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Fiaba
La favola
Fiaba e Favola: differenze sostanziali
Le più belle fiabe dei fratelli Grimm
Alla scoperta di Charles Perrault, il grande creatore di fiabe!
La fiaba
Fiaba
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La favola
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Fiaba e Favola: differenze sostanziali


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Le più belle fiabe dei fratelli Grimm


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Alla scoperta di Charles Perrault, il grande creatore di fiabe!


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Fiaba

di Maria Paola Viale

Le caratteristiche
La fiaba è un tipo di narrativa originaria della tradizione popolare, caratterizzata da
componimenti brevi e centrati su avvenimenti e personaggi fantastici come fate, orchi,
giganti e così via. Esse venivano narrate mentre si svolgevano lavori comuni, come la filatura,
lavori fatti di gesti automatici, che non impegnavano particolarmente la mente. Le fiabe,
perciò, erano un piacevole intrattenimento per chiunque, e "davanti il fuoco" erano gradite
ad adulti e bambini.
Fra i trascrittori di fiabe più noti della tradizione europea si possono citare Charles Perrault
(Francia) e i fratelli Grimm (Germania), e i più recenti Italo Calvino (Italia), William Butler
Yeats (Irlanda) e Aleksander Afanasiev (Russia). Fra gli inventori di fiabe più celebri ci sono
invece il danese Hans Christian Andersen, l'italiano Collodi (inventore di Pinocchio) e il
britannico James Matthew Barrie (Peter Pan).
Esse hanno un’origine popolare: descrivono la vita della povera gente, le sue credenze, le
sue paure, il suo modo di immaginarsi i re e i potenti e venivano raccontate da contadini.
(fonte: wikipedia)
Le fiabe presentato questi elementi caratteristici:
1) Tempi e luoghi indeterminati: i luoghi e i tempi sono indicati in una lontananza
indefinita con le seguenti espressioni: "C'era una volta...", "In un paese lontano...";
2) inverosimiglianza: i fatti che si presentano nel racconto sono spesso fatti impossibili
e i personaggi sono inverosimili o inesistenti nella realtà quotidiana;
3) la morale: si rappresenta sempre un mondo nettamente distinto tra il bene ed il male;
4) la ripetizione di episodi e di formule: gli episodi sono sempre ricorrenti anche in
altre fiabe. Esiste anche una ricorrenza narrativa di frasi o formule magiche;
5) Il finale grandioso: c'è sempre un lieto fine .La bontà vince ;
6) Lo scopo didattico: c'è sempre una morale che insegna a rispettare gli anziani e la
famiglia, ad essere generosi con i poveri e gli umili, e coraggiosi con i prepotenti per
migliorare il proprio destino.
7) Il linguaggio popolare: è quello dei narratori del popolo, in genere molto semplice e
a volte un po' sgrammaticato, ma ricco di modi di dire e di formule popolari. (fonte:
wikipedia)
La favola

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Fiaba e Favola: differenze sostanziali

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Molto spesso ci si confonde tra #fiaba e #Favola, due generi letterari per bambini, e non
solo, ben distinti tra loro. Il termine fiaba deriva dal latino fabula, ovvero "racconto". Per i
latini difatti esistevano diversi tipi di fabulae, ma l'accezione moderna del termine indica un
racconto, in genere destinato ai #bambini, con delle caratteristiche ben definite. Si tratta di
una narrazione dalla lunghezza non eccessiva, giacché spesso il suo pubblico è quello dei più
piccoli, che si sa, si annoiano facilmente.
Al fine di mantenere viva la loro attenzione e curiosità, i protagonisti delle fiabe non sono
semplici uomini, donne o bambini, ma appartengono a delle categorie tipiche del mondo
della fantasia: fate, streghe, maghi, draghi, giganti e terribili orchi...
oltre ai classici principi e principesse.
Cosa insegnando le fiabe
Inizialmente le fiabe venivano tramandate oralmente, di generazione in generazione,
con lo scopo di intrattenere, appunto, i più piccini. La morale però è ben nascosta tra le righe,
e diventa un messaggio importantissimo e funzionale alla crescita e allo sviluppo del
bambino. Dalle fiabe si può imparare che nel mondo esistono personaggi buoni e cattivi,
dunque avere una prima percezione del bene e del male.
0Inoltre il si può scoprire che se si combatte con l'intento di perseguire il bene, si
ottengono dei risultati. E quel "C'era una volta" letto all'inizio della fiaba si trasforma sempre
(perlomeno nel libro) in un "e vissero a lungo felici e contenti". Educare i bambini alla ricerca
della felicità, del bello, del buono e del giusto, è sempre stato di primaria importanza.

