
- La Chieſa di S. Nicolò Veſcouo Parrocchiale della Terra Sig
geiii rimane tuttaula con i Caſali SciluK, e Kibir à lei anneſſi,
con le Chieſe loro, come parimente era vn picciolo Caſale detto,
- ri camino dalla Terra Zebugi per andar
à Monte Verdala, hoggi è deſolato, di cui reſtano tuttauia in pie
dila Chieſa,ch'era già dedicata a San Giacomo, & alcune poche º
caſe ſenza però habitatione,che del tutto s'eſtinſe per la mortalità
de Coloni al tempo della peſte l'anno i 592. li ſouranominati due
Caſali ſono diſtanti dal Siggeiii quaſi vgualmente per iſpatio d'vn
miglio in circa. Il primo e maggiore del Kibir,benche queſto or
tenghi il nome, che ſignifica grande. Le Chieſe edificate nei li
miti, & appartenenze di queſta Matrice, ſagliono al numero di
trenta cinque, fra le quali, è molto principale quella di San Ni-,
colò nella contrada di Hal Nicluſi, è ſia territorio dell'ifteſſo mo
me vicino a Caſal Kibir. Di queſta (ch'appartiene ai Reu.Padri di
S. Benedetto di Catania,) nella viſita di Monſignor Duſina ſi fa la -
- A \
A
uotione colà ſi trasferirono per accompagnare la proceſſione nel
-.
coli approdare al porto non ſolo vino de principali ſoccorſi, che ſianº
dauano allora aſpettando, 8 appreſſo tutte le militie, e prouiſioni
cio di viuere, e da guera,con più di ſette,ò ottocento Vaſſelli tra pic
ila cioli,e grandi,e di diuerſe ſorti, che in più volte,tutti ſenza perder
ſi niuno, ne patir alcun diſaſtro giunſero felicemente in Malta, e
L ſingularmente vna delle galere di queſta ſquadra, che ritornando
il da Liuorno carica delle più importanti munitioni, che ſi deſidera
el uano,le ſucceſſe a punto d'entrar in porto poche hore prima, che
noue galere di Barberia,hauendo toccato nel Gozo ſul mattino è
li «iſta di queſte Fortezze,orgoglioſe trauerſauano il canale per an
dar advinirſi con l'armata turcheſca in Leuante; ma ancora, che
il medeſimo Gran Turco volgendo altroue i ſuoi perfidi diſegni,
8 altrimente di quello ch'haueua già ſtabilito,diſmetteſſe l'impre
ſa di Malta,el danneggiarla,benche quiui da tutti, e maſſimamé
te da prodi Caualieri che fin dalle più rimote parti dell'Europa,ſti
molati non men dall'wbbidenza, che dal proprio valore in tanto
numero, non mai più veduto in Conuento, erano cerſi alla difeſa ,
(fatti dalla merauiglioſa Prouidenza di queſta Sagra, Religione i
douuti preparamenti) veniua coraggioſamente aſpettato per rin
tuzzargli il ſuo fiero,e temerario ardire. . . . .
Vn altra Cappella ſi ritroua ſopra il Caſal Moſta parimente in
tagliata, 8 incauata nella rocca, il cui titolo è della Viſitatione del
la B. Vergine, e di eſſa nella viſita di Monſignor Duſina, ſi fa la .
ſeguête memoria. Ecclesia ſub vocabulo Visitationis B. Mariaſu
pra Caſale Musta est ſculpta in Crypta quada informa rotunda exi
gua, 3 dicituralià fuiſſe conſecrata a ſeptem Epiſcopi,qui naufragio,
caſa in Inſulam Melita peruenerunt. - -
| Nella Valle chiamata Vedel Aaſel, cioè del mele, in vaa gran.
caua ſi ſcorge edificata vna Cappella ſotto titolo di S.Paolo primo
Eremita luogo veramente aſſai proportionato alla vita ſolitaria i
ºnde quiui ſono ſtati in diuerſi tempi alcuni ſerui di Dio per tal
fine con ſingulare edificatione, 8 eſempio di queſte genti, e fra
gl'altri vno negl vltimi antepaſſati ſecoli viſſe con fama di Santia
tà, e di cui vi è publica traditione, che oltragiato ſouente da certi
Pecorai, dal medeſimo ripreſi de'loro pochi honeſti coſtumi,q uin
di partiſſe,e per mare ſopra il proprio mantello primo al Comino,
e Poſcia al Gozo, qual altro San Franceſco di Paola, o San Rai
c.. ) mondo
574 . DELLA DESCRITT. DI MALTA
mondo di Pegnafort, gloria della Domenicana Religione, ſi traſ,
feriſſe, 8 ius nella Chieſa di Santa Maria della Cala, nel qual luo
go ſi tien per fermo, che ſia ſepolto, ſantamente la vita colma di
meriti, e divertà terminaſſe. Oltra le molte circoſtanze, che ren
dono non meno venerabile, che comoda quella ſanta grotta .
alla reſidenza, 8 habitation eremitica, vina ſi è lo ſcaturir, come »
ſirauuiſa,d'vna limpidiſſima e dolce acqua dalla parte inferiore
d'vn braccio di rocca, pendente ſoura l'entrata,la quale mai ſem
preſtillando col frequente gocciolare, quando mailimamente,
l'inuerno è ſtato piouoſò, in vn vaſo di pietra , quium del continuo
ſi gode, eſpoſta a chi colà vi giunge anſio, e trauagliato dalla ,
ſete. a e , -
12 o
-
. -
- Nel muro di detta Cappella oueſtà ſituato l'altare, ſi ſcorge di
inta à freſco l'imagine della Beata Vergine, col ſagro, e caro
Bambino nelle braccia, S al ſiniſtro lato San Paolo primo eremi
ta, e nel muro ruolto all'Oriente ſi vede altresì per di dentro
dipinto vn Sant'Antonio Abbate. Dietro alla Chieſa fin hoggi
appare veſtigio dvna cella, che era raccomandata, se appoggiata ,
alla rocca, quiui è opinione, ch'anticamente habitaſſe quel buon
huomo eremita di cui poco la diceuamo i
Hor di qua volendo inoltrarci a proſeguire ſcóla notitia di tutº
te l'altre Chieſe parrocchiali, diciamo, che creſcendo tuttaaia i Po,
poli, 3 ampliandoſi, vie piu l'habitationi, ſi ſono ancoaadate erº
gendo di mano in mano altre Chieſe Curate, con lo ſmen brar, e
ſeparare dalle vecchie Matrici i Villaggi, e Caſali più rimoci prdue
dendoſi in queſta guiſa con molta prudenza dalla cura Paſtorale,
de Veſcour, alla commodita defudditi codarli propri Parrocchia
ni nei loro ſteli, Caſali, onde poteſſero ſenza fatica, e diſtaza di caº
mino riceuer i Sacramenti opportunamente per la ſalute, e buona
profitto dell'anime loro. Furono dunque appreſſo iſtituite le ſea
guenti Parrocchie, e tutte doppo la felice venuta della Sagra Re
ligione Gieroſolimitana in queſt'Iſola. 1
Chieſa di Santa Maria di Porto Saluo nella Città Valletta. Heb
be principio queſta Parrocchia, (la cui Rettoria s'amminiſtra nel
Conuento de Reuerendi Padri Domenicani da vno di eſſi appro
uato dal Veſcouo;) in virtù d'vna bolla di Papa Pio V. di Santilli
ma memoria,data in Roma a 2. di I. uglio i 57 1. cinque anni do
pò la fondatione della Città Valletta, nella quale hauendo D. Ma
riano Briffa Rettore allora di Caſal Currni preteſo d'hauer, còmin
ciato ad eſercitare quella cura per commiſſione, è ordine del Via
cario Generale Don Antonio Bartalo, come in luogo che Calla
f,'. . . . . . .
ſi edifi
i
LIBR O TERZO, N O TITI A IV. 375
--
Bbb - Sacerdote
378 DELLA DESCRITT, DI MALTA
Sacerdote approuato dall'Ordinario per celebrargli, 8 ammini
ſtrar loro i Sacramenti, riſeruato nondimeno al Curato di San Lo
renzo il ſuo Ius Parrocchiale, 3 in quella forma, ch'era ſtato pro
ueduto è gl'altri della Senglea. Al preſente però da molti anni in
uà il Parrocchiano, come altresì queſta ſua Chieſa non riconoſce
alcuna dipendenza è quella della Vittorioſa, impercioche fra le o
ſcritture della Corte Veſcouale habbiamo letto vino ſtrumento
formato ſotto il primo di Giugno 1584, per il quale benedetto
Roſſo, Domenico di Modica, Girolamo Roſſo, e Marino Gaudi
ſio,come Procuratori della communità di Birmula, comparendo
auanti Monſignor Pietro Franceſco Coſta ſopraintendente allora »
del Veſcouado, e facendo iſtanzia,arreſe le coſe eſpoſte, e partico
larmente perche eſſendo la Città Vittorioſa cinta di muro, e le cui
porte chiudendoſi di notte, non poteuano in caſo di neceſſità ri
ceuer i Sacramenti dal Parrocchiano di S. Lorenzo,fuſſero proue
duti d'vn Curato, ci facoltà di ritener nella Chieſa di noſtra Don
na del Soccorſo il Santiſſimo Sacramento dell'Euchariſtia,e di po
terſigli queſto e gl'altri ſomminiſtrare ſecondo il biſogno,offeren
dovna comoda, e congrua penſione ogn'anno per ſoſtentamen
to del curato e di prouederlo di caſa per ſua habitatione, ritrouan
doſi in queſto tempo vacante la Chieſa Parrocchiale della Vitto
rioſa. Accettò il ſouradetto Monſignore l'obligatione,e l'offerta,e
promeſe alli Procuratori deputargli vn Sacerdote per l'effetto, che
eſſi domandauano,ſeguita che fuſſe ſtata la prouiſiane della Chie
ſa di quella Città, come appreſſo ſi fece, e ne ſù deputato il Sacer
dote Don Michele Cap, che viue tuttauia. Nel reſto in queſta,
Chieſa, e ſul maggior Altare ſimira poſto. Se allogato vn antichiſ
ſimo,e diuotiſſimo quadro di pittura alla Greca ſopra legno, della
Beatiſſima Vergine col babino Giesù,ornato eziadio d'altre figure
de Santi al vſo di quei tempi, e di detta natione tutto profilaro d'
oro, con molta vaghezza, i ti º
Qui ſecondo l'ordine della precedenza, è antianità delle Par
rocchie entra il poſto delle due di S. Leonardo di Gaſal Kircop , e
dell'Annunciata della Beatiſſima Vergine di Caſal Tarſeien, e,
quali come erette in vn medeſimo tempo,oſſeruano fra di loro vi
cendeuole alternatiua; onde ſenza pregiuditio della prima già no
minata, diſcorreremo della ſeconda. A e'
- Chieſa di S.Maria di Caſal Tarſcien.E ſtata queſta anticamente
anneſſa alla Matrice di Birnifiuh ſotto titolo dell'Annitiata,haué
do eſſa prima quello dell'Aſsitiche,c era la principale di detto Ca
ſale, ch'altre volte hebbe nome di S. Giouâni,dalla Chieſa dedicata
- e à quel
. L IB R O TERZO, NO TIT IA IV. 379
ià quel Santo poſta nel ſuo contorno: hor eſſendo diſtante dalla ,
Parrocchiale per iſpatio di due miglia,e con habitatione di cento
caſe, gl'huomini di eſſo hebbero ricorſo al Veſcouo Cargallo per
che gli concedeſſe propria Parrocchia, e maliimamente ritrouan
doſi allora nel 1592. vacante la Matrice,egli hauendo maturamé
re ponderate le richieſte circoſtanze a 29.di Maggio di q uell'anno
ſmembrò queſto Caſale dalla detta Matrice,è ereſſe la Chieſa dell'
Annunciata, ch'era in ſtato decente per Parrocchiale,e ſimilmen
te fondò l'altra di Kircop, come ſi dirà appreſſo; prouedendo per
primo Parrocchiano di queſta,il Sacerdote Don Baſtiano Cuſcusà.
Chieſa di San Leonardo di Caſal Kircop. Di lui è ſtata ſempre
la principale,e ſotto la medeſima inuocatione, fù ſeparata da quel
la di Birmiftuh, S eretta in Parrocchia l'anno 1 592. con l'wnione
d'altre due Caſali, cioè Micabba, e Safi a 29. di Maggio ritrouan
doſi allora vacante la Matrice, per morte di Don Bartolomeo Má
gione, hauutaſi prima conſideratione da Monſignor Veſcono al
la giuſta richieſta degl'habitatori, atteſa la diſtanza di tre miglia.
almeno, che ſi fraponeua dalla matrice à ciaſcheduno dei tre Ca
ſali,i quali fra di loro erano contigui,e conſiſteuano in cinquanta
caſe per vino, reſtando la Matrice doppo queſta diſmembratio
“ne, (à cui era ſtato deputato Parrocchiano D. Gaſparo Gritti) con
tre Caſali,cioè a dire Gudia d'ottanta caſe Luca di cento trenta, e
Farruggi di dieci, benche hoggi contenghino maggior habitato.
Fù queſta nuoua Parrocchia conferita in perſona del Sacerdore º
. Don Carlo Taliana,ella doppo il di lui preſo poſſeſſo, hauendo gl'
-habitanti della Micabba, eSafi ſupplicato di poter continuare ſot
to l'antica Parrocchia di Birmiftuh,con rappreſentare non meno
il diſpiacere, che ſentiuano di laſciar quiui gl antichi ſepolchri de
loro antenati, che l'incommodità nel douer fare nuoua fabbrica ,
di Chieſa; volendo il Veſcouo mantener ferma la diuiſione fatta ,
e ſodisfar in parte al deſiderio de'ſudditi, decretò, ſotto li 24. di
Gennaio 159 3. che il nuouo Parrocchiano Taliana andar doueſſe
ad eſercitar la cura dell'anime nell'iſteſſa Chieſa di Birmifiuch,
in modo però, che ciaſcuno dei due Parrocchia ai conferiſſe i Sa
scramenti à i ſuoi,S haueſſe chiaue comune della Chieſa, della cu
ſtodia del Santiſſimo Sacramento,del fonte batteſimale, e della ſa
creſtia: così reſtò tal differenza ſopita ſino all'anno mille cinque
cento nouant'otto, nel quale Micabba,e Safi, ogn vnaida per le fù
iſtituita Parrocchia. 2 , a r . . i
o Chieſa di San Saluatore di Caſal Lia. Di lei prima dell'erettio.
Il C in Parrocchia, laprincipale era quella di S. Andrea vnita à Bir
Bbb a - carcara
sse DELLA DEscRITT DI MALTA
carcara, nella guiſa, che ci appaleſa la viſita del 1575. oue ſi fa
mentione,ch'haueſſe allora ottanta caſe, con quattrocento anime,
e fuſſe diſtante dalla Matrice per iſpatio d'vn miglio,e mezzo, e dal
Caſal Attard vn miglio. L'anno 1594 a 6. di Febraio il Veſcouo
Gargallo vdita volentieri l'iſtanzia fattagli da quel diuoto Popolo,
eſſendo per buona ſorte loro,vacante la Parrocchiale di Bircarcara
per morte di Don Gioſeffo Bellia,e veduta l'offerta, che faceuano al
Parrocchiano gl'habitanti, di voler dare oltre le primitie,vna com
petente rendita per mantener ſempre acceſa la lampada del San
tiſſimo Sacramento, fattone di ciò publico ſtrumento d'obliga
rione,in riſguardo ancora, che il Caſale racchiudeua da céto quin
deci caſe, con circa ſei cento anime, lo diuiſe dalla Matrice di Bir
carcara,8 ereſſe la Chieſa di San Saluadore,come la più grande, e
decente in Parrocchiale, con tutti gl'honori, e ſolite ragioni; de
f" per primo Parrocchiano il Sacerdote Don Mario Grec;
la qual erettione diede ſubito motiuo à gl'habitanti ne Caſalotti
Man, e Bordi, come quelli, ch'erano a Caſal Lia più vicini, e diſco
ſti da Attard loro Matrice, a cui erano ſtati vniti doppo la ſepa
ratione da Bircarcara,di ricorrer al Veſcouo Gargallo, acciò fuſſe
ro aggregati a queſta nuoua Parrocchia; ond'eſſendo allora per
l'appunto vacata quella d'Attard nel meſe di Decembre 14o» per
morte di Don Marco Tabone: il Veſcouo inteſo D Filippo Bur
gio Vicario Generale, a cui era ſtato commeſſo l'informarſi, gli ſe
gregò, e poſcia vni à queſta di Caſal Lia, à 9. di Gennaio 16 1 o.
in eſegutione del qual decreto il Rettore Don Mario Grec fù pd
ſto in poſſeſſo delle Chieſe di San Bartolomeo di Caſale la Man, e
di Santa Maria di Bordi, come ſi ſcorge in vina nota nel foglio ſot
to il decreto dell'wnione fatta a 16. di Gennaio ſudetto negl'atti
della Corte Veſcouale. - - - - i
Seguendo qui conforme ricerca l'ordine, il poſto delle due Par
rocchie di Caſal Safi,e Micabba,le quali, come iſtituite in vn ſteſſo
tempo, precedono alternatiuamente, diſcorreremo prima di que
ſta,ſenza pregiudicio dell'altra. Erano anticamente vniti queſti
due Caſali alla Parrocchia di Birmiftuh, & appreſſo poi anneſſi a
quella di Kircop, quando la di lui Chieſa fu ſuelta dall'iſteſſa, cc
eretta in Curata. Ma da queſta furono di bel nuouo ſeparati per
altri degni riſpetti, come di ſopra ſi è detto appieno. ! )
Chieſa della Micabba ſotto l'inuocatione della Beata Vergine
Aſſunta, anticamente però quando era vnita alla Parrocchiale di
Birmiftuh godeua il titolo di S. Baſilio. Queſta dunque facendo
la viſita il Veſcouo Gargallo negl'anni del I s» 8.fino al 16oo
t- leuarper
LIBR o TE Rze, NoT ITI A Iv. ss,
leuar affatto ogni occaſione di contraſto maſſimamente fra li due
Parrocchiani che di comun conſenſo officiauano nella Chieſa di
Birmiftuh; deſtinò in Parrocchia queſta della Micabba, fola da
per ſe diuidendola del tutto da Kircop, e li deputò per primo Par Apudata eiuſ
de Viſitat: onir
rocchiano il ſacerdote Don Giouanni Mizzi; eſſendoſi obligati li meaſe Noue mb.
1598.
ſuoi habitanti di dargli certa prebenda annuale per ſoſtentamento
della vita, S. vna rendita per mantener ſempre aeceſa la lampada In actis Notary
lo. Dominici de
del Santiſſimo Sacramento. -
lono.
