PIETRO VEN
I
N
O
R
E
MANUALE
DI LITURGIA
Ot t ava Edi zi one
completamente riveduta e corretta da
Mons. Maiocchi - Vic. Gen. di Pavia
Vo l u me Q u a r t o
EDITRICE "ÀNCORA,,
S e d e di P a v i a
Proprietà letteraria riservata a termine di legge.
Libri Rituali
(1) Ibid. Gfr. De Herdt, Sacrae Liturg. Praxis, Voi. Ili n. 141.
Fornici «Institutiones Liturgicae» P. ILI, cap. II; Catalani, «Rituale
Ronvtnum... perpetuis commentariis exornatum» Patavii 1760.
(2) S. C. R. 7 aprile 1832, n. 2690.
(3) S- C. R. 8 maggio 1896, n. 3901, 1.
(4) Cone. Trid. Sess. 7, can. 13.
(5) Cfr. Fighi «Liturgia Sacramentorum» Veronae, 1889.
12 Capo 1
Dei Sa c r a me nt i
CAPO I.
De l B a t t e s i m o .
8. Materia e forma.
Da G. C. stesso venne designata la materia e la
forma di questo Sacramento. E la Chiesa ha sempre
usato come materia l’acqua, sulla quale però, fino
dai tempi apostolici, usò fare speciali preghiere con
sacratone, 'infondendovi anche Olio consacrato. Di
questa pratica parlano S: Cipriano (1), l’autore del
libro de Sacramentis (2), S. Agostino (3) ed altri
Tale consacrazione delFacqua nel fonte battesimale
si faceva alla Pasqua e Pentecoste, e Tertulliano' ne
spiega la convenienza (4).
Anche la formula presso le chiese unite alla1cat
tolica, nella parte sostanziale, rimase sempre quella1234
9. Ministro e Padrini.
1) Nei primi secoli, quando specialmente vigeva
il costume di battezzare solennemente gli adulti in
tempi determinati, al solo Vescovo spettava il diritto
di amministrare il Battesimo. Ce ne fanno testimo
nianza Tertulliano (2), S. Ignazio M. (3), S. Gero
lamo (4) e San Paolino nell’elogio1che fa di S. Am
brogio. Aiutavano il Vescovo nel sacro rito i sacerdo
ti ed i diaconi, in occasioni straordinarie. Quando la
cura d’anime venne demandata ai parroci, cd alle
chiese parrocchiali venne concesso! il fonte battesima
le, ad essi passò pure il diritto di amministrare il Bat
tesimo. l'diaconi non poterono mai battezzare senza
speciale delegazione del Vescovo o dei Parroci. Talo
ra fu anche permesso ai chierici inferiori, non mai
alle diaconesse (5).
2) Fino dai tempi apostolici nel Battesimo furono12345
ti) Per uno studilo più profondo del rito antico del Battesi
mo si possono consultare le recenti opere: Corblit «Histoire dog-
matique, liturgique el archéologique dn Sacrament du Baptème»
Paris, 1881-1883; Chris. Mayer. Kempten, 1887; G. ProbsL Breslau,
1384.
(2) Rit. Rom. Il, cap. I, n. 3-4; Baruffaldi, Commenti al Ri
tuale, tit. II, n. 61.
(3) De Herdit, III, n. 149: Baruffaldi, tit. IV, n. 61.
(4) Questa operazione, non occorre dirlo, spetta ad un Sacer
dote o ad altro ministro in sacris.
Del Battesimo 33
13. Padrini
Prima del Battesimo il Parroco deve sapere chi
fa in esso da padrino o da madrina, per non ammet
terne oltre il numero ed escludere gli indegni od in
capaci. Pel Battesimo si deve usare un solo padrino,
uomo o donna, od al più due, cioè un uomo ed una
donna; non si possono ammettere due uomini o due
donne (can. 764).
Se si può si usa il Padrino anche nel Battesimo
privato e se non si ebbe lo si procura quando si
suppliscono le solenni cerimonie in chiesa; in que
sto caso non si contrae cognazione spirituale (c. 762).
