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Care Democratiche, cari Democratici, da nuovo Segretario

Provinciale del PD sento una nuova sfida che, grazie al


vostro aiuto e alla vostra passione, posso portare avanti con la
forza di chi, anche conoscendone gli ostacoli, può e deve
vincere. La sfida è prima di tutto radicare il nostro Partito,
ancorandolo a principi e valori comuni basati sulla
discontinuità e l’innovazione e renderlo sinergico con le
istanze che ci provengono dalla società. La sconfitta alle
elezioni politiche, lo scarto elettorale tra noi e il Popolo delle
Libertà in Provincia di Napoli, la perdita di importanti
comuni, il disincanto di tanti strati della popolazione devono
spingerci ad un maggiore senso di responsabilità se non
vogliamo che questo sentimento si tramuti in perdita di
fiducia per il nostro intero progetto politico. Il primo passaggio decisivo per dare linfa a questo
progetto è ripensare il partito come insieme di comunità territoriali. Non possiamo permetterci di
prolungare l’agonia di un partito che non ha terminali territoriali. Da subito dobbiamo provvedere al
radicamento delle basi territoriali intorno a cui costruire comunanza di idee e di visioni e da subito
dobbiamo stabilire organismi dirigenti stabili e riconoscibili. Da subito, insomma, bisogna
provvedere al radicamento dei circoli. I circoli devono essere la frontiera dell’innovazione civile e
democratica del Paese, luoghi nei quali la gente si incontra, ragiona di politica, acquista
consapevolezza della complessità, matura una visione non più solitaria, rassegnata, talora disperata
del suo problema, della sua angoscia, della sua rabbia, ma trasforma questi sentimenti in energia
positiva di trasformazione sociale, fino a riconquistare la voglia di partecipare, decidere, contare
nelle scelte che riguardano il destino della comunità umana di cui si è parte. Dai circoli poi devono
partire flussi sociali positivi che considerino e pongano rimedio alle problematiche della nostra
realtà e della nostra politica. La legalità deve divenire tratto identitario riconoscibile del PD di
Napoli, per combattere ogni forma di criminalità, ma anche promuovere un’autoriforma della
politica che da sola sappia eliminare quelle zone d’ombra tra l’azione e la gestione, quelle
commistioni perverse tra consenso e clientela che in ogni settore dei servizi pubblici, dalla sanità
alla gestione delle emergenze ambientali, creano il brodo di incultura in cui si sviluppano i germi di
una politica degenerata. Occorre avere e comunicare con forza una nuova idea di futuro, di
crescita economica, di sviluppo sostenibile, di valorizzazione del capitale umano e delle
competenze, di solidarietà che faccia da cornice ai tanti singoli interventi, alle numerose scelte, che
alla fine determinano l’attuazione di un programma di governo. E occorre avere il coraggio di dire
no - a voti, consenso, relazioni - se questi rischiano di andare a detrimento del più vasto interesse
generale. Il coraggio di promuovere una netta distinzione di funzioni e ambiti tra politica e gestione,
tra scelte di indirizzo e attuazione concreta dei provvedimenti. Con questo approccio, anche il
rapporto tra istituzioni e società civile dovrebbe calibrarsi sulla reciproca autonomia, su una feconda
osmosi di contenuti e competenze, su meritocrazia, cultura della valutazione ed efficienza.
Manifestare con chiarezza ai cittadini questo nostro orientamento, questa ferma determinazione a
voltar pagina, anche a dividerci in trasparenza intorno alle opzioni politiche, rappresenta la più
importante iniezione di fiducia che una classe dirigente oggi può offrire al Paese. Del resto, il PD è
nato anche per questo. Se vogliamo davvero costruire una grande e nuova forza politica di governo
a vocazione maggioritaria, dobbiamo anzitutto saper intercettare la profonda istanza di
rinnovamento, trasparenza e buona politica che la maggioranza dei cittadini avanza con forza
crescente ormai da tempo. Solo in questo modo è possibile far essere e comunicare il PD un partito
per una società più moderna, che ponga come capisaldi del vivere comune la valorizzazione del
merito e dei talenti, contro rendite di posizione e privilegi corporativi. In questo senso ho valutato
positivamente la scelta di Walter Veltroni di varare, durante la fase costituente del PD, un Codice
Etico oltre allo Statuto. Un Partito nuovo è fatto non solo di regole organizzative ed istituzionali,
ma soprattutto di valori condivisi e di una autoregolamentazione della compatibilità con una
comunità politica. Questa scelta può costituire, soprattutto per la nostra Regione, un valido
strumento politico per trasmettere ai cittadini l’idea che questa frattura può essere ancora
ricomposta. Il PD anche politicamente deve dimostrare di essere il futuro per una classe dirigente
nuova. Attraverso l’utilizzo delle primarie, dei congressi aperti alla società civile, l’apertura totale
alle professioni, ai saperi, all’associazionismo. Insomma un partito in cui culture e storie riformiste
e progressiste con diverse radici si contaminino a vicenda per vivificare e dare maggiori frutti.E nel
PD devono avere spazio, voce e ruolo strategico i giovani, con la loro carica di innovazione,
cambiamento e propensione al reciproco ascolto. Per questo motivo da segretario provinciale lancio
la sfida di ricostruire l’unità del partito, puntando su una squadra esclusivamente di under-40 e
avviando così un processo di ricambio dell’ossatura della classe dirigente che qui, a differenza del
resto d’Italia, stenta a decollare proprio a causa delle ingessature correntizie che a lungo hanno
bloccato il naturale ricambio. Tutto questo lo sento possibile proprio grazie all’anima vera del PD,
alle sue idee e al suo modo di comunicarle. Ma bisogna partire tutti da un bagno d’umiltà,
immergerci fino al collo nelle problematiche sociali, recuperare il gusto della condivisione della vita
reale delle persone. Come ha detto Veltroni dobbiamo “Farci popolo”, come una grande forza
riformista deve saper fare. Non un’èlite di professionisti della politica, ma una comunità immersa
nelle tensioni, nelle ansie, nelle speranze della società di cui è parte. Se sarà così avremo un grande
Partito Democratico a Napoli. Adesso sta a noi, uniti, rendere tutto questo possibile.
Rimbocchiamoci le maniche e sentiamoci tutti impegnati e coinvolti in questa battaglia di
rinnovamento. (Luigi Nicolais)

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