Chieſa ſotto titolo della Conuerſione di S. Paolo di Caſal Safi;
eſſendo lei diſtante dalla ſua Matrice di Birmiftuh per tre miglia ,
di camino, vnita prima a Kircop, e quindi poſcia ſmembrata, fù
Menſe Nouéb.
dall'iſteſſo Velcouo Gargallo, eretta in Parrocchiale nella medeſi 1598.
ma viſita, perſuaſo a ciò fare, da quei motiui,ch'egli hebbe nell'
erettione della precedente di Caſal Micabba, e dall'hauer ancora -
gl'habitati aſſegnato vna preſtatione annua al Parrocchiano, (che
primieramente fà deputato Don Gaſparo Griſcti) & a ſucceſſori
per ſuſſidio della congrua loro.
Chieſa di S. Bartolomeo nel Caſal Gargur, cioè di Gregorio, è
ſtata anticamente vnita alla Parrocchia del Naſciaro, ma dal Veſ
couo Gargallo hauuto riſguardo alla diſtanza, 8 al camino mala
geuole per andar alla Matrice,fù da lei diſmembrata l'anno x 598.
& eretta in curata, riſeruando il beneplacito Apoſtolico (ſenza per
rò pregiuditio di Don Giuliano Burgio allora Rettore del Naſcia
ro) inquanto alle primitie. Maſi in vita ſua non laſciò con
tinuamente di contradire à queſta diſmembratione, pertanto non
hebbe effetto, ſe né con la di lui morte, che ſeguì l'anno 16 1 o poi
che ritrouandoſi vacante la Parrocchia del Naſciaro, il Veſcouo
prima di prouederla, non dilungandoſi dagl'atti del 1598 in qua
to fuſſe ſtato di biſogno,tornò a diſmembrare, 3 iſtituir dinuouola
Chieſa di S.Bartolomeo in Parrocchiale di Caſal Gregorio è 16.di
Luglio 161 o, applicandole oltre le primitie certa rendita offerta ,
dal Popolo per cigrua del Parrocchiano, 8 vn terreno della Chie
ſa di San Giouanni ſituata in quei confini, che doueua reſtar fra i
membri della nuoua Parrocchia, 3 in cui ſi haueſſe à fabbricarla -
caſa per il Curato, che ne fù per primo, eletto il Dottor Don Gio:
Battiſta Chetticuti ancor viuente, nel camino,e riſtretto di queſta
Parrocchia, è ſituata vna Chieſa dedicata all'Aſſuntione della B.
Vergine, a queſta concorrono gl'habitanti di tutta l'Iſola, né che
di quel Caſale ſolamente, con gran frequenza per la diuotione,che
v'hanno,e per il miracolo in quel ſito, e benedetto luogo occorſo
(eue com'è rimaſta ttaditione) coparue la glorioſa Madre di Dio
ad vna
3 s2 DELLA DESCRITT DI MALTA
ad vna verginella inferma, con renderle la primiera, e ſmarrita ſa
nità, di che ſe ne fà eſpreſſa mentione nella viſita di Monſignor
Azno 1575,
Duſina deſcriuendoſi le Chieſe di detto Caſale con queſte parole .
Ecclesia Aſſumptionis B. Marie ſatis deuota,ſuit edificata, quia qua
dam puella , que adhue viuit, dixerat miraculosè glorioſam V irginem
Mariam ibidem sibi apparuiſe,eamquè a certa infirmitate liberaſſe ; ſi
milmente ſi fà quiui memoria d'wn altra Chieſa ſotto titolo della ,
Decollatione di S. Gio. Battiſta noſtro padrone, dicendoſi viniuer
ſalméte,che queſta ſia la più antica di tutte l'altre edificare in detto
Caſale,e che ne tempi paſſati habbia ſeruito di Parrochia,forſe co
me la ſeguente della Moſta, ch'era anneſſa alla Matrice.
Chieſa dell'Aſſuntione di Maria Vergine di Caſal Moſta; queſta
nella viſita del 1575.vien chiamata Parrocchiale ma vnita a quel
la del Naſciaro, al cui Cappellano,ò ſia Rettore ſi pagauano le ré
dite, ch'ella haueua conſiſtenti allora ſolamente nelle primitie di
cento,e ſedeci caſe, nei quali era compreſo tutto il ſuo habitato,e
queſto Rettore non haueua altr'obligo che di celebrarui nel gior
no della feſta titolare. Il Veſcouo Gargallo conſiderata la molta ,
diſtanza dalla Matrice, e l'incomodita del camino tutto ſaſſoſo, è
-1 6. di Settembre 16 o 8. in viſita ſmembrò il ſudetto Caſale, come
altresì la Chieſa dalla Matrice del Naſciaro,e l'ereſſe in Parrocchia
le riſeruando il beneplacito, 8 aſſenfo Pontificio, e ſenza alcun.
pregiudicio del Rettore in " del Naſciaro, Don Giulia
no Burgio,il quale poi morendo nel 161 o il medeſimo Veſcouo
“in quanto fuſſe ſtato di biſogno a 16. di Luglio di quell'anno,tor
nò a diſmembrare,e crear di nuouola detta Chieſa in Parrocchia
le, con applicarui oltre le ſolite primitie della Moſta, tre chiuſe di
terra,l'vna in contrada di Caſal Naſciaro, l'altra cotigua alla Chie
ſa,e la terza denominata tal Carbuni e ne fù eletto primo Parroc
chiano il Sacerdote Don Gio: Bezina che quaſi per vent'anni pri
ma, eſercitato hauea la cura di Vicerettore di tutta la Parrocchia
del Naſciaro,come ſi ſcorge negl'atti della Corte Veſcouale.
Chieſa di Santa Maria delle gratie di Caſal Zabbar. Era queſta
già anneſſa alla curata di Santa Catarina di Biskallinge benche fuſ.
ſe ſtata quella di San Giacomo la principale di queſto luogo, co
me ſi caua dalla di ſopra citata viſita; nulla dimeno per la mol
ta diuotione, ch'à queſta shauea come miracoloſa, è alla qua
le da tutti i luoghi dell'Iſola andauano i fedeli ad offerir i voti lo
ro per le riceuute gratie, come fanno cótinuamente,appendendo
ui in ſegno di ciò tauolette,º altre figure, con vna frequenza gri-.
de di celebration di meſſe,e ſpecialmente nel giorno di Mercoledì.
- - Il Veſcouo
L IBR o TE Rzo, N.O TITI A IM. 38;
il Veſcouo Cagliarès cédeſcendendo non meno alla giuſta diman
da ch'al pio, e duplo deſiderio di quel Popolo,alquanto diſtante
dalla Matrice; ſeparò da lei queſta Chieſa, e la fondò in Par
rocchiale per comodità degl'habitanti, come appare ben ghia
ro negl'atri della Corte Veſcouale ſotto li 23 di Decembre 14,15,
ſenza però alcun pregiuditto del Rettore di Biskillingehetºallo
ra Don Matteo Burlà, in quanto alle primitie, che li filione in ſua
vita riſeruate, e ne fà deputato nuouo Parrocchiano il Dattor D.
Angelo Pontremoli, a cui,S: à ſucceſſori per ſuſſidio della loro co
grua,fù appreſſo conceduta dal medeſimo Veſcouo certa Penſio
ne annuale ſoura l'elemoſine, che ſi fanno alla Chieſa. A
Quella ch'è ſotto titolo della Naſcita della Santiſſima Vergine
del Caſal Crendi,era la principale del medeſimosº: eſſendo diſtan
te dal Zorrico ſua Matrice per più d'un miglio; il Veſcouo Caglia
rès ritrouandoſi quiui nel corſo della ſua ſeconda viſita l'anno
i 61 8. a 15, di Febraio, ſupplicato dal Popolo deſtinolla in Par
rocchia, con ſmembrar ancora da quella del Zorrico due piccio
li Caſali, Manin,e Leu,come egualmente diſtanti, e non mºlto di
iſcoſti da queſta à cui volle, che ſi aggregaſſero ſenza pregiuditio
di Don Nicolò Burlò in quel tempo Rettore della Matrice, che a
conſeguì mentre viſſe le primitie, l e ne fù eletto primo curato il
Sacerdote Don Saluatore Burlò, i l o
Chieſa della glorioſa Aſſuntione dell'Immacolata Vergine in
Caſal Aaſcia K, titolo ch'è di tanta diuotione preſſo da Malteſi.
Queſta per l'addietro era vinica è quella di S.Catarina di Riskallin,
dalla quale eſſendo diſcoſta pervn miglio, e mezzo, fi diuiſa dal
Veſcouo Cagliarès à petitione degl'habitanti,e fù fatta Parrocchia
l'anno i 426, maſſimamente con opportuna occaſione, che nell'
Aprile di quell'anno era ſeguita la morte del Parrocchiano di der
ta Matrice D. Matteo Burlo, e benche egli per ſua vecchiaia l'ha.
ueſſe poco prima raſſegnata in manibus Sanctiſsimi, a fauor del Sa
cerdote Don Antonio Michalef, non laſciò nondimeno queſto, tv. 7 , r .
s
NoTITI A QyINTA.
F In dalla prima volta, che vedeſſimo, 8 oſſeruaſſimo il luogo
4 nomato l'Abbatiata Deyr,Scil Sagro Cimiterio, che quiui ſi
iſcorge, di ſopra deſcritto diligentemente nel primo libro, oue
trattammo de Cimiteri,ci cadde in penſiero, che colà fuſſe ſtata ,
qualche Abbazia de'monaci,dâdoci coueneuol cógettura, né ſolo
- - - Ccc 2 -, - da queſto
-
D E L c o N ENTo D i SA N RA N c Esc o
. - -
-
- .
de Keiserendi Padri di quell'ordine.
-,
- - - - - . . . - - -
. . .
- - - - - - - - - - - - - -
-
- - - -
,
- - - a , - - - - -
l'arme della ſua nobil famiglia benche altri habbia creduto ſia di
caſa Toledo; quiui fù parin ete ſepolto il ſuo cadauero in vna caſ
ſa, che nel ſecolo paſſato ſi miraua tuttaula allogata in quella ITla
. - - - - so -
- -
- s mente comparſo; ma non già alcuno per parte de g"
to il termino prefiſſo, fu determinato a 4. di Febraio 15o6. che il
procurator di queſto Conucnto, haberet licentiam recedendi nemine
eum vocante in iudicio per ſeruirci delle medeſime parole della ſen
tenza; la qual prouiſione à 9.di Marzo di quell'anno, fu preſenta
ta dal predetto procuratore al Vicario Don Errigo de Bordino,e
fattane nota. Ma al preſente queſti padri per cagione, come dicono,
- - - - che
LIBR o TERzo, NoTITIA VII s»,
che il Conuento era ridotto per la molta,e noioſa pouertà loro ad
vno,ò due frati,e che perciò nelle proceſſioni non portando Cro
ce,ſi aggregauano,3 vniuano con gl'altri Religioſi dell'oſſeruan
za di S. Franceſco, ſi ritrouano fuori di quel poſſeſſo,e per né pre
giudicarſi, non interuengono più alle publiche ragunanze con l'
altre Religioni. Hanno eſſi da pochi anni in quà principiata vna
buona fabbrica,e forma di Conuéto, per la cui perfettione ſe ſará
no aiutati da pij, e buoni Cittadini con larghelimoſine, ſi corriſ.
ponderà non meno alla diuotione, 8 honore di quel glorioſo San
to,ch'al merito,S: alla bontà di detti Padri,
DA L c o Nv e N7 o D e LL A N Nv Nra ara
de Reuerendi Padri Carmelitani. i
NoTITI A SETTIMA -
- -
-
- -
--
D E L C O N V E N T O D I SA N 7 AG o S TI N o,
- prima ſotto queltitolo, poſcia di San Marco Evangelista,
e -
-
NoT ITI A OTTAVA.
· I Reuerendi Padri Agoſtiniani haueuano anticamente il C6
- uento, e Chieſa loro, molto vicino,e preſſo le mura della Cit
tà in diſtanzia non più,che d'vn tiro di pietra, Onde l'anno i s; 1.
nello sbarco, che feall'improuiſo con molto empito, e barbara ,
crudeltà vn Armata de'Turchi in queſt'Iſola, e con penſiero di
ſorprendere di repente la Città, verſo la quale già s'era incamina
to l'Eſercito di quei ſpietati nemici, temendoſi, che l'edificio del
Conuéto, e Chieſa poteſſe eſſere di danno alla fortificatione, a vo
ce di tutto il Popolo gridandoſi, che ſi doueſſe ſmantellare e deua
ſtare, fù incontinente atterrato, e ſpianato il luogo; per la qua
le improuiſa rouina,dicono queſti Religioſi eſſerſi ſmarrite, e del
- - - - - tult to
i LI B R O T E RZ O, N OTITI A VIII. 397
tutto perſe le loro ſcritture, eſſendo allora andati,è ſtanziare quaſi
per lo ſpatie di i i anni nello Spedale di S. Spirito nel Rabbato,vſ.
ficiando in tanto quella Chieſa fino, che poi per gratioſa ; e beni
gna conceſſione del Veſcouo Cubelles, furono proueduti della ,
Chieſa beneficiale di San Marco, poſta nel luogo, oue al preſente
col Comuento riſiedono: della qual Chieſa, e ſua prima eretrione
“ſi diſcorrerà attanti con più opportuna, e miglior occaſione. On
de non hauendoſi potuto hauere notizia de'fondatori, ſi è almeno
venuto in cognitione del tempo della fondatione,che ſeguì nell'
anno 146 o il che dimoſtriamo in tal guiſa. Sei anni dopò cioè nel
146 6. fondarono li Domenicani il Conuento loro, nel uogo no
mato Santa Maria della Grotta, come nella ſeguente notitia ri
feriremo in progreſſo di pochi anni vennero in diſputa i Pa
dri dei due Conuenti circa la precedenza; allegauano i Domeni
cani eſſergli ſtata ceduta fin da principio da gl'Agoſtiniani ; ma ,
poſcia queſti pentiti, pretendeuano la preminenza per l'anterio
rità della fondatione. All'incontro i Domenicani per vn conſul
to fattogli in Catania, che habbiamo veduto frà le ſcritture loro,
ſopra il caſo, confeſſando la fondatione degli Agoſtiniani prece
dere per lo ſpatio di ſei anni prima, deduceuano douerſigli la pre
cedenza in vigore della priorità della confermatione Pontificia ,
dell'ordine loro, S a fauor dei Domenicani, riſpoſero i Dottori
Merlo Sollima,e Giacomo de Ribaldis, huomini peritiſſimi in quei
tempi, 8 hoggi in queſto poſſeſſo ſi ritrouano di precedere, & ha
uer il luogo immediatamente preſſo la Croce della Cattedrale, ſi
che da queſta ſcrittura, cauandoſi, che ſei anni prima fuſſe ſtato
fondato il Conuento de gl'Agoſtiniani, che l'altro di San Dome
nico,di cui per iſcrittura autética ſi pruoua,che l'erettione ſeguiſſe
nel 146 6. come ſi vederà a ſuo luogo, ne ſiegue chiaramente la
certezza, che queſto di S. Agoſtino ſia fondato nel 146 o, come e
s'è detto. - - a -- -
matione da
.
Papa Paolo Quarto, nel ſecondo anno del ſuo Pºsti
G di O.
N -
4oe D E LLA D Esc RITT. DI MALTA
cato. Quiui fabricarono il Conuento con la Chieſa, che al preſen
te hanno molto riguardeuole,8 inſigne,hauendoui fin da princi- i
pio concorſo la Città alla ſpeſa della fabbrica con cinq uecento
ſcudi per la promeſſa,S: obligatione fatta loro dall'Vniuerſità per i
legnami, e pietre colte per riparatione delle fabbriche della Città -
medeſima, come in atti di Bartolomeo Haxixe à di 22. di Maggio
15; 8. ſirauuiſa. La Chieſa poi ſi ſcorge ricca,e ben fornita di pa
ramenti, e di vaſi d'argento per ſeruigio del culto diuino,officiata
continuamente da trenta di quei buoni Religioſi, con organo,
coro tutto di noce, 8 vn'ampia ſagreſtia. Il Conuento è dei più
capaci, e de maggiori dell'Iſola, 8 il più douitioſo; Racchiude i
vno patioſo chioſtro,vi ſi mira d'auantaggio vina magnifica ſcala, i
e commoda ſala per la lettura,eſſendoui da alcuni anni in qua in ºA.
trodotto lo ſtudio di Filoſofia, e di Teologia, con molto decoro,
e profitto anco della Città, non che de'Padri. - i i
-
N O T I TI A
-
-
N O N A. -
- -
)
º II - -,
3
es DELLA D E scr ITT DI MALTA
le ſue figliuole,3 eredi diedero al Conuento l'equiualente per dos
te della cappella in altri beni ſtabili, come in atti del medeſimo
Notaio a 22. d'Aprile 154o. \
-, Paola Vedoua d'Andrea Barbara della Gudia in atti di D. Gior
- gio Butigieg à di 5: di Settembre 1538. fè donatione d'vn ſuo
terreno in contrada di detto Caſale. º
Non ſolamente queſto Conuento è ſtato aiutato con limoſi.
ne dalla diuorione de'Cittadini allettati dall'eſſem plare,e ſanta vita
di quei Reuerendi Padri in modo, che a gara concorreuano a dare
gli deloro beni,e l'iſteſſo Vicerè di Sicilia Don Ferdinando d'Acu
gna ritrouandoſi ia Malta nel 1492. gli donò vn vaſo d'argento,
perche ne faceſſero fare vn Calice, come ci vie notificato ben chia,
ramente per vina ſcrittura fatta nel Caſtello a mare, hoggi noma
to S.Angelo a dir 3. di Maggio di quell'anno: ma ancora liberal
mente,e con larga mano beneficato dalla Realmunificenza,e pie,
tà del Rè Ferdinando d'Aragona,e di Sicilia, con noue ſalmate di
terreno, ſcelto da poderi della Regia Secretia di Malta, che furono
il principal fondo, col quale venne a ſtabilirſi l'erettione di detto
venerabil Conuento , poiche nell'anno i 5 1 1. eſſendo ſtato dai
Frati inuiato in Iſpagna a quella Maeſtà il Padre Frà Pietro Xarà
Maeſtro in Teologia Domenicano perimpetrare qualche ſuſſi
dio al Conuento, acciò quiui poteſſe mantenerſi per l'auuenire il
ſeruigio di Dio per profitto dell'anime di queſti ſudditi, li fà fatta
gratioſi donatiene deſouradetti terreni ſmembrandoli prima,cioè
a dire ſei ſalmate dal Fiddeni, e tre da Biniiarrat,ordinando la ſpei
dirione del priuilegio, che fù dato nella Città di Burgos à di 3o,di
Gennaio di quell'anno che nel ſuo proprio originale ſi conſerua.
l
- - -
ſi poſſono annouerare i ſeguenti.