Se è possibile si usa il medesimo padrino nel suppli
re le cerimonie che 6Ì è usato nel battesimo privato.
Nel battesimo condizionato, eccetto il caso suddetto,
il Padrino non è necessario (c. 763).
Perchè uno sia padrino è necessario: che a) sia
battezzato, abbia l’uso della ragione e l’intenzione di
compiere tallej ufficio; b) non sia eretico, scomunica'
to, infame o chierico deposto ; c) non padre, o madre
o coniuge del battezzando) d) designato dal battezan-
do, dai parenti o dal Ministro ; che per sè o per pro
curatore tenga fisicamente, o tocchi o levi il battez
zando dal sacro fonte, almeno toccandogli le mani.
Perchè sia ammesso lecitamente deve: a) aver
compiuto il 14.o anno d’età, se altrimenti non si giu
dica dal Ministro per giusta causa) b) che non sia
per delitto notorio scomunicato od escluso dagli atti
legittimi, o giuridicamente infame, interdetto, crimi
noso o infame di fatto ; c) conosca i rudimenti della
36 Capo l
(1) S. C. R. n. 2625, I.
Del Battesimo 39
20. Registrazioni.
Il Parroco deve registrare il nome dei battezzati,
fatta menzione del Ministro, parenti e padrini, luo-1
Della Confermazione»
24. Padrini.
Circa il padrino della Cresima il Codice prescrive :
Per antichissimo costume della Chiesa, come nel Bat
tesimo, così nella Cresima si deve avere il padrino, -e
si può.
Ogni padrino, deve avere un solo confermando,
però per una giusta causa riconosciuta tale dal Mi
nistro potrebbe un solo padrino presentare due con-
fermandi (C. 794).
Perchè uno sia padrino conviene che: 1. egli
stesso abbia ricevuto la Confermazione, ed abbia in
tenzione di compiere tale ufficio; 2. non sia ascritto
ad alcuna setta eretica o scismatica o notato di pena;
come si è detto pel Battesimo; 3. non sia padre,
madre Oi coniuge del confermando; 4. sia designato
dal confermando o dai parenti o tutori, al ministro
o al Parroco ; 5. tocchi fisicamente per sè o per pro
curatore il confermando nell’atto della Cresima (C.
795).
Per la liceità è necessario che : a) sia diverso dal
padrino del Battesimo, sei altrimenti non esige una
causa ragionevole, a giudizio del ministro, ovvero la
Cresima si amministra subito dopo il' Battesimo (C.
56 Capo II
Della SS. E u c a r e s t i a
§ I. - ANTICA DISCIPLINA
Della Penitenza
D e l l ’E s t r e m a Unzione
§ I. ANTICA DISCIPLINA
49. Ministro.
Ministro di questo Sacramento fu sempre ricono
sciuto anche il sacerdote, e ne fa fede la lettera di
Innocenzo I a Decenzio. Presso i greci' invalse la con
suetudine che si amministrasse da più sacerdoti (ordi
nariamente da sette), e FAllazio ne espone il Rito:
Septem Sacerdotes varus [invocationibus oleo bene
dicunt : recitantur septem evangelia, septem Episto*
lae, ex variis novi' testamenti libris, septem evangelia,
septem item orationes, non tantum animae, sed cor
poris etiam salutem atque incolumitatem exorantes, tt
singulis sacerdotibus post Evangelium et oratiónem,
ungitur ut septies ungatur. Post unctionem imponunt
capiti illius librum^ evangeUorum et manus; et cum
deosculatum fuerit evangelium unctus, veniam pecca
torum a sacerdotibus postulat : ei ea impetrata, Deo
gratias agit (1). Mancando peraltro questo numero di
sacerdoti Ia Estrema Unzione si amministra anche da
tre, ma non meno. In occidente si amministra talora
da più sacerdoti, ma anche da uno solo, il quale «sa
cramentum hoc perficit virtute totius! Ecclesiae cujus
personam gerit» (2).
