Di cosa parliamo?
Parliamo della decisione del presidente americano
Donald Trump, che ha provocato le dimissioni del
principale consigliere economico alla Presidenza Gary D.
Cohn, di imporre dazi del 25% sulle importazioni di
acciaio e del 10% sull’alluminio. Tale manovra sarebbe
giustificata da interessi di difesa della sicurezza nazionale.
Chi sarà colpito?
Paradossalmente, nonostante gli annunci di Trump contro la sovraccapacità cinese, la Cina non
sarà colpita dalla misura. La Repubblica Popolare, infatti, è l’origine di solo l’1% delle importazioni
USA. A soffrirne di più saranno gli alleati degli USA: Brasile, Canada, Ue, Giappone e Corea
del Sud. Tuttavia, Trump ha specificato con un tweet che vi sarà una certa flessibilità per gli ‘’amici’’
degli Stati Uniti E’ però probabile che le deroghe riguarderebbero solo i Paesi del NAFTA, l’accordo
di libero scambio Nordamericano tra USA, Canada e Messico.
» In termini di posti di lavoro, i dazi su acciaio e alluminio, secondo uno studio realizzato
da Trade Partnership Worldwide, aumenterebbero l’occupazione nelle acciaierie
creando circa 33 mila posti di lavoro. A farne le spese, anche in questo caso sarebbero
gli operai dell’industria manifatturiera che subirebbe una perdita di posti di lavoro di
circa 180 mila unità. Le misure, se implementate, determinerebbero, quindi, una
perdita netta di 146 mila posti.
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