Fr. Ambrogio Butigeg profeſſore di Sacra Teologia, Veſcouo
Aurienſe,delegato dalla Santa Sede Apoſtolica: nella Soria,S& ad al
tre Prouincie Orientali con ampliſſima facoltà in compagnia di
Fr. Antonio Zahara; quello morì nel viaggio di ritorno, che
faceua à Roma, oue giunto queſto fù fatto Veſcouo di Vico, Cir
tà non lungi da Napoli, da Papa Pio V. -
No TI TI A DE CI MA.
ID I queſta fódatione leggiamo nelle Croniche di quell'Ordine
Venerabiliſſ ſtipate l'anno 1586 il ſeguite Capitolo Nesi.
culis tanti finibushac Prouincia clauditurcu,et A4 elitá A nſula, ha pro
leul è Pachino eiuſde Sicilia promitorio distatº,atg, ad Sacra Slo:Mi
litià attinente coplectatur. Nà apud Vetere Melitá,(que eiuſde Meli
tests Inſula Ciuitas,atg,textrinis pretiosiſsimari vestiti omnino nobi
lis est,)hunc Couentù B.M. de Ieſuſacri,comunibuſq; ciuiu eiuſde Ci
uitatis ſumptibus à plurimis anni, edificati, obtinet.E ſe bene la Città
s: i cittadini particolarmétehabbino anch'eſſi aiutato alla fabrica
del C5uéto,nulladimeno,né ſi deue defraudare del titolo di Föda
tore e principal Autorevno d'eſſi,ch'haueua nome Giacomo Ha
Kim detto Malf Gueſthuomo pio tirato è queſta diuotione, forſe
er mezzo d' vn ſuo paréte dell'iſteſſo Ordine, facédo il ſuo teſta- sa a s.ap,
ſi cui vić nomato Ciuis eiuſde Ciuitatis Malte,frà gl'altri le i"
gati quiui laſcia il ſeguéte. Itelegauit pro eius anima,etc. Fr. Maria- Brancio.
no de Ha Kim ord.S.M.de Ieſu etus cdſanguineo,adpraesés exiſtiti in
Con u.S.AM.de Ieſù “Nob.Ciuit, Meſſanae,etc.dequibus,etc. testator ipſe
voluit,et midauit per dictum Fratri Marianum eius legatari,et con
- - - - - - - -
- l ' , .
tipore fuerini; cum loc taraºpacto;et
i r . . . . . . . . . . . ... .. . .
-
-, - - ll TO
- - -
Li B R o TE Rzo N o TITIA x arr
Furono poi in ogni tempo queſti padri molto oſſeruanti della
loro regola, 8 eſemplari in modo, che nelle Croniche di quell'Or.
dine trattandoſi di queſto Conuento, ſi diſcorre in tal guiſa. Cuius
decem fratres accole tum ob inculpatam, qua viuunt vitam, thm quo
- què ob ſanctiſsimos Patres eorumpredeceſſores, quibus prefatus locus
olim maximè floruit optimè audiunt: Frà i quali in antità illuſtri fu
rono frà Domenico,e Frà Bonauentura ambidue laici, ſcriuendo
ſi del primo nelle citate Croniche, quando ſi narra del Comuento
di Noto. Hoe in ipſo loco ſanctiſsimam mortem obiit zelantiſsimus
rater Dominicus Melitensis laicus, tà in vita,quà in morte miraculis
clarus Edell'altro deſcrivendºſi il Cóuento di Giuliana. Quod,et in
cauſa estivt plures Patresſanctitate conſpicui inde prodierint, de quori,
Mºtº M23gr0 fuere, 3. Pr, Simon è Calataxibetta,(gr 28onauentura Melite
- D. O. M. -
Ber
414 D E LLA D Esc RITT. DI MALTA
Bernardino da Malta l'anno 1553. queſti fà eletto per noue volte
Guardiano, e due fiate Commiſſario del Conuento, e per vltimo il
nome di Padre ne venne à conſeguire. -
i"
A
i 52 o regiſtrata nell'Archiuio della Città. Di queſto Spedale I , Notit, Me
Abbate Pirrone fa la ſeguente mentione. In ſuburbio Kabbato liten fol 619.
- - - - - - - - - -
DEL MonTE,
- -
o per
iſtituito VERO CVMV
maritaggio Lo DELLA
di pouere zitelle. CARITA
- i
N O TI TI A D VOD E CIM A.
Matteo Falſone.
Don Franceſco d'Alagona.
Agoſtino Cumbo. -
Col'Antonio Xerri,
- - - - - Ggg Cola
as DELLA D E scR I TT. DI MALTA
Cola Pietro Xuereb
Giouanni Vaſſallo.
Valerio Michallef.
Federico Calauà.
Il Dottor Calamia.
Tomaſo Xarà. -
Antonio Xerri.
Simone Bartalo. -
Benedetto Bonnichi,
Matteo Portelli, -
Pietro Sillato, -
Simone Xiclune. º -
Giouanni Cumbo.
Giorgio Lauria. -
Girolamo Xerri. i e
Ambroſio Surdo. - - r:
Antonio Caxaro. - 2.
Paolo Manduca. - - - -
Paolo Caſſar, - 7.
Matteo di Brancato.
Paolo Aiùs.
Maſtro Giouanni Allegritto. i
Maſtro Luca Burgio. i .
Michele Cuzcheri. , º o A.
Matteo Cuzcheri. i
Giouanni Cuzcheri. º
Simone Mamo. - e i
Antonio Mifsud. '.
Maſtro Pietro Mamo c - . . .
- a , Girolamo
-
-
Gregorio de Bono.
Giacomo Bonnichi. - -
Damiano Aiùs. - - - -- -
Giulio Balzano.
Mario Chiantar. i
Giouanni Pace figliuol d'Antonio. - -
- -
- --
--- -
Lorenzo Dingli. - - - - - -
;-
-
- - - - - - -
,
-
Gregorio Dingli.
Maſtro Pietro Pachi.
Pietro Azzuppardo figliuol di Pietro.
Saluo Gatto di Caſal Zebbugi. -
Maſtro Pietro Piſal. - - - - - -
Teramo Xeberras.
Marco Gauchi.
Mariano Mangion. -- -
.
4zei, DELE ATD E SCRITT: DI MALTA
Li Cittadini, ch'appreſſo iſtituirono, e deſtinarono alcuni le
ati à fauor del Cumulo ſono i ſeguenti. ) : -- - ,
Alfonſo di Naua, per ſpoſarſi vna zitella nel giorno di Santa.
Agata 5. di Febraro nella ſua Chieſa del Rabbato. : :
Bartolomeo Haxixe per tre, da ſpoſarſi l'wna à di 8. di Settem-.
bre giorno della feliciſſima Naſcita di Maria Vergine dentro la ,
Chieſa Cattedrale, l'altra è di 24. d'Agoſto feſta di S. Bartolomeo
nella ſua Chieſa, ſituata nel Rabbato, e la terza nella Chieſa di S.
Agoſtino è di 25.di Nouembre di S.Caterina Martire inuittiſſima,
Enziona Falſone per vina delle pouere del Rabbato,da ſpoſarſi
ne 17. di Gennaio feſta di S. Antonio, dentro la Chieſa di Santo
Agoſtino, -
Don Saluo Xerri per vna,che ſi deue ſpoſare nella Chieſa del
Santiſſimo Saluadore,poſta dentro la Città è di 6. d'Agoſto giorno, -
di eſſa feſta. -
-
--
- -
a L FI N E D Ez a Erzo z1 a Ro.
DELLA
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ONE
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i D I M A LT A,
DEL COMMENDATOR ABELA
libro Quarto,
caprrani, e girrari, che correvarono
la città, gi Iſola di Malta dall'anno 13 so ſino al 153o in
i cui vi preſe il poſſeſſo, e dominio la Sacra Religione
Gieroſolimitana, con i vari ſucceſsi più -
N O T I TI A PR I MA .
- - - - - - - - a - - -- -
1429 Cap. Antonio d'Eſguanez eletto dal Rè per due anni, con
prouiſione data in Saragozza a due di Marzo. º -
1432 Giur. » i, -
-
- - -
s
42 6 D E LL A D E SCRITT. DI MALTA
i 439 Cap, Antonio Deſguanez.
Giur, Berto di Meſſina. Paolo Begliera.
Franceſco Gatto d'Eſguanez Gio: Vaccaro.
Nominamo in
I 44Q Cap. Gherardo Deſguanez figliuol d'Antonio.
quefo tuogo pri In queſt'anno li Giurati in preſenza di pu blici Notari, con l'in.
ma a Aeſina, bi
e te di ſºpra di
teruento del Giudice Pietro de Caxaro ſotto li 6. di Gennaio fan
fºgº 4 23 Aa fia no tranſontare il priuilegio del Rè Alfonſo, dell'aggregatione di
i porio Paler
ma prima - di Malta al Regio demanio di Sicilia, come le Citta di Meſſina, Paler.
44eſina, perche mo,e Catania. -
cleru. ſimo ffi - e
tal guſa eſſerſi Giur. Friderico Calauà. 1441 Galcerano Deſguanez.
f... io nel mede Gio: de la Xabica. Berto de Cancello.
ſimo priuilegio
vicenaeuolmo Antonio Calabachi. Marciano Falca.
3 - e
Manfredo Caxaro. Antonio de Begliera.
1442 - Cap. Antonio Deſguanez, - -
1456 Cap. Stefano Pirrera eletto dal Rè nel caſteollo Turris Otta
embre.
ui à 2. di Sett -
Siur. Pietro Gio: di Mazara. Stefano Pirrera.
Simone de li Naſi. º Giorgio de la Xabica. .
Il Preſidente del Regno Antonio Roſſo Spatafora, Côte di Scla
ana in eſſegutione degl'ordini hauuti dal Rè in riſguardo degl'
auuiſi d'armata di mori,vieta il poterſi armarin Malta per corſeg
giare, a fine di non ſcemarſi il numero degl'habitati e come ſi leg
gen vna ſua prouiſione indirizzata al Capitano, e Giurati, acciò
così facciano oſſeruare fin ad altr'ordine. -
-
Il Rè Giouanni, i petitione di Cio: di Mazara Ambaſciatore di
Malta conferma i priuilegi dell'Iſola, conſuetudini,S&oſſeruanze-,
i concedendoli altre gratie contenute nel ſuo real priuilegio dato in
Barcelona è 2. di Gennaro; quiui la noſtra Città ſi confeſſa figli
uola amoreuole della Nobiliſſima Città di Meſſina, anzi pretende
º di lei eſſere ruga, come ſi dice, è ſtrada.
14 e 1 Cap. Bartolomeo de Clementiis.
Giur. Paolo de Naſi. Bartolo di Bernardo.
Antonio di Falſone. Pietro Caxaro. -
i a 46 a
4; • DELLA D Esc RITT. DI MALTA
1462 Cap. Paolo de Naſi, con piouiſione regia. -- a
Giur. Nardo Bordino 14e3 Antonio Deſguanez ,
Friderico de Calabachi Bartolomeo di Bernardo, i
- Matteo di Manuele. Pietro Baldes , i
º Pietro la Barba, i Pietro Caxaro, gd, i
1466 , Cap. Ramondo de Pariſio. i -
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Alos muy " los Iurados, era
neri o ride la iedad de 44alta. ivi iO
i » i 2 e ri e i af, il El 1 KAi I, i! - :: I -. . . . ) i teo
Amadas, y fieles nueffroy, ſteftras cartas de 18 del poſtrero dei
Agesiº, y tre de Setiemhr6, ahemas receuido i tenemos nos en ſeruicio.
flauſº º nº di de todas las coſas, neos han ocurrido cumplin
eſſeratia australia è la fidminiſtrative
Iii
de la Justicia y eſº
paiº -
meſmo -
4; 4 D E L L A ip E3c RITT, 15 f MALTA
- , meſino a la difension, y reparo d'eſa nueſtra Isla; º ſed ciertos, que
tenemos mueha voluntad ſea en todo proueydo cumplidamente: 9 por
: quanto es ra partido para el Reyno de Sicilia, el Spetable Don Fer
nando,es inſtruido extenſamente de lo que deue hazer por nueſtroſeraio
cio, y por el buen reparo, y defenston d'eſa nueſtra Isla, de las otras
adiacente a dicho Keyno, porende no euramos mas derir, ſaluo referir
nosa lo que abemos cometido al dicho nueſtro Viſorrey por quie ma lar
gamente loſabreys; siempre queſeameneſter recurrireis al dicho Viſor
rey, ei pual proueherà en tod, le ſue neceſſario ſera, º voſotro ſeguirei,
yobediſcereys à ajuel,cono a nueſtra Perſona. Dat. en Valladolidà
xx de Deciembre d l ufi, 1488. -
7 - O A L RA 7 . : : -
489 Giur. 149 i Giur.
Giouanni di Gueuara. Mafredo di la Xabiea,ò Ha
Pino di Naſo. Artale d'Alagona. (bica
; Antonio Falca. Peri di Mazara. .
Perio Caruana, º Antonio Liza Delguanez º
A4y e Giur. i - a 49 i giur. i
Paolo di Naſo. Attsle d'Alagena.
Antonio de Fauzono i Manfredo la Xabica. .
º º Bartolomeo de Bizziano, Pietro Fauzoni,
Pietro di Caxaro, º Antonio Lanaa Deſguanea
Li Giudei ſono diſcacciati da Malta, e dal Gozo per ordine del
Rè Ferdinando
tutti i ſuoi Regniil Cattolico,
eſtati. checific,
valſe ciò
e ſi doueſſe eſeguire
i 1 ,
ina
in queſt'anno il viceré Doh Fernando d'Aeligna viene in Mali
ta,e ſopra vi almemoriale
concernenti de noſtri
buon gouerno Giurati, preſiedei aè molte
dell'Iſola, o º eaſa
i ti
14 gi Giur. i i 1494 eiuriº i ci ,
i Antonio Falſone. . . . . . . . .
Continuando i Caſtellani di Malta ad eccedere i limiti della lo
ro giuriſdictione in pregiudicio del Capitano,e Giurati della Città,
e particolarmente Pietro di Naua, furono coſtretti eſſi Giurati di
ricorreralla giuſtitia; onde proponendo le loro ragioni auanti al
la regia Gran Corte, 8 al Conſeruatore del real patrimonio, inteſo
anche nelle ſue, il ſudetto de Naua " ne riportaro
novna diffinitiua ſentenza a fauore della Città, e de'Giurati, per la
quale furono deciſi dodeci capi di differenze giuridittionali , e di
preminenze, che verteuano fra le parti, come ſi legge in detta ſens
tenza, che fù promulgata in pieno real conſiglio,fattane prima re
latione al Sig. Vicerè a 2. d'Otrobre 15o4. la notitia del cui con
tenuto come, che hoggi nulla poſſa importare, e per non dilun
garci nel diſcorſo, è bella poſta tralaſciamo di ſignificarla.
I 5o 5 Giur. - - - - -
oro . - - - I.
. . -
io , i
- E convn altra dirizzata al medeſimo a 13. dell'iſteſſo meſe, co
manda che il Clero di Malta ſia ſgrauato di pagar donatiuoregio,
Inoltre ſupplicato allora parimente dal Decano di Malta, manº
dato dall'Vnuerſità à queſto fine,ordina per ſue lettere date pure
in Madridà 15, di Maggio al ſuo Ambaſciadore reſidente in Ro?
ina,à douerin ſuo nome ſupplicar al Papa,a degnarſi di non con
ferire i benefici di queſta Dioceſi, ſe non ne i Naturali dell'Iſola, º
in eſſa reſidenti in conſideratione delle cauſe quiui eſpoſte fianº
cora da quella Maeſtà ſcritto al Papa in credenza dell'Ambaſcia
dore, º - º
-
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- º è
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è1?I murets
-
ALIR R o C VA RT o N o TITIA I. I 44 a
mireis mucho en proueer è que los de la dicha ſala esten en toda pas,
? justiticia y no meno, con la buena defension, guarda de la dicha Vs3
la para que estesiapeligroalguno, abiendo los vezinos,y abitadores del
la ſpecialmente encomendados y dalos deſpachos, ſque de nos lleuan,les
dad la eſecutoria por manera,que noles contenga recurrir mas a nosſos
bre ello,que aſsi cumple è vuestro ſcruicio. Dat, en 2ruſales a 8. dias
del mes de Setiembre del aſio I 5 I 6. I D s I
Nicolò Laureri. -
NoTITIA sEcoND A
- -
-
:
º,
- - - -
- - - -
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-
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- - - - -- -
queſto antemurale con incredibili diſagi che ben ſpeſſo patiuano
dalle ſcorrerie, 8 inuaſioni de'Barbari, e d'altri, - . .
N O T I TI A T E R z A. :
A R: A G o ?N A. i
Nel Gozo è ſtata l'iſteſſa famiglia molto principale,ritrouandoſi In atti del Sab
f" di noi il teſtameto del nobile Nicolò d'Alagona di dett'Iſo bara,
a fatto nel 1 5 14. oue laſcia ſuoi eredi vniuerſali Giouanni, e Bla
ſcuccio ſuoi figliuoli,natigli da Donna Amata ſua moglie.
Artale d'Alagona nel 153o. Blaſco Giurato nel 1532.
Sigiſmondo parimente Giurato l'anno appreſſo.
D.Inguterra figliuolo di D'Artale, e di Donna Coſtiza Mótalto
di Siracuſa, prende per moglie in Malta D.Caterina Deſguanez,da'
quali ne nacquero D. Artale,D. Giouanni,e D. Goffredo.
- Lll 2 - Don
as, DELLA DE scRITT. DI MALTA - -
- - - A s T I. ,
Tommeo d'Aſti Giurato della noſtra Città nel 14o4. & anco
nel 141 5. - - - - - ;
munerari ſuoi poſteri per riconoſcer il merito de i di lui ſeruigi, nia ingabei a l
giardi o no ns
come nel priuilegio della conceſſione ſi legge. Gui quidem ſuppli nato il Gorº e
ti in co tra 2 a 2
rationi benigniter de more nastro annuentes (qui ſemper fuit fermisia De yr il tak.r.
paterna infiltos recognoſcere, 8 gratificare) conferì tutte le ſudertea
gratie ad Antonio ſuo figliuolo primegenito in ſua vita, come più
diffuſamente ſi citiene in detto priuilegio dato nella Città di Eurº
gos à 14 di Giugno i fo8. i si -o il ; 2 i i I ,i a ,
e r”
LIBR o QyARTo, NoTITI A II
- - - -
e
e diuerſi nel Gozo,dell'antiche caſe dei Platamoni,e Mannara lo
ro antenati,ou e Andreotta Mannara,Auolo materno del ſecondo
Giuliano,fà eletto più volte Capitano, e la cui caſa in quella For
tezza hebbe l'onore (quando v'andò il magnanimo Gran Maeſtro
Villiers noſtro primo Principe à prenderne il poſſeſſo) d'hauerlo
albergato l'anno 153o. -
, : 676.
- Accrebbero poſtald i lui nome,d ue famoſi ſoggetti ſuoi figli
uoli, il P. Bernardino Geſuita l'vno, celebre non meno nelle mate
matiche ſcienze, che nella Teologia, portando ſpecialmente in
queſta il vanto d'eſſer deprimi nel Regno di Sicilia.