Fu sempre desiderio ché dove è possibile parecchi
sacerdoti avessero da prendervi parte. «Sacramentum
hoc perfectae curationis effectum habet, et in eo re-
peritur gratia, et ideo competit illi ut multi sacerdotes
intersint, ut eo oratio totiuè Ecclesiae effectum hujus12
52. Soggetto.
Questo Sacramento non si può amministrare se
non ai fedeli che (dopo raggiunto Fuso della ragione)
per infermità o per vecchiaia si trovano in pericolo
di morte. Nella medesima infermità non si può ripe
tere eccetto che Finfermo ricevuto il sacramento fosse
guarito e poi ricaduto in altro pericolo di vita (Can.
940).
Nel dubbio sull’uso della ragione, nel pericolo o
nella morte si dà sotto condizione (Can. 941).
Si deve negare agli impenitenti che con contumacia
perseverano in peccato mortale manifesto, se ciò è
ancora dubbio si amministra sotto condizione (Can.
942).
A coloro che hanno perduto i sensi o Fuso di ra
gione, é nella piena conoscenza lo domandarono im
plicitamente o lo avrebbero domandato si dà in forma
assoluta (Can. 943).
Sebbene non necessario alla salvezza per necessità
DelTEstrema Unzione 125
(1) Rituale Romane. Tit. V, cap. I, n. 10, 11, 12, 20. E’ opi
nione di parecchi medici che dalFistante in cui sembra estinguer
si la vita può passare non breve tempo durante il quale la vita
perduri nel corpo sebbene non si manifesta allo sguardo comune.
Quindi quando non si è arrivato a tempo a sacramentare l’indi
viduo che sembra essere morto si dà l’Estrema Unzione sub con
ditione.
(2) O. c. Voi. Ili, n. 207: S. C. R. 12 luglio 1901, VITI.
DeirEstrema Unzione 131
D e l l ’Ordine
§ I. - ANTICA DISCIPLINA
61* Ministro.
Ministro ordinario degli ordini fu sempre il Ve
scovo. I canoni antichi però vietavano al Vescovo di
ordinare estranei alla sua giurisdizione, senza le lette
re testimonali del proprio Superiore.. Quindi si repu
tava colpa nel Vescovo l’aver tenuto Ordinazioni in
luoghi non di sua giurisdizione, come, i nemici di S.
Atanasio lo accusarono falsamente presso Costantino1
(1) Marlene. 0. c. 1. c.
Dell’Ordine 137
(1) Sozomeno, lib. ITT, cap. 21; Socrate, libro II, c. 24, 2i6.
(2) Con&t. Apost, lib. UT. cap. 2ò. Ciò sempre s’intende in via
ordinaria;_perchè si trovano nella storia anche molti casi di un
solo Vescovo che ordinò altro Vescovo, col consenso del Sommo
Pontefice. Cfr. Martene, 1. c. a. V. Cfr. sull’Ordine: Schimiz, «Das
ewige Priesterhum», Mainz 1884; Zardetti, «Die Priesterveihe un ih-
re vorgereitende hi. Weihen». Ein&iedeln 1899: Seidl. «De Dia-
konat in der cath. Kirche», Regensburg 1884: Reuter, «Das Sub-
diaconat hostorisch-liturgiscb erklart», Augsburg 1890; Sthad, «Die
hi Weibe dea Bischofs», Wurzburg 1884.