Nelle fiabe difatti, grazie all'elemento magico, si possono risolvere situazioni


apparentemente drammatiche. Dunque la morale è sempre sottintesa, ma in ogni fiaba c'è
sempre qualcosa da imparare ed una soluzione ad ogni problema.
Nelle fiabe luogo e tempo sono indefiniti: c'era una volta... una volta quando? In un
luogo lontanissimo... lontano quanto? Sono domande le cui risposte non hanno molta
importanza, perchè l'indeterminatezza stimola la fantasia del bambino.
Tra i più celebri scrittori di fiabe vi sono i fratelli Grimm, autori di "Cenerentola", "La
bella e la bestia", "Cappuccetto rosso", o Hans Christian Andersen, che rielaborò molte fiabe
e ne scrisse di nuove, tra cui "Il brutto anatroccolo"... chi non si è mai sentito come lui, finchè
la vita non gli ha insegnato a diventare un bellissimo cigno? Ogni bambino merita di
incontrare e scoprire il cigno che è in lui.
La favola e la sua morale
La favola invece è un genere che affonda le sue radici in un passato lontanissimo. In
comune, fiaba e favola, hanno solamente l'etimologia del nome.
I protagonisti sono animali antropomorfi, ovvero animali che possiedono
caratteristiche proprie dell'essere umano, come la capacità di parlare, o ragionare. Il primo
scrittore di favole di cui si ha notizia è Esopo, vissuto nell'antica Grecia. Alcune delle sue
favole sono talmente famose da essere diventate quasi proverbiali, e da evocarne il
significato senza conoscerle nel dettaglio. "La volpe che non arriva all'uva dice che è
acerba", ad esempio, deriva dalla sua favola "La volpe e l'uva", e chiaramente fa riferimento
a tutti coloro che non hanno raggiunto un obiettivo e lo disprezzano.
La morale nella favola è sempre esplicita, perchè il suo intento è proprio quello di
insegnare qualcosa a chi la legge, al di là del puro intrattenimento.
Fiabe e favole fanno parte del nostro patrimonio culturale, e oltre ad essere
fondamentali nello sviluppo del bambino, la loro lettura, anche in tenera età, permette di
imparare parole nuove mediante l'ascolto, oltre a stimolare la vista, poichè i libri per bambini
sono sempre colorati.
Ma tutti, grandi e piccini, dovremmo rileggere ogni tanto le fiabe e le favole della nostra
infanzia, perchè nella vita non si finisce mai d'imparare. La morale non è solo contenuta tra
le righe di un libro vecchio o nuovo, ma si nasconde dietro ogni piccola (dis)avventura
quotidiana, perchè da tutto quello che ci capita ogni giorno possiamo sempre imparare
qualcosa.

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Le più belle fiabe dei fratelli Grimm

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Fratelli Grimm - Le più belle fiabe: 1 - 20

1Cappuccetto Rosso

C'era una volta una dolce bimbetta; solo a vederla le volevan tutti bene, e specialmente
la nonna che non sapeva più che cosa regalarle. Una volta le regalò un cappuccetto di velluto
rosso, e poiché‚ le donava tanto, ed ella non voleva portare altro, la chiamarono sempre
Cappuccetto Rosso.Legga la fiaba →
2Hänsel e Gretel

Davanti a un gran bosco abitava un povero taglialegna che non aveva di che sfamarsi;
riusciva a stento a procurare il pane per sua moglie e i suoi due bambini: Hänsel e Gretel.
Infine giunse un tempo in cui non pot‚ più provvedere neanche a questo e non sapeva più a
che santo votarsi.Legga la fiaba →
3Biancaneve