- , º ,
-
-
L'altro
aga DELLA D E scRITT. DI MALTA
- - - - -
L'altro fà Gio Battiſta Dottor di leggi, che per lo ſuo merito, e,
ſapere, eſſendo ſtato promoſſo a tutti i magiſtrati dell'Iſola, ſoliti
conferirſi a quei della profeſſione legale,toltoci vltimamente dalla
morte,laſciò erede,e ne beni, e nella ſcienza il Dotter Ignatio ſuo
vnico figlio, ch'otténe gl'anni paſſati l'onoreuole carico di Capita
no,e poi di Giudice Aſſeſſore,e Giurato della Città Notabile, coſì.
altri offici nella Valletta riguardeuoli.L'arme del primo ramo è vin.
giglio argenteo in campo azurro, e del ſecondo,doppo il ſudetto,
aſſedio, vna ſpada ignuda col manico d'oro in campo vermiglio;
di quella n'appariſce lo ſcudo nella mentouata Cappella di S. Gia
como, e nella caſa dentro la Vittorioſa, e dell'altro ramo nella ,
-
. .. .
, a
. ..
trouiamo nel 1347. che vn Litterio do Barbasiloualhebbe la met
In lib. reg. Cic. tà d'vna fontana della regia Corte in quell'iſola dal Re Federico,
1347:f ivo er lui e ſuoi diſcendenti legittimi,ſotto ricognittione di quattro
turnola di vettouaglie, vien appellato nel priuilagio delekdiſnſulat
Ma la memoria più antica ch habbiamo di lei ſi è che Artaldo
de Barba fuſſe ſtato inuettito dall'iſteſſo Re, notifiuto della Tabria
in queſt'Iſola, e per li ſuoi eredi da lui legittimamente diſcendenti
ſotto i feruigio militare divi -ſoldato, in forma ſtretta iure fiduco
rum, come ſi vede nel priuilegio ſpedito in Meſſina a 2 1:ldi Gen
naio r; I 5. o i ci º e 2 a1
Iulij 1534,
Nicolò Giurato nel 1523. º i
Giouanni de Bordino nel 151 o.godeua vno de due feudi d'on
cie dodici annuali, ſopra la regia Secrezia di Malta,ch'anticamente
erano ſtati conceſſi a quei della famiglia Vaccaro, in ricompenſa
defeudi di Beniiarrat,e la Coleya in modo, ch'à lui eſſendo ſucce
duta Imperia ſua figliolina la madre, ch'hauea nome Bartolomea,
come tutrice ne fù inueſtita dal Vicerè D. Vgo di Moncata à 12. In lib. Gancell,
cn 151 i f4o5.
di Marzo 15.Ind. 1 5 12. la qual Imperia feudataria morì nel 1 5 14. In lib. Cancell.
in età infantile, e le ſucceſſe vn cherico Don Pietro de Mons eiuſd.an.f32 Iº
bron, ex pacio, et prouidentia Principts, come preteſe, e n'hebbe
- Nnn l'inueſtitura
44 e D E LL A D E SCR I T r. DI MALTA
l'inueſtitura dal medeſimo Vicerè a 18. d'Agoſto 15 14. e ſimil
In eod. lib. an,
15 16 f357.
mente l'ottenne ancora dal Preſidente del Regno D. Gie: de Lu
na à i 1. di Gennaro 1 5 17. per morte del Re Ferdinando, ,
il titolo poi col quale queſta famiglia è ſucceduta in detto feu
a --
-
- ci - .
-
- -- -
. -
-- --
carico di Domenico di Bordino, che morì nel 15 o7.
- - -
- -
- 8 A V A. ,
B E R N A R D o. -
B A L D E S, O VA L D E S .
Pietro Baldes fü Capitano della verga in Malta l'anno 146 o. e
prima Giurato nel 1451. e poi nel 1477. -
- , TB O N D I N O. -
B E L L H V o AA o,
Benche queſta famiglia ſia in Sicilia molto antica, e nobiliſſi
ma,Padrona già della Contea d'Auguſta,che fù comprata per An
tonio Bell'huomo da Sancio de Londoio, per cinquantadue mila
fiorini, come riferiſce
gona,ritrouiamo Zurita neleſſere
nondimeno volume quartoCittadino
chiamato degl'Annali d'Ara all'an.
di Malta ziº rocap
1474.
e
Coſmo Bell'huomo nel 1528. e come tale interuenire in vn Con- In atti del trai
ſiglio dell'Vniuerſità nel 1526. Era egli marito di Donna Perna,
figliuola di Franceſco Gatto Deſguanez,Baroneſſa della Chimiſia
noſtra Malteſe,ch'era ſucceduta in detto feudo come la maggiore
ancorche d'età minore, per la morte del Padre il quale fù vcciſo da t. n. e
- - - - - « - - - - - -- v - to. reg. Lan
vn ſuo fratello,Schauea ottenuta l'inueſtitura dal Vicerè D Vgo igi.
di Moncata a re. di Maggio 15 15. e per morte del Rè Ferdinan
do la rihebbe nel 15 16. o l'anno appreſſo, mentre gouernaua il
Regno Don Giouanni di Luna.
Giou anni Bell'huomo ( queſti è l'Antico, da cui i Signori della
- mede
47o D E L LA D E SCR I TT. DI MALTA
31 3 89.ºre.”º
º º 392,
medeſima caſa diſcendono) nel 1391.fù mandato Ambaſciadore
itt.Af I to. al Duca, e Rè Martino in Iſpagna da Giaimo d'Alagona Signor.
grande allora in Sicilia, che fù Conte di Malta. -
C A X A K O. - -
- - - - - -
c A L A v . -
C I P O L L A T O, - .
Giouanni,e Bendo Cipollato Giurati, quello nel 14o4 e queſto
nel 14 i 5. C I L I SN O .
Giouanni Cilino Giurato nel 14o;. & 141 6. i
-- C PH I L O N A .
, Bartolomeo Chilona Giurato nel 142 o. - . . . .
C A ºN C E L L V. - i i
Bernardo Cancellu Giurato nel 1438.
- C A S S A R 0.
- La diſcendenza di queſta caſa, ch'è molto antica in Malta,per
quanto habbiamo potuto cauare da alcune ſcritture, che ci ſono
capitate alle mani,vien originata da vn Matteo nominato Mazzo Dal teſtamento
di Toria Adona
in quei tempi, che viſſe intorno al 144o. Coſtui hebbe molti figli ca del terz'Ordi
uoli cioè Bernardo detto Nuccio, Pietro, Paolo, Antonio, Nicolò, ne de'Carneli
tani negl'atti di
Toria,Giouanna,e Smeralda, che fù moglie di Bartolomeo Xarà, Bºrdi I 5 I I. ,
nati tutti da Blandina ſua moglie. E come, che il noſtro intento Da l'atto matri
meo . v. l I 467.
in queſto luogo ſia di deſcrivere i due rami principali,e più riguar, in Notar Paolo
Bonello,
deuoli,ch hoggi nobilmente viuono nella noſtra Città, laſciando
a bella poſtagl'altri, ſoggiugneremo che Bernardo figliuol di Mat
teo ſudettopreſe per moglie Iſabella N.nel 1476.dal quale matri
amonio parimente nacq uero diuerſi figliuoli, queſti furono, Mat
teo, che fù Giurato nel 15 oo. I go4. I 5 12.& 15 16. Antonio chi
era morto nel 1513. Giouannello, Goffredo, Perna moglie di Pe
rio Sauietto, Antonia ſpoſa di Nardo Calauà, e Giouanna mona
sca nel Moniſtero di S. Pietro.
. Il ſecondo Matteo ſi fe padre di Pietro Dottor di leggi, che nel
lº 53 o fù mandato in Bruſelles Ambaſciadore all'imperador Car Fx te 2 m. Si
lo V. Di Franceſco,e di Bernardo,che fù Giurato nel 1525.marito non arris An
gira in artif
d'Imperia, figliuola d'Angarao Mamo. Lercati dez;
- Da Pietro nacque Lorenzo,che fù Giudice della Corte ciuile, e ne I 5 I 4 - , . .
- A -
C A S S I A.
Caddo Caſſia è l'Aſcendente più antico,ch'habbiamo in queſta In lib.reg Can
caſa,viſſe intorno al 145o. mentre nel 1481. eravno de'Giudici cell. i 4. Inditt.
della noſtra Città ; fù di lui figliuolo Luca, che nel 1485. prendè 148o 1481 fol,
274.
per moglie Agneſe di Lenzo Barbarà; Di Luca nacque vn altro In actis Sabba
rae ſi b die º 3.
Gaddo, che viſſe nel 153 c. e di queſto ſi tiene, che fuſſe figliuolo Aprits 1485.
Gilio, è ſia Giulio Caſſia, a cui ſi dà titolo di nobile nel 1535.egli
ſi fè padre di Pietro, dal quale nacque Antonio, che generò Gio: In actis Gratia
ni de Vaſſallo.
Maria padre del Barone Giacinto ; quindi è, che in vna pietra ſo
pra il ſepolcro,ch'ha queſta famiglia nella Chieſa Cattedrale ſi lega
-
ge l'iſcrittione, che ſegue e -
,
C A L A B A C A V O. i.
Religioſo
L I B R o QvA RT o, N o TITI A III. 47,
Religioſo Moniſtero di S. Maria Madalena ,
Vſa per arme queſta Caſa d'vno ſcudo diuiſo,nella cui parte ſu
periore ſi vede vin aureo leone rampante ad vn melarancio in
campo vermiglio,ed in quella di ſotto tre bande d'oro ſopra il ce
leſtino, C V M B O,
Si è dilatata in Malta queſta famiglia in più rami, 8 apparenta
ta con le principali dell'Iſola,ou'è ſtata,ò è padrona di molti pode
ri. Giouanni Cumbo,che viſſe ſul cominciamento del ſecolo paſs
ſato fù Padre di Giacomo,e queſto dvn altro Giouanni del Dottor
Agoſtino Cumbo famoſo criminaliſta, d'Imperia moglie di Man
fredo Pace, e di Vincenzo, che rimaſe minore, dal ſecondo Giouá
ni prouenne di nuouo Giacomo genitore del Dottor Giouanni,da
cui preſa per moglie Cornelia figliuola d'Vgolino Nauarra vltima
di quella caſa, nacquero diuerſi figliuoli, e tra gl'altri due maſchi,
l'vno de'quali nominato Vgolino mori ſenza poſterità, l'altro per
rauuiuare l'eſtinta ſchiatta materna,ſi fe chiamare Cumbo Na
uarra,che generò vn altro Vgolino ſolo deſtinato all'eredità pater
na,non hauendo egli altri fratelli. -
- , . i C A T A L A N O. - ;
- -
- -- - --
do -
- -
- -,
-
i i E P A 3 C iO: p p , ) : - - -
--- - -
2 l .
FA L CA, O FA L CO.
eap.po.
E ſtata nobile e di molta ſtima queſta Caſa in Malta ſi crede che
ſia per origine,Catalana, yenendo mentouata nell'iſtoria de'Conti
di Barcelona; di lei appariſce hauer eſercitato la carica di Giurato
Marciano Falca nel 1433. Antonio fù altresì Giurato nel 1453.
in º restare 1475. 1479.& 148 1. che per ragion della moglie Ventura, poſſe
dè il giardino, e podere di Aayn Cullia, come ſi caua dal di lei teſta
1. a.canti º fatto nel 1486. -
Vn altro Antonio prendè per moglie Anziona figlia di Giaco
mo Angarao Deſguanez nel I 5 12,
Hoggi ſi troua affatto eſtinta in queſt'Iſola, ſolo ſi conſerua il
nome in vina diroccata Torre, che ſi dice di Falca,fabbricata ,
dagl'Antenati di eſſa famiglia, cue poſſedeuano quei territori
che
LIBR o qyART o, NoTITIA III Ass.
che ſono alle falde di detta Torre; oſcuro auanzo dell'antico loro
ſplendore. e a
-
- -
FANTI NO , O IN FANTI NO . -
-- --- Ppp 2
- - Inſula
484 D E L LA D E SCR I TT. DI MALTA
Inſula Gerbarum,g alias, vnde post maxima damna,(3 laboresim
menſos perſone vestra lesionem ferè irremediabilem reportatis ſuppli
cationi huiuſmodi benignè inclinati,etc.de noſtra certa ſcietia deliberatè
conſultò promisionem prainſertam, g c. confirmamus ad maioris gratia
cumulum; territorium nominatam ta Xicora appellatum,(3 vestris in
perpetuum de nouo concedimus, grc. e come più largamente appari
Pſecuteriato in ſce in detto priuilegio dato in Medina del Campo a di 27.di Mar
Palermo a 5. di zo I 5 o4. - -
Giugno 15o4.
Negl'atti del
Bondi,
Il medeſimo Antonio ritrouiamo eſercitare la carica di ſopra
intendente alle fabbriche del Caſtello S. Angelo, quando in eſſo s'
ergeua la Torre ſopra le porte nel 1 2 3. Padre d'Antonio fù Gu
glielmo Infantino,vno de'Giudici del Gozo nel 1497. e per auué
tura figliuolo d'vn altro Antonio, che vueua in quell'iſola nell'an
no 14; 6. Morì il ſecondo Antonio nel 154o, nel quale feil ſuo
teſtamento negl'atti di Lorenzo de Apapis laſciado crede vniuer
ſale il ſopradetto Franceſco ſuo figliuolo ; Guglielmo Auo di que
ſto hebbe altri figlie trà gl'altri,i maſchi ſeguéti,cioè Pietro, Pao
lo,Franceſco, Luigi, e Saluo padre di Franceſco, di cui fù figliuola ,
Mattea madre del Dottor Gio: Luca Macedonia,
Che poi queſta famiglia habbia fedelmente ſeruito al Rè Catto
Mib. 4. cap. 18, lico nelle Gerbe ne fa fede Zurita nel quinto volume dell'anno
Lib.ood.cap.35,
i soo. & 15 o 1, dicendo, che Luis Infantin (queſti era fratello di
Antonio, nati ambidue da Guglielmo) per conſiglio del quale ſi
gouernaua il Xech di quell'Iſola,haueſſe quiui fatta lunga dimo
ra,con diſegno di procurar il ſuo ritorno all'Vbidienza, e diuotio
ne regia, anzi che in quel trattato,egli con tre mori fuſſe ſtato dal
Xech mandato per oſtaggio al Gran Capitano,acciò maggiorme
te haueſſe applicato l'animo per ſoccorrerlo contra l'armata del Rè
Nel cap.35:
di Tuniſi, I en esto entendiò (ecco le parole di Zurita) de parte del
Key, y del Gran Capitan, Luis Infantin,que residiò por esta cauſa al
gun tiempo en la Isla de los Gerbesi) por gran istancia del X eque parti
do el Gran Capitan con ſu armada a la empreſa del Turco,fa è embiado
a los Gerbes el Cemendador Hernando de Valdes, paraque entendeſſe
la diſposicion,que auria, para apoderarſe de aquella Isla,3 c.
Hoggi viuono alcuni di queſta famiglia in Malta, nel Gozo fù
l'vltimo, che morì nell'età noſtra, Don Angelo Infantino ſacerdo
te virtuoſo,e pio, che fondò vna rendita per ſuſſidio delle doti di
bouere Vergine le ſue parenti in perpetuo.
Piº. del 14e3. Nell'officio del Protonotario in Palermo, ritrouiamo eſſere ſta
di aoi. to inuiato dal Rè Martino ſtando in Sardegna Cola d'Infantinu ad
vn ſuo ſecretario, dianzi deſtinato in Sicilia, con importante amba
ſceria. Gatto
lI BR o QvA RT o NoTITI A III, 41;
G A T T O,
Nobiliſſima, non meno, ch'antica è ſtata in Malta queſta Caſa,
ricca di feudi,e d'altri beni ſtabili, come altresì adorna di principa
li cariche,e titoli denotanti la ſua maggioranza, eſſendo che Cic
co, à ſia Franceſco Gatto ritrouandoſi Caſtellano del Caſtello di
Malta, vacante allora il feudo di Deyr el Binet per eſtintione in.
queſt'Iſola della famiglia Baua, fù dal Rè Ludouico onorato di
detto feudo per lui,e ſuoi legittimi eredi diſcedeti da eſſo, come ſi
legge nel pruilegio ſpeditogli in Meſſina a 4. di Gennaro 135o.
Sotto il medeſimo giorno eſſo Rè priuilegiando l'iſteſſo Cicco,
e Lanza ſuo figliuolo, con le ſeguenti parole, Considerante fidem
puram, é deuotionem sinceram,quas Chiccus Gattus Castellanus Ca
stri Inſula Meliueti, (3 Lancea Gattus filius eius fideles nostri er
ga Maieſtatem noſtranº teſſerunt, è gerunt ſatisfideliter, 3 deuotè;
nec non grata obſequta per eos culmini nostre prestita animo indefeſſo,
(gr que prestant adpreſens, 8 prestare poterunt in futurum,auctore
Dominº gratiora,que remuneratione maxima digna ſunt, concede
loro,c à el'eredi in perpetuo l'eſſentione da i pagamenti per tutto
il Regno, che ſi doueſſero alla regia Corte,ne più ne meno, come
ſe fuſſero Cittadini Meſſineſi, Il qual priuilegie fù poſcia per vin
altro confermato,e conceduto di nuouo dal Rè Federico alla di
manda del ſudetto Lanza,nominandolo come ſiegue. Notum fie
ri volumus vniuersi,tam praeſentibus,quam futuris.quòd /udex La
cea de Gatto de Meliueto, familiaris, g; fidelis noster prasſens coram
nostrae Maieſtatis aſpettu contulit, gr praeſentauit Curiae nostra e
quoddam priuilegium, etc. Sereniſsimi Principis Domini L udouici dićti
Regni Regis Illustris chariſsimi fratris noſtri bon, memor. & c. la cui
data fù in Malta,ritrouandoſi quiui in perſona il detto Rè? 12, di
Nouembre del 1 372.cócedendogli parimente,e per la linea dedi
ſcendenti da lui il feudo di Deyr il Binet, ch'era vacato per morte
di Cicco ſuo padre, ſotto feruigio dvn cauallo,come ſirauuiſa an
cora per vin altro ſuo realdiploma dato pure in Malta ſotto il me
deſimo giorno. Di queſto Lanza Gatto ſi fa memoria in publica
ſcrittura,S: atti di Notaro Nicolò Cardaro ſotto i 2. d'Agoſto del
medeſimo anno, ou'ènominato regio Prepoſito di queſt'Iſole,
Doppo la di lui morte, ſuccedè nel feudo Franceſco Gatto ſuo
figliuolo, e ne fù inueſtito dal Rè Martino in Catania a 14. di Fe
braio 1397. e nell'iſteſſo giorno l'vno e l'altro Martino Regi d'Ara
gona,e di Sicilia gli donarono per lui,e ſuoi eredi legittimamente
diſcendenti dal ſuo corpo,il feudo della Chimiſia,iure Francorum,
ſotto il militar ſeruigio del cauallo,còfermandogli la sonº"
Q 112
ass DELLA D EscRITT. DI MALTA:
ò ſia approuatione di detto feudo a ſuo fauore fatta da D. Gugliel
mo Ramondo di Moncata,in tempo,ch'era con giuſto titolo poſ
ſeſſore di Malta, narrando Fräceſco, che i ſuoi Antenati anco pri
ma erano ſtati padroni di detto feudo; ma che per le turbolenze e
delle guerre fin allora occorſe in Malta, ſi erano caſualmente per
duti i primilegi de ſuoi predeceſſori, inſieme con altri beni, e rob
be,che per forza, Artale d'Alagona con le ſue,hauea fatto trapor
tare dentro il Caſtello, 8 iui ritenere violentemente, occupa
te in poter di lui , allora ribelle. Viene Franceſco in queſto pri
uilegio nominato in tal modo, cioè Praſens in Curia noſtra dilecius
Algozirius,et Consiliarius familiaris,et fidelis noſter Franciſcus Gattusº
de Ciuitate AAeliueti Miles. La qual inueſtitura, e nuoua conceſ
ſione,ſi dice farſi in riguardo dei grati,8: accetti ſeruigi da lui fat
ti alle loro Maeſtà,praeſertim nouiter in recuperatione diciae Ciuita
tis AAeliueti,in qua perſonam ſuam multis exponendo periculis impaui
de laborateit,quae praſtat ad praeſens,etc.e come più largamente ap
pariſce in detto priuilegio ſpedito in Catania a 14. di Feb, 1397.