138 Capo VI
67. Diaconato.
I promovendi al Diaconato indossano : amitto, ca
mice, cingolo, e portano ripiegati sul braccio sinistro
la stola e la dalmatica ; colla mano destra tengono la
candela. Il rito d’Ordin azione è molto più solenne
di quello del Suddiaconato. Incomincia con una peti
zione fatta! dall’Arcidiacono al Vescovo perchè voglia
promuovere gli eletti al Diaconato, e dà la sua testi
monianza circa la loro, idoneità. Il Vescovo chiede la
testimonianza anche del popolo, giusta Pantichissimo
costume che si trova nel sacramentario gelasiano ; do
po fatta breve pausa fa agli eletti una lunga ammoni-123
68. Presbiterato.
Coloro che devono essere ordinati Sacerdoti indos
sano l’amitto, il camice, il cingolo, il manipolo, la sto
la a modo dei diaconi e tengono la pianeta ripiegata
sul braccio sinistro, un fazzoletto bianco, ed una can
dela nella destra. — Il rito del presbiterato è assai
più solenne degli altri Ordini inferiori ed ha colla
Messa pontificale del Vescovo una> più intima rela
zione. Incomincia, come quello del Diaconato, colla
petizione delPArcidiacono e colla buona testimonian-123
De l Matrimonio
§ 1. - ANTICA DISCIPLINA
71. Riti.
Gli antichi riti della Chiesa romana nella celebra
zione delle nozze sono esposti da Papa Nicolò I, in
una lettera ai Bulgari. Da essa, come dalle testimo
nianze degli antichi appare :
1. Che alle nozze si premettevano spesso i solenn
sponsali (1) e per escludere i matrimoni clandestini,
e perchè i nubendi meglio si preparassero alle nozze,
ed ancora perchè si potessero scoprire gli impedimen
ti. Per gli sponsali si esigevano) anche i testimoni (2)
e si solevano promulgare pubblicamente in chiesa
(3).
2- Prima delle nozze si scrivevano le tavole matri
moniali, cioè i patti e le condizioni che pure si pro
mulgavano; di esse parici anche S. Agostino (4).
3. Si faceva la tradizione dell’anelo, che dovev
pur essere benedetto dal Sacerdote, detto da Tertul
liano anulum pronobum (5), e talora anche di alcu-12345
74. Dispense.
Se non vi sono cause ragionevoli il Matrimonio si
può celebrare dopo decorsi tre giorni dalV ultima pub
blicazione.
In seguito al Concordato tra la S. Sede e lo Stato
italiano (1929) in Italia il matrimonio celebrato da
vanti a un Ministro di: culto cattolico1secondo le nor
me del diritto canonico produce gli stessi effetti del
matrimonio civile quando sia trascritto nei registri
dello Stato Civile.
Perciò l’art. 34 del Concordato prescrive che le
162 Capo VII
(1) Cfr. Codice a. 1031. Vedi inoltre come agire coi nubendi
minorenni (Can. 1034).
(2) S. C. R. 31 agosto 1867 n. 3150, 3.
(3) Martinucci, Kb. IV cap. XII n. 4, 5.
(4) De Herdt HI, n. 272, 4.
164 Capo VII
Dei Sacramentali
Dei Sacramentali
I Sacramenti, istituiti da G. C. ed amministrati
dalla Chiesa, comunicano alle anime la vita della gra
zia. Ma la Chiesa, arricchita dai tesori dei meriti di
G. C., mentre assiste l’umanità per porgerle tutto ciò
che è necessario a raggiungere il fine, non può stare
indifferente sui bisogni particolari che essa può ave
re; essa leva pure le 6ue mani al cielo per benedire i
suoi figliuoli e tutto ciò che ad essi serve, purché sia
santo ed apportatore di grazie. Il Vescovo consacran
do il Sacerdote dice: «Consecrare et sanctificare di
gnéris, Domine, manus istas, per istam sanctam tin
ctionem et nostram benedictionem : ut quaecumque
benedixerint, benedicantur, in nomine Domini nostri
Jesu Christi». Tali riti si chiamano in generale Sa
cramentali ; di essi parla la teologia dogmatica, inse
gnandone la natura, la origine, la divisione, gli effet
ti. La liturgia insegna il modo di compierli (1). Trat
teremo quindi in questa! parte. 1. Delle principali
Consacrazioni; 2. Delle Benedizioni; 3. Delle proces
sioni; 4. Dei Funerali e delle Esequie.1
Delle Consacrazioni*
CAPO I.
Consacrazione o Dedicazione
delle Chiese.
C o n s a c r a z i o n e dei Ca l i c i
P a t e n e e Campane»
Delle Benedizioni*
CAPO I.