Una volta, in inverno inoltrato, mentre i fiocchi di neve cadevano dal cielo come piume,
una regina cuciva seduta accanto a una finestra dalla cornice d'ebano. E, mentre cuciva e
alzava gli occhi per guardare la neve, si punse un dito e tre gocce di sangue caddero nella
neve.Legga la fiaba →
4Pollicino

C'era una volta un povero contadino che una sera se ne stava seduto accanto al focolare
ad attizzare il fuoco, mentre sua moglie filava. A un certo punto disse: -Com'è triste non aver
bambini! E' così silenziosa la nostra casa, mentre dagli altri c'è tanto baccano e tanta allegria!-
.Legga la fiaba →
5Cenerentola

La moglie di un ricco si ammalò e, quando sentì avvicinarsi la fine, chiamò al capezzale


la sua unica figlioletta e le disse: Sii sempre docile e buona, così il buon Dio ti aiuterà e io ti
guarderò dal cielo e ti sarò vicina. Poi chiuse gli occhi e morì. La fanciulla andava ogni giorno
alla tomba della madre, piangeva ed era sempre docile e buona.Legga la fiaba →
6Raperonzolo

C'era una volta un uomo e una donna che da molto tempo desideravano invano un
bimbo. Finalmente la donna scoprì di essere in attesa. Sul retro della loro casa c'era una
finestrella dalla quale si poteva vedere nel giardino di una maga, pieno di fiori ed erbaggi di
ogni specie. Nessuno, tuttavia, osava entrarvi.Legga la fiaba →
7Il bambino capriccioso

C'era una volta un bambino capriccioso che non faceva mai quello che voleva la
mamma. Per questo il buon Dio ne era scontento e lo fece ammalare, tanto che nessun medico
pot‚ salvarlo e presto egli giacque sul letto di morte.Legga la fiaba →
8I musicanti di Brema

Un uomo aveva un asino che lo aveva servito assiduamente per molti anni; ma ora le
forze lo abbandonavano e di giorno in giorno diveniva sempre più incapace di lavorare.
Allora il padrone pensò di toglierlo di mezzo, ma l'asino si accorse che non tirava buon vento,
scappò e prese la via di Brema: là, pensava, avrebbe potuto fare parte della banda
municipale.Legga la fiaba →
9L'agnellino e il pesciolino

C'era una volta un fratellino e una sorellina che si volevano molto bene. Ma la loro
mamma era morta ed essi avevano una matrigna che li odiava e faceva loro, di nascosto, tutto
il male che poteva. Un giorno essi giocavano con altri bambini su di un prato davanti a casa,
e accanto al prato c'era uno stagno che arrivava a lambire un lato della casa.Legga la fiaba →
10Il lupo e i sette caprettini

C'era una volta una vecchia capra, che aveva sette caprettini, e li amava come una
mamma ama i suoi bimbi. Un giorno pensò di andare nel bosco a far provviste per il desinare;
li chiamò tutti e sette e disse: Cari piccini, voglio andar nel bosco; guardatevi dal lupo; se
viene, vi mangia tutti in un boccone.Legga la fiaba →

11Il principe ranocchio o Enrico di Ferro

Nei tempi antichi, quando desiderare serviva ancora a qualcosa, c'era un re, le cui figlie
erano tutte belle, ma la più giovane era così bella che perfino il sole, che pure ha visto tante
cose, sempre si meravigliava, quando le brillava in volto. Vicino al castello del re c'era un
gran bosco tenebroso e nel bosco, sotto un vecchio tiglio, c'era una fontana.Legga la fiaba →
12L'acqua della vita

C'era una volta un re che era ammalato, e più nessuno ormai credeva che potesse
vivere ancora. I suoi tre figli, che erano molto addolorati, scesero a piangere nel giardino del
castello. Là incontrarono un vecchio che domandò loro il perché‚ di tanto dolore. Gli
raccontarono che il padre era così ammalato che presto sarebbe morto, poiché‚ nulla poteva
giovargli.Legga la fiaba →
13Tremotino

C'era una volta un mugnaio che era povero, ma aveva una bella figlia. Un giorno gli
capitò di parlare con il re e gli disse: Ho una figliola che sa filare l'oro dalla paglia. Al re, cui
piaceva l'oro, la cosa piacque, e ordinò che la figlia del mugnaio fosse condotta innanzi a
lui.Legga la fiaba →
14Rosaspina