Pochi anni appreſſo il medeſimo Franceſco hauendo (oltre le
due già dette baronie) quella ancora di Bucane, che gli appartes,
neua come marito di Paola de Caſtelli (originata al parer noſtro, i
dalla famiglia Murina,per eſſere ſtato donato queſto feudo l'anno,
1372.dal Rè Federico a Guglielmo Murina Malteſe) e non ritro
uandoſi hauer figliuoli maſchi, ma ſolamete vna femmina; otten
ne gratia dal predetto Rè Martino di poter laſciare li feudi nel mo.
do infraſcritto, cioè che venendo a morte ſenza figli legittimame
te diſcendenti dal ſuo corpo, poteſſe donare anco nell'eſtremo di
ſua vita,advn fratello,ò ad altri ſuoi conſanguinei diſcendenti da
ſuoi padre,e madre li due feudi, come di ſopra hauuti da ſuoi pro
genitori, è da loro acquiſtati : e che il feudo di Bucane dotale della
moglie,haueſſe ella facoltà (in caſo di morte parimente ſenza ere
di dal corpo ſuo) di laſciare sì al marito, come à quei della paren
tela diſcendenti da ſuoi genitori,ò à quelli della di lui ſtirpe, ſeco
do più diſteſamente ſi legge nel priuilegio ſpedito in Catania l'anº,
no 14o4. à 1 5. d'Aprile, nel quale in tal guiſa vien egli qualifica:
to,e nominato, cioè Pra ſentis itaq; priuilegiſerie notum fieri volu-.
mus tam preſentibus,quam futuri, quod ad humilem ſupplicationem
per dile&ium Consiliarium noſtrum Franciſcum Gattum de Inſula,
AAeliueti militem, noſtris culminibus indefačtam,nouiler aſſerentemſe:
vnicam duintaxat habere filiam de eius corpore legitimè deſcendente,etc.
La quale vinica figliuola,chhauea nome Imperia, fù collocata ,
in matrimonio cd Antonio Deſguanez, e tra gl'altri figliuoli eſse
-
-
dogli
ALIB Ro Qy A Rrro, NoTITI A III asy
dogli nate vno che ſi chiamò Fräceſco,fù queſti dall'Auò Fräceſco : " º
Gatto iſtituito nel ſuo teſtamento erede particolare nel feudo della i"-
Chimiſia, con eſpreſſo parto, e conditione (acciò non veniſſe a
eſtinguerſi in tutto il proprio cognome) ch'egli doueſſe portare
guello di Gatto con Deſguanez inſiememente e l'arme; onde poi
per molti anni appreſſo, i diſcendenti, e ſucceſſori da lui,vſarono il
cognome de Gatt'Inguanes,e l'arme vnite dell'Vma, e l'altra caſa ,
ſecondo ſi rauuiſa in più luoghi della Città. -- - - --
Paſſarono in tal modo li tre feudi nella famiglia Deſguanez,du
de quali ella fin hoggi gode,cioè Bucane,e Deyril Binet; e l'altro
della Chimiſia,eſſendo peruenuto a Döna Perna figliuola del pre
detto Franceſco Gatt Inguanes,entrò nella caſa Gueuara per il di
lei matrimonio (come crediamo) con Matteo di queſto cognome,
che lo ritrouiamo chiamato Barone di eſſo feudo nel 1516. po
ſcia nella famiglia Bell'homo di Siracuſa, per eſſerſi indi con Per
ma ammogliato Coſmo Bell'homo intorno all'anno 152 6 doppo
ch'ella era ſtata anche prima cóſorte d'Ortenſio Spatafora,appreſſo
- - - -
--- - - - i ' Ne
LIBR o QVA R.To, NoTITI A III. 49 ,
Ne pur fù eſcluſa dall'onore d'eſercitar i primi carichi dell'Iſo
la,venendo Franceſco nominato nelle ſcritture della noſtra Città
Magnificus Franciſcus Grugno regius Capitaneus, nel 1 5 12. 8 nel la volun.priui
legior.
15 17, ſi fà mentione di lui negl'atti di Bondì leggendoſi quiui,
AAagnificus Franciſcus Grugno Ciais Melite,e nell'anno medeſimo
anco d'Antonio nobilis Antonius Grugno Ciuis AAelita, e di Bartolo In atti ſelua
gi de Via.
meo altresì nel 1542. AAagnificus Vir Bartholomeus Grugno Ciuis
AAelita - -
G O M E A .
Lanza Gomez hebbe in feudo due tenimenti di terra ſituati in
Malta per lui, e ſuoi legittimi eredi diſcendenti dal ſuo corpo,ſotto
il conſueto ſeruigio militare come ſi legge nella regia Cancelleria,
e negl'atti di Giacomo Bondì, Antonio Gomez Teſoriere della a Lib.del 1374.
Città all'anno 152 o, Pietro Gomez Giurato nel 1526.
A A BICA, CAA78/CA, O XA BICA . - - .
Così variamente è ſtato ſcritto il cognome di queſta nobilta - - - - - -
- - -- -
gelo di Manuele
Queſti è il più antico Barone della famiglia in Malta, di cui
e -
ritrouiamo farſi mentione nelle publiche ſcritture; Fù egli dello
ſtato de'Militi, 8 eletto Capitano della noſtra Città nel 1428. co
me per prodiſione data in Catania a 1 a. di Luglio ſi rauuiſa, 3 in
vn altra regia del 1429. confermato per due anni, indi è ſtato di
nuouo nel 1433. e poi nel 1437. & i 44 2. fatto Capitano, è ap
reſſo hebbe l'iſteſſo carico Geraldo ſuo figliuolo nominato altri
mente Angaraldo. -
( «i i M E S S I N A. º - a
nel 1542.
Continuò però nel Gozo la ſua ſtanza il ramo quiui rimaſto,ſi
no quaſi a i tempi, che quel Caſtello fu deuaſtato da Turchi nel
1551.eſſendouiſtato prima Teſoriere,e poſcia Capitano Galcerai
no nel 1542.queſto fu figlio del ſudetto Pietro, e l'adre di Garzia,
che fù Giurato della noſtra Città nel 1586. & i 96. º i
Ne'tempi più rimoti,leggiamo in vn priuilegio ſpedito l'anno
1 374.nell'aſſedio di Catania,a fauore d Artale Alagona,che d'ordi
ne del Rè Martino Emanuele di Mompalaì regio Conſigliere eſe
preſſamente delegato, inueſtiſſe la ſeconda volta l'Alagona dello
itato,e Contea di Malta, benche da indi a poco ne fuſſe di nuouo
Priuato, con e altroue n'habbiamo diſcorſo. I
AA. A 4 A K. 4. re e , i
Se queſta famiglia, ch'è ſtata in Malta di molto credito e poſſºnº
za,non meno in riguardo dei beni, e ricchezze, che vi ha poſſe:
duto, che dei primi honori, e carichi ch'hà eſſercitati corriſponder
ti all'antica ſua nobiltà, ſia in queſt'iſola venuta ne più rimoritº
i d'altronde, che dalla Sicilia, fin hora non ſi sà di certo,ritrouans
doſi vn Franceſco di Mazara in Modica ſegnato per teſtimonio in
in a 7.AT.oº. Rc
ghi 5 patale, la o
vna publica ſcrittura nel 1378. vn Giacomo di Mazara Milite fot
da Cae, toſcritto in vsa conceſſione fatta da Bernardo Cabrera primo C6:
te di quella caſà, Petro de Celestri familiari dileio, ºc. Giouanni,
e Cataldo anche in Modica nel 14o9. il primo Giurato, l'altro
Arx tefans. Pe
tri de Cek Tras. genero di Pietro Celeſtre ſilice, e cognato di quel Pietro primo
- - -
- Barone
L I B R o QVA RTO, NO TITI A III. 497
Barone di Santa Croce, e Strategò di Meſſina . -
bre 1487. - - -
-
- - -
- --
-
- -
-
-
º
- -
,
-
-
a Simone ſecondo s'ammogliò nel Caſtel Vrſino con D.Marghe mon. apud D.
Anto: in una.
rita di Naua,e procreò Giouanni ſecòdo, queſti fù marito di Don Fx tesº m. pe
nè, eunaem.
na Paola Gatt Inguanes in Malta,oue tuttauia dimorauano; fù lo
ro figliuolo Perio, ch'hebbe per moglie in Siracuſa D,Clara d'Ara
gona,figlia di D.Paolo d'Aragona,di cui fà padre Orlando 2.ema
dre Beatrice di Mazara e del Carretto, però vi biſognò diſperſitio
ne Pontificia di terzo in quarto grado, come fà l'altra di ſecondo
in terzo. -
Da Perio e D. Clara nacquero Giouanni 3. S. Antonio,queſto è
fepellito nella cappella de Mazari in Siracuſa, nella Chieſa di San.
Rranceſco, ſcrittoui ſopra, Don Antonius de A4azara, g di Arago
na, con l'arme di Mazara inquartata con quelle d'Aragona, e di Neel'atti d'A-
gathe al 1533.
Sueuia. Il ſudetto Perio, con occaſione del matrimonio di Don Perio vien no
“naClara,fù il primo che laſciaſſe dall'intutto Malta, e Modica,e paſ domicilia,
m to di alteſe
o n ,
r
Siraci ſi.
-ſaſſe ad abitare di fermo, nella detta Città di Siracuſa,oue ſubito ſù
- - --- lº -- Rr1 2. - poſto
5oo D E LL A D E SCRITT. DI MALTA'
poſto nella maſtra,ò buſſolo de gentilhuomini,e fatto Giurato,co
me ſi vede negl'atti publici di quella Città. Giouanni terzo, che a
ſolamente ritenne l'arme,non già il cognome d'Aragona preſe per
moglie D.Eliſabetta Platamone,e generò Perio 2.q ueſto fù marito
d'vna Signora di Caſà Gueuara,e padre di Gio; 4. e di Frà D.Anto
nio Caualiere di queſta Sacra Religione. D. Gio; 4. procreò Don
Pietro,e Don Antonino hoggi viuenti in Siracuſa.
Cataldo l'vltimo de'figliuoli di Simone,toiſe per moglie in Mo
dica (eſsédo viuo il Padre) vna Signora, di cui né ſi sà preciſamete
la famiglia, laſciò egli due figliuoli, Giouanni, & Antonio. Gio
Ex capibreuio
uanni ſi ſposò con D. Maria Sortino da Noto,figlia di Rinaldo Ba
Vallis Notifol. rone del Ruuetto di Renda, e delli Maccari; come ſi caua dal pa
228.
Littara de re gamento della dote (fattoli da Aluaro Sortino vino de'figliuoli di
bur Netinir. Rinaldo) che ſe li doueua ſopra i detti feudi. Fù Rinaldo Strate
gò di Meſſina,e figliuolo di Mainotto Sortino fondatore di quella
caſa, e Barone di ſei feudi nel 1398. Procreò Giouanni da coſtei
due figliuoli Antonio, detto ancora Antonello a differenza d'An
Fx att. Nicolai
Ciuelli Motuca
tonio ſuo zio,e Gaſpare. Antonio primo s'ammogliò con D. Gio
anna Giurato,e n'hebbe tre figli, Gregorio, Antonio, e Tomaſo, il
Zn ači. eiuſdem
Notarij,
ſuo teſtamento nel 154o ne fa fede.Di Gregorio finalmente venne
à mácar la diſcedeza in Gio Battiſta di Mazara Barone dell'Oglio,
morto a tempi noſtri ſenza figliuoli. Di Tomaſo hebbe fine la li
nea entrando per femmine in D. Fabio Valſeca Barone di S. Filip
po gentiliſſimo Caualiere Catalano. D'Antonio 2, detto altresì
Antonello 2. a differenza del padre, e del zio fratello di ſuo Auo
Giouanni, (perche eſſendo tutti tre viui, n6 ſapeuano i Notari co
me diſtinguergli,)e di D.Margherita Celeſtri nobiliſſima Caſa dei
Marcheſi di S. Croce di Sicilia,ne nacque Antonio 3.appellato co
munemente Antonuzzo, & ancora Antonino; il ſuo teſtamento
autentico, è nella Cancellaria del Conte di Modica. -
Giouanni ſuo figliuolo Giurato nel 1442. & 1449, & eſſendo
ſtato dall'Vniuerſità eletto Ambaſciadore al Rè Alfonſo in com
pagnia d'Antonio Falſone, vengono qualificati nella regia proui
ſione,ch'ottennero nel modo, che ſiegue cioè. Nuperrimè autem
per nobiles, (j fideles nostros Ioannem de A4azara M.elitenſi (& Iudi
cem Antonium de Falſone ipsius Ciuitatis Ambaſciatores Maiestati
nostre humiliter ſupplicatum extitit,grc. Fù data nel Caſtello di Na
polià 1 1. di Marzo 1438. Peri Giouanni Giurato nel 1456. Di
Giouanni ſopradetto deſtinato Ambaſciadore di nuouo al Rè Gio
nanni nel bel principio del ſuo reame, per impetrare la conferma
tione depriuilegi dell'Iſola, º altre gratie,leggiamo nel ſuo regio
diploma dato in Barcelona a 2. di Gennaro 146 o eſſere ſtato no
minato nella maniera ſeguente. Seren, nostre per Vos nobilen di
- --- -- lectum
5o, D E L LA D E Sc R I TT. DI MALTA
lectum,g fidelem nostrum Toannem de Mazara Cuem, Oratorem, 3
N Ambaſciatorem pro parte Vniuersitatis Ciuitatis, gr Inſale earum
r
-
r .
Conſeguì poſcia nel 1533 la carica di Capitano del Gozo An- celianisi,
dreotta Mannara,la cui caſa fà onorata co l'albergo del medeſimo
Sig. Gran Maeſtro, quando andò la prima volta a prender il poſº
ſeſſo di quell'Iſola. . i
Di queſto cognome ritrouiamo nei Ducati d’Atene, e Neopa
tria ſotto il Rè Federico Terzo, allora gouernati da gl'Aragoni
qualcheduno, poiche dando eſſo Rè la Caſtellania, è Capitanato
(Terre Liu adia) à Guglielmo di Federico d'Aragona, ne letiadas,
quel carico l'anno 136 6.Guglielmo d'Almanara,ch'era l'iſteſſo che
la Mannara, mentre nel 1367. hauendo alcuni principali di quel
Ducato.vcciſo altri loro nemici, ſi narra dal Rè il caſo occorſo,e frà
gl'vcciſori vien nominato appreſſo al Gouernatore immediatame- A5x regiſtro re
te il detto Guglielmo in queſta guiſa , Guilelmus de la Mannara º", ii
miles, Berlingherius de Lauria, Antonius de Lauria,(3 c. , f123.
-
- - . ..: M I L E T O . . . i
Bertuccio di Mileto hebbe dal Rè Ludouico la conceſſione de i i
tenimento di terre nominato Aayn Naſtaſi per lui, e ſuoi eredile- ma poi,
gitimamente dal ſuo corpo diſcedenti, ſotto ricognitione di ſei tu- ".
mola di vettouaglie,da pagarſi ogn'anno alla regia Corte, come a i; . dan
per ſua real prouſione data nel 1347. e "-
M V R I N A. ,
Vna delle più antiche, e principali famiglie Malteſi, è ſtata que estere. car
ſta,mentre fin del 1372. ſi fa memoria di Guglielmo Murina, che "si
ſia ſtato Capitano della noſtra Città,8. Iſola,proueduto,è inueſtito , -
di Malta nel 143o. e che dal Rè Ferdinando per ſua rinunzia fuſ
- ſe ſtato conceduto il carico a Giouanni di Naua ſuo parente, co
me ſi legge nel priuilegio dato in Saragoza d'Aragona a 5. di Lu
glio del 1469.
Fù ſempre Gutierre sì grato,e fedele al Rè, che Girolamo Zuri
ta nei ſuoi annali,e vita del Rè Don Alonſo laſciò ſcritto, che ſe
bene per occaſione delle differenze,ch'allora verteuano trà queſto
Rè,e quello di Caſtiglia e per i ſoſpetti di qualche trattato contra
il Regno di Sicilia, ſi dubitaſſe di tener fortezze ſotto il comando
deſudditi del Rè contrario, e ſi fuſſero dati ſopra di ciò gli ordini
Lib. 13. in vita opportuni,fù però dichiarato, che ſotto queſti, non s'intendeſſe co
ai ripreſa la perſona di Gutierre. Ecco le parole. Dioſe ordin,que todos los
f.193. Castillos y fuerzas, que estuuieſſen en Sicilia en poder de Caualleros, y
Alcaydes del Reyno de Castilla,ò de otros ſoſpechoſos, ſe pusieſen en guar
day tenencia de perſonas de confianza, declarandoſe que esto, no ſe en
tendia cd los Castillos,que tenia el Maestre Iusticer de a quel Reynoy
otro Cauallero Castellano,llamado Gutierre de Naua,
Di lui l'iſteſſo Zurita nell'impreſa delle Gerbe fatta dal Rè Al
fonſo nel 1432, dice in tal guiſa (per valerci delle ſue medeſime º
º parole) e per ſodisfattione di chi legge, Iuntaronſe en Sicilia con la
patº. armada real otrosſetenta nauios, y arriuò el Key con toda ella el dia de
la Aſſumpcion de nuestra Señora a la Isla de los Ielbes, grc.y luego ſe
ganò le puente, y el muelle, que atrauieſa de la tierra firme a la Isla;
para quitarles el ſocorro, fueron las naos à ſurgir alpuerto,ſobre el qual
estaua vna Torre,que llamauan de Valguarnera,porque por los baxios
noſe podian acostar è la puente; p ganoſe la puente,auiendoſe repartido
lasgaleras en dos partes, acometiendo el Rey con la vna por un lado, y
con la otra Gutierre de Naua,quefue ſemalado Capitan en las coſas de
la mar.