Nozione * Divisione
Requisiti generali*
90. Antichità.
Che il costume di benedire le persone, oose e luo
ghi sia antichissimo nella Chiesa, appare dalle Costi
tuzioni Apostoliche, nelle quali si trovano alcune for
inole di benedizioni; appare ancora dai più antichi
Sacramentari che contengono numerose benedizio
ni, alcune delle quali passarono al Messale, in cui si
trovano ancora attualmente. Così per esempio, la be
nedizione degli Olii, delPacqua battesimale, dei frut
ti, delle Chiese, sono certo le più antiche.
Altre poi, come la benedizione delle case, delle
navi, delle Immagini, dei pellegrini ecc. vennero in
trodotte nel' medio evo, come appare dai libri Bene-
dizionali.
In fine alcune hanno origine dalla creazione de’
nuovi oggetti, ovvero dalla introduzione di nuove pra
tiche nella vita religiosa dei popoli. Tali sono le* be
nedizioni dei vessilli processionali, della ferrovia, del
telegrafo, degli abiti sacri, della Via Crucis ecc.
ti) Fornici, 0. c. 1. c.
(2) Tir. Vili, I, Regulae generale$t n. 1.
Nozione - Divisione • Requisiti generali 191
(1) «Ho esperimentato assai volte non v’esser cosa che valga
dei pari a porre in fuga i demonii e impedirli di ritornare quan
to l’acqua benedetta. Fuggono essi pure all’aspetto della crOc'e ma
ritornano. La virtù di tale acqua dev’essere a99ai grande» (S. Te
resa, Vita, cap. XXXI). E il Lacordaire: «L’acqua è idrogeno com
binato colPossdgeno, ma quando il genio dell’uomo vi entra, essa
diventa vapore, celerità, commercio potenza, incivilimento. Che
sarà quando Dio vi si mette? Gloria a Dio, che è rimasto ogno
ra con grande con sì deboli mezzi!»
(2) Quarti, 1. c.
Benedizione delle cose (reali) 199
(1) Rub. Ponti/. Rom. Pars. II cap. I: Rit. Rom., Tit. Vili,
cap. 26.
(2) Rubr. Pontif. Rom. ibid.
218 Capo IV.
Delle Processioni.
CAPO I.
Nozioni • Antichi tà
Regole generali.
112. Definizione.
«Nomine sacrarum processionum significantur
supplicationes quae a populo fideli, duce clero, fiunt
eundo ordinatius de loco sacro ad locum sacrum, ad
excitandam fidelium pietatem, ad commemoranda
Dei beneficia eique gratias agendas, ad divinum au
xilium implorandum» (Cod. Can. 1290).
Come tali le processioni tornano di supremo ono
re a Dio perchè: «Dominus publice et a pluribus
colitur et honoratur; ac caetus ecclesiasticarum certo
sub ordine in varias veluti castrorum acies distributi,
aeque fortem ac formosum componunt exercitum mi>
litantis Ecclesiae, quo Deo et angelis jucundum ex
hibetur spectaculum, fidelibus ingend comparatur
utilitas et non modicum terroris malignis spiritibui
incutitur». (1).1
cap. 8). perchè il clero andava al luogo ove era radunato il popo
lo, pure essendo accompagnato da molti del popolo Btesao. Cfr.
Martigny. O. c. «Stationis».1234
(1) Giustiniani, Novella 62,
(2) Niceforo, De Teodos. senior. Hist., lib. XIV, c. 49; S. Reg.
Turon., Hist. frane., XV, 5.
(3) Socrates, lib. VI, c. 28; Giustinian., Novell. 123, n. 32;
Concil. Uicaen. H, 4; S. Gareg. Thuron., V it. Patr. 1, 7.
(4) Gfr. Martigny, O. c. «Stauhophorus» «Draconarius».
230 Capo 1.
(1) S. Ambros., 1. c.
(2) Sozomen., VII, 8; S. Greg. Thuron., de gloria M a r t 1, 44.
(3) S. Greg. Thuron., de gloria Confess., LXX3X.