C'era una volta un re e una regina che ogni giorno dicevano: Ah, se avessimo un
bambino! Ma il bambino non veniva mai. Un giorno, mentre la regina faceva il bagno, ecco
che un gambero saltò fuori dall'acqua e le disse: Il tuo desiderio sarà esaudito: darai alla luce
una bambina.Legga la fiaba →
15La chiave d'oro

Un giorno d'inverno, mentre una spessa coltre di neve copriva la terra, un povero
ragazzo fu mandato a cercare della legna. Dopo averla raccolta, siccome sentiva molto freddo,
prima di rincasare decise di accendere un fuoco per scaldarsi un po'. Sul terreno, dove la neve
si era sciolta, vide una chiave d'oro.Legga la fiaba →
16Biancaneve e Rosarossa

C'era una volta una povera vedova, che viveva in una modesta casetta con le sue due
bambine. Le aveva chiamate Biancarosa e Rosella perché erano simili ai boccioli rossi e
bianchi dei rosai che crescevano davanti a casa sua: esse erano buone, pie, laboriose e gentili.
Biancarosa era più tranquilla e remissiva, Rosella più spensierata e vivace.Legga la fiaba →
17L'asinello

C'era una volta un re e una regina, che erano ricchi e avevano tutto quel che
desideravano, ma non avevano figli. La regina se ne doleva giorno e notte e diceva: -Sono
come un campo dove non cresce nulla-. Finalmente Dio la esaudì: quando però il piccolo
venne al mondo, non aveva l'aspetto di un bimbo, ma di un asinello.Legga la fiaba →
18Gatto e topo in società

Un gatto aveva fatto conoscenza con un topo e gli aveva tanto vantato il grande amore
e l'amicizia che gli portava, che alla fine il topo acconsentì ad abitare con lui; avrebbero
governato insieme la casa.Legga la fiaba →
19Le tre piume

C'era una volta un re che aveva tre figli: due erano intelligenti e avveduti, mentre il
terzo parlava poco, era semplice, e lo chiamavano il Grullo. Quando il re diventò vecchio e
pensò alla sua fine, non sapeva quale dei figli dovesse ereditare il regno dopo la sua morte.
Allora disse loro: Andate, colui che mi porterà il tappeto più sottile diventerà re dopo la mia
morte.Legga la fiaba →
20La pioggia di stelle

C'era una volta una bambina, che non aveva più nè babbo nè mamma, ed era tanto
povera, non aveva neanche una stanza dove abitare nè un lettino dove dormire; insomma,
non aveva che gli abiti indosso e in mano un pezzetto di pane, che un'anima pietosa le aveva
donato. Ma era buona e brava e siccome era abbandonata da tutti, vagabondò qua e là per i
campi fidando nel buon Dio.Legga la fiaba →

I vestiti nuovi dell'imperatore


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Alla scoperta di Charles Perrault, il grande creatore di fiabe!

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Magari non l'avete mai sentito prima, ma Charles Perrault ha scritto molte delle fiabe
che vi venivano lette quando eravate piccoli.

Noi ne abbiamo selezionate cinque tra le sue più famose: Cenerentola, Barbablù, Il Gatto
con gli Stivali, Pollicino e Cappuccetto Rosso. Tutte storie famosissime che sono state
ideate (o re-inventate) da questo intellettuale francese del XVIII secolo.

Charles Perrault, la biografia

Charles Perrault visse nella Francia di Luigi XIV, il cosiddetto "Re Sole". Nato nel 1628
da una famiglia della borghesia più ricca, Perrault studiò legge – come il padre, avvocato al
Parlamento di Parigi – e grazie alle importanti amicizie strette nel corso degli anni, riuscì
anche a ricoprire importanti incarichi statali. Il fratello Claude, architetto, ideò la facciata del
Louvre, il famoso museo parigino.

La posizione agiata di Perrault gli permise di entrare in quel mondo che orbitava intorno
alla Corte del Re, la più splendente di tutta Europa, dove nobili e cortigiani di dilettavano
nella lettura e composizioni di testi letterari, soprattutto fiabe, molto di moda in quel tempo.
Charles Perrault, scrittore colto e brillante trovò qui l'ambiente adatto per far circolare le
sue storie.