Ne pur Gutierre,ma altri eziandio di queſta caſa paſſati da Ca.
ſtiglia a ſeruire al Rè d'Aragona, hebbero comando nel mare ,
poiche nel 146 1. Suero de Naua ſcorreua per i mari di Catalugna
con alcune galee, nel 1467. Giouanni di Naua con quattro galee
vien laſciato da Bernardo de Villamarin generale dell'armata regia,
- -- - alla
LIBR o QVA RT o, N O TITI A III. srs
alla difeſa d'vn forte cominciato in vn Iſola dell'Egitto,che Zurita
chiama Caſterloch,8 Aluaro de Naua Capitano di due galee, viè Net 4, volum.f.
deputato nel 1475.con altre,a cuſtodire la coſta di S. Lucar,come 84.155.º 247.
ſi legge nel medeſimo Zurita, onde non fia merauiglia ſe poi i di
ſcendenti, per poter più ageuolmente eſercitare il corſo, e la mili
tia nauale a guiſa dei loro maggiori,veniſſero finalmente a pro
curare di ſtanziar in Malta,e piantar la caſa in queſto ſicuriſſimo,
e famoſo porto di mare. Perciocche il predetto Aluaro, che in tem
po del Rè Don Giouanni il ſecondo, comandaua due galee,haué Nel regio Ca.
breo,
dovn aſſegnatione da quella Maeſtà di ducento fiorini l'anno mo
neta di Sicilia,ſopra la teſoreria di quel Regno, con priuilegio de'
26. d'Agoſto 146 , ottenne poſcia dal Vicerè Don Lope Ximenes
d'Vrrea, che gli fuſſe deputata ſopra gl'introiti deila regia ſecrezia
di Malta nel 1466.8 appreſſo ſegnatamente ſoura quelli del feudo
di Beniiarrat,come ſi rauuiſa in vina viceregia prouiſione, data in
Palermo a 8. di Nouembre 1472. la qual permuta, non ſola
mente fà confermata dal Rè,ma am pliata ad altri cinquanta fiori
ni d'auuantaggio, con libera amminiſtratione di detto feudo, in.
modo però,ch'egli fuſſe ſtato tenuto ogn'anno a reſtituire il ſopra
più delli fiorini ducento cinquanta al Secreto in caſo,che il valore
dell'entrata la detta ſomma eccedeſſe. -
IndiAluaro in viuenza del Rè Giouanni, preſtò prontamente ,
all'Infante Ferdinando ſuo figliuolo, trè mila fiorini d'oro d'Ara
gona ſotto real fede, che doppo i felici,e lunghi giorni del Rè ſuo
padre,gli li hauerebbe aſſicurati ſopra il medeſimo feudo di Ben
iiarrat, in maniera, che giamai da lui, ne da ſuoi ſucceſſori ſarebbe
ſtato tolto, ſe prima i trè mila fiorini né ſi fuſſero reſtituiti,e di ciò
gli ne fece vn chirografo ſegnato di ſua mano in Freſno a 28, di
Maggio 1477. , -
ſi ſcorge in vina patente ſpedita in Rodi l'anno 147o. cell eiuſd anni
Ttt Al
514 D E LL A D E SCR I TT, DI, MALTA
Al medeſimo Cio: che morì nel 1 5 13. ſuccedette nelle ragio
nidi Beniiarrat Lucretia ſua moglie, ch'egli iſtituì ſua erede vni
uerſale, per non hauer laſciato figliuoli (come crediamo; ) nella ,
guiſa che lui era ſucceduto a ſuo padre Aluaro nel giardino, e ter
ritorio della gran fontana, donatogli dal Rè Ferdinando a cenſo
enfiteorico in Segonia, nel mille quattrocento nouanta quattro,
che indifà comprato da Saluo Falſone.
Or andiamo all'altro Giouanni, che per rinunzia di Gutierre ,
ſuo parente,era diuenuto Caſtellano di Malta l'anno 1469.Queſto
eſſendoſi quiui ammogliato con Donna Iſabella di Mazara noſtra
nobile cittadina, hebbe di lei due figliuoli, Pietro, e Gio; à quello
come primogenito,deputandolo Caſtellano,e regio Alcaide in vir
tù della facoltà che gli era ſtata data nel ſuo priuilegio del 1469.
laſciò l'eredità viniuerſale, con la ſucceſſione nel feudo,e Baronia ,
della Marſa, e l'altro fece erede particolare nei territorij normati
Montahlib, Salamuni,Diarezara,c: in altri Burgenſatici, nei quar
li in caſo di morte, e ſenza ſucceſſione gli ſoſtituì Perono di Naua
In att. Gratiani fratello di lui teſtatore,e come ſi legge nell'Vltima diſpoſitione, che
de Vaſſaldo.
fè inſieme con la moglie l'anno a 487. ſotto la quale ſi morì poi,
nel ſeguente del 1488.
Il feudo della Marſa, che rimaſe a Pietro primogenito, & in cui
fù ſoſtituito Giouanni l'altro ſuo fratello, è il più vile, è il mag
giore di qualunque altro, ch'habbia l'Iſola i. Entrò in queſta
caſa per l'acquiſto, che ne fe il ſopradetto Gio: primo, nel modo
ſeguente. Fù venduto dal Re Alfonſo l'anno 144o.à Pietro de Bue
ſco,come per Priuilegio,ò cótratto paſſato in Gaeta a 4 di Settem
re, cum carta gratie redimºdi,per vſar dell'Iſteſſo termine, per prez
zo di ducati d’oro correnti di camera trè mila cento ſeſſanta,(non
ſarebbe hoggi peruentura queſto danaro la duodecima parte del
ſuo valore:) Peruenne Poſcia la metà di detto feudo per via di ſuc
ceſſione à Paola moglie di Pietro de Buſco, quindi ricomperata e
er la regia Corte,fù di nuouo dal Vicerè venduta a Giouanni di
Naua nell'iſteſſa forma, cum carta gratia, ſeguitane confermatione
del Rè Giouanni fratello d'Alfonſo; l'altra metà venuta in Pietro
Valdès,e da lui ceduta al medeſimo Giouáni,ne rimaſe queſti inte
ramente padrone,con approuatione,e conſenſo ſimilmete del Rè
Giouanni, ſott'obligo non dimeno di ſeruigio feudale, e ſenza pil
to intenderſi in alcuna coſa mutata la natura di eſſo feudo, e co
me più diſteſamente ſi vede nel priuilegio originale, che ci è capi
tato in mano,dato in Barcelona a 1 o. d'Agoſto dell'8. Indittione
1475. ſottoſcritto dall'Iſteſſo Rè. - - -
- Succedè
LIB R o QVA RTO, NO TITI A III. 515 ,
Succedè poi,e n'hebbe l'inueſtitura l'anno 148S Pietro erede, A : liº. Cancell,
vniuerſale,e primogenito di Gio:acq uiſtatore,Se à Pietro ſubentrò i ziiorni f. 19.
Aluaro ſuo figliuolo, che ne fù inueſtito è 14. di Marzo 15 o 9. dal
Vicerè Don Ramondo di Cardona, e di nuouo dal Preſidente D5
Giouanni di Luna per morte del Rè Ferdinando a 16. di Marzo
I 5 I 6. - - -
A x in 7rum.ra
Nacque Aluaro, come cauiamo da certe ſcritture l'anno i 497 tifat, cui ſi
donation is cele
e nell'età di quindeci anni gli fù data moglie vna Signora Lauria brat parès Io?-
della Città di Siracuſa; da eſſa generò quattro figliuoli, vm ina nem Xiclune ,
ta figlia di Gio; di Mazara,e da lei hebbe tre figliuoli,cioè Gonſal In aci Graziani
de Vaſſaldo 7.
uo,Paola moglie di Pietro Calamia,e Petruccio; queſti,eſsedo mor Ind. 1533.
to il padre intorno al 1533.rimaſero minori,ſotto la tutela di Gio
uannello loro zio.Di Petruccio ſtimiamo fuſſe ſtato figlio Alfonſi De matrim. ci -
co de Naua marito di Diana la Roche, di cui rimaſero figliuoli Vin ſat in act.de Bo
netijr 1569.fol.
cenza,e Margherita, come dal teſtamento del padre ſi rauuiſa,oue 2I3,
furono iſtituite eredi vniuerſali. Il predetto Giouannello hebbe , Fuit ſcripti te
s7 am manze An
permoglie Clara figlia del nobile Giouanni Calauà,dalla quale ne toni Caxari.
In acir Gra
nacque Alfonſo,e da queſto vina Caterinuzza, di cui fù la madre , tiani de Vaſſal
Girolama Guaſcone, i do 1536
in aciir de Bo
- Ma ritorniamo à Petruccio figliuol d'Aluaro noſtro vltimo Ca netijs 27, Deceb.
ſtellano, fu egli padre d'Ingu terra, dal quale protienne vn'altro I 569.
Pietro, che ſi fe padre di Giouanni, i quali tutti in Siracuſa nobil
mente apparentandoſi, hanno colà fatto fiorir la caſa, come pur
hoggi ſi vagheggia, corriſpondente al ſuo antico ſplendore; la .
diſcendenza cola di lei,e come ſiegue.
o Ttt 2, Gio:
5 16 D E L LA D E SCRITT. DI MALTA
Biſendenza de
A.'.:::: in Siracu Giouanni fù padre d'Antonio,queſti ammogliandoſi con Bea
fa. - trice Gulfi,morì prima del ſuo genitore,e laſciò i ſeguéti figliuoli,
Giouanni, Girolamo, Fräceſco, Flaminio e Gutierre. Giouanni pré
dè per moglie Dorotea Daniele ſorella del Barone di Kandicatini,
e generò Antonio, (che morì ſenza ſucceſſione, come anche Gi
rolamo,) Mario,Franceſco,e Gioſeffo.Girolamo figliuol d'Antonio
procreò D. Franceſco e Don Ottauio Canonico di Stacuſa.Flami
mio fratello del precedete Girolamo, hebbe molti figliuoli.
Mario Naua ſecondo genito dell'wltimo Giouanni s'ammogliò
con Donna Giouanna Falcone, ſorella del Barone della Carruba ,
e ſi fe padre di D. Franceſco Naua Falcone,e di D. Pietro. D. Gio
ſeffo fratello dell'antecedente Mario,generò Girolamo,e Giouanni.
E D. Franceſco altro fratello di Mario,fù genitore di Mario, Felice,
Ignatio,e Giouanni, - -
O 11d
LIBR o QVA RTO, NO TITI A III si,
ò ſia Pietro fratello del primo Giouanni, fù padre d'wn altro Gio
uanni,il quale nauigando dall'Alicata in queſt'Iſola l'anno i 5 o 8.
fi crede, che moriſſe naufragato; né eſſendoſi di lui mai più ſapu
to coſa alcuna; queſto generò Gutierre, S vn altro Giouannello, &Fxcoin vent. bon.
ſgaat in
con vna loro ſorella, che fù moglie d'Antonio Falca, nominata ačiis It ii; Cum
Donna Betta, to ſi è die 24. (is
lij 15 o9.
Poſſederono i nobili di queſta caſa trà li molti
poderi ch'acqui
ſtarono in Malta, il belliſſimo giardino delle due fontane chiama
to Ginen el Feres, come appariſce negl'atti del Bondi al 1 5 2 2. che
ne fù padrone Giouanni di Naua, quiui già ſi ſcorgeua non ſono
molt'anni l'arme della famiglia, ch'è vno ſcudo diuiſo è ſcac
chiero ci il campo aureo,ò i ſcacchi alternati, cioè alcuni ſempli
ci,& altri ch'hanno ſembianza di merli di color vermiglio, ſotto
di cui ſi leggeua , omnium rerum est viciſsitudo , motto preſo da ,
In Eunuch.
Terétio; ſi rauuiſa altresì l'arme de'Naua fin hoggi nel Caſtello,
alla caſa di Villa ſituata dentro la Vigna della Marſa, nella tribu
na,ò Coro del Conuento di San Franceſco, in vna cappella della
Chieſa di S. Maria della Crotta de'Padri Domenicani,S: in altri pur
diuerſi luoghi della Città.
In quanto è glofficij,e carichi, ritrouiamo, che Gio: de Naua ,
ſia ſtato Giurato nel 15o 5.Inguterra Capit. della Verga nel 1 5 19.
Giouanni pure Capitano nel 1527. Alfonſo de Naua nell'iſteſſo
anno comandaua vna ſua galeotta. Magnificus Dominus Ioannes
de Naua Melitensis Capitaneus ſue galeotte, ſi legge
- -- - 9 - b nel 1539.Giu
º -
In Malta paſsò queſta famiglia dal Gozo, oue ritrouiamo farſi fFx16.o
reg.Cancell.
f217.
memoria d'Wgolino Nauarra Giurato nel 1428. e poſcia del no
bile Andrea parimente Giurato nel 1445. Fù queſto ammogliato Paure Fx teſºam D.
in act. 1a
con Donna Paola, che non ſappiamo di che caſa ſi fuſſe : dal matri cobi Saliua an.
monio loro nacquero Federico, 8 Vgolino & vna femina D.Impe 1497,
ria, che ſi maritò con Gio Caſtelletta nobile Palermitano, il pri
mo,che portò la ſua ſchiatta in q ueſto dominio. - - -
s - N o T o.
In altis Lauré
Faſſimétione all'anno 1524.del nobile Nicolò Antonio di No ti Aagius.
to figliuol di Gabriele, che nel 1528, eſercitaua la carica di Con In teſta m. Ga
érielis de Noio
ſolo in Malta per la Natione Catalana, e del nobile Coſtantino di in aetir de Ra
Noto fratello d'Antonio nel 1552. pa 1534
Et in act.Geor
In vna ſcrittura de'Conſoli della Corte di mare della nobiliſſi gi ºtgig.
ma Città di Meſſina ſi legge, che ſimilmente Gabriele nomato no
bile,era ſtato deputato per Conſolo de'Meſſineſi intorno a gl'anni
del 1 52 5. Nel reſto queſta famiglia, oltre eſſere ſtata ſempre come
da,ſi è apparentata con le principali dell'Iſola, 8 hà goduto nel ſe
colo paſſato della Giuratia, come fe Antonio di Noto nel 1548.
Gabriele negl'anni 1559.15 64.15 67. & 1571. E finalmente Gio
uanni nel 584. ed altri honorati gradi della noſtra Città.
Vſa per arme,vn leon rampate,così l'habbiamo oſſeruato in vh
ſigillo antico di Gabriele di Noto,ſono i colori, argenteo del cam
po, e nero del leone. - -
- - -
- --
-
l - - - - - - Ploz ſco
5, o DELLA D EscR ITT, DI MALTA
P L O AZ A S C O .
Di Ludouico de Plozaſco noſtro nobiliſſimo Cittadino,ſi fà me
moria nelle publiche ſcritture dell'Vniuerſità à gl'anni 14 19. &
142o, allora quando da tutto il Conſiglio fù eletto in compagnia
di Franceſco Gatto milite,ſindaco, per douer à nome della Comu
nanza chiedere alcune dimande al regio Commiſſario in Malta ,
deſtinato, per dar il poſſeſſo dell'Iſola al Procuratore di D.Antonio
Cardona, a cui era ſtata impegnata per vrgenti biſogni della Co
rona. Hebbe per moglie Ludouico, Donna Francia di Pellegrino,
che non gli diede figliuoli. Fù eſſo,e per aumentura inſieme colei
( come da altri ſi preteſe) fondatore del ricco beneficio nominato
dei Mazari,a quali era paſſato il dilui iuſpadronato, per eſſerſi D.
Francia (morto Ludouico rimaritata con Simone di Mazara, 82
hauer fatta al medeſimo certa donatione de ſuoi beni,rimaſta ella
( come ſi dice) del primo marito erede. Quindi ſi die motiuo nel
ſecolo paſſato a iſucceſſori di Gioidi Naua,di cui fù moglie Iſabella
figlia di Pier Gio:Mazara,e di D. Margarita Carretto,nipote di Frä
cia,di mouer lite à i Mazari eredi di Gio:fratello di Pier Gio, preté
dédo ch'à loro toccaſſe iliuſpadronato per le ragioni di Francia e
di Ludouico fondate né à gl'eredi di Simone,di cui non hauea lei
hauuti figliuoli. Ma fà doppo la perpleſſità di dette pretenſioni,
vnito il beneficio al Seminario,3 indi aſſegnato per autorità apo
ſtolica al venerabile Collegio della Compagnia di Giesù, con tanto
profitto ſpirituale di queſti popoli, e di quelle benedette anime dei
fondatori, che con sì larga mano donarono i loro beni, per aumen
to,e ſeruigio del culto diuino. PA L L E G R I N O.
An lib.reg.Can Antichiſſima,e nobile e ſtata queſta famiglia in Malta, hauen
celan. 1347.vſi
que ad I 37o. f. dole conceduto il Rè Federico Terzo in perſona di Giouanni dei
J7Ie
Pellegrino ſua vita durante, il tenimento di terre ſituato in queſt'
Iſola in contrada di lu Zaccuni,ſotto ricognitione della quarta
parte dell'entrata di eſſe terre, da darſi ogninno alla regia Corte;
Morì Gio: intorno al 134o. Ô 5 o.
Giacomo di Pellegrino ſuo figliuolo,ottenne dall'iſteſſo Rè Fe
derico il giardino grade nomato del Rè, allora tutto cinto di mu
ro con due fontane,cioè Aayn Kayed,8 Aayn Teuzien,S: alcune
terre contigue lauorecce, dette la Hafe, con vn altro fonte, 8 vn
tenimento di terre appellato di Beniiarrat per lui, e ſuoi eredi dal
Nel Capibrevio
ſuo corpo diſcendenti in perpetuo,ſotto ſeruigio d'wn cauallo ar
defeudi di Mal mato, come ſi legge nel priuilegio, in cui vien chiamato milite ,
taf 432.
regiſtrato nel libro degl'anni 1 3 6o. & 1 36 6. in vno de'quali gli
#anelli
Panormi. ſcriue il Rè,come à Capitano.e Caſtellano di Malta. - -
Liteſo
LIBR o QVARTO, NO TITI A III, 52 i
. L'iſteſſo Giacomo fù poſcia proueduto in vita del carico di Cai
pitano di Malta,e Gozo, nominandoſi anche nella patente, colti Ex lib. reg. Cà -
tolo di Milite,la cui data eſs&do in Malta è 7. d'Aprile 136 5. ci po cell. I 36y f. 28
erebbe ſuggerire che douette eſſerui capitato allora di paſſaggio il
Rè Federico III, Fà ſua moglie D. Margherita d'Aragona, da cui
non hebbe figli maſchi, ma ſolo tre femmine, come ſi caua dal te.