Nozioni - Antichità - Regole generaci *31
119. Simbolismo.
Il Simbolismo delle sacre processioni, ampiamente
esposto dei liturgisti (2) è brevemente compendiato
dallfA. Carpo: «Sacra Processio est typus nostrae
peregrinationis ad patriam coelestem. Quapropter Ec
clesia per illam monet fideles, ut serio cogitent se es-12
129. Significato.
Il simbolismo e l’utilità spirituale che proviene
dall’uso dei rami d’ulivo benedetti è esposto da S.
Carlo Borromeo (1) : «Sicut ritus is, et insignem il
lum Jesu Christi Domini ingressum ad urbem Jeroso-
lymam, et triumphum iUum commemorabilem signis
ficat, quem passione et morte sua, superatis hostibus,
idem Dominus resurgens reportavit, ita aliis etiam
mysteriis plenus... suntque hi praesertim : a) Ut ac-
cipicmt (fideles) mentis corporisque vim ad scdutis
opem, Deique gratiam implorandam; b) Ut quemad
modum rami foliis virent, ita opera nostra, ep justi
tia, et omni virtute sancta quam fiorentissima sint;
c) Ut sicut populus Hebraeus, Christo ramis obviam
factus, una cum eo Jerosolymam ingressus est, ita nos
sanctissimis officiis atque piis operibus Domino ob
viam procedamus; illiusque vestigia secuti, in coele
stem patriam eo auctoré et duce, recipiamur; d) Ut
voluti Christus Dominus de satana hoste ctuce suo.
triumphavit, ita nos quam saepissime id misericordiae
opus animo ita repetamus, ut Christi amore incenda
Pr o c e s s i o n e delle R o g a z i o n i .
Altre Processioni.
Processioni col S S . S a c r a m e n t o .
P r o c e s s i o n e c o l l e SS. R e l i q u i e
e colle Statue.
CAPO I.
Funzioni particolari
CAPO I.
F u n z io n i
della settimana santa.
1 ■ GIOVEDÌ SANTO
161. Messa.
'Nella Messa si suona Porgano dal principio fino
al Gloria. Si! può cessare al principio di esso, o pro
trarre il suono fino alla fine delPinno secondo la
consuetudine, però si deve suonare in modo sommes
so (1). Non si può assolutamente suonare dopo il
Gloria, e la consuetudine contraria si deve togliere
(2). Al principio del Gloria si suonano le campane;
quindi il loro suono è vietato fino al Gloria della
Messa del sabato santo. Per convocare il popolo si
usa la traccola. Si omette il salmo Judica me Deus e
il Gloria Patri all’Introito ed al Lavabo. All’offerto -
rio s’innalzano sulla patena le due Ostie, quindi si
collocano sul corporale, in modo che quella del sa
crificio sia più vicina al celebrante, e l’altra tra quel
la del sacrificio e il calice. Vi è il Prefazio della Cro
ce. Comunicantes ed Hanc igitur e Qm pridie quam
pateretur proprio. In questa messa non si dà la pace.
Mentre il celebrante dice le orazioni innanzi la/ Co
munione, un chierico porta dalla credenza sulla men
sa dell’altare il calice vuoto, coperto dalla sua pa
tena e palla col velo e legacciolo bianco. Il Celebran
te assunto il preziosissimo sangue, coperto il calice
della Messa colla pallai lo ritira un poco> dal Iato del
Vangelo, e pone l’altro calice vuoto nei mezzo del
corporale; genuflette e ripone in esso l’altra Ostia12
162. Processione.
(1) Caerem. Ep. lib. Ili c. XXI: 14; Decr. 3110, 10; 1588,
8: 4031, 1,
(2) ,S. C. R. 22 marzo 1862 n. 3110, X.
(3) S. C. R. 13 giugn. 1899 n. 4034, IL
(4) S. C. R. 12 marzo 1836 n. 2740, 3.