Charles Perrault, le fiabe

Ben 200 anni prima dei Fratelli Grimm (altri grandi scrittori di favole), Perrault diede alla
luce una raccolta di racconti e fiabe conosciuta come I racconti di mamma Oca in cui sono
presenti tutte le sue più famose.

L'opera però non fu subito pubblicata a suo nome, ma venne attribuita al figlio Pierre,
accusato di aver ucciso un suo amico durante un duello. Lo scrittore sperava che se le fiabe
fossero piaciute alla Corte, il Re avrebbe trattato con clemenza quello che pensava essere
l'autore di racconti così meravigliosi.

Le fiabe di Perrault sono storie semplici, dove personaggi e figure tratte dalla tradizione
popolare (una principessa, un contadino, un gatto) devono risolvere un problema o
affrontare un pericolo. Il finale della storia nasconde sempre un insegnamento per i lettori
(la famosa morale).

1. Cenerentola

Di Cenerentola esistono moltissime versioni: ai giorni nostri quella più conosciuta è


sicuramente quella della Disney, in cui la sfortunata ragazza, orfana di madre, riesce a
sposare il principe.

In Italia, compare la prima volta nel 1634 nella fiaba dello scrittore napoletano Giambattista
Basile, in cui la protagonista uccide la sua matrigna. Duecento anni dopo, Perrault ne elaborò
una versione più "dolce" (Cendrillon) eliminando alcuni dettagli troppo aspri e crudi.

La sua Cenerentola è intelligente e altruista, mite e buona, e affronta con dignità le difficoltà
della vita. Sembra poi proprio di Perrault l'invenzione della scarpetta di vetro.

L'obiettivo dell'autore era quello di ricordare che, nonostante le qualità che possiamo avere
(bellezza, gentilezza, intelligenza), serve comunque un amico che ci aiuti a realizzare i nostri
sogni (come la Fata madrina per la povera Cenerentola).

2. Barbablù
Inventata proprio da Perrault, Barbablù (Barbebleue, 1697) racconta la storia di un
uomo dalla barba azzurra che uccideva tutte le sue mogli nascondendole in una stanza.
L'ultima moglie, però, riesce a scappare grazie all'aiuto dei suoi fratelli.

L'insegnamento è quello di non lasciarsi guidare dall'eccessiva curiosità nelle proprie


scelte. Fu proprio la curiosità, infatti, che portò l'ultima moglie vicino alla morte. Proprio per
la sua furia omicida, negli anni il nome di Barbablù è stato dato come soprannome a diversi
serial killer.
Il gatto con gli stivali è una delle fiabe di Perrault più conosciute! | Pixabay
3. Il Gatto con gli Stivali

Il Gatto con gli stivali è una tra le più celebri fiabe europee di cui quella di Perrault è solo
una delle versioni più conosciute.

La storia del gatto che aiuta il suo povero padrone a diventare ricco ha anche moltissime
versioni cinematografiche e animate (una delle più recenti è quella del Gatto del film
“Shrek”).

4. Pollicino

Pubblicata nel 1697, questa fiaba racconta le avventure del minore dei sette figli di un
boscaiolo molto povero che fu abbandonato più volte insieme ai fratelli nel bosco.

La prima volta riesce a tornare a casa lasciando dei sassolini lungo il sentiero, ma la seconda
volta - avendo lasciato briciole di pane - si perde e finisce nelle grinfie di un orco cattivo,
goloso proprio di bambini. Con astuzia, riesce a scappare e a tornare dal padre sano e salvo
e con molto denaro.

La trama è molto simile a quella di Hansel e Gretel dei fratelli Grimm, con l'orco al posto
della strega. Una curiosità: Carlo Collodi, l'autore di Pinocchio, tradusse la fiaba in italiano
con il titolo Puccettino.

5. Cappuccetto Rosso
Molti dei racconti di Perrault ebbero un grande successo, ma nel corso degli anni vennero
"addolciti". Questo perché, in molti casi, non finivano molto bene. Ad esempio Cappuccetto
Rosso, nella versione originale, non viene affatto salvata dal cacciatore, ma è invece divorata
dal lupo perché si è fidata troppo di uno sconosciuto!

FONTE: Treccani

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