Fuit conditum
ſtamento ch'ella fè nel 141 8. col quale ſi mori: ad vna di queſte, manu Not. d ,
- - Vuu 2 Hoggi
soce»
524 DELLA DES C R I TT. DI MALTA
Hoggi conſerua eziandio il cognome della caſa vna contrada ,
che " Redum " , & vn beneficio di iuſpadronato
detto de Pellegrini, di cui ſi dice in vna publica ſcrittura del 1436.
l
- .
--
. .- -. -
,
-'
- - - - R. A | P A. -
S E R R A N O.
Ruggiero
anni 14 19.3 Serrano
142 o. cittadino,e - r .
Capitano della noſtra Cit ti negl'
- , - - -
S I L L A T o.
Di Giouanni Sillato ſi fa memoria nel 142o.Nicolò Giurato nel
15 17. Bartolomeo Giudice delle cauſe ciuili nel 15 o 3.
, Vſa per arme d'vno ſcudo di capo azzurro,nella cui ſuperiore e
- tCTZa
E i BR O, Q MART O, N GTITI A HI: 523
terza parte ſi vede gna mezaluna argentea, chihà volte le corna
in sù, e nel reſto tre ondature, è faſcie d'oro ondate, la prima del
quali Fcr di ſopra è a linea retta ſotto la mezaluna per trauerlo. ,
-
- -
si S A G O ºN 4. 2 s
Di queſta famiglia, che fù delle primarie, non meno in Malta -
- - - . , ,i -, -
che nel Gozo, ritrouiamo eſſere ſtato Giurato della noſtra Città
Bernardo nel 147 i Nardo pure Giurato nel 1476. Nicolò ſimili
mente Giurato negianni i i 3 º 5 i 4 r ; 17. ii 2 ei 5 º 15 ? :
1526. & 153 1. Cittadino di molta bontà, e rettitudine, come ſi - - A º * t
può far conſeguenza dall'eſſere ſtato eletto per tanti anni, ad am rr vs a
, -
- -
i XXX 2. ſua
A
Ex diplomate ,
S.P. 9. R. infe
Se la preſente Famiglia, ch'è ſtata in vna linea, con la ſua po
riur calendate. ſterità aggregata alle Patricie di Roma, ed ammeſſa nell'Ordine ,
Ex Imp. priuile Senatorio di quell'Alma Città, e dalla Maeſtà Ceſarea in vn altro
º", V. I. D. ramo c5 i diſcendenti aſſunta allo ſtato de Nobili Militari del Sac.
to ad fauorem
conceſſo, Rom, Imperio, ſia diſceſa dalla nobile Romana CAPO DI FERRO
non ſappiamo finora anzi bensì, che l'arme di quella vien aPpi
to portata da queſta ſimigliantemente;Ella ſi annouera trà le prin
cipali e ricche di Malta, poſſedendoui hoggi, più di quattro mi
la ſcudi d'entrata in beni ſtabili,né eſſendo diramata in diuerſe ca
ſe, come altre d'vn medeſimo cognome ſenza vincolo di parétela,
ma vnitamente compreſa negradi congiunti de'conſanguinei; il
che ci addita non eſſer molto antica in queſt'Iſola, ſi come vera:
mente non la ritrouiamo nelle ſcritture, e particolarmente negl'
sub die 6.Mar
ti 6 India, -
atti di Gonſaluo Canciurmentouata,prima dell'anno 15 o 3.oue e
i - leggia
LIBRO Q VA RTO, NO TITI A IV. 533
leggiamo farſi mentione di Giacomo Teſtaferrata,e della moglie º
Margherita per conto di certo predio,ch'allora poſſedeuano; que -
ſti furono genitori di Mariano (vſaito alla luce nel medeſimo te - -
-
- -
-
-
a ,
ob preclara terra, mariqi facinora oi i
.. . . .. . .
-
3 - Supremus bombardarum Prothomagister electus; i
. -. s: -
: : : : Nunquam tamen ocia paſſus, o ri
-, A - - -
-8 - - - - -
cºaupaste e insigni victoria interfait.
- i - i • - e • • - - º .
i i - i fº
. A. . . . . .
eX º tot -
- - ; -S -
fi! o Nauarrinea expeditioni non defait.
- - --- ---. 1 . . . . . . . - 2 -
: ſi -
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.. . . . a º
cºrsº e si i Tripolitan. Artem ad intercipien, explorauit, º º
.
i è? I
. r..è e
i gAirbiq, bellica virtutis, ac fidei signa dedit, -
i guibus media Crucis insigne gratis adeptus esi.
- Rosso
- vs. A . .
-
. -:ì Posiremº Sac. Ond earus dierum, meritorumq; plenus º
-sS so , º, - ci o in pace quieuit. An, MDCVII . .
e a.te.A ....:
- c sº è . .
- Ma ritorniamo a iTeſtaferrati, poiche coſtretti non meri dall'
-e! . - affetto, che dall'obligo verſo la i" d'vn tal Affine, ci ſiamº
traportati à queſta digreſſione; la cui notitia potrà per auuentura
ſodisfarà qualche curioſo, ed eſſer in tempo d'auuenire à fiei Por
i ſteri profittettole,maſſimamente vſando eglino col proprio co
- - - -
si sa º
- ? ,
gnome della caſa nel preſente ramo,accoppiar anco quello de Ro.
berti; Da Elena dunque di lui figliuola, e da Gio: Tornaſè Teſta
ferrata (ch'eſercitò molt'anni il carico di Giurato, e per il tempo
ſolito quello di Sindico dell'Vmiuerſità di Malta nel Regno di Sici
lia, & altri hohoreuoli offici del publico) nacquero tre figliuoli,
Giacomo Dottor di leggi, che fù Capitano della Città Notabile,
poſcia Giudice della medeſima nelle cauſe ciuili perconſorte
ai 1 -
più anni,
LIBR o QvA RT o, NoTITI A III. ss,
Aºi Nct. Ralli
conſorte di Teodora Bonnici, il Dottor Don Eugenio prima Ca ſub die 7. No
nonico della Cattedrale di Siracuſa, indi Arcidiacono di queſta , uemb. I 627e
Paolo Dottor di leggi, che dal Sacro Senato di Roma fà fatto Ex friuilag.dat.
1 I. Kal, a uliar
Cittadino,e Patritio Romano con tutti i ſuoi diſcendenti, procreò anno a 59o.
dalla prima ſua moglie Marietta di Paolo Cumbo, Fabritto marito
di Caterinuzza Caſſar, e dalla ſeconda Donna Anziona figliuola ,
di Don Pietro Gueuara,non hebbe poſterità alcuna.
Il Dottor Don Gio; Domenico Auuocato Fiſcale per molt'anni
del S. Officio dell'Inquiſitione,di cui è ſtata ſempre queſta caſa be
nemerita, e perciò continuamente honorata de primi carichi di
quel Tribunale, eſſendo ſtato il ſopradetto Paolo altresì Auuocato
Fiſcale. Poſcia Aſleſſore, Fabritio, e diuerſi altri Depoſitari.
Bartolomeo, dalla moglie Maria Falſone, hebbe due figliuoli,
Pietro, e Bartolomeo, queſto marito di Tereſa Caſſar, e quello di
Veronica Teſtaferrata, con diſpenſatione A"
Giouanni ſpoſo di Cleria Gauci,fù padre del Sacerdote F. Gio:
Battiſta pro feſſo in queſta Sacra Religione nella Lingua d'Italia,di
a
Lorenzo, Carlo, e Vincenzo, i -
- - - - -
- In
LIB R o QvA RTO, NO TITI A III. 539
In quanto poi tocca all'altra linea e diſcendenza d'Ingo,appari:
ſce nel regio cabreo,che morto lui, ſia ſucceduto Giouáni ſuo figli
uolo nell'altro feudo d'aſſignatione delle dodici oncie, e per mor
te di queſto incótriamo ſucceſſore con inueſtitura, Lanza de Vac
caro ſuo figliuolo, 8: erede,che poſcia mancando il Rè Giovanni
fù inueſtito dal Vicerè Gio: di Moncata allora gouernante a 9, di
Luglio 1462. . - - - -
Morto Lanza nel 14So.ſub
ſe parimente l'inueſtitura dal entrò Giouanni
- -
" iº
Vicerè Gaſparo Deſpes à 2. di Giu- e 64 Te
-
e VA G N o L o, 6 EA G N o L a, -
--
,
- In queſta nobile famiglia l'aſcedente più antico ritrouiamo An
tonio Vagnolo col titolo di Milite; egli hebbe per moglie D. Iſ.
meralda " Bordini;Si legge di loro memoria in vin atto di donatio
ne, che gli ſe il Reuerendiſſ Capitolo di queſta Cattedrale l'anno
1419 a 3o di Nouembre d'vn ſito nella Tribuna della Chieſa,alla
parte ſettentrionale per edificarui vna cappella, è altare, e quiui
-
- Yyy 2 eligerui
54o D E LL A D EscR I TT. DI MALTA
eligerui ſepoltura. In eſſo poſcia,dedicato che fù alla B.Vergine,
Annuntiata,vi fondarono due Benefici, è Cappellanie, l vna con
dote di certe terre in Malta nella contrada del Zeytun, nominate
di Rahal Baiadha; l'altra nel Gozo, con quella de poderi detti di
Cortin Errin; Erettioni ambidue non meno pie,che ricche per ceº
lebrationi di meſſe,ordinate nel teſtamento, che feantonio (feco
do la ſua, e diſpoſitione della moglie commeſſagli in vita) l'anno
1452, nel quale ritrouauaſi ella morta,
Fù appreſſo confermata la detta donatione da Mauro,Senatore,
e Giouanni Veſcoui di Malta negl'anni 14, 8, 143 3. & 148o.
Antonio Vagnolo fà Giurato della noſtra Città l'anno 142 o.&
nel 1433, il medeſimo viene dal Rè Alfonſo in vn ſuo priulegio
del 1447, nominato militem, gr fidelem noſtrum titolo, che non ſi
daua in quel ſecolo, che a veri gentilhuomini (e come alcuni vo:
gliono) Baroni, è Feudatarij, - -
- Viro benefico, -
- atg; officiosiſsimo, »
- - familiari, - ,
ob fidem, prudentiamo, cariſſi º º - - -
X A K A. , i
-,
-
Dal
s44 DELLA D EscRITT. DI MALTA
- - r; - - --- ,
- X VE R E B, Q X VE R E S. ,
Oltre all'antichità di queſta Caſa in Malta,ella ſi vagheggia frà
l'altre famoſa,per hauer dato alla patria,anzi al Paradiſo il B.Padre
Andrea Xuereb,ſplendore della Sacra Religione Domenicana,gia
ce egli ſepolto in vn arca particolare nella Chieſa del ſuo Conué
to di Siracuſa, oue con ſomma veneratione ſi riueriſce da tutta ,
quella Città: Di lui,che fiorì intorno al 135o.ſi diſcorrerà nell'wl
tima Notitia,che ſiegue degl'huomini ſegnalati di queſt'Iſola.
L'antico aſcendente noi ritrouiamo eſſere ſtato Guiglielmo,che di. Canciur
Conſtat ex eod.
i .Ai in lama ſi maritò con D.Michele Romeo in Randazzo l'anno i 589.
ae anni 158p. eſſendoſi
LIBRO QVA R.To, N o TITI A III saz,
eſſendoſi prima l'altra ſorella Donna Eliſabetta maritata con Don
Franceſco della medeſima famiglia Romeo fratello del Barone, di
Il derz ſi b die
Melilli Terra di vaſſallaggio,i cui eredi hoggi ſono li Baroni di Cai 7.A, e fi 588
cº: in a “i s 1 ei ri
fai Giordano,e li Bigeni, morto il marito ella ſi ſpoſa di Alonſo d' Ara, e le 4. I t
Heredia nobile Spagnuolo,Capitano della guardia del Duca di Ma, mi e inſa anni.
Ex it Cathed.
queda allora Vicerè di Sicilia, dal quale matrimonio nó vi rima FccleſSyracaſ.
ſe ſucceſſione. ii 25. Febr. 16 18.
- Delli maſchi,Don Giuſeppe fà Canonico della Cattedrale di Si
racuſa l'altro nominato D.Franceſco hebbe per moglie nel 1594. thed
AFx eod. l b Ca
Donna Violante Gaetano,famiglia del Principe del Caſſaro,e Mar die Io.Eccleſfi b
Apritir
cheſe di Sortino, non meno in Sicilia, che per tutta Italia nobiliſ, I 594 -
D'A Lc V N I H V o AA I N I D I M ALTA,
º per varie guiſe d'eccellenza celebri, C'famosi a
anni 1398. e poſcia a preghi del Rè Martino per autorirà di Papa Idem in Notit,
Aleſſandro V. fù promoſſo a quello di Catania,il cui Tempio egli Catan.f53
accrebbe non meno con edifici, ch'arricchì con diuerſe ſante re
liquie ne'loro vaſi d'argento incaſtate,e fregiate ci pretioſe gioie,
ne'quali, come riferiſce il medeſimo Autore, quinque millia flore
norum Florentie ad eas diuitias comparandas expendit: Indirinon
tiato quel Veſcouado,ritornò a queſto di Malta nel 142o.come ſi
è detto nella Cronologia de'noſtri Veſcoui; di lui fa ancora ono Tom.4. ad ann,
1398.n.2.
rata mentione il Padre Luca Vadingo nell'Iſtorie de Frati Minori.
FRAT'AMBROGIO BVTIGEG Teologo dell'Ordine di San ZEx tabulir C5.
Domenico figliuol del Comuento della Notabile, religioſo di ſin tuentats S. Zla a
riae de Grutta ,
golar virtù,8 eminéte dottrina,meritò eſſere chiamato dalla Santa Ora S. Domin,
Aaaa Sede
i
554 DE L'LA D ES C R I TT. DI MALTA
Viſſe Giulio III
nel Papato dal Sede Apoſtolica, eſſendo Sommo Pontefice Giulio III.in Roma,
155o, ſino al
1555.
oue creato Veſcouo Arienſe nelle parti d'Infedeli,fù deſtinato Nü
Ex relatione ,
tio Apoſtolico ad alcune Prouincie Orientali con ampliſſime fa
Epiſcopi Sido
cultà particolarmente per Viſitatore e Riformatore della Natione
nien. Abelae de Caldea, dandogli per compagno Frat'Antonio Zahara pure Mal
eius miſſione ,
Orientali facta
teſe del medeſimo Ordine,e dopò hauer colà riordinate alcune co
ad Papam Six ſe;fù coſtretto per cagione d'vna perſecutione moſſa contra la dete
tum V. die 19.
Aprilis 1587. ta Natione,e Patriarca Sulaca,cò alcuni Aſſirijpaſſarſene all'Indie,
que extatpenèr
Auct.rem.
& in Ormus,e Goa doue reſe l'anima al ſuo benedetto Creatore.
FRAT'ANTONIO ZAHARA ſouradetto, morto il Nuntio
Ex eadem rela
ttone Epiſcopi Butigeg (di cui era compagno) con l'Arciueſcouo Ermete Elia
Siaomien. diſcepolo del Patriarca Sulaca viſitò molti Caldei,ch'erano in Cuc
cin,e Malauar,8: Angamala nell'India di S.Tomaſo;Quindi ritor
nando poi per la via di Portogallo in Roma, e fatta relatione di
quella meſſione, fù dal Santiſſimo Papa Pio V. che rauuisò il ſuo
molto merito,fatto Veſcouo di Vico vicino a Napoli, in riſguardo
de'ſeruigi fatti, e diſagi patiti per la Santa Sede Apoſtolica. Di lui
In Notit. Me dice il Pirro Magiſter Antonius Melitensis doctrina, et moribus per
liten.f.626,
ſpicuus : Is anno i 57o ad Epiſcopatum Vici eſt aſſumptus, ma non
puol eſſer in quell'anno, mentre nel 1567, egli era già Veſcouo,
come ſi proua per la iſcrittione poſta quì appreſſo. Non fà Frati
Antonio meno illuſtre in bontà di vita di quello ſi fuſſe nelle let
tere,e nel prudente gouerno in cui procurò ſempre con ogni pre
mura l'aumento del culto diuino, e la ſalute dell'anime. Mori in
Napoli,e fù ſepellito nella Chieſa della Santiſſima Annunziata. Nel
Palazzo Veſcouale di Vico rimane di lui in vina pietra di marmo
la ſeguente memoria. - -
GR E G O R I V S P A PA. XIII. l
- -
º A . . . . . . . . - - a s sv
- cos ì -
e
u
s
s 1 x T vs P A P A v.
, " , i . . .
- - -- -
LTER o ovARTo. NoTITI A Iv. sr,
Patriarchas,et Nationes Orientales deſtinaut.Tu verò officio tubi com
miſſo eximia cum fide, et diligetia illicfanctus,ad Vrbem annoſuperiori
rediens,ea nobis retuliſti,quae perinde ac debebant grata fuerunt, et iu
cunda; Nunc autem significaſti, etc. Datum Romae apud Sanctum
Petrum ſub anulo Piſcatoris die 12. Nouemb. 1588. Pontificatus no
ſtri anno quarto S. Ang. Papius. ,
- Patruo B.AA.poſuere.
- Vixit annos LXIV. -
Iſcrittione, 2
i : D. O. M. , ,
F. Michaeli oliuerio V. I. D.AAelite orto ex gradu fratrum ,
i Cappellanorum Ord. S. Voa: Hieroſol. Ven. Linguae Alemania
º tempore ſui obitus primo, tim antianitat.tùm ,
etiam Dignitat. Praeceptoriſeu Commend. Praecepto- :
riae VV ormatii; Prothonot. Apoſi. Caeſar.ſeu Impe- ,
riali Cappellano, ac Vicepriori huius maioris i
Ecclesiae Conuentualis Ord. praedicti,plerſq; aliis t
muneribus,et legationibus apud 3S. et Caeſareane - e
- AAA4.functo. -,
Marietta Oliueria beneuola,et pia mater tanto de i t
In Notit. Meli
FR. PIETRO ZARB religioſo Carmelitano Maeſtro in Teo.
tenſif.619.
logia, dall'Abbate Pirro vien chiamato Celebris Ecclesiastes, atquè
"i S, officii Melita Conſultor. E veramente è ſtato vn de
gno ſoggetto, ch'apportò non poco ſplendore alla ſua antichiſſi
ma Religione, e per la di lui opera,hebbe cominciamento la fon
datione del Conuento della B.Vergine del Carmine l'anno 1573.
in queſta Città Valletta, benche per errore della ſtampa nella No
titia Melitenſe del Pirro,ſia ſtato poſto quello del 16 o4. .