308 Capo 1.
168. Processione.
Il Celebrante, coi ministri, va neli mezzo dell’alta*
re genuflette (2). Si dirige la processióne per la via
più breve, alla cappella dove si conserva il SS. Sa
cramento, in questo ordine: Il vessillifero, le confra
ternite, il turiferario, un Suddiacono parato con a-
mitto, camice, cingolo, senza manipolo e con pianeta
plicataì nera, se vi è; in sua mancanza un chierico,
porta la croce denudata, fra due ceroferarii, i chie
rici in cotta, il Celebrante in mezzo ai sacri ministri,
vestiti, come si è detto, coperto il capo dal berretto.12
173. Profezie.
Finito il Preconio, chiuso il libro, un chierico col
loca l’arundine sul suo piedestallo ; si porta via il leg
gìo col messale, il turiferario depone il turibolo, il
crocifero colloca la croce al lato del Vangelo. Il Sud-
diacono dal lato dell’Epistola assume il manipolo, il
diacono depone i paramenti bianchi ed assume i vio
lacei e la pianeta plicata violacea, se si usa; il Cele
brante, deposto il piviale^ ovvero se fece egli stesso,
in mancanza di ministri, la benedizione del cereo, de
posti gli indumenti diaconali bianchi, assume i para
menti violacei completi della Messa., Si mette il mes
sale sull’altare e un altro su di un leggìo nudo, dal
lato dell’Epistola per il canto delle Profezie, se vi è
clero. Fatta la debita riverenza all’altare, il Cele
brante coi ministri ascende, bacia la mensa nel mez
zo e va dal lato dell’Epistola ; i sacri ministri stanno
intorno a lui come nella Messa/ Il Celebrante legge
le Profezie e i tratti come nell’Epistola della Messa.
Alle Profezie non si risponde Deo gratias. Quando vi
èf clero un accolito può cantare le Profezie, in loro
324 Capo I.
Funzioni
della vigilia di Pentecoste.
179* Messa.
Sulla fine delle Litanie il Celebrante e; i sacri Mi
nistri1indossano i paramenti della Messa, di oolor ros
so. Non si dice l’introito, ma finita l’incensazione, e
recitato il Kyrie, nel mezzo dell’altare, si canta il Glo
ria, e si suonano le campane. Durante il canto del
Vangelo, non si portano i ceroferarii, si usa però Fin-
censo. Non si dice il Credo; vi è il Prefazio, il Com
municantes e VHanc igitur proprio.
Nelle Messe private si dice l’Introito, come si tro
va nel Messale in fine del rito della Messa solenne,
e si omettono le Profezie e le Litanie.
CAPO III.
A. M. D. G.
I N D I C E
INTRODUZIONE
P A R T E I.
D ei S a c r a m e n t i
Capo 1. Del Battesimo § L A n tica disciplina circa il
B attesim o » 21
8. Materia e forma — 9. Ministro e Padrini — 10.
Tempo e luogo in cui si amministrava — 11. Ri*
ti che precedevano, accompagnavano e seguivano
l'amministrazione del battesimo.
§ II. A ttu ale disciplina circa il B attesim o. » 32
12. Materia del Battesimo — Formula — Mini*
stro — 13. Padrini — 14. Tempo e luogo di am*
ministrarlo — 15. Olii sacri e sale — 16. Cose
da prepararsi — 17. Rito con cui si amministra
ai bambini — 18. Battesimo degli adulti — 19.
Spiegazione delle cerimonie del Battesimo — 20.
Registrazioni.
Capo li. Della Confermazione » 51
21. Vari nomi di questo Sacramento — Disciplina
antica — 22, Disciplina attuale — Età del cresi*
mando — Disposizioni — 23. Il ministro della
334 INDIGE
P A R T E II.
D ei S a c r a m e n t a l i
SEZIONE I.
DELLE CONSACRAZIONI
Capo I. Consacrazione o Dedicazione delle Chiese > 172
80. Antico costume di consacrare i templi dedicati
al divin culto — 81, Chiese che si possono con
sacrare — 82. Cose che precedono la consacrazio
ne — 83. Rito — Messe — Indulgenze.
336 UNDICE
SEZIONE II.
DELLE BENEDIZIONI
Capo 1, Nozione - Divisione - Requisiti generali > 186
90. Cosa sono le Benedizioni — Loro efficacia —
91. Antichità — 92. Formulari — Dove si trova
no — 93. Come si dividono — 94. Requisiti per
le benedizioni — 95. Modo di benedire.
Capo II. Benedizione delle cose (reali) * 195
96. Benedizione dell’acqua — Suo uso — Effetti
— 97. Benedizione dei Paramenti e Vasi sacri (ri
servata) — 98. Benedizione di nuove Croci — 99.
Benedizione ed erezione della cVia Crucis» (riserv.
ai Min. OBserv, di S. Francesco) — 100. Benedi
zione delle immagini di culto pubblico (riserv.
al Vescovo) — 10). Benedizione di oggetti di devo
zione — Crocifissi — Medaglie — Statue (riserv.
al Papa) — 102. Altre Benedizioni reali.
Capo 111. Benedizione delle persone » 208
103. Benedizione papale (super populum) — 104.
Benedizione papale (in articulo mortis) — 105.
Benedizione degli infermi — 106. Benedizione
delle puerpere — 107. Altre benedizioni personali
del Pontificale e del Rituale.
Capo IV. Benedizione dei luoghi > 217
108. Posizione della prima pietra d’una Chiesa fat-
INDIQE 137
SEZIONE IH.
DELLE PROCESSIONI
Capo 1. Nozioni • Antichità - regole generali pag. 226
113. Definizione — 114. Origine — divisione —
cause — ordine che si osservava anticamente —
115. Divisione delle processioni nella Disciplina
attuale — 116. Chi può indire e fare le proces
sioni — 117. Ordine da osservarsi nelle proces
sioni — 118. Vesti sacre e oggetti — 119. Rito
generale — 120, Simbolismo.
Capo 11. Benedizione delle candele — Processione » 239
121. Origine della Festa della Purificazione di M. V.
e della Benedizione delle candele — 122. Trasla
zione della Festa — 123. Come si benedicono e
si distribuiscono le candele — 124. Ordine della
processione — 125. Come si fa tale funzione nel
le Chiese minori, mancando i M inistri sacri —
126. Significato del rito.
Capo 111. Benedizione delle Palme e Processione > 248
127. Origine della Benedizione delle Palme — Ri -
to antico — 128. Rito con cuFattualmente si bene
dicono e si distribuiscono — 129. Distribuzione
e processione — 130. Significato...
Capo IV. Processione delle Rogazioni - A ltre processioni » 254
131. Rogazioni o Litanie - Divisione - F in e — 132.
Rogazioni Maggiori • A utorità — 133. Festa di
S. Marco e Rogazioni — 134. Rito della Proces
sione - Messa — 135. Rogazione o Litanie Mino
ri - Origine — 136. Rito della Processione delle
Litanie Minori — 137. Benedizione delle campagne
338 iENXUiCiE
SEZIONE IV.
DEI FUNERALI E DELLE ESEQUIE
Capo 1. Funerali degli adulti > 280
149, Andata alla casa del defunto — 150, Trasporto
del cadavere alla Chiesa — 151. Ufficiatura - Mes
sa ed Esequie — 152. Trasporto del cadavere al
Cimitero — 153. Funerali nelle ;ore vespertine
nei giorni in cui è vietata la Messa esequiale —
154. Funerali dei Sacerdoti.
Capo U. Funerali dei bambini > 290
155. Ornato del feretro — 156. Andata alla casa
del defunto — 157. Trasporto del cadavere alla
Chiesa — 158. Rito della assoluzione.
PARTE III .
Funzioni Particolari
Capo 1. Funzioni della Settimana Santa — /.] G io ve d ì S a n to » 295
159. Chiese nelle quali si possono fare le funzioni
del sacro triduo — 160. Cose da prepararsi — 161.
INDIGE 339
Finito di stampare
coi tipi della Scuola Tipografica Artigianelli - Pavia
il 30 settembre 1939-XVII