FR. DAMIANO TALIANA Maeſtro in Teologia Dome
inicano ( Padre,che fù sì caro al Sommo, e Beatitlimo Pontefice ,
Pio V.) Per il ſuo gran valore,dottrina, 8 incorrotta vita deputa
-rono il Gran dMaeſtro,e Sagra Religione Gieroſolimitana in Con
º
- -
assa -,
ſeruatore deluro ampliſſimi " nel proprio ſupremo Con
uento della Girtà Vallerta appò de quali non meno, che dell'Ordi
a e, º
-. Con quel di più, che viene di lui appaleſato negl'atti del Capi
tolo Generaliſſimo del ſuo Ordine celebrato in Roma l'aſio 1 644
ſotto il Tit. Fratres,(3 Sorores, qui cum ſanctitatis opinione obierunt
a tempore vltimi Capituli Generalis. Annouerandolo frà quei della
Prouincia di Sicilia con il ſeguente elogio. -
- -- - tCIAIAC
LIBR o QvART o, NoTITI A Iv. ss,
tenne per mezo dell'iſteſſo Tullio, la liberatione,ò riconciliatione
ſecondo gli eſpoſitori, come il tutto ſi raccoglie dall'Vnica delle , Lib. 13. Ep.52,
ſue piſtole ſcritta al ſudetto Rè di queſto tenore. A. Licinius Ari
stoteles Melitensis, antiquiſsimus est hoſpes meus, (9 propterea con
iunctus magno vſu familiaritatis; hec cum ita sint non dubito, quin
tibi ſatis commendatus sit,etenim ex multis cognoſco meam commenda Nobiſcum ideº
tionem plurimum apud te valere ; hunc ego a Caſare liberaut frequens in partibus Po
enim erat nobiſcum,atqietiam diutius in cauſa eſi,quam V20ſ C0V2V/20rd peianis Aſten.
et Huber nobiſ
tus,quo melius te de eo existimaturum arbitror; fac igitur mi Rex, vt cum, contra Cae
ſarè. In cauſa,
intelligat has sibi litteras plurimum profuiſſe. Vale.Cicero Regi. Quin pellorum civi
lium,
di ſi può ben ritrarre, ch'egli fuſſe huomo di conto, non men,che
di valore. -
Dione nella vi i
Partì da Roma ſecondo conghietturiamo con Pompeo verſo la ta di Pompeo.
Grecia come parimente ſeco fecero Cicerone,e tutti gl'altri Pom
peiani; di queſti però doppo il fatto d'arme ne'campi Farſalici di Plutarco nella ,
Teſſaglia (oue rimaſe rotto Pompeo da Ceſare) ſolo Tullio, che vita di Cicerone
per ritrouarſi indiſpoſto, non era interuenuto alla battaglia, anzi
appreſſo,ricuſato il principal carico dell'armata offertogli da Cato
ne in Corfù,ſenza voler più ſentire delle coſe di guerra, determi
nò di ritornar in Italia,e perciò corſe non poco riſchio d'eſſer vc Così era 7ato
erſitaſ, Cicero
ciſo dal figliuol di Pompeo, e da altri giouani, i quali traditore il ne d faresa a Do
labella ſitogene
chiamarono, ſe Catone trapoſto non vi ſi fuſſe. È dicendo Cice ro epºſt.9. lib. 9.
rone atqi etiam diutius in cauſa eff,quam nos commoratus, ſi può far
giuditio.ch'eſſa piſtola doppo la rotta di Farfaglia ſia ſtata ſcritta,
e per auuentura ſeguita, che fù la miſerabil morte di Pompeo in
Egitto, per doue fuggedo à quel Rè penſato hauea di ritrouar ſci
o alla ſua vita,benchevno de Commentatori delle piſtole di Tul
io dichiari le ſudette parole, commoratus est in cauſa, id est in que Aſcen.
rela Pompeiana diutius quam nos; ſcilicet, quia etiam post mortem
-
-
- -
Pompeii. -
BASILICO per il merito del ſuo valore fà ſublimato ad eſſer Buonfiglio nell'
Principe della Vallacchia,in tempo, che ſedeua nell'Eminétiſſimo Ift. di Sicilia p.
2.lib.75f572.
Magiſterio di queſto Sacro Ordine il Gran Maeſtro Valletta, a cui
egli come diuotiſſimo, e lealVaſſallo ſubito ſcriſſe, dandogli con
to della ſua promotione. - - - - -
-3
-
-
dall'Imperiale munificenza creato Nobile,cò tutta la ſua poſterità
in forma aſſai honoreuole, di che gli ne fù ſpedito ilCeſareo diplo
ma di proprio mouimento di quell'Imperadore,dato in Praga a di
3o. d'Aprile 1596, concedendogli altresì per arme vno ſcudo bi
partito, nella cui ſuperior parte ſi vagheggiaſſe vn Aquila dal pet
to in sù nera in campo d'oro,e nel di ſottovna ſpada sfoderata, º
ignuda col manico dorato,è vn Cannone, con tre palle vaa ie
qua l
LIBRO: QVA RTO, N O TITI A Iv. 56,
quali vomitaſſe fuoco in campo azurro,e che allo ſcudo ſouraſtaſi
ſe vn cimiero aperto,fregiato e coronato con diadema d'oro,come
il tutto fù da noi diligentemente oſſeruato nel priuilegio, che nel
ſuo proprio originale ci è capitato alle mani, vedendoſi dentro di
luivn gratioſo e ben degno encomio del ſuo ſperimentato valore
per ſeruigio,8 à prò di quella Sacra,e Ceſarea Maeſtà, di cui le pa
role ſono queſte. Edotti itaq; luculenti testimonio,te honestus Mato
ribus ortum, a primis statim etatis temporibus animum ad rei mili
taris ſtudium applicuiſſe, g ſub Sereniſsimi Hiſpaniarum Regis Ca
tholic Auunculi Sororii, g fratri noſtri chariſsimi auſpiciis,in Belgio
multos iam anno ſtipendia meruiſe, ita vt à nobis ob insignem rei
tormentarie ſcientiam,groſum à quibus nobis commendabaris,ad ex
peditionem noſtran Hungaricam euocatus,tormenti bellicis ibiprefec
tus fueri, ubi ita fideliter prouide, e ſagaciter operam tuam, diligen
tiamq, 3 fidem preſtiteris,gi contra immaniſsimum Chriſtiani nomi
nis hoſtem Turcam,adeò ſtrenuè, conſtanterq; g) intrepide geſtris, ve
in expugnatione Arcis Strigoniensis incommoda grauiſsima, atqi extre
mum vite periculum ſubire non formidaueris, vbi hoſtili machine bel
lice globo ictus,siniſtrum tandem pedem miſerè duulſum,ac dilaceratº
amiſeris,gc. Ritornò egli finalmente al ſerurgio della Maeſtà Cat
tolica nel Regno di Sicilia oue morì nella Città di Palermo.
ANTONIO SALIBA profeſſore di varie ſcienze liberali, ne'
quali era graduato i fà particolarmente famoſo, e peritiſſimo
nell'Aſtrologia, ſcriſſe ſopra le meteorologicheimpreſſioni eccel
lentemente; e diede alle ſtampe, con molta gloria del ſuo nome ,
eſſendo ſtata da lui dedicata l'opera al Sig. Gran Maeſtro Verdala
ſuo benigniſſimo Principe.
ANTONIO BOSIO Dott.dileggi,eſsédo ancor giouanetto,va
go di veder la Corte di Roma, partì da Malta a quella volta, doue
giúto hebbe gri fortuna d'eſſere ſtato raccolto,e có ogni carità al
Ieuato come figliuoladottiuo dall'ingegnoſo Giacomo Boſio Agº
te allora per la Sacra Religione in quell'Alma Città; fe egli tal
progreſſo,e cotanto sauanzò nelle lettere , ch'acquiſtato prima il
medeſimo cognome, a lui ſucceſſe poi,e nel carico d'Agente,e ne'
beni; e ſi come imitò il di lui valore, così ereditò gl'vfficil, e le fa
cultà, dequali laſciò in ſua morte erede l'iſteſſa Religione. Fù
Antonio d'aſſai bell'intelletto, ſpiritoſo, e delle ſagre antichità,ed
Iſtorie eccleſiaſtiche,molto ſtudioſo, 8 eſpertiſſimo, onde prima ,
nell'anno 16 co. compoſe quella della paſſione de Santi Cecilia ,
Vergine, Valeriano,Tiburtio, e Maſſimo Martiri, e della vita d Vr
bano,e di Lucio P6tefici,e Martiri in lingua Latina, ci altre pie,º
- s Cccc erudite
57o p E i LA D E SCRITT. DI MALTA
erudite an notationi,e poi con tanta ſua fatica, e ſpeſa la famoſiſſie
ma opera della Roma Sotterranea ſua poſtu ma, non mai à baſtan
za lodata , ch vſcì in luce doppo morto, per diligenza del Com
médatore F. Carlo Aldobrandini gentiliſſimo, 8. aſſennato Caua
fiere,allora Ambaſciadore,e Procurator generale della medeſima ,
Religione in detta Corte, ne quali componimenti l'Autore ſeve
dere al mondo di quante doti fuſſe ſtato dal Cielo arricchito. Vis
egli "i uell'opera chiamato Romano,e né Malteſe perche viſſe,e
fè quaſi tutto il corſo degl'anni ſuoi in Roma.oue morì nel 1629
P.3 foglé39. PIETRO ROSSEL di cui fa mentione Giacomo Boſio nellº
Iſtorie di queſta Sacra Religione, dicendo,che per il valor ſuo era
ſtimato e chiamato in Francia il Capitan Malteſe,doppo eſſere ſta
to à ſtudijin Napoli, ſi riſoluette di partir di là col Commendator,
Verdala, che fù poi digniſſimo Gran Maeſtro, 8 Eminentiſſimo
Cardinale, alla volta del Regno di Francia, oue ſi poſe a ſeruire»
con ogni fedeltà, 8 ardore quella Maeſtà Chriſtianiſſima nelle s
guerre: diuenuto prouetto ſoldato ottenne carico di Capitano d',
Infanteria più volte; colà prendè moglie di nobil ſchiatta,eſſendo
molto fauorito,e ben veduto dal Rè Errigo Quarto, quindi mor
ta la moglie, ſe ne paſsò a Roma, con penſiero di venirſene a riue
der la patria, e parenti; Ma fermatoſi in quella Corte,allettato dai
gli honori, e ſi gratie del Pontefice allora Paolo V. che ſo co
nobbe in Francia, e che ſubito lo fece ſuo cameriere fecreto, e pa
gatore de Suizzeri, creandolo anco Caualiere di deuotione di que
ſta Sacra Militia,con fargli dar l'abito per mano del Cardinal Bor
gheſe ſuo nipote in ſegno di ſingolar fauore; Inuaghito poſcia né
meno della Corte, che deſideroſo di venir in Malta, ottenne licen
za per vn anno. Però poſtoſi in camino correndo vina gran tem
f" mare,perdette diſgratiatamete la vita, nel traboccar che fà
la fregata, sù la quale egli nauigaua,à Palinuro,reſtando inſieme a
priui con l'infelice,è inaſpettata ſua morte i parenti, delle ſperan
ze concepute da quel benauuenturato principio di fortuna,che
º non riconoſce altro per fermo,che l'incoſtanza. - - -
merauiglia, che dei Malteſi ſcriſſe Gio; Lorenzo d'Anania; Sono "
molto eſperti,e valorosi in mare g in terra, il che hanno ben dimostra- sfio "
to in quest'vltima guerra (intendendo di dettaſſedio) contro tur
chi, doue si ſono vedute etiandio le donne ſempre coraggioſe, e d'animo -
a L F 1 N E D E L 2) A R Tro, E D P ZT 1 M o L1 e 2 g
della Deſcrittione di Malta, del Commendatore
Fr. Gio: Franceſco Abela.
L A V s D E o,
B. VirginiMarie,Diuiſq; Io: Baptiſta, 8 Paulo Apoſtolo
Inſula Tutelaribus.
vi è rit o ci i
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e Cco Signori finalmente riſiegliata con le mie vigilie »
" dall'obliuione l'antichità della noſtra Patria,ella com
i pariſce altrettanto oſcura nemiei caratteri, quanto
i chiara d'illuſtri prerogatiue, con le quali ralluminò
fino i primi ſecoli del tempo; mi ſono eſpoſto advna
tanta fatica, non perche pretendo, c e la fama di Mila habbia ,
da volare con le mie penne, è che queſte habbiano a volare al pa
ri della glorioſa fama di Malta, ma perche ho veduto, che la mo
deſtia de'noſtri Antenati vien condannata è i roſſori dalla ſcarſa ,
diligenza d'alcuni moderni Iſtorici,ed acciò ancora sinnanimaſſe
ro altri più ſublimi, ed eruditi ingegni è Perfectionare queſto Caos,
che io primieramente hò eſtratto dalle tenebre della dimentican
za: e ſe le primitie ſono più grate anche al noſtro Iddiò, da cui
dobbiamo apprendere il modo d'operare; non poſſo mai perſua
dermi, che le SS.VV. non habbiano è gradire queſti miei, quali
ſi ſiano componimenti; mentre frà tanto reſto pregando alle ,
SS. VV. ed alla Patria dal diuino Datore d'ogni gratia, qualſiuo
glia maggiore aumento di felicità, - -
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- INDICE
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DELLE COSE PIV NOTABILI
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Cgue ſorgenti ſono in Angelo de Cazzolis, è più toſto
Malta in grandiſſima , . d'Acciaiolis Conte di Mal
copia. 128. , ta. :: : “. 283.-
335. . - a
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e Cicerone.
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Cagnolini di malta tenuti in
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º iſtima. 129.
TD) Aglia officio in malta, hog - Canonicati della Cattedrale, e
1 , gi eſtinto. e 5 . º º loro entrate. 336.
- Bagni anticamente in malta. i. Capitano della verga, e ſua Lor
- Bandolieri, e loro officio. - 6b. I - - le ºi -
. .
“ ( Barbari abitatori in malta alla , Capitana dell'arma a
a I na: o e
venuta di S. Paolo, chi fuſe con quafita corre i ma e
ro. - - 23o.
quiu, ſi riſarciſce. 247.
Baroni, ch'occupauano malta , rº Capitani, e Giurati di inti a gas
detri Tiranni º 425. ºgo Careſtia
eſſeruigrande
piouuto in mala
per treperanni
o º
nºi
Baſilicò malteſe aſſunto al Prin 3 -- a
cipato della Vallacchia, 567. º e continui. 43i.
Battaglia frà le armate France º Cartagineſi poſſeggono malta .
ſe,ed Aragoneſe nel porto di i 194. - e
Malta. 275. iº Caſali, e Terre di malta ,
Batto Rè di malta ricchiſſimo. -ºsº Aaſcia K.1o7 Attard.86. Bal
I 95. - i
- ſan.89. BIrcarcara Terra. 9o.
Beliſario con l'armata Imperia -- Buba Kra. Io 3. BisKallin Ter
le ricupera malta, e Gozo dal º ra, con Bisbur. 1o6. Birmula
poter de'Gothi. - 245. - . . Terra. 18. Curmi Terra. 92.
Dingli
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- Meſſina.
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I N D I C E
Città. 79. -
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( N Cchi di pietra di color ri
º Mele di malta lodato dagl'Au cio, che naſcono in mal
º tori. 126. tà, vagliono contra veleni, e
Menandro malteſe famoſo Ora i. mal di fianco: i 133.
- -- tore.» : : : ..' : 564. Ordine del Vicerè, che ſi laſci
Mercurio idoletto di bronzo eſtrarre à malteſi dalla Sicilia
ritrouato in malta: i : 193. tutti i frumenti, che per pro
i Michele da malta famoſo corſa 7 uiſione della Città, Caſtello,
- re. I 567. - Iſola, 8 abitatori faceſſero di
| F. Michele Oliuieri malteſe della , biſogno, in conformità del
- Sacra Religione Gieroſolimi i -
real priuilegio. 427.
º
tana, peritiſſimo nelle lingue.
- - 566. - -, - l sinAolo in qui meſe habbiaft
- Miniere di ferro, e di marmo in i fatto naufragio in malta, º in
- i malta. I 32. quale ſi ſia partito dall'Iſola-.
Monte Verdala palagio di Villa 222.223.224. predica quiui il
- del Sig. G. Maeſtro, e ſua de vangelo. 22 1. laſcia infermo il
ſi rittione. . . . . 61. ſuo diſcepolo Trofimo.238 la
- Mortalità in malta cagionata, ſua venuta predettagli dall'
l per mal di gola. A 427e Angelo nella naue: 233 ſecº
- Moſta Caſale, ſaccheggiato da - doiopinione d'wn Autore è
Sinen Rayes. 442 e ſtato più d'wna volta in Mal
Moſtro marino preſo l'anno. ta. 24o. vi ſtette per tre me
º 1642. nel lido di malta. 137. - ſi continui. 22 1. tolſe il ve
- - - - N. . .. . . leno a gl'animali. 222. bat
Obili antenati de'malteſi, tezza, e crea primo Veſcouo
non furono relegati, co Publio 236. rende al di lui pa
me alcuni penſarono. 448. dre, &à gl'iſolani infermi la
Nicolò figliuol d'Errigo Conte, ſanità. 236.
di malta ſuccede al padre nel Parrocchie di tutta l'Iſola, con i
, la Contea. - 27 I, la loro antianità. - 359.
F. Nicolò Bonauia Malteſe Ago Peniſola in malta di cui fa men -
- -
- tichità.
I N D I C E.
tichita - - - 4 I 4-
- malta. . -238.
Stato politico della Città Nota- Turcopoli, e loro officio. 59.
bile. - 55. Queſti erano già ſoggetti al
Statua di Giunone alla porta d' Turcopiliero Capo della lingua
eſſa Città. 2. d'Inghilterra prima che n fuſe
Statua d'Ercole ritrouata 156.
Malta.
in micata
le eſſendolaſtata
ſua poi
dignità, la qua
anneſſa alla
Statua nel Gozo di raro lauoro. preminenza del Sig.Gran Mae
, 217 , - ſtro, uien ora la di lei funzione
Stermina affatto da Malta i Sa- amminiſtrata per l'officio del
raceni rimaſti Ruggiero II. ſuo Siniſcalco, ch'hoggi eſſer
- Normanno, primo Rè della cita il Bagliuo F. Baltaſare de
Sicilia, venendoui in perſona - Demidola co'learico ancora di
- con la ſua armata. 267. Colinello del Reggimato de'Mo
Strade della Valletta, e loro no- ſchettieri Malteſi,nouellamen
mi 1o. - te iſtituito ſotto il presete Magi
- Stufe,ò bagni antichi di malta . - ſerio; erettione non mai è ba
- 33: º ſtanza lodata per l'indicibile »
Sueui ſignoreggiano
- T. ,
malta. 2.69.
I -
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heneficio, ch'apporta alla ferma
º ſicuranza, e duſtodia di tutta ,
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TEle di malta per la ſottigli- º-- l'Ifila. V. y o e i
- lº º ezza,e merbidezza